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Dettaglio seduta n.385 del 29/10/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(I lavori hanno inizio alle ore 10.30 con l'esame del punto 3)


Argomento: Pari opportunità

Interrogazione n. 1712 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Promozione degli studi di genere"


PRESIDENTE

Buongiorno a tutti. I nostri lavori, come orario ufficiale, inizieranno alle ore 10.30.
Nel frattempo, cominciamo i lavori anche in assenza del numero legale come siamo soliti fare, con la trattazione del punto 3) all'o.d.g.
inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze".
presente l'Assessore Quaglia, che risponderà, in delega di alcuni Assessori, alle tre interrogazioni presentate dalla collega Cerutti, che credo sia l'unica interrogante presente in aula.
Procediamo, quindi, all'esame dell'interrogazione n. 1712 inerente a "Promozione degli studi di genere". Trattandosi di un'interrogazione ordinaria, non è prevista l'illustrazione ma soltanto la replica, qualora la collega vorrà avvalersi di tale facoltà.
La parola all'Assessore Quaglia, per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

In merito all'interrogazione presentata, consegnerò alla Consigliera e all'Aula una relazione che è stata redatta dalla Formazione professionale sia per quanto riguarda gli aspetti di competenza dell'Assessorato, sia per quanto riguarda, nello specifico, le Pari Opportunità.
Con riferimento ai punti trattati dall'interrogazione, vorrei sottolineare che la Commissione regionale delle Pari Opportunità svolge, ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale 46/86, le proprie funzioni in piena autonomia. Nei bilanci che si sono susseguiti c'è stata un'evidente riduzione dei fondi a disposizione della Commissione: ciò ha reso necessaria una selezione dei progetti finanziabili, per cui la scelta, in totale autonomia della Commissione, è stata fatta su queste basi.
Preciso che è cambiata anche la tipologia dei fondi a disposizione: rispetto ai fondi regionali, dove la rendicontazione ne seguiva la procedura, soprattutto negli anni 2010 e 12011 si è trattato di fondi europei; quindi la rendicontazione, e soprattutto la selezione dei progetti, doveva rientrare entro dei canoni previsti dalla gestione di tali fondi. Ciò che è stato fatto era comunque teso a garantire il funzionamento della Commissione.
Per quanto riguarda il secondo pungo dell'interrogazione, abbiamo ricevuto come Assessorato la nota del Presidente della Consulta femminile regionale piemontese - che allego nella risposta - per quanto di competenza della Consulta su questo punto, e cioè dei finanziamenti all'università.
In merito ai percorsi intrapresi in collaborazione con l'università dall'Assessorato alla formazione si sottolinea che sono stati scelti dei percorsi formativi insieme agli atenei e vengono privilegiati percorsi per i quali si rileva un forte legale come il mondo del lavoro. Infatti, ad esempio, per i master universitari di I e di II livello, le università nella presentazione delle domande, dovevano motivare la progettazione del percorso formativo allegando documentazione attestante il legame con le associazioni di categoria, ordini e collegi professionali e la comunicazione delle imprese disponibili ad accogliere gli studenti per lo stage.
(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Assessore, chiedo scusa se la interrompo.
Colleghi, non si riesce a sentire l'intervento dell'Assessore nonostante l'aula sia deserta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Questo perché nella razionalizzazione dei fondi con l'università si è trovato questo modo che andava a garantire soprattutto l'occupabilità degli studenti e quanto poi negli stage lavorativi era stato inserito.
In questo momento le università partecipano ai bandi regionali e hanno l'obbligo di osservare quanto prescritto per gli obiettivi trasversali per quanto riguarda i percorsi finanziari e una percentuale di ore dedicate alle tematiche di pari opportunità. Lo voglio sottolineare perch soprattutto per quanto riguarda la direttiva regionale dell'alta formazione, il discorso di pari opportunità e il discorso legato a quanto previsto dalla direttiva europea è sempre presente nei percorsi formativi.
Queste sono le scelte che hanno determinato il fatto che, rispetto al ciclo di lezioni che era stato finanziato negli anni passati che riguardava, nello specifico, un "Corso di storia di donne e di genere", la Consulta femminile non aveva più rifinanziato questo tipo di corso.
In allegato alla risposta, fornirò anche la relazione tecnica con il calendario dal 2007 al 2010 con tutti i moduli che sono stati finanziati per questo Corso di storia delle donne e di genere.
La collaborazione con il Settore della formazione, per quanto riguarda l'università e l'alta formazione, continua soprattutto nell'inserire nei master formativi di II livello il concetto di pari opportunità, in accordo con le aziende (in Torino ci sono numerosi esempi sotto questo punto di vista), per aumentare la possibilità di impiego per gli studenti.



NOVERO GIANFRANCO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti, per una breve replica; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente e grazie, Assessore.
La nostra interrogazione ha ripreso quella che era stata una sorta di raccolta firme, una richiesta o un appello, che andava a considerare una questione che investe certamente Torino e il Piemonte, ma più in generale il nostro Paese.
Nelle nostre università, infatti, non è così riconosciuto (come invece lo è in altri Paesi) quel filone indicato con il termine anglosassone "gender studies".
Da questo punto di vista, abbiamo voluto rimarcare, in particolare, la mancata attivazione dei corsi universitari in studi di genere, che erano stati precedentemente promossi dalla Commissione Pari Opportunità. Sarebbe certamente importante che questo tema venisse affrontato dalla Regione Piemonte, ma sarebbe altresì importante che fosse affrontato anche in termini più generali. Sotto questo aspetto è stata anche presentata un'interrogazione parlamentare, proprio perché la questione è più ampia.
In particolare, vorrei ricordare che i corsi avevano raccolto un grande interesse da parte di studenti e studentesse, facendo registrare la partecipazione di circa 600 studenti, con 400 esami registrati e una quindicina di tesi discusse. Inoltre, lavoravano quattro docenti a contratto, due all'università di Torino, due all'università del Piemonte orientale, rispettivamente a Vercelli e ad Alessandria.
Per i motivi che ha illustrato l'Assessore, questi corsi non hanno avuto più modo di essere tenuti. Ciò che vorrei ribadire è che la prospettiva di genere - mi si passi la definizione - non è una specializzazione eccentrica, cara, magari, ad alcune donne con una certa formazione oppure che hanno mantenuto nel tempo posizioni che in questo momento vengono considerate sorpassate.
Crediamo che parlarne meriti, proprio perché probabilmente esiste anche una sorta di riserva culturale, che invece ci fa dire che, in realtà, nel nostro Paese c'è bisogno di valorizzare il sapere e l'esperienza femminile.
Non più tardi di qualche giorno fa - penso che l'Assessore Quaglia l'abbia vista - una ricerca sull'Italia per quanto riguarda il gap di genere ha evidenziato come il nostro Paese sia ancora molto indietro rispetto ad altri Paesi che magari ritiene meno avanzati. Da questo punto di vista, la valorizzazione della competenza e del sapere femminile potrebbe aiutare culturalmente ad andare in un'altra direzione. Non è un volo pindarico, ma lo stesso contrasto alla violenza di genere passa anche per queste strade.
Leggeremo attentamente la risposta all'interrogazione, però crediamo che sia necessario un supplemento di riflessione. Comprendiamo l'aspetto che vede la presenza all'interno dei master di secondo livello anche di una prospettiva di genere, ma riteniamo che il tema sia proprio un riconoscimento di quelle che vengono chiamate "gender studies", che in Italia non è ancora avvenuto.



PRESIDENTE

Ringrazio la Consigliera Cerutti e l'Assessore Quaglia per aver trattato un argomento ad ampio respiro, che interessava anche a me.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 1690 presentata dalle Consigliere Cerutti, Artesio e Pentenero, inerente a "Interruzione del servizio trasporto disabili del centro diurno di Gaglianico (BI)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 1690.
Risponde l'Assessore Quaglia, su delega dell'Assessore Cavallera.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si rende noto che sia l'ASL di Biella che il Consorzio socio-assistenziale hanno comunicato che a far data dal 2 settembre, è stato garantito il trasporto da e per il centro diurno di Gaglianico. In particolare, il servizio sarà effettuato dalla Cooperativa Maria Cecilia, incaricata dai Consorzi IRIS e CISSABO.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è antecedente alla data cui faceva riferimento l'Assessore Quaglia e quindi, a questo punto, credo che la questione sia risolta. La verificheremo con coloro che ci hanno esposto il tema ritenendo comunque che debba essere posta un'attenzione maggiore al fatto che ci sia un controllo nel rapporto fra soggetti gestori e famiglie, in quanto questa comunicazione che era stata inviata aveva gettato un po' nel disorientamento i familiari delle persone che usufruiscono di questo servizio.
Chiaramente, se il servizio è stato confermato con nessun onere a carico dei familiari, riteniamo che anche l'interrogazione possa avere avuto una sua utilità.


