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Dettaglio seduta n.388 del 05/11/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1853 presentata dal Consigliere Reschigna, inerente a "Emodinamica di Domodossola"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1853, presentata dal Consigliere Reschigna, che ha la parola per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Il tema è molto semplice. Ci sono due deliberazioni di Giunta regionale nel corso di questo anno che confermano l'apertura, sia pur con l'attività diurna, del laboratorio di emodinamica all'Ospedale San Biagio di Domodossola.
La comunicazione dell'Assessore Cavallera di giovedì scorso rispetto alla riorganizzazione della rete di laboratori di emodinamica conferma tale previsione individuata dalle due deliberazioni di Giunta regionale. Sono state trasferite le apparecchiature dall'Ospedale di Chivasso, da oltre un anno, all'Ospedale di Domodossola, perché così prevedeva il provvedimento della Giunta regionale al fine di attivare il laboratorio di emodinamica.
Rimane, proprio per dare avvio all'attività, la necessità di acquisire ulteriori apparecchiature a completamento di quelle trasferite dall'Ospedale di Chivasso per un importo di circa 600 mila euro.
Questa è la ragione verificata per cui il laboratorio di emodinamica di Domodossola, nonostante una deliberazione della Giunta regionale ne fissasse la data di apertura al 30 giugno 2013, ad oggi, al mese di novembre, non è ancora stato aperto.
Pertanto, chiedo all'Assessore e alla Giunta regionale di sapere come intende finanziare tale e ulteriore acquisizione di attrezzature per l'apertura del laboratorio di emodinamica, e con quale tempistica. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
La risposta sarà molto breve, con una piccola premessa.
Queste vicende dell'emodinamica sono state condizionate dai ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato. Quindi, hanno avuto un percorso un po' travagliato.
Adesso che la situazione si è delineata, anche con la comunicazione che ho fatto in Commissione, ritengo che lunedì potrà essere adottata la deliberazione, secondo la procedura interna che permette di mettere all'o.d.g. la deliberazione stessa.
In particolare, per quanto riguarda l'interrogazione, preciso che il completamento dei lavori dell'installazione verrà finanziato con fondi propri della Regione attraverso ulteriori e limitatissime disponibilità che, dopo aver rifatto tutti i conti, sono state ritrovate nel bilancio del fondo capitale del 2013. Non so dirle se domani o se fra una settimana perché hanno preso qualche giorno di tempo, verrà fatta la comunicazione al Direttore generale, che potrà quindi andare avanti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1852 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Prevista soppressione distretto sanitario della Valsesia"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1852, presentata dal Consigliere Ronzani che ha la parola per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Assessore, mi domando cosa ancora debba succedere affinché lei e la sua Giunta decidiate di licenziare per insipienza e manifesta incapacità il Direttore dell'ASL di Vercelli.
L'episodio che denuncio nella mia interrogazione, cioè la decisione di declassare a struttura semplice il distretto sanitario della Valsesia prevista dal nuovo atto aziendale che verrà presentato oggi agli amministratori del Vercellese nel forma del "prendere o lasciare", è soltanto l'ultimo in ordine di tempo, come dimostra, per esempio, la vicenda che ha riguardato il dottor Santagostino, colpito da un provvedimento contro il quale hanno firmato più di 2.000 vercellesi e sul quale ho presentato un'interrogazione in Commissione, alla quale - mi auguro - vorrà rispondere nel più breve tempo possibile.
Insipienza, manifesta incapacità, ma anche servilismo nei confronti della Lega, il cui intervento all'interno di quest'Azienda ha ampiamente superato il livello di guardia.
Non torno in questa sede sulle tante ragioni di merito che depongono a favore della necessità di evitare un declassamento da struttura complessa a struttura semplice del distretto sanitario valsesiano. Si tratta di un distretto montano - constato che della montagna ci si ricorda soltanto quando fa comodo - con la sua estensione territoriale e la sua specificità.
Ragioni di merito che depongono contro la decisione del direttore, dottor Gallo, di declassare il distretto sanitario valsesiano. Non torno su queste questioni.
Il fatto è - lei lo sa, Assessore Cavallera - che questa decisione qualora venisse formalizzata con l'atto aziendale, confligge apertamente con quanto disposto da una deliberazione regionale che contiene i principi e i criteri per organizzare le aziende sanitarie. La deliberazione è la n.
21-5144 del 28 dicembre 2012. Infatti, questa deliberazione a proposito dei distretti, dopo aver sottolineato come il distretto rappresenti la sede più idonea per il confronto con le autonomie locali e la gestione dei rapporti tra sistema sanitario regionale e cittadini, stabilisce una cosa chiarissima - chiarissima! - e cioè che i distretti con bacino di utenza non inferiore a 70 mila abitanti sono configurati come struttura complessa.
Punto! Spiegate, quindi, al dottor Gallo che il distretto valsesiano, che comprende 48 Comuni, ha una popolazione di 73.420 abitanti, come risulta dal sito della Regione Piemonte.
Stando così le cose, mi domando per quale ragione il Direttore dell'ASL abbia ritenuto o ritenga di dover disattendere le linee guida che lei ha emanato nei mesi scorsi.
Assessore, intervenga e lo faccia il più rapidamente possibile. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ronzani.
La parola all'Assessore Cavallera, per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Indubbiamente, il Consigliere Ronzani è molto attento alle vicende del territorio e in modo particolare dei territori a lui vicini, come operatore politico e residenza.
Diciamo che abbiamo dato queste disposizioni per l'emanazione degli atti aziendali. Questi atti aziendali dovrebbero arrivare entro questa settimana o al più tardi lunedì; il giorno esatto non me lo ricordo comunque entro questa settimana.
Poi, da parte della Direzione regionale Sanità ci sarà una lettura, in modo comparato con all'interno della aree sovrazonali di riferimento perché - dipende dalle proposte che verranno fatte in sede locale - ci potrebbero essere anche dei dipartimenti interaziendali da valutare, quindi è opportuno fare una visione comparata.
Quindi, al momento, in Assessorato, non abbiamo ancora questa proposta dell'ASL di Vercelli. Comunque, assicuro che verrà esaminata alla luce di quelle che sono le normative da rispettare e anche dei criteri che in qualche modo sono stati dati.
Al momento mi astengo dal commentare giudizi che, per quanto ci riguarda, dovremmo dare nel valutare a metà mandato l'operato dei Direttori generali, che fino a prova contraria godono tutti della nostra fiducia, e anche di entrare nel merito dell'interrogazione: non siamo in grado di dare risposta, perché a causa dei tempi ristrettissimi non abbiamo ancora avuto modo di esaminare la documentazione. Tengo a precisare che mi sembra che la Regione abbia detto - adesso non ricordo più le comunicazioni svolte - che si darà una risposta nell'arco di 30 giorni, o comunque entro l'anno corrente (novembre-dicembre), per avere nel 2014 tutta la situazione a regime.
Naturalmente, gli atti aziendali non diventano efficaci, soprattutto nelle loro modifiche, fintanto che non saranno validati a livello regionale.
Adesso non so se la cosa avverrà con determina del Direttore generale dell'Assessorato o, addirittura, con delibera di Giunta. Questo glielo potrò precisare nel dettaglio successivamente.
Comunque, è un problema, lo teniamo in evidenza e daremo l'attenzione che merita e anche le risposte successivamente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1850 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Centro medico IDRA-Pediatrico. Delibera Giunta comunale di Biella"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1850, presentata dalla Consigliera Artesio, alla quale ricordo che ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Ritorno su questa vicenda che, nonostante le ripetute interrogazioni a cura mia e di altri Consiglieri, sembra avere un'evoluzione del tutto indipendente dalle valutazioni di origine istituzionale, ma anche del tutto autonoma dalle normative, fino a prova contraria, vigenti su queste fattispecie.
L'oggetto riguarda il ripetuto annuncio, poi sfociato nell'adozione di una deliberazione della Giunta comunale di Biella, di una variante urbanistica volta ad ospitare la localizzazione di un centro di terziario dedicato alla popolazione infantile. All'interno di tali attività, accanto ad iniziative di vendita e di animazione dedicate alla popolazione infantile, sarebbe previsto anche un polo per l'esercizio di attività sanitaria di elevata specializzazione in campo di oncologia pediatrica.
In occasione della prima discussione, l'Assessore Monferino ritenne di rassicurare il Consiglio regionale sull'assenza agli atti di coinvolgimento formale dell'Amministrazione regionale dell'Assessorato alla sanità, pur essendo, come i colleghi ben sanno, qualunque intervento di insediamento di attività sanitarie sottoposto al parere preventivo di coerenza con la programmazione socio-sanitaria, ai sensi dell'articolo 8 ter della legge n.
502/1992, anche laddove questa attività sanitaria si proponesse di esercitare in ambito assolutamente privatistico, senza nulla chiedere al convenzionamento e al successivo rimborso da parte dell'Amministrazione pubblica.
Questa previsione legislativa nazionale è volta a tutelare la salute dei cittadini da iniziative imprenditoriali che potrebbero essere non conformi alle linee guida sulle singole discipline terapeutiche o potrebbero ingenerare dei consumi inappropriati.
La questione si fa tanto più delicata per l'ambito di specializzazione di cui stiamo parlando, cioè cure a bambini affetti da tumore. Su questa questione gli specialisti riconosciuti dall'Amministrazione regionale perché titolari di quelle funzioni cliniche all'interno della Città della Salute, espressero, al tempo, vive preoccupazioni sulla mancanza di informazioni certe in ordine alle funzioni sanitarie che lì si sarebbero dovute attivare.
In barba a tutto ciò, la delibera della Giunta comunale di Biella dell'ottobre 2013 ha adottato un piano particolareggiato, all'interno del quale si fa riferimento all'unità di intervento di un centro medico e la cui proposizione è a opera di una fondazione che si occupa di ambito sanitario.
Ora, non si può dire che l'ente pubblico Regione non conosca la questione, quindi mi attendo una dichiarazione un po' più pregnante che non un "siamo all'oscuro di tutto".



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

In relazione all'interrogazione di cui abbiamo ascoltato l'intervento della Consigliera Artesio, si riferisce che al Settore Organizzazione dei Servizi Sanitari Ospedalieri e Territoriali della Direzione Sanità, a tutt'oggi non risulta pervenuta alcuna documentazione ufficiale in merito.
Occorre tuttavia precisare - questo lo dico anche a seguito di precedenti interpellanze - che, in data 12 agosto 2013, gli Uffici dell'Assessorato hanno richiamato il Comune di Biella - responsabile per legge della presentazione della richiesta di autorizzazione all'esercizio delle attività sanitarie sul proprio territorio - al rispetto della normativa vigente e all'espletamento delle corrette procedure amministrative in merito.
Ad oggi, dal Comune di Biella non è pervenuto alcun riscontro.
Nel ribadire che il parere dell'Assessorato alla tutela della salute e sanità, come ricordava la Consigliera Artesio, è essenziale ed imprescindibile per la realizzazione di qualunque struttura che eroghi attività sanitaria sul territorio regionale, si provvederà ad ulteriore vigilanza e approfondimento.
Però, quando abbiamo saputo che si diceva, qualora fosse sfuggita all'Amministrazione questa procedura dell'articolo 8 ter, abbiamo scritto: "Guarda che devi seguire l'articolo 8 ter", qualora andasse avanti. Poi, è chiaro che ogni Comune è sovrano nell'accettare o non accettare proposte, o nel fare modifiche urbanistiche o di altra natura.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1855 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Modifica del documento rilasciato dall'Istituto Climatico di Robilante"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1855, presentata dal Consigliere Segretario Ponso, che la illustra in qualità di Consigliere regionale.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Egregio Assessore, il 25 settembre u.s. avevo presentato l'interrogazione 1799 avente ad oggetto "Ritiro del documento rilasciato dall'Istituto Climatico di Robilante". Ero infatti venuto a coscienza dell'esistenza di un documento in contrasto con le norme in vigore che veniva fatto firmare ai malati cronici e non autosufficienti o ai loro familiari, e li informava che il paziente sarebbe stato dimesso dopo un periodo di 30 giorni.
Le attuali norme impongono al Servizio Sanitario la fornitura delle prestazioni sanitarie necessarie senza limiti di durata, anche quando si parla di anziani colpiti da patologie invalidanti. Nella risposta all'interrogazione 1799 è stato affermato che la Giunta avrebbe adottato una delibera che adeguerà i valori soglia previsti dal decreto ministeriale in materia (la lungodegenza viene portata a 60 giorni e per la riabilitazione vengono introdotti valori soglia più ampi di circa una decina di giorni).
In mancanza di tale delibera, la casa di cura San Michele Istituto Climatico di Robilante ha comunque già inserito nella propria modulistica disposizioni che non sono state ancora deliberate dalla Giunta regionale.
In questo momento, quindi, la consegna ai pazienti del documento in oggetto è in contrasto con il decreto legislativo n. 33 del 2013 e non fornisce agli utenti un'informazione corretta e trasparente in merito al diritto della continuità terapeutica.
Con quest'interrogazione richiedo che la casa di cura precisi all'interno del documento che consegna ai pazienti, che in ogni caso se il ricoverato ha necessità di un prolungamento della degenza nella stessa area di assistenza, non può esserci alcuna dimissione, proprio come affermato nella risposta all'interrogazione da me precedentemente presentata.
Grazie, Assessore.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Devo precisare che, a seguito dei precedenti interessamenti sulle questioni specifiche, nonché di precedenti interrogazioni, è stata predisposta dalla Direzione regionale Sanità una comunicazione a tutti i Direttori generali delle ASL affinché scrivano, a loro volta, ai vari erogatori di prestazioni sociosanitarie assistenziali, richiamando quelli che sono i contenuti dei LEA e dei decreti attuativi. Sotto questo profilo vi è stato, quindi, un riallineamento.
Per quanto riguarda l'adozione di un'ulteriore deliberazione di Giunta per sintonizzare le giornate soglia dei vari moduli di degenza al DPCM nazionale, la informo che la stiamo predisponendo per adottarla in modo molto tempestivo.
Consegnerò al Consigliere Ponso questa lettera, che serve a richiamare l'attenzione delle case di cura sul fatto che occorre, in senso lato prestare attenzione alla graduazione d'importanza della normativa. Di contro, per l'aspetto che riguarda la parte convenzionale, occorrerà questa deliberazione di Giunta che adotteremo quanto prima. In questo periodo abbiamo tali e tanti adempimenti amministrativi legati anche alla fine dell'anno che gli uffici sono un po' ingolfati nella predisposizione degli atti.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Enti strumentali

Interrogazione a risposta immediata n. 1857 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Finpiemonte Partecipazioni, ispezione Banca d'Italia presso Eurofidi S.C.p.a."


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1857, presentata dal Consigliere Buquicchio, che ha la parola per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Assessore, la conclusione di oggi della proposta di legge n. 228 "Piano regionale di razionalizzazione delle partecipazioni regionali", dopo un'ampia discussione e le sue considerazioni, ha messo in evidenza una realtà: per fare quello che non si è fatto, che magari si sarebbe voluto fare ma che non si è potuto fare, la Regione - quindi l'Assessorato - non dispone ancora di tutte le informazioni necessarie per poter prendere delle decisioni.
Vorrei sbagliarmi, ma purtroppo l'interrogazione inevasa sulla Sagat di qualche settimana fa, testimonia questo stato di cose. Nei mesi passati attraverso Finpiemonte Partecipazioni, la Regione ha ipotizzato la riduzione della propria quota in Eurofidi, passando dal 17,70% a circa 10%.
Come mai avete cambiato idea? Assessore, in un'intervista (adesso non ho l'articolo sotto mano, ma presumo che sia di giugno), aveva detto testualmente: "Così avremmo rischiato di depotenziare uno strumento prezioso in questo periodo di crisi". Mi consenta di dirle, con tutto il rispetto, che la verità è un po' diversa, dal momento che la Banca d'Italia obbliga gli intermediari finanziari a mantenere un'adeguata soglia di liquidità per garantire i depositi dei propri clienti. Quindi un prelievo di circa 7 milioni dal patrimonio netto di Eurofidi avrebbe fatto avvicinare pericolosamente al minimo del 6%, che è il coefficiente di solvibilità della società.
Quindi, in sostanza, la morale della favola, Assessore, è che oggi molti soggetti pubblici vorrebbero disimpegnarsi dai confidi, ma non possono farlo: un po' perché i confidi sono come gli ospedali durante un'epidemia, cioè non si possono chiudere; e un po' perché l'articolo 107 del Testo Unico Bancario è complicato, non è cosa da niente e non concede certo la piena libertà di azione per consentire di smontare o rimontare.
Ecco, quindi, la mia unica domanda ex articolo 100: possiamo conoscere per cortesia, il verbale emesso da Banca d'Italia, Servizio Vigilanza Bancaria e Finanziaria, in data 5 novembre 2012, che non è stato ancora reso noto al Consiglio regionale? Possiamo o non possiamo? Se non possiamo come lei sicuramente mi dirà (o mi dirà che non potrà), noi agiremo secondo il Regolamento, per quanto lo stesso ci consente: chiederemo l'accesso agli atti e tutto quello che sarà possibile. L'essenziale è che è una vergogna.
una vergogna che all'ordine del giorno della convocazione dell'assemblea dell'Eurocons, all'ultimo punto, una società così indebitata parli di "adeguamento compensi del Consiglio di Amministrazione". È una vergogna! Spero, quindi, che lei mi possa dare una risposta soddisfacente.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale

Grazie, Presidente.
Farei soltanto due note a margine rispetto alla risposta ufficiale perché lei mi ha stimolato e io sono solito reagire alle stimolazioni positive.
Condivido con lei che sia una vergogna il fatto che abbiano inserito all'ordine del giorno un punto relativo all'aumento di emolumenti. Voglio però ricordarle che noi non siamo soci di Eurocons ma di Eurofidi, che, a sua volta, è socia di una parte di Eurocons.
Per quanto di mia competenza, ho già segnalato a Finpiemonte Partecipazioni - che è socia di Eurofidi, la quale, a sua volta, è socia di Eurocons - che, dal mio punto di vista, si è trattato di una decisione assolutamente inopportuna. Su quello sono del tutto d'accordo.
L'altra nota a margine è che noi non abbiamo fatto una "furbizia" nel non diminuire la nostra quota in Eurofidi - lei non l'ha detta così, ma mi permetta di semplificarlo da uomo da destra (ragiono secondo schemi semplici, altrimenti non capisco nemmeno me stesso) - perché, comunque saremmo rimasti sopra quella quota di liquidità che l'articolo 107 prevede: vicini, ma sopra. Il problema vero era un altro: noi avremmo anche potuto diminuire la nostra quota, ma, come lei sa, se lo avessimo fatto, anche gli altri soci a questo punto avrebbero visto molto bene dal chiamarsi fuori da società di confidi che purtroppo soffrono a causa delle sofferenze dell'economia e avremmo creato un disastro.
Questa è la verità, pur essendo di fatto dichiarata: non è che abbiamo fatto chissà quale operazione di ingegneria finanziaria.
Per quanto riguarda, invece, la risposta puntuale rispetto alle sue domande, l'informativa sugli effetti dell'ispezione di Bankitalia è contenuta nel bilancio di esercizio 2012 di Finpiemonte Partecipazioni recentemente approvato.
A proposito di informativa al Consiglio regionale - questo desidero sottolinearlo - va detto che tale bilancio, prima della sua approvazione (e precisamente il 3 ottobre u.s.), è stato trasmesso, con nota del Presidente della Regione n. 9454/SB0100/1.45 (devo dire che abbiamo un sistema di protocollo molto semplice e stringato), alla I Commissione consiliare in relazione al disposto della l.r. n. 39/1995, articolo 16 comma 3. La Commissione, quindi, è stata messa al corrente di quello che era il bilancio.
Eurocons non è una partecipata regionale, né diretta né indiretta ribadisco quanto ho detto prima - e quindi, non pare avere alcuna connessione con la vicenda specifica, anche se - lo ribadisco - ritengo questa una vergogna, anche perché con l'emendamento di stamattina - il numero non lo ricordo, abbiate pazienza - noi abbiamo anche approvato la riduzione delle indennità e degli emolumenti di tutti i Consigli di Amministrazione delle nostre partecipate, volendo dare anche in questo senso un segnale. Se poi qualcuno pensa ancora che non solo non siano cambiati i tempi, ma che le vacche siano più grasse di qualche anno fa probabilmente è in disallineamento temporale con la storia.
Ribadendo che gli elementi utili per la comprensione sono quindi contenuti nel bilancio di Finpiemonte Partecipazioni trasmesso alla I Commissione consiliare nei termini di cui sopra, si fa presente che il verbale di Bankitalia non è documento soggetto a pubblicità verso il Consiglio regionale o i cittadini della Regione Piemonte. Si allega pertanto l'estratto del bilancio d'esercizio 2012 di Finpiemonte Partecipazioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.


Argomento: Enti strumentali - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1854 presentata dal Consigliere Rostagno, inerente a "Riorganizzazione dell'ARPA Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1854, presentata dal Consigliere Rostagno, che ha la parola per l'illustrazione.



