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Dettaglio seduta n.396 del 10/12/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(Alle ore 10.01 il Consigliere Segretario Leardi comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 10.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 26 novembre 2013 e del 3 dicembre 2013.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Giordano, Montaruli Motta Massimiliano, Pedrale, Spagnuolo e Valle.
Il numero legale è 28.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Ricevimento delegazione FIOM-CGIL Piemonte


PRESIDENTE

Comunico che, oggi, alle ore 13.00, presso la Sala Viglione, sarà ricevuta una delegazione FIOM-CGIL Piemonte.
A seguire, alle ore 13.30, sempre in Sala Viglione, sarà ricevuta una delegazione di studentesse e di studenti universitari.
Non escludo che, per motivi di ordine pubblico esterno al Palazzo, nel corso della mattina, eventualmente, la Presidenza valuti di anticipare l'incontro con la delegazione FIOM-CGIL Piemonte.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di intervento sulle comunicazioni del Presidente, la seduta è sospesa e riprenderà tra pochi minuti con la commemorazione dell'Assessore Rivalta. Siamo in attesa dei familiari, che ovviamente, hanno dei disagi a raggiungere il Palazzo, come molti di noi.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.35 riprende alle ore 10.39)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Invito i colleghi ad alzarsi in piedi per procedere alla commemorazione dell'ex Assessore, architetto Luigi Rivalta.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'architetto Luigi Rivalta, già Vicepresidente, Assessore e Consigliere regionale, deceduto il 6 novembre 2013


PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri è scomparso il 6 novembre 2013, all'età di 82 anni, l'architetto Luigi Rivalta già Vicepresidente della Regione Piemonte, Assessore e consigliere regionale dalla I alla V legislatura.
Nato a Torino il 2 ottobre 1931, è stato eletto nella prima legislatura nella lista del Partito Comunista Italiano, circoscrizione di Torino, e ha ricoperto gli incarichi di Vicepresidente della Commissione Trasporti e Vicepresidente del Gruppo consiliare Partito Comunista Italiano.
Nelle legislature successive, sino al 1995, ha ricoperto gli incarichi a più riprese, di Assessore alla Pianificazione territoriale e di Vicepresidente della Giunta regionale, oltre che di Presidente di Commissioni consiliari.
Nei venticinque anni di attività politica e amministrativa ha dato un contributo determinante per lo sviluppo della Regione, operando sia in ruoli di opposizione che di maggioranza, in particolare nel periodo in cui è stato titolare di uno dei più importanti Assessorati.
Nel 1995 è stato eletto Consigliere della Provincia di Torino e nominato Vicepresidente e Assessore alla Pianificazione territoriale.
Successivamente ha ricoperto l'incarico di Presidente della prima commissione tecnica sulla TAV.
La sua attività nella nostra Regione e nella Provincia di Torino è stata caratterizzata da una profonda passione per la tutela e lo sviluppo ordinato del territorio. L'eredità amministrativa che ha lasciato ha contribuito a valorizzare un patrimonio di conoscenze e di professionalità molto importante per il Piemonte intero.
L'Architetto Rivalta è ricordato con particolare affetto da coloro che lo conobbero e che collaborarono con lui sin dai primi anni di vita della Regione.
Desidero ancora evidenziare le sue doti personali, un esempio di coerenza e di impegno fondati sui valori della libertà e della solidarietà oltre alla sua grande professionalità e competenza esercitata, sempre, con nobiltà d'intenti e con passione.
Con il Consiglio regionale ha sempre mantenuto uno stretto rapporto partecipando attivamente, quale componente degli organi direttivi, alle iniziative dell'Associazione dei Consiglieri cessati dal mandato.
Ai funerali, svoltisi a Torino l'8 novembre scorso, erano presenti in rappresentanza del Consiglio regionale i colleghi Roberto Placido e Mercedes Bresso.
Alla moglie Giovanna, ai figli Francesco, Giovanni e Cesare, che ringrazio per la presenza, desidero rinnovare, a nome dell'intera Assemblea, le più sentite condoglianze e i sensi della nostra solidarietà e vicinanza.
Invito i presenti a osservare un minuto di silenzio in memoria del Consigliere e Assessore regionale architetto Luigi Rivalta.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire brevemente la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente, per avermi concesso questi minuti.
Lei ha già ricordato il lungo percorso politico e personale del collega Gigi Rivalta, e io vorrei ricordare alcuni dei suoi più importanti contributi a questa Regione, non solo come istituzione, ma come territorio.
Ho avuto la fortuna di conoscere Luigi Rivalta brevemente, quando era Assessore alla pianificazione territoriale, e di apprezzarne l'incredibile conoscenza del territorio, il suo rapporto profondo con il territorio piemontese e la sua volontà di costruire una conoscenza sulle sue caratteristiche strutturali. È così che sono nate l'IPLA e le Carte della capacità d'uso dei suoli, cioè le conoscenze che, oggi, abbiamo del territorio piemontese.
Sono stata - come alcuni di noi, anche se molti non sono più Consiglieri, alcuni peraltro sono presenti qui - sua collega negli anni di opposizione, ma vorrei ancora ricordare la sua attività, come Assessore, ma anche come Consigliere di opposizione, sui parchi. I parchi sono stati la sua grande passione e nel Piano dei parchi, che lasciò quando terminò il suo mandato assessorile, c'erano già praticamente tutti gli attuali parchi e le riserve della nostra regione.
Vorrei richiamare la battaglia per La Mandria - non fu solo una normativa, ma una battaglia per riuscire a mettere in sicurezza questo straordinario patrimonio della nostra regione - ma anche l'idea originale che non ha pari in Italia, di costruire intorno ai nostri grandi monumenti (da Rivoli, a Vignale, ai Sacri Monti, a Stupinigi e a tantissimi altri) un'area protetta, che consentisse di salvaguardare non solo i monumenti, ma il paesaggio che questi monumenti avevano informato di sé.
Ancora vorrei ricordare quell'idea che, attraverso i comprensori vedeva la pianificazione del Piemonte come una pianificazione integrata tra territorio e pianificazione socio-economica.
Insomma, molte delle idee su cui in molti anni abbiamo lavorato provengono dalla sua profonda esperienza e capacità tecnica e scientifica.
Ricordo del lungo periodo della battaglia di opposizione il tenace richiamo a sviluppare un Piemonte che fosse davvero capace di integrare la crescita economica, la qualità dell'ambiente e la tutela del territorio.
L'ho poi avuto come Assessore in Provincia. In realtà non era stato eletto Consigliere, ma venne come Assessore esterno. All'inizio, fu molto diffidente ad accettare l'incarico in Provincia - lui era un regionale politicamente era nato con la Regione - poi si appassionò ad un ente che aveva una grande potenzialità operativa. Quindi, in qualche modo, cambiò il proprio approccio, lavorò con passione incredibile alla pianificazione di aree vaste e della metropolitana.
Credo che la qualità del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Torino sia assolutamente di rilievo rispetto a quella di altre Province.
Ricordiamo, ancora, le alluvioni, che aveva conosciuto già come Assessore regionale, e che gli consentirono, in Provincia, di lavorare ai progetti per i nodi idraulici - credo una delle poche province italiane in collaborazione con l'Autorità di bacino del Po: rammentiamo, ad esempio gli interventi sui nodi idraulici di Ivrea, di Moncalieri, di Pinerolo quelli sulla Dora, sulla Stura di Lanzo e tanti altri.
Sottolineiamo ancora - un altro progetto di grandissima originalità l'idea di inserire nel Piano territoriale di coordinamento tutte le varianti della viabilità provinciale necessarie, anche quelle che non erano ancora finanziabili (la pedemontana e le circonvallazioni), per metterle in salvaguardia e consentire, così, a chi sarebbe venuto dopo, di intervenire e tutelare queste essenziali infrastrutture.
Vorrei inoltre ricordare, a cavallo fra la Regione e la Provincia, la creazione di strutture di grandissima qualità: il geologico della Regione la struttura della pianificazione territoriale in Provincia, a cui dedic una grandissima passione; perché la sua convinzione era che fosse essenziale avere una qualità della progettazione e del lavoro tecnico perché i politici potessero, poi, fare bene i politici.
Credo che sia stato un insegnamento per tutti noi: il gusto del lavoro fatto bene, in modo concertato, ma anche con lo spirito del maestro che ascolta, orienta, propone, decide.
stato un maestro per tutti coloro che hanno lavorato con lui, per tutti i suoi colleghi, per tutti i suoi compagni. Un comunista - bisogna ricordarlo - che non ha mai voluto proprietà personali, in modo quasi francescano (potrebbe essere persino definito "comunista francescano), ma che ha lavorato per fare, invece, più ricca e più forte la comunità regionale a cui sentiva profondamente di appartenere. Una comunità regionale, Presidente, che credo dovrebbe dedicargli un momento di riflessione scientifica e politica sull'importante lavoro che ha fatto per noi. Grazie.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.49 riprende alle ore 10.53)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Questione pregiudiziale presentata dal Consigliere Bono in merito alle comunicazioni della Giunta regionale


