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Dettaglio seduta n.42 del 19/10/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con lo "Svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata" articolo 100 Regolamento consiliare)



PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento del Consiglio regionale, l'interrogazione a risposta immediata n. 223, inerente a "Revisione nomenclatore", presentata dal Consigliere Segretario Ponso - al quale ricordo che ha tre minuti a disposizione - che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Grazie, signor Presidente.
Egregio Assessore, cordialmente la saluto. Per l'interrogazione che desidero sottoporre alla sua attenzione prendo spunto dal caso di Laura una donna di ventinove anni che da otto è addormentata nel coma vegetativo a causa di un aneurisma. I suoi genitori, alle cure presso una struttura sanitaria pubblica, hanno preferito l'assistenza prestata a casa, per poterla seguire con quella costanza, dedizione e affetto che solo la famiglia può dare, specie in casi disperati come questo.
Aldo e Lucia, questi i nomi dei genitori, hanno il supporto di amici e conoscenti che li aiutano nel difficile compito di stimolare Laura. La stessa solidarietà, però, non l'hanno avuta dalle istituzioni e si sono dovuti scontrare con la freddezza della burocrazia. Infatti, entrambi i genitori sono pensionati e il loro reddito complessivo è di 2 mila euro non tale da arricchirli, ma sufficiente per non consentirgli di rientrare nei casi in cui la Regione può erogare un contributo per l'affitto di casa.
Allo stesso tempo, è stata respinta anche la loro richiesta per avere il lettino antidecubito, perché il rigido prontuario autorizzato dalla Regione non lo prevede. La beffa che ha fatto finire il loro caso sui giornali è stata la convocazione di Laura presso gli uffici di Medicina legale a Cuneo, per essere sottoposta ad una visita di controllo, pena la perdita della pensione di invalidità (253 euro il mese), che viene regolarmente versata su un libretto, che è bloccato per quando resterà sola. Laura, però, non si può muovere.
La scelta d'amore compiuta da questa famiglia ha un risvolto economico importante per le casse della Regione, quindi per la collettività, dal momento che il ricovero in una struttura pubblica costerebbe 9 mila euro il mese, cifra che in otto anni porterebbe il totale risparmiato dalle casse pubbliche a quasi un milione di euro.
Egregio Assessore, ritengo che la virtuosità dei genitori di Laura che, certamente, è dovuta al loro amore per la figlia, meriti un segnale d'attenzione da parte della Regione. Allo stesso modo, chiedo una verifica per tutti quei casi che non sono stati portati alla luce dai media, ma che esistono nel nostro Piemonte. Assessore, non possono essere molti, dal momento che in tutta Italia sono circa 100 mila, e a lei chiedo innanzitutto, di quantizzarli per poi intervenire. L'intervento che le chiedo è semplice: il riconoscimento alle famiglie che curano presso il loro domicilio i loro cari (pazienti in stato di coma vegetativo) del diritto ad ottenere il contributo sia per l'affitto che per l'acquisto di un lettino antidecubito, in deroga al prontuario autorizzato dalla Regione.
In Parlamento è stata portata avanti un'analoga iniziativa da parte dell'Onorevole Teresio Delfino, che ha ottenuto dal Governo lo stanziamento di 20 milioni di euro a sostegno delle famiglie che accolgono in casa persone in coma vegetativo, oltre alla revisione del nomenclatore; invece per quanto riguarda il contributo per il lettino, la richiesta verrà ribaltata sulla Regione.
Alla luce di ciò, egregio Assessore, credo che di fronte a lei si spiani la strada per un intervento in cui si possa mettere in risalto la sua sensibilità. Se per Laura la generosità dei lettori del quotidiano La Stampa ha portato a frutto la raccolta di fondi sufficienti all'acquisto del lettino antidecubito e per andare incontro ad altre necessità di questa famiglia, le ricordo le altre "Laura" che esistono in Piemonte e che chiedono un intervento alla Regione.
Sono certo che, pur in un momento di grave ristrettezze economiche che si riflettono sui tagli operati dalla Giunta regionale, non vorrà far venire meno lo spirito di sussidiarietà che deve sostituirsi alla fredda burocrazia, che spesso è incapace di andare oltre gli aridi parametri di un nomenclatore. La ringrazio.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alle politiche sociali e per la famiglia

Mi scuso con il collega, prima di tutto perché l'informazione rispetto al question time in esame è arrivata all'ultimo momento; ovviamente abbiamo recuperato il testo del Consigliere che fa riferimento al problema in generale e, in questo senso, la risposta è stata predisposta.
Ovviamente, la questione specifica cui lui fa riferimento è già stata sollevata in Commissione. Quindi, la risposta generale che presento oggi in Consiglio non necessariamente potrà trovare soddisfazione rispetto al problema puntuale. perché non era questo l'oggetto principale del question time che c'è stato proposto.
Con riferimento all'interrogazione, si riferisce quanto segue. Il materasso e lettino antidecubito, al momento, non è inserito nell'elenco degli ausili antidecubito allegato al decreto ministeriale dell'agosto 1999. Tuttavia, va detto che al comma 6 dell'articolo 1 di tale decreto avente ad oggetto: "Regolamento recante norme per le prestazioni di assistenza protesica erogabili nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale" tra le modalità di erogazione prevede anche che, in casi particolari, per soggetti affetti da gravissime disabilità, l'Azienda pu autorizzare la fornitura di dispositivi non inclusi negli elenchi del nomenclatore, relativi alle condizioni dei soggetti, alle modalità di prescrizione e di controllo e alla tipologia di dispositivi che possono essere autorizzati.
Ciò significa che la revisione del nomenclatore tariffario da parte del Ministero della salute per garantire ausili di particolare complessità tecnologica e costo non è necessariamente vincolante.. Pertanto, gli aventi diritto residenti in Piemonte possono presentare specifica richiesta alle Aziende di riferimento, che valuteranno l'opportunità e l'appropriatezza della richiesta in relazione alle condizioni di disabilità del richiedente al fine di garantire una fornitura così indispensabile per garantire l'assistenza al domicilio delle persone in condizioni di gravissima disabilità.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 220 del Consigliere Buquicchio inerente a "Indicazione dei fondi per i servizi socio-assistenziali per gli anni 2011-2012-2013" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento del Consiglio regionale proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 220, inerente a "Indicazione dei fondi per i servizi socio-assistenziali per gli anni 2011-2012-2013", presentata dal Consigliere Buquicchio, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Assessore, credo sia corretto che in questa sede venga fatta chiarezza su tale questione, che riguarda le risorse che la Regione Piemonte intende stanziare per i servizi socio-assistenziali per l'anno 2011.
Penso che questo lo dobbiamo a tutti quei cittadini che sono in difficoltà e che, attraverso quei servizi, mantengono una dignità minima sociale. Lo dobbiamo anche agli enti gestori di questi servizi, che hanno bisogno di avere dati certi per programmare le loro attività e lo dobbiamo a tutti quei lavoratori e lavoratrici impegnati in questo settore.
Di conseguenza, se la Regione intende ridimensionare i fondi per queste attività deve avere il coraggio di dirlo, con lo stesso "coraggio" (tra virgolette) con cui il Presidente Cota ha detto che aumenterà i fondi per la scuola privata di ben 5 milioni di euro, senza spiegare - in questo caso da dove li prenderà. In questi giorni abbiamo letto su La Stampa, la Repubblica e altri quotidiani che i fondi che la Regione eroga per i servizi socio-assistenziali sono stati ridimensionati già nel 2010 con una delibera del settembre 2010 per circa 2 milioni 362 mila euro.
Il Consigliere Carossa, Capogruppo della Lega Nord, pensava di effettuare una variazione di bilancio per integrare parte delle risorse tagliate. Lei, Assessore, ribadisce che nel settore socio-assistenziale non ci sarà alcun taglio.
Assessore, per cortesia, può fare chiarezza e dirci quali sono le risorse che la Regione per il triennio 2011, 2012 e 2013 prevede di erogare per l'effettuazione dei servizi sopra descritti? Può cortesemente effettuare un confronto tra i fondi assegnati dalla precedente Giunta per il 2010 e quelli previsti dall'attuale? Grazie, Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alle politiche sociali

Grazie, Presidente.
La legge regionale n. 1/2004 prevede che il sistema integrato degli interventi e servizi sociali sia finanziato dai Comuni con il concorso della Regione e degli utenti, nonché dal fondo sanitario regionale per le attività integrate socio-sanitarie.
I Comuni, quali titolari delle funzioni amministrative relative alla realizzazione delle attività e degli interventi sociali, garantiscono risorse finanziarie che, affiancandosi alle risorse messe a disposizione dallo Stato, dalla Regione e dagli utenti, assicurino il raggiungimento di livelli di assistenza adeguati ai bisogni espressi dal proprio territorio.
L'intervento finanziario regionale ha un carattere contributivo rispetto all'intervento primario comunale ed è finalizzato a sostenere lo sviluppo e il consolidamento su tutto il territorio di una rete di servizi sociali qualitativamente omogenei e rispondenti alle effettive esigenze delle comunità locali. L'importo complessivo delle assegnazioni correnti incluso il fondo indistinto per la gestione del sistema integrato degli interventi e servizi sociali attribuito agli enti gestori nel 2009, era comprensivo delle seguenti risorse erogate una tantum: 15 milioni di euro previsti dell'articolo 7 della legge n. 35 per interventi volti a superare le condizioni di bisogno di singoli e di famiglia in condizioni di vulnerabilità; 2 milioni 831.123 da destinare al contenimento di maggiori oneri derivanti da intervenuti accordi contrattuali nei percorsi di cura socio-sanitari rivolti alle persone non autosufficienti; 4 milioni 219.942 assegnati quale quota di recupero per compensare la riduzione rispetto al 2007 del fondo per la gestione del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali attribuiti nel 2008.
La legge finanziaria regionale per l'anno 2010, già approvata dalla Giunta Bresso al termine della precedente legislatura, non riproponeva le assegnazioni una tantum previste dalla finanziaria regionale dell'anno precedente. Nonostante la presente situazione congiunturale negativa della finanza pubblica, l'attuale Amministrazione regionale ha evitato ripercussioni negative sull'attribuzione agli enti gestori, garantendo nel corrente esercizio finanziario il volume complessivo di risorse correnti assegnate nel 2009. Nel 2009 ammontava ad euro 170.077.339,73, al netto delle assegnazioni una tantum che non c'erano già più; nel 2010 è stato pari a 171.386.428,82.
Infatti, se da un lato la deliberazione della Giunta regionale assegna rispetto al 2009 risorse inferiori al fondo indistinto, dall'altro, si prevedono risorse maggiori per quanto concerne alcuni fondi a destinazione specifica: il fondo per la famiglia e il fondo per la realizzazione di interventi a favore della disabilità.
Per l'anno 2011 e seguenti, la legge di bilancio è al momento presentata alla discussione della competente Commissione consiliare e prevede stanziamenti regionali complessivi verso gli enti gestori dei servizi socio-assistenziali analoghi a quelli nell'anno 2010. Ciò alla luce, come ho già accennato nella scorsa riunione di Commissione, di una serie di modifiche di importi nell'ambito delle UPB, che già sono state presentate in Commissione e che, se la Commissione e il Consiglio riterranno di andare avanti in questo senso, diventeranno emendamenti che verranno direttamente formalizzati.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Commercio al dettaglio

Interrogazione a risposta immediata n. 218 del Consigliere Lepri, inerente a "DCR 59-10831 e ipotesi di apertura di un esercizio IKEA a La Loggia (TO)" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento del Consiglio regionale proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 218, inerente a "DCR 59-10831 e ipotesi di apertura di un esercizio IKEA a La Loggia (TO)" presentata dal Consigliere Lepri, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
In sostanza, chiedo all'Assessore se l'annunciata apertura di un secondo nuovo megastore IKEA nel Comune di La Loggia sia praticabile dal punto di vista dell'attuale legislazione, che sicuramente l'Assessore ben conosce essendo la delibera del Consiglio regionale n. 59 la delibera quadro, che definisce i criteri di concessione di aperture di esercizi commerciali, in modo particolare della media e gran distribuzione.
Se non sbaglio - posso sbagliare - vi sono previsioni relativamente al dimensionamento dei Comuni tali per cui il Comune di La Loggia avrebbe la possibilità di ospitare esercizi commerciali non alimentari per un insediamento non superiore a 3 mila metri quadrati, facoltà che può essere derogata in applicazione di diverse normative.
La concessione annunciata è coerente con le disposizioni regionali e in modo particolare con la succitata delibera n. 59 e con le successive modifiche applicative e deroghe, definite con l'ultima delibera della Giunta regionale che prima ho citato. Grazie.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Lepri. La parola all'Assessore Casoni per la risposta.



CASONI William, Assessore al commercio

Grazie, Presidente.
L'ambito entro cui la società Ikea prefigura la realizzazione di un blocco-esercizio è la tipologia distributiva "grande struttura di vendita specializzata nel settore merceologico extra-alimentare". Non si tratterà dunque di un ipermercato: è sbagliato l'uso della parola ipermercato perché questa definizione presuppone esercizi di vendita mista, alimentare e non alimentare.
Per tranquillizzare il Consigliere Lepri, allo stato attuale l'area individuata è a destinazione di uso agricolo. Diciamo che probabilmente al momento è intenzione del Comune di La Loggia favorire un insediamento, che evidentemente potrebbe prefigurare per le casse del Comune laute entrate da oneri di urbanizzazione e quant'altro. Ripeto che stiamo parlando di un'area che nei piani regolatori vigenti è destinata ad uso agricolo.
I criteri per il rilascio dell'autorizzazione assunti dal Comune di La Loggia non individuano, per l'ambito entro cui si delinea la realizzazione dell'esercizio, alcun tipo di zona di insediamento commerciale. Lo stesso Comune, dunque, non dispone attualmente di aree di questa portata da destinare ad uso commerciale.
Gli indirizzi generali e i criteri di programmazione urbanistica per il commercio al dettaglio in sede fissa stabiliscono che le autorizzazioni commerciali per medie e grandi strutture di vendita sono rilasciabili oltre ad altri criteri previsti che non sto ad elencare, solo nelle zone di insediamento commerciale, che nel piano regolatore siano quindi individuate per addensamenti commerciali urbani ed extra-urbani, localizzazioni commerciali semi periferiche o urbane e solo in presenza di destinazione d'uso "commercio al dettaglio". Questo vale sia per l'una che per l'altra tipologia e, come dicevo, attualmente non esistono aree di quest'ampiezza.
La mancanza delle due condizioni sopraindicate impedisce anche la sola presentazione della domanda di autorizzazione. Quest'elemento costituisce in sé la risposta finale, che penso possa tranquillizzare il Consigliere Lepri.
Per quanto sopra detto, la società Ikea non ha presentato, né quindi ottenuto, alcun'autorizzazione per l'ambito di intervento di cui si tratta: non solo non l'ha ottenuta, ma non l'ha nemmeno presentata perché, come dicevo prima, non siamo in presenza di una conformazione urbanistica che presupponga questo risultato.
Se il Consigliere desidera, ho un dettaglio delle procedure per il rilascio delle autorizzazioni. Ma, ripeto, finché un'area comunale non è destinata, attraverso l'approvazione di un piano regolatore, a zona commerciale, non può nemmeno essere presentata una domanda. Gli Uffici regionali, infatti, rigetterebbero immediatamente un'istanza priva della conformità urbanistica, e la domanda Ikea, che probabilmente conosce la situazione, è in una fase di ideazione e di pressione, soprattutto sul Comune, affinché favorisca questo tipo di insediamento.
Non sussistendo, dunque, alcuna di queste condizioni, allo stato attuale al mio assessorato - che è quello competente al rilascio di autorizzazioni per piccole, medie, grandi e grandissime strutture di vendita - non risulta presentata alcuna domanda di Ikea, né da indagini da noi fatte ci risulta che potrebbe pervenire in quanto, come ho detto prima le destinazioni d'uso del Comune di La Loggia sono al massimo per qualche migliaio di metri, ma non per i numeri che si evincono dall'ipotesi di un insediamento tradizionale, quale quello abituale di Ikea, che supera credo i 20-25.000 metri di destinazione commerciale per ciascuna localizzazione.
Riassumendo, allo stato attuale non esistono domande presentate da Ikea in Regione per aprire un nuovo centro a La Loggia.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Casoni.


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione a risposta immediata n. 219 del Consigliere Negro, inerente a "Art. 27 legge regionale n. 18 del 3 agosto 2010 'Moratoria delle procedure relative a impianti fotovoltaici non integrati'" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento consiliare, proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 219 inerente a "Art. 27 legge regionale n. 18 del 3 agosto 2010 'Moratoria delle procedure relative a impianti fotovoltaici non integrati'" presentata dal Consigliere Negro, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
La moratoria delle piccole procedure relative agli impianti fotovoltaici integrati, come definito dall'art. 27 della legge regionale n.
18 del 3 agosto 2010, sospende ogni richiesta depositata in Comune, rivolta da privati o enti. Sono stato sollecitato da numerosi Sindaci che denunciano anche il rischio di ricorsi da parte dei privati, anche perch molte pratiche risultavano a quella data già istruite e pronte per l'autorizzazione. Vi sono poi molti Comuni che dispongono di normative specifiche contenute nei piani regolatori o nei regolamenti edilizi che disciplinano l'insediamento degli impianti fotovoltaici ai sensi di legge.
La moratoria introdotta dall'art. 27 della citata legge non distingue inoltre, tra i piccoli impianti e i cosiddetti "parchi solari", cioè quelli di grande dimensione.
Queste argomentazioni mi hanno spinto a presentare l'interrogazione a risposta immediata, proprio per l'urgenza di alcune delle situazioni per le quali i privati ritengono di aver titolo ad un risarcimento di danno per la mancata autorizzazione. Come sta scritto nell'interrogazione, il Governo ha proposto un ricorso verso la norma regionale e tutto ciò crea confusione ed allarme per i Sindaci e per gli Uffici comunali.
Ringrazio in anticipo per i chiarimenti che la Giunta vorrà darmi a questo riguardo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Negro. La parola per la risposta all'Assessore Giordano.



