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Dettaglio seduta n.416 del 08/04/14 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(Alle ore 10.00 il Consigliere Segretario Ponso comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 10.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Gruppi consiliari

Proposta di legge n. 389, inerente a "Abolizione del contributo annuale per il funzionamento dei Gruppi consiliari" (inversione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
La Presidenza propone all'Aula di anticipare la trattazione del punto 4) all'o.d.g., inerente a "Proposta di legge n. 389 "Abolizione del contributo annuale per il funzionamento dei Gruppi consiliari", rispetto al punto 3), relativo a "Nomine".



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'Aula acconsente. Grazie.
L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.



PRESIDENTE

ANGELERI Antonello (fuori microfono)



PRESIDENTE

Posso intervenire?



PRESIDENTE

Prego. L'o.d.g. è comunque approvato.



ANGELERI Antonello

Se ho alzato la mano prima che dicesse...



PRESIDENTE

Io ho chiesto di prendere posto; ho concesso due minuti, ho suonato il campanello, ho aspettato ancora un minuto...
Prego, la ascolto.
Questo per dire che quando si vuole fare qualcosa, è meglio...



ANGELERI Antonello

Presidente, abbia pazienza, pensavo di avere alzato la mano prima.
Volevo chiedere, cortesemente, se era possibile, prima di dare inizio alla riunione odierna del Consiglio, convocare una breve riunione dei Capigruppo - giusto cinque minuti - sulla questione relativa al punto "Nomine".



PRESIDENTE

Chiede una Conferenza generale dei Capigruppo?



ANGELERI Antonello

Sì, una Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Comunque adesso l'ordine del giorno è approvato, così come modificato per cui si tratterà per primo il punto 4) all'o.d.g., e poi quello relativo a "Nomine".



ANGELERI Antonello

Scusi, abbia pazienza, ma ho alzato la mano prima che lei modificasse...



PRESIDENTE

No, l'ha alzata dopo che ho detto che l'ordine del giorno è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.



ANGELERI Antonello

Ma no, assolutamente no!



PRESIDENTE

Lo vedremo nel corso della Conferenza dei Capigruppo, per l'amor del cielo! L'ordine del giorno è modificato dalla Presidenza, perché l'Aula ha acconsentito, per cui si tratterà per primo il punto 4) all'o.d.g. rispetto al punto 3).



ANGELERI Antonello

Posso chiedere?



PRESIDENTE

No.
Poi, se la Conferenza dei Capigruppo deciderà diversamente, non ci saranno problemi.



ANGELERI Antonello

Mi può dire, almeno, quando convocheremo la Conferenza dei Capigruppo?



PRESIDENTE

Subito, al termine di questa comunicazione.



ANGELERI Antonello

Grazie.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cota, Giordano e Sacchetto.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 25 marzo e del 2 aprile 2014.


Argomento:

c) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 4 aprile 2014 le seguenti leggi regionali e ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 1 del 5 febbraio 2014, "Legge finanziaria per l'anno 2014" legge regionale n. 2 del 5 febbraio 2014, "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2014 2016".


Argomento:

d) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Invito i membri della Giunta a raggiungerci in Sala A, perché, su richiesta del Consigliere Angeleri, è convocata una Conferenza dei Capigruppo.
I nostri lavori riprenderanno alle ore 10.50.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.35 riprende alle ore 10.59)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Gruppi consiliari

Esame proposta di legge n. 389, inerente a "Abolizione del contributo annuale per il funzionamento dei Gruppi consiliari"


PRESIDENTE

Come abbiamo deciso in apertura di seduta, trattiamo immediatamente la proposta di legge n. 389, "Abolizione del contributo annuale per il funzionamento dei Gruppi consiliari", di cui al punto 4) all'o.d.g.
licenziata dalla I Commissione nella giornata di ieri.
Ricordo che i Capigruppo che intendessero sottoscrivere il provvedimento (così come chi desidera farlo a titolo personale) possono ancora apporre la propria firma sulla proposta di legge, già sottoscritta peraltro, dalla maggioranza dei Capigruppo e dall'intero Ufficio di Presidenza.
Relatore della proposta di legge è il Consigliere Segretario Ponso, che può svolgere la relazione in qualità di Consigliere.
Prego, collega Ponso; ne ha facoltà.



PONSO Tullio, relatore

Grazie, Presidente.
La presente proposta di legge, nel perseguire il percorso intrapreso di maggiore contenimento dei costi della politica, abolisce, come sapete, il contributo per le spese di funzionamento dei Gruppi consiliari, che peraltro, era stato già ridotto con la legge regionale 27 dicembre 2012, n.
16 ("Norme di riorganizzazione della Regione Piemonte ai fini della trasparenza e della riduzione di costi").
In sede di esame del progetto di legge sono state proposte modifiche emendative al testo iniziale, tenendo anche conto degli intendimenti evidenziati dalla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari del 31 marzo 2014.
Nel suo complesso, il testo approvato lunedì 7 aprile 2014 in I Commissione legislativa comprende cinque articoli.
Nello specifico, l'articolo 1 modifica la legge regionale 10 novembre 1972, n. 12, relativa al funzionamento dei Gruppi consiliari. L'articolo 1 contiene la prima modifica emendativa: attraverso apposito provvedimento deliberativo, l'Ufficio di Presidenza dota i Gruppi consiliari di sedi attrezzate con arredi, dotazioni strumentali, logistiche ed informatiche nonché di tutti i servizi e forniture per lo svolgimento delle loro funzioni.
L'articolo 2 modifica la legge regionale 8 giugno 1981, n. 20, relativa all'assegnazione di personale ai Gruppi consiliari. Oltre a confermare che il personale stipula con il Presidente del Gruppo consiliare o con il Consigliere di riferimento del Gruppo Misto contratti di diritto privato secondo le modalità e le procedure individuate nella deliberazione dell'Ufficio di Presidenza, la proposta di legge attribuisce a codesta deliberazione la definizione delle attività che gli uffici del Consiglio regionale svolgono a supporto dei Gruppi per la gestione amministrativa ed economica del personale. Il Presidente del Gruppo consiliare o il Consigliere di riferimento del Gruppo Misto può, in qualsiasi momento risolvere il rapporto di lavoro, che comunque cessa in caso di scioglimento del Gruppo consiliare.
L'articolo 3 propone la modifica della legge regionale 27 dicembre 2012, n. 16, relativa alle norme in tema di riorganizzazione della Regione Piemonte ai fini della trasparenza e della riduzione di costi. Codesto articolo ha ricompreso, rispetto al testo iniziale, tre modifiche emendative.
In particolare, ai Gruppi vengono assegnate annualmente, con apposita deliberazione dell'Ufficio di Presidenza, le risorse finanziarie per l'utilizzo del personale. Per ogni Consigliere, la misura di dette risorse corrisponde al costo di un dipendente di categoria D, posizione economica D6, che comprende il trattamento accessorio nei limiti definiti dalla medesima deliberazione e il limite di riferimento per la spesa relativa al personale dei Gruppi consiliari.
Inoltre, i Gruppi consiliari possono avvalersi anche di personale esterno all'Amministrazione regionale, con contratto di diritto privato a tempo determinato, comprendendovi il contratto di collaborazione coordinata e continuativa, nei limiti del sessanta per cento. Detti limiti non si applicano ai Gruppi consiliari con unico Consigliere. Il trattamento economico è stabilito in relazione alle prestazioni richieste.