PRESIDENTE

Nel corso della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari del 4 dicembre 2013 si è concordato di tenere una comunicazione da parte del Presidente della Giunta regionale in merito allo stato della trattativa tra le Regioni e il Governo nazionale sulla prossima programmazione dei fondi strutturali europei 2014-2020.
La richiesta è stata avanzata dal collega Reschigna, che rinuncia a darne motivazione in Aula, anche perché lo ha fatto la scorsa seduta.
Darei direttamente la parola al Presidente della Regione per la comunicazione.
Consigliere Bono, vuole avanzare una questione pregiudiziale sulla comunicazione?



BONO Davide

Sì.



PRESIDENTE

Me la esplichi: deve dimostrare che questo punto deve essere trattato nell'interesse dell'Aula. Prego.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ex articolo 71 del Regolamento interno del Consiglio regionale, chiedo di valutare una questione pregiudiziale.
La scorsa settimana abbiamo fatto un'ampia discussione sul tema che tutti conosciamo, cioè sullo scandalo "Rimborsopoli", e il Presidente Cota non era presente.
Non vi è occasione più ghiotta, quindi, se non quella di oggi, visti i molti impegni del Presidente Cota, di poter anticipare una discussione sui rimborsi, su ciò che ha dichiarato alla Magistratura e ai giornali il Presidente Cota e su quello che coinvolge tanti Consiglieri, quasi tutti.
Io, Presidente, le ho portato un po' di scontrini da parte dei cittadini, raccolti in piazza...



PRESIDENTE

No, per favore! Presidente Bono, per favore!



BONO Davide

E in più anche un paio di mutande!



PRESIDENTE

Invito i Questori...
Per favore!



BONO Davide

Non le ho trovate verdi, però...



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.
Chiedo l'intervento dei Consiglieri Questori.



BONO Davide

Il Presidente Cota potrà far rimborsare anche queste dai cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Per cortesia, togliamo la parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Se ci vuole informare in merito, la ringrazio e chiedo...



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.55 riprende alle ore 10.56)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Consigliere Bono, mantiene la questione pregiudiziale?



BONO Davide

Sì.



PRESIDENTE

Qualche Consigliere regionale desidera intervenire contro la questione pregiudiziale testé avanzata? Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Ritengo decisamente opportuno ascoltare la relazione del Presidente Cota sui fondi europei.
Stiamo parlando, effettivamente, di fondi che, come giustamente aveva fatto presente nella richiesta il Partito Democratico, sono molto importanti per tutto il Piemonte.
Riterrei giusto e doveroso, quindi, seguire l'ordine proposto dall'o.d.g. Grazie.



PRESIDENTE

Nella trattazione del punto 3) all'o.d.g., "Comunicazioni della Giunta regionale", il Presidente Bono ha presentato, ex articolo 71 del Regolamento interno del Consiglio regionale, una questione pregiudiziale e sospensiva, introducendo una questione preliminare: come abbiamo ascoltato ritiene che prima di questo punto debba essere trattata la questione inerente la situazione politica.
Pertanto, se viene mantenuta la questione pregiudiziale, la stessa dovrà essere posta in votazione.
intervenuto in modo contrario il Presidente del Gruppo della Lega Nord, Mario Carossa.
Vi ricordo che chi voterà "sì" acconsentirà la questione pregiudiziale mentre chi voterà "no" sarà favorevole al mantenimento della comunicazione del Presidente Cota in merito alla questione dei fondi 2014-2020.
Vi ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sulla questione pregiudiziale presentata dal Consigliere Bono.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Comunicazioni della Giunta regionale in merito allo stato della trattativa tra le Regioni e il Governo nazionale sulla prossima programmazione dei fondi strutturali europei 2014-2020 (atto d'indirizzo collegato: mozione n. 1144)


