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Dettaglio seduta n.381 del 15/10/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


NOVERO GIANFRANCO



(Alle ore 10.00 il Consigliere Segretario Novero comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



(La seduta ha inizio alle ore 10.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casoni, Cota, Montaruli, Pedrale e Sacchetto.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

"Riorganizzazione del servizio sanitario di emergenza e urgenza e predisposizione del bando regionale di mobilità volontaria per il reclutamento del "118"", presentata dai Consiglieri Boeti, Reschigna Angela Motta, Ronzani, Muliere, Pentenero, Oliva, Gariglio, Manica Cerutti, Laus, Bono, Artesio, Placido, Rostagno e Bresso


PRESIDENTE

Colleghi, ricordo che oggi siamo convocati in sessione straordinaria ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento.
L'oggetto dei nostri lavori è la "Riorganizzazione del servizio sanitario di emergenza e urgenza e predisposizione del bando regionale di mobilità volontaria per il reclutamento del "118"", presentata dai Consiglieri Boeti, Reschigna, Angela Motta, Ronzani, Muliere, Pentenero Oliva, Gariglio, Manica, Cerutti, Laus, Bono, Artesio, Placido, Rostagno e Bresso, di cui al punto 2) all'o.d.g.
Peraltro, abbiamo degli atti d'indirizzo collegati al nostro dibattito: ordine del giorno "Riorganizzazione del servizio sanitario di emergenza e urgenza. Bando regionale di mobilità volontaria per il reclutamento del "118"" del Consigliere Ronzani e altri ordine del giorno avente per oggetto "Sistema emergenza territoriale "118": qualità, efficienza, costi del servizio" del Consigliere Buquicchio e altri.
Vi sono inoltre interrogazioni e interpellanze collegate: la n. 125 "Prestazioni "118" di Santhià e Cavaglià" dei Consiglieri Ronzani e Boeti la n. 1814, "Utilizzo dell'elisoccorso "118" in montagna" del Consigliere Tiramani; infine, un'interrogazione del Consigliere Motta Massimiliano.
Ha chiesto la parola il Consigliere Motta Massimiliano; ne ha facoltà.



MOTTA Massimiliano

Grazie, Presidente.
Non voglio richiedere una procedura troppo inusuale, però avevamo bisogno di dieci minuti di interruzione dei lavori per definire brevemente la questione delle mozioni oggi presentate, nonché per fare ordine, in quanto se ne sono inserite altre che - dico la verità - non ricordavamo.
Quindi, se è possibile, le chiedo di sospendere dieci minuti i lavori.
Se servono tre Capigruppo per la richiesta, questi ci sono; se servono tre Consiglieri, ci sono.



PRESIDENTE

Benissimo. Grazie colleghi. Peraltro, è anche in arrivo l'Assessore Cavallera e quindi sono accordati dieci minuti di sospensione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.36 riprende alle ore 11.20)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Partiamo dal punto 2) all'o.d.g., relativo alla seduta in sessione straordinaria, dove abbiamo come primi firmatari i colleghi Boeti e Reschigna. Poi abbiamo gli atti di indirizzo collegati, il cui primo firmatario è il collega Ronzani. A meno che il collega Ronzani non voglia prendere la parola? No? Bene.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

La ringrazio, Presidente, ma aspetto la Giunta.



