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Dettaglio seduta n.403 del 28/01/14 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 10.00 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 10, 17 e 19 dicembre 2013.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casoni, Cota e Montaruli.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 23 dicembre 2013.
Il numero legale è 29.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliere regionale Fernando Vera, deceduto il 5 dicembre 2013


PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri, è scomparso il 5 dicembre scorso a Torino all'età di 84 anni, Fernando Vera, Consigliere regionale nella I, II e IV Legislatura.
Nato il 21 dicembre 1928 a Casale Monferrato, è stato eletto Consigliere regionale nella I legislatura, nella Circoscrizione di Torino Lista del Partito Socialista Democratico Italiano.
stato Presidente del Gruppo consiliare PSDI e componente delle Commissioni Urbanistica, Lavoro e Ambiente.
Rieletto nella II Legislatura, è stato componente delle Commissioni Agricoltura e Sanità.
Dal 1981 è stato Presidente della Promark, l'Ente commerciale e promozionale della Regione Piemonte.
Nella IV legislatura è stato rieletto Consigliere regionale, nella Circoscrizione di Torino, Lista del Partito Socialista Democratico Italiano, incarico da cui si è dimesso in quanto Presidente della Promark.
Federalista sincero e generoso e convinto europeista, è stato componente del Direttivo regionale e del Consiglio regionale dell'AICCRE.
Con il Consiglio regionale del Piemonte ha sempre mantenuto uno stretto rapporto, sostenendo e partecipando attivamente alle iniziative dell'Associazione dei Consiglieri cessati dal mandato.
Ai funerali di Fernando Vera, che si sono svolti a Torino il 7 dicembre scorso, era presente il Gonfalone della Regione Piemonte e una rappresentanza del Consiglio regionale.
Alla moglie, signora Margherita, che è presente, desidero rinnovare, a nome dell'Assemblea regionale, le più sentite condoglianze e i sensi della nostra solidarietà e vicinanza.
Invito tutti i presenti a osservare un minuto di silenzio in memoria del Consigliere regionale Fernando Vera.



(L'Assemblea, in piedi osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.35 riprende alle ore 10.42)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico inoltre:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

c) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 27 dicembre 2013 la legge regionale n. 20 del 13 novembre 2013, "Ulteriori modifiche alla legge regionale 6 agosto 2007, n. 18 (Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale) e disposizioni in materia di trasparenza degli atti delle aziende sanitarie regionali" e in data 10 gennaio 2014 la legge regionale n. 21 del 19 novembre 2013, "Norme di attuazione della legge 21 novembre 2000, n. 353 (Legge quadro in materia di incendi boschivi)" e ne ha deliberato la non impugnativa.


Argomento:

d) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2013


PRESIDENTE

La Giunta regionale in data 31 dicembre 2013 ha trasmesso, per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della l.r. 7/2001 ("Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte") n. 1 deliberazione del 23 luglio 2013, n. 7 deliberazioni del 2 settembre 2013, n. 2 deliberazioni del 9 settembre 2013, n. 6 deliberazioni del 17 settembre 2013, n. 3 deliberazioni del 23 settembre 2013, n. 8 deliberazioni del 30 settembre 2013, n. 5 deliberazioni del 7 ottobre 2013 n. 1 deliberazione del 10 ottobre 2013, n. 8 deliberazioni del 14 ottobre 2013, n. 1 deliberazione del 22 ottobre 2013.
Tutti gli allegati sono a disposizione dei signori Consiglieri presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

e) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Su richiesta della Giunta regionale propongo all'Aula di prendere atto che la seduta del pomeriggio non si svolgerà e, in luogo della seduta pomeridiana, sarà convocata la I Commissione. Mancando le 24 ore non potrà che essere convocata, essendo tutti i signori Consiglieri regionali convocati per quell'ora, alle 14.30.
L'Aula acconsente? Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Chiedo la convocazione della Conferenza dei Capigruppo. Grazie.



PRESIDENTE

La Conferenza dei Capigruppo è convocata alle ore 10.55, in Sala A.
Prima di interrompere i lavori, invito ancora i colleghi ad alzarsi in piedi.
La Presidenza ritiene di procedere, anche per testimoniare una ferma condanna da parte della nostra Istituzione ai noti fatti di Roma, in occasione della Giornata della Memoria che si è svolta ieri, ad una breve commemorazione.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Celebrazione Giorno della Memoria


PRESIDENTE

Ieri, 27 gennaio 2014, si è celebrato il "Giorno della Memoria" ricorrenza internazionale di tutti gli Stati membri dell'ONU, istituita in Italia con la legge n. 211 del 2000, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.
La scelta della data ricorda quando, il 27 gennaio 1945, le truppe sovietiche dell'Armata Rossa arrivarono al campo di concentramento di Auschwitz e liberarono i pochi superstiti, le cui testimonianze rivelarono l'orrore del genocidio nazista.
Celebrare questa giornata, attraverso il ricordo della Shoah, delle leggi razziali, della persecuzione dei cittadini ebrei, degli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia e la morte, nonché coloro che si sono opposti allo sterminio e che a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati, significa consolidare nella società, e soprattutto nelle giovani generazioni, il senso della libertà e della democrazia.
Ricordare non è solo un dovere da parte delle Istituzioni, ma anche il modo per diffondere consapevolezza storica, sensibilità civica, volontà di partecipazione per la tutela dei principi e dei diritti costituzionali, in modo da conservare la memoria di un tragico e buio periodo della storia dell'Europa, affinché simili eventi non possano mai più accadere.
Invito il Consiglio regionale e tutti i presenti ad osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime della Shoah.



(L'Assemblea, in piedi osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La Conferenza dei Capigruppo è convocata in Sala A.
I nostri lavori ricominceranno tra un quarto d'ora circa.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.49 riprende alle ore 11.26)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Programmazione dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Mi scuso con i colleghi per il ritardo, rispetto a quanto previsto sulla ripresa dei lavori, essendosi protratta la Conferenza dei Capigruppo.
La Conferenza dei Capigruppo, alla luce di una serie di questioni rappresentate dalla Giunta regionale e dai Gruppi, ha modificato la programmazione dei lavori della settimana corrente, che adesso vi comunico.
Nella giornata di oggi, il Consiglio regionale convocato per le ore 14.30 è sconvocato e, in luogo di tale Consiglio, si terrà la I Commissione, per il prosIeguo dell'esame della legge di bilancio. Domani per un'esigenza del Vicepresidente della Giunta regionale, che deve recarsi nella Capitale per questioni inerenti a queste tematiche, non si svolgerà alcun lavoro, e la Giunta per le elezioni, prevista per le ore 11, è stata calendarizzata, durante la Conferenza dei Capigruppo, per venerdì 31 gennaio alle ore 9.
Giovedì 30 gennaio, il Consiglio regionale è convocato per le ore 10 per le ore 14.30 e per le ore 20, con l'intesa che, qualora la I Commissione, nella giornata di oggi non concludesse l'esame e il licenziamento della legge di bilancio, continuerà i propri lavori nella mattinata di giovedì.
Ovviamente daremo comunicazione in questo senso, se ce ne fosse l'esigenza, a domicilio ai signori Consiglieri.
Venerdì 31 gennaio, come detto prima, alle ore 9 si svolgerà la Giunta per le elezioni e alle ore 10 e 14.30 il Consiglio regionale.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 380, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2014"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 380, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2014", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Botta Franco Maria, che ha pertanto facoltà di intervenire.
Consigliere Botta, vuole avvalersi della facoltà della relazione? Prego, Consigliere Botta.



BOTTA Franco Maria, relatore

Chiedo di rinunciare alla funzione di relatore di maggioranza.



PRESIDENTE

Bene, grazie.
Relatori di minoranza sono la Consigliera Artesio e il Consigliere Ronzani.
Consigliera Artesio, vuole svolgere la relazione? Prego, ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora, relatrice

Grazie, Presidente.
La forma e il tempo nel quale, la Commissione prima e il Consiglio oggi, si accingono a discutere la legge finanziaria, il disegno di legge n.
380, sono sicuramente del tutto specifici.
La questione di limitare la funzione legislativa alla necessità ed urgenza di dotare l'Ente e il territorio di una propria programmazione economica va di pari passo, però, con la necessità di rispettare il requisito dell'indifferibilità e dell'urgenza nel quale ci muoviamo, ai sensi del recente pronunciamento del Tribunale Amministrativo Regionale.
Ci saremmo quindi aspettati un dibattito politico preliminare, che consentisse a tutta l'Assemblea di conoscere i profili dell'urgenza e dell'indifferibilità, e anche le valutazioni della stessa Giunta in merito.
Ciò non è avvenuto in una forma pragmatica e ragionevole, ma, di volta in volta, ci siamo trovati di fronte ad un disegno di legge che cedeva, in alcuni casi, alla tentazione di prefigurare intenzioni politiche legittime della maggioranza e dell'Esecutivo, e, in altri casi, a rifuggire dalle richieste di approfondimento che le opposizioni avanzavano, in nome dell'indifferibilità e dell'urgenza.
Questo disegno di legge, quindi, non ha una sua fisionomia comprensibile. Il disegno di legge n. 380 si presenta, certo, in forma sintetica, ma con ciò rifugge dalla forma omnibus cui in passato siamo stati abituati, quando la maggioranza e la Giunta ritenevano di anticipare singoli punti di provvedimenti legislativi istruiti in altre Commissioni tematiche.
Tuttavia, a questa versione più propria, cioè di vera e propria legge di accompagnamento al documento contabile, si accompagna l'insufficienza rispetto ad alcune decisioni che, a nostro avviso, invece rispecchierebbero il carattere di necessità e di urgenza che, se non adottate, rischierebbero di produrre discontinuità o, peggio, dal punto di vista delle opposizioni di delegare alla Giunta, in nome di quell'urgenza, decisioni che invece meriterebbero un confronto consiliare.
Formulo alcuni esempi di questa scelta di rinvio che, a mio avviso dovrebbero invece essere recuperati dall'Aula in occasione del dibattito sul disegno di legge n. 380.
Tutto l'insieme delle materie di competenza regionale, ad esempio, sia di esclusiva sia di concorso, per le quali si deve affrontare il nodo con cui la Regione, a suo tempo, delegò l'esercizio di quelle funzioni a soggetti che, o in esito di provvedimenti legislativi nazionali quali le Province, o in esito di scelte regionali quali la gestione associata delle funzioni, oggi si ritrovano a non poter più esercitare, o a doverlo fare per breve periodo senza possibilità di programmazione, le funzioni stesse.
Faccio riferimento in modo particolare, perché sarà oggetto di un emendamento, a tutta la tematica relativa all'agricoltura, così come si ritiene che, nella fattispecie della garanzia di continuità dei servizi che è l'aspetto di maggior interesse per le nostre popolazioni di riferimento - si sia rinunciato ad esprimere, nella legge di bilancio (e in particolare nella legge finanziaria), la chiarezza dell'interpretazione legislativa e delle intenzioni della Regione su alcuni temi che riteniamo essere diritti esigibili dei cittadini e che, in quanto tali, avrebbero dovuto trovare chiarezza anche nella legge finanziaria e poi nel documento di bilancio.
Mi riferisco, in modo particolare, al contenzioso che sta caratterizzando la Regione Piemonte e il Ministero dello Sviluppo Economico e dell'Economia, nonché della Tutela della Salute, in ordine a ciò che rientra tra i livelli essenziali di assistenza e, pertanto, va garantito dai servizi sanitari regionali, e ciò che invece rientrerebbe negli extra LEA e, pertanto, potrebbe soltanto discrezionalmente essere erogato dalla Direzione delle Politiche sociali.
Il non aver chiarito con un passaggio legislativo qual è l'interpretazione autentica della Regione Piemonte, ovvero il diritto dei cittadini piemontesi non autosufficienti a ricevere le prestazioni nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza, legittima, sì, il modo con il quale la Giunta ha compilato il documento contabile, cioè il trasferimento di quelle risorse verso la Direzione delle Politiche sociali e non verso la Tutela della Salute, ma registra anche la rinuncia di questo Ente ad affermare la propria autonoma responsabilità sulla tutela della salute e ad affermare la storia che questa Regione ha costruito, con legislature diverse, quindi anche con il consenso delle forze oggi di maggioranza, verso un sistema di servizi e di prestazioni nella non autosufficienza che richiamava, in capo alla sanità, l'obbligo di copertura delle spese.
Ancora. Riteniamo che questa legge finanziaria abbia rinunciato a completare un percorso che magari alcuni giudicheranno non sufficiente, ma che certamente aveva dato un segno di volontà e di disponibilità dell'Assemblea verso il contenimento dei costi della politica.
Avendo già prodotto un risultato con un consenso dell'Aula, e per questo avendo indotto alcuni Consiglieri a rinunciare, al momento, alla presentazione di propri aspetti legislativi sul tema del contenimento dei costi della politica, in virtù di un consenso sulle materie per le quali si era realizzata l'unanimità delle posizioni, oggi si sarebbe potuto proseguire, anche in questo caso con l'aspetto dell'urgenza di un'Aula che ha oggi quest'ultima occasione - sempre che non intervengano sentenze diverse da parte del Consiglio di Stato - e sempre con le caratteristiche di interesse a produrre risparmio nelle casse regionali. Mi riferisco a tutta la tematica relativa alla possibilità di intervenire sui vitalizi erogati od erogabili per coloro che ne avranno ancora diritto.
Siamo quindi ad un testo che ha questa particolare assenza di identità: né è un testo stringato, limitato alle cogenti necessità (per il periodo di indifferibilità e urgenza), né è un testo programmatico; il che un po' stupisce, visto che poi la Giunta e la maggioranza, nelle occasioni pubbliche, non rinunciano a dire di avere piena e completa titolarità dell'esercizio delle proprie funzioni.
Quindi, questo disegno di legge, che pure contiene alcuni aspetti anche condivisi dal mio Gruppo consiliare - penso a tutta la tematica di prevenzione e di contrasto alla ludopatia - non è né un atto minino ancorché dovuto, né un'assunzione di responsabilità politica e amministrativa.
Per queste caratteristiche di profilo generale e per le mancanze specifiche che ho voluto ricordare, il relatore di minoranza non ritiene che il Consiglio possa approvare favorevolmente il disegno di legge n. 380.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media "A. Cruto" di Piossasco (TO)