Argomento: Benessere animale

Interrogazione n. 1774 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Incidente mortale al Palio di Asti"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 1774.
Risponde l'Assessore Quaglia, su delega degli Assessori Cavallera e Coppola.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente Per brevità, non posso leggere tutta la documentazione che verrà consegnata, però mi preme che a verbale rimanga il fatto che, insieme all'interrogazione, viene consegnata alla Consigliera interrogante e all'Aula sia la copia del nulla-osta dell'ASL inerente alla manifestazione sia la relazione che il Ministero della Salute - Dipartimento per la Sanità Pubblica e Veterinaria - Ufficio VI - Benessere Animale, ha richiesto al Comune di Asti e che il Comune di Asti, in 10 ottobre 2013, ha inviato al Ministero. Questo è un materiale che abbiamo chiesto al Comune di Asti proprio per dare completezza della risposta.
In allegato alla relazione per il Ministero, c'è anche il provvedimento disciplinare che, ai sensi del Regolamento del Palio, il Capitano del Palio (figura competente in merito) ha commutato al fantino. Questo perché, dalla relazione dell'incidente occorso il giorno del Palio nel Comune di Asti una parte di responsabilità è stata appurata in carico al comportamento del fantino, tant'è che il fantino stesso è stato squalificato per dieci anni dalla manifestazione del Palio.
In merito all'oggetto dell'interrogazione, voglio precisare che, per questo tipo di manifestazione, gli uffici competenti afferenti alla cultura con un Comitato tecnico hanno sempre acquisito la parte relativa l'organizzazione e le relazioni tecniche sia per quanto riguarda la struttura che la composizione della pista e delle barriere. Queste ultime negli anni sono state sostituite con una recinzione in materiale in PVC dotate di un collo particolare, e questo ha escluso nel tempo degli incidenti durante lo svolgimento della corsa.
Per quanto concerne l'ultima edizione, tutti i pareri delle Commissioni di vigilanza sulla sicurezza afferenti sia il campo veterinario (benessere degli animali) sia la costruzione della pista (sono in allegato nelle relazioni) hanno avuto il parere positivo circa la sicurezza della pista.
Vorrei inoltre assicurare che il Palio di Asti è stata l'unica manifestazione storica che, al momento dell'entrata in vigore del cosiddetto decreto Martini sulla sicurezza degli animali nello svolgere di manifestazioni storiche, non ha avuto bisogno di adeguamenti perché, per scelta del Comitato Palio e del Comune organizzatore, aveva già posto in essere tutte le misure a prevenzione per quanto riguarda sia la tutela degli animali che la tutela dei fantini.
chiaro - lo dico da Amministratore che proviene da quel territorio che l'incidente occorso la domenica del Palio è stato una fatalità dovuta anche (si legge nella relazione del Capitano del Palio) ad un modo scorretto e a tempistiche sbagliate adottate dal fantino.
Ho parlato anche con l'Assessore competente che ha la delega del Palio: l'Amministrazione, insieme con il Comitato Palio, sta mettendo in atto tutte le misure possibili a tutela della manifestazione e soprattutto a tutela degli animali, che è stato sempre un percorso che ha visto la città di Asti molto coinvolta proprio sotto questi punti di vista.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Assessore, la ringrazio. Con questo atto, volevamo verificare effettivamente che fossero state messe in atto tutte le prescrizioni normative previste dalla legge.
chiaro che la questione delle manifestazioni con animali è una questione aperta e che vede certamente gli animalisti avanzare posizioni che magari, per alcuni versi, vengono considerate oltranziste.
Credo che riflessioni generali debbano comunque svolgersi, pur nel rispetto delle tradizioni, che sicuramente vanno salvaguardate, e occorrerebbe aprire una discussione.
Chiaramente, noi abbiamo rilevato questo caso, ma ci sono stati anche altri incidenti - per esempio, quelli verificatisi di recente alla Quintana di Foligno, in cui sono rimasti gravemente feriti due cavalli - che spesso dimostrano l'insufficienza delle misure di sicurezza.
In questo caso, avremo modo, anche qui, di verificare: le prescrizioni normative sono state rispettate, quindi, da questo punto di vista riteniamo di essere soddisfatti. È chiaro che noi riteniamo occorra continuare la battaglia sul tema dell'utilizzo degli animali. Forse, nelle manifestazioni storiche si può comprendere quella che può essere una presenza, che deve avvenire secondo dei crismi.
Un altro fronte aperto, che vorremmo riprendere - speriamo possa essere ripreso in Parlamento - è quello dell'utilizzo degli animali nei circhi che riteniamo una pratica assolutamente da non portare avanti, oltre ad essere diseducativa.
Da questo punto di vista, in questa sede, abbiamo anche presentato degli atti sapendo che, anche qui, le norme dovrebbero essere approvate a livello nazionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cerutti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1818 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Mobilitazione dei lavoratori degli appalti storici della scuola a Torino contro i tagli del Ministero dell'Istruzione"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1818.
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione, alla quale ricordo che ha due minuti a disposizione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
La questione dell'organizzazione dei servizi di pulizia all'interno degli istituti scolastici, nonché dell'importante risorsa lavorativa che questo tipo di prestazione professionale ha consentito ad una serie di persone espulse dal mercato di lavoro, o portatrici di problemi e di difficoltà di carattere sociale, è già stata affrontata da questo Consiglio regionale all'atto del suo insediamento, quando, in relazione a tutti gli appalti di cooperazione sociale di tipo B, ci fu un forte ridimensionamento, a causa della circolare del Ministro Gelmini, degli interventi programmati nelle istituzioni scolastiche, con conseguente riduzione dei fondi delle Autonomie.
L'Amministrazione regionale intervenne in quel contesto e ottenne il consenso dell'insieme del Consiglio regionale su questo intervento. Ora, la situazione, che potrebbe decorrere dal primo dicembre di questo anno, è altrettanto preoccupante e riguarda proprio la disposizione del Ministero dell'Istruzione, secondo la quale la spesa per i cosiddetti "appalti storici" dovrebbe essere dimensionata in relazione al risparmio realizzato dal mancato reincarico del personale ATA. Vale a dire che si dovrebbe contenere l'attività di questo servizio, con i relativi lavoratori impiegati, nell'ambito delle risorse che si sarebbero accantonate dalle quiescenze non sostituite del personale ATA, o dagli abbandoni di questo stesso personale, e dal relativo costo.
La questione riguarda 1.200 persone, di cui 700 nella provincia di Torino, con un 43% in particolari difficoltà di reinserimento lavorativo.
Ovviamente, le organizzazioni di rappresentanza del mondo del lavoro hanno già segnalato la difficoltà e il Prefetto di Torino si è impegnato a indire un tavolo di crisi. Chiediamo quale sia la possibilità da parte dell'Amministrazione regionale di supportare verso una soluzione positiva questa difficile situazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
La parola all'Assessore Cirio per la risposta.



CIRIO Alberto, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Ringrazio la collega Artesio e anche la collega Quaglia per avere acconsentito ad una risposta tempestiva a questa interrogazione, perch tale situazione l'avevo vissuta anche da Consigliere - si corre il rischio di presentare le interpellanze in modo tempestivo, ma di ricevere le risposte quando, magari, i problemi sono già risolti oppure non sono più risolvibili, quindi ritengo corretto questo metodo di lavoro e di approccio.
L'interrogazione riguarda i lavoratori delle cooperative sociali e delle imprese degli appalti storici delle scuole nella Provincia di Torino come veniva bene segnalato; la ventilata parificazione, da parte del MIUR della spesa sugli appalti di pulizia e di sorveglianza al costo del personale ATA accantonato - se tale direzione venisse consolidata potrebbe portare a tagli del personale fino al 50%, sulla base delle stime a nostre mani, pensando che nella sola provincia di Torino abbiamo oltre 700 addetti a questo tipo di attività.
Cosa abbiamo fatto noi e, soprattutto, cosa possiamo ancora fare, con l'aiuto anche del Consiglio? In primo luogo, ricordo che con questa azione dell'Assessorato all'istruzione della Regione Piemonte siamo stati un caso unico in Italia ma non dimentichiamo che il Piemonte è anche un po' un caso unico per l'utilizzo delle cooperative sociali, specialmente quelle di tipo B.
una scelta che è stata compiuta in passato, che noi condividiamo, che ha tanti aspetti di positività non solo di carattere sociale, ma anche di occupazione e di efficienza.
una sorta di strumento di cui ci si avvale all'interno della scuola del Piemonte per dare occupazione, senza sostenere un costo. Questo evidentemente, essendo stata una scelta che le Amministrazioni pubbliche hanno compiuto, ha sviluppato un certo tipo di offerta di lavoro da parte delle cooperative.
Nell'ambito degli anni scolastici 2010-2011 e 2011-2012 (corrispondevano agli ultimi due anni del triennio su cui era ancorata la riforma Gelmini, ed è il periodo in cui sono diventato Assessore), abbiamo stanziato la somma di un milione e mezzo di euro a favore delle scuole del Piemonte che si avvalevano dei lavoratori delle cooperative sociali di tipo B - questa era la nostra filosofia - per i servizi di pulizia. In questi due anni scolastici abbiamo concesso un contributo a oltre cento autonomie scolastiche del Piemonte, in gran parte localizzate nella provincia di Torino, perché, storicamente, qui è un fenomeno più presente.
A dimostrazione della nostra sensibilità quando il problema ci è stato posto, abbiamo effettuato uno stanziamento di risorse, però, evidentemente il problema non è stato risolto, cioè abbiamo tamponato una situazione.
A tal fine, abbiamo già calendarizzato per la prossima settimana - tra l'altro, terrò informato il Consiglio, in particolare la Consigliera Artesio, che sarò ben lieto se vorrà partecipare - un incontro tra il nostro Assessorato e i rappresentanti dei lavoratori che ci hanno segnalato il problema, nel corso del quale valuteremo congiuntamente quali strade percorrere. Non so fino a quando la Regione avrà la forza di tappare il buco dello Stato, che è una modalità che, tendenzialmente, non sempre riteniamo corretta.
Allo stesso tempo, il rovescio della medaglia è dato da 700 lavoratori che, specialmente per le cooperative di tipo B, viste le loro condizioni personali, sarebbero comunque un costo. Il paradosso è che, così, lavorano e danno un servizio; se si toglie loro questa opportunità, diventano un costo sociale puro. Quindi, questa è la filosofia di fondo che ci deve obbligare ad individuare una soluzione che permetta loro di continuare a lavorare.
Inoltre, ricordo che con la DGR n. 4-6207 dello scorso 2 agosto, in attuazione della legge n. 18/1994, abbiamo approvato un piano di interventi, a decorrere dal 2013, a favore delle cooperative sociali; gli interventi consistono in un fondo di garanzia e di finanziamenti a tasso agevolato per la realizzazione delle spese di investimento delle cooperative.
Anche qui, abbiamo i soldi perché abbiamo le risorse, ma solo per spese di investimento e loro hanno bisogno di sopravvivere alla quotidianità questo è il paradosso, che proviene anche dall'Europa. Pensate che l'Europa, oggi, ci finanzia le spese di investimento di interventi, anche importanti, quando, però, noi non riusciamo ad affrontare la quotidianità della nostre esigenze. Questa è una situazione su cui, in qualche modo occorrerebbe introdurre dei cambiamenti.
Questo fondo e questi finanziamenti erano, naturalmente, destinati alle cooperative di tipo B, con un percorso privilegiato ed agevolato.
Avremo notizie concrete all'incontro calendarizzato per la metà del mese di novembre e sarà mia cura, se vorrà partecipare, invitare anche l'interrogante.
Grazie.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interpellanza n. 1788 presentata dal Consigliere Lupi, inerente a "Abbattimento di platani affetti da cancro colorato"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interpellanza n. 1788.
La parola all'Assessore Sacchetto per la risposta.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura e foreste

