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Dettaglio seduta n.395 del 03/12/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



(I lavori iniziano alle ore 14.32 con l'esame del punto 3)


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 1833 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Ritardi nell'erogazione del Bonus bebè alle famiglie"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", iniziamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1833.
La parola alla Consigliera Cerutti, per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Poiché è un'interrogazione normale, mi avvalgo della possibilità della replica.



PRESIDENTE

Stiamo trattando le interrogazioni a risposta indifferibile e urgente quindi non è prevista la replica.



CERUTTI Monica

Non mi sembrava un'interrogazione indifferibile e urgente.



PRESIDENTE

Verifichiamo, ma agli atti a noi risulta indifferibile e urgente. Come ritiene procedere?



CERUTTI Monica

Allora, la illustro.
Noi abbiamo presentato quest'interrogazione in quanto abbiamo pensato che la questione del bonus bebè fosse una questione importante anche per il valore politico cui è stato dato questo progetto.
Ricordiamo che il Presidente Cota aveva presentato la sua proposta di introdurre il bonus bebè al meeting di Comunione e Liberazione ancora nell'estate 2010. Quindi, consideriamo che questo progetto sia stato soprattutto uno strumento ideato per avere una risonanza politica più che per dare un vero sostegno alle famiglie piemontesi.
Quindi, abbiamo monitorato attentamente quello che è il suo funzionamento e abbiamo riscontrato quelli che sono stati dei ritardi.
Ritardi denunciati all'interno dell'interrogazione e rispetto ai quali ci aspettiamo una risposta, proprio perché nell'anno 2012 la Regione Piemonte a messo a disposizione delle famiglie il bonus bebè del valore complessivo di 250 euro; ricordiamo che ne ha diritto ogni bambino nato dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2012 e residente in Piemonte, la cui famiglia abbia un reddito ISEE non superiore a 38 mila euro.
Per accedere al bonus bebè della Regione Piemonte i genitori avrebbero dovuto presentare la richiesta agli sportelli dell'Azienda Sanitaria entro il 30 aprile 2013.
Ricordiamo, inoltre, che la Giunta regionale, con deliberazione del 28 dicembre 2012 ha modificato la modalità di erogazione del bonus bebè, che ora viene erogato tramite liquidazione per cassa presso sportello bancario.
A noi risultava, nel momento in cui abbiamo presentato l'interrogazione, che alcune famiglie avessero presentato la documentazione necessaria per poter godere del contributo regionale, ma non avessero ancora ricevuto, essendo già ad avanzato 2013. Quindi, anche ad oltre un anno di distanza dalla richiesta.
Le famiglie che si sono rivolte agli Uffici regionali per avere delucidazioni in merito si sono sentite rispondere che non si era in grado di stabilire con precisione le tempistiche necessarie a liquidare i contributi autorizzati.
Quindi, con l'interrogazione abbiamo chiesto quante richieste sono state effettuate entro il 30 aprile 2013; quanti i bonus bebè erogati e quanti ancora da erogare; quali siano le tempistiche per l'erogazione delle richieste in sospeso e poi anche per quale motivo si sia deciso di passare dai voucher ai contanti per l'erogazione del bonus.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.
La parola all'Assessore Quaglia, per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Le richieste per il bonus bebè 2012, effettuate dai genitori aventi diritto entro il 30 aprile 2013, sono state 14.900.
Le liquidazioni effettuate alla data odierna sono state 14.654 ed i mandati emessi 14.644. La discrasia tra liquidazioni e mandati pari a dieci è dovuta ai casi dei gemelli.
Risultano incassati 13.650 mandati.
I circa 1.000 mancanti, in parte, sono in fase di pagamento e, in parte, soggetti ad accertamento. Quest'ultima fattispecie ricorre soprattutto per i casi di indirizzo del destinatario non registrato correttamente o cambio di residenza non comunicato.
In questi casi, la corrispondenza, emessa dalla Tesoreria regionale e indirizzata al genitore richiedente, da utilizzarsi per l'incasso ritorna inevasa alla Tesoreria dagli Uffici Postali.
Infine, per le circa 250 richieste non ancora inserite in procedura per il pagamento, sono in corso le verifiche sugli errori segnalati dal sistema per dati errati (codici fiscali, dati anagrafici, eccetera) Con deliberazione n. 44-5166 del 28 dicembre 2012, la Giunta regionale ha modificato la modalità di erogazione del bonus bebè 2012 da carnet contenente voucher a liquidazione per cassa tramite sportello bancario, a causa delle problematiche verificatesi nel corso dell'espletamento della procedura di evidenza pubblica che avrebbero determinato l'allungamento dei tempi previsti, oltre al rischio di complessi, lunghi e costosi contenziosi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Quaglia.
Sospendiamo i lavori per pochi minuti, in attesa che arrivi l'interrogante della prossima interrogazione calendarizzata.



(I lavori, sospesi alle ore 14.39 riprendono alle ore 14.42)



PRESIDENTE

I lavori riprendono.


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1844 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Eventi turistici e culturali organizzati dalla Regione Piemonte in vista dell'Expo 2015"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1844.
La parola al Consigliere Boeti, per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Ho presentato quest'interrogazione perché è un argomento del quale non si occupa il Consiglio regionale e sono curioso di capire, considerata la ricchezza da un punto di vista storico ed architettonico della nostra Regione e considerato anche quello che il Presidente Cota e il Presidente Maroni dicono frequentemente, ossia che l'Expo sarà un'occasione di rilancio e di lavoro in comune sia del Piemonte che della Lombardia, mi piacerebbe capire quali sono le manifestazioni che si intendono organizzare.
Ho anche una piccola preoccupazione. Abitando a Rivoli, città che è proprietaria del Museo d'Arte contemporanea, museo e castello che sono stati per molti anni un punto di riferimento per la Regione. Nel senso che molte delle iniziative culturali o anche gli eventi che la Regione ha organizzato si svolgevano in quel castello.
Dopo l'apertura, giustamente, della Reggia di Venaria quel museo è stato abbandonato completamente. La mia preoccupazione è che...
Aspetto che l'Assessore abbia finito.



(Commenti in aula)



BOETI Antonino

Tanto non abbiamo un granché da fare, quindi...
Dicevo, la mia preoccupazione è che tutti gli eventi culturali di cui si ipotizza l'organizzazione in Piemonte si facciano tutti alla Reggia di Venaria.
Se dipendesse da Ciro, si farebbero tutti ad Alba. Però, mi pare che non abbia competenza, forse, su questa questione, oppure sei tu che rispondi perché lui non c'è. Tutti sanno che Alberto Cirio è l'Assessore al territorio, lo hanno definito in questo modo, insomma.
Allora, quello che volevo capire è se ci sono eventi organizzati in vista, che cosa si pensa di fare, se si vuole finalmente - ormai mi sono arreso a questa questione - valorizzare il circuito delle residenze reali ammesso che esista un circuito delle residenze reali.
Se vogliamo vendere i pacchetti turistici che comprendono il Piemonte e le sue residenze reali, probabilmente, occorre farlo nel 2014, visto che l'evento avrà luogo nel 2015. Insomma, chiedo se ci state lavorando, se state facendo qualcosa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
La parola per la risposta all'Assessore Quaglia, che interviene su delega del Presidente.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
In relazione all'interrogazione presentata va precisato che la Regione Piemonte, in data 13 luglio 2012, ha siglato con il Commissario Generale dell'Expo Milano 2015 e con la Regione Lombardia un "Protocollo di collaborazione per il governo del sistema delle eccellenze regionali e la definizione di attività condivise a supporto dell'Expo Milano 2015", che prevede e consente l'avvio di un marketing territoriale integrato e sostenibile a livello dell'intera area padano-alpina, in grado di porre le basi per la sistemazione delle reti di eccellenze regionali e di ottimizzare le ricadute territoriali di Expo 2015.
A seguito della sottoscrizione del protocollo, sul territorio piemontese si sono svolti importanti incontri di avvicinamento all'evento Expo, quali l'International Participants Meeting, ossia uno dei momenti più significativi nella realizzazione delle Expo, in cui l'ente organizzatore presenta a tutti i Paesi partecipanti lo stato di avanzamento del progetto svoltosi, con grande successo di adesioni, presso la Reggia di Venaria nei giorni 2, 3 e 4 ottobre 2013 (con anche un workshop presso il Lingotto), e il Seminario territoriale di progettazione partecipata rivolto al quadrante nord-ovest, tenutosi a Vercelli l'8 novembre scorso.
La Regione Piemonte, di concerto con il Comune e l'Unione delle Provincia piemontesi, l'Unione delle Camere di Commercio del Piemonte e una rappresentanza delle Fondazioni bancarie, ha inoltre istituito una cabina di regia interistituzionale avente il compito di sfruttare al meglio la grande occasione fornita dall'esposizione universale, attraverso l'organizzazione di eventi culturali e la promozione turistica.
In sede di riunione della cabina di regia è emerso che il Comune di Torino sta ultimando la programmazione degli eventi culturali a forte richiamo turistico che si svolgeranno nel 2015 ed, in particolare, nel semestre di Expo, la quale, una volta ultimata, sarà resa nota agli interroganti. Analogamente, la Regione sta raccogliendo le proposte di attività che provengono dal territorio e dal canto suo sta organizzando un piano strategico sia per quanto attiene agli eventi turistici, sia per quanto riguarda gli eventi culturali.
In merito a quest'ultima organizzazione, si sono già svolti degli incontri con i rappresentanti delle Province piemontesi. C'è un sistematico contatto con organizzazioni anche del territorio, di cui fanno parte le Fondazioni; in particolare, penso alla Provincia di Asti dove esiste un tavolo Expo a cui partecipa la Provincia, il Comune di Asti, l'ATL, la Fondazione e la Camera di Commercio, che sta raccogliendo il calendario degli eventi prioritario della provincia, che verrà inserito in quello regionale. È un modello che ogni territorio sta predisponendo.
Sotto il primo punto di vista si intende attivare iniziative promozionali quali la partecipazione a fiere e borse turistiche da declinarsi in tema Expo. È inoltre prevista la predisposizione di pacchetti turistici sui quali la Regione ha coinvolto il sistema delle Aziende Turistiche Locali.
In ambito di programmazione e promozione culturale, i prossimi mesi di avvicinamento ad Expo saranno segnati da un'attenzione particolare a raccogliere ogni input e sinergia da attuarsi in occasione dell'esposizione universale 2015, sia in relazione al tema conduttore dell'Expo, sia più in generale a promuovere e valorizzare beni culturali ed eventi già consolidati e di richiamo di turismo sul territorio.
Molte iniziative di maggiore prestigio nell'ambito dello spettacolo dal vivo e delle attività cinematografiche, già nel 2014, potranno orientare la programmazione e dedicare un'attenzione particolare all'imminente Expo 2015. Con lo stesso intento la Regione sta sensibilizzando le principali istituzioni culturali del territorio (il Museo Nazionale del Cinema, il Teatro Stabile di Torino, il Teatro Regio di Torino, la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus, la Fondazione Teatro Piemonte Europa e la Fondazione Accademia Montis Regalis di Mondovì) ad una programmazione che sia mirata alla trattazione delle tematiche relative al tema conduttore dell'esposizione universale del 2015.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Quaglia.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1843 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Dichiarazione dello stato di calamità naturale per gli eventi atmosferici che hanno colpito il Piemonte dal maggio 2013 ad oggi"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1843.
La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

I cambiamenti climatici che stanno insorgendo in questo momento nel nostro Paese hanno determinato numerosi eventi calamitosi di grande rilievo, che hanno colpito molte province della nostra regione. Ricordo l'ultimo, quello del 24 agosto, dove, nelle zone di Rivoli, di Collegno, di Grugliasco e di Alpignano, il danno subito dai coltivatori è stato ingente.
Ho presentato un'interrogazione all'Assessore all'agricoltura, che sulla questione mi ha già risposto, ma anche gli enti locali hanno avuto molti danneggiamenti. Il danno ipotizzato per il Comune di Rivoli si aggira intorno al milione e 200 mila euro.
Credo che i Comuni abbiano fatto la loro parte, cioè lo abbiano segnalato alla Regione e allo stesso tempo abbiano chiesto all'ente regionale il riconoscimento dello stato di calamità. Però, non mi è chiaro qual è il percorso rispetto al quale la Regione si muove per assegnare ovviamente, se ci sono le risorse necessarie - un contributo agli enti locali che hanno subito questo danno.
Quindi, domando all'Assessore se sta succedendo qualcosa. Se i Comuni devono prendere atto del corso degli eventi e pagarsi i danni o se, invece c'è la possibilità di ricevere un sostegno economico da parte della Regione per i danni subiti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia, per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La risposta è composita: una parte riguarda i Comuni per gli eventi calamitosi e una parte riguarda l'Assessorato all'agricoltura, nello specifico la Direzione Agricoltura, per lo stato di calamità e l'agricoltura, perché le procedure sono diverse. Quindi, c'è anche una competenza diretta rispetto all'allocazione delle risorse nazionali che dovremo girare sia ai privati che ai Comuni.
Per quanto riguarda gli eventi meteorici intensi succedutisi dal 27 aprile al 19 maggio 2013, che sono stati oggetto di richiesta di stato di emergenza, ai sensi della legge n. 225/1992, così come modificata dalla legge n. 100/2012, tale richiesta è stata formalizzata con tre note inviate dalla Regione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e, in questo caso, al Dipartimento della Protezione civile, già in corso degli stessi eventi, dapprima in data 3 maggio 2013 e 14 maggio 2013, e infine in data 24 maggio 2013.
Con deliberazione del Consiglio dei Ministri del 26 giugno 2013, è stato dichiarato lo stato di emergenza in conseguenza degli eventi per 90 giorni; a seguito di specifica richiesta in data 11 settembre 2013, lo stato di emergenza è stato prorogato di ulteriori 90 giorni, con scadenza quindi, al 23 dicembre 2013.
L'Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione civile n. 107 del 23 luglio 2013, recante "Primi interventi urgenti di protezione civile in conseguenza delle eccezionali avversità atmosferiche verificatesi nei giorni dal 27 aprile al 19 maggio 2013 nel territorio della regione Piemonte", ha nominato il Direttore alle Opere pubbliche Difesa del suolo ed economia montana e Foreste della Regione quale Commissario delegato per il superamento dell'emergenza derivante dagli eventi in oggetto con oneri a carico dell'assegnazione di cinque milioni di euro. Ricordo a tutti, perch sia in Commissione che in Consiglio erano già state presentate le domande e noi abbiamo un dossier rispetto alla ricognizione dei danni che è notevolmente superiore alla cifra che è stata riconosciuta con questa prima assegnazione.
Sulla base di ciò, il Commissario delegato ha emesso un'ordinanza in data 22 ottobre 2013 con la quale è stato approvato il Piano di interventi più urgenti da finanziare a seguito degli eventi in oggetto per l'importo di 4.997.000,00 euro; gli interventi sono riferiti esclusivamente ad opere pubbliche di competenza comunale. Gli Enti beneficiari sono stati informati e le operazioni di rientro alla normalità sono regolarmente avviate.
Copia dell'ordinanza era in allegato ad un'interrogazione della Consigliera Pentenero di qualche settimana fa.
Per quanto riguarda il comparto agricolo, invece, è utile precisare che lo "stato di calamità" da parte della Regione Piemonte non riveste rilevanza (nel senso che non è la Regione che si deve obbligatoriamente fare promotrice), essendo codificate le procedure di riconoscimento dell'eccezionalità dell'evento calamitoso fin dai tempi della nascita del Fondo di Solidarietà Nazionale in Agricoltura, rispetto al D. lgs. 102/04.
Detto questo, il primo riconoscimento dell'eccezionalità dell'evento viene effettuato dalla Giunta Regionale, sulla base delle relazioni di Province e Comunità montane competenti per il territorio, che fanno pervenire entro il termine di sessanta giorni dalla conclusione dell'evento avverso. Nella relazione, affinché l'evento si possa considerare eccezionale, deve risultare un danno così grave il cui ripristino superi la soglia del 30% del valore della produzione lorda aziendale (inclusa quella zootecnica, nel caso dei danni a strutture agricole).
Nell'anno in corso finora sono state delimitate, con DGR del 23 luglio 2013, le zone colpite da piogge persistenti a carattere alluvionale dal 30 aprile ai 31 maggio 2013, e con DGR del 22 ottobre 13 le trombe d'aria e i nubifragi del 29 luglio e del 19, 25 e 26 agosto 2013. La prima delle due deliberazioni, trasmessa al competente Ministero, ha già ottenuto il riconoscimento con Decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 31 ottobre scorso.
ora arrivato l'Assessore Sacchetto, sulla cui disponibilità eventualmente, mi faccio parte verso il Consigliere Va sottolineato, però, che la gran parte dei danni alle produzioni agricole, per quanto gravi, può essere risarcita solo attraverso la stipula di polizze assicurative agevolate. Infatti, il Piano assicurativo nazionale, previsto dal D. Lgs. 102/04, fissa ogni anno le colture, gli eventi assicurabili e i Comuni in cui l'assicurazione agevolata è possibile (nel caso del Piemonte si tratta di tutto il territorio regionale).
Per le colture assicurabili contro la grandine e il vento, sotto qualsiasi forma, nonché pioggia, siccità e altri eventi - e in Piemonte sono state praticamente tutte comprese - non sono più ammissibili, in alternativa, gli aiuti compensativi che un tempo erano previsti dalla L.
185/92, abrogata da anni.
In realtà, nella sintesi, il legislatore ha incentivato l'assicurazione, assistita dal concorso dello Stato nel pagamento del premio assicurativo, vedendo in essa l'unico mezzo in grado di sostenere efficacemente e con sollecitudine i redditi agricoli in caso di calamità atmosferiche. Coloro che non assicurano i propri raccolti agricoli si assumono responsabilmente l'intero rischio e non hanno diritto ad altri interventi.
La copia delle due risposte sono disponibili. Credo che l'Assessore Sacchetto possa poi entrare nello specifico. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Quaglia.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1820 presentata dal Consigliere Tiramani, inerente a "Appalto per i servizi di pulizia dell'ASL di Vercelli"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1820.
La parola al Consigliere Tiramani, per l'illustrazione.



TIRAMANI Paolo

Grazie, Presidente.
L'interrogazione, che è molto semplice, riguarda un bando di gara che l'ASL di Vercelli ha esperito nel mese di marzo 2010, che ha vinto una cooperativa, che giustamente presta opera. Nel bando si diceva che i termini di pagamento erano da contratto di 90 giorni, ma con le difficoltà economiche della Regione i tempi di pagamento sono esattamente raddoppiati 180 giorni.
Questo vuol dire che questa "povera" cooperativa ha mediamente, così mi viene riferito, circa un milione di euro di mancati pagamenti sui quali ovviamente, si pagano interessi non da poco.
Pertanto, so che dopo la mia interrogazione, per una casualità sono stati ripartiti dei fondi in più per tutte le ASL e che l'ASL di Vercelli ne ha avuto comunque una buona fetta. Credo che con quei 32 milioni di euro che ha avuto abbia potuto sanare questo tipo di posizione. Tuttavia, mi chiedo anche se la Regione non faccia attenzione a questi tipi di problematiche perché, nel momento in cui il contrasto viene meno perché è esaurito il proprio termine, è chiaro che tutte queste cooperative e aziende chiederanno gli interessi di mora. Quindi, potrebbe essere un danno veramente grande a posteriori per la Regione Piemonte.
Chiedo, anzitutto, se è vero quanto mi è stato riportato e che cosa s'intende fare per delle situazioni analoghe che sicuramente esistono in questa Regione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Tiramani.
La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
In relazione all'interrogazione in oggetto, volta a conoscere i tempi di pagamento dell'ASL di Vercelli alla cooperativa di pulizia che ha aggiudicato, nel 2010, l'appalto per tale incarico, come ricordava il Consigliere Tiramani, come da nota del Direttore amministrativo, si comunica che l'ASL ha provveduto in data 18 ottobre 2013 a pagare il servizio di pulizia e sanificazione erogato dalla cooperativa in questione ad aprile 2013, per un valore complessivo di 304.375,45 euro.
L'Assessore Cavallera, che questa mattina era disponibile a rispondere lui stesso alle interrogazioni, mi ha poi pregato di comunicare che, in questo mese, sono state sbloccate le parti di CAF riferita all'applicazione del Decreto legislativo n. 35/2013 e quindi sono in corso di pagamento ed erogazione gli altri pagamenti.
Pur non avendo il dato specifico, che verrà dato al Consigliere, per in questo mese si stanno effettuando gli altri pagamenti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Quaglia.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1811 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Reintegro ai sensi di legge di un dipendente"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1811.
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Il signor P. A. fino al 1994 ricopriva il ruolo di Direttore amministrativo all'Ospedale Maggiore di Novara.
Nell'agosto dello stesso anno veniva arrestato con l'accusa di concussione. A seguito del procedimento, ritornava in libertà, quindi veniva scagionato da ogni accusa, veniva riammesso a lavoro, ma trasferito dall'Ospedale all'Ufficio di assistenza sanitaria di base, con una deliberazione dell'ASL, allora USL di Novara, del 1994.
Tale deliberazione risultava irregolare in quanto non notificata e resa esecutiva solo a partire dal 16 gennaio dell'anno successivo, periodo in cui, appunto, l'USL che l'aveva emanata non esisteva più essendosi trasformata in ASL 13.
Nel settembre 1996 veniva sottoposto a giudizio della Commissione disciplinare e licenziato senza apparente giusta causa; nel 1997 veniva ancora coinvolto in una serie di indagini, con un avviso di garanzia per finanziamento illecito dei partiti, procedimento che si risolve con assoluzione in appello nel 2003 per insussistenza del fatto. Lo stesso soggetto (P. A.) ha richiesto - ai sensi di legge - il ripristino del rapporto di impiego.
In data 4 luglio 2012 il Ministero della Salute, nella persona del Direttore generale vicario, comunicava di aver trasmesso istanza di reintegro a codesto Assessorato della Regione Piemonte, dopo aver effettuato le verifiche di competenza. Seconda la nostra risultanza non è ancora stata data risposta positiva a questa domanda di reintegro, quindi abbiamo inteso, anche su sollecitazione dell'interessato oltre che le segnalazioni da parte dei cittadini, interrogare la Giunta per sapere se ha notizie in merito e se volesse spiegarci i passi successivi. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Quaglia; ne ha facoltà.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

In riferimento all'interrogazione in oggetto, si rappresenta che il Ministero della Salute, con nota n. 30748 del 4 luglio 2012, ha trasmesso alla scrivente Amministrazione regionale e all'Azienda Ospedaliera Maggiore della Carità di Novara l'istanza di reintegro del funzionario in questione per le valutazioni e le ritenute iniziative di competenza.
Per parte regionale, si è provveduto a riscontrare al Ministero (trasmettendo il riscontro, per conoscenza, anche all'Azienda Ospedaliera Universitaria) con nota n. 21743 del 10 agosto del 2012: in tale nota, la Regione specificatamente rappresentava che "sull'intera vicenda nessun potere di intervento è posto in capo alla Regione, in quanto trattasi di questione di natura meramente gestionale di competenza aziendale".
Infatti, il contenzioso tra le Aziende del Servizio Sanitario Regionale e i loro dipendenti, a maggior ragione a seguito del processo di aziendalizzazione avvenuto nel Servizio Sanitario iniziato col decreto legislativo n. 502 del 1992, va intrapreso e concluso tra i due soggetti coinvolti, ossia il datore di lavoro - l'Azienda Sanitaria Regionale - e il dipendente, non essendo la Regione Ente sovraordinato competente a dirimere tale contenzioso.
D'altra parte, la stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per la Funzione Pubblica, con propria nota diretta al funzionario in questione, riconosceva che per l'istanza di reintegro, come per il risarcimento del danno causato dal patrocinio infedele, sono consentiti solo i rimedi giurisdizionali a tutela delle posizioni giuridiche che sono ad esclusiva spettanza del soggetto leso. Coerentemente con tale impostazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, anche la Regione, nella propria nota già richiamata del 10 agosto 2012, confermava in capo all'interessato la scelta di esprimere rimedi giurisdizionali posti dall'ordinamento a tutela di posizioni giuridiche per un eventuale riconoscimento del diritto di reintegro, nonché per il ristoro dei danni eventualmente subiti.
Ovviamente, copia della risposta sarà fornita all'interrogante.