PRESIDENTE

Procediamo, quindi, con le comunicazioni della Giunta regionale, di cui al punto 3) dell'o.d.g.
Prego, Presidente Cota.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Innanzitutto vorrei ringraziare i colleghi dell'opposizione per aver presentato questa proposta, perché dà modo all'Assemblea di dibattere su questa partita, che è molto importante.
una delle partite fondamentali per quanto riguarda il reperimento di risorse per i programmi strategici che la Regione intende attuare per i prossimi anni.
Nel fare questa breve relazione introduttiva, premetto che sono tre sostanzialmente, le questioni che vorrei sviluppare.
La prima è legata all'azione che la Regione Piemonte ha svolto in sede europea, quindi in sede di Commissione europea e in sede di rapporto e di collaborazione con le altre Regioni europee, in particolare con le cinque Regioni dell'Euroregione alpina-mediterranea.
Il secondo blocco di considerazioni riguarda, invece, l'azione del Governo italiano, diciamo così, e le proposte che sono arrivate, sia pure in sede tecnica, dallo stesso.
La terza riflessione è relativa al lavoro che la Regione Piemonte sta facendo sul fronte interno, quindi dal punto di vista dell'individuazione dei criteri che serviranno, poi, per sviluppare programmi sul nostro territorio, con il maggior coinvolgimento possibile di tutte le forze economiche, sociali e produttive.
Cominciamo dal primo aspetto.
La Regione Piemonte ha attivamente partecipato a tutte le fasi di predisposizione del nuovo periodo di programmazione dei fondi strutturali sia in sede europea, sia insieme alle altre Regioni italiane nell'ambito della Conferenza delle Regioni e in tutte le sedi di interlocuzione con il Governo italiano.
Già a partire dal 2010 la Regione Piemonte ha partecipato, insieme alla maggioranza delle Regioni europee più sviluppate, ad un'iniziativa di sensibilizzazione svolta nei confronti della Commissione Europea, affinch fosse garantito un adeguato livello di finanziamento delle politiche di sviluppo di tutte le Regioni, attraverso le risorse della politica regionale europea.
Nel corso dei mesi successivi la Regione è intervenuta in tutte le sedi di negoziato, formale ed informale, per far sì che la dimensione della partita finanziaria fosse adeguata e i contenuti del quadro regolamentare fossero in linea con le traiettorie di sviluppo del nostro territorio.
Nell'ambito della Conferenza delle Regioni, il Piemonte ha fatto parte del Gruppo di contatto con il DPS (Dipartimento per le Politiche dello Sviluppo), che ha predisposto l'istruttoria tecnica dei blocchi negoziali esaminati dal Consiglio.
A Bruxelles le posizioni regionali sono state veicolate direttamente alla Commissione Europea. In particolare, ho incontrato il Commissario alla politica regionale Hahn, insieme al Presidente della Regione Rhône-Alpes Jean-Jack Queyranne, per consegnargli la posizione delle cinque Regioni partner dell'Euroregione Alpi-Mediterraneo, sul tema della programmazione 2014-2020.
Quindi, alcune delle riunioni che abbiamo svolto in sede di Euroregione alpina-mediterranea sono state finalizzate a costruire tra le nostre Regioni, che sono realtà omogenee, una posizione comune in rapporto ai fondi strutturali e anche in rapporto ad un possibile impiego dei fondi strutturali, attraverso progetti e programmi che possono riguardare la Euroregione alpina-mediterranea.
In particolare, che cosa abbiamo chiesto ad Hahn? Abbiamo chiesto che ci fosse una particolare attenzione in favore di ricerca, sviluppo innovazione, piccole e medie imprese, turismo e cultura. E abbiamo espresso la nostra preoccupazione a fronte di una strategia che vedevamo volta a rinazionalizzare la gestione dei fondi strutturali, quindi a fronte di una rinazionalizzazione di una politica che, invece, doveva essere una politica regionale.
L'abbiamo fatto incontrando la Commissione Europea e inviando le nostre proposte e il nostro lavoro anche al Parlamento europeo ed al Comitato delle Regioni.
Questa intensa fase preparatoria ha portato dei risultati che giudico positivi. Infatti, c'è stata una modifica del quadro regolamentare in corso d'opera e, in particolare, sono state ampliate le tipologie degli interventi ammissibili. Ad esempio, sono stati inclusi il turismo e la cultura, così come si è optato per una maggiore flessibilità alle priorità di investimento.
diminuito il carico amministrativo e burocratico, sistemando alcune farraginosità assurde, ma si è anche reso possibile l'utilizzo dei Fondi in previsione delle strategie macro-regionali europee. In questo senso proprio il lavoro a livello di macroregione alpina-mediterranea, quindi a livello delle cinque Regioni.
Molte di queste richieste sono state accolte dal Parlamento Europeo e in sede di preparazione della posizione nazionale, si sono trovati anche soddisfacenti punti di accordo.
Pertanto, ne è scaturito da questo punto di vista un disegno coerente in linea con le priorità della strategia "Europa 2020", e che indirizza la programmazione delle Regioni verso il raggiungimento degli obiettivi di una ritrovata crescita attraverso politiche di sostegno alla ricerca, allo sviluppo, all'innovazione in favore delle piccole e medie imprese, della green economy, della clean economy e a favore di interventi volti ad incentivare l'occupazione, in particolare dei giovani, attraverso gli strumenti dell'istruzione, della formazione e di una migliore corrispondenza alle caratteristiche del mercato del lavoro.
Questa parte, cioè questi concetti, rispondono in maniera puntuale alle caratteristiche del nostro territorio e del nostro sistema produttivo nonché alle problematiche economico-sociali che ha il nostro sistema produttivo. Mi riferisco al sistema piemontese, che ha delle specificità rispetto a tutte le altre realtà o a buona parte delle altre realtà regionali.
Alla fine di tutto questo, il volée finanziario destinato alle Regioni più sviluppate, categoria cui appartiene il Piemonte insieme al resto del Centro-Nord, è stato salvaguardato da parte dell'Europa, con una dotazione complessiva di circa 50 miliardi, di cui sette miliardi destinati alle nostre Regioni, cioè alle Regioni italiane, a fronte di una quota che, per quanto riguarda il periodo 2007-2013, era di 6,3 miliardi.
A fronte di questo, quali problemi si sono manifestati? Si è manifestata una doppia criticità a livello di Governo italiano. E questa doppia criticità dipende da due fattori.
Il primo: lo Stato garantirà un cofinanziamento limitato rispetto al precedente periodo di programmazione 2007-2013, perché ha annunciato di assicurare un cofinanziamento limitato. In sostanza, il cofinanziamento che lo Stato vuole prevedere è pari soltanto al 35% della dotazione dei Fondi Europei, con una perdita netta, rispetto al periodo precedente - cioè perdita 2007-2013 e 2014-2020 - di un miliardo. Quindi, non mette un miliardo, ci toglie un miliardo.
Dall'altro lato - e questo è il secondo elemento - il DPS (il Dipartimento per le Politiche dello Sviluppo) a livello tecnico ha formulato una proposta di riparto non ufficiale di questo monte tra le Regioni. È una proposta che per il momento è a livello tecnico, però, per quanto ci riguarda, è inaccettabile.
Di questo discuteremo nei prossimi giorni e ne discuteremo a cominciare da giovedì mattina, quando avremo un incontro.
Perché è inaccettabile? Perché in quel riparto sono stati introdotti dei criteri che non sono rappresentativi della realtà socio-economica (o quanto meno della nostra realtà socio-economica) e che sono troppo ancorati unicamente a due dati: il dato della superficie e il dato della popolazione.
Invece, noi abbiamo evidentemente altre esigenze e abbiamo altri problemi, che poi vi enuncerò, ma che sono legati, ad esempio, al tasso di disoccupazione, all'utilizzo della cassa integrazione guadagni straordinaria. Non abbiamo solo il numero di abitanti e i chilometri quadrati di estensione della nostra Regione, ma anche quel tipo di criticità e quel tipo di difficoltà, che legittimano l'impiego di fondi europei, affinché vengano superate e venga migliorato il livello di competitività del sistema. È propria questa la finalità degli aiuti e degli interventi da parte dell'Unione europea.
Questo è il punto.
