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Dettaglio seduta n.51 del 14/12/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 14.30 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Marco, Cantore, Comba, Cota De Magistris, Goffi, Leo e Motta Massimiliano.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 72 "Legge finanziaria per l'anno 2011"

Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame disegno di legge n. 73 "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2011-2013".


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il disegno di legge n. 72 "Legge finanziaria per l'anno 2011" e il disegno di legge n. 73 "Bilancio n. 73 "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2011-2013" di cui ai punti 4) e 5) all'o.d.g.
Come concordato, procediamo con la sola lettura delle relazioni, di maggioranza e minoranza, relative ad entrambi i provvedimenti.
La parola al Consigliere Botta Franco Maria per la relazione di maggioranza della legge finanziaria.



BOTTA Franco Maria, relatore di maggioranza

Il provvedimento è stato esaminato in Commissione nella sessione di bilancio ai sensi dell'articolo 35 del Regolamento del Consiglio regionale dedicando numerose sedute ed approfondimenti di materia anche nelle apposite Commissioni consiliari.
Sono state svolte le Consultazioni con i soggetti ed enti interessati.
Il testo nella sua fase di presentazione è stato emendato e arricchito con l'inserimento di ulteriori interventi normativi anche a seguito delle relazioni svolte dagli Assessori nella Commissione di merito.
Sono state inoltre apportate modifiche di tecnica legislativa e il testo normativo è stato riorganizzato in quattro capi, il primo dedicato alle disposizioni finanziarie, il secondo capo alle disposizioni in materia di trasporti, il terzo alle disposizioni in materie di opere e lavori pubblici, infine il quarto capo contenente le modifiche di leggi regionali.
Il disegno di legge n. 72, legge finanziaria per l'anno 2011, nel testo licenziato dalla I Commissione il 9 dicembre 2010 contiene venti articoli il primo dei quali, in conformità con l'ordinamento contabile regionale definisce all'interno dell'allegato A), l'ammontare del rifinanziamento delle leggi regionali di spesa.
L'articolo 2 individua i requisiti per l'iscrizione delle entrate e delle spese nelle contabilità speciali e l'articolo 3 dedicato all'indebitamento regionale.
L'articolo 4 stabilisce le misure di razionalizzazione della spesa del personale. A tal fine la Regione adotta un programma pluriennale di razionalizzazione e riduzione delle strutture organizzative, di limitazione delle forme di lavoro flessibile, con particolare riferimento alle collaborazioni coordinate e continuative.
L'articolo 5 autorizza il pagamento delle prestazioni straordinarie anche in deroga a quelle retribuibili a norma dei contratti collettivi di lavoro effettuate dal personale avente titolo, per eventi eccezionali quali: a) azioni tecnico-amministrativo o di monitoraggio relativo alle opere di ricostruzione e messa in sicurezza degli abitati e delle infrastrutture; b) eventi calamitosi per i quali è stato dichiarato lo stato d'emergenza e che richiedano la riparazione dei danni subiti da soggetti privati e imprese e per l'attivazione della sala operativa di protezione civile e per attività ad essa conseguenti; c) attività relative all'evento Italia 150.
Sono autorizzate altresì prestazioni straordinarie effettuate dal personale del Consiglio regionale, impegnato nelle attività di supporto alle sedute dell'Assemblea e degli organismi consiliari istituzionalmente costituiti.
L'articolo 6 autorizza le amministrazioni provinciale ad utilizzare le assegnazioni di fondi regionali relativi l'anno 2010 per fronteggiare situazioni d'emergenza e di crisi, compatibilmente con l'esercizio delle funzioni loro assegnate.
L'articolo 7 è rivolo allo svolgimento di programmi e di cooperazioni transfrontaliera. Nel capo secondo del disegno di legge sono ricomprese disposizioni in materia di trasporti, quali: il finanziamento di servizi di trasporto pubblico ferroviario (articolo 8); il finanziamento di servizi di trasporto pubblico locale (articolo 9); il finanziamento ai comuni, in forma di erogazione contributiva, per il funzionamento dell'Osservatorio per il collegamento ferroviario Torino-Lione (articolo 10).
L'articolo 11 contiene disposizioni per la realizzazione di opere e lavori pubblici, inseriti nei programmi operativi comunali o nei programmi pluriennali di spesa con contributi in annualità fino alla misura e alla durata occorrenti al totale ammortamento del mutuo e con un limite di anni venticinque.
Infine, il capo quarto del disegno di legge prevede modifiche di legge regionali quali: la modifica alla legge regionale 64 del 1987 in merito alla contribuzione consortile della Regione alla società "Mercato Ingrosso Agro-alimentare Cuneo Società consortile per azioni" (articolo 12); la modifica alla legge contabile regionale 7 del 2001 in merito alle variazioni compensative (articolo 13); la modifica della legge regionale 12 del 2004 in merito alla definizione dei canoni da applicare alle concessioni (articolo 14); la modifica alla legge regionale 14 del 2006 in merito alle modalità di riparto dei canoni dovuti dalle aziende ai comuni alle comunità montane e alla Regione su cui il territorio sono ubicati stabilimenti di imbottigliamento o insistano concessioni minerarie (articolo 15); la modifica alla legge regionale 12 del 2008 in merito al finanziamento degli interventi regionali relativi al PSR 2007-2013; la modifica alla legge regionale 3 del 2009 in tema di acque minerali (articolo 17); la modifica alla legge regionale 22 del 2009 in materia di personale, in particolare in riferimento all'istituto dell'esonero (articolo 18); la modifica alla legge regionale 18 del 2010 in riferimento all'integrazione della copertura della spesa sanitaria (articolo 19).
L'articolo 20 contiene la dichiarazione d'urgenza ai sensi dell'articolo 47 dello Statuto della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lepri, per la relazione di minoranza.