ROSTAGNO Elio

L'interrogazione riguarda la riorganizzazione di ARPA Piemonte (l'Agenzia regionale per la protezione ambientale), che è un Ente pubblico con circa 1.000 dipendenti, istituito con legge regionale dell'aprile '95 la n. 60. Come sappiamo bene, svolge ruolo di prevenzione e previsione dei rischi di origine antropica, monitorando qualità dell'aria, acqua superficiale e sotterranea, radioattività ambientale, suolo, e svolgendo attività di previsione e prevenzione dei rischi di origine naturale e sanitaria.
Sulla base dell'articolo 10 della citata legge, l'Agenzia è articolata in Dipartimenti provinciali e in rispettivi servizi territoriali. Il Direttore generale dell'ARPA attualmente in carica ha previsto una riorganizzazione, come succede ogni volta che cambia il Direttore, per la quale sono stati previsti dei modelli organizzativi interni all'Agenzia stessa non più su base regionale, ma con tre macro-aree: Nordovest (Torino), Nordest (Biella, VCO, Vercelli e Novara) e Sud (Cuneo, Asti Alessandria). Il dipartimento di Cuneo in questo modo vedrebbe sparire la propria autonomia, venendo riunito con Asti e Alessandria.
Questa riorganizzazione terrebbe però conto di parametri che secondo noi sono solo parzialmente indicativi della realtà territoriale, perché la Provincia di Cuneo, che con i suoi 6.903 chilometri quadrati di estensione rappresenta il 27% del territorio regionale, conta ben 130 aziende dotate di Autorizzazione integrata ambientale - l'AIA - (il 32% del totale regionale), 47 depuratori di reflui fognari (il 25.5% del totale regionale), 1.933 scarichi industriali (il 32,1% del totale regionale) 29.541 aziende agricole (il 36.3% del totale), 9.190 allevamenti (il 27 del totale), 48 impianti di digestione anaerobica (il 34.3% del totale).
Tutto questo, quindi, va anche sommato all'estensione territoriale cioè alla presenza di 250 Comuni - e tenendo ugualmente conto che l'articolo 10 della legge in questione prevede che il Dipartimento provinciale abbia un Direttore preposto, nominata e sentita la Provincia interessata, perché si vuole mantenere un collegamento con il territorio nella figura della Provincia e dei Comuni, come delle ASL. In questo caso oltretutto, non solo non ci sarebbe più questo tipo di collegamento, ma non ci sarebbe neppure rispondenza con l'organizzazione del coordinamento per la gestione della sanità piemontese, dato che la sanità è stata organizzata in aree sovrazonali dove la Provincia di Cuneo rappresenta un'area a s stante.
Inoltre, l'ipotetico accorpamento dei Dipartimenti di Cuneo, Asti e Alessandria potrebbe avere delle conseguenze anche occupazionali sul territorio.
Pertanto, interrogo l'Assessore competente per conoscere quale sia l'orientamento della Regione in merito al mantenimento dell'autonomia del Dipartimento di Cuneo, nell'ambito della riorganizzazione territoriale dei Dipartimenti dell'ARPA Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Prima di tutto è doveroso premettere che sin dal momento del suo insediamento, il neo Direttore di ARPA Piemonte ha avviato, condividendolo con l'Assessorato all'ambiente, un percorso di revisione organizzativa che fosse finalizzato e ispirato a recupero di efficienza operativa, al contenimento dei costi e alla revisione della spesa.
L'obiettivo era comunque quello di salvaguardare l'efficacia e l'efficienza dell'Agenzia, contemperandole - com'è ragionevole pensare alle esigenze di razionalizzazione della spesa.
Questo percorso è già stato concertato con tutti i responsabili delle strutture interne, ivi compreso il Dipartimento provinciale di Cuneo e di questo sono state costantemente informate le organizzazioni sindacali.
La fase di ricognizione delle criticità è iniziata con la rilevazione e la segnalazione, a cura dei responsabili delle strutture e delle organizzazioni sindacali. Questo percorso si è poi basato sull'avvenuta e preventiva individuazione dei principi generali formulati dal Comitato regionale di indirizzo, a cui partecipano gli Assessorati regionali competenti (quindi Ambiente e Sanità) e tutti gli Assessori provinciali all'ambiente.
Questi principi, prevalentemente volti a promuovere e potenziare l'efficacia delle attività di controllo dell'Agenzia, contemperandole all'esigenza di rendere omogenee e uniformi le azioni svolte su tutto il territorio regionale, sono quindi stati condivisi all'interno della sede più propria, cioè il Comitato regionale di indirizzo.
Per quanto riguarda la problematica segnalata con la sua interrogazione, il provvedimento adottato - ci segnala la Direzione generale dell'Agenzia - prende spunto da "una criticità rappresentata dalla eccessiva variabilità organizzativa interna delle strutture, in assenza di modelli di massima prestabiliti, e stabilisce quindi alcuni criteri, volti a orientare l'organizzazione interna e i Dipartimenti provinciali che, ai sensi della normativa vigente, è di competenza dei responsabili dei medesimi".
Uno di questi criteri prevede la suddivisione di tre distinti ambiti geografici sovraprovinciali, così denominati: Piemonte Sud (cui afferiscono i Dipartimenti di Asti, Alessandria e Cuneo), Piemonte Nordest (Dipartimenti di Biella, Novara, VCO e Vercelli), Piemonte Nordovest (coincidente con il Dipartimento di Torino). L'unica finalità dichiarata e perseguita da tale suddivisione è quella di concorrere, unitamente ad altri accorgimenti, ad uniformare lo svolgimento di alcune attività tematiche e precisamente quelle relative ai temi di VIA, VAS, rifiuti, amianto, AIA emissioni atmosfera e acque, e a favorire la standardizzazione dei risultati attribuendo rilevanza organizzativa interna ad alcune figure di riferimento tematico-specialistiche identiche per ciascun ambito sovraprovinciale.
I tre ambiti sovraprovinciali sono stati definiti utilizzando alcuni parametri di omogeneità, che sono stati individuati e ritenuti tra quelli più adeguati e pertinenti allo scopo, anche tenendo conto che l'inserimenti di altri, ulteriori parametri, aggiuntivi a quelli offerti dal criterio popolazione-territorio, non conduce comunque a variazioni significative nella consistenza dei tre ambiti individuati.
Per quanto sopra, emerge con tutta evidenza come la prevista suddivisione non sia in alcun modo finalizzata e nemmeno prodromica all'accorpamento di dipartimenti provinciali, ma tesa unicamente ad operare un efficientamento, tanto in termini di omogeneità di risposta quanto in termini di economia di risorse, attraverso la specializzazione e la condivisione tra più Dipartimenti provinciali di competenze tecniche a valenza sovraprovinciale.
Peraltro, l'ipotesi di soppressione di Dipartimenti provinciali è, a normativa vigente, in netto contrasto, sotto il profilo formale, con le disposizioni contenute all'interno della legge regionale istitutiva dell'Agenzia - che prevede un Dipartimento dell'ARPA per ogni provincia e, sotto il profilo sostanziale, con le direttive del Comitato regionale di indirizzo che mai ha, ad oggi, avuto modo di esprimersi su tale eventualità né, tanto meno, di promuoverla.
Credo sia chiaro che il percorso è finalizzato ad ottenere migliori caratteristiche organizzative, senza stravolgere il dettato della norma e senza stravolgere una base su cui si è sviluppato il buon funzionamento dell'Agenzia fino ad oggi, che vede la sua strutturazione ed articolazione per Dipartimenti provinciali.
Approfitto, però, per riaffermare l'assoluta necessità che l'Agenzia provveda quanto prima all'approvazione, condivisione ed attuazione di un Piano di riorganizzazione che consenta di mantenere e garantire adeguati standard di efficienza e, contemporaneamente, contenere i costi che, come lei sa, impattano sul bilancio della Regione.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione a risposta immediata n. 1859 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Impianto di produzione di bioetanolo da biomasse alimentari a Crescentino"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1859, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.
Risponderà l'Assessore Ravello.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'interrogazione verte sull'impianto di produzione di bioetanolo di seconda generazione a Crescentino; impianto di proprietà di Beta Renewables, joint venture tra Biochemtex, società d'ingegneria del Gruppo Mossi Ghisolfi (azienda ben conosciuta, con sede nell'alessandrino, quindi piemontese).
La bioraffineria dovrebbe essere entrata a pieno regime da fine dicembre 2012 e dovrebbe avere una capacità produttiva di 75 milioni di litri l'anno di bioetanolo, utilizzando una potenza di energia elettrica di 13 MW, di media. Dovrebbe utilizzare la lignina, ottenuta in un primo piano aziendale, dalla coltivazione della arundo donax (la canna palustre), per una quantità di circa 160 mila tonnellate annue.
Tale arundo donax doveva essere coltivato nelle aree marginali della pianura vercellese, intorno all'impianto di Crescentino, ma al momento non ci sono stati sviluppi in questo senso.
Pertanto, l'azienda starebbe alimentandosi principalmente a cippato quindi legna, esattamente come un impianto a biomasse.
In merito a questo, vista l'impossibilità di presentare più quesiti in una question time e vista l'urgenza della tematica, in quanto si è saputo tramite i giornali che vi erano stati degli sforamenti dei limiti emissivi da parte dell'impianto, ci siamo concentrati su un'unica domanda.
Ovviamente sarebbe interessante approfondire tutta un'altra serie di tematiche riguardanti l'impianto inaugurato da poco (ad ottobre), salutato da una passerella di politici di tutti gli schieramenti tranne quello che rappresento al momento - pro tempore - io, anche in merito alla produzione (non si conoscono nemmeno i dati della produzione di bioetanolo) e all'approvvigionamento, cosa importantissima per quanto riguarda la sostenibilità di un impianto che vorrebbe essere un fiore all'occhiello a livello europeo, se non addirittura mondiale.
Per quanto riguarda i limiti emissivi, abbiamo provato a chiedere i dati alla Provincia di Vercelli, anche perché anche i Consiglieri comunali di Crescentino e i Consiglieri provinciali di Vercelli si sono interessati in questo senso. Non è stato facile ottenerli, ma, alla fine, siamo riusciti ad avere una bozza del verbale dello SME (il Sistema di Monitoraggio Emissioni), che, francamente, a me è risultato ancora abbastanza ostico, anche sulla base di alcune segnalazioni di dati dello SME dalla ditta alla Provincia di Vercelli.
Ho inteso interrogare la Giunta per chiedere se può dissipare i dubbi e le incomprensioni riguardanti i valori emissivi finora riscontrati dal sistema dello SME ed eventualmente controllati e valicati dall'ARPA.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ravello per la risposta.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Senza voler rispondere ad alcune considerazioni di merito, che non ritengo affatto condivisibili sul tipo di impianto, le leggo la nota che ci è stata prodotta dagli Uffici, secondo cui la ditta IBP di Crescentino è autorizzata, ai sensi del D.Lgs. 387/2003, con Determinazione Dirigenziale n. 3124 del 19/11/2012, rilasciata dalla Provincia di Vercelli.
Lo scopo dell'impianto è la produzione di bioetanolo a partire da biomassa lignocellulosa. L'impianto può utilizzare una vasta gamma di biomasse e quelle di riferimento considerate per la progettazione sono come lei richiamava nell'interrogazione - arundo donax, o canna gentile, e paglia di grano.
Ad oggi, l'arundo donax, vista la difficoltà di approvvigionamento nelle quantità necessarie al funzionamento dell'impianto a regime, non è mai stato impiegato, pertanto l'impianto lavora attualmente utilizzando paglia di grano, che, essendo secca, può essere stoccata anche per lunghi periodi senza degradare, evitando pertanto il generarsi di fenomeni odorigeni.
La centrale di produzione dell'energia elettrica è invece alimentata da cippato o mix cippato/lignina e nel mese di agosto ha avuto un periodo di fermo per ovviare a problemi di alimentazione. In data 9 settembre 2013 il gestore ha comunicato il riavvio progressivo del processo, che prevede l'avviamento della centrale con il mix cippato/lignina in differenti gradualità, per poi procedere, dopo la messa a regime, agli autocontrolli previsti per tale fase.
La centrale ha già esperito l'iter previsto per la biomassa cippato avviata nel dicembre 2012 e per la quale sono stati effettuati gli autocontrolli previsti nel mese di marzo 2013, a seguito di alcuni fermi per la messa a punto del processo.
Durante le fasi di avviamento e messa a regime dell'impianto non si applicano i valori limite previsti dall'atto autorizzativo.
ARPA ha discusso con l'ente autorizzativo (la Provincia) l'andamento dei valori registrati dal sistema di monitoraggio in continuo installato al camino E1 (caldaia a biomassa) durante la fase di messa a regime dell'impianto con alimentazione della biomassa mix cippato/lignina. Si riporta di seguito un grafico esemplificativo, relativo all'andamento, nel mese di settembre, del parametro CO.
Per tale parametro l'autorizzazione stabilisce il valore limite di emissione orario di 100 mg/Nmc, con una tolleranza del 25%. Nel grafico si evidenziano alcuni valori di concentrazione superiori (per la verità, tre nel periodo che va dal 10 settembre 2013 al 30 settembre 2013) ) che afferiscono alla fase di messa a punto della combustione della biomassa mix cippato/lignina. È stato comunque richiesto all'autorità competente che l'azienda garantisca, dopo la fase di avviamento e messa a regime dell'impianto, il rispetto di quanto definito nell'autorizzazione.
Il giorno 16 settembre 2013 personale tecnico della SS Vigilanza del Dipartimento di Vercelli ha provveduto ad effettuare un sopralluogo presso l'impianto in oggetto per assistere alle operazioni di autocontrollo iniziale sui punti di emissione di seguito elencati: Emissioni E2 - Impianto Bioetanolo - Ossidatore Termico Emissione E3 - Impianto Bioetanolo - Caldaie a Biogas Emissione E6 - Impianto Bioetanolo - Filtro Macinazione paglia Emissione E7 - Impianto Bioetanolo - Trattamento Acque.
Dal controllo effettuato è emerso che le operazioni di autocontrollo sono state eseguite in conformità alle metodiche richiamate nell'autorizzazione e da ulteriori verifiche svolte non sono emerse inottemperanze e/o violazioni a quanto prescritto nell'atto autorizzativo ovvero alla normativa di riferimento.
Per quanto riguarda, invece, il sistema di monitoraggio della qualità dell'aria nel territorio della Provincia di Vercelli, risulta utile segnalare che ARPA Dipartimento di Vercelli, nel corso del 2012 ha acquisito nuove centraline per il controllo della qualità dell'aria, in aggiunta a quelle già presenti nella città di Vercelli; in particolare queste nuove centraline risultano ubicate nei comuni di Cigliano Crescentino, Livorno Ferraris e Santhià, mentre presso il comune di Asigliano Vercellese è stato posto il mezzo mobile.
Esaminando i dati rilevati dalle centraline nel mese di ottobre 2013 si può notare come esse abbiano registrato dati di un certo rilievo relativamente alle polveri sottili, in particolare nella giornata del 20 ottobre scorso, dove i valori di PM10 hanno raggiunto i 134 microgrammi/mc.
Sono stati inoltre superati i limiti annuali di protezione della salute fissati in 35 superamenti giornalieri, nelle stazioni di Livorno Ferraris e Vercelli.
I dati rilevati sono tuttavia simili a quelli registrati nell'anno precedente, e sono essenzialmente determinati dal fenomeno dell'abbruciamento delle stoppie di riso, pratica utilizzata nelle campagne vercellesi in questo periodo.


Argomento: Logistica

Interrogazione a risposta immediata n. 1856 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Ripetute situazioni di pericolo presso passaggio a livello a Bra (CN)"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1863, presentata dal Consigliere Biolé, che ha la parola per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'avevo già detto in altre occasioni, ma senza nulla togliere all'Assessore Quaglia, mi sarebbe piaciuto avere una risposta dall'Assessore competente, cioè l'Assessore Bonino.
La situazione che vado ad enunciare in questa interrogazione riguarda un passaggio a livello ferroviario presente nel centro abitato di Bra, in Provincia di Cuneo. Il problema è già segnalato nelle scorse settimane. Si sono verificati degli eventi in cui il passaggio a livello non ha funzionato: i treni sono passati con la procedura "marcia a vista", da sei a otto chilometri orari, con le sbarre sollevate e in assenza di segnalazioni luminose e sonore.
Questa è un episodio chiaramente contemplato all'interno di una gestione totale di una rete ferroviaria - in questo caso la responsabilità è ovviamente di RFI - ma anche collegato alle dichiarazioni della Giunta regionale rispetto alla rete ferroviaria, quindi per quanto riguarda sia il piano triennale di cui abbiamo discusso qualche giorno fa, sia le nuove tariffe del TPL di cui si discute in questi giorni, anche relativamente alla zona del braidese.
In questi giorni sono emerse due dichiarazioni. Secondo l'Assessore Cirio, che non è presente in aula - riporto una dichiarazione apparsa su La Stampa di qualche giorno fa - a suo dire, dieci milioni di quelli risparmiati da linee non più attuali, cioè la dozzina di linee ferroviarie eliminate l'anno scorso, di cui quattro solo nella provincia di Cuneo sarebbero impiegate all'interno del progetto annoso dell'interramento dei binari nel centro urbano di Bra.
Secondo l'Assessore Bonino, sui media ieri in edicola risulta che l'accordo anche con il Comune sarebbe passato a dirottare parte delle risorse che dovevano essere impegnate per questo tipo di progetto all'elettrificazione totale della linea. Entrambi i progetti sono importanti per il territorio, ma forse ci dimentichiamo che anche la sicurezza è altrettanto importante.
Per questo chiedo che i provvedimenti si intendano secondo le responsabilità che sono del Governo regionale. Rispetto a questa incresciosa situazione per cui è stato segnalato questo episodio, da testimonianze di cittadini presenti sul luogo risulta che questo si ripete quasi periodicamente e che quindi comporti pericolo per la sicurezza e il rallentamento di tutto il sistema ferroviario in quella zona.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Il malfunzionamento dei passaggi a livello è un aspetto che si riferisce alla manutenzione delle linee ferroviarie e dell'impiantistica ad esse connesse.
La manutenzione è un aspetto operativo che compete direttamente al Gestore dell'infrastruttura RFI ed è trattato in una parte apposita del Contratto di Programma tra Governo ed RFI di cui, peraltro, la Regione non ha conoscenza, in quanto esclusa dalla contrattazione tra le parti sopra richiamate. La Regione ha intenzione di richiedere un maggiore coinvolgimento in tale processo di contrattazione, sia per quanto riguarda i nuovi investimenti, sia per quanto riguarda le modalità di manutenzione della rete in quanto quest'ultima incide sul servizio offerto per quanto riguarda il trasporto pubblico locale e sulla sicurezza delle infrastrutture. Tale richiesta verrà formalizzata nella procedura di definizione della nuova intesa Generale Quadro tra Governo e Regione. Per quanto riguarda la possibile soluzione della soppressione dei passaggi a livello con la realizzazione di opere sostitutive, anch'essa fa parte di una apposita sezione del Contratto di Programma di RFI: il gestore ha una propria programmazione in merito, definita di concerto con il Governo, che attribuisce maggiore priorità (e finanziamenti) alla soppressione dei passaggi a livelli insistenti sulla rete principale, per i quali, tra l'altro, sono definiti nel Contratto di Programma i fondi attribuiti su tutta la rete nazionale.
La Regione, pertanto, non può incidere direttamente sulla programmazione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria né sulla programmazione degli interventi di chiusura dei passaggi a livello tramite la realizzazione di opere sostitutive, che sono di diretta competenza di RFI con fondi stanziati sul Contratto di Programma nella cui definizione, come detto, la Regione non ha la possibilità di intervenire.
Si segnala, infine, che all'Ufficio scrivente non sono pervenute richieste dagli Enti locali interessati in merito al passaggio a livello segnalato dal Consigliere nell'interrogazione; si tratta probabilmente di un malfunzionamento dell'impianto di controllo con necessità di manutenzione ordinaria.
Verranno richieste informazioni in merito al gestore di RFI, a seguito delle quali si provvederà all'eventuale integrazione degli elementi di risposta.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Interrogazione n. 1851 presentata dal Consigliere Goffi, inerente a "Assistenza protesica erogabile nell'ambito dei SSN come da Regolamento e Nomenclatore tariffario vigente - Sindrome di RETT" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che sarà consegnata risposta scritta all'interrogazione n.
1851 del Consigliere Goffi, in quanto l'interessato non è presente in aula.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1858 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Violazione del diritto al lavoro delle persone disabili"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1858, presentata dalla Consigliera Cerutti, che ha la parola per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Con l'interrogazione in oggetto abbiamo voluto porre una questione che riteniamo urgente, grave e che ha nella nostra scala di priorità una particolare attenzione. Soprattutto in momenti come questi di risorse scarse.
Sicuramente in questi momenti l'attenzione deve andare verso le persone svantaggiate. Il tema è la violazione del diritto al lavoro delle persone disabili. Nella question time riproponiamo la sequenza di atti.
Il 25 giugno la Regione Piemonte, con delibera della Giunta regionale n. 27-6010, ha fissato le nuove assegnazioni di risorse per il Fondo Regionale Disabili. Tuttavia queste sono al momento bloccate dall'Assessorato al Bilancio, che non ha ancora deliberato l'assegnazione dei fondi sul capitolo di spesa dell'Assessorato al Lavoro e, in particolare sul FRD. Pertanto, non possono essere trasferite alle Province titolari del collocamento al lavoro.
In conseguenza di ciò, dal mese di marzo tutti i progetti che permettono a chi abbia una disabilità complessa (handicap intellettivo psichiatrico o pluriminorazioni) di accedere al mondo del lavoro attraverso il cosiddetto "collocamento mirato", sono fermi.
I centri per l'impiego avrebbero infatti aziende disponibili ad avviare percorsi di tirocinio, ma non possono procedere, perché la Provincia non ha le risorse per operare né può anticiparle, non disponendo di liquidità di cassa propria.
Ancora nell'ultima DGR del 28 ottobre 2013 i fondi in questione non risultano assegnati. Le associazioni di tutela hanno sollecitato più volte le istituzioni e la Regione ad operare affinché vi sia questa assegnazione in data 8 ottobre è seguita una successiva sollecitazione nei confronti dell'Assessorato al Lavoro (la precedente era del gruppo genitori per il diritto al lavoro delle persone con handicap intellettivo), da parte di AIR (Associazione per l'Autonomia, l'Integrazione e la Riabilitazione delle persone con sindrome di Down); è seguita anche una nota del Difensore civico della Regione Piemonte in merito al comportamento inadempienti degli Enti; in data 11 ottobre, il Dirigente del settore ha risposto alle sollecitazioni del 25 settembre e dell'8 ottobre, garantendo che nelle settimane successive sarebbe stata cura degli uffici dare priorità all'assegnazione del Fondo Regionale Disabili, nel quadro degli atti generali di governo delle poste di bilancio dell'Ente.
Noi consideriamo quello che è stato ripetuto all'interno dell'interrogazione, cioè il fatto che ci siano riferimenti legislativi nazionali ed europei, quindi chiediamo all'Assessora, che non è la diretta responsabile della questione, se finalmente non si intenda procedere a trasferire le risorse previste alle Province titolari.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Ho la nota degli uffici della Ragioneria. C'era prima il Vicepresidente Pichetto, che ha predisposto con i suoi uffici la nota. Quindi, al di là della questione tecnica, che è riferita al bilancio negli ultimi quattro anni relativo al capitolo 168440, credo che il Vicepresidente abbia preso l'impegno di verificare e di monitorare il trasferimento anche diretto di cassa alle Province per quanto riguarda queste somme a disposizione.
Recupero soltanto un po' di cronologia con le cifre, tanto per darla alla Consigliera, che vedono nel 2010 e nel 2011 interamente impegnati gli stanziamenti in bilancio previsti, per complessivi euro 17.582.537; nel 2012 non è stato iscritto alcuno stanziamento nei documenti di previsione deliberati dal Consiglio regionale; nel 2013 è stato iscritto a bilancio uno stanziamento di euro cinque milioni incrementato in assestamento ad euro sei milioni.
Tali somme sono in corso di assegnazione a fronte della richiesta da parte della Direzione Formazione Professionale, Istruzione e Lavoro, al fine di perfezionare gli atti conseguenti alla DGR 27-6010 - che citava anche la Consigliera Cerutti nell'interrogazione - che prevedeva una spesa di cinque milioni di euro, di cui 3,5 milioni da ripartirsi alle Province per la proroga delle attività previste dai Piani provinciali in essere del Fondo Regionale disabili e 1,5 milioni volti alla programmazione delle attività per il periodo 2014-2015.
Nella corso della gestione 2013, i suddetti stanziamenti sono stati ulteriormente incrementati con ulteriori 6.350.329 euro tramite DGR di prelievo dai fondi di riserva al fine di fronteggiare la perenzione amministrativa al 31 dicembre 2012 di parte dell'impegno relativo al 2010 dovuta a mancanza di liquidità; tale iscrizione aggiuntiva è stata impegnata il 2 agosto 2013.
Credo che soprattutto quest'ultimo atto, che è un prelievo dal fondo di riserva, onde evitare la perenzione, sia a garanzia del fatto che il trasferimento diretto delle somme alle Province è in corso tra la Direzione Bilancio e quella Formazione.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.30 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