PRESIDENTE

Desidero, a nome dell'Assemblea e mio personale, salutare gli insegnanti e i ragazzi della Scuola Media "A. Cruto" di Piossasco, classe I B, che ho anche già avuto modo di incontrare, insieme al collega Leardi questa mattina al primo piano: benvenuti a Palazzo Lascaris.
Come vi avevamo detto, potete seguire i nostri lavori: stiamo discutendo della legge finanziaria della Regione. Grazie della visita.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 380, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2014" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 380, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2014", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Il secondo relatore di minoranza è il Consigliere Ronzani, che ha facoltà di svolgere la sua relazione; prego.



RONZANI Wilmer, relatore

Grazie, Presidente.
Noi pensiamo che la legge finanziaria al nostro esame, forse l'ultima di questa legislatura (auspicabilmente l'ultima di questa legislatura), per la prima volta - lo ricordava la collega Artesio - non anticipa una serie di norme contenute o in disegni di legge presentati dalla Giunta o in proposte di legge presentate dai Gruppi consiliari.
Abbiamo sempre criticato questo fatto, cioè che la legge finanziaria diventasse, per una serie di ragioni, un provvedimento a cui agganciare una serie di norme che anticipavano in tutto o in parte provvedimenti di legge.
Questa legge finanziaria non lo fa, per le ragioni che i colleghi sanno perché questa legge finanziaria è il segno del fallimento della politica di questa maggioranza, oltre che la conseguenza diretta della sentenza del TAR che i colleghi conoscono, che ci obbliga a intervenire unicamente su atti ritenuti indifferibili e urgenti. Questo è il dato da cui noi dobbiamo partire.
Anche per questa ragione, il nostro Gruppo si è riservato di ripresentare in Aula due emendamenti, che poi illustrerò: uno riguarda il sistema dei Sacri Monti, l'altro riguarda, per esempio, una Fondazione che si occupa di salute; ma sono provvedimenti sui quali vorrei che ci fosse poi, un parere degli Uffici e anche dell'Assessore, ritenendo noi che in effetti oggi dobbiamo intervenire unicamente su provvedimenti che abbiano questo carattere di indifferibilità e di urgenza.
E tuttavia, però, condividendo anche alcune osservazioni che ha fatto la collega Artesio, relatrice di minoranza insieme a me, vorrei fare due considerazioni: una riguarda una norma contenuta nella legge finanziaria l'altra norme che noi pensiamo debbano farne parte e che invece la Giunta e la maggioranza hanno ritenuto di non approvare nella discussione che si è svolta in Commissione.
La prima norma che avete inserito, e che è un atto in larga misura dovuto, riguarda le Federazioni, nel senso che noi in finanziaria prevediamo una norma con la quale riassegniamo agli Enti di appartenenza il personale in un primo tempo trasferito alle Federazioni. Bèh, guardate che questa norma è proprio la parabola del vostro fallimento: se c'è una cosa che certifica il fallimento della vostra politica è proprio questa norma.
Avete istituito le Federazioni contro la volontà di una parte di questo Consiglio, avete aumentato i costi a carico della collettività e del bilancio della Regione, avete generato un clima di confusione e di sovrapposizioni nel sistema sanitario regionale e poi dovete prendere atto che quello strumento, cui avete riconosciuto almeno per una fase virt taumaturgiche, dev'essere cancellato. E il personale, giustamente, torna in carico agli Enti di appartenenza.
Assessore Pichetto, se non è un fallimento questo, che cosa lo è? Ricordo quando qui dentro voi teorizzavate il ruolo delle Federazioni.
Questa legge finanziaria certifica la chiusura di quel ciclo e il fallimento di quella politica. Più chiaro di così si muore! Il secondo riferimento lo faccio a una norma che è passata in Commissione, di cui ha fatto menzione la collega Artesio, che riguarda alcune prime norme di contrasto alle case da gioco. Qui vorrei che l'Assessore Pichetto mi dedicasse un attimo di attenzione, perché noi abbiamo presentato, con il consenso di molti Gruppi, queste due norme che non hanno la presunzione di essere norme organiche, perché sono testi depositati e sarà il futuro Consiglio regionale, eventualmente, ad esaminarli; sono depositate, invece, proposte di legge che affrontano la questione in maniera molto più complessiva.
Noi qui, però, interveniamo con due norme che hanno la presunzione stante il carattere di indifferibilità e di urgenza che devono assumere i nostri provvedimenti, di svolgere una prima azione di contrasto. Lo facciamo non inventandoci niente e tentando di evitare che questa norma sia impugnata dallo Stato, cosa che è avvenuta per altre Regioni; tant'è vero che le norme che noi abbiamo introdotto in questa legge finanziaria sono mutuate dall'esperienza legislativa compiuta da altre Regioni, su cui lo Stato non è intervenuto. Ed è difficile contestare il fatto che si tratti di norme che vanno adottate, perché tutti, a parole, riconosciamo l'ampiezza e la gravità del fenomeno delle macchine mangiasoldi.
Allora, ci auguriamo che l'Assessore non voglia intervenire per cassare o per modificare queste norme, perché nel primo caso introduciamo un principio fondamentale, quello delle distanze delle macchine mangiasoldi rispetto ad una serie di attività e di strutture (per giovani, anziani, gli oratori, ecc.); contestare questo mi sembra francamente sbagliato.
La seconda questione riguarda invece l'uso della leva fiscale per scoraggiare il fenomeno e per indurre coloro che oggi gestiscono queste macchine a dismetterle. Anche in questo caso, contestare questa norma mi sembra complicato, anche perché non ha un impatto sul bilancio 2014: noi prevediamo, esattamente per la ragione che ricordavo, che queste agevolazioni possano decorrere dal 1° gennaio 2015, quindi la copertura non dev'essere trovata quest'anno. E l'argomento secondo il quale la Giunta vorrebbe modificare la norma, perché dobbiamo quantificare i costi che avrebbe una tale operazione, se mi consentite, è un argomento che non sta in piedi, perché noi potremmo utilmente avviare questa fase di verifica e garantire la copertura, per quanto riguarda i costi che potrebbero derivare da questa agevolazione, a partire dal prossimo bilancio di previsione; e verosimilmente, lo faranno altri.
Quindi sconsiglio un intervento che modifichi due norme che hanno superato il rischio di impugnativa, perché queste norme le abbiamo mutuate da altre Regioni e, siccome quest'anno non vi è il problema della copertura, anche per questa ragione, riterrei sbagliato se la Giunta intervenisse per modificare questa norma.
Infine, noi pensiamo che indifferibili e urgenti debbano essere considerati alcuni emendamenti che presenteremo nella discussione sugli emendamenti. Il primo. Riproponiamo - e mi rivolgo al collega Laus, che è il primo firmatario di questi emendamenti - i due emendamenti che riguardano le ATC. Ora, vorrei che su questo punto i colleghi facessero mente locale per un secondo.
Quando discutemmo la legge finanziaria la volta passata, la Giunta se la cavò immaginando di approvare un ordine del giorno che rinviava ai sei mesi successivi l'impegno dell'Amministrazione a riorganizzare la governance delle ATC. Ve lo ricordate? Ebbene, sono passati sei mesi e siamo esattamente al punto di partenza. E questa norma invece può incidere sui costi della Regione Piemonte. È singolare il fatto che noi ci preoccupiamo di dare una copertura alle agevolazioni delle case da gioco che non conteranno e non peseranno adesso, e non ci preoccupiamo di fare qui e adesso quegli interventi sulle ATC che avrebbero un effetto diretto sul bilancio e sui costi della Regione.
Io non so cosa aspettate. Noi su questo siamo pronti a fare una battaglia, perché è singolare che ieri, durante la discussione fatta in sede di bilancio, l'Assessore Pichetto abbia detto: "Non ho i soldi per dare più risorse al capitolo della morosità" (perché alcune persone non possono pagare l'affitto) e oggi rinviamo, per l'ennesima volta, una norma che, riorganizzando il sistema delle ATC, ci consentirebbe non soltanto di semplificare e governare diversamente il sistema, ma anche di avere un beneficio diretto sul piano finanziario.
Alla fine - mi avvio alla conclusione - noi riteniamo di dover riproporre con molta forza la questione riguardante la norma che finalizza gli ipotetici - lo ricordava, credo, la collega Artesio - risparmi che dovrebbero derivare dall'applicazione del nuovo piano tariffario previsto dalla delibera n. 85-6287 del 2 agosto, quella che riguarda, per intenderci, il piano tariffario per le strutture per gli anziani.
Perché presentiamo una norma che sia cogente e vincolante? Per una ragione semplicissima. Siccome in quella delibera e durante le discussioni svolte in Commissione ci avete spiegato che il piano tariffario sarebbe stato necessario e utile per tante ragioni, ma che avrebbe liberato risorse e che con le risorse liberate voi avreste ovviamente ridotto le liste d'attesa (fenomeno sul quale a parole siamo d'accordo tutti), ecco, noi vorremmo avere la certezza che esista una norma che questo vincolo, posto che delle risorse si liberino, venga garantito e venga mantenuto.
Da qui allora una norma che ha un significato preciso: quelle risorse lì devono essere impiegate dalle Aziende Sanitarie per ridurre le liste di attesa. Punto. Siccome è un impegno che voi solennemente vi siete assunti sarebbe singolare che oggi negaste una norma che traduce in un fatto legislativo quell'impegno politico.
Queste sono alcune delle questioni che noi porremo ovviamente nella discussione sulla legge finanziaria, altre le solleveranno i colleghi che interverranno in Commissione. In Aula, non si sfugge però a un giudizio politico: questa finanziaria, insieme al bilancio (di cui discuteremo credo giovedì), sono lo strumento attraverso il quale giudicare la politica di questa Amministrazione, perché bilancio e legge finanziaria sono per natura gli strumenti attraverso i quali esprimere un giudizio complessivo sulla politica di un'Amministrazione. E il giudizio nei confronti di questa Amministrazione non può che essere, per quanto ci riguarda, fortemente negativo.
Ribadisco l'auspicio che questa sia l'ultima legge finanziaria che discute questa Amministrazione e questo Consiglio regionale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

