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Dettaglio seduta n.52 del 15/12/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Molinari comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Buon giorno, colleghi. Procediamo con l'esecuzione dell'Inno di Mameli.



(In applicazione del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9 "Unità d'Italia", approvato dall'Assemblea consiliare il 1° dicembre 2010 l'Assemblea, in piedi, ascolta l'inno nazionale della Repubblica Italiana "Il canto degli italiani")



PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Marco, Burzi, Cantore Cattaneo, Comba, Cota, De Magistris, Giordano, Gregorio, Leo e Tentoni.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato sul processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

c) Incontro con le delegazioni dei lavoratori del Caseificio Merlo di Terzo (AL) e della Space Cannon Vh srl di Fubine (AL)


PRESIDENTE

Alle ore 12.30 è previsto un incontro, presso la Sala Viglione, con una delegazione di due aziende dell'Alessandrino, il Caseificio Merlo e la Space Cannon Vh srl, mentre alle ore 15, sempre in Sala Viglione, ci saranno le consultazioni della II Commissione.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Questioni pregiudiziali sollevate dai Consiglieri Reschigna e Ronzani, ai sensi dell'articolo 71 del Regolamento


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliera Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Ai sensi dell'articolo 71 del Regolamento; sarò brevissimo, Presidente.
Voglio porre una questione e chiedere l'attenzione dei colleghi perché, nella seduta del 1° dicembre 2010, è stato approvato un ordine del giorno (primo firmatario il collega Taricco, ma erano firmatari anche la collega Motta e altri colleghi) che sollecitava la Giunta regionale affinché fosse assunto il provvedimento in attuazione delle linee guida nazionali per l'autorizzazione degli impianti di produzione d'energia da fonti rinnovabili.
Mi sono fatto stampare il verbale della seduta, il quale finisce con le parole dell'Assessore Quaglia, che in quel momento rappresentava la Giunta regionale. L'Assessore Quaglia dichiara testualmente: "Ho sentito l'Assessore Giordano, che mi ha detto che sta lavorando in un quadro di concertazione con i tavoli tecnici, e che anche in sede di Conferenza delle Autonomie locali c'è una calendarizzazione del provvedimento. L'Assessore si è però reso disponibile ad un eventuale passaggio in Commissione, visti anche i lavori di programmazione del Consiglio che saranno occupati dall'approvazione della finanziaria e del bilancio. Mi ha detto ancora questo pomeriggio che, concordando con il Presidente della Commissione, è disponibile ad una seduta di Commissione per un confronto su questo tema".
Ieri sera la Giunta regionale ha assunto la delibera senza alcun passaggio all'interno della Commissione consiliare competente. Mi domando Presidente, e domando a lei, che presiede in questo momento il Consiglio regionale odierno, come sia possibile che, a distanza di 12 o 13 giorni da un impegno formalmente assunto dalla Giunta regionale all'interno del Consiglio regionale, la Giunta si faccia un baffo di quell'impegno. Mi chiedo perché, su un tema sul quale c'è stata una forte iniziativa e una forte sollecitazione da parte di alcuni componenti di questo Gruppo consiliare, accolta anche da molti altri appartenenti alla maggioranza, e non, di quest'Aula, non sono rispettati gli impegni assunti! Chiedo in questo momento - domani formalizzeremo per iscritto la questione - che siano ripristinate condizioni di correttezza, che la Giunta regionale revochi immediatamente la deliberazione, che sia convocata la Commissione e si ascoltino le proposte della Giunta regionale. La Giunta regionale valuti anche le eventuali proposte ed indicazioni che potranno venire dai componenti del Consiglio regionale e, immediatamente dopo riassuma il provvedimento in questione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, la parola all'Assessore Sacchetto.



SACCHETTO Claudio, Assessore regionale

Relativamente alla questione delle linee guida, lei sa benissimo Consigliere Reschigna - che c'è stata una famosa maratona che ha messo in pratica la Giunta regionale su sollecitazione delle associazioni agricole ambientaliste e quant'altro, con tutto quello che n'è conseguito.
Nel momento in cui sono giunte presso la Regione Piemonte le linee guida nazionali, la Giunta regionale, in particolar modo l'Assessore Giordano, concertando anche con gli altri Assessori che erano e sono interessati alla vicenda (il sottoscritto, l'Assessore Casoni, come Assessore ai Parchi, e l'Assessore Cavallera, come Assessore alle Opere pubbliche), ha stabilito, insieme a tutte le parti sociali, quelle che dovevano essere le linee guida regionali. Infatti, le linee guida licenziate ieri dalla Giunta regionale, con propria delibera, sono frutto di consultazioni con le associazioni ambientaliste, agricole e tutte quelle associazioni che operano in Piemonte. Oltretutto, le linee guida sono state approvate la settimana scorsa nella Conferenza Regione-Autonomie locali.
Tenuto conto del fatto che dal 2011 tutta la partita legata alle incentivazioni e dei relativi certificati, quindi tutta la produzione dell'energia pulita, avrà una riduzione rispetto al 2010, avevamo la necessità di accelerare l'iter dell'approvazione della delibera per ottenere, ancora nel corso del 2010, tutte le localizzazioni da parte di coloro che devono e possono realizzare gli impianti fotovoltaici.
Peraltro, ieri, in un colloquio verbale, ho avuto modo di dire al Consigliere Taricco che la Giunta regionale è disponibile a venire in Commissione a spiegare la questione.
Pertanto, il discorso è legato all'urgenza di poter licenziare questo provvedimento. Ieri sera credevo di essermi spiegato con il Consigliere Taricco; prendo atto che non è stato così.
In ogni caso, la motivazione è legata all'urgenza del provvedimento.
La Giunta regionale è disponibile a discutere in Commissione la deliberazione ed eventualmente porre delle modifiche per l'anno successivo.
L'urgenza - ripeto - ci ha imposto di deliberare ieri, in Giunta l'emanazione delle linee guida regionali sugli impianti fotovoltaici.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani. Posso chiederle a che titolo, collega?



RONZANI Wilmer

Sulle comunicazioni della Giunta, articolo 71.



PRESIDENTE

Se è sulla stessa questione, può intervenire un membro per Gruppo.



RONZANI Wilmer

un'altra questione, Presidente.



PRESIDENTE

Un'altra questione? Prego.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Voglio sapere se i rappresentanti della Giunta sono in grado di darci contezza di quando sarà presente nella discussione sul bilancio il Presidente della Giunta regionale. Francamente, non è mai successo che noi cominciassimo la discussione sull'atto di governo più importante di un'Amministrazione regionale, in questo caso il primo bilancio che presenta la Giunta di centrodestra, senza la presenza del Presidente della Giunta.
Se non ricordo male, il Consigliere Reschigna si era preoccupato, per evitare che la questione apparisse strumentale, di sottolineare quest'esigenza in occasione della discussione che si è svolta in Commissione. In quell'occasione, l'Assessore Quaglia aveva in qualche modo assicurato i Commissari che la discussione sarebbe iniziata alla presenza del Presidente della Giunta.
Non credo di porre una questione fuori dal mondo, perché in fase di discussione generale sul bilancio di previsione, di solito, il Presidente della Giunta è presente.
Capisco che il Presidente sia impegnato in altre vicende, capisco che vi siano questioni sulle quali il Presidente può ritenere che la sua presenza sia non necessaria, ma l'atto di governo principale dell'Amministrazione, il primo bilancio che voi presentate, possiamo discuterlo in assenza del Presidente della Giunta? È un fatto di sensibilità, anche verso la maggioranza.
Pongo questo come problema pregiudiziale, Presidente Molinari.
Voi stessi non sentite l'esigenza di dire al Presidente Cota: "Guarda che forse è il caso che tu sia presente, perché sarebbe importante svolgere la discussione generale sul bilancio di previsione, cui prenderanno parte tutti i Gruppi di maggioranza e di opposizione, alla presenza del Presidente della Giunta regionale?" Com'è noto, il Presidente Cota ha partecipato a una riunione della Commissione - una - per discutere del bilancio e, nonostante avesse dichiarato in quell'occasione la sua disponibilità a continuare a discutere del bilancio, in Commissione non si è mai più visto. Questo, in parte, lo capisco, ma stamattina, colleghi, almeno stamattina, chiediamo che venga e che assista a un pezzo della discussione (non chiedo che la concluda, c'è l'Assessore al bilancio).
Vorrei ricordare che ciò in passato non è mai avvenuto. Voi avreste rovesciato il tavolo, se noi avessimo cominciato la discussione sul bilancio in assenza del Presidente della Giunta! La presenza del Presidente è importante almeno quando comincia la discussione generale; poi, siccome i nostri lavori si protrarranno, è ragionevole pensare che il Presidente della Giunta possa non essere sempre presente, lo dico io per primo. È ragionevole pensare, invece, che partecipi alla discussione finale e magari concluda anche, insieme all'Assessore al bilancio, la discussione, ma che oggi non ci sia proprio mi sembra l'ennesima prova di insensibilità nei confronti del Consiglio e l'ennesima prova di insensibilità nei confronti di una discussione che dovrebbe essere il cuore della politica della Regione.
Quindi, Presidente Molinari, la prego di prendere contatti col Presidente della Giunta per capire se si degna di essere presente ai lavori del Consiglio.



PRESIDENTE

Collega Ronzani, l'Assessore ai rapporti con il Consiglio ha appena preso contatti col Presidente Cota e sembra che stia per arrivare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
La risposta cortese dell'Assessore Sacchetto non risolve il problema lo dico molto francamente. Noi siamo stufi di spiegazioni in Commissione a posteriori rispetto all'assunzione di provvedimenti. Lo siamo ancora di più nel momento in cui chi rappresentava la Giunta regionale in quella seduta ha assunto l'impegno a che il provvedimento subisse un passaggio di confronto all'interno della Commissione consiliare competente. Lo siamo ancora di più perché quel provvedimento lo abbiamo sollecitato noi come Gruppo consiliare del Partito Democratico. Lo siamo ancora di più perch nel momento in cui la Giunta regionale ha trovato il tempo - per fortuna buona cosa - di consultare le organizzazioni economiche, ha ritenuto di non trovare il tempo per confrontarsi con il Consiglio regionale.
Non ci siamo su questa materia. Con quest'atteggiamento non andiamo da nessuna parte.
vero che c'è un intasamento all'interno dei nostri lavori, ma voglio ricordare che questo Gruppo non si è opposto all'interno della Conferenza dei Capigruppo a che durante questa settimana ci potesse essere una convocazione della VI Commissione alle 9.30 di venerdì mattina e della V Commissione alle 14.30 del pomeriggio, quando normalmente al venerdì pomeriggio non v'è seduta di Commissione. Lo abbiamo acconsentito perch siamo noi per primi interessati a che il confronto avvenga nel merito dei provvedimenti.
Allora eravamo disponibili a trovare una finestra senza creare nessun intralcio, nessun impedimento, nessun ostacolo all'andamento dei lavori del Consiglio regionale, una finestra che consentisse all'Assessore Giordano di venire in Commissione e dire: "Il provvedimento ha questi contenuti e questi obiettivi. Avete qualcosa da dire? Avete qualcosa da aggiungere? Avete qualcosa da proporre? Va bene". Non ci si comporta in questo modo e non si costruisce un rapporto corretto tra Giunta e Consiglio con atteggiamenti di questo tipo.
Con atteggiamenti di questo tipo diventa tutto più complicato e più difficile. Rinnovo la richiesta che la Giunta regionale compia un gesto riparatore - tanto la scadenza del 31 dicembre può essere tranquillamente rispettata - revochi la delibera e si trovi una finestra per fare una terza Commissione del Consiglio regionale in cui l'Assessore Giordano illustri il provvedimento e immediatamente lo stesso giorno la Giunta regionale lo assume. Così si stabiliscono corretti rapporti tra Giunta e Consiglio.
Senza questo passaggio - lo dico - tutto diventa più complicato.