PRESIDENTE

Dichiaro concluso il punto.



(Alle ore 15.08 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto 3)



PRESIDENTE

all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 15.09)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Cantore, Cota e Giordano.
Il numero legale è 29.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.) - Caccia

Proseguimento esame disegno di legge n. 323, inerente a "Gestione, tutela faunistica e promozione programmata del territorio rurale piemontese" - (ai sensi dell'articolo 37, comma 4 del Regolamento interno); proposta di legge regionale n. 287, inerente a "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma" - (ai sensi dell'articolo 37, comma 4 del Regolamento interno) proposta di legge regionale n. 289, inerente a "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma" - (ai sensi dell'articolo 37, comma 4 del Regolamento interno); proposta di legge regionale n. 137, inerente a "Modifiche alla legge regionale del 4 settembre 1996, n. 70 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) e successive modifiche e integrazioni"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 323 "Gestione, tutela faunistica e promozione programmata del territorio rurale piemontese" - (ai sensi dell'articolo 37, comma 4 del Regolamento interno); proposta di legge regionale n. 287 "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma" (ai sensi dell'articolo 37, comma 4 del Regolamento interno); proposta di legge regionale n. 289 "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma" - (ai sensi dell'articolo 37, comma 4 del Regolamento interno) proposta di legge regionale n. 137 "Modifiche alla legge regionale del 4 settembre 1996, n. 70 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) e successive modifiche e integrazioni" - (ai sensi dell'articolo 37, comma 4 del Regolamento interno), di cui al punto 4) all'o.d.g.
Vi ricordo brevemente l'iter di questi provvedimenti: nella seduta antimeridiana del 24 settembre è iniziato l'esame del punto in titolo.
Hanno illustrato i provvedimenti l'Assessore Sacchetto e i Consiglieri Lupi, Stara e Buquicchio. Sono intervenuti alcuni Consiglieri in fase di discussione generale.
Nella seduta pomeridiana del 24 settembre 2013 è proseguita la discussione generale e sono intervenuti altri Consiglieri.
Nella seduta antimeridiana del 1° ottobre si è conclusa la discussione generale.
Nella seduta pomeridiana del 15 ottobre l'Assessore Sacchetto, nel suo intervento, comunica la propria disponibilità a riaprire un tavolo di lavoro sul tema in oggetto che era stato posto all'attenzione in particolare dalle opposizioni.
Il tavolo ha svolto i suoi lavori e, come ricorderete, nella seduta antimeridiana del 12 novembre l'Assessore Sacchetto ha informato l'Assemblea sui lavori svolti dal Gruppo di lavoro e sulla necessità di tornare ad esaminare in sede consiliare il testo così come rivisto.
Pertanto, da lì dobbiamo ricominciare.
Procediamo, quindi, con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 304) presentato dai Consiglieri Biolé, Stara: all'articolo 1 il comma 1 è soppresso.



PRESIDENTE

BIOLE' Fabrizio (fuori microfono)



PRESIDENTE

Possiamo considerarlo illustrato.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 1) è dichiarato irricevibile.
Emendamento rubricato n. 63) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara: al capo I, articolo 1, comma 1, riga 1, sostituire le parole "attuazione dell'articolo 5" con le parole "ottemperanza all'articolo 5".
Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Approfitto dell'illustrazione dell'emendamento per fare una considerazione sullo stato dei lavori.
Forse varrebbe la pena riprendere il discorso sul lavoro svolto fino ad oggi, anche perché abbiamo avuto la disponibilità, e quindi l'apprezzamento dal punto di vista metodologico, da parte dell'Assessore.
Purtroppo, però, il risultato, per quanto ci riguarda, ci vede ancora fortemente critici. Le questioni fondamentali vengono, in pratica, espunte dal testo e rimandate a decisioni della Giunta regionale.
Il disegno di legge proposto dall'Assessore Sacchetto ricalca, in larga misura, i contenuti della vecchia legge regionale n. 70/96 (quella che fu abrogata per impedire lo svolgimento del referendum regionale previsto nel giugno 2012), con una differenza sostanziale, che non è una mera inezia: mi riferisco alla mancata definizione del calendario venatorio, che viene demandato ad un provvedimento della Giunta regionale.
Da questo punto di vista, quelli che sono gli aspetti più importanti (specie cacciabili, giornate di caccia, estensione della stagione venatoria, carnieri giornalieri e stagionali) vengono sottratti all'esame del Consiglio regionale e diventano argomento esclusivo della Giunta. Per tali motivi, non ci sentiamo di condividere questo passo e chiederemmo all'Assessore un'ulteriore riflessione per il raggiungimento di una mediazione, anche se magari non accontenterà comunque tutte le sensibilità che ci sentiamo qui di rappresentare.
La soluzione proposta, infatti, risulta essere poco trasparente e antidemocratica e crediamo che possa dare il via ad un ampliamento della pressione venatoria sulla fauna selvatica del Piemonte. A nostro avviso quindi, è necessario un ulteriore supplemento di riflessione.
Chiaramente noi, come l'Assessore potrà confermare, abbiamo dato un contributo minimo al tavolo di lavoro, però ci aspettavamo che la soluzione non fosse quella di demandare tutto alla Giunta e quindi, da questo punto di vista, vorremmo comprendere se l'Assessore ribadisce questa scelta o se invece, non ci sia la possibilità - e mi sembra che anche dei colleghi dell'opposizione lo vogliano - di presentare degli emendamenti che vanno in una direzione diversa: quella di dare delle indicazioni puntuali da questo punto di vista.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'articolo 1, comma 1, si sostituisce la parola "attuazione" con "osservanza".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anch'io intendo, in questo primo di una lunga serie di emendamenti che ho presentato, iniziare a fare delle considerazioni generali, anche perch il tenore emendativo e dunque contenutistico di alcuni documenti magari non è elevatissimo, ma serve a rappresentare una serie di ragionamenti emendamenti che ho presentato in particolar modo sull'articolo 1, fermo restando la possibilità di capire come intende procedere sia l'Assemblea legislativa sia, soprattutto, l'Assessore Sacchetto, che è anche Consigliere.
In effetti, devo dire che c'è stato un ravvedimento operoso, seppur tardivo, da parte dell'Assessore Sacchetto e dell'Assessorato che egli rappresenta pro tempore, però non siamo particolarmente soddisfatti dell'operato in generale, nel senso che lo consideriamo incompleto, almeno dalla nostra posizione politica, in quanto ha accolto degli emendamenti minimi sia del Gruppo che rappresento che del collega Muliere. O meglio: l'Assessore ha dato un parere di accoglibilità, perché ovviamente non sono ancora stati accolti non essendo ancora stati discussi.
In ogni caso, ci troveremmo, comunque, a rappresentare un testo che è ancora ben lontano dalla legge che pur siamo andati ad abrogare con un colpo di mano (penso che ormai sia passato addirittura un anno) e quindi non c'è assolutamente quell'equilibrio che noi auspichiamo tra coloro che sono (definiamoli così) pro caccia, o meglio, i cacciatori interessati alla caccia, rispetto a coloro i quali invece sono interessati, per motivi vari (ambientalismo, animalismo, ecc.), a non vedere scorazzare - chiedo scusa per il termine magari un po' rozzo e un po' forte - cacciatori nei loro terreni o nelle vicinanze, spesso anche con il verificarsi di incidenti.
Incidenti ne sono avvenuti parecchi e la Lega anticaccia ne enumera diverse decine (qualcuno, purtroppo, anche mortale) sia nel territorio nazionale che nel territorio piemontese. Poche settimane fa, proprio poco dopo l'apertura della stagione venatoria, un cacciatore è caduto sul suo stesso fucile e un colpo è partito colpendolo alla nuca; mi sembra che il cacciatore sia salvo, ma credo che abbia riportato dei danni permanenti.
Quindi, ripeto, non c'è molto equilibrio in questo disegno sulla caccia. Ho sempre detto che le responsabilità non sono tutte solo dell'Assessore Sacchetto, ma ovviamente ci sono responsabilità che risalgono non dico alla notte dei tempi, ma almeno all'anno in cui venne richiesto il referendum, che quindi hanno coinvolto un po' tutte le Giunte un po' tutti i Consigli.
Ci sono tanti emendamenti: gli Uffici mi hanno detto intorno ai 621, se non sbaglio, e personalmente penso che non siano neanche tutti quelli che i Gruppi intendono presentare. Di conseguenza, se vogliamo dare anche un'immagine positiva all'esterno, nel senso che si riesce a fare un provvedimento di legge prima che il Consiglio si trovi giustamente ingolfato - finché regge - dall'attività sul bilancio, se l'Assessore e la sua maggioranza vogliono dare un segnale maggiore di apertura verso le richieste dei Gruppi di opposizione, forse si riuscirà a lavorare un po' più costruttivamente e meno ostruzionisticamente (non è un termine della lingua italiana, ma ci siamo capiti benissimo).



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'articolo 1, comma 1, si sostituisce il valore numerico"5" con "6".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente. Proseguo brevemente nel ragionamento che stavo facendo.
Questo emendamento va a fare una modifica puntuale all'articolo 1 comma 1, sostituendo il numero "5" col numero "6" e ovviamente il tema è il tema generale della proposta di legge sulla caccia, in quanto è sicuramente un tema importante e sentito, che ha bisogno di una regolamentazione. Su questo, siamo tutti d'accordo: c'è bisogno di una legge, non si pu rimanere senza legge come siamo adesso, con un vuoto legislativo, e far vivere quindi la legge nazionale.
La legge generale prevede che, all'interno della legge cornice nazionale, ci siano le leggi regionali che delimitino in maniera al massimo più restrittiva, e non estensiva, quelle che sono le norme di legge nazionali.
Purtroppo il tema della caccia - dal 2009 con la legge sui parchi quando la precedente Giunta Bresso aveva autorizzato la caccia nelle zone naturali di salvaguardia (ZNS), che la legge nazionale non riconosceva e quindi il provvedimento era stato impugnato dalla Corte Costituzionale fino al successivo superamento con le aree contigue - è sempre stato un tema molto sentito, molto discusso e, purtroppo, vittima di molti errori legislativi e normativi da parte della Giunta.
Naturalmente le associazioni ambientaliste e animaliste fanno la loro parte, com'è giusto che sia in uno Stato democratico, ricorrendo agli strumenti che sono loro concessi dal nostro ordinamento, quindi i ricorsi ai Tribunali amministrativi e gli esposti (quando è possibile farli) alle Procure, cercando di infilarsi negli errori, nelle storture normative e legislative che le Amministrazioni compiono.
Abbiamo avuto problemi sia col Piano faunistico venatorio che col calendario venatorio, per cui serve sicuramente una legge. Su questo siamo penso, tutti d'accordo, non c'è nessuno che dica che non si debba fare una legge sulla caccia. Forse qualcuno potrebbe dire che non è questo il momento, ma immagino, Assessore Sacchetto, che lei e il suo Assessorato da tempo lavoriate su questo tema; quando penso a lei, penso soprattutto anche a tutti i dirigenti e funzionari che, con lei, lavorano e che giustamente portano avanti delle proposte di legge, facendo dei tavoli di lavoro anche con le associazioni della caccia, ecc. Però è ovvio che, come ho già avuto modo di dire molte volte, la parte politica deve essere in grado di fare una mediazione.
Quando non si trova una maggioranza, ovviamente l'opposizione potrebbe anche non partecipare. Ma il giudizio degli elettori su un'opposizione che non è mai capace di trovare almeno dei punti su cui si riesce a ragionare è riservato ai lettori.
Chiudo dicendo che la maggioranza deve mediare tra le opposte esigenze di chi è totalmente pro e vuole la totale liberalizzazione della caccia e chi è totalmente contro e non vorrebbe neanche cacciare. A lei il compito di trovare una mediazione che soddisfi entrambe le parti senza posizioni ideologiche.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 64), presentato dalla Consigliera Cerutti, è da considerarsi irricevibile: stesso contenuto normativo. Mi spiace.
Emendamento rubricato n. 65) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara: al Capo I, articolo 1, comma 1, riga 1, sostituire la parola "ritiene" con la parola "valuta".
Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento, mi trovo a ribadire le considerazioni fatte nell'intervento precedente, che sono in linea con le considerazioni che ha appena fatto il collega Bono.
Da questo punto di vista, sono anche un po' rammaricata, perch francamente abbiamo avuto modo di dare fiducia al tavolo di lavoro affinch si arrivasse a un risultato; risultato che, ripeto, non ci soddisfaceva poiché siamo firmatari di una proposta di legge - che può essere considerata una provocazione - che prevede l'abolizione della caccia.
Dopodiché, siamo consapevoli di dove ci troviamo, siamo consapevoli di tutte le sensibilità che sono all'interno di questo Consiglio, quindi auspicheremmo che si possa giungere ad una soluzione. Ma se la soluzione è sottrarre quelli che sono gli elementi di cui si vuole discutere da quella che è la possibilità di orientamento e di indirizzo del Consiglio regionale e lo si demanda alla Giunta regionale, crediamo che questo non sia il risultato di una mediazione.
Diamo atto all'Assessore Sacchetto che ha recepito alcune indicazioni che sono venute dal tavolo di lavoro, però non ci troviamo d'accordo nell'avere messo da parte quello che sappiamo essere il nodo del contendere, che, non a caso, era anche oggetto dei quesiti referendari.
Quindi, da questo punto di vista, non è una nostra pregiudiziale o un accanimento contro l'Assessore, per cui ciò che lui propone viene da noi rimandato al mittente e non accettato. Però francamente ci ha molto sorpreso questa scelta di non arrivare ad una mediazione sulla stagione sulle specie cacciabili e sulle giornate di caccia e di averlo demandato in modo anche un po' provocatorio, alla scelta della Giunta.
Se invece ci sono delle considerazioni diverse, credo che l'Assessore ce le possa illustrare in questa sede, perché crediamo che la lezione che ci è venuta da tutto ciò che è stato l'iter precedente della legge sulla caccia - quindi, della modifica della passata legge regionale n. 70 e poi la sua abrogazione e poi quello che è stato nuovamente il riesame del disegno di legge - ci insegna che o si riesce ad arrivare ad una mediazione oppure non riusciremo ad arrivare ad un risultato.
Credo che anche nell'economia più generale dei lavori di questo Consiglio, di quelle che possano essere le priorità per arrivare a definire delle risposte che, anche a detta dei colleghi della maggioranza, sono risposte che i piemontesi si attendono, non credo che i piemontesi si attendano che il Consiglio regionale passi ore ed ore a ragionare sugli emendamenti al disegno di legge sulla caccia.
Come ripeto, non è un accanimento da parte delle opposizioni, ma è semplicemente la continuazione di un'azione che avevamo messo in campo a carattere ostruzionistico, in quanto non crediamo che si sia arrivati ad un risultato che possa essere effettivamente quello di un tavolo di lavoro che presupponeva il raggiungimento di una mediazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.
Emendamento rubricato n. 384) presentato dai Consiglieri Muliere, Stara Ronzani, Rostagno, Boeti, Bresso, Motta A., Placido, Laus, Pentenero Gariglio, Manica, Reschigna, Oliva: al comma 1 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 323, le parole "l'ambiente naturale" sono sostituite dalle seguenti "l'ecosistema".
Emendamento rubricato n. 385) presentato dai Consiglieri Muliere, Stara Ronzani, Rostagno, Boeti, Bresso, Motta A., Placido, Laus, Pentenero Gariglio, Manica, Reschigna, Oliva: al comma 1 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 323, le parole "l'ambiente naturale" sono sostituite dalle seguenti "l'habitat naturale".
Emendamento rubricato n. 4) presentato dal Consigliere Bono: all'articolo 1, comma 1 si sostituisce la parola "ambiente" con "ecosistema" Comunico che l'emendamento rubricato n. 4 ha lo stesso contenuto degli emendamenti rubricati n. 384 e 385.
La parola al Consigliere Muliere per l'illustrazione degli emendamenti rubricati n. 384 e n. 385.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Siamo di nuovo all'inizio di una lunga discussione che ci vede impegnati su un disegno di legge estremamente importante.
Mi permetta, Assessore, di fare una considerazione politica e poi arrivo all'emendamento. Noi avevamo chiesto di ritornare nel gruppo di lavoro, cosa che è stata fatta e abbiamo riconosciuto questo impegno e questa volontà da parte della Giunta e, in particolare, dell'Assessore.
Mi pare che il gruppo di lavoro non abbia portato a grandi soluzioni.
Questo mi dispiace e penso ancora che una legge come questa debba trovare possibilmente un'intesa molto difficile, perché mi rendo conto che ci sono Consiglieri che non condividono, che sono contrari legittimamente a considerare l'attività venatoria come un'attività che possa stare all'interno di un equilibrio più generale.
Penso anche che su alcune questioni, su alcuni nodi uno sforzo vada ancora fatto. In particolar modo, mi riferisco all'articolo 16, che è quello che riguarda il calendario venatorio.
Pur considerando che il calendario venatorio è un atto amministrativo però in riferimento a quelle questioni che riguardano le specie, le giornate di attività venatoria eccetera, bisogna fare un ulteriore sforzo ed un'ulteriore riflessione per vedere che cosa è possibile fare compatibilmente con le sentenze che ci sono state rispetto ad altre leggi regionali. Quindi, sono questioni aperte.
Iniziamo questa discussione e da parte nostra c'è la volontà di trovare un'intesa, come abbiamo cercato di fare nel gruppo di lavoro, perch abbiamo presentato degli emendamenti di merito.
Oggi riprendiamo la discussione. Abbiamo una serie di emendamenti che tengo ad illustrare, come questo che si riferisce alla sostituzione delle parole "ambiente naturale" con "ecosistema", perché in questo caso l'ecosistema ci sembra essere la definizione migliore per presentare l'intento che abbiamo quando consideriamo una legge che parla di attività venatoria, ma in questo caso pensiamo e consideriamo l'ecosistema come l'insieme degli esseri viventi e non viventi presenti in un territorio.
Quindi, quando diciamo che vogliamo affrontare il tema dell'attività venatoria e della tutela dalla fauna, della tutela del territorio, una definizione come quella dell'ecosistema è più appropriata rispetto alla definizione di "ambiente naturale".
Illustro anche l'emendamento n. 385), che vuole sostituire la definizione "ambiente naturale" con "habitat naturale". Anche in questo caso, è una definizione sicuramente più appropriata rispetto a quella di "ambiente naturale", perché per habitat naturale si intende l'ambiente specifico in cui una determinata specie - e parliamo degli animali - vive in un contesto naturale.
Crediamo che queste due definizioni siano sicuramente più appropriate di quella che vogliamo sostituire.



PRESIDENTE

Grazie, collega Muliere.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'articolo 1 comma 1, si inserisce dopo "ambiente naturale" quanto segue ", il paesaggio".



BONO Davide

L'emendamento n. 4) non è accolto?