Grazie, Presidente.
Il cancro colorato è la più grave minaccia del nostro importante patrimonio di platani. La malattia, osservata per la prima volta negli anni '20 del Novecento sulla costa orientale degli Stati Uniti, si è diffusa in Europa nell'immediato secondo dopoguerra, interessando inizialmente alcune località costiere del Mediterraneo. È molto plausibile che tale introduzione nel Vecchio Mondo possa essere messa in relazione all'impiego da parte delle forze militari americane, di casse di legno di platano prodotte proprio col legname degli ingenti abbattimenti effettuati negli USA, per fronteggiare il dilagare del cancro colorato.
La difesa del platano da questa grave malattia si basa esclusivamente su interventi indiretti di lotta, non essendo al momento disponibili mezzi fitoiatrici in grado di colpire il patogeno una volta presente nei tessuti dell'ospite. La lotta indiretta consiste fondamentalmente nel monitorare periodicamente i platani, in modo da individuare tempestivamente le piante infette che dovranno essere abbattute, insieme a quelle contigue, e smaltite secondo rigorose modalità operative, atte a ridurre i rischi di dispersione dell'inoculo. Inoltre, poiché le ferite costituiscono la via preferenziale d'infezione, la riduzione della superficie di taglio delle potature, e l'accortezza di evitare ferite alla base dei platani durante le ordinarie attività di manutenzione, costituiscono altrettanti strumenti di difesa indiretta.
Sin dalla prima comparsa nella nostra regione della malattia, l'impegno del Settore Fitosanitario (SF) è stato elevato e costante. A partire dal 1987, il SF ha realizzato sul territorio piemontese l'applicazione dei decreti di lotta obbligatoria: dapprima il n. 412 del 1987, successivamente il DM del 17 aprile 1998 ed attualmente il DM 29 febbraio 2012, adottato e dettagliato a livello regionale con Determinazione Dirigenziale n. 897 dell'8 ottobre 2012.
L'attività condotta dal SF ha riguardato fondamentalmente l'individuazione dei focolai infettivi e la gestione della relativa procedura ingiuntiva di abbattimento e di smaltimento del materiale infetto (prevista in forma obbligata dal succitato DM), accanto alla conduzione delle attività autorizzative e di diniego degli interventi su platani (potature, scavi e abbattimenti).
A Torino, dal momento dell'insediamento, la malattia ha mostrato in tutti questi anni una notevole virulenza. Sono infatti ben 59 le aree rappresentate da viali, parchi e altri spazi verdi pubblici e privati, in cui è stato individuato il cancro colorato su un numero di piante assommanti complessivamente a quasi 450.
Se consideriamo gli ultimi vent'anni, a parte il 2006 in cui sono state individuate 70 piante infette, negli altri anni il numero di platani risultati colpiti oscilla dal valore minimo di dieci a quello massimo di 20 unità. Nel 2013, a monitoraggio praticamente concluso, si sono individuati sul territorio comunale di Torino appena otto piante, il dato più basso sull'intero periodo considerato.
Nel 2013 è stata anche intrapresa l'iniziativa di formare specificamente sulla problematica del cancro colorato, un gruppo di quattro tecnici del Settore Gestione Verde della città di Torino in modo da migliorare il controllo dell'avversità in stretta collaborazione con il SF.
Infine, sempre attraverso questa collaborazione, è in programma uno studio da condurre durante il periodo autunno-inverno, finalizzato alla predisposizione di linee guida operative per la manutenzione del verde orizzontale utili per la profilassi contro la malattia.
Si cercherà di individuare tecniche agronomiche in grado di escludere le ferite sulle radici affioranti e nella parte bassa del fusto durante il controllo delle erbe infestanti. Queste innovazioni tecniche dovranno essere applicate in modo prioritario nelle zone focolaio, in cui le ferite come si è visto, hanno un ruolo di grande rilievo nella perpetuazione del cancro colorato.
Attraverso la maggiore efficacia delle azioni di prevenzione e lotta indiretta è assai verosimile che nel prossimo futuro si potrà ridimensionare il pericolo del cancro colorato e preservare pertanto ancora meglio il grande patrimonio di platani di Torino e dell'intero Piemonte.
Grazie, Presidente.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1730 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Stato di avanzamento lavori per il nuovo presidio ospedaliero della Valle Belbo"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 1730.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'interrogazione n. 1730 verte sullo stato di avanzamento dei lavori nel cantiere per il nuovo ospedale della provincia di Asti, nel Comune di Nizza Monferrato. È un progetto iniziato un po' di anni fa, mentre il cantiere è iniziato nel 2009, a seguito di una DGM del 10 marzo 2008, con cui la Regione Piemonte aveva approvato l'accordo di programma con il Comune di Nizza Monferrato e l'ASL di Asti, proprio per la ricollocazione dell'ospedale, al momento presente nel Comune di Nizza Monferrato localizzandolo in un terreno poco fuori il centro abitato.
Il progetto edilizio aveva, come previsione, un piano seminterrato, al cui interno dovevano esserci una serie di locali, anche per la sterilizzazione: locali mensa, farmacia, impianti centrali tecnologiche e le camere mortuarie; il piano terra; il primo piano ed eventualmente un secondo piano.
Il secondo piano attualmente non è oggetto di attuazione del progetto perché stralciato, vista la carenza di fondi.
Per quanto riguarda i fondi, si parlava di circa 49 milioni in origine comprendenti anche il secondo piano; poi stralciati a 39,7 milioni. Al momento, le risorse non ci sono, nel senso che sono stati stanziati circa 12 milioni di euro, a quanto detto anche dall'Azienda Sanitaria Locale. Il cantiere è rimasto fermo per una serie di mesi, e dovrebbe essere ripartito proprio in questi giorni, per arrivare almeno alla chiusura del primo lotto entro la chiusura dell'anno, quindi entro il 31 dicembre.
Ovviamente c'è grande incertezza per la continuazione dei lavori perché si devono sbloccare gli ulteriori 21 milioni di euro, perché il progetto è stato ulteriormente ridimensionato a 33 milioni di euro prevedendo la riduzione dei posti letto; delle sale operatorie (da quattro a tre, e adesso a due); e non prevedendo la risonanza magnetica nel piano seminterrato.
Ci sono state anche notevoli difficoltà nella realizzazione del cantiere, in quanto la falda acquifera, originariamente individuata nella fase di progettazione almeno a tre metri dal piano campagna, si è poi trovata, nel momento in cui si è andati a scavare, a meno di mezzo metro.
Ovviamente il piano, che doveva essere interrato, è diventato seminterrato in cui comunque si sono dovuti fare dei lavori, delle varianti in opera molto onerose, proprio per mettere dei pozzetti che permettessero di espellere l'acqua nel momento in cui la falda si alzasse.
Anche in merito a questo chiediamo l'importo della variante. Come Gruppo consiliare poniamo una serie di domande relative alla situazione generale del cantiere. Vogliamo capire le certezze che vi sono, in merito al finanziamento, perché non c'è solo l'articolo 20, cofinanziato al 5 dalla Regione Piemonte, ma c'è anche la necessità di vendere il vecchio presidio ospedaliero, ovviamente a seguito del trasferimento delle attività (non certamente prima), per un incasso di circa 2,5 milioni di euro; soldi che la Regione Piemonte dovrà anticipare.
Non mi dilungo, e chiedo all'Assessore di rispondere puntualmente alle domande che abbiamo posto nell'interrogazione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Rispetto all'interrogazione che è stata presentata, la mia relazione risponde, punto per punto, alle domande poste. Tuttavia, per brevità sintetizzerò i singoli punti, ma verrà comunque fornito all'interrogante il testo scritto che affronterà la questione nel dettaglio.
In merito al primo punto - quantificazione economica dell'opera - si precisa che la quantificazione parte con un programma di investimento che faceva riferimento al 2008 e poi con un accordo di programma che prevedeva un finanziamento con risorse statali ex articolo 20 l. 67/88, risorse regionali di cofinanziamento, risorse provenienti dall'alienazione del vecchio ospedale di Nizza Monferrato e risorse regionali già previste con la DGR del piano di investimento.
Nella primavera del 2009 l'impegno assunto è stato revocato ed è venuta pertanto a mancare la copertura finanziaria per la realizzazione dell'intervento.
Con nota dal 27 marzo 2013, l'ASL di Asti ha trasmesso il progetto definitivo, dal quale emerge, com'è stato illustrato dal Presidente Bono una ridefinizione del progetto esecutivo...



(Brusìo in aula)



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

PRESIDENTE



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Scusi se la interrompo, Assessore.
Colleghi, per cortesia! Il collega Bono ha il diritto di ascoltare la risposta. Grazie.
Prego, Assessore.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Dicevo, un progetto esecutivo nel quale non si prevedono più delle opere individuate nel secondo stralcio, cioè l'eliminazione del secondo piano, come veniva ricordato, per una spesa di 9,6 milioni di euro, e ha ridefinito anche le altre attività con un nuovo quadro economico che comporta una spesa complessiva di 32.928.366, di cui 18.191.000 da finanziare sul bilancio regionale (in allegato troverete tutto il quadro economico, così com'è stato chiesto).
Il secondo punto chiede come avverrà la transizione.
La programmazione della transizione dei servizi al costruendo ospedale Valle Belbo verrà definita prima della ultimazione dei lavori, allo scopo di garantire la continuità dei servizi anche sulla scorta della maturata esperienza per la messa in esercizio dell'ospedale Cardinal Massaia (c'è già stato un passato su questo punto).
Nell'interrogazione si chiede se si intenda ancora alienare i locali dell'Ospedale del Santo Spirito. Poiché questo punto non rientrava nella relazione scritta, ho provveduto a contattare direttamente l'Assessorato e il Direttore dell'ASL, che mi ha confermato che nel piano di cofinanziamento è altresì prevista l'alienazione dell'ospedale Santo Spirito, che, per il 90%, è di proprietà dell'ASL stessa (manca solo una porzione da parte di privati, che però è nel quadro economico di finanziamento dell'opera).
Per quanto riguarda la quantificazione delle opere accessorie ed allacciamenti, si precisa che tutte le opere accessorie, compresi gli allacciamenti, gli espropri, gli arredi e le attrezzature, sono comprese nel piano finanziario.
La quantificazione iniziale è in corso di aggiornamento sulla base del nuovo piano finanziario preposto.
Nell'interrogazione sono state altresì richieste date e modalità dei sondaggi geognostici. Se il Presidente Bono acconsente, eviterei di leggerli, ma fornirò il report dei sondaggi dal 2007 al 2008, con eventuali riferimenti per chiedere materiale o relazioni aggiuntive.
Per quanto riguarda il parere di fattibilità e quindi le date sulla base di tutto questo, c'è una relazione che cita, con numero di protocollo il parere dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, il parere della Provincia di Asti Servizio Ambiente, il parere dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, la dichiarazione del Direttore generale dell'ASL 19 in merito alla non effettuazione dell'attività di medicina nucleare, il parere del Settore Urbanistico Territoriale-Area Provincia di Asti, il parere del Settore Decentrato delle Opere Pubbliche Difesa Assetto Idrogeologico di Asti, il parere dell'Agenzia Regionale della Protezione Ambientale, il parere dell'Agenzia Regionale Protezione Ambientale, tutto per un arco temporale che va dal 2007 al 2008.
In allegato ci sono i riferimenti di protocollo delle pratiche che - è evidente - sono a disposizione dell'interrogante.
Per quanto riguarda i pareri dell'ARPA relativi alla quota delle falde si fa riferimento al punto precedente.
In merito alle varianti in corso d'opera, con la quantificazione economica, si precisa che con determinazione dirigenziale del 1° luglio 2010 è stata approvata la perizia di variante n. 1, per la realizzazione di opere edili e strutturali inerenti al sistema fondazionale dell'edificio conseguenti all'innalzamento della falda con acqua affiorante al piano di campagna e alla scarsa portanza del terreno in parte collegata.
L'incremento di importo netto è di 2.641.682,51.
Infine, con determina del 9 maggio 2011 è stata approvata la perizia di variante n. 2 al fine di apportare alle opere in appalto delle variazioni di carattere edile e strutturale relative alle strutture di elevazione, in conformità con le altre modifiche. In ultimo, è stata approvata ad agosto 2013 la variante n. 3 con l'importo invariato di cui si fa riferimento.
Le riserve iscritte a tutto il V SAL al 19/10/2010 ammontavano a 4.265.713,84. A seguito del verificarsi delle condizioni previste nell'atto di transazione, nell'atto integrativo del maggio 2011 e nell'atto aggiuntivo all'atto di transazione del luglio 2011, che prevedevano, tra l'altro, a tacitazione di tutte le riserve, i pagamenti di euro 887.769 al lordo del ribasso d'asta (IVA e CNPAIA esclusa per lavori) e di euro 505.198,09 (IVA esclusa per l'attività di progettazione), tali riserve sono state abbandonate.
Le riserve successivamente iscritte al VI SAL ad oggi aumentano a 1.527.219 euro.
Per quanto riguarda la sospensione dei lavori con le relative motivazioni, citiamo la data dei verbali di sospensione (sono sei verbali di sospensione) dal 2010 e 2011, fino al 2013.
Per quanto concerne lo scostamento del cronoprogramma iniziale e la data effettiva di consegna dei lavori, si evidenzia il verbale di consegna lavori in data 6 giugno 2009, durata di 964 giorni naturali e consecutivi e scadenza contrattuale a tutto il 25 gennaio 2012; a seguito di sospensioni e riprese, ad oggi l'ultimazione è fissata al 5 aprile 2015.
In merito all'entità di eventuali penali, l'articolo 6 del contratto di appalto prevede una penale per ogni giorno di ritardo nell'ultimazione dei lavori pari all'uno per mille dell'importo contrattuale.
Questo è in risposta a tutti i punti citati nell'interrogazione. Vi è comunque la massima disponibilità da parte della Direzione dell'ASL di Asti ad esaminare nello specifico le parti che riguardano l'accordo di programma e la nuova progettazione rispetto ad un'opera che immagino il Presidente Bono abbia visto e che, quando è stata "ereditata" da questa Amministrazione, era ampiamente in corso d'opera.
In merito alle valutazioni preliminari citate nell'interrogazione, si precisa che in corso d'opera sono state riscontrate delle problematiche che sono state successivamente affrontate con delle variazioni.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1736 presentata dalla Consigliera Manica, inerente a "Impianto di recupero pneumatici a Casalino: la Regione sta esaminando la situazione?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1736 presentata dalla Consigliera Manica, alla quale risponde l'Assessore Quaglia, su delega dell'Assessore Ravello; ne ha facoltà.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Rispetto all'interrogazione in oggetto, in data 27 settembre 2013 si è riunita, presso l'Assessorato Ambiente della Provincia di Novara, la Conferenza dei servizi convocata ai sensi della legge regionale n. 40/1998 per l'esame del progetto.
La Conferenza, all'unanimità, ha ritenuto di respingere la proposta, in quanto, dalla valutazione del progetto e dai pareri pervenuti da parte degli enti competenti, risulta che l'impianto potrebbe essere causa di peggioramento delle attuali condizioni ambientali, non corrispondendo alle disposizioni previste dal decreto legislativo dell'11 maggio 2005, n. 133 in attuazione alla Direttiva CEE del 2000 in materia di incenerimento dei rifiuti, e pertanto non è ne può essere autorizzata la costruzione.