PRESIDENTE

Allora, rivolgo una proposta: visto che stiamo attendendo l'arrivo del Presidente Cota per iniziare la discussione generale e abbiamo anche da affrontare un'interrogazione, se voi siete d'accordo potremmo procedere a trattare l'interrogazione, in modo poi da sciogliere, con l'arrivo del Presidente, la pregiudiziale del Consigliere Ronzani; se poi lei, collega vuole mantenere questa pregiudiziale sulla questione del fotovoltaico possiamo procedere al voto dopo l'esame dell'interrogazione e l'arrivo del Presidente Cota. Va bene? D'accordo.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 274 dei Consiglieri Motta Massimiliano, Botta, Mastrullo, Costa Raffaele e Montaruli, inerente a "CUP - Valorizziamo gli investimenti nell'ICT in sanità"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g., "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", passiamo ad esaminare l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 274, presentata dai Consiglieri Motta Massimiliano, Botta Marco, Mastrullo, Costa Raffaele e Montaruli.
La parola al Consigliere Motta Massimiliano per l'illustrazione.



MOTTA Massimiliano

Grazie, Presidente. Ringrazio sin da subito l'Assessore Ferrero per la disponibilità ad aver dato in così breve tempo la possibilità di discutere di quest'argomento.
La questione nasce dalla preoccupazione che vi fossero delle fughe in avanti di vario genere in un periodo dove comunque c'era una vacanza perché noi - noi come maggioranza e come nuovo Consiglio - stiamo approdando a un nuovo Consiglio di Amministrazione del CSI Piemonte.
Per quanto possa sembrare un po' inusuale che un Consigliere di maggioranza presenti determinate interrogazioni su una questione così specifica e anche forse un po' troppo tecnica, necessitava fare chiarezza.
Credo che la politica e il buon governo di questa maggioranza stia anche nel fatto di cercare di razionalizzare e di fare sistema su quello che già si ha, e la questione del CUP è proprio uno di questi casi.
Sembrava già avanzato il Riuso con l'Abruzzo - ricordo che il Riuso è un genere di valorizzazione dell'e-government per quanto riguarda quello che è messo a disposizione dalle altre Regioni e il suo riutilizzo - quasi paventando che questo Riuso del CUP, dove noi abbiamo un'esperienza che parte da molto lontano, l'Assessore Caterina Ferrero lo sa perfettamente perché comunque faceva già parte della Giunta Ghigo, quindi nei dieci anni della Giunta Ghigo ha portato valore al progetto del Sovracup e dell'informatizzazione della medicina generale. Reputo che quest'ambito del Riuso avrà tutte le applicazioni che potremo fare nell'ambito della sanità con le altre Regioni, si tratta di un'operazione anche molto economica. Al di là della cessione semplice, che è uno dei cinque metodi del Riuso, tutti gli altri hanno sicuramente un costo che andrebbe ad aggravare le tristi note del bilancio.
Pur facendo delle domande specifiche, forse anche un po' tecniche, lo scopo dell'interrogazione era di fare chiarezza rispetto ad una nuova gestione, quella della CSI Piemonte. Anche la Giunta che s'impegnerà insieme all'Assessore all'innovazione, a fare un Piano strategico e a dare un mission ben precisa, ma che è già partita con l'affidamento dello sviluppo del sistema informativo sanitario al CSI Piemonte.
L'intenzione era quella, ripeto, di fare chiarezza sull'inizio della valorizzazione dei sistemi informativi, anche in un'ottica di riorganizzazione del sistema sanitario inteso come aziende sanitarie e aziende ospedaliere. Chiaramente il sistema informativo è una delle questioni più importanti e sicuramente di interesse in un ambito di riorganizzazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Nella risposta ho articolato lo stato dell'arte ad oggi, rispetto alla questione evidenziata nell'interrogazione.
L'introduzione in regione del sistema "Cup on line", secondo le modalità che di seguito verranno descritte, non prevede per ora la sostituzione dell'applicativo Sovracup utilizzata nella città di Torino e provincia. Prevede, invece, di dare l'avvio ad un percorso il cui l'obiettivo e realizzare un CUP regionale direttamente integrato con le aziende ospedaliere.
Per ottenere questo risultato, la Regione ha ritenuto di ricorrere al riuso gratuito di una soluzione nella disponibilità di una Pubblica Amministrazione, con l'obiettivo di minimizzare i costi e favorire la diffusione dell'open-source in conformità agli indirizzi regionali.
L'Assessorato alla sanità, con il supporto tecnico del CSI Piemonte, ha provveduto a verificare le funzionalità offerte e le caratteristiche tecnologiche del sistema applicativo CUP a disposizione della Regione Umbria.
Tale sistema è stato realizzato nell'ambito del progetto interregionale "CUP on line" da un partenariato di cinque Regione italiane (Umbria Veneto, Emilia Romagna, Marche e Provincia Autonoma di Trento) di cui la Regione Umbria è stata capofila.
Il progetto è stato cofinanziato dal Ministero della Pubblica amministrazione e l'Innovazione quale progetto candidato a realizzare l'obiettivo "4 Salute - Rete dei Centri di prenotazione" del Piano di e government 2012. L'obiettivo del Piano e-government, da realizzarsi anche attraverso la diffusione del progetto "CUP on line" agli altri territori regionali, è la realizzazione di un sistema articolato a rete di centri unici di prenotazione che consentono ai cittadini di prenotare le prestazioni sul Servizio Sanitario Nazionale su tutto il territorio nazionale.
Dal punto di vista funzionale, il sistema "CUP on line" realizza appieno le indicazioni proposte dalle Linee Guida nazionali per il sistema CUP, emesse dal Ministero della Salute nel mese d'ottobre 2009.
Rappresenta, infatti, un sistema di prenotazione a livello territoriale di nuova generazione che supera il modello attuale di sistema di prenotazione per diventare un "sistema complesso di gestione delle risorse" comprendendo non solo le prestazioni specialistiche, ma più in generale le risorse prenotabili in ambito sanitario.
Nelle componenti di front-office, il sistema regola l'accesso dell'utenza attraverso canali d'accesso diversificati, e consente di interfacciare in modo ottimale il complesso dell'offerto con quello della domanda attraverso una razionalizzazione dell'offerta di prestazione sanitarie (le "agende delle aziende sanitarie").
Dal punto di vista tecnologico, il sistema "CUP on line" è realizzato in ambito open source, caratteristica che permette la piena disponibilità del codice sorgente del sistema.
La Regione Umbria ha reso disponibile il sistema secondo un modello di riuso tra pubbliche amministrazioni previsto dalla normativa nazionale, in particolare dal decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, "Codice dell'amministrazione digitale" che prevede: "Le pubbliche amministrazioni che siano titolari di programmi applicativi realizzati su specifiche indicazioni del committente pubblico, hanno obbligo di darli in formato sorgente, completi della documentazione disponibile, in uso gratuito ad altre pubbliche amministrazioni che li richiedono e che intendano adattarle alle proprie esigenze". L'azione di riuso viene abitualmente accompagnata da attività di supporto all'installazione, effettuate dalla Regione che rende disponibile il software applicativo ai fini di una corretta acquisizione e per la futura gestione del sistema. S'informa che contestualmente, la Regione Umbria ha avviato il riuso della piattaforma di gestione documentale Doqui resa disponibile, con le stesse modalità, dalla Regione Piemonte.
L'implementazione della soluzione definitiva, partendo dal codice in riuso, sarà affidata dal CSI-Piemonte avvalendosi come di consueto delle aziende specializzate, auspicabilmente reperite sul territorio.
Il superamento, a tendere, della dipendenza da un prodotto proprietario, quale Remedes, consentirà di evitare il sostenimento di ulteriori rilevanti costi.
A seguito dell'impostazione data nel 2000 al progetto Remedes, su circa quattro milioni di euro investiti fino ad ora nello sviluppo del sistema due sono stati erogati ad aziende extra regionali per prodotti proprietari sui quali la Regione non ha facoltà di intervenire direttamente né pu orientarne le linee di evoluzione.
Inoltre la soluzione Remedes ha evidenziato forti limiti tecnologici e funzionali, nonché rilevanti ritardi e disservizi nell'esecuzione delle attività di manutenzione correttiva ed evolutiva, che hanno generato un ritardo nell'offrire agli utenti le migliorie introdotte ed extra-costi progettuali rilevanti.
Per tali motivi l'Assessorato alla sanità ha ritenuto opportuno e coerente con le politiche regionali, intraprendere questo nuovo percorso.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliere regionale Luciano Rossi, deceduto il 7 dicembre 2010


PRESIDENTE

Prego tutti di fare un attimo di silenzio. Procediamo alla commemorazione del collega Luciano Rossi.
Colleghi consiglieri è scomparso il 7 dicembre scorso a Torino, all'età di 84 anni, Luciano Rossi, Consigliere nella seconda legislatura regionale.
Nato a Torino il 1° febbraio 1926, era stato partigiano e nel dopoguerra dirigente del Fronte della Gioventù. Un impegno politico che dal 1949 al 1952, lo portò a ricoprire l'incarico di segretario provinciale e membro nazionale della Federazione giovanile comunisti italiani.
Eletto consigliere comunale a Torino e in seguito a Beinasco, divenne poi consigliere in Provincia e, con le elezioni del novembre 1964, sindaco di Grugliasco, incarico ricoperto fino al 1975.
Eletto in quell'anno per la prima volta in Consiglio regionale nella lista del PCI, è stato presidente della I Commissione consiliare (Bilancio) e componente della VIII Commissione (Affari istituzionali).
Successivamente, ha ricoperto ancora l'incarico di assessore al Lavoro della Provincia di Torino. Coloro che, in questi giorni, ne hanno ricordato la figura ne hanno messo in evidenza non solo le doti umane, l'etica, la moralità e l'approccio splendido con i cittadini, ma anche il lungo impegno per la crescita e lo sviluppo del territorio negli anni difficili dell'immigrazione.
Personalmente non ho avuto modo di conoscerlo, ma le testimonianze che ho raccolto tra gli ex consiglieri mi permettono di evidenziarne il senso delle istituzioni, il carattere aperto e orientato al dialogo e al confronto.
Ai funerali di Luciano Rossi, che si sono svolti a Torino il 9 dicembre, era presente in rappresentanza del Consiglio il collega Wilmer Ronzani.
Alla figlia Nadia desidero rinnovare in nome dell'Assemblea regionale le più sentite condoglianze.
Invito i presenti a osservare un minuto di silenzio in memoria di Luciano Rossi.