(Brusio in aula)



PRESIDENTE

Scusi se mi permetto, collega Ponso: per cortesia, colleghi! Prego, prosegua pure.



PONSO Tullio, relatore

In tema di presentazione della nota di rendicontazione, oltre a recepire quanto stabilito dalla Corte Costituzionale nella recente sentenza 39/2014, con la quale è stata dichiarata l'illegittimità costituzionale di alcune parti dell'articolo 1 del decreto legge 174/2012 relativamente alle modalità di presentazione delle note di rendicontazione dei Gruppi consiliari alla Sezione regionale della Corte dei Conti, nonché alle sanzioni da commisurare in caso di mancata o irregolare rendicontazione da parte dei Gruppi stessi, la terza modifica emendativa prevede che nella deliberazione dell'Ufficio di Presidenza si definiscano le modalità di rendicontazione delle somme assegnate ai Gruppi consiliari nel caso in cui le somme siano gestite direttamente dal Consiglio regionale.
Così come proposto nel testo originario, l'articolo 4 reca le seguenti abrogazioni: l'articolo 3 della legge regionale 12/1972, l'articolo 14 della legge regionale 16/2012 e la legge regionale 22/2013.
Infine, l'articolo 5 ha per oggetto l'entrata in vigore della legge.
Grazie, Presidente. Ho terminato.