Grazie, collega Ronzani, per la presentazione della relazione.
Passiamo ora alla fase della discussione generale. Ci sono colleghi intenzionati a iscriversi a parlare? Prego, Consigliere Bono, prenda pure la parola.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo nella discussione generale sulla finanziaria per segnalare la posizione del Gruppo che rappresento, il Movimento 5 Stelle, che, come nella seduta in Commissione, sia sulla finanziaria che sul bilancio, non intende partecipare al voto. E voglio spiegare il perché, anche se penso che sia noto ai più.
Le motivazioni della sentenza del TAR del 10 gennaio u.s. sono chiare ed evidenti a tutti, le conseguenze forse meno. La dichiarazione di annullamento della convalida degli eletti significa che noi oggi non siamo più Consiglieri, quindi non esiste neanche più il Presidente della Giunta regionale Cota e non esiste neanche più la Giunta. Per un principio di continuità amministrativa, siamo chiamati a portare avanti (anche secondo il parere dell'Avvocatura della Regione) gli atti improrogabili e urgenti cioè quegli atti che, se non venissero presi, potrebbero portare un nocumento, un danno alla Regione Piemonte o a terzi.
Sulla definizione di atti improrogabili e urgenti si è aperta una diatriba, che ancora oggi ha portato a una riunione dei Capigruppo abbastanza vivace. Non c'è chiarezza su questo, anche perché non ci sono precedenti, o meglio, c'è il precedente del Molise - già abbiamo avuto modo di discuterne - per il quale, però, nel 2001 ricordiamo che venne fatto ad hoc un Decreto del Presidente della Repubblica per garantire la continuità amministrativa, poiché le Regioni, dopo la riforma del Titolo V della Costituzione, non sono commissariabili, quindi non si può nominare un Commissario prefettizio ad acta, ma si deve andare avanti, appunto, secondo il principio della continuità amministrativa.
Il DPR del 2001 per il Molise ha sancito questa possibilità, in particolar modo per la Giunta; non si nominava il Consiglio, si parlava di continuità amministrativa per la Giunta. Nel caso successivo, sempre il Molise (una Regione non so se dire sfortunata o le cui forze politiche sbagliavano i candidati a Presidente o i candidati in generale) ha avuto un secondo episodio di scioglimento nel 2011, però in quel caso era intervenuta la modifica della Carta statutaria della Regione, nella quale era stata inserita la fattispecie dello scioglimento anticipato per motivi come quelli che hanno coinvolto la Regione Piemonte.
Noi, invece, siamo in assenza di questo documento, cioè nel nostro Statuto non è normata questa fattispecie. È normata solo la chiusura naturale della legislatura, cioè se fossimo stati nel 2015, a scioglimento naturale della legislatura, saremmo comunque andati avanti fino alla prima assemblea del nuovo Consiglio, per quanto riguarda la Giunta, e fino alla proclamazione dei nuovi eletti, per quanto riguarda i Consiglieri.
Quindi siamo di fronte a una fattispecie totalmente nuova, su cui ritengo che siano legittimi i dubbi di alcuni autorevoli rappresentanti della maggioranza esposti in sede di Conferenza dei Capigruppo, perché sono gli stessi dubbi che mi pongo io da opposizione e che mi porrei se fossi in maggioranza, cioè: di che cosa esattamente possiamo parlare, discutere votare e approvare quando parliamo di atti improrogabili e urgenti? Dal mio punto di vista, sarebbe stato sensato (non dico utile all'Ente Regione Piemonte o a terzi) pensare di approvare un bilancio tecnico, cioè un bilancio in cui ci fossero solo le poste essenziali, quindi le spese obbligatorie, quelle che devono garantire gli stipendi, il funzionamento degli Enti che da noi dipendono, comprese ovviamente le Aziende Sanitarie e le Aziende del trasporto pubblico locale. Fermo restando che sono intimamente convinto che si andrà al voto quanto prima e quindi probabilmente a giugno avremo già una nuova maggioranza, qualunque essa sia (ovviamente ognuno auspica che sia della sua parte politica), ma questa maggioranza sarà legittimata finalmente da un voto, anche se possa vincere di nuovo il centrodestra, ma sarà legittimato da un voto che mi auguro regolare, senza più liste irregolari, raccolta di forme irregolari e quindi eletti illegittimi.
Questo era il mio auspicio, ma non si è arrivati a questo atto; è una scelta legittima che poi verrà valutata eventualmente dagli organi competenti, da parte della Giunta.
Riconosco il coraggio della scelta all'Assessore Pichetto di voler andare avanti - ce l'ha detto in Commissione - assumendo degli atti su cui anche lui ovviamente si pone nei dubbi, ma nel ruolo che ricopre è chiamato ovviamente anche a compiere queste scelte.
Non sono del parere evidenziato in una recente riunione dei Capigruppo in cui si è detto che se ogni volta per muoverci chiediamo un parere ai Tribunali, siamo ormai sotto scacco della giustizia, in questo caso amministrativa. Poi c'è anche il procedimento penale, ma oggi questo non ci interessa.
Credo invece che sia una responsabilità del Tribunale amministrativo che ha emesso una sentenza con delle motivazioni forti e chiare, dirci anche con un giudizio di ottemperanza cosa possiamo fare e cosa no.
Purtroppo sappiamo che le tempistiche per la risposta di un giudizio di ottemperanza non sono celeri, non sono rapide. Mi rendo conto di questa difficoltà, ma comunque intendo andare avanti, come ho detto nella Conferenza dei Capigruppo. Quindi, purtroppo non sarà l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, non sarà la Giunta a chiedere un giudizio di ottemperanza, ma a farlo sarà un Consigliere di opposizione di un piccolo Gruppo.
Probabilmente - ribadisco - arriverà quando i buoi saranno già scappati dalle stalle, nel senso che arriverà magari a marzo quando già il Consiglio di Stato si sarà pronunciato e quando magari avremo già i comizi, però sarà importante, anche perché farà giurisprudenza.
Spero che non capiti più nella Regione Piemonte, ma se capitasse ad un'altra Regione, potremo avere un parere chiaro e preciso di un Tribunale amministrativo in questo caso.
Quindi, ribadisco la mia posizione, ovviamente anche di difficoltà politica, perché alcuni emendamenti presentati soprattutto dai colleghi di opposizione li ritengo giusti, sacrosanti, condivisibili e votabili, ma per coerenza - visto che questo ho dichiarato - con il percorso politico che ho intrapreso e che voglio portare avanti, non prenderò parte alla discussione di merito né tanto meno alla votazione dei singoli emendamenti e del testo complessivo della legge finanziaria. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Innanzitutto vorrei porre alla Presidenza del Consiglio Regionale un elemento che mi sembra sia stato un po' sottovalutato, rispetto a quello che è avvenuto all'inizio di questa seduta.
Il relatore di maggioranza non ha dato per letta la relazione, ma ha dato le dimissioni da relatore di maggioranza. E non è un fatto banale che il relatore di maggioranza ostenti un proprio atteggiamento, su cui tornerò, nei confronti di un provvedimento come quello della legge finanziaria, dimettendosi da relatore, senza che venga sostituito da nessun altro. Già il fatto politico esiste, perché sono alla seconda legislatura e in nove anni in Consiglio Regionale non ho mai visto nessuno dimettersi da relatore, anche su provvedimenti molto meno impegnativi.
Le ragioni per cui tutto ciò è avvenuto stanno nel clima che si sta respirando. Questa legge finanziaria non è asettica rispetto al contesto che stiamo vivendo. Questa legge finanziaria - che è spolpata di molti elementi e di molti contenuti, rispetto ai quali cercheremo con i pochi emendamenti che abbiamo presentato di rendere proficuo e utile il percorso della legge finanziaria - avviene in un contesto nel quale, di fatto, la Giunta e la maggioranza non esistono più.
Vorrei innanzitutto mettere in evidenza una cosa. La Conferenza dei Capigruppo alla quale abbiamo assistito - e su cui per imbarazzo personale non entrerò nei particolari, ma che sintetizzo nel "tutti contro tutti" e "tutti a minacciare tutti" - è la rappresentazione del fatto che ormai non esiste più una maggioranza e una Giunta capace di poter affrontare anche provvisoriamente questa fase.
Ma quella riunione dei Capigruppo, che si è svolta poco fa interrompendo la seduta del Consiglio Regionale e che ha rappresentato un elemento politicamente molto delicato - su cui tornerò velocemente - si è svolta ancora una volta senza che il Presidente della Giunta Regionale gestisse questa fase delicata, in primo luogo dei rapporti con la sua maggioranza e non con l'opposizione.
Ma ci rendiamo conto che siamo a tre giorni dalla scadenza dell'esercizio provvisorio, senza che la I Commissione del Consiglio Regionale abbia licenziato il disegno di legge di bilancio? E non per colpa di un ostruzionismo delle opposizioni. Lo ha dovuto ammettere lo stesso Vicepresidente Pichetto nella Conferenza dei Capigruppo. Non sappiamo ad oggi quale sarà la prospettiva della legge di bilancio e non sappiamo ad oggi, nonostante le rassicurazioni fornite dal Vicepresidente della Giunta regionale, se verrà portato in Aula un bilancio che rispecchia i contenuti del disegno di legge, se assisteremo all'ultimo momento ad un bilancio tecnico o quant'altro. E il Presidente della Giunta regionale è da un'altra parte? E si può pensare, cari colleghi, che il tema per cui oggi avrebbe potuto saltare il Consiglio regionale fosse il tentativo di impedire che la Giunta per le elezioni assumesse un provvedimento dovuto quale quello della dichiarazione di decadenza da Consigliere Regionale di Michele Giovine? Perché questa era la ragione per cui il Consiglio Regionale stamattina rischiava di saltare. Perché ci sono Gruppi all'interno della maggioranza che vogliono impedire che la Giunta per le elezioni faccia l'unico atto che deve fare, cioè la presa d'atto che, dopo la condanna in terzo grado Michele Giovine è decaduto da Consigliere regionale.
Questa è la preoccupazione politica che c'è nella maggioranza? Questa è la vera preoccupazione politica che c'è nella maggioranza? Ma dov'è allora il senso di responsabilità nei confronti dell'economia piemontese, nei confronti del sistema dei servizi in Piemonte? Siamo qui non per attaccamento alle poltrone, ma perché una crisi al buio in questo momento rappresenterebbe un grave nocumento al Piemonte e alla comunità piemontese.
Non ci crede più nessuno a questa affermazione, non ci crede più nessuno che questa è la ragione per cui state qua, se poi rischiate di far saltare il Consiglio regionale sulla legge finanziaria per impedire che Michele Giovine sia considerato decaduto da Consigliere regionale. Ma è così forte il potere ricattatorio di Michele Giovine nei confronti della maggioranza e della Giunta? È così forte il potere ricattatorio di Michele Giovine nei confronti della maggioranza e della Giunta, se questo diventa il problema politico della giornata odierna? Questo è il quadro. Altro che senso di responsabilità! Altro che attenzione nei confronti del Piemonte! Altro che evitare che il Piemonte viva una fase di non governo regionale! Il non governo in questa Regione c'è da mesi e noi lo dichiariamo da almeno un anno. Sia chiara una cosa: per due anni e mezzo abbiamo fatto un'opposizione dura nei confronti di un progetto che non condividevamo.



(Commenti del Consigliere Motta Massimiliano)



RESCHIGNA Aldo

Cos'hai?



(Commenti del Consigliere Motta Massimiliano)



RESCHIGNA Aldo

Guardi, Consigliere Motta, penso di essere...