PRESIDENTE

La Giunta è presente in Aula: c'è l'Assessore Cavallera. Intervenga pure, collega Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Come Gruppi d'opposizione - la richiesta è partita ed è poi stata sottoscritta da molti Gruppi di opposizione, io parlo come Capogruppo del Partito Democratico - abbiamo chiesto questo Consiglio straordinario sul "118" dopo che la IV Commissione del Consiglio regionale ha svolto, su richiesta del collega Ronzani e del sottoscritto, un'audizione a Novara due settimane fa. Lo abbiamo chiesto perché da quell'audizione sono emerse ulteriori conferme di una serie di questioni o di problematiche che, come Gruppo consiliare del Partito Democratico, avevamo sollevato da mesi attorno a questo tema.
Dico subito che, introducendo questo Consiglio regionale straordinario non intendo assolutamente ripercorrere tutta la storia del progetto di riorganizzazione del "118": una storia che, come Gruppo regionale, ci ha visto contrari sia quando all'inizio l'Assessore Monferino voleva istituire l'Azienda Sanitaria Regionale "118", sia quando si è operato non tanto il processo di riorganizzazione e di razionalizzazione delle centrali operative, quanto il modo con cui tutto ciò è avvenuto, anche con uno spreco di risorse pubbliche rispetto a investimenti che erano stati fatti nel corso degli anni nelle diverse centrali operative del Piemonte. Per questo, purtroppo, appartiene al passato; rimane come memoria nostra nel segnalare in questo Consiglio regionale che su questo tema molti errori sono stati compiuti nel corso di questa legislatura regionale.
Ma le cose che vogliamo richiamare oggi - ed è per questo che abbiamo presentato quella mozione di cui il primo firmatario è il collega Ronzani e poi il sottoscritto - sono cose che riguardano il presente, le scelte che devono essere assunte al fine di garantire un'efficiente organizzazione del servizio "118" nella nostra regione.
Comunque, prima di entrare nel merito di tali questioni, voglio segnalare al Consiglio regionale e all'Assessore Cavallera quanto i componenti che hanno vissuto quella mattinata presso l'Ospedale Maggiore di Novara hanno percepito: forti segnalazioni e forti preoccupazioni rispetto a un'organizzazione del servizio che, soprattutto in quel territorio piemontese, sta ancora oggi manifestando inefficienze, inefficacie, ritardi e anche confusione rispetto al rapporto con le strutture ospedaliere e con le modalità di intervento da parte dei mezzi di soccorso avanzato.
Questa è una questione che appartiene al presente, rispetto alla quale numerose sono state le segnalazioni che abbiamo rivolto e, nonostante ci ancora oggi non abbiamo la contezza di una serie di interventi che hanno consentito un effettivo miglioramento della situazione.
Il tema fondamentale per cui abbiamo chiesto il Consiglio regionale straordinario questa mattina è l'intenzione, da parte della Giunta regionale, di procedere a un bando di mobilità volontaria affinché il personale medico e infermieristico oggi nei ruoli organici delle singole Aziende sanitarie regionali transiti nei ruoli organici dell'Azienda sanitaria capofila, cioè nelle Aziende sanitarie che gestiscono su area vasta il servizio di "118".
Anche su questo vorrei essere molto chiaro. Noi non interveniamo perché capirei l'obiezione dell'Assessore Cavallera - nel merito di questioni che appartengono alle trattative con le organizzazioni sindacali poiché questa è una materia che non spetta affrontare al Consiglio regionale del Piemonte, anche se nel merito di quelle questioni, com'è stato evidenziato quella mattina, ci sono elementi di forte preoccupazione che dovrebbero essere valutati con molta attenzione da parte dell'Assessore Cavallera e della Giunta regionale nel suo complesso.
Tuttavia, attorno a questa vicenda del bando sulla mobilità volontaria del personale medico e infermieristico emergono una serie di forti preoccupazioni circa l'organizzazione del servizio. Il primo elemento che vorrei porre sotto forma di interrogativo e di domanda, per alcuni aspetti banale e la cui risposta è scontata, è il seguente: Assessore Cavallera lei pensa che oggi i temi e i problemi che ha l'organizzazione sanitaria all'interno della nostra regione possano essere affrontati meglio attraverso la rigida compartimentazione di settori della sanità o essere affrontati meglio in un percorso che consenta, invece, l'utilizzo massimo di tutte le risorse disponibili senza rigidità organizzative forti? La nostra risposta è la seconda. Noi crediamo che procedere oggi al trasferimento del personale sotto i ruoli organici delle aziende capofila del servizio del "118" sia un danno patrimoniale innanzitutto per l'Amministrazione regionale. E cerco di spiegarne le ragioni.
