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Dettaglio seduta n.410 del 04/03/14 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 14.37)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliere regionale Giovanni Picco, deceduto il 3 gennaio 2014


PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri è scomparso il 3 gennaio 2014, all'età di 81 anni, l'Architetto Professor Giovanni Picco, Consigliere regionale nella II, III e IV Legislatura.
Nato a Torino il 21 agosto 1932, architetto urbanista, già professore in progettazione urbana al Politecnico. Ha ricoperto l'incarico di Assessore comunale di Torino al Personale e Urbanistica dal 1968 al 1973 anno in cui è stato eletto Sindaco di Torino, in carica per due anni, fino al 1975.
Eletto Consigliere regionale nella II Legislatura, nella Circoscrizione di Torino, Lista Democrazia Cristiana, è stato componente delle Commissioni Bilancio e Pianificazione territoriale e Urbanistica.
Il 24 marzo 1978 è stato vittima di un attentato terroristico delle Brigate Rosse, riportando gravi ferite.
Rieletto nella III Legislatura, ha ricoperto l'incarico di Vicepresidente del Consiglio Regionale sino al 1983 ed è stato componente delle Commissioni Bilancio e Urbanistica.
Nella IV Legislatura, è stato Vicepresidente della Commissione Ambiente e componente della Commissione Urbanistica.
A gennaio 2004 è stato nominato Commissario Straordinario del Parco Nazionale del Gran Paradiso, del quale nel dicembre dello stesso anno è diventato Presidente. È stato inoltre dal 2005 al 2009 Sindaco di Cantalupa (TO).
L'Architetto Picco era una persona competente e corretta, con un alto senso civico con un profondo rispetto delle Istituzioni e un grande impegno nel mettersi al servizio della comunità torinese e piemontese alle quali ha dedicato le migliori energie di professionalità e intelligenza, rivestendo i più prestigiosi incarichi.
Con il Consiglio regionale del Piemonte ha sempre mantenuto uno stretto rapporto, partecipando attivamente alle iniziative dell'Associazione ex consiglieri, di cui è stato Presidente dal 1990 al 1995, e successivamente componente del Consiglio direttivo.
Ai funerali, svoltisi a Torino il 6 gennaio scorso, era presente in rappresentanza del Consiglio regionale il collega Consigliere regionale Alberto Goffi, mentre alla Commemorazione nel Municipio di Torino, lunedì 3 febbraio 2014, era presente il Vicepresidente Fabrizio Comba.
Alla signora Flavia, al figlio Cristiano e alle figlie Elena ed Emanuela desidero rinnovare, a nome dell'Assemblea regionale, le più sentite condoglianze e i sensi della nostra solidarietà e vicinanza.
Invito i presenti a osservare un minuto di silenzio in memoria del Consigliere regionale Architetti Professor Giovanni Picco.



(L'Assemblea, in piedi osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 14.42 riprende alle ore 14.51)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cota e Giordano.


Argomento: Organi, strumenti e procedure della programmazione

Esame proposta di deliberazione n. 301, inerente a "Documento strategico unitario della Regione Piemonte per la programmazione 2014-2020 dei Fondi europei a finalità strutturali" (atto di indirizzo collegato: mozione n. 1141)


PRESIDENTE

Procediamo con la prosecuzione dell'esame della proposta di deliberazione n. 301, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana odierna è iniziato l'esame del testo della proposta di deliberazione n. 301 ed è terminata la discussione generale.
Come comunicato nella mattinata, informo l'Aula che sul testo sono stati presentati, a firma di tre Presidenti di Gruppo, 14 emendamenti.
Trattandosi di una deliberazione, trattiamo gli emendamenti con l'illustrazione di ogni singolo emendamento nei termini regolamentari di tre minuti per il primo firmatario e di due minuti per i cofirmatari se lo richiedessero. Facciamo un'unica discussione e un'unica dichiarazione di voto sul blocco emendativo, ponendo in votazione alla fine di questo percorso ogni singolo emendamento.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani Placido, Pentenero, Bresso, Buquicchio, Negro, Rostagno, Manica: All'allegato A della proposta di deliberazione n. 301, capitolo 2, prima dell'inizio del paragrafo 2.1 (la Smart Specialisation Strategy: ricerca innovazione e competitività), pagina 26 dopo le parole "un'adeguata regia e governance dei diversi fondi potrà meglio intrigarne l'azione rispetto alle esigenze di tali territori". Sono inserite le seguenti: "Per perseguire al meglio gli obiettivi, è necessario uno sforzo di integrazione tra i diversi strumenti della programmazione. Ciò non si deve limitare ad una pur necessaria cabina di regia che abbia il compito di coordinare le azioni nell'ambito dei diversi fondi; è invece necessario procedere anche alla creazione di un "multifondo" che alimenti progetti unitari nei filoni strategici dell'innovazione, così da impattare in modo congiunto sugli aspetti relativi alla formazione e valorizzazione delle risorse umane e di sostegno agli investimenti".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Mi dispiace, anzitutto, constatare due cose. La prima è che al dibattito di questa mattina, al quale abbiamo voluto dare un significato di contributo positivo ad un documento rilevante per il futuro del Piemonte il Vicepresidente della Giunta regionale non abbia ritenuto suo dovere co replicare agli interventi che abbiamo fatto. Non abbiamo affrontato questioni tanto per il gusto di perdere tempo.
La seconda questione che sollevo è che vedo alle nostre spalle molti Sindaci rappresentanti delle terre alte, ma oggi non possiamo iniziare la discussione sul disegno di legge regionale sulla montagna. Vorrei ribadire che non possiamo iniziare la discussione non per problemi sollevati dai Gruppi dell'opposizione, ma per evidenti contraddizioni, all'interno della maggioranza, che si trascinano da settimane senza capire, sostanzialmente quali sono i termini della questione e trascinano la discussione su un binario pericolosamente morto.
Proprio questa mattina abbiamo evidenziato nel dibattito generale che dedicare un asse, un intervento, alle politiche di sviluppo delle terre di montagna all'interno delle DSU, presuppone o richiede di affrontare seriamente la tematica della governance all'interno delle terre di montagna. Non si fanno politiche di sviluppo su microaree, ma si fanno su aree sufficientemente ampie.
Arrivo all'emendamento che abbiamo presentato e che, in parte, è già stato anticipato dagli interventi di questa mattina da parte del sottoscritto e dai colleghi del Gruppo che sono intervenuti in sede di dibattito generale.
L'Unione Europea sollecita una gestione diversa dei fondi strutturali una gestione diversa significa un profonda integrazione tra i fondi, ma la profonda integrazione tra i fondi non richiede unicamente una gestione unitaria a livello di cabina di regia, ma richiede, sostanzialmente, anche strumenti nuovi e innovativi, attraverso i quali, nei diversi sistemi territoriali piemontesi, possano essere coniugate assieme politiche di innovazione, sotto il profilo tecnico, tecnologico, di processo e di prodotto; politiche anche di innovazione che non guardano unicamente ai sistemi produttivi, ma guardano a quelli che potrebbero essere gli elementi di forza dei diversi sistemi territoriali, con operazioni di valorizzazione sul capitale umano.
Non possiamo immaginare che i due binari fondamentali su cui costruire il nostro futuro passino attraverso gestioni separate e a volte inconciliabili tra di loro.
Per queste ragioni, con l'emendamento crediamo di dare sostanza ad una timida considerazione espressa all'interno del documento che è quello di prevedere che, all'interno dei POR, ci possa essere la predisposizione di un intervento multi fondo, cioè un intervento capace di finanziarie progetti unitari che abbiano dentro di loro elementi di innovazione, di processo amministrativo, di prodotto con elementi che, nello stesso momento, intervengono sulla formazione e sulla valorizzazione del capitale umano.
Questo è il senso dell'emendamento che ho finito di illustrare.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Ronzani, che è cofirmatario.