PRESIDENTE

Consigliere Motta, per favore.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, che sia chiara una cosa: siccome di fronte a queste considerazioni l'unica arma che ha qualcuno è quella di trasformare la seduta in rissa, io sono più calmo del solito. Mi sono anche preso tre camomille questa mattina per evitare questo rischio, perché so benissimo che di fronte a queste situazioni l'unico modo con cui la maggioranza cerca di cavarsela è tentare di metterla in rissa! Lo so benissimo, perché sul piano del merito non c'è risposta alle cose che vi sto dicendo! Sul piano del merito, non c'è risposta alle cose che vi sto dicendo, ok? In conclusione, per due anni e mezzo in quest'Aula - e non solo in quest'Aula - c'è stato uno scontro tra progetti: il vostro era inaccettabile, dal nostro punto di vista, ma aveva la dignità di rappresentare una possibile risposta ad esigenze che in Piemonte sono molto forti.
Da un anno a questa parte, non c'è scontro tra progetti; c'è un non governo della Regione da parte vostra, e questo ci umilia, umilia il Piemonte e ci imbarazza moltissimo, anche nel nostro ruolo di opposizione a questa Giunta regionale.



PRESIDENTE

Chiedo se ci sono altre richieste di intervento, altrimenti dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Io sono opposizione. E, oggi, Presidente, non è semplice per chi parla dirlo, perché, oggi, l'opposizione non è riconosciuta e non è riconoscibile.
Io posso dire che sono opposizione, specificando che sono opposizione della prima ora, perché non voglio togliere nulla ai colleghi dell'opposizione della seconda ora. E devo dire che sono più bravi di noi questo sì, potevamo fare di più, effettivamente è vero. Sono più forti loro, le opposizioni della seconda ora alla maggioranza. Quindi, ai media e ai giornalisti suggerirei di guardare con attenzione l'opposizione proveniente dall'ex maggioranza.
Non sono battute; questo è l'ultimo dibattito riguardante uno strumento importante, quale la legge finanziaria. Anche in questo contesto e in questo momento, ritengo opportuno sottolineare preliminarmente - l'ho già fatto in altre discussioni - come ha preso avvio questa maggioranza.
Ricorderei ai colleghi che il primo Vicepresidente di questa Giunta è stato Roberto Rosso, ve lo ricordate? Ha fatto la campagna elettorale anche con voi; ha spiegato ai cittadini piemontesi che con questa legislatura finalmente, potevano riavere delle speranze e guardare al futuro. Dopo pochi mesi, non abbiamo capito - noi, opposizione della prima ora - come mai Roberto Rosso è andato via.
Dopodiché, ci sono stati altri accadimenti di natura politica: è cambiato l'Assessore alla sanità, ma non la persona fisica che, per motivi personali, è andata via, è cambiato proprio il progetto politico, è cambiata l'azione politica! Allora, c'è stato un ribaltamento: il Direttore generale è diventato Assessore alla sanità ed è ripartito un altro progetto politico per la sanità, la famosa rivoluzione copernicana.
In quel progetto politico, al primo punto, c'erano le cosiddette "Federazioni"; c'era la vendita degli immobili; c'era uno smantellamento sostanziale di quanto la Regione Piemonte aveva costruito nell'arco degli anni.
Oggi, effettivamente, c'è un articolo nella legge finanziaria che riguarda le Federazioni, che ci tengo a richiamare proprio per una soddisfazione personale. Infatti, l'articolo 7 ("Modifiche alla legge regionale 13 novembre 2013, n. 20") recita: "1. Dopo l' articolo 2 della legge regionale 13 novembre 2013, n. 20 (Ulteriori modifiche alla legge regionale 6 agosto 2007, n. 18 "Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale" e disposizioni in materia di trasparenza degli atti delle aziende sanitarie regionali), è inserito il seguente: 'Art. 2 bis. (Personale operante presso le Federazioni sovrazonali) A far data dal 1° gennaio 2014 viene meno l'assegnazione funzionale prevista dall'articolo 2, comma 3 della legge regionale 28 marzo 2012, n. 3 (Disposizioni in materia di organizzazione del Sistema sanitario regionale), del personale operante presso le Federazioni sovrazonali, con la conseguente riassegnazione del medesimo personale agli enti di rispettiva appartenenza. Dalla medesima data cessano di avere effetto i contratti di consulenza, di collaborazione ed a ogni altro titolo attivati dalle Federazioni sovrazonali.'".
In pratica, avete certificato quanto, in modo semplice ed elementare noi vi stavamo dicendo dal primo giorno in cui vi è venuta in mente questa straordinaria idea. Quindi, è stato certificato un fallimento ed è stata abbandonata la partita della sanità.
Poi, si sono susseguiti altri passaggi, ma quando subentra un Assessore deve esserci un motivo, deve essere successo qualcosa di particolare. Altri Assessori sono entrati a far parte di quest'Aula: l'Assessore Casoni; c'è di fronte a me l'Assessore all'istruzione; poi c'è l'Assessore Molinari.
C'è stato un avvicendamento di Assessori, ma è un fatto normale, è naturale che possa accadere in una maggioranza, ci mancherebbe altro; anche quando avviene per riequilibri di natura politica, ci mancherebbe. Invece il problema è dato dall'assenza di una maggioranza e, oggi, cari colleghi Ronzani e Reschigna, soprattutto, c'è la certificazione, direi plastica, di una maggioranza inesistente, che non esiste più! Noi addetti ai lavori lo sapevamo già, perché, da anni, e non da mesi si respira quest'aria di instabilità della maggioranza; all'esterno, oggi è emersa, in modo plastico, la frantumazione della maggioranza.
Per quanto riguarda le ATC, con la loro semplificazione non si risolve il problema dei morosi incolpevoli o il problema della carenza di risorse delle ATC, ma è il minimo sindacale, perché quando una maggioranza politica vuole fare efficienza parte dalle cose più semplici ed elementari. La riorganizzazione e la ristrutturazione delle ATC, per una persona che ha fatto la prima elementare, e non la seconda, è di una potabilità unica univoca e non equivoca. È semplicissimo riorganizzare quel sistema, e da quella riorganizzazione si possono generare altre efficienze.
Guardate che il problema delle ATC - che non è stato affrontato, e non volete affrontare - lo ritroverete amplificato tra qualche mese relativamente alle società collegate alle ATC - penso a quelle della provincia di Torino - perché, con una riorganizzazione totale, queste società potrebbero intervenire e interessarsi anche delle case ATC delle altre province.
Termino il mio intervento, perché siamo arrivati anche un po' stanchi alla fine di questa legislatura, richiamando un concetto. Mi dispiace che non sia presente l'Assessore Cavallera, che lo esprime con una brillante capacità di linguaggio; ve lo ha spiegato diverse volte la collega Eleonora Artesio. Relativamente al problema della non autosufficienza e al problema dei LEA, lo dico a modo mio. Non c'è l'Assessore Cavallera, non so a chi posso rivolgermi, quindi mi rivolgo a lei, Assessore Pichetto.
Il tema di fondo è uno: c'è una legge che inquadra i livelli essenziali di assistenza. Questa legge dice che il malato non autosufficiente ha un diritto esigibile. A tale diritto, puoi far fronte in due modi: uno è il ricovero; l'altro, alternativo, che farebbe anche risparmiare in modo particolare alla sanità, la domiciliarità, gli assegni di cura. Con un gioco di artifici e di delibere, alla fine, cosa emerge? Il diritto esigibile, che deve essere garantito dalle risorse della sanità con assoluta destrezza, passa in capitoli relativi al sociale e nel sociale si apre lo spazio della discrezionalità: "non ci sono i soldi", "non ci sono le risorse", "accontentavi di quello che c'è". Il famoso non autosufficiente si ritrova di fronte, anziché un diritto esigibile l'Assessore Cavallera, o chi per lui, un dirigente, che organizza una delibera e, come neve al sole, si scioglie un diritto, che non diventa un diritto affievolito, ma una discrezionalità dell'Amministrazione. Dire che questa Amministrazione e questa Giunta non sono credibili è troppo poco.
Non ho parlato volutamente della sentenza del TAR. Caro collega Bono la sentenza del TAR è una cosa in più rispetto a tutti i disastri politici e di natura politica che il Presidente Cota ha posto in essere prima del suo insediamento nella Giunta regionale. I disastri li ha iniziati quando ha iniziato a girare per le vie del Regione Piemonte.
Colleghi, è per questo motivo, e non per altri, che dovete invitare il Presidente Cota a rassegnare le dimissioni: si può fare un regalo ai piemontesi anche senza un dispendio energetico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
Questo è un periodo - penso che non capiti solo al sottoscritto, ma lo voglio dichiarare in quest'aula - che sono pervaso da mille dubbi.
Ho lavorato bene? Ho approfittato? Ho fatto cose che andavano contro la legge? Se questo è vero - ed è vero, perché confesso di avere questi dubbi in questo momento - sono però veramente felice e contento di vedere nell'opposizione una certezza dopo l'altra che viene manifestata e non solo dettata dalle convinzioni delle proprie idee - il che è del tutto legittimo e corretto - ma anche dell'interpretazione che si dà delle idee altrui ossia, magari in questo caso, della maggioranza.
Ho ascoltato con molta attenzione l'intervento del Consigliere Reschigna che, evidentemente non avendo più notizie ed indicazioni, cerca di andare a finire sui giornali su una novità, che è quella della difesa strenua del Consigliere Giovine condannato in terzo grado.
Caro Capogruppo Reschigna - parlo ovviamente per il mio Gruppo, poi interverrà anche il Consigliere Carossa - le posso garantire che se noi siamo qui, non è vero, come dice lei, avendo delle certezze - cosa che noi non abbiamo - che sia per difendere qualcuno. I dubbi che personalmente ho sono anche i dubbi di una maggioranza che vorrebbe dare al Piemonte, in una fase così delicata quale quella che descriveva lei prima, e di cui tutti quanti, con maggiore o minore attenzione siamo consapevoli, un bilancio che possa essere fruito dai cittadini piemontesi e possa salvare il salvabile con senso di responsabilità. Questo è il compito che sentiamo ancora di affrontare, nonostante qualche agente esterno continuo a delegittimarci.
Visto che siamo ancora qui e sto parlando, non mi sradicano il microfono e riesco ancora ad esprimere il mio parere e la mia idea, voglio esprimerla fino in fondo.
Non vogliamo assolutamente che in Aula ci siano risse, non le abbiamo mai create da parte nostra. Avremmo sempre voluto, in qualche modo costruire un percorso, anche con l'opposizione, perché questo fa parte della nostra cultura. Una cultura diversa da quella di qualcun altro.
Questa è l'attenzione che dobbiamo, in particolare in un momento di grande difficoltà, a coloro che, in qualche modo, oggi, hanno maggiore difficoltà e che sono sempre in maggioranza anche in questo territorio e in Piemonte checché qualcuno dica che oggi c'è una ripresa che si sente.
Vorrei chiedere, per esempio, all'Assessore Porchietto, sempre attenta e Assessore sicuramente di grande attivismo e di grande capacità ed esperienza, se questa ripresa, andando a visitare le aziende, l'avverte, la sente, oppure continua a vedere cassintegrati (ma non solo cassintegrati perché la cassa integrazione finisce) ma aziende che sono arrivate alla frutta. Basta vedere i dati che ci danno le grandi associazioni a livello locale per vedere il delta se è positivo o negativo.
Checché ne dica qualcuno, noi con azione e senso di responsabilità stiamo guardando al bilancio; stiamo guardando a quello che è possibile, in questa situazione e in questo stato, decidere, sapendo che il bilancio è una situazione inderogabile ed urgente. Si deve dare, quindi, una risposta sapendo che la finanziaria di cui oggi stiamo discutendo contiene aspetti che vogliamo guardare con senso di responsabilità, senza che ci sia nessun pensiero in ordine ad un'interpretazione che oggi ha la minoranza e che per quello che ci riguarda, è completamente sbagliata.
Vorrei sottolinearlo per la seconda volta. Le certezze che anche il Consigliere Laus nel suo intervento ha sottolineato, vorrei che ce l'avessero anche alcuni colleghi di maggioranza che, in maniera responsabile, guardassero, forse anche con un po' più di orgoglio e non solo con senso di responsabilità, all'approvazione del bilancio, che diventa non solo un bilancio importante da approvare in tempi stretti per i piemontesi, ma anche un bilancio che è motivo di orgoglio per i Consiglieri regionali che, a tutti gli effetti, oggi possono ancora deciderlo, checch ne dicano alcuni agenti esterni che, forse, dovrebbero guardare con maggiore attenzione e maggiore rispetto alle divisioni dei ruoli.
Visto che c'è un'invasione di ruoli in questo frangente, forse sarebbe utile che la politica ritornasse quella vera, quella seria, quella che si occupa dei cittadini, quella che si occupa anche del dibattito e della discussione all'interno dell'Aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti, ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie,Presidente.
L'intervento del Consigliere Reschigna ha un po' stupito sia me che il Consigliere Ronzani. Infatti non siamo Capigruppo, il Consigliere Reschigna è più bravo. Noi avevamo capito che il relatore di maggioranza aveva deciso, forse per risparmiare tempo, visto che l'obiettivo della maggioranza è quello di portare la finanziaria, di rinunciare alla relazione, quando - appunto - mettendo in evidenza tutti i nostri limiti (parlo di me e di Ronzani come Consiglieri) il Capogruppo, invece, ha detto che addirittura il relatore di maggioranza aveva presentato le sue dimissioni da relatore.
Siamo rimasti un po' stupiti, perché questa roba non l'avevamo mai vista! Non si era mai verificata in Consiglio regionale. Se uno non vuol fare il relatore di maggioranza, lo dice prima e non è obbligato farlo. Se prende questa decisione, checché ne dica il Consigliere Angeleri, è perch la maggioranza in questo momento non ha i numeri nemmeno per avere un relatore di maggioranza! Non dico per decidere le sorti della Regione, non dico per decidere le sorti del Paese, ma neanche per fare una relazione di maggioranza! Porgo anche un'altra domanda.
A questa maggioranza così solida, coesa e attenta ai bisogni dei piemontesi chiedo dov'è il Presidente della Giunta.
Anche qui, non è mai successo che si discuta della finanziaria e poi del bilancio, senza che il Presidente della Giunta sia presente in Aula.
Se, anche qui, la Giunta lavora normalmente, così come ritiene di avere il diritto di continuare a lavorare, perché ci sono i Magistrati "comunisti" che stanno attaccando la maggioranza, il Presidente avrebbe dovuto essere in Aula a decidere, a confrontarsi e a dare la linea, a chiedere al relatore...