LEARDI LORENZO



(La seduta ha inizio alle ore 15.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Cota, Formagnana, Maccanti e Manica.
Il numero legale è 28.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazione della Giunta regionale in merito a "Ospedale Valdese"


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito sulle comunicazioni della Giunta regionale relative all'Ospedale Valdese, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente. Rinuncio all'intervento, perché mi riservo di intervenire sul disegno di legge n. 359.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Sulla vicenda del Valdese pesano alcune scelte di carattere organizzativo: quelle del riordino della rete ospedaliera, che avrebbero dovuto esercitarsi nel rispetto della qualità degli interventi e delle aspettative dei pazienti, e alcune modalità di comportamento, che invece risalgono alle forme con le quali si intende esercitare il potere, che sicuramente hanno prodotto delle umiliazioni in un contesto urbano - quello che ospita il presidio Valdese - verso interlocutori istituzionali (la Chiesa Valdese), delle umiliazioni nei confronti di coloro (professionisti e pazienti) che si sono mobilitati per la tutela del Presidio.
Ultima delle umiliazioni, come è già stato ricordato, la dichiarazione del Presidente Cota nel corso della Conferenza stampa di ieri.
L'Assessore nella seduta odierna ha voluto rimarcare quali saranno i profili organizzativi volti a tutelare i percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali, in modo particolare delle pazienti affette da carcinoma mammario.
Al di là della osservazione banale che si è velocemente smantellato quanto non altrettanto velocemente si è ricostruito altrove, tant'è che stiamo parlando di mancata collocazione della sede di preparazione dei farmaci oncologici, di fasi di trasferimento che saranno completate dalla prossima settimana, di interventi edilizi da realizzare (quando al Presidio Valdese questi erano attivi), a me sembra che anche uscendo dallo spirito partigiano con cui ciascuno si è collocato in questa vicenda, ci sia un dato inconfutabile.
L'alternativa delle breast unit non è oggi all'orizzonte del riordino del dipartimento interregionale delle attività oncologiche, tant'è che Città della Salute non ha ancora proceduto alle annunciate unificazioni e agli annunciati potenziamenti.
Ma ancora di più, poiché il percorso si chiama diagnostico-terapeutico assistenziale, a nessuno può sfuggire un anello debole della catena che si è voluta ricostruire in forma diversa.
L'anello debole della catena, volendo ammettere che gli interventi di carattere terapeutico e assistenziale possono essere proseguiti altrove sta esattamente nel punto della diagnostica, perché, come già ricordato da alcuni colleghi, sono diminuite le attività di prevenzione secondaria quindi gli screening; diminuendo l'attività di prevenzione secondaria diminuisce l'intercettazione precoce dell'esposizione al rischio di malattia; diminuendo l'intercettazione precoce al rischio di malattia ovviamente saranno più tardivi gli intervento. E questo è un dato di fatto ineludibile anche con i numeri.
La conseguenza ovvia dal punto di vista del giudizio politico che noi ne deduciamo è che si è voluto compiere, contro ogni evidenza statistica e contro ogni prudenza organizzativa, una scelta di risoluzione e di sradicamento, che in questo momento ha come primo danno evidente e come prime vittime potenziali le situazioni legate alla diagnosi, che dal punto di vista dell'impianto della cultura sanitaria hanno dimostrato che il lavoro di rete, anziché essere ragionato come relazione tra nodi, viene ragionato come buchi da praticare all'interno della rete, perché molte proposte alternative alla chiusura attuale sono state avanzate, compresa la relazione con l'attività dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute, quindi in questa operazione sono più le perdite dei vantaggi. Di queste perdite le persone avranno lunga memoria, al di là di qualunque statistica che questa Amministrazione regionale voglia annunciare, al di là di qualunque indicatore - peraltro, questo non è stato considerato - che le agenzie nazionali, che registrano singoli segmenti e distinte performance vorranno registrare.
La conclusione di questo percorso ha determinato il passaggio dal certo all'incerto e anche le prospettive future che ci vengono rappresentate in quell'ambito territoriale sono ancora fortemente fragili. A cosa mi riferisco? Al costituendo Dipartimento funzionale interaziendale ASO Mauriziano, AOU San Luigi e ASL TO1, che dovrebbe coordinare le attività e dovrebbe garantire la continuità, che, appunto, è un costituendo. Quindi in questo nuovo scenario ciascuno si approccia a compiere una parte di un disegno che voleva essere organico, quello delle breast unit, e coloro che più di ogni altro devono costruirsi soluzioni di volta in volta individuate e autodeterminate sono le pazienti: è una pessima operazione e anche un pessimo esempio dal punto di vista delle relazioni istituzionali.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Franchino; ne ha facoltà.



FRANCHINO Sara

Grazie, Presidente.
Intervengo molto sinteticamente, in conclusione, per chiedere precisazioni.
Parto dal presupposto che il Gruppo Pensionati con Cota non è tanto interessato al luogo di erogazione del servizio, quanto, piuttosto, alla qualità del servizio, per cui, se delle strutture devono essere chiuse, è evidente che alcune subiranno questa sorte. È certo che per la collettività il Valdese era un punto di riferimento importante. In questo senso andrebbe rivolto un appello all'Assessore affinché si vigili e si presti molta attenzione alla conduzione del periodo transitorio. Infatti, è un momento in cui i cittadini molto spesso non sanno a chi riferirsi nella modifica dei luoghi cui sono soliti recarsi e trovare assistenza.
Evidentemente, diventano soggetti di un disagio che sarebbe opportuno limitare il più possibile, anche a livello di comunicazione e con tutta una serie di assistenza, che può aiutare e andare incontro alle esigenze di cittadini, che già dovendosi affidare al servizio sanitario, vivono una situazioni particolare di debolezza e di difficoltà.
Dopo le sollecitazioni emerse nel corso di questo dibattito anche da parte di altri colleghi, svolgo un breve ragionamento sulla gestione di una vicenda, che ritengo sia stata corretta, basandomi su un argomento che si sta diffondendo anche in letteratura giuridica, ovvero il timore del costo sociale ed economico del contenzioso amministrativo legato alle ricadute sui bilanci dello Stato, che ovviamente non sono in ottima forma, della tutela giurisdizionale che i cittadini cercano o che le Amministrazioni tra di loro richiedono. In questo senso, si sono sviluppati interessanti scritti di costituzionalisti abbastanza illuminati, che sottolineano l'enorme costo statale della tutela giurisdizionale.
Ritengo che una paralisi dell'attività amministrativa, in attesa di una decisione giurisdizionale che si esprima definitivamente sulla vicenda, sia assolutamente impercorribile e comporterebbe costi effettivamente eccessivi per un'Amministrazione. Pertanto, dal mio punto di vista, bene si è fatto a non rimanere in attesa del provvedimento su una materia che, comunque sia vista la decisione sui cautelari, sembra prendere una piega definita, sia per il costo che, inevitabilmente, questo determinerebbe sui bilanci, sia per il ragionamento politico. In uno Stato di diritto non è il potere giurisdizionale-giudiziario a dovere effettuare le scelte per la collettività, ma è il potere politico-legislativo che opera le scelte; solo dove quelle scelte dovessero comprimere dei diritti potranno essere sospese o l'autorità giurisdizionale potrà intervenire.
In questo senso, in un contesto di riorganizzazione, in cui la sanità già soffre per la riduzione delle risorse, sarebbe stato assolutamente negativo per il sistema regionale attendere ulteriori mesi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Franchino.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
La mia replica è volta, soprattutto, a ricordare la condizione complessiva del Valdese quando era operante, e non dimentichiamo che sostanzialmente, operava in condizione di service esterni, con oneri aggiuntivi ben noti.
Naturalmente, vi erano anche attività interne nel settore dei tumori femminili, soprattutto per quanto riguarda la senologia, ma anche nel campo oftalmico, di cui abbiamo parlato poco.
Per quanto riguarda i tempi di attesa delle attività legate alla diagnostica e ad altre prestazioni, ho risposto già a diverse interrogazioni nelle scorse settimane.
Mi sono fatto consegnare anche l'attività di oculistica che dal Valdese è passata all'Oftalmico - naturalmente, è giusto valutare complessivamente quanto avviene - e posso dire che in un periodo confrontabile, cioè i primi otto mesi del 2012 con i primi otto mesi del 2013, le prestazioni ambulatoriali svolte quest'anno dall'Oftalmico ammontano a 59.958, mentre prima, quelle svolte separatamente dal Valdese erano 25.342 e quelle dell'Oftalmico erano 32.000.
Per quanto riguarda le cataratte, nel primo periodo dello scorso anno ne abbiamo avute 1.059 al Valdese e 1.579 all'Oftalmico, mentre quest'anno sono state 3.347. Questo per dimostrare che la trasposizione dell'attività dal Valdese agli altri ospedali nell'ambito della TO1 non è una nostra affermazione, cioè dell'Assessore, ma, come sanno bene i colleghi che seguono in modo particolare le attività sanitarie, è certificata da documentazioni relative all'accesso, all'accettazione e alla dimissione dei pazienti.
La realizzazione della breast unit nell'ambito della Città della Salute è un obiettivo che ci siamo posti, ma, come tutti gli obiettivi, non lo si raggiunge immediatamente e completamente; naturalmente, è un obiettivo che tende a superare e a rafforzare addirittura la situazione pregressa.
Adesso saranno presentati da tutte le Aziende gli atti aziendali, entro questa settimana, e verranno analizzati dalla Direzione Sanità, anche in modo comparato, nelle varie aree di programmazione.
Questa sarà anche un'occasione per verificare, da un punto di vista strutturale e logistico dei percorsi integrati, come a regime sarà organizzata l'attività del ciclo del tumore, in parte realizzata, anche in termini preventivi, al Valdese. Vedremo come verrà organizzata in tutta la città di Torino, e non solo nell'area metropolitana.
Volevo intervenire rassicurando i colleghi della massima attenzione a questa problematica, e convenire con la Consigliera Franchino che, alla fine, bisogna anche valutare, quando ci sono situazioni controverse l'opportunità o meno dei comportamenti legati alle fasi giurisdizionali.
Spesso siamo drastici o rigorosi nel valutare determinati comportamenti, ma dobbiamo dare sempre per scontato che il percorso giurisdizionale sia un percorso, non dico legittimo perché lo è, ma opportuno.
Occorre riportare il dibattito, come facciamo noi in Aula e in Commissione, nelle sedi opportune e nelle sedi proprie. È legittimo il dissenso, com'è legittima la maggioranza e la minoranza, ma occorre, quando si programmano determinati interventi, portarli in porto, altrimenti rimaniamo perennemente sospesi senza aver alcun vantaggio, né dal punto di vista economico né dal punto di vista della qualità del servizio.
Comunque, grazie a tutti quelli che sono intervenuti e, ripeto ancora una volta, massima attenzione alle problematiche poste.



PRESIDENTE

A questo punto, chiedo se l'ordine del giorno n. 907 presentato dai Consiglieri Boeti, Laus, Lepri, Manica, Muliere e Pentenero, inerente a "Convocazione della Commissione consultiva dell'Ospedale Evangelico Valdese di Torino", viene ritirato.



PRESIDENTE

BOETI Antonino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì, sì.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame disegno di legge n. 359, inerente a "Ulteriori modifiche alla legge regionale 6 agosto 2007 n. 18: Norme per la programmazione socio-sanitaria e riassetto del servizio sanitario regionale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 359, inerente a "Ulteriori modifiche alla legge regionale 6 agosto 2007 n. 18: Norme per la programmazione socio-sanitaria e riassetto del servizio sanitario regionale", di cui al punto 7) all'o.d.g.
Relatrice è la Consigliera Costa Rosa Anna, che dà per letta la relazione, il cui testo recita: "Illustre Presidente Egregi Consiglieri il disegno di legge n. 359, presentato dalla Giunta regionale in data 10 settembre 2013, interviene sulla legge regionale 6 agosto 2007, n. 18 (Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale) al fine di sostituirne interamente l'articolo 23.
L'articolo in esame, come già modificato dalla legge regionale 3/2012 (Disposizioni in materia di organizzazione del sistema sanitario regionale), nell'individuare forme di coordinamento sovrazonale e di integrazione funzionale dei servizi, ha provveduto alla costituzione delle Federazioni Sovrazonali (FS), a cui aderiscono tutte le aziende sanitarie regionali dell'area sovrazonale di riferimento territoriale.
Le Federazioni, in base alla previsione normativa di cui alla legge regionale 3/2012, sono società consortili a responsabilità limitata che gestiscono, per conto delle Aziende Sanitarie, una serie di funzioni.
In particolare, infatti, le Federazioni si occupano di piani di acquisto annuali e pluriennali e approvvigionamento di beni e servizi (ad eccezione dei servizi socio-sanitari) gestione dei magazzini e della logistica sviluppo e gestione delle rete informative gestione del patrimonio immobiliare programmazione degli investimenti e valutazione delle tecnologie sanitarie gestione del patrimonio tecnologico gestione ed organizzazione dei centri di prenotazione affari legali.
Sono inoltre previste, in capo alle Federazioni, altre eventuali attività di carattere amministrativo, logistico, tecnico-economale e di supporto stabilite dalla Giunta regionale con specifici provvedimenti.
Le Federazioni, i cui organi sono l'Assemblea consortile, l'Amministratore unico e il Collegio Sindacale, non hanno personale proprio ma si avvalgono per l'attuazione dei compiti istituzionali, di personale assegnato funzionalmente alla Regione, dalle aziende sanitarie e dagli enti locali.
Il disegno di legge in esame sostituisce il sopraccitato articolo 23 prevedendo l'individuazione di diverse modalità per l'esercizio, a livello interaziendale e in forma coordinata delle funzioni amministrative tecniche e di supporto nel rispetto, soprattutto, di alcuni degli adempimenti assunti dalla Regione in sede di predisposizione dei Programmi operativi 2013-2015, con riferimento alle osservazioni formulate dal Tavolo tecnico ministeriale nei confronti delle modalità di costituzione e di funzionamento delle Federazioni sovrazonali.
Da alcuni mesi, infatti, la Regione ha formalizzato l'impegno, con le competenti sedi ministeriali, a superare, per via legislativa, l'esperienza delle Federazioni sovrazonali, garantendo nel contempo continuità al perseguimento degli obiettivi che ne avevano a suo tempo motivato la costituzione.
Il testo del disegno di legge è stato esaminato dalla IV Commissione attraverso l'apporto di una notevole attività emendativi posta in essere sia dai Gruppi di maggioranza che di opposizione.
Il testo risultante, licenziato all'unanimità dalla IV Commissione in data 17 ottobre 2013, consta di 4 articoli.
L'articolo 1 provvede alla sostituzione integrale, a far data dal 1 gennaio 2014, dell' articolo 23 della legge regionale 18/2007, ossia la disposizione che, come già detto in premessa, ha provveduto, con la novella legislativa definita dalla legge regionale 3/2012, ad istituire le Federazioni sovrazonali.
Il nuovo articolo 23 della legge radice affida alla Giunta regionale previo parere della commissione consiliare competente, l'individuazione dei servizi le cui funzioni vengono esercitati a livello di area interaziendale di coordinamento, ferme restando le funzioni già affidate alla Società di Committenza regionale nonché all'ente strumentale, anch'esso individuato dalla Giunta, incaricato della gestione dello sviluppo del sistema informativo sanitario regionale e delle relative tecnologie di informazione e comunicazione.
Alla Giunta è altresì attribuito il compito, sentiti i direttori generali interessati ed acquisiti il parere della commissione competente, di individuare in ciascuna area interaziendale l'azienda sanitaria o le aziende sanitarie cui affidare le funzioni da gestire su area vasta.
Ferma restando la decorrenza al 1° gennaio 2014 del nuovo testo dell'articolato legislativo, l'articolo 1'articolo 1 del disegno di legge affida alla Giunta, quale attività preliminare e propedeutica, il compito di procedere, entro i trenta giorni successivi all'entrata in vigore del presente provvedimento, all'individuazione delle aree interaziendali di coordinamento.
L'articolo 2 fissa nel 1° gennaio 2014 la data di decadenza degli organi delle Federazioni sovrazonali, definendo pertanto il percorso di liquidazione delle Federazioni stesse.
L'articolo 3, introdotto tecnicamente a fini di pulizia normativa, dispone l'abrogazione, a far data dal 1° gennaio 2014, della modifica legislativa approvata nel 2012 e che, come più volte detto, aveva provveduto alla costituzione delle Federazioni sovrazonali.
L'articolo 4, infine, contiene la clausola d'urgenza".
Dichiaro aperto il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Anche questa, come la questione dell'Ospedale Valdese, è una questione che discutiamo da tanto tempo.
Dopo le dichiarazioni di ieri del Presidente Cota, rispetto al lavoro straordinario che l'attuale Governo regionale sta svolgendo sulle questioni sociali e sanitarie, verrebbe facile ricordare al Presidente le Federazioni.
Ricordiamo al Presidente, e anche all'ex Assessore Monferino, che le Federazioni avrebbero dovuto consentire un risparmio di 500 milioni di euro nell'arco di qualche anno.
Devo dire che sull'onda dell'entusiasmo dello spirito federativo, anche l'attuale Assessore Cavallera in Aula un giorno ha detto: "Noi effettivamente, lavorando seriamente - come se finora si fosse lavorato non seriamente - potremmo arrivare anche ad un risparmio di 600/700 milioni di euro".
Sono passati quattro anni e forse ne avete risparmiato, peggiorando il sistema sanitario, qualche centinaio.
Avevamo provato a dirvi, all'inizio dell'entusiasmo della vittoria elettorale, che la sanità è un sistema complesso, che la sanità ha bisogno di risorse finanziarie e che tutti i Paesi europei spendono più di quanto spendiamo noi, pur offrendo in qualche caso un sistema sanitario meno di qualità, rispetto a quello che offriamo noi, ma sarebbe un facile dire.
Assessore Cavallera, lei ormai si sta rendendo conto di quanto è complesso questo mondo; di quanto complesse siano le domande che arrivano da parte di questo mondo e di quanto difficile siano le risposte.
Questa settimana faremo una conferenza stampa - glielo anticipiamo Assessore Cavallera - sulle liste di attesa per gli interventi chirurgici in cui si evidenzierà come le risposte che i cittadini piemontesi aspettano, rispetto alle domande e ai loro bisogni di salute, non arrivano mai nei tempi necessari.
Quindi, rispetto alle Federazioni, non abbiamo risparmiato 500/600 o 700 milioni di euro, ma abbiamo speso - questo sì - un milione e mezzo di euro di stipendio per gli amministratori unici. Il loro destino può anche non interessarci, però certamente qualcuno di loro è un professionista serio, quindi ci piacerebbe capire cosa intendete fare: se smetteranno di lavorare per il servizio sanitario regionale o se magari qualcuno potrebbe andare in pensione.
Questa è una delle tante domande che restano in sospeso, dopo la decisione che avete assunto, più o meno guidata dal Ministero dell'Economia e dal Tavolo Massicci, ma credo che a questa decisione ci siete anche arrivati da soli.
Un milione e mezzo di euro per gli stipendi agli amministratori unici e, a fronte, le questioni di cui ci siamo occupati in queste settimane cioè il fatto che le ASL continuassero imperterriti a fare il lavoro che dovevano fare: in qualche caso, bandendo bandi di gara e, in altri prorogando contratti in essere, come se le Federazioni non esistessero.
Conosco una Federazione in cui l'amministratore unico non ha avuto, per quattro/cinque mesi, nemmeno l'ufficio e lavorava con il computer da casa sua, perché il territorio che ospitava la Federazione non era tanto disponibile, non solo a rifornire impiegati amministrativi che fossero in grado di garantire i bandi di gara, ma neanche una stanza in cui ricevere telefonate o organizzare riunioni.
Faccio una riflessione sul personale amministrativo.
stato uno dei cavalli di battaglia del Presidente Cota. Quante volte l'abbiamo sentito dire che il sistema sanitario è pieno di impiegati.
Qualche volta ha anche detto che, naturalmente, li avevamo assunti tutti noi, che in qualche caso erano anche nostri parenti e che, quindi, uno degli imperativi del sistema sanitario, e della riforma epocale che avrebbe dovuto cambiare il sistema, era di eliminare - ovviamente nel senso buono del termine - cioè lasciare a casa il maggior numero di personale amministrativo.
Adesso, Assessore Cavallera, nel tempo utile alla discussione, mentre parliamo delle Federazioni, ci dovrà dire cosa succederà a quel personale amministrativo che non sa cosa farà del proprio futuro lavorativo.
Torneranno alle ASL, ma in qualche caso credo che non troveranno né la sedia né la scrivania che avevano lasciato un anno e mezzo fa. Può darsi che con i piani aziendali i Direttori delle ASL li aiutino a lavorare di meno, diciamo così, visto che è previsto da questo...
Noi ne sentiamo parlare, poi è chiaro che non ci occupiamo delle questioni singole, ma ovviamente discuteremo in Commissione degli atti aziendali in maniera complessiva. Ci pare, comunque, che le forbici si stiano abbattendo su questo personale amministrativo, che non era più previsto dai Direttori generali all'interno delle Federazioni, che stanno tornando a casa e spesso non sanno nemmeno dove tornare. In qualche caso hanno perso anche il posto auto all'interno dell'ASL nella quale lavoravano, perché nel frattempo era stato affidato a qualcun altro.
Se volesse fare un minimo di autocritica, Assessore Cavallera - non lo chiedo al Presidente Cota, perché è un termine che non conosce - oggi dovrebbe dire: "Ci siamo sbagliati, abbiamo commesso un errore. Abbiamo speso un sacco di soldi e non abbiamo prodotto niente; abbiamo scompigliato e degenerato in maniera confusionaria e caotica un sistema amministrativo che aveva certamente dei limiti, ma che aveva consentito di andare avanti fin dal 1978 nel sistema sanitario regionale", che, come dicono giustamente i giornali in questi giorni, è certamente un sistema sanitario di qualità.
C'è ancora qualche domanda, Assessore Cavallera, rispetto alle quali ci attendiamo delle risposte: finito il ruolo delle Federazioni, qual è il ruolo di SCR? Noi vorremmo sapere che cosa vuol dire che SCR si occuperà degli acquisti collettivi. Due settimane fa mi sono recato a Reggio Emilia per vedere come hanno organizzato il sistema degli acquisti collettivi. In pratica, lì hanno fatto quello che vi abbiamo suggerito di fare per tanto tempo, senza avere risposta: hanno specializzato le ASL, tenendole assieme all'interno delle aree vaste. La provincia di Reggio Emilia è un'area vasta di 2.200.000 abitanti, all'interno della quale ogni ASL si è specializzata per fare degli acquisti utilizzando il personale che ha a disposizione.
Pongo un esempio: in un'ASL in cui c'era la cardiochirurgia si occupavano di più dell'acquisto di cateteri e di stent perché c'era in quella struttura una predisposizione ad occuparsi della complessità che l'acquisto di queste apparecchiature può provocare.
Noi vorremmo sapere cosa significa affidare ad SCR gli acquisti collettivi: SCR cosa farà? Anche lei farà spostare il personale amministrativo dalle ASL e lo porterà nella sede di SCR (a dire il vero non so dov'è la sede di SCR)? Oppure - uno sport molto frequente anche in questi quattro anni di governo regionale - si utilizzeranno magari consulenze esterne di personale specializzato che si occuperà di tali questioni? Assessore Cavallera, con tutto il rispetto che nutro per lei e per la sua abitudine ad avvilupparsi attorno ai problemi, noi vorremmo ricevere delle risposte. Vogliamo sapere che cosa farà il personale quando tornerà se intendete andare verso la strada tracciata, per esempio, dall'Emilia Romagna, che è quella della specializzazione delle ASL; qual è il ruolo che dovrà avere SCR all'interno degli acquisti collettivi; in ultimo intrapresa una strada, bisognerà chiedere anche ai futuri governi regionali di seguirla, e di non smantellare continuamente i sistemi e le funzioni.
Perché il sistema sanitario ha bisogno di stabilità; il personale che lavora nelle ASL ha bisogno di stabilità, deve sapere qual è la sua funzione, non può girare come una trattola da una struttura all'altra.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Diciamo subito, come abbiamo espresso all'interno della Commissione che voteremo il disegno di legge.
Noi crediamo che il voto su questo provvedimento rappresenti un grande successo da parte delle opposizioni che siedono all'interno del Consiglio regionale, perché potremmo limitarci a dire queste semplici parole: "Ve l'avevamo detto!".
Ve l'avevamo detto che non era affrontabile il tema delle politiche e della gestione delle funzioni su area vasta attraverso un ulteriore inserimento di un altro soggetto in un sistema già di per sé complesso.
Ve l'avevamo detto che ciò avrebbe determinato conflittualità all'interno dell'organizzazione sanitaria piemontese, fra Aziende sanitarie e Federazioni sanitarie.
Era semplice prevedere quello che è avvenuto nel corso di quest'anno e mezzo. Perché, Assessore, deve essere chiara una cosa: prima ancora che la scelta di abolire le Federazioni sanitarie fosse imposta dal Tavolo nazionale, per ragioni collegate alla natura giuridica di queste Federazioni sanitarie, e per ragioni collegate alle modalità di conferimento del personale dalle Aziende Sanitarie Regionali alle Federazioni sanitarie, il progetto è fallito in Piemonte. Ed è fallito indipendentemente da questi due elementi.
fallito nella misura in cui la nascita delle Federazioni sanitarie ha accentuato la conflittualità e la complessità all'interno del sistema e non ha favorito certamente il raggiungimento di quegli obiettivi, anche di risparmio economico e di maggiore efficienza, di cui oggi il sistema sanitario piemontese ha certamente bisogno.
Siamo a tre anni e mezzo dall'inizio della legislatura regionale: in questi tre anni e mezzo tutto ciò che la Giunta regionale ha partorito, in termini di progetto di riorganizzazione della sanità, è fallito nel tempo.
Presidente, se facesse tacere l'Aula o facesse abbassare il rumore di fondo sarebbe d'aiuto.



