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Dettaglio seduta n.384 del 22/10/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(I lavori iniziano alle ore 14.34 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1827 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "I lavoratori precari PTA del Politecnico di Torino"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1827, presentata dalla Consigliera Cerutti, che ha la parola per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Siamo qui a porre una questione che consideriamo importante. Abbiamo avuto da poco la possibilità di audire le Organizzazioni Sindacali e sappiamo che l'assemblea dei lavoratori precari del Politecnico di Torino, riunitasi a giugno, chiedeva all'Amministrazione dell'Ateneo di attivarsi urgentemente ai fini della salvaguardia dei posti di lavoro in scadenza e rivendicava i seguenti provvedimenti: applicazione dell'articolo 22 comma 5 del CCNL, che prevede di trasformare il rapporto di lavoro a tempo indeterminato nel caso in cui l'assunzione a tempo determinato sia avvenuta con le medesime modalità e procedure previste dalla legge per i concorsi a tempo indeterminato applicazione della legge 368/01 in ordine alla possibilità di prorogare i contratti di lavoro di personale a tempo determinato assunto a seguito di avvisi pubblici per esami.
Si chiedeva, inoltre, che nella definizione del piano pluriennale di programmazione del personale venisse data massima priorità alle stabilizzazioni dei lavoratori a tempo determinato e si provvedesse contestualmente, all'attivazione di bandi di concorso a tempo determinato destinati ai colleghi con contratto di collaborazione.
Il Politecnico di Torino - lo vogliamo ricordare - ha il bilancio in ordine ed è sott'organico e, mentre il precariato nelle Università italiane si attesta su una media del 6%, il Politecnico di Torino ha una percentuale di lavoratori precari pari al 17%.
In particolare, vogliamo ricordare che, il 4 ottobre, i precari e le precarie del Politecnico di Torino, dopo l'incontro con il Rettore e tutta la delegazione di parte pubblica hanno occupato la Sala del Consiglio di Amministrazione, in particolare perché, a seguito di un incontro di trattativa, il Rettore e la delegazione di parte pubblica avevano dichiarato la non volontà di mettere a disposizione i POM, a favore del personale precario tecnico amministrativo.
Questo è uno degli elementi su cui avviene la discussione.
Pertanto, sottolineato che: se venissero a mancare i precari si verrebbero a creare notevoli disagi nell'Ateneo per il conseguente dimezzamento, o la cessazione, di servizi ora forniti dai suddetti che il lavoro attualmente svolto dal personale precario, a parità di servizi erogati, ricadrebbe sul personale a tempo indeterminato con le immaginabili conseguenze in termini di carico di lavoro e qualità dei servizi forniti secondo le RSU i vertici dell'Ateneo si sono trincerati dietro una sterile interpretazione delle norme, dando avvio ad un muro contro muro che potrebbe potenzialmente portare alla perdita del posto di lavoro per 120 lavoratori, la cui stragrande maggioranza ha famiglia a carico ed in molti casi risulta essere monoreddito.
Sappiamo che non è competenza diretta dell'Amministrazione regionale ma, poiché c'è la discussione in Parlamento (per questo chiederemo anche all'Aula di esprimersi), intendiamo sapere cosa intenda fare la Regione per salvaguardare i servizi offerti dal Politecnico, insieme al lavoro dei PTA che sinora li hanno garantiti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
In merito all'interrogazione urgente in oggetto, è già stato ribadito dall'interrogante che la Regione non ha, in materia di personale dipendente dalle Università, alcuna competenza in merito né è possibile che la Regione possa intervenire nell'organizzazione dei servizi erogati, che sono di esclusiva competenza del Politecnico.
In questa situazione, quindi, non si ritiene possibile effettuare alcun intervento che possa consentire al Politecnico l'assunzione a tempo indeterminato del personale precario, qualora questo venga impedito dalla normativa nazionale.
Infatti, com'è noto, le competenze regionali in materia di Università così come tratteggiate dalla Carta Costituzionale e dalla normativa nazionale, sono limitate al diritto allo studio, che la Regione esercita attraverso l'EDISU.
Ciò premesso - che è la risposta all'interrogazione - ero presente anch'io, con altri Consiglieri, all'incontro e credo sia stato posto in modo chiaro la richiesta verso il Consiglio regionale di un'azione nei confronti dei Gruppi parlamentari e dei componenti della Commissione, per valutare il sostegno ad emendamenti che sono in fase di dibattimento.
Peraltro, la materia contenuta in questo veicolo riguarda un po' tutto il mondo del precariato, pertanto credo che ci sarà lo spazio per l'approvazione di un ordine del giorno che possa impegnare i Parlamentari in questo senso.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 1825 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Principio di uguaglianza nell'applicazione della normativa relativa al fondo sociale"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 1825 presentata dalla Consigliera Artesio, che ha la parola per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
La questione che evidenziamo è stata sollevata in un contesto territoriale specifico (quello della Provincia di Biella e dell'Agenzia Territoriale per la Casa di Biella), però crediamo rivesta un interesse di carattere generale, perché l'applicazione di questa norma può coinvolgere analoghe situazioni familiari di altri ambiti provinciali e di altre Agenzie Territoriali per la Casa.
Si tratta di una questione di grande emergenza in questo periodo: l'impossibilità per i nuclei familiari che hanno perso la propria fonte di reddito di dare onore ai pagamenti dei canoni di locazione, anche se moderati e sociali come quelli delle Agenzie Territoriali per la Casa.
Trattasi della fattispecie di morosità incolpevole, di cui molto spesso parliamo.
Volendo venire incontro al riconoscimento della morosità incolpevole la Giunta regionale, con un concorso di fondi, ha anche programmato dei criteri di erogazione. In modo particolare, il criterio di erogazione contestabile, a mio modo di vedere, è quello che riguarda il vincolo, per il nucleo assegnatario, di aver corrisposto all'Ente gestore, nell'anno in cui risulta incolpevolmente moroso, almeno il 14% del proprio reddito.
Comunque una cifra non inferiore a 480 euro.
Questo sta a dimostrare la volontà dei conduttori degli alloggi di corrispondere il canone loro assegnato, ma l'impossibilità, oltre una certa soglia, di proseguire a farlo.
Può accadere - e nell'ATC di Biella è accaduto - che ci siano condizioni di inserimento abitativo non corrispondenti all'intera annualità, cioè avvenuti in corso d'anno, e che, pertanto, sia le cifre per le quali risultano morose sia quelle per le quali dovevano dimostrare fedeltà nei confronti dell'Agenzia, corrispondendo nell'ambito delle loro possibilità un canone, siano inferiori ai 480 euro annui.
Ecco perché l'ATC di Biella ha ritenuto di tradurre, su un valore mensile, la quota definita dalla Giunta regionale (480 euro divisi per dodici mesi) e moltiplicarla per il numero di mesi proporzionato a quello del contratto di locazione, includendo i cittadini che si trovano, alla pari degli altri conduttori di alloggio da più tempo, in una condizione di morosità incolpevole.
Purtroppo, questa procedura è stata impugnata dagli Uffici dell'Amministrazione regionale.
Noi poniamo qui una questione - particolare per chi la segnala, ma generale per i potenziali interessati - di disparità di trattamento che verrebbe ad effettuarsi nei confronti di famiglie in difficoltà, le cui uniche differenze derivano dalla data di stipula del contratto di locazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

La Giunta, facendo suo l'invito che è stato fatto dalla sintesi della risposta, consegna la parte tecnica anche all'interrogante.
Mi pare opportuno segnalare un paio di cose. Intanto che è significativo evidenziare che in nessuna altra ATC è emersa analoga problematica, seppure possa presumersi che nel corso dell'anno 2012 siano stati stipulati dei contratti di locazione per una durata inferiore ai 12 mesi.
Questo per sottolineare il fatto che si tratta di una questione relativa all'ATC di Biella e nella particolare specie nella documentazione di due assegnatari.
Quindi, nello specifico si è già svolto l'incontro con i rappresentanti dell'ATC di Biella, è stata sanata anche la procedura. L'incontro è stato fatto il 2 ottobre 2013 e si informa che la Direzione regionale competente ha già provveduto con una determina del 17 ottobre 2013 al riparto spettante dei fondi all'ATC di Biella nella quota dei 233.322, 85, che è la quota della morosità incolpevole. Quindi, credo che gli Uffici, su segnalazione anche dell'ATC di Biella, abbiano risolto con l'incontro la questione, che è limitata, rispetto ad un numero di 323 morosi incolpevoli a due casi.


Argomento: Pesca

Interrogazione a risposta immediata n. 1824 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Legge regionale 37/2006"

Argomento: Pesca

Interrogazione a risposta immediata n. 1832 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Mancata attuazione della Legge regionale 37/2006"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1824 presentata dal Consigliere Ponso, e dell'interrogazione n. 1832 presentata dal Consigliere Biolé, entrambe sullo stesso argomento.
La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione dell'interrogazione n. 1824.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Egregio Assessore, nel dicembre 2006 venne approvata la l.r. n. 37 "Norme per la gestione della fauna acquatica, degli ambienti acquatici e regolamentazione della pesca".
La legge era volta alla tutela degli ambienti acquatici e alla gestione della pesca, materie che attendevano di essere regolamentate in modo adeguato.
Elementi fondanti la volontà di perseguire la tutela degli ecosistemi acquatici e della fauna acquatica "come componente essenziale" - recita la legge - "del patrimonio naturale regionale e della gestione delle risorse idriche in generale, nonché del coinvolgimento e della responsabilizzazione dei cittadini". La legge si presenta come una legge quadro e necessita per la sua attuazione di una serie di specifiche norme e regolamenti attuativi affinché i contenuti di essa possano prendere forma e diventare efficaci ed operativi.
In realtà, negli ultimi anni poco si è fatto in tale direzione, anzi si è effettuato un vero e proprio processo di svuotamento dei contenuti caratterizzanti la legge.
Sono stati aboliti articoli e parti significative, come l'articolo 5 che prevedeva la costituzione dei comitati e dei bacini di pesca, mai attuato; o l'articolo 6, che prevedeva un comitato consultivo regionale mai divenuto pienamente operativo.
E ancora l'articolo 12 che normava i lavori in alveo, i programmi, le opere e gli interventi sugli ambienti acquatici, imponendo il rispetto del deflusso minimo vitale a valle delle captazioni idriche di diversa natura peraltro diventato obbligo di legge nel 2008.
L'impegno da parte del Governo regionale per far rispettare quest'articolo è stato effimero. Moltissimi corsi d'acqua del reticolo idrografico regionale sono completamente in asciutta per molti mesi dell'anno.
Infine, nessuna iniziativa è stata presa dalla Giunta regionale per emanare le linee guida per le deviazioni idroelettriche per regolamentare un settore attualmente abbandonato.
In alcuni casi, le modifiche alla legge n. 37 hanno creato una gran confusione. È il caso della finanziaria 2013, che introduce una serie di norme a proposito del pagamento della licenza di pesca, rendendo ancora più complesso questo capitolo.
stato abrogato l'articolo 25, "Danno ambientale", che prevedeva che la Regione e gli Enti locali per quanto di competenza promuovessero le azioni di prevenzione e riparazione in materia di danno ambientale alla fauna acquatica e agli ambienti acquatici.
Ma in modo ancora più grave e denso di conseguenze, sono stati abrogati i commi 6 e 7 dell'articolo 10, di fondamentale importanza per la corretta pianificazione degli interventi a tutela degli ecosistemi acquatici e per la regolamentazione della pesca sul territorio regionale, in quanto prevede l'introduzione del piano ittico regionale.
Non mi dilungo oltre. Con quest'interrogazione vorrei conoscere le prossime mosse della Giunta in merito a quest'ultimo piano. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione dell'interrogazione n. 1824.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Avendo di fatto elaborato un'interrogazione molto simile a quella del collega Ponso, sottolineo il fatto che elemento fondante di questa legge (la n. 37/2006) voleva essere proprio quello di coinvolgere e responsabilizzare i cittadini in forma singola e associata.
Questo non è stato fatto, perché non sono stati dati regolamenti attuativi e non c'è stata l'attuazione concreta di quelle che potevano essere le linee generali e linee guida di legge quadro della legge n. 37.
In particolare, sottolineo come le situazioni sempre più frequenti di non rispetto del deflusso minimo stanno davvero creando delle grosse problematiche. Collegato a questo, c'è il fatto che le derivazioni idroelettriche, sia quelle già realizzate, sia quelle in fase di progetto sia future aggraveranno e aggraverebbero di molto questa situazione, se non saranno emanate delle linee guida specifiche su questo tipo di attività.
La richiesta è ovviamente per conoscere tempi, modalità e merito delle questioni rispetto alla piena operatività ed attuazione della l.r. n. 37.
Ritengo essere un dovere istituzionale del Governo regionale di impegnarsi in modo concreto ed efficace, per la salvaguardia degli ambienti acquatici e della biodiversità del territorio regionale come sancito anche nel nostro Statuto. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta congiunta a entrambe le interrogazioni.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Premesso che ai Consiglieri verrà distribuita la risposta scritta predisposta sia dall'Assessorato all'agricoltura che dall'Assessorato all'ambiente, che ripercorre i regolamenti e le parti attuative della legge che sono stati approvati e sono in vigore per quanto riguarda la legge n.
37/2006, mi soffermo su alcuni punti.
Preciso che, per quanto riguarda i Comitati di bacino di pesca, è la stessa legge all'articolo 5 a prevedere che la loro costituzione sia promossa dalla Provincia interessata, anche su iniziativa delle associazioni e organizzazioni riconosciute e degli enti comunali in forma singola o consorziata operanti nel territorio di bacino.
Con la legge regionale n. 8/2013 è stato ritenuto necessario prevedere le modifiche di alcuni articoli che provocavano una sovrapposizione di competenze amministrative. L'obiettivo è stato quello di adeguare la legislazione ai principi di un maggior decentramento amministrativo, tenuto conto di un modello nel quale le competenze sono distribuite tra lo Stato le Regioni e gli Enti locali, tutti dotati di autonomia normativa amministrativa e finanziaria, ai sensi degli articoli 5 e 118 della Costituzione.
In particolare, circa l'abolizione di reato ambientale e l'abrogazione dei commi che programmano una corretta pianificazione degli interventi, si ritiene opportuno precisare che l'abrogazione dei commi 6 e 7 dell'articolo 10 della legge suddetta si colloca nell'ottica della semplificazione amministrativa. Infatti, il piano regionale di cui al medesimo articolo 10 "Disposizioni attuative", trattano tutti aspetti concernenti la pianificazione per la tutela e la conservazione degli ambienti acquatici e dettano le disposizioni di disciplina dell'esercizio della pesca.
Va precisato inoltre che alcune materie sono di competenza statale altre afferiscono alla pianificazione provinciale.
La materia del danno ambientale è affidata come competenza esclusiva allo Stato, quindi il reato non risulta abolito, ma ricondotto alla corretta collocazione, cioè in capo allo Stato.
Per quanto riguarda la pianificazione regionale, a seguito dell'approvazione della legge regionale n. 37/2006, la Regione ha avviato una campagna di campionamenti dei corpi idrici, secondo i criteri e le nuove metodologie previste in materia ambientale dal Ministero dell'ambiente e secondo i principi e la supervisione scientifica del Dipartimento di Produzione Animale dell'Università degli Studi di Torino.
Gli esiti di tali campionamenti sono stati riportati nelle schede pubblicate sul sito della struttura regionale competente. Tali campionamenti e i relativi risultati sono stati propedeutici al contestuale avvio della predisposizione della "Proposta di Piano regionale per la tutela e la conservazione degli ambienti e della fauna acquatica e l'esercizio della pesca", avvenuto con la collaborazione tecnico scientifica dell'Università degli Studi di Torino.
Con la DGR del dicembre 2010 è stata adottata la citata proposta di Piano regionale e il relativo rapporto ambientale.
A seguito dell'espressione, da parte dell'autorità competente per la Valutazione Ambientale Strategica, del previsto parere motivato, è stata avviata la revisione, ancora in corso, della proposta di Piano sulla base delle indicazioni e delle raccomandazioni formulate ai fini della sostenibilità ambientale del Piano stesso.
Nella nota scritta, vi sono gli altri punti con i riferimenti normativi alle DGR e ai regolamenti. Gli Assessori compente rimangono a disposizione per eventuali approfondimenti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Quaglia.
Passiamo all'interrogazione successiva.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1828 presentata dal Consigliere Muliere, inerente a "Tagli sulla linea ferroviaria Acqui Terme-Ovada Genova"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1828, presentata dal Consigliere Muliere, che ha la parola per l'illustrazione.
La parola al Consigliere Muliere per l'illustrazione.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Assessore, lei conosce bene la situazione. C'è molto fermento tra i pendolari della linea Acqui Terme-Genova per la decisione di tagliare alcune tratte ferroviarie tra Acqui e Genova e, viceversa, e alcune corse che collegano Acqui Terme a Torino. Ci sono competenze della Regione Liguria e competenze della Regione Piemonte.
chiaro che questa situazione, in particolar modo il taglio di quattro coppie di treni previsti sulla linea Acqui-Genova, sta creando molta preoccupazioni tra i pendolari, tra chi utilizza il treno per recarsi al lavoro e chi nei luoghi di studio. La preoccupazione è molto forte.
In provincia di Alessandria le associazioni dei pendolari stanno assumendo iniziative. Analoghe interrogazioni sono state presentate all'Assessore ai Trasporti della Regione Liguria per chiedere qual è la posizione dell'Ente.
Credo sarebbe importante riunire e organizzare un tavolo di lavoro tra la Regione Piemonte, la Regione Liguria e i Comuni interessati, in particolar modo per quanto riguarda il Piemonte Ovada e Acqui, e le associazioni dei pendolari.
Mi auguro di ricevere risposte esaurienti da parte sua, anche perch questi sono giorni particolari, c'è fermento su queste decisioni. Sia in Liguria che in Piemonte si attendono risposte da lei e dall'Assessore regionale ai trasporti della Regione Liguria.
La questione la conosce perfettamente e attendo una sua risposta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bonino per la risposta.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Cercherò di dare al Consiglio elementi di risposta sull'articolazione complessiva dei servizi programmati dalla Regione Piemonte.
Partiamo dal presupposto che l'Acqui-Genova è nel contratto di servizio della Regione Liguria, quindi l'auspicata collaborazione tra le due Regioni è fortemente auspicata anche da noi. Ad oggi, purtroppo, registriamo un atteggiamento finalizzato a far discendere la programmazione sull'Acqui Genova dalle decisioni da parte della Liguria e dalle decisioni che il Piemonte porterà avanti rispetto al proprio piano di riorganizzazione.
Mi auguro veramente di aver compreso male alcuni scambi avvenuti con l'Assessore Vesco, ma non vorremmo che facesse dipendere la programmazione sull'Acqui-Genova dalle scelte che, invece, dobbiamo concertare rispetto ad altre direttrici che riguardano un traffico esclusivamente ligure e che oggi sono impropriamente a carico del contratto di servizio della Regione Piemonte.
In ogni caso, è proprio di questi giorni una riflessione attenta sull'esigenza di intensificare i contatti con la Regione Liguria e trovare una condivisione, rispetto alla programmazione del trasporto ferroviario che oggi non può più essere rinviata per tante ragioni. Insieme dovremmo affrontare - coordinati e non giocando alla scaricabarile - il tema della Cuneo-Ventimiglia e Torino-Nizza; insieme dobbiamo arrivare ad una concertazione sulle tratte di interesse transregionale e insieme dobbiamo renderci conto che, con i chiari di luna che ci sono, alle Regioni non pu essere chiesto nulla di più che occuparsi delle proprie tratte di competenza.
Trenitalia non ci fa sconti, le risorse sono poche, dunque dobbiamo tutti serenamente andare nella direzione di un'accettazione di questo mondo nel quale dobbiamo coabitare.
In particolare, il 27 giugno, in un incontro tra i Presidenti delle rispettive Regioni del Piemonte e della Liguria, sono state illustrate le linee programmatiche riguardanti i servizi ferroviari regionali di nostra competenza.
Dopo una prima riorganizzazione dei servizi e la nascita del servizio ferroviario metropolitano avvenuta a dicembre 2012, il Piemonte si è posto l'obiettivo, a saldo invariato, di lanciare, il 15 dicembre 2013, il servizio ferroviario regionale avvicinando - velocizzando, ovviamente - i capoluoghi di provincia e quelli regionali.
Alla base del prodotto vi è un sistema cadenzato di trasporto per tutto il Piemonte. In particolare, inserendo a bilancio sei milioni di euro verrà potenziato tutto il trasporto verso la Liguria secondo queste direttrici.
Torino-Genova: raddoppio delle corse e conseguente velocizzazione dei tempi di percorrenza (13-15 minuti). Alessandria-Savona: cadenzamento.
Alessandria-Voghera: cadenzamento. Arquata-Alessandria: cadenzamento. Acqui Terme-Asti, cadenzamento. Chivasso- Casale-Alessandria: cadenziamento.
L'istituzione della nuova linea cadenzata FM6 Torino-Stura-Asti.
Con l'Istituto Nazionale Trasporti e in conseguenza della conseguente decurtazione delle risorse assegnate, ogni singola Regione ha messo in atto, come dicevo prima, una revisione dei servizi ferroviari partendo proprio da quelli sovraregionali e superando la storica ripartizione definita dall'Accordo di Tivoli. Prova ne è che la Regione Veneto sta riducendo i collegamenti Venezia-Verona-Milano limitandoli nel territorio veneto e, allo stesso modo, la Regione Emilia ha comunicato a noi la soppressione dei collegamenti Bologna-Piacenza-Torino, quattro coppie di treni, da attuarsi con cambio orario dicembre 2013.
Altresì la Regione Piemonte ha illustrato alla Regione Liguria che, a far data dal 15 dicembre prossimo ventura rispetto alle quattro coppie di treni Torino-Savona-Ventimiglia si assumerebbe l'onere finanziario soltanto nel periodo tra maggio e settembre per garantire l'out-going dei piemontesi verso la riviera del ponente.
Si fa presente che tali intenzioni sono state illustrate nelle varie riunioni interassessorili tra le Regioni interessate (Piemonte, Liguria Lombardia e Emilia Romagna) tenutesi ad Alessandria e Torino nei giorni 8 maggio, 14 giugno, 25 e 31 luglio dell'anno in corso. Mentre le altre Regioni hanno collaborato alla riorganizzazione dei servizi interregionali la Regione Liguria - come le dicevo prima - ha negato ogni tipo di soluzione da noi proposta. Negli ultimi giorni abbiamo appreso esclusivamente dai media, della volontà della Regione Liguria di operare tagli orizzontali sulla linea ferroviaria Acqui Terme-Ovada-Genova, che rientra nella sua competenza amministrativa. Il tavolo di confronto con le Regioni limitrofe è aperto sin dall'insediamento di questa Giunta e non appena la Regione Liguria ci comunicherà ufficialmente questa sua presa di posizione, interverremo per tutelare le migliaia di piemontesi che quotidianamente si recano, per motivi di lavoro o studio, al capoluogo di Genova.
Si informa inoltre che il 28 ottobre è previsto un incontro a Genova tra i Presidenti e gli Assessori ai trasporti delle rispettive Regioni Piemonte e Liguria.
Questo è lo stato dell'arte ad oggi. Le ragioni della nostra proposta sono evidenti. Al di fuori dei mesi individuati per il mantenimento del trasporto, si tratta di un servizio ferroviario regionale che è di competenza della Regione Liguria.
La cosa più opportuna sarebbe quella di agganciare una supplementazione del contratto di servizio, in maniera tale che la prosecuzione anche negli altri mesi sia condivisa negli importi che ne derivano dalla Regione Liguria.


