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Dettaglio seduta n.405 del 31/01/14 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(Alle ore 10.00 il Consigliere Segretario Leardi comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 10.30 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio al termine della riunione della Giunta per le Elezioni)



(La seduta ha inizio alle ore 10.45)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato approvato nella seduta del 28 gennaio 2014.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Burzi, Cota, Formagnana, Spagnuolo Toselli e Valle.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 380, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2014"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 380, di cui al punto 3) all'o.d.g. - si tratta della legge finanziaria per l'anno 2014 - prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Nella seduta pomeridiana di ieri, sono stati approvati gli articoli 1 2, 4, 5, 5 ter e 6 bis.
Pertanto, riprendiamo dall'articolo 6 ter.
ARTICOLO 6 ter Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Ronzani, Reschigna Laus, Pentenero, Manica: Dopo l'articolo 6 del disegno di legge 380, è inserito il seguente: Articolo 6 ter (Destinazione dei risparmi conseguenti all'approvazione del nuovo piano tariffario delle prestazioni di assistenza residenziale per anziani non autosufficienti) I risparmi derivanti dall'applicazione del nuovo piano tariffario di cui alla DGR 85-6287 del 2 agosto 2013 ("Approvazione del piano tariffario delle prestazioni di assistenza residenziale per anziani non autosufficienti come previsto dalla D.G.R. 45-4248 del 30 luglio 2012") sono obbligatoriamente destinati all'aumento di posti letto convenzionati per l'assistenza residenziale di anziani non autosufficienti.
rilevato l'importo della spesa di ciascuna Azienda per quote sanitarie relative alle rette degli anziani non autosufficienti alla data precedente all'entrata in vigore della DGR 85-6287 del 2 agosto 2013; i risparmi conseguiti a seguito dell'applicazione della DGR 85-6287 del 2 agosto 2013 sono riaccreditati alle Aziende Sanitarie con vincolo di destinazione al pagamento di rette per l'assistenza residenziale di anziani non autosufficienti.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Per illustrare l'emendamento, vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi su questa slide, che qualche mese fa l'Assessore Cavallera e la dottoressa Vitale hanno illustrato in sede di IV Commissione. È un documento relativo al un nuovo piano tariffario sulle RSA.
Non impiego molto tempo per esplicitarne i contenuti. A pagina 3 di queste slide, sostanzialmente c'è scritto: "Riallineamento alle indicazioni contenute nel DPCM 2001: 50% quota sanitaria, 50% quota utente comune".
Parliamo delle tariffe relative alle RSA per popolazione anziana non autosufficiente.
Il secondo punto della pagina 3 di queste slide recita: "Incremento dei posti letto da 14.500 a 17.000, il che permetterà un abbattimento di più del 15% delle liste d'attesa". È un documento fornito dall'Assessore Cavallera e dalla dottoressa Vitale in sede di IV Commissione. Che cosa vuol dire? Diminuisce la quota d'intervento della spesa sanitaria relativamente alle rette di ricovero per la popolazione anziana non autosufficiente e aumenta la quota sociale; quei risparmi, i Direttori generali sono vincolati ad utilizzarli per incrementare da 14.500 a 17.000 i posti letti.
Assessore Pichetto, lo sa quanti posti letto sono aumentati nelle RSA da quando è stata fatta quella delibera? Nessuno. Neanche uno. Perché? Perché quei risparmi derivati dalla diminuzione della quota sanitaria, i Direttori generali non li hanno destinati per incrementare il numero dei posti letto accreditati nelle RSA, ma li hanno utilizzati per far quadrare i conti dei bilanci delle proprie Aziende Sanitarie Regionali.
Lo abbiamo posto ripetutamente. Da qui nasce l'emendamento. E che cosa dice questo emendamento? Dice una cosa molto semplice: si fissi, per ciascuna Azienda sanitaria regionale, qual era la quota sanitaria relativamente alla popolazione anziana non autosufficiente a quella data e quelle risorse siano vincolate nei trasferimenti dalla Regione ai Direttori generali per utilizzarle effettivamente al fine di incrementare il numero di posti letto accreditati per la popolazione anziana non autosufficiente.
Se non si fa ciò, questo diventa un bel manifesto politico che siamo in grado di smontare in due minuti, perché - lo ripeto - da quel momento ad oggi, non c'è nessun incremento di posti letto per anziani non autosufficienti nelle RSA. Altro che passare da 14.500 a 17.000! Spero che quest'emendamento venga accolto, perché lo abbiamo presentato in coerenza con un obiettivo dichiarato dalla Giunta regionale e credo che intervenire su questo emendamento significhi sostanzialmente incominciare a intervenire affinché il tema della cronicità, che è la vera sfida del futuro, è il vero problema che abbiamo di fronte da qui ai prossimi anni trovi nelle destinazioni delle Aziende sanitarie regionali un'adeguata attenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Anche in questo caso, così come ho avuto modo di dire ieri, vi offriamo l'opportunità, Assessore Pichetto, di mantenere un impegno e una parola che avreste preso con i cittadini di questa Regione.
Una, fra le tante cose che sono mancate in questi quattro anni: si è sentita in tutti i territori l'assenza di un Assessore ai servizi sociali.
L'Assessore Ferrero non aveva nessuna competenza in merito, all'Assessore Monferino non gliene fregava niente, l'Assessore Cavallera non ha alcuna competenza, ed è difficile anche per coloro che si occupano di queste questioni avere la capacità di penetrare nella complessità dei servizi sociali che la Regione offre.
Il risultato è che l'Assessorato è stato guidato dal Direttore, e non sempre il Direttore ha sentito il bisogno di confrontarsi con i consorzi con i territori, con i Sindaci; anzi, se c'è un'altra cosa che è mancata completamente è stato il rapporto con le Autonomie locali.
Quando ci saranno (a maggio, o l'anno prossimo) le nuove elezioni regionali, se il centrosinistra dovesse vincere le elezioni, sarà necessario un Assessore ai servizi sociali che sia competente e abbia voglia e ragioni per occuparsi di queste cose. Se invece vincerete voi continuerete a mettere qualcuno che non ne sa niente e proseguirete su questa falsariga.
Questo emendamento va incontro alle vostre dichiarazioni. L'aumento tariffario per gli anziani non autosufficienti aveva come obiettivo quello di utilizzare le risorse per incrementare il numero di posti letto, e noi questo vi stiamo chiedendo. Vi stiamo chiedendo di destinare l'aumento delle tariffe alla possibilità di avere un maggior numero di cittadini ricoverati all'interno delle strutture.
Il problema degli anziani non autosufficienti è una questione di cui si dovranno occupare le Giunte regionali, se le Regioni ci saranno ancora nei prossimi vent'anni. Assessore Pichetto, le presento solo un dato: nel 2004 in Europa c'erano 20 milioni di cittadini che avevano più di 80 anni; nel 2050 ci saranno 50 milioni di cittadini che avranno più di 80 anni. Questo vuol dire che sarà necessario già da ora predisporre servizi che vadano incontro alle esigenze di questi cittadini.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Intervengo per sottolineare come sia sistematico il ricorso alle bugie da parte di questa maggioranza e di come, in verità, questo emendamento cerchi di ovviare alla reiterazione delle bugie da parte di questa maggioranza.
Gli impegni vanno mantenuti, Assessore Pichetto. Cos'era capitato? Era capitato che in Commissione l'Assessore Cavallera e il Direttore delle politiche sociali ci avevano garantito che il nuovo piano tariffario, che costa lacrime e sangue alle famiglie piemontesi, avrebbe quantomeno liberato delle risorse che noi avremmo - voi avreste - utilmente impiegato per ridurre le liste d'attesa. Intento mobilissimo, in una regione che ha migliaia di anziani in lista d'attesa.
In realtà, questo non è avvenuto, perché quelle risorse - posto che si siano liberate delle risorse - non sono state usate per tale obiettivo.
Allora noi ci poniamo, con l'emendamento, quantomeno l'esigenza di stabilire un vincolo tra questo e l'impegno a utilizzare le risorse per gli anziani non autosufficienti e ad abbattere le liste d'attesa, poiché questa è la logica sulla base della quale voi avete presentato, a suo tempo, il piano tariffario, è questo ciò che avete raccontato in Commissione.
Per la verità, voi avreste dovuto, indipendentemente dal nostro emendamento, avere un vincolo di coerenza e preoccuparvi di allocare in quella direzione queste risorse. Poiché questo non è avvenuto e non avverrà, l'emendamento vorrebbe quantomeno stabilire sul piano legislativo una norma che vi obblighi a farlo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Avevamo preannunciato fin dall'inizio della discussione su questa finanziaria, ma anche sul testo del bilancio - questo lo vedremo successivamente, nel corso della giornata - che la nostra attenzione si sarebbe concentrata su alcuni temi fondamentali, in particolare sulla finanziaria, la questione discussa ieri riguardante le ATC e la lunga ed importantissima questione riguardante le problematiche della spesa sociale e della sanità. In particolare, il socio-assistenziale e i non autosufficienti.
Sappiamo quale sia la dimensione delle liste d'attesa, ancora oggi, in Piemonte; sappiamo quante volte abbiamo dovuto affrontare tale discussione in quest'Aula, ma anche in Commissione o in altre sedi d'incontro con l'associazionismo piemontese, i consorzi, oltre agli utenti interessati direttamente.
Le liste d'attesa sono lunghissime, le tariffe sono aumentate, tra l'altro in un momento complesso e difficile come questo, con una manovra secondo me - assolutamente anticiclica, in un momento in cui deprime ulteriormente i consumi delle fasce più deboli.
Sia almeno destinato, dentro il bilancio di questa Regione, con un atto preciso della legge finanziaria, un intervento su quei servizi teso a ridurre le liste d'attesa, ad intervenire significativamente su quella che di tutta la complessa vicenda socio-assistenziale, continua a rimanere la parte più sofferente e debole: la non autosufficienza.
Questo è un compito primario che una Regione dovrebbe assumersi, in particolare in un contesto economico-sociale quale quello dato.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale sull'emendamento.
La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è assolutamente chiaro e non è altro che una conferma di quanto l'Assessore Cavallera ci ha illustrato in Commissione: i risparmi delle rette da dedicare ai malati non autosufficienti.
Tengo a sottolineare che non stiamo parlando di discrezionalità: stiamo parlando di diritti assolutamente esigibili.
dall'inizio della legislatura che facciamo un dibattito sterile ed inopportuno. Il malato non autosufficiente ha bisogno di rispetto, non solo per una questione di ordine morale e di sensibilità, di etica, ma anche perché ha il diritto esigibile di ricevere una prestazione, e questa Giunta, quest'Amministrazione, non solo non si è mai preoccupata del risparmio da ridedicare al ricovero del malato non autosufficiente, ma non ha mai obbligato i Direttori generali con dei vincoli di spesa chiari e specifici.
Pertanto, nel caso specifico, con l'emendamento si chiede che le risorse derivanti dai risparmi del nuovo piano tariffario vengano obbligatoriamente destinate all'aumento dei posti letto.
Voglio, inoltre, rimarcare che la diatriba tra noi e la Giunta è sul fatto che stiamo parlando di diritti pienamente esigibili. Al di là della mancanza delle risorse, c'è la necessità, da parte della Giunta, di indicarci un percorso con delle priorità.
Noi non vediamo nemmeno la buona volontà da parte della Giunta e questo, come affermava il nostro Capogruppo, è uno dei punti chiave per il nostro Gruppo regionale.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi in dibattito generale? La parola al Vicepresidente Pichetto, per esprimere la posizione della Giunta prima delle dichiarazioni di voto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Riguardo al merito dell'emendamento, la Giunta ritiene sia una competenza amministrativa, pur prendendo nota della segnalazione che gli interventi hanno ripetuto più volte, riguardo al fatto che non vi è un rispetto completo da parte dei Direttori Generali. Io, peraltro, lo apprendo in questo momento e non posso svolgere valutazioni di merito. Su questo, la Giunta ritiene debba essere lasciata la parte valutativa all'Assessorato, alla Giunta regionale, e agli atti amministrativi.
Di conseguenza, il parere è contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna per dichiarazione di voto.



RESCHIGNA Aldo

Vicepresidente Pichetto, abbiamo aspettato cinque mesi che quella parte amministrativa che dovrebbe occuparsi di queste cose mettesse in atto, non una richiesta del Gruppo regionale del Partito Democratico, ma un impegno assunto in Commissione da parte dell'Assessore Cavallera e del Direttore delle politiche sociali.
Cinque mesi abbiamo aspettato! I dati sono quelli che ho descritto prima: non uno di questi nuovi posti letto è stato attivato all'interno della nostra regione e guardi Vicepresidente Pichetto - che quando abbiamo proposto questo tipo di emendamento abbiamo valutato anche i conti della Regione. Una giornata di posto letto in RSA costa, come quota sanitaria, circa 55-60 euro al giorno ma se non ci sono questi nuovi inserimenti all'interno delle RSA valgono i ragionamenti che ha fatto ieri il collega Boeti, intervenendo su altra parte della legge finanziaria. Valgono i ragionamenti per cui si crea una pressione indebita ed inappropriata nei confronti delle strutture ospedaliere.
Continuo a sostenere che ciascuno di noi, soprattutto chi ha responsabilità esecutive, dovrebbe recarsi presso i reparti di Medicina dei nostri ospedali, in qualunque ospedale del Piemonte. Ieri il collega Boeti ha raccontato cosa sono i pronto soccorso, cosa sono i DEA: un'elevata percentuale di popolazione anziana oggi si rivolge ai Pronto Soccorso e ai DEA.
Oggi parlo dei reparti di Medicina, dove l'età media è superiore agli ottant'anni. Sono persone che hanno necessità di stare all'interno di un reparto di Medicina ad un costo di 650-750-800 euro al giorno per la sanità piemontese? O queste persone potrebbero più adeguatamente trovare risposta ai loro bisogni all'interno di RSA? Questo è l'interrogativo che le poniamo, avendo una consapevolezza: che non c'è governo della sanità nella nostra Regione e che neanche su queste questioni minimali c'è, da parte della Giunta regionale e dell'Assessorato governo nei confronti dei Direttori generali.
All'interno dell'Assessorato regionale alla sanità nessuno sa quanto sia stato effettivamente il risparmio. Nessuno lo sa, perché neanche gli atti d'indirizzo che vengono espressi trovano poi accoglienza all'interno delle politiche gestionali delle Aziende Sanitarie piemontesi.
Con l'emendamento, noi offriamo alla Giunta regionale il modo di rendersi coerente con gli impegni che aveva assunto, ma anche il modo d'incominciare effettivamente ad intervenire, affinché non ci sia inappropriata pressione sugli ospedali piemontesi.
Fate finta di niente, ci raccontate che questo è un provvedimento di natura amministrativa.
Noi abbiamo piena consapevolezza che questo provvedimento non verrà mai assunto e che ancora una volta avete raccontato al Piemonte una grande bugia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Voterò a favore dell'emendamento proposto dal Partito Democratico, non solo per le ragioni illustrate adesso dal Consigliere Reschigna e da quelli che lo hanno preceduto, ma per una aggravante che deriva dall'intervento dell'Assessore. Visto che ultimamente, quando si fanno interventi di chiarificazione in quest'Aula, si aggravano le situazioni, questa volta è capitato anche al Vicepresidente Pichetto.
Personalmente non credo che la colpa della Giunta sia quella dell'ignavia, cioè di non controllore i propri Direttori generali, in quanto questi ultimi non applicano le direttive che la Giunta regionale loro propone. Credo che, ad una settimana di distanza dal rinnovo dell'incarico di Direttori generali a quanti, in questi tre anni, hanno condotto le aziende sanitarie, la Giunta non possa sottrarsi dall'essere corresponsabile di quanto i Direttori generali praticano nelle loro aziende.
Quindi, se la Giunta non ritiene di mettere in campo ai Direttori generali l'indirizzo obbligatorio di recuperare le risorse per incrementare le convenzioni di posti letto, non è che è distratta verso le inefficienze dei propri Direttori generali, è che condivide le loro inefficienze, al punto tale che li conferma, e a punto tale che non assegna, nelle riconferme, alcuno degli obiettivi che servirebbero a misurare l'effettivo potenziamento dell'assistenza territoriale e, in modo particolare, dei servizi dedicati alle persone non autosufficienti.
Da questo punto di vista, ritengo che l'emendamento non fosse mera competenza amministrativa, ma, se lo fosse stata, a questa Giunta non interessa verificare l'adempimento amministrativo di quelli che dovrebbero essere punti qualificanti di una programmazione socio-sanitaria, che evidentemente non sono giudicati tali da questa amministrazione, che con i propri Direttori generali condivide la responsabilità e la colpa del mancato raggiungimento degli obiettivi, scritti pure nel Piano Socio Sanitario, di rapporto tra posti letto convenzionati e popolazione anziana.
Il mio voto, quindi, è convintamente favorevole all'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Anche per me, come per la Consigliera Artesio, questo non è un voto favorevole semplicemente per solidarietà di opposizione, ma proprio perch riteniamo che questo sia uno dei punti nodali che finora questa Giunta e questa maggioranza non hanno posto al centro della loro attenzione.
Da questo punto di vista, credo che anche tutta la successiva discussione sul bilancio vedrà la contrattazione della Giunta, con un aumento progressivo, di fondi da destinare al fronte socio-assistenziale.
Per questo motivo, proprio in una maggiore consapevolezza di ciò che aspetta alla sanità e al sociale, avremmo dovuto avviare una programmazione e non un tentativo di provare a venire incontro a quelle che sono richieste che provengono soprattutto dall'opposizione e da diversi soggetti esterni del Consiglio regionale, che si fanno portavoce delle difficoltà che molte famiglie piemontesi stanno vivendo.
Questo, quindi, dà un senso ulteriore a quello che è un voto favorevole all'emendamento presentato dai colleghi del Partito Democratico.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cerutti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Pichetto, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 6 quater L'emendamento rubricato n. 4) è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
ARTICOLO 6 quinquies L'emendamento rubricato n. 8) è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Reschigna e Ronzani Laus, Manica: "Dopo l'articolo 6 quater del disegno di legge n. 380 'Legge finanziaria per l'anno 2014' è inserito il seguente: Art. 6 qiuinquies (Fondo regionale per la montagna) istituito il Fondo regionale per la montagna, di seguito denominato 'Fondo', alla cui copertura finanziaria si provvede attraverso: una quota di quanto accertato dalla Regione a titolo di ERAP nell'esercizio precedente all'imposta versata dalle imprese presenti nei comuni appartenenti alle preesistenti comunità montane i proventi di competenza regionale del diritto di escavazione per esercenti di cave e di miniere, rideterminando le percentuali delle tariffe del diritto di escavazione stabilite dall' articolo 6 della legge regionale 21 aprile 2006, n. 14 (Legge finanziaria per l'anno 2006) una quota non inferiore al 40 per cento dei proventi derivanti dai canoni per l'uso delle acque pubbliche una quota dei proventi derivanti dai canoni di concessione delle acque minerali e di sorgente destinate all'imbottigliamento una quota di quanto accertato dalla Regione a titolo di addizionale sul consumo di gas metano nell'esercizio precedente.
Lo stanziamento annuo del Fondo non può essere inferiore a 20 milioni di euro.
Il Fondo è attribuito alle Unioni montane regolarmente costituite e che abbiano provveduto all'elezione dei relativi organi. Per l'anno 2014 una quota del Fondo è ripartita alle Comunità montane per la prosecuzione dello svolgimento delle funzioni loro attribuite, sino alla loro estinzione.
In caso di scioglimento o decadenza dei Consigli delle Comunità montane, la Regione nomina un commissario, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, scelto preferibilmente nella persona dell'ultimo presidente.
Le risorse costituenti il Fondo sono utilizzate nel modo seguente: una quota non inferiore all'85 per cento è ripartita tra le unioni montane: in proporzione alla popolazione residente per fasce altimetriche distinte in base alla zona, alpina o appenninica, di relativa appartenenza in proporzione alla superficie delle zone montane secondo criteri premiatiti la montanità dei singoli comuni in proporzione al personale già impiegato presso le Comunità montane dipendente dall'Unione montana una quota non superiore al 10 per cento è destinata ad azioni di iniziativa della Giunta regionale, anche a carattere straordinario, per finalità di promozione, tutela e sviluppo delle zone montane, mediante spese e contributi ad enti e privati una quota non superiore al 5 per cento è finalizzata al finanziamento e alla realizzazione di progetti strategici ad elevata valenza occupazionale per le zone montane.
La Giunta regionale stabilisce annualmente le modalità applicative delle disposizioni contenute nel comma 5, lettera a).
Il programma delle azioni di cui al comma 5, lettera b) è approvato dalla Giunta regionale sentita la Commissione consiliare competente.
Al finanziamento dei progetti previsti dal comma 5, lettera c) concorrono le risorse del Fondo nazionale per la montagna istituito dalla legge 31 gennaio 1994, n. 97 (Nuove disposizioni per le zone montane".
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

C'era un elemento di novità, che avevamo colto positivamente nell'iniziativa legislativa dell'Assessore Vignale e dell'Assessore Molinari nel disegno di legge sulla montagna, che si è fermato per le vicende a noi note.
C'erano due elementi che, all'interno di quel disegno di legge andavano a completare quelle che erano, non dico i problemi e le lacune, ma i problemi irrisolti della legge regionale sulle funzioni associate da parte dei Comuni.
Il primo riguarda il tema di come vengono definiti gli ambiti territoriali relativi alle politiche di sviluppo nelle zone di montagna che non sono da confondersi con gli ambiti territoriali per la gestione associata delle funzioni fondamentali; mentre il secondo è relativo al fatto che nella legge regionale sulla gestione delle funzioni associate dei Comuni era stato individuato il fondo per la montagna, ma non era stato n quantificata né definita la sua dotazione.
La mancanza di questi due elementi, soprattutto del primo, sta frenando il processo associativo all'interno della nostra regione, che soprattutto all'interno delle zone di montagna rischia di determinare una condizione di maggior polverizzazione rispetto alla situazione attuale.
C'è stata l'ulteriore proroga sul secondo step di gestione associata funzione fondamentale (mi sembra che la legge di stabilità lo abbia spostato a luglio di questo anno); quindi è evidente che la situazione che si sta determinando rischia di pregiudicare, nella riorganizzazione amministrativa della nostra Regione, quegli obiettivi che noi condividevamo e che erano contenuti all'interno del disegno di legge.
Ecco perché abbiamo presentato quest'emendamento, riconoscendo l'intelligenza di iniziativa legislativa portata avanti dagli Assessori Vignale e Molinari, per cercare di dotare uno strumento che consenta di avere questo riferimento per tutti quei Comuni in montagna che vivono ancora una situazione di indeterminatezza, rispetto alle scelte che devono andare compiere e, in secondo luogo, per definire la quantificazione del fondo sulla montagna al fine di dare il via ad una stagione di nuove politiche.
Concludo evidenziando anche un'altra ragione di urgenza. Nel documento strategico per l'utilizzo dei fondi strutturali europei del prossimo programma c'è un'area di intervento che riguarda la montagna. È una cosa importante e riconosco il fatto che sia una cosa importante, ma se non si prepara l'organizzazione amministrativa e le politiche di governance locale in funzione di questo obiettivo, quello strumento che entrerà nella programmazione strategica territoriale della nostra Regione rischia di vanificarsi, perché per potere creare quelle condizioni di intervento da parte dei fondi strutturali europei, occorre sostanzialmente avere grandi aree vaste su cui fare politiche di sviluppo e non microframmentazioni amministrative. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Solo per segnalare - me ne assumo la responsabilità e chiedo scusa anche al Presidente del Gruppo - che c'è stato un qui pro quo, perché in verità l'emendamento n. 6) è stato sostituito dall'emendamento n. 21), che tratta la stessa materia, ma per una ragione che ci è stata correttamente segnalata dagli Uffici, la discussione si intende sull'emendamento 21), che tratta esattamente l'argomento che ha sviluppato poco fa il Presidente del mio Gruppo.



PRESIDENTE

Quindi, sono entrambi ritirati.



RONZANI Wilmer

ritirato l'emendamento n. 6) e vivono gli emendamenti n. 21) e il n.
19).



PRESIDENTE

Mi riferivo agli emendamenti n. 6) e n. 8).



RONZANI Wilmer

Sì.



PRESIDENTE

D'accordo.
ARTICOLO 6 sexies Emendamento rubricato n. 11) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore dall'Assessore Sacchetto: "1. Le quote di cofinanziamento regionale trasferite o da trasferire all'Organismo pagatore regionale, istituito con la L.R. 21 giugno 2002 n.
16 e s.m.i. (Istituzione in Piemonte dell'organismo per le erogazioni in agricoltura di aiuti, contributi e premi comunitari) e non utilizzate possono essere destinate al cofinanziamento regionale per il periodo di programmazione 2014-2020 dello sviluppo rurale ai sensi del Regione (UE) n.
1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17/12/2013 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo Europeo Agricolo per lo sviluppo Rurale (FEASR).
2. La Giunta regionale è autorizzata a ridestinare a favore di misure della programmazione dello sviluppo rurale 2014-2020 altre economie di precedenti assegnazioni statali e comunitarie in materia di agricoltura, previa verifica della completa riscossione dei corrispondenti residui attivi".
La parola all'Assessore Sacchetto per l'illustrazione.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura e foreste

Se vuole, posso illustrare anche l'emendamento n. 12).



PRESIDENTE

No, perché è su altro articolo. Le chiederei di illustrarli separatamente, per favore.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura e foreste

Sia questo che l'emendamento successivo, che sarà su altro articolo riguarda la programmazione dei Fondi Europei (FEASR) 2014-2020. Come i colleghi sapranno, l'agricoltura ha avuto dei ritardi rispetto agli altri fondi e abbiamo concluso l'accordo sulla ripartizione fra le Regioni soltanto il 15 gennaio. Quest'ultimo è stato poi ratificato dalla Conferenza Stato-Regioni in data 16 gennaio, quindi siamo arrivati non in tempo per la trattazione all'interno della Commissione.
fondamentalmente un articolo tecnico che, di fatto, ci consente di iniziare ad applicare quella che sarà la tabella finanziaria, vale a dire un miliardo e 93 milioni circa per il prossimo periodo di programmazione suddivisi al 43,12% sul FEASR e la restante parte tra risorse nazionali (70%) e risorse regionali (30%).
Diciamo che questo emendamento e il successivo, che insisterà su un altro articolo della legge finanziaria, ci permettono di costruire la base normativa su cui attivare tutte le varie procedure di costruzione del programma stesso nei prossimi mesi.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, dichiaro chiuso il dibattito generale.
Il numero legale è 27.
Non essendovi dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11).
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso all'articolo.
ARTICOLO 6 septies Emendamento rubricato n. 11) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Sacchetto: "1. è adottato il piano finanziario indicativo del PSR 2014-2020 come da tabella allegato B. Per il cofinanziamento della quota regionale ai sensi del regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17/12/2013 è autorizzata, per il periodo di programmazione 2014-2020 la spesa di 27 milioni di euro per ciascun esercizio finanziario dal 2014 al 2020".
La parola all'Assessore Sacchetto per l'illustrazione.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura e foreste

Non ho molto da aggiungere rispetto al precedente, perché è semplicemente l'adozione del piano finanziario 2014-2020; in allegato c'è la tabella che ricordavo già prima. Vale a dire circa 470 milioni (Fondo FEASR, quindi fondi europei), 435 milioni circa di partecipazione statale perché l'accordo dei Presidenti delle Regioni con lo Stato è stato del 70 di Fondi statali e del 30% di fondi regionali, quindi circa 186 milioni di partecipazione regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, dichiaro chiuso il dibattito generale.
Il numero legale è 27.
Non essendovi dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12).
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso al nuovo articolo.
ARTICOLO 6 octies Emendamento rubricato n. 11) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Pichetto Fratin: "1. Alla Regione sono attribuite le funzioni e i compiti amministrativi, di cui all'articolo 2, commi 1 e 3 e all'articolo 3 della legge regionale 8 luglio 1999, n. 17 (Riordino delle funzioni amministrative nel campo dell'agricoltura, dello sviluppo rurale, della caccia e della pesca) 2. la data di decorrenza dell'attribuzione delle funzioni e dei compiti amministrativi, di cui al comma 1 è stabilita, entro trenta giorni, con provvedimento della Giunta regionale che, al fine di garantirne l'operatività e la continuità, definisce altresì le modalità dell'esercizio e le relative risorse umane, da individuarsi nel personale che svolge tali funzioni e compiti al momento dell'entrata in vigore della presente legge".
Ha chiesto la parola l'Assessore Pichetto Fratin per l'illustrazione ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Tale emendamento è ritirato.
Intervengo brevemente per motivare il ritiro dell'emendamento.
Il ritiro è dovuto al fatto che la questione che riguarda il personale delle Province, che si occupa di funzioni trasferite e delegate, a parere della Giunta va trattato complessivamente. Anzi, deve esserci un impegno e c'è un impegno da parte della Giunta.
Credo però che, al di là delle indifferibili urgenze, dobbiamo occuparci seriamente di tutta la questione, perché ne va della funzionalità del sistema delle funzioni trasferite e delegate, che riguarda l'agricoltura - che ha una valenza anche elevata come numero di personale in alcune Province - ma riguarda anche la formazione, l'ambiente, il lavoro. Cioè, riguarda tutta una serie di funzioni e, se permettete riguarda il fatto che a livello parlamentare c'è un disegno di legge di soppressione delle Province. Non so quale sia il termine più idoneo, ma è un disegno di legge che determinerà per forza un confronto che deve esserci tra Regione e Stato per capire chi si fa carico di tutta una serie di funzioni provinciali, anche di quelle di cui la Regione non pu assolutamente disinteressarsi.
C'è, infatti, tutta una serie di funzioni, che non sono di competenza regionale, quindi non delegate e non trasferite, ma di competenza provinciale, che, in base al disegno di legge nazionale, vanno a ricadere sui Comuni. Sapendo che ci troviamo in una Regione che ha 1.206 Comuni, di cui 650 piccolissimi, ci rendiamo tutti conto che sarà un carico di valutazione che deve svolgere la Regione e quest'Aula, proprio perché è di sintesi su tutto il sistema.
Questa è la motivazione del ritiro dell'emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Pichetto.
ARTICOLO 6 nonies Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Ronzani, Pentenero Manica: dopo l'articolo 6 octies del disegno di legge 380 è inserito il seguente: Articolo 6 nonies (Status dei volontari addetti agli interventi di gestione faunistica) "1. Il personale volontario che partecipa alle operazioni di gestione faunistica di cui alla legge regionale 8 luglio 1999, n. 17 (Riordino dell'esercizio delle funzioni amministrative in materia di agricoltura alimentazione, sviluppo rurale, caccia e pesca) e alla legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità), compreso quello messo a disposizione dagli Ambiti Territoriali di Caccia e dai Comprensori Alpini, nonché dalle Associazioni venatorie, è equiparato, per quanto attiene agli aspetti inerenti la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, ai volontari di cui all'articolo 3 comma 12 bis, del Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro).".
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero per l'illustrazione ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Chiedevo l'articolo semplicemente perché in procedura sono indicati gli emendamenti sui numeri degli articoli attualmente nomenclati, quindi si fa fatica.



PRESIDENTE

6 nonies.



PENTENERO Giovanna

Comunque, l'ho trovato.



PRESIDENTE

Non avevo dubbi.



(Commenti in aula)



PENTENERO Giovanna

Grazie. Sono contenta di aver trovato il consenso anche da parte di alcuni pezzi della maggioranza, autorevoli pezzi della maggioranza.
L'emendamento vuole risolvere una questione che è stata affrontata in seno ad alcune ATC del nostro territorio rispetto alla possibilità di permettere al personale volontario, che partecipa all'operazione di gestione faunistica, anche facendo riferimento al testo regionale, di equiparare per quanto attiene gli aspetti inerenti alla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, ai volontari dell'articolo 3, comma 12 bis del decreto legislativo del 9 aprile 2008, cioè il numero 81.
In tal modo si può aggiungere una forza ulteriore per quelle che sono le squadre che operano sulla selezione in merito al tema dei cinghiali.
Questo è un tema è stato posto da più ATC della Provincia di Torino e che potrebbe trovare soluzione attraverso questo emendamento.



PRESIDENTE

Non ci sono richieste di intervento né da parte dei cofirmatari né per la discussione generale sull'emendamento La parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Il parere della Giunta regionale è contrario, non per un valutazione di merito specifica, perché ritengo che la valutazione di merito specifica debba essere fatta in una norma che si occupa del sistema delle salvaguardie e non con un'operazione di emendamento sulla legge finanziaria regionale.
Quindi, il motivo è che vi è la necessità di un approfondimento di tema nella Commissione di merito e non con un emendamento d'Aula in questo momento. Ecco perché esprimo un parere contrario. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Pichetto.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15).
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 6 decies Emendamento rubricato n. 24) presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani Muliere, Rostagno, Laus, Manica, Artesio, Cerutti: Dopo l'articolo 6 del disegno di legge n. 381 è inserito il seguente: Art 6 decies (Individuazione delle risorse finalizzate ali 'erogazione di livelli di assistenza sanitaria superiori a quelli uniformi di cui all'articolo 1 del Decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502) 1) L'erogazione di livelli di assistenza sanitaria superiori a quelli uniformi di cui all'articolo 1 del Decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.
502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421), la cui ricognizione è stata da ultimo effettuata con la Determinazione n, 933 del 19 novembre 2013 che ne ha quantificato l'ammontare in 107.795.000,00 euro, è garantita tramite l'individuazione di risorse pari a 41.000.000,00 euro nell'ambito della UPB DB 20151 e, per quanto riguarda le restanti risorse, a carico della UPB DB 19021.
2) La ripartizione tra le diverse UPB delle risorse necessarie a garantire l'erogazione dei livelli di assistenza di cui al comma 1 non determina diminuzione delle prestazioni erogate né modifica delle modalità di gestione e utilizzo delle risorse stesse.".
La parola al Consigliere Reschigna, per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Su questo emendamento chiedo un po' di attenzione da parte dell'Assessore Pichetto.
Questo emendamento è essenziale al fine della discussione delle modalità con le quali affronteremo la discussione successivamente sulla legge di bilancio.
Qual è il punto? L'anno scorso c'erano gli extra LEA, che erano interventi socio-sanitari a carico totale della spesa sanitaria. Nei programmi operativi, che avete sottoscritto, è stato detto che in Piemonte deve finire l'esperienza (sintetizzo molto il tema su questo piano).
Avete fatto una deliberazione con la quale avete fatto la ricognizione e nel 2013 avete stabilito che li extra LEA valevano in Piemonte oltre 107 milioni. Okay? Inoltre, avete detto che la Regione Piemonte e la Giunta regionale intende proseguire in questo tipo di attività; non lo potrà fare sulla spesa sanitaria, ma lo fa sulla spesa sociale. C'è una deliberazione che prevede questo tipo di impegno.
Dopodiché, quando abbiamo cominciato a discutere in sede di Commissione la legge di bilancio è venuto fuori che non c'è un trasferimento di 107 milioni di euro sulle politiche sociali rispetto agli stanziamenti del 2013.
Lo stanziamento è molto inferiore. Abbiamo chiesto chiarimenti e l'Assessore Cavallera una sera in I Commissione ha approfondito questi temi. L'Assessore Cavallera ci ha detto che, per comodità, nel corso degli anni precedenti, era stato definito extra LEA ciò che in effetti, dovendo fare questo tipo di operazione, noi consideriamo LEA. Quindi, consideriamo ancora parte dell'intervento da collocarsi sulla spesa sanitaria.
L'Assessore Cavallera ci ha detto, in prima battuta, che questo pu riguardare 20-21 milioni di euro rispetto ai 107 milioni di euro.
Successivamente, ha detto che ulteriori approfondimenti riguardano 41 milioni di euro rispetto ai 107 milioni di euro.
Questo è il punto: anche facendo la differenza tra 107 e 41, noi negli stanziamenti sulle politiche sociali non ci ritroveremo i 66 milioni di euro. Ne troviamo molto meno.
Però, un conto è dover affrontare la discussione sulla legge di bilancio su 66 milioni di euro, un conto è doverla affrontare su 86 milioni di euro.
Che cosa dice questo articolo aggiuntivo? Dice una cosa che avete scritto nella deliberazione della Giunta regionale: che la Regione Piemonte intende comunque proseguire nell'attività finora erogata (assegni di cura ausili e molte altre questioni), lo fa in parte dovendo uscire dagli extra LEA, spostando le risorse collocando gli interventi nell'ambito delle politiche sociali. Poi, avete anche aggiunto in quella deliberazione...
Auspichiamo che i Comuni conferiscano le deleghe alle ASL in modo tale che ci sia soluzione di continuità nell'erogazione dei servizi.
In parte lo fa continuando con la spesa sanitaria per 41 milioni e per la differenza sulle UPB della Direzione 19.
Noi vogliamo questa norma nella legge finanziaria, anzitutto perch almeno partiamo, quando si discuteva la legge di bilancio, da un dato certo: 41 milioni degli extra LEA sono ancora spesa sanitaria e poi discuteremo del resto.
Secondo, perché questa operazione non può essere un'operazione di natura amministrativa: è un'operazione che incide profondamente su un pezzo...



PRESIDENTE

Concluda.



RESCHIGNA Aldo

Mi lasci finire, non intervengo in discussione sull'emendamento. Almeno finisco il concetto.
Questo tema incide profondamente rispetto all'organizzazione dell'integrazione socio-sanitaria della nostra Regione. Noi non possiamo e voi non potete creare un'area di incertezza e di insicurezza su questo tema.
L'emendamento dice questo: si vuole andare avanti con quelle attività con quei meccanismi. 41 milioni di euro di quei 107 milioni continueranno ad essere parte della spesa sanitaria, la differenza entra a far parte della spesa sociale.
Rispetto a un emendamento del genere, chiedo alla Giunta regionale di valutarlo, altrimenti è evidente che la nostra discussione sulla legge di bilancio non è quello di andare a recuperare i 13/14 milioni di euro che secondo i nostri conti, mancano ancora. A quel punto non ci fidiamo. Il nostro atteggiamento sulla legge di bilancio è quello di dover andare a recuperare 33-34 milioni di euro. A quel punto lì noi non ci fidiamo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
L'emendamento che proponiamo dovrebbe essere preso in considerazione.
Il dibattito che si è tenuto in Commissione ha messo in evidenza una situazione di assoluta confusione. In questo modo, noi poniamo elementi di certezze e a facciamo chiarezza.
Voi sapete bene quale tipo di atteggiamento ha scatenato la delibera approvata a fine dicembre 2013, quindi oggi è necessario porre dei paletti.
I numeri dati in questo periodo di tempo non rassicurano il sistema, anzi soprattutto per quello che riguarda gli enti gestori delle funzioni socio assistenziali, si chiedono garanzie.
Non è l'unico emendamento sul quale noi ragioneremo. Ovviamente i numeri devono trovare risposta all'interno delle tabelle di bilancio e all'interno della legge di bilancio. È necessario, all'interno della norma finanziaria, porre alcuni elementi di certezza. Quelle che sono le attività, sulle quale noi continuiamo a pensarla in modo diverso, per effetto del Tavolo Massicci, devono stare fuori rispetto all'UPB della sanità, ma devono essere allocate su altre UPB. Devono trovare un riferimento di legge chiaro all'interno delle norme che quest'Aula sta varando, quindi porre attenzione. Riflettere su quest'emendamento credo sia un'operazione di chiarezza, di puntualizzazione e di maggiori rassicurazioni che noi dobbiamo dare al sistema.
In particolare, mi riferisco ai consorzi socio-assistenziali o agli enti gestori - a seconda di quale parte del nostro territorio parliamo perché questo ci stanno chiedendo. Credo sia nell'interesse collettivo porre attenzione e quindi arrivare ad un'approvazione dell'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Questo emendamento, come diceva il Consigliere Reschigna, deve essere tassativamente accettato, perché è il presupposto di base per fare un ragionamento sereno per la legge di bilancio. Qui gli elementi sono due.
C'è una discussione sulle risorse e voi avete generato un altro problema c'è un elemento in più. Ci vogliono i cani da caccia per capire la tracciabilità delle risorse che attengono all'assistenza e la tracciabilità delle risorse che attengono alla sanità! Questo è uno degli elementi più seri che in questa legislatura abbiamo cercato e stiamo tentando di affrontare.
Ripeto il concetto che ho spiegato prima. Ci sono spese che attengono alla sanità - ce lo dice la legge - e si chiamano Livelli Essenziali di Assistenza. Ci sono poi altre spese discrezionali che attengono al sociale.
Non possiamo fare ogni volta i giochi delle tre carte.
Con questo emendamento si mettono dei paletti. Si parte, come si diceva, da 107 milioni degli extra LEA, ma poi l'Assessore ci dice che 41 milioni sono dei LEA. Per avere delle certezze, per favorire una buona e serena discussione su dati certi e cifre certe sulla legge di bilancio abbiamo la necessità che quest'emendamento venga accolto.
Assessore, questo è uno spazio dove voi andate ad attingere delle energie, delle risorse per destinarle ad altri capitoli. Noi stiamo facendo solo ed esclusivamente un'attività di vigilanza a far sì che almeno le risorse del 2013 possano essere ripristinate per il 2014. Stiamo chiedendo come sempre, il minimo sindacale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elio

Mi unisco agli interventi dei colleghi per dire che questo emendamento è fondamentale, sicuramente per la valutazione di tutta la discussione, ma è fondamentale anche per ristabilire una certa serenità presso i consorzi e gli operatori dei territori, anche fuori Torino e prima cintura.
L'applicazione dei provvedimenti di fine dicembre ha evidenziato una disparità nella distribuzione delle risorse risultata incredibile.
Nelle precedenti occasioni di suddivisione delle risorse, non essendo stato in passato trasferito su un titolo specifico della sanità il capitolo di circa 30 milioni di euro dove la quasi totalità era assorbita da prestazioni erogate sull'area torinese, i consorzi degli altri territori non avevano accolto appieno la disparità di trattamento e la difficoltà di gestione che si configurava per tutti quanti.
Di questi fondi ricevevano solo le briciole.
Una certezza nell'assegnazione dei fondi, oltre che una verifica nella distribuzione degli stessi, può alleggerire il peso che i Comuni si accollano per erogare dei servizi essenziali per i nostri cittadini specialmente anziani, e riequilibrare una situazione che è risultata pesante e che ha creato serie polemiche, discussioni e incomprensioni.
Mi auguro, quindi, che l'emendamento venga accolto favorevolmente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
I termini della questione mi sembrano molto chiari.
L'Assessore Cavallera, in Commissione, invitato a chiarire il quadro delle risorse che, a vario titolo, trasferiamo a sostegno di una serie di interventi che noi riteniamo essere essenziali a tutti gli effetti, ha confermato che una parte di questi interventi continueranno ad essere finanziati con le risorse destinate ai capitoli della sanità.
Discuteremo in sede di bilancio sulle risorse che mancano perché, come hanno ricordato i Consiglieri Laus, Reschigna e Rostagno, discutiamo di emergenze sociali, cioè di interventi che hanno una portata straordinaria da cui dipende la possibilità di alleviare il disagio e la disperazione delle famiglie. Di questo parleremo oggi pomeriggio sul bilancio.
L'Assessore Cavallera sostiene che 41 milioni saranno a carico della spesa sanitaria. No ho motivo di pensare che l'Assessore non dica una cosa che ha interesse a fare, anzi, sono convinto che questo impegno lo onorerà.
Però noi abbiamo un'esigenza. La questione, come ci ha ricordato più volte la Consigliera Artesio in Commissione, evoca e pone problemi delicati anche di principio, cos'è extra LEA e cosa non è. Non apro qui una discussione che ho imparato assistendo a questo dibattito che si è svolto in Commissione, noi vogliamo che questa norma dica una parola definitiva e chiara circa l'uso di questi 41 milioni.
Direte: è un emendamento pleonastico. Non penso che lo sia, anzi tutt'altro, ma siccome abbiamo convenuto sull'esigenza che 41 milioni li prendiamo da lì - perché noi finanzieremo quegli interventi attraverso le risorse che provengono dai capitoli della sanità - la richiesta che faccio allora a maggior ragione, è: stabiliamolo! Stabiliamo nella finanziaria una norma che chiarisca ogni interpretazione e ogni dubbio e renda vincolante l'utilizzo di quelle risorse. Gli Assessori cambiano, ma i problemi delle persone si aggravano.
Allora è bene che noi, dovendo legiferare e decidere come affrontare questa questione molto delicata, ci garantiamo introducendo una norma di legge che sia vincolante per tutti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Questo è uno di quegli argomenti che giudichiamo non solo importantissimi per la discussione sulla legge finanziaria, ma anche pregiudiziali rispetto alla discussione sulla legge di bilancio che seguirà il dibattito che stiamo svolgendo in queste ore sul primo testo.
Sappiamo bene - nella discussione con l'Assessore Cavallera, in Commissione, lo abbiamo richiesto durante la discussione sui documenti finanziari relativi alla legge finanziaria e alla legge di bilancio - che sulla vicenda degli extra LEA, che sono sempre stati considerati una "spesa sanitaria" all'interno della Regione, si sia deciso, appunto, con i nuovi piani operativi, di soprassedere (riguardava una cifra piuttosto consistente, che era di 107 milioni sul 2013).
Siccome è stato detto che si vuole proseguire questa esperienza ma sulla spesa sociale, rispetto a questa intenzione non abbiamo visto all'interno della partita di bilancio, il trasferimento conseguente in questa direzione. L'Assessore Cavallera, in Commissione, aveva ribadito che non erano considerati extra LEA, ma consideravamo 41 milioni (sui 107) di LEA all'interno della spesa socio-assistenziale.
del tutto evidente che anche così ne mancano parecchi di fondi all'interno della spesa socio-assistenziale per coprire l'originaria cifra degli extra LEA, con un intervento di grande importanza.
Noi vogliamo chiarire con certezza in legge finanziaria che quei 41 milioni devono essere riconosciuti nella spesa sanitaria e poi verificare la differenza sulla spesa sociale.
Se c'è chiarezza sul fatto di voler proseguire con l'attività fino a questo momento erogata, è chiaro che vi sarà un certo tipo di discussione per quanto riguarda il bilancio. Se questa certezza, già dalla legge finanziaria, non è garantita, ovviamente cambierà non solo la discussione sulla legge finanziaria, ma anche quella sul testo di bilancio.
Pertanto, attendiamo con grande attenzione la risposta che l'Assessore competente vorrà dare in ordine a questo emendamento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Non aggiungerei molto a quanto hanno già anticipato i colleghi, ma essendo importante questo argomento, credo che sia corretto che tutti i Gruppi dell'opposizione facciano presente che questa è una delle nostre priorità.
Com'è stato ribadito non solo in questi ultimi mesi, ma anche precedentemente, l'impostazione che la Giunta tende a dare al tema, ancora con l'ultima delibera - la n. 5 del 2014 - non è da noi condivisa.
Tuttavia, a questo punto, pur rilevando delle differenze sostanziali chiediamo, vista la presenza dell'Assessore Cavallera, chiarezza sulle cifre.
Non sto a ripetere ciò che è già stato detto. Abbiamo ascoltato l'Assessore Cavallera in Giunta, però, francamente, non comprendiamo comunque la destinazione di questi 41 milioni e quindi non capiamo come si possa effettivamente procedere nella discussione del bilancio che seguirà questo atto.
Da questo punto di vista, ci uniamo ai colleghi nel chiedere dei chiarimenti, oltre che l'approvazione di questo emendamento.



PRESIDENTE

Abbiamo terminato l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 24) per cui possiamo procedere con la discussione generale.
Ha chiesto la parola l'Assessore Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Ovviamente, in questa sede non posso fare altro che ripercorrere quanto abbiamo già approfondito in Commissione. Diciamo che l'aggiunta di risorse ringrazio l'Assessore Pichetto - che è stata iniettata sulla Direzione 19 è di 80 milioni.
Da una prima verifica fatta in sede di predisposizione del bilancio di previsione, una ventina di milioni di queste prestazioni erano assolutamente riclassificabili come LEA e, quindi, chiaramente inseribili nella spesa generale del fondo sanitario suddiviso fra le varie Aziende Sanitarie Regionali.
Poi, scendendo nel dettaglio, ho precisato ancora che altri 20 milioni che dovevano essere fronteggiati da questi 80 messi a disposizione dalla Direzione Sanità, rientrando nella cosiddetta "continuità assistenziale" ai sensi dei programmi operativi, sono stati anch'essi riclassificati come "sanitari", e quindi entrano nella spesa sanitaria.
Pertanto, abbiamo 80 milioni totalmente disponibili per le prestazioni socio-assistenziali di competenza della Direzione 19.
Prendendo il capitolo più spinoso, che era quello dei cosiddetti "assegni di cura" che venivano erogati dalle Aziende Sanitarie, nell'intesa con i soggetti titolari anche delle competenze socio-assistenziali abbiamo adottato la delibera n. 5, che, di quei presunti 40 milioni, ne impegna subito 35, di cui 29 a proroga, assumendo come criterio il fatto che chi ha avuto l'assegnazione non viene messo in discussione fintanto che ovviamente ci sono i presupposti di questa forma di assistenza domiciliare cosiddetta in lungo assistenza, e cinque milioni circa (da 29 quasi sei) sono disponibili e verranno suddivisi con dei criteri che saranno concordati secondo le regole del confronto con l'area della socio-assistenza sanitaria.
Ieri, per esempio, abbiamo avuto una riunione con CGIL, CISL e UIL, che avevano richiesto un incontro straordinario proprio per verificare questi aspetti, e abbiamo ribadito loro che le risorse disponibili, per quanto riguarda questo tipo di prestazioni, non verranno prese dal fondo della non autosufficienza, che arriva dal livello nazionale, e nemmeno dal fondo delle politiche sociali (questi erano i timori).
Nonostante questo impegno di spesa - è pronta anche la determina che ripartisce sul territorio e dà le risultanze di cui diceva il Consigliere Rostagno.
Qui, ovviamente, invito a osservare complessivamente la questione delle contribuzioni, rivolgendo l'attenzione anche agli altri fondi della non autosufficienza, che, ovviamente, sono suddivisi in modo più articolato sul territorio.
Indubbiamente, nella Città di Torino, dal punto di vista dei bisogni sociali, vi è anche una concentrazione facilmente intuibile. Però, diciamo chiaramente che tutti questi approfondimenti, questi monitoraggi e queste discussioni svolti in questi mesi possono rivelarsi utili in prospettiva per addivenire ad una suddivisione, magari ad una revisione dei criteri di priorità, non tanto proposta da noi, perché noi ci siamo messi nella condizione di non modificare le situazioni in essere. Semmai, il problema si potrà porre; ovviamente, il discorso legato agli interventi di welfare complessivi della nostra regione riguarderà anche gli sviluppi futuri della compagine amministrativa regionale.
Comunque, assicuro, come ho ribadito in Commissione, che l'UPB 19021 è stata incrementata rispetto alla stesura iniziale del bilancio, nel rapporto tra l'Assessorato e l'Assessorato al bilancio (più 80 milioni), e che un'ultima revisione di quanto è imputabile alla sanità ha liberato altri 20 milioni (21 e rotti, quello che ho detto in Commissione). Ci aveva determinato relativamente al fondo indistinto - su cui non grava null'altro se non la discrezionalità in capo ai consorzi di utilizzarli come hanno sempre ritenuto nell'ambito del dibattito dei Consigli d'Amministrazione e delle Assemblee dei Sindaci - con l'incremento di cinque milioni che l'Assessore Pichetto ha annunciato in Commissione l'assenza solamente di un milione e rotti rispetto al livello di spesa dello scorso anno.
Quindi, ribadisco che siamo in grado di mantenere, come spesa sociale tutti gli interventi cosiddetti extra LEA che non rientrano nella spesa sanitaria.
Siamo in grado di proporre un livello, anche del fondo indistinto, che è un po' la cartina al tornasole, perché gli altri fondi sono a destinazione vincolata (quelli della non autosufficienza, quelli delle politiche sociali), pressoché equivalente a quello del 2013.
Collega Laus, cogliendo anche il significato complessivo degli interventi svolti, posso dire di condividere anch'io la discussione a livello nazionale sulla revisione migliorativa del DPCM del 2001. È datato l'epidemiologia è cambiata, dilagano, ovviamente, altri tipi di disabilità e di non autosufficienza, tant'è che noi ci siamo fatti portatori nella Conferenza delle Regioni degli Assessori alla sanità di questa problematica e di una migliore integrazione socio-sanitaria. Ci hanno affibbiato il coordinamento del gruppo di lavoro e il 25 febbraio, nell'ambito della definizione del nuovo patto della salute, sotto questo profilo, ci sarà il confronto finale con il Governo.
Chiaramente, la soluzione migliore è definire insieme i LEA - che chiediamo siano più flessibili per quanto riguarda la sede locale, in modo tale da poterli adeguare all'epidemiologia locale e alla stratificazione sociale di ogni regione - e anche i LIVEAS, o obiettivi di servizio, come li chiama qualcuno, per quanto riguarda il socio-assistenziale, che devono essere garantiti da una stabilizzazione nel tempo. I fondi assistenziali adesso ammontano, relativamente alla parte governativa, a circa 750-800 milioni.
Se si riuscisse ad arrivare ad un miliardo, non sarebbe male, perch avremmo risolto il mantenimento di una situazione in atto; quando sarà stabilizzata, si potrà anche eventualmente riflettere, ma con gli interlocutori sociali, con l'esperienza dei consorzi socio-assistenziali con gli operatori che conoscono meglio di noi tutte le problematiche.
Termino dando un'assicurazione. Ieri l'ho ripercorso anche con i vari interlocutori sociali che ho incontrato e il Comune di Torino, addirittura entro oggi, dovrebbe procedere con la determina di liquidazione di un dodicesimo. Se approviamo il bilancio, potranno anche liquidare un acconto maggiore senza avere la tagliola dei dodicesimi, ma i livelli di spesa dello scorso anno, al di là del capitolo e della classificazione, sono comunque assicurati.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale. Hanno chiesto di intervenire il Consigliere Boeti e, a seguire, il Consigliere Reschigna.
La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Seguiamo con attenzione le riflessioni dell'Assessore Cavallera a proposito di questi argomenti e sono contento che l'Assessore abbia chiesto di intervenire prima dello svolgimento della discussione generale.
Ho pensato che, evidentemente, condividesse lo spirito con il quale abbiamo presentato questo emendamento, quindi che avrebbe espresso un parere favorevole all'approvazione dello stesso.
L'Assessore sa che c'è poca fiducia un po' nei suoi confronti e un po' nei confronti dei dirigenti che si occupano in Assessorato delle questioni sociali. Il tentativo, qualche volta larvato e qualche volta reale, di rimuovere quelle che ritenevamo, all'interno della non autosufficienza questioni sanitarie e attribuirle interamente alle questioni sociali è l'elemento che ha caratterizzato la discussione sui servizi sociali in questi quattro anni.
Rispetto a questo è sintomatica la discussione che svolgevamo ieri in I Commissione: la Regione ha attribuito - giustamente e correttamente cinque milioni di euro per l'assistenza domiciliare dei pazienti ammalati di SLA; invece, l'Alzheimer non viene considerata una malattia, pur essendo entrambe due malattie degenerative, anche se con caratteristiche diverse con eziopatogenesi diversa, del sistema nervoso centrale.
Allora, non c'è sicurezza e c'è un po' di diffidenza rispetto alle considerazioni svolte in questi quattro anni.
Peraltro, Assessore Cavallera, l'altro giorno è stata approvata - lo domando al Presidente del Consiglio - una delibera che attribuisce 29 milioni di euro all'assistenza domiciliare - quella lì - e c'è il cattivo pensiero che questi soldi siano stati interamente sottratti dal fondo indistinto. Assessore Cavallera, se c'è il cattivo pensiero qualche ragione c'è - quindi che questi 30 milioni di euro siano stati sottratti interamente dai servizi sociali senza prevedere un intervento del sistema sanitario.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



BOETI Antonino

Termino, Presidente.
Credo che l'Assessore riprenderà la parola alla fine del dibattito...



PRESIDENTE

Concluda, per favore.



BOETI Antonino

Immagino che il mio Capogruppo farà la stessa domanda. Se siamo d'accordo su questi principi, allora esprimete un voto favorevole rispetto all'emendamento che abbiamo presentato, così è più semplice, così è più certo e così si smette anche un po' di diffidenza nei suoi confronti su queste questioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Chiedo l'attenzione della Giunta, perché l'emendamento è ancora più importante dopo che abbiamo ascoltato l'Assessore Cavallera.
La matematica non è un'opinione. Okay, Assessore Cavallera? La Direzione 19 aveva stanziamenti finali, esercizio 2013, per 156.899.000 euro. Arrotondo: aveva 166 milioni di euro. Questi sono gli stanziamenti finali della Direzione 19 dell'anno 2013. La legge di bilancio che stiamo discutendo, anche mettendoci i cinque milioni che ieri ha aggiungo il Vicepresidente Pichetto in I Commissione, fa 214 milioni di euro.
Allora, 214 milioni di euro meno 166 milioni di euro non fa 80 milioni! Assessore Cavallera, non fa 80 milioni! Okay? Come fa a dire che ha spostato 80 milioni in più sulle politiche sociali rispetto al 2013? Non fa 80 milioni, ne fa molto meno! Okay? E allora non può tutte le volte pensare che, parlando di tutto e non entrando nel merito delle questioni che poniamo, noi ci sentiamo rassicurati.
Non fa 80 milioni. Considerando di caricare sulla spesa sanitaria 41 milioni degli extra LEA, mancano all'appello - non rispetto agli 80 milioni, ma spostandone 66 sulle politiche sociali, caricandone 66 sulle politiche sociali in più rispetto al 2013 - 14 milioni di euro, e non un milione di euro. E come fa a dire al Consiglio regionale e al Piemonte che lei, con 14 milioni di euro in meno, è nelle condizioni di garantire le stesse prestazioni dell'anno scorso? Allora, Assessore Cavallera, siccome ho le cifre e le ha anche lei, le tiriamo fuori tutti. Però le tiriamo fuori tutte le cifre, non quelle che fanno comodo a lei. E se ho torto io, Assessore Cavallera, vengo qua e chiedo scusa. Ma se ha torto lei, si deve adoperare per recuperare i 13 milioni che mancano sulle politiche sociali. Questo è il problema.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Allora, se sono 13 il discorso è già diverso...



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Sta ingannando l'Aula!



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Io non ho mai ingannato nessuno. Posso essermi sbagliato, nessuno è infallibile e non appartengo alla categoria degli infallibili, ma a scuola la matematica era una delle materie in cui riuscivo abbastanza.
Allora, in Commissione ho precisato che gli ex extra LEA da coprire in realtà non sono 80, ma sono 58.500. Siamo d'accordo? Quindi la differenza se fosse solo questo, sarebbe solo 60, non 80. Dico bene? Detto questo, i 60 in più ci sono perché, dalle differenze che lei aveva fatto, non sono più di 80, e su questo ci sarebbe veramente da arrabbiarsi. Infatti, ho precisato che per 16,7 milioni rientriamo nella continuità assistenziale a valenza sanitaria e per 4,800 milioni i nostri verificatori hanno riscontrato che erano attribuzioni non corrette di codici di spesa, e quindi possiamo scendere a 58.500.
Posto che servivano 58.500, abbiamo rifatto l'elenco dei capitoli che abbiamo fornito alla Commissione e, nell'ambito della UPB 19021, abbiamo 40 milioni al capitolo 152840. Proprio per evitare equivoci, abbiamo corso per fare la delibera nella scorsa Giunta e qui abbiamo già la delibera, impegno al capitolo 152840. Di questo capitolo, 35 milioni sono già stati impegnati, quindi non potranno più essere impegnati sul famoso capitolo di cui c'era il timore che venisse utilizzato, vale a dire il capitolo 153157 "Fondo regionale per la gestione del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali" (il famoso fondo indistinto) che, stando ai fogli mandati in Commissione, era fermo a 39,309 milioni. Il collega Pichetto ha aggiunto cinque milioni che, se siamo tutti d'accordo, dovranno essere incrementati su questo capitolo.
Allora, visto che noi avevamo bisogno di un più 80, ma in realtà abbiamo bisogno solo di un più 58, mentre il collega aveva rilevato una differenza di circa 30-35 (adesso non ho i dati aritmetici a cui faceva riferimento), per correttezza - e avrei piacere che me ne venisse dato atto io stesso, per quanto riguarda il fondo indistinto, avevo ammesso che c'era una differenza di 6.389.128 (tutti fondi freschi, tutti fondi utilizzabili e impegnabili nell'anno 2014).
Poi c'era il discorso che sembrava maggiore la differenza, perch l'anno scorso si era fatto un finanziamento straordinario per chiudere le partite pregresse del famoso articolo 26 della legge 833 (il cosiddetto ex OPP, cioè il discorso della psichiatria tramite le Province). A me risultavano 11.300.000, ma adesso non stiamo lì a chiosare, perché poi c'è qualche capitolo della spesa sociale che è stato rivisto e ritoccato per fare il complemento a 100. Di questa differenza di 11,5 o 13 (a seconda dei casi): cinque li ha ripristinati il collega Pichetto, altri cinque a mio avviso non sono da considerare perché era un'integrazione che l'anno scorso era andata su per un'erogazione straordinaria. Quindi siamo in una convergenza assoluta sui numeri, non vedo queste differenze, le ho già spiegate in Commissione e ribadisco: la spesa ex extra LEA da coprire in sede sociale è 58.500.000.
All'inizio, in sede di bilancio (mese di dicembre), avevamo fatto una prima ricognizione ed era pari a 80; hanno continuato a fare ricognizioni anche collegate alle chiusure di fine anno e oggi possiamo dire che è 58.500.000. Questi 58.500.000, con i cinque milioni in più che ha messo a disposizione l'Assessore Pichetto, a mio avviso (e qui ci sono i capitoli che lo dimostrano), sono coperti e possiamo stare tranquilli.
Non siamo al 100%. Naturalmente c'è ancora una differenza: se era sei e mezzo, e qui ce ne sono cinque, ne manca ancora uno e mezzo. Però abbiamo poi l'assestamento di bilancio, abbiamo la gestione di bilancio nel corso dell'anno che può ancora dare delle ulteriori risorse.
I capitoli sono stati esposti nel dettaglio e quindi posso assicurare che, non tanto la parte Direzione 19, ma la verifica che ha fatto la Direzione Sanità, coincide con la disponibilità di questi capitoli.
Ritengo che possiamo andare a fare le verifiche minuziose ed un monitoraggio capitolo per capitolo. Potrei venire tutti i mesi ad ogni Commissione e farvi l'avanzamento della spesa, ma sul capitolo più dolente che era quello degli assegni di cura, di cui il Comune di Torino e l'ANCI come capofila, ci avevano chiesto di non interrompere il flusso, abbiamo addirittura prodotto la delibera, la determina e siamo in grado di erogare i dodicesimi, a decorrere dal mese di gennaio. Se, poi, c'è il bilancio concorderemo delle modalità di acconto più consistenti, in modo da non far mancare le risorse nel corso dell'anno.
Ritengo che tutto sia predisposto per garantire quei 58 e 500 che sono la spesa extra LEA da coprire in sede Direzione 19.
Il resto fa carico al Fondo sanitario regionale, perché sono erogazioni riconducibili ai LEA.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Assessore, non ci intendiamo e questa discussione avrà, naturalmente una coda nella discussone sul bilancio, perché i numeri sono numeri e quindi uno dei due ha torto! Noi pensiamo che abbia torto lei.



CAVALLERA UGO, Assessore alla tutela della salute e sanità (fuori microfono)

Diciamo la stessa cosa.



RONZANI Wilmer

Non credo che diciamo la stessa cosa, perché dai conti che abbiamo fatto noi, in verità, all'appello mancano i 13 milioni di euro cui faceva riferimento il collega Reschigna! Se ci dimostrate che non è così, facciamo il mea culpa, ma noi, invece dimostriamo esattamente che mancano questi soldi! E, per cortesia, abbiate la sensibilità di non toccare il tasto dell'assestamento. Evitiamo di dire delle stupidaggini (tutte le volte che c'è un problema parlate di assestamento!), non solo perché l'assestamento che faremo sarà un assestamento che non raccomando a nessuno, non solo per questo! Con questo bilancio, altro che assestamento, perché parliamo di una questione che riguarda le persone che stanno peggio in questa regione quindi non c'è assestamento possibile per noi, lo ha capito questo? chiaro il ragionamento? Non c'è assestamento possibile, perché o noi abbiamo la certezza - e noi non abbiamo la certezza, abbiamo il contrario della certezza - che voi mettete tutti i soldi del 2013 sul 2014, oppure il bilancio non lo fate.
chiaro questo? Vorrei che fosse chiaro, perché da qui a stasera è bene che prendiate delle contromisure. Noi siamo convinti che manchino 13 milioni e mezzo e poiché la questione delle politiche sociali è l'unica che poniamo in maniera pregiudiziale, se lei vuole approvare il bilancio, se l'Assessore Pichetto vuole approvare il bilancio, trovate il modo per dare una risposta a tale questione.
Risposta che, come sempre, non ha dato riguardo all'altra questione perché lei ha una capacità straordinaria: parlare per un quarto d'ora senza rispondere alle questioni che le pongono. È bravissimo, merita un diploma per questo! Gli parli, lui ti risponde e ti parla d'altro! Capisci? Tu parli d'altro! Riguardo all'emendamento che abbiamo presentato, può dire: "Non lo voglio, lo respingo", ma deve dirlo! E invece parla d'altro! L'emendamento dice che 41 milioni dei capitoli della sanità devono essere necessariamente destinati agli extra LEA. Poiché siamo d'accordo su questo, a parole, e cioè che vengono impiegati per finanziare interventi che vanno sotto la voce extra LEA, non capisco per quale motivo ci ostiniamo - perché io traggo questa conclusione dal suo ragionamento - a non accogliere un emendamento che lo stabilisce come norma di legge.
Se siamo d'accordo - Assessore Cavallera - cosa vi costa stabilirlo con la norma? Perché se non è così, sa qual è il sospetto che ho io? Che in verità voi non siate d'accordo! In ogni caso, noi non abbiamo nessuna garanzia che quei 41 milioni siano impegnati per finanziare extra LEA.



PRESIDENTE

Chiudo la discussione generale.
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

A seguito di quella che è stata la posizione della Giunta regionale espressa dall'Assessore Cavalla, il parere è contrario.



PRESIDENTE

Ci sono interventi in dichiarazione di voto? La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Avremo una lunga notte per parlare di cifre sulla legge di bilancio! Non sto scherzando quando parlo di persone che vivono in una condizione più problematica della nostra. Non mi piace scherzare! E poiché il voto contrario su quest'emendamento non ci rassicura rispetto al fatto che la sanità si prenda a carico 41 o 47 milioni degli extra LEA, vuol dire che il nostro obiettivo sulle politiche sociali si alza! Glielo dimostrerò oggi pomeriggio: la invito ad esserci e poi a vedere chi sta barando sulle cifre! Cari miei, è mai possibile che sul tema della quota sanitaria sugli extra LEA la settimana scorsa eravamo a 20 milioni a carico della sanità, dopo quattro giorni eravamo a 41 milioni a carico della sanità e oggi l'Assessore Cavallera ci dice che sono 58 milioni a carico della sanità? Ma da dove viene fuori ogni giorno il balletto delle cifre? È questo che non ci rassicura!



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità (fuori microfono)

Ho detto il contrario: ho detto 41.



RESCHIGNA Aldo

E, allora, 41 è esattamente l'emendamento che volete bocciare. Ci spiegate perché bocciate un emendamento che dice esattamente le cose che ha detto lei? Ce lo spiegate perché ce lo bocciate? Perché un conto è dire le cose e un conto è essere una norma di legge. Una norma di legge anche voi dovete rispettarla! Le parole anche voi ve le dimenticate, a partire da domani mattina.
Assessore Cavallera, noi ti chiediamo di votare questa norma di legge altrimenti...



(Commenti in aula)



RESCHIGNA Aldo

Faccio quello che voglio, va bene? Faccio quello che voglio, visto che non sto prendendo in giro nessuno altrimenti non c'è sicurezza in Piemonte rispetto ai vostri impegni!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Credo di non dover alzare il tono per ritestimoniare in quest'Aula l'attenzione con la quale ho cercato di seguire questa materia.
Noi ci troviamo nella situazione di dover presentare un emendamento per cercare di fissare e proteggere le risorse destinate sul bilancio del 2014 semplicemente perché la Giunta non ha voluto fare quello che in questo Consiglio si urla sempre di volere fare quando si parla di orgoglio istituzionale e di autonomia dell'Assemblea legislativa. Ovviamente su altri temi, non su quello della tutela dei diritti dei cittadini.
Cosa non ha voluto fare questa Giunta, ed è per questo che ci troviamo qui a confrontare le tabelle, le differenze; a me è addirittura sembrato che l'Assessore Cavallera situasse alternativamente i cinque milioni aggiuntivi sulle cure domiciliari di lunga assistenza e poi sul fondo indistinto, in modo tale da far apparire che la somma non fosse così distante dal fabbisogno.
Ma lasciamo perdere.
Perché ci troviamo in questa condizione? Perché questa orgogliosissima Assemblea legislativa, che quando parla di sé ritiene che i Presidenti della Regione, male abbiano fatto a concordare con il Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore, tutte le norme riguardanti il proprio trattamento e invece, non per una legge dello Stato ma per l'imposizione di un Funzionario del Ministero dell'Economia, accetta che le cure domiciliari dovute, in quanto malati, alle persone non autosufficienti - così stabilito da una legge della Regione; così stabilito dall'attuazione delle leggi nazionali; così stabilito da tutte le delibere - non valessero più, e quello che era diritto alle cure, dal nazionale al regionale, dovesse, per sanzione di un Funzionario del Ministero, diventare legge della Regione Piemonte, cui Giunta, Assessori e maggioranza soggiacciono, tanto quelli a cui vengono meno le tutele sono i cittadini non autosufficienti.
Questa è la ragione per cui ci troviamo a fare queste politiche di riduzione del danno e a dire: per questo anno blinda le risorse, perché la tanto decantata autonomia legislativa del Piemonte non è riuscita a dichiarare che i cittadini italiani, e piemontesi nello specifico, che hanno alle loro spalle una legislazione che li tutela e che aveva costruito un sistema, non solo merito della Giunta di centrosinistra, ma persino della Giunta precedente - badate un po' che continuità legislativa avevamo dalla nostra parte - non valgono più, perché l'orgogliosissimo Piemonte applica ciò che un Funzionario dello Stato, e non una legge dello Stato detta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Aggiungo, in coda al ragionamento della collega Artesio, che addirittura sembra che, rispetto alle indicazioni nazionali che la Regione applica in modo acritico, si sia più realisti del re.
Come è stato fatto notare, non è il Tavolo Massicci ad indicare l'assegno di cura come intervento aggiuntivo rispetto ai LEA, ma addirittura lo mantiene nei LEA, come diritto esigibile.
Su questo, la Regione Piemonte risulterebbe essere più realista del re nell'andare a far sì che ciò che dovrebbe essere - uso il condizionale in modo errato - un diritto esigibile per i cittadini piemontesi, viene invece a mancare.
L'accanimento che l'opposizione pone su questi temi non è legato all'essere opposizione o alla campagna elettorale diciamo imminente (forse), ma è proprio legato a quello che si vorrebbe assicurare ai cittadini piemontesi, dal punto di vista di ciò che è un diritto esigibile per un tema che, purtroppo, tocca diverse famiglie in modo molto pesante.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, prima del voto, l'Assessore Cavallera, per una precisazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

La discussione sulle cifre ci ha portato fuori dal vedere la questione nel suo complesso.
Facciamo perno sui 41 milioni che, secondo noi, non sono livelli di assistenza sanitaria superiori a quelli uniformi, ma entrano nei LEA e sono finanziati con gli 8 miliardi del Fondo Sanitario Regionale diviso per le aziende regionali.
Dato che siete tutti legislatori regionali (io sono un semplice Assessore, Consigliere dimissionario dal 2010), non vi sfuggirà quello che hanno già fatto altri legislatori regionali, mettendo su un impianto di extra LEA, e laddove le Regioni erano in piano di rientro, la norma è stata impugnata.
Dato che da noi non c'è necessità di fare questo, perché, è vero, sono 41 milioni che vanno nella marea sanitaria, e non c'è bisogno di continuare ad enuclearli mettendoli in un capitolo e dicendo "guardate che questi erano extra LEA", perché sono stati definiti da nostri valutatori, che controllano la spesa e la giusta classificazione della spesa, come LEA, e quindi entrano nel mare magnum della spesa sanitaria.
Questo aspetto, personalmente, lo vedo più come argomento di una mozione, ma se andiamo a scrivere questo andiamo - io lo scrivo in una busta e poi l'apriamo dopo - a sollevare subito l'impugnativa di questo articolo. Mentre noi abbiamo provato, proprio perché ci sono state sollecitazioni da tutte le parti, a vedere come garantire il mantenimento della cosa.
Questi interventi, quindi, che non sono stati riconducibili ai LEA perciò di conseguenza alla spesa sanitaria, sono quei 58 e fischia, più quella piccola differenza, mentre tutto quello che è sanitario va...
Sapete che ad ogni Azienda Sanitaria viene dato il cosiddetto fondo indistinto, che sono miliardi nel complesso, e provvede in quel modo attraverso una chiara circolare che la Direzione sanità, che ha già informato verbalmente in una riunione, provvederà a fare per iscritto.
Per il resto, i 58.500 vengono erogati da...
Per cui, per certi versi non riesco a vedere l'oggetto del contendere.
La cifra è quella. Se vogliamo trasformarlo in una mozione, se c'è un indirizzo del Consiglio verso la Giunta sono pronto ad accoglierlo, perch è esattamente la nostra volontà, ma messo in questo modo, signori, andiamo a sancire che noi eroghiamo livelli di assistenza sanitaria superiore dentro l'UPB 20151, che è il fondo sanitario nel suo complesso.
Per quanto riguarda il 19021, ci sono i capitoli e quindi ad un certo punto lo abbiamo in chiaro.
Se vogliamo trasformare questo in una mozione sono pronto, perché sul contenuto sono assolutamente d'accordo.
Ho ritenuto di intervenire in un modo complessivo, per vedere di ragionale sulla questione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Secondo lei, Assessore, l'assegno di cura si deve pagare con le risorse della sanità o con le risorse dell'assistenza? In questo modo ho semplificato e abbiamo eliminato tutti i numeri. Se lei mi dà la risposta giusta, credo che la discussione potrà essere facilitata.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

chiaro che questa è una domanda, per dirla ai tempi del programma "Lascia o raddoppia", da cinque milioni.
Tuttavia, prescindendo dalle posizioni pregiudiziali ed ideologiche che non appartengono al Consigliere Laus, e stando al quadro normativo vigente la soluzione che abbiamo trovato, per i cosiddetti assegni di cura, è di inserirli nella direzione Politiche sociali, per quell'ammontare che le ho già detto prima.
Abbiamo addirittura già dotato la delibera.
Ho anche detto che, per quanto mi riguarda, sull'assistenza domiciliare noi, nel confronto con il Governo, chiederemo di ampliare il concetto dei LEA (l'ho detto anche nell'intervento di prima).
Queste sono sollecitazioni che ho raccolto anche in Commissione dalle varie parti politiche, per comprendere una concezione più ampia di integrazione socio-sanitaria, inserendo la possibilità di inserire anche i cosiddetti assegni di cura che sono stati consolidati nel tempo dall'esperienza piemontese e torinese in modo particolare.
Non so se ho soddisfatto la sua richiesta.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 7 Su questo articolo non esistono emendamenti.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 bis L'emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Ronzani e altri è ritirato.
ARTICOLO 8 Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 BIS Emendamento rubricato n. 14) presentato dalle Consigliere Artesio e Angela Motta: 1) All'alinea dei commi 1 e 3 dell'articolo 2 della l.r. 17/1999 le parole "alle Province" sono sostituite dalle parole "alla Regione".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Questo emendamento, nella riformulazione che mi hanno suggerito gli Uffici, riprende un emendamento che era già stato depositato da parte della Giunta e che in tempi successivi l'Assessore Pichetto ha chiesto al proprio collega di Giunta, l'Assessore all'agricoltura, di ritirare.
Confermo la presenza di questo emendamento non perché sia ostinatamente votata ad una vocazione minoritaria - oddio, a volte evidentemente un pochino sì, stando ai risultati di questo dibattito sulle mie proposte - ma perché voglio sottolineare l'incoerenza interna, che avrà delle conseguenze operative, manifestata da questa Giunta in modo particolare sulla legge finanziaria.
Di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando delle funzioni che la Regione a suo tempo trasferì alle Province sulla competenza dell'agricoltura e alla necessità di rideterminare, in relazione al nuovo assetto istituzionale in discussione al Parlamento, la competenza stessa in capo alla Regione per una motivazione d'urgenza e per la necessità, ad esempio, di completare la programmazione dei fondi comunitari della quale, con due emendamenti fa, ci avete spiegato il carattere indifferibile e urgente, e di farlo con le competenze professionali che a questo tempo sono allocate sulle Province ma che per l'80% erano personale regionale assegnato alle Province senza procedimento di mobilità volontaria.
Se mi volete convincere e mi volete portare a votare che la programmazione dei fondi comunitari in materia di agricoltura è indifferibile e urgente e l'Aula ha votato gli emendamenti dell'Assessore perché chi quei fondi li deve rendere operativi non è più indifferibile è urgente? un mistero dell'interpretazione della maggioranza e della Giunta.
Ma ancora di più, ieri l'audizione con le Province. Dice il saggio Assessore Pichetto: mi volete mica fare estrapolare materia per materia con la politica del carciofo che io e lui ricordiamo? È tema che tratterà la Conferenza della Regioni nel rapporto con lo Stato. Benissimo.
Peccato, però, che la materia dell'agricoltura è trasferita dalle Regioni alle Province soltanto in quattro Regioni! Se il povero Cavallera non riesce a convincere un funzionario dello Stato che le cure per gli anziani sono LEA, mi volete convincere che in quattro, in più con un Piemonte un po' assente o un po' vigile, a seconda che sia l'Assessore al bilancio o l'Assessore all'agricoltura, si riuscirà a convincere tutte le altre componenti della conferenza regionale di trattare un tema che riguardi loro quattro? Mi sembra incredibile.
Però, dato che questo è l'esempio piccolo dell'apoteosi dell'incoerenza che state perseguendo su questa legge finanziaria, ho voluto mantenere un modesto emendamento. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
Passiamo alla discussione generale, su cui non vi sono richieste di intervento.
La parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Al di la del voto in dissenso dell'Assessore Sacchetto, mi richiamo all''intervento di prima: c'è una partita nazionale e c'è una partita locale.
Diciamo che la Giunta regionale ha un tavolo con le Province e l'indifferibile e urgente vale per l'agricoltura, vale anche per la formazione professionale, vale per il lavoro.
Quindi, mi rendo conto che i dipendenti dell'agricoltura hanno questa caratteristica di essere stati transitati obbligatoriamente rispetto ad altre funzioni dove, invece, le Province sono cresciute in proprio assegnandogli poi le deleghe. Ma lo spezzettare il ragionamento in questo caso non ragionando sulle funzioni ma ragionando su quella che era l'origine 14 anni or sono, l'origine o il posto di lavoro di quei dipendenti mi sembra scorretto nei confronti di tutti gli altri.
Semmai, Consigliera Artesio, la cosa che dovremmo chiedere è di vedere di avere un disegno in fretta. Ben fatto, ma un po' velocemente e complessivo.
Lo dico in risposta a lei e lo dico alla maggioranza e all'opposizione lo dico alla Giunta regionale prima di tutto, quindi a noi stessi, perch francamente la mia preoccupazione è certamente quella dei posti di lavoro e di tutti coloro che sono stati trasferiti alle Province, ma è soprattutto quello della funzionalità, dell'attuazione dei piani del FEASR, della funzionalità del FSE che è gestito in gran parte dalle Province, anche se il FEASR forse un po' di meno.
Quindi, la preoccupazione è legata al fatto di creare le condizioni di funzionalità di tutto il sistema - ad esempio di gestione e della creazione di nuove imprese, del collocamento - della legge regionale che abbiamo delegato in cogestione.
su questo che dobbiamo affrontare la partita, non con un'operazione se mi permettete - tout court, dicendo che da domani mattina i 500 dipendenti di quel settore - oggi parliamo dell'agricoltura e nessuno ha pensato di farlo ad esempio per la formazione professionale - ripassano in Regione con un emendamento per il quale basta alzare la mano.
Mi sembra sinceramente una forzatura che non dobbiamo assolutamente fare. Parlo al plurale, perché dico "non dobbiamo fare" rendendoci conto di tutte le problematiche e di tutte le urgenze, ma, al di là di quello che è il dibattito politico, serietà vuole che vengano affrontati bene e tutti insieme. Questa è la posizione che voglio esprimere a questo Consiglio.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta quindi è contrario.
Per dichiarazione di voto, ha chiesto la parola la Consigliera Motta Angela; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente. Credo di intervenire in dissenso dal mio Gruppo anche perché ho firmato l'emendamento della collega Artesio.
Mi spiace, Assessore Pichetto, ma credo che questo sia un errore. Ci sono solo quattro Regioni in Italia che hanno le competenze dell'agricoltura. Per cui il rischio è che la Conferenza Stato-Regioni non affronterà questo problema e noi ci ritroveremo con una grossa difficoltà da affrontare sulle Province. E se questa Regione, a maggio o quando sarà porterà le deleghe in capo a sé e non avrà il personale, credo che avrà grandi difficoltà da questo punto di vista.
La formazione e tutti gli altri settori che sono comunque delegati potranno essere concordati con la Conferenza Stato-Regioni prossimamente ma l'urgenza era veramente l'agricoltura. Quindi, il mio voto sarà favorevole.



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani, siccome la Consigliera Motta ha fatto una dichiarazione in dissenso dal Gruppo a sua insaputa, lei farà una dichiarazione contraria al voto favorevole?



RONZANI Wilmer

Dichiaro che sono contrario e vorrei motivare le ragioni sulla base delle quali sono contrario.
Si è aperto un tema drammatico, che è il tema di cosa faremo delle Province. Altro che l'agricoltura! Anche l'agricoltura! Il tema è che cosa capiterà nel momento nel quale il Parlamento deciderà di sopprimere le Province in tutto o in parte, perché in verità le chiameranno con un altro nome e avranno soltanto una competenza. A quel punto si aprirà un problema enorme per la Regione e il sistema delle autonomie del Piemonte. Che fine faranno le funzioni che abbiamo trasferito e che fine fa il personale che in quelle Province esercitava per conto della Regione quelle funzioni? Su questo tema le questioni - l'Assessore Pichetto lo sa meglio di me sono almeno due, perché il disegno di legge all'esame del Parlamento lascia aperta una questione.
Adesso bisogna capire quale sarà l'evoluzione dell'iter, ma è probabile che questa questione consenta alle Regioni in parte di riappropriarsi di alcune funzioni e, in parte, di trasferirne altre in capo a consorzi di Comuni, cioè soggetti nuovi che nascono dalle intese, dalla fusione e dall'accordo tra i Comuni. È quello il tema che dobbiamo affrontare, che sarà un tema cruciale, perché porrà un problema enorme.
Io, ad esempio, sono molto critico verso il pressappochismo che caratterizza l'attuale disegno di legge all'esame del Parlamento, perché si può anche decidere di andare in una certa direzione, ma si deve chiarire qual è il percorso e qual è lo sbocco, chi fa che cosa. Se ci mettiamo sul terreno che propone quest'emendamento, vi domando: perché non stabiliamo che il personale dei centri per l'impiego passi in carico alla Regione? esattamente lo stesso problema. E così via dicendo.
Non nego il fatto che l'emendamento ponga una questione; ritengo che sia però corretto da un punto di vista politico e legislativo affrontare organicamente la questione, così come essa si porrà davanti ai nostri occhi all'indomani dell'approvazione della nuova legge che ridefinisce funzioni e ruoli delle Province.
L'errore peggiore che potremmo fare - e lo dico capendo la ratio che ha spinto alcuni colleghi a presentare l'emendamento - è quello di procedere a spizzichi e bocconi, non vedendo che il tema da affrontare sarà il tema di cosa capiterà delle funzioni e del personale che oggi lavora nelle Province per conto della Regione ed esercita delle funzioni nelle Province.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ronzani.
Il numero legale è 28.
Non essendovi ulteriori dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 10 TER Emendamento rubricato n. 21) presentato dai Consiglieri Ronxani, Reschigna Manica: Dopo l'articolo 10 del disegno di legge n. 380 "Legge finanziaria per l'anno 2014" è inserito il seguente: "Art. 10 ter (Modifiche alla legge regionale 2 luglio 1999, n. 16) 1. L'articolo 50 della legge regionale 2 luglio 1999, n. 16 (Testo unico delle leggi sulla montagna) è sostituito dal seguente: "Art. 50 (Fondo regionale per la montagna) è istituito il Fondo regionale per la montagna, di seguito denominato 'Fondo', alla cui copertura finanziaria si provvede attraverso: una quota di quanto accertato dalla Regione a titolo di Irap nell'esercizio precedente all'imposta versata dalle imprese presenti nei comuni appartenenti alle preesistenti comunità montane i proventi di competenza regionale del diritto di escavazione per esercenti di cave e di miniere, rideterminando le percentuali delle tariffe del diritto di escavazione stabilite dall'articolo 6 della legge regionale 21 aprile 2006, n. 14 (Legge finanziaria per l'anno 2006) una quota non inferiore al 40 per cento dei proventi derivanti dai canoni per uso delle acque pubbliche una quota dei proventi derivanti dai canoni di concessione delle acque minerali e di sorgente destinate all'imbottigliamento una quota di quanto accertato dalla Regione a titolo di addizionale sul consumo di gas metano nell'esercizio precedente L'articolo 51 della l.r. 16/1999 è sostituito dal seguente: "Art. 51 (Utilizzo del Fondo regionale per la montagna) le risorse costituenti il Fondo sono utilizzate nel modo seguente: una quota non inferiore all'85 per cento è ripartita tra le unioni montane: in proporzione alla popolazione residente per fasce altimetriche distinte in base alla zona, alpina o appenninica, di relativa appartenenza in proporzione alla superficie delle zone montane secondo criteri premianti la mondanità dei singoli comuni in proporzione al personale già impiegato presso le Comunità montane dipendente dall'Unione montana una quota non superiore al 10 per cento è destinata ad azioni di iniziativa della Giunta regionale, anche a carattere straordinario, per finalità di promozione, tutela e sviluppo delle zone montane, mediante spese e contributi ad enti e privati una quota non superiore al 5 per cento è finalizzata al finanziamento e alla realizzazione di progetti strategici ad elevata valenza occupazionale per le zone montane.
2. La Giunta regionale stabilisce annualmente le modalità applicative delle disposizioni contenute nel comma 5, lettera a).
Il programma delle azioni di cui al comma 5, lettera b) è approvato dalla Giunta regionale sentita la Commissione consiliare competente.
Al finanziamento dei progetti previsti dal comma 5, lettera c) concorrono le risorse del Fondo nazionale per la montagna istituito dalla legge 31 gennaio 1994, n. 97 (Nuove disposizioni per le zone montane)".
Tale emendamento è dato per illustrato dai proponenti, in quanto già illustrato in occasione del ritiro degli emendamenti rubricati n. 6) e n.
8).
La parola all'Assessore Vignale.



VIGNALE Gian Luca, Assessore all'economia montana

Grazie, Presidente.
I temi che l'emendamento n. 21) pongono ovviamente sono condivisi perché sono parti del disegno di legge n. 373.
L'emendamento n. 21) per la verità non risolve il problema che abbiamo di fronte che, ricordo all'Aula, è principalmente uno: il 25 maggio si rinnovano le Amministrazioni comunali. La norma nazionale prevede che laddove si rinnovino più del 50% delle Amministrazioni comunali, decadano gli organi, quindi il Presidente della Giunta e il Consiglio.
Non avendo noi una legge che consente il rinnovo, significa che dal 26 maggio tutte le Comunità montane piemontesi non potranno avere più un Presidente, una Giunta, un Consiglio e approvare i bilanci preventivi quindi neanche pagare gli stipendi.
Questo è un tema di reale indifferibilità rispetto alla situazione che vivranno le Comunità montane. Oltre a questo, abbiamo anche l'aspetto un po' paradossale per cui si sono costituite molte Unioni di Comuni montani che, non potendo più avvalersi né dei dipendenti né del patrimonio, non possono svolgere alcuna funzione.
Ricordo solo ai proponenti l'emendamento che il medesimo non risolve la questione. Il tema, per esempio, del commissariamento da parte della Regione Piemonte, che lo può fare solo la Regione Piemonte perché soggetto che ha normato questo tema, non è risolto dall'emendamento presentato. Noi certamente siamo disponibili, tant'è che questa mattina, non pensando di trattarlo in seno alla finanziaria, ho trasmesso una lettera alla Presidenza del Consiglio e al Presidente della I Commissione chiedendo che a conclusione della discussione del bilancio, si affronti il disegno di legge n. 373 per dare una risposta ai problemi che evidenziavo.
Certamente l'emendamento, anche se in termini parziali, mi permetto di dire, centra un problema che oggettivamente la Regione Piemonte ha nell'erogazione dei servizi. Non c'è solo il non pagamento degli stipendi ma la non erogazione di tutti quei servizi associati che oggi le Comunità montane, chi più chi meno in questa situazione di difficoltà, svolgono tutte quelle che sono le realtà che, ricordo, riguardano 553 Comuni del Piemonte, quindi un aspetto estremamente significativo.
Nel merito, certamente noi dobbiamo intervenire. L'emendamento coglie questa preoccupazione, ma non dà una risposta completa perché non risolve alcuni problemi, per esempio quello del superamento delle Comunità montane e del dare gambe alle Unioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna per la discussione generale.



RESCHIGNA Aldo

Ho ascoltato l'intervento dell'Assessore Vignale. Mi sembra che l'Assessore Vignale abbia comunicato all'Aula di aver trasmesso una lettera con la quale chiede che, dopo la legge di bilancio, venga ripresa la discussione sul disegno di legge sulla montagna.
Mi pare che emergano due questioni, che vorrei porre all'attenzione della Presidenza del Consiglio regionale condividendo l'impostazione che l'Assessore Vignale ha esplicitato: l'emendamento coglie un pezzo delle urgenze, non tutte, e lo riconosco. Ce ne sono altre che, se non affrontate, rischiano di determinare, indubbiamente, conseguenze pesantemente negative sul sistema amministrativo della nostra regione.
Il punto è: è configurabile, in relazione alle considerazioni che ha esposto l'Assessore Vignale, che il disegno di legge sulla montagna sia considerabile provvedimento indifferibile e urgente? Questa è una risposta che non possiamo esprimere noi. Credo che sarebbe bene approfondirlo, visto che siamo alle ore 13, prima della pausa.
Se è configurabile, noi ritiriamo l'emendamento; se non è configurabile come provvedimento indifferibile e urgente, siamo disponibili a che l'emendamento possa essere ulteriormente completato da pezzi della Giunta regionale per dare risposte a situazioni che, altrimenti, rischiano di provocare danni sul sistema amministrativo piemontese.
Mi sembra di essere stato chiaro.



PRESIDENTE

Per quanto attiene l'indifferibilità e l'urgenza, richiesta dal Consigliere Reschigna, è ovvio che si tratta di una valutazione che deve fare l'Assemblea, ma è altrettanto ovvio che l'Assessore Vignale, in sede di Governo regionale, ha fatto un approfondimento e ha richiesto la parola per precisare e per darci l'autorevole parere della Giunta regionale relativamente all'aspetto molto importante che ha evidenziato il Consigliere Reschigna.
La parola all'Assessore Vignale.



VIGNALE Gian Luca, Assessore all'economia montana

Grazie, Presidente.
Per i motivi che rammentavo e che provo a ricordare in modo più puntuale, è certamente un provvedimento indifferibile, almeno in alcuni degli articoli che il disegno di legge sulla montagna pone.
Come ricordavo, il 25 maggio gran parte delle amministrazioni comunali vanno al voto, la legge nazionale prevede che allorquando vadano all'interno di ogni singola Comunità montana, più del 50% delle amministrazioni comunali, decadono gli organi. In tutte le 22 Comunità montane più del 50% delle amministrazioni comunali vanno al voto. Ci significa che dal 26 maggio noi avremmo una situazione per cui: non avremo Presidente, Giunta e Consiglio delle Comunità montane, ergo i Consigli non potranno approvare i bilanci, ergo non potranno fare nulla, ma neanche banalmente pagare gli stipendi. Non potranno erogare le risorse per chi svolge servizi associati, pagare le quote GAL, tutte le materie di cui si occupano le Comunità montane. In più non si potrà dare adempimento alla legge 11, cioè non potremo arrivare all'attività non solo di commissariamento, ma di liquidazione delle Comunità montane.
Inoltre, oggi abbiamo una situazione per cui si sono già costituite molte Unioni all'interno della nostra regione e rimangono le Comunità montane. È evidente che, da una parte, le Unioni costituite, che hanno eletto gli organi e hanno approvato gli Statuto, non possono partire perch non si possono avvalere né di sedi né di personale e, dall'altra parte, le Comunità montane, sapendo di essere in via di scioglimento, non procedono nelle loro attività, se non proprio dell'ordinaria amministrazione.
Il provvedimento è certamente urgente. Credo che vi siano due possibilità: quella che si approvi, relativamente agli articoli che più rispondono a queste esigenze, il disegno di legge n. 373, oppure prevedere all'interno della legge finanziaria, uno stralcio della legge n. 373 che garantisca una risposta ai problemi che ponevo precedentemente. Come Giunta, certamente siamo in grado di proporre da qui alla riapertura un emendamento che contenga alcuni degli articoli essenziali per dare risposta ai problemi che ponevo. Oppure, a conclusione della discussione del bilancio, lo stesso ragionamento farlo in Commissione e in Aula.
evidente che, da un punto di vista della tempistica, se lo facessimo nella discussione della finanziaria, daremmo una risposta immediata che sarebbe anche auspicabile.



PRESIDENTE

Alla luce di quanto detto dall'Assessore, che mi sembra abbia riferito all'Aula che è parere del Governo regionale che il disegno di legge sia urgente ed indifferibile, cosa decide di fare Consigliere Reschigna? Ritira o mantiene l'emendamento? Prego.



RESCHIGNA Aldo

Se abbiamo la garanzia che tale provvedimento è ridimensionato e ridotto ai minimi termini, in modo da dare una risposta alle questioni urgenti che hanno una scadenza, ritiriamo l'emendamento, perché a noi interessava porre il tema. Altrimenti, eravamo disponibili ad aspettare che l'Assessore Vignale oggi pomeriggio depositasse gli emendamenti che completassero, in sede di finanziaria, quelle parti che la Giunta considera indifferibili e urgenti.
Per noi è indifferente.



PRESIDENTE

Propongo di procedere in questo modo.
Se il Consigliere Reschigna ritira l'emendamento, l'Assessore Vignale si impegna, per le ore 15, a fare il punto della situazione arrivando o con un emendamento "asciugato" (scusate il termine improprio) e ripartiamo da lì, oppure facciamo una veloce Conferenza Capigruppo per calendarizzare la prossima settimana queste tematiche.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Siccome sono le ore 13, non ritiro l'emendamento. Chiedo di non metterlo in votazione, in attesa delle valutazioni di inizio seduta pomeridiana.
Se l'Assessore ci dice "vado avanti con un provvedimento più ristretto", noi lo ritiriamo.



PRESIDENTE

Quando ripartiamo con i lavori del pomeriggio, inizieremo da questo punto e, ovviamente, su questo argomento. L'Assessore si impegna a fare una comunicazione all'Aula relativamente alla presentazione dell'emendamento o un'altra via, poi vedremo se quell'emendamento sostituirà l'emendamento n.
21) o se sarà mantenuto l'emendamento n. 21).
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.04)



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