GIORDANO Massimo, Assessore all'energia

Grazie, Presidente.
Un saluto a tutti i colleghi presenti e un ringraziamento all'interrogante per aver posto una questione richiamata da più parti e quindi per averci dato oggi l'occasione per chiarirla.
Tralasciando la premessa, anche perché è la terza o la quarta volta che rispondo ad interrogazioni riguardanti impianti di fotovoltaico a terra premessa che solitamente tende a ribadire e a mettere in evidenza il fatto che noi siamo favorevoli al fotovoltaico, così come a tutte le energie rinnovabili, siamo intervenuti per evitare una disordinata proliferazione degli impianti a terra che, come abbiamo visto, andavano ad occupare terreni agricoli pregiati.
Detto questo, c'è da evidenziare che la nostra legge di moratoria è stata fatta perché le Regioni, così come da giurisprudenza della Corte Costituzionale, non possono intervenire o, meglio, non avrebbero potuto intervenire in assenza di linee guida nazionali. In attesa di tali linee guida abbiamo approvato una legge che sospendeva le autorizzazioni agli impianti a terra. Nel frattempo, dopo anni di attesa, per fortuna sono arrivate le linee guida nazionali e, precisamente, sono arrivate con il decreto ministeriale del 10 settembre 2010, pubblicato il 18 settembre ed entrato in vigore il 3 ottobre scorso.
Dato che erano settimane che avevamo notizie circa l'imminenza dell'uscita delle linee guida nazionali, abbiamo lavorato con la nostra struttura e con i colleghi che hanno deleghe confinanti - ambiente agricoltura e urbanistica - per elaborare le nostre linee guida o, meglio i nostri piani per permettere di rendere cogenti le indicazioni e dire dove si possono realizzare questi impianti. La predisposizione del documento è ormai prossima al termine. Siamo convinti di arrivare, nel giro di qualche giorno, ad una predisposizione definitiva, dal punto di vista del coagulo di consenso interno, per poi discuterne con le Province, con le categorie e con il Consiglio.
La norma che abbiamo approvato, la cosiddetta moratoria, risolveva uno dei due casi posti dall'interrogante: le autorizzazioni concesse dalle Province ed espressamente escluse dalla sospensione delle procedure autorizzative, nonché le richieste di autorizzazioni già licenziate positivamente dalla Conferenza dei servizi provinciali. Quindi, una tassativa e specifica indicazione su come comportarci. Essendo competenti i Comuni, si dice: "Sui Comuni vale o non vale? C'è la sospensione?". La legge non l'ha risolto: sarà oggetto di soluzione da parte del nostro documento.
uno dei nodi che ci rimane da sciogliere, forse l'ultimo.
Non posso dire qual è la soluzione perché mi sto confrontando anche con i colleghi; certamente la nostra linea d'azione è stata e sarà sempre una linea ispirata da principi che nel nostro caso sono principi di difesa del nostro territorio, cioè la nostra intelligenza ci deve portare a trovare un punto di equilibrio tra la difesa degli impianti fotovoltaici e la difesa del nostro territorio.
Dove sta il bilancino? Riteniamo di avere, ad oggi, trovato una buona linea d'azione, però, come sempre, ci facciamo ispirare da questi principi ma cerchiamo, con praticità, di individuare soluzioni che non causino inconvenienti troppo grandi a persone che magari hanno già investito e hanno già fatto legittimo affidamento sulle norme che vigevano nel momento in cui siamo intervenuti noi.
Sulle situazioni di confine, quindi, cercheremo di trovare una soluzione che possa essere coerente con il principio e, allo stesso tempo non causi danni ai nostri cittadini.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 221 della Consigliera Cerutti inerente a "Bando per il cofinanziamento di titoli di viaggio per i lavoratori" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento consiliare, proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 221 inerente a "Bando per il cofinanziamento di titoli di viaggio per i lavoratori", presentata dalla Consigliera Cerutti, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Abbiamo presentato quest'interrogazione dichiarandone l'urgenza proprio perché vogliamo comprendere quali siano gli intendimenti della Giunta rispetto all'apposito bando, per il 2011, relativo al co-finanziamento di titolo di viaggio per i lavoratori, perché sappiamo che in questo momento molti lavoratori, e quindi anche molti soggetti, ad esempio il Comune di Torino, non sanno quale tipo di intendimenti ha la Giunta in questo ambito.
Vorrei ricordare molto rapidamente che finora si è proceduto a questi bandi; crediamo che tutti i soggetti pubblici ritengano molto importante il tema della qualità dell'aria e il sostegno di una mobilità sostenibile - mi si perdoni il bisticcio delle parole.
In questa situazione, in cui si è proceduto nel tempo a pubblicare bandi (l'ultimo era di settembre 2009), alcuni soggetti, come il Comune di Torino, non vi hanno partecipato, in quanto c'erano questioni di scadenze temporali (il Comune di Torino aveva già in atto un finanziamento, quindi non vi ha partecipato, proprio per questioni di carattere temporale).
A questo punto, citando il Comune di Torino come esempio tipo, ma sappiamo che questo bando riguarda Enti pubblici e privati molto importanti (il Comune è importante forse due volte perché incide su Torino e provincia), siamo reduci da una situazione in cui in Piemonte - oggi lo sappiamo tutti, è notizia dei giornali - la qualità dell'aria è leggermente migliorata, ma purtroppo secondo le statistiche Torino, per quanto riguarda i livelli di inquinamento e rispetto ai valori negativi per lo smog, è addirittura in seconda posizione nelle graduatorie europee, precedendo molte altre città di tutta Europa.
Ripeto, chiudendo, che la Regione aveva stanziato 340 mila euro, il Comune circa 220 mila. Il Comune di Torino, seppure abbia sicuramente problemi di bilancio, così come tutti gli Enti locali, è comunque dichiaratamente disponibile a rimettere 220 mila euro, o anche di più, per il prossimo bando. Non sappiamo cosa farà la Giunta regionale, ma ad oggi le dichiarazioni della Giunta sono negative in tal senso.
Non si risponda che c'è il fondo generale da cui trarre anche questo tipo di nuovo finanziamento. Questo fondo è quello che attualmente non ha finalità precise. Crediamo che in questo momento sia giusto definire delle priorità. In occasione di ogni incontro (l'ultimo non più tardi dell'una di oggi con l'EDISU) si dice che le risorse saranno reperite attingendo da questo fondo. Tuttavia, per far fronte a tutte le esigenze, prima della fine della discussione del bilancio il fondo in questione dovrà essere incrementato almeno dieci volte tanto, se non probabilmente molto di più.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente, e grazie, Consigliera Cerutti.
Vorrei solo mettere un po' d'ordine in questa vicenda, considerando il fatto che nel giro di 15 giorni è la seconda volta che ci troviamo a rispondere di fronte al Consiglio regionale, ma non so se la sostanziale ripetizione di un'interrogazione già presentata da un suo collega sia data da una precisa scelta, da una volontà, o da una distrazione di fondo. Mio dovere è di presentarmi a rispondere, ma in parte ripeterò quanto già riferito dall'Assessore Maccanti, che mi ha fatto la gentilezza di rispondere al Consigliere Boeti, se non ricordo male.
Vorrei partire da un presupposto, perché evidentemente anche gli Enti locali che si rivolgono a rappresentanti del Consiglio regionale, affinch questi sostengano una causa, lo fanno omettendo alcuni passaggi o non avendone la conoscenza puntuale. Il presupposto da cui voglio partire perché sia chiaro una volta per tutte, è che la misura che risponde al capitolo di sostegno e di incentivazione all'utilizzo del trasporto pubblico risponde ai principi previsti dallo stralcio di piano della mobilità del 2007, ma l'intervento - preciso: la misura denominata "titoli di viaggio" - era contemplato all'interno di un Accordo di programma con il Ministero dell'ambiente e il Comune di Torino. Di conseguenza, che il Comune di Torino non ricordi di aver sottoscritto un Accordo di programma con la Regione Piemonte e con il Ministero già lo reputo quantomeno preoccupante e curioso.
Tale Accordo di programma andava ad indicare le risorse che il Ministero dell'ambiente e la Regione Piemonte avrebbero stanziato per sostenere alcune misure, tra cui quella relativa ai titoli di viaggio. Il fondo coperto dal 2007 ovviamente non era inesauribile e corrispondeva a un finanziamento statale di 4 milioni di euro, al quale si è affiancato il cofinanziamento regionale di 4.689.776, 98 euro.
Ora, nella copertura di ben tre bandi destinati a dipendenti pubblici dipendenti privati e studenti universitari, ovviamente il fondo si è esaurito e la misura che è stata riconfermata per quest'anno ha visto beneficiarne solo gli studenti universitari, ai quali la Regione ha messo a disposizione un contributo pari al 33% del costo di acquisto degli abbonamenti annuali o plurimensili, emessi tra l'altro da tutte le aziende che gestiscono i servizi di trasporto pubblico locale in Piemonte.
L'iniziativa è gestita da EDISU ed è frutto di una scelta basata sull'analisi del complessivo contesto socio-economico, che vede negli studenti universitari una categoria particolarmente debole, considerato che la maggior parte di essi non ha un reddito, ma soprattutto è basata sul successo finora riscosso.
Per quanto riguarda i lavoratori, invece, in assenza di risorse - come si faceva quando il Ministero dell'ambiente aveva messo a disposizione 4 milioni di euro - non si è ritenuto di poter coprire questa iniziativa.
Relativamente al Comune di Torino, Consigliera Cerutti, confermandole che la Città di Torino non ha partecipato al terzo bando...
Presidente, non riesco a capirmi...



PRESIDENTE

Ha ragione, Assessore. Chiederei ai presenti un po' di disponibilità e cortesia - lo dico in un modo garbato - per ascoltare l'Assessore, che ha il diritto di essere ascoltato, ma soprattutto per mettere in condizione la collega Cerutti di ascoltare la risposta.
Continui pure, Assessore Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente. Ho la febbre, quindi faccio più fatica del solito a seguire un filo logico.
Dicevo: già abbiamo considerato strano che il Comune di Torino non abbia partecipato all'ultimo bando lavoratori e io le segnalo che gli uffici della Regione hanno anche sollecitato il Comune di Torino a partecipare, ma lei mi dice - perché il Comune di Torino non ce lo ha mai detto - che la Città di Torino non ha partecipato per ragioni di carattere temporale.
Le dico ciò che avrei potuto fare se queste ragioni...



PRESIDENTE

Mi scusi, Assessore. Mi rendo conto che la interrompo per la seconda volta, però è già difficile per la Presidenza ascoltare questa risposta immagino per l'Aula: chiederei un po' di rispetto per l'Assessore che sta fornendo la risposta alla collega Cerutti, la quale ha tutto il diritto di ascoltarla.
Prego, Assessore.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, signor Presidente.
Dicevo, se la Città di Torino avesse segnalato all'Assessorato regionale le problematiche che poi sono diventate la causa che non ha permesso al Comune di Torino di partecipare al bando, forse, se ciò ci fosse stato possibile, la Regione avrebbe cercato di individuare un meccanismo per consentire anche alla città capoluogo della regione di parteciparvi.
Comunque, resta fermo il fatto che, come dicevo, quest'anno abbiamo fatto una scelta destinando 700.000 euro interamente a carico della Regione Piemonte a sostegno degli studenti universitari. Ricordo solo che, quando la misura è nata, questa è stata considerata frutto di una valutazione secondo la quale non la si sarebbe mai potuta considerare come una misura di carattere strutturale e permanente, ma aveva le caratteristiche di una misura straordinaria di carattere educativo e finalizzata alla sensibilizzazione della popolazione all'uso del mezzo pubblico.
Come già detto due settimane fa (se non ricordo male) in risposta al Consigliere Boeti, e visto il successo riscosso - che ha luci ed ombre perché i privati non hanno risposto al bando quanto gli Enti pubblici essendo molto più difficile per il privato coprire la quota di cofinanziamento - noi segnaleremo al Ministero dell'ambiente la necessità di individuare le eventuali risorse per coprire nuove iniziative. In quel caso - lo dico solo per correttezza nei confronti dell'Aula - l'Assessorato farà una serie di valutazioni molto attente rispetto ai soggetti che potranno essere destinatari, nell'ipotesi in cui si verificasse questa possibilità, poiché ritengo che, in una situazione dove dal punto di vista economico la crisi è diffusa e tocca in particolare le famiglie, forse i dipendenti pubblici siano persino più tutelati rispetto ad altre categorie che hanno a che fare principalmente e preminentemente nel privato, per cui in quel caso faremo delle valutazioni che comunque saranno condivise anche nelle sedi opportune.



PRESIDENTE

Dichiaro esaurito il punto relativo allo "Svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata" ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento.



(La seduta è aperta alle ore 15.12)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Apriamo la seduta ordinaria con le "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", di cui al punto 1) all'o.d.g.:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Botta Franco, Cantore Carossa, Costa Raffele, Cota, Giordano, Leo, Sacchetto.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame ordine del giorno n. 81: "Discariche nel Parco nazionale del Vesuvio" presentato dai Consiglieri Bono e Biolè


PRESIDENTE

Proseguiamo con la ripetizione della votazione sull'ordine del giorno n. 81, presentato dai Consiglieri Bono e Biolè.
Su tale documento era mancato il numero legale.
Indìco la votazione palese su tale ordine del giorno.
La votazione non è valida per la mancanza del numero legale per deliberare.
Passiamo ad altro argomento.


Argomento: Questioni internazionali - Condizione femminile

Esame ordine del giorno n. 88 "Per la salvezza di Sakineh Mohammadi Ashtiani" presentato dai Consiglieri Manica, Reschigna, Taricco, Ronzani Motta A., Boeti, Cursio, Pentenero, Gariglio, Placido.


PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione dell'ordine del giorno n. 88, di cui al punto 3) all'o.d.g., presentato dai Consiglieri Manica, Reschigna, Taricco Ronzani, Motta, Boeti e Cursio, relativamente alla salvezza di Sakineh Mohammadi Ashtiani.
Non vi sono richieste di parola per l'illustrazione di tale documento.
Indìco la votazione palese su tale ordine del giorno.
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Presidente, uno dei motivi per cui quest'ordine del giorno è stato respinto, è che non è stato distribuito in tempo; non abbiamo potuto leggerlo e, non conoscendone il contenuto, molti colleghi si sono astenuti.
Le chiedo, pertanto, se è possibile produrre gli ordini del giorno in tempo adeguato per esprimere il voto.



PRESIDENTE

Grazie. Ne prendiamo atto e li faremo distribuire.
Stamattina, in apertura, ho ricordato a tutti che questa è la prima seduta seppure informale e sperimentale, in cui i documenti sono a disposizione sul sito Intranet, quindi su tutti i computer (ne vedo molti sui banchi).
Adesso distribuiamo l'ordine del giorno, che, ovviamente, è stato respinto. Ne avevo letto il titolo ben quattro volte, per chiamare l'attenzione dell'Aula.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 96 "Ritiro truppe italiane dall'Afghanistan" presentato dai Consiglieri Artesio, Bresso, Buquicchio, Cerutti, Stara, e n. 97 "Missione di pace del contingente militare italiano in Afghanistan" presentato dai Consiglieri Bono e Biol


PRESIDENTE

Se l'Aula acconsente, propongo di trattare insieme l'ordine del giorno n.
96 "Ritiro truppe italiane dall'Afghanistan" presentato dai Consiglieri Artesio, Bresso, Buquicchio, Cerutti, Stara di cui al punto 4) all'o.d.g.
e il numero n. 97, "Missione di pace del contingente militare italiano in Afghanistan" presentato dai Consiglieri Bono, Biolè, sullo stesso argomento, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Artesio, per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 96.



