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Dettaglio seduta n.382 del 15/10/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(I lavori hanno inizio alle ore 14.31 con l'esame del punto 3)


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1685 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Progetti di Vita Indipendente"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze", iniziamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1685.
Risponderà l'Assessore Cavallera.
La parola al Consigliere Boeti, per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
L'Assessore Cavallera conosce sicuramente il modo, i tempi e anche le risorse economiche che negli anni sono stati assegnati a questa ipotesi che era un'ipotesi di civiltà, cioè il finanziamento dei progetti di vita indipendente di persone che per disabilità indipendenti non erano.
una legge regionale, prima DGR del 2002, che ha avviato la prima sperimentazione con un finanziamento di un milione di euro, cui ha fatto seguito un altro provvedimento che ha portato, nel 2008, il finanziamento a due milioni e 850 mila euro.
Dato che ho perso per strada, in qualche modo, quest'ipotesi di lavoro sollecitato dalle persone che utilizzano dei finanziamenti per poter svolgere una vita indipendente, ho ritenuto chiedere all'Assessore a che punto eravamo, se il finanziamento è stato confermato, se i soldi sono aumentati oppure diminuiti, quante persone venivano seguite prima e quante in relazione alla disponibilità economica, se ne seguono oggi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle politiche sociali e politiche per la famiglia

Grazie, Presidente.
A partire dall'anno 2003, anno di effettivo avvio della sperimentazione, la Regione Piemonte ha sempre garantito, con risorse proprie, i progetti di Vita Indipendente. Dall'anno 2010, con la deliberazione n. 15-801 del 15 ottobre 2010, la Giunta regionale ha previsto che le risorse destinate alla disabilità, riferite alle LL.
104/92, 162/98 e 284/97, confluissero in un unico capitolo del bilancio regionale, al fine di evidenziare le risorse complessivamente messe a disposizione degli enti gestori, perché realizzino i servizi e le prestazioni previste dalla normativa regionale vigente e dai livelli essenziali di assistenza per le persone disabili.
Nell'ambito del predetto Fondo unico per la disabilità rientrano i finanziamenti destinati ai Progetti di Vita Indipendente.
Dall'anno 2010, nonostante la contrazione dei finanziamenti statali l'Amministrazione regionale ha individuato il finanziamento dei servizi per la disabilità come una priorità ed ha, pertanto, garantito lo stesso volume di risorse nel triennio 2010-2012 pari ad euro 17.500.000 annuali.
Anche per l'anno in corso abbiamo garantito lo stesso volume di risorse per la disabilità, con lo stanziamento di euro 17.500.000,00 sul bilancio 2013, come ben sa il Consigliere Boeti. In tal modo è assicurata la continuità dei servizi rivolti alle persone disabili. Questa Giunta regionale, infatti, ritiene che i servizi e le prestazioni sociali e socio sanitarie, che garantiscano la dignità ed il pieno inserimento sociale della persona disabile debbano, pur nell'attuale difficile congiuntura finanziaria, essere garantiti nelle stesse modalità, con cui sono stati progettati. A questo scopo, l'Assessorato ha, inoltre, già provveduto a dare indicazioni sul mantenimento dei progetti di Vita Indipendente agli enti gestori nel rispetto delle linee guida che normano il percorso. Fin dall'avvio della sperimentazione dei progetti l'amministrazione regionale ha collaborato con le Associazioni (Arcobaleno - Fish - Consequor) che promuovono i progetti di Vita Indipendente, mantenendo con le stesse un rapporto di disponibilità al dialogo tramite periodici incontri, i cui ultimi si sono tenuti l'11 marzo e il 6 maggio u.s. e recentemente nel mese di settembre 2013, proprio al fine di garantire il rispetto da parte degli enti gestori della normativa regionale in materia dei sopra richiamati progetti. Diciamo che queste deliberazioni, quelle di riparto annuale, sono già state assunte da parte della Giunta regionale. Rimane quella del Fondo indistinto per il servizio sociale, subordinata ad un'informativa della Commissione.
Mi auguro che giovedì la Commissione prenda atto dell'informativa, in modo che tutta quella che è la disponibilità proveniente dal bilancio 2013 possa essere effettivamente messo a disposizione dei vari enti gestori.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione n. 1750 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Futuro del Centro Internazionale del Cavallo"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 1750.
Risponde il Vicepresidente Pichetto, cui seguirà una replica della Consigliera Cerutti.
La parola al Vicepresidente Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
La Fondazione Centro del Cavallo è stata istituita nel 2006 e riconosciuta dalla Regione Piemonte, che l'ha iscritta nel proprio Registro delle persone giuridiche private. La Regione è anche uno dei fondatori assieme alla Federazione Italiana Sport Equestri (FISE), all'Unione Nazionale Incremento Razze Equine (UNIRE) e alla Facoltà di Veterinaria dell'Università degli Studi di Torino.
In questa veste, a termini di Statuto, la Regione eroga alla Fondazione un contributo annuo, che rappresenta ormai la parte di gran lunga preponderante delle sue entrate, e concede in comodato alla stessa il complesso di strutture di proprietà regionale che costituiscono il Centro del Cavallo.
Il Consiglio di amministrazione della Fondazione, secondo quanto previsto dal suo statuto, si compone di sei membri: i legali rappresentati dei quattro soggetti fondatori ed il Sindaco di Druento, o loro delegati cui si aggiunge un sesto membro, nominato dagli altri per tre anni, che ricopre l'ufficio di Presidente e legale rappresentante della Fondazione.
D'altra parte, essendo finanziata prevalentemente con fondi pubblici ed essendo il suo organo d'amministrazione composto in prevalenza da rappresentanti di soggetti pubblici, la Fondazione è considerata "organismo pubblico", ancorché di diritto privato, ai sensi dell'articolo 6, comma 5 del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, ed è quindi tenuta ad adeguare il proprio statuto al fine di assicurare che il Consiglio di amministrazione sia costituito da non più di cinque membri.
Nel luglio 2012 il Consiglio di amministrazione della Fondazione ha, in effetti, deliberato una modifica statutaria, previamente approvata dalla Giunta regionale, con la quale è stato ridotto a cinque il numero degli amministratori, facendo uscire il Presidente della FISE. La modifica, per pur formalmente perfezionata, non è ancora efficace, mancando l'iscrizione nel Registro regionale delle persone giuridiche private. Quest'iscrizione sebbene sia stato avviato il relativo procedimento e adottato il conseguente provvedimento terminale, non è potuta finora intervenire in quanto la Fondazione non ha formalmente comunicato, nonostante i ripetuti solleciti, la composizione del nuovo Consiglio di amministrazione, che deve essere iscritto nel Registro, contestualmente alla modifica statutaria.
Del resto, tale composizione risulta problematica poiché il nuovo testo dello statuto (così come quello originario) annovera tra i consiglieri di amministrazione il Presidente dell'UNIRE, ente che al momento della deliberazione della modifica statutaria era già stato soppresso. Al momento, dunque, la composizione del Consiglio di amministrazione della Fondazione si pone in contrasto con l'articolo 6, comma 5, del d.l.
78/2010, convertito dalla legge 122/2010. Tale situazione potrebbe comportare, oltre a responsabilità erariale, la nullità di tutti gli atti adottati. Ciò è stato più volte segnalato dal rappresentante della Regione nel Consiglio di amministrazione, oltre che dai revisori dei conti nella loro lettera datata 11 settembre 2013, con la quale hanno rassegnato le dimissioni dalla carica. Quindi, a oggi, il Collegio dei revisori dei conti è assente.
Alla luce di tale circostanza, la Regione Piemonte, nella sua veste di autorità di vigilanza, sta valutando se sussistono i presupposti per procedere al commissariamento della Fondazione, ai sensi dell'articolo 25 del Codice Civile. Per inciso, vorrei dire che proprio recentemente ho ricevuto una richiesta d'incontro da parte del Presidente della Fondazione.
L'incontro è fissato per i primi giorni della prossima settimana e qualora vi fossero le dimissioni della Presidenza e degli altri membri gradirei, rispetto all'intervento più massiccio e immediato dell'azione di commissariamento, un'azione sanguigna, un'azione molto più ordinaria e normale. Ciò perché il commissariamento è una misura di particolare gravità, incidendo pesantemente sulla sfera di autonomia riconosciuta e garantita all'ordinamento della Fondazione, in quanto persona giuridica di diritto privato, sicché la sua eventuale adozione va attentamente ponderata; una volta adottata, comporta la decadenza del Consiglio di Amministrazione e la sua sostituzione con un Commissario, nominato dalla Giunta regionale, con mandato necessariamente limitato nel tempo.
Il Commissario, ove nominato, è chiamato a valutare se la Fondazione è in grado di sopravvivere, apportando se del caso le opportune modifiche organizzative e statutarie, o se non resta che porla in liquidazione. Tanto nel caso della riorganizzazione, quando in quello della liquidazione, andrà comunque salvaguardata la destinazione del Centro del cavallo alle finalità in vista delle quali è stato realizzato, così come il legame con il territorio delle attività che in esso si svolgono.
Qualora la gestione del Centro non venisse più affidata alla Fondazione, il nuovo gestore dovrà essere individuato con una procedura ad evidenza pubblica; in tal caso, si dovrà tenere in debito conto, tra gli elementi di valutazione per la scelta del gestore, dei posti di lavoro che il suo progetto è in grado di creare, nonché delle ricadute sul territorio.
Vorrei far presente che una delle valutazioni è anche quella di emettere un bando di gara non solo sulla gestione, ma una concessione pluriennale della sede; naturalmente, le attività potrebbero essere spostate nella cascina a fianco, dove già c'è la presenza di cavalli con un centro regionale. In caso di commissariamento, le decisioni sul futuro della Fondazione, assunte sulla scorta degli elementi forniti dal Commissario, non potranno che tenere in debita considerazione anche il problema occupazionale, avendo la Fondazione al momento sei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. Sarà inoltre cura del Commissario assicurare un quadro di corrette e trasparenti relazioni con i dipendenti e i loro rappresentanti sindacali, provvedendo anche al sollecito pagamento delle eventuali competenze arretrate compatibilmente con la situazione di cassa.
Infine, per quanto riguarda le procedure per l'eventuale nomina del successivo Presidente della Fondazione, qualora si tenga in vita la Fondazione stessa, ritengo che queste valutazioni dovranno essere fatte in una sede posteriore a questa.
La sostanza è che il Centro del cavallo non funziona giuridicamente e anche operativamente ci sono notevoli difficoltà, oltre al fatto che poi alla fine, l'unico soggetto pagatore sul Centro del cavallo, fra di tutti i soci della Fondazione, è la Regione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Non aggiungo molto a quanto avevo già espresso nell'interrogazione.
Ho sentito la risposta dell'Assessore e, a questo punto, l'auspicio è che effettivamente quello che l'Assessore ha detto nella chiusura della sua risposta si realizzi. Chiaramente si prende atto del fatto che il Centro del cavallo non ha funzionato come avrebbe dovuto, né dal punto di vista giuridico né dal punto di vista operativo, e che quindi occorre procedere.
L'interrogazione si basava su due considerazioni e poneva al suo centro due obiettivi: 1) l'interesse perché questo Centro abbia un'adeguata gestione; 2) la parte relativa ai lavoratori, che hanno purtroppo vissuto un periodo lungo di non serenità. Oltretutto, vorrei ricordare che è da due anni che i lavoratori hanno chiesto un incontro sindacale col Presidente Marco Danese, il quale non l'ha mai concesso. Quando ho presentato l'interrogazione, l'ultimo stipendio che avevano percepito era quello di maggio, arrivato in due tranche, l'ultima delle quali solo a fine luglio.
I lavoratori hanno lamentato il mancato pagamento dei mesi di giugno luglio e della quattordicesima. Da questo punto di vista, l'auspicio è che si proceda al commissariamento o che si trovi un'altra soluzione o comunque che si veda un passo indietro del Presidente Marco Danese, volontario o "spintaneo", al fine di arrivare ad una risoluzione e ad una gestione più efficace ed efficiente di questa struttura. Quindi attendo dall'Assessore gli aggiornamenti sul prosieguo della sua due diligence dell'attività.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1752 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Richiesta di dichiarazione dello studio di calamità naturale per la zona ovest di Torino a seguito del nubifragio del 24 agosto 2013"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1752.
Risponderà l'Assessore Sacchetto.
La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Credo che la risposta debba venire non soltanto dall'Assessore Sacchetto: dall'Assessore Sacchetto sicuramente per quanto riguarda i danni provocati dalla tempesta che si è scatenata su Rivoli, Collegno, Grugliasco e Alpignano in uno degli ultimi giorni di agosto; danni ai terreni agricoli, che sono stati devastanti. Poi avevo anche chiesto a più Assessori di capire come e dove avrebbero potuto trovare una risposta i danni riportati dalla città, indipendentemente dalle questioni agricole.
Io non c'ero: sono tornato dalle ferie il giorno dopo l'avvenimento.
C'è stato un temporale spaventoso: la macchina di mia figlia, che era a Collegno, danneggiata dalla grandine, è ancora adesso dal carrozziere (tre settimane per metterla a posto). La definizione "chicchi" di grandine non va bene: si trattava di "patate" di grandine che hanno distrutto le auto.
La ditta Car Glass non ha mai lavorato tanto in vita sua! La ragione per la quale avevo presentato quest'interrogazione, l'avevo già preannunciata all'Assessore al telefono: come si pensava di agire? Adesso, a distanza di due mesi, potrebbe essere utile saperlo.
Assessore, mi dica se si sta muovendo qualcosa e se i contadini possono avere un rimborso dei danni che hanno subito; danni testimoniabili e sotto gli occhi di tutti. Una tempesta così, a memoria di rivolese, non la ricordavo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sacchetto per la risposta.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura e foreste

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere interrogante, perché ci dà modo di spiegare qual è l'iter che segue la nostra Direzione, per quel che è di competenza dell'agricoltura, in casi come questo. Peraltro, ahimè, tali disastri negli ultimi anni si verificano puntualmente; ricordo ad esempio, per rimanere nell'ambito della provincia di Torino, le calamità accadute nel giugno 2011 nella zona del Canavese, con epicentro ad Agliè e Caluso, che già all'epoca seguimmo, come previsto dalle norme nazionali e regionali, applicando l'iter che stiamo seguendo e che seguiamo rispetto a questi danni.
Per quel che riguarda la parte di competenza dell'agricoltura, in riferimento alla legge n. 17/1999 (legge che all'epoca trasferì alcune funzioni in materia agricola dalla Regione alle Province), l'iter da effettuare in questi casi è la segnalazione dell'evento calamitoso da parte dell'agricoltore piuttosto che delle associazioni agricole, le quali a loro volta seguono l'iter istituzionale e, di conseguenza, la segnalazione ai Comuni che poi attivano le proprie Commissione agricoltura, e l'attivazione poi degli Enti superiori - in caso di zone montane le Comunità montane mentre nelle zone di pianura, come in questo caso, la Provincia stessa quindi in questo caso la Provincia di Torino.
In questo caso particolare, come mi segnalano i miei collaboratori, la Provincia di Torino sta effettuando questa raccolta di dati.
Al termine di questa raccolta - peraltro cosa che è stata anche generalizzata perché in quei giorni si sono verificati anche altri eventi in tutta la Regione - l'Amministrazione regionale, quindi l'Assessorato e in seguito la Giunta, provvederà, come avviene in questi casi, a deliberare, quindi a fare una deliberazione di Giunta regionale che delimiterà le aree colpite da questi eventi calamitosi per poter fare la segnalazione al Ministero dell'Agricoltura, come previsto dal decreto legislativo 102/2004, che è quello che riguarda il cosiddetto Fondo di solidarietà nazionale e le possibilità, da un lato, di assicurare le produzioni agricole e, dall'altro, di dichiarare lo stato di calamità in quei particolari frangenti e in quei particolari casi in cui le colture e le strutture stesse (come in questo caso) non sono assicurabili e quindi devono giustamente avere la possibilità di un risarcimento.
Da quello che mi segnalano i miei uffici, entro poche settimane ci sarà la possibilità di ultimare questa delimitazione delle aree colpite dall'evento, nello specifico quello che lei segnalava.
Faremo la deliberazione di Giunta regionale che verrà inoltrata al Ministero dell'Agricoltura, il quale ogni anno, generalmente alla fine dell'anno, porta ad una ripartizione di quelli che sono i fondi da destinare a queste calamità naturali che, come purtroppo avviene per tutte le altre partite, negli ultimi anni è andato assottigliandosi sempre di più e, soprattutto, è andato a differire la propria efficacia nel corso degli anni.
Ad esempio, nel caso che citavo prima, cioè l'evento del 2011 per il Canavese, le liquidazioni al 70% sono state effettuate da noi nel mese di maggio 2013, vale a dire circa due anni dopo l'evento calamitoso.
A volte si ha la possibilità, nel momento in cui non si vanno ad accumulare troppi eventi nel corso del tempo, di accelerare i tempi, ma direi che seppure abbiamo un lato positivo, cioè che comunque sia i risarcimenti continuano ad esserci seppur limitati in termini di capienza dall'altro c'è la negatività del fatto che sono abbastanza differiti nel tempo.
Da questo punto di vista ci siamo attivati fin da subito, come peraltro avevamo avuto modo di confrontarci con il Consigliere interrogante, e di conseguenza ritengo che entro pochi mesi - non so se già entro la fine di ottobre ma comunque entro il mese di novembre - ci sarà la conclusione di questo iter a livello regionale e l'inoltro al Ministero dell'Agricoltura per la presa d'atto da parte loro.


