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Dettaglio seduta n.398 del 17/12/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 10.01 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.35)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore e Sacchetto.
Il numero legale è 29.


Argomento:

b) Auguri a Papa Francesco


PRESIDENTE

Quest'oggi ho mandato, a nome del Consiglio regionale, un telegramma a Sua Santità Papa Francesco, in occasione del suo compleanno, formulandogli i migliori auguri e i migliori auspici.


Argomento:

c) Ricevimento delegazione Confederazione Italiana Agricoltori Piemonte


PRESIDENTE

Comunico che oggi, alle ore 13, presso la Sala Viglione, sarà ricevuta una delegazione della Confederazione Italiana Agricoltori Piemonte.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Sessione straordinaria, richiesta dalla Giunta regionale, ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto e articolo 50 del Regolamento inerente a "Tematiche relative al lavoro" (atti d'indirizzo collegati: ordini del giorno n. 1137, 1142, 1143, 1146, 1147, 1148, 1149, 1150, e 1152; mozione n. 1151)


PRESIDENTE

Ricordo che siamo convocati in sessione straordinaria, ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento, su "Tematiche relative al lavoro", di cui al punto 2) all'o.d.g.
Comunico che sono stati depositati i seguenti atti di indirizzo collegati: ordine del giorno n. 1137 "Progetto Quality Web Piemonte, il primo portale istituzionale per il sostegno della piccola imprenditoria artigiana d'eccellenza in Piemonte" presentato dai Consiglieri Goffi, Negro ordine del giorno n. 1142 "Partecipazione a 'Word Skills International" presentato dal Consigliere Buquicchio ordine del giorno n. 1143 "Crisi economico-occupazionale in Piemonte: evoluzione e azioni di governo" presentato dal Consigliere Buquicchio ordine del giorno n. 1146 "Richiesta tavolo di confronto internazionale sulla questione lavoro e produzione in Piemonte" presentato dai Consiglieri Cantore, Costa, Leo, Mastrullo ordine del giorno n. 1147 "Tutela dei disoccupati a rischio povertà e politiche attive per il reinserimento al lavoro" presentato dai Consiglieri Cantore, Costa, Leo, Mastrullo ordine del giorno n. 1148 "Per garantire ai giovani opportunità e scelte consapevoli e promuovere un orientamento di qualità" presentato dai Consiglieri Cantore, Costa, Leo, Mastrullo ordine del giorno n. 1149 "Riforma legge 34" presentato dai Consiglieri Cantore, Costa, Leo, Mastrullo ordine del giorno n. 1150 "Schema di Decreto Interministeriale in materia di Ammortizzatori Sociali in deroga" presentato dei Consiglieri Carossa Toselli, Mastrullo, Burzi, Formagnana, Cantore, Costa Angeleri, Bussola Maccanti, Franchino, Giordano, Lupi, Tiramani, Gregorio, Cortopassi, De Magistris, Botta Marco, Tentoni, Casoni.
mozione n. 1151 "Impegno della Regione in qualità di stazione appaltante, ad assicurare ai dipendenti delle sue società fornitrici e da essa partecipate, in caso di cambio di appaltatore, il mantenimento del trattamento economico indipendentemente dalla tipologia di contratto collettivo applicato dal subentrante" presentata dai Consiglieri Laus Oliva, Placido, Gariglio, Ha chiesto di intervenire il Presidente Cota; ne ha facoltà.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Oggi si terrà questo Consiglio straordinario, richiesto peraltro dalla Giunta, perché intendiamo mettere il Consiglio regionale a parte di tutto quello che noi stiamo facendo sul tema del lavoro.
Innanzitutto, questo Consiglio ha una funzione conoscitiva perch attraverso alcune slide, forniremo dei dati precisi sulla situazione del lavoro in Piemonte: dati analitici, dati divisi per province e dati divisi per fascia di età. Inoltre, daremo un'indicazione analitica degli interventi che sono stati fatti dal punto di vista della cassa integrazione, quindi sia la cassa integrazione ordinaria sia la cassa integrazione straordinaria sia la cassa in deroga, che dipende più direttamente dalla Regione, nel senso che la Regione ha competenze autorizzative in ordine a quest'ultima tipologia. Poi parleremo delle misure che il Governo regionale ha varato, misure a sostegno ovviamente non solo della cassa integrazione, ma soprattutto misure a sostegno del lavoro e quindi misure che integrano le politiche attive del lavoro.



PRESIDENTE

Mi scusi, signor Presidente, se la interrompo. Invito i colleghi presenti a fare silenzio. Grazie.
Prego, Presidente Cota, continui pure il suo intervento.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie.
Dopo il Consiglio di oggi, penso sia opportuno svolgere un ulteriore approfondimento relativo alle politiche industriali e quindi al versante imprese, perché abbiamo dei dati interessanti che vogliamo comunicarvi.
Sottesa a questi dati, c'è una precisa strategia che il Governo regionale sta mettendo in campo. Si tratta di una strategia che ho spiegato anche nei giorni scorsi al Ministro Zanonato.
Per farvi un esempio, sabato a Cameri abbiamo inaugurato un bellissimo stabilimento che produce parti di aereo. L'inaugurazione è stata l'occasione per riflettere sull'industria dell'aerospazio, che in Piemonte ha moltissimi addetti (12.500) e un fatturato sempre in crescita.
La riflessione è stata non solo sulle industrie dell'aerospazio, ma su tutti gli investimenti che vengono fatti in ricerca ed innovazione e sulle correlate politiche industriali. Allora, se si investe in una determinata direzione, ci sono dei buoni margini di crescita ed anche di aumento delle esportazioni. Quindi, direi che questo aspetto, che non può essere trattato oggi perché è complementare, non fa parte dell'oggetto di questo Consiglio potremmo trattarlo nel primo Consiglio di gennaio.
Qual è la situazione in Piemonte? La situazione in Piemonte è la situazione tipica di una regione industriale che, ovviamente, soffre la crisi, che è soprattutto una crisi del comparto industriale. Ci troviamo di fronte ad un tasso di disoccupazione che in Piemonte è secondo la media nazionale: siamo al 9,8%, a fronte di una media nazionale del 10%.
un tasso di disoccupazione che è aumentato nell'ultimo anno. Infatti nel 2012 era dell'8,6%, quindi ci troviamo con un numero di disoccupati che sale da 182.000 a 213.000.
A fronte di questo - abbiamo una ripartizione sul territorio provincia per provincia, ma di questo parleremo poi, adesso non sto ad entrare nel dettaglio, perché ci sono delle spiegazioni che devono essere date - c'è stato un impegno straordinario, come dicevo, dal punto di vista della cassa integrazione e c'è stato un impegno straordinario, per quanto riguarda la Regione, nell'assicurare la cassa in deroga, a fronte dell'impossibilità di coprire determinate crisi aziendali con le misure ordinarie, oppure a fronte del fatto che si richiedevano interventi con riferimento a tutta una serie di categorie di lavoratori che, evidentemente, non potevano essere ricompresi nelle misure ordinarie o straordinarie attraverso i sistemi tradizionali di cassa integrazione.
Quello che a noi interessa, però, è soprattutto mettere in luce l'aspetto legato al sostegno ai lavoratori che si imbattono nelle crisi aziendali e che quindi si trovano in situazioni in cui o perdono il posto di lavoro o, comunque, non possono lavorare perché c'è una contrazione della produzione in alcune aziende. Oltre a questo, che attiene alla necessità di intervenire proprio anche dal punto di vista sociale, la nostra preoccupazione è soprattutto quella di poter mettere in campo delle politiche attive del lavoro, quindi la nostra preoccupazione è di vedere se funzionano gli strumenti che noi abbiamo secondo le nostre competenze.
Penso che gli strumenti che noi abbiamo e che abbiamo messo in campo stiano funzionando; proprio per questo vogliamo fornirvi i dati e spiegarvi quello che stiamo facendo. Sta funzionando la formazione professionale, che è in presa diretta con il mondo del lavoro, quindi il Consiglio di oggi sarà l'occasione per spiegare il rapporto tra i giovani che escono dal percorso di formazione e il mondo del lavoro, cioè il grado di occupazione dei giovani e anche dei meno giovani. Sapete che i nostri percorsi di formazione prevedono anche riqualificazione professionale, quindi il grado di impiego di chi frequenta i nostri corsi, che sono anche corsi di specializzazione e post acquisizione del titolo di studio.
Spiegheremo alcune misure che noi abbiamo varato anticipando addirittura, delle decisioni del Governo nazionale. In questo senso, c'è sempre stata da parte nostra una collaborazione costruttiva, tant'è che la "Garanzia Giovani", di recente annunciata dal Governo a Roma, farà parte di uno specifico PON (Piano Operativo Nazionale) che impiegherà una parte dei fondi europei. Una parte dei fondi strutturali verrà suddivisa in PON, cioè in Programmi Operativi Nazionali, che ricadranno anche sul nostro territorio. Uno di questi PON sarà dedicato specificatamente al cosiddetto tema della Garanzia Giovani.
Inoltre, abbiamo agito impiegando i fondi europei e, in particolare agendo sul progetto Alcotra, quindi agendo attraverso la euroregione Alpina Mediterranea, sull'incrocio tra la domanda e l'offerta di lavoro.
Produrremo i risulti della nostra iniziativa "IoLavoro", che va avanti ormai da tante edizioni, ma che suscita sempre più aspettative.
Concretamente, è uno degli appuntamenti importanti per il lavoro perch incrocia domanda e offerta di lavoro.
Parleremo anche delle misure a sostegno dell'impresa dal punto di vista della formazione perché, dal punto di vista delle politiche industriali, è necessario, ovviamente, sviluppare una seduta di Consiglio ad hoc.
L'ultima parte dell'intervento che verrà fatto dall'Assessore Porchietto, riguarderà, a fronte di quello che è stato fatto, strategie ulteriori che intendiamo mettere in campo per il futuro. In particolare: rafforzare le competenze dei giovani; sostenere i processi di aggiornamento e di riqualificazione; promuovere le politiche del lavoro e potenziare la rete dei servizi per l'impiego; incrementare la partecipazione al lavoro e l'occupazione delle donne; migliorare la governance nell'attuazione delle politiche del lavoro e della formazione, anche attraverso lo sviluppo di un sistema di accreditamento delle strutture che oggi in Piemonte svolgono attività dal punto di vista dell'offerta formativa. Questa è, in sintesi l'organizzazione dei lavori di oggi, che si può riassumere anche in questo modo. Al di là delle posizioni politiche e, aggiungo, anche al di là di quelli che sono i diversi Governi che si sono succeduti, dal punto di vista degli interventi sul lavoro - sia dal punto di vista delle politiche di sostegno sia delle politiche attive e della formazione professionale siamo assolutamente all'avanguardia. La nostra è una regione che non solo non spreca risorse e che attinge in maniera molto virtuosa i fondi comunitari, ma che riesce veramente a dare tante risposte in settori particolarmente delicati.
Ovviamente la crisi è quella che è, ma discutiamo del merito, rispetto a quello che stiamo facendo e rispetto a quello che potremmo fare.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è salito a 30.
Ricordo - me ne sono dimenticato prima e me ne scuso - che è stato depositato un ordine del giorno avente ad oggetto "Necessità di estendere il progetto sperimentale 'staffetta generazionale' anche al settore pubblico, in particolare al comparto sanitario", di cui è primo firmatario il Consigliere Antonino Boeti, sottoscritto anche dai Consiglieri Reschigna e Rostagno.
La parola all'Assessore Porchietto.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro e formazione professionale