PRESIDENTE

Ci sono interventi in discussione generale? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Non mi sembra che ci sia l'attenzione che il tema meriti, ma tant'è! Ho tre livelli di commento in discussione generale su questa legge e mi scuso con coloro che stanno ad ascoltare, perché è possibile che le tesi che svolgerò non siano perfette.
Per quanto mi riguarda, c'è stato pochissimo tempo per approfondirle, e questo è già un primo livello di critica. Francamente non colgo l'esigenza non volendo fare riferimenti ad altri temi, dell'indifferibilità e dell'urgenza del tema. Tuttavia, stabilita la sovranità dell'Aula, prendo atto che se l'Aula decide di occuparsene, è corretto, utile e condivido che se ne occupi.
Parto dall'obiezione principale. Ho letto con fatica, perché non ho una formazione giuridica e gli anni passati qui l'hanno certamente ridotta come ignoranza - ma ben lungi dall'essere sufficiente - la sentenza n. 39 del 2014, cui anche il Consigliere Ponso faceva riferimento nella sua relazione.
Mi riferisco alla sentenza della Corte Costituzionale pronunciata il 6 marzo 2014 in merito ai ricorsi proposti dalle Regioni autonome Friuli Venezia Giulia e Sardegna e la Provincia autonoma di Trento. All'uopo, ci sono anche un bel po' di documenti giratici dagli Uffici del Consiglio.
Mi fermo su un punto specifico, che è quello quando la Corte Costituzionale, prevedendo la decadenza del diritto all'erogazione di risorse in caso di mancata regolarizzazione, dichiara la questione fondata.
Come voi sapete, dal decreto legislativo n. 174 - questo eccellente documento madre, o padre - e dalla legge n. 16 che ne deriva, per i Gruppi consiliari, anche in sede di Regione Piemonte, che non regolarizzassero la loro posizione è prevista, come sanzione, la decurtazione dei fondi, sia di funzionamento che per quanto attiene i costi del personale.
Su questo tema, dicevo, la Corte Costituzionale dichiara il ricorso della previsione della decadenza al diritto dell'erogazione, fondata.
interessante come la Corte giustifica la fondatezza. Leggo testualmente il passo: "Anche a prescindere dalla natura giuridica dei Gruppi consiliari", qualificati dalla Corte come "organi del Consiglio e proiezioni dei partiti politici (sentenze n. 187 del 1990 e n. 1130 del 1988), sono affidate funzioni pubbliche che, in assenza di funzionamento non potrebbero essere esercitate, così pregiudicando il fisiologico funzionamento dell'assemblea regionale stessa".
Cosa dice la Corte Costituzionale? Per lo meno, cosa pare a me di intendere ella dica? Ripeto, il sottoscritto è un laureato in ingegneria che, avendo compreso molto velocemente di non essere idoneo a fare l'ingegnere, si è dedicato ad altra attività. Fino ad una certa età ha trovato qualcuno che lo pagava in sede privata. In seguito, non trovando più nessuno che lo pagasse in sede privata, si è rivolto al peggio del peggio, che è la Funzione Pubblica, dove ancora sto, e dove oggi voi assistete alla fine di codesta legislatura.
Cosa dice la Corte Costituzionale? Lo ripeto: "Sono affidate funzioni pubbliche che, in assenza di finanziamento, non potrebbero essere esercitate, così pregiudicando il fisiologico funzionamento dell'assemblea regionale stessa".
La Corte, quindi, riconosce la lesione dei parametri costituzionali posti a presidio delle autonomie legislative e finanziarie della Regione.
Nel dichiarare la fondatezza del ricorso delle Regioni autonome, e nel riconoscerla come tale - poi entra anche nel merito di come si fa a ricorrere, qualora questa sanzione venisse erogata, perché il decreto legislativo n. 174 in sede nazionale e le leggi regionali di recepimento nel caso nostro la legge n. 16 del 2012, non le recepiscono - dice come si faccia a ricorrere. Ma dice anche che, ai sensi di due articoli della Corte Costituzionale, l'assenza dei fondi di funzionamento ne pregiudica l'esistenza stessa.
Forse ho letto male il titolo del disegno di legge, mi pare che il disegno di legge parli di abrogazione dei fondi di funzionamento. Metto qui, di Costituzione ne capisco poco. Mi rimetto a coloro che l'hanno scritto, che l'hanno interpretato, che hanno votato con urgenza evidentemente ci deve essere qualche motivo di indifferibilità e urgenza.
Passo alle motivazioni che mi sono più consone. Nel testo della legge che ieri ho letto in sede di I Commissione, mi pare che una serie di decisioni vengano demandate dalla prossima legislatura a delle DUP. Cosa sono le DUP, mi ha chiesto mia mamma ieri sera in un momento di lucidità? Sono le delibere dell'Ufficio di Presidenza. Ma non di questo Ufficio di Presidenza.
Qualcuno potrebbe conoscere la mia opinione, che ho più volte espresso sempre e solo nelle sedi a questo titolo competenti, ma le mie critiche ad alcune modalità sono all'Ufficio di Presidenza. Può anche darsi che il prossimo Ufficio di Presidenza sia peggio di questo, dipende. Significa che una serie di decisioni che sin qui sono state prese bene, male, benissimo malissimo, a me sembra, avendone la totale titolarità dei Gruppi, verranno prese dall'Ufficio di Presidenza, non pagate dell'Ufficio di Presidenza.
Se il prossimo Gruppo del "vado là perché ho voglia", o del "no, vado qui perché ne ho voglia" - saranno alcuni titoli, immagino, possibili dei prossimi Gruppi - volesse fare un manifesto, un'informativa, un convegno un'iniziativa che a mio avviso, è il minimo della pena che un Gruppo istituzionale, ai sensi non solo della Corte Costituzionale, ma è motivo fondante dell'essere delle Regioni, questo non sarà deciso dai Gruppi ed erogato in sede di cassa dal Consiglio regionale, che è una modalità che potrà avere un suo interesse dal punto di vista formale, ma sarà demandato alle delibere dell'Ufficio di Presidenza. Fine della discrezionalità, fine delle iniziative dei singoli Gruppi, siano essi composti da uno o da 20 22, o 24 Consiglieri, che è tuttora il record sin qui ancora da battere. Ci penseranno i Grillini a battere questo record di membri di Consiglio regionale nella prossima legislatura, ma il numero dei Consiglieri è ridotto, quindi sarà un po' più difficile batterlo, e le delibere dell'Ufficio di Presidenza definiranno cosa si potrà o non si potrà fare.
Mi interessa personalmente poco, perché credo di poter escludere che nella prossima fase della mia attività politica, senza mai dire mai, a varissimo titolo, farò il Capogruppo. Farò altre cose; consideratela una piccola promessa con la "b" minuscola, ma non farò il Capogruppo. L'ho fatto per tre legislature, mi pare che sia più che sufficiente, e in modi e con soddisfazioni del tutto diverse.
La terza parte. Il costo del personale. Forse ho letto male la legge tuttavia mi pare che, nella ricerca tardiva di tamponare degli effetti negativi derivanti dalla legge n. 16, che attribuisce, già in corso d'opera, attuale legislatura, al Capogruppo esistente, la funzione di datore di lavoro, non traendone tutte le conseguenze necessarie, ove è possibile, se ho letto male, la situazione peggiori.
Se ho ben capito, adesso tutto verrà fatto dal Consiglio regionale secondo criteri attuali o modificati da altri DUP. Ci sarà una collezione di DUP che poi verrà esposta al Museo del Louvre, agli Uffizi o nel Museo di sociologia, ma la responsabilità di tutto ciò rimane incardinata nel ruolo di Capogruppo. Suggerisco, con la "s" minuscola - non riguarda me, ma i prossimi Capigruppo - di guardarsi bene le responsabilità che si prendono, non potendo in nessun modo garantirle, tanto meno risponderle.
Mi sembrano tre ragioni su cui varrebbe la pena riflettere. Tuttavia prendo atto del clima che ho verificato nel corso di questi ultimi giorni confrontandomi con colleghi di altri Gruppi, ed anche nella gestione di ieri della Commissione.
Non intendiamo affatto emendare l'inemendabile; non faremo perdere tempo ad un'Aula che pare desiderosa di completare l'opera di disfacimento di se stessa iniziata parecchio tempo fa; ci limiteremo ad ascoltare e in fase di dichiarazione di voto interverremo per definire il voto.
Insisto su un passaggio: qualcuno mi dovrebbe dire che la mia interpretazione è sbagliata. Non sarebbe la prima volta: ogni tanto posso anche ammettere di avere torto, non soltanto per le ragioni ricordate dalla collega Artesio.
Vedi, Eleonora, è vero che Dio esiste (e non sono certamente io), per quando sono entrato qui per la prima volta, con molta umiltà, credevo che questo fosse un piccolo Monte Olimpo e c'erano delle persone - alludo al Presidente Picchioni, per esempio, miglior Presidente del Consiglio con cui abbia avuto l'onore di confrontarmi; alludo ad un certo sistema di Capigruppo; alludo a Pino Chiezzi, miglior uomo di opposizione - che mi hanno fatto pensare di essere arrivato vicino al Monte Olimpo, esercitando una professione che amavo molto.
Oggi certamente non sono Dio, anche se stiamo discutendo, ma di sicuro questo non è il Monte Olimpo.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, dichiaro aperta la discussione generale.
Non essendoci richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Mi corre l'obbligo, prima di iniziare l'esame dell'articolato, di dare una risposta al Consigliere Burzi, dopo aver ascoltato con attenzione il suo intervento.
vero quanto dice il Consigliere Burzi: nella sentenza della Corte Costituzionale vi è un passaggio in cui si rileva che la sanzione prevista dal legislatore nazionale, da noi recepita, che era quella, da un lato sull'interruzione dell'erogazione dei fondi, e, dall'altro, addirittura relativa alla restituzione dei fondi per l'anno precedente, è stata ritenuta, con un passaggio molto articolato che bene ha richiamato il Consigliere Burzi, una situazione da rimuovere, in quanto la mancata erogazione di risorse del funzionamento, di fatto, impedisce al Gruppo consiliare di operare (lo dico nei termini più blandi possibili).
altrettanto vero, però, che già oggi il nostro Consiglio regionale, a differenza di altri Consigli regionali, dà una serie di servizi ai Gruppi che vanno dall'assicurare gli uffici, al riscaldamento, dalla guardavia alla manutenzione.
Si tratta di una situazione abbastanza analoga a quelle di altre Regioni. Già oggi diamo una serie di servizi che non tutte le Regioni danno: la telefonia fissa, le pulizie, la corrente elettrica e le fotocopie.
Come sicuramente saprà il Consigliere Burzi, avendo presieduto la Commissione, abbiamo recepito una serie di proposte, giustamente rilevate da alcuni Capigruppo con senso di responsabilità, riguardo al fatto che all'Ufficio di Presidenza fosse data la possibilità di implementare questi servizi.
Con l'approvazione di questa proposta di legge, sicuramente non vogliamo far rientrare dalla finestra quelle risorse che escono dalla porta, ci mancherebbe ancora! del tutto evidente che sul tappeto c'erano varie questioni: il costo della gestione del personale, su cui abbiamo trovato una soluzione mantenendo l'attuale regime; le esigenze di posta, del sito politico di Internet e della piccola propaganda.
Questi sono, sostanzialmente, alcuni esempi.
del tutto evidente che, se verranno aboliti questi fondi praticamente si tornerà ad una sorta di organizzazione com'era all'inizio della storia della Regione, cioè i primi anni, in particolare durante la I Legislatura, quando ai Gruppi non venivano erogate risorse, ma servizi.
Questo è l'aspetto rilevante.
L'abolizione stessa dei fondi dà la possibilità di introdurre una semplificazione e di rimuovere le due necessità oggi presenti, poiché i Gruppi maneggiano denaro: il controllo dei Revisori dei Conti e poi della stessa Corte dei Conti.
In questo spirito e in questo senso sono certo, soprattutto con gli atti del lavoro di ieri in Commissione, che l'Ufficio di Presidenza che ci sarà, indipendentemente da chi guiderà questa Aula e da chi farà parte di quell'organismo, saprà andare incontro a queste esigenze.
La proposta di legge, posta all'attenzione dall'Ufficio di Presidenza è stata sottoscritta da una parte prevalente dei Capigruppo. Ritengo che questi risultati siano in linea di continuità con il contenimento dei costi della politica e dell'Ente.
Su questi temi, non solo qui e non solo da parte nostra, ci sono sempre stati grandi stimoli interni ed esterni all'Aula. Anche in questo caso ci sono stati, ma è del tutto evidente che vi è stata una responsabilità complessiva, di cui mi sento di ringraziare il Consiglio regionale come Presidente.
Su tutte queste azioni che abbiamo messo in campo vi è sempre stata magari con qualche distinguo e con qualche problema, una condivisione amplissima e trasversale tra la maggioranza e le opposizioni e, in questo caso, anche con una discussione franca, come, per esempio, preliminarmente alla giornata di oggi, sia nella Conferenza dei Capigruppo sia nella Commissione nella giornata di ieri, per migliorare il testo e cercare di arrivare a proporre un documento non demagogico, ma che introduca semplificazione e riduzione dei costi, che tolga costosi adempimenti burocratici, in termini di lavoro (mi piace definirlo come rovescio della medaglia della burocrazia) ai Gruppi, ai nostri Uffici e addirittura agli Uffici esterni al Consiglio regionale.
L'aspetto dell'urgenza di questo provvedimento è dato, come è già stato detto, dal fatto che il 25 maggio ci saranno le elezioni. L'orientamento prevalente - a me piace parlare sempre in modo molto chiaro e lo voglio fare anche adesso in Aula - è di rimuovere questi fondi.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri dice che li vuole togliere nel Titolo V; la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee li vogliono togliere; la Conferenza dei Presidenti delle Regioni dice che bisogna rimuoverli; candidati alla Presidenza in questa e in quella Regione dicono che è un provvedimento che vogliono fare; non c'è un partito che dice di essere contrario.
Nel senso di responsabilità di quest'Aula, cambiando la legislatura, è del tutto evidente che, con una nuova normativa, consegniamo alla prossima legislatura la possibilità, da un lato - come diceva il Consigliere Burzi e condivido - che i Gruppi operino e, dall'altro, di avere una norma chiara fin dal primo giorno. Quante volte abbiamo fatto delle norme vigenti dalla cosiddetta prossima legislatura? Perché cambiare, anche solo dopo poche settimane o dopo pochi mesi, una norma, implica comunque delle problematiche che vanno ad aggravare il lavoro dell'Aula e degli Uffici quando invece l'obiettivo che vogliamo perseguire con l'approvazione di una norma come questa è proprio alleggerire ed eliminare la burocrazia.
Per questo motivo, prima di iniziare l'articolato, ho voluto fare questo chiarimento e rendere merito a tutte le colleghe e colleghi, che sono la maggioranza di questo Consiglio - che ringrazio - di questo senso di responsabilità verso la nostra Istituzione, non certo per fare qualcosa tanto meno per fare i primi della classe, che non è l'intendimento n l'obiettivo mio personale, dell'Ufficio di Presidenza, dei Capigruppo che l'hanno sottoscritto, né tanto meno di quest'Aula nel suo complesso.
Procediamo, pertanto, con l'esame dell'articolato, sul quale non insistono emendamenti.
ARTICOLO 1 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Su questo e sul resto degli articoli ci asterremo, così pure sul voto complessivo.
Rimanderei, ove non ci siano altri stimoli - se ci fossero, non mi sottrarrei - ad un unico intervento per dichiarazione di voto sull'intero testo di legge.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi.
Ci sono altri interventi? Non essendoci ulteriori interventi, procediamo con la votazione dell'articolo 1.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
Prima di procedere al voto finale sul disegno di legge, è possibile per chi lo richiedesse, fare la dichiarazione di voto.
La parola alla Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Una breve dichiarazione di voto a nome del Gruppo PD.
Riteniamo che questa legge sia oggi la migliore soluzione possibile nelle circostanze date. La nostra normativa prevede che siano i Capigruppo a scegliere le persone che collaboreranno con il Gruppo, secondo una norma che era stata stabilita un po' di tempo fa (che qui viene ribadita in modo molto stringente), che riduce ad una percentuale ridotta la possibilità di assunzioni dall'esterno e che prevede un più intenso uso del personale della Regione, naturalmente su base volontaria.
Per quanto riguarda la parte relativa ai servizi, ci pare che la soluzione sia buona, perché prevede che i servizi essenziali al funzionamento dei Gruppi vengano direttamente forniti dal Consiglio regionale. In tal modo si supera il problema di una rendicontazione, che diventava sempre più complessa e poco comprensibile alla maggior parte delle persone.
Questa è una soluzione che dà garanzie di chiarezza e di trasparenza che non elimina l'assunzione di responsabilità da parte dei Capigruppo nella scelta del personale; elimina invece l'utilizzo discrezionale delle risorse, una volta risorse libere.
Credo questa sia una buona risposta ad una domanda che viene dalla società, ma che viene anche da tutti noi, di poter svolgere le nostre funzioni nella chiarezza e nella trasparenza, ma anche con la possibilità di avere un minimo di servizi senza i quali non sarebbe possibile svolgere le nostre funzioni.
Inoltre, credo che nella situazione data, come dicevo, sia una buona legge e, naturalmente, a seguito della sua applicazione, il prossimo Consiglio regionale potrà valutare se l'impianto funziona o se ci sono dei miglioramenti da fare.
Infine, penso che lasciamo ai nostri successori una norma che consentirà loro di lavorare e, nello stesso tempo, di non essere più, in nessun modo, considerati degli sperperatori di denaro pubblico. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bresso.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Devo dire che i residui dubbi, dopo l'intervento della Presidente Bresso, mi rassicurano. Ogni tanto, per avere dei dubbi su dove andare ci sono anche dei segnali: se uno va di qui, sa per certo che la strada è ovunque, ma non lì.