Argomento: Trasporti su ferro - Trasporti aerei

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1729 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Quali possibilità per un collegamento ferroviario Torino-Malpensa Aeroporto a costo zero?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1729 presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ringrazio in particolare modo l'Assessorato ai trasporti che risponde a quest'interrogazione che è datata due mesi fa, alla quale risponderà l'Assessore Quaglia.
L'interrogazione è molto semplice, ma in due minuti ovviamente non si può esprimere tutto.
Vorrei, in base anche alla risposta degli uffici dell'Assessorato, che si potesse aprire una discussione in Commissione, perché siamo di fronte ad un investimento cospicuo per la Regione Piemonte - parliamo di 79,8 milioni di euro - su un'infrastruttura della quale bisogna valutare quali sono i ritorni economici e qual è la situazione reale di priorità data a questa infrastruttura.
un'infrastruttura che riguarderebbe il Novarese, in particolare modo una connessione tra il binario ferroviari dell'Alta Velocità presenti a Novara e la linea storica per Busto Arsizio, Seregno (quindi Milano) e l'aeroporto di Malpensa.
Tra l'altro, questo entra anche in competizione almeno a livello proprio fattivo di infrastruttura e poi per le ricadute trasportistiche con l'infrastruttura che si sta realizzando a Torino sotto corso Grosseto, un tunnel ferroviario che dovrebbe collegare l'aeroporto di Caselle.
Competizione perché sappiamo che l'aeroporto di Caselle è in difficoltà, quindi anche all'interno di scelte strategiche per quanto riguarda il piano aeroporti nazionale, questa scelta infrastrutturali secondo me, va valutata con molta attenzione.
Al momento il progetto è in fase definitiva, manca la fase esecutiva e sarebbe stata stralciata, secondo quelle che sono le voci politiche anche all'interno dell'Assessorato, la porzione riguardante la stazione ferroviaria ad alta velocità su Novara Est.
Almeno di questo sarei lieto se mi venisse confermato dall'Assessorato perché in effetti realizzare una nuova stazione ad alta velocità a 90 chilometri da Torino e a 40 chilometri da Novara probabilmente sarebbe un non senso.
Riteniamo che esiste già la possibilità e che debba essere sfruttata per un collegamento veloce, diretto con l'aeroporto di Malpensa, magari sia sfruttando l'Alta Velocità - perché c'è la possibilità di uscire a Novara Ovest - sia la connessione tra la stazione Novara RFI e la stazione Novara Ferrovie Nord.
Quindi, chiedo lumi in merito, cioè se è stata fatta un'analisi dei passeggeri che utilizzano o potrebbero utilizzare il servizio ferroviario alternativo a quello per Milano e se sono state fatte queste valutazioni per la ricaduta dell'infrastruttura.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda il punto 1 dell'interrogazione, si precisa quanto segue.
Il Protocollo d'Intesa sull'Assetto Ferroviario del Nodo di Novara del luglio 2004 prevede al punto 10 dell'elenco interventi in merito alla "sistemazione della stazione di Novara Centrale e della nuova Stazione FNM ivi compresi gli interventi di accessibilità alla stessa e l'eliminazione dei due PP.LL. di Via Leonardo da Vinci, anche tramite viabilità alternativa".
L'intervento, così come descritto nel suddetto Protocollo di Intesa sembra coerente con quanto segnalato dal Consigliere Bono. Tuttavia, da informazioni assunte presso la Società RFI, al momento gli interventi di cui sopra non sono stati realizzati in quanto non previsti nell'area di attuazione del Contratto di Programma in essere.
Esiste tuttavia un riferimento a tali interventi nel Programma di soppressione dei PP.LL, attualmente senza copertura finanziaria.
Per quanto concerne la possibilità di effettuare collegamenti diretti tra Torino e Malpensa, a seguito di informazioni assunte presso RFI, si relaziona quanto segue.
Il collegamento diretto di cui sopra è possibile in quanto, all'atto della revisione del nodo di Novara che ha visto la realizzazione del nuovo attestamento della linea ferroviaria FNM (Novara-Seregno) con relativo nuovo fabbricato stazione, è stato realizzato un collegamento a binario unico che consente ai treni provenienti da Torino sulla linea storica di innestarsi direttamente sulla linea FNM senza necessità di effettuare manovre.
Tale collegamento come detto a binario unico dispone di tutte le attrezzature di sicurezza e segnalamento, oltre che della linea di alimentazione elettrica e della relativa stazione elettrica di alimentazione realizzata nell'ambito della stazione FNM e quindi di competenza di quest'ultima Società. Il collegamento potrebbe quindi essere esercitato a tutti gli effetti, salvo il fatto che al momento del colloquio informale non risultano esistere accordi tra RFI e FNM per la ripartizione del costo relativo alla fornitura dell'energia elettrica di alimentazione.
Tuttavia, è stato riferito che è in programma un incontro tra le parti per dirimere la questione. Il collegamento diretto, come già detto sopra, è possibile solo per treni che provengono da Torino sulla linea storica; per i treni che provengono da Torino sulla AV/AC è possibile sfruttare il collegamento già utilizzato nel periodo delle Olimpiadi invernali 2006, ma è necessario, ora così come allora, prevedere una manovra di giro banco (inversione della direzione di marcia) per impegnare il raccordo e procedere in direzione Seregno sulla linea di Ferrovie Nord Milano.
Tutto ciò in attesa che vengano realizzati gli interventi relativi "all'accesso Novara-Malpensa" previsti dal citato protocollo cui si faceva riferimento prima.
Non appena si avranno informazioni in merito dell'accordo tra RFI e Ferrovia Nord Milano per la ripartizione dei costi di alimentazione elettrica, si provvederà dare le parti integrative della risposta.
Per quanto riguarda i punti 2), 3) e 4) (competenza del Settore Servizi di Trasporto Pubblico ), si precisa quanto segue: come è noto,con la DGR del 27 giugno 2011, la Giunta regionale ha affidato a Trenitalia la gestione dei servizi di trasporto pubblico ferroviario regionale per gli anni 2011-2016. Il Contratto di Servizio relativo è stato siglato in data 28 giugno 2011. La stazione di Novara Nord è la stazione di testa della linea Novara-Seregno ed è la seconda stazione ferroviaria della città di Novara.
Da questa stazione partono i treni Trenord per Busto Arsizio, Saronno e Milano Cadorna con possibilità di interscambi con il Malpensa Express e il servizio ferroviario suburbano di Milano.
Da tale stazione è possibile, per un treno proveniente dalla linea TAV entrare in stazione e immettersi sulla linea Saronno e Milano. Questa possibilità è stata sfruttata per collegare Torino con l'aeroporto di Milano Malpensa utilizzando treni ad alta velocità durante le Olimpiadi 2006.
Prosegue nei punti con una parte tecnica di dettaglio, che consegno nella parte scritta. Per quanto riguarda il punto 5) dell'interrogazione l'iter della progettazione definitiva dell'opera, già conclusasi nel 2009 non è mai stato ratificato dal CIPE causa mancanza di finanziamento.
Una possibile soluzione potrebbe delinearsi nell'ambito dell'articolazione dei finanziamenti e dei dispositivi previsti dal "Decreto Fare"



PRESIDENTE

Come Presidenza del Consiglio dovremmo ricordare agli Uffici che al Parlamento europeo, in tre minuti, si interviene sullo scibile umano.
La ringrazio, Assessore Quaglia, ma ricordo che sono tre minuti per le risposte e dovremmo chiedere che gli Uffici si adeguino ai tempi previsti dal Regolamento, che io continuo a ritenere illiberale, ma questa è una opinione personale.
Vi invito cortesemente, Consiglieri e Assessori, a stare nei tempi perché abbiamo un impegno istituzionale che non possiamo differire. Ecco il perché della precisazione.


Argomento: Contributi all'agricoltura - Parchi e riserve

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1613 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Contratti demaniali nell'ambito della Vauda"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1613.
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione presentata ritorna su un argomento trattato sotto altri punti di vista. Come sappiamo, la Riserva della Vauda è stata oggetto di un eventuale progetto per un impianto fotovoltaico di grandi dimensioni ma abbiamo già avuto discussioni in merito, sia con ordini del giorno che in ambito di sindacato ispettivo.
Ovviamente, tutti gli Enti interessati sono stati chiamati in causa e ci sono state diverse prese di posizione. L'interrogazione si concentra sui contratti demaniali.
In sintesi, chiedo quanti e quali siano stati, negli ultimi cinque anni, i contratti firmati da parte del demanio per le concessioni dei terreni di sua proprietà utilizzati da pastori e agricoltori; di conoscere i beneficiari delle concessioni, come l'entità dell'importo conferito pagato al demanio, per l'uso dei terreni concessi; i criteri di assegnazione ai cittadini di suddetti contratti e anche le ragioni per cui il demanio non ha reso pubblico, fino ad ora, tutto ciò, nonché per richiedere allo stesso un rendiconto ufficiale dei pagamenti avvenuti negli ultimi dieci anni. Questo credo sia un'informazione importante per riuscire a valutare, nel suo complesso, tutta quella che è stata una discussione più volte riportata sui giornali locali a livello regionale e anche all'interno dell'istituzione dal punto di vista di ogni rappresentante istituzionale.
Si tratta di conoscere bene tutti gli estremi e tutte le componenti di questa querelle. Ritengo importante avere questi dati.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



PRESIDENTE

QUAGLIA Giovanna, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale



PRESIDENTE

Per quanto riguarda il primo punto dell'interrogazione, negli ultimi cinque anni nessun contratto è stato stipulato in favore di pastori e contadini per il servizio di pascolo e/o sfalcio erba.
L'ultima convenzione di repertorio, approvata con Decreto Territoriale n. 493, con cui si concedeva lo sfalcio erba sui terreni demaniali e assegnato al concessionario Gruppo Cooperativo Coltivatori di sviluppo San Carlo Canavese, è scaduta nel 1995 e, nelle more della stipula di un nuovo atto concessorio, per non interrompere l'attività manutentiva, è stata richiesta la proroga. Per quanto riguarda i criteri di assegnazione, nella parte scritta della risposta ci sono i riferimenti alle leggi e alle circolari di riferimento. In sintesi, la procedura prevede un bando di pre selezioni, la pubblicazione sull'Albo pretorio, l'invito a concorrere alla licitazione privata, l'aggiudicazione della gara e la stipula della concessione.
Ogni ulteriore informazioni resta in possesso dell'amministrazione militare.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1614 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "A rischio chiusura il supermercato della stazione di Torino P. N. "


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1614.
La parola all'Assessore Porchietto per la risposta.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
In merito all'interrogazione presentata dalla Consigliera Cerutti comunichiamo che, per quanto riguarda la procedura di mobilità della Dufry Italia, successivamente al primo incontro che si è tenuto in Regione Piemonte, d'accordo con le organizzazioni sindacali, è stato richiesto di far partecipare al tavolo negoziale il Comune di Torino, al fine di esperire qualsiasi utile tentativo per scongiurare l'immediato licenziamento dei lavoratori.
L'Azienda ha ritenuto, comunque, di non aderire alle richieste poste con forza dalle istituzioni e dalle organizzazioni sindacali per un ricorso alla Cassa integrazione per cessazione di attività che avrebbe consentito da un lato, di avere un margine temporale più ampio per cercare di rinegoziare il canone di affitto dei locali - e non licenziare - o, in alternativa, la possibilità per i lavoratori di aver maggior tempo a disposizione per trovare nuove opportunità lavorative.
Purtroppo, già a fine giugno ultimo scorso è stato sottoscritto un verbale di mancato accordo a causa dell'indisponibilità totale da parte dell'azienda a cercare delle soluzioni alternative ai licenziamenti. I lavoratori licenziati avranno, chiaramente, il sostegno al reddito in funzione dell'indennità di mobilità rispettivamente proporzionale alla loro età anagrafica, che potrà essere di uno, due o tre anni. Chiaramente non siamo riusciti, perché non c'è stata nessuna disponibilità dell'Azienda a riaprire il tavolo delle trattative.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Purtroppo, la replica è rapida. Noi abbiamo presentato questa interrogazione quando sembrava che ancora ci potessero essere delle aperture.
chiaro che, nel momento in cui c'è quest'indisponibilità da parte dell'azienda - almeno abbiamo un sostegno ai lavoratori - rimane per l'amarezza per un'ulteriore chiusura nella nostra realtà lavorativa.
Ringrazio comunque l'Assessore per il lavoro svolto.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1687 presentata dal Consigliere Comba, inerente a "Avis Autonoleggio 150 licenziamenti in Italia 4 di questi a Torino-Caselle"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1687.
La parola all'Assessore Porchietto per la risposta.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda l'interrogazione di cui all'oggetto, anche in questo caso mi spiace dover sottolineare come non si sia riusciti a trovare una soluzione positiva, anche perché, come tutte le procedure di licenziamento collettivo, quella che riguarda i lavoratori di Avis Autonoleggio segue una norma comune che prevede una prima fase sindacale e poi, successivamente, nel caso in cui l'azienda e le organizzazioni sindacali non siano riuscite a raggiungere un accordo, una fase amministrativa.
Nello specifico, però, la procedura di mobilità Avis - che era già stata attivata il 20 maggio - è passata alla fase amministrativa. Siccome i licenziamenti interessano più sedi sul territorio nazionale, il problema è stato che la competenza a convocare l'azienda non è in capo alla Regione ma al Ministero del Lavoro.
Convocare un tavolo di crisi regionale avrebbe in realtà prodotto un risultato non adeguato, perché noi non avevamo titolo a convenire su questa trattativa, se non attraverso un'azione fatta e portata avanti insieme alle organizzazioni sindacali presso il Ministero del Lavoro.
C'è una discussione che sta avvenendo a livello nazionale; auspichiamo che si possa ancora trovare una soluzione, anche se, in realtà, le risultanze che noi abbiamo (non ancora ufficiali) sono quelle che Avis non ha intenzione di riaprire su questa trattativa per fronteggiare e per ridurre sul piano sociale le conseguenze della riduzione del personale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Comba per la replica, che interviene in qualità di Consigliere.



COMBA Fabrizio

Grazie, Presidente.
Come per la precedente interrogazione presentata dalla collega Cerutti spiace che ormai arriviamo a piè pari, esattamente cinque mesi dopo rispetto a quando abbiamo presentato quest'interrogazione, a conoscere quale sarebbe stato il destino dei lavoratori di Avis Autonoleggio di Torino.
Purtroppo mi sembra che non ci siano particolari possibilità in tal senso, considerata la indisposizione da parte dell'azienda; azienda che ha deciso di licenziare i dipendenti in antitesi a quelli che sono sostanzialmente, i numeri che l'azienda ha presentato, che sono tutt'altro che negativi.
Parliamo di un licenziamento che interessa, ahimè, un terzo dei dipendenti sul mercato italiano e che va ad interessare un'attività di delocalizzazione per il centro prenotazioni, che verrà indirizzato sul centro di Barcellona, e per il comparto amministrativo in quel di Budapest.
Da qui il rammarico, purtroppo, di ricevere una risposta che è indipendente dalla sua volontà, Assessore, perché non possiamo fare altro che prenderne atto.
Avremmo voluto, in qualche maniera, se fosse stato possibile, essere coinvolti diversamente, magari aprendo un tavolo con l'azienda. Ma ci atteniamo a quanto disposto.
Lei ha fatto riferimento all'ipotesi eventuale di un percorso diverso ma mi sembra di capire che, comunque, la totale indisposizione da parte della società in realtà non possa portare ad ipotesi diverse.
Ci permettiamo, eventualmente, di chiederle di creare un ulteriore contatto con l'azienda e capire, allo stato attuale, quali sono le reali intenzioni da parte della medesima.
Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1747 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Laboratori specialistici di analisi" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, Consigliere Ronzani, all'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1747 verrà fornita risposta scritta.
Abbiamo così terminato il sindacato ispettivo.



(Alle ore 15.16 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto 3)



PRESIDENTE

all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 15.16)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Mozione n. 1108 presentata dai Consiglieri Laus, Rostagno, Cerutti Reschigna, Boeti, Ronzani, Artesio, Muliere e Oliva, inerente a "Nelle more delle necessarie modificazioni legislative, le Federazioni sovrazonali non devono procedere ad alcun tipo di affidamento, né all'indizione di gare anche se già programmate" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne fa facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Chiederei l'iscrizione all'o.d.g. e la relativa trattazione (anticipando l'esame degli altri punti) di una mozione che, a mio avviso non richiederebbe un lungo dibattito, dal momento che ne abbiamo già discusso in tutte le sedi.



PRESIDENTE

Qual è l'oggetto della mozione?



LAUS Mauro

una mozione sulle Federazioni: in pratica si chiede alla Giunta regionale di attivarsi affinché le Federazioni non procedano ad alcun tipo di affidamento né indizione di gare, anche se già programmate.
Essendo una questione di particolare importanza e trattandosi di un argomento non più differibile (peraltro, ne abbiamo già discusso in più sedi) ne chiederei l'iscrizione. Se l'Aula volesse acconsentire, potremmo anticiparne l'esame rispetto agli altri punti all'o.d.g. e votarla.



PRESIDENTE

Non risulta alcuna mozione depositata a suo nome.



LAUS Mauro

qua.



PRESIDENTE

Quindi non l'ha ancora depositata?



LAUS Mauro

No.



PRESIDENTE

Ce la consegni.
Grazie.


Argomento: Fondi sanitari

Ordine del giorno n. 1107 presentato dai Consiglieri Artesio, Cerutti Dell'Utri, Reschigna, Negro, Rostagno, Ronzani, Boeti, Buquicchio, Ponso Manica, Cursio, Laus, Goffi, Gariglio, Bono e Oliva, inerente a "Riduzione del Fondo sanitario nazionale" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Ho depositato nella mattinata un ordine del giorno sottoscritto da numerosi Consiglieri - quindi chiedo che venga discusso e votato in giornata - relativo alla riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato nazionale sul fondo sanitario regionale, quindi le conseguenti decurtazioni sul patto per la salute.
Dato che la questione è acuta e vivace in questi giorni, chiedo che vi sia la possibilità di discuterne e votare in Consiglio.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Ordine del giorno n. 1102 presentato dai Consiglieri Montaruli, Botta Franco Maria, Botta Marco, Casoni, Leo e Cattaneo, inerente a "Necessarie modifiche al d.l. 216/2011 in favore dei donatori di sangue e di emocomponenti, nonché di coloro interessati dalla legge 104/1992 e dal D.lgs. 151/01" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Montaruli; ne ha facoltà.



MONTARULI Augusta

Noi chiediamo di iscrivere all'o.d.g. - con l'impegno di una non lunga discussione da parte nostra - un ordine del giorno che riteniamo abbastanza urgente, relativo al riconoscimento ai fini pensionistici delle giornate di permesso lavorativo prese dai donatori di sangue e da coloro che usufruiscono della legge 104.
Poiché in Parlamento è depositato un emendamento presentato da tutte le forze politiche, e lo stesso Parlamento si sta interrogando su tali problematiche, sarebbe importante dare oggi un segnale in tal senso da parte del Consiglio regionale.
Mi riferisco all''ordine del giorno avente ad oggetto "Necessarie modifiche al d.l. 216/2011 in favore dei donatori di sangue e di emocomponenti, nonché di coloro interessati dalla legge 104/1992 e dal d.lgs. 151/01".


Argomento: Fondi sanitari

Ordine del giorno n. 1104 presentato dai Consiglieri Carossa, De Magistris Tiramani, Marinello, Maccanti, Giordano, Gregorio, Novero, Angeleri e Leo inerente a "Tagli al fondo nazionale sanità" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Velocemente, chiederei che venisse iscritto, discusso e votato l'ordine del giorno relativo ai tagli al fondo nazionale sanità, presentato dal Gruppo della Lega Nord nella giornata di ieri. Grazie.



PRESIDENTE

Mi ripete, per cortesia, di quale ordine del giorno si tratta?



CAROSSA Mario

Mi riferisco all'ordine del giorno relativo a "Tagli al fondo nazionale sanità". Mi pare che sia il n. 2599, ma non so se è corretto il numero che leggo sul testo.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Vorrei ricordare ai colleghi Consiglieri due cose: la prima è che tutti i Gruppi avevamo preso l'impegno, nel corso della precedente Conferenza dei Capigruppo, di non modificare l'o.d.g. dell'odierna seduta e di proseguire nel pomeriggio, con la trattazione dei punti della Giunta regionale. L'Aula è sovrana, ma mi permetto di precisarlo nella chiarezza con cui cerco di farmi contraddistinguere.
La seconda questione che mi preme rammentare è che convocheremo una Conferenza dei Capigruppo al termine della commemorazione e in quella sede decideremo il prosieguo dei lavori pomeridiani.
Propongo pertanto di iscrivere al punto 15) dell'o.d.g. la mozione sulle Federazioni depositata poc'anzi dal Consigliere Laus; al punto 16) l'ordine del giorno della collega Artesio, relativo alla riduzione dei trasferimenti del fondo sanitario; al punto 17) l'ordine del giorno della Consigliera Montaruli, inerente la riconoscibilità ai fini pensionistici dei permessi presi dai donatori di sangue e da chi usufruisce della legge n. 104; al punto 18) l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Carossa inerente ai tagli al fondo nazionale sanità.
(L'Assemblea, tacitamente acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

In questo modo, consideriamo tutto iscritto all'o.d.g., poi in sede di Conferenza dei Capigruppo decideremo se e come trattarli nella giornata odierna.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Mi permetto, Presidente.
Rammento quanto avevamo detto e va bene. Colgo quello che lei ha detto prima. Tuttavia, in ordine al Regolamento, chiedo che venga iscritto per primo in ordine di presentazione, quindi l'ordine del giorno avente ad oggetto "Tagli al fondo nazionale sanità". Grazie.
Non capisco la ratio di iscrivere questo ordine del giorno...



