Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.406 del 31/01/14 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 14.30 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Burzi, Cota, Formagnana, Spagnuolo Toselli, Valle e Comba.
Il numero legale è pertanto 27.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 380, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2014" (atto d'indirizzo collegato: mozione n. 1163)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 380, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2014", di cui al punto 2) all'o.d.g.
Comunico l'esigenza di sospendere per cinque minuti, in quanto la Giunta sta svolgendo un approfondimento sull'emendamento che deve portare all'attenzione dell'Aula. I nostri lavori, quindi, ricominceranno alle ore 15.06.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.01 riprende alle ore 15.06)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire, in rappresentanza della Giunta regionale l'Assessore Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca, Assessore all'economia montana

Grazie, Presidente.
Rispetto all'ipotesi che si faceva stamattina - mi riferisco all'emendamento n. 21) - noi chiederemmo, anche per consentire una discussione celere ma che possa avvenire non in sede di legge finanziaria la calendarizzazione della I Commissione - poi ovviamente questo è competenza della Conferenza dei Capigruppo - nella giornata di martedì esclusivamente perché lunedì alcuni Gruppi sono impegnati con i Revisori dei conti per i loro bilanci e per gli adempimenti della legge regionale.
Chiedo questa calendarizzazione in modo che la Commissione possa affrontare il disegno di legge n. 373.



PRESIDENTE

Bene. Mi sembra che l'Assessore Vignale abbia proposta all'Aula, e in particolare ai proponenti dell'emendamento n. 21) (i colleghi Ronzani Reschigna ed altri), il fatto di affrontare questi temi indifferibili e urgenti in quel modo più circoscritto e rispetto al progetto di legge giacente in Commissione, in modo da portarlo poi in Aula.
Alla luce di questo, Consigliere Reschigna, cosa intende fare dell'emendamento n. 21)? Prego.



RESCHIGNA Aldo

Beh, a noi non rimane che prendere atto che l'Assessore Vignale, al posto di occupare la pausa tra la seduta mattutina e quella pomeridiana per consumare un pasto, probabilmente ha dovuto ingoiare un boccone un po' più indigesto durante questa pausa. Ma la politica è fatta anche di queste cose: a volte si vince, a volte si perde, Assessore Vignale.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per favore! Prego, continui, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Mi sembra che questa sia la sintesi di quel che è avvenuto tra questa mattina e questo pomeriggio: è una sintesi sicuramente efficace.
Non ho avuto, però, una risposta rispetto al problema fondamentale che è stato posto questa mattina: il disegno di legge sulla montagna, sia pur ridimensionato nei suoi contenuti e ridotto all'essenziale, è considerabile un provvedimento indifferibile e urgente o no? La risposta non può essere politica.
Rimane questa incertezza ed è proprio per queste ragioni e per questa condizione di incertezza, non risolta dall'intervento dell'Assessore Vignale, che noi manteniamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Sulla questione dell'indifferibilità e dell'urgenza poi si vedrà: ritengo che lei ritenga tale il tema, perché se insiste sulla votazione dell'emendamento vuol dire che ha questa opinione relativamente ai suoi contenuti...
Mi sembra che l'Assessore avesse già argomentato questa mattina la disponibilità a ridurre - mi dica se sbaglio, Assessore, perché dobbiamo ricominciare ed è passata qualche ora - la proposta della Giunta all'attenzione della Commissione a quelle parti essenziali che sono indifferibili ed urgenti in funzione del fatto che la data del 25 maggio 2014 comporterebbe un elemento di non operatività su quelle funzioni qualora non vi fosse l'intervento legislativo.
così, Assessore Vignale? Può esprimere il parere della Giunta sull'emendamento?



VIGNALE Gian Luca, Assessore all'economia montana

Sì, è così. Il parere ovviamente è contrario perché se si decide di discutere un tema in Commissione lo stesso non può essere accolto in Aula ma anche perché, come ricordavo questa mattina, in realtà l'emendamento n.
21) non risponde completamente alle esigenze di indifferibilità, cioè quelle di garantire comunque un governo agli Enti dal 26 maggio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ricordo che il numero legale è 27.
Indico la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21).
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 10 quater Emendamento rubricato n. 17) presentato dall'Ufficio di Presidenza, a firma del Presidente Cattaneo: Dopo l'articolo 10 è inserito il seguente Art. 10 quater (Modifiche all'articolo 9 della legge regionale 7 gennaio 2001, n. 1) 1. Al comma 4 dell'articolo 9 della legge regionale 7 gennaio 2001, n. 1 (Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato regionale per le comunicazioni) le parole "tra la sede istituzionale dell'ente locale di appartenenza" sono sostituite dalle seguenti "tra la residenza".
Questo emendamento presentato dall'Ufficio di Presidenza riguarda un aspetto che intende modificare l'articolo 9 della legge regionale 7 gennaio 2001, n. 1, che riguarda le indennità di funzione e i rimborsi dei membri del CORECOM. Per un refuso delle nostre modifiche legislative, infatti, il comma 4 recita testualmente: "Ai componenti del CORECOM che non risiedono e non hanno la propria sede abituale di lavoro nel luogo di riunione del CORECOM è corrisposto, per ogni giornata di presenza ai lavori, un rimborso spese onnicomprensivo calcolato moltiplicando la distanza tra la sede istituzionale dell'ente locale di appartenenza e la sede di svolgimento delle sedute per un quinto del costo di un litro di benzina".
Siccome il comma è di fatto inapplicabile, contenente un refuso - si tratta esattamente della dicitura prevista per i membri del CAL che, com'è noto, sono tutti amministratori e quindi essi sì appartenenti ad un Ente locale - dobbiamo sostituire le parole "tra la sede istituzionale dell'ente locale di appartenenza" con le parole "tra la residenza", in quanto addirittura, i membri del CORECOM non possono essere amministratori, com'è noto, per in compatibilità legislativa.
Si tratta cioè di andare a modificare semplicemente un refuso di stesura per rendere applicabile la legge. L'urgenza è data dal fatto che se il comma non viene modificato ovviamente la legge non è applicabile per quelle che erano le intenzioni del Consiglio.
Non essendovi richieste di intervento né dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 quinquies Emendamento rubricato n. 22) presentato dai Consiglieri Botta Franco Maria Pedrale, Lupi, Novero, Franchino, Burzi: Dopo l'articolo 10 è aggiunto il seguente: "Art. 10 quinquies (Modifiche alla legge regionale 28 dicembre 2011, n. 25) 1. Dopo l'art. 5 della Legge regionale del 28 dicembre 2011, n. 25 'Modifica alle leggi regionali 13 ottobre 1972, n. 10 (Determinazione delle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta regionali), 3 settembre 2011, n. 24 (Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali) e 31 dicembre 2010, n. 27 (Rideterminazione dell'indennità dei Consiglieri regionali)' è aggiunto il seguente: 'Art. 5 ter (Ulteriori disposizioni in materia di restituzione dei contributi) 1. Fermo restando quanto disposto dall'articolo 4, i Consiglieri in carica alla IX legislatura e i Consiglieri già facenti parte del Consiglio regionale possono rinunciare definitivamente all'assegno vitalizio e alla reversibilità, secondo le modalità di cui al comma 4.
2. Coloro che si avvalgono della facoltà di cui al comma 1 hanno diritto alla restituzione di tutti i contributi versati ai fini dell'assegno vitalizio senza rivalutazione monetaria né corresponsione di interessi.
Fermo restando quanto disposto dall'articolo 5, comma 4 bis, della l.r.
24/2001, nel caso in cui il Consigliere regionale in carica nella IX legislatura o in legislature precedenti abbia svolto il mandato per più legislature, la richiesta deve riguardare tutti i relativi contributi versati.
3. I Consiglieri regionali in carica alla IX legislatura che si trovano nella condizione di cui al comma 3, dell'articolo 5, della l.r. 24/2001 possono rinunciare solamente all'ulteriore periodo di contribuzione. In tal caso si provvede, secondo quanto disposto dai commi 4 e 8, alla restituzione dei contributi versati nella IX legislatura.
4. La richiesta di restituzione, con la relativa rinuncia definitiva all'assegno vitalizio, è presentata all'Ufficio di Presidenza entro i 30 giorni precedenti il compimento dell'età per conseguire il diritto. Per il Consigliere regionale in carica della IX legislatura che si trova nella fattispecie di cui all'articolo 7, comma 2, della l.r. 24/2001, entro i dieci giorni successivi alla cessazione del mandato.
5. Fermo restando quanto previsto dal comma 4, ai Consiglieri in carica alla IX legislatura che presentano la richiesta in corso di legislatura non si applicano più, dal mese successivo alla richiesta, le trattenute sull'indennità di carica di cui agli articoli 2 e 8 della l.r. 24/2001.
6. In caso di esercizio della facoltà prevista dall'articolo 14, comma 2 della l.r. 24/2001, a decorrere dalla data di ricezione della relativa domanda non può più essere presentata la richiesta di cui al comma 4.
7. L'amministrazione provvede alla restituzione dei contributi, secondo le norme e le prassi in iure.
2. Ai Consiglieri Regionali in carica alla IX legislatura che hanno raggiunto il periodo massimo di contribuzione, a decorrere dal mese successivo dall'entrata in vigore della legge, non si applicano più le trattenute di cui agli articoli 2 e 8 della l.r. 24/2001. In tal caso l'amministrazione provvede alla restituzione dei contributi già versati ed eccedenti il periodo massimo di contribuzione.
3. In fase di prima applicazione, per i consiglieri già cessati dal mandato che maturano il diritto all'assegno vitalizio entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge, la richiesta di rinuncia di cui al comma 4 dell'articolo 5 ter della l.r. 25/2011, è presentata entro il mese successivo all'entrata in vigore della legge stessa".
Ha chiesto la parola il Consigliere Botta Marco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento si chiede, sostanzialmente, la possibilità di riconoscere una sorta di rinuncia al vitalizio. Nell'emendamento si specifica che tutti i Consiglieri potranno rinunciare definitivamente all'assegno vitalizio avendo diritto, di conseguenza, alla restituzione di tutti i contributi versati, senza rivalutazione monetaria né corresponsione di interessi.
Sappiamo che sulla questione dell'assegno vitalizio - non esclusivamente o principalmente in Piemonte - sono nate delle polemiche anche in questi giorni. Ci sono persino dei Consiglieri che fanno ricerche sulle aspettative di vita dei vari Consiglieri (tra l'altro, sono 146 i Consiglieri che oggi godono dell'assegno vitalizio).
Noi crediamo che sia una norma importante la concessione di questa opzione ai Consiglieri, cioè la possibilità di andare in pensione riscuotendo l'assegno vitalizio, oppure - molto più vantaggiosa per l'Ente di vedersi restituiti i contributi versati, senza interessi e n rivalutazione.
Ritengo che sia da sottolineare l'elemento di estrema economicità per l'Ente qualora i nuovi possibili Consiglieri che potessero andare all'assegno vitalizio (rispetto ai 146 che hanno già maturato e che stanno godendo un diritto che, naturalmente, potranno continuare a godere) possano invece decidere di rinunciarvi. Rinuncia per sé, ma rinuncia anche, per il discorso della reversibilità, anche per il loro coniuge.
Voi capite che dal punto di vista economico la convenienza per l'Ente è assolutamente straordinaria, perché avrebbe, evidentemente, un'unica restituzione da fare (esisterebbe un dato certo, senza ipoteche per il futuro, né nei confronti dei Consiglieri né del coniuge o dei parenti in punto di reversibilità).
Ritengo, quindi, che questo provvedimento vada nella direzione di un forte risparmio per l'Ente, soprattutto in prospettiva futura.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di illustrazione, dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Che rivoluzione! Sono sinceramente sorpreso da questa "botta" di innovazione contenuta all'interno di questo emendamento.
Posso fare una relazione che spieghi agli altri cosa prevede questo emendamento? La relazione è la seguente: il diritto, per ogni Consigliere regionale di non percepire il vitalizio, ottenendo la restituzione di tutte le ritenute operate nei suoi confronti, esiste già, quindi non c'é nessuna innovazione.
Allora, qual è il senso di questo emendamento? Esattamente quello che tutti gli anni tentate di fare nella legge finanziaria, ovvero di consentire agli Amministratori che hanno ottenuto già il massimo delle legislature, in relazione alla percentuale massima del vitalizio, di non subire più la ritenuta sul cedolino che viene applicata mensilmente, e semmai - per quelli della IX Legislatura, sia ben chiaro - ottenere pure la restituzione di tutte le ritenute che gli sono state impropriamente trattenute dall'inizio della legislatura sino ad oggi. Questo è l'emendamento! E questa è la rilettura dell'emendamento: ma vi sembra il caso? Vi sembra il caso? Tentate questa manovra tutti gli anni in occasione della legge finanziaria.
Tutti gli anni, quando si discute della legge finanziaria, tentate peraltro con delle relazioni che sono da "Pinocchio" - di dire che c'è quest'innovazione che determina un risparmio. No, determina un aggravio! Determina un aggravio, perché c'è già nella norma legislativa la possibilità di non percepire il vitalizio e di vedersi restituite tutte le ritenute.
Determina un aggravio, perché il Consiglio regionale non avrebbe più la possibilità di trattenere, per chi ha già raggiunto il massimo dell'anzianità, le ritenute sul cedolino.
Ci sarebbe, dunque, un doppio aggravio, perché non varrebbe da oggi in avanti, ma potrebbe essere ottenuta la restituzione dall'inizio della legislatura ad oggi.
così? Signor Presidente, è così? Credo che ci siano numerosi Consiglieri regionali che hanno ottenuto la restituzione delle ritenute perché la legge lo consente - rinunciando al vitalizio. Molti Consiglieri regionali lo hanno fatto, anche nel passato.
L'unico elemento di novità che viene introdotto è quello che ho detto.
Magari l'ho descritto un po' rozzamente, ma è l'unico elemento di novità che viene introdotto.
Grazie, e complimenti.



PRESIDENTE

Se posso, prima di cedere la parola ai richiedenti, vorrei fare un intervento così come ho fatto in occasione della presentazione dell'emendamento da parte della collega Artesio.
Questa tematica sarebbe da trattare, se possibile, in un intervento organico su tutta la materia, così come stanno facendo altre Ragioni (poi la Consigliera Artesio ha mantenuto l'emendamento ed è andata com'è andata).
Vi anticipo già che venerdì prossimo sarà un aspetto all'attenzione della Conferenza, perché si stanno muovendo anche a livello nazionale su una serie di questioni. Non so se daranno adito o corso ad un decreto legislativo 174 bis, ma qualcosa succederà.
Ascoltando però l'intervento del collega Reschigna, siccome ho letto l'emendamento, vorrei fare due riflessioni.
Intanto invito al ritiro dell'emendamento, in funzione dell'impegno di fare al più presto una discussione organica su tutta la materia.
Però, collega Botta, visto che lei ha illustrato l'emendamento, diciamo che a legislazione corrente - in modo che tutti abbiano bene il quadro della situazione - esiste la possibilità di ritirare i contributi dell'ultima legislatura. Mi seguite? Quindi, se uno ne ha fatta una, li ritira; se uno ne ha fatte cinque, può ritirate quelli dell'ultima, e così via.
Questo emendamento introduce un aspetto innovativo, secondo il quale "non si può più andare a pile e a corrente", cioè o ti becchi il vitalizio o non lo prendi, che è questione diversa.
Oggi, a chi magari fa tre, quattro, o cinque legislature, conviene ritirare una parte considerevole dei propri contributi e tenersi il forte del vitalizio (perché tra i dieci e i 15 anni si va da 60 a 70, da 15 a 20 si introduce un ulteriore 10%). Questo elemento introduce una scelta del Consigliere: avvalersi del vitalizio oppure no. In pratica, non si può più andare a pile e a corrente, nel senso di averne un gran pezzo e recuperare dei soldi.
Detto questo - collega Botta, ho ascoltato con attenzione il suo intervento e lo volevo dire in maniera corretta all'Aula, poi darò la parola a tutti coloro la chiederanno - la Presidenza ritiene, così come ha precisato ieri in occasione dell'emendamento di altra natura ma sempre sullo stesso argomento, che siano tematiche che andrebbero trattate in modo più organico, anche alla luce del fatto che, come dicevo ieri - eviterò di ripetere il medesimo discorso - credo che uno degli impegni delle Regioni nelle prossime settimane e nei prossimi mesi sarà di intervenire sulla legge cornice nazionale, così come hanno fatto, per intenderci, sulle indennità con il decreto legislativo n. 174.
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Francamente, dopo la discussione che si è svolta ieri, non mi sarei aspettata di ritrovare, all'ordine del giorno della legge finanziaria, un emendamento quale quello depositato. Che si tratti di una situazione parzialmente correttiva dello stato delle cose, oppure che sia corrispondente alla discrezione che ne ha dato il Consigliere Reschigna, la sostanza, dal punto di vista delle tutele e delle prerogative dei Consiglieri, che qualcuno, con questo emendamento, pensa di difendere non cambia, nel senso che non si può spacciare qui per rinuncia al vitalizio che esternamente può essere diversamente interpretata, la questione relativa al fatto di avere o meno la restituzione degli interi contributi versati.
Qui la questione che viene posta riguarda esclusivamente i Consiglieri della IX Legislatura; riguarda la possibilità per i Consiglieri della IX Legislatura di interrompere, in ogni momento della legislatura e non alla fine del mandato, con una scelta di rinuncia vitalizio, il versamento dei contributi relativi e di poter ritirare il relativo capitale. Laddove questi avessero già versato oltre il limite massimo, si ritira la parte eccedente; laddove questi ritenessero di non dover fruire del vitalizio ritirano i contributi versati. Quindi all'Ente ne deriva immediatamente una restituzione che non è più facoltà (come nella legge 24), ma è diritto; una restituzione immediata da parte dell'Ente Regione a coloro che richiedono la restituzione, quindi una spesa immediata per l'Ente Regione. E, oltre alla spesa immediata per l'Ente Regione, la mancata entrata dei contributi che si riterrà di non versare più per sé e per i beneficiari della reversibilità.
Nella discussione sulla riduzione ho sentito dire che non erano indifferibili e urgenti, mentre questo è indifferibile e urgente; che si trattava di riordinare complessivamente la materia ad un livello nazionale e sicuramente l'intento sarebbe andato nella riduzione della riduzione dei costi della politica; che tutto ciò accadeva su un emendamento che avrebbe previsto un risparmio per le casse della Regione, che avrebbe consentito al Consigliere Leo di non girare tutti i Consiglieri regionali per ottenere un emendamento da 500.000 euro, perché nei prossimi sei mesi si sarebbe ottenuta una riduzione di spesa equivalente.
Invece qui, che è prevista un'uscita e una minore entrata, l'Assessore Pichetto non ha nulla da dire, perché evidentemente il calcolo del bilancio gli risulta comunque regolare anche con questa uscita ipotetica e immediata e con questa minore entrata ipotetica. Ebbene, credo che siamo andati oltre, come dire, il rispetto dell'Aula? Il buongusto? Il buonsenso? Ecco lascio la decisione ad altri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Volevo dire più o meno le stesse cose, ma in modo peggiore rispetto a come le ha espresse la collega Artesio, del cui emendamento che abbiamo discusso ieri ero anche cofirmatario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per dire - poi lei, Presidente, ha chiarito, e l'ha fatto anche la Consigliera Artesio - che esiste la possibilità di ritirare i contributi versati per quella legislatura e chiudere, per quella legislatura, ogni rapporto con la Regione. Io, che avrò la pensione da medico quando andrò in pensione fra un paio d'anni, ritenendo di non aver bisogno anche della pensione da Consigliere regionale, ho esercitato per me questo diritto e alla fine della legislatura farò lo stesso, chiudendo completamente i miei rapporti con la Regione. Punto.