Mi sono permessa di usare un microfono "volante" per seguire meglio le slide, perché diventava difficile farlo dalla mia postazione. Chiedo scusa se avrò un taglio più da presentatore, ma era l'unico modo per dare l'opportunità di seguire.
Come ha già anticipato il Presidente, abbiamo ritenuto di condividere con voi una serie di slide che ci permettono di dare una visione di quello che è stato fatto in questi anni rispetto al tema lavoro.
In premessa, lo faccio con estremo piacere, e mi corre l'obbligo di ringraziare anche le parti sociali, e non solo i Consiglieri. In questi tre anni e mezzo grande è stato il rapporto costruttivo, in certi momenti anche articolato, con discussioni importanti e lunghe, che ci ha permesso di arrivare a dire che, in questo momento, in una regione, come ricordava il Presidente, martoriata da una crisi difficile dei settori principali - a partire dal manifatturiero, ma non soltanto - che ha segnato dei numeri in termini di disoccupazione, ma anche in termini di prospettive di occupazione, estremamente negativi, il sistema che noi abbiamo alimentato ha permesso di mantenere, comunque, nella difficoltà, una pace sociale che auspichiamo adesso, con l'attenzione del Governo centrale, possa proseguire.
Mi permetto di partire, prima di guardare ai numeri, da una riflessione ad alta voce in merito al tema del cambio di approccio culturale. Credo che sia significativo il cambio di mentalità che c'è stato in questi ultimi anni. Nel senso che il lavoro lo abbiamo davvero declinato al plurale. Per noi il lavoro significa una serie di valutazioni, di interventi e di riflessioni che abbiamo aperto. Un lavoro che parte da una variabilità del mercato, e penso che questo sia sotto gli occhi di tutti. C'è stata un'evoluzione, tra l'altro repentina, di quello che è il nostro mercato. Un allungamento della vita lavorativa. La riforma introdotta un anno e mezzo fa, la cosiddetta riforma Fornero, ha portato, in un contesto di crisi difficile da gestire, un'ulteriore variabile, che era quella dell'allungamento dell'età lavorativa.
Soprattutto, un approccio diverso sulla gestione dei percorsi di lavoro. A partire dalla fine 2009, con un accordo di carattere nazionale che poi ha avuto una ricaduta territoriale, che era l'accordo determinante dell'utilizzo della cassa integrazione in deroga, l'approccio che le Regioni hanno contribuito ad avviare è stato quello di partire dalle politiche attive, con un supporto chiaramente delle politiche passive, ma un approccio completamente diverso. Determinanti sono state per noi le politiche attive e, soprattutto, una capacità di reinventare e di affiancare, in questo caso le Province, nel determinare dei servizi per il lavoro efficienti e al passo con i tempi.
Qual è stata la nostra strategia? Una strategia che possiamo dividere in punti. Abbiamo ritenuto che fosse importante offrire delle politiche adeguate alle diverse caratteristiche dei soggetti coinvolti. Le nostre direttive si agganciano ad un target specifico di lavoratori, o di possibili lavoratori. Abbiamo suddiviso il target, come potete vedere, in occupati, disoccupati, disoccupati con bassa occupabilità e disoccupati con media occupabilità, con giovani che, a prescindere dal lancio che è avvenuto quest'estate di una forte attenzione al tema della disoccupazione giovanile, ha sempre visto la Regione Piemonte occuparsene attivamente attraverso misure significative.
Questo ha portato ad avviare delle misure che, come vedete, sono legate al target: occupati a rischio, disoccupati, misure che poi andremo a verificare all'interno delle varie slide in modo attento e puntuale.
Sui disoccupati con bassa occupabilità vi sono i cantieri di lavoro che, ancora oggi, hanno un significato importante in alcune aree, in particolare nella provincia di Torino e sulla Città di Torino, progetti di pubblica utilità, il pacchetto "Youth Guarantee Piemonte", la staffetta generazionale. Per non dimenticare, ma anzi per sottolineare un tema che è trasversale, che non ha età e che non ha sesso, legato alle persone con disabilità, dove abbiamo già prorogato le misure già attive precedentemente, ma stiamo avviando un nuovo atto nel 2014.
Abbiamo ritenuto fondamentale ampliare la rete, garantire degli standard di qualità e promuovere la specializzazione. Uno dei temi focali per noi in questo periodo è quello di dare la possibilità a chi si rivolge al sistema pubblico, o al sistema accreditato, di ottenere informazioni interventi di qualità e di avere efficienza anche nel promuovere la specializzazione dei soggetti che operano in questo ambito.
La Regione Piemonte ha avviato il percorso di accreditamento per i servizi al lavoro, ha introdotto degli standard minimi e specifici rispetto ai target che ci permette di monitorare gli interventi che vengono fatti dai soggetti che operano nell'ambito lavorativo, ma soprattutto un'offerta mirata e modulata alla persona, con un'accoglienza e con una presa in carico della persona che - mi permetto di dire - non è un numero, è un individuo ed è una persona cui dobbiamo dare tutto il nostro appoggio e il massimo sforzo.
Abbiamo riconosciuto qualità e risultati graduando anche gli interventi finanziari in funzione dei risultati ottenuti. Attraverso un lavoro non facile e anche una sinergia creata, in particolare, con le agenzie formative, ma anche con chi si occupa di servizi per il lavoro, abbiamo finalmente introdotto il cosiddetto success fee. Quindi i servizi, gli interventi vengono coperti con costi base, ma poi c'è una sorta di premialità che è in funzione del risultato che si ottiene.
Abbiamo voluto sperimentare, abbiamo voluto conoscere, abbiamo valutato. Abbiamo introdotto metodi con obiettivi chiari, con risultati che siano chiari, con delle azioni forti di monitoraggio utilizzando i sistemi informatici e una valutazione che possa essere anche vagliata dal cittadino attraverso i portali, gli Open Data che abbiamo introdotto.
Abbiamo degli strumenti, come appunto ricordavo già adesso, come gli Open Data, il cruscotto di monitoraggio, la tracciabilità, la trasparenza e l'integrazione delle banche dati.
In questi ultimi anni abbiamo fatto un forte investimento in termini di ore e di attenzione delle nostre strutture per far sì che i dati importanti dedicati al lavoro e alla formazione potessero essere utilizzati, vagliati analizzati e base di proposte e di progetti da parte di chiunque cittadini, in particolare, compresi.
Gli Open Data, come dice la parola, sono aperti al pubblico - poi vedremo anche qual è il portale cui si fa riferimento - ma sono tutti strumenti alla base della nuova programmazione; strumenti che la Commissione europea nell'ottobre di quest'anno, alla presenza del Commissario europeo Morin, ha potuto sottolineare con particolare positività e riconoscendone la qualità nel momento in cui abbiamo presentato questi dati, ma soprattutto abbiamo messo questi strumenti anche alla base delle valutazioni per la nuova programmazione dei fondi europei.
Abbiamo realizzato azioni sperimentali e importanti, che in questo momento sono stati utilizzate come base per la valutazione per le prossime progettazioni per il prossimo settennio, ma soprattutto abbiamo promosso una responsabilità da parte degli operatori e abbiamo contrastato attraverso la possibilità di avere dati in tempo reale e corretti, i comportamenti opportunistici. Non dobbiamo dimenticare ciò che è accaduto negli ultimi anni per quanto riguarda, in particolare, il tema della formazione, ma voglio sottolineare che alcuni incidenti legati a gestioni poco accorte nell'ambito delle attività di alcune agenzie formative non devono mettere in dubbio la qualità della formazione delle politiche attive regionali che, a detta dei Ministeri, sono sicuramente da portare come esempio a livello europeo.
Tema lavoro. Anche nei documenti che stiamo condividendo con le parti sociali, noi, anche per la nuova programmazione, al centro dell'attenzione abbiamo messo il lavoro. Il lavoro necessario per combattere l'esclusione sociale, ma soprattutto il lavoro alla base di qualsiasi politica attiva che noi possiamo fare.
Il leitmotiv è stato quello di orientarsi attivamente al lavoro, di non parlare soltanto di occupabilità, ma di puntare prevalentemente sull'occupazione, riconoscendo il valore che si è creato nella capacità di cooperare tra servizi pubblici e servizi privati.
Siamo partiti con un'azione sperimentale. Oggi, e lo vedremo, abbiamo una possibilità di una copertura capillare del territorio piemontese da parte di soggetti che erogano servizi al lavoro, perché tutti insieme abbiamo saputo lavorare sapientemente a creare sinergie tra le agenzie per il lavoro di natura privatistica e i centri per l'impiego piemontesi.
Questo ci ha permesso di aiutare le persone, di passare un modo diverso di operare riconducendo ad un'azione attiva della persona alla ricerca del lavoro. L'adesione ai servizi e ai programmi è volontaria, perché ci deve essere alla base una volontà della persona nel volersi attivare per trovare un percorso lavorativo, ma abbiamo creato misure contro la disoccupazione abbiamo utilizzato tirocinio ed esperienze lavorative brevi per creare opportunità di essere reimmessi nel mondo del lavoro. Dai numeri avremo modo di vedere che sono strumenti che non sono soltanto stati utilizzati per alcune fasce di età, ma che sono stati utilizzati a partire dai giovani e dai giovanissimi, fino alle persone ormai prossime alla pensione.
La rete di operatori di qualità ha moltiplicato le opportunità. La sua estensione ci ha permesso di coprire capillarmente il territorio piemontese e collegare l'orientamento all'esperienza in un contesto di lavoro ci ha permesso di qualificare le offerte e i servizi e fare accedere tantissime persone, come vedremo, a percorsi formativi.
Come vi dicevo, abbiamo promosso una presenza di qualità come servizi di eccellenza e di garanzia del servizio pubblico, perché sicuramente il mettere al centro dell'attenzione i servizi per il lavoro ha anche aiutato le Province e i centri per l'impiego a far evolvere un processo culturale all'interno dei centri per l'impiego, per andare oltre soltanto una pura accoglienza ed una valutazione di opportunità e di incrocio tra una domanda e un'offerta che non venivano però motivate e ricercate.
Abbiamo garantito servizi universalistici su tutto il territorio piemontese. Chiunque entri un uno dei centri accreditati o in un centro per il l'impiego riceve ovunque in Piemonte la stessa opportunità, la stessa conoscenza e le stesse informazioni.
Abbiamo valorizzato esperienze e competenze che ci distinguono. Vorrei ricordare, tra le altre, la possibilità che abbiamo creato di una mobilità in Europa, la rete Eures, che collabora con noi fattivamente, poi il progetto "Your first Eures job", che vede la Provincia di Roma come capofila, ma vede in particolare la Provincia di Torino, attraverso la Regione Piemonte, fortemente attiva.
Abbiamo creato un nuovo strumento, che credo che tutti quanti voi conosciate, che è "IoLavoro", quale soggetto che ha la capacità di fare incontrare una domanda e un'offerta in un rapporto molto più attivo e molto proattivo. Abbiamo, attraverso gli sportelli "Mettersi in proprio" e gli strumenti di sostegno alle nuove imprese, che stanno dando risultati estremamente importanti, sviluppato servizi per la creazione di impresa.
Abbiamo creato una forte innovazione di metodi e di strumenti che mi permetto di sottolineare. In proposito, ringrazio i giornalisti presenti questa mattina, perché credo sia importante rendere edotti i Consiglieri regionali sui risultati ottenuti, ma ancor più fondamentale è i cittadini piemontesi conoscano gli strumenti che possono essere messi a disposizione.
Torniamo a quello che già il Presidente ha anticipato.
Noi abbiamo voluto sottolineare in premessa gli sforzi che la Regione Piemonte e le strutture della Regione Piemonte hanno fatto attraverso un input dato dalla Giunta regionale per un approccio che fosse molto più attivo. Perché? Perché questi sono i numeri. Li ricordava già il Presidente. Abbiamo dei dati comparati con lo stesso periodo del 2012, che chiaramente non possono che preoccupare, ma che non possono che stimolare a fare di più.
Vedete che gli occupati sono ulteriormente scesi: meno 2,8% rispetto allo stesso periodo.
Circa 213 mila persone, in questo momento, sono in cerca di occupazione, quindi è un più 17% se lo andiamo a confrontare con coloro i quali cercavano un'occupazione nello stesso periodo.
chiaro che in Piemonte la fase recessiva sta proseguendo. La diminuzione degli occupati persiste ed aumenta la disoccupazione, che in questo periodo (parliamo del terzo trimestre 2013) è fortemente concentrata tra gli uomini, tanto che i tassi di disoccupazione di genere sono praticamente allineati (poco al di sotto del 10%).
Questo continua ad essere il livello più elevato del Nord Italia seguito dalla Liguria, che però ha delle caratteristiche, anche dal punto di vista industriale, molto diverse rispetto a quelle piemontesi.
La situazione del mercato del lavoro, suddivisa per settori: come potete vedere, questo è un confronto luglio-settembre. Teniamo conto che l'agricoltura in questo periodo esprime una percentuale significativa di occupati, legata alla stagionalità. Stiamo parlando dei momenti in cui ci sono maggiormente lavori a chiamata nell'agricoltura, dove abbiamo un più 13,7%. L'industria ha più 6,6% e i servizi più 1%. Sono variazioni che però, confrontate con il terzo trimestre 2012, fanno vedere come, ad esempio a livello industriale, la discesa sia estremamente pericolosa e significativa.
In merito alla situazione del mercato del lavoro (lo ricordava prima il Presidente), nella media dei primi tre trimestri dell'anno, che per anticipa il trend del 2013, abbiamo un tasso di disoccupazione del 9,8 contro l'8,6% dell'analogo periodo del 2012.
Si tratta, quindi, di una disoccupazione che continua ad avanzare dovuta anche al fatto che, pur con grandi sforzi da parte delle Istituzioni tutte, diventa difficile pensare di non avere un intervento di carattere nazionale per invertire il trend di chiusura delle aziende. È difficile pensare di combattere la disoccupazione solo attraverso politiche territoriali, anche se necessario, e su questo, a più riprese, ci siamo confrontati in particolare con il Ministero dello Sviluppo Economico, ma non soltanto, per dare dei segnali significativi di incoraggiamento alle imprese e quindi anche di ribaltamento dei trend negativi.
Riguardo alla disoccupazione potenziale, anche in questo caso il Piemonte ha una percentuale significativa, anche se nel Nord-Est siamo leggermente più alti.
Per quanto riguarda la disoccupazione giovanile (parliamo dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni), i dati non sono suddivisibili a livello regionale ma potete vedere come i dati del Nord-Ovest segnino comunque un andamento estremamente preoccupante. Se andiamo a rapportare le stime del Piemonte nel 2012, possiamo immaginare che la disoccupazione giovanile, a fine 2013 si attesterà intorno al 35%.
Valutazione dell'iscrizione ai Centri per l'Impiego: come possiamo vedere, la ripartizione fatta per province e per sesso indica dei dati che vedono Cuneo, per numero di occupati, come seconda provincia del Piemonte mentre per quanto riguarda il numero di persone in stato di disoccupazione si colloca al quarto posto.
Abbiamo voluto indicare questa situazione, perché è chiaro che abbiamo un effetto estremamente preoccupante su alcune province. Altre province scontano sicuramente una crisi impattante e delicata, ma meno impattante rispetto ad alcune nostre province che, per tipologia territoriale, ma anche per tipologia di imprese presenti sul territorio, faticano sensibilmente ad invertire il trend.
Abbiamo ancora i dati degli iscritti ai Centri per l'Impiego, suddivisi per genere e per classe di età.
Perché facciamo vedere in particolare questi dati? Perché sono i dati che sistematicamente stanno alla base delle valutazioni che svolgiamo per indirizzare le politiche del lavoro nell'ambito territoriale, e quindi suddiviso per le varie province.
Vorrei farvi notare come abbiamo un'impennata d'iscrizioni ai Centri per l'Impiego della componente femminile nella classe 25-34 anni. Questo denota - e lo sappiamo - come il ritardo nell'iscrizione ai Centri per l'Impiego sia anche legato al prolungamento del percorso scolastico, in particolare delle donne, in Piemonte, che porta quindi ad un ritardo nell'iscrizione ai Centri per l'Impiego.
Come potete vedere, però, i numeri sono estremamente alti e significativi.
Anche in questo caso, Cuneo...



