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Dettaglio seduta n.57 del 20/12/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 14.30 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Botta Marco, Cantore Comba, Cota, Gregorio, Tentoni, Tiramani e Toselli.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Mozione n. 141 "Crisi Agile ex Eutelia", presentato dai Consiglieri Ronzani, Leardi, Giovine, Carossa, Cattaneo, Bono, Biolé, Laus, Manica Pedrale, Boeti, Toselli (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Istituti di credito - Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno n. 68 "Modalità di restituzione dei finanziamenti accordati dal sistema bancario a lavoratori dipendenti in condizioni di disagio economico e garantiti dal fondo speciale di garanzia di cui alla legge regionale n. 34 del 24/12/2009" presentata dal Consigliere Cursio (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, impiego 30 secondi. Durante la pausa, abbiamo incontrato per la seconda volta nel giro di poche settimane, i lavoratori dell'Agile (ex Eutelia).
La situazione è drammatica; noi avevamo presentato una mozione e chiedo la cortesia a lei e al Consiglio regionale di poterla iscrivere all'o.d.g.
in modo che possa essere votata nel corso della seduta odierna.
un piccolo gesto, non risolviamo certamente i loro problemi, per questo è stato fortemente sollecitato dai lavoratori, che - ripeto - stanno vivendo una condizione drammatica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cursio; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Mi unisco alla richiesta del Consigliere Reschigna, in quanto il nostro ordine del giorno, il n. 68, "Modalità di restituzione dei finanziamenti accordati dal sistema bancario a lavoratori dipendenti in condizioni di disagio economico e garantiti dal fondo speciale di garanzia di cui alla legge regionale n. 34 del 24/12/2009", tratta lo stesso tema e la pregherei, se possibile con l'avallo dei colleghi, di iscriverlo all'o.d.g.



PRESIDENTE

La modifica dell'o.d.g. viene fatta, com'è noto, di mattino, quindi non sarebbe più possibile.
In effetti, però - e chiedo in particolare l'attenzione dei Capigruppo di maggioranza - a seguito dell'incontro di oggi, questi lavoratori si aspettano una nostra posizione: se siete d'accordo fisserei per le ore 19.00 una brevissima discussione e la votazione dell'o.d.g. n. 68 e della mozione n. 141, sui lavoratori Agile (ex Eutelia)



(L'Assemblea, unanimemente approva l'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Commemorazioni

Ricordo del collega Davide Novara deceduto in incidente stradale


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Buongiorno a tutti. È inusuale, ma ritengo doveroso fare, come Assessore al personale, una comunicazione che penso abbia già raggiunto molti di voi, perché so che questa mattina se ne è parlato.
Ieri c'è stato un incidente in provincia di Asti, dove ha perso la vita Davide Novara, un dipendente della Regione Piemonte che aveva un incarico di Segretario regionale del gruppo aziendale della UIL, sposato con una collega della Regione Piemonte, Nella Lomater, e padre di due bambini.
Nell'incidente è stato coinvolto un altro giovane ragazzo della provincia di Asti.
inusuale, però mi sembra opportuno ricordarlo, condividendo i sentimenti di tutti i Consiglieri che l'hanno conosciuto, perché ha lavorato anche con la Consigliera Mariangela Cotto, quando era Assessore regionale. Ritengo sia un lutto importante per la Regione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Ho provveduto a mandare un telegramma di cordoglio alla famiglia, a nome di tutto il Consiglio regionale.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 72 "Legge finanziaria per l'anno 2011"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 72 prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Reschigna, Muliere Ronzani, Lepri, Motta Angela, Laus, Manica, Boeti, Pentenero, Gariglio: "All'articolo 3 del disegno di legge n. 72, comma 1, dopo le parole 'derivante dalla mancata contrazione di mutui negli anni' sono inserite le parole seguenti '2002'".
Nella seduta antimeridiana di oggi sono stati votati gli articoli 1 e 2 ed è stato illustrato l'emendamento n. 11 all'articolo 3, del quale inizia il dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente. Mi sembra che il nostro emendamento sia presto riassunto: esso fa il paio con la discussione che abbiamo fatto questa mattina, perché abbiamo presentato una serie di emendamenti che riguardano l'esigenza di contenere l'indebitamento della nostra Regione.
Il nostro atteggiamento prevede, pertanto, un'articolazione di emendamenti che hanno questo obiettivo.
Non torno sulle questioni di carattere generale, che abbiamo sollevato già questa mattina negli interventi. Si tratta di un complesso di emendamenti che hanno esattamente questo significato: di fronte ad un'Amministrazione regionale che non si pone il problema di ridurre l'indebitamento, anzi, lo ha aggravato, ci poniamo il problema, con una strategia emendativa, di contenere l'indebitamento regionale.
Non potrò mai dimenticare che, nella fase iniziale della discussione dell'emendamento, la Giunta venne in Commissione e ci rappresent l'esigenza di una discussione libera, per utilizzare al meglio le risorse concentrate in un fantomatico fondino. In verità, la discussione, man mano che si sviluppava, ha dimostrato che quelle risorse, indicate in un primo tempo come risorse che avrebbero contribuito a rilanciare o ad effettuare una politica di investimenti, erano per lo più risorse impegnate, perch conseguenza di spese difficilmente non ripetibili, anzi spese obbligatorie.
Fatto - questo - che ha costretto l'Amministrazione provinciale a riconsiderare il tema del fondino, prendendo atto che le risorse andavano utilizzate e impegnate per fare fronte a spese difficilmente rinviabili. La Giunta, in questo caso, per fare fronte ad una serie di esigenze riguardanti la politica di investimenti, ha dovuto fare ricorso ad un aumento dell'indebitamento, dopo che il bilancio di quest'anno, come i colleghi ben sanno, prevede un forte ricorso all'indebitamento.
Quest'emendamento e gli altri che illustreremo, hanno il significato di invertire questa tendenza e ridurre il volume complessivo dei debiti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente. Oltre all'emendamento, anche l'articolo 3, in generale, riguarda l'indebitamento regionale.
già stato detto molto. Noi, durante la pausa pranzo, abbiamo fatto una conferenza stampa nella quale abbiamo definito, a mezzo stampa, come riteniamo insostenibile quest'indebitamento della Regione Piemonte. Esso ne prendiamo atto - procede e si ingrossa ormai in modo continuativo dal 2001, quindi probabilmente anche come correlazione con l'aumento delle competenze che sono state date all'ente Regione, a partire dalla riforma in senso federale, della Costituzione, del 2001.
Sicuramente ci aspettavamo qualcosa in più da questa Giunta. Noi siamo ottimisti e speriamo che nei prossimi anni ci sia un miglioramento, per per adesso, prendiamo atto che l'indebitamento, con l'accensione dei mutui nonostante la giustificazione data nell'articolo 3, è assolutamente una dimostrazione palese del fallimento della politica in sé; non dico fallimento della Giunta Cota, non parlo di partiti, quindi né di Lega né di PdL, ma parlo in generale di sistema, di modo di fare politica.
In questo caso, prendiamo atto della discrepanza tra i trasferimenti dallo Stato e quanto viene corrisposto in servizi ai cittadini.
necessario, dunque, innovare e rinnovare, trovare nuove strade per ridurre la spesa pubblica e garantire un livello adeguato di servizi: nonostante non si riduca la spesa e non si riduca, anzi aumenti, l'indebitamento.
Vengono tagliati servizi fondamentali come la sanità e il trasporto pubblico.
Riguardo all'emendamento presentato dai Consiglieri del PD non vi è molto da dire, ma rileviamo il riferimento agli anni di cui si cerca la copertura (il 2003 e il 2004) di questo debito.
Chiudo, riservandomi di intervenire successivamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, ero già intervenuto nell'illustrazione dell'emendamento che è un fatto formale, tecnico.
Noi chiediamo che, laddove all'articolo 3 si parla di utilizzo di investimenti negli anni 2003 e 2004, si aggiunga anche l'anno 2002.
dunque, un emendamento di natura formale, tecnica. Quello che ci interessa rendere evidente è il contenuto dell'articolo 3, il quale sinteticamente, dice che nel 2010, la legge di bilancio 2010 autorizzava la contrazione di mutui, per 722 milioni di euro. Oggi, la Giunta regionale poiché non abbiamo fatto investimenti per 722 milioni di euro, vuole recuperare 170 milioni di euro, provenienti da mutui autorizzati, ma non contratti, negli anni 2003 e 2004. L'emendamento aggiunge l'anno 2002.
Ripeto: quest'articolo, che per la prima volta entra nelle leggi finanziarie della Regione Piemonte (dall'inizio della legislatura, fino all'VIII legislatura, non si è mai visto un articolo di questo tipo) significa sostanzialmente che oggi l'indebitamento non è utilizzato per politiche di investimento, ma per spesa corrente.
Questo si ricollega all'altra considerazione svolta in altri interventi: la Giunta regionale continua a parlare di indebitamente eccessivo, ma non opera alcuna politica tesa alla contrazione dell'indebitamento, anzi, l'indebitamento della Giunta regionale sta offrendo elementi di crescita rispetto al passato e questa è la ragione della nostra preoccupazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Questa è una fase che tutti conosciamo come una fase farsa di discussione. È veramente eclatante ed emblematico il modo con cui la Giunta risponde, sia pure ad emendamenti che ritiene legittimante provocatori perché la Giunta risponde adducendo motivazioni di diniego identiche a quelle per cui è stato prodotto l'emendamento.
Non tutte le colpe sono di questa Giunta e di questa maggioranza, ma tutte le colpe sono ascrivibili, a mio modestissimo avviso, a come sempre è stato concepito il modo di potersi opporre ad un'azione di governo, che deve essere tutelata sotto il profilo della governabilità, ma sicuramente non è giustificata quando interviene con argomentazioni del tutto futili e non assolutamente di rilievo e di alcun profilo, neanche tecnico.
L'Assessore al bilancio non è presente, così come non è mai presente il Presidente della Giunta. Spero che da qualche altra parte possano ascoltare; come ho detto in altre occasioni, fischieranno le orecchie.
Voglio dire, Presidente - e mi rivolgo a lei, perché è il Presidente di quest'Aula - con estrema serietà e non in modo provocatorio, che se la conduzione di questa discussione, di argomenti così importanti come la legge di bilancio, dovesse proseguire con questo atteggiamento di estrema superficialità da parte dei rappresentanti della Giunta, noi potremmo anche arrivare ad un atto di provocazione forte, quale potrebbe essere l'occupazione dell'aula. A meno che non vogliate seguire il consiglio dell'onorevole Gasparri, e farci arrestare tutti prima.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Prima di arrivare a questo epilogo, voglio continuare il ragionamento di prima. Oggi, nella pausa pranzo, ho avuto il piacere di essere invitato da mia madre. Stavo mangiando quando ad un certo punto si è innescato un processo di alterazione della digestione, perché ho sentito - al TG3 l'intervista dell'Assessore Giordano, che ha parlato bene, ma ha continuato a dire l'opposto di quello che io questa mattina ho detto in aula, sul discorso del ritardo dei pagamenti ai fornitori degli Enti pubblici.
Presidente - oggi ho fatto un comunicato stampa, nel quale spero si possa evincere la chiarezza del mio ragionamento - l'ultima mia salvezza per esprimere questo concetto è lei.
Presidente, lei mi deve 100 euro; lei è mio debitore e io sono suo creditore. Dopodiché lei dice: caro creditore, ti faccio una gentilezza vai dal Consigliere Mastrullo e fatti dare i 100 euro, ma ricordati che a Mastrullo devi pagare gli interessi. Lei, Presidente, è nelle condizioni di comunicare che ha risolto il problema del suo debito? O sono pazzo e incapace io, oppure lei è così bravo e scaltro da continuare a fare propaganda.
Nel comunicato sarò più chiaro. Spero di poter avere una risposta dall'Assessore competente e, perché no, dal Presidente Cota.
Mi scuso se ho rubato i 28 secondi.



PRESIDENTE

Sono contento di non doverle 100 euro, perché qui c'è sotto qualcosa! Ha chiesto la parola la Consigliera Manica, ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

La discussione sugli emendamenti a quest'articolo si protrae forse un po' più di quella relativamente ad altri articoli, perché questo è un articolo importante. Abbiamo già avuto modo di dire come la problematica relativa all'indebitamento sia un elemento di preoccupazione forte all'interno del bilancio e della manovra di bilancio realizzata.
L'emendamento precedente, il n. 12, relativamente a questo argomento cercava di occuparsi dei trasferimenti dello Stato, che in questo bilancio non sono iscritti, chiedendo non solo venissero evidenziati, ma che, tranne la parte relativa alla spesa sociale, intervenissero a ridurre il processo di indebitamento.
Tutta questa serie di emendamenti è congeniata su questo principio ispiratore.
Abbiamo sentito anche oggi, in aula, una prima risposta da parte dell'Assessore Quaglia, che ha giustamente indignato il collega Reschigna.
Una prima risposta e una prima motivazione delle ragioni per le quali la Giunta respingeva l'emendamento precedente.
In sostanza, vi è un riconoscimento delle nostre ragioni, ma un non accoglimento degli emendamenti.
Rinviare tutto questo all'assestamento, o ai bilanci successivi, vi creerà dei problemi veramente enormi, perché quando si aumenta l'indebitamento a questi livelli - ed era già preoccupante, rispetto ai livelli precedenti - si usa per finanziare spesa corrente, si fanno crollare gli investimenti, i quali si riducono dell'esatta cifra di cui si riduce il bilancio, per effetto dei tagli da parte del Governo e questo provocherà conseguenze molto gravi.
Questa è la ragione per cui noi approfondiamo un po' di più la discussione sull'argomento e chiediamo alla Giunta l'attenzione su questo emendamento che non ha voluto avere per quello precedente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

evidente che questo è un emendamento a carattere tecnico, che permette tuttavia di parlare dell'articolo 3, che è un articolo piuttosto confuso.
Sfido chiunque a spiegare cosa vuol dire (tolgo le parentesi in modo che si riesca a seguire il filo del discorso): "L'autorizzazione alla contrazione di mutui definita dall'articolo 3 della legge regionale 1 giugno 2010 e dall'articolo 3 della legge regionale 3 agosto 2010", che è l'assestamento al bilancio. Quindi, l'autorizzazione del 2010 "è utilizzabile per la copertura del disavanzo derivante dalla mancata contrazione di mutui...".
Secondo me, manca una virgola, perché gli anni 2003 e 2004 sono stati rendicontati e sono coperti, non avevano un disavanzo, quindi non si capisce come l'autorizzazione del 2010 sia autorizzabile per coprire il disavanzo degli anni 2003 e 2004, nel limite dei 392 milioni.
A me pare che questo articolo voglia dire che si possono utilizzare per coprire i disavanzi del 2010, i mutui non utilizzati nel 2003 e 2004 che è il contrario di quanto leggesi in questo testo.
Chiedo, pertanto, ai tecnici legislatori se secondo loro questa frase vuol dire qualcosa. Io non riesco a capire cosa significhi.
Naturalmente, aggiungere il 2002, dal punto di vista formale, non significa niente, ma io vorrei che l'Assessore, prima che il Consiglio voti, a meno che qualcuno qui in aula sia in grado di spiegarmi cosa vuole dire questa frase, ci spieghi cosa significa, ma soprattutto se ciò che vuole dire corrisponde alla forma, perché a mio avviso la forma di questa frase non corrisponde in alcun modo al senso che io credo voglia avere.
Sono curiosa di capire cosa stiamo per votare. Naturalmente, aggiungere il 2002 ci consente di chiedere notizie su questa formulazione quantomeno un po' strana.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente. Altre volte, in aula, abbiamo avuto modo di dire che questo governo regionale, rispetto alla necessità di fare un ulteriore indebitamento di un miliardo e 200 milioni di euro, è connivente, perché il Presidente Cota e il Presidente Zaia sono gli unici due Presidenti di Regione ad aver ritenuto che il taglio imposto dal Ministro Tremonti alle Regioni e ai Comuni fosse giustificato.
Taglio che, come ho detto in uno dei primi interventi, questa mattina non è servito a diminuire l'indebitamento dello Stato.
Se l'aumento dell'indebitamento fosse stato legato ad una maggiore capacità di investimenti in opere pubbliche da parte del Governo probabilmente avrebbe trovato una giustificazione. Ma, come un giornale di tiratura nazionale - "la Repubblica" - ha scritto mi pare due giorni fa, in questi ultimi 15 anni e negli ultimi 10 anni di Governo Berlusconi soltanto il 20% delle opere pubbliche che sono state annunciate ha avuto un inizio.
Questo vuol dire che il nostro è un Paese che in 16 anni di berlusconismo ha imposto tagli spaventosi, come in questo caso, alle Regioni - e alla nostra più che ad altre - ma non è stato in grado di mettere in essere manovre capaci, all'interno dell'indebitamento, di muovere l'economia.
un lungo elenco di insuccessi, a partire dal ponte sullo Stretto.
Credo che, l'anno prossimo, il Presidente Berlusconi poserà la prima pietra per la quarantesima volta! Rispetto al ponte sullo Stretto sono già state posate milioni di pietre e, se le avessero messe una in fila all'altra piuttosto che una da una parte e una dall'altra, un pezzo di ponte a quest'ora sarebbe già stato fatto! Mi fermo, Presidente, perché sulle opere il ragionamento è lungo e lo riprenderò un'altra volta.



PRESIDENTE

Nel frattempo, do la risposta alla Consigliera Bresso.
Il comma, così com'è scritto, risulta corretto sia all'ufficio legislativo sia all'ufficio della Giunta.
Per migliorarlo, si potrebbe togliere, alla penultima riga, "ed al fine", mettere una virgola dopo la parola "euro" e togliere "ed".
Suonerebbe meglio.



BRESSO Mercedes

"...l'autorizzazione alla contrazione di mutui definita nel 2010, che è utilizzabile per la copertura del disavanzo derivante dalla mancata contrazione dei mutui autorizzati nel 2003-2004." Ma nel 2003-2004 sono chiusi, quindi non sono in disavanzo.



PRESIDENTE

Mi dicono che è una formula di rito da sempre inserita nel bilancio.



BRESSO Mercedes

Vorrei che qualcuno mi dicesse cosa significa, in italiano invece che in burocratese, cosa significa tale formula di rito.
Il fatto che l'abbiamo utilizzata anche noi, su suggerimento degli uffici, non vuole dire niente. Voi ditemi cosa vuol dire. Vuol dire che noi possiamo utilizzare mutui autorizzati nel 2003-2004 per coprire il 2010 non il contrario; qui è scritto il contrario, cioè che possiamo utilizzare i mutui autorizzati per il 2010, per coprire il 2003-2004. Sono tutti anni di centrodestra...



PRESIDENTE

Sospendiamo il Consiglio un minuto e lasciamo parlare l'Assessore con il suo Direttore.