PRESIDENTE

L'emendamento n. 385) era inclusivo del n. 384) per medesimo argomento così come l'emendamento n. 4) di cui lei è primo firmatario. Se nell'illustrazione dell'emendamento n. 5) vuole fare un passaggio o un riferimento sull'emendamento n. 4), nulla osta.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Ci mancherebbe, non avevo capito; tanto l'emendamento n. 4) è già stato illustrato dal collega Muliere: all'insaputa reciproca, abbiamo presentato lo stesso emendamento.
Cerco sempre di rimanere molto sul generale, anche perché gli emendamenti non hanno bisogno di grande illustrazione: sono intuitivi alla semplice prima lettura.
L'emendamento n. 4), quindi, sostituisce la parola "ambiente" con la parola "ecosistema", che secondo me è un termine più corretto dal punto di vista legislativo e onnicomprensivo di una serie di interazioni che costruiscono appunto un ecosistema, rispetto alla parola "ambiente" che oramai è superata nella pratica legislativa.
Anche nell'emendamento successivo intendo aggiungere all'espressione "ambiente naturale" il termine "paesaggio", perché anche questo è un termine che oramai, dall'introduzione del Codice dei beni naturali e paesaggistici, è sempre più presente e discusso nell'agenda politica.
Questo argomento ovviamente fa parte del tema dell'attività venatoria.
(Cerco di parlare più vicino al microfono, sul brusio di fondo, per chi riporta e scrive i nostri interventi). Gli animali, ovviamente, fanno parte in senso lato in quanto esseri viventi - che per il sottoscritto dovrebbero avere, come le piante, pari dignità degli esseri umani - del paesaggio, in quanto anche la flora e la fauna - soprattutto negli ambienti alpini, nelle riserve naturali, laddove sono in numero nutrito - fanno parte della definizione più ampia di paesaggio e di contesto paesaggistico.
Spesso, per esempio, si dice che la presenza di animali rari nei parchi, grazie anche al ripopolamento, rende particolare un paesaggio e quindi anche l'attrattività turistico-ricettiva di un territorio. Lungi da me, ovviamente, voler monetizzare e rendere fruibile da un punto di vista economico la flora e la fauna, però sicuramente non possiamo neanche negare questa componente.
Rimanendo sempre sul tema generale, quindi, condivido quando detto dal collega Muliere: bisogna fare ancora delle valutazioni e degli sforzi ulteriori - detto così, magari farà un po' sorridere l'Assessore Sacchetto per cercare di ripristinare alla fine almeno il testo minimo sulla caccia (per quanto io lo possa ritenere tale), quindi il vecchio testo abrogato con l'indicazione del numero di specie, i giorni di caccia, la questione della caccia su terreno innevato e quella delle altane fisse, tema che mi sembra l'Assessore Sacchetto voglia parzialmente recepire.
L'obiettivo è quello di consegnare a questa legislatura, che oramai dal mio punto di vista sta volgendo al termine, anche se già è finita da un punto di vista politico (ma ora sta volgendo al termine da un punto di vista temporale), un testo che sia almeno neutro e quindi né sbilanciato verso i pro-caccia né sbilanciavo verso coloro i quali vorrebbero eliminarla, in modo che chi verrà dopo potrà fare le proprie considerazioni, cercando anche di seguire quello che oramai è un sentimento diffuso - dimostrato anche dalla larga partecipazione e dai risultati che si sono ottenuti al referendum sulla caccia - per cui sempre più persone considerano questa attività ludico-ricreativa o sportiva una pratica da superarsi e da lasciare ai ricordi storico-museali. Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore Tecnico "Giovanni Rivoira" di Verzuolo (CN)


PRESIDENTE

Prima di proseguire nell'illustrazione degli emendamenti, desidero porgere il saluto da parte di tutta l'Assemblea legislativa ai ragazzi della classe II B dell'Istituto Superiore Tecnico "Giovanni Rivoira" di Verzuolo: benvenuti a Palazzo Lascaris.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.) - Caccia

Proseguimento esame disegno di legge n. 323, inerente a "Gestione, tutela faunistica e promozione programmata del territorio rurale piemontese" - (ai sensi dell'articolo 37, comma 4 del Regolamento interno); proposta di legge regionale n. 287, inerente a "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma" - (ai sensi dell'articolo 37, comma 4 del Regolamento interno) proposta di legge regionale n. 289, inerente a "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma" - (ai sensi dell'articolo 37, comma 4 del Regolamento interno); proposta di legge regionale n. 137, inerente a "Modifiche alla legge regionale del 4 settembre 1996, n. 70 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) e successive modifiche e integrazioni" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame dei progetti di legge sulla caccia, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Emendamento rubricato n. 66) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara: al capo I, art. 1, comma 1, riga 1 sostituire le parole "e il territorio" con le parole ", il territorio ed il paesaggio".
Ha chiesto la parola per l'illustrazione la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Noi continuiamo in questa maratona e approfittiamo anche per fare delle considerazioni più di carattere generale. Per esempio, abbiamo potuto constatare i contenuti del Piano faunistico-venatorio che la Giunta ha approvato e adottato, anche in vista dei rilievi fatti dal TAR, constatando che i dati riferiti ad alcune specie sono dati che fanno riferimento ormai ad anni passati da molto. Per esempio, i dati sulla presenza del lupo fanno riferimento al 2007 e su altre specie si dà l'idea che si sia preso il Piano faunistico approvato dalla Giunta regionale nel 2009 e che questo con poche modifiche, sia stato ripresentato.
Non diciamo questo semplicemente per riempire il tempo, ma per spingere l'Assessore ad avere un'attenzione maggiore alle considerazioni che non rappresentano solo degli accorgimenti rispetto alla compilazione dei documenti, che sono di carattere formale, ma debbono essere di carattere sostanziale. Lo dico perché se saranno queste le adozioni da parte della Giunta - se questa legge, cioè, verrà approvata così com'è, sulla base di un Piano faunistico che non tiene conto dello stato effettivo e attuale della fauna piemontese - è chiaro che noi riteniamo che siano più che fondate delle serie preoccupazioni.
Da questo punto di vista, quindi, ci piacerebbe anche comprendere il perché sia stata data così poca attenzione al Piano faunistico-venatorio.
Per esempio, al suo interno viene affermato che sei specie oggi cacciabili sono in declino - la pernice bianca, il fagiano di monte, la coturnice, la pernice rossa, il beccaccino e la cesena - ma non compaiono nella parte normativa idonei strumenti per vietarne la caccia; e questo per stare al Piano faunistico.
Quindi, se queste considerazioni, come ripeto, sono contenute nel Piano faunistico, e poi con la legge si demanda alla Giunta la definizione del calendario, la definizione delle specie cacciabili e quindi tutto ciò che va a regolamentare in modo dettagliato la caccia in Piemonte, non possiamo appunto, che essere fortemente preoccupati per non dire contrariati.
Crediamo dunque che individuare i margini per poter fare sì che si vada ad un ulteriore affinamento del disegno presentato sia un passo necessario.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cerutti.
Emendamento rubricato n. 67) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara: al capo I, Art. 1, comma 1, riga 1 sostituire le parole "beni primari" con le parole "beni comuni".
La presentatrice intende dare il testo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dal Consigliere Bono: all'art. 1, comma 1, la parola "primari" si sostituisce con "fondamentali".
Emendamento rubricato n. 7) presentato dal Consigliere Bono: all'art. 1, comma 1, la parola "comunità" si sostituisce con "popolazione".
Emendamento rubricato n. 8) presentato dal Consigliere Bono: all'articolo 1, comma 1, s'inserisce dopo "comunità" quanto segue: "piemontese".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Continuo con un discorso generale sul testo del disegno di legge n.
323, come presentato dall'Assessore Sacchetto e tutt'oggi al nostro esame in quanto gli emendamenti oggetto di discussione nel tanto agognato tavolo prima richiesto a luglio ed ottenuto, poi ripudiato ad agosto, poi celermente resuscitato ad ottobre - non sono stati accolti. Questo testo del disegno di legge è tutt'oggi irricevibile. Irricevibile a maggior ragione oggi.
Mi perdonerà l'Assessore Sacchetto se utilizzo strumentalmente la situazione politica del Consiglio e della maggioranza per dare un ulteriore giudizio su questo disegno di legge. Non ritengo che oggi, a maggior ragione con gli accadimenti e gli avvenimenti che rendono questa maggioranza sempre più stabile e fragile, sia possibile accogliere questo disegno di legge. Non lo ritengo assolutamente.
In questo caso, se l'Assessore Sacchetto intende portare a casa un disegno di legge che rappresenti una condizione minima di ripristino di norme sull'attività venatoria che, come ho detto, non favoriscono né una parte né l'altra, ma creano un compromesso uguale tra opposte posizioni tra anti-caccia e pro-caccia - forse dovrebbe fare numerosi passi indietro non solo quelle minime concessioni che ha fatto su alcuni emendamenti presentati da alcuni Gruppi di opposizione.
La situazione, purtroppo, è questa e bisogna, ovviamente, far buon viso e cattivo gioco. Al momento ci sono delle scadenze temporali. Come ho avuto modo di dire prima, il testo del bilancio previsionale è stato licenziato l'altro ieri; probabilmente già venerdì inizieremo l'analisi del testo, poi bisognerà vedere nei dettagli del bilancio per capire quando potrà andare in Aula ma, tendenzialmente, se non vogliamo aprire nuovamente l'anno con l'esercizio di bilancio provvisorio, bisognerà approvarlo entro il 31 dicembre.
L'Assessore, quindi, capirà che i tempi sono stretti per discutere di 621 emendamenti che, tra l'altro, devo ammettere, non rappresentano neanche tutti gli emendamenti dei Gruppi, in particolar modo il mio, che intendono emendare questo disegno di legge. Io mi sono fermato al primo articolo.
ovvio che su tutti gli altri articoli avrei emendamenti da presentare, lo dico per maggiore trasparenza e correttezza nei rapporti tra Consiglieri. La situazione è questa.
Se il Presidente mi dà facoltà, illustro anche l'emendamento n. 7).
Penso che si possa fare meglio, si possa fare di più, si possa quindi discutere, questa volta anche vis a vis visto che il tavolo - non per responsabilità dell'Assessore Sacchetto, questo bisogna dirlo - non ha avuto poi il confronto tra Consiglieri, se non forse con il Consigliere Muliere, nel senso che gli emendamenti sono stati consegnati in forma elettronica e l'Assessorato ha fatto le sue valutazioni sui singoli emendamenti, senza un possibile scambio né epistolare elettronico, né uno scambio de visu tra i Consiglieri dove discutere come trovare un accordo su alcuni punti importanti, decisivi e strategici per il disegno di legge.
Si può fare di più, si possono analizzare diversi punti, soprattutto sul calendario venatorio, quindi numero di specie cacciabili, giornate durata, apertura e chiusura, quindi il tema molto dibattuto delle domeniche che, come l'Assessore sa meglio di me, è stato oggetto di un tentativo di quesito referendario; o, meglio, il quesito referendario c'era, erano state anche raccolte le firme, ma la tornata referendaria non venne mai convocata e indetta, quindi i piemontesi non si sono potuti esprimere sul tema.
La domenica è una giornata, sicuramente, in cui i cittadini piemontesi e non solo, sono soliti - magari non tutti, ma una buona parte - andare nei centri commerciali (purtroppo sempre di più), ma una piccola parte va nei boschi per passeggiare, per cercare funghi, territori dove i cacciatori sono soliti ad esercitarsi nella loro prediletta attività: l'attività venatoria.
Penso che anche la domenica dovrebbe essere oggetto di una seria discussione. Invece, questo punto, cioè che la domenica si possa andare a caccia, non è mai stato messo in discussione, da parte dell'Assessore Sacchetto. Una questione anche di sicurezza nel territorio piemontese me lo pongo. Succede, purtroppo, che gli spari dei cacciatori arrivino addirittura, sui muri delle case, oppure addosso a persone che non sono parte della squadra che fa la battuta di caccia. È un tema su cui vorrei che l'Assessore aprisse un dibattito e si potesse discutere.
Approfitto per illustrare anche l'emendamento n. 8).
un tema sicuramente importante quello della sicurezza nei nostri boschi, quindi un tema su cui veramente vorrei che ci si confrontasse, così come le pratiche venatorie che non solo utilizzano il fucile, ma anche altri strumenti, come l'arco, sui quali dovremmo valutare, e lo chiedono anche le associazioni animaliste, quanto siano cruenti e dolorose per gli animali che spesso non vengono uccisi sul colpo, ma si trascinano per metri creando una sofferenza all'animale non necessaria visto che la maggioranza della popolazione è onnivora e come alimentazione mangia carne, ma anche frutta, verdura e granaglie.
Ovviamente, non è che dicendo che siamo per non far soffrire gli animali intendiamo che non si debba più uccidere in generale. Non stiamo parlando del tema più ampio degli allevamenti a scopo alimentare - su cui si aprirebbe un altro tema gigantesco, che non è oggetto del dibattito di oggi - ma se, come negli allevamenti intensivi, si cerca di non far soffrire gli animali uccidendoli con un colpo alla testa secco che non dà cognizione all'animale di quello che sta succedendo (almeno nei nostri allevamenti intensivi dell'Occidente), non vedo perché, invece, sulla caccia, si debba praticare queste tecniche cruente, che non danno la certezza dell'uccisione immediata dell'animale.
Piccoli accoglimenti che, francamente, nel 2013, possono essere presi in considerazione. Posso capire che sia romantico, posso pensare che sia anche piacevole, non so, ma che ci siano persone cui possa far piacere questo...
Sicuramente non è che l'Assessore Sacchetto si è inventato una mattina il testo della legge, ma avrà sicuramente raccolto alcune istanze che sono state portate avanti dalle associazioni di cacciatori e, come dicevo prima dagli interessati e dalle associazioni di categoria.
Sono temi su cui si deve parlare, ci si deve affrontare, l'emendamento non è lo strumento migliore. Ovviamente l'emendamento viene discusso, ma l'Aula è piuttosto disattenta, l'Assessore conosce anche quali sono i contenuti degli emendamenti perché li ha visionati in buona parte soprattutto quelli di merito, ovviamente; quindi non è lo strumento migliore per poi discutere, soprattutto quando molti emendamenti servono per fare discussioni generali e non per discutere di emendamenti puntuali.
Rinnovo l'invito di approfondire il tema che è già stato fatto, di discutere in maniera più approfondita anche a latere del Consiglio e di arrivare a partorire un testo di legge che possa mettere d'accordo quasi tutti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Passiamo all'esame dell'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 386) presentato dai Consiglieri Muliere, Stara Ronzani, Rostagno, Boeti, Bresso, Motta A., Placido, Laus, Pentenero Gariglio, Manica, Reschigna, Oliva: al comma 1 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 323, dopo le parole: " di tutta la comunità, ne" sono inserite le seguenti:"garantisce e".
Emendamento rubricato n. 387) presentato dai Consiglieri Muliere, Stara Ronzani, Rostagno, Boeti, Bresso, Motta A., Placido, Laus, Pentenero Gariglio, Manica, Reschigna, Oliva: al comma 1 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 323, dopo le parole: "ne promuove" sono inserite le seguenti:"lo studio e".
La parola al Consigliere Muliere per l'illustrazione.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Mi permetta, Assessore, un'ulteriore riflessione di carattere politico.
Mi rendo conto che siamo in un momento particolare. Questa discussione cade in un momento particolare della vita di questo Consiglio. Mi rendo conto che non sia facile ricominciare la discussione in un momento delicato come questo, ma l'invito che rivolgo all'Assessore è quello di mettere in campo tutta la sua capacità di mediazione, ammesso che si voglia ricercare la volontà di trovare una mediazione.
Mi rendo conto, e l'ho detto, che è una mediazione molto difficile. Si tratta di valutare con i Consiglieri contrari all'attività venatoria.
Noi lo abbiamo detto e i nostri emendamenti parlano: noi siamo favorevoli ad una legge che tenga conto dei segnali provenienti dalla società (in questo caso, la società piemontese), pur essendo d'accordo sull'attività venatoria.
In un certo senso, rimpiangiamo la legge 70, che andava rivista, ma che era una legge restrittiva, maggiormente restrittiva, rispetto alla legge 157.
Adesso stiamo discutendo un'impostazione e abbiamo presentato degli emendamenti di merito, che si richiamano alla legge 70. Noi vogliamo reintrodurre alcune questioni che caratterizzavano quella legge, che è stata abrogata l'anno scorso.
Gli emendamenti n. 386) e 387) sono emendamenti rafforzativi.
Presidente, se mi concede il tempo, li illustro entrambi.



PRESIDENTE

Assolutamente sì, prosegua anche con l'illustrazione dell'emendamento n. 387).



MULIERE Rocco

Grazie.
Sono emendamenti rafforzativi, infatti al comma 1 dell'articolo 1 quando si dice "ritiene l'ambiente naturale" - e noi avevamo proposto "ecosistema o habitat naturale" - "e il territorio beni primari di tutta la comunità, ne promuove la conoscenza", noi proponiamo di inserire, prima delle parole "ne promuove", le parole "garantisce e".
Garantisce, perché noi abbiamo bisogno che la Regione metta in atto tutte quelle azioni possibili per garantire l'ambiente naturale ed il territorio.
Pertanto, oltre a promuovere, proponiamo di introdurre le azioni che garantiscano la tutela.
Con l'emendamento n. 387) proponiamo d'introdurre, dopo "ne promuove" le parole "lo studio e", che si agganciano alla parola successiva, proposta nel testo di legge: "la conoscenza".
Diventa, pertanto: "ne promuove e garantisce lo studio e la conoscenza", perché per dare queste garanzie abbiamo bisogno che si studi e si conosca la realtà del territorio regionale.
Pertanto, occorre garantire quelle azioni che vadano in questa direzione, attraverso azioni concrete e attraverso lo studio, per promuovere la conoscenza del nostro territorio regionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Muliere.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'articolo 1 comma 1, si inserisce dopo "conoscenza," quanto segue "la valorizzazione, la difesa e".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento al comma 1 dell'articolo 1, laddove si dice "La Regione in attuazione dell'articolo 5 del proprio Statuto ritiene l'ambiente naturale e il territorio beni primari di tutta la comunità, ne promuove la conoscenza, riconosce la fauna selvatica come componente importante di tale bene e la tutela nell'interesse della comunità internazionale, nazionale e regionale", aggiunge, dopo le parole "promuove la conoscenza", le parole "la valorizzazione e la difesa".
ovvio che sono modifiche importanti, ma ci rendiamo conto che, nel momento in cui si tratta delle finalità della legge, riguardano definizioni d'intenti general generici che poi, come spesso succede nei testi di legge vengono stravolti nell'analisi dell'articolato successivo, nel senso che non vengono messe in atto né la valorizzazione né la tutela né la difesa della fauna.
Mi trovo concorde con quanto espresso dalla collega Cerutti: il tentativo fondamentale del disegno di legge, oltre a ripristinare tutta una serie di norme peggiorative rispetto al già citato testo di legge n. 70 del 96 - abrogato - è quello di demandare tutta una serie di atti, che erano propri del Consiglio regionale, quindi emendabili dai Consiglieri e soprattutto ricorribili da parte dei cittadini, tramite referendum, ad una serie di regolamenti emanati dalla Giunta.
Questo è un tentativo che prosegue nella direzione dello scippo del referendum popolare che si è consumato in questa legislatura, ma che è in corso dal 1987.
Come Capogruppo, seguo - purtroppo - tutte e sei le Commissioni permanenti (non posso fare altrimenti) e ho visto diversi tentativi in questo senso: ricordo i canoni di concessione di imbottigliamento delle acque minerali, dove si è spostata la trattazione del tema da una legge (mi sembra la legge n. 14 del 2006) ad un regolamento di Giunta.
Pertanto, oggi, i Consiglieri regionali che in precedenza presentavano degli emendamenti per cercare di innalzare i canoni di imbottigliamento delle acque minerali (il collega Carossa lo ricorda bene), o i canoni di concessione delle cave, non possono più farlo perché queste materie sono demandate ad un regolamento di Giunta.
L'Assessore Vignale sta presentando un testo di legge sulle cave, ma questo è un altro discorso.
Assessore Sacchetto, il tentativo di demandare la trattazione della materia ai regolamenti di Giunta non è corretto, perché, al di là del referendum o non referendum, che potrebbe rivivere sul nuovo testo che dovesse riportare le stesse questioni che erano oggetto del quesito abrogativo, non è corretto da un punto di vista democratico e non è corretto da un punto di vista legislativo.
Non possiamo demandare tutto al regolamento della Giunta, altrimenti come ho già avuto modo di dire (e oggi avremmo anche gioco facile!) chiudiamo il Consiglio regionale ed eleggiamo unicamente la Giunta. Questo vale per le Regioni, ma può valere anche per i Comuni o per il Parlamento e chiudo, Presidente - perché, se tutto viene demandato ai regolamenti di Giunta, il Consiglio non ha più senso di esistere.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 68) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara: al capo I, articolo 1, comma 1, riga 1, dopo le parole "ne promuove la conoscenza" aggiungere le parole "la salvaguardia".
La parola alla Consigliera Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Ricollegandoci a quanto appena espresso dal Consigliere Bono, riteniamo che demandare tutto alle decisioni di Giunta non sarebbe un avanzamento per questo Consiglio regionale.
Ci rendiamo conto che alcuni atti sono atti amministrativi, quindi vanno in capo alla Giunta, dopodiché vorrei riconsiderare e riportare alcune osservazioni che ho già espresso nei miei interventi precedenti rispetto a quella che potrebbe essere la definizione del calendario venatorio, delle specie cacciabili, che verrebbe demandato alla Giunta sulla base del Piano faunistico-venatorio.
Proseguo con delle considerazioni molto dettagliate, che però penso siano esemplificative di come la Giunta si muova in una direzione che non è quella della tutela della fauna selvatica.
In particolare, nel Piano faunistico-venatorio deliberato dalla Giunta si legge che le popolazioni del beccaccino, della pavoncella, del piro piro sono in calo in Piemonte.
Le specie che sono in calo in Piemonte non dovrebbero essere inserite fra le specie cacciabili. Invece, la Giunta, seppure correttamente non abbia inserito nel calendario venatorio 2013/2014 la pavoncella tra le specie cacciabili, ha inserito il beccaccino e questo per noi è un aspetto non condivisibile.
Vogliamo, poi, portare ulteriori considerazioni su altre specie: la calandrella, la cappellaccia, la tottavilla, l'allodola, che - si dice sempre nel Piano - soffrono a scala continentale e regionale della modificazione dei loro ambienti di elezione, rappresentati da cenosi erbacee naturali o seminaturali, preferibilmente in ambiti moderatamente xerici.
L'intensificazione dell'agricoltura in molte aree di bassa quota e l'utilizzo di pesticidi su larga scala hanno determinato una drastica riduzione dell'areale e del contingente di queste specie in Piemonte, così come in tutta Europa, però abbiamo che l'allodola è attualmente specie cacciabile.
Quindi, da questo punto di vista ci chiediamo quali possano essere le scene da parte della Giunta che, pur facendo delle affermazioni in un piano faunistico che sicuramente ha dei grossi limiti, poi però mantiene alcune specie, pur riconoscendone il fatto che siano in calo, come specie cacciabili!