(Commenti in aula)



BOETI Antonino

stato evocato.
Buongiorno, Presidente.



PRESIDENTE

Continui, collega Boeti.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per favore!



(Scampanellio del Presidente)



PRESIDENTE

Prego, collega Boeti.



BOETI Antonino

Presidente Cattaneo, quanto prima crederò nei miracoli! È bastato fare il nome del Presidente Cota e il Presidente è comparso.



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Boeti.
Il collega Boeti ha diritto di intervenire e di essere ascoltato.
Quindi, se per favore ci fosse almeno una minima condizione di ascolto, ve ne sarei grato.
Prego, continui.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Anche se la presenza del Presidente Cota, al quale diamo il benvenuto non modifica il giudizio sul fatto che questa maggioranza non esista e che sia necessario accettare il suggerimento di Gariglio di andare a votare tutti assieme il 25 maggio.



(Commenti in aula)



BOETI Antonino

Presidente, però...



PRESIDENTE

Per favore! Per favore! Anche lei, collega Boeti, se potesse alternare alla sua capacità oratoria, seconda solo al Capogruppo, qualche contenuto sul disegno di legge, gliene sarei grato. Prego.



BOETI Antonino

Presidente, è vero che me le sto cercando, ma loro non hanno il diritto di intervenire, perché ho il diritto di fare l'intervento che voglio, senza che nessuno intervenga, come io non intervengo mai quando parlano gli altri Consiglieri. Lei ne è testimone.
Entro nel merito delle questioni.
Questa finanziaria, che oggi vede anche la presenza del Presidente all'articolo 7 prevede la restituzione del personale, dopo l'esperienza "straordinaria" delle Federazioni, alle ASL. Finalmente, il personale torna nella sua sede di appartenenza, anche se non siamo sicuri troverà la scrivani che aveva lasciato un anno e mezzo fa e, senza offendere...



PRESIDENTE

Per favore, scusi, collega Boeti.
Non è possibile andare avanti così!



BOETI Antonino

Io aspetto, Presidente, tanto non abbiamo fretta.



PRESIDENTE

Per cortesia! Prego.



BOETI Antonino

Dicevo, mi chiedo se è possibile dire, senza offendere la sensibilità della maggioranza, che rispetto alle questioni sanitarie e a quelle sociali questa maggioranza miseramente ha fallito.
Il Fondo immobiliare, le Federazioni, tutti pilastri di una riforma epocale che si è spenta nell'arco di quattro anni.
Ho voluto utilizzare soprattutto questo articolo 7, che mi consente di fare una riflessione sulle questioni sanitarie, per dire anche, Presidente che abbiamo visto che ieri sono stati confermati i Direttori generali.
Abbiamo ritenuto che sarebbe stato meglio - lo abbiamo detto come PD prorogare l'incarico fino a maggio, perché pensiamo che a maggio si voterà per evitare che la nuova maggioranza che uscirà dalle elezioni sia costretta a mantenere - a questo punto sarà costretta a mantenere - i Direttori generali, che sono stati un autentico fallimento. Un autentico fallimento. E che sono confermati soltanto perché appartengono a uno schieramento politico.
Vorremmo non sentir più parlare di "amici degli amici", perché ci sono Direttori generali che hanno avuto il parere negativo da questa Città e dal Sindaco di Torino, perché hanno seminato "stragi" tra quelli che non erano amici e che non si allineavano, elargendo, invece, decine di incarichi anche alla stessa persona rispetto alla quale lo stesso Mastropasqua diciamo così, impallidisce! Quelle persone sono state confermate, perch erano presenti alla manifestazione, legittimamente, di solidarietà al Presidente Cota! Le scelte riguardo i Direttori generali sono state rigidamente ed esclusivamente politiche! Inoltre, il fatto che la Giunta abbia confermato i Direttori generali indica che sono stati rigidamente ed esclusivamente politiche! Presidente Cota e Vicepresidente Pichetto, vi preghiamo, di non nominare il Direttore della Città della Salute, perché non avete titolo per farlo! Perché non si tratta di un fatto indifferibile ed urgente, perch non avete il diritto di farlo e perché, forse, la responsabilità che avete al riguardo è maggiore rispetto a tutte le nomine che avete fino a questo momento. Potete nominare un commissario, nominate chi volete.
Vi chiediamo di nominare una persona perbene e competente! Se sarà una persona perbene e competente, in grado di gestire un problema complesso come quello della Città della Salute, credo che anche chi prenderà il vostro posto potrà eventualmente confermarlo.
Faccio ancora una riflessione su una finanziaria che, come abbiamo visto oggi - poi vedremo cosa succederà al momento del voto - forse non ha nemmeno la maggioranza, rispetto ad altri due emendamenti significativi perché, Consigliere Angeleri, siamo entrati nel merito delle questioni e non abbiamo fatto ostruzionismo.
Uno riguarda la richiesta, che facciamo, di utilizzare l'aumento delle tariffe esclusivamente, come ha detto l'Assessore Cavallera, anzi come ha detto la dottoressa Vitale (perché l'Assessore Cavallera non ha tanta competenza rispetto alle questioni sociali), che aveva l'obiettivo di diminuire ulteriormente le liste di attesa. Accettate almeno questo emendamento, perché è l'espressione di quanto ci avete detto in IV Commissione in questi mesi.
Potrei dare qualche numero, che credo non interessi ad una maggioranza che si occupa di numeri soltanto quando il Vicepresidente Pichetto riesce in questo modo ad arzigogolare un bilancio, ma quando i numeri riguardano le persone resta assolutamente indifferente.
I numeri dicono che in Piemonte ci sono 74 mila anziani che sono confinati nella propria abitazione, a letto o in carrozzina. 74 mila anziani! 91 mila anziani hanno difficoltà nella deambulazione. 110 mila hanno difficoltà a svolgere le funzioni quotidiane. 115 mila sono ricoverati in strutture e 30 mila aspettano un posto.
Di fronte a questi numeri, vi chiediamo di accettare l'emendamento che abbiamo presentato e che, forse, consentirebbe di abbattere le liste di attesa, ma non come le avete abbattute voi con la DGR 14 che, di fatto, ha eliminato le liste di attesa perché ha eliminato quelli che ne avevano diritto.
Il secondo emendamento - finisco, Presidente, nei tempi, anche se avrei diritto a qualche minuto in più per l'ostruzionismo subito da parte dei Consiglieri di maggioranza - riguarda l'ATC. Credo che non abbia senso continuare ad avere cinque ATC in Piemonte. Non capisco perché ci debba essere un'ATC di Vercelli che fa 160/170 mila abitanti, quando Rivoli Collegno e Grugliasco fanno da soli 150 mila abitanti, esattamente come la provincia di Vercelli. Non abbiamo un'ATC e abbiamo avuto buoni rapporti con l'ATC di Torino.
Sono d'accordo con il Consigliere Laus quando dice che una è sufficiente. Possiamo non nominare "tremila" Revisori dei Conti, spesso peraltro sempre gli stessi, legati ai partiti; possiamo diminuire i Consigli d'Amministrazione e recuperare un po' di risorse che possono essere, anche queste, destinate ai servizi sociali.
Ne abbiamo fatto una questione politica? Certo, perché siamo qui per fare politica, ma ne abbiamo fatto anche una questione di merito, checch ne dica il Consigliere Angeleri.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Il mio sarà un intervento molto rapido, anche perché non posso che attestare personalmente la serietà con la quale il collega Boeti, quando era Sindaco, ha svolto il suo ruolo, perché ha mantenuto rapporti istituzionali correttissimi e ho sempre apprezzato i suoi atteggiamenti verso la cultura.
Per queste ragioni, conoscendo la sua sensibilità, gli chiedo di rivolgere questo suo appello alla non politicizzazione o colonizzazione degli Enti istituzionali anche al neo Segretario del PD.
Ho trovato imbarazzante che all'inaugurazione della Scuola Holden finanziata anche con soldi pubblici e da me sostenuta quand'ero Assessore il noto proprietario di una grande organizzazione alimentare dove si vendono ai prezzi dei ricchi le cose ai poveri - mi sembra una genialata un Robin Hood al contrario! - ha sostanzialmente fatto intendere che la Scuola Holden avrebbe anche potuto essere un'ottima scuola quadri per Renzi (allora non era ancora Segretario), e che lui era intervenuto pesantemente con tutto il suo impegno, per sostenere un certo partito e un certo candidato. È legittimo, ma non lo faccia nel corso di manifestazioni istituzionali, in occasione di inaugurazioni di opere finanziate con fondi pubblici, nelle quali, normalmente, parlano le istituzioni! Perché sono intervenuto? Perché il collega Boeti è sempre stato irreprensibile (negli anni in cui ho ricoperto il ruolo di Assessore ho avuto modo di verificarlo). Per questo motivo, lo inviterei a fare questa segnalazione, per evitare simili cadute di stile da parte di importanti "sponsor" del neo-segretario del PD, affinché i grandi ricchi e, magari forse anche i "grandi furbi" abbiano la decenza di non dire, in occasioni ufficiali, quali sono i politici migliori. Forse quelli citati sono piccoli dettagli che, però, sicuramente, le persone che chiedono correttezza istituzionale non potranno che disapprovare fortemente.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Cito proprio marginalmente il fatto che, come al solito, purtroppo, il Consigliere Reschigna dà delle interpretazioni un po' troppo di parte - lo ripeto, un po' troppo di parte - su ciò che avviene. Perché questa maggioranza non fa assolutamente discendere l'approvazione della legge di bilancio o della legge finanziaria dalla questione della Commissione elettorale, dalla questione del Consigliere Giovine o da quant'altro.
Se vogliamo, avremo tempo, oggi pomeriggio, in occasione dell'approvazione della legge finanziaria, di esprimerci ulteriormente. Per quanto mi riguarda interverrò ancora, così spiegherò meglio, perché mi preme ribadire due o tre concetti prima di tacere.



