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Dettaglio seduta n.49 del 07/12/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



(Alle ore 10.01 il Vicepresidente Molinari comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'ordine del giorno è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica l'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo n. 58 del Regolamento.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Comunico che sono stati approvati i processi verbali delle sedute del 9 e del 16 novembre 2010.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Cota, De Magistris Boniperti, Motta Massimiliano, Montaruli e Giordano.


Argomento:

b) Non impugnativa del Consiglio dei Ministri su leggi regionali


PRESIDENTE

Comunico che il Consiglio dei Ministri ha esaminato le seguenti leggi regionali ed ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 16 del 14 giugno 2010 (Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2009) legge regionale n. 17 del 27 luglio 2010 ("Modifica alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)" legge regionale n. 19 del 3 agosto 2010 (Interventi urgenti per lo sviluppo delle attività produttive e disposizioni diverse.) legge regionale n. 20 del 15 settembre 2010 ("Modifica alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)" legge regionale n. 21 del 27 settembre 2010 (Terza legge regionale di abrogazione) legge regionale n. 22 del 12 ottobre 2010 (Istituzione del Bollettino Ufficiale telematico della Regione Piemonte) legge regionale n. 23 del 21 ottobre 2010 (Valorizzazione e conservazione dei massi erratici di alto pregio paesaggistico, naturalistico e storico.) legge regionale n. 24 del 25 ottobre 2010 ("Modifiche all' articolo 8 della legge regionale 20 novembre 1998, n. 34 (Riordino dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti locali)".


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta regionale e dal suo Presidente


PRESIDENTE

Comunico che ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis dello Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a n. 4 decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale e n. 1 deliberazioni di nomina della Giunta regionale. (Allegati a disposizione presso l'Ufficio Aula).
Ricordo inoltre, che alle ore 13.00 presso la Sala dei Presidenti si terrà la Conferenza stampa di presentazione della Carta etica della Regione.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 227 dei Consiglieri Muliere e Artesio, inerente a "Preoccupante situazione dei generici precari che lavorano presso l'Ospedale San Giacomo di Novi Ligure e degli altri in servizio presso altri presidi ospedalieri dalla provincia di Alessandria"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", iniziamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 227.
La parola al Consigliere Muliere per l'illustrazione.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Un mese fa circa, ho presentato questa interrogazione che riguarda un gruppo di lavoratori dell'Ospedale di Novi Ligure. Parte di questi sono stati assunti con contratti a carattere interinale altri, invece, grazie al diploma da OSS, hanno partecipato al concorso che, tre mesi fa circa, l'ASL aveva bandito; alcuni di questi lavoratori sono in graduatoria.
Poiché queste persone rischiano il posto per la situazione che si è venuta a creare, da tempo stanno manifestando la loro preoccupazione in città e sugli organi di stampa, denunciando il rischio della perdita del loro posto di lavoro.
Inoltre, bisogna tenere conto che molti di questi lavorano all'interno dell'Ospedale di Novi Ligure da alcuni anni e tra questi alcuni da oltre dieci anni.
So che il Direttore Generale dell'ASL, l'avvocato Zanetta, ha incontrato recentemente questi lavoratori e so che c'è stato un incontro anche presso l'Assessorato alla Sanità venti giorni fa circa; non conosco né l'esito di questo incontro e neanche quello dell'altro giorno con il Direttore Generale, ma sta di fatto che c'è molta attenzione nei confronti di questi lavoratori: il Consiglio regionale di Novi Ligure ha approvato all'unanimità un ordine del giorno che è stato inviato non soltanto ai Capigruppo, ma anche al Presidente Cota e all'Assessore Ferrero.
Vorrei sapere da parte della Giunta quali siano le azioni che intenda mettere in campo per salvaguardare il posto di lavoro di queste persone sapendo che la situazione è delicata e complicata sia dal punto di vista delle norme che contrattuale. Tuttavia, penso che ci debba essere un impegno corale da parte di tutti per cercare di tutelare questi posti di lavoro.
Infine, vorrei sottolineare che su queste questioni non credo sia il momento di scaricare responsabilità com'è stato fatto anche in questi due mesi da quando è sorto questo problema. Non credo sia questa la questione perché il vero punto è risolvere il problema e garantire la continuità lavorativa di queste persone.
Quindi, vorrei intanto conoscere la risposta da parte della Giunta e mi auguro che sia una risposta che faccia intravedere una soluzione del problema.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti.



MACCANTI Elena, Assessore all'A.R.E.S.S.

Grazie, Presidente.
Come annunciato nel corso della Conferenza dei Capigruppo, stante l'assenza dell'Assessore Ferrero, avevo dato disponibilità a fornire qualche elemento utile per l'interrogazione in oggetto.
L'attuale Direzione dell'ASL di Alessandria, ad inizio mandato, aveva evidenziato una situazione di estrema precarietà nella gestione degli Ospedali dell'ex ASL 22, dove molte delle attività erano svolte da personale infermieristico e OSS proveniente da cooperative.
Per le difficoltà legate alle condizioni degli operatori e i problemi di intermediazione di lavoro, la stessa Azienda aveva ritenuto opportuno sostituire tale personale con forme di contratto di tipo interinale condizione necessaria per mantenere in essere le attività ed i servizi delle Strutture sopra citate.
I contratti interinali sono stati negli anni costantemente rinnovati in ragione delle difficoltà di effettuare nella fase di unificazione delle tre ex ASL procedure concorsuali; in accordo con le Organizzazioni sindacali di Categoria è stato scelto di non utilizzare graduatorie già precedentemente pubblicate in alcune realtà locali al fine di offrire anche al personale interinale operante nelle strutture la possibilità di partecipare ad una nuova procedura concorsuale.
Il percorso di stabilizzazione dei precari, definito in base all'accordo regionale è stato correttamente eseguito dall'attuale ASL d'Alessandria per varie figure professionali escludendo tuttavia sempre in base alle normative nazionali e regionali le figure assunte con contratti interinali (la normativa, infatti, permetteva la stabilizzazione dei precari e non degli interinali); anche in questo caso le OSS di categoria sono state informate e la scelta è stata dalle stesse condivisa.
Nel 2009 è stato possibile bandire i concorsi pubblici per assumere figure professionali (infermieri, ostetriche, OSS) in grado di ricoprire i posti coperti dalle figure interinali. Nelle decisioni aziendali e nell'ottica di una maggiore qualificazione dei servizi, l'ASL ha quindi deciso di sostituire anche le figure ausiliarie dedicate al trasporto dei pazienti con figure maggiormente professionalizzate (OSS).
Nel febbraio 2010 è stato definito il Piano Assunzioni 2101 e in quell'occasione, visto il numero di personale di supporto (OSS, ausiliario) ancora presente con contratto interinale, si è decisa l'attivazione delle procedure concorsuali, con l'obiettivo di superare il lavoro interinale e contestualmente ricoprire parzialmente il turn-over.
Le procedure concorsuali, effettuate sulla base di criteri meritocratici oggettivi, si sono concluse nella prima settimana di ottobre 2010, stante l'alto numero di concorrenti (1372 provenienti da tutta Italia), la necessità di valutare titoli e appropriatezza delle domande e la complessità delle prove d'esame.
Alle stesse non hanno tuttavia potuto partecipare, in quanto non in possesso del titolo di ammissione, le ausiliarie; dalle posizioni utili della graduatoria, sono rimaste escluse una parte delle OSS che operavano con contratti di lavoro interinale, anche se da continuativi anni.
L'Azienda ha comunque seguito l'unico percorso possibile per la stabilizzazione delle figure infermieristiche OSS precarie tramite la possibilità data loro di partecipare ad un concorso pubblico, anche se l'Assessorato scrivente evidenzia certamente un'anomalia nella decisione della stessa ASL di Vercelli di prorogare per sei anni gli stessi contratti interinali.
Occorre inoltre ricordare che per il personale ausiliario si sarebbe potuto ricorrere, già negli anni scorsi, alla chiamata dall'ufficio di collocamento e che le ausiliarie in oggetto hanno avuto l'opportunità di riqualificarsi come OSS.
Ad oggi i contratti interinali del personale OSS e ausiliario sono stati prolungati rispettivamente al 31 gennaio e al 28 febbraio 2011, al fine di consentire una più graduale sostituzione con le figure assunte nell'organico tramite concorso.
Si evidenzia inoltre la disponibilità dell'Azienda sanitaria in questione ad attivarsi al fine di verificare eventuali possibilità di occupazione nella provincia di Alessandria (case di riposo, ecc.), dover poter avviare percorsi d'inserimento lavorativo delle ausiliarie.
Risulterebbe che ancora venerdì scorso ci sia stato un incontro, che l'obiettivo sia di arrivare a una qualche soluzione e che il tavolo sia aperto da parte dell'Azienda sanitaria.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 286 del Consigliere Ronzani, inerente a "Licenziamenti alla Pettinatura di Verrone"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 286, presentata dal Consigliere Ronzani.
La parola all'Assessore Porchietto per la risposta.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro e formazione professionale

Grazie, Presidente. Come i colleghi sanno, già la scorsa settimana avevo la risposta pronta, ma non c'è stato il tempo di presentarla.
Con riferimento a quest'interrogazione, ricordo che il 29 novembre 2010 (pochi giorni fa) le parti hanno sottoscritto un accordo presso l'Unione Industriale Biellese, che prevede il ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria a partire dal 14 dicembre 2010 e per 12 mesi.
La sospensione dal lavoro, che era una delle preoccupazioni che l'interrogazione evidenziava, potrà riguardare un numero massimo di 87 lavoratori rispetto a quelli in forza. I lavoratori potranno essere sospesi solo sulla base di esigenze tecniche, produttive e organizzative aziendali.
A fronte anche della sollecitazione, noi abbiamo richiesto di fare un incontro con l'Azienda, l'Unione Industriale Biellese e le Organizzazioni sindacali per il giorno 13 dicembre 2010.
Le parti saranno chiamate in quel giorno a confermare i contenuti dell'accordo che è stato sottoscritto il 29 novembre, al fine di esperire la procedura di esame congiunto che è propedeutica alla richiesta di cassa integrazione straordinaria che verrà presentata al Ministero del Lavoro.
Come facciamo sistematicamente, abbiamo già dato la nostra ampia disponibilità, attraverso gli uffici dell'Assessorato, per eventualmente aiutare a preparare l'istruttoria da presentare al Ministero del Lavoro.
Quindi, sia gli uffici sia le parti, si sono rese disponibili all'incontro del 13 dicembre, propedeutico a questo passaggio presso il Ministero del Lavoro.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 268 dei Consiglieri Manica e Reschigna, inerente a "Grave situazione dell'ex IMIT di Castelletto Ticino (NO)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 268, presentata dai Consiglieri Manica e Reschigna.
La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Grazie, Presidente.
La situazione molto grave si protrae nel corso degli anni e si è ulteriormente aggravata negli ultimi tempi. Si tratta di capire se è possibile realizzare un ulteriore intervento al riguardo.
La richiesta che facciamo nell'interrogazione è per capire se all'interno degli strumenti di cui la Regione dispone sia possibile attivare un incontro o un momento di intervento per affrontare la situazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Porchietto per la risposta.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro e formazione professionale

Grazie, Presidente.
Credo che sia opportuno, soprattutto per i Consiglieri che nella passata legislatura non erano presenti, fare molto brevemente il punto della situazione su questa vicenda, perché nasce in realtà qualche anno or sono.
Nel mese di settembre del 2008, l'Assessorato al lavoro aveva offerto alla IMIT il supporto tecnico che ha permesso successivamente di sottoscrivere presso il Ministero del Lavoro l'accordo sulla richiesta della cassa integrazione guadagni straordinaria per cessazione di attività per 24 mesi, con decorrenza dal 22 settembre 2008.
Intervenuto in data 29 settembre 2009 il concordato il preventivo di IMIT - diventata nel frattempo TT Elettromeccanica - presso l'Assessorato al lavoro il 7 ottobre 2009 si è svolta la procedura dell'esame congiunto sulla richiesta di cassa integrazione guadagni straordinaria per procedura concorsuale che l'avv. Paolo Borgna, in qualità di Commissario giudiziale ha presentato al Ministero del Lavoro per il periodo che andava dal 29 settembre 2009 al 28 settembre 2010, per 109 lavoratori che in allora erano ancora in forza all'impresa.
Sempre presso l'Assessorato al lavoro, il 28 settembre di quest'anno è stato sottoscritto l'accordo sulla richiesta di cassa integrazione in deroga che il dott. Maurizio Colli, quale Liquidatore giudiziale della TT Elettromeccanica in liquidazione e in concordato preventivo, ha presentato alla Regione Piemonte per il periodo dal 1° ottobre al 31 dicembre 2010 per 92 lavoratori (che sono i lavoratori rimasti in forza all'azienda prima in liquidazione, poi in concordato preventivo).
La domanda di concordato aveva proposto uno spin off immobiliare mediante costituzione di newco e trasferimento di quanto spettante al creditore ipotecario Hypo Tirol Bank alla nuova società scissa.
Il piano concordatario aveva altresì previsto l'ammissione di nuova finanza, a seguito della formulazione, da parte della società Imit Control System S.r.l., già affittuaria di ramo d'azienda della TT, di due proposte irrevocabili d'acquisto, subordinate all'omologazione del concordato aventi ad oggetto la prima, gli impianti, le attrezzature, i marchi e i brevetti già ricondotti in locazione alla medesima, la seconda le partecipazioni in altre società del gruppo e anche di rinuncia alle contestazioni sul valore delle merci a magazzino.
La domanda di concordato aveva quindi previsto il pagamento integrale delle spese di procedura e distinto i creditori in cinque classi di cui quattro di creditori privilegiati ed una di chirografari.
Il decreto del Tribunale segnalava inoltre la sussistenza di possibili profili d'aleatorietà del piano che avrebbero dovuto essere opportunamente e approfonditamente valutati dal Commissario giudiziale e che attenevano alla realizzabilità dei crediti vantati dalla TT Elettromeccanica all'indicazione di un termine per l'esecuzione finale del concordato ed ai tempi e modalità di prestazione delle garanzie. Questo per ricondurre alle motivazioni che hanno portato il Tribunale a fare determinate scelte.
Per quanto riguarda la richiesta e la valutazione del possibile fallimento della TT Elettromeccanica, premesso che in alcun modo la Regione Piemonte può intervenire sull'attività e sulle decisioni del Tribunale l'Assessorato al Lavoro, ad oggi, non è a conoscenza della sentenza e quindi nemmeno delle motivazioni della Corte d'Appello di Torino che, come affermato dagli interroganti, avrebbe rigettato "il concordato antifallimentare" creando i presupposti per la dichiarazione di fallimento della TT Elettromeccanica. Per quello che può fare oggi la Regione Piemonte ha già dichiarato la sua disponibilità - segnaliamo che approvata dal Parlamento la legge di stabilità - che ormai, a giorni, sarà all'oggetto delle votazioni alla Camera e al Senato - con la quale verranno rifinanziati gli ammortizzatori sociali in deroga, il Commissario giudiziale o il curatore fallimentare potrà, eventualmente, presentare domanda di proroga per quanto riguarda la cassa in deroga. La Regione sarà a disposizione, come ha fatto fino ad ora, per aiutare con gli strumenti che in questo momento possiede, la società, anche se in liquidazione, per prorogare la cassa in deroga anche per l'esercizio 2011.



PRESIDENTE

Vi pregherei di accomodarvi e fare silenzio, perché non si riesce a lavorare.


Argomento: Musei

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 257 del Consigliere Gariglio avente per oggetto "Finanziamento della legge regionale n. 13 dell'11 maggio 'Interventi a sostegno del Museo Regionale dell'Emigrazione" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Non essendo presenti i Consiglieri Montaruli e Gariglio alle interrogazioni n. 82 e 257 sarà fornita risposta scritta.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Proseguimento esame ordine del giorno n. 24 avente per oggetto "Viva l'Italia", presentato dai Consiglieri Reschigna, Bresso, Cursio, Manica Motta A., Muliere, Negro, Pentenero, Ponso, Stara e Taricco


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g. Proseguimento ordine del giorno n. 24 avente per oggetto "Viva l'Italia".
Nella seduta pomeridiana del 1° dicembre è iniziata la discussione del provvedimento in oggetto. Posto in votazione, la votazione non è risultata valida per mancanza del numero legale. Non si possono più fare dichiarazioni di voto, quindi dobbiamo procedere con la votazione dell'ordine del giorno.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 24 il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato l'ormai prossimo avvio delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia la cui presentazione ufficiale è avvenuta nei giorni scorsi alla presenza del Capo dello Stato il fondamentale ruolo che, per tali celebrazioni, è stato assegnato dal Governonazionale al Piemonte e a Torino ritenendo che l'obiettivo primo delle celebrazioni del 150° sia - com'evidenziato dal senatore Ghigo in rappresentanza del Governo - quello di rinnovare, di fare memoria per completare e diffondere il più possibile il senso d'appartenenza degli italiani unità nazionale e coesione sociale, secondo il Presidente Napolitano, "non significano centralismo e burocratismo, non significano mortificazione delle autonomie locali. Unità e coesione sociale possono anzi crescere solo con riforme e loro attuazioni (...), mirando in special modo ad avvicinare Nord e Sud, ad attenuare il divario che continua a separarli" ricordando che la Costituzione italiana lega l'unità e l'indivisibilità della Nazione alla promozione delle autonomie locali le modifiche costituzionali al Titolo V e le successive modifiche legislative, in particolare il Codice delle autonomie locali, attribuiscono alle Regioni e agli Enti locali importanti e crescenti funzioni amministrative convinti inoltre che ulteriori attese riforme orientate in senso federale, come quella relativa al cosiddetto federalismo fiscale, siano auspicabili e condivisibili, in un quadro di solidarietà territoriale che eviti il rischio d'assistenzialismo impegna la Giunta regionale a fare in modo che le celebrazioni del centocinquantenario siano davvero una grande occasione da cogliere nell'interesse comune dell'Italia e degli italiani".
Il Consiglio approva.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame ordine del giorno n. 109 "Marchio made un Italy", presentato dai Consiglieri Botta Marco Boniperti, Cortopassi, Costa Rosa Anna, Motta Angela, Tentoni e Valle Esame ordine del giorno n. 94 "Made in Italy: manca il decreto amministrativo attuativo", presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani Gariglio e Manica.