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.
Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'articolo 1, comma 1, si sostituisce la parola "riconosce" con "identifica".
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Prima, ascoltando il dotto intervento della collega Cerutti in materia di fauna, sentivo un po' questo clima surreale del Consiglio, mentre c'era prima anche qualche televisione che riprendeva, nel senso che stiamo giustamente discutendo di temi importanti nell'ambito della caccia, ma ovviamente se pensiamo...
Vedo che sorrideva anche l'Assessore Sacchetto.
Se restiamo nell'ambito della situazione in cui si trova il Consiglio regionale del Piemonte e la Regione Piemonte, forse, fa un po' strano forse, bisognerebbe valutare magari di interrompere la seduta e riaggiornarla - lo dico anche al Presidente del Consiglio - in un momento in cui...
Presidente, se mi ascolta, la contatto direttamente, la coinvolgo direttamente nel dibattito.
Dicevo, visto un po' il clima surreale del dibattito, forse, sarebbe il caso di valutare un'interruzione o un aggiornamento, perché, francamente la disattenzione cronica del Consiglio quando magari si presentano tanti emendamenti è cronica. Questo è un comportamento che si può capire, ma mi sembra che oggi la testa sia altrove, soprattutto quella dei Consiglieri di maggioranza. Non so se anche lei percepisce questo clima - mi sembra di sì in Consiglio, quindi lascio a lei la valutazione. Se no, possiamo andare avanti e abbiamo anche interesse di andare avanti a presentare gli emendamenti, ma francamente il clima mi sembra molto poco propenso ad affrontare un tema anche importante, ma che poi all'esterno potrebbe apparire come secondario rispetto alla situazione del Consiglio, alla situazione politica, alle scelte che attengono il Consiglio stesso, i Gruppi, soprattutto quelli di maggioranza nelle prossime ore o nei prossimi giorni.
Nel frattempo, mi riservo, dopo una sua valutazione, di intervenire nei prossimi emendamenti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 483) presentato dai Consiglieri Stara, Biol Bono, Artesio, Boeti: all'articolo 1, comma 1, la parola "importante" è sostituita dalla seguente: "indisponibile".
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Non sono ancora intervenuto nella discussione e me ne scuso.
Seguendo gli ultimi interventi, mi pare che non ci sia nulla di nuovo nel senso che posta una mano sulla coscienza, personalmente, per il fatto di non aver potuto, ma anche per quelli che sono stati impedimenti personali irrinunciabili (partecipare ai redivivi tavoli di lavoro del mese scorso) nel momento in cui vado a confrontarmi insieme a dei colleghi rispetto al testo che ne è uscito, resto un po' negativamente stupito per il fatto che sembra quasi che si voglia proprio andare nella direzione peggiore, ancora rispetto a tutta quella che è stata la querelle dell'argomento, della legge, della modifica della legge sulla caccia a partire da oltre due anni, se non ricordo male, con abrogazioni totali di legge per evitare il referendum, quindi la democrazia diretta, con ricorsi e controricorsi e con azioni, anche contraddittorie all'interno della Giunta, il cui giudizio non do io, ma che è stato dato in senso generale anche da quelle che sono state le risultanze.
In questo momento, vorrei provare a dare un'indicazione generale sul fatto che sembra quasi che, nel momento in cui si intende reintrodurre una discussione sull'argomento, ci si trovi sempre al momento sbagliato. Mai sbagliato come oggi, probabilmente. Su questo posso essere d'accordo con quanto detto nei precedenti interventi. È vero.
Scendendo nel merito delle prerogative che la Giunta ha deciso, pur nella sua legittimità, di tenere per sé, quindi sul calendario, sulle specie (scendo in argomento della discussione), ma anche dell'importanza di trattare determinate questioni che sono tutte ovviamente importanti allo stesso modo all'interno della programmazione e pianificazione di un ente importante come la Regione, è forse il caso che non tanto l'Assessore singolarmente, quanto la Giunta, come organo collegiale, pensi, ragioni e rifletta molto bene sull'opportunità di intraprendere o riprendere quella che è una discussione che, a quanto vedo, sta riprendendo un po' i ritmi e i temi e le posizioni che già erano ben conosciute.
Soprattutto da un punto di vista di un'opposizione che non vede praticamente recepita nessuna delle sue indicazioni, anche come firmataria di un altro progetto di legge che non è stato assolutamente tenuto in considerazione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'articolo 1, comma 1, si sostituisce la parola "componente" con "patrimonio".
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente, la mia era una valutazione personale e una proposta. Per quanto mi riguarda, ovviamente, possiamo andare avanti nella presentazione degli emendamenti. Tuttavia, risulta difficile, ancora una volta, spiegare all'esterno appunto qual è l'attività che stiamo portando avanti in Consiglio regionale.
Però, mi adeguo alle scelte della maggioranza, anche perché rappresento una minoranza minima. Fino ad oggi mi sono sempre adattato e quindi anche oggi farò così.
L'emendamento n. 11) all'articolo 1, comma 1 intende introdurre una modifica minima nei termini che vengono coinvolti, ma importanti sostituendo la parola "componente" con "patrimonio".
La fauna, in attuazione dell'articolo 5 dello Statuto, viene considerata dalla Regione Piemonte solo una componente importante dei beni primari rispetto alla comunità. In realtà, è un patrimonio.
Sia per dare un valore, ma non un valore economico come d'altra parte si è cercato o si cercherebbe di dare all'interno del disegno di legge, ma con un significato più ampio, quindi non solo patrimonio, nel senso di patrimonio che può essere monetizzato, quindi capitale, ma come in una definizione che appartiene più alla cultura anglosassone che alla nostra di capitale di bene comune. Quindi, i cosiddetti "commons".
Nel mondo anglosassone esistono ovviamente dei trust, strumenti fiduciari che li valorizzano e che garantiscono anche un reddito di cittadinanza, visto che ne stiamo parlando in Parlamento, diffuso e distribuito su tutto il territorio. Penso, ad esempio, all'Alaska con le trivellazioni petrolifere, dove appunto c'è un trust che permette di dare a tutti i cittadini una distribuzione di risorse, di royalty che le multinazionali del petrolio danno. In questo senso, quindi, ho inteso introdurre questo valore come patrimonio.
Un patrimonio, ovviamente, che deve essere fruibile da tutti, quindi non solo dai cacciatori, da coloro i quali, appunto ne fruiscono nel momento dell'atto dell'attività venatoria, ma poi anche nel momento in cui a maggior ragione, come richiesto nel testo, fare - magari definito in modo poco elegante - bracconaggio, nel senso di poter poi vendere l'animale abbattuto e ottenerne un guadagno, quindi non per la propria alimentazione ma, sotto il profilo economico, anche monetizzarlo.
Paradossalmente, introdurre questa parola, magari, potrebbe richiamare quel tentativo posto in essere dal disegno di legge, invece vuole proprio segnalarlo per una visione totalmente opposta.
Grazie.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'emendamento rubricato n. 69), che è inclusivo anche dell'emendamento rubricato n. 383).
Emendamento rubricato n. 69) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara: al capo 1, articolo 1, comma 1, riga 2, sostituire le parole "componente importante" con le parole "parte integrante".
Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
L'avevo già detto prima che intervenissero anche il Consigliere Bono e gli altri colleghi, credo che si finisca quasi di sminuire questo dibattito, che comunque ritengo importante.
Infatti, dotare la Regione di una legge sulla caccia comunque migliorativa rispetto a quella vigente a livello nazionale - chiaramente l'auspicio per noi sarebbe di vietare la caccia - è un obiettivo importante e non secondario. Però, ci rendiamo conto che in quest'Aula, dopo il dibattito di questa mattina si finirebbe quasi per sminuire quelle che sono considerazioni anche molto tecniche.
Prima, il collega Bono si riferiva a considerazioni di dettaglio sulle specie, che ho voluto riportare proprio per dimostrare che non si tratta semplicemente di avere un'opinione contraria a prescindere rispetto a quella della Giunta, perché siamo rappresentanti dell'opposizione. Ci sono considerazioni di merito che portiamo in questa sede, che in qualche modo ci fanno ritenere non democratico l'aspetto che l'Assessore pone all'interno del testo quale uno degli elementi che connoterebbero il nuovo disegno di legge.
chiaro - lo ripeto - il collega Muliere vi faceva già riferimento alcuni aspetti sono di carattere amministrativo, quindi non vogliamo che il Consiglio regionale, per forza, intervenga o abbia capacità di indirizzo che vadano oltre quelle che gli competono. Però, l'impossibilità di definire aspetti che, invece, connotano la caccia nella Regione Piemonte crediamo non sia accettabile e, anche dal punto di vista del metodo, lo riteniamo un ulteriore modo per esautorare il Consiglio regionale, a prescindere da quale esso sia.
Quindi, speriamo che l'Assessore, da questo punto di vista, possa portare un ulteriore supplemento di elaborazione, che non è l'indicazione proveniente da alcuni Gruppi, che certamente l'Assessore e anche altri componenti della maggioranza e dell'opposizione riterrebbero una posizione integralista-animalista; comunque, non possiamo nemmeno lasciare che un disegno di legge segua la direzione proposta dall'Assessore.
Ripeto: è un argomento importante, ma, forse, in questo momento converrebbe non continuare questo "balletto", ma addivenire ad un ulteriore passo di miglioramento del disegno di legge presentato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cerutti.
Emendamento rubricato n. 383) presentato dai Consiglieri Muliere, Stara Ronzani, Rostagno, Boeti, Bresso, Motta A., Placido, Laus, Pentenero Gariglio, Manica, Reschigna, Oliva: al comma 1 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 323, le parole "componente importante" sono sostituite dalle seguenti: "elemento fondamentale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

La Regione, in attuazione dell'articolo 5 del proprio Statuto, ritiene l'ambiente naturale e il territorio beni primari di tutta la comunità, ne promuove la conoscenza, riconosce la fauna selvatica come componente importante di tale bene e la tutela nell'interesse della comunità internazionale, nazionale e regionale.
bene inquadrare gli emendamenti specificando che stiamo parlando dell'articolo 1 e delle finalità della legge.
Al comma 1 si sottolinea che l'ambiente naturale - o, se verrà accettato il nostro emendamento, "ecosistema", o "habitat naturale" - e il territorio si considerano beni primari di tutta la comunità piemontese.
Qui, il testo recita "riconosce la fauna selvatica come componente importante di tale bene" - cioè del territorio, dell'ambiente naturale - "e la tutela nell'interesse della comunità internazionale".
Anche qui, noi proponiamo di sostituire le parole "componente importante" con "elemento fondamentale", perché riteniamo la fauna selvatica un elemento fondamentale e non una componente importante al pari delle altre componenti che costituiscono l'ambiente naturale e il territorio: la fauna selvatica costituisce un elemento fondamentale dell'ambiente naturale e del territorio.
un emendamento rafforzativo del concetto che volevamo esprimere, non lo stravolge e si lega anche agli emendamenti precedenti. Quindi, mi auguro che l'Assessore, quando si arriverà alla votazione, possa accogliere favorevolmente questo emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Muliere.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Effettivamente, il dibattito su questo argomento si svolge in un clima che non so come definire; la sensazione è di un qualcosa che viene fatto perché non si può fare diversamente, perché l'ordine del giorno lo prevede perché le tensioni si sono esaurite, forse stemperate nella discussione mattutina.
Il Presidente Cota non era presente questa mattina e nemmeno oggi, e noi parliamo della caccia come se tutte le altre questioni che riguardano il futuro del Piemonte, in qualche modo, non ci riguardassero. Questo è l'argomento all'o.d.g., certamente, ma anche su questa questione noi siamo costretti a ripercorrere gli elementi che più hanno caratterizzato la legge sulla caccia e parte delle tensioni che hanno riguardato questo Governo regionale e anche l'Assessore Sacchetto, che probabilmente ha provato a riportare questo argomento all'interno della discussione. Però, la verità è che ci sono differenze sostanziali tra il suo modo di vedere questo obiettivo e quello di una parte del Consiglio regionale - non di tutto naturalmente.
L'Assessore Sacchetto si occupa di questo argomento da tifoso, perch lui è un sostenitore convinto della caccia; però, molti Consiglieri in quest'Aula - io sono tra questi - hanno dei dubbi sulla prosecuzione di questo progetto e ricevono sollecitazioni soprattutto da parte del mondo giovanile, che, invece, rispetto alla caccia mostra forti elementi di contrarietà.
L'altro giorno ho letto l'intervista a quel ragazzo italiano, esponente di Greenpeace, che è stato arrestato e tenuto in carcere in Russia per due o tre mesi, e che, finalmente, grazie anche alle pressioni internazionali è stato scarcerato. Concludendo l'intervista, questo ragazzo ha detto che quando non ci sarà più l'ultimo pesce che è stato pescato, quando l'ultimo animale sarà stato cacciato e quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto i soldi non potranno essere mangiati.
Credo che questo ragionamento possa coniugarsi con i ragionamenti che facciamo oggi su questo disegno di legge, che personalmente non condivido.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Non intervengo sulla caccia, se non come opportunità per poter porre una questione. Ufficialmente, chi rappresenta la Giunta? Chiedo gentilmente chi rappresenta la Giunta tra i colleghi presenti. Siccome stanno telefonando tutti e due, non so se si telefonano tra di loro, magari si mettono d'accordo... Vorrei capire qual è l'Assessore che rappresenta la Giunta, per potermi rivolgere a lui.



PRESIDENTE

L'Assessore Quaglia, che è in aula.



PLACIDO Roberto

Mentre noi siamo qui a discutere sulla caccia, mi viene in mente uno slogan degli anticaccia degli anni Settanta, che per rispetto istituzionale non posso ripetere, ma sono pronto a dirlo a chi è curioso, perch assolutamente esilarante. Riguarda il cacciatore "perché tiri" e mi fermo però posso esaudire volentieri la curiosità dei curiosi.
Si discute sulla caccia come se niente fosse successo, come se fossimo alla trasmissione "Scherzi a parte"; mentre fuori c'è di tutto e di più.
Stamattina abbiamo assistito ad una seduta intensa. Facciamo finta di niente: che non ci sono state dimissioni, che non c'è un'indagine, che non ci sono stati tre gradi di giudizio.
Chiedo ufficialmente di sapere - è una richiesta ufficiale e quindi vorrei una risposta ufficiale - dov'è l'ineffabile Presidente Cota. Cosa sta facendo? Cosa sta pensando? Quando ritiene di venire in Aula, se lo ritiene, a rispondere delle sue cose? Questo per capirci, altrimenti si organizza anche il Comitato di ricevimento...
Non è un cittadino che singolarmente viene qua per protestare: è una situazione generale. Io vi invito al vostro senso di responsabilità: salvate almeno la decenza e la faccia! La domanda è: quando arriva il Presidente Cota? Pensa di venire a fare il suo dovere istituzionale?



PRESIDENTE

presente l'Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale. Non è che qui, collega Placido, si faccia finta di niente.
Questa mattina vi è stata un'apertura di seduta che entrerà nella storia degli annali di quest'Istituzione, perché mai era avvenuto che sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale, s'innescasse un dibattito durato più di due ore.
Oggi siamo convocati con un o.d.g. che si sta svolgendo. Avevamo preso impegno - la Giunta ed io a tutela del Consiglio - di avere una risposta nel pomeriggio su un'eventualità disponibilità del Presidente della Regione.
Oggi questa disponibilità non è possibile, come avevo già detto in apertura. Nella giornata domani, in cui è convocata la Conferenza dei Capigruppo alle ore 12, calendarizzeremo al più presto (senz'altro per martedì prossimo, ma se ci sono le condizioni richieste magari anche prima), la comunicazione, relativamente a quanto il Consigliere Reschigna aveva chiesto in apertura di seduta.
Ricordo all'Aula che la Giunta è un organo collettivo. Era presente il Vicepresidente della Regione, ancorché la delega sia in capo al Presidente della Regione. come giustamente ricordava il Consigliere Reschigna, questa mattina il Vicepresidente Pichetto aveva dato la disponibilità a fare una prima comunicazione nella mattinata, essendo poi lo stesso Vicepresidente occupato nel pomeriggio a Roma proprio su questo tema.
L'Aula, e in particolare i richiedenti, hanno invece ritenuto che fosse necessaria una comunicazione diretta da parte di chi ha la delega, quindi da parte della Presidente della Regione.
L'ho riferito alla Giunta, la quale è qui presente, ed è un organo collettivo. L'Assessore competente ai rapporti con il Consiglio regionale mi ha comunicato che oggi non è possibile.
Quello che posso dirle, Consigliere Placido, e al Consigliere Reschigna, nonché Presidente del suo Gruppo, che ha fatto formale richiesta nella mattinata, che domani alla Capigruppo sarà il primo punto che affronteremo.
Chiedo quindi alla Giunta, e in particolare a lei, Assessore Quaglia di arrivare domani con una proposta precisa di comunicazione, da parte del Presidente della Regione, sul tema richiesto.
Su cosa chiede la parola, Consigliere Placido? PLACIDO Roberto (fuori microfono) Sulle comunicazioni...



PRESIDENTE

Non è una comunicazione, è una risposta alla sua istanza.
Lei ha presieduto otto anni quest'Aula, quindi lo sa.
Prego.



PLACIDO Roberto

Io ho per lei rispetto, stima, simpatia e anche amicizia...



PRESIDENTE

reciproco.



PLACIDO Roberto

Che in quest'Aula è una merce rara, e non solo in quest'Aula, per proprio in base al Regolamento, che lei conosce meglio di me, sulle comunicazioni del Presidente si può intervenire per tre minuti.



PRESIDENTE

La Presidenza non ritiene di aver effettuato una comunicazione, ma una cortese e precisa risposta ad una sua sollecitazione che, sempre per cortesia, ho ritenuto di ascoltare nell'interesse dell'Assemblea, anche se era un tema non attinente al motivo dell'intervento per cui lei ha chiesto la parola, ossia l'illustrazione dell'emendamento n. 38.



PLACIDO Roberto

Presidente, mi scusi se insisto proprio nell'interpretazione regolamentare, ma nel momento in cui il Presidente del Consiglio comunica...



PRESIDENTE

Ma non è una comunicazione, Consigliere Placido, è una risposta cortese all'intervento che lei ha potuto svolgere solo grazie alla cortesia della Presidenza, perché non era inerente alla parola che aveva ricevuto, che era relativa all'illustrazione, come sa da Regolamento, di un emendamento.
Se ha qualcosa da aggiungere, per amor del cielo lo faccia, però sempre per cortesia, perché non è un dibattito per chiarimenti, sia chiaro.
Trenta secondi, prego.



PLACIDO Roberto

La ringrazio. Intervengo sulle comunicazioni del Presidente, poi ne parleremo al Gruppo e mi atterrò a quanto il mio Gruppo deciderà, ma se qualcuno pensa che si sia scherzato, che si sia fatto finta di niente e che non sia successo niente, se lo levi dalla testa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Placido.
Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'articolo 1,comma 1, si sostituisce la parola "importante" con "fondamentale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Posso anche illustrare l'emendamento, ma è ovvio che quanto sollevato dal Consigliere Placido mi sembra giusto e corretto.
Anch'io prima, quando lei non c'era, ho provato a sollevarlo all'attenzione del Presidente facente funzioni, se non sbaglio il Vicepresidente Comba, in quanto il clima in cui la Consigliera Cerutti stava illustrando prima il suo emendamento, in maniera molto precisa (mi sono permesso di definire il suo intervento molto dotto), sembrava veramente surreale, perché stavamo parlando di fringuelli, di cornacchie grigie, di piro piro e di vari tipologie di uccelli, quando nella mattinata abbiamo avuto interventi molto duri, anche molto importanti per il futuro del Consiglio regionale. Vi è stato anche un intervento di una cittadina presente dietro di noi, che ha inteso dimostrare quella che è la sensazione, la sensibilità e la percezione dei piemontesi della situazione della Regione Piemonte.
Francamente, lo ribadisco, che sia un tema importante il tema della caccia ne stiamo parlando da due anni, ma oggi, avere il Consiglio regionale impegnato a parlare di tipologie di uccelli da cacciare o meno, a me - a me - sembra un po' surreale. Se poi la Presidenza del Consiglio menomata dall'assenza di almeno un suo componente dell'opposizione, quindi già non più nel pieno delle sue prerogative e delle sue funzioni, intende proseguire questo dibattito, non posso fare altro che accodarmi valutando se, essendo uno solo, posso fare la mia parte.
Mi chiedo se altri Consiglieri di opposizione, ma anche di maggioranza non ritengano sia il caso, anche per non apparire all'esterno come Consiglieri e rappresentanti delle Istituzioni fuori dal mondo, quando ci sono problemi molto seri, di cui questa mattina abbiamo discusso e su cui bisognerebbe ancora riflettere, di passare subito ad attività ben più importanti come il bilancio previsionale. Bisognerebbe mettersi ad analizzare in Commissione il bilancio previsionale, visto che un Gruppo autorevole dell'opposizione ha detto che per loro, prima di andare al voto bisogna almeno approvare il bilancio.
Finiamo anche di discutere questa proposta di legge, ma già immagino ma penso che lo sappiano benissimo l'Assessore Sacchetto, l'Assessore Quaglia e l'autorevole Presidente del Consiglio - che tale provvedimento non vedrà la luce o, comunque, sicuramente non prima di gennaio, febbraio o marzo.
Il Consigliere Placido è intervenuto rinforzando un intervento che avevo fatto io prima, quando lei, Presidente, non era momentaneamente presente.
Le rinnovo l'invito, quindi, di valutare se sia il caso di proseguire su questo tema, oppure archiviare questa seduta di Consiglio per questo martedì e rivalutare un o.d.g. diverso per la prossima settimana.



