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Dettaglio seduta n.383 del 22/10/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 10.05 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30, per mancanza del numero legale)



(La seduta ha inizio alle ore 10.29)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.29 riprende alle ore 10.39)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Mi scuso con l'Aula, ma avevamo la necessità di dedicare ancora cinque minuti ai lavori dell'Ufficio di Presidenza.


Argomento: Commercio

Mozione n. 1112 presentata dai Consiglieri Bono, Biolé, Stara, Maccanti Pedrale e Buquicchio, inerente a "Revisione delle norme nazionali sulla liberalizzazione degli orari di commercio" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Chiederei, se è possibile, l'inserimento della mozione n. 1112 inerente a "Revisione delle norme nazionali sulla liberalizzazione degli orari di commercio", che è stata depositata ieri, riguardante la discussione in Parlamento delle proposte di legge presentate da diversi Gruppi sulla liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali e soprattutto, le aperture domenicali.
La mozione è stata firmata da quasi tutti i Gruppi consiliari sicuramente una buona parte dei Gruppi consiliari. Pertanto, penso che si potrebbe addivenire ad un'approvazione celere in giornata. Grazie.



PRESIDENTE

Bene.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Ordine del giorno n. 1113 presentato dai Consiglieri Cattaneo, Placido Comba, Novero, Ponso, Leardi, Pedrale, Reschigna, Rostagno, Franchino Motta Massimiliano, Botta Franco Maria, Negro, Formagnana e Lupi, inerente a "Sostegno ai malati di Alzheimer e alle loro famiglie" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste, l'Ufficio di Presidenza chiede l'iscrizione di un ordine del giorno, che riguarda i malati di Alzheimer, a cui è aperta la firma a tutti i Consiglieri che lo ritenessero.
Richiamo un attimo l'attenzione: abbiamo ricevuto una lettera da parte di un familiare di un malato di Alzheimer rispetto ad una serie di problematiche.
Tra le proposte contenute in questa lettera si avanzava l'ipotesi di rendere con legge deducibili dalla dichiarazione dei redditi le spese che le famiglie sostengono per i malati di Alzheimer, in particolare per coloro che non hanno alcun contributo e che, magari, anche per una questione di reddito, devono pagarsi tutto.
Ovviamente, la competenza è esclusiva dello Stato centrale, come loro sanno.
un ordine del giorno molto tecnico, dove, sostanzialmente, il Consiglio regionale invita i parlamentari eletti in Piemonte a promuovere mediante la presentazione di appositi emendamenti, l'inserimento nella legge di stabilità di una disposizione normativa che preveda la detrazione nella dichiarazione dei redditi delle spese sostenute dai malati di Alzheimer e dalle loro famiglie. Ovviamente, i Consiglieri che intendono sottoscriverlo possono farlo.
Anche quest'ordine del giorno, magari, lo affrontiamo un attimo in giornata insieme all'altro; se ci saranno le condizioni, lo voteremo magari in apertura di seduta al pomeriggio, così da permettere a tutti di leggere i testi.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento, così come modificato dall'Aula, con l'iscrizione della mozione n. 1112 e dell'ordine del giorno n. 1113 dell'Ufficio di Presidenza.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 15 ottobre 2013.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Cantore, Cota, Marinello Motta Angela e Ronzani.
Il numero legale è 28.


Argomento:

d) Ricevimento delegazione Organizzazioni Sindacali Politecnico di Torino


PRESIDENTE

Comunico che, oggi, alle ore 13, al primo piano, presso la Sala Viglione, sarà ricevuta una delegazione delle Organizzazioni Sindacali del Politecnico di Torino (di cui avete ricevuto una e-mail in proposito).


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali dell'8 ottobre 2013.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 370, inerente a "Ulteriori disposizioni finanziarie per l'anno 2013 e pluriennale 2013-2015"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 370, di cui al punto 3) all'o.d.g., di cui la Giunta regionale aveva chiesto l'iscrizione ai lavori dell'Aula con preavviso scritto, ai sensi dell'articolo 58, comma 2, del Regolamento consiliare.
La I Commissione si è riunita questa mattina, prima dei lavori del Consiglio, e ha regolarmente licenziato il disegno di legge.
Relatore è il Consigliere Pedrale, che dà per letta la relazione, il cui testo recita: "L'articolo 7 della legge regionale 7 maggio 2013, n. 8, "Legge finanziaria per l'anno 2013", prevede che la Regione presenti istanza di accesso al riparto dell'anticipazione di liquidità prevista dagli articoli 2 e 3 del decreto legge 8 aprile 2013, n. 35 (convertito con modificazioni dalla legge 6 giugno 2013, n. 64). Poiché tali articoli prevedono la suddivisione del complessivo riparto in due esercizi, 2013 e 2014, si sono effettuate corrispondenti iscrizioni nel bilancio pluriennale regionale.
Con l'innovazione legislativa disposta dall'articolo13, comma 4, del decreto legge 31 agosto 2013, n. 102, si prevede che l'anticipazione per l'anno 2014, prevista nel decreto del Ministro dell'Economia e Finanze 4 maggio 2013, n. 41831, possa essere erogata, su richiesta delle Regioni interessate, nell'anno 2013. La comunicazione del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF), prot. 71780 del 2 settembre 2013, a firma del Ragioniere Generale dello Stato, invita le Regioni interessate a dare sollecita comunicazione della richiesta di anticipo a valere sull'istruttoria già effettuata.
Per quanto riguarda l'articolo2, la somma da erogare nel 2014 alla Regione è pari a Euro 660.206.607,23, come stabilito nella tabella allegata al citato decreto n. 41831.
Con il verbale del 25 giugno 2013 il Tavolo istituito presso il MEF Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato - con determinazione del Ragioniere Generale dello Stato, n. 31457 del 12 aprile 2013 ha valutato che per la Regione Piemonte sussistono le condizioni per accedere alle anticipazioni di liquidità prevista per l'anno 2014 per l'importo di Euro 660.206.607,23.
La Regione Piemonte, con nota del 9 settembre 2013 prot. n.
0008612/SB0100/1.45, ha inoltrato formale richiesta al MEF di erogazione nell'anno 2013 dell'anticipazione di liquidità prevista ed iscritta sul proprio bilancio per l'anno 2014 per l'importo di Euro 660.206.607,23.
Per quanto riguarda l'articolo 3, si prevede che le Regioni possono avere per l'anno 2013 un'ulteriore anticipazione di risorse finanziarie fino ad un importo pari all'80% della somma assegnata con i decreti direttoriali del MEF del 16 aprile e del 2 luglio 2013 cosi come previsto dal comma 3, articolo 3, del citato decreto legge n 35. La somma che è stata assegnata alla Regione Piemonte per il 2013 è pari ad Euro 803.724.000,00; pertanto l'ulteriore somma da assegnare è pari ad Euro 642.979.200. La Regione Piemonte, con nota del 12 settembre 2013 prot. n.
0008852/SB0100/1.45, ha inoltrato formale richiesta al MEF di erogazione nell'anno 2013 dell'anticipazione di liquidità ora prevista ed iscritta sul proprio bilancio per l'anno 2014 per l'importo di Euro 642.979.200,00.
Al fine di non riaprire i tavoli di verifica e accelerare le procedure di pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, il citato comma 4 dell'articolo 13 del decreto legge n. 102 prevede che, nonostante l'anticipo al 2013 dell'erogazione delle risorse 2014, non vi sia un corrispondente aggravio di interessi e la prima rata, relativa ad un'annualità di capitale e interessi, sia corrisposta nel 2015. Pertanto non risulta necessaria alcuna modifica alla copertura già condivisa degli oneri per l'ammortamento del prestito.
Risulta, invece necessario recepire gli effetti nell'anno finanziario 2013 dell'anticipata erogazione, dando corrispondente cancellazione di quanto iscritto per l'anno 2014.
Nell'attuale revisione delle previsioni di bilancio, è emersa la rilevazione della scarsa consistenza dei fondi di riserva disponibili e della conseguente necessità di una loro reintegrazione per garantire la possibilità di operare a fronte di fatti imprevisti, finanziando il relativo stanziamento tramite l'utilizzo di una parte del Fondo di cofinanziamento regionale per l'attuazione del PAR FSC".
La Giunta regionale non chiede di intervenire sul provvedimento trattato questa mattina in sede di Commissione.
Dichiaro aperto il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Noi comprendiamo la ratio di questo provvedimento, così come abbiamo compreso la ratio della scelta della Giunta regionale di inserirsi all'interno del decreto legge n. 35, quello che, sostanzialmente, favorisce il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione nei confronti dei fornitori.
Comprendiamo questa ratio perché, oggi, nel momento di difficoltà e di crisi economica, i comportamenti della Pubblica Amministrazione sono tali da rendere ancora più difficile la vita di molti soggetti e di molte aziende anche all'interno della nostra Regione.
E siccome viviamo anche un momento di grave crisi di liquidità all'interno del sistema, è evidente...



PRESIDENTE

Mi scusi se interrompo il suo intervento, però, è veramente difficile lavorare in queste condizioni; pertanto, per favore, chiedo di abbassare il livello di brusio, anche da questa parte del banco. Grazie.
Prego, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

In un momento di grave crisi di liquidità all'interno del sistema, è evidente che con questi provvedimenti, voluti dal Governo nazionale e approvati dal Parlamento, si crea comunque una condizione positiva all'interno del sistema economico e della vita economica.
La scelta di trasformare i debiti commerciali in debiti finanziari così come l'ha definita più volte l'Assessore Pichetto all'interno della I Commissione, determina elementi di grande positività nei rapporti tra la Regione e il sistema dei fornitori e delle aziende, ma contiene un elemento che mi sembra profondamente sottovalutato. Anche questa mattina, dal modo con cui stiamo affrontando...



PRESIDENTE

Richiamo soprattutto i colleghi di Gruppo del Consigliere Reschigna e altri: per favore, vi chiedo di mettervi a posto. Le riunioni possono avvenire anche a lato dell'aula, per chi ha questa esigenza.
Stiamo trattando un provvedimento importante; oltretutto, è la prima volta che questo Consiglio si trova a dibattere una variazione di bilancio della nostra Regione.
Credo che, per metodo e per merito, dobbiamo assicurare a coloro i quali vogliono portare il proprio contributo al dibattito di poterlo fare serenamente.
Prego, prosegua, Consigliere.