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro e formazione professionale

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro e formazione professionale

Lei lo può vedere, Assessore! Per noi sono illeggibili!



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro e formazione professionale

Stanno caricando tutto...



PONSO TULLIO



PRESIDENTE

Collega Reschigna, stanno provvedendo a caricarli online.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro e formazione professionale

Sto cercando di fornire verbalmente tutte le informazioni possibili e spero che le slide vengano caricate velocemente, per permettere di seguire direttamente dalla propria postazione.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore. Confermo che stanno provvedendo affinché nei vostri computer si possano ricevere anche queste slide.
In ogni caso, l'Assessore sta commentando verbalmente quello che non potete vedere. Grazie



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro e formazione professionale

Cuneo presenta la più alta percentuale di giovani di tutto il Piemonte registrando un 37% di iscritti ai centri per l'impiego, mentre Biella ha il numero più rilevante di persone iscritte con oltre 45 anni e presenta un 76% di persone che hanno un'anzianità superiore ad un anno di iscrizione.
L'indicazione che abbiamo voluto dare con l'iscrizione al centro per l'impiego, per noi è fondamentale per definire anche la rete dei servizi che la garanzia giovani metterà in campo - come ricordava il Presidente precedentemente - a partire dai primi mesi del 2014.
Un tema significativo, che ho visto anche all'attenzione dei Consiglieri negli ordini del giorno presentati, è quello della cassa integrazione in deroga.
La cassa integrazione in deroga ha visto, in questi ultimi cinque anni un impegno significativo ed importante da parte della Regione, non solo in termini economici, nella prima parte di questo periodo, ma anche in termini operativi.
Ricordo che la gestione dell'autorizzazione alla cassa integrazione in deroga passa dalla Regione Piemonte e soprattutto nell'ultimo anno, in funzione di una riduzione delle risorse di carattere nazionale, ha visto la Regione assumersi responsabilità precise nel gestire i dati di monitoraggio, e quindi le autorizzazioni, per cercare di svincolare il più possibile risorse e permettere di autorizzare, nel corso dell'anno, un numero significativo di domande.
Confrontandoci con le altre Regioni italiane abbiamo potuto evidenziare come il Piemonte fosse fermo alle autorizzazioni alla fine del mese di ottobre, mentre molte Regioni italiane avevano autorizzato soltanto i primi mesi del 2013.
Il tutto è nato da una precisa volontà della Regione Piemonte di assumersi la responsabilità di incrementare le risorse, qualora fossero stati sbagliati i dati, ma non di lasciare dei lavoratori scoperti rispetto alla cassa integrazione.
Sono stati mesi difficili, anche perché una modifica delle regole a livello nazionale ha portato alla necessità di modificare i sistemi informatici, che sono estremamente complessi, sulla gestione della cassa integrazione in deroga.
A parte il fatto di non poco conto che le risorse, a livello nazionale continuano a scarseggiare, anche a chiusura dell'anno, devo dire che il sistema ha tenuto, anche perché ha tenuto la rete informatica e l'attività come vedremo, anche in termini di ore lavorate dei nostri funzionari.
Sono state presentate più di 57 mila domande di cassa in deroga; sono stati coinvolti quasi 26 mila datori di lavoro e, in questi cinque anni 185 mila dipendenti delle nostre aziende. Sono stati destinati 600 milioni di euro, una parte dei quali è stata destinata dalla Regione Piemonte mentre la restante parte, quella significativa, tramite risorse nazionali.
Cinquecentotrentasette milioni sono le risorse messe in campo dallo Stato; invece, 57 milioni e 500 mila euro sono stati messi dalla Regione Piemonte.
Vorrei sottolineare alcuni passaggi estremamente delicati sulla gestione della mobilità in deroga e della cassa integrazione in deroga.
Ormai, da alcuni anni a questa parte, in particolare le cancellazioni dalle liste di mobilità, vedono percentuali sempre più basse di persone che vengono cancellate dalle liste di mobilità perché rientrano nei percorsi lavorativi....



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Assessore.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie.
Chiedo scusa, non volevo interrompere: abbiamo chiesto di caricare i dati, i dati sono stati caricati, ma non sono leggibili.



PRESIDENTE

Siamo al corrente di questo, stiamo provvedendo.



BIOLE' Fabrizio

Per mie diottrie, non vedo assolutamente nulla.
Chiedo se non sia possibile interrompere un minuto e aspettare che vengano caricati i dati. Grazie.



PRESIDENTE

Stiamo provvedendo in merito, anche con delle fotocopie.
Abbiamo recepito che non riuscite ad aprire il documento: i tecnici stanno lavorando per risolvere il problema, nel frattempo stiamo provvedendo a fare le relative fotocopie.
Prego, Assessore.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro e formazione professionale

Presidente, vado avanti o sospende?