PRESIDENTE

Guardi, al momento, l'unica menomazione della Presidenza del Consiglio è "tricologica", perché comunque l'aspetto dell'Ufficio di Presidenza è rilevante sulla conduzione dell'Aula.
L'Aula ha un o.d.g. che viene inviato a domicilio, a firma del Presidente del Consiglio regionale. L'o.d.g., come lei sa meglio di me viene individuato dalla Conferenza dei Capigruppo. Quindi il pomeriggio di oggi appartiene a due soggetti: l'Aula prima di tutto, perché - come ci ricorderebbe il Consigliere Burzi - è sovrana, quindi se l'Aula ritiene di non andare avanti con la discussione di queste proposte di legge, qualcuno presenti una pregiudiziale, la motivi e l'Aula decide; differentemente, si può anche trovare una modalità, come abbiamo fatto altre volte, e non la vedrei assolutamente lesiva delle prerogative dell'Aula stessa.
Possiamo fare una breve sospensione e convocare una Conferenza dei Capigruppo, però il Presidente sicuramente non può decidere. Siccome qui non sono state poste delle questioni, magari potrei rilevare che non c'è una grande convinzione ad andare avanti e potrei far finire i nostri lavori. Questo non lo faccio. O qualcuno in Aula propone una pregiudiziale la motiva e l'Aula decide, oppure - se si preferisce - facciamo una brevissima sospensione dei lavori, riuniamo la Conferenza dei Capigruppo in Sala A e decidiamo che cosa fare.
Differentemente, se non si fa l'una o l'altra cosa, non si può che andare avanti sull'o.d.g. sul quale ci siamo convocati a mia firma, ma per decisione collettiva della Conferenza dei Presidenti di Gruppo di mercoledì scorso.
Qualcuno ha qualcosa da dire? Prego, Consigliere Reschigna, prenda pure la parola.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Intanto chiedo scusa del difetto di comunicazione con il mio collega del Consiglio regionale Roberto Placido, ma il Presidente Cota è in Consiglio regionale...



RESCHIGNA Aldo

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



RESCHIGNA Aldo

Diciamo che c'è, ma non si vede!



RESCHIGNA Aldo

Per quanto riguarda gli impegni odierni del Presidente Cota pubblicati sul sito della Regione Piemonte, è stato cancellato il suo impegno all'ospedale Sant'Anna e risulta, come unico impegno istituzionale presente in Palazzo Lascaris da stamattina fino a stasera. Per cui aggiornati.
A parte le battute, Presidente, credo che una Conferenza dei Capigruppo sarebbe opportuna. Grazie.



PRESIDENTE

Allora riuniamo la Conferenza dei Capigruppo in Sala A.
Qualcuno ha qualcos'altro da dire? Prego, collega Negro, prenda pure la parola.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Vorrei continuare a non perdere del tempo in questo modo, perché quello sulla caccia è un discorso che interessa una parte dei piemontesi: noi dobbiamo tener conto sia di quelli che vanno a caccia che di quelli che sono contro la caccia.
In questi mesi e in questi giorni, l'Assessore Sacchetto ha voluto, su nostra istanza, aprire questo tavolo di lavoro, e devo dire che in quest'Aula interessa poco, perché pochissimi eravamo presenti (io e Muliere, Muliere e io, e pochi altri).
Vedo qui che c'è un nutrito numero di emendamenti, tantissimi; io ne ho presentato soltanto uno e oggi avrei piacere di illustrarlo. A chi non interessa illustrare i propri emendamenti, ha solo da dirlo, vengano dichiarati non da illustrare e si vada avanti su quelli da illustrare.
Altrimenti questa benedetta legge, che trattiamo da due anni, non la portiamo mai a termine.
Andiamo avanti, dimostriamo che facciamo qualcosa di concreto, vero! Lavorare, non vivacchiare!



PRESIDENTE

Bene, quello che lei dice, sotto il profilo regolamentare, è ineccepibile. Mi sembra, però, che il problema politico che è stato posto sia sicuramente da affrontare brevemente in una riunione dei Capigruppo così almeno evitiamo di parlare in Aula per ore di quella questione.
Quindi, sospendiamo i nostri lavori.
I Presidenti di Gruppo sono pregati di recarsi in Sala A per una breve riunione. I lavori riprenderanno alle ore 17.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 16.38 riprende alle ore 16.58)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La Presidenza esprime il proprio rincrescimento, perché siamo in un'Aula pubblica, che non ha mai allontanato nessuno e mai intende farlo.
Vorrei soprattutto esprimere solidarietà alle Consigliere regionali donne, che, spesso, sono state bloccate, addirittura mobbizzate da alcuni operatori (non tutti, per fortuna) o troupe televisive semplicemente perché, con cortesia, si rifiutavano di rispondere alle domande che venivano loro poste o di continuare un'intervista.
Questo è un atteggiamento inaccettabile, perché tanto è giusto che questo sia un "palazzo di vetro", dove tutti possono entrare, come hanno sempre fatto (noi non mandiamo via nessuno!), è altrettanto sacrosanto che gli operatori dell'informazione si comportino con educazione e con rispetto per quest'Aula e per le persone che qui lavorano.
Non sarà più tollerabile, in futuro, un simile comportamento. Premesso che chiunque può entrare e filmare - perché siamo sempre stati di manica superlarga in questa Assemblea - arrivare addirittura a fermare le persone a mobbizzarle, a fare loro lo sgambetto, così come è avvenuto anche la scorsa settimana, proprio nel giorno che celebravamo la violenza contro le donne (quindi è un fatto ancora più grave), non è più accettabile.
Se le persone si comporteranno bene e con educazione, qui la porta non sarà aperta, ma spalancata. Differentemente, per le singole persone perché non sono tutti così, per fortuna - che metteranno in atto comportamenti inaccettabili e di intolleranza saranno presi dei provvedimenti normalissimi e chiari, così come avviene in qualsiasi consesso pubblico.
Riprendiamo il nostro lavoro.
Emendamento rubricato n. 70) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara: al capo I, articolo 1, comma 1, riga 2, sostituire le parole "di tale bene" con le parole "dell'ecosistema".
Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Noi, come deciso, continuiamo con l'illustrazione dei nostri emendamenti, perché lo riteniamo un lavoro importante. Così come giudichiamo importante il fatto che la Regione Piemonte si possa di nuovo dotare di una legge regionale sulla caccia migliorativa rispetto alla legge nazionale.
Non a caso faccio queste considerazioni e intervengo in termini generali: infatti gli emendamenti che abbiamo presentato insistono sull'articolo 1, che stabilisce, appunto, le finalità della legge.
A nostro avviso, le finalità dovrebbero essere migliorative rispetto all'attuale legge vigente, che, come sappiamo, è quella nazionale e la mediazione cui speravamo si potesse giungere doveva andare proprio in quella direzione.
Non ci spieghiamo, quindi, come l'Assessore Sacchetto possa considerare migliorativo il fatto che si demandi alla Giunta - e quindi non sia oggetto di legge e non si stabiliscano dei vincoli più puntuali - l'esame di aspetti di cui si era discusso più volte addirittura in Commissione.
Gli elementi al centro della discussione erano proprio quelli relativi al calendario venatorio, alle domeniche e alle specie cacciabili. Come ho avuto modo di precisare nei precedenti interventi, se nel piano faunistico venatorio si stabilisce che alcune specie sono in declino, non si capisce perché nel calendario venatorio 2013-2014 tali specie vengano mantenute. Da questo punto di vista, proprio per ottimizzare i tempi di questo Consiglio regionale, crediamo che si debba per forza trovare una sintesi.
La sintesi è possibile, non è un'operazione impossibile: basta metterci dell'impegno in questa direzione.
A questo punto, riteniamo che tale impegno non ci sia e quindi proseguiamo in questa nostra azione, sperando che queste ore di mero ostruzionismo possano portare l'Assessore a più miti consigli.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.
Emendamento rubricato n. 13) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'art. 1 comma 1, si inserisce dopo "nazionale e regionale" la dicitura "e locale".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Seguirei sempre la discussione generale del testo.
Sono tutti emendamenti che insistono sull'articolo 1, che, come ho già avuto modo di anticipare, illustra le finalità della legge, quindi i principi e gli indirizzi che la legge si vorrebbe porre; finalità che normalmente, nella media dei testi che abbiamo affrontato in questa legislatura, sono spesso condivisibili: si parla di tutela, di promozione e valorizzazione della fauna selvatica come patrimonio naturale e come bene comune della Regione Piemonte. Poi, queste definizioni di principio vanno spesso in contrasto con gli articoli di legge che introducono una visione della caccia totalmente diversa.
Come ho già avuto modo di precisare, alcuni temi, pur essendo stati in parte modificati dopo l'analisi del tavolo sulla caccia, mantengono ancora molte delle storture che erano state evidenziate dalle associazioni animaliste o, comunque, dalle diverse associazioni contrarie alla caccia che, magari, non vorrebbero proprio l'abolizione della caccia - sebbene esistano le associazioni come la LAC (Lega Abolizione Caccia), nomen omen ma semplicemente una limitazione della stessa. Perché pur avendo un'idea di fondo, un principio anche condivisibile, si rendono conto che al momento è molto più semplice pensare ad una limitazione della caccia piuttosto che ad una abolizione, fermo restando quel principio di mediazione e di compromesso nel senso buono del termine (non di compromesso negativo, di accordo sottobanco), alla luce del sole, che intenda limitare la caccia, ad esempio, escludendo le domeniche, i festivi, escludendo la caccia sulla neve, in parte eliminata dal tavolo di lavoro e poi reintrodotta con una serie di deroghe; ancora, tutto il tema del ripopolamento dell'addestramento dei cani nei periodi direttamente collegati all'attività venatoria o sui cinghiali; tutti temi che sono già oggetto di discussione quotidiana in Piemonte e non solo.
Si parla ancora del ripopolamento del cinghiale, che è causa principali dei danni alle coltivazioni. È un cane che si morde la coda: andiamo a ripopolare con i cinghiali e poi abbiamo bisogno dei cacciatori o addirittura delle guardie venatorie per abbatterli, perché sono troppi e danneggiano le coltivazioni. Francamente, mi sembra, come al solito, un tentativo di cura che è peggiore del male che si vuole andare a curare.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 305) presentato dai Consiglieri Biolé, Stara: all'articolo 1, il comma 2 è soppresso.
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Siamo ancora sull'articolo 1 e adesso stiamo passando al comma 2.
Esattamente come il mio emendamento precedente, che era il n. 304), che a causa della mia iniziale assenza in seduta non è stato da me illustrato, ma di fatto è un emendamento interamente soppressivo del comma e chiaramente rientra in un quadro di attività emendativa che ho inteso presentare già qualche settimana fa, prima ancora del cosiddetto confronto del tavolo di lavoro, quando questo disegno di legge è rientrato nell'ordine del giorno del Consiglio regionale.
Questa attività emendativa andava a chiedere un'attenzione maggiore ma mi ripropongo di richiederla ancora adesso - rispetto al deposito di una proposta di legge che, di fatto, è formalmente in discussione contestualmente al disegno di legge della Giunta, ma che poco o nulla ha rappresentato in termini di suggerimento rispetto a queste intenzioni del governo regionale.
Come nel precedente intervento, risottolineo che l'errare e il perseverare può diventare diabolico, ma a questo punto si tratta veramente di perseverare in modo quasi permanente su questi tipi di argomenti.
Questo va a scapito generalmente di quello che può essere il lavoro sereno e che prevede il licenziamento di importanti provvedimenti per quanto riguarda la Regione Piemonte, va a scapito di quello che può essere un confronto che formalmente è stato chiuso e riaperto più volte, ma che di fatto, non ha rappresentato nel merito un recepimento di istanze che noi, come Gruppi di opposizione, portiamo e porgiamo come suggerimenti, ma con alla base quelle che possono essere delle riflessioni, da parte di chi tecnicamente conosce la materia.
Alcuni esempi sono rispetto all'inopportunità di misure già presenti che sono quelle presenti nella legge nazionale, perché siamo senza legge regionale ormai da parecchi mesi. Ma anche episodici, rispetto a quelli che sono stati i calendari non così opportuni piuttosto che l'allargamento, la liberalizzazione (se così si può chiamare) di questo tipo di attività, che portano anche a delle situazioni di pericolo.
già stato ricordato che la stagionalità dell'attività venatoria è costellata da queste situazioni di pericolo e di insicurezza che poi si traducono in incidenti, che incidenti non sono.
stata ricordata la sensibilità che sul territorio si sta allargando rispetto all'affettività e alla vicinanza rispetto al mondo animale, su cui non c'è stata mai, pur avendo due anni di confronto in Commissione e in Aula, una vera volontà di confronto da parte del Governo regionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'art. 1 comma 2, si sostituisce "A tal fine" con "Per osservare il comma 1 del presente articolo".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo passati al comma 2 dell'articolo 1, quindi immagino che l'articolo 1 avrà ancora lunga vita per quanto riguarda la discussione emendativa, in quanto siamo ad un quarto degli emendamenti presentati su tale articolo.
Sempre sulle finalità, il comma 2 introduce quelli che sono gli scopi veri e propri della legge; quindi, "in osservanza dei principi e delle norme stabiliti dalla legge nazionale" , quindi, la legge cornice nazionale n. 157 del 1992, "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio".
E ovviamente, in conformità alle direttive comunitarie e alle convenzioni internazionali in materia di tutela della fauna e dell'ambiente naturale, questa legge detta le "Norme per la tutela e la gestione del patrimonio faunistico ambientale e per la disciplina dell'attività venatoria" con i seguenti scopi: "Disciplinare l'attività venatoria nel rispetto della conservazione e gestione della fauna selvatica, garantire la salvaguardia delle colture agricole" - e qui vengo al tema precedente che poi illustrerò negli emendamenti successivi -"coordinare l'attività venatoria con la salvaguardia della biodiversità" - e questo è un altro tema fondamentale e dalle norme elencate negli articoli successivi, secondo me, sono in conflitto palese con questo scopo. Continua: "favorire i progetti di sviluppo delle aree collinari e montane" - e su questo non so quanto l'attività venatoria possa favorire progetti di sviluppo delle aree collinari e montane.
"Eliminare o ridurre i fattori di disequilibrio o di degrado ambientale": anche su questo punto la pressione della fauna selvatica è tanto maggiore quanto più avvengono i ripopolamenti per garantire la caccia stessa che dovrebbe essere l'attività che garantisce il superamento dei fattori di disequilibrio e di degrado ambientale.
"Dotare il territorio regionale di strutture atte alla protezione e al potenziamento qualitativo e quantitativo delle specie faunistiche autoctone", e su questo mi sembra che il disegno di legge presentato dalla Giunta regionale non faccia abbastanza. Noi abbiamo proposto un emendamento tra l'altro, è uno dei pochi, se non l'unico, emendamenti dichiarati accoglibili da parte dell'Assessorato - che riguarda l'introduzione dei CRAS (Centri di recupero degli animali selvatici).
In ultimo, "promuovere l'impegno delle componenti agricole e venatorie e di protezione ambientale anche attraverso stanziamenti necessari di risorse economiche e di supporti tecnico-scientifici atti a censire monitorare quali quantitativamente il patrimonio faunistico".
ovvio che sul tema delle risorse in questo primo emendamento sul comma 2 siamo piuttosto scettici e lo vedremo a breve, probabilmente nel bilancio revisionale.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 71) del Consigliere Bono è da considerarsi irricevibile, in quanto la parte emendata andrebbe a sostituire le parole "a tal fine la Regione" con le parole "per questo scopo la Regione". Avendo lo stesso significato, ciò non comporterebbe modifiche al testo di legge.
Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'art. 1 comma 2, si inserisce dopo "nell'osservanza" quanto segue "e rispetto".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Vado più nel dettaglio dell'analisi del comma 2 dell'articolo 1, che introduce gli scopi e le finalità vere e proprie della legge, e in tal senso il comma a) recita: "Disciplinare l'attività venatoria nel rispetto della conservazione e gestione della fauna selvatica". Su tale comma noi come definizione, potremmo non trovare delle possibili osservazioni da portare all'attenzione dell'Assessorato, in quanto siamo d'accordo a disciplinare l'attività venatoria proprio per il principio che ho detto prima. Anche se una componente sempre più larga dell'opinione pubblica sarebbe per eliminare del tutto l'attività venatoria, noi crediamo che in questo momento storico sia prioritario e fondamentale almeno ridisciplinare, cioè ritornare ad una disciplina dell'attività venatoria.
Disciplina cancellata improvvidamente con un colpo di spugna più di un anno fa per superare il referendum o, meglio, per superare la parte legislativa che era da sottoporsi a quesito referendario.
Doveva essere ad inizio giugno 2012 e tante associazioni e tanti Consiglieri erano già lanciati per fare giustamente la loro parte nella campagna referendaria, chi per il "sì", chi per il "no". Poi all'improvviso, venne il colpo di spugna della cancellazione della norma e quindi il superamento del referendum.
Se vi ricordate, si era provato a fare la stessa cosa rispetto ai referendum nazionali, sia sull'acqua pubblica sia sul nucleare, ma poi fortunatamente la materia si risolse invece con un referendum a livello nazionale ad amplissima partecipazione, che portò al superamento di quella sciagurata scelta, anche in seguito agli eventi tragici di Fukushima che tutti ricordiamo. Invece non è stato possibile sottoporre a consultazione la normativa regionale.
Noi siamo per disciplinare l'attività venatoria nel rispetto della conservazione della fauna selvatica. Sul termine "gestione", in effetti dei dubbi me li pongo: la gestione della fauna selvatica dev'essere preordinata alla conservazione (prima la conservazione e poi la gestione).
Se la gestione diventa solo finalizzata all'attività venatoria come attività ludico-ricreativa, o addirittura sportiva, perde di senso. Come ho detto all'inizio, infatti, la fauna selvatica è un patrimonio, un bene comune, che quindi va conservato e non "gestito" in un'ottica finalizzata alla monetizzazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 307) presentato dai Consiglieri Muliere, Stara Ronzani, Rostagno, Boeti, Bresso, Motta A., Placido, Laus, Pentenero Gariglio, Manica, Reschigna, Oliva: al comma 2 dell'articolo 1 (Finalità) del disegno di legge n. 323, dopo le parole "A tal fine la Regione, nell'osservanza dei principi e delle norme stabiliti dalla legge 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio)" sono inserite le seguenti: ", della legge 4 giugno 2010, n. 96 e s.m.i.".
La parola al Consigliere Muliere per l'illustrazione.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Siamo al comma 2 dell'articolo 1. Qui si fa riferimento alla legge n.
157, nel senso che questa nuova legge che dovremmo varare deve basarsi sull'osservanza dei principi fissati dalla legge n. 157.
Noi proponiamo di inserire un riferimento anche alla legge comunitaria n. 96 del 4 giugno 2010, perché è vero che bisogna fare riferimento alla legge n. 157, ma anche alla legge comunitaria. In particolar modo, per quanto riguarda tutti quei rimandi legati alle specie cacciabili necessariamente dobbiamo avere questi riferimenti e siccome stiamo elaborando una legge, ci sembra giusto richiamarci anche alle normative comunitarie.
Ne approfitto tra l'altro per dire che noi dobbiamo fare riferimento alla legge n. 157, ma nello stesso tempo dobbiamo cercare di varare un testo di legge che tenga conto anche della realtà della nostra Regione tant'è vero - lo ricordo - che noi avevamo una legge, la legge n. 70, che era molto più restrittiva rispetto alla n. 157.
Ecco, dobbiamo inevitabilmente avere come riferimento la legge n. 157 ma questo non vieta alla Regione Piemonte di varare una legge che tenga conto delle caratteristiche, delle particolarità e dell'esperienza di questo territorio.
Sarebbe sbagliato, appunto, cancellare - come abbiamo fatto - la legge n. 70, dimenticandoci che avevamo una delle leggi migliori a livello nazionale che di fatto è stata cancellata senza che vi sia stato fatto alcun riferimento.
Mi auguro che gli emendamenti che come Gruppo abbiamo presentato, che invece fanno riferimento all'esperienza della legge n. 70, vengano accolti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Muliere.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 16) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'art. 1, comma 2, si sostituisce "in conformità alle" con "nel rispetto delle".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Andando avanti nell'analisi del testo, analisi anche fatta, in parte nelle precedenti sedute di discussione del testo di legge, mi soffermo soprattutto sul comma b), cioè sulla finalità di garantire la salvaguardia delle colture agricole.
Anche su questo tema, su cui non penso ci possano essere divisioni ed è enunciato così, in linea di principio siamo tutti per garantire la salvaguardia delle colture agricole e quindi l'attività degli imprenditori agricoli, che vedono spesso danneggiate le loro colture da eventi meteorici, ma anche dalla fauna selvatica.
Si tratta di un settore sicuramente in difficoltà, che risente della crisi economica, dell'innalzamento dei prezzi delle materie prime, della sempre più diffusa trasformazione di quelle che una volta erano sementi naturali in sementi OGM di proprietà di multinazionali, che quindi ogni anno devono essere riacquistate da parte degli agricoltori; le stesse sementi geneticamente modificate, inoltre, hanno poi bisogno di additivi e sostanze chimiche per consentire loro di resistere ad alcuni attacchi parassitari.
La situazione, quindi, è sempre più difficile e gli eventuali danneggiamenti da parte della fauna selvatica vanno a insistere sul settore in maniera anche cospicua. Su questo come principio, dunque, non vedo possibili divisioni all'interno del Consiglio.
Però - c'è un "però" e forse ce ne sono anche due - le domande che noi abbiamo provato a porre all'Assessore Sacchetto riguardano le motivazioni e le cause all'origine del danneggiamento delle colture agricole da parte della fauna selvatica, ovvero se siano state messe in essere, in primo luogo, tutte le difese possibili da parte degli agricoltori (reti metalliche, muretti di contenimento, ecc.) - penso soprattutto per gli ungulati e in particolar modo i cinghiali - e se, secondariamente, la Regione abbia fatto tutto - insieme ai comprensori di caccia e alle ATC per quel che attiene alla limitazione del fenomeno del ripopolamento, che è un fenomeno esistente non tanto ai fini della protezione della specie, ma proprio finalizzato all'attività venatoria.
Chiedo all'Assessore Sacchetto se voglia intervenire su questo tema e darci il suo parere, perché so che è molto esperto in materia: sappiamo che spesso vengono effettuati dei ripopolamenti anche per finalità meramente venatorie e non solo di tutela della specie. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 72) presentato dalla Consigliera Cerutti: al capo I, Art. 1, comma 2, riga 2, sostituire le parole "in conformità" con le parole "in ottemperanza".