LEPRI Stefano, relatore di minoranza

Grazie, Presidente.
stato dato a me l'onore e la responsabilità di una delle due relazioni di minoranza. Spero che questa sia una comunicazione su cui verrà posta attenzione - naturalmente anche sulle altre - e su cui l'Aula potrà iniziare a discutere. Presidente, vorrei fare un'unica relazione per illustrare contemporaneamente legge finanziaria e bilancio.
Credo che questo momento di discussione del bilancio e della finanziaria sia un momento molto importante. Tutti sappiamo che la discussione del bilancio è il momento cruciale, è il momento su cui si definiscono le strategie e si appostano le risorse, quindi noi ci aspettiamo che questa discussione, quella che continuerà nei prossimi giorni, sia franca e non tattica. Verosimilmente, abbiamo di fronte essendo il primo anno di legislatura, una prospettiva di medio e lungo periodo su cui costruire una strategia efficace di buona amministrazione.
All'inizio della mia relazione non posso a fare meno - sarà l'unica nota polemica - di evidenziare l'assenza del Presidente Cota, che mi risulta essere annunciato per domani. Farò un'unica citazione, cito Blaise Pascal, noto filosofo del '600, che ricordando un versetto di Isaia ci ricorda che il Dio dei cristiani è Deus absconditus, è Dio nascosto.
Naturalmente non voglio paragonare il Presidente Cota al Dio della citazione di Pascal: non è certamente un Padreterno, né "se la tira" da Padreterno, questo gli va riconosciuto, è persona con cui si può, quando si riesce, a ragionare; non se la tira - come si dice - ma certamente è absconditus, cioè non si vede mai o, meglio, si nasconde.
Personalmente mi domando quali sono le ragioni di questo nascondimento (perlomeno in aula, da altre parti si vede molto, a Roma c'è moltissimo) e ho provato ad individuare tre possibili ragioni. La prima è che ci teme, ma non credo; la seconda è che ci snobba, spero di no; la terza è che sfugge ed è probabile.
Vorrei dire, ad introduzione di questa nostra discussione, che è bene che il Presidente ci sia, almeno in questa occasione; che non tema, che non ci snobbi e che non sfugga: accetti il confronto; accetti il confronto che finora non siamo riusciti ad avere in alcuna occasione. Sono passati otto mesi e non c'è stata una vera occasione, in Consiglio regionale, per avere un confronto franco. Se non ora, quando? Se non ora, quando possiamo cominciare ad affrontare la discussione ed avere anche un contraddittorio vero? Vedrà il Presidente e vedrà la maggioranza che non saremo, come lui dice, solo capaci di dire no e che non faremo - non lo vogliamo fare - il partito della spesa.
Ogni tanto quindi, anche per sdrammatizzare, farò riferimento al Presidente che non ci sente, anche se magari ci segue in differita, o leggerà comunque l'intervento.
L'idea centrale della nostra riflessione è che siamo in un momento molto grave e molto difficile. Non è una novità, ma credo che dobbiamo cominciare ad andare oltre la fotografia e la diagnosi, per cominciare ad individuare la terapia. In altri termini, più direttamente, non ci è più consentito addossare i debiti alle generazioni future ma, al contempo, non possiamo permetterci di lasciare l'economia al suo declino, né possiamo eliminare quel sistema di protezione sociale cui tutti teniamo.
Probabilmente il bilancio di cui discutiamo e questa finanziaria, lo dico in sintesi, rispondono con fatica e con limiti - lo dico in modo particolare ai due Capigruppo di maggioranza - all'esigenza di sostenere l'economia e la tenuta sociale, ma non rispondono all'esigenza di tenuta contabile, economica e patrimoniale. Questa è la critica di fondo, signori della maggioranza, colleghi della maggioranza. Non si è avuta la forza, non si è avuto il coraggio e non si è avuta la capacità di cominciare ad incidere sulla continuità della spesa storica.
Noi sappiamo - ed è bene che i piemontesi lo sappiano, anche se la cosa è andata un po' in cavalleria - com'è andata: per un mese, per due mesi (forse di più) il Presidente Cota ci ha spiegato che aveva ereditato - poi ci torno, perché non voglio svicolare da questo punto - molti debiti; una situazione fuori controlli (e per certi versi c'è del fondamento in quello che ha detto) ma ad un certo punto, avendo annunciato tagli draconiani avendo detto che lui avrebbe dimostrato - voi avreste dimostrato - cosa significa gestire con buona amministrazione, dopo un mese di tira e molla e di inutili discussioni sono stati messi sul piatto quasi 300 milioni di euro, per consentire agli Assessori, alla Giunta e alla maggioranza di onorare gli impegni o, in altro modo, per continuare a garantire la spesa storica.
Così siamo a questo risultato, che è bene rappresentare in modo sintetico: le spese correnti del 2009 erano 10 miliardi 518 milioni; le spese correnti nel 2010 erano - e di questo abbiamo ancora grande responsabilità come centrosinistra - 10 miliardi 718 milioni; le spese correnti che la maggioranza ci propone di approvare ammontano a 10 miliardi 708 milioni. In altri termini ci sono - forse è un caso - solo 10 milioni in meno di spesa storica. Come dire, la spesa corrente è la stessa del 2010, anzi vorrei dire di più: la spesa corrente sarà superiore a quella del 2010, perché ci sono non poche entrate che arriveranno dallo Stato e dall'Unione europea che non sono state ancora accertate, ma sono entrate cui è collegata la spesa. Pertanto, il risultato finale sarà una spesa corrente di qualche centinaio di milioni di euro maggiore e superiore di quella del 2010.
Se guardiamo gli investimenti, questi invece crollano: si passa dal miliardo 346 milioni del 2009 al miliardo 190 milioni del 2010 e agli 801 milioni del 2011. Insomma, quasi 400 milioni in meno di investimenti nel 2011. In questo modo, nel 2011 l'indebitamento in Piemonte aumenterà di circa 1,2 miliardi di euro, arrivando, complessivamente, a circa 7 miliardi di euro.
Sono due le cause, in sintesi, di questa grave situazione. La prima è il trend di spesa storica cui prima facevo riferimento, che negli ultimi dieci anni si è collocato (e tornerò su questo punto) sopra la capacità di copertura degli stessi costi.
La seconda ragione di questa grave situazione sono i tagli che lo Stato, a cominciare dallo scorso anno, ma soprattutto per il 2011, ha cominciato ad applicare alle amministrazioni locali e alle Regioni in particolare.
Ho detto che si tratta di un fenomeno che dura da un decennio ed è bene che questo venga chiaramente rappresentato, per evitare che il dibattito continui in un'inutile, credo a questo punto, rimbalzamento di responsabilità tra l'una e l'altra parte politica. Certamente va detto che in questi dieci anni sono migliorate moltissime cose, quindi tale incremento di indebitamento non può essere giudicato semplicemente come uno spreco. Con molta chiarezza dobbiamo dire, lo dico certamente per gli ultimi cinque anni di amministrazione, che moltissimi interventi sono stati importanti per la riconversione produttiva (ricordiamoci che il Piemonte è stata la Regione che ha dovuto impegnarsi, più di ogni altra, in questo sforzo di riconversione produttiva): sono molto migliorate la qualità urbana, le infrastrutture, il prestigio (grazie alle Olimpiadi e alla ristrutturazione dei castelli e delle dimore sabaude) e molto altro, ma anche l'inefficienza, come dimostrato da questi sei miliardi - sette con quest'anno - di indebitamento. C'è anche dell'inefficienza nella spesa storica superiore alle entrate: talvolta spese non necessarie, talvolta concesse con una logica consociativa.