PRESIDENTE

Allora, sospendiamo i lavori per due minuti, in maniera che i colleghi possano avere il materiale. Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.17 riprende alle ore 11.44)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ripartiamo dall'esposizione interrotta dell'Assessore Porchietto.
La parola all'Assessore Porchietto.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro e formazione professionale

Grazie, Presidente.
Riprenderei molto velocemente dal passaggio che stavamo svolgendo sugli ammortizzatori in deroga, risottolineando un tema, che riteniamo estremamente significativo: le liste di mobilità, a partire in particolare dal 2012 - con un trend negativo, anche nel 2013 - sono caratterizzate da cancellazioni sempre più impattanti legate alla scadenza della mobilità e non al rientro nel mondo del lavoro. Questo è un passaggio delicatissimo perché, se osserviamo i flussi di iscrizione alla mobilità, intesi per età anagrafica, nel momento in cui fuoriescono, per scadenza, dalla liste di mobilità persone over 40 e over 50, il percorso di rientro nel mondo del lavoro diventa sempre più difficile.
Questo è uno dei motivi che in modo significativo ha fatto sì che, in questi anni, puntassimo pesantemente sul tema delle politiche attive. E poiché anche in questi ultimi giorni forte è stata la discussione a livello nazionale rispetto all'incapacità di fare politiche attive, mi permetto di sottolineare che questo non è vero per la Regione Piemonte, anche se occorrerebbe svolgere un ragionamento anche a livello nazionale, in quanto non è così su tutto il territorio.
In realtà, la nostra Regione, se esaminiamo soltanto le politiche attive collegate alla cassa integrazione in deroga, quindi la capacità di prendere in carico le persone che erano in cassa integrazione in questi ultimi cinque anni, ha registrato risultati estremamente importanti. Il 98 delle persone sospese dal lavoro - quindi, in cassa integrazione, vale a dire 60.937 persone - è stato - passatemi il termine - trattato, cioè sono persone che sono state prese in carico dal sistema dei servizi per il lavoro, sia pubblico che privato. Di questi sono stati inseriti in percorsi di ricollocazione più di 15 mila persone; comunque, il 98% delle persone in cassa integrazione ha ricevuto informazioni, è stato orientato e ha potuto vedere un piano individuale che è stato redatto insieme a persone competenti. Quindi, non sono state abbandonate le persone che in quel frangente si trovavano in una situazione di mancanza, magari temporanea, di lavoro, che però poteva tramutarsi in una mancanza sistematica di lavoro.
Queste misure sono state anche predisposte per altri soggetti, in particolare per i collaboratori a progetto privi di contratto e per i disoccupati oltre i 45 anni: e qui c'è un'indicazione dei servizi che sono stati loro offerti.
Guardate, da un certo punto di vista, mi dispiace dovervi presentare così tante slide, ma ritengo importante per tutti quanti noi comprendere che il sistema piemontese, in questo momento, lavora con il supporto di tutte le istituzioni e delle parti sociali per cercare di dare una nuova identità a chi, in questo momento, perde il posto di lavoro.
Vedete che sono stati più di 57 mila i servizi offerti dal punto di vista dell'"informazione"; a seguire troviamo la "presa in carico della persona", i "colloqui di orientamento"; i "colloqui di approfondimento" e il "bilancio di competenze".
Mi fermo solo per svolgere un passaggio significativo. Sono migliaia le persone che non hanno idea di quali siano le loro competenze, magari non formali, ma informali, e sostanziali. Molto spesso ci troviamo con personale, magari amministrativo, che non tiene conto che nella propria attività professionale, e non soltanto, ha accumulato un bagaglio di esperienze tale da permettergli di riorientarsi anche su altre tipologie di lavoro: a questo sono anche dedicati i servizi di accoglienza.
Tornando ai servizi, richiamo la "ricerca attiva di lavoro", la "formazione continua e permanente", la "ricollocazione" e, infine, anche la "mediazione culturale".
Poi, sono stati offerti dei servizi formativi; quindi non soltanto servizi alla persona di conoscenza e di informazione, ma servizi formativi.
Come potete vedere, il target, come sempre, prende in considerazione i "lavoratori in cassa e mobilità in deroga", i "collaboratori a progetto privi di contratto" e i "disoccupati oltre i 45 anni di età", che attraverso le politiche attive hanno potuto accedere a dei percorsi che hanno dato loro ulteriori qualifiche. Qui vedete i principali servizi che sono stati offerti a circa 50 mila persone.
Per noi è fondamentale, come vi dicevo già prima, l'attività di monitoraggio. Infatti, è necessario capire come stiamo operando, quali sono i servizi richiesti, quali sono gli avviamenti al lavoro e qual è la temporalità degli avviamenti al lavoro.
Un dato estremamente significativo - è un nuovo indice che ha sviluppato la Regione Piemonte - pondera anche la durata dei contratti.
Infatti, molto spesso si è parlato di migliaia di avviamenti al lavoro, ma ponderando gli avviamenti al lavoro per la durata temporale del contratto di lavoro ci rendevamo conto che parlavamo soprattutto di avviamenti per pochi giorni, quindi poco significativi dal punto di vista dell'esperienza.
Queste misure anticrisi che abbiamo avviato ci hanno anche permesso di implementare la governance della struttura dedicata al lavoro, attraverso forti iniziative di carattere informatico. Sull'Open Data, che è a disposizione di tutti, cittadini, imprese e, chiaramente, decisori stakeholder, quindi le istituzioni, potrete trovare in modo assolutamente semplice, ma estremamente puntuale, addirittura comune per comune, le situazioni che in qualche modo incidono sui numeri del mondo del lavoro.
Per quanto riguarda i servizi al lavoro, in premessa abbiamo parlato dell'impegno e dell'investimento compiuti per creare un sistema misto, vale a dire un sistema che sia in grado di coprire capillarmente il territorio piemontese. È un lavoro che abbiamo svolto grazie ad una forte sinergia tra i centri per l'impiego pubblici e i servizi al lavoro privati ed accreditati. A ottobre 2012 è partita una sperimentazione triennale e abbiamo definito degli standard minimi di prestazione a cui devono attenersi tutti coloro che vogliono essere accreditati. Tali standard hanno portato, anche nel sistema dei servizi per il lavoro di natura privatistica, ad assumersi degli impegni a derogare una prima parte di servizi - l'informazione, l'accoglienza e la presa in carico - in modo assolutamente gratuito. Questo ha fatto sì che la rete di soggetti sul territorio potesse chiaramente incrementare l'accoglienza delle persone in cerca di un posto di lavoro, ma anche in cerca di azioni di riqualificazione e ricollocazione.
Il modello Piemonte vede una rete di servizi per l'informazione e per l'accoglienza: la predisposizione di una scheda anagrafica per la dichiarazione di immediata disponibilità; tutta una serie di servizi autorizzati; l'erogazione di un patto di servizio con delle misure dedicate alle politiche attive del lavoro, passando da un colloquio di orientamento per un piano di azione individuale - quindi costruito sulla persona - al fine di fare una consulenza orientativa per accompagnare ad un percorso di formazione, ma anche di riqualificazione e ricollocazione.
Questo modello, come vi dicevo, ha permesso di erogare dei servivi in apertura che non vedono il riconoscimento di costi e, soprattutto, ha consentito di rispondere a quelli che sono gli indicatori che la riforma del mercato del lavoro ha chiesto come livelli minimi di prestazione (quindi accoglienza, orientamento e consulenza orientativa). Su questo la Regione Piemonte è assolutamente sopra qualsiasi standard di carattere nazionale.
La riforma del mercato del lavoro, che richiedeva delle prestazioni base da dare a disoccupati e percettori di ammortizzatori, ha visto un'estensione del bacino degli aventi diritto che ci ha chiaramente indotto a costruire questa rete capillare. Il tutto basandosi, comunque, su una struttura che non solo accoglieva quello che la riforma Fornero richiedeva ma che vedeva già una forte base consolidata, che poi è stata soltanto articolata in funzione delle richieste della nuova riforma del mercato del lavoro. Quindi la nostra disciplina regionale è assolutamente non solo in linea, ma addirittura, dal punto di vista qualitativo, molto più avanti rispetto a quello che ci viene richiesto.
Veniamo alla valutazione sui centri per l'impiego. Mi permetto di sottolineare con attenzione alcune riflessioni, perché - lo ribadisco, come ho già fatto in altri momenti rispondendo anche a question time o a ordini del giorno - la Regione Piemonte (questa Giunta regionale) mai ha pensato di cancellare i centri per l'impiego. Tuttavia, credo che anche l'Aula possa riconoscere come sia fondamentale, in questo momento, elevare il livello qualitativo e, soprattutto, la presenza sul territorio, di soggetti che, attraverso un intervento pubblico e attraverso un intervento privato, siano in grado di erogare servizi di qualità alle persone, a prescindere che siano centri per l'impiego o servizi di natura privata.
L'importante è che ci sia la possibilità, da parte della Regione, di governare con attenzione (vedremo come abbiamo avviato il governo e il controllo di questi soggetti che interloquiscono con i lavoratori sul territorio piemontese) in funzione di standard minimi che devono essere garantiti, come ricordavo già prima.
In questo frangente, vorrei sottolineare come, a partire dal 2005 fino al 2013, i lavoratori all'interno dei centri per l'impiego sul territorio regionale siano diminuiti notevolmente (circa 158 persone). Ma la cosa che va sottolineata è che nei contratti a tempo indeterminato più del 25% dei lavoratori ha un contratto part-time. Ciò significa che, in realtà, abbiamo 113 operatori che operano in un ambito estremamente delicato, ma soltanto con contratti part-time. L'obiettivo di oggi, quindi, non è tanto quello di implementare il numero delle persone all'interno dei centri per l'impiego ma di dar loro una nuova formazione e una nuova identità.
Un altro passaggio che ritengo sia da sottolineare è vedere come una parte significativa dei lavoratori oggi sia all'interno delle Direzioni provinciali e non, fra virgolette, in campo.
Va rimarcato un ulteriore aspetto che spicca nella slide successiva: l'età anagrafica di chi oggi opera nei centri per l'impiego. Più del 60 delle persone impiegate nei centri per l'impiego sono over 50. Quindi diventa importante e fondamentale capire come operare in sinergia, perch parliamo di persone sicuramente con grande esperienza, ma ormai vicine all'età pensionistica; noi necessitiamo di una forte iniezione di persone anche con competenza e con approccio diverso rispetto a quello che abbiamo avuto in questi anni.
Un altro passaggio significativo, guardando i centri per l'impiego, è vedere come oggi l'accoglienza alle imprese, che dovrebbe essere anche uno dei punti determinanti e qualificanti (perché diventa difficile pensare di fare matching tra domanda e offerta se non abbiamo persone che hanno una relazione sistematica col mondo delle imprese), sia in realtà molto bassa come presenza di personale, rispetto alle altre attività che vengono svolte nei centri per l'impiego.
Questi sono i flussi coinvolti nei servizi di politica attiva del lavoro nel 2012: sono state prese in carico circa 30 mila persone nei centri per l'impiego, il 28% del flusso 2012, che è di 108 mila lavoratori disponibili a lavorare. Vi sono quindi ampi margini, come dicevamo già prima, per poter far lavorare sistemi diversi con appartenenze diverse, e riuscire, in qualche modo, a contattare tutti i soggetti.
I giovani fino a 29 anni che sono stati coinvolti nei servizi di politica attiva del lavoro a livello provinciale li vediamo qui espressi: vorrei sottolineare la disomogeneità che c'è nella presa in carico tra le attività di orientamento e gli altri servizi; come vedete, abbiamo una forte attività di orientamento, mentre sugli altri servizi dedicati ai giovani l'attenzione scema dopo la prima presa di carico.
Mi permetto di dire che se riteniamo di voler lavorare prestando particolare attenzione ai giovani, è fondamentale che si vada oltre l'orientamento puro.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro e formazione professionale

GARIGLIO Davide (fuori microfono)



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro e formazione professionale

Assessore, per cortesia, cosa intende col concetto di "presa in carico"?