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Stiamo discutendo l'articolo 1, che è quello delle finalità e che vede come modifica che l'Assessore ha recepito e che quindi è stata trasmessa nel possibile testo coordinato, la sostituzione della parola "tutela" con la parola "conservazione".
Credo che questa sostituzione sia importante e che ad essa dovremmo ispirare il disegno di legge. Da questo punto di vista, invece, credo che il possibile risultato del testo coordinato proposto dall'Assessore non vada nella direzione della conservazione.
Infatti, pensiamo - e così abbiamo voluto già nei precedenti interventi fare delle considerazioni anche sul Piano faunistico-venatorio regionale che lo stesso Piano e poi quindi di conseguenza anche il DDL sulla caccia dovrebbero avere come obiettivo primario - credo condiviso anche dai cacciatori - la salvaguardia delle specie animali selvatiche, soprattutto laddove le specie sono in difficoltà, con conseguente erosione della biodiversità.
Da questo punto di vista, pensiamo che l'attività venatoria - io mi permetto di dire "l'attività venatoria illuminata", e credo che una legge regionale dovrebbe spingere in questa direzione - dovrebbe essere assolutamente subordinata e consentita soltanto laddove questo primo aspetto venga rigorosamente verificato.
Noi pensiamo che i prelievi venatori dovrebbero essere consentiti solo a carico di quelle specie che hanno raggiunto la densità ottimale su tutto il territorio piemontese, oppure che non presentano calo numerico o situazioni in declino.
Pertanto, sia il Piano faunistico-venatorio sia, di conseguenza, la legge sulla caccia dovrebbero prevedere il divieto dell'esercizio venatorio per quelle specie che non presentano le due caratteristiche indicate.
Riteniamo invece che, avendo come proposta una legge che va in una direzione diversa, in realtà non si proceda verso la conservazione, come invece viene indicato nell'articolo 1 della legge, che riguarda la conservazione e la gestione del patrimonio faunistico-ambientale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.
Emendamento rubricato n. 17) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'articolo 1, comma 2, si sostituisce la parola "comunitarie" con "europee".
Emendamento rubricato n. 18) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'articolo 1, comma 2, si sostituisce "in materia di tutela" con "in materia di salvaguardia".
Emendamento rubricato n. 19) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'articolo 1, comma 2, si inserisce la parola "selvatica" dopo "tutela della fauna".
Emendamento rubricato n. 20) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'articolo 1, comma 2, la parola "ambiente" è sostituita da "ecosistema".
Emendamento rubricato n. 21) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'articolo 1, comma 2, si sostituisce la parola "detta" con "impone".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione congiunta degli emendamenti.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Li illustro congiuntamente, poiché insistono tutti sul comma 2 dell'articolo 1, sul quale stiamo facendo una disamina più complessiva piuttosto che puntuale sui singoli emendamenti, che sono una mera sostituzione di parole e che hanno la finalità di circoscrivere e definire meglio i principi del comma 2.
In merito al ripopolamento, ho avuto, fuori microfono, uno scambio di battute con l'Assessore Vignale. In effetti, riguardo al cinghiale il popolamento è, per legge, vietato, anche se da più parti vengono segnalate più voci (questo bisognerebbe una volta per tutte controllarlo e chiarirlo eventualmente anche con un esposto alla Magistratura) che riportano ripopolamenti del cinghiale, che è uno degli animali che provoca più danni alle colture agricole.
Pertanto, i ripopolamenti riguardano altre specie animali.
In particolar modo, mi riferisco - saltando qua e là nel testo della legge - all'articolo 18, comma 2, laddove si parla di AFV (Aziende Faunistiche Venatorie) e di AATV (Aziende Agrituristico Venatorie).
Si tratta di aziende in cui è permessa l'immissione e l'abbattimento di animali e la Giunta regionale coordina e approva piani di popolamento con finalità "naturalistiche e faunistiche". Quindi, da una parte, si parla di conservazione e di ripristino dell'ambiente naturale e, dall'altra, si parla di aziende faunistico-venatorie e aziende agrituristico-venatorie in cui penso sia chiaro che l'immissione avviene per finalità venatorie e non solo naturalistiche e paesaggistiche.
Questo, al comma 2 dell'articolo 18.
Nel testo di legge in generale, invece, troviamo un principio giusto sacrosanto e condivisibile, che viene declinato, nel corso della legge, in una serie di articoli che sembrano quasi in conflitto con lo stesso principio.
Pertanto, mi sembra che occorra, come linea di massima, cercare di superare questa parte.
Poiché ho a disposizione 15 minuti, mi viene alla mente un breve excursus riguardante la legge sull'urbanistica, che aveva come principio cardine la limitazione del consumo del territorio qualora non ci fossero state possibili soluzioni alternative. Si permetteva, cioè, consumo di suolo solo laddove non vi fossero soluzioni possibili di recupero di uso di fabbricati e abitazioni esistenti.
Era, ovviamente, un principio un po' più labile, più debole, che si era provato a stravolgere pesantemente nel testo della legge. Sicuramente i colleghi più attenti dell'opposizione e della maggioranza ricordano quanto andò avanti la discussione sulla legge sull'urbanistica.
Andò avanti più di un anno, con tantissimi emendamenti (moltissimi ovviamente presentati anche dal mio Gruppo), e si arrivò ad un testo molto diverso dall'originale, proposto dall'Assessore Cavallera, anche grazie alla costituzione della Commissione d'inchiesta sull'urbanistica, in seguito all'operazione Minotauro, portata avanti dalle Forze dell'Ordine che ha visto l'arresto di diversi appartenenti ed affiliati alle 'ndrine calabresi ed il coinvolgimento di alcuni attori politici del territorio dove si era visto - in un documento della Magistratura - che le varianti parziali erano spesso usate per fare interessi e riciclo di denaro sporco.
Questo, ovviamente, senza nulla paragonare: è un esempio per far capire come i principi siano importanti.
L'articolo 1, ad esempio, non è una vuota dichiarazione di intenti che poi possono essere totalmente ribaltati nel testo di legge, visto che anche la legge è interpretabile e quindi anche con una legge rigorosa è possibile trovare delle scappatoie sul territorio da parte di coloro i quali devono applicarla.
Almeno nella legge - mi rivolgo nuovamente all'Assessore Sacchetto come estensore del disegno di legge - le finalità siano stringenti ed anche il testo sia conseguente.
Occorre essere coerenti. Io chiedo questo: un po' di coerenza.
Nella legge poniamo delle finalità piuttosto blande (tra queste c'è anche la finalità di garantire l'espletamento dell'attività venatoria perché la maggioranza la considera un'attività giusta, da effettuarsi, che può portare un ritorno economico e sviluppo del territorio) e poi secondariamente, tra le altre cose, ci poniamo anche la finalità della tutela delle specie più a rischio, quelle che stanno per estinguersi.
Io questo chiederei: delle due, l'una. I principi sono molto belli roboanti, ma poi, in un testo di legge, non ci ritroviamo, non ci raccapezziamo.
Immagino che chi legge il provvedimento sia più o meno interessato, ma anche un cultore della tecnica legislativa penso che non ci si ritrovi in un testo di legge del genere.
Altrimenti, riscriviamo le finalità. Non lo faccio io, ovviamente presentando degli emendamenti di modifica delle finalità, perché poi mi ritroverei con un emendamento approvato dalla maggioranza, ma mi rivolgo all'Assessore Sacchetto.
Accogliamo lo sforzo che l'Assessore Sacchetto, la Giunta e la maggioranza hanno fatto nel riaprire il tavolo, per discutere con le opposizioni, vedere gli emendamenti, così come hanno fatto tanti altri Assessori. L'ultimo citato è l'Assessore Cavallera, in occasione del Piano sull'urbanistica, che si è anche prestato a discutere alcune modifiche con i Gruppi dell'opposizione maggiormente interessati al testo.
L'Assessore Sacchetto, pertanto, non sta facendo nulla di straordinario, però, Assessore, non si limiti a fare metà del compito: provi a svolgere tutto il compito. Valuti i numerosi stimoli provenienti dalle opposizioni, provi a raccoglierli, almeno per vedere che tra il bianco e il nero ci può essere il grigio, che può essere portato all'attenzione dei piemontesi - cacciatori o meno, interessati o meno all'argomento - magari senza eccessiva perdita di tempo, perché è ovvio nelle economie del Consiglio, non solo in senso di spesa, ma anche in senso di tempo, abbiamo tutti interesse a licenziare i provvedimenti il prima possibile. Anche l'opposizione, anche se può sembrare strano.
Qualora un provvedimento sia condiviso o non contenga delle posizioni inaccettabili per una o più parti dell'opposizione, è interesse di tutti quello di approvare i provvedimenti prima possibile, in modo da produrre materiale legislativo, sperando che le nostre siano norme che hanno ricadute positive sul territorio, altrimenti avrebbe poco senso la nostra attività. È vero che la maggioranza e l'opposizione si dividono per contenuti programmatici anche diversi. All'interno dell'opposizione ci sono almeno due opposizione diverse, ma non mi sembra che, se non su un provvedimento che mi ricordo nitidamente, ci sia mai stata una posizione nettamente, fortemente ideologica e assorta a qualunque richiesta della maggioranza. Mi riferisco al famoso provvedimento sui cantieri a favore dell'Alta Velocità in cui, lo ammetto, il mio Gruppo, come altri Gruppi dell'opposizione, ha tenuto una posizione fortemente ideologica, fortemente di contrasto, ma che alla base aveva dei contenuti molto precisi, dati scientifici che ci portavano a dire che l'opera che doveva essere sostenuta era inutile, uno spreco di soldi e che la normativa che si accingeva a promulgare, era perfettamente inutile.
Prova ne è che ancora adesso ricadute sul territorio della Val di Susa non ce ne sono state, anzi, i soldi stanno sparendo e addirittura i sostenitori più forti dell'Alta Velocità stanno dicendo " ma se anche il Governo romano ci toglie i fondi, non sappiamo come fare per dire al territorio che vogliamo un'opera che non è assolutamente accettata dai cittadini". Chiudo la parentesi, ma era solo per fare degli esempi e fare capire come anche in questo caso le opposizioni di Centrosinistra e del Movimento 5 Stelle non si sono poste in maniera ideologica contro un provvedimento della Giunta. Probabilmente c'è stato un percorso travagliatissimo, questo non si può non dire, nel senso che quando vedo un referendum che viene schiacciato, calpestato, distrutto e cancellato da una parte politica, qualunque sia questa parte politica, non posso che prendere fortemente le difese dei cittadini.
Per una cultura politica che mi appartiene, non sono nato in Svizzera o nella parte della democrazia diretta, ma essendo nato politicamente, negli ultimi anni, quando i temi della partecipazione, della democrazia diretta avevano uno sviluppo e una rinascita anche nel nostro Paese - alcuni dicono che di democratico ha poco - è ovvio che mi risulta difficile anche solo accettare - lo dico per farlo comprendere all'Assessore Sacchetto - alla maggioranza e alla Giunta, il perché di tanta tenacia e ostinazione a presentare emendamenti. Mi risulta difficile andare verso un compromesso al ribasso sui punti chiesti da cittadini.
All'Assessore Sacchetto l'avevo detto in tempi non sospetti. Se il referendum si fosse celebrato e avessimo perso - lo diceva anche il Consigliere Lupi, si ricorderà benissimo che aveva posizioni sulla caccia molto simili alle mie - non è che avremo potuto dire in Aula: continuiamo a fare un'attività emendativa molto forte, al limite dell'ostruzionismo, per ribattere un tema su cui i piemontesi si sono espressi in senso negativo.
Io sono per l'eliminazione del quorum, quindi non penso che solo il non raggiungimento del 50% avrebbe potuto dire "attenzione, i piemontesi non sono interessati al tema". Ma la maggioranza avrebbe avuto una carta in più, cioè quella di dire che i cittadini non si sono espressi, non hanno raggiunto la maggioranza sul tema, quindi avrebbero potuto dire alle opposizioni "guardate che non avete con voi neanche la metà della popolazione piemontese che risente questo tema". Magari è vero, in questo momento i piemontesi sono più interessati ad arrivare a fine mese, sono più interessati ad avere uno stipendio dignitoso, sono più interessati ad avere un lavoro, sono più interessati a pagare le rate del mutuo, sono più interessati a pagarsi le bollette. Sacrosanto.
Impegniamoci subito sui temi, ad esempio, del welfare, sul tema importantissimo della casa, su cui diversi Gruppi hanno presentato dei provvedimenti di legge che anch'io sarei molto interessato a discutere subito, immediatamente, magari prima della caduta anticipata della legislatura. Oppure il tema delle slot machine, che il Consigliere Casoni conosce benissimo, che stiamo cercando di affrontare in III Commissione, ma che non riusciamo a far uscire dalla Commissione stessa.
ovvio che, nel momento in cui ci troviamo con un referendum che non è stato celebrato, con una rappresentazione popolare molto forte su questo tema da parte di associazioni e di cittadini - ho visto ancora oggi in diversi balconi esposte la bandiera "stop alla caccia" - non sappiamo quanto sia sentito questo tema, quindi è lecito per le opposizioni rappresentare anche una parte, magari minima o maggioritaria non lo sappiamo, e portare avanti giuste prerogative.
Per questo, l'esercizio dell'attività legislativa verrà portato avanti fino in fondo e si analizzeranno le possibilità, gli spiragli per introdurre altre limitazioni e non abolizioni. Limitazioni sensate ragionate alla caccia, che possono permettere di continuare a svolgere l'attività venatoria, salvare le specie a rischio e rispettare le richieste che non hanno potuto essere esaudite con un referendum da parte di migliaia di cittadini, più di 60 mila, che nel lontano 1987 hanno raccolto le firme e presentato un referendum.
Fino ad allora, come sapete, non mi sono mai tirato indietro.
L'Assessore Quaglia adesso ha le deleghe all'urbanistica, prima ce l'aveva l'Assessore Cavallera, ma già all'epoca seguiva attentamente, come Assessore al bilancio, tutte le tematiche. Sa, quindi, che non mi sono mai tirato indietro, e penso neanche molti altri colleghi dell'opposizione, a presentare emendamenti a ripetizione su un tema che noi sentiamo, che abbiamo a cuore, che sentiamo che abbia un senso, alla cui base ci sono motivazioni importanti e sentite sul territorio.
Chiudo l'analisi di questi cinque emendamenti e mi riservo di intervenire su emendamenti successivi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 73) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara: Sostituire la parola "detta" con la parola "fissa".
Emendamento rubricato n. 74) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara: Dopo le parole "per la tutela" aggiungere le parole "la salvaguardia".
La parola alla Consigliera Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente Anch'io riprendo - e non perché non abbiamo altri argomenti, ma perch le questioni sono queste - quello che ha già posto il Consigliere Bono Con questi emendamenti chiedevamo la sostituzione delle parole "per la tutela" con "salvaguardia". Poi abbiamo l'emendamento dell'Assessore, ed è forse quello che l'Assessore dà per illustrato, che è quello che sostituisce "tutela" con "conservazione".
Se questi sono i principi che vengono declamati nel disegno di legge presentato, crediamo che ci debba essere una coerenza con il testo nel suo complesso che noi facciamo fatica a ritrovare.
Da questo punto di vista, ci chiediamo se, in effetti, su alcuni aspetti, ci sia sicuramente una fiducia della maggioranza nell'Assessore.
Crediamo che anche all'interno della maggioranza ci siano sicuramente delle anime diverse, anche perché sappiamo che il tema della caccia è un tema a sensibilità trasversali, quindi non necessariamente segnato da una parte e dall'altra; quindi il contro, magari con sfumature diverse, non è soltanto patrimonio dell'opposizione.
Da questo punto di vista, crediamo che proprio per queste considerazioni, il testo che vorremmo emergesse da quest'Aula dovrebbe essere un testo che tenga conto delle sensibilità diffuse, quindi sia una mediazione certamente non al ribasso, ma che necessariamente sia migliorativa rispetto alla legge nazionale e migliorativa anche rispetto alla legge regionale passata; una legge che secondo alcuni colleghi (noi non eravamo presenti nel passato mandato) era comunque già avanzata rispetto a quella di altre Regioni.
Certamente, non riteniamo sia sostenibile e che comunque veda il nostro assenso una legge che risulti essere peggiorativa rispetto alla legge regionale precedente. Non siamo disponibili a sostenere una legge che nell'indefinitezza proposta dall'Assessore, non si comprenda neanche come possa essere poi nella pratica.
Se viene demandata alla Giunta la definizione delle caratteristiche oggetto di discussione, è chiaro che, nella migliore delle ipotesi addirittura la Giunta varierà il calendario e il numero di specie cacciabili. Siamo disponibili a sostenere una legge nella quale sia le specie cacciabili, sia il calendario siano migliorati, con un passo avanti rispetto al calendario attualmente vigente. Però, purtroppo, sappiamo che l'Assessore finora non ci sta venendo incontro. Ripeto, il Piano faunistico non ci dà elementi per essere ottimisti in una direzione che vada a tutela della fauna selvatica della Regione. Riteniamo non sia sicuramente un passo avanti avere una legge che, negli aspetti più importanti, non dà la possibilità al Consiglio regionale di stabilire dei paletti.
Quindi, ci chiediamo però se nella maggioranza vi sia una uniformità da questo punto di vista o non ci sia la possibilità di giungere ad una mediazione che, ripeto, non riteniamo debba essere una mediazione al ribasso, però una mediazione che raggiunga un risultato che tenga conto di tutte le sensibilità. Quindi, da questo punto di vista crediamo che tenere conto di tutte le sensibilità sia essenziale.
In realtà, la sensibilità prevalente all'esterno di quest'Aula è contro la caccia, però, considerando che comunque ci sono più orientamenti pensiamo che, invece, andare nella direzione di lasciare tutte le decisioni nelle mani della Giunta, che, come temo, si muove secondo un approccio che non tiene conto delle sensibilità animaliste, sia ciò che noi non possiamo permetterci.
Se prevale questo approccio, sarebbe per noi un grave errore lasciare che questo disegno di legge veda la luce.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.
Emendamento rubricato n. 579) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Sacchetto: all'articolo 1, comma 2, del disegno di legge n. 323 la parola "tutela" è sostituita dalla parola "conservazione".
L'Assessore Sacchetto lo dà per illustrato.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

facoltà della Giunta.
Emendamento rubricato n. 22) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'articolo 1, comma 2, dopo le parole "per la tutela e la" si aggiunge "corretta".
Emendamento rubricato n. 23) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'articolo 1, comma 2, si sostituisce la parola "disciplina" con "limitazione".
Emendamento rubricato n. 24) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'articolo 1, comma 2, si sostituisce "in particolare" con la dicitura "anche".
Emendamento rubricato n. 25) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'articolo 1, comma 2, si sostituisce "i seguenti scopi" con "le seguenti modalità".
Emendamento rubricato n. 26) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: l'articolo 1, comma 2, lettera a) si sostituisce con quanto segue: "limitare l'attività venatoria nell'ambito della salvaguardia delle specie selvatiche".
Emendamento rubricato n. 27) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: l'articolo 1, comma 2, lettera a) è sostituita con "salvaguardare e recuperare l'equilibrio ambientale del Piemonte con particolare attenzione alle specie selvatiche a rischio d'estinzione dal territorio regionale;" La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente è facoltà di un Assessore non illustrare i suoi emendamenti però, Assessore, almeno prenda la briga di illustrare i suoi emendamenti! L'ho letto adesso e mi rendo conto che non...



(Commenti in aula)



BONO Davide

Mi dicono che il primo a non credere all'approvazione di questo testo di legge è l'Assessore.
Ho capito che vuole fare in fretta, ma non è che se non illustra i suoi emendamenti risparmiamo un minuto e approviamo il testo di legge prima.
Mi rendo conto che l'emendamento non era fondamentale, ma almeno leggere, per i colleghi che magari non sono provvisti di PC o di tablet, il testo del suo emendamento che sostituisce la parola "tutela" con la parola "conservazione", penso che sia un segno di rispetto verso i Consiglieri che sono ancora qui e che sono in tanti, diversamente a quanto accade solitamente.
Devo dire che anche quelli della maggioranza sono in tanti. Forse, sarà la presenza di qualche telecamera in più rispetto al solito. A me sembrerebbe un minimo di rispetto almeno illustrare l'emendamento.
Spero che i prossimi emendamenti della Giunta lei vorrà illustrarceli.
Non vorrei appunto che si deteriorasse il rapporto tra l'opposizione e l'Assessore, non ne vedo nessuna motivazione. Stiamo svolgendo una normale giusta e sacrosanta attività emendativa. Ci siamo lasciati dopo gli incontri del tavolo regionale con ancora una finestra aperta, una finestra di interrogativi aperta, nel senso che al di là di tutto non era chiaro quale era la prosecuzione dei lavori.
Quindi, vorrei anche su questo un intervento dell'Assessore Sacchetto perché il dato poco chiaro era se l'analisi da parte dell'Assessorato degli emendamenti era un'analisi definitiva, nel senso che ormai li abbiamo visti, questo è quanto, oppure no. Perché ovviamente questo presuppone dalla parte delle opposizioni il fatto di non vedere più possibilità, di spiragli, di aperture per quanto riguarda l'inserimento di altri emendamenti, che magari ritengono importanti e che non sono stati considerati tali, o, meglio, sono stati bocciati, da parte di una diversa sensibilità, cioè la sensibilità espressa dalla maggioranza, quindi a noi non resta altro che presentare emendamenti e in un'ottica di "costruzionismo".
"Costruzionismo" è ormai un termine salito alla ribalta delle cronache della politica soprattutto romana, parlamentare. Non che lo abbia inventato il Movimento 5 Stelle, perché ci sono partiti politici che hanno esperienza ultradecennale o, comunque, derivano da forze politiche che hanno un'esperienza ultradecennale, ma significa il tentativo, tramite la presentazione di un numero cospicuo di emendamenti, di portare all'attenzione dell'esecutivo, sia la Giunta regionale, sia una Giunta comunale, sia un Consiglio dei Ministri, una serie di temi importanti e strategici per l'opposizione.
Poi, è ovvio che a Roma c'è uno strumento "simpatico" per la maggioranza, un po' meno per l'opposizione, che si chiama "fiducia", con cui si chiude praticamente la discussione, cioè il contingentamento dei tempi. Si è provato ad introdurlo anche in Consiglio regionale, soprattutto il contingentamento dei tempi e il maxiemendamento, riassunto agli articoli 69 e 84 del Regolamento.
Fortunatamente, il legislatore della scorsa legislatura non è stato così bravo, nel senso che ancora adesso non abbiamo definito bene qual è il perimetro in cui si possono svolgere e applicare gli articoli 69 e 84 del Regolamento.
Poi, è ovvio, sarebbe uno scandalo applicare questi articoli su un disegno di legge come quello sulla caccia, anche se immagino che l'Assessore Sacchetto ci sta pensando da circa un paio d'ore.