(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio)


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Questioni pregiudiziali sollevate dai Consiglieri Reschigna e Ronzani, ai sensi dell'articolo 71 del Regolamento (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la trattazione delle questioni pregiudiziali. Dato che nessun collega intende intervenire, chiedo ai Consiglieri Ronzani e Reschigna se vogliono mantenere le questioni pregiudiziali.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Se è possibile vorrei chiedere una sospensione di dieci minuti per un approfondimento con i colleghi dell'opposizione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.02 riprende alle ore 11.15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Sulla questione pregiudiziale sollevata dal Consigliere Reschigna ha chiesto la parola la Giunta regionale.
Prego, Assessore Maccanti.



MACCANTI Elena, Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale

Grazie, Presidente.
Ho sentito l'Assessore Giordano e ho parlato con il Presidente della III Commissione, Gianluca Vignale. Ci sarebbe la disponibilità per convocare domani, alle ore 14.30, la III Commissione e ci sarebbe la disponibilità, da parte dell'Assessore Giordano, di illustrare la delibera con relativo confronto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Maccanti.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 72, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2011"

Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame disegno di legge n. 73, inerente a "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2011-2013"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 72 e del disegno di legge n. 73, di cui al punto 4) e al punto 5) all'o.d.g.
Procediamo con la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Presidente della Giunta, Presidente del Consiglio e colleghi Consiglieri, come ha ricordato ieri il collega Lepri illustrando la relazione di minoranza, questo è il primo bilancio della Giunta Cota.
Abbiamo votato l'assestamento; il bilancio precedente era stato predisposto dalla Giunta Bresso, quindi questo bilancio è il primo vero banco di prova attraverso il quale misurare gli obiettivi e le politiche dell'Amministrazione regionale.
Questo è il primo bilancio per misurare se esiste un rapporto di coerenza tra quanto dichiarato dal centrodestra al momento delle elezioni e dell'insediamento della Giunta Cota e le scelte concrete di governo.
Personalmente credo che sia anche questo il momento per misurare qual è effettivamente il peso politico di un Governo regionale rispetto ai rapporti con il Governo, tanto più che siamo in una fase nella quale questa maggioranza pone molta enfasi sulla questione dei rapporti con il Governo anzi, giustifica una serie di iniziative come funzionali all'obiettivo di avere un rapporto politico con il Governo, per far pesare di più il Piemonte nella politica nazionale.
Vede, Presidente, ora, finita la querelle, che per la verità è durata pochissimo tempo, sulle colpe di chi c'era prima e che ha governato prima la Regione, è del bilancio che avete presentato che possiamo e dobbiamo finalmente discutere.
Nell'intervento di ieri, il collega Lepri ha presentato le linee di un bilancio che, personalmente, oso definire alternativo, e quindi non ritorno su tutte quelle questioni. Torno invece su alcuni problemi e lo faccio innanzitutto, per rilevare una prima grande incoerenza, o una prima gran contraddizione, che esiste nella discussione sul bilancio 2011.
A cosa mi riferisco, Presidente Cota? Mi riferisco ad importanti affermazioni che avete fatto in occasione della discussione preliminare sulla politica di bilancio: avete, infatti, annunciato con grand'enfasi della quale vi do volentieri atto, che il bilancio 2011 della Giunta Cota sarebbe stato un bilancio che si poneva due obiettivi di fondo. Primo ridurre gli sprechi, che voi avete considerato importanti, nel bilancio della Regione, nell'amministrazione regionale; secondo, ridurre gli sprechi ma contenere anche l'indebitamento della Regione.
Ora, se questi erano gli assunti dai quali siete partiti, è ragionevole pensare che la minoranza che si oppone al vostro governo vi giudichi intanto, sulla base della coerenza che esiste nel bilancio tra quelle premesse e le scelte che avete invece deciso di compiere, le quali cosa dimostrano, Presidente Cota? Che avete aumentato l'indebitamento - e qui c'è una prima contraddizione rispetto alla scelta di contenerlo, che avete enfatizzato ed enunciato con grande forza - ma non ci risulta che siate intervenuti concretamente per ridurre gli sprechi, perché tagli del bilancio, figli anche della politica del Governo, sono stati perlopi lineari, esattamente come ha fatto il Governo nazionale. Un Governo nazionale che ha - diciamolo pure, Presidente - scaricato principalmente sul sistema delle Autonomie locali (Regioni, Province e Comuni) il costo del risanamento dei conti pubblici, o del rispetto dei vincoli del Patto di stabilità. Nonostante - e qui c'è un primo elemento di critica che rivolgo alla politica del Governo e anche alla Regione Piemonte - l'aumento della spesa pubblica in questi ultimi mesi abbia principalmente riguardato lo Stato centrale, nonostante - e soprattutto - che l'aumento della spesa pubblica non possa essere quindi imputato al sistema delle Regioni o delle Autonomie locali.
Qui c'è un problema: dentro quella politica dei tagli il Piemonte e la Toscana sono state - come ha ricordato il collega Lepri - le Regioni che hanno pagato di più.
Presidente Cota, se ho capito bene (e da questo punto di vista il collega Lepri è stato molto preciso) all'appello del bilancio regionale mancano 50 milioni di euro, che noi avremmo avuto nel bilancio della Regione Piemonte e che avremmo, per esempio, potuto utilmente utilizzare per fare politiche di sostegno al reddito, politiche pubbliche di sviluppo se da parte del Governo centrale non ci si fosse accaniti così tanto nei confronti del Piemonte e della Toscana o se da parte nostra e da parte del Governo regionale ci si fosse impegnati con maggiore determinazione per affermare un principio di maggiore equità nella politica dei tagli. Vi ricordate le discussioni di quei mesi? "Imporremmo tagli privilegiando le Regioni virtuose". Delle due l'una: o non siamo una Regione virtuosa, cosa che non credo, o i tagli non hanno tenuto conto di questo principio e di questo criterio. In questo contesto, quindi, è del tutto evidente che la nostra Regione è tra quelle che hanno pagato un dazio maggiore.
La verità, Presidente Cota, è che i tagli che in qualche modo voi avete co-deciso, perché il vantaggio-svantaggio di questa maggioranza di Governo è che la stessa di quella che governa il Paese. La verità è che i tagli nel bilancio sono figli, tengono conto e sono il riflesso di questa condizione.
I tagli stanno mettendo in ginocchio il sistema delle autonomie locali, ma la verità è soprattutto che voi avete dichiarato che avreste ridotto l'indebitamento e invece avete fatto più debiti per finanziare spesa corrente.
Siamo preoccupati anche per altri comparti, pur avendo sempre previsto per gli emendamenti che presentiamo - e che, in qualche modo, abbiamo già presentato in Commissione - una copertura ragionevole e mai un ulteriore indebitamento o coperture illusorie.
Per esempio, riteniamo importante garantire il funzionamento delle comunità montane, in attesa, anche qui, di una riorganizzazione, ormai ineludibile. Ci teniamo a che le risorse per il diritto allo studio siano garantite, ma anche quelle per i piccoli interventi, quali quelli che riguardano le società di mutuo soccorso, gli ecomusei, l'apicoltura e il sostegno alle iniziative di prevenzione e contrasto alla violenza nei confronti delle donne. Sono piccole cifre, ma di grande impatto, oltre ad essere - ripeto - coperture ragionevolmente previste.
Quanto alle politiche industriali di sviluppo, direi che abbiamo guardato senza preconcetti alle proposte presentate per quanto riguarda le politiche per il lavoro e le politiche per la competitività. Riconosciamo in alcuni passaggi uno sforzo positivo, anche se ricordiamo di nuovo che moltissime di quelle misure sono solo la modesta ripetizione delle iniziative già avviate dalla Giunta Bresso.
Per certi versi, ci sono aspetti discutibili, ma questo, probabilmente è il capitolo che ci convince di più o, per dirla diversamente, fa sì che si abbiano molte meno perplessità.
Ci sono poi altri emendamenti che abbiamo avanzato come Partito Democratico e, certamente, come minoranza - poi, per le altre forze di minoranza, svolgerà la relazione il collega Stara. In molti casi si tratta di emendamenti che, più che pensare ad un'effettiva approvazione, puntano a mantenere viva una discussione, perché noi temiamo un'accelerazione improvvida e ingiustificata della discussione, che, invece, pretendiamo ampia e approfondita.
Mi avvio verso la conclusione - rimangono pochi minuti - certamente rispettando i tempi.
Dunque, che fare oltre a quanto ho provato a dire? Noi crediamo che fin da subito, nella discussione di questi giorni sia possibile lavorare mi rivolgo in modo particolare all'Assessore - per ridurre l'indebitamento del 2011. Non è irrispettoso, abbiamo detto all'Assessore di comportarsi come Einaudi e non come il notaio Petrarulo.
Lo ripeto ancora, perché è importante esprimere un indirizzo, da parte dell'Assessore al bilancio, nella direzione, naturalmente, di garantire per quanto possibile, quel rigore che in questa finanziaria e in questo bilancio, per le tante ragioni che ho provato a spiegare, non si trova.
Due possono essere, da subito, le strade che possiamo percorrere per ridurre l'indebitamento: una l'abbiamo suggerita noi con l'emendamento che ripresentiamo. Ci sono dei fondi rotativi che sono rientrati, ci sono delle economie provenienti da fondi, ci sono bandi che non tirano abbastanza e che possono essere evidenziati, rappresentati e portati a galla. Insomma non vanno tenuti come un tesoretto, ma devono essere rappresentati in modo evidente all'interno del bilancio, attraverso una riduzione dell'indebitamento, che, stando ai dati forniti dall'Assessorato, possono ammontare almeno ad un centinaio di milioni.
Per quanto riguarda la seconda via, non vorremmo sentire, tra qualche mese, che l'Amministrazione Cota è stata brava a ridurre le spese semplicemente utilizzando i fondi dello Stato, che ora non sono stati accertati. Allora, chiediamo che fondi statali ragionevolmente accertabili in quanto c'è una continuità storica che non può essere azzerata e ci sono molti fondi dell'Unione Europea e dello Stato che, oggi, sono iscritti a "zero" come entrata - siano iscritti prudentemente.
C'è del vero quando si dice che, in alcuni casi, nelle precedenti amministrazioni, forse, sono stati iscritti dei crediti anche con un certo ottimismo; ma, ora, si sta facendo esattamente il gioco opposto, per poter tra qualche mese, dimostrare, invece, che l'Amministrazione Cota ha risparmiato semplicemente per un gioco contabile. Allora noi vogliamo che in modo ragionevole e prudente, siano accertate entrate dallo Stato e dall'Unione Europea, ma fin da subito. Cito, per esempio, i fondi POR, che nel 2010 ammontavano a 45 milioni e non è possibile che, ora, siano iscritti a "zero", così come per la sanità penitenziaria e i fondi per la prima infanzia.
Nel 2011, dopo la discussione del bilancio, crediamo si debba rimettere in discussione il criterio della spesa storica anche in sanità e che occorra impegnarsi più di quanto non si faccia oggi. Per esempio, voglio dare merito alla Consigliera Bresso per aver fatto molto bene questo lavoro. È necessario impegnarsi per ottenere fondi strutturali europei nella sessione 2013-2017 fin da adesso, con grande determinazione.
Si proceda nelle razionalizzazioni che servono - per esempio, sono troppe le società in Finpiemonte - si individuino dei modelli organizzativi e gestionali nei servizi alle persone meno costosi e più partecipati; si evitino, salvo eccezioni molto motivate, nuove spese - cito per tutti l'annunciata manovra sui pannolini.
Forse le famiglie vanno aiutate - certamente vanno aiutate - per occorre domandarsi come. Certamente non in questo modo, ma attraverso interventi più strutturali e, forse, attraverso una scelta di politiche di bilancio più complessive. Ebbene, se si apre un confronto vero, noi ci siamo.
Il Presidente Cota - concludo davvero - aveva detto - come anche questo Consiglio regionale, mi rivolgo ai due Capigruppo - che avrebbero tagliato gli sprechi. Lo ricordate? Sono numerose quelle interviste; non ho con me la rassegna stampa, ma avremo scritto qualche centinaia di pagine. Inoltre il 26 maggio 2010 avete votato un ordine del giorno con il quale ci si impegnava sulla manovra 2011 a recuperare l'efficienza dei conti pubblici a tagliare gli sprechi e a trasferire tali risorse a favore dell'impresa del lavoro e della famiglia. Ebbene, non ci pare che quanto indicato in questo ordine del giorno, che in questo caso, come in molti altri, è carta straccia, sia stato perseguito in questa manovra.
In conclusione, contiamo che questa discussione e questa sessione non siano semplici rituali; per questo mi appello alla nostra responsabilità di amministratori pubblici.
Assessore, voi avete recitato due parti nella commedia: quella di chi dice "tagliamo" e quella di chi, poi, dice che "i soldi ci sono per tutti".
Vorrei che la commedia che quest'anno avete celebrato non si trasformi in una tragedia.
Nel rispetto dei ruoli, noi apparteniamo alla minoranza e continueremo a farla, ma, certamente, non ci sottrarremo alla responsabilità di questo Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'altro correlatore di minoranza, Consigliere Stara.