PRESIDENTE

Non c'è problema.



CAROSSA Mario

Grazie.



PRESIDENTE

Era solo un'iscrizione tecnica per poter discutere dopo alla Conferenza dei Capigruppo su che cosa fare.
Comunque, lo mettiamo in ordine di presentazione, così è un altro parametro rispetto all'ordine di richiesta, altrettanto logico, ma mi va bene.
Tanto, ripeto, l'iscrizione è tecnica e solo se riusciremo a trovare una soluzione per procedere con i lavori, probabilmente affronteremo questi ordini del giorno.
Pertanto, sono iscritti in ordine di presentazione i quattro atti di indirizzo da me prima richiamati.
L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento, così come modificato.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 30 settembre 2013 e dell'1 e 2 ottobre 2013.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Cota.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute dell'8 ottobre 2013.


Argomento:

c) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato, in data 9 ottobre 2013, le seguenti leggi regionali ed ha rilevato la non impugnativa delle stesse.
Legge regionale n. 17 del 12 agosto 2013, "Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2013".
Legge regionale n. 18 del 12 agosto 2013, "Modifica alla legge regionale del 18 giugno 2007 n. 14. Interventi a favore della prevenzione della criminalità e istituzione della giornata regionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie".


Argomento:

d) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Invito tutti i colleghi e le colleghe a prendere posto e a spegnere i telefoni cellulari. Procederemo quindi, come già annunciato, alla commemorazione in memoria delle vittime del lavoro.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione in memoria delle vittime del lavoro del 2012


PRESIDENTE

Colleghi e colleghe, domenica 13 ottobre si è tenuta la 63^ Giornata nazionale delle vittime degli incidenti sul lavoro. Giornata che intende onorare la memoria dei caduti sul lavoro e richiamare l'attenzione di tutti i cittadini su questo drammatico fenomeno sociale.
Ringrazio per la loro partecipazione il nuovo Direttore INAIL Piemonte Dottoressa Alessandra Lanza, alla quale rivolgo gli auguri di buon lavoro a nome dell'Assemblea, e il Presidente Regionale dell'Associazione Nazionale fra i Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, signor Silvio Olivero.
il terzo anno che il Consiglio regionale del Piemonte dedica un momento solenne di ricordo alle vittime del lavoro piemontesi, consapevole che la tematica merita il massimo impegno da parte di tutti.
Allo stato attuale, si registra un trend moderatamente in diminuzione degli infortuni mortali, ma sono ancora tante, troppe le persone che perdono la vita nello svolgimento del loro lavoro, o delle quali viene messa a rischio l'incolumità.
per questo che occorre proseguire nel percorso intrapreso dalle Istituzioni volto ad assicurare sempre di più la piena osservanza di tutte le garanzie della salute e dell'integrità fisica dei lavoratori.
La legislazione italiana in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è all'avanguardia rispetto a quella di altri Paesi europei.
Per dare concreta applicazione alle normative, tutte le amministrazioni pubbliche, per le rispettive competenze, devono essere impegnate con ancora maggiore impulso, puntando non soltanto sulla repressione, ma soprattutto sulla prevenzione.
Le normative sulla sicurezza rappresentano un valore assoluto per la civiltà del mondo del lavoro, tutelano l'integrità fisica del lavoratore ma anche la sua dignità, la sua capacità di essere cittadino.
dunque fondamentale che da parte degli imprenditori, dei responsabili, degli addetti vi sia la massima consapevolezza che un posto di lavoro sicuro è un bene collettivo. Ogni vittima, ogni incidente comporta in costo umano altissimo e costi sociali rilevanti.
In ricordo delle 63 vittime sul lavoro decedute nel 2012 in Piemonte darò ora lettura dei loro nomi con l'indicazione del luogo e la data del triste evento.
Giuseppe Bertolino - Roccaforte Mondovì - 05/01/2012; Vincenzo Misurale Bianzè - 09/01/2012; Salvatore Spataro - Suno - 10/01/2012; Gabriele Mordente - Cressa - 06/02/2012; Michele Ascheri - La Morra - 01/03/2012 Antonio Carpini - Torino - 03/03/2012; Alfredo Cionfoli - Ivrea 08/03/2012; Salvatore Parco - Ivrea - 08/03/2012; Ugo Avezza - Alba 26/03/2012; Franco Lamolinara - Sokoto (Nigeria) - 08/03/2012; Cosimo Damiano Di Muro - Torino - 31/03/2012; Fabio Cantinotti - Livorno Ferraris 23/03/2012; Marco Tomatis - Saluggia - 08/04/2012; Fabrizio Repetti Stroppiana - 29/04/2012; Andrea Robasto - Revello - 06/04/2012; Luca Paldino - Casale M.to - 12/04/2012; Antonella Bettocchi - Trino 12/04/2012; Aldo Pennone - Canelli - 20/04/2012; Camilla Bergesio Castagnole Monferrato - 16/04/2012; Alfonso Chirichiello - Chivasso 23/03/2012; Parminder Jit Singh - Novi Ligure - 13/05/2012; Pasquale La Rocca - Novi Ligure - 07/05/2012; Margherita Cesareo - Nerviano (Milano) 05/05/2012; Marco TareIlo - Livorno Ferraris - 19/05/2012; Quanfang Lin Bagnolo Piemonte - 11/06/2012; Ettore Luigi Guerci - Arenzano (Genova) 26/06/2012; Elena Moisà - S. Damiano - 30/04/2012; Rocco Paglialunga Biella - 11/06/2012; Salvatore Gargiulo - Borgomanero - 02/03/2012; Pietro Monni - Bruino - 15/06/2012; Alberto De Stefanis - Venaria - 10/07/2012 Gianmatteo Gerlando - Torino - 18/07/2012; Saban Grutkov - Genova 09/07/2012; Luca Bosa - Piova Massaia - 03/08/2012; Gianvito Capodacqua Omegna - 07/07/2012; Roberto Bortolato - Caselle - 05/07/2012; Renato Chiatellino - Druento - 27/08/2012; Giusy Di Baudo - Sant'Ambrogio di Torino - 17/08/2012; Gerardo Farese - Vercelli - 29/08/2012; Claudio Longo Verzuolo - 24/09/2012; Witold Krakowski - Pavarolo - 31/08/2012; Angelo Iacobone - Caselle - 20/09/2012; Davide - Corgiat Bondon - Rivalta di Torino - 29/09/2012; Alessio Gili - Tronzano - 10/09/2012; Enzio Barcellona Stradella (Pavia) - 20/09/2012; Nicola Deramo - Riva presso Chieri 14/09/2012; Claudio Ongaro - Vigone - 05/10/2012; Dario Varolotti - Saluzzo 19/07/2012; Domenico Marenco - Monastero di Vasco - 12/09/2012 Constantin Cioc - Cameri - 07/08/2012; Massimo Calignano - Torino 11/11/2012; Silvio Botto Steglia - Trichiana (Belluno) - 30/11/2012; Fabio Rascacci - Nichelino - 10/11/2012; Antonio Vitale - Carignano - 14/11/2012 Salvatore Giunta - Vercelli - 26/11/2012; Jonathan Maulà - Rivoli 17/11/2012; Silvia Bruno - Verzuolo - 06/12/2012; Narender Malhotra Casalgrasso - 10/12/2012; Mohamed Hanad Mohyadin - Diano d'Alba 20/11/2012; Giuseppe Armando - Borgo San Dalmazzo - 11/12/2012; Adrian Olaru - Avigliana - 10/12/2012; Ion Andries - Ferno (Varese) - 20/12/2012 Ionel Moldovan - Gropello Cairoli (Pavia) - 21/12/2012.
Invito il Consiglio regionale e i presenti a voler osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime sul lavoro.



(L'Assemblea, in piedi osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Invito i Presidenti di Gruppo a recarsi in Sala A per una breve Conferenza dei Capigruppo, come concordato. Riprenderemo i lavori fra qualche minuto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.32 riprende alle ore 15.55)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

"Riorganizzazione del servizio sanitario di emergenza e urgenza e predisposizione del bando regionale di mobilità volontaria per il reclutamento del 118" (atti d'indirizzo collegati: ordini del giorno n. 1105, 1106, 1107; mozioni n. 1047, 1108)


PRESIDENTE

A seguito della Conferenza dei Capigruppo, comunico che i lavori del pomeriggio riprenderanno con una breve comunicazione dell'Assessore Sacchetto sul proseguimento dell'esame del disegno di legge n. 323. In coda, interverrà l'Assessore Ghiglia sul disegno di legge relativo alle partecipate.
Alle ore 17.45 interromperemo la trattazione del punto delle partecipate e affronteremo la votazione degli atti di indirizzo inerenti al Consiglio straordinario di questa mattina. Auspico, come avviene in altre situazioni, che su questa tematica si possa sostituire la mozione con un unico documento. Se ciò non fosse possibile, a tutela dei proponenti verranno messi in votazione gli ordini del giorno e le mozioni già depositate.
In seguito, se dovesse, come credo, residuare del tempo, si affronterà solo la votazione dei quattro atti di indirizzo iscritti in apertura. Nel frattempo, invito tutti i Consiglieri a leggere i documenti, che sono in rete.
La parola all'Assessore Cavallera per la replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Diciamo che le curve non sono solo in provincia di Biella, o nelle zone alpine, ma sono anche nei nostri lavori: sono curve un po' a zig zag.
Mi sia consentita una battuta per stemperare un po' il clima.
Personalmente mi sarei atteso e avrei preferito che tutti i Gruppi soprattutto i promotori del Consiglio straordinario, avessero preferito dopo il sopralluogo, completare il dibattito in Commissione, perché la linearità è questa: si va sul posto, si acquisiscono informazioni e poi si arriva alla sintesi.
Atteso che qui non c'era nulla di estremamente impellente, devo cercando di seguire gli interventi, cominciare a fare alcune precisazioni.
Nella Giunta regionale e nell'Assessorato alla sanità non c'è nessuno che pensa di costituire in Piemonte l'Agenzia Regionale dell'emergenza.
un dibattito già svolto in passato in quest'Aula: il Consiglio ha deciso diversamente e diversamente si fa.
Se vogliamo ventilare sul fondo e dire: "Mah, tutte azioni per arrivare a...", è chiaro che possiamo quotidianamente, su ogni cosa, adombrare qualsiasi cosa. D'altronde, siamo nell'epoca del gossip e delle cose sentite e riportate.
Tutta la nostra azione mira a costituire e a consolidare un dipartimento interaziendale, così come c'è, per esempio, in campo oncologico, in cui vi è addirittura un dipartimento interregionale, perch vi aderisce anche la Regione Valle d'Aosta. In altre parole, su temi rilevanti - e sfido a dire che l'emergenza-urgenza non sia un tema rilevante - si possono costituire Dipartimenti interaziendali, aventi proprio lo scopo del coordinamento, del rendere efficace la gestione.
Naturalmente, consolidare un Dipartimento interaziendale vuole dire perimetrare meglio le risorse finanziare, perimetrare meglio le risorse professionali e, quindi, avere una dotazione, anche di fondi vincolati, in un'epoca nella quale occorre programmare molto bene. E questa mattina quando si parlava di continuità assistenziale, abbiamo visto quelli che sono i vari filoni di spesa per poter verificare poi...
Sono d'accordo anch'io che occorre indubbiamente avere i dati, la conoscenza dei dati per deliberare o prendere delle decisioni.
Oggi la situazione è un po' promiscua. Intanto, il personale fa capo laddove c'è già stata la centralizzazione, alle aziende capofila, Cuneo Torino, Alessandria e Novara, e, per quanto riguarda il finanziamento, a riferimento dei medici che ci sono sul territorio, laddove il passaggio non è ancora stato realizzato, vengono pescate le risorse all'interno del fondo indistinto che finanzia quelle determinate ASL.
Pertanto, andare a ricercare, nel più minuzioso dettaglio, tutte le spese, nella situazione attuale, è più difficoltoso. Nel momento in cui avessimo delimitato i capitoli dell'emergenza, con i relativi dipendenti le cose sarebbero ovviamente più facili, anche riferire le domande alle richieste di informazione.
Ciò non toglie che evaderemo tutte le richieste di dati e di informazione presentate, nel limite dell'umano possibile e nei tempi che ovviamente, per fortuna di tutti, impongono anche le normative consiliari e statutarie, e che non vogliamo assolutamente violare.
Consentitemi di fare una puntualizzazione sull'attuale sistema Piemonte.
Negli interventi abbiamo sentito Consiglieri che preferirebbero che tutti fossero dipendenti del sistema 118; altri Consiglieri, come il collega Laus, hanno posto in discussione il ruolo delle associazioni di volontariato sanitario, che sono l'ossatura che mette a disposizione le ambulanza e i barellieri, nell'ambito di una convenzione, sulla quale stiamo lavorando per il rinnovo, perché è in scadenza alla fine di questo anno.
Il sistema piemontese, al momento, vede le associazioni di volontariato già facenti capo alle quattro centrali, mediante delle convenzioni locali nell'ambito della convenzione quadro, stipulata a livello regionale, con Croce Rossa, ANFFAS e quant'altro, che sono le associazioni di rappresentanza regionale che poi si articolano nei quadranti di riferimento.
Devo far presente che queste associazioni di volontariato in dieci anni hanno avuto ben 350 ambulanze donate dal sistema delle fondazioni presente a livello regionale. C'è, quindi, tutto un sistema consolidato, che si pu anche cambiare, ma che bisogna assolutamente conoscere per poter valutare.
Per quanto riguarda gli infermieri, la situazione attuale è di un 50 che fa capo alle Aziende capofila già nella nuova configurazione e di un 50% circa che fa capo ancora alle Aziende Sanitarie Locali.
Per quanto riguarda gli infermieri, questi, nella famigerata delibera da adottare, collega Buquicchio, è previsto che vadano a dipendere dall'ASL capofila laddove non dipendono già, ed è tutta la parte occidentale del Piemonte più la provincia di Alessandria è già alle dipendenze del capofila, rimarrebbero comunque nel posto di lavoro attuale, cioè il posto di lavoro sarebbe invariato, cambierebbe solo la dipendenza ai fini della busta paga. Ed è stato previsto, propri negli incontri sindacali che si sono avuti, hanno chiesto garanzie per l'eventuale rientro (forse il collega Tiramani era entrato su questo argomento), essendo questo un lavoro anche pesante, usurante, che magari con l'età, oppure per altri motivi familiari, è prevista nella deliberazione la possibilità di rientro nell'ASL territoriale di provenienza.
Naturalmente abbiamo indicato, a garanzia sempre del dipendente, anche in soprannumero, perché siamo a fronte - comunque il problema si sarebbe sempre posto lo stesso - di casi particolari, a fronte della scelta di un luogo di lavoro di ritorno vicino il più possibile al luogo di partenza.
E poi in più abbiamo anche previsto la possibilità di erogare anche nell'anno successivo, in attesa dell'omogeneizzazione di tutto il sistema 118, il premio di risultato anche nell'anno successivo, erogando quello che è maggiore tra l'ASL di atterraggio e l'ASL di provenienza, quindi senza dare nessun danno in un arco di tempo ragionevole a colui che fa la mobilità volontaria.
Per quanto riguarda i medici, ad oggi è centralizzato il 75% dei medici, il 25% no, sostanzialmente nell'area nord-est e in parte anche in provincia di Asti.
Ad oggi, da quello che risulta prendendo negli organici attuali di coloro che fanno capo al 118, gli uffici mi dicono che i medici che durante l'orario normale di lavoro fanno sia il 118 sia il pronto soccorso sono quattro. Ce ne sono ben di più che, avvalendosi della possibilità che è data ai "gettonisti", cioè in regime di corresponsione di un gettone orario secondo le regole previste per la normativa dei medici, di prestare servizio integrativo, ma come fanno non solo per il 118, fanno anche in tantissime altre specialità. Però tengo a sottolineare che quelli che sono dipendenti in organico del 118 sono quattro e sono localizzati nell'ASL del VCO, e credo che il collega Reschigna conosca bene questa situazione.
Fuori dall'orario normale di servizio, è prevista la possibilità di prestare servizio oltre l'orario attraverso l'istituto del gettone convenzionale che è previsto dalle normative sindacali di categoria.
Per quanto riguarda gli acquisti del sistema 118, in ordine alla questione per esempio dei farmaci, per ragioni storiche e organizzative agli acquisti di tutto il sistema centralizzato della provincia di Torino provvedeva la TO3, che è stata poi estesa a tutto il sistema regionale e quindi loro stessi, nei loro trasporti che fanno anche secondari verso la città di Torino, nel rientro, caricano le casse che portano nei quattro centri che poi distribuisce a tutto il sistema.
Quindi non vi è nessun acquisto di farmaci o di altre cose fatte direttamente dal Dipartimento. Il Dipartimento è un coordinamento funzionale.
Per quanto riguarda poi le tecnologie che sono a disposizione, di sicuro attualmente il sistema è in grado di fare la trasmissione degli elettrocardiogrammi e dei parametri vitali dei pazienti. Si tratta di andare, come tutta la nostra telematica informatica sanitaria, di migliorarla e di riferirla in modo molto più efficiente.
Si è parlato di telecomunicazioni e si è parlato di collegamenti radio.
Per quanto riguarda le telecomunicazioni, l'eventuale gara, l'eventuale contratto viene fatto dall'ufficio contratti regionale della Giunta regionale (via Viotti, per intenderci, come luogo di residenza di questo ufficio) e non dal Dipartimento, che ovviamente fornirà le specifiche tecniche, cioè quelli che sono, come tutti i Settori regionali quando hanno bisogno di un qualcosa, vanno dal servizio approvvigionamenti e dall'ufficio acquisti e dicono cosa hanno bisogno. Quando parlo di telecomunicazioni, parlo di telefonia fissa e mobile, che ovviamente è un supporto molto importante per tutti gli operatori.
E poi ci sono i collegamenti radio, sia quelle fisse sulle macchine e sulle ambulanze, sia quelli portatili per collegarsi e naturalmente qui si vanno a reperire (forse è questa la gara che è in corso, se non sbaglio) le frequenze nell'ambito delle frequenze ministeriali, perché qui parliamo di un servizio pubblico e naturalmente probabilmente chi vince la gara, oltre a mettere a disposizione le frequenze, mette a disposizione anche gli apparecchi sia fissi che mobili.
Quindi abbiamo visto le ambulanze, abbiamo visto i barellieri, abbiamo visto gli infermieri, abbiamo visto i medici. Per quanto riguarda poi la domanda: ma sono tutti dipendenti, ancorché fossero dell'ASL o dell'ASO? Probabilmente poco oltre la metà (anche oltre la metà) sono medici di medicina generale convenzionati con il servizio sanitario. Il bando non riguarda loro, questi medici sono regolati da una convenzione che in questo caso, come per quanto riguarda le associazioni del volontariato sanitario vi è una interlocuzione regionale e poi una applicazione di dettaglio in ogni singola azienda di riferimento.
Come ho avuto modo di dire anche una settimana o due fa ad alcuni loro rappresentanti, noi siamo a disposizione per un confronto e per trovare una soluzione, visto che le loro posizioni giuridiche sono ben diverse da quelli che sono i medici dipendenti direttamente.
Anche per coloro che hanno questa posizione giuridica rimane la stessa sede, anzi semmai ci porremo il problema di trovare qualche sede in più per ramificare meglio sul territorio questo servizi Ho sentito dire le cose più varie. Ad esempio, che il 118 vuole fare un esercito e non si capisce bene per combattere quale guerra.
Credo che sia legittimo che tutti i comparti della sanità (in area chirurgica, medica, anestesiologica e quant'altro) abbiano il proprio organico e non vedo perché non debba averlo il 118.
stata tirata in ballo la maxiemergenza. Abbiamo tutti i piani del caso di intesa con la Protezione Civile, anzi la settimana scorsa è stato anche presentato un nuovo sistema da campo con sala chirurgica in caso di emergenza.
Poi è chiaro che guardiamo anche avanti. Noi saremo tra le prime Regioni che si incammineranno effettivamente sulla strada del 112, cioè il nuovo numero dell'emergenza europea.
Questo numero, come ho già avuto modo di comunicare ad alcuni colleghi questa nuova evenienza/obbligo a livello nazionale ed europeo farà in modo che la risposta sarà unitaria sia da parte del 113, dell'attuale Polizia Carabinieri, Vigili del fuoco e sanità; e si avvarrà del CED delle forze dell'ordine che immediatamente fa la geolocalizzazione del punto di chiamata, ovvero la geolocalizzazione del telefono fisso, se la chiamata proviene da un telefono fisso, oppure la geolocalizzazione - ed è questa la cosa più interessante - del telefono mobile se proviene da un telefono mobile.
Naturalmente il risponditore, colui che risponde, viene definito un operatore laico, quindi non appartenente a nessuna di queste forze, che nell'immediato gira a chi di competenza nel giro di tempi che si misurano a secondi, in modo tale che, in futuro, una volta attuata questa riforma avremo la possibilità di intervenire puntualmente senza più quelle deprecabili, immaginabili e comprensibili defaillance che qua e là possono essere successe.
Credo che tutto quello che noi proponiamo certamente non sono scelte folli.
Stamattina ho sentito interventi anche un po' contraddittori; qualcuno diceva che bisogna potenziare il settore emergenza ed urgenza, ma se lo potenzio, posso risparmiare ed investire i risparmi, ma devo anche pensare di dover o poter spendere qualche euro in più.
Di qualche collega ho preso nota di qualche passaggio; ad esempio, il collega Buquicchio preferiva entrare nel merito e io rispondo questo: è vero, però l'Aula non è il luogo dove si può entrare nel merito più di tanto, perché io ho qui un po' di carte, ma se vado ancora avanti troppo poi mi tolgono la parola.
Il collega Ponso è stato apocalittico, perché ha detto che la barca sta andando a fondo. Io penso proprio di no, perché il Piemonte avrà tanti guadi, curve e terreno fragile, ma il mare per adesso non ce l'abbiamo ancora. Quindi, collega, cambiamo immagine.
Il collega Tiramani ha da un lato richiamato il metodo dello spoil system. Questa è una questione di impostazione, anche se poi ha detto giustamente che bisogna guardare al merito del Dirigente piuttosto che ad altre informazioni più o meno giuste sulle sue simpatie culturali o politiche.
Comunque sulle cose che il collega Tiramani ha sottolineato, cioè la possibilità di garantire il rientro alla base, qualora volessero rientrare o di garantire il lato economico, nella bozza di delibera che abbiamo messo in campo sono tutte cose che rispetto alla deliberazione iniziale sono state aggiunte.
Il collega Motta ha richiamato l'evolvervi della situazione con il nuovo numero 112 e quindi per certi versi il superamento di una parte dell'incipit della mozione, perché la configurazione è diversa rispetto a prima.
Devo dire che, se ho colto bene le sue parole, auspicava un maggior governo diretto da parte della Giunta e dell'Assessorato sia nel coordinamento del 118, perché rete 118, rete ospedaliera e rete territoriale sono tre grandi aggregati che dobbiamo vedere di raccordare al meglio.
Mi sono permesso di fare una proposta di modifica della mozione presentata con una formulazione diversa che tenesse conto di queste cose.
Allo stesso modo viene ribadito che il nuovo processo del 112 verrà gestito dalla direzione sanità, per cui se ci sono alcuni rumors per dire "c'è troppa separatezza tra 118, sanità o la Regione nel suo complesso", la modalità di gestione garantisce un raccordo migliore.
Non ultimo, rispetto alla situazione attuale, stiamo perimetrando anche le risorse per arrivare ad avere dei fondi vincolati. È l'unico modo durante l'anno e fine anno, per sapere esattamente quanto si era preventivato, quanto e come si è speso e quanto è il consuntivo.
Circa l'intervento del Consigliere Laus, tra la gestione interna e quella esterna, come esternalizzare, coinvolgere il mercato, ecc., è tutto un discorso più che legittimo ma, al punto in cui siamo, con la situazione che abbiamo storicamente nella nostra regione, non sono in condizione di aprirlo. Cerchiamo di migliorare l'esistente, renderlo efficiente economico ma non possiamo...
Quella semmai è una visione di legislatura, che si può proporre alla comunità piemontese, se se ne ha l'avallo della legittimazione in termini di voto, di indirizzo politico. Quanto veniva proposto è sostanzialmente una rivoluzione copernicana.
Il Consigliere Negro ha fatto riferimento al discorso della situazione di come si gestirebbero o non gestirebbero i comandi. Un'ipotesi era la questione del comando, ma è chiaro che il comando presuppone che il comandante possa, alla fine, richiamare il comandato. Viviamo in una realtà nella quale ci sono le assenze per malattie, per ferie per altre ragioni anche personali, se si deve ricorrere a dieci altri soggetti per avere globalmente tutti...
Parlo dei dipendenti, perché diverso è per i medici convenzionati, in quanto il rapporto è molto più fluido, ma per i dipendenti può creare dei grossi problemi.
Noi non vogliamo assolutamente destabilizzare quantitativamente, ci va bene l'equilibrio tra diretti e convenzionati attuali. In questa fase almeno fino a quando noi avremo modo di gestire la cosa, non abbiamo nessuna intenzione di toccare questo equilibrio, ma laddove sono dipendenti che lo siano a tutti gli effetti, che lo siano con una gestibilità maggiore possibile.
Il Consigliere Boeti dice: "Ammetto che avete avuto delle difficoltà finanziarie". Ricordo che, ad oggi, abbiamo avuto una diffida per 864 milioni nel mese di maggio, da pagare dalla Regione alla sanità entro giugno. Ci hanno prestato 803 milioni da rimborsare in trent'anni per pendenze vecchie. L'Assessore Pichetto mi diceva che, finalmente - oggi erano al Tavolo romano - ci prestano altri 642 milioni.
Abbiamo ancora la Deloitte che sta analizzando tutti gli investimenti precedenti; c'è una Commissione di indagine sulla sanità, che ben venga.
Penso che mai, come in questa fase, la sanità sia stata indagata dalla Ragioneria generale dello Stato, dagli advisor che sono stati messi di mezzo, dalla Corte dei Conti, da tutte le istanze consiliari, ma consentitemi anche di dire che questa sanità, alla fine, deve anche funzionare e per funzionare bisogna prendere una linea e tenerla: giusto o sbagliata che sia. Abbiamo la possibilità di completare - visto che circa tre quarti della trasformazione è stata fatta - anche la parte mancante.
Concludo dicendo che, per quanto mi riguarda, chiedo ai Gruppi di maggioranza di emendare la mozione primo firmatario il Consigliere Motta ho un testo che fa salva la possibilità di confrontarsi con i medici convenzionati sui quali, ovviamente, il discorso è da completare, ma chiude la partita per quanto riguarda i dipendenti attraverso non una mobilità obbligatoria, ma una mobilità volontaria che, ripeto, per tutto il nostro Piano Socio Sanitario regionale è stata prevista.
Si è discusso un anno, mi riferisco all'attuazione globale del Piano, e poche settimane fa è stato firmato un accordo con il sindacato dei medici per questa mobilità volontaria.
Abbiamo un cammino soft dove si dà la possibilità, a chi ritiene di spostarsi, di farlo, senza andare a destabilizzare un sistema, il che è l'ultima cosa che ci passa per la testa.
Colgo la sollecitazione del Consigliere Motta quando dice "prendetevi come Direzione sanità un'incisiva direzione", sia della trasformazione del 112 che del coordinamento delle tre reti ospedalieri, 118 e territoriale con una linea guida, regolamenti, normative da confezionare con dei gruppi di lavoro, dei comitati - non so come si può scrivere - all'interno dell'Assessorato.
Non so se sono riuscito a dire tutto quello che volevo, ma la mia proposta è di respingere gli ordini del giorno che non andassero in questa direzione - adesso li leggeremo meglio - e di proporre alla maggioranza con cui ho un rapporto di orientamento politico, di modificare la mozione così come ho indicato.