PRESIDENTE

Gentili colleghi, effettivamente c'è un brusio tale che non è possibile percepire quanto il collega Reschigna sta cercando di comunicare.
Prego, riprenda pure.



RESCHIGNA Aldo

Tutto ciò che è stato partorito in questi tre anni e mezzo è stato cancellato e l'atto di oggi non è altro che l'ennesima dimostrazione di questa affermazione.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma non è cambiato assolutamente nulla.
Colleghi, per cortesia!



RESCHIGNA Aldo

Tutto ciò che è stato partorito in questi tre anni e mezzo è stato sistematicamente cancellato.
L'Amministrazione regionale è partita con il progetto di separazione degli ospedali dalla dimensione territoriale; non siamo ancora arrivati all'approvazione del Piano Socio Sanitario Regionale che quel progetto era rientrato.
Al momento dell'approvazione del Piano Socio Sanitario Regionale è nata l'idea delle Federazioni sanitarie, e oggi, ad un anno e mezzo dalla nascita delle Federazioni sanitarie, vengono revocate, messe in liquidazione dal 1° gennaio 2014.
Ma nel frattempo, una questione rilevante come la riorganizzazione dei sistemi informativi all'interno della sanità piemontese, è ferma al palo.
Questioni rilevanti come la gestione della logistica e dei magazzini, le procedure e la correttezza negli acquisti di beni e di servizi, sono ancora ferme e, in alcuni casi, destano forti preoccupazioni.
Allora, come non considerate tutto ciò come la più pesante sconfitta politica di questa Amministrazione regionale? Sconfitta che oggi viene sancita da un disegno di legge che dice, sostanzialmente, quello che ha detto il collega Boeti: "Avevamo sbagliato, è stata una scelta improvvida".
Guardate che se è fallito il progetto riformatore di cui eravate portatori, tutto ciò che è avvenuto in questi tre anni e mezzo ha inciso sul sistema dei servizi sanitari all'interno della nostra regione, sia in termini di blocco del turnover del personale, sia in termini di cancellazione di una serie di attività e di ospedali.
Assessore, è finita poc'anzi la sua comunicazione sulla chiusura dell'Ospedale Valdese all'interno...



PRESIDENTE

Chiedo scusa. Mi duole veramente interromperla nuovamente.
Colleghi, per cortesia, se è possibile, chi non è interessato ad ascoltare quanto viene esposto, se magari si può accomodare fuori e proseguire il colloquio privato esternamente.
Prego, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