ARTESIO Eleonora

Come ho ricordato in Consiglio la settimana scorsa, in occasione del momento di lutto dedicato alla perdita dei nostri militari impegnati nella missione in Afghanistan, i colleghi che hanno sottoscritto quest'ordine del giorno intendono porre all'attenzione di ogni comunità politica, nella fattispecie quella del Consiglio regionale, la necessità di una riflessione che si rende assolutamente ineludibile.
Diverse sono state le condizioni di partenza e le valutazioni politiche in ordine alla missione in Afghanistan. Si ricorderà - lo ricordano coloro che sono impegnati nell'attività politica da più tempo - quanto la cultura del nostro Paese sia stata attraversata dalla perplessità, in ordine ad un'operazione che era rappresentata come missione di pace, ma che si organizzava e si strutturava con una presenza militare inevitabilmente sottoposta alle contingenze di carattere locale, inevitabilmente condizionata dalle relazioni internazionali.
Quella differenza che si era manifestata non solo nelle comunità politiche del Parlamento, ma anche nelle organizzazioni sociali del nostro Paese, si è nel tempo acuita ed ammantata di ulteriori preoccupazioni.
Ormai è assolutamente evidente che le condizioni e il teatro nel quale si compiono quel tipo di operazioni non sono né condizioni di conciliazione né operazioni di mediazione, ma operazioni di difesa e di resistenza, che hanno prodotto per tutta la durata della missione un numero significativo di vittime, sia per quanto riguarda i contingenti inviati dai diversi Stati sia per quanto riguarda il coinvolgimento della popolazione civile.
Quello che nel tempo abbiamo sempre cercato di narcotizzare - e purtroppo non è l'Afghanistan la prima esperienza di narcosi con la quale il nostro Paese si è misurato - utilizzando degli eufemismi che non descrivono la realtà, oggi appare con tutta crudezza davanti ai nostri occhi.
In passato abbiamo parlato di guerre giuste, facendo finta di non vedere l'antinomia dei due termini. Ora stiamo parlando di missioni di pace, facendo finta di non vedere che è del tutto ovvio che la pace non si può costruire con una guerriglia che sta diventando sempre più sofisticata per il tipo di impiego di armi, e sempre più esposta, per il rischio e il pericolo cui ciascuno è sottoposto.
Nonostante ciò, si continua a legittimare un'operazione, che ormai è chiaro essere di guerra, con delle valutazioni di carattere ideologico politico: si contrasterebbe in quel modo il rischio del terrorismo, come abbiamo sentito dire dal Ministro La Russa, e si legittima il mantenimento dell'operazione con un costante reinvestimento in spese militari, che da s rappresentano paradosso straordinario del finanziamento militare di una missione di pace.
Chiediamo, dunque, che per l'ennesima volta ci si fermi a riflettere lo si faccia certo nelle relazioni internazionali cui il nostro Paese è legato, ma lo si faccia con questa consapevolezza ormai comune quanto dolorosa.
Il dolore per le vittime non ci deve assolutamente allontanare dal ragionamento sul merito, anzi credo che proprio loro lo chiedano.
Con le misure diplomatiche, politiche, tecniche, che si riterrà di assumere, occorre andare nella direzione del ritiro delle nostre truppe. Lo si faccia con gli strumenti graduali che si ritiene opportuno utilizzare ma certo cominciando dai segnali credibili in questa direzione, quali quelli di non rifinanziare più questa missione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 97.



BONO Davide

Grazie, Presidente, mi ha letto nel pensiero.
Abbiamo presentato un ordine del giorno abbastanza similare a quello presentato dalla collega Artesio, come prima firmataria, innanzitutto perché non sapevamo dell'esistenza di quel documento e, secondariamente perché preferivamo politicamente tenerli separati.
Tutti ricorderanno che nel 2007, durante il Governo Prodi, vi fu uno dei primi scricchiolii della maggioranza proprio sul tema del rifinanziamento delle spese militari: i Senatori Fernando Rossi e Franco Turigliatto furono gli unici a votare contro il rifinanziamento delle spese militari e la campagna in Afghanistan.
Addirittura, il partito di cui, pur avendo cambiato nome, faceva parte la collega Artesio - il Partito della Rifondazione Comunista - arrivò a minacciare l'espulsione, se non proprio a farla (non ricordo bene, magari mi specificherà meglio la collega Artesio), dei senatori sopraddetti.
Sono sicuro che la collega Artesio abbia presentato l'ordine del giorno in perfetta buonafede, perché non è che tutto quello che viene dal partito lo si condivide pienamente.
Mi auguro, pertanto, che entrambi gli ordini del giorno abbiano il supporto del centrosinistra e, perché no, anche del centrodestra, visto che anche la Lega Nord ha chiesto che il rifinanziamento della missione militare non sia prorogato.
Ricordo che l'ultima proroga è al 31 dicembre 2010 e poiché ci costa circa 51,6 milioni di euro al mese, vale a dire oltre 600 milioni di euro l'anno e 70 mila euro l'ora, potremmo tutti insieme, secondo scienza e coscienza, pensare di non reinvestire in quel settore.
Non è un sicuramente una missione di pace, ma - come ho già ricordato è al confine tra una missione di pace e una missione di guerra. Pertanto forse anche in odore di violazione dell'articolo 11 della Costituzione potremmo pensare di risparmiare quei soldi e metterli su dei capitoli di spesa dello Stato destinati a tutti i cittadini: l'istruzione, la sanità la mobilità pubblica, il sostegno ai lavoratori, tutti quei capitoli che purtroppo, sono stati tagliati dalla Finanziaria di Tremonti.
Viste le motivazioni che c'inducono a chiedere quanto detto, se analizziamo l'evoluzione della presenza del contingente di pace italiano a partire dal 2003, all'interno della missione ISAF, a guida della NATO vediamo che sempre più si configura come un contingente in guerra, a fianco degli Stati Uniti e dell'Inghilterra, nella missione militare "Enduring Freedom".
Quindi, da una situazione di aiuto alla ricostruzione del Paese e della democrazia, siamo passati a situazioni in cui l'ingaggio è stato frequente come abbiamo visto purtroppo dal numero di morti che abbiamo dovuto contare (32 dall'inizio del conflitto afgano) e quindi trasformandosi in una missione che non ha più, come dicevo i connotati iniziali di missione di ricostruzione, di missione di pace, di missione di "esportazione" (anche se questa definizione non mi piace molto) della democrazia.
Tra l'altro, qualche giorno fa, il Ministro La Russa (anche se pare stia tornando su sui passi) aveva proposto di dotare di bombe gli aerei italiani per difendere meglio i soldati italiani. Ora, visto che i soldati italiani dovrebbero essere impegnati principalmente in opere di ricostruzione e di mantenimento della pace, mi risulta difficile capire in che modo le bombe potrebbero difenderli di più. Tra l'altro, ripeto, sia Bossi sia La Russa, mi pare abbiano fatto un passo indietro.
Vorrei sottolineare una parte dell'ordine del giorno che abbiamo voluto inserire nel documento che specifica che dietro alla guerra in Afghanistan oltre ai presunti tentativi di impedire l'exploit del terrorismo - lo sappiamo tutti, non siamo nati ieri - vi sono interessi geo-strategici soprattutto per quanto riguarda i Paesi rivieraschi del Mar Caspio (Kazakistan, Uzbekistan, Arzebaijan e Turkmenistan) perché molto ricchi di giacimenti di gas naturale e di petrolio, che ovviamente fanno gola a tutte le grandi multinazionali, sia del mondo anglosassone che del mondo europeo compresa l'Eni italiana.
Infatti, uno degli obiettivi del conflitto è garantire una stabilità nella zona per poter accedere a queste risorse pagando un basso prezzo. La stabilità, però, non si ottiene, secondo noi, con una guerra preventiva.
Inoltre, sappiamo benissimo che anche l'attuale Presidente dell'Afghanistan, Hamid Karzai, è un ex consulente locale della compagnia petrolifera USA Unocal nonché del Pentagono.
Quindi, si riconferma la politica doppiogiochista americana, nel senso che, da una parte, instaura un regime o comunque un governo e, dall'altra lo attacca nel momento in cui le condizioni di commercio con quel Paese non sono più favorevoli a tutto il mondo occidentale e non solo agli americani.
Gradirei ci fosse una maggiore presa di coscienza da parte dei Consiglieri di queste problematiche che si celano dietro una guerra che pu essere considerata tra due diversi mondi, tra due diverse religioni.
Inoltre, bisogna mettere a fuoco soprattutto quanto ci costa non solo in termini di vite umane, ma anche di costi, che non sono assolutamente giustificabili dal ritorno economico che potremmo avere. A parte il fatto che non considero congrue le motivazioni per una guerra riferite a un ritorno economico, comunque questo ritorno non c'è proprio stato. Anzi stiamo spendendo, buttando a fondo perduto soldi in una guerra che vede l'esercito italiano ingaggiato. Quindi, non riusciamo a capire come questa posizione si possa far conciliare con la Costituzione che dice che l'Italia ripudia la guerra.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Entrambi gli ordini del giorno chiedono il ritiro della missione o chiedendo esplicitamente il ritiro delle truppe o chiedendo il non rifinanziamento della partecipazione delle truppe italiane in Afghanistan.
Non intendo fare valutazioni sul fatto che quando si hanno responsabilità di governo, anche da parte di alcuni dei soggetti che hanno presentato l'ordine del giorno e i partiti cui appartengono, hanno votato a favore del rifinanziamento. Questo non importa, perché quando si assume una responsabilità di governo, anche alcuni aspetti che all'opposizione sono più semplici da portare avanti rispetto a un'idea, che può essere certamente condivisa, cioè quella di evitare ogni tipo di guerra e ogni tipo di morte, ancor più se riguardano i civili, può essere un'idea teoricamente condivisa, ma praticamente difficilmente realizzabile.
Ho avuto la fortuna, per esperienza personale, di recarmi in Afghanistan con il collega Botta, nel 2006, in una situazione certamente meno drammatica di quella attuale, nella provincia di Kabul e nella provincia di Herat. Chiunque si sia recato, anche solo per qualche ora, in quella realtà comprenderebbe che (allora, purtroppo, come adesso) l'assenza delle truppe di pace all'interno di quella realtà farebbe tornare l'Afghanistan nella situazione precedente all'intervento. Cioè riconsegnerebbe perlomeno gran parte del Paese, cioè tutta la parte Sud occidentale alla presenza dei talebani, che sono fortemente presenti all'interno di quell'area.
Il motivo è questo: bisogna riuscire a conciliare quelli che a volte sono alcuni diritti o alcune idee forti che esprimiamo con eguale forza, ma che poi rischiano di entrare in contraddizione fra loro.
Se vogliamo che vi sia il rispetto e il diritto per la libertà delle donne, se vogliamo che vi sia una limitazione della violenza, maggiori diritti complessivi per la cittadinanza. Badate, non stiamo parlando di diritti del mondo occidentale, stiamo parlando dei diritti basilari di un Paese. Io ricordo che, essendo vietato, non dalla religione mussulmana, ma dall'interpretazione che i talebani danno alla religione mussulmana, per esempio, alle donne di fare alcun tipo di lavoro, tutte le vedove, che come è noto - purtroppo, in Afghanistan, la guerra dal 1979 ad oggi è ininterrotta - sono molte, e non hanno alcuna possibilità di lavorare. Per cui potevano solo mendicare e qualora fossero state scoperte a mendicare venivano fortemente perseguite e questo è apparso anche nei tanti libri che sono fioriti sotto forma di romanzo...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Vignale.
Capisco che magari sono degli ordini del giorno, ma sono stati presentati e sono in discussione.
Credo che ogni Consigliere regionale abbia il diritto di non ascoltare però non mi sembra buona cosa disturbare con una volontà collettiva e significativa l'intervento di un collega. Prego, continui.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Diventa difficile conciliare, da una parte, la tutela dei diritti e dall'altra, parte la volontà di ritiro delle truppe.
In realtà, le nostre truppe svolgono certamente anche missioni di contrasto anche se non soltanto quelle; quindi svolgono azioni di guerra sotto tutti gli effetti, nel senso che è evidente che quando vi è un intervento come quello che è accaduto la scorsa settimana, l'intervento è quello certamente di contrasto con le armi a quelle che sono le situazioni che si vengono a creare. Tuttavia, svolgono anche una funzione, in particolar modo, la missione italiana, particolarmente delicata e fondamentale per quella che è la garanzia non soltanto dei diritti, ma delle condizioni di vita migliori; una cosa banale: la costruzione di migliaia di pozzi che la Brigata Alpina Taurinense o la Julia hanno realizzato nel corso di questi anni. Ricordo che il più importante ospedale pediatrico della provincia di Kabul è stato realizzato grazie ai fondi di questo Consiglio Regionale.
Quindi, credo che ci sia in particolar modo rispetto alla terra afghana un legame particolare, considerata la forte presenza che la Brigata Taurinense ha avuto e ha ancora in questo momento in quella terra.
Presentare due ordini del giorno finalizzati al ritiro possono evocare certamente alcune sensibilità - che comprendiamo rispetto alla cultura politica dei soggetti che l'hanno presentata - ma significherebbe far tornare quelle popolazioni in una situazione precedente a quella del 2002.
Se, invece, si vuole fare un ragionamento sulla necessità di un congresso di pace, chiamatelo come volete, che superi anche la situazione attuale relativamente alla gestione Karzai che, di fatto, gestisce con un'ottica tribale pashtun quello Stato, a quel ragionamento siamo assolutamente disponibili.
Ma questi presupposti e questi ragionamenti si possono fare con la presenza delle nostre truppe in quella terra. Per questo motivo respingiamo gli ordini del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Faccio una riflessione soprattutto sul primo ordine del giorno (non ho visto quello presentato dai Consiglieri Bono e Biolè).
Credo che problemi così complessi non si possono risolvere con un ordine del giorno. L'Europa non può fare il gendarme del mondo, certamente la violenza non può essere giustificata. Ricordo a quest'Aula che qualche volta è necessario, laddove la soprafazione, la prevaricazione dei diritti dei cittadini, la democrazia sono annullate, credo che possa anche essere giustificato il fatto che l'Europa intervenga.
Ricordo che se a Srebrenica - dove furono uccise ottomila persone soprattutto donne e bambini - le forze di pace - in quel momento mi pare fossero quelle olandesi - avessero fatto il loro dovere e il loro lavoro probabilmente quelle ottomila persone sarebbero ancora vive. Ci sono interventi che non possono essere giustificati, e che non sono giustificati, non lo abbiamo mai fatto. Penso all'intervento del nostro Paese in Iraq. Un intervento unilaterale, voluto dagli Stati Uniti, che ha distrutto un Paese e che ha provocato, credo, 100 mila morti, e anche migliaia di morti, 4-5 mila, tra militari americani, su un presupposto quello del ritrovamento di armi di distruzione di massa, che non ci sono mai state. Credo che lì davvero altri interessi abbiano guidato la mano di chi è intervenuto in quel Paese.
Ricordo anche quando gli americani sono entrati in Baghdad, l'allora Ministro del centrodestra aveva detto - mi pare fosse stato l'attuale Presidente del Senato, Schifani - di aver portato la democrazia in Iraq.
Non l'abbiamo portata, non c'è ancora e quando le forze militari lasceranno quel Paese, lasceranno un Paese distrutto che farà una fatica tremenda a riprendersi.
Altro è stato il ragionamento, ed è per questo che noi lo abbiamo giustificato, l'intervento militare in Afghanistan, quello è davvero il luogo del terrorismo internazionale, è il luogo della deprivazione più assoluta dei diritti, soprattutto delle donne. Dopo la presenza delle forze di pace in Afghanistan, le donne hanno ripreso ad andare a scuola mentre prima non ci andavano.
Questo è sufficiente per restare ancora in Afghanistan? In questo momento sinceramente non lo sappiamo.
Una missione che sembrava essere di pace, è diventata una missione di guerra, anche se i nostri militari rispondono al fuoco, ma non rispondono soltanto al fuoco. Ricercano gli avversari, ricercano gli afgani che combattono contro le forze di pace e quindi può capitare, purtroppo, quello che è successo nei giorni scorsi, la morte di quattro militari italiani.
Penso anch'io che quando le forze militari dell'Unione Europea lasceranno quel Paese, tutto purtroppo ritornerà come prima.
Credo che il mondo non possa permettersi di avere un luogo nel quale il terrorismo internazionale si allena per distruggere Paesi civili e, in qualche modo, anche le nostre condizioni di vita.
Credo che il nostro Paese debba lavorare con gli altri Paesi della coalizione per cercare di capire in quanto e quale tempo ci possono essere le condizioni affinché gli afgani possano fare da soli.
Non voterò a favore dell'ordine del giorno perché è una missione che il Governo di centrosinistra ha voluto e sostenuto, perché è una missione sotto le bandiere della NATO, perché credo che in questo momento abbandonare quel Paese vorrebbe dire farlo ritornare di nuovo il centro del terrorismo internazionale.
Penso contemporaneamente, se è possibile pensare contemporaneamente questo, che sia giunto il momento che tutti i Paesi si chiedano quando questa missione sarà finita. Non voterò contro e nemmeno a favore, mi asterrò sull'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Intervengo rapidamente. Chiaramente sono fra i sottoscrittori di quest'ordine del giorno, e quindi non ripeto le considerazioni della Consigliera Artesio.
Se così come richiamato da altri colleghi, si richiama ad una responsabilità, chi faceva comunque parte di un Governo e che quindi si era preso un impegno, ad ora, al di là delle considerazioni che vedevano anche parti delle forze che sostenevano quel Governo, non condivide quel tipo di operazione.
Adesso quell'operazione si è dimostrata essere militare e di guerra che non sta portando alcuna efficacia. Non sta portando nessun tipo di risoluzione al conflitto e, in questo senso, la responsabilità vorrebbe che l'Italia si facesse parte attiva per una soluzione diplomatica in cui, per esempio, si possa prevedere una sostituzione della presenza degli attuali contingenti, con una forza internazionale di polizia con scopi di difesa della popolazione. Questo dovrebbe essere fatto.
In questo senso chiediamo - è chiaro che facciamo una considerazione e auspichiamo quella che potrebbe essere un'indicazione data dal Consiglio regionale - che l'attuale operazione si trasformi da un'operazione militare, ad un'azione diplomatica che possa vedere una presenza di polizia.
Se poi, facendo queste considerazioni che riteniamo di carattere politico importanti, si vuole anche andare a vedere che cosa pensano i cittadini e le cittadine fuori di qui - ci sono molti Consiglieri, magari anche non da questa parte del Consiglio, ma da parte della maggioranza, che molte volte cercano di rincorrere il senso comune - ebbene, il senso comune diffuso tra gli italiani è quello che, a questo punto, ci debba essere un ritiro delle truppe.
Forse anche in senso democratico, da questo punto di vista, le attuali forze al governo della Regione e nazionale, ne dovrebbero tenere più conto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Voterò contro l'ordine del giorno presentato dai colleghi di Rifondazione e della sinistra sulla base di una motivazione che vorrei rendere di dominio pubblico.
Noi siamo in Afghanistan sul mandato dell'ONU, questo è un punto per me fondamentale. L'Italia non è partita lancia in resta, per fare la guerra in Afghanistan è andata perché, ad un certo punto, questa missione, è stata decisa dalle Nazioni Unite. Siamo in Afghanistan insieme ad altri 36 Paesi.
Credo che vada chiarito un punto. Noi non siamo lì per fare la guerra ma per contrastare quelli che vorrebbero fare la guerra. Siamo lì per impedire le cose che ha ricordato il Consigliere Boeti.
Perdere di vista questo, significa compiere un errore. La nostra missione ha quel carattere. Esattamente come l'Italia ha partecipato alla missione nei Balcani, anche lì per impedire le cose che sapevamo come genocidi e stupri, e abbiamo partecipato alla missione in Libano esattamente per la stessa ragione.
Vorrei chiarire questo punto. E' una missione alla quale l'Italia partecipa, decisa dalla Nazione Unite. Ora è singolare, ma non lo dico polemicamente, che noi rivendichiamo il governo mondiale di questi processi e pensiamo che l'Italia possa concorrere e debba concorrere al governo di questi processi e poi di fronte al fatto che questa missione viene decisa dalle Nazioni Unite, non ci sottraiamo alla responsabilità di prendervi parte. Il che non significa naturalmente non interrogarsi sulla missione sui rischi che essa comporta, sui problemi che comporta, ma intanto questo lo chiarirei altrimenti perdiamo di vista il quadro generale.
Seconda considerazione.
Ho detto che è una missione di pace, tale deve restare ed è per questo che abbiamo sottolineato di fronte a chi proponeva che bisognava armare i nostri aerei, che era sbagliato compiere un gesto di quella natura, perch nulla avrebbe dato e nulla avrebbe tolto alla missione nostra, non avrebbe consentito la morte di quei quattro ragazzi e non avrebbe consentito ai nostri militari di essere più sicuri nel condurre l'azione che oggi conducono in quel Paese.
Ora, noi dobbiamo stare all'infinito in Afghanistan? Io non penso che sia questo il problema, anzi penso che il problema si ponga molto concretamente e la Conferenza che oggi si svolge a Roma ha tra le varie questioni anche questo punto all'ordine del giorno.
Il problema è che quando veniamo via, dobbiamo capire cosa lasciamo lì.
Il punto vero è questo. Naturalmente penso che l'Onu e le forze che hanno deciso la missione devono interrogarsi sulle ragioni e su come accelerare la transizione in quel Paese, su come rendere possibile che quel Paese diventi autonomo ed autosufficiente. Mi pare che sia questo il problema che noi abbiamo.
Ma un Paese come il nostro non credo che possa limitarsi a dire "dobbiamo ritirare le nostre truppe", ma debba favorire la transizione debba favorire quei processi che rendono quel Paese davvero autonomo ed autosufficiente e debba concorrere in prima persona a far sì che semmai questa decisione venga assunta da quegli organismi che hanno deciso quella missione.
Una forza politica di governo pensa questa cosa. Se noi fossimo al Governo del Paese - voglio porre la domanda in questo modo - cosa faremmo? Avremmo deciso il ritiro delle truppe? Io francamente non lo credo.
Se noi fossimo stati in questi giorni al Governo del Paese avremmo fatto una scelta diversa, avremmo semmai posto il problema tutto politico di come accelerare la transizione in Afghanistan e di come quindi la comunità internazionale, la missione di pace presente in quel Paese lavora per raggiungere questo obiettivo.
Noi non possiamo sottrarci a queste responsabilità; è facile - non lo dico polemicamente - in questo momento, di fronte alla tragedia rappresentata dal fatto che tanti nostri ragazzi muoiono in quella terra sollevare il problema del ritiro delle truppe. È la cosa più giusta anche da un certo punto di vista, ma non posso pensare che dimentichiamo il punto di partenza.
E il punto di partenza è rappresentato dal fatto che l'Italia consapevolmente ha deciso di concorrere con le sua forze ad una missione di pace. E questo lo facciamo non soltanto in quel teatro, ma lo facciamo anche in altri teatri internazionali, in Libano come lo abbiamo fatto nei Balcani.
Lo facciamo naturalmente con la consapevolezza che in quei luoghi occorre svolgere un'azione di contrasto perché è evidente che in Afghanistan l'Italia è per esercitare una funzione politica positiva, è una missione di pace. Ma, guai a noi dimenticare che c'è un'azione di contrasto che deve essere condotta contro chi vorrebbe riconsegnare l'Afghanistan ai talebani e ad Al Qaeda.
Noi siamo andati lì anche per questa ragione, oltre che per le cose che ricordava prima il collega Boeti.
Per tutti questi motivi penso che si debba affrontare seriamente il problema politico - e naturalmente tocca al Governo farlo, e insieme al Governo tocca naturalmente alla comunità internazionale - di come noi favoriamo una transizione e di come in Afghanistan si determinino le condizioni affinché venga avviato un processo di riconciliazione tra le forze in campo e quelle parti, anche dei talebani, più sensibili a chiudere la stagione del terrorismo e della guerra.
Penso che in questo quadro l'Italia e la comunità internazionale possano e debbano svolgere un ruolo positivo, che non svolgeremmo - sono convinto di questo - se ci limitassimo a dire in questo momento che occorre ritirare le nostre truppe.
Il compito dell'Italia in questo momento mi pare che francamente debba essere e sia un altro.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Se non vi sono richieste di intervento per dichiarazioni di voto, pongo in votazione, nell'ordine, i due ordini del giorno, prima il n. 96 e successivamente il n. 97.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 96, il cui testo recita: "Premesso che: si esprime profondo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei quattro alpini italiani che hanno perso la vita a Farah in Afghanistan Tenuto conto che: il dolore non può nascondere la preoccupazione per la forte accelerazione degli eventi luttuosi che hanno colpito i militari italiani: dal 2004 sono caduti 34 soldati, di cui un terzo negli ultimi sette mesi si è aperto a livello nazionale un dibattito sugli obiettivi e sull'efficacia della missione italiana in Afghanistan Preso atto che: come documentato da diversi organi di stampa l'Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna - ovvero l'intelligence militare - da mesi presenta rapporti che testimoniano di un quadro militare profondamente mutato e incrudelito e della moltiplicazione degli "atti ostili" il Parlamento italiano ha più volte votato il rifinanziamento della missione in Afghanistan secondo precise regole di ingaggio e che la missione, eufemisticamente definita "di pace", ha assunto nel tempo ben altre caratteristiche il Ministro della Difesa Ignazio La Russa propone di dotare di bombe i caccia italiani Verificato che: per la missione Isaf in Afghanistan l'ultimo decreto del Governo convertito in legge (n. 126, del 3 agosto 2010) autorizza la presenza complessiva di oltre 3790 militari, con un incremento di circa 1000 uomini, e un incremento del budget complessivo da 310 a oltre 364 milioni secondo fonti delle organizzazioni non governative e umanitarie che operano in Afghanistan sono circa 50 mila i morti in nove anni di guerra, tra cui quasi 15 mila civili, quasi 2 mila soldati Nato, almeno 27 mila guerriglieri e circa 7 mila militari afgani in un periodo in cui sono molti i settori dello Stato a essere drasticamente tagliati, dopo nove anni riteniamo utile una seria riflessione sull'impegno italiano nella missione in Afghanistan s'impegna il Consiglio regionale a chiedere al Parlamento nazionale e al Governo italiano il rapido ritiro delle truppe italiane dall'Afghanistan considerato l'evolversi del quadro come riportato in premessa a trasmettere il presente ordine del giorno a Governo e Parlamento Italiano".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 97, il cui testo recita: "Posto che l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali ex-art. 11 della Costituzione.
La guerra in Afghanistan è iniziata nell'ottobre 2001, poco dopo gli attentati dell'11 settembre, gestita da Stati Uniti e Gran Bretagna e fu battezzata Operazione "Enduring Freedom".
A seguito della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU n. 1386 del 20 dicembre 2001, si è predisposta una forza di intervento internazionale con il compito di garantire, nell'area di Kabul, un ambiente sicuro a tutela dell'Autorità provvisoria afgana e del personale delle Nazioni Unite, denominata "forza internazionale di assistenza per la sicurezza" (ISAF), forza che comprende anche l'Italia.
Nell'agosto 2003, la missione ISAF diventa a comando Nato, diventa cioè un'alleanza militare formalmente in guerra a fianco degli Usa in virtù del richiamo all'art. 5 del Trattato dell'Alleanza Nord-Atlantica che sancisce che ogni attacco ad una nazione tra quelle appartenenti alla coalizione verrà considerato come un attacco alla coalizione stessa.
Pochi mesi dopo, la risoluzione Onu 1510 del 13 ottobre 2003 stabilisce l'espansione della missione ISAF dalla sola Kabul a tutto il territorio nazionale afgano, comprese le zone meridionali e orientali del paese riconquistate dalla resistenza talebana, affiancandosi e sostituendosi alle forze militari di "Enduring Freedom" nel tentativo di bonifica del territorio, ovvero nella guerra ai talebani.
Visto che: ISAF comprende, al 6 agosto 2010, 119.819 militari di cui 3.400 italiani.
La partecipazione ad ISAF ci costa al momento circa 51,6 milioni di euro al mese, vale a dire oltre 600 milioni di euro l'anno e 70 mila euro l'ora.
Ad oggi sono morti 32 italiani nel conflitto afgano.
Il Ministro La Russa vorrebbe dotare di bombe i Tornado italiani per difendere meglio i soldati italiani.
Sottolineato che: da diversi documenti americani si sottolinea l'importanza strategica dell'Afghanistan per l'accesso ai ricchi giacimenti di gas naturale e di petrolio dei paesi rivieraschi del Mar Caspio, quali Kazakistan Uzbekistan, Azerbajian e Turkmenistan Dick Cheney disse nel 1998: "Non ricordo nessun precedente storico di una regione divenuta così all'improvviso talmente importante da un punto di vista strategico come la regione del Caspio" Secondo l'US Energy Information Agency, "L'importanza dell'Afghanistan dal punto di vista energetico nasce dalla sua posizione geografica di potenziale rotta per il transito di petrolio e di gas naturale dall'Asia Centrale al Mar Arabico" Hamid Garzai installato al potere a Kabul è il fedele ex consulente locale della compagnia petrolifera Usa Unolocal e del Pentagono, la stessa compagnia che progetta da anni il gasdotto dai giacimenti di Daulatabad, in Turkmenistan, sino a Gwadar, in Pakistan, passando per l'Afghanistan Il Consiglio regionale Esprime totale contrarietà alla possibilità di dotare di bombe i Tornado italiani, contravvenendo al principio fondamentale sancito dalla Costituzione Italiana che ripudia la guerra chiede formalmente al Governo e alle Camere, in questo momento di crisi economica, di non rifinanziare la partecipazione italiana ad ISAF, ad oggi prorogata sino al 31 dicembre 2010 dal dl 102/2010, convertito in legge 126/2010".
Il Consiglio non approva.