PRESIDENTE

Abbiamo detto che riprenderemo la trattazione del punto alle ore 17.45 così come convenuto nella Conferenza dei Capigruppo.



(Commenti del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

Avevamo detto che dopo aver letto gli ordini del giorno (verificata l'ipotesi che vivano quelli, che se ne aggiungano altri oppure che se ne presenti uno unico) si sarebbe intervenuti tre minuti per Gruppo.


Argomento: Caccia

Proseguimento esame disegno di legge n. 323, inerente a "Gestione, tutela faunistica e promozione programmata del territorio rurale piemontese" - (ai sensi dell'articolo 37, comma 4 del Regolamento interno); proposta di legge regionale n. 287, inerente a "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma" (ai sensi dell'articolo 37, comma 4 del Regolamento interno) proposta di legge regionale n. 289, inerente a "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma" (ai sensi dell'articolo 37, comma 4 del Regolamento interno); proposta di legge regionale n. 137, inerente a "Modifiche alla legge regionale del 4 settembre 1996, n. 70 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) e successive modifiche e integrazioni"


PRESIDENTE

In merito al disegno di legge n. 323, "Gestione, tutela faunistica e promozione programmata del territorio rurale piemontese", di cui al punto 4) all'o.d.g., la Giunta regionale voleva fare una breve comunicazione.
Prego, Assessore Sacchetto; ne ha facoltà.



SACCHETTO Claudio, Assessore alla caccia e pesca

Grazie, Presidente.
una comunicazione rispetto alle sollecitazioni pervenute nelle scorse sedute relativamente al disegno di legge n. 323, calendarizzato al punto 4) all'o.d.g. dell'odierna seduta.
Dopo avere riflettuto all'interno della Giunta regionale e insieme ai Capigruppo di maggioranza, vista l'istanza dell'opposizione, che richiedeva il ritorno del provvedimento in Commissione per un ulteriore approfondimento e la riattivazione del gruppo di lavoro, la nostra intenzione sarebbe quella di mantenere il disegno di legge n. 323 all'interno dei lavori del Consiglio - quindi di non riportarlo in Commissione - con la disponibilità, però, a riaprire il gruppo di lavoro per le prossime quattro settimane.
Sarà mia cura, entro oggi o entro la mattinata di domani, far pervenire ai componenti del gruppo di lavoro una calendarizzazione di sette o otto sedute - da qui alla prima settimana di novembre - per poter riapprofondire il discorso all'interno del gruppo di lavoro e poter tornare in Consiglio indicativamente nella seconda settimana di novembre, al termine dei lavori del gruppo di lavoro stesso.
Naturalmente, auspico che il gruppo di lavoro trovi dei punti di incontro, e mi attiverò personalmente in tal senso, ma è ovvio che nel momento in cui...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo.
Colleghi, l'Assessore sta facendo una comunicazione e una proposta all'Aula relativamente al disegno di legge sulla caccia, argomento abbastanza sentito da questo Consiglio.
Chiederei, per gentilezza, di consentire a coloro che fossero interessati di ascoltare il suo intervento, anche perché poi dovremo prendere una decisione in tal senso.
Prego, Assessore, prosegua.



SACCHETTO Claudio, Assessore alla caccia e pesca

Dicevo - e concludo - che al termine del confronto che faremo in queste quattro settimane all'interno del gruppo di lavoro ritorneremo in aula e ci avvarremo, naturalmente, di quelli che sono gli strumenti che il Regolamento mette a disposizione per poter portare all'approvazione la norma in tempi compatibili con quelle che sono le necessità.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

L'Assessore Sacchetto, che ringrazio anche per aver ripetuto in Aula la sua comunicazione, sebbene l'avesse già anticipata nel corso della Conferenza dei Capigruppo (credo che sia importante sia per la Commissione competente che per i colleghi che trattano in particolare questo argomento), propone all'Aula di lasciare iscritto all'o.d.g. il disegno di legge n. 323 e le proposte ad esso collegate, e di ritagliare una finestra lo dico in termini informali e me ne scuso - di circa venti giorni o un mese...



SACCHETTO Claudio, Assessore alla caccia e pesca

Quattro settimane.



PRESIDENTE

Quattro settimane, così siamo tranquilli.
Magari tra venti giorni faremo il punto della situazione, sapendo che c'è un mese di tempo per fare questo approfondimento, riattivando, in buona sostanza, il cosiddetto "gruppo di lavoro". Così mi sembra di capire.
Se va bene, ma credo di sì, perché, in particolare le opposizioni, ma anche una parte della maggioranza, avevano sollecitato tale richiesta.
Credo che questo sia un modo utile per proseguire la trattazione del provvedimento in questione, vedere se si sblocca e se ci saranno le condizioni per approvarlo in Aula.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Non avendo ascoltato gli interventi degli Assessori in risposta alle interrogazione e interpellanze, devo dire che l'intervento fatto poc'anzi dall'Assessore Sacchetto è il primo intervento ragionevole che sento fare oggi da un esponente della Giunta regionale.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Venga all'argomento, per favore.



RESCHIGNA Aldo

Sono parole grosse, che motiverò adeguatamente.



PRESIDENTE

Per favore! Dovremmo cercare di andare avanti con i nostri lavori, non di andare indietro.
Prego, collega Reschigna, si attenga all'argomento.



RESCHIGNA Aldo

Motiverò adeguatamente dalle ore 18 in avanti.
Ma a parte questa parentesi, credo che l'Assessore Sacchetto abbia compiuto un gesto saggio, nel senso che le modalità di discussione in Aula di un provvedimento così complesso come quello sulla caccia, dopo un richiamo in Aula frettoloso, erano tali da rendere difficilissimo, se non impraticabile, l'iter di approvazione di una nuova legge regionale in materia di attività venatoria.
Noi non rimaniamo fermi rispetto alla richiesta iniziale, che era quella del ritorno in Commissione del provvedimento. A noi interessava di più la questione di merito, ossia trovare un luogo che non fosse il Consiglio regionale dove poter svolgere un confronto di merito sulle questioni che quel disegno di legge contiene. E questo può avvenire tranquillamente mantenendo il provvedimento incarnato all'interno dei lavori del Consiglio regionale, ma aprendo questa finestra che credo possa e debba essere uno spazio di libero confronto e di ricerca di un punto di incontro tra posizioni diverse.
Questa era la sostanza della richiesta che avevamo rivolto all'Assessore Sacchetto; apprezziamo, quindi, le comunicazioni che ha reso oggi in Consiglio regionale.



PRESIDENTE

I provvedimenti restano dunque iscritti in Aula, ma c'è un'intesa, così come è stato anticipato nel corso della Conferenza dei Capigruppo, di sospendere per quattro settimane la loro trattazione, per cercare di riattivare un percorso utile all'aula per l'approvazione finale.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 228, inerente a "Piano regionale della razionalizzazione delle partecipazioni regionali" presentata dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 228, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Farei il punto sullo stato del provvedimento: nella seduta pomeridiana del 9 aprile 2013 è iniziato l'esame della proposta di deliberazione. Dopo l'intervento di presentazione dell'Assessore Ghiglia, si è aperto il dibattito generale con gli interventi dei Consiglieri Reschigna, Cerutti Angeleri, Buquicchio, Pedrale, Muliere, Carossa, Ronzani, Botta Franco Maria, Burzi, Laus e Gariglio. La discussione generale è stata dichiarata chiusa ed è seguita la replica dell'Assessore Ghiglia. Da lì dobbiamo ripartire.
Ha chiesto la parola la Giunta regionale. Prego, Assessore Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale

Grazie, Presidente.
La ringrazio anche per il verbo "ripartire". Mi verrebbe quasi da dire "ricominciare", ma prendo per buono "ripartire", che è un po' più positivo.
Spero di unirmi alla saggezza dell'Assessore Sacchetto anche oggi, per stare in una linea positiva col sentire del Consiglio regionale.
Eviterei, se i Consiglieri me lo consentono, di riprendere integralmente i contenuti della delibera, che credo siano stranoti limitandomi ad alcune considerazioni e alle motivazioni che ci hanno portato a presentare tre o quattro (adesso non ricordo più) emendamenti alla delibera.
Intanto in questi sei mesi non solo è passata tanta acqua sotto i ponti, ma i legislatori nazionali e la Corte Costituzionale hanno dispiegato tutte le loro potenzialità e la loro fantasia per cambiare le normative del settore, il che ha implicato una serie di stop and go al nostro lavoro, ai nostri approfondimenti e al tentativo di mettere ordine in una materia complessa. Perché a dispetto del titolo, come sa benissimo l'Assessore Maccanti, cui si deve gran parte del lavoro, qui non trattiamo di una cosa, ma di tante cose, tutte quelle contenute nelle tabelle ciascuna delle quali ha una storia, una natura giuridica, un oggetto sociale e un divenire proprio.
Soltanto per ripercorrere in un minuto le tappe che hanno portato a questa lunga gestazione, anche con la sospensione della delibera in Aula e con il rimando della tabella in Commissione, vorrei ricordare molto brevemente il decreto spending review (luglio 2012), il decreto Fare 1, il decreto Fare 2, alcune sentenze della Corte dei Conti e, in ultimo, la sentenza della Corte Costituzionale, che, a fine luglio, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del comma 4, nella parte che riguardava gli enti strumentali delle Regioni.
In buona sostanza, la Corte Costituzionale ha sancito che vi era stata una esondazione - diciamo così - di poteri da parte del Governo rispetto all'indicazione di vendere, o di liquidare, gli enti strumentali; quindi in qualche modo, si rimetteva alle Regioni l'obbligo di mantenere i limiti del patto di stabilità, ma non si imponeva più alle Regioni cosa e come alienare, cosa e come razionalizzare.
Ovviamente, ciò ha creato molti disagi, non solo per i lavoratori, ma anche per chi, rispetto all'approvazione di questo provvedimento, aveva il dovere di seguire tutti i cambiamenti intervenuti.
Al di là dei cambiamenti contenuti nel decreto Fare 1 e nel decreto Fare 2 (modificativi della spending review), il più importante è l'ultimo intervento, quello della Corte Costituzionale.
La decisione della Corte Costituzionale ci ha portati, alcune settimane fa, a chiedere di stralciare dal piano generale delle partecipate gli enti strumentali, che sono a tutt'oggi oggetto di approfondimenti, direi quotidiani - e lo dico, o quanto meno settimanali, per non far vedere che lavoriamo troppo - su cui vorrei soffermarmi un attimo.
Alcuni degli emendamenti in oggetto riguardano lo stralcio compiuto dalle tabelle degli enti strumentali - che tratteremo, quando sarà il momento, in questa sede - e anche le modifiche alla parte introduttiva della delibera, laddove si riprendono le decisioni e le sentenze della Corte Costituzionale. Quindi, quelle sono le modifiche: nelle tabelle abbiamo tolto IPLA, IMA e STP; nella delibera abbiamo modificato le parti che prima erano assoggettate alla spending review, che poi è stata modificata e cassata in quelle parti dalla Corte Costituzionale.
Non so se sono riuscito ad essere abbastanza confuso. Però, vi assicuro che la mia confusione è più o meno in linea con ciò che ha contraddistinto la produzione legislativa - chiamiamola così - degli ultimi mesi, che non è terminata. Infatti, due settimane fa, approfittando della cortesia dell'Assessore Quaglia, abbiamo presentato un emendamento al decreto n. 101 sulla mobilità tra enti, il quale prevedeva relativamente alle società a partecipazione pubblica che vi potesse essere una mobilità interna. Allora ho pensato di presentare un emendamento, attraverso la Conferenza Stato Regioni, in cui si chiedeva che anche gli entri strumentali entrassero a far parte del pacchetto delle società a partecipazione pubblica, in quanto pur essendomi oscuro il motivo, gli enti strumentali non rientravano in questo tipo di società.
Non conosco il motivo, ma, di fatto, secondo l'interpretazione, anche del Ministero - che noi, ovviamente, abbiamo chiesto - queste società erano, in qualche modo, "figli di un dio minore" rispetto alle modifiche che venivano apportate al decreto n. 101 sulla mobilità interna fra società a partecipazione pubblica.
Dopo aver presentato l'emendamento, quattro-cinque giorni fa - devo dirvi che mi sono un po' cadute le braccia - su iniziativa di un gruppo della maggioranza nazionale, tutta la parte riguardante le società a partecipazione pubblica è stata stralciata dal decreto n. 101, quindi non c'è più.
Pertanto, ad oggi, non c'è più la mobilità tra società a partecipazione pubblica. Lo sottolineo perché parliamo di decine di migliaia di lavoratori e tanto meno nel decreto n. 101 sono ricompresi gli enti strumentali che noi avevamo tentato di inserire.
In termini generali, significa che mentre, giustamente e doverosamente ci si preoccupa dei precari della Pubblica Amministrazione, abbiamo dei precari - chiamiamoli così - parapubblici, che da anni, se non da decenni lavorano strumentalmente alle attività degli enti pubblici, quindi anche strumentalmente rispetto alle attività regionali, che nessuno più riconosce, di cui in questo momento non ci si sta occupando e che vengono lasciati alla libera discrezionalità di chi le risorse non le ha. Questo è un grande problema politico, ma non nostro, è un problema politico-sociale della collettività.
Non voglio buttare la palla sugli spalti, possiamo anche aver lavorato malissimo, però è un dato di fatto che, oggi, ci sia un'intera categoria di lavoratori - mi si dice circa 240 mila, così come riportano anche i giornali, in tutta Italia - che non è più né carne né pesce. Cioè, sono i precari dei precari, quelli per cui non è prevista alcuna norma di salvaguardia dal decreto n. 101 e dalle normative nazionali, il cui destino è lasciato - non tanto al buon cuore, perché il cuore lo mettono tutti alla disponibilità finanziaria degli enti che di queste società si servono e si sono servite nel corso degli anni, e non si possono più servire. I nostri numeri sono ridotti, però sono importanti in quanto tali.
Quindi, c'è stato l'impegno, da parte della maggioranza del Governo, di riprendere il tema e di inserirlo - forse, il testo ufficiale non c'è ancora, perché credo verrà varato verso le ore 17 - nel disegno di legge di stabilità che dovrà essere approvato dalle Camere. Ci è stato detto che quella parte relativa ai lavoratori delle società a partecipazione pubblica dovrebbe essere inserito lì. Non lo so, lo vedremo probabilmente tra mezz'ora, me lo auguro. Allo stesso modo, mi auguro che venga inserita anche nel nuovo testo, qualora sia presente, la parte riguardante gli enti strumentali, perché, evidentemente, consentirebbe di aprire possibilità ulteriori rispetto anche alla situazione di IPLA, IMA e STP.
Non vorrei soffermarmi su queste tre, ma su ciò che rimane l'oggetto della nostra discussione odierna. Come i Consiglieri ricorderanno, ho fatto un passaggio in Commissione e prima, informalmente, del chiedere lo stralcio ho richiamato la necessità di almeno andare avanti sul piano generale delle partecipate. Infatti, se non approviamo questo piano, si potrà dire che è troppo debole, si potrà dire che è troppo forte, si potrà anche dire che è troppo medio, ma, sicuramente, non possiamo alienare una quota, cedere una compartecipazione, liquidare una società decotta e ogni settimana continuare a perdere soldi, che sono anche tanti.
Vorrei ulteriormente sottolineare - l'ho già detto con questi termini che questo piano delle partecipate non è scolpito nella pietra, cioè non parliamo delle tavole della legge. Questo è un piano di indirizzi, che contiene nelle tabelle delle dichiarazioni di intenti e di impostazione che la Giunta, in questo momento storico - potrei anche citarvi la data intende dare. Però, è ovvio che ognuna di queste righe è assolutamente modificabile nel momento in cui le condizioni del mercato, la situazione economica, nel momento in cui il mutamento di qualche legge nazionale consentisse di modificarlo.
L'approvazione di questo piano, che mi auguro possa avvenire in tempi brevi - ovviamente deciderà il Consiglio - non è un punto di arrivo, ma un punto di inizio.
Mentre non abbiamo ancora approvato le tabelle, abbiamo, attraverso Finpiemonte, Finpiemonte Partecipazioni, continuato a lavorare tutti i giorni sul divenire di queste società, che è un divenire talvolta peggiore di quello che ci siamo trovati a discutere un anno fa, all'inizio dell'iter di questo piano. Ovviamente cambiano le strategie e le situazioni.
Oltre agli enti strumentali, che ho già citato, potrei fare altri due esempi. Il primo riguarda la questione Sagat.
Vedete, la strategicità della presenza della Regione Piemonte in Sagat è una strategicità variabile, nel senso che, in un momento in cui sembra addirittura che il nostro aeroporto sia in tale sofferenza da rischiare di perdere il vettore nazionale (adesso è passata la buriana e almeno per un anno siamo tranquilli), credo sia importante che un ente come la Regione sia presente nella strategia globale dei trasporti.
Dopodiché, mi si può dire che non è importante, che si possono svendere le quote Sagat, lasciando che il privato faccia completamente la politica aerotrasportistica anche rispetto a delle strategie economiche, turistiche e culturali di questa Regione. Il Consiglio è sovrano e mi indirizzerà in quel senso.
Questo per dire quanto tutto sia in divenire.
La seconda questione, anch'essa in divenire ad horas, riguarda Torino Nuova Economia - TNE - quella magnifica e progressiva invenzione di qualche anno che doveva diventare il centro di tutto l'automotive mondiale siderale e universale, che oggi ha un grosso problema. È scaduto il mutuo bullet, per cui dovremmo mettere, entro fine anno, solo come Regione 25 milioni di euro. Abbiamo fatto la gara per rinnovare il mutuo ed è andata deserta. Da 15 giorni è in atto un tentativo - un tentativo - di trattativa tra il management di TNE e la banca BNL, che aveva assicurato il precedente mutuo, per vedere se per caso questa banca decidesse di rifinanziarlo.
Anche lì siamo nelle mani di una banca che può decidere, domani, che è disponibile a rifinanziarci il mutuo bullet, che oggi ci costa un milione 250 mila euro l'anno, solo come quota regionale, da cui defalchiamo 500 mila euro che ci paga il Centro del Design dell'Università, e fa 750 mila.
Se domani l'unica banca, che peraltro non ha neanche partecipato alla gara (nessuno ha partecipato) ci dice che fa due milioni all'anno, noi continuiamo a mettere due milioni all'anno? Non lo so. Non vi dico la mia opinione perché la dissi a quest'Aula già tanti anni fa.
Questo soltanto per significarvi, e sottolineare a me stesso e non a voi, che veramente ci troviamo di fronte ad un piano che è in divenire, sul quale, però, è necessario, il prima possibile, votare un punto fermo.
Quanto contenuto in questo piano - le liquidazioni e le cessioni di situazioni particolarmente disperate o assolutamente a-strategiche - lo possiamo fare, altrimenti continuiamo a perdere - a perdere, a perdere e a perdere - in situazioni che non hanno alcuna possibilità di futuro, anzi il cui passato grava quotidianamente sulle nostre spalle, ma soprattutto sulle nostre finanze.
Se andiamo a vedere i grandi numeri, ma proprio alla grossa, di queste partecipate, andiamo, solo in questo primo momento (ma il lavoro è quotidiano e continuo), a toccarne circa il 35%. Questo 35% non significa nulla, perché è chiaro che la riforma di SCR e di CSI, il cui piano industriale è stato recentemente approvato all'unanimità da tutti i soci in valore assoluto vale cento volte tutto questo piano, però poi ci sono i numeri, cioè il numero delle partecipate da cui questa Regione intenderebbe uscire, o delle quali intenderebbe cedere delle quote.
Ultima puntualizzazione.
Personalmente, come già l'Assessore Maccanti prima di me, ho cercato di agire con il massimo del buonsenso e anche con il massimo ascolto possibile dei territori. In questo caso dico possibile, perché non credo di rivelare un segreto dicendo che normalmente i territori non sono mai eccessivamente favorevoli a dismettere le società pubbliche, non perché ci sia qualche interesse particolare, ma perché il venir meno di una sigla, che in un territorio che non sia la provincia di Torino, dove è tutto più sfumato, ha una sua storia, magari decennale o ventennale, è un fatto molto più traumatico di quanto non sia in termini sostanziali.
una cosa che sparisce; una cosa che non c'è più; una cosa da cui ci si disimpegna, quindi l'impatto è diverso, e magari spesso si tende ad essere più conservatori, nel senso di mantenere lo status quo così com'è rispetto al cambiamento.
Non ho altro da aggiungere in questa fase. Credo che poi si passerà come deciderete, agli emendamenti.
Personalmente prenderei l'impegno di chiedere al Presidente della I Commissione di venire ad illustrare al Consiglio ogni mutamento rispetto a quello che andremo a deliberare, ma appena si verifica, perché - ripeto su alcune società, dove oggi vedete una cosa scritta, ci sono dei cambiamenti che magari potrebbero avvenire nel corso di uno o due mesi. Io non la vado a cambiare oggi perché, primo, non sono sicuro; secondo, perch se la cambio oggi non l'approvo mai e quindi non la posso fare mai, perch senza questa approvazione siamo bloccati.
Questo è un altro argomento che ritengo, in tutta la libertà e ampiezza possibile del dibattito, giusto sottolineare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ghiglia.
Si tratta di una delibera in cui abbiamo 50 emendamenti.
Mi rendo conto che ripartendo dal 9 aprile, possono esser nate esigenze d'interevento Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Sono d'accordo sul fatto che avremo bisogno, sugli emendamenti, di un minimo di valutazione, ma volevo brevemente fare tre considerazioni e una premessa.
La premessa è che il mio intervento è di carattere generale sulla questione proposta dall'Assessore Ghiglia; dopodiché, sul provvedimento, n interverrò né parteciperò a nessun tipo di votazione, perché essendo un dirigente in aspettativa di una delle società partecipate da Finpiemonte mi sembra corretto né partecipare ad alcun tipo di votazione né entrare nel merito delle questioni contenute all'interno dell'atto.
Due considerazioni però le voglio fare, Assessore, perché ho ascoltato attentamente tutto il suo intervento da un'altra parte meno disturbata dell'Aula.
Primo, credo sia ragionevole la proposta che lei ha presentato in Commissione e che ha ribadito oggi all'Aula, cioè di stralciare dalla proposta di deliberazione tutto il tema degli enti strumentali, per le ragioni che lei ha illustrato e sulle quali non mi permetto di obiettare nulla.
Auspico anch'io, e auspichiamo come Gruppo, che quanto dichiarato e annunciato, cioè che nella legge di stabilità dovrebbe entrare un provvedimento che consenta la mobilità tra ente ed ente del personale possa trovare collocazione, perché questo risolverebbe una serie di problemi.
Il tema degli enti strumentali, che per alcuni aspetti correttamente viene stralciato dalla proposta di deliberazione, rimane nelle agende e non vorrei mai che questo tema venisse risolto unicamente dalla politica di bilancio, perché ci sono enti strumentali, ad esempio il CSI, rispetto al quale c'è un piano industriale che vorremo un giorno affrontare in Commissione, ma conosciamo la sua disponibilità a tale riguardo. C'è il tema di una revisione della mission delle due finanziarie regionali, che è ancora più urgente in relazione al fatto che l'Assessore Pichetto ha dichiarato, accogliendo anche alcune nostre sollecitazioni in tal senso opportuno un ridimensionamento del ruolo di Finpiemonte come soggetto gestore di leggi regionali. Questo tema va collegato anche agli scenari economici che oggi abbiamo di fronte a noi.
Offro solo due dati: oggi in Italia il sistema bancario raccoglie 14.500 miliardi di euro, come raccolta, e ha impieghi per 16.500 miliardi.
Significa, al di là di tutto, che siamo di fronte ad un sistema bancario che oggi non ha possibilità, stante la situazione attuale, di poter trovare modo di corrispondere a quei timidi segnali di ripresa.
Ma c'è un altro problema molto forte e rilevante che sta attraversando anche il sistema produttivo piemontese e nazionale. Siamo dentro a cinque anni di profondissima crisi economica. In questi cinque anni di profondissima crisi economica sono poche le aziende che oggi possono presentare bilanci che negli ultimi tre anni non abbiano la voce negativa.
Eppure ci sono delle aziende oggi in Piemonte che sono anche all'avanguardia, ci sono anche progetti di riconversione di sistemi industriali che hanno riguardato alcune aziende in crisi, che si portano dietro di sé il fardello di questi quattro anni con bilanci non positivi e che sono di per sé esclusi da qualunque rapporto con il mondo bancario.
Sotto questo aspetto, c'è un'esigenza molto forte che, all'interno del tema della riconversione del ruolo e della ridefinizione di un diverso ruolo da parte delle finanziarie regionali, entri con forza anche una prosecuzione di un dibattito, che era cominciato all'interno della precedente legislatura regionale, di avvicinamento all'interno del sistema bancario con un ruolo che non può essere quello della banca da parte della finanziaria regionale.
E questo è un tema rilevante in termini di ridefinizione di mission, ma anche e soprattutto in termini di quello che gli enti strumentali dovrebbero essere, servire, rapportare e sostenere le strategie delle politiche regionali in termini di sviluppo del Piemonte, soprattutto in ambito economico.
Poi però ci sono - e mi riferisco al caso eclatante di IPLA situazioni che si stanno lentamente spegnendo con riduzioni molto forti delle ore lavorate, con cassa integrazione costante.
In quel caso, Assessore Ghiglia, non possiamo aspettare che le politiche di bilancio decidano se IPLA proseguirà o non proseguirà. Lì è indispensabile che in questo periodo si riapra la discussione sul merito di un possibile ruolo, magari anche ridimensionato rispetto alla situazione attuale, di questo ente strumentale.
Credo che siano questi gli scenari che abbiamo di fronte a noi.
Abbiamo condiviso la necessità rispetto al quadro nazionale, che si è profondamente modificato nel corso di questo anno e mezzo, di un stralcio di tutta la questione legata agli enti strumentali, ma il problema rimane.
Così come rimane il problema proprio a sostegno del piano industriale sul CSI, di definire all'interno della prossima discussione, che spero e credo si aprirà giovedì prossimo in sede di IV Commissione del Consiglio regionale, come affrontare il passaggio su politiche di area vasta dei sistema informativi in ambito sanitario, dalle Federazioni al ruolo che verrà affidato alle Aziende Sanitarie.
Questo è un tema assolutamente vitale, senza posizioni di predominio ma con la consapevolezza che, senza questa dimensione, qualunque piano industriale all'interno del CSI rischia di poggiare su terreno molto fragile.
Colgo anche la sua dichiarazione relativamente alla dimensione dinamica di questa deliberazione, ad una serie di indicazioni contenute, che possono o non possono essere confermate nel tempo.
una dimensione dinamica che comprendiamo. Peraltro, bisognerebbe definire modalità per cui questo non rappresenti una mera delega in capo alla Giunta regionale. C'è un atto che offre alcuni riferimenti, che è quello che incominciamo a discutere a partire dal Consiglio regionale odierno. C'è necessariamente, anche in relazione alle condizioni del mercato e a quello che è avvenuto, in positivo e in negativo, nel corso di questi anni, un'esigenza e un'attività relativamente alla rivisitazione nel tempo di alcune indicazioni contenute soprattutto all'interno delle tabelle allegate alla proposta di deliberazione.
Bisognerebbe definire, nel corso della discussione e poi sugli emendamenti attorno a questa proposta di deliberazione, come questa dimensione dinamica della gestione nel divenire di quest'atto, che definisce alcuni scenari e alcune linee di indirizzo per alcuni aspetti tranchant e per alcuni altri aspetti un po' tiepidi dal nostro punto di vista, possa coincidere con il ruolo di indirizzo e di verifica che il Consiglio regionale deve esprimere.
Detto questo, ribadisco e chiedo che venga messo a verbale che non parteciperò alla votazione; ritiro la mia firma dagli emendamenti che erano di carattere generale che non riguardavano altre questioni.
La discussione vedrà i componenti del Gruppo impegnati e io non parteciperò né alla votazione dei singoli emendamenti né alla votazione finale sul provvedimento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Solo qualche considerazione che voglio fare rispetto al metodo.
Comprendo la difficoltà dell'Assessore a seguire tutte le evoluzioni nazionali e anche la nostra difficoltà a seguire le evoluzioni del provvedimento, anche perché, solo banalmente, se andiamo a guardare tutti gli emendamenti iscritti - non chiaramente gli ultimi che presentato l'Assessore Ghiglia, ma quelli precedenti - bisognerà comprendere quali siano ancora validi e quali no, perché abbiamo una situazione che deve essere riallineata. Ciò determina anche una difficoltà a comprendere poi quale sarà il testo effettivo che andremo a licenziare e quindi a votare in quest'Aula.
Faccio anch'io soltanto qualche rapida considerazione rispetto al fatto che il tema degli enti strumentali viene stralciato per quelle che sono le evoluzioni nazionali, in particolare anche la sentenza della Corte Costituzionale. Mi rivolgo all'Assessore avendo preso atto anche delle sue volontà positive rispetto ad alcune realtà quali quella dell'IPLA, cui ha già fatto riferimento il Consigliere Reschigna.
Tuttavia credo - e in questa sede bisogna ricordarlo - che i tempi siano molto stretti. Corriamo il rischio, come veniva detto, di far sì che una realtà che è un concentrato di professionalità e competenza, non possa essere ancora un soggetto importante per la nostra regione.
Per questo ho presentato - poi andremo a verificare nell'ambito della discussione - un ordine del giorno di accompagnamento sul rilancio del ruolo dell'IPLA.
Vi è la possibilità, al di là di quello che potrà essere approvato a livello nazionale, se vi è la volontà da parte della Regione e della Giunta anche con un impegno trasversale che riguarda l'Assessore Ghiglia, ma pu riguardare altri Assessori - di provare a rilanciarne un ruolo come soggetto con quelle che potranno essere caratteristiche dal punto di vista non solo organizzativo, come quelle forme giuridiche nuove che potrebbero far sì di rendere l'IPLA un soggetto che possa muoversi anche su altre realtà e che quindi si possa salvaguardarne l'occupazione.
Da questo punto di vista, seppure l'Assessore abbia detto che non ne discuteremo e tratteremo questo tema quando ne sarà il momento, credo che il momento deve esserci, altrimenti rischiamo, come dicevo, che una realtà alla fine si estingua. L'ordine del giorno presentato in accompagnamento chiede un impegno, entro la fine dell'anno, a ridefinire un ruolo di questo soggetto.
Per quanto riguarda gli altri aspetti, anch'io considero giovedì in Commissione un momento importante, credo che bisognerà ragionare anche sul Piano industriale del CSI Piemonte. Nel frattempo sono cambiati i soggetti e, tra l'altro, mi sembrerebbe importante - adesso non è più presente l'Assessore Cavallera - avere una volta l'opportunità di avere presenti entrambi gli Assessori, per comprendere il futuro dell'informatizzazione sanitaria.
Questo è un altro aspetto sul quale ci siamo impegnati anche come Consiglio, perché abbiamo fornito un atto di indirizzo, votato all'unanimità da quest'Aula. Credo che quello non sia l'unico elemento su cui si fonda il piano industriale o il futuro del CSI Piemonte, ma uno degli elementi su cui bisogna che ci sia la possibilità di chiarire insieme come procedere.
Abbiamo anche discusso dell'informatizzazione sanitaria con un ordine del giorno approvato la scorsa settimana, tuttavia crediamo che se la Giunta darà degli indirizzi precisi in questa direzione, il CSI Piemonte potrà offrire l'opportunità di una razionalizzazione complessiva del sistema. Credo sia importante avere un confronto con entrambi gli Assessori e fare chiarezza, anche su questo fronte, con il nuovo Direttore generale del CSI Piemonte, visto che abbiamo proceduto nel frattempo ad una nuova nomina Sul resto dell'impianto delle partecipate, apprezzo il fatto che ci sia la disponibilità, da parte dell'Assessore, di una revisione in itinere di quello che, man mano, potrà capitare. Abbiamo bisogno - certamente varrà la pena riapprofondire successivamente nella Commissione competente - il ruolo di Finpiemonte S.p.A. e di Finpiemonte Partecipazioni.
Voglio ricordare, ma non ce lo siamo dimenticati, che la stessa Corte dei Conti aveva considerato la riorganizzazione delle partecipate come un elemento di debolezza dell'amministrazione di questa Giunta, che definiva l'intervento e il lavoro di Finpiemonte S.p.A. e di Finpiemonte Partecipazioni un lavoro che, alla fine, rendeva poco chiara e trasparente la gestione della partita di molte risorse a livello regionale.
Di lì sappiamo che passa gran parte dello sviluppo piemontese.
Certamente il tema dismissioni, il tema del comprendere come, dal punto di vista meramente economico, si riesce anche a razionalizzare l'organizzazione delle aziende partecipate è molto importante. Tuttavia vale la pena ragionare sul mantenimento dei livelli occupazionali, ma ragionare anche su come queste partecipate siano un elemento di sviluppo della Regione.
un settore, quello della partecipate, su cui la Regione si deve cimentare, anche per far comprendere quali sono gli ambiti sui quali investe. Abbiamo bisogno di piani industriali, abbiamo bisogno di far sì che la crisi economica che stiamo vivendo, possa essere superata.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Consigliere Buquicchio, l'Assessore vorrebbe replicare. Magari quando iniziamo gli emendamenti, in una fase illustrativa, le daremo un po' di tempo.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Presidente, la ringrazio.
L'emendamento è conosciuto, l'abbiamo tutti studiato, ma oggi volevo riflettere, giusto per non fare interventi pregiudiziali, altrimenti sarebbe inutile l'intervento della Giunta in qualsiasi momento se si dà per scontato che deve, comunque, intervenire come aveva predisposto di doverlo fare.
Lei oggi ha detto una cosa importante per me e su quello voglio riflettere.
Lei ha detto che è tutto in divenire. Tradotto in altre parole è un documento - mi perdoni, lo dico con tutto il rispetto - inutile sotto il profilo della necessità dell'approvazione da parte dell'Aula. Mi avete tirato per la giacchetta, devo intervenire, ma non voglio continuare.
Voglio essere una persona seria e approfondire meglio.
C'è un altro precedente, un altro fatto nuovo. Il Presidente del Gruppo maggiore di minoranza ha detto che ritira la firma da una serie di emendamenti, non interviene. È una questione di eleganza e di correttezza nei confronti dell'Aula.
Avevamo deciso di interrompere tra mezz'ora, anticipiamo di venti minuti e riprendiamo la discussione la prossima volta, ma non penso che in venti minuti si possa risolvere, giusto per non dover far sempre degli interventi pregiudiziali.
Mi sembra anche corretto, non solo nei confronti del sottoscritto o del Gruppo piccolo che rappresento, ma anche del Gruppo di maggioranza relativa dell'opposizione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale

Grazie, Presidente.
Vorrei solo fare un paio di precisazione, poi interverrò ogniqualvolta lo riterrete opportuno.
Partirei proprio dalla fine, dall'intervento del Presidente Buquicchio: ho detto che si tratta di un documento in divenire, non ho detto che è inutile. Perché, comunque, nelle tabelle ci sono delle cose che rimangono nella nostra intenzione.
Il problema vero del piano delle partecipate in generale, chiamiamolo così, è un altro.
Facciamo un'ipotesi: un giorno approveremo queste tabelle e, rispetto alle cessioni e alle liquidazioni, quello è. Rispetto a tutti gli altri contesti, però, si modificano le situazioni. Allora, il problema che sottolineavano i colleghi Reschigna e Buquicchio non è di lana caprina: una volta approvate queste tabelle, come facciamo? Io, che vorrei essere non solo più che trasparente, ma anche più che informativo nei confronti del Consiglio, potrei proporre, una volta passato questo - perché se non passa non possiamo toccare nulla - che, man mano che c'è una modifica di un'altra delle società rispetto alla tabella, vengo in Commissione e il Consiglio regionale (non so se sia possibile, però) assicura al provvedimento, con tutto il dibattito che ci può essere, una sorta di "corsia preferenziale".
Perché? Perché se domani vi dico che abbiamo l'opportunità di vendere una società allo sceicco del Qatar - tanto per fare un esempio - che vuole comprarla a peso d'oro - mi piacerebbe che capitasse! - ma non era previsto nel piano e impiego sei mesi da quando la presento a quando la modifica viene approvata, io vanifico qualsiasi tipo di politica di razionalizzazione e di organizzazione delle nostre partecipate.
Quindi rispetto al dopo e a come questo provvedimento rimane dinamico (ma al tempo stesso operativo), non so bene come regolarmi, onestamente.
Perché dipende dalle occasioni.
La mia proposta è quindi la seguente: se ci sono modifiche rispetto al piano approvato, vengo in Commissione e il Consiglio, se lo ritiene, ci darà una sorta di "corsia preferenziale".
Perché, altrimenti, se ingesso ogni volta quello che rimane del piano per altri sei mesi o un altro anno, voi capite che diventa veramente inutile. Perché non facciamo nulla, non muoviamo nulla e, rispetto ai mutamenti, non riusciamo a stare loro dietro.
Se avessi un acquirente e la risposta all'acquirente gliela posso dare dopo un mese ci sta, ma se gliela devo dare dopo sei mesi, perché sono bloccato, non ci sta più. Quindi, dovremo trovare un metodo. M'impegno ogni volta ad arrivare in Commissione e dire: "Secondo me c'è questa novità o c'è questa opportunità: parliamone, discutiamone e votiamo". La proposta che mi sento di fare è questa.
Per quanto riguarda gli Enti strumentali, ancora una volta rimangono un tema di lavoro quotidiano. Ancora oggi - è una delle tante volte - ho incontrato le RSU di IPLA e si è ragionato di presentare...
Lo farò, però vorrei leggere anche quello che c'è scritto oggi nella legge di stabilità. È per questo che non vorrei dire delle cose che mi ricambiano, per la terza volta, fra una settimana. Perché una delle ipotesi non solo è quella di fare un tavolo fra tutti i soggetti coinvolti e coinvolgibili, compresi gli altri soci, in maniera tale che, a legge vigente possibilmente ferma, si possa ragionare; ma anche, contestualmente di presentare in Commissione una modifica della natura giuridica della società, al fine di consentire a questa società anche di andare ad occupare spazi di mercato. Ma non lo posso sapere oggi.
Andando per macrotemi, come sottolineato anche dalla Consigliera Cerutti, oltre che dal Consigliere Reschigna, veniamo al tema CSI e al tema ICT.
Per quanto riguarda il CSI, quando riterrete - quando il Presidente Burzi lo calendarizzerà - posso venire a ripresentare il piano industriale che è stato approvato; piano industriale che è l'inizio di un percorso comunque difficile, molto complesso anche da un punto di vista tecnico, e che ha come obiettivo finale, come abbiamo detto fin dall'inizio, di salvaguardare l'occupazione, efficientare l'ente, razionalizzarlo, renderlo ancora più appetibile e toglierlo da quell'alea denigratoria che troppo spesso ne ha contraddistinto anche la cattiva stampa, in maniera anche immeritata, perché il CSI ha delle enormi potenzialità e un grande know how che va preservato, perché è un valore per la Regione, non un disvalore.
Per quanto riguarda, invece, la politica ICT, chiamiamola così, in termini generali, spero di essere pronto. Dico "spero" perché sto facendo una serie infinita di colloqui anche con gli altri partecipanti e/o soci perché non sono tutte società: c'è Torino Wireless, che è una fondazione c'è il CSP, al cui interno c'è l'università, c'è Topix, che svolge un lavoro peculiare, poi c'è 5T che dentro ha GTT e Comune di Torino...
Insomma, parliamo di "partecipate", ma poi ogni cosa è una storia - e talvolta anche un dramma - a se stante.
Spero di essere in grado di sottoporvi questa nuova impostazione - non vorrei darmi dei tempi troppo stretti, perché poi non ci riesco - al massimo entro un mese, ma spero anche prima. Perché si tratta di rivisitare completamente tutto, vedendo, però, che cosa vuol fare, ad esempio, il Comune. Perché 5T è un altro tema di una certa rilevanza e importanza.
Nello stesso tempo, così come sono (a causa del cambiamento delle normative) le società cui partecipiamo non possono più essere mantenute tal quali; ovvero non possiamo più conferire loro in maniera diretta, se non con bando, determinate provvidenze perché sono cambiate le leggi. Perché se una volta erano strumenti che potevamo usare per svolgere delle attività della Regione in maniera parallela, diciamo così, oggi non lo possiamo più fare perché dobbiamo andare per forza a bando e quindi viene meno la loro stessa necessità per questo Ente. Non vuol dire, però, che alcune di queste società non rappresentino un biglietto da visita importante e qualificante per la nostra Regione, non solo a livello nazionale.
Quindi non dobbiamo frettolosamente buttare via l'acqua e il bambino ma dobbiamo tentare di prendere tutto ciò che c'è di buono in queste società e vedere come ricondurlo a unità, rispettando però la legge.
Perché, altrimenti, ad alcune di queste società non possiamo far fare più nulla in maniera diretta (penso, ad esempio, a Torino Wireless o a CSP).
Visto che il nuovo Direttore del CSI è stato scelto da pochi giorni non vorrei aprire una polemica, ma a mio avviso ci sono stati un po' di mesi di ritardo rispetto a quello che si doveva o che si poteva fare, per questo è - c'è un Consiglio di Amministrazione che dovrà, da domani mattina, cominciare a dare corpo ad un piano industriale molto complesso.
Ma non è stato perso un nanosecondo da quando abbiamo deciso di intraprendere questa strada. Non è stato perso un secondo! Però ci sono tempi, soci, pensieri e storie che non sempre, tra l'ideazione e la potenzialità, riescono a trasformare la potenza in atto in tempi congrui rispetto a quello che potrebbe essere il pensiero normale.
L'ultimo accenno è su Finpiemonte e Finpiemonte Partecipazioni. Lo dico qui, ma non vorrei ingenerare un dibattito, perché ne parleremo successivamente: solo due giorni fa è giunta la risposta alla domanda che la Regione Piemonte aveva posto alla Sezione regionale della Corte dei Conti in merito ai numeri e ai Consigli di Amministrazione. È arrivata due giorni fa! per quello che non abbiamo ancora rinnovato il CdA, perché è solo di due giorni fa. L''impostazione è quella di dire non cinque ma tre. Se vi devo dire la mia - ma quella è l'impostazione e per quanto non sia vincolante, è altrettanto vero che è la Sezione regionale della Corte dei Conti - tre è un errore.
Perché visto che anch'io riterrei che Finpiemonte - non voglio aprire qui il dibattito, per il momento è soltanto una suggestione che credo sia largamente condivisa - debba diventare una banca che sia al servizio del territorio. Insomma, non voglio approfondire qui il discorso. Dico però che se è "tre", vuole dire che in questa società verrà nominato un amministratore delegato esterno e due funzionari interni. Da trovare, da trovare.
Con la situazione che noi tutti viviamo quotidianamente, vi posso dire che andarsi a prendere delle responsabilità di questo tipo, da parte dei nostri funzionari, quelli che stanno ancora svolgendo questo lavoro in questa società, che ringrazio e a cui va tutta la mia considerazione, è veramente un atto di coraggio.
sbagliato, secondo me, che certe società abbiano una governance così ristretta e così limitata. È limitativo per le loro potenzialità.
Tuttavia, anche qui, siamo vincolati. Nel senso che a volte ci sono le idee e poi la realizzazione è un po' difficile.
Però una volta portato avanti questo piano, una volta fissato qualche punto fermo, ovviamente, ci si dedica a tutte le altre partite che sono prioritariamente importanti: la revisione della natura giuridica di Finpiemonte e, in misura minore, di Finpiemonte Partecipazioni.
Per il momento mi fermo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ghiglia.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

"Riorganizzazione del servizio sanitario di emergenza e urgenza e predisposizione del bando regionale di mobilità volontaria per il reclutamento del 118" (atti d'indirizzo collegati: ordini del giorno n. 1105, 1106, 1107; mozioni n. 1047, 1108)


PRESIDENTE

Avevamo concordato di proseguire la trattazione del tema di cui alla sessione straordinaria della seduta antimeridiana alle 17.45, per anticipiamo. Penso che questo non guasti assolutamente, anzi ci darà la possibilità, eventualmente, di passare ad altro argomento.
Procediamo con l'esame degli atti di indirizzo relativi a "Riorganizzazione del servizio sanitario di emergenza e urgenza e predisposizione del bando regionale di mobilità volontaria per il reclutamento del 118".
I proponenti intendono fare delle modifiche agli ordini del giorno? La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Questa mattina avevo chiesto di intervenire "in tempi europei", per suggerire una via di soluzione al problema.
Tuttavia, credo sia un problema così complesso ancora che sia necessaria una sospensione del Consiglio per una riunione di maggioranza con l'Assessore Cavallera.
Comunque, entrando nel merito, così la nostra posizione sia chiara, al di là di tante cose che sono state dette, sicuramente positive, sul 118 sulla nuova organizzazione, sul numero unico europeo 112, noi abbiamo recepito con attenzione le preoccupazioni del personale, che non sarebbe più solo funzionalmente alle dipendenze della ASL di riferimento, ma diventerebbe, anche da un punto di vista giuridico, totalmente personale di queste aziende ospedaliere. La rassicurazione che l'Assessore ci ha dato sul fatto che il personale per malattia o per gravi motivi può comunque ritornare nell'ASL di provenienza è un passo avanti, però ci sembra che nella bozza dell'accordo sindacale ci sia una contraddizione, perché nello stesso documento c'è scritto che i posti in pianta organica del personale 118 delle ASL di provenienza verrebbero conseguentemente cancellati.
A questo punto, non riusciamo a capire come questo eventuale rientro possa avvenire, a meno che - questa è una proposta che mi invento sul momento - questi posti non vengano cancellati, ma congelati, sterilizzati cioè che non possano essere sicuramente finanziati e coperti dai direttori delle ASL con nuovo personale, ma possano essere finanziati soltanto nel caso che qualcuno del personale del 118 finito nell'ASO voglia, per i motivi predetti, ritornare all'ASL di provenienza.
una proposta di mediazione che immagino non sia facile da portare avanti, ma che ho sentito il dovere di fare.
Comunque, ritengo opportuna una breve pausa dei lavori del Consiglio per poter ancora approfondire con l'Assessore questa materia.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pedrale.
La parola al Consigliere Tiramani.



TIRAMANI Paolo

Grazie, Presidente.
Mi accodo alla richiesta del Capogruppo del PdL, Luca Pedrale, perch penso che non ci siamo ancora chiariti su tanti aspetti. L'Assessore ha detto alcune cose, ma tante altre non sono chiare.
Chiediamo quindi una sospensione dei lavori per una riunione di maggioranza in Sala A.



PRESIDENTE

Grazie, collega Tiramani.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Solo per capire. Stiamo facendo una cosa diversa da quella che avevamo eventualmente prospettato nella Conferenza dei Capigruppo dove si era detto che tutti insieme, in modo trasversale (maggioranza e minoranza), ci si incontrava per vedere se c'era la possibilità di trovare una soluzione unitaria.
Comunque, il desiderio espresso da questa parte era di concludere oggi la discussione. Se adesso voi fate una riunione di maggioranza, poi noi la dobbiamo fare con la minoranza.....



(Commenti del Consigliere Pedrale)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Scusa, sperando davvero di non allungare troppo i tempi.
Prima vorremmo fare una breve riflessione all'interno della maggioranza e poi allargarla ai Capigruppo, a coloro che sono interessati e a tutto il Consiglio.



PRESIDENTE

Consigliere Pedrale, ho bisogno di tre mani. Già siete in due: Pedrale Tiramani... Perfetto.
Allora, possiamo sospendere per 15 minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.36 riprende alle ore 18.07)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Avevamo deciso di riprendere con la trattazione del punto relativo ai lavori della seduta straordinaria del Consiglio regionale in merito al sistema di emergenza del 118, sul quale sono stati depositati, come sapete tre atti di indirizzo: ordine del giorno n. 1106 "Sistema Emergenza Territoriale 118: qualità efficienza e costi del servizio" presentato dai Consiglieri Buquicchio Ponso, Laus, Negro ordine del giorno n. 1105 "Riorganizzazione del Servizio sanitario di emergenza e urgenza e predisposizione del bando regionale di mobilità volontaria per il reclutamento del 118" presentato dai Consiglieri Ronzani Reschigna, Pentenero, Rostagno, Motta A., Muliere, Laus, Manica, Gariglio mozione n. 1047 "Modifica della DGR n. 25-5148 del 28/12/2012" presentata dai Consiglieri Motta M., Carossa, Botta F., Lupi, Franchino, Leo, Tiramani Avevamo concordato alla Conferenza dei Capigruppo tre minuti per ogni Gruppo consiliare che eventualmente richiedesse di intervenire, per poi valutare la possibilità di un atto di indirizzo comune, oppure se metteremo in votazione i vari atti di indirizzo già presentati e quelli che eventualmente potrebbero essere presentati nel frattempo, se dichiarati collegati dalla Presidenza.
La parola al Consigliere Motta Massimiliano.