(La seduta, sospesa alle ore 15.29 riprende alle ore 15.31)



PRESIDENTE

Proseguiamo, nel frattempo, con gli altri interventi. L'Assessore risponderà quanto prima alla Consigliera Bresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Mi pare che sia estremamente chiaro ciò che, come opposizione intendiamo affermare con questo emendamento, con quello precedente e con tutti i ragionamenti che abbiamo sviluppato nel corso nel dibattito generale e che intenderemo ancora illustrare successivamente all'articolo 3. Insomma, la nostra posizione è estremamente chiara.
Mi sembra altrettanto chiaro, Presidente, l'atteggiamento che ormai aleggia in quest'aula da parte della maggioranza. Sia pure in presenza del nuovo Regolamento, la maggioranza dice: "Lasciamoli parlare; interverranno nel limite dei tempi fissati dal Regolamento, ma arriveremo comunque alla fine, e non si potrà che approvare e votare la legge". Non mi pare che questo sia un atteggiamento utile al dibattito sul bilancio.
Noi stiamo ponendo delle questioni serie: non si dica che stiamo facendo ostruzionismo, perché questo non è ostruzionismo! Intendiamo semplicemente intervenire, nei tempi e nei modi previsti dal Regolamento sul merito delle questioni.
Abbiamo posto una questione di merito: bisogna rispondere. Ma se il vostro atteggiamento è di dire: "Le ragioni sono anche positive, ma respingiamo l'emendamento"...
Quello che stiamo discutendo, come ha detto il Capogruppo Reschigna, è certamente strumentale (mi riferisco al fatto di aggiungere "2002"), ma quello precedente non era assolutamente pretestuoso; era un emendamento di merito che poteva essere accolto dalla Giunta o da questa maggioranza.
Non mi pare che quest'atteggiamento aiuti il confronto tra maggioranza e opposizione.
Credo che sia opportuno ragionare sulle questioni di merito che poniamo e dare delle risposte adeguate alle stesse. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Quanto tempo ho a disposizione per l'illustrazione?



PRESIDENTE

Per la discussione sull'emendamento sono previsti due minuti.



LEPRI Stefano

In effetti, due minuti sono pochi per questo importante emendamento all'articolo 3, che riguarda, appunto, l'indebitamento regionale.
Come hanno già detto precedentemente altri colleghi - forse anche meglio del sottoscritto - ritengo occorra riflettere attentamente su come pensiamo di voler coprire l'indebitamento regionale: lo facciamo andando addirittura a ritroso, fino a giungere agli anni 2003 e 2004. E lo facciamo, probabilmente, perché il livello degli investimenti che pensiamo di sostenere non è coerente con il livello di indebitamento dello stesso anno. Si trova, dunque, un artifizio contabile cui appellarsi per indirizzare la mancata contrazione dei mutui utilizzati negli anni 2003 e 2004 al ripristino di un corretto equilibrio economico.
La domanda è molto semplice: come possiamo fare una cosa di questo genere? Soprattutto, perché non comprendere anche i mutui autorizzati nell'anno 2002? Ci chiediamo, infatti, se anche loro siano stati interamente contratti o se siano, almeno in parte, ancora a disposizione.
Forse, tra qualche anno (o addirittura l'anno prossimo), arriverà una nuova formulazione per cui anche il 2002 sarà utilizzato? È una domanda non insignificante, che proverò a sviluppare nel corso del prossimo intervento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Proprio per stemperare un po' la discussione dai toni un po' bruschi utilizzati, ma anche per rassicurare l'opposizione in merito al fatto che non vi è assolutamente noncuranza o indifferenza nei riguardi degli emendamenti o delle posizioni della minoranza, v'informo che valutiamo positivamente l'emendamento che avete presentato, perché potrebbe essere utile nella declinazione migliore del disegno di legge n. 72 (legge finanziaria).
Pertanto, se la Giunta non è contraria, esprimeremmo un voto favorevole all'emendamento, proprio perché, in questo caso, non ravvisiamo assolutamente alcun intento negativo o, peggio ancora, di tipo ostruzionistico, da parte vostra.
Se non vi sono problemi tecnici da parte della Giunta (ma non mi pare che ve ne siano), esprimiamo il nostro voto favorevole all'emendamento anche per mantenere aperto un dialogo e un collegamento con l'opposizione e discutere, possibilmente nel merito, alcuni dei vostri emendamenti. Lo dico oggi, che è la prima giornata vera di discussione nel merito del disegno di legge. Nei prossimi giorni - se non già oggi - spero di vedere altrettanti segnali di disponibilità da parte dell'opposizione.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Emendamento rubricato n. 31 presentato dalla Giunta regionale.
Al primo comma dell'art. 3 dopo "è utilizzabile per la copertura" sostituire la parola "disavanzo" con "disequilibrio".
In merito alla questione posta dalla Consigliere Bresso, ha chiesto la parola l'Assessore Quaglia; ne ha facoltà.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Posto che gli Uffici hanno utilizzato la dicitura sempre utilizzata negli anni precedenti, il dottor Rolando ha provato a sintetizzare un'altra formulazione, nella speranza che potesse essere più chiara.
Tenendo conto che parte della discussione su quest'articolo - da cui nasce la proposta di emendamento del Consigliere Reschigna e il parere favorevole della Giunta sullo stesso - era già stata svolta in sede di Commissione, il nuovo comma potrebbe essere così riscritto: "...è utilizzabile il disequilibrio derivante dalla mancata contrazione di mutui autorizzati negli anni 2002, 2003 e 2004...".
Il nuovo testo, quindi, prevede di sostituire le parole "per la copertura del disavanzo" con quanto letto poco fa.



PRESIDENTE

Per gentilezza, lo potrebbe rileggere lentamente?



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Il nuovo testo recita: "...é utilizzabile il disequilibrio derivante dalla mancata contrazione di mutui autorizzati negli anni 2002, 2003 e 2004...".



PRESIDENTE

Quindi le parole "per la copertura del disavanzo" vengono sostituite con le parole "il disequilibrio".
Il nuovo testo, dunque, risulta: "...è utilizzabile il disequilibrio derivante dalla mancata contrazione di mutui autorizzati negli anni 2002 2003 e 2004...".



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Ho già inserito il "2002" dando per accolto l'emendamento.



PRESIDENTE

Diamo atto, quindi, che la Giunta emenda il proprio provvedimento al comma 1, sostituendo le parole " del disavanzo" con le parole "il disequilibrio".
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

L'intervento della Consigliera Bresso ha posto un problema reale: la corretta stesura della norma.
Se scriviamo "è utilizzabile il disequilibrio derivante dalla mancanza di contrazione di mutui autorizzati nel 2002-2003 e 2004, rispetto agli investimenti operati", va bene, altrimenti non ha senso.
Sia ben chiaro: non c'è un disequilibrio nel 2002, 2003 e 2004; c'è il fatto che in quegli anni sono stati fatti investimenti in minima parte coperti dal ricorso all'indebitamento e questo rende oggi disponibile utilizzare quel delta per giustificare un livello di indebitamento nel 2010, che non è coperto da investimenti operati nel 2010 stesso.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

In questo modo, è chiaro cosa facciamo: utilizziamo mutui non contratti in passato.
Sulle ragioni per cui li utilizziamo quest'anno è già stato detto ampiamente. Qual è il problema? Il problema è che la Regione, in particolare durante il periodo della Giunta Ghigo, utilizzò entrate correnti per finanziare i mutui autorizzati, ma non contratti. Non contraendo i mutui, spostò sul futuro il pagamento di fondi perenti, di debiti perenti, che non apparivano più nel bilancio, ma che pure esistevano, perché si trattava di operazioni fatte, realizzate, da pagare che venivano spostate al futuro.
Questa cifra, nell'anno in cui fummo eletti, assommava a 2 miliardi e mezzo, che sono sostanzialmente i mutui contratti negli anni successivi per andare a pagare i perenti non più apparenti in bilancio, ma da pagare.
Questa è la ragione per cui anni dopo si utilizzano i mutui degli anni prima.
Questo è il punto! Ritengo che andrebbe fatto un punto su tutte queste autorizzazioni non utilizzate, che rappresentano spese spostate al futuro.
Per capirci: se io ho liquidato delle spese e non le pago, perché le sposto al futuro, cosa avviene? Avviene che anni dopo mi ritrovo dei debiti fuori bilancio, che non sono fuori bilancio solo perché esistono delle autorizzazioni a mutuo.
Tutto ciò viene detto in questi modi astrusi, altrimenti si sarebbe dovuto dichiarare, da qualche parte, nei bilanci dei vari anni, che quei debiti fuori bilancio esistevano e non erano coperti dal fondo per i perenti.
Queste sono le ragioni vere! Poiché siete stati accusati, per anni e anni, di aver fatto debiti avendo pagato e recuperato tutti quei fondi perenti che erano letteralmente spariti dai bilanci, qui viene fuori la realtà: quei mutui non erano stati assunti, perché erano state usate risorse correnti che avrebbero dovuto andare altrove. Poi, è una formula come un'altra: non può dire esattamente di cosa si tratta, perché, se lo dicesse, ammetterebbe che esistono debiti fuori bilancio.



PRESIDENTE

Grazie. Siamo in fase di dichiarazione di voto, ma dovendo formulare ha chiesto la parola il Presidente della Commissione; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Vorrei cercare di essere aiutato, perché sarà che dopo quattro giorni di durissimo ostruzionismo da parte dell'opposizione sono un po' stanco, ma non riesco a capire.
Ho appreso con rammarico, molto rammarico, che il collega Boeti non ci vota e questo mi ha rovinato la restante parte del pomeriggio; poi, la Consigliera Bresso è neofita sul bilancio! Gesù, se ci fosse, dovrebbe venire giù e procedere a delle selezioni naturali che credo vedrebbero solo pochissimi esenti.
Vorrei capire di cosa stiamo discutendo. C'è un articolo scritto dalla Giunta; io ho faticato moltissimo a diventare ingegnere un sacco di decenni fa e di legge capisco poco, ma so che la formulazione degli articoli è competenza della struttura.
Se qualcuno giudica illegittimo un articolo, conosce tutte le strade da percorrere. Se la Consigliera Bresso non le conosce, si faccia aiutare dal Vicepresidente Placido, che queste strade le conosce benissimo, se è illegittimo.
Se, invece, ha delle opinioni negative sul metodo, oltre a utilizzare come consulente Peveraro, che su come fondere un bilancio credo possa fare degli esami anche all'estero e non soltanto in Italia, non può fare.
Io procederei al voto di questo articolo. L'ultimo dei miei problemi è se sia legittimo o no. Questo problema se lo ponga la struttura della Giunta o del Consiglio.
Il fatto che i mutui non sono stati coperti, è perché nel corso degli anni in cui la Consigliera Bresso ha si fa per dire - governato, e si è fatto questo simpatico prestito di 1,820 miliardi di lire, di cui prima o poi...



(Intervento fuori microfono della Consigliera Bresso)



BURZI Angelo

Tu hai pagato i debiti...



PRESIDENTE

Concluda, Consigliere Burzi, per favore.



BURZI Angelo

Ma neanche i tuoi nipoti li pagheranno, i debiti! Ma di cosa parli? Forse stiamo parlando dei debiti di quando eri Presidente della Provincia! Poi, Presidente, la collega mi sta disturbando, non soltanto fisicamente, ma politicamente, per cui vorrei che venisse estradata!



PRESIDENTE

La Presidenza ha già detto, rispetto a quanto gli Uffici hanno affermato. La Giunta ha poi ritenuto di emendare il proprio provvedimento al comma 1 dell'articolo 3, sostituendo le parole "per la copertura del disavanzo" con le parole "il disequilibrio".
Mantenete l'emendamento così? Bene. Adesso lo scriviamo: è molto semplice, viene sostituita la parola "disavanzo" con la parola "disequilibrio".
Pertanto, quando sarà posto in votazione l'articolo, è come quello a vostre mani; semplicemente, alla quinta riga, la parola "disavanzo" verrà sostituita con la parola "disequilibrio".
Ovviamente, anche per questo procederemo alla votazione.
La parola al Consigliere Reschigna, per dichiarazione di voto.



RESCHIGNA Aldo

Voteremo a favore dell'emendamento che abbiamo presentato e voteremo contro l'articolo, per due ragioni. La prima, è che, anche se il Consigliere Burzi si irrita, questo articolo dice una verità, cioè che durante la VII legislatura del Consiglio regionale è stata utilizzata la cassa per fare gli investimenti.
Questo ha aperto un tema enorme, che si è evidenziato in tutta la sua ampiezza all'inizio dell'VIII legislatura, che è quello della reimpostazione dei fondi statali dell'Unione Europea, che erano stati utilizzati per scopi diversi rispetto a quelli originariamente destinati.
Voglio ricordare che questo tema ha avuto, nel corso dell'VIII legislatura, una sua particolare attenzione, che ha irrigidito anche le operazioni di bilancio e che questo tema è ancora presente in questa IX legislatura, perché - non vorrei ricordare male - erano oltre due miliardi di euro le necessità di reimpostazione di fondi statali o dell'Unione Europea.
Ma questo articolo dice anche un'altra verità e dice sostanzialmente quello che abbiamo cercato di esplicitare all'interno della discussione generale e nell'illustrazione dell'emendamento, che voglio brevemente riassumere: l'indebitamento, l'autorizzazione alla contrazione di mutui non è rapportato a una politica di investimento, ma è rapportato a sostenere finanziariamente la spesa corrente.
Si può dire: è un anno disgraziato, il 2010! Nella realtà, lo stesso tema lo ritroveremo sulla legge di bilancio per l'anno 2011, con dimensioni economiche anche più consistenti, perché mi sembra che nella legge di bilancio 2011 queste operazioni ammonteranno a circa 400 milioni di euro.
Ci sarà anche lì il delta tra la richiesta di indebitamento previsto con la legge di bilancio e l'entità degli investimenti che sono previsti all'interno della stessa legge di bilancio.
Sembra che questo sia un problema che riguardi solamente il senso di responsabilità di un pezzo dell'Aula. Sembra che questo sia invece un problema facilmente liquidabile da parte della Giunta e della maggioranza come una questione di natura tecnica. Nella realtà, non esistono questioni di natura tecnica; esistono questioni di natura politica e la politica deve interpellarsi sostanzialmente su un punto: la rigidità del bilancio della Regione è tale per cui, a partire dall'esercizio 2012, le operazioni di bilancio saranno ancora più pesanti, devastanti, capaci di alterare l'equilibrio tra politiche di investimento ed attenzione ai bisogni della comunità piemontese.
Per queste ragioni voteremo a favore dell'emendamento e per le stesse ragioni voteremo contro l'articolo 3 del disegno di legge n. 72.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Personalmente con non grande successo mi sforzo di intervenire sugli emendamenti e sui capitoli di bilancio, attenendomi strettamente al merito.
Ho ascoltato interventi che hanno ampiamente travalicato il merito quindi, mi permetto nella dichiarazione di voto di sottolineare che, pur nella non completa padronanza tecnica che invece caratterizza gli estensori dell'emendamento, la preoccupazione che mi porta a condividere l'emendamento riguarda la diffusa vaghezza con la quale i premiati di questa Amministrazione regionale ci restituiscono il modo che la maggioranza ha di rappresentare la politica degli investimenti.
Quindi, con la stessa osservazione critica con la quale avevo commentato l'emendamento precedente, esprimo una preoccupazione di trasparenza. Perché sono preoccupata del metodo con il quale verso il Consiglio non è certa la modalità con la quale si impegnano risorse sugli investimenti e si impegnano sulla spesa corrente? Perché in questi ultimi giorni abbiamo assistito - e qui divago, come i colleghi, dal contenuto dell'emendamento - ad un rimbalzo di responsabilità scarsamente avvincente per la politica, ma molto preoccupante per i territori; un rimbalzo di responsabilità sul destino di alcune opere pubbliche che riguardano alcuni territori, in modo particolare nell'edilizia sanitaria.
Curiosamente, in questa modalità in cui non si riesce a conoscere ci che è compiuto come programmazione economica, ciò che meritava una continuità di finanziamenti da parte di questa Amministrazione, perch erano avviati i progetti, e ciò che avrebbe meritato un'attenzione su nuove opere, in questo quadro di confusione generale, assistiamo al seguente paradosso: che quando si sospendono le opere, la colpa è dell'Amministrazione precedente che non ne aveva previsto la copertura integrale; quando se ne avviano alcune che non erano programmate, le cui risorse quindi sarebbero state potenzialmente destinabili al completamento delle altre, è il merito della volontà politica di questa Amministrazione.
Quindi, delle due l'una: o i fondi c'erano per completare le opere tant'è che ci sono per dare avvio a nuove, e quindi l'Amministrazione precedente le aveva lasciate, oppure stiamo giocando ad un curioso scambio dei campanelli e questa confusione, che anche in sede di bilancio ci accompagna nella possibilità di leggere dall'interno gli stanziamenti, non aiuta a rendere esplicite le intenzioni di programmazione dell'Amministrazione.
Quando si governa con questo vulnus, il rischio è certo di un conflitto in aula, ma questo può non preoccupare, ma il rischio è anche di una confusione esterna e questo dovrebbe preoccuparci tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente. Ha ragione la Presidente Artesio quando dice che ci sono stati interventi che hanno superato il merito e hanno toccato toni diversi in ambiti diversi, ma chiedo a lei, ma ovviamente in modo retorico a lei perché la domanda è rivolta alla Giunta e alla maggioranza: come si fa a pensare di discutere seriamente nel merito quando la produzione del pensiero dell'Assessore si identifica, si concretizza e si riassume nella sostituzione della parola disavanzo con disequilibrio. Mi sembra veramente di volere prendere in giro gli interlocutori, e questo è veramente inaccettabile. Resta il fatto che ovviamente voteremo a sostegno dei firmatari dell'emendamento e non possiamo neanche pensare lontanamente di votare a favore di questo articolo 3, che riguarda un argomento delicatissimo nell'ambito del bilancio. Il bilancio, che poi a seconda dell'abilità di coloro che ci lavorano, si riesce sempre a far quadrare formalmente, però nella sostanza rimane il vulnus di quello che è stato ampiamente detto e ridetto, cioè che la spesa corrente aumenta, gli investimenti si riducono e si fa ricorso ad un artificio squisitamente tecnico, quale è quello di invocare i mutui contratti tra il 2003 e il 2004. Quindi, caro Assessore, penso che siamo molto lontani. Si tratta di una scelta non tecnica o solo tecnica, ma si tratta di una volontà politica e per questo è grave, perché se politicamente ritenete di dovere esprimere questo tipo di indirizzo, dovreste chiedervi quanto sia opportuno ai fini del governo di una Regione che si trova in un disagio continuo, costante e di incremento indicibile relativo al disagio sociale. Quindi, procedete pure così: ne vedremo delle belle nell'ambito di questo iter di sviluppo e di discussione di queste leggi finanziarie e di bilancio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Intervengo per dichiarare il voto a favore dell'emendamento. Se di squilibri parliamo, è bene parlarne anche per il 2002, perché esistevano esattamente come nel 2003 e nel 2004. Anche da quel punto di vista il recupero di mutui contratti e non utilizzati, va benissimo che sia utilizzato anche per il 2002.
Per quanto riguarda la modifica dell'articolo è forse un pochino più chiaro, ma non mette in evidenza un problema più generale di contabilità. A mio avviso, la contabilità dovrebbe essere ormai sempre e solo per cassa perché questa mescolanza tra contabilità di cassa e di competenza, nel caso delle Regioni, crea una situazione di grandissima difficoltà. Ma questa è un'opinione che credo dovrebbe essere considerata anche nella normativa sulla contabilità dello Stato e delle Regioni.
Non esiste quasi più, credo, nessun Paese che utilizzi la contabilità di competenza, perché in questo modo si possono avere queste complicazioni che non rendono chiaro in quali momenti si creino gli squilibri e quindi come questi squilibri vengano o coperti o addirittura incrementati dalle diverse operazioni di bilancio.
Su questo ci ritornerò quando voteremo l'articolo.