E il contenimento dei costi all'interno dell'organizzazione sanitaria piemontese è avvenuta su queste voci, non su tutto ciò che poteva migliorare e creare efficienza ed efficacia all'interno del sistema sanitario senza incidere sul sistema dei servizi. Questa è una responsabilità politica rilevante e non potete pensare di scantonarla perché sarete chiamati a risponderne politicamente di questa pesante responsabilità: di aver, sostanzialmente, raccontato per tre anni e mezzo una tavoletta al Piemonte e poi, sistematicamente, di aver detto che quella tavoletta non è mai esistita! Vorrei, Assessore Cavallera, cogliere l'occasione della sua presenza in Aula su questo disegno di legge, affinché lei demolisca il muro di silenzio che sta contraddistinguendo lei e l'Assessorato regionale in queste settimane. Il muro di silenzio su una questione molto delicata.
All'interno della Commissione di indagine presieduta dal collega Goffi la dottoressa Briccarello, Direttore generale della ASL TO1, ha detto e ha portato come giustificazione rispetto al caos (non entro nel merito delle questioni, mi attengo alla natura del provvedimento che stiamo discutendo) sul sistema degli acquisti all'interno delle Aziende Sanitarie Regionali il fatto che, con la nascita delle Federazioni, non sapeva nessuno cosa fare.
Le ASL avevano avuto una disposizione, che poi non era così vera, di stare ferme. Le Federazioni sanitarie non sono riuscite per quasi un anno intero a fare procedure concorsuali. Guarda caso, si sono messe a fare procedure concorsuali dal giorno in cui si è cominciata a diffondere la voce che si andava verso il superamento delle Federazioni sanitarie. Da quel giorno, le Federazioni sanitarie hanno scoperto una capacità enorme di procedure concorsuali! Ne abbiamo viste di tutti i colori! Una fra le ultime che ci è capitata sotto le mani è quella dell'amministratore unico della Federazione sanitaria del Piemonte settentrionale che metteva a gara la fornitura delle macchinette per la distribuzione delle merendine e delle bibite all'interno degli ospedali piemontesi. Questi sono elementi rilevanti e decisivi rispetto al futuro dell'organizzazione sanitaria di questa Regione! Elementi rilevanti.
Allora, Assessore, poiché è notorio che tutto ciò di cui ci si sta occupando in materia di acquisti di beni e di gare, ha già ricevuto due lettere da parte del Ministero all'economia, una nel 2012 (di cui lei poteva fare a meno di saperlo) e un'altra del 2013, di cui lei è tenuto a sapere, per essere chiari, che metteva in evidenza il fatto che, da verbali di collegi sindacali, emergeva una situazione fuori da quelle che sono le norme di legge, ci dice che cosa intendete fare? Ci dice con quale atteggiamento intendete riportare a una condizione di normalità il sistema sanitario piemontese in materia di procedure di gare, per acquisto di beni e di servizi? Perché tutto ciò non è un elemento secondario, ma questo è un tema che richiama la responsabilità dell'Assessorato.
Ultimissima considerazione. Attenzione, il tema sollevato dal collega Boeti su SCR è un tema delicato. Si vada a rileggere le oltre 360 contestazioni che sono state fatte dalle Aziende Sanitarie piemontesi sulle poche gare per l'acquisto di farmaci e di medicinali fatte da SCR prima della nascita delle Federazioni sanitarie.
Il tema non è quello che la Società di Committenza Regionale deve star fuori da questo sistema; il tema, che deve essere chiaro fin da subito, è attraverso quale modalità e con quali costi la Società di Committenza Regionale opera, e attraverso quali modalità e con quali costi opera l'organizzazione sanitaria piemontese. Perché noi non vorremmo trovarci fra un anno, a dover ancora una volta riconoscere che tutto ciò che si tenta di riformare all'interno della sanità piemontese è destinato al fallimento. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Assessore, anche se disponiamo, come per gli altri casi, di dieci minuti, io sull'argomento, per una questione di pudore, vorrei fare un intervento con tempi europei, perché ripetere quello che ci siamo detti in tante e tante occasioni mi sembra anche un po' superfluo.
Chi mi ha preceduto ha detto, in sostanza, "noi eravamo contrari".
Devo dire che il sottoscritto, con il Gruppo che rappresenta e con pochi altri, era di fatto e realmente molto contrario all'introduzione delle Federazioni - lo sanno anche i muri. È il motivo per cui questo disegno di legge, il n. 359, che introduce delle modifiche alla legge regionale del 6 agosto 2007, non può che vedermi estremamente favorevole.
Sicuramente, non posso essere soddisfatto non nel merito, ma per quanto riguarda una valutazione più di massimo sistema per il dietrofront cui purtroppo ci siamo abituati da parte della Giunta. Questo sicuramente non è bello, non è proficuo, non è edificante né sotto il profilo squisitamente politico, né sotto quello meramente tecnico.
Quando si fanno o si intende fare, con coraggio, delle riforme occorre farle con moderatezza e poi sostenerle fino in fondo. Il fatto di cambiare idea non è sicuramente indice di una forte volontà e, soprattutto, di una forte e profonda consapevolezza di quello che si sta facendo.
Sono soddisfatto, invece, di quello che in una delle ultime riunioni di IV Commissione abbiamo, relativamente a questo disegno di legge, tutti insieme deliberato e stabilito. Questo sia riguardo alle aree interaziendali, che effettivamente non vedono, più nella stesura finale del disegno, l'individuazione di un numero preciso, sia per quanto riguarda l'individuazione delle Aziende capofila, che qualcuno voleva fosse affidata ai Direttori generali. Invece, sentiti i Direttori generali, la Commissione e la Giunta che giustamente si assumomo la responsabilità di decidere.
Infine, per quanto riguarda il CSI, sono stati eliminati i riferimenti puntuali al CSI in relazione ai compiti di sviluppo e coordinamento delle tecnologie di informazione e comunicazione in campo sanitario. Questo perché ritengo che l'interpretazione non possa essere diversa dalla volontà di assegnare tali ruoli sulla base di criteri di efficacia, efficienza economicità comprovati.
Quindi, ritornando all'individuazione delle aree interaziendali, che non vedono più un'indicazione puntuale di numero, devo ricordarle, cosa che lei sicuramente sa, ma reperita iuvant, nella filosofia monferiniana chiamiamola così - l'individuazione di quelle Federazioni stava a significare anche un primo passo verso un assemblamento, una semplificazione del sistema delle Aziende, che si auspicava da parte di qualcuno (ma solo da parte di qualcuno) ideale in quel numero.
Mi auguro quindi che in una visione complessiva e lungimirante questo Assessorato non voglia perdere di vista quell'obiettivo finale, perché - lo ripeto per l'ennesima volta - sarà solo una coraggiosa semplificazione del numero delle Aziende a portare dei risultati anche sotto il profilo economico. Ma non mi dilungo su questo.
Le voglio solo dire, Assessore - e chiudo - che non basta la chiusura delle Aziende sovrazonali per rendere il sistema dell'acquisizione di beni e servizi nella sanità efficiente. Occorrerebbe fare un'attenta analisi partendo da quanto è accaduto. Faccio un esempio per tutti: i contratti prorogati ad oltranza. Fatto questo, si dovrebbe effettuare una programmazione da parte delle Aziende sanitarie ancora esistenti, magari in collaborazione con SCR, per portare a risultati concreti.
Assessore, infatti non ho capito - questa è una domanda che le rivolgo sinceramente, come si suol dire a cuore aperto - quali sono gli obiettivi di risparmio che si vogliono ottenere e soprattutto in che tempi. Io non so se lei può rispondere a questa domanda, ma l'Assessorato, la Giunta, non possono non porsi questa domanda. Lei deve poter rispondere: quali sono gli obiettivi concreti di risparmio e soprattutto in che tempi si possono realizzare, qualora si ritenga che siano realizzabili? E innanzitutto anche, c'è già un piano preciso che li abbia individuati? E ancora Assessore: chi fa il monitoraggio sulla situazione attuale e in divenire? Un'ultima domanda - e chiudo - è questa: secondo lei, il personale di SCR è pronto - lei ce lo deve dire, Assessore - per affrontare la mole di lavoro che dovrà sostenere nei prossimi mesi? Come vede, quindi, non ho fatto un intervento polemico, ma ho ripercorso un'analisi che mi sembra critica e inconfutabile e le ho posto in modo costruttivo delle domande.
Grazie, Assessore; grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Buquicchio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Molto è stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto e tuttavia, per quanto mi renda conto che gli interventi mio e di altri potrebbero apparire come delle ripetizioni, è difficile non fare, partendo da questa discussione, un bilancio della politica sanitaria della Giunta Cota e dell'Assessore Cavallera, per la parte di sua competenza, visto che su questa vicenda ha ereditato un badò dall'Assessore precedente.
Vedete, colleghi della maggioranza, ricordo, infatti, come venne inaugurata questa legislatura del Consiglio regionale del Piemonte: venne inaugurata con un Presidente della Giunta che annunciava in sanità una vera e propria rivoluzione. Egli usò questo termine: farò la rivoluzione nella sanità. E l'architrave di questa rivoluzione, che avrebbe dovuto riguardare il sistema sanitario piemontese, era costituita da tre scelte di fondo, tre scelte strategiche.
La prima era il piano sanitario, che lui presentò come la panacea dei mali della sanità piemontese: un piano sanitario mutuato dall'esperienza lombarda. Sappiamo com'è finita: nell'ambito di una serie di consultazioni che svolgemmo in Piemonte, il Piemonte si ribellò a quel modello di sanità e la Giunta fu costretta a battere la ritirata.
Rimanevano in campo due ipotesi, anch'esse enfatizzate, naturalmente.
Mi rivolgo al Presidente della IV Commissione Spagnuolo, che ha vissuto le vicende di quest'elaborazione.
La seconda idea forte era rappresentata dai fondi immobiliari, perch allora quella scelta venne presentata così da Monferino. Apro una parentesi: ma è ancora il vostro consulente? È mai stato il vostro consulente? Lo dico perché Cota, nel tentativo di ridurre la vicenda della sua sostituzione a un fatto di ordinaria amministrazione, annunciò che Monferino rimaneva il vostro consulente. È così? Se è così, cosa pensa di quest'epilogo il teorico delle Federazioni in Piemonte? Cosa ne pensa? Dicevo che i fondi immobiliari vennero presentati anch'essi come la panacea. Sappiamo com'è finita: Pichetto, intervenendo durante la discussione sul bilancio, ha derubricato la proposta dei fondi immobiliari al tentativo di fare un inventario dei beni immobili della sanità piemontese: un'altra filosofia, naturalmente, rispetto ad un'impostazione che era ben diversa, anche dal punto di vista del merito delle questioni che si volevano affrontare.
E poi rimane sul tappeto - nel senso che è proprio finita sul tappeto la vicenda delle Federazioni sanitarie. Ricordo che in Commissione, di fronte all'insistenza con la quale Monferino pose il tema delle Federazioni, gli chiesi di farmi capire e di quantificare quali erano le efficienze che avremmo realizzato attraverso la politica delle Federazioni giacché il ragionamento attorno a cui ruotava la proposta delle Federazioni era semplicissimo: noi con le Federazioni realizziamo una serie di economie e con queste economie potremo liberare risorse che potranno essere destinate - disse Monferino in quell'occasione - alle politiche per la non autosufficienza. E, invitato a quantificare queste risorse, egli ci disse: "Potremmo ragionare, nel medio e breve periodo, intorno a una somma che io quantifico in 400-500 milioni di euro". Ve lo ricordate? Voi oggi recitate il de profundis, per fortuna, di quella politica delle Federazioni.
Ricordo che in quei giorni parlai con alcuni Direttori - alcuni dei quali molto bravi, che avete licenziato e che invece una Giunta che valorizzasse per davvero il merito avrebbe dovuto curare - alcuni Direttori che avete cacciato perché nominati dalla Giunta precedente indipendentemente da qualsiasi giudizio di merito sulle cose che avevano fatto (indipendentemente da questo), ci spiegavano che era giusto immaginare una politica di area vasta. Anche questa, infatti, è una questione che voglio ricordarvi. Non vi siete confrontati con un'opposizione che negava l'esigenza di realizzare politiche di area vasta: noi abbiamo contestato lo strumento, la sovrastruttura che avete messo in piedi per realizzare questa politica.
Allora, però, alcuni Direttori dicevano: "Guardate che non funziona, è uno spreco, il sistema non funziona inventandosi un terzo livello tra Regione e Aziende sanitarie". Non funziona così! E mi ricordo che alcuni ci dissero: "Guardate che voi dovete intanto partire dal presupposto che una serie di cose non sono tra loro compatibili". Per esempio, i sistemi informatici delle varie Aziende non si parlano tra loro. Allora è inutile immaginare uno strumento come questo. E anche allora, durante la discussione, è emersa una serie di proposte, una parte delle quali sono quelle che oggi voi - ma sono passati tre anni, e io vi dico: a quali costi per la collettività e per la sanità piemontese! - vi siete ovviamente decisi ad accogliere.
Quindi, se giudico l'esperienza di governo della Giunta di centrodestra mettendo insieme i propositi iniziali, la rivoluzione (la rivoluzione!) e le conclusioni cui siamo pervenuti, a partire dal crollo delle tre idee forza sulle quali avete costruito, o volevate costruire, un'altra sanità, è evidente che il bilancio è fallimentare.
Poi, avete scomodato il Tavolo Massicci, ma - ha ragione il Consigliere Reschigna - l'esperienza delle Federazioni sarebbe fallita ed è fallita indipendentemente dai pareri che possono essere stati espressi in questo o in quel Tavolo ministeriale.
Le Federazioni sono fallite perché poggiavano su un presupposto sbagliato, e oggi noi non possiamo che compiacerci del fatto che la soluzione che viene prospettata è diversa da quella che avete difeso ostinatamente per anni e che siete costretti, voi stessi, ad abbandonare.
Intanto, però, sono passati tre anni. E tre anni di scelte sbagliate contribuiscono a rendere più complicata la situazione della sanità del Piemonte, perché è del tutto evidente - e i fatti lo dimostrano - che essere costretti oggi a rivedere quella politica, a ripensare quegli strumenti, significa non soltanto un fallimento, ma significa aver fatto pagare alla sanità piemontese dei costi, per effetto di scelte sbagliate.
Questo è un conto che noi presentiamo a voi, centrodestra, perché è un conto che è giusto presentare a chi si è fatto ostinatamente paladino di quella proposta e si è battuto per realizzarla, salvo poi, per fortuna (era ora, meglio tardi che mai!), ricredersi e prendere atto che quella proposta non era percorribile.
E allora, poiché - ho finito, Presidente - leggo tutti i giorni sui giornali qualche dichiarazione del Presidente della Giunta che si ostina a immaginare una sanità che è soltanto nella sua fantasia, e che non è quella che le persone in carne ed ossa percepiscono quando si rivolgono ad una struttura sanitaria, nonostante il lavoro straordinario di tante persona ed operatori, è difficile oggi prescindere da un giudizio politico riguardante la vostra politica sanitaria e questa vicenda è l'epilogo di una politica sanitaria sbagliata.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ronzani.
Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Certamente c'è il rischio di ripeterci rispetto ad elementi che abbiamo più volte evidenziato in questi mesi e discusso anche nell'ultima riunione di Commissione.
Vorrei riprendere alcune questioni e, in particolare, considerare che per l'Assessore Cavallera l'eredità delle Federazioni è una delle eredità più pesanti che ha lasciato l'ex Assessore Monferino.
Occorre considerare il fatto che siamo, sì, a discutere un disegno di legge, ma siamo soprattutto a discutere un commissariamento nazionale.
Infatti, ritroviamo gli elementi del disegno di legge nel verbale del Tavolo Massicci, ormai noto ai più; quel Tavolo, presso il Ministero dell'Economia, che ha stabilito una serie di azioni da mettere in atto, tra cui il superamento delle Federazioni sovrazonali, da attuarsi - come si dice nel verbale del Tavolo di luglio - per via legislativa.
Pertanto, il Tavolo e il Comitato chiedono che l'operatività di tale nuova organizzazione si avvii dal 1° gennaio 2014, prevedendo, nell'ultima parte dell'anno 2013, la gestione del percorso transitorio, volto al passaggio di competenze tra le predette Federazioni sovrazonali e le Aziende Sanitarie che dovranno prendersi in carico le relative attività.
Noi avevamo anche chiesto quale fosse la nuova bozza del programma operativo 2013-2015. Questa, così come ci ha risposto l'Assessore Cavallera, prevede, come allegato, il disegno di legge, ma il disegno di legge non fa altro che riprendere le indicazioni del Tavolo Massicci. Non abbiamo ancora, però, delle indicazioni puntuali su questi passaggi e su come avverrà la gestione (in queste poche settimane) di quello che viene chiamato il percorso transitorio.
chiaro che non avremo mai modo di conoscere i costi di questa "creatura" che l'Assessore eredita.
Abbiamo presentato un'interrogazione al riguardo, perché pensiamo che questi costi siano da valutare, non solo nelle cifre che ci sono state comunicate (un milione e mezzo, forse meno) rispetto ai sei Direttori, ma anche riguardo a tutte le incongruenze di questi mesi, che hanno visto grande confusione all'interno delle Aziende Sanitarie e grande confusione nel passaggio di deleghe dalle Aziende Sanitarie alle Federazioni.
Confusione che, poi, è anche sfociata in quelle proroghe che stiamo analizzando, che non sono nate con le Federazioni, ma che con le Federazioni hanno avuto un aggravio, rispetto ad una non chiarezza generale.
Crediamo che un'operazione nata male, proseguita peggio e che adesso finalmente vede la sua fine, sia un costo che la sanità piemontese poteva sicuramente non avere, anche per tutti i problemi che dovremo affrontare.
Da questo punto di vista, chiediamo se l'Assessore è già in grado di fornire il costo di quest'operazione, perché si parla sempre dei Direttori ma, in realtà, ci sono altri costi che probabilmente non sono quantificabili, ma che certamente abbiamo dovuto sostenere.
Voglio, poi, soffermarmi su una questione particolare, che viene in parte sottovalutata, o comunque considerata solo a parole, che in questo momento è ancora sottovalutata nei fatti e che, invece, potrebbe portare questa sì - a dei risparmi. È il tema dell'informatizzazione, sul quale abbiamo chiesto chiarezza e avremo modo di confrontarci con gli Assessori Cavallera e Ghiglia in Commissione, proprio perché la necessità di razionalizzare gli strumenti informativi delle Aziende Sanitarie è un elemento che è risultato costantemente presente nel nostro dibattito sulla riduzione dei costi della macchina amministrativa della sanità.
Molte volte si rischia di considerare in modo parziale un fattore, che invece è importante. Le Aziende Sanitarie regionali, essendo aziende possono agire autonomamente nella scelta dei propri strumenti - anche informatici - per raggiungere gli obiettivi che vengono loro assegnati.
Pertanto, in tale ottica, un dirigismo potrebbe rivelarsi controproducente.
Ma (sicuramente c'è un "ma"), se le Aziende Sanitarie funzionassero veramente come aziende, allora farebbero altro rispetto al loro far parte del Sistema Sanitario Regionale.
Facendo parte del Sistema Sanitario Regionale, e quindi lavorando in modo autonomo per raggiungere gli obiettivi, sul fronte della razionalizzazione degli strumenti informatici è importante considerare che proprio per la loro natura, lavorano in ambiti omogenei e quindi sono trattabili in modo omogeneo, come l'ambito amministrativo contabile.
In questo contesto, così come viene fatto riferimento nel verbale del Tavolo Massicci, sappiamo che, non a livello regionale, ma nazionale, è nato il SIRAC (il Sistema Informativo Regionale Amministrativo Contabile) che mira ad utilizzare un solo applicativo al posto dei numerosi applicativi contabili ad oggi in uso presso le Aziende Sanitarie, che alcune volte sono anche abbastanza obsoleti dal punto di vista tecnologico e quindi scarsamente evolvibili, se non con consistenti costi da parte delle Aziende sanitarie.
Il sistema di per sé, però, può favorire un mero risparmio delle sole componenti informatiche, se non viene realizzato e quindi portato avanti anche in relazione ad una revisione dei processi amministrativo-contabili all'interno delle singole Aziende Sanitarie.
Non abbiamo voluto entrare troppo nei dettagli perché riteniamo che proprio per questa natura di quest'azione che potrebbe portare - questa sì come ripeto - notevoli risparmi, il SIRAC, essendo unico, sarebbe più facilmente integrabile con la soluzione di bilancio della Giunta, per una migliore e più efficiente gestione del flussi finanziari tra Regione e Aziende Sanitarie, e permetterebbe con minore fatica e maggiore trasparenza rispetto al contesto attuale di redigere il bilancio consolidato del comparto sanitario. Segnatamente per la natura delle cose, quindi, si pone per un'azione di questo tipo come soggetto privilegiato alla realizzazione dell'obiettivo proprio il Consorzio-Ente strumentale CSI.
A latere aggiungiamo che il SIRAC potrebbe addirittura essere l'evoluzione del sistema contabile in tecnologia open source che si sta progettando, in collaborazione con le Aziende del territorio, per Regione Città e Provincia, prospettandosi come alternativa ad una soluzione commerciale - il SAP - che risulterebbe essere più costosa.
Rilevo questo per dire che, se si conoscessero un minimo gli elementi di cui si sta parlando, forse si potrebbe anche provare a considerare il fatto che un approccio globale a questa problematica potrebbe effettivamente portare dei risparmi. È da questo punto di vista, quindi che noi avevamo presentato - lo ribadisco e quindi non comprendo tanto l'arretramento di non considerare il CSI Piemonte all'interno del disegno di legge- una mozione, approvata il 3 maggio 2013, in cui il Consiglio regionale ha impegnato la Regione ad avviare con il CSI Piemonte il processo di realizzazione e omogeneizzazione del sistema informativo sanitario regionale.
Noi sosteniamo quindi ancora l'emendamento che ha presentato il Gruppo del Partito Democratico e riteniamo che, per paura di non avere magari una chiarezza di fondo, questo tema finisca poi per essere sempre rimandato finendo poi per rimandare anche quell'effettiva azione di trasparenza e di razionalizzazione del sistema, gestita sicuramente anche con efficacia ed efficienza (e quindi con dei costi contenuti), che crediamo finalmente questa Regione possa portare avanti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Credo che in parte il mio intervento possa essere ripetitivo - ma ripetitivo rispetto a quanto ho detto in altre sedi - e sicuramente possa contenere qualche sfumatura diversa rispetto ai colleghi che mi hanno preceduto.
Non aggiungo nulla sul fatto che la Giunta ha voluto superare le Federazioni per indicazione del famoso Tavolo Massicci. Vorrei anche in questa sede soffermarmi su una questione.
Assessore, gliel'ho già detto in Commissione con toni diversi e cercherò di dirlo per l'ultima volta in modo un po' più sereno: tutti gli atti che sono stati posti in essere dalle Federazioni fino ad oggi e tutti gli atti che le Federazioni continueranno a porre in essere fino al 31 dicembre 2013 secondo il Consigliere Mauro Laus sono annullabili. L'ho denunciato in tutte le sedi, l'ho spiegato in tutti i modi e lei si dice assolutamente convinto del contrario.
I miei colleghi dicono che vi prendete le responsabilità politiche tanto è tutto registrato. Aggiungo che, oltre alle responsabilità politiche, ci sono anche delle responsabilità di natura giuridica. E come vado a suffragare queste argomentazioni? Glielo spiego ancora, per l'ennesima volta; ma non per convincerla, ma perché tutto resti agli atti.
Se la Giunta regionale istituisce lo strumento delle Federazioni, se al Tavolo Massicci - il tavolo romano - le viene detto che le Federazioni devono essere superate e voi accogliete il suggerimento del tavolo romano significa che le Federazioni sono contra legem; e in modo particolare contro la legge della spending review. E perché? Il Tavolo romano non vi ha certo dato un suggerimento di natura politica, perché se vi avesse dato un suggerimento di natura politica avrebbe voluto dire che si è sostituito completamente alla Giunta regionale, cosa che non può fare: una Giunta regionale, un Presidente autorevole e un altrettanto autorevole Assessore regionale alla sanità avrebbero detto al tavolo centrale - utilizzo la metafora "tavolo centrale" che assolutamente no, sulla politica e sulle strategie "decidiamo noi". E difatti loro non vi hanno dato un suggerimento politico, perché questo non rientra nelle loro facoltà e nelle loro competenze. Loro vi hanno detto in modo garbato, nell'orecchio: guardate che dovete superare questo strumento delle Federazioni.
Se non hanno impugnato l'atto, non è mica perché non hanno argomentazioni giuridiche; ma se non hanno voluto costringervi a imboccare un'altra strada - questo lo dobbiamo andare a chiedere a loro; non ho avuto modo di confrontarmi con il Governo centrale sul perché non hanno ritenuto di attivare delle procedure di annullamento delle Federazioni -, non significa che vi abbiano legittimato questa strada.
La mia è un'argomentazione logico-deduttiva, per la quale, partendo dalla conoscenza di un fatto noto, si giunge alla conoscenza di un fatto ignoto. Il fatto ignoto è che le Federazioni sono superate perché vi hanno chiesto di superarle, essendo contra legem.
Questa è l'ultima denuncia che faccio in quest'Aula. Poi adesso ci sarà, fortunatamente, questo superamento.
L'altra questione che ho sollevato - ma anche su questo aspetto lei Assessore, fa finta di niente - è quella del personale; l'ho fatto sempre da un punto di vista giuridico, perché giustamente dal punto di vista politico, nella discrezionalità, ogni Amministrazione si prende la propria responsabilità e decide quale strada imboccare.
Nel nostro sistema normativo, il trasferimento di personale da un Ente pubblico ad un Ente di diritto privato non è possibile: il comando non è possibile e qualsiasi altra forma di natura pseudo-giuridica che dovesse eludere questo meccanismo è contra legem.
Avanzo quindi una domanda: il personale che assolve a determinate funzioni in una Federazione, da un punto di vista gerarchico, a chi risponde? Al superiore della Federazione o al superiore dell'ASL? Personalmente l'ho capito, ma ho anche capito che la Giunta fa finta di non sentire.
Nella questione delle Federazioni - e su questo aspetto chiudo - è emersa anche un'altra cosa, elemento non nuovo: il sistema sanitario è totalmente, completamente e sostanzialmente fuori controllo.
La Consigliera Cerutti le ha spiegato in modo chiaro e semplice che questa Regione è commissariata. Io le dico che è fuori controllo e faccio anche degli esempi.
C'è stata una gara di 70 milioni di euro mentre erano, e sono, in funzione le Federazioni dall'Ospedale San Luigi. Ad un certo punto, per un semplice articolo a firma Sara Strippoli su la Repubblica, viene denunciato questa gara perché non bandita dalla Federazione, ma dall'ASL così come voleva la vostra impostazione. Nel giro di un giorno annullata la gara passata alla Federazione.
Caro Consigliere Ronzani, altro che efficienza! Hanno cambiato solo la carta intestata. Se noi dovessimo fare un'indagine, anche sulla tracciabilità dei protocolli di quello che è successo in quella gara capiremo semplicemente che tutto il lavoro svolto dall'ASL è identico senza nessuna sfumatura diversa, a quello della Federazione e potrebbe tranquillamente ritornare all'ASL.
Questo è solo un esempio, ne possiamo fare tanti. Ne faccio qualche altro su aspetti diversi, giusto per completare i miei dieci minuti, non per ostruzionismo, ma per chiarezza di ragionamento. Mentre voi avete, con coscienza e volontà politica, voluto e promosso lo strumento della Federazione, nel contempo le ASL continuavano a fare gare d'appalto.
Domanda: Assessore, le può far finta di niente? Ma una denuncia della portata che sto facendo io, se un'azienda privata dovesse far ricorso, in un bando di gara che stanno svolgendo le Federazioni perché ritiene che tutti gli atti di procedura sono annullabili e dovesse per assurdo e per sbaglio aver ragione, quali sono gli effetti e chi sarà chiamato a pagare questi effetti? Dobbiamo trovare il modo di ostacolare la Corte dei Conti nell'eventuale indagine? Lei e la sua Giunta avete delle serie responsabilità. Questa è la cosa più semplice, però le cose più dannose non sono quelle che si sanno, ma quelle che, ad oggi, ancora non si sanno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Corriamo il rischio di ripetere alcune affermazioni già fatte dai miei colleghi. Tengo a ribadire, anzitutto, per quanto concerne il Gruppo che ho l'onore di rappresentare, che noi voteremo questo disegno di legge.
Accettiamo questa ulteriore modifica nell'abolire queste Federazioni. Fin dall'inizio ci siamo promossi di fare, gestire le Federazioni in modo diverso per ottenere dei risparmi, ma non così come sono stati fatti.
Dobbiamo anche dire che abbiamo perso tempo, circa un anno e mezzo a questo riguardo.
Oggi fa piacere che finalmente si cerca di intraprendere la strada giusta. L'Assessore Cavallera, come qualcuno ha citato, ha ricevuto un'eredità bella, ma difficile, che solamente lui ha la competenza e la capacità di portare andare avanti ottenendo risultati abbattendo le Federazioni.
Tuttavia, rimane ancora il problema degli acquisti. Dai famosi 106 magazzini di acquisti si è detto di ridurre a sei. Questo lo ancora dobbiamo verificare e sono convinto che si potrà gestire.
Il Piemonte sta aspettando da noi risposte chiare sulle ASL. Sentire dire dal Presidente Cota che la sanità piemontese è una delle migliori sinceramente mi ha fatto piacere. Bella o brutta figura la facciamo tutti insieme, che poi sia merito di uno o dell'altro, non è importante l'importante è che il Piemonte si distingua e vada avanti. Possiamo anche citare la Commissione d'indagine che stiamo portando avanti. Abbiamo visto gare fatte con troppa leggerezza. Stiamo scoprendo di tutto e di più in queste famose gare. Non voglio introdurmi in questo campo, ma voglio dire che la politica deve riprendere in mano la gestione delle ASL. I Direttori generali, ad oggi, non hanno avuto nessun controllo.
Invito l'Assessore Cavallera a riprendere in mano la situazione e di andare avanti deciso fino in fondo per ottenere dei risultati.
Permettetemi di ringraziare anche la Consigliera Spagnuolo, Presidente della IV Commissione, per il suo impegno per quanto concerne la sanità.
Sono convinto che si possa risparmiare, ma per gestire meglio il campo della sanità. Questo noi dobbiamo fare, questa è la risposta che dobbiamo dare ai nostri cittadini, risparmiando di più ma, allo stesso tempo, dando maggiore garanzia ai nostri cittadini.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Credo, come hanno già detto altri colleghi, che questo disegno di legge sia la testimonianza plastica del fallimento della Giunta regionale. La tanto declamata riforma della sanità avviata dalla Giunta Cota aveva un elemento sostanzialmente distintivo: la costituzione delle Federazioni, sul modello dell'esempio toscano (ESTAV).
Vi ricordate? Si era detto separazione tra ospedale e territorio, poi si era tornati indietro. L'unica cosa rimasta di questo progetto rivoluzionario erano le Federazioni. Ora si fa marcia indietro sulle Federazioni e lo si fa in modo vigliacco. Si invoca questa marcia indietro citando un obbligo del Tavolo Massicci quando tutti noi sappiamo che il Tavolo Massicci non ha obbligato questo passo indietro, ma ha chiesto chiarimenti che non sono mai stati dati.
In qualche modo, trincerandosi dietro una logica di comando centrale di imposizione dallo Stato centrale, si torna indietro su una cosa, quando sappiamo che si torna indietro perché l'esperienza che si voleva creare è rovinosamente fallita.
Perché fallita? Questo, se ci fosse onestà intellettuale, lo si potrebbe andare a vedere, dovrebbe essere l'elemento di discussione oggi in Consiglio.
Perché si torna indietro? Perché tante Federazioni non hanno fatto pressoché nulla, come dimostrano le risposte pervenute alla Commissione speciale di indagine sugli appalti in materia sanitaria.
Perché tanti Direttori di ASL e di ASO hanno osteggiato le Federazioni e non hanno consentito loro di funzionare? Sono domande a cui bisognerebbe rispondere se fossimo in una struttura ben ordinata e se volessimo fare qui un'analisi sui risultati dell'attività principale di questa Assemblea legislativa, dell'attività principale di questo Ente.
La sanità ci costa otto miliardi e mezzo, lo sapete tutti. Quindi, il core business della Regione è la sanità. Abbiamo creato una riforma e questa riforma è rovinosamente fallita, ma invece che cercare di ragionare sulle cause di questo fallimento e con una logica aziendale cercare di capire perché non ha funzionato il sistema e andare a porre correttivi cosa facciamo? Resettiamo tutto, azzeriamo il tutto, e va bene azzerare gli errori fatti perché è meglio rimuovere gli errori, ma così facendo creiamo le premesse per andare a creare un'altra organizzazione senza che vi siano ragioni di credere che possa funzionare laddove la precedente ha fallito.
Credo che il sistema che lei presenta, Assessore Cavallera, sia un sistema che non può funzionare. Non ha funzionato il sistema delle Federazioni in cui avevate obbligato, di fatto, a consorziarsi i Direttori di ASL e ASO. Questo sistema non ha funzionato perché la logica di relazione tra i due livelli non ha funzionato, nonostante ci fosse un chiaro mandato politico del suo predecessore che diceva che gli acquisti la logistica e la ICT vanno centralizzati.
Abbiamo visto che il Direttore di holding, cioè l'Assessore regionale alla sanità, non era in grado di condizionare i suoi Dirigenti delle società partecipate, fossero questi Dirigenti di ASL e ASO o fossero questi Direttori delle Federazioni.
Per quale motivo, Assessore Cavallera, a questo sistema gerarchico mascherato, instaurato dall'Assessore Monferino, che non ha funzionato, lei pensa oggi di contrapporre un modello basato sul coordinamento, quando non c'è nessuna ragione di pensare che possa funzionare? Ma davvero lei pensa di affidare la gestione di un sistema che vale otto miliardi e mezzo a libere associazioni di Direttori di ASL e ASO che insieme devono coordinarsi e decidere "tu fai questo, tu fai questo e tu fai ancora quest'altro"? Quando sappiamo che nemmeno le direttive dell'Assessorato sono bastate ad imporre ad un Direttore di non fare un acquisto e di centralizzarlo sulla Federazione! Qui un Assessore veniva a dire all'Aula di aver deciso di centralizzare tutta la gestione del sistema informatico, mentre il giorno dopo il Direttore di un'importante ASL di questa Regione stipulava un contratto da 45 milioni di euro.
Si rende conto di qual è la logica? Secondo lei, davvero quattro o cinque Direttori raggruppati in una Federazione sovrazonale si possono mettere d'accordo, attribuendo all'uno e all'altro delle funzioni? Ma si rende conto che non avete nessun cruscotto di comando? Si rende conto che avete dovuto chiedere a noi, al Consiglio regionale, di sapere per quali atti erano state fatte le proroghe e non le gare? Si rende conto che nella prima ASL su cui si è soffermato il lavoro della Commissione speciale di indagine, abbiamo, dopo una sommaria e brevissima indagine trovato dieci milioni annui di contratti prorogati tacitamente, senza atto formale? Contratti che - glielo dico, e sarebbe bene che la sua Giunta se ne rendesse conto - sono nulli, non sanabili e pertanto espongono chi li ha sottoscritti ad una procedura di sanzione da parte della Corte dei Conti? In questo sistema lei davvero pensa che basti un fantomatico coordinamento per risolvere i problemi, quando non avete nemmeno un sistema nervoso centrale, non avete un sistema di terminali che possano fare arrivare al centro la notizia di quello che fanno gli altri e di quello che fanno le vostre partecipate? Avete un sistema totalmente mancante di una qualche forma di controllo su quello che fanno le vostre partecipate.
Penso che la mancanza di coraggio che ha caratterizzato questa Giunta nello start-up dei lavori sulla sanità poteva essere corretto oggi, perch il tempo è poco. Potevate avere coraggio e fare altre cose.
Potevate fare sei ASL, come voleva fare Monferino all'inizio. Potevate fare mille altre cose, ma quello che fate oggi è un pateracchio che non funzionerà e, prima che finisca questa legislatura, stia ben certo che avremo modo di trovarci qui ad analizzare i risultati di questo pasticcio e saremmo in grado di dimostrarle che gli acquisti, la logistica e l'ICT sono tutti e rimarranno tutti fuori controllo.
Poi, Assessore, le rammento che lei non ci ha ancora risposto ad una domanda che avevo posto in Commissione quando abbiamo licenziato questo provvedimento.
Ossia: che fine faranno i contratti dei sei Direttori delle Federazioni, quelli che tra i vostri banchi si usano chiamare i "federali"? I contratti di queste persone che fine fanno? Sono risolti ipso iure decadono, oppure dobbiamo aspettarci di avere dei ricorsi di lavoro che ci obblighino a pagare gli emolumenti di questi Direttori di Federazione da oggi al momento di scadenza originaria dei loro incarichi? Perché su questa partita, Assessore, non sentiamo una parola? Perché se fosse, come qualcuno di noi dubita, che questi emolumenti andranno comunque pagati, capisce che abbiamo prodotto un danno all'Amministrazione investendo di funzioni di Direttore sei eminenti manager che oggi vengono lasciati a casa e che chiederanno il pagamento dei corrispettivi loro dovuti sulla base del contratto originale che non percepiranno più.
Quindi, Assessore, un pasticcio originario, corretto senza avere il coraggio di prendersi le responsabilità di dire che è stato un fallimento corretto invocando un'imposizione che in realtà non c'è, corretto creando un pasticcio organizzativo che non funzionerà e creando un danno all'erario di questa Regione, che sarei lieto di poter dire che non c'è nel caso in cui lei mi dovesse dare risposta rassicurante, ma sono sicuro che questo danno ci sarà.
Assessore, cosa dire ancora? Ci rivedremo a Filippi, non intesa come località geografica, ma intesa come un momento di incontro che terremo sicuramente in quest'Aula prima che questa legislatura volga al suo triste tramonto.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Vedo che giustamente e proficuamente l'oggetto del dibattito si è esteso dal mero tema delle Federazioni sanitarie e dal loro superamento tramite provvedimento legislativo, tramite disegno di legge, ad una disamina di quelle che sono le problematiche in generale della sanità e oserei direi non solo della sanità piemontese, ma del sistema sanitario italiano, suddiviso in 21 sistemi sanitari (considerando le Province Autonome di Bolzano e di Trento) e che ha difficoltà principalmente identificabili anche con la logica dell'aziendalizzazione. Logica che abbiamo già affrontato in Commissione, logica che curiosamente trovava consenso unanime. Da una parte all'altra dell'emiciclo istituzionale, dalla collega Artesio fino all'Assessore Pichetto.