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro e formazione professionale

Il concetto di "presa in carico" prevede, oltre all'accoglienza, la valutazione di un piano individuale nella definizione di quelle che sono le competenze del giovane o del lavoratore che si presenta.
Avendo fatto adesso un passaggio sui centri per l'impiego, mi permetto di soffermarmi qualche minuto sul tema dell'accreditamento dei servizi al lavoro, che è stato importante e significativo e che viene incontro a quanto era stato indicato nella legge n. 34/2008.
Con l'accreditamento abbiamo sancito l'idoneità ad operare anche in ambito di politiche con finanziamenti pubblici da parte di soggetti privati. Infatti, come dicevo poc'anzi, i soggetti privati che sono stati accreditati informano ed accolgono, orientano e danno anche una consulenza orientativa, che è quello che ci viene richiesto.
Questa è la mappatura del sistema dei servizi prima dell'accreditamento e dopo l'accreditamento: come potete vedere, siamo passati da 30 centri per l'impiego che operavano nelle varie province a 52 operatori distribuiti su 209 sedi. Quindi è chiaro che abbiamo incrementato la presenza sulle varie province.
Prenderei come esempio la provincia del Verbano-Cusio-Ossola, che aveva un solo centro per l'impiego e che oggi ha sette sportelli; sette sedi che danno, con uno standard comune, informazioni e accoglienza. Così come a Torino siamo passati da 13 a 96 punti in cui le informazioni vengono fornite, e via via le altre province.
Già durante l'intervento che abbiamo fatto in Commissione ci veniva richiesto qual era il tipo di controllo che si era fatto sugli accreditati nell'ultimo anno. Questa è l'attività ispettiva che si è fatta, nel senso che, non solo abbiamo identificato degli standard per l'iscrizione e per l'accreditamento, ma è stata fatta una verifica ispettiva sul 100% degli operatori che hanno chiesto l'accreditamento. Come potete vedere, su 75 sedi verificate, abbiamo comunque proceduto a sospendere cinque operatori due sono decaduti ed un procedimento di sospensione è stato ulteriormente emesso.
C'è, quindi, un'attività capillare e attenta, per verificare che gli standard di chi si accredita vengano chiaramente rispettati. Non ci siamo impegnati soltanto per quanto riguarda, in particolare, il tema dell'Assessorato al Lavoro, ma soprattutto dell'utilizzo delle risorse europee, in merito all'accoglimento dei soggetti che rischiavano di essere in qualche modo espulsi dal mondo del lavoro.
Nella nuova programmazione abbiamo avviato un percorso. Già questa mattina il Presidente ha annunciato la disponibilità, nel mese di gennaio a proseguire questa riflessione anche attraverso un Consiglio che la Giunta richiederà per parlare dei temi più legati alle politiche industriali agganciate alle politiche del lavoro. Ho voluto portare qui un esempio di quello che è stato, in particolare negli ultimi tre anni, un rapporto stretto tra strategie che si potevano completare attraverso l'utilizzo del Fondo Sociale Europeo e del FESR.
Abbiamo lavorato in un momento delicato in cui una serie di aziende in crisi evidenziavano ancora una forte possibilità di dedicarsi a quello che era il core business dell'azienda, ma che non vedeva più gli imprenditori o, comunque, i management che in quel momento esprimevano le aziende disponibili in tal senso.
Abbiamo costruito una misura che partiva, sì, dalla salvaguardia dei posti di lavoro, ma che in qualche modo traghettava aziende in crisi, o rami di aziende in crisi, su altre proprietà. Questo ci ha permesso, in fase sperimentale, di salvare undici aziende. Questo ha voluto dire 482 posti di lavoro salvaguardati.
In realtà, questo percorso e questa misura hanno avuto avvio soltanto nel 2012, mentre invece i numeri che vedete (valutazione delle undici aziende), si riferiscono al lavoro fatto dall'Assessorato nei tre anni vale a dire a 3057 trattative svolte, a più di 6.000 ore di lavoro dedicate, ma soprattutto a 148 mila lavoratori coinvolti, anche attraverso l'utilizzo della cassa integrazione straordinaria. 5.335 lavoratori hanno visto l'anticipo della cassa integrazione straordinaria attraverso una misura dedicata e gestita da Agenzia Piemonte Lavoro.
Il tutto, comunque, è all'interno di una cornice, in cui una parte sicuramente riguarda l'avvio di tutti gli strumenti possibili per salvaguardare i posti di lavoro, mentre l'altra riguarda l'avvio di sperimentazioni che vanno oltre le normali misure fatte con i fondi europei, attraverso una forte sinergia tra fondi diversi, per portare ad una salvaguardia occupazionale, tramite il salvataggio delle aziende.
Altro tema delicato che ci ha visto fortemente attivi è la semplificazione amministrativa.
Diventa difficile lavorare in un sistema così articolato e complesso se la Pubblica Amministrazione non decide e non avvia un percorso di semplificazione. Nella gestione delle misure sul lavoro, e nelle misure dedicate alla formazione, forte è stata l'attenzione sulle unità di questi standard e sui piani di azione individuali.
I piani di azione individuali, già ricordati precedentemente, sono stati alla base di tutte le strumentazioni adottate per accogliere i lavoratori. È stato costruito un piano dedicato alla persona, ma contestualmente, come potete vedere, i PAI sono uno strumento dove si fa un'analisi con l'utente della propria situazione, si pianificano percorsi e servizi utili, si gestiscono le risorse e poi si rendiconta il servizio erogato.
Abbiamo avviato questi percorsi attraverso la gestione delle misure anticrisi. In questo caso, ogni utente riceve dei servizi in funzione dei propri bisogni: c'è un catalogo definito ed unico e non c'è la discrezionalità dell'utente. Quindi non è detto che l'accoglienza e la formazione del piano individuale sia per bontà del soggetto che prende in carico il lavoratore, ma ci sono degli standard prefissati che fanno sì che le misure vengano adottate a prescindere dal soggetto che prende in carico la persone.
Abbiamo adottato il costo standard. Questo ci ha permesso di raggiungere significativi risultati, sia in termini di standardizzazione dei processi, ma soprattutto in termini di capacità di realizzare, di amministrare e di utilizzare bene le risorse, tant'è che se andiamo a vedere, dal momento in cui abbiamo avviato l'utilizzo delle unità di costo standard, abbiamo incrementato in modo significativo la spesa certificata dei fondi europei. Abbiamo fatto un più 24 rispetto ai target che la Commissione europea ci aveva dato a dicembre del 2011; un più 10% ad ottobre 2012 ed è previsto un più 17% che abbiamo fatto ad ottobre 2013.
Chiaramente questo ha permesso di porci, nei rapporti, sia a livello nazionale sia a livello europeo, con le Commissioni dedicate alla gestione dei fondi europei, come una Regione, dal punto di vista della gestione dei fondi stessi, sicuramente virtuosa.
Abbiamo integrato i piani strategici regionali; il piano straordinario per l'occupazione; il piano pluriennale per la competitività; il piano giovani; la programmazione del settennio in chiusura ed anche l'avvio della programmazione 2014-2020.
Abbiamo gestito i fondi; abbiamo iniziato ad avviare percorsi in cui c'è sempre più una correlazione tra FESR ed FSE (un esempio è stata la misura di cui vi ho parlato prima).
Chiaramente, anche in funzione di quanto previsto dalla legge n. 34 abbiamo portato alla vostra conoscenza il monitoraggio di alcune delle azioni più significative che abbiamo avviato attraverso tale legge. Una dotazione finanziaria di 260 mila euro per erogare contributi a favore dei datori di lavoro, pubblici e privati, per le trasformazioni tecniche di postazione di lavoro dei centralinisti con disabilità sensoriale e visiva una dotazione finanziaria di più di 31 milioni di euro sul fondo regionale per l'occupazione dei disabili, dove il soggetto attuatore è, appunto Agenzia Piemonte Lavoro.
Alcuni dei risultati ottenuti con l'inserimento lavorativo, come potete vedere, in funzione dell'invalidità delle persone, sono significativi: al 30 ottobre 2013 sono stati monitorati 2.342 progetti di inserimento lavorativo, soltanto tra i centri per l'impiego. Quindi un lavoro importante, che ha garantito risultati significativi.
Devo anche ringraziare - e mi permetto di farlo qui - i nostri funzionari perché, sia sui tirocini sia sull'apprendistato, siamo stati la Regione che ha gestito le linee guida rispetto alle dotazioni normative e tecniche che il Ministero del Lavoro ha dato alle Regioni negli ultimi due anni.
Per quanto riguarda i tirocini, siamo partiti con tirocini di varie tipologie: tirocini formativi e di orientamento, di inserimento e reinserimento nel mondo del lavoro, tirocini formativi rivolti a persone svantaggiate e tirocini estivi, che hanno dato risultati importanti e che hanno comunque permesso, anche se per periodi non sempre lunghi (a parte quelli dedicati alle persone con disabilità), di avviare o reinserire in percorsi lavorativi numeri importanti in termini di occupati.
Nel 2012 quasi il 60% dei tirocini ha riguardato giovani tra i 15 e 25 anni e, sempre nel 2012, il 45% di questi tirocini sono stati promossi dai centri per l'impiego. I risultati sono stati che, sempre nel 2012 (non abbiamo ancora i dati di quest'anno), il 45% di questi tirocini si è concluso con un'assunzione e quindi questo significa che in Piemonte lo strumento del tirocinio funziona.
Vedete la tipologia dei contratti che sono stati attivati? Devo dire che ci sono anche percentuali significative di contratti a tempo indeterminato; non soltanto contratti brevi, quindi, perché successivamente non è stato soltanto il contratto a tempo determinato a fare la parte principale: se sommiamo infatti l'apprendistato con il contratto a tempo indeterminato, abbiamo anche in questo caso dei numeri estremamente significativi.
In merito all'apprendistato, mi permetto di sottolinearvi questo passaggio, perché l'apprendistato in Piemonte ha visto...
(Nella parte dell'emiciclo riservata al pubblico viene esposto un lenzuolo recante la scritta "IPLA - Anche l'ambiente in CID")



PONSO TULLIO



PRESIDENTE

Scusi, Assessore.
Prego i Consiglieri Questori e i commessi di voler togliere quel lenzuolo dagli spalti, per cortesia.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.12 riprende alle ore 12.13)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego, continui, Assessore Porchietto.



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusi, Presidente: stiamo ascoltando da un'ora la relazione dell'Assessore Porchietto. Siccome mancano ancora 15 pagine, di questo passo finiamo all'una. È previsto il dibattito? Perché, se no - scusate chiedo venga fatto un punto di sintesi...