Argomento: Questioni internazionali - Condizione femminile

In ordine alla votazione dell'ordine del giorno n. 88 inerente a "Per la salvezza di Sakineh Mohammadi Ashtiani" presentato dai Consiglieri Manica Reschigna, Taricco, Ronzani, Motta A., Boeti, Cursio, Pentenero, Gariglio Placido


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Chiediamo il suo aiuto per risolvere un piccolo equivoco che è nato e che è già stato anticipato dal Consigliere Pedrale.
Noi ci siamo astenuti, non avendo i documenti, sull'ordine del giorno per la salvezza di Sakineh, che è stato presentato da alcuni colleghi e che vede come prima firmataria la Consigliera Manica. Volevamo informarla che avendo anche parlato con alcuni colleghi firmatari presenti, compresa la Consigliera Motta, i Consiglieri Ronzani e Boeti, avendo il Consigliere Leo presentato un ordine del giorno similare, che però non è ancora stato iscritto perché è stato presentato ieri, se si potesse prevedere per la prossima seduta l'iscrizione di un ordine del giorno magari comune, che riscriviamo insieme, perché io stessa volevo firmare quando c'era l'ordine del giorno della Consigliera Manica poi non l'ho fatto.
Oggi è una giornata che sconta un po' di disattenzione. Pertanto se lei ci consentisse questo, anche con il collega Leo e con i colleghi dell'opposizione prepareremmo un testo comune, perché assolutamente la volontà che esiste in questo Consiglio regionale è di approvare un ordine del giorno per la salvezza di questa donna.
Questo Consiglio regionale non si merita un voto di astensione, c'è stato sicuramente qualche equivoco. Ci aiuti a risolverlo. Grazie.



PRESIDENTE

La ringrazio per il suo contributo, intelligente ed attento come sempre. In effetti, mi sono reso conto durante la votazione dell'ordine del giorno della collega Manica che qualcosa non stava funzionando. Ho potuto fare quello che può fare un Presidente: ho richiamato più volte il titolo dell'ordine del giorno, poi il tabellone è rimasto sulla posizione di voto contrario.
Domani ci sarà una Conferenza dei Capigruppo, invito il Capogruppo del PD e il Capogruppo del PdL a ricordarsene - per quanto mi riguarda, lo far sicuramente - e se nel frattempo dovesse essere formulato un nuovo ordine del giorno, potremo iscriverlo tra i primi punti in discussione per la prossima seduta di Consiglio regionale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Anche noi, come Gruppo UDC, chiediamo di aggiungerci ai firmatari dell'ordine del giorno. Grazie.



PRESIDENTE

Poiché emerge un'ampia convergenza, vi invito semplicemente a redigerlo e a metterlo a disposizione nella seduta della Conferenza dei Capigruppo di domani.
Ha chiesto la parola la Consigliera Motta Angela; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Ringraziamo la collega per l'attenzione e la sensibilità mostrata all'argomento.
A chi riformulerà un nuovo testo condiviso, finalizzato ad ottenere un voto unanime dell'Aula, vorrei sottolineare che nell'impegno che avevamo sottoscritto nel primo testo - mi riferisco a quello avente come primo firmatario la collega Manica - non avevamo limitato questa attenzione alla vicenda di Sakineh, ma a tutte le persone, donne e uomini, che in questo momento si trovano nella medesima situazione.
Noi vorremmo ampliare l'attenzione del Consiglio a tutti gli Stati in cui, in questo momento, vi sono persone che rischiano la propria vita per battaglie ideali o per difendere i propri principi. L'intenzione, quindi era quella di estenderlo a tutti altri casi analoghi. Grazie.