PRESIDENTE

Grazie. Per favore, facciamo pervenire alla collega Manica anche la risposta in forma scritta.
così terminata l'attività di sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.49 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto 3)



PRESIDENTE

all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.49)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono a disposizione e riproducibili su richiesta i processi verbali delle sedute del 22 ottobre 2013.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Casoni, Comba, Cota Giordano e Maccanti.
Il numero legale è 28.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 15 ottobre 2013.


Argomento:

Commemorazione del professor Alberto Musy, deceduto il 22 ottobre 2013


PRESIDENTE

Colleghe e colleghi, nella notte del 22 ottobre è morto l'avvocato professor Alberto Musy, già Consigliere comunale della città di Torino ferito gravemente in un agguato sotto la sua abitazione nel marzo 2012.
Ai funerali, svoltisi il 28 ottobre a Torino, hanno partecipato il Vicepresidente del Consiglio regionale Fabrizio Comba e numerosi Consiglieri regionali, con il gonfalone della Regione Piemonte.
Alla moglie Angelica Corporandi d'Auvare, alle figlie, ai parenti tutti, desidero far pervenire, a nome del Consiglio regionale del Piemonte le più sentite condoglianze e i sensi della nostra solidarietà e della nostra vicinanza.
Chiedo al Consiglio regionale di osservare un minuto di silenzio in ricordo del professor Alberto Musy.



(L'Assemblea, in piedi osserva un minuto di silenzio)


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 270, inerente a "Legge regionale n. 28 del 28 dicembre 2007 (Norme sull'Istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa) - DCR n. 142-50340 del 28 dicembre 2011 (Piano triennale di interventi in materia di Istruzione, diritto allo studio e libera scelta educativa per gli anni 2012-2014)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 270, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Cirio per l'illustrazione.



CIRIO Alberto, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Ne parlammo in Commissione, dove l'avevamo già affrontata nel dettaglio; ricordo solo i punti salienti di questa proposta di deliberazione, a beneficio mio e della Giunta, ma anche di tutto il Consiglio.
Noi modifichiamo il Piano triennale di interventi in materia di istruzione, diritto allo studio e libera scelta educativa nello specifico per quanto concerne gli aspetti relativi all'edilizia scolastica, perché di fatto, in questo modo, recepiamo nel nostro Piano triennale i nuovi strumenti che nel campo dell'edilizia, al momento in cui il Piano venne approvato nella sua versione originaria, non esistevano e che invece oggi sono diventati strumenti di comune utilizzo, in special modo alla luce del Patto di stabilità, che blocca numerose Amministrazioni comunali. Le Amministrazioni quindi devono sempre più inventare forme di collaborazione col mondo privato per riuscire a garantire o la quota di cofinanziamento nel caso ci sia un contributo da parte di Regione, Stato o Unione europea oppure un intervento finanziato direttamente dai privati. Sto parlando della figura del leasing in costruendo e del contratto di disponibilità: nuovi strumenti che vengono peraltro anche richiamati dal Decreto del Fare anche se già esistenti, e che noi recepiamo all'interno del nostro Piano triennale.
La modifica riguarda sostanzialmente la proprietà degli edifici sede d'intervento. Noi, nella versione originaria del Piano, prevediamo che la proprietà possa essere soltanto pubblica: qui, per recepire le forme del leasing e del privato, dobbiamo prevedere che, seppur in via transitoria durante le fasi di esecuzione dei lavori, possa essere privata per poi ritornare pubblica al momento della consegna dei lavori al termine dell'intervento.
Questa è un'opportunità importante che ci risolve buona parte dei problemi e che soprattutto ci permette, pur mantenendo la pubblicità totale della proprietà prima e dopo e quant'altro, di non perdere finanziamenti da parte dei Comuni e soprattutto - lo dico anche oggi, alla luce di una sentenza importante per quanto concerne la sicurezza dell'edilizia scolastica - di agire anche se non ci sono le risorse pubbliche e di dare uno strumento in più per intervenire a garantire la sicurezza dei nostri ragazzi in Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese della proposta di deliberazione n. 270, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
I nostri lavori sono aggiornati di trenta minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.56 riprende alle ore 11.27)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Avevamo aggiornato i lavori in quanto è mancato il numero legale sulla proposta di deliberazione n. 270. Pertanto, ricordando all'Aula che il numero legale è 28, ne dispongo la ripetizione.
Il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 270, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Pertanto, aggiorno i lavori di 30 minuti.
Avviso che se, alle ore 12, mancherà il numero legale aggiornerò la seduta al pomeriggio.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.29 riprende alle ore 12.00)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 270, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Organizzazione scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 291, inerente a "Atto di indirizzo e criteri per la programmazione e la definizione del piano regionale di dimensionamento delle autonomie scolastiche piemontesi e per la programmazione dell'offerta formativa per gli anni scolastici 2014-2015"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 291, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Il testo è stato licenziato dalla VI Commissione il 2 ottobre u.s.
(quindi più recentemente rispetto a quello precedente).
Sul testo sono stati presentati degli emendamenti.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Cirio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto, Assessore all'istruzione

Grazie, Onorevole Presidente.
Come per la delibera precedente, a beneficio dei Consiglieri, comunico che il piano di dimensionamento che abbiamo analizzato e approfondito all'interno della Commissione porta alcuni elementi salienti per l'anno scolastico 2014-2015.
Innanzitutto, per il primo ciclo d'istruzione si mantiene l'indicazione di istituti comprensivi per una media provinciale di mille alunni, fatto salvo il minimo di 600 alunni. Naturalmente, nel decreto legge n. 104 attualmente in fase di conversione a Roma, si prevede l'abrogazione della norma sui 600 alunni. Se sarà convertito in legge, ne prenderemo atto, ma nell'attesa, è come se la normativa non fosse ancora stata modificata.
Sui nuovi punti di erogazione di nuove sezioni dell'infanzia, abbiamo introdotto un concetto di offerta in cui si pone maggiore attenzione all'equilibrio tra la scuola paritaria e la scuola statale all'interno del servizio della scuola pubblica piemontese.
Per quanto riguarda i nuovi indirizzi della scuola secondaria di secondo grado, è necessario che le scuole dimostrino un aumento delle iscrizioni, per evitare la duplicazione degli indirizzi sul territorio regionale, e, naturalmente, che gli indirizzi non attivati per tre anni consecutivi vengano cancellati.
C'è la novità del liceo sportivo: attiviamo otto sezioni, come previsto dallo Stato, che ci dà la possibilità di averne non uno per provincia, ma un numero massimo equivalente alle Province del Piemonte. Quindi, potremo attivarne otto, laddove c'è il liceo scientifico, e allora una derivazione del liceo scientifico potrà essere il liceo sportivo. Evidentemente, qui non indichiamo ancora il luogo, nel nostro piano diciamo soltanto che otto saranno quelli che autorizzeremo nel prossimo piano per gli anni 2014-2015.
Ci sono anche novità per quanto riguarda i centri di istruzione per gli adulti che assumono una rilevanza sempre più importante nel panorama anche regionale.
Attiveremo sedici autonomie (è la previsione riservata per la Regione Piemonte), che verranno ripartite sulla base dei criteri definiti nel piano, quali il numero degli abitanti e le caratteristiche geomorfologiche quindi secondo le specificità dei territori e anche i limiti minimi previsti dalle norme sul dimensionamento.
In più, abbiamo agevolato il lavoro delle Province, in quanto abbiamo individuato le date del 29 novembre, per le Province, e del 31 dicembre per la Regione, per l'approvazione definitiva del dimensionamento e le date del 20 dicembre, per le Province, e del 31 gennaio, per la Regione, per quanto riguarda gli indirizzi e l'articolazione/opzione.
Questo, di fatto, non crea problemi tecnici al MIUR, ma permette alle Province di lavorare con maggiore serenità.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

Assessore Cirio, dà per illustrati i tre emendamenti che ha presentato?



CIRIO Alberto, Assessore all'istruzione

Lo faccio ora.



PRESIDENTE

Allora iniziamo con il primo.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Cirio: Al dispositivo della Proposta di Deliberazione n. 291 di Consiglio Regionale, terzo capoverso, sostituire "22 novembre 2013" con "29 novembre 2013" Emendamento rubricato n. 5) presentato dall'Assessore Cirio: all'allegato A) alla proposta di deliberazione n, 291 di Consiglio regionale, punto "Procedure e tempistica", secondo paragrafo, ultimo capoverso, sostituire "22 novembre 2013" con "29 novembre 2013".
Emendamento rubricato n. 4) presentato dall'Assessore Cirio: all'allegato A) alla proposta di deliberazione n, 291 di Consiglio regionale, punto "Autonomie I ciclo", al secondo capoverso del primo paragrafo, dopo le parole "medesimo bacino di utenza" sono aggiunte le seguenti: "ed un numero complessivo di alunni non eccessivo, al fine di non compromettere la qualità della didattica.".
Ha chiesto la parola l'Assessore Cirio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CIRIO Alberto, Assessore all'istruzione