L'indebitamento è cresciuto negli ultimi dieci anni ed è bene che questo aspetto venga ricordato. Oggi ho ufficialmente chiesto al Direttore del controllo di gestione quale fosse il livello di indebitamento al 31-12 2000. Voglio sottolineare - richiamo l'attenzione dei colleghi - che al 31 12 del 2000 l'indebitamento ammontava a 292 milioni. Sarà paradossale, ma è sostanzialmente la cifra che hanno chiesto gli Assessori per poter parzialmente rispondere, in una sola finanziaria, alle esigenze che loro hanno rappresentato: 292 milioni.
Nel 2005 eravamo praticamente a tre miliardi (2,9 miliardi); nel 2010 eravamo quasi a sei miliardi (anche tenendo conto di altro indebitamento per esempio in pancia a SCR).
Dunque, ce n'è per tutti. Vorrei dire chiaramente - lo voglio dire anche al Consigliere Burzi e all'Assessore Quaglia - che ce n'è per tutti.
Quando commentiamo l'indebitamento ce n'è per tutti. Ricordo: 3 miliardi nell'ultimo quinquennio della Giunta Ghigo e 3 miliardi in più nell'ultima amministrazione Bresso.
Negli ultimi cinque anni sono aumentate anche le entrate da parte dello Stato, ma dal 2011 non è più così. Questa è l'altra evidenza con cui dobbiamo fare i conti: 400 milioni in meno nel 2011 e saranno altrettanti 400 milioni quelli che si sommeranno grazie - eufemisticamente parlando alla manovra Tremonti-Berlusconi. Questi tagli, poi, vanno sommati a quelli degli Enti Locali: l'11.2% in più.
Parliamo ancora del blocco dei trasferimenti per la spesa sanitaria (che, sostanzialmente, aumenteranno molto meno dell'inflazione), il taglio drastico al fondo per le politiche sociali, i tagli drastici al diritto allo studio, eccetera.
Sarà un caso, ma i fondi che mancano sugli investimenti - giusto per rappresentare l'importanza di questi tagli - sono identici ai tagli degli investimenti. Mancano, infatti, 400 milioni rispetto agli investimenti del 2010: rappresentano esattamente i tagli del Governo Berlusconi-Tremonti.
Come dicevo, questi tagli - vengo alla seconda riflessione in tal senso non sono stati applicati in maniera omogenea in tutta Italia: questa è un'ulteriore critica che muoviamo alla vostra Amministrazione, in modo particolare alla Giunta.
A noi pare che non vi sia stata una battaglia né un impegno forte da parte di questa Amministrazione per ridimensionare o ammorbidire il volume dei tagli che il Piemonte ha subìto.
Ad esempio, il taglio che si sta applicando, in modo omogeneo, per gli Enti Locali è dell'11,2%: stessa percentuale per tutti i Comuni d'Italia.
La Regione Piemonte, invece, non ha combattuto per ridurre, perlomeno, il taglio che le Regioni hanno subito e, soprattutto, è stata la Regione (dietro solo alla Toscana) che ha subìto il maggior taglio. In altri termini, il taglio non è stato uguale per tutti, ma il Piemonte ha subito un taglio maggiore rispetto alle altre Regioni.
Ho fatto il conto che lascerò ai miei colleghi, ai giornalisti e a quanti vorranno interessarsene (certamente all'Assessore e al Presidente della I Commissione), da cui risulta che se i tagli fossero stati uguali per tutti, il Piemonte non avrebbe avuto 397 milioni di euro di tagli, ma 347, cioè 49 milioni di euro in meno. Signori, con 49 o 50 milioni di tagli in meno, si fanno molte cose! Al momento non è presente l'ex Assessore Pentenero, ma noi, per esempio, avevamo aumentato i fondi per l'edilizia scolastica (sappiamo in quali gravi difficoltà vive): ebbene, ci fu un impegno straordinario di 30 milioni.
Con 50 milioni, per tre anni, potremmo rinnovare il parco delle scuole di tutto il Piemonte! Dunque, abbiamo subìto un taglio molto forte senza alcun contrasto da parte della nostra Giunta.
Bisogna ridurre l'indebitamento, anche perché rischiamo di incorrere nella mancata applicazione di un dispositivo che, forse, abbiamo dimenticato e che io credo sia necessario per tutti ricordare: mi riferisco al decreto legislativo n. 76 del 2000, che definisce i principi fondamentali per le Amministrazioni regionali, in base al quale all'articolo 24, comma 5, "...l'importo complessivo delle annualità di ammortamento per capitale e interesse dei mutui e delle altre forme di indebitamento in estinzione nell'esercizio considerato non può comunque superare il 25 per cento dell'ammontare complessivo delle entrate tributarie non vincolate della Regione ed a condizione che gli oneri futuri di ammortamento trovino copertura nell'ambito del bilancio pluriennale della Regione stessa".
Ho motivo di temere che siamo molto vicini a questa soglia, superata la quale non saremo più, naturalmente, rispettosi della legge.
Mi accingo, adesso, a valutare le politiche relative ad alcuni comparti di questa nostra Amministrazione e di come la manovra le considera.
Partirei, anzitutto, dal comparto della sanità, dove registriamo una riduzione del contributo regionale.
un obiettivo che, alla fine, possiamo considerare ragionevole: qualcuno, tra noi, pensa che possa essere eccessivo; qualcun altro ritiene invece, che sia troppo poco.
Il giudizio complessivo e sintetico che possiamo fornire è che si tratta di un obiettivo ragionevole e raggiungibile, anche se va detto che non fa altro che confermare la spesa storica.
La spesa sanitaria 2010-2011 viene sostanzialmente confermata; risulta solo un taglio di 25 milioni, ma sappiamo che il 2011 sarà un anno in cui sia pure di poco (ce lo auguriamo, se gli obiettivi saranno raggiunti), si confermerà la spesa storica in sanità. Non ci sarà, dunque, quella razionalizzazione e quel recupero di efficienza che tutti noi - credo consideriamo ormai non più procrastinabile.
Su questo punto, vogliamo ribadire alla Giunta che abbiamo delle buone idee su come razionalizzare la sanità. E torno sulla questione di prima.
Noi non abbiamo avuto, in nessuna occasione, la possibilità di discutere in Commissione su come migliorare l'efficienza in sanità. Siamo di fronte - ormai è prossima la scadenza - alla nomina dei nuovi Direttori Generali ed è addirittura annunciata - probabilmente per lo stesso anno la proposta del nuovo Piano sanitario, senza che vi sia stata la minima discussione sugli orientamenti annunciati, che porteranno sicuramente modifiche radicali che riteniamo non condivisibili, ma certamente meritevoli di discussione.
Quanto alla spesa per investimenti in sanità, noi riteniamo che siano pochi i 50 milioni l'anno che l'Assessore, solo dopo le nostre insistenze ha ritenuto di dover prevedere.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi! Il Consigliere Lepri ha scelto di svolgere una relazione unica, sia per la legge finanziaria sia per il bilancio, e ha diritto a 30 minuti di intervento. Seguirà, se non erro, una relazione di maggioranza e poi avremo sostanzialmente terminato i nostri lavori.
Vi chiederei la cortesia di ascoltare con attenzione.