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il punto n. 5) all'o.d.g.: ordine del giorno n.
109 "Marchio made In Italy" e ordine del giorno n. 94 "Made in Italy: manca il decreto amministrativo attuativo" La parola al Consigliere Botta Marco per l'illustrazione.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno in oggetto, è relativo alla famosa legge "Reguzzoni Versace" che introduce il marchio "Mady in Italy" per distinguere i prodotti realizzati prevalentemente nel nostro Paese.
Si tratta di una legge attesa da molti anni. Era da tre legislature che si parlava di creare questa normativa a difesa non solo e non tanto della produzione italiana ma, soprattutto, della possibilità del consumatore di conoscere in maniera chiara l'origine della merce che acquistava.
chiaro che è una legge che non riguarda tutta la produzione italiana presente sul mercato, ma alcune produzioni particolari. Infatti, la legge riguarda, in particolare, il settore dei prodotti tessili, della calzatura e della pelletteria. Certo, poteva anche essere estesa ad altre produzioni in particolare a quella della gioielleria e oreficeria, ma accontentiamoci di questo primo passo. Un primo passo importante, che ha determinato una presa di posizione a livello europeo ugualmente importante. Sappiamo che dopo il voto del Parlamento italiano anche a livello europeo vi è stato con un cambiamento d'indirizzo importante - frutto del gran lavoro svolto dal nostro Governo, ma anche dai nostri parlamentari, e frutto di un'unità dei parlamentari europei italiani - un cambiamento d'indirizzo che ha permesso l'introduzione del "Made in" anche come normativa europea. Quello europeo è un percorso non ancora ultimato, perché dovrà avere ancora un'ultima approvazione da parte della Commissione, ma segna sicuramente un punto di svolta importante.
Non vorrei dilungarmi molto. Cosa si chiede nell'ordine del giorno? Si chiede che, fatto il passo dal Governo e dal Parlamento italiano, che ringraziamo per questa norma di tipo nazionale, sono necessari ancora i decreti attuativi, anzi, un decreto attuativo affinché la norma diventi attuabile su tutto il territorio nazionale. Il Governo doveva produrre tale decreto entro il 1° ottobre, questo non è ancora avvenuto, noi riteniamo come Regione, come una regione dove la produzione proprio delle materie che ho citato - il tessile, il calzaturiero - è molto forte, che una sollecitazione, dopo aver svolto gran parte del percorso in maniera ottimale, ci possa stare. Ci possa stare nella duplice visione di difesa della produzione italiana da tutta la questione dei falsi.
Potremmo citare cifre, potremmo citare dati, ma tutti noi siamo a conoscenza della grandezza del fenomeno dei falsi, deleterio su tutte le produzioni italiane, dall'agroalimentare, alle produzioni di cui stiamo parlando. Questa legge sana, o potrebbe cercare di sanare, questo problema.
Dall'altra parte, ricordiamoci sempre la questione dell'informazione al consumatore, ugualmente importante. Vogliamo un consumatore consapevole questa non è una legge che chiude la possibilità, anche alla produzione straniera, di arrivare in Italia, ma vuole che le origine delle merci siano precisamente indicate e che il consumatore, anche in base a questa origine faccia la sua scelta. I primi proponenti della legge erano l'onorevole Reguzzoni e l'onorevole Versace a livello italiano, ma ricordiamo anche i parlamentari europei Susta e Moscardini che hanno fatto un lavoro analogo a livello europeo. Proprio perché tutto questo gran percorso vada a buon termine, sono necessari i decreti attuativi. La sollecitazione che noi chiediamo al Governo, certo dirlo oggi è un po' particolare, è che il Governo possa prendere in esame anche tale sollecitazione che arriva da una delle massime regioni produttrici di questi beni, che il Governo possa prendere atto di questo segnale, di questo appello, in maniera tale che il decreto possa arrivare al più presto, e che quindi si possa dare luogo all'utilizzo reale e all'entrata in vigore reale di quest'importante normativa.



PRESIDENTE

Poiché il Consigliere Reschigna dà per illustrato l'ordine del giorno n. 94, proseguiamo con la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Innanzitutto chiedo al collega Botta se mi autorizza ad apporre la mia firma sul suo ordine del giorno, poi vorrei scusarmi per essere arrivato in ritardo, perché c'era un blocco degli studenti in Piazza Bernini. Solo per questa ragione non ho potuto chiedere in apertura la discussione dell'ordine del giorno del collega Botta sui disordini e annunciare che intendiamo presentare un ordine del giorno di solidarietà al Sindaco Chiamparino per quanto avvenuto a Palazzo Civico.
Per il resto, mi rifaccio completamente all'intervento del collega Botta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Ritengo sia importante mantenere, valorizzare e tutelare il marchio "Made in Italy". Mi unisco anch'io alla solidarietà al Sindaco Chiamparino.
Chiederei al primo firmatario se acconsente che anche il Gruppo UDC sia firmatario dell'ordine del giorno n. 109. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste d'intervento, procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 109, il cui testo recita: "Premesso che: Il Governo Nazionale si è mostrato sensibile alle richieste di tutto il mondo produttivo italiano con la stesura della legge 55/2010 'Reguzzoni Versace', che istituisce il marchio 'Made in Italy' per distinguere i prodotti realizzati prevalentemente nel nostro Paese da quelli che italiani non sono Considerato che: Nel 2008 il mercato del falso in Italia ha fatturato 7 miliardi e 107 milioni di euro e il settore più colpito, in valore, è quello dell'abbigliamento e accessori, con 2,6 miliardi di euro di fatturato del falso Secondo i dati dell'Ufficio studi di Confartigianato, nel triennio 2006 2008, l'Italia è stato il terzo Paese europeo per numero di prodotti contraffatti, con 44.516.772 articoli, pari all'11,5% del totale europeo.
Ritenuto che: Sia fondamentale fissare principi e regole importanti per difendere e valorizzare il nostro patrimonio manifatturiero e per garantire ai consumatori la certezza di conoscere la provenienza delle merce acquistata Tutto ciò premesso Il Consiglio regionale Impegna il Presidente e la Giunta Regionale tutta a farsi tramite presso il Governo Nazionale affinché possano essere emanati al più presto i decreti attuativi per poter istituire il marchio 'Made in Italy'".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 94, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che secondo i dati diffusi da Confartigianato, nel triennio 2006-2008, l'Italia è stato il terzo paese europeo per numero di prodotti contraffatti, per lo più provenienti dalla Cina, con oltre 44,5 milioni di articoli sequestrati pari all'11,5% del totale europeo nel solo anno 2008, il 'mercato del falso' in Italia ha 'fatturato' oltre 7 miliardi di euro ed il settore più colpito, in valore, è quello dell'abbigliamento e degli accessori: 2,6 miliardi di euro la scorsa primavera, il Parlamento italiano ha approvato la legge di tutela del 'Made in Italy': la legge 8 aprile 2010, n. 55 recante 'Disposizioni concernenti la commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri', anche nota come 'legge Reguzzoni-Versace-Calearo' dal nome dei primi tre firmatari della proposta, poi sottoscritta da numerosi altri deputati di tutti gli schieramenti politici si tratta di un provvedimento importante e a lungo atteso che, introducendo un sistema di etichettatura obbligatoria dei prodotti tessili, della calzatura e della pelletteria, finiti e intermedi, che evidenzi il luogo di origine di ciascuna fase di lavorazione e assicuri la tracciabilità dei prodotti stessi, detta nuove norme per tutelare e valorizzare il patrimonio manifatturiero italiano e garantire ai consumatori la certezza di conoscere la provenienza della merce acquistata considerato che l'entrata in vigore della legge 55/2010, attesa da oltre 73 mila imprese italiane del settore, era previsto per lo scorso 1° ottobre, tuttavia, ad oggi, essa è ancora di fatto 'congelata' poiché manca il necessario decreto interministeriale attuativo, previsto dalla legge stessa: secondo quanto stabilito da una direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri, le nuove regole potranno considerarsi effettivamente applicabili solo dopo l'emanazione di tale decreto ritenendo che sia necessario ed urgente pervenire, quanto prima, alla piena attuazione della legge 55/2010, che, attraverso il nuovo sistema di etichettatura obbligatoria, permetterà ai consumatori di riconoscere l'origine e la qualità dei prodotti ed alle imprese italiane di essere più competitive a livello internazionale, soprattutto in questa fase congiunturale difficile impegna la Giunta regionale a sollecitare il Governo ad emanare urgentemente il suddetto decreto interministeriale (del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro per le politiche europee), nel quale devono essere stabilite le caratteristiche del sistema di etichettatura obbligatoria e di impiego dell'indicazione 'Made in Italy', nonché le modalità per l'esecuzione dei relativi controlli".
Il Consiglio non approva.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame ordine del giorno n. 108 dei Consiglieri Boeti, Lepri, Motta Angela Muliere e Ronzani, inerente a "Moratoria decreti attuativi del d.lgs. n. 22/1997 (legge Ronchi)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 108, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Questo ordine del giorno parte dalla considerazione che entro pochi mesi dovrebbero entrare in vigore le conseguenza della piena attuazione della legge Ronchi, attraverso i decreti attuativi e le azioni che i Comuni e le amministrazioni locali sarebbero tenute ad assumere per ottemperare a questa norma.
Dato che è giacente la richiesta di un referendum firmato da un milione e 400 mila cittadini, che chiede l'abrogazione di alcune parti di questa norma che, inevitabilmente, andrebbe ad impattare sull'attuazione dei decreti così come previsti, chiediamo - come hanno già fatto in tutta Italia movimenti ed organizzazioni - che il Consiglio regionale richieda al Parlamento di varare norme che permettano di far slittare la piena attuazione del decreto Ronchi. Questo perché, diversamente, ci troveremo paradossalmente, ad avviare operativamente l'attuazione di una norma che fra qualche mese potrebbe essere cancellata da un referendum.
Credo che questa richiesta di moratoria sia una richiesta di buonsenso: poiché in primavera dovrebbe essere effettuato un referendum, chiediamo di soprassedere, nell'attuazione della norma, fintanto che non vi sia un pronunciamento del popolo italiano su questo testo.
Ripeto: tale richiesta è solo per evitare di partire con l'attuazione di una norma che fra tre mesi potrebbe essere teoricamente significativamente modificata da un referendum. Grazie.



PRESIDENTE

Apriamo la fase di discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Credo che nel titolo dell'oggetto ci sia un refuso, nel senso che il collega Taricco, o chi per lui ha redatto il titolo dell'ordine del giorno ha scritto "Decreto Ronchi 22/97", che è quello relativo ai rifiuti pericolosi ed imballaggi. Penso che sia solo un errore e che sarebbe meglio modificarlo per correttezza.
Detto questo, in nome del Movimento 5 Stelle vorremmo apporre la nostra firma al documento e ricordare com'è importante che siano rispettati gli istituti di partecipazione previsti dalla Costituzione a riguardo della richiesta del referendum per l'abolizione del decreto Ronchi e del regolamento relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici locali come l'acqua, i rifiuti, il trasporto pubblico locale, quindi in questo caso del servizio idrico integrato. Nello scorso anno, infatti, sono state raccolte un milione e 400 mila firme, come già ricordato.
La procedura sarebbe quindi bloccata dagli stessi termini di scadenza del decreto, che vede al 31 dicembre 2010 la messa a gara dei servizi in tutta Italia; entro il 15 di dicembre la Corte di Cassazione dovrebbe valutare la legittimità dei quesiti referendari, entro il 10 febbraio dovrebbero essere accolti dalla stessa Corte di Cassazione e poi il Presidente della Repubblica dovrebbe indire il referendum in una domenica tra il 15 di aprile e il 15 di giugno.
C'è, quindi, questa spada di Damocle su un'istanza di referendum che è stata molto partecipata. Noi pensiamo, quindi, che debba sicuramente essere chiesta, anche da questo Consiglio regionale e, come auspichiamo, da tutti i Consigli regionali d'Italia, una moratoria sull'attuazione di tale decreto, in quanto deve essere posta attenzione e rispetto per il lavoro svolto da liberi cittadini nella raccolta delle firme e, quindi nell'affidarsi all'istituto di partecipazione del referendum abrogativo.
Tra l'altro, condividiamo pienamente le posizioni del Comitato del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, che ritiene essere l'acqua un bene comune e universale, che l'acqua non debba assolutamente essere messa in gara, non debba essere privatizzata e che il servizio idrico integrato possa considerarsi un bene privo di rilevanza economica, quindi uscire dagli accordi globali dell'Unione Europea, che prevede per altri servizi pubblici la messa a gara. Questa, ovviamente, è una nostra posizione politica. Sarebbe auspicabile che fossero gli italiani chiamati alle urne dal referendum ad esprimere un loro parere e non una scadenza temporale a porre fine a una grossa mobilitazione popolare democratica.
Proprio per questo, chiediamo che il Consiglio regionale possa dare atto, attraverso il voto favorevole di tutti i Gruppi consiliari, a quella richiesta, che proviene da 1.400.000 cittadini, ma, probabilmente, sono anche molti di più, perché coloro che hanno potuto firmare, ovviamente sono stati intercettati nei gazebo delle piazze.
Ribadisco la possibilità, se il collega Taricco è d'accordo, ad apporre le nostre firme e a modificare, se possibile...



(Commenti del Consigliere Taricco)



BONO Davide

Perfetto. Grazie, molto gentile.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi degli Istituti Professionali di Stato Servizi Alberghieri e Ristorazione "G. Colombatto"


PRESIDENTE

Do il benvenuto ai docenti e agli studenti degli Istituti Professionali di Stato Servizi Alberghieri e Ristorazione "G. Colombatto", classe II F in visita a Palazzo Lascaris.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame ordine del giorno n. 108 dei Consiglieri Boeti, Lepri, Motta Angela Muliere e Ronzani, inerente a "Moratoria decreti attuativi del d.lgs. n. 22/1997 (legge Ronchi)" (seguito)