PRESIDENTE

Non ci sono più richieste di intervento per dichiarazione di voto.
Passiamo alla votazione degli emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 31.
Ricordo che il numero legale è 26.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3) come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 26 presentato dalla Giunta regionale: Art. 4 (Misure di razionalizzazione della spesa del personale) 1. Nell'ambito delle misure di contenimento delle spese di personale, la Regione Piemonte adotta un programma pluriennale di razionalizzazione e riduzione delle strutture organizzative, di limitazione delle forme di lavoro flessibile, con particolare riferimento alle collaborazioni coordinate e continuative, e di definizione di un limite alle risorse per il trattamento accessorio, fissando l'entità delle stesse, per l'anno 2010 in Euro 42.890.000 per le risorse decentrate e in Euro 10.615.609,51 per le risorse del fondo della retribuzione di posizione e risultato dei dirigenti e nell'osservanza delle disposizioni di cui all'art. 9, comma 2 bis della d.l. 31 maggio 2010, n. 78 convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122".
Subemendamento rubricato n. 13 presentato dai Consiglieri Reschigna Muliere, Ronzani, Lepri, Motta Angela, Laus, Manica, Boeti, Pentenero Gariglio: all'articolo 4 del disegno di legge n. 72, comma 1, dopo le parole "collaborazioni coordinate e continuative" sono inserite le seguenti parole "nonché ai contratti a tempo determinato".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione del subemendamento rubricato n. 13.



RESCHIGNA Aldo

Devo dire, Presidente, a giustificazione della mia lentezza nel reperire l'emendamento, che obiettivamente questo sistema va benissimo, ma per chi lo vuole utilizzare fino in fondo riuscire a collegare emendamento con articolo, è un'impresa stratosferica. Attenzione, bisogna trovare un modo per organizzarci. Lo dico non per fare perdere tempo. Io non ricordo tutte le questioni a memoria. Se leggo l'emendamento e voglio agganciarlo all'articolo è un'impresa folle, che ci fa perdete tempo.
L'emendamento che abbiamo presentato è molto semplice. L'articolo 4 prevede delle misure di razionalizzazione della spesa del personale.
Sostanzialmente, con questo emendamento, noi intendiamo porre una questione. Lo scopo dell'articolo è, sostanzialmente, individuare le dotazioni economiche disponibili fissandole per l'anno 2010, al fine di determinare il parametro di riferimento sul bilancio 2011 in relazioni alle disposizioni, se non ricordo male, del Ministro Brunetta.
L'emendamento per alcuni aspetti è molto semplice. L'articolo della Giunta regionale prevedeva di immaginare un programma pluriennale di razionalizzazione e riduzione delle strutture organizzative, di limitazione delle forme di lavoro flessibile, con particolare riferimento alle collaborazioni coordinate e continuative in relazione alle collaborazioni continuate e collaborative.
Noi proponiamo che queste misure di razionalizzazione siano immaginate relativamente ai contratti a tempo determinato, al di là del contenuto dell'articolo 4 del disegno di legge. Vogliamo porre una questione che è quello di uno sforzo, da parte dell'amministrazione regionale, non teso ad un ampliamento della spesa relativamente alla voce del personale, ma di un'intensificazione degli interventi da parte dell'amministrazione regionale tesa, sostanzialmente, alla stabilizzazione del personale, quindi alla riduzione di forme di lavoro flessibile. Questo è un tema complessivo che ci ritroviamo in questo momento.
Oggi, più che parlare di lavoro flessibile, parliamo sempre di lavoro precario. In questa logica, in questa situazione, anche le amministrazioni pubbliche non sono da meno nel dare il loro contributo rispetto alle problematiche che, in modo più evidente nel mercato di lavoro privato, si evidenziano a questo riguardo.
Vogliamo porre una questione con l'emendamento e con le riflessioni che stiamo proponendo al riguardo. La riflessione è quella tesa ad evitare che si proseguano eccessivi ricorsi a contratti flessibili a collaborazioni coordinate e continuative e contratti a tempo determinato all'interno dell'amministrazione regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Pur comprendendo la ratio dell'emendamento, sarei indirizzata a dare il parere negativo precisando che, da una verifica che ho fatto con gli Uffici, attualmente noi, per quanto riguarda i contratti a tempo determinato e per quanto riguarda le assunzioni per le portinerie, dove manca eventualmente personale, l'assunzione viene effettuato tramite ufficio del lavoro.
Poi c'è il grande tema che riguarda 211 contratti a tempo determinato che sono frutto di un concorso espletato, se non sbaglio, a fine 2009.
Attualmente sono i contratti a tempo determinato; posto che anche per quanto riguarda le collaborazioni coordinate e continuative, l'indirizzo della Giunta - anche in collaborazione con le Organizzazioni sindacali e con la struttura - è quello di ridurre il più possibile questi contratti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
L'emendamento che presentiamo è un emendamento in generale di grande valore. Negli ultimi anni, infatti, anche noi del centrosinistra abbiamo provato a spiegare ai giovani di questo Paese che la flessibilità del lavoro era una cosa rispetto alla quale avrebbero dovuto incamminarsi.
Abbiamo spiegato loro che dovevano mettersi in testa che avrebbero cambiato lavoro nell'arco della loro vita quattro, cinque volte e che la condizione per lo sviluppo sarebbe stata quella, appunto, di cambiare lavoro più frequentemente. Questa flessibilità il cui bisogno sembrava essere la prerogativa di un mercato moderno, come si usa dire, alla fine si è trasformata in una sostanziale precarietà dei posti di lavoro.
La mia generazione, quella di chi in quest'aula ha circa cinquant'anni ha invece avuto un lavoro stabile: io ho sempre lavorato soltanto in un unico posto, addirittura in un unico ospedale, e credo che questo sia valso per molti dei Consiglieri regionali che sono presenti qui. Il fatto che il lavoro fosse stabile non ha impedito comunque all'Italia di crescere, non ha impedito al Paese, dopo la seconda guerra mondiale, di costruire sulla stabilità del lavoro le basi per il proprio futuro, offrendo alle persone i fondamenti sui quali costruire la propria famiglia. Oggi molti ragazzi non sono in grado di programmare il loro futuro e la possibilità di vivere con un'altra persona, perché non sanno effettivamente se il lavoro che svolgono è un lavoro che potrà garantire loro un futuro sereno.
Il tempo determinato - e finisco il mio intervento - dovrà essere trasformato in tempo indeterminato, ma magari questo argomento lo riprendiamo, Presidente, in un'altra occasione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Non sempre c'è la possibilità di avere dei contratti a tempo indeterminato: a volte c'è la necessità di assolvere a determinate funzioni con il contratto a tempo determinato, a volte con i contratti di collaborazione coordinata e continuativa.
Io però vorrei denunciare una preoccupazione e chiedo all'Assessore che si faccia carico per i prossimi mesi di svolgere una sorta di attività interna d'indagine per capire sostanzialmente, quando vengono siglati questi contratti a progetto, se ci sono i presupposti del progetto. Questa è la cosa più grave ed allarmante. Io, infatti, definisco spesso questi contratti impropri, perché non ci sono tutti gli elementi della fattispecie del rapporto coordinato e continuativo: ci troviamo, infatti, davanti a persone fisiche che assolvono a quella funzione come dei veri e propri dipendenti. Se è vero che ci sono queste situazioni, è vero che c'è un'evasione contributiva: l'INPS e l'INAIL incassano meno soldi e il lavoratore - in questo caso sì che si può dire - è sfruttato.
Non vi è alcuna responsabilità, dunque, di questa Giunta: la responsabilità si potrebbe ravvisare se, a distanza di mesi dopo questa mia denuncia pubblica, io chiedessi al CSI (dico CSI a titolo di esempio, ma potrebbero essere altri enti) quali sono i rapporti coordinati e continuativi: se risultassero poi in quelle occasioni rapporti coordinati e continuativi utilizzati in modo improprio significherebbe che noi, in qualità di Ente pubblico, non daremmo un buon esempio. E se non lo diamo noi immaginiamo come possiamo poi andare a rivolgerci a strutture private chiedendo loro di non utilizzare le forme improprie di lavoro.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Proponiamo questo emendamento all'articolo 4 sulle misure di razionalizzazione della spesa del personale. L'indicazione che originariamente l'articolo dà è che, dentro alle misure di razionalizzazione e di contenimento di queste spese, la Regione programma di voler limitare le forme di lavoro flessibile - tra le quali individua sostanzialmente le collaborazioni coordinate e continuative - e definisce poi un limite di risorse per il trattamento accessorio. Con questo emendamento intendiamo aggiungere alle collaborazioni coordinate e continuative anche i contratti a tempo determinato.
Ho sentito l'intervento dell'Assessore Quaglia che inizialmente, subito dopo l'illustrazione da parte del collega Reschigna, ci diceva che le ragioni per cui non avrebbe accolto questo emendamento erano che questi contratti a tempo determinato si riferivano solo ad alcune categorie particolari - quali i portinai che, come sappiamo da tempo, turnano tra gli Assessorati e in una serie di realtà - e una particolare tipologia di persone che dovevano essere regolarizzate.
Io non sono riuscita a capire perché sulla base del fatto che si riferisse solo a queste due categorie lei, Assessore, abbia ritenuto di non accogliere l'emendamento. La ragione è che non riuscite tecnicamente a risolvere in modo diverso la questione o che avete un altro ordine di difficoltà? Altrimenti la nostra ipotesi è un'ipotesi di razionalizzazione vera.
Concludo. Se scrivete un articolo per la razionalizzazione delle spese del personale senza l'inserimento dei contratti a tempo determinato, si tratta di una razionalizzazione a metà.



PRESIDENTE

Grazie. Dichiaro chiusa la fase dell'illustrazione del subemendamento rubricato n. 13.
Adesso passiamo all'emendamento rubricato n. 26) della Giunta regionale dato per illustrato in accordo con l'Assessore Quaglia. Siamo, dunque, in sede di dibattito generale sull'emendamento rubricato n. 26.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Intervengo per distinguere e per fare un po' di memoria. All'interno della nostra Regione credo vi siano circa 150 dipendenti che hanno un contratto a tempo determinato: la cifra comprende personale derivante dal concorso triennale a tempo determinato fatto dalla precedente Giunta e dipendenti che avevano già un contratto a tempo determinato. Di questi, una trentina - il dato esatto non ce l'ho, ma si tratta di 30-40 dipendenti - potrebbero essere stabilizzati sia ai sensi della finanziaria nazionale del 2007, sia di quella regionale dello stesso anno: sono tutti coloro i quali, cioè, che hanno lavorato almeno un giorno prima del 30 settembre del 2006 e negli ultimi cinque anni ne hanno lavorati almeno tre all'interno della nostra Regione.
Io credo che, rispetto a quello che è un dato di norma - cioè che la stabilizzazione può avvenire relativamente a coloro i quali rispondono a questi due requisiti di legge; percorso che, peraltro, è stato già utilizzato - penso alle centinaia di stabilizzati all'interno del comparto sanità - e che andrebbe applicato anche a questi dipendenti.
Diverso è il caso degli altri dipendenti, verso i quali, al di là delle valutazioni che ciascuno di noi può fare, vi è un passaggio più complesso perché non vi è alcuna norma nazionale né regionale che consenta la loro stabilizzazione.
A memoria, ricordo ai colleghi del centrosinistra che sono intervenuti che nell'assestamento di bilancio del 2009 (ottobre 2009) il sottoscritto presentò un emendamento che prevedeva la stabilizzazione dei dipendenti che rispondevano ai requisiti di cui sopra, che è stato respinto dalla precedente maggioranza. Lo dico tanto per comprendere come poi, magari, le parti cambiano, ma non sempre cambiano le idee.
Credo, invece, che per chi ha i requisiti di norma, questo possa essere un percorso da perseguire.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Il Consigliere Vignale ha affrontato una questione che reputo interessante, che peraltro è oggetto di un emendamento che la sottoscritta insieme ad altri colleghi, ha presentato come articolo 4 ter (non si tratta, quindi, di un emendamento all'articolo 4, ma rientra ovviamente nella stessa logica).
Intervengo, quindi, in fase di discussione generale su questi due emendamenti, per ricordare che esiste anche il 4 ter e forse sarebbe stata opportuna una discussione congiunta.
In ogni caso, mi pare che sia corretto l'emendamento proposto dal Consigliere Reschigna ed altri, che prevede di inserire le parole "nonch ai contratti a tempo determinato", affinché l'obiettivo della stabilizzazione riguardi anche i contratti a tempo determinati, forme restando le diverse caratteristiche che anche i lavoratori a tempo determinato hanno nella nostra Regione.
evidente che alcuni sono stabilizzabili in base alla legge nazionale (che aveva consentito la norma di stabilizzazione sia per il personale del comparto sanitario, sia per il personale regionale), altri per i quali invece, occorrerebbe individuare altre formulazioni.
A mio avviso, sarebbe opportuno accettare l'emendamento proposto dal collega Reschigna e altri, che prevede di inserire anche il personale a tempo determinato, per poi valutare, sempre che la procedura indicata nel nostro emendamento sia corretta (del resto è molto generale), se approvarla nella fase successiva. In questo modo, garantiremmo a tutti i lavoratori precari per le ragioni più diverse dei percorsi di contenimento, per quanto riguarda le collaborazioni coordinate e continuative, e di stabilizzazione per quanto riguarda i contratti a tempo determinato. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Illustrerò il subemendamento n. 13, o, meglio, cercherò di commentarlo.
A me pare che sia importante questa nostra precisazione, perché è evidente che siamo di fronte ad una condizione di precarietà che riguarda anche il pubblico impiego, che, progressivamente, vede l'accentuarsi di posizioni di lavoro flessibile e il diradarsi di posizioni di stabilità.
Da questo punto di vista, non mi riferisco solamente ai contratti di collaborazione coordinata e continuativa, che giustamente l'articolo 4 intende limitare, ma mi riferisco anche alle forme di lavoro a tempo determinato, che sono certo una fattispecie migliore della collaborazione coordinata e continuativa, ma lasciano comunque sempre aperta la possibilità, tutt'altro che remota, di assenza di stabilizzazione, pur essendovi un'attesa da parte del lavoratore in tal senso.
Senza nulla togliere all'esigenza di trovare la persona selezionata e di offrire alla Regione la possibilità di poter sperimentare le qualità del collaboratore, è evidente che si sta probabilmente abusando, in tutto il pubblico impiego, di forme di contratto di lavoro a tempo determinato, che come ripeto, sono la forma migliore delle collaborazioni coordinate e continuative, ma restano pur sempre una situazione provvisoria e giustificata solo nel breve periodo.
Per questo noi riteniamo che quando si parla di "limitazione delle forme di lavoro flessibile" non si debba solo far riferimento alle collaborazioni coordinate e continuative, ma anche ai contratti a tempo determinato. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie Presidente.
L'emendamento mi sembra molto chiaro. Il fatto di aver incentivato forme di lavoro flessibile e precario, credo che sia un problema generale che esiste nel nostro Paese.
dunque una questione che dovremmo affrontare tutti insieme, perch una riforma vera della Pubblica Amministrazione richiede senz'altro un intervento da questo punto di vista. È evidente, infatti, che se utilizziamo nella Pubblica Amministrazione contratti di tipo flessibile (siccome parliamo di questo, dobbiamo riferirci a tale situazione), si crea un'aspettativa da parte del lavoratore; ne consegue, dunque, la richiesta di una stabilizzazione del proprio contratto di lavoro. In questo modo abbiamo ampliato a dismisura il numero dei lavoratori della Pubblica Amministrazione e oggi si pone la questione di limitarne il numero. Ecco il motivo di questo emendamento.
Nell'ottica del contenimento delle spese del personale, se ci poniamo l'obiettivo di limitare alcune forme di contratto, prevedere anche, come abbiamo chiesto noi, i contratti a tempo determinato mi sembrerebbe una conseguenza logica di quanto scritto nell'articolo 4.
A mio avviso, quindi, non dovrebbe esserci alcuna difficoltà, da parte della Giunta, ad accogliere questo emendamento. Dopodiché, si configurerebbe un problema generale che richiederebbe una discussione più ampia su come affrontare questa situazione che estrema difficoltà.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Questo emendamento ha un obiettivo: aiutare la Giunta e l'Amministrazione regionale a compiere degli atti coerenti rispetto agli enunciati sulle politiche del lavoro.
Noi abbiamo discusso in VII Commissione un provvedimento che in questi giorni il Presidente Cota ha valorizzato sui giornali.
Il Presidente Cota ha annunciato che il piano straordinario sull'occupazione, prevedendo una serie di incentivi per stabilizzare i rapporti di lavoro, era un fiore all'occhiello dell'Amministrazione regionale.
Volevo ricordare all'Assessore Giordano che, per la verità, quegli emendamenti furono, in parte, proposti anche dal nostro Gruppo, per cui sono bipartisan. Il Presidente Cota, naturalmente, li ha valorizzati come iniziative dell'Amministrazione di centrodestra e non, invece, come atto del Consiglio, ma non voglio adesso discutere di questo. Lo dico solo per ricordare a tutti come funziona il mondo.
Qui, però, c'é un problema. Perché noi, coi nostri emendamenti decidiamo di stabilire il principio per cui l'Amministrazione regionale nella misura del possibile, stabilizzi non soltanto le collaborazioni coordinate e continuative, ma anche i rapporti di lavoro a tempo determinato, trasformandoli in contratti a tempo indeterminato (che noi vogliamo diventino la regola nei rapporti di lavoro).
Ricordo che l'UE recentemente ha approvato una mozione di indirizzo che stabilisce che il rapporto di lavoro prevalente deve essere quello a tempo indeterminato.
Ora è singolare, Assessore Quaglia, che lei abbia l'Assessore Giordano al fianco - l'Assessore Porchietto non c'è, ma c'era questa mattina - che giustamente sottolineano con enfasi il valore delle norme che noi abbiamo previsto - incentivi sull'IRAP combinati con il cuneo fiscale, per stabilizzare i rapporti di lavoro e trasformali in contratti di lavoro a tempo indeterminato - per poi opporsi ad un emendamento che va esattamente in quella direzione e prevede che anche la Pubblica Amministrazione si comporti come noi chiediamo si comportino le aziende private.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Grazie, Presidente.
I colleghi hanno avuto modo di ricordare il momento di particolare difficoltà di crisi economica e sociale, che certamente si pone all'evidenza in modo piuttosto significativo, sia come la dilatazione della spesa pubblica abbia rappresentato un elemento di altrettanta difficoltà per il Paese. É aperto un dibattito molto significativo sulla razionalizzazione della stessa e di quanti all'interno della Pubblica Amministrazione operano.
Per parte nostra, abbiamo espresso un giudizio sostanzialmente di interesse rispetto al fatto che si sia voluto, all'interno della finanziaria, inserire un articolo come l'articolo 4 che prevede razionalizzazioni delle spese per il personale, tentando di limitare un certo abuso forme di lavoro flessibile, quali quella di forme di collaborazione coordinate e continuative.
Abbiamo difficoltà a comprendere perché si sia espresso parere negativo al nostro emendamento; non c'è neanche una ragione di funzionalità della struttura o di crollo di funzionalità di alcuni momenti e di difficoltà che si potrebbero determinare, penso, ad esempio alle portinerie che sono state citate, perché la dizione non è di blocco tout court da domani mattina di ogni contratto a tempo determinato, è una dizione di limitazione di queste forme con particolare riferimento anche a questa oltre che alle collaborazioni.
Pertanto, non vediamo, non essendoci un problema di ordine tecnico materiale di funzionamento delle strutture, la ragione del non accoglimento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Credo sia già stato detto - e anche ricordato dalla collega Manica un attimo fa: non si comprende la ragione per la quale la stabilizzazione sia prevista soltanto per alcune tipologie di contratto, quando invece noi nella finanziaria del 2007 si era già provveduto a una stabilizzazione a tempo determinato. Non si comprende la ragione secondo la quale alcuni dipendenti debbano essere esclusi. Intanto, queste persone che stanno lavorando all'interno dell'Amministrazione regionale hanno goduto di quelli che sono i diritti anche in termini formativi e quindi rappresentano anche un patrimonio da un punto di vista professionale estremamente importante per il funzionamento della nostra Regione.
Quindi non si comprende il motivo della loro esclusione e non si comprende come in un quadro così articolato, complesso e difficile che riguarda il tema del lavoro all'interno della nostra Regione - ma anche del nostro Paese - si voglia fare una distinzione nella legge finanziaria regionale.
Sono convinta che così come è successo per l'emendamento precedente quindi vista una certa sensibilità della maggioranza, ci sia la possibilità di un ragionamento approfondito in merito anche a questo tipo di emendamento che abbiamo proposto.
Sarebbe un segnale importante, un segnale positivo per quelle persone che oggi sono all'interno della macchina regionale, e che come ho già ricordato, svolgono una funzione in termini professionali importanti per l'intero sistema della Regione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Intervengo in discussione generale senza far perdere troppo tempo anzitutto per evidenziare una questione: non capisco la ragione per cui l'Assessore al bilancio, che è anche Assessore al personale, non abbia illustrato l'emendamento.
Non è che si perda grandissimo tempo, la Giunta regionale pu impiegarci anche soltanto quaranta secondi a illustrare l'emendamento.
Però, mi sembra un atto dovuto nei confronti del Consiglio regionale.
In Commissione abbiamo discusso su un testo. La Giunta regionale su quel testo ritiene di dover legittimamente presentare un emendamento in aula; però spiegare le ragioni per cui la Giunta regionale da una settimana all'altra - tanto è il delta temporale tra la chiusura dei lavori in Commissione e la discussione in aula, abbia ritenuto di apportare delle modifiche, mi sembrerebbe il minimo possibile.
Con l'articolo e con gli emendamenti si è aperta una discussione che come gli interventi dei colleghi Vignale e della Presidente Bresso e anche di alcuni colleghi del mio Gruppo hanno evidenziato, troveremo modo di approfondire illustrando altri emendamenti presentati.
A parte le battute, credo importante uno sforzo da parte della Pubblica Amministrazione e dare un segnale in un momento in cui il mercato del lavoro è complessivamente attraversato da quella che sta diventando una piaga, determinando condizioni di incertezza e di insicurezza sociale per moltissime persone.
Questo non può voler dire alcun tipo di automatismo; la Pubblica Amministrazione ha l'obbligo del rispetto della forma, delle norme e delle procedure, però dobbiamo compiere tutti assieme lo sforzo di riportare al loro giusto ruolo contratti a tempo determinato o strumenti flessibili nella organizzazione del lavoro, altrimenti s'impedirà un'effettiva riorganizzazione degli Uffici e della struttura nel nostro caso specifico della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Stara.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Credo che quest'emendamento necessiti una qualche spiegazione perch non mi capacito del fatto che dopo un concorso pubblico ci possa essere un tale percorso; dobbiamo dare un segnale a tutti coloro che quel concorso hanno vinto e hanno iniziato a collaborare in maniera attiva con l'Ente regionale.
Quindi, personalmente mi aspetto i motivi di questa discriminazione.
Credo che l'emendamento che le forze di opposizione presentano - in questo caso l'emendamento del PD - sia quello che la logica definisce di "buon senso". O c'é qualche altro elemento: oltre all'ipotesi che nuovi concorsi possano risultare anche - in quel caso sì - uno spreco di risorse, andiamo a toccare la pelle viva di diverse famiglie che avevano ricevuto rassicurazioni in merito. Cioè, l'introduzione al lavoro a tempo indeterminato avviene con un percorso di lavoro a tempo determinato e di collaborazione coordinata e continuativa. Nei confronti di questi lavoratori è vero che non c'erano certezze scritte, ma il percorso era stato abbastanza chiaro.
Allora, non mi capacito che proprio l'ente regionale lanci un messaggio così negativo sulla propria forza lavoro. Per cui, auspico da parte dell'Assessore un ragionamento, ma anche una spiegazione, se ci sono altri elementi o giustificazioni, in modo da comprendere le ragioni che hanno portato ad un provvedimento di questo tipo, la cui copertura era già prevista nella precedente finanziaria. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Stara.
Ha chiesto la parola il Consigliere Dell'Utri; ne ha facoltà.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
Ritengo che l'emendamento possa essere sintetizzato nella forma di un sillogismo aristotelico, che è articolato in tre parti: premessa maggiore premessa minore e conseguenza.
Per quanto riguarda la premessa maggiore, chi non ha un lavoro non ha dignità - e questo è un dato etico a prescindere - mentre, relativamente alla premessa minore, chi ha un lavoro flessibile ha un lavoro precario: la conseguenza è che chi ha un lavoro precario non ha dignità. Questo è il quadro etico e morale che può inquadrare questo emendamento. Da qui mi ricollego alle articolazioni verbali che i miei colleghi hanno precedentemente espresso, ovvero comprendere la ragione per cui c'è una distinzione che viene vissuta tra il Co.co.co e il tempo determinato.
Capisco la logica che sta alla base di una razionalizzazione di questo tipo, che è più che sensata, intendiamoci. Tuttavia, è anche vero che le distinzioni in ambiti lavorativi che, in fondo, contengono delle sfumature e differenze l'uno con l'altro devono essere articolate e spiegate molto bene; diversamente, la possibilità di comprendere la ragione di una discriminazione così netta diventa veramente difficile.
chiaro che occorrono dei percorsi normativi, l'apertura di bandi qualora sia possibile - da parte dell'Ente Regione oppure delle possibilità da parte dello Stato. Nessuno dice di operare una deroga, assolutamente tuttavia, è importante dare anche, come detto precedentemente dal collega Stara, un segnale in relazione alla forza lavoro.
Ormai anche gli enti pubblici non assumono più in maniera stabile o quasi; di conseguenza, potrebbe essere un ulteriore segno di iniezione di fiducia nei confronti di un sistema lavoro fortemente in crisi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Dell'Utri.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