La Regione, a fronte di queste due criticità, ha manifestato da subito la propria contrarietà a questo metodo eccessivamente penalizzante e non coerente rispetto alle reali condizioni delle Regioni e degli obiettivi dei fondi, perché non va dimenticato che il Fondo Sociale Europeo riveste un ruolo determinante nella realizzazione - appunto - delle politiche per il lavoro, per la formazione, per l'istruzione, per l'inclusione e per il contrasto alle situazioni di marginalità e di povertà.
Queste dinamiche non sono state intercettate dai criteri proposti dal DPS. Inoltre, va segnalato un altro aspetto.
Per questa programmazione è stata prevista l'attivazione di cinque PON (Piani Operativi Nazionali) del valore di due miliardi di euro, che dovrebbero garantire ai territori una ricaduta, in termini di risorse finanziarie, proporzionali al riparto.
Questi due miliardi riguardano le Regioni del Centro-Nord. D'accordo? A ciascuna Regione verrà garantita una quota corrispondente al riparto complessivo dei fondi. Se, per esempio, alla Regione Piemonte dovesse essere assegnato un 15% della dotazione FESR più FSE, anche il prelievo del PON si attesterà su questa percentuale del 15%.
Ora, sui contenuti e sulle modalità di attivazione di tali PON restano delle perplessità, in quanto il Governo ha reso noto solo i titoli dei PON e non il loro contenuto.
Tale circostanza, tra l'altro, rende più difficile la scrittura dei nostri POR, cioè dei nostri Piani Operativi Regionali, che rischiano di proporre delle sovrapposizioni rispetto ai PON, cioè a questi Piani Operativi Nazionali.
Ora, questo negoziato di riparto si trasferisce in sede politica, dove le Regioni attendono una proposta da parte del Governo, una proposta ufficiale, una proposta che sia effettivamente rappresentativa delle reali ed oggettive situazioni delle diverse Regioni, tenendo in debito conto indicatori quali, ad esempio, il tasso di disoccupazione e l'utilizzo della cassa integrazione guadagni straordinaria, che ben fotografano lo stato reale delle Regioni, molto più di elementi asettici, quali il numero degli abitanti e i chilometri quadrati.
Inoltre, per quanto riguarda la programmazione del Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Regionale, fondo che finanzierà il nostro Piano di Sviluppo Rurale, il negoziato, che è la terza gamba di tutti gli interventi europei dei fondi strutturali, è in fase più arretrata: si può stimare una futura dotazione finanziaria in linea con l'attuale programmazione 2007 2013, ma anche qui è intenzione dello Stato attivare un PON valido per tutte le Regioni, di cui però si resta in attesa di conoscere i contenuti onde evitare il rischio di sovrapposizione degli interventi.
Ci aspetta, nei prossimi giorni, un'azione che ovviamente intendiamo condurre in modo chiaro e in modo deciso, per fare in modo che il Governo cambi rotta e che, da un lato, si assuma le proprie responsabilità - visto che sempre si scarica sugli altri e in questo periodo le Regioni sono il bersaglio - di questo ennesimo taglio di risorse che mette in difficoltà i territori, e, dall'altro, si assuma la responsabilità di criteri di riparto che siano, dal nostro punto di vista, più oggettivi - giusti e oggettivi perché l'obiettivo dei fondi comunitari è quello che ho cercato di illustrare nell'intervento.
La terza considerazione riguarda la nostra azione, come Governo regionale, perché l'obiettivo è avere le risorse, che poi ovviamente vanno impiegate in programmi che siano efficaci, per quanto riguarda lo sviluppo del nostro territorio.
Devo dire che la Regione Piemonte ha una tradizione molto positiva, da questo punto di vista, che va avanti da anni. Noi non abbiamo assolutamente elementi di criticità nella gestione dei fondi comunitari e non abbiamo elementi di criticità nei programmi che abbiamo messo in campo. Quando si dice che noi spendiamo tutti i soldi, più del 100%, è perché ovviamente cerchiamo di avere anche un cuscinetto di fronte a possibili incongruenze ed imprecisioni che si potrebbero sviluppare, o a difficoltà burocratiche che si potrebbero sviluppare nel tempo, quindi siamo bene attrezzati in proposito.
Per quanto riguarda la preparazione della programmazione 2014-2020, nel novembre 2012 la Giunta regionale ha presentato al partenariato piemontese le principali direttrici per la nuova programmazione, così come una prima analisi di contesto integrato, su cui innestare i cardini strategici delle politiche di sviluppo regionale per il 2014-2020. Da quel momento, bench sia il quadro finanziario pluriennale sia il pacchetto regolamentare fossero lungi dall'essere approvati, si è avviata una fase di analisi strategica e di dialogo particolarmente ampia, che è ancora in corso e proseguirà durante tutta la fase specificamente dedicata alla redazione delle proposte operative, fino, poi, alla definitiva approvazione dei POR e del PSR da parte della Commissione europea, del nostro POR e della nostra PSR.
La Giunta regionale ha predisposto un documento strategico unitario che è stato sottoposto a consultazione partenariale già dal mese di luglio 2013, attraverso presentazioni pubbliche, incontri di approfondimento e consultazioni online sul sito della Regione.
Il documento strategico unitario è stato approvato dalla Giunta lo scorso 11 novembre; successivamente, è stato trasmesso a questo Consiglio regionale per la sua definitiva approvazione.
Tale documento programmatico costituisce la base del lavoro di redazione del POR e del PSR, che è già in corso.
Anche i documenti operativi saranno sottoposti ad un dialogo partenariale ampio, così da consentire a tutti i portatori di interesse piemontesi di offrire il proprio contributo alla prossima programmazione.
A tal fine, oltre agli strumenti formali e informali già esistenti (Comitati di sorveglianza, tavoli di lavoro, incontri pubblici) la Giunta ha deciso l'istituzione - è una novità - di un Comitato di partenariato allargato, proprio come assise di confronto permanente sulla programmazione regionale.
Al fine di rafforzare le esigenze di integrazione tra i diversi fondi e di concentrazione delle risorse su obiettivi di investimenti prioritari, la Giunta ha, inoltre, istituito una specifica Cabina di regia.
Infine, siamo interessati - non solo disponibili, ma fortemente interessati - ad attuare un'ampia condivisione delle linee strategiche di programmazione 2014-2020 con questo Consiglio. Non intendiamo limitarci a dibattere sull'entità dei fondi. Questo è comunque un tema importante sicuramente da non sottovalutare, perché la partita in questo momento è quella; poi, da un punto di vista tecnico, ci sono i tecnici che elaborano i programmi, però è anche giusto non discutere soltanto dei fondi, bensì entrare nel merito e discutere sulle linee strategiche di quelli che sono i programmi. Ciò anche perché i fondi strutturali rappresentano risorse vitali per lo sviluppo della nostra Regione. Vitali, visto il comportamento dello Stato centrale e visti i nostri gradi di libertà, nel senso che oggi senza un sistema di federalismo fiscale, abbiamo un lavoro molto a compartimenti: noi, cioè, gestiamo la sanità, però è una gestione con i fondi che ci dà lo Stato; gestiamo i trasporti, ma lo facciamo con i fondi che ci dà lo Stato.
Allora, sia per quanto riguarda l'agricoltura ma anche per quanto riguarda le politiche sociali e lo sviluppo del nostro sistema industriale queste sono risorse importanti per poter decidere, programmare e mettere in campo dei modelli.
chiaro, quindi, che questo è un tema molto importante.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Cota.
La Presidenza valuta di sospendere la seduta per 30 minuti, in quanto procederemo ad anticipare subito, alle 11.30 in Sala Viglione al primo piano, l'incontro già previsto per le ore 13 con i delegati della FIOM.
I nostri lavori, pertanto, riprenderanno alle 12.05 e si protrarranno fino alle 13.30, per recuperare questa mezzora, e alle 13.30 incontreremo la delegazione degli studenti.
Dico a chi è interessato all'incontro con la FIOM che ci troviamo al primo piano.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.21 riprende alle ore 11.22)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Vi prego di riprendere posto.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio a Sua Eccellenza signora Dolma Gyari Ministro degli Interni del Governo tibetano