STARA Andrea, correlatore di minoranza

Grazie.
Accorperei la relazione sulla legge finanziaria e quella sulla legge di bilancio, cercando di ridurre un po' la somma delle tempistiche assegnate alle relative relazioni.
Italia dei Valori, Federazione della Sinistra, Moderati, Sinistra Ecologia Libertà, Insieme per Bresso e Uniti per Bresso hanno lavorato ad una proposta complessiva sulla legge finanziaria e sul bilancio, la quale contiene emendamenti già presentati e che presenteremo, che con questa relazione cerchiamo di sintetizzare.
Finalmente, siamo arrivati al punto in cui la Lega dimostra le sue capacità di governo della regione: è la prima legge finanziaria tutta vostra, tutta farina del vostro sacco, onori e oneri! Negli ultimi cinque anni sono aumentate anche le entrate da parte dello Stato, ma dal 2011 non è più così. Questa è l'altra evidenza con cui dobbiamo fare i conti: 400 milioni in meno nel 2011 e saranno altrettanti 400 milioni quelli che si sommeranno grazie - eufemisticamente parlando alla manovra Tremonti-Berlusconi. Questi tagli, poi, vanno sommati a quelli degli Enti Locali: l'11.2% in più.
Parliamo ancora del blocco dei trasferimenti per la spesa sanitaria (che, sostanzialmente, aumenteranno molto meno dell'inflazione), il taglio drastico al fondo per le politiche sociali, i tagli drastici al diritto allo studio, eccetera.
Sarà un caso, ma i fondi che mancano sugli investimenti - giusto per rappresentare l'importanza di questi tagli - sono identici ai tagli degli investimenti. Mancano, infatti, 400 milioni rispetto agli investimenti del 2010: rappresentano esattamente i tagli del Governo Berlusconi-Tremonti.
Come dicevo, questi tagli - vengo alla seconda riflessione in tal senso non sono stati applicati in maniera omogenea in tutta Italia: questa è un'ulteriore critica che muoviamo alla vostra Amministrazione, in modo particolare alla Giunta.
A noi pare che non vi sia stata una battaglia né un impegno forte da parte di questa Amministrazione per ridimensionare o ammorbidire il volume dei tagli che il Piemonte ha subìto.
Ad esempio, il taglio che si sta applicando, in modo omogeneo, per gli Enti Locali è dell'11,2%: stessa percentuale per tutti i Comuni d'Italia.
La Regione Piemonte, invece, non ha combattuto per ridurre, perlomeno, il taglio che le Regioni hanno subito e, soprattutto, è stata la Regione (dietro solo alla Toscana) che ha subìto il maggior taglio. In altri termini, il taglio non è stato uguale per tutti, ma il Piemonte ha subito un taglio maggiore rispetto alle altre Regioni.
Ho fatto il conto che lascerò ai miei colleghi, ai giornalisti e a quanti vorranno interessarsene (certamente all'Assessore e al Presidente della I Commissione), da cui risulta che se i tagli fossero stati uguali per tutti, il Piemonte non avrebbe avuto 397 milioni di euro di tagli, ma 347, cioè 49 milioni di euro in meno. Signori, con 49 o 50 milioni di tagli in meno, si fanno molte cose! Al momento non è presente l'ex Assessore Pentenero, ma noi, per esempio, avevamo aumentato i fondi per l'edilizia scolastica (sappiamo in quali gravi difficoltà vive): ebbene, ci fu un impegno straordinario di 30 milioni.
Con 50 milioni, per tre anni, potremmo rinnovare il parco delle scuole di tutto il Piemonte! Dunque, abbiamo subìto un taglio molto forte senza alcun contrasto da parte della nostra Giunta.
Bisogna ridurre l'indebitamento, anche perché rischiamo di incorrere nella mancata applicazione di un dispositivo che, forse, abbiamo dimenticato e che io credo sia necessario per tutti ricordare: mi riferisco al decreto legislativo n. 76 del 2000, che definisce i principi fondamentali per le Amministrazioni regionali, in base al quale all'articolo 24, comma 5, "...l'importo complessivo delle annualità di ammortamento per capitale e interesse dei mutui e delle altre forme di indebitamento in estinzione nell'esercizio considerato non può comunque superare il 25 per cento dell'ammontare complessivo delle entrate tributarie non vincolate della Regione ed a condizione che gli oneri futuri di ammortamento trovino copertura nell'ambito del bilancio pluriennale della Regione stessa".
Ho motivo di temere che siamo molto vicini a questa soglia, superata la quale non saremo più, naturalmente, rispettosi della legge.
Mi accingo, adesso, a valutare le politiche relative ad alcuni comparti di questa nostra Amministrazione e di come la manovra le considera.
Partirei, anzitutto, dal comparto della sanità, dove registriamo una riduzione del contributo regionale.
un obiettivo che, alla fine, possiamo considerare ragionevole: qualcuno, tra noi, pensa che possa essere eccessivo; qualcun altro ritiene invece, che sia troppo poco.
Il giudizio complessivo e sintetico che possiamo fornire è che si tratta di un obiettivo ragionevole e raggiungibile, anche se va detto che non fa altro che confermare la spesa storica.
La spesa sanitaria 2010-2011 viene sostanzialmente confermata; risulta solo un taglio di 25 milioni, ma sappiamo che il 2011 sarà un anno in cui sia pure di poco (ce lo auguriamo, se gli obiettivi saranno raggiunti), si confermerà la spesa storica in sanità. Non ci sarà, dunque, quella razionalizzazione e quel recupero di efficienza che tutti noi - credo consideriamo ormai non più procrastinabile.
Su questo punto, vogliamo ribadire alla Giunta che abbiamo delle buone idee su come razionalizzare la sanità. E torno sulla questione di prima.
Noi non abbiamo avuto, in nessuna occasione, la possibilità di discutere in Commissione su come migliorare l'efficienza in sanità. Siamo di fronte - ormai è prossima la scadenza - alla nomina dei nuovi Direttori Generali ed è addirittura annunciata - probabilmente per lo stesso anno la proposta del nuovo Piano sanitario, senza che vi sia stata la minima discussione sugli orientamenti annunciati, che porteranno sicuramente modifiche radicali che riteniamo non condivisibili, ma certamente meritevoli di discussione.
Quanto alla spesa per investimenti in sanità, noi riteniamo che siano pochi i 50 milioni l'anno che l'Assessore, solo dopo le nostre insistenze ha ritenuto di dover prevedere.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi! Il Consigliere Lepri ha scelto di svolgere una relazione unica, sia per la legge finanziaria sia per il bilancio, e ha diritto a 30 minuti di intervento. Seguirà, se non erro, una relazione di maggioranza e poi avremo sostanzialmente terminato i nostri lavori.
Vi chiederei la cortesia di ascoltare con attenzione.