L'emendamento ha ricevuto una convinta dimostrazione da parte delle argomentazioni del Consigliere Dell'Utri e credo che, sul piano dei principi, non ci sia all'interno di quest'Aula una sostanziale divergenza.
Credo che, almeno dal punto di vista della funzionalità, in termini di continuità e competenza dell'ente, e del rispetto della competenza professionale e del sapere acquisito nell'esperienza lavorativa dei dipendenti, tutti i Consiglieri possano convergere sulla necessità che l'Ente Regione si avvii verso la progressiva sostituzione del ricorso alle forme di lavoro precario attraverso procedure di stabilizzazione. Anche perché, ovviamente, siamo convinti ed informati che questi procedimenti di stabilizzazione non implementano la spesa pubblica per i costi del personale, il quale, oggi, è incasellato in funzioni che, ancorch rivestano le caratteristiche delle diverse modalità del lavoro più flessibile, sono assolutamente necessarie per la vita e l'attività dell'ente.
Quindi, il contenuto dell'emendamento è importante al punto tale che troveremo riproposta questa stessa sollecitazione all'Amministrazione regionale quando discuteremo del disegno di legge n. 73 e nell'articolazione delle spese si troveranno anche emendamenti volti a riconoscere i procedimenti di stabilizzazione, in particolare per i contratti a tempo determinato.
Poiché, in una convinzione generale che non è stata negata, abbiamo comportamenti politici difformi - e il Consigliere Vignale ci ricordava di avere a suo tempo presentato un emendamento che la maggioranza precedente rifiutò - voglio ricordare qui che, in sede di bilancio di assestamento già avvertiti e preoccupati della possibile oscillazione o dell'eventuale atteggiamento ondivago della maggioranza rispetto ai principi di stabilizzazione - che pure aveva raccomandato e confortato nell'incontro con le organizzazioni sindacali - avevamo presentato un emendamento volto a inserire nel bilancio pluriennale - quindi, a valere già in quello del 2011 le spese necessarie per le procedure di stabilizzazione, che venne respinto dalla Giunta e dalla maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Non per essere ripetitivo - lo hanno già spiegato i miei colleghi - ma ci sono delle contraddizioni. Non riesco a capire perché, quando si parla di limitare forme di lavoro flessibili, si faccia riferimento alle collaborazioni coordinate e continuative e si tengano da parte i contratti a tempo determinato; invece, quando ci rivolgiamo al privato non dividiamo i due concetti.
Detto questo, nel rimarcare lo stupore in ordine al rigetto da parte della Giunta di questo emendamento di sostanza, approfitto di questi pochi secondi per chiarire il concetto che ho detto prima.
Ancora più preoccupante è quando le forme di lavoro sono improprie cioè quando i presupposti del rapporto coordinato e continuativo non ci sono, mancano gli elementi di fattispecie. Allora, la domanda è la seguente. Verificare in tutte le aziende private il momento in cui avviene questo abuso è sicuramente compito un po' arduo - comunque spetta all'ispettorato - però, mi chiedo se almeno noi, nel nostro ente e in tutte le società partecipate, riusciamo a verificare se, quando vengono assegnate queste forme di lavoro coordinate continuative, rispondano ai requisiti previsti dalla legge. Se ho fatto questo intervento è perché ho seri e sostanziali dubbi.
Quindi, chiedo alla Giunta di attivare delle verifiche sia all'interno dell'Ente Regione sia per le società partecipate.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Laus.
La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Riprendo quanto diceva il Consigliere Ronzani relativamente alla incongruenza che dimostra la Giunta regionale non accogliendo questo emendamento.
Durante la precedente legislatura, soprattutto nel mondo della sanità abbiamo stabilizzato centinaia di lavoratori precari, partendo dal presupposto che un sistema sanitario che svolge un ruolo di grande complessità e delicatezza necessita di personale sul quale poter contare non per sei mesi o per un anno, ma con una prospettiva di larga veduta.
Attualmente la situazione è la seguente: nell'accordo Stato-Regioni si registrano delle incongruenze rispetto alle questioni di cui diceva il collega Ronzani, in quanto diamo dei soldi alle aziende se stabilizzano i loro lavoratori, mentre nell'accordo Stato-Regione prevediamo il licenziamento del 50% dei lavoratori precari.
Il Direttore Generale Monferino, in un recente comunicato alle aziende sanitarie scriveva in ordine al licenziamento dei precari e al blocco completo delle assunzioni del personale. Vi state comportando come quei Comuni che chiedono alle imprese del loro territorio di coprire tutti i posti di cui la legge prevede la copertura relativamente ai disabili e poi, nella loro struttura hanno posti riservati ai disabili scoperti, che non si preoccupano di coprire.
Mi rendo conto che la congruenza non è patrimonio universalmente diffuso, ma forse un po' di limite ci dovrebbe essere. Se si ritiene, tutti insieme, e mi pare che la Giunta lo ritenga (tant'è che prevede un contributo alle aziende che stabilizzano i propri lavoratori) che il lavoro a tempo determinato sia una ricchezza e non un problema, allora bisognerebbe cercare d'essere conseguenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Questo è un argomento estremamente delicato. Ci rendiamo conto che per la stabilizzazione nell'ambito del precariato occorre un investimento di risorse non indifferente. Sappiamo tutti che, così come altri, riguarda una visione politica della società, riguarda il senso del rispetto che ognuno di noi ha nei confronti del lavoratore.
Mi rivolgo all'Assessore dalla quale mi aspetto delle spiegazioni, non dico delle giustificazioni, ma comunque delle spiegazioni a riguardo del tipo di scelta.
In questo mi discosto un attimo da coloro che mi hanno preceduto, ma paradossalmente sono più i contratti a tempo determinato che dovrebbero essere un po' rivisitati per quanto riguarda l'utilizzo, rispetto ai Co.Co.Co.
Se nel Co.Co.Co o nel Co.Co.Pro, purché sia fatta salva l'appropriatezza d'utilizzo, c'è un chiaro rapporto temporale tra il lavoratore e l'ente erogatore, nel contratto a tempo determinato viceversa, si determinano delle aspettative che non sono, per quella che è la tendenza ad oggi, rispettate. Non capisco perché si sia voluto, forse in modo un po' ipocrita, mi consenta Assessore, rivolgere alla limitazione riguardo alle prime, rispetto alle altre.
un argomento che va approfondito e che sicuramente riprenderemo più avanti.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 13 sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Ricordo che il numero legale è 27.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 26 della Giunta regionale.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4, com'emendato.
Il Consiglio approva.
Emendamento aggiuntivo rubricato n. 1 presentato dal Consigliere Bono: dopo l'articolo 4 è aggiunto il seguente articolo: "Articolo 4 bis (Fondo Partecipativo Volontario) 1. Al fine di dare attuazione a leggi regionali d'iniziativa consiliare presso la Presidenza del Consiglio regionale è istituito un fondo partecipato volontario, al quale affluiscono sottoscrizioni di quote derivanti da erogazioni di persone singole o associate con un tetto massimo pro-capite di 5.000 euro per legge nonché da stanziamenti annuali disposti nello stato di previsione della spesa del bilancio del Consiglio regionale.
2. Le somme versate ai sensi del comma 1 sono introitate, a partire dall'esercizio finanziario 2011, nello stato di previsione dell'entrata del bilancio del Consiglio regionale nell'ambito dell'UPB DB5 (Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale titolo II altre entrate).
3. Al fine di garantire una corrispondenza univoca tra fondi versati e progetti realizzati nonché prevedere un'adeguata informazione delle finalità delle iniziative legislative a partire dall'esercizio finanziario 2011 è istituito, in termini di competenza e di cassa, il fondo partecipativo volontario nello stato di previsione della spesa di bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011 del Consiglio regionale nell'ambito dell'UPB DB5 (Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale categoria 09 Oneri Comuni).
4. Per l'attuazione di quanto disposto dal primo comma del presente articolo e per quanto attiene all'integrazione delle risorse utilizzate su leggi regionali, dal fondo previsto al terzo comma del presente articolo e con apposite deliberazioni consiliari sono trasferite le risorse ritenute necessarie al bilancio della regione per il loro utilizzo".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

L'emendamento era già stato presentato in sede di Commissione bilancio.
L'emendamento vuole introdurre una prima tenue nota di partecipazione alla redazione del bilancio della Regione Piemonte. In questo caso, proponiamo un emendamento in cui i cittadini, previa adeguata informazione e nel merito delle proposte di legge d'iniziativa consiliare approvate, possono contribuire in modo del tutto volontario, economicamente, al sostegno e all'attuazione delle proposte di legge di cui ho detto prima.
Si dà possibilità al Consiglio, sia per quanto riguarda l'attività legislativa del Consiglio stesso sia per quanto riguarda il bilancio, di aprire in un senso partecipativo ai cittadini tutti. Questo, nel solco di un percorso che si sta attuando e svolgendo un po' in tutto il mondo. In Paesi che sono più avanti di noi come la Svizzera e alcuni Stati degli Stati Uniti d'America, sono più avanti nel senso della partecipazione rispetto a noi. Lo è anche il Brasile.
Il primo esempio di bilancio partecipativo è stato Porto Alegre, una cittadina abbastanza grossa paragonabile a Torino, circa un milione d'abitanti. L'esperienza di Porto Alegre è stata sicuramente positiva. I cittadini erano chiamati ad una specie di dibattito pubblico...



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, il Consigliere Bono sta illustrando un emendamento che propone l'istituzione di un articolo, pregherei di diminuire il brusio.



BONO Davide

Grazie, Presidente, ma evidentemente non interessa molto quello che ho da dire.
Porto Alegre è stata sicuramente un'esperienza positiva, i cittadini erano convocati dalla Giunta o dalla rappresentanza del Consiglio ed erano resi edotti delle programmazioni economiche e finanziarie della città. Potevano dare suggerimenti, che non erano assolutamente vincolanti e quindi è piena facoltà da parte della Giunta recepire o meno le proposte, non solo dei Consiglieri ma anche dei cittadini. Sicuramente, però, è stata molto utile come esperienza continuata nel tempo perché ha riavvicinato i cittadini alla Politica con la "P" maiuscola e sarebbe dunque sicuramente da valutarsi in un periodo in cui la cittadinanza è sempre più disattenta e disaffezionata alla politica; prova ne è l'affluenza alle urne sempre più bassa: ricordiamo che nella Regione Piemonte è al 60%. Lo diciamo sempre: il partito più consistente è stato quello dell'astensionismo.
In questo caso introduciamo un emendamento che non grava assolutamente sul bilancio della Regione perché si tratterebbe di fondi che i cittadini potrebbero essere liberi di elargire con un conto dedicato, in questo caso all'Ufficio di Presidenza. Poi, tramite deliberazione consiliare, questi fondi potrebbero essere girati alla Giunta e dunque al bilancio della Regione che potrebbe poi stanziarli per delle proposte di legge che tutti noi - Consiglieri di maggioranza e di minoranza - avanziamo; proposte che possono venire approvate e che a volte non vengono attuate perché manca la risorsa, soprattutto in questo momento - ne stiamo parlando da giorni - di ristrettezze economiche. Grazie.



PRESIDENTE

aperto il dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Sulla linea di quanto già annunciato dal Presidente del mio Gruppo sottolineo che riteniamo molto importante questo emendamento proprio per il fatto che ci accorgiamo un po' tutti, e da diverso tempo, di questa scollatura e di questa disaffezione dei cittadini e degli elettori - sia piemontesi che italiani - rispetto alle decisioni che vengono assunte in un consesso legislativo.
Questo emendamento, inoltre, se come auspichiamo verrà votato e quindi inserito dentro la legge finanziaria, non prevede alcun onere, né da parte della Giunta né da parte del Consiglio regionale: avrà semplicemente i suoi effetti quando verranno presentate le proposte di legge di iniziativa consiliare e porterà, se le proposte di legge saranno gradite ai cittadini o a loro associazioni, alla riduzione degli oneri a copertura dei provvedimenti stessi.
Quando viene presentata la proposta di legge, grazie alla pubblicità che ne verrà fatta verso i cittadini e grazie alla loro eventuale volontà di contribuire alla realizzazione della stessa, ovviamente poi quanto previsto dalle norme finanziarie verrà ridotto ed emendato. Di conseguenza in via assoluta, più partecipazione significherà direttamente meno oneri per l'Ente. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la fase dell'illustrazione. Passiamo alla discussione generale per la quale ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna, che ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Quando i colleghi del Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle hanno presentato questo emendamento durante i lavori della I Commissione, ci eravamo riservati il voto in Aula. Oggi abbiamo valutato la situazione e comunico che voteremo questo emendamento. Lo voteremo perché crediamo innanzitutto che non faccia del male alla legislazione regionale e che, per alcuni aspetti, introduca anche un elemento di novità, immaginando un possibile rapporto tra versamenti da parte dei cittadini o di loro organizzazioni sul bilancio regionale a sostegno di finanziamento di leggi di iniziativa consiliare.
Elemento ancora più importante e innovativo sarebbe stato che questo fondo non andasse a finanziare leggi di iniziativa consiliare presentate da maggioranza o da opposizione, ma che andasse a finanziare in modo preferenziale leggi di iniziativa popolare.
Rimane un problema anche all'interno della scrittura del Regolamento che è quello di definire sostanzialmente le modalità attraverso cui questo emendamento possa trovare una sua concreta applicazione. Dico che forse, se si riuscisse a costruirlo...