Gli emendamenti presentati sono prodromici alle modifiche del piano che abbiamo testé evidenziato.
Il primo concerne lo spostamento delle date di scadenza, che è rubricato come n. 6) per quanto concerne la documentazione a mani dei Consiglieri: sostituiamo la data "22 novembre 2013", come scritto in delibera, con la data "29 novembre 2013".
Il secondo, che è rubricato come n. 5), segue la stessa logica: sostituire la data "22 novembre 2013" con la data "29 novembre 20013".
Il terzo, che è rubricato come n. 4), è un impegno che noi avevamo assunto con la Conferenza del diritto allo studio, ma che nella definizione scritta della delibera è stato perso.
Le organizzazioni sindacali, giustamente, hanno fatto notare che questo impegno non era stato recepito. Quindi, al secondo capoverso del primo paragrado, nel punto "Autonomie I ciclo", dopo le parole "medesimo bacino di utenza", sono aggiunte le seguenti parole: "ed un numero complessivo di alunni non eccessivo, al fine di non compromettere la qualità della didattica.".
Cioè, sul numero complessivo non abbiamo inserito un tetto massimo, ma ci siamo dati la raccomandazione di non creare quelli che sono considerati istituti mostruosi in termini di numero di studenti, che, evidentemente comprometterebbero la didattica.
Questo era un impegno assunto con la Conferenza, che nella stesura non era stato inserito e che così inseriamo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Procediamo con l'illustrazione degli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Pentenero, Artesio Reschigna, Cerutti: All'interno del punto "Punti di erogazione del servizio", a pagina 5 dell'Allegato A della Proposta di Deliberazione n. 291 sono soppresse le seguenti parole: "All'uopo viene richiesto di unire il parere motivato da parte delle eventuali scuole paritarie presenti nel bacino di utenza e/o dall'associazione di categoria a cui le scuole sono iscritte.".
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Pentenero, Artesio Reschigna, Cerutti: A pagina 6 dell'Allegato A della Proposta di Deliberazione n. 291 all'interno del punto "Autonomie I ciclo" dopo le parole: "una composizione degli alunni proporzionata e tendenzialmente riferirsi al medesimo bacino di utenza" sono inserite le seguenti: "Ove ricorrano casi eccezionali ed adeguatamente motivati sarà comunque possibile procedere ad aggregazioni 'orizzontali'".
Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Pentenero, Artesio Reschigna, Cerutti: A pagina 6 dell'Allegato A della Proposta di Deliberazione n. 291 all'interno del punto "Autonomie I ciclo" le parole: "dovrà consentire il mantenimento della media provinciale indicativa di circa 1.000 alunni per istituto" sono sostituite dalle seguenti: "dovrà consentire il mantenimento del numero massimo di 1.200 alunni per Autonomia".
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Mi si permetta di fare una considerazione sulla delibera complessiva.
Ancora una volta ci troviamo a discutere una proposta di deliberazione che tiene in considerazione un dimensionamento che ha una serie di limiti derivanti dalla non applicazione del Titolo V.
Com'era stato discusso in sede di Conferenza unificata, provare ad immaginare che il dimensionamento assumesse caratteristiche più confacenti alle esigenze delle singole Regioni, attraverso una sorta di ribaltamento dei criteri attuali, cioè con l'introduzione dei contingenti degli organici dei dirigenti scolastici, per arrivare ad una definizione dei criteri più confacenti alle esigenze di ogni singola Regione, sarebbe stato davvero un elemento innovativo.
Purtroppo questo non è stato possibile, quindi credo sia corretto riproporre i criteri che ormai da tre anni determinano il dimensionamento all'interno della nostra Regione.
Ciononostante, riteniamo utile proporre una serie di emendamenti all'Allegato che, se il Presidente mi autorizza, illustrerei uno di seguito all'altro, facendo un'unica illustrazione.



PRESIDENTE

Prego, proceda pure.



PENTENERO Giovanna

Partirei dal primo emendamento.
Il primo emendamento all'Allegato A, pagina 5, chiede di ritornare al testo scritto e proposto dagli uffici, che è il testo proposto in Conferenza per il diritto allo studio, sopprimendo le parole "all'uopo viene richiesto di unire il parere motivato da parte delle eventuali scuole paritarie presenti nel bacino di utenza e/o dall'associazione di categoria a cui le scuole sono iscritte", e lasciando il punto precedente.
Per quanto riguarda le scuole dell'infanzia - e stiamo parlando di punti di erogazione del servizio - dovrà essere consentita la coordinata partecipazione delle scuole statali e paritarie al sistema scolastico nel suo complesso, ovvero, non dovrà essere determinata riduzione, in termini di sezioni, dell'offerta formativa esistente nelle scuole paritarie.
Vorrei soltanto aggiungere una considerazione, affinché le parole e gli obiettivi non vengano fraintesi.
Durante la discussione in sede di Commissione è stato proposto un emendamento, dove la frase che ho appena letto è stata riproposta su due questioni: una, legata ai punti dell'erogazione al servizi; l'altra, legata alle nuove sezioni della scuola dell'infanzia.
Pur comprendendo la situazione di difficoltà in cui oggi le scuole paritarie dell'infanzia si trovano, e pur riconoscendo il servizio che da sempre hanno offerto alla comunità piemontese (quindi ai bambini da zero a tre anni), non possiamo vincolare in modo così forte le determinazioni dei Comuni, qualora avessero in animo di realizzare un nuovo punto di erogazione al servizio, ovvero una nuova scuola materna.
Credo davvero che una norma scritta in questo modo sia assolutamente troppo rigida per i Comuni, che già mi sento di poter dire che hanno un ottimo rapporto. Ricordo che la legge n. 28 prevede le convenzioni con le scuole dell'infanzia paritaria all'interno dei singoli territori, quindi già esiste un rapporto di collaborazione. Dare segnali così determinanti e così forti, quando spesso le dinamiche locali possono anche avere connotazioni diverse, credo sia sbagliato e anche un po' lesivo delle autonomie locali.
Pertanto, credo sia giusto ritornare alla scrittura iniziale, così com'era stata proposta dagli uffici.
L'emendamento n. 2), invece, si rifà alla pagina 6 e si riferisce alle autonomie scolastiche di primo ciclo. In modo particolare, laddove ci siano situazioni eccezionali, sia possibile procedere con aggregazioni orizzontali, perché in taluni contesti, soprattutto nelle grandi città, si sono verificate situazioni in cui le aggregazioni verticali hanno implicato uno stravolgimento non realizzabile, non consentendo un'efficienza delle Autonomie scolastiche. Pertanto, l'eventuale situazione di eccezionalità dovrà essere valutata dalle Province, fino a quando esisteranno, anche se oggi è un po' difficile discuterne in questi termini.
Il terzo emendamento attiene sempre all'autonomia di primo ciclo.
Credo che affermare la media di mille alunni per ogni autonomia scolastica sia una presunzione non applicabile, in quanto le Province, o chi avrà la competenza dopo le loro, non riescono ad entrare nel merito di una media provinciale. Semmai, dobbiamo indicare un numero massimo che non deve essere superato. La media non è applicabile; è un'affermazione che non trova applicazione nella concretezza della programmazione del dimensionamento scolastico. È molto più saggio scrivere un numero massimo noi proponiamo 1.200 alunni per autonomia - perché dà un'indicazione più chiara.
Potranno essere 1.250 o 1.300 alunni, non è un numero così rigido, ma la media di mille alunni non è assolutamente calcolabile e non è assolutamente percorribile.
A questo punto mi chiedo come le Province, o chi ci sarà dopo di loro potranno interpretare un parametro di questa natura.
proprio necessaria una riflessione attenta a questo tipo di scrittura, perché andiamo ad indicare un qualcosa che non è assolutamente percorribile.
Provo a fare un esempio. Sono una realtà che vuole creare un'autonomia di 1.600 alunni, numero altissimo di alunni all'interno di un'autonomia scolastica. Vado in Provincia e dico: "Sto nella media se faccio un'autonomia scolastica di 1600 alunni?". In Provincia mi risponderanno: "Forse, mah, chi lo sa".
Allora davvero corriamo il rischio che l'intendimento dell'Assessorato che è esattamente il contrario, sia di avere delle autonomie scolastiche gigantesche. Dobbiamo dare delle indicazioni di massima e poi, sulla base delle stesse, ci si regolerà secondo la composizione, la conformazione e l'articolazione di quel territorio.
Non sono davvero riuscita a comprendere come si possa indicare ed applicare una media in questo modo.
Mi pare che anche la Conferenza per il diritto allo studio abbia dato un parere negativo in merito ai mille alunni. Ho cercato di capire come questo potrebbe essere applicato, ma confesso che non sono riuscita a capirlo.
L'emendamento, quindi, è volto ad eliminare questo parametro, questo calcolo che davvero non riesco a comprendere. Non può essere inteso come indicazioni, perché poi bisogna anche immaginare di applicarlo, proponendo un numero al quale le autonomie dovranno tendere.
Ho finito di illustrare gli emendamenti. Mi auguro che possano essere compresi, perché davvero potrebbero migliorare la qualità dell'atto deliberativo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Pentenero.
Sono state apposte altre firme agli emendamenti da lei illustrati.
Chiedo se vi sono altre richieste di illustrazione.
Non essendoci altre richieste di illustrazione, procediamo alla discussione generali degli emendamenti presentati.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Una domanda preliminare: quanto tempo ho?



PRESIDENTE

Ha due minuti a disposizione.



LEO Giampiero

Scusi, ma per illustrare gli emendamenti ne ha concessi oltre nove!



PRESIDENTE

Tre minuti per il primo firmatario e due minuti per chi volesse intervenire in fase di discussione generale sui singoli emendamenti. Prego.



LEO Giampiero

Ho apprezzato l'intervento della collega Pentenero, che è stato molto chiaro e utile. Però ha impiegato nove minuti.



PRESIDENTE

Le confermo che ha due minuti.



LEO Giampiero

Perché prima ne sono stati concessi nove? Non ho obiezioni, è solo per capire.



PRESIDENTE

Sono stati tre minuti da parte della...



LEO Giampiero

No, sono stati nove.



PRESIDENTE

La collega Pentenero era prima firmataria di tre emendamenti: li abbiamo accorpati e la discussione verteva su tutti e tre.
Lei ha a disposizione due minuti.



LEO Giampiero

Ma per tutti i tre emendamenti?



PRESIDENTE

Prego collega, proceda.



LEO Giampiero

Ma parlando per tre emendamenti...



PRESIDENTE

Avrà un po' più di tempo; prego, collega.



LEO Giampiero

Meno male che andiamo sempre a "spannometro"! Perché intervengo su tre emendamenti e se la matematica non è un'opinione...
Andiamo a spannometro, va bene.



LEO Giampiero

LAUS Mario (fuori microfono)



LEO Giampiero

Ha sei minuti, due, due e due.



PRESIDENTE

Se vuole intervenire su tre emendamenti...
Prego.



LEO Giampiero

Questo stavo dicendo. La legge cambia a seconda delle interpretazioni ma la matematica no.
Sul terzo emendamento le argomentazioni dalla collega Pentenero sono state competenti, per cui ci rimettiamo alla valutazione tecnica degli uffici dell'Assessore Cirio.
Ne approfitto per dire che l'Assessorato, a nostro avviso, ha svolto un eccellente lavoro: mi riferisco all'Assessore, alla dottoressa Casagrande al dottor Gobello e a tutta la squadra.
Sull'emendamento rubricato n. 2) esprimiamo parere positivo, collega Pentenero.
Mi soffermo, invece, sull'emendamento più di "valenza politica", quello rubricato n. 1).
Visto che parliamo tanto di democrazia e sentite le dichiarazioni di tutti i leader dei partiti, non ultimo Renzi, secondo il quale bisogna allargare a tutti il confronto, sentire tutti e dialogare, non capisco che disturbo possa arrecare il fatto di confrontarsi con le scuole paritarie dal momento che le scuole statali, tramite i loro meccanismi/organismi hanno già l'occasione di confronto. Non riesco a comprendere questo aspetto. Anche perché - dice la collega Pentenero - in genere i rapporti sono buoni. Ebbene, se i rapporti sono buoni, non dovrebbe esserci alcun problema.
Tuttavia non si può sottacere il fatto che sono pervenute una serie di segnalazioni dal territorio (ne parlavo, in particolare, con alcuni colleghi della Lega, ma non solo): pare che alcuni Sindaci abbiano boicottato in ogni modo l'applicazione della parità. In quanto alle leggi nazionali, magari la legge Berlinguer fosse stata rispettata! inutile dire - mi rivolgo a colleghi come Massimiliano Motta e altri che in genere sono più battaglieri di me su queste argomentazioni - che dal momento che c'è una buona legge o si è favorevoli e si comprendono i problemi e i diritti delle scuole cattoliche oppure no. Ma quelli che contano sono i fatti! Il Governo nazionale dice che è favorevole alla parità, ma taglia del 50% i finanziamenti; il Comune di Torino ha creato i problemi che sappiamo e solo una mobilitazione ha smosso le cose; il Comune di Milano toglie i finanziamenti alle scuole paritarie: alla faccia dell'essere favorevoli e comprensivi! il momento di passare dalle parole ai fatti e alcuni fatti bisogna attestarli. Credo, quindi, che il punto oggetto di questo emendamento non disturbi assolutamente, ma sia un elemento di democrazia sentito dal territorio, che riconosce un semplice diritto a realtà più "deboli" rispetto a quelle statali, ma giudicate egualmente degne dalla nostra Costituzione e delle nostre leggi.
Dunque è inutile dire di essere a favore delle scuole paritarie se poi quando si fanno le scelte, queste sono le prime ad essere penalizzate: come a dire, di quel "favore" ne faccio a meno. Preferirei meno dichiarazioni e più finanziamenti e più leggi applicate correttamente.
Il no all'emendamento presentato dalla collega Pentenero nasce, quindi da una valutazione precisa del collega Carossa, mia e di tutti i colleghi di maggioranza.
Coerentemente - per riepilogare - sul terzo emendamento ci dica l'Assessore Cirio, sul secondo siamo a favore, sul primo siamo decisamente contrari. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Leo.
Ha già svolto, quindi, anche la dichiarazioni di voto a questo punto.