Se non sbaglio, non era l'Assessore Cavallera, ma l'Assessore Pichetto che in quella seduta di I Commissione diceva che...
Ovviamente, anche in I Commissione si parla spesso di sanità, visto che, come giustamente diceva il collega Gariglio, la sanità cuba per oltre otto miliardi di euro. Erano otto miliardi e mezzo, ma, prima o poi dovremo scendere sotto gli otto miliardi; comunque, cuba per almeno l'80 del bilancio regionale.
Oggi, novembre 2013, tre anni e mezzo dopo l'insediamento di questa Giunta, quasi a fine legislatura, ci troviamo a dover fare marcia indietro rispetto ad una parte della riforma sanitaria che doveva essere il pilastro della riforma sanitaria, con la "R" maiuscola.
Se non altro, mi verrebbe da dire di non calcare troppo la mano su quelle rare volte in cui la politica torna indietro dalle sue scelte.
Spesso ho assistito - comunque, credo sia patrimonio comune anche di altri colleghi - all'individuazione di scelte politiche che, pur essendo sbagliate e pur essendo riconosciute come tali anche dai proponenti, non vengono annullate, né superate, né modificate, né stralciate.
In questo caso, almeno per una volta, si sono riconosciuti gli errori a prescindere da colui a cui viene data la colpa, magari sempre al fantomatico funzionario romano Massicci, a cui sicuramente fischieranno le orecchie ogni secondo della sua vita - e c'è stata una retromarcia. Per ovviamente, considerato che siamo a novembre 2013, cioè tre anni e mezzo dall'insediamento di questa Giunta, probabilmente, ci ritroviamo di fronte ad una "non riforma". Infatti, i mesi che ci separano dalle nuove elezioni sono pochi, pertanto si andrà semplicemente a riconfermare lo status quo in cui, probabilmente, SCR bandirà una serie di gare, quelle più grosse, di natura regionale, e le ASL capofila si occuperanno dei bandi di gara intermedi, per poi scendere alle ASL singole con bandi di gara di carattere particolare e più piccoli. Ovviamente, mi permetterei di dire "molto rumore per nulla", "much ado about nothing", diceva un poeta sicuramente molto famoso. Insomma, si è tornati allo stato precedente.
Sicuramente, raccolgo gli stimoli provenienti dai diversi Consiglieri del Partito Democratico, tra cui il collega Gariglio, che ha provveduto a tutta una serie di segnalazioni molto precise. Spero veramente che nella prossima legislatura, chiunque amministrerà la Regione Piemonte queste riforme le porti avanti davvero, altrimenti è facile da parte della maggioranza, che magari non interviene, per non allungare i tempi, dire che è facile criticare dall'opposizione; ovviamente, è più difficile realizzare le riforme quando si è in maggioranza. Questo è anche facile dirlo perch ad oggi, chiunque abbia provato ad amministrare la sanità - ne discutevo l'altro giorno con la Consigliera Artesio - comunque, si è trovato di fronte ad una sfida più grossa delle capacità sia personali che politiche della compagine elettorale che ha vinto.
Occorre una riflessione molto approfondita, che, nel momento in cui ci accingiamo a tumulare il cadavere delle Federazioni sanitarie, sarebbe sicuramente più che lecita. Ovviamente, non può avvenire in Aula, perch non è il momento dello scambio, anche rapido, magari di opinioni e di valutazioni, ma sarebbe sicuramente auspicabile in sede di Commissione sanità, nonostante l'o.d.g. sempre molto lungo. Sarebbe proprio il caso di dedicare, come dall'altra parte sta facendo la Commissione d'inchiesta sugli appalti in sanità ed SCR, una o, probabilmente, più sedute in Commissione sanità al tema della gestione, al controllo di gestione delle Aziende Sanitarie e anche al controllo contabile in generale dell'Assessorato, quindi della politica, rispetto a quelli che sono enti con una loro personalità giuridica e patrimoniale-finanziaria autonoma e indipendente, cioè le ASL.
Ovviamente, questo tema non è possibile risolverlo a livello regionale dovrà anche coinvolgere il livello nazionale. Poiché la maggior parte delle forze qui presenti hanno anche una rappresentanza a Roma; quindi sicuramente, può essere oggetto di un dibattito che, se non sbaglio, è già iniziato a Roma, infatti sono state presentate anche delle proposte di legge, addirittura, per ricentralizzare la sanità a livello nazionale.
Su questo sospendo per un attimo un mio pronunciamento, ma è ovvio che è all'interno di un dibattito molto più ampio.
Sulle Federazioni sanitarie è difficile esprimere un giudizio di merito, cioè nell'operatività, perché, praticamente, non avevano nemmeno iniziato a lavorare. È stato un sogno, o un incubo, a seconda della posizione che si esprime relativamente al precedente Assessore Monferino.
Sono state valutate negativamente, ma, come si ricordava, senza obbligo di cassazione da parte del tavolo romano. Per fortuna, si è arrivati ad eliminarle per evitare di produrre un'ulteriore sovrastruttura, di cui l'Italia, purtroppo, è campione di produzione, in quanto è campione di creazione di burocrazia e di uffici complicazione affari semplici.
In questo senso ben venga l'eliminazione delle Federazioni sanitarie e si apra la partita, ben più complessa, per capire come gestire bene, in maniera efficace ed efficiente, a spese ridotte e a parità di risultati tutti i settori importanti e strategici della sanità, in relazione agli acquisti, a chi riceve la logistica e anche al capitolo ICT, che è un tema importantissimo. Infatti, le Aziende Sanitarie Regionali, come prevede anche la norma nazionale, non possono continuare a non parlarsi tra di loro e non possono continuare a non parlarsi con l'Assessorato. Quindi l'Assessorato deve anche avanzare delle proposte. In Commissione ho presentato una richiesta esplicativa, in merito alla possibilità di un maggiore controllo contabile ed di un maggiore controllo gestionale.
Ricordo all'Assessore Cavallera che non ho avuto risposta in Commissione in merito all'analisi dei DPEFR. Assessore, se si ricorda, in una delle parti dei DPEFR c'è scritto: "Proposte di miglioramento del controllo contabile e controllo di gestione". Io le ho chiesto se aveva già sul piatto pronte delle proposte o degli strumenti, ma diciamo che lei ha glissato la risposta. Quindi, se sarà possibile rispondere oggi o sicuramente è meglio, in Commissione, poi potremo aprire un dibattito in questo senso.
Per quanto mi riguarda, sono all'ultimo livello in termini di informazioni che trapelano dagli uffici regionali, nel senso che appartengo a uno dei Gruppi che ricevono le informazioni per ultimi, e mi risulta difficile comprendere la situazione per quanto riguarda sia i contratti dei direttori unici delle Federazioni - anche io sono preoccupato del possibile conflitto in relazione a questi contratti, che immagino dovranno decadere a fine anno - e sia tutte le garanzie per il personale che ha scelto volontariamente di aderire alle Federazioni sanitarie, che non vorremmo si trovasse, come qualcuno prima ha mostrato con un'immagine metaforica un po' preoccupante, fisicamente, e non solo fisicamente, senza sedia, senza scrivania e senza posto di lavoro. Su questo, sicuramente, l'Assessore ci deve dare delle risposte; termino l'intervento ringraziando il Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Che avevamo ragione l'abbiamo già detto. Avete dovuto ripensarci pagando un prezzo politico di umiliazione, facendo pagare a tutti un costo sia in termini economici e sia in termini di disorientamento rispetto al disordine provocato, lo abbiamo già detto.
Adesso vediamo se da questa vicenda e da questo passaggio è possibile trarre almeno delle cautele rispetto all'agire futuro e dei possibili insegnamenti.
Per quanto mi riguarda, due sono le prospettive sulle quali vorrei vigilare e, se c'è ascolto, anche, eventualmente, ricercare la disponibilità e la preoccupazione della Giunta regionale.
La prima questione. Il modello Federazioni è fallito, oltre che negli aspetti organizzativi, in un principio che stava alla base, quello che l'Assessore Monferino in Aula e nelle aule di Commissione riassumeva nell'idea di un uomo solo al comando.
Un principio che cozzava con la natura giuridica delle Aziende Sanitarie e che è stato forzato - ricorderete le prime versioni di istituzione della Federazione - fino al punto di tentare di assegnare alle Federazioni anche i compiti di programmazione delle reti ospedaliere squisitamente riservati all'Amministrazione regionale e alle Aziende Sanitarie Locali.
Idea che ha voluto forzare il ruolo delle Federazioni fino ad immaginare che esse potessero esercitare anche compiti di governo delle risorse umane, peraltro con una veste giuridica di diritto privato che avrebbe dovuto governare dipendenti con contratti di natura pubblica.
Allora, se possiamo ritenere archiviata l'idea dell'uomo solo al comando perché ci misuriamo con un sistema che inevitabilmente fa i conti con l'autonomia gestionale delle aziende, che quindi inequivocabilmente riporta il ruolo della Regione a un ruolo non di comando, ma di indirizzo di ricerca di condivisione, di costruzione, di relazione e di coordinamento, quindi a un processo...
Questo è il governo del sistema sanitario e, non a caso, si parla di governance, governo clinico, coinvolgimento degli operatori, processi di partecipazione, l'opposto di un uomo solo al comando. C'è da augurarsi che con l'archiviazione delle Federazioni, si sia imparata questa lezione. E quindi, non si cerchino illusioni in altre idee di governo autoritario che non avrebbero nessuna possibilità di procedere fondandosi sulle gambe di cui ho parlato prima, che se qualcuno volesse immaginare una catena piramidale del processo decisionale, dovrebbe mettere in discussione l'aziendalizzazione, l'autonomia delle Aziende Sanitarie.
Non vedo profeti all'orizzonte, quindi, non essendo questo lo scenario ci si metta in testa che occorre governare dei processi, non comandare degli uomini.
Secondo insegnamento. Il ricorso costante a nuove forme di coordinamento anche nel campo delle funzioni no core (quella degli acquisti e delle forniture è un esempio), è sicuramente da ricercarsi in una logica di relazioni, convinzioni, coordinamenti, processi, in direzione dell'efficacia e forse anche del risparmio, ma non sia per favore l'ennesimo "mantra" consolatorio con il quale si spacciano queste nuove scelte organizzative come la panacea della lotta agli sprechi illudendosi e illudendo la popolazione esterna che la sostenibilità dei costi della sanità sia tutta nei recuperi dei margini di spreco. Non è così! Gran parte della gente lo sa. Molti decisori pubblici lo sanno. Continuano a ripeterlo per ipocrisia politica. Perché è più comodo dire che si possono lottare gli sprechi e di lì recuperare le risorse che non dire che non si vuole più sostenere questa spesa sanitaria e che non si vogliono più finanziare i livelli essenziali di assistenza.
Poiché questa consapevolezza oggi conviene che le Regioni ce l'abbiano altrimenti il Ministero continuerà a dire alle Regioni che possono fare tutto, garantire tutto, purché siano capaci di combattere gli sprechi, per favore cominciamo da noi a non recitarci il mantra consolatorio della lotta agli sprechi prima con le Federazioni e adesso con le aree di coordinamento.
Le aree di coordinamento possono servire, ma si sappia che il problema per mantenere la qualità e la diffusione dei servizi è il finanziamento del sistema sanitario nazionale e regionale.
Nella organizzazione futuribile e futura del coordinamento bisognerebbe a mio modo di vedere, ed io di certo su questo sarò impegnata - evitare in questa furia frenetica della riduzione della spesa pubblica, di compiere alcuni errori le cui conseguenze, dal punto di vista della diminuzione dell'economia e quindi dell'aumento degli sprechi, potrebbero essere evidenti, e già in parte lo sono con l'esperienza delle Federazioni.
Intitolerò questo capitolo "Gli sprechi della lotta agli sprechi".
Perché? Con le modalità, appunto, un po' furibonde delle "magnifiche sorti e progressive" delle centralizzazioni si stanno costruendo degli sprechi straordinari, in primis gli sprechi della cultura del sistema pubblico e dei professionisti pubblici. Quando qualcuno ha immaginato che si potesse, attraverso amministratori delegati e strumenti giuridici privatistici, sopperire alle competenze maturate storicamente nel sistema dai professionisti della Pubblica Amministrazione, della burocrazia giuridica, delle competenze manageriali, della logistica, degli acquisti ci siamo scontrati con l'esperienza negativa delle Federazioni. È un esempio di spreco della cultura e delle professionalità.
Se andiamo nella direzione della logica meramente competitiva e comparativa e sprechiamo il capitale di risorse professionali e di conoscenze cumulato nei sistemi pubblici - il CSI è un esempio - siamo compiendo lo spreco di cui parlavo prima. E ancora - questo è meno evidente, perché non sta in casa nostra, ma sta fuori dai perimetri dell'Aula e dalle competenze istituzionali - se continuiamo a immaginare che la committenza pubblica sia rivolta, in una logica di centralizzazione verso un'economia oltre confine, il rischio concreto che si fa correre al sistema Regione, non al sistema sanitario, è di un tracollo di quelle realtà produttive che intorno alla sanità hanno costruito impresa, ma che hanno imprese di scala locale e non di scala globale.
Allora, questa Regione che si strappa le vesti per organizzare i contributi pubblici alle imprese, quando è stazione appaltante si preoccupa di far partecipare alle proprie gare le imprese locali, oppure fa in modo che i capitolati delle proprie gare siano per dimensione, modalità organizzative richieste, fideiussioni pretese, insostenibili rispetto alla dimensione medio-piccola dell'imprenditoria locale? E così facendo rischia di trasformare l'imprenditoria locale in vassalli di qualche monopolio che userà le nostre imprese e le nostre competenze al rovescio, come le sartine cinesi usate dalla manifatture di antica data locali? Allora, credo che quando si fanno queste operazioni, che non a caso si vogliono chiamare adesso di coordinamento e che quindi dovrebbero avere una versione più intelligente e lungimirante della direzione unica e del pensiero unico, ci si debba un po' preoccupare, non solo scrivendo il documento di programmazione economica e finanziaria, del rispetto degli indirizzi europei di Lisbona, che ricordano che occorre un uso strategico degli appalti pubblici nella direzione di una crescita intelligente sostenibile, inclusiva.
Per questa ragione, ho chiesto di accompagnare il dibattito sulla legge con quello di una mozione che riguarda, ad esempio, un esempio del capitale umano e professionale realizzato dal mondo della cooperazione che, con questa logica forsennata e autoritaria di scelte e di centralizzazioni ad ogni costo, rischia di essere espulso dalla presenza produttiva e dal rispetto della dignità e del lavoro delle persone.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Non avrei voluto intervenire per tre ragioni.
Intanto perché penso che il mio intervento, come pure buona parte di quelli che ci sono stati e che ci saranno (non me ne vorranno i colleghi) sia del tutto inutile. E le cose inutili continuo a pensare che siano appunto, inutili.
Inoltre, mi sono dimenticato di firmare, pur essendo arrivato in aula alle 14.15, e questo mi ha generato un lieve nervosismo.
In più, ho sentito, in crescendo, due interventi dei più autorevoli esponenti dell'area renziana, diciamo così, uno dei quali sta uscendo momentaneamente dall'l'Aula: mi riferisco a Mauro Laus, imprenditore, e a Davide Gariglio, ex Presidente del Consiglio e tante altre cose.
Nel sentirli lo stimolo è stato grande, anche perché entrambi soprattutto il collega Gariglio, hanno figli piccoli di un anno e mezzo.
Immaginando che il destino di Davide Gariglio, indipendentemente dall'area politica e dal ruolo che ricoprirà, sia fondamentalmente torinese, fossi in lui mi occuperei seriamente di come la sanità piemontese va, sia andata e andrà.
Risolvo subito il problema politico con l'amico e collega o ex collega Ugo Cavallera: noi esprimeremo la presenza e niente di più su questo disegno di legge, ma cercherò di spiegare sfuggevolmente perché.
Qualche anno fa, il suo nonché nostro Presidente venne qui a chiederci la fiducia politica su un disegno di legge che istituiva le Federazioni. La memoria ormai mi sta sfuggendo, ma ricordo con una certa chiarezza che noi prima (fino a novembre dell'anno precedente) eravamo a favore di una struttura organizzativa che ci sembrava e che ci sembra tuttora più aderente, quella che contraddistingueva, contrapponendoli in maniera costruttiva, ospedali e territori.
Mi pare di ricordare che da questa parte dell'Aula ci fosse certamente Andrea Buquicchio - lo ha ricordato anche oggi - che era contrario. Il PD era fuggente e mutevole, per cui è difficile capire; certo mi riesce difficile ricordare un Partito Democratico, che pure ha avuto l'onore di emendare 120 o 130 volte l'attuale Piano Socio Sanitario, come fortemente contrario rispetto all'impostazione dello stesso Piano Sanitario, con modalità di lotte di governo che mi sfuggono.
Ma a noi venne chiesta la fiducia dal Presidente Cota e siccome noi siamo leali - critici, rompiballe e tutta una serie di cose, ma certamente leali! - la votammo.
Oggi il Presidente Cota non viene a chiedermi niente, quindi sono fermo a quella posizione di allora, e non la cambio. Quindi il massimo che possiamo fare, qualora lei abbia problemi di numero legale, è garantirlo ma certamente non voteremo a favore. Perché sono certo anch'io, come ha detto anche il collega Gariglio, che il Tavolo Massicci abbia tante richieste da fare, ma escludo che possa, né voglia o debba, interferire con il livello organizzativo della Regione Piemonte nella parte sanitaria.
E neanche me la prendo con lei, intanto perché so che è inutile essendo l'ultimo esponente della vera corrente dorotea, quindi prendersela con lei: o uno agisce coi carri armati, altrimenti con le parole è totalmente inutile, quindi non lo faccio. In secondo luogo, l'ho già detto stamattina e lo ripeto oggi, compiangendola, per certi versi, che il sogno che lei ha cullato per un po' di tempo, avendo coperto tutte le deleghe, di fare anche l'Assessore alla sanità nel momento peggiore, lo faccia al meglio che può; ne ha tutte le capacità. Se è possibile, metta a posto l'area dei sistemi informativi, che è l'unica cosa seria che lei potrebbe fare per questa Regione - non tanto per questa maggioranza - e per quello che verrà, perché poi ci sarà un "poi". A me interessa il "poi". Com'è fatto il "poi"? Adesso vi racconto come io vedo il "poi".
Intanto sono stupito che anche gli amici renziani si lamentino di quello che stiamo facendo o non facendo noi (si fa per dire): fossi in loro, che sono credenti, cattolici e praticanti, andrei alla Consolata (o ad altra chiesa che loro preferiscono) a ringraziare il buon Dio di aver portato una maggioranza come questa. Perché non devono fare assolutamente niente; anzi, suggerirei che stessero a casa, che leggessero o andassero in vacanza, e aspettino. Perché se si muovono, rischiano solo di far danni. Al resto abbiamo pensato e stiamo pensando noi, come a suo tempo face, con un certo successo, la Giunta Bresso: non a caso noi abbiamo vinto (si fa per dire), o, per maggior precisione, loro hanno perso. Questo avverrà quando avverrà, alla fine di codesta agonica e non particolarmente brillante legislatura. Poi cosa succederà? Succederà che ci sarà una generazione di nuovi Consiglieri regionali caro collega Cavallera, che non potrà che essere peggiore (anche se sembra strano) di quella che è qui seduta. Perché io devo trovare delle persone normali ("normali" nel senso che leggano qualche giornale, che abbiano letto qualche libro e che abbiano voglia di venire qui) sapendo che verranno pagate meno di prima, che hanno un livello di immagine che credo non vi sia altra categoria professionale in Italia in questo momento che la peggiori (forse i banchieri, ma mi sembra un bel pareggio!), che sono sotto gli occhi attenti della Magistratura - che Dio li protegga! - sia di quella penale, che di quella contabile, che si occupa assai di dove ho mangiato io e di dove hanno mangiato i miei colleghi ("mangiato" nel senso di dove si è andati a cena o a pranzo, pasti normali, non frugali e raramente vicino al Consiglio) e del resto non si occupa, non vede, non sa, non capisce. Parli con i colleghi renziani, che hanno detto delle cose intelligenti, che a me risultano anche abbastanza vere. L'errore che fanno, a mio avviso, e di cui dovrebbero occuparsi, è che queste cose c'erano anche prima; non sono mica avvenute soltanto col Governo Cota! Il Governo Cota è responsabile, e a mio avviso politicamente colpevole di non aver posto rimedio. Ma c'erano anche prima, cambiano solo gli esempi e i nomi (non è il caso qui di farne). Esempi di pessima gestione della sanità si succedono da quando ho cominciato a occuparmene, quindi dal lontano 1995 o 1996. Semplicemente, sono cambiati i numeri: all'epoca il bilancio della Regione (facendo il paragone con oggi) pareggiava a otto miliardi di euro, adesso a 12; all'epoca i debiti erano minimi, adesso sono enormi e nemmeno lei sa quanto. E lo scandalo di tutto ciò è che non c'è praticamente niente di infrastrutture, perché tutti i debiti che sono stati fatti qui da coloro che ci sono e da coloro che ci sono stati nelle scorse legislature, sono fondamentalmente spesa corrette. E noi sappiamo bene che la spesa corrente ha il suo idolo principale nell'ambito della sanità.
Allora, finché noi, per insipienza assoluta, non si capisce perché la gente che non è di sinistra dovrebbe votarci, continuiamo ad accettare che si parli di tagli quando in ogni qualunque occasione, parlando di sanità si cerca di porre efficienza. Questo è un problema loro. Ma è un problema che deve riguardare soprattutto coloro che si occuperanno del Governo perché il PD è, nel suo complesso, un partito di governo. E prima o poi (credo abbastanza prima, se non poniamo rimedio), governeranno di nuovo. E cosa governeranno? Governeranno una struttura di Consiglieri peggiore di quella che l'ha preceduta; chiunque rimanga non potrà che essere semplicemente più vecchio, e non certo più esperto, perché questa legislatura credo che non abbia insegnato niente a nessuno. Sarà sotto gli occhi attenti di una Magistratura che non so bene se si occuperà, oltre che dei pranzi, anche delle cene o dell'acqua minerale o dei giornali, e non degli infiniti bilanci della sanità, che sono tutti stati taroccati da quando è nata l'aziendalizzazione della sanità. Non è un caso che nessuna Giunta li abbia mai voluti certificare, nessuna! Non è un caso che noi si stia cedendo tutto il poco potere (ma potere nel senso di dovere di governo) a chi? Dobbiamo scegliere se alla struttura che c'è qui e che continuerà in maniera totalmente irresponsabile, nel senso che non hanno responsabilità. Guardate che soltanto una classe inetta e debole come la nostra cessa di essere inquisita in un'area come quella del Consiglio, in cui si poteva comprare - l'ho già detto una volta e lo ripeto - un carro armato e nessuno diceva niente. Perché le nostre strutture di Direttori e di Dirigenti - tutti, nessuno escluso! - sono irresponsabili. E questi saranno quelli che governeranno, caro Cavallera! Poi, quelli come lei, che hanno un'infinita dimestichezza con le strutture ministeriali (o i suoi allievi, e spero che ne abbia, perch avrebbe tanto da insegnare), governeranno. E gli altri faranno le belle statuine; o si sostituiranno, rinunciando al diritto di governare, a fare le inchieste (le inchieste sulla sanità e le inchieste sull'urbanistica).
Ma se volevano fare le inchieste, perché non hanno fatto un concorso in Magistratura? È difficile, ma una volta entrati, non avrebbero più avuto il problema, che qui comunque avranno di nuovo, prima o poi, che qualcuno li rielegga. Buon lavoro!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
L'ultimo intervento del Consigliere Burzi ha posto degli interrogativi e ha sicuramente stimolato una riflessione anche all'interno del nostro Gruppo.
Senza entrare troppo nel merito del provvedimento - noi ci fidiamo dell'Assessore Cavallera che si è confrontato, a livello nazionale, su questo argomento, perché, come ci ha spiegato più volte, pare che l'eliminazione delle Federazioni rientrasse nella politica generale del rientro, anche per evitare il commissariamento - rimane però un problema di metodo e di forma. In politica, almeno finché esisterà ancora la politica in quest'Aula, la forma è importante, se non più importante della sostanza.
Il Consigliere Burzi ha ricordato che sulle Federazioni - è vero, lo ricordo anch'io - questa Giunta regionale, con il suo Presidente, ha chiesto un voto di fiducia alla sua maggioranza, che già aveva perplessità e riluttanze su questo provvedimento.
Dopodiché, oggi assistiamo al fatto che un'importante componente di questa maggioranza, che ha anche un'autorevole rappresentanza in Giunta, su due provvedimenti importanti - il piano della razionalizzazione delle Partecipate e le Federazioni - dà solo la presenza.
Per me, questo è un problema seriamente politico su cui questa maggioranza e questa Giunta regionale non possono fare spallucce, n possono ignorare, altrimenti qualunque Gruppo si potrebbe svegliare una mattina e, giustamente o ingiustamente - non entro nel merito delle decisioni del Gruppo di Progett'Azione - venire in Aula, fare formalmente parte di questa maggioranza, avere anche dei rappresentanti in Giunta, e poi dare solo la presenza.
Intanto, chiedo all'Assessore Cavallera se questo provvedimento è così urgente da essere assolutamente approvato questa settimana, altrimenti si potrebbe approvare martedì prossimo. La discussione generale ormai è finita con il mio ultimo intervento, ci sono solo più le dichiarazioni di voto quindi penso che martedì prossimo in un'ora potremmo votarlo, sempre che ci siano i numeri e sempre che non ci siano altri Gruppi che danno solo la presenza.
Tuttavia ho il dovere, rappresentando il Gruppo di maggioranza relativa, di non ignorare che oggi si è aperto un problema politico, su cui il Presidente e la Giunta regionale devono darci al più presto una risposta.
Per questo motivo, chiedo se si può rinviare a martedì prossimo la votazione definitiva del provvedimento e magari, nel frattempo, avere un chiarimento adeguato da parte del Presidente e della Giunta regionale perché oggi sono sicuramente avvenute, da parte di un'importante e autorevole componente di questa maggioranza, il cui Gruppo fa anche parte dell'Esecutivo, scelte politiche rilevanti.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Nel dibattito sono state toccate tante e tali questioni, che cercher di raccogliere quelle più richiamate negli interventi, e quelle che secondo me richiedono una puntualizzazione, compreso ovviamente il discorso appena fatto dal Capogruppo Pedrale.
Le ragioni per cui siamo arrivati a presentare il superamento delle Federazioni sono ragioni di varia natura. Naturalmente, il ruolo di critica rilevato al Tavolo centrale di verifica delle azioni regionali non è secondario, ma non dimentichiamo che viviamo in una realtà dove, a volte un mese sì e uno no, vengono emanate norme che regolano i soggetti partecipati dagli enti pubblici o le società di scopo che vengono costituite. C'è quindi un insieme di valutazioni che, nel complesso, hanno determinato la necessità di superare le Federazioni, compresa la sottolineatura che è stata fatta sul pubblico-privato, di fronte alla quale non vi è, a mio avviso complessivamente nel nostro Paese, un'adeguata comprensione della modalità di funzionamento dei soggetti che, ancorché essere di azionariato pubblico, agiscono nel rispetto delle normative delle società, siano esse per azioni, consortili o quant'altro, a seconda delle circostanze.
Le preoccupazioni esposte, per quanto riguarda l'operatività della nuova configurazione, e una prima sottolineatura dell'urgenza di esaminare il provvedimento, derivano dal fatto che noi, approvando oggi il provvedimento, possiamo pubblicarlo sul bollettino, quindi con la possibilità di trasmetterlo in tutte le sedi, e possiamo anche avviare gli atti attuativi. Non dimentichiamo che questo provvedimento è stato impostato, nel senso di demandare una serie di cose ad atti attuativi che devono essere assunti, per quanto riguarda il rapporto Giunta-Consiglio sentita la Commissione.
Questo, ovviamente, richiede il suo tempo.
In questa settimana vi sarà la presentazione degli atti aziendali quindi vi è la possibilità di valutare complessivamente come vengono regolati questi famosi rientri dalle Federazioni alle singole Aziende Sanitarie.
Proprio ieri c'è stato un incontro con i sindacati del comparto e abbiamo raggiunto un'intesa sul percorso da seguire in questo periodo. Si tratta di un fatto non secondario, perché ci sono tutte le considerazioni fatte, ma ovviamente sottolineo la preoccupazione, non solo per i Direttori generali, che seguiranno le regole in caso di scioglimento delle Federazioni, ma soprattutto per i dipendenti coinvolti, che non devono avere, nei loro percorsi e nelle loro attività lavorative, conseguenze laddove si sono comportati correttamente e desiderano continuare un'attività in modo corretto e costruttivo.
stata poi posta la questione di SCR. Stiamo attenti che questa nuova struttura, questa nuova modalità operativa per gli approvvigionamenti centralizzati, insieme all'ASL capofila, dovrà avere tutta la nostra attenzione. Abbiamo già incaricato una Commissione interna all'Assessorato per graduare nel tempo e stabilire tutto quello che si può trasferire in un quadro di trasparenza e di organicità. Non è secondario a nessuno.
Naturalmente, il riferimento all'informatica sanitaria e all'informatizzazione è fondamentale in tutti i settori. Anche in questo settore, l'informatizzazione, per quanto riguarda la classificazione dei beni e dei servizi da acquistare in modo univoco, non è un fatto secondario per poter operare in modo chiaro e trasparente.
Sono state poste molte domande. Alcune, a mio avviso, erano domande retoriche, che consentivano lo svolgimento dell'intervento; altre richiedono o richiederebbero risposte puntuali.
Io non so cosa posso fare nell'economia del mio intervento. È chiaro che ci sono delle ragioni giuridiche per cui stiamo intervenendo, ci sono delle ragioni di opportunità, c'è una visione esterna al Piemonte che ha inteso queste Federazioni diversamente da quello che era il punto di vista regionale: un ulteriore livello intermedio.
Devo dire, però - e questo deve essere considerato - che la legge istitutiva delle Federazioni non è stata impugnata a livello governativo.
Questo è un dato di cui dobbiamo tenere conto. Ne sono state dette e scritte di qualunque natura, comprese anche delle precisazioni chieste dal livello centrale e date - mi risulta - dal Ministero della Salute al Ministero dell'economia.
Pertanto, se qui ci sono dei mutamenti di opinione, penso che questi mutamenti siano condivisi anche con i livelli superiori al nostro.
Qualcuno citava il blocco del turnover, dicendo: "Ne avete fatti di tutti i colori".
Signori, siamo in Piano di rientro, e queste motivazioni arrivano anche da lontano. È stato certificato un buco, un disallineamento - chiamiamolo come vogliamo - nei trasferimenti tra la Regione e le Aziende Sanitarie, e questa è la base della dirittura, non solo del Piano di rientro, ma anche di una diffida a versare, entro giugno, delle risorse. Poi, per fortuna sono stati emanati i decreti legge 35 e 102, pertanto stiamo colmando tutte le situazioni precedenti.
Ovviamente, il blocco del turnover è stato un provvedimento temporaneo che dal 1° gennaio verrà superato e si tornerà al percorso del 50%. L'anno successivo si arriverà al 75%, per poi andare a regime, come è previsto all'interno dei programmi operativi, che sono anche un modo di impegnare tutte le strutture.
Si diceva: "Cosa potete fare voi , in una situazione complessa?".
Attraverso lo strumento dei programmi operativi, che sono stati discussi anche con le ASL, si cerca in tutti i modi di vincolare l'operatività su diversi percorsi.
Qualcuno diceva: "Stiamo attenti: le centrali di acquisto determinano molte contestazioni su gare...", ecc.
Indubbiamente, e questo non sorprende. Occorre, anche qui, andare ad analizzare queste contestazioni, sperando che siano tutte contestazioni motivate e partendo dal presupposto che è necessario, in un sistema dove si cerca di centralizzare gli acquisti, adeguarsi anche magari nelle tipologie convergenti.
Non a caso, parlavo prima della schedatura dei beni e dei servizi in modo univoco.
Quali risparmi si otterranno con la nuova configurazione? Credo soprattutto che si dovrebbe fare maggiore chiarezza sulle responsabilità.
La situazione attuale verrà superata a causa anche di un clima di contestazione continua delle Federazioni, proveniente da vari soggetti (basta leggere i giornali degli ultimi mesi, se non dell'ultimo anno).
Le Federazioni, infatti, sono nate in un clima di forte tensione. Pu darsi che tornando ad una condizione standard, di Aziende Sanitarie con l'individuazione dell'Azienda capofila per gli acquisti da fare a livello di area sovrazonale, questa situazione di tensione possa essere superata.
Noi, comunque, faremo di tutto per fare questo e, non a caso, abbiamo definito una procedura di condivisione da parte delle ASL, ma non una condivisione che va a congelare, se non data, una procedura: si sente il parere delle Aziende Sanitarie e poi è la Giunta regionale che stabilisce in un'area chi è l'Azienda capofila.
Pertanto, c'è un'assunzione di responsabilità, di coordinamento naturalmente cogliendo anche le disponibilità e la messa in chiaro delle opportunità da seguire.
Non entro nel merito del pensiero del mio predecessore: non sta a me giudicare tutta questa partita. Giudico la situazione attuale e cerco di capire come si può superare e trovare un equilibrio valido per il futuro.
Ovviamente, è un futuro legato al mandato che noi abbiamo (sappiamo quello che è, come durata), ma ritengo che si possa anche cercare di fare delle riforme, dei cambiamenti, degli aggiustamenti che possano valere anche per il periodo successivo.
Riguardo agli accenni al superamento del FIS (Fondo Immobiliare Sanitario), può cambiare la forma, ma l'utilizzo delle proprietà immobiliari di competenza della sanità, in un quadro di ammodernamento degli ospedali o delle strutture sanitarie, è un tema di attualità.
Poi, o lo si vede in un modo organico, attraverso un fondo, o lo si articola in modo diverso, comunque è un tema con cui bisogna confrontarsi.
Sì è, poi, parlato dell'informatizzazione. Sono assolutamente d'accordo: l'informatizzazione è un'assoluta priorità. Non a caso, nella legge si fa riferimento non solo a SCR, ma anche al soggetto deputato dalla Regione a seguire i percorsi dei sistemi informativi.
chiaro che è stata approvata una mozione, un indirizzo da parte del Consiglio. Non c'è nessuna discussione riguardante il ruolo del CSI.
Naturalmente, abbiamo riservato una deliberazione che, in qualche modo renda più fluida la possibilità di ricorrere su quella strada.
Ci sono stati tanti interventi profondamente critici, addirittura contraddittori, perché mi è sembrato di cogliere che qualcuno giudicasse completamente fuori legge tutto il sistema delle Federazioni, qualcun altro giudicava intempestivo il fatto di superarle.
Adesso non vi è il tempo per approfondire ipotesi così articolate.
chiaro che un sistema di vigilanza, nel momento in cui non ci sono più le Federazioni, dovrà essere adeguato e rafforzato. Sotto questo profilo, non ci sono assolutamente dubbi, pertanto, tutto quello che sento nei dibattiti consiliari, ancorché aspri e molto critici, rappresenta un'indicazione come minimo da valutare.
Non credo che sia tutto completamente fuori controllo. Diciamo che vi sono delle criticità e su queste dobbiamo assolutamente lavorare.
Poi ci saranno delle conseguenze, come tutti gli atti che noi adottiamo sulle persone coinvolte nell'organizzazione nelle varie contingenze storico amministrative in base agli atti che la Regione decide di adottare. Se i Direttori regionali, non parlo dei sanitari, da venti - ammesso che fossero venti in passato - passano a 15 nelle riforma, è chiaro che si porrà un discorso. In questo caso la situazione è più delicata, nel senso che il cambiamento avviene in corso d'opera, è condiviso il giudizio sull'operato di queste persone che, peraltro, furono indicate credo con una condivisione ampia e si vedrà poi quali sono le conseguenze.
Per quanto riguarda le questioni del personale, ho già detto.
Naturalmente sono d'accordo anch'io con chi diceva di stare attenti nel momento della centralizzazione di avere una visione politica complessiva anche in ordine ai livelli di partecipazione alle gare che dovranno essere fatte sia dai capofila che da SCR.
Indubbiamente il nostro territorio è in grado di fornire pluralità di soggetti che non devono, aprioristicamente, essere favoriti, ma neanche danneggiati con delle situazioni critiche.
Il Consigliere Burzi, come al solito, ha indicato una cornice del quadro con dentro tutta una serie di situazioni, dal suo punto di vista molto critiche. Credo di aver capito che il suo intervento era soprattutto rivolto anche a chi ha il coordinamento politico di tutta l'amministrazione.
Al Consigliere Burzi e al Consigliere Pedrale, cui do atto di aver espresso fiducia nei miei confronti, e questo fa sempre piacere, dico che questo è un provvedimento urgente. È un provvedimento che va adottato se vogliamo tentare uno svolgimento della sua applicazione con un minimo di tempo, con una certa razionalità e in modo efficace. È chiaro che occorre avere il tempo necessario per predisporre tutti gli atti. Sbaglierei se non dicessi questo.
Ricordo che a metà mese abbiamo un'ulteriore seduta del tavolo di verifica. Sarebbe bello, opportuno e necessario andare al tavolo con il Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, con pubblicata la legge di superamento delle Federazioni, così come siamo impegnati.
Quindi queste sono le considerazioni, non esaustive certamente di quella che è l'ampiezza degli interventi e delle sottolineature che sono state svolte, ma volte a dare una prima risposta e poi anche sottolineare l'urgenza.
Ho presentato un emendamento - lo dico subito, così facciamo presto avendo svolto un compito che mi ero assunto in Commissione quando qualcuno aveva sottolineato il fatto che l'articolo 2 puntava in modo troppo deciso sul termine decadenza. Non essendo in presenza di un Ente pubblico, era meglio ricorrere a definizioni che chiamassero in causa il titolo specifico del Codice Civile che riguardava lo scioglimento delle società.
L'emendamento ha un carattere tecnico, è stato visto dal Settore legislativo della Giunta regionale, oltre che dalla Direzione sanità.
Questa è la ratio dell'emendamento che ho presentato. Grazie.