PRESIDENTE

Sì, è previsto il dibattito. Abbia pazienza, Consigliere Ronzani: l'Assessore sta esponendo la politica amministrativa regionale nei confronti del lavoro...



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma è previsto dibattito, in questo Consiglio?



PRESIDENTE

Certo che è previsto il dibattito: sicuramente.



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PRESIDENTE

E quando lo facciamo il dibattito?



PRESIDENTE

Riaggiorneremo la seduta, Consigliere Ronzani. Se alle ore 13 finisce il Consiglio, avrà anche diritto...



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma questo non è un convegno! Il Consiglio regionale non è un convegno!



PRESIDENTE

Nessuno ha parlato di convegno. Questo è un Consiglio regionale straordinario sul lavoro. L'Assessore ha il diritto ad esporre le politiche regionali. Dopodiché...



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PRESIDENTE

E lei ha il dovere di organizzare il dibattito in modo che si possa anche intervenire!



PRESIDENTE

Sicuramente, sicuramente.



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sono già quasi le 13 e questa discussione non ha una coda: finisce lì con l'introduzione dell'Assessore Porchietto! Abbiate pazienza!



PRESIDENTE

Non finisce lì. Credo che questa non sia soltanto un'introduzione, ma sia un'esposizione della politica regionale. Terminata questa, passeremo all'illustrazione degli ordini del giorno e poi al dibattito generale.
Sicuramente si riaggiornerà la seduta e sarà compito dei Capigruppo calendarizzare il seguito.
Prego, Assessore Porchietto.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro e formazione professionale

Preso atto delle osservazioni, mi permetto, Presidente, di sottolineare che se l'Aula ritiene che alcune informazioni siano troppo specifiche, io non ho alcun problema a chiudere. Ritenevo però fosse importante per il Consiglio, parlando di un tema molto articolato e complesso, che ci fosse la possibilità di conoscere in modo approfondito quello che sta facendo la Regione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

Proceda pure, Assessore Porchietto.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro e formazione professionale

In merito all'apprendistato, la Regione Piemonte ha avviato i tre livelli dell'apprendistato richiesti dall'introduzione del testo unico.
Stiamo parlando di tre livelli che vedono la nostra Regione evidenziare quel che è stato richiesto dalla norma, vale a dire l'introduzione di un'impresa fortemente formativa in luogo della precedente formazione fatti suoi banchi, con un forte interscambio tra imprese e mondo dei giovani.
Abbiamo semplificato le procedure, abbiamo modulato il salario in base all'obbligazione formativa e possiamo permetterci di dire che, attraverso una forte intesa con le parti sociali, abbiamo avviato come Regione, per primi, l'apprendistato di primo livello, quello che porta alle qualifiche professionali anche i ragazzi minorenni: li portiamo a lavorare e in qualche modo contrastiamo la dispersione scolastica anche attraverso il sistema dell'apprendistato.
Ad oggi sono 123 i ragazzi minorenni e privi di titolo di studio che sono rientrati in un circuito formativo e questo chiaramente è un esempio che in questo momento vede altre Regioni seguirci.
Vengo all'apprendistato di terzo livello: stiamo parlando dell'alta formazione e della ricerca. Tra l'altro, l'apprendistato di terzo livello ha visto una serie di aziende, di multinazionali, avvicinarsi al sistema piemontese anche attraverso l'introduzione di questo sistema. Rispetto a tutto il territorio nazionale, i ragazzi formati in Piemonte con l'apprendistato di alta formazione sono il 65%: quindi, il 65% dell'alta formazione in apprendistato si fa in Piemonte. Di questi, più del 90 vengono regolarmente assunti: il 94,9%. Credo dunque che anche questa sia un'iniziativa che è vanto della Regione Piemonte.
Le prossime regolamentazioni regionali saranno dedicate all'attività di ricerca e all'apprendistato negli Istituti tecnici sperimentali; e poi credo sia fondamentale, con una forte alternanza scuola/lavoro l'apprendistato per la maturità.
Venendo ai progetti transfrontalieri, il Progetto "Alcotra" - lo ricordava il Presidente - è un progetto che si abbina anche all'iniziativa "IoLavoro", che in questi ultimi anni ha portato risultati: solo nelle due edizioni del 2013 sono state accolte più di 25.000 persone e quasi 200 imprese. Credo però che il risultato significativo sia che una persona su quattro all'interno di "IoLavoro" ha trovato un posto di lavoro. Questo quindi, è l'approccio che la Regione vuole seguire, anche per quanto riguarda il matching domanda-offerta: un modo molto dinamico, legato anche ai nuovi strumenti che ci mette a disposizione l'informatica, per creare il confronto necessario a trovare posti di lavoro, non soltanto ai giovani.
In merito al programma "Riattivo", significativo è stato il cambiamento di passo rispetto all'impiego di risorse. Come già dicevo in premessa, in questo sistema, grazie all'utilizzo di risorse nazionali che ci permettono un maggiore utilizzo e una maggiore discrezionalità, abbiamo vincolato la formazione di persone disoccupate alle necessità specifiche delle aziende.
Questo ha permesso di andare ad ottenere dei risultati in termini lavorativi estremamente significativi, perché sono l'azienda, l'Agenzia per il lavoro e l'Agenzia formativa che scommettono sulla riqualificazione e la ricollocazione del personale. In questo modo le risorse vengono erogate in una prima minima parte per la copertura delle spese, ma poi i risultati vengono premiati success fee, con un riconoscimento di una quota in funzione dell'occupazione, che deve avere una durata di almeno 12 mesi.
Qui - ma vado un po' più velocemente - abbiamo le misure dedicate a sostenere il rilancio delle imprese in difficoltà: sono gli interventi che abbiamo fatto. Mi fermo su un tema delicato, quello di come intervenire sulle persone che hanno perso il posto di lavoro, che hanno una bassa occupabilità ma che soprattutto non hanno ancora l'età per poter ambire ad andare in pensione. Infatti, credo sarà fondamentale, nei prossimi anni dedicarsi in modo specifico all'utilizzo di strumenti che possano aiutare le persone a rientrare in un circuito lavorativo, sostenendo eventualmente con un'integrazione di risorse la cosiddetta contribuzione figurativa, per far sì che le persone si possano anche avvicinare alla pensione.
La formazione in Piemonte ha visto degli esisti occupazionali, in particolare sulla direttiva "Obbligo di istruzione". A questo proposito a me fa piacere ricordare come questo sia un percorso partito in via sperimentale con Gianna Pentenero, che è qui presente, e che poi è stato implementato in questi ultimi anni dalla nostra Giunta.
Su 7.500 allievi qualificati - ricordo che stiamo parlando di ragazzi minorenni, che avevano abbandonato i percorsi d'istruzione, che sono stati reimmessi nei percorsi di formazione per arrivare a una qualifica professionale - il 53% è stato attivato nel mondo del lavoro.
Qui a fianco vedete i principali qualificati che hanno sottoscritto almeno un contratto di lavoro: significa che la capacità di dare una formazione di qualità ha portato i giovani ad avere comunque un'opportunità lavorativa estremamente importante: uno su due trova un posto di lavoro.
Anche sulla Direttiva Mercato del Lavoro abbiamo avuto dei risultati estremamente significativi dal punto di vista delle opportunità lavorative con un 65% che è stato attivato. Le tipologie di contratti le potete vedere avviate sulla Direttiva Mercato del Lavoro. Questo cosa vuol dire? Che in Piemonte la formazione ha sicuramente avuto, attraverso le azioni dell'Amministrazione, la possibilità di creare una rete di attori di eccellenza, con un incentivo forte ai processi innovativi, ma soprattutto ha garantito una certezza amministrativa attraverso la semplificazione delle procedure e ha premiato finalmente la qualità dei servizi offerti.
Sicuramente siamo assolutamente in grado di centrare gli obiettivi di miglioramento, perché va rafforzato fortemente il rapporto fra domanda delle imprese e percorsi formativi; questi ultimi vanno personalizzati e va premiata ulteriormente la qualità e migliorata l'efficienza.
Sui temi della nuova imprenditoria, ricordo che il Fondo Sociale Europeo opera anche su questo. Le aziende che siamo riusciti a coinvolgere attraverso una forte collaborazione con gli incubatori universitari, ci ha portato ad avere oggi 147 imprese che hanno dato lavoro a 914 persone, per più di 51 milioni di fatturato. Parliamo di start up fortemente innovative che, come potete vedere, hanno tra l'altro vinto numerosi premi dal punto di vista della innovation technology e siamo, insieme alla Lombardia, la Regione più fortemente attiva sull'ambito delle start up innovative.
Le strategie per il prossimo futuro. Sicuramente sono strategie che abbiamo condiviso con le parti sociali, puntando al rafforzamento delle competenze dei giovani, al sostegno, nonché ai processi di aggiornamento e di riqualificazione. Anche la promozione di politiche del lavoro e il potenziamento dei servizi per l'impiego sono un momento della partecipazione delle donne e dei giovani nel mondo del lavoro, che però non possono che passare da un miglioramento ulteriore della governance nell'attuazione delle politiche del lavoro stesse. Sono strategie che anche attraverso l'avvio della trattazione della nuova programmazione, ci vedono particolarmente attenti, perché saranno i punti qualificanti della nuova programmazione europea.
Le nostre nuove sfide. Prima ho già evidenziato il tema del tutelare i più deboli attraverso processi innovativi; adesso stiamo lavorando - e lo voglio sottolineare - sul tema della Garanzia Giovani. In un percorso condiviso con le Province ancora ieri e oggi pomeriggio con le parti sociali, siamo in fase di avvio della Garanzia Giovani a livello piemontese. A livello nazionale, il COB nazionale è ancora in discussione.
Per quanto riguarda la gestione di questo COB, penso che tarderà di alcuni mesi; invece la condivisione che noi abbiamo portato sul tavolo delle parti sociali e delle Province farà sì che la Garanzia Giovani in Piemonte possa partire già nei primi mesi del 2014. Sarà dedicata in particolare a offrire opportunità di lavoro, ma non soltanto, perché ci attiveremo attraverso un portale - che è qui indicato dedicato alla Garanzia Giovani - puntando fortemente sull'attivazione dei giovani in questo sistema. Questo è un sistema che già oggi vede una serie importante di misure che non sono ancora legate in rete, ma che già vedono una particolare attenzione sui giovani. A questo proposito, mi permetto di sottolineare come sicuramente la Regione Piemonte, ancora una volta, grazie all'intervento di tutti, potrà essere un po' un precursore di quelle che sono le iniziative sui giovani.
Un ultimo sguardo - e chiudo - sulle innovazioni e sulla manifestazione "IoLavoro" dell'aprile 2014. La Regione Piemonte sarà anche sede della tappa italiana dei "Word Skills". Cosa sono? Stiamo parlando delle Olimpiadi del Lavoro. Sempre più spesso indichiamo come è fondamentale che i giovani si riavvicinino al lavoro manuale, alla capacità di lavorare nell'eccellenza artigiana. Attraverso questa selezione, che verrà fatta a livello nazionale in Piemonte e nella provincia di Bolzano (fino ad oggi questa era stata l'unica sede italiana), permetteremo non solo di conoscere una serie di competenze che i giovani hanno sul territorio piemontese, ma di partecipare anche alla selezione europea che si terrà alla fine del 2014 e poi alle Olimpiadi nel 2015 in Brasile.
Detta così, potrebbe sembrare più una cosa ludica, ma immaginate il significato che avrebbe riuscire a dare la giusta valenza comunicativa ad una serie di mestieri che vanno ancora e che fanno nascere tuttora delle opportunità lavorative, ma che molto spesso vengono visti come un ripiego rispetto ad altri lavori, magari più sedentari, che si ritengono più qualificanti.
L'attenzione che noi abbiamo posto ha portato la scorsa settimana il Ministero a chiederci di condividere a livello nazionale questa esperienza per far sì che possa essere non soltanto pregnante per la Regione Piemonte ma che possa essere a livello nazionale uno dei punti qualificanti della garanzia giovani per il 2014.
Mi fermerei qui. C'erano ancora due interviste, ma ritengo non opportuno farle vedere; era comunque la voce di chi ha fatto queste esperienze, ma eventualmente, se ci sarà tempo, le faremo visionare successivamente.