LEPRI Stefano

Noi abbiamo presentato un emendamento - lo riproporremo in aula - nel quale sosteniamo che è possibile investire di più in sanità - del resto tutti sappiamo che è necessario! - adottando, per esempio, il fondo immobiliare che nel 2006 avevamo votato (e che poi ci risulta essere rimasto fermo) per consentire, in qualche modo, di valorizzare da subito il patrimonio della sanità, quello che si ritiene alienabile. È possibile contare, se non nel 2011 quantomeno nel 2012, certamente su nuovi fondi FAS. È opportuno autorizzare i Direttori Generali alla vendita del patrimonio immobiliare iscritto nei bilanci delle stesse ASL per valori inferiori ai 250 mila euro.
Questo ci sembra un modo per attivare nuovi investimenti e soprattutto, per accelerare un processo di rinnovamento del parco immobiliare in sanità che, come sappiamo, necessita di un forte rinnovamento.
Siamo inoltre molto preoccupati per quanto riguarda il comparto delle politiche sociali.
Non ci convincono le rassicurazioni fornite dell'Assessore Ferrero secondo la quale ce la farà - non tanto per i soldi che la Regione mette in campo, che certamente sono inferiori rispetto al 2009, quanto, piuttosto per i tagli enormi e drammatici che il Governo nazionale imporrà alle politiche sociali. Cito, per tutti, il fondo sociale per le politiche sociali, che passa da 500 e rotti milioni nel 2009, a 275 nel 2010 (in due anni viene dimezzato!). È stato azzerato il fondo per la non autosufficienza, salvo ripensamenti. È stato ridotto moltissimo il fondo per la locazione, e non è un caso che noi abbiamo presentato un emendamento anche su questo. È stato azzerato il fondo per il servizio civile.
Dunque, i tagli statali che effettivamente subiremo, non saranno pari ai 15 milioni previsti, ma l'entità sarà maggiore. Di questi tagli da parte dello Stato (molti meno da parte della Regione) faranno le spese le persone più in difficoltà.
Anche perché ritengo che la mia verità sia molto più interessante e vera di quella di Laus, quindi volevo cercare di rendervi partecipi.
Dire no alla manovra del Governo per cercare di salvaguardare l'orticello piemontese sarebbe stato un atteggiamento inutile e avrebbe rappresentato una presa in giro per la nostra gente. State tranquilli! Cota ha fatto, sta facendo e farà la sua parte, la sua autorevole parte per salvaguardare le nostre peculiarità e i nostri diritti.
"Il Paese è sull'orlo del crack finanziario, dobbiamo intervenire, ma le Regioni non si toccano, ma la mia Regione non si tocca". Questo volevate sentir dire dal nostro Presidente.
Questo è l'atteggiamento di chi cerca il consenso facile. Alla prova dei fatti - lo sapete anche voi - coloro che hanno contrastato la manovra in maniera forte hanno ottenuto lo stesso risultato del Piemonte, perché il processo del taglio alla spesa pubblica, della revisione complessiva dei processi di spesa e del riequilibrio delle risorse non si può fermare e nemmeno arginare, a meno che non si voglia cadere in un baratro, ma in questo caso rivendichiamo il diritto di non seguirvi.
La sintesi di questa convinzione sta in una frase del nostro Presidente, che molti piemontesi hanno compreso molto meglio di quanto si pensi. Cota ha detto: "Abbiamo vissuto per troppo tempo al di sopra delle nostre possibilità. È ora venuto il momento non soltanto di rendersene conto, ma anche di porre rimedio ad una distorsione che si modula in maniera differente a seconda dell'area geografica analizzata in Italia, ma che comunque interessa tutti. La ricetta per lo Stato ammalato è il federalismo, ma il processo di modifica radicale del sistema è lento e spesso contrastato".
Il tentativo di sfiducia di ieri al Parlamento credo ne sia un esempio lampante.
Noi siamo all'inizio del guado ed è proprio tra la fase d'imminente tracollo del centralismo e la fine del nuovo modello federale che stiamo vivendo per evitare di fare l'ultimo passo nel vuoto. Si deve frenare la spesa in maniera energica.
Se è vero che il debito pubblico aumenta di circa 80 miliardi all'anno ed ha raggiunto cifre incredibili (1.770 miliardi circa) capiamo che la terribile manovra tremontiana attuata dallo Stato, che è una manovra da 25 miliardi spalmati in due anni, è nulla nell'ottica di contrastare il debito pubblico. Eppure già ci sono tumulti, molti dei quali non so quanto in buonafede.
La crisi del settore privato porta inoltre a minori introiti fiscali ad una contrazione evidente delle entrate, ma la crisi della Pubblica Amministrazione è iniziata da tempo ed è avanzata inesorabile anche in periodi in cui il PIL del Paese viaggiava su livelli non così preoccupanti.
Se è vero che oggi c'è una correlazione tra la contrazione dell'economia del Paese e le vacche magre per la spesa pubblica, è altrettanto vero che quest'ultima ha seguito dinamiche diverse ed andamenti non strettamente legati all'economia reale italiana. In altre parole, anche quando l'economia girava, il sistema Stato non reagiva positivamente.
La colpa in passato è certamente di qualcuno, ci appassiona poco ricercare i colpevoli. Oggi la nuova Amministrazione regionale non vuole però essere corresponsabile dell'ennesimo tentativo di non cambiare nulla.
Ci assumiamo quelle responsabilità che riteniamo doverose, ci assumiamo quelle responsabilità che ci hanno assegnato i cittadini, ma vogliamo andare, come direbbe De Andrè, in direzione ostinata e contraria; vogliamo fotografare in maniera reale il bilancio della Regione, assumendoci le responsabilità che derivano dall'essere forza di Governo, quelle responsabilità - lo ripeto - che i piemontesi ci hanno assegnato. Allora vediamo qual è il bilancio 2011.
Intanto, per la prima volta, ci siamo trovati a dover sperimentare i nuovi dettami regolamentari e questo oggettivamente non è stato facile. I tempi strettissimi tra l'approvazione del bilancio tecnico, l'approvazione dell'assestamento e la predisposizione del nuovo strumento finanziario hanno imposto alcune scelte, che sono state ampiamente criticate dall'opposizione, ma siamo convinti che siano servite. Ed i tempi li stiamo rispettando e per la prima volta nella storia della Regione probabilmente approveremo la manovra finanziaria nel mese di dicembre. È un ottimo risultato, che ci consentirà di programmare le attività del 2011, dando certezza delle tempistiche, e se è vero che arriveranno molte meno risorse sul territorio in alcuni settori, è altrettanto vero che quelle poche risorse saranno certe e tempestive.
Qualcuno potrà dire che è una magra consolazione e può essere vero, ma questa è la nuova realtà che chiunque, compresi coloro che un anno addietro hanno deciso di investire 20 milioni di euro per il World Master Game, con grandissima cognizione sullo stato delle finanze pubbliche e con grandissima lungimiranza, ammirabile nell'individuazione delle priorità.
Anche loro avrebbero dovuto affrontare questa situazione.
Non per cercare per forza qualche aspetto positivo, va sottolineato che quest'emergenza finanziaria ha finalmente posto al centro della discussione, almeno nelle forze di maggioranza, l'individuazione di nuovi modelli per riorganizzare l'erogazione della Regione Piemonte. In vari settori si sta finalmente pensando a come riformare le regole con le quali la Regione spende i suoi soldi. E solo una situazione così drammatica consentirà di trovare nuove regole, che speriamo possano essere condivise.
Va inoltre sottolineato che tra le accuse rivolteci più volte in questi mesi vi è quella di aver lavorato su un bilancio farsa.
Credo che sia quanto meno originale che quest'accusa arrivi da chi sistematicamente ha approvato negli scorsi anni bilanci gonfiati ed immediatamente ridimensionati nella fase successiva di elaborazione dei piani operativi. Quella che voi definite farsa, noi l'abbiamo definita verità.
Noi, facendo un'onesta e precisa previsione, poste "farlocche" in entrata non ne abbiamo inserite. Non solo: le difficoltà di elaborazione di questo bilancio sono state ancora maggiori per i tempi lunghi nella definizione dei trasferimenti dello Stato e ci siamo mossi su due canali.
Queste affermazioni sono così ovvie, non abbiamo messo poste in entrata "farlocche".
Una frase chiave nel corso della I Commissione in cui c'è stata la relazione del Presidente Cota è stata di Lepri, uno che del PD conta, se è vero che è Vicepresidente. La frase è stata illuminante. Rivolgendosi a Cota, Lepri ha detto: "Lei ha ragione quando dice che non è più tempo di promesse fasulle, di prefigurare risorse che non ci sono. È corretto fare il quadro reale" - vuol dire che prima non era così, questa è la chiave di lettura che gli diamo - "che l'analisi attenta dei bilanci passati avrebbe consentito di giungere alla stessa conclusione". In questo senso Lepri ci ha agevolato, e la conferma arriva nel corso della stessa seduta dall'ex Presidente Bresso che dice: "Ma come mai mettete così poco in entrata? Perché avete messo delle poste in entrata così basse?" Perché sono quelle vere, questa è la risposta. Sono quelle vere e voi in cinque anni non ve ne siete accorti. Questo è il grande problema dell'Amministrazione precedente.
Da lì si è aperta nelle sedute di Commissione un'orchestrina che continua a suonare. Il 23 novembre Ronzani chiede più risorse per la ricerca; Reschigna per la pianificazione territoriale; Lepri per le morosità colpevoli; Muliere per le bonifiche; Taricco per le Comunità montane e maggiori risorse per la promozione della produzione agroalimentare; Manica definisce inadeguati i fondi per l'edilizia sanitaria.