LEPRI Stefano

Noi abbiamo presentato un emendamento - lo riproporremo in aula - nel quale sosteniamo che è possibile investire di più in sanità - del resto tutti sappiamo che è necessario! - adottando, per esempio, il fondo immobiliare che nel 2006 avevamo votato (e che poi ci risulta essere rimasto fermo) per consentire, in qualche modo, di valorizzare da subito il patrimonio della sanità, quello che si ritiene alienabile. È possibile contare, se non nel 2011 quantomeno nel 2012, certamente su nuovi fondi FAS. È opportuno autorizzare i Direttori Generali alla vendita del patrimonio immobiliare iscritto nei bilanci delle stesse ASL per valori inferiori ai 250 mila euro.
Questo ci sembra un modo per attivare nuovi investimenti e soprattutto, per accelerare un processo di rinnovamento del parco immobiliare in sanità che, come sappiamo, necessita di un forte rinnovamento.
Siamo inoltre molto preoccupati per quanto riguarda il comparto delle politiche sociali.
Non ci convincono le rassicurazioni fornite dell'Assessore Ferrero secondo la quale ce la farà - non tanto per i soldi che la Regione mette in campo, che certamente sono inferiori rispetto al 2009, quanto, piuttosto per i tagli enormi e drammatici che il Governo nazionale imporrà alle politiche sociali. Cito, per tutti, il fondo sociale per le politiche sociali, che passa da 500 e rotti milioni nel 2009, a 275 nel 2010 (in due anni viene dimezzato!). È stato azzerato il fondo per la non autosufficienza, salvo ripensamenti. È stato ridotto moltissimo il fondo per la locazione, e non è un caso che noi abbiamo presentato un emendamento anche su questo. È stato azzerato il fondo per il servizio civile.
Dunque, i tagli statali che effettivamente subiremo, non saranno pari ai 15 milioni previsti, ma l'entità sarà maggiore. Di questi tagli da parte dello Stato (molti meno da parte della Regione) faranno le spese le persone più in difficoltà.
Siamo preoccupati anche per altri comparti, pur avendo sempre previsto per gli emendamenti che presentiamo - e che, in qualche modo, abbiamo già presentato in Commissione - una copertura ragionevole e mai un ulteriore indebitamento o coperture illusorie.
Per esempio, riteniamo importante garantire il funzionamento delle comunità montane, in attesa, anche qui, di una riorganizzazione, ormai ineludibile. Ci teniamo a che le risorse per il diritto allo studio siano garantite, ma anche quelle per i piccoli interventi, quali quelli che riguardano le società di mutuo soccorso, gli ecomusei, l'apicoltura e il sostegno alle iniziative di prevenzione e contrasto alla violenza nei confronti delle donne. Sono piccole cifre, ma di grande impatto, oltre ad essere - ripeto - coperture ragionevolmente previste.
Quanto alle politiche industriali di sviluppo, direi che abbiamo guardato senza preconcetti alle proposte presentate per quanto riguarda le politiche per il lavoro e le politiche per la competitività. Riconosciamo in alcuni passaggi uno sforzo positivo, anche se ricordiamo di nuovo che moltissime di quelle misure sono solo la modesta ripetizione delle iniziative già avviate dalla Giunta Bresso.
Per certi versi, ci sono aspetti discutibili, ma questo, probabilmente è il capitolo che ci convince di più o, per dirla diversamente, fa sì che si abbiano molte meno perplessità.
Ci sono poi altri emendamenti che abbiamo avanzato come Partito Democratico e, certamente, come minoranza - poi, per le altre forze di minoranza, svolgerà la relazione il collega Stara. In molti casi si tratta di emendamenti che, più che pensare ad un'effettiva approvazione, puntano a mantenere viva una discussione, perché noi temiamo un'accelerazione improvvida e ingiustificata della discussione, che, invece, pretendiamo ampia e approfondita.
Mi avvio verso la conclusione - rimangono pochi minuti - certamente rispettando i tempi.
Dunque, che fare oltre a quanto ho provato a dire? Noi crediamo che fin da subito, nella discussione di questi giorni sia possibile lavorare mi rivolgo in modo particolare all'Assessore - per ridurre l'indebitamento del 2011. Non è irrispettoso, abbiamo detto all'Assessore di comportarsi come Einaudi e non come il notaio Petrarulo.
Lo ripeto ancora, perché è importante esprimere un indirizzo, da parte dell'Assessore al bilancio, nella direzione, naturalmente, di garantire per quanto possibile, quel rigore che in questa finanziaria e in questo bilancio, per le tante ragioni che ho provato a spiegare, non si trova.
Due possono essere, da subito, le strade che possiamo percorrere per ridurre l'indebitamento: una l'abbiamo suggerita noi con l'emendamento che ripresentiamo. Ci sono dei fondi rotativi che sono rientrati, ci sono delle economie provenienti da fondi, ci sono bandi che non tirano abbastanza e che possono essere evidenziati, rappresentati e portati a galla. Insomma non vanno tenuti come un tesoretto, ma devono essere rappresentati in modo evidente all'interno del bilancio, attraverso una riduzione dell'indebitamento, che, stando ai dati forniti dall'Assessorato, possono ammontare almeno ad un centinaio di milioni.
Per quanto riguarda la seconda via, non vorremmo sentire, tra qualche mese, che l'Amministrazione Cota è stata brava a ridurre le spese semplicemente utilizzando i fondi dello Stato, che ora non sono stati accertati. Allora, chiediamo che fondi statali ragionevolmente accertabili in quanto c'è una continuità storica che non può essere azzerata e ci sono molti fondi dell'Unione Europea e dello Stato che, oggi, sono iscritti a "zero" come entrata - siano iscritti prudentemente.
C'è del vero quando si dice che, in alcuni casi, nelle precedenti amministrazioni, forse, sono stati iscritti dei crediti anche con un certo ottimismo; ma, ora, si sta facendo esattamente il gioco opposto, per poter tra qualche mese, dimostrare, invece, che l'Amministrazione Cota ha risparmiato semplicemente per un gioco contabile. Allora noi vogliamo che in modo ragionevole e prudente, siano accertate entrate dallo Stato e dall'Unione Europea, ma fin da subito. Cito, per esempio, i fondi POR, che nel 2010 ammontavano a 45 milioni e non è possibile che, ora, siano iscritti a "zero", così come per la sanità penitenziaria e i fondi per la prima infanzia.
Nel 2011, dopo la discussione del bilancio, crediamo si debba rimettere in discussione il criterio della spesa storica anche in sanità e che occorra impegnarsi più di quanto non si faccia oggi. Per esempio, voglio dare merito alla Consigliera Bresso per aver fatto molto bene questo lavoro. È necessario impegnarsi per ottenere fondi strutturali europei nella sessione 2013-2017 fin da adesso, con grande determinazione.
Si proceda nelle razionalizzazioni che servono - per esempio, sono troppe le società in Finpiemonte - si individuino dei modelli organizzativi e gestionali nei servizi alle persone meno costosi e più partecipati; si evitino, salvo eccezioni molto motivate, nuove spese - cito per tutti l'annunciata manovra sui pannolini.
Forse le famiglie vanno aiutate - certamente vanno aiutate - per occorre domandarsi come. Certamente non in questo modo, ma attraverso interventi più strutturali e, forse, attraverso una scelta di politiche di bilancio più complessive. Ebbene, se si apre un confronto vero, noi ci siamo.
Il Presidente Cota - concludo davvero - aveva detto - come anche questo Consiglio regionale, mi rivolgo ai due Capigruppo - che avrebbero tagliato gli sprechi. Lo ricordate? Sono numerose quelle interviste; non ho con me la rassegna stampa, ma avremo scritto qualche centinaia di pagine. Inoltre il 26 maggio 2010 avete votato un ordine del giorno con il quale ci si impegnava sulla manovra 2011 a recuperare l'efficienza dei conti pubblici a tagliare gli sprechi e a trasferire tali risorse a favore dell'impresa del lavoro e della famiglia. Ebbene, non ci pare che quanto indicato in questo ordine del giorno, che in questo caso, come in molti altri, è carta straccia, sia stato perseguito in questa manovra.
In conclusione, contiamo che questa discussione e questa sessione non siano semplici rituali; per questo mi appello alla nostra responsabilità di amministratori pubblici.
Assessore, voi avete recitato due parti nella commedia: quella di chi dice "tagliamo" e quella di chi, poi, dice che "i soldi ci sono per tutti".
Vorrei che la commedia che quest'anno avete celebrato non si trasformi in una tragedia.
Nel rispetto dei ruoli, noi apparteniamo alla minoranza e continueremo a farla, ma, certamente, non ci sottrarremo alla responsabilità di questo Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'altro correlatore di minoranza, Consigliere Stara.



STARA Andrea, correlatore di minoranza

Grazie.
Accorperei la relazione sulla legge finanziaria e quella sulla legge di bilancio, cercando di ridurre un po' la somma delle tempistiche assegnate alle relative relazioni.
Italia dei Valori, Federazione della Sinistra, Moderati, Sinistra Ecologia Libertà, Insieme per Bresso e Uniti per Bresso hanno lavorato ad una proposta complessiva sulla legge finanziaria e sul bilancio, la quale contiene emendamenti già presentati e che presenteremo, che con questa relazione cerchiamo di sintetizzare.
Finalmente, siamo arrivati al punto in cui la Lega dimostra le sue capacità di governo della regione: è la prima legge finanziaria tutta vostra, tutta farina del vostro sacco, onori e oneri! Innanzitutto, vengo ai primati che, in così poco tempo, siete riusciti a raggiungere. Avete ammorbato il Piemonte, e lo state ammorbando, con un solo verbo: tagli agli sprechi. Avete tagliato così tanti sprechi che in una sola legge finanziaria riuscite a portare l'indebitamento della Regione da 5,8 miliardi a 7. È un bel primato davvero: 1,2 miliardi in un solo anno, con quasi 350 milioni di euro destinati a coprire la spesa corrente.
Spesa corrente che rimane assolutamente invariata rispetto al 2010 e aumenta rispetto al 2009, anzi, non essendo iscritte ancora entrate che potranno arrivare dallo Stato e dall'Europa, di sicuro aumenterà.
Più volte il Presidente Cota si è vantato del patrimonio di relazioni romane in suo possesso, facendo capire in campagna elettorale come la corrispondenza politica tra la Regione e il Governo nazionale possa fare la differenza.
Peccato che la corrispondenza politica in questo caso valga il contrario.
E' Tremonti che deve recuperare risorse e Cota gli è venuto in aiuto così il risultato finale è che rispetto all'anno passato Tremonti ha potuto contare su quasi 400 milioni di euro in più che arrivano dal Piemonte per mancati trasferimenti.