LEO Giampiero

Sì, così non ho preso troppo tempo.



LEO Giampiero

PENTENERO Giovanna (fuori microfono)



LEO Giampiero

Per le dichiarazioni di voto adesso?



PRESIDENTE

Successivamente, collega Pentenero.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Il collega Leo ha già espresso chiaramente il nostro intendimento su questi emendamenti.
Vorrei fare, però, un'ulteriore considerazione sul primo emendamento.
Sappiamo perfettamente che la collaborazione fra le scuole paritarie e le scuole comunali o pubbliche - usiamo un termine non corretto - è, nella maggiore parte dei casi, una collaborazione fattiva, oserei dire anche ottima, perché c'è veramente uno scambio di conoscenze, oltre a quello che facciamo o che non facciamo. Perché poi, nella realtà dei fatti, gli scambi fra le scuole o fra il corpo insegnati ci sono, e nella maggior parte dei casi sono veramente buoni. Come citava giustamente il collega Leo, in alcuni casi, invece, sembra che le scuole paritarie diano fastidio - vado oltre - e questo è inaccettabile dal nostro punto di vista.
Non è solo questione di essere a favore delle scuole paritarie o delle scuole pubbliche: no, noi stiamo dalle parte dei bambini. Tutti quanti, ne sono sicuro.
In tante realtà, soprattutto in questo momento di difficoltà economica è assurdo - lo sottolineo - che quando non c'è possibilità di investimenti (oppure questi investimenti vengono tolti da altre parti per conto dei Comuni), ci sono delle realtà esistenti di scuole paritarie che ben funzionano che un Comune, per partito preso, vada anche a dissanguarsi (o comunque a non andare a fare investimenti di altro tipo) per fare delle sezioni o quant'altro, quando su quel territorio le sezioni sono già ben presenti.
Non bisogna solamente sfruttare, fra virgolette, le scuole paritarie quando serve; bisogna anche sempre ascoltarle. E ascoltarle non vuol dire che uno comanda e l'altro obbedisce, ma vuol dire concertare, vuol dire parlare.
Il discorso della concertazione, tanto caro alla sinistra, mi sembra che debba essere caro sempre. Io sono per concertare, ma sempre! E quindi le discussioni ci devono essere sempre, così come le risposte.
Termino dicendo che già le scuole paritarie si trovano in difficoltà a causa degli impedimenti, da parte delle Regioni e dei Comuni soprattutto di dar loro ciò che è stato concordato preventivamente. Perché quando si deve aspettare il finanziamento dovuto magari sei, otto o dieci mesi, fino a un anno - per avere, ribadisco, ciò che gli è dovuto - si è in difficoltà. Ancora, se andiamo a fare, come in alcune parti, una "guerra fra poveri", perché poi questo è, in un momento di situazione economica così cruciale e così critica, mi sembra che sia una cosa sbagliata.
Dopodiché, l'emendamento non dice nemmeno chissà che cosa: richiede solamente di unire il parere motivato da parte di eventuali scuole paritarie presenti nel bacino di utenza. Peraltro, mi sembra proprio quel principio di concertazione che dovrebbe essere alla base di qualsiasi cosa che riguardi queste strutture.
Queste strutture guardano esclusivamente ai nostri bambini e quindi è opportuno, importante e non è discutibile il fatto che le scuole paritarie che danno questo servizio possano quantomeno dire la loro e riuscire a stabilire sul territorio un rapporto paritario con le strutture pubbliche.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
Intervengo per confermare quanto già detto dal collega Leo e dal mio Capogruppo Carossa.
Assessore Cirio, penso che il lavoro che è stato fatto dagli uffici sia un buon lavoro e quindi non comprendo perché questo lavoro oggi debba essere modificato in quest'Aula.
Mi spiace anche che in questo momento nelle file del PD non ci sia il collega Gariglio per chiedere a lui cosa ne pensa di questo emendamento che, come diceva già il collega Carossa, toglie una fetta di democrazia.
Da una parte, abbiamo necessità e bisogno estremo - lo dico in particolare per la città che frequento di più, che è quella del Comune di Torino - delle scuole materne, ovvero di una realtà che accompagni le difficoltà del momento del pubblico, e quando c'è bisogno si chiede dopodiché però il grado di partecipazione rispetto a questo emendamento viene completamente cancellato dai cosiddetti cattolici di sinistra. Per quello volevo chiedere a Gariglio se per caso era d'accordo su questo emendamento, o comunque a coloro che molto spesso si riempiono la bocca in quest'Aula e dicono di essere in realtà i veri rappresentanti di quel mondo, ma poi sui fatti e concretamente presentano questi emendamenti che tolgono di fatto potere e democrazia ad un elemento fondamentale per la crescita della famiglia, che è quello in termini valoriali che il collega Leo e il collega Carossa hanno già in qualche modo sottolineato.
Allora mi viene da pensare male - e, come diceva Andreotti, se si pensa male, si fa peccato, ma in realtà non si sbaglia mai - perché se si va a guardare che cosa succede all'interno del Comune di Torino, all'interno dell'Assessorato all'istruzione, si scopre che la Commissione che si dovrebbe occupare proprio delle scuole materne paritarie non viene più convocata da mesi, mesi e mesi. Per carità, magari è solo una coincidenza però è una coincidenza che ci fa comprendere come ci sia un'utilizzazione e uno sfruttamento di questa realtà che alla fine, alla resa dei conti, viene ringraziata con un emendamento. Il ringraziamento è l'emendamento che viene presentato oggi.
Noi quindi siamo fermamente contrari alla soppressione di queste due righe, che peraltro - torno a ripetere - correttamente, per un giusto e doveroso rispetto della democrazia, i dirigenti dell'Assessorato all'istruzione dell'Assessore Cirio avevano voluto inserire.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Vorrei riprendere quest'ultimo intervento del collega Angeleri semplicemente per fare chiarezza, perché non credo sia corretto usare demagogia di fronte a un tema così delicato.
Come diceva il Capogruppo Carossa, stiamo dalla parte dei bambini.
Credo che tutti quanti stiamo dalla parte dei bambini, ma qui si sta parlando di un'altra cosa. Qui non si sta parlando delle sezioni delle scuole dell'infanzia, per le quali vale quello che è stato proposto all'interno dell'emendamento, ma si sta parlando di eventuali nuovi punti di erogazione del servizio, dove la riscrittura che ho letto all'inizio del mio intervento dice chiaramente che deve essere tenuta in considerazione la rete dell'offerta formativa, includendo le scuole paritarie. Ed è scritto in modo chiaro all'interno della delibera. Quindi, fare demagogia mi sembra davvero inutile.
L'elemento per il quale è stato presentato l'emendamento, peraltro discusso - e credo che questo l'Assessore Cirio possa confermarlo all'interno della Conferenza per il diritto allo studio, è semplicemente per non mettere in una condizione di superiorità o di inferiorità gli Enti locali.
tutto scritto in modo chiaro. Pertanto, quando si fanno affermazioni di questa natura, bisogna essere consapevoli di cosa stiamo parlando: non stiamo parlando di nuove sezioni com'è stato detto, perché nelle nuove sezioni l'emendamento è scritto esattamente come da voi proposto; quello che sta scritto riguarda invece i nuovi punti di erogazione del servizio.
Allora, quando un Comune decide di costruire una scuola, e peraltro deve tenere in considerazione la rete di programmazione che ha su quel territorio, lo fa perché ha dei numeri che oggettivamente gli permettono di avere questa situazione. Quindi, tutta la demagogia che è stata utilizzata la trovo fuori luogo e assolutamente non appropriata, anche perché poi quando ci si trova a dover gestire queste situazioni, ci si trova in condizioni di oggettiva difficoltà e non bisogna mettere l'Assessorato in una condizione di difficoltà.
Non è una cancellazione del principio, ma è una scrittura che gli Uffici avevano fatto che andava nella direzione di quanto i Consiglieri hanno già affermato e che teneva in considerazione quanto da voi è stato detto.
Semplicemente si propone di prendere in considerazione la scrittura così com'è stata fatta dagli uffici, ed è una cosa molto diversa da quella che lei ha detto e da quello che è stato detto dai colleghi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Mi sarei limitata a confermare l'emendamento avanzato dalla collega Pentenero, se non avessi visto la sequenza delle richieste di parola e ascoltato i contenuti degli interventi che si sono svolti e non ritenessi che c'è un bon ton all'interno del quale si dovrebbero contenere le osservazione di ciascuno di noi riportando la questione al merito. E il merito è già stato descritto dalla collega Pentenero.
Credo che qua nessun Consigliere abbia la velleità di modificare con emendamenti a leggi regionali quanto contenuto in una legge dello Stato che riconosce le scuole paritarie come facenti parte del sistema pubblico quindi qua non c'è bisogno di crociati che si mettano a difendere quel principio, perché quel principio sta già scritto in una legge nazionale che io peraltro non ho condiviso, ma che rispetto finché è vigente. Quindi credo che questo tipo di crociate non producano alcun valore aggiunto, ch se si dovesse modificare alcunché attraverso il livello nazionale si dovrebbe passare. Punto.
Altra questione è non il riconoscimento dell'esistenza del valore dell'esperienza di determinate organizzazioni ed istituzioni scolastiche quanto la loro rappresentanza e il loro peso nelle relazioni con l'Ente Regione quando l'Ente Regione svolge compiti di programmazione. E allora la questione è che, se occorre la rappresentanza e la partecipazione, non occorre nemmeno che, presumendo rischi di una condizione minoritaria, si cerchi di implementare la rappresentanza. Questo è quello che si cercava di fare con altro tipo di emendamenti ed è quello cui resiste l'emendamento presentato dalla collega Pentenero. Perché, se vale la legge dello Stato a cui mi adeguo, e credo che a titolo personale mi si debba anche riconoscere che, nonostante le mie convinzioni, la convenzione quadro con la FISM la fece questa persona che vi parla a proposito di riconoscimento del valore educativo - credo che nemmeno però dobbiamo, per tutelare una condizione presunta di minorità, creare maggiori spazi di rappresentanza. E questo stava avvenendo con quella modalità organizzativa proposta dal collega Leo.
Non mi stanco di ripetere che, quando si dice "la scuola pubblica è rappresentata dal MIUR, quindi non tratto dettagli organizzativi, mentre con la scuola convenzionata e paritaria tratto interventi organizzativi di maggior favore" (com'è avvenuto sulla questione della prenotazione telematica dei buoni per il diritto allo studio), non si sta facendo un discorso di uguaglianza delle opportunità, ma si sta facendo una discriminazione delle opportunità, in questo caso a sfavore delle scuole pubbliche. Allora, quando ciò si ravvisa, consentite a qualcuno che ve lo faccia vedere, senza mettere in ballo crociate che non appartengono a questo livello legislativo, poiché - ripeto - la legge nazionale non la possiamo cambiare e neanche le intenzioni che non erano nell'animo di nessuno dei presentatori dell'emendamento.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione.
Chiedo se ci sono dichiarazioni di voto sul blocco emendativo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