PRESIDENTE

Mi scuso soprattutto con l'interessata per questa mattina difficile.
Desidero, a nome dell'Assemblea e mio personale, porgere il saluto a Sua Eccellenza signora Dolma Gyari, Ministro degli Interni del Governo del Tibet, che abbiamo già avuto modo di incontrare e che ci onora della sua presenza.
Grazie, signor Ministro, del grande onore che ci ha voluto riservare.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Anche davanti all'Assemblea, desidero rinnovare l'impegno della Regione Piemonte - è presente anche il suo Presidente - e del Consiglio regionale con l'attività della nostra Associazione per i diritti umani a sostegno delle vostre battaglie di libertà e democrazia.
Grazie per la visita.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.23 riprende alle ore 12.21)


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Comunicazioni della Giunta regionale in merito allo stato della trattativa tra le Regioni e il Governo nazionale sulla prossima programmazione dei fondi strutturali europei 2014-2020 (atto d'indirizzo collegato: mozione n. 1144) (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Sulle comunicazioni della Giunta regionale, si può intervenire cinque minuti per chiarimenti, a norma dell'articolo 56, comma 1: i nostri lavori quindi, continueranno con cinque minuti ciascuno per chiarimenti. Come sapete, inoltre, dovremmo cercare di concludere entro le ore 13.30, orario in cui è previsto l'incontro con la delegazione degli studenti.
Il primo intervento è della Consigliera Bresso; prego.



BRESSO Mercedes

Proprio perché il tempo è poco, noi prendiamo atto della parte relativa alle comunicazioni che ha fatto il Presidente Cota sulla componente negoziale europea e preliminare, che deve ancora concludersi e relativamente alla quale ci aspettiamo quindi di capire, in merito al documento di programmazione (il POR regionale), quando e dove sarà il luogo per discuterne anche il questa sede. Lei ha dato questa disponibilità e noi attendiamo di capirlo, perché il tempo a questo punto stringe, visto che mi risulta che quasi tutte le Regioni sono pronte, con i loro Stati, a chiudere gli accordi a Bruxelles.
La mia impressione, quindi - per carità, non certo solo per responsabilità della Regione, ma soprattutto dell'insieme Stato-Regioni italiane - è che la situazione sia di grave ritardo. Noi dovremmo essere pronti, perché...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera Bresso. Chiedo, se fosse possibile, un po' di attenzione. Grazie.
Prego, continui, Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