PRESIDENTE

Ho già richiamato l'Aula quattro volte. Ripeto: ci sono ancora pochi interventi, quindi per cortesia...



STARA Andrea

Il taglio in proporzione alla popolazione è più alto in assoluto tra tutte le Regioni italiane. Questo sì che è un primato! E mentre le proteste degli amministratori locali sia di centrodestra sia di centrosinistra si moltiplicavano in tutta Italia contro i tagli ai trasferimenti nazionali e ai vincoli troppo rigidi del patto di stabilità Cota si ergeva, distinguendosi a livello nazionale per salvaguardare i tagli di Tremonti, perché è cosa buona e giusta.
Sempre nell'interesse di tutti i cittadini piemontesi - immagino visto che a fronte dei mancati trasferimenti, la Regione si è dovuta indebitare così tanto.
Permettetemi una chiosa sul federalismo: quando arriveranno i decreti attuativi, avanti di questo passo non ci sarà più nulla. Verranno trasferite competenze ai contenitori svuotati di ogni risorsa. Gli esempi a livello nazionale sono recenti: taglio del fondo nazionale per le politiche sociali che scende da 380 a 75 milioni; taglio del fondo per le politiche per la famiglia che scende da 152 milioni, taglio del fondo di sostegno all'accesso abitativo che scende da 143 a 33 milioni.
Il preconsuntivo della Regione Piemonte del 2010 evidenzia l'anno nero del 2011 del combinato disposto Cota-Tremonti. Il 2010 ci dice che la Regione era in equilibrio ei nuovi mutui aperti, per 722 milioni, sono andati a coprire essenzialmente il Titolo II, le spese in conto capitale e la rata annuale di rimborso dei mutui. Ma il prossimo anno, visti i presupposti, se vi impegnate, riuscirete a fare ancora meglio.
L'obiettivo di legislatura è arrivare a coprire l'intero bilancio regionale con l'indebitamento. Una Giunta di primati in tutti i sensi! Veniamo adesso alle grandi capacità di pianificazione e programmazione economica.
Stiamo aspettando il piano sanitario. Il Piemonte non sa ancora nulla.
Verranno accorpate le aziende sanitarie? Come verrà riorganizzata la rete ospedaliera? Trapelano solo le volontà di nomina dei Direttori ASL e ASO del Presidente Cota e dell'Assessore Ferrero in un ormai evidente scontro di vision o la battaglia dei pannolini e delle protesi.
Per intanto, di certo, c'è il taglio di 50 milioni di euro sulla sanità ogni anno fino al 2014, che Cota è riuscito a portare a casa. Alla faccia della tanto sbandierata attiguità politica con il Governo.
Cosa sarebbe successo se ci fosse stato il centrosinistra al Governo? E soprattutto dove sono i tagli agli sprechi? La Finanziaria evidenzia solo riduzione degli investimenti e in questa riduzione, dove stanno i pannolini e le protesi? Il film è questo: la crisi incombe, il debito è fuori controllo, non si conoscono ancora gli effetti reali del piano di rientro e dopo mesi di attesa fiduciosa tutti premono ed invocano interventi e risposte.
Necessita di prendere le redini della pianificazione sanitaria con sicurezza e determinazione ad indicare la via. È nel momento delle difficoltà che si vedono le capacità di un leader. E Cota non si sottrae e prende il toro per le corna: "Più pannolini per tutti! Più protesi per tutti!".
Vedo l'Assessore Ferrero non avvisata delle soluzione salvifica del leader che si mette le mani nei capelli e pensa: "Ci mancava solo questa".
Ma questioni così importanti come queste vanno affrontate con la pianificazione e la programmazione, non con le politiche degli annunci a spot, che intervengono solo su sezioni di nicchia e senza criteri, ma solo rispondendo alla logica della visibilità mediatica.
Dal 2007 il Governo nazionale non riconosce alcuni livelli essenziali di assistenza, le comunità scientifiche hanno riconosciuto più di cento malattie rare. La Regione Piemonte finora si è fatta carico di riconoscere l'accesso alla gratuità delle cure per circa 60 di queste malattie.
Prevediamo e programmiamo l'estensione di tale riconoscimento alle altre categorie di malattie rare, le cui condizioni di vita dipendono dall'uso di protesica oggi a loro carico. Non quindi una discriminazione a spot come ha fatto Cota, rispondendo all'appello di quella mamma sui giornali con la deliberazione che riconosce a carico del sistema sanitario la protesi digitale ai bambini con insufficienza auditiva.
Prima la protesi normale era riconosciuta a carico del sistema sanitario e la differenza con quella digitale veniva pagata dal privato.
Siamo di fronte all'introduzione di una vera e propria lotteria della salute: "Siccome non faccio programmazione e non riesco a reperire risorse c'è sempre l'elemosina. Oggi ho estratto chi ha problemi auditivi, il prossimo anno vediamo a chi tocca".
Vogliamo tagliare gli sprechi fin da subito? Facciamo una proposta immediata: sopprimiamo l'Ares e risparmiamo subito 2 milioni di euro. IRAP e IRPEF diminuiscono drasticamente e ci segnalano la profondità della crisi economica insieme al boom di cassaintegrati. Ma federalismo vuol dire usare le poche leve che oggi sono messe a disposizione della Regione. E su questo fronte, quali sono le leve usate dalla Giunta e da Cota? Nessuna. Non c'è traccia sul piano della legge Finanziaria, ma è proprio in questa fase che bisogna intervenire con politiche di investimento e politiche di redistribuzione dei redditi. Proponiamo di andare a toccare il bollo auto per le auto di lusso superiori ai 150 cavalli. Questo ci permette di proporre un emendamento la cui prima firmataria è Mercedes Bresso, per estendere l'aliquota dello 0,9%, quella fissata dal Governo nazionale e quindi senza nessun aumento da parte della Regione, ora prevista sui redditi fino a 15 mila e portarla fino a 20 mila euro e di ridurre l'aliquota per la fascia di reddito da 22 a 30 mila euro.
La nuova riduzione dell'aliquota riguarda circa 1,2 milioni di contribuenti con un risparmio fiscale di 78 milioni di euro, così da ridurre pressione fiscale su pensionati e lavoratori dipendenti, al fine di liberare risorse da destinare ai consumi ed incentivare la ripresa.
Questa è una nostra proposta, ma sulla vostra Finanziaria non c'è traccia di politiche fiscali di questo tipo. Ci aspetteremmo un po' di fantasia federalista.
E veniamo alla capacità di governance e di applicazione dei principi del federalismo. Altro primato: la capacità di governance tra la Regione e le autonomie locali, totale incertezza sulle ATO, le autorità di ambito territoriale ottimale. È di oggi la notizia che sarebbero state prorogate nel "mille proroghe".
Rapporti deteriorati con le comunità montane e i consorzi socio assistenziali. Infatti, sulle comunità montane avete avuto la capacità di tenere uniti, e in questo periodo storico non è cosa da poco, i sindacati sulla vostra proposta presente in finanziaria.
Tutti contro, perché non si capacitano che con tutto l'indebitamento che siete riusciti a fare, non avete trovato le risorse per poter mantenere da parte delle comunità montane l'erogazione dei servizi ai cittadini e la salvaguardia dei posti lavoro relativi.
Ecco il vero federalismo leghista, calato dall'alto senza confronto e concertazione con gli enti locali di questa Regione.
L'esempio del dialogo costruito con le comunità montane è sotto gli occhi di tutti. Si è profondamente federalisti fino a quando la gestione del potere politico non arriva al proprio livello istituzionale e lì la voglia di federalismo e di decentramento si ferma.