La Lega voterà contro il primo emendamento, a favore del secondo emendamento e contro il terzo emendamento.
Nessuno vuole fare crociate, cara collega Artesio, non è nel mio stile! Non ho mai cercato di accreditarmi in certe realtà, e non mi interessa accreditarmi in certe realtà, come, invece, fa una certa sinistra, che, da una parte, dà un colpo e, dall'altra, ne dà un altro. L'espressione "una "certa sinistra" non era rivolto sicuramente a lei! Voglio soltanto dire che conosco bene la realtà di Torino: quando il Comune non riesce più a farsene carico, le scuole materne vengono cedute allo Stato! E ci sono scuole in cui in alcuni momenti della giornata le maestre hanno 30-35 bambini perché il Comune di Torino non riesce più a mandare le supplenti! Di cosa stiamo parlando? Mi sembra di ricordare che il Comune di Torino sia guidato, da un certo periodo - purtroppo troppo lungo e non certo breve - da una certa parte politica! E anche lì c'è un certo filo rosso che lega - non è a caso un filo rosso - combinazione, l'Assessorato all'istruzione a un certo partito della sinistra, che non si capisce mai se è opposizione o maggioranza parlo del Comune di Torino - che, comunque, ha sempre l'Assessore all'istruzione. L'aveva prima quando ero Consigliere comunale e ancora adesso che sono Consigliere regionale.
Allora, di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di realtà che possono solo aiutare le strutture pubbliche, possono compartecipare insieme e andare avanti per dare un servizio sempre migliore. E il servizio migliore non è rappresentato dalla situazione in cui si lasciano maestre con 30-35 bambini, quando la legge dice chiaramente che, al massimo, devono essere 25! Se succedesse qualcosa a qualche bambino - Dio non voglia! - poi sarebbero ancora responsabili le maestre che lavorano per 1.300 euro al mese, quando va bene! Attenzione! Quindi, proprio per questo, noi votiamo convintamente in senso contrario relativamente all'emendamento. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Carossa, mi corre l'obbligo di rilevare che non si pu approvare l'emendamento 5) se non c'è l'emendamento 6), perché l'allegato si regge sulla deliberazione. Quindi, le chiedo di avvicinarsi alla Presidenza per darmi l'interpretazione autentica di quanto ha detto.



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

No! Però, lei ha detto che votava a favore di uno e contro l'altro.



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Non regge.
Il compito della Presidenza è anche cercare di far votare degli atti che, alla fine, abbiano un senso.
Chiedo che si avvicini un attimo l'Assessore.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.40 riprende alle ore 12.41)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il numero legale è 29.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento per dichiarazione di voto indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale l'Assessore Cirio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessore Cirio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Cirio, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5).
Il Consiglio approva.
Non essendovi richieste di intervento per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 291, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Iscrizione all'o.d.g. ed esame proposta di deliberazione n. 296, inerente a "Approvazione finanziamento progetti di solidarietà internazionale (Legge regionale 28 gennaio 1982, n. 4)"


PRESIDENTE

Questa mattina, in apertura, ci siamo dimenticati di iscrivere la proposta di deliberazione n. 296, riguardante l'approvazione del finanziamento di progetti della società internazionale, approvati all'unanimità dal Comitato di solidarietà. Chiedo se l'Aula acconsente.
(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Allora, la proposta di deliberazione n. 228 sulle partecipate la potremmo esaminare al pomeriggio. Nel tempo che rimane in mattinanta, visto che l'Aula ha acconsentito, propongo di votare l'approvazione del finanziamento dei progetti della società internazionale, ex legge regionale 28 gennaio 1982, n. 4.
Come sapete, la Giunta regionale ha destinato nel bilancio della Regione 200 mila euro. Il Comitato di solidarietà all'unanimità ha finanziato i nove progetti che fino ad oggi sono stati presentati, per complessivi 115.775 euro; quindi, per differenza dai 200 mila, residuano circa 84 mila euro, per un'eventuale seconda assegnazione.
Il Comitato si è espresso su una serie di criteri. I progetti sono a vostre mani in delibera.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Montaruli; ne ha facoltà.



MONTARULI Augusta

Grazie, Presidente.
Il Comitato ha sicuramente una sua logica e sicuramente in tempi migliori, quando la Regione Piemonte aveva notevoli fondi, fare solidarietà per comprare le biciclette e permettere a persone più bisognose di noi di andare a lavorare era certamente una cosa meritoria. Non dico che non lo sia anche adesso. Lo è.
certamente meritorio fare solidarietà, ma è meno meritorio, in un momento di ristrettezze di bilancio, quando andiamo a tagliare pressoch tutto, stanziare, a mio modo di vedere, questa quantità, seppur simbolica di fondi (non è così simbolica, perché l'importo è comunque a sei cifre) per iniziative certamente lodevoli, ma che esulano dalle strette competenze della nostra Regione.
Cinquanta bici per andare a lavorare; un trattore; la scuola di arte il miglioramento del sistema di irrigazione di un villaggio; il finanziamento di una scuola di insegnamento audio-visivo; la realizzazione delle vasche di raccolta acqua; il centro di promozione dell'artigianato il polivalente; il progetto delle cucine solari, sono senza dubbio qualcosa di importante per le popolazioni che vivono in quei territori, però è altrettanto vero che noi andiamo a togliere risorse del Consiglio regionale per un territorio che non è il nostro.
In tempi di ristrettezze, chi vuole fare solidarietà la faccia con i propri soldi, non con i soldi pubblici.
Questo è il mio modo di vedere: in tempi di ristrettezza solidarietà si può fare, ma non con i soldi pubblici.
Non dico che ci dobbiamo sottrarre da quest'impegno di buon cuore, per non dobbiamo impegnare le risorse del Consiglio regionale. Se il Consiglio regionale vuole, può aprire una raccolta fondi tra i Consiglieri regionali che attingendo dai loro lauti stipendi - anche il mio - potranno dare il proprio contributo per questi progetti, ma ritengo che i soldi dei piemontesi, in momenti di ristrettezze, debbano rimanere ai piemontesi.
Visto che andiamo veramente a tagliare, a fare dei sacrifici, e a chiedere ai piemontesi di fare dei sacrifici, mi viene difficile andare a dire ad una nostra associazione culturale che non ci sono più i soldi per rinnovare il progetto che magari nel nostro territorio avrebbe portato sviluppo, per poi dire che andiamo a finanziare le biciclette in Africa.
Quindi, tolto il buonismo, la maschera di buonismo - e chiedo a tutti di togliere questa maschera - ritorniamo tutti sul pianeta Terra, ossia in Regione Piemonte, e facciamo questa valutazione.
Forse sono anche l'unica a pensarla in questo modo, visto che mi sembra che in Consiglio regionale ci sia stato il via libera da più di una persona a questo tipo di delibera, però faccio questo intervento per motivare il mio voto, che sarà comunque contrario a questa delibera.
Tra l'altro, chiedo di avere copia di tutte le rendicontazioni dei progetti analoghi finanziati negli anni precedenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Non imposterei la discussione in questo modo, immaginando che 200 mila euro sono stati utilizzati per pagare biciclette o cose di questa natura ma che 200 mila euro, conformemente a come ha sempre agito il Comitato di solidarietà, sono stati dedicati a progetti di cooperazione.
Forse bisogna capire se si riconosce un valore ai progetti di cooperazione decentrata. In tal caso, quando si pone la questione dell'immigrazione, forse bisogna capire come la si può affrontare. La cooperazione è certamente uno dei temi con i quali può essere affrontata la problematica dell'immigrazione all'interno del nostro Paese.
Se così è, diamo un valore ai progetti di cooperazione, e non facciamone una questione materiale, anche se è evidente che i progetti si esplicano attraverso attività tangibili e concrete.
Siamo quindi su un altro piano di discussione.
Il piano di discussione che vorrei affrontare, nel momento in cui questa delibera viene sottoposta al Consiglio regionale, sta proprio in questi termini. Mi risulta, e vorrei avere una risposta da parte della Giunta, che 200 mila euro siano stati assegnati al Consiglio regionale per il Comitato di solidarietà, ma all'interno degli uffici regionali che si occupano della cooperazione decentrata che, ricordo, un tempo gestivano una significativa rete di progetti, che hanno coinvolto Comuni, ONG e associazioni che via via si sono sviluppati ed hanno realizzato una quantità di esperienze e di attività, anche legate allo sviluppo economico di quei territori.
Mi risulta che nel Settore decentrato oggi ci siano circa 800 mila euro di fondo perenti non ancora reimpostati, quindi attività già svolte e già realizzate, ma che non sono state ancora pagate.
Questo vuol dire che le ONG che lavorano all'interno della nostra regione non hanno ricevuto questi fondi.
Faccio l'esempio di un progetto per il quale era stato approvato un emendamento da 50 mila euro all'interno dell'assestamento. Era un progetto di carattere sanitario (non ricordo in quale Paese dell'America latina). I medici deputati che dovevano partire non partiranno o, se partiranno, lo faranno a proprie spese, perché oggi il Settore della Regione che se ne occupa non ha queste risorse a disposizione.
Chiedo se sia vero quanto mi è stato riferito dal consorzio delle ONG cioè se esistono circa 800 mila euro di fondi perenti e se c'è la davvero la necessità di avviare nuovi progetti all'interno del Comitato di solidarietà.
Mi differenzio rispetto a quanto diceva la collega Montaruli, perch noi riconosciamo invece un valore ai progetti finanziati, ma chiediamo se sia vero che all'interno del Settore della Giunta esistono questi debiti che devono essere pagati.
Se così fosse, ci chiediamo per quale motivo sono state avviate nuove attività. È pur vero che sono state avviate dal Consiglio, ma mi sembra che, all'esterno, Giunta o Consiglio, sia sempre Regione Piemonte. Credo che la mano destra debba sapere cosa fa la mano sinistra o, meglio, che la mano destra debba sapere quali sono le esigenze della mano sinistra.
Pertanto, vorrei sapere se questo tipo di situazione è reale; se ci troviamo di fronte a fondi perenti non ancora assestati alla Direzione e se magari questi 200 mila euro non potevano essere assegnati alla Direzione competente, invece di avviare nuovi progetti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Non so se abbiamo debiti da saldare con le ONG, ma prendo la parola per dire che sono d'accordo con quanto é scritto nella delibera.
Lei è più giovane di me, Presidente Cattaneo - non è un demerito mio e nemmeno un merito suo, perché c'è chi nasce prima e chi dopo - per cui non so se ricorderà quella bellissima canzone dei New Trolls intitolata "Signore, io sono Irish, quello che non ha la bicicletta": Irish non ha una bicicletta per andare a lavorare, per cui deve fare decine di chilometri al giorno e come unico desiderio chiede al Signore, essendo un irlandese credente, di poter avere a disposizione una bicicletta.
L'intervento della collega Montaruli mi fa venire in mente "Signore io sono Irish": quando non hai una bicicletta e devi fare dieci chilometri per andare e tornare dal posto di lavoro, una bicicletta può tornare utile cara collega!



BOETI Antonino

MONTARULI Augusta (fuori microfono)



BOETI Antonino

Ma io la regalerei al collega Gariglio, quando si lamenta del TPL!