(Commenti dell'Assessore Sacchetto)



BONO Davide

Da prima! Chiedo scusa se non l'ho valutata adeguatamente. Sicuramente, ci pensava sin da prima.
Secondo me, invece, il Consiglio è lo spazio del confronto, del dialogo e può essere un dialogo ruvido, un dialogo anche a volte sopra le righe: non dovrebbe essere il posto degli scontri fisici, ma deve essere il posto degli scontri verbali, tra opposte idee, tra opposte sensibilità, tra opposte proposte, che vengono presentate sia in Commissione che in Aula.
Ovviamente, in Commissione è il luogo migliore, perché c'è ancora uno spazio maggiore in cui si può battere e dibattere. Immagino che oggi l'Assessore non abbia intenzione, se non la chiusura, magari, dell'articolo 1, di dare un suo parere sugli emendamenti presentati o in generale sull'iter del provvedimento legislativo, ma ovviamente penso che, qualora l'Assessore Sacchetto voglia comunque proseguire sull'analisi del testo ovviamente, occorrerà discutere in merito ai punti più dibattuti del provvedimento stesso, che, come ho detto più volte, ovviamente, non riguardano l'articolo 1, ma gli articoli successivi.
Lo ha già detto il Consigliere Negro, che ha un emendamento molto importante sull'articolo 16 e voleva presentarlo all'attenzione dell'Assessore Sacchetto questa sera, forse perché non ha avuto modo di presentarlo prima al tavolo di lavoro. In sede di Conferenza dei Capigruppo, abbiamo fatto notare che, probabilmente, oggi non arriveremo all'articolo 16, e ho la sensazione che, forse, non ci muoveremo neanche dall'articolo 1.
Ci sono ancora diversi emendamenti cruciali - sia dell'UDC, con il Consigliere Negro; penso anche del Partito Democratico; sicuramente del mio Gruppo e penso anche altri Gruppi - da presentare all'attenzione dell'Assessore Sacchetto e della maggioranza del Consiglio, che assolutamente non si vuole finiscano in un angolino, persi nel mare magnum di emendamenti presentati e di proposte, che, magari, non vengono ascoltati dato l'elenco ampio e multiforme.
Sull'articolo 1, comma 2, riprendo la disamina del testo, chiusa la parentesi sul ripopolamento e sul danneggiamento delle culture agricole.
Ovviamente, il disegno di legge affronta alcuni temi fondamentali, anche gli obblighi, come dicevo, per l'agricoltore di assumere provvedimenti affinché, comunque, le coltivazioni siano in parte protette dal possibile danno, altrimenti ci sarebbero risarcimenti per chiunque, anche per coloro che non hanno messo in atto alcuna tecnica preventiva, o strumento preventivo, per provare ad evitarli.
Per fortuna, non si possono eliminare dalla faccia della terra gli animali selvatici, in particolar modo gli ungulati, per evitare i danni alle coltivazioni. Da quando mondo è mondo, l'essere umano convive con altri animali; la convivenza non è sempre stata ottima, nel senso che ovviamente, gli esseri umani cacciavano per alimentarsi e, a volte, gli animali facevano altrettanto, soprattutto quelli di grossa taglia.
Sicuramente, nell'evoluzione c'è stato un miglioramento delle condizioni umane.
Forse, sono più contrastanti le parole dell'Assessore Sacchetto che come anche altri suoi colleghi, spesso dice che ci sono cittadini che vivono in città e cittadini che vivono fuori. Lo stesso si diceva quando discutevamo sul disegno di legge n. 336 con il collega De Magistris sull'utilizzo dei veicoli a motore e delle piste ad uso agro-silvo pastorale, quasi come se chi vive in città non conoscesse il funzionamento del mondo all'esterno. Ovviamente, il tema è quello: è stridente pensare che, oggi, in assenza della necessità di andare a caccia per alimentarsi si continui questa pratica.
Poi - come è stato detto in un film, mi pongo le domande e mi do anche le risposte - è ovvio che qualcuno potrebbe dirmi di fare attenzione perché, in un momento di crisi economica, l'attività della caccia potrebbe tornare una funzione fondamentale per ottenere un minimo di cibo per la sussistenza. Ovviamente, la caccia non è un'attività venatoria gratuita, si devono sostenere dei costi e l'attività stessa spesso entra in conflitto con altre attività, quali l'attività agricola e, magari, l'attività ricettiva - non sempre, però, esistendo, come ho detto prima, aziende agrituristiche venatorie e aziende faunistico venatorie.
un mondo complesso e non è possibile esprimersi totalmente per il sì o totalmente per il no. Invece, da tre anni, purtroppo, questa maggioranza ha sposato acriticamente - un po' ideologicamente, se me lo permettete una posizione a favore della caccia, intendendo far passare qualunque elemento a favore di questa pratica, e i motivi mi sono anche un po' oscuri. Potrei pensare che tale comportamento sia finalizzato ad un ritorno di carattere elettorale, con ciò senza vederci nulla di male. Infatti, le forze politiche, ovviamente, confondendo a volte lo strumento con il fine cercano di ottenere voti, per amministrare - o governare, come si dice in termini non proprio corretti - una Regione, un Comune o lo Stato, tramite il consenso di alcune classi sociali - non classi di reddito o classi di lavoratori - quali i "cacciatori", o i "non cacciatori", o qualunque altra tipologia.
In questo senso, rammento all'Assessore Sacchetto che, così come esistono aggregazioni di persone simpatizzanti o elettori di una certa parte politica favorevoli alla caccia, ce ne sono altre assolutamente contrarie alla caccia. Quindi, non è possibile attenersi ad una posizione del genere. Poi, posso anche pensare che, ovviamente, la maggioranza e la Giunta esprimano al loro interno una sensibilità maggioritaria in questo senso. Infatti, ad esempio, il Consigliere Lupi o la Consigliera Spagnuolo spesso hanno citato la loro posizione anticaccia e animalista - non so se ci sono anche altri Consiglieri della maggioranza, adesso non mi sovvengono e lo stesso è avvenuto anche all'interno del centrosinistra, forse anche all'interno del Movimento 5 Stelle; nel mio caso è difficile, ma parlando con gli elettori, i simpatizzanti e gli attivisti ci sono posizioni diverse.
Per questo, continuo a dire che dovremmo individuare in questo tema come in tanti altri temi, a iniziare da quelli più importanti, quali quello del bilancio, quello della sanità e quello dei trasporti - delle posizioni comuni, che - senza confondere lo strumento con il fine, cioè lo strumento elettorale o la finalità di amministrare bene il Piemonte - cerchino di ottenere il migliore esito sia dal punto di vista dell'efficacia che dal punto di vista dell'efficienza, quindi in termini di costi e di risultati.
Ribadisco per l'ennesima volta che sul tema della caccia non mi sembra che questo avvenga, cioè si sta portando avanti una logica che ai miei occhi è miope, di chiusura e di non attenzione alle istanze del territorio nonostante la recente apertura da parte dell'Assessore Sacchetto. Per tale apertura non posso che ritenerla non soddisfacente per gli esiti che sta determinando, non tanto da un punto di vista numerico, perch recepirebbe solo due emendamenti del Movimento 5 Stelle. Cioè, Assessore Sacchetto, non è una questione di bandierine. Se fossero stati approvati emendamenti di Sinistra Ecologia e Libertà con Vendola, del Partito Democratico o di Per la Federazione-Sinistra europea che avessero emendato in senso migliorativo i punti dove noi riteniamo fondamentale intervenire a me sarebbe andato benissimo. Non è una questione di bandierine, ma di esigenze e anche di richieste provenienti dal territorio.
Il tema è questo; invece, gli emendamenti recepiti, o dichiarati accoglibili, non modificano granché i punti dolenti della legge.
Quindi, da questo punto di vista, non posso che continuare a valutare e presentare emendamenti anche sui successivi articoli. Ricordo ancora una volta che io e altri colleghi ci siamo esercitati, per ora, solo sull'articolo 1; pertanto, prevedo che a breve verranno depositati emendamenti su altri articoli del testo di legge, che è lungo, complesso e articolato. Quindi, non posso che prevedere un esercizio di retorica da parte dei Consiglieri di opposizione, che ritengo utile, perché, insomma c'è sempre da imparare, soprattutto da Consiglieri più esperti; però, non mi sembra che invece si dia un servizio ai piemontesi, alla cittadinanza perché, rispetto ai temi di cui ho detto prima, ritengono prioritari altri temi, come il welfare, le politiche sociali, la sanità e i trasporti.
Uno su tutti, proprio per aprire una parentesi che tanto piace al Consigliere Negro, riguarda il tema dei trasporti pubblici. Me ne sono reso conto oggi - immagino che arrivino anche a tutti voi messaggi dai vostri rispettivi simpatizzanti elettori - che l'aumento tariffario dei biglietti che doveva iniziare dal 15 dicembre, è stato anticipato di due settimane cioè dal 1° dicembre. Un biglietto delle SFM di Torino è aumentato: da euro 3,95 a 4,60. Ci sono già i cittadini in rivolta, e penso che questa rivolta non si limiterà soltanto a messaggi su Facebook a me, al Consigliere Rostagno o al Consigliere Mastrullo, ma presto arriverà anche alla Giunta.
Questo per fare un esempio delle priorità: se si aumentano le tasse, si riducono i servizi e si aumentano i costi, francamente non so quanto possa durare.
Proprio per dare un segnale di attenzione a queste giuste esigenze dei cittadini, ritengo necessario, vista anche la disponibilità di tutti i Gruppi di opposizione ad un confronto al tavolo di lavoro e ad un confronto generale con gli Assessori, affrontare il tema in maniera non ideologica senza chiusure preconcette, cercando di arrivare al miglior testo che contempli le opposte esigenze.
Ribadisco per l'ennesima volta, ma avrò modo di dirlo più volte, da una parte, le esigenze dei cacciatori e delle attività imprenditoriali collegate (le riconosco come attività, anche se probabilmente non ne usufruirò mai perché non le amo particolarmente, ma le aziende agrituristiche venatorie sono attività imprenditoriali, anche se ovviamente vanno regolamentate e regimentate); dall'altra, le richieste di una maggioranza sempre crescente di animalisti ed ambientalisti che ritengono la caccia un'attività obsoleta da superare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 75) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara: al capo I, articolo 2, comma 2, lettera A, sostituire la parola "disciplinare" con la parola "normare".
Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Sono un po' disorientata per il fatto che ci rimettiamo di nuovo in cammino su questo disegno di legge come se niente fosse, non dico rispetto ad altri dibattiti, ma rispetto a quello che è stato il lavoro precedente.
Credo sia giusto, quindi, darne una corretta lettura.
Mi è capitato di leggere - e su questo intervengo proprio in relazione all'articolo 1 sulle finalità del disegno di legge - che la Regione Piemonte non si dotava di una nuova legge regionale a causa dell'ostruzionismo o, comunque, dell'opposizione dei Gruppi di minoranza.
Vorrei dire - e lo dico perché abbiamo ricominciato rimettendo in campo la dinamica di passate sedute - che in realtà noi non ci stiamo dotando di un disegno di legge a causa dell'ostinazione delle opposizioni, perch dalle stesse vi è stata disponibilità ed anche un senso di responsabilità che però deve trovare una controparte.
Credo che lo stesso Assessore, nel momento in cui si chiude - ripeto sugli elementi più importanti del disegno di legge, faccia torto al lavoro che ha messo in campo, forse perché non si riesce a trovare una mediazione ed una definizione all'interno degli stessi Gruppi della maggioranza.
Tuttavia, credo sia responsabilità della maggioranza, soprattutto in un momento difficile come questo, provare a proporre una mediazione che tenga conto delle diverse sensibilità, e che possa essere il punto di partenza per una discussione con chi ha posizioni che altri potrebbero ritenere di integralismo animalista.
Chi è arrivato persino a proporre un disegno di legge di abolizione della caccia ha dichiarato la disponibilità ad arrivare ad una sintesi che magari, come è già stato detto da colleghi più autorevoli di me, non accontenta tutti, ma che può essere una mediazione per ottenere un risultato.
In caso contrario, ne parleremo fino all'infinito.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cerutti.
Emendamento rubricato n. 392) presentato dai Consiglieri Muliere, Stara Ronzani, Rostagno, Boeti, Bresso, Motta A., Placido, Laus, Pentenero Gariglio, Manica, Reschigna, Oliva: alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 323, le parole "nel rispetto della conservazione" sono sostituite dalle seguenti: "nel pieno rispetto della tutela".
Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Questo emendamento in qualche modo si riferisce all'emendamento n. 579 che l'Assessore non ha illustrato ma che è stato presentato, che sostituisce la parola "tutela" con "conservazione".
Personalmente ritengo un errore questa scelta. Sarebbe opportuno lasciare il termine "tutela" (tra l'altro, credo che nella legge n. 70 si parlasse di tutela della fauna e non di conservazione).
"Tutela" significa esercitare la tutela, quindi un impegno concreto a far sì che ci siano politiche ed azioni in grado di tutelare la fauna. Tra l'altro, negli emendamenti che ho presentato, e che presenter successivamente, si fa riferimento ad azioni concrete. L'Assessore lo sa perché ne abbiamo parlato anche a proposito di una rivalutazione delle zone di ripopolamento e cattura. Il Piemonte aveva esperienze straordinarie che purtroppo si stanno esaurendo, e invece di mettere della fauna che nasce e cresce sul nostro territorio, importa fauna dall'estero, che appena la si immette sul territorio in pochi giorni muore.
Per esercitare la tutela ci vogliono azioni precise. Ecco perch preferiamo la parola "tutela" a quella di "conservazione".
Con questo emendamento si propone "nel pieno rispetto della tutela" invece di "nel rispetto della conservazione", come si dice nel disegno di legge da lei presentato.
una differenza sostanziale, quindi noi vorremmo insistere sul reinserimento del concetto di "tutela" e non della semplice "conservazione".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Muliere.
Emendamento rubricato n. 76) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara: al capo I, articolo 1, comma 2, lettera A, sostituire la frase "nel rispetto" con la frase "nel pieno rispetto".
Emendamento rubricato n. 77) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara: al capo I, articolo 1, comma 2, lettera A, sostituire la frase "gestione" con la frase "tutela".
Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

A seguito delle considerazioni del collega Muliere sull'emendamento proposto dalla Giunta regionale, credo possa essere discutibile la questione che si vada a sostituire "tutela" con "conservazione". Anche se l'Assessore ha ritenuto di non dovercelo illustrare, poteva essere comunque l'occasione per dare un'indicazione al dibattito, in quanto, con le dichiarazioni della sottoscritta e del Consigliere Bono, penso ci siano tutte le condizioni per un dibattito che potrebbe essere estenuante.
Credo che questo Consiglio regionale di tutto abbia bisogno tranne che continuare in questa direzione.
Da parte nostra, non vuole essere una prova di forza, ma un tentativo di mediazione - non mi stancherò di ripeterlo - per poter giungere ad un testo che non necessariamente dev'essere condiviso da tutti, ma quantomeno non può limitarsi ad una simile proposta da parte dell'Assessore, che non è certo accettabile per coloro che hanno posizioni molto diverse dalle sue.
Rimarcherei un elemento che avevo già richiamato nei precedenti interventi e che vedo tornare in auge. Tra l'altro, l'Assessore sosteneva che nessuno in Giunta voleva accollarsi la delega alla caccia, per cui, in qualche modo, l'ha dovuta mantenere, non avendo trovato colleghi a cui passare il testimone.
Nel mantenere questa delega credo che vi sia necessariamente l'esigenza di essere laico, e quindi il dovere di provare a portare avanti una mediazione.
Non capisco, peraltro, come dalla disponibilità del tavolo sia scaturito, poi, un simile risultato, che è assolutamente insoddisfacente per tutti, anche per coloro che ritengono che la caccia sia un'attività assolutamente da salvaguardare nel nostro territorio.
Siamo consapevoli di non poter arrivare all'approvazione del nostro disegno di legge, ma, nello stesso tempo, se si vuole raggiungere una mediazione, si deve tener conto di tutti.
In questo modo, invece, non si terrà conto neanche delle opzioni che in modo non laico e non istituzionale, l'Assessore rappresenta.
Forse è opportuno un supplemento di riflessione, perché se l'obiettivo dell'Assessore è quello di arrivare all'approvazione del disegno di legge questa non è la strada corretta per raggiungerlo. A meno che il disegno di legge che ha proposto non sia semplicemente una provocazione in generale, e quindi non sia interessato alla sua approvazione. Ma, in tal caso, se lui per primo non ne è interessato, manteniamo lo status quo e ritiri questo disegno di legge, così continuerà a valere soltanto la legge nazionale.
Credo che non ci siano altre strade: se continuiamo con questo dibattito estenuante, non si arriverà a nulla. Per carità, come ha detto il collega Bono, la minoranza si esercita in un'attività di retorica (che peraltro, potremmo anche esercitare in altri modi o su altri argomenti) però non si raggiungerà alcun risultato. Tanto vale, quindi, ritirare il disegno di legge (sempre che questo sia l'obiettivo dell'Assessore).
Se, invece, l'obiettivo dell'Assessore è quello di approvare una legge regionale, a nostro avviso questa non è la strada giusta da percorrere. Lo dicono dei Gruppi che, magari, sono numericamente meno importanti di altri ma mi sembra che lo ribadisca anche, sia pure con sensibilità diverse, il Gruppo maggiore della minoranza.
Credo, quindi, che si debba per forza arrivare ad altri intendimenti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cerutti.
Emendamento rubricato n. 406) presentato dai Consiglieri Muliere, Stara Ronzani, Rostagno, Boeti, Bresso, Motta A., Placido, Laus, Pentenero Gariglio, Manica, Reschigna, Oliva: al comma 2 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 323, dopo la lettera a) è inserita la seguente: "a bis) incrementare la popolazione di tutte le specie di mammiferi ed uccelli, viventi naturalmente allo stato selvatico nel loro territorio, ad un livello corrispondente alle esigenze ecologiche, scientifiche, culturali e ricreative della regione, assicurando l'eliminazione o la riduzione dei fattori di squilibrio e di degrado ambientale;".
Emendamento rubricato n. 393) presentato dai Consiglieri Muliere, Stara Ronzani, Rostagno, Boeti, Bresso, Motta A., Placido, Laus, Pentenero Gariglio, Manica, Reschigna, Oliva: al comma 2 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 323, dopo la lettera a) è inserita la seguente: "a bis) promuovere lo sviluppo di specifiche iniziative, anche eventi di carattere faunistico-venatorio, che favoriscano il rilancio dell'economia agricola, con particolare riguardo alle zone montane;".
Emendamento rubricato n. 388) presentato dai Consiglieri Muliere, Stara Ronzani, Rostagno, Boeti, Bresso, Motta A., Placido, Laus, Pentenero Gariglio, Manica, Reschigna, Oliva: al comma 2 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 323, dopo la lettera a) è inserita la seguente: "a bis) promuovere e conservare la diversità delle specie e gli spazi vitali di mammiferi e uccelli indigeni e migratori viventi sul proprio territorio allo stato selvatico;".
Emendamento rubricato n. 394) presentato dai Consiglieri Muliere, Stara Ronzani, Rostagno, Boeti, Bresso, Motta A., Placido, Laus, Pentenero Gariglio, Manica, Reschigna, Oliva: al comma 2 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 323, dopo la lettera a) è inserita la seguente: "a bis) coordinare la programmazione dell'uso del territorio orientata anche alle esigenze ecologiche della fauna selvatica;".
Emendamento rubricato n. 390) presentato dai Consiglieri Muliere, Stara Ronzani, Rostagno, Boeti, Bresso, Motta A., Placido, Laus, Pentenero Gariglio, Manica, Reschigna, Oliva: al comma 2 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 323, dopo la lettera a) è inserita la seguente: "a bis) ridurre a un limite sopportabile i danni a foreste e colture causati dalla fauna selvatica;".
Emendamento rubricato n. 391) presentato dai Consiglieri Muliere, Stara Ronzani, Rostagno, Boeti, Bresso, Motta A., Placido, Laus, Pentenero Gariglio, Manica, Reschigna, Oliva: al comma 2 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 323, dopo la lettera a) è inserita la seguente: "a bis) ridurre a un limite sopportabile i danni a foreste e colture causati dalla fauna selvatica;".
Emendamento rubricato n. 389) presentato dai Consiglieri Muliere, Stara Ronzani, Rostagno, Boeti, Bresso, Motta A., Placido, Laus, Pentenero Gariglio, Manica, Reschigna, Oliva: al comma 2 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 323, dopo la lettera a) è inserita la seguente: "a bis) proteggere le specie animali minacciate;".
Procediamo con una serie di illustrazioni di emendamenti aventi come primo firmatario il collega Muliere.
Consigliere Muliere, vuole contestualizzare l'illustrazione?