Dicevo che dovremmo essere pronti perché dal 1° gennaio dovremmo in teoria aver già siglato un accordo - oramai non ce la faremo più - e poter iniziare ad usare, in particolare, il Fondo Sociale Europeo, la cui urgenza è assoluta; e credo che di questo l'Assessore Porchietto sia ben cosciente.
La questione per cui abbiamo chiesto questa comunicazione e per cui interveniamo e presenteremo una mozione è invece la partita relativa alla trattativa.
Ribadisco che, prima di tutto, chiediamo di essere coinvolti direttamente nella parte di valutazione del documento di programmazione regionale, in modo che il Consiglio, in tempi molto brevi, sia in grado di dire la propria e di valutare la proposta. Soprattutto, però, siamo molto preoccupati per lo stato della trattativa, che in questo momento non è solo una trattativa o una proposta tecnica, ma che già si configura coma una proposta di riparto nazionale - non tecnica, ma anche politica - nella quale la preoccupazione è per l'accoppiata Lombardia-Lazio, entrambe con un aumento rilevantissimo delle risorse: nel riparto sui fondi per la competitività delle Regioni, infatti, la Lombardia passerebbe dal 10,47 al 18,25% e il Lazio avrebbe ottenuto un po' meno, ma passerebbe comunque dal 13,89 al 15,33%.
Sono entrambe Regioni che hanno subito molto meno di altre la crisi la crisi l'hanno subita tutti, per carità - ma, essendo Regioni della finanza e del terziario pubblico (soprattutto di finanza la Lombardia soprattutto del terziario pubblico il Lazio), hanno sicuramente subito molto meno la crisi - d'altronde, i dati economici del PIL lo dicono - di quanto non l'abbiano subita il Piemonte e anche il Veneto, cioè le Regioni più industrializzate, che quindi la patiscono, come abbiamo sentito ancora pochi minuti fa, in maniera pesantissima.
Allora, il Piemonte passerebbe da una percentuale che era del 15,06 ad una percentuale del 12,96 e quindi con una riduzione di risorse, anche in assoluto rispetto a quelle della volta scorsa, pur essendo queste aumentate. È vero che, diminuendo il cofinanziamento nazionale, questo riduce anche un po' l'impegno della Regione nel cofinanziamento stesso; e questo non è un elemento negativo, tenuto conto delle difficoltà complessive di bilancio del sistema Paese. Ma le risorse dell'Unione europea sono superiori e quindi noi, legittimamente, ci saremmo aspettati in una trattativa almeno il mantenimento della percentuale precedente, che avrebbe significato qualche risorsa in più. Invece, in questo caso, noi avremmo una riduzione assoluta di stanziamenti rispetto al passato.
Ora, è chiaro a tutti, sia per quanto riguarda il Fondo Sociale Europeo sia per quanto riguarda il FESR (il Fondo Europeo di Sviluppo Rurale), che queste sono risorse essenziali per il futuro di questa Regione, che ha bisogno di veder ripartire la propria economia e di provare a cogliere quei pochi, per il momento pochissimi, segnali di ripresa che si stavano iniziando a sentire. Il Piemonte ha bisogno soprattutto di riprogettare completamente il proprio futuro.
Ora, queste risorse sono essenziali. L'obiettivo di questa discussione e della mozione che noi proponiamo è chiedere al Presidente e agli Assessori che tratteranno - non sappiamo chi lo farà - di mantenere fermissima una posizione: non è possibile che una delle Regioni che ha più pagato per la crisi, soprattutto a causa della propria struttura produttiva (ognuno ha una propria configurazione produttiva e da quella deve partire anche per riprogettare il proprio futuro), addirittura veda calare la propria percentuale di riparto e, per quella via, anche le proprie risorse pur in una situazione di aumento complessivo delle stesse.
Questo, secondo noi, è un punto assolutamente centrale e su questo noi chiediamo che ci sia un preciso impegno da parte del Consiglio che serva anche a rafforzare la Regione nella trattativa; ma chiediamo soprattutto che non si molli rispetto ad altre Regioni, andando a vedere tutti i parametri strutturali e non certo il parametro popolazione-territorio perché quello è rimasto uguale alla volta scorsa, non è cambiato. Ciò che dovrebbe determinare il nuovo riparto è la realtà dei parametri economici.
Mentre, invece, con un ritorno indietro, cioè un sovrappeso dei parametri popolazione-territorio, si dà di più a chi dovrebbe avere di meno in base all'andamento reale delle economiche, anche in termini comparativi.
Questo è il nostro obiettivo in questa discussione. Non vogliamo discutere in termini polemici, ma vogliamo che la Regione Piemonte abbia una posizione unica su questa trattativa, ma che cerchi di rafforzare le condizioni, molto difficili oggi, della trattativa.
Quando esiste una proposta sul Tavolo sappiamo tutti quanto poi sia difficile tornare indietro rispetto alla proposta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Do per condivise le questioni che ha posto la Consigliera Bresso nel suo intervento, ma per economia dei nostri lavori mi limito a focalizzare il mio intervento su pochissimi punti flash.
Primo punto. Il fatto che noi abbiamo chiesto una comunicazione del Presidente della Giunta regionale sullo stato della trattativa Governo Regioni relativamente alla prossima assegnazione dei Fondi strutturali non significa assolutamente, dal nostro punto di vista, come Gruppo consiliare che stiamo entrando in una fase diversa da quella che abbiamo denunciato con molta forza nelle settimane scorse. Anzi, questa comunicazione è assolutamente coerente con quanto il Gruppo regionale del Partito Democratico afferma da alcune settimane. Che bisogna andare al più presto al voto, perché questa legislatura ha sciolto le sue potenzialità e le sue capacità di essere utile per la comunità piemontese, ma bisogna farlo mettendo a posto tre questioni fondamentali. A noi stanno a cuore le sorti e il futuro della comunità piemontese.
Le tre questioni fondamentali sono: definizione degli strumenti che riguardano l'assegnazione e le politiche sui fondi strutturali, legge di bilancio e manutenzione della legge elettorale.
Secondo punto. Lei è stato molto burocratico nella sua relazione Presidente Cota, ma voglio solo dirle una cosa. La situazione dello stato della trattava in corso era talmente grave che, se non ci fosse stata la richiesta del Gruppo consiliare del Partito Democratico di discutere in Aula del tema, nessuno, all'interno della realtà piemontese, si sarebbe accorto che il Piemonte stava uscendo in condizioni di svantaggio nella ripartizione dei criteri.
Bisogna che ci si metta d'accordo rispetto a questi elementi e a queste situazioni. Siamo noi che abbiamo posto in Consiglio regionale questo tema siamo noi che l'abbiamo posto nella discussione politica pubblica attraverso gli organi di comunicazione, altrimenti, ancora la settimana scorsa, emergevano, da parte della Giunta regionale, quadri sicuramente più rassicuranti, invece di una condizione che noi non vogliamo che avvenga e che accada.
Terzo punto. Lo dico pari pari, come sono capace.
Non abbiamo nessuna difficoltà ad andare contro i criteri che il Dipartimento per le politiche di sviluppo ha definito, immaginato e proposto sul riparto dei fondi strutturali sulla programmazione 2014-2020.
Riteniamo che questi criteri danneggino gravemente le aspettative e i bisogni della comunità piemontese e dell'economia piemontese. Non abbiamo nessuna difficoltà, Presidente Cota, ad andare contro anche nei confronti delle Regioni di centrosinistra, come la Regione Lazio, che uscirebbero sicuramente e fortemente avvantaggiate da questi criteri di ripartizione che si fondono esclusivamente su parametri come popolazione e territorio.
Le chiediamo la stessa autorevolezza nei confronti della Regione Lombardia e della Regione Veneto. Ripeto, chiediamo la stessa autorevolezza nei confronti della Regione Lombardia e della Regione Veneto che avrebbero assieme alla Regione Lazio, una ripartizione dei fondi strutturali, in occasione della prossima programmazione 2014-2020, che sicuramente li avvantaggerebbe rispetto alle sorti che, invece, potrebbero capitare alla comunità piemontese.
Allora questo è il momento, veramente, di essere il Presidente della Regione Piemonte; è il momento, sostanzialmente, di arrivare a mettere in campo il complesso delle richieste che la Regione Piemonte avanza su questi temi.
Sotto questo aspetto, la nostra mozione dice sostanzialmente una cosa: a queste condizioni il Piemonte non deve firmare l'accordo Stato-Regioni, a queste condizioni il Piemonte non può sottoscrivere un accordo che svantaggerebbe fortemente il futuro dell'economia piemontese.
Non firmi. Non voti e non firmi quel tipo di intesa e quel tipo di accordo. Questo è il senso netto e preciso della mozione che abbiamo presentato, Presidente Cota.
L'ultima considerazione la faccio in relazione all'ultima parte del suo intervento, quella che faceva riferimento alla definizione di un documento di programmazione strategico a livello piemontese, che cerchi sostanzialmente di definire su quali assi fondamentali indirizzare la prossima programmazione in Piemonte dei Fondi strutturali.
A me sembra che siamo molto indietro; a me sembra che, alla luce delle discussioni e dei documenti che stanno circolando, emerga una dimensione un po' vecchia, un po' continuistica della gestione dei fondi strutturali.
A me sembra che corriamo lo stesso rischio, che è quello della dispersione degli interventi in una pluralità di assi e di azioni che non consentirebbe, sostanzialmente, di finalizzare tutto ciò in modo efficace verso elementi di possibile crescita dell'economia piemontese.
La prossima discussione che ci auguriamo si sviluppi in fretta in Commissione, e poi in Consiglio regionale attorno alla proposta di deliberazione, deve rappresentare questo salto di qualità. Non è immaginabile che si usino politiche vecchie per affrontare condizioni che sono drammaticamente nuove.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Come Gruppo della Lega Nord, non abbiamo assolutamente nessun problema a dire all'Aula e all'opposizione che non avremmo saputo far di meglio.
Sicuramente, avremo fatto di peggio.
Siamo assolutamente d'accordo con questa mozione che ho letto attentamente, soprattutto per quanto si chiede. Siamo assolutamente d'accordo e noi intenderemmo non solo votarla, ma anche firmarla.
Non ho molta esperienza in politica, ma in questi casi ritengo sia inutile e controproducente, come certe volte avviene, presentare mozioni simili e votarle solo per aver detto che l'abbiamo presentata noi. Concordo con il Consigliere Reschigna che bisogna mettere sotto la lente di ingrandimento questo problema; un problema che esiste e che, al di là di polemiche che ci possono stare per altre cose e in altre momenti, non dovrebbe assolutamente dividere un'Aula consiliare.
Il Gruppo della Lega Nord, con il sottoscritto per primo, firmerà questa mozione e la voterà convintamente. Lo dico molto chiaramente.
Il Consigliere Reschigna diceva che il Gruppo del Partito Democratico è pronto ad andare anche contro una Regione governata dal centrosinistra. Io dico chiaramente che, se non voglio essere strangolato da Roma, non voglio neanche essere strangolato da Milano.
Ho assistito, come tanti di voi, all'incontro con la FIOM. Sulla questione parleremo oggi pomeriggio. Si sentono delle realtà che già conosciamo, ma quando le senti dal vivo ti prendono ancora di più. Sono situazioni che non si spiegano dato il livello delle fabbriche piemontesi ma comunque un dato di fatto è certo: il Piemonte, più di altre regioni proprio per il suo tessuto imprenditoriale, sociale e quant'altro è stato toccato da questa crisi.
Ritengo che un riparto dei fondi comunitari che sia effettuato solamente in base al numero di abitanti e al numero di chilometri quadrati della Regione Piemonte è, non voglio dire, assolutamente sbagliato, ma incompleto, quantomeno.
Bisogna sicuramente prendere altri dati e fare in modo che il Piemonte che - ripeto - è una delle Regioni più colpite in questi anni dalla crisi economica, possa usare i fondi europei, e noi sappiamo usarli bene. Come ha detto prima il Presidente Cota, non solo da adesso, ma da diversi anni, la Regione Piemonte sa usare bene i fondi europei, quindi dobbiamo, perch ritengo che sia un obbligo sul quale il Governo centrale deve sostenerci con le nostre capacità, tutti quanti assieme, riuscire a superare questa crisi. Certo è che, se ci tagliano le gambe, diventa sempre più difficile.
Ribadendo che sottoscriveremo la mozione, ribadisco anche che il Gruppo della Lega Nord convintamente voterà a favore. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Carossa.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anch'io ritengo che la discussione in materia sia, ovviamente importante. Auspico che non si esaurisca soltanto nella discussione in Aula di oggi, anche se, come ho detto, avrei gradito parlare di altri argomenti.
Chiedo quindi che sia possibile anche discuterne in una Commissione competente, alla presenza sia del Presidente Cota, che ha le deleghe sulla materia, sia dei funzionari preposti dalla Regione Piemonte, e di poter essere continuamente aggiornati sul tema.
in effetti, uno dei temi fondamentali per la costruzione del bilancio previsionale, sia l'annuale 2014 che il pluriennale 2014-2016.
Francamente, essendo risorse che la Regione Piemonte ha utilizzato bene almeno bene nella quantità; poi, per quanto riguarda la qualità, possiamo e dobbiamo discuterne, perché possiamo e vogliamo fare dei rilievi - ritengo importante avere una ripartizione che sia correlata anche a situazioni di crisi.
Forse è già stato detto, ma il Piemonte era, tra le Regioni del Nord quella che ha subito di più i colpi della crisi, quindi ha dati di disoccupazione più elevati, anche per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, del Nord. È una situazione di difficoltà che ci avvicina forse di più alle Regioni del Centro piuttosto che alle nostre vicine geografiche.
Sono stati colpiti soprattutto alcuni settori, che ovviamente conosciamo tutti, che erano i settori forti, ma anche di ultraspecializzazione, di filiera appunto, che connotavano i nostri territori, tra cui soprattutto l'indotto automobilistico a Torino e il tessile nel Biellese (per citare quelli più importanti). È ovvio che, nel momento in cui va in crisi un settore, magari anche per errori di investimenti o, comunque, per la saturazione del mercato - ci sono tante tematiche che sono da valutare - dobbiamo anzitutto utilizzare i fondi strutturali, ma utilizzarli bene anche...
andato via il Presidente Cota. Aspetto il suo rientro.