PRESIDENTE

Scusi se mi permetto di interromperla, non si arrabbi.



CAROSSA Mario

Assolutamente!



PRESIDENTE

Oggi è prevista la convocazione della I Commissione, non del Consiglio regionale. L'ho detto due volte nel corso della Conferenza dei Capigruppo e tre volte in Aula.
Prego, collega Carossa.



CAROSSA Mario

Sì, sì. Continuo ad essere dell'opinione che se si continuava oggi liberando la legge finanziaria, sarebbe stato meglio. Comunque, fa lo stesso.
Tornando seriamente all'argomento in discussione, ho sentito parlare di certezze. Guardate, di certezze ne ho proprio poche, soprattutto in questo periodo.
Sicuramente - mi rivolgo ai giornalisti, anche se dovrei indirizzarmi al Presidente - ne ho due.
Una è quella che noi, come maggioranza, vogliamo assolutamente approvare la legge finanziaria e il bilancio entro il 31 gennaio.
Come Gruppo della Lega Nord - ma sono certo di interpretare anche il parere e il pensiero dei miei colleghi di maggioranza - vogliamo approvare questo bilancio entro il 31 gennaio, anche per un senso di responsabilità.
Perché comprendiamo benissimo che approvare il bilancio in un momento così delicato per l'economia nazionale (non piemontese) è molto importante; è fondamentale. E noi faremo di tutto - ringrazio, tra l'altro, anche l'opposizione, che effettivamente non sta facendo percorsi ostruzionistici per approvare questo bilancio. L'altra certezza, caro collega Bono, ce l'ho nel cuore: io, a differenza di tanti soloni che magari risiedono in Parlamento e pontificano pure, sono stato regolarmente eletto.
Io sono stato regolarmente eletto perché circa 5.000 e rotti cittadini piemontesi hanno scritto "Mario Carossa" o solo "Carossa" sulla scheda elettorale vidimata ed approvata da un Tribunale. Centinaia di migliaia di cittadini hanno votato Carossa e altri Consiglieri della maggioranza e dell'opposizione scrivendo il loro nome e cognome. Centinaia di migliaia di cittadini hanno votato il Presidente Cota barrando il suo nome o i simboli delle liste a lui apparentate. Questa è la democrazia, caro Bono! Io questa certezza ce l'ho e ce l'avrò sempre! Sempre! Potranno emettere tutte le sentenze della terra, ma questa certezza ce l'avrò sempre! Perché, a differenza di nominati o nominandi, sono stato eletto dai cittadini piemontesi.
Noi accetteremo sempre qualsiasi sentenza. Ma accettare qualsiasi sentenza, non vuol dire chinarsi proni di fronte a qualsiasi potere.
Accettare le sentenze significa anche fare di tutto per ribaltarle, perch le riteniamo inique e non corrette verso di noi e verso i cittadini piemontesi.
In questo momento, quindi, ho queste due certezze: la prima è l'approvazione del bilancio entro il 31 gennaio, perché è un nostro dovere verso i piemontesi; l'altra è quella che sono stato regolarmente eletto.
Dopodiché, lasciate perdete per favore - voglio fare un po' di polemica, concedetemela! - l'opposizione dura per tre anni e mezzo o quattro. Opposizione dura? L'unica opposizione dura che siete riusciti a fare è quella in Tribunale. Oltre a quella, di opposizione qua non ne ho vista assolutamente.
Auspico, spero e prego tutte le sere che il Consiglio di Stato ci dia ragione. Perché nel momento in cui ci darà ragione, vi metterò davanti il calendario e vi chiederò quando vi dimetterete! Quando vi dimetterete! Voglio chiedere semplicemente questo al collega Gariglio e a quanti altri lo pontificano! Mi spiace che non sia in Aula, perché mi piacerebbe dirgli di persona ciò che penso, ma lo farò magari quando arriva.



CAROSSA Mario

GARIGLIO Davide (fuori microfono)



CAROSSA Mario

Ti sento!



CAROSSA Mario

Perfetto! Bravo Gariglio, grazie.



PRESIDENTE

Per favore! Capisco che da una parte e dall'altra ci siano Consiglieri che ormai fanno i miracoli - qualcuno chiama il Presidente e arriva, qualcun altro chiama il collega Gariglio ed entra in Aula! - però vorrei, per favore ripristinare una condizione minima di confronto.
Grazie, continui pure.



CAROSSA Mario

Sono contento che ci sia il collega Gariglio, perché sentirlo fare un appello ai Consiglieri della maggioranza, cercando già... Perché non sa forse, che i Consiglieri che siedono in questa sala sono diversi da quelli con cui sta parlando, magari, in questo momento, per cercare di fare delle trame strane sotto l'ombra di Chiamparino o di altri.
Caro Gariglio, vieni qua a fare opposizione! Vieni qua a fare opposizione e non solo sulla GTT o sui trasporti! Vieni qua a fare opposizione su tutto! Su tutto veramente! Caro Gariglio, sei stato Presidente del Consiglio per cinque anni e siamo dovuti arrivare noi per dimezzare quella vergogna: quell'assegno di 100 mila euro che avete preso tutti alla fine del vostro mandato! Siamo dovuti arrivare noi per togliere quella vergogna lì! E voi, adesso, pontificate? Per favore! Evitate di pontificare! Almeno la correttezza di stare silenti! Cinque anni seduto là! Cinque anni e adesso mi vieni a fare l'appello alla maggioranza perché si dimetta e si vada ad elezioni! Avremo modo di parlarci in questi due o tre giorni in cui spero ed auspico di approvare questo bilancio. Avremo modo di parlarci, pertanto termino. Entrerò nel merito di alcuni emendamenti nel prosieguo della discussione.
Una sola cosa dico ancora, come Lega Nord: noi vogliamo approvare questo bilancio e questa legge finanziaria. Vogliamo approvare un bilancio che sia assolutamente corretto e serio, un bilancio in cui non ci siano marchette di sorta, come eravate abituati voi nei cinque anni precedenti.
Un bilancio che risponda veramente ai bisogni veri della gente piemontese dei piemontesi.
Pertanto, per quanto riguarda la Lega Nord, che siano dell'opposizione o che provengano dalla maggioranza, noi non accetteremo emendamenti di sorta. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Grazie, Presidente.
Il dibattito si sta scaldando e sta diventando particolarmente significativo ed interessante, in questa fase della tarda mattinata. Oggi pomeriggio si riunirà la I Commissione e, successivamente, riprenderemo la seduta del Consiglio.
Prima di svolgere delle considerazioni nel merito del testo della finanziaria che abbiamo a lungo discusso in I Commissione alla presenza dell'Assessore Pichetto (c'è stato anche uno scorcio con l'Assessore Cavallera, per la partita relativa alle materie di carattere sanitario) occorre fare una premessa e porre una questione di carattere preliminare perché, in seguito alla riunione lampo dei Capigruppo, abbiamo saputo dal Capogruppo Aldo Reschigna che sono intervenute delle significative novità.
La prima novità che vogliamo collegare, pur senza malizia all'andamento di quella riunione e al dibattito sulle questioni relative alla Giunta per le autorizzazioni, è che, successivamente a quest'incontro ed al dibattito che lì si tiene, c'è la consapevolezza che il relatore di maggioranza, non solo non svolge la relazione - come ricordava il collega Boeti - perché la maggioranza vuole rendere più celere il dibattito sulla finanziaria, e quindi la dà per letta, ma effettua delle vere e proprie dimissioni.
Come i colleghi presenti insieme a me in I Commissione (Reschigna Ronzani, Boeti, Pentenero, Gariglio e Laus) hanno potuto vedere, in sede di I Commissione il relatore di maggioranza, poi incaricato, chiese lui stesso di poter essere incaricato a svolgere quel compito e quindi poter relazionare in aula, poiché riteneva la questione importante.
del tutto evidente che, davanti a così forte richiesta e a così seria determinazione nello svolgerla, la rinuncia e la dimissione da questo ruolo non è un fatto puramente episodico, casuale: è un fatto compiutamente politicamente, connotato.
Ritengo che su questo, non solo la maggioranza, ma anche la Giunta, non possano far finta di niente e non possano non prenderne atto, perch ripeto - non è un fatto comune o usuale. È un atto che ha un profondo significato politico, soprattutto perché avviene non su un testo qualsiasi una legge qualsiasi, seppure importante - chiamiamola così - di ordinaria amministrazione, ma su uno degli atti più significativi che una Giunta ed un'Amministrazione portano in Consiglio: la legge finanziaria e il bilancio preventivo. Si tratta, infatti, degli atti non solo di carattere tecnico contabile, ma anche politico-amministrativo, che indicano quali sono gli obiettivi di un'Amministrazione.
Questo atto, inoltre, avviene in un contesto (quello che stiamo vivendo) di grande incertezza politico-amministrativa: incertezza sul fatto di poter continuare a funzionare e a lavorare per quest'Aula; incertezza sul termine della legislatura, in seguito alla vicenda attualmente in corso; incertezza anche sugli atti che in questa fase possiamo portare avanti.
Oltre agli atti indifferibili e urgenti (e il bilancio è un atto indifferibile e urgente, come è stato compiutamente riconosciuto anche dagli uffici ed in seguito ad una verifica all'interno di una riunione dei Capigruppo con l'Ufficio di Presidenza), vi sono altri atti che, invece molto difficilmente quest'Aula ed i Consiglieri, anche in Commissione possono compiere.
Se avviene su una vicenda come questa, cioè sull'unico e ultimo atto indifferibile e urgente che quest'Amministrazione può compiere, in attesa di elezioni che noi, ovviamente, auspichiamo, in sintonia con il collega Gariglio, possano avvenire nel maggio di quest'anno, unificate alle elezioni europee attraverso un election day; se questo è l'ultimo davvero ed è quello più significativo, in attesa di altri momenti, l'atto si colora ancora di più di un contenuto politico significativo.
Personalmente credo che la maggioranza e la Giunta - l'Assessore Pichetto è in aula - non possano che prenderne atto e operare una riflessione in questa direzione.
Non riteniamo che si possa lasciare tutto così com'è e che la discussione continui come se nulla di tutto questo fosse avvenuto e non avesse un significato assolutamente rilevante.
Detto questo, parliamo della finanziaria.
Ne abbiamo parlato a lungo in Commissione: ci sono alcune questioni molto significative.
Guardate, alla fine tutti i nodi vengono al pettine, secondo un comunissimo e molto conosciuto proverbio della lingua italiana. Sì, tutti i nodi vengono al pettine, ed è un bene che oggi lei, Presidente Cota, sia in aula ad ascoltare questo dibattito.
Questa legislatura è cominciata con l'annuncio della grande riforma sanitaria, e termina con il fallimento compiuto di quella riforma. Questo è certificato non da un testo scritto dall'opposizione o da emendamenti dell'opposizione, ma certamente da battaglie politiche dell'opposizione in occasione della consultazione su quel piano sanitario, e da battaglie politiche con gli Assessori che si sono succeduti (non ultimo l'Assessore Monferino, poi sostituito dall'Assessore Cavallera). Anche per queste ragioni, la chiusura delle Federazioni e la restituzione del personale alle ASL e alle ASO ne è la certificazione compiuta.
Presidente Cota, con la Giunta regionale e la maggioranza, non volete accogliere altri appelli al fatto che questa legislatura sia in chiusura sia dal punto di vista della sua legittimazione sia della possibilità di continuare ad adoperare? Questa è la chiusura politica più significativa.
La sanità è l'80% del bilancio in parte di spesa corrente (e più dell'80% se ci mettiamo anche la parte di investimenti). Diciamo che la sanità è il bilancio regionale nei fatti, oggettivamente, soprattutto dopo le ultime restrizioni imposte, in tempi di spending review, alle Regioni dalla vicenda nazionale (altre se ne preparano: addirittura la revisione del Titolo V), per cui la storia del regionalismo italiano sta cambiando significativamente.
Se qui certifichiamo la chiusura di quella grande riforma e certifichiamo che sulla sanità questa amministrazione regionale, non solo non ha prodotto risultati positivi, ma ha prodotto risultati che lei stessa deve sconfessare, con una vicenda quale quella delle Federazioni, che non ha mai funzionato, che ha creato contenziosi con ASL e ASO fin dall'inizio della sua determinazione e che adesso, nel momento della chiusura, vede una situazione per cui queste persone, distaccate dalle Federazioni, non si sa neanche dove tornano, come tornano, in che condizioni tornano, creando ulteriori tensioni. Permettetemi: questa è una ragione politica sufficiente per dire che la vicenda è ampiamente conclusa.
C'è poi la vicenda del nuovo piano tariffario sulle strutture per anziani. Ricordava adesso il collega Boeti come 30 mila anziani sono in lista di attesa.
Detto questo, è un altro punto su cui abbiamo significativamente insistito.
Concludo con l'ultima terza questione che, per quanto mi riguarda, è assolutamente rilevante, su cui il nostro Gruppo ha fatto un'azione emendativa non a raffica, non su tutto e non per fare ostruzionismo, ma per chiudere con questo bilancio, con un bilancio il più decente possibile il 31 gennaio, che è la questione riguardante l'unificazione delle ATC, con gli emendamenti proposti dal collega Laus.
Sanità, socio-assistenziale, questione del trasporto pubblico locale (poi ne parleremo) e questa vicenda dell'ATC sono assolutamente significative.
Noi riteniamo che si debba andare in questa direzione e ancora una volta esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per il contesto in cui avviene questo dibattito.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Per una questione di par condicio, mi piacerebbe ci fosse il Consigliere Carossa.
Personalmente credo sia sbagliato l'atteggiamento che ha avuto il simpatico collega Carossa, perché quando qualcuno indica la luna con il dito, credo sia da stolti stare a guardare il dito piuttosto che la luna.
Il nostro obiettivo non è perseguire un interesse di parte. Sappiamo benissimo che le elezioni europee che abbiamo di fronte saranno elezioni in cui sconteremo un grosso anti-europeismo, frutto di una crisi di una lettura forse un po' semplificata della situazione attuale, ma noi non abbiamo mai detto di non andare a votare con le europee, perché sarà il momento in cui, forse, una forza europeista avrà più difficoltà.
Abbiamo sempre detto, guardando negli occhi i cittadini: facciamo la cosa che serve di più alla nostra comunità.
E qual è la cosa che serve di più oggi? La cosa che oggi serve di più al Piemonte è ripartire anche politicamente, che non vuol dire cambiare maggioranza. Questo lo decideranno gli elettori: noi lo auspichiamo, ma sono i piemontesi che lo devono decidere.
Crediamo, però, che si debba ripartire, perché una persona di buonsenso non può non rendersi conto del clima che oggi aleggia in questa sala.
Noi sembriamo essere gli ultimi irriducibili che stanno in un fortino assediato, ma questo non è il messaggio che la politica deve dare. Oggi il Piemonte ha bisogno di una classe politica che possa uscire di qui e andare in giro a dire a testa alta quello che vuole fare per questa Regione e come lo vuole fare.
Ad oggi, al Presidente Cota e alla sua Giunta non è più consentito, per varie ragioni.
Lasciamo perdere le ragioni che non voglio toccare, perché il giustizialismo culturalmente non mi appartiene, ma obiettivamente c'è una ragione di fondo. C'è una delegittimazione che deriva dalla vicenda dei ricorsi elettorali e delle mille pronunce, tra cui quelle incidentali del Consiglio di Stato, che fanno chiaramente intendere che di fronte a noi non abbiamo un percorso che procederà per tutta la legislatura, ma che finirà prima. C'è una situazione obiettiva di divisioni interne nella maggioranza.
Si può far finta di niente, ma quando un Capogruppo importante non dice semplicemente che non vuole leggere la relazione, ma che rinuncia al ruolo di relatore di maggioranza, Presidente Cota, colga la palla al balzo e dica che non ci sono le condizioni politiche per andare avanti.
Questa è la situazione.
C'è una situazione di obiettiva difficoltà, Presidente Cota, in cui lei ha dovuto lavorare. Non la disconosciamo, ma c'è anche una storia di scelte politiche, fatta da lei e dalla sua Giunta, che è stata fallimentare. Non siamo noi a dirlo, che pur per natura siamo contrari a lei, ma lo dice lei stesso, Presidente, perché se lei fa approvare una riforma sanitaria e dopo tre anni la fa cancellare, vuol dire che si hanno poche idee e che quelle poche idee, che comunque c'erano, erano sbagliate.
Guardi, Presidente Cota, che la verità è che se il Consiglio di Stato dovesse darvi ragione e, quindi, dovesse mettere fine a tutte le controversie elettorali, dicendo che questo Consiglio va avanti fino alla scadenza, andreste a casa lo stesso, Presidente Cota, perché non avete più i numeri.
Non li avete qui: si è visto l'atto di Botta Franco Maria. Non ci sono più le condizioni per andare avanti, a prescindere dalla vicenda giudiziaria, perché non avete più la maggioranza. Certo, Presidente, lei può sempre tentare, rivangando il passato, di escogitare qualche soluzione neodemocristiana: "Prendo un Assessore di qui e lo metto lì, ne promuovo un altro, tolgo una delega a Tizio e la do a Caio, do una partecipata ad un partitino o ad un altro o ad un amico di un Consigliere".
Ma questa non è una risposta, Presidente.
che non ci siete più. Il fatto che non ci siete più come maggioranza è grave, perché i piemontesi non hanno da voi il governo e le risposte politiche che attendono, perché in un momento come questo la cosa più importante è che la politica faccia la politica. Invece voi non state facendo la politica: state sopravvivendo, Presidente Cota. La vostra ragione è la sopravvivenza, non quella di affrontare le sfide della politica.
Allora, siccome il collega Carossa è stato gentile a citarmi, quello che noi abbiamo fatto - che io ho fatto, credendo di interpretare il pensiero di tante persone - è di dire a lui come segretario della Lega Nord, allo stimatissimo Vicepresidente Gilberto Pichetto Fratin, con cui ho lavorato e di cui conosco la serietà politica, professionale ed umana all'amico Enrico Costa, con cui ho lavorato e di cui conosco i valori umani, professionali e politici, di guardarci in faccia!



(Commenti in aula)



GARIGLIO Davide

Ma davvero: mi sono rivolto ai Segretari dei partiti, perché poi alla fine è la politica che mette la faccia, sono i partiti che danno la linea.
chiaro che i Gruppi consiliari che devono difendere il seggio comprano in ferramenta una valanga di bostik e lo attaccano sulla sedia; e questa è la reazione umanamente attendibile da chi è in quella situazione.
Ma i Segretari dei partiti, quelli che devono essere portatori della speranza di una comunità, non possono ignorare il fatto che noi rischiamo di buttare 43 milioni di euro per andare a votare, magari, un mese dopo. E allora distruggiamo i servizi sociali del Piemonte per sopravvivere un mese in più...
Quello che diciamo è di fare una cosa insieme. Condividiamo le difficoltà del momento, prendiamoci insieme i meriti: chiudiamo quest'agonia, risparmiamo 43 milioni, diamoli alle persone che soffrono oggi in Piemonte, facciamo capire che un atto di dignità, un atto buono possiamo anche noi compierlo tutti insieme. Andiamo al voto e i cittadini piemontesi decideranno chi deve governare e chi deve fare opposizione.
E potremmo fare anche di più. Il Presidente Cattaneo ha fatto un lavoro certosino, che ha portato ad una mediazione sul Regolamento interno. Io lo ringrazio perché conosco, avendo ricoperto quel ruolo, la sua fatica. Ci sono norme che attendono di essere approvate e non possiamo farlo oggi perché non siamo nelle condizioni giuridiche. Facciamo un accordo tra voi e noi: chiunque vinca e chiunque perda, nella prossima legislatura la proposta di Valerio Cattaneo diventa il primo atto che assumiamo, quello di una modifica regolamentare. Chiunque vince deve poter governare liberamente. La volete fare o no? Volete stare chiusi dentro il vostro fortino e condannare anche chi vincerà all'ingovernabilità e alle difficoltà operative che tutti abbiamo riscontrato quando siamo stati maggioranza, oppure no? E infine, solo per amor di giustizia, a proposito dell'assegno di qualche migliaia di euro che citava il collega Carossa, ricordo che questa modifica - il raddoppio del TFR, collega, visto che è la terza volta che lo ricordo - è stata approvata nella seduta del 30 luglio 2003. Presidente del Consiglio regionale, se non erro, avrebbe dovuto essere Roberto Cota che, a dir la verità e non si sa perché, quella mattina era assente; infatti ha presieduto Francesco Toselli, che generosamente si è sobbarcato la Presidenza. L'emendamento alla legge di bilancio che introduceva questa norma è stato firmato dai Consiglieri Mercurio, Cattaneo, Botta Marco Angeleri, Deorsola e Rossi Oreste: tra i firmatari non c'è nessun Consigliere del mio partito o del centrosinistra.



GARIGLIO Davide

TOSELLI Francesco (fuori microfono)



GARIGLIO Davide

E Riba?



(Commenti in aula)



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Per favore! Per favore! Il collega Gariglio ha diritto di terminare. Collega Toselli, per favore! Prego, continui, Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Il mio tempo è scaduto: i colleghi Ronzani e Muliere potranno leggervi gli interventi che hanno fatto allora, ma una cosa è chiara: quello che noi non abbiamo fatto non l'abbiamo fatto perché c'era un Regolamento diverso e un atteggiamento ricattatorio, che ci ha addirittura reso difficile togliere la pubblicazione delle agende in pelle, per dirvi la difficoltà che voi avete creato ad ogni riforma regolamentare!



PRESIDENTE

Si rivolga alla Presidenza, Consigliere Gariglio, e concluda.



GARIGLIO Davide

Noi abbiamo cambiato il Regolamento con il vostro aiuto e in questa legislatura, a differenza vostra, abbiamo pungolato la vostra maggioranza presentando noi anche le norme sul TFR, per consentire al Consiglio di fare le riforme. Io non avrei ripreso l'argomento, ma lei, collega Carossa, mi ci ha portato.
Siamo disponibili a ragionare su questi temi e diciamo di più.
Siccome non so se, come persone, ci saremo nella prossima legislatura ma certamente ci saranno i nostri partiti, mettiamoci d'accordo subito, non facciamo la polemica su ciò che è stato.
Vediamo come dobbiamo trattare economicamente e giuridicamente i Consiglieri e noi siamo pronti da oggi a sottoscrivere le regole di domani.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Franco Maria Botta.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Botta.
Stiamo per concludere i lavori della mattinata e chiederei, se fosse possibile, di ascoltare i colleghi.
Questa è una questione che ogni tanto emerge: c'è chi c'era allora, chi non c'è più, chi c'è adesso...
Insomma, ognuno ha le proprie opinioni, lo abbiamo detto cento volte.
Cerchiamo di tornare all'argomento odierno.
Prego, Consigliere Botta.



PRESIDENTE

ANGELERI Antonello (fuori microfono)



PRESIDENTE

E il collega Lido Riba dov'era?



BOTTA Franco Maria

Intervengo perché sono stato chiamato in causa più volte durante la seduta di questa mattinata, anche con parole abbastanza gravi, che naturalmente respingo al mittente, in primis al Capogruppo del PD. Si tratta di frasi abbastanza pesanti, gravi, per le quali valuterò nelle sedi opportune se agire: mi riserverò eventuali azioni legali.
Detto questo, però, noi non accettiamo ricatti da nessuno, caro collega Reschigna, tanto meno da voi del PD. Non accettiamo ricatti e non accettiamo intimidazioni.
Il sottoscritto non ha voluto - non dire le bugie, cara collega Manica: o non eri attenta quel giorno o non c'eri - e non ha chiesto di fare il relatore di maggioranza di questo provvedimento. Oltretutto, se si trattasse di un provvedimento di urbanistica o sulla casa, ben volentieri: questi argomenti non sono la mia materia e non sono il mio pane, quindi posso benissimo fare a meno di parlarne e ho rinunciato al mio ruolo. È la prima volta? Sarà la prima volta, un precedente. È tanto grave? Non mi sembra.
Dopodiché, se il Presidente Cota o chi lo riterrà mi chiedesse di ritirare questa mia rinuncia, potrei anche valutare di ritirarla. Tra l'altro, me l'ha chiesto in modo anche molto cortese, anche a nome della sua mamma, il Consigliere Burzi, che ringrazio; e faccio i migliori auguri alla sua mamma.
A parte gli scherzi, ho ascoltato l'intervento del futuro Segretario regionale piemontese del PD.



BOTTA Franco Maria

GARIGLIO Davide (fuori microfono)



BOTTA Franco Maria

Uno dei possibili!



BOTTA Franco Maria

Sì, va bene, ma il collega Davide Gariglio è abbastanza il designato in pectore...
Guarda che l'ultimo giapponese è morto l'altro ieri in Giappone, quindi la tua metafora va bene e ci fa anche piacere, perché vuol dire lunga vita a noi.
Non è che noi siamo arroccati, Presidente Cattaneo. Noi non siamo arroccati qui: noi ci rifiutiamo di dover soggiacere ad un'enorme ingiustizia, perché i voti - non le firme - sono veri e validi. Questo è il punto che non riuscite a capire.
Sui falsi, infatti, sapete anche voi che i moralizzatori che vengono dal PD o dalle liste vicine al PD non hanno grande titolo a parlare, perch quando c'è una sentenza di Cassazione che dà un ordine di cancellare, in tutte le otto circoscrizioni del Piemonte, le liste "Pensionati e invalidi per Bresso" in una procedura di patteggiamento, e quando l'altro giorno nonostante l'opposizione del PM, il GIP dispone il rinvio a giudizio del capolista della lista "Pensionati Invalidi e per Bresso", non è un fatto di poco conto, di cui voi fate finta di non accorgervene o cercate di ridimensionare la questione.
Allora, cerchiamo di riportare le cose nel loro giusto equilibrio cerchiamo di riportarci alla verità vera rispetto ai voti e al Presidente Cota (noi, ovviamente, ci auguriamo che vengano fatti i ricorsi necessari davanti al Consiglio di Stato). Questa partita - l'ho detto mille volte - è un'ossessione assurda della "zarina", che ha cavalcato tutti questi anni con ricorsi di ogni tipo. Avrà poi la soddisfazione di veder cadere il Consiglio regionale prima? Io mi auguro di no: credo che andremo a finire al 2015 e voteremo utilmente nel 2015, senza dispendio di alcuna somma di denaro, come diceva prima il collega Gariglio.
Il fatto è che nel PD - e Reschigna, diciamo, a volte scivola in queste bucce di banana ipergiustizialiste - a volte non si vede il senso delle cose. Prima, in modo molto tranquillo, facendo seguito ad altri colleghi Capigruppo di maggioranza, abbiamo chiesto se era veramente urgente e indifferibile il problema della decadenza del collega Michele Giovine (il quale non mi ha chiesto nulla, anzi penso di fargli una specie di dispetto perché in qualche modo lo riporto alla ribalta). Ma siamo proprio sicuri che sia urgente e indifferibile? Lo chiedo anche qui in Aula. E siamo sicuri, nel merito, che la sentenza sia diventata irrevocabile o non è piuttosto, come sostiene il professor Gallo, che occorrano ancora sei mesi (180 giorni) da quando sono state depositate le motivazioni della Cassazione per esperire l'eventuale rimedio ex articolo 625 del Codice di Procedura Penale? Questo chiedevo. Oltretutto, la riunione della Giunta per le elezioni è stata fissata venerdì alle ore 9, prima del Consiglio regionale, quindi non mi sembra che vogliamo far slittare la seduta della Giunta per le elezioni per forza dopo l'approvazione del bilancio.
Sulla questione del bilancio ci siamo posti e ci poniamo degli interrogativi legittimi. Il Consigliere Burzi è più bravo di me in questa materia e potrà eventualmente poi spiegare nuovamente a me e all'Aula, se crederà. Essendo in regime di indifferibilità e urgenza, noi qualche dubbio ogni tanto ce lo poniamo rispetto ad alcuni provvedimenti, ad alcuni emendamenti e ad alcune norme che sono state inserite sia nella finanziaria sia nel bilancio, che ancora deve essere licenziati dalla Commissione.
Quindi, collega Manica, non si stracci le vesti né la gonna o i pantaloni stia tranquilla: non glielo chiedo.
Se il Presidente Cota o il Presidente del Consiglio, o chi ritiene volesse chiedermi di ritirare la rinuncia, lo faccio volentieri. Ma semplicemente poi per leggervi una relazione molto asettica e notarile.
Punto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Veramente incredibili alcune cose che si ascoltano in quest'Aula, sulla quale permane questa cappa: "Il Presidente Cota se ne va". Glielo dico lo stesso ma, se mi viene, glielo scrivo anche, così rimane a memoria.
Noi siamo di fronte a una crisi evidente della maggioranza indipendentemente dalle dimissioni del relatore di maggioranza, come hanno detto i miei colleghi - che hanno ascoltato alcune cose in Commissione perché altrimenti non avrebbero detto quello - o come ha detto il collega Franco Maria Botta: "Le motivazioni sono altre". Non ho dubbi, perché l'ho sentito personalmente.
Io sono anche pronto a ritirare le dimissioni, perché dimissioni o meno, che rimangano o che vengano ritirate, noi siamo di fronte a una crisi totale e completa su qualsiasi fronte di questa maggioranza, che perde il relatore per i motivi che sono stati esposti, ed ha una finanziaria inchiodata. Si può valutare vero o meno, ma di fatto questa finanziaria è inchiodata dal vincolo della Giunta all'ordinaria amministrazione e dal limite del Consiglio agli atti urgenti e indifferibili. Questo è.
Quando una Commissione di un'Assemblea legislativa si vede chiedere (e lì c'ero anch'io): "Ma questo lo possiamo fare?", mi ricorda l'asilo: "Maestra, posso fare quella cosa lì?". Questo è.
Il Presidente della Giunta è un po' come un fantasma (su questo, lo capisco): appare e scompare. Non si rende conto che lui oramai è famoso in tutta Italia per altro, non certo per il suo fallimento da amministratore e da Presidente: è famoso per le mutande verdi. Lui sarà ricordato come il Presidente dai boxer verdi.
Antonello, può far piacere o meno, ma è così; tu parla con i tuoi amici e te lo diranno anche loro.



PLACIDO Roberto

ANGELERI Antonello (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Ho capito, però...



PLACIDO Roberto

Repetita iuvant.
Io oggi sono vestito di marrone, normalmente sono - come da direttive ricevute molto tempo fa - in blu e grigio.
Poi, il fallimento sulla politica sanitaria: basta andare in un pronto soccorso (io ci sono andato), non c'è solo l'assistenza, non ci sono solo le liste d'attesa. E risparmio i trasporti e gli altri grandi temi: siete bloccati e, con la vostra situazione di stallo, bloccate tutta la Regione.
Siamo di fronte a un Presidente della Giunta che ormai è un abusivo.
Cota è un abusivo, è uno "squatter", è un Presidente "squatter": occupa abusivamente Piazza Castello.
La cosa incredibile è che i colleghi di destra, sempre pronti a chiedere che gli abusivi, gli squatter, vengano cacciati dai palazzi che occupano abusivamente, in questo caso, verso lo "squatter" Cota, non li ho ancora sentiti, almeno ufficialmente, perché poi, nei dialoghi che si fanno a tu per tu, altro che le crepe, si sono aperti dei veri canyon, dei burroni, dei fossati, poiché ci sono dei colleghi di centrodestra che si rendono conto che la situazione, così com'è, è assolutamente insostenibile.
Un mese. Abbiamo fatto le vacanze più lunghe della storia di questo Consiglio regionale: un mese senza che il Consiglio si riunisse. Di fatto è passato più di un mese. Ci siamo trovati prima di Natale. È passato Natale, Capodanno e Santo Stefano e tutto il resto, e finalmente si riunisce il Consiglio Regionale.
E in questa situazione, con Cota "l'abusivo", lo "squatter", voi colleghi, pensate di poter continuare con un deficit galoppante? Tra l'altro, basta andare a vedere le note di bilancio, dove il deficit aumenta.
Sono curioso di vedere alla fine quale sarà la cifra finale che metterà il buon Gilberto Pichetto e cosa scriverà lì sotto. Altro che presentare un bilancio in pareggio con un artifizio contabile e un colpo da Houdini.
Incredibile! Impossibile! Purtroppo ci troveremo, dalle notizie che ho, con oltre 400 milioni di deficit e ho chiesto un doppio controllo - non si sa mai - perch sfonderemo quota 500, sfonderemo poi quota 600 e magari arriviamo alla cifra tonda. Questo è, altro che andare a cercare se è colpa di Ghigo (che le sue colpe le ha), se è colpa della Bresso (che ha delle responsabilità).
Noi siamo di fronte alle colpe dello "squatter" - adesso d'ora in avanti lo chiamerò "squatter", perché mi è simpatico - "squatter", "Cota l'abusivo" il Presidente abusivo.
Presidente, purtroppo non sono nelle condizioni migliori, sono con una forte raucedine.



(Commenti del Consigliere Leo)



PLACIDO Roberto

Ma tu hai lo Spirito Santo che ti aiuta, oltre alla carica che ormai ti senti già. E devo trattarlo anche bene, è il mio Segretario.
Dicevo che siamo di fronte a questa situazione incredibile e un Consiglio serio e una maggioranza seria...



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

Chi? Io? No, non c'è pericolo.



PRESIDENTE

Scusate, per favore.



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

Marrone: ho l'abito, è un colore indefinibile. Fatemi finire l'intervento.
Mi scusi, Presidente, ma oltre alla maggioranza c'è una certa preoccupazione. Terminerò in scioltezza e in tranquillità, perché mi volevo divertire con il Presidente Cota. Siccome se n'è andato, glielo scrivo come ho promesso prima - perché quando manca la voce, aiuta la scrittura.
Cota in questa legislatura è un abusivo e se ne dovrebbe andare...



(Il Consigliere Placido espone un cartello recante la scritta "Cota abusivo")



PRESIDENTE

Per favore!



PLACIDO Roberto

Se ne dovrebbe andare a casa, compreso il Presidente Cota, che è uno "squatter" abusivo.



PRESIDENTE

Collega Placido, per favore. Lei che è stato a lungo...



PLACIDO Roberto

Mi hanno scongelato e adesso sono un Consigliere di opposizione.
L'ho detto e l'ho scritto. Se Cota non se ne fosse andato - perch quando s'inizia una seduta si rimane fino alla fine, specialmente se manca poco - gliel'avrei detto in faccia.
Siccome se n'è andato, gliel'ho scritto, così magari domani vede qualche foto e si ricorda che lui sta illegittimamente in Piazza Castello.
E sfiderò gli amici, i giovani della destra - che facevano le ronde, adesso neanche più quelle, e anche voi avevate preso quell'andazzo - di fare una grande ronda (magari stavolta vi diamo una mano) e di andare a cacciare l'unico vero abusivo di questa Regione, che è in Piazza Castello: lo "squatter" abusivo Roberto Cota.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per favore! Dichiaro chiuso il dibattito generale e comunico all'Aula che oggi alle 14.30 in Sala Morando si riunirà la I Commissione. Domani non è prevista alcuna convocazione per i motivi già detti alla ripresa dei lavori.
Giovedì mattina è convocato il Consiglio regionale così come al pomeriggio e con la seduta serale alle ore 20. Venerdì alle ore 9 si riunirà la Giunta per le elezioni e alle ore 10 il Consiglio regionale così come alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.29)



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