PRESIDENTE

Scusate. Deve essere chiaro che la legislazione attuale è sempre esistita, poi tutte le volte è stata un po' modificata nei termini ad ogni singola legislatura, ma sono particolari. Nella sostanza, prevede che già oggi il Consigliere regionale possa, il giorno che cessa dal mandato, fare la domanda e il mese successivo gli restituiscono i contributi dell'ultima legislatura. Il che vuol dire che un Consigliere che ha tre, quattro o cinque legislature ha un enorme vantaggio, perché - sapete che io sono uno molto pratico e l'Aula non deve avere equivoci - se il 60% è 30 più 30 della prima e seconda legislatura, chi fa per esempio la terza o la quarta aumenta del 10. Che privilegio avrebbe in funzione di questo emendamento? Di avere il grosso del vitalizio (il 90%-92% dell'assegno) e portarsi a casa 100.000 euro di contributi che ha versato. Questo è il concetto. Anche perché, a 500-600 euro netti al mese di differenza, ora che recuperi 100.000 euro, devi avere una bella prospettiva di vita, oltre al limite dei due anni. Questo l'ho detto non per provocare, ma per dire ancora che è una materia un po' complessa, sulla quale bisognerebbe cercare di legiferare un po' a tutto tondo, anche recuperando, per esempio, alcuni degli elementi che erano stati posti all'attenzione della stessa Consigliera Artesio. Poi detto questo, ovviamente sono già entrato troppo nel merito, ma non voglio che ci siano equivoci su una valutazione, anche perché, se l'emendamento sarà confermato, ciascuno dovrà poi decidere come votarlo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cantore; ne ha facoltà.



CANTORE Daniele

Grazie, Presidente.
Esprimo la mia contrarietà a questo emendamento, e infatti non l'ho firmato. Sono abituato a non andare a corrente alternata e oggi la penso come la pensavo ieri: non è indifferibile e urgente nemmeno oggi. Peraltro mi pare che questo Consiglio si stia dilungando sul problema dei vitalizi a spizzichi e bocconi, e invece sarebbe opportuno affrontarlo come lei ha proposto, Presidente, e la ringrazio anche per le ulteriori spiegazioni che ha voluto dare grazie alla sua generosità politica e amministrativa. In realtà, mi fermo al suo primo assunto: questa è materia che deve essere affrontata nella sua completezza. Anche perché, se continuassero i Consigli regionali sul bilancio, ogni giorno ce ne sarebbe un pezzo in più. Io non condivido. Se - mi auguro - passerà la sua ipotesi (verrà ritirato l'emendamento), benissimo, penso sia la strada maestra e intelligente. Se così non sarà, lascio i colleghi del Gruppo liberi di esprimersi come ritengono, essendo materia complessa e anche legata alla sensibilità di ognuno.
Termino dicendo che non l'ho firmato, non l'avrei presentato e personalmente non lo voterò.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Ritengo che la sua proposta di un approfondimento anche in sede di Conferenza dei Consigli regionali sia la strada più opportuna, per cui almeno da parte mia, c'è il ritiro della firma sull'emendamento.



PRESIDENTE

Collega Botta Marco, l'emendamento viene mantenuto o ritirato?



BOTTA Marco

Manteniamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Le chiederei cortesemente se fosse possibile fare cinque minuti di sospensione. Lo chiedo anche ai colleghi dell'opposizione. Grazie.



PRESIDENTE

I nostri lavori riprenderanno alle 15.40.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.34 riprende alle ore 16.14)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Stavamo esaminando l'emendamento rubricato n. 22): erano già state svolte le dichiarazioni di voto ed era stata chiesta la sospensione.
Chiedo se l'emendamento viene mantenuto o ritirato.
Prego, Consigliere Botta Marco.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 22 ) viene mantenuto.
Il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 SEXIES Emendamento rubricato n. 23) presentato dai Consiglieri Leo, Placido, Laus Pentenero, Botta Franco Maria, Tentoni, Cerutti, Cantore, Lupi, Valle Costa, Dell'Utri, Biolé, Angeleri, Buquicchio, Negro, Franchino, Pedrale: dopo l'articolo 10 (Modifiche alla legge regionale 23 maggio 2008, n. 12) del disegno di legge n. 380, è inserito il seguente: "Art. 10 bis (Modifiche alla legge regionale 28 agosto 1978, n. 58) 1. Al comma 1 dell'articolo 6 della legge regionale 28 agosto 1978, n. 58 (Promozione della tutela e dello sviluppo delle attività e dei beni culturali) le parole "dal 20 maggio al 20 giugno di ogni anno" sono sostituite da "dal 20 febbraio al 20 marzo di ogni anno".
Ha chiesto la parola il Consigliere Leo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Ha firmato il collega Negro e hanno firmato colleghi di tutti i Gruppi.
Mi permetto - in un momento di divisione come questo, senza nessuna intenzione retorica - di ringraziare fortemente tutti i colleghi, in particolare, data la circostanza, quelli di opposizione.
Questo emendamento permette, senza l'esborso di un euro in più richiamo in particolare l'atteggiamento di disponibilità di alcune colleghe di minoranza, quali le Consigliere Cerutti, Artesio e Pentenero, che hanno seguito questa vicenda - semplicemente una cosa logica, cioè di avanzare la domanda in un tempo "decente". Infatti, far sì che le domande per i contributi non si debbano presentare a fine anno per l'anno in corso è un fatto razionale. Su questo avevamo già ragionato con l'illustre Presidente Marinello e l'emerito Vicepresidente Laus.
La condivisione di un aspetto, che non costa nulla e che aiuta le associazioni è senz'altro positiva. So che oggi un tale atteggiamento va in controtendenza, ma sono contento che almeno questo riusciamo a farlo.
Grazie, Presidente Cattaneo; grazie anche alla Giunta, all'Assessore Pichetto, che ci ha lasciati "autonomi" nel prendere la decisione..



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Intervengo semplicemente per condividere quanto è stato presentato dal Consigliere Leo, aggiungendo che lo stesso emendamento era stato presentato nella legge finanziaria dell'anno scorso. Quindi, oggi, in assenza di questo emendamento correremmo un rischio.
Peraltro, annuncio - poi il collega Ronzani lo presenterà - che questo tema riguarda più leggi del settore cultura e non soltanto la legge n. 58 così com'è scritto nell'emendamento. Pertanto, occorrerebbe omogeneizzare il dato, altrimenti avremmo una situazione tale per cui i soggetti che fanno riferimento a leggi diverse non potranno presentare le domande nell'anno 2014.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per sottolineare l'importanza della cultura in Piemonte.
Pur essendo questo un momento critico, l'ho firmato convintamente; con grande piacere ho visto che hanno firmato in tanti, sia a destra che a sinistra, per rafforzare questa legge, per il bene della cultura.



(Commenti del Consigliere Leo)



NEGRO Giovanni

Sì, destra e sinistra.
Io sono di centro e sono qui in centro, sostengo questa tesi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Presidente, le chiedo scusa se non intervengo nel merito di questo emendamento.
Quando si è proceduto alla votazione precedente, ero fuori per una questione di tipo sanitario. Volevo solo svolgere una dichiarazione di voto, dicendo che avrei votato fermamente contro quell'emendamento che è stato approvato.



PRESIDENTE

Ne darà atto il verbale. Grazie.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Mi associo agli interventi per quanto riguarda la cultura, perché è un'operazione necessaria.
Altresì, ribadisco quanto già detto l'anno scorso, che è stato confermato da indici come quelli dell'ISTAT e da parametri ufficiali: la spesa per la cultura, nonostante un periodo di crisi economica, tende leggermente a crescere. Ormai, è una spesa che è stata assimilata dalle famiglie italiane e piemontesi, senza contare, ed è inutile dilungarmi, che cultura vuol dire indotto in termini di occupazione e di reddito, che dà lavoro a parecchie persone, quindi è giusto incentivarla non solo per motivi di tipo culturale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Non ci sono altri interventi per dichiarazione di voto.
Prima di procedere alla votazione sull'emendamento rubricato n. 23) chiedo un attimo di attenzione, trattandosi di una modifica non in linea informo l'Aula che il primo firmatario propone una modifica all'articolo 10 bis: le parole "dal 15 marzo al 15 aprile di ogni anno" sono sostituite dalle parole "dal 20 febbraio al 20 marzo".
Chiedo alla Giunta regionale il parere sull'emendamento.
Prego, Assessore.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Esprimo voto favorevole.



PRESIDENTE

La modifica va bene anche per tutti gli altri cofirmatari.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23).
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso al nuovo articolo.
ARTICOLO 10 septies Emendamento rubricato n. 25) presentato dal Consigliere Ronzani: dopo l'articolo 10 (Modifiche alla legge regionale 30 maggio 1980, n. 68) del ddl n. 380, è inserito il seguente: "Art. 11 bis (Modifiche alla legge regionale 15 luglio 2003, n. 17) 1. Al comma 1 dell'articolo 6 della legge regionale 15 luglio 2003, n. 17 Valorizzazione delle espressioni artistiche in strada), alle parole "Il termine per la presentazione delle domande" sono aggiunte le parole "è stabilito dal 20 febbraio al 20 marzo di ogni anno".
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Chiedo un attimo di attenzione, perché, prima, giustamente, abbiamo votato un emendamento che individua due date, quelle nelle quali presentare la domanda sulla legge n. 58, ma un problema esattamente analogo esiste per la legge sugli artisti di strada.
Lì abbiamo esattamente lo stesso problema, quello di indicare le date perché altrimenti la legge non può essere applicata, in quanto i soggetti eventualmente interessati a presentare le domande non conoscono i termini.
Poi, vi è un secondo problema: è giusto omogeneizzare i periodi nei quali presentare le domande.
Allora - primo problema - dicevo all'Assessore Pichetto che, in analogia, noi dobbiamo anche qui indicare le date, altrimenti la legge non può essere attuata.
In secondo luogo, secondo me, è giusto nell'indicazione immaginare le date indicate per la legge n. 58, in modo che, chi a vario titolo intenda presentare le domande, abbia come riferimento le domande contenute nell'emendamento approvato in precedenza, quindi il 20 febbraio e il 20 marzo.
Anche in questo caso si tratta di emendamento che ha natura tecnica ma, soprattutto natura indifferibile, perché se non approviamo questo emendamento, i soggetti che presenteranno domanda per avere i contributi previsti dalla legge, non hanno un termine entro il quale presentare queste richieste.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro aperto il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

un intervento ineccepibile, assolutamente coerente.
La collega Pentenero ed io non abbiamo osato proporre anche quest'altro emendamento, perché eravamo già preoccupati dell'altra vicenda.
Dunque noi accogliamo molto favorevolmente questa proposta.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, dichiaro chiuso il dibattito generale.
Non essendoci richieste di dichiarazione di voto, procediamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso all'articolo.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 10) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Pichetto Fratin: "L'articolo 11 è sostituito dal seguente: art. 11 (Norma transitoria) 1. Le disposizioni di cui all'articolo 10 hanno effetto dal 1° gennaio 2015.
2. La deliberazione di cui all'articolo 32, comma 3, della legge regionale 37/2006, come sostituito dall'articolo 10 delle presente legge, è adottata dalla Giunta regionale entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge".
Ha chiesto la parola l'Assessore Pichetto Fratin per l'illustrazione ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Riguarda la regolamentazione dei versamenti della tassa sulla pesca ridefinita come modalità di versamento sulle Province nelle sedute di Commissione.
Giustamente è stato fatto notare che, trattandosi del 30 gennaio qualcuno ha già iniziato a versare.
Pertanto, nella norma transitoria si ritiene di posticipare gli effetti a partire dal 2015, altrimenti si crea una situazione di confusione, prima di tutto per chi i contribuenti.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste d'intervento né in discussione generale né in dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10).
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso al nuovo articolo.
ARTICOLO 11 bis L'emendamento rubricato n. 19), presentato dai Consiglieri Ronzani e Reschigna, era consequenziale e regge solo se fosse stato approvato l'emendamento 21). Lo possiamo dare per ritirato? Sì. Ringrazio il Consigliere Reschigna.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna per dichiarazione di voto sull'intero testo; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Ci siamo approcciati a questa legge finanziaria con la consapevolezza che purtroppo esprimiamo ormai da alcuni anni, che la discussione sulla legge finanziaria poteva essere una discussione capace di affrontare o di dare via ad un principio di riorganizzazione dell'amministrazione regionale.
Ciò non è avvenuto neanche quest'anno.
Gli emendamenti che avevamo presentato erano tutti di merito, che guardano sostanzialmente alla riorganizzazione del sistema delle Agenzie territoriali per la casa e alla tutela nei confronti delle persone relativamente alla fase di integrazione socio-sanitaria.
Vorrei che l'Assessore Cavallera guardasse quelli che sono i commenti e le lettere che ogni volta che fate un provvedimento di riorganizzazione in ambito socio-sanitario vi arrivano dalle organizzazioni del volontario o dall'ANCI. Ce n'è una di poco fa, rispetto all'ultima delibera, quella che lei ha tanto decantato ed osannato questa mattina nel dibattito in Consiglio regionale.
Significa sostanzialmente una cosa: stiamo cercando e abbiamo cercato di riportare, all'interno di questo dibattito, quelli che sono i temi e le sensibilità che si respirano da tutte quelle realtà che in gran parte dipendono dalle scelte delle politiche che sta facendo l'Amministrazione regionale.
Torno brevemente a dire - perché su questo punto avremmo modo di discutere ampiamente sul disegno di legge di bilancio - che o siamo in presenza di una situazione di cospirazione nei confronti dell'amministrazione regionale, oppure qualche riflessione, fossi l'Assessore Cavallera, incomincerei a farmela, perché non c'è una delibera che interverrà sulla riorganizzazione del sistema delle politiche sociali che non è duramente contestata e in gran parte impugnata presso il TAR.
Non ce n'è una.
Ciò significa almeno due cose: uno, che vi state allontanando da quella che è, storicamente e significamene, l'esperienza piemontese su questi ambiti; secondo, quando affrontate queste tematiche non siete in grado di costruire il consenso.
Non siete in grado di costruirlo per la semplice ragione che non fate un confronto preventivo su questi interventi e su questi temi.
L'approccio che noi abbiamo voluto dare a questa discussione sulla legge finanziaria è un approccio teso ad avviare un processo di riorganizzazione.
Abbiamo letto anche con molta amarezza il fatto che sull'unico emendamento che era passato all'interno della I Commissione del Consiglio regionale, l'intervento fatto in Aula e le modifiche che sono intervenute su quell'articolo della legge finanziaria, di fatto, lo hanno snaturato.
Anche su questo non possiamo non registrare una situazione di grave difficoltà e di disagio nei confronti dei contenuti e del modo con cui è stata affrontata la discussione all'interno del Consiglio regionale.
Per queste ragioni, il Gruppo regionale del PD non parteciperà alla votazione sul disegno di legge che approva la legge finanziaria per l'anno 2014.