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
In linea con quanto hanno già detto i colleghi, il presentatore dell'atto e, poi, il Consigliere Bono, anche noi, condividendone il contenuto, chiediamo di poter apporre la nostra firma a questo atto.
Sarebbe apprezzabile che questo Consiglio si esprimesse a favore perché nella attesa dei referendum e della possibilità di pronunciamento da parte degli italiani - considerando altresì che i quesiti referendari sono stati sottoscritti da tantissime persone, quindi il tema è sicuramente sentito - riteniamo importante che, in questo momento, si applichi una moratoria.
Per essere oggettivi, si evidenzia che, pochi giorni fa, è stata emessa dalla Corte Costituzionale una sentenza che va in una diversa direzione però è importante la volontà popolare e la definizione di come procedere relativamente a servizi così rilevanti. Quindi, in questo senso auspichiamo, come hanno già detto i Consiglieri che mi hanno preceduta, che quest'Aula si possa pronunciare a favore.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Dell'Utri.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
Anche i Moderati si associano a questo ordine del giorno. Riteniamo fondamentale che un bene primario come l'acqua, che è un elemento essenziale della vita, non finisca in mani private, dal momento che dove ciò è avvenuto i costi sono assolutamente aumentati.
In secondo luogo, dal momento che è in atto una campagna referendaria che in pochi giorni è stata sottoscritta da moltissime persone - che testimonia il grosso interesse da parte della gente e del popolo attendiamo lo sviluppo della liceità di questo referendum per poi addivenire, se dovrà essere, all'esecuzione del decreto o, diversamente andare al blocco di questa impostazione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Dell'Utri.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Anch'io intervengo per associarmi nella fase istruttoria di questa discussione alla richiesta rivolta al Gruppo del PD, affinché anche il Gruppo della Federazione della Sinistra possa risultare tra i presentatori.
Peraltro, credo che la tematica della quale questo ordine del giorno si occupa abbia già molto visibilmente e pubblicamente consentito alle forze politiche di manifestare la loro collocazione sulla materia, sia tra coloro che hanno sostenuto operativamente e attivamente la raccolta delle firme per i referendum, sia per le prese di posizione mantenute nelle amministrazioni comunali, laddove queste si sono avviate a dare applicazione alla separazione della gestione del servizio pubblico, quindi in qualche modo, ad anticipare, anche su principi di carattere economico l'applicazione del decreto Ronchi.
Quindi, da parte nostra non credo ci sia la necessità di motivare l'atteggiamento culturale che abbiamo sulla materia. Riteniamo molto utile e civicamente significativo il fatto che le forze politiche si esprimano in aula con un'adesione che mi sembra molto ampia. Ovviamente, anch'io auspico che l'Assemblea consenta l'approvazione di questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Non essendoci altri iscritti a parlare, la parola al Consigliere Taricco per la replica.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, vorrei correggere un refuso, probabilmente dovuto ad un taglia-incolla sbagliato: in due casi viene citato il decreto legislativo n. 22/1997 (legge Ronchi), che, ovviamente, va sostituito con "decreto legge n. 135".
Sicuramente accogliamo tutte le firme dei Gruppi che hanno chiesto di poter condividere la presentazione di questo ordine del giorno. Mi permetto di chiedere alla maggioranza di voler sostenere con noi questa richiesta di moratoria - ripeto - per una questione di rispetto circa il pronunciamento di quasi un milione e mezzo di italiani in ordine alla richiesta di referendum. Poi, giustamente, il risultato che scaturirà dal referendum sarà segno dell'orientamento del paese; però, credo sarebbe un errore ignorare questo pronunciamento e proseguire come se nulla fosse successo nell'attuazione di una norma che così tanta eco ha suscitato nel paese.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Taricco.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 108, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale Premesso che il 25 settembre 2009 è stato approvato il Decreto Legge n. 135 'Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee' il sopracitato Decreto Legge n. 135 'Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee' è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 25 settembre 2009, n. 223 e convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1, comma 1, L. 20 novembre 2009, n. 166 nel luglio del 2010 il Consiglio dei Ministri ha approvato il Regolamento dei servizi pubblici locali che completa il Decreto Ronchi con l'attuazione della liberalizzazione dei servizi pubblici locali come l'acqua, i rifiuti il trasporto pubblico locale e che nel regolamento sono stabilite le modalità di gara e di vigilanza sull'attuazione della norma sul sopracitato Decreto Legge n. 135 'Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee' sono pendenti tre quesiti referendari presentati del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e che il 19 Luglio 2010, sono stati depositate presso la Corte di Cassazione, in particolare presso l'Ufficio Centrale per il Referendum, oltre 1.400.000 firme a sostegno di ciascuno dei 3 quesiti entro il 31 ottobre 2010, la Corte di Cassazione avrà il compito di verificare la validità delle 500.000 firme necessarie per ogni quesito e in caso di altre richieste referendarie simili ritenute valide, proporre l'accorpamento di quesiti 'che rivelano uniformità o analogia di materia' entro il 15 dicembre 2010 la Cassazione, sentiti i promotori dei sopraccitati quesiti referendari, comunicherà, con ordinanza definitiva, la propria decisione in merito alla legittimità delle richieste, provvedendo all'eventuale accorpamento (art. 32) con atto che dovrà essere pubblicato entro il 10 Febbraio 2011, la Corte di Cassazione si dovrà esprimere su 'quali tra le richieste siano ammesse e quali respinte, perché contrarie al disposto del secondo comma dell'articolo 75 della Costituzione' (art. 33) avuta notifica della sentenza della Corte Costituzionale, il Presidente della Repubblica, su delibera del Consiglio dei Ministri, dovrà fissare una data per lo svolgimento del referendum prevista in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno Considerato che l' operatività prevista dai Decreti attuativi svuoterebbe, di fatto, la sostanza dei quesiti referendari presentati nel luglio scorso, che, come citato in precedenza sono corredati di ben 1 milione e quattrocentomila firme di cittadini elettori e per i quali è in corso la procedura d'indizione della relativa consultazione referendaria nel dicembre prossimo diverranno operativi e vincolanti nei confronti dei Comuni i sopraccitati decreti attuativi del D.Lgs. n. 22/1997 (Legge Ronchi) circa la gestione della propria rete idrica impegna la Giunta regionale a sostenere la richiesta di una moratoria nell'attuazione dei sopraccitati Decreti che il Comitato Promotore del Forum dell'acqua sta per presentare al Parlamento".
Il Consiglio non approva.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 132 "Visita di una delegazione del Consiglio regionale nella Regione Autonoma del Kurdistan iracheno - Interventi a favore di bambini cardiopatici", presentato dai Consiglieri Cursio, Negro e Stara


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 132, avente ad oggetto "Visita di una delegazione del Consiglio regionale nella Regione Autonoma del Kurdistan iracheno - Interventi a favore di bambini cardiopatici" presentato dai Consiglieri Cursio, Negro e Stara, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Non essendoci il primo firmatario, passiamo alla fase di discussione.
La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Signor Presidente, essendo un tema assolutamente delicato, chiederei se è possibile rinviare la discussione e la votazione dopo la presentazione da parte del primo firmatario. Grazie.



PRESIDENTE

possibile se l'Aula acconsente.
La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Anche se sono il secondo firmatario, sarebbe auspicabile la presenza del primo firmatario.
Come ha detto il Consigliere Carossa, lo ritengo un argomento di estrema importanza - stiamo parlando di bambini, di povertà, di Iraq, chi più ne ha più ne metta - e, qui, la Giunta dovrebbe interessarsi o per le meno inserire delle finanze a tale riguardo. Direi di soprassedere e di fare relazionare il diretto interessato. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Negro.
Ripeto: se l'Aula acconsente, possiamo sospenderne l'esame e trattarlo a fine seduta.
La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Vorrei semplicemente avere l'ordine del giorno per valutarlo, è una cosa banalissima. Grazie.



PRESIDENTE

Annuncerei un tacito consenso per rinviare la trattazione non essendo presente il primo firmatario.


Argomento: Protezione civile

Esame ordine del giorno n. 139 dei Consiglieri Comba, Toselli, Vignale Mastrullo, Cortopassi, Pedrale, Motta Massimiliano, Costa Rosanna, Tentoni Cattaneo ed altri inerente a "Riduzione del dispositivo ordinario di soccorso tecnico urgente relativo alla disponibilità degli elicotteri dei Vigili del Fuoco della Regione Piemonte" Esame ordine del giorno n. 78 dei Consiglieri Goffi e Negro inerente a "Soccorsi aerei a rischio in Piemonte per i tagli ai V.V.F." Esame ordine del giorno n. 86 dei Consiglieri Reschigna, Boeti, Taricco Pentenero, Manica e Lepri inerente a "Chiusura del Nucleo Elicotteri Vigili del Fuoco Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare gli ordini del giorno n. 139, n. 86 e n. 78 di cui al punto 8) all'o.d.g La parola al Consigliere Comba per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 139 inerente a "Riduzione del dispositivo ordinario di soccorso tecnico urgente relativo alla disponibilità degli elicotteri dei Vigili del Fuoco della Regione Piemonte"



COMBA Fabrizio

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno ha per oggetto, come ha testé lei annunciato la riduzione del dispositivo ordinario di soccorso tecnico urgente relativo alla disponibilità degli elicotteri dei Vigili del Fuoco della Regione Piemonte e parte dalla lettera del segretario regionale FNS CISL, Angelo Venuti, indirizzata alla Giunta regionale e agli organi di stampa, che ha portato agli onori della cronaca un progetto del Dipartimento Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile riguardante la riduzione della disponibilità di elicotteri operativi allo scopo di concorrere al contenimento della spesa Considerato che il Ministro dell'Interno Maroni in data 22 luglio 2010 ha presentato il "Piano di riordino del settore aereo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco", in attuazione a quanto previsto dalla legge 30 settembre 2004 n. 252 e del dgls n. 217 del 2005 nella bozza di riordino del settore aereo del CNVVF, presentata dalla Direzione Centrale per l'Emergenza, viene prevista l'eliminazione dell'attuale linea di volo costituita da elicotteri biturbina AB 412, e sostituita, in una prima ipotesi, con una nuova linea di volo costituita da due AB 206, con capacità operative ridotte rispetto ai primi.
Se non fosse che parrebbe in atto un'ulteriore bozza di riordino che prevede la dislocazione presso il reparto volo Piemonte non dei sopraccitati AB 206, bensì di due elicotteri Augusta A 109 al posto degli elicotteri AB 412.
Per chiarezza, l'elicottero Augusta A 109 è una macchina bimotore più moderna dell'elicottero AB 412, sebbene con una potenzialità operativa inferiore. Basti pensare che mentre l'AB 412 può trasportare fino a 15 unità, l'A 109 ne può imbarcare soltanto...



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Colleghi, abbiamo tre ordini del giorno firmati da Gruppi che rappresentano 39 Consiglieri e quindi è un argomento da ascoltare con attenzione.
Prego, Consigliere, continui.



COMBA Fabrizio

Basti pensare che mentre l'AB 412 può trasportare ben 15 unità, l'A 109 ne può imbarcare soltanto la metà.
Tutto il reparto volo dei Vigili del Fuoco del Piemonte, composto di ben 11 piloti e 11 motoristi, a seguito di anni di investimenti economici dell'Amministrazione centrale e a seguito delle centinaia di ore di volo effettuate, è costruito e fondato - e pertanto pienamente operativo sull'elicottero AB 412.
Togliere tale risorsa dal Piemonte per portare la nuova linea A 109 comporterebbe inevitabilmente l'azzeramento immediato della capacità operativa del reparto, che dovrebbe pertanto ripartire da zero su tutti i fronti, quello operativo e quello manutentivo.
Il Ministero dovrebbe affrontare in un contesto sempre di più scarse risorse economiche la formazione di 22 unità fra piloti e motoristi, in tempi che pertanto si prevedono molto lunghi ed incerti, senza contare le ore di volo che sarebbero nuovamente necessarie per riportare il reparto volo dei Vigili del Fuoco del Piemonte agli attuali livelli operativi, che sarebbero comunque inferiori a quelli passati, vista la minore capacità operativa dell'A 109 rispetto all'AB 412.
Il tutto appare evidentemente incongruente con la necessaria politica di contenimento dei costi della spesa pubblica...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere, non so più che cosa fare.
Vorrei che il Consigliere Comba fosse ascoltato. Ripeto che su questa ci sono tre ordini del giorno che rappresentano 39 Consiglieri. Credo che si possa ascoltare almeno quando si tratta di argomenti così condivisi e su cui il Consiglio regionale deve prendere importanti decisioni.
Prego, continui.



COMBA Fabrizio

Grazie, Presidente.
Il tutto appare incongruente con la necessaria politica di contenimento dei costi della spesa pubblica, senza penalizzare eccessivamente il servizio di soccorso, in quanto la stessa sorte - questo è l'aspetto che dovrebbe far riflettere - toccherebbe al reparto volo dei Vigili del Fuoco di Malpensa, completamente calibrato sull'elicottero che ha già in dotazione da diversi anni, cioè proprio l'A 109.
Non bisogna dimenticare che oltre tutto Malpensa opera un servizio molto importante anche per l'area orientale del nostro territorio, quindi il Vco, l'alto e basso Novarese e quant'altro.
Tutto il reparto dovrebbe, a fronti di nuovi ingenti investimenti dell'Amministrazione, ripartire praticamente da zero per formarsi sull'elicottero AB 412.
Il risultato appare sconcertante: due reparti volo praticamente paralizzati e costi per riacquisire l'operatività inutili ed esosi, in quanto a costo zero basterebbe lasciare a due reparti volo gli elicotteri sui quali da anni sono ormai specializzati.
Se tuttavia queste macroscopiche considerazioni non dovessero trovare una ragionevole applicazione nell'interesse della collettività, si dovrà tenacemente affrontare la problematica del reperimento delle risorse economiche per sostenere in tempi rapidi la formazione del personale o attraverso inderogabili impegni di finanziamento dei corsi a cura del Ministero o attraverso - ahimè - risorse regionali.
Considerato che la programmazione del settore, attualmente organizzato in 12 nuclei elicotteri distribuiti sul territorio nazionale, vedrà progressiva l'eliminazione dei nuclei del Piemonte e della Puglia considerato sempre che la linea di volo AB 412, bimotori a quadripala in grado di volare anche in zone impervie, in alta montagna e in caso di gravi calamità, si adatta perfettamente alle caratteristiche del territorio piemontese, storicamente interessato da periodici eventi calamitosi o a carattere alluvionale e nivologico; considerato sempre che il territorio della Valle di Susa, già caratterizzata da rischi relativi all'intensa presenza di flussi commerciali e turistici delle valli olimpiche e presto auguriamoci - coinvolta nei cantieri di realizzazione della tratta ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, potrebbe richiedere un'ulteriore garanzia di supporto aereo di soccorso in grado di rispondere alle sopravvenute esigenze territoriali.
A causa della privazione degli AB 412 gli interventi di soccorso dovranno essere effettuati con l'ausilio dei mezzi provenenti dalla Lombardia o dalla Liguria, con un conseguente allungamento dei tempi di intervento che, immaginando l'ipotesi di un intervento in Val di Susa potrebbe essere prossimo addirittura ai 40 minuti, nonostante quanto previsto dalle scelte operative del progetto "Italia in 20 minuti".
Il reparto volo dei Vigili del Fuoco Piemonte è, per numero di interventi, secondo in Italia solo a quello di Genova, che, però, è utilizzato anche per il servizio 118 e che per questo sarebbe raramente disponibile per interventi di supporto in altre Regioni tenuto conto che la dispersione del patrimonio di conoscenze ed esperienze professionali vanificherebbe l'impegno e le risorse fino ad oggi investite per la formazione e il mantenimento operativo di piloti, specialisti e personale aerosoccorritore considerato che l'attuale organizzazione prevede che tutti i nuclei si dotino di un proprio magazzino di ricambi aeronautici, con i conseguenti costi di acquisizione e l'aggravio dei costi di stoccaggio a magazzino tenuto conto che gli interventi manutentivi sono, al momento, affidati a ditte esterne, benché ogni nucleo disponga di specialisti in grado di effettuare gli interventi necessari, ma privi di autorizzazione tenuto conto che un piano industriale relativo ad un settore così importante per quella che è la sicurezza dei cittadini non può dipendere semplicemente da fattori di spesa impegna il Presidente della Giunta regionale a farsi promotore di un'azione diretta nei confronti del Ministero degli Interni e degli uffici competenti affinché il piano di riordino del settore, così come previsto venga riesaminato alla luce delle possibili carenze operative che i cittadini e il territorio della Regione potrebbero subire impegna il Presidente della Giunta regionale a promuovere la realizzazione di un piano che, attraverso un migliore coordinamento degli interventi manutentivi e della gestione su macro aree al posto dell'attuale dotazione obbligatoria per ogni nucleo, coniughi la salvaguardia della vita umana e la drastica riduzione della spesa impegna il Presidente della Giunta regionale a prevedere una rivalutazione della professionalità "in-house" del personale impiegato anche attraverso l'autorizzazione per gli interventi manutentivi attualmente esternalizzati.
Grazie, Presidente.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Chiederei, almeno ai banchi della Giunta, se fosse possibile, di abbassare il volume e consentire il regolare svolgimento dei lavori. Mi spiace, ma diventa veramente difficile presiedere la seduta in simili condizioni.
Proseguiamo i nostri lavori con l'illustrazione dell'ordine del giorno n.
86, avente ad oggetto "Chiusura del nucleo elicotteri Vigili del Fuoco Piemonte", presentato dai Consiglieri Reschigna, Boeti, Lepri, Manica Pentenero e Taricco.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Sarò molto più breve del collega Comba. Peraltro, Presidente, vorrei richiamare la sua attenzione alla luce di quanto è successo in merito al punto 4) all'o.d.g., laddove sono stati presentati due ordini del giorno pressoché analoghi, uno presentato antecedentemente dal Gruppo del Partito Democratico, l'altro sottoscritto successivamente dal Gruppo del Popolo della Libertà. Stranamente, è stato posto in votazione prima l'ordine del giorno del Gruppo del Popolo della Libertà.
Tuttavia, siccome noi non siamo così faziosi da votare solo le "nostre cose" ma valutiamo nel merito, abbiamo votato anche l'ordine del giorno del Popolo della Libertà, sebbene lor signori abbiano deciso, invece, di astenersi.
Pongo, dunque, una questione: perché, signor Presidente, il Gruppo dell'UDC presenta un ordine del giorno in data 24 settembre, il Gruppo del Partito Democratico ne presenta uno sulla stessa materia il 30 settembre e i Gruppi della maggioranza ne presentano un altro ancora sulla stessa materia il 16 novembre - quindi 46 giorni dopo l'ordine del giorno presentato dal Gruppo del PD e 49 giorni dopo l'ordine del giorno presentato dal Gruppo dell'UDC - e viene discusso per primo l'ordine del giorno presentato dai Gruppi di maggioranza, il nostro per secondo e secondo il principio dell'inversione degli addendi, i colleghi dell'UDC lo illustreranno per terzi? Non va bene così! Non va bene così. Almeno si riconosca ai Gruppi che hanno assunto tempestivamente l'iniziativa di sensibilizzare la Giunta regionale su queste materia il diritto di esplicitare tali questioni.
Ragion per cui, signor Presidente, chiedo che i tre ordini del giorno vengano posti in votazione per data di presentazione: non dico di partire dal documento presentato dal PD, ma di procedere quantomeno per data di presentazione.
In ogni caso, coerenti con quanto scritto nel nostro documento, noi voteremo anche gli altri ordini del giorno, perché come Gruppo regionale del Partito Democratico non siamo degli ottusi. Con questo chiuderei questa brevissima digressione. Veniamo al documento in oggetto.
Signor Presidente, siamo decisamente contrari all'iniziativa che è stata assunta di sopprimere i reparti volo del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco del Piemonte e della Puglia. Non entro nel merito delle questioni che riguardano la Regione Puglia perché non ho elementi di conoscenza in tal senso, ma disponiamo, invece, di sufficienti elementi di cognizione per quanto riguarda il Piemonte.
Siamo stati sensibilizzati su questa materia e abbiamo ritenuto che l'argomento fosse significativamente rilevante. Qui non si tratta di difendere la presenza di un "pezzo" di un'istituzione appartenente al corpo nazionale dei Vigili del Fuoco: si tratta di difendere un servizio che nella realtà piemontese ha fornito un significativo aiuto alla comunità piemontese. Questo abbiamo scritto nel nostro ordine del giorno.
Sono stati 199 gli interventi effettuati dagli elicotteri del reparto volo dei Vigili del fuoco del Piemonte che solo nel 2009 hanno salvato delle vite umane.
una scelta sbagliata, così come lo è quella di cambiare la dotazione degli elicotteri assegnati al servizio dei diversi reparti volo. Non intendo ritornare su questo argomento, dal momento che il collega Comba ha ben edotto l'Aula. Gli attuali elicotteri hanno una capacità di trasporto persone superiore, hanno una maggiore flessibilità nell'utilizzo dei mezzi e sono più adatti alle caratteristiche territoriali della nostra Regione.
La conseguenza di questi elementi è che il Piemonte dipenderà sostanzialmente, dai reparti volo del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco della Liguria e della Lombardia.
Il fatto che la nostra Regione debba dipendere da reparti esterni quando nel nostro territorio, per le caratteristiche geografiche e per la distribuzione della popolazione su un territorio molto vario, questo reparto volo ha sempre svolto un significativo ruolo, richiede un impegno da parte di tutti affinché venga salvaguardato.
Concludo il mio intervento con un'ultima riflessione: il Gruppo dell'UDC ha presentato l'ordine del giorno in data 24 settembre; noi lo abbiamo depositato il 30 settembre.
Vista la delicatezza della materia, sarebbe stato senz'altro più utile che oggi, 7 dicembre, più che impegnare la Giunta regionale attraverso questi ordini del giorno, i rappresentanti della Giunta fossero venuti in quest'Aula ad illustrare le iniziative che nel frattempo avevano intrapreso, se si erano mossi o se aspettavano, invece, che il Consiglio regionale decidesse di assumere un'iniziativa.
Noi intendiamo la rappresentazione degli ordini del giorno come stimolo o come proposizione. Quando si chiede di impegnare la Giunta regionale, non significa che fino a quando non verrà votato l'ordine del giorno in oggetto si sta tutti fermi e si attende che lo Spirito Santo accolga i nostri intendimenti o le nostre richieste.
A noi piacerebbe sapere, vista la delicatezza e l'importanza del tema se dal 24 o dal 30 settembre ad oggi la Giunta regionale ha preso qualche iniziativa nei confronti del Ministero degli Interni. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Prima di cedere la parola ai colleghi che vorranno illustrare l'ordine del giorno n. 78, rispondo volentieri al Consigliere Reschigna in ordine alla sua osservazione, anche partendo dal punto 5) all'o.d.g. durante la Presidenza del Vicepresidente vicario.
Gli ordini del giorno non vengono inseriti nell'o.d.g. secondo la data di presentazione, ma, come prassi, secondo l'ordine con cui sono stati richiesti durante la Conferenza dei Capigruppo (poi potremo senz'altro cambiare la prassi, ma ne parleremo in sede di Conferenza dei Capigruppo).
Siccome l'esame di entrambi gli ordini del giorno (il n. 109, avente ad oggetto "Marchio made in Italy", e il n. 139 avente ad oggetto "Riduzione del dispositivo ordinario di soccorso tecnico urgente relativo alla disponibilità degli elicotteri dei Vigili del Fuoco della Regione Piemonte") sono stati richiesti dal Presidente Pedrale in sede di Conferenza dei Capigruppo, gli altri ne sono stati conseguentemente attratti. In particolare, in merito all'ordine del giorno che sta per illustrare il Consigliere Goffi, gli Uffici si sono accorti che verteva sulla stessa materia, per cui è stato, per così dire, attratto d'ufficio.
In ogni caso, qualora in sede di Conferenza dei Capigruppo si volesse trovare una diversa metodologia, da parte della Presidenza non sussiste alcuna problematica a valutarla e a decidere nel merito. Questa, però, è la prassi adottata fino a quest'oggi.
La parola al Consigliere Goffi, per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 78 inerente a "Soccorsi aerei a rischio in Piemonte per i tagli ai V.V.F."



