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Dettaglio seduta n.412 del 11/03/14 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



(Alle ore 14.30 il Vicepresidente Comba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 15.03)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cota, Franchino, Maccanti e Sacchetto.
Il numero legale è 29.


Argomento:

b) Variazione denominazione Gruppo consiliare


PRESIDENTE

Comunico al Consiglio regionale che nella seduta di oggi, alle ore 13 l'Ufficio di Presidenza ha preso atto della variazione di denominazione del Gruppo consiliare "Lega Nord - Bossi" in "Lega Nord Piemont - Padania".


Argomento: Montagna

Esame disegno di legge n. 373, inerente a "Legge sulla montagna"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 373, inerente a "Legge sulla montagna", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Siamo in fase di discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Motta Massimiliano; ne ha facoltà.



MOTTA Massimiliano

Grazie, Presidente.
In questo momento, molte certezze non sono più tali. A queste purtroppo, devo aggiungerne altre.
In questi giorni di discussione sulla legge, ho avuto modo di riscontrare dei cambiamenti di posizione. Allora, al di là del fatto di avere avuto, da parte del nostro Gruppo, libertà di coscienza e di espressione sulla legge in oggetto, reputo che la nostra richiesta, per quanto riguardava la questione pregiudiziale, non era assolutamente rivolta nei confronti della legge o della Giunta, e, conseguentemente, di questa maggioranza. Perché fino a quando arriveremo a nuove elezioni, ci riteniamo assolutamente di questa maggioranza. Era un modo per spronare e sollecitare una risposta da parte dell'Assessore, le cui motivazioni fossero coadiuvate anche dagli Uffici. Perché il dubbio, comunque, rimane: il dubbio è che l'Avvocatura regionale, o, meglio, gli uffici preposti per esprimere dei pareri su ciò che è indifferibile e urgente, non si siano espressi su questa legge.
Credo che questo crei un precedente, e mi auguro che in questo percorso (non so se di fine legislatura o, comunque, prima delle elezioni), laddove si presentassero altre situazioni in cui si richiede la presentazione di provvedimenti in Giunta e poi in Consiglio per il voto, ci siano i medesimi atteggiamenti.
Nel momento in cui è sufficiente che un Assessore come il collega Vignale, autorevole e assolutamente stimato, esprima la propria interpretazione di indifferibilità e urgenza, ci auguriamo che anche in altre situazioni, laddove altri Assessori dichiareranno la medesima indifferibilità e urgenza e la motiveranno, ci sia lo stesso atteggiamento da parte degli uffici e dell'Avvocatura, e, non ultimo, anche da parte della Presidenza del Consiglio, nel suo ruolo e nei suoi compiti.
Ci troveremo a discutere di una serie di emendamenti, presentati anche dal nostro Gruppo (dal Capogruppo, ma sottoscritti anche me e da altri colleghi), che non sono assolutamente tesi a fare ostruzionismo. Peraltro il loro numero non darebbe assolutamente adito a questo pensiero, ma lo specifichiamo per evitare che qualcuno possa pensare che si tratti di una strumentalizzazione. Sono, semmai, un tentativo di portare alcuni perfezionamenti a questa legge che garantiscano, se non altro, due principi, che, a nostro avviso, sono inscindibili: il primo è che si arrivi, comunque, alla nomina dei Commissari; in secondo luogo, che ai Comuni più piccoli che hanno deciso di non aderire all'Unione di Comuni sia sotto l'aspetto economico, che sotto l'aspetto delle funzioni che riterranno di svolgere e che la legge permetterà loro di svolgere, sia concesso di farlo.
Perché tutto si può dire, ma non che i Comuni che oggi forse non hanno aderito all'Unione di Comuni abbiano gestito male quelle che potevano essere le funzioni loro attribuite.
Nello stesso tempo, è necessario avere la garanzia che le risorse vadano effettivamente in quell'ottica.
Vorrei inoltre ricordare i concetti che in alcune riunioni gli Assessori hanno ribadito; concetti che si traducono in pochi slogan, ma che vi leggerò per essere sicuro di citare esattamente quelli che abbiamo condiviso: una riduzione della spesa; una riduzione del personale; il mantenimento dei servizi; la scelta e non l'imposizione regionale sulle singole Amministrazioni comunali per la costituzione dell'Unione.
Sui primi tre mi trovo perfettamente d'accordo. Ci preoccupa un po' di più il fatto che alcuni emendamenti vadano forse nell'ottica di lasciare questa libera scelta, e che la risposta di ritorno sia che quell'emendamento, che è a garanzia del piccolo Comune, va contro la legge stessa, e quindi contro la volontà che possano esistere solo ed esclusivamente le Unioni, come unico strumento per poter non gestire determinate funzioni, ma gestire determinate risorse.
Dopodiché, nel balletto dei numeri, che, comunque, non sono stati ancora resi completamente noti dal bilancio, credo che la copertura prevista ad oggi forse non garantisca appieno almeno le spese del personale e dei mutui che sono state rese note e che sono state prese in considerazione per la discussione che è stata fatta.
Vorremmo dunque ulteriori garanzie in merito a quei 19 milioni affinché questa quota venga veramente messa a bilancio, se in qualche maniera è possibile prevederla. Perché mi fa piacere che anche l'attuale minoranza, precisamente nelle parole del collega Ronzani, abbia ribadito che se serve, vivaddio, verranno messe. Però con i "forse", con i "se" e con i "ma" rischiamo veramente di lasciare una situazione non fondata su certezze economiche.
La faccio veramente breve, perché comunque ci sarà modo, in fase di illustrazione degli emendanti, di specificarne l'orientamento.
Il nostro principio è quello di libertà di scelta dei Comuni - ma di reale libertà di scelta - di partecipare o meno, di non mettere in difficoltà quelli che decideranno di andare in convenzione; la garanzia delle quote, perché è vero - mi limito a citare uno spaccato di legge - che l'articolo 6, comma 2 prevede una ripartizione secondo determinati criteri ma vorremmo la garanzia che anche se quella quota è trasferita alle Unioni effettivamente venga poi data ai Comuni che svolgono quelle funzioni.
Se questi criteri saranno accolti, credo che il nostro Gruppo potrà anche rivedere la sua posizione, che, lo ribadisco, non era pregiudiziale nei confronti della legge, ma era solo per evidenziare che forse questa legge ha, dal nostro punto di vista, alcune criticità sulle quali avremmo gradito discutere in maniera più approfondita e, soprattutto, uscendo dalle riunioni, specialmente di maggioranza, con una decisione univoca e non che fosse rimandata, di volta in volta, ad altri momenti di sintesi che poi comunque evidenziavano le medesime preoccupazioni.
Quindi, se questi tre principi verranno garantiti attraverso l'accoglimento di una serie di emendamenti, credo che il nostro Gruppo potrebbe rivedere la sua posizione e dare un parere assolutamente favorevole ad una riorganizzazione che è sicuramente l'ottimo di quello che si poteva fare con gli strumenti messi a disposizione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Motta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Goffi; ne ha facoltà.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Non voglio rubare il tempo all'Aula su una discussione che abbiamo affrontato molte volte e neanche voglio ripetere molte delle osservazioni critiche, già sollevate dal collega Buquicchio, che peraltro mi trovano concorde nelle perplessità giuridiche dell'impianto della legge. Quindi credo che questo sia ormai un elemento che deve essere valutato anche alla fine del tempo, perché siamo fuori tempo massimo nel fare dei ragionamenti sull'impostazione generale.
Dato che nell'ultimo anno i Consiglieri regionali si sono trasformati in avvocati di loro stessi e in contabili, abbiamo fatto tutto tranne che fare politica. Abbiamo abdicato al ruolo politico. Questa, purtroppo, è la fotografia dell'ultimo anno.
Allora, in quest'occasione mi limito solo a fare qualche osservazione di carattere politico, perché dal punto di vista dell'impianto generale le perplessità le abbiamo affrontate in Commissione.
Questo disegno di legge entra in discussione in una fase di una fine legislatura un po' svogliata, in una legislatura sicuramente deprimente sotto molti aspetti. Forse, però, questo è il destino dei territori montani, che per definizione le cose facili non le hanno mai avute. Perch la loro condizione di essere territorio montano già di per sé li fa vivere in una condizione di difficoltà. Quello che oggi dobbiamo cercare di fare è non complicare ulteriormente queste difficoltà, perché questo è il rischio.
In un momento di vacatio, in un momento in cui non si conosce il futuro non solo delle Comunità montane, ma neanche delle Province, delle Regioni e degli enti sovraordinati, si rischia di non avere neanche più il controllo dei territori. Questo è il dramma politico, credo il nodo centrale su cui noi oggi dobbiamo porre mano.
Poi, tutto è perfettibile. Sicuramente la legge è perfettibile.
Tuttavia, a me hanno insegnato che il meglio è il nemico del bene. Se andiamo a cercare la legge migliore per organizzare i territori probabilmente, fra qualche mese, non più noi, ma quelli che verranno, si troveranno a non avere nulla su cui lavorare e lasciando i territori in una situazione di sbando.
Poi, c'è il problema delle risorse. Il collega Carossa l'ha ricordato in modo molto chiaro. Sono d'accordo che le Comunità montane e che i territori montani in questi anni hanno avuto, come enti periferici, tagli consistenti sulle risorse, tanto che le loro funzioni sono state, di fatto limitate.
Però, parliamoci chiaro, se non vogliamo fare il gioco dell'ipocrisia: da un lato ci sono stati i tagli, ma è anche vero che le Comunità montane non si sono distinte per l'efficienza. Perché se questa discussione oggi dobbiamo affrontarla, dobbiamo affrontarla riconoscendo gli errori che fanno gli enti sovraordinati. Le Regione ne ha fatti tantissimi, i Consigli regionali ne hanno fatti tantissimi, le Province probabilmente ne hanno fatti, ma non tutte le Comunità montane si sono distinte per il massimo dell'efficienza. Ci sono Comunità montane che, nonostante le risorse, le hanno male impiegate o non le hanno impiegate affatto.
Il giudizio non lo do io, lo danno gli indicatori economici.
Ci sono aree di Comunità montane che hanno indicatori economici altissimi in termini immobiliari e di ricaduta turistica; altre che sono invece, dei deserti! Allora, sarà sempre colpa del taglio che è arrivato dall'alto o sarà colpa anche dell'incapacità di quegli amministratori di mettere a frutto le risorse che hanno ricevuto? Questo è l'elemento su cui forse varrebbe la pena discutere. Non tanto se fermare la legge o farla proseguire, ma come farla proseguire.
Assessore, le chiedo di fare un ragionamento. In quest'ultimo anno abbiamo in qualche modo cercato di introdurre su di noi delle valutazioni di efficienza. Sarebbe bene che in questa legge si individuassero dei sistemi di controllo dell'efficienza anche delle Comunità montane, sia che si chiamino "Unione di Comuni", sia che si chiamino "Comunità montane", ma un criterio di efficienza va posto. Altrimenti, badate bene, ci riempiamo tutti, in campagna elettorale, la bocca di grandi affermazioni di principio a tutela dei territori, ma poi, di fatto, non facciamo il bene delle popolazioni che in quei territori vivono, perché possiamo passare qui intere giornate a portare esempi di territori in cui in questi anni nonostante impieghi importanti di risorse, è avvenuta una deindustrializzazione totale, di territori che non hanno visto il bench minimo segnale del turismo, e noi siamo ancora qui a guardare noi stessi senza guardare mai quello che capita altrove.
Assessore, le dico che io e il nostro Gruppo ci impegneremo a cercare di migliorare questa legge nell'impianto generale, ma le chiederemo che faccia finalmente fede un principio di efficienza, affinché le risorse seppure poche, probabilmente dimezzate rispetto agli anni passati, vengano impegnate effettivamente per i territori e ci sia un controllo di quelle risorse. Non un controllo formale, come è avvenuto in questi anni, ma un controllo sostanziale, perché altrimenti questa legge - mi creda - non per quello che pensiamo noi, ma per quello che vedremo nei risultati futuri sarà semplicemente un cambio nominalistico, perché, di fatto, non avrà apportato nessun miglioramento effettivo ai territori che oggi vivono queste difficoltà.



PRESIDENTE

Grazie, collega Goffi.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Anch'io cercherò di essere breve nel mio intervento, perché penso sia importante che arriviamo a un voto, soprattutto.
Com'è già stato ricordato da altri esponenti del mio Gruppo, questa non è probabilmente la legge che avremmo voluto fare se ne avessimo avuto l'opportunità, però mi pare che, come è stato ricordato, sia importante che comunque, attraverso una legge, che è in qualche modo un compromesso che si è raggiunto anche nella discussione in Commissione, dare una risposta alla situazione complessa che si è venuta a creare nelle zone montane con l'abolizione delle Comunità montane e con una normativa che ha lasciato alle Regioni uno spazio ampio di decisione che deve essere assolutamente colmato.
Ne approfitto anche per dire che concordo pienamente con la decisione che è stata presa che questa materia sia indifferibile e urgente, perch così è. Noi abbiamo bisogno, da un lato, di dare certezza nel momento in cui moltissimi Comuni del Piemonte vanno a elezioni, di dare certezza ai cittadini su cosa succederà nelle aree montane.
Credo che se c'è un luogo dove la cooperazione intercomunale e intercomunale, grazie alle Comunità montane, comunque si è sviluppata e ha prodotto risultati positivi, sia proprio l'area montana. Per il Piemonte è stato già ricordato - è particolarmente importante: abbiamo una montagna complessa, abbiamo moltissime aree montane, moltissimi Comuni montani, ma soprattutto abbiamo anche montagne difficili, aspre, montagne che hanno bisogno di attenzione dal punto di vista non solo delle politiche di sviluppo, ma anche delle politiche di manutenzione e di gestione del territorio.
un territorio che però non presenta solo problemi, ma presenta moltissime opportunità che vanno però valorizzate e costruite.
Quando sembrava che le Comunità montane si dovessero ingrandire e per dovessero essere mantenute, la legge regionale che era stata approvata aveva il vantaggio di definire un ruolo per le Comunità montane molto legata alle politiche di sviluppo territoriale, quindi al fatto di essere agenzie del territorio. Oggi questo compito non può che essere assunto insieme, attraverso il meccanismo dell'Unione dei Comuni, dai Comuni stessi, ma deve essere gestito secondo delle regole che consentano di operare bene e in modo cooperativo.
Credo quindi che una legge serva e che questa legge abbia tutti gli elementi minimi necessari per dare garanzia ai Comuni che, nel fare la scelta dell'Unione dei Comuni montani, coglieranno delle opportunità. Credo sia importante perché la nuova programmazione comunitaria è in corso quindi le aree montane avranno accesso sia alle risorse del Fondo di Sviluppo Rurale sia a quelle della politica di coesione territoriale sia anche, a quelle della politica regionale del FESR e del Fondo Sociale Europeo; e quindi il fatto di essersi organizzati in Unione di Comuni montani dovrebbe aumentare in maniera consistente le potenzialità di rispondere alle domande che emergono.
C'è stato un impegno molto forte di tutti noi che abbiamo operato in rappresentanza dei territori europei in seno all'Unione europea, proprio per far sì che le aree marginali e che hanno alcune difficoltà di tipo strutturale - non difficoltà temporanee, ma difficoltà che dipendono dalle caratteristiche del territorio - potessero avere accesso a risorse specifiche dedicate, ma fossero anche messe in grado di aver accesso alle risorse più generali per le politiche di sviluppo.
Credo quindi che questa legge debba assolutamente essere approvata. Se qualche cosa nella complessità di questo momento sarà mancata, sarà sfuggita o non funzionerà, ci sarà il tempo per la futura Amministrazione e il futuro Consiglio per porvi eventualmente rimedio.
Ciò che è importante, però, è che possa partire il processo di aggregazione e di unificazione che consenta poi alle Amministrazioni, che in parte usciranno dalle elezioni e che in parte sono già elette, di poter avere accesso alle poche risorse dei Fondi europei, che saranno le uniche disponibili, ma che senza una struttura di coordinamento e di progettazione non penso sarebbero accessibili per i singoli Comuni.
Naturalmente adesso ne discuteremo e vedremo se ci sono degli emendamenti da introdurre o delle modifiche da apportare. Penso però che questa struttura sia nel complesso una struttura accettabile e che consenta di fornire alle nostre aree marginali - che poi marginali non sono, perch sono in realtà al cuore dell'Europa e rappresentano il nostro confine verso il resto d'Europa - delle concrete opportunità di gestire meglio le risorse che verranno messe a disposizione.
Mi auguro quindi che riusciremo ad arrivare alla fine di questo processo di approvazione e che daremo garanzie e certezze ai nostri Comuni montani di poter organizzarsi, se lo desiderano, in modo da utilizzare nel modo più ottimale le risorse che saranno disponibili. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Bresso.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cantore; ne ha facoltà.



CANTORE Daniele

Presidente, mi collego a quanto detto dalla collega Bresso, che secondo me è molto giusto. In realtà noi parliamo di marginalità, ma per noi le nostre montagne - non è una banalità - sono una grande risorsa, che spesso abbiamo utilizzato e sfruttato - lo dico per chi vive nelle aree urbane come immagine e come potenzialità, sia sul piano del turismo sia sul piano della cultura, e che poi abbiamo dimenticato. Noi dobbiamo ricordare che il Piemonte, tramite le sue montagne, ha una fotografia internazionale molto importante.
E poi dobbiamo distinguere, all'interno delle aree montane, perch abbiamo aree che hanno avuto la possibilità di questa presentazione internazionale e di questa ricaduta economica e sociale e altre aree che invece sono rimaste marginali, essendo in alcuni casi contigue a quelle che hanno avuto la possibilità di avere uno sviluppo.
Sicuramente, quindi, il problema della montagna è un problema complesso. Penso che questo disegno di legge - voglio dirlo con estrema franchezza - sia la continuità del lavoro iniziato dall'Assessore Maccanti e adesso proseguito dai colleghi Vignale e Molinari, con i giusti o non giusti - a seconda dei punti di vista - correttivi. Penso che questa sia la fotografia; non lo dico per svelenire la polemica, o l'eventuale polemica all'interno della maggioranza, ma per dire che in realtà già la "legge Maccanti", la legge n. 11, ha iniziato un percorso che noi oggi andiamo a concludere, non solo ridando dignità e forza propulsiva alla montagna, ai Comuni di montagna e a tutti coloro che non solo vivono ma amministrano la montagna, ma anche sanando un errore che abbiamo fatto nel passato.
Qui dobbiamo dircela tutta: noi nel passato - tutti, quindi non voglio fare una polemica politica, poi ci può essere stato qualcuno che ha spinto di più e qualcuno che ha spinto di meno - ci siamo inventati le macro Comunità montane. Dobbiamo dire che è stato un grande errore: abbiamo messo insieme delle zone che, è vero, erano contigue geograficamente e in alcuni casi anche a livello socio-economico; ma quello mi pare sia stato l'inizio della problematica che ha riguardato le Comunità montane, che fino ad allora - do un giudizio personale - erano Enti - non c'è più il collega Goffi - che secondo me hanno dato un grande apporto alla montagna e ai Comuni che ne facevano parte. Da quel momento non c'è più stata sintonia all'interno dei Comuni che partecipavano a queste Comunità montane e da quel momento il volerle allargare geograficamente ha portato, secondo me delle conseguenze negative nella loro gestione.
Dico quindi al collega Ronzani, che giustamente prima ha parlato di aree vaste, che dobbiamo stare molto attenti. Dobbiamo studiare queste aree vaste con attenzione, perché non sempre l'entità è uguale alla capacità e alla possibilità di gestire in modo positivo e costruttivo il territorio.
Penso che questa legge sia un giusto compromesso. Di fatto, è vero che siamo arrivati al termine di questa legislatura, ma ritengo che portare a casa questa legge sia importante per tutte le motivazioni che sono state presentate dagli Assessori, ma anche per il fatto che continua e si conclude oggi un lavoro che era stato iniziato, permettendoci la possibilità di dare Governo alle Unioni montane, che in questo periodo di transizione sarebbero state acefale.
Soprattutto, però - e voglio terminare su questo - ritengo che importante sia il poter garantire il livello occupazionale e cioè non avere un periodo morto, con dipendenti che non sapevano dove localizzarsi o collocarsi, e dall'altra parte che ci sia un impegno da parte della Giunta di scommettere sulla montagna con un fondo particolare. Forse è una misura non ancora sufficiente e da incentivare, ma mi pare un buon inizio per dire che abbiamo fatto tesoro di quanto è stata importante l'esperienza delle Comunità montane e degli sbagli che sono stati fatti: da noi, in alcuni casi, e anche dalle Comunità montane. Oggi la Regione Piemonte scommette sull'Unione dei Comuni proprio basandosi sull'esperienza di questi anni.
Ritengo che se la geografia corrisponderà alle 48 Comunità montane che se non sbaglio, erano previste nel 2007, quindi torniamo indietro rispetto alle macro Comunità montane e diamo un input sul piano occupazionale, ma anche sul piano dell'incisività sul territorio.
Penso sia un buon inizio. Certo, dovrà essere seguito e occorrerà sempre essere consapevoli che la montagna non può essere utilizzata solo quando fa comodo all'economia complessiva del Piemonte (io ci metto anche la città di Torino, per quanto riguarda la provincia) e dimenticata invece, quando ha problemi seri e reali.
Per questo voteremo favorevolmente questo disegno di legge, perch riteniamo sia - come ho detto - un punto di ripartenza (se vogliamo dirla così, avendo già maturato esperienza in passato sui territori montani) molto importante.



(Applausi provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



PRESIDENTE

Per favore, l'ho già detto questa mattina: siamo in un Consiglio regionale. Grazie della collaborazione.
Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
La Giunta vuole intervenire? Prego, Assessore Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca, Assessore all'economia montana

Grazie, Presidente.
Gran parte delle valutazioni le ha svolte il collega Cantore, nel suo intervento.
Ritengo che, con l'eventuale approvazione di questo disegno di legge in qualche modo si ristabilisca anche il principio di rappresentanza dei territori, che era venuto meno con la legge n. 19 del 2009.
In realtà, questa non è una norma che si astrae dalle politiche della Giunta regionale.
Qualche collega l'ha ricordato nella discussione generale: noi stiamo discutendo contestualmente la norma di ridefinizione della governance dei territori montani nell'anno in cui ridiscutiamo il documento che abbiamo appena licenziato: il documento strategico unitario sui fondi europei.
I due ambiti sono fortemente connessi fra loro.
Ogni anno, nei territori montani piemontesi ricadono 82 milioni di euro: circa 15 provengono dalla Regione Piemonte, mentre 67 sono relativi ai fondi europei. Pertanto, quando votiamo il bilancio, noi facciamo legittimamente molta attenzione a quante risorse ha l'Assessorato alla montagna; risorse che trasferisce alle Comunità montane per pagare una parte del personale e dei mutui, mentre la maggior parte delle risorse per le politiche attive proviene dai fondi europei.
evidente che per gestire i fondi europei servono enti sovracomunali che siano in grado di fare progettualità, compartecipazione nelle risorse tant'è che nella legge prevediamo anche la convenzione fra Unioni per avere la possibilità di portare avanti politiche di sviluppo.
Il disegno di legge mantiene il principio della legge n. 11 sull'autodeterminazione (lo dico ad alcuni colleghi che lo richiamavano questa mattina). Ai sensi della norma, cioè, coloro i quali scelgono di unirsi con altri Comuni possono costituire l'Unione anche se è difforme come è già avvenuto in alcuni territori o sta avvenendo, dai confini attuali o da quelli previsti dalla legge del 2009.
La norma prevede altresì che non vengano penalizzati i Comuni che scelgono di convenzionarsi con le Unioni. Infatti, l'articolo 6, al comma 2, prevede che il trasferimento economico venga fatto all'Unione per coprire le spese di Comuni in convenzione, con gli stessi parametri.
evidente che non c'è la terza via, cioè la possibilità - che pure qualche collega ha richiamato - di garantire non solo l'esercizio delle funzioni, che viene lasciato ai Comuni che decidono di non aderire alle Unioni, ma anche le risorse. Questo significherebbe mettere in discussione un percorso che è già avviato e consentire una cosa sostanzialmente impossibile: che un piccolo Comune montano (di questo stiamo parlando) possa esercitare le funzioni reperendo le risorse da solo. È sufficiente leggere le funzioni previste all'articolo 3 per comprendere che queste non sono esercitabili singolarmente, ma sono necessariamente esercitabili in modalità associata.
Va ricordato (l'abbiamo ripetuto molte volte) che questa norma non tocca tutto ciò che riguarda le funzioni obbligatorie previste dalla legge n. 11. Essa parla di funzioni della montagna, e neanche in termini di finanziamento, perché al riguardo interviene, non il fondo per la montagna ma l'Assessorato agli Enti locali.
In termini di efficienza - e concludo - ritengo vi siano due aspetti che oggi determinano una maggiore efficienza rispetto alle Comunità montane, che - come sosteneva il collega Cantore - fintanto non si sono trasformate; alcuni, più i Consorzi di Comuni montani che non le Comunità montane, l'hanno mantenuta perché avevano un forte legame con il territorio, non dico con le singole valli, all'interno della nostra regione.
Oggi, cioè, rispetto a pochi anni fa abbiamo ridotto del 50% le risorse che trasferiamo ai soggetti sovracomunali: ieri le Comunità montane, domani le Unioni dei Comuni. Pertanto, il trasferimento regionale è indispensabile per far sì che quegli organi sovracomunali esistano in termini di funzionamento.
evidente che le attività di investimento, per esempio i venti milioni del Fondo della montagna nazionale, che oggi non esistono più, ma che erano il polmone di investimento per i territori montani, in qualche modo fanno già efficienza.
Un altro aspetto essenziale è che le Unioni non saranno più Enti sovracomunali che rischiano di creare un doppione con l'Amministrazione comunale o addirittura andare in concorrenza con quest'ultima, ma saranno rappresentate dai Sindaci, o, a seconda delle scelte che faranno all'interno dello Statuto, dalle singole Amministrazioni. Quindi, anche da questo punto di vista, ci sarà una gestione decisamente più pragmatica.
Anche in questo caso non possiamo dire che è un cambio nominalistico perché rispetto alla vecchia modalità, alla vecchia struttura delle Comunità montane, che era a tutti gli effetti un Ente sovracomunale, con elezioni indirette che spesso mutuavano dinamiche di schieramento politico (in alcuni casi, in altri no), all'interno delle Unioni questo non avverrà più.
Ritengo che, come ricordavano alcuni colleghi, il lavoro di mediazione o affinamento sia stato utile, perché ha certamente portato dei miglioramenti al testo del provvedimento.
Crediamo altresì - questo non riguarda i motivi di indifferibilità ed urgenza tecnica cui faceva riferimento, per esempio, il collega Angeleri questa mattina, per intenderci, ma proprio la scelta politica - che non supportare i territori della montagna, che stanno lavorando per unirsi, in un periodo d'indeterminatezza che può proseguire per molti mesi, sarebbe un errore sia in termini di utilizzo di risorse regionali sia in termini di possibilità di utilizzo di risorse europee, cosa che oggi gli stessi territori alpini ed appenninici della nostra regione si stanno predisponendo a sostenere con la nuova programmazione.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano Tentoni, Maccanti, Angeleri, Botta Franco Maria: all'articolo 1, comma 2, si propone di inserire la parola "Maggiormente" tra le parole "comuni" e "idonea".
L'emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale l'Assessore Vignale, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano Tentoni, Maccanti, Angeleri e Botta Franco Maria: all'articolo 3, comma 1, si propone di sostituire la frase "L'unione montana esercita" con la frase "L'unione montana e i comuni montani che non aderiscono ad un'unione montana esercitano".
I proponenti danno per illustrato l'emendamento.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano Tentoni, Maccanti, Angeleri e Botta Franco Maria: all'articolo 3, comma 2, si propone di sostituire la frase "L'unione montana esercita inoltre" con la frase "L'unione montana e i comuni montani che non aderiscono ad un'unione montana esercitano inoltre".
I proponenti danno per illustrato l'emendamento.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano Tentoni, Maccanti, Angeleri e Botta Franco Maria: all'articolo 3, comma 2, lettera a), si propone di sostituire la frase "che gli stessi decidono di esercitare tramite l'unione" con la frase "che gli stessi decidono di esercitare in forma associata".
I proponenti danno per illustrato l'emendamento.
Emendamento rubricato n. 19) presentato dalla Giunta regionale, a firma degli Assessori Molinari e Vignale: all'articolo 3, comma 2, lettera b), del disegno di legge n. 373 (Legge sulla montagna), si propone di inserire tra le parole "di cui all'articolo 117 della Costituzione conferite" e le parole "ai comuni" le seguenti parole: "dalla Regione".
La parola all'Assessore Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca, Assessore all'economia montana

Grazie, Presidente.
semplicemente una specifica, nata anche dal confronto in Commissione.
L'articolo 3 prevede, fra le competenze, quelle che la Costituzione assegna: abbiamo aggiunto le parole "ai Comuni da parte della Regione Piemonte", perché altrimenti sarebbero tutte.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Vignale.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano Tentoni, Maccanti, Angeleri e Botta Franco Maria: all'articolo 3, comma 3, si propone di sostituire la frase "L'unione montana svolge, in particolare" con la frase "L'unione montana e i comuni montani che non aderiscono ad un'unione montana svolgono, in particolare".
I proponenti danno per illustrato l'emendamento.
Emendamento rubricato n. 20) presentato dalla Giunta regionale, a firma degli Assessori Molinari e Vignale: all'articolo 3 del disegno di legge n. 373 (Legge sulla montagna), si propone di inserire, dopo il comma 3, il seguente comma: "3 bis. Le funzioni previste dal comma 2, lettera c), possono essere esercitate dalle unioni montane in convenzione tra loro".
La parola all'Assessore Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca, Assessore all'economia montana

Grazie, Presidente.
Come annunciavamo nella replica precedente, le funzioni previste dall'articolo 3 possono essere esercitate dalle Unioni montane anche in convenzione tra loro.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Vignale.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano Tentoni, Maccanti, Angeleri e Botta Franco Maria: all'articolo 3, si propone di inserire la frase: "e dei comuni montani che non aderiscono ad un'unione montana", dopo il titolo Funzioni dell'unione montana.
I proponenti danno per illustrato l'emendamento.
Il Consigliere Carossa comunica che ha ritirato la propria firma degli emendamenti rubricati n. 3), n. 4), n. 5), n. 6), n. 2).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Molinari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessore Molinari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessore Molinari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessore Molinari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessore Molinari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano Tentoni, Maccanti, Angeleri e Botta Franco Maria: all'articolo 4, comma 2, si propone di aggiungere alla frase "in convenzione con un'unione montana" la frase "o all'interno delle convenzioni in essere ai sensi del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78 convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122".
I proponenti danno per illustrato l'emendamento.
Il parere della Giunta? Prego, Assessore Molinari.



MOLINARI Riccardo, Assessore agli enti locali

Il parere è contrario, anche perché credo che quest'emendamento dimostri un po' quello che è il tema della discussione della legge in generale.
Qui si fa riferimento alle convenzioni come definite all'interno della legge 31 maggio 2010, n. 78, cioè le convenzioni previste dallo Stato come obbligatorie per le nuove funzioni fondamentali.
Come c'è stato modo di illustrare nella discussione, questa legge si propone proprio di fare chiarezza dividendo i due temi: da una parte, resta in vigore la legge 11/2012, che si occupa delle funzioni, fondamentali dall'altra, la legge che oggi ci apprestiamo ad approvare vuole invece concentrarsi sulle funzioni della montagna. A fronte di questo, lo strumento della convenzione è comunque previsto, com'è stato illustrato precedentemente, e l'abbiamo anticipato all'interno della legge. Per lo svolgimento delle funzioni della montagna, che sono per natura funzioni d'area vasta, funzioni con obbligo solidaristico tra Comuni, che quindi necessitano un'aggregazione territoriale più ampia, ci possono essere delle convenzioni, ma queste devono essere fatte con delle Unioni montane.
Quindi manteniamo la possibilità di utilizzare lo strumento della convenzione anche per le funzioni della montagna, precisando però che, per un discorso di ambito territoriale e per un discorso tipico delle funzioni che disciplina questa legge, la convenzione deve essere fatta con un'Unione montana.
All'interno di quest'emendamento, invece, si fa riferimento alle convenzioni previste per le funzioni fondamentali, che ovviamente restano possibili come disciplinate dalla legge 11.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Molinari.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7) sul quale l'Assessore Molinari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano Tentoni, Maccanti, Angeleri e Botta Franco Maria: all'articolo 6, comma 1, lettera a), si propone di aggiungere alla frase "è ripartita tra le unioni montane" la frase "e tra i comuni che non fanno parte di unioni montane".
I proponenti danno per illustrato l'emendamento.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano Tentoni, Maccanti, Angeleri e Botta Franco Maria: "Si propone di abrogare l'articolo 6, comma 2".
I proponenti danno per illustrato l'emendamento.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessore Molinari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale l'Assessore Molinari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano Tentoni, Maccanti, Angeleri e Botta Franco Maria: all'articolo 8, comma 1, si propone di sostituire la data "15 marzo 2014" con la data "30 giugno 2014".
L'emendamento viene dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 21) presentato dalla Giunta regionale, a firma degli Assessori Molinari e Vignale: all'articolo 8, comma 1, del disegno di legge n. 373 (Legge sulla montagna) si propone di sostituire le parole "Entro il 15 marzo 2014" con le seguenti parole: "Entro il 15 aprile 2014".
Ha chiesto la parola l'Assessore Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca, Assessore all'economia montana

Grazie, Presidente.
uno dei primi emendamenti, così come anche il 23 ed altri, che spostano le date dal 31 marzo al 30 aprile e dal 15 marzo al 15 aprile.
Semplicemente perché essendo oggi l'11 marzo, porre dei vincoli al 15 ci sembrava oggettivamente non corretto.
Non abbiamo neanche ritenuto opportuno andare troppo avanti perché, con la scadenza delle elezioni amministrative, il rischio era quello di farlo diventare un tema di campagna elettorale o, comunque, difficile da affrontare in un momento in cui vi è solo l'ordinaria amministrazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano Tentoni, Maccanti, Angeleri e Botta Franco Maria: all'articolo 8, comma 4, si propone di sostituire la data "31 marzo 2014" con la data "30 luglio 2014".
L'emendamento viene dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 22) presentato dalla Giunta regionale, a firma degli Assessori Molinari e Vignale: all'articolo 8, comma 4, del disegno di legge n. 373 (Legge sulla montagna) si propone di sostituire le parole "Entro il 31 marzo 2014" con le seguenti parole: "Entro il 30 aprile 2014" L'Assessore Vignale lo dà per illustrato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale l'Assessore Molinari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Molinari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8), così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 12) presentato dal Consigliere Motta Massimiliano Tentoni, Maccanti, Angeleri e Botta Franco Maria: all'articolo 9, comma 1, si propone di sostituire la data "31 marzo 2014" con la data "30 luglio 2014".
L'emendamento viene dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 22) presentato dalla Giunta regionale, a firma degli Assessori Molinari e Vignale: all'articolo 9, comma 1, del disegno di legge n. 373 (Legge sulla montagna) si propone di sostituire le parole: "Entro il 31 marzo 2014" con le seguenti parole: "Entro il 30 aprile 2014".
Ha chiesto la parola l'Assessore Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca, Assessore all'economia montana

Similarmente agli emendamenti 21) e 22), sposta sempre le date di trenta giorni.
Per questo motivo, chiedendo il voto a favore dell'emendamento n. 23) esprimiamo voto negativo sull'emendamento 12) perché, sostanzialmente riprende la stessa necessità di posticipazione, ma non ponendola al 30 luglio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Emendamento rubricato n. 13) presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano Tentoni, Maccanti, Angeleri e Botta Franco Maria: all'articolo 9, comma 1, si propone di aggiungere tre le parole: "unioni montane" e "nei confini" la parola: "almeno".
L'emendamento viene dato per illustrato dai proponenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale l'Assessore Vignale, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23).
Annullo la votazione per problemi tecnici.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.02 riprende alle ore 16.03)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ripetiamo la votazione dell'emendamento n. 23).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale l'Assessore Molinari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 9, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano, Tentoni, Maccanti, Angeleri e Botta Franco Maria: all'articolo 10, comma 1 si propone di sostituire la frase "devono essere esercitate dalle unioni montane" con la frase "devono essere esercitate dalle unioni montane e dai comuni montani che non aderiscono ad un'unione montana".
L'emendamento viene dato per illustrato dai proponenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale l'Assessore Vignale, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano Tentoni, Maccanti, Angeleri e Botta Franco Maria: all'articolo 11, comma 1 si propone di sostituire la data "31 marzo 2014" con la data "30 luglio 2014".
L'emendamento viene dato per illustrato dai proponenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale l'Assessore Vignale, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 11, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Emendamento rubricato n. 16) presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano Tentoni, Maccanti, Angeleri e Botta Franco Maria: Si propone di sostituire l'articolo 13 con l'articolo che segue: "Articolo 13. 1. Entro la data del 31 marzo 2014 si provvede alla nomina dei Commissari delle Comunità montane ad esclusione di quelle che coincidono con un'unione montana già riconosciuta dalla Regione".
Emendamento rubricato n. 24) presentato dalla Giunta regionale, a firma degli Assessori Vignale e Molinari: Si propone di sostituire l'articolo 13 del disegno di legge 773 (legge sulla montagna) con il seguente: "Articolo 13. Entro la data del 31 marzo 2014 il Presidente della Giunta regionale provvede ai sensi dell'articolo 14, comma 1, della legge regionale 11/2012 alla nomina dei Commissari delle Comunità montane nei casi previsti dalla norma".
La parola all'Assessore Molinari per l'illustrazione.



MOLINARI Riccardo, Assessore agli enti locali

L'emendamento che propone la Giunta recepisce l'emendamento dei Consiglieri. Fissiamo in legge la scadenza del 31 marzo per la nomina dei commissari, ex legge n. 11 del 2012.
Di fatto, è un emendamento che assorbe le richieste dei Consiglieri.



PRESIDENTE

Assessore, prima si vota l'emendamento n. 16) e poi l'emendamento n. 24).
L'emendamento n. 16) rimane perché non è stato ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale l'Assessore Molinari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24).
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Motta Massimiliano; ne ha facoltà.



MOTTA Massimiliano

Volevo fosse messo a verbale che ho votato in modo errato: ho votato no invece di sì.



PRESIDENTE

Sarà indicato a verbale che intendeva votare a favore.
Indìco la votazione palese sull'articolo 13, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Emendamento rubricato n. 17) presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano Tentoni, Maccanti, Angeleri e Botta Franco Maria: all'articolo 14, comma 1 si propone di sostituire la frase: che alla data del 31 marzo 2014 abbiano provveduto all'approvazione dello Statuto" con la frase "che al 31 dicembre 2013 abbiano provveduto all'approvazione dello Statuto e tra i comuni che non fanno parte di unioni montane".
Emendamento rubricato n. 25) presentato dalla Giunta regionale, a firma degli Assessori Vignale e Molinari: all'articolo 14, comma 1 del disegno di legge 373 (legge sulla montagna) si propone di sostituire le parole "alla data del 31 marzo 2014" con le seguenti parole "alla data del 30 aprile 2014".
La parola all'Assessore Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca, Assessore all'economia montana

Questo emendamento riguarda sempre lo spostamento di date, come gli emendamenti precedenti, dal 31 marzo al 30 aprile.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale l'Assessore Molinari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25).
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 18) presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano Maccanti, Angeleri, Tentoni e Botta Franco Maria: all'art. 14, comma 1 si propone di aggiungere alla frase: "hanno provveduto all'approvazione dello statuto" la frase "hanno provveduto all'approvazione dello statuto e tra i comuni che non fanno parte di unioni montane:".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale l'Assessore Molinari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 26) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Vignale: all'articolo 14 del disegno di legge n. 373 (Legge sulla montagna), si propone di sopprimere il comma 3.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 26).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 14, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese sull'articolo 15.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Indìco la votazione palese sull'articolo 16.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Indìco la votazione palese sull'articolo 17.
Il Consiglio approva.
Prima di procedere alla votazione del testo finale, vi sono richieste di intervento per dichiarazione di voto? Ha chiesto la parola la Consigliera Franchino; ne ha facoltà.



FRANCHINO Sara

Grazie, Presidente.
Intervengo succintamente a spiegare la posizione di voto del mio Gruppo, visto che l'atteggiamento in particolare dell'opposizione ha destato in me qualche confusione.
Ebbene, ritenevo inspiegabile l'entusiasmo che ho letto negli interventi in particolare del Gruppo del PD, e immagino di poterlo giustificare semplicemente con una sorta di operazione di make up, che, a mio modo di vedere, in modo un po' stucchevole, si sta cercando di fare per accreditarsi il merito di una legge, che in verità - non vorrei disilludere i Sindaci presenti - non è quella che corrisponde ai desiderata dell'UNCEM non è quella che viene in contro alle istanze del Gruppo del PD, ma è una legge che va letta in un'ottica di continuità. Continuità con l'attività posta in essere da questo Governo, a partire da quell'importante opera che l'Assessore Maccanti aveva svolto nel tutelare la libertà di scelta dei piccoli Comuni; quei piccoli Comuni che, precedentemente, nel sistema delle Comunità montane, molto spesso venivano stritolati in un'ottica inaccettabile, a mio modo di vedere, di ricatti, frutto di una logica di posizioni e di rapporti di forza, e che oggi hanno garantita una possibilità di scelta autonoma.
In tal senso, volevo ringraziare gli Assessori Vignale e Molinari, che si sono impegnati per spiegare questa legge sul territorio ai tanti Comuni del nostro Piemonte; per spiegare la bontà e le ragioni che la muovono e che la ispirano.
Proprio in quest'ottica va letto il voto favorevole del Gruppo che rappresento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Mi dispiace che da quando il Gruppo regionale del PD ha assunto una ferma presa di posizione in merito alla Giunta per le elezioni siamo entrati nelle attenzioni della collega Franchino, che rispetto, ma riguardo alla quale non posso accettare i toni.
Le considerazioni relativamente alla legge le ho espresse questa mattina e non ho nessuna intenzione di ripeterle.
Sono solo intervenuto in fase di dichiarazione di voto per fare una considerazione: senza il voto non del PD, ma dei Gruppi di opposizione questa legge non sarebbe passata. Grazie.
Questa è la verità dei fatti.
Buona giornata a tutti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Mi pare giusto e doveroso intervenire, nonostante la legge n. 373 non sia così perfetta (del resto, nessuno di noi lo è). Vorrei ringraziare gli Assessori Vignale e Molinari per costanza, la pazienza e la sopportazione che hanno mostrato nei nostri confronti.
Sotto un certo aspetto, mi fa enormemente piacere che questa sia stata una delle poche occasioni che ha visto quest'Aula, alla fine dell'intera discussione, trovare quasi all'unanimità la soluzione per approvare questa legge.
Magari alcuni Comuni non saranno totalmente soddisfatti (del resto anch'io non lo sono al cento per cento). Però bisogna guardare avanti.
Abbiamo oramai poco tempo e non possiamo lasciare in difficoltà i Sindaci del Piemonte (tutti, non solo quelli che siedono in questo momento alle nostre spalle), che vivono enormi problemi con il superamento delle Comunità Montane.
Vi è stato, a mio avviso, un atto di responsabilità da parte di tutti.
Voglio rimarcare che questa responsabilità da parte nostra c'è stata (sia da una parte che dall'altra) e mi complimento per il risultato.
Noi voteremo a favore di questa legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Molto brevemente, anche perché credo che gli Amministratori comunali, i Sindaci e le popolazioni delle nostre montagne desiderino che questa legge venga approvata il più rapidamente possibile; quindi meno tempo perdiamo e meglio è.
Però, talvolta, qualcuno si arroga qualche merito di troppo. Vorrei ricordare che questa legge è il risultato del lavoro dei due Assessori della maggioranza, Vignale e Molinari (tra l'altro, il collega Vignale recentemente è entrato nel partito di Forza Italia).
Questa legge, come ha detto l'amico Negro, con cui spesso ci ritroviamo, non può accontentare magari il cento per cento degli Amministratori delle Comunità montane, ma comunque mette finalmente ordine e dà degli ambiti precisi su cui le Unioni montane potranno operare. Sono competenze (inutile che le ricordi) relative alle energie rinnovabili all'artigianato, al turismo, all'informatizzazione e ad altre materie molto importanti, su cui finalmente ci saranno certezze e su cui le Unioni montane potranno operare e potranno ricevere il sostegno della Regione.
Pertanto, esprimeremo ovviamente un voto finale favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pedrale.
La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Devo dire che non avrei voluto intervenire, nel senso che questa mattina ho già detto le ragioni del nostro voto favorevole, ma, come al solito, sarò brevissimo.
Il voto del Gruppo della Lega Nord è favorevole. L'importante è il risultato finale, e sono sereno quando lo dico.
Quando iniziai questa legislatura, in tempi sicuramente più tranquilli rilasciai un'intervista a La Stampa, che, tra l'altro, mi causò alcune critiche all'interno del mio partito. In quell'intervista allora auspicavo che su determinate leggi ci poteva essere convergenza, anzi forse bisognava sforzarsi di avere una convergenza in questo Consiglio regionale: l'importante è il risultato.
Infatti, non mi scandalizzo. Anzi, proprio alla luce di quanto avevo detto (abitualmente non cancello quanto ho detto, magari, due o tre anni indietro) sono assolutamente contento e non in imbarazzo che una legge venga approvata con il voto favorevole sia della maggioranza che dell'opposizione.
Dopodiché, ringrazio - il mio non è un ringraziamento formale, perch comprendo alcune dinamiche della nostra politica - chi ha iniziato questo percorso, l'ex Assessore Maccanti, e ringrazio gli attuali Assessori, che sono riusciti a fare quell'opera di mediazione che ricordavo questa mattina, grazie alla quale si è giunti ad un voto bipartisan su questo progetto di legge.
Auspico ancora che, come dicevo questa mattina, ci siano però le risorse per questi territori, perché è inutile riempirsi la bocca sulle terre alte, sul valore delle terre alte e su quant'altro, quando non si fornisce loro la materia prima, affinché possano rispondere ai bisogni e ai voleri dei cittadini. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Carossa.
Non ci sono altri interventi.
La Giunta regionale vuole aggiungere qualcosa? La parola all'Assessore Molinari.



MOLINARI Riccardo, Assessore agli enti locali

Grazie, Presidente.
La Giunta ringrazia l'Assemblea e il Consiglio per il voto su questa legge, anche perché credo sia un voto che fa fare bella figura a questa Istituzione.
Diamo comunque una risposta, seppure nelle differenze di vedute, come è stato sottolineato in diversi interventi, di compromesso rispetto a posizioni e punti di vista diversi, che però rappresenta quantomeno una certezza per quegli amministratori di aree montane delle aree cosiddette "marginali", che sono le aree dove è più difficile vivere e soprattutto amministrare.
Diamo delle certezze.
Prima ci era stata fatta una sollecitazione su quello che sarà il fondo per la montagna, per far sì che questa legge si possa applicare concretamente. Abbiamo approvato il bilancio preventivo 2014 poche settimane fa e a bilancio sono stanziati 14 milioni di euro. Quindi le risorse a bilancio ci sono.
Con questa legge credo che siamo riusciti nel difficile intento di mantenere vigenti i principi della legge n. 11, cioè garantire un'autonomia dei Sindaci, degli amministratori nella scelta del futuro del proprio Comune e del proprio territorio. Una libertà di decisione con chi associarsi, come svolgere le funzioni fondamentali, ma garantendo la possibilità di sviluppare politiche di area vasta che, per loro natura necessitano di aggregazioni territoriali più ampie e soprattutto più stabili.
Questo è stato necessario anche perché, come è stato sottolineato in alcuni interventi, in particolare quello del Consigliere Cantore, credo che l'errore fondamentale compiuto dalla nostra Istituzione regionale sia stato quello dell'accorpamento delle Comunità montane. Questo lo dicono i dati e le scelte degli amministratori di quei territori.
Nella legge n. 11 era possibile tramutare le Comunità montane attuali in Unione di Comuni a patto che ci fosse l'unanimità del consenso dei Sindaci, degli amministratori di quei territori. In tutto il Piemonte è successo solo in un caso, forse due. Quindi, credo che questa sia l'indicazione palese di come probabilmente il territorio montano piemontese si sentiva non a suo agio in quel tipo di aggregazione territoriale.
Con questa norma permettiamo a quei territori di organizzarsi; molto probabilmente, anche in base all'indicazione che è stata data in legge, si ritornerà ai territori delle Comunità montane pre-accorpamento o, comunque a fare riferimento a quei bacini territoriali per svolgere le politiche di sviluppo della montagna che in questa legge definiamo con chiarezza uscendo anche da quella confusione che spesso si è fatta, come ho detto prima, anche in quest'Aula, sullo svolgimento delle funzioni fondamentali che hanno tutti i Comuni rispetto a quelle funzioni che sono garantite dall'articolo 44 della Costituzione e che sono specifiche delle aree montane.
Ripeto, in questo modo riusciamo a garantire (era una sollecitazione venuta dai banchi delle opposizioni) la continuazione dell'attività dei GAL.
I GAL sono fondamentali, perché permettono, ad oggi, di destinare quantomeno risorse europee dell'asse Didier su quelle aree marginali dove spesso gli interventi garantiti dai GAL sono i pochi che permettono ancora a quegli "eroi", a quegli imprenditori che decidono di fare attività nelle aree montane, di rimanere sul territorio e di continuare ad operare.
Questo è garantito proprio per il sistema di vincolo, vogliamo dire sì, perché no? - dell'incentivazione forte che noi abbiamo dato nello spingersi verso le Unioni montane e nel vincolo che abbiamo dato ai Comuni che staranno fuori dalle Unioni di convenzionarsi con le Unioni montane stesse.
In questo modo riusciamo a garantire che tutto quel territorio possa continuare a beneficiare dell'utilizzo di questi fondi. Diversamente, senza quest'indicazione, ci saremmo potuti trovare nella situazione per cui avremmo avuto cittadini di serie A e di serie B sullo stesso territorio in base alle scelte dei singoli amministratori.
Credo che anche questo sia un punto importante della nostra legge.
Un'ultima cosa che ci tengo a sottolineare.
Come abbiamo detto, questo intervento è necessario, perché si parla delle aree più in difficoltà del nostro territorio.
In Piemonte "non nevica firmato". Questa è una citazione di alcuni amministratori del territorio che ho avuto modo di incontrare in questi mesi, e dove lo stare in montagna non porta alcun vantaggio, se non difficoltà.
Quindi, anche il fatto di aver tenuto conto delle specificità dei diversi territori montani indicando che il fondo della montagna sarà ripartito tenendo conto delle differenze tra fascia alpina e fascia appenninica, a mio avviso, va a definire anche in legge una questione irrisolta e che i territori di una certa parte del Piemonte attendevano da molto tempo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Assessore Molinari.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato SÌ 32 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Proposta di deliberazione n. 305, inerente a "Associazione Centro Piemontese di Studi Africani. Approvazione modifiche statutarie" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto successivo.
Si tratta della proposta di deliberazione n. 305, di cui al punto 4) all'o.d.g.



(Commenti della Consigliera Bresso)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.34 riprende alle ore 16.36)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Intervengo per chiedere un ulteriore approfondimento sul provvedimento che noi condividiamo rispetto ai contenuti, in relazione al fatto che vi sarebbe il rischio di determinare, modificando lo Statuto e non potendo poi procedere alla composizione dei nuovi organi amministrativi, una condizione di paralisi.
Le chiederei quindi, in questa settimana, di poter approfondire questo tema, che rispetto ai contenuti del provvedimento - lo ripeto - non registra nulla in termini di contrarietà da parte nostra, in modo tale da scongiurare questo rischio. Martedì prossimo, in ogni caso, si svolgerà la seduta di Consiglio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Quaglia; ne ha facoltà.



QUAGLIA Giovanna, Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale

Prendo nota della segnalazione e farò l'approfondimento con l'Assessore competente e con la struttura dell'Assessorato, in modo che martedì riusciamo a dare la risposta su questo punto.



PRESIDENTE

Bene. Non essendovi altri punti all'o.d.g., se l'Aula acconsente terminerei qui i lavori odierni.
Richiamo l'attenzione, in particolare dei signori Capigruppo: pur già nelle more delle 24 ore - però si tratta di un aspetto urgente ed irrinunciabile, domani alle ore 12.30 è convocata una riunione dei Presidenti di Gruppo in quanto, come sapete, la Conferenza dei Presidenti di Gruppo aveva chiesto mio tramite al Presidente della Regione di conoscere il contenuto dei decreti sull'indizione delle elezioni regionali del 25 maggio precedentemente alla sua firma degli stessi.
Siccome quest'atto dovrebbe avvenire domani pomeriggio, o al più tardi dopodomani mattina, il Vicepresidente della Regione sarà presente alla Conferenza, dove verrà distribuita e illustrata la bozza di decreto per l'indizione delle elezioni; non ci sono le 24 ore, però si tratta di un'urgenza.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16.38)



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