RESCHIGNA Aldo

La scelta di trasformare i debiti commerciali in debiti finanziari contiene dentro di sé delle conseguenze. Queste operazioni, spalmate sul 2013 e in parte sul 2014, anche se il provvedimento di questa mattina anticipa un pezzo dei potenziali benefici per la Regione Piemonte previsti sul 2014, sostanzialmente ci consegneranno, alla fine del 2014, un ulteriore mutuo di tre miliardi di euro, pagabili in trent'anni. Con questo tipo di situazione, l'indebitamento della Regione Piemonte arriverà a livelli record, superiore ai nove miliardi di euro.
Lo ripeto: questa situazione, che ci preoccupa, non inficia l'elemento importante, quale saldare i debiti commerciali.
Infatti, con questi comportamenti la Pubblica Amministrazione, nel caso specifico la Regione Piemonte, aveva costruito una condizione di instabilità e di precarietà nella vita economica della nostra regione perché quando imprese fornitrici di servizi o di opere, comunque ricevono con ritardi superiori a un anno i pagamenti loro spettanti dalla Pubblica Amministrazione, è evidente che questo è un elemento che crea alterazione e disturbo nella vita economica.
Quello che però - ribadisco - troviamo non sufficientemente nella consapevolezza anche dei dibattiti che stiamo facendo è che comunque la Regione Piemonte, se prima aveva un livello di indebitamento finanziario elevato e un livello di indebitamento commerciale elevato, oggi si trova ad avere un livello di indebitamento finanziario fortemente preoccupante. E nonostante tutti i buoni propositi e i dibattiti che si sono svolti a questo riguardo (la legge di bilancio prima, la legge di assestamento di bilancio dopo), non siamo ancora in presenza di un piano effettivo attraverso il quale la Regione Piemonte vuole governare il proprio livello di indebitamento.
La necessità di questo piano è molto forte perché, con un livello di indebitamento superiore ai nove miliardi di euro, è evidente che qualunque esercizio dovrà fare i conti con un peso attorno ai 700 milioni di euro tra quote capitali e quote di interesse relativamente alla restituzione di rate di mutuo. Questo è il primo punto che voglio evidenziare.
Il secondo punto che voglio evidenziare è sostanzialmente il seguente.
Sia nel primo provvedimento (quello di fine luglio) sia nel provvedimento attuale, siamo in presenza di pagamenti, rispetto a debiti della Pubblica Amministrazione. I dati che ho riguardano unicamente il sistema sanitario non abbiamo a disposizione dati che riguardano i pagamenti a favore di Comuni, Province e tutto il resto: sono pagamenti a favore del sistema sanitario che, contrariamente a molte delle considerazioni che sono state espresse, riguardano tempi molto vicini a noi.
Il provvedimento di fine luglio - lo ricordo brevemente al Consiglio regionale - ha pagato debiti per 6,142 milioni di euro e rotti relativamente all'anno 2009, per 8,731 milioni di euro e rotti relativamente all'anno 2010, per 50,491 milioni di euro relativamente all'anno 2011 e per 760,345 milioni di euro relativamente all'anno 2012.
Il provvedimento che stiamo discutendo questa mattina prevede pagamenti per 5,888 milioni di euro formatisi nel 2009, per 4,906 milioni di euro formatisi nel 2010, per 15,615 milioni di euro formatisi nel 2011 e per 622 milioni di euro e rotti formatisi nel 2012. Ora, evidenziando questi dati non voglio ritornare a vecchie polemiche circa la responsabilità della formazione di questo debito. Mi sembra, però, che questi dati ci debbano far riflettere.
E ci devono far riflettere alla luce di due questioni fondamentalmente: la prima è che comunque questi dati testimoniano ed evidenziano il periodo di formazione di un debito, e questo vale più di molte altre riflessioni; il secondo elemento è che io leggo in questi dati e anche nelle riflessioni che sono state proposte nella discussione in I Commissione venerdì mattina una condizione ancora instabile sul bilancio d'esercizio della Regione.
evidente che il bilancio 2013 - lo avevamo detto, credo che ne abbia piena consapevolezza anche lo stesso Assessore Pichetto - è un bilancio che conteneva e contiene ancora oggi dentro di sé alcune poste sulle entrate difficilmente esigibili nella loro portata e nella loro quantificazione contenuta nella legge di bilancio.
Nulla di confrontabile, sia ben chiaro, rispetto a quanto ci avete abituato in questa legislatura negli anni precedenti, dove il livello di esigibilità riguardava importi attorno ai 700, 800, 900 milioni di euro. Ma anche in questo bilancio rileviamo sostanzialmente un livello di esigibilità molto precario e discutibile per un importo che va dai 400 ai 500 milioni di euro, legato ad alcune poste. Anche su questo non c'è sufficiente consapevolezza, secondo le nostre riflessioni, all'interno di questo Consiglio regionale, ma soprattutto all'interno della stessa Giunta regionale.
Approfitto degli ultimi 15 secondi di tempo a mia disposizione per riproporre all'Assessore Pichetto un tema che era stato oggetto di una discussione con l'Assessore Cavallera non più tardi di tre settimane fa in un Consiglio regionale straordinario richiesto sul tema delle politiche sociali, dove sostanzialmente lamentavamo il fatto che a quella data non erano stati assunti gli impegni del piano di riparto a favore dei soggetti gestori delle politiche sociali.
In quella data, l'Assessore Cavallera aveva dato formale impegno che si trattava di una questione di giorni, ma sono passate tre settimane e ad oggi (fine di ottobre) il sistema delle politiche sociali all'interno della nostra regione non ha ancora nessuna comunicazione dalla Regione Piemonte circa il riparto delle risorse relativamente al 2013. Mi sembra che non sarebbe una buona cosa, e lo dico all'Assessore Pichetto, che anche su questo piano questa Giunta regionale voglia emulare il comportamento sempre di questa Giunta regionale negli anni passati, quando le comunicazioni sui riparti arrivavano al mese di novembre o al mese di dicembre.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Assessore, noi diciamo che, da diversi punti di vista, non possiamo che accogliere con favore gran parte del contenuto di una variazione di bilancio che forse, come diceva il Presidente Cattaneo, giunge all'osservazione del Consiglio (non ho memoria storica molto lontana) probabilmente per la prima volta.
Di fatto, si tratta di un provvedimento che aiuterà molto le imprese fornitrici della Regione, che finalmente potranno incassare le fatture da loro emesse. Si tratta, in realtà, di anticipazioni di liquidità da parte dello Stato nei confronti della Regione; anticipazioni di liquidità, quindi prestiti che graveranno, come il collega che mi ha preceduto ha sottolineato, notevolmente sulla situazione debitoria della Regione, perch incideranno per un 3,5% annuo per i prossimi trent'anni, e questo come frutto del decreto legge 135/2013. Comunque, disporre di queste risorse importanti è in questo momento fondamentale per l'economia piemontese.
Non va dimenticato che questo Consiglio in questa legislatura sottolineo, questo Consiglio - si è impegnato in tal senso già qualche anno addietro. Infatti la legge finanziaria del 2012, in un comma dell'articolo 36 prevedeva, su emendamento presentato dal sottoscritto, di velocizzare il sistema di accertamento e cessione del credito nei confronti delle imprese della Regione.
Tuttavia, dobbiamo mettere in evidenza alcuni aspetti relativi all'utilizzo di queste risorse. Secondo me, il primo riguarda un lavoro direi essenziale, oltre che efficace, di monitoraggio, controllo e trasparenza nell'utilizzo di queste somme; somme che - ricordiamoci - sono disponibili anche grazie ai sacrifici di tutti i contribuenti piemontesi.
Gli aumenti sull'addizionale IRPEF per il 2014, se non ricordo male, sono compresi in un range tra lo 0,4 e l'1,1%.
La richiesta di attenzione, quindi, direi che è doverosa e dobbiamo porre ancor più attenzione perché, come la punta di un iceberg, i fatti inerenti all'ASL1 di Napoli, resi noti dalle notizie dei media in questi giorni, riguardano un fenomeno che - lo ricordo - aveva riguardato questa Regione anche alla fine degli anni '80: il fenomeno, cioè, di far pagare una fattura, con funzionari compiacenti, più di una volta, è questione che è stata oggetto di attenzione della Magistratura.
Ricordo che alla fine degli anni '80 gli allora Giudice Istruttore Cuva e Sostituto Procuratore Caminiti avevano arrestato i proprietari di un famoso centro diagnostico di Torino e anche alcuni funzionari.
Dobbiamo, quindi, porre attenzione a questo aspetto.
Il secondo aspetto riguarda il decreto legislativo n. 192 del 2012 che recependo una direttiva europea, aveva previsto che i pagamenti degli Enti pubblici venissero effettuati entro trenta giorni, con la possibilità di giungere a sessanta in particolari casi, come quelli relativi alla sanità.
Purtroppo, a distanza di un anno, le cose non sembrano essere cambiate in modo sostanziale. La dimostrazione che non dico inesattezze arriva dei dati messi a disposizione da Assobiomedica, che evidenziano come nei primi nove mesi del 2013 le nostre ASL adempiano ai loro impegni non prima di 300 giorni.
Il documento di programmazione economico-finanziaria regionale - devo dire finalmente, per la prima volta nell'ambito di questa legislatura, dopo tre anni - è arrivato in Commissione. Non so se questo sia avvenuto per meriti della Corte dei Conti o per meriti dell'Assessore, a cui comunque rivolgo segnali di stima; e, anche in base all'ultimo provvedimento, non posso che esprimere e rinnovare tale sentimento nei suoi confronti.
ovvio che sarebbe stato meglio leggere in quel documento - che in un determinato paragrafo riporta la situazione dei debiti commerciali e sottolinea la celerità nella presentazione della domanda per l'accesso alle anticipazioni - della velocità con la qual la Regione onora i pagamenti.
Questo non lo dico per mettere in difficoltà l'Assessorato o la maggioranza, ma perché tutti dobbiamo ricordare che la Regione, con i suoi Enti collegati, costituisce, di fatto, la più grande azienda del Piemonte con un bilancio che rappresenta circa il 10% del PIL regionale. Quindi il rispetto dei tempi di pagamento è fondamentale, affinché le imprese possano avere la liquidità necessaria per effettuare nuovi investimenti.
Tra l'altro - e non è un aspetto secondario - la Commissione europea deciderà entro la metà del mese di dicembre se aprire una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia, proprio per l'inadeguatezza nell'attuazione della direttiva sui tempi di pagamento.
Spetta quindi anche a noi, in Piemonte, fare la nostra parte, affinch in futuro le Regioni possano disporre di ulteriori supporti e aiuti come quelli presenti nel provvedimento, invece che far pagare al Governo multe verso l'Unione Europea.



PRESIDENTE

Mi scusi ancora, Consigliere.
Colleghi, per cortesia...



BUQUICCHIO Andrea

La ringrazio, Presidente, ma tanto vedo che quanto dico resta completamente inascoltato...