PRESIDENTE

Non vi sono ulteriori dichiarazioni di voto.
C'era un atto di indirizzo, che lascio alla valutazione dell'Aula. Si tratta della mozione n. 1173, inerente a "Trasferimento dall'Agenzia Regionale per i servizi Sanitari - AReSS all'Istituto di ricerche Economiche e Sociali del Piemonte - IRES Piemonte", firmata da quasi tutti i Gruppi (Fratelli d'Italia, UDC, Forza Italia, PD, NCD, Pensionati Artesio e altri).
Riguarda un impegno per la Giunta regionale. Riguarda l'erogazione all'Istituto di Ricerca Economico Sociale del Piemonte (IRES) per le funzioni svolte per il Servizio Sanitario Regionale ai sensi dell'articolo 40 della l.r. 8/2013, ai sensi della DGR n. 11-6309 del 27.8.2013 per l'attuazione delle schede di progetto (allegato A) vincolato al piano occupazionale previsto. Impegna inoltre la Giunta a rispettare l'avvio e l'esecuzione dei progetti previsti, secondo gli obiettivi e le risorse impegnate, le modalità e i tempi di attuazione dei parametri di valutazione come da DGR 11-6309 del 27 agosto 2013.
La Giunta regionale è favorevole.
Indico la votazione palese sulla mozione n. 1163, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che con l'articolo 24, comma 1 della legge regionale 28 dicembre 2012 n. 18 (Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2012 e disposizioni finanziarie) viene abrogata la legge regionale 16 marzo 1998, n. 10 (Costituzione dell'Agenzia regionale per i servizi sanitari AReSS) premesso, inoltre, che la Iegge regionale 7 maggio 2013, n. 8 (Legge finanziaria per l'anno 2013) articolo 40, trasferisce le funzioni da AReSS a IRES e per le finalità sopra esposte l'IRES recluta le necessarie risorse professionali a cui si fa fronte mediante un finanziamento a valere sull'accantonamento del fondo sanitario considerato che la DGR 11-6309 del 27 agosto 2013 specifica che gli oneri derivanti dalle attività individuate dal presente provvedimento sono stimati in euro 1.500.000,00 annui per l'esercizio 2014 e seguenti con allegato A "Programmi di studio, ricerca e attività. Schede di progetto" inoltre a pagina 40 sancisce: ".... è presumibile che le risorse professionali necessarie per lo sviluppo delle progettualità e dei temi di analisi, nonché per la gestione degli strumenti e dei flussi informativi di supporto, corrispondano per competenza e consistenza a quelle che hanno già operato in AReSS....." considerato, inoltre, che attualmente l'IRES ha bandito avvisi pubblici di selezione mediante procedura di valutazione comparativa (non previsti dalla DGR del 27 agosto 2013) che consistono in: procedura di valutazione comparativa per un esperto di ricerca in materia di economia sanitaria procedura di valutazione comparativa per un incarico per lo svolgimento delle attività di studio e ricerca in materia di logistica procedura di valutazione comparativa per sei incarichi inerenti lo svolgimento delle attività di studio e ricerca in materia di edilizia sanitaria procedura di valutazione comparativa per due incarichi inerenti lo svolgimento delle attività di studio e ricerca in materia di HTA procedura di valutazione comparativa per tre incarichi inerenti lo svolgimento delle attività di studio e ricerca in materia di HTM creando così una condizione di non continuità dei progetti, ed inficiando la possibilità di inserimento di figure professionali a supporto dei progetti previsti dalla DGR constatato, che la su citata delibera esplicita che alla spesa si fa fronte mediante un finanziamento a valere sul fondo sanitario regionale con le risorse stanziate nell'UPB DB20151 del Bilancio di previsione 2013 e pluriennale 2014/2015.
impegna la Giunta Regionale qualora non fosse già stato modificato, ad approvare la modifica della descrizione del capitolo di bilancio corrispondente, ossia il 168049R nella seguente denominazione: "Erogazione all'istituto di ricerca economico sociali del Piemonte (IRES) per le funzioni svolte per il servizio sanitario regionale ai sensi dell'art. 40 della legge regionale n. 8 del 7 maggio 2013, e ai sensi della DGR 11-6309 del 27/08/2013 per l'attuazione delle schede di progetto (allegato A) vincolato al piano occupazionale previsto" impegna inoltre la Giunta a rispettare l'avvio e l'esecuzione dei progetti previsti secondo gli obiettivi, le risorse impiegate e da coinvolgere, la durata del progetto le modalità e i tempi di attuazione e i parametri di valutazione, come da DGR 11-6309 del 27/08/2013.
Il Consiglio approva.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 27 Consiglieri votanti 26 Consiglieri hanno votato SÌ 26 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame disegno di legge n. 381, inerente a "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2014 2016"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 381, inerente a "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2014-2016", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Il disegno di legge è stato licenziato a maggioranza dei Consiglieri presenti nella seduta della I Commissione del 30 gennaio 2014 ed è stato assegnato all'Aula.
Vi sono tre relatori, di cui uno di maggioranza e due di minoranza. Il relatore di maggioranza è il Consigliere Franco Maria Botta; sono relatori di minoranza la Consigliera Artesio e il Consigliere Ronzani.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Franco Maria Botta, che dà per letta la seguente relazione: "Il provvedimento è stato esaminato in Commissione referente dedicando numerose sedute ad approfondimenti di materia. Come per il disegno di legge regionale n. 380, legge finanziaria per l'anno 2014, sono state svolte le Consultazioni con i soggetti ed enti interessati, sono stati acquisiti i pareri consultivi da parte delle Commissioni referenti di materia. È stato acquisito inoltre il parere del Collegio dei revisori dei Conti ai sensi del capo III bis della legge regionale di contabilità, l.r. 7/2001. In Commissione sono ulteriormente state approfondite le materie in tema di sanità e politiche sociali con l'Assessore competente per materia che ha relazionato sulle principali variazioni finanziarie.
Il bilancio di previsione per l'anno finanziario 2014 rispetto alla sua fase di presentazione è stato emendato in sede di Commissione. Sono state proposte dalla Giunta regionale diverse variazioni di bilancio.
Il bilancio di previsione per l'anno finanziario 2014 pareggia negli importi pari a 15.183.144.502,05 euro in termini di competenza e 18.218.293.184,21 euro in termini di cassa, così come indicati negli articoli 1 e 2 del disegno di legge.
L'articolo 3 del disegno di legge relativo all'indebitamento in sede di Commissione è stato abrogato.
Il nuovo articolo 3, a seguito della rinumerazione dell'articolato del disegno di legge, contiene il quadro generale riassuntivo del bilancio per l'anno finanziario 2014.
L'articolo 4 è relativo alle spese obbligatorie e d'ordine, e contiene un emendamento all'elenco 1, allegato allo stato di previsione della spesa.
L'articolo 5 contiene il prospetto delle garanzie principali e sussidiarie prestate dalla Regione a favore di enti e di altri soggetti.
L'articolo 6 autorizza, con provvedimento amministrativo, il prelievo dal fondo per la partecipazione ad accordi di programma, contenuto nella unità previsionale di base UPB DB08022.
Nell'articolo 7 si approvano i fondi di riserva per le spese derivanti da economie su fondi statali vincolati. L'articolo 8 è riferito ai fondi speciali di parte corrente e di investimento e l'articolo 9 riguarda i fondi per la reiscrizione dei residui perenti.
L'articolo 11 fa riferimento all'avanzo finanziario presunto alla chiusura dell'esercizio 2013. pari a zero euro. Codesto articolo è stato emendato nel suo comma 2: il disavanzo di cui all'articolo 4, comma 3, della legge regionale 6 agosto 2013 n. 15, inerente il rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2012, aggiuntivo rispetto alla situazione finanziaria di cui al comma 1, è stimato in 660.116.163,00 euro e viene riassorbito nel bilancio pluriennale per gli anni 2014-2016 secondo il seguente prospetto: anticipazione straordinaria di cui alla DGR 39-11230 del 1/4/2009 per l'anno 2014 euro 282.145.000,00 fondo rischi relativo alla sentenza della Corte d'Appello di Torino n.
465/10 del 12/12/2012 per l'anno 2015 euro 57.971.163,00 passività pregresse inerenti al finanziamento del sistema regionale di trasporto pubblico locale per l'anno 2014 euro 210.000.000,00 e per l'anno 2015 euro 110.000.000,00.
Il fondo di riserva per le autorizzazioni di cassa, contenuto nell'articolo 10, serve per far fronte al maggior fabbisogno di cassa che si manifesti nel corso dell'esercizio finanziario 2014.
Gli articoli 12 e 13 si riferiscono alle variazioni compensative tra le unità previsionali di base svolte con atto amministrativo e alle variazioni apportate ai capitoli di spesa delle partite di giro in relazione agli accertamenti sui corrispondenti capitoli di entrata ed entro i limiti di importo dei medesimi accertamenti.
Sulla base del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2014 è stato predisposto il bilancio pluriennale per gli anni 2014-2016 (articolo 14) che in Commissione è stato emendato.
stato inserito un nuovo articolo che contiene la nota informativa strumenti finanziari derivati (art. 15).
La Commissione ha licenziato giovedì 31 gennaio 2014, a maggioranza, il disegno di legge n. 381 e lo ha rimesso con urgenza all'Aula consiliare per la sua approvazione".
La parola al Consigliere Ronzani, relatore di minoranza.



RONZANI Wilmer, relatore

Caro Presidente e cari colleghi, partirei da un ricordo, che è il seguente: all'alba del 3 maggio 2013, il Presidente Cota, che anche oggi non ha avuto la sensibilità di venire in questo Consiglio che discute del bilancio della Regione Piemonte - e che verosimilmente potrebbe essere l'ultimo Consiglio regionale che affronta una questione importante di questa Regione - dichiarò "è il primo bilancio a debito zero". Lo ricordo a lei, Assessore Pichetto, perché lei si ricorda di queste dichiarazioni che allora fece il Presidente Cota.



(Brusìo in aula)



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Ronzani, chiederei un po' di silenzio in aula.
Prego, Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer, relatore

sempre il Presidente Cota che parla: "Per mezzo di riforme strutturali molto importanti siamo riusciti a salvare i conti della nostra Regione".
Cota concludeva dicendo: "Posso dire a testa alta che abbiamo compiuto un vero e proprio miracolo".
Questo disse il Presidente Cota nel 2013.
Per questo motivo, Assessore Pichetto e Assessori della Giunta, prima di ragionare sul bilancio di previsione 2014, cosa che farò subito dopo vale la pena fare alcune considerazioni sul modo con il quale si chiude il bilancio del 2013, ancorché in assenza di un rendiconto consuntivo; perch dopo le nostre sollecitazioni, e in parte anche le nostre denunce, e soprattutto dopo che i revisori dei conti vi hanno bocciato, voi avete dovuto in qualche modo mettere una pezza e riconoscere che il bilancio 2013, che con un po' di audacia avevate dichiarato chiudersi a zero (cioè senza disavanzi) - questo è ciò che è emerso per una parte della nostra discussione in Commissione - in verità era un bilancio che quanto meno si chiuderà con 390 milioni di disavanzo, 300 dei quali sono imputabili al fatto che avete iscritto nel 2013 un mutuo che non potevate utilizzare.
Vi rinvio per un approfondimento alla discussione che svolgemmo esattamente durante la discussione del bilancio del 2013, nella quale noi ponemmo con forza il problema di quel mutuo, che era evidente già allora che non potevate stipulare.
Quindi, è un bilancio 2013 che si chiude con un disavanzo di 390 milioni, cui però si aggiungono due fatti, che cito sommessamente, ma che hanno un peso enorme nella discussione e che non possono non influenzare anche il dibattito sul bilancio previsionale del 2014.
Il primo di questi due fatti è la decisione, dettata principalmente dall'esigenza di non fare apparire questo disavanzo del 2013, di non liquidare, nonostante fossero pronti gli atti di liquidazione, 920 milioni di euro che riguardavano la sanità e di farli andare in perenzione.
un disavanzo che voi spostate nel tempo, nei prossimi tre anni, per due ragioni: evitare che appaia come un debito nel 2013 e scaricare l'onere di affrontare questo debito a chi verrà dopo di noi.
C'è poi un secondo problema, Assessore Pichetto, che noi le abbiamo posto e che io le pongo, perché vorrei che questa questione risultasse agli atti.
Non l'abbiamo enfatizzato durante la discussione in Commissione, se non per una parte, però vorremmo che oggi questo tema riemergesse o, quanto meno, restasse tra le questioni che noi poniamo in questa discussione.
Riguarda il modo con il quale la Regione ha contabilizzato l'anticipazione di 1.107 milioni di euro ottenuti dal Ministero.
Non torno sulla questione posta dal collega Reschigna, durante la discussione, circa la constatazione che si tratta di anticipazioni e non di risorse aggiuntive, quindi di soldi prestati ed anticipati alla Regione che andranno restituiti in trent'anni.
Primo problema.
Non torno neppure sul fatto che la somma complessiva di queste anticipazioni, considerando anche quella in corso di perfezionamento di 435 milioni, alla fine ammonterà, per quanto riguarda il Piemonte, a tre miliardi e 743 mila euro.
Siamo la Regione - uso un termine che usa spesso l'Assessore Pichetto che ha tirato di più, insieme a Lazio e a Campania.
E neppure torno su un problema che pure, badate, peserà come un macigno su chi verrà dopo di voi, cioè sul fatto che queste anticipazioni ci costeranno, nei prossimi trent'anni, qualcosa come 190 milioni all'anno di rate per restituire capitale ed interesse.
Prescindo da queste cose che pure hanno il loro peso e che, colleghi incidono sia nella valutazione che faccio sul bilancio 2014 sia sulle prospettive con le quali bisognerà governare questa Regione.
Il collega della Lega mi interrompe e mi fa venire in mente una cosa quindi non deve interrompermi, altrimenti vado sempre più avanti.
Non torno neppure sul fatto che i 435 milioni che dovremmo ottenere come anticipazione devono essere coperti. È vero, Pichetto? E il modo per coprirli è duplice: o riduciamo la spesa o aumentiamo l'addizionale IRPEF.
Nel 2015 questa eventualità c'è, quindi anche questa cosa poi inciderà ma ci ritornerò a proposito del tema dell'addizionale IRPEF.
Tutto questo lo do per scontato, ma pongo un problema: non siamo convinti - l'abbiamo posto in Commissione e lo poniamo anche oggi - che voi, nella contabilizzazione delle anticipazioni, abbiate rispettato lo spirito e la lettera dell'articolo 6.
Non torno su questa questione, ma siccome l'articolo 6 stabilisce una cosa per noi molto preoccupante e delicata, ossia che le modalità di contabilizzazione delle anticipazioni che non determinino la sterilizzazione di tale entrate saranno considerate copertura non legittima. Ora, questo problema intendo riproporlo.
Questa è una prima considerazione che riguarda il 2103, che naturalmente ha, come i colleghi possono immaginare, un effetto non indifferente nella discussione che stiamo per fare sul bilancio di previsione, ma un bilancio caratterizzato da cosa? Credo da una sovrastima delle entrate: IVA, addizionale, alienazioni. Siamo in presenza di dati che secondo noi sono arrotondati per eccesso ed anche, Assessore Pichetto, da forti elementi di iniquità.
Tornerò, concludendo, sulla vicenda delle politiche sociali, perché non c'è dubbio che la Regione deve fare i conti con problemi di finanza pubblica, ma dentro le scelte che voi dovete compiere e avete compiuto, la bussola non è stata rappresentata dall'esigenza di fare un bilancio che si ispirasse a criteri di equità. Il modo con cui avete affrontato la questione delle politiche sociali è, secondo me, lì a dimostrarlo.
Equità, perché solo in questo modo il Piemonte è in grado di capire che i sacrifici che è chiamato a compiere possono essere compiuti, perché a monte c'è una finalizzazione positiva, ma c'è anche un criterio di giustizia.
Cosa capiterà? E mi avvio alle conclusioni.
Se i termini del problema sono questi, colleghi della maggioranza, è del tutto evidente che il vostro bilancio è la prova del fallimento di una politica e di una gestione del potere in Piemonte.
Personalmente penso, Assessore Pichetto, che prima ancora che dalle vicende di cui pure stiamo discutendo - le sentenze del TAR o del Consiglio di Stato - la vostra crisi nasca da questo, cioè la crisi di questa maggioranza nasce dal fatto che aveva, all'inizio, suscitato grandi aspettative - non lo nego, non lo nego - ma poi la politica concreta e le scelte che avete compiuto hanno incrinato il rapporto con un pezzo significato del Piemonte.
Non lo dice Wilmer Ronzani, Consigliere dell'opposizione, magari con qualche pregiudizio, ma lo dicono numerose prese di posizione contro la Giunta e la vostra maggioranza.
Quindi un Piemonte che passa una pesante eredità a chi verrà dopo di voi, perché è aumentato l'indebitamento (era di quattro miliardi, ora è di nove miliardi e 700 milioni); l'addizionale IRPEF quest'anno costerà ai piemontesi 160 milioni in più e, complessivamente - complessivamente - il Piemonte paga di addizionale un miliardo e 200 milioni all'anno (erano 825 nel 2010).
Consentitemi una battuta: voi avete vinto le elezioni immaginando una riduzione delle tasse.
Guardate che sono così corretto nel riconoscere che una parte dei problemi che nascono e che abbiamo in questo bilancio regionale derivano dai tagli decisi dal Governo, ma c'è però un problema: questi banchi quei tagli li hanno sempre contestati.
Qualcuno, per una certa fase, che non sono io, ma il Presidente che oggi non c'è (ho i documenti ma non li cito, mi darete credito), ha sostenuto che quei tagli sarebbero serviti a razionalizzare la macchina regionale; che non avrebbero avuto un impatto negativo sul bilancio della Regione.
Questo non era evidentemente vero, ma lì il regionalismo era stato messo in un canto, perché il colore politico del Governo centrale era lo stesso del Governo regionale.
E allora, il regionalismo, l'autonomia, il potere, le minori tasse erano un problema sul quale si era messo il silenziatore: non disturbare il manovratore, qui e a Roma. Qui e a Roma! un bilancio che aumenta, ovviamente, l'indebitamento, aumenta la tassazione. Assessore Pichetto, forse su questo possiamo essere d'accordo: è un bilancio che già in questa legislatura, e più ancora nelle prossime proprio per le rigidità che ha al suo interno, cessa di essere uno strumento con il quale realizzare politiche pubbliche.
Cos'è il bilancio di una Regione? Il bilancio di una Regione è lo strumento con il quale, certo, pagare gli stipendi di chi lavora in Regione ma, soprattutto, usare la macchina e le risorse per fare politiche pubbliche e investimenti pubblici. In passato è stato così. Poi possiamo discutere sulle scelte compiute, se era giusto farle in quel modo piuttosto che in altro, ma è evidente che il bilancio era uno strumento - mi passi il termine, Assessore Pichetto - di politica economica. Ripeto, il bilancio era uno strumento di politica economica. Lo strumento con il quale allocavo le risorse per finalità di coesione sociale, di sviluppo industriale e di ammodernamento del sistema produttivo. Oggi questa cosa non capita più.
Abbiamo un bilancio che, addirittura, ha sovrastimato le entrate.
Questo bilancio avrebbe consentito, in certi casi, scelte diverse? Sì, ma non le avete fatte! Dovendo decidere con le poche risorse che avevate alcune scelte le avete fatte, ma noi non le condividiamo.
Ci sono - i colleghi torneranno sul punto - due capitoli che per una Regione come la nostra hanno un valore strategico: innovazione e ricerca.
Lì, ormai, dipendiamo soltanto dai fondi europei: capite che è una magra consolazione! Ci va la quota di cofinanziamento per finanziare la nuova programmazione e questa incide sul bilancio della Regione.
Poi c'è il tema delle politiche sociali. Questa è una cosa che non sopporto, Assessore Pichetto. È la cosa che sopporto di meno. Ci spiegate nei documenti che presentate in Regione (piani territoriali, documento di programmazione, ecc.), che siamo una regione di anziani; che siamo una regione con una crisi drammatica; che siamo una regione che ha problemi enormi, ergo, che richiede politiche di coesione sociale. Cosa che altre Regioni hanno fatto. Se guardo i bilanci di altre Regioni, non hanno bilanci floridi, ma hanno fatto delle scelte e hanno considerato il lavoro e le politiche sociali i due corni del problema, le priorità di quella politica regionale.
Qui noi dobbiamo fare i diavoli a quattro per ottenere, nel 2014, le stesse risorse del 2013 per quanto riguarda le politiche sociali, quando questo significa tagliare servizi, non stipendi, ma servizi dati alle persone: integrazione, contribuzione per l'affitto, drammi veri! Su questo Assessore Pichetto, non le dico nulla di più di quanto non abbiamo già detto. Questo, per noi, è un punto irrinunciabile. Se non è un fallimento questo! Voi in verità - lo dico senza boria, ma sono convinto di ciò e se esagero perdonatemi - non avete governato il Piemonte. Questo è il vero problema. In questi tre anni e mezzo voi non avete governato il Piemonte.
Governare una Regione complessa come questa significa fare altre cose significa dire dei "sì" e dei "no". Se dico al lavoratore moroso che non ho i soldi per aiutarlo a pagare l'affitto, devo essere coerente e mettere la macchina in discussione. Riformare la macchina! Liberare delle risorse! Non si è fatto in passato? Non è una buona ragione. Perfetto! Non si è fatto in passato? Chi non l'ha fatto - noi abbiamo sbagliato - ma non è una giustificazione per non farlo adesso.
Basta! Quanto dovete ancora governare per assumervi le vostre responsabilità? Voi sarete ricordati come la peggiore Giunta che ha governato il Piemonte!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio, relatrice di minoranza.