Così i tagli previsti alle autonomie locali per l'esercizio delle funzioni delegate da parte della Regione. Così come si è fermato lo spirito liberale e di promozione delle politiche di concorrenza sul settore trasporti. Gli interessi del monopolista Trenitalia sono troppo forti e spalleggiati dalle politiche romane. La progressiva messa a gara dell'intero servizio regionale era vista con estremo interesse da esperti economisti di tutta Europa. Oggi, con l'annullamento del primo lotto bandito, la Regione si affida mani e piedi al monopolista Trenitalia che ha mostrato come ha cuore l'interesse dei viaggiatori piemontesi e dei pendolari.
Anche sul bilancio lo scollamento tra gli annunci e le linee illustrate in campagna elettorale e la pratica politica è un vero baratro. La Lega Nord fa una campagna martellante sulla sicurezza e il risultato qual è? Che sono praticamente azzerati i fondi destinati alle politiche sulla sicurezza, compresi i patti con gli Enti locali. Dopo sette mesi di governo, per non scoprirsi il fianco, la giustificazione qual è? Ci prendiamo un anno sabbatico, per studiare meglio la situazione; e poi vediamo. Nel frattempo critichiamo i patti che sono stati stipulati dicendo che non sono serviti a niente. Ma siccome non è vero - e questo emergerebbe con chiarezza nella conferenza sulla sicurezza che, come previsto dalla legge regionale, il Presidente Cota avrebbe l'obbligo di convocare ogni anno per fare il punto della situazione, per poi relazionare in Aula - la Conferenza la facciamo a febbraio, a bilancio approvato. Però non ci è stata spiegata una cosa: se ritenete che finora le risorse sul capitolo "sicurezza" possono essere spese meglio, va bene, è legittimo; ma prevedetele. Stanziate le risorse e poi durante l'anno deciderete come spenderle. Ma sono passati solo sette mesi e come si fa a pianificare in sette mesi nuove politiche sulla sicurezza del Piemonte? Nel frattempo si decide di non finanziare la legge per il superamento delle problematiche dei campi Rom abusivi, nonostante il Prefetto di Torino in audizione in I Commissione abbia indicato come indispensabile, se si vuole provare a risolvere il tema dei campi Rom abusivi, lo stanziamento di risorse in quel capitolo. Parimenti per il finanziamento dei centri antiviolenza per le donne, dove ci si rimangia addirittura l'impegno preso dal Consiglio con l'ordine del giorno votato all'unanimità il 30 luglio scorso, impegno economico che era stato concordato con la Giunta.
Così sulla cultura: "Occorre riordinare l'intero sistema culturale piemontese, stanare le sacche di rendita, verificare con politiche di efficienza manageriale il settore cultura". E così si chiama un grande esperto internazionale di politiche culturali a fare il Direttore, il quale con piglio manageriale metterà mano al sistema. Ma sono passati solo sette mesi. E come si fa in sette mesi a pianificare le nuove politiche culturali del Piemonte? Nel frattempo, nonostante l'aumento dell'indebitamento, il taglio trasversale agli Enti e "più glamour per tutti" - qui sì che la sintonia con il Ministro Bondi è totale - il settore cultura ha prodotto un indotto lavorativo straordinario, sia in termini numerici sia di professionalità specifiche di alto livello. I tagli introdotti avranno delle ripercussioni gravi non solo nel settore cultura in generale, ma in maniera specifica nell'ambito lavorativo.
Sulla sanità mancano prospettive, programmazione e pianificazione e soprattutto mancano le scelte strategiche di fondo. Anzi, si condannano quelle scelte intraprese dalla passata Amministrazione, che sono il frutto di indicazioni e analisi dell'Organizzazione Mondialità della Sanità. È un errore strategico enorme tornare indietro rispetto ai Gruppi di Cure Primarie e alla Casa della Salute, scelta tra l'altro bocciata anche dal TAR. È un errore perché il futuro è in quella direzione; perché è lì che si possono attuare politiche di risparmio di risorse, aumentando le prestazioni dei servizi, e le politiche di prevenzione.
In merito a formazione e ricerca: l'attività formativa nel bilancio presentato è completamente azzerata. Ecco quali sono le linee politiche strategiche del centrodestra: attacco a cultura, formazione e istruzione.
Così avete azzerato i fondi destinati all'attività formativa che, proprio in fase di crisi, garantiscono alle fasce più deboli un'adeguata formazione per ritrovare il lavoro. Così avete ridotto drasticamente i fondi riservati all'EDISU, cosa che comporterà dei contraccolpi pesanti nei percorsi educativi e di formazione delle nuove generazioni, oltre che una preoccupante crisi occupazionale per le cooperative che operano nel settore. Così i tagli ai fondi relativi alle politiche di programmazione del sistema educativo regionale per una scuola pubblica e sicura. Così i tagli previsti alle politiche per l'istruzione, la formazione e il lavoro.
Così i tagli destinati alle funzioni di assistenza sociale, svolti dal territorio a favore delle fasce più deboli della popolazione. Così i tagli destinati alla ricerca e all'innovazione. Così i tagli che hanno dimezzato le risorse destinate alle politiche giovanili. Così i tagli alle risorse destinate alle politiche in materia di edilizia sociale. Così il dimezzamento delle risorse destinate alle politiche di investimento per la viabilità e la sicurezza stradale, con la dimostrazione della cecità politica in merito al fatto che le politiche di prevenzione sono una delle armi principiali per migliorare la qualità della vita e realizzare risparmio di risorse pubbliche.
Così l'azzeramento delle politiche forestali e lo svuotamento di competenze e risorse degli Enti di gestione dei Parchi. Così la riduzione sulle politiche di intervento in materia di rischi, danni ambientali e bonifiche e, qui sì, la prima vostra vera politica di pianificazione e programmazione: la deregolamentazione delle politiche ambientali e di salvaguardia del territorio. Anche il Governo nazionale vi ha ripreso sulla proposta di introduzione della caccia nelle zone protette, dietro il corrispettivo di un ticket! Vi è stata mancanza di trasparenza sulla discussione dei provvedimenti di Bilancio e di Finanziaria arrivati in Commissione, anche se su questo tema ci siamo già confrontati. In sostanza chiediamo di illustrarci in questa sede, in Aula, in maniera chiara, semplice, con pochi cenni, con poche analisi - e lo chiedo al Presidente del Gruppo del PdL, alla Giunta e al Presidente del Gruppo della Lega Nord - quali sono le strategie e le politiche di pianificazione che porteranno a risparmi in questa Regione e il virtuosismo tanto annunciato. Al di là dell'espressione, il "taglio agli sprechi" che abbiamo visto non è sostenuto dai documenti contabili che ci sono stati presentati.
Qualcuno di voi ci sa illustrare in maniera semplice, chiara, con un'esposizione lineare di una o mezza paginetta quali sono le scelte strategiche del centrodestra al governo di questa Regione per i prossimi quattro-cinque anni? Noi dell'opposizione non le abbiamo ancora capite: nonostante i vari incontri che abbiamo avuto in Commissione, le delucidazioni e le scelte strategiche non sono arrivate. Però, c'è sempre tempo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Stara.
Adesso, avendo entrambi i correlatori di minoranza (i Consiglieri Lepri e Stara) proceduto ad un'unica relazione, unitamente alla legge finanziaria, chiedo al relatore di maggioranza di procedere all'illustrazione del disegno di legge n. 73 "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2011 2013".
La parola al Consigliere Franco Maria Botta.