PRESIDENTE

No, ma - al di là dell'inascoltato o dell'incomprensibile - qui siamo oltre. Anche per chi deve trascrivere i nostri interventi, infatti, è difficile seguire. Grazie.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie a lei, Presidente.
Diciamo quindi che ci sono alcuni aspetti, come quelli che il collega che mi ha preceduto, ha sottolineato. Si tratta ancora di un bilancio abbastanza "sbilanciato", se possiamo usare questo termine; si tratta del problema dell'annualità 2013 e, solo in parte, del 2014; si tratta di un appesantimento del debito finanziario a vantaggio - o diciamo come risoluzione - del debito commerciare.
Comunque, Assessore, io mi riservo di valutare alla fine della discussione il voto da parte del mio Gruppo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intendo anch'io intervenire in discussione generale di questo provvedimento, che di per sé è molto chiaro e semplice, come testo di legge, ma che ovviamente è altresì molto importante per i contenuti che porta, cioè un afflusso di cassa notevole per la Regione Piemonte: se sommiamo le due cifre, appunto, superiamo il miliardo e 300 mila, perché si tratta di 660 milioni di euro per l'articolo 2, del decreto legge n. 35 (quindi i debiti commerciali non sanitari), e 643 milioni di euro per l'articolo 3, sempre dello stesso decreto legge, per quanto riguarda i debiti commerciali sanitari.
Che dire? Anche nel documento di programmazione economico-finanziaria si analizzano le ricadute positive di questo afflusso di cassa, ovviamente per una questione espansiva dell'economia. E quindi la possibilità di avere immediatamente un afflusso di cassa, cosa che nella nostra Regione penso non succedesse, non voglio dire da decenni, ma sicuramente da anni, avrà delle ricadute positive sull'economia.
Questo, dunque, è un dato fondamentale. Il problema del nostro Paese è un problema di liquidità; non dico che lo sia solo della Regione Piemonte ma di tutto il Paese. Quindi è giusto, quando si parla e si chiede a più voci - anche ieri mi sembra che il Presidente Cota abbia rilasciato un'ansa a tal riguardo, dicendolo - che la pressione fiscale in Italia debba diminuire. Sì: giusto, sacrosanto, però c'è anche un grandissimo e gravissimo problema di liquidità. Al paese Italia - che siano imprese, che siano famiglie, che siano Pubbliche Amministrazioni - non arriva liquidità.
Se non arriva liquidità, si accumulano ovviamente ritardi di pagamento almeno, fino a qualche mese fa si andava in banca e si ottenevano prestiti che però sono indebitamenti - e quindi la situazione si deteriora e rischia di arrivare al crack.
Penso che un precedente Assessore di questa Giunta, nonostante non fosse il momento migliore per dirlo quello di una conferenza stampa, non fosse andato molto lontano dalla realtà, descrivendo come la Regione Piemonte fosse ormai ad un passo dal crack. Era un anno fa esatto: mi sembra fosse ottobre o novembre del 2012. La Regione Piemonte, quindi, si è salvata grazie a questa iniezione di liquidità: se sia stata la fortuna o la bravura dell'Assessore Pichetto probabilmente non lo sapremo mai; forse entrambe, poiché di solito si dice che la fortuna aiuti gli audaci, per attenzione, perché ovviamente c'è il rovescio della medaglia.
Purtroppo questo anticipo di liquidità notevole non ci è stata elargita a titolo gratuito, ma c'è la necessaria copertura; e la copertura, di nuovo, andrà a mettere le mani nelle tasche dei piemontesi: lo farà in maniera abbastanza pesante, perché se parliamo di poche decine o centinaia di euro a livello di singola persona o di famiglia, comunque stiamo parlando di circa 170 milioni di euro di addizionale IRPEF ogni anno, fino al 2043 (30 anni).
Quindi, abbiamo già una previsione molto in là; in Commissione si scherzava chiedendoci chi ci sarà ancora nel 2043 e auguro a tutti lunga vita.
Ma parliamo di trent'anni, cioè abbiamo legato i cittadini piemontesi quindi sicuramente i nostri figli e forse anche i nostri nipoti, ad un'ennesima tassa per trent'anni.
La situazione non è ovviamente piacevole, non è bella. Io, avendo letto il documento di programmazione economico-finanziaria, sicuramente condivido, anche se non ho ovviamente lo studio tecnico - per cui lo chiederò - fatto dall'IRES in merito alle ricadute economiche espansive della liquidità, però la domanda che pongo e su cui so già che l'Assessore non saprà o non potrà rispondere è cosa ne sarà della Regione Piemonte a partire dal 2014 o a partire dal 2015.
Cioè, nel momento in cui l'anticipo di liquidità terminerà i suoi effetti e il bilancio del 2015 - come ho già avuto modo di dire - e anche la previsione di PFR del 2016 segnerà un'ulteriore contrazione delle entrate, sicuramente sorgeranno nuovamente delle problematiche.
Quindi, in un ente a finanza derivata come la Regione Piemonte, che ha pochissime possibilità - per fortuna - di aumentare le tasse e non sarebbe ovviamente giusto, noi dobbiamo avere il pareggio di bilancio. Dobbiamo avere il pareggio di bilancio, però bisogna avere un bilancio che sia credibile. L'ha detto prima il collega che mi ha preceduto: anche in questo bilancio ci sono delle entrate che non saranno accertate o non saranno riscosse sia per quanto riguarda il mutuo da 125 milioni di euro sia per quanto riguarda le alienazioni (il titolo IV) che, se non sbaglio, cuba per 184 milioni di euro. A meno che l'Assessore non ci stupisca al fotofinish a dicembre o ad inizio dell'anno dicendo che la Regione è riuscita a vendere realizzando una buona quota, gran parte delle proprietà immobiliari che possiede, ribadisco che non entrerà nemmeno l'1% di queste entrate.
Quindi, siamo di nuovo sotto come accertamento di almeno 300 milioni.
Poi ovviamente ci sono i "capricci" di Roma, cioè la possibilità di una contrazione delle entrate, di quel miliardo e 600 milioni che non sono soggetti alle manovre di stabilità che adesso tutti stiamo seguendo.
In Commissione lei mi aveva detto: "Non posso fare previsioni così precise e puntuali e non posso neanche fare analisi statistiche, perché il bilancio non è una scienza". Io le avevo sottolineato (ma lei lo sa meglio di me) che negli ultimi anni gli accertamenti sono fissi a 10,4 miliardi milione più milione meno.
Da quella cifra non si scappa negli ultimi quattro-cinque anni; non sono andato a vedere gli anni ancora prima, ma questi sono i dati dell'accertamento. E le riscossioni sono circa sui 9,9 miliardi, quindi con circa 500 milioni di euro di residui passivi ogni anno.
Quindi, questi sono più o meno i contorni del bilancio sul quale ci muoviamo.
Penso che tra poco inizieremo a discutere il previsionale 2014 e di seguito il 2015-2016 con il bilancio autorizzatorio, quindi chiederei veramente che per una volta - ci stupisca, Assessore Pichetto - si faccia un bilancio che sia veritiero e adotti come poste in entrata la cifra che più o meno è quella accertabile. Tanto, come ci ha dimostrato, se arrivano più soldi si fa sempre in tempo ad aggiungerli con un disegno di legge di variazione. È più difficile invece quando si sovrastimano le entrate, poi far fare ai Direttori delle varie Direzioni, tramite il meccanismo dei Programmi Operativi, delle economie di spesa con gli impegni. Non è forse meglio per una volta sottostimare e poi aggiungere dopo, com'è successo oggi - anche se è una liquidità che dovrà essere restituita - piuttosto che sempre sovrastimare? Nel senso che poi, nelle spese e negli impegni, ci si lascia prendere un po' la mano e si fa sempre un disavanzo fisso tutti gli anni che viaggia dai 500 ai 1.000 milioni di euro. Questo più o meno è il quadro. Questo il dato. Sono ovviamente contento che si possa finalmente pagare il ritardo dei pagamenti verso i fornitori della Regione Piemonte.
Sono francamente anch'io dubbioso, come il collega Buquicchio, sul voto da dare a questo provvedimento, perché da un lato è una cosa positiva perch si dà finalmente liquidità tramite la cassa ai fornitori; dall'altro, per non è scritto in questo disegno di legge - è collegato l'aumento dell'addizionale IRPEF. Quindi, sono francamente in difficoltà.
Concludo, dicendo che, come ho auspicato la possibilità di avere i pagamenti in tempi europei (60 giorni, massimo 90), per adesso, tolto questo push di liquidità, non sono così convinto che si riuscirà a partire dal 1° gennaio 2014. Tra l'altro, sottolineo che alcuni suoi colleghi di Giunta hanno dichiarato che, non essendo stati investiti in senso positivo dalle ricadute dell'articolo 2 e dell'articolo 3 del ddl n. 35, come l'Assessore all'istruzione Cirio e l'Assessore alla cultura Coppola, hanno ancora grandissime difficoltà a pagare. Pagano, con i contributi che sono dovuti, le associazioni del mondo culturale, del turismo e dello sport ad un anno e mezzo oppure a due anni. Quindi, anche di quello dobbiamo discutere, perché comunque adesso abbiamo fatto una grande parte. Capiamo però se riusciamo ad onorare i nostri impegni in tempi europei, tutti gli impegni. Ovviamente la sanità è la più importante, ma non c'è solo la sanità, ci sono anche tante piccole aziende - perché sono aziende dal mio punto di vista, quindi sono lavoratori - le associazioni del mondo culturale e sportivo e del turismo che devono poter vedere onorati i loro impegni di spesa e i nostri impegni di spesa in tempi reali. Quindi, anche su questo le chiedo una risposta oggi e comunque anche una discussione nella prossima I Commissione utile. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Mi dispiace che questo disegno di legge sia seguito in aula con una certa disattenzione. Mi dispiace, perché ritengo che, senza esagerare questo disegno di legge - e ringrazio l'Assessore Pichetto per averlo portato in Aula - sia molto importante sulla strada del mettere a posto i conti della Regione Piemonte.
Lo dico per alcuni motivi che cercherò di spiegare velocemente.
Ha ragione il Consigliere Buquicchio quando dice che la Regione Piemonte è la più importante azienda del Piemonte. Proprio per questo ritengo che questo provvedimento sia importante, uno dei motivi è questo.
Perché quando l'azienda più importante della Regione Piemonte, in un momento di crisi riesce a immettere sul mercato una liquidità di debiti pregressi, vuole dire che si pagano dei debiti, vuole dire che, pagando questi debiti, si salvaguarda l'occupazione, vuole dire che magari, forse speriamo - si incrementa anche l'occupazione.
Sono ottimista in questo e spererei che si possa anche incrementare oltre che salvaguardare, l'occupazione.
Questo è un volano che, se la Giunta che lei rappresenta in questo momento riesce ad avviare, non può che essere un fatto positivo a livello piemontese.
Parliamoci chiaro: stiamo parlando di 642 milioni utilizzati per pagare i debiti in sanità - ha ragione il Consigliere Bono quando dice che la sanità, come dico anch'io, è il settore più importante e cogente nell'ambito regionale - ma anche di 660 milioni per altri tipi di debiti al di fuori della sanità. Parliamo, quindi, di un miliardo e 200 milioni circa di euro che vengono immessi nel circuito economico del Piemonte. Una cifra rilevante, una cifra che, sicuramente, farà del bene, come dicevo prima, al tessuto economico, lavorativo e imprenditoriale del Piemonte. Da quel punto di vista, ritengo che questo disegno di legge sia molto importante.
altrettanto importante se noi lo colleghiamo. Ha ragione quando qualcuno dice che è una "iniezione di liquidità", ma se fossero solo dei soldi messi lì, nel campo della Regione Piemonte, sarebbe riduttivo.
vero, questa liquidità è un'anticipazione, questa liquidità fa sì che bisognerà pagare dei ratei di mutuo che, non dimentichiamo, sono ratei trentennali, quindi un mutuo trentennale. Sempre un debito che si va ad accendere.
C'è un discorso da fare. Se questa iniezione di liquidità è unita, come sta facendo la Giunta in questi anni, ad una razionalizzazione delle spese questo deve andare a concorrere per far sì di arrivare a quel traguardo al quale sappiamo benissimo che la Giunta e la maggioranza che appoggia questa Giunta vuole arrivare. Si tratta del semplicissimo traguardo semplicissimo da un certo punto di vista, ma molto difficile da raggiungere che tutti gli Enti pubblici dovrebbero raggiungere: il pareggio di bilancio ordinario.
Questo è il traguardo al quale dobbiamo arrivare, al quale la Giunta sta cercando, con mille difficoltà, di arrivare. Ripeto, fosse solo un'iniezione di soldi, sarebbe importante, ma non sarebbe così importante.
Le due cose messe insieme possono far sì che andiamo veramente a risanare la Regione Piemonte.
Velocemente ancora due questioni, perché non voglio fare perdere tempo a nessuno.
Trovo normale che i debiti siano, come diceva il Consigliere Reschigna relativi al 2011-2012, ma, vivaddio, da che mondo è mondo, si cerca di pagare i debiti più vecchi e man mano si viene avanti. La Giunta, con questa maggioranza, prima si è fatta carico e ha pagato i debiti che si è ritrovata sul groppone e, man mano, va a pagare gli altri debiti, quelli più vicini temporalmente a noi.
Il discorso del mutuo è un debito ulteriore, ma ritengo che questo sia sicuramente un'azione migliore rispetto a quella che sta facendo un Ente che è distante circa 300 metri in linea d'aria da qui. Secondo me, è meglio accendere un mutuo ad un tasso, come quello che è stato concordato abbastanza basso. Dovremmo discutere anche sui tassi, ma sarebbe una discussione da fare a livello nazionale sul fatto che le banche, o chi per esse, fanno pagare prestiti che danno agli Enti pubblici al 4%, quando gli istituti di credito ricevono dall'Europa iniezioni enormi di liquidità all'1% o poco più. Su questo ci sarebbe da fare un'ampia e lunga discussione.
sicuramente meglio accendere un mutuo del genere che vendere, come fanno a 300 metri in linea d'aria, i gioielli di famiglia. Vendere il 49 di GTT, tra l'altro la parte più remunerativa di GTT, secondo me è un'azione sicuramente peggiore che quella di accendere un mutuo trentennale! Ripeto, è un provvedimento importante, soprattutto se visto sulla strada del pareggio di bilancio ordinario.
Se riusciremo, alla fine - e ci riusciremo, ne sono convinto - nei nostri cinque anni di legislatura a raggiungere questo traguardo, avremo veramente reso un ottimo servizio ai piemontesi



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto per la replica.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Solo per una breve replica per ringraziare, anzitutto, i Commissari della I Commissione e i Capigruppo per la disponibilità sull'accelerazione dei tempi, cioè a seguire la contingenza dei tempi.
Devo anche ringraziare per gli interventi d'Aula perché è vero che noi finanziamo un debito commerciale, ma almeno diamo una certezza. Certo dovremo pagarlo in trent'anni, ma oggi giorno dovremmo pagare con le ingiunzioni.
La sostanza è che andiamo ad intervenire su quello che è un stock di debito, abbattendolo in modo massiccio. Ma l'abbattimento in modo massiccio deve essere accompagnato da un'altra azione. Come una famiglia, posso pagare il debito che ho accumulato negli anni, ma qui l'accumulo è stato se siamo a 12 miliardi, di 70-800 milioni l'anno.
Una cifra di 700-800 milioni l'anno di debito che si sono accumulati su vari fronti. I vari fronti vanno dalla sanità, dove c'è un Piano di rientro, ai trasporti, dove c'è un piano di rientro, ma vi è anche tutta una serie di altre azioni di riorganizzazione per arrivare all'obiettivo che non sarà raggiunto quest'anno, probabilmente non lo sarà il prossimo.
Il break even lo raggiungeremo, probabilmente, nel 2015-2016, ma l'obiettivo è quello di arrivare ad una condizione di pareggio di bilancio.
Un pareggio strutturale, non un pareggio inventato.
Condivido solo una serie di osservazioni sul fatto che anche quest'anno abbiamo delle entrate che, probabilmente, non realizzeremo, ma di questo avevamo già parlato in assestamento.
Al Consigliere Bono devo dire che ho pensato, su questa variazione, di fare già l'operazione di compensazione dei 125 milioni che lei ha citato nel suo intervento, ma poi ho ritenuto di non complicarla troppo preferisco tenerla lineare, fosse stata una scelta procedurale, tecnica avendo consultato anche gli Uffici. Pertanto potevamo benissimo, invece che non andare a copertura di disavanzo di 660 milioni, ossia a copertura del disavanzo, invece che anticipare il disavanzo per 660, anticipare per 530 e per la differenza andare con cancellazione di iscrizione di entrate che abbiamo già la certezza, oggi, che non si realizzeranno.
Non abbiamo ritenuto di fare ciò, è stata una scelta, la si pu discutere quanto si vuole.
Così come deve andare avanti su quell'obiettivo di pareggio della Regione l'azione - di questa parte si occupa l'Assessore Cavallera - citata dal Consigliere Buquicchio, che riguarda il sistema sanitario, ma non solo.
Ovunque, anche in quel caso, sui controlli, ci sono anche i collegi sindacali che devono svolgere il loro ruolo, togliendo le incrostazioni o le disfunzioni che ci sono su tutto questo grande apparato che è la Regione Piemonte, con tutte le sue partecipate e il sistema autonomo sanitario.
Vorrei fare un'ultima considerazione: con questa operazione non raggiungiamo ancora i 60 giorni nei pagamenti, perché abbiamo ancora delle partite che devono trovare spalmatura nell'ambito dei prossimi bilanci pluriennali - sono fondi da reimpostare, per i quali c'era l'autorizzazione a mutui negli anni passati; mutui che non dovevano essere "tirati", ma che invece lo sono stati e che quindi non hanno più copertura - però penso che la sanità arrivi attualmente ad una media di 90 o 100 giorni; dovrebbe raggiungere uno stock di debito che si aggira intorno a due o tre mesi come indice di rotazione, che, rispetto ai dieci o dodici mesi dell'anno precedente, è un passo avanti, perlomeno sotto l'aspetto economico. Adesso non ricordo chi citava quest'aspetto, ma rappresenta una garanzia al sistema economico piemontese e ai fornitori.
Altrettanto dicasi per il corpo centrale della Regione, con l'esclusione dei trasporti, dove è previsto un piano di rientro che dobbiamo rispettare e che ci porterà ad un pagamento di 150 milioni appena i due Ministeri emaneranno il provvedimento congiunto. Noi cerchiamo di sollecitarlo, ma sapete bene come sia difficoltosa la via procedurale di un provvedimento congiunto fra due Ministeri; però c'è già l'accordo (era già stata convocata la riunione tra i tecnici dei due Ministeri, con il verbale unitario sottoscritto dai dirigenti dei due Ministeri), quindi la questione dovrebbe essere risolta. Parliamo di 150 milioni del CIPE, che mi auguro arrivino entro novembre o dicembre, e poi, naturalmente, la quota dei 90 e 110 per il 2014 e 2015.
Lo stock della sanità si riferisce ad altre urgenze che riguardano ancora i debiti per fornitura, che stimo in circa 200 milioni (adesso non ho sottomano i dati): questo può portarci a dire che anche il corpo centrale della Regione per i pagamenti diretti può rientrare nei 90 giorni perché nell'attuale piano di pagamento c'è tutta una serie di partite che riguardano Finpiemonte e quella operazione di cash pooling di turismo e cultura cui qualcuno faceva cenno e che, in qualche modo, riusciamo a concludere.
Veniamo, in ultimo, alla collocazione dei titoli: il contratto di mutuo che riguarda i 643 milioni della sanità è stato firmato ieri; naturalmente non lo tiriamo fino all'approvazione del provvedimento in discussione in Aula. In ogni caso, ieri è stato siglato con un tasso abbastanza buono del 3,004%. Questo tasso ci permette di dire che, con un anno d'inflazione, ci portiamo ad un tasso proprio esiguo, al massimo minimo possibile, passatemi il termine! Mentre per l'articolo 2 la firma dovrebbe avvenire entro fine mese, al massimo nei primi giorni di novembre: la procedura prevede che i pagamenti avvengano a 30 giorni (dal giorno che li riceviamo noi, quindi penso che li riceveremo verso la metà di dicembre).
Per la sanità, invece, che è pronta per i pagamenti, dovremmo ricevere i trasferimenti (a sua volta serviranno un paio di giorni per fare il rigiro sulle ASL) nei primi giorni della settimana prossima (lunedì o martedì), quindi per la fine della settimana prossima potremmo rigirarli sulle ASL. Ciò significa che entro novembre si dovrebbe chiudere; al limite, diciamo entro i primissimi giorni di dicembre, perché c'è l'obbligo delle ASL al pagamento entro 30 giorni dell'elenco dei fornitori. Grazie.



PRESIDENTE

Dopo l'intervento dell'Assessore, procediamo con la votazione dell'articolato.
Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
Non essendovi richieste di intervento per dichiarazioni di voto, procediamo con la votazione dell'intero testo di legge.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 36 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di deliberazione n. 286, inerente a "Programma per la realizzazione delle strutture sanitarie extraospedaliere per il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 286, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Tale provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla IV Commissione il 26 settembre u.s. ed è stata ampiamente discussa in quella sede, pertanto ritengo si possa aprire direttamente il dibattito generale.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Alcuni Gruppi chiedono una breve illustrazione, pertanto do la parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Questa è una materia sulla quale si sta discutendo non da adesso, che ha determinato l'adozione di provvedimenti nazionali, il cui obiettivo era il superamento, entro la primavera di quest'anno, degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Naturalmente, il problema è stato trasferito alle Regioni, che sono state coinvolte nella predisposizione di progetti...



PRESIDENTE

Chiedo scusa se interrompo l'intervento.
stata richiesta l'illustrazione da parte dell'Assessore, allora si devono creare le condizioni per ascoltarla. Grazie.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Le Regioni, che sono state coinvolte nell'attuazione di questa svolta legislativa a livello nazionale, ovviamente, dall'inizio, devono prevedere le strutture in quantità programmaticamente sufficiente ad accogliere i pazienti, o i sottoposti a misure giudiziarie, che ricadono in questa casistica, in modo proporzionale all'incidenza dei piemontesi che attualmente sono ricoverati presso le strutture esistenti.
Infatti, in Commissione era stato chiesto quanti erano i piemontesi.
Il dato più significativo da tenere in considerazione dal punto di vista programmatico è l'incidenza degli internati su 100 mila residenti in Piemonte. La media nazionale è del 2,73% e in Piemonte abbiamo un quoziente del 2%. Quindi, l'incidenza nella nostra Regione è significativa, ma non rilevante, è sotto la media.
Dal punto di vista della quantità di soggetti sottoposti a misure abbiamo una presenza negli OPG attuali di Castiglione delle Stiviere e di Reggio Emilia.
A Reggio Emilia, ci sono 13 presenze con vari tipi di disturbi.
Ovviamente, le diagnosi individuali sono dati sensibili, ma si parla di psicosi, di disturbi della personalità e di disturbi psico-organici.
Per quanto riguarda Castiglione delle Stiviere, abbiamo un totale di 69 ricoverati sottoposti a misure di sicurezza. Le diagnosi, più o meno, si rifanno a quelle precedenti: naturalmente, essendo il campione più alto, le diagnosi tendono un po' più ad equilibrarsi.
In sostanza, sulla base di questa stratificazione, anche storica, di presenza negli OPG, è stato definito dalla Commissione tecnica un fabbisogno di 70-80 posti per realizzare queste Residenze per l'Esecuzione di Misure di Sicurezza (REMS). Naturalmente, la nuova legge ha previsto l'intervento congiunto dello psichiatra e del magistrato per la definizione di un programma individuale di cura, oltre che di detenzione.
A questo punto, è stata attivata la ricerca di due o tre località, ma essendo una settantina i posti, quando si è notata una minima tendenza alla diminuzione dei soggetti complessivamente interessati si è attivata una ricerca definitiva seguendo alcuni criteri.
Innanzitutto, essendo coinvolti i Dipartimenti della salute mentale delle ASL, si è fatto perno su queste ultime chiedendo loro di avanzare proposte laddove ci fossero stati edifici trasformabili o degli immobili su cui, eventualmente, costruire queste comunità protette.
Naturalmente, ho suggerito alla Direzione Sanità della Regione di svolgere prima tutta la concertazione con i territori, che molte volte viene fatta dopo, creando tensioni tra i Sindaci e le comunità locali; in questo caso, è il Settore Sanità che avanza delle proposte.
Quindi, occorrevano proposte idonee dal punto di vista della risposta che si forniva e dei locali che si approntavano per le esigenze di custodia e anche terapeutiche; di contro, era necessaria la compatibilità con le normative comunali, ma non solo, anche con l'impatto sociale che determina un insediamento di questo tipo.
A seguito della ricerca sulla base di questi criteri, sono state ritenute valide due proposte. In Provincia di Biella, a Bioglio, è prevista la conversione di un edificio sanitario già esistente, che è adattabile alle necessità.
Per quanto riguarda la parte centro-sud del Piemonte, è stato individuato un sedime ad Alessandria, in Regione Cabanette (dove ci sono anche altre presenze, ad esempio una casa soggiorno per RSA), di proprietà pubblica, dove poter realizzare una nuova costruzione.
Quindi, la proposta presentata è di due comunità, suddividendo la presenza sul territorio anche da un punto di vista logistico-razionale (centro-nord e centro-sud della nostra regione). Naturalmente, in uno dei due vi è anche una sezione femminile di dieci posti massimi, che è proporzionata alle attuali otto presenze.
Mi rendo conto di tutte le criticità che comporta la chiusura di questi OPG e naturalmente ci sono contestazioni nel merito della nuova configurazione di detenzione o di recupero con misure di custodia. Abbiamo letto non solo recentemente, ma anche recentemente, prese di posizione da parte di determinate parti politiche ed è stata fatta una normativa forse con una tempistica un po' troppo velleitaria, come se improvvisamente, una volta individuata la localizzazione, in automatico, nel giro di pochi mesi queste strutture potessero essere realizzate.
Le strutture devono essere assolutamente adeguate. Difatti, la legge ha già subito la proroga di un anno; qui adesso parliamo della primavera del 2014 e, ad ogni modo, abbiamo presentato al vaglio della Commissione nazionale le nostre proposte. Ovviamente, dopo il via libera programmatico da parte del Consiglio regionale, siamo tra le Regioni che comunque hanno assolto al loro compito e potremo accelerare tutte le procedure ed arrivare a realizzare tra i primi a livello nazionale queste strutture, che naturalmente saranno riservate ai residenti nella nostra regione.
Su questo vogliamo essere molto chiari: non è ammesso un gioco allo scaricabarile tra Regioni. Abbiamo visto che anche le altre Regioni stanno procedendo e, sotto questo profilo, saremo vigilanti e attenti.
Le risorse dovrebbero essere distribuite - almeno così dice il Sottosegretario - nel prossimo mese di novembre, quindi manca proprio la validazione programmatica da parte del Consiglio per poter andare a sedersi definitivamente al tavolo dell'incontro ministeriale e avere tutta la documentazione completa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Assessore, ho delle perplessità e un dubbio. Non vorrei che, ancora una volta, l'aspetto infrastrutturale e gestionale prevalesse, come sempre è accaduto, rispetto all'analisi metodologica di un'azione terapeutica per il recupero socio-sanitario di questi pazienti.
Andiamo però per ordine. Sicuramente la proposta di deliberazione 286 non può che toccare la sensibilità di tutti noi; in me, in particolare, la tocca anche in modo forte, perché ho sempre avuto un'opinione personale sul criterio di detenzione e di privazione della libertà.
Per fare un discorso serio, dobbiamo sgomberare subito il campo dagli equivoci. Il termine "superamento", come prescritto dalla legge 9/2012, che cos'è? È realmente un superamento o è solo una variante semantica o un eufemismo rispetto allo status detentivo o recettivo precedente rappresentato dagli OPG o CCC (case di cura e custodia), essi stessi mutazione semantica di quello che un tempo era il famoso manicomio criminale? A mio avviso, Assessore, non basta regionalizzare per superare. La semplice regionalizzazione equivale a uno spezzettamento del problema su scala territoriale, senza affrontarlo alla radice. Per intenderci, ritengo che non servano tanti piccoli manicomi regionali o frazioni di OPG, ma che occorra invece indirizzare il necessario riassetto verso una nuova filosofia medico-detentiva.
C'è la Costituzione che parla chiaro. Compito della Repubblica è rimuovere e quindi abbattere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana congiunto al diritto alla salute, a garanzia del singolo cittadino e per l'interesse della collettività. In particolare l'articolo 13, comma 4, della Costituzione punisce ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà. Ed è non solo per questo, ma anche per questo, che da questa parte noi chiediamo il famoso Garante dei detenuti.
Già la Corte Costituzionale, all'indomani dell'indomani dell'istituzione dei servizi per la salute mentale (legge 833/1978), aveva sancito l'inadeguatezza degli istituti detentivi quali ospedali psichiatrici giudiziari OPG e case di cura e custodia CCC. Dopo la chiusura dei manicomi civili, tali strutture apparvero sempre più un relitto anacronistico, disciplinate dal Codice Rocco. Con forti dubbi di compatibilità rispetto agli articoli 13, 25 e 32 della Costituzione.
Superate anche sul piano dell'ordinamento penale basato sul "doppio binario", e cioè: irrogazione delle pene per il reo e comminazione delle misure di sicurezza per il non imputabile, ma socialmente pericoloso.
Allora l'obiettivo non può che essere quello del percorso terapeutico riabilitativo e il reinserimento sociale, sempre e comunque - ci mancherebbe altro! - nel rispetto delle misure di sicurezza, ma che superino (appunto) e siano alternative a ciò che è stato il ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario.
Il processo di regionalizzazione non ha rispettato il termine fissato del 1° febbraio 2013, con responsabilità evidenti sia del Governo nazionale sia di quelli regionali. Ricordo che la stessa legge indica la data del 31 marzo 2014 per la chiusura definitiva degli OPG e le dimissioni di tutti i pazienti internati entro il 1° aprile 2014. Ritardo anche nell'assegnazione delle risorse destinate alle Regioni per sostenere il superamento degli OPG.
Proprio qualche settimana fa, il 10 ottobre, il Sottosegretario alla Salute Paolo Fadda ha incontrato gli Assessori regionali d'Italia per verificare lo stato di attuazione del programma. Appare del tutto evidente la necessità di accelerare i tempi per l'erogazione dei fondi e ben venga l'annunciata redazione congiunta tra Governo nazionale e Regioni della relazione da presentare al Parlamento entro il 30 novembre prossimo.
D'altro canto, in questo recente incontro, gli Assessori hanno assicurato la presentazione dei singoli programmi regionali entro 25 giorni per l'utilizzo dei fondi di spesa che permetteranno da subito anche alle Regioni soggette al piano di rientro di assumere figure professionali da inserire nei servizi territoriali.
Nel piano proposto oggi in discussione, si tiene però conto di un finanziamento a carico dello Stato pari a euro 11.950.620 ed euro 628.980 di cofinanziamento obbligatorio da parte della Regione per gli interventi di riqualificazione e realizzazione dei due siti proposti per l'intera afferenza regionale calcolata in base al rapporto tra numero di internati e numero di abitanti. L'individuazione di due bacini: Piemonte Nord (Madonna Dorotea di Broglio-ASL Biella), Piemonte Sud (Cascina Spandonara-ASL Alessandria).
Ma continuo ad avere dei dubbi, perché le sole strutture da realizzare sono necessarie, ma non sufficienti, per l'effettivo superamento delle strutture da dismettere: dipende dall'uso e dalla validità delle metodologie terapeutiche introdotte in tali strutture. Al di là dell'aspetto e dell'investimento economico affinché si possa parlare di piano di superamento degli OPG e CCC, occorre in primis potenziare i servizi socio-sanitari del territorio in base al principio che, previa verifica dell'Autorità giudiziaria e dell'Amministrazione penitenziaria sulla pericolosità sociale, siano proprio le ASL, tramite i Dipartimenti di Salute Mentale, ad occuparsi dei progetti terapeutici e riabilitativi. Nel caso di persone sottoposte a misure di sicurezza non detentive bisognerebbe individuare delle residenze sanitarie di prossimità dei pazienti internati, distribuite territorialmente rispetto ai luoghi di provenienza.
Rispetto a quanto proposto nel programma, però, ritengo che nella distinzione tra residenza sanitaria "Comunità protetta" (tipo CPA o tipo CPB) e residenza socio-sanitaria Comunità-alloggio e "Gruppo appartamento" (CA e GA) occorra tener maggiormente presente la condizione di sicurezza detentiva. Bisogna evitare che l'elemento socio-sanitario possa ignorare totalmente quello giudiziario. Né si può prescindere dalle singole situazioni di reato e di pericolosità sociale, anche se si tratta di prosciolti per vizio totale o parziale di mente (articoli 88 e 89 del Codice Penale) Le REMS (strutture per esecuzione misure di sicurezza) non possono diventare un escamotage per vari autori di reato, che manifestano durante la detenzione sopraggiunte, quanto finte, condizioni di infermità mentale alimentando così nuovi ingressi, anche se, come ha precisato lo stesso Sottosegretario Fadda, per gli internati non sono previsti né l'indulto n l'amnistia.
Al di là delle mie personali osservazioni critiche, però, auspico che i pazienti piemontesi attualmente internati presso gli OPG di Castiglione delle Stiviere (MN) e di Reggio Emilia, possano avere la fruibilità dei servizi necessari al loro recupero sul nostro territorio e più vicini alle loro famiglie.
In ogni caso, ritengo indispensabile, data la delicatezza e la complessità del problema, coinvolgere da subito esponenti del mondo accademico e figure nel campo medico-scientifico, attraverso il monitoraggio congiunto nella fase di apertura di nuove strutture che superino - tra virgolette - gli OPG e i CCC.
Ripeto agli amici della maggioranza che in questo caso non sarebbe pletorica, ma sarebbe necessaria, l'istituzione della figura di uno specifico Garante regionale. Ma figuriamoci! Non abbiamo quello dei detenuti normali, figuriamoci se potremo mai pensare di avere, da questa maggioranza, un Garante così specifico.
Per questi motivi, caro Assessore, non potrò dare il mio voto favorevole a questo provvedimento, ma sono costretto ad astenermi. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
La riforma del sistema penitenziario per quanto riguarda la tutela della salute e della sanità e la previsione conseguente di trasferire alle Amministrazioni regionali il compito di organizzare i servizi di tutela della salute dei cittadini hanno contemplato anche lo specifico compito delle Regioni di mettere in atto le misure alternative agli ospedali psichiatrici giudiziari, relativamente alla continuità assistenziale dovuta a coloro che sono lì ristretti. Vorrei soltanto ricordare che la chiusura degli OPG è stata definita, dal Presidente Napolitano, come un atto necessario e urgente per il superamento di un autentico orrore, indegno di un Paese appena civile.
Voglio anche ricordare che per coloro che sono - uso un termine veramente improprio, ma da linguaggio burocratico corretto - internati negli OPG, non sono previsti né indulto né amnistia e che, pertanto, solo un forte continuativo impegno consente di sanare e calmierare una drammatica situazione.
Queste erano le premesse. Qualcuno le giudicherà retoriche, qualcun altro le avrà giudicate velleitarie, ma è certo che erano le cifre di civiltà a cui questo Paese si atteggiava quando scriveva le proprie riforme.
Dalla questione dei principi passo rapidamente a quella della realtà e quella della realtà sembra differenziarsi significativamente dalle affermazioni dei principi. Per sottolineare tutte le obiezioni che riservo al modo organizzativo con il quale il Ministero e le Regioni si sono atteggiati a subentrare nella responsabilità di tutela della salute di queste persone, non cito parole mie, ma cito le perplessità che fortunatamente, alcuni Parlamentari continuano a mantenere nei confronti dei programmi operativi delle Regioni; e, in modo particolare voglio citare per dimostrare che fortunatamente le obiezioni sono trasversali - due dichiarazioni, una in Senato e una alla Camera, promosse da due rappresentanti del Parlamento del Partito Democratico, che esprimono le seguenti obiezioni che faccio mie.
Prima obiezione. Non appare chiaro il quadro complessivo dei posti letto prefigurati dalle proposte regionali, rispetto all'obiettivo di sostanziale superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari. Già, perch forse qualcuno dovrebbe ancora ricordare che la legge che definiva il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari prevedeva che il recupero e la riabilitazione avvenissero con la presa in carico da parte dei Dipartimenti di Salute Mentale, attivando percorsi di recupero differenziati e personalizzati, anche coinvolgendo la Magistratura di Sorveglianza e il terzo settore.
Differenziati e personalizzati, Assessore, perché non tutte le persone hanno tutti gli stessi percorsi di vita; non tutte hanno le stesse condizioni di sconto della pena; non tutte hanno, nelle valutazioni date su cui non mi addentro - perché appartengono alla deontologia e alla competenza professionale - lo stesso rischio di pericolosità sociale; non tutte, necessariamente, devono essere gestite in "comunità protette".
Di questa differenza e di questa personalizzazione non trovo alcune descrizione nella delibera della Giunta regionale. Anzi, trovo, nei verbali allegati alla delibera della Giunta regionale, la segnalazione di una meritoria ASL che ha provato a praticare percorsi di presa in carico a livello territoriale, ovviamente concordati con la Magistratura di Sorveglianza e che chiedeva di poter essere ricondotta all'interno della deliberazione; richiesta bellamente ignorata. Già, perché in questa norma di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, si parla di numeri di posti e di assunzioni.
L'operazione culturale, organizzativa, clinica e civile è diventata il numero di metri quadri che riusciamo a riconvertire, grazie ai fondi destinati dal finanziamento della legge, e il numero di assunzioni in deroga che riusciamo a fare, grazie al finanziamento della legge.
Quindi, mi verrebbe da parlare di uno "stato di ebbrezza" - vorrei dire anche un po' molesta - che ha percorso tutte le amministrazioni regionali nel pensare di poter finalmente ottenere deroghe dopo il blocco del turnover, e finalmente trovare fondi per recuperare strutture che non si riusciva a qualificare, a scapito del progetto di riabilitazione personalizzazione e differenziazione.
E allora sono culturalmente contraria al modo con il quale tutte le Regioni hanno tradito i principi ispiratori della normativa nazionale; si sono arrangiate su soluzioni che portano a casa qualcosa; ma non nell'immediato, perché il 1° aprile 2014 nessuna di queste strutture sarà aperta, banalmente a causa delle gare che vanno fatte per realizzare gli appalti di riqualificazione.
Quindi, non solo non rispettiamo i principi; non solo non rispettiamo le scadenze, ma facciamo, in nome delle risorse che così si accaparrano anche - io credo - un torto importante alle persone che sono coinvolte in questi percorsi.
Oltre a questo tema, che accomuna il Piemonte a tutte le altre Regioni ci viene detto qui che questo provvedimento servirà solo per coloro che dal Piemonte sono internati in altre strutture; però tutti parlano di convenzioni interregionali e tutti corrono a fare più posti letto di quelli che sono previsti, perché così in mobilità sanitaria attiva riceveremo anche ospiti da altre Regioni.
Ma nella fattispecie della Regione Piemonte sono anche particolarmente distante dalla soluzione che si è raggiunta in violazione anche di discussioni emerse nelle Commissioni tecniche per la questione alessandrina. Mi val poco, Assessore - non perché non abbia stima del Consiglio comunale di Alessandria, della Giunta di Alessandria, del sindaco di Alessandria - il fatto che lei porti a proprio merito il consenso preventivo delle Amministrazioni comunali.
Certo, il consenso preventivo delle Amministrazioni comunali quando si dice loro che si riesce così ad ottenere risorse impreviste, che peraltro la città non ne avrebbe sentore, trattandosi di area distante dai servizi e dalla rete di cura, sempre in nome di quel principio di integrazione riabilitazione, personalizzazione, individualizzazione: quindi chiudiamoli nelle piccole strutture regionali, il più lontano possibile dalla visibilità della comunità cittadina e il più rassicuranti possibile rispetto al fatto che coloro restino preclusi anche semplicemente alla consapevolezza della loro esistenza da parte della città.
E quindi credo che qui abbiamo fatto un "pasticciaccio brutto". Un "pasticciaccio brutto", che ci accomuna a molti progetti di altre Regioni e un "pasticciaccio" specifico per una delle soluzioni individuate.
Assessore, credo che se cominciassimo a passare dai numeri al nominare le persone - non lo possiamo fare in questa sala, ma almeno per i fatti di cronaca possiamo permetterci di farlo - forse riusciremmo a comprendere che le donne che lì sono ricoverate e che magari si sono macchiate di uno dei crimini più terribili alla sensibilità di ciascuno di noi, che è l'infanticidio, probabilmente non sono da trattarsi all'interno di comunità residenziali da X posti letto con X rapporti numerici con operatori educatori e assistenti sociali, ma magari riuscirebbero ad essere trattate in condizioni più leggere dal punto di vista residenziale; quindi, anche in modalità di gruppi appartamento, ma costantemente presenti dal punto di vista della continuità assistenziale dei dipartimenti di salute mentale.
Viceversa, Assessore, situazioni che per la natura dei soggetti e per la vita a cui quei soggetti sono stati anche in parte costretti, possono esistere condizioni di rischio di pericolosità che lei non può immaginare di affrontare con una rete di valenti professionisti neoassunti.
Quindi, l'operazione è pessima sia dal punto di vista dell'ingiustizia arrecata a chi verrà nuovamente ristretto sia dal punto di vista della qualità dell'organizzazione dei servizi sia per chi vuole pensare solo alla sicurezza. Noi siamo, come Gruppo e come persona - forse direi ancor prima come persona - su questi temi fortemente distanti da questa cultura politica, fortemente critici su queste scelte organizzative, fortemente preoccupati per le ingiustizie che si produrranno con queste soluzioni. E quindi siamo contrari a questa delibera.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Anche le nostre considerazioni sono delle considerazioni che ci mettono a disagio, perché è da tempo che si sta discutendo a livello nazionale del superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari e sappiamo che anche a livello nazionale probabilmente non si è giunti ad un provvedimento come si sarebbe dovuto auspicare.
Anche perché, così come lo stesso Assessore ha rilevato, questo percorso non ha previsto la revisione del Codice Penale sull'applicazione delle misure di sicurezza, che rimangono di competenza dell'autorità giudiziaria.
Quindi, da questo punto di vista vi è sempre presente quella che è un'ambiguità di una doppia competenza, che riguarda l'autorità giudiziaria e il personale sanitario. Questo aspetto è certo un peccato originale, che poi fa sì che probabilmente anche l'attuazione da parte delle Regioni di quello che dovrebbe essere in concreto il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, risulti essere un percorso già minato all'origine.
Le considerazioni che facciamo rispetto al provvedimento sono quelle di provare a costruire quello che può essere concretamente un percorso, un percorso che però finisce di mettere in campo dei mini OPG.
Da questo punto di vista, ci sembra che non sia stato quello - almeno non dico forse nel provvedimento nazionale, ma quello che era invece l'obiettivo di chi ha lavorato a questo superamento - l'obiettivo, che era invece di andare ad un effettivo superamento.
Quindi, dobbiamo rilevare - e per questo abbiamo anche richiesto all'Assessore, e sono stati forniti, i verbali della Commissione tecnica volta al superamento degli OPG - che questo approccio, che probabilmente è stato in linea con le indicazioni nazionali, ma che non è in linea con un effettivo superamento, fa sì che le due strutture trovate - in particolare le perplessità vengono sulla struttura di Alessandria - in realtà finiscono per essere due mini OPG che devono essere il più possibile distanti dalla comunità locale, quando invece, in una logica che dovrebbe essere volta all'integrazione, dovrebbero essere invece il più possibile inserite all'interno di una rete dei servizi che possono essere offerti, proprio perché ci sia la possibilità di una effettiva presa in carico, da parte dei servizi, che possa permettere di lavorare su questi pazienti. E che possa perciò arrivare a quello che dovrebbe essere l'obiettivo della loro permanenza nella struttura.
Non sto a ripercorrere quello che già è stato detto dalla collega Artesio rispetto al fatto che, se prima era stata individuato una struttura per Alessandria che poteva avere queste caratteristiche - l'Assessore l'ha detto e gli atti lo dimostrano - è stata discussa e condivisa con l'Amministrazione locale. Però si è trovata una nuova struttura nell'area Cascina Spandonara su cui abbiamo delle perplessità, proprio per questo aspetto che non permette un'integrazione.
Tra l'altro, abbiamo anche delle perplessità dal punto di vista pratico e concreto rispetto all'utilizzo dei finanziamenti, che prima erano su una struttura che comunque aveva già delle caratteristiche di abitabilità mentre questa dovrebbe essere una struttura che richiede maggiori risorse per potere essere utilizzata.
Quindi, pensiamo che da questo punto di vista il percorso che ha intrapreso la Regione Piemonte finisca per essere un percorso mancato praticamente una riallocazione - mi spiace utilizzare questo termine delle persone che da una struttura più grande vengono riallocate in due strutture medie, che però è ben lontano da quello che invece vorremmo fosse effettivamente il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari.
Siamo all'interno di una situazione nazionale, sappiamo che è in discussione il tema del sovraffollamento delle carceri, di volta in volta vengono considerati i numeri come un'emergenza, ma in realtà, dal punto di vista concreto, si fa poco o nulla.
Da questo punto di vista è chiaro che la Regione Piemonte non ha il coraggio e la forza di provare, almeno su questo fronte, a voltare pagina.
Dal nostro punto di vista, non possiamo comprendere, quindi non possiamo giudicare positivamente questo provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Farò solo alcune riflessioni. Gli ospedali psichiatrici giudiziari sono stati uno dei tanti orrori che hanno caratterizzato il sistema psichiatrico nel nostro Paese. L'orrore dei manicomi, anzitutto. Conosco bene quello di Collegno. In gioventù ho fatto il presidente di seggio in un seggio a Collegno dove votavano pazienti psichiatrici. Gran parte di loro non possedeva una carta d'identità, non si rendeva conto di quello che faceva gli accompagnatori pretendevano di accompagnarli dentro il seggio elettorale per votare al loro posto.
Uno dei tanti orrori di questo Paese. All'orrore del manicomio si è poi associato il manicomio criminale, quello nel quale avrebbe dovuto essere esercitata una pena detentiva. Luoghi nei quali l'umanità, il rispetto per le persone, l'attenzione verso la malattia e anche nei confronti di chi dentro la malattia aveva commesso una pena, non esistevano praticamente più.
Nel 1904 ci poteva essere una giustificazione, forse, per la realizzazione di queste strutture, ma gli OPG realizzati nel 1976 sono effettivamente rimaste strutture a metà tra il manicomio e il carcere comprendendo l'orrore di entrambi.
Voglio solo ricordare le parole di Basaglia, che un giorno scrisse che il reo non viene inviato in carcere perché non comprende cosa significhi pena e redenzione, e viene allora inviato in un manicomio giudiziario dove sotto forma di cura, espia una pena che capisce ancora meno.
Ignazio Marino, attuale Sindaco di Roma, durante la campagna elettorale per le politiche - era candidato al Senato in Piemonte - mi ha parlato dell'ospedale psichiatrico di Barcellona Pozzo di Gotto che aveva probabilmente ha ancora - 340 cittadini ricoverati al suo interno e parlava di quella struttura come di una autentico inferno, nel quale i cittadini ricoverati avevano perso completamente ogni parvenza di umanità. È stata anche una battaglia del Senatore Marino Ignazio questo, con il superamento di queste strutture.
Diciamo, Assessore Cavallera, quello che abbiamo detto durante la discussione in Commissione consiliare. Abbiamo la sensazione che il progetto che il Governo regionale sta portando avanti chiuda apparentemente, gli ospedali psichiatrici giudiziari ma, alla fine, ne mantenga i principi.
Quando si realizza una struttura che ha 40 posti letto e un'altra con 30 posti letto, soprattutto la prima noi pensiamo che non corrisponda a quel bisogno di piccola struttura all'interno della quale, invece, si possono...
Ci rendiamo conto delle difficoltà, certo, di recuperare quelle piccole strutture che possono accogliere al loro interno quell'umanità, assicurare quel bisogno di cura per rispetto delle persone che è necessario che alberghi all'interno di queste strutture.
La Regione Puglia aveva bisogno di realizzare 60 posti letto; ha realizzato e realizzerà, probabilmente quando saranno disponibili, tre strutture da 20 posti letto: è probabile che in una struttura più piccola questi principi, in qualche modo, possano essere rispettati.
Assessore Cavallera, non voteremo a favore della delibera perché ci sembra che, in qualche modo, si ripercorre il modello di piccoli ospedali psichiatrici giudiziari e che, all'interno di questo riproposizione del modello, continuino a mancare quei percorsi di riabilitazione e d'integrazione che sono, secondo noi, un pezzo della cura.
Daremo la presenza, ma non voteremo a favore del provvedimento.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste di intervento, dichiaro chiuso il dibattito generale.
La parola all'Assessore Cavallera per la replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Solo per dire che in questa fase tutte le Regioni devono operare contemporaneamente per superare gli OPG esistenti. È chiaro che questa è un'operazione che si può mettere in discussione dal punto di vista legislativo per come è stata attuata, si può mettere in discussione sotto il profilo delle proposte che vengono presentate ma, comunque sia, è un punto di partenza.
Noi avremmo delle comunità sotto l'egida della Magistratura, ma avrà un ruolo fondamentale il Dipartimento di Salute Mentale, perché sarà quello che preparerà il progetto individualizzato e differenziato da caso a caso.
La legge, attualmente, affida ad un Giudice, quindi ad un soggetto talmente indipendente e garante, l'attivazione o meno di queste procedure.
Siamo all'inizio di un percorso. Abbiamo tutto il tempo per continuare a confrontarci su come inserire all'interno delle ASL di riferimento i nuovi psichiatri, i nuovi infermieri, i nuovi psicologi, i soggetti previsti per far sì che non sia - sono assolutamente d'accordo l'approntamento di locali più piccoli, cioè mini ospedali psichiatrici giudiziali.
La norma nazionale ha i suoi limiti, capisco i vari punti di vista però all'interno, pur con il quadro legislativo attuale, si potrà fare molto vedendo le problematiche psichiatriche nel loro complesso, che sono aspetti che, ovviamente, interessano molto la pubblica opinione, che creano riflessi dal punto di vista dell'allarme sociale. Bisogna assicurare tutte le assistenze e i percorsi diagnostici terapeutici e riabilitativi, come prima venivano richiamati, ma in un quadro di accoglienza, di disponibilità delle amministrazioni locali là dove questo è possibile, ma in un quadro che garantisca la sicurezza complessiva dei cittadini.



PRESIDENTE

Trattandosi di una delibera, non è previsto l'appello nominale.
Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 286, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
L'ordine del giorno presentato dalle Consigliere Artesio e Cerutti inerente a "Chiusura OPG e realizzazione strutture REMS", sarà trattato in altra seduta, poiché deve essere ancora iscritto all'o.d.g.
Ricordo all'Aula che è prevista l'attrazione e la relativa votazione prima del voto finale solo per le proposte di legge e per i disegni di legge.
Pertanto, nel corso della Conferenza dei Capigruppo di domani ne calendarizzeremo l'esame (immagino già per la prossima seduta).


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Non vedo l'Assessore Ravello: in assenza dell'Assessore competente credo che non si possa trattare il disegno di legge n. 335, "Norme di attuazione della legge 21 novembre 2000, n. 353 (Legge quadro in materia di incendi boschivi)", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Anche in questo caso, la Conferenza dei Capigruppo di domani deciderà quando ricalendarizzarne la trattazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Scusi, Presidente, forse mi sono distratto: a che ora è prevista oggi la comunicazione sul Valdese?



PRESIDENTE

Non l'avevamo prevista per oggi.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, le ricordo che nel corso dell'ultima Conferenza dei Capigruppo era stata lasciata in sospeso l'ora in cui si sarebbe svolta, ma era comunque prevista per la seduta odierna.
Poi lei aveva detto: "Siccome non riusciamo ancora a metterci in contatto con l'Assessore Cavallera, non sappiamo se sarà al mattino o al pomeriggio", però i colleghi che erano presenti alla Conferenza dei Capigruppo potranno confermare.



PRESIDENTE

No, mi sembra che avessimo deciso...
Adesso comunque vediamo: se è possibile, risolviamo il problema.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.30 riprende alle ore 12.31)



PRESIDENTE

Riprendiamo la seduta.
L'Assessore è più giovane di me e ha miglior memoria! In effetti, successivamente alla Conferenza dei Capigruppo, avevamo parlato con il richiedente della comunicazione, il Consigliere Bono, che è in aula, e avevamo ipotizzato di farla in altra seduta o addirittura in Commissione consiliare. Si ricorda che ne abbiamo parlato uscendo?



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

No, al termine della Conferenza dei Capigruppo a cui si riferisce il Presidente Reschigna, in Sala A, mercoledì, avevamo ipotizzato quella soluzione. Poi, sostanzialmente, non l'abbiamo più calendarizzata. Se siete d'accordo, la calendarizzeremo nel corso della prossima Conferenza dei Capigruppo per martedì prossimo (l'Assessore ci confermerà se sarà al mattino o al pomeriggio).
Verrà calendarizzata ufficialmente, inserendola come punto all'o.d.g.
così superiamo anche questo problema. Vi ringrazio.


Argomento: Petizioni

Esame petizione popolare per l'istituzione di una nuova sezione presso l'istituto comprensivo "D. Di Nanni" di Grugliasco


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori con la trattazione della petizione popolare per l'istituzione di una nuova sezione presso l'istituto comprensivo "D. Di Nanni" di Grugliasco, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Il Presidente della VI Commissione, il collega Marinello, è presente?



PRESIDENTE

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, non è presente.



PRESIDENTE

Se l'Aula acconsente, possiamo dare per letta la relazione, il cui testo recita: "In data 10 luglio 2013 è stata depositata presso l'ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Piemonte, ai sensi degli articoli 72 e 85 dello Statuto, una petizione sottoscritta da 163 cittadini piemontesi.
Tale istanza è finalizzata all'istituzione, presso l'istituto scolastico comprensivo "D. Di Nanni" di Grugliasco, di una nuova sezione di scuola per l'infanzia.
In data 23 luglio 2013, l'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale ne dichiarava la sua ricevibilità ed ammissibilità, ai sensi dell'art. 85 dello Statuto e dell'articolo 112 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
In data 30 luglio 2013 il Presidente del Consiglio la trasmetteva, ai sensi dell'articolo 113 del Regolamento, alla VI Commissione per il suo esame.
In data 25 settembre 2013 la VI commissione ha svolto l'esame della petizione alla presenza dell'Assessore all'istruzione addivenendo alle conclusioni di seguito riportate.
Con deliberazione n. 135-40984 del 25 ottobre 2011 il Consiglio regionale ha approvato i criteri per la programmazione e la definizione del piano regionale di dimensionamento delle autonomie scolastiche piemontesi e per la programmazione dell'offerta formativa per l'anno scolastico 2012-2013 e successivi.
Con l'ulteriore deliberazione del Consiglio regionale n. 184-30762 del 27 luglio 2012 è stata introdotta al precedente provvedimento una modifica testuale, valida a far data dall'anno scolastico 2013-2014, in base alla quale sono stati identificati i criteri per l'istituzione di nuove sezioni di scuola per l'infanzia.
Sulla scorta del summenzionato quadro normativo di riferimento, si evince che l'istituzione di nuove sezioni di scuola dell'infanzia per l'anno scolastico 2013-2014 poteva essere autorizzata dalla Regione, sulla base delle istanze presentate dai Comuni e fino a concorrenza delle risorse umane assegnate e disponibili, secondo i sottoindicati criteri in ordine di priorità: Comuni dove viene meno il servizio pubblico, salvo che lo stesso venga soppresso per volontà del comune; nel caso di scuole dell'infanzia gestite direttamente dai comuni si tiene conto delle specifiche programmazioni autorizzate dalla Regione Completamento di sezioni già funzionanti a orario ridotto nell'anno scolastico 2012-2013 e precedenti Scuole con allievi in lista di attesa in ordine decrescente rispetto alla lista medesima, con riserva del 30% dei posti ai comuni con territorio montano ed ai comuni a media e alta marginalità, sulla base delle richieste accoglibili.
Come corollario di chiusura la deliberazione di Consiglio regionale prevede inoltre che venga prioritariamente assegnata una nuova sezione a tutte le scuole aventi diritto e che solo successivamente vengano assegnate ulteriori eventuali sezioni a scuole che ne abbiano richieste più di una e ne abbiano i requisiti, salvo specifiche programmazioni in sede locale autorizzate dalla Regione.
Addivenendo al caso di specie, deve essere ricordato che, con determina dirigenziale n. 358 del 16 luglio 2013, pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Piemonte n. 31 del 1 agosto 2013, la Direzione regionale Istruzione, formazione professionale e lavoro, accogliendo specifica richiesta avanzata dal Comune di Grugliasco, ha inserito l'istituto comprensivo "Dante Di Nanni" nell'elenco delle autonomie scolastiche autorizzate all'istituzione di una nuova sezione di scuola per l'infanzia.
Tutto ciò premesso, e tenuto conto dell'ormai avanzata tempistica dell'anno scolastico 2013-2014, la Commissione ha pertanto ritenuto superata la richiesta avanzata dalla petizione.
La presente relazione viene trasmessa al Consiglio regionale per l'esame conclusivo della petizione ai sensi dell'articolo 114 del Regolamento interno".
Non è previsto il dibattito, ma solo un voto di presa d'atto.
Questa è la procedura.
Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sulla petizione popolare per l'istituzione di una nuova sezione presso l'istituto comprensivo "D. Di Nanni" di Grugliasco (Presa d'atto della relazione rassegnata dalla VI Commissione il 25 settembre 2013).



(Commenti del Consigliere Leo)



PRESIDENTE

Interrompiamo la votazione, perché il collega Leo necessita di una spiegazione tecnica. Prego, ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Chiedo scusa, è solo per comprendere. In Commissione il Presidente Marinello è stato perfetto ed inequivocabile e ha detto: "Noi non discutiamo le singole petizione, perché se no ogni scuola potrebbe portarcene una", quindi l'ha trasmessa così.
Noi non ci siamo mai trovati in questa circostanza, quindi non sappiamo tecnicamente cosa dovremmo fare.



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Leo! Richiamo un attimo l'attenzione del Consiglio: qui, tra intendimenti delle Commissioni, giornali e agenzie, si può sicuramente interloquire.
Però il Consiglio regionale, come tutte le istituzioni, ha al proprio interno degli atti ufficiali.
Ci è pervenuta, da parte della Commissione, con tanto di relazione questa petizione; l'abbiamo iscritta all'o.d.g. - presenti tutti i Capigruppo - per cui adesso o qualcuno propone di sospendere la votazione perché avete un ripensamento - mi spiace che non sia presente il Presidente Marinello - e allora la rimandiamo in Commissione, oppure bisogna votarla.
Non c'è altra soluzione. Noi siamo un'istituzione con le sue procedure e con le sue regole, e siccome il Presidente della VI Commissione ha inviato questa petizione, con tanto di relazione, per la presa d'atto in Consiglio la Conferenza dei Capigruppo l'ha calendarizzata - erano presenti tutti i Capigruppo - adesso siamo qui, quindi o si vota o si rimanda in Commissione, e la Commissione cambia idea.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Ammetto la mia ignoranza - bisogna dirlo - perché non sono al corrente di questa petizione o di questo provvedimento. Anche tecnicamente mi trovo un attimino in imbarazzo, quindi chiederei, se fosse possibile, se non costituisce un problema per nessuno, di rimandarla in Commissione eventualmente la riproponiamo già martedì prossimo per l'esame d'aula.



CAROSSA Mario

LEO Giampiero (fuori microfono)



CAROSSA Mario

Non c'è bisogno della Commissione, bastano cinque minuti!



CAROSSA Mario

O chiarire a lato, non so. Però ci vedremmo costretti a non sapere cosa...
Chiedo quindi o una sospensione o di rimandarla in Commissione. Grazie.



PRESIDENTE

C'è in aula un membro dell'Ufficio di Presidenza della VI Commissione? Signor Vicepresidente, può leggerci la relazione? Così poi continuiamo la discussione.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

La relazione dà atto che il problema è superato perché la Direzione regionale ha autorizzato l'apertura di quella sezione.
Pertanto, la relazione conclude in questo modo: "Si archivia la petizione perché il problema è superato".



PRESIDENTE

Era quello che volevo che emergesse.
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Volevo semplicemente ribadire che il problema era superato.



PRESIDENTE

Difatti, avevo interesse che uscisse questo incidente, nell'interesse del Consiglio.
Riannodando le fila dei nostri lavori, come scritto nella relazione della VI Commissione, con questa votazione, il Consiglio prende atto del superamento della petizione, però nell'interesse dell'Assemblea volevo che ciò emergesse.
Indìco la votazione palese sulla petizione popolare per l'istituzione di una nuova sezione presso l'istituto comprensivo "D. Di Nanni" di Grugliasco.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Dobbiamo riordinare un po' i nostri lavori: siccome mancano venti minuti alle ore 13, non so se c'è tempo sufficiente per aprire il punto 7) all'o.d.g. con gli atti di indirizzo sulla Siria, in quanto già solo dai titoli delle mozioni e degli ordini del giorno mi sembra che occorra più tempo.
Quindi, propongo all'Aula di passare alla trattazione degli ordini del giorno di cui al punto 7) all'o.d.g. nel pomeriggio, perché non possiamo aprire a quest'ora un punto con sei atti di indirizzo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Chiedo se c'è la possibilità, rispetto al punto 7) all'o.d.g., di anticipare l'esame del punto 8) all'o.d.g., riguardante la proposta di legge n. 328, "Modifica alla legge regionale 4 marzo 2005, n. 1 (Statuto della Regione Piemonte)", che, in sostanza, dà la possibilità ai giornalisti di essere accreditati nelle Commissioni, anche perché credo che non ci sia tanto da discutere, più che altro è una manifestazione di volontà immediata.



PRESIDENTE

In effetti, il tema è attuale, gliene do atto. Però, anche qui, scusi avendo un po' di mestiere, mi sembra un punto di non facile discussione in venti minuti, poi possiamo anche iniziare la trattazione, vediamo se i fatti mi smentiscono.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Chiederei se è possibile discutere la mozione n. 1112, "Revisione delle norme nazionali sulla liberalizzazione degli orari di commercio", che è stata caricata online. Se c'è l'accordo, dopo una breve presentazione, si può votare.
Grazie.



PRESIDENTE

Mi sembra che potrebbe andare bene la seguente programmazione: dedichiamo il pomeriggio - così tutti sono avvisati - all'esame dei documenti riguardanti la Siria e della proposta di modifica della legge dello Statuto sulle Commissioni, perché sono comunque due temi a cui credo un po' di tempo dovremo dedicare.
In questi pochi minuti si potrebbe semplicemente votare l'ordine del giorno di invito ai parlamentari, per vedere se è possibile inserire nella legge dello Stato la deducibilità delle rette delle famiglie sull'Alzheimer.
A seguire, potremo trattare la mozione n. 1112 presentata dal Consigliere Bono in materia di commercio.
Il documento è firmato dai Consiglieri Stara, Maccanti, Biol Buquicchio e Pedrale (forse si sono aggiunte altre firme).
Poi, il collega Leo mi dice - lo verifichiamo - che sull'ordine del giorno n. 1093, "Protesta di fronte alla iniqua assegnazione di fondi alle istituzioni culturali da parte del Governo centrale", di cui al punto 10) all'o.d.g., potrebbe esserci l'accordo.
Comincerei con il primo e proseguirei fino alle ore 13.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Un attimo, adesso verifichiamo se sono d'accordo.
Ha chiesto la parola la Consigliera Montaruli; ne ha facoltà.



MONTARULI Augusta

Se ci fosse il tempo, chiedo anche di esaminare l'ordine del giorno relativo a "Richiedenti unità immobiliari di edilizia sociale con ISEE pari a zero in quanto privi di reddito", che è immediatamente dopo l'ordine del giorno n. 1093.



PRESIDENTE

Se intendiamo lavorare tutto il pomeriggio, come mi sembra tutti vogliano sicuramente fare, credo che oggi si possa evadere l'o.d.g. del Consiglio, forse ne avanziamo ancora.
Se cominciamo alle ore 15 in orario, in quattro ore questo o.d.g. lo evadiamo di sicuro, quindi potremmo affrontare il percorso insieme.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame ordine del giorno n. 1113 presentato dai Consiglieri Cattaneo Placido, Comba, Novero, Ponso, Leardi, Pedrale, Reschigna, Rostagno Franchino, Motta Massimiliano, Botta Franco Maria, Negro, Formagnana e Lupi, inerente a "Sostegno ai malati di Alzheimer e alle loro famiglie"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 1113, di cui al punto 13) all'o.d.g.
Non essendoci richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Chi vuole aggiungere la firma anche dopo la votazione, ovviamente, pu farlo al banco della Presidenza.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1113, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: il significativo invecchiamento della popolazione dei Paesi Occidentali ha fatto aumentare il numero di persone che si trovano in età senile e, di conseguenza, le patologie degenerative ad essa correlate quali il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson come pure i disturbi cognitivi, la demenza e altre malattie tali patologie comportano, purtroppo, gravi coinvolgimenti psico-fisici nonché significativi disturbi comportamentali, e sono numerosi i malati e le rispettive famiglie che devono confrontarsi con siffatte difficoltà il morbo di Alzheimer, in particolare, richiede un elevato livello di assistenza, che nella maggioranza dei casi è offerto dalla famiglia, con il supporto dei servizi di assistenza domiciliare l'aggravarsi della sintomatologia e della non autosufficienza conseguente a questa terribile malattia possono portare poi l'anziano malato e la sua famiglia a richiedere il ricovero presso strutture residenziali qualificate i malati di Alzheimer e le loro famiglie, che versano quindi in una situazione umana drammatica e si trovano, pertanto, a dover anche sostenere un carico economico significativo la difficoltà di tali famiglie è ulteriormente aggravata dalla critica situazione economico-finanziaria contingente che non ha risparmiato il nostro territorio considerato che: la tutela della salute è un diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività garantito dalla Costituzione la Regione Piemonte, sensibile alle problematiche socio-sanitarie di questi malati, si trova comunque a operare nel quadro della normativa statale di riferimento e dei controlli del Tavolo di verifica interministeriale in un quadro come quello delineato, sarebbe un importante sostegno per i malati di Alzheimer e le loro famiglie, la detrazione dalla dichiarazione dei redditi delle spese per la terribile patologia ritenuto pertanto necessario intervenire, presso il Parlamento e il Governo per chiedere l'inserimento, nella Legge di stabilità 2014, di una disposizione normativa che preveda la detrazione dalla dichiarazione dei redditi delle spese sostenute dai malati di Alzheimer e dalle loro famiglie invita i parlamentari eletti in Piemonte a promuovere, mediante la presentazione di appositi emendamenti, l'inserimento, nella Legge di stabilità 2014, di una disposizione normativa che preveda la detrazione dalla dichiarazione dei redditi delle spese sostenute dai malati di Alzheimer e dalle loro famiglie".
Il Consiglio approva.


Argomento: Commercio

Esame mozione n. 1112 presentata dai Consiglieri Bono, Biolé, Stara Maccanti, Pedrale e Buquicchio inerente a "Revisione delle norme nazionali sulla liberalizzazione degli orari di commercio"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 1112, di cui al punto 12) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Bono per una rapida illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente. Sarò velocissimo.
un ordine del giorno che è stato firmato da diversi Gruppi consiliari.
La storia della liberalizzazione dell'orario di commercio è nota, nel senso che con il decreto legge n. 201/2011, convertito, con modificazioni con legge n. 214/2011, il Governo Monti ha normato la liberalizzazione degli orari e delle aperture degli esercizi commerciali senza eccezioni e su tutto il territorio nazionale.
La Regione Piemonte, con DGR 12-3266 del 10 gennaio 2012, aveva deliberato di interporre ricorso alla Corte Costituzionale per la dichiarazione di illegittimità dell'articolo 31 del succitato decreto legge convertito.
Quindi, da parte della Regione Piemonte si è posta, con l'allora Assessore Casoni, la volontà di cercare di normare sia l'apertura di nuovi centri commerciali e sia le aperture domenicali degli esercizi commerciali soprattutto dei grandi centri commerciali, che impoveriscono il territorio produttivo, soprattutto dei cosiddetti negozi di vicinato dei centri cittadini, svuotando sempre più i centri storici delle nostre città e facendo defluire i ricavi verso i grandi centri commerciali.
Tra l'altro, dalle analisi anche delle associazioni di categoria, si evince che non c'è stato un aumento di ricavi, ma in generale un aumento di spesa, anche perché le famiglie italiane hanno subito fortemente la crisi.
Quindi c'è stata solo una spalmatura su sette giorni, invece che su sei delle spese degli esercizi commerciali, nella generale contrazione della spesa delle famiglie.
Purtroppo, non c'è stato un aumento dei posti di lavoro, anzi una diminuzione, pertanto da questa legge non sono derivati dei benefici.
La stessa Corte Costituzionale con una sentenza del 2013 aveva sancito che "i principi di liberalizzazione presuppongono che le Regioni seguitino ad esercitare le proprie competenze in materia di regolazione delle attività economiche, essendo anzi richiesto che tutti gli enti territoriali diano attuazione ai principi dettati dal legislatore statale". Quindi, le Regioni potrebbero continuare ad esercitare le proprie competenze legislative e amministrative loro spettanti all'interno della legge quadro sancita dallo Stato.
Questa problematica è stata affrontata in Parlamento da quasi tutti i Gruppi parlamentari (quindi, il Movimento 5 Stelle che rappresento, la Lega Nord, il Partito Democratico e il Popolo della Libertà) con proposte di legge e, adesso, dovrebbe essere all'attenzione delle Camere un testo il più possibile condiviso tra i Gruppi.
In questo senso, ho inteso presentare un ordine del giorno che solleciti il Parlamento, e ovviamente anche il Governo nazionale, ad approvare al più presto una modifica di questo decreto legge, ricordando che le Regioni Friuli-Venezia Giulia e Lombardia hanno già approvato un ordine del giorno medesimo; tra l'altro il Friuli-Venezia Giulia, essendo una Regione a statuto speciale, ha già potuto riassumere le deleghe per quanto riguarda le competenze e per quanto riguarda le modifiche degli orari predetti. Quindi, in questo chiedo ovviamente la possibilità di avere un'approvazione unanime, che sarebbe anche un bel segnale per le attività dei parlamentari che rappresentano i Gruppi anche qui presenti.



PRESIDENTE

Ci sono interventi sulla mozione n. 1112? A tutti è chiara la materia? La Giunta si rimette all'Aula.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1112, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: con il decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, con legge n. 214/2011, il Governo Monti ha normato la liberalizzazione degli orari e delle aperture degli esercizi commerciali senza eccezioni e su tutto il territorio nazionale la Regione Piemonte con DGR n. 12-3266 del 10 gennaio 2012 aveva deliberato di interporre ricorso alla Corte Costituzionale per la dichiarazione di illegittimità dell'articolo 31 del decreto legge n. 201/2011 osservato che a distanza di più di un anno dall'approvazione del decreto legge (che doveva rafforzare la concorrenza, nonché la competitività tra gli esercizi commerciali), non si riscontrano né la diminuzione dei prezzi (ma semmai una contrazione nella spesa delle famiglie, fissata -3,8% e si prevede del -1,2% nel 2013), né un significativo aumento dei posti di lavoro o del prodotto interno lordo (che ha segnato un -2,1% nel 2012 con previsione fissata a -0,5% per l'anno in corso) verificato che questa scelta ha solo rafforzato la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) ai danni dei piccoli negozi di vicinato che non possono competere sugli orari e sui giorni di apertura preso atto inoltre che la stessa Corte Costituzionale con sentenza n. 8 del 2013 chiarisce che "principi di liberalizzazione presuppongono che le Regioni seguitino ad esercitare le proprie competenze in materia di regolazione delle attività economiche, essendo anzi richiesto che tutti gli enti territoriali diano attuazione ai principi dettati dal legislatore statale. Le Regioni, dunque, non risultano menomate né tanto meno private delle competenze legislative e amministrative loro spettanti, ma sono orientate ad esercitarle in base ai principi indicati dal legislatore statale, che ha agito nell'esercizio della sua competenza esclusiva in materia di concorrenza" considerato che alla Camera dei Deputati sono state presentate quattro proposte di legge di iniziativa parlamentare, rispettivamente da deputati del Movimento 5 Stelle, della Lega Nord, del Partito Democratico e del Popolo della Libertà, nonché una proposta di legge di iniziativa popolare le quali al momento sono state riunite e poste all'ordine del giorno per la discussione presso la X Commissione - Attività Produttive della Camera dei Deputati sollecita il Parlamento ed il Governo nazionale affinché agiscano per la modifica dell'articolo 3 del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223 (convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248) e per l'abrogazione dell'articolo 31 del decreto legge 201/2011 (convertito, con modificazioni con legge n. 214/2011), al fine di ricondurre la competenza legislativa e la potestà di regolamentazione nel settore del commercio alle regioni e agli enti locali, a cui spetterebbe il compito della pianificazione della turnazione delle aperture durante le festività lavorative, affinché ciò non ricada pesantemente sui diritti dei lavoratori, tutelando contemporaneamente i diritti dei consumatori".
l Consiglio approva.


Argomento: Contributi alla cultura

Esame ordine del giorno n. 1093 presentato dai Consiglieri Leo, Pedrale Cantore, Costa e Mastrullo, inerente a "Protesta di fronte alla iniqua assegnazione di fondi alle istituzioni culturali da parte del Governo centrale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1093, di cui al punto 10) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Leo per l'illustrazione.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Siccome il Piemonte, nelle varie Amministrazioni regionali e comunali che si sono succedute negli ultimi 20 anni, sulla cultura si è speso molto ha avuto grandi apprezzamenti internazionali, ha guidato anche le Regioni italiane ed europee e può vantare alcune istituzioni di assoluto prestigio nazionale e mondiale, ci hanno stupito alcune scelte del governo centrale tipo quella di privilegiare il Maxxi di Roma. Infatti, esistendo strutture come il Castello di Rivoli, il Museo dell'Automobile, il Salone Internazionale del Libro, etc., abbiamo pensato dare un segno unitario di "richiamo" al Governo che sovente verso il Piemonte è un po' disattento in troppi settori, e, nel contempo, di apprezzamento al lavoro svolto da questo Consiglio regionale negli anni.
In tal senso, forse un richiamo su cose oggettive, condivise, anche da giornali nazionale, come anche Il Sole 24 Ore, può essere assolutamente opportuno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Leo.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1093, il cui testo recita: "Nella nostra Regione, esistono ed operano molte realtà culturali di valore indiscusso, diverse delle quali hanno una valenza nazionale ed extranazionale, tanto da essere note ed apprezzate in tutto il mondo.
Lo stesso 'modello' sperimentato e già da tempo felicemente attuato in alcune di queste, costituisce una prova esemplare di collaborazione fra le istituzioni locali, la Regione, lo Stato, le Fondazioni ex bancarie ecc.
dunque, a maggior forza, ragione di stupore ed incredulità, la scelta del Governo nazionale di destinare la cifra di cinque milioni di euro al Maxxi a fronte della 'micragnosità' con cui si rapporta ad altre realtà culturali presenti nella nostra Regione, non certo meno meritevoli di un uguale trattamento.
Dal Castello di Rivoli - che è molto antecedente al museo romano - allo straordinario Museo Egizio, dal virtuoso Teatro Regio al Museo Nazionale del Cinema (inaccettabile la notizia che il contributo romano sia sceso dai già inadeguati 500 mila euro a meno di 200 mila), fino all'unicum rappresentato dalla Fondazione della Reggia di Venaria, verso la quale lo Stato ha sovente disatteso o rimandato l'adempimento di impegni solennemente sottoscritti, si nota una sottovalutazione costante, che non ha prodotto effetti disastrosi solo grazie alla volontà, capacità e tenacia della gran parte anche (non sempre tutti) degli amministratori chiamati a reggere questi enti, nonché all'attenzione delle istituzioni e delle forze politiche ed economiche (anche qui non sempre tutte) del nostro territorio.
Dunque, a fronte di questi fatti, il Consiglio regionale esprime un forte disappunto ed una severa critica verso le scelte operate a livello nazionale (compresa l'attitudine diffusa trasversalmente un po' in tutte le forze politiche di scaricare limiti e problemi dello Stato centrale sui livelli periferici) fa appello ai nostri parlamentari del Piemonte, a tutte le istituzioni e le componenti sociali, economiche ecc. del nostro territorio, nonché a tutti coloro che a livello nazionale posseggano la sensibilità e la volontà di comprendere la realtà della situazione piemontese, affinché si attivino al più presto per porre almeno parziale rimedio alle sperequazioni fin qui realizzate auspica che i livelli istituzionali nazionali, dal Parlamento al Governo, vogliano prestare attenzione a queste istanze, a partire dal Presidente del Consiglio Letta, fino al Ministro della Cultura Massimo Bray.
Il Consiglio regionale del Piemonte chiede alla Presidenza del Consiglio e alla Giunta Regionale di far pervenire questo documento a tutti i soggetti menzionati, o a quanti altri si riterrà utile invita gli organi di informazione di ogni genere e tipo, a sostenere in tutti i modi possibili (ringraziando chi si è già mobilitato) una battaglia tanto giusta, quanto necessaria e preziosa per il Piemonte".
Il Consiglio approva.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media "Alessandro Antonelli" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media "A. Antonelli" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame ordine del giorno n. 1103 presentato dai Consiglieri Montaruli, Botta Franco Maria, Botta Marco, Casoni e Motta Massimiliano, inerente a "Richiedenti unità immobiliari di edilizia sociale con ISEE pari a zero in quanto privi di reddito"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1103, di cui al punto 11) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Montaruli per l'illustrazione.



MONTARULI Augusta

Grazie, Presidente.
Il regolamento n. 10 del 4 ottobre 2011 dice esplicitamente che "ai richiedenti di alloggio di edilizia sociale è riconosciuto un punteggio pari a tre se l'ISEE è di entità inferiore al 30%".
In Piemonte, nella Provincia di Torino, abbiamo diverse situazioni di richiedenti unità immobiliari di edilizia sociale che si trovano con ISEE pari a zero in quanto privi di reddito. Nell'ultimo bando emesso, è capitato che a numerose richieste non venisse riconosciuto il punteggio pari a tre perché la normativa non richiede un'integrazione di dichiarazione, nei confronti del richiedente, nella quale si esplicita come mai riesce a provvedere al sostentamento della propria persona e della propria famiglia se ha il reddito ISEE pari a zero. Sono situazioni in cui molte persone richiedenti vengono di fatto aiutate dai propri familiari o da enti di beneficenza. Queste persone, cui è riconosciuto un punteggio pari a zero, sono costrette poi a fare ricorso.
Onde evitare che vi sia un'ondata di ricorsi negli anni successivi e onde evitare che si ripeta che ai richiedenti non venga esplicitato come mai il punteggio risulta minore rispetto a quello prospettato nella dichiarazione, chiediamo questo cambiamento all'interno del regolamento per chiarire la normativa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per il parere della Giunta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore all'edilizia residenziale

Grazie, Presidente.
Come la Consigliera sa, nel senso che ne avevamo discusso anche con i rappresentanti della parte tecnica della Regione, si tratta di una facilitazione rispetto alla normativa presente e rispetto a quanto avviene nelle Commissioni giudicatrici, quindi c'è la possibilità, da parte della Regione, di assumersi l'impegno, perché c'è un tavolo tecnico in corso con i rappresentanti di ANCI, con i rappresentanti degli inquilini e con le ATC stesse per le modifiche della parte tecnica per quanto riguarda l'applicazione della legge 3 e dei relativi regolamenti.
Peraltro, già adesso è possibile, a posteriori, l'integrazione per quanto riguarda le attestazioni di sostentamento per chi ha redditi ISEE pari a zero proveniente dai servizi sociali od altro. Si tratta di mettere in chiaro questo meccanismo in modo che, all'atto della presentazione della domanda al bando, sia già prevista questa voce, onde evitare che poi uscite le graduatorie provvisorie, non ci sia la richiesta di integrazione di questi atti, ma vengano già esplicitati nella domanda stessa.
Pertanto, il parere è positivo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 1103, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale Preso atto Che ai sensi dell'allegato C del Regolamento Regionale n. 10/R del 4 Ottobre 2011 ai richiedenti degli alloggi di edilizia sociale è riconosciuto punteggio pari a 3 se con ISEE di entità inferiore al 30% del limite di accesso, pari a 2 se con ISEE di entità inferiore al 50% del limite di accesso e pari a 1 se con ISEE inferiore al 70% del limite di accesso Considerato Che numerosi richiedenti degli alloggi di edilizia sociale si trovano nella condizione dì avere ISEE pari a zero in quanto assolutamente privi di reddito Considerato tuttavia Che in tal caso la commissione di aggiudicazione del punteggio è impossibilitata dall'attribuire i 3 punti spettanti in assenza di dichiarazioni sufficienti a ricostruire le reali modalità di sostentamento del richiedente e della rispettiva famiglia quando gli stessi non sono seguiti dai servizi sociali o allorquando non ricevano aiuto da nessuna organizzazione o procedura atta al sostegno dei più deboli che risulti da ISEE Considerato infatti Che i richiedenti che si trovano in tale condizione riescono talvolta a sostenere se stessi e la propria famiglia grazie alla generosità di parenti o amici il cui contributo tuttavia non è tracciabile in nessun modo n tanto meno risultante da ISEE Considerato quindi Che sono numerosi i casi di richiedenti che non avendo visto riconosciuto il congruo punteggio hanno dovuto successivamente alla pubblicazione delle graduatorie provvisorie presentare ricorso per spiegare le modalità di sostentamento per la propria persona e per il nucleo famigliare attraverso una dichiarazione ex post alla commissione giudicatrice Impegna la Giunta Regionale A modificare il regolamento competente affinché al momento della domanda al bando per l'assegnazione degli alloggi di edilizia sociale coloro che si trovano nella condizione di avere ISEE pari a zero in assenza di reddito possano integrare l'ISEE stesso con dichiarazione recante spiegazione delle reali modalità di sostentamento e degli aiuti provenienti da associazioni di volontariato o soggetti terzi".
Il Consiglio approva.
Colleghi, richiamo alla vostra attenzione che alle ore 14.30 è confermata la seduta per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (ex articolo 100 del Regolamento) e che alle ore 15 l'Aula aprirà i lavori ordinari.
Nel pomeriggio affronteremo due punti: il punto 7), "Condanna di un possibile intervento armato in Siria", e il punto 8), "Modifica allo Statuto della Regione Piemonte".
Adesso, per chi è interessato, ricordo che i Sala Viglione si terrà l'incontro con i rappresentanti sindacali del Politecnico di Torino.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.55)



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