MOTTA Massimiliano

Grazie, Presidente.
Mi conceda tre minuti per vivere questa delusione di Consigliere regionale, per quanto riguarda quella che almeno io interpretavo come la capacità della politica di poter a volte programmare rispetto alla volontà di singoli soggetti che, comunque, governano il sistema non dando retta alla programmazione elaborata nell'ambito della politica.
Credo che stamattina ci fossero le condizioni per arrivare a un documento comune. L'Assessore aveva fatto veramente parecchi sforzi per venire incontro alle istanze della nostra mozione.
Dico tutto questo perché comunque ritirerò la mozione presentata, ma lo voglio motivare, anche perché esprimerò un voto disgiunto e non coerente con quello del mio Gruppo.
Ripeto, c'erano i presupposti per arrivare ad un impegno comune da parte della Giunta. Purtroppo, sono stati posti determinati veti sulla possibilità di mantenere il personale medico rispetto alla contrattualistica medico-territoriale in capo all'azienda di riferimento e sulle risorse alle aziende di riferimento.
Questi due punti, non essendo stati condivisi anche dalla parte tecnica di chi gestisce il sistema dell'emergenza, chiaramente ha reso impossibile trovare una soluzione per arrivare ad un documento condiviso.
Visto e considerato che io ed altri Consiglieri abbiamo assolutamente fatto nostro, nell'ultimo anno e mezzo, tutto quello che c'era scritto nella mozione, ammetto la sconfitta, ma nell'ammetterla, non posso pensare di partecipare a questa votazione che, come diceva bene Nino Boeti, sembra un film già visto: il film sull'emodinamica.
Prima o poi ci saranno tre super tecnici che ci diranno che il nostro sistema del 118, così come strutturato, ha creato solo aumenti di costi e non ha assolutamente dato il servizio atteso.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
indubbio che quest'argomento ha avuto un percorso complesso, non semplice e piuttosto travagliato. Il confronto avuto sul territorio ha determinato, come ho già detto nel mio precedente intervento, una serie di preoccupazioni che noi abbiamo voluto recepire, trasmettere all'Assessore e confrontarci con lui.
Alla fine, noi rispettiamo l'indicazione dell'Assessore, soprattutto perché ha assunto l'impegno di esaminare alcune situazioni specifiche territoriali che sono forse quelle più delicate, riguardanti i dipendenti delle ASL, non i medici convenzionati o il personale convenzionato con il servizio di 118, ma dipendenti già delle ASL che dovrebbero transitare nelle Aziende ospedaliere che dovrebbero poi gestire il 118 nei vari quadranti.
Nella bozza di accordo sindacale abbiamo rilevato alcuni passaggi positivi ed altri negativi, che chiediamo all'Assessore, attraverso un confronto leale e franco con l'organizzazione sindacale, di risolvere e di chiarire. È positivo il fatto che sia possibile, per il personale, poter ritornare nell'ASL di provenienza, in seguito a malattia o a particolari motivi, anche in una situazione di sopranumero, però occorre eliminare in questo accordo il passaggio secondo cui il personale del 118, che transita verso l'ASL di riferimento, viene cancellato dalla pianta organica, perch ci sembra un controsenso.
La nostra proposta è che questi posti, dove ovviamente il personale di 118 è dipendente delle ASL, vengano congelati e sterilizzati, non finanziati e, quindi, non coperti con nuovo personale, e che, qualora qualcuno del personale che transita nell'azienda ospedaliera volesse ritornare, per i motivi predetti, lo possa fare, e lo possa fare perch ritrova il suo posto in pianta organica. A quel punto, la Regione finanzierebbe esclusivamente quei posti che saranno nuovamente ricoperti da personale che avrà fatto rientro nell'ASL di provenienza.
Detto questo, capisco che la situazione è molto delicata e complessa peraltro l'Assessore ci ha anche spiegato che queste scelte rientrano in un discorso complessivo di accordi a livello nazionale - pertanto noi, volendo procedere nella riforma sanitaria e nel risanamento economico-finanziario della Regione, senza creare particolari problemi, pur riconoscendo un profondo travaglio e anche qualche insoddisfazione, ritiriamo il documento che insieme ai colleghi della Lega Nord e Fratelli d'Italia avevamo precedentemente presentato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato come non mai le parole dell'Assessore Cavallera su questo argomento, perché avevo chiesto io di poter riflettere sulla replica e quindi di quella replica non ho perso una parola.
Adesso non so se è stata la sua replica a far cambiare idea ai colleghi di maggioranza, o sono altre motivazioni, ma ci tengo solo a dire - l'ho detto anche per correttezza al collega Motta - che avrei avuto qualche perplessità a votare quell'ordine del giorno, ma non mi dilungo sull'argomento, perché l'ordine del giorno è stato ritirato.
Parimenti, a questo punto mi permetto, nei confronti dell'ordine del giorno proposto dai colleghi del PD, di fare due semplici osservazioni.
Sicuramente il primo punto del dispositivo del loro ordine del giorno "individuare iniziative con le quali potenziare e rilanciare il servizio del 118", è assolutamente condivisibile.
Viceversa, dopo la replica dell'Assessore che ha detto a chiare lettere "no all'Agenzia" (o chiamatela Azienda Unica del 118)" e considerato inoltre, che ha anche fatto riferimento - e questo mi è piaciuto - al testo della riforma che aveva recepito, durante la discussione, un emendamento del Gruppo che rappresento secondo cui, su questo punto, nell'ambito della riforma non bisognava prendere assolutamente in considerazione l'unificazione del sistema del 118; tutt'al più si poteva predisporre le quattro stazioni, sulle quali si potrebbero fare mille osservazioni, ma andiamo avanti nel ragionamento. Con l'approvazione di quell'emendamento quindi, era già stato risolto quel rischio paventato. Ad oggi, quindi riformulare quel dubbio, dopo che l'Assessore ha detto a chiare lettere che non si fa e nessuno lo vuole fare, sincerante mi sembra un po' superfluo.
Per quanto riguarda invece l'ordine del giorno da me presentato, lo si può votare come lo si può rigettare, però vi invito a considerare che su quattro punti chiedo delle informazioni, non al sottoscritto in termini di acceso agli atti, ma alla Commissione competente. Chiedo, che per nome e per conto di tutta la Commissione, quindi nell'interesse di questo consesso rappresentato in Commissione, che vengano forniti determinati dati.
Quindi, se l'Assessore vorrà fornire questi dati lo ringrazio - e se l'Aula voterà il provvedimento mi sta bene - altrimenti sapete che da Regolamento ci sono altre vie per arrivare a quello, ma non mi sembra assolutamente il caso, perché sono dati, senza invocare la trasparenza, che dovrebbero essere argomento e oggetto di valutazione di tutti i commissari di una Commissione o dei Consiglieri di quest'Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Franchino; ne ha facoltà.



FRANCHINO Sara

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, mi dispiace che non ci siano i presupposti affinch quest'Aula licenzi questa sera un atto di indirizzo condiviso.
Capisco di essere in una posizione minoritaria, ma avendo ascoltato le repliche dell'Assessore mi pareva che le risposte date fossero attenti e dal mio punto di vista, anche soddisfacenti.
Oggi stiamo parlando di un problema che riguarda l'organizzazione sanitaria, materia di cui non ho certamente una specifica competenza, ma mi pare che, più che riguardare un problema di servizio e di ricadute in termini di cittadini, stiamo affrontando un problema molto caldo che attiene a problematiche lavorative di un gruppo limitato di persone.
Mi pareva che verso questi soggetti o, perlomeno, in riferimento a questa, che era una delle tematiche forti sollevate anche da Consiglieri della maggioranza che, giustamente sollecitati e sotto la spinta di corrette e legittime istanze, si erano premuniti di portare questo argomento all'attenzione dell'Assessore, le parole dell'Assessore garantissero una possibilità di conservazione del loro posto di lavoro, nel caso di un loro rientro in struttura. In questo senso, credo che l'obiettivo indipendentemente da un documento condiviso che quest'Aula possa o meno licenziare sia in qualche maniera raggiunto nell'impegno forte ed importante che l'Assessore ha preso.
Mentre la considerazione generale che questa mattina mi veniva portata dalla discussione che si è andata disegnando in Aula, è che mi pare che ultimamente o quanto meno nelle ultime settimane di lavori di Aula ci sia un atteggiamento genericamente misoneistico, o comunque sia antiriformatore.
Noi sappiamo benissimo, come si dice ormai ovunque, che in questo Paese si debbano porre in atto una serie di grandi riforme in tutti i settori.
Tutte le volte che cerchiamo di andare a toccare qualcuno di questi settori con una prospettiva che non è a breve tempo, siamo sempre compressi da proteste che sono legittime, ma che forse bisognerebbe cercare di quantificare in una portata più ampia, guardando a quello che può essere il futuro disegnato da qui ai prossimi anni dalle riforme che si mettono in campo.
In particolare, in questo caso, mi sembra che si vadano a sottolineare forse in maniera eccessiva, delle problematiche che non sono delle problematiche dirette e concrete ma che sono delle problematiche prudenziali, di problemi che non è neanche detto che si verranno a riscontrare.
Da questo punto di vista, ribadisco che ero rimasta assolutamente soddisfatta dalle risposte che l'Assessore aveva portato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Dico subito una cosa: lei, Assessore Cavallera, non è vincitore oggi.
Quando un Assessore regionale impone alla sua maggioranza - non all'opposizione ma alla sua maggioranza - 15 giorni fa di cambiare un ordine del giorno e oggi di ritirare una mozione senza nessuna argomentazione, significa che lei ha finito le armi del confronto e le armi della convinzione nel merito del provvedimento e le armi che consentono di esercitare un ruolo di sintesi politica attorno a questo tema.
Quando abbiamo incontrato alle ore 13 i rappresentanti della Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale ci siamo sentiti dire: "Abbiamo ascoltato questa mattina un dibattito impegnato".
Da questo dibattito lei, Assessore Cavallera, doveva solo trarre una sintesi, esercitando il suo ruolo, che è quello di responsabile della politica sanitaria in questa Regione.
Mi dispiace dirglielo, Assessore, ma lei non sta facendo e non sta svolgendo il ruolo di Assessore alla sanità di questa Regione. Lei in quest'Aula ripete dei refrain che appartengono ad altre logiche e che appartengono ad altri luoghi di costruzione, che non sono il dibattito politico.
L'abbiamo detto, ma credo che l'ho ascoltato da tutti: il dibattito di oggi non era teso a garantire posizioni di privilegio o di difesa di singole persone.
Era un dibattito che cercava di garantire esperienze professionali continuità del servizio, minore conflittualità all'interno del servizio, e quindi una condizione tesa a fare in modo che già il passaggio traumatico di riduzione delle centrali operative, vedendo protagonisti gli operatori sanitari potesse essere attutito e ammortizzato.
In fin dei conti, quegli operatori sanitari hanno solo chiesto di potere continuare a svolgere la propria attività.
E cosa succederà se quegli operatori sanitari non parteciperanno al bando sulla mobilità volontaria? Che cosa succederà se nessun altro operatore sanitario nel giro degli ospedali parteciperà a quel bando sulla mobilità volontaria? Una cosa: che avremo un aumento dei costi, perch quello che si mortifica, si trasferisce e si traduce in un incremento dei costi per la sanità.
Quindi, mi dispiace la conclusione di questo dibattito.
Non sono abituato a commentare le logiche, i processi e le discussioni che avvengono all'interno di una maggioranza, ma si è deboli quando si usa questa carta. Si è fortemente deboli quando si usa questa carta e non si esercita il ruolo che è quello della capacità di produrre una sintesi equilibrata, che non voleva dire l'accoglimento di tutte le nostre posizioni, ma una sintesi che consentiva anche di rappresentare un messaggio positivo rispetto all'organizzazione sanitaria piemontese.
Mi tolga solo una soddisfazione, Assessore Cavallera: quando lei replicando mi dice che sono solo quattro medici nell'ASL del VCO che non fanno i "gettonisti" - lei ha detto questo - mentre tutti gli altri sono "gettonisti", lei difende un'organizzazione sanitaria in base alla quale quelle persone costano 60 euro all'ora e non 35 euro all'ora! La prossima volta che lei ci verrà a parlare di contenimento dei costi le spiattellerò addosso questo suo ragionamento, perché lei è la persona che dovrebbe preoccuparsi di garantire parità tra gli operatori sanitari perché quei "gettonisti" a 60 euro all'ora lavorano a fianco di medici che percepiscono 35 euro all'ora. E non può essere questa la soluzione ai problemi dell'organizzazione sanitaria! Lei ha il dovere di intervenire sul contenimento dei costi, quando questo non provoca nessun problema rispetto al cittadino.
Mi dispiace. Noi andremo avanti chiedendo la votazione per appello nominale del nostro ordine del giorno. Consideriamo questa non una sua vittoria, lei oggi ha manifestato tutta la sua debolezza politica.



PRESIDENTE

Assessore, vuole precisare qualcosa prima della votazione? Mi scusi, Consigliere Tiramani...
Ha chiesto la parola il Consigliere Tiramani.



TIRAMANI Paolo

Capisco che quello che dico in questa giornata è particolarmente scomodo, però...



PRESIDENTE

Mi sono scusato con lei. Non faccia polemiche, faccia l'intervento.
Prego.



TIRAMANI Paolo

Ribadisco quello che ho detto stamattina. Credo che sia una sconfitta per la politica, perché evidentemente, come spesso accade in questa Regione, i tecnici hanno avuto il sopravvento sulla politica.
Ne prendo personalmente atto e voterò come mi è stato chiesto, perch faccio parte di una maggioranza nella quale mi riconosco. Non sono per niente soddisfatto, ma ci tengo a precisare una cosa che è l'unico aspetto positivo che ho colto dalla riunione di maggioranza.
Nella Provincia di Vercelli e anche in altre poche realtà, ci sono lavoratori dipendenti (che sono autisti e soccorritori) che sono un'altra anomalia del passato che qualcuno ha fatto, perché fare un bando solo tre anni fa solo per i soccorritori è un'altra stortura, ma evidentemente nessuno mai si prende la responsabilità di questo.
Bene, se queste persone non verranno tutelate, glielo dico, Assessore: oltre ad andare a prendere di persona la persona che non tutela i lavoratori - a "prendere" verbalmente, farò anche un esposto alla Procura per danno erariale, perché evidentemente quando noi abbiamo il personale che è pagato, che è formato e viene sostituito per avvantaggiare associazioni o altri enti che non conosco, io non ci sto.
Prima si difendono i lavoratori che hanno dato l'anima per quel servizio, poi tutti gli altri.
Ha capito bene? Penso di essere stato chiaro. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Non per ripetere le cose già dette, ma solo per una precisazione.
A volte il Consigliere Reschigna dice che in certe parti dell'aula non si sente bene, oppure la parola tradisce il pensiero.
In ogni caso, volevo dire che ci sono i dipendenti, ci sono poi i convenzionati che sono quelli del 118, che è una categoria magna pars nei nostri sistemi, e poi saltuariamente vi è la possibilità di ricorrere, ma naturalmente questo nel caso particolare noi l'abbiamo fronteggiato dando le deroghe alle assunzioni proprio per quanto riguarda il settore...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per favore, l'Assessore ha fatto la comunicazione. Dopodiché ha ascoltato le repliche senza fare alcuna interruzione.
Credo che sia corretto adesso ascoltare le precisazioni dell'Assessore senza interromperlo.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Voglio precisare che non ho assolutamente detto che il funzionamento del servizio in una realtà del Piemonte funziona con i cosiddetti "gettonisti". In tutto il Piemonte il sistema funziona grazie ai dipendenti e grazie ai convenzionati. È tutta un'altra categoria.
Laddove, in via eccezionale, i Direttori generali possono attingere a disponibilità libero professionali, questo è da considerarsi eccezionale, è un indice da parte nostra da valutare per concedere quelle famose deroghe.
Bisogna che il rapporto di collaborazione sia un rapporto di collaborazione ordinario o come dipendente o come convenzionato.
Questo ci tenevo a precisarlo per evitare fraintendimenti.