ARTESIO Eleonora, relatrice

La relazione di minoranza al bilancio di previsione 2014, per parte mia, riprende gran parte degli argomenti che avevo utilizzato nella relazione di minoranza sulla legge finanziaria.
Il quadro politico nel quale arriviamo a determinare la programmazione economica della Regione Piemonte non è un quadro qualunque. La condizione nella quale il Consiglio regionale versa a seguito della sentenza del TAR e quindi il prevedibile annullamento, confermato dal Consiglio di Stato, di proclamazione degli eletti, avrebbe dovuto comportare, per chi ha responsabilità di governo, un atteggiamento diverso da quello cui abbiamo assistito durante tutta la fase di discussione di bilancio.
L'atteggiamento si sarebbe dovuto concentrare sulla ricerca di una politica, non solo di entrate, ma anche di risparmi. Stendo un velo pietoso su quanto accaduto ieri relativamente alla riduzione dei costi della politica. La discussione avrebbe dovuto prevedere, con il Consiglio tutto quindi anche con le opposizioni, un'analisi seria di ciò che il documento contabile dovrà riflettere, in ordine alle esigenze essenziali del territorio.
Ci saremmo dovuti confrontare rispetto alle priorità dei programmi di governo da sostenere con le adeguate risorse finanziarie, cercando di arrivare ad un bilancio essenziale e condiviso. Questo non è avvenuto. La Giunta non sceglie il profilo dell'essenzialità, non l'ha fatto sulla legge finanziaria, non lo fa nel documento di bilancio; cerca, maldestramente, di continuare a praticare quelle che ritiene essere le qualità politiche del proprio programma di governo, su cui credo presto i cittadini saranno messi nelle condizioni di poter esprimere un giudizio diretto e, in questo modo maldestro di continuare a selezionare in modo solitario le proprie scelte di governo, produce alcune conseguenze gravi.
Le conseguenze gravi possono essere così riassunte: un'assenza di certezze in ordine al funzionamento di alcune strutture essenziali allo svolgimento dei compiti propri della Provincia e praticate attraverso organi partecipati o enti strumentali la cui sofferenza, indotta dalla mancata certezza dei capitoli di bilancio del 2014, si protrarrà, dice l'Assessore Pichetto ottimisticamente, fino a quando, con il bilancio di assestamento daremo un equilibrio alla situazione, ma si protrarrà sicuramente, nel corso del prossimo anno finanziario se, come io penso, di qui a breve, questo Consiglio terminerà la propria funzione.
Faccio alcuni esempi chiari. Il primo esempio è quello del rapporto della Regione Piemonte, socio di maggioranza, con la struttura dei propri sistemi informativi - il CSI Piemonte - rispetto al quale non si è riusciti, e la maggioranza dirà per colpa delle opposizioni - in particolare mia e di altri colleghi che non condividevano le proposte di legge della maggioranza - perché qui il termine condivisione è riassunto con "dovete essere d'accordo con noi". Se si osa proporre alternative o altre modalità, allora l'opposizione conduce uno sterile ostruzionismo.
La mancata soluzione di un quadro di certezze legislativo ha prodotto almeno nella discussione avvenuta in I Commissione, una dichiarazione da parte dell'Assessore Ghiglia, secondo il quale nemmeno i servizi in continuità verrebbero garantiti dal rinnovo della convenzione. E in Commissione si è provato, quindi, da parte delle opposizioni cosiddette irresponsabili, a proporre degli emendamenti che garantissero continuità di finanziamento, almeno per i servizi in convenzione; ma quegli emendamenti sono stati bocciati dalla Giunta e dalla maggioranza.
Il secondo livello di incertezza - ne discuteremo a breve e mi auguro positivamente, con degli emendamenti specifici - riguarda la situazione degli stanziamenti della Regione Piemonte verso l'IPLA per il 2014, ai fini di sventare la prospettiva che i lavoratori che sono lì impegnati - e che lo sono per svolgere funzioni necessarie, come si rileva dalle richieste di attività inviate dalle Direzioni regionali - possano correre il rischio di incertezza e di cassa integrazione rispetto alla propria stabilità professionale, la cui necessità - lo ribadisco - è conformata dalle stesse richieste delle Direzioni regionali.
Terzo livello di incertezza, gravissimo, è quello nei confronti dei Comuni e delle attività dei Consorzi socio-assistenziali per la mancata conferma, che noi continuiamo a riscontrare nel bilancio di previsione 2014, degli stanziamenti storici del 2013, che consentirebbero non già l'ampliamento dei servizi e delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie ma soltanto la loro riconferma.
Si prospetta un grande quadro di incertezza. Infatti, questa programmazione del documento economico della Giunta regionale frettolosamente discusso nelle Commissioni perché si doveva arrivare ad assumere entro il 31 gennaio il pilastro della programmazione economica della Giunta, produce esiti incerti rispetto all'esterno.
La seconda questione che mi preme sottolineare, però, è che se quel bilancio di emergenza e di urgenza - così interpreto, e credo di farlo letteralmente, i termini "indifferibile ed urgente" che ci vengono assegnati come compito prioritario in questa fase - non è stato condiviso per alcune priorità essenziali con le opposizioni, ormai è chiarissimo che non è stato condiviso nemmeno con le forme organizzate della realtà istituzionale e sociale esterna. Mi riferisco all'ultimo risultato della sentenza del TAR di sospensione del piano di rientro del trasporto pubblico locale (a cui sono collegati i 150 milioni di stanziamento) che, a seguito della mancata consultazione degli Enti che sarebbero stati deputati a intervenire sulla qualità e l'efficienza del nuovo programma di trasporto pubblico locale, ha visto riconosciute le proprie ragioni a questi soggetti da parte del TAR, attraverso un provvedimento di sospensiva.
Siamo quindi in una condizione nella quale, prima arbitrariamente e con la supponenza che derivava dall'esito elettorale, ora solo arbitrariamente visto che l'esito elettorale è stato giudicato irregolare - e con quella stessa supponenza, la Giunta e la maggioranza procedono a varare un documento di bilancio di previsione che non può trovare il consenso delle opposizioni ma che, prima ancora di veder espresso in quest'Aula il voto contrario e la presa di distanza da parte dell'opposizione, sta vedendo fuori altre prese di distanza. E questo significa che la regione Piemonte non rischia soltanto di non avere risorse certe, ma rischia certamente una condizione di instabilità dal punto di vista dell'iniziativa di altri Enti quelli che devono organizzare i servizi sociali, quelli che devono organizzare i trasporti pubblici locali - in un clima di conflittualità inter-istituzionale (la Regione contro tutti, ogni volta più arbitraria e più supponente) e di costante fibrillazione nel dibattito sociale.
Non dobbiamo dimenticare, infatti, che i destinatari degli interventi che la Regione programma, e che vengono filtrati e organizzati attraverso i livelli intermedi delle Autonomie locali, sono i cittadini i quali evidentemente, non possono essere inconsapevoli delle conseguenze che su di loro ricadranno; e tanto più ricadranno quanto più quei cittadini sono portatori di debolezze e di bisogni ai quali le politiche pubbliche dovrebbero corrispondere, perché le politiche pubbliche servono a interpretare i bisogni delle persone - e in modo particolari i bisogni delle persone in una condizione di minorità e di difficoltà - e, in questa direzione, a orientare le proprie capacità economiche, che consistono solo nella redistribuzione delle risorse dei cittadini piemontesi.
Si tratta quindi di un bilancio frettoloso, maldestro e anche un po' arbitrario. Questo sembra essere, ad oggi, lo stato delle relazioni.
Tenteremo ancora attraverso gli emendamenti, in questa fase che ci separa dal voto sul bilancio, a provare a portare la Giunta e la maggioranza ad un altro livello di ragionevolezza rispetto a quello che abbiamo conosciuto nel dibattito in Commissione, quindi i nostri emendamenti interverranno principalmente sugli aspetti che ho sottolineato e, in modo ancora più specifico, su tutto il comparto delle politiche socio assistenziali.
Stamani abbiamo assistito all'ennesima capacità dell'Assessore alle politiche sanitarie e sociali di intrattenere il Consiglio con un abile gioco di bussolotti (dove i bussolotti erano i milioni che passavano dal bilancio della sanità a quello delle politiche sociali), secondo il quale dice l'Assessore che ci vuole convincere - saremmo poco lontani dalle condizioni della spesa storica del 2013.
Noi continuiamo a pensare di essere ancora molto lontani: stamattina dicevamo di circa 13 milioni. Ma se la forbice rispetto a quella competenza essenziale della Regione ha una dimensione come questa, che è limitata rispetto al dato complessivo del bilancio regionale, e se la Giunta è cosi convinta di arrivare non soltanto alla fine del 2014, ma alla fine del proprio mandato - tant'è che ogni volta che noi sollecitiamo integrazioni in questa o in quella direzione ci dice: "Tranquilli: ci sarà il bilancio di assestamento" - sia la Giunta a rinviare al bilancio di assestamento alcune voci, in modo tale da dare anticipazione e priorità a quelle essenziali che ho nominato e che ritroverete nei nostri emendamenti affinché a queste si dia risposta subito in questo bilancio di previsione 2014.
Se per questa maggioranza, quindi, è difficile trovare le risorse per integrare gli stanziamenti per i Consorzi socio-assistenziali e gli anziani non autosufficienti, noi qui e in I Commissione vi abbiamo detto che c'è il capitolo sul bonus bebè, che ammonta a 2,5 milioni: li erogate a fine anno perché è un intervento di annualità. Noi non condividiamo nel merito un intervento a pioggia che non tenga conto delle condizioni delle persone e delle famiglie; tuttavia, poiché quella è una vostra cifra politica sulla quale vi siete caratterizzati, e in ogni caso erogate queste risorse a fine anno e siete così convinti di poter fare un bilancio di assestamento a ottobre, trasferite quelle risorse ad ottobre e anticipate ad ora quello che ancora manca per l'emendamento sull'IPLA e per integrare il bilancio delle politiche sociali.
Allora, la ragionevolezza su alcune priorità sarebbe ancora possibile se solo trovassimo delle orecchie più attente alle reali scadenze che abbiamo di fronte, che preoccupate di esercitare la propria supremazia in base ad un vantaggio politico che mi pare chiaro oggi non vi sia più riconosciuto.
Quindi, insomma, Assessore Pichetto, Giunta e maggioranza, come diceva il coniglio bianco in "Alice nel paese delle meraviglie": "Presto, che è tardi!". È probabile che io continui ad essere Alice, perché continuo ad illudermi che ci siano delle possibilità di cambiamento. Purtroppo, ho capito questo non è il "Paese delle meraviglie", ma confido ancora di poter incontrare orecchie attente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Chi ha fatto l'Amministratore nei Comuni - in quest'Aula molti sono stati Sindaci, come il collega Marinello - sa che in genere si affronta la discussione sul bilancio con la propria maggioranza in maniera leggera perché si pensa, con quella discussione, di porre delle basi per il proprio Comune, per un anno, migliori rispetto all'anno passato.
Nessun Sindaco si sognerebbe di non essere presente durante la discussione sul bilancio del proprio Comune.
Questa maggioranza, invece, sta affrontando la discussione sul bilancio senza che il Presidente - se ricompare mentre lo evoco per la seconda volta crederò davvero nei miracoli! - abbia sentito il bisogno di partecipare anche solo minimamente, a questo dibattito, a testimonianza del fatto che non crede più in questa maggioranza, né in questa legislatura.
Se le cose stanno così, il buonsenso direbbe che forse bisognerebbe andarsene prima che sia il Consiglio di Stato a mandarci a casa.
un voto triste quello che vi apprestate a sancire, forse questa notte (prima, scherzando, ho chiesto al collega Tiramani se aveva portato il pigiama, perché io sono abbastanza abituato a fare le notti, non mi preoccupo mica del fatto di discutere una notte in Consiglio regionale!) perché noi, naturalmente, resteremo qui a fare la nostra parte e soprattutto, a difendere le questioni che il mio Capogruppo ha indicato e che riguardano i servizi sociali.
un voto triste per una finanziaria modesta, quella che avete approvato prima senza la nostra partecipazione al voto, e per un bilancio altrettanto modesto.
la fine di una legislatura nella quale abbiamo visto di tutto, a partire dal Vicepresidente Rosso, che, intervenendo in questa sede, quando noi dicevamo che non era possibile togliere finanziamenti per il sostegno al reddito, ha usato quella frase famosa che si usa per l'Africa: "Noi dobbiamo dare alla gente la canna da pesca, non i pesci", perché poi i pesci, naturalmente... Quando avranno imparato a pescare, in un momento economico nel quale, come tutti sanno, se si vuole un posto di lavoro basta bussare alla porta della fabbrica e ci sono dieci persone che ti accolgono e ti dicono: "Finalmente sei arrivato!". Il Vicepresidente Rosso è uno di quelli che è riuscito ad inventare una palla colossale rispetto alle ipotesi secondo cui un Consigliere di maggioranza avrebbe trascorso una a vacanza a Sestriere a spese del Consiglio regionale. Siamo partiti da lì.
Ed essendo partiti da lì, non poteva che finire qui, così come sta finendo in questi giorni e in questa situazione.
Il collega Ronzani diceva dei miracoli che avrebbe dovuto fare il Presidente Cota. Cominciamo, quindi, coi miracoli, che potrebbero essere il tema conduttore di questo intervento.
un miracolo l'aumento dell'addizionale IRPEF, che passa da 825 milioni a un miliardo e due? Vi avevamo chiesto di non infierire sui redditi più bassi, e di recuperare la riduzione che vi abbiamo posto a carico dei redditi più alti. Ma, anche qui, avete fatto il miracolo di far pagare di più a chi ha di meno.
un miracolo un debito che passa da 4,8 miliardi a 9,7? È vero Assessore Pichetto, che avete pagato in parte i fornitori, e questo pu essere un merito del vostro Governo regionale, ma anche della sua capacità di commercialista o di esperto di bilancio, nel gestire le questioni. Per se non si offende, Assessore, il fatto di pagare un debito facendo un altro debito che si paga con un mutuo, lo saprebbe fare anche un professore di latino e greco. Sarebbe stato un miracolo se lei fosse riuscito a pagare il debito senza...



(Commenti dell'Assessore Pichetto Fratin)