un danno patrimoniale, perché molto di questo personale non viene utilizzato negli orari di utilizzo sulle ambulanze medicalizzate, ma negli altri orari all'interno del sistema dell'emergenza ospedaliera (DEA e Pronto Soccorso). E questo è un fatto diffuso all'interno della nostra regione.
Le porto solamente un dato: se l'ASL del VCO, dove ho fatto una richiesta di accesso agli atti allo scopo di valutare tutte queste cose non utilizzasse più quel personale all'interno dei DEA - ripeto, nei turni in cui questo personale è occupato sui mezzi di soccorso avanzato - per l'ASL del VCO vorrebbe dire assumere oggi quattro medici e cinque infermieri all'interno dei dipartimenti di emergenza e di accettazione, e questo significherebbe un costo di 420 mila euro in più all'anno.
Oppure, come stanno già facendo alcune ASL del Piemonte - e voglio citare il caso dell'ospedale di Ivrea - utilizzare questo personale non per il pagamento delle prestazioni straordinarie con un costo aziendale di 35 euro all'ora, ma attraverso la formula dei "gettonisti" con un costo orario per di 60 euro all'ora per l'Azienda Sanitaria.
Questo sta già avvenendo all'interno dell'organizzazione sanitaria regionale.
La seconda ragione di riflessione è la seguente, come ci è stato detto da medici che operano all'interno del "118". L'interazione tra emergenza territoriale ed emergenze ospedaliere è elemento indispensabile per una completa formazione e per un aggiornamento professionale da parte di quel personale.
Se si spezza quest'elemento, è chiaro che quel personale si trova oggi a dover gestire delle potenziali situazioni nell'ambito dell'emergenza territoriale senza avere accumulato esperienze professionali forti che possono emergere dall'interazione con i dipartimenti di emergenza ed accettazione con il pronto soccorso.
una richiesta molto precisa. In quella Commissione avevamo fatto la richiesta - e chiedo un minimo di attenzione alla Presidente Spagnuolo sotto questo aspetto - di avere una serie di dati su cui poter ragionare tutti assieme. Purtroppo questi dati, che ci erano stati promessi, non ci sono stati ancora consegnati.
Un'acquisizione di dati molto rigida, una rigidità nel trasferimento dei dati non è un elemento di trasparenza nella Pubblica Amministrazione.
Mediamente, oggi un medico del "118" è impiegato quattro-cinque volte al giorno nel suo turno all'interno dell'emergenza territoriale. Ha tempo per poter sviluppare, come sono state sviluppate nel corso degli anni esperienze di presenza all'interno dei dipartimenti d'emergenza e di accettazione. Questa è un'altra riflessione.
Il terzo elemento di riflessione è il seguente. Il bando che state predisponendo, almeno nella formulazione che è stata rifiutata dalle organizzazioni sindacali, di fronte alla non disponibilità da parte dei medici e degli infermieri che attualmente sono occupati all'interno dell'organizzazione del "118", è un bando aperto a qualunque operatore sanitario medico ed infermieristico all'interno delle strutture delle Aziende Sanitarie.
Attenzione: non si può equiparare una qualunque esperienza ad un'altra.
Un'esperienza di emergenza territoriale, com'è garantita dal "118" richiede anni di formazione, ma soprattutto richiede anche anni di presenza effettiva all'interno dello svolgimento del servizio.
Aprire questo bando ad una volontà di adesione da parte di medici ed infermieri che non fanno parte dell'organizzazione del "118" significa comunque riportare il sistema e il settore anni addietro rispetto ai passi che sono stati compiuti nel corso di questi anni.
Poiché molti operatori rifiuteranno l'adesione volontaria a quel bando in capo all'Amministrazione regionale rimarranno due scelte: o assumere incrementando i costi del sistema sanitario piemontese - ed è per questo che prima dicevo che con questo progetto state arrecando un danno patrimoniale che - oppure utilizzare il personale che con l'esperienza del "118" non ha avuto nulla a che fare nel corso degli anni.