PRESIDENTE

Ovviamente, la Presidenza è a vostra disposizione per garantire l'inserimento del nuovo testo all'o.d.g., visto che registro dall'Aula un'ampia convergenza.
Vi ricordo, tuttavia, che è necessario che sia redatto entro le ore 13.00 di domani, ora in cui è convocata la Conferenza dei Capigruppo. Mi sembra scontato, ma mi permetto di rammentarlo.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 98 "Il dissidente cinese e Premio Nobel per la Pace Liu Xiaobo sia scarcerato", presentato dai Consiglieri Carossa Marinello, Angeleri, Molinari, Gregorio, De Magistris, Novero e Tiramani

Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno collegato n. 102 "Solidarietà al Premio Nobel per la Pace 2010 Liu Xiaobo - appello per la sua liberazione", presentato dai Consiglieri Cursio, Ponso, Negro e Cerutti


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 98, avente ad oggetto "Il dissidente cinese e Premio Nobel per la Pace Liu Xiaobo sia scarcerato", presentato dai Consiglieri Carossa, Marinello, Angeleri Molinari, Gregorio, De Magistris, Novero e Tiramani, di cui al punto 6) all'o.d.g., e dell'ordine del giorno collegato n. 102, avente ad oggetto "Solidarietà al Premio Nobel per la Pace 2010 Liu Xiaobo - appello per la sua liberazione", presentato dai Consiglieri Cursio, Ponso, Negro e Cerutti.
La parola al Consigliere Carossa, per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 98.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Sicuramente è nota a tutti la vicenda al Premio Nobel assegnato al dissidente cinese incarcerato, accusato di istigazione alla sovversione dal Governo cinese e condannato a 11 anni di carcere.
Il Governo cinese ha esercitato notevoli pressioni nei confronti dell'organizzazione del Premio Nobel affinché non venisse assegnato tale riconoscimento al dissidente Liu Xiaobo.
Noi riteniamo che il Consiglio regionale si possa adoperare, con l'approvazione di un ordine del giorno, affinché il Governo italiano si attivi per ottenere la liberazione di questo dissidente.
Mentre ho la parola, ne approfitto per ricordare - lo farà comunque meglio il collega del Gruppo Italia dei Valori - che è stato presentato come giustamente lei rammentava, un ordine del giorno simile. Purtroppo - e ribadisco purtroppo - non siamo riusciti, per questioni di tempistica, a redigere un ordine del giorno unico, sebbene ce ne fosse la volontà.
Chiederei comunque all'Aula, se fosse possibile, di votarli entrambi.
Peraltro, sono state concordate col collega alcune piccole modifiche che lo stesso illustrerà meglio di me.
Questi documenti, per avere un certo rilievo, devono - e sottolineo "devono" - ottenere l'approvazione unanime di tutta l'Assemblea. Invito quindi, a votare favorevolmente entrambi gli ordini del giorno. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cursio, per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 102.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Ringrazio altresì il collega Carossa per aver condiviso un identico ordine del giorno e, in linea generale, un identico percorso.
Sono rimasto sorpreso dall'apprendere che l'articolo 35 della Carta Costituzionale cinese recita: "I cittadini godono della libertà di associazione, di assemblea, di manifestazione e di discorso". Evidentemente c'é una distonia tra quanto scritto nella Carta Costituzionale e ciò che poi, rappresenta e vive la realtà cinese. Questo è il punto che mi premeva sottolineare.
Per quanto attiene alle modifiche di cui il collega Carossa accennava poc'anzi, col suo permesso, Presidente, desideravo apportare tali modifiche ed illustrarle come segue: laddove è scritto "Preso atto che", nella seconda pagina, va eliminato il punto c), che recita: "Il Governo italiano probabilmente per non pregiudicare gli accordi commerciali appena conclusi con la Cina, sul punto non ha preso alcuna posizione".
A seguire, l'ultimo punto "Richiede la liberazione del Professor Liu Xiaobo attraverso una incisiva azione della diplomazia italiana". Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale sugli ordini del giorno in oggetto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
veramente grave, nonostante i passi avanti che il mondo moderno ha compiuto e nonostante le dichiarazioni dei diritti civili e i grandi pronunciamenti dell'ONU, che ci siano ancora dittature che impediscano ai propri cittadini l'espressione più elementare della loro libertà: l'espressione politica, l'espressione di stampa e l'espressione culturale.
Sulla Cina, che è un sistema politico comunista ma anche molto nazionalista, è calata, da parte di tutti, un'atmosfera con cui quasi si giustifica o si fa finta di dimenticare che nonostante i grandi successi economici e la crescita di PIL rimane comunque una dittatura.
Poiché noi siamo contrari a qualsiasi tipo di dittatura, di qualsiasi colore politico o religioso, noi esprimiamo il consenso e il voto favorevole all'ordine del giorno presentato dagli amici della Lega, ma con estremo piacere anche all'ordine del giorno collegato presentato dal collega Cursio.
Auspichiamo che questo Consiglio regionale, nelle forme che riterrà più opportune, testimoni la volontà di dare voce e libertà ai cittadini della Cina ancora oppressi, purtroppo, da un regime autoritario.
In tal senso, ricordo anche la vicenda del Tibet, che quest'Assemblea ha già adeguatamente seguito e invito il Consiglio regionale a porre altrettanta attenzione non solo all'autonomia e all'indipendenza rivendicata ormai da tanti anni dal Tibet, ma anche a queste istanze di libertà e a queste grida di dolore che provengono da altre parti della Cina e da altri cittadini della Cina popolare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sicuramente siamo favorevoli a due ordini del giorno, quindi anche a quello presentato dal collega del Gruppo Italia dei Valori.
La situazione riguardante Liu Xiaobo è complessa e complicata; forse, a livello internazionale, occorreva gestirla con un pochino più di diplomazia.
Mi spiego: l'assegnazione da parte della giuria norvegese del premio Nobel per la Pace, probabilmente, ha scatenato una reazione di effetto opposto rispetto a quanto qualcuno si aspettava. Infatti, sappiamo che la Cina, sicuramente, ha una situazione governativa che eufemisticamente potremmo definire di "regime", per cui, soprattutto a livello di comunicazione e informazione, non vi è una grande libertà.
Quindi, nel momento in cui viviamo una situazione di globalizzazione e di grande competizione tra i due blocchi - cioè, ormai, la Cindia contro il resto del mondo economico sviluppato - anche le decisioni nel campo delle relazioni internazionali e diplomatiche riguardanti un premio per la Pace dovrebbero essere assunte con maggiore attenzione.
Infatti, purtroppo, secondo noi, la situazione non riuscirà a sbloccarsi in modo semplice e immediato per quanto riguarda l'incarceramento di Liu Xiaobo. Sarebbe stato sicuramente meglio consegnare un premio per la Pace in maniera più attenta, non come accaduto negli anni precedenti, quando lo si è affidato al Presidente degli Stati Uniti d'America, Obama, che comunque è un Presidente coinvolto in diverse guerre a livello mondiale, ovviamente guerre di esportazione della democrazia.
Anche qui, sottolineo la presenza di doppiogiochismo e un pochettino di ipocrisia da parte del mondo occidentale, che, ovviamente, in lotta economica e in competizione con la Cina, si dimentica, ad esempio, dei grandi giornalisti che sono stati ammazzati, torturati e perseguitati in un paese come la Russia, che non mi sembra brilli come esempio di libertà d'informazione e comunicazione.
Mi chiedo perché non si sia pensato di assegnare un premio Nobel per la Pace alla Politkovskaya, prima che venisse ammazzata, o alla Anastasia Baburova, studentessa venticinquenne che inseguiva il sicario di Stanislav Merkelov, avvocato della Politkovskaya, che sono stati entrambi ammazzati in quanto difendevano le famiglie da quelle che erano state le torture dell'esercito russo in Cecenia, ce lo ricordiamo tutti. Forse perché la Russia, con Putin, è un po' più amica del nostro Presidente del Consiglio il quale ha definito Putin un "dono di Dio". Sul "dono di Dio" ho dei dubbi, ma sinceramente non li esprimo in questa sede.
Quindi, ben vengano i due ordini del giorno, però attenzione a porsi con una nazione, come hanno detto i colleghi, fortemente nazionalista, come la Cina, in una posizione di aperta sfida, anche perché una buona parte del debito americano e adesso - ahinoi - anche di quello italiano è nelle mani dei cinesi, così come buona parte della produzione mondiale, quindi riflettiamoci.
In ultimo, ricordo a tutti i colleghi e Consiglieri di visitare il sito "Commettee to Protect Jounalists" (www.cpj.org), il quale è una specie di Amnesty International che segnala la situazione della libertà d'informazione nei paesi mondiali e, purtroppo, stila l'elenco dei morti.
Ovvio che essere incarcerati è meglio di essere morti, ma essere incarcerati non è comunque bello. Ricordo che negli ultimi vent'anni in cui c'è stato al potere Putin, in Russia, sono stati uccisi 106 giornalisti mentre in Cina - ovvio che, data l'estensione della nazione, è difficile avere dati attendibili - ne risultano solo due. Grazie a tutti.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Sull'ordine del giorno n. 98 hanno diritto di replica il primo firmatario Consigliere Carossa, e altri. Chiedo se qualcuno intende replicare.



(Gli aventi diritto dichiarano di rinunciarvi)



PRESIDENTE

Grazie.
Sull'ordine del giorno n. 102 può replicare il collega Cursio, al quale approfitto per chiedere se conferma di eliminare la lettera c) della presa d'atto o se la mantiene.
La parola al Consigliere Cursio.



CURSIO Luigi

Oltre all'eliminazione della lettera c) di "preso atto che" va modificato anche l'ultimo punto come segue: "richiede la liberazione del Professor Liu Xiaobo attraverso un'incisiva azione della diplomazia italiana." Desidero semplicemente fare questa considerazione: quest'ordine del giorno in verità nasce anche da una mia personale opinione, visto che non molto tempo fa abbiamo parlato del Dalai Lama e dei diritti umani. Devo dire che naturalmente, come ho sostenuto anche in quell'occasione, non possiamo avere due pesi e due misure: dovremmo un po' considerare che se ci sono dei diritti umani, ci sono in quanto tali, indipendentemente dal fatto che il massacro di questi diritti avvenga in un Paese piuttosto che in un altro. Devo dire che l'articolo 35 è di lodevole e anche chiara manifestazione - cioè il desiderio di riconoscere i diritti umani anche attraverso la Carta costituzionale cinese - e tuttavia questo in pratica non avviene. Da parte nostra, quindi, auspico un atto di coerenza maggiore nei confronti di tutti coloro che subiscono un mancato rispetto dei diritti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Cursio.
Non essendoci ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 98, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che il dissidente cinese Liu Xiaobo, da poco insignito del Premio Nobel per la Pace, risulta tutt'ora detenuto nel carcere cinese di Jinzhou dove sconta una pena di 11 anni per il reato di "istigazione alla sovversione" del quale è stato accusato dal Governo di Pechino per la sua battaglia a favore dei diritti civili in Cina la battaglia per i diritti umani in ogni parte del Mondo, ma soprattutto in quei Paesi dove i governi hanno soppresso o limitato le libertà personali è una strada sempre ardua da percorrere rilevata l'alta considerazione e il supporto che sono dovuti a chi sacrifica la propria vita in nome della pace e dei diritti degli altri rilevato inoltre che Liu Xiaobo è stato il promotore di "Charta 08" (un manifesto pubblico ispirato alla "Charta 77" realizzato negli anni '70 dai dissidenti cecoslovacchi) redatto in occasione del 60° anniversario della proclamazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (10 dicembre 1948 - 10 dicembre 2008), il quale si configura come un grande appello alla libertà di espressione, al rispetto dei diritti umani e alle elezioni libere impegna la Giunta ad attivarsi presso il Governo e tutti i canali istituzionali e diplomatici per richiedere la scarcerazione del Premio Nobel per la Pace Liu Xiaobo".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 102, il cui testo modificato recita: "Il Consiglio regionale premesso che l'articolo 2 della Costituzione della Repubblica Italiana riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo ai sensi dell'articolo 21 comma I° della Costituzione della Repubblica Italiana tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione lo Statuto della Regione Piemonte è ispirato ai principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.
appreso che : Il Comitato per il premio Nobel ha assegnato il Nobel per la pace per l'anno 2010 al dissidente cinese Lui Xiaobo, che - come attivista per i diritti umani - ha chiesto più volte al governo cinese di dare conto delle proprie azioni di repressione, venendo, perciò, arrestato e condannato nonostante le sue azioni siano sempre state pacifiche, compresa la partecipazione alla protesta di piazza Tiananmen nel 1989 Lui Xiaobo, in quanto promotore di "Charta 08", manifesto pubblico ispirato alla famosa "Charta 77", redatta negli anni settanta dai dissidenti cecoslovacchi, è stato privato della libertà personale, successivamente formalmente arrestato e, quindi, prima processato e poi, il 25 dicembre 2009, condannato per "incitamento alla sovversione del potere dello stato" ad undici anni di reclusione e a due anni d'interdizione dai pubblici uffici "Charta 08", redatta in occasione del 60° anniversario della proclamazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (10 dicembre 1948 - 10 dicembre 2008), è un appello alla libertà d'espressione, al rispetto dei diritti umani e alle libere elezioni nella motivazione del Comitato per il Nobel si legge che per oltre due decenni Liu Xiaobo si è impegnato in modo non violento a tutela dei diritti umani in Cina il Governo cinese, nonostante l'articolo 35 della propria Costituzione stabilisca che i cittadini godono delle libertà d'associazione d'assemblea, di manifestazione e di discorso, ha definito l'attribuzione del premio Nobel per la pace a Liu Xiaobo una "oscenità".
preso atto che: il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha richiesto la liberazione di Liu Xiaobo, istanza avanzata anche dai Governi francese e tedesco il Presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso ritiene l'attribuzione del premio Nobel a Lui Xiaobo un messaggio forte a sostegno di tutti coloro che nel mondo, anche al prezzo di grandi sacrifici personali, combattono per la libertà ed i diritti umani, valori fondanti l'Unione Europea affermato che: il progresso economico cinese ha permesso al Paese di raggiungere un nuovo status che implica accresciute responsabilità sulla scena internazionale anche e soprattutto sul versante del rispetto dei diritti umani all'interno dei propri confini la via cinese dello sviluppo economico non può fondarsi nel mancato rispetto dei diritti umani la scarcerazione di Lui Xiaobo rappresenterebbe un passo concreto verso il riconoscimento anche in Cina dei diritti fondamentali dell'uomo qualsivoglia interesse di natura economica non può essere anteposto al rispetto dei fondamentali diritti dell'uomo di cui alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo richiede la liberazione del Professor Lui Xiaobo attraverso un'incisiva azione della diplomazia italiana".
Il Consiglio approva.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Prima di procedere con i nostri lavori, ricordo che prima del termine della seduta sarà reso noto l'esito delle votazioni sulle nomine. A tale proposito segnalo un problema sul Collegio dei Revisori di tutte e sette le ATC, per il quale chiedo l'attenzione soprattutto delle opposizioni: non è stato fatto il collegamento da parte dell'opposizione per un membro supplente del Collegio dei Revisori. Se l'opposizione è d'accordo trattandosi di un supplente, prima di dare l'esito della votazione procederemmo alla votazione distribuendo una sola scheda per ogni singola ATC: l'opposizione potrà in questo modo votare i propri candidati esprimendo una singola preferenza per un revisore supplente.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 99 "Condanna di ogni forma di azione violenta" presentato dai Consiglieri Vignale, Botta Franco Maria, Cantore, Carossa Cortopassi, Leo, Motta Massimiliano, Negro, Pedrale, Tentoni e Valle.


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 99, avente ad oggetto "Condanna di ogni forma di azione violenta" presentato dai Consiglieri Vignale, Botta Franco Maria, Cantore, Carossa, Cortopassi, Leo, Motta Massimiliano, Negro, Pedrale, Tentoni e Valle, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola per l'illustrazione al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Io non ho ancora l'ordine del giorno davanti ma, avendolo scritto, me lo ricordo. Quanto accaduto nei giorni scorsi e in particolare nella giornata di ieri - per entrare nel merito, le scritte notturne di minaccia nei confronti del Presidente Cota, fatte presso la sede del Gruppo del PdL e la lettera intimidatoria che è stata trasmessa nella giornata di ieri basterebbe per chiedere una forma di condanna per azioni che, anche se in questo caso non sono state violente da un punto di vista fisico, si configurano come una forma di violenza, ancorché verbale, o di intimidazione.
Al di là dei fatti in sé, che sono già gravi, ancor più grave è il fatto che si tratti di un'escalation o comunque di una reiterazione di alcune manifestazioni di violenza, sia fisica (come accaduto al Segretario della CISL Bonanni o ad alcuni esponenti del Popolo della Libertà torinese), sia di tipo intimidatorio (come accaduto con il Presidente del Senato Schifani, cui è stato impedito di intervenire), sia che si tratti di scritte come quelle rivolte contro il quotidiano Torino Cronaca: e tutto ciò nell'arco di un mese.
Io credo che questo debba destare una qualche preoccupazione all'interno della nostra città e soprattutto credo sia necessario condannare ogni forma di azione violenta: sia quella indicata nell'ordine del giorno n. 99) relativo all'aggressione che alcuni militanti del Popolo della Libertà hanno subito nella settimana passata, sia quella che recentemente ha avuto per vittima il Presidente della nostra Regione.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 99, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale in seguito alla vergognosa aggressione da parte di una decina di squatter contro alcuni militanti del centro destra che stavano raccogliendo firme a sostegno di una proposta di legge ad un mercato torinese e in considerazione di altri numerosi episodi di intransigenza e attacchi violenti contro chi sostiene o promuove ideali ed azioni della destra italiana avvenuti recentemente a Torino.
Ritiene Anche alla luce dei recenti atti intimidatori e aggressioni a rappresentanti sindacali, gruppi politici e movimenti studenteschi necessaria una presa di posizione forte e decisa volta a ribadire il principio di legalità e democrazia come fondamentali e inviolabili S'impegna a farsi carico di richiedere al Prefetto di Torino e a tutte le amministrazioni comunali di impegnarsi in una necessaria aziona di contrasto ad ogni forma di violenza e di illegalità, iniziando innanzitutto con un impegno immediato per l'eliminazione di ogni forma di abusivismo e occupazione illegale di case, asili o proprietà comunali o pubbliche, che spesso diventano vere e proprie arene di illegalità e insicurezza e sedi di movimenti e gruppi violenti afferma La propria solidarietà verso i giovani militanti aggrediti e una ferma condanna ad ogni gesto di violenza, intolleranza ed intimidazione nonché di ogni atto volto all'ammutinamento di chiunque non la pensi allo stesso modo e condanna forte condanna verso gli autori di tali odiose ed illegali azioni" Il Consiglio approva


Argomento: Informazione - Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 100 "Difesa della professionalità della sede Rai di Torino" presentato dai Consiglieri Carossa, Marinello, Angeleri Molinari, Gregorio, De Magistris, Novero e Tiramani


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 100, avente ad oggetto "Difesa della professionalità della sede Rai di Torino", presentato dai Consiglieri Carossa, Marinello, Angeleri, Molinari, Gregorio, De Magistris Novero e Tiramani, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Carossa per l'illustrazione.



CAROSSA Mario

Le faccio una richiesta, Presidente.
Abbiamo presentato l'ordine del giorno perché riteniamo che la questione Rai sia una questione basilare per la città di Torino e per il Piemonte intero, però circa due mesi fa, mi sembra i primi di luglio, era stato approvato un ordine del giorno analogo, sempre in difesa e a tutela dei lavoratori della Rai. Non vorrei, quindi, che fosse una ripetizione.
Capisco perfettamente che si può ripresentare un ordine del giorno però chiedo a lei cosa si può fare, onde evitare nuove votazioni.