BOETI Antonino

Sarebbe appunto stato un miracolo! Allora bisognerebbe spiegare al Presidente Cota che quando si parla a vanvera, bisogna fare attenzione ai termini che si utilizzano.
Possiamo considerare un miracolo il fatto che i mutui passano da 329 milioni del 2011 a 490 milioni del 2015? Assessore Pichetto, c'è una responsabilità complessiva di questo Consiglio regionale in questi anni rispetto all'indebitamento della Regione? Sì, c'è una responsabilità collettiva.
Però nella passata legislatura almeno i servizi erano mantenuti, mi riferisco soprattutto a quelli sanitari e sociali. I servizi venivano erogati. In questa, invece, è aumentato il debito e sono peggiorati i servizi.
Tutto quello che è stato toccato anche prima di lei - lei, Assessore, è arrivato dopo - si è risolto in un disastro.
un disastro il trasporto pubblico locale: anche ieri avete perso l'ultima causa.
Questa legislatura si caratterizzerà per tutte le denunce al TAR e per il fatto che, tranne qualche sporadica vittoria (quella di Carmagnola sul punto nascite), le avete perse tutte.
I servizi sociali, sui quali non torniamo, perché abbiamo già detto molte cose, sono stati praticamente dimezzati in questi quattro anni.
Veniamo alla questione che riguarda la sanità: le Federazioni, un milione e 600 mila euro sparsi al vento, diciamo così, con Direttori e Amministratori unici che sono stati lì per un anno e mezzo senza fare niente, alcuni dei quali, per sei mesi, non hanno manco trovato al San Luigi una scrivania nella quale cominciare ad esercitare il loro mestiere.
Per non parlare dei Direttori generali, alcuni dei quali disastrosi sopra ogni dire, nominati soltanto per appartenenza politica. Quando si assume come Direttore generale uno che ha fatto il parlamentare per tre Gruppi politici diversi e che non ha nessuna esperienza in campo sanitario non si può dire che il Governo regionale precedente nominasse gli amici degli amici, perché voi avete nominato gli amici, degli amici e qualche volta anche i parenti, diciamo così, per quanto riguarda le questioni sanitarie.
Su La Stampa di oggi c'è un articolo sul Nursing Up, sindacato di infermieri, non vicino al centrosinistra, secondo il quale in questo Governo regionale c'è un immobilismo completo, e non sta succedendo praticamente nulla.
Il diritto allo studio è stato dimezzato.
La chiusura dell'AReSS, che era diventata l'Assessorato ombra e quindi inviso a tutti. Quello che avrebbe dovuto essere il Direttore generale dell'AReSS, il mentore da un punto di vista sanitario del Presidente Cota adesso ha presentato una causa di lavoro al suo Presidente.
Per non parlare dei lavoratori dell'IPLA, che stazionano con questo freddo davanti al Consiglio regionale per rivendicare il loro diritto al lavoro.
Potrei continuare a lungo. Tutto quello che avete toccato Vicepresidente Pichetto, si è rivelato un disastro.
C'è una sola "spilla" che il Presidente Cota può attaccarsi al petto: quella che riguarda il bonus bebè. Non so mica se è una spilla della quale si può essere fieri. Al suo posto, l'avrei tolta già da un pezzo! Poi chiudete in bellezza con l'approvazione dell'emendamento sui vitalizi. Domani i giornali parleranno soltanto del fatto che, per l'ennesima volta, questo Consiglio regionale ha difeso il vitalizio.
Se questo bilancio ha un merito, i giornalisti e i cittadini non se ne accorgeranno, perché domani si parlerà solo del fatto che avete votato un emendamento che ha l'obiettivo di difendere ulteriormente i vitalizi dei Consiglieri regionali.
anche un disastro dal punto di vista politico e da un punto di vista della comunicazione.
Per fortuna questo è l'ultimo bilancio che approvate. Mi auguro davvero che finisca anche questa legislatura; una legislatura che è stata un disastro non soltanto dal punto di vista delle cose fatte, di quelle non fatte o di quelle fatte male, ma anche dal punto di vista umano, perché in questa sala c'è stato livore, rabbia e violenza. Credo, invece, che la politica possa essere anche uno strumento di rapporti civili ed umani utile a confrontarsi sul merito delle cose, dove la maggioranza fa le sue scelte e l'opposizione si oppone secondo le regole civili di un Paese democratico: anche questo non c'è stato.
proprio ora che ce ne andiamo tutti a casa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Quando in un'Aula si discutono alcune questioni - e qui stiamo discutendo l'atto più importante, il bilancio di previsione - la forma ha la sua importanza, non è casuale. Il fatto che la maggioranza abbia rinunciato alla relazione - alla sua relazione - ad esprimere il punto di vista della maggioranza rispetto al bilancio di previsione - lo ha fatto sulla legge finanziaria e lo ha fatto sul bilancio di previsione - è un atto politico pesante, perché significa che questa maggioranza non ha un'opinione.
Vorrei sentire i colleghi della maggioranza intervenire sul bilancio, e avrei voluto sentire la relazione di maggioranza, c'è sempre stata una relazione di maggioranza! Invece, ormai da tempo, in quest'Aula ascoltiamo le relazioni della minoranza, anche questo è, in qualche modo, inusuale.
Sono state svolte due relazioni di minoranza, le quali hanno espresso non soltanto un punto di vista politico, ma anche competenza circa la visione della minoranza rispetto all'impostazione del bilancio di previsione. Secondo me, questo è un fatto politico estremamente importante ed è rilevante che la discussione sul bilancio abbia inizio - del resto è accaduto anche sulla legge finanziaria, ma è ancora più grave sul bilancio con la presenza in Aula solo di una minima parte della Giunta. Lasciamo perdere il Presidente, ormai, è come un disco rotto tornare su questo punto: è da quattro anni che ripetiamo la stessa cosa, intanto il Presidente non è mai venuto in quest'aula e non verrà nemmeno in quest'ultimo scorcio di legislatura.
Certo che non essere presente quando si discute il bilancio è davvero grave. Insomma, lo abbiamo detto tante volte, non cambia nulla se lo diciamo ancora una volta. Comunque, l'assenza degli altri componenti della Giunta è un fatto altrettanto grave.
Alcuni degli Assessori presenti oggi ci sono sempre, altri non li vediamo mai, ma quando discutiamo di questioni specifiche, come faremo adesso, questa sera e questa notte, l'assenza degli Assessori competenti è un fatto grave, addirittura si potrebbe avanzare la richiesta di sospensione. Quando chiederemo delle questioni ed entreremo nel merito del bilancio e delle questioni specifiche, l'assenza di un Assessore competente potrebbe essere causa dell'interruzione dei lavori. Sono questioni formali ma noi le riteniamo questioni politiche importanti.
Assessore Pichetto, devo dire la verità, siccome ho molta stima di lei l'ho sempre avuta e continuo ad averla nonostante tutto: un anno fa, ho ritenuto giusta per la Giunta Cota la scelta della sua nomina ad Assessore perché poteva rappresentare quel valore aggiunto in una situazione di difficoltà, per la competenza, per la conoscenza della macchina regionale e del bilancio della Regione Piemonte. Pensavo che tutto ciò determinasse una svolta nella gestione del bilancio.
Mi dispiace, questo non avvenuto, sono deluso da questo punto di vista sono deluso proprio perché ho stima di lei. Sono deluso perché pensavo che in una situazione di estrema difficoltà - nessuno può sorvolare su questo siamo tutti d'accordo che c'è una situazione di grande difficoltà relativamente alle risorse destinate alle Regioni e agli Enti locali occorresse quel valore aggiunto, per cambiare passo, per decidere una nuova politica, e così non è stato, non c'è stato questo cambio di passo, siamo alla solita impostazione, Assessore, e questo è un fatto negativo! Capisco che, per compiere certe scelte, serva una maggioranza politica forte e coraggiosa, che assuma alcune decisioni coraggiose, quali quelle che occorrono in questo momento; invece, così non è stato.
Io non me ne sono occupato, purtroppo - non ne ho le competenze e ci sono stati altri impegni - ma chi in queste settimane (i Consiglieri Reschigna e Ronzani, e altri della minoranza) ha lavorato puntualmente sulle questioni del bilancio ha sottolineato con estrema chiarezza quali sono le criticità di questo bilancio Non si può continuare a rinviare, come state facendo, alcune questioni agli anni successivi. Questa è la solita impostazione della navigazione a vista: al momento cerchiamo di evitare il ghiaccio, però non sappiamo se di fronte a noi, fra un po', comparirà una massa di ghiaccio talmente grande da non poter evitare, che affonderà la nave.
La politica di rinviare le questioni per continuare a galleggiare, come ormai avviene da alcuni anni a questa parte - poi si vedrà se continueremo a galleggiare o affonderemo - è sicuramente un'impostazione sbagliata, che non aiuta e non risolve i problemi; lo dimostrano le questioni che abbiamo posto ieri e oggi, con la legge finanziaria.
Come poc'anzi ricordava il collega Ronzani in tema di rimpallo, se non lo abbiamo fatto noi, abbiamo sbagliato, allora fatelo voi! Invece no, si continua a non fare nulla. Quelle scelte importanti che possono determinare un cambio di passo voi non le state compiendo, non c'è questo coraggio, e questo è un fatto estremamente negativo dal punto di vista politico.
Le questioni richiamate con le due relazioni di minoranze sono significative: l'aumento della tassazione e la diminuzione delle risorse destinate ad alcune politiche. Anch'io vorrei tornare, come facciamo ogni anno, sulla questione delle politiche sociali, non perché sia un nostro pallino e ci si voglia caratterizzare da questo punto di vista. Lo sapete quanto noi che la situazione sta drammaticamente peggiorando per le persone! E lo saprà l'Assessore Cavallera, perché gira sul territorio e si rende conto di quanto sta avvenendo! Ed è una situazione drammatica! possibile ogni anno ripetere la stessa situazione! Assessore Pichetto, il vero problema è che la situazione continua a peggiorare, e non siamo arrivati in fondo, Assessore! Quando l'Assessore Porchietto chiede più risorse per affrontare la questione della cassa integrazione in deroga, conosce benissimo la situazione perché l'affronta quotidianamente. Assessore, ormai, ci sono persone che rincorrono gli amministratori locali per chiedere un aiuto, ma non per pagare le bollette, perché quella è una questione superata. Nella nostra società, c'è una quota fissa che quella questione, ormai, l'ha già messa da parte, non paga più l'affitto e non paga più le bollette. La questione è un'altra, quella di mangiare, Assessore! Ecco perché destinare risorse alle politiche sociali diventa una necessità inevitabile! Ecco perché noi, ogni anno, siamo qui a chiedere di non diminuire le risorse destinate alle politiche sociali, perché la situazione sta precipitando e non siamo ancora arrivati in fondo.
Se si continua a rinviare le cose e a non affrontarle nel modo giusto i problemi non si risolvono.
Potremmo anche ritornare sulla questione dei trasporti.
Approfitto della presenza dell'Assessore Cavallera e lo dico per chiarezza: secondo me, quello che avete fatto nell'incontro con la Giunta di centrosinistra della Liguria, è un qualcosa che non bisognava fare.
Lo dico perché critico questa Giunta e l'Assessore Bonino, che ormai non esiste più, ma lo dico anche nei confronti della Giunta di centrosinistra della Liguria. Si sono incontrati i due Presidenti di Regione - Cota e Burlando - dicendo che dovevano risolvere alcuni problemi: la linea Cuneo-Ventimiglia, l'Acqui-Genova e alcune fermate tolte nella nostra regione.
E allora, come risolviamo il problema? Togliamo gli Intercity. Sapete qual è il problema? Che la competenza degli Intercity è del Ministero di Trasporti, che non era presente a quel tavolo. In questo modo, se il Ministero dei Trasporti dirà "eh no, cari signori, gli Intercity non si toccano", naturalmente si potrà dire: "Guardate questi del Ministero dei Trasporti che non sono sensibili ai problemi dei trasporti locali".
No, cari signori, non si risolvono così i problemi. Non si risolvono così i problemi, cari Assessori della Giunta Cota. I problemi vanno affrontati e risolti.
Voi non state affrontando nessun problema! Quante cose ci sarebbero da dare sulla sanità, ma lasciamo stare, sono già state dette dal collega Boeti: potremmo ritornarci e discuterne giorni interi - giorni interi - sulla situazione della sanità piemontese. Capisco gli sforzi dell'Assessore Cavallera, ma c'è confusione, soprattutto sugli indirizzi che doveva dare questa Giunta: avete cambiato il Piano regionale cinque volte e non sapete più cosa fare, dal punto di vista della politica sanitaria.
Ecco, Assessore Pichetto, questa mia delusione, questa nostra delusione, è basata su questioni concrete.
basata su questioni concrete! Purtroppo non c'è più lo spazio e il tempo per cambiare la politica di questa Giunta regionale. Ne prendiamo atto; ne prenderanno atto anche i cittadini piemontesi e saranno loro a giudicare, meglio di noi, meglio di quanto possiamo fare noi in quest'Aula la politica di questa Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Non occuperò tutto il tempo a mia disposizione, anche perché mi manca la forza fisica (a voi non importa, ma sto poco bene) e quindi, invece di ripetere quanto già detto dai colleghi e quanto vi ho ripetuto in tante altre sedute, perché sarebbe superfluo, oggi, ricordarvi tutte le sconfitte politiche che avete inanellato, dal primo giorno di insediamento, ritengo più opportuno, necessario ed indispensabile utilizzare questo tempo e questo spazio per chiarire alcuni concetti sulla sanità e sull'assistenza all'Assessore Cavallera, in merito alla risposta che mi ha dato oggi, dato che nella discussione sul bilancio avrò a disposizione solo due minuti.
per questo motivo che ho scritto alcune riflessioni, perché sento almeno il dovere morale di distribuire all'esterno quanto oggi ho detto in quest'Aula, in merito alla questione della sanità, dell'assistenza, delle politiche sociali e dei malati non autosufficienti.
Oggi abbiamo acquisito una nuova consapevolezza, una consapevolezza importante, viene da dire tombale. Abbiamo capito che per l'Assessore Cavallera, quindi per la Giunta, gli assegni di cura non sono da considerarsi prestazioni a valenza anche sanitaria. Se ne deduce che, per la Giunta, le persone non autosufficienti che abbiano fatto richiesta degli assegni di cura, non sono dei veri malati, dato che non meritano una quota dedicata dal fondo sanitario, ma meritano solamente i fondi delle politiche sociali. Se ci sono e se in futuro ci saranno.
La straordinaria notizia di oggi, quindi, è il miracolo della guarigione, per almeno 18 mila malati, in attesa di ricevere l'assistenza socio-sanitaria a domicilio, ed anche per gli altri che sono già stati presi incarico dal sistema. Tutti guariti per legge, grazie al fatto che la Giunta ha spostato i fondi per gli assegni di cura, dal bilancio della sanità a quello delle politiche sociali, ovvero, dalle risorse certe alle risorse incerte. E lo ha fatto con volizione e, a sentire questa mattina l'Assessore Cavallera, non solo perché lo ha detto il Tavolo Massicci.
Permettetemi di dire che se in Regione Piemonte si doveva arrivare a dei miracoli, con la crisi che c'è valeva la pena di tentare piuttosto quella della moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Poiché non mi intendo di miracoli, vorrei ritornare alla realtà della legge, cominciando con la legge che disciplina i livelli essenziali di assistenza: decreto del Presidente del Consiglio dei Ministeri del 29 novembre 2001, le cui norme sono cogenti, in base all'articolo 54 della legge 289/2002, in base al quale il servizio sanitario nazionale deve contribuire, nella misura almeno del 50%, i costi relativi alle attività domiciliari concernenti le prestazioni di aiuto infermieristico e assistenza tutelare alla persona, prelevando i relativi importi dal fondo sanitario nazionale.
la legge che dice che gli assegni di cura sono prestazioni a valenza anche sanitaria; quindi il minimo che adesso possono fare la Giunta e questa maggioranza è garantire gli stessi fondi del 2013, integrando i 14 milioni mancanti, e poi ripristinare la piena esigibilità del diritto a ricevere cura ed assistenza dal servizio sanitario, da parte delle persone non autosufficienti.
Assessore Cavallera, nella vita ho poche certezze, anzi, credo proprio di non averne, ma se proprio qualcuno mi dovesse fare una domanda e la domanda richiede una risposta certa per una certezza che mi appartiene, è che io non ho un approccio ideologico.
Io, Mauro Laus, Consigliere regionale del Piemonte, non ho un approccio ideologico. Io sono in grado di parlare anche davanti a centomila persone e difendere una mia tesi, ma se solo uno di questi mi fa capire che ho sbagliato, io alle centomila persone sono in grado di chiedere scusa e di dire che ho sbagliato.
Il mio, quindi, non è approccio ideologico; il mio è una lettura delle fonti normative chiare, specifiche, univoche e non equivoche, che non lasciano nessuna ombra e penombra di riferimento incerto, e l'interpretazione che voi avete dato al famoso Tavolo Massicci è un'interpretazione voluta con assoluta destrezza e scaltrezza, con la quale riuscite, voi, ad ingannare nuovamente, anche per questo aspetto, i cittadini piemontesi.
Termino dicendo che questo è il motivo per cui, circa un anno fa, fosse stato per me - però magari non era la strada giusta - avrei dovuto sommergervi di emendamenti e voi non dovevate muovervi per nulla, non dovevate toccare nessuna foglia, perché da tempo avevo capito che stavate ponendo in essere dei comportamenti che avrebbero creato gravi danni irreparabili ai cittadini piemontesi, a quelli disoccupati, a quelli occupati, agli imprenditori, agli industriali e lei, per ultimo, ai malati non autosufficienti.
Assessore Cavallera, dica al Presidente Cota di non venire in Aula, ma di andare a casa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Mi tocca, com'è giusto che sia e come dovere di un Consigliere di opposizione, intervenire per il tempo a mia disposizione su un tema importante come il bilancio.
L'hanno già detto i colleghi prima di me e citerò alcuni degli argomenti già trattati, ma in assoluto quello più grave è l'assenza del Presidente della Giunta.
Assessore Pichetto, non si chiede che passi tutto il tempo in quest'Aula - chi l'ha mai preteso? - ma che non si faccia neanche vedere è veramente il punto più basso, il livello più basso del disprezzo e della mancanza di coraggio, come un coniglio bagnato che non ha il coraggio delle sue responsabilità e di venirci a mettere la faccia.
Lei, Assessore Pichetto, fa il suo lavoro con grande impegno, grande serietà e grande professionalità, anche se abbiamo opinioni diverse su delle questioni. Qualche collega mi ha detto che sono troppo indulgente nei suoi confronti.
Non è una questione di indulgenza. Lei fa il suo lavoro - lo ripeto - e le scelte sono diverse, il percorso è quasi obbligato in questa situazione ma lei è il Vicepresidente. La responsabilità politica ed istituzionale invece ce l'ha il Presidente, il quale non si presenta neanche quando si discute del bilancio della Regione; non sto parlando di un'interrogazione sul gallo forcello che magari è una delega che lui ha mantenuto e quindi con fastidio potrebbe dire: "Sono il Presidente della Regione e devo andare a rispondere a quel fastidioso Consigliere regionale del PD che mi interroga su una questione marginale delle deleghe che ho mantenuto".
Si discute del bilancio della Regione e, tra l'altro, non di un bilancio in attivo di una Regione risanata, ma di un bilancio lacrime e sangue.
Non perché voglia scantonare, ma è noioso ripeterlo sempre come una novena di penitenza. Solo che in questo caso la novena di penitenza la fanno i piemontesi, la fanno i cittadini, così come i lavoratori, i disoccupati, gli studenti universitari cui sono state tagliate le borse di studio, pur avendone diritto perché meritevoli ed idonei. La novena di penitenza la fanno i non autosufficienti, i malati che vanno nei pronto soccorso, i pendolari che non hanno più le corse dei trasporti e potremmo continuare.
E lui, con un bilancio del genere, non ha la dignità politica, ma anche come uomo oltre che come politico. Ma che uomo è? Ma chi abbiamo come Presidente della Regione? Uno che non viene in Consiglio nemmeno per il bilancio.
Non è un uomo, non è un Presidente. Noi siamo di fronte ad un non Presidente. Magari arrivasse da uno dei partiti storici, perché qui ci sono ex Consiglieri di Alleanza Nazionale, ci sono ex democristiani, con l'eccezione di un repubblicano, che nella buona e nella cattiva sorte sono abituati a metterci la faccia, perché questo bisogna fare.
facile fare il Consigliere regionale per lo stipendio o per andare a tagliare i nastri! Poi ci sono i momenti di difficoltà, dove si viene in quest'Aula e si affrontano i picchetti - e di picchetti io ne ho fatti di seri - di persone che, con una presenza discreta, educata e civile, difendono il posto di lavoro. Non chiedono "mica la luna", come diceva una canzone di qualche anno fa: chiedono soltanto un posto di lavoro.
Ho parlato con l'Assessore Ghiglia, il quale ha detto che il piano per IPLA si può condividere o meno, ma ritengo che con i soldi buttati dalla finestra, nel water - la parola "cesso" renderebbe più l'idea, ma sono rispettoso del luogo in cui ci troviamo - e con i soldi buttati con le Federazioni - ad opera del mitico Assessore Monferino, grande top manager dell'IVECO - che sapevamo in partenza che sarebbero state un fallimento non avremmo avuto la presenza civile dei lavori dell'IPLA.
Infatti, con il prospetto a colori che ci hanno dato e che ho preso perché sanno leggere e scrivere, non siamo di fronte a LSU, e lo dico con tutto il rispetto perché sono lavoratori anche loro e padri di famiglia hanno presentato quanto basterebbe per arrivare a risolvere il problema con i soldi buttati nel water solo per le Federazioni, avremmo avuto un problema in meno.
E l'imbarazzo di dove allocare le risorse è enorme, perché c'è un elenco della spesa terribile. L'elenco delle cose serie da fare è enorme.
Oggi ci sono i lavoratori dell'IPLA, ma non dimentichiamoci del CSI, e anche in quel caso si tratta di centinaia di lavoratori. E possiamo dimenticare tutti i precari che, nel silenzio, sono stati lasciati a casa? Quando sono casi singoli non fanno rumore.
Nella sanità centinaia e centinaia di persone hanno perso il posto di lavoro e, non essendo organizzati in un'unica entità, sono rimasti a piedi.
Sempre per quanto riguarda il lavoro, ho ricevuto una mail da una farmacista torinese che abita in Val di Susa, nella quale dice: "Ci volete fare la TAV, io non sono neanche contraria, ma in attesa del treno immaginifico, perché non ci fate viaggiare tranquillamente per andare a lavorare?". Mica per andare alla partita alla domenica! Noi siamo un Paese incredibile e questa Regione penalizza ulteriormente. Anzi, bisognerebbe facilitare le persone che vanno a lavorare; invece no: gli si taglia l'ultima corsa di sera e gli si manda il pulmino. Peccato che il pulmino era per 20 persone mentre i cittadini piemontesi che volevano tornare a casa erano 60, grazie ai tagli dell'Assessore Bonino.
Collega Casoni, in tutti i partiti che hanno un po' di tradizione c'è anche... La cosa non vale per tutti. Con il caos sui trasporti, con il disastro sui trasporti, con il TAR che vi sta massacrando, l'Assessore Bonino chi l'ha visto? Su questo bilancio si potrebbe fare una puntata del programma televisivo "Chi l'ha visto?".
Ma è possibile una cosa del genere? Altro che andare a casa! incredibile come siete - e, di conseguenza, siamo - ancora qua.
Come si dice dalle sue parti, collega Mastrullo, non avete "scuorno" Traduco per i padani: non avete vergogna.
Questa è la terribile realtà di una Regione dove siete riusciti con la fantasia al potere, per la prima volta, ad aumentare l'addizionale IRPEF, a fare più debiti, ad utilizzare il deficit, ad aumentare l'indebitamento.
Devo dire che l'amico - altro Assessore con quale mi accusano di essere indulgente - Ugo Cavallera, persona seria e di grandi esperienze, che fu costretto suo malgrado, tirando fuori dalla saggezza di lunga tradizione dopo tutto il disastro che avete fatto - termino in pochi secondi - torno indietro di quattro anni, perché i programmi non è che si scrivono così: ridurremo le tasse, ridurremo il deficit, non faremo nuovi debiti. Avete aumentato le tasse, avete aumentato il deficit, avete fatto nuovi debiti e quella più bella, perché l'addizionale IRPEF la usano in varie parti della Regione, avete aumentato le accise sulla benzina! Mai nessuna Regione l'ha fatto in Italia! Solo il Piemonte ha questo privilegio i pagare un po' di più la benzina con una legge vecchissima di cui non si ricordava più nessuno, e vale sempre uno slogan di quando ero studente: "Aumentano le tasse, aumenta la benzina, governo ladro, governo di rapina!".
Andate a casa, per cortesia!