Sia l'una sia l'altra ipotesi sono scenari assolutamente contrari e negativi.
Ecco perché, Assessore, noi dal Consiglio regionale di oggi ci aspettiamo una cosa, e in questo senso va la nostra mozione: ci rifletta.
Rifletta su questo tema: non è costruendo l'esercito del personale staccato dal sistema sanitario e costruendo l'esercito del personale del servizio del "118" che voi migliorate il servizio. Vi ho dimostrato nel mio intervento che così non sarà, che invece avrete costi maggiori.
Rifletteteci. Non c'è nessuna ragione perché l'organizzazione del servizio del "118" richieda il trasferimento del personale dai ruoli organici delle singole Aziende Sanitarie Regionali al ruolo organico dell'Azienda Sanitaria capofila. Nessuno ci ha dimostrato qual è il beneficio, se non di avere il proprio esercito e la propria truppa riservata e staccata dal sistema delle Aziende Sanitarie Regionali. Nessuno ce l'ha dimostrato.
Come nessuno può dimostrare che quanto è avvenuto dalle istituzioni e dalle riunificazioni delle centrali operative con il mantenimento del personale in capo (medici ed infermieri in capo alle singole Aziende Sanitarie) abbia arrecato elementi di inefficacia, di inefficienza all'organizzazione del servizio. Nessuno può dimostrare neanche questo.
Quindi, perché questa scelta folle? Tornate indietro da questa scelta: è l'obiettivo che questo Gruppo si pone, avendo richiesto oggi questo Consiglio regionale straordinario.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Questo è uno di quegli argomenti - come ce ne sono tanti - che vanno affrontati, secondo il mio modestissimo avviso, in modo molto laico cercando di comprendere innanzitutto quello che sta avvenendo ed eventualmente - perché nessuno può vietarlo - avanzare delle ipotesi in termini di processo alle intenzioni e valutare se i risultati prospettati e paventati possono essere positivi o negativi.
Quindi, voglio fare un brevissimo excursus di che cosa è successo in questi anni.
Iniziammo con la prospettazione del dottor Zanon dell'ARESS, che presentò un lavoro che aveva questo titolo: "Riorganizzazione e potenziamento dell'emergenza sanitaria territoriale "118" sul territorio della Regione Piemonte".
Fu così che furono avviate le famose quattro centrali operative.
Sappiamo che ce n'è una a Torino, un'altra ad Alessandria e ad Asti un'altra a Cuneo e quella famosa di Novara, che assembla Biella, Vercelli e il VCO.
In quell'occasione il responsabile regionale di allora, che è ancora l'attuale - omonimo del collega che siede a sinistra, Bono - illustrò nelle premesse al documento un'analisi del sistema e chiamò questo documento "Revisione organizzativa sulla base del rispetto di quanto indicato nel piano di rientro e del relativo addendum".
Subito dopo ci fu la deliberazione di Giunta, la n. 25-5148, che si è occupata della riorganizzazione del servizio di emergenza, prevedendo la conferma del dipartimento interaziendale "118", e ovviamente il relativo schema di convenzione tra le strutture del territorio.
Oggi le associazioni dei medici di famiglia, e non solo, dicono che c'è stato un incremento dei costi di circa il 30%, senza che ci sia stato anche un miglioramento auspicato ed auspicabile del servizio.
Su questo dobbiamo ragionare. A me sinceramente, Assessore, che voi vogliate fare quella che viene chiamata "Agenzia regionale unica del 118" o vogliate mantenere questo assetto o, se aveste mantenuto quello originario a me, sinceramente, interessa poco. Mi interessa poco se c'è il retropensiero di avallare l'operato di determinati personaggi come quello che ho nominato prima che può essere amico, non amico, avversario, pu piacere, non piacere. Non mi interessa nulla di tutto ciò.
Mi interessa solo che tutto ciò che ho posto durante la discussione sulla riforma sanitaria all'allora Assessore sia stato disatteso.
L'Assessore mi aveva detto in colloqui sia informali sia formali, in Aula oltre che in Commissione, che tutto l'impianto della riorganizzazione della rete ospedaliera, quindi il sacrificio di un determinato numero di posti letto, di piccoli ospedali di periferia, di pronto soccorso e quant'altro si sarebbe dovuto accompagnare ad un implemento del servizio di "118".