Argomento: Trasporti aerei

Interrogazione a risposta immediata n. 1823 presentata dal Consigliere Negro, inerente a "Aeroporto Olimpica di Cuneo Levaldigi. Formalizzazione Concessione ventennale"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1823, presentata dal Consigliere Negro, che la illustra.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Anche se più volte abbiamo discusso in quest'aula dell'aeroporto di Cuneo Levaldigi, questa ulteriore interrogazione nasce da una necessità urgente ed improcrastinabile.
L'iter per la concessione ventennale giace oramai da quattro anni al Ministero dell'Economia, e dopo le istruttorie positive dell'ENAC e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, pare sia arrivato il momento decisivo, perché la decisione del Ministero dell'Economia e delle Finanze sta per essere presa. Dalla firma o meno del Ministro alla concessione ventennale per l'aeroporto di Cuneo Levaldigi dipendono molte situazioni, quelle passate, quelle presenti e quelle future: dipendono gli sforzi fatti dagli Enti locali (mi riferisco ai Comuni, alle famose "sette sorelle", i principali della Provincia di Cuneo e alla Provincia di Cuneo) che hanno sostenuto con quote azionarie l'avvio dello scalo; dipende il grande impegno di tutti questi anni anche della Regione Piemonte, della Provincia di Cuneo e della Camera di Commercio; dipendono le aspettative e le prospettive del comparto economico non solo cuneese.
La concessione, inoltre, sdoganerebbe definitivamente la manifestazione di interesse di un privato straniero disposto ad un piano industriale di grande prospettiva. L'ingresso di capitali stranieri, sempre auspicati oltre che a sollevare gli enti pubblici dalla loro partecipazione alla compagine societaria, rappresenterebbero una chiave di volta per il quadro infrastrutturale aeroportuale piemontese, acquisendo un bacino di utenza da sud a oltralpe che produrrebbe benefici diffusi su tutto il territorio regionale. Chiedo quindi al Presidente e alla Giunta la massima attenzione e l'impegno costante sulla definitiva conclusione della pratica riguardante la concessione per questo aeroporto di Cuneo Levaldigi, stante l'interesse complessivo per tutto il nostro territorio.
Vorrei rimarcare che il Presidente Cota si era interessato in prima persona affinché questa concessione da Roma venisse finalmente firmata.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Bonino; ne ha facoltà.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Considerando che giustamente il Presidente mi richiamava ai tempi dovuti per la risposta, la relazione, piuttosto corposa, che gli Uffici hanno predisposto e che ovviamente è pienamente condivisa anche dalla sottoscritta, gliela lascio, in maniera tale che costituisca la traccia scritta. Riprenderei solo i due temi generali, ribadendo ciò che avevamo già anticipato in altre occasioni.
Intanto le proposte inoltrate al Ministero per il Piano Nazionale per lo Sviluppo Aeroportuale, predisposto da ENAC, che in questo momento è in fase di revisione da parte del Governo, vanno nella direzione di un sollecito rispetto alla sottoscrizione, anche da parte del Ministero dell'Economia, della convenzione di concessione totale, la famosa concessione ventennale sottoscritta dai Trasporti ma non ancora controfirmata dall'Economia. Quindi abbiamo nuovamente inoltrato la richiesta, che, se andasse a buon fine, ci consentirebbe di aggiungere all'Aeroporto di Cuneo Levaldigi quel valore indispensabile per poterne immaginare una prosecuzione di attività virtuosa.
Troverà nella relazione anche riflessioni riguardo alle opportunità di sviluppo e alla situazione nella quale oggi si trova la società, anche con uno studio particolare riferito all'incremento dei flussi di utenza.
Consigliere Negro, le lascio la documentazione rimanendo ovviamente a disposizione per completare il ragionamento in qualunque sede il Consiglio ritenesse opportuno. Grazie.


Argomento: Trasporti aerei

Interrogazione a risposta immediata n. 1826 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Mantenimento della base Alitalia presso l'aeroporto di Torino Caselle: termini economici dell'accordo tra Sagat SpA e Alitalia"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1828, presentata dal Consigliere Buquicchio, che la illustra.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Assessore, buonasera. Le avevo già rivolto, durante un Consiglio straordinario, la medesima domanda, non certo per disturbarla o per arrecarle imbarazzo, ma perché in effetti credo che interessi a tutti i cittadini piemontesi (e non solo al sottoscritto) capire quanto sia costato alla comunità questo accordo a favore della cosiddetta "compagnia di bandiera" nello scalo Sandro Pertini. Perché nessuno può dimenticare che la Regione per un 8%, attraverso Finpiemonte Partecipazioni, fa parte - e quindi entra nell'accordo - di Sagat-Alitalia, senza considerare le quote pubbliche possedute sia dalla Provincia che dal Comune di Torino.
Quindi, per usare un termine di cui lei stessa si è avvalsa penso nell'ultimo Consiglio straordinario, torno a chiedere - nella speranza che lei sappia e possa dirmi qualcosa - in quanto è consistito questo incentivo di co-marketing, così come lei lo ha definito. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Buquicchio.
La parola all'Assessore Bonino per la risposta.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Consigliere Buquicchio, ben volentieri ragionerei in maniera più dettagliata rispetto a questo tema. Però, purtroppo, avendo noi ovviamente - trasferito, per ragioni di sostanza e anche di opportunità come certamente lei immagina - a Finpiemonte Partecipazioni la richiesta di avere dati precisi da potere trasferire in Consiglio, abbiamo ricevuto una comunicazione che ci informa che le informazioni oggetto dell'interrogazione sembrerebbero essere di natura riservata, in quanto potrebbero influire sui rapporti commerciali della società con altre compagnie aeree.
Le dico la verità: questo dati non li ho, anche perché lei ricorderà che noi non siamo più coattori degli accordi di co-marketing.
Ho tentato di comprendere se questa è una fase transitoria, perch siamo in via di definizione dell'accordo quadro. Immagino che, poi, ci saranno atti che dovranno essere a disposizione, dunque ho chiesto a Finpiemonte di approfondire con la dovuta sensibilità rispetto alle legittime richieste del Consiglio; infatti, noi siamo soci di Sagat e abbiamo una necessità che è di natura particolare, essendo noi Regione Piemonte e non una società per azioni.
Quindi, certamente Finpiemonte Partecipazioni, consapevole di questa nostra esigenza, si farà interprete presso la società, per raggiungere un accordo che sia di tutela - è anche comprensibile ciò che ci viene detto per la società e, allo stesso tempo, ci consenta l'agibilità dovuta alle istituzioni. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Bonino.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 1831 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Progetto di ampliamento della Vasca 8 della discarica 'La Torrazza' di Torrazza P.te (TO)"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1831, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Tralascio le premesse dell'interrogazione, che riguardano la composizione societaria di Green Holding S.p.A. che, tramite Ambienthesis S.p.A. e le varie controllate, possiede la proprietà del 100% di La Torrazza S.r.l., che è un'azienda che gestisce la discarica per rifiuti speciali, industriali, pericolosi e non, sita a Torrazza Piemonte.
La discarica è formata, al momento da otto celle, di cui sette esaurite e una di più (360.000 m3) di recente realizzazione.
Richiamando un po' di storia della discarica, nel 1996 il Ministero dell'ambiente si pronunciò sulla richiesta di conferire 700 mila metri cubi di rifiuti nella cella 8, tramite il decreto di VIA del 22 febbraio 1996, e riconoscendo che l'area aveva un carico ambientale notevole autorizzò il conferimento solo della metà del materiale richiesto, quindi 350 mila metri cubi, dichiarando che, una volta colmata la vasca in progetto - allora si doveva ancora realizzare la cella n. 8 - sarebbe dovuta cessare totalmente sul sito l'attività di discarica.
Tale prescrizione venne recepita dalla Regione Piemonte quattro anni dopo, con una delibera di Giunta regionale del 2000 - allora c'era il Presidente Ghigo - che autorizzava la costruzione dell'ottava vasca, di 346.600 metri cubi. La stessa DGR confermava che una volta terminata e colmata questa vasca si sarebbe dovuto terminare l'attività.
Nel 1996, la Provincia di Torino ha rilasciato l'AIA alla discarica per rifiuti non pericolosi - sottolineo "non pericolosi" - di cui alla cella 8.
Recentemente, nel 2007, questa Autorizzazione Integrata Ambientale è stata aggiornata autorizzando il conferimento anche dei rifiuti pericolosi.
Nel 2013, la società La Torrazza S.r.l. ha depositato in Provincia di Torino gli elaborati del "Progetto definitivo di ampliamento della cella 8" e ha chiesto di potere conferire 94 mila metri cubi di nuovi rifiuti, che non comporterebbero un allargamento fisico della cella, ma un innalzamento volumetrico, in quanto i nuovi rifiuti verrebbero deposti sopra quelli esistenti.
Nella conferenza dei servizi, ovviamente, il Comune di Verolengo e altri Comuni hanno chiesto se questa richiesta alla Provincia di Torino poteva confliggere con il decreto di VIA e il recepimento con DGR della Regione Piemonte del 2000, che diceva che non si poteva più autorizzare un ampliamento della discarica. La funzionaria della Provincia ha riferito che il silenzio da parte del Ministero sarebbe stato un assenso. Quindi, noi interroghiamo la Giunta regionale per dirimere la questione e comprendere se la Provincia sta assumendo un atto contrario ad una delibera di Giunta regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Nella presentazione del Consigliere Bono è già stato sottolineato che tutte le competenze relative alle discariche di rifiuti sono state trasferite dalla Regione Piemonte alle Province e, di conseguenza, anche la competenza in materia di Valutazione di Impatto Ambientale. Va sottolineato che anche il Ministero dell'ambiente, a cui competevano le procedure di valutazione di impatto ambientale per i progetti di impianti di rifiuti speciali e tossico-nocivi, ha interamente trasferito tale competenza, che è andata ad aggiungersi a tutte le altre competenze in materia di rifiuti già in capo alle Province. In merito alla validità temporale del DEC/VIA/2392 del 22 febbraio 1996, si può evidenziare che ante decreto legislativo n.
152/2006 non era prevista alcuna scadenza per i giudizi di compatibilità espressi dal Ministero dell'Ambiente. Nel caso specifico, il decreto di cui sopra vincolava "il giudizio positivo circa la compatibilità del progetto relativo alla Discarica II categoria tipo B per rifiuti speciali e tossico nocivi da realizzarsi in comune di Torrazza Piemonte (TO)", come è già stato ricordato dal Consigliere. Pertanto, la competenza è in capo alla Provincia; eventualmente, è la Provincia che può entrare rispetto alle variazioni contenute nel DEC/VIA/2392, che è attualmente ancora valido.
Quindi, in questo caso la competenza è in capo alla Provincia di Torino.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Quaglia.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 1830 presentata dalla Consigliera Pentenero, inerente a "Interventi urgenti di ripristino dei danni causati al Canavese dagli eventi atmosferici del 27-30 aprile 2013"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1830, presentata dalla Consigliera Pentenero, che ha la parola per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

Intervengo molto brevemente per conoscere lo stato degli interventi che la Regione può mettere in atto rispetto agli eventi calamitosi che hanno colpito il Canavese alla fine del mese di aprile.
Siamo consapevoli della situazione complicata all'interno della quale i pronti interventi versano, ma la situazione dei Comuni, oggi, è altrettanto complicata, quindi volevamo comprendere qual è lo stato di attuazione e quali provvedimenti sono stati adottati fino ad ora. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pentenero.
La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Rispetto agli eventi calamitosi, in particolare quelli sottolineati dalla Consigliera Pentenero e quelli che si sono susseguiti sul nostro territorio - mi sembra opportuno ricordare gli eventi che proprio in queste ore hanno colpito la Toscana e la Liguria, che denotano la fragilità del territorio nazionale, peraltro c'è stato un morto - la deliberazione del Consiglio dei Ministri del 23 giugno 2013 ha stanziato una somma di cinque milioni di euro per il superamento dell'emergenza.
L'Ordinanza del Capo di Dipartimento della Protezione Civile nomina tra l'altro il Direttore delle Opere pubbliche, difesa del suolo ed economia montana e foreste Commissario delegato per il superamento dell'emergenza derivante dagli eventi in oggetto per il territorio piemontese.
Il Commissario, tra le varie incombenze, deve provvedere: all'individuazione dei Comuni danneggiati all'accertamento dei danni, nonché all'adozione di tutte le necessarie ed urgenti iniziative volte a rimuovere le situazioni di pericolo e ad assicurare l'assistenza alle popolazioni colpite alla predisposizione, nel limite delle risorse finanziarie stanziate pari a cinque milioni di euro, di un piano di interventi da sottoporre all'approvazione del Capo del Dipartimento della Protezione Civile e che deve contenere: gli interventi realizzati dagli enti locali nella fase di prima emergenza le attività poste in essere in termini di somma urgenza, inerenti alla messa in sicurezza delle aree interessate dagli eventi calamitosi gli interventi urgenti volti ad evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a persone o a cose all'assegnazione delle provvidenze per l'autonoma sistemazione ai nuclei familiari eventualmente sgomberati.
Il tutto si è tradotto in un'ordinanza del 28 agosto 2013, che ha dato attuazione a quanto previsto, acquisendo il parere favorevole del Dipartimento della Protezione Civile. Detto provvedimento è stato sottoposto al controllo di legittimità della Corte dei Conti, le cui osservazioni sono state recepite con una nuova ordinanza in data 22 ottobre 2013, con la quale, ai sensi della legge n. 119 del 15 ottobre 2013, il visto di legittimità è stato abrogato.
Nei prossimi giorni verrà data regolare comunicazione dei contributi concessi a favore dei Comuni interessati, tra i quali risultano previsti anche i Comuni segnalati nell'interrogazione della Consigliera (Andrate e Nomaglio).
Credo che la pubblicazione dell'ordinanza sulla Gazzetta Ufficiale con l'elenco dei Comuni e delle risorse avverrà, se non alla fine di questa settimana, all'inizio della prossima. Appena sarà predisposta dagli uffici con il visto di regolarità, verrà trasmessa a tutti i Consiglieri regionali per conoscenza.