PRESIDENTE

Mi scusi, collega. L'emendamento che ha posto all'attenzione il Consigliere Bono riguarda il Consiglio regionale. Il collega Reschigna sta facendo un intervento che ritengo interessante e che potrebbe essere ascoltato, perché poi bisognerà prendere una posizione in merito. Chiederei per favore un po' meno brusio.
Prego continui, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente, soprattutto perché vedo che ogni volta il collega della Lega Nord diventa irrequieto e questo mi fa molto piacere.
Stavo finendo molto velocemente una considerazione. Forse la portata innovativa di questo emendamento sarebbe ancora più forte nella misura in cui non ci fosse una delega da parte dei cittadini che versano queste risorse sul bilancio della Regione e se poi, sostanzialmente, la decisione di quali leggi di iniziativa consiliare finanziare fosse totalmente scollegata dall'apporto delle risorse. Dico insomma che per avvicinare la partecipazione dei cittadini forse occorre trovare un meccanismo; forse è bene, magari, che i colleghi del Movimento 5 Stelle immaginino anche un elemento emendativo, prevedendo un regolamento attuativo che rafforzi il legame tra l'iniziativa del cittadino e la finalizzazione delle risorse.
Indubbiamente per come l'emendamento è scritto, infatti, si configura il rischio vero che il cittadino versi delle risorse sul bilancio regionale e che le stesse possano essere utilizzate per finanziare iniziative di leggi, legittime da parte dei Gruppi di maggioranza o di opposizione, che però a quel cittadino sostanzialmente non interessano; con il rischio poi che questo, invece che rappresentare un elemento di novità, determini un ulteriore elemento di delega e di allontanamento rispetto alla partecipazione della comunità piemontese. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Anche da parte mia ci sono interesse e condivisione dell'emendamento presentato dal Consigliere Bono e dal suo Gruppo.
un emendamento che ha sicuramente una caratteristica originale e rappresenta anche una nota controcorrente. Noi siamo abituati ad immaginare la partecipazione dei cittadini, intesa in cooperazione di carattere economico alla realizzazione delle iniziative pubbliche, solo nei termini generali della solidarietà economica prevista dalla nostra Costituzione.
Gli altri modi con i quali i cittadini contribuiscono alla realizzazione di attività di pubblico interesse, o anche a livello economico assumono responsabilità pubbliche, riguardano i finanziamenti di carattere volontario alle attività di volontariato o il modo con il quale il sistema bancario, attraverso lo strumento delle fondazioni e dei relativi comitati di gestione, riversa sul territorio le quote dei contribuenti devolute per la realizzazione di atti di pubblico interesse.
Qui s'introduce la possibilità di partecipare direttamente alla messa in opera di finalità di interesse collettivo attraverso una cooperazione economica, quasi fosse una sorta di tassa di scopo in cui, definito un progetto comune - che sarebbe meglio avvenisse attraverso le iniziative popolari -, i cittadini ritengono di concorrervi anche sul piano economico.
L'intento mi sembra lodevole perché introduce il rispetto del criterio della partecipazione. Avviene però in un momento in cui si sta invertendo il riconoscimento della partecipazione anche economica dei cittadini pensiamo solo al modo con il quale si vuole utilizzare la destinazione del cinque per mille in questo momento.
Anche per questo tipo di valenza politica, quindi, mi trovo d'accordo sulla filosofia e sul proposito di questo emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
L'emendamento apre una riflessione su un tema molto articolato e profondo, che, al di là dell'esito della votazione, proporrei di riprendere in sede di Commissione.
Senza dubbio posso condividerne le finalità e l'obiettivo, anche se colgo un elemento di pericolosa delegittimazione delle istituzioni e della politica. Tuttavia, proprio per non sottrarci al problema e perché ne condivido lo spirito e le finalità (come ho detto, a prescindere dall'esito della votazione), propongo di riprendere successivamente il tema nella Commissione competente. La discussione sarà senz'altro interessante, dal momento che apre questioni articolate e complesse; ne sono state accennate alcune di principio, altre anche di difficoltà operativa e gestionale bisognerà capire, infatti, il livello della corrispondenza tra il progetto e la condivisione del singolo cittadino o delle realtà che faranno questi versamenti, in che modo potranno essere cambiati o meno, come verranno gestite le risorse e, nel caso in cui non si attui quel determinato progetto, come verrebbero restituite le stesse. Ad ogni modo, le questioni burocratico-amministrative sono meno rilevanti rispetto alla partita legata al valore e ai principi che sottendono questo emendamento.
Di fatto, sottolineo l'esigenza di trovare gli strumenti più idonei a rispondere ai bisogni e alle realtà vere dei cittadini. Personalmente, non credo che questo sia la modalità né lo strumento giusto; credo, però, che la sottolineatura del Movimento 5 stelle su queste tematiche sia profondamente vera. Il rischio sarà di trovarci di fronte ad una scarsa partecipazione dei cittadini nei confronti delle tematiche della politica per cui auspico che si torni, in maniera anche più ampia, sull'argomento che sottende questo emendamento. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Intervengo per esprimere un sostanziale interesse nei confronti della proposta. Anche se oggi ci troviamo nelle condizioni di dover svolgere una funzione sociale sempre più importante nei confronti dei nostri cittadini ritengo che un simile ragionamento, soprattutto in un bilancio della Regione, che ha una funzione fondamentale di programmazione sul territorio possa essere un modo per coinvolgere maggiormente i cittadini su alcune tematiche. L'approfondimento è quanto mai necessario e il luogo deputato credo che sia davvero la Commissione competente. Ciononostante, il fatto di poter introdurre all'interno della legge finanziaria un emendamento che ne preveda l'istituzione e l'opportunità, è sicuramente un segnale da guardare con estrema attenzione.
Pertanto, ci auguriamo che la maggioranza accolga con sensibilità la proposta di introdurre un principio e un meccanismo sul quale poter fare i giusti approfondimenti, per trovare le modalità più appropriate per i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Siccome sono abituato a considerare gli emendamenti che vengono presentati dai colleghi come "prese di posizione" che evocano e che hanno un certo senso, vorrei dire, francamente, ciò che penso.
La questione che viene posta è sicuramente seria e, più in generale ritengo che sia ricollegabile al tema che noi sfioriamo nel nostro Statuto: la democrazia partecipativa.
Vorrei fare, però, una prima obiezione politica: se sono vere le analisi e le valutazioni che il Movimento 5 stelle dà sul sistema politico sono giudizi senza appello, di una classe politica ormai votata al...
Io non credo che esistano cittadini disposti a mettere mano al portafoglio per finanziare un fondo della Regione Piemonte che dovrebbe sovvenzionare le leggi di iniziativa consiliare, cioè dei partiti.
chiaro qual è il problema? Le due cose, onestamente, non stanno insieme.
Per onestà intellettuale mi rivolgo a voi, con cui ho un rapporto dialettico.
Non posso certo dire che la politica sia sinonimo di... e che qui dentro dovemmo rovesciare il tavolo al mattino perché le cose non vanno, e poi pensare che quei cittadini cui vi rivolgete per esprimere quei giudizi sul sistema politico siano disposti a credere che la politica in Regione possa e debba essere finanziata per sostenere, diciamo così, leggi di iniziativa del Consiglio e, come tali, leggi che assumono e che propongono i partiti. Nell'emendamento che voi proponete emerge questa contraddizione.
Ve lo ripeto per onestà intellettuale. Perché o è errato il giudizio che esprimete nei confronti dei partiti, perché troppo radicale - io, a mia volta, sono severo in certi casi verso i comportamenti della politica oppure è sbagliato l'emendamento. Le due cose insieme non stanno (così credo, perlomeno). Questa è la mia opinione.
Se vogliamo affrontare, invece, la questione in maniera costruttiva avrebbe senso una discussione di merito in funzione di leggi di iniziativa popolare, perché i cittadini assumono già iniziative simili; il cinque per mille è un esempio: è il tentativo di finanziare iniziative di associazioni nelle quali ci si identifica, che hanno una funzione sociale, assistenziale e culturale. È chiaro che io allora mi riconosco nelle iniziative che il popolo assume e che possono trovare, nel bilancio del Consiglio regionale una postazione che è frutto anche del finanziamento che raccolgo attraverso quelle sottoscrizioni. L'ho detto per onestà intellettuale nei confronti dei componenti del Movimento 5 stelle. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Dopo questa discussione e dopo l'approvazione del bilancio sarebbe importante che questo Consiglio ritornasse su un tema come quello ricordato dalla Presidente Artesio, improntato sul fatto che non si riconosca più la possibilità al cittadino di versare il cinque per mille e di destinare questi fondi soprattutto alle associazioni di volontariato che ne ricevevano un contributo importante per la propria sopravvivenza. Credo che questo sia un tema importante, sul quale questo Consiglio regionale dovrebbe pronunciarsi. Avremo comunque modo di parlarne in seguito, se questo Consiglio regionale lo riterrà opportuno.
A proposito dell'emendamento presentato dai colleghi del Movimento 5 stelle, vorrei precisare che anch'io nutro qualche perplessità. Sicuramente penso che sia utile aggiungere alle proposte del Consiglio anche quelle di iniziativa popolare. Anzi, a maggior ragione, il cittadino che sostiene una proposta di legge di iniziativa popolare è più incentivato a sostenerne anche il finanziamento. In ogni caso, si può prevedere l'uno e l'altro, per cui si potrebbe emendare questo emendamento con un subemendamento aggiungendo il sostegno anche alla proposta di iniziativa popolare.
Dopodiché, credo sia un'occasione da utilizzare; verificheremo, dopo un tot di tempo, cosa è accaduto. Siccome non c'é alcuna spesa aggiuntiva per la Regione credo che l'emendamento si possa accogliere; si sperimenterà e verificheremo l'utilizzo di questa norma.
Nutro anch'io dei dubbi proprio per le motivazioni ricordate dal collega Ronzani: siamo in un momento particolare, in cui la sfiducia nei confronti delle Istituzioni, delle forze politiche è tale per cui non so quale impatto avrà questa norma sui cittadini. In ogni caso, non vedo perché oggi dovremmo bocciarla. Si tratterà di sperimentare e verificarne gli esiti dopo un certo periodo di tempo; in ogni caso, credo utile l'aggiunta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Se l'emendamento resta com'è, non parteciperò al voto; naturalmente non sono contraria a che i cittadini piemontesi eroghino dei fondi alla Regione per il sostegno di leggi di iniziativa consiliare, ma mi sembra che così come formulata non possa produrre nulla.
Noi abbiamo esperienza di modestissimi finanziamenti arrivati alla Regione per le ragioni che tutti hanno ricordato, cioè la diffidenza alimentata certamente dal centrodestra e in particolare dal Presidente del Consiglio nei confronti della politica, ma anche la diffidenza alimentata dallo stesso Movimento 5 Stelle. Quindi abbiamo un'esperienza che su temi precisi come l'aiuto ai terremotati, ad esempio, dell'Aquila o altri catastrofi come quella di Haiti, o altre vicende terribili italiane o mondiali, il conto aperto dalla Regione riceve qualche migliaio di euro mentre quello aperto dalla Stampa riceve 700/800 mila euro. E si tratta di fondi erogati in modo finalizzato, quindi che presentano certamente una maggiore possibile propensione da parte dei cittadini a versare fondi.
Quindi, non intendo partecipare a quello che può trasformarsi in un boomerang. Dovremmo come minimo dire che questi fondi vengono collegati o a leggi di iniziativa popolare, o alla possibilità per i cittadini di autofinanziare leggi di iniziativa popolare qualora venissero approvate dal Consiglio, oppure che vengano collegate direttamente a norme già approvate per le quali si può proporre un finanziamento, cioè scegliere di finanziare in specifico una norma giù approvata in modo che il cittadino sappia quanto versa.
In terzo luogo credo che prima dovremmo fare come ha fatto lo Stato in passato - ora non più perché il 5? è stato praticamente abolito, perch ridotto ai minimi termini - ma esiste ancora l'8?, cui lo Stato propone di rinunciare a una quota. Noi dovremmo, come Regione, rinunciare a una quota delle nostre entrate (ad esempio, dell'addizionale regionale IRPEF) finalizzandola a determinati interventi sulla base delle libere scelte dei cittadini. Ad esempio, uno può dire che l'1% dell'addizionale IRPEF può dai cittadini essere destinato al finanziamento specifico di attività o di leggi regionali o di attività di altro tipo che sono di competenza della Regione e quindi viene esplicitamente destinata dai cittadini a quelle attività.
Allora, in quel caso, forse, si potrebbe ottenere un risultato significativo altrimenti il rischio è di vedere arrivare poche decine o poche migliaia di euro e quindi avere a posteriori un riscontro molto negativo.
Inoltre, nutro il dubbio che il Movimento 5 Stello lo faccia allo scopo di dimostrare che non c'è fiducia nei confronti delle Istituzioni da parte dei cittadini; non sono certa che lo faccia con uno scopo positivo.



PRESIDENTE

Presidente Bresso, la invito a concludere.



BRESSO Mercedes

Proprio perché non mi sono chiari gli obiettivi e non mi pare neanche molto sensata la proposta, non parteciperò al voto a meno che non venga chiarita e finalizzata dagli stessi presentatori in modo da renderla accettabile per un normale cittadino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Anch'io non voterò a favore di questo emendamento; mi asterrò per rispetto della decisione del mio Capogruppo. Mi sembra un emendamento demagogico, di quella demagogia che ha caratterizzato fino a questo momento la presenza del Movimento 5 Stelle nella nostra regione - se non a livello nazionale. Cioè, un movimento che sin dalla sua nascita a partire dal suo nume tutelare, Beppe Grillo, ha lavorato per distruggere la credibilità di chi fa politica e poi chiede ai cittadini di dimostrare la loro attenzione nei confronti di questi uomini non credibili, qualche volta anche con qualche giovane deficiente eletto nei comuni, di finanziare con risorse proprie disegni di legge di iniziativa regionale.
Sinceramente, in questa fase della vita politica italiana, qualche volta ha ragione il Movimento 5 Stelle (se pensiamo soltanto cosa succede a livello nazionale): è piuttosto complicato a pensare che i cittadini siano disponibili.
I cittadini che hanno fiducia nelle autonomie, per esempio, potrebbero essere maggiormente disponibili nei confronti dei loro comuni, dove il Sindaco è più riconoscibile, più visibile e anche più identificabile nella sua serietà, nel suo modo di lavorare e nella sua onestà più di quanto non lo siano i Consiglieri regionali che, per definizione, sono più lontani dalle questioni immediate.
Basta vedere il lavoro straordinario svolto dalle parrocchie nel comune in cui vivo, grazie alle risorse dei cittadini dove gran parte dei campanili sono stati ristrutturati con fondi della Chiesa, che non avevano naturalmente, ma rispetto alla quale i cittadini hanno dimostrato disponibilità e attenzione.
Io credo che l'emendamento potrà essere ripreso un po' più in là quando anche il Movimento 5 Stelle darà il suo contributo perché la politica di questa Regione sia credibile. In questo momento non penso sia sostenibile e non lo voterò.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
La politica può essere credibile nel breve, nel medio e nel lungo periodo. Io direi che bisogna coglierla nell'attimo in cui si presenta e cercarne di capire le positività che eventualmente essa esprime, come l'emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle - sicuramente movimento politicamente molto distante da noi. Tuttavia, leggendo con attenzione l'emendamento ravvisiamo degli elementi molto interessanti anche alla luce del federalismo che fra poco dovremo applicare. Quel federalismo che per noi non deve essere soltanto istituzionale, ma anche orizzontale e sussidiario, con il coinvolgimento della società civile e delle associazioni no profit, dei cittadini e degli individui.
Dare la possibilità, tra l'altro con un limite massimo di 5 mila euro di contribuire all'applicazione, alla concretezza di leggi di iniziative del Consiglio regionale non ci sembra cosa di per sé negativa a priori. Tra l'altro il limite dei 5 mila euro evita possibili condizionamenti e influenze da parte di lobby sociali o economiche.
chiaro che un provvedimento di questo tipo può determinare effetti e ricadute che in questo momento non riusciamo a visualizzare completamente.
Per cui suggerirei, se fosse possibile, al Movimento 5 Stelle di ritirare questo emendamento, di ripresentarlo con un progetto di legge specifico da presentare alla Commissione competente per approfondirlo, ed eventualmente tutti insieme di approvarlo.
Questa è la nostra proposta, che spero venga raccolta dal Movimento 5 Stelle.



PRESIDENTE

Approfitto per dire che, siccome vedo dei Consiglieri che continuano ad iscriversi per parlare per la terza o quarta volta, pensando che non li avevo visti, questo è un dibattito molto partecipato, ho ancora una serie significativa di Consiglieri iscritti.
Sono all'incirca quindici, per cui non è che un Consigliere alza la mano e passa davanti a tutti.
Dico questo per rassicurare che avrete tutti la parola.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Intendo ringraziare il Presidente Bono, perché effettivamente questa è una di quelle circostanze e una di quelle occasioni nelle quali si scaglia la pietra nello stagno e non si ha nessun motivo, così come lui ha fatto di nascondere la mano.
Ognuno è libero di scegliere la propria posizione, ma non capisco perché non si debba votare un emendamento di questo genere, che comunque rappresenta l'apertura di un discorso che ha la sua valenza politica, con tutte le problematiche politiche ad esso legate.
Non ci sono solo le problematiche politiche affrontate dai colleghi, ma ci sono anche problematiche tecniche di gestione della raccolta fondi, ad esempio da finalizzare a cosa, se poi quel qualcosa non viene definito.
Quindi, esistono dei problemi.
Ma il concetto mi piace, cioè il concetto che restituisce al cittadino alcune facoltà di intervento finalizzate e precipue, cosa che effettivamente in termini di partecipazione oggi manca. Ben venga l'inizio di un discorso di questo genere.
ovvio che con un emendamento di questo tipo non si risolverà niente è ovvio che quello che dice il Presidente Pedrale può trovare attuazione se c'è una volontà bipartisan di giungere alla discussione in Commissione e poi all'approvazione in aula di una proposta di legge più precisa ed articolata sull'argomento. Va tutto bene. Però oggi possiamo iniziare a dare un segnale positivo e di accoglimento di un'istanza popolare di questo genere. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dell'Utri; ne ha facoltà.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
Il tema del bilancio partecipativo è un tema estremamente ampio e soprattutto per aspetti tanto positivi quanto negativi.
Penso di interpretare in maniera sensata l'intento di questo emendamento, ovvero fare in modo che i cittadini possano intervenire direttamente sull'operato dell'Ente, in questo caso la Regione. E' la base di qualsiasi sistema democratico, che implica una partecipazione diretta degli elettori o delle persone votanti.
Voglio ricordare che la democrazia è nata ad Atene ed era possibile perché c'erano sei mila cittadini su 200 mila; sei mila cittadini che, a rotazione, partecipavano tutti i giorni alle assemblee. E lì la partecipazione era fisicamente possibile. Nasce la rappresentanza, perch la partecipazione diretta non è possibile.
Quindi, questa è un'ipotesi sensata che però va a scardinare un sistema democratico che, se è costituito, è proprio in virtù del fatto che quella democrazia diretta si deve esprimere tramite la rappresentanza.
Vedo un altro problema, che sono i finanziamenti, perché in un momento di crisi come questo, mi domando chi sia disposto a dare denaro indirizzato ad un progetto specifico che non va a realizzare lui, ma va a consigliare un uso di quello che lui dà.
In questo senso però ho una proposta. Ricordo che al Comune di Torino a tratti passavano delle delibere in relazione all'accettazione di eredità perché qualche volta c'è qualcuno che lascia delle eredità agli Enti. Al Comune è più facile, perché c'è un contatto diretto con l'Ente, ma non so se in Regione vi siano delle disposizioni di questo tipo. Potrebbe essere un'idea, che una serie di testamenti, se la Regione è depositaria, possano essere indirizzati in questo senso.
La seconda fonte di finanziamento possibile, che vedo come un'evoluzione che sembra simile per i tempi che stiamo correndo, è il fenomeno antico dell'evergetismo. L'evergeta era uno molto ricco che per lo più andava a regalare alla comunità un teatro, un circo o un acquedotto. È anche vero che l'evergeta voleva poi fare politica, quindi per lo più era un modo per ingraziarsi in anticipo gli elettori o i cittadini.
Quindi, il bilancio partecipato è una buona idea; l'applicazione mi sembra sinceramente molto teorica. Di conseguenza, ritengo che il tema sia nuovamente da affrontare in Commissione per vedere tutte le sfumature operative oltre a quelle ideali su cui trovare una quadra.



PRESIDENTE

Prima di proseguire con il dibattito do atto che è stato emendato dagli stessi proponenti l'emendamento rubricato n. 1). Al comma 1, dopo la parola "consiliare" è aggiunta la parola "popolare".
Inoltre è stato presentato un emendamento che istituisce il comma 5: vengono inserite le parole "le modalità di attuazione verranno determinate tramite la redazione di apposito regolamento approvato dal Consiglio regionale".
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Alle novità non bisogna essere prioritariamente contrari, però a me questa non sembra una novità, nel senso che con tutto il rispetto per i Consiglieri che l'hanno presentata, mi sembra un modo per dire che l'impianto statutario del Consiglio regionale può, in qualche modo, vedere accanto a sé una sorta di altra corsia.
Tutto questo non mi stupisce e non mi sconvolge assolutamente, ma credo che, prima di inserire una normativa di questo tipo, ci voglia un approfondimento di diversa portata, nel senso che bisogna capire a quali materie applicarla - non mi sembra che l'emendamento lo specifichi - capire le procedure, le modalità, il raccordo con il Regolamento e con lo Statuto il raccordo con le procedure di Commissione.
Proprio perché si può anche dare importanza ad un progetto di questo tipo, sempre che non avvenga la logica - che non gli attribuisco ma che potrebbe anche essere - del giocare al più uno, cioè dai banchi di questa realtà consiliare aprire un percorso di carattere movimentista, credo che tutto questo debba essere approfondito.
Per questa ragione, non parteciperò a questa votazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Riprendo rapidamente alcuni interventi ascoltati. Il discorso che ha fatto la collega Spagnuolo è molto serio - come sempre perché è persona competente - e questo dovrebbe incoraggiarci a seguire la strada proposta dal collega Dell'Utri, dal collega Stara e anche dal Consigliere Pedrale.
Per fare cosa seria - si dice che la gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi - bisogna approfondire. Le osservazioni pertinenti della Consigliera Spagnuolo, le proposte dei Consiglieri Stara e Dell'Utri andavano in questa direzione, se ho ben capito, di approfondire la materia, non lasciarla così.
Il Consigliere Pedrale ha già espresso questa posizione. Sono favorevole ad approfondire la proposta perché, secondo me, si potrebbe innescare un meccanismo virtuoso, cittadini/politici; un piccolo meccanismo che porta uno stimolo verso i politici e responsabilizzazione verso i cittadini.
Chi non sa di essere applaudito ed elogiato se parla male dei politici è talmente facile! Per carità, se vogliamo anche abbastanza giustificato.
Quando delle problematiche riguardano i cittadini, per demagogia, non si attribuiscono responsabilità. Diamo l'opportunità di dare delle risposte vere. Io utilizzo una frase che mi piace molto è: metà soldi metà "consiglio". Se uno vuole partecipare, dimostri in qualche modo di tenerci.
In questo senso, parlo di un esempio concreto, ricorderei la vicenda dei Centri culturali: l'Einaudi, il Gramsci, il Salvemini ecc... Centri che noi del PdL vogliamo soccorrere come abbiamo dichiarato. Un'indicazione di supporto personale in quel senso, potrebbe incoraggiare anche la politica a rafforzare quel versante, visto che ci sono dei cittadini che ci credono. Faccio dunque mia e sostengo la proposta che un'idea buona come quella che ci è stata avanzata meriterebbe un approfondimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Ritengo che l'intervento del Consigliere Pedrale sia stato esaustivo almeno per quanto mi riguarda e credo anche per buona parte della maggioranza.
Aggiungo alcune riflessioni a quelle dei Consiglieri del Movimento Cinque Stelle e al Consigliere Bono,proponente dell'emendamento: credo che a questo emendamento, così come scritto, manchino alcuni passaggi. Uno, ad esempio, evidente è che manca la previsione di un regolamento attuativo.
Un altro, lo ha accennato il Consigliere Dell'Utri dicendo che effettivamente, non è chiarissimo nella parte che riguarda gli eventuali lasciti testamentari. Il Consigliere Dell'Utri è fresco di esperienza in Comune - per quasi dieci anni ha ricoperto la carica prima di Consigliere ultimamente di Assessore - quindi sa perfettamente che molti Comuni hanno imponenti e importanti lasciti testamentari da parte dei cittadini. Non sarebbe male, creare anche un meccanismo che permetta alla Regione di usufruire di questi lasciti testamentari. Non so se, attualmente, sono prevedibili, non so se sono previsti, non so se la Regione li può accettare e via dicendo. Sicuramente lo Stato può, non so la Regione. Lo Stato è esperto, addirittura lo Stato è uno degli eredi previsti per legge qualora non si trovino eredi naturali.
Infine trovo un limite nell'emendamento: il fatto che non siano previste donazioni da parte di enti privati e aziende. È stato prima ricordato da qualche collega il fenomeno del mecenatismo nel passato. Trovo che la formazione, così come inserita, ovvero persone singole o associate sia un po' limitante.
Ciò non di meno, Consigliere Bono, sono disposto, per dimostrare la nostra volontà - personalmente, ma credo anche del Consigliere Lupi - a votare a favore.
Visti gli interventi susseguiti, il suggerimento del Consigliere Pedrale è assolutamente di buon senso. Per dimostrare che abbiamo tutta l'intenzione di mandarlo avanti, personalmente mi assumo la responsabilità e voterò a favore.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Qualche Consigliere intende intervenire per dichiarazione di voto? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ringrazio i Consiglieri che sono intervenuti...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere, se la interrompo. L'Ufficio di Presidenza propone al comma 1 di eliminare le parole da "nonché" a "Consiglio regionale".
Ovvero "nonché da stanziamenti annuali disposti dallo stato di previsione della spesa di bilancio del Consiglio regionale". Questo perch la finalità del bilancio del Consiglio regionale è di coprire le spese obbligatorie, non di finanziare provvedimenti attuativi di leggi.
Acconsente Consigliere Bono?



BONO Davide

Acconsento.
Ringrazio i Consiglieri per l'ampio dibattito che, sicuramente, è stato molto partecipato e molto interessante, anche nelle posizioni più duramente contrarie. Abbiamo accolto la proposta di emendamento del Consigliere Reschigna sull'inserimento di leggi di iniziativa popolare. È un istituto che va valorizzato, quindi amplierebbe il circuito di partecipazione.
L'emendamento riguarda la presenza di un Regolamento con cui discutere sempre in Consiglio regionale e in Commissione competente, le modalità di attuazione del comma 1.
Per quanto riguarda gli interventi precedentemente svolti, ringrazio il Consigliere Pedrale per l'apertura, ma l'intenzione è di mantenere l'emendamento visto che abbiamo discusso un'ora e mezza. Prenderemmo atto della votazione, se verrà bocciato faremmo una discussione più ampia in Commissione, magari con una proposta di legge creata ad hoc.
Al Consigliere Ronzani che faceva riferimento al fondo unico, l'idea alla base della proposta di emendamento, è proprio quella di far sì che i cittadini - quindi possiamo farlo con un regolamento - se stanziano una quota deve andare per quella proposta di legge e non in un calderone misto da cui poi non sanno più dove vanno realmente dedicate le somme stanziate.
giusto quello che diceva la Consigliera Artesio, cioè bypassare le fondazioni e le banche per creare un filo diretto tra i cittadini e le leggi. Non è un rapporto con i partiti - quindi taglierei corto sulla discussione sul merito se il Movimento Cinque Stelle faccia demagogia o meno - ma creare un filo diretto con una proposta di legge, a prescindere che sia stata presentata da Tizio, Canio o Sempronio, oppure dal Gruppo della Lega, del PdL e del PD o dal Movimento Cinque Stelle. Una volta che una legge è approvata è approvata, non ha più colore. I cittadini possono scegliere in merito a quello.
La nostra dichiarazione di voto non può che essere a favore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Confermiamo che l'emendamento aveva del dubbio interesse e delle valenze che secondo noi era più opportuno approfondire con maggiore calma e tempo nell'ambito di una Commissione, magari ragionando su un testo di progetto di legge. Constatiamo che non è possibile poter fare questo approfondimento, pertanto esprimiamo un voto di astensione.
Ci saranno alcuni Consiglieri che, liberamente, si esprimeranno in maniera diversa, ma la linea del Gruppo è quella dell'astensione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Semplicemente per riconfermare il voto a favore dell'emendamento.



PRESIDENTE

Altri Consiglieri intendono intervenire per dichiarazione di voto? Indìco la votazione palese sulla parte dell'emendamento modificata come segue: dopo le parole "di iniziativa consiliare" aggiungere le parole " e popolare".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sulla parte dell'emendamento modificata come segue: aggiungere dopo il comma 4 il seguente comma 5: "le modalità di attuazione verranno determinate in base ad apposito Regolamento approvato dal Consiglio regionale".
Il Consiglio non approva.
Emendamento aggiuntivo rubricato n. 25 presentato dai Consiglieri Bresso Artesio, Buquicchio, Cerutti, Stara: Dopo l'articolo 4 è aggiunto il seguente articolo: "Art. 4 ter (Stabilizzazione personale regionale assunto con contratti a tempo determinato) 1. La Regione avvia un processo di trasformazione dei contratti di lavoro del personale assunto con concorso pubblico a tempo determinato, in contratti di lavoro a tempo indeterminato, in funzione delle esigenze di razionalizzazione del personale dell'Ente.
2. La Giunta regionale, attraverso un confronto con le Organizzazioni sindacali e sentita preventivamente la Commissione consiliare competente predispone un piano annuale per dare attuazione alle finalità previste dal comma 1".
Ha chiesto la parola per l'illustrazione la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Grazie. Di questo emendamento si è brevemente parlato quando abbiamo discusso dell'articolo 4 e dell'emendamento presentato dal Gruppo del Partito Democratico, che aveva un obiettivo simile. Io però ho scelto insieme ad altri Consiglieri, di presentare un emendamento diverso che istituisce un vero e proprio articolo della finanziaria, pur costituendo tecnicamente, in ogni caso, un emendamento. Questo prevede la trasformazione dei contratti di lavoro del personale che è stato assunto a tempo determinato con un concorso pubblico aperto: tale possibilità era prevista nell'ambito della finanziaria del 2007 che contemplava la stabilizzazione, da parte delle amministrazioni pubbliche, del personale assunto in modo precario a vario titolo. Si prevedeva che questi contratti venissero trasformati in contratti di lavoro a tempo indeterminato - avendo i titolari fatto un regolare concorso pubblico - a seguito del fabbisogno di personale che a mano a mano, con il tempo, la Regione avrebbe avuto in ragione dei pensionamenti o delle dimissioni di personale in organico.
Questo personale, come ho detto, ha passato un regolare concorso pubblico e quindi riteniamo abbia un diritto alla stabilizzazione, ovviamente all'interno dei numeri del fabbisogno effettivo da parte della Regione.
L'emendamento prevede quindi l'affermazione dell'avvio del processo di trasformazione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato; al punto 2) un confronto con le Organizzazioni sindacali da parte della Giunta; la predisposizione, sentita la Commissione consiliare competente, di un piano annuale per dare attuazione alle finalità previste che consenta, nell'arco di alcuni anni e sulla base del fabbisogno effettivo, di dare una garanzia a questo personale.
Credo sia un atto assolutamente doveroso da parte della Giunta e del Consiglio perché, lo ripeto, la procedura fu realizzata sulla base di un voto consiliare, attraverso l'inserimento di una norma nella finanziaria e a seguito di una norma nazionale. In secondo luogo, ripeto, non si è trattato di un concorso riservato ma di un concorso pubblico aperto, a tutti gli effetti, che dovrebbe a mio avviso avere una prosecuzione attraverso la stabilizzazione effettiva di queste persone.
Credo sia anche un provvedimento molto atteso da persone che penso abbiano un'aspettativa verso questa norma e un diritto legittimo a questo trattamento.



PRESIDENTE

aperto il dibattito generale.
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Come ricordato nel momento in cui discutevamo del sub emendamento presentato dal Consigliere Reschigna, la tematica non è nuova e nemmeno è periferica rispetto all'attenzione sull'operatività dell'Ente Regione. Come ricordava la Consigliera Bresso, nel corso del 2009 l'amministrazione regionale ha censito le modalità di collaborazione con le quali aveva sostenuto nel tempo l'operatività di progetti e di funzionamento degli Enti, dell'Ente Regione e delle Direzioni: non ovviamente nello svolgimento di attività ordinarie, ma nella prospettiva di uno sviluppo dell'attività delle Direzioni stesse. Per garantire lo svolgimento di queste attività si è avvalsa di queste collaborazioni a tempo determinato, poi costruite in maniera formalmente e giuridicamente definita attraverso il concorso cui si faceva cenno.
Ricordo non solo l'impegno politico che dovrebbe appartenere ai principi della continuità amministrativa e riguardare tutte le maggioranze ma, appunto, la necessità di efficienza che aveva sotteso a tutti quei provvedimenti. Ricordo soprattutto le garanzie che in quest'aula nel mese di agosto noi abbiamo avuto quando, presentando un emendamento analogo in sede di bilancio di assestamento, ci era stato detto che nulla era modificato nelle intenzioni dell'amministrazione né ostavano ragioni - se non una normale diluizione del provvedimento nei tempi - a che si potesse dar corso a questa regolarizzazione.
Siamo quindi a riproporre il tema nell'interesse non solo della tutela del lavoro e del lavoro qualificato - perché di questo stiamo parlando ma anche della continuità amministrativa.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendoci ulteriori richieste d'intervento, dichiaro chiusa la fase dell'illustrazione e aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

D'accordo. Noi riteniamo positivo l'emendamento presentato, di cui è prima firmataria la Consigliera Bresso. Lo riteniamo positivo perch consideriamo anche che la proposta contenuta all'interno di questo emendamento tenga insieme l'esigenza della progressiva eliminazione dei contratti a tempo determinato all'interno degli organici della Regione e dei rapporti di lavoro che l'Amministrazione regionale instaura con l'obiettivo, che tenga conto delle condizioni complessive dell'Ente e del bilancio della Regione, della progressiva costruzione di un programma da delineare e da attuare nel corso degli anni, affinché intervenga un percorso di stabilizzazione di questo personale con il trasferimento del rapporto giuridico di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato.
Le modalità che sono state individuate, quindi - la costruzione di intese con le Organizzazioni sindacali, l'individuazione dei fabbisogni, la definizione di un programma pluriennale - sono modalità che rendono non populistica la proposta contenuta all'interno dell'emendamento, ma la configurano come un percorso di lavoro che indubbiamente coglie una delle esigenze fondamentali che complessivamente oggi attraversa,il mercato del lavoro della nostra Regione, dal quale non è escluso il sistema della Pubblica Amministrazione piemontese.
Con questo breve intervento, vorrei dunque richiamare l'attenzione dell'Aula sul senso della proposta contenuta all'interno dell'emendamento affinché possa essere favorevolmente accolta.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Non credo che oggi il Consiglio regionale stia perdendo tempo a discutere della necessità di stabilizzare il personale precario, in tutte le forme che l'ordinamento del lavoro del nostro Paese ha determinato negli anni, sia che si tratti di personale CO.RE.CO., sia che si tratti di personale a tempo determinato.
Non nascondo la mia preoccupazione - l'ho ribadito anche nel precedente intervento - rispetto a quanto succederà nei prossimi anni, soprattutto nel mondo del quale mi occupo preferenzialmente, al quale sono più legato per il mestiere che svolgo: mi riferisco al comparto sanità.
La previsione è quella di non aver a disposizione, nei prossimi anni personale medico specializzato; ma non ci sembra che questa preoccupazione tocchi il Governo regionale.
L'altro giorno, su La Stampa, ho letto un articolo in cui si diceva che oggi le ASL assumono con un contratto a tempo determinato medici che vengono dal sud del Paese per svolgere turni di guardia nei servizi psichiatrici. Ovviamente, ciascuno ha il diritto di cercare un posto di lavoro dove vuole sul territorio nazionale, ma è un elemento che desta comunque preoccupazione.
C'é una ricchezza che caratterizza il mondo del lavoro, che oggi è tecnologico, anzi biotecnologico, è certamente legato alle nuove sperimentazioni, ma deve pur sempre poter contare su personale umano, su personale formato.
Ma se questo personale formato, dopo avere lavorato un certo lasso di tempo, viene lasciato a casa, è come se si fosse sprecata un'opportunità; è come se si fosse buttato al vento il tempo della formazione, che è richiesta per qualunque tipo di lavoro, e, in definitiva, è un'offesa alla formazione continua e al bisogno di lavoro che il nostro Paese, e la nostra Regione in particolare, in questo momento esprimono.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Questo emendamento va nella stessa direzione di quello che avevamo presentato noi e potrebbe essere valutato positivamente dalla Giunta perch assume una serie di problematiche a mio avviso importanti. Da un lato quelle della stabilizzazione del personale regionale assunto con contratto a tempo determinato, facendo riferimento a quel personale che, come quello a tempo indeterminato, ha frequentato specifici corsi di formazioni, quindi è certamente formato, e per il quale sono stati investiti dei fondi ed è stato assunto un impegno da parte della Pubblica Amministrazione. Come giustamente veniva ricordato, sono spesso lavoratori giovani, per cui si tratta di personale che non solo ha avuto un momento di formazione, ma ha anche un'età molto interessante per il ruolo che può svolgere all'interno della Pubblica Amministrazione.
A questo si aggiunge il fatto che se questi giovani lavoratori, che hanno un determinato livello di formazione, adibiti ad un certo tipo di mansione, in una Regione che vive una difficile situazione di crisi economica, non venissero stabilizzati, rappresenterebbero un ulteriore aggravamento, dal punto di vista del peso sociale, che questa crisi già determina.
Questo emendamento, prevedendo dei paletti ben precisi - ricordo infatti, che non si tratta di un emendamento per la dilatazione degli organici - e facendo riferimento anche agli ultimi provvedimenti economici del Governo, chiede, sostanzialmente, che il personale che di anno in anno raggiunge il limite di età pensionabile, debba essere prioritariamente sostituito da questo tipo di personale, raggiungendo, da un lato, un obiettivo di razionalizzazione e, dall'altro, di difesa di occupazione qualificata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Nel dichiarare il mio voto a favore, aggiungerei solo una considerazione a quelle che hanno già anticipato i colleghi.
Il punto è che abbiamo l'esigenza di fare in modo che una serie di lavoratori che hanno con la Regione un contratto di lavoro a tempo determinato possano stabilizzare il loro rapporto di lavoro e diventare dipendenti a tempo indeterminato, per una serie di ragioni: in primo luogo perché è singolare che un'Amministrazione non si ponga il problema di consolidare e trasformare un rapporto di lavoro se siamo in presenza, come molti di questi casi, di una forte professionalità.
Guardate che, con i tempi che corrono, la flessibilità in molti casi è nemica della qualità. Io vorrei valorizzare alcune professionalità interne alla Pubblica Amministrazione, quelle per cui dovrei gestire un processo di progressiva stabilizzazione.
Da questo punto di vista, l'emendamento della Consigliera Bresso, in coerenza con quanto fatto dalla sua Amministrazione, dice proprio questo: presentate un progetto.
chiaro che è compito dell'Assessore al personale immaginare in che misura si possano gradualmente stabilizzare questi rapporti di lavoro e trasformarli in contratti a tempo indeterminato.
Ma vi è una seconda ragione, a mio avviso più forte, che spinge a muoversi in questa situazione: le finanziarie governative hanno creato - e creano tuttora - problemi drammatici per quanto riguarda l'assunzione del personale.
A mio avviso, anche per questa ragione (poi parleremo anche dell'aspetto che riguarda, per esempio, i dirigenti della Regione) dobbiamo lavorare affinché il personale in forza all'Amministrazione ancorché con contratti di lavoro a tempo determinato, possa avere contratti di lavoro tempo indeterminato.
In caso contrario, ci priveremmo di una professionalità che esiste all'interno dell'Amministrazione, correndo il rischio che le norme nazionali ci impediscano, in futuro, di bandire concorsi con cui assumere altro personale.
Francamente, oggi non possiamo permetterci il lusso di privare l'Amministrazione regionale di queste unità e di questo personale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Dalle parole proferite dall'Assessore durante l'esame dell'emendamento precedente, che riprende, sostanzialmente, gli stessi contenuti di quello attualmente in discussione, mi pare di aver colto un segnale di non condivisione, ma non in termini di contenuto rispetto alla necessità e all'opportunità di stabilizzare i tempi determinati, che - lo ricordo hanno superato una selezione pubblica e che oggi costituiscono un patrimonio della struttura della Regione Piemonte (patrimonio nella misura in cui sono all'interno dell'organizzazione, hanno effettuato percorsi di formazione e rappresentano, quindi, una forza propulsiva e positiva della stessa "macchina regionale").
Mi pare, appunto, di avere colto una preoccupazione in tal senso: in pratica, l'obiettivo sarebbe condivisibile, ma l'emendamento non entrerebbe in sintonia con quanto scritto all'articolo 4 della legge finanziaria.
Credo che sia importante sottolineare che ciò che a noi interessa è l'obiettivo, ovvero la stabilizzazione dei contratti a tempo determinato.
Se la Giunta intravede una non coerenza tra quanto scritto nell'articolo 4 della norma finanziaria rispetto all'emendamento presentato dai Gruppi di minoranza, siamo disponibili ad accettare una proposta alternativa, purché veda, comunque, la possibilità di raggiungere quell'obiettivo, ovvero la stabilizzazione dei contratti a tempo determinato.
Perché ad oggi, per com'è scritto, sembrerebbe che la possibilità di trasformare i contratti a tempo determinato sia legata soltanto ai Co.co.co. e ai Co.co.pro., mentre esclude i contratti a tempo determinato.
Se così fosse, siamo disponibili a ragionare con la Giunta e a proporre una modifica all'emendamento che è stato presentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
L'emendamento presentato dalla Presidente Bresso, credo che sia coerente con l'emendamento che noi abbiamo presentato in precedenza, con cui chiedevamo di limitare i contratti a tempo determinato proprio. Con l'emendamento si chiede -appunto - di trasformare i contratti di lavoro con concorso pubblico - a tempo determinato, in tempo indeterminato. Per quelle persone che oggi lavorano per la Regione, ma con la spada di Damocle del termine del proprio contratto, credo sia utile, in coerenza con lo sforzo compiuto in passato.
Ritengo vi sia la volontà comune di risolvere la situazione attuale per quei lavoratori che pur lavorando nel nostro Ente vivono una situazione precaria, trasformando il contratto a tempo indeterminato. Significherebbe dare sicurezza a molte persone che vivono in una grande incertezza.
Credo che quindi sarebbe utile per tutti noi, all'interno della discussione che stiamo facendo sulla finanziaria, arrivare all'approvazione di un emendamento che potrebbe davvero cambiare il futuro e la vita di molte persone. Un'attenzione da parte nostra nei confronti di questo emendamento è estremamente importante: stiamo parlando del futuro e della vita di molte persone che lavorano per la Regione Piemonte con un contratto a tempo determinato.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Procediamo con le dichiarazioni di voto.
La parola all'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
La Giunta regionale ha da tempo un confronto aperto con le Organizzazioni sindacali, con un tavolo tecnico per individuare la procedura per arrivare ad una stabilizzazione a tempo indeterminato di 211 contratti a tempo determinato che nascono da un concorso pubblico della durata di tre anni. Da un punto di vista tecnico, gli Uffici mi hanno dato parere negativo sull'accoglimento di quest'emendamento proprio perch impegna la Giunta regionale: immettere in finanziaria l'avvio di un processo di trasformazione dei contratti di lavoro mentre è ancora in corso un confronto con le Organizzazioni sindacali sul metodo e sulla metodologia è perlomeno inopportuno.
Quindi, la Giunta chiede ai firmatari di ritirare l'emendamento e di trasformarlo in un ordine del giorno posto che il tema dei precari e la necessità di riconoscere professionalità che da anni operano nell'Ente (ci sono dei contratti che riguardano persone che operano nell'Ente da oltre dieci anni) è all'attenzione della Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Per dare la mia disponibilità anche a nome dei parecchi firmatari al momento non presenti in aula: diamo la disponibilità a ritirare l'emendamento trasformandolo in un ordine del giorno che sollecita la Giunta a realizzare. Quindi, lo presenteremo in coda all'approvazione della finanziaria.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 25 è ritirato dai proponenti.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 14 presentato dai Consiglieri Reschigna Muliere, Ronzani, Lepri, Motta Angela, Laus, Manica, Boeti, Pentenero Gariglio: all'articolo 5, comma 1, la lettera c) "attività relative all'evento Italia 150" è soppressa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Intervengo per dichiarare che ritiro l'emendamento n. 14.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 14 è ritirato dai proponenti.
Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il numero legale è 27.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 15 presentato dai Consiglieri Reschigna Muliere, Ronzani, Lepri, Motta Angela, Laus, Manica, Boeti, Pentenero Gariglio: all'articolo 6 del disegno di legge n. 72, comma 1, le parole "compatibilmente con l'esercizio delle funzioni loro assegnate" sono sostituite con le parole "fatto salvo il rispetto delle funzioni loro assegnate".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
L'articolo n. 6, che sostanzialmente consente flessibilità alle Amministrazioni provinciali nell'utilizzo delle risorse economiche trasferite dalla Regione, non è un elemento nuovo nell'ordinamento legislativo piemontese. È uno strumento già usato in alcune leggi finanziarie del passato. Con questo articolo si stabilisce che, a fronte di una diminuzione dei trasferimenti da parte della Regione nei confronti delle province, si consente alle province una flessibilità maggiore nell'utilizzo delle risorse trasferite dalla Regione.
Ci siamo permessi di presentare un emendamento alla fine del primo comma laddove, nel testo originario, la Giunta regionale immaginava che questa flessibilità nell'utilizzo delle risorse dovesse essere affrontata in compatibilità con l'esercizio delle funzioni loro assegnate.
Ci siamo permessi di sostituire le parole "compatibilmente con l'esercizio delle funzioni assegnate" con le parole "fatto salvo il rispetto delle funzioni loro assegnate", poiché vorremmo che intervenisse comunque un impegno da parte delle Amministrazioni provinciali a che non ci fosse un atteggiamento di abbandono rispetto ad alcune deleghe trasferite loro.
Quindi, "fatto salvo il rispetto delle funzioni loro assegnate" significa che non c'è rigidità nell'utilizzo delle risorse trasferite, ma un principio che deve tenere conto che quelle funzioni che sono state trasferite anche con minori risorse economiche devono essere esercitate da parte delle Amministrazioni provinciali.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale sull'emendamento.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Il ragionamento del Reschigna è già intervenuto in Commissione, durante la discussione che ha riguardato la finanziaria e il bilancio.
Noi partiamo da un presupposto: la situazione di bilancio nella quale versano molte province piemontesi è una situazione difficilissima.
Addirittura c'era stata una fase nella quale in Commissione si era anche affacciata la possibilità che la Regione si ponesse il problema - poi questo non è avvenuto, per fortuna - di ridurre gradualmente i trasferimenti in capo alle Province sulla base dell'assunto che noi eravamo una delle Regioni, in rapporto ad altre, che trasferivano una maggiore quantità di risorse.
Questa questione poi, per fortuna, è rientrata e oggi nel bilancio regionale trasferiamo le risorse degli anni precedenti.
Però c'è una questione, che riguarda la possibilità che le Province devono avere di gestire risorse trasferite per le competenze che devono esercitare con una maggiore flessibilità, per una serie di ragioni che non sto a riprendere e che erano già oggetto di provvedimenti assunti dall'Amministrazione regionale precedente. Su questa questione era stato istituito un tavolo che aveva consigliato al governo regionale di predisporre una serie di misure con le quali rendere meno rigido e più flessibile l'utilizzo delle risorse trasferite dalla Regione alle Province.
Noi, che pure condividiamo questo spirito e questa decisione, ci poniamo però un problema, che nulla toglie all'esigenza di garantire questa maggiore flessibilità, nel quadro di un utilizzo di quelle risorse che faccia salva la necessità di garantire un finanziamento delle competenze per le quali quelle risorse sono state trasferite.
Da questo punto di vista penso che il nostro emendamento possa essere accolto, perché non contraddice l'obiettivo che tutti insieme ci poniamo e condividiamo. Magari molte delle Province possono avere maggiori flessibilità, ma al tempo stesso richiama alle Province ad un utilizzo di queste risorse con quella flessibilità, fatto salvo però l'obiettivo di utilizzarle per le ragioni per le quali quelle risorse sono nate e trasferite.
Penso che il nostro emendamento possa e debba essere accolto con questo spirito. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Penso che l'Assessore Quaglia possa esaminare con qualche attenzione e anche tranquillità questo emendamento e valutare magari anche di poterlo accogliere, per una ragione molto semplice.
Innanzitutto non è un emendamento che modifichi il testo dell'articolato o lo stravolga in modo consistente, anzi a nostro avviso va maggiormente nella direzione di un'esplicitazione del concetto che l'articolo 6 sull'assegnazione di fondi per le situazioni di emergenza e di crisi alle Amministrazioni Provinciali e che le autorizza ad utilizzarli per il 2010 per fronteggiare situazioni di emergenza e di crisi, è migliorativo. Da un lato sostituendo, compatibilmente con l'esercizio delle funzioni a loro assegnate, con fatto salvo il rispetto delle funzioni a loro assegnate, dà e consegna e riconosce un ruolo fondamentale alle province dentro ad un processo di "federalismo" della finanza regionale che le vede come un soggetto autonomo, di rilievo all'interno delle funzioni, e non le vede semplicemente come soggetto passivo dell'erogazione di fondi e della possibilità di poterli utilizzare. Nello stesso tempo, le responsabilizza maggiormente, perché nel momento in cui si rende qualcuno più autonomo dal punto di vista dell'utilizzo della finanza, nello stesso tempo lo si carica anche di un ulteriore senso di responsabilità, che dovrebbe mettere tranquilla la Giunta dal punto di vista dell'utilizzo di questo finanziamento.
Devo poi dire che voi siete piuttosto interessati ai temi del federalismo e penso che siate interessati non solo quando il federalismo sia un argomento che da Roma scenda verso la Regione e verso Torino, ma anche quando da Torino arriva alle Province e ai Comuni, perché non c'è nessuna differenza tra un centralismo romano ed un centralismo piemontese.
L'elemento di federalismo è un elemento che deve pervadere tutte le Amministrazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
già stato illustrato questo emendamento. Compatibilmente con l'articolo presentato dalla Giunta, dove si dice che "i fondi regionali assegnati alle Province per l'anno 2010 per fronteggiare situazioni di emergenza e di crisi devono essere utilizzati compatibilmente con l'esercizio delle funzioni a loro assegnate", noi proponiamo questo emendamento sostitutivo: "fatto salvo il rispetto delle funzioni loro assegnate". Siamo in una situazione di difficoltà e di crisi, pertanto bisognerebbe superare le rigidità.
Quando abbiamo proposto in Parlamento di riuscire a fare in modo che i Comuni potessero sforare dal patto di stabilità, era una misura che intendevamo utilizzare in una situazione di difficoltà e di crisi.
Ora la proposta che facciamo va proprio in questa direzione. Siccome siamo in una situazione di difficoltà e di crisi, diciamo alle Province: utilizzate questi fondi, utilizzateli per fronteggiare la crisi, ma non con una rigidità come noi poniamo. Capisco, ma anche la nostra proposta va proprio in quella direzione.
Lo abbiamo fatto a livello generale in Parlamento, lo facciamo qui in Consiglio regionale, proprio perché in una situazione di difficoltà, il sistema degli Enti locali, i Comuni e le Province possano utilizzare i fondi, superando una certa rigidità, proprio per affrontare una situazione di difficoltà e di emergenza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti.



MACCANTI Elena, Assessore agli enti locali

Grazie, Presidente.
Credo che la ratio dell'emendamento sia condivisa e anche dalle parole dell'opposizione, mi pare di intuire che sia condivisa la necessità di dare alle Province la possibilità di superare questo momento di crisi.
La Giunta non ha alcun problema a recepire l'emendamento. Chiede soltanto che l'emendamento diventi: "fatto salvo l'esercizio delle funzioni loro assegnate" piuttosto che "il rispetto delle funzioni loro assegnate".
Credo che terminologicamente sia il completamento del quadro.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Apriamo la fase delle dichiarazioni di voto.
Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazione di voto, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), come modificato dal l'Assessore Maccanti.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, come emendato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

ARTICOLO 7 Emendamento rubricato n. 16 presentato dai Consiglieri Reschigna, Muliere Ronzani, Lepri, Motta Angela, Laus, Manica, Boeti, Pentenero, Gariglio: all'articolo 7 del disegno di legge n. 72, comma 1, dopo le parole "le necessarie modifiche," sono inserite le seguenti parole "senza variazioni tra UPB diverse".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

L'emendamento si inserisce sull'articolo 7 dove, sostanzialmente, si delega alla Giunta regionale il potere di apportare, con proprio atto, le necessarie modifiche al bilancio di previsione per l'anno 2011 relativamente ai programmi di cooperazione transfrontaliera.
Non siamo contrari a questo tipo di norma, anche perché consideriamo l'opportunità che ci sia una flessibilità, una non rigidità nella gestione delle risorse all'interno di programmi di questo tipo. I programmi di cooperazione transfrontaliera in questo momento consentono di concretizzare quello che riteniamo essere un punto imprescindibile nella costruzione di un futuro del Piemonte, che è quello di un Piemonte aperto.
Con l'emendamento presentato poniamo una questione: che la delega assegnata alla Giunta regionale, di apportare le necessarie modifiche al bilancio di previsione per l'anno 2011, non determini variazioni tra UPB diverse. Per quale ragione? Perché, a quel punto, verrebbe meno un altro principio che consideriamo fondamentale nella gestione del bilancio, che è quello di un ruolo forte da parte del Consiglio regionale nell'allocazione delle risorse.
All'interno di UPB compatibili tra di loro, cioè collegate a programmi comuni di cooperazione transfrontaliera, la necessaria flessibilità alla Giunta regionale la consideriamo un elemento accettabile dal nostro punto di vista.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa l'illustrazione generale.
Qualcuno chiede di intervenire sulla discussione generale? La parola all'Assessore Quaglia per il parere della Giunta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Il parere è negativo perché, da un punto di vista tecnico, tale emendamento serve alla Giunta per quanto riguarda i programmi, per cambiare le funzioni obiettivo rispetto ad una razionalizzazione ed evitare ritardi nell'attuazione di questo tipo di programmi.
Come mi stavano specificando gli Uffici non c'è una variazione tra UPB rispetto a questo, quindi il parere sull'emendamento è negativo.
Se c'è bisogno di un approfondimento in merito all'articolo, alla parte tecnica, sono a disposizione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Proteste del Consigliere Reschigna sulle modalità di votazione)



PRESIDENTE

Ripetiamo la votazione. Purtroppo l'analogico si è spento: riprendiamo la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Ricordo che il numero legale è 27.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 7, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Bresso, Stara Buquicchio, Cerutti, Artesio: Emendamento rubricato n. 4). Presentato dai Consiglieri Bresso, Stara Buquicchio, Cerutti, Artesio: "Art. 7 bis (Aliquota dell'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche IRPEF) 1. A partire dal 1° gennaio 2011 l'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche, di cui all'art. 50 c. 3 del D.Lgs 15 dicembre 1997 n. 446 (Istituzione dell'imposta regionale sulle attività produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dell'IRPEF e istituzione di un'addizionale regionale a tale imposta nonch riordino della disciplina dei tributi locali), è determinata applicando un'unica aliquota sull'intera base imponibile come di seguito specificato: a) aliquota dello 0,9 per cento sui redditi fino a 20.000,00 euro b) aliquota dell'1,2 per cento sui redditi superiori a 20.000,00 euro e fino a 30.000,00 euro c) aliquota dell'1,4 per cento sui redditi superiori a 30.000,00 euro.
2. Le aliquota sono applicate sul reddito complessivo percepito a decorrere dal 2011 e determinato ai fini IRPEF, al netto degli oneri deducibili riconosciuti ai fini di tale imposta".
Emendamento rubricato n. 4.1) presentato dai Consiglieri Bresso, Stara Buquicchio, Cerutti, Artesio: "Art. 7 ter (Imposta regionale sulle attività produttive) 1. A partire dal 1° gennaio 2011 l'imposta regionale sulle attività produttive, di cui all'art. 16 c. 3 del D.Lgs 15 dicembre 1997 n. 446 (Istituzione dell'imposta regionale sulle attività produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dell'IRPEF e istituzione di una addizionale regionale a tale imposta nonché riordino della disciplina dei tributi locali), è determinata applicando al valore della produzione netta della seguente categoria di soggetti l'aliquota a fianco indicata: Cooperative sociali 1,00%".
Emendamento rubricato n. 4.2) presentato dai Consiglieri Bresso, Stara Buquicchio, Cerutti, Artesio: "Art. 7 quater (Variazioni di importi della tassa automobilistica) 1. A decorrere dal 1° gennaio 2011 la tassa automobilistica regionale e quella di circolazione sono fissate: a) per autovetture e autoveicoli per il trasporto promiscuo con le seguenti caratteristiche Euro 0: per ogni Kw/CV aggiuntivo superiore ai 150 CV: in 7,50 Euro Euro1: per ogni Kw/CV aggiuntivo superiore ai 150 CV: in 7,35 Euro Euro2: per ogni Kw/CV aggiuntivo superiore ai 150 CV: in 7,20 Euro Euro 3: per ogni Kw/CV aggiuntivo superiore ai 150 CV: in 7,05 Euro Euro 4 ed Euro 5: per ogni Kw/CV aggiuntivo superiore ai 160 CV: in 6,80 Euro".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso per l'illustrazione.
Se c'è l'accordo della proponente propongo che si svolga un'unica illustrazione, per la quale i minuti a disposizione per intervenire sono complessivamente nove.



BRESSO Mercedes

Quest'emendamento è una piccola manovra finanziaria vera e propria perché prevede una modifica dell'aliquota in riduzione sull'addizionale IRPEF e un controbilanciamento di questa riduzione attraverso una modifica della tassa automobilistica, nonché una modifica modesta ma utile dell'IRAP. Quali sono gli obiettivi di queste proposte? Prima di tutto quello di mantenere un impegno che credo sarà stato chiesto anche alla Giunta attuale: in passato fu chiesto infatti con grande forza dalle Organizzazioni sindacali di allentare il peso della fiscalità complessiva sui redditi più bassi e di rendere anche l'aliquota regionale progressiva e non fissa, uguale per tutti. Una parte di quest'operazione fu fatta negli anni precedenti dalla nostra Giunta, ma la richiesta delle Organizzazioni sindacali sarebbe stata quella di andare avanti e quindi di rendere sempre più assimilabile all'imposizione sul reddito nazionale - che com'è noto è progressiva - anche l'addizionale regionale, che invece era fissa e che quindi modificava in senso regressivo l'imposizione.
La proposta in questo caso, che vale 78 milioni di euro, consisterebbe in questo: mantenere l'aliquota dello 0.9 sui redditi fino a 20.000 euro eliminando quindi totalmente quello 0.5 che la porterebbe all'1.4; portare l'aliquota a 1.2 sui redditi superiori a 20.000 euro e inferiori a 30.000 (quindi riducendola solo dello 0.2); applicare infine l'aliquota dell'1.4 sui redditi superiori a 30.000 euro. Globalmente, in questo modo, si interverrebbe sui redditi più bassi, che sono anche quelli che hanno subìto più pesantemente la crisi e che molto spesso si trovano in condizioni di non reggere più la situazione finanziaria difficile. Consentire una sia pur leggera riduzione sui redditi più bassi permettendo una piccola espansione dei consumi avrebbe, in un momento di difficoltà, anche un effetto positivo sull'economia. Questa è la nostra piccola fiscalità regionale: quando ci sarà il federalismo fiscale potremmo fare manovre più pesanti.
Il secondo punto, relativo all'emendamento 4.1, riguarda invece l'IRAP e comporterebbe una sua riduzione sulla categoria delle cooperative sociali: applicare quest'imposta in modo contenuto sulle cooperative sociali consentirebbe loro - tenuto conto che le cooperative sociali hanno subìto molto pesantemente i costi della crisi, anche perché sia la Regione stessa sia gli Enti locali hanno ridotto le disponibilità...



(Brusìo e commenti in aula)



PRESIDENTE

Non avete seguito all'inizio: scusi, Consigliera Bresso. La collega ha presentato un emendamento articolato: di fatto si tratta di tre emendamenti. Essendo la prima firmataria ha a disposizione tre minuti per ciascuno. Le avevo inizialmente dato sei minuti, ma il Consigliere Reschigna, che fa i calcoli meglio di me, ha precisato che ne aveva diritto a nove. Quest'illustrazione complessiva va nel senso di un'economia nella gestione dell'Aula. Mi scusi, Consigliera Bresso: continui.



BRESSO Mercedes

Dicevo che applicando un'aliquota dell'1% alle cooperative sociali si consente a questa categoria - che è anche quella che non ha licenziato, ma ha mantenuto l'occupazione costituendo uno dei pochissimi casi in cui di fronte alla crisi, invece di licenziare, un settore si è auto-imposto dei sacrifici per garantire il posto ai lavoratori - di avere un'aliquota ridotta di IRAP. Anche questa proposta raccoglie una domanda che credo sia stata posta un po' a tutti.
Il terzo punto, invece, riguarda la modalità di coprire almeno parzialmente questa precedente riduzione, essendo invece l'ulteriore quota coperta nelle nostre stime dal recupero dell'evasione fiscale, previsto ed iscritto nella Finanziaria nazionale; questo non può non avere ovviamente un aspetto positivo anche sull'addizionale regionale: essendo un'addizionale ad un'imposta nazionale, è evidente che il recupero dell'evasione comporta un corrispondente maggior introito per la Regione.
Una quota della copertura di questo articolo è dunque data dalla quota regionale del recupero nazionale iscritto nella finanziaria e una quota è data da un aumento della tassa automobilistica di circolazione regionale per le autovetture e gli autoveicoli con certe caratteristiche: sostanzialmente per gli euro 0 7.50 euro per ogni Kw/CV aggiuntivo ai 150 CV; per gli euro 1 7.35, per gli euro 2 7.20, per gli euro 3 7.05, per gli euro 4 ed euro 5 6.80 euro. Si tratta di un aumento piuttosto rilevante della tassa automobilistica regionale e di quella di circolazione commisurata tuttavia non solo alla dimensione e quindi alle auto di grossa cilindrata, ma con un carico maggiore per le auto di grossa cilindrata inquinanti e un po' minore per quelle di grossa cilindrata non inquinanti.
Questa, come ho detto, è una copertura parziale, perché una parte del recupero sarà garantito, invece, dal maggior gettito dell'IRPEF e, quindi della relativa addizionale regionale.
L'emendamento prevede, altresì, una stima dei maggiori gettiti, che dimostra come ci sia la copertura dei 78 milioni, che corrispondono alla riduzione dell'addizionale IRPEF e dell'IRAP per le cooperative sociali.
Essendo neutro questo intervento, mi pare che dia una risposta a questa forte domanda di progressività dell'addizionale regionale, e credo sia un dovere morale della Regione, pur nelle note difficoltà finanziarie, cercare di rispettare, mantenendo ovviamente l'equilibrio di bilancio attraverso altre misure che accentuino ulteriormente la progressività della nostra imposizione.



PRESIDENTE

Comunico che i colleghi Buquicchio, Stara, Cerutti e Artesio cofirmatari dell'emendamento, sono assenti dall'aula e pertanto consideriamo conclusa la fase dell'illustrazione.
Dichiaro aperto il dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Le questioni poste all'interno di questi tre emendamenti illustrati dalla Consigliera Bresso sono certamente rilevanti. La valutazione che esprimiamo come Gruppo rispetto ai tre emendamenti è senz'altro articolata.
Noi siamo d'accordo e sosterremo l'emendamento 4.1, che prevede una riduzione all'1% dell'aliquota IRAP sulle cooperative sociali, perch riconosciamo il ruolo rilevante che il mondo della cooperazione (in modo particolare le cooperative sociali), in una duplice valenza, riveste all'interno dell'economia piemontese, ma anche in relazione alla necessità di tenere alto il livello di coesione sociale nella nostra regione.
Consideriamo altrettanto importante l'intervento sull'addizionale regionale dell'IRPEF, anche se, sotto questo aspetto, immaginare una riduzione delle aliquote regionali, soprattutto sui redditi più alti riteniamo sia un aspetto che necessiti di ulteriori ragionamenti e possa certamente essere oggetto di confronto.
Siamo favorevoli, invece, all'incremento degli importi sulla tassa automobilistica, per due ragioni: innanzitutto non consideriamo realistico il gettito che viene ipotizzato. Oggi, soprattutto per le autovetture superiori a 150 cavalli/vapore, immaginare che ci siano ancora in circolazione molti euro 0, euro 1, ma anche euro 2, rispetto alla qualità e alla quantità del parco automobilistico in circolazione, mi sembra una valutazione che denoti qualche elemento di ragionevolezza.
In secondo luogo - su questo, magari, chiederemmo alla Giunta regionale o agli uffici del Consiglio regionale di prestare attenzione alle considerazioni che mi appresto a fare - chiederei un ulteriore approfondimento in tal senso: esiste un'autonomia impositiva da parte della Regione Piemonte tesa, sostanzialmente, ad un innalzamento, così come proposto nell'emendamento 4.2, degli importi della tassa automobilistica? Vi è la possibilità, da parte nostra, di operare e di incamerare all'interno del bilancio la totalità degli importi a seguito di queste variazioni? Prima di proseguire la discussione su questo punto, siccome è inutile ragionare senza avere elementi di fondatezza, chiederei gentilmente alla Presidenza del Consiglio o alla Giunta regionale - o a chi fosse nelle condizioni di potersi esprimere in tal senso - se sostanzialmente l'autonomia impositiva della Regione in materia di tassa automobilistica indipendentemente dalle opinioni politiche che ciascuno può esprimere renda fattibile un percorso di questo tipo.
Come ho detto, indipendentemente dalle valutazioni politiche che ciascun Gruppo potrà esprimere in relazione all'opportunità o meno di incrementare la tassa automobilistica, se poi il beneficiario di questo incremento non è la Regione, ma un terzo soggetto, rischiamo di determinare una situazione di conflittualità con il mondo degli automobilisti, senza ottenere l'effetto benefico di un concreto ritorno in termini di maggiori entrate all'interno del bilancio regionale.
Prima che altri colleghi del Gruppo possano intervenire in fase di discussione generale, sarebbe bene chiarire questo punto sull'emendamento 4.2. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Quaglia; ne ha facoltà.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

In merito alle questioni sollevate relativamente all'emendamento in oggetto, ho chiesto agli uffici una relazione tecnica, in particolare per quanto concerne la copertura di questo emendamento.
In riferimento alle considerazioni del Consigliere Reschigna sulla proposta di aumento della tassa automobilistica, vi leggerei la nota tecnica fornitami dagli uffici: "Alla luce delle ripetute sentenze della Corte Costituzionale, la norma pare palesemente incostituzionale, in quanto eccede il potere riconosciuto alle Regioni. Peraltro, in passato questa strada era già stata tentata in Piemonte, senza successo.
Inoltre, si parla di cavalli fiscali, che, nella norma fiscale italiana, non sono assolutamente previsti, in quanto si deve fare riferimento solo ai kilowattora. Se poi si volessero convertire i cavalli fiscali in kilowattora, significherebbe che nell'emendamento così come presentato, si andrebbero a colpire delle vetture di media cilindrata quelle considerate nella fasce per la famiglia media, (ad esempio le Golf).
Questo anche per circoscrivere la portata dell'emendamento.
Sempre per precisione, occorre ricordare che la differenziazione per euro, come la soprattassa per le vetture oltre i 100 kilowattora, competono solo allo Stato centrale, che ne incamera i benefici economici. Per cui tutti il maggior gettito derivante dal provvedimento, andrebbe incassato in questo momento dallo Stato centrale".
Avevo richiesto questo approfondimento tecnico perché al di là del fatto che annunciare una diminuzione delle aliquote credo faccia piacere a qualsiasi Amministrazione, il problema che rilevavo derivava soprattutto dalla copertura rispetto a questo emendamento.
Per quanto riguarda l'IRAP per le cooperative sociali e le Onlus, la Regione Piemonte, con legge regionale n. 2 del 2003, ha introdotto una riduzione dell'aliquota dell'IRAP per le cooperative sociali di un punto per l'anno 2004, portandola a 3.25%, di due punti a partire dall'anno 2005 portandola a 2.25%, fino all'anno 2007, e a 1.9% per l'anno 2008.
Su richiesta dell'Assessore Ferrero, che, evidentemente, su questo tema aveva già in mente di intervenire, ho fatto fare un approfondimento da parte degli uffici. Ne do comunicazione all'Aula perché l'eventuale introduzione dell'esenzione al pagamento dell'IRAP per le Onlus e le cooperative sociali, da quanto risulta dai dati forniti da SOGEI comporterebbe una perdita di gettito per l'Ente stimata circa 20 milioni di euro. Nel particolare, invece, l'emendamento che fa riferimento ad una parte, comporterebbe una entrata di minor gettito di circa 8 milioni.
Queste le ragioni del parere negativo della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Alla luce di quest'intervento, procediamo con la discussione o con la votazione. Per capire come organizzare i lavori...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Sospendiamo la discussione e l'aggiorniamo a domani mattina.


Argomento: Istituti di credito - Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 68 "Modalità di restituzione finanziamenti accordati dal sistema bancario a lavoratori dipendenti in condizioni di disagio economico e garantiti dal fondo speciale di garanzia di cui alla legge regionale n. 34 del 24/12/2009" presentato dal Consigliere Cursio


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 68, avente ad oggetto "Modalità di restituzione finanziamenti accordati dal sistema bancario a lavoratori dipendenti in condizioni di disagio economico e garantiti dal fondo speciale di garanzia di cui alla legge regionale n. 34 del 24/12/2009" presentato dal Consigliere Cursio. Ordine del giorno che diamo per illustrato perché ho sentito al telefono il Consigliere Cursio il quale ha riferito che non riesce ad arrivare in aula.
Ho spiegato al Consigliere Cursio che essendo collegato alla mozione n.
141 il suo ordine del giorno non poteva non essere messo in discussione e votazione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame mozione n. 141 "Crisi Agile ex Eutelia", presentato dai Consiglieri Ronzani, Leardi, Giovine, Carossa, Cattaneo, Bono, Biolè, Laus, Manica Pedrale, Boeti, Toselli


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 141.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Si tratta di una mozione che ricalca una serie di considerazioni emerse durante le audizioni: posso anche rinunciare ad illustrarla.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Giordano.



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico: industria, piccola e media impresa, artigianato

Grazie, Presidente.
Vorrei aggiornare i colleghi: questa mattina abbiamo avuto un incontro con le rappresentanze sindacali di AGILE Ex Eutelia a seguito del quale abbiamo inviato una lettera al Ministero dello Sviluppo economico per una convocazione urgente del Tavolo anche alla luce della sentenza del Tribunale di Roma, che ha giudicato antisindacale la cessione fra AGILE e Eutelia.
Qualche giorno fa, per chi non avesse seguito la vicenda, avevamo incontrato le rappresentanze sindacali per commentare il Piano industriale proposto dal Commissario. "Riscrivere insieme" il Piano industriale è più facile a dirsi che a farsi. Il Commissario si era dichiarato disponibile ad accogliere proposte migliorative, ma deve trattarsi - questo non possiamo dimenticarlo - di un piano realistico che non può andare incontro al sogno di vedere la situazione sanata; la situazione è molto difficile: deve fare i conti con le reali possibilità.
Detto questo, sull'ordine del giorno il parere è favorevole, tenendo presente che, come dicevo prima, riscrivere un piano industriale è più facile a dirsi che a farsi.
Per parte nostra, siamo sicuramente disponibili a farci parte attiva per veicolare delle proposte migliorative di questo piano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Solo per chiedere al primo firmatario Ronzani se era possibile apporre la nostra firma alla mozione.



RONZANI Wilmer

Scusi, Presidente.
Se altri colleghi intendono firmare, per quanto ci riguarda... Il tema è così drammatico e così serio che non rivendichiamo primogeniture. Anzi il nostro scopo era questo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Ronzani, primo firmatario della mozione, invita i Consiglieri che volessero apporre la firma ad avvicinarsi ai banchi della Presidenza.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Accogliendo l'invito del Consigliere Ronzani, per mettere a verbale che appongo anch'io la firma alla mozione in oggetto.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste di intervento, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 68.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 68, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: in data 22/12/2009 il Consiglio regionale a maggioranza approvava l'ordine del giorno n. 1388 con il quale impegnava la Giunta regionale ad adottare le iniziative ivi definite a favore dei lavoratori dipendenti di AGILE EUTELIA e PHONEMEDIA con Legge Regionale n. 34 del 24/12/2009 (B.U. 28 dicembre 2009, n. 51) veniva istituito il "Fondo speciale di garanzia a sostegno dei lavoratori dipendenti in condizioni di disagio economico" per far fronte alle conseguenze sociali della crisi che in Piemonte investe il sistema delle imprese e sostenere quei lavoratori che non abbiano percepito la retribuzione pari o superiore a tre mesi di stipendio in data 30/12/2009 la Giunta regionale adottava il conseguente regolamento attuativo con delibera n. 81-13021 nella quale FINPIEMONTE SpA (Società in house alla Regione, istituita con legge regionale 26/07/2007 n. 17) veniva individuato quale soggetto gestore del suddetto Fondo Speciale di garanzia.
considerato che: i finanziamenti concessi dalle banche aderenti, per un ammontare massimo per singolo richiedente pari ad E 2.500,00, risultano essere garantiti da fideiussione incondizionata ed irrevocabile per un importo pari al 100 dell'importo erogato rilasciata da FINPIEMONTE i finanziamenti accordati devono essere restituiti alla Banca concedente da parte dei lavoratori beneficiari entro e non oltre 12 mesi dalla concessione.
posto che: chiuso il bando risultano esser state presentate 536 domande per un totale di oltre un milione di euro di finanziamenti accordati dal sistema bancario e garantiti dal "Fondo speciale di garanzia" a beneficiare del fondo risultano esser soprattutto i lavoratori novaresi (189 domande per 390.000,00 euro garantiti) e torinesi (121 domande per un totale di quasi 300.000,00 euro garantiti), quasi tutti dipendenti di RAF PHONEMEDIA ed AGILE - EUTELIA la cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale, ai sensi e per gli effetti di cui al decreto emesso dal Ministero del Lavoro in data 20/04/2010, scadrà per i dipendenti di RAF-PHONEMEDIA ed AGILE-EUTELIA in data 15/02/2011 i lavoratori dipendenti, in particolare quelli di RAF-PHONEMEDIA ed AGILE EUTELA, che hanno usufruito dei finanziamenti concessi dalle banche aderenti e garantiti dal "Fondo speciale di garanzia" ben difficilmente saranno in grado alla scadenza di rimborsarli con conseguente escussione ed incameramento delle garanzie rilasciate da FINPIEMONTE.
rilevato che: si rende necessario individuare delle possibili modalità di rimborso dei finanziamenti accordati che, da un lato, non aggravino ulteriormente le condizioni di disagio economico in lavoratori già duramente provati dalla perdita del posto di lavoro e, dall'altro, permettano alla Regione di contenere le perdite derivanti dall'escussione ed incameramento delle fideiussioni rilasciate da FINPIEMONTE in caso di insolvenza del debitore principale una di tali modalità di rimborso può essere rappresentata nel consentire a tali lavoratori - là dove sussistano le condizioni previste dalle norme vigenti - di prestare la propria opera nelle operazioni di riconteggio delle schede elettorali riferite alle elezioni amministrative regionali dello scorso marzo 2010 disposto dal Tribunale Regionale Amministrativo impegna la Giunta regionale ad individuare condizioni, forme e modalità di rimborso dei finanziamenti accordati dalle Banche aderenti a lavoratori dipendenti in condizioni di disagio economico garantiti dal Fondo speciale di garanzia tali da non aggravare ulteriormente le condizioni economiche di detti lavoratori consentendo agli stessi, in particolare, di poter rimborsare i finanziamenti accordati mediante la prestazione della propria opera, in forza di specifici accordi e/o convenzioni con le Autorità e gli Organismi competenti, nelle operazioni di riconteggio delle schede elettorali riferite alle elezioni amministrative regionali dello scorso marzo 2010 disposto dal Tribunale Regionale Amministrativo".
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla mozione n. 141, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che in data 13 settembre 2010, in un incontro presso il Ministero dello Sviluppo economico, il Ministro Romani si era impegnato a sbloccare il fondo di garanzia e "verificare la possibilità di partecipare ai bandi pubblici" per Agile e aveva, inoltre, prospettato "la messa in piedi di un tavolo tecnico" che, si era detto, avrebbe dovuto produrre risultati nel giro di due settimane, ma nulla è stato più fatto per risolvere la situazione gravissima dei lavoratori ai sensi del combinato disposto degli articoli 27 e 54 ss. del Decreto legislativo 270/99, Agile Srl in Amministrazione Straordinaria ha presentato il "Programma di cessione" durante un incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico, tenutosi giovedì 11 novembre 2010 il Piano esposto, che è stato giudicato assolutamente insufficiente dalle OO.SS. e dal Coordinamento sindacale, risente della mancanza della maggior parte delle iniziative annunciate dal Governo e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che dovevano servire a sostenere la possibilità di rilancio e di ripresa delle attività aziendali e, quindi, dell'occupazione a seguito dell'incontro dell'11 novembre scorso nulla è stato comunicato ai lavoratori Agile ex Eutelia, non è stato presentato alcun piano industriale, non si prevede alcun ritorno alla normale attività per lavoratori esperti nel settore dell' IT e delle TLC, quei settori che dovrebbero rappresentare l'ossatura per la realizzazione della banda larga non fornendo alcuna prospettiva di rilancio delle aziende del Gruppo e di reimpiego dei lavoratori impegna il Presidente della Giunta regionale e gli Assessori competenti per materia ad intervenire presso il Ministero dello Sviluppo Economico per sollecitarlo a mantenere gli impegni presi, nel corso degli incontri con rappresentanze sindacali e commissari straordinari del Gruppo, a sostegno dei lavoratori e del rilancio di Agile a convocare gli amministratori straordinari del Gruppo Agile al fine di riscrivere, insieme a tutte le parti interessate, un Piano industriale finalizzato a risolvere una crisi industriale ed occupazionale che rischia di aggravare la situazione economica, già compromessa, della nostra regione." Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Ricordo che domani, martedì 21 dicembre, è convocata alle ore 9.30 la I Commissione, alle ore 11.00 la II Commissione.
Ricordo che alle ore 13.00 è previsto in Sala Viglione l'incontro con i comitato dei pendolari; alle ore 14.30 ci sarà il "question time"; alle ore 15.00 fino alle ore 19.30 il Consiglio regionale, e alle ore 20.30 la seduta serale.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 19.10)



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