(Commenti della Consigliera Bresso)



BURZI Angelo

Certo, certo.
Concluderei la dichiarazione di voto, che per quanto riguarda il mio Gruppo sarà, come avevo già preannunciato, di astensione sull'intero testo rileggendo - perché sono testardo - un brano della sentenza della Corte Costituzionale: "I gruppi consiliari sono stati qualificati dalla giurisprudenza di questa Corte come organi del consiglio e proiezioni dei partiti politici in assemblea regionale (sentenze n. 187 del 1990 e n. 1130 del 1988), ovvero come uffici comunque necessari e strumentali alla formazione degli organi interni del consiglio (sentenza n. 1130 del 1988).
La sentenza parla poi della sanzione intelligentemente prevista da Catricalà e da leggi regionali che ne traggono frutto, per esempio da noi la legge 16, che abrogherebbe i fondi di funzionamento, ma qui non è questione di sanzione, perché noi, anzi voi qui ve lo scegliete, non noi! "Introducendo una sanzione che, precludendo qualsiasi finanziamento rischia potenzialmente di compromettere le funzioni pubbliche affidate ai gruppi consiliari, la norma impugnata rischia di pregiudicare il fisiologico funzionamento dell'assemblea regionale stessa, anche in ragione di marginali irregolarità contabili, pur in assenza di un utilizzo scorretto dei contributi assegnati. Ne consegue la lesione degli evocati parametri costituzionali posti a presidio dell'autonomia legislativa e finanziaria delle Regioni ricorrenti (artt. 117 e 119 Cost.)".
Ribadisco, ho la lieve impressione che stiate votando un qualcosa di anticostituzionale.
Ove non rimanessero dei dubbi, la sentenza continua: "Va precisato che tale dichiarazione, essendo fondata sulla violazione di disposizioni della Costituzione, ha efficacia con riguardo all'applicazione di detta norma a tutte le Regioni, a statuto ordinario e a statuto speciale, nonché alle Province autonome di Trento e di Bolzano".
Per i poco capenti e non udenti, qui c'è scritto che anche la legge 16 del 2012, per le parti che fanno riferimento a questo argomento, è ugualmente illegittima e quindi anticostituzionale.
Con ciò ho finito la mia dichiarazione per la parte della Costituzione.
Mi fermo su un punto. Dice la Presidente Bresso: "Così la finiamo di essere sperperatori". Non è così. Avremmo finito da tempo di essere sperperatori se qualcuno, negli ultimi vent'anni, si fosse occupato dei controlli, che invece è tema che, in ogni e qualunque sede di ogni qualunque parte politica, struttura o Ufficio di Presidenza e Giunta, è stato sistematicamente eluso. Dico ciò nella maniera più gentile in cui mi posso esprimere.
Qui di nuovo si sta dicendo che, poiché - dicono i giornali - all'ATC (non so in quale ATC) ci sono degli appalti che non funzionano, la soluzione che state "intelligentemente" prospettando è l'eliminazione degli appalti.
Che non venga mai in mente a nessuno qualcosa che tenda a far in modo che gli appalti, nel caso specifico dell'ATC, avvengano in maniera corretta, tempestiva, utile alle finalità per cui sono istituiti, in maniera politicamente sostenibile...
Eliminiamoli! Eliminiamo i fondi, così completiamo l'eliminazione della funzione legislativa delle Regioni - contenti chi li vota, contenti tutti eliminiamo gli appalti così, oltre all'assenza dei fondi, eliminiamo l'edilizia popolare assistita: eliminiamo. Ed eliminando, eliminando vedrete che successo ci sarà.
Buon lavoro!