un'orchestrina che continua a suonare e non vi rendete conto di quello che sta succedendo.
Concludo, Presidente. La situazione è chiara: c'è chi ha capito la realtà che stiamo vivendo e in pochi mesi ha adottato importanti provvedimenti per la nostra terra, c'è chi si è rimboccato le maniche per guidare la Regione fuori dal guado, c'è chi ha voluto guardare in faccia la realtà, e poi c'è l'orchestrina che propone sempre la stessa musica con l'ostinazione di chi quella realtà non la vuole capire.
Noi lavoriamo, voi continuate pure a suonare. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Siamo in una situazione assolutamente paradossale per quanto riguarda le sedi istituzionali e le sedi della politica. Esse, chiuse al loro interno, discutono di argomenti autoreferenziali mentre fuori un'intera generazione di giovani pensa che quelle istituzioni e quella politica non siano più in grado di dare una risposta e che l'unica risposta possibile sia una ricerca di momenti diversi e attraverso la piazza, che sostituisca il ruolo che secondo loro le istituzioni non sono più in grado di svolgere.
Questa è una situazione potenzialmente pericolosissima, soprattutto se il contesto in cui colloca è quello di una crisi economica e con delle istituzioni che, invece di voler capire, continuano con messaggi autoreferenziali.
Una politica di bilancio e una proposta di bilancio è un elemento fondamentale all'interno della vita di un'istituzione.
Noi non abbiamo ritenuto che la prima proposta di bilancio quell'assestamento che sostanzialmente voi avete determinato nel corso dei mesi precedenti e che chiudeva il 2010 - un anno a metà fra due Amministrazioni e che aveva visto una vicenda elettorale - fosse davvero il vostro primo banco di prova. Riteniamo che il vostro vero primo banco di prova sia il bilancio di cui stiamo discutendo oggi in Aula, con la discussione generale che abbiamo visto in Commissione e che proseguirà nelle settimane successive.
Partiamo da un assunto fondamentale, non dalle fantasie o dalle opinioni di qualcuno. Questa Giunta regionale, attraverso parole autorevoli del suo Presidente, dette non solo nelle sedi istituzionali ma anche in importanti trasmissioni televisive - quindi l'abbiamo sentito, diciamo così, a reti unificate - ha dichiarato che il primo obiettivo di questa Regione - visto che aveva trovato un indebitamento molto alto che si stava alimentando da un decennio (e poi dirò come comincia tutta questa vicenda) era che il bilancio cui si apprestava era un bilancio di lacrime e sangue, che da un lato tagliava gli sprechi e dall'altro tagliava l'indebitamento.
Guardate che lanciare un messaggio di questo genere, che è un messaggio impegnativo, implica poi la coerenza. Al contrario, si lancia un messaggio di questo genere e, invece di essere coerenti, si fa un'operazione tutt'affatto diversa; e cioè si prende la spesa corrente e la si porta a 10.708.000, quindi una spesa corrente prevista che è praticamente la stessa del 2010 (che era di 10.718.000), rispetto a quella del 2009 che era 10.518.000. Anzi, riteniamo che la spesa corrente del 2011 certamente aumenterà rispetto a quella iscritta nelle poste di bilancio, perché non sono volutamente state iscritte - lo sa bene l'Assessore al bilancio, lo sa il Presidente e lo sa tutta la Giunta - le entrate provenienti dallo Stato e dall'Unione Europea, sia per le spese correnti sia per quelle di investimento: quindi è più alta di quella che voi avete realmente iscritto in questo testo di bilancio.
Se la spesa corrente è di questo livello, noi vi chiediamo dov'è l'elemento di razionalizzazione e dov'è l'elemento di taglio degli sprechi.
Qui c'è il punto chiave del fatto che quella era una vana promessa da trasmissioni televisive; perché ormai la politica si fa nelle trasmissioni televisive con promesse fasulle e non con i documenti reali e nelle sedi vere. Infatti, gli investimenti crollano: nel 2009 erano 1.346 milioni, nel 2010 1.190, oggi sono 801 milioni di euro. Quando si tiene la spesa corrente ai punti più alti che l'indebitamento della Regione avrebbe raggiunto e si fa crollare la spesa di investimento, non lo raccontate neanche a vostro nonno che avete fatto una politica di razionalizzazione e di taglio degli sprechi: neanche a vostro nonno, perché non ci crede! Sarà poi un caso, ma i fondi che mancano sugli investimenti sono gli stessi del taglio "tremontiano" sul Piemonte di 396 milioni di euro. Anzi Presidente Cota, noi sappiamo che lei è molto presente alle riunioni romane e nelle vicende della politica romana: da quel tavolo Stato-Regioni, come mai siamo tornati a casa portando un taglio per il Piemonte tra i più alti fra le Regioni italiane? Perché il Piemonte non era una Regione virtuosa? Perché il Piemonte meritava tutto questo? O perché non abbiamo saputo difenderci e abbiamo rotto il fronte dei Presidenti nel confronto con il Governo? Sono riflessioni che devono essere fatte, che lei stesso si sarà fatto davanti a questo insuccesso clamoroso: starà riflettendo per vedere come ottenere risultati diversi in futuro, magari con una maggiore esperienza in questa direzione.
L'indebitamento del Piemonte aumenta di un miliardo e 200 milioni, fino ad arrivare ad oltre sette miliardi di euro. Cerchiamo di ricordarci come questa vicenda comincia per la Regione Piemonte, perché sappiamo tutti che nel 2000 eravamo in una situazione di quasi pareggio: c'era un indebitamento di 292 milioni. Voi capite che 292 milioni è praticamente la cifra di un indebitamento irrisorio: cioè un indebitamento che, per quanto riguarda una Regione, praticamente non esiste. Poi succede una vicenda particolare, che comincia dal 2000: esplode in modo molto significativo e incontrollato - e lo fa per cinque anni ininterrotti - la spesa sanitaria.
Da quell'esplosione arriviamo, intorno al 2005, ad avere circa tre miliardi di indebitamento perché la Regione, che non è più in grado di far fronte a quell'esplosione, deve ricorrere all'indebitamento invece di razionalizzare. Tutto questo ovviamente, per quanto riguarda il Piemonte innesca una situazione che porta a dati irreversibili, soprattutto se avviene nel contesto di un trend di spesa storica che svolge questo ruolo e perché l'intervento dello Stato, in ragione dei tagli che comincia ad attuare e che continuerà successivamente a fare, rende la situazione sempre più complessa.
Attraverso il maxiemendamento della Giunta voi avete in sostanza deciso, aggiungendo quei 300 milioni che gli Assessori chiedevano per coprire una serie di interventi in quei settori che non facevano parte della prima proposta di bilancio, di perseguire una strada come questa.
del tutto evidente che in questo quadro non riuscirete ad uscire da una gravissima situazione, che nel corso del 2011 può solo peggiorare, e nello stesso tempo non riuscirete a fare delle politiche di sviluppo di questa Regione che la portino progressivamente - non in cinque minuti, con un colpo di teatro - fuori dalla crisi.
Noi abbiamo cercato di proporvi una manovra completamente diversa, con una riduzione di 102 milioni di euro di mutuo, utilizzando quei fondi rotativi che rientrano e riducendo i programmi di finanziamento rappresentati sostanzialmente da quei bandi che hanno dato poco risultato dal momento che, in ragione della loro scarsa partecipazione, hanno determinato degli avanzi. Non tenete in Finpiemonte quei fondi come un tesoretto da usare chissà come, attraverso un colpo di teatro da parte di qualche Assessore più o meno forte di un altro, per annunciare chissà quale fantasmagorica politica. Prendete quei fondi e utilizzateli per ridurre il debito e l'indebitamento, altrimenti questa Regione difficilmente potrà andare avanti.
Razionalizzate la spesa sanitaria, perché è solo dalla razionalizzazione della spesa sanitaria che voi ne uscirete, rappresentando essa l'80% del bilancio in parte di spesa corrente e molto più dell'80% se consideriamo il bilancio complessivo. Razionalizzate quella spesa nella parte corrente e fate nuovi investimenti in sanità, attraverso l'alienazione del patrimonio: questo è possibile, nel triennio 2011-2013. E poi, soprattutto, non si può intervenire sulla spesa sociale. La nostra preoccupazione su quel fronte è molto forte. Noi chiediamo invece che quel fondo vada integrato, che tutti i trasferimenti dello Stato vengano dirottati lì attraverso l'integrazione del fondo per le morosità incolpevoli, con l'intervento sulle parti sociali più importanti per sostenere, con lo strumento della politica sociale, una Regione e la sua coesione sociale in un grave momento di crisi.
Concludo dicendo che anche altre politiche sono importanti, anche se le considerate magari di poco rilievo: penso alla cultura, allo sport, al turismo; penso a istanze che non sono buone per i "tempi delle vacche grasse", ma sono interventi che, se utilizzati come politiche di investimento, rappresentano un volano per la diversificazione produttiva di questa Regione che, dopo le Olimpiadi, si è dimostrata a livello nazionale ed internazionale una Regione che può diversificare, che può essere moderna ed aperta e non una Regione da un lato chiusa e dall'altro lato con una politica di bilancio che non indica una prospettiva ma che aggrava i più gravi mali che già aveva.