PRESIDENTE

Mi sembra che l'Assessore Cavallera, nella replica, abbia puntualmente risposto, non senza rilevare - almeno così ho inteso - l'importanza e la priorità per la Giunta regionale di procedere con la trattazione del disegno di legge.
Il Consigliere Pedrale, Capogruppo di maggioranza relativa, aveva chiesto la cortesia, anche per questioni di natura politica, di affrontare la votazione del provvedimento alla prossima seduta. Chiedo al Consigliere Pedrale se si può procedere.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Faccio una battuta che l'Assessore Cavallera capirà: se in qualche ospedale piemontese mancherà della morfina, la manderemo ad anestetizzare l'ambiente in mancanza di morfina o di farmaci che leniscono il dolore o la tensione. Per noi, politicamente, la tensione rimane. Il Consigliere Burzi ha posto, legittimamennte, due problemi e li ha affrontati legittimamente come il suo Gruppo ha ritenuto opportuno fare. Su due provvedimenti importanti ha dato solo la presenza e ha aperto un grosso problema politico per questa maggioranza e per questa Giunta regionale. Noi voteremo a favore del provvedimento delle Federazioni, ma sarà l'ultima volta. I rappresentati della Giunta lo sappiano e lo comunichino anche al Presidente: il Gruppo del PdL accetterà di votare, a scatola chiusa, per spirito di appartenenza di una maggioranza che va e che viene, a seconda delle situazioni.
Non abbiamo scritto "Giocondo" sulla fronte. Abbiamo capito che essere corretti, seri e sempre leali non paga. Vorrà dire che anche noi, in futuro, ci adegueremo ad una certa metodologia libertaria di far politica e di concepire la maggioranza in questo Consiglio. Legittima. Se lo fa un Gruppo, lo possono fare anche gli altri Gruppi, in particolare il Gruppo di maggioranza relativa. Noi daremo un voto a favore, ma è chiaro che il problema politico è aperto e non lo si chiude stasera con questa votazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Per una questione di coerenza, voglio sottolineare anche il voto a favore - se questo può lenire gli affanni del Consigliere Pedrale - del mio piccolo Gruppo.
una questione di coerenza, non posso fare diversamente. In questo caso, siccome le maggioranze non sono solo variabili in base agli argomenti, ma lo sono anche le minoranze, ritengo che si debba votare e approvare in fretta questo provvedimento