BOTTA Franco Maria, relatore di maggioranza

Grazie, Presidente. Intendo procedere molto velocemente.
Il provvedimento è stato esaminato in sede referente in I Commissione nella sessione di bilancio, ai sensi dell'articolo 35 del Regolamento del Consiglio regionale, con numerose sedute di approfondimento sulle materie anche nelle relative Commissioni consiliari. Si sono svolte le consultazioni con i soggetti e gli enti interessati e nella Commissione di merito gli Assessori hanno relazionato sulle principali variazioni finanziarie intervenute.
Il bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011, rispetto alla sua fase di presentazione, è stato emendato in sede di Commissione. È stato approvato un unico emendamento proposto dalla Giunta regionale che contiene variazioni di bilancio per un ammontare pari a 312.100.000 euro. Il bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011 pareggia nell'importo di 16.497.384.709,01 euro in termini di competenza e nell'importo di 21.024.755.127.73 euro in termini di cassa. L'avanzo finanziario presunto alla chiusura dell'esercizio 2010 è stato stimato in 6.017.026.000 euro.
Il mutuo autorizzato è pari a 1.191 milioni di euro, di cui 418 milioni di euro sono a copertura del disavanzo derivante dalla mancata contrazione dei mutui negli anni precedenti.
Il Fondo di riserva per le autorizzazioni di cassa è determinato in 342 milioni di euro e serve per far fronte al maggior fabbisogno di cassa che si manifesti nel corso dell'esercizio finanziario 2011. Sulla base del Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2011 è stato predisposto il bilancio pluriennale per gli anni 2011-2013.
Come sapete, in data 10 dicembre 2010, la Commissione ha licenziato a maggioranza il disegno di legge n. 73, che è stato rimesso alla valutazione del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Le relazioni di entrambi gli schieramenti sono state lette: sono intervenuti sia i relatori di maggioranza sia quelli di minoranza.
Nella Conferenza dei Capigruppo avevamo stabilito di ultimare le relazioni nella giornata di oggi, affinché tutti potessero valutarle.
Ricordo che il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti è stato fissato per le ore 12.00 di domani.
Inoltre, ricordo che il Consiglio è convocato nella giornata di domani alle ore 10.00 e alle ore 16.00; alle ore 10.00, in una prima fase, ci saranno le risposte a tre o quattro atti di sindacato ispettivo, come quello di questa mattina e, successivamente, cominceremo la discussione generale di entrambi i provvedimenti.
Probabilmente, alle ore 12.30 interromperemo i nostri lavori, perch sarebbe annunciata (anche se non ne abbiamo ancora la conferma) la presenza dei lavoratori di due aziende della provincia di Alessandria; in quel caso dovremmo riceverli, come al solito, in Sala Viglione. Chiedo quindi al Vicepresidente della Giunta regionale, che è presente, di prenderne atto e di prevedere anche la presenza della Giunta regionale.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 16.01)



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