PRESIDENTE

Grazie, collega Placido.
La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Essere originale a quest'ora e dopo gli interventi dei miei colleghi è un po' complicato.
Proverò a ripetere alcune questioni e magari ad introdurne almeno qualcuna di nuova, proprio perché credo che forse anche questa uniformità di interventi da parte dell'opposizione dimostra che ci sono alcuni punti condivisi che vengono portati avanti da quella che è un'opposizione di centrosinistra e che crediamo sicuramente siano delle mancanze del governo che è stato quello di questi quattro anni.
Abbiamo qui la presenza autorevole del Vicepresidente, però credo che comunque, anche da parte nostra ci sia da rimarcare l'assenza del Presidente Cota rispetto a quello che è l'atto più importante del Consiglio regionale e forse l'ultimo bilancio di questo Consiglio regionale. Quindi anche solo per questo aspetto credo che il Presidente Cota avrebbe dovuto essere presente.
Questo è un momento che il Piemonte sta vivendo con grande difficoltà.
Cito solo un dato di oggi che è stato riportato, l'83% dei piemontesi ha cambiato il proprio stile di vita a causa della crisi (l'83% mi sembra un dato più che rilevante) e ha ridotto spese per viaggi, vacanze, ristoranti pizzerie, abbigliamento, calzature e anche per i generi alimentari, oltre che chiaramente per il divertimento.
Allora, cercando di essere molto sintetica e magari cercando anche di rendere come può apparire all'esterno la discussione sul un bilancio per questa Regione, credo che da una parte la priorità sia quella di interventi a sostegno di chi è più in difficoltà, dall'altra la Regione debba portare avanti delle politiche che siano in grado di stabilire un'inversione di rotta rispetto a quella che è la recessione, che certamente non solo la nostra Regione sta vivendo.
Se da una parte gli interventi a sostegno di chi è più in difficoltà noi li identifichiamo sicuramente con un'attenzione alla sanità, ma in particolare un'attenzione alle politiche sociali, anch'io credo che per esempio una misura come il bonus bebè, che è stata una misura che il Presidente Cota aveva subito manifestata come una delle sue innovazioni quando era stato da poco eletto nell'estate del 2010, credo sia misura che certamente non viene incontro ai bisogni della Regione; tra l'altro, per esempio, con ultimi dati ancora rilevati in base a delle interrogazioni fatte qualche mese fa, per esempio, a fronte di 15 mila richieste in un anno, quindi con un bonus erogato di 750 euro, con un tetto rispetto al reddito che certamente non è particolarmente attento effettivamente alle situazioni di crisi, alle situazioni di disagio, vede quasi quattro milioni di euro che vengono destinati a questa misura. Sono quattro milioni circa che, in realtà, potrebbero essere indirizzati altrove.
Da questo punto di vista, non sto a ripetere tutto ciò che è già stato detto sul fronte delle politiche sociali, su quel tira e molla che è stato fatto di una coperta troppo stretta e che da questa parte viene tirata verso delle misure che noi riteniamo molto importanti, e che in qualche modo l'Assessore Cavallera ci rassicura che manca alla conta definitiva forse, solo un milione di euro. Anche qui, andremo a verificarlo. Per credo che si tratti anche di individuare delle priorità.
Questa, per esempio, appena citata, che è sicuramente è una misura che in un momento di crisi sia della Regione che della popolazione piemontese con una alto indice di invecchiamento, noi crediamo sia assolutamente da rivedere per quanto riguarda una prossima Amministrazione.
Sulla seconda leva, che è quella di politiche che vadano a contrastare la recessione, credo che si sarebbe dovuto lavorare in modo non dico più serio, ma anche qui individuando delle priorità sul fronte delle Partecipate. Si è scelto di non scegliere, di applicare dei vincoli normativi nazionali per arrivare ad una loro riduzione, ma non si sono avviate delle vere e proprie politiche industriali.
Chiaramente il caso emblematico, e non solo perché sono qui presenti i lavoratori, è certamente quello dell'IPLA, che lavora in un ambito, quello della green economy, che diciamo essere un ambito importante. Insomma, è un ambito di sviluppo e abbiamo il paradosso che le attività ci sono, sono attività che vengono commissionate all'IPLA dalla Regione, dalla sua parte tecnica, però non sappiamo quanto effettivamente venga stanziato. È stato fatto uno sforzo certamente importante da parte della Giunta, ma dovremmo comprendere se in queste attività, per esempio, c'è già compresa quella relativa alla "valorizzazione tartufi" che vale già da sola 400 mila euro e che per l'IPLA risulta quasi essere una partita di giro, proprio perch abbiamo soltanto 100 mila euro destinati all'IPLA stessa.
chiaro che è molto importante una discussione che riguardi le cifre complessive, ma che riguardi anche quella che è la progettualità. Proprio perché questa progettualità viene a mancare, noi abbiamo una discussione che finisce per essere mancante di quello che possono essere appunto le indicazioni e le priorità che debbono essere date.
Cito un altro fronte che, certamente, e anche il Vicepresidente ha dichiarato essere nel suo cuore, che è il tema del diritto allo studio, che non mi sembra appunto che sia stato citato dai colleghi. È molto importante che dagli otto milioni si sia passati ai dieci, ma credo che non sia ancora sufficiente. Anche qui, avere semplicemente un tira e molla rispetto a provare ad allargare la cifra destinata dimostra che però questo è un altro dei fronti che invece dovrebbe essere priorità per l'Amministrazione.
Voglio solo ricordare che l'EDISU è passato da bilancio di 57 milioni nel 2009, a 39 nel 2013 e a 37 nel 2014, presunti rispetto a quello che dovrebbe essere destinato. E non si tratta quindi semplicemente di una contrazione determinata da vincoli che sono quelli di una Regione che ha sofferenza rispetto alle proprie risorse, ma si tratta anche di una scelta politica Ben venga il passaggio a dieci milioni, ma se andiamo a riprendere quello che era il tema del bilancio complessivo dell'EDISU, è chiaro che scendere da 57 milioni nel 2009 a 37 presunti nel 2014 è sicuramente un bel salasso! Quindi, vuol dire, effettivamente, ridurre le borse di studio, ridurre un diritto, ridurre anche su un investimento sul futuro, proprio per quella che è effettivamente una leva che la Regione dovrebbe utilizzare in modo più serio.
Questa è un'altra delle nostre priorità. Ultima, ma non ultima in termini di importanza, ma l'hanno già citata i Consiglieri, è la questione relativa ai trasporti. È chiaro che qui noi abbiamo dovuto fare una scelta che è quella di non privilegiare o, comunque, di tartassare il trasporto pendolare.
chiaro che anche qui dobbiamo fare i conti con le risorse che si hanno, ma è altrettanto chiaro che, dal punto di vista delle scelte dei tagli di alcune leggi di soppressione di linee ferroviarie, siamo molto critici e crediamo, e speriamo, che si possa ritornare ad un'altra situazione, sperando che le linee che sono andate in disuso possano essere di nuovo recuperate in un piano regionale dei trasporti che verrà portato dalla prossima amministrazione.
Le questioni centrali, a nostro avviso, sono queste. Noi speriamo effettivamente, che questo bilancio possa, in qualche modo - con la discussione degli emendamenti che verranno discussi nel prosieguo del dibattito - portare qualche correttivo.
Questa è la vera opposizione, quella che prova responsabilmente a modificare il bilancio, al di là delle questioni legate alla legittimità o meno, e non c'è un'opposizione presente che mira soltanto a canalizzare il malcontento e il fastidio verso la politica. Credo, quindi, che da questo punto di vista, anche i cittadini piemontesi potranno valutarne effettivamente la serietà.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Abbiamo appena concluso un voto sulla legge finanziaria. Un voto da voi espresso ma da noi, come avete visto, no, per le ragioni che abbiamo cercato di rappresentare nel corso di tutto il dibattito.
Se potessimo sintetizzare quella legge finanziaria, diremmo che è la raffigurazione plastica del fallimento delle politiche della Giunta regionale.
La Giunta regionale aveva iniziato mettendo in campo la grande riforma sulla sanità e finisce con una finanziaria che chiude il tassello più importante, che quella grande riforma della sanità voleva inaugurare, cioè le Federazioni. Se noi vogliamo certificare il fallimento di una politica che rappresenta più dell'80% del bilancio, la legge finanziaria la certifica compiutamente.
Questo bilancio cosa certifica, Vicepresidente? Mi rivolgo a lei, visto che non possiamo rivolgerci al Presidente se non per interposta persona o mandando dei messaggi di fumo, magari le colombe o cose di questo genere.
Che cosa certifica, Vicepresidente e Assessori presenti in Aula? Anch'esso certifica il fallimento di una politica regionale. Il Presidente Cota esordì con grandi promesse di buongoverno e di riordino dei conti al momento in cui arrivò, dicendo che ereditava i grandi fallimenti di una Giunta precedente, che lui sarebbe stato l'uomo della salvezza rispetto ai disastri delle Giunte che l'avevano preceduto.
Alla prova dei fatti, alla fine di questi quattro anni, ci si trova con un disavanzo, che crediamo di aver potuto conteggiare, ma lei ci dirà intorno ai 1.310 milioni (poi dirò come noi arriviamo a questa cifra perché non è facile nella nebulosa delle cifre che voi ci proponete).
La Corte dei Conti ha chiarito più volte che questo disavanzo è frutto di esercizi finanziari che vanno dal 2010 fino ad oggi. Non credo che si arriverà fino al 2015, comunque diciamo fino ad oggi, fino alla data presente.
La Giunta aveva presentato una prima versione del bilancio, che secondo noi alterava dei dati sui residui. Sul fondo di cassa del 2013, i conti pareggiavano grazie ad un mutuo di 300 milioni che era stato conservato per anni in un contratto non più contraibile, un mutuo di altri 435 a pareggio del bilancio 2014 che ha imposto ai revisori la bocciatura. Noi abbiamo più volte chiesto chiarimenti e, dal preconsuntivo 2013, si evince una perdita di 390 milioni.
Come Partito Democratico, abbiamo ritenuto che siano stati ridotti in modo artificiosi i residui passivi sulla sanità, facendo cadere in perenzione 920 milioni di debiti certi ed esigibili relativi al 2011.
Secondo me, 920 più 390 fa circa 1.310, Assessore Pichetto, ma lei avrà modo di darci, finalmente, le cifre certe.
Guardi, potranno variare di qualche decine di milioni di euro, ma quando siamo su questa entità il fallimento politico è ampiamente certificato. Ma dove nasce la costruzione di tutto questo? Su cosa incide? Su quali voci di spesa fondamentali per i cittadini piemontesi? Nonostante la crisi economica abbia inciso profondamente sul Piemonte e sui piemontesi e sulle tasche dei cittadini, che abbia ridotto la qualità della vita da tutti i punti di vista, da punti di vista materiali, ma anche da punti di vista qualitativi più complessivi, malgrado questo l'aumento della tassazione che voi avete esercitato è assolutamente consistente. In particolare, l'aumento della quota IRPEF ha fatto sì che tutto il carico fiscale per i cittadini negli ultimi tre anni sia aumentato più di tutto il periodo precedente.
Nel momento in cui più bassi sono i redditi, più forte morde la crisi più alta è la vostra politica di tassazione nei confronti dei cittadini piemontesi. In quanto a politica anticiclica, vi faccio i miei più sinceri e sentiti complimenti. I complimenti non finiscono qui perché ve ne dovr fare altri, ce ne sono altre di politiche che voi avete fatto per poterveli meritare.
Mentre il debito volava, e volava alto, e dal 2010 ad oggi lo stop sul debito è quasi raddoppiato fino a 9,7 miliardi di euro, voi che cosa avete fatto? Avete contratto debiti che verranno pagati per il prossimi trent'anni: seconda serie di complimenti che vi devo sentitamente fare.
Accanto a questo, viene la terza serie dei complimenti che vi voglio sentitamente fare, ed è la parte relativa ai conti della sanità che ci avete sempre detto essere stati disastrati dalla Giunta precedente, ma che da voi sarebbero stati compiutamente risanati. Tra il 2013 e il 2014 sono stati richiesti 2.077 milioni di euro per debiti sanitari al 31 dicembre 2012. A fine 2013 li avevamo ancora 2.639. Possiamo farle qualche domanda Assessore Pichetto? Vuole svelare qui, quasi in chiusura di legislatura, un mistero su cui si arrovellano tutti i cittadini piemontesi non solo la stampa e non solo noi? Quanto ammonta il reale debito della sanità? Ce lo dica una volta per tutte.
Non avrà molte altre occasioni, io temo, di parlare di politiche di bilancio in maniera significativa, per svelare il mistero dei misteri di questa Giunta regionale: l'ammontare reale del debito sulla sanità. Faccia questo colpo di teatro stasera! Lo faccia qui, ce lo dica perché sarebbe veramente un'importante notizia per tutti noi.
I miei complimenti per come avete gestito la sanità rimangono come terza serie, ma se lei svelasse almeno questo mistero, un pochino ne attenuerebbe la portata.
E poi c'è la quarta serie, Assessore Pichetto, quella delle politiche sociali. Nel 2013, a fronte di un rifinanziamento di capitoli statali, la Regione ne ha approfittato per diminuire di 40 milioni: complimenti vivissimi! Nel 2014, a fronte del venire meno degli extra LEA nel bilancio sanitario, sono colpiti tutti i settori dell'integrazione socio-sanitaria e sulla domiciliarità, per esempio, da 49 milioni del 2013 sull'extra LEA ve ne sono a bilancio solo 35: complimenti anche per questo.
Il fondo delle politiche sociali, poi, è diminuito di 28 milioni di euro. I complimenti, qua, sono vivissimi, perché come un Robin Hood al contrario avete tolto tutto veramente solo ai poveri. Non potevate cercare visto che toglievate, di fare qualche cosa magari anche per le fasce più alte? Qui l'en plein del Robin Hood alla rovescia l'avete fatto compiutamente.
La quinta serie di complimenti per la compiuta politica anticiclica che avete realizzato in una delle Regioni più industrializzate d'Italia (ex) che quindi ha subito tanto più di tutti la crisi, è sul settore ricerca innovazione, sviluppo: lì la Giunta è stata grande. Le risorse a disposizione sono sempre state non scarse, ma direi esigue: direi al di sotto di ogni possibile aspettativa. Non voglio portarvi i parametri di Lisbona perché non voglio far inorridire nessuno; perché voi Lisbona sapete forse semplicemente dove si trova geograficamente, ma quei parametri di Lisbona non avete mai neanche cercato di sfiorarli. E adesso riducete di altri 11 milioni: complimenti, è l'en plein su come non uscire mai dalla crisi in Piemonte, grazie alle politiche della Giunta Cota.
Capisco perché il Presidente non venga, Assessore Pichetto, perch venire qui a certificare un fallimento come questo è una cosa inaudita. Se fosse un uomo coraggioso, verrebbe anche ad assumersi le responsabilità degli orrori che ha commesso, ma - diciamo così - forse di doti ne ha altre: quella del coraggio non gliel'abbiamo mai vista esprimere nel corso di questi tre anni e mezzo e non è che se non la si ha, ce la si trovi così all'ultimo momento, regalata sulla strada prima di entrare qui.
Assessore, questo è il bilancio. Lei, tra l'altro, ha contribuito solo per una parte perché prima si occupava del deficit di altre finanziarie, in altre sedi di carattere nazionale. Certo che però lei è qui in rappresentanza del Presidente ad assumersi tutto l'onere di questo bilancio e a sentirsi, ovviamente, tutti i complimenti che noi abbiamo ritenuto necessariamente di doverle fare.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