Argomento: Trasporti aerei

Interrogazione a risposta immediata n. 1822 presentata dal Consigliere Tiramani, inerente a "Gestione Trenitalia sulla tratta Novara-Varallo" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1822.
Non essendo presente il presentatore, Consigliere Tiramani, chiederei gentilmente all'Assessore Bonino di far pervenire all'interessato una risposta scritta.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione a risposta immediata n. 1829 presentata dalla Consigliera Bresso, inerente a "Direzione artistica lavori Palazzo Unico della Regione"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1829 presentata dalla Consigliera Bresso, che ha la parola per l'illustrazione.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
L'interrogazione in oggetto risale al mese di luglio; nel frattempo sono successe altre cose, ma sono comunque interessata a sentire la risposta dell'Assessore.
Nel frattempo è cambiato anche l'Assessore, ma non gli ripeto la storia della vicenda, perché la conosce bene: si tratta del cosiddetto grattacielo Fuksas.
A un certo punto, fra fine giugno e inizio luglio, sulle pagine del quotidiano la Repubblica è apparsa la questione relativa alla supervisione artistica, che pur essendo stata affidata e quindi pagata nel contratto di revisione del progetto, quando ne fu cambiata la localizzazione, sembrava non essere più affidata all'architetto Fuksas.
Indipendentemente dal soggetto a cui è affidata la supervisione artistica, è del tutto evidente, però, che un grattacielo così complesso richiede che chi lo ha progettato ne effettui la supervisione per evitare che venga rovinato o peggiorato e che controlli che le qualità strutturali estetiche e anche le modifiche che ne dovevano fare un edificio dal punto di vista energetico molto efficiente siano rispettate.
Nel frattempo, abbiamo saputo che l'accordo era stato trovato e quindi la domanda, a questo punto è: che tipologia di accordo? Perché si è ritenuto di pagare nuovamente una supervisione artistica che era già incorporata nel contratto affidato? Quali garanzie ci sono che il progetto non venga snaturato nel corso della sua realizzazione? Perché chiaramente è piuttosto delicato un intervento con il leasing in costruendo, in quanto al soggetto vincitore può sempre interessare risparmiare in corso d'opera visto che la definizione del quantum dell'affitto è fatta con il contratto di affidamento.
Quindi quali sono gli strumenti di controllo artistico, tecnologico e strutturale che sono stati messi in atto per evitare che ci siano modifiche sostanziali al progetto, a danno non solo della Regione, ma anche della collettività? La domanda riguardava esplicitamente i motivi della nuova consulenza io ho illustrato quali sono le ragioni che rendevano un po' preoccupante una situazione per cui sembrava che l'impresa che aveva vinto la gara stesse cambiando sostanzialmente il progetto (di solito non in meglio, è raro che ci sia un volontario miglioramento estetico, strutturale e qualitativo del progetto).
In definitiva, quali sono gli strumenti che avete messo in atto per verificare che una struttura così importante per la collettività piemontese non venga snaturata?



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Pichetto Fratin per la risposta.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, in merito al quesito che poneva l'interrogazione, ho una parte scritta, preparata dagli uffici, che precisa quanto segue.
I documenti contrattuali agli atti (ovvero il contratto del 16/06/2006 rep. 11304 ed il contratto del 19/11/2009 rep. 14894) si riferiscono alla "supervisione artistica" e non già alla "Direzione artistica". L'eventuale figura di Direttore artistico potrebbe determinare un dualismo alla Direzione dei lavori, senza peraltro assumerne le responsabilità proprie per legge della Direzione lavori, innescando quindi un'inevitabile conflittualità per competenze, che sarebbero inesorabilmente ribaltate su RUP ed Amministrazione. Ciò potrebbe provocare ritardi nell'esecuzione dell'opera e/o riserve economiche da parte dell'Appaltatore.
Il su richiamato contratto del 16/06/2006, all'articolo 3 recita testualmente: "L'Amministrazione conferisce, infine, l'incarico di supervisione artistica in sede di progettazione esecutiva e esecuzione dei lavori, qualora tali attività siano affidate al soggetto realizzatore del Nuovo Palazzo. L'incarico di supervisione artistica ha ad oggetto i soli aspetti architettonici, strutturali ed impiantistici dell'Opera ed è finalizzata a garantire la qualità architettonica dell'Opera". Infatti tale contratto suppone (punto 5 delle premesse) che la Regione Piemonte avrebbe bandito, per la realizzazione del Nuovo Palazzo, una gara di concessione in costruzione (ai sensi dell'articolo 19 della legge n. 109/1994 e s.m.i.) che, come noto, può demandare al Concessionario la redazione del progetto esecutivo e la Direzione dei Lavori. Si giustifica quindi la presenza della supervisione artistica (non già della Direzione artistica) sia sulla progettazione prima e sull'esecuzione dopo.
La Giunta regionale, con la DGR 35-8805 del 19 maggio 2008, sceglieva una diversa modalità di realizzazione del Palazzo, ovvero mediante locazione finanziaria di opere pubbliche, valutando come più conveniente per l'Amministrazione, affidare l'appalto in base alla progettazione esecutiva, così da non riservare all'affidatario margine di modificabilità del progetto ed assicurare certezza dei ribassi in sede di gara e, dunque di spesa per l'esecuzione dell'opera.
Tale decisione ha, di fatto, reso inefficace quanto contenuto nel contratto del 16 giugno 2006, articolo 3, rep. 11304. Infatti, veniva stipulato il contratto del 19 novembre 2009 rep. 14894, con cui si assegnava, al raggruppamento di professionisti facente capo all'architetto Fuksas, la progettazione esecutiva. Tale contratto al punto 12 delle premesse cita testualmente "che il Professionista, preso atto che l'affidamento della progettazione esecutiva fa venire meno l'esigenza di svolgere - per la progettazione stessa - le prestazioni di supervisione artistica, ha chiesto che venga comunque allo stesso riservata detta supervisione per la fase di esecuzione delle opere (con esclusione delle opere di urbanizzazione), tenuto conto dell'esigenza di salvaguardare la qualità architettonica ed estetica del Nuovo Palazzo;".
Inoltre, al successivo punto 13 si aggiunge "che l'Amministrazione condivide l'esigenza posta in luce dal Professionista e ritiene che non vi siano preclusioni alla conservazione in capo al Professionista della supervisione artistica in fase di esecuzione delle opere;" (questo certamente lo ricorda perché è firmato da lei).
Ancora, all'articolo 3, punto 2: "A modifica di quanto pattuito nel contratto stipulato in data 16 giugno 2006 e nei successivi atti, le Parti convengono che la supervisione artistica sarà svolta dal Professionista solo con riferimento all'esecuzione dei lavori del "Nuovo Palazzo " (escluse, pertanto le opere di urbanizzazione)", così come siamo.
Il suddetto incarico veniva quindi considerato una mera possibilità per l'Amministrazione regionale e notevolmente ridimensionato, perché si limitava alla costruzione e non più alla progettazione, anche del peso economico della prestazione di supervisione artistica, in quanto sarebbe stata esercitata solo sulla fase di costruzione e non in quella di progettazione esecutiva.
A fronte di quanto sopra, occorre considerare che: a seguito degli incarichi agli atti e contratti sopra stipulati, l'incarico di supervisione artistica non è mai stato perfezionato né pagato (al momento neanche oggi) che con apposita DGR la Giunta si è riservata di conoscere l'esito delle indagini in corso da parte della Corte dei Conti prima di procedere a nuovo incarico, ma nel frattempo è aperta collaborazione con lo studio Fuksas nella sua qualifica di progettista già pagato per il progetto (come previsto dalla normativa vigente per le variazioni al progetto esecutivo) l'indagine da parte della Corte dei Conti è tuttora in corso; le varianti migliorative strutturali erano ben note ai progettisti - sono sempre state notificate ai progettisti - e sono state validate da apposita commissione tecnica e, inoltre, hanno avuto il parere tecnico positivo di ARUP (società di consulenza ingegneristica quotata a livello internazionale).
Sarà cura dell'Assessorato verificare lo stato dell'arte dell'indagine della Corte dei Conti per velocizzare la formalizzazione dell'incarico di supervisione artistica all'architetto Fuksas (capogruppo dell'ATI costituita).
In sintesi, si tratta di definire la formalizzazione dell'incarico di supervisione in pendenza delle decisioni inerenti alla correttezza e alla congruità relative alla progettazione.
Nella sostanza, quindi, qual è la situazione? La trattativa con lo studio Fuksas è tuttora aperta, anche se lo studio Fuksas mantiene, con un impegno informale al momento, sul cantiere una presenza costante settimanale, quindi di assistenza, a partire dal mese di luglio, quando si sono aperti i rapporti. Si tratta di definire, almeno per quanto riguarda l'opinione della Regione, di fermare la pretesa di due milioni e sette da parte dello studio Fuksas in corso, relativa a pendenze precedenti; di definire quella che può essere l'entità di quello che ho chiamato rimborso spese, ma giuridicamente si chiamerà onorario o compenso, per l'assistenza continuativa, chiamiamola supervisione artistica, nella fase di costruzione.
Attualmente, ad essere onesti, lo stanno svolgendo con un impegno informale sul fatto che erano progettisti, ma siamo in fase di definizione nel senso che sono gli Avvocati della Regione - il legale della Regione - e gli Avvocati dello studio Fuksas che devono trovare una soluzione perché, a nome della Giunta regionale, ho detto che in questo momento non potevamo nemmeno andare a chiudere un rapporto precedente e riconoscere i due milioni e 700 mila euro che pretende lo studio Fuksas. Quindi valuteranno l'accantonamento o il ritiro: attendiamo le valutazioni da parte di coloro che sono stati investiti della questione. Dall'altra parte, ritengo - e la Giunta ritiene - che sia interesse della Regione avere questa supervisione dello studio Fuksas, che è il progettista, che è un nome di prestigio, che segue quello che è l'avanzamento del progetto. Chiaramente, in un progetto così enorme, tutti i giorni anche l'angolo del mattone è opera d'arte e lascio immaginare che, se non è tutti i giorni è settimanale, c'è qualcosa che non funziona. Quanto poi non funzioni perché lo vuole solo una parte o lo vuole solo un'altra - chi sbaglia e chi ha ragione - sinceramente cerco sempre e solo di fare in modo che si trovi la posizione più equilibrata.
Siamo arrivati all'undicesimo piano. È un'opera, al di là del Palazzo unico della Regione, di urbanizzazione imponente, che cambierà il volto della città, quindi credo che il Consiglio regionale, tra qualche giorno, con le modalità che riterrà più opportune, possa davvero organizzare una visita al cantiere.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.41 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.41)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Cantore, Marinello, Motta Angela, Ronzani, Sacchetto e Tiramani.
Il numero legale è 27.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Iscrizione all'o.d.g. ed esame ordine del giorno n. 1114 presentato dai Consiglieri Cerutti, Artesio, Carossa, Reschigna, Buquicchio, Pedrale Bono, Biolé, Negro, Montaruli e Cattaneo, inerente a "I lavoratori precari PTA del Politecnico di Torino"


PRESIDENTE

Richiamo l'attenzione dell'Aula su due temi.
Primo. Irritualmente, perché non si potrebbe iscrivere. Tuttavia, se sono tutti d'accordo, poiché vi è stato questo incontro con i lavoratori precari del Politecnico di Torino, ci sarebbe l'intenzione bipartisan - lo hanno firmato quasi tutti i Gruppi e credo che anche gli altri lo faranno di presentare un ordine del giorno, con la Consigliera Cerutti come prima firmataria, che andrebbe anche solo votato, di invito al Parlamento affinché possa trovare, nel decreto della Pubblica Amministrazione attualmente in discussione, una soluzione normativa che permetta al Politecnico di procedere al percorso di stabilizzazione dei precari.
L'Aula acconsente?



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Allora lo poniamo subito in votazione.
La Giunta si rimette all'Aula.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 1114, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale considerato che: nell'Ateneo torinese, da diversi giorni, i lavoratori precari con il sostegno delle RSU stanno portando avanti una lotta per la salvaguardia di circa 120 posti di lavoro, di cui 83 a tempo determinato e 47 co.co.co alcuni dei lavoratori sono precari da 14-20 anni e sono passati da tutte le tipologie contrattuali (partita IVA, co.co.co., co.co.pro, tempo determinato) rischiando periodicamente di ritrovarsi disoccupati sottolineato che: se venissero a mancare i precari si verrebbero a creare notevoli disagi nell'ateneo per il conseguente dimezzamento, o la cessazione, di servizi ora forniti dai suddetti il lavoro attualmente svolto dal personale precario, a parità di servizi erogati, ricadrebbe sul personale a tempo indeterminato con le immaginabili conseguenze in termini di carico di lavoro e qualità dei servizi forniti sollecita il Parlamento affinché possa trovare all'interno del cosiddetto Decreto Pubblica Amministrazione, attualmente in discussione, una soluzione normativa, che permetta al Politecnico di Torino di procedere nel percorso di stabilizzazione dei precari PTA." Il Consiglio approva.
Comunico che la Conferenza dei Capigruppo prevista per domani è convocata e che si terrà ai termini dei lavori pomeridiani odierni verso le 17, se non prima.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 1068 presentato dai Consiglieri Botta Marco Montaruli e Motta Massimiliano, inerente a "Condanna di un possibile intervento armato in Siria"; ordine del giorno n. 1072 presentato dai Consiglieri Boeti, Oliva, Muliere, Motta Angela, Rostagno, Reschigna Manica e Pentenero, inerente a "No ad un intervento militare in Siria" ordine del giorno n. 1069 presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano Botta Marco e Montaruli, inerente a "Revoca del Nobel per la pace a Barack Obama"; ordine del giorno n. 1079 presentato dai Consiglieri Buquicchio e Ponso, inerente a "Soluzione politico-diplomatica della crisi siriana" ordine del giorno n. 1082 presentato dal Consigliere Bono, inerente a "Contrarietà ad un intervento militare in Siria e negazione del supporto logistico militare agli USA in territorio italiano"; ordine del giorno n. 1092 presentato dai Consiglieri Leo, Pedrale e Costa, inerente a "Condanna della guerra ed appello per la pace in Siria"


PRESIDENTE

Richiamo l'attenzione dell'Aula.
Alcuni firmatari di atti di indirizzo sulla cosiddetta "questione Siria", di cui al punto 7) all'o.d.g., mi hanno giustamente fatto rilevare che sono superati.
Inviterei, quindi, se i firmatari sono d'accordo, di ritirare questi atti di indirizzo.
Devo formalmente richiamarli.
L'ordine del giorno 1068 dei Consiglieri Botta Marco, Montaruli e Motta Massimiliano è ritirato..
L'ordine del giorno n. 1072 è ritirato.
L'ordine del giorno n. 1069? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Motta Massimiliano; ne ha facoltà.



MOTTA Massimiliano

Mi rimetto all'Aula. Ritengo sia un dato imprescindibile il fatto che ancora nelle dichiarazioni del 27 settembre, quindi non una vita fa, e ancora in quelle dell'11 ottobre, da parte del Presidente Obama, si ribadisce il fatto che comunque la minaccia...



PRESIDENTE

Quindi, mi sembra di capire che lo vuole mantenere.



MOTTA Massimiliano

Sì, però non voglio neanche tediare l'Aula con una discussione che ritengo superata. Credo che, comunque, sulla questione del ritiro del premio Nobel si è creata anche una comunità...



PRESIDENTE

Va bene, al momento sospendiamo il giudizio.



MOTTA Massimiliano

Cosa vuol dire "sospendiamo il giudizio"?



PRESIDENTE

... il giudizio dell'Aula sul fatto di trattare o meno il punto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Visto che l'argomento è stato posto all'o.d.g., ritengo che sullo stesso si possa e si debba discutere, a prescindere dall'attualità o meno dei vari ordini del giorno.
Quindi, sono favorevole alla discussione.