PRESIDENTE

C'è il Vicepresidente e altri Assessori. Abbia pazienza.



BONO Davide

Ma le deleghe le ha il Presidente Cota.
Per una volta che è in Consiglio, penso che possa rimanerci ancora una mezz'oretta ad ascoltare non soltanto me, ma anche i colleghi che devono intervenire successivamente.



PRESIDENTE

Va bene. Si sieda, grazie.
Consigliere Cantore, lei può intervenire anche con la presenza del Vicepresidente? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cantore; ne ha facoltà.



CANTORE Daniele

Grazie, Presidente.
C'è il mio amico Vicepresidente Pichetto, non potrei fargli questo torto, quindi mi rivolgo a lui.
Penso che oggi, a fronte della esaustiva relazione del Presidente della Giunta regionale, ma anche di questa ottima mozione che è stata spiegata dai Consiglieri Bresso e Reschigna, si possa dire che il Consiglio regionale del Piemonte marcia unito su una vicenda molto importante.
Peraltro, non è la prima volta che dobbiamo affrontare degli ostacoli a livello nazionale; ne è testimone anche la Presidente Bresso, che nella scorsa legislatura riuscì a ribaltare il tavolo. Dobbiamo riconoscerglielo nel senso che riuscì a portare a casa più di quanto sperassi.
Voglio riconoscerglielo pubblicamente, perché altre cose magari non gliele riconosciamo, ma questo è importante. Tra l'altro, abbiamo questa cifra da mantenere proprio perché nella passata legislatura la Presidente Bresso riuscì, anche in relazione al ruolo che aveva in quel periodo, a portare diversi fondi in Piemonte.
Come dicevo prima, questa è una vicenda che va avanti da tanto tempo. I colleghi ricorderanno che in passato, come dire, le misure e i criteri tenevano solo conto della popolazione, del territorio e dello stato di crisi di quel territorio. Tuttavia, quando l'Europa si è aperta nei confronti dei Paesi dell'Est, prima ancora che questi aderissero all'Unione Europea, i fondi comunitari europei sono stati giustamente indirizzati verso questi Paesi. Quindi, il criterio della popolazione e dell'estensione del territorio è saltato proprio perché allora si disse che si doveva dare un segnale nei confronti di questa Europa che si allargava, quindi questi elementi non vengono considerati più indispensabili.
Oggi ritorniamo, invece, a dei criteri che a mio avviso, ma è già stato detto, non possono essere accettati, nel senso che la situazione politica economica è più complessa rispetto ad alcuni anni or sono. Mi pare che non si possa accettare questo voluto/non voluto asse tra la Lombardia e il Lazio e che tutte le altre Regioni, compreso il Piemonte, si debbano fare carico di un'equa distribuzione dei fondi sul territorio.
In particolare, per noi, in questa situazione di crisi, un riequilibrio, passando da un tavolo tecnico a un tavolo politico, è molto importante. Quindi anch'io, a nome del mio Gruppo, ritengo che questa mozione presentata dal PD non solo sia votabile, ma se i colleghi lo accettano, noi la firmeremo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cantore.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Intervengo anche se non c'è il Presidente. Dispiace un po', ma fa lo stesso.
Anzitutto, vorrei dire che ho firmato questa mozione presentata dal Consigliere Reschigna, ma mi fa piacere che sia condivisa da tutti. Perch stiamo vivendo un momento, come abbiamo visto stamattina, molto difficile più di quanto si possa pensare.
Nell'incontro con le organizzazioni sindacali, con la FIOM in particolare, di questa mattina sono stati illustrati alcuni elementi e situazioni veramente difficili, veramente di degrado, che mettono in difficoltà intere famiglie, ma anche l'intero nostro Piemonte.
Per quanto riguarda le assegnazioni da parte dell'Unione Europea per il 2014 e il 2012, in questo caso per la Regione Piemonte, dico che sono perfettamente d'accordo con chi è intervenuto, perché ritengo che non siano sufficienti.
Non è giusto continuare così! Noi siamo cittadini europei e siamo orgogliosi di esserlo, ma non dobbiamo essere sempre penalizzati nei confronti di altre Regioni. Sappiamo tutti che esistono delle Regioni a regime speciale che prendono 100 volte di quello che prende la Regione Piemonte! Questo non è giusto, perché le montagne, le carenze, la viabilità ce l'abbiamo anche noi, forse più di loro, e siamo penalizzati a questo riguardo.
Voglio fare un invito al Presidente Cota, visto che è arrivato, di non firmare quell'accordo con le altre Regioni, perché con questi parametri che sono stati elencati è un'ingiustizia che la Regione Piemonte subisca questi tagli drastici. Non è giusto, perché qui c'è gente che lavora e gente che soffre, come da altre parti, o forse di più, poiché fino ad oggi tutta la nostra gente ha lavorato e ha dato delle notevoli opportunità di lavoro.
Ecco perché in un momento di crisi non dobbiamo essere "ridotti" con questi tagli, ma dobbiamo sostenere questa fase con lo scopo di avere un maggior finanziamento per il bene dei nostri piemontesi.