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Innanzitutto sulla replica dell'Assessore Cavallera. È molto simpatica la battuta fatta dal Presidente Pedrale.
Noi non siamo abituati a fare le battute.
Assessore, lei non ci ha risposto su nulla. Abbiamo posto delle questioni molto chiare su temi sui quali abbiamo rivolto ripetute sollecitazioni in Aula, in IV Commissione, in Commissione d'indagine, su cui lei ha osservato rigorosamente un silenzio per tutte queste settimane.
Noi le abbiamo posto delle questioni reali e su queste questioni Assessore, lei ha svicolato. E il silenzio rispetto a quello che sta accadendo e che è accaduto in questo anno e mezzo, non è apprezzabile e non è apprezzato da parte nostra.
Credo che le repliche degli Assessori sui provvedimenti non possono misurarsi in minuti, ma si misurano rispetto al fatto se nella replica l'Assessore entra nel merito del dibattito e delle questioni che all'interno del dibattito sono state sollevate.
Su questo, Assessore, lei non ci ha risposto, e non può essere un atteggiamento accettabile da parte nostra. Questa era la prima questione.
Seconda questione. Qui oggi si è aperto un problema politico rilevante.
Un gruppo della maggioranza, per la seconda volta all'interno della stessa giornata, non vota provvedimenti, garantisce il mero passaggio del provvedimento attraverso il voto di presenza.
Un altro Gruppo autorevole della maggioranza interviene in sede di dibattito, chiedendo di spostare il voto da oggi a martedì. Detto francamente, Assessore, non riesco a vedere le straordinarie ragioni perch ciò non possa avvenire, però questo non ci riguarda come Gruppo di opposizione. Ma un Gruppo di maggioranza dice sostanzialmente una cosa: votiamo per fiducia, per lealtà, per appartenenza ad una maggioranza, ma non ci stiamo più a questo modo di portare avanti le questioni.
possibile che, a fronte di tutte le cose che abbiamo detto nei nostri interventi in sede di dibattito generale, tutte le volte che ci sono dei passaggi delicati che riguardano la politica sanitaria in questa Regione passano, com'è passato il Piano Socio Sanitario e la legge sulla riorganizzazione del servizio sanitario, perché il Presidente della Regione mette la fiducia - il che è già un bel segnale - oppure non passano perch l'Assessore chiede alla maggioranza di ritirare dei documenti - ed è cronaca delle ultime settimane - su passaggi rilevanti delle vicende sanitarie in questa Regione? E oggi non passano o passano sostanzialmente come atto di fiducia, il che vuole dire una cosa: quando un Gruppo è costretto ad esprimere un atto di fiducia significa che, se dovesse esprimersi sul merito, ci sarebbero da parte di quel Gruppo o di quella maggioranza, rilievi rilevanti.
E questo è un punto politico su cui non ridere. È pensabile che la caratteristica di fondo per cui vengono portati avanti i provvedimenti da parte della Giunta regionale è continuamente invocare la fiducia attorno a questi provvedimenti? Perché apre un solco.
Noi avevamo detto, Assessore Cavallera, nelle settimane scorse, che quando si va avanti chiedendo di ritirare i documenti non si è forti, ma si diventa pian piano deboli, perché significa che sul merito le distanze rimangono e le distanze diventano a volte sempre più incolmabili.
L'ultima considerazione che voglio fare la esprimo avendo ascoltato tutti gli interventi che ci sono stati in sede di dibattito generale. Lo dico perché rimanga agli atti. Che sulla discussione sul Piano Socio Sanitario della Regione Piemonte di qualche anno fa l'Assessore Monferino accolse una serie di emendamenti presentati da questo Gruppo consiliare non ci porta nessuna considerazione particolare di consenso e di appoggio nei confronti della politica sanitaria. Anzi - ed è una battuta da parte mia non ci siamo assolutamente coinvolti in quella politica sanitaria. Primo perché molti di quegli emendamenti trovano e hanno trovato nella loro applicazione concreta una incoerenza sostanziale da parte della Giunta regionale nel portare avanti la politica sanitaria.
Secondo. Di fronte ad un documento di qualche centinaia di pagine, gli emendamenti che non incidono e che non determinano scelte cogenti sono qualche cosa che, dalle mie parti, sono definite come "l'acqua di Baveno che non fa né male né bene".
Ma sul senso profondo di quella riforma sanitaria, sui passaggi fondamentali di quella riforma sanitaria, noi il consenso non l'abbiamo mai dato e nemmeno penseremo di darlo. C'è una distanza abissale sotto questo aspetto.
Oggi noi abbiamo colto nel dibattito generale come un successo delle opposizioni il fatto che si cancellino le Federazioni sanitarie, e lo consideriamo tale, comunque vada a finire questa vicenda. Lo consideriamo tale, cioè un successo delle opposizioni, che dovrebbe far riflettere pesantemente sul modo con cui si è andati avanti in questi anni.
Ma esprimere un successo per essere riusciti a cancellare una scelta sbagliata non significa assolutamente esprimere un consenso sul merito della politica sanitaria di questa Regione.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani Manica, Muliere: Al comma 1 dell'articolo 23 della l.r. 18/2007, come sostituito dall'articolo 1 del disegno di legge n. 359, le parole: "nonché le funzioni di gestione e sviluppo coordinato del sistema informativo sanitario regionale e delle tecnologie di informazione e comunicazione correlate esercitate dall'ente strumentale della Regione individuato con deliberazione di Giunta regionale, sentite le Commissione consiliari competenti" sono sostituite dalle seguenti: "nonché le funzioni di gestione e sviluppo coordinato delle tecnologie di informazione e comunicazione in ambito sanitario regionale attribuite al Consorzio per il Sistema Informativo (CSI-Piemonte), costituito ai sensi della legge regionale 4 settembre 1975, n. 48".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Questo è forse l'unico punto su cui nella replica l'Assessore Cavallera è intervenuto nel merito, quando è riuscito a tirare fuori dal suo ventre la parola "CSI".
Qual è il senso dell'emendamento? Noi abbiamo posto che, così come nella legge si individua il ruolo di SCR, nella riorganizzazione dei sistemi informativi l'ente strumentale della Regione Piemonte deputato a queste cose, fino a quando c'è, è il soggetto da coinvolgere. Non dico in esclusiva o in posizione di predominio, ma il problema fondamentale è anche questo.
Con questo emendamento abbiamo usato la parola, in riferimento a quell'ente strumentale, anche se il testo che è uscito dalla Commissione fa riferimento ad un Ente strumentale, e siccome la Regione Piemonte non ne ha 500 mila, ma ne ha più di uno, si rifaccia a quel solo che c'è.
Quindi, il senso dell'emendamento è quello.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Motta Massimiliano; ne ha facoltà.



MOTTA Massimiliano

Grazie, Presidente.
Nell'ultimo passaggio che ha fatto, il Consigliere Reschigna ha determinato il motivo per cui credo che si possa ritenere questo emendamento superato da quello che è uscito dalla Commissione, che tra l'altro sul passaggio dell'ICP è stato concordato fra tutti, tant'è che è scritto "nonché le funzioni di gestione e sviluppo coordinato del sistema informativo sanitario regionale e delle tecnologie di informazione e comunicazione correlate, esercitate dall'ente strumentale della Regione individuato con deliberazione di Giunta regionale, sentite le Commissione consiliari competenti".
In questo avevamo messo tutte quelle che erano le richieste della maggioranza e della minoranza, tant'è vero che questo pezzo è stato proprio studiato anche in funzione di mettere in raccordo l'Assessore alla sanità con l'Assessore all'innovazione per tutta quella che era la parte della legge di riordino dell'ICT.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, dichiaro chiuso il dibattito.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Partirei dall'invito al ritiro dell'emendamento. Comunque, è un parere contrario per le ragioni esposte dal Consigliere Motta Massimiliano e anche per le discussioni che abbiamo svolto in Commissione, ma, aggiungo ancora per l'impegno, entro il mese di novembre, di riferire alle due Commissioni riunite con i due Assessori sull'informatica in sanità.



PRESIDENTE

Se ho inteso bene, il parere della Giunta è contrario?



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Il parere è contrario.



PRESIDENTE

Il numero legale è 28.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 3) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: all'articolo 2 (Decadenza degli organi di liquidazione delle Federazioni sovrazonali sostituire i commi 1 e 2 con il seguente comma: A far data dal 1 gennaio 2014 è disposto, secondo le modalità di cui al capo VIII del libro V del Codice civile, lo scioglimento delle Federazioni sovrazonali istituite dall'articolo 2, comma 3, della legge regionale n.
3/2012,; contestualmente gli organi sociali avviano gli adempimenti necessari alla liquidazione delle rispettive società consortili" Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 bis Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Gariglio, Reschigna Ronzani, Manica, Muliere: dopo l'articolo 2 del disegno di legge n. 359 è inserito il seguente: Art. 2 bis (Trasparenza atti) 1. La Regione, fermi restando gli adempimenti in capo alle aziende sanitarie regionali previsti dal decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 (Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni), ai fini di incrementare i livelli di trasparenza dell'azione amministrativa regionale, istituisce all'interno del sito istituzionale della Giunta regionale un elenco on line nel quale sono inseriti i testi integrali di tutte le deliberazioni adottate dalle Aziende sanitarie regionali già pubblicate, ai fini legali, nei rispettivi albi pretori secondo quanto previsto dall'articolo 32 della legge 18 giugno 2009, n. 69 (Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile).
2. La Giunta regionale, entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, definisce con propria deliberazione, previo parere della commissione consiliare competente, le modalità e i tempi di trasmissione di pubblicazione e di aggiornamento degli atti della Aziende sanitarie regionali.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Poiché, sostanzialmente, ad ogni ASL verrà lasciato il compito di procedere alla stesura degli atti amministrativi per tutti gli approvvigionamenti, con questo emendamento chiediamo, al fine di incrementare i livelli di trasparenza dell'azione di tutte le Pubbliche Amministrazioni Sanitarie, che vengano pubblicati all'interno del sito regionale tutti i dati che sono già pubblicati negli albi pretori online delle singole aziende.
In altre parole, voi sapete che le delibere delle Aziende Sanitarie Locali vengono pubblicate sugli albi pretori on line delle aziende e ivi rimangono per 15 giorni. Allora, noi chiediamo che, oltre a quella pubblicità legale stabilita per legge, la stessa pubblicazione avvenga su un unico sito regionale in cui si possa trovare tutto e che gli atti rimangano pubblicati on line non solo per i 15 giorni indicati dalla norma sulla pubblicità legale, in modo da poter garantire a tutti la conoscibilità degli atti delle nostre Aziende Sanitarie, come peraltro le leggi nazionali impongono sempre più a tutte le Pubbliche Amministrazioni.
Cioè, non sovvertiamo le norme sulla pubblicità legale a cui si deve attenere ciascuna ASL, però chiediamo che, per trasparenza, la Giunta regionale mantenga sul proprio sito tutti gli atti che già vengono pubblicati dalle singole ASL e che questa pubblicazione permanga nel tempo.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Spero che con il passaggio dalla Commissione all'Aula l'Assessore Cavallera abbia svolto una riflessione sul significato di questa proposta noi ci crediamo fortemente. Infatti, quando il collega Gariglio, in sede di IV Commissione, ha richiamato questo tema, l'Assessore Cavallera sostanzialmente, ha detto che se lo facevano tutti lo doveva fare anche la Sanità.
Di fronte a questa risposta dell'Assessore Cavallera, dico che la sanità dovrebbe vantarsi di farlo per prima! Dovrebbe vantarsi di fare per prima un'operazione del genere! Non solo perché noi conosciamo quanta fatica è occorsa per la raccolta della documentazione, delle determine e degli atti di deliberazione da parte delle Aziende Sanitarie Regionali anche perché la massima trasparenza è il miglior biglietto da visita per un qualunque amministratore pubblico, sia nei confronti degli amministratori regionali e sia nei confronti dei cittadini.
Quale impedimento o quale ragione di Stato impedirebbe una siffatta operazione di trasparenza? La Sanità dovrebbe farlo per prima, per poi, in sede di discussione più ampia, estendere questo meccanismo a tutti gli atti.
Abbiamo parlato di questi argomenti - e non c'è un collegamento assolutamente diretto - qualche settimana fa, quando, in relazione alle vicende degli appalti e dei subappalti che hanno riguardato alcuni interventi all'interno del territorio regionale del Piemonte, ci siamo domandati quale efficacia avrebbe avuto la consultazione su un sito di tutti gli affidamenti dei lavori e dei subappalti. Magari potrebbe diventare l'elemento attraverso il quale è più semplice capire di intervenire rispetto ad alcune situazioni.
Assessore Cavallera, crediamoci, con molto coraggio, a questa operazione! Non è di alcuna complicazione, non è di alcun rilievo sotto il profilo organizzativo, ma è un'operazione di cui la Sanità dovrebbe vantarsi!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Motta Massimiliano; ne ha facoltà.



MOTTA Massimiliano

Intervengo brevemente, solo per ricordare che, secondo me, c'è anche un problema.
Senza nulla togliere alla trasparenza, credo che, intanto, la trasparenza sia già garantita, come è stato detto anche da altri Consiglieri, per legge all'interno dei siti delle Aziende. Per quel poco che posso ricordarmi del lavoro che svolgevo precedentemente - è vero che la ridondanza è importante - credo che ripetere i medesimi dati anche sul sito della Regione sarebbe, anche tecnicamente, non molto corretto sotto l'aspetto funzionale.
Credo sarebbe più opportuno, ma credo che questo l'Assessore possa anche accoglierlo, il fatto che ci sia un link diretto alle Aziende Sanitarie, cioè all'Albo pretorio delle Aziende Sanitarie in maniera che siano visibili sia da una parte che dall'altra. Ma di più mi sembra veramente un qualcosa anche tecnicamente non corretto. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
In linea di principio, sono sollecitazioni che sono condivise. C'è una questione di ordine tecnico che il collega Motta ha messo in risalto.
Avrei ritenuto diciamo molto più plausibile non tanto una proposta di questa natura, ma quanto magari un ordine del giorno collegato al provvedimento e noi, sotto il profilo del link che richiama e facilita il passaggio alla lettura degli atti delle 19 Aziende Sanitarie Regionali assolutamente non abbiamo nessun problema, anzi.



(Commenti in aula)



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Scusate, è una proposta che ha una valenza di natura giuridica e tecnica. Noi non possiamo arrivare in modo semplicistico ad approvare un emendamento che poi dopo magari bisogna tornarci sopra per perfezionarlo.
Sono d'accordo a che ci sia una facilità di accesso dal sito della Regione al sito delle ASL attraverso un sistema di link che è quello che io conosco personalmente...



(Commenti del Consigliere Gariglio)



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Sì, ma capite anche che se, diciamo, accedo al sito della Regione accedo a tutto campo. Ci sono delle questioni di quantità anche di atti.
Cioè, occorre che sia dato ai tecnici della materia per trovare le soluzioni.
Credo che se si trasformasse questo indirizzo in un ordine del giorno sarei assolutamente d'accordo e si troverebbe una soluzione di ordine tecnico idonea a rendere facile, trasparente e celere la consultazione degli atti delle ASL. etterlo in una norma di legge credo sia assolutamente non necessario, perché abbiamo le potestà, noi come Regione, dato che il sito è il nostro e i siti delle ASL sono collegati indirettamente, in quanto sono aziende che fanno capo alla Regione. È solo una questione tecnica di raggiungere questo collegamento, ma senza andare a prevedere un'eccessiva ridondanza sul sito della Regione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
Consigliere Gariglio, l'Assessore ha fatto una proposta. Vuole intervenire? La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Guardi, per noi che sia sul sito della Regione, come proponiamo, o che ci siano dei link che dal sito della Regione portino alle ASL non è un problema, un passaggio in più o un passaggio in meno non fa differenza.
Il problema sostanziale, Assessore Cavallera, è questo: le deliberazioni su tanti siti delle ASL rimangono il periodo strettamente necessario per la pubblicità legale, dopodiché vengono rimosse e non sono più conoscibili.
Noi chiediamo che queste deliberazioni rimangano pubblicate online; che la garanzia di conoscibilità dell'atto, che viene legalmente raggiunta attraverso una pubblicazione per quindici giorni, sia mantenuta attraverso la permanenza in capo di queste deliberazioni sui vari siti. Ma non succede, Assessore! E se ci lavora un po', come ci hanno lavorato alcuni colleghi, a studiarsi le deliberazioni delle ASL, capirà anche facilmente perché il prima possibile vengono tolte e non rese pubbliche! Stiamo parlando di deliberazioni! Perché noi abbiamo scoperto, come dice un importante dirigente di un'ASL di Torino, che ci sono i provvedimenti, ma ci sono anche i "non provvedimenti"; i "non provvedimenti" a volte superano in controvalore i provvedimenti, perché adesso nelle ASL piemontesi si procede con in non provvedimenti.
Allora, riterremmo che la garanzia che in legge questo fosse detto sarebbe una garanzia massima per raggiungere questo risultato. Voi potete anche bocciare questo emendamento, però, Assessore Cavallera, guardi che lei o questa cosa la fa, o viene il sospetto che ci sia la volontà di non rendere pubbliche delle deliberazioni, che noi Consiglieri regionali, che abbiamo già uno status privilegiato nel diritto di accesso agli atti amministrativi, abbiamo raggiunto con estrema difficoltà.
Allora, poiché lei è l'Assessore che governa questo settore, che ha problemi enormi di trasparenza e di legalità, come dimostrano i lavori della Commissione speciale d'indagine, noi le chiederemmo di stabilire che la permanenza di atti sugli Albi pretori fosse stabilita dalla legge e non da una buona intenzione di una persona cui noi crediamo, ma che non sappiamo per quanto tempo potrà stare nel suo incarico, ci auguriamo fino alla fine del mandato per lei. Ma insomma, chiaramente un conto è fidarsi delle buone intenzioni, un conto è fidarsi della volontà del legislatore.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Stiamo facendo una legge. Poiché i Consiglieri devono consigliare la Giunta, l'Assessore ascolta i consigli e adesso ci dice come la pensa.
Prego.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Penso che bisogna evitare i fraintendimenti tra noi.
Credo che collaborare per rendere più trasparenti e conoscibili gli atti delle ASL sia un'azione doverosa, e penso che tutto il Consiglio su questo sia d'accordo e non ci siano problemi.
Tuttavia, è chiaro che non sono in grado di emendarla dal punto di vista tecnico per orientarla in una soluzione che sarà quella finale, per è chiaro che la norma si può approvare, ma con ampia facoltà, da un punto di vista tecnico-organizzativo, di adattarla ad una gestibilità delle procedure, perché è chiaro che ci sono ponderosità di file e documenti.
Bisognerà trovare un percorso per l'immissione del dato e poi un'uscita di questo dato da questa memoria, che non sono i trenta giorni. Bisogna trovare delle soluzioni, con la deliberazione di Giunta che dopo è prevista, ma con un ampio spettro di possibilità organizzative fatte ai fini di andare verso la trasparenza, ma anche utilizzando le risorse operative che ci sono.
Non vorrei che questo comportasse, diciamo, conseguenze anche di costi oltre determinati limiti.



(Commenti del Consigliere Motta Massimiliano)



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Sì, parto dal link.
quello che ho detto prima. L'importante è che ci sia la possibilità di accesso a questi atti.



(Commenti in aula)



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Il Consigliere Gariglio, primo firmatario, se è d'accordo che vi è un'ampia...
Io mi impegno personalmente. Non vedo la necessità di metterlo in legge. Mi impegno personalmente e riferirò in Commissione, quando è previsto, entro il mese, di venire a riferire sui sistemi informativi. Poi se sarà necessario chiederemo, quando avremo definito bene il testo, magari di metterlo nella finanziaria. Messo così all'improvviso, mi sembra frettoloso, ho preso visione della documentazione solo oggi in giornata.
Questo è.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.34 riprende alle ore 18.37)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La Giunta regionale ha ascoltato il dibattito. Ho parlato con il primo firmatario dell'emendamento, il quale accoglie le richieste dell'Assessore Cavallera, eliminando in toto il comma 1 e mantenendo il comma 2, che va incontro ad una posizione che un po' tutti hanno rappresentato, di maggior trasparenza e di accessibilità ai dati.
Il testo è il seguente: "La Giunta regionale, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, definisce con propria deliberazione, e previo parere della Commissione consiliare competente, le modalità e i tempi di trasmissione di pubblicazione on line degli atti deliberativi delle Aziende sanitarie regionali".
Praticamente, l'Assessore porterà una proposta che va incontro alla permanenza degli atti ed eventualmente dei link, ma sarà la Commissione a scegliere la materia.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Come molti altri colleghi hanno già spiegato, ai sensi di legge, queste determine dirigenziali delle ASL devono essere tenute per 15 giorni sui siti online delle varie ASL.
Ritengo quindi che questo emendamento, per quanto rimodulato, sia del tutto pleonastico.
Per questo motivo, come Gruppo daremo solo la presenza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per il parere della Giunta sull'emendamento n. 1), così come modificato dal proponente.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

A questo punto, non posso che rimettermi all'Aula.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso all'articolo 2 bis.



(Commenti del Consigliere Angeleri)



PRESIDENTE

Forse non ha capito. È un tecnicismo.
Abbiamo votato un emendamento con il quale il collega Gariglio propone l'istituzione di un articolo aggiuntivo.
Se l'emendamento viene approvato, il voto si estende all'articolo perché quell'emendamento diventa un articolo e non ci può essere una seconda votazione.
sempre stato così dal 1970.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 4) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Cavallera: sostituire il comma 1 con il seguente comma: "a far data dal 1° gennaio 2014 sono abrogati i commi 3 e 4 dell'articolo 2 della l.r. 3/2012, ed è soppresso il punto 2 dell'Allegato B alla deliberazione del Consiglio regionale n. 167-14087 del 3 aprile 2012 (Approvazione del Piano socio sanitario regionale 2012-2015 ed individuazione della nuova azienda ospedaliera Città della Saluta e della Scienza di Torino e delle Federazioni sovrazonali)..." Ha chiesto la parola l'Assessore Cavallera per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Praticamente, è lo spostamento da un articolo all'altro dell'abrogazione di un punto dell'Allegato del Piano sanitario.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
Non essendoci richieste di dichiarazione di voto sull'intero testo prima di procedere con il voto finale, leggo una nota di coordinamento.
A seguito dell'approvazione dell'emenda mento rubricato 1), come modificato dal Consiglio regionale, si propone per coordinamento, la seguente modifica del titolo del disegno di legge: "Ulteriori modifiche alla legge regionale 6 agosto 2007 n. 18: norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale e disposizioni in materia di trasparenza degli atti delle aziende sanitarie regionali".
Il Consiglio concorda?



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 39 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.45)



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