BOETI Antonino

No, no, il collega Gariglio non ha bisogno della sua bicicletta secondo me! A questa riflessione, ne aggiungerei un'altra: è la dichiarazione del Presidente di Paese dell'Africa, che un giorno, nel corso di un'Assemblea all'ONU, disse: "Il mondo è un'isola di benessere in un oceano di povertà".
Un milione di bambini nel mondo ogni sera di addormentano senza un bicchier d'acqua; ci sono 8 milioni di bambini che muoiono per la rosolia per la varicella o per il morbillo, insomma per malattie assolutamente evitabili. Questi bambini potrebbero vivere se ci fosse una vaccinazione adeguata.
Quando ero Sindaco, Presidente Cattaneo, io e la mia Amministrazione abbiamo realizzato una scuola materna in un paese della Costa d'Avorio Kouiblj, realizzata con 60.000 euro, di cui 30.000 raccolti con iniziative nelle scuole e 30.000 messi a disposizione dall'Amministrazione comunale per 180 bambini che hanno avuto, finalmente, una scuola intitolata "Scuola materna città di Rivoli".
Non ho partecipato all'inaugurazione, perché non ho mai avuto l'abitudine, diciamo così, di viaggiare con i soldi pubblici, ma ho mandato a quell'Amministrazione i soldi che avrei speso per l'aereo.
Voterò a favore di questa delibera per ricordare "Signore, io sono Irish", una bellissima canzone della mia gioventù.



PRESIDENTE

Chiedo scusa all'Aula, ma vorrei dare alcune risposte, perché mi sembra doveroso.
Collega Carossa, vuole intervenire brevemente?



PRESIDENTE

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Vuole ascoltare prima i miei chiarimenti, così magari cambia idea?



PRESIDENTE

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Va bene, Presidente.



PRESIDENTE

Cominciamo per ordine.
Il Comitato di solidarietà è un organo di questo Consiglio regionale istituito con legge. Fin qui è chiaro? Si occupa di sostenere solo ed esclusivamente progetti di cooperazione decentrata attraverso le ONG (le associazioni all'estero, diciamo per comodità). Eccezionalmente, come ad esempio per il terremoto che ricorderete, svolge delle attività sul territorio nazionale.
Noi non siamo nella fase di stanziare un bel nulla, perché lo stanziamento è stato fatto con la legge di assestamento di bilancio, quando voi tutti Consiglieri attenti avete letto che la Giunta regionale ha finanziato, a differenza dell'anno 2012, il capitolo con 200.000 euro.
Ho detto in apertura che di questi 200.000 euro, il Comitato all'unanimità, ad oggi ha stanziato contributi per 115.775 euro, di cui chiediamo conferma.
Quindi l'atto amministrativo è del Consiglio regionale ed è questa delibera. La Giunta, che fa lo stanziamento nel bilancio e che partecipa con l'Assessore competente o delegato e i funzionari della Giunta, invece fa le cosiddette "determinazioni" per l'assegnazione dei fondi, i controlli, le rendicontazioni e quant'altro.
Su quanto sollevava la collega Pentenero - ritardi e fondi perenti andremo a vedere se ci sono, da che cosa sono generati e daremo, attraverso la Giunta o noi direttamente, una risposta.
Quando è stato votato l'assestamento di bilancio per il 2013 - mi rivolgo soprattutto ai colleghi di maggioranza - c'era la piena consapevolezza che la Giunta destinava 200.000 euro per questo, tant'é che ci hanno chiesto di attivarci per affrontare i bilanci (ecco perché l'atto amministrativo, perché è di competenza del Consiglio).
Ricordo che si era anche scelto, nel 2012, di finanziare il Comitato di solidarietà (in allora c'era il discorso del terremoto) con i fondi del Consiglio, con si cosiddetti "risparmi dei costi della politica". Nel 2013 ricorderete che, in fase di assestamento, il Consiglio ha approvato una riduzione dei propri stanziamenti di circa dieci milioni, quindi lo stanziamento di cui stiamo parlando è dello 0,01157% relativamente ai soli risparmi del Consiglio regionale trasferiti ai bilanci della Giunta con l'emendamento in sede di assestamento che insieme abbiamo votato.
Il Comitato ha usato un criterio rigorosissimo e oggi il Consiglio - se ne ho conferma - si attiene a quella delibera del Comitato, peraltro approvata all'unanimità.
Altra cosa è la rendicontazione, che viene fatta dagli Uffici della Giunta (c'è un Settore deputato a ciò). Pertanto, collega Montaruli, per quanto attiene i bilanci precedenti, dovrà presentare una richiesta alla Giunta regionale e ovviamente noi l'assisteremo sia nella richiesta sia per ottenere le risposte al più presto.
Poi, se oggi vogliamo rivedere, attualizzare, modificare e financo sopprimere il ruolo del Comitato di solidarietà, ammesso che qualcuno voglia avanzare tale proposta (personalmente non sono d'accordo, ma sapete come la penso, per quello che può valere), i Consiglieri sono liberi di presentare delle proposte di legge in tal senso e vedrà il Consiglio su che cosa vorrà confrontarsi ed eventualmente decidere.
Finché il Comitato esiste, finché insieme decidiamo di finanziarlo e finché avremo delle richieste, abbiamo il dovere d'ufficio di procedere così come abbiamo fatto negli anni scorsi.
Se non vi sono altre richieste di intervento, darei la parola al Consigliere Carossa. Poi, visto che siamo anche oltre l'orario, porrei in votazione il provvedimento.
Prego, collega Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Intervengo in fase di dichiarazione di voto, per ribadire che i Consiglieri del Gruppo della Lega Nord saranno liberi di votare come meglio credono. Soprattutto per il fatto che - non è colpa sua, lei giustamente avendolo votato all'unanimità, il Comitato, è giusto che lo abbia portato non ero presente, ma non vuol dire nulla, perché c'era comunque un rappresentante della Lega, quindi va benissimo.
Però non vedendolo all'o.d.g., non ho avuto tempo di guardarlo e di controllarlo.
In questa libertà di voto mi permetto solamente di dire, ma a futura memoria, Presidente, che non mi permetto di entrare nel merito dei progetti.
La Lega Nord da anni porta avanti il discorso "aiutiamoli a casa loro": questa mi sembra la strada più giusta e possibile, anche per evitare tragedie come quelle che si sono verificate nelle ultime settimane o negli ultimi mesi.
Però - scusate, non è una battuta la mia - quando vedo progetti come "Diamante" - scuola di arte e cultura per bambini in Sierra Leone, 10.000 euro, "Progetto cucine solari Samburu County - Kenya", per 5.000 euro finanziamento biennio scuola per insegnamento dell'audiovisivo a ragazzi a rischio in Nigeria, per 15.000 euro, personalmente rimango perplesso.
Ritengo - lo dico sommessamente - che questo non sia il modo migliore per aiutarli a casa loro.
Potrei essere d'accordo, invece, con l'acquisto di un trattore per un villaggio o con un impianto di irrigazione: quelle sì che sono opere che secondo me, possono starci bene! Questo solamente a futura memoria.
La Lega Nord ha libertà di voto. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per ricordare che faccio parte di questo Comitato di solidarietà. Ho visto il progetto e condivido pienamente.
Devo dire anch'io che, nei momenti di crisi come l'anno scorso, periodo di grande disagio per l'Italia, si è intervenuto anche per il terremoto mettendo qualcosa ognuno di noi, come chiedeva la collega Montaruli adesso.
Ciò può avere anche le sue ragioni, però in questo si tratta di andare ad aiutare in Nigeria e in tutti questi Paesi: dico che è giusto fare gli impianti di irrigazione, dare i trattori, dare le bici affinché imparino a lavorare a casa loro. Questo dobbiamo fare, e credo che sia un buon gesto un buon segno, una positiva dichiarazione al di fuori di quest'Aula di aiuto, ma che stiano là e che imparino a lavorare.
Il nostro Gruppo convintamente voterà a favore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Noi votiamo a favore del provvedimento. Devo dire che sono un po' spaventato dopo la discussione di questa mattina, perché è una discussione che segna un profondo arretramento della coscienza all'interno di questo Consiglio regionale, e mi auguro che in questo il Consiglio regionale del Piemonte non rappresenti invece la comunità piemontese e i sentimenti profondi della comunità piemontese.
Credo che mettere sul piatto del confronto il dovere di garantire sicurezza economica, sicurezza sociale e un futuro alla comunità piemontese come se tutto ciò fosse in alternativa o in contrapposizione con il dovere da parte dell'Amministrazione piemontese, della Regione Piemonte, di garantire una presenza a sostegno di organizzazioni piemontesi che svolgono il loro impegno e la loro attività all'interno di Paesi che vivono una condizione ancor più difficile della nostra sia un brutto modo di affrontare questo tema. E credo che questo tema non possa neanche essere affrontato, collega Carossa, attraverso scelte di libertà di voto in capo ai Gruppi regionali. Sono i Gruppi che devono assumersi la responsabilità di posizioni chiare, che dal nostro punto di vista non possono significare un arretramento di quella che è stata la storia di presenza da parte del Consiglio regionale del Piemonte, che è una storia di solidarietà, di intervento e che è una storia che noi dobbiamo confermare per il presente e per il futuro.
Mi permetto di fare un'ultima considerazione, rivolgendomi al Comitato di solidarietà e al Presidente del Consiglio regionale. Credo che il futuro augurandomi che in futuro possano permanere le risorse per garantire questo tipo di sostegno - si assuma anche una scelta, magari quella di ridurre il numero dei progetti a cui garantire un contributo, ma di non polverizzare eccessivamente le risorse su troppi progetti d'intervento.
Se leggo questo prospetto, Presidente, in alcuni casi il delta tra l'impegno del progetto, il contributo richiesto e quello che viene erogato è un delta che, se non vengono recuperate le altre risorse al di fuori dell'intervento del Consiglio regionale, rischia di mettere in pregiudicato la realizzazione di questo progetto.
Forse - e lo lascio così, come un messaggio, come una posizione che il Gruppo regionale del PD esprime per il futuro - è meglio finanziarie meno progetti, ma garantire uno stanziamento tale da rendere effettivamente praticabile e fattibile la realizzazione dell'intervento.
Rimangono poi le considerazioni che ha espresso la collega Pentenero nel suo intervento. So che appartengono a un'altra dimensione, che non è quella del Consiglio regionale, ma è quella della Giunta, però su questo ribadisco che noi vogliamo avere garanzie da parte della Giunta regionale e queste garanzie possono essere date in un confronto o all'interno della Conferenza dei Capigruppo o in sede di I Commissione del Consiglio regionale, perché anche su quel tema nella legge di assestamento di bilancio sono stati accolti degli emendamenti e quegli emendamenti non possono essere lasciati nel dimenticatoio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere De Magistris; ne ha facoltà.



PRESIDENTE

DE MAGISTRIS Roberto



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Condivido la motivazione e la scelta, ma non parteciperò al voto perch non condivido come all'interno della stessa sono stati suddivisi gli aiuti.



PRESIDENTE

Faccio un invito chiaro. Siccome il Comitato di solidarietà è formato da più di 20 Consiglieri, ma facciamo fatica a metterne insieme tre, chi è interessato a portare un contributo può partecipare, perché può essere veramente interessante (non faccio assolutamente provocazione). Ringrazio i colleghi che partecipano tutte le volte alle riunioni o si confrontano all'interno del loro Gruppo, apportando anche dei validi contributi.
Oggi credo di aver ascoltato anche alcune proposte costruttive, quindi vi invito a partecipare ai lavori dell'organismo, almeno chi ha dato la propria disponibilità a essere membro del Comitato di solidarietà.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del "Turin Flying Institute" di Caselle Torinese (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti del "Turin Flying Institute" di Caselle Torinese in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Iscrizione all'o.d.g. ed esame proposta di deliberazione n. 296, inerente a "Approvazione finanziamento progetti di solidarietà internazionale (Legge regionale 28 gennaio 1982, n. 4)" (seguito)


PRESIDENTE

A questo punto, procediamo con la votazione della proposta di deliberazione.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 296, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.16)



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