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Desidero fare solo una correzione. Non se ne sono accorti "gli Uffici" ma il "nostro Ufficio", che ha segnalato la mancanza dell'ordine del giorno che era stato presentato per primo. Non voglio metterla in difficoltà Presidente, ma glielo comunico soltanto.



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, Consigliere Goffi: sono stato male informato.



GOFFI Alberto

Noi abbiamo chiesto per quale ragione l'ordine del giorno presentato per primo dal Gruppo dell'UDC non fosse stato calendarizzato. Poi la situazione è stata risolta ed è questo ciò che interessa.
Non voglio ripetere esattamente la spiegazione che hanno già riportato i colleghi: mi limito solo a ricordare ai colleghi Consiglieri e alla Giunta cosa ha fatto questo elicottero, che mi pare sia l'unico elemento che vale l'intera discussione.
Dal 1985 ad oggi ha svolto 10.666 missioni a favore della popolazione piemontese - 4.895 di soccorso e 764 per incendi - e ha soccorso ben 5.795 persone. Solo nel 2009 le persone salvate da questo elicottero sono state 277. Credo che questi numeri siano esaustivi di tutte le considerazioni che possiamo aggiungere.
Vi voglio anche ricordare - e mi fa piacere che oggi ci sia una presa d'atto da parte dei colleghi del PdL, così come dall'opposizione e dal Partito Democratico - che il 22 settembre è apparso sui giornali e sui quotidiani locali l'articolo che denunciava, appunto, "I pompieri perdono il super elicottero - Soccorsi a rischio". A seguito di questo articolo - e lo dico al collega Carossa - una sua collega di Partito (la Capogruppo in Provincia Borgarello) ha comunicato a mezzo stampa che il sottoscritto diceva delle falsità; che il problema era risolto; che Roma aveva già risposto e aveva già risolto la questione. Oggi ci troviamo qui, a distanza ormai di quattro mesi dalla data in cui è uscito questo articolo. O la sig.ra Borgarello diceva delle falsità - ed è bene che il collega Carossa se ne assuma la responsabilità come Capogruppo in Regione della Lega Nord oppure c'è qualcosa che non funziona nella comunicazione interna della Lega Nord. Lo voglio dire perché altrettanto vale nei confronti dell'on. Osvaldo Napoli, che intervenne per dire esattamente la stessa cosa. Allora vi prego, Gruppo del PdL e Gruppo Lega Nord, di far sapere - la Lega Nord alla Consigliera Borgarello e il PdL all'on. Napoli - che a dire le falsità evidentemente, sono stati loro.



PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Intervengo perché vorrei, in una discussione che ha un tono unitario mettere un po' di sale. Altrimenti rischiamo di discutere senza vedere qual è l'oggetto del contendere. Chiaramente io voterò gli ordini del giorno che hanno presentato i colleghi dell'UDC e anche il collega Comba e voter naturalmente l'ordine del giorno presentato dal PD; però vorrei introdurre in questa discussione qualche elemento di verità. Altrimenti non si spiega per quale ragione noi siamo, a distanza di quattro mesi, esattamente al punto di partenza.
Naturalmente faccio questa premessa, Presidente - e mi rivolgo a lei ignorando completamente o tralasciando di tornare sulle questioni che hanno sollevato bene i colleghi Comba, Reschigna e Goffi. Ci siamo: centralità del servizio, valore per il Piemonte. Non si spiega, neppure pensando al tema vero della riorganizzazione, per quale motivo il Piemonte debba pagare dazio, avendo il Piemonte in loco questi mezzi e avendo il personale formato per utilizzarli: non c'è nessuna ragione al mondo - lo dico alla collega Quaglia della Lega Nord e ai suoi colleghi - che giustifichi un'operazione come questa. Siamo d'accordo? Il buon senso dice di no.
Vorrei infatti capire per quale ragione dovremmo spostare questi mezzi a Milano, costringendo il nostro personale - che ringrazio per il lavoro che ha fatto in questi anni e che continua a fare - a sottoporsi ad un corso di formazione. È l'Italia, no? Anche l'Italia leghista. Capite, cioè il nonsenso? Si hanno dei mezzi dotati, che hanno fatto 10.000 interventi e salvato tante persone; si riorganizza il servizio e la prima cosa che si fa è smontare il giocattolo che funziona in Piemonte. Smontarlo per portarlo dove, in Emilia Romagna? No: in Lombardia. Qui forse c'è una prima risposta: è qui il punto, no? Perché la Lombardia? Quali sono le ragioni organizzative, logistiche, funzionali che spiegano una cosa del genere? Nessuna, dicono gli esperti: nessuna! Non c'è alcuna buona ragione che giustifichi il fatto che si presenti - lo ha fatto il Ministro Maroni per tramite del Dipartimento - un piano che penalizzi il Piemonte e gli sottrae mezzi che invece vanno tenuti qui, che sono stati utilizzati qui e che non ha senso - perché antieconomico, antifunzionale, antiorganizzativo portare là. Assessore Quaglia: difendete le ragioni del Piemonte. Ve lo dico così: difendete le ragioni del Piemonte! Perché il Nord non è soltanto la Lombardia: il Nord è anche il Piemonte! È chiaro questo? Amici del PdL, è questa la questione che emerge in questa vicenda. Io capisco che voi, per ragioni di opportunità, vogliate derubricarla a un fatto funzionale, ma è questa la ragione che emerge in questa vicenda.
Nessuno al mondo, che avesse da affrontare la questione in termini puramente tecnici e razionali, avrebbe immaginato di spostare i mezzi da Torino in Lombardia, per nessuna ragione. Allora, la soluzione appare poco funzionale, poco organizzativa, molto politica.
Qui - ed ho terminato, parlo ancora un minuto - c'è il tema del Piemonte e di cosa noi contiamo nelle scelte di politica nazionale di fronte a situazioni come queste: di come noi, indipendentemente dal fatto di quanto e come contiamo, ci adoperiamo per difendere le ragioni del Piemonte che qualcuno è stato chiamato a governare. È singolare, infatti che tutte le volte che arriviamo ad una stretta e al dunque scopriamo che esiste una discrasia tra ciò che diciamo - il Piemonte, la centralità, la competitività, il Piano straordinario del lavoro - e poi i fatti che sono altra cosa, come in questo caso. Allora bisogna tenere la schiena dritta Assessore Quaglia: schiena dritta per difendere le ragioni del Piemonte. E questo è un piccolo esempio nel quale la schiena dritta dovremmo averla con il Ministro dell'Interno - guarda caso, leghista anche lui: puramente casuale, questo fatto, no? - che, dovendo immaginare una riorganizzazione pensa bene di fare un'operazione che penalizza la Regione.
Guardi che io non sono un campanilista: non sono un regionalista, uno che ha in testa solo il Piemonte. Sono però una persona che sostiene che le cose vanno fatte con criterio e con logica e se non c'è alcuna ragione al mondo, sul piano razionale e organizzativo, che giustifica un'operazione del genere, non si fa: non si fa per nessuna ragione. E allora il Piemonte abbia la forza politica e l'autorità per sostenere che quel piano dev'essere cambiato.
In questi quattro mesi, visto che sono passati tre-quattro mesi dal primo ordine del giorno, mi sarei aspettato che il Presidente della Giunta che ha rapporti quotidiani anche fisici con la Capitale, trovasse il tempo per dire al suo Ministro che questa cosa non si fa: non si fa perché è sbagliata sul piano del merito, non si fa perché è poco funzionale, non si fa perché io difendo, come Presidente della Giunta regionale, le ragioni del Piemonte. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Non voglio assolutamente fare polemica, anche se dopo l'intervento del collega Ronzani mi verrebbe molto facile. Non voglio fare polemica perch cerchiamo di fare i fatti, come è nostra abitudine.
Anticipo che, su questa vicenda, la Lega Nord voterà a favore di questi ordini del giorno, perché noi ci siamo interessati a questo problema: per primo si è interessato il Ministro Maroni e poi anche il Presidente Cota quindi risulta che il problema dovrebbe iniziare a risolversi.
Poi, se vogliamo fare polemica facciamo pure tutte le polemiche di questo mondo; sta nel ruolo, sta nelle parti! Voi siete all'opposizione e noi siamo la maggioranza; va tutto bene! Nessun problema. Però vorrei ribadire che noi siamo stati eletti in Piemonte, il Ministro Maroni è diventato Ministro - diciamolo chiaramente - della Nazione: questo è il fatto.
Inoltre, è riduttivo che verso un ministro come il Ministro Maroni, che sta attuando una lotta alla mafia che mai nessuno, compresi i ministri del PD, ha mai fatto, venga accusato di una cosa così di bottega. Veramente, mi sembra ingiusto anche verso il Ministro Maroni.
Poi, ripeto, vogliamo fare polemica? Va bene. Dovete avere un po' di spazio e un po' di vetrina? Va benissimo. Non c'è problema, per ricordiamoci sempre di queste cose.
La serietà noi la dimostriamo non accettando provocazioni. Quindi, noi non accettiamo provocazioni e votiamo a favore di tutti e tre gli ordini del giorno.
Poiché dall'intervento del Capogruppo Reschigna sembrava che in questa Regione, governata dal centrodestra, si facessero le cose così, soltanto a favore del centrodestra, penso che, essendo presente una scolaresca, il Presidente Cattaneo (e lo ringrazio per questo) abbia fatto bene a spiegare che gli ordini del giorno vengono discussi in base al momento in cui sono chiamati per la discussione. Perché, altrimenti sembrava che essendoci noi si facessero tutte le "porcate" possibili e immaginabili!



(Commenti del Consigliere Reschigna)



CAROSSA Mario

Non è così, caro Capogruppo del PD, Reschigna! Non è così! Quindi ha fatto bene il Presidente Cattaneo a spiegare questo.
Approfitto per spiegare perché il Gruppo della Lega Nord si è astenuto sul voto del vostro ordine del giorno sul made in Italy. Lo spiego chiaramente, se qualcuno è interessato a saperlo: in politica si può fare sempre tutto, soprattutto voi l'avete insegnato molto bene, però non bisogna esagerare! Gente come voi, gente che avete Prodi come uno dei massimi esponenti politici che solo pochi anni fa assicurava che la Cina era un'opportunità, che i leghisti erano dei barbari quando chiedevano i dazi o dei blocchi verso i prodotti importati dalla Cina, quando la Lega sosteneva che bisognava mettere il made in Italy per difendere le nostre fabbriche, i nostri prodotti, eccetera. Dicevate che eravamo retrogradi, di tutto e di più, e adesso siete diventati i difensori, i paladini del made in Italy e chiedete immediatamente i decreti attuativi.
Allora, un po' di coscienza, un po' di rispetto per le persone. Voi avevate un'idea? Se l'avete cambiata dovete dirlo chiaramente! Dovete dire che avete sbagliato anni di politica economica. Dovete dirlo chiaramente perché non potete lavarvi la faccia al mattino e cambiare tutto!



(Commenti del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani. Prego, Consigliere Carossa, continui.



CAROSSA Mario

Ho fatto un esempio globale. Perché voi avete sempre continuato a dire questo.
Questo il motivo per cui non abbiamo votato a favore dell'ordine del giorno sul made in Italy presentato dal PD.
Infine, auspico che, soprattutto grazie a questa discussione, si riesca a risolvere il problema degli elicotteri. È chiaro che non si pu smantellare nulla, ma è altrettanto chiaro che il Ministro Maroni non volesse smantellare nulla.
Questo è altrettanto chiaro, però dovete capire dove volete andare a parare, perché se noi facciamo un intervento a difesa del Piemonte (come per esempio sulle borse di studio, sul quale bisognava aprire un dibattito su come vengono spesi i soldi dell'EDISU) voi ci accusate d'essere retrogradi e di chiudere il Piemonte alla Nazione; se invece bisogna riorganizzare qualcosa a livello nazionale noi dobbiamo assolutamente difendere il Piemonte. Allora, decidiamoci! Decidetevi! Noi cerchiamo di essere sempre sulla stessa linea, che è quella della difesa della Regione in cui abitiamo, in cui lavoriamo, in cui siamo stati eletti. Per quanto ci riguarda, senz'altro! Voi fatevi un po' un esame di coscienza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono Davide.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come al solito, abbiamo assistito al dibattito in aula un po' perplessi: pensiamo che se il problema trattato nei tre ordini del giorno presentati da tre diversi Gruppi consiliari (anzi quattro), si potrebbe sussumere in un unico testo. Se, invece, si procederà con la votazione separata (lo dico adesso poiché non è prevista una dichiarazione di voto) il Movimento Cinque Stelle voterà favorevolmente soltanto per l'ordine del giorno n. 86 presentato dal PD. Tale decisione è stata presa non per una questione temporale di presentazione, in quanto prima era stato presentato quello dell'UDC, ma in quanto non fa riferimento alla Valle di Susa, che presto dovrà essere coinvolta dai cantieri della realizzazione della tratta ferroviaria ad Alta Velocità Torino-Lione.
Noi siamo ottimisti e crediamo che in realtà non ci saranno i cantieri per l'Alta Velocità in Val di Susa, quindi crediamo che gli elicotteri per la Regione Piemonte dovranno essere utilizzati per fatti e accadimenti ben più gravi d'origine naturale e non d'origine d'origine antropica.
Quindi, facciamo questa dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Queste discussioni, come più volte ho avuto modo di puntualizzare, non mi interessano. Non nel merito, perché sono argomenti estremamente interessanti e sicuramente coinvolgenti per quelli che sono determinati interessi e determinati settori, però non mi piace - ed è per questo che come Gruppo non parteciperò al voto - quando si perde del tempo in quest'Aula a discutere sulla primogenitura di un determinato pensiero.
Lo condanno, non l'ho mai fatto e ho sempre rinunciato per primo anche ad istanze personali o del Gruppo che rappresento, se l'obiettivo era di raggiungere comunque l'approvazione di un determinato documento. Per questo motivo, ribadendo ancora una volta il mio rammarico sullo stile che purtroppo, da una parte e dall'altra, si è portati a perpetrare, non parteciperò al voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Ho assistito a tutto l'iter di questi tre ordini del giorno, che ritengo tutti validi. Mi dispiace ci sia stato questo tira e molla da una parte e dall'altra: uno vuol essere primo e l'altro anche.
Questo è un obiettivo, a mio avviso, importante, da non sottovalutare.
Noi voteremo a favore sia di quello che ha presentato il PD, che riteniamo giusto, ma anche di quello che ha presentato il Popolo delle Libertà.
Secondo me, è un dovere spingere questi documenti e voglio anch'io rivolgere un appello al Governo nazionale affinché non tagli queste risorse, non le mandi a Milano, ma restino in Piemonte.
Sosteniamo questa tesi perché, com'è stato elencato molto bene dal mio collega, i salvataggi che questi elicotteri stanno facendo in questi ultimi anni sono di notevole importanza: guai se mancasse questo aspetto.
Ripeto, noi voteremo a favore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Comba; ne ha facoltà.