MANICA Giuliana

PRESIDENTE.



MANICA Giuliana

Grazie, collega Manica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente, e grazie anche per la cortesia di farmi parlare.
Sono contento che questa mattina ci sia in Aula il Presidente Cota perché ricordo in campagna elettorale una trasmissione televisiva, alla quale io ed Antonello Angeleri avevamo partecipato, e alla quale il Presidente si è collegato telefonicamente. In quell'occasione il Presidente Cota disse: "Noi, in caso di vittoria, faremo vedere ai piemontesi che nel primo periodo del nostro governo elimineremo 100 milioni di euro di sprechi dal sistema sanitario e li destineremo ad altre risorse". I Consiglieri regionali del mio Gruppo, che hanno preso la parola prima di me, hanno evidenziato e anche testimoniato, per quel che può servire, il fatto che non mi pare che questo sia successo non nei primi tre mesi, ma nei primi sette/otto mesi di governo regionale.
Ma questo non è bastato al Presidente Cota, perché in una dichiarazione recente ad un giornale diceva: "Ci hanno lasciato un sistema sanitario allo sfascio".
Il Presidente mente, sapendo di mentire, perché, come tutti sanno, non più tardi di cinque o sei mesi fa il sistema sanitario piemontese è stato classificato al terzo posto in Italia per la qualità dei servizi erogati non dai comunisti, ma da un'università del nostro Paese a cui il Governo ha dato l'incarico di stilare questa classifica, e siamo anche (e su questo ha ragione) al terz'ultimo posto per risorse aggiunte: quei 350 milioni di euro che sono stati l'oggetto del contendere della discussione in questi mesi.
Credo che abbiamo raggiunto questo risultato anche per quel terz'ultimo posto, perché la Regione ha deciso di finanziare esigenze sanitarie naturalmente importanti, che senza il nostro finanziamento aggiuntivo probabilmente non sarebbero stati finanziati. Credo che le cose stiano assieme: abbiamo finanziato gli extra LEA, abbiamo finanziato i comunicatori (costano 25.000 euro l'uno) che oggi permettono ai pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica di parlare con le loro famiglie e con tutto il mondo, ma se ci foste stati voi al Governo, quei pazienti avrebbero continuato a restare muti. Abbiamo finanziato la radiologia domiciliare; abbiamo consentito a 200 mila pazienti diabetici di poter essere seguiti dal medico di famiglia. Abbiamo realizzato 16 centri multidisciplinari per l'incontinenza urinaria; in questa Regione ci sono 500 mila cittadini che soffrono di questo disturbo, che hanno bisogno dei pannoloni, altro che i pannolini che il Presidente promette urbi et orbi! Penso al progetto per il problema dell'insufficienza renale e al contributo alle famiglie che hanno deciso di occuparsi del pazienti dializzati a domicilio; penso alla vaccinazione per la meningite, che non era obbligatoria.
Ricordo quando il Consigliere Vignale, che era all'opposizione, in ogni riunione della Commissione consiliare evidenziava il fatto che qualche bambino di questa regione avrebbe potuto ammalarsi di meningite e morire.
La vaccinazione era facoltativa e non era gratuita, ma abbiamo deciso di vaccinare tutti i bambini di questa regione. Penso al raddoppio del finanziamento dello Stato per il papilloma virus.
Abbiamo, in sostanza, realizzato una sanità disponibile ed amica dei cittadini.
La situazione oggi è quella di qualche giorno fa: l'ingegner Monferino ha inviato una lettera (almeno da quello che si apprende dai giornali) a tutte le Aziende sanitarie, dicendo che non si può sostituire il personale che non si può assumere nessuno pensando che il sistema sanitario sia riconducibile ad un'azienda privata che si occupa di camion o di trattori e che si possono diminuire i trattori, se è necessario e, soprattutto, se nessuno li acquista, ma in questo mondo e in questo settore i "trattori" non possono essere diminuiti perché le risposte di salute ai cittadini devono essere date continuamente.
Aggiunto anche un riferimento, mentre parlo di soldi. Il Presidente Cota ha promesso che avrebbe anticipato ai cittadini del Piemonte i cosiddetti "costi standard". Uno studio del CERN ha detto che se i costi standard dovessero essere anticipati la Regione Piemonte avrebbe 300 milioni di euro in meno, che aggiunti ai 150 milioni di euro che toglierete quest'anno al sistema sanitario regionale, fa 450 milioni di euro in meno.
Dovrete spiegare ai cittadini di questa regione che con 450 milioni di euro in meno è possibile continuare a offrire i servizi di qualità che abbiamo offerto fino a questo momento e che sono stati certificati dall'Università di Pisa.
Sabato scorso a Roma il Segretario del PD Bersani ha detto: "Siamo un partito di Governo momentaneamente all'opposizione" ed io credo che possa essere così anche per quanto riguarda il Piemonte, perché un partito di governo non può sfuggire all'etica del risparmio. Noi siamo disponibili se il Governo regionale vorrà discutere con noi anche per cercare di capire dove e come è possibile razionalizzare ulteriormente i costi.
Qual è il problema? È che non abbiamo un luogo nel quale poter discutere di questo. La IV Commissione non si riunisce ormai da un mese e mezzo. Non oso pensare a quello che avrebbe fatto il Consigliere Vignale se si fosse verificata una situazione di questo tipo nella scorsa legislatura.
Quello che si verifica e quali sono le idee e i progetti lo sappiamo soltanto dai giornali. Oggi i giornali dicono che le ASL saranno un paio in meno e che le Aziende Sanitarie diventeranno sei grandi ASL e che ingloberanno tutti gli ospedali.
A me sembra che il Presidente dimentichi che non è stato eletto soltanto lui, ma siamo stati eletti anche noi. Il Presidente dimentica che lui rappresenta il 50% della popolazione di questa regione più 9.000, che come tutti sanno, sono anche mobili e che nella prossima legislatura potranno cambiare parere. Noi avremmo il diritto - il diritto! - di sapere quali sono le proposte rispetto al Piano Socio Sanitario che questa Regione intende mettere in atto! Il diritto! Se il Presidente pensa di poter modificare l'organizzazione aziendale con la nomina dei nuovi direttori senza passare attraverso il Consiglio regionale, senza passare attraverso i sindaci - i sindaci! Che sono i responsabili della sanità sul loro territorio - senza passare attraverso le organizzazioni sindacali si sbaglia di grosso! L'ho già detto: il Presidente Cota non è diventato il proprietario di questa Regione, ne è il legittimo Presidente, quindi ha il dovere di rispettare quelle Istituzioni che hanno il diritto di capire qual è l'orientamento che questa Giunta intende mettere in atto.
Mi soffermo ancora sulle questioni che riguardano il Piano Socio Sanitario.
Noi non siamo d'accordo e non lo saremo, naturalmente, se avremo occasione di discutere sulla divisione fra ospedale e territorio. La caratteristica di questa Regione è il fatto di aver fatto dell'integrazione sociosanitaria uno dei capisaldi dei servizi che noi abbiamo offerto ai cittadini; c'è solo la Lombardia, che adotta un modello diverso e che basa la sua fortuna sul fatto che riceve 400 milioni di finanziamento extraregionale dalle altre Regioni, mentre le Regioni del sud hanno un sistema sanitario inefficiente.
Non saremo d'accordo, questo il Presidente Cota se lo ricorda, perch era Presidente del Consiglio: è il vecchio piano che Morgagni aveva presentato quando c'era l'Assessore D'Ambrosio; tra l'altro, progetto bocciato da tutti e che poi l'Assessore ha ritirato precipitosamente. Come tutti sanno, per nove anni questa Regione non si è dotata di un Piano Socio Sanitario.
In conclusione, perché voglio rispettare i tempi, ribadisco che voi continuate ad essere quelli che sostenevano i direttori generali che avevano come nome Odasso. Voi continuate ad essere quelli che hanno decretato il fallimento dell'Ospedale Mauriziano. Voglio ricordare che in cinque anni di governo regionale, né un direttore generale, né un Consigliere regionale, e neanche nessun appartenente alla Giunta di centrosinistra ha avuto qualche problema con la giustizia.
Abbiamo governato con errori - tant'è che avete vinto voi evidentemente - un sistema sanitario efficiente e pulito, in maniera chiara. La nostra preoccupazione è che per i prossimi quattro anni e mezzo che abbiamo ancora davanti voi possiate far ritornare indietro questa Regione rispetto ad un sistema sanitario che è stato di qualità e di efficienza.