PRESIDENTE

Grazie, collega Burzi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Noi votiamo questo progetto di legge, firmato praticamente da tutti i Gruppi di questo Consiglio regionale anche per porre fine a strumentalizzazioni e a ipocrisie che sono ancora continuate in questi mesi. I contributi di finanziamenti ai Gruppi che, in base alle ultime disposizioni nazionali, abbiamo recepito sono infatti davvero ridicoli, e allora tanto vale annullarli ed eliminarle completamente, altrimenti nella testa dell'opinione pubblica risulta ancora che i Gruppi abbiano questi famigerati fondi, su cui c'è stata tutta questa campagna di demonizzazione delle Regioni, che ha interessato - mi pare - 17 Regioni su 20 e oltre 500 Consiglieri regionali.
Bene. Allora, per le quattro briciole che ricevevamo dalla legge nazionale recepita dalla legge regionale, se ne può fare tranquillamente a meno. Gli altri servizi dovrebbero essere, come previsto dalla legge garantiti dal Consiglio regionale; una certa disponibilità di risorse per il personale è prevista; vedremo come funzioneranno i Gruppi nella prossima legislatura. Nessuno di noi - almeno, sicuramente da questa parte - ha la certezza di essere presente: vedremo.
Certamente questo è anche il risultato di una manovra a livello nazionale per ridimensionare il ruolo della democrazia sul territorio, per è così: i poteri più forti di noi a livello nazionale vanno in questa direzione. Almeno abbiamo tolto questa ipocrisia che lasciava presumere che noi, come Gruppi, ricevessimo ancora dei soldi dai Consigli regionali e quindi dalla Pubblica amministrazione. Ne faremo a meno e vedremo di poter fare politica ed esercitare la democrazia sul territorio con i servizi e le forze che ci darà il Consiglio regionale.
Certo che tutto questo è un po' singolare in un momento storico politico dove si esaltano i voti di preferenza, ma contemporaneamente si tagliano i fondi ai Gruppi. Il mondo, però, va così. Finora noi siamo stati il capro espiatorio di questo andazzo e allora abbiamo deciso di toglierci almeno questa ipocrisia, così nessuno potrà dirci che noi usiamo dei fondi pubblici per fare politica.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Abbiamo votato questa legge per fare un servizio a coloro che verranno nella prossima legislatura, perché molti hanno annunciato che avrebbero loro, fatto carne da macello di questo argomento. Quindi, noi stiamo rendendo loro la cosa già fatta.
Quanto però questa cosa sia giusta è tutto un altro ragionamento perché è figlia di "rimborsopoli", come tante altre cose sono state figlie di tangentopoli; e quando si parla di "opoli", si producono sempre questi frutti.
Il problema non era il quantum da attribuire per il funzionamento dei Gruppi: il problema era la regolamentazione delle spese, cosa che il sottoscritto a gran voce in quest'Aula ha sempre chiesto, magari anche snobbato dai più.
Dunque, come può un Gruppo consiliare regionale - che comunque è un Gruppo politico, oltre che istituzionale: fa politica istituzionale - ad andare avanti, nell'ambito della comunicazione e della convegnistica, senza il becco di un centesimo? Questo è un problema che ci dobbiamo porre.
Il problema, quindi, non era il quantum: era la regolamentazione. Per noi purtroppo, dietro la spinta di "rimborsopoli", dietro le dichiarazioni demagogiche e populiste di quanti dicono "il primo atto della legislatura sarà l'abolizione di questo e di quello", abbiamo fatto bene a votare questa legge. Come molte cose che si fanno sapendo di far bene, per dobbiamo, per onestà intellettuale, riconoscere che tempo addietro avremmo potuto fare meglio e fare di più, nei termini di quella regolamentazione che io ho sempre invocato, che oggi è assolutamente superata come concetto perché infatti ora è facile: si abolisce tutto! Capite però e chiedetevi quanto sia giusto privare di risorse i Gruppi che in questo caso fanno politica istituzionale, e dei partiti, che fanno quel che devono fare e devono avere la possibilità di farlo. Come diceva giustamente il collega Burzi, anche la Corte Costituzionale in quel passaggio sancisce l'importanza del finanziamento.
Noi, quindi, abbiamo fatto una cosa che andava fatta, per i motivi che ho detto. Mi auguro che chi verrà, si porrà il problema e saprà correggere il provvedimento, magari in un momento in cui la demagogia e il populismo finalmente scemeranno, la pressione mediatica - quella che disturba gli operatori del settore - sarà allentata su questo argomento e il problema di fatto, sarà superato e anche ridimensionato. Si capirà allora quali sono le colpe e quali sono gli abusi; e quando il termometro e l'asse si sposteranno sul piano della politica e delle responsabilità politiche, più che su quelle penali, si sarà capito finalmente il vero problema.
Allora, quando tutto questo avverrà, sicuramente ci saranno le condizioni di parlare in modo più sereno di quello che oggi - finanziamento pubblico ai partiti, finanziamento ai Gruppi - è visto come acido muriatico negli occhi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Buquicchio.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "G. Saracco" di Acqui Terme (AL)


PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Negro, saluto i ragazzi e le ragazze, e naturalmente i loro insegnanti, delle classi V A e V B della Scuola elementare "Giovanni Saracco" di Acqui Terme, che stanno entrando in Aula. Grazie, ragazzi: ci onorate della vostra visita. Qui in Consiglio regionale stiamo trattando una legge e potrete seguire i nostri lavori.
Grazie della visita a voi e ai vostri insegnanti.


Argomento: Gruppi consiliari

Esame disegno di legge n. 389, inerente a "Abolizione del contributo annuale per il funzionamento dei Gruppi consiliari" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 389, inerente a "Abolizione del contributo annuale per il funzionamento dei Gruppi consiliari", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Aveva precedentemente chiesto la parola il Consigliere Negro per la dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Saluto anch'io questi scolari: un po' di linfa giovane che arriva, che ci gratifica e ci fa piacere perché rappresenta il futuro.
Vorrei dire poche cose. Questo sarà l'ultimo o penultimo Consiglio regionale, non lo so, però vorrei dire che in questi anni, a proposito del tema in discussione, si è demolito tutto il sistema politico italiano e si è fatto di tutta l'erba un fascio, cosa che io ritengo non giusta, perch non sono in grado di giudicare chi ha sbagliato e chi no: ci sarà qualcun altro che lo farà.
Bisogna però stare attenti a non fare di tutta l'erba un fascio e al rischio che anche chi ha lavorato bene vada a finire nel calderone di tutti quelli che hanno lavorato male.
Essendo anch'io uno dei firmatari di questa proposta di legge, la n.
389, che abolisce il contributo annuale per il funzionamento dei Gruppi consiliari, essendo Capogruppo, mi tocca molto da vicino.
Credo che oggi dobbiamo dare un esempio importante. Come ha detto poc'anzi il collega Buquicchio, dobbiamo dare questo esempio. Abbiamo cercato di dare degli esempi, ma non siamo stati così bravi. Questo aspetto doveva essere affrontato, a mio avviso, molto prima.
C'è stata una mancata rendicontazione, una mancata regolamentazione cose che si potevano evitare. Comunque non voglio dare dei giudizi, come ho detto prima, perché c'è chi ha lavorato bene, con onestà, con il buonsenso credendo di fare le cose giuste, bene, perfette fino in fondo, e a volte non è sempre così.
Abbiamo ribadito più volte in Commissione l'esigenza di tutelare i dipendenti dei Gruppi. Questi non verranno toccati e saranno gestiti direttamente dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale: questo va benissimo. Per il resto, in questo modo noi daremo più trasparenza e più scelta. Una scelta giusta, a mio avviso. Qualcuno ha già detto, e ribadisco: chi verrà qui al posto nostro, avrà di fronte una strada molto più pulita, più libera e sarà tutto molto più facile rispetto a come l'abbiamo trovata noi.
Io e il mio Gruppo voteremo a favore di questa legge, credendo convintamente di fare una cosa giusta. Dico la verità: come ho più volte rimarcato, se avessimo messo dei paletti a questo riguardo, non avremmo compiuto il nostro dovere fino fondo.
Questa è la mia espressione di voto, questa è la mia idea, questo è il comportamento che terremo nel votare questa legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Franchino; ne ha facoltà.



FRANCHINO Sara

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione l'argomentare espositivo del Consigliere Burzi, le cui idee condivido. Pur tuttavia, riscontro che in questo momento storico quello che dice la Corte Costituzionale è di poco interesse per tutte le istituzioni di questo Paese. A me sembra che la Corte Costituzionale, che dovrebbe essere l'apice delle Magistrature di questo Stato, sia in verità il giudice meno autorevole esistente, perché quando si pronuncia in materia elettorale mi pare che il Parlamento si muova nella direzione opposta; quando si pronuncia esprimendo principi di diritto sacrosanti, mi pare che i giudici non ne tengano alcun conto, non tengano in alcuna considerazione quello che la Corte Costituzionale dice.
Ebbene, sarei astrattamente assolutamente contraria alla ragione di questa legge, che invece andrò a votare. E cercherò di spiegarne i motivi.
Sarei assolutamente contraria perché io respingo la scelta di taglio dei costi della politica, per un problema semantico: secondo me, le risorse destinate alla politica non rappresentano mai un costo, ma sempre un investimento. In un momento in cui la categoria politica sta vivendo grossi problemi di delegittimazione anche popolare, ritengo semmai che le risorse destinate alla politica dovrebbero essere incrementate, comunque sia meglio gestite e investite, ma non certamente diminuite.
Allo stesso modo, affinché la funzione politica possa essere svolta credo che in qualsiasi Stato dovrebbe essere garantito - altrimenti la politica non ha le condizioni per poter operare - quel principio basilare di separazione dei poteri, che si declina anche in autonomia ed indipendenza dei poteri, categorie che necessitano un naturale contraltare che si esplica nella previsione di guarentigie e nella previsione di garanzie per chi questa funzione esercita. Guarentigie e garanzie che in questo Paese sono state costantemente erose, e oggi direi sono totalmente scomparse ed inesistenti, ad iniziare da un processo che, secondo me, trova il suo punto d'origine con l'eliminazione o la forte compressione dell'immunità parlamentare. Immunità secondo me sacrosanta, ma che ancora oggi nessuno ha il coraggio di sostenere, avesse un suo senso logico fondamentale e basilare.
Ebbene, in questo sistema in cui tutto quello che fa la politica e che va contro scelte che devono passare come scelte di sistema può essere attaccato da degli organi di controllo, che indipendentemente si muovono in assoluta garanzia - loro sì - e senza che abbiano alcun tipo di controllo possibile sull'operato di un'azione, secondo me, molto spesso non utile al Paese, che tende e mira ad una continua devastazione di tutto quanto si cerca di costruire, la politica può solo rispondere per provocazione.
A questo punto, eliminati i fondi di funzionamento per i Gruppi e pertanto per i politici regionali, anello necessario e fondamentale perch collegamento implicito tra l'istituzione e il corpo elettorale, senza cui l'istituzione non ha senso di esistere, se si pensa di vivere in un'istituzione democratica; eliminato il finanziamento ai partiti, altro ente assolutamente crocifisso in quest'opera di delegittimazione di tutto ciò che di democratico aveva un senso, magari un domani, forse, ci si renderà conto che i partiti e la politica erano più utili di un'ipertrofica crescita sregolata e anarchica di sistemi di controllo che non possono essere controllati.
In questo contesto, rifiutare i fondi di funzionamento ai Gruppi significa rendere pubblica e palese una resa, significa semplicemente dire: se non posso essere garantito laddove utilizzo queste risorse, allora non le spendo. Perché, così come una volta si pagava col sangue l'espressione delle proprie idee politiche, oggi si paga con vicende giudiziarie, con una persecuzione senza senso, che va a indagare qualsiasi scelta discrezionale.
E allora ecco il mio voto favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Intervengo su questo punto, sempre per il verbale.
In un intervento che ho svolto recentemente - non per ripetermi, perch è da cretini ripetersi o citarsi - ho detto che la politica è ciclica, e allora anche oggi noi vediamo qualcosa che fa parte di una politica ciclica.
Per certi versi, desidero esprimere gratitudine - a cominciare da lei Presidente, che voglio salutare e ringraziare per l'attività svolta in questi anni difficilissimi - verso coloro che hanno posto mano a tale questione molto complessa, che si viene a sviluppare in un contesto particolarissimo, che è quello nel quale stiamo vivendo. Un contesto molto particolare, molto difficile, che ci mette a dura prova.
Voglio ringraziare anche gli amici della stampa (intesa come informazione), che ho sempre considerato - l'ho anche detto in un momento difficilissimo - essere un pilastro della democrazia. Voglio però anche dire a questi cari amici che non è nemmeno facile vivere una fase politica nella quale una vicenda ha inizio nel settembre del 2012 e chi in qualche modo ne è riferimento, da un anno e mezzo, tutti i giorni si legge sui giornali. Mi veniva in mente - lo dico con affetto - che noi stiamo dando vita ad una cosiddetta pena accessoria, che è quella del reato di tortura da comunicazione.
Io mi sento afflitta dal reato di tortura da comunicazione, e lo dico con sincero affetto. È una considerazione che non riguarda i nostri giornalisti e amici presenti, che conosciamo da tanti anni o che abbiamo imparato a conoscere più recentemente e che rispettiamo - per carità, non è questo il punto - e non sono osservazioni personali. Però sono osservazioni. La politica è ciclica e noi viviamo un'altra fase ciclica.
Si dice che per essere felici non bisogna avere memoria. Io, purtroppo ho una memoria da elefante, soprattutto visiva, e quindi felice non posso essere, per due ragioni.
Ci sono molti banchi vuoti, qui, oggi, però, anche se mi fermo a guardare soltanto i banchi che sono occupati, non posso non ricordare che alcuni colleghi erano presenti agli inizi degli anni 2000, quando ci furono dei cambiamenti in seguito alla modificazione del Titolo V della Costituzione.
Avevo deciso di non candidarmi più (sono stata eletta fino al 2000, poi mi sono fermata), però vedo alcuni colleghi che erano presenti anche allora e che erano parte attiva di un ragionamento politico che avvenne dopo la riforma del Titolo V.
Ricordo l'amico Lido Riba (nessuno potrà smentirmi, perché i fatti sono a verbale), che non è seduto qui, ma tanti sono presenti ed erano seduti con lui, che affermava: "Dobbiamo far diventare questo Consiglio regionale un Parlamento". Ricordo questa frase, espressa e ribadita, che aveva un senso, allora.
Io non mi candiderò più - lo voglio dire agli amici giornalisti perché ho compiuto ieri 69 anni e penso che, all'alba dei settant'anni, si debba veramente cedere il posto a qualcun altro. Questa è una decisione che avevo già preso quando sono stata inserita nel listino, dove - per la verità storica, perché ogni tanto qualcosa bisogna dirla (e credo che questa sia l'ultima volta che intervengo in quest'Aula) - molti di noi sono stati messi in lista perché si pensava di perdere le elezioni e si è detto: "Mettiamo delle persone che potranno portare dei voti, magari che hanno una bella immagine", ecc.
Sventura! È evidente, perché questi anni sono stati drammatici: abbiamo passato il nostro tempo tra ricorsi al Consiglio di Stato, incontri con gli amministrativisti, incontri sulle vicende delle liste, incontri sulle firme false di Giovine, incontri sulle firme false di Staunovo. Incontri incontri, incontri, incontri, e adesso avremo altri incontri molto più complicati! Voglio dire che siamo ciclici: vedo molte persone, qui vicino - non parlo del mio amico e collega Pedrale, al quale rivolgo giustamente anche delle osservazioni, quando ritengo di averle, ma tale rimane - che erano convinte che i finanziamenti ai Gruppi dovessero essere aumentati di molto poiché erano state attribuite molte nuove competenze dal Titolo V della Costituzione.
Ritengo che le cose non siano nate a caso; non sono nate a caso per malversare, in Consiglio regionale, da parte di chi allora ricevette - non io, ripeto, perché non c'ero - quei finanziamenti. Oggi si fa un'altra scelta, in un contesto diverso. Mia nonna diceva che le scelte affrettate fanno i gattini ciechi (è un proverbio, forse non proprio preciso).
Pertanto, darò la mia presenza nella votazione. Il collega Pedrale sostiene: "Noi dobbiamo togliere l'ipocrisia che quei pochi soldi servano".
A me sembra che, a forza di togliere le ipocrisie, finiremo per dire al prossimo Consiglio regionale: "Voi, come Consiglieri regionali, non potrete funzionare".
anche questa una scelta, per carità. Si vedrà. Penso che su questa scelta, in qualche misura - per logica - come sosteneva una parte dell'intervento, che ho condiviso, della Consigliera Bresso, magari si dovrà tornare. Non ho condiviso, invece, la sua conclusione finale e colgo l'occasione per ribadire che chi parla ha utilizzato i fondi che erano a sua disposizione in assoluta buonafede; ha ritenuto di utilizzare, peraltro per quello che ci è sempre stato spiegato e che sostengono anche gli uffici, in altra sede - non dei fondi pubblici, ma dei fondi che, nel momento in cui passavano al Gruppo, erano fondi privati. Questo mi avevano sempre insegnato.
Io li ho rispettati ugualmente e colgo l'occasione per affermare che darò la mia presenza nella votazione, per rispetto della buona volontà di chi ha predisposto questi testi, ma non considero - questo - un provvedimento ultimativo. Probabilmente serve nelle intenzioni, per dare un segnale, ma noi non dobbiamo dare solo dei segnali: dobbiamo fare delle cose che siano utili.
Ricordo un intervento del collega Cantore, in altri tempi e in altro luogo, il quale, parlando dello stadio che si doveva costruire a Torino disse una cosa molto intelligente (ne dice quasi sempre; poi, il collega Carossa è sempre d'accordo con lui, per cui - per carità - dice sempre cose molto intelligenti, per Carossa, ma anche per me). Disse, in allora, sullo stadio: "Noi non dobbiamo avere paura delle grandi opere, noi dobbiamo fare bene le grandi opere!".
Pertanto, ritengo che non si debba dire: "Taglio tutti i rami dell'albero, così l'albero cresce meglio", perché, se taglio tutti i rami dell'albero, probabilmente l'albero non fiorisce più! Io non lo so, ma auguro a tutti voi di poter lavorare bene, anche con le nuove proposte che avete elaborato.
Penso e continuo a pensare che la politica debba avere alcuni requisiti, altrimenti non la si può fare: dignità, coraggio e orgoglio. Mi spiace dover sostenere che non ne ho trovati tantissimi in questa legislatura, magari a cominciare da me.
In ogni caso, vi saluto tutti, perché mi resterete nel cuore. Essendo io una persona anziana magari mi commuovo, ma spero di continuare ad avere coraggio, dignità e soprattutto orgoglio riguardo alle cose che sto facendo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Spagnolo, anche per le sue parole di amicizia e stima, che ricambio con sincero affetto.
Probabilmente, la prossima settimana ci sarà ancora una seduta di Consiglio (lo dico anche per la televisione), perché ci sono un paio di atti, di adempimenti, che la Giunta ci chiede di affrontare. Lo dico per la televisione! È una battuta, ma poiché viviamo in un mondo reale, tutti hanno capito.
In ogni caso, grazie di cuore, Consigliera Spagnolo. Ricambio con grande affetto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta Marco; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Come sicuramente ha già visto, il Gruppo Fratelli d'Italia ha espresso un voto di astensione su tutti gli articoli del provvedimento, a dimostrazione del fatto che non siamo assolutamente entusiasti, per i motivi che sono già stati ricordati dal collega Burzi e dalla collega Spagnuolo.
Anch'io, dopo 14 anni di ininterrotto servizio in questo Consiglio regionale, non mi soffermerò sui saluti, non solo perché lei ha comunicato che probabilmente ci vedremo ancora una volta, e quindi avremo ancora la possibilità di farlo, ma anche perché il tema trattato è così importante da richiedere un approfondimento.
vero che oggi si rinuncia a qualcosa di veramente poco significativo, ma tutto questo rientra in una strategia, che naturalmente parte dai più alti livelli di Governo, di mortificazione dei Consigli regionali: se noi non la registrassimo, compiremmo un atto di scarsa intelligenza.
Il tentativo che verrà portato avanti anche con la riforma del Titolo V di considerare i Consigli regionali e le Assemblee legislative tutt'al più come dei "Consigli comunali allargati", cercando, addirittura, di parificarne gli emolumenti e i servizi - forse neanche di parificare, ma di limitare ancora di più gli emolumenti e i servizi rispetto a quelli che sono propri dei Consigli comunali di capoluogo - la dice lunga sulla demagogia imperante soprattutto nei confronti dei Consigli regionali, che sono stati investiti, in questi ultimi due anni, di una polemica mediatico giudiziaria terrificante.
Mi auguro - l'ho già detto la scorsa volta e mi ripeto anche in questa occasione - che il Parlamento legiferi al più presto l'abolizione dei contributi ai gruppi editoriali: parliamo di circa 200 milioni di euro all'anno per le testate giornalistiche private.
Ricorriamo anche per i giornali alla sottoscrizione privata dei cittadini, così come per i Partiti. Essendo elementi di democrazia, come diceva la dottoressa Spagnuolo, lasciamo che siano i cittadini a sostenerla.
Di fronte a questo attacco giudiziario e mediatico, i Consigli regionali vengono ridotti sempre più a Consigli comunali leggermente più potenti. Forse, non interessa a nessuno che i Consigli regionali svolgano come il Parlamento, una funzione legislativa importante, che potrebbe anche incidere, addirittura, sulla prospettazione della norma penale, come ha riconosciuto la Corte Costituzionale in diverse sentenze. Non interessa a nessuno che i Consigli regionali abbiano assunto funzioni importantissime in questi ultimi dieci anni.
vero quello che diceva la collega Spagnuolo: nella legislatura 2000 2005 (io l'ho vissuta insieme ad altri colleghi) c'era la sensazione vera che i Consigli regionali potessero diventare "Parlamento" a tutti gli effetti! Oggi ci sono ordini superiori, che superano addirittura il "Conte Mascetti" fiorentino che sta a Palazzo Chigi (superiori di molto a quel livello!), che vogliono il ritorno di un centralismo assoluto, più facilmente controllabile da chi, ormai, controlla la vita politica economica, ma soprattutto finanziaria di questo Paese. E allora i Consigli regionali possono essere momenti di libertà che vanno limitati.
triste vedere oggi quella pagina di un giornale torinese che parla (trattandolo, forse, come fatto positivo per quel giornale) di "cancellazione di un ceto politico dirigente". Sì, parla proprio di "cancellazione", un colpo di spugna su esperienze e su vite basate tutte su false accuse e su demagogia mediatica.
Non abbiamo timori che questo assunto verrà devastato e distrutto nelle prossime settimane o nei prossimi mesi, e che la verità, alla fine trionferà.
Non vorremmo che, in virtù di queste false accuse, i colleghi della prossima legislatura e delle legislature future si trovassero in mezzo alle macerie, senza avere più la possibilità di esercitare i loro ruoli.
Tra qualche giorno si svolgerà un'importante riunione di Consiglieri regionale a Roma, a cui non potremo partecipare perché non abbiamo più gli strumenti per farlo; non potremo più partecipare alle assise dei nostri partiti a Roma, perché non abbiamo più lo strumento per poterci recare a Roma quindicinalmente o mensilmente, come poteva essere previsto. Vengono lesi i diritti politici di rappresentanti di Assemblee legislative. Ma questo non interessa.
Da queste rovine sono sicuro che sapremo rialzarci, perché la politica va a cicli e le follie che stiamo vivendo in questi momenti verranno presto dimenticate.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento per dichiarazione di voto? Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Come concordato col mio Capogruppo e con la collega Rosa Anna Costa, daremo voto favorevole a questa proposta di legge, perché apprezziamo il lavoro svolto e tutto ciò che è stato fatto in quella direzione dall'Ufficio di Presidenza.
Gli interventi della collega Spagnuolo prima, e quello successivo del collega Botta, inducono però a meditare: come ho ribadito la volta scorsa in maniera violenta, e come ripeto adesso pacatamente, noi andiamo verso una democrazia molto limitata e molto "controllata", soprattutto senza più strumenti per agire efficacemente.
Quando i cittadini saranno insoddisfatti, molto più di adesso, perché non riceveranno risposte alle loro istanze, diremo loro che non abbiamo personale né possibilità di rispondere.
Allora, o è un disegno preciso, un ragionamento, per cui non si deve disturbare il manovratore (chi comanda deve essere un "imperatore", non a caso vuole un Senato quasi di nomina regia), altrimenti non me lo spiego.
Chiedo scusa a lei, Presidente, e ai colleghi, perché potevamo benissimo "glissare", passare oltre. Però ci tenevo a fare queste considerazioni perché apprezzo la "riduzione del danno" che avete esercitato.
Ciò che però hanno affermato il collega Marco Botta e la collega Spagnuolo che ho ascoltato con grande attenzione, io lo condivido totalmente: magari fra vent'anni ci daranno ragione, saremo fuori tempo massimo, ma almeno si saprà che qualcuno lo aveva detto! Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro concluse le dichiarazione di voto.
Prima di procedere al voto finale, desidero ringraziare tutti i colleghi per il contributo, anche costruttivo, che hanno apportato al provvedimento, che nasce sicuramente dalla volontà dell'Ufficio di Presidenza e dei Capigruppo; nel frattempo, sono diventati 13 i Capigruppo che hanno sottoscritto questa proposta di legge.
Il testo è stato migliorato anche per andare in contro a delle esigenze che, legittimamente, sono state poste, anche in modo molto esplicito, nel corso dei vari interventi.
Per chi non avesse seguito i lavori della Commissione di ieri perch impegnato in altre attività, ricordo che tutte le questioni che sono state sollevate come problematiche sono state recepite nel provvedimento quantomeno in termini di soluzione.
Ritengo che sia anche rilevante il fatto che noi, autonomamente, si proceda a questa scelta, perché, come ho detto prima, vi sono una serie di importanti azioni: non mi riferisco a quelle regionali, ma a quelle di livello nazionale, alle direttive esterne a questa Assemblea. Quindi se il Consiglio, con senso di responsabilità, offre un segnale preciso in questo ambito, a mio avviso dà prova di maturità complessiva e di adeguatezza al momento che stiamo vivendo, che non può che fare bene a questo Consiglio ed essere da stimolo per altri Consigli (ho già ricordato prima che le Conferenze sono in questa direttiva).
Auspichiamo anche che sia uno stimolo per il Parlamento nazionale: visto che vediamo sempre i signori Parlamentari nelle trasmissioni televisive puntare il dito verso i Consigli regionali e "sparare" verso le Regioni, chissà che gli stessi Parlamentari possano dare un segnale quantomeno di contenimento di queste spese e di maggiore trasparenza anche ai Gruppi parlamentari, che hanno molti più soldi di quelli regionali e che molto di più hanno speso negli anni recenti.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 34 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Sospendiamo i nostri lavori per dieci minuti per una breve Conferenza dei Capigruppo, in Sala A, per la verifica di quanto abbiamo parlato prima.
I nostri lavori sono aggiornati alle ore 12.25.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.25 riprende alle ore 12.38)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Comunico all'Aula che la Conferenza dei Capigruppo ha deciso di soprassedere alla trattazione del punto 3), "Nomine", che sarà trattato in altra seduta.
Comunico all'Aula che al termine dei lavori della mattinata odierna si svolgerà immediatamente la Conferenza dei Capigruppo prevista per ore 13 con qualche minuto di anticipo.
Comunico all'Aula che, con grande probabilità, la prossima settimana si terrà, non nella giornata di martedì (deciderà la Conferenza dei Capigruppo quando), ancora una seduta di Consiglio regionale per alcuni adempimenti di legge.
Se non ci sono interventi, invito i Capigruppo a recarsi in Sala A.
Buona giornata a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.39)



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