PRESIDENTE

Il tentativo è stato infruttuoso, quindi ovviamente anche gli ordini del giorno n. 1068 e n. 1072 rimangono in vita se il punto viene mantenuto.
Procediamo, quindi, con l'esame degli ordine del giorno: n. 1068, avente ad oggetto "Condanna di un possibile intervento armato in Siria", presentato dai Consiglieri Botta Marco, Montaruli e Motta Massimiliano, dato per illustrato dai presentatori ordine del giorno n. 1072, avente ad oggetto "No ad un intervento militare in Siria", presentato dai Consiglieri Boeti, Oliva, Muliere, Motta Angela, Rostagno e Reschigna, dato per illustrato dai presentatori ordine del giorno n. 1069, avente ad oggetto "Revoca del Nobel per la Pace a Barack Obama", presentato dal Consigliere Motta Massimiliano, che ha testé illustrato tale ordine del giorno ordine del giorno n. 1079, avente ad oggetto "Soluzione politico diplomatica della crisi siriana", presentato dai Consiglieri Buquicchio e Ponso Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Presidente, vorrei intervenire sull'argomento, quindi per me è indifferente intervenire ora o dopo.



PRESIDENTE

Continuiamo con gli atti d'indirizzo: ordine del giorno n. 1082, avente ad oggetto "Contrarietà ad un intervento militare in Siria e negazione del supporto logistico militare agli USA in territorio italiano", presentato dal Consigliere Bono, dato per illustrato dal presentatore.
ordine del giorno n. 1092, "Condanna della guerra ed appello per la pace in Siria", presentato dai Consiglieri Leo, Pedrale e Costa, dato per illustrato dai presentatori.
aperto il dibattito generale.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Penso che, al di là dello specifico di qualche ordine del giorno l'argomento in generale sia purtroppo ancora molto attuale.
Difatti il 23 e il 24 novembre si dovrebbe tenere il summit, che non è assolutamente scontato, per cui dico che si dovrebbe tenere.
la cosiddetta Ginevra 2, pensata per porre fine alla guerra civile in corso e per raccordare le parti in conflitto su di un governo di transizione.
Intanto in territorio siriano continuano a consumarsi violenze l'ultima in ordine di tempo ha provocato 31 morti nello scoppio di un'autobomba contro un posto di blocco ad Hama.
In questo quadro di difficile costruzione della pace e di continui sanguinosi scontri tra forze governative da una parte e ribelli dall'altra che, secondo fonti ONU, hanno già causato oltre 100 mila vittime, cinque milioni di sfollati e due milioni di rifugiati, non va dimenticato che la partita più delicata ad oggi è in mano agli ispettori ONU, che si stanno occupando del programma di distruzione delle armi chimiche.
Fino al 1° novembre dovranno verificare le informazioni fornite dal Governo siriano sul suo arsenale chimico e pianificare quelli che saranno i passi successivi.
Poi inizierà la parte più complessa, quella dello smaltimento dell'intero programma chimico siriano, stimato in circa 1000 tonnellate di armi chimiche, entro la metà del 2014.
Il problema più grande, a parte le difficoltà tecniche legate alla distruzione in sé dell'arsenale chimico, riguarda la sicurezza.
Se da un lato il Presidente Assad ha garantito massima collaborazione dall'altro lato i ribelli non hanno fornito alcun tipo di rassicurazione, e questo potrebbe complicare non poco il lavoro degli ispettori, visto che un terzo dei siti in cui si trovano le armi chimiche è fuori dal controllo del Governo siriano e situato in luoghi in mano alle forze antigovernative.
C'è però un aspetto che più di tutti salta agli occhi a chi ha seguito attentamente le vicende che hanno interessato negli ultimi tre mesi la Siria.
Agli inizi di settembre l'intervento militare contro il regime di Damasco era dato pressoché per scontato, quasi imminente. A spingere per una rapida soluzione armata in totale spregio delle convenzioni internazionali, in aperta sfida al mondo musulmano e alle altre potenze mondiali, a partire alla Russia di Putin e per finire alla Cina, vi erano come ricorderete tutti, gli Stati Uniti, la Francia di Hollande, la Gran Bretagna di Cameron. Tutte a premere sull'acceleratore per una "guerra lampo" che avrebbe dovuto avere come obiettivo ultimo il rovesciamento del regime dittatoriale di Assad.
Casus belli: l'uso di armi chimiche sulla popolazione civile nell'attentato del 21 agosto scorso alla periferia di Damasco.
In questo lasso di tempo, le velleità interventiste degli Stati Uniti e dei suoi alleati sono state in qualche modo stroncate da una serie di circostanze, in primis, dagli esiti emersi dal rapporto degli ispettori ONU, che sebbene parlasse di prove chiare e convincenti sull'uso di gas nell'attacco alla periferia di Damasco e definisse l'impiego di armi chimiche un atroce e vergognoso crimine di guerra, negava l'esistenza di precise responsabilità dell'una o dell'altra forza in campo.
Per qualche giorno successivo alla pubblicazione del rapporto ONU, i diversi schieramenti internazionali si sono affrettati a dare una propria interpretazione di quel documento, ma il lento e progressivo mutare dello scenario interno alla Siria ha finito per cambiare anche gli atteggiamenti delle potenze internazionali nei confronti di Assad: quest'ultimo, infatti accettando la distruzione del proprio arsenale chimico, sulla base dell'accordo russo-americano, da acerrimo nemico quale era è diventato improvvisamente un partner affidabile, tanto che qualche settimana fa il Segretario di Stato americano Kerry ha addirittura lodato il consenso e l'approvazione della Siria, che ha permesso di avviare in tempi record la distruzione dell'arsenale chimico.
Non solo, ma l'America, sempre per bocca di Kerry, si è detta grata alla Russia per la sua collaborazione. Anche il premier turco Erdogan, tra i primi a chiedere la testa di Assad e a fornire pieno appoggio ai ribelli sembra ora avere dei ripensamenti, al punto da ordinare il bombardamento di una loro base a ridosso della frontiera.
In questo mutato scenario, non va sottovalutato un altro aspetto: che l'ala moderata delle forze antigovernative, su cui le potenze occidentali facevano leva in caso di rovesciamento del regime di Assad, ha perso via via forza rispetto ad Al Qaeda, da sempre infiltrata tra i ribelli ed in primissima linea nella battaglia per la conquista del potere in Siria.
Perché è ormai un fatto risaputo, come i più attenti analisti internazionali hanno osservato, che in Siria non esista un "regime cattivo" contrapposto a "ribelli buoni", ma piuttosto due parti in campo decise a spartirsi l'egemonia del potere.
Le organizzazioni che Al Qaeda fiancheggia, oltre ad essere meglio organizzate, sono anche meglio armate e meglio finanziate. Non dimentichiamo infatti che i Paesi stranieri ricoprono un ruolo di primo piano in questo scacchiere. L'Iran ha messo in campo centinaia di pasdaran che, insieme ai miliziani libanesi di Hezbollah e a tutti i Paesi arabi sunniti del Golfo, affiancano le forze governative nelle operazioni contro i ribelli. In appoggio a questi ultimi e alle milizie islamiste sono scesi in campo Qatar, Arabia Saudita, Giordania, Turchia e Mosca, ma Teheran oltre a garantire un rilevante supporto di intelligence, fornisce a Damasco armi, radar e ricambi.
Di fronte dunque alla prospettiva di consegnare il Paese nelle mani terroristiche, destabilizzando ancora di più un'area che è una vera e propria polveriera etnica e religiosa, alimentata dall'eterno scontro tra sunniti e sciiti, sta prevalendo, giocoforza, lo spirito collaborazionista con il regime di Damasco, che a quanto pare farà da sfondo anche alla prossima Conferenza di Pace a Ginevra. Anche se l'inviato delle Nazione Unite e della Lega Araba in Siria Brahimi ha fatto sapere che "non si potrà tenere nessuna conferenza di pace senza la partecipazione di un'opposizione siriana credibile, che rappresenti quella parte del popolo che combatte il regime di Assad". Opposizione che, oggi, è fortemente frammentata, motivo per il quale la conferenza di Ginevra rischia di saltare (questo non lo ritengo solo io).
Lo stesso Presidente siriano, proprio ieri in un'intervista ad una tv libanese, annunciando di volersi ripresentare alle elezioni del 2014, ha smorzato gli entusiasmi su Ginevra 2, affermando che "non c'è ancora una data certa per la conferenza di pace, non si conosce chi vi prenderà parte e se le forze che vi parteciperanno rappresenteranno realmente i siriani".
La svolta americana, iniziata quando la Russia ha convinto Obama a rinunciare al bombardamento punitivo del regime in cambio della distruzione delle sue armi chimiche, conferma, a mio avviso, quanto fosse strumentale e mosso da ben altre ragioni, il proposito dell'uso della forza da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati. Sia chiaro che resto dell'idea che il regime dittatoriale di Assad, che ha accentuato le proprie responsabilità negli anni e con l'avanzare della rivolta, resti indifendibile. Ma non si può tacere sugli strumenti impiegati per contrastare questo regime (d'altra parte, è un sistema utilizzato in tutte le parti del mondo per arrivare al commercio delle armi.) Il conflitto siriano forse non si prolungherebbe senza forniture ufficiali per il governo e semiclandestine per forze ribelli.
Lo scorso 8 settembre, in occasione dell'Angelus domenicale, ampio eco ha destato la denuncia di Papa Francesco contro il traffico di armi che alimenta la guerra, in particolar modo quella in corso in Siria. Il Pontefice ha richiamato l'attenzione del mondo su una verità di cui spesso non si parla, che spesso si preferisce nascondere: il guadagno enorme che sta dietro al commercio e al traffico di armi, che inevitabilmente accresce e rafforza la criminalità organizzata rappresenta il nodo centrale. "Il profitto è la legge suprema", ha detto in una recente intervista Monsignor Silvano Maria Tomasi.
Su queste considerazioni mi potrei dilungare ancora, ma non intendo tediarvi. Voglio solo ricordare che il Presidente americano Eisenhower, nel discorso d'addio alle Nazioni del 17 gennaio 1961, ebbe ad affermare, come cito testualmente: "Dobbiamo guardarci le spalle contro l'acquisizione di influenze che non danno garanzie, sia palesi che occulte, esercitate dal complesso militare-industriale. Non dobbiamo mai permettere che il peso di questa combinazione di poteri metta in pericolo le nostre libertà o processi democratici".
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sarò più breve del Consigliere Buquicchio.
Il tema è sicuramente importantissimo, ma è più di pertinenza nazionale che regionale. A settembre, eravamo sull'onda emotiva degli accadimenti dei primi momenti in cui sembrava quasi inevitabile un ingresso, anche del nostro Paese, in una delle così tante cosiddette guerre di pace (non esistono guerre di pace, ma solo guerre).
Sull'onda emotiva di questi accadimenti che sembrano veramente portare ad un peggioramento della situazione molto, molto rapido, diversi Gruppi consiliari hanno presentato ordini del giorno, quindi ci tenevo ad illustrare brevemente i punti in cui si chiede un impegno al Consiglio regionale.
Non mi dilungo molto sulle premesse perché la situazione è molto, molto complicata. Bisognerebbe essere degli studiosi dell'area del Medio Oriente per comprendere quali sono le molteplici forze che rendono instabile la regione. Nessuno può avere la certezza oggi che ci siano, come è stato detto, da una parte i buoni e dall'altra i cattivi. C'è anche incertezza su chi abbia dato la provvigione di armi chimiche, su quali siano i finanziatori dei ribelli rispetto al regime e anche del regime stesso.
ovvio che forze antigovernative, se non vengono sovvenzionate sia a livello di tecnologia militare sia a livello di finanziamenti economici e monetari difficilmente possono tenere testa ad un esercito regolare. Anche da questo punto di vista dobbiamo farci delle domande. Per adesso la situazione non è ancora risolta, ha un precario equilibrio. Speriamo che la diplomazia possa far sì che non si debba intervenire in uno scontro già molto cruento, e si possa risolvere magari andando a future elezioni o, comunque, a soluzioni politiche per la stabilizzazione dell'area.
L'ordine del giorno che ho presentato chiedeva di promuovere ad oltranza una trattativa, coinvolgendo i gruppi locali per una convivenza pacifica, quindi con una risoluzione alternativa del conflitto, affinch venissero create delle zone de-militarizzate per la popolazione civile garantite da corpi civili di pace non violenti ed internazionali nella tutela e nella promozione di diritti umani, del disarmo, della cooperazione e dello sviluppo. Chiedeva anche di formulare un programma atto all'embargo totale di qualsiasi tipo di arma in territorio siriano.
Questo è un concetto fondamentale. Molti non sanno che vari istituti di credito bancario del nostro Paese fanno affari tramite commesse militari e che l'Italia è uno dei principali Paesi produttori di armi con aziende molto importanti. Paradossalmente, a volte, siamo noi stessi a fornire le armi in quelle aree in cui poi dovremmo andare con i nostri militari, i nostri corpi di pace, a presidiare e portare la calma. È una situazione anche un po' imbarazzante. L'abbiamo imparato studiando la storia di tutti i grandi conflitti che hanno coinvolto l'Europa in cui, ovviamente, i grandi gruppi bancari sono quelli che poi ci guadagnano, come le grandi aziende, mentre i cittadini dei vari Paesi - uomini, bambini e anziani muoiono sotto le bombe.
Un embargo di qualsiasi tipo di vendita di armi in territorio siriano ratificando ed eseguendo, in tempi brevi, il progetto sul trattato e sul commercio delle armi adottato a New York dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 2 aprile 2013 e che, all'epoca, era anche in discussione alla Camera, sarebbe fondamentale.
Il trattato serve a regolamentare il commercio di armi a livello internazionale e a creare degli standard per i trasferimenti, puntando ad abbassare la vendita stessa delle armi nel tentativo di disciplinarne la compravendita. Le categorie di armi prese in considerazione dal Trattato erano otto: carri armati, mezzi corazzati da combattimento, sistemi di artiglieria a largo calibro, velivoli da combattimento (e qui potremmo anche tornare sulla questione dell'acquisto dei cacciabombardieri F 35) elicotteri d'attacco, navi da guerra, missili, e lanciamissili, nonché le armi leggere e di piccolo taglio.
Infine, respingere qualsiasi impegno militare italiano nella crisi siriana, sia in territorio siriano che negli Stati limitrofi, anche nell'eventualità che - ovviamente, questo è un punto già superato - il Consiglio di Sicurezza ONU si fosse pronunciato a favore, nel rispetto della nostra tanto vituperata Carta costituzionale, che all'articolo 11 recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Lo dice la nostra Costituzione, forse dovremmo applicarla.
Auspicavo che il nostro Paese assumesse un ruolo proattivo sulle trattative diplomatiche in attesa della famosa e già citata conferenza di Ginevra 2.
Questi erano i punti del mio ordine del giorno. Penso, al di là del superamento di alcuni parti di questo, sia assolutamente votabile e condivisibile.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Montaruli: ne ha facoltà.



MONTARULI Augusta

Grazie, Presidente.
Ho intuito, con piacere, che la comunità internazionale è arrivata per fortuna - molto prima della Regione Piemonte! Sono allibita dalla scelta di voler mantenere il dibattito su questo tema: tutti i nostri sforzi per dimostrare che il Consiglio regionale produce qualcosa di utile con questo pomeriggio di dibattito vengono sviliti. Perché andare a discutere di un qualcosa che non è più attuale risulta quantomeno anomalo.
Se c'erano delle forze che lo ritenevano indispensabile, allora avrebbero dovuto avere il coraggio di porlo all'ordine del giorno nei tempi necessari, e non certo farci perdere un pomeriggio di Aula per discutere di qualcosa su cui non avremmo alcuna incidenza, a meno che lei, Presidente non decida di inviare le nostre discussione ad Assad o al capo dei ribelli siriani o al Presidente Obama o a chiunque altro si sia attivato su questo tema. Pregherei veramente l'Aula di mostrare responsabilità e di fare un passo indietro rispetto agli ordini del giorno che sono stati presentati.
Perché sono stati presentati - io per prima sono firmataria - in un momento in cui risultava indispensabile dare un segnale politico che venisse dal Consiglio regionale per incidere su un tema che era assolutamente all'ordine del giorno. Ma oggi risulta quantomeno ridicolo, permettetemi di dirlo. Non voglio togliere la paternità delle scelte o delle posizioni a nessuno; tutti noi avremmo da disquisire se stare con Assad o meno, se stare con la Siria del regime o se stare con la Siria dei ribelli, se stare a fianco degli Stati Uniti o contro di loro, eccetera. Ma non credo che oggi ai piemontesi interessi questo.
Quindi, tolte le paternità dei singoli ordini del giorno, tolte le paternità delle singoli posizioni o delle porzioni di partito su questo tema, assolutamente presenti ed importanti ma non attuali, prego il Consiglio regionale di ripensarci e di andare ad affrontare un punto all'o.d.g. più attuale che interessi i nostri cittadini.
Altrimenti rendiamolo una cosa seria - non lo dico per battuta Presidente - e prego l'Ufficio di Presidenza di mandare le nostre belle discussioni ad Assad o ad Obama, così ne potranno tenere conto nell'avanzata delle trattative che, in modo assolutamente responsabile e maturo, vorranno affrontare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Collega Montaruli, avevo pronto un intervento, ma raccolgo la sua richiesta e non lo farò. Vorrei, però, che queste cose avvenissero sempre.
Purtroppo i piemontesi stanno aspettando da noi fatti concreti progetti e proposte di legge, disegni di legge che devono andare avanti.
Poi ci si misura, avete i numeri e approvate. Benissimo. Il Capogruppo della Lega Nord dice: "Esageruma nen!". Comunque, al di là di questo dobbiamo concretizzare. Eppure, per ben due volte - ho scambiato qualche opinione col collega Negro - con tutto il rispetto, si è parlato della tragedia di Lampedusa e l'abbiamo menata, fra virgolette, tutto il giorno abbiamo parlato delle violenze TAV in Val di Susa tutto il giorno, perch c'é il diritto di intervenire per dieci minuti per ciascun Consigliere.
Bastava una presa di posizione dell'Ufficio di Presidenza, cinque minuti, e si rispettavano le vittime e le tragedie di Lampedusa e quant'altro. Io ho votato contro la TAV, ma rispetto la democrazia e le regole, quindi in Val di Susa si prendeva posizione a favore.
Ritiro il mio intervento. Non so cosa vorrà fare il mio Capogruppo sull'ordine del giorno, però chiedo a quest'Aula di essere concreti e rispettosi tutte le volte e di portare avanti quello che veramente i piemontesi stanno aspettando.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Avevo già dichiarato che l'ordine del giorno avente come primo firmatario il collega Boeti era ritirato. Ne confermo, quindi, il ritiro.
Dico anche che qualora venissero posti in votazione gli altri documenti noi non parteciperemo alla votazione, perché riteniamo illogica, in questo momento, una presa di posizione del Consiglio regionale.
Nello stesso momento, permettetemi di evidenziare un aspetto: o questi documenti, che non appartengono all'attività legislativa del Consiglio regionale ma appartengono comunque alla sensibilità politica di ciascun appartenente all'Assemblea regionale, vengono discussi e affrontati nel momento in cui vi è un'attualità sul tema - e credo che sia opportuno che ciò avvenga, così com'è avvenuto anche su altri temi - oppure perdono la loro efficacia.
Se dovessimo inviare questi documenti a qualcuno, passeremo per un'Assemblea regionale intempestiva, che non si accorge di quello che è avvenuto in termini di cambiamento nel mondo.
Credo che oggi andare avanti a discutere di questo tema sia veramente illogico. Allo stesso tempo, è evidente che quando c'è un'attualità e quando vi è anche l'opportunità e la necessità che il Consiglio regionale intervenga su questioni rilevanti - perché pace o guerra non sono temi che appartengono alla banalizzazione dello scontro nella vita politica - questo debba avvenire in tempi che consentano di rendere attuale la presa di posizione del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Franchino; ne ha facoltà.