PRESIDENTE

Grazie, collega, anche per il rispetto dei tempi.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo sia utile tornare a ricordare qualche dato oggettivo. Capisco che, non soltanto la foga oratoria, ma la necessità di difendere quella che è stata un'esperienza di governo, faccia dire numeri un po' a caso, ma occorre citare quelli che sono i numeri dati, poi faremo anche le valutazioni politiche.
Occorre partire da una premessa: il fatto che dagli esponenti del passato Governo del centrosinistra venga avanzato in modo costante un richiamo al rigore e alla riduzione di indebitamento, purtroppo non fa sorridere i piemontesi, perché quel debito è stato loro fortemente caricato, ma li lascia alquanto stupiti.
Per carità: se si ha una buona idea e si convince anche l'avversario politico sull'opportunità di perseguirla, va bene, ma è importante ricordare gli atti della precedente Amministrazione e fornire anche un po' di numeri.
Nel 2005, la somma dell'indebitamento regionale (esposizione verso banche, sanità, rimborso quota a carico della Regione e quant'altro) era di due miliardi e 800 milioni di euro. Nel 2006, passa immediatamente a tre miliardi e 800 milioni e si chiude, nell'ultimo anno, con cinque miliardi e 617 milioni, più 400 milioni verso SCR.
In circa cinque anni, il debito viene più che raddoppiato e viene raddoppiato in modo disinvolto, per legge.
Ricordo cosa avete votato e cosa noi non abbiamo votato. La prima finanziaria del 2006, quindi la prima finanziaria che ha scritto il centrosinistra, all'articolo 11 recita: "L'Amministrazione regionale è autorizzata a contrarre prestiti obbligazionari in alternativa totale o parziale ai mutui di investimento, per una somma complessiva di 1 miliardo e 300 milioni di euro, per il 2006. La Giunta regionale può individuare altre operazioni in derivati, per l'autorizzazione del debito".
Poi vennero stanziati, quindi non conta la sanità in quel miliardo e 300 milioni, perché l'articolo 12 dice: "Ripianamento debito sanitario regionale. Al fine di ripianare il debito sanitario, Regione e ASL provvedono a porre in essere transazioni commerciali con i creditori, per un limite massimo di 500 milioni di euro".
Il comma 8, del precedente miliardo e 300 milioni, prevedeva: "La Giunta regionale è inoltre autorizzata al ricorso a strumenti di finanza derivata, senza limitazione di ammontare, con le controparti".
Questa è la prima legge finanziaria che avete approvato, unitamente al primo bilancio: "Autorizzazione contrazione mutui. La Giunta regionale è autorizzata a contrarre mutui per un importo di euro 1 miliardo 570 milioni, nel 2006".
Questo è l'esordio. Purtroppo, come avete esordito, avete continuato.
Si dirà e si è detto, e noi non ci sottraiamo a questa valutazione: il bilancio di quest'anno ricorre ancora all'indebitamento.
vero, basta leggere le tabelle e questo è certamente vero, ma con alcune differenze sostanziali: fra il 2010 e il 2011 ci sono 900 milioni di euro di trasferimenti da soggetti terzi, Stato, Unione Europea e quant'altro, in meno iscritti a bilancio. Ciò vuol dire che, se il trasferimento dell'Unione Europea e dello Stato fosse stato invariato quest'anno la nostra Regione non avrebbe dovuto ricorrere ad alcun indebitamento, mentre negli anni precedenti, a fronte di un trasferimento non di 700 milioni, ma di un miliardo e 500 milioni di euro l'indebitamento era superiore a quello di quest'anno.
Ricordo che la differenza di investimenti, che tanto veniva lamentata è di 200 milioni di euro in meno rispetto agli anni precedenti.
Dopodiché, è evidente che quest'Amministrazione dovrà - e non si pu pretendere che avvenga solo in sei mesi - fare una rivisitazione delle politiche di bilancio, rivoluzionando la visione, cioè non partendo dalla spesa, ma partendo dalle entrate.
Sempre in termini di entrate e spesa, ricordiamo che quest'anno la Regione Piemonte costa un miliardo di euro in meno rispetto all'anno precedente, cioè un miliardo di euro che, derivando da tasse (la soluzione sta in piedi con formule di tassazione che i cittadini pagano) i cittadini del Piemonte pagano in meno, e questo ovviamente rientra, anche nella riduzione dei trasferimenti, nella manovra di contenimento della spesa e di non aumento del debito pubblico, cui prima alcuni colleghi facevano riferimento.
evidente che dovremo andare a un percorso di ridefinizione delle politiche di bilancio che sappiano partire dalle entrate e poi entrare nel merito delle spese, molte delle quali sono assolutamente improduttive o sono relative a soggetti che dovranno diventare produttivi.
Due esempi, anche se magari poi su questo torneremo e ci troveremo: Parchi e Comunità montane. Fatevi dare le piante organiche dei Parchi e delle Comunità montane e guardate all'interno dei Parchi quanti tecnici forestali, selecontrollori e amministrativi ci sono. Noi, cioè, finanziamo ai Parchi attività di selecontrollo o di tecnica forestale, perché magari hanno - vedi alcuni Parchi - 50 amministrativi, cinque selecontrollori e sette operai forestali. A questo è servita la dinamica della spesa.
Nei Consorzi è esattamente la stessa cosa, nelle ATI è stata spesso la stessa cosa, nelle Aziende municipalizzate è stata esattamente la stessa cosa. Sono strumenti di consenso in cui si gestiva il lavoro - e lo dimostreremo - con un rapporto che era slegato dalla logica di produzione (guardo voi, perché sono in gran parte gestiti dal centrosinistra), ma ne parleremo in modo più puntuale, perché questo è avvenuto nella nostra regione e nella provincia di Torino.
La stessa cosa vale per la sanità.
Per rimanere nei dieci minuti, dico solo che un segnale evidente c'è stato e ritengo che non si possa contestare il rigore e la spesa, ma su questo tornerò.
Abbiamo già approvato una riduzione sul triennale e sul preventivo di quelli che sono i trasferimenti, gli impegni in sanità, riducendo la percentuale della Regione Piemonte, e questo ovviamente non passa attraverso la riduzione dei servizi, mettendo a rischio la sanità piemontese, ma passa attraverso un efficientamento del sistema sanitario.
Dobbiamo fare alcuni esempi; in passato ne abbiamo fatti molti su come spesso venissero male utilizzati i fondi all'interno della sanità piemontese, ma anche di altre strutture, e li faremo, ma non ovviamente nei dieci minuti in questo momento a mia disposizione.
Un'ultima cosa: invitiamo tutti, non solo i colleghi d'opposizione, ma anche la maggioranza, a capire quale vuol essere il nostro interesse, cioè se alle parole che a volte spendiamo, corrispondono atti concreti.
Vedete, colleghi, diventa difficile fare i rigoristi, cioè i partiti che sostengono che l'indebitamento regionale vada ridotto e arrestato, e poi contestualmente fare il "partito della spesa", che fa il "più uno" su ogni iniziativa ed attività. Magari quel "più uno" può essere anche meritorio, ma bisogna mettersi d'accordo.
Le due cose non si possono fare; non si può prevedere l'investimento su nuove attività, il mantenimento di quelle esistenti e il non indebitamento perché la modalità con cui avete governato nei cinque anni precedenti è stata quella di dare maggiori risorse, ma indebitare di molto la Regione.
In ultimo, e concludo, così rimango nei dieci minuti: il bilancio verità. Vi invito a leggere un po' di tabelle rispetto a quello che ha votato il Consiglio e a quanto è previsto nel Piano Operativo, cioè il documento che trasferisce le risorse economiche ai singoli Assessori.
Ricordo alcuni dati: opere pubbliche - spese in conto capitale investimenti (tanto cari): 33 milioni votati dal Consiglio regionale e 22 milioni dati all'Assessore competente; economia forestale: 14 milioni votati dal Consiglio regionale e quattro milioni e mezzo dati all'Assessore competente; investimenti: nove milioni votati dal Consiglio regionale e cinque milioni dati all'Assessorato competente. Questo era il bilancio "farlocco"! Per la prima volta c'è un dato: questo bilancio non sfora il Patto di stabilità, perché negli anni precedenti sapevamo perfettamente di avere un bilancio che per 800 milioni sforava il Patto di stabilità e che quegli 800 milioni erano una presa in giro.
Allora - concludo, Presidente - il Consiglio regionale, a cui compete la trattazione del bilancio, votava un documento; la Giunta, o meglio l'Assessore Peveraro, decideva, all'interno di quel documento, a chi attribuire le risorse.
Questo è un bilancio che dà dignità non solo ai piemontesi, ma ai Consiglieri che approvano un documento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Non risponderò, perché credo di averlo già fatto quaranta o cinquanta volte, al Consigliere Vignale, che ci ha riferito per la centoquarantesima volta la sua visione dei fatti, alla quale più e più volte sono già state date risposte.
Vorrei affrontare alcune questioni. Intanto, in un momento di crisi, un bilancio dovrebbe fondamentalmente puntare su investimenti pubblici e su un supporto ai consumi privati. Non c'è alcun dubbio che, invece, aumentare la spesa corrente o comunque mantenere elevata la spesa corrente pubblica e tagliare gli investimenti è esattamente il contrario di una buona politica.
Attraverso una serie di emendamenti, abbiamo e ho cercato di: mantenere e incrementare gli investimenti, al tempo stesso spostare il carico fiscale quel poco regionale, perché il federalismo resta un mito - su redditi elevati e ridurre invece il carico fiscale sui redditi bassi. Redditi elevati: le auto a grande cilindrata, che consentono di coprire una riduzione dell'addizionale Irpef regionale sui redditi bassi. Politica peraltro iniziata nella legislatura passata, concordata con i sindacati e che questa Giunta nuova ha completamente cancellato.
La nostra proposta è quella di ridurre totalmente, fino a 20.000 euro di reddito, l'addizionale Irpef per la quota mobile regionale (come sapete lo 0,9% non può essere modificato e invece fino all'1,4% può essere modificato). Attualmente l'aliquota è al massimo, con alcune esenzioni queste esenzioni verrebbero portate da 15.000 a 20.000 euro totali e fino a 30.000 euro invece con una riduzione parziale, con un costo elevato di 78 milioni che significano un'iniezione di 78 milioni nei consumi delle famiglie a più basso reddito, che sono quelle che più hanno sofferto e stanno soffrendo della crisi.
Larga parte di questa cifra di riduzione dell'entrata viene finanziata con un aumento del bollo auto per le auto sopra i 150 cavalli, quindi siamo di fronte a famiglie che non riducono i consumi, ma casomai riducono gli investimenti, i risparmi, con un recupero di evasione fiscale comparabile e proporzionato a ciò che nel bilancio dello Stato è stato considerato recupero di evasione fiscale. Dato che lo recupera lo Stato, la nostra quota di addizionale Irpef viene automaticamente recuperata.
Ecco, credo che questo sia un primo esempio di manovra che non solo fa attenzione alle fasce a basso reddito, ma anche inietta, in una situazione molto grave, un po' di consumi nel nostro sistema.
In secondo luogo, a me pare - lo voglio ricordare ai pochi Assessori presenti, ma anche a quelli assenti - che qui siamo di fronte al secondo bilancio di questa Giunta e, se gli investimenti non si fanno nei primi due bilanci, non si vedrà nulla di risultato nel corso della propria legislatura. Io ve lo segnalo, vi dico che avere scelto di mantenere elevata la spesa corrente tagliando gli investimenti in modo drastico significa che praticamente nessuno degli investimenti che in futuro potrete prevedere vuol già dire che potranno essere programmati, assegnati a metà del 2012, salta tutto il 2011, ci sarà il 2012, a metà, tre quarti del 2012, il che significa che uno arriva rapidamente al 2015 senza vedere nessun risultato.
Ve lo segnalo, tenetelo presente perché tagliare gli investimenti nella prima fase del proprio mandato equivale a non vedere successivamente nessun risultato.
Malgrado tutte le giustificazioni che si è tentato di portare, ciò che appare evidente è che c'è un miliardo e 200 milioni di incremento delle spese correnti e una riduzione drastica di investimento. Sostanzialmente al momento (poi può darsi che arriveranno altri soldi dallo Stato) ci sono 400 milioni di deficit sostanziale di parte corrente che, non potendo essere ovviamente coperto con indebitamento, è coperto con investimenti passati finanziati con spesa corrente e che erano stati autorizzati con mutuo. Quindi è la classica operazione delle tre carte per dimostrare che è possibile coprire la spesa corrente attraverso mutuo, ma questo è quello che sostanzialmente avviene.
Noi abbiamo provato - lo presenteremo domani - a riscrivere una parte di questo bilancio sostanzialmente sulla base delle logiche che dicevo e di quelle che, in maniera ormai ricorrente tutti dicono, scrivono pronunciano, ma che poi, quando si vanno a vedere i dati di bilancio, non ci sono assolutamente, e cioè un incremento forte delle spese per la ricerca, l'innovazione, l'università, il sistema educativo, il diritto allo studio, cioè tutti i campi che, unitamente a quello dell'edilizia sociale dei consorzi socio-assistenziali e dell'edilizia sociale, sono più significativi per produrre risultati a breve nell'ambito di un bilancio sia pure relativamente contenuto com'è quello regionale (tolta la sanità).
Anche in campo sanitario siamo di fronte a investimenti sostanzialmente a zero. Di nuovo annoto che nulla succederà nei prossimi anni, se non si fanno le scelte fondamentali di investimento in questo bilancio.
Analogamente, negli emendamenti sono state inserite una serie di voci relative alla viabilità, alle infrastrutture, alla prevenzione dei rischi e delle bonifiche, tutte voci di investimenti con riduzione contemporanea di spesa corrente; ovviamente, sono tutti emendamenti che pareggiano dal punto di vista del bilancio.
Sollevo ancora una questione. Come sapete, circa due anni fa fu richiesto alle Regioni e agli Enti locali di stabilizzare i lavoratori precari. Fu fatto un regolare concorso sui precari regionali, tant'è vero che alcuni dei vincitori del concorso non erano dipendenti della Regione in quel momento, quindi sono tutte persone che hanno titolo ad essere stabilizzate, avendo fatto un regolare concorso pubblico.
Ci risulta cancellata totalmente ogni possibilità di assunzione, che era prevista scaglionata nel tempo. Questo significa 215 giovani che avevano un titolo, perché hanno fatto un regolare concorso, sono stati cancellati da una prospettiva di futuro. Anche questa mi pare una cosa particolarmente grave.
Segnalo un'ultima cosa: proprio oggi, se ricordo bene, i giornali ci dicono che il debito pubblico italiano è ancora una volta aumentato e che quindi ha nuovamente raggiunto il suo massimo storico - questo è evidente perché ogni volta che aumenta raggiunge un massimo storico - ma che all'interno di questo debito, Regioni ed Enti locali vedono diminuire il proprio debito. Questo significa di nuovo che, al di là delle parole sul federalismo fiscale, la realtà è una continua dilatazione della spesa pubblica nazionale e una continua contrazione della spesa pubblica locale.
Poiché in tutta Europa sono gli Enti locali e le Regioni a rappresentare il 70% degli investimenti pubblici, questo significa anche un crollo degli investimenti pubblici, che è quello che sta avvenendo nel nostro Paese. Tagliare ogni possibilità di spese e di investimento di Regioni e Enti locali significa tagliare di fatto tutti gli investimenti essenziali per lo sviluppo di questo Paese.
In conclusione, visto che il mio tempo sta finendo, ricordo quello che già alcuni colleghi hanno ricordato, che anche nella trattativa avvenuta con lo Stato sul riparto dei tagli, in maniera incomprensibile, non si è riusciti a difendere gli interessi della Regione e ci si è fatti ingannare dalle Regioni più forti o forse più "spondate" a livello nazionale.



PRESIDENTE

Comunico che è partita la convocazione per la III Commissione per giovedì 16, alle ore 14.15.
L'oggetto è l'informativa della Giunta regionale sulla DGR in merito all'individuazione delle aree e dei siti per l'installazione degli impianti fotovoltaici a terra.
Ricordo che il Consiglio regionale è convocato per le ore 16. Ora in Sala Viglione c'è l'incontro con i lavoratori della Space Cannon di Fubine e della Merlo di Terzo d'Acqui.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.34)



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