COMBA Fabrizio

Grazie, Presidente. Il mio è solo un breve inciso.
Non credo che il Ministro Maroni necessiti di supporti difensivi, anche perché conferma, con il suo impegno, la qualità del suo lavoro.
A mio parere, l'importanza della materia dell'ordine del giorno deve prevalere e ritengo importante vedere superate le logiche di scontati posizionamenti politici.
Credo che abbiamo la possibilità di dare un segnale reale di concretezza su una materia che è di pubblica utilità e riguarda la sicurezza di tutti i cittadini del Piemonte.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 139, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale vista: la lettera del segretario regionale FNS CISL Angelo Venuti, indirizzata alla Giunta regionale e agli organi di stampa, che ha portato agli onori della cronaca un progetto del Dipartimento Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile riguardante la riduzione della disponibilità di elicotteri operativi allo scopo di concorrere al contenimento della spesa considerato che: il Ministro dell'Interno Maroni, in data 22 luglio 2010, ha presentato il 'Piano di riordino del settore aereo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco', in attuazione a quanto previsto dalla legge 30 settembre 2004, n.
252, e del d.lgs. n. 217 del 2005 nella bozza di riordino del settore aereo del CNVVF, presentata dalla direzione centrale per l'emergenza, viene prevista l'eliminazione dell'attuale linea di volo costituita da elicotteri biturbina AB 412 sostituita con una nuova linea di volo costituita da due AB 206, con capacità operative ridotte rispetto ai primi la riprogrammazione del settore, attualmente organizzato in 12 nuclei elicotteri distribuiti sul territorio nazionale, vedrà la progressiva eliminazione dei nuclei Piemonte e Puglia la linea di volo AB 412, bimotori quadripala in grado di volare anche in zone impervie, in alta montagna e in caso di gravi calamità, si adatta perfettamente alle caratteristiche del territorio piemontese, storicamente interessato da periodici eventi calamitosi o a carattere alluvionale e nivologico il territorio della Val di Susa, già caratterizzata dai rischi relativi all'intensa presenza di flussi commerciali e turistici delle valli olimpiche e presto coinvolta nei cantieri di realizzazione della tratta ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, potrebbe richiedere un'ulteriore garanzia di supporto aereo di soccorso in grado di rispondere alle sopravvenute esigenze territoriali a causa della privazione degli AB 412 gli interventi di soccorso dovranno essere effettuati con l'ausilio dei mezzi provenienti dalla Lombardia o dalla Liguria, con un conseguente allungamento dei tempi di intervento che immaginando l'ipotesi di un intervento in Val di Susa, potrebbe essere prossimo ai 40 minuti, nonostante quanto previsto dalle scelte operative del progetto 'Italia in 20 minuti' il reparto volo dei V.V.F. Piemonte è, per numero di interventi, secondo in Italia solo a quello di Genova, che però è utilizzato anche per il servizio 118 e che per questo sarebbe raramente disponibile per interventi di supporto in altre Regioni tenuto conto che: la dispersione del patrimonio di conoscenze ed esperienze professionali vanificherebbe l'impegno e le risorse fino ad oggi investite per la formazione ed il mantenimento operativo di piloti, specialisti e personale aerosoccorritore l'attuale organizzazione prevede che tutti i nuclei si dotino di un proprio magazzino di ricambi aeronautici con i conseguenti costi di acquisizione e l'aggravio dei costi di stoccaggio a magazzino gli interventi manutentivo sono, al momento, affidati a ditte esterne benché ogni nucleo disponga di specialisti in grado di effettuare gli interventi necessari, ma privi di autorizzazione un piano industriale relativo ad un settore così importante per quella che è la sicurezza dei cittadini non può dipendere semplicemente da fattori di spesa impegna il Presidente della Giunta regionale: a farsi promotore di un'azione diretta nei confronti del Ministero degli Interni e degli uffici competenti affinché il piano di riordino del settore, così come previsto, venga riesaminato alla luce delle possibili carenze operative che i cittadini e il territorio della Regione potrebbero subire a promuovere la realizzazione di un piano che, attraverso un migliore coordinamento degli interventi manutentivo e della gestione su macro aree al posto della attuale dotazione obbligatoria per ogni nucleo, coniughi la salvaguardia della vita umana alla drastica riduzione della spesa a prevedere una rivalutazione delle professionalità 'in-house' del personale impiegato anche attraverso l'autorizzazione per gli interventi manutentivo attualmente esternalizzati".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 86, il cui testo recita: "Premesso che si è appresa la volontà della Direzione Centrale per l'Emergenza del Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile di ridurre, al fine di contenere le spese, il dispositivo ordinario nazionale di soccorso tecnico urgente e, in particolare, quello riguardante la disponibilità di elicotteri operativi dei Vigili del Fuoco per il Piemonte a fine luglio 2010 è stata, infatti, presentata una bozza di riordino del settore aereo del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco (CNVVF), con la quale si prospetta una diversa distribuzione della flotta aerea in dotazione ai dodici reparti volo dislocati sul territorio nazionale. Con tale bozza viene prevista, per il Reparto Volo Vigili del Fuoco Piemonte l'eliminazione dell'attuale linea di volo, costituita da elicotteri AB 412 con elevata autonomia operativa ed in grado di trasportare sino a quindici persone, dislocando in sostituzione, e fino a completo annichilimento dei velivoli, una linea di volo costituita da due AB 206, elicotteri con limitatissime possibilità d'impiego causa le piccole dimensioni, la scarsa potenza ed i ridotti limiti operativi (si pensi, a titolo di esempio, che non possono sorvolare i centri urbani) considerato che il Nucleo Elicotteri Vigili del Fuoco Piemonte, con sede presso l'aeroporto di Caselle, assicura, da ben venticinque anni, il soccorso aereo sul territorio piemontese con personale esperto ed altamente professionalizzato: piloti con centinaia di ore di volo al proprio attivo e decennale esperienza nel settore del soccorso tecnico e numeroso personale aerosoccorritore ritenendo che da un lato sia, senza dubbio, doveroso cercare di limitare i costi di gestione e di razionalizzare la spesa pubblica; dall'altro non sia tuttavia, ragionevole e, dunque, accettabile che gli obiettivi di drastica riduzione degli sprechi e di più efficace programmazione degli interventi siano perseguiti con un criterio meramente 'aritmetico': a fronte di una dotazione di diciassette elicotteri idonei al soccorso aereo su dodici nuclei, si pensa di poter risparmiare mediante la progressiva eliminazione di due nuclei (Piemonte e Puglia) e, quindi, la distribuzione di diciassette macchine su dieci nuclei tale proposta sia irresponsabile ed antieconomic e sia piuttosto necessario sviluppare, come farebbe una qualsiasi azienda di settore, un vero e proprio piano industriale, capace di coniugare il raggiungimento degli obiettivi di contenimento dei costi con quelli di salvaguardia della vita umana, affidati dalla legge ai Vigili del Fuoco la riduzione dei costi non possa, dunque, essere cercata nella semplicistica riduzione dei nuclei che, inevitabilmente, costringe ad una limitazione dell'efficacia del servizio reso, bensì nella riqualificazione del coordinamento degli interventi manutentivo e della gestione di linee di volo organizzata su macro aree preso atto che se si verificherà quanto prospettato, lasciando il territorio piemontese privo di un dispositivo di soccorso essenziale, si allungheranno, di fatto i tempi di risposta in caso di emergenza: per garantire un intervento urgente aereo occorrerà attendere i velivoli dalla Lombardia o dalla Liguria. Un danno enorme per la nostra regione che, come ben noto, presenta una morfologia sostanzialmente impervia, fitta di piccoli insediamenti di montagna, spesso di difficile accesso per i mezzi di soccorso ordinari, e caratterizzato da una frequenza ricorrente di fenomeni meteorologici alluvionali o emergenziali se si verificherà quanto prospettato, verrà, altresì, disperso un patrimonio di conoscenze ed esperienze professionali che, oltre a ledere la dignità degli operatori del soccorso, vanificherà le ingenti risorse investite per la loro formazione.
Il Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta regionale ad assumere tempestivamente un'iniziativa forte nei confronti del Dipartimento dei Vigili del Fuoco e del Ministero dell'Interno per scongiurare la progressiva chiusura del Nucleo Elicotteri Vigili del Fuoco Piemonte che ha garantito, fino ad oggi, lo svolgimento di 10.666 missioni operative e, nel solo anno 2009, ha permesso il soccorso di ben 179 persone".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 78, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che in data 22 luglio c.a. è stato presentato dal Ministro dell'Interno Maroni, in attuazione di quanto previsto dalla legge 30 settembre 2004, n.
252, e dal decreto legislativo n. 217 del 2005, il 'Piano di riordino del settore aereo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco' alla luce di quanto previsto dai citati provvedimenti normativi nel 2006 era stata varata una riforma della struttura e dell'organizzazione del personale del Corpo dei Vigili del Fuoco, che prevede al riorganizzazione del personale specialistico (elicotteristi, sommozzatori, padroni di barca e TLC) e di dotazione dei mezzi, tra cui gli elicotteri in particolare in Piemonte, nell'ottica della riduzione delle spese destinate a mezzi ed attrezzature, il Reparto Volo V.V.F. verrebbe privato dell'elicottero tipo Augusta Bell AB 412, rimanendo soltanto il tipo AB 206 considerato che il Reparto Volo V.V.F. Piemonte verrebbe privato della linea AB 412 caratterizzata da bimotori quadripala con un'ottima capacità di volare con personale aerosoccorritore anche in zone impervie, in alta montagna o in caso di grandi e gravi calamità, restando operativa soltanto la linea AB 206, caratterizzata da velivoli 'leggeri', monoturbina, da ricognizione dalle ridotte prestazioni specie in montagna tale assetto operativo risulterebbe così assolutamente incompatibile con il nostro territorio regionale, che presenta una morfologia sostanzialmente impervia con ambienti antropizzati di difficile accesso agli ordinari mezzi di soccorso, nonché una frequenza sempre più ricorrente di fenomeni meteorologici alluvionali che il regime torrentizio del territorio non consente di gestire con sufficiente anticipo in particolare, ,a zona della Val di Susa sta per essere interessata da un intervento infrastrutturale di rilevante complessità, quali i cantieri per l'alta velocità, che per la natura delle problematiche territoriali e sociali, è prevedibile che richieda la garanzia di un immediato supporto aereo di soccorso tecnico urgente qualificato attualmente disponibile solo attraverso la struttura del CNVVF in questo modo l'assetto operativo proposto, con un solo elicottero da ricognizione, non sarà più in grado di rispondere a tali esigenze, in quanto la copertura aerea della linea AB 412 sarebbe garantita esclusivamente dalle basi aeree di Genova e Malpensa. A tal proposito, è da ricordare che la base aerea di Genova, impegnata con il servizio regionale di elisoccorso 118, molto raramente permette al suo aeromobile di disimpegnarsi sul territorio piemontese e che sia la suddetta base che quella di Malpensa impiegherebbero ben 40 minuti prima di poter eseguire un intervento proprio in Valle di Susa si ricordi che il Reparto Volo V.V.F. Piemonte è il 2° in Italia per un numero di interventi, secondo solo a quello di Genova, che però viene utilizzato anche come supporto al 118: infatti, il reparto suddetto dal 1985 ad oggi ha svolto ben 10.666 missioni a servizio della popolazione piemontese, di cui 4.895 di soccorso e 764 per incendi, soccorrendo 5.794 persone. Soltanto nel 2009 le missioni operative sono state 697, di cui 458 di soccorso e 54 per incendi, con 277 persone salvate in questo modo la suddetta scelta operativa evidenzia come venga reso inefficace il dispositivo di soccorso aereo che, alla luce del progetto 'Italia in 20 minuti', raddoppierebbe la tempistica per un mezzo deputato ad avere, invece, la prerogativa di rapidità di intervento anche in relazione a quella del trasporto di unità specializzate sui diversi scenari emergenziali prevedibili l'attuazione del piano in questione comporterà inevitabilmente la perdita delle risorse e delle competenze fin qui sviluppate, la mancanza di fatto di un mezzo aereo risultato strategico per la rapidità di intervento nelle recenti emergenze alluvionali e nivologiche, nonché un evidente incremento del rischio per gli operatori, che cercheranno di mantenere un livello minimo di operatività avendo a disposizione solo la ormai obsoleta e meno efficiente linea AB 206 impegna il Presidente e la Giunta a chiedere al Governo che venga ripristinato quantomeno lo status quo ante, così da garantire al nostro Corpo Volontario dei Vigili del Fuoco le risorse tecniche ed economiche per l'acquisto e la manutenzione dei propri mezzi operativi, grazie ai quali ogni giorno i cittadini piemontesi possono sentirsi più sicuri e tutelati di fronte ad incidenti, calamità e disastri di ogni tipo".
Il Consiglio approva.


Argomento: Condizione femminile

Esame ordine del giorno n. 136, presentato dai Consiglieri Manica, Motta A., Pentenero, Reschigna, Placido, Costa Rosa Anna, Spagnuolo, Cantore Valle, Montaruli, Bono e Biolé, inerente a: "Violenza contro le donne: garantire continuità alle azioni e agli interventi regionali finalizzati alla prevenzione della violenza e al sostegno delle vittime" Esame ordine del giorno n. 152 presentato dal Consigliere Stara, Artesio Cerutti, Dell'Utri, Bresso, Buquicchio, e Negro, inerente a "Attività di sportello e centri antiviolenza: legge 16/2009"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 136, presentato dai Consiglieri Manica, Motta A., Pentenero, Reschigna, Placido, Costa Rosa Anna, Spagnuolo, Cantore, Valle, Montaruli, Bono e Biolè, inerente a: "Violenza contro le donne: garantire continuità alle azioni e agli interventi regionali finalizzati alla prevenzione della violenza e al sostegno delle vittime" e dell'ordine del giorno n. 152 presentato dal Consigliere Stara, Artesio, Cerutti, Dell'Utri, Bresso, Buquicchio, e Negro, inerente a "Attività di sportello e centri antiviolenza: legge 16/2009"di cui al punto 9) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 136.