RONZANI Wilmer

Relativamente alle questioni che ha posto il collega Reschigna Assessore Pichetto, secondo me - lo abbiamo ricordato questa mattina intervenendo nel dibattito generale - questo è un po' uno snodo della discussione sulla nuova programmazione. E noi non possiamo non fare tesoro dell'esperienza compiuta nella stagione che ci stiamo lasciando alle spalle, in cui si è determinata oggettivamente una cesura tra i finanziamenti con i quali abbiamo finanziato il fondo per lo sviluppo e i finanziamenti, invece, destinati alle politiche attive della formazione.
Questa cesura, che ha comportato una serie di conseguenze e ha determinato oggettivamente compartimenti stagni, noi dobbiamo superarla, perché tutta l'impostazione dei fondi europei si basa su un presupposto: qui non si tratta di essere di centro, di destra o di sinistra, ma di immaginare una gestione dei fondi europei, che sia la più efficace possibile.
Anche un bambino si rende conto che le due cose devono parlarsi, perch le politiche di sviluppo richiedono, verosimilmente, politiche della formazione, e le due cose non possono essere gestite quasi a prescindere.
Lo strumento che viene individuato è quello del multifondo.
Nel documento strategico che ci è stato presentato abbiamo un riferimento troppo blando rispetto a questa questione. Invece, noi pensiamo che il documento strategico vada ricondotto a coerenza rispetto agli indirizzi dell'Unione Europea, perché ne va dell'efficacia delle politiche che faremo nei prossimi sette anni. Per garantire questa efficacia delle politiche occorre evitare questo divorzio tra le risorse che si impegnano per le politiche di innovazione e di sviluppo - tutte le cose che ci siamo detti questa mattina - e le politiche della formazione.
Quindi, noi immaginiamo che lei accoglierà questo emendamento non solo perché lo riteniamo di buonsenso, anche perché rientra nella filosofia della politica dei fondi europei. Secondo me, per dare a quella politica un respiro maggiore e un'efficacia maggiore dovremmo immaginare strumenti nuovi. Questo è uno di quelli.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Avrei voluto svolgere stamattina quest'intervento nel merito allargando un po' la questione, ma non ho potuto, e me ne scuso, per un disguido e per un problema personale - in questo caso, il mio era indifferibile e urgente. Però, Presidente, le sottopongo un problema che riguarda la sua funzione.
Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, che ha chiarito che la Giunta svolge compiti di ordinaria amministrazione e che il Consiglio regionale compie atti indifferibili ed urgenti, le chiedo a lei, come Presidente, e all'Ufficio di Presidenza, di svolgere in seno a questo Consiglio la funzione di vigilanza sull'atto della Giunta che ha ricorso in Cassazione avverso la sentenza del Consiglio di Stato.
Ritengo che questa questione non rientri nelle facoltà della Giunta pertanto chiedo a lei e al Consiglio di svolgere l'azione di vigilanza. Da parte mia, provvederò alla denuncia alla Corte dei Conti, perché non si pu con soldi pubblici intentare un'azione in Cassazione, dopo una sentenza molto chiara del Consiglio di Stato.
Se non volete essere chiamati - ognuno poi si assume le sue responsabilità - chiedo a lei, come Presidente, e al Consiglio di svolgere l'azione di vigilanza nel merito.
Come ho detto prima, la sentenza è molto chiara: ordinaria amministrazione e atti indifferibili ed urgenti, e questa mattina c'era un provvedimento.
Il collega mi ha spiegato un problema: se noi vogliamo fare l'elenco dei provvedimenti, compresi alcuni del sottoscritto, che ritengo assolutamente urgenti, sono contrario a quanto stabilito dal Consiglio di Stato.
Allora, cari colleghi, vi invito a valutare quanto pensate di fare nelle prossime settimane, come se nulla fosse. Per quanto mi riguarda, mi mettete nella condizione di porre la questione alle autorità competenti sul fatto stesso che questo Consiglio esista e possa svolgere la sua funzione.
La ringrazio per l'attenzione.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Per quanto riguarda l'ultimo punto, il Consiglio esiste, perché siamo qui, pertanto è sotto gli occhi di tutti.
Collega Placido, per quanto attiene agli atti indifferibili ed urgenti la Conferenza dei Capigruppo ha rivolto grande attenzione alla questione.
Le posso garantire che, preso atto anche del parere che la Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso il Dipartimento per gli Affari Regionali, per quanto attiene gli atti della Giunta, ha fatto pervenire alla Giunta stessa, con la quale aggiunge all'ordinaria amministrazione la possibilità per la Giunta di affrontare gli atti urgenti ed indifferibili se lei si riferisce, ad esempio, alla legge sulla montagna - non senza rilevare che il suo Capogruppo, cinque minuti fa, ha detto che è urgente farlo e che non è colpa del Gruppo dell'opposizione se non viene fatto, ci per inciso - la Conferenza dei Capigruppo, ad eccezione del collega Botta Presidente del Gruppo Fratelli d'Italia, ha convenuto per la terza volta che l'esame del disegno di legge sulla montagna n. 373 è un atto indifferibile e urgente. Quindi, la Conferenza dei Capigruppo ha deciso di procedere nei lavori consiliari che residuano a questa legislatura affrontando la discussione e, per quanto possibile, l'approvazione del disegno di legge stesso.
Per quanto riguarda la vigilanza, non è competenza del Presidente del Consiglio regionale o dell'Ufficio di Presidenza svolgere funzioni di vigilanza sugli atti della Giunta. Questo compete ad ogni Consigliere, ex articolo 26, comma 2, dello Statuto. Quindi, se lei ritiene - mi sembra che lo abbia già annunciato - potrà, in funzione delle prerogative e dei poteri che lo Statuto assegna ad ogni singolo Consigliere regionale del Piemonte pertanto anche alla sua persona, esercitare tale controllo.
Mi sembra di avere risposto puntualmente.
Chiedo se ci sono altri interventi da parte di Consiglieri cofirmatari.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero, che è cofirmataria dell'emendamento.



(Commenti provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



PRESIDENTE

Per favore, collega Riba.
Lei ha seduto qui autorevolmente prima di me e con me, pertanto la prego. Grazie.



(Commenti provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



PRESIDENTE

Per favore! Per favore!



(Commenti provenienti dalla parte dell'emiciclo riservata al pubblico)



PRESIDENTE

Per favore, signori Sindaci! Collega Riba, non arriviamo all'interruzione di pubblico servizio. Per favore, vi accomodate, se volete rimanere qui, adesso vi parlo.
Collega Riba, innanzitutto, fino ad un secondo fa, non era pervenuta alla Presidenza alcuna richiesta di incontro. Lei, che è stato Vicepresidente di questo Consiglio, dovrebbe sapere che se qualcuno vuole essere ricevuto deve fare una richiesta di incontro ufficiale, che non è pervenuta. Quindi, in primo luogo, non accetto un reclamo preventivo che non veniate ricevuti quando nemmeno è stata avanzata la richiesta.
In secondo luogo, questo è un Consiglio regionale, vi prego di sedervi.
Adesso proseguiranno gli interventi dei Consiglieri; lei, se vuole, pu avvicinarsi al Capo di Gabinetto o a chi ritiene; se avete qualcosa da chiedere, lo fate, poi sarà valutato.
Non possiamo valutare le richieste prima che queste siano formulate pertanto, vi invito a sedervi, altrimenti devo sospendere la seduta, che vorrei evitare.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.06 riprende alle ore 15.09)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
pervenuta alla Presidenza una richiesta di incontro da parte di alcuni sindaci presenti in Aula relativamente alla questione del noto disegno di legge.
Mi sono confrontato con la Giunta, la quale è disposta ad incontrare i Sindaci. Pertanto, la delegazione sarà ricevuta alle ore 15.40 in Sala Viglione al primo piano ed interromperemo i nostri lavori intorno alle 15.40.
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Spero si possa avviare un dialogo costruttivo con i tanti Sindaci oggi sono presenti in Aula. Riprendendo la discussione iniziata questa mattina ed entrando nel merito, come avevamo annunciato, abbiamo predisposto una serie di emendamenti su un documento che, come ho evidenziato nell'intervento di questa mattina, sicuramente non ha il coraggio di assumersi una serie di responsabilità.
Ciò nonostante, abbiamo provato ad arricchire il documento con alcuni elementi. Uno degli elementi che riteniamo possa essere utile è quello della creazione di un multifondo, proprio perché uno dei limiti evidenziati questa mattina è la difficile articolazione tra i fondi comunitari. Non abbiamo trovato elementi all'interno del documento che, oltre a delle dichiarazioni di principio, trovino sintesi e definizione rispetto all'integrazione dei fondi.
La creazione di un multifondo permetterebbe - soprattutto su temi che possono determinare sperimentazioni di governance dei fondi attraverso l'attivazione di progetti integrati - di fornire uno strumento utile e pratico affinché l'integrazione avvenga con esempi concreti.
Quindi, crediamo che questo tipo di emendamento possa essere utile ai fini del miglioramento del documento strategico. Poiché gli emendamenti sono tutti interventi di merito, ci auguriamo che vengano presi nella dovuta considerazione, proprio perché non esprimono un atteggiamento di ostilità, ma proposte reali e concrete che possono migliorare il documento discusso questa mattina.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pentenero.
Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani Placido, Pentenero, Bresso, Buquicchio, Boeti, Negro, Rostagno, Manica: All'allegato A della Proposta di deliberazione n. 301, Capitolo 2 paragrafo 2.1 (La Smart Specialisation Strategy: ricerca innovazione e competitività), pagina 28 dopo le parole "Il documento conterrà le misure per stimolare gli investimenti privati nella ricerca, nello sviluppo e nella tecnologia (RST) e includerà un capitolo dedicato alla crescita digitale" sono inserite le seguenti: "L'individuazione delle aree di specializzazione regionale e delle conseguenti strategie di ricerca e innovazione di specializzazione intelligente sono assunte previo parere della Commissione consiliare competente.".
Tale emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Reschigna, Bresso Pentenero, Buquicchio, Boeti, Negro, Manica, Rostagno: All'allegato A della Proposta di deliberazione n. 301, Capitolo 2 paragrafo 2.2.1 (La crescita intelligente), pagina 32 le parole: "La programmazione regionale degli ultimi anni ha posto le basi per un rilancio in chiave competitiva del tessuto produttivo piemontese. Ci si riferisce in particolare, ai programmi pluriennali che hanno caratterizzato l'azione politica dell'attuale Giunta, i quali hanno talvolta un orientamento settoriale (i Piani per la competitività, per la ricerca, sviluppo e innovazione, per le ICT) e talaltra valenza trasversale, intendendo agire in primis su determinati processi particolarmente critici e/o promettenti per il riposizionamento competitivo del Piemonte (i Piani per l'occupazione, i giovani, l'internazionalizzazione). Si rende oggi necessario coordinare questi strumenti all'interno di una strategia regionale per la specializzazione intelligente, introducendovi gli opportuni elementi di innovazione, razionalizzazione e maggiore specificazione sulla base, tra l'altro, delle evidenze relative ai riscontri ottenuti dalle diverse misure poste in essere.", sono soppresse.
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

L'emendamento è volto ad eliminare nell'allegato A della proposta di deliberazione al capitolo 2, paragrafo 2.2.1, una frase che metterebbe in evidenza una serie di azioni che sono state svolte dall'attuale Giunta, per le quali ad oggi non esistono valutazioni oggettive secondo le quali le azioni messe in atto dalla Giunta abbiano espresso politiche innovative che in qualche modo abbiano permesso di raggiungere gli obiettivi definiti dai bandi.
Per cui riteniamo che questo paragrafo debba essere soppresso, perch non porta un elemento migliorativo al documento, ma afferma situazioni che non sono ancora né verificate né consolidate all'interno dei documenti di programmazione.
Pertanto, ci sembra non opportuno inserirlo all'interno del documento stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