FRANCHINO Sara

Grazie, Presidente.
Sarò molto sintetica. Ho chiesto di intervenire solo per esprimere il mio apprezzamento nei confronti dell'intervento sensato della Consigliera Montaruli. Lo condivido integralmente anche nelle affermazioni più provocatorie, a cui mi associo.



PRESIDENTE

Mi sembra che vi sia un orientamento significativo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Impiegherò due minuti. Rispetto agli ordini del giorno, innanzitutto voglio ricordare che il nostro avevamo chiesto di ritirarlo.
In secondo luogo, devo dare atto al Presidente del Consiglio che ha cercato di proporre appunto questa soluzione di "ritiri concordati".
Infine, l'intervento combinato della collega Montaruli e del Consigliere Reschigna hanno esplicitato la situazione in maniera inequivocabile. L'unico ordine del giorno, forse, che avrebbe avuto un senso discutere era quello su Obama, perché ancora attuale (io sono perch si "redima" e che lavori per la pace), tutti gli altri sono "a babbo morto". Concordo, quindi, con il "combinato disposto", il PDL era già di questo avviso.
Ci associamo quindi alla collega Montaruli e al collega Reschigna.



PRESIDENTE

Allora ci riprovo.



(Commenti del Consigliere Motta Massimiliano)



PRESIDENTE

Scusi, non l'ho vista. Stia calmo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Motta Massimiliano; ne ha facoltà.



MOTTA Massimiliano

Io sto calmissimo, però all'inizio della discussione mi ero rimesso già all'Aula, perché ritengo che, rispetto agli altri atti di indirizzo, questo ordine del giorno avesse un altro spirito. Perché - mi permetta la battuta già sapevo che, comunque, avremmo parlato della Siria forse quando la Siria, magari, veniva annessa a qualche altro Stato, perché di fatto è così, anche per degli atti di indirizzo o per delle interpellanze più importanti (quando abbiamo parlato del 118, ad esempio, ho scoperto che era giacente una mozione da circa un anno e mezzo).
Se qua, oggi, vogliamo prendere un impegno, questo impegno non lo assumono i Consiglieri regionali, ma l'Ufficio di Presidenza e i Capigruppo, affinché quando viene iscritto qualche argomento... Ci sono infatti, delle sedute di Consiglio regionale dove l'ordine del giorno viene stilato ed esaurito nella stessa seduta. Mi pare che la collega Spagnuolo dicesse che in passato queste cose accadevano.
Ritengo che questo atto di indirizzo non sia assolutamente superato perché, comunque, ci sono delle linee di pensiero quali quella di Magdi Cristiano Allam, che ha comunque suscitato opinioni attorno al fatto di aderire alla mobilitazione.
Credo che ci siano altre persone che abbiamo più diritto rispetto ad Obama di ricevere il Premio Nobel, in primis il nostro Papa Francesco, che ha fatto determinate affermazioni.
Inoltre, le affermazioni di Obama sono assolutamente attuali perch l'ultima risale all'11 ottobre.
Se l'ufficio di Presidenza nel riproporre il fatto di ritirare comunque gli ordini del giorno e le mozione si impegna affinché quello che iscriviamo all'o.d.g. viene comunque trattato e tutti i Capigruppo sono d'accordo, sono per ritirarlo. Però, non diciamo che oggi abbiamo fatto una discussione inutile, perché di discussioni inutili, qui, non vorrei dire ma ce ne sono state tante altre.



PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza, che non può essere l'ufficio parafulmine, e la Conferenza dei Capigruppo possono impegnarsi su quello che vogliono, per come giustamente spesso ci ricorda il Consigliere Burzi - concordo con quanto dice - l'Aula è sovrana. Io non posso mettere il Consiglio in condizione di affrontare un ordine del giorno se il Consiglio non collabora per affrontarlo nella sua competenza. Cerco di spiegarmi: se il Consiglio perde un'ora al mattino e mezz'ora al pomeriggio, abbiamo un'ora e mezza in meno rispetto alla programmazione dei lavori. Se, poi, tutti i Consiglieri lo dico da mo' - si avvalgono, giustamente e legittimamente, del tempo loro assegnato dal Regolamento, magari anche Gruppi formati da tre, da otto o da 11 Consiglieri, e intervengono in sei, sette o dieci minuti sullo stesso ordine del giorno, in un pomeriggio si esamina un solo ordine del giorno.
Per esempio, occorrerebbe la volontà - questa modifica noi l'abbiamo già pronta in Giunta per il Regolamento - almeno sull'ordine del giorno, di introdurre, a nostra tutela, una regola - proprio per andare incontro a quanto lei diceva, su cui concordo - per comprimere i tempi. Pensiamo l'ho detto tante volte - che il relatore della legge di bilancio al Parlamento europeo ha un minuto in più, cioè presenta il documento in quattro minuti, anziché in tre. Tale proposta la porteremo in Giunta per il Regolamento; se i Vicepresidenti, che peraltro sono presenti in Aula, sono d'accordo, la convochiamo e cominciamo ad affrontare questo argomento. Per quanto riguarda la questione degli ordini del giorno che vengono votati sono quegli ordini del giorno cosiddetti bipartisan, dove la parte prevalente del Consiglio, sia delle opposizioni che della maggioranza, è d'accordo. E spesso, quando non hanno una implicazione per l'Ente che noi amministriamo, quindi un impegno preciso per il Consiglio stesso, e maggiormente per la Giunta, è più facile approvarli. Però, quando chiediamo al Parlamento, o a chicchessia, di risolvere i problemi, normalmente l'accordo è un po' più ampio e trasversale.
Quindi, l'unico atto di tutela che possiamo attuare per noi stessi è la modifica della regola sulla gestione dell'ordine del giorno. Nell'VIII Legislatura sono state eliminate, per risparmiare del tempo, le dichiarazioni di voto; poi sono state introdotte l'illustrazione e la replica, passando da cinque a 20 minuti complessivi. Quindi, 20 meno cinque fa 15 minuti in più rispetto alla discussione. Dobbiamo affrontare un po' quel punto, se c'è un accordo. Se non c'è, l'Aula, essendo sovrana, fa quello che ritiene. Cioè, con le regole attuali, tutti hanno il diritto di intervenire dieci minuti nella discussione dell'ordine del giorno, se così intendono fare, perché le regole non possono essere calpestate neanche dal Presidente o dall'Ufficio di Presidenza.
Hanno chiesto di intervenire i Consiglieri Buquicchio e Burzi.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Presidente, su questa vicenda non dobbiamo essere ipocriti. Infatti, è dall'inizio della legislatura (forse dal 1972 ad oggi) che, in quest'Aula si affrontano argomenti di tutti i tipi, da come germoglia la fava a come si deve sotterrare il pisello, quindi parlare di un argomento così importante...



(Brusìo in aula)



(Scampanellìo del Presidente)



BUQUICCHIO Andrea

D'accordo, di politica estera, di politica internazionale...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Per favore! Consigliere Buquicchio, prosegua.



BUQUICCHIO Andrea

Di politica internazionale, d'accordo.
Ci confrontiamo su tanti argomenti, che per qualcuno dei presenti possono essere importanti e per me, magari, lo sono di meno, ma resto seduto qui educatamente ad ascoltare tutto quello che si dice.
Allora, per altri possono essere interessanti altri argomenti, non perché l'ordine del giorno o la mozione approvata possa avere qualche valore in qualche altro consesso, ma in quanto confrontarsi e conoscerci tra di noi, in base a come si interloquisce, può essere anche un arricchimento da parte di qualcuno. È ovvio che determinati argomenti non tanto superficiali vanno approfonditi, non è che si può parlare così su tutto e di tutto senza avere approfondito gli argomenti.
Quindi, se gli argomenti non sono stati approfonditi e non si ha voglia di approfondirli, magari si ritiene di evitarli. È più facile scrivere un comunicato, un ordine del giorno o una mozione populistica - del tipo "scoperchiamo il Campidoglio", tanto per dire - e non affrontare nel merito questioni serie come questa.
A me sta a cuore questo discorso dei rapporti con determinate potenze perché già due anni fa avevo sollevato un problema simile per quanto riguarda la Costa d'Avorio. Personalmente, ritengo che non vada bene utilizzare i terroristi per rovesciare i regimi! Mi si dice: "Tu vivi a Torino". Sì, vivo a Torino, ma non voglio vivere nel mio orticello, mi piace interessarmi di tutti i problemi! Siccome questo, innanzitutto, è un consesso politico, è giusto confrontarsi, per chi sa confrontarsi e ha argomenti di confronto, su tutti gli argomenti compreso questo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Intanto, la ringrazio della citazione, che ho molto apprezzato, e intervengo giusto per completarla, siccome faccio parte di una maggioranza che ha un tasso di masochismo non superficiale. Adesso vedremo, nelle opportune sessioni che al sabato si succedono attorno al caminetto del Presidente momentaneamente assente, come cercare di ridurre questo tasso di masochismo, per renderlo però meno superficiale.
Anche sul Regolamento ricordo di avere - ahimè - partecipato inutilmente, alle sedute insieme all'allora Capogruppo Muliere, che in questo momento è assente. Sarà andato anche lui a raccogliere i funghi. E comunque, qualunque cosa stia facendo mi sembra più utile che stare qui anzi suggerirei una votazione, onde possa fare in modo che manchi il numero legale e onde abbreviare inutilmente questa sofferenza, che mi sembra un accanimento non terapeutico.
Arrivo ad una proposta: il Regolamento, rispetto a coloro che hanno pensato di proporlo all'Assemblea legislativa della scorsa legislatura con fatica, molta fatica, anche con conseguenze non tutte positive: la legge sulle raccolte firme ha fin qui inflitto infiniti dolori a codesta Regione - è un figlio non legittimo e non riconosciuto, ma effettivo, della procedura di approvazione del Regolamento della scorsa legislatura.
Siccome l'Aula è sovrana - mi consenta, Presidente, per indicarle la modalità di gestione della Giunta per il Regolamento, sapendo quanto lei ci tenga dell'unanimismo, che, secondo me, non è un valore, in nessuna sede tanto meno nelle Commissioni consiliari - potremmo convocare un Consiglio straordinario sul Regolamento, anzi, quasi quasi, adesso mi attivo a raccogliere le firme - a quattro, cinque o sei ci arrivo da solo - e quel giorno lì mi sfogo anche io a proporre interpretazioni e variazioni del Regolamento, che quest'Aula, se vorrà, potrà dare a se stessa, qualora volesse.



PRESIDENTE

Grazie.
Per quanto riguarda il problema dell'unanimismo - Consigliere Burzi, mi consenta - come sa, purtroppo, il Regolamento - dico "purtroppo" - pu essere modificato solo dall'Aula nell'alveo del vecchio Regolamento, perch così è stato deciso. Quindi, ancor prima della procedura, occorrerebbe magari, un ulteriore approfondimento su alcune tematiche.
Se non ci sono più interventi, elenco gli ordini del giorno e mi dite se sono mantenuti o ritirati.
L'ordine del giorno 1168, inerente a "Condanna di un possibile intervento armato in Siria", presentato dai Consiglieri Botta Marco, Montaruli e Motta Massimiliano, vive o è ritirato?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

ritirato.
L'ordine del giorno n. 1072, inerente a "No ad un intervento militare in Siria", è già stato ritirato, come comunicato dal Consigliere Reschigna.
L'ordine del giorno n. 1069, inerente a "Revoca del Nobel per la pace a Barack Obama", è ritirato.
L'ordine del giorno 1079, inerente a "Soluzione politico-diplomatica della crisi siriana", presentato dai Consiglieri Buquicchio e Ponso?



(Commenti del Consigliere Buquicchio)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

ritirato.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 1082, inerente a "Contrarietà ad un intervento militare in Siria e negazione del supporto logistico militare agli USA in territorio italiano", presentato dal Consigliere Bono, è ritirato.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 1092, inerente a "Condanna della guerra ed appello per la pace in Siria", presentato dai Consiglieri Leo, Pedrale e Costa, è ritirato.



PRESIDENTE

Il punto 7) all'o.d.g. è esaurito, in quanto diamo atto e comunichiamo all'Aula che gli ordini del giorno nn. 1068, 1072, 1069, 1079, 1082 e 1092 sono ritirati dai proponenti.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di legge n. 328, inerente a "Modifica alla legge regionale 4 marzo 2005, n. 1 (Statuto della Regione Piemonte)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 328, inerente a "Modifica alla legge regionale 4 marzo 2005, n. 1 (Statuto della Regione Piemonte)", di cui al punto 8) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Laus, relatore.



LAUS Mauro, relatore

Grazie, Presidente. Per essere più puntuale, do lettura di una brevissima relazione.
Presidente, dato che questa proposta di riforma statutaria, a mio avviso, è una riforma epocale, chiederei gentilmente, a titolo di cortesia non vuol essere assolutamente un comando, perché non rientra nella mia formazione culturale comandare - un po' di ascolto e un po' di silenzio.



PRESIDENTE

Prego cortesemente i colleghi di fare silenzio e prestare attenzione.
Grazie.



LAUS Mauro, relatore

Grazie, Presidente.
Gli organi del Consiglio regionale, quale cuore dell'attività legislativa e decisionale, sono chiamati sempre di più a raccogliere la sfida della trasparenza e della facilità di accesso lanciata dalla cittadinanza. La Regione Piemonte, già da tempo, ha imboccato la strada della trasparenza, rendendo accessibili e costantemente aggiornati molti dei contenuti connessi all'attività dell'Ente stesso, soprattutto tramite i siti web istituzionali. A livello normativo, a questa ormai ineludibile esigenza di trasparenza, ha risposto, anche se solo in parte, la legge regionale 27 dicembre 2011, n. 17 "Istituzione dell'anagrafe delle cariche pubbliche elettive e di governo della Regione, del sistema informativo sul finanziamento e sulla trasparenza dell'attività dei Gruppi consiliari e disposizioni in materia di società, enti e istituti controllati partecipati e dipendenti da parte della Regione".
Occorre ora procedere senza indugi lungo il percorso diretto a ottenere la massima trasparenza anche dell'attività della macchina regionale rendendo visibile in tempo reale e monitorabile il lavoro svolto dalle Commissioni permanenti del Consiglio, quantomeno da parte degli organi di stampa, per consentire ai professionisti dell'informazione di aggiornare nel dettaglio e con maggiore puntualità i cittadini.
La presente proposta di legge, composta di tre articoli, si propone pertanto di incrementare i livelli di trasparenza dell'attività delle Commissioni consiliari permanenti modificando la legge statutaria della Regione Piemonte per aumentare il livello di pubblicità dei lavori delle Commissioni consiliari permanenti e renderle accessibili al personale accreditato degli organi di informazione.
Parliamo di tre articoli. Il primo introduce un comma aggiuntivo all'articolo 30 dello Statuto, riguardante le Commissioni consiliari permanenti, demandando al Regolamento la determinazione delle forme di pubblicità dei lavori delle Commissioni stesse.
L'articolo 2 mitiga la previsione attuale dello Statuto, che esclude la presenza ai lavori delle Commissioni di membri estranei al Consiglio regionale e introduce l'opportunità che rappresentanti degli organi di stampa partecipino alle sedute delle Commissioni stesse.
L'ultimo articolo è l'articolo 3. Abroga il comma 3 dell'articolo 46 della legge statutaria per esigenze di coordinamento con la modifica introdotta all'articolo 30 della legge stessa. Ho preferito dare lettura puntuale e precisa della relazione, perché non vorrei dilungarmi in ragionamenti di natura politica che potrebbero essere oggetto di strumentalizzazioni di parte. Pertanto ritengo chiuso il mio intervento.



PRESIDENTE

Bene. Prima di iniziare la procedura, ricordo all'Aula che, trattandosi di modifica di legge statutaria, sono necessarie due letture.
In entrambe le letture l'approvazione della proposta di legge deve avvenire con la maggioranza assoluta dei seggi, quindi 31 voti favorevoli.
possibile presentare emendamenti da parte di qualsiasi Consigliere in qualsiasi momento, vigendo per la procedura della modifica statutaria il precedente Regolamento consiliare.
Ha chiesto la parola la Consigliera Montaruli; ne ha facoltà.



MONTARULI Augusta

Grazie, Presidente.
Quando stamattina ho aperto il giornale, mi sono resa conto che i giornalisti sono presentissimi nelle Commissioni, persino in quelle che dovrebbero avere del materiale secretato. Forse non partecipano fisicamente, ma siamo noi bravissimi a renderli presenti.
Voglio essere breve nel mio intervento, perché brevi sono gli articoli e poca mi sembra la consistenza di questa proposta. Voterò contro questa proposta, innanzitutto perché ritengo che non possa avere accesso personale esterno quando il personale stesso della Regione non ha accesso a quelle Commissioni. E mi spiego. Perché devo dare l'autorizzazione a un giornalista ad entrare, quando il mio collaboratore non può venire a portarmi un foglio in Sala Morando? Perché, ha la peste? No, è una regola: vale per il giornalista, vale anche per i nostri collaboratori.
Secondo aspetto: presenza dei giornalisti. Credo che noi non siamo stati bravi a far rispettare le regole essenziali delle nostre Commissioni e mi riferisco alle Commissioni che dovrebbero avere materiale secretato.
Quindi, visto che non c'è una maturità di questo Consiglio nel gestire le Commissioni più delicate, mi chiedo come si possano gestire le Commissioni che invece, in teoria, non dovrebbero avere questi vincoli.
Per questi motivi, ritengo che tale proposta non debba essere approvata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Anch'io direi che è una richiesta pleonastica, lo dico all'amico e collega Laus, perché se c'è un canale di informazione così attivo fluidificante e in tempo reale, sono le informazioni che escono dalle Commissioni e che arrivano agli organi di stampa. A volte, ho l'impressione che qualche collega tenga il cellulare accesso e così faciliti il lavoro all'amico giornalista che può, in diretta, scrivere il pezzo sul proprio computer o sul proprio iPad. Di conseguenza, ritengo che non sia assolutamente necessario modificare il Regolamento.
Condivido anch'io quello che ha detto la collega Montaruli: se è impedito al personale interno e ai collaboratori dei Consiglieri di essere presenti ai lavori delle Commissioni, non vedo perché debbano parteciparvi le persone terze completamente estranee al Consiglio regionale Vorrei fare piuttosto un appello, anche se sarà inutile. L'appello è che veramente si rispetti la riservatezza dei lavori delle Commissioni, in particolare delle Commissioni speciali, che invece vedo viene sistematicamente violata. Se fossimo un po' più seri con noi stessi, forse all'esterno saremmo anche più apprezzati.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Mi preme intervenire nella discussione generale di questa proposta di legge perché si tratta di una questione che mi interessa particolarmente: è infatti un tema che ho cercato di portare avanti, non sotto forma di proposta legislativa, ma sotto forma di proposta politica, nell'arco di questi tre anni in cui sono stato Consigliere regionale. Ho cercato di aggregare un consenso sulla proposta di rendere pubbliche le sedute delle Commissioni, senza fare riferimento solo alla classe dei giornalisti o ai collaboratori dei Gruppi consiliari.
Secondo me, le Commissioni dovrebbero essere pubbliche. Ricordo che sicuramente il Presidente lo ricorderà - lo proposi anche durante una seduta dei Capigruppo, ma mi venne risposto che il Consiglio regionale è un'Assemblea legislativa esattamente come il Parlamento. In Parlamento le Commissioni sono chiuse per motivi di riservatezza e di segretezza del voto su provvedimenti legislativi e così doveva essere sulle Commissioni del Consiglio regionale.
Se ci pensate, però, tutte le sedute dei Comuni sono aperte, sono pubbliche: qualunque cittadino può entrare e stare a sentire quello che si dice nelle Commissioni. Francamente non vedo questa grande differenza tra un atto deliberativo e un atto legislativo. Sì, si potrà dire che, a livello di fonte gerarchica, la legge è sicuramente più importante, ma non vedo delle ostative di senso compiuto che possano far dire che chi fa una legge deve essere blindato all'interno di una Commissione.
Inoltre, come ha detto giustamente la Consigliera Montaruli, non è vero che siamo blindati all'interno delle Commissioni: se vogliamo vederlo da un punto di vista di influenza, i Consiglieri regionali possono essere intercettati in qualunque momento, da quando escono di casa fino all'arrivo alla votazione nella seduta della Commissione, e possono subire influenze legittime, lecite o anche illegittime e illecite, che portano poi a esprimere un voto, proprio perché non sono persone estrapolate dal contesto sociale in cui vivono, e quindi totalmente astratte dalle pressioni sociali giuste - cioè le rivendicazioni sociali, civili e quant'altro.
Pertanto, non ho mai capito la differenza che si poneva in essere rispetto al Parlamento, essendo il Parlamento la fonte da cui le Regioni hanno copiato in senso costruttivo, ma abbastanza pedissequo, le normative di svolgimento delle Commissioni e degli iter legislativi, rispetto ai Comuni.
Questo per me è sempre rimasto un dubbio amletico, su cui non ho mai avuto risposta.
Sono rimasto contento, quando ho visto il Consigliere Laus proporre questo provvedimento. Non so se tutto il Partito Democratico sia convinto o se sia un'iniziativa estemporanea del collega, ma sicuramente è una questione che condivido ed eventualmente emenderò - se ci sarà già accordo in questa prima votazione - affinché venga aperta a tutti.
Ribadisco che le nostre Commissioni sono aperte, perché a nessun Consigliere è impedito - come vorrebbe il collega Pedrale - di pubblicare commenti. Ovviamente non si registra l'audio o non si fa un video, perch ci sono delle restrizioni da parte dell'Ufficio di Presidenza, ma, in ogni caso, si possono scrivere sui social network (che siano Facebook o Twitter o qualunque altro mezzo) le valutazioni dei singoli Consiglieri e non c'è nessuna norma che impedisca a nessun Consigliere di farlo. Non c'è un illecito penale, non c'è un illecito amministrativo; può esserci un'inopportunità politica (quella sì), quindi si può contestare l'inopportunità politica, ma non c'è nessuna norma che lo vieti.
Pertanto - ripeto - i giornalisti hanno accesso, rapidamente telefonicamente, a qualunque Consigliere che voglia rendicontare.
Abbiamo visto rendicontate, su alcuni giornali online, le sedute della Giunta, pertanto, francamente, mi sembra un po' come cercare di chiudere la stalla una volta che i buoi sono già scappati! Mi sembra un po' antistorico non voler aprire le Commissioni consiliari.
Esprimo, quindi, pieno sostegno alla proposta di legge del collega Laus. Spero che il dibattito sia sincero, sereno ed ampio, perché sarebbe un vero errore bocciare questa proposta di legge, arroccandosi dietro pretese e giustificazioni che non ritengo comprensibili neanche all'esterno.
Aprire le Commissioni sarebbe un grande segnale di trasparenza verso i cittadini, che potrebbero assistere alle attività delle Commissioni regionali, così come fanno per tutte le attività delle Commissioni comunali.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Bono.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Il mio ragionamento e il mio comportamento in sede di voto si collocano all'interno del discorso che faceva il collega Bono.
Sono cresciuta, nei livelli istituzionali, con l'esperienza delle Amministrazioni comunali, dove - come veniva ricordato - le Commissioni consiliari sono sempre, regolarmente, aperte al pubblico. I cittadini possono intervenire in forma di ascolto esattamente come nelle sedute del Consiglio regionale, e non solo. Il Consigliere comunale può anche delegare, alla partecipazione e ai lavori, un proprio esperto rappresentante, il quale, non essendo eletto con mandato di democrazia rappresentativa, non può esercitare il diritto di voto sugli atti, però pu seguire il dibattito della Commissione e rendere il Consigliere consapevole del lavoro svolto, nonché, eventualmente, predisporre il Consigliere stesso ad avanzare degli atti di arricchimento della discussione.
Questo avviene in un contesto ed è avvenuto in un tempo nel quale c'era anche molta attenzione alla garanzia della partecipazione dei Gruppi con minore rappresentanza consiliare ai lavori di tutte le istanze dell'organo.
ovvio che in un momento come il nostro, in cui la furia iconoclasta di riduzione dei costi della politica e di semplificazione della democrazia rappresentativa fa auspicare alla gran parte del Paese che i monogruppi non esistano più, anzi, probabilmente che vengano aboliti per legge anche gli elettori che si ostinano a votarli.
Evidentemente, non ci si preoccupa che i Consiglieri che rappresentano da soli un Gruppo possano essere aiutati nello svolgimento della loro attività istituzionale dal fatto che le Commissioni siano aperte e che questa apertura consenta l'ascolto da parte di propri esperti, che possano corroborare l'iniziativa legislativa del Consigliere. Dico non a caso "legislativa", perché mi insinuo nella differenziazione che finora ha motivato la segretezza delle Commissioni. Vale a dire quella per la quale noi siamo organo legislativo diverso e distinto dagli organi di funzione amministrativa come i Consigli comunali.
Considero necessaria, invece, un'apertura a coloro che sono indicati dai Gruppi, in virtù dell'arricchimento dei lavori della Commissione.
Per questa ragione, con convinzione, ringrazio il collega Buquicchio.
Ho sottoscritto il suo emendamento, che ha previsto l'integrazione dei delegati del Consigliere regionale alle Commissioni consiliari.
Vengo al tema dell'apertura agli organi di informazione.
Sono d'accordo, in merito all'apertura agli organi di informazione esattamente per le stesse ragioni espresse dalla Consigliera Montaruli.
Semplicemente, le interpreto in senso opposto.
In un'epoca nella quale contano poco la dedizione, la qualità dell'attenzione, il merito delle proposte, ma conta moltissimo la visibilità (questo forse lo possiamo ascrivere ad alcuni anni che abbiamo alle spalle e alla cultura che quegli anni hanno ingenerato), è del tutto evidente che la rincorsa alla visibilità, alla primogenitura, alla prima sottoscrizione, al primo annuncio su un determinato argomento ha costituito a lungo un modo con il quale il politico, non essendo più chiamato a rispondere del merito, ma essendo chiamato a comparire il più possibile cerca di accattivarsi l'attenzione degli organi di informazione, essendo il primo o il solo a fornire informazioni che possono risultare di qualche curiosità.
Pertanto, piuttosto che darci a questa corsa agli ostacoli nella quale io (lo avete già capito, conoscendomi, in questi anni) figuro regolarmente buon'ultima, piuttosto che continuare in un esercizio defatigante, penso che sarebbe meglio consentire a tutti di ascoltare in diretta quello che si discute. Magari si avrebbe anche la possibilità di vedere che il Consiglio regionale non si riunisce solo il martedì per discutere ordini del giorno obsoleti, ma tutti i giorni, più volte al giorno, in Commissione, per discutere questioni che dovrebbero avere un certo rilievo per la collettività piemontese.
Magari questo renderebbe anche tanta giustizia al giudizio di merito e di quantità che è stato espresso, particolarmente negli ultimi mesi, sui Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Effettivamente, i motivi di riservatezza che hanno spinto la formulazione dei regolamenti, e quindi dello Statuto, in questo senso, sono realmente incomprensibili.
Ragioniamo un attimo: come si svolgono i lavori in Commissione? I Consiglieri partecipano (ovviamente chi ha voglia di partecipare ed ha interesse a partecipare), si parla e si discute. Poi, finita la Commissione, i Consiglieri (quelli che lavorano, che hanno voglia di lavorare) normalmente si recano al Gruppo, dove hanno, se sono riusciti a costituirlo, un team di lavoro serio, interloquiscono con i propri collaboratori, riportando le questioni che sono state discusse in Commissione.
Pertanto, di quale riservatezza parliamo, quando io - Consigliere regionale - finisco la riunione di Commissione e mi reco al Gruppo a parlare con i collaboratori e dico loro: "Approfondite questi argomenti perché in Commissione si è detto questo, questo, questo e questo"? Perché vietare ad un rappresentante per Gruppo, un collaboratore per Gruppo, di collaborare con il Consigliere in Commissione? Questo è un discorso ed è il motivo per cui ho presentato l'emendamento.
Bocciare un emendamento del genere significa essere veramente chiusi! L'altra questione è quella relativa ai giornalisti.
Anche qui, si tratta di un falso problema: si invoca la riservatezza.
Certo, può essere più imbarazzante discutere in presenza dei giornalisti ma questi potrebbero essere collegati in diretta in un'altra sala, se non si vuole la loro presenza fisica.
Non vedo il motivo di vietare che ascoltino quello che si dice.
Capisco che la Conferenza dei Capigruppo sia una questione un po' più delicata, e quindi richieda in certi passaggi soprattutto maggiore riservatezza, ma così come sono pubbliche le sedute d'Aula di Consiglio non capisco perché quelle di Commissione debbano essere chiuse nel ristretto di quattro mura. Non lo capisco! Quindi, ho presentato quell'emendamento e ringrazio i colleghi per averlo sottoscritto. Chiedo che la richiesta del collega Laus possa essere accettata.
In subordine, se non volete essere masochisti, concedete almeno ai Consiglieri di poter portare in Commissione un collaboratore per Gruppo.
Non vedo proprio il motivo per bocciare un'istanza del genere, se si vuole lavorare seriamente. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Franchino; ne ha facoltà.



FRANCHINO Sara

Grazie, Presidente.
Penso che la proposta che stiamo discutendo sia estremamente attuale o quanto meno estremamente attuale in un Paese in cui i processi si celebrano mediaticamente su Report alla sera, in un Paese in cui i giornalisti possono esprimere tutto quello che pensano indipendentemente da una verifica dei fatti, in cui si pensa di depenalizzare qualsiasi reato che vada a salvaguardare l'onore e l'immagine delle persone, in cui i giornalisti e la stampa non esercita più il cosiddetto quarto potere, ma esercita o almeno aspira - anzi, direi purtroppo che esercita - l'unico e indiscriminato potere della nostra società. E credo che questa proposta è il segno di una progressiva perdita di sensibilità democratica che il legislatore purtroppo in questi anni, da quanto si è approvata con un lungo lavoro la Carta Costituzione, ha perso, perché nella salvaguardia di quella che era la funzione legislativa e non il potere - come ossessivamente andiamo a ripetere là dove si continua a pensare ad una casta, senza ricordare che quella casta è rappresentata dai rappresentanti dei cittadini e dalla gente - aveva previsto una serie di garanzie. È una serie di garanzie che adesso abbiamo addirittura vergogna di nominare, una serie di garanzie che erano l'immunità parlamentare, una serie di garanzie che erano rappresentate dall'indennità, una serie di garanzie che erano anche rappresentate dal mettere non tutta l'attività esercitata dal potere legislativo come pubblica, ma che consentivano una riservatezza dei lavori preparatori. Perché? Per rendere indipendente il potere svolto e la funzione legislativa svolta.
Per questo i parlamentari non hanno vincolo di mandato, per queste ragioni.
Noi questa sensibilità l'abbiamo dispersa, per cui non mi sorprende neanche più sentir parlare di proposte come quella a firma del Consigliere Laus.
Sono assolutamente contraria ad una commercializzazione e ad una pubblicizzazione indiscriminata dell'attività importante che viene svolta in Commissione e che in quell'ambito, dal mio punto di vista, va mantenuta a garanzia non dei terzi e della riservatezza. Non è un problema di privacy, è un problema di tutela della funzione preparatoria legislativa.
In questo senso, invece credo che sia di buonsenso l'emendamento proposto sulla possibilità di far partecipare gli assistenti alle Commissioni soprattutto per quei Gruppi più piccoli che non hanno la capacità di essere onnipresenti e di poter partecipare a tutto il lavoro svolto. Qualcosa di molto simile avviene ad esempio nella vicina Lombardia, dove gli assistenti dei Gruppi parlamentari possono, su delega del Consigliere e del Capogruppo, partecipare in Commissione addirittura esercitando un potere di voto. Per cui hanno la possibilità di votare ai lavori della Commissione.
Credo che, se si vuole portare avanti un discorso come quello che è stato portato e come quello che mi sembra l'obiettivo di questa proposta sia opportuno non solo prevedere la pubblicizzazione dei lavori di Commissione, ma a questo punto, visto che andiamo incontro alle istanze ossessive che leggiamo sui giornali in cui ogni intercettazione assume chissà quale peso, in cui chi svolge attività politica non deve più avere alcun diritto alla privacy e ad un proprio pensiero, perché qualsiasi cosa esprima può essere tacciata come non corretta, allora si debba rendere pubblica tutta e integralmente la quotidianità degli eletti.
Allora, mettiamo le web-cam a casa? Facciamo un "Grande Fratello" degli eletti italiani - se questa è la soluzione e se è a questo che vogliamo arrivare! Per questo motivo, tralasciando le provocazioni, sono totalmente contraria alla proposta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Credo che questo dibattito certamente porta ad esprimerci e da questo punto di vista mi sembrerebbe interessante che non ci fosse semplicemente un confronto maggioranza e opposizione.
Anch'io ero abituata, come ha detto la Presidente Artesio, in Consiglio comunale, dove le Commissioni sono aperte ed è possibile parteciparvi, non solo da parte dei giornalisti, ma addirittura anche da parte dei cittadini semplicemente come uditori. E non mi sembra che ci fossero particolari problemi al riguardo.
Credo che in questo periodo in cui noi abbiamo avuto modo di avere visibilità di tante riunioni che, come comunemente si dice, vanno in streaming grazie a quelle che sono le innovazioni di un movimento che adesso ha introdotto sempre di più l'utilizzo dei mezzi multimediali, sia un po' anacronistico rinchiudersi su se stessi.
Ho sentito l'intervento della Consigliera Franchino e prima della Consigliera Montaruli. Credo che, proprio per le ragioni da loro dette ormai non ci si possa proprio più chiudere, perché se anche non si ammette la partecipazione degli organi di stampa, gli organi di stampa comunque vi accedono e con le modalità più diverse. In questo senso, forse un diretto accesso alle fonti aiuterebbe ad una maggiore trasparenza e quindi ad avere la possibilità di vedere con i propri occhi quello che effettivamente capita.
Mi sembra che la proposta del Consigliere Laus sia anche molto equilibrata, così mi sembra interessante l'emendamento proposto dal Presidente Buquicchio. Quindi, il nostro giudizio non può che essere favorevole.
Credo che non si tratti di voyeurismo che vogliamo in qualche modo esasperare, ma semplicemente di far sì che ciò che sta già avvenendo normalmente in modo non così trasparente, avvenga in modo trasparente, e che chi è facente parte di Gruppi più piccoli, come la sottoscritta, abbia anche la possibilità di avere un supporto nel seguire le attività delle Commissioni.
Credo che una chiusura da parte del Consiglio regionale possa anche essere letta non positivamente all'esterno, proprio perché si dice che quelli che sono i luoghi in cui i cittadini vengono rappresentati dovrebbero essere delle case di vetro. E quindi delle case di vetro fanno sì che ci sia anche l'opportunità di accedere e di vedere qual è il lavoro del Consigliere regionale.
Credo che forse si capirebbe che i Consiglieri regionali magari fanno anche di più rispetto a quello che normalmente un cittadino ritiene.
A me sembra che siano molto i vantaggi rispetto a questa proposta e nessun svantaggio. Pertanto, il nostro voto non può che essere positivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Intervengo volentieri, perché quando ho saputo che la proposta era del Consigliere Laus, ammetto di essere stato prevenuto, come talora pu capitare, perché il collega Laus mi ha abituato a delle proposte che ho fatto fatica financo ad ascoltare. La peggiore delle quali era quella che avrebbe indotto - e non escludo che ci arriveremo - a nominare o per sorteggio (ma nel senso proprio di estrazione a sorte) coloro che devono poi gestire le cose della Regione o, per evitare ogni forma di compromissione - e questa è questione di giorni - un pastore sardo, ma possibilmente orfano, che non sia mai uscito dalla Sardegna, in modo che tutti noi siamo sicuri - ma sicuri, sicuri, sicuri - e assolutamente certi che non abbia avuto niente a che fare con la Pubblica Amministrazione, che è l'esatto opposto di quello che penso io.
Sostengo, invece, un'amministrazione - non solo qui, ma perché non anche qui - che responsabilmente avochi a sé la paternità delle scelte dicendo: quella persona l'ho scelta io - se torniamo a quando la politica aveva un vigore - e raccolga il plauso delle scelte positive fatte perch molto spesso, le scelte sono anche positive.
Ma questo attiene agli errori precedenti del Consigliere Laus che, non a caso, invece di stare da questa parte dell'Aula, come avrebbe titolo di fare, sta dall'altra. Questo lo giustifica.
Oggi però ha sbagliato perché la cosa che dice, a mio avviso del tutto condivisibile, non segue le motivazioni che hanno indotto il Consigliere Laus a presentarla.
Mi rivolgo, invece, allo splendido intervento dalla Consigliera Franchino, sentendo il quale non posso che non sentire il rammarico che ci ha privati della sua presenza per almeno tre anni, facendocene subire un'altra, francamente, molto più indigesta da qualunque punto di vista, ma la democrazia è fatta così. Questo è un peccato. Per loro, chi se ne frega ma per noi sì, perché avremmo avuto, all'interno di codesta maggioranza, un contributo decisamente più valido (Dio solo sa quanto ce n'è bisogno).
La Consigliera Franchino dice delle cose del tutto ineccepibili soltanto che, secondo me, non sono tarate sui tempi. Se l'intervento della Consigliera Franchino fosse stato fatto nel '95, non avrei alcun dubbio nel sostenere che lei avesse ragione. Nel '95, persino in quest'Aula, c'era gente che aveva una coscienza dei propri diritti e dei propri doveri, che si è persa.
Oggi credo che anche la Consigliera Franchino sappia, e tutti noi dovremmo sapere, e se non lo sappiamo abbiamo delle colpi gravi, che a tutti coloro che stanno fuori di qui non interessa assolutamente nulla di quello che, in questo momento, stiamo facendo (poi ci tornerò). L'ho detto più volte, ma è la verità (basta guardare i telegiornali di ieri cosa è successo non solo al Ministro dell'Interno, ma anche al Ministro della Pubblica Istruzione). Non solo desiderano vederci morire, ma possibilmente non subito. La scena della nostra sparizione vorrebbero poterla registrare rivedere in slow motion e lentamente per poterla assaporare. È così.
Se è così, ed è così, intanto chi, come me, fa questo mestiere non da anni non può non pensare di esserne in parte responsabile.
Per esempio, uno dei miei migliori collaboratori - invecchiando purtroppo la gente peggiora - continua a ritenere che il PdL sia la soluzione, e non altre (ognuno, oltre i 35 anni, deve essere libero di fare gli errori in proprio). Ogni tanto, volendo criticare i nostri elettori - i nostri, non quelli di altri - dice che i nostri sono tifosi. Sbaglia.
Sbaglia alla grande. Tutti sanno che i tifosi conoscono benissimo i nomi dei giocatori, non ne conoscono tutti i comportamenti, ma di sicuro quando discutono di calcio, del loro calcio, del loro livello di campionato, hanno una competenza che è totalmente non paragonabile all'assoluta assenza di competenza che hanno quando parlano di noi.
Sono tutti compatti nel desiderio di vederci morire. Possono discutere sulla forma dell'esecuzione, non certo sull'esito, molto meglio, ripeto, se la procedura è lenta. Se è così, credo, visto che non possiamo affrontare uno tsunami con un secchiellino e la paletta - San Agostino non riusciva a svuotare il mare, figuriamoci se riusciamo noi - che non dobbiamo arrenderci, ma aprire tutte le porte finché ogni e qualunque richiesta anche la più apparentemente irricevibile, venga risolta. Tanto non succederà nulla.
Nessuno di voi pensi che le cose che noi qui potessimo dare in pasto all'opinione pubblica, serviranno ad un giornalista per scrivere meglio dove l'avete visto questo film? - o ad un elettore per seguire i nostri lavori: pervertiti o poco di più, saranno in quattro in tutta la regione ma avranno un alibi in meno.
Invece, volendo io essere eccessivamente pessimista, qualunque vedesse si potrebbe cominciare a far capire che non siamo tutti uguali. Alcuni di noi sono peggio. Ma se alcuni di noi sono peggio, significa che alcuni sono meglio. Chi sostiene la teoria che per poter decidere bisogna conoscere deve consentire agli interlocutori la possibilità di conoscere.
Avendogliela consentita, puoi dire: quel libro di cui parli, quella legge che stai criticando, l'hai letta? No.
Allora riprendere, da prima con umiltà, ma con chiarezza, e poi sempre con maggiore decisione, che se non l'ha visto e non l'ha letto non ha il diritto di parlare. Finché noi consentiamo a tutti il diritto di essere pubblici amministratori non sapendo - non che qui il know how abbondi - ma sapendone molto meno di quanto sappiamo noi, continueremo a vergognarci di noi stessi. Se ci vergogniamo di noi stessi, quello che ci sta capitando è fin meno di quanto ci meritiamo.
Il diritto alla privacy ha da essere riconosciuto. Ha da essere tutelato oggi in Procura penale a Torino, con la Corte dei Conti della Regione Piemonte, nelle Aule parlamentari e anche in questa, dove a questo diritto noi, non tanto recentemente, abbiamo abiurato applicando, non si sa perché, delle leggi che soltanto un masochismo non soltanto superficiale potrebbe consentire.
Quindi, di per sé, la Consigliera Franchino ha ragione, casualmente ha ragione anche il Laus. Escludo che il PD sia coinvolto, ma quella legge oggi è erronea. Noi dobbiamo aprire tutto, anche ciò che non ci sembrerebbe lecito. Dopodiché, che sia ben chiaro, se uno vuole lavorare al di fuori delle Commissioni può, e credo debba e possa farlo, quindi televisioni collaboratori, chi più ne ha più ne metta. Magari qualcuno di quelli che grazie all'abolizione del gettone, frequenta di meno quest'Aula, chissà come mai, può darsi, che sia preso dall'insano desiderio di iniziare a frequentarla.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Nonostante la riconosciuta capacità dialettica del Consigliere Burzi questa volta - sarà che sono prevenuto dopo domenica - non mi ha convinto.
Non mi ha assolutamente convinto.
Cerco, senza la sua capacità dialettica e nel mio modo più semplice e meno forbito, di spiegare perché io e la Lega non siamo d'accordo e voteremo contro la proposta di legge del Consigliere Laus.
In pochissime parole e soprattutto per due motivi. Ormai, purtroppo sottolineo purtroppo - la politica è sempre più apparire, è sempre più farsi vedere.
Forse questo è nato sotto la spinta di forze di alcuni esponenti politici negli ultimi anni e andrà avanti con sempre maggior vigore con altri esponenti politici della parte opposta (che forse dalla parte opposta proprio non sono) e che forse saranno segretari del maggior partito di opposizione in questo momento in Consiglio regionale, il PD. Siamo sulla stessa linea.
La strada che ha tracciato Berlusconi, la sta percorrendo perfettamente bene Renzi. L'apparire. Non più quello che io ritengo un politico dovrebbe fare: studiare, prepararsi, lavorare seriamente, magari anche sotto traccia, magari non cercando sempre lo scoop giornalistico.
Ha ragione chi è intervenuto prima sulle Commissioni speciali e sulle Commissioni di indagine o di inchiesta (ma di questo torneremo a parlarne).
Tralasciamo sul fatto che c'è un'assemblea legislativa e un'assemblea amministrava come in Comune, ma quando in Comune ero all'opposizione, per almeno due anni ero l'unico esponente del mio partito, quindi capisco perfettamente i rappresentati, i Consiglieri regionali presenti, unici componenti di un Gruppo: contare sull'aiuto di un collaboratore, può essere utile.
Voglio guardare oltre, vorrei ritornare, aiutare, contribuire in minima parte affinché la politica torni a non essere solo "apparire", della serie "non ho ancora finito di fare un qualcosa e cercare il giornalista di turno per dargli subito l'imbeccata o la notizia". Vorrei che la politica tornasse ai politici che studiano, che lavorano e che cercano di fare, nel miglior modo possibile, ciò per cui sono stati eletti.
Noi non siamo d'accordo anche per un'altra ragione: a nostro avviso non è questione di maggior trasparenza, ma di maggior "sceneggiata napoletana"! Perché se ci fossero i giornalisti anche nelle Commissioni capiterebbe esattamente ciò che capita tante volte in quest'aula: in presenza di quattro giornalisti che svolgono il loro lavoro più o meno bene (ha ragione il collega Burzi) tutti - compreso il sottoscritto, perch tante volte ci casco - si sentono liberi di fare le sceneggiate napoletane.
Lo dico sorridendo, perché non è presente e quindi lungi da me sparlare di persone non presenti, ma immagino un Ronzani, che già così è un bravissimo personaggio... Veramente, cerco sempre di imparare da lui perché c'è effettivamente da imparare su come fa vedere di essere partecipe al problema del momento!



(Commenti del Consigliere Bono)



CAROSSA Mario

Non dico quello, collega Bono. Magari ha una bravura innata, non conoscendo fino a due minuti prima il problema, a immedesimarsi nello stesso.
Ma ve lo immaginate? Già così fa interventi strepitosi in Commissione ci fossero anche i giornalisti! E se questo lo moltiplichiamo per almeno altri dieci Consiglieri, non so che cosa accadrebbe in queste Commissioni.
Adesso, a parte le battute, noi voteremo convintamente contro questa proposta di legge, perché vorremmo - lo ripeto per l'ennesima volta, perch mi sta proprio a cuore - che la politica non fosse solo "apparire", ma ritornasse ad essere la politica del lavorare e dello studiare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Sarò molto breve.
Forse un errore che ha compiuto il collega Laus nello stendere questa proposta di legge di modifica statutaria è stata quella di dire che le Commissioni sono ascoltabili dai giornalisti: sarebbe stato molto netto e molto più semplice dire che le Commissione consiliari sono pubbliche e chiunque può parteciparvi.
Ho ascoltato con molto interesse i vostri interventi, ma non trovo ancora oggi una ragione per immaginare chissà quale riservatezza è insita nel lavoro delle Commissioni consiliari, per cui assolutamente debba rimanere un luogo non percepibile dalle persone.
Anch'io provengo da un'esperienza in cui le Commissioni consiliari del mio Comune erano pubbliche (il Presidente Cattaneo era anche Consigliere comunale): ricordo che avevamo discusso di osservazioni al piano regolatore in Commissione urbanistica con la gente che poteva assistere.
Attenzione, caro collega Carossa: la sua richiesta - l'auspicio che la politica torni ad essere il luogo serio della costruzione - secondo me in questo momento passa sostanzialmente attraverso il fatto di rendere talmente percepibili i comportamenti da avvertire immediatamente la forte discriminazione tra chi immagina che la politica debba essere questo e chi immagina, invece, che la politica sia l'attimo fuggente.
Non ho trovato una motivazione per immaginare una portata rivoluzionaria stravolgente del provvedimento.
Credo, peraltro, che ci sia anche un problema: un pezzo consistente dell'attività legislativa (magari non molto utilizzato) viene svolto all'interno delle Commissioni consiliari; nel caso di sedute di Commissione in sede legislativa il problema si porrebbe; o, ancora, quando le Commissioni consiliari assumono i provvedimenti in sede redigente e quindi, sostanzialmente, sviluppano l'attività e l'esame di tutto l'articolato.
Non diamo eccessiva portata rivoluzionaria ad un provvedimento che, di per sé, non ha nulla di rivoluzionario.
Credo che sia legittima la richiesta dei Gruppi, soprattutto di quelli minori, dove è più complicato stare dietro ad una pluralità di materie, di poter essere assistiti (non arrivo all'ipotesi della Regione Lombardia, che mi sembra veramente eccessiva sotto questo aspetto, ma almeno di poter essere assistiti). D'altra parte, la Giunta regionale è assistita sistematicamente nei lavori di Commissione.
Per tutte queste ragioni, votiamo con la consapevolezza che questo sia un provvedimento che non ha nulla di rivoluzionario. Ma può sostanzialmente aiutare a fare in modo che la politica venga ad essere percepita, perché a quel punto diventerebbe leggibile da ciascuno, sia da chi la concepisce come impegno, serietà, approfondimento, sacrificio e voglia di lavorare, e sia da chi, invece, è bravo sull'attimo fuggente.
Sorvolo sull'epitaffio nei confronti del collega Ronzani, garantendo però una cosa: lo conosco da molto tempo e gli appartiene certamente una grande capacità oratoria, ma anche - credetemi - una grande capacità di approfondimento dei temi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Sarò molto breve anch'io, anche più degli altri colleghi.
Sono assolutamente d'accordo con la proposta del collega Laus, e le motivazioni sono già state espresse da più colleghi: le condivido perch semplicemente, vanno nella direzione della necessità assoluta di dare trasparenza a tutte quelle che sono le discussioni in Commissione.
Pur condividendo alcune premesse di chi, invece, nutre dei dubbi sulla proposta, le mie conclusioni vanno assolutamente in direzione opposta.
Peraltro, è stato anche depositato un emendamento di modifica che consenta oltre alla categoria dei giornalisti, la possibilità di partecipazione anche a chi collabora con i Consiglieri e con i Gruppi. Anche questo credo che sia un ulteriore passo in più verso la trasparenza a livello generale.
Voterò quindi a favore e auspico che chi nutre ancora dei dubbi in proposito possa in qualche modo riflettere e comprendere che, sia per una questione di merito, ma anche per una questione relativa all'immagine e alla relazione con l'esterno, può essere una proposta davvero attuale.
Non rinunciamo ad approvarla.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Ho voluto leggere la relazione, ed è stata una lettura sobria; non ho voluto espormi, durante la presentazione, a commenti di natura politica e non lo faccio nemmeno in questo momento, perché ogni intervento è legittimo e ciascuno ha espresso la propria posizione.
Mi limito solo a far notare ai colleghi - quelli che non sono d'accordo che ogni cosa ha un nome: questi si chiamano "occhiali"; questa si chiama "penna".
La ratio legis è la trasparenza. Si chiama "trasparenza", né più, n meno.
Non è che possiamo invocare la trasparenza e poi, quando c'è qualcuno (può anche essere anche non Laus, perché la proposta di legge può essere presentata anche dall'Ufficio di Presidenza in un altro momento), la si cerca di ostacolare.
Se durante le sedute di Commissione ci fossero stati i giornalisti o i cittadini (ho citato i giornalisti solo per comodità di spazio, collega Reschigna, ma per me possono partecipare tutti) avrebbero probabilmente toccato con mano la presentazione di tabelle tutte sbagliate dell'Assessore al bilancio, spesso dell'Assessore alla sanità, trattate e ritrattate! Figure orrende e terribili! Ce n'è per tutti! Quindi, cari colleghi, grazie alla trasparenza si rendono le stanze di questo Palazzo di vetro, questa è la trasparenza! Non possiamo invocare la trasparenza, la meritocrazia e poi, ostacolare la trasparenza e la meritocrazia! Non ho la necessità di pubblicizzare il sottoscritto in questo momento e di fare propaganda elettorale, assolutamente no! Probabilmente, una delle finalità di questa legge è di eliminare la possibilità per chi ne ha la necessità di comunicare con i giornali sottobanco. Eliminando questa modalità comportamentale, il giornalista, la stampa o il cittadino comune possiamo anche modificarlo, sono perfettamente disponibile - potrà esprimere un giudizio e, alla fine, esprimerà il suo giudizio sul merito delle capacità dei singoli Consiglieri.
Ci sarebbe una maggiore tracciabilità comportamentale anche da parte del lavoro della maggioranza, dell'opposizione e dei Gruppi, quindi la ratio legis - chiudo perché non mi occorre altro tempo per spiegare questo concetto, che è assolutamente elementare, al di là delle competizioni di natura dialettica che qui ognuno di noi può fare - è solo ed esclusivamente la trasparenza! Non mi vengano a dire in altre sedi, in modo particolare durante le campagne elettorali, che in questo Paese è necessaria la trasparenza. Non è vero! Dite una bugia! Se, poi, dire le bugie vi serve per attingere energia positiva, per farvi stare bene, continuate, cari colleghi, a raccontarvi delle bugie! Sono coerente: ritengo necessario e indispensabile per questa Istituzione dare la possibilità a terzi di toccare con mano che cosa si fa. Così scopriranno che non lavoriamo solo al martedì in Consiglio regionale. Tra l'altro, quanto accaduto con l'esame del punto precedente - in modo particolare, mi riferisco al punto 7) all'o.d.g. - hanno assistito ad una discussione surreale; probabilmente, potrebbero toccare con mano che, anche in Commissione, a volte, ci sono discussioni surreali.
Cari colleghi, mi scuso se vi ho fatto perdere del tempo. Grazie Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Laus.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
A conclusione di questa discussione, siccome sembra abbastanza chiara la posizione della maggioranza...



PRESIDENTE

Consigliere, le ricordo che siamo sull'articolo 1.



BUQUICCHIO Andrea

Sì.
Ritengo che, in assenza di una posizione pregiudiziale e in considerazione di quell'emendamento che ho proposto (con il quale chiedevo di potere aprire le sedute delle Commissioni ad un rappresentante dei Gruppi consiliari), ritengo si possa essere d'accordo ad una modifica in subordine. Infatti, sarebbe un peccato perdere questa occasione, qualora ci sia una preclusione totale nei confronti di un'apertura più ampia o allargata agli organi di stampa, e limitare anche l'accesso ai collaboratori.
Lo dico perché può essere valido anche per l'articolo 1, ma sicuramente lo è per l'articolo 2: l'emendamento sostitutivo a quello presentato pu essere anche riduttivo e riferirsi esclusivamente ai rappresentanti dei Gruppi, per cui adesso vengo al tavolo della Presidenza e lo presento.



PRESIDENTE

Sì, comunque, quella materia è sull'articolo 2.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Montaruli; ne ha facoltà.



MONTARULI Augusta

Ho presentato, come prima firmataria, un emendamento a quest'articolo...



PRESIDENTE

Scusi, se interrompo l'intervento: gli emendamenti sono tutti rubricati sull'articolo 2, quindi lo può fare anche adesso, se lei ritiene.



MONTARULI Augusta

Io l'ho fatto...



PRESIDENTE

No, l'articolo 1 non ha emendamenti.
Siccome ritengo che gli emendamenti presentati insistano tutti sull'articolo 2...



MONTARULI Augusta

Allora intervengo in relazione all'articolo 2, ma io l'ho presentato all'articolo 1.
Se ho scritto "Articolo 2", ho sbagliato.



PRESIDENTE

No, lei ha presentato un emendamento....



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Lei parla della modifica del comma 4 dell'articolo 30 della legge regionale, quindi va sull'articolo 2. Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 17.19)



(Il Presidente chiede alla Consigliera Montaruli di avvicinarsi alla Presidenza per una modifica tecnica dell'emendamento da lei presentato)



(La seduta riprende alle ore 17.21)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il numero legale è 27.
Non essendoci altre richieste d'intervento, né dichiarazioni di voto indìco la votazione palese sull'articolo 1.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusate, finché sono Presidente, proclamo io i 31 voti, la maggioranza assoluta e il voto finale. Quindi, questa è la votazione di un articolo...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Questo era un articolo, ha ragione, collega Lupi.
Chiedo scusa: il Consiglio non approva, perché non è stato raggiunto il quorum richiesto.
Quindi, i presenti sono 32, a favore sono 16, i contrari sono 15, il quorum è di 31: il Consiglio respinge l'articolo 1.
ARTICOLO 1 bis Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Montaruli, Pedrale Botta Franco Maria, Burzi: dopo l'articolo 1, aggiungere l'articolo 1 bis: 1) dopo il comma 4 dell'articolo 31 della legge regionale marzo 2005, n. 1 (Statuto della Regione Piemonte) è aggiunto il seguente: 3 bis: "Le Commissioni speciali si svolgono senza pubblicità dei lavori. I membri che pubblicizzano i lavori della Commissione speciale prima della votazione della relazione finale decadono dall'incarico di commissari della stessa".
Ha chiesto la parola la Consigliera Montaruli per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MONTARULI Augusta

Intervengo molto velocemente.
Ho presentato quest'emendamento, che chiede che i lavori delle Commissioni speciali siano secretati in modo esplicito e che chiunque dei commissari dia informazione e pubblicità dei lavori svolti decada dal ruolo di commissario della Commissione stessa.
Infatti, ritengo che quanto accaduto in questi giorni sia qualcosa di assolutamente vergognoso, che non è assolutamente condivisibile al di là dell'oggetto discusso.
Se quest'emendamento venisse approvato, alcuni maniaci convulsivi, di sicuro, penserebbero due volte a gettare fango con interviste o comunicati stampa.
Se quest'emendamento venisse approvato, ci ritroveremmo, probabilmente con Commissioni senza Presidente, quindi chiedo all'Aula e alla maggioranza di votarlo come segno di protesta rispetto a quanto accaduto in queste ore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Presidente, non riesco a capire: non avendo ottenuto 31 voti il primo articolo, mi rifaccio all'articolo stesso, che recita: "Il Regolamento determina le forme di pubblicità dei lavori delle Commissioni". Secondo me decade tutto e non si procede con altre votazioni, lasciando perdere - nel merito - quanto ha detto la Consigliera Montaruli. Eventualmente su pu anzi auspico che si possa, ripresentare in altro momento.
Ritengo, però, che dal punto di vista procedurale, non avendo raggiunto i 31 voti, sia decaduto tutto il provvedimento.



PRESIDENTE

Mi sono posto il problema. L'articolo 2 prevede, però, in forma cogente, forme di partecipazione, non demandando al Regolamento. Quindi bisognerebbe vedere cosa succede all'articolo 2 e poi, eventualmente introdurre un articolo aggiuntivo.
In ogni caso, con sano pragmatismo, procederei. Eventualmente, se l'articolo 2 dovesse avere la maggioranza, vediamo se istituire l'articolo aggiuntivo, per far reggere l'impianto.
Prego, Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Non condivido, ma naturalmente accetto, la sua idea.
Poiché sarebbe veramente imbarazzante, per il Gruppo della Lega, votare contro l'emendamento della collega Montaruli senza averne discusso, o peggio ancora - votare a favore di quest'emendamento e poi contro il provvedimento, visto che proprio cioccolatai non siamo, preannuncio che non parteciperemo al voto.



PRESIDENTE

Le ribadisco quanto segue. L'articolo 1 recita: "Il Regolamento determina le forme di pubblicità dei lavori delle Commissioni". Il ragionamento che lei pone all'attenzione dell'Aula ha una sua logica (glielo riconosco).
All'articolo 2, però - come ho cercato di dire prima - prevediamo forme precise di partecipazione, cioè decidiamo chi partecipa. Diventa, quindi un po' difficile per la Presidenza interrompere la procedura sulla modifica statutaria, perché non è una legge ordinaria, solo per il fatto che è stato respinto per mancanza di quorum l'articolo 1, che recita: "Il Regolamento determina le forme di pubblicità dei lavori delle Commissioni".
Non so se riesco a spiegarmi.
Collega Carossa, le sto rispondendo.
Ricomincio il ragionamento: il suo discorso ha una logica e glielo riconosco. Punto. In effetti, l'articolo 1 regola e determina le forme di pubblicità dei lavori delle Commissioni, però è altrettanto vero che, con una lettura attenta dell'articolo 2, si prevedono forme di partecipazione.
Pertanto, l'articolo 2 determina e decide chi partecipa. Diventa difficile allora, per la Presidenza interrompere la procedura dell'esame dell'articolato su questo presupposto. Capisce? Ho cercato di spiegarlo nel modo più elegante possibile.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Un chiarimento.
Se ho ben capito, l'articolo 1 del provvedimento del Consigliere Laus è stato respinto.



PEDRALE Luca

LAUS Mauro (fuori microfono)



PEDRALE Luca

La modifica all'articolo 1.



PEDRALE Luca

Bene. La collega Montaruli ha presentato un emendamento o un articolo nuovo?



PRESIDENTE

Un emendamento, che è stato rubricato al n. 2) e che introduce l'articolo 1 bis, perché non può poggiare su alcun articolo.



PEDRALE Luca

Quindi, di fatto, è un articolo nuovo.



PRESIDENTE

Se viene approvato l'emendamento, sì.



PEDRALE Luca

Bene. Su questo si potrebbe votare favorevolmente.



PRESIDENTE

Il problema che introduce il Consigliere Carossa è un altro.



(Commenti del Consigliere Laus)



PEDRALE Luca

Esprimo il mio pensiero.



PRESIDENTE

Scusate: se viene posto in votazione, sarà approvato o respinto, alla condizione che deve essere votato dalla maggioranza dei voti ed avere il quorum di 31 voti favorevoli, perché è un emendamento che costituisce un articolo. Quindi è assimilato alla votazione dell'articolo.
Il Consigliere Carossa pone un altro problema, che ha una sua logica.
L'articolo 1 è stato respinto. L'articolo 1, sostanzialmente introduceva il fatto che il Regolamento del Consiglio regionale determinasse le forme di pubblicità dei lavori delle Commissioni. È vero che viene meno questo articolo, su cui poggia - come dice il collega Carossa - l'impianto della legge, però è altrettanto vero che diventa difficile, per la Presidenza, non continuare con l'esame dell'articolato perché l'articolo 2 prevede delle forme di partecipazione ancorché non demandando al Regolamento - come l'articolo 1 stabiliva - decidendo nel merito chi partecipa. In buona sostanza, cioè - lo dico in maniera brutale diventa difficile per la Presidenza, sotto l'aspetto regolamentare e tecnico, risolvere il problema politico.
Prego, Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Presidente Cattaneo, mi ha chiarito che la questione è piuttosto complessa sia da un punto di vista regolamentare sia da un punto di vista politico, ma direi soprattutto regolamentare.
Invito la collega Montaruli a ritirare l'emendamento che prevede l'articolo 1 bis, pur condividendolo in pieno, e a ripresentarlo in una prossima occasione in Giunta per il Regolamento o direttamente in Aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Consiglieri Pedrale e Carossa, per cortesia, se dobbiamo interloquire cerchiamo di capirci.
All'articolo 1, il collega Laus chiede di inserire un comma aggiuntivo (il 4 bis), che è totalmente ininfluente su tutto il resto.
Il fatto che sia stato bocciato quel comma non significa assolutamente niente. Non cade l'impianto generale.
Se volete bocciare l'articolo 2, bocciatelo, ma non facciamo questioni sull'articolo 1.



PRESIDENTE

Scusate, per favore.
Prima di dare la parola a chi l'ha chiesta, c'è un problema che non sta a me giudicare: c'è un Comitato che si occupa della qualità normativa, per l'articolo 1 è chiaro.
Dice: "Il Regolamento determina le forme di pubblicità dei lavori delle Commissioni". E fin qui è un po' pleonastico; lo dico in un modo inelegante, e me ne scuso con l'Aula.
Viene meno l'articolo 1, ma non è che il venire meno dell'articolo 1 in maniera così cristallina, mi mette in condizioni di interrompere l'articolato, perché, in effetti, l'articolo 2 prevede forme di partecipazione e decide chi può partecipare.
Pertanto, se fosse approvato l'articolo 2, dovremmo poi prevedere un articolo aggiuntivo per recuperare il fatto che tale articolo va a normare.
Non so se rendo l'idea. Sarebbe una responsabilità un po' grande per la Presidenza (non che non me la voglia prendere) interrompere questa procedura.
Tenete conto che, essendo un emendamento che costituisce un articolo aggiuntivo, dovrà avere il quorum dei 31 voti.
Poiché è un emendamento attuale, particolare, aggiunto oggi in Aula tenendo conto che il 4 ter - secondo me - nella sua applicazione andrebbe quanto meno un po' precisato (lo dico con un termine asettico), chiedo alla collega Montaruli se mantiene questo emendamento o se raccoglie l'invito di altri colleghi, che propongono di vedere tale materia - che è interessante in un altro provvedimento, magari nella Giunta per il Regolamento.
Prego, Consigliera Montaruli.



MONTARULI Augusta

Considerato che uno dei Capigruppo ha ritirato la firma, decade da solo, quindi non c'è bisogno che lo ritiri.



PRESIDENTE

Ne basta uno; io vedo la firma del Consigliere Botta. Basta e avanza.
Sì, c'è anche la firma del Consigliere Burzi, ma mi riferivo al suo Gruppo non volevo certo mancare di rispetto ad altri.
Allora, lasciamo stare la decadenza tecnica: l'emendamento, dunque, viene ritirato.
Grazie, collega Montaruli.
Pertanto, l'emendamento rubricato n. 2 è ritirato.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Laus Biolé, Negro, Goffi, Ponso: Il comma 1 dell'articolo 2 (Modifica all'articolo 32 della l.r. 1/2005) della proposta di legge n. 328 "Modifica alla legge regionale 4 marzo 2005, n. 1 (Statuto della Regione Piemonte)" è modificato come segue: ", fatta eccezione per il personale accreditato degli organi di informazione e per il personale di staff dei gruppi consiliari regionali che possono assistere alle sedute".
Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso: Il comma 1 dell'art. 2 è così modificato: "fatta eccezione per il personale di staff dei Gruppi consiliari regionali che possono assistere alle sedute".
stato presentato un emendamento, rubricato al n. 1), presentato dal Consigliere Buquicchio, che mi sembra sia già stato illustrato.
Vuole aggiungere ancora qualcosa, collega Buquicchio? Sappia che c'è anche l'emendamento n. 3), che è un subemendamento al suo emendamento n.
1).
Prego, Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Ci sono due emendamenti.
Uno aggiunge quanto richiesto dal collega Laus, e quindi gli organi di informazione e i collaboratori dei Gruppi.
C'è, poi, un secondo emendamento, in subordine, che esclude gli organi di informazione e parla solo dei collaboratori dei Gruppi.
Potete tranquillamente - se ritenete - bocciare il primo ed approvare il secondo, oppure bocciarli tutti e due o approvarli tutti e due. Valutate voi, però fatelo, per piacere, con cognizione di causa.



PRESIDENTE

Richiamo alla procedura. Verrà posto per primo in votazione l'emendamento rubricato n. 1), che è quello che tratta sia dello staff che dei giornalisti.
Se viene approvato tale emendamento, ovviamente l'emendamento n. 3) decade.
L'emendamento n. 1) recita: "Il comma 1 dell'articolo 2 è modificato come segue 'fatta eccezione per il personale accreditato dagli organi di informazione e per il personale di staff dei Gruppi consiliari regionali che possono assistere alle sedute'".
Se questo fosse approvato, sia i giornalisti che il personale di staff potranno accedere alle sedute di Commissione.
Se invece viene respinto, verrà posto in votazione anche l'emendamento n.
3), quello che il collega Buquicchio ha definito in subordine.
L'emendamento n. 3) recita "fatta eccezione per il personale di staff dei Gruppi consiliari che possono assistere alle sedute", quindi la facoltà non più per i giornalisti, ma solo per i cosiddetti assistenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Intervengo nel merito dell'emendamento presentato dal Consigliere Buquicchio. Se dovessimo votare, voterei contro, perché ho parlato prima di "tutti" e credo di averlo spiegato in maniera molto argomentata; quindi non capisco perché ridurre il "tutti" ad una parte.
Quindi, voterei contro; però facendo parte di una maggioranza, pur in maniera critica, che mi sembra non abbia un'opinione del tutto favorevole sul disegno di legge proposto dal collega Laus e sul tema specifico suggerirei - ma con la S minuscola - un caso di eutanasia.
Basterebbe, utilmente una volta tanto, far mancare il numero legale e così poniamo termine a quest'inutile giornata che segue una serie di inutili giornate, e in subordine, visto che parliamo dello Statuto della Regione Piemonte, non sarei contrario - visto che semplicemente la mancanza del numero riproporrebbe all'o.d.g. di codesta Aula nella prossima sessione un'altra sessione - di rimandare questa cosa in Commissione, perché lo stile...



(Commenti in aula)



BURZI Angelo

C'era già? Fantastico! Allora suggerirei soltanto l'eutanasia, anzi eutanasia urgente.



PRESIDENTE

Su questi emendamenti non è richiesto il quorum dei 31 presenti, perch si tratta di emendamenti ad un articolo. Quindi, la votazione è a maggioranza semplice.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3).
Il Consiglio non approva.
Sulla votazione dell'articolo vige il quorum dei 31 voti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio non approva.
Propongo all'Aula di non procedere alla votazione dell'articolo 3, in quanto l'articolo 3 sopprime il comma 3 dell'articolo 46 dello Statuto, che così recita: "Il Regolamento determina le forme di pubblicità dei lavori delle Commissioni". È quello che sarebbe stato introdotto dall'articolo 1.
Se fosse approvato quest'articolo, anche in seconda lettura, ovviamente decadrebbero tutte le parti del Regolamento che attualmente regolano i lavori delle Commissioni.
Pertanto, se l'Aula acconsente, non essendoci alcun articolo approvato non è necessario procedere alla votazione finale sulla proposta di legge n.
328, "Modifica allo Statuto della Regione Piemonte".
Dichiaro quindi chiuso il punto. Ricordo che per sei mesi non è possibile trattare lo stesso argomento, a norma di Regolamento.
La Conferenza dei Capigruppo si terrà in sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.41)



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