MANICA Giuliana

Grazie, Presidente. Noi avevamo presentato questo ordine del giorno in occasione della "Giornata internazionale della violenza contro la donna" (25 novembre) e la discussione avviene in Aula in modo abbastanza tempestivo rispetto a quella data.
In questo ordine del giorno ricordiamo come la violenza sia ancora oggi la principale causa di morte per le donne al mondo, prima di gravi malattie; che la violenza di cui parliamo è prevalentemente domestica, cioè compiuta da persona molto vicina alla donna (marito, padre, fratello o persona che ha con la donna un legame affettivo); che i diritti fondamentali delle donne fanno parte inalienabilmente e integralmente dei diritti universali della persona; che la violenza contro le donne è un ostacolo gravissimo sulla via della piena uguaglianza dell'effettivo sviluppo di un'intera società nel suo complesso.
Sappiamo come nel nostro Paese più di 6 milioni e mezzo di donne hanno subito almeno una volta nella vita una forma di aggressione fisica e sessuale e più di 7 milioni hanno subito una violenza psicologica, quindi parliamo di cifre (questa è solo la punta dell'iceberg, cioè la parte emersa di un fenomeno molto più grande) che si aggirano intorno ai 14 milioni di persone coinvolte in vicende di questo genere.
Anche in Piemonte i dati sono significativi. Ultimamente stiamo assistendo ad un aumento dei casi di violenza, determinato da una duplice ragione: perché si denuncia un po' di più, ma anche perché avvengono molti più fenomeni e si sa che, in un momento di grave crisi economica e sociale che crea grande disagi e grandi incertezze come queste, è sempre sulle donne e spesso sui minori che si riversano le forme più gravi di disagio e di violenza. Tant'è che le violenze cui assistiamo negli ultimi tempi (ne sono piene anche le cronache dei giornali locali piemontesi) non sempre e non solo sono violenze a carattere sessuale, ma sono spesso violenze tout court.
Evidenziamo come su questo tema la realtà piemontese si presenti particolarmente articolata ed attiva: numerosi enti locali, istituzioni sanitarie e organizzazioni senza scopo di lucro hanno da tempo attivato servizi di accoglienza, di supporto e varie iniziative. Sappiamo che, a livello nazionale, è realizzato un piano dall'allora Ministro Pollastrini piano che le parlamentari hanno chiesto di implementare e di rifinanziare.
Proprio in questa Regione, a partire dall'Amministrazione precedente nel luglio del 2008 avevamo approvato il piano regionale per la prevenzione della violenza contro le donne e per il sostegno alle vittime, al fine di integrare interventi repressivi con politiche e azioni puntuali in ambito sociale, sanitario, educativo ed informativo, nonché per promuove attraverso un approccio di rete, un'attività di coordinamento degli interventi già messi in campo e un miglioramento della quantità, qualità e capillarità dei servizi sul territorio.
Il percorso ci ha portato all'approvazione del piano, che ha avuto inizio nel dicembre del 2007. L'Assessorato alle pari opportunità, insieme ad altri sette Assessorati, aveva avviato l'analisi e il confronto sia all'interno delle strutture regionali che con gli enti locali, le istituzioni di parità e le organizzazioni senza scopo di lucro del territorio.
Tra le azioni previste dal Piano, con un investimento regionale totale di oltre otto milioni di euro, di cui tre stanziati dalle Pari Opportunità si ricordano, in particolare, il Centro di Coordinamento regionale contro la violenza delle donne, istituito presso l'IRES Piemonte; il trasferimento di fondi (1,5 milioni di euro) alle Province per gli sportelli di ascolto e sostegno alle vittime. La creazione della Rete sanitaria regionale per la prevenzione della violenza contro le donne e per il sostegno alle vittime al fine di definire una modalità assistenziale adeguate ed omogenea su tutto il territorio piemontese. Una rete sanitaria che ha previsto la presenza presso ogni pronto soccorso regionale, di un referente specializzato nei casi di violenza sulle donne. Momenti che erano stati preceduti da un corso di formazione al personale sanitario.
L'attivazione di un corso di formazione specifico sulla violenza domestica e sessuale contro le donne; 732 mila euro ai Consorzi socio-assistenziali per la realizzazione di progetti di pronto intervento; 3,6 milioni di euro per progetti innovativi di riorganizzazione dei Consultori familiari, con particolare attenzione alla prevenzione e al contrasto al fenomeno della violenza; attivazione di un corso sperimentale sul tema della violenza domestica e sessuale, rivolta alle Forze di Polizia e alla Polizia Locale inserimento delle donne vittima di violenza tra i destinatari del bando regionale di "Social Housing".
Il Consiglio regionale aveva approvato due leggi importanti, quella per il sostegno alle spese legali alle donne vittime di violenza, e quella per il sostegno e il finanziamento delle case segrete. Non avendo ritrovato una particolare dotazione finanziaria nei bilanci approvati, ma neanche nel bilancio di previsione di cui stiamo discutendo, con questo ordine del giorno vogliamo impegnare la Giunta regionale ad assicurare adeguati stanziamenti nel bilancio 2011 a favore delle numerose azioni fissate dal Piano regionale per la prevenzione della violenza contro le donne e sostegno delle vittime e invitiamo la Giunta regionale a ricordare e a celebrare adeguatamente a livello regionale, la prossima giornata internazionale contro la violenza alle donne che ricorrerà il prossimo 25 novembre.
Tuttavia, riteniamo che il rifanziamento del Piano e il rifinanziamento delle due leggi approvate dal Consiglio regionale, sia un elemento di grandissima importanza e adeguato finanziamento significa che dobbiamo pensare a finanziamenti che vanno da un milione di euro a seguire.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Manica.
Ricordo che giovedì 25 novembre, in occasione della giornata mondiale contro la violenza alle donne, c'è stata un'iniziativa "Voci del Silenzio".
Per questo motivo inviterei la Consigliera Manica - poiché la giornata celebrativa nel frattempo c'è stata - a valutare se eliminare, nella parte del dispositivo, dove viene detto "a ricordare e celebrare adeguatamente a livello regionale la prossima Giornata internazionale..." la parola "prossima".
La parola al Consigliere Stara per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 152.



STARA Andrea

Nella seduta del 30 luglio, nel bilancio di assestamento e con una votazione unanime, è stato approvato l'ordine del giorno n. 57. Un ordine del giorno che ha visto la firma di tutti i Consiglieri, di maggioranza e opposizione; un lungo percorso, condiviso da parte di tutti i componenti del Consiglio.
In quella seduta abbiamo concordato, direttamente con l'Assessore al Bilancio, l'impegno da collocare nella programmazione, per quanto riguarda l'approvazione della legge in oggetto che finanzia i centri antiviolenza.
In questa sede ripropongo lo stesso ordine del giorno, con lo stesso impegno di spesa, con le stesse modalità che avevamo concordato con tutti componenti. Ovviamente, l'ordine del giorno è aperto tutti i Consiglieri che vogliono condividerlo e firmarlo. Non mi interessa che sia presentato solo da una parte politica, perché lo stesso ordine del giorno è approvato all'unanimità.
Ho partecipato, con alcuni di voi, alla Giornata mondiale contro la violenza alle donne che ha visto anche la presenza dell'Assessore al bilancio e dell'Assessore Maccanti e molti Consiglieri di maggioranza e opposizione. Abbiamo letto parole strazianti in merito all'argomento e vorrei, visto che sono passati pochissimi giorni, che quelle parole avessero un seguito fatto di contenuti. Sappiamo bene che un milione e mezzo è una cifra assolutamente insoddisfacente per attivare tutti i centri antiviolenza, tuttavia ci siamo resi conto che dovevamo fare i conti con le disponibilità finanziarie. Proprio per questo quel milione e mezzo è stata la cifra (500 mila euro recuperati dal 2009 già accantonati e un milione nel bilancio 2011) minima che potesse far partire quella delibera in accordo con le forze della maggioranza e con gli Assessori in primo luogo.
Chiederei di confermare quell'ordine del giorno, di confermare un emendamento al bilancio, anche questo può essere presentato esclusivamente dall'Assessore Quaglia, quindi non m'interessa presentare un emendamento successivo al bilancio sottoscritto dal mio Gruppo o da quelli di opposizione, mi interessa raggiungere l'obiettivo. Credo che la delibera sia pronta e che per essere finanziata abbia bisogno di quel minimo di risorse che avevamo concordato insieme. Facciamo seguire alle parole i fatti, per cui, da questo punto di vista, credo sia inevitabile un impegno minimo da parte del Consiglio per dare una risposta, tutti insieme, come Consiglio e come Giunta, ad una legge così importante di cui tutti quanti noi abbiamo riconosciuto la sua validità.
Ripeto, se non vogliamo far sì che gli ordini del giorno diventino mera carta straccia e a fronte del fatto che, per esigenze di finanziamento delle risorse necessarie, quest'anno c'è stato un forte indebitamento, un ulteriore indebitamento, se non dovessimo trovare, dalle previsioni illustrate in Commissione, quel mezzo milione di euro che manca rispetto agli impegni che avevamo preso, faremo tutti una figuraccia. È bello leggere parole e contenuti, ma è anche bello trovare una soluzione condivisa.
Ripeto, un milione e mezzo sono assolutamente insufficienti, ma con senso di responsabilità non abbiamo voluto cavalcare questa battaglia e abbiamo voluto portare un risultato concreto, sicuramente non sufficiente ad affrontare il problema, ma concreto. Lo abbiamo fatto in maniera condivisa anche nella programmazione di pochi mesi fa. Siamo pronti a concertare le modalità ripeto, non è un problema aggiungere firme all'ordine del giorno e non è un problema far sì che ci possa essere un emendamento al bilancio a sola firma della Giunta. Poiché abbiamo condiviso insieme la necessità, pur nelle ristrettezze economiche, a me non interessa avere la prima genitura, quindi apertura massima per le firme a questo ordine del giorno e, soprattutto, non è un problema se nell'emendamento al bilancio viene presentato un emendamento della stessa Giunta. Da questo punto di vista, quindi, massima apertura.
Condividiamo l'ordine del giorno presentato dal PD, in tutta la sua formulazione, ma riteniamo che alla fine debba venire il momento delle decisioni: il successo di una delibera è l'individuazione di un impegno che tutti ci diamo, nell'individuazione delle risorse necessarie. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro aperto il dibattito generale.
Ha chiesto la parola la Consigliera Costa; ne ha facoltà.



COSTA Rosa Anna

Grazie, Presidente, e buongiorno colleghi.
In merito all'ordine del giorno n. 136, devo dire con un po' di rammarico che avrei preferito che le colleghe ci avessero consultate perché eravamo presenti a questa giornata e perché su questa tematica siamo assolutamente d'accordo. C'è un lavoro svolto dalla Consulta delle Elette e c'è un lavoro che sta portando avanti anche il Governo (ricordo la legge sullo stalking, della Ministra Carfagna), quindi non solo siamo favorevoli ma chiediamo alle colleghe - prima firmataria, la collega Manica - se è possibile firmare quest'ordine del giorno, al fine di poter operare un lavoro, in quest'aula e su queste tematiche, che riguardi tutte le donne presenti in aula, così com'è sempre stato fatto.
Sono tematiche la cui sensibilità non è sicuramente soggetta a un'appartenenza politica, ma è merito di un lavoro nel quale, a livello istituzionale, le Consigliere regionali si sono sempre impegnate in modo indistinto.
Pertanto, se ci è concesso - ovviamente parlo a nome del Gruppo PdL, ma anche delle colleghe della Lega Nord - auspichiamo che l'ordine del giorno al quale teniamo tantissimo, sia approvato all'unanimità.
Mi permetto, Presidente, di commentare anche l'ordine del giorno il cui primo firmatario è il Consigliere Stara.
Rispetto a quel documento, data la completezza del precedente, mi asterrò dalla sua votazione, perché impegna delle cifre; ricordo che stiamo discutendo il bilancio, rispetto al quale presenteremo degli emendamenti pertanto non ritengo opportuno indicare degli importi previsti in modo così specifico.
Per le ragioni prima espresse, chiedo che in quest'Aula ci sia l'opportunità, come c'è sempre stata, di operare un lavoro trasversale sulle tematiche delle donne, con tutte le donne del Consiglio regionale.
Chiedo, pertanto, la possibilità di firmare l'ordine del giorno n. 136.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Aggiungo alcune considerazioni (penso di poter parlare anche a nome della collega Manica) in merito alla conferma della possibilità che anche voi sottoscriviate l'ordine del giorno.
Considero utile una riflessione riguardo all'ordine del giorno del Consigliere Stara, per cercare di formulare un documento unitario. Credo che questa sia una buona prassi, una buona modalità di lavoro.
Proviamo, dunque, ad immaginare un percorso comune, in modo che ci sia un documento unitario.
In merito alle risorse destinate, che non è soltanto il fatto di riaffermare principi o un modo per formulare interventi demagogici, se noi oggi non ribadiamo la disponibilità finanziaria prevista dai bilanci precedenti, corriamo il rischio che le esperienze portate avanti in questi anni incontrino grandi difficoltà e non possano più continuare nella propria attività. Corriamo il rischio, ad esempio, che numerose donne che hanno avuto il coraggio di denunciare la drammatica situazione che vivevano all'interno delle proprie case, non trovino più risposte nella rete dei servizi che abbiamo creato.
In secondo luogo, c'è un processo che è necessario portare avanti in modo contestuale; diversamente, verrebbe meno tutta l'attività di sensibilizzazione, che vedeva il coinvolgimento e la definizione dei percorsi formativi e di sensibilizzazione.
Avere una dotazione di risorse, e quindi fare una valutazione in termini di sostenibilità, è quanto mai importante. Non dobbiamo soltanto fare delle considerazioni in merito alla sostenibilità complessiva del bilancio, ma anche della sostenibilità del servizio. So che negli emendamenti presentati è stata stanziata una certa cifra, ma ritengo che questa non sia sufficiente a garantire la sopravvivenza delle esperienze e dei progetti.
Come sosteneva il collega Stara, considero opportuno tramutare in dato concreto il valore affermato nelle letture comuni. È, quindi, una modalità di ricordare la giornata del 25 novembre comune e solidale, che ha visto le due parti della maggioranza e della minoranza lavorare allo stesso tavolo per sensibilizzare l'opinione pubblica.
Ritengo che questo debba riaffermarsi all'interno dell'utilizzo di risorse in grado di garantire la sostenibilità dei servizi programmati e attuati in questi anni.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Colleghi del Consiglio, ci sono poche questioni sulle quali si riesce prima ancora di incominciare a discutere, a dichiarare un consenso generale. Tra queste, c'è il contrasto alla violenza sulle donne.
Dopo le affermazioni dei nostri consensi e la celebrazione pubblica dei buoni sentimenti e delle buone intenzioni, ogni anno scopriamo che il fenomeno è in crescita, o per emersione della denunce o per conferma dei comportamenti della componente maschile nella nostra società su quella femminile o per prevalenza degli aspetti più crudi delle condizioni sociali ed economiche che scatenano la violenza.
Quando la politica si occupa di questi temi, più che affermare le proprie buone intenzioni, dovrebbe dimostrare la propria coerenza storica.
Ed è sull'aspetto della coerenza storica che mi soffermo, così quando voteremo saremo tutti più consapevoli.
Un primo aspetto di coerenza è sapere che l'emersione e la pubblica denuncia della violenza subita da parte delle donne nasce da un dato che non sta nelle istituzioni e nella politica, ma nelle relazioni sociali.
Cioè nei rapporti tra donne, nella rappresentanza pubblica dei movimenti femminili e femministi, nella disponibilità di impegno giuridico delle prime donne del mondo giuridico dedicate alle questioni femminili, che hanno consentito anche ai soggetti più deboli di dire "si può fare, sono in grado di denunciare, perché non sono sola".
Allora, se la violenza sulle donne ha avuto il primo sussulto di rifiuto pubblico grazie alla relazione tra donne, uno stile che dovrebbe essere sempre a mente della rappresentanza politica di genere è che, quando si lavora su questo tema, lo si fa cercando una relazione tra donne. Mi dispiace rilevare che anche in questo Consiglio, anche tra le elette in questo Consiglio, talvolta prevale il perimetro e la visibilità della propria forza politica sulla ricerca della relazione tra donne.
E mi rammarico se questo accade a sinistra o nel centrosinistra, perch credo che non sia storicamente coerente con la pratica di genere, su una delle poche questioni che anche nell'associazionismo di genere vede opinioni condivise, che è quella contro la violenza.
Seconda osservazione: proprio perché non restiamo alle dichiarazioni pubbliche dei buoni sentimenti, bisogna poi tradurre la posizione culturale e politica in coerenza dal punto di vista delle scelte, anche di quelle economiche.
Non mi stupisce che sull'ordine del giorno che ha come prima firmataria la Consigliera Manica convergano più forze politiche, perch dal punto di vista degli impegni è di una vaghezza assoluta. Nel testo ci si impegna a "garantire adeguati finanziamenti": ma chi è che decide cos'è adeguato? È come quando discutevamo in merito della delibera relativa ai consultori e si parlava di coinvolgimento delle associazioni "se ritenuto necessario": ma da chi? Indeterminato. Qui si parla di "adeguato finanziamento": quanto? Non si sa.
Da questo punto di vista, se diciamo che il disorientamento e la distrazione temporanea non ci fanno velo, per riuscire a ridare coerenza alle relazioni dovremmo, effettivamente, unificare gli ordini del giorno.
Ma per dare coerenza agli impegni, dovremmo stanziare un impegno economico. Quello che ho sottoscritto con il collega Stara non sarà la luna, ma è solo quello quanto chiedevamo unitariamente in sede di discussione sul bilancio di assestamento.
Se le intenzioni sono vere e non semplice propaganda, se la volontà c'é e cerca di raggiungere il maggior numero della condivisione unifichiamo le premesse dell'ordine del giorno della Consigliera Manica ma con il dispositivo dell'ordine del giorno presentato dal collega Stara, perché prevede un impegno economico certo.
Diversamente, vogliamo stare nella vaghezza dei buoni sentimenti e nell'indistinto impegno economico? Stiamoci pure, io non mi sottraggo a votare gli ordini del giorno, ma vorrò vedere le stesse posizioni in sede di emendamento di bilancio. Perché se non ci impegniamo qui, ci divideremo in sede di presentazione degli emendamenti di bilancio e il livello di impegno chiesto qui è davvero quello che ci sembrava credibile e praticabile quando lo votammo nel mese di agosto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Il tema è già stato trattato ampiamente dai colleghi che mi hanno preceduta. Mi limiterò, dunque, a sottolinearne la trasversalità di intenti rispetto alle forze politiche, ma anche rispetto al fatto che non più tardi di qualche anno fa (se non erro nel 2004) ricordo di aver presentato in Consiglio Comunale a Torino una mozione che chiedeva la celebrazione della "Giornata mondiale contro la violenza alle donne" il 25 novembre.
Allora ci muovevamo in un'indifferenza piuttosto diffusa, proprio perché in quel momento sembrava essere argomento per soli addetti ai lavori.
Questo tema - la celebrazioni, appunto, del 25 novembre - è poi cresciuto nel tempo ed è divenuto, effettivamente, una sorta di "cultura" condivisa da tutte le forze politiche.
Dunque, di passi in avanti ne sono stati fatti, anche nelle azioni.
Ricordo, a lavello torinese, che la collega Artesio, all'epoca facente parte della Giunta, aveva promosso il coordinamento cittadino contro la violenza alle donne, mettendo insieme soggetti differenti che, a svariato titolo, si trovano ad affrontare la questione. Proprio perché il tema è certamente da affrontare sia sul fronte della prevenzione che su quello del sostegno alle donne vittime di violenza.
In quest'Aula, però, si sta discutendo in merito al fatto che esistano, appunto, due ordini del giorno. Personalmente, ho sottoscritto l'ordine del giorno presentato dal collega Stara, che chiede un impegno puntuale rispetto a quello che potrà essere stanziato nel bilancio, che al momento è ancora in fase di discussione.
Peraltro, non mi è stato chiesto di sottoscrivere il documento presentato dai colleghi del Partito Democratico, ma provo dispiacere per non essere riusciti a portare avanti un'azione comune. Chiaramente voter anch'io quest'atto, perché riprende molte delle azioni che sono state portate avanti dalla passata Giunta e dalla precedente maggioranza tuttavia, non mi esimo dal sottolineare che i due documenti non sono l'uno comprensivo dell'altro: in uno si affronta la questione in termini più generali rispetto a tutte le azioni che possono essere messe in atto sul tema della violenza contro le donne, sia in termini di prevenzione che di sostegno alle vittime di violenza. L'altro, invece, quello che abbiamo sottoscritto, è puntuale e richiede un impegno preciso rispetto al bilancio.
In questo senso, quindi, il nostro voto sarà favorevole ad entrambi gli ordini del giorno. Ciò nondimeno, chi ha deciso di sottoscrivere il primo ordine del giorno, quello presentato dai colleghi del Partito Democratico, non pensi di considerare questo sostegno sostitutivo al secondo, anche perché chiameremo coloro che voteranno il primo documento a rendere conto, nell'ambito della discussione sul bilancio, dell'impegno preciso da assumere, perché non possiamo accontentarci, in questo momento, così come ha già ribadito la collega, di "assicurare adeguati stanziamenti", poiché sappiamo che il termine "adeguati" può essere del tutto soggettivo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
In questi sei o sette mesi di legislatura ho ascoltato alcuni interventi della collega Artesio e in più circostanze avrei voluto intervenire quasi per fatto personale. Ad esempio, quando ad un mio intervento rivolto proprio all'arcipelago femminile dissi che ero molto contenta, per la mia storia, che oggi ci fossero delle donne giovani e delle madri che potevano fare politica, e lo potevano fare perché c'era stata una storia alle spalle...



(Commenti in aula fuori microfono)



PRESIDENTE

Per cortesia! Prego, collega Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Non c'è problema, tanto c'è il verbale: io parlo per me stessa, per i colleghi e per il verbale che rimarrà a memoria dei giovani che verranno in questo Consiglio regionale.
Come dicevo, in quel momento dissi che queste donne potevano anche svolgere questa attività, essendo giovani madri impegnate anche al di fuori dall'attività politica, perché c'era stata una storia alle spalle che per esempio era stata anche la mia (perlomeno un pezzettino minimalissimo!), fatta di tante donne ma anche di tanti uomini illuminati che avevano creduto nel fatto che la parità, l'impegno, il ruolo e il valore delle donne fosse assolutamente prioritario. In quell'occasione, la Consigliera Artesio si alzò e parlò di "mozione degli affetti" che avevo fatto.
No, collega Artesio, bisogna saper distinguere.
Forse i tanti anni che ti hanno vista "donna di potere" - ti conosco sin dal 1980, quando eravamo nella Giunta Novelli - essendo sovente in Giunta per una posizione politica, ed essendo sovente alla Presidenza di ruoli perché la tua posizione politica, facendo parte di quella maggioranza, ti consentiva di essere Assessore, ti hanno fatto un po' perdere la logica dei sentimenti.
In un'altra occasione hai detto: "Non contano le persone, né le storie personali", facendo riferimento al collega Leo e alla sottoscritta.
Ebbene, io sono fiera di essere diversa, perché le storie personali e le persone contano, sia nella mia cultura politica, sia nella cultura politica di tanti partiti che hanno fatto l'Italia democratica.
La persona è al primo posto e contano le storie personali. E proprio perché contano le storie personali, carissima Consigliera Artesio, non abbiamo bisogno dell'ultimo ordine del giorno che arriva per dimostrare che siamo contro la violenza alle donne. Vivaddio, ci mancherebbe che questo Consiglio regionale - non dico la sottoscritta o le mie carissime amiche del PdL, della Lega e di tutte le formazioni - fosse, negli anni 2000, in Italia, in Piemonte, ancora a doversi dividere sulla questione della violenza alle donne. Abbiamo la nostra storia, crediamo nelle nostre cose abbiamo un programma, siamo dalla parte della civiltà, non ci rifugiamo nei nostri trascorsi storici per poter essere presenti nelle istituzioni abbiamo fatto la nostra parte, abbiamo dedicato la nostra vita, abbiamo alle spalle migliaia di donne che hanno saputo fare - in tutto l'arco democratico e non solo - la loro parte. Allora, io non accetto queste lezioni: non le accetto più! Francamente io non accetto più queste lezioni e di essere catalogata nei buoni o nei cattivi perché dobbiamo giocare al "più uno". Non siamo contro la violenza sulle donne? Ci mancherebbe! Questa è una Regione che ha una storia: mica ci venite a insegnare oggi una cosa del genere, o a fare la punta sulle questioni! Voglio dire, allora, che se i soldi non ci sono è inutile che facciamo delle ipocrisie per metterceli, per poter dire che abbiamo chiesto una cosa in più. Sono una donna che è stata tanto a lungo nei ruoli di governo anche nella Giunta a cui partecipava lei, Consigliera Artesio, ma lei ci è rimasta anche molto dopo, nei ruoli di governo e di potere; e allora sa benissimo, essendo diventata Assessore alla sanità, che non sempre si pu fare tutto quello che si vorrebbe.
Rifiuto la logica del "più uno". Avrei voglia di ritirare la mia firma ma non lo faccio perché credo in questa cosa. Basta, però, con le lezioni: non capisco perché, tutte le volte che si fa un intervento, bisogna avere una persona che si permette di dire - ma non so sulla base di che cosa che io faccio la mozione dei sentimenti o quella degli affetti. Io dico quello che penso. Sono tornata in quest'aula per dire quello che penso e quello che sento e, sulla base della mia storia, lo posso fare da qualunque collocazione. Cito su questo il grande Professor Aldo Olivieri, che un giorno disse: "Abbiamo una storia che consente di poterci esprimere là dove andiamo".



PRESIDENTE

Grazie. La parola al Consigliere Stara.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Credo che alla fine le parole possano giustificare qualsiasi cosa. Io non entro dunque nel merito degli interventi che, ovviamente, sono tutti a favore e a sostegno delle politiche per supportare la lotta alla violenza contro le donne. Il problema è un altro: il problema è che anche quando ci responsabilizziamo tutti, condividiamo un percorso, individuiamo insieme delle risorse con la Giunta, definiamo le tempistiche, poi alla fine si arriva di nuovo allo stesso appuntamento: alle soglie della discussione sulle risorse finanziarie da destinare, c'é un passo indietro. Almeno, io l'ho avvertito come tale sentendo l'ultimo intervento della Consigliera Costa.
Alla fine - a parte quelli che io personalmente posso anche considerare degli errori politici nella modalità di raggiungere determinati obiettivi da parte del Centrosinistra - quello che conta è il risultato. Collega Spagnuolo, non si tratta della questione che i soldi non ci sono, perch questo percorso è stato condiviso. Avremmo potuto cavalcare la battaglia dei Centri antiviolenza, stanziando quattro, cinque, dieci milioni; ma non è stato questo il percorso. Noi siamo arrivati ad un documento approvato all'unanimità dal Consiglio regionale e oggi quello stesso documento è riproposto e aggiornato nelle scadenze e tenendo conto dei passaggi avvenuti, cioè l'approvazione delle risorse in conto corrente che finanziano le attività degli sportelli. Su tutto il rimanente c'è un passo indietro. Allora, io non vorrei che oggi il Consiglio ufficializzasse questo passo indietro.
Io voterò l'ordine del giorno del Partito Democratico, perché non pu non essere condivisibile. Il problema è, alla fine, che ci siamo posti degli obiettivi minimi. La prova di quegli obiettivi è il fatto che un ordine del giorno che, ripeto, è stato votato all'unanimità da questo Consiglio solo il 30 luglio scorso di fatto rischia di non essere attuato se, su questo bilancio, non si impegna nella battaglia per le donne quel milione di euro concordato.
Per carità, se è così ne prenderò atto e farò le dovute battaglie politiche per pubblicizzare questo argomento. A quel punto, però, facciamo un altro passo: alziamo l'asticella. Nel passato bilancio di assestamento non sono stati tanti i punti condivisi su cui riuscire ad addivenire ad un accordo. E io ho rispettato in tutte le fasi e in tutte le sedi, mai cavalcando in assoluto questo argomento, gli impegni presi su questo tema tra l'opposizione, la maggioranza e la Giunta. Il tempo è galantuomo: noi oggi verificheremo se il rispetto di quegli argomenti è reciproco o no.
chiaro che ne terrò conto, anche nelle modalità con cui interagiremo successivamente.
Ci può essere infatti anche un motivo per cui un ordine del giorno non può essere approvato, ma va spiegato; non in sede di Aula, nel momento stesso in cui si porta all'approvazione: va portato e illustrato in Commissione, vanno spiegati i motivi. E nell'ultimo incontro di Commissione, dove abbiamo parlato delle risorse da destinare ai Centri antiviolenza, abbiamo confermato - se i presenti lo ricordano - la validità di quel percorso e la validità di approvare quella legge. Oggi, quindi, se c'è qualche novità doveva essere portata in Commissione. Invece mi sembra di registrare, da parte della maggioranza, la possibilità di un'astensione su questo provvedimento. Alla fine non si tratta solo di un mezzo milione di euro di differenza, perché di fatto si tratta solo di questo: ma quel mezzo milione di differenza era parte di un percorso condiviso e rappresenta il rispetto di un percorso politico che ogni Consigliere ha fatto.
Io non solo prenderò atto della non votazione di questo impegno, che ritengo la cosa più grave: si tratta dell'impegno nei confronti, alla fine della concretezza e dell'attuazione della legge, perché di fatto andiamo a minare l'effettiva concretezza dell'approvazione. Considererò per la prima volta uno sgarbo istituzionale al rispetto reciproco che i Consiglieri, pur nella legittimità delle loro posizioni, si riconoscono: interagendo nel dibattito in Aula, stabilendo dei percorsi e soprattutto attraverso la parola data e con gli atti confermati e scritti un impegno. Io a questo mi appello.
Dopodiché si può dar corso a tutti gli approfondimenti del caso in Commissione: tutti gli approfondimenti del caso visto che l'Assessore Quaglia mi ha accennato, anche, di possibili modifiche dei percorsi della legge. Da questo punto di vista, quindi, io sono disponibile a valutare tutte le modifiche che potranno essere presentate, non solo in Commissione ma anche in Aula nel momento stesso in cui si stanziano le risorse. Ma partiamo dall'approvazione di un principio che abbiamo condiviso insieme! Credo si lederebbero, qualora non venisse votato, tutti gli argomenti che ho esposto.
Vi chiedo quindi ancora una volta la massima attenzione, offrendo la massima disponibilità del sottoscritto, e credo anche degli altri firmatari, ad entrare nel merito. Abbiamo ancora dello spazio per approvare il finanziamento della legge: possiamo trovarci e discutere sui possibili cambiamenti e su quelle che potranno essere le modifiche che l'Assessore vorrà recepire o meno dalla Conferenza Stato-Regioni.
Vi chiedo in questa sede, per il rispetto di tutti percorsi avviati di approvare quest'ordine del giorno. Grazie.



PRESIDENTE

Prima di cedere la parola al Consigliere Leo, vi ricordo che i nostri lavori termineranno alle ore 13.00, perché è indetta in Sala dei Presidenti, insieme al Presidente del Giunta regionale, una conferenza stampa sulla presentazione della Carta etica della Regione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Presidente Cattaneo, cari colleghe e care colleghe, vorrei innanzitutto ringraziare pubblicamente la Consigliera Spagnuolo per avermi positivamente coinvolto nel ricordo. Non è la prima volta, ma lo faccio con particolare piacere perché non abbiamo storie di cui vergognarci. Anzi l'altra sera in televisione Placido e Ardito dicevano di rimpiangere i partiti da cui veniamo: loro! Dico subito che con le colleghe Spagnuolo e Costa ne abbiamo parlato.
Assessore Quaglia, sicuramente durante la riunione di maggioranza sensibilizzeremo e discuteremo di questo argomento, anche perché lei stessa mi sarà testimone che l'ho disturbata nei giorni scorsi sulle vicende dell'educazione permanente. Peraltro, ne avevo parlato anche in sede di Commissione con la collega Pentenero, e lo abbiamo risottolineato anche all'Assessore. Da questo punto di vista, quindi, l'argomento ci è sicuramente caro.
Tuttavia, non ho chiesto la parola per fatto personale, perch un'occasione poteva sempre venire al momento opportuno e giusto.
La volta scorsa la collega Artesio ha terminato con una citazione: "Anche se non siete coinvolti, non sarete assolti".



LEO Giampiero

ARTESIO Eleonora (fuori microfono)



LEO Giampiero

Non oso più parlare, perché se parlo sembra...



LEO Giampiero

Non osa più parlare?! Non si preoccupi, non c'è ancora il regime comunista!



PRESIDENTE

Consigliere Leo, si rivolga alla Presidenza! Prosegua.



PRESIDENTE

ARTESIO Eleonora (fuori microfono)



PRESIDENTE

Era una citazione tratta da "Canzone del maggio" di De Andrè.



LEO Giampiero

Illustrissima Presidenza, vorrei replicare alla citazione tratta da "Canzone del maggio", che recitava "Anche se non siete coinvolti, non sarete assolti", con un detto evangelico: "Ma sono veramente bravi quelli che guardano la pagliuzza negli occhi altrui e non la trave nel proprio?".
Cosa voglio dire? Se abbiamo una responsabilità oggettiva, così come ci è stato ricordato dalla collega Artesio, per le Giunte e le maggioranze di cui facciamo parte (o di cui abbiamo fatto parte), allora ha detto molto bene la collega Spagnuolo: se la collega Artesio fosse arrivata appena adesso in politica, avrebbe potuto dire: "Ma come? Cosa avete fatto in tutti questi anni...". Ma visto che noi due (l'Artesio ed io) abbiamo iniziato la carriera politica (io all'opposizione e lei in maggioranza) nello stesso periodo, non so chi dei due sia stato in più Giunte, chi sia stato in più maggioranze, ma tutti e due ne abbiamo segnate...



LEO Giampiero

BURZI Angelo (fuori microfono)



LEO Giampiero

Cavallera!



LEO Giampiero

Forse Cavallera! E se abbiamo delle responsabilità oggettive per le Giunte, di cui abbiamo fatto parte ciascuno si porti le proprie responsabilità.
Per esempio, lei mi ha detto che ho operato bene come Assessore, ma questo non mi assolve. Io le rispondo che anche lei ha operato bene, ma ha fatto parte di Giunte come quelle della ex Presidente Bresso che, da democratico e da cattolico, io considero una delle peggiori della storia.
Eppure non si sente tanto responsabile! Se, invece, le responsabilità fossero addirittura imputabili alle correnti culturali o alle storie politiche, vorrei dire che io, caro Presidente, mi sento sicuramente sulle spalle il peso delle crociate essendo cristiano, o della Santa Inquisizione (lo dico, ovviamente, per sdrammatizzare e per ridere un po'!). Ma, allora, la rappresentante di un partito che si chiama "comunista", di responsabilità sulla storia ne ha da sprofondare! Anche perché, pur essendo "vecchio" di politica, quando c'erano le crociate e la Santa Inquisizione io non ero ancora in attività politica; altri, invece, lo erano quando il partito o il movimento comunista compiva nel mondo non poche nefandezze! Poi, a chi ha saputo emendarsi (chi ha saputo superare il fascismo, il comunismo, eccetera) tanti complimenti.
Comunque, caro Presidente, so che la collega Artesio starà protestando ma questo mio intervento si riferisce anche con altre affermazioni fatte in sede di Commissione dalla Giunta Succitata.
Allora o ci rispettiamo tutti per storia e comportamenti, o non è che qualcuno abbia responsabilità oggettive per aver scelto la parte del "male" e altri si assolvono da tutto per aver scelto la parte del "bene"; anche perché ce ne sarebbe proprio tanto di cui discutere su dove stiano, oggi, e nella storia, il bene e il male! Chiudiamo, quindi, questo argomento, e proseguiamo i nostri lavori: rispettiamoci vicendevolmente, perché le storie, quando sono fatte, come nel nostro caso, in buona fede, sono tutte rispettabili.
Lo ripeto: quando sento fare delle citazioni, a me viene sempre in mente innanzitutto quella evangelica: guardiamo pure la pagliuzza nell'occhio altrui, ma stiamo attenti anche alla travicella nel nostro occhio, e, forse, saremo un po' meno supponenti ed un po' più umili e obiettivi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
già la seconda volta, oggi, che purtroppo vediamo che il dibattito da politico scade in dibattito partitico e, adesso, mi sembra che sia sceso anche sul livello personale.
Vorrei ricordare, come ha detto il collega Stara, che è stato approvato il 30 luglio l'ordine del giorno n. 57, che già impegnava la Giunta regionale (per quanto possa farlo un ordine del giorno) a stanziare 1 milione di euro sul bilancio 2011 in conto capitale sui centri antiviolenza, e a prevedere sul bilancio del 2011 già una congrua copertura finanziaria in spesa corrente.
Mi sembra, quindi, che il Consiglio si sia già espresso in tal senso per cui trovo francamente ridondante questo ordine del giorno.
Ricordo, altresì, che siamo in fase di analisi di bilancio previsionale del 2011: l'Assessore Quaglia è presente - peraltro, non so se vorrà intervenire in questa sede o se lo farà in Commissione, ma ovviamente è nelle sue facoltà - e potrà valutare quali sono gli stanziamenti adeguati da destinare alla prevenzione della violenza contro le donne e al sostegno alle vittime.
Tra l'altro, è nelle nostre facoltà il potere emendativo (presentare emendamenti) allo stesso bilancio previsionale, per cui ciascuno potrà valutare quali saranno gli stanziamenti opportuni e, ovviamente, la Giunta e la maggioranza si accolleranno l'onere e la responsabilità di stanziare le cifre adeguate.
Come rappresentante del Gruppo consiliare Movimento 5 stelle mi sento di sottoscrivere (sempre che la collega Manica sia d'accordo) e di votare favorevolmente il suo ordine del giorno, ricordando che è molto importante stanziare i fondi, ma è altrettanto importante farlo per altre due attività, a partire dalla comunicazione. Mi risulta, infatti, che la legge del 2008 istituiva un fondo per il patrocinio legale alle donne vittime di violenze e di maltrattamenti che non sono stati utilizzati totalmente (a tal riguardo, mi riserverò di verificare l'informazione) proprio perché è mancata una sorta di comunicazione, nel senso che le stesse donne, talvolta, non hanno nozioni in merito agli strumenti messi a loro disposizione dalla Regione, che pure sono tanti, ma che andrebbero valorizzati.
In ultimo, ricordo che è importantissimo fare realmente prevenzione primaria, quindi stanziare anche dei fondi per quanto riguarda le forze di Polizia locale, affinché si possano prevenire anche quelle violenze che non sono domestiche, ma che avvengono, magari, per strada o all'uscita dei locali notturni o quant'altro, che sono altrettanto importanti rispetto a quelle segnalate precedentemente. Nel piano regionale infatti (lo ha precisato la stessa collega Manica) sono previsti anche dei corsi di formazione sul tema della violenza domestica e sessuale rivolti alle forze di Polizia e Polizia locale. Ovviamente devono esserci anche dei fondi per la Polizia, che consentano loro di uscire di notte e coprire i turni notturni, in cui avvengono maggiormente le violenze fuori casa.
Al riguardo, segnalo che un articolo di giornale di qualche giorno fa segnalava una protesta portata avanti nel Cuneese, in quanto sembra che siano stati stralciati i fondi per il progetto pilota di sicurezza integrata di Alba, Bra, Langhe e Roero di circa 250.000 euro (se non erro) che garantivano la presenza delle Forze dell'Ordine nei turni serali (dalle 20.00 alle 02.00), senz'altro molto utile.
Dobbiamo sicuramente discutere e non litigare, se possibile, sia in Aula sia in Commissione bilancio, per stanziare i fondi realmente necessari e per renderli utilizzabili da parte delle persone che ne faranno richiesta. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La dichiarazione di voto sugli ordini del giorno con il nuovo Regolamento del Consiglio regionale, redatto nella VIII legislatura e vigente dal primo giorno dell'attuale, non è più ammessa né prevista. Ha facoltà di replica uno tra i firmatari di entrambi gli ordini del giorno.
Per l'ordine del giorno n. 136, ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Semplicemente per dire che accolgo molto favorevolmente le richieste di sottoscrizione presentate da diverse Consigliere e diversi Consiglieri.
Sottoscrizione che, indubbiamente rafforza la richiesta di un intervento complessivo della Regione sul piano-antiviolenza. Com'è stato detto da molti Consiglieri, ci apprestiamo alla discussione del bilancio trattandosi di un argomento dalle importanti condivisioni di carattere trasversale, sarà indispensabile il contributo di tutte e di tutti. Il tema è complesso: se non lo sviluppiamo nel modo più ampio possibile all'interno delle istituzioni e soprattutto in collaborazione con tutta la società civile che in questa direzione sta lavorando, sarà sempre molto difficile vincerlo e debellarlo.
L'Amministrazione precedente aveva stabilito un piano in cui erano investiti 8 milioni e il finanziamento di due leggi - una è quella che riguarda l'ordine del giorno del Consigliere Stara.
Sappiamo che i tempi sono cambiati, però possiamo trovare un percorso che ci consenta di costruire un piano complessivo funzionante.
Dunque, manteniamo l'ordine del giorno, garantendo un voto favorevole su tutti.



