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Dettaglio seduta n.40 del 12/10/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata - articolo 100 del Regolamento consiliare)


Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Interrogazione a risposta immediata n. 208 del Consigliere Boeti, inerente a "Il Presidente Cota a Roma a spese della Regione" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento del Consiglio regionale, l'interrogazione a risposta immediata n. 208, presentata dal consigliere Boeti, inerente a "Il Presidente Cota a Roma a spese della Regione".
La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, devo dire che questo genere d'interrogazioni non mi appassiona. Mi sarebbe piaciuto e mi piacerebbe ancora - abbiamo ancora quattro anni e mezzo di legislatura davanti - che in quest'aula si discutesse di cose un po' più sostanziali per il futuro del Piemonte.
Il problema è che, avendo noi la sensazione - magari ci sbagliamo - che il Presidente Cota non sia tanto disponibile a discutere con noi di cose più sostanziali, siamo costretti a presentare interrogazioni di questo tipo.
L'interrogazione è nata anche dall'aver appreso dai giornali e dalla televisione di un pranzo collettivo, di una sorta di sagra paesana che è stata realizzata davanti a Montecitorio, in un grande abbraccio che ha coinvolto la Regione Lazio, il Ministro Bossi e in qualche modo anche la nostra Regione.
Naturalmente ognuno è libero di mangiare dove vuole e di scegliersi i commensali, ma Montecitorio forse non è il luogo più adatto per rispondere a quella che era stata un'offesa da parte del Ministro Bossi nei confronti degli abitanti della nostra capitale.
Abbiamo visto ancora una volta lì il Presidente Cota e, dato che tutti sanno che i parlamentari che non sono più tali hanno a disposizione 960 euro di voli a Roma (il che vuol dire tre o quattro biglietti complessivi) e dato che mi sembra che invece il Presidente si rechi a Roma frequentemente - noi crediamo per occuparsi più delle questioni politiche nazionali legate al suo partito che per occuparsi delle questioni che riguardano la nostra Regione - allora ho pensato di chiedere quali soldi il Presidente utilizza, in un momento di crisi economica, per recarsi a Roma.
Considerato che non può farlo come parlamentare, perché penso che i soldi a disposizione li abbia già esauriti, e considerato che non credo che utilizzi i suoi soldi, se va a Roma per conto della Lega, riterrei giusto che sia la Lega a pagare il suo viaggio; se va per la Regione, ci mancherebbe: non uno ma dieci, mille biglietti, soprattutto se i suoi viaggi sono utili alla nostra Regione.
Finora abbiamo avuto la sensazione che i viaggi non abbiano dimostrato una grand'utilità: basta vedere la manovra finanziaria e i tagli che saremo costretti a subire per una sorta di politica romana, che perlomeno fino a questo momento non ci ha visti in alcun modo favoriti. Il Presidente Cota aveva assicurato che la sua elezione a Presidente sarebbe stata un vantaggio per noi: se non è un vantaggio, almeno si paghi il biglietto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Ai sensi dell'articolo 3 della legge regionale n. 10/1972 e s.m.i., che regola la determinazione delle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta regionale, al Presidente della Giunta regionale che si reca fuori sede per ragioni del suo ufficio spetta il rimborso delle spese di viaggio e l'indennità di missione nella misura stabilita dal medesimo articolo.
evidente che nei casi in cui il Presidente Cota si rechi a Roma o in un qualsiasi altro luogo per incontri, riunioni, colloqui, visite che rivestano carattere istituzionale e in ragione dell'incarico rivestito, le spese di viaggio sostenute sono rimborsate dall'Ente che rappresenta (la Regione Piemonte).
opportuno sottolineare che tale trattamento di missione è lo stesso previsto, sempre dal medesimo articolo della legge n. 10/1972, per il Presidente del Consiglio regionale, per gli Assessori regionali, per i componenti dell'Ufficio di Presidenza, per i Presidenti delle Commissioni legislative permanenti, così come per i Consiglieri regionali nel caso in cui il Consiglio regionale affidi loro speciali incarichi che comportino trasferte fuori sede.
In tutti gli altri casi - viaggi che possono essere legati ad attività di partito o dovuti a motivi personali - le spese sono sostenute interamente e per conto proprio dal Presidente Cota.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 207 del Consigliere Lepri, inerente a "Servizi socio-sanitari per bambini e ragazzi autistici" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento consiliare, proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 270 inerente a "Servizi socio-sanitari per bambini e ragazzi autistici" presentata dal Consigliere Lepri.
La parola all'Assessore Maccanti per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
A seguito della richiesta dell'Assessorato scrivente trasmessa alle Direzioni dell'ASL TO1 e TO2, relativa a quale fosse lo stato attuale delle prese in carico dei soggetti artistici valutati dalle Unità di Valutazione Minori, le stesse hanno comunicato che non risultano criticità al riguardo.
In particolare, il Direttore dell'ASL TO1, con del 08/10/2010-Prot.
0107965, specifica che non è stato sospeso nessun intervento socio sanitario e che sono stati applicati i criteri di priorità individuati nell'Accordo di Programma con il Comune di Torino, mentre il Commissario dell'ASL TO2, con nota del 08/10/2010-Prot. 54926, chiarisce che, in sede di UVM, non risultano esservi minori in attesa e ciò in accordo con i Servizi Sociali Circoscrizionali del Comune di Torino.
Tuttavia, l'Assessorato alla tutela della salute e sanità, edilizia sanitaria e politiche sociali, vista la particolare complessità del problema, s'impegna ad approfondire le difficoltà avanzate dalle associazioni con un contatto diretto, volto a chiarire eventuali difficoltà non emerse, legate all'avvio delle prese in carico dei minori e delle loro famiglie.
Si precisa, infine, che il Coordinamento Regionale sull'Autismo risulta essere regolarmente convocato: l'ultima seduta risale allo scorso 15 giugno 2010 e il prossimo incontro è già fissato per il 19 ottobre 2010.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Interrogazione a risposta immediata n. 209 della Consigliera Bresso inerente a "Dichiarazioni d'intenti con la Rockwood" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento consiliare, proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 209 inerente a "Dichiarazioni d'intenti con la Rockwood", presentata dalla Consigliera Bresso, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Ovviamente, come sempre avviene quando si tratta di interrogazioni urgenti, nel frattempo abbiamo letto molte cose sui giornali e quindi anche di queste terrò conto.
Innanzitutto ricordo che l'accordo con la Rockwood è del 13 marzo 2010 ed era collegato a un contratto di insediamento per quanto riguarda lo sviluppo di una ricerca relativa alle batterie al litio, corrispondente a un brevetto realizzato e brevettato dai ricercatori del Politecnico di Torino.
Si trattava, non come abbiamo letto in dichiarazioni, di un aiuto di Stato, ma di un'attività già certificata all'Unione Europea e già consolidatamente approvata da quest'ultima.
L'accordo, oltre ad essere collegato a un contratto di insediamento prevedeva naturalmente un'attività di ricerca, di sviluppo produttivo della ricerca.
Ricordo anche che, sulla base di questo strumento e degli strumenti in generale relativi alla ricerca, moltissime aziende produttive hanno sviluppato i loro insediamenti (pensiamo alla FIAT, alla Pirelli, alla Michelin, ecc.) e che, quindi, ciò che conta è la tipologia del progetto e non l'azienda che lo riceve; la ricerca applicata la sviluppano le aziende come peraltro la sviluppano i ricercatori, e si tratta di strumenti diversi.
Ciò che appare evidente è che è stata sottovalutata la rilevanza di questo progetto, l'importanza di uno dei brevetti più rilevanti sviluppati nell'area piemontese che in questo modo verrà sviluppato in Germania. Non so se, nel frattempo, le richieste di risorse siano cresciute, ma fra sette e dieci milioni la differenza mi sembra francamente modesta, e soprattutto se si fosse andati avanti rapidamente invece di perdere tempo - quello era l'accordo firmato e su quella cifra l'accordo di sviluppo produttivo c'era. È evidente che, se poi il tempo passa e si lascia intervenire nella vicenda aree importanti e Paesi importanti come la Germania, a quel punto le stesse richieste possono salire. È la logica della concorrenza.
Considero stupefacente scoprire - ogni giorno ne leggiamo una nuova la sottovalutazione dell'importanza di progetti rilevanti; proprio in questi giorni abbiamo sentito alcune voci, sulle quali presenteremo successivamente delle interrogazioni, riguardo ad opportunità che si stanno perdendo.
A me sembra che il Piemonte in questo momento sia sufficientemente in difficoltà e lo sarà sempre di più, perché con il bilancio che avete presentato, che peraltro è vincolato dalle inverosimili scelte del Ministro Tremonti e del Governo Berlusconi, si perderanno una valanga di posti di lavoro; posti di lavoro remunerati con i fondi europei, quindi vincolati alle attività produttive ed innovative, che non andavano a pesare sul bilancio della Regione.
In questo modo, si poteva sviluppare, nell'arco di alcuni anni, non solo un'attività importante, ma, fra posti diretti ed indotti, si poteva arrivare a oltre mille posti di lavoro in un settore che, come ancora oggi dicono i giornali, è quello maggiormente in difficoltà nella nostra regione, mentre altri settori cominciano a vedere qualche piccolo segnale di ripresa.
dunque, un po' stupefacente ritenere che quest'attività fosse realizzata a favore del professor Profumo. Profumo - ricordo - partecip perché al Politecnico aveva sviluppato il progetto, ma non era direttamente coinvolto nell'accordo; in altri casi il Politecnico è stato coinvolto, ma questo era un accordo tra la Regione Piemonte e la Rockwood, nel quale il Rettore Profumo nulla entrava...



PRESIDENTE

La prego di concludere.



BRESSO Mercedes

Ho finito. Dicevo che il Rettore Profumo nulla entrava, quindi la questione riguardava direttamente la responsabilità, e in questo caso anche la colpa, della Regione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Bresso.
La parola all'Assessore Giordano, per la risposta.



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico: industria, piccola e media impresa, artigianato

Grazie, Presidente. Un saluto ai colleghi presenti. Rispondo all'interrogazione fornendo qualche elemento in più.
Parto dalla fine, per dire che da parte nostra non c'è stata alcuna sottovalutazione della possibile importanza di questo progetto, nei cui confronti ci siamo dichiarati disponibili; lo siamo stati in passato, nei mesi scorsi, lo siamo oggi e lo saremo domani.
Se sottovalutazione c'è stata, ritengo ci sia stata da parte dell'Amministrazione precedente; sottovalutazione non nei confronti dell'importanza del progetto, ma nei confronti del valore delle risorse e delle procedure amministrative.
Mi pare che anche l'intervento dell'ex Presidente Bresso confermi quest'interpretazione: sette, dieci, che differenza fa? Per noi fa differenza, sette o dieci...



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico: industria, piccola e media impresa, artigianato

BRESSO Mercedes (fuori microfono)



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico: industria, piccola e media impresa, artigianato

Non ho detto "che differenza fa?", ho detto che la differenza era modesta...



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico: industria, piccola e media impresa, artigianato

Soprattutto, la differenza la fa la realizzabilità di una buon'idea e di un buon progetto.
Noi riteniamo che abbia fatto bene la precedente Amministrazione a dare credito a questo progetto, che ha ricevuto l'approvazione con un protocollo d'intesa meramente politico, senza istruttoria tecnica e senza copertura amministrativa. Può capitare: si dà un'impostazione di appoggio politico e poi si dà un'indicazione alle strutture di tradurre l'indicazione politica con processi e percorsi amministrativi.
Ma è successo questo e vengo a dare, ma anche a raccontare, qualche fatto a conferma, dal mio punto di vista e dal nostro, che non basta una buon'idea, bisogna anche che sia realizzabile con i percorsi amministrativi leciti e legittimi, e che non sia buon'amministrazione partire dalla fine cioè dire quanti quattrini si è disponibili a dare e, per raggiungere l'obiettivo di dare tot quattrini, tralasciare i percorsi che un'Amministrazione seria deve giustamente intraprendere per realizzare una buon'idea.
La stupirò, Consigliera Bresso, ma la chance con la Rockwood non è persa; le leggerò la lettera che ho ricevuto e che afferma che Rockwood è disponibile ancora oggi, non avendo assunto una determinazione irrevocabile di andare in Germania, a continuare i contatti con l'Amministrazione regionale.
Per indicare qualche fatto in più, ricordo che il 13 marzo la Presidente Bresso e il Presidente di Rockwood Italia hanno firmato un Memorandum d'Intenti, che aveva ad oggetto la verifica della possibilità di costituire una società mista pubblico-privata tra Regione Piemonte e Rockwood, nella quale Rockwood detenesse la maggioranza del capitale deputata alla prosecuzione delle attività di ricerca e sviluppo sulla sintesi di un materiale catodico a base di litio per la produzione di batterie per l'auto elettrica.
Era previsto, altresì, che l'attività di ricerca fosse svolta da Rockwood Italia in collaborazione con il Politecnico di Torino, con il quale la società ha depositato un brevetto sulla sintesi del suddetto materiale catodico a base di litio.
Nel breve periodo, l'obiettivo della ricerca condotta da Rockwood e Politecnico sarebbe di verificare la fattibilità industriale del processo che sta alla base del brevetto depositato. Quest'attività (durata prevista 18 mesi) imponeva, da un lato, la realizzazione di un impianto pilota per definire la corretta tipologia di apparecchiature industriali per la sintesi del materiale a base di litio e, dall'altro, da disponibilità delle necessarie apparecchiature per produzione e test delle batterie.
In caso di esito positivo della ricerca, Rockwood avrebbe costituito in Piemonte un nuovo insediamento industriale.
Nell'intesa non sono contenuti riferimenti a precisi impegni economici ma, a quanto risultava dai comunicati stampa che abbiamo recuperato, le attività preliminari di start up industriale avrebbero richiesto un impegno economico complessivo stimato tra i cinque e i sette milioni di euro.
Noi non solo non abbiamo sottovalutato l'importanza del possibile accordo, del progetto che il protocollo firmato dall'ex Presidente Bresso aveva recepito (ripeto: progetto preliminare, che non aveva alcun'istruttoria tecnica e alcun approfondimento al punto da poter dire che il progetto fosse definitivo o esecutivo), ma, cogliendo l'importanza della questione, il Presidente Cota e il sottoscritto, con una nota del 19 maggio inviata alla Rockwood, indicavamo l'interesse del nuovo governo regionale a dare corso all'intesa con modalità da definire.
Ci sono stati numerosi incontri per cercare di capire come tradurre un'ipotesi di collaborazione, alla luce del fatto che Rockwood non ha mai nascosto la possibilità di andare in Germania a svilupparlo, e la disponibilità della Germania ad aiutare lo sviluppo di questo progetto.
Sono seguiti diversi incontri, diversi approfondimenti, che hanno trovato sempre, da parte nostra, la disponibilità a concedere sostegni e ipotesi di collaborazione, così come richiesto dalla società.
Nel momento in cui si è fatta richiesta di passare da un processo descrittivo e preliminare ad un progetto più definito, con una quantificazione dei costi precisa, con un'indicazione delle varie fasi del progetto, con un'indicazione delle impostazioni specifiche, precise puntuali, trattandosi di soldi pubblici, non miei né del governatore, di fronte alla predisposizione e alla presentazione di un progetto concreto esecutivo, con indicazione specifica, si è verificato che gli aiuti richiesti nella quantità indicata non avrebbero potuto essere da parte nostra approvati con la specifica posta base del progetto preliminare.
Qui mi fermo o mi potrei fermare: non ho certamente condiviso, ma neanche compreso, la sollecitazione del professor Profumo, che non è presente, pertanto non mi sembra il caso di articolare critiche nei suoi confronti, ma non possiamo prescindere - e lo sa bene l'ex Presidente Bresso - di fronte ad una nostra volontà di sostenere un progetto, dalle regole della nostra normativa e di quell'europea.
Sappiamo bene che le normative ci permettono di aiutare un progetto con una certa contribuzione, se trattasi di ricerca, o meglio di ricerca fondamentale; con certi limiti, se trattasi di ricerca industriale; con altri limiti ancora, se si tratta di sviluppo sperimentale.
Noi abbiamo fatto i conti con queste regole e con le aspirazioni del professor Profumo o di qualcun altro, come potrebbe essere la precedente Amministrazione, dichiarando prima, oggi e che vale per domani che la nostra disponibilità c'è e che, però, purtroppo o per fortuna, dobbiamo fare i conti con una normativa che c'impone certe regole.
Abbiamo chiesto anche che ci venisse prodotta la proposta della Germania, che fa i conti con le nostre stesse regole, dichiarando la disponibilità a dare un euro in più rispetto alla Germania, se ci avessero fatto capire e se faranno capire con quali modalità la Germania pu sostenere un progetto come questo. Sono tutte modalità diverse rispetto a quelle indicate da noi.
Credo che Rockwood abbia capito e compreso, a differenza di qualcun altro, il nostro approccio positivo di volontà di collaborazione e di fare di tutto perché quest'attività di ricerca possa rimanere qua da noi.
Tant'è che nella comprensione di quest'atteggiamento positivo abbiamo ricevuto una lettera da Rockwood che dice espressamente: "Riscontrando un rinnovato impegno propositivo come quello promosso dalla Regione Piemonte ovvero formule e strumenti di sostegno di pronta operabilità, il Gruppo è disponibile a riconsiderare la propria posizione e a valutare eventuali ipotesi alternative". Alternative ad andare in Germania, per cui nei prossimi giorni continueremo quest'attività di approfondimento che continuerà a fare...



(Commenti della Consigliera Bresso)



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico: industria, piccola e media impresa, artigianato

C'era anche lei...



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico: industria, piccola e media impresa, artigianato

BRESSO Mercedes (fuori microfono)



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico: industria, piccola e media impresa, artigianato

Lei ha detto che è una patacca!



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico: industria, piccola e media impresa, artigianato

La patacca era dal punto di vista amministrativo...



PRESIDENTE

Vi prego di non interloquire.



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico: industria, piccola e media impresa, artigianato

Le spiego l'espressione "patacca". Se lei me ne chiede conto, sono tenuto a spiegarla. Non è il progetto, non è l'idea progettuale che è una patacca, ma se la traduzione amministrativa prende i contorni di una patacca, la patacca se la troverà il professor Profumo in un'Amministrazione regionale che deve fare i conti con delle regole stringenti e con un'opposizione attenta che, di fronte ad una sbavatura di impostazione del governo regionale, certamente non fa sconti.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione a risposta immediata n. 210 del Consigliere Reschigna inerente a "Verifica di ARPA Piemonte sulle imprese abilitate alla manutenzione di impianti termici dotati di bollino verde: iter gravoso per le aziende" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento consiliare, proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 210 inerente a "Verifica di ARPA Piemonte sulle imprese abilitate alla manutenzione di impianti termici dotati di bollino verde: iter gravoso per le aziende" presentata dal Consigliere Reschigna, che ha facoltà d'intervento per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Ho presentato quest'interrogazione a risposta immediata confidando sulla sensibilità dell'Assessore Ravello.
In questi giorni le imprese abilitate alla manutenzione degli impianti termici sono convocate presso la sede dell'ARPA Piemonte a Torino con la richiesta che venga presentata tutta una serie di documentazione.
Voglio ricordare che la maggior parte delle imprese abilitate al controllo degli impianti termici sono piccole imprese e che il territorio piemontese è un territorio molto vasto. Quindi, per molti titolari, che svolgono direttamente gli interventi a livello tecnico, significa perdere una giornata di lavoro.
Voglio anche ricordare che la maggior parte della documentazione che viene richiesta con lettera da parte dell'ARPA Piemonte è una documentazione già depositata presso la Pubblica Amministrazione, in modo particolare presso le Amministrazioni provinciali.
vero che la legge regionale prevede, all'articolo 12, che le Province provvedano con l'ARPA alla verifica dei soggetti abilitati alla manutenzione, ma nella legge non sono specificate da nessuna parte le modalità con le quali devono essere svolte queste operazioni di controllo.
In conclusione, Assessore Ravello, qual è l'obiettivo? L'obiettivo è richiedere un suo intervento. Per quale finalità? Rendiamo più semplice la vita delle imprese che sono abilitate al controllo degli impianti termici non imponiamo a imprese dislocate su tutto il territorio piemontese di perdere giornate di lavoro venendo a Torino a presentare documentazione che è già depositata presso le Amministrazioni Provinciali.
Semmai, se vi è una documentazione che deve essere chiesta, chiedo che l'ARPA proceda a notificarla alle imprese interessate e che le stesse possano trasmetterle per via postale, perché molte volte, quando le imprese presentano all'ARPA la documentazione non c'è neanche bisogno di un contatto o di un colloquio diretto.
Sostanzialmente, chiediamo di rendere più semplice la vita alle imprese; non chiediamo documentazione che è già depositata presso le Amministrazioni provinciali e limitiamo le trasferte soltanto per quelle imprese per le quali, dopo la verifica della documentazione depositata presso le Amministrazioni provinciali, o inoltrata per via postale all'ARPA Piemonte, quest'ultima ravvisasse la necessità di un approfondimento diretto attraverso un colloquio con il titolare o con il responsabile dell'impresa.
Confido sulla sua disponibilità e attenzione, Assessore Ravello.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Sono lieto che lei possa confidare nella sensibilità del sottoscritto poiché, come mi capita spesso di dire, a dispetto dell'immagine, le assicuro che sono sensibile alle esigenze di tutto il mondo, soprattutto ed in particolare del mondo produttivo e delle piccole imprese, oggetto dell'interrogazione, che effettivamente hanno avuto qualcosa da dire.
Posso tranquillizzarla e ne sono lieto. Perché, facendo una premessa di carattere normativo, visto che lei mi chiede se non riteniamo necessario rivedere la normativa, io le dico "no". Non credo sia il caso di rivedere la normativa perché la normativa tutto dice eccetto che deve essere il titolare dell'impresa a recarsi presso la sede dell'ARPA Piemonte di Torino a portare la documentazione. Tanto è vero che, quando la Direzione Ambiente è venuta a conoscenza dell'invio di questa missiva da parte di ARPA, si è subito attivata presso ARPA per fermare tutto, fermare questo processo visto che ci siamo resi conto che avrebbe potuto comportare dei disagi particolari al mondo del lavoro. Ed è stata reinoltrata una nota datata 8 ottobre (mentre lei presentava l'interrogazione, noi già ci muovevamo) che comunica alle aziende che un funzionario abilitato di ARPA Piemonte si recherà presso le aziende invitandole a concordare la data e l'ora per fare quella verifica documentale che è propedeutica all'ispezione.
Tra l'altro, le fornisco un ulteriore elemento (visto che si sono diffuse voci, che fortunatamente non hanno trovato conferma): le comunicazioni di ARPA sono state mandate a 40 aziende su tutto il territorio della Regione Piemonte, cinque per provincia, per cui non è stata operata una selezione tra i destinatari della lettera e sono state interessate aziende di tutte le province.
Dicevo, però, la verifica ispettiva è il passo successivo. Cioè, una volta provato, attraverso la verifica documentale, che l'azienda ha gli elementi per apporre il bollino verde e così via, ARPA interviene con controlli a campione sul campo per certificare la corrispondenza tra quanto dichiarato a livello documentale e quanto poi eseguito.
La ringrazio, Consigliere Reschigna. Devo assicurare che condividiamo la sensibilità su questo tema e, infatti, appena ne siamo venuti a conoscenza, abbiamo ritenuto doveroso intervenire.
Valuto in tempo reale la sua proposta di procedere attraverso l'invio della documentazione tramite posta. Mi aspetto che ARPA Piemonte possa assolvere il suo mandato andando ad eseguire in loco, andando ad eseguire in sede, presso la sede dell'azienda, che non è sempre quella nella quale sono installati gli impianti, per effettuare le verifiche documentali.
Questo sempre per andare incontro alle esigenze dei titolari delle aziende, che anche solo durante il processo di spedizione di una documentazione dovrebbero, comunque, farne una copia e così via.
Fino a quando la Giunta regionale riuscirà a mantenere in capo ad ARPA Piemonte le spese della nostra agenzia, da questa ci si può aspettare che vada incontro alle esigenze del mondo produttivo, anche in questa situazione. Successivamente, vedremo, eventualmente, di riadeguare ad un nuovo contesto, soprattutto finanziario, questi processi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 206 del Consigliere Molinari inerente a "Situazione occupazionale della Space Cannon di Fubine (AL)" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento consiliare, proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 206 inerente a "Situazione occupazionale della Space Cannon di Fubine (AL)".
Ha chiesto di intervenire per l'illustrazione il Vicepresidente Molinari, in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



MOLINARI Riccardo

Grazie, Presidente.
Mercoledì 6 ottobre, mentre davanti ai cancelli della Space Cannon di Fubine stavano manifestando i lavoratori, ad Alessandria si riuniva il Consiglio di Amministrazione dell'azienda e il giorno dopo arrivava la notizia che la scelta della proprietà era mettere in liquidazione l'azienda.
Questo è un fatto che, forse, può non fare notizia, nel momento di crisi economica che, purtroppo, sta vivendo il nostro Paese e anche la nostra regione, ma certo è anomalo il fatto che un'azienda di questo tipo un'azienda come la Space Cannon, da un giorno all'altro, venga messa in liquidazione. Ricordo che Space Cannon è azienda leader nel mondo per quanto riguarda le illuminazioni.
Per fare un esempio su tutti per rendere l'idea dell'importanza dell'azienda, ricordo che Space Cannon è l'azienda che ha curato l'impiantistica relativa alle due torri di luce delle Torri Gemelle dopo il tragico attentato dell'11 settembre 2001.
Space Cannon vince regolarmente le gare d'appalto per illuminare tutti i più importanti monumenti in giro per il mondo; Space Cannon di Fubine rappresenta un'eccellenza non tanto del Comune di Fubine, non tanto della Provincia di Alessandria, non solo della Regione Piemonte, ma di tutto il Paese e del made in Italy in giro per il mondo e in Europa.
La cosa che lascia perplessi è il fatto che i lavoratori non siano stati minimamente informati dalla proprietà di quanto stava accadendo in azienda, se non soltanto qualche giorno prima. L'azienda, a detta dei lavoratori, sembra essere un'azienda in salute, un'azienda che ha ancora molte commesse in giro per il mondo. È un'azienda che fino a poche settimane fa ha assunto a tempo determinato lavoratori per completare i lavori.
un'azienda in cui i lavoratori sono stati spinti, fino a poco tempo fa, a fare gli straordinari proprio per la grande mole di lavoro che l'azienda aveva, quindi lascia perplessi il fatto che questa decisione arrivi da un giorno all'altro, senza preventivamente aver colloquiato con i sindacati, piuttosto che con i lavoratori, piuttosto che con le istituzioni.
Sono a conoscenza che la Giunta regionale ha già ricevuto il materiale sulla situazione, so che giovedì prossimo ci sarà in Provincia di Alessandria un tavolo tra i vari enti cui parteciperà anche la Regione Piemonte (quindi ringrazio anticipatamente per questo incontro). Quella sarà la sede in cui trovare una soluzione per il futuro dell'azienda che ripeto, è un'eccellenza.
Credo sia interesse di tutti tutelare il marchio della Space Cannon e far sì che non esca dal mondo del lavoro e produttivo; soprattutto, credo che quella sarà poi la sede per garantire un futuro ai 48 dipendenti delle aziende, alle 48 famiglie che vivono grazie a quell'azienda. Soprattutto considerato il fatto che siamo di fronte ad una mera speculazione data dalla globalizzazione di oggi.
L'azienda in oggetto nel 2008 è stata acquistata dal gruppo Zumtobel.
Zumtobel è una grande multinazionale che si occupa di illuminazione e cosa ha fatto in questi due anni? Secondo il parere dei lavoratori che abbiamo incontrato fuori dei cancelli dell'azienda, Zumtobel piano piano ha spostato le produzioni d'eccellenza della Space Cannon in altri stabilimenti in giro per il mondo, ha tolto, di fatto, ossigeno all'azienda, nonostante le produzioni di Space Cannon fossero rimaste poche. Space Cannon continuava ad avere commissioni, continuava a lavorare in maniera intensiva, nonostante ciò arriva l'annuncio della liquidazione.
Chiedo alla Giunta regionale quale siano le iniziative, e ringrazio anticipatamente per l'attenzione che Giunta ha dimostrato partecipando giovedì prossimo al tavolo organizzato dalla Provincia d'Alessandria.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Porchietto.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro e formazione professionale

La situazione della Space Cannon l'abbiamo individuata immediatamente.
Anche il Vicepresidente Cavallera aveva segnalato questa situazione delicata, ancora prima che venisse resa ufficiale con la comunicazione da parte dell'Azienda.
Come ha già ben esplicitato il Consigliere Molinari, in realtà, questa società fa parte di un Gruppo internazionale. Ricordo anche che il Gruppo ha acquisito a suo tempo la Space Cannon che era una concorrente del Gruppo, pertanto ha tolto dal mercato un competitor importante.
Nel momento in cui è pervenuta la comunicazione ufficiale ai lavoratori della decisione di cessare l'attività produttiva, stante che eravamo già stati allertati, l'11 ottobre abbiamo immediatamente convocato le parti per fare il punto della situazione.
All'incontro era presente l'ingegner Peter Roos, liquidatore della società e già amministratore delegato della società stessa, l'API di Alessandria alla quale l'azienda è associata, i rappresentanti CISL e CGIL e una delegazione di lavoratori.
In realtà, il problema di questa società nasce dal fatto che, a fronte di un fatturato di sei milioni e mezzo di euro, la società già nel 2008 aveva cinque milioni di euro di debiti nel momento in cui il gruppo internazionale l'ha acquisita. In realtà, dal 2008 ad oggi, pur avendo fatto rilevanti investimenti al fine di sviluppare nuovi prodotti per ristrutturare l'immobile dove ha sede la società, la Space Cannon ha accumulato ulteriori perdite di esercizio che sono andata ad assommarsi ai cinque milioni di euro di debiti.
L'alternativa, la messa in liquidazione della società, sarebbe stata la ricapitalizzazione, pari a cinque milioni di euro, da parte della Zumtobel che non ha ritenuto di effettuare.
Tant'è che fino all'ultimo abbiamo atteso, perché sapevamo che c'era un'assemblea degli azionisti di riferimento in corso, per verificare l'opportunità di ripianare le perdite da parte della società che partecipa alla Space Cannon.
I prodotti sono ritenuti superati dal punto di vista tecnico - questo la società lo dice chiaramente - ed eventuali risorse destinate a dare impulso alla ricerca e sviluppo di nuovi prodotti non sono giustificate stante i tempi troppo lunghi per la realizzazione di questi progetti in loco.
Zumtobel, inoltre, avendo anch'essa come capofila circa 67 milioni di euro di debiti, ha deciso di chiudere le aziende del gruppo che presentano forti criticità, tra cui la Space Cannon.
Nell'incontro in Regione Piemonte che si è tenuto ieri, l'ingegnere liquidatore ha confermato l'irrevocabilità della decisione di cessare l'attività, tuttavia ha evidenziato - cosa che noi gli abbiamo prontamente richiesto e alla richiesta è arrivata una risposta positiva - che qualora ci fossero soggetti interessati, la società è disponibile a cedere l'intera attività o anche degli assetti aziendali. Questa è la disponibilità che, in primis, la Regione Piemonte ha richiesto in quel frangente.
Al fine di attenuare l'impatto sociale della decisione aziendale abbiamo proposto all'azienda di utilizzare il massimo degli ammortizzatori sociali previsti dal nostro ordinamento giuridico, vale a dire la cassa integrazione straordinaria per cessazione d'attività per 24 mesi, con un accordo da sottoscrivere presso il Ministero del Lavoro.
La risposta dell'azienda è stata positiva in tal senso, quindi c'è stata un'immediata disponibilità nel supportare, per quanto riguarda il piano degli ammortizzatori sociali, i circa 50 dipendenti della società abbiamo aggiornato alle ore 14 del 14 ottobre la riunione per predisporre insieme alla Provincia d'Alessandria, l'accordo in sede istituzionale che sarà propedeutico al successivo accordo in sede romana.
In realtà la situazione, oltre a quella di una decisione strategica da parte della società, parte da una situazione critica della multinazionale non soltanto della società italiana, ma c'è la disponibilità a valutare la possibilità di cedere il ramo d'azienda italiano. Questo lo dico in particolare ai Consiglieri che prontamente si sono interessati. Noi abbiamo fatto presente la situazione, anche all'interno delle rappresentanze datoriali, al fine di verificare se ci siano delle imprese che possono essere disponibili a valutare l'avviamento dell'azienda, ma noi oggi quello che abbiamo prontamente fatto, è quello di assumere, dal punto di vista degli ammortizzatori sociali, la decisione della società di supportare la cassa integrazione straordinaria per i 24 mesi dalla cessazione dell'attività.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.



(La seduta ha inizio alle ore 15.10)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Marco, Cota, Leo, Montaruli Motta Massimiliano, Sacchetto e Toselli.
Comunico che il numero legale è 27.


Argomento: Nomadi

Esame ordine del giorno n. 70 del Consigliere Stara, inerente a "Emergenza nomadi"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 70, avente ad oggetto "Emergenza nomadi", presentato dal Consigliere Stara, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Stara per l'illustrazione.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Oggi la presenza della popolazione nomade in Piemonte e, in particolare, nell'hinterland del capoluogo, pur avendo sperimentato nel corso degli anni varie forme d'accoglienza, grazie all'impegno delle amministrazioni comunali che se ne sono fatte carico, è andata assumendo carattere di vera e propria emergenzialità.
Vi riporto qualche dato dei campi abusivi: Lungo Stura, 500 presenze Via Germagnano, 450 presenze, fuori del campo regolare, a fianco del canile rifugio lungo tutta la sponda dello Stura, fino agli stabilimenti AMIAT Corso Tazzoli, 200 presenze; ex Fimit, fabbrica di materiali plastici dismessa da un decennio...



PRESIDENTE

Colleghi, stiamo affrontando un ordine del giorno sui nomadi, tema sul quale avremo un'audizione con il Prefetto il giorno 22 ottobre. Mi sembrava ci fosse una certa convergenza quanto meno sul discuterne.
Pregherei, per quanto possibile, di ascoltare il collega Stara.
Prego, Consigliere Stara, prosegua.



STARA Andrea

Ex Fimit, 50 presenze; Continassa, 100 presenze; Via Monteverdi davanti alle Poste, 30 presenze; strada Druento, 50/100 presenze.
Nei campi regolari: Via Germagnano 200 presenze, che è un campo attrezzato circa sette anni fa; Via Lega, 150 presenze; strada dell'Aeroporto, 300 presenze; Corso Unione Sovietica, 200/230 presenze di sinti piemontesi.
Aree sosta presenti nella provincia; Beinasco, 30/40 persone; Collegno 180 presenze; Rivalta, 100 presenze.
E poi ci sono anche alcune esperienze di inserimenti in piccole comunità come il Dado di Settimo e la cascina in Frazione Canrone a Chieri.
Premetto che, alla fine della lettura dell'ordine del giorno, che voi avete a vostre mani, dopo essermi consultato con il Capogruppo del PdL e il Capogruppo della Lega Nord, farò una proposta di modifica. La faccio alla fine della relazione.
Preso atto che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 maggio 2009, il Governo ha nominato il Prefetto "Commissario delegato dal Governo per il superamento definitivo dello stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi nel territorio della regione Piemonte", ma ad oggi, dopo oltre un anno non si sono viste risorse e non siamo a conoscenza che siano stati predisposti programmi e piani di azione. Di fatto, nel periodo di commissariamento, gli insediamenti abusivi sono aumentati di numero e peggiorati nelle condizioni. Assistiamo di fatto, quanto meno nel torinese, ad una sorta di istituzionalizzazione dei campi abusivi.
Spetta alla Regione il compito di programmazione, indirizzo e promozione delle politiche rivolte alla popolazione nomade per superare la logica dell'emergenza e della generica tutela, promuovendo azioni di accoglienza con regole condivise e verificate, ma anche di lotta alle situazioni di illegalità e degrado.
Si tratta sicuramente di un fenomeno articolato e complesso, che richiede interventi differenziati e a più livelli, ma che deve essere affrontato nell'ottica di un'azione politica che governi realmente i flussi e le presenze. Le numerose realtà dei campi abusivi, di cui le bidonville di Lungo Stura Lazio, via Germagnano, corso Tazzoli, la Continassa rappresentano la punta dell'iceberg, presentano condizioni igienico sanitarie di assoluta inagibilità, favorendo al loro interno situazioni di illegalità diffusa e di sfruttamento, di cui le prime vittime sono le donne e soprattutto i minori.
Non bastano più le politiche miranti a monitorare e ad affrontare le situazioni di maggiore emergenza, che tendono ormai a proliferare spesso nell'incuranza mascherata da tolleranza.
Tenuto conto che è necessario non consentire il formarsi e il permanere dei campi abusivi, dove non vigono regole per nessuno; considerato inoltre che per i campi regolari è necessaria una reale politica di pianificazione gestione e soprattutto verifica sovracomunale; a livello intercomunale si potrebbe introdurre la tipologia del campo sosta temporaneo, per affrontare i flussi stagionali e le emergenze, nell'ottica di uno stanziamento a rotazione e regolamentato.



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, v'invito a occupare i vostri posti, altrimenti è difficile seguire.



STARA Andrea

Credevo che fosse un argomento che stesse a cuore a questa maggioranza.
Propongo al Consiglio regionale del Piemonte di impegnare il Presidente della Giunta a rivedere la legge 26/93, "Interventi in favore della popolazione zingara", e gli adempimenti ad essa collegati, ivi compresa la Consulta regionale, mai istituita, integrandone la composizione; a creare un Tavolo Interistituzionale, perché la molteplicità degli aspetti da affrontare richiede necessariamente un costante scambio di informazione e di concertazione delle linee di intervento tra tutti gli Enti coinvolti: in primo luogo il Prefetto quale Commissario straordinario, quindi la Questura per quanto attiene le tematiche della sicurezza, il Tribunale dei Minori per quanto attiene la tutela dei minori, le Aziende Sanitarie Locali per quanto attiene la tutela della salute, la Regione, le Province ed i Comuni capoluogo.
A pianificare a breve periodo gli interventi indispensabili per fronteggiare l'emergenza principalmente di carattere igienico-sanitario, di sicurezza, legalità e ordine pubblico; favorire il passaggio ad una fase post-emergenziale; permettere la realizzazione di un Piano regionale di intervento e della sua scansione temporale. A stanziare le risorse necessarie per attuare tali interventi volti ad affrontare concretamente la questione, causa di tensioni sociali, ponendo fine a condizioni di degrado inaccettabili in un paese civile.
Presidente, questo è l'ordine del giorno che è a sue mani. Mi permetto di fare un'ulteriore illustrazione, perché diversi giornali nei giorni scorsi hanno riportato dichiarazioni del Consigliere Vignale, dove si è parlato di un disegno di legge da lui presentato, riportando alcuni dettagli, come l'introduzione della tessera nominale e l'istituzione di un commissario regionale, iniziando una raccolta firme a sostegno di tale provvedimento.
Ad oggi, dagli Uffici mi è stato detto che nessun disegno di legge è stato depositato, a meno che lei, Presidente, lo abbia nel suo ufficio.
Però mi permetto di rivolgermi alla maggioranza, dicendo che forse è necessario smetterla con i proclami e le parole, soprattutto con la raccolta firme, perché oggi siete maggioranza di governo ed è il momento dei fatti, di darsi da fare per risolvere una seria emergenza territoriale.
Penso che, al di là della proposta del commissario regionale anticipata sui giornali, c'è oggi un'opportunità straordinaria, cioè la presenza di un Commissario straordinario per l'emergenza nomadi nominato dal Ministro Maroni e dal Presidente Berlusconi, che, oltre ad occuparsi della questione, ha anche poteri straordinari nei confronti degli enti comunali e degli enti istituzionali territoriali.
Pertanto, abbiamo tutti insieme, se vogliamo risolvere questo problema un'occasione irripetibile. Per fare questo occorrono innanzitutto delle risorse e soprattutto lavorare di concertazione con i Comuni, con gli Enti locali e con il Prefetto, proprio perché detiene poteri straordinari e pu superare quella fase di tensione che può arrivare dalla titolarità di ogni ente territoriale, tesa, magari, a delegare il problema ad altre realtà territoriali.
Pertanto, su richiesta del Capogruppo Pedrale, nonché del Capogruppo Carossa, anche in vista dell'audizione del Commissario straordinario proporrei di emendare l'ordine del giorno laddove si critica il fatto che pur avendo, il Prefetto, questi poteri straordinari da un anno e mezzo, non si è visto un granché, soprattutto in termini di risorse.
Credo che ogni partito politico possa rivendicare la propria azione anche sul territorio, ma se ha un po' di senso di responsabilità e il problema lo vuole risolvere sul serio, ciò che interessa è il risultato. A me, infatti, interessa che insieme si possa gestire, in maniera concreta una soluzione che oggi è solo strumentalizzata dalle varie parti politiche sia di centrodestra che di centrosinistra.
Pertanto, accolgo con favore questa richiesta e propongo ufficialmente di modificare l'ordine del giorno in oggetto, eliminando il testo dalla parola "ma", al primo punto, fino a "campi abusivi". Inoltre, all'ultimo punto delle richieste, al punto 4) della pagina seguente...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Stara, nella prima pagina vuole eliminare solo il testo del primo punto?



STARA Andrea

Al primo punto, dalla parola "ma" alla parola "campi abusivi".
Nell'ultima pagina, al punto 4), dove è scritto "A stanziare tutte le risorse necessarie", vorrei sostituirlo con "A stanziare le risorse necessarie", eliminando, in pratica, la parola "tutte".
Ovviamente, non potevo evitare la sottolineatura politica: almeno questa me la dovevate concedere! Del resto, può rientrare nel gioco delle parti. È giusto che ogni forza politica, se crede di aver agito in maniera corretta, rivendichi i propri percorsi.
Rivendico il fatto che con quest'ordine del giorno, in Regione decidiamo di occuparci di questo tema. Probabilmente, mentre si è sempre fatto finta che non riguardasse la Regione Piemonte, con quest'ordine del giorno noi coinvolgiamo la Regione Piemonte e, a seguito di una mia richiesta in sede di Conferenza dei Capigruppo, partirà un percorso che vedrà l'audizione del Prefetto, del Commissario straordinario per il superamento dell'emergenza nomadi, il giorno 22 ottobre.
Pertanto, ciascuno potrà commentare i propri percorsi politici, ma se insieme riusciremo a condividere questo percorso e, soprattutto, a stanziare le risorse necessaria per fare sì che questo avvenga dimostreremo di avere senso delle istituzioni. Grazie.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno, per iniziativa del proponente, viene così modificato: dopo "Preso atto che", dalla parola "ma" alle parole "campi abusivi" comprese, vengono soppresse le quattro righe; pertanto, il primo punto si conclude con le parole "Regione Piemonte".
Al punto 4) del dispositivo viene eliminata la parola "tutte".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Stara, come altri colleghi, conosce bene la differenza che esiste fra un ordine del giorno e una proposta di legge, in particolar modo quando la proposta di legge viene presentata da Gruppi di maggioranza che, quindi, essendo al Governo della Regione, si pongono, come obiettivo quello di tentare di dare una soluzione alla difficile situazione che sta vivendo la nostra città, ma anche l'area metropolitana e, più in generale la nostra Regione, relativamente al problema dei rom, unitamente al resto delle grandi città italiane.
Pertanto, questa maggioranza e questo Governo regionale sono ben consci della difficoltà di risoluzione del problema. Tuttavia, entro un numero limitato di giorni - ne parlavamo ancora questa mattina con l'Assessore competente e con il Presidente Cota - verrà presentata una proposta di legge che non è mai stata ufficializzata agli organi di stampa. Noi abbiamo indicato - gli stessi organi di stampa lo hanno riportato correttamente alcuni dei punti che verranno trattati all'interno della proposta di legge che non voglio anticipare perché quando sarà presentata, come normalmente avviene in tutti gli iter normativi, non solo sarà a disposizione dei colleghi, ma verrà ovviamente illustrata e discussa nella Commissione competente.
Peraltro, credo che l'ordine del giorno tenga conto di una serie di aspetti che saranno presenti nella proposta di legge. Rilevo soltanto alcuni aspetti: non è da oggi che inizia un percorso relativamente al problema dei rom, perché ovviamente non è da oggi che vi è questo problema.
una questione che si è manifestata in particolar modo negli ultimi anni, alla quale, però, non è stata data una soluzione, se non alcune misure temporanee che non hanno né migliorato le situazioni di precarietà all'interno dei campi nomadi regolari, né tanto meno sanato le situazioni di abusivismo presenti nella nostra Regione.
Ricordo che negli ultimi cinque anni, la precedente Amministrazione ha stanziato quasi cinque milioni di euro, fra spesa corrette e spesa in conto capitale - peraltro senza mai votare all'interno del Consiglio regionale il piano di attuazione della legge n. 26/1993 - per dare una serie di risposte che quasi sempre erano volte al miglioramento strutturale dei campi esistenti, alla realizzazione di nuovi campi o a misure che in qualche modo garantissero una migliore situazione all'interno dei campi stessi.
Questi interventi, però, hanno tenuto fuori una serie di aspetti che sono quelli centrali della problematica rom, ovvero il rispetto della legalità. La legge che presenteremo sarà, per certi versi, molto banale rispetto ai principi; cercherà, invece, di dare delle risposte più precise rispetto all'attuazione dei principi. Perché è evidente che il problema cui noi oggi assistiamo è che sotto l'ombrello del termine "rom" si compiano tutta una serie di violazioni della legge nazionale che sono tollerate.
Poniamo alcuni esempi, in particolare nei confronti dell'infanzia: esistono centinaia di minori nei campi abusivi che vivono in situazioni che, dal punto di vista igienico e sanitario, non sarebbero consentite a nessuna famiglia residente nella nostra Regione.
Se io tenessi i miei figli nelle condizioni igienico-sanitarie dei più dei cento minori che vivono in Lungo Stura Lazio, i servizi sociali, con una prontezza che è solita e talvolta anche troppo puntuale allontanerebbero i miei figli dalla mia famiglia. Se utilizzassi i miei figli per fare accattonaggio o elemosina, farebbero altrettanto. Se non garantissi la scolarità obbligatoria ai miei figli, farebbero altrettanto.
Tutto questo avviene con tutti i soggetti che vivono all'interno della nostra regione, salvo i rom. Così come la tolleranza rispetto a reati che normalmente, si compiono, o effetti che derivano dai reati, sempre all'interno del campo abusivo, oggi un po' più noto per un intervento che da un certo punto di vista, è condivisibile. Nel senso che, quando si rimuovono 500 tonnellate di immondizia da un luogo in cui non dovrebbero starci, l'intervento è condivisibile. È meno condivisibile che, dopo aver pulito un'area abusiva, non si traggano le conclusioni del caso, cioè la necessità di sgomberare quel campo.
Negli ultimi tre anni, il Comune di Milano ha eseguito 340 sgomberi all'interno della prima cintura dell'area milanese, seguendo sempre le stesse modalità normative esistenti. Per i rom vi è stata la nomina di un commissario, individuata nella figura del Prefetto, che, di concerto con le Amministrazioni comunali, sia nel Comune di Milano e, per altri versi, nel Comune di Roma, ha agito in modo importante per quanto riguarda la tutela dei minori, lo sgombero dei campi e le verifiche da parte della Guardia di Finanza. Ricordo che quando si è proceduto allo sgombero nel campo dell'Esquilino - è uno dei casi maggiormente citati dai giornali - che era il più grande campo rom presente in Italia, la Guardia di Finanza ha proceduto ad una verifica finanziaria rispetto alla situazione di alcune persone che lì vivevano. Si scoprì, per esempio, che un capofamiglia rom aveva sul suo conto corrente 900 mila euro, quindi poteva permettersi un'integrazione, che in realtà non voleva, per cultura, per il mantenimento dell'identità, per i motivi più disparati, che non ci interessano.
Al di là della presentazione o meno della proposta di legge, dobbiamo sancire un principio: la legge è uguale per tutti, rom o non rom.
Nella nostra città esistono centinaia di rom montenegrini e serbi, cioè extracomunitari che, ai sensi della normativa vigente, non hanno alcun titolo per rimanere all'interno della nostra città e andrebbero allontanati.
Il Ministro Maroni sta ponendo all'Unione Europea, anche in vista del rinnovo del Trattato di Schengen, un problema rispetto all'allontanamento dei comunitari che non hanno diritto, sempre ai sensi della normativa vigente, di rimanere all'interno del nostro paese, per poterli rinviare al paese di provenienza. Certamente, è complesso l'aspetto legato alla soluzione, perché deve vedere la discesa in campo di più attori: sicuramente l'Unione Europea - voi sapete quanto sia difficile oggi fare un allontanamento nei confronti di un comunitario - indubbiamente il Governo nazionale, ma, anche e soprattutto, ci permettiamo di nominare le Amministrazioni locali.
Badate, non è un aspetto che riguarda la contestazione dell'Amministrazione di Torino, di Moncalieri, di Beinasco, di Nichelino di Collegno o di altre realtà in cui si vivono situazioni di abusivismo che vengono tollerate. È una situazione che demarca la presenza di una cultura della tolleranza, che consente che centinaia di minori vivano in situazioni che nessuno di noi vorrebbe tollerare e che non si intervenga così come andrebbe fatto.
In conclusione, occorre sempre tener presente un presupposto: stiamo parlando di cultura del nomadismo, che è quella che tende a tutelare non solo la nostra legge regionale, ma anche i principi dell'Unione Europea.
Voi sapete che nella nostra città la percentuale dei cosiddetti "camminanti", cioè i nomadi che si spostano da un campo all'altro, è ormai assolutamente risibile, è tra il 5 e il 10%. Allora, il problema riguarda la capacità di integrazione, laddove è possibile, o di non integrazione laddove non è voluta, nei confronti di persone che, come dicevo prima grazie all'identità, o all'ombrello della propria origine, si permettono di fare quanto i cittadini italiani, o di altra nazionalità, che vivono nella nostra città non potrebbero fare, perché la legge glielo vieta.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Lepri.



LEPRI Stefano

Noi abbiamo condiviso e apprezzato l'ordine del giorno del collega Stara; poi potremo anche discutere su alcune sfumature dei contenuti, ma la sostanza c'è tutta. Si attende una politica nei confronti delle persone migranti, nella fattispecie mi riferisco alle persone rom, che non esiste perché, sostanzialmente, non si vuole realizzarla.
Siamo in trepidante attesa che il centrodestra si metta d'accordo sul provvedimento del Consigliere Vignale, se mai questo potrà avvenire certamente si tratterà di un provvedimento demagogico, perché sappiamo che legittimamente, ogni giorno, su questi temi si fa campagna elettorale. Il Consigliere Vignale è attivo non solo nel predisporre il disegno di legge ma anche nel convincere i nostri concittadini italiani che vivono vicino ai campi della necessità di sgomberarli quanto prima.
Quindi, non siamo convinti della semplice buona volontà: nel centrodestra prevale, in modo assolutamente evidente, lo spirito propagandistico, l'ipocrisia e il calcolo politico. Lo dico molto concretamente: i rom servono al centrodestra per raccogliere voti, lo hanno sempre fatto in questi vent'anni e continueranno a farlo. Non ci illudiamo che ci sia la volontà vera di risolvere la questione. Ci saranno piccoli palliativi, che possono dare il senso di un po' di umanità, semmai si avesse la vergogna di non averla, che sarà sovrastata, come è evidente dalla logica propagandistica e dal calcolo politico.
Collega Stara, non mi illudo. Brevemente, cito solo il fatto che sia stato completamente azzerato il fondo che riguarda la legge in questione quindi c'è poco da discutere. Se la scelta politica, già nel 2010 e non nel 2011, è stata quella di azzerare il fondo che riguarda la legge probabilmente superata, c'è poco da discutere.
L'unica volontà in capo al centrodestra è quella, se possibile, di chiudere gli occhi, risolvere il problema e utilizzare queste persone come esche e cavie per il calcolo politico, che in questi casi prevale sempre tutto il resto è propaganda.
Certo, i problemi ci sono eccome. Per otto anni sono stato Assessore al Comune di Torino e, per esempio, molto modestamente, ho trasformato un campo che era all'onore del terzo mondo. Chi, negli anni Novanta, ha visitato il campo di Strada dell'Arrivore ricorda bambini nudi che, fino a novembre, scorrazzavano in mezzo ai topi, ai fanghi e alle ruote bruciate.
Penso di aver fatto un discreto lavoro, che è stato faticosissimo, per esempio, nel modificare il regolamento regionale, nell'imporre più rigore e l'obbligo, per esempio, nei confronti delle famiglie di far frequentare la scuola ai loro figli.
Lo sforzo è complicatissimo, probabilmente i risultati sono stati insoddisfacenti rispetto alle attese e alle volontà, ma almeno le nostre Amministrazioni ci stanno provando, con molta fatica. Tuttavia, sono disilluso perché in assenza di mutamenti di cultura, che non mi aspetto da questo centrodestra aggressivo e propagandistico, non otterremo nulla.
Quindi, collega, si scordi che si possa procedere ad una discussione seria prevarrà di nuovo l'ipocrisia, il perbenismo e la propaganda.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Sono in sintonia con l'intervento del Consigliere Lepri, soprattutto per un aspetto: nel momento in cui si ragiona della questione popolazione nomade, normalmente la politica si avvita intorno ad alcuni paradossi.
Essendo stata un politico che ha amministrato tutti i territori della città in cui insistono i campi nomadi - non perché abbia amministrato tutte le circoscrizioni, ma perché in una insistono tutti i campi nomadi di Torino - non mi può essere certo attribuito un atteggiamento da sindrome nimby, non avendo avuto scelta se non quella di trovare regole di coabitazione con tutti i campi nomadi della città di Torino.
Quando si discute di questi temi, se non si assume il punto di vista dell'emergenza quale è quello che quest'ordine del giorno adotta, si viene tacciati di buonismo e tutto il dibattito politico si avvita intorno al confronto tra chi desidera far rispettare le regole e chi è buonista.
Rispetto a questo paradosso, avendo il credito di poter parlare con cognizione di causa per anni di amministrazione di una realtà territoriale direttamente coinvolta, credo che per realizzare degli indirizzi politici quali quelli di responsabilità regionale e delle pratiche di gestione quali quelle di responsabilità comunale si debba avere la disponibilità di uscire dal paradosso.
Faccio alcuni esempi con i quali si configura questo paradosso. Primo esempio: non si può parlare di tutela dei minori e della necessaria responsabilità in ordine ai processi educativi di crescita, compreso l'obbligo della frequenza scolastica, se poi non si prende atto che favorire la frequenza scolastica e il diritto allo studio da parte di persone che hanno evidentemente delle condizioni di maggiore svantaggio significa anche investire per una frequenza effettiva e per un risultato scolastico che possa modificare, nella crescita di questi giovani, lo stile di vita, l'appartenenza al proprio territorio e il senso d'identità con una comunità che li ha accolti e cresciuti. Se così si dice in termini pedagogicamente corretti, poi però in termini politici si contestano tutte le misure finanziarie, dalle leggi regionali agli atti dei Comuni, per favorire l'integrazione dei bambini iscritti ai campi nomadi, a cominciare dai costi dello scuolabus - che abbiamo visto sventolare nelle testate giornalistiche e nei volantini di campagna elettorale - fino ai costi degli insegnanti di sostegno e degli insegnanti di integrazione: è difficile voler così praticare la regola della frequenza scolastica.
assolutamente un problema di regole avere delle situazioni ambientali che siano rispettose della salute della popolazione, e sappiamo che a non rispettare le regole non sono soltanto coloro che abitano i campi, ma anche coloro che di quei campi fanno ricettacolo dei loro rifiuti. Vorrei ricordare quante volte sono stati ripresi e denunciati alle autorità pubbliche soggetti che riciclavano le loro macerie nei campi nomadi mettendo a rischio la salute degli abitanti dei campi nomadi. Se per un'Amministrazione comunale si impegna a installare servizi igienici, fare pulizie periodiche, realizzare le bonifiche, in automatico quell'Amministrazione comunale, che vorrebbe far rispettare la regola della salute, viene tacciata su alcuni organi di informazione e sui volantini di certa politica di sprecare le risorse generali dello Stato e dei cittadini a favore di nomadi.
Far rispettare le regole significa anche consentire a persone che intraprendono un percorso diverso da quello di una sopravvivenza precaria di partecipare ad attività di carattere lavorativo o di avvio ad un'occupazione che sia regolare e sufficiente per il sostentamento personale e della famiglia. Ma se si fanno progetti europei o progetti regionali o progetti comunali che favoriscono l'inserimento lavorativo della popolazione nomade, ecco che in immediato escono articoli di giornale e volantini di certi partiti che stigmatizzano che agli italiani si consegna un destino di disoccupazione e ai nomadi si favoriscono percorsi privilegiati con i prestiti d'onore per l'attività commerciale piuttosto che percorsi privilegiati nella formazione professionale o nell'inserimento lavorativo.
Quindi al collega Stara, che ha fatto uno sforzo nobile - e so della sua nobiltà perché viene direttamente coinvolto dall'esperienza della Circoscrizione, com'è stato per me - dico che non sono gli strumenti che mancano, non sono le idee originali che scarseggiano: qui ne abbiamo sentite riecheggiare di alcune che gli esperti di queste situazioni (dal sociologo all'urbanista, al tutore del diritto) ci raccontano da anni.
Il campo temporaneo, che veniva chiamato "di transito", è un'idea che risale a dieci anni fa per risolvere il problema di quell'abusivismo tocca e fuggi che si localizza per alcuni giorni in occasione di alcuni eventi (certuni di tipo familiare, altri di tipo culturale, altri di tipo banalmente opportunistico) e che consentirebbe, se realizzato, di evitare occupazioni estemporanee e assolutamente sgradite e sgradevoli sotto i cavalcavia della città.
Ma realizzare un campo di transito, se non si ha una comunità politica disponibile a far ragionare sull'opportunità, diventa immediatamente un cerino buttato nel pagliaio che sarà preso in mano quei politici che spiegheranno a quei cittadini come un campo di transito sarà l'ennesimo campo nomadi nella nostra città, voluto dai politici buonisti che non hanno saputo frenare l'arrivo dei nomadi nei nostri centri abitati e quindi anche il campo di transito, che è una buona idea organizzativa, non sarà fatto.
Come si vede, non dobbiamo chiedere alla tecnica e alla politica nuove idee: prendiamo le letterature prodotte e le idee ci sono tutte. Dobbiamo chiedere un altro atteggiamento. Dal mio punto di vista, l'altro atteggiamento è chiamare le cose con il loro nome.
Spero di avere le credenziali per poter parlare su questa questione e non sentirmi dire: "Vada lei a vivere nel campo nomadi", visto che abito nella zona di Torino - ci sono cresciuta, l'ho amministrata - dove ci sono gli unici campi nomadi. Ho insegnato nelle scuole al campo e ho avuto allievi integrati nelle mie classi, quindi spero di avere il credito di parlare.
Dato questo credito, le due ricette per affrontare seriamente il problema che, alla luce dell'esperienza, mi sento di offrire a chi desidera accoglierle, sono: in primo luogo, chiamare le cose col loro nome. Non è un'emergenza, è un problema acuto per dove si manifesta, ma non è un'emergenza. I numeri che ha letto il Consigliere ci dicono che non è un'emergenza. Farlo diventare un'emergenza è dar fuoco alla polveri perch è politicamente utile farlo, ma nei fatti non è un'emergenza: è un problema acuto per chi lo ha vicino.
Seconda questione: uscire dal paradosso (ho cercato di fare tre esempi). Non è possibile dire: "Dobbiamo governare il problema" e poi ogni risorsa finalizzata per governare il problema viene, nella polemica politica, brandita come una clava per dire che si fanno politiche solo a favore dei nomadi e a scapito della popolazione, senza ricordare che le politiche che valgono per la sicurezza dei soggetti più disagiati sono politiche di interesse generale perché promuovono sicurezza collettiva.
Non è un caso, colleghi Consiglieri, che Regioni amministrate dalla Lega e da alcune alleanze di centrodestra abbiano politici che alle televisioni nazionali urlino contro il buonismo della sinistra e del centrosinistra rispetto agli immigrati e siano quelli che hanno stanziato le case temporanee per i lavoratori temporanei e i processi di integrazione, ma non perché sono più intelligenti e buoni: perché sono più opportunisti, sanno esattamente l'economia indotta dai flussi migratori e non la contrastano, ma ne fanno una retorica politica impedendo, dove governano gli altri, di adottare lo stesso tipo di strumenti.
Se vogliamo veramente rendere efficaci le intenzioni del Consigliere Stara, non abbiamo bisogno di emergenza, ma di coerenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Naturalmente lei ha tutta la facoltà di parlare sempre - vorrei ben vedere! - di qualsiasi argomento; per fortuna siamo in una democrazia concreta.
Detto ciò, se il voler affrontare i problemi seriamente porta anche a risolverli, questa effettivamente è una colpa della Lega. Questa è una colpa della Lega, questa è una colpa di alcune Amministrazioni del centrodestra, che non vogliono fare del finto o vero - non m'interessa questo discorso - buonismo, intervenire seriamente su un problema, perché è chiaro che questo è un problema. Diversamente, pur con tutta - parlo per me la mia limitatezza, non saremmo qui a discuterne in un consesso regionale come questo.
Tornando un attimo con i piedi per terra, tornando nelle nostre zone come lei giustamente diceva - non si può risolvere tutto dicendo che è colpa di quattro muratori - mi permetta! - che scaricano le macerie.
Come ho già avuto modo di dire, insieme all'Onorevole Allasia e senza giornalisti al seguito (a differenza del Sindaco Chiamparino, che è molto capace a farsi seguire dai giornalisti!), ci siamo recati presso il campo di Lungo Stura Lazio. Vi ero già stato due anni fa e sono tornato quest'anno (so che c'è stata anche lei) e ho visto l'immondizia di fianco alle baracche in cui abitano quei poveracci, soprattutto i bambini. Non sono i muratori che vanno a scaricare ogni tanto qualche maceria (e pur fanno male, intendiamoci), ma è immondizia che quei "signori" buttano sui propri piedi, dove abitano. Purtroppo, non la buttano solo sui loro piedi ma anche su quelli dei loro bambini, che non ne possono nulla.
questo il motivo per il quale vogliamo cercare di risolvere il problema.
Devo dire che non mi entusiasma, non mi ha entusiasmato fin da subito l'ordine del giorno del collega Stara. Io e il Capogruppo Pedrale abbiamo chiesto fin dall'inizio - e il collega è stato molto corretto - che venisse quantomeno emendato nel primo punto. Ci sembrava una scorrettezza istituzionale il fatto di criticare un Prefetto, Commissario straordinario nominato dal Ministro Maroni, insediato da poco più di un mese, che sarà da noi audito fra dieci giorni, votando un ordine del giorno in cui si dice: "Caro signore, tu non hai fatto niente, non stai facendo niente".
Questa era condizione sine qua non per incominciare a discutere seriamente se, come centrodestra, votare o meno l'ordine del giorno.
L'ordine del giorno non mi entusiasmava e non mi entusiasma, per quando si parla di riunire intorno ad un tavolo le istituzioni come il Tribunale dei Minori (non faccio l'elenco che invece lei ha fatto) o cercare di prevenire e risolvere le questioni igieniche e sanitarie, allora ci troviamo assolutamente d'accordo. Su questo non possiamo non trovarci d'accordo, ma - attenzione - il Ministro Maroni, che da parte di una certa sinistra, non dico tutta, è stato equiparato ai nazisti (gli sono stati rivolti i peggiori insulti di questa terra), voleva solamente fare, e ha iniziato a fare e sta facendo, un discorso di censimento dei campi nomadi.
Il censimento non è fatto per spendere soldi inutili, ma è la condizione per riuscire a capire il problema; per risolvere un problema bisogna prima capirlo, altrimenti continuiamo a parlarci addosso.
Pertanto, quest'ordine del giorno può essere abbastanza condivisibile sotto certi punti di vista. Lascio perdere gli interventi di una parte, ad esempio del collega Lepri (permettetemi): il processo alle intenzioni sulla destra, la superiorità morale della sinistra, per cui qualsiasi provvedimento su qualsiasi problema se viene dalla sinistra va bene, se viene dal centrodestra va male, perché siamo deficienti, perché siamo prevenuti, perché siamo gente che pensa di fare una legge per fregare qualcuno o per fare campagna elettorale.
Veramente, signori: per favore! Apprezzo lo sforzo che sta facendo il collega Vignale, e non solo lui per riuscire a portare in Giunta, per condividere - e mi sembra che sia in parte già condiviso e discusso con la Giunta - un vero provvedimento, e sottolineo "un vero provvedimento", per cercare di risolvere questi problemi.
Il Ministro Maroni, per la prima volta un Ministro dell'Interno, sta cercando di risolvere questo problema. Può non essere un'emergenza, non lo so, ma un problema sicuramente lo è.
Condivido l'ordine del giorno quando si dice (vorrei ben vedere chi non lo condivide!) di riportare la legalità nei campi. Questo è l'abc di una società civile! Pertanto, signori, è chiaro che deve essere così, ma anche in questo caso occorre intervenire, monitorare, agire seriamente e non - e qua arrivano le note dolenti - fare le cose solo perché bisogna farle in una determinata maniera.
Voglio portare la mia esperienza di Consigliere comunale: due anni e mezzo fa presentai due interpellanze al Comune di Torino su Lungo Stura Lazio, quando nel campo nomadi c'erano poco meno di 200 persone. Mi fu risposto dalla maggioranza che guida tuttora questo Comune, che lì si trovavano delle persone che lavoravano in nero, che non era vero che erano delinquenti (tra l'altro io non ho mai detto che c'erano solo delinquenti ho sempre detto che, purtroppo, una parte anche consistente di chi è presente in quei campi è gente che vive al di fuori della legge), quindi mi hanno detto che il problema non c'era, che non c'era emergenza - si vede che è una linea comune della sinistra - e pertanto di non fare polemica o strumentalizzare questi problemi.
Mi è stato detto questo. Risultato: dopo due anni, sono presenti 450/500 persone, invece di 200, perché non si è voluto intervenire.
Apprezzo lo sforzo del collega Stara, ma voglio ricordare (lei è stato e forse è tuttora - non voglio sbagliarmi - Presidente di una Circoscrizione, eletto con una maggioranza assolutamente di sinistra) che quando qualsiasi componente di minoranza poneva il problema nomadi, veniva tacciato - non da lei, naturalmente - di xenofobia, di razzismo o quantomeno di cavalcare il problema a fini elettorali: l'eterno tormentone come se noi fossimo così stupidi e gli italiani fossero così stupidi da votarci solamente perché ogni tanto diciamo, giustamente, che ai cittadini dà fastidio avere qualcuno che gli "rompe le balle" ai semafori. Come se gli italiani fossero così stupidi da votarci solamente per quello! Non faccia quel sorriso, perché gli italiani - e io non voglio difendere gli italiani - non sono così stupidi.
Chiedo, pertanto, al Presidente se è possibile sospendere per dieci minuti il Consiglio, dopo tutti gli interventi e prima delle dichiarazioni di voto. È una richiesta mia, perché ho bisogno di confrontarmi con la maggioranza riguardo alla votazione; non so se è rituale, non conosco il Regolamento, ma le chiedo cortesemente una sospensione di dieci minuti.
Voglio infine dire (ho solo più un minuto) che quest'ordine del giorno denota e stigmatizza il fallimento della politica di intervento sui nomadi.
Questo è un dato di fatto, e non dico della sinistra, della destra o quant'altro. Certo, a Torino da venti e troppi anni c'è la sinistra che guida la città, quindi ritengo responsabili loro.
Non so se a livello regionale si sia fatto, prima con le giunte Ghigo poi con la Giunta Bresso qualcosa di veramente concreto su questo problema.
Non lo so, ammetto la mia ignoranza.
Quindi, cerchiamo effettivamente di fare adesso noi qualcosa di concreto e da questo punto che io vedo e condivido questo ordine del giorno.
Un'ultima cosa. Vorrei ricordare solamente una cosa, perché qua con Lungo Stura Lazio quasi si dimentica tutto il resto: inviterei i Consiglieri e il Sindaco stesso, che se lo dimentica - e termino Presidente - invece di andare a fare gli spot in Lungo Stura, di andare anche a vedere come è ridotta Via Germagnano e tutta la baraccopoli che è cresciuta in questi anni, con lui che non guardava e non vedeva nulla.
Inviterei a fare quello. Bisognerebbe fare quello. E allora, quando cominceremo a capire, forse, forse, riusciremo a intervenire e a risolvere i problemi.



PRESIDENTE

La sospensione la valutiamo, però non prima delle dichiarazioni di voto, perché con il nuovo Regolamento non è prevista la dichiarazione di voto sugli ordini del giorno, ma solo la replica alla fine del dibattito generale da parte del proponente, il primo firmatario.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Devo purtroppo dire che anche in questa occasione per l'ennesima volta in Consiglio regionale si sta perdendo un'opportunità. Perché con davvero e sincero apprezzamento, sia io che il Presidente del Gruppo della Lega Nord abbiamo apprezzato l'ordine del giorno del Consigliere Stara, che viene da una formazione del centrosinistra, che ha voluto una volta tanto affrontare il problema, senza schemi ideologici preconfezionati, aperto ad esaminare la realtà dei fatti. Un passaggio del suo ordine del giorno, che mi è piaciuto particolarmente, afferma che non bastano più politiche miranti a monitorare e ad affrontare le situazioni di minore emergenze che tendono ormai a proliferare, spesso nell'incuranza mascherata da tolleranza.
Questo, secondo me, è un segnale significativo che viene da una formazione di centrosinistra, perché dietro al buonismo e al falso assistenzialismo in questi anni si è purtroppo consentito un proliferare di illegalità che ha portato alle situazioni di cui oggi stiamo discutendo, di una presenza abusiva, diffusa, pericolosa di campi nomadi, all'interno dei quali, fra tante brave persone, ci sono anche persone che purtroppo abitualmente delinquono, senza contare un problema gravissimo, la piaga dello sfruttamento dei minori.
Tutto questo finora ci aveva visto profondante divisi fra noi del centrodestra e voi del centrosinistra.
Per una volta una voce dal centrosinistra, in maniera seria e non ripeto - chiusa in stereotipi di facciata, ha cercato di affrontare e di trovare un punto di intesa all'interno del Consiglio regionale su questa delicata tematica.
Tra l'altro, oltre ad averlo apprezzato, abbiamo chiesto se il Consigliere Stara poteva emendare alcuni passaggi del suo ordine del giorno, che un po' troppo preventivamente criticava l'operato del Commissario prefettizio. Abbiamo apprezzato la sua disponibilità in tal senso e quindi pensavamo che una volta tanto si riuscisse a deliberare un ordine del giorno davvero largamente condiviso e sinceramente condiviso da quest'Aula.
Invece, la cosa che ci ha più sorpreso, sono stati interventi di forte critica, quasi di reprimenda, provenienti da altri settori del centrosinistra, verso il Consigliere Stara, perché questi ha presentato un ordine del giorno che forse va fuori dai tipici canoni della sinistra piemontese o italiana, per cui quando si toccano questi argomenti la destra è sempre cattiva, brutta e razzista, mentre solo da una parte c'è il buonsenso e la capacità di affrontare questi problemi.
Poiché non è così, sarebbe ora, in Piemonte e in Italia, uscire da queste prigioni mentali che annebbiano la mente ancora di molte persone.
Noi apprezziamo invece il coraggio e il lavoro fatto dal Consigliere Stara che tra l'altro nei dispositivi del suo ordine del giorno richiede la presenza di tutti i soggetti interessati, sia quelli che devono operare nel campo della prevenzione (il Tribunale dei Minori, le ASL, i servizi sociali del Comune), ma anche chi deve a volte intervenire prontamente per reprimere, come nel caso della Questura.
I migliori provvedimenti e la migliore politica su questi temi sono un giusto equilibro fra prevenzione e repressione. Non si può pensare soltanto con i monitoraggi o con qualche predica di falso buonismo di risolvere il problema: ci vuole un giusto equilibrio di politiche, sia nel campo della prevenzione che della repressione.
Noi, ripeto, apprezziamo questa apertura che viene dal centrosinistra purtroppo, in questo caso, limitata al Gruppo del Presidente Stara.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Devo dire che avrei preferito affrontare questo dibattito dopo il lavoro fatto nelle Commissioni e, in particolare, visto che avremo anche l'audizione del Prefetto, pensavo che potesse essere un iter più condiviso.
Chiaramente apprezzo il tentativo del Consigliere Stara di affrontare una tematica in riferimento alla quale spesso il centrosinistra, così come hanno detto i colleghi dai banchi della maggioranza, può essere tacciata di buonismo, oppure di metterla sotto il tappeto. Tuttavia, credo che, così come hanno già detto i Consiglieri Lepri e Artesio, sia difficile giungere ad una soluzione comune rispetto a un tema che viene affrontato già dal punto di vista culturale in modi molto diversi.
Se il Consigliere Pedrale afferma che c'è appunto un'opportunità che questo Consiglio non è in grado di cogliere, probabilmente su altre questioni invece l'opportunità è stata colta, ma in questo caso non vorrei dimenticare che abbiamo un vento preoccupante in tutta Europa, partito dalla Francia, dal Presidente Sarkozy, che vuole sostituire all'integrazione l'espulsione, spesso appunto per distrarre l'opinione pubblica da altri problemi. E non più tardi di qualche minuto fa, leggo un'Ansa dal Washington Post in cui si dice: "L'Italia chiude la porta agli zingari". Il giornale americano in prima pagina scrive: "A Milano tolleranza zero sui rom".
Allora o questa maggioranza prende le distanze da atteggiamenti quali quelli portati a Milano; nell'ANSA si dice: "Milano non è solo la città del risotto e della moda. Ora è diventata la città della 'tolleranza zero' per i rom". Inizia così l'articolo con cui oggi il Washington Post apre la prima pagina, dal titolo "L'Italia chiude la porta agli zingari". Sopra una grande foto di una donna rom in lacrime, e con grande evidenza, sempre in prima pagina, una frase del Vicesindaco, Riccardo De Corato: "Sono persone con la pelle scura, non europei come me e te". Secondo il corrispondente da Milano, la campagna anti-rom avviata in Francia ormai s'è estesa a molti paesi europei. "Ma ora, con una grande bravata Milano sta prendendo la guida, reagendo a quella che in Italia viene chiamata 'l'emergenza rom'".
In questo senso il comunicato Ansa continua: "Quindi sta mettendo in atto uno sfratto di massa in l'altro campo, dove molte famiglie nomadi vivevano ormai da tantissimo tempo". Il giornale cita infine le parole di De Corato: "Il nostro obiettivo finale è non avere nessun campo rom a Milano".
Credo che allora valga la pena chiedere a questa maggioranza se condivide le posizioni di una maggioranza a Milano chiaramente dello stesso orientamento politico, proprio perché noi crediamo che sul tema nomadi vengano fatte delle facili considerazioni e non si approfondisce veramente una questione che deve essere capita nei termini più specifici. Anche perché con il termine nomadi vengono indicate persone fra loro molte diverse, di origine comunitaria e non; persone che, tra l'altro, nomadi non sono più.
Certamente noi faremmo, e abbiamo fatto anche recentemente, un dibattito in Consiglio comunale a Torino per il superamento dei campi, per l'individuazione, così come ricordava la Consigliera Artesio, di campi di transito. Una delle indicazioni date nell'ultima discussione - che mi spiace non venga colta da questa maggioranza - è quella, per esempio, di portare avanti, così come era già stato fatto e proposto in passato, dei progetti di autorecupero di edifici dismessi (così è stato fatto a Settimo per l'esperienza che ha citato il Consigliere Stara).
Progetti di questo tipo risultano essere anche più economici, quindi costi minori per quanto riguarda la comunità. Anche perché, molto probabilmente - non ho problemi a dirlo - molto spesso la soluzione delle case popolari risulta essere una strada poco praticabile.
Esistono effettivamente delle soluzioni, la questione deve essere affrontata non in termini emergenziali, non sottovalutandola certamente, ma sapendo che abbiamo un approccio culturale molto diverso. Se noi siamo così poco onesti a considerare che la maggioranza è brutta e cattiva, così come diceva il Capogruppo Pedrale, in realtà, così come ho appena ricordato altri organismi o giornali che sono sicuramente più autorevoli di noi guardano con preoccupazione alle politiche che sta mettendo in atto l'Italia a livello nazionale con il suo Governo e, a livello locale, così come ho appena ricordato, con la Città di Milano che, vorrei ricordare molti colleghi portano ad esempio come amministrazione che sta lavorando bene sul tema. Se sta lavorando bene su questo tema avviando una politica di questo tipo, credo che ci sia di che per non essere d'accordo.
La questione per il centrosinistra non è da mettere sotto il tappeto gli strumenti esistono; è necessario, così come ricorda il documento del Consigliere Stara, avere un maggiore coordinamento tra i soggetti che, a diverso titolo, hanno competenze nel merito, però c'è bisogno, soprattutto di capire che tipo di impostazione si vuole dare ad una questione che, come ripetiamo, non è emergenziale e deve essere affrontata culturalmente in termini diversi.
Così non ci sembra venga fatto dall'attuale maggioranza nazionale e purtroppo, anche locale essendo in piena sintonia con essa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Volevo sostenere l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Stara di cui sono uno dei firmatari. La questione dei nomadi è un problema serio è un problema vero, si tratta di portare avanti un'emergenza.
Quando vengo a Torino, mi è capitato di trovarmi in zona Falchera e vedendo i campi rom, mi sono trovato molto a disagio, mi sembrava di essere nel Bronx. È anche un discorso umanitario, forse da troppo tempo i politici hanno sottovalutato il problema, noi dovremmo fare la nostra parte. A mio avviso, sembra che sia la destra sia la sinistra siano interessate.
Direi di trovare una soluzione comune da portare avanti, perché è un'emergenza da non sottovalutare. Anche come persone umane, abbiamo un dovere e un diritto verso di loro, perché sono persone umane che vivono su questa terra.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Premetto che l'ordine del giorno del Consigliere Stara è quanto meno attuale, visti i risvolti nazionali e internazionali che sta avendo la problematica in esame.
Comprendo che la situazione a livello comunale torinese assuma periodicamente dimensioni critiche, ma non crediamo che la soluzione possa essere all'interno di politiche, che definisco razziste e costruite per slogan come quelle che vorrebbero inventariare i nomadi presenti nel nostro Paese tramite schedatura anagrafica o, peggio, tramite raccolta delle impronte digitali, come periodicamente proposto da alcuni esponenti dell'attuale maggioranza.
Molte volte ci si dimentica che dietro ad ogni individuo esiste una storia, una vita, una famiglia, un percorso, oppure non si è considerato che politiche del genere difficilmente avrebbero gli effetti sperati.
Non credo nemmeno che sia auspicabile una politica che accetti indiscriminatamente il flusso periodico di rom e sinti che, nelle nostre città, senza possibilità di accedere a servizi degni di questo nome finiscono per accalcarsi in fatiscenti bindoville in cui diritti e doveri vengono ad essere posti in secondo piano. Forse, fino ad ora, le amministrazioni non sono state così efficienti come qualcuno racconta.
Esiste una legge regionale, quella citata all'interno dell'ordine del giorno del collega, che ci risulta mai applicata in modo completo.
Probabilmente, sarebbe davvero ora che la Regione l'applicasse eventualmente modificandola e adattandola all'attualità e affronti con cognizione di causa questi argomenti.
Sotto questo profilo, crediamo che e la Consulta prevista all'interno della legge sia sicuramente indispensabile.



PRESIDENTE

La parola per la replica al Consigliere Stara.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Per la mia storia politica a sinistra, nettamente a sinistra solidarietà e legalità non sono in contrasto fra di loro. Il rispetto della legalità è un valore primario per la mia storia, alla pari della solidarietà: rispetto della legge, rispetto delle regole, in questo caso per impedire situazioni di sfruttamento, per impedire che ci siano situazioni di illegalità all'interno dei campi.
Chi ha girato e conosce la realtà dei campi sa che queste situazioni sono presenti.
Allo stesso modo in questo campo vi è bisogno di solidarietà, per affrontare, riesumando una terminologia a me cara, delle vere e proprie situazioni di sottoproletariato presenti nei campi. Quando parliamo di nomadi rumeni, non parliamo di nomadi nel senso comune del termine. È una popolazione che in Romania è stanziale, che si trasferisce per cercare condizioni di vita migliori, perché probabilmente a chiedere l'elemosina a Torino, in una metropolitana, magari qualche centesimo lo si recupera, ma in Romania no.
Bisogna tenere conto delle due dinamiche partendo dal fatto che la situazione emergenziale, o di problematicità acuta come la si voglia chiamare, oltre ai problemi sul territorio - questi campi alimentano tensioni sociali e credo che la vicinanza dei campi, rispetto alla popolazione cittadina, non faccia che peggiorare e acutizzare alcuni sentimenti, quelli sì, di razzismo - si ridefinisce anche in relazione al fatto che i Comuni non possono essere lasciati soli ad affrontare un problema più grande di loro.
Sta qui il senso del decreto ministeriale a firma Berlusconi, in cui si sottolinea, nel decreto stesso, come - e che motiva l'individuazione del commissario straordinario - la tematica dei nomadi ha valenza europea e mondiale. In Italia, scritto nero su bianco in quel decreto, il commissario viene indicato e nominato con risorse ad hoc straordinarie, proprio perch si riconosce che questo problema i singoli Comuni da soli non lo possono affrontare. È scritto nero su bianco.
La prima grave emergenza sta nel fatto che ci sono bambini che scorazzano in condizioni di assoluto degrado, in mezzo a topi e in mezzo a situazioni di pericolo, per cui probabilmente quella è la prima vera situazione drammatica.
Ho detto questo, anticipando quelli che possono essere dei contributi che il sottoscritto potrà portare nel percorso del disegno di legge che verrà presentato o che verranno presentati, perché nella battaglia politica ci stanno le dichiarazioni di Vignale che annuncia la raccolta firme, così come ci stanno le campagne sul territorio che il sottoscritto può fare nel ricordare come ancora stiamo aspettando i cinque milioni promessi da Maroni un anno e mezzo fa, ma andiamo oltre questa tematica.
Credo che gli elementi essenziali siano pochi. Mi sembra di condividere un intervento straordinario immediato per fronteggiare l'emergenza di carattere igienico-sanitario, di sicurezza, di legalità, di ordine pubblico da realizzare attraverso la creazione di un tavolo interistituzionale, con Prefetto, Questura, Regione, Provincia e quant'altro. Questo è un elemento essenziale.
Credo che non ci sia nulla di male, anzi può essere utile per risolvere problemi che a volte non si risolvono con il semplice sgombero. Lei Consigliere Vignale, ha riferito alcune situazioni a Roma e a Milano, che però i soldi dal Ministero li hanno ricevuti, che però hanno difficoltà a risolvere il problema. Oggi tutti noi dobbiamo sapere che - e meno male che è così - se noi sgomberiamo un campo rom o rumeno, dove ci sono anche situazioni di sottoprecariato con persone che non hanno commesso reati quei rumeni che non hanno commesso un reato non è che possiamo prenderli ed accompagnarli alla frontiera. Non è possibile farlo! Pertanto, il tema è: sgomberiamo il campo e impediamo che si ricostituisca altrove? Attenzione, perché se si sgombera, quelle persone da qualche altra parte andranno. Ed è per questo che dico che il tema va affrontato in maniera sovracomunale. Ed è per questo che dico che è un'opportunità straordinaria quella di avere il commissario straordinario che possa anche gestire situazioni di conflittualità tra singoli Comuni.
Ad esempio, non penso sia un'eresia, anzi un elemento indispensabile il fatto di potere individuare, attraverso un percorso, una ricettività massima come Regione Piemonte una ricettività massima anche per i singoli Comuni.
Nella mia logica vedo la possibilità che ci sia un elemento di collante misto tra solidarietà e coinvolgimento forzato da parte di alcune istituzioni, per far sì che non ci sia qualcuno che si fa carico di un problema e qualcun altro no. Quindi, nell'ambito di una ricettività massima, affrontata in termini culturali, penso che si possano trovare delle soluzioni.
Dopodiché, istituire un organismo interistituzionale può far uscire da alcune problematiche che si verificano.
Il sottoscritto, come Presidente di Circoscrizione, nell'ambito del suo territorio, quando due anni e mezzo fa ha individuato un insediamento nei pressi della Circoscrizione, sul confine, di circa 20/30 persone, ha chiesto al tavolo della sicurezza, continuamente nei due anni successivi alla presenza del Prefetto, visto che il tavolo della sicurezza lo convoca solo il Prefetto - di far sì che quell'insediamento fosse monitorato sgomberato, attuando politiche di ricollocazione. In quei due anni non ho mai avuto una risposta e oggi non ci sono più 20 persone, ma 200. Pertanto credo che se coinvolgiamo tutti gli Enti locali, alcune soluzioni si possano trovare.
Inoltre il sottoscritto 25 giorni fa ha mandato una lettera al Prefetto, in maniera molto collaborativa, riconoscendo la problematicità.
Ancora oggi aspetto una risposta.
Se non vogliamo affrontare il problema per suddivisioni geografiche politiche, ma lo vogliamo affrontare seriamente come istituzione regionale abbiamo tutte le capacità e le competenze, attraverso lo stanziamento di risorse, che diventa indispensabile. Infatti, ricordo che per fare rispettare le regole, per garantire la sicurezza, per sgomberare un campo per impedire gli insediamenti abusivi, per combattere i fenomeni di illegalità presenti, per costruire percorsi e per gestire in maniera seria e condivisa la presenza dei nomadi, occorrono risorse.
Sgomberare un campo costa circa 200 mila euro, per cui di fatto senza quelle risorse non è possibile arrivare alla soluzione del problema, perch oggi il Governo di centrodestra s'impegna a fare un percorso in maniera condivisa con chi ci sta, poi però dobbiamo fare in modo che il problema si risolva in tempi ragionevoli.
Quando alcune osservazioni da parte di altri colleghi sottolineano come non sia sufficiente lo sgombero fine a se stesso, ma bisogna trovare delle condizioni, il sottoscritto pensa a situazioni in cui ci sia il superamento del campo nomadi. Il campo temporaneo è una situazione prescritta solo per determinate realtà, ma attraverso un tetto massimo di accoglienza nel territorio e in una fase in cui si gestisce questa situazione esistente sul territorio, si può arrivare al punto in cui ogni Comune si fa carico individuando piccole comunità, di ristrutturare fabbricati considerati idonei sia nella loro collocazione geografica sia nella capacità di gestione. E a volte percorsi come quelli del Dado di Settimo, di cui si è tanto parlato, possono anche costare meno di un semplice sgombero, che fa sì che il problema si sposti da un territorio - magari ottenendo un bel risultato anche di consenso popolare - ma che si crei su un altro.
Auspico che questo ordine del giorno venga votato nello spirito per cui la Regione si occupi di questo tema in maniera seria e concreta, come le dichiarazioni che avete fatto, a parte i commenti politici, mi sembrano dimostrare. Vedremo insieme, a partire dal primo passo, che è l'audizione del commissario straordinario, ma poi la Commissione dovrà procedere. Al di là del disegno di legge, siamo disponibili.
Mi auguro che seriamente e finalmente la Regione Piemonte si occupi seriamente anche di questa tematica.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste d'intervento, pongo in votazione l'ordine del giorno, con le modifiche di cui già si è detto.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 70, il cui testo recita: "Considerato che la presenza della popolazione nomade in Piemonte e, in particolare nell'hinterland del capoluogo, pur avendo sperimentato nel corso degli anni varie forme di accoglienza, grazie all'impegno delle amministrazioni comunali che se ne sono fatte carico, è andata assumendo carattere di vera e propria emergenzialità.
Preso atto che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 maggio 2009 il Governo ha nominato il Prefetto 'Commissario delegato dal Governo per il superamento definitivo dello stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi nel territorio della regione Piemonte' spetta alla Regione il compito di programmazione, indirizzo e promozione delle politiche rivolte alla popolazione 'nomade' per superare la logica dell'emergenza e della generica tutela, promuovendo azioni di accoglienza con regole condivise e verificate, ma anche di lotta alle situazioni di illegalità e degrado si tratta sicuramente di un fenomeno articolato e complesso, che richiede interventi differenziati e a più livelli, ma che deve essere affrontato nell'ottica di un'azione politica che governi realmente i flussi e le presenze le numerose realtà dei campi abusivi, di cui le bidonville di Lungo Stura Lazio, via Germagnano, corso Tazzoli, la Continassa, rappresentano la punta dell'iceberg, presentano condizioni igienico-sanitarie di assoluta inagibilità, favorendo al loro interno situazioni di illegalità diffusa e di sfruttamento, di cui le prime vittime sono le donne e soprattutto i minori non bastano più le politiche miranti a monitorare e ad affrontare le situazioni di maggiore emergenza, che tendono ormai a proliferare spesso nell'incuranza mascherata da tolleranza Tenuto conto che è necessario non consentire il formarsi e il permanere dei campi abusivi dove non vigono regole per nessuno Considerato inoltre che per i campi regolari è necessaria una reale politica di pianificazione gestione e soprattutto verifica sovracomunale a livello intercomunale si potrebbe introdurre la tipologia del campo sosta temporaneo, per affrontare i flussi stagionali e le emergenze, nell'ottica di uno stanziamento a rotazione e regolamentato Il Consiglio Regionale del Piemonte impegna il Presidente della Giunta A rivedere la legge 26/93 'Interventi in favore della popolazione zingara' e gli adempimenti ad essa collegati, ivi compresa la Consulta regionale mai istituita, integrandone la composizione.
A creare un Tavolo Interistituzionale, perché la molteplicità degli aspetti da affrontare richiede necessariamente un costante scambio di informazione e di concertazione delle linee di intervento tra tutti gli Enti coinvolti: in primo luogo il Prefetto quale Commissario straordinario, quindi la Questura per quanto attiene le tematiche della sicurezza, il Tribunale dei Minori per quanto attiene la tutela dei minori, le Aziende Sanitarie Locali per quanto attiene la tutela della salute, la Regione, le Province ed i Comuni capoluogo.
A pianificare a breve periodo gli interventi indispensabili per fronteggiare l'emergenza principalmente di carattere igienico-sanitario, di sicurezza, legalità e ordine pubblico; favorire il passaggio ad una fase post-emergenziale; permettere la realizzazione di un Piano Regionale di intervento e della sua scansione temporale.
A stanziare le risorse necessarie per attuare tali interventi volti ad affrontare concretamente la questione, causa di tensioni sociali, ponendo fine a condizioni di degrado inaccettabili in un paese civile".
Il Consiglio approva.
Il punto 4) all'o.d.g., relativo a "Nomine" è rimandato alla prossima seduta. Ne parleremo in sede di Conferenza dei Capigruppo.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 55, inerente a "Esclusioni di immobili di proprietà del Consorzio Intercomunale Torinese dal piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Torino"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 55, di cui al punto 5) all'o.d.g. della seduta convocata alle ore 10.
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ugo Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'edilizia residenziale

Grazie, Presidente.
Vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi su questo provvedimento volto a sanare un mero errore materiale.
A suo tempo, infatti, erano stati messi in vendita alloggi che rientravano nella sfera dell'edilizia agevolata, mentre la legge prevede solo la vendita degli alloggi di edilizia sovvenzionata. Ovviamente, la cosa non aveva avuto seguito, ma da un punto di vista formale eliminiamo questi alloggi dall'elenco generale degli alloggi vendibili.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di intervento né in fase di discussione generale, né per dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 55, il cui testo verrà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Esame proposta di legge n. 6, inerente a "Valorizzazione e conservazione dei massi erratici, di alto pregio paesaggistico, naturalistico e storico"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 6, inerente a "Valorizzazione e conservazione dei massi erratici di alto pregio paesaggistico, naturalistico e storico", di cui al punto 6) all'o.d.g.
della seduta convocata alle ore 10.
Relatori sono i Consiglieri Boeti e Costa Rosa Anna.
Poiché la proposta di legge è stata licenziata all'unanimità dalla V Commissione, diamo per letta la relazione, il cui testo recita: "I massi erratici rappresentano la testimonianza diretta e più facilmente riconoscibile dell'antica presenza di un ghiacciaio e della sua straordinaria capacità di trasportare materiale per lunghe distanze. Da un punto di vista puramente geologico i massi erratici sono costituiti da grossi massi rocciosi, talora di dimensioni davvero enormi, di forma e composizione mineralogica molto variegate e comunque posti sempre assai lontano da formazioni rocciose geologicamente simili. Essi sono quindi da considerarsi come veri e propri monumenti naturali, elementi fondamentali di conoscenza e memoria della dinamica e del passato geologico del nostro pianeta.
I massi erratici, proprio per queste loro caratteristiche di rarità e rappresentatività, rientrano di diritto all'interno della categoria dei beni geologici e costituiscono una componente essenziale del nostro patrimonio naturale, ma solo occasionalmente sono oggetto di vincolo o di tutela. Purtroppo, infatti, stentano a trovare una loro precisa collocazione all'interno del sistema legislativo nazionale e regionale nell'ambito delle norme di tutela del patrimonio naturale.
I massi erratici non rappresentano soltanto un formidabile esempio di bene geologico, ma anche una finestra preziosa su un passato storico e culturale regionale ormai quasi dimenticato. Da sempre infatti questi massi, per la loro forma, la loro mole e la loro posizione spesso curiosa e dominante rispetto al paesaggio circostante, hanno colpito l'immaginazione dell'uomo: da quello primitivo, che ne fece talora oggetto di culto e che incise la loro superficie con coppelle e canaletti che ancora oggi accendono dibattiti tra archeologi rupestri sul loro reale significato; a quello storico che vi incise croci e vi impiantò cappellette per esorcizzare antichi riti precristiani legati al culto delle pietre (la cosiddetta 'saxorum veneratio) sopravvissuti fin quasi ai giorni nostri nelle tradizioni e nel folklore popolare; all'alpinista puro o all'arrampicatore moderno che vedono nel masso erratico palestre di solida roccia.
Purtroppo, se essi da un lato animavano dibattiti scientifici e credenze popolari, dall'altro venivano distrutti o irrimediabilmente sfigurati dalla mano dell'uomo, che li riteneva un ostacolo alle culture o li considerava comoda roccia già naturalmente cavata e trasportata, ottima per l'economia povera di un tempo, per la produzione di pietrisco o di materiale vario da costruzione.
Rileggendo la storia geologica e culturale di questi imponenti monumenti naturali, è dunque evidente il loro valore ambientale e sociale.
I massi erratici, veri e propri documenti della storia naturale della Terra, luogo di incontro attraverso miti, leggende, religioni ed arrampicata, sono siti che per valore scientifico e paesaggistico, memoria storica, fruibilità sportiva e didattica, devono essere tutelati e conservati affinché anche le generazioni future possano usufruirne.
Oggi la minaccia maggiore per i massi erratici è rappresentata dall'espansione e dalla speculazione edilizia; molti massi sono già stati interamente inglobati nel tessuto urbano perdendo gran parte del loro fascino; altri, più sfortunati, sono stati totalmente o parzialmente distrutti, soffocati da cinte murarie, utilizzati come appoggio per costruzioni rurali o racchiusi in proprietà private e dunque non più fruibili dalla collettività.
Per questo motivo si propone all'attenzione di questa Aula il progetto di legge 'Valorizzazione e conservazione dei massi erratici di alto pregio paesaggistico, naturalistico e storico.
Il progetto di legge era già stato presentato nella scorsa legislatura ma non aveva terminato il suo iter e non era, pertanto, diventato legge della Regione Piemonte.
All'inizio della presente legislatura è stato nuovamente presentato e in seguito al confronto svoltosi in V Commissione, è stato altresì modificato in senso ampliativo. È, infatti, stato concordato di non limitare la valorizzazione ai soli massi erratici dell'anfiteatro morenico di Rivoli-Avigliana (come inizialmente proposto), ma di estendere l'ambito di applicazione della legge ai massi erratici presenti sull'intero territorio regionale.
Il progetto di legge consta di cinque articoli.
L'articolo 1 individua le finalità. In particolare, l'articolo dispone che la Regione persegue la valorizzazione dei massi erratici di maggiore rappresentatività scientifica, ambientale e culturale, attraverso la promozione della conoscenza del patrimonio esistente e il sostegno finanziario degli interventi di salvaguardia.
L'articolo 2 contiene la definizione di masso erratico oggetto di valorizzazione. Si definiscono massi erratici oggetto di conservazione i massi erratici caratterizzati da un intrinseco valore archeologico geomorfologico, topologico e socio-culturale. In particolare sono elencate alcune tipologia di massi erratici.
L'articolo 3 dispone che la Giunta regionale promuove e finanzia il censimento dei massi erratici, eventualmente avvalendosi di soggetti esterni alla struttura regionale. L'acquisizione e la gestione dei dati raccolti sarà disciplinata da apposito regolamento, che la Giunta è tenuta ad adottare.
L'articolo 4 individua gli interventi di conservazione e di salvaguardia dei massi erratici oggetto di valorizzazione. A tal proposito si è ritenuto che le azioni più incisive possano essere individuate nella realizzazione di percorsi tematici per la fruizione geoturistica dei massi la creazione di aree di rispetto; la ripulitura e la riqualificazione sia dei massi sia delle zone adiacenti; e, infine, la posa di tabelle informative e di cartelli indicanti norme di rispetto.
La suddivisione delle competenze e l'individuazione dei soggetti attuatori degli interventi sarà determinata dalla giunta con apposita deliberazione.
L'articolo 5, infine, individua le risorse da destinare all'attuazione della legge. In fase di prima attuazione, nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 2010, è autorizzata la spesa corrente pari a 20.000,00 euro, in termini di competenza e di cassa iscritta nell'ambito dell'unità previsionale di base (UPB) DB08141 (Programmazione strategica, politiche territoriali ed edilizia Attività di gestione e di valorizzazione del paesaggio Titolo I spese correnti), unità che presenta la necessaria copertura finanziaria.
Per l'esercizio finanziario 2011, alla spesa complessiva di 50.000,00 euro, suddivisa in spesa corrente per 20.000,00 euro e in spesa in conto capitale per 30.000,00 euro, in termini di competenza, imputata rispettivamente nelle UPB DB08141 (Programmazione strategica, politiche territoriali ed edilizia Attività di gestione e di valorizzazione del paesaggio Titolo I spese correnti) e DB08142 (Programmazione strategica politiche territoriali ed edilizia Attività di gestione e di valorizzazione del paesaggio Titolo II spese in conto capitale) del bilancio pluriennale 2010-2012, si provvede con le risorse finanziarie individuate secondo le modalità previste dall'articolo 8 della legge regionale 11 aprile 2001, n.
7 (Ordinamento contabile della Regione Piemonte) e dall'articolo 30 della legge regionale 4 marzo 2003, n. 2 (Legge finanziaria per l'anno 2003)".
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anticipo le mie riflessioni, così non interverrò più successivamente.
Noi siamo stati tra i firmatari della proposta di legge presentata dal collega Boeti, in quanto saremmo effettivamente favorevoli alla tutela della collina morenica.
Abbiamo appurato nelle Commissioni competenti che fra le competenze della Regione Piemonte rientrano soltanto la valorizzazione e la conservazione, e non la tutela. Pertanto, al massimo, potrà essere applicata apposita segnaletica, mediante cartelli, o forse una borsa di studio per quanto riguarda l'analisi dei massi erratici.
Volevamo appunto sottolineare, in fase preliminare di discussione, che ci sembra poca cosa, per cui auspichiamo che venga veramente fatta un'azione di tutela (al momento di competenza statale).
Poiché temiamo che dalla collina morenica passi la linea ad Alta Capacità Torino-Lione, ci auguriamo che tali cartelli, volti a segnalare i massi erratici, siano conficcati bene, perché potrebbero essere ricettori sia dei cantieri sia, in seguito, del passaggio dell'Alta Velocità: non vorremmo certo che detti cartelli venissero divelti durante i lavori! Lo stesso Comune di Rivoli aveva previsto, nel suo programma, la tutela della collina morenica; speriamo, quindi, di avere dei validi collaboratori per ottenere quanto sopra descritto. Ricordiamo, altresì, che il collega Boeti, insieme a noi e a molti altri cittadini valsusini, torinesi e non ha partecipato alla recente manifestazione No Tav: una marcia dal Comune di Vaie al Comune di Sant'Ambrogio. Visto che il collega Boeti non ci sembrava travestito da Black Block - nel senso che non ci sembrava un infiltrato siamo fortemente preoccupati per lui, perché non vorremmo che il Partito Democratico pensasse di espellerlo dal Gruppo poiché, essendo stato presente in valle, ha manifestato un parere potenzialmente negativo in toto all'opera dell'Alta Velocità (perlomeno è quello che ci è sembrato).
Concludo l'intervento ricordando che nella modifica alle legge 19/2009 legge quadro sui parchi - ci risulta che la zona della collina morenica esca, come zona di salvaguardia, dalle zone a gestione parco.
In tal senso, ci sembra un po' confuso l'indirizzo scelto dal Consiglio e dalla Giunta: da una parte si toglie, appunto, la gestione parchi e quindi non si potrà più gestire l'area di salvaguardia, ma dall'altra investiamo dei soldi per valorizzare i massi erratici, al di sotto dei quali ci passeranno i cantieri dell'Alta Velocità. Ho un po' di confusione: non so se qualcuno me la potrà risolvere, o se, magari, è solo un problema mio. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento per dichiarazione generale procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4.
Il Consiglio approva.
Possiamo dare la stessa votazione all'articolo 5?



PRESIDENTE

GIOVINE Michele (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, Presidente!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

No, Presidente, vorrei votare l'articolo 5, perché intendo esprimere una votazione difforme dal resto dell'Aula.
mio diritto poter votare? Non voglio neanche intervenire, voglio solo votare in modo difforme, posso?



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5.
Il Consiglio approva.
Procediamo ora alle dichiarazioni di voto sull'intero testo di legge.
La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Intervengo per dire che siamo d'accordo, naturalmente, con la votazione rispetto a questo disegno di legge e per fare qualche riflessione rispetto a quanto diceva prima il Consigliere Bono, che mi ha chiesto di poter apporre la sua firma in calce a questo disegno di legge.
bene ricordare che questo provvedimento è stato preparato nella passata legislatura dall'allora Consigliere regionale Mariano Turigliatto io ero uno dei firmatari e l'ho ripreso dopo aver chiesto a Turigliatto se era d'accordo. L'ho fatto perché vivo in quel territorio, perché sono legato a quel territorio, perché vent'anni di amministrazione in quel territorio hanno dimostrato il mio reale interesse per la zona nella quale vivo con la mia famiglia.
Credo - sarà per le prossime volte, naturalmente - che il Consigliere Bono avrebbe mostrato un po' di buon gusto ed eleganza senza quelle considerazioni che ha espresso relativamente ad un disegno di legge che avevo presentato, rispetto al quale mi ha chiesto di apporre la sua firma.
vero che ho partecipato - non alla marcia, perché ho un ginocchio malridotto e sette chilometri non riesco a percorrerli, ma non li avrei fatti comunque - ero d'accordo con il Segretario regionale che avrei salutato i nostri Sindaci del Partito Democratico che hanno organizzato l'evento in Val di Susa.
Quando a quest'Aula presentavo le mie perplessità rispetto all'Alta Velocità, senza mai alcun impedimento da parte del mio partito, nemmeno in un'occasione, il Consigliere Bono faceva le materne; quindi, anche sotto questo profilo, rispetto a quanto pensa lui, sinceramente, non ho molto da imparare.
Sono iscritto a un partito - l'unico partito, perché provengo da una storia che poi si è trasformata all'interno dello stesso partito - che non mi ha mai impedito di dire quello che pensavo o di partecipare alle manifestazioni, che mi ha candidato in Consiglio regionale, che mi ha ricandidato nonostante conoscesse le mie idee.
Credo che nel Partito Democratico ci sia spazio anche per chi ritenga possibile uno sviluppo differente, per chi ha idee diverse rispetto ad un'opera pubblica. Credo che l'appartenenza ad un partito dipenda soprattutto dai valori che il partito esprime, sui quali non si pu transigere, ma su un'opera pubblica, per quanto possa essere importante all'interno dello stesso partito, credo che legittimamente possano esserci delle differenziazioni.
La diversità tra me e il Consigliere Bono, che, lo ripeto, in quest'occasione avrebbe dovuto evitare la polemica che ha manifestato, sta nel fatto che, senza Grillo, lui non si capirebbe bene con chi si candiderebbe. Il sottoscritto appartiene ad un partito che ha storia tradizione, solidarietà e impegno nei confronti dei cittadini e di questo sono orgoglioso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, dichiaro chiuse le dichiarazioni di voto.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 Consiglieri votanti 46 Consiglieri hanno votato SÌ 46 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Proseguimento esame ordine del giorno n. 76 dei Consiglieri Bono, Biolé e Cerutti, inerente a "Adesione alla giornata mondiale della Pace delle Nazioni Unite"


PRESIDENTE

Adesso affrontiamo il proseguimento dell'esame dell'ordine del giorno n. 76, avente ad oggetto "Adesione alla giornata mondiale della Pace delle Nazioni Unite", presentato dai Consiglieri Bono, Biolé e Cerutti, di cui al punto 2) all'o.d.g., rispetto al quale era mancato il numero legale durante la votazione, che pertanto mi limito a ripeterla.
Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 76, il cui testo recita: "Visto che il 21 settembre è stato dichiarato Giornata internazionale della Pace dalle Nazioni Unite la Pace è sancita dalla Costituzione tra i principi fondamentali della Repubblica Italiana, che all'art. 11 dice 'L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo' questa giornata s'inserisce nell'Anno internazionale dei giovani (agosto 2010-agosto 2011) deciso dalle Nazioni Unite per promuovere i valori del rispetto dei diritti umani e della solidarietà tra le generazioni, le culture, le religioni e le civiltà, elementi decisivi per rafforzare le fondamenta della pace, con tema dell'anno 'Dialogo e comprensione reciproca' il 21 settembre 2010 coincide con l'apertura a New York del Summit dell'ONU che cercherà di operare contro la povertà spesso provocata dalle guerre scatenate per l'accaparramento a buon mercato delle risorse preziose come acqua, terra, minerali e combustibili fossili l'Italia permane al quinto posto come esportatrice di commesse militari con 2,7 miliardi di dollari, di cui l'84% verso i paesi del cosiddetto Terzo Mondo, come attestato dal rapporto 'Conventional Arms Transfers to Developing Nations 2002-2009' l'Italia ha firmato ma non ancora ratificato la Convenzione sulla messa in mora delle cluster bombs o bombe a grappolo l'Italia investe ancora oltre il 2% del PIL, oltre 30 miliardi di euro nell'industria bellica le guerre in Iraq ed in Afghanistan mosse dagli Stati Uniti in violazione dei dettami dell'ONU sono guerre preventive con la scusa discutibile della guerra al 'terrorismo'.
Posto che nonostante milioni di persone in tutto il pianeta si uniranno il 21 settembre 2010 per rinnovare l'impegno contro tutte le guerre, per la pace e la nonviolenza, la giustizia e i diritti umani, l'Italia non ha aderito a questa giornata l'obiettivo principale di questa giornata è la promozione dell'impegno dei giovani per la pace e lo sviluppo sempre più spesso sono più risolutive le azioni di molti singoli cittadini che i summit dei potenti del pianeta la Regione Piemonte dal 2009 è Regione della Pace.
Il Consiglio regionale in concomitanza col lancio dell'anno della Marcia Perugia-Assisi, 20 settembre 2010-25 settembre 2011, aderisce formalmente alla giornata mondiale della Pace delle Nazioni Unite, e chiede alla Giunta di farsi portavoce presso il Governo centrale delle esigenze di pace e di non belligeranza che vengono dai cittadini piemontesi e dalla carta costituente, per dirottare quota parte consistente delle spese militari a settori pubblici in crisi come l'istruzione, il sociosanitario, la pubblica sicurezza".
Il Consiglio approva.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Tanto è approvato, quindi procediamo con l'esame della proposta di deliberazione n. 54.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Sì, però, scusate, c'è una votazione elettronica, apriamo la votazione che dura un minuto, non mi sono mai permesso di interromperla prima della fine...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

C'era un minuto per dirlo, non credo si sia incastrato l'ultimo secondo, Consigliere Angeleri! Quindi, l'ordine del giorno è approvato.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame proposta di deliberazione n. 54, inerente a "Legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 e successive modificazioni. Variante al Piano territoriale di coordinamento provinciale della Provincia di Torino in materia di pianificazione per le zone interessate da stabilimenti a rischio d'incidente rilevante, in recepimento dei disposti del d.lgs. 334/19999 e s.m.i. e del d.m. 9 maggio 2001"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 54, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Cavallera, per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
Questo è uno stralcio limitato del Piano territoriale della Provincia di Torino riguardante esclusivamente le industrie a rischio.
Secondo una normativa di legge, occorre che le Province definiscano le zone di rispetto intorno agli impianti che hanno rischi di tipo energetico chimico o di altra natura, e sulla base di queste zone di rischio i Comuni dovranno compiere degli adeguamenti e dei recepimenti nei Piani regolatori.
Ovviamente, questo riguarda esclusivamente quelle realtà territoriali interessate da impianti di produzione o impianti a rischio.
Devo dire che questo provvedimento è importante, perché consente di regolare...



PRESIDENTE

Mi scusi, Vicepresidente.
Stiamo trattando una deliberazione anche di una discreta importanza.
Quindi, chiederei un po' di attenzione. Prego.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Come dicevo, si tratta di un provvedimento che ha la sua importanza perché, da un lato, recepisce i perimetri di danno che i vari esercenti di queste attività dichiarano al sistema. Voi sapete che c'è una Commissione un CTR, che lega l'operatività regionale a quella del Comando regionale dei Vigili del fuoco: è una procedura regolata dalla cosiddetta direttiva "Seveso". Le Province svolgono un ruolo importante in queste vicende soprattutto per dirimere o per coordinare le questioni che riguardano più di un comune, perché le aree di danno molte volte non sono confinate all'interno di un territorio comunale, ma riguardano anche i comuni confinanti.
Per di più viene delineata una zona di osservazione che deve essere esaminata, qualora un determinato comune dovesse fare delle varianti a livello urbanistico.
Questa deliberazione è stata esaminata in Commissione e mi pare che ci siano tutti i crismi per poterla approvare. L'auspicio nostro è che a ruota sono già in itinere e seguono anche i provvedimenti di tutte le altre province per andare a regime.
Colgo l'occasione per ricordare in questa sede che la nuova Giunta regionale ha rimodulato una deliberazione adottata a febbraio dalla precedente Amministrazione e che avrebbe sanzionato troppo pesantemente quei comuni che non avevano ancora adottato la variante di adeguamento al cosiddetto RIR (Rapporto per le Industrie a Rischio). Noi ovviamente l'abbiamo riconfermato, abbiamo rischedulato le scadenze che non possono superare l'anno a decorrere dall'adozione della deliberazione - se ricordo bene, a luglio o ai primi di agosto. Nel frattempo abbiamo indetto delle riunioni degli Enti locali interessati e più del 50% dei Comuni hanno già adempiuto e altri saranno sollecitati ad agire. Inoltre, preciso che queste sono le conseguenze urbanistiche della presenza di questi stabilimenti.
Infatti, le questioni che attengono alla sicurezza, alle aree di danno alla protezione civile, eccetera, indipendentemente dall'aspetto urbanistico, sono regolate da precise norme sulla base della direttiva "Seveso" e anche dei decreti ministeriali di attuazione, che, se ricordo bene, risalgono addirittura al 2001. Quindi stiamo completando un percorso di attuazione e il fatto che approviamo lo stralcio del piano territoriale riguardante la Provincia di Torino vuol dire che più di metà del problema a livello regionale è risolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Voglio ripetere l'intervento già fatto in Commissione, dove era presente il Vicepresidente Cavallera. Sicuramente ci rendiamo conto che con la presenza di questa variante al piano territoriale di coordinamento provinciale vi è stato un miglioramento per quanto riguarda la normativa.
Inoltre, avendo preso visione delle considerazioni secondo cui la responsabilità è in capo alla Giunta regionale con l'ausilio degli appositi organi competenti, quindi la CTU (Commissione Tecnico Urbanistica), la Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, il Consiglio regionale prende solamente atto dell'approvazione o meno di questa variante, cioè non si possono fare modifiche sostanziali.
Prendendo atto di quanto ho detto, ribadiamo, come Gruppo consiliare il voto di astensione, ma è solo uno stimolo affinché si faccia di più e per affidare alla Regione i compiti e le responsabilità di programmazione e di controllo.
Infatti, come avevo già detto durante il dibattito in Commissione nelle zone a rilevante vulnerabilità ambientale - quindi non ad altissima che comprendono anche le aree di particolare prestigio storico, ambientale e paesaggistico, aree soggette a vincoli idrogeologici, aree di interesse paesaggistico, corridoi di connessione ecologica, zone di pregio agronaturalistico, quindi suoli di prima e di seconda classe, zona di ricarica delle falde, territori con soggiacenza inferiore a tre metri dal piano, non è previsto il divieto dell'installazione di nuovi impianti a rischio di incidente rilevante, ma si suggerisce soltanto di evitare l'installazione.
Quindi, a noi sembrava poco cogente questa discrezionalità di installare nuovi stabilimenti e non considerando quelli già esistenti.
Ci preoccupa questa libertà che viene data nell'ottica della sussidiarietà verticale di cui si fa portavoce sia lo Stato, con l'attuazione del federalismo, che la Regione. Inoltre, vorremmo sapere quali sono le pertinenze che spetteranno alla Regione Piemonte e anche per quanto riguarda gli altri Piani, il Piano di coordinamento regionale (che era in itinere per la precedente Giunta, ma sappiamo che ci sta lavorando anche la nuova Giunta), il PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) e il Piano paesaggistico.
Quindi vorremmo sapere quanto resta in capo alla Regione fatto salvo ripeto, il principio di sussidiarietà, la responsabilità di controllare, di programmare, oltre che di pianificare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
Assessore Cavallera, come il collega Bono, vorrei ripetere quanto già detto all'interno della Commissione, ossia esprimere un po' la preoccupazione per i tempi di approvazione dei piani territoriali.
Oggi noi approviamo questa variante che - vorrei ricordarlo al Consiglio e lo pongo come riflessione per tutti i colleghi - è stata approvata dal Consiglio Provinciale nel 2007, una variante. Non noi come Consiglio Regionale, ma il Consiglio Provinciale ha approvato a fine luglio 2010 (cioè due mesi fa) il nuovo Piano territoriale di coordinamento.
Noi, come Consiglio regionale, se va bene, quel piano lo esamineremo, a prescindere dalle posizioni di ogni parte politica, alla fine di questa legislatura.
Non vuole essere una critica nei confronti degli Uffici, che dovranno svolgere tutto il loro lavoro che è anche molto complesso (anzi, va agli Uffici da parte nostra tutta la nostra stima per il lavoro svolto anche precedentemente), ma è certo che ci sono alcune lungaggini burocratiche che dobbiamo cercare di valutare con attenzione all'interno di questo Consiglio regionale.
Pensiamo al tempo perso, al rischio che molti investimenti vadano persi, proprio per le lungaggini e per i passaggi che si è costretti ad avere.
La lascio come riflessione, posto che, ovviamente, nei confronti di questo provvedimento c'è anche un nostro voto favorevole. È evidente, e lo dico di fronte al Vicepresidente della Giunta, che è anche l'Assessore all'urbanistica, che deve essere fatto, al più presto, un ragionamento sulla sburocratizzazione.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Vicepresidente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Non voglio, in questa sede - perché non è la sede propria - ripetere il dibattito che abbiamo svolto in Commissione. Ringrazio i colleghi che sono intervenuti in Commissione e anche in questa sede. Per quanto riguarda la procedura è un discorso aperto.
Il fatto che gli Uffici siano stati in grado di prendere in carico, il 6 ottobre 2010, il nuovo Piano territoriale complessivo della Provincia di Torino può essere di buon auspicio per quell'approfondimento - ne parlavo anche singolarmente con diversi colleghi - che solleva - parlo del Piano PTC2 della Provincia di Torino - tante attenzioni.
Per quanto riguarda questo, ovviamente, credo che sia stato redatto con una certa logica di fronte alla quale ognuno di noi può dare il suo giudizio. Naturalmente essendo, in questa sede, solamente dotati della potestà di approvarlo o di respingerlo, dovrebbe essere restituito per rielaborazioni, ma credo non sia il caso. Naturalmente si prende atto di quello che viene sottolineato. Non entro nel merito, l'ho detto, non voglio ripetere in questa sede il dibattito e le argomentazioni che ho portato in Commissione. Credo, comunque, che quando si metterà mano, quanto prima alla legge n. 56 nei primi articoli, il Capo I è proprio quello che riguarda le procedure di approvazione della pianificazione territoriale. In quella sede bisognerà trovare una modalità più snella.
In Commissione ho fatto una proposta, del tutto personale e prematura rispetto ad una visione organica che, ovviamente, deve essere basata anche sulle valutazioni di tipo tecnico e giuridico, che era quello di vedere se compatibilmente con lo Statuto, Regolamento, ecc., poteva essere la Giunta regionale, previo parere della Commissione, ad approvare il Piano. In quella sede, in Commissione, si possono fare anche le discussioni di merito ed intervenire con emendamenti facendo dei correttivi.
Adesso siamo sotto questa determinata normativa vigente, abbiamo un Piano, complessivamente credo che sia opportuno approvarlo, anche se ovviamente, chi soprattutto in sede provinciale, magari, è entrato nel minimo dettaglio, può avere qualcosa da dire nello specifico. Ritengo che noi dobbiamo sancire l'adempimento e mandare avanti il provvedimento.



PRESIDENTE

Non essendovi Consiglieri che intendono intervenire per dichiarazione di voto, possiamo procedere alla votazione.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 54, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Servizi postali

Esame ordine del giorno n. 1 dei Consiglieri Ponso, Buquicchio e Cursio inerente a "Cancellazione agevolazioni postali per l'editoria"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 1, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Volevo sottoporre all'attenzione del Consiglio il provvedimento assunto lo scorso 30 marzo dal Governo nazionale che, diventando operativo il 1 aprile con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, ha portato, come sapete, alla cancellazione delle agevolazioni postali previste per l'editoria.
Ritengo che questo provvedimento penalizzi notevolmente tutti i giornali, in particolare i periodici locali, in quanto affidano la loro distribuzione, soprattutto questi ultimi, alle poste.
Questa decisione è causa di altri effetti, eufemisticamente detti "collaterali", dal momento che può essere responsabile della chiusura di alcune testate giornalistiche e contribuire, di conseguenza, alla riduzione di posti di lavoro in tutto l'indotto che ruota attorno alla gestione dei giornali.
Inoltre, pongo in evidenza il fatto che "costringere" alla chiusura un giornale non è certamente sinonimo di democrazia, poiché mina il fondamentale principio democratico della libertà di stampa. Il mio invito alla Giunta regionale è quello di sollecitare il Governo nazionale affinch ritorni sulle decisioni assunte con il decreto del 30 marzo consentendo il ripristino delle condizioni di agevolazione postale previste precedentemente a favore dei giornali.
Il mio invito è quindi quello di approvare all'unanimità la sollecitazione del Consiglio regionale alla Giunta affinché si adoperi con il Governo affinché il decreto venga ritirato.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi Consiglieri che intendono intervenire per dichiarazione di voto, possiamo procedere alla votazione di tale documento.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1, il cui testo recita: "Premesso che il Governo nazionale, con decreto dello scorso 30 marzo dal Ministero dello Sviluppo Economico, pubblicato sulla GU del 31 marzo e reso operativo dal 1 aprile, ha cancellato le agevolazioni postali per l'editoria Considerato che tale provvedimento, emanato a poche ore dalla chiusura delle urne elettorali, penalizza notevolmente tutti i giornali ma, soprattutto, quelli a carattere locale, più radicati sul territorio e distribuiti principalmente mediante abbonamento Constatato Che tale provvedimento è giunto senza alcun preavviso, senza confronti con i rappresentanti della categoria degli editori e, soprattutto, quando i giornali hanno ormai chiuso la campagna abbonamenti rilevato che le tariffe postali derivanti dalla cancellazione delle agevolazioni costringerebbero alla chiusura molte testate periodiche, con grave ricaduta occupazionale in tutto l'indotto e che tutto ciò contribuisce a ledere gravemente il principio della libertà di stampa e del pluralismo, di cui le testate indipendenti sono voci insostituibili affermato che il principio del pluralismo informativo, della libertà di informazione del sostegno alla 'carta stampata', concreta espressione di tali indispensabili valori, sia la base per il rispetto e l'esercizio dell'opinione pluralista e della sua possibilità di divulgazione il Consiglio regionale condanna il decreto governativo quale evento di inaudita gravità, capace di compromettere ulteriormente la stabilità di un settore già in crisi, qual è quello dell'editoria locale rileva come tale provvedimento, oltre alla gravi ripercussioni economiche, mette a repentaglio il principio della libertà di stampa e del rispetto del pluralismo informativo invita la Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo affinché il decreto venga ritirato, consentendo il ripristino delle condizioni di agevolazione postale previste precedentemente a favore dei giornali" Il Consiglio non approva.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 23 dei Consiglieri Lepri, Reschigna, Pentenero Motta Angela, Taricco, Cursio, Ponso, Negro, Muliere, Stara, Manica, Bresso e Boeti, inerente a "Roma ladrona?"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 23, di cui la punto 6) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Lepri per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Non so come sia andata, ma immagino che sia andata così. Mi consentirete una ricostruzione un po' approssimativa.
Il 31 maggio 2010 è stato approvato il comma 14 dell'articolo 14 del decreto legge 31/5/2010 in Parlamento, con il quale sostanzialmente si prevede che il Comune di Roma, in forza del suo squilibrio finanziario possa beneficiare di una dotazione di 300 milioni all'anno, a decorrere dal 2011 per il concorso a sostegno degli oneri derivanti dall'attuazione del piano di rientro approvato, ecc.
Due anni prima, nel novembre 2008, ci fu un altro provvedimento l'articolo 18 del decreto legge n. 185, che ha consentito al Comune di Roma di potere essere esente dal Patto di stabilità cui tutti i Comuni d'Italia sono costretti.
Immagino che in questi due momenti, sia successo probabilmente quanto segue: Bossi e Calderoni erano impegnati nella scrittura dei decreti sul federalismo fiscale e quindi non erano in aula; Castelli stava cambiando i suoi occhiali, che notoriamente non sono proprio leggeri, quindi si è distratto e non è riuscito a leggere il provvedimento; Borghezio era già al Parlamento europeo e quindi non poteva più fare casino; il Presidente Cota era appena eletto, quindi lo giustifichiamo; l'Assessore Maccanti, se fosse stata deputato, certamente se ne sarebbe accorta, ma era già a marcarci stretti qui in Consiglio regionale, quindi anche lei non se n'è accorta.
probabile che nessuno della Lega fosse presente in quel momento in aula per votare quel provvedimento. Perché non mi posso spiegare che ci possa essere stato un provvedimento così incredibile. Tutti i Comuni d'Italia sono tartassati e proprio nei provvedimenti successivi tutti i Comuni d'Italia non possono sforare il Patto di stabilità, invece Roma capitale può sia sforare il Patto di stabilità sia fruire di un contributo straordinario di ben 300 milioni di euro, che - attenzione! - non saranno solo concessi nel 2011, ma saranno concessi anche nei prossimi anni.
Temo che qui davvero ci sia stata, a parte la coloritura della mia ricostruzione, una distrazione colossale da parte della Lega Nord che - lo abbiamo ricordato nel titolo, ma i colleghi leghisti lo sanno bene - fa di "Roma ladrona" uno dei punti di forza della sua campagna politica quotidiana.
Mi domando come sia possibile per un partito come la Lega Nord distrarsi in maniera così clamorosa e lasciare non ai porci ma ai burini romani, da Veltroni, a Rutelli, ad Alemanno, la possibilità di potere coprire i buchi che hanno fatto nel corso delle loro cattive amministrazioni.
Siccome il Presidente Cota è spesso a Roma per motivi istituzionali gli chiediamo di adoperarsi più di quanto abbia fatto per la RAI - nota a margine, perché ci piacerebbe che gli ordini nel giorno fossero seguiti meglio. Vorremmo impegnare il Presidente Cota, perché possa battersi affinché questa incredibile ed ignominiosa decisione possa essere combattuta e confutata. Nel frattempo, avremmo potuto scrivere che i 300 milioni dati a Roma potrebbero essere dati in quota pro capite alle Regioni e ai Comuni che sono stati così duramente tartassati dalla manovra Tremonti. Non l'abbiamo scritto, ma è intuibile che se i 300 milioni di Roma torneranno nelle casse dello Stato, questi potranno andare di nuovo in modo giusto, rigoroso, corretto ed equo ai Comuni di tutti i territori del Nord, Centro e Sud e, perché no, anche ai Comuni padani, per fare un po' meno sacrifici tra quelli che sono stati loro imposti con le ultime manovre.
Ripeto: chiediamo a tutto il Consiglio regionale di impegnarsi perch questo provvedimento così indecente possa essere contrastato, attraverso una forte azione nel nostro Presidente Cota. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tiramani; ne ha facoltà.



TIRAMANI Paolo

Grazie, Presidente.
Noi, come Lega Nord, voteremo contro questo documento, che è chiaramente una provocazione che il Consigliere Lepri ha indorato con una dialettica sempre molto brillante - per usare un eufemismo.
chiaro che questa presa di posizione va a sanare una posizione economica che non ha creato l'ultimo sindaco di Roma, ma una Giunta comunale a lei vicina. Quindi, dovrebbe ringraziare la Lega per essersi coperta gli occhi come le tre scimmiette "non parlo, non vedo e non sento".
La situazione in cui si è trovato il Sindaco Alemanno è veramente imbarazzante, quindi direi che il minimo che si poteva fare era andare a sanarla. Poi se venisse approvato il federalismo fiscale per il quale ci battiamo da anni, sicuramente tutto questo non sarebbe più possibile e gli amministratori incapaci andrebbero a casa, come sarebbero andati a casa prima Rutelli e poi Veltroni.
Voteremo contro e fatevene una ragione!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

L'ordine del giorno è un po' tardivo, ma al di là di questo è evidente che ha un fondo di ragione relativamente al primo intervento che è stato fatto dal Governo nazionale e non a quello su Roma capitale. Sono due provvedimenti differenti.
Il secondo è un provvedimento che evidenzia, come avviene in tutti gli Stati europei, come le capitali necessitino di risorse maggiori, a parità anche di numero di abitanti e quant'altro, per una serie di interventi indispensabili all'interno delle stesse.
Il Sindaco Alemanno ricordava a quanto ammontano solo i costi delle manifestazioni che si svolgono nel corso di un anno per le casse comunali cioè vigili urbani e quant'altro. Infatti, quando nell'estate fece la proposta delle manifestazioni a pagamento, che suscitarono tanto clamore e scandalo, era perché oggi questo tipo di attività, che per il Comune di Roma rappresenta una spesa di svariati milioni di euro, in realtà vengono coperte solo ed esclusivamente per una parte, che è quella relativa alla pulizia delle aree in cui si svolge una manifestazione e non a tutto ci che è di contorno alla manifestazione stessa. Ovviamente, questo è solo un esempio e ve ne sono molti altri.
Però è un po' singolare che l'ordine del giorno venga presentato dal Gruppo del PD, perché avrebbe dovuto chiedere qualche lume al già Segretario nazionale, Walter Veltroni, e al non più parlamentare del PD Onorevole Rutelli, rispetto alla conduzione dei conti di Roma.
Se Roma ha un dissesto finanziario rilevato due anni fa, con la new diligence fatta fare dal Sindaco Alemanno, pari a circa 500 milioni di euro, non è che quei 500 milioni li ha fatti l'Amministrazione comunale dal giugno 2008 al luglio 2008, cioè quando sono stati presentati i conti in Consiglio comunale. È evidente che li ha fatti chi è arrivato prima, ergo i sindaci Veltroni e Rutelli.
Quindi, respingeremo l'ordine del giorno perché è pretestuoso, perch continua nella logica che tende in ogni Commissione e Consiglio, quasi come un mantra, a cercare di dividere il PdL dalla Lega. Provateci, ma vi do un consiglio, avendo fatto per cinque anni l'opposizione: provate a farvi venire qualche idea, e ad intervenire nel merito. Perché se il refrain del tentativo dell'opposizione sarà quello di dire all'Assessore Ferrero che il Presidente Cota tenta di occuparsi di sanità, e al Presidente Cota che l'Assessore Ferrero non gli consente di occuparsi di sanità e via dicendo per molte altre situazioni, come quell'odierna, perdete del tempo.
Cioè, tendenzialmente, l'opposizione - peraltro, non ho funzioni pedagogiche, racconto solo la mia esperienza - contratta azioni che non condivide, ma almeno propone. Perché questa è un'Assemblea legislativa.
Se no, noi siamo ben disponibili: al di là di quello che voi crediate noi andiamo molto d'accordo (ovviamente, ci differenziamo rispetto ad alcuni aspetti o ad alcune visioni).
Se questa è l'opposizione, ben venga! Continuate a farla così.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Io, invece, sono sempre molto affascinato dall'oratoria del collega Lepri, che, peraltro, fra i tanti doni che ha nella sua esposizione, vi è sicuramente la chiarezza e il coraggio.
Non possiamo dire che le considerazioni che elenca il Consigliere Lepri nell'ordine del giorno siano completamente campate in aria: alcuni sono dati oggettivi, altri sono riferimenti di testi normativi, quindi assolutamente inconfutabili.
Sono disposto a votare l'ordine del giorno del Consigliere Lepri, con la richiesta, però, come il Regolamento prevede, di due modifiche.
La prima verte sul punto interrogativo: magari lo possiamo cancellare o trasformare in un punto esclamativo. Ma questa non è una pregiudiziale per votare il documento.
La seconda, invece, riguarda le premesse o, meglio, le considerazioni: siccome Torino è il Comune più indebitato d'Italia - è uno dei dati non confutabili, perché non siamo noi che lo diciamo, ma sono i dati stessi che il Comune rilascia - probabilmente ci troveremo, nei prossimi anni, a dover chiedere al Governo un intervento di identica natura. È evidente, quindi che in quella situazione dovremo dimostrare senso di responsabilità, e quindi adottare lo stesso metro e la stessa linea adottata, in questo momento, per il Comune di Roma. Io non credo che lei, Presidente Lepri, in quel caso, chiederebbe un'applicazione difforme, per cui, chiederebbe che non vengano attribuiti i finanziamenti aggiuntivi che, giustamente appaiono scandalosi nell'ottica generale italiana in una fase di recessione economica, in una fase in cui molti Comuni comunque appaiono indebitati.
Quindi dobbiamo intenderci: o nell'ordine del giorno riconosciamo che la stessa situazione - anzi, ben più gravosa - accadrà al Comune di Torino fra qualche anno, quindi, in qualche modo, ne certifichiamo anche una certa responsabilità politica, o altrimenti ha ragione il collega Tiramani quando sostiene che l'ordine del giorno, con questa formulazione, appare un pochino provocatorio.
In ogni caso, non mi sento di votare contro l'ordine del giorno, per cui, qualora non volesse accogliere i miei suggerimenti, esprimerò un voto di astensione.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, dichiaro conclusa la discussione generale.
La parola al Consigliere Lepri, per la replica.



LEPRI Stefano

Nessuna replica, solo poche riflessioni a completamento della mia argomentazione.
Vorrei ricordare, visto che non l'ho fatto prima, che moltissime Amministrazioni sono nella condizione di Roma: probabilmente alcune versano addirittura in condizioni assai peggiori! Il collega Vignale ha parlato di 500 milioni di euro di indebitamento a Roma: io non me lo ricordo, ma se così fosse, ahimè, abbiamo delle esperienze anche nella nostra Regione di Comuni che, per investimenti molto significativi, hanno contratto indebitamento per una misura decisamente maggiore.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Fuori bilancio, ovviamente!



LEPRI Stefano

Fuori bilancio. Ad ogni modo, a bilancio o fuori bilancio, le situazioni debitorie di molti Comuni italiani sono, in molti casi, gravi se non addirittura drammatiche. Non si capisce, quindi, perché vi siano Comuni che hanno un trattamento particolare, se non per ragioni di geopolitica: io do qualche vantaggio al Nord, in cambio di ulteriori vantaggi. Naturalmente è uno scambio anche tra forze politiche che hanno interessi contrastanti in territori diversi.
Ciò premesso, non serve argomentare di più. Vorrei solo chiedere, a nome del mio Gruppo, signor Presidente, la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 23, il cui testo recita: "Premesso che il comma 14 dell'articolo 14 del D. 31 maggio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) prevede che 'in considerazione dell'eccezionale situazione di squilibrio finanziario del Comune di Roma (...) è costituito un fondo allocato su apposito capitolo di bilancio del Ministero dell'economia e delle finanze con una dotazione annua di 300 milioni di euro, a decorrere dall'anno 2011 per il concorso al sostegno degli oneri derivanti dall'attuazione del piano di rientro approvato con decreto del Presidente Consiglio dei Ministri 5 dicembre 2008' il comma 4-quater dell'articolo 18 del DL 29 novembre 2008, n. 185 ha consentito l'esenzione del Comune di Roma dal rispetto del patto di stabilità per gli anni 2009 e 2010, privilegiando, di fatto, la Capitale rispetto ad altri Enti considerati i pesanti tagli previsti per le Regioni e gli Enti locali: in particolare il Piemonte dovrebbe subire un taglio di 873 milioni di euro nel biennio 2011-2012, mentre gli altri Enti locali piemontesi, complessivamente intesi, un taglio di 468 milioni di euro, pari al 13,7% della spesa attuale considerata, altresì l'esigenza di responsabilizzare la spesa dei singoli Enti Locali in una logica di federalismo fiscale la constatazione che il Comune di Roma, in quanto Capitale, ha già beneficiato di molte provvidenze aggiuntive nel corso di questi decenni tenuto conto che moltissimi altri Comuni, al pari di Roma, hanno maturato situazioni di indebitamento.
Il Consiglio regionale del Piemonte impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale ad adoperarsi presso il Governo nazionale ed il Parlamento affinché sia eliminato l'ingiustificato aiuto a favore del Comune di Roma, prevedendo che l'attuazione del suo piano di rientro avvenga solo con entrate proprie così come peraltro già previsto, in parte, dall'articolo 14 del DL 78/2010".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 13 Consiglieri hanno votato NO 25 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno n. 81 dei Consiglieri Bono e Biolé, inerente a "Discariche nel Parco nazionale del Vesuvio"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 81, avente ad oggetto "Discariche nel Parco nazionale del Vesuvio", presentato dai Consiglieri Bono e Biolé, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo è un ordine del giorno che presentammo circa tre settimane fa ma purtroppo, come si evince dalla cronaca, sia cartacea che sui siti web la questione è tuttora nell'occhio del ciclone della politica locale, ma anche di quella nazionale. Parliamo, nello specifico, della situazione rifiuti nella Regione Campania, che versa sempre in stato di emergenza o di pre-emergenza, nonostante fossero state magnificate le sorti progressive dell'inceneritore di Acerra, inaugurato anche dal nostro Premier inceneritore che, al di là della nostra posizione di contrarietà, risulta essere malfunzionante: infatti, delle tre linee, prima se n'è spenta una poi un'altra e nei giorni scorsi anche la terza; adesso si sta armeggiando per cercare di riaprirne almeno una. Quindi, purtroppo, come al solito in Italia, le opere, anche quando sono inutili - perlomeno a nostro avviso vengono fatte male. Si cerca, alla fine, di risolvere la questione rifiuti con delle scelte arcaiche: da una parte col fuoco, ovvero si bruciano i rifiuti, dall'altra si sotterrano, cioè si cerca di scavare dei buchi nella terra e di gettarci dentro i rifiuti.
Purtroppo queste discariche, che noi ovviamente condanniamo perch vorremmo una strategia che seguisse le linee guida dell'Europa e puntasse ad una minor presenza di imballaggio, una maggior raccolta differenziata e una riprogettazione degli stessi materiali, non solo sono presenti all'interno del Piano regionale campano dei rifiuti, ma addirittura coinvolgono un'area di interesse nazionale, come quella del Parco del Vesuvio. Siamo arrivati, in pratica, a fare delle discariche all'interno di un parco: sarebbe come se noi la facessimo all'interno del Parco della Val Grande - quindi interesserebbe i nostri Consiglieri del Verbano-Cusio Ossola - o all'interno del Parco Nazionale Gran Paradiso! Ci sembra una soluzione quantomeno bislacca, per dirla in termini leggeri.
Tutto ciò ha innescato la reazione delle comunità locali, con in testa i Sindaci, sia di un colore che dell'altro - è una situazione piuttosto similare a quella della Val di Susa, in Piemonte - e in mezzo vi sono state, ovviamente, delle situazioni di tensione con le forze dell'ordine e anche dei sabotaggi, che però, come al solito, non si riesce a capire se siano stati compiuti da sabotatori prezzolati, da una parte o dall'altra, o da qualche manifestante che si è lasciato un po' prendere la mano.
Comunque, ci risulta che le manifestazioni sono sempre state pacifiche non a caso vi hanno preso parte diversi rappresentanti delle autorità religiose, come alcuni vescovi che hanno sicuramente dato il loro accordo alle manifestazioni. Ricordo i Vescovi Depalma, Liberati, Nogaro e Rinaldi il sacerdote comboniano Padre Zanotelli, che è sicuramente noto anche per le campagne in difesa dell'acqua pubblica.
Pertanto non ravvisiamo gli estremi della violenza all'interno delle manifestazioni che si sono svolte; anzi, gli stessi sindaci sono stati oggetto di queste violenze, ad esempio, una bomba carta è stata fatta esplodere contro il signor Langella, Sindaco di Boscoreale. Questo per tracciare un minimo di linea della storia sviluppatasi nelle ultime settimane della manifestazione.
Tra l'altro, c'è anche un problema di tipo lavorativo, nel senso che gli impiegati dichiarano di aver incrociato le braccia a seguito della mancata erogazione degli stipendi. La loro ditta, ovviamente, dà la colpa all'altra, che è un gestore del servizio, che ogni volta fa ricadere la responsabilità sul Comune di Napoli, il quale, a sua volta, accusa la Provincia e quest'ultima incolpa la Regione.
Sicuramente, è auspicabile un intervento da parte del Governo, sia per risolvere l'increscioso problema derivante dall'autorizzazione dell'inceneritore di Acerra e anche perché coinvolge un parco nazionale all'interno del Vesuvio, che penso prema a tutti, italiani e padani tutelare, in quanto qualche volta potremmo anche recarci in vacanza in un'area a sud del Po.
Quindi, il Consiglio regionale pone tre richieste. Innanzitutto, chiede che venga garantita la libertà di manifestare pacificamente, rispettando le istanze delle comunità locali, con in capo i sindaci, quali garanti dell'ordine pubblico, isolando al contempo i focolai di violenza e manifestazioni non consone. In secondo luogo, che venga chiarita la situazione dei lavoratori Asia, che non ricevono lo stipendio da diverse settimane. Infine, che la Giunta si impegni presso il Governo centrale a risolvere definitivamente il problema dei rifiuti nella regione Campania seguendo, come dicevo prima, la gerarchia europea di riduzione, riuso e riciclo prima di autorizzare nuove discariche; tra l'altro, abbiamo investito dei soldoni nell'inceneritore di Acerra, che purtroppo appartengono a tutti gli italiani e non solo ad una parte.
Per questo, sicuramente, chiediamo un pronunciamento da parte dell'intero Consiglio regionale, ritenendola una istanza auspicabile e condivisibile da tutti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale e pongo in votazione tale ordine del giorno. Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 81, il cui testo recita: "Visto la situazione concitata degli ultimi giorni nel napoletano, la raccolta recupero e gestione dei rifiuti evidentemente non risolta dalla procedura di emergenza né dall'apertura dell' inceneritore di Acerra, pericoloso e malfunzionante la volontà di aprire una discarica, la seconda, all'intero del Parco Nazionale del Vesuvio, presso l ex cava Vitello la presenza di una discarica presso la città di Terzigno, in una vasta area situata dentro il Parco Nazionale del Vesuvio, confinante con le nobili vigne del Lacryma Christi, a pochi metri dal centro urbano e dal presidio ospedaliero in violazione di ogni legge e normativa europea, della dichiarazione universale dei diritti umani in quanto mette a rischio la vita di uomini, donne e bambini, destinatari di fumi tossici, terre inquinate ed acque contaminate i recenti sabotaggi ed incendi dei compattatori e dei mezzi della società Asia di raccolta rifiuti da parte di soggetti che i manifestanti pacifici comprendenti le amministrazioni locali ripudiano considerando il sito patrimonio dell'Unesco coinvolge non solo la provincia di Napoli, la regione Campania, ma l'Italia tutta nel mentre i sindaci vesuviani uniti, esortati dai cittadini, spinti dalla loro stessa appartenenza a questo territorio, prendono decisioni e provvedimenti il governo si prepara ad accogliere i manifestanti inviando la Polizia a scortare i camion Enerambiente nei giorni scorsi, a causa dell'insubordinazione di alcuni suoi impiegati, non ha potuto provvedere alla raccolta dei rifiuti, questo ha fatto precipitare la situazione in tutta la regione portando le strade a riempirsi, letteralmente, di rifiuti come nei giorni più caldi dell' emergenza gli impiegati dichiarano di aver incrociato le braccia a seguito degli stipendi mancati, la loro ditta incolpa l' Asia che, a sua volta, fa ricadere ogni responsabilità sul comune di Napoli, il quale accusa la provincia, che incolpa la regione insomma, grazie alla mancata trasparenza degli appalti e dei contratti sulla gestione dei rifiuti, grazie ad una magistratura impossibilitata a bonificare le amministrazioni, chi operava contro lo Stato continua a farlo memori anche dei recenti scandali sulla costruzione dell'inceneritore in Abruzzo che ha portato agli arresti dell'Assessore Venturoni, dei senatori Paolo Tancredi e Fabrizio Di Stefano, il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi (ai tre viene contestata la corruzione) e l'ex assessore Daniela Stati che deve rispondere di favoreggiamento il Consiglio regionale manifesta la propria solidarietà ai sindaci ed ai manifestanti pacifici dell'area Vesuviana chiede che venga garantita la libertà di manifestare pacificamente, rispettando le istanze delle comunità locali, isolando al contempo i violenti che venga chiarita la situazione dei lavoratori Asia che la Giunta si impegni presso il Governo centrale a garantire una gestione trasparente del ciclo dei rifiuti puntando sulla gerarchia europea di Riduzione, Riuso e Riciclo prima di autorizzare nuove discariche e/o altri impianti di trattamento a caldo".
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Pertanto, ai sensi dell'articolo 59, comma 5, del Regolamento del Consiglio regionale, aggiorno i lavori consiliari a martedì 19 ottobre.
Invito i signori Presidenti di Gruppo a recarsi in Sala A per la Conferenza dei Capigruppo già convocata. Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.31)



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