PRESIDENTE

Facendo il punto della situazione, mi sembra che non vi siano le condizioni per la presentazione di un ordine del giorno unitario perché non è stato depositato.
Procediamo con la votazione dell'ordine del giorno n. 1106 presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso, Laus e Negro, inerente a "Sistema Emergenza Territoriale 118: qualità, efficienza e costi del servizio", e dell'ordine del giorno n. 1105 presentato dai Consiglieri Ronzani, Reschigna Pentenero, Rostagno, Motta Angela, Muliere, Laus, Manica e Gariglio inerente a "Riorganizzazione del Servizio sanitario di emergenza e urgenza e predisposizione del bando regionale di mobilità volontaria per il reclutamento del 118".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1106, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: l'articolo 32 della Costituzione italiana prevede come 'la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività' la richiesta di servizi di emergenza è in continua crescita e la riforma del sistema sanitario regionale influisce sull'organizzazione complessiva dei servizi legati all'emergenza sanitaria l'articolo 9, comma 2, dello Statuto regionale del Piemonte recita: 'La Regione organizza gli strumenti più efficaci per tutelare la salute e garantire la qualità degli ambienti di vita e di lavoro' verificato che: con DGR n. 1-415 del 2 agosto 2010 è stato recepito il Piano di rientro di riqualificazione, riorganizzazione e di individuazione degli interventi per il perseguimento dell'equilibrio economico del SSR con DGR n. 44-1615 del 28 febbraio 2011, è stato adottato l'Addendum al Piano di rientro e al Programma attuativo, commi da 93 a 97, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 verificato inoltre che: in data 7 febbraio 2013 la Conferenza Stato Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano hanno sottoscritto la scheda di accordo recante le 'Linee di indirizzo per la riorganizzazione dei sistema di emergenza urgenza in rapporto alla continuità assistenziale' lo stesso documento esplicita che 'all'attuazione del presente Accordo si provvede nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica' valutato che: con DGR n. 44-1980 del 29 aprile 2011, in relazione alla riorganizzazione dell'Emergenza Sanitaria Territoriale, la Giunta regionale ha previsto l'istituzione di un coordinamento delle strutture complesse che gestiscono il "sistema" a mezzo di un Dipartimento interaziendale la DGR n. 25-5148 del 28 dicembre 2012 'Attuazione Piani di Rientro Riorganizzazione del Sistema dell'Emergenza Sanitaria Territoriale. DGR n.
44-1980 del 29.4.2011 e DGR n. 16-2348 del 22.7.2011 e s.m.i.. Modifiche ed integrazioni. Approvazione convenzione per il Dipartimento interaziendale 118': conferma l'organizzazione dipartimentale interaziendale per la gestione della funzione sanitaria di Emergenza Sanitaria Territoriale attribuisce il finanziamento vincolato per la funzione di Emergenza Sanitaria Territoriale 118 all'Azienda sede di Dipartimento interaziendale 118, presso cui verrà costituito un Centro unico di costo, che provvederà all'erogazione delle assegnazioni di competenza delle Aziende Sanitarie sede di Centrale operativa, o comunque coinvolte nell'attività del Sistema 118 affida alle Aziende sede di Centrale operativa il compito di definire una dotazione organica dedicata al Servizio Emergenza Sanitaria Territoriale 118 comprendente tutti i posti del personale sanitario e non, dipendente e convenzionato, che opera a tale titolo nell'area territoriale di competenza; contestualmente le Aziende non sede di Centrale operativa dovranno ridurre le proprie dotazioni organiche dei posti corrispondenti che le Aziende sede di Centrale operativa dovranno procedere, per la copertura dei posti della dotazione organica, mediante mobilità volontaria prioritariamente riservata al personale già operante sul Servizio Emergenza Territoriale 118 impegna la Giunta regionale a mettere a disposizione delle commissioni consiliari competenti, i dati di costo di ogni singola sede di centrale operativa, nonché del Dipartimento interaziendale 118, al fine di evidenziare l'effettiva efficienza degli stessi ad effettuare, presso le commissioni consiliari competenti, confronti tecnico/economici con altre Regioni che abbiano adottato lo stesso sistema di gestione della rete di Emergenza Sanitaria Territoriale 118 a mettere a disposizione delle commissioni consiliari competenti, i dati relativi alle dotazioni organiche di ogni singola sede di Centrale operativa e del Dipartimento interaziendale 118, con particolare riguardo al numero del personale, alle ore dedicate e all'Azienda sanitaria di provenienza del personale ad accertare, presso le commissioni consiliari competenti, che, con l'istituzione del Dipartimento interaziendale 118, sia per il sistema di emergenza sanitaria territoriale 118 sia per le singole aziende sanitarie non vi siano stati nuovi o maggiori oneri".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 1105, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: la riorganizzazione del Servizio sanitario di emergenza e urgenza ha creato e sta continuando a generare nella nostra regione notevoli difficoltà e disagi, come peraltro dimostrano gli episodi che, sempre più frequentemente, sono stati denunciati e che sono stati oggetto di discussione in Consiglio regionale come emerso anche in occasione del sopralluogo compiuto dalla IV Commissione consiliare, all'interno del Quadrante nord-est del Piemonte (Biella, Vercelli, Novara e VCO) non è più rinviabile la necessità di pervenire ad un bilancio dell'esperienza fin qui compiuta, operando affinché la riorganizzazione del 118 sia funzionale all'obiettivo di rendere sempre più efficiente il servizio, un servizio di cui è evidente la valenza strategica e che è ricco di competenze e professionalità che devono essere valorizzate e non umiliate la riorganizzazione compiuta dalla Giunta, seppur motivata da ragioni funzionali, ha prodotto risultati che vanno, tuttavia, nella direzione opposta rispetto agli obiettivi indicati si muove in questa direzione - ed è destinata ad aggravare la situazione la proposta che il personale del 118, attualmente alle dipendenze delle varie ASL, venga posto in capo ad un'unica Azienda attraverso la pubblicazione di un bando regionale sulla mobilità, che, in realtà, sarebbe tutto fuorché volontaria e che potrebbe determinare il fatto che, di fronte alla rinuncia del personale oggi impegnato, si determini una condizione non positiva di turn-over considerato che l'iniziativa ha incontrato la ferma contrarietà del personale interessato e delle Organizzazioni Sindacali, che hanno sottolineato come tale operazione non comporterebbe alcun vantaggio economico per la Regione ma, all'opposto, determinerebbe un clima di contrapposizione e conflittualità ritenuto che lo stesso risultato potrebbe essere ottenuto ricorrendo allo strumento della convezione oppure a quello del comando funzionale impegna la Giunta regionale a individuare iniziative con le quali potenziare e rilanciare il servizio del 118 ad abbandonare l'idea del trasferimento del personale del 118 in capo ad un'unica Azienda, optando per le altre soluzioni, essendo evidente che quest'ultime consentirebbero di ottenere lo stesso risultato senza, per impoverire e "mortificare" il servizio e la professionalità degli operatori coinvolti".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 53 Consiglieri votanti 49 Consiglieri hanno votato SÌ 31 Consiglieri si sono astenuti 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio non approva.
La mozione n. 1047 presentata dai Consiglieri Motta Massimiliano, Carossa Botta Franco Maria, Lupi, Franchino, Leo e Tiramani, inerente a "Modifica della DGR n. 25-5148 del 28/12/2012", è ritirata dai proponenti.
L'interrogazione indifferibile e urgente n. 1187 presentata dai Consiglieri Motta Massimiliano, Botta Franco Maria, Botta Marco, Bussola, Cantore Cortopassi, Costa, Formagnana, Giovine, Leardi, Lupi, Mastrullo, Montaruli Pedrale e Spagnuolo, inerente a "Dipartimento Interaziendale 118", è ritirata dai proponenti.
L'interpellanza n. 1125 presentata dal Consigliere Muliere, inerente a "Polo infermieristico di Tortona. Quale futuro?", è superata.
L'interrogazione indifferibile e urgente n. 1814 presentata del Consigliere Tiramani, inerente a "Utilizzo dell'elisoccorso 118 in montagna", è mantenuta.
Come deciso nella Conferenza dei Capigruppo, procediamo alla votazione sugli atti di indirizzo che abbiamo iscritto all'inizio della seduta pomeridiana, per ordine di presentazione: ordine del giorno n. 1102 presentato dai Consiglieri Montaruli, Botta Franco Maria, Botta Marco, Casoni, Leo e Cattaneo, inerente a "Necessarie modifiche al d.l. 216/2011 in favore dei donatori di sangue e di emocomponenti, nonché di coloro interessati dalla legge 104/1992 e dal D.lgs. 151/01" Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n 1102, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che l'articolo 24, comma 10, del d.l. 201/2011, convertito con legge 214/2011 dispone che 'sulla quota di trattamento relativa alle anzianità contributive maturate antecedentemente il 10 gennaio 2012, [sia] applicata una riduzione percentuale pari a 1 punto percentuale per ogni anno di anticipo nell'accesso al pensionamento rispetto all'età di 62 anni; tale percentuale annua è elevata a 2 punti percentuali per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto a due anni' successivamente , il d.l. 216/2011, convertito con legge 14/2012 all'articolo 6, comma 2 quater stabilisce che la riduzione sopra citata non è applicata ai soggetti che maturano il requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017 tale ultima disposizione specifica che l'anzianità contributiva deve derivare esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro, inclusi i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l'assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e cassa integrazione guadagni ordinaria tra i casi indicati all'articolo 6, comma 2 quater, (tra gli altri) non rientra quello relativo ai periodi di astensione dal lavoro per donazione di sangue e di emocomponenti, nonché quello per astensione dai periodi di astensione dal lavoro ai sensi della legge 104/1992 e del d.lgs. 151/01 ritenuto che il d.l. 216/2011, convertito con legge 14/2012, penalizza i soggetti di cui sopra, la cui tutela è di altissima importanza sociale impegna la Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo ed il Parlamento affinché la suddetta normativa venga modificata a tutela di coloro che donano il sangue e gli emocomponenti, nonché di coloro interessati dalla legge 104/1992 e dal d.
lgs. 151/01".
Il Consiglio approva.
ordine del giorno n. 1104 presentato dai Consiglieri Carossa, De Magistris, Tiramani, Marinello, Maccanti, Giordano, Gregorio, Novero Angeleri e Leo, inerente a "Tagli al fondo nazionale sanità" Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Successivamente a questo ordine del giorno ne verrà discusso un altro a firma della sottoscritta e di numerosi altri colleghi che ha lo stesso oggetto. Volevo soltanto intervenire su questo atto proposto dalla maggioranza e, in particolare, dal Consigliere Carossa, per sottolineare un aspetto.
Stiamo discutendo dell'interesse generale della Regione Piemonte e dell'interesse generale delle Regioni d'Italia rispetto alla loro capacità di gestire, all'interno del Patto della salute, una situazione che rischia in questo momento, di essere definita a livello nazionale con una riduzione del rapporto della spesa sanitaria sul PIL dal 7,1% attuale - ricordo inferiore a tutti i Paesi Europei - al 6,7%.
Il che significherebbe una detrazione complessiva di due miliardi e 65 milioni, più due miliardi di mancata copertura dei ticket nel prossimo triennio.
Laddove questa sventurata ipotesi avvenisse, si congiungerebbe con le riduzioni già autodeterminate dalle Regioni come la nostra, che in piano di rientro hanno sottoscritto di procedere ad una consecutiva diminuzione dei trasferimenti regionali. È mia opinione che questo renda insostenibile la tenuta qualitativa del sistema.
Essendo quest'opinione mia e dei colleghi che hanno sottoscritto il mio ordine del giorno, non ho fatto alcun riferimento alla qualità della gestione del Servizio Sanitario, cioè non ho scritto che questi tagli peggioreranno la già deprecabile situazione sanitaria piemontese per le scelte di programmazione della Giunta Cota, che è la mia opinione. Ho scritto che metteranno a rischio il sistema sanitario.
Ho trovato inelegante che, con lo stesso obiettivo, la maggioranza dica che il sistema sanitario piemontese non reggerà a causa dei tagli nazionali essendo, a sua volta, già particolarmente provato dalle gestioni sanitarie precedenti.
Il che m'induce a pensare che la maggioranza non abbia a cuore la tenuta della sanità in Piemonte, ma la propria personale polemica politica.
Poiché il nostro Presidente, buon ultimo tra tutti i Presidenti delle Regioni, oggi ha detto che farà di tutto per contrastare i tagli alla sanità, auspico che noi si voti un ordine del giorno che lo aiuti, ma auspico anche che non faccia di tutto perché in sanità, ahimè, ha già fatto abbastanza.
Questo solo per dire che non riesco a sostenere l'ordine del giorno del Consigliere Carossa, a meno che non riveda quel passaggio sugli elementi critici del passato, perché ne avrei da scrivere molti sugli elementi critici del presente.
Ricordo che noi dovremmo perseguire l'interesse generale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Brevemente, per ricollegarmi all'intervento della collega Artesio: il Partito Democratico è contrario a qualunque taglio al sistema sanitario e al sistema sociale.
Una della ragioni per cui, pur sbagliando, questo Governo riduce il trasferimento al sistema, è per evitare i due miliardi di nuovi ticket che la finanziaria di Berlusconi e Tremonti avevano previsto per il gennaio 2014.
Non siamo dunque d'accordo sul taglio, ma che non venga da quel pulpito il richiamo al Governo! Perché, come ho detto, una delle ragioni per cui si diminuiscono i trasferimenti è proprio per evitare i due miliardi di nuovi ticket imposti dal Governo Berlusconi-Tremonti e previsti nel bilancio pluriennale dello Stato nel 2011 per il 2014.
Ho voluto precisarlo giusto per chiarire come stanno le cose Presidente.



PRESIDENTE

Consigliere Carossa, l'ordine del giorno lo lasciamo così o vuole eliminare le parole "prima del 2010", in modo che ci sia un riferimento più generale agli anni passati? Mi dica.



CAROSSA Mario

Sono assolutamente convinto di quello che ho scritto - altrimenti non lo avrei presentato - innanzitutto da cittadino piemontese prima che come Consigliere regionale.
Quando siamo arrivati qua, con difficoltà siamo riusciti a capire neanche tutto quello che è capitato prima. Quindi ritengo di essere nel giusto nello scrivere questo.
Dopodiché, signori, chi non vuole votare determinate cose, se ne assume, come al solito, la responsabilità di fronte ai cittadini, per quel tanto che...



PRESIDENTE

Va bene.



CAROSSA Mario

Scusi, ma non potevo intervenire? Non so!



PRESIDENTE

Prego, prego, continui.



CAROSSA Mario

Ma no, non voglio assolutamente...
che trovo veramente disdicevole - utilizzo questo termine per usare un eufemismo - che in Italia alla fine si arrivi a questa situazione. Hanno ragione! Qualsiasi Governo - l'ho detto tante volte, se qualcuno fosse stato attento in questa Aula - di qualsivoglia colore politico alla fine che cosa fa? Aumenta la benzina e taglia nella sanità.
Ritengo che sia una cosa sbagliatissima! E adesso, andando avanti di questo passo, veramente le Regioni non ce la faranno più, e, di conseguenza, non ce la faranno più neanche i Comuni! A mio parere, lo Stato centrale avrebbe il dovere di trovare determinate risorse senza tagliare ulteriormente - sottolineo "ulteriormente" - sulla sanità.
Però - attenzione! - questo è solo l'ultimo di una serie di tagli! Ma l'ultimo può essere veramente quello decisivo per la sanità delle Regioni ("decisivo" in termini negativi, ovviamente)! Secondo me la Regione Piemonte è sulla buona strada del risanamento. Lo dice uno studio dell'Agenas, che non è certamente la Regione Piemonte: siamo una delle prime Regioni in Italia come servizi, come rapporto tra il servizio e ciò che viene offerto ai pazienti, come rapporto sulle operazioni (ad esempio operazioni che non vengono ripetute). In questo senso certamente la collega Artesio saprebbe esporre il concetto molto meglio di me, ma la voglio fare breve: siamo sulla buona strada, così come in altre parti d'Italia. Ma se subiamo ulteriori tagli, a questo punto non so dove andremo a finire. Solo questo.
Grazie.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 1104 resta nella versione originaria.
La Giunta regionale si rimette all'Aula?



QUAGLIA Giovanna, Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale

Sì.



PRESIDENTE

D'accordo.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1104, il cui testo recita: "Premesso che: Con la legge di stabilità in fase di approvazione a Roma pare profilarsi un nuovo enorme taglio di quasi tre miliardi di euro al Fondo Sanitario Nazionale dei quali un miliardo sarebbe addirittura sull'anno 2013, quello in corso; un fatto che avrebbe effetti del tutto devastanti sui conti della sanità in ogni regione e quindi anche nella nostra Considerato che A una prima stima il fatto di imporre un taglio di un miliardo di euro a livello nazionale sul 2013, di fatto con un'azione quasi retroattiva, si tradurrebbe in una diminuzione per il Piemonte nell'anno in corso e senza che le ASL possano programmare un suo assorbimento, visto che siamo a tre mesi dalla fine dell'anno, di circa 85 milioni di euro Rilevato che Se si configurasse questo nuovo taglio, la sforbiciata che i fondi della Sanità del Piemonte subirebbero e hanno già subito dal Governo centrale dal 2010 a oggi, supererebbe i 400 milioni di euro, con una diminuzione che non ha precedenti oltretutto in un contesto di enorme contrazione e difficoltà economica e in uno scenario in cui il Piemonte è sottoposto a un piano di rientro per il debito accumulato in sanità negli anni passati prima del 2010, rispetto al quale sono definite precise e rigide scadenze che vanno necessariamente rispettate Il Consiglio regionale Impegna la Giunta e il Presidente della Regione a mettere in campo ogni azione possibile, e una fermissima opposizione in Conferenza Stato Regioni, per bloccare e scongiurare un ulteriore taglio al fondo nazionale della sanità che avrebbe effetti devastanti sia sul nostro territorio sia nel resto del Paese".
Il Consiglio approva.
ordine del giorno n. 1107 presentato dai Consiglieri Artesio, Cerutti Dell'Utri, Reschigna, Negro, Rostagno, Ronzani, Boeti, Buquicchio, Ponso Manica, Cursio, Laus, Goffi, Gariglio, Bono e Oliva, inerente a "Riduzione del Fondo sanitario nazionale"



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1107; come il precedente, è finalizzato a contrastare in tutte le sedi i tagli.
La Giunta regionale si rimette all'Aula anche su quest'atto d'indirizzo.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1107, il cui testo recita: "Viste: le anticipazioni giornalistiche sui consistenti tagli al Fondo sanitario nazionale che il governo si appresterebbe a varare nell'ambito della legge di stabilità.
Considerato che: i conseguenti ridotti trasferimenti alle Regioni si tradurrebbero in un peso insostenibile per il sistema sanitario piemontese, tale da mettere a rischio l'assicurazione ai cittadini dei livelli essenziali di assistenza e del diritto alla salute costituzionalmente garantito il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale: a contrastare in tutte le sedi deputate qualunque taglio al Fondo sanitario nazionale e, in particolare per le Regioni in piano di rientro, che hanno assunto impegni precisi a fronte di trasferimenti certi, ad attivarsi affinché il governo rispetti gli accordi sottoscritti".
Il Consiglio approva.
mozione n. 1108 presentata dai Consiglieri Laus, Rostagno, Cerutti Reschigna, Boeti, Ronzani, Artesio, Muliere e Oliva, inerente a "Nelle more delle necessarie modificazioni legislative, le Federazioni sovrazonali non devono procedere ad alcun tipo di affidamento, né all'indizione di gare anche se già programmate"



PRESIDENTE

Procediamo infine alla votazione della mozione n. 1108



PRESIDENTE

LAUS Mauro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, chiedo l'appello nominale.



PRESIDENTE

Occorre che si associno alla richiesta altri due Consiglieri.



(Altri Consiglieri si associano alla richiesta di votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La Giunta regionale esprime parere contrario.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 1108, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che con la legge regionale 28 marzo 2012, n. 3 'Disposizioni in materia di organizzazione del Sistema sanitario regionale' sono state istituite sei Federazioni sovrazonali in ambito sanitario, concepite come forme di coordinamento e di integrazione funzionale dei servizi a livello sovrazonale tali soggetti, in forma di nuove società consortili a responsabilità limitata di diritto privato, avrebbero dovuto costituire - secondo la volontà della Giunta regionale - lo strumento principale per una radicale riforma sanitaria, in grado di generare risparmi per circa 14 milioni di euro preso atto che, in realtà le Federazioni sovrazonali non hanno generato né risparmi, n un'ottimizzazione dei servizi; al contrario esse hanno determinato una notevole disorganizzazione del sistema sanitario piemontese, dando luogo ad una vera e propria 'giungla amministrativa' con 'spacchettamenti' di funzioni gestionali, amministrative e tecniche tra ASL, ASO e Federazioni e relativi spostamenti di dirigenti e personale. I meccanismi organizzativi sono stati dunque - a giudizio di numerosi operatori coinvolti - molto approssimativi e non hanno determinato una maggiore fluidità delle procedure considerato che, come noto la stessa Giunta regionale ha deciso di superare - a poco più di un anno di distanza dalla loro istituzione - l'esperienza delle Federazioni sovrazonali, presentando di recente il disegno di legge n. 359 recante 'Ulteriori modifiche alla legge regionale 6 agosto 2007, n. 18 (Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale)', che prevede la cessazione di tali soggetti a far data dal prossimo 1° gennaio, con contestuale decadenza degli organi societari ritenuto che non sia ammissibile che, una volta deciso il superamento delle Federazioni sovrazonali, tali enti - di prossima cessazione - continuino a programmare e a bandire gare per beni e servizi in ambito sanitario ritenuto, infine, che con DGR 16-6418 del 30/09/2013 si dispone che le ASR, entro 30 giorni dall'entrata in vigore di tale provvedimento, ripresentino il proprio atto aziendale in conformità ai principi citati dalla stessa delibera in cui si prevede anche il superamento delle Federazioni e delle funzioni ad esse attribuite "mediante la definizione di aree interaziendali di coordinamento quali ambiti territoriali ottimali, individuate dalla Giunta regionale, per esercizio associato da parte delle Aziende Sanitarie afferenti, di funzioni (ndr mansioni, quindi anche acquisti) e servizi, senza creare ulteriori livelli istituzionali dotati di soggettività giuridica;" impegna la Giunta regionale affinché, nelle more dell'approvazione del succitato disegno di legge n.
359, e dunque delle necessarie modificazioni legislative, le Federazioni sovrazonali non procedano ad alcun tipo di affidamento, né all'indizione di gare, anche se già programmate".
L'esito della votazione è il seguente: presenti 52 Consiglieri votanti 48 Consiglieri hanno votato SÌ 24 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere si sono astenuti 23 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

L'ordine del giorno è respinto.
L'esito della votazione è il seguente: contrari uno, astenuti 23, quindi vi sono 24 voti contrari. Ci sono stati 24 voti a favore, ma in caso di parità, come da Regolamento, l'ordine del giorno viene respinto.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, ho letto il Regolamento.
I presenti sono 52: hanno votato a favore 24, contrari 1, astenuti 23.
Poiché il voto astenuto viene computato e si somma al voto contrario il risultato finale è 24 a favore e 24 contrari.
I Consiglieri presenti e non votanti sono quattro. Confermo che, in caso di parità, il Consiglio non approva.
Grazie a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.50)



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