PRESIDENTE

Sull'ordine del giorno presentato dal Consigliere Stara, ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

La replica mi consente dieci minuti di intervento; ne userò cinque per motivare il documento e altri cinque per cercare di riportare - per quanto mi riguarda: parlo per me stessa - equilibrio nelle relazioni, a mio parere francamente turbato dalla discussione di questo ordine del giorno.
Vorrei ricordare al Consigliere Leo che si stava discutendo di un ordine sui centri antiviolenza - nel suo intervento non ne ha fatto cenno e vi chiedo scusa se, di tanto in tanto, la lunga e per qualcuno eccessiva frequentazione delle Aule istituzionali mi porta ad essere puntigliosa e pedante nel sottolineare alcuni aspetti procedurali. Vi chiedo scusa, ma non smetterò di farlo: non c'è alcun tipo di tono utilizzato, di forza delle parole, di clima prodotto che potrà indurre, per quanto mi riguarda della timidezza nel continuare a chiedere il rispetto di alcune regole quelle procedurali, e anche nel sottolineare il bisogno di coerenza, a cominciare dalla mia fino a quella degli altri.
Quindi, richiamo tutte le questioni riportate precedente, e in particolare la modalità - che sarà fastidiosa ma mi appartiene - che sia per la mia età sia per questa Assemblea legislativa non penso di mutare: quella secondo la quale "governo" non è associato a "potere", ma a "responsabilità". Responsabilità da manifestare sia se si è in maggioranza al governo, sia all'opposizione. Lo dice una, che contrariamente a quanto appare, ha trascorso due terzi della propria vita politica all'opposizione e solo un terzo al governo/potere per qualcuno, governo/responsabilità per quanto mi riguarda. E se si ricorda così tanto il governo, me ne compiaccio: se di due terzi di opposizione si ricorda un terzo di governo e me lo si rammenta in termini di responsabilità, significa che evidentemente ho fatto qualcosa che ha lasciato il segno proprio in funzione del principio di responsabilità e del fatto che mi è stato consentito di assumerla per l'impegno personale profuso e per non aver cambiato né opinione né coalizione. Ma questo non è un merito, ma un segno della mia scarsa intelligenza. Quelli che non cambiano opinione non sono intelligenti! Però, per cortesia, non sia neanche un fastidio con il quale ogni tanto mi si rinfacciano delle critiche.
Sulla base di questa responsabilità, che è cresciuta nel rapporto e nella relazione con l'esterno, sostenere in aula che il finanziamento è inadeguato, si traduce in una raccomandazione troppo generica, alla luce delle relazioni esterne, non alla luce del nostro esercizio di potere arbitrario, perché ben conosciamo le obiezioni delle Province alle Conferenze Regioni-Autonomie locali, quando è stata presentata la delibera del riparto.
Questo è un tema di relazione, non è un arbitrio del governo. Sui vari territori associazioni chiedono che i riconoscimenti delle case-rifugio non siano la semplice registrazione delle strutture già esistenti, dedicate solo a madri con bambino, prevalendo la tutela e la protezione dell'infanzia su quella della donna. Le cose che diciamo, le diciamo nella logica della relazione; il che è esattamente il contrario di quanto viene rimproverato quando si dice che avendo esercitato troppo il potere, si dimenticano le emozioni che si costruiscono nella relazione con l'esterno.
Quindi, ci sembra, a nome dei presentatori, di dover mantenere questo ordine del giorno, perché pone un punto fermo, anche se insufficiente.
Ricordava la Consigliera Manica che quando era Assessore lo stanziamento era di 8 milioni: dunque, questo è inadeguato, ma almeno si mette un punto fermo in una programmazione che non potrà che essere pluriennale.
Il bisogno di incrementare non nasce dalla battaglia politica del fare "più uno", ma da quei rapporti che ho ricordato, di cui esistono verbali.
Quindi, ci permettiamo di confermare l'ordine del giorno, perch riteniamo che sia la prima base con la quale poi potremmo anche discutere nel bilancio di previsione 2011.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 136, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la violenza sul corpo, la mente, l'emotività, gli affetti delle donne è una forma di potere e controllo nei loro confronti, che si esprime attraverso atti o minacce di sopruso fisico, psicologico, sessuale, economico o persecutorio al fine di mantenerle in una condizione di inferiorità nei rapporti privati e pubblici. Ognuno di questi abusi, qualora provochi un danno o anche soltanto una sofferenza, costituisce una negazione del diritto all'inviolabilità della libertà e della dignità della persona la violenza contro le donne, sebbene discenda da una lunga tradizione di rapporti di forza disuguali fra i sessi, è un fenomeno che, negli ultimi decenni, ha assunto una visibilità crescente, suscitando una progressiva attenzione fino a diventare una priorità di azione sia a livello internazionale che nell'ambito delle agende dei governi locali i diritti fondamentali delle donne fanno parte inalienabilmente integralmente ed indissociabilmente dei diritti universali della persona e la violenza nei confronti del genere femminile rappresenta un ostacolo gravissimo alla via della piena uguaglianza e dell' effettivo sviluppo della società premesso, altresì, che in Europa, secondo dati tratti da un'indagine del Consiglio d'Europa del 2005, la violenza è la prima causa di morte o invalidità permanente delle donne tra i 14 e i 50 anni nel nostro Paese, più di 6 milioni e mezzo di donne hanno subito, una volta nella vita, una forma di aggressione fisica e sessuale. Più di 7 milioni hanno subito violenza psicologica. Secondo dati Istat del 2006, nella quasi totalità dei casi, ben il 96%, i maltrattamenti non vengono denunciati dalle vittime e la violenza avviene prevalentemente all'interno delle mura domestiche, nell'ambito dei rapporti familiari: il 69,7% degli stupri è opera del partner, il 17,4% di un conoscente, "solo" il 6,2% di soggetti estranei in Piemonte, l'indagine realizzata dalla Consulta delle Elette e dall'Ordine dei Giornalisti, ha evidenziato che, nel biennio 2005-2007 sono state quasi 20 mila le denunce di violenza presentate nella nostra Regione, la maggior parte delle quali, l'88% del totale, costituita da minacce, lesioni ed ingiurie, il 12% da reati più violenti (molestie maltrattamenti e violenze sessuali, tentate o consumate) e l'1% da omicidi e tentati omicidi. Il 36% degli abusi denunciati è compiuto in casa ed un altro 33% è, comunque, opera di un conoscente della vittima preso atto che la violenza contro le donne provoca spesso danni gravissimi anche ai bambini e alle bambine che vi assistono in famiglia. Si parla, in questi casi, di "violenza assistita" e si indicano con tale espressione quegli atti di violenza (fisica, psicologica, sessuale ed economica) compiuti su figure affettive di riferimento, di cui il minore può, suo malgrado, fare esperienza e di cui può patire successivamente gli effetti (si pensi a patologie come il disturbo post-traumatico da stress, l'ansia e la depressione infantile) ricordato che la realtà piemontese, sul tema della violenza nei confronti delle donne, si presenta particolarmente articolata ed attiva: numerosi enti locali istituzioni sanitarie ed organizzazioni senza scopo di lucro hanno attivato, già da tempo, servizi di accoglienza e di supporto proprio a partire da tale realtà, la precedente Giunta regionale ha approvato, in data 8 luglio 2008, il "Piano regionale per la prevenzione della violenza contro le donne e per il sostegno alle vittime", al fine di integrare gli interventi repressivi con politiche ed azioni puntuali in ambito sociale, sanitario, educativo e informativo ed, altresì, allo scopo di promuovere, attraverso un approccio di rete, un'attività di coordinamento degli interventi già messi in campo ed un miglioramento della qualità, quantità e capillarità dei servizi sul territorio. Il percorso che ha portato all'approvazione del Piano ha avuto inizio nel dicembre del 2007: in quel periodo l'allora Assessorato alle Pari Opportunità, insieme ad altri sette Assessorati regionali, ha avviato l'analisi ed il confronto sia all'interno delle strutture regionali sia con gli Enti Locali, le Istituzioni di parità e le Organizzazioni senza scopo di lucro del territorio, conclusosi con l'organizzazione dei Forum provinciali e di quello regionale. Tra le azioni previste dal Piano, con un investimento regionale totale di oltre 8 milioni di euro, di cui 3 milioni stanziati dal precedente Assessorato alle Pari Opportunità, si ricordano, in particolare le seguenti: attivazione del Centro di Coordinamento regionale contro la violenza alle donne, istituito presso l'IRES Piemonte trasferimento di fondi (1,5 milioni di euro) alle Province per gli sportelli di ascolto e sostegno alle vittime (apertura di un centro anti violenza ex novo ad Alessandria e a Biella, dove non esistevano servizi dedicati; specializzazione di sportelli precedentemente generici ad Asti e Vercelli; potenziamento dei servizi già esistenti a Torino, Cuneo, Novara e nel VCO) creazione della Rete sanitaria regionale per la prevenzione della violenza contro le donne e per il sostegno alle vittime, al fine di definire una modalità assistenziale adeguata ed omogenea su tutto il territorio piemontese. Rete sanitaria che ha previsto la presenza, presso ogni pronto soccorso regionale, di un referente specializzato nei casi di violenza sulle donne, il potenziamento del Centro Soccorso Violenza Sessuale dell'ASO OIRM-Sant'Anna di Torino, mirato all'accoglienza in emergenza delle vittime 365 giorni all'anno, 24 ore su 24, e dotato anche di un ambulatorio pediatrico specialistico per visite su minori in caso di sospetto abuso e maltrattamento. E' stato, anche, realizzato uno specifico approfondimento per i medici di base e realizzato materiale informativo, in diverse lingue, da diffondere negli ambulatori, nelle farmacie e all'interno dei servizi sociali attivazione di uno corso di formazione specifico sulla violenza domestica e sessuale contro le donne per gli operatori sanitari (medici, chirurghi ginecologi, psichiatri, infermieri ed ostetriche) del Pronto Soccorso e DEA degli ospedali regionali, in collaborazione con l'ASO OIRM-Sant'Anna e il Centro Demetra Molinette di Torino 732 mila euro ai Consorzi socio-assistenziali per la realizzazione di progetti di pronto intervento a favore delle donne, sole e con figli vittime di violenza 3,6 milioni di euro per progetti innovativi di riorganizzazione dei Consultori familiari, con particolare attenzione alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della violenza e del maltrattamento intrafamiliare ed extrafamiliare ai danni delle donne e dei minori attivazione di un corso sperimentale, sul tema della violenza domestica e sessuale, rivolto alle Forze di Polizia ed alla Polizia Locale al fine di accrescerne la capacità di operare su questo grave fronte inserimento delle donne vittime di violenza tra i destinatari del bando regionale di "Social Housing", le cui linee guida, approvate con DGR n. 27 7346 del 5 novembre 2007, contemplano, infatti, tra l'altro, la realizzazione di residenze temporanee da destinare a particolari categorie sociali autorizzazione ai Comuni a destinare alloggi di edilizia residenziale pubblica a comunità che accolgono donne vittime di violenza ricordato, inoltre, che a livello regionale, in campo legislativo, nella passata legislatura è stato istituito il Fondo regionale di solidarietà a favore delle donne vittime di reati di violenza sessuale e contro la persona (art. 62, L.R.
9/2007), nonché un ulteriore fondo di solidarietà, con dotazione di 1 milione di euro, per fornire patrocinio legale gratuito alle donne vittime di violenza e maltrattamenti (L.R. 11/2008). E' stata, poi, approvata la legge regionale n. 16 del 29 maggio 2009 con la quale è stata prevista l'istituzione di Centri antiviolenza con case rifugio, con dotazione di 1 milione di euro per il biennio 2009-2010 ritenendo fondamentale garantire continuità alle azioni regionali già attivate per la prevenzione ed il contrasto alla violenza sulle donne e per l'aiuto e il sostegno alle vittime impegna la Giunta regionale ad assicurare adeguati stanziamenti, in sede di Bilancio 2011, a favore delle numerose azioni fissate nel "Piano regionale per la prevenzione della violenza contro le donne e per il sostegno alle vittime" al fine di garantirne continuità e piena attuazione invita la Giunta regionale a ricordare e celebrare adeguatamente a livello regionale la prossima Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la cui data si avvicina dal momento che dal 1999, anno della sua istituzione con risoluzione delle Nazioni Unite, cade il 25 novembre di ogni anno, al fine di contribuire a "far uscire dal silenzio" la drammatica situazione che purtroppo, riguarda o ha riguardato moltissime donne di ogni età estrazione sociale ed origine etnica".
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 152 il cui testo recita: "Vista la legge n. 16 del 29 maggio 2009 che istituisce i Centri antiviolenza dotati di case rifugio per le donne vittime di violenza, provvedimento nato da una proposta di iniziativa popolare e votato all'unanimità in Consiglio Regionale Vista la DGR n. 37-12568 del 16 novembre 2009 con la quale si dava mandato alla Direzione Regionale competente di provvedere agli adempimenti conseguenti all'approvazione della stessa Vista la delibera di n. 27-1100 del 30 novembre 2010 con la quale si assegna alle Province piemontesi la somma complessiva di 400 mila euro destinata a garantire la continuità delle attività di Sportello rivolte alle donne vittime di violenza Considerato che con l'ordine del giorno n. 57, approvato all'unanimità nell'adunanza consiliare del 30 luglio il Consiglio regionale ha impegnato la Giunta a fissare con delibera modalità e criteri per la presentazio ne dei progetti da parte dei titolari dei Centri Antiviolenza ed a finanziarli per un importo totale di 1.500.000,00 euro in conto capitale di cui 500 mila già impegnati nel bilancio 2009 e 1 milione da impegnare sul bilancio 2011 Il Consiglio Regionale Impegna il Presidente della Giunta e l'Assessore competente A mantenere gli impegni previsti nell'ordine del giorno n. 57 approvato all'unanimità dall'Aula il 30 luglio c.a. volti ad adottare la delibera di criteri per la realizzazione dei centri antiviolenza e a finanziare gli stessi per un importo complessivo di 1.500.000,00 euro in conto capitale.
a prevedere sul bilancio 2011 una congrua copertura finanziaria in conto corrente a favore dell'attività di sportello".
Il Consiglio non approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.06)



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