Grazie, collega Manica.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Non ritorno sulle questioni di carattere generale che sono già state evidenziate dai colleghi, però mi preme sottolineare tre aspetti, più uno che merita un'attenzione a parte.
già stato evidenziato prima come tutta la materia legata al diritto allo studio sia stata una materia che in questi anni è stata trattata con una superficialità davvero non condivisibile. Oltre ad essere stata trattata con una superficialità non condivisibile, però, con le poche cose che sono state fatte - se pensiamo ai provvedimenti che sono stati presi nei confronti dell'EDISU - noi abbiamo creato una situazione oggi non più sostenibile.
Con il proclama con il quale si era presentato, ovvero il fatto che noi avremmo dovuto aiutare soltanto gli studenti piemontesi - senza capire invece il valore dell'Università in senso lato, il valore universalistico che questa ricopre, e quindi l'opportunità fondamentale di poter avere studenti che provengono da altre Regioni e da altri Paesi all'interno del nostro sistema accademico - il nostro Presidente Cota ha fatto mettere in atto una serie di provvedimenti per i quali oggi, a fronte di un'assegnazione di risorse pari al 100%, noi riusciamo a finanziare, fra i ragazzi ammessi, il 30% di loro.
Poi abbiamo introdotto elementi di merito, ma soltanto nella giungla più selvaggia riusciamo a trovare un caos simile, perché all'interno di quelle che non si chiamano più Facoltà, ma Dipartimenti, abbiamo una situazione così eterogenea, dove il merito, l'eccellenza e il sostegno reale ai ragazzi sono una cosa ben diversa. E questo è un primo tema.
Il diritto allo studio, però, oggi è un problema con il quale si misurano molte famiglie piemontesi ed è un problema che le tocca - ahinoi dalla scuola dell'infanzia; senza dimenticare, peraltro, che oggi noi abbiamo, a fronte delle riduzioni sul sistema dei trasporti, una serie di studenti che rinunciano alla frequenza delle scuole superiori perché non riescono più ad utilizzare i mezzi di trasporto pubblico. E quindi abbiamo un abbandono scolastico che è determinato certamente da una serie di fattori di carattere generale, che derivano dal sistema scolastico, ma abbiamo anche un problema strutturale in più. Oggi, non solo le famiglie non possono pagare il trasporto, ma non sono in grado di pagarlo perch tanto non c'è più.
Quindi, a fronte di questa situazione, molte sono le scuole che hanno dovuto cambiare la propria programmazione dell'offerta formativa e che hanno visto una significativa riduzione delle iscrizioni, proprio dovuta al fatto che le famiglie non possono pagare il servizio scolastico e che, in più, non hanno proprio più il pullman.
Prima si sono ricordate le risorse che sono state ridotte all'EDISU passate da 56 milioni a 37. Per quello che riguarda il diritto allo studio nel sistema della scuola dell'obbligo, siamo passati da 80 milioni a 45; e senza colpo ferire, senza considerare, per esempio, che un indicatore ISEE di 45.000 euro è un indicatore che forse è da favola per alcune famiglie e che forse, magari, per un meccanismo di sussidiarietà quell'indicatore avrebbe dovuto essere rivisto. Quando però si è fatto presente che forse era il caso di immaginare dei meccanismi di sussidiarietà, a fronte di una riduzione delle risorse e di un bilancio drammatico, questo non è stato minimamente tenuto in considerazione.
Vorrei poi ricordare che, per esempio, davamo qualche risorsa ai Comuni perché potessero garantire i cosiddetti servizi a domanda individuale: lo scuolabus, il servizio mensa e i servizi collegati all'assistenza degli alunni con portatori di handicap. Bene, queste risorse sono state completamente azzerate, completamente dimenticate e non ve n'è più alcuna traccia all'interno del bilancio.
Inoltre vi è una piccola questione, che forse avrebbe potuto migliorare ma su questo c'è un emendamento specifico, che mi auguro sia tenuto in considerazione - e che riguarda gli scuolabus: i Comuni, andando a sostituire spesso e volentieri una rete di trasporti che non esiste più soprattutto in territori collinari e montani, acquistavano il proprio scuolabus. Oggi non hanno più alcuna possibilità di contributi e spesso hanno mezzi che non sono più nemmeno a norma.
Questo è un quadro disastroso per quello che riguarda il diritto allo studio nella sua complessità, partendo dalla scuole dell'infanzia e arrivando fino al sistema universitario. Sembra che alla Giunta e a questa maggioranza questi temi non stiano per nulla a cuore.
Devo dire che l'unica cosa per la quale forse c'è stata una battaglia trasversale e per la quale si è riusciti ad ottenere qualche risultato è il riconoscimento delle risorse sulla Direzione Cultura, fermo restando che nel frattempo la riduzione delle risorse era già arrivata ad un terzo rispetto al dato di partenza del 2010.
Questi sono temi che sembrano passare con assoluta indifferenza sui tavoli della Giunta. Nessuna attenzione e nessun interesse.
Nel bilancio 2014 - mi rivolgo al Vicepresidente Pichetto, che è ritenuta una delle persone più esperte e competenti in materia - non sono state iscritte le risorse per l'avvio della programmazione dei Fondi comunitari. È pur vero che oggi la trattativa non è chiusa. È pur vero che la percentuale di cofinanziamento sui tre fondi non è ancora definita. Ma è altrettanto vero che non possiamo aspettarci che la questione sia risolta in sede di assestamento, perché nessuno qui è fesso: sappiamo benissimo che, in sede di assestamento, non sarà possibile andare a risolvere poste così importanti come quella del cofinanziamento dei Fondi comunitari, così come non sarà possibile risolvere la partita dei Fondi socio-assistenziali.
Diventa, dunque, un elemento dirimente. Perché gli unici fondi sui quali questa Regione potrà contare dal 2015 devono già essere iscritti nel 2014. Diversamente, alcune attività - penso al Fondo Sociale Europeo, ma sono convinto che valga anche per altri fondi legati al FESR, come è stato ricordato prima, ovvero fondi legati al Fondo rurale - per poter partire necessitano dell'indicazione di una cifra, sia pure minima, iscritta nel bilancio 2014. Altrimenti, né si potrà chiudere la trattativa, né si potrà partire con la nuova programmazione, almeno per quelle azioni per le quali è necessario partire nell'anno 2014.
C'è poi un tema che è stato ricordato da tutti i colleghi e che credo sia il "tema madre": i numeri - lo diceva prima il mio Capogruppo - non sono un'opinione, per cui i più e i meno hanno un significato, e le addizioni, anche se non tutti sono dottori commercialisti, più o meno riusciamo a farle.
Sulle politiche socio-assistenziali ci si è comportati quasi come con i carri armati di Mussolini (un ricordo della storia): li spostiamo, così creiamo un po' di confusione e alla fine non sappiamo cosa succederà.
Oggi la preoccupazione non è solo legata ai fondi per la non autosufficienza o all'assegno di cura. È un problema del fondo di gestione degli enti socio-assistenziali o degli enti che non hanno delegato la propria funzione, per la quale una riduzione praticamente del 50% farà sì che non riescano né a farsi carico delle partite che abbiamo loro affidato in più, senza entrare nel merito del perché lo abbiamo fatto, e nemmeno a garantire quello che, all'interno di una situazione così complicata, è l'elemento base dell'attenzione che dobbiamo dedicate ai cittadini piemontesi.
Chiudo, facendo due rapidi riferimenti, assolutamente importanti, che rappresentano il segnale della poca attenzione che questa Giunta ha mostrato a tutto il sistema che fa parte della nostra Regione, e che per anni ha garantito qualità, efficienza e professionalità.
Penso alle questioni legate al CSI, penso all'IPLA, penso ancora all'innovazione e ricerca.
In merito al CSI, mi auguro che sia possibile fare ancora qualche azione, ma credo che ormai lo scadere dell'attività di questa Giunta lascerà un ente in una grossa situazione di difficoltà.
Auspichiamo, comunque, che non vengano intraprese azioni che possano definitivamente far chiudere o demolire una situazione a noi molto cara.
Veniamo all' IPLA: la quantificazione delle risorse anche qui non è banale, ma è fondamentale. Senza quella quantificazione, corriamo il rischio di mettere in seria difficoltà le attività che l'IPLA porta avanti e soprattutto non risolviamo il problema della cassa integrazione.
Un ultimo tema: innovazione e ricerca. Dopo avere presentato un dato in bilancio, questo dato è stato completamente stravolto. Non c'é alcuna traccia all'interno del nostro bilancio che faccia pensare ad una volontà di uscire dalla drammatica situazione in cui ci troviamo.
L'ultimo segnale drammatico che è stato dato, è stato proprio quello di tagliare le poche risorse (anche qui siamo passati ad un terzo) che erano assegnate all'UPB di riferimento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato, anche se prima non ero presente in aula, come ha ribadito una nostra simpatica collega della coalizione di centrosinistra. Ascolto sempre tutto ciò che viene detto, anche quando non sono presente.
Devo rilevare, ovviamente, che la discussione di questi ultimi due giorni è stata abbastanza stucchevole, non me ne voglia il Partito Democratico, che ha provato a fare una battaglia giusta e sacrosanta almeno nei contenuti, sulle politiche sociali. Ma il tutto è stato condito anche abbastanza pesantemente, dal clima di campagna elettorale che oramai c'è. Non dobbiamo nasconderci dietro a un dito: penso che il collega Carossa lo sappia meglio di me, visto che ha un'esperienza di campagne elettorali tale da poter comprendere quelle che sono le situazioni e i momenti in cui ci troviamo.
Dicevo, quindi, che oramai si è in piena campagna elettorale; quindi al di là di chi si schernisce dietro al Consiglio di Stato con un ricorso sappiamo benissimo che il clima e i toni che sono stati usati sono quelli da campagna elettorale.
Purtroppo, il dibattito è molto poco sul bilancio, ed è molto di più su quanto male abbia fatto questa maggioranza e quanto bene potrà fare un'altra.
Da questo punto di vista, credo che non si stia fornendo un gran servizio ai piemontesi. Poi, mi si potrà dire: "Perché parli tu che, in questa seduta di bilancio e di legge finanziaria, hai partecipato poco?".
Ho volutamente partecipato poco, per le motivazioni che ho espresso e che sono culminate nella presentazione di un giudizio di ottemperanza innanzi al TAR l'altro ieri, in cui chiedo al TAR di esprimere un parere su quella che è la situazione surreale della Regione Piemonte, in cui noi andiamo avanti a presentare non un bilancio tecnico, ma un bilancio fatto e finito cioè definitivo, con tutta una serie di poste di bilancio, anche discrezionali ovviamente, com'è nella discrezionalità della politica, forse andando oltre a quelle che sono le possibilità che noi avremmo in base alla sentenza del TAR che ha dichiarato annullata - lo sappiamo benissimo - la nostra proclamazione.
Poi mi si potrà dire - l'ho udito più volte - che la maggioranza ma anche l'opposizione è stata votata, ha preso dei voti, delle preferenze e quindi tutti siamo stati eletti regolarmente (o quasi tutti). Però, come si dice normalmente, le sentenze non si commentano ma si possono eventualmente impugnare.
Vedremo, quindi, cosa risponderà il Consiglio di Stato, in primis sulla sospensiva, e poi sul merito. Io non credo che cambierà la sostanza. Oggi sentivo, appunto, che l'Assessore Vignale diceva che dovremmo fare la legge sul superamento delle Comunità montane. Ha ragione, anche quello è un tema forse improrogabile ed urgente, però se non l'abbiamo fatto in quattro anni (o, meglio, lo abbiamo fatto ma avremmo dovuto modificarlo), non credo che potremo riuscirci adesso o nei giorni seguenti.
Tanti altri temi, ovviamente, sono improrogabili ed urgenti, però ci scontriamo innanzitutto con il problema della nostra legittimità. E non mi riferisco solo alla sentenza amministrativa, ma anche ad una legittimità politica, nel senso che tutto il Consiglio oramai è delegittimato.
Continuo a ribadire che questo Consiglio dovrebbe fare il meno possibile, e non tanto per i discorsi che abbiamo sentito, per i quali questa maggioranza ha fatto danni a destra e a manca - a destra forse anche a manca - che, ovviamente, fa parte del gioco delle parti. Proprio perché siamo delegittimati, siamo sub iudice, quindi si deve fare il meno possibile. Allora, avrei apprezzato un bilancio tecnico, di cui, poi, si occuperà la nuova maggioranza - che, molto probabilmente, ci sarà a giugno redigendo un bilancio di assestamento con tutte le poste di cui si deve discutere adesso.
Essendo in campagna elettorale, in tutte le discussioni, in Commissione e in Consiglio, si sentono ripetere i soliti temi e le solite proposte che chiedono più risorse sui capitoli, sia che si tratti delle politiche sociali, o dei trasporti, o delle nostre partecipate (tra cui, ovviamente l'IPLA), o delle bonifiche ambientali, o dei temi di cofinanziamento dei fondi europei per il lavoro, o della cultura e quant'altro, ma, ovviamente ci scontriamo di fronte alla realtà dei fatti. Cioè, i nostri conti non tornano.
L'Assessore Pichetto - è in qualche stanza limitrofa al Consiglio, e mi ha assicurato che avrebbe ascoltato gli interventi - sa benissimo, come sanno i suoi funzionari e i funzionari della Regione Piemonte, che il bilancio pareggia nella previsione, ma non pareggerà nell'accertamento.
Questo lo sappiamo tutti, non c'è bisogno di negarcelo.
Vedremo nell'anno gli accertamenti, ma potremo saperlo solo a fine 2014. Però, già nel preconsuntivo 2013 abbiamo visto che ci sono 325 milioni di disavanzo, cui si devono aggiungere 65 milioni di euro di eventuale rettifica di residui attivi iniziali o fondo di svalutazione crediti. Quindi, essendoci 390 milioni di euro di disavanzo, penso anche di più, è un bilancio che non pareggia sicuramente a 11 miliardi e 144 milioni.
Più volte ho avuto modo di dire all'Assessore Pichetto - mi rivolgo anche all'Assessore Vignale, che mi ascolta - che abbiamo accertamenti di entrate per dieci miliardi e quattro, più o meno tutti gli anni. Poi quest'anno mi si potrà dire che aumenteranno un po' le entrate perch magari, ci sono dei fondi del Titolo III in più.
In una seduta, l'Assessore Pichetto ha detto - forse non tutti hanno sentito - che nel 2014 verranno poste in vendita le Cascine e il Borgo Castello della Mandria, non so se avete prestato attenzione a questo dato.
Sono proprietà che la Regione Piemonte ha acquistato nel 1976 e, in parte nel 1995 per istituire il Parco regionale della Mandria, e saranno tra gli immobili che la Regione Piemonte intende vendere nel 2014.
Quindi, i 75 milioni di alienazioni del Titolo IV prevedono la vendita di Borgo Castello, della Cascina dei laghi e del Centro del cavallo.
Allora, voglio avere risposte anche su questi dati dalla Regione Piemonte che sta continuando a prendere provvedimenti. Abbiamo costituito il Parco regionale della Mandria, pertanto voglio sapere se, un domani, si potrà accedervi, perché, magari, ci faranno degli alberghi a cinque stelle - non perché lo dico io, diciamo a quattro stelle, così è più facile - e si limiterà l'ingresso ai clienti dell'albergo o del centro termale, o di benessere, o S.p.A. e quant'altro.
Ci sono tanti elementi che non tornano in questo bilancio, per questo concordavo con il partito, tra virgolette, "trasversale", per fare un bilancio provvisorio e non avventurarci in un Consiglio sub iudice, che è un Consiglio delegittimato, su un bilancio che diventa molto complesso.
Ovviamente, tolta la parte delle anticipazioni, sono d'accordo anche perché non c'erano alternative. Tutti sappiamo, al di là dei proclami di fronte ai giornalisti e, ovviamente, ai nostri potenziali prossimi elettori, che la Regione Piemonte nell'ottobre 2012 era a un passo dal fallimento. Poi, Monferino l'ha detto un po' incautamente ai giornalisti in una conferenza stampa, in cui il Presidente Cota - lo ribadisco anch'io oggi è assente, nuovamente - si era messo le mani nei capelli, che la Regione era tecnicamente fallita, però era la verità, noi non avevamo più la cassa per pagare.
Quindi, quando, da un lato, i colleghi chiedono più risorse su diversi capitoli; dall'altro, dobbiamo trovare le coperture, forse questo è un dato che ci dimentichiamo. Si dovrebbe fare una vera spending review, al di là di quella compiuta dal centrodestra o di quella - secondo me, peggiore che, tra l'altro, proporrebbe il centrosinistra, che, non so perché, da quattro anni a questa parte si accanisce contro le ATC. Come se le ATC potessero produrre i risparmi di cui abbisogna la Regione Piemonte. Cioè se passiamo da sei a quattro o a una ATC, non cambia niente.
Si deve fare una spending review seria, cioè verificare ogni capitolo di spesa e di bilancio e su ogni capitolo fare un taglio, altrimenti dalla situazione in cui siamo, che ci sia Chiamparino, su cui ho dei dubbi e una posizione molto simile a quella espressa ieri dal partito dei Fratelli d'Italia...



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



BONO Davide

Termino, Presidente.
Che ci sia Grillo in persona, ragazzi, non è che riusciamo ad uscirne un granché. Quindi, cerchiamo di fare meno campagna elettorale e proviamo a fare un servizio per i piemontesi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Rostagno.



ROSTAGNO Elio

La discussione sul bilancio e sulla legge finanziaria ha evidenziato numerosi effetti, ma uno particolarmente triste è la differenza di trattamento dei vari territori.
chiaro che finché c'è grasso che cola - si dice - ce n'è per tutti quando le risorse scarseggiano e si incontrano difficoltà nel distribuirle le sperequazioni diventano evidenti. Però, in questi ultimi tempi, alcune sperequazioni sono diventate enormi e dimostrano, oltre all'incapacità di programmazione, anche, probabilmente, della malafede nei trattamenti riservati a qualche territorio.
Provengo dal Cuneese, di conseguenza seguo con particolare attenzione le vicende di quell'area. Ricordo che, alcuni mesi fa, per esempio, quando le ASL Cuneo 1 e Cuneo 2 sospesero l'erogazione degli assegni di cura perché non c'era garanzia di copertura dei capitoli di spesa da parte dell'Assessorato regionale, ne chiesi ragione in Commissione. Il dottor Morgagni fece alcune precisazioni. Spiegò che si trattava di un'eccessiva prudenza da parte dei direttori generali, che avevano dato particolarmente ascolto alle parole dei collegi dei revisori, mentre altre Aziende del Piemonte, oltre alla Cuneo 1 e alla Cuneo 2, erano state più fiduciose nei confronti della Regione, e che la Regione avrebbe sicuramente erogato i fondi necessari; che era una responsabilità assunta sul territorio, quella di essere così sabaudi, così realisti, più realisti del re; che sicuramente questi fondi ci sarebbero stati.
Io diedi credito a queste assicurazioni, ma in realtà, con il passare del tempo, abbiamo constatato che i trattamenti, una volta che l'ingrandimento di alcune situazioni ha evidenziato le differenze, non erano affatto uguali tra le varie realtà piemontesi. Ad esempio, la questione della cessazione dell'inserimento nel fondo indistinto di alcuni capitoli relativi al sociale e il passaggio a capitoli specifici della sanità medesima hanno comportato la necessità di evidenziare nei trasferimenti le differenze esistenti tra i vari territori. Proprio una decina di giorni fa è scoppiata una polemica incredibile, perch nell'assegnazione di questi fondi per le assistenze domiciliari quasi il totale delle risorse è stato destinato alle Aziende Torino 1, 2 e 3 lasciando briciole ad alcuni consorzi e ad alcuni gestori nelle altre province, in qualche caso arrivando a destinare risorse pari allo zero.
Questo ha evidenziato che i contributi a carico dei Comuni in alcune parti del Piemonte, magari giustificati nel tempo dalle maggiori difficoltà di carattere sociale della Città di Torino e del suo hinterland, erano problemi reali, ma questa differenza non trova giustificazione. Infatti, si è creata una situazione che vede cittadini di serie A, B e C, e a scendere perché su otto province e su tanti consorzi e gestori di reti, c'è una differenziazione notevole della contribuzione, da far mettere in dubbio anche se esiste una logica nella ripartizione di tali fondi.
Se questo esempio non fosse stato sufficiente, è notizia di ieri: "Dal TAR nuovo stop a Cota". Bocciati i tagli nei trasporti. Non c'è stata condivisione con gli Enti locali: dopo quelli di Biella e Vercelli, accolti anche i ricorsi di Cuneo e Torino.
Sono felicissimo che il ricorso di Cuneo sia stato accolto, perché la conurbazione di Cuneo aveva annunciato un taglio del 47% delle corse legato ad un taglio effettivo dei finanziamenti del 40%, e addirittura la sospensione totale del trasporto pubblico nel periodo estivo. Sarà stata una provocazione, sarà stato quello che è stato, ma ha avuto una reazione da parte dell'utenza spaventata, incredibile.
Ho cominciato a chiedermi come era possibile che mediamente i tagli fossero del 15-16%, e che su un territorio specifico si arrivasse al 40 con un effetto di un taglio del 47% delle corse.
Comunque sia, come minimo c'è un'incapacità di gestione, perché non è pensabile che nel 2011 il Comune di Cuneo fa un ricorso al TAR, lo vince, e gli vengono assegnate ulteriore risorse; nel 2012 fa un nuovo ricorso, lo vince di nuovo e vengono riassegnate delle risorse; nel 2013, come Biella,Vercelli e Torino, si rifà il ricorso e verranno assegnate (penso che si troverà una forma concordata, non sarà l'intero importo) nuove risorse.
La programmazione delle corse si fa con i ricorsi. Non è una situazione sostenibile. In pratica si viaggia sull'incertezza totale, sperando di vincere un ricorso. Se questa è politica, se questa è capacità di programmazione, c'è da chiedersi cosa ci riserverà il futuro, quando tutti i limiti di questo bel bilancio verranno messi in evidenza.
Questa incapacità di dialogo, rispetto al territorio, è un fatto grave perché è evidente che le risorse a disposizione tendono a diminuire.
evidente che, ad esempio nel caso dei trasporti pubblici locali, ci sono stati tagli, in molti casi anche lineari, a livello nazionale, che hanno condizionato la programmazione, ma non è affatto evidente come questa riduzione dei costi sia stato programmato sul territorio.
In questi giorni vediamo un treno in bilico sulle rotaie in Liguria che blocca una linea ferroviaria che collega Genova con il Ponente, e che crea enormi difficoltà di trasporto all'utenza. Avremmo, per collegare ad esempio Torino rispetto a Savona, l'alternativa della ferrovia Cuneo Ventimiglia, attualmente ridotta a quattro corse giornaliere. È stato chiesto di trasferire parte delle corse sospese su questa linea per garantire un servizio dei collegamenti verso il Ponente della Liguria, ma non si è stati in grado di ottenerlo da parte della Regione Piemonte, nei confronti di RFI.
Ritengo che ci siano state delle incapacità gestionali, delle incapacità di programmazione gravi. Fortunatamente il TAR, che spesso di questi tempi bastona la Giunta e il Presidente, ha messo la nostra Regione in condizioni di andare presto ad elezioni.
Mi auguro che si sia in grado in breve tempo di andare a porre riparo ai danni causati da questo bilancio. Devo dire che, sul territorio l'impatto che si incontra sui servizi, legati non solo al taglio di risorse, ma all'incertezza nella programmazione, è pauroso. Vediamo fare annunci, ritirarli, ripartire, si fanno iniziative, poi si fa ricorso al TAR e il ricorso viene vinto.
Negli ospedali, ad esempio, laddove si era provveduto a delle chiusure o dove si era prospettato, come per l'ospedale di Caraglio, una ripartenza in tempo reale con una gestione fatta in forma diversa con convenzioni con i privati (soluzione che non era comunque all'altezza di quanto precedentemente esistente) è stata attuata.
Qui si assiste ad un disfacimento del sistema dei servizi, dalla sanità ai servizi sociali, dai trasporti a quant'altro, e non si vedono gli effetti. I danni, dal punto di vista dell'aumentare del debito, sono all'evidenza di tutti. I vantaggi ottenuti con queste iniziative non si riescono a coglierli e a vederne la reale consistenza.
La precisa sensazione che esistano più "Piemonti", e che ci siano trattamenti diversi per i vari "Piemonti", sta facendosi sempre più ferma e precisa nella mente di molti cittadini piemontesi.
In tempo di vacche grasse si può comunque tollerare, bene o male qualche differenza, senza magari andare troppo a fondo, ma quando si arriva all'ultimo buco della cinghia e non ci sono proprio più risorse, la gente inizia, ovviamente, a contestare questo modo di gestire le poche risorse.
Il problema è che le poche risorse sono state gestite male e che la programmazione ha fatto ulteriori danni.
Ritengo che sia opportuno, da parte nostra, immaginare presto una nuova Giunta in grado di proporre, riprogrammando man mano le proposte, soluzioni diverse da quelle che questa legge finanziaria e questo bilancio ci hanno propinato. Così come lo abbiamo visto nascere ha danneggiato il Piemonte e in particolare, le aree più periferiche dello stesso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Sarò veloce, perché non voglio rubare il tempo ad altri colleghi che sono, dieci o cento volte, più bravi di me.
Si è già detto tutto e di più. Quando mi sono insediato a Palazzo Lascaris non avrei mai e poi mai pensato di arrivare a questo punto. Stiamo vivendo un momento morale grave per tutti noi, anche per coloro che sono stati scagionati: di fronte al popolo non abbiamo amministrato bene.
Questo è un dato di fatto. Ma perché? Perché manca il denaro, è vero però tutti insieme non abbiamo dato il buon esempio.
Si poteva fare di più, lasciatemelo dire.
In questi anni non ho mai fatto un'opposizione dura e tenace; ho sempre cercato di fare un'opposizione costruttiva, però in questo momento sento il dovere, come Gruppo e come Presidente di Gruppo, di dire, portando avanti questa istanza del bilancio, che è un bilancio molto difficile. Cosa abbiamo fatto? Abbiamo aumentato il debito.
Signori, questo mi dispiace moltissimo.
vero, ce n'era già tanto prima - prima e ancora prima - però anche adesso lo abbiamo aumentato, non tanto, ma un po'.
Sarebbe stato utile poterlo evitare.
Discorso sulla sanità.
Per carità, all'amico Cavallera dobbiamo fare un monumento, ma è arrivato dopo, è arrivato dopo le Federazioni, non Federazioni. Abbiamo creato un grande pasticcio, una grande confusione tra le nostre ASL.
Non voglio rimarcarlo - l'ha già detto il collega Rostagno - ma in tutte le ASL c'è chi ha lavorato bene e chi meno.
C'è anche il discorso che alcune ASL, che hanno lavorato estremamente molto bene (anche qui a Torino), sono state boicottate. Gente che è arrivata ha piantato grane perché questi qui hanno fatto abuso del denaro che è stato consegnato e ha fatto quadrare il bilancio. Qualcuno le ha dato dei fastidi. Questa è una cosa assurda che non si deve dire, ma è così. Chi vuole lavorare bene, purtroppo in alcuni momenti trova lo sbarramento.
Questo non deve assolutamente più accadere.
Sul discorso già altri del PD hanno citato e condivido i tagli dei consorzi socio-assistenziali. C'è chi ha il problema dell'Alzheimer (l'ho già raccontato altre volte). Sono scarse le risorse a questo riguardo, per esistono i bonus bebè, che vanno a finire a famiglie che sono virtuose, che non hanno problemi. Ma togliamo questi bonus bebè e diamoli a chi effettivamente ha bisogno urgentemente, cioè ai malati di Alzheimer e di SLA e non fatemeli citare tutti, perché ce n'è un'infinità.
Nel frattempo, abbiamo fatto un'altra cosa su cui ho votato contro: abbiamo aumentato l'addizionale IRPEF. Questo vuole dire peggiorare i bilanci delle famiglie piemontesi, che hanno un bilancio che è già terribile di per sé.
Posso dire che è mancato lo stimolo di una maggioranza forte e decisa.
Questo è mancato, pur avendo avuto degli Assessori capaci e che stimo, e cito fra gli altri l'Assessore Pichetto, che è arrivato dopo, ma non voglio sminuire nessuno.
Abbiate pazienza, questa volta lo voglio dire: votare un bilancio senza avere un relatore della maggioranza...



(Commenti in aula)



NEGRO Giovanni

Ci sarà? Me lo auguro.
Il socio-assistenziale l'ho già citato. Cos'altro posso aggiungere? Capisco l'Assessore Pichetto, che non può arrampicarsi sui vetri e che sta facendo tutto il possibile, perché i soldi non ci sono.
All'Assessore Sacchetto devo riconoscere il merito di aver mantenuto tutti i capitoli e anche se ci sono poche risorse è riuscito a tenere in piedi questa famigerata agricoltura che soffre.
Penso che sia capace anche l'Assessore Vignale.
Adesso stiamo aspettiamo la valutazione del Consiglio di Stato. Se per caso la legislatura continua, si devono cercare risorse sia a livello nazionale sia a livello europeo, perché continuo a sostenere che la Regione Piemonte abbia il diritto di ottenere tutto quello di cui ha urgenza.
Rimangono dei problemi enormi e non sto qui a citarli tutti. Ne cito uno per tutti, così come ha fatto il collega Bono, cioè l'IPLA, che è uno dei tanti problemi sui quali dobbiamo impuntarci per risolverlo.
Qualche collega ha citato la spending review, ma questa è una cosa che bisogna portare avanti punto per punto, con serietà e con trasparenza.
Si dovrà lottare e non pensate che chi vincerà le elezioni troverà il campo fertile. Chi vincerà avrà delle enormi difficoltà nel portare avanti il discorso regionale.
Non siamo gli ultimi, però mi sarebbe piaciuto dare un altro esempio.
Chi vi parla è abbastanza amareggiato, perché dopo quarant'anni come amministratore pubblico, ruolo portato avanti con estrema trasparenza finire nel solco di coloro che non hanno lavorato, scoccia veramente. Lo dice un Consigliere di minoranza che ha cercato di fare al massimo il suo dovere. È difficile e questo lo capisco, però pretendo che questo Governo ancora esistente tenga conto di questo bilancio, cercando di non tagliare troppo alle fasce di popolazione indifesa, alla gente povera che ha estrema urgenza e necessità. Oggi nelle nostre famiglie mancano i beni di prima necessità e a volte non ci rendiamo conto dell'estrema difficoltà che purtroppo esiste anche in Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Com'è strana la vita, Vicepresidente Pichetto. Per i primi tre anni di questa legislatura regionale, lei è stato più volte relatore al Parlamento nazionale di leggi finanziarie e di leggi di stabilità, che hanno massacrato i trasferimenti dallo Stato alle Regioni.
In quei tre anni in cui lei era relatore di quei provvedimenti alla Camera, almeno 850 milioni di euro sono venuti in termini di diminuzione dallo Stato alla Regione Piemonte. Lei oggi si trova nelle vesti di Assessore al bilancio della Regione Piemonte a dover fare i conti con le conseguenze di quelle politiche e a dovere recriminare nei confronti dello Stato centrale, perché mortifica il rapporto con le Amministrazioni regionali.
Questa è la premessa di un ragionamento che vorrei fare. Avrei tanti modi per affrontare la discussione sulla legge di bilancio.
Il primo è sul metodo che abbiamo seguito. Per noi è stata una discussione dura, ma è una discussione che sia in Commissione sia in Aula l'abbiamo voluta caratterizzare nel merito dei problemi.
Credo che lei potrà dare atto che da parte di questo Gruppo regionale nessuno sconto è stato fatto; abbiamo espresso con grande nettezza l'esigenza di un vero chiarimento sui conti del bilancio della Regione.
Non abbiamo presentato né in Commissione né in Aula emendamenti ostruzionistici né sulla legge finanziaria né sulla legge di bilancio perché ritenevamo che le difficoltà dei tempi richiedessero da parte di ciascuno una maggiore consapevolezza rispetto all'andare al nocciolo dei problemi.
Devo riconoscere che sto cambiando opinione ed è la ragione per cui in questi ultimi minuti abbiamo aumentato consistentemente il numero degli emendamenti al disegno di legge sul bilancio, perché forse il confronto di merito non è sufficiente per comprenderci rispetto ai problemi che abbiamo di fronte. E forse è meglio ritornare ai vecchi stili che si consumavano all'interno di quest'Aula, che erano quelli di porre le questioni più sul piano quantitativo che sul piano qualitativo.
Vorrei che fosse chiara una cosa. Le questioni che abbiamo posto non sono dei puntigli, non è un braccio di ferro quello che abbiamo impostato in queste ultime due settimane né in Commissione né in Aula per stabilire chi doveva uscirne vincitore.
La nostra unica preoccupazione era che uscisse vincitore il Piemonte non i Gruppi di opposizione, ma uscisse vincitore il Piemonte con una legge di bilancio che cogliesse i bisogni di questa Regione che, pur nella limitata disponibilità delle risorse a disposizione, fosse in grado di fare delle scelte e di operare delle politiche per evitare che una legge di bilancio potesse caratterizzarsi sul piano dell'ingiustizia sociale.
Le questioni che abbiamo posto sul tema delle politiche sociali sono questioni importanti e vorrei anche rappresentare l'elemento qualitativo della nostra opposizione. Noi non abbiamo richiesto marchette, abbiamo chiesto politiche che avvicinassero proprio l'istituzione Regione alla comunità piemontese.
Lo abbiamo fatto non su tutte le aree di intervento su cui ci sarebbe certamente la necessità di una maggiore allocazione delle risorse, perch in noi vi è la consapevolezza che comunque la Regione Piemonte ha minori risorse a disposizione rispetto al passato.
Abbiamo scelto tre aree di intervento: quella delle politiche sociali su cui ci siamo dilungati molto, con convinzione, nel corso di queste giornate; quello del tema della formazione e dell'investimento sul capitale umano; quello del tema che riguardava l'edilizia abitativa e le risorse per cercare di mantenere, in attesa di un processo di riorganizzazione, l'ente strumentale IPLA Piemonte.
Ecco perché siamo convinti della battaglia che abbiamo fatto.
Ecco perché abbiamo voluto che questa legge di bilancio rappresentasse anche un elemento di chiarificazione rispetto a quello che è cambiato in questi anni nel rapporto e nella capacità di intervento da parte dell'Amministrazione regionale piemontese.
Su questo non ci torno. Lo hanno detto in modo assolutamente adeguato e completo il collega Ronzani e molti altri colleghi del mio Gruppo che sono intervenuti, ponendo le questioni relativamente al raddoppio dell'indebitamento, ponendo le questioni relativamente alle conseguenze di questo incremento dell'indebitamento, ponendo le questioni sull'incremento della pressione fiscale.
Oggi noi poniamo le questioni su cui mi sono soffermato e si sono soffermati molti interventi del Gruppo assieme ad un'altra: noi non siamo affatto convinti che l'operazione di risanamento dei conti della Regione sia stata portata avanti. Avrei tanti modi per dimostrare questo giudizio e questo tipo di considerazione, ma lo faccio sollevando una questione all'attenzione del Consiglio regionale.
Noi siamo discutendo in questo momento una legge di bilancio che non appartiene alla reale situazione dei conti della Regione.
Voglio ricordare che un articolo di questa legge di bilancio prevede che il 2013 chiude con un avanzo pari a zero, considerando, come evidenziano i Revisori dei Conti nella loro relazione, un saldo di cassa al 31/12/2013 pari a un milione di euro e una differenza tra residui attivi e residui passivi pari a un milione di euro.
L'ho detto più volte nelle discussioni in I Commissione: neanche in un qualunque bilancio di un qualunque Paese sperduto nel mondo è rinvenibile una situazione siffatta! Abbiamo dovuto insistere molto perché questo dato potesse essere maggiormente compreso e anche maggiormente adeguato a quella che è la realtà.
Oggi ricordo all'Aula che siamo in presenza di una tabella che ci ha consegnato in Commissione il Vicepresidente Pichetto. È una tabella allegata agli atti del Consiglio regionale della Commissione consiliare. In questa tabella si dicono due cose.
Primo, che l'avanzo di cassa al 31/12/2013 non era un milione di euro ma era 643 milioni di euro.
Secondo, che il disavanzo prevedibile - certo siamo a un livello di preconsuntivo e non certamente di consuntivo e di rendiconto della gestione non è zero, ma è almeno di 325 milioni, più altri 65 milioni. Quindi è almeno di 390 milioni.
Eppure, colleghi, stiamo discutendo e voterete una legge di bilancio che prevede che il 2013 abbia un avanzo zero e non un disavanzo di 390 milioni di euro, come minimo, aggiunto e mi assumo la responsabilità dell'aggiunta.
Lo dico perché nella legge di bilancio è un obbligo della legge sull'ordinamento contabile della nostra Regione quello di cogliere gli elementi che un esercizio può essere in grado di determinare e condizionare sul successivo esercizio.
Siamo stati abituati in questi quattro anni a vedere disegni di legge di bilancio che sotto questo profilo raccontavano una realtà sempre molto diversa rispetto a quella che apparteneva alla reale rappresentazione della situazione patrimoniale della nostra Regione.
Chiudo con un'ultima considerazione.
Non c'è scritto da nessuna parte che questa legge di bilancio debba passare con queste caratteristiche e con questi contenuti. Vorremmo ripresa la seduta dopo la pausa, tornare a una discussione serale di merito, che ci piacerebbe molto di più. Vorremmo ritornare a una discussione merito non perché abbiamo paura a passare la notte qua, nessuna difficoltà, come ho detto ieri: i vecchierelli di questo Gruppo sono nelle condizioni di reggere fisicamente molti di più di certi giovani di altri Gruppi di maggioranza. Poi, noi siamo abituati, perché, vede, nella precedente legislatura regionale abbiamo fatto anche tre notti consecutive senza portare a casa nessun risultato.
Notavamo anche che in quella legislatura regionale che al vecchierello con simpatia, di Forza Italia, Cavallera, competeva sempre fare il turno notturno mentre i giovani di Forza Italia si facevano i turni diurni, al massimo serali, ma oltre la mezzanotte non riuscivano ad andare. Quindi, i vecchierelli come noi sono nelle condizioni di reggere bene.
Dicevo, non è questa la nostra preoccupazione e scusate la digressione.
Ci piacerebbe molto, purché tornare a una discussione di merito significhi restituire quei 12 milioni di euro sulle politiche sociali, significhi restituire quei 500 mila euro a IPLA, significhi chiudere con un'operazione che non dico renda un bilancio più giusto, ma che accorci l'ingiustizia che questo bilancio comporta.
Faccio questa considerazione - e chiudo velocemente - anche per un altro ragionamento. Già lo hanno ricordato altri colleghi dell'opposizione.
Molte volte viene invocato il ritorno della politica e la necessità che la politica ritorni ad esercitare un ruolo forte. La politica però è confronto. È confronto in quest'Aula, è confronto con il Piemonte.
Del confronto in quest'Aula si può fa re a meno, perché molte volte in quest'Aula prevalgono le logiche dei numeri. Il confronto con il Piemonte è indispensabile, perché se si elimina il confronto - e sul TPL, sui trasporti, sulle politiche sociali si è fatto volentieri a meno del confronto - poi c'è l'arma dei ricorsi. Credo che in questa legislatura regionale non ci siano mai stati così tanti ricorsi rispetto alle altre legislature regionali. Sono ricorsi che creano ulteriori incertezze sul fronte delle politiche sociali e sul fronte del TPL.
Se volete ritornare a un ruolo della politica, questa è la base: il confronto qui e con il Piemonte. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
In attesa di verificare il livello di resistenza sulla diuturna attività di ciascuno, comunico all'Aula che sono stati depositati dal Gruppo del PD nuovi 80 emendamenti.
Pertanto, gli stessi devono essere rubricati ed inseriti. Essendo le ore 19.11, comunico all'Aula che i lavori riprenderanno alle ore 20.30 in luogo delle ore 20, in quanto vi è un'esigenza di circa un'ora e mezza di lavoro per rubricare gli emendamenti e inserirli nei singoli articoli.
Pertanto, i nostri lavori riprenderanno alle ore 20.30. Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.11)



< torna indietro