PRESIDENTE

Consigliere Bono, se vuol concludere il suo intervento, prenda pure la parola.



BONO Davide

Grazie, Presidente. Ringrazio il Presidente Cota di essere rientrato.
Dicevo che le risorse che vengono impiegate (risorse strutturali e fondi europei) sono ovviamente importanti e fondamentali, a maggior ragione in un momento di crisi, perché se negli anni precedenti potevano essere indirizzate per politiche di sviluppo, adesso devono essere dirette verso politiche soprattutto di difesa dei livelli occupazionali e quindi di formazione per quanto riguarda l'FSE e di sviluppo per quanto riguarda il FES.
Chiaramente il termine sviluppo deve essere coniugato con gli aggettivi che prevedono la sostenibilità, sia nel senso del tempo (quindi investimenti che generino poi delle ricadute stabili sul territorio, e non solo fugaci, relative agli investimenti stessi) sia dal punto di vista occupazione, oltre che dal punto di vista dei prodotti. Di conseguenza occorrerà valutare bene le strategie considerate dalla Regione Piemonte nel documento strategico unitario approvato l'11 novembre e che adesso è all'analisi delle parti. In questo documento dovranno essere analizzati con attenzione anche i potenziali campi su cui sarebbe meglio investire per un maggiore ritorno. Questo è il dato forse rilevante.
Oggi è importante concentrarsi sulla quantità, perché è quella ovviamente la battaglia del momento. Subito dopo, dovremo fare una forte valutazione, possibilmente anche condivisa, sulla qualità, sugli indirizzi su cui immettere quelle risorse.
In definitiva, voterò anch'io favorevolmente alla mozione. Ho gia preso contatti, ovviamente, sia con i Consiglieri del nostro movimento che con i parlamentari per dare un segnale anche da parte del nostro movimento su questo tema, e rinnovo l'invito a poter affrontare quanto prima il tema appena avremo delle informazioni in I Commissione, possibilmente alla presenza sia del Presidente Cota che dell'Assessore Pichetto.



PRESIDENTE

stata depositata la mozione n. 1144, avente ad oggetto "Proposta di riparto alle Regioni da parte del Ministero dello Sviluppo Economico Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica dei Fondi Strutturali 2014-2020", il cui primo firmatario è il Consigliere Reschigna.
Vi è la necessità di illustrarla, Consigliere Reschigna o possiamo riassumere l'intervento che lei ha fatto? No. Bene. Allora comunico che si sono aggiunte parecchie firme.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Vorrei prendere la parola, Presidente.



PRESIDENTE

Prego.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Prendo la parola semplicemente per dire che do parere favorevole alla mozione presentata e sottoscritta anche dai componenti della maggioranza perché rispecchia il contenuto del mio intervento introduttivo.



PRESIDENTE

Vi è la necessità di replicare sulla mozione, Consigliere Reschigna? No. Bene.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla mozione n. 1144, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale Preso atto che il Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica - in data 13 novembre 2013 ha presentato i criteri di riparto territoriale dei Fondi Strutturali e Fondo Sviluppo e Coesione nella programmazione 2014-2020.
Che per quanto riferito al Fondo Sviluppo e Coesione nei documento del DPS sono previsti, nel settennio di programmazione, circa 55 miliardi di Euro da ripartire per l'80% alle Regioni del Mezzogiorno e per il 20% alle regioni del Centro- Nord; a queste ultime spetterebbe, in termini reali un importo pari a poco più dì 11 miliardi di Euro nel settennio, comprensive di risorse comunitarie e cofinanziamento nazionale.
Che il riparto, effettuato in base a criteri che tengono conto della dimensione (popolazione e superficie) e degli indicatori di svantaggio (crescita, occupazione, servizi essenziali e inclusione sociale) è risultato fortemente penalizzante per la Regione Piemonte, che vedrebbe ridotte le proprie risorse rispetto allo scorsa programmazione 2007-2013 di oltre 350 milioni di Euro, passando da 1.800 milioni a 1.450 milioni circa, (-20%), scendendo quindi, da una percentuale del 15,06% a quella del 12,96%.
Che nel denunciare tale situazione, non si può non sottolineare come nel riparto proposto dal Ministero, risultino viceversa avvantaggiate Regioni come la Lombardia e il Lazio, territori dove la crisi non ha i connotati e il peso di quella che sta subendo la nostra Regione, per effetto di attività (finanza nella prima e Stato nella seconda) che ne hanno attenuato sensibilmente gli esiti. In particolare la Lombardia aumenterebbe le proprie risorse per oltre 700 milioni e il Lazio per 250, con percentuali sul totale che passano rispettivamente dal 10,47 al 18,25%, e dal 13,89 al 15,33%.
Che la riduzione di risorse al Piemonte appare tanto più incomprensibile se si considera che il totale delle risorse comunitarie da ripartire aumenta rispetto a quello del 2007 - 2013.
Che riteniamo che la proposta del Ministero vada pertanto decisamente rigettata, non ritenendola nei termini presentati, neanche negoziabile chiede al Presidente e alla Giunta Regionale una decisa e forte presa di posizione in occasione della loro partecipazione ai tavoli di concertazione nazionali, per garantire al Piemonte una quantità di fondi adeguata alla situazione socio economica in atto, che non risulti almeno inferiore alla quantità di risorse assegnate nella scorsa programmazione di fondi strutturali e conseguentemente di non sottoscrivere un accordo basato sui citati criteri di riparto".
Il Consiglio approva.
A causa del protrarsi dei lavori della mattinata e dell'incontro con gli studenti in Sala Viglione che, a questo punto, anticipiamo subito, la convocazione del Comitato di solidarietà delle ore 14 è annullata Pertanto, il Comitato di solidarietà sarà svolto in altra data, mentre alle ore 14.30 ci rivediamo in Aula per la trattazione del sindacato ispettivo ex articolo 100 del Regolamento.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.51)



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