Si parlò dei famosi otto minuti del primo intervento. Altro che otto minuti! Vivo in una zona collinare e quando accade qualche accidente vascolare l'ambulanza, quando arriva velocemente, arriva in mezz'ora quando non sbaglia strada. Sono tante le cose che vanno migliorate, purtroppo.
All'epoca che cosa mi era stato risposto? Mi era stato risposto che nell'ambito della riorganizzazione, sarebbe stata prevista anche una revisione delle postazioni territoriali e l'introduzione di nuove tipologie di mezzi, con maggiore flessibilità sulla loro operatività. Mi era stato risposto che, in tale contesto, si sarebbe provveduto, come priorità massima, alla definizione degli organici dedicati alle postazioni di "118" mi era stato risposto che, a completamento della nuova geografia ospedaliera, si sarebbe raggiunta una maggiore integrazione e collaborazione tra attività ospedaliera e attività territoriale.
Tutte parole, cari colleghi. Di fatto, non si è visto nulla. Anzi abbiamo assistito ad una scelta da parte della Giunta totalmente in contrasto con l'accordo Stato-Regioni del gennaio scorso. Quell'accordo dettava in modo chiaro le linee di indirizzo per la riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza in rapporto alla continuità assistenziale.
Relativamente alla continuità assistenziale, voglio anche ricordarvi che nella Conferenza Stato-Regioni sono state emanate alcune linee guida.
Da queste linee guida si evince, tra l'altro, la previsione dell'integrazione, in un'unica piattaforma tecnologica, della rete che si occupa del numero unico dell'emergenza del "118", con quella che si deve creare per dare vita al numero unico dell'assistenza 116-117, così come da tempo prevede l'Unione Europea.
Non vi sto a spiegare, perché occorrerebbe molto tempo, i vantaggi che porterebbe ma, ovviamente, è tutto fermo. In proposito di questa ultima cosa che vi dicevo, mi auguro che la gara per il servizio di gestione del sistema di telecomunicazione di supporto alle centrali operative del "118" di durata quinquennale, per le quali devono giungere le offerte entro il 9 novembre, tenga ovviamente conto di queste prospettive.
Comunico che, al di là dell'ordine del giorno che ho presentato e che adesso riassumerò, in Commissione consiliare chiederò che le scelte che voi farete riguardo a quella gara possano essere valutate, in un certo senso da noi commissari.
Andiamo in conclusione all'ordine del giorno. L'ordine del giorno prevede che, in sostanza, la Giunta si impegni a mettere a disposizione delle Commissioni consiliari competenti i dati di costo di ogni singola sede di centrale operativa; a mettere a disposizione un confronto tecnico ed economico con le altre Regioni che abbiano adottato lo stesso sistema di gestione e ci diano tutti i dati per fare le nostre valutazioni relative alle dotazioni organiche, al numero del personale e quant'altro; ad accertare, infine, che con l'istituzione del dipartimento interaziendale "118" ci sia stato un vantaggio sia sul versante dell'emergenza, sia su quello delle singole Aziende Sanitarie.
Quello che diceva prima il Consigliere Reschigna è assolutamente vero.
Voi mi dovete spiegare una cosa. Giochiamo a carte scoperte. Volete arrivare all'Agenzia regionale "118" perché, in questo modo, con il bando con altri mezzi e via di seguito, voi assorbireste dalle ASL personale qualificato? Personale che da anni si è creato una professionalità? Che cosa lascereste in quel vuoto che si va a determinare dove fate il prelievo del personale? Nulla! Lo dovete dire con estrema sincerità: noi dobbiamo assolutamente rientrare.
Nel prossimo futuro, probabilmente, saremmo penalizzati per il Piemonte di diverse e svariate decine di milioni di euro, quindi dobbiamo tagliare sul personale, ma non possiamo dire all'opinione pubblica che tagliamo sul personale, quindi questo personale lo prendiamo, lo trasferiamo nell'emergenza così nessuno si può lamentare, ma lì rimarrà un vacuum che non potremmo, in nessun modo, reimplementare per il blocco del turnover, il blocco delle assunzioni e quant'altro, tutt'al più lo si rimpiazzerà in modo molto limitato.
Diciamolo! Almeno c'è una logica prospettiva che può piacere o non piacere, auspicabile o non auspicabile, condivisibile o non condivisibile ma è una prospettiva! Altrimenti non capisco assolutamente niente di come si stia navigando a vista.