PRESIDENTE

Prima di passare alla discussione generale, abbiamo una serie di atti di indirizzo collegati alla sessione straordinaria, quindi a "Tematiche relative al lavoro".
Inizierei con il dare la parola al Consigliere Buquicchio, per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 1142, inerente a "Partecipazione a Word Skills International".
Consigliere Buquicchio, lei è anche presentatario dell'ordine del giorno n. 1143, inerente a "Crisi economico-occupazionale in Piemonte: evoluzione e azioni di governo".
Se vuole illustrare entrambi i documenti, può farlo.



BUQUICCHIO Andrea

La ringrazio, Presidente.
In considerazione anche della lunga esposizione dell'Assessore e per rispetto a tutti i colleghi che legittimamente desiderano intervenire nel dibattito, non solo cercherò di accorpare brevemente l'illustrazione di questi due ordini del giorno, ma in tutt'uno (diciamo così) farò qualche considerazione rispetto a questo Consiglio straordinario; Consiglio straordinario che penso fosse doveroso da parte dell'Assessore Porchietto la quale ha ritenuto di illustrarlo con una dovizia di dati e numeri che ha snocciolato dall'inizio della seduta.
Sicuramente - e tutti lo sappiamo - ci troviamo in una bufera macroeconomica che indubbiamente, a cascata, ha determinato un'influenza negativa sulle attività microeconomiche delle imprese del nostro territorio. Si è venuto a determinare un corto circuito tra la finanza e la realtà produttiva.
vero, ci sono delle eccellenze - ringraziando Iddio! - nella nostra regione, ma sono pochissime e rappresentano un'eccezione. Purtroppo, come lei ha avuto l'onestà di affermare e sottolineare, la regola sono gli oltre 3.000 tavoli di crisi aperti sin dal 2010. Indubbiamente, tra quelle eccezioni, va ricordata l'azienda leader nella produzione dei metalli duri di Castellamonte, vanno ricordate le 23.000 imprese clean e vanno ricordate come lei ha fatto - le 50 start up innovative fondate solo nell'ultimo anno in Piemonte.
Questo è stato detto. Elencare invece le aziende in crisi, sarebbe troppo lungo e occorrerebbe forse più del tempo che lei ha impiegato nella sua illustrazione. Vorrei solo fare un breve cenno sulla De Tomaso, che purtroppo ricordiamo tutti per la storia triste dell'Amministrazione regionale. Per onestà intellettuale, devo dire che, con l'avvio di questa legislatura, non sono stati commessi ulteriori errori su questa vicenda.
Lei, Assessore, da quel tipo di responsabilità può essere totalmente scagionata. Tuttavia mi consenta di farle due domande. L'Assessorato ha utilizzato una cortina fumogena - mi piace questa frase - di riservatezza su quello che avveniva in termini di trattative, relativamente all'acquisizione di questa azienda.
La seconda. Perché l'ordine del giorno dell'11 aprile 2012, proposto dal nostro Gruppo e votato da questa Assemblea, che prevedeva di fare chiarezza sull'utilizzo distorto dei fondi della Regione, valutando anche l'eventualità di un esposto alla Procura, è rimasto, per quello che mi riguarda (mi corregga se sbaglio), lettera morta? Passiamo ad un altro capitolo e un altro argomento. Purtroppo sono tutti i settori a pagare il peso della crisi. Indubbiamente, ci troviamo di fronte ad una situazione che, dai dati forniti anche da Confindustria, sono molto cautamente confortanti solo relativamente all'export e grazie a quelle aziende che sono state capaci di internazionalizzarsi e conquistare i mercati esteri.
Per quanto riguarda il PIL, il Piemonte realizza solo il 7,8% del PIL nazionale e si classifica quinta dietro la Regione Lombardia, la Regione Emilia Romagna e la Regione Veneto. Sull'imprenditoria femminile possiamo esprimere dei cauti segnali confortanti perché il Piemonte è la quinta regione italiana per numero di attività in rosa. Questo grazie all'attività che la nostra regione, negli ultimi anni, non solo in questa legislatura ha saputo fare. È stato previsto, infatti, la creazione di un fondo di garanzia per agevolare l'accesso al credito a favore delle piccole imprese femminili, e non solo, ma anche dell'imprenditoria giovanili, come previsto dall'articolo 33 dell'assestamento di bilancio del 2009.
L'agevolazione regionale prevede la concessione di una garanzia sui finanziamenti concessi dalle banche convenzionate con Finpiemonte S.p.A.
società gestore del fondo pari all'80% del finanziamento erogato.
Passiamo ad un altro capitolo, quello del costo del lavoro e fiscalità.
Un freno al superamento della crisi, sì, ma è solo questione di crisi globale, Assessore, o il Piemonte è stato carente in termini di strategie aziendali rispetto ad altre Regioni centro-settentrionali d'Italia? Se vogliamo dirla tutta in modo molto onesto, c'è anche un'ulteriore crisi nella crisi: questa crisi si chiama crisi di credibilità e di fiducia.
saltato e non esiste un rapporto di mutua fiducia tra banche, imprese e lavoratori. È inutile ripetere una frase fatta, ma serve un patto sociale fra gli attori della produzioni e tra i fattori produttivi, ancora prima che come patto economico.
Veniamo, e concludo, ai due ordini del giorno. Il primo ordine del giorno riguarda il Word Skills International. Con questo documento intendiamo impegnare la Giunta affinché anche il Piemonte partecipi a questo evento (i campionati mondiali dei mestieri). Un'iniziativa di alto valore pedagogico, mirata all'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.
Questo è un evento internazionale, cui, purtroppo, nessun Ente italiano ha mai preso parte, ad eccezione della Provincia autonoma di Bolzano.
L'esempio degli ultimi World Master Games che si sono tenuti a Torino la scorsa estate ha dimostrato che su questo territorio esistono competenze, collegamenti e strutture ricettive adatte ad ospitare questo tipo di eventi di respiro mondiale.
L'altro ordine del giorno, invece, impegna, sulla base di quanto ci siamo molto brevemente e molto sinteticamente detti in questi pochi minuti di intervento, la Giunta e l'Assessore competente a riportare periodicamente in Commissione lo stato dell'arte delle politiche del lavoro nella nostra regione, nonché le informazioni riguardo le erogazioni di crediti e garanzia alle imprese del nostro territorio.
Mi consenta - non alludo al suo intervento, ma è una critica in generale a quello che negli ultimi anni è avvenuto in quest'Aula - ma noi dovremmo poter risalire la china cercando di evitare di proiettare ripeto, non alludo minimamente alle sue slide - le ombre cinesi. Non è il caso né del suo intervento né dell'odierno Consiglio straordinario. Ma di ombre cinesi in quest'Aula, in questi quasi nove anni che mi hanno visto rappresentante eletto, ne abbiamo già viste apparire e scomparire tante, in tante situazioni di crisi aziendale del Piemonte.
Mi auguro che lei voglia esprimere parere favorevole a questi due ordini del giorno per poterci proiettare, per il tempo che ci rimarrà a disposizione, in una situazione sicuramente migliore di confronto con tutti i rappresentanti eletti in quest'Aula da parte della Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Buquicchio.
Passiamo all'esame degli ordini del giorno n. 1146, n. 1147, n. 1148 e n.
1149, che vedono come primo firmatario il Consigliere Cantore, non presente in aula.
Abbiamo una serie di cofirmatari, che intendono darli per illustrati.
Grazie.
Passiamo all'esame dell'ordine n. 1150 presentato dei Consiglieri Carossa Toselli, Mastrullo, Burzi, Formagnana, Cantore, Costa Angeleri, Bussola Maccanti, Franchino, Giordano, Lupi, Tiramani, Gregorio, Cortopassi, De Magistris, Botta Marco, Tentoni, Casoni, avente ad oggetto "Schema di decreto interministeriale in materia di ammortizzatori sociali in deroga".
La parola al Consigliere Carossa per l'illustrazione.



CAROSSA Mario

Darei per illustrato l'ordine del giorno n. 1150, che riguarda la cassa integrazione guadagni, le modalità di erogazione e quant'altro. Approfitto per fare una domanda. D'accordo con i colleghi del Nuovo Centrodestra avrei voluto presentare una modifica, chiamiamolo emendamento, anche se il termine non è quello, all'ordine del giorno.
Il problema è che, essendo, purtroppo, il primo firmatario ammalato e non presente in Aula, mi dicono che non sia possibile farlo. Volevo chiedere se in un caso come questo, dove il primo firmatario è assente perché in congedo reduce da un intervento, fosse possibile. Se era possibile, altrimenti fa lo stesso, non voglio far perdere tempo a nessuno.
Ribadisco che mi sono confrontato con i Consiglieri secondi e terzi firmatari e che mi avevano dato l'assenso.



PRESIDENTE

Consigliere Carossa, sa che non si possono emendare gli ordini del giorno. Lei deve accordarsi con un collega, il secondo firmatario del documento, sulla correzione. Di conseguenza, si può optare in tal senso.
Se volete avvicinarvi al banco della Presidenza, procediamo alla correzione.



(I Consiglieri Carossa e Costa si avvicinano al banco della Presidenza)



PRESIDENTE

Possiamo procedere.
Passiamo all'esame della mozione n. 1151, avente come primo firmatario il Consigliere Laus, inerente a "Impegno della Regione in qualità di stazione appaltante ad assicurare ai dipendenti delle sue società fornitrici e da essa partecipate, in caso di cambio dell'appaltatore, il mantenimento del trattamento economico indipendentemente dalla tipologia di contratto collettivo applicato dal subentrante".
La parola al Consigliere Laus, per l'illustrazione.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Deduco, vista l'ora, che il dibattito generale oggi non ci sarà.