PRESIDENTE

In effetti - e la ringrazio per la sua correttezza, Consigliere Carossa un ordine del giorno di contenuto analogo era già stato approvato prima della pausa estiva. Conseguentemente proporrei di ritirarlo, se lei condivide, ed eventualmente creare un'occasione di risposta, rispetto agli impegni che aveva dato la Giunta regionale a suo tempo, in una delle prossime sedute di Consiglio regionale, in modo da fare un punto sulla situazione relativa alla questione Rai che, com'è noto, è a cuore dell'intero Consiglio regionale, anche perché questi documenti - sia questo che quello relativo al mantenimento del Premio "Prix Italia" nella città di Torino - sono stati approvati ad un'unanimità.
Prego, Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Accolgo con favore il suo suggerimento e lo faccio mio e del Gruppo della Lega Nord. Lascio naturalmente a lei l'individuazione della tempistica e le modalità per questo successivo approfondimento.
Personalmente ritengo, come ha detto lei, che tutto il Consiglio regionale debba essere attento su quest'argomento, cercando di mantenere sempre alta l'attenzione. Grazie.



PRESIDENTE

Diamo atto che l'ordine del giorno rubricato al punto 8) dell'o.d.g.
della seduta odierna è ritirato.
Abbiamo esaurito i punti all'o.d.g..



(La seduta, sospesa alle ore 16.25 riprende alle ore 16.51)


Argomento:

Nomine (seguito)


PRESIDENTE

Volevo ricordare ai colleghi che dobbiamo procedere ad una nuova votazione per il Collegio Sindacale delle sette ATC. Si tratta di eleggere un membro supplente del Collegio Sindacale, spettante alle opposizioni.
Procederemo in questo modo: sarà distribuita una scheda ad ogni Consigliere regionale, in quanto anche questa nomina necessita del numero legale, e inviterei la maggioranza ad astenersi dall'esprimere preferenze e consegnare quindi la scheda in bianco, mentre le opposizioni dovranno fare adesso mi accingo a dare la parola - gli apparentamenti, dichiarando un nome per ogni singola ATC.
La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Innanzitutto chiedo scusa per il precedente disguido.
Per l'ATC di Torino indichiamo, come Sindaco supplente, Mariangela Brunero; come Sindaco supplente per l'ATC di Alessandria Ubaldo Cernetti per Asti Lidia Maria Pizzotti; per Biella Simone Mainardi; per Cuneo Federico Ghiano; per Novara Stefano Alberione e per Vercelli Alberto Andrello.



PRESIDENTE

Ricostruiamo il seggio come questa mattina: il seggio sarà formato dai Consiglieri Ponso, Novero e dal Vicepresidente Molinari e il Consigliere Leardi precederà all'appello nominale.
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C. di Alessandria - nomina di 1 membro supplente, in rappresentanza delle minoranze in seno al Collegio Sindacale (ad integrazione della votazione precedente)

Argomento: Nomine

Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C. di Asti - nomina di 1 membro supplente in rappresentanza delle minoranze, in seno al Collegio Sindacale (ad integrazione della votazione precedente)

Argomento: Nomine

Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C. di Biella - nomina di 1 membro supplente in rappresentanza delle minoranze, in seno al Collegio Sindacale (ad integrazione della votazione precedente)

Argomento: Nomine

Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C. di Cuneo - nomina di 1 membro supplente in rappresentanza delle minoranze, in seno al Collegio Sindacale (ad integrazione della votazione precedente)

Argomento: Nomine

Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C. di Vercelli - nomina di 1 membro supplente in rappresentanza delle minoranze, in seno al Collegio Sindacale (ad integrazione della votazione precedente)

Argomento: Nomine

Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C. di Novara - nomina di 1 membro supplente in rappresentanza delle minoranze, in seno al Collegio Sindacale (ad integrazione della votazione precedente)


PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Leardi effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Si proceda allo spoglio delle schede.


Argomento: Questioni internazionali - Condizione femminile

Iscrizione all'o.d.g. ed esame ordine del giorno n. 106 inerente a "Per la salvezza di Sakineh" presentato dai Consiglieri Motta A., Spagnuolo, Cota Rosa Anna, Carossa, Pentenero, Taricco, Botta M., Cattaneo, Leo, Marinello Montaruli, Negro, Cerutti e Stara


PRESIDENTE

stato presentato un ordine del giorno per la salvezza di Sakineh annunciato dalla Consigliera Spagnuolo, dalla Consigliera Motta ed altri come ordine del giorno unitario che sostituisce l'ordine del giorno che ha avuto quell'incidente di percorso in fase di votazione.
Se l'Aula acconsente, lo iscriverei e lo porrei in votazione.



(L'Assemblea, unanime acconsente all'iscrizione)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Cari Consiglieri, abbiamo unificato i due ordini del giorno perché di fronte ad una vicenda così non ci poteva essere differenziazione.
Mi permetto, non per piaggeria, di ringraziare le colleghe del nostro Gruppo, Rosanna Costa e Carla Spagnuolo, anche perché ho agito sotto loro indicazione nel sintetizzare i due ordini del giorno. La sostanza di entrambi è ricompresa e penso sia un segno molto bello aver trovato un accordo così rapidamente.
Non illustrerò il documento perché sono i due ordini del giorno unificati, quindi li avete letti. Siamo pronti al voto.
Ho parlato con la Consigliera Motta che si associa, il Regolamento non permette più di un primo firmatario, ma politicamente lo sono anche la Consigliera Spagnuolo e il sottoscritto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà



CERUTTI Monica

Chiedo semplicemente, se è possibile, di sottoscrivere l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Diamo atto che la Consigliera Cerutti ha sottoscritto l'ordine del giorno.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Motta; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Ringrazio la disponibilità del Consigliere Leo, della Consigliera Spagnuolo e di tutti i colleghi che hanno condiviso l'ordine del giorno.
Ci rendiamo conto di quanta poca forza abbia il Consiglio regionale del Piemonte, ma è un gesto importante e significativo che spero possa dare una speranza a tutti coloro che oggi aspettano un segnale forte da tutti gli Stati democratici, che possono far sentire la loro voce in quei Stati che invece, tanto democratici non sono e che ancora oggi utilizzano la pena di morte. Ci auguriamo che pian piano la cultura possa cambiare. Anche questo piccolo gesto, veramente piccolo ma significativo, credo sia importante.
Grazie a tutti i colleghi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Solo per sottolineare l'importanza che il Gruppo UDC ha dato all'ordine del giorno sottoscrivendolo.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 106 il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la vicenda della Signora Sakineh Mohammadi Ashtiani è tristemente nota: è una donna iraniana di 43 anni, madre di due figli adolescenti, che nel 2006, dopo aver già ricevuto a titolo di "esempio", come punizione pubblica, ed in presenza di uno dei figli, novantanove colpi di frusta, è stata condannata, dal tribunale di Tabriz, a morte per lapidazione per adulterio durante il matrimonio e complicità nel delitto del marito anche se due dei cinque giudici del tribunale hanno ritenuto la donna non colpevole, facendo presente che era già stata sottoposta a fustigazione e aggiungendo di non aver trovato a suo carico le necessarie prove di adulterio, i restanti tre l'hanno ritenuta colpevole sulla base della "conoscenza del giudice", una disposizione della legge iraniana che consente ai giudici di esprimere il loro giudizio soggettivo e verosimilmente arbitrario di colpevolezza anche in assenza di prove certe e decisive la sentenza di morte per lapidazione, pratica orrenda ed inumana che provoca un'agonia lenta e dolorosa, è stata confermata nel 2007 dalla corte suprema iraniana il caso è giunto all'attenzione della comunità internazionale solo nel giugno del 2010, quando i due figli della donna hanno lanciato un appello accorato per cercare di salvarla, affermando che la madre è stata condannata sulla base di una confessione di omicidio estorta con la tortura ed, infatti, presto ritrattata. La donna ha, peraltro, sempre negato anche l'accusa di adulterio considerato che pochi giorni fa, il procuratore generale iraniano ha annunciato la commutazione della condanna: Sakineh non sarà più giustiziata per lapidazione ma per impiccagione, poiché la condanna per omicidio prevale su quella per adulterio il ministro degli esteri iraniano ha precisato che, in realtà, le procedure legali non sono ancora concluse; tuttavia, secondo il figlio della donna le parole del procuratore generale sono state il preannuncio ufficioso di una sentenza già decisa e che sarà resa ufficiale fra due settimane tenuto conto che ovunque le donne svolgono un ruolo attivo e fondamentale, determinante nel mantenimento e nel progresso delle nazioni il Parlamento Europeo, già il 24 aprile 2008, varava una risoluzione "sui diritti delle donne in Iran" nella quale venivano puntualmente denunciate una serie di situazioni le quali, oltre ad una tristemente nota violazione dei più elementari diritti civili, evidenziavano anche un particolare accanimento contro i diritti delle donne e di tutti coloro che, in loro difesa, hanno avuto il coraggio di schierarsi valutato che tutta la comunità internazionale e numerose amministrazioni locali e regionali italiane, come ad esempio la città di Roma e la Regione Lazio hanno intrapreso campagne di mobilitazione per la salvezza della signora Sakineh anche il Consiglio regionale del Piemonte, già nel 2002, attraverso l'istituzione dell'Associazione di Comuni, Province, Regioni per il Tibet e, recentemente, con l'istituzione dell'Associazione regionale per il Tibet e i diritti umani, ha da sempre dimostrato una spiccata sensibilità al tema dei diritti civili condannando fermamente qualsiasi modalità di punizione barbara ed iniqua che non rispetti la dignità e la libertà di ogni essere umano condividendo ogni iniziativa volta a salvare la donna, già intrapresa a livello nazionale ed internazionale, in particolare quelle delle organizzazioni di difesa dei diritti umani ricordando che il nostro Paese è da anni impegnato nel portare avanti iniziative per la moratoria e, in prospettiva, per l'abolizione della pena di morte auspicando fortemente che la condanna a morte possa essere rivista e si arrivi ad un epilogo positivo e definitivo della vicenda, dopo ben quattro anni di iter giudiziario controverso e di detenzione della donna nel braccio della morte del carcere di Tabriz.
impegna la Giunta regionale a promuovere campagne per la sensibilizzazione in difesa dei diritti civili delle donne in Medio Oriente e nei paesi in via di sviluppo e sul rapporto tra fondamentalismi religiosi e sesso femminile a predisporre l'esposizione dell'immagine di Sakineh sulle facciate di Palazzo Lascaris o di altri edifici regionali a sollecitare il Governo italiano affinchè gli sforzi già avviati per la salvezza della signora Sakineh continuino con la massima determinazione per impedire la tragica esecuzione della pena, sottolineando che i diritti alle pari opportunità e alla dignità della donna costituiscono un indispensabile strumento di progresso per qualsiasi nazione, contro la barbarie della pena di morte e per il benessere di tutti i cittadini della Terra." Il Consiglio approva.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Iscrizione all'o.d.g. ed esame dell'ordine del giorno n. 105 dei Consiglieri Pedrale, Vignale, Montaruli e Mastrullo inerente a "Solidarietà al Presidente Cota e condanna ad ogni forma di intimidazione"


PRESIDENTE

stata richiesta l'iscrizione dell'ordine del giorno avente per oggetto: "Solidarietà al Presidente Cota e condanna ad ogni forma d'intimidazione" presentato dal Consigliere Pedrale, Vignale, Montaruli e Mastrullo.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Come da prassi, lo considero iscritto in calce all'o.d.g.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Sulla scorta di quanto dicevamo precedentemente relativamente all'ordine del giorno n. 99. Come i colleghi sanno, nella notte di avantieri i muri dell'edificio del Gruppo consiliare del PdL sono stati imbrattati con scritte minacciose nei confronti del Presidente Cota. Nella giornata di ieri lo stesso Presidente ha ricevuto una lettera di minacce con una polverina bianca (fortunatamente si è appurato non essere nulla di nocivo).
Come dicevamo precedentemente, crediamo che vada condannato questo clima di violenza che, seppure verbale, ancorché con scritte sui muri o tramite una trasmissione di una lettera intimidatoria, oppure con aggressione fisiche vere e proprie, denunciano una situazione grave che in qualche modo....



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Vignale, ma è in discussione un ordine del giorno di solidarietà al Presidente della Regione. È la stessa solidarietà che mi sembra tutti i Gruppi abbiano espresso ieri attraverso gli organi di informazione. Chiederei una minima attenzione, non perché è un provvedimento che vale più di altri ma, come altri, credo sia giusto che il Consigliere Vignale possa essere ascoltato da chi è interessato.
Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Credo pertanto che vada espressa una forma di condanna rispetto agli atti compiuti, non c'entra niente l'aspetto politico. Il Presidente poteva essere Roberto Cota come un altro Presidente, credo che quando la massima rappresentanza dell'istituzione regionale riceve, come di qualsiasi altra istituzione, delle minacce, sia doveroso la solidarietà e la condanna per gli atti compiuti.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale. Qualche Consigliere intende intervenire? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Era solo per capire dal primo firmatario il senso della dichiarazione secondo cui ci sarebbero state "alcune incaute affermazioni espresse da esponenti politici". Poiché a me non risulta che siano avvenute, potrebbero essere interpretate in modo discutibile, chiederei al primo firmatario di cancellare questo capoverso che tanto non aggiunge nulla al senso dell'indirizzo di modo che non ci siano retro pensieri o critiche probabilmente anche improprie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Aggiungo, per quanto riguarda il sottoscritto altre due richieste di soppressione: non solo il punto che ha sollecitato dal Consigliere Lepri ma anche il terzo capoverso dove si dice "Constatato che questi episodi minatori fanno seguito ad una sequenza di violenza che è andata crescendo negli ultimi mesi e che ha portato anche all'aggressione di alcuni militanti del PdL...". Mi sembra assolutamente fuori luogo, soprattutto quando impegna "affinché il dibattito politico non oltrepassi i confini del corretto contraddittorio democratico".
stato commesso un atto - sono il primo a condannarlo e ad esprimere la solidarietà al Presidente - che però si vuole trasformare e strumentalizzare politicamente. Ci si impegna "affinché il dibattito politico non oltrepassi i confini (...)" cosa significa? Qualcuno sta sostenendo che nel dibattito politico si sono usati toni che hanno favorito l'accadimento di questi episodi? Così com'è scritto, l'ordine del giorno è'pericoloso'.
Depuriamolo da fraintendimenti e possibili strumentalizzazioni - il terzo capoverso "constatato...", il terz'ultimo capoverso "esprime..." e il capoverso "s'impegna....", e rimanga la condanna.
Diversamente, si tratta di una strumentalizzazione politica; mi sembra molto evidente. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io per unire le mie considerazioni a quelle del Consigliere Stara.
Da parte nostra c'è la più ferma condanna per quanto è accaduto al Presidente, ma crediamo non sia né accettabile né sensato tentare di usare questo fatto per una strumentalizzazione politica assolutamente inaccettabile.
Non credo che siano sensati i tre passaggi che iniziano con le parole "constatato", "esprime" e "s'impegna", perché creano un'indebita correlazione tra questo fatto ed altri, tutti da dimostrare, ed è assolutamente inopportuno che vengano riportati nel testo dell'ordine del giorno.
Per cui se da parte dei promotori del testo si accetta la cancellazione di questi tre passaggi, condividiamo la ferma condanna di quanto è accaduto e la piena solidarietà al Presidente.
Qualora rimangano questi tre passaggi, non parteciperò al voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Anche noi, come Gruppo UDC, non accettiamo alcun tipo di strumentalizzazione politica - come già affermato dai miei colleghi.
Peraltro, rimaniamo fermi nella condanna degli atti nei confronti del nostro Governatore Cota. Queste cose non devono succedere e quindi siamo assolutamente fermi su questa condanna. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Per noi è assolutamente inconcepibile dover modificare alcuni dei capoversi dell'ordine del giorno. Non c'è nessun attacco e riferimento ad alcuna forza politica e a alcun esponente.
Quello che noi constatiamo è che, stranamente, una parte di quest'Aula non vuole constatare - probabilmente prigioniera di pregiudizi politici ideologici che tengono....