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tiramani; ne ha facoltà.



TIRAMANI Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo perché ero presente alla riunione che si è tenuta a Novara.
Al di là delle storture, credo che si sia parlato di argomenti in parte poco attinenti all'argomento vero del "118", che è quello del personale.
Non tornerei più sul discorso delle centrali operative perché, pur non condividendo il raggruppamento un anno fa, ormai penso che le quattro centrali in Piemonte siano una cosa assodata. Rivangare anche con esempi stupidi come è stato fatto questa mattina determinate situazioni, non porta a nulla.
Tuttavia emerge un problema oggettivo, ed è quello di cui voglio parlare.
Non trovo, Assessore, e di questo non le do colpa, nessuna utilità da questo tipo di operazione. Noi creiamo un bando per il quale pu partecipare qualunque attore del Servizio Sanitario affinché poi rientri nel nuovo dipartimento del "118". Non sono contrario al dipartimento specifico sul "118", tuttavia non capisco, e non lo capiscono in tanti l'utilità di un sistema del genere legato alla mobilità del personale. Il personale ce l'abbiamo nelle varie ASL, basterebbe spostarlo in convenzione, non produrrebbe alcun costo aggiuntivo e non sarebbe necessario fare alcun bando.
Non si capisce questo tipo di operazione e nessuno mi sa dare una risposta concreta.
Giro il Piemonte, giro la mia provincia e continuo sentire gente che si lamenta perché vede, comunque, minacciata la sua ipotesi lavorativa.
Per esempio, nel quadrante del Piemonte orientale gli spazi sono grandi e la possibilità di essere trasferiti da una provincia all'altra pu comportare disagi e preoccupazioni. Questo lo comprendo.
Prevedere una convenzione che permetta al personale di rientrare nell'ambito ASL, e non di essere distaccato nel discorso del "118", a mio modo di vedere non comporta alcun costo: anzi, si continua a mantenere personale qualificato e, soprattutto, si riesce a dare una risposta concreta ai lavoratori e al servizio sanitario.
Assessore, di polemiche ne abbiamo già tante e di crearne una da zero non ne ho voglia e non credo nemmeno che sia opportuno. Non parlo di polemiche nei suoi confronti, dal momento che è una persona che ascolta e che è capace di risolvere le situazioni. Però se lei ha in casa chi i problemi li genera, comincerei a pormi qualche domanda.
Se fossi il padrone di un'azienda privata e avessi un dirigente che continua a provocare problemi sulla questione del "118", ad un certo punto comincerei a chiedermi se questa persona ricopre opportunamente il ruolo che ha oppure se è meglio metterlo alla porta. Comincerei a pensarci perché questo è il problema.
Lo dico chiaramente: siamo arrivati nel 2010 e se dovessi attribuire una colpa a questa Giunta regionale è il troppo "buonismo". Perché abbiamo continuato a mantenere dirigenti che non abbiamo nominato noi e che ci mettono perennemente in difficoltà. E questo è un caso palese.
Ma, allora, poniamoci delle domande, perché non possiamo farci perennemente prendere in giro! Se qualcuno crea dei disagi o fa delle cose che non riesce neanche a spiegare...
In sede di Commissione ho chiesto: "Perché, Dirigente, fa questo tipo di cosa?". L'interpellato ha fornito dei dati farraginosi, ma non ha dato una risposta. Anzi, ha ribadito che avrebