Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.53 del 15/12/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



(Alle ore 16.00 il Vicepresidente Molinari comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.30)



(La seduta ha inizio alle ore 16.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cattaneo, Cota, De Magistris Gregorio, Motta Massimiliano, Comba, Leo, Tentoni e Cantore.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 72, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2011"

Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame disegno di legge n. 73, inerente a "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2011-2013"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 72 e del disegno di legge n. 73, di cui al punto 4) e al punto 5) all'o.d.g., ancora in fase di discussione generale unica.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Se fossi intervenuto questa mattina, avrei voluto rivolgere al Presidente Cota una riflessione di carattere politico. Il bilancio è anche un momento di confronto politico, non può essere soltanto un confronto sulle cifre, anche se dietro ci dovrebbe essere una politica.
Avrei voluto dire al Presidente Cota quanto segue. Ho sentito una sua affermazione, in una delle sue tante apparizioni televisive, in modo specifico a Porta a Porta, dire che in Regione Piemonte, dove è Presidente non trova un'opposizione, pur volendolo, con cui discutere. Questo è quello che ha detto il Presidente Cota. Probabilmente, poiché il Presidente frequenta poco i lavori del Consiglio regionale, forse non si è accorto che invece c'è un'opposizione molto disponibile al confronto. Tanto è vero che più volte, da questa parte, si è chiesto un confronto con il Presidente, ma questo confronto non è arrivato.
La nostra opposizione non è stata strumentale, lo abbiamo dimostrato in due occasioni, in modo particolare: sul pacchetto lavoro e sul provvedimento sulla competitività. Non c'è stata un'opposizione chiusa al confronto, anzi, lo abbiamo dimostrato in tutta questa fase di confronto sul bilancio. Un'opposizione non chiusa in Commissione, anzi, questa è stata un'opposizione disponibile al dialogo. Forse, in alcune occasioni fin troppo.
Vorrei ricordare a tutti, anche se non ce n'è bisogno, ma è bene farlo ogni tanto, che abbiamo discusso per due mesi in Commissione di cifre irreali quando gli Assessori venivano a presentarci i loro desiderata. Per due mesi abbiamo discusso di questo e non del bilancio reale di previsione per il 2011. A tale proposito vorrei anche ricordare al collega Marinello che ho seguito attentamente nel suo intervento questa mattina, come ho seguito l'intervento del Consigliere Vignale: arriveremo all'approvazione del bilancio entro la fine dell'anno perché abbiamo modificato il Regolamento. Questa metodologia, che forse viene sottovalutata, ma vorrei ricordare che per tantissimi anni, alla fine dell'anno, si approvava l'esercizio provvisorio e non il bilancio. Tranne un paio di volte. Due anni fa abbiamo approvato il bilancio entro la fine dell'anno perché tutti quanti abbiamo valutato che c'era una situazione di crisi. Anche grazie all'opposizione di allora, abbiamo approvato il bilancio entro la fine dell'anno. Approvare il bilancio entro il 31 dicembre, come è stato detto è un valore per il Piemonte, un valore per tutti quelli che aspettano una risposta da parte della Regione. Stiamo facendo un atto molto importante quello di approvare il bilancio entro la fine dell'anno.
Vorrei anche dire al Consigliere Marinello, dopo aver fatto questa riflessione, che l'orchestrina che suona c'è, ma siete voi i suonatori, non noi. Siete voi che state governando il Piemonte, non siamo noi che suoniamo nell'orchestra. Noi svolgiamo il nostro ruolo di opposizione. Vorrei anche dire che ci siamo accorti di come sta andando il Paese, ma vorrei anche dire al Consigliere Marinello che su nove anni avete governato per sette anni questo Paese. Ed è vero quello che lui ha detto: per esempio, c'è una pubblica amministrazione che deve cambiare e occorre fare riforme importanti in questo Paese. Un Paese che non cresce dal punto di vista economico, un Paese dove aumenta il debito pubblico, dove non cresce la produttività. Sono tutte questioni sulle quali bisogna intervenire.
Il Paese ha bisogno di profonde riforme, ma da sette anni state governando voi, se non adesso quando le farete queste riforme, a parte il fatto oche adesso mi sembra un po' più difficile, visti i numeri che ci sono in Parlamento. Ecco perché penso che noi non siamo quelli che vogliono distruggere, ma costruire. Noi non vogliamo distruggere il saloon mentre l'orchestra suona, siamo quelli che, attraverso gli emendamenti che presenteremo nei prossimi giorni, dimostreremo che abbiamo una visione diversa dalla vostra, ma non siamo certi quelli che il Consigliere Vignale denunciava rigoristi in una stanza, ma che poi fanno il "partito della spesa". Non siamo certo noi il partito della spesa, non presenteremo emendamenti che vanno nella direzione di aumentare il debito o aumentare la spesa, non saremmo certo noi che faremo questo nella discussione dei prossimi giorni.
La manovra - lo hanno detto anche altri colleghi - che avete presentato sicuramente tiene conto delle difficoltà generali che ci sono, lo abbiamo detto più volte. Ricordo il primo intervento, nei pochi che ha fatto, del Presidente Cota in aula quando disse: "Saremo quelli che interverranno per eliminare gli sprechi e non aumenteranno il debito della Regione".
Dopodiché c'è stata la manovra Tremonti, tutte cose vere, ma siccome abbiamo ricordato più volte che non c'è la parola "sprechi" nel bilancio gli sprechi vanno trovati. Noi non abbiamo visto una manovra in questa direzione.
Mi chiedo qual è l'obiettivo politico di questo bilancio, ci deve essere pur un segno politico che vuole lasciare un'amministrazione quando presenta un bilancio di previsione, in particolare modo il primo bilancio di previsione. Il primo bilancio di previsione è quello che dà il segno politico. Se bisogna cambiare le cose, lo dico nuovamente - mi è utile fare riferimento all'intervento del Consigliere Marinello perché per ora, oltre a questo e a quello del Consigliere Vignale, non ne abbiamo sentiti altri qual è il segno del fatto che c'è una maggioranza che si rende conto che ci sono molte cose che vanno cambiate? Non ci siamo accorti del fatto che con questo bilancio di previsione si mette in campo una politica di cambiamento su alcune grandi questioni. Non ce ne siamo proprio accorti. Diteci se è così, ma non mi pare: non ci pare di aver colto, in questo bilancio di previsione, alcun tentativo di cambiare alcune cose che pur vanno cambiate nella nostra Regione.
Relativamente al "partito della spesa", vorrei fare un riferimento alla proposta di legge finanziaria che avete presentato. Ne abbiamo discusso in Commissione e abbiamo chiesto una riflessione da parte vostra. Non c'è stata disponibilità - spero ce ne sia in Aula - a modificare quell'articolo della legge finanziaria che parla della legge 18, legge che finanzia l'attività dei piccoli Comuni, per quanto riguarda rifacimento strade e illuminazione pubblica. A proposito di aumentare il debito pubblico, si tratta di una proposta che va in quella direzione, perché volete costringere i piccoli Comuni, se vogliono ricevere soldi dalla Regione Piemonte, ad accendere mutui. Non è un incentivo all'indebitamento, ma a parte questo, i piccoli Comuni non ce la fanno ad accendere altri mutui perché sono in difficoltà. È per questo motivo che vi abbiamo invitatati a riflettere e a modificare quell'articolo della legge finanziaria.
Ho fatto un esempio. Mi auguro ci sia la disponibilità, da parte vostra, ad ascoltare la minoranza e le proposte che farà, per arrivare all'approvazione di questo bilancio.
Se approveremo certamente il bilancio entro il 31 dicembre è perch abbiamo voluto una modifica del Regolamento in tal senso, però è chiaro che se ci sarà una vostra disponibilità a discutere, a confrontarci in Aula e a raccogliere alcune nostre proposte di modifica del bilancio e della legge finanziaria, sarà utile per il Piemonte e sarà più lineare il percorso che ci porterà all'approvazione del bilancio di previsione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dell'Utri; ne ha facoltà.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
Innanzitutto una premessa in merito l'utilità, come è stato accennato dal collega Muliere, dell'approvazione del bilancio entro il 31 dicembre.
Nel bene o nel male, ne uscirà un bilancio caratterizzato da tagli molto rilevanti, ma perlomeno i destinatari dei finanziamenti e dei tagli saranno in grado di sapere, sin dall'inizio dell'anno, dove andranno a parare e, di conseguenza, non vivranno di speranze mancate, ma, quanto meno, avranno la certezza di entrate o di non entrate e, quindi, regolare la loro gestione.
Vorrei fare una breve premessa sul metodo che è stato usato per portare il bilancio in Aula nei mesi passati. Dal momento che è stato accennato in più occasioni, tanto dal Capogruppo della Lega quanto dal Capogruppo del PdL, che si trattava di un metodo innovativo, probabilmente, essendo innovazione, come tale la novità ha portato scompiglio all'interno delle stesse file della maggioranza. Devo anche dire che le Commissioni di merito, nei quali singoli Assessori sono intervenuti, perlomeno all'inizio sono state abbastanza curiose, perché ci siamo sovente trovati Assessori che si presentavano con bilanci consolidati del 2009, o con i desiderata per il 2011, alcuni dei quali erano davvero verosimili (mi viene in mente l'Assessore Coppola che voleva 140 milioni di euro); oppure, terza possibilità, c'erano elenchi un po' più verosimili, dove c'era una lista parziale delle cose fattibili e di quelle già dichiarate assolutamente infattibili, con fotocopie distribuite tra i Consiglieri, per poi, in realtà, giungere alla definizione autentica delle disposizioni economiche per ciascun Assessore solamente in I Commissione, quando abbiamo dovuto audire nuovamente tutti gli Assessori.
Mi auguro, quindi, che dal prossimo anno questo metodo originale senza dubbio fortemente innovativo - venga messo a regime in maniera tale che sin dall'inizio non ci sia un fondino da dividere, per cui ci si deve sbranare per due mesi, ma che sin dall'inizio ciascun Assessore sappia di quanto disponga, per poterlo poi presentare al Consiglio, in modo da fare una valutazione sensata.
Giungo al corpo dell'intervento. Mi baso solamente su alcuni fatti oggettivi: la spesa corrente, il livello di indebitamento e la diminuzione degli introiti.
Sulla spesa corrente abbiamo un'ipotesi, per il 2011, di 10 milioni in meno rispetto al 2010 consolidato. Di conseguenza, vi è un sostanziale pareggio e mantenimento dei valori precedenti che, se da una parte è un elemento positivo perché la spesa corrente non incrementa, è anche vero che non diminuisce tanto quanto è stato da sempre dichiarato, come volontà di ridurre in modo consistente le spese correnti. È anche vero - aspetto che non è stato sottolineato - che l'aumento dell'inflazione del 2 o 3 attualmente fa sì che questo fattore l'abbia ammortizzato e quindi è positivo il fatto che non vi sia stato un aumento in questo senso.
Negativo è invece l'indebitamento che ha un crescendo progressivo da 5,7 a 7. È vero, ha ragione il Consigliere Vignale: io non c'ero, ma suppongo che, in base ad una storia competente, il collega presenta dei dati esatti. L'interpretazione è di ciascuno, però i dati che lui riporta sono corretti, di conseguenza è una storia pregressa e vecchia. Tutto vero però il dato attuale è che oggi l'indebitamento, per il prossimo anno cresce e con l'indebitamento cresce la rigidità dell'esposizione della Regione, poiché gli interessi passivi, che sono la terza voce di spesa della Regione, cresceranno proporzionalmente, irrigidendo quel piccolo margine rimasto di gestione per i singoli Assessorati.
Il terzo elemento è la diminuzione degli introiti, delle entrate e dei trasferimenti da parte dello Stato e da altre realtà come l'Europa. Questo è un vero dato preoccupante.
Quest'anno sono stati presi 500 milioni di euro direttamente dallo Stato, ma il mio timore è che sia solo l'inizio di un processo che continuerà nei prossimi anni. Non voglio fare a tutti i costi l'uccello del malaugurio, ma i dati dicono che i Comuni negli anni passati, in particolare nei quattro anni passati, hanno subito sistematiche e drastiche riduzioni. Adesso è il turno delle Regioni. Ma se ci sono botte di 500 milioni all'anno, nei prossimi quattro anni saranno complessivamente due miliardi di euro; questo vuol dire che rimarrà solamente lo spazio operativo per la sanità e per i trasporti, e tutto il resto verrà considerato come un surplus che, progressivamente, verrà tagliato.
Di conseguenza, ciò che mi preoccupa particolarmente è proprio la prospettiva futura, perché per ora i conti vanno bene e sono salvaguardati nell'immeditato, come si è detto, su più tematiche. Vi è stata, infatti una gestione di buonsenso, ma buonsenso vuol dire che le risorse a disposizione della sanità sono oggettivamente diminuite, anche se non si sa esattamente né come né dove. Ci sarà una progressiva riduzione delle possibilità per le fasce più deboli e questo è un dato di fatto, anche se non siamo ancora in grado, nel dettaglio, di capire dove verranno fatti i sistematici tagli; però, essendo la sanità la prima voce di spesa della Regione, i tagli sono stati contenuti.
In secondo luogo, la seconda voce di spesa sono i trasporti, che invece avranno un incremento fisiologico a causa degli accordi fatti con le FS giusto in questi giorni, a scapito della possibilità di allargare ad altri soggetti privati con i quali probabilmente i risparmi sarebbero stati diversi, però qui ci può stare, se vale la logica di voler mantenere una serie di realtà locali.
Infine, il terzo elemento sono gli interessi passivi. A fronte del fatto che, come è stato detto in precedenza, il debito dello Stato italiano è aumentato, ma il debito delle Regioni e dei Comuni è diminuito, a fronte di un maggior carico di debiti statali nei confronti delle Regioni ci troveremo ad avere minori trasferimenti nel futuro, quindi è il futuro che mi preoccupa particolarmente: maggiore indebitamento, maggiori interessi passivi con l'aumento del debito e minori entrate fa sì che da qui a qualche anno la Regione si troverà veramente con pochissimi autentici margini operativi, se non vincolati.
Ciò che lamento, quindi, è il fatto che non vi sia una prospettiva a medio termine. Certo, ci possono essere elementi oggettivamente carenti perché da qualche parte si è tagliato, in maniera anche drastica e gravosa.
Tuttavia, quello che mi preoccupa particolarmente del bilancio di quest'anno è la prospettiva futura, che mi sembra non essere stata considerata. Teniamo sempre presente che se la difesa delle opzioni finanziarie del Piemonte corrisponde alle affermazioni fatte dal Presidente Cota pochi mesi fa nella Conferenza dei Presidenti, diventa difficile non pensare che altre ipotesi draconiane di tagli di questo tipo non si abbattano su di noi anche il prossimo anno. Di conseguenza, la vedo difficile, proprio in una dimensione di prospettiva e di continuità di un bilancio gestibile e non inchiodato a limiti finanziari sempre più stringenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta Marco; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Partirei proprio da un'osservazione che hanno già fatto altri colleghi che mi sembra di grande importanza: grazie all'attività della Giunta, ma anche delle Commissioni consiliari competenti e, quindi, del Consiglio tutto, questo bilancio verrà votato entro il 31 dicembre. Non è un dato di poco conto.
Con l'aiuto degli uffici, ho svolto una piccola indagine: dal primo bilancio della Regione ad oggi, ossia dal 1972 al 2010 (parliamo di un lasso di tempo piuttosto elevato, di ben 38 anni!) solo 12 volte la Regione Piemonte non è andata in esercizio provvisorio. In realtà, per 11 volte la Regione non lo ha fatto pur avendo approvato il bilancio non entro il 31 dicembre, ma entro il 31 gennaio. Le uniche due volte in cui la Regione non è andata in esercizio provvisorio approvando il bilancio entro il termine stabilito del 31 dicembre sono state nel 2008, quindi sulla finanziaria del 2009, grazie a quel concerto che anche il collega Muliere ricordava, e poi quest'anno. Certo questo dipende dal nuovo Regolamento consiliare, ma anche da una chiara volontà politica di dare la possibilità alla nostra Regione di iniziare la sua attività e la sua programmazione immediatamente, ossia dal 1° gennaio, garantendo agli Assessorati di disporre del bilancio, dei finanziamenti e delle risorse per avviare le attività previste fin dal 1 gennaio del 2011.
Questo, naturalmente, non solo comporterà degli effetti positivi e benefici su tutte le attività delle Regioni e, a cascata, di tutti quei soggetti che godono delle risorse regionali, ma avrà un effetto benefico anche sugli impegni successivi della Regione, cioè, evidentemente, sulle eventuali variazioni di bilancio che saranno basate su problemi ed esigenze reali e sull'assestamento del bilancio, che - non dimentichiamocene! - con la sola eccezione dello scorso anno, molto spesso veniva approvato ad ottobre o a novembre, quasi impedendo gli impegni di spesa dovuti entro il 30 novembre proprio per l'avanzamento degli assestamenti.
Vorrei, quindi, spendere qualche parola in più per sottolineare ancora l'importanza di un bilancio che, anche in virtù del nuovo Regolamento, ma anche di una volontà politica forte, verrà votato entro il 31/12.
L'esemplarità di questo voto, fatto nei modi e nei tempi di legge potrà estendersi, a mio avviso, anche a molte realtà locali; ritengo infatti, che anche molti Comuni o molte Province prenderanno esempio dalla Regione ed approveranno i bilanci entro il 31/12.
In questi primi due giorni di discussione sul bilancio mi sembra che si possa evidenziare un primo dato politico.
Ho ascoltato ieri le relazioni sul bilancio e sulla legge finanziaria e dalle stesse emerge un dato politico che non è di poco conto. È stata svolta una relazione di maggioranza e due relazioni di minoranza, una da parte del partito di "minoranza relativa", se vogliamo chiamarla così l'altra da una nuova aggregazione politica.
Forse qualcuno non se n'è reso conto, ma ieri il collega Stara ha prodotto una relazione di minoranza a nome e per conto di una serie di Gruppi - Italia dei Valori, Per la Federazione - Sinistra Europea Moderati, Sinistra Ecologia Libertà con Vendola, Insieme per Bresso e Uniti per Bresso - che, evidentemente, hanno trovato, sotto la sapiente egida politica della ex Presidente Bresso, una comunione di intenti, costituendo di fatto, un secondo polo all'interno della minoranza.
Non è un fatto politicamente insignificante, perché se la Presidente designata in particolare dal Partito Democratico oggi si pone come punto di riferimento di un polo che, fosse anche soltanto per la plastica rappresentazione che ha (in gran parte seduta in prima fila, quella prima fila che era la prima fila della sinistra radicale), effettua un'aggregazione politica che si sostanzia in maniera così forte da poter...



(Commenti del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

Non gesticoli, collega Ronzani!



BOTTA Marco

Poi lo vedremo. Intanto la cosa è successa e dimostra che questa minoranza forse così unita non è. Ma tant'è. Questo è un fatto politico che ho voluto rimarcare alle intelligenze, certamente superiori alla mia presenti in questo Consiglio.
Tornando al bilancio e volendo ancora sottolineare qualche elemento, è chiaro che si tratta di un bilancio legato si tratta di un bilancio legato ad un contesto politico, economico, sociale, nazionale ed internazionale molto diverso rispetto al passato.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Invito i colleghi a fare silenzio e a lasciar terminare il collega Botta.



BOTTA Marco

Dicevo, si tratta di un bilancio legato ad un contesto politico economico, sociale, nazionale ed internazionale molto diverso da quelli degli anni passati. È un bilancio sicuramente caratterizzato da un messaggio chiaro (lo ha ricordato, peraltro, anche il collega Vignale): un bilancio che registra - un miliardo di euro rispetto al bilancio precedente non può che essere inteso come un percorso verso la strada del rigore; un bilancio che, da un lato, mantiene gli impegni su grandi tematiche - la sanità, i servizi sociali, il lavoro e il trasporto pubblico, insomma le questioni essenziali di pertinenza regionale - e, dall'altro, tende ad individuare quei famosi "sprechi", mettendo in pratica quell'azione per cui la Giunta Cota è nata, per cui il PdL e la Lega hanno vinto le elezioni per cui sono stati ottenuti i voti dei piemontesi.
Del resto, i risultati di questa azione politica incominciano già a vedersi: pensate, ad esempio, ad alcune iniziative intraprese nel campo del lavoro e del mondo produttivo; pensate, ancora, ai risultati eclatanti di alcuni bandi relativi, ad esempio, alla trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato. Il fatto che in un'unica giornata siano pervenute migliaia di domande che consentiranno ad altrettanti piemontesi di passare da uno stato di lavoro a tempo determinato ad uno a tempo indeterminato testimoniano che la via intrapresa, pur nelle difficoltà e nella limitatezza delle risorse, è quella giusta.
Certo non dimentichiamo che ci troviamo di fronte ad un bilancio che per l'80% delle cifre in esso apposte, è ingessato, perch sostanzialmente, non può assumere decisioni diverse da quelle previste.
Riteniamo anche che, alla luce, soprattutto, di quel federalismo fiscale che arriverà nei prossimi anni anche in Regione Piemonte...



(Commenti della Consigliera Bresso)



BOTTA Marco

Arriverà con i tempi che ci vorranno.
Sulla base anche di quel federalismo fiscale, che darà agli amministratori regionali responsabili la possibilità di diminuire questa rigidità, questo bilancio potrà trovare anche la forza per dispiegare nuove politiche legate maggiormente alle necessità dei piemontesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Botta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Mi rivolgo all'Assessore e al Presidente Cota - che è assente, non so se gli fischieranno le orecchie o se questo è un suo problema - ma anche all'amico Marco Botta, non per entrare nel merito del contraddittorio della difesa d'ufficio che poc'anzi ha dovuto fare, solo per dirgli che se le opposizioni si articolano e si organizzano così come meglio ritengono di fare non è un problema delle opposizioni, bensì della maggioranza.
Sappiamo tutti che il bilancio per l'anno 2011 e il bilancio di previsione per gli anni 2011 e 2013 sono i primi documenti di programmazione che questa Giunta si appresta a varare.
Prima di entrare nel merito, era mia intenzione svolgere una considerazione in termini di premessa, affinché se ne comprendano le origini. In generale, non possiamo discutere di bilancio senza tenere conto delle forme di sintesi contabile derivanti dalle necessità in base alle quali gli stessi bilanci vengono redatti.
Il termine "bilancio" - che è molto generico già di per sé - è un'espressione troppo generale se non si specificano le linee direttrici che guidano le ipotesi di gestione. In linea teorica, nel termine bilancio è incluso, anche in taluni casi previsionali, il concetto di stima del risultato, quindi di rendiconto necessariamente conseguente nel tempo.
Perciò, il grado d'efficienza previsionale è ancora più vincolante per un ente pubblico; in questo caso, la titolarità di valutazione spetta al cittadino.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Buquicchio.
Il collega ha diritto di parlare, pertanto vi prego di sedervi e di fare silenzio, consentendogli così di terminare l'intervento. Grazie.



BUQUICCHIO Andrea

La ringrazio, Presidente, deve capire che i Consiglieri sono stanchi e purtroppo, non sanno che dovranno fermarsi anche nelle notti che verranno.
In ogni caso, nelle scelte e nei criteri di stima, mai si potrà prescindere - è vero - dalle finalità del bilancio e dalle particolari priorità dell'ente regionale. Molti insigni studiosi della materia ritengono che lo scopo del bilancio pubblico sia quello di costituire una base di riferimento per raggiungere un equilibrio tra le varie finalità e gli obiettivi nell'amministrazione della cosa pubblica, che è l'oggetto del bilancio stesso; mentre l'organo di governo risulta lo strumento per la realizzazione delle pubbliche finalità. Perciò, esistono tanti modelli teorici di bilancio quanti sono i raggruppamenti degli obiettivi, anche diversi, purché compatibili; ferma restando la valutazione e la verifica di una reale fattibilità sul piano delle applicazioni.
Assessore, lo ripeto: fattibilità sul piano delle applicazioni, dove il fine unico è l'amministrazione della cosa pubblica, mentre la pluralità equilibrata degli obiettivi è il vero scopo del bilancio quale strumento di programmazione finanziaria.
Ciò detto, ritengo che, proprio per tali ragioni, possa essere consentito sottolineare un aspetto attinente considerazioni d'ordine metodologico: l'assoluta volontà di non condividere e rendere partecipe il Consiglio di tutte le scelte che questa Giunta ha portato avanti dalla presentazione del bilancio - 30 settembre 2010 - in avanti.
Ad asseverare quanto appena detto è sufficiente leggere le dichiarazioni dei vari enti invitati a partecipare, in Commissione, al dibattito per la costruzione del bilancio. Tutte - dico tutte, ce ne fosse una che non lo ha detto! - lamentano la mancanza di tempo e di dialogo.
Insomma, questo deve essere un elemento su cui riflettere, o no? Per quanto riguarda gli aspetti formali di questo bilancio, non si pu non sottolineare - come ha fatto ieri, in rappresentanza dei sei Gruppi per cui è intervenuto, il Consigliere Stara - come questa Giunta abbia portato il livello d'indebitamento a livelli preoccupanti: noi siamo preoccupati voi non lo so.
Non erano questi i patti che il Presidente Cota aveva assunto con gli elettori in campagna elettorale, voi lo sapete bene. Ricordo le insistenti voci riguardo all'applicazione dei costi standard nell'ambito della sanità in sostituzione dei costi storici. Ebbene, di tutto ciò non c'è alcuna traccia nel Piano di rientro della sanità regionale approvato nel luglio 2010 con il Ministero del tesoro e della sanità, nemmeno nel nuovo Piano Socio Sanitario, in quanto nessuno ha avuto ancora il piacere e il privilegio di leggerlo, figuriamoci se abbiamo avuto il piacere di condividerlo.
In proposito, occorre sottolineare come il Piano di rientro sanitario indichi delle coperture di bilancio per gli anni 2011 e 2012 - è da notare che questo l'ho rilevato in Commissione sanità senza ottenere risposta che non vengono ripresentate nella legge finanziaria. Infatti, mentre l'articolo 1 della legge di bilancio dispone degli stanziamenti integrativi per l'anno 2011 di 250 milioni di euro e per l'anno 2012 di 200 milioni di euro, il Piano di rientro ne individua, rispettivamente, 350 e 300 milioni.
A cosa sono dovuti questi minori importi? Per cortesia, qualcuno vuole risponderci? Nessuno sa quali siano le voci di minor costo sulle quali gravano tali riduzioni. Invece, si sa - e questo lo sappiamo per certo dei tagli del 50% - quale applicazione alla lettera della legge finanziaria n. 78/2010, poi convertita in legge - per i Co.co.co. e i servizi forniti dalle cooperative nell'ambito sanitario.
Questo è un bel modo di fare i tagli: tutto sulle spalle dei più deboli, è facile, senza alcun tipo di protezione sociale.
Quindi - purtroppo - possiamo dire che i tanti viaggi del nostro Presidente Cota, che è sempre presente a Roma, non hanno portato grandi risultati; però, è ancora presto, auguriamoci che nel futuro li porti.
Prima di affrontare altri argomenti, mi preme sottolineare ancora un aspetto riguardo alla spesa sanitaria. Sono d'accordo sull'applicazione dei costi standard, se serve a individuare le inefficienze, ma pongo due questioni che si integrano con tale principio. La prima riguarda la governance del settore: ad oggi, le ASL e le ASO erogano i servizi e, allo stesso tempo, controllano l'efficacia e l'efficienza degli stessi, ma vi rendete conto? È chiaro che così non può funzionare.
Quali sono le strategie che questa Amministrazione ha deciso di intraprendere in questa direzione? Naturalmente, a noi, poveri Consiglieri non è dato saperlo.
La seconda questione tocca un tema che, nei prossimi anni, potrebbe mettere in crisi l'intero sistema, in quanto il Parlamento europeo, nel mese di ottobre di quest'anno, ha approvato la direttiva contro i ritardi dei pagamenti nella Pubblica Amministrazione. Le nostre aziende hanno tempi di pagamento che si aggirano intorno ai 230-250 giorni. Per questi ritardi la direttiva ha introdotto il pagamento di interessi di mora pari all'8 oltre a quello di riferimento della Banca Centrale Europea, e i paesi membri avranno due anni per conformarsi alle nuove disposizioni. Mi auguro che le risorse della nostra Regione non vengano utilizzate per pagare interessi e more, anziché essere erogate per i servizi. D'altronde, se i tempi dei pagamenti fossero quelli di alcuni paesi europei - ad esempio, la Germania è a 50 giorni - non solo rispetteremmo la direttiva, ma probabilmente, pagheremmo decisamente meno i beni e i servizi che le nostre aziende sanitarie acquistano.
Un altro argomento che, per importanza di fondi e di servizi erogati voglio trattare in questa mia relazione riguarda il servizio pubblico locale. Tutti noi, leggendo il disegno di legge e scrivendo gli emendamenti, abbiamo notato per l'anno 2011 uno stanziamento aggiuntivo di risorse nell'unità previsionale di base 12041 (servizi di trasporto pubblico), che passa da 540 milioni a 580 milioni di euro. In proposito voglio ricordare una dichiarazione del professor Marco Bondi, docente di Economia dei Trasporti del Politecnico di Torino che dice: "Nessuna Regione ha fatto gare serie per assicurarsi di pagare meno sussidi per i servizi pendolari". Successivamente prosegue, dicendo: "Il Piemonte ci aveva provato; forse timidamente, ma ci aveva provato a fare una gara seria, ma la nuova Giunta l'ha subito abolita".
Ho riportato tale dichiarazione, perché non vorrei che questi maggiori stanziamenti vadano a coprire delle spese che potevano essere evitate a danno degli utenti e dei cittadini, i quali potevano così ricevere un servizio forse migliore e sicuramente ad un minor costo.
Signor Presidente, posso chiedere i due minuti e mezzo a cui il Consigliere del Coordinamento dei Moderati ha rinunciato per sforare il mio intervento di un minuto? Se non me lo concede, concludo.



PRESIDENTE

Sfori, ma non su questi presupposti.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie.
Un'altra attività non meno importante delle precedenti, che è stata oggetto di tagli da parte di questa Giunta, è la scuola pubblica.
Alle scolaresche che tutti i giorni vengono in visita al Consiglio regionale, nel salutarle affettuosamente, noi dovremmo avere il coraggio di dire quello che stiamo facendo per loro, cioè molto poco o niente, forse molto male.
Per rimanere in tema di giovani, i finanziamenti alla legge regionale a loro dedicata, la n. 16/95, sono stati drasticamente ridimensionati; allo stesso modo i fondi per il servizio civile. Non è questa la società che i nostri padri costituenti avevano in mente, di destra o di sinistra che fossero. Molte altre - ahimè - sarebbero le cose da dire riguardo a questa legge finanziaria, che vi accingete a votarvi e vi voterete.
Una però non la si può proprio dimenticare. Le risorse per lo sviluppo delle politiche familiari per la formazione di personale socio assistenziale passano da circa 75 milioni impegnati nel 2009 a 45 nel 2011.
Se questo significa attenzione alle famiglie, come il Presidente Cota sempre precisa nelle sue numerose interviste televisive, credo che ci sia qualcosa che non funziona.
Ce ne siamo accorti noi Consiglieri che abbiamo il dovere di leggere e di documentarci, e sicuramente se ne accorgeranno i cittadini.
Quindi, il bilancio - e concludo - documenta l'attività finanziaria esponendo la manovra di entrata e di spesa programmata per l'erogazione di servizi indivisibili, in quanto non esclusivi dei singoli, ma della collettività.
Il secondo obiettivo dovrebbe essere quello del mantenimento della stabilità economica.
Voglio concludere, dicendo che noi dell'IdV con gli altri cinque Gruppi siamo disponibili ad un confronto serio e leale al fine di provare a dare una soluzione a tutti questi problemi, ma così com'è stata impostata questa legge, nel caso rimanesse così, non penso che possano trovare una soddisfacente risposta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente e grazie colleghi.
Prima i colleghi mi chiedevano il motivo per cui ho le stampelle. Non siamo come ieri alla Camera, dove per un voto importante sono andate anche in carrozzina. Con il collega Negro riusciamo ancora ad arrivare in aula con l'ausilio delle nostre gambe. Naturalmente lo strappo muscolare è al quadricipite della coscia destra, e non poteva essere diversamente; almeno su quello voglio garantire chi è attento a queste cose.
Però questo mi permette di dire non tanto del merito di quanto è successo ieri alla Camera, non ce ne sarebbe bisogno e non è questa la sede in questo momento. Posso rilevare una cosa però: sono ormai anziano di questa Assemblea, o veterano o esperto (si può usare l'aggettivo che più si preferisce), ed è presente l'amico Ugo che è un'istituzione. Mi chiedevano: "Cavallera cos'è?" È un'istituzione e come tale va trattato, e io, quando posso, cerco di utilizzare l'esperienza al di là delle divisioni che ci sono e che rimangono.
Per quanto riguarda il Consigliere Leo, lui è nato Assessore; di conseguenza, penso che fra i giochini avesse un'assemblea consiliare o amministrativa. C'è chi ha le macchinine, lui aveva una sala consiliare.
Però questo mi permette...



PLACIDO Roberto

LEO Giampiero (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Giocavo all'ONU.



PLACIDO Roberto

Giocava già all'ONU. Lui ha precorso i tempi.
Questo mi permette di dire che ho visto tre Presidenti della Giunta quello attuale è il terzo, perché ho visto l'onorevole Ghigo, al quale noi rimproveravamo duramente il suo distacco e la sua assenza. Ci tocca rimpiangerlo! E l'ho anche detto a lui personalmente.
La stessa cosa vale per la Presidente Bresso; a parti invertite, si lamentava l'assenza della Presidente.



PLACIDO Roberto

BRESSO Mercedes (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Però c'era.
PLACIDO Roberto



PLACIDO Roberto

Assolutamente sì e si sentiva anche.
Però sono veramente, per capirci... Se fossi alla Regione Puglia lo stesso ragionamento lo farei per il Presidente Vendola, perché ci sono certi problemi che valgono indipendentemente, non è che a seconda della situazione valgono o meno.
Non riesco a capire - stamattina non ero presente per i problemi legati al piccolo infortunio...



(Commenti del Consigliere Leo)



PLACIDO Roberto

Infatti questo deve farci pensare, perché per quanto riguarda il Presidente del Consiglio, noi con il collega Molinari lavoriamo poco perch abbiamo un Presidente che c'è, e lo dico positivamente.
Il senso delle istituzioni dei Presidenti - la collega Spagnuolo potrebbe dirlo - era innanzitutto garantire la presenza e l'autorevolezza del Presidente nella sede più importante, che è quella del Consiglio regionale. Non che le altre sedi non valgono, ma ci sono cinque giorni in una settimana per poter andare a Roma. Il Presidente Cota è venuto stamattina e ne sono contento, anche se non ero presente, ma non ho capito cosa facesse ieri a Roma insieme all'Assessore Giordano.



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

Così mi dicono, ma di sicuro il Presidente Cota c'era.



PLACIDO Roberto

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Non leggere Lo Spiffero!



PLACIDO Roberto

No, ma Lo Spiffero... Collega Carossa, l'ho detto prima: vale anche per il Presidente Vendola. Se fossi alla Regione Puglia mi comporterei allo stesso modo, perché ci sono alcune questioni che riguardano tutti.
E faccio rilevare il fastidio che prova il Presidente Cota a venire nella sede più importante, perché a breve, quando faremo il bilancio... Lo so perché me l'hanno detto, quindi sono persona sufficientemente informata sui fatti e sul fastidio del Presidente Cota ad essere nel Consiglio regionale. Ma lo riprenderemo, perché poi dai numeri - la matematica non è un'opinione - vedremo le presenze del Presidente Cota. E non è un ritornello che cambia e si alterna a seconda delle maggioranze, perché è una questione di principio.
Il Presidente Cota ha vinto le elezioni, è il riferimento non solo della maggioranza e penso che nessuno potrebbe essere importante come il Presidente della Giunta regionale. Ci tenevo a dire queste considerazioni.
Dopodiché veniamo alle problematiche relative al bilancio. L'ho accennato in Commissione, l'ho detto già in Aula per un motivo diverso.
un ritornello che ritornerà prossimamente e con una certa frequenza in quest'aula, perché per quanto mi riguarda i conti non tornano e, per certi versi, sono problematici. In questa Regione stiamo andando verso i dieci miliardi di euro di debito, non di bilancio. Infatti ai cinque miliardi dico cinque miliardi ma mi tengo conservativo, fatemi fare il conservatore ogni tanto, non pensate di fare tutto voi - si sommano i due miliardi reimpostati, quelli dei fondi statali, e arriviamo intorno ai sette miliardi. Poi c'è il mare magnum dei debiti, mutui o quant'altro delle società controllate, partecipate e delle ASL; quindi, debiti di incerta conoscenza, non si sa quanti sono.
Ho promesso in Commissione, appena sbrigate alcune altre faccende burocratiche - chiedevo anche al collega Vignale che è attento, è un collega che lavora e che è preparato, non da adesso...
Guardate che quando si va verso i dieci miliardi di euro di debito su un bilancio o poco oltre, ci sono dei problemi. E alla base dovrebbe esserci il contenimento del deficit. Però si chiede un ulteriore indebitamento di 1.072 milioni di euro, dopo aver dichiarato che si sarebbero ridotti i debiti e il deficit: la coerenza è complicata. Voi avete l'onere: avete vinto le elezioni e tocca a voi ridurre il debito.
Mentre le ASL continuano ad assumere, con o senza il nuovo Direttore regionale...



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

"Con", sottolineo "con". Perché le ASL, di cui non sappiamo il deficit continuano ad assumere. Faremo i conti dei dipendenti della sanità regionale al 31 dicembre 2010...



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

Beh, se allora avete messo un Direttore...Cacciateli tutti! Avete già cominciato con un licenziamento politico, perché adesso state concedendo state per concedere a colui che avete messo a sostituirlo le cose che avete imputato, in termini di responsabilità causate, al Direttore generale dell'ASL 2: a tre mesi dalla scadenza naturale del suo mandato, cosa che porterà questa Regione a dovergli pagare una cifra ingente di danni. Lo avete licenziato, infatti, adducendo alcune motivazioni sugli stessi elementi che voi state riconoscendo ora al Commissario che avete collocato all'ASL 2. Ma torneremo ad occuparci di questo: in Aula, in Commissione e nelle sedi che dovranno quantificare il danno che l'ex Direttore generale ha ricevuto. Vi segnalo però che i ritardati pagamenti della sanità piemontese hanno superato l'anno: cioè, le aziende che voi affermate di voler difendere ricevono i soldi dalla sanità regionale piemontese con oltre un anno di ritardo. Siamo quindi in presenza di un deficit che arriva intorno ai dieci miliardi di euro e di pagamenti in grande ritardo.
Dichiarate che niente sarà toccato sull'Ente per il Diritto allo Studio Universitario: fino a prova contraria, caro Consigliere Leo, non solo si riducono i soldi all'EDISU, ma si riducono - e basta vedere sul bilancio i fondi per la ricerca e l'innovazione. Una Regione si misura su alcuni grandi punti: uno di quelli fondamentali riguarda la ricerca e l'innovazione. La Giunta regionale - e voi Consiglieri di maggioranza siete naturalmente complici responsabili, perché l'appoggiate - sulla ricerca e l'innovazione riduce le risorse in bilancio. Si dichiara: "Noi faremo, noi ridurremo, noi daremo". Ma alle dichiarazioni, e vado a terminare, perch non voglio abusare del tempo...



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

No, no: finisco. Tra l'altro manca il collega Burzi, che sui temi del bilancio è molto sensibile e preparato ed è anche un non insperato n casuale alleato: sui temi del bilancio, contrariamente ad altre questioni sulle quali la distanza è spesso notevole, per non dire siderale.
Nei "giochini" degli ammortamenti fra i bilanci delle ASL (che sono bilanci societari) e quelli della Regione (che sono finanziari) si nascondono, in pieghe molto ampie, cifre che fanno lievitare nettamente l'indebitamento della nostra Regione. Ma ci saranno molte occasioni in questa discussione sul bilancio nelle quali cercherò di intervenire - nei limiti del possibile e disciplinatamente, secondo le indicazioni del nostro Capogruppo - su alcuni temi, che sono principalmente l'indebitamento, il deficit, i mutui, i ritardati pagamenti, i tagli a settori strategici come ricerca e innovazione e quello stesso futuro, rappresentato dalle giovani generazioni, che in questo caso sono gli studenti universitari. Non mancherà tempo in questi giorni: mi auguro e cercherò di non annoiarvi negli interventi che sarò chiamato a fare.
Grazie, Presidente; e mi scuso se ho abusato del tempo a disposizione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Placido.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, guardi: posso ricorrere ad un trucchetto, quello dell'articolo 58, chiedendo di invertire i punti all'ordine del giorno.
Nella realtà voglio solo far notare questo elemento: è tutto il pomeriggio che la discussione sta avvenendo in con una presenza più consistente dell'opposizione che della maggioranza. Credo che ci sia anche una dignità nel modo con cui procediamo con le sedute. La invito, magari, a sospendere per cinque minuti e a fare in modo che dal palazzo e dagli uffici escano fuori i Consiglieri di maggioranza e vengano a sedersi qui. Perché stiamo andando avanti - e lo dico alle 17.20, peccato - 17 a 17 da tutto il pomeriggio: 17 di maggioranza e 17 di opposizione.
O richiama i Consiglieri di maggioranza a starsene in aula e ad ascoltare il dibattito sulla legge di bilancio e sulla finanziaria oppure altrimenti, chiedo l'inversione dei punti all'ordine del giorno. Lo faccia subito, almeno i colleghi di maggioranza possono immaginare, quando passeremo alla discussione sugli emendamenti e sugli articoli, di dover stare qua; e non di potersene andare, ogni tanto.



PRESIDENTE

Va bene. Le faccio notare che per legge bisognerebbe approvare prima la finanziaria, poi li bilancio - unici due punti all'o.d.g. In ogni caso sospendo la seduta per cinque minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.26 riprende alle ore 17.39)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Invito i colleghi a prendere posto perché riprendiamo i lavori. Si era iscritto a parlare il Consigliere Segretario Ponso, cui do la parola in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Colleghe e colleghi, voglio iniziare questo intervento...



(Il Consigliere Reschigna chiede la parola)



PRESIDENTE

Visto l'assenso del Consigliere Ponso, do la parola al collega Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, ai sensi del Regolamento, chiedo l'iscrizione della mozione n. 148 "1° dicembre. Giornata mondiale contro i rifiuti e l'incenerimento" presentato dai Consiglieri Bono e Biolé.



PRESIDENTE

Collega Reschigna, è possibile farlo a inizio seduta prima di dare per approvato l'o.d.g. Questa mattina abbiamo dato per approvato l'o.d.g.
senza proposte di modifica. Questa la stretta approvazione del Regolamento.



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Allora lo faremo in futuro: organizzatevi per i prossimi giorni!



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, non è una minaccia: è un avvertimento!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Colleghe e colleghi, voglio iniziare questo mio intervento da una vicenda che mi sta molto a cuore e che, secondo me, rappresenta al meglio come questa Giunta regionale intende la politica: slogan dietro i quali si nasconde molto fumo e poco arrosto. Mi riferisco alla questione dei fondi FAS necessari alla costruzione delle difese spondali del torrente Mellea che fu causa di ingenti danni riportati dalla Città di Savigliano durante l'alluvione che la colpì il 30 maggio 2008. Di questi fondi non c'è traccia nel bilancio di previsione pluriennale e non c'è traccia nel bilancio 2011 che stiamo discutendo. E questo nonostante un ordine del giorno approvato all'unanimità che impegnava la Giunta regionale e il suo Presidente ad attivarsi presso il Governo nazionale per conoscere la reale disponibilità dei fondi FAS e la tempistica con la quale questi sarebbero stati assegnati a Savigliano.
Confidavo che il Presidente Cota, ormai sempre più presente a Roma, per discutere delle sorti del Governo Berlusconi o per partecipare a trasmissioni televisive, potesse portare quasi a mano questo documento del Consiglio regionale o magari potesse sfruttare le sue conoscenze romane per poter dare una risposta concreta a questa richiesta pressante che giunge dal territorio, ma nulla.
L'Assessore Ravello dopo un incontro con l'Amministrazione comunale di Savigliano ha testualmente dichiarato ai giornali di ritenere che la soluzione dei problemi connessi alla ridotta portata del letto del torrente possa essere affrontata e risolta nell'interesse della popolazione residente attraverso una previsione di spesa pluriennale.
Nell'intervista si segnalava anche che si sarebbe concordato di verificare la possibilità di inserimento dell'opera nel bilancio pluriennale della Regione Piemonte, ma di questo inserimento non c'è traccia, in quanto stiamo discutendo in questi giorni.
Ancora una volta siamo di fronte a pura e semplice propaganda che nasconde una verità molto semplice: agli interessi della popolazione del Piemonte questa Giunta sembra non essere interessata.
Ho preso ad esempio una situazione concreta che conosco molto bene per dire che l'Italia dei Valori e tutto il tutto centrosinistra hanno dovuto proporre numerosi emendamenti all'assestamento al bilancio di Previsione per l'anno finanziario 2011, per tentare di raddrizzare la rotta di un bilancio che dimostra quanto questo esecutivo sia incapace di proporre soluzioni concrete alle necessità dei piemontesi.
Non voglio scendere nel dettaglio più di tanto, ma penso che alcune segnalazioni possano far riflettere. La Giunta regionale si impegna alla revisione della rete di degenza secondo i criteri del Patto della Salute e del Piano di rientro. Si tratta di criteri che comportano una riduzione dei posti letto di 300 unità per attività in acuzie e la trasformazione di post acuzie in RSA.
Si è dovuto proporre che la riduzione dei posti letto e della relativa spesa riguardi l'acquisto di prestazioni dal privato accreditato e contemporaneamente, abbiamo proposto un aumento delle somme attribuite dalla Regione per l'adempimento delle leggi regionali perché tali somme sono inadeguate al raggiungimento degli obiettivi previsti dalle stesse.
La legge regionale n. 122 del 2010 prevede che le spese per la formazione del personale vengano ridotte al massimo del 50% di quanto speso nel 2009. La Giunta dimostra di non conoscere bene le leggi del Piemonte pertanto ha proposto uno stanziamento superiore. La progressiva diminuzione, fino ad esaurimento dei trasferimenti statali, come si evince dal DPR n. 309 del 9 ottobre 1990, impone all'Amministrazione regionale, ai fini di garantire la continuità delle prestazioni e dei progetti, una funzione sostitutiva da concretizzarsi attraverso un'assegnazione almeno equivalente a quella del bilancio di gestione 2010. Da qui la richiesta di utilizzare quanto recuperato dalle risorse previste per la formazione del personale, dirottandole nelle erogazioni alle Aziende sanitarie e ad altri enti per la lotta alle dipendenze patologiche.
Attingendo dal fondo di riserva abbiamo proposto di stanziare dei fondi come dotazione non onerosa di indumenti elasto-compressivi per pazienti affetti da linfidema, da patologie rare o secondarie e da patologie neoplastiche.
Abbiamo sentito parlare in modo politicamente trasversale della necessità di istituire i centri antiviolenza, ma poi le somme stanziate per lo svolgimento per gli adempimenti previsti dalla legge regionale n. 16 del 2009 sono inadeguate per il raggiungimento degli obiettivi previsti.
Abbiamo richiesto l'aumento di risorse da assegnare al funzionamento dei servizi domiciliari per persone non autosufficienti, andandole a pescare in quella rete disponibile all'ARESS, quell'ARESS che ha perso la competenza relativa al monitoraggio del Piano Socio Sanitario all'elaborazione di progetti per la promozione e l'educazione alla salute alla verifica della qualità, alla progettazione di modelli organizzativi a causa della costituzione di un gruppo di lavoro composto da 18 esperti ognuno a capo di un'area assistenziale.
Abbiamo dovuto chiedere un aumento di risorse a favore degli Enti locali che istituiscono il servizio civico volontario alle persone anziane pensando, in particolare ai Comuni con meno di 50 mila abitanti.
Per i giovani abbiamo fatto la richiesta risorse aggiuntive per lo svolgimento delle politiche giovanili, perché quanto previsto è inadeguato al raggiungimento degli obiettivi della legge specifica.
Abbiamo dovuto chiedere l'assegnazione di risorse congrue per gli assegni di studio, per trasporto, libri ed ampliamento POF.
Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto i rappresentanti delle Comunità montane, alle quali servono circa 24 milioni di euro per garantirne il funzionamento e per erogare i servizi indispensabili per chi vive nelle terre alte.
Oggi le Comunità montane sono diventare un "poltronificio" per esaudire il politico di turno e non già quello per cui erano chiamate ad essere secondo la legge regionale del 2008, agenzie di sviluppo del territorio enti di bonifica per la difesa dell'assetto idrogeologico, unioni di Comuni per la gestione di servizi associati. Per questo serve un passo indietro della politica, che non consideri più le Comunità montane, 22 in Piemonte dopo la nuova riorganizzazione, solo un contenitore di posti a gettone, ma che rassegni loro le prerogative per cui sono nate, a servizio di un territorio come quello montano. Per funzionare le Comunità montane hanno bisogno di 24 milioni di euro. Oggi con lo stanziamento di quattro milioni di euro da parte del Governo ci aspettiamo che anche la Regione faccia la sua parte, consentendo agli amministratori di chiudere i bilanci e ai dipendenti di lavorare con maggiore tranquillità. Vuole il Piemonte fare la sua parte? Io me lo auguro.
Voglio fare miei i suggerimenti che sono arrivati in Regione dal Presidente UNCEM Lido Riba, che ha ricordato come la Regione debba destinare alle Comunità montane il 20% della tassa sul metano, oltre 17 milioni di euro. La montagna deve essere messa in condizioni di poter utilizzare le risorse presenti sul territorio per creare sviluppo. Basti pensare all'acqua usata per fini potabili ed idroelettrici. Il territorio deve poter partecipare agli utili garantiti dall'acqua, ma nella politica regionale, anche quella finanziaria, legata ai bilanci, non c'è traccia di tutto questo.
La politica regionale attuata dalla Giunta Cota mi pare essere un riflesso di quella che la stessa compagine governativa sta portando avanti su scala nazionale. È una politica di annunci mai concretizzati, di poco fare e di tanto sperare.
Giorni or sono ho assistito alla firma dell'Accordo di Programma tra Regione e Trenitalia, avvenuto presso la stazione di Porta Nuova.
Nell'occasione è stato utilizzato un treno composto da motrice e alcuni vagoni. Erano gli stessi utilizzati quotidianamente dai pendolari, solo che in questo caso tutto era lucido, persino il tettuccio di lamiera mandava bagliori quasi fosse d'oro. I pendolari, invece, quelli che dovrebbero essere tutelati dalla Regione in virtù di tanti Accordi di Programma firmati, devono viaggiare ancora oggi su treni sporchi, fatiscenti e perennemente in ritardo. Quello stesso "materiale" utilizzato in quell'occasione nei giorni successivi alla sceneggiata della firma dell'Accordo di Programma sarà sicuramente tornato nelle sue condizioni solite. Apparenza per una breve occasione.
questa l'immagine che purtroppo viene fuori da questa Giunta, specie dopo aver valutato questa assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011: molta apparenza, ma poca concretezza.
Quindi chiediamo, perché siamo ancora in tempo in questa fase di discussione e di votazione, di rivedere il bilancio che ci è stato presentato da parte della maggioranza.
Voglio terminare dicendo che l'orchestra, come è già stato detto, la suona chi governa; penso che i piemontesi sicuramente non vogliono sentire un'orchestra che suona stonata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Ho deciso di utilizzare il tempo a me riservato per raccontare all'Aula quello che è successo durante l'esame in sede consultiva dei due provvedimenti oggi in discussione relativamente ad uno dei servizi pubblici fondamentali, il cui finanziamento e disciplina sono di competenza di questo Ente e di questa Istituzione: il trasporto pubblico locale. Noi abbiamo consegnato le riflessioni che oggi socializzerò in Aula a una relazione di minoranza presentata in II Commissione.
Il dato emblematico è che, sostanzialmente, questa Giunta e questa maggioranza si stanno accingendo a fare approvare, con il nuovo Regolamento interno del Consiglio regionale, un provvedimento che va a colpire drasticamente il servizio pubblico locale, le aziende che lo forniscono, ma questa è la cosa assolutamente la più rilevante - gli utenti che ogni giorno utilizzano questo servizio.
Le considerazioni che il Consigliere Ponso ha appena consegnato all'Aula sono illuminanti. Il vero problema è che all'UPB 12041, quella che finanzia le spese correnti per il servizio del trasporto pubblico locale sia ferroviario che automobilistico, nel bilancio di previsione per l'anno finanziario 2010 questa voce aveva una dotazione complessiva di 655 milioni di euro.
La cito perché non è una UPB qualsiasi, ma quella per il finanziamento di trasporto pubblico è la seconda voce, in ordine di grandezza, dopo il finanziamento del sistema sanitario regionale. Cari colleghi, i 655 milioni nel 2010, nel vostro disegno di legge, diventano i 580 milioni nel bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011: un taglio complessivo di 74 milioni, un taglio complessivo impressionante del 13-14%, che è passato indenne dall'esame della I Commissione.
Siccome la voce è variegata, complessa, composta da vari capitoli di bilancio che finanziano sottovoci distinte di spesa, abbiamo chiesto all'Assessore Bonino di avere un quadro di come ritiene che questa voce si componga. L'Assessore ci ha dato un quadro che è agli atti della Commissione. Questo quadro, riprendendo sinteticamente l'intervento che abbiamo fatto in Commissione, non è assolutamente sufficiente a garantire gli attuali servizi di trasporto pubblico locale.
Direte che non è un problema, che i tagli hanno colpito tutte le voci di spesa della Regione, che sono tagli imputabili ad una manovra nazionale di cui, in parte, potrebbero essere anche giustificate alcune Regioni e su cui tutti gli amministratori di Regioni italiane, anche di centrodestra hanno espresso severe riserve, ma il nostro Presidente è stato l'unico ad accettarle, senza riserve, anzi, dicendo: "Ben vengano questi tagli facciamo efficienza".
Cari amici e colleghi, guardiamo questi tagli. Il fondo dei trasporti assegnato all'Agenzia Mobilità Metropolitana di Torino, cioè quello con cui si pagano i servizi forniti ai torinesi e agli abitanti del circondario di Torino, diminuisce da 191 milioni a 172 milioni, secondo i dati dell'Assessore Bonino. Questi dati non sono sufficienti a gestire il contratto stipulato dall'Agenzia Regionale dei Trasporti, a seguito di gara, con le aziende che hanno vinto la gara. Una gara che abbiamo chiesto con una nostra legge, nel giugno del 2000, che abbiamo imposto con Accordi di Programma e che abbiamo incentivato, chiedendo agli Enti locali di fare le gare, pena la decurtazione delle risorse storicamente loro assegnate.
I pendolari di Torino avranno risorse in meno per 26 milioni di euro.
Torino può essere una città che non interessa all'amministrazione di questa Regione per diversità ed impostazioni politiche tra le amministrazioni che governano i nostri enti, ma se noi guardiamo il fondo assegnato alle Province - il capitolo 148558 - vediamo che le Province piemontesi passano da 99 milioni dell'anno scorso a 86 milioni di quest'anno, cioè per il 2011. La decurtazione è impressionante. Con questa decurtazione, cui si sommano altre decurtazioni e somme aggiuntive che le Province percepivano le Province piemontesi non saranno in grado di finanziare i servizi che le stesse Province avevano messo a gara dopo un affidamento, previsto dalla legge regionale e dal bilancio pluriennale della Regione, modificato ad hoc con una previsione per sei anni. Allora avevamo garantito risorse per fare delle gare e, sulla base di queste gare, abbiamo affidato i servizi. Ora questa riduzione, che l'Assessore competente ha deciso di tenere in stand by e di nascondere fino all'ultimo, grava come un macigno sulle amministrazioni provinciali.
La stessa cosa potrei dire a proposito delle amministrazioni comunali dei Comuni extratorinesi, che gestiscono direttamente questi servizi. Come uscire dalla fredda logica dei numeri? Voi, con questa scelta, mettete gli Enti locali che hanno indetto gare nella condizione di non poter ridurre unilateralmente il servizio. Questo non è possibile in un rapporto obbligatorio come quello che si è già concretizzato, senza addivenire, di qui all'inizio dell'anno prossimo, ad una riduzione concordata dei servizi.
Il che significa che il taglio delle risorse colpirà dei servizi senza alcun discorso di pianificazione, senza che nessun Ente locale abbia il tempo di decidere dove tagliare, come tagliare e di concordare con il fruitore dei servizi.
L'Assessore Bonino ci ha fatto una promessa. Noi la stimiamo, come persona, confidiamo che siano vere le parole che ha detto in Commissione.
La promessa è che ci sarà un gioco di somme, che ci saranno somme in più che si liberano, somme accantonate per le Ferrovie dello Stato, per Trenitalia, che i soldi che erano per Trenitalia andranno agli Enti locali e che, in sostanza, il taglio non sarà del 15% come dai dati che si leggono, ma del 5% l'anno prossimo, del 10% quello successivo e del 15% nel terzo anno.
Non so se questa cosa sarà perseguibile, certo è che voi fate fare un passo indietro al settore, un passo indietro nei servizi erogati all'utenza. Quello che colpisce, colleghi, è che nello stesso istante in cui succede questo la Giunta regionale, con un accordo con Trenitalia mette da un lato, nell'angolo, la scelta di fare le gare introdotte dalla vecchia amministrazione, e riconosce, unilateralmente, a Trenitalia, una serie di somme, ogni anno maggiori, senza avere nessuna garanzia di miglioramento del servizio e senza alcuna garanzia di incremento del servizio.
I dati dei tagli ve l'ho già ricordati. Se guardate, invece, quello che prevede l'articolo 8 della legge finanziaria, vedete che a Trenitalia, nel 2012, si daranno 252 milioni: ogni anno i soldi aumenteranno e nel 2015 arriveranno a 264 milioni. Se guardate l'articolo successivo, l'anno prossimo il finanziamento per i servizi degli Enti locali diminuirà rispetto a quest'anno, a 357 milioni, per finire a 341 nel 2016.
Leggendo questo, penso che il Presidente Cota potrebbe essere definito un Robin Hood al contrario, nel senso che toglie ai poveri per dare ai ricchi, aumenta soldi all'ente monopolista e toglie soldi agli Enti locali che hanno fatto gare, hanno attuato le normative previste dalla legge regionale e hanno affidato dei servizi pianificati, sulla cui base tanti utenti, ogni giorno, pianificano i propri spostamenti.
A fronte di tutto questo cosa fa l'attuale Giunta regionale? Decide di condizionare finanziamenti, contribuiti in conto capitale, dovuti da leggi nazionali e regionali, dovuti agli Enti locali, e dice: "No, questi soldi sono dovuti per legge, questi soldi non ve li darò; ve li darò, Enti locali, solo se mi fate diventare azionista delle vostre aziende".
Da un lato affamiamo le aziende, affamiamo gli Enti locali e dall'altro, mettiamo loro un cappio intorno al collo dicendo: "Se volete soldi per gli investimenti, che sono dovuti dalle leggi regionali, dovete cederci delle quote di partecipazione a titolo assolutamente gratuito".
una logica centralista, antiliberista, contro il mercato; è una logica di espropriazione degli Enti locali, che va contro ogni istanza di autonomia di sussidiarietà e di federalismo, a parole tanto predicata da questa Giunta regionale.
Su questo, avremmo modo di discutere nel corso degli emendamenti che saranno oggetto del lavoro dei prossimi giorni, ma penso che sul servizio pubblico di trasporto locale si evidenzia, in modo chiaro, la contraddizione tra quanto questa Giunta predica e quanto questa Giunta ogni giorno, mette in essere con atti amministrativi. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Nella mia breve - o lunga - carriera politica, mi sono trovato molte volte ad affrontare il problema del bilancio: per vent'anni come Sindaco per cinque anni come Assessore provinciale e adesso qui, in Regione Piemonte.
Approvare un bilancio è un vero valore e mi ha fatto piacere, questa mattina, vedere in aula il Presidente Cota, il nostro Governatore (mi ha fatto piacere, ma, per la verità, sarebbe un suo dovere essere presente per cui mi auguro che sia sempre al nostro fianco).
un confronto politico quello che dobbiamo affrontare, ma come avrete certamente potuto notare in questo periodo, noi del Gruppo UDC stiamo facendo una opposizione costruttiva, non distruttiva: stiamo attenti e seguiamo passo dopo passo i percorsi affrontati in tutte le varie Commissioni. Mai come questa volta, però, mi sono trovato a verificare che nei Capitoli di bilancio ci sono tanti (per non dire quasi tutti) segni negativi; addirittura in alcuni c'è "zero".
Mi soffermerò soltanto su alcune tematiche, dal momento che non voglio tediarvi ulteriormente. In primo luogo, affronterei il discorso "sanità".
Nel mese di luglio abbiamo approvato l'assestamento di bilancio per il socio-assistenziale: con ardue lotte siamo riusciti ad ottenere, dai 4 milioni di euro che la maggioranza aveva inizialmente proposto, ben 8 milioni di euro. Ma è ben poca cosa se pensiamo che negli anni passati peraltro io non ero ancora in Regione - la cifra superava, se non erro, i 20 milioni. Capisco che la "coperta sia corta"; capisco altresì che l'80 del bilancio della Regione Piemonte sia destinato al comparto sanità. Ma avverto anche l'urgenza e l'esigenza delle nostre ASL e ASO, per cui non deve essere una beffa. Perché dico questo? Perché la sanità piemontese ritengo di non essere smentito in tal senso - è una delle migliori d'Italia, e ha saputo gestire correttamente qualche piccola pecca (che pure ci può essere, ma non più di tanto). Ecco perché dico al Presidente Cota che dobbiamo fare la voce grossa, per evitare di subire una "doppia beffa" per non avere questo segno "meno" nei trasferimenti statali: a noi spetta il dovuto. So che si sta arrampicando sui vetri - ne sono consapevole però dobbiamo insistere affinché non si arrivi ai famosi 200 miliardi in meno in questi quattro anni, perché a quel punto tanti servizi non sarebbero più garantiti. Non sto qui ad elencare quei servizi ritenuti urgenti nelle varie sanità del Piemonte, ma dobbiamo stare molto attenti.
Dobbiamo prestare più attenzione ai tagli applicati ai centri di assistenza: mi riferisco all'assistenza sociale, all'assistenza per problemi di handicap; guai a toccare questi servizi! Piuttosto costruiamo un'opera in meno, ma continuiamo a difendere gli indifesi.
Dobbiamo aiutare le famiglie: non abbiamo messo un granché sul bilancio per le famiglie numerose, ma in Piemonte abbiamo bisogno dei giovani! Non deve diventare una Regione "anziana"; deve crescere la gioventù. Come tutti sapete, io sono per la famiglia.
Occorre aiutare le piccole e medie aziende che, fino ad oggi, non hanno ottenuto grande appoggio. Adesso, visto che ci siete voi al Governo - del resto, Cota lo ha detto anche in campagna elettorale - aiutiamo queste piccole e medie aziende; aiutiamo le aziende dei giovani, quei giovani che vogliono avviare un'impresa, che hanno voglia, capacità e caparbietà.
Offriamo loro aiuto: questo vuole dire aumentare i posti di lavoro.
Veniamo al discorso agricolo, perché so che l'Assessore Sacchetto si sta arrampicando sui vetri.
Assessore Quaglia, quando l'Assessore all'agricoltura Sacchetto vi chiede appoggio, sappiate che è un dovere, perché l'agricoltura, per chi non lo sapesse, è in ginocchio. Non riduciamo ulteriormente il PSR, che pure è già stato ridotto. L'apicoltura non vive un ottimo periodo (sono state tagliate varie competenze), così come la zootecnia. Proprio in questi giorni stiamo inaugurando a Carrù la "Fiera del bue grasso": la gente lavora per anni in questo settore, per poi ottenere solo una manciata di denaro, con cui non riescono più nemmeno a tirare fuori il loro stipendio! In merito alla frutticoltura - l'Assessore Sacchetto ne sa qualcosa - la situazione non è certo migliore. Il vino non va certo a gonfie vele.
Insomma, l'agricoltura ha bisogno di aiuto, così pure l'artigianato non va dimenticato.
Del trasporto pubblico si è parlato già prima, con l'intervento del collega Gariglio: so che si sta portando avanti il discorso del nuovo appalto; mi auguro, per Trenitalia o per chi se lo aggiudicherà, che l'appalto non sia al 60% dei servizi, così come forse è adesso, ma al 100 per l'intero Piemonte.
Anche sulla cultura ci sono stati dei tagli: la ricerca è fondamentale le innovazioni idem.
Non ultimo, parliamo degli Enti locali (mi riferisco ai mille e più Comuni del Piemonte) che non riescono più a far quadrare i bilanci (mi riferisco alla famosa legge n. 18). Lo stesso discorso vale per le 22 Comunità montane. Anche sugli Ecomusei abbiamo tagliato.
Il turismo, che rappresenta una fonte di reddito per il Piemonte, non va dimenticato, ma incentivato.
Sull'Enoteca regionale non intendo dilungarmi, perché domani presenter un emendamento in tal senso.
Le associazione di volontariato sono la ricchezza del nostro Piemonte: guai non ci fossero i volontari! Questa mattina si è parlato di una promozione di interventi a favore dei territori interessati per realizzare le grandi infrastrutture, che peraltro approvo. Se è vero che per ogni miliardo di intervento si assumono 23.000 lavoratori, spingiamo in fretta quegli investimenti affinché si creino nuovi posti di lavoro.
Dobbiamo fare delle profonde riforme - anzi, dovete fare, perché siete voi al Governo - per il bene del Piemonte.
Anch'io vorrei richiamare quanto detto dal collega Ponso in merito ai fondi FAS; è un argomento che riguarda in particolare Savigliano, che è a rischio. Abbiamo bisogno che parta almeno il primo lotto, altrimenti mezza città, in caso di affluenza del torrente Mellea, correrà gravi rischi e subirà enormi danni.
Diamo un vero segno di cambiamento, non solo a parole com'è stato detto. Dobbiamo dare, tutti insieme, un segno di cambiamento vero e tangibile per il nostro Piemonte.
Stiamo ancora attenti - ritorno al tema sanità - agli spostamenti dei vari Direttori di ASL e ASO: quantomeno, chiederei una discussione aperta a tutti.
Il Gruppo dell'UDC - io in prima persona - si mette a vostra disposizione affinché si crei un bilancio serio e concreto per il bene del Piemonte. Però vogliamo esserci, anche se questa minoranza ad oggi non mi pare che faccia ostruzionismo. Da parte nostra c'è piena apertura, richiamo e collaborazione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cursio; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Solitamente sono molto contenuto nell'esprimermi, però temo che oggi gli argomenti siano tanti. Inizierei con lo spot pannolini, e parto dai pannolini, perché di pannolini me ne intendo.
Mi sarei aspettato che, a fronte dello spot pannolini, il Presidente avesse espresso anche un piano per lo smaltimento degli stessi, perché sono fortemente inquinanti. I pannolini inquinano fortemente il territorio.
Invece, proprio perché il Presidente non aveva ben chiaro cosa dicesse e cosa ha detto, non ha conseguentemente previsto lo smaltimento di questa enorme quantità di pannolini che si sarebbe distribuita.
A parte ciò, ha idea di quali costi la Regione sarebbe costretta a sostenere? Evidentemente no, perché non ha una grande esperienza di pannolini.
Ma non solo, perché dai pannolini balzerei ad un altro spot, cioè lo spot protesi. Evidentemente non si ha idea del costo delle protesi, perch se si conoscesse veramente il costo da sostenere per la realizzazione delle protesi, probabilmente non si sarebbe fatto quello spot. Tuttavia si continua su questi temi, evidentemente lo spot è più interessante della sostanza.
Così come non si riesce a comprendere come un politico illuminato come il Presidente Cota - illuminato dalle luci naturalmente, perché è presente ovunque - non riesca a comprendere come lo studio, il diritto allo studio e il favorire lo studio sia un elemento essenziale per una Regione come la nostra e non solo. Nel mondo ci sono molte ricerche che confermano che più un popolo è istruito, più è all'avanguardia.
Credo che ridimensionare in generale l'accesso allo studio significa ridimensionare lo sviluppo di un territorio, significa minare il futuro dei propri figli. Evidentemente si è illuminati, ma solo dai fari.
Lo stesso dicasi per quanto attiene alla ricerca e all'innovazione.
Com'è possibile che si possa immaginare un futuro ridimensionando gli investimenti alla ricerca e all'innovazione? Questo non solo significherà che in futuro da questo territorio inevitabilmente saranno costretti ad emigrare quelli che una volta venivano chiamati i "cervelli", ma anche laureati e diplomati che non riescono a trovare uno sbocco, quei pochi naturalmente, perché ridimensionandosi il diritto allo studio evidentemente se ne ridurrà il numero, proprio noi che già siamo un Paese deficitario per quanto riguarda il tasso di istruzione.
La Germania, ad esempio, ha un tasso di laureati dell'11,3%; l'Italia è intorno al 6,5, cioè poco più della metà. E oltretutto fanno anche fatica per politiche che non vanno nella direzione dell'incremento del lavoro, e quindi una politica del lavoro nefasta, poco incline a rispondere a quelle che sono le esigenze del mercato.
Tuttavia si continua a fare spot: "Paghiamo gli straordinari ai medici". Ma che spot è questo? Solo alle Molinette quest'anno ci sono oltre 100 mila ore di straordinari non pagate, che vanno ben al di là di quel milione e mezzo dello spot.
Potrei continuare su questa scia. Però vorrei soffermarmi su quello che è stato detto circa l'annuncio della Giunta: "Cosa faremo nei primi 100 giorni". Ecco cosa hanno fatto nei primi 100 giorni: politiche sociali verso le giovani coppie assolutamente nulle.
Come si pretende che le famiglie vengano aiutate - come dice il collega Negro - se le si frena, le si blocca e le si scoraggia? Abbiamo un triste primato riguardo alla natalità; ed è veramente un triste primato, infatti voi sapete che nella nostra regione sono più le persone che muoiono rispetto a quelle che nascono. Noi siamo nel cosiddetto "inverno demografico", cioè la nostra popolazione invecchia sempre più, perché non ci sono nuove nascite e quindi una nuova generazione a sostituire.
Questo significa semplicemente non conoscere, non capire e non volere capire che il futuro sarà drammatico. Perché? Se non vogliamo la bancarotta, caro Presidente, dovremo importare nuova forza lavoro, quindi immigrati. Tema che a voi sta molto a cuore.
Allora chiedo: com'è possibile che non ci rendiamo conto di tutte queste che sono limitazioni per lo sviluppo e per la crescita sana di un Paese, e quindi della nostra Regione? Nei primi 100 giorni il Presidente Cota aveva detto che avrebbe rivisto il rifinanziamento del fondo regionale per riassicurare alle aziende la possibilità di accedere al credito per saldare o per andare incontro ai debiti contratti.
Anche da questo punto di vista nulla è stato fatto. Parlo sempre di quello che il Presidente ha detto che avrebbe fatto nei primi 100 giorni.
Ad esempio, ha detto che si sarebbe occupato dell'efficienza dei servizi sanitari, ritenendo indispensabile ridurre gli sprechi in sanità.
Evidentemente aveva avuto un'idea, nel senso che probabilmente aveva percepito che ci sono gli sprechi in sanità. E perché non si è provveduto a ridimensionarli? Aveva poi anche detto che nei primi 100 giorni si sarebbe occupato di ridimensionare i tributi, l'IRAP, ma nulla è avvenuto. Aveva anche detto - per quanto, da questo punto di vista, è accaduto qualcosa proprio in questi giorni (quindi non nei primi 100 giorni) - che avrebbe ridotto i tempi di pagamento alle aziende. Questo avviene, però, con un meccanismo molto strano, creando altro debito. Ecco, credo che questa sia una politica orba: una politica che non volge verso un concreto e reale adempimento ma che tende semplicemente a vivacchiare. Presidente, concludo: mi rendo conto che questa volta sono stato veramente prolisso. Credo in ogni caso che il futuro sia poco roseo. Mi riferisco soprattutto ai cittadini che fanno già difficoltà a tirare avanti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cursio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per richiedere che, a questo punto, per la seduta odierna, la discussione generale sui due provvedimenti termini a questo punto. Non c'è infatti nessuna intenzione di allungare oltremisura l'esame di questi provvedimenti. Credo però sia dignitoso chiudere domani mattina con un Aula un po' più partecipata di oggi. I colleghi dell'opposizione e della maggioranza che devono intervenire sono in un numero tale da poter garantire in ogni caso che entro la seduta antimeridiana di domani la discussione generale possa chiudersi. Si chiuda almeno, però, in una condizione di dignità complessiva.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Sono d'accordo anch'io con il Consigliere Reschigna. Colgo con piacere certo, il discorso di riuscire a chiudere nella mattinata di domani la discussione generale. Non dipende dall'opposizione - questo è assolutamente vero - però in questa condivisione di intenti ritengo che ci si possa sicuramente riuscire.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Raccogliamo l'invito del Consigliere Reschigna. Chiedo un'unica cosa: l'impegno tra galantuomini di non iscrivere altri colleghi a parlare.
Terminiamo quindi gli interventi residuali di oggi con l'aggiunta immagino, dei Presidenti di Gruppo almeno di maggioranza. Vorrei sapere quanti sono gli iscritti a parlare, al momento dato.



PRESIDENTE

Al momento ci sono ancora, oltre a lei, i Consigliere Bono e Stara e le Consigliere Motta e Artesio.



PEDRALE Luca

Ecco: chiedo allora che rimangano in questo numero, o almeno che si prenda assolutamente l'impegno che entro la mattinata si concludano gli interventi.



PRESIDENTE

Mi sembra di comprendere che vi è un accordo generale in Aula per chiudere la seduta di questo pomeriggio e di riprendere domani mattina, terminando gli interventi residuali di oggi con l'iscrizione a parlare del collega Taricco e di qualche altro Consigliere, senza però sforare oltre la seduta mattutina.
Il Consiglio è dunque convocato per domani mattina alle ore 10.
Buona sera.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.27)



< torna indietro