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Farò un'illustrazione unica, che sarà preceduta da un'ulteriore considerazione.
Ho ascoltato i ragionamenti degli altri colleghi dell'opposizione, in particolare quelli della collega Cerutti e del collega Bono. È evidente che abbiamo posizioni diverse: noi, come Gruppo del Partito Democratico abbiamo lavorando in passato e stiamo lavorando ancora per migliorare il più possibile il testo presentato dalla Giunta regionale. Non so se ci riusciremo, ma mi auguro di sì. In ogni caso, anche se abbiamo posizioni diverse rispetto alla collega Cerutti e al collega Bono, oggi mi pare di aver colto, da parte loro, una certa disponibilità.
Perché pur essendo contrari all'attività venatoria, hanno detto: "Troviamo degli argomenti e dei punti rispetto ai quali anche noi, che siamo contrari all'attività venatoria, possiamo offrire un contributo, per evitare di mettere in atto un'azione ostruzionistica; cerchiamo delle soluzioni che possano trovare quantomeno una certa disponibilità al ragionamento" Mi pare di aver colto la disponibilità ad un ragionamento in questa direzione. Ora, sarebbe compito dell'Assessore e della Giunta tentare, a latere, di raccogliere tale disponibilità, mentre continuiamo la discussione: ciò significa che da domani fino a martedì prossimo dovranno trovare quelle possibilità di dialogo con le parti che sono contrarie al disegno di legge perché seguono un principio diverso da chi, come noi, è favorevole ad una regolamentazione dell'attività venatoria.
una disponibilità che non avevo colto, per esempio, nel mese di luglio o di settembre, cioè quando avevamo iniziato la discussione sul testo di legge.
Siamo quindi di fronte ad un elemento nuovo e ci tenevo a sottolineare questa disponibilità al ragionamento.
Del resto, sarebbe anche comprensibile che chi è contrario in toto all'attività venatoria, dicesse: "No, sono contro, punto e basta, e non se ne parli più". Invece c'é un atteggiamento diverso e andrebbe colto dall'Assessore.
Noi continuiamo a presentare emendamenti, che cercherò di illustrare brevemente, che possono, a nostro avviso, migliorare il testo da lei presentato.
Con l'emendamento rubricato n. 406) si chiede di aggiungere la lettera a bis), che recita: "Incrementare la popolazione di tutte le specie di mammiferi ed uccelli, viventi naturalmente allo stato selvatico nel loro territorio, ad un livello corrispondente alle esigenze ecologiche scientifiche, culturali e ricreative della regione, assicurando l'eliminazione o la riduzione dei fattori di squilibrio e di degrado ambientale;".
Mi pare che sia chiaro e che non cambi il senso della legge.
Naturalmente è integrativo rispetto al testo iniziale.
Così l'emendamento n. 393), che chiede di aggiungere la lettera a bis), che recita: "Promuovere lo sviluppo di specifiche iniziative, anche eventi di carattere faunistico-venatorio, che favoriscano il rilancio dell'economia agricola, con particolare riguardo alle zone montane;".
Su questo mi soffermerei brevemente: c'è un concetto nel disegno di legge che non condividiamo e che è richiamato più volte rispetto all'incremento della commercializzazione della fauna. Questo concetto a noi pare avulso rispetto ad una regolamentazione dell'attività venatoria.
Quando parliamo di rilancio dell'economia agricola, in particolar modo per le zone montane, è perché pensiamo che l'attività faunistico-venatoria possa in qualche modo dare un contributo ad un'economia povera in molte zone del nostro territorio regionale.
Quindi, questa specificazione con un comma aggiuntivo credo che sarebbe utile.
L'emendamento n. 388) recita: "Promuovere e conservare la diversità delle specie e gli spazi vitali di mammiferi e uccelli indigeni e migratori viventi sul proprio territorio allo stato selvatico".
Anche questo fa parte del ragionamento che abbiamo fatto presentando alcuni emendamenti all'inizio della discussione. Si tratta di trovare quel giusto equilibrio, quella difesa dell'ecosistema che garantisca a certe specie di continuare a tornare nei nostri territori. E quindi, trovando questo giusto equilibrio, bisogna difendere la possibilità che alcune specie possano tornare nel nostro territorio e aiutare la loro conservazione.
L'emendamento n. 394) recita: "Coordinare la programmazione dell'uso del territorio orientata anche alle esigenze ecologiche della fauna selvatica", e si collega a quello precedente.
L'emendamento n. 390) recita: "Ridurre ad un limite sopportabile i danni a foreste e colture causate dalla fauna selvatica".
Questo è un aspetto molto sentito e molto importante. Naturalmente avremo la possibilità di ritornarci in seguito, discutendo altri articoli però la questione della presenza degli ungulati in particolari zone del nostro territorio è estremamente sentita. E quindi negli scopi e nelle finalità della legge specificare questo aspetto è molto importante.
Dobbiamo avere l'obiettivo di ridurre la presenza di alcune specie che stanno creando problemi ai nostri boschi, alle nostre colture. Ci sono state iniziative anche clamorose da parte delle associazioni agricole che vanno in questa direzione. Sto dicendo delle cose scontate che tutti conosciamo.
Quindi, specificare negli scopi e nelle finalità della legge quest'obiettivo, secondo noi, è molto importante, perché dobbiamo mettere in atto tutte quelle azioni in grado di ridurre la presenza degli ungulati e, in particolare, dei danni che vengono provocati dagli ungulati.
Qui abbiamo detto che sono danni alle colture e alle foreste, ma bisognerebbe aggiungere anche i danni che stanno provocando alle persone perché sono tanti gli incidenti pesanti provocati dagli ungulati. Credo che ognuno di noi abbia avuto questa triste esperienza, che rischia di provocare anche la morte di persone che si imbattono con un ungulato che attraverso la strada.
Credo che sia un problema estremamente sentito.
L'emendamento n. 391) si può collegare all'emendamento n. 390); mentre l'emendamento n. 389) recita: "Proteggere le specie animali minacciate".
Credo che questo sia conseguente anche al ragionamento che facevo in precedenza sulla tutela della fauna selvatica; in particolare, credo che sia giusto specificare negli obiettivi, nelle finalità e negli scopi della legge l'iniziativa per proteggere le specie animali minacciate sul nostro territorio.
Quindi, credo che anche questo emendamento possa trovare il consenso della Giunta e dell'Aula.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Muliere.
Emendamento rubricato n. 28) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'art. 1 comma 2 lettera b), si sostituisce con "garantire la corretta applicazione delle norme di prevenzione dei danni da fauna selvatica alle colture agricole".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo emendamento insiste sulla lettera b), comma 2 dell'articolo 1 e va in linea con quanto da me espresso prima sia nel blocco dei sei emendamenti sia nel blocco dei cinque.
Avevo accennato infatti a quelle che sono le opposte esigenze (ma che vanno entrambe nella stessa direzione). Da una parte quella di "garantire la corretta applicazione delle norme di prevenzione dei danni da fauna selvatica alle colture agricole" e, dall'altra parte, quella della limitazione degli stessi danni tramite l'attività venatoria.
Quindi, la domanda che pongo all'Assessore all'agricoltura, alla caccia nonché alla pesca, è quanto la Regione stia sostenendo le esigenze contrapposte, ma che poi vanno verso lo stesso principio, quello di preservare le colture agricole.
Cioè, quanto la Regione sostiene, da una parte, la corretta applicazione delle norme per la prevenzione dei danni alle colture agricole della fauna selvatica rispetto a quanto sostiene l'attività venatoria, o intende sostenere. Infatti, sappiamo che questa legge ancora non è stata approvata, ma conosciamo la posizione "filo-venatoria", neologismo abbastanza azzeccato per definire la sensibilità di parte della maggioranza e della Giunta.
Questo è il nodo gordiano da sciogliere, magari anche con un taglio netto, per capire quanto in realtà la Giunta stia facendo e quanto si possa fare.
una domanda che pongo non conoscendone, in questo caso, la risposta: sostenendo anche economicamente con incentivi i territori agricoli più esposti al danno da fauna selvatica - quindi quelli in media montagna, in collina e comunque in zone prettamente rurali - quanto si può ottenere? Cercando di ricorrere a reminiscenze di parenti ed amici che hanno terreni in collina, in prima montagna o in aree rurali, mi dicevano che è un costo mettere in atto queste misure di prevenzione, e di questo ne sono pienamente cosciente.
Però nel momento in cui noi, come contraltare, possiamo dare solo i risarcimenti, mi chiedo quanto possa essere efficace la prevenzione.
Il tema della prevenzione è un tema fondamentale, che proviamo ad affrontare sempre, ad esempio, in sanità.
Magari l'Assessore Sacchetto, non essendo di sua competenza, non sa che lo Stato dovrebbe destinare il 5% del Fondo Sanitario Nazionale alla prevenzione sanitaria e che non viene destinato, in quanto si ritiene che il primo obiettivo della sanità sia quello di curare le emergenze e curare le malattie. Ma, in realtà, prevenire è meglio che curare - il detto è tanto facile quanto efficace - perché se prevengo evito i percorsi successivi.
Questa è una domanda che magari, a latere del Consiglio, porrò agli uffici dell'Assessorato per capire, in effetti, quanto stiamo investendo e quanto potremmo investire e con quali ritorni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 78) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara: al capo I, articolo 1, comma 2, lettera b) sostituire la frase "garantire la salvaguardia delle" con la parola "preservare".
La parola alla Consigliera Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Sempre rispetto all'articolo, quindi alle finalità, noi vogliamo a questo punto anche soffermarci su quanto effettivamente poi si sia conseguenti rispetto a delineare o ridurre i fattori di disequilibrio o di degrado ambientale.
E non lo dico a caso perché, rifacendomi sempre al Piano faunistico venatorio regionale, su cui abbiamo fatto e recepito delle osservazioni avanzate anche da soggetti esterni, un elemento che per esempio sicuramente potrebbe ridurre i fattori di disequilibrio o di degrado ambientale è una valutazione dell'impatto esercitato dal bracconaggio, sia dal punto di vista quantitativo (numero di illeciti commessi e loro distribuzione) sia qualitativo (tipo di illeciti e loro distribuzione territoriale). Questa verifica è fattibile, non è contenuta nel Piano faunistico e potrebbe attraverso l'analisi dei verbali emessi dalle autorità preposte alla vigilanza (Polizia provinciale, Corpo forestale dello Stato, Guardie venatorie volontarie, Guardiaparco, ecc.), fornirci dei dati.
Da questo punto di vista crediamo, proprio riprendendo la questione della prevenzione, che in realtà il fatto che non ci sia una valutazione dell'impatto esercitato dal bracconaggio sia un'indicazione di quanto poco ci si stia muovendo a tutela/conservazione (a seconda di quella che sarà poi la versione finale dell'articolo 1) del nostro patrimonio faunistico ambientale.
Ritengo quindi che, seppur nel voler ridurre la caccia (e non abolirla totalmente, proprio perché riteniamo non sia possibile), certamente pensiamo che una sua versione deteriore, quale quella del bracconaggio, sia da monitorare e crediamo che quindi sia necessario, purtroppo, valutarne l'impatto negativo.
All'interno di un documento concreto ed effettivo che vada al di là delle indicazioni generali della legge possibile, non abbiamo ritrovato questo aspetto e quindi, da questo punto di vista, pensiamo che ci sia già un limite nell'azione del provvedimento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.
Emendamento rubricato n. 29) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: all'art. 1 comma 2 lettera b) si aggiunge dopo "colture agricole" quanto segue: "siano queste erbacee o arboree" La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento in sé insiste sempre sulla stessa lettera b), comma 2 dell'articolo 1, andando a specificare meglio le colture agricole: si tratta quindi di una precisazione particolare riguardante la tutela delle colture agricole.
Sul tema ho già detto abbondantemente e quindi non intendo ripetermi.
Vedevo però annuire l'Assessore Sacchetto, quindi questo è sicuramente un tema importante.
Noi dobbiamo intervenire in questo senso e preservare le colture agricole dai danni da fauna selvatica, però ovviamente quello dell'agricoltura è un tema molto più ampio e secondo me - ne parlavamo precedentemente già in una Commissione - è stato un po' bistrattato da questa legislatura e non è stato molto affrontato: devo dire che è un tema sempre secondario rispetto, per esempio, ai temi dell'industria e del commercio. I temi dell'agricoltura e dell'artigianato secondo me sono spesso un po' bistrattati; non particolarmente, però, dall'Assessore Sacchetto o questa maggioranza, ma in generale negli ultimi anni, se non anche negli ultimi decenni.
Sicuramente, invece, c'è un ritorno all'agricoltura da parte di molti giovani, magari con titoli di studio elevati (e quindi anche laureati o più che laureati) e dunque quello del ritorno alla terra è certamente un tema che va affrontato, perché è importante anche per il ripopolamento delle frazioni, delle borgate, dei Comuni collinari e montani piemontesi, sempre nella logica di una non eccessiva concentrazione e densità abitativa delle città, che poi espone a tutte le problematiche che hanno le grandi metropoli e le grandi conurbazioni: sia in termini di gestioni del traffico veicolare e della mobilità, sia di gestione dei rifiuti urbani e - perch no? - anche dell'approvvigionamento idrico ed alimentare. Non scomodiamo a questo proposito la fine della potenza di Roma, che ovviamente avvenne anche per molti motivi socio-culturali; sicuramente, però, tra le tante cose vi fu anche la difficoltà di portare gli approvvigionamenti di cibo e derrate alimentari in una città che all'epoca era veramente una metropoli gigantesca, che contava più di un milione di abitanti.
Si tratta quindi di temi sicuramente importanti, che necessitano poi di un approfondimento - chiedo scusa se mi sono un po' dilungato su un tema che esattamente centrato sull'argomento del DDL - in Commissione, in cui potremo anche discutere della questione che ho affrontato, cioè quella della difesa delle colture agricole dai danni da fauna selvatica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 407) presentato dai Consiglieri Muliere, Stara Ronzani, Rostagno, Boeti, Bresso, Motta A., Placido, Laus, Pentenero Gariglio, Manica, Reschigna, Oliva: alla lettera b) del comma 2 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 323 dopo le parole "salvaguardia delle colture agricole" sono inserite le seguenti: "dai danni causati dalla fauna selvatica prevedendo altresì misure di compensazione dei danni stessi".
La parola al Consigliere Muliere per l'illustrazione.



MULIERE Rocco

Presidente, questo è un emendamento estremamente chiaro: si tratta di aggiungere alla lettera b) del comma 2 dell'articolo 1 - quando si dice "garantire la salvaguardia delle colture agricole" - "dai danni causati dalla fauna selvatica prevedendo altresì misure di compensazione dei danni stessi".
una sottolineatura forse scontata, ma purtroppo neanche tanto, perch tutti siamo d'accordo sul fatto che bisogna garantire la salvaguardia delle colture agricole, come abbiamo detto più volte, ma poi occorre stanziare le risorse necessarie, sempre difficili da trovare, visto l'aumento dei danni causati in particolar modo, come dicevo prima, dalla presenza di una specie come quella degli ungulati.
Allora, si tratterebbe di stabilire, nelle finalità, la salvaguardia delle colture agricole e prevedere le misure di compensazione ai danni che vengono creati: trovare quindi le risorse e specificare che è necessario e indispensabile farlo per salvaguardare le colture e compensare i danni causati da queste specie. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Muliere.
Emendamento rubricato n. 30) presentato dai Consiglieri Bono, Stara: l'art. 1, comma 2, lettera c) è abrogato.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 30 è il primo di una serie di emendamenti sulla lettera c), comma 2 dell'articolo 1. È un emendamento abrogativo, quindi molto semplice, e chiederebbe di abrogare detta lettera c), che recito testualmente: "Coordinare l'attività venatoria con la salvaguardia della biodiversità".
Anche in questo caso, ad una prima lettura potrebbe trattarsi di una lettera condivisibile, ma ho inteso proporre sia un emendamento abrogativo sia una serie di emendamenti di modifica, in quanto non ritengo che l'attività venatoria possa essere coordinata con la salvaguardia della biodiversità. Non è l'attività venatoria, infatti, che può portare alla salvaguardia della biodiversità: la salvaguardia della biodiversità pu essere fatta con altri strumenti e con altre misure e ovviamente non dai cacciatori, cioè da cittadini abilitati a entrare nei territori per cacciare a proprio uso e consumo e in alcuni casi anche a titolo oneroso quindi dietro possibilità di vendita dei prodotti della caccia e di ottenimento di proventi.
La salvaguardia della biodiversità, al contrario, dev'essere operata tramite l'adozione delle misure della Direttiva Habitat, quindi sia per quanto riguarda i SIC e le ZPS (per quanto attiene alla gestione delle Aree protette da parte degli Enti gestori) e sia...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Bono. C'è un brusio che non consente di comprendere quanto il collega sta dicendo.
Per cortesia, colleghi: date la possibilità al Consigliere Bono di terminare l'illustrazione dell'emendamento.



BONO Davide

Non è fattibile pensare, progettare un emendamento, un principio siffatto, cioè "coordinare l'attività venatoria con la biodiversità" sono due cose che cozzano l'una con l'altra. L'attività venatoria può fare tante cose, può portare a controllare quella che può essere il massimo esubero di alcune specie, ma non la salvaguardia della biodiversità; può contribuire a controllare in parte i danni delle culture agricole, ma non la salvaguardia della biodiversità. Può portare a dei proventi coloro i quali esercitano tale attività, ma non la salvaguardia della biodiversità.
Chiedo di abrogare questo emendamento, qualora possa non essere approvato, illustrerò successivamente gli emendamenti che tendono a modificarlo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 79) presentato dai Consiglieri Cerutti, Stara: al capitolo 1, articolo 1, comma 2, lettera c) sostituire la frase "coordinare l'attività venatoria con la salvaguardia della biodiversità" con la frase "anteporre la salvaguardia della biodiversità all'attività venatoria".
La parola alla Consigliera Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Anche noi ci siamo soffermati sulla lettera c) del comma 2 e anzich un'abrogazione, come proponeva con questo emendamento il Consigliere Bono chiediamo una riformulazione.
Anziché "coordinare l'attività venatoria con la salvaguardia delle biodiversità", chiediamo di "anteporre la salvaguardia della biodiversità all'attività venatoria".
Da questo punto di vista, ci sembra chiaro qual è lo spirito dei nostri emendamenti, qual è lo spirito che vorremmo fosse applicato dal disegno di legge sulla caccia.
Crediamo che il disegno di legge debba rientrare in una pianificazione territoriale subordinata alle condizioni di tutela e integrità degli ecosistemi.
In particolare, deve prevedere degli strumenti idonei per, dal nostro punto di vista, subordinare l'attività venatoria a principi più generali di conservazione del patrimoni faunistico.
Pensiamo che, anziché un coordinamento, ci debbano essere dei piani diversi di priorità, altrimenti il patrimonio faunistico regionale risulta essere un elemento che non è bene indisponibile, come recita la legge nazionale, ma viene subordinato agli interessi venatori.
Su questo ribadisco, credo che, così come ha ipotizzato il Consigliere Muliere in uno degli ultimi interventi del Consiglio di oggi, ci sia comunque, la disponibilità e la possibilità, in una logica che è quella di avere delle priorità diverse, di arrivare ad una mediazione. Credo, anche in questo caso, che sia responsabilità dell'Assessore arrivare ad una proposta, magari con suggerimenti da parte di colleghi della minoranza così come hanno già proposto di arrivare a definire emendamenti che vadano a indicare dei paletti rispetto ai principi che noi riteniamo non possano essere demandati alla Giunta, come già ripetuto più volte.
chiaro che questo punto, ossia la lettera c) al comma 2), sia sicuramente molto importante, perché definisce gli equilibri che questa legge dovrebbe mantenere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cerutti.
Emendamento rubricato n. 308) presentato dai Consiglieri Muliere, Stara Ronzani, Rostagno, Boeti, Bresso, Motta A., Placido, Laus, Pentenero Gariglio, Manica, Reschigna, Oliva: la lettera c) del comma 2) dell'articolo 1 del disegno di legge n. 323 è sostituita dalla seguente: c) coordinare l'attività venatoria per la salvaguardia della biodiversità, nonché promuovere e organizzare la difesa del suolo come obiettivo strategico".
La parola al Consigliere Muliere per l'illustrazione.



MULIERE Rocco

Presidente, credo sarebbe meglio chiudere la serata. Una decina di colleghi hanno firmato.
Possiamo anche chiudere.



MULIERE Rocco

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



MULIERE Rocco

Non si capisce perché l'opposizione debba stare in Aula!



MULIERE Rocco

Siamo alla lettera c) del comma 2, dell'articolo 1.
Noi proponiamo di sostituire il comma c), che dice "coordinare l'attività venatoria con la salvaguardia della biodiversità". La nostra riformulazione, che segue un po' l'illustrazione che ha fatto anche il Consigliere Bono, è molto più chiara, e non solo. Dice "coordinare l'attività venatoria per la salvaguardia della biodiversità".
Pensiamo che coordinare l'attività venatoria può essere utile per salvaguarda la biodiversità.
Poi aggiungiamo "nonché promuovere e organizzare la difesa del suolo come obiettivo strategico".
Credo che modificare "per" con il "con" previsto dal testo iniziale sia un fatto sostanziale, utile a finalizzare meglio il testo di legge, a fissare meglio, con più chiarezza, gli obiettivi e le finalità della legge.
Credo che sia un emendamento che potrebbe essere accolto dall'Assessore.



PRESIDENTE

Come da convocazione, i nostri lavori terminano qui. Voglio ricordare ai colleghi gli appuntamenti di domani. Alle 9.30 è convocata la VI Commissione e alle ore 12 la Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.56)



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