L'emendamento rubricato n. 8) è già stato illustrato dalla collega Pentenero, quindi approfitterei del tempo per ritornare un momento sull'emendamento n. 7) per spiegare le ragioni della presentazione.
L'emendamento n. 7) è un emendamento a cui noi assegniamo importanza.
Uno dei contenuti e degli obiettivi fondamentali che deve porsi la prossima programmazione dei fondi strutturali europei, tanto che è in corso di elaborazione un documento sotto questo aspetto da parte della Giunta regionale che in bozza ci è stato consegnato durante lo svolgimento dei lavori in I Commissione, è quello legato alla strategia per l'individuazione delle aree di specializzazione regionale, la Smart Specialisation, che è sostanzialmente il tentativo di intervenire sui diversi sistemi territoriali piemontesi che sono stati squassati dalla crisi economica in quelli che, tradizionalmente, erano i loro elementi di forza e che hanno determinato per lungo tempo sicurezza economica e sicurezza sociale, per individuare su quali basi e su quali eccellenze è possibile ricreare questo tipo di condizione di sicurezza economica e sociale.
Può riguardare aree di distretti industriali, ma può riguardare anche le terre di montagna, così come, in alcuni ambiti e sistemi territoriali che gli elementi di specializzazione riguardino l'innovazione sociale, del sistema dei servizi o lo sviluppo del turismo, se quegli elementi sono quelli su cui puntare per ricreare una condizione di sicurezza economica e sociale.
Ma chi lo fa? È pensabile che tutto ciò sia una delega consegnata in bianco alla Giunta regionale? Oppure questo doveva diventare probabilmente un pezzo del documento unitario strategico, cioè quello di procedere nei diversi sistemi territoriali all'individuazione degli elementi di forza e delle eccellenze sui quali ricreare condizioni di sviluppo economico.
Oppure questo è parte di un lavoro successivo che si colloca a metà tra il DSU e i POR regionali.
Occorre che questa discussione coinvolga il Piemonte e coinvolga anche il Consiglio regionale, a maggior ragione in una fase politica delicata come la nostra, nella quale siamo sicuri che andiamo al voto fra pochi mesi, ma nessuno è sicuro rispetto all'esito che la competizione elettorale determinerà sul governo regionale.
Quindi, credo che questi elementi - ed è questo il senso dell'emendamento - debbano essere parte di un confronto con il Piemonte, ma anche la Commissione consiliare competente, a maggior ragione in una fase di transizione come quella che stiamo vivendo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani Bresso, Boeti, Buquicchio, Manica, Rostagno, Pentenero, Negro: All'allegato A della proposta di deliberazione n. 301, Capitolo 2 paragrafo 2.2.1 (La crescita intelligente), pagina 32 le parole "la possibilità del sistema di ritrovare la capacità di generare valore aggiunto è legata a due direzioni: 1. la necessità di intersecare alcune competenze caratterizzanti il tessuto produttivo regionale con le potenzialità delle nuove tecnologie abilitanti in primis le ICT, quali fattori pervasivi di generazione del valore 2. la necessità di agganciare alcuni segmenti chiave della nostra industria allo straordinario potenziale di crescita legato alle smart&clean technologies' sono sostituite dalle seguenti: 'la possibilità del sistema di ritrovare la capacità di generare valore aggiunto è legata ad alcune direzioni: 1. la necessità di intersecare alcune competenze caratterizzanti il tessuto produttivo regionale con le potenzialità delle nuove tecnologie abilitanti in primis le ICT, quali fattori pervasivi di generazione del valore 2. la necessità di agganciare alcuni segmenti chiave della nostra industria allo straordinario potenziale di crescita legato alle smart &clean technologies 3. la necessità di sostenere ambiti quali la chimica verde l'agroalimentare, l'aerospazio e il turismo.".
Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

L'emendamento n. 9) è un emendamento sulla crescita intelligente. È a pagina 32 ed integra con un terzo punto i due punti già presenti nel documento.
Nei primi due si propone di valorizzare le nuove tecnologie abilitanti in primis le ICT; nel secondo invece di agganciare alcuni segmenti chiave come le smart &clean technologies.
Noi riteniamo che questo sintetico elenco sia insufficiente e che vadano indicati in maniera più precisa settori come la chimica verde e l'agroalimentare, che in Piemonte hanno un potenziale innovativo e di creazione di valore molto rilevante, così come l'aerospazio e il turismo.
Credo non serva l'illustrazione del motivo per cui questi quattro settori, su cui c'è un grosso potenziale di crescita innovatrice in Piemonte, dovrebbero essere specificatamente indicati.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bresso.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento cerchiamo di fare un passo in avanti rispetto a due affermazioni, condivisibili, ma che noi consideriamo non esaustive e soprattutto, anche in alcuni ambiti generici contenuti all'interno del paragrafo cui faceva riferimento la Consigliera Bresso.
Se dobbiamo ragionare rispetto all'individuazione di quali sono le possibilità di ritrovare capacità e di generare valore aggiunto, secondo me, dobbiamo partire anche da quello che oggi in Piemonte rappresenta un'eccellenza e che, dal nostro punto di vista, ha ampi margini di ulteriore crescita.
Come non considerare un'eccellenza in Piemonte la "chimica verde"? Quando parliamo di chimica verde, si può parlare di Crescentino, ma anche di Novara (Novamont), che rappresentano due realtà che sicuramente sono sul piano dell'eccellenza, non piemontese, ma internazionale.
Come non parlare di una realtà, che meglio ha resistito alle condizioni drammatiche poste dalla crisi in Piemonte, come quella del settore agroalimentare, che trova certamente nella Provincia di Cuneo un suo luogo importante e che forse ha saputo compiere elementi molto più avanzati rispetto ad altre realtà e che rappresenta un terreno di crescita più ampio all'interno della realtà piemontese? Individuando questi quattro o cinque settori, abbiamo la consapevolezza di non individuare tutto. Tuttavia, ripeto, vogliamo rappresentare il fatto che, al di là di affermazioni che possiamo condividere sul ruolo importante che l'ICT può avere nello sviluppo economico del Piemonte, l'ICT è più uno strumento che un ambito capace di generare questa nuova stagione. È uno strumento capace di sostenere un forte sforzo innovativo nel sistema produttivo piemontese.
Esistono molte altre eccellenze nella nostra regione su cui, secondo noi, si può realizzare un'operazione ulteriore di rafforzamento. Sono i pezzi che rappresentano, non nella dimensione regionale, ma nella dimensione internazionale, gli elementi anche più innovativi che oggi leggiamo all'interno dell'economia piemontese. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Per rafforzare il ragionamento dei Consiglieri Reschigna e Bresso Pichetto sa che uno degli obiettivi dell'Unione Europea, rispetto all'utilizzo dei fondi, è quello della specializzazione intelligente? Addirittura, viene indicato come discrimine tra vecchia programmazione e nuova programmazione, e aggiungo che è addirittura prevista come condizione o, come dicono i documenti europei. "condizionabilità".
Ciò significa che se i documenti strategici delle Regioni italiane non contengono obiettivi che possano essere riferiti alla specializzazione intelligente, in teoria i documenti italiani potrebbero essere bocciati dall'Unione Europea.
Questo naturalmente non pone soltanto problemi di metodo e di impostazione, ma pone problemi di merito, perché si va al cuore della questione, che dovremmo affrontare discutendo sul modo con il quale impiegare i fondi europei.
Il punto è che dobbiamo discutere non soltanto del Piemonte che c'è e che abbiamo alle spalle, ma del Piemonte che vorremo costruire, se non noi sicuramente altri.
Discutendo di specializzazioni intelligenti, dovremmo fare i conti con settori che già esistono, che non sono nuovi e che possono essere investiti da processi di innovazione di processo e di prodotto, quindi riposizionare un pezzo della nostra manifattura sul versante della competizione internazionale. Poi, però dobbiamo non limitarci a questo, dobbiamo invece avere la forza di individuare quei settori innovativi che possono produrre occupazione, valore aggiunto e così via dicendo.
del tutto evidente che un pezzo della manifattura che abbiamo conosciuto in questi cento anni, come sta avvenendo peraltro, ridurrà il suo peso specifico e noi possiamo gestire i problemi che questo processo determina nella misura in cui abbiamo la forza di investire in altri luoghi dell'innovazione. Perché è da lì che possiamo ricavare valore aggiunto, è da lì che possiamo rilanciare, rafforzare, ammodernare l'economia della nostra Regione.
Noi ne abbiamo indicati quattro, perché hanno una loro forte peculiarità e perché contengono un forte valore di innovazione.
Sarebbe singolare che, nel momento nel quale il Piemonte discute di come gestire i fondi nei prossimi sette anni, non si ponesse il problema di fare riferimento a quei settori innovativi che già stanno producendo nell'economia piemontese segnali ed effetti positivi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ronzani.
Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Pentenero Reschigna, Ronzani, Boeti, Buquicchio, Negro: All'art. 8, comma 4 si propone di sostituire la data "31 marzo 2014" con la data "30 luglio 2014".
La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Una delle valutazioni che abbiamo fatto è legata all'esigenza di cercare di rendere più veloci i finanziamenti che andiamo ad erogare ed assegnare, soprattutto in quei settori dell'innovazione, ma anche per quanto riguarda le politiche trasversali che toccano i fondi comunitari.
evidente che se noi abbiamo una buona idea, uno start up deve riuscire a partire nel più breve tempo possibile.
Se questa riesce a trovare risposta attraverso i finanziamenti soltanto mesi dopo, è evidente che quella buona idea può non essere più una buona idea! Quindi, non può trovare esecutività in tempi immediati.
Allora, così come in altri punti del documento, crediamo sia necessario individuare tutti gli strumenti possibili per rendere i fondi comunitari più flessibili, meno complicati e anche per ridurre i tempi dall'approvazione all'erogazione del finanziamento. Questo deve essere affermato come linea strategica e come principio all'interno del documento strategico di programmazione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pentenero.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Per rafforzare il concetto espresso dalla collega Pentenero, vorrei raccontare brevemente perché abbiamo l'esigenza di porre questa priorità.
Pichetto, tu sei entrato in Giunta regionale nel mese di marzo 2013.
Ricordo che una delle prime questioni, quando hai assunto la carica di Vicepresidente della Regione, che ho avuto modo di discutere con te è stato un bando bloccato da tempo relativamente agli interventi per la reindustrializzazione del Piemonte.
Sostanzialmente, un bando che, intervenendo su quelle attività produttive in condizioni di difficoltà e che avevano progetti di ridefinizione della propria presenza produttiva all'interno dei siti che occupavano, ma che avevano bisogno di minori superfici a disposizione per poter svolgere l'attività produttiva, interveniva per ridurre il peso dell'immobilizzazione all'interno di queste attività produttive garantendo però, il mantenimento di quell'attività produttiva.
Marzo 2013. Non è colpa tua, ma mi serve solamente per svolgere una riflessione.
Siamo a marzo 2014 e non si è ancora chiusa la vicenda. Non si è ancora chiusa la vicenda! Ora, se ci mettiamo un anno per poter costruire bandi, per poter valutare progetti e proposte prima di arrivare a definire se quell'idea ha un senso, è coerente, ha una sua capacità di funzionare e quindi di poter essere sostenuta dall'Amministrazione regionale piemontese, significa che oggi porsi il tema dei tempi di valutazione è assolutamente indispensabile e prioritario.
Ancora, mi rendo conto che questa è un'affermazione di principio e un auspicio che poniamo con questo emendamento; però a volte ribadirci degli impegni, che sono anche quelli di fare in modo che la politica abbia dei tempi di valutazione delle emergenze, soprattutto quando riguardano la vita economica, non ci fa male. Può darsi che, adagio, adagio, impareremo tutti assieme a costruire delle modalità che non richiedano un anno di valutazione prima di arrivare alla definizione.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Il collega Reschigna ha fatto un esempio e io potrei farne diversi, ma diciamo che tutti ripropongono la stessa questione: accedo a un finanziamento (in questo caso europeo, ma il discorso potrebbe anche riguardare i finanziamenti regionali); nella selezione vengo addirittura individuato come un soggetto che ha titolo perché il progetto che viene presentato ha i requisiti per ottenere un finanziamento, oppure per concorrere a determinare un certo tipo di politica; e poi si determina il vuoto tra la fase nella quale vengo giudicato idoneo alla fase nella quale io posso accedere al finanziamento pubblico.
Ora, ci sono questioni che non dipendono, secondo me, dalla regione Piemonte; ed è questo uno dei problemi con i quali si misura ancora oggi una parte delle politiche di sviluppo della nostra Regione. Quello è un nodo, infatti, difficilmente aggirabile: o si risolve quel nodo lì, o diventa complicato anche solo attirare investimenti e fare politiche d'impresa. È evidente però che, per quanto riguarda noi, dovremmo metterci nella condizione di risolvere una parte di questi problemi, almeno quelli che sono di competenza della macchina pubblica regionale. Semmai poi constateremo che vi sono questioni esterne a noi, che contribuiscono a rendere più complicato l'iter di un finanziamento e l'investimento; ma, per quanto ci riguarda, dovremmo metterci nella condizione di fare un'operazione a tempo zero, il più rapidamente possibile.
Allora, l'idea di richiamare questa questione, oltre ad essere un vincolo - come diceva il collega Reschigna - rappresenta anche l'esigenza di sottolineare come noi, per ciò che attiene alle nostre responsabilità dobbiamo entrare nell'ottica di fare in modo che la nuova programmazione dei fondi coincida con l'obiettivo da raggiungere di velocizzare tutti gli iter che possono consentirci di accedere ai finanziamenti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ronzani.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani Bresso, Pentenero, Buquicchio, Boeti, Negro, Rostagno, Manica: All'allegato A della Proposta di deliberazione n. 301, Capitolo 2 paragrafo 2.2.1 (La crescita intelligente), pagina 36 dopo le parole: "Il Piemonte deve, altresì, puntare a trovare spazio nei mercati dell'innovazione investendo sui temi della Green Economy che possono fattivamente favorire uno sviluppo del tessuto produttivo in grado di cogliere le opportunità offerte da un modello di crescita sostenibile." sono inserite le seguenti: "Oltre al necessario sostegno alle imprese private nei settori dell'innovazione tecnologica e informatica ai fini di una crescita intelligente del Piemonte, è anche necessario sostenere lo sforzo di soggetti pubblici, in particolare enti pubblici (preferibilmente in forma associata) e enti che gestiscono servizi pubblici, nel campo dell'innovazione informatica e telematica al fine di una migliore efficienza e fruibilità da parte del cittadino dei servizi offerti".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Avevo detto questa mattina che, se c'è un leitmotiv che vorremmo fosse la guida degli interventi che la Regione attuerà per restituire futuro alla comunità piemontese, questo è la parola "innovazione". Alla parola "innovazione", però, noi non assegniamo unicamente un significato come tradizionalmente siamo abituati ad attribuire: innovazione di processo innovazione di prodotto...
Noi abbiamo bisogno complessivamente di innovarci. Abbiamo bisogno - e questo sarà un tema che affronteremo con un successivo emendamento - di innovarci sotto il profilo della tutela sociale, del welfare. Abbiamo bisogno di innovarci sotto il profilo dell'organizzazione amministrativa della nostra Regione, perché un contributo forte alla creazione di sistemi territoriali forti lo dà un'organizzazione amministrativa efficiente.
E allora, all'interno delle premesse del documento, c'è un'analisi che noi condividiamo. Attenzione: tra le tante novità che noi dobbiamo affrontare, c'è anche quella che i tradizionali riferimenti dei sistemi territoriali pubblici e dell'organizzazione amministrativa a livello locale non ci sono più, o non ci saranno più. Non ci saranno più le Province così come le abbiamo viste; non ci saranno, per alcuni aspetti, le Comunità montane per come le abbiamo conosciute.
Il rischio vero, non avendo esercitato un ruolo di guida in un processo di riorganizzazione dei poteri locali, è che la novità conseguente alla cancellazione sia rappresentata e caratterizzata, più che altro...
Presidente, è veramente impossibile proseguire in queste condizioni!



(Scampanellio del Presidente)



RESCHIGNA Aldo

La novità, dicevo, sarà veramente rappresentata dalla frammentazione amministrativa. E allora perché non poniamo anche la questione della necessità - così come hanno fatto altre Regioni, all'interno dei DSU che hanno già esaminato - di finanziare progetti innovativi sul piano dell'organizzazione amministrativa? E per progetti innovativi io non immagino unicamente un'operazione di messa insieme dei soggetti, ma il fatto che la messa insieme di quei soggetti determina un ripensamento, una riorganizzazione delle stesse modalità di gestione delle funzioni, cosa che non sta avvenendo. Si fanno le sommatorie, ma non si ripensa il proprio ruolo e la propria organizzazione. Perché questo? Rispondo e concludo. Vengo da una Provincia, la più piccola della nostra Regione, che ha un problema e una virtù nello stesso momento: confina con la Svizzera. Sono stufo di sentirmi raccontare dagli operatori dalle organizzazioni economiche, dalle organizzazioni sociali, dalle organizzazioni sindacali, che basta varcare il confine a 25 chilometri e si trova un'organizzazione amministrativa efficiente e capace di dare delle risposte adeguate in tempi celeri.
una sfida. In parte questa sfida riguarda noi e in parte è dipendente da scelte a livello della politica nazionale, sia ben chiaro: ne abbiamo consapevolezza. Chiamare il Piemonte, però, a chiedersi se non sia possibile ripensarsi sull'organizzazione amministrativa e trovare anche modalità e organizzazioni tali da poter...



(Brusio in aula)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Io mi rendo conto, Presidente, però comincio a pensare sia meglio che in Aula ci stiano poche persone intenzionate a seguire: gli altri vengano solo a votare, perché questa situazione è impraticabile!



PRESIDENTE

Ha ragione.
A tale proposito, dal momento che stava terminando, diamo per illustrato l'emendamento rubricato n. 3) e interrompiamo i nostri lavori.
A chi fosse interessato - lo dico in particolare ai signori Capigruppo ricordo che al primo piano, in Sala Viglione, sta per cominciare l'incontro della Giunta regionale - e in particolare degli Assessori Vignale e Molinari - con i signori Sindaci dei Comuni montani. I nostri lavori riprenderanno intorno alle ore 16.20, perché presumo che per ricevere questa delegazione una quarantina di minuti siano sufficienti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.37 riprende alle ore 16.28)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani Pentenero, Bresso, Buquicchio, Boeti, Negro, Manica, Rostagno: All'allegato A della proposta di deliberazione n. 301, capitolo 2 paragrafo 2.2.2 (La crescita sostenibile), pagina 42, dopo le parole "sostenendo misure finalizzate all'uso efficiente dell'energia, al risparmio energetico e alla produzione sostenibile di energia da fonte rinnovabile, ai fini della significativa riduzione delle emissioni di carbonio", sono inserite le seguenti: "mettendo in atto, accanto ai sostegni all'innovazione di processo e di prodotto, e quindi alle azioni dal lato dell'offerta, anche misure tese a incentivare la domanda pubblica di soluzioni per l'efficientamento energetico delle strutture pubbliche e ospedaliere".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Anche con quest'emendamento recuperiamo un pezzo della discussione che abbiamo svolto questa mattina durante il dibattito generale.
Noi crediamo che il sostegno al sistema economico e produttivo piemontese possa essere concretizzato all'interno del documento strategico unitario non solo sotto il profilo del sostegno a quei processi e a quei percorsi innovativi nel sistema produttivo, e quindi i finanziamenti sull'innovazione e sulla ricerca, ma anche sotto il profilo dell'alimentazione della domanda all'interno della nostra regione.
Alimentare la domanda in un periodo nel quale i consumi interni sono molto bassi è un elemento sicuramente capace di intervenire positivamente all'interno della vita economica e del sistema produttivo. Certo, non una domanda qualunque.
Sotto questo aspetto, anche ripercorrendo esperienze precedenti, quali quelle dei bandi per l'efficientamento energetico e il contenimento energetico all'interno degli edifici pubblici, con l'emendamento in oggetto noi individuiamo sostanzialmente questo obiettivo, traducendolo con il sostegno alla domanda rappresentata dagli edifici pubblici e dalle attrezzature ospedaliere all'interno della nostra regione, che per loro natura sono i soggetti forse più "energivori" all'interno del sistema pubblico regionale.
Certo, devono essere soluzioni che abbiano la capacità di innovare profondamente, quindi essere capaci non solamente di affrontare e di risolvere alcuni problemi che indubitabilmente esistono, ma devono avere anche questa dimensione che può collegarsi adeguatamente con la vita economica della nostra regione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani Pentenero, Bresso, Boeti, Negro, Manica, Rostagno: All'allegato A della proposta di deliberazione n. 301, capitolo 2 paragrafo 2.2.2 (La crescita sostenibile), pagina 43, dopo le parole "consente al tempo stesso di aumentare il tasso di sostituzione delle fonti fossili e ad avviare iniziative di sviluppo locale correlate alla creazione di filiere corte", sono inserite le seguenti: "evitando alterazioni nel mercato dei prodotti agricoli".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
un emendamento molto semplice. Noi sappiamo che, quando ragioniamo in termini di economia sostenibile, alcuni interventi che si pongono il tema delle fonti energetiche alternative, soprattutto relativamente agli impianti di biomasse, hanno anche alterato, in alcuni ambiti e in alcuni pezzi del territorio piemontese, la struttura agricola della nostra regione e, in certuni casi, anche il mercato dei prodotti agricoli.
Allora l'emendamento, che non ha una capacità cogente, è molto semplice: offre un auspicio, un obiettivo, che è quello, nei paragrafi dove viene evidenziata questa esperienza e questa scelta di sostenere gli impianti di cogenerazione o gli impianti di biomasse con l'uso di materia prima proveniente dall'agricoltura, l'accorgimento di evitare di sostenere progetti che abbiano dentro di sé come elemento critico quello dell'alterazione del sistema agricolo o dell'alterazione del mercato, del valore e dei prezzi dei prodotti agricoli.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani Pentenero, Buquicchio, Negro, Bresso, Manica, Rostagno, Boeti: All'allegato A della proposta di deliberazione n. 301, capitolo 2 paragrafo 2.2.2 (La crescita sostenibile), pagina 45, dopo le parole: "L'esperienza dei GAL e dei Contratti di Fiume e i loro risultati consentono di pensare ad un potenziamento di tali sistemi con la certezza di risultati importanti", sono inserite le seguenti: ", destinando almeno il 7 per cento delle risorse in ambito GAL".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che pone un obiettivo. Il documento unitario a livello nazionale pone come vincolo quello di destinare il 5% delle risorse agli ambiti coperti dall'esperienza dei GAL. C'è una rappresentazione tutto sommato, positiva di quella che è stata l'esperienza dei GAL all'interno della nostra regione nel corso degli anni, e i GAL rappresentano sostanzialmente il pezzo del territorio montano o, in alcuni ambiti, anche il pezzo del territorio rurale della nostra regione. Allora perché non ci poniamo come obiettivo quello di uscire da un vincolo nazionale, che è quello di destinare almeno il 5% delle risorse agli ambiti coperti da progettazione di GAL, elevando questa percentuale al 7%? L'emendamento pone questo obiettivo e questa proposta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Pentenero Reschigna, Buquicchio, Negro, Ronzani, Boeti: All'allegato A della proposta di deliberazione n. 301, capitolo 2 paragrafo 2.2.3 (La crescita inclusiva), pagina 53, dopo le parole: "La nuova programmazione deve assumere con convinzione l'idea che il "lavoro" è la principale politica attiva, che nuove modalità e opportunità per l'accesso al lavoro e lo sviluppo dell'offerta di servizi derivano dallo sviluppo della rete, dalla nascita di nuove modalità di interfaccia, dal cambiamento del paradigma progettuale di utilizzo delle informazioni, dalla diffusione della logica degli open data.", sono inserite le seguenti: "La diffusione di open data, oltre ad essere coerente con principi di trasparenza ed accessibilità delle informazioni, può consentire uno sviluppo della interoperabilità tra i diversi settori dell'amministrazione.
Si pensi, ad esempio, ai punti di contatto tra settore sanitario e settore socio assistenziale o tra quest'ultimo e politiche attive del lavoro; il fatto che le informazioni possano essere scambiate a livelli diversi tra le amministrazioni responsabili e, con le opportune limitazioni, verso tutti i soggetti che cooperano ad una finalità comune, può favorire un migliore livello di servizio al cittadino, evitare la necessità di ripetuti passaggi tra amministrazioni, rendere più equa l'intensità dell'intervento tra cittadini.".
La parola alla Consigliera Pentenero per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento vogliamo rafforzare il concetto inserito all'interno del documento rispetto agli open data. In modo particolare vogliamo sottolineare come sia necessario far sì che gli open data tra i diversi settori (sanitario, socio-assistenziale e politiche attive del lavoro) possano trovare delle forme di comunicazione, di dialogo e di interazione per migliorare la qualità dell'intervento nei confronti dei cittadini che fruiscono dei diversi sistemi.
Sappiamo come oggi la difficoltà di dialogo tra i dati dei diversi settori e soprattutto la sovrapposizione che spesso si registra tra un ente e l'altro comporta costi aggiuntivi e un'inefficacia rispetto all'utilizzo dei dati che abbiamo a disposizione.
Faccio un esempio, che è residuale all'interno del panorama complessivo, pensando ai dati legati alla dispersione scolastica.
All'interno del nostro territorio piemontese, credo che noi gestiamo almeno quattro banche dati che non dialogano tra di loro e che hanno costi di gestione suddivisi tra diversi enti di appartenenza. Questo rappresenta una parte del grande sistema, soprattutto rappresenta una necessità fondamentale di dialogo.
Se tutto questo lo inseriamo all'interno del contesto delle politiche attive del lavoro e non riusciamo a incrociarlo con quelli che sono i dati delle politiche socio-assistenziali, in particolare per le fasce più deboli della popolazione, abbiamo un'oggettiva difficoltà nell'attuazione delle tante politiche, senza dimenticare che queste voci trovano singola allocazione all'interno dei fondi delle diverse programmazioni con oneri e risorse assolutamente importanti e nessuna forma di dialogo o comunque con una difficoltà di dialogo non indifferente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pentenero.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani Pentenero, Bresso, Buquicchio, Negro, Rostagno, Boeti: All'allegato A della proposta di deliberazione n. 301, capitolo 2 paragrafo 2.2.3 (La crescita inclusiva), pagina 55, dopo le parole: "L'effettivo conseguimento dell'obiettivo dell'inclusione attiva richiede a maggior ragione in un periodo di contrazione delle risorse pubbliche destinabili a una domanda tendenzialmente e, per certi versi strutturalmente in crescita, il ricorso a forme di innovazione sociale che possano garantire la sostenibilità nel medio periodo dei relativi servizi." sono inserite le seguenti: "Per queste ragioni all'interno dei POR viene individuato un Asse di interventi finalizzato a promuovere progetti di innovazione sociale nei sistemi territoriali piemontesi.".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Stamattina, all'interno della discussione generale, abbiamo avuto modo di anticipare anche il contenuto di questo emendamento.
Il DSU dice che i cambiamenti nella composizione demografica (in particolare, per cambiamenti della composizione demografica s'intende un forte invecchiamento della popolazione piemontese), che pone, come emergenza da affrontare, quello della cronicità e della non autosufficienza, pongono inevitabilmente la necessità di interrogarsi se con il tradizionale sistema della protezione sociale, sia possibile garantire la tutela e la sicurezza sociale delle persone nei prossimi decenni.
una sfida di grande importanza, perché chiama inevitabilmente in capo la necessità - che è del terzo settore, ma anche dell'organizzazione pubblica, quindi dei soggetti pubblici - di incominciare a sperimentare forme di innovazione sociale all'interno della nostra regione.
Sino ad ora, credo anche impropriamente, il terzo settore è stato più che altro utilizzato per intervenire sul piano della riduzione dei costi del personale. Si tratta di un'operazione assolutamente non strategica e non positiva, perché non è questo il ruolo che il terzo settore può avere all'interno dell'organizzazione sociale della nostra regione. C'è il tema del coinvolgimento del terzo settore: unicamente quello di sostituire personale, assunto con contratto a tempo determinato, con l'inserimento delle cooperative sociali, o delle cooperative, all'interno del sistema delle politiche sociali, politiche di cortissimo respiro che non guardano assolutamente al futuro.
Noi invece abbiamo bisogno di cominciare a sperimentare e a chiedere a tutti i soggetti di essere protagonisti della sperimentazione di forme di innovazione sociale all'interno dell'organizzazione della nostra regione.
Ecco perché con l'emendamento chiediamo che, all'interno della fase successiva, che è quella dei POR, ci sia, come richiesto dal documento dell'Unione Europea a cui abbiamo fatto molte volte riferimento nel dibattito questa mattina, un'attenzione ed un richiamo a fare in modo che parta, all'interno della nostra Regione, un'operazione che incominci a sperimentare modelli di innovazione sociale che guardino al futuro.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani Pentenero, Bresso, Buquicchio, Negro, Rostagno, Boeti: "all'allegato A della Proposta di deliberazione n. 301, Capitolo 2 paragrafo 2.2.3 (La crescita inclusiva), pagina 59, dopo le parole: "con la domanda espressa direttamente dagli individui ai fini del rafforzamento del loro profilo professionale" sono inserite le seguenti: "e delle aziende ai fini dell'aggiornamento e della riqualificazione delle competenze degli imprenditori, degli amministratori e dei lavoratori in esse occupati".
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Non nascondo che questo è un emendamento richiesto dal sistema delle piccole imprese piemontesi, piccole o microimprese piemontesi.
Si chiede che a pagina 59, dopo le parole "con la domanda espressa direttamente dagli individui ai fini del rafforzamento del loro profilo professionale", siano inserite le seguenti parole: "e delle aziende ai fini dell'aggiornamento e della riqualificazione delle competenze degli imprenditori, degli amministratori e dei lavoratori in esse occupati".
Abbiamo piena consapevolezza che si tratta di un terreno scivoloso nel quale coesistono esperienze positive con esperienze negative, però poniamo una questione all'attenzione della Giunta: è pensabile che nella programmazione 2007-2013 siano stati destinati 60 milioni di euro per questi tipi di interventi e che oggi si voglia passare ad una destinazione zero, dato che all'interno del DSU questa voce è sparita? Questo non elude il tema dei controlli, perché anche in questi ambiti occorre garantire che non ci siano operazioni scorrette con operazioni di riqualificazione di intervento sul capitale umano, che non abbiano le caratteristiche di serietà e di capacità di intervento.
Riteniamo, comunque, sbagliato che all'interno del DSU non si faccia riferimento a questo ambito di intervento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
Emendamento rubricato n. 13) presentato dai Consiglieri Pentenero Buquicchio, Manica, Negro, Ronzani, Boeti: All'Allegato A della Proposta di deliberazione n. 301, Capitolo 3 paragrafo 3.1. (L cabina di regia/Il comitato di coordinamento), dopo le parole: "In particolare sarà assicurato un coordinamento permanente tra le Autorità di Gestione dei programmi FESR, FSE e FEASR, nonché l'Autorità responsabile del programma FSC per perseguire gli obiettivi di efficacia ed efficienza, secondo le modalità illustrate nel successivo par. 3,2" sono inserite le seguenti: "Accanto a questo percorso andrà assicurato il pieno coinvolgimento delle commissioni consiliari che dovranno esaminare ed esprimere parere sulle proposte dei Programmi Operativi Regionali (POR) per le rispettive materie di competenza".
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Il documento strategico è sicuramente una delle parti più importanti di tutta la fase di programmazione per i fondi comunitari, però crediamo sia necessario poter dialogare, discutere e confrontarsi in merito agli strumenti operativi, cioè in merito ai POR. Chiediamo, quindi, che i POR relativi ai tre fondi siano portati nelle Commissioni competenti prima di essere approvati. Considerato il contesto e il periodo all'interno del quale ci stiamo muovendo, e considerato il fatto che non possiamo perdere altro tempo, chiediamo che questi vengano discussi in sede di I Commissione.
Ovviamente, la tempistica e il cronoprogramma non dipendono tanto dalla nostra volontà. Tuttavia, crediamo che nel documento strategico sia opportuno inserire questa espressione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Pentenero.
Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Pentenero Buquicchio, Manica, Negro, Ronzani, Boeti: All'allegato A della Proposta di deliberazione n. 301, Capitolo 3 paragrafo 3.4.1. (Gli strumenti di ingegneria finanziaria), pagina 86, dopo le parole: "i) per la creazione di nuove imprese, per la costituzione di capitale di rischio, di seed capital, di start-up capital e di capitale di espansione, per la realizzazione di nuovi progetti innovativi, per la penetrazione di nuovi mercati o per nuovi sviluppi da parte di imprese esistenti, nonché al sostegno" sono inserite le seguenti:", prevedendo quale obiettivo primario in tale sostegno la definizione di tempistiche certe sia nella valutazione delle proposte che nell'erogazione dei finanziamenti".
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

L'emendamento n. 14), inserito nel capitolo 3, al paragrafo 3.4.1, è volto a sottolineare come uno degli obiettivi principali sui quali dobbiamo lavorare è quello di rendere certe le tempistiche per la valutazione dei progetti e per l'erogazione dei finanziamenti.
Si tratta di un elemento dirimente, nella quasi totalità delle azioni rispetto ad un'efficacia delle azioni che noi prevedremo all'interno dei singoli piani operativi.
A questi aspetti deve essere data la massima attenzione.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale su tutti gli emendamenti.
Non essendoci richieste di intervento, la parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PRESIDENTE

PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore alla programmazione economico finanziaria



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Innanzitutto riparo alla mancata replica dopo la discussione generale essendo terminata la seduta del mattino. Al pomeriggio siamo ripartiti con l'illustrazione degli emendamenti, quindi chiedo al Presidente e all'Aula di poter svolgere alcune considerazioni.
Innanzitutto, esprimo il mio grazie personale ai membri della I Commissione per la discussione affrontata in quella sede, però voglio anche puntualizzare alcune questioni poste in discussione generale.
Certamente in questa fase non ho intenzione di ripercorrere le linee del documento. Devo dire, anzi, che rispetto all'analisi di scenario imposta dal documento, purtroppo - e questa è una constatazione che dobbiamo farci - la situazione è peggiorata. Di mese in mese, peggiora.
Il tasso di disoccupazione indicato e prefigurato nello scenario oggi purtroppo, nella nostra realtà è ancora peggio. Ho già avuto modo di svolgere in Commissione alcune considerazioni sulla filosofia che abbiamo dovuto impostare - gli uffici e il partenariato - su quello che doveva essere il percorso del documento unico, se avere un'azione anticiclica rispetto a questo momento o se avere il coraggio di pensare a tempi lunghi e, quindi, non ignorare la necessità di essere anticiclici, ma non puntare tutto su quello, con il rischio di vanificare le finalità che l'Unione Europea dà e lo Stato italiano, nel suo ruolo di coordinamento, intende svolgere.
Già il Governo Letta aveva indicato questo come indirizzo per la propria azione. Così come, ragionando su sette anni, è difficile - qui lo dico - prefigurare oggi come sarà la nostra realtà al 2019-2020, in particolare quando si parla di tecnologia, quindi di interventi rispetto a modelli tecnologici, ma anche sotto l'aspetto delle azioni, quindi delle misure rispetto agli assi di intervento, su tutto il fronte del capitale umano.
Ecco, quindi, che c'è stata una prima discriminante da sciogliere.
Guardiamo in modo meno preciso del documento base alle azioni da svolgere o più preciso? Questo anche in risposta ad alcuni emendamenti. La scelta è stata: lasciamo spazio alle amministrazioni di muoversi nell'ambito dei POR e delle misure di POR con le azioni che saranno opportune in quel certo momento. Così come abbiamo ritenuto che fosse necessario seguire concentrare e fare alcune scelte fondamentali di massima concentrazione, là dove è possibile. Peraltro, mi auguro che chi metterà le mani sui POR non svolga un'azione esattamente opposta rispetto alle azioni che sono da svolgere con le misure.
La Giunta regionale, insieme alle Direzioni, ha quindi costruito questo documento sull'esperienza del passato, ma su una lettura che deve vederci pronti ad intervenire immediatamente sul fronte delle imprese, peraltro condividendo e mediando rispetto a quelle che sono state le istanze che gli stakeholder hanno rappresentato nella fase di partenariato. Ho citato e cito anche alcune considerazioni, ad esempio, sul primo asse del FESR, che riguarda innovazione e ricerca. Se parliamo di innovazione possiamo parlare di piccole cifre, se parliamo di ricerca mi sembra assurdo pensare a piccoli numeri. D'altra parte, però, comprendiamo bene che abbiamo una realtà produttiva molto frazionata. Ricordo che solo le imprese artigiane sono 130 mila, che ci sono 80 mila imprese commerciali, ragion per cui le microimprese sono portate a richiedere pezzature molte basse di intervento.



PRESIDENTE

L'opinione del sottoscritto - spero che le Giunte regionale che verranno dopo la mantengano - è quella di essere rigorosi quando si parla di vera ricerca, mentre se parliamo di innovazione, con misure di innovazione, si può valutare in modo trasversale e non settoriale le esigenze dell'economia.
Trasversale e non settoriale cosa significa? Significa che si è scartata l'ipotesi di individuare i filoni di intervento per caratteristiche di impresa e per indirizzo produttivo, quindi non indicare il metalmeccanico piuttosto che il tessile o l'alimentare. Scelte che, se in questo momento continuiamo a rapportarle al 2019 e al 2020, sarebbero forse di eccessivo dirigismo e, peraltro, rischierebbero di essere velleitarie rispetto ad uno scenario che non conosciamo.
Abbiamo mantenuto, nell'ambito del documento, filoni, meccanismi strutture o strumenti che dir si vogliano e che, a parere nostro, hanno funzionato. Da lì il ragionamento sui poli tecnologici, lasciando spazi a tutte le misure di POR che su questo tema potranno essere sviluppate.
Devo dire che, rispetto al dibattito generale, condivido alcune osservazioni ma, anzitutto, devo fare una precisazione: le risorse. Sulle risorse siamo a 259 milioni circa. Il conteggio viene dal riparto FSE e FESR cumulativamente, più la quota percentuale di PON nazionale. È chiaro che in questo ambito ci sono dentro i circa 300 milioni del PON nazionale.
PON nazionale che è tutt'ora in discussione, dove alcuni punti fermi sono stati posti, quali il fatto che i fondi per le Città Metropolitane possono essere parte del PON nazionale, il che significa un recupero di fondi per le azioni dei POR regionali.
Può aver ragione la Consigliera Bresso quando dice: se i fondi della Città Metropolitana sono nel PON nazionale, vengono quindi tolti dalla filosofia dei POR regionali e potrebbero essere gestiti con principi regole e criteri che non sono nostri. D'altra parte, pur essendo di parte avversa rispetto al Governo centrale, credo che le regole del rapporto istituzionale siano tali che le valutazioni sulle azioni per le Città Metropolitane - su questo ho detto che c'è già stato un incontro con il Sindaco Fassino - debbano essere fatte di concerto con la valutazione di complementarietà o di integrazione rispetto alle azioni che andiamo ad inserire nei POR regionali, che saranno inserite nei POR regionali e su questo discusse con la filosofia che il Ministero della Coesione Territoriale vorrà indicare nel PON nazionale.
Mi auguro che la cifra di 259 possa aumentare se alcune azioni che riguardano la politica del lavoro, e che sono in discussione a livello nazionale, verranno mantenute esterne rispetto ai fondi strutturali. Alcune riguardano la politica del lavoro, altre riguardano le cosiddette aree interne che potrebbero avere uno stanziamento ad hoc a livello nazionale quindi potrebbero anche determinare un incremento, anche se non così rilevante, rispetto al complessivo di stanziamenti.
L'importo complessivo è superiore a quello che avevamo nella programmazione 2007-2013. È superiore perché è aumentata anche la quota ai fondi europei. In realtà, vorrei ricordare anche un minore intervento dello Stato. Nella programmazione 2007-2013 ad un certo punto, per chiudere i conti, lo Stato italiano mise sulla partita fondo sociale e FESR (probabilmente la Consigliera Pentenero se lo ricorda) la cifra di un miliardo e 800 milioni, integrativa rispetto a quello che era lo stanziamento base del 2006. Questo, naturalmente, aveva creato una situazione di maggiore disponibilità, che, comunque, era sempre inferiore a quella attuale.
Queste erano le considerazioni in merito all'entità dei fondi. Veniamo alle altre questioni.
Sulla concentrazione abbiamo già detto, per cui possiamo passare alla gestione dei plurifondi. Come ho avuto modo di ribadire in Commissione, la prima valutazione che dobbiamo fare è rispetto a come vorremmo il disegno ideale di gestione; quella successiva è com'è la struttura di gestione.
La struttura di gestione di questa Regione, che deve oggi cominciare a gestire la partita 2014-2020 (per capirci, la copertura di alcune politiche, quale la formazione professionale, alcune politiche sociali e del lavoro, già nel 2014 è su questa programmazione), prevede direzioni separate.
Per esperienza, ho appurato che se facciamo i plurifondi dove occorrono quattro firme, mettere d'accordo e creare le condizioni per le quattro firme contemporaneamente, è bellissimo sulla carta e sulla teoria, ma difficilissimo nella realtà.
un'operazione che si può sempre fare andando avanti, ma che, in questo momento, era difficile da ottenere; preferisco la costruzione di misure nell'ambito dei due POR (FESR o FSE), che attingano sull'altro fondo, creando le azioni integrate, dove basta una processo delegato.
Perché, altrimenti, corriamo il rischio di creare dei mostri, salvo arrivare a situazioni dove costruiamo - e non c'è la condizione in questo momento - un unico POR, con misure già incrociate all'origine, con la gestione mista su alcune azioni, di fondo sociale e di FESR.
Bisogna agire in alcune azioni con i plurifondi: sto pensando alle misure che hanno come riferimento interventi sulle imprese, sulla ristrutturazione di imprese, dove dovremmo riuscire ad arrivare, con la parte di FESR, nel settore materiale, e, con la parte di FSE, nelle azioni di contrasto all'esclusione sociale o comunque di politiche attive del lavoro, formazione, rientri e riprofessionalizzazione.
Sarà un fatto di gestione, fondamentalmente. Questa è anche una sfida per quelle che sono le nostre strutture.
Si poteva fare meglio? Si può sempre fare meglio! Per sostanzialmente, il documento ha gli spazi - di questo vorrei che ne fosse dato atto - per poter anche, in modo flessibile, nel corso degli anni utilizzando i vari comitati di sorveglianza, modulare le proprie azioni e misure di intervento su quella che è l'esigenza di cambiamento di questo territorio.
vero che questo territorio sta cambiando ed è altrettanto vero che potremo avere nuove manifatture che non faranno più chili e pezzi, ma che potranno fare servizi.
Per quanto concerne lo sviluppo della politica sanitaria, che finora abbiamo sempre visto nell'ottica degli ospedali, può essere inteso anche come sviluppo dell'economia sanitaria.
Lo sviluppo della politica assistenziale, in una Regione sempre più anziana, fortunatamente per noi, può rappresentare, altresì, una "gamba" dell'economia che produce servizi a quel sistema.
Il fatto che la politica precorra i tempi e pensi a quali sono quei servizi, è una difficoltà di pianificazione che mi pare insuperabile. Ecco perché credo che l'azione sin qui portata avanti sia concreta e frutto dell'esperienza di tanti anni.
Non faremo più 680 progetti dei PIA dell'inizio degli anni 2000, che era stata un'esperienza di sussidiarietà (con gestione in quel caso alle Province), che aveva creato grosse difficoltà. Tenderemo a non innescare meccanismi di fondo perduto - sono d'accordo - ma a privilegiare l'inserimento di misure come la legge Sabatini, che potrebbe rappresentare un meccanismo di intervento fattibile (ma questo rientrerà, naturalmente nella discussione sui POR).
Così come, per quanto riguarda la Smart Specialisation, lo sviluppo sarà a parte, rispetto al documento di indirizzo, al documento unico.
Questo è un documento che, a mio avviso, andrà certamente rivisto ancora con le Commissioni. C'è una prima bozza: è in fase di confronto con il Governo nazionale e seguirà, naturalmente, un percorso parallelo alle azioni del FESR e del fondo sociale.
Presidente, preferisce che sugli emendamenti esprima un parere generale o che mi soffermi su ciascuno?



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Esprima il parere generale, possibilmente specificando il numero di ciascuno. Provvederò poi io a ricordarlo per ciascun emendamento che porr in votazione.



PRESIDENTE

PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore alla programmazione economico finanziaria



PRESIDENTE

Sull'emendamento rubricato n. 1) il parere è contrario, perché il fatto di aggiungere un nuovo "Asse di interventi" potrebbe favorire il verificarsi di disfunzioni rispetto alla concentrazione tematica.
Sull'emendamento rubricato n. 2) il parere è favorevole con una richiesta di modifica (se accolta dai proponenti). Laddove è scritto "l'efficientamento energetico delle strutture pubbliche e ospedaliere." eliminerei le parole "e ospedaliere", perché la definizione deve valere per tutte.



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì.



PRESIDENTE

PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore alla programmazione economico finanziaria



PRESIDENTE

Quindi sull'emendamento rubricato n. 2) il parere è favorevole.
Sull'emendamento rubricato n. 3) il parere è contrario, perché la multiutility pubblica è assimilata ai privati, per cui la Commissione non ci consentirebbe la violazione delle regole della concorrenza. Non possiamo andare a prevedere un modello di questo genere.
Sull'emendamento rubricato n. 4) il parere è contrario, perché, a giudizio del sottoscritto, crea una eccessiva rigidità del sistema; in questo modo, non si genera flessibilità. È il caso di lasciare i movimenti ai POR.
Sull'emendamento rubricato n. 5) sono favorevole, con una modifica, se i proponenti acconsentono, per evitare di fare formazione a Marchionne.
Quindi, anziché "e dalle aziende", proporrei "ed alle PMI ai fini dell'aggiornamento e della riqualificazione delle competenze degli imprenditori, degli amministratori e dei lavoratori in esse occupati".
Limitiamolo alla PMI, che vuol dire già comunque un tetto abbastanza alto, altrimenti in questo modo il termine "azienda" comprenderebbe la grande impresa. Per capirci, sarebbe la formazione Marchionne.
Sull'emendamento rubricato n. 6), che era quello dei prodotti agricoli sono favorevole.
L'emendamento rubricato n. 7) è quello che chiede il parere della Commissione e sul quale c'è stato l'intervento della Consigliera Pentenero.
Tenete presente che i documenti vengono sottoposti in proposta alla Commissione Europea con a fianco il Governo, in una trattativa (chiamiamola così).
Mi sembra fuori luogo condizionare la trattativa con la Commissione al preventivo parere della Commissione; questo al di là della difficile agibilità delle Commissioni del periodo.
A me, ad esempio, risulta una data; penso che lo Stato italiano porterà su il pacco dei documenti entro il 22 aprile. Mi pare che sia questa la data, dico giusto? E guardo quelli che sanno, perché ripeto solo quello che mi dicono quelli che sanno.
Quindi, diventa abbastanza difficoltoso il meccanismo del parere. Se trasmesso alle Commissioni, funzioni. Poi la Commissione se lo legge subito, può anche...
Ma direi di non complicare burocraticamente il sistema, soprattutto in un periodo in cui il funzionamento delle Commissioni è di questo genere; e non sarebbe nemmeno corretto. Ecco perché il parere sull'emendamento n. 7) è negativo e anche sul successivo emendamento n. 8), che è un po' contraddittorio rispetto al quarto. È in senso opposto.
Per quanto riguarda l'emendamento n. 9), i documenti di specializzazione saranno oggetto di un trattamento particolare a parte quindi la questione della specializzazione intelligente va vista nel documento di Smart Specialisation che, come bozza, mi pare che sia già peraltro in circolazione sui siti della Regione, come pura prima elaborazione di bozza.
Quindi, l'inserimento di vincoli nel documento unico non mi sembra corretto, ma non mi sembra corretto anche rispetto all'impostazione generale che abbiamo dato. È vero che nell'intervento qualcuno mi ha detto di citarne alcuni, come la chimica verde, l'agroalimentare, l'aerospazio il turismo. Perché citiamo alcuni e non altri? Se la scelta del documento è quella della trasversalità, al limite saranno poi le misure a fare questo tipo di azioni.
Nel 2018 forse l'aerospazio sarà la cosa più importante nella realtà del Piemonte e quindi si farà la concentrazione su quello; ma magari nel 2018 di aerospazio non si parlerà più perché la scelta sarà su un altro indirizzo. Quindi, perché andare a vincolare su questi settori del sistema e non su altri? Il parere è contrario.
L'emendamento n. 10) è quello del 7%, per i GAL. Complessivamente per la montagna c'è circa il 17-18% delle risorse complessive. Quindi, perch vincolare il tetto del 7%? O minimo il 7%? Se serve il 10%, sarà il 10%. Ma se i GAL devono andare a meno del 7%, magari al 4%, perché altre misure sulla montagna hanno maggiore valenza, perché irrigidire eccessivamente? Quindi, il parere è contrario perché irrigidisce eccessivamente e perch c'è già il minimo del 5% di norma. Pertanto, lasciamo degli spazi e non andiamo a ricamarci sopra.
Sull'emendamento n. 11) sono favorevole.
Sull'emendamento n. 12) mi sembra che la formulazione che c'è nel documento sia perfino migliore rispetto a questa. La formulazione dell'emendamento è limitata e parziale rispetto alla formulazione del documento, quindi il mio parere sull'emendamento n. 12) è contrario per questo motivo.
Sull'emendamento n. 13) il parere è contrario, perché anche in questo caso inserisce il parere della Commissione. Quindi, le motivazioni sono le stesse richiamate prima.
Sull'emendamento n. 14) il parere è favorevole.



PRESIDENTE

Scusi, sull'emendamento n. 2) non abbiamo scritto bene la modifica. Pu richiamarlo brevemente?



PRESIDENTE

PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore alla programmazione economico finanziaria



PRESIDENTE

La richiesta di modifica sull'emendamento 2) era di cancellare le parole "e ospedaliere".



PRESIDENTE

Mi rivolgo ora ai Consiglieri del Gruppo del PD.
Accettate tutte le modifiche proposte dal Vicepresidente e quindi entrambe le modifiche le fate proprie, oppure no? Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Sulla prima sì, quella dell'emendamento n. 2). Sulla seconda, quella dell'emendamento n. 5), forse non ci siamo compresi.
L'emendamento, così com'è stato scritto, non apriva a tutto il mondo delle aziende, ma delimitare alle piccole e medie imprese il tema della formazione sugli occupati significa togliere di mezzo le piccole e le microimprese.
Se vuole modificare l'emendamento e parliamo di piccole e medie imprese, parliamo del sistema delle microimprese. In questo modo togliamo di mezzo tutti i possibili dubbi al riguardo, ma se lo limitiamo unicamente alle piccole e medie imprese, sappiamo qual è l'ambito di intervento, che è escludente non solo verso l'alto, ma è escludente anche verso il basso.



PRESIDENTE

Quindi, togliamo le parole "dalle aziende" e mettiamo "PMI e microimprese".



PRESIDENTE

Passiamo alle dichiarazioni di voto sugli emendamenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Con una certa qual fatica ho avuto modo di seguire la replica e le osservazioni del Vicepresidente Pichetto sugli emendamenti che sono stati presentati.
Vengo sostanzialmente alle due questioni che mi preoccupano - lo dico molto francamente - avendo ascoltato il parere che la Giunta ha dato e darà sugli emendamenti che abbiamo presentato.
Parto da un ragionamento su un pezzo su cui il Vicepresidente Pichetto ha reso parere contrario. Il tema del coinvolgimento della Commissione non è rilevante, ma pone una questione politica delicata. Voi, Amministrazione regionale in scadenza, decidete, sostanzialmente, quali sono i POR e la trattativa sui POR che una nuova Amministrazione regionale - non mi interessa se di centrodestra o di centrosinistra o del Movimento 5 Stelle dovrà gestire, e dovrà gestire per tutta la fase della programmazione! Come affrontiamo questo nodo, che è politico, in questa fase molto delicata? Lo dico apertamente: è un nodo politico.
Non va bene il tema delle Commissioni, per la carità! Ma ci deve essere una fase nella quale, vista la straordinarietà della situazione che stiamo vivendo, si trovino almeno modalità straordinarie che non siano quelle normalmente praticate. È il caso Piemonte. Lo dico indipendentemente dal fatto che oggi sedete voi nei banchi della Giunta.
Se in questo momento fossi al vostro posto, mi porrei questo tema: posso essere io a condizionare il futuro e la politica regionale futura? Questo è il tema di fondo.
Non vanno bene le Commissioni; neanche a me piacevano, lo dico francamente, però non ho trovato un altro strumento che, comunque consentisse un ambito di confronto e il tentativo di coinvolgimento, vista la straordinarietà della situazione politica che stiamo vivendo.
Esaminiamo ora le due questioni che mi preoccupano.
Nel DSU voi parlate di una necessità: vista la condizione pubblica del nostro Paese e della nostra Regione, viste le trasformazioni demografiche che stanno attraversando la nostra regione, vista la difficoltà che in futuro sarà difficile sostenere il sistema sociale nella nostra regione guardando unicamente alle risposte tradizionali, occorre favorire l'innovazione sociale. E poi venite a dirmi di no ad un emendamento che dice che bisogna sostenere forme di sperimentazione e di innovazione sociale? Mi viene a dire di no? L'avete scritto voi, "boia faus", non io! E perché mi dite di no? Perché valgono le considerazioni che abbiamo fatto questa mattina! Perché non è solo vecchio il documento, è vecchio anche il modo con cui si vuole gestire questa fase! Dire che bisogna sostenere forme di innovazione sociale, anche solo a livello di sperimentazione, non significa metterci chissà quali risorse, ma dare una conseguenza logica ad un'affermazione che avete scritto voi! L'avete scritta voi questa cosa qui! E io la condivido! Però, se non diamo questo segnale, il terzo settore, profit o no profit, continuerà ad essere utilizzato unicamente non per innovare il sistema, non per costruire risposte nuove, ma per risparmiare sul costo del lavoro e null'altro! È questa la sfida del futuro? Per quanto riguarda la seconda questione, ci dite di no alla creazione di un multifondo, che è la risposta ad un'integrazione tra i diversi strumenti di programmazione e di fondi strutturali! Perché ci dite di no? Per una semplice ragione: chi ha lavorato a questo documento - con tutto il rispetto nei confronti delle persone che lavorano - ha utilizzato la logica tradizionale, per cui il FESR sarà gestito dall'industria, dalla ricerca e dalle attività produttive, l'FSE sarà gestito dalla formazione professionale e dall'istruzione, e ciascuno considererà il proprio pezzo a se stante! E non c'è cabina di regia che li unifichi! Vi invito a leggere i documenti predisposti da altre Regioni di centrodestra e di centrosinistra. Non è una nostra invenzione il multifondo! C'è in DSU di Amministrazioni regionali di centrodestra e di centrosinistra, perché è l'unico modo attraverso il quale si può dare attuazione ad una richiesta! Non continuate a gestire in modo separato FESR e FSE! È vecchio tutto ciò! Non è capace di produrre effetti positivi! vecchio tutto ciò! Lo dico, siamo delusi, ma non perché le nostre proposte non vengono considerate. Sostanzialmente, siamo delusi in quanto dietro a queste risposte c'è la modalità da sempre utilizzata, che va bene, che è corretta, che ha risolto molti dei problemi, che ha portato questa Regione anche a fatti importanti. Non ho l'abitudine di giudicare il passato in senso negativo, ma sono avvezzo ad accorgermi di cosa sta cambiando su questa terra e di cosa è cambiato in questa regione, e timidamente cerco di innovare.
Siamo delusi - lo dico molto francamente - su questi due punti, uno non lo comprendo proprio.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



RESCHIGNA Aldo

Ho terminato, ma non siamo intervenuti sul dibattito!



PRESIDENTE

Infatti, erano cinque minuti, e mi sono permesso di suonare dopo due minuti e mezzo.



RESCHIGNA Aldo

Ho finito.
Guardate, abbiamo compiuto uno sforzo tutti insieme nel cercare di dare un senso di cambiamento. Però, veramente, non si vuole cogliere che il cambiamento non è un'esigenza, è un dovere, ogni tanto, tentare vie nuove.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento per dichiarazione di voto procediamo alla votazione sugli emendamenti.
Prego tutti di prendere posto, perché abbiamo una serie ripetuta di votazioni.
Il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Passiamo alla votazione dell'emendamento n. 9)



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo che si voti per appello nominale.



PRESIDENTE

Servono altri due richiedenti.
Grazie.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Passiamo alla votazione dell'emendamento n. 2), che è stato modificato dai proponenti su richiesta della Giunta.
Sono eliminate le parole "e ospedaliere", quindi finisce con le seguenti parole "energetico di strutture pubbliche.".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Passiamo alla votazione dell'emendamento n. 5), che viene modificato dai proponenti.
Alla riga quattro, le parole "dalle aziende" sono sostituite dalle parole "dalle PMI e microimprese".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Prima di procedere al voto finale, pongo all'attenzione dell'Aula la trattazione dell'atto di indirizzo collegato, la mozione n. 1141 presentata dai Consiglieri Mastrullo, Burzi, Bussola, Franchino, Negro, Pentenero e Placido, inerente a "Per un impiego diffuso degli strumenti di qualità della normazione e di valutazione delle politiche pubbliche".
La possiamo dare per illustrata.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione sulla mozione n.
1141, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che gli strumenti di qualità della normazione sono elementi imprescindibili della funzione legislativa e che la funzione di controllo, intesa come verifica sull'attuazione delle leggi e la valutazione degli effetti delle politiche, è un suo corollario la verifica sull'attuazione delle leggi e la valutazione degli effetti delle politiche costituiscono innovativi strumenti per migliorare la qualità della legislazione nella fase discendente del processo decisionale il Consiglio regionale del Piemonte, nell'ambito del proprio costante impegno per il miglioramento della qualità normativa, è stato tra i primi in Italia ad avviare iniziative finalizzate all'esercizio della funzione di controllo sull'attuazione delle leggi e la valutazione delle politiche considerato che l'articolo 46 del Regolamento interno istituisce il Comitato per la qualità della normazione e la valutazione delle politiche, e che a tale organismo paritetico di garanzia istituzionale è attribuita la funzione di promozione, approfondimento e divulgazione degli strumenti di qualità della normazione e di valutazione delle politiche il Consiglio regionale del Piemonte è stato uno dei Consigli fondatori de! progetto CAPIRe - Controllo delle Assemblee sulle Politiche e gli Interventi Regionali, poi promosso dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e della Province autonome il prossimo ciclo di programmazione dei fondi europei 2014-2020, così come indicato dalia Commissione europea e dal Ministero della Coesione territoriale, si caratterizzerà per una maggiore attenzione alla valutazione e, in particolare, alla valutazione d'impatto, di cui parla ad esempio il documento ministeriale "Metodi e Obiettivi per un Uso Efficace dei Fondi Comunitari 20X4-2020" del dicembre 2012 preso atto che il Comitato di indirizzo del progetto CAPIRe, anche in previsione del suddetto ciclo di programmazione, ha approvato il 28 ottobre 2013 a Trieste il documento "Imparare a spendere meglio. Manifesto delle Assemblee regionali a favore di un impiego diffuso di strumenti e metodi per valutare l'efficacia delle politiche", già presentato in un workshop a Bari nello scorso mese dì luglio e oggetto di un'ampia consultazione pubblica on line valutato che l'esercizio di questo modo più completo di intendere la funzione di controllo debba caratterizzare sempre più, anche tramite il potenziamento dei mezzi e delle strutture dedicate, le attività del Consiglio regionale valutato inoltre opportuno confermare e proseguire nell'impegno politico e istituzionale rappresentato dal Comitato riguardo al tema della qualità della normazione e valutazione delle politiche visti gli articoli 48 e 71, comma 1, dello Statuto in ordine alla qualità della legislazione e alla verifica dell'efficacia delle leggi regionali visto l'articolo 46 del Regolamento interno che istituisce il Comitato per la qualità della normazione e la valutazione delle politiche richiamato l'articolo 45 del Regolamento interno si impegna nel rispetto della libertà dì ricerca, nonché del rigore e del pluralismo metodologico, a promuovere la partecipazione di cittadini, utenti operatori ed esperti in ogni fase del processo valutativo, nell'ambito del più generale processo decisionale legislativo e programmatorio a tenere sempre più conto della valutazione, dalla sua progettazione prospettica ai suoi esiti, anche tramite ulteriori analisi e approfondimenti, nel processo decisionale legislativo e programmatorio compreso il quadro programmatorio 2014-2020 a dedicare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica e dei principi di economicità, efficacia, efficienza e buon andamento dell'amministrazione, adeguate risorse economiche e umane all'esercizio di questa funzione impegna la Giunta regionale a operare, anche nell'ambito della programmazione 2014-2020, in favore del controllo sull'attuazione e la valutazione delle politiche secondo i seguenti indirizzi: 1) promuovere valutazioni tempestive, nel rispetto della libertà di ricerca, nonché del rigore e del pluralismo metodologico, anche dedicando nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica e dei principi di economicità efficacia, efficienza e buon andamento dell'amministrazione, adeguate risorse economiche e umane all'esercizio di questa funzione 2) favorire il più ampio e libero accesso ai dati, anche per consentire la replicabilità degli studi di valutazione 3) rispettare gli obblighi informativi nei confronti del Consiglio regionale, in particolare quelli previsti da clausole valutative, anche al fine di favorire la partecipazione di cittadini, utenti, operatori ed esperti al processo di valutazione, in particolare intorno agli esiti delle valutazioni, e consentire una più informata discussione pubblica sulle decisioni legislative e programmatorie." Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, vorrei intervenire per la dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

La dichiarazione di voto è stata già fatta prima dal suo Capogruppo.
Trattandosi di una delibera, infatti, la dichiarazione di voto è unica insieme al blocco emendativo. Se questa fosse stata una legge, sarebbe stato possibile esprimere la dichiarazione di voto finale.



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ritiro quanto ho detto, Presidente.



PRESIDENTE

TOSELLI Francesco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, noi non abbiamo fatto la nostra dichiarazione di voto...



PRESIDENTE

Per quanto attiene alle dichiarazioni di voto, ho chiesto precedentemente se qualcuno intendesse prendere la parola. Siccome dopo quattro anni davo per assodato che tutti sapessero che la dichiarazione di voto è unica sul voto finale e sugli emendamenti, ho chiesto tre volte se ve ne fossero altre da svolgere.
L'ha fatta soltanto il Consigliere Reschigna e ora è finito il tempo. Potrà esprimere la sua dichiarazione di voto, Consigliere Toselli, con il voto.
Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione nominale sulla proposta di deliberazione n. 301, come emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.39 riprende alle ore 18.09)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ripetiamo la votazione della deliberazione nel suo intero testo, per la quale ricordo che il numero legale è sempre 30.
Indìco la votazione nominale sulla proposta di deliberazione n. 301, come emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 30 Consiglieri votanti 25 Consiglieri hanno votato SÌ 25 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.12)



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