(Commenti in aula)



LAUS Mauro

Non ci sarà, manca un quarto d'ora.
Illustro la mozione e mi limito solo ad anticipare...
Lo dico come una battuta. Dico quello che ho percepito dall'illustrazione dell'Assessore Porchietto.
L'Assessore ha detto una frase molto particolare, che mi ha colpito: "I dati preoccupano, ma ci stimolano a fare di più". La frase è bellissima.
Quindi, i dati sono preoccupanti, ma ci stimolano a fare molto di più.
Il titolo può essere "L'operazione è riuscita. Il malato è morto!". Non per responsabilità sua, ma questo è il senso della frase.
Assessore Porchietto, lei è persona brava, capace, competente e viene dal mondo produttivo. Chi le parla in questo momento è una persona che vive ancora nel mondo produttivo, però lei è stata, secondo me, "infettata" negativamente, purtroppo, ahimè, sia da questa Amministrazione e dalla politica che non funziona! Perché in tutto il tempo che lei ha occupato non ha fatto altro che tradurre, come un dirigente di un centro studi, dei dati elaborati. Ci ha fornito dei dati statistici. Questi dati li possiamo prendere in qualsiasi ufficio statistico, all'Unione industriale, alla Camera di Commercio, ma ne ha pubblicati il sindacato UIL, oppure possiamo andare all'IRES. Di questo stiamo parlando.
Una domanda. Ma qualche cosa di positivo l'ha fatto? Ma ci mancherebbe altro! Ma quella è ordinaria amministrazione. L'erogazione della cassa integrazione in deroga riguarda soldi dei cittadini che sono messi a disposizione delle imprese, in modo particolare, dei lavoratori. Si tratta di spendere dei soldi.
Un Assessore al lavoro deve proporre delle soluzioni straordinarie in un momento straordinario. Lei deve spiegarci quali politiche industriali come giustamente ha detto, e altre politiche la Regione ha fatto in questi anni. Mi dispiace per quello che riguarda nelle buone intenzioni future perché spero e mi auguro che nel mese di gennaio voi non sarete più seduti in questi banchi. Nulla di personale.
Non ha - e questo lo devo spiegare al mio amico e collega Leo - fatto un accenno alla cultura come comparto produttivo. È un tema vero e importante. I lavoratori del mondo della cultura per essere considerati lavoratori di un comparto produttivo è necessario che abbiano il riconoscimento dall'Assessore al lavoro! Lei non ha fatto nessun cenno.
Aveva e ha a disposizione - questo è un mio pensiero assolutamente personale, magari non è condiviso nemmeno dai colleghi del Gruppo - i centri per l'impiego. Lei ha dei dati e sa benissimo che l'operazione "IoLavoro" è un'operazione brillante, perché nasce quindici anni fa. A loro va il merito e i complimenti anche da parte del sottoscritto. Faccio i complimenti a questa straordinaria manifestazione che ottiene risultati brillanti, per l'idea della manifestazione in sé, ma grazie a quei lavoratori, grazie a chi organizza, quindi non può essere un merito propagandato dalla Giunta Cota come proprio. Non funziona così! E sa benissimo che i centri per l'impiego non si muovono in modo omogeneo e sono disomogenei. I dati che abbiamo in pratica. I risultati della gestione dei servizi per l'impiego da parte delle Province e dei centri per l'impiego sono ben noti, sono a dir poco negativi. Basti solo ricordare che nel nostro Paese gli avviamenti al lavoro intermediati di tali strutture non superano il 3% del totale, mentre in Francia i Centri per l'impiego pubblici intermediano circa il 25% dell'avviamento.
Lei sa, perché è una persona che viene dal mondo del lavoro, che quando e questo significa parlare e interessarsi del lavoro - un'azienda che cerca di attingere dai Confidi e deve prendere circa (le do un dato certo) 300 mila euro ai Confidi deve lasciare alle strutture 25 mila euro! Sto parlando dell'accesso al credito. Lei sa che significa? Che solo chi è in difficoltà e mezzo morto va lì. Perché poi devono comunque pagare gli interessi del 7/8% ordinari. Ma mi spiegate qual è l'utilità dei Confidi? Una persona normale, dotata di intelligenza media, che gestisce un'azienda piccola o media e deve prendere 280 mila euro e regalare 30 mila euro circa ai Confidi, che fa? L'Assessore al lavoro lo sa? Lo sa! Ecco qual era il lavoro che poteva fare l'Assessore al lavoro! Questo doveva fare e altro! E mettere i piedi per terra.
Detto questo, il tempo purtroppo è poco. Avrei voluto raccontarle tante altre storie per rappresentarle elementi di criticità. Faccio in modo che i piedi tornino leggermente per terra, non a lei, ma lo dico alla Giunta perché lei in questo momento rappresenta la Giunta.
Presidente, che cos'è questa mozione? Su questa mozione, al di là del voto dell'Aula, chiedo che ci sia il voto politico dell'Assessore. Questa mozione in pratica fa una fotografia e chiede alla Giunta un impegno.
Precisamente, su questo aspetto chiedo l'attenzione dei colleghi, se è possibile, perché se c'è un voto positivo, deve essere immediatamente esecutiva.
Chiediamo che i dipendenti delle società fornitrici della Regione Piemonte e i dipendenti delle società fornitrici, delle società partecipate dalla Regione Piemonte, durante i cambi d'appalto, non debbano subire diminuzioni relative alla loro retribuzione. Al di là che vi sia una riorganizzazione del servizio e una diminuzione degli orari lavorativi.
Cerco di essere più chiaro. Nel caso in cui una società e il suo datore di lavoro perdono l'appalto, la società che subentra, al di là del rapporto contrattuale, al di là del tipo di contratto, non può e non deve diminuire la retribuzione ai dipendenti. Perché? Che cosa succede? Succede che i direttori generali degli ospedali o gli amministratori delegati di società partecipate, incapaci di fare efficienza, incapaci di sviluppare politiche del lavoro, perché si generano efficienze e lì si liberano delle risorse e quelle risorse devono essere elargite, date, consegnate per l'investimento lavorativo, nel caso specifico che fanno? Tagliano i costi e diminuiscono le retribuzioni, anche del 20 o del 30%. Questo è quello che sta accadendo.
Come Consigliere regionale ho il dovere e la responsabilità chiaramente non è colpa sua, ci mancherebbe altro, lei è l'Assessore al lavoro! - di invitare l'Assessore a prendere una posizione.
E lei, dal punto di vista politico deve dire oggi se è possibile che una persona che ha assolto una funzione per dieci anni, quindi ha fatto un certo tipo di lavoro, con una certa retribuzione, ma che magari cambia il datore di lavoro, pur continuando a svolgere lo stesso tipo di lavoro riceve una diminuzione della retribuzione del 15, 20 o 30%, al di là del contratto.
Ritengo che su quest'aspetto la Giunta, così come tutti i Consiglieri regionali, debbano assumersi delle responsabilità.
Si tratta di risposte piccole, semplici ed elementari, ma che riguardano centinaia e centinaia di persone.
Chiudo con un piccolo invito, Assessore: provi a verificare, anche in questo Palazzo, riguardo alle signore che fanno le pulizie, se i bandi di gara vengono rispettati o se ci sono delle discrepanze tra quanto offerto e quanto, poi, elargito.
Le signore delle pulizie della Regione o degli ospedali, chi lavora nelle ristorazioni o i barellieri, chi li difende? Mi aspetto che un Assessore al lavoro, una Giunta regionale, in un momento di difficoltà e di crisi partano dal basso e alla fine chiudano con le ombre cinesi, come la battuta che ha fatto il caro collega Buquicchio!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Laus.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 1152, avente come primo firmatario il Consigliere Boeti, inerente a "Necessità di estendere il Progetto sperimentale 'Staffetta generazionale' anche al settore pubblico e, in particolare, al comparto sanitario".
La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Presento l'ordine del giorno, mentre le riflessioni del partito rispetto alle questioni di cui stiamo parlando le svolgeranno il Capogruppo ed i Consiglieri del Partito Democratico che avevamo previsto dovessero intervenire.
un ordine del giorno concordato con l'Assessore Porchietto, relativo alla "staffetta generazionale".
Il Decreto Direttoriale n. 807 del 19 ottobre 2012 introduceva il concetto di "staffetta generazionale", cioè la possibilità per i lavoratori cui mancano da tre ad un anno per andare in pensione di lavorare mezza giornata.
Il datore di lavoro paga ovviamente solo la mezza giornata di lavoro ma i contributi vengono versati per l'intera giornata, quindi otto ore. Per le restanti quattro ore viene assunto un giovane, che poi prenderà il posto di quel lavoratore quando andrà in pensione.
Oggi, il Decreto dello Stato prevede questa possibilità soltanto per le aziende private e attribuisce alla Regione Piemonte un contributo di tre milioni di euro - Assessore Porchietto, mi corregga se sbaglio - per affrontare tali questioni.
Per il sistema sanitario non è prevista la possibilità di utilizzare lo stesso meccanismo.
Il Partito Democratico ha presentato un disegno di legge che prevede la possibilità, per gli infermieri, di utilizzare il meccanismo della "staffetta generazionale". Ricordo che il Piemonte è in piano di rientro fino al 2015, quindi sono quattro anni che non si sostituisce né un medico né un infermiere.
Questo ci consentirebbe d'inserire qualche giovane infermiere all'interno del sistema sanitario, offrendo qualche opportunità di lavoro.
Voglio ricordare che ad un concorso per un infermiere, in Piemonte, si sono presentati circa 2000 giovani infermieri.
Pertanto, l'ordine del giorno da presentare al Parlamento ed ai nostri parlamentari chiede al Governo di estendere la possibilità della "staffetta generazionale" anche ai dipendenti pubblici e, a maggior ragione, quelli del sistema sanitario. Tutto qui.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
Tutti gli ordini del giorno sono stati illustrati. Sono iscritti a parlare i colleghi Pentenero e Ronzani. Ci sono altri Consiglieri che intendono intervenire? Poiché sono le 12.56, se gli interventi sono solo due, e se l'Aula acconsente, potremmo protrarre la seduta di qualche minuto e porre in votazione gli atti d'indirizzo.
Differentemente, nella Conferenza dei Capigruppo bisognerà calendarizzare il prosieguo del dibattito generale e la votazione degli atti d'indirizzo.
Scusate se mi permetto di insistere: sono le 12.56. Anche solo con un intervento, andiamo alle 13.06. Non è che possiamo decidere in corso d'opera: dobbiamo decidere subito.
Chiunque può intervenire, perché i lavori di presentazione si sono protratti molto. Se, però, gli interventi sono solo due e non ci sono altri iscritti a parlare, si può procedere. Se, invece, ce ne sono altri, oc correrà legittimamente ricalendarizzare l'argomento.
Si aggiunge il Consigliere Bono, pertanto non c'è tempo per il dibattito. Lo faremo in altro momento.
Ricordo che alle ore 14.30 è convocata una riunione della Conferenza dei Capigruppo, nella quale sarà calendarizzato il prosieguo di questo dibattito, prima della pausa natalizia.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Bene. Grazie.
Ricordo la Conferenza dei Capigruppo alle ore 14.30, in Sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.57)



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