(Commenti in aula)



PEDRALE Luca

E' evidente: si continua a non ravvisare il clima pesante che sta crescendo in questa Regione, sono state apposte delle scritte sui muri degli edifici che ospitano la sede del nostro Gruppo, ieri c'è stato un sospetto caso di allarme presso il palazzo della Giunta regionale. Ci sono ripetute dichiarazioni, forse fatte in buonafede nella foga, nelle quali si continua a dire che il voto con cui è stato eletto il Presidente Cota è un voto truccato, con liste truffaldine, quando ad oggi non c'è un dispositivo di sentenza di nessun tribunale, Tar o Consiglio di Stato che affermi questo in maniera inequivocabile.
Però qualcuno è citato da queste dichiarazioni e da questi proclami e potrebbe fare qualche atto inconsulto. A noi questo preoccupa ed è per questo che invitiamo - per chi ovviamente vuole ascoltare e sentire - ad abbassare i toni proprio per cercare di riportare un clima del dibattito politico in Piemonte a livelli accettabili e democratici.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Noi a questo punto chiederemmo, anche a nome della Consigliera Artesio e di altri Consiglieri dell'opposizione, una sospensione di dieci minuti perché intenderemmo presentare un nostro ordine del giorno di solidarietà al Presidente Cota però depurato di tutte le considerazioni che certamente non condividiamo e che sono state ribadite dai colleghi di maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

A questo punto anche io interromperei un momento e farei questa riunione. Ribadisco solo che in questo momento se si aprono i giornali e si leggono le dichiarazioni, chi eccita gli animi dichiarando che addirittura ci saranno dei capovolgimenti violenti non è la nostra parte politica.
C'è il Segretario di un importante partito che continua ad incitare alla rivolta, nel caso la decisione - che peraltro ricordato il Consigliere Pedrale esiste già, perché esiste un tribunale che ha depositato una sentenza che annulla due liste e poi decide il famoso riconteggio su cui discutiamo da settimane.
Quindi, innanzitutto esiste un atto di un tribunale che annulla due liste. Ma questo non ha rilevanza.
Credo che se c'è un'escalation di tensione, non sia certo da questa parte. Adesso ci riuniremo e presenteremo, perché concordo che è opportuno abbassare i toni. Quello che dico è che non siamo noi quelli che li abbiamo alzati.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Io volevo fare un appello al Presidente Pedrale, perché vorrei chiedere qualche altro emendamento, magari riuscire a togliere anche il nome Cota.
Non si sa mai, non vorrei mai che offendesse la suscettibilità dell'opposizione e, in particolar modo, della ex Presidente Bresso, alla quale ricordo e la sfido a trovare una dichiarazione sui giornali in cui la nostra parte politica ha incitato alla violenza o quant'altro. La sfido in aula a trovare questo, non a dire baggianate tanto per dirle. Lei porti le prove di questo, anzi le ribadisco, visto che siamo in Aula e a verbale che sono anche abbastanza stufo di sentirmi atteggiato a taroccatore, a baro e a tutti gli insulti che lei ci ha dato in questi mesi sui giornali e questo è vero.



(Commenti in aula)



CAROSSA Mario

Stia zitto! Perché se ci sono dei disonesti, questi siete voi.
Io ricorderei, tanto per non dimenticarlo, cosa avete voi liberato ed esonerato dalle firme, il vostro Capogruppo Muliere, la lista di Rabellino o l'altro della sinistra, fa lo stesso...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi. Siamo su un ordine del giorno di solidarietà al Presidente della Regione. L'opposizione ha chiesto una sospensione per presentare un proprio ordine del giorno. Sono state fatte delle proposte so che è una giornata particolare, ma vi invito, per quanto possibile, a rimanere in argomento.
Prego, continui.



CAROSSA Mario

La ringrazio, sto sempre nell'argomento o cerco di stare in argomento.
Per me, Presidente, le giornate sono sempre particolari, soprattutto verso questa opposizione e verso l'ex Presidente, Mercedes Bresso: per il sottoscritto, saranno sempre - comunque vadano le cose - giornate particolari.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Goffi; ne ha facoltà.



GOFFI Alberto

Per la verità, Presidente, non era mia intenzione intervenire, ma mi ha un po' costretto l'intervento del Capogruppo Carossa, perché, a mio giudizio, non è sereno nell'esposizione di ciò che ha appena riferito.
Mi pare che la Presidente Bresso abbia espresso la piena solidarietà ad un esponente politico, e credo che lo abbia fatto con molta franchezza.
Ritengo, quindi, che il tono usato dal Capogruppo Carossa sia fuori luogo.
Lo dico perché tutto quello che si è letto sui giornali in questi giorni rientrava - va beh! - in una fase in cui si doveva ancora arrivare ad una discussione. Oggi la discussione è in corso: francamente, far battere alle agenzie che nel momento in cui è in corso una discussione da parte di alti magistrati di questo Stato vi è un'altra discussione che si tramuta in una bagarre in Consiglio regionale, su una vicenda che non è di nostra competenza, ma che è stata trasferita alla competenza della Magistratura...
Chiedo anche a lei, Presidente, di richiamare un po' tutti al rispetto anche di altri settori dello Stato che in questo momento stanno svolgendo faticosamente un mestiere che non è facile - non è facile per nessuno! neanche per loro che devono decidere.
La solidarietà al Presidente Cota va a prescindere, perché si tratta di atti irresponsabili e vergognosi, che nessuno intende giustificare. Ma allo stesso modo, io non giustifico - e mi spiace che lo faccia il Capogruppo di un partito di maggioranza, che esprime anche il Presidente della Regione - l'uso di toni così violenti in una giornata in cui è la Magistratura che deve esprimere l'esito: il giudizio non è nelle mani...



PRESIDENTE

Si attenga anche lei all'ordine del giorno, per cortesia!



GOFFI Alberto

Io mi attengo all'argomento, però se continuo a sentire brusio continuo a parlare: azzero il tempo e proseguo.
Quando posso, Presidente!



PRESIDENTE

Continui pure.



GOFFI Alberto

Grazie.
Dato che la giornata è particolare, ricordo al Capogruppo Carossa che non è lui che deve esprimere giudizi: sarà la Magistratura a farlo. Per cui si attenga a quello che è un giusto senso istituzionale di rispetto delle istituzioni - tutte - anche della Magistratura.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente Cattaneo.
Mi scuso per aver disturbato i lavori dell'Aula, ma ci sono alcune cose che, a mio avviso, è bene che si dicano in quest'Aula: una di queste è il fatto che noi si sia dati dei "taroccatori" al collega "Tarocco" e ad altri colleghi che non sono...



(Ilarità in aula)



GARIGLIO Davide

Chiedo scusa, volevo dire "al collega Carossa"! È un refuso, me ne scuso! Stavo cercando una notizia... chiedo scusa, non sono multitasking!



PRESIDENTE

La ringraziamo per aver riportato un po' di buonumore! Prego, collega Gariglio.



GARIGLIO Davide

Stavo cercando una notizia apparsa su Affaritaliani.it (è un giornale on-line).
In questo momento, su Affaritaliani.it è riportata la notizia che il Consiglio di Stato darà la vittoria al Presidente Cota, rigettando il ricorso della Presidente Bresso e delle altre liste che lo avevano presentato.
Il dato è interessante - vi inviterei ad osservarlo - perché è curioso che in pendenza di un'adunanza che è segreta (i giudici, infatti, sono riuniti in camera di consiglio), compaiono delle notizie che preannunciano l'esito di un ricorso di un certo tipo.
Collega Carossa, il problema dei tarocchi esiste: non è che lo imputiamo a lei o al suo partito. Noi continuiamo a dire - e lo facciamo pubblicamente a verbale - che voi vi siete alleati con liste che sono espresse, sostenute e promosse da persone che...



PRESIDENTE

Collega Gariglio, mi scusi, ma stiamo discutendo in merito all'ordine del giorno di solidarietà al Presidente Cota.



GARIGLIO Davide

...da persone che in passato avevano già fatto dei tarocchi elettorali e che, verosimilmente, ne hanno fatti anche adesso. Trovo estremamente grave che il Presidente Cota non abbia trovato un'occasione per esprimere perlomeno disapprovazione o distanza da possibili tarocchi operati da alleati. Dico "possibili" perché non disponiamo ancora di una sentenza passata in giudicato.
Quanto alla solidarietà al Presidente Cota e alla condanna di ogni forma di intimidazione, già più volte noi ci siamo espressi. Noi siamo contrari ad ogni forma di intimidazione, di violenza e di attentato, anche se viene perpetrata nei confronti dei nostri avversari politici. Perch riteniamo che questo sia il basamento di una convivenza civile e lo ribadiamo con più forza, così come abbiamo fatto anche nelle scorse sedute quando si sono votati ordini del giorno analoghi.
Fino a questo momento, in Consiglio c'è sempre stata la prassi di approvare all'unanimità ordini del giorno di questo tipo; per arrivare a ciò, si è sempre avuta la cortezza di trovare la massima condivisione possibile, per evitare che delle frasi che potrebbero essere strumentalizzate da una parte o dall'altra, inducessero a non arrivare a quel risultato. Mi pare che alcune colleghe di altri Gruppi dell'opposizione abbiano già espresso un intendimento in tal senso: se c' la disponibilità, da parte della maggioranza, di trovare una soluzione che vada ad affermare inequivocabile solidarietà nei confronti del Presidente Cota, noi ci saremo senz'altro, purché l'ordine del giorno non si presti a strumentalizzazioni. Così come chiediamo rispetto e attenzione perch quello che molte volte viene espresso nei confronti della Presidente Bresso non è molto lontano dalle intimidazioni e da forme di attacchi alla persona che sono esagerati rispetto alla convivenza in quest'Aula.
Quanto alla sua affermazione, collega Carossa, relativa agli apparentamenti operati dall'allora Capogruppo del PD Rocchino Muliere siccome io li ho ricevuti come Presidente del Consiglio regionale pro tempore, le ricordo che il Gruppo del Partito Democratico ha operato l'apparentamento nei confronti della lista Radicali, lista che assolutamente rappresenta un movimento politico che è stato anche presente in quest'aula nel corso di due legislature passate e che, in quell'occasione, era solidale con il centrodestra e operava in maggioranza sostenendo la seconda Giunta dell'allora Presidente Ghigo.
Mi pare, quindi, che non si possa girare sul Gruppo del Partito Democratico un uso strumentale della logica degli apparentamenti. Grazie.



PRESIDENTE

Mi permetto di ricordare che in allora, durante la VII Legislatura, il partito Radicale non era in maggioranza, ma era una sorta di terzo polo autonomo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Capisco che il collega Gariglio si faccia invogliare dall'intervento del collega Carossa, ma questo obbliga anche il sottoscritto ad intervenire in merito alle riflessioni del collega Gariglio, la cui matrice cattolico democristiana-talebana gli impedisce, alle ore 17.35, di trattenersi dal fare delle prediche. Allora, riportiamo le cose.
Intanto vorrei che qualche collega mi precisasse in quale legislatura si sia discusso di un ordine del giorno che non avesse un significato politico. Se c'é un ordine del giorno terzo, senza significato politico fatemelo vedere e io ne prenderò volentieri atto. Altrimenti, ritorniamo a raccontarci delle fiabe che, però, non ho voglio da sentire (se ne avrete voglia, avete le sedi opportune per raccontarvele fra voi).
Il collega Goffi dice una cosa giusta: non è materia di nostra competenza. Però, collega, anche solo in questa legislatura, quante materie questo Consiglio ha trattato, talora suggerite dai Gruppi di opposizione non di stretta competenza? Allora, se vogliamo addivenire che da adesso in poi - cosa che farei molto volentieri - lo segnaliamo tutte le volte che su un ordine del giorno non si ravvisi la competenza della Regione, ben volentieri. Altrimenti diventa difficile.
Temo, invece, che ci sia da parte della maggioranza - quella attuale una sorta di dimenticanza, perché noi ogni tanto ci distraiamo - e fasciamo male! - e votiamo le cose che propone l'opposizione. Invece, a pagina 1 del "Manuale delle giovani marmotte del centrodestra" dovrebbe esserci scritto: "Ciò che dice l'opposizione è sbagliato". Poi abbiamo un po' di tempo, se ci viene subito; se non ci viene subito, ci fermiamo e ci pensiamo spiegando loro perché è sbagliato, perché è esattamente quello che, negli ultimi sedici anni, qui - non so in altre sedi - costoro hanno fatto.
Siccome non ci credono, chiedo ai colleghi più giovani, che cercano delle obiettività dove non ci sono, di verificare quante leggi e ordini del giorno il nostro Gruppo ha votato su presentazione da parte di terzi - e ne trovano, dio solo sa se ne trovano! - e di fare il rispettivo.
Da questo si evincerebbe una di queste due tesi. Per quanto riguarda la prima - che è facile - che siamo scadenti, quindi, non avendo capacità, n culturale e poco politica, non siamo in grado di presentare qualcosa che riassuma il pensiero di tutti. È una tesi possibile, ma non consiglierei di suggerirla. Oppure, significa che, all'interno di questi banchi, ove si sono succedute persone diverse, ogni tanto qualcuno si distrae e cerca di seguire il merito della cosa e non chi lo firma. Invece, suggerisco di prestare attenzione a chi lo firma.
Se lo firma la Consigliera Artesio è a priori sbagliato! Probabilmente è sbagliata anche la data! È ideologia? Sì che è ideologia, che è esattamente quello che è stato praticato come pulizia etnica dappertutto.
Adesso che hanno perso - se il buon dio ci aiuta, forse continueranno a perdere - si lamentano: basta aspettare, ma non abbiate paura, abbiamo ragione noi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Il Consigliere Burzi ha scoperto che sto parlando in una data sbagliata.
Come opposizioni, avevamo chiesto di poter avere alcuni minuti di sospensione per permetterci di comporre un testo. Questo avrebbe comportato per tutti i colleghi la necessità di ritrovarsi a scrivere un documento ma, evidentemente, si è sentita la necessità più impellente di continuare a discutere sulle dichiarazioni del Presidente del PdL e del Presidente della Lega.
Quindi, poiché ricevo l'onore di essere presa a paradigma da parte del Consigliere Burzi, non mi posso esimere dall'intervenire sulla questione di cui stiamo dibattendo. Credo che - poi ciascuno può ritenere che sia ovviamente, sbagliata la mia modalità di concepire i contenuti che vengono formalmente espressi - quando si vuole esprimere la solidarietà ad una figura pubblica, che svolge un ruolo di rappresentanza istituzionale, la si debba manifestare sia che la persona sia stata oggetto di una intimidazione di carattere politico, sia che la persona sia stata oggetto di un'offesa dovuta al ruolo pubblico esercitato. Ricordo che è un ruolo pubblico che molto spesso, espone quella figura e quel soggetto a diventare l'obiettivo di instabilità psichiche, che sono diffuse, come è normale accada nei confronti di personaggi pubblici della politica e di altri personaggi pubblici.
Non conosciamo l'origine e la motivazione delle intimidazioni subite dal Presidente Cota. Sappiamo che una ha, chiaramente, un contenuto politico, mentre un'altra presenta, chiaramente, un'immagine molto preoccupante (la busta con la polverina), ma un contenuto, francamente prepolitico, perché non percepisco alcuna intimidazione politica nel dire: "Vada a fare il bidello".
Anche se non abbiamo contezza dell'origine di questa intimidazione - ma la dobbiamo condannare in ogni caso, perché lede l'esposizione pubblica di un soggetto che ha una responsabilità istituzionale - in ogni caso, su questa deve esserci l'unanimità della comunità politica, ma chi ha presentato l'ordine del giorno non cerca questa unanimità, perché fa due oggettive forzature. In primo luogo, connette questo episodio ad altri episodi di dialettica e scontro politico precedenti, connessione che non è data di sapere a chi la scrive, visto che non è data di conoscere nemmeno agli investigatori. Quindi, non vedo perché a quest'Aula debba anticipare giudizi di connessione logica, temporale e causale che non ci sono noti.
La seconda questione riguarda l'introduzione in capo alla dialettica politica, come è stato fatto dai due Presidenti dei Gruppi di maggioranza di un principio secondo il quale, laddove si mettano in discussione posizioni politiche e risultati elettorali, in automatico, si crea un clima di intimidazione.
Allora, questo è inaccettabile per le stesse ragioni per le quali abbiamo votato insieme, da parti opposte, ordini del giorno nei quali volevamo difendere la libertà di espressione anche contro i governi, purch questo avvenisse lontano da noi! Quando questo avviene qui vicino a noi, al nostro fianco, allora si offende la sovranità popolare. È corretto dire di abbassare i toni, purch esista il principio della reciprocità. Partendo da me stessa, che anche assumo posizioni diverse da quelle del mio partito, come ha ricordato il Consigliere Bono sull'Afghanistan, li abbasso per quello che mi riguarda ma se qualcuno mi chiede di dimostrare quand'é che altri li hanno alzati posso dire che è avvenuto nella rassegna stampa di oggi, ogni volta in cui discorrendo dell'esito di una sentenza, si parla di attentato! Non c'è bisogno di andare a cercare altrove, è scritto su tutte le pagine di oggi.
Allora, per quanto mi riguarda, testimonio la solidarietà all'uomo Cota e al Presidente Cota, che tale è fino a smentita, per l'offesa ricevuta in quanto uomo dell'istituzione e persona pubblica esposta più di altri ai rischi. Con questo non intendo anticipare processi e investigazioni, che non appartengono alla nostra responsabilità, ma soprattutto senza voler creare connessioni, quali quelle riferite nei due interventi, di tipo logico e politico, che - queste sì - inquinano i rapporti e la dialettica politica normale. Poi, mi spiace che il Consigliere Burzi ritenga qualunque ragionamento, compreso quello della data - che non sbaglio mai - un elemento di carattere pregiudiziale: mi dispiace per lui, ci rimette secondo me.



PRESIDENTE

Mi sembra non vi siano le condizioni per un ordine del giorno unitario se non viviamo due diverse sedute.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Non mi sembra vi siano le condizioni per un ordine del giorno unitario.



PRESIDENTE

ARTESIO Eleonora (fuori microfono)



PRESIDENTE

No.



PRESIDENTE

Detto questo, proporrei di rinviare il punto alla prossima seduta.
Domani si svolgerà la riunione dei Capigruppo e, magari, avendo comunque registrato - ed è positivo - seppure con posizioni politiche e giudizi differenti, un'unanime solidarietà, con un po' di buona volontà, credo si possa addivenire a questo risultato.
Per quanto riguarda la mancata sospensione rispondo alla collega Artesio. Non ho proceduto in tal senso in quanto, al momento della richiesta congiunta da parte delle Consigliere Artesio e Cerutti, doveva ancora svolgersi l'intervento della Consigliera Bresso e quello di un altro Consigliere, poi è iniziata la discussione e non mi sembrava corretto verso coloro i quali si erano iscritti interromperla, semplicemente questo.
Quindi, sospenderei la trattazione di questo punto, nella riunione dei Capigruppo di domani faremo il punto della situazione.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 4) all'o.d.g. della seduta antimeridiana, che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 21 "Agenzia regionale per i servizi sanitari ARESS" - Collegio dei Revisori dei Conti - (articolo 8, l.r. 10/1998) nomina di 3 membri effettivi. (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 24 - 43982 del 19 ottobre 2010) Proclamo nominati, quali membri effettivi in seno al Collegio dei Revisori dei Conti dell'Agenzia regionale per i servizi sanitari - ARESS, i signori Dosio Roberto, Piruozzolo Dario e Caracciolo Francesco Antonio quest'ultimo in rappresentanza delle minoranze.
Proposta di deliberazione n. 43 "Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C.
di Torino" - (articolo 31, l.r. 3/2010) - Consiglio d'amministrazione nomina di 3 membri, di cui 1 in rappresentanza delle minoranze scelti tra soggetti che abbiano maturato esperienza in materia di edilizia sociale o con esperienza nell'amministrazione di aziende, pubbliche o private, o nella pubblica amministrazione. (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 24 - 44002 del 19 ottobre 2010) Proclamo nominati, quali rappresentanti in seno al Consiglio d'amministrazione dell'Agenzia Territoriale per la Casa - A.T.C. di Torino i signori Piccolo Luigi, Rossi Elvi e Passaggio Stefano, quest'ultimo in rappresentanza delle minoranze.
Proposta di deliberazione n. 25 "Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C.
di Torino" - Collegio Sindacale - (articolo 31, l.r. 3/2010) - nomina di 3 membri effettivi, di cui 1 con funzioni di Presidente e 3 supplenti.
(Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 26 - 44034 del 19 ottobre 2010) Proclamo nominati, quali membri in seno al Collegio Sindacale dell'Agenzia Territoriale per la Casa - A.T.C. di Torino, i signori Pepe Guglielmo quale membro effettivo con funzioni di Presidente, Cerati Dario e De Gregorio Alberto quali membri effettivi, Chirico Rosa, Ciravegna Marzio e Brunero Mariangela quali membri supplenti. Il signor De Gregorio Alberto e la signora Brunero Mariangela sono stati espressi in rappresentanza delle minoranze.
Proposta di deliberazione n. 42 "Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C.
di Alessandria" - (articolo 31, l.r. 3/2010) - Consiglio d'amministrazione nomina di 3 membri, di cui 1 in rappresentanza delle minoranze scelti tra soggetti che abbiano maturato esperienza in materia di edilizia sociale o con esperienza nell'amministrazione di aziende, pubbliche o private, o nella pubblica amministrazione. (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 27 - 44041 del 19 ottobre 2010) Proclamo nominati, quali rappresentanti in seno al Consiglio d'amministrazione dell'Agenzia Territoriale per la Casa - A.T.C. di Alessandria, i signori Ciccaglioni Piervittorio, Tortorici Antonino e Vignuolo Giovanni Onofrio, quest'ultimo in rappresentanza delle minoranze.
Proposta di deliberazione n. 24 "Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C.
di Alessandria" - Collegio Sindacale - (articolo 31, l.r. 3/2010) - nomina di 3 membri effettivi, di cui 1 con funzioni di Presidente e 3 supplenti.
(Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 28 - 44060 del 19 ottobre 2010) nominati, quali membri in seno al Collegio Sindacale dell'Agenzia Territoriale per la Casa - A.T.C. di Alessandria, i signori Scaiola Giovanni quale membro effettivo con funzioni di Presidente, Lumiera Cinzia e Verde Biagio quali membri effettivi, Zaccone Antonello, Aimar Fabio e Cervetti Ubaldo quali membri supplenti. I signori Verde Biagio e Cervetti Ubaldo sono stati espressi in rappresentanza delle minoranze.
Proposta di deliberazione n. 40 "Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C.
di Asti" - (articolo 31, l.r. 3/2010) - Consiglio d'amministrazione nomina di 3 membri, di cui 1 in rappresentanza delle minoranze scelti tra soggetti che abbiano maturato esperienza in materia di edilizia sociale o con esperienza nell'amministrazione di aziende, pubbliche o private, o nella pubblica amministrazione. (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 29 - 44074 del 19 ottobre 2010) Proclamo nominati, quali rappresentanti in seno al Consiglio d'amministrazione dell'Agenzia Territoriale per la Casa - A.T.C. di Asti, i signori Campia Claudio, Giaccone Andrea e Russo Rinaldo, quest'ultimo in rappresentanza delle minoranze.
Proposta di deliberazione n. 27 "Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C.
di Asti" - Collegio Sindacale - (articolo 31, l.r. 3/2010) - nomina di 3 membri effettivi, di cui 1 con funzioni di Presidente e 3 supplenti.
(Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 30 - 44083 del 19 ottobre 2010) Proclamo nominati, quali membri in seno al Collegio Sindacale dell'Agenzia Territoriale per la Casa - A.T.C. di Asti, i signori Careglio Dario quale membro effettivo con funzioni di Presidente, Nicco Davide e Sutera Sardo Luciano quali membri effettivi, Borio Franco, Ghisa Maurizio e Pizzotti Lidia Maria quali membri supplenti. Il signor Sutera Sardo Luciano e la signora Pizzetti Lidia Maria sono stati espressi in rappresentanza delle minoranze.
Proposta di deliberazione n. 51 "Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C.
di Biella" - (articolo 31, l.r. 3/2010) - Consiglio d'amministrazione nomina di 3 membri, di cui 1 in rappresentanza delle minoranze scelti tra soggetti che abbiano maturato esperienza in materia di edilizia sociale o con esperienza nell'amministrazione di aziende, pubbliche o private, o nella pubblica amministrazione. (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 31 - 44091 del 19 ottobre 2010) Proclamo nominati, quali rappresentanti in seno al Consiglio d'amministrazione dell'Agenzia Territoriale per la Casa - A.T.C. di Biella i signori Cimmino Raffaele, Femminis Giovanni e Pietrobon Barbara quest'ultima in rappresentanza delle minoranze.
Proposta di deliberazione n. 26 "Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C.
di Biella" - Collegio Sindacale - (articolo 31, l.r. 3/2010) - nomina di 3 membri effettivi, di cui 1 con funzioni di Presidente e 3 supplenti.
(Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 32 - 44095 del 19 ottobre 2010) Preso atto che i candidati Secinaro Furio Camillo e Soncina Fabrizio hanno riportato entrambi 19 voti, dichiaro che, ai sensi del comma 3 dell'articolo 79 del Regolamento interno del Consiglio Regionale prevale il più anziano di età; quindi, proclamo nominati, quali membri in seno al Collegio Sindacale dell'Agenzia Territoriale per la Casa - A.T.C. di Biella, i signori Paraggio Amedeo quale membro effettivo con funzioni di Presidente, Omegna Franco e Ogliaro Giancarlo quali membri effettivi Santopietro Luisa, Secinaro Furio Camillo e Mainardi Simone quali membri supplenti. I signori Ogliaro Giancarlo e Mainardi Simone sono stati espressi in rappresentanza delle minoranze.
Proposta di deliberazione n. 50 "Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C.
di Cuneo" - (articolo 31, l.r. 3/2010) - Consiglio d'amministrazione nomina di 3 membri, di cui 1 in rappresentanza delle minoranze scelti tra soggetti che abbiano maturato esperienza in materia di edilizia sociale o con esperienza nell'amministrazione di aziende, pubbliche o private, o nella pubblica amministrazione. (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 33 - 44100 del 19 ottobre 2010) Proclamo nominati, quali rappresentanti in seno al Consiglio d'amministrazione dell'Agenzia Territoriale per la Casa - A.T.C. di Cuneo i signori Buttieri Marco, Spolaore Paolo e Cismondi Mario, quest'ultimo in rappresentanza delle minoranze.
Proposta di deliberazione n. 29 "Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C.
di Cuneo" - Collegio Sindacale - (articolo 31, l.r. 3/2010) - nomina di 3 membri effettivi, di cui 1 con funzioni di Presidente e 3 supplenti.
(Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 34 - 44105 del 19 ottobre 2010) Proclamo nominati, quali membri in seno al Collegio Sindacale dell'Agenzia Territoriale per la Casa - A.T.C. di Cuneo, i signori Caviglioli Marco quale membro effettivo con funzioni di Presidente, Aimar Fabio e Mainardi Antonio quali membri effettivi, Quaglia Vittorio, Scarzello Mariella e Ghiano Federico quali membri supplenti. I signori Mainardi Antonio e Ghiano Federico sono stati espressi in rappresentanza delle minoranze.
Proposta di deliberazione n. 48 "Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C.
di Vercelli" - (articolo 31, l.r. 3/2010) - Consiglio d'amministrazione nomina di 3 membri, di cui 1 in rappresentanza delle minoranze scelti tra soggetti che abbiano maturato esperienza in materia di edilizia sociale o con esperienza nell'amministrazione di aziende, pubbliche o private, o nella pubblica amministrazione. (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 35 - 44108 del 19 ottobre 2010) Proclamo nominati, quali rappresentanti in seno al Consiglio d'amministrazione dell'Agenzia Territoriale per la Casa - A.T.C. di Vercelli, i signori Pauna Franco, Fontanella Arturo e Demarchi Claudia quest'ultima in rappresentanza delle minoranze.
Proposta di deliberazione n. 28 "Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C.
di Vercelli" - Collegio Sindacale - (articolo 31, l.r. 3/2010) - nomina di 3 membri effettivi, di cui 1 con funzioni di Presidente e 3 supplenti.
(Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 36 - 44114 del 19 ottobre 2010) Proclamo nominati, quali membri in seno al Collegio Sindacale dell'Agenzia Territoriale per la Casa - A.T.C. di Vercelli, i signori Baucè Cristiano quale membro effettivo con funzioni di Presidente, Candeli Tino e Aliano Giuseppe quali membri effettivi, Gianasso Claudio, Rovetti Mario e Andreello Alberto quali membri supplenti. I signori Aliano Giuseppe e Andreello Alberto sono stati espressi in rappresentanza delle minoranze.
Proposta di deliberazione n. 47 "Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C.
di Novara" - (articolo 31, l.r. 3/2010) - Consiglio d'amministrazione nomina di 3 membri, di cui 1 in rappresentanza delle minoranze scelti tra soggetti che abbiano maturato esperienza in materia di edilizia sociale o con esperienza nell'amministrazione di aziende, pubbliche o private, o nella pubblica amministrazione. (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 37 - 44116 del 19 ottobre 2010) Proclamo nominati, quali rappresentanti in seno al Consiglio d'amministrazione dell'Agenzia Territoriale per la Casa - A.T.C. di Novara i signori: Majotti Anna, Marrocu Teresa, Sansottera Carlo e, in rappresentanza delle minoranze, i signori Gavinelli Mauro e Gallina Ezio.
Proposta di deliberazione n. 30 "Agenzie Territoriali per la Casa - A.T.C.
di Novara" - Collegio Sindacale - (Articolo 31, l.r. 3/2010) - nomina di 3 membri effettivi, di cui 1 con funzioni di Presidente e 3 supplenti.
(Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 38 - 44117 del 19 ottobre 2010) Proclamo nominati, quali membri in seno al Collegio Sindacale dell'Agenzia Territoriale per la Casa - A.T.C. di Novara, i signori Crotti Alberto quale membro effettivo con funzioni di Presidente, Borrini Giovanni e Tamini Mario quali membri effettivi, Carlucci Marta, Previdi Roberto e Alberione Stefano quali membri supplenti. I signori Tamini Mario e Alberione Stefano sono stati espressi in rappresentanza delle minoranze.
Proposta di deliberazione n. 44 "Consorzio per il Sistema Informativo regionale - C.S.I. Piemonte" - (articolo 12 Statuto dell'Ente) - Consiglio d'amministrazione - nomina di 2 membri. (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 39 - 44119 del 19 ottobre 2010) Proclamo nominati, quali membri in seno al Consiglio d'amministrazione del Consorzio per il Sistema Informativo regionale - C.S.I. Piemonte, i signori Ranieri Maria Renata Paola e Bernardelli Giovanni.
Proposta di deliberazione n. 37 "Consorzio per il Sistema Informativo regionale - C.S.I. Piemonte" - (articolo 20 Statuto dell'Ente) - Collegio sindacale - nomina di 1 Sindaco effettivo e di 1 Sindaco supplente.
(Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 40 - 44120 del 19 ottobre 2010) Proclamo nominati, quali membri in seno al Collegio Sindacale del Consorzio per il Sistema Informativo regionale - C.S.I. Piemonte, i signori Sassone Michelino, quale membro effettivo, e Morena Giuseppe, quale membro supplente.
Proposta di deliberazione n. 69 "Fondazione Teatro Regio di Torino" (d.lgs. n. 134/1998 e articolo 7 Statuto della Fondazione) - Consiglio d'amministrazione - nomina di 1 componente (requisiti di onorabilità e professionalità previsti dalla legge e dagli articoli 5.2 e 5.3 dello Statuto). (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 41 - 44122 del 19 ottobre 2010) Proclamo nominato, quale componente in seno al Consiglio d'amministrazione della Fondazione Teatro Regio di Torino, il signor Sette Vittorio.
Proposta di deliberazione n. 53 "Istituto di Ricerche Economico e Sociali I.R.E.S. - (articoli 5 e 9, l.r. 43/1991 e s.m.i.)" - Consiglio d'amministrazione - designazione di 9 membri con voto limitato a due terzi.
(Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 42 - 44123 del 19 ottobre 2010) Proclamo designati, quali membri in seno al Consiglio d'Amministrazione dell'Istituto di Ricerche economico e Sociali - I.R.E.S., i signori Angelantoni Luca, Cavino Massimo, Risso Enzo, Benvenuto Alessandro Manuel Marrone Maurizio Raffaello, Valsania Vito, Nozzoli Giuliano, Panzarino Deana e Di Nisio Dante. I signori Nozzoli, Panzarino e Di Nisio sono stati espressi dalle minoranze.
Proposta di deliberazione n. 38 "Istituto di Ricerche Economico e Sociali I.R.E.S. - (articolo 10, l.r. 43/1991 e s.m.i.)" - Collegio dei Revisori dei Conti - designazione di 3 membri effettivi di cui 1 con funzioni di Presidente e 2 supplenti. La designazione di 1 dei membri effettivi e di 1 dei supplenti spetta alla minoranza. (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 43 - 44124 del 19 ottobre 2010) Proclamo designati, quali membri in seno al Collegio dei Revisori dei Conti dell'Istituto di Ricerche economico e Sociali - I.R.E.S. i signori Milanese Alberto, quale Presidente, i signori Fabris Alessandra e Gazzaniga Gianfranco, quali membri effettivi, e i signori Savasta Fiore Lionello e Pizzotti Lidia Maria, quali membri supplenti. I signori Gazzaniga Gianfranco e Pizzotti Lidia Maria sono stati espressi dalle minoranze.
Proposta di deliberazione n. 45 "Ente per il diritto allo studio universitario" - (articolo 19, l.r. 16/1992 e s.m.i.) - Consiglio d'amministrazione - designazione di 8 rappresentanti di cui 1 con funzioni di Presidente. (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 44 44125 del 19 ottobre 2010) Proclamo designati, quali rappresentanti in seno al Consiglio d'amministrazione dell'Ente per il diritto allo studio universitario, i signori Trabucco Umberto Giovanni, con funzioni di Presidente, Sciretti Alessandro Ciro, Puglisi Ettore, Marnati Matteo, Magliano Silvio Ramazzotti Giuliano Paolo, Laterza Vincenzo e Bellion Marco Cesare. I signori Ramazzotti, Laterza e Bellion sono stati espressi delle minoranze consiliari.
Proposta di deliberazione n. 52 "Ente per il diritto allo studio universitario" - (articolo 24, l.r. 16/1992 e s.m.i.) - Collegio dei Revisori di Conti - nomina di 5 membri, di cui 3 effettivi e 2 supplenti con voto limitato a 2 per gli effettivi e 1 per i supplenti. (Divenuta deliberazione del Consiglio regionale n. 45 - 44126 del 19 ottobre 2010) Proclamo nominati, quali membri in seno al Collegio dei Revisori dei Conti dell'Ente per il diritto allo studio universitario, i signori Borasio Fabrizio, Rigon Stefano e Mainardi Antonio quali membri effettivi; Careglio Dario e Alberione Stefano quali membri supplenti. I signori Mainardi Antonio e Alberione Stefano sono stati espressi delle minoranze consiliari.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Proposta di deliberazione n. 32 "Commissione di Garanzia" - (l.r. 25/2006) elezione di 1 membro in sostituzione della dimissionaria Carla Spagnuolo (ex Consigliere regionale).
La votazione della Commissione di Garan zia non ha raggiunto il quorum dei 40 voti, pertanto la votazione sarà da ripetere in una delle prossime sedute.
C'è qualche richiesta di chiarimento in merito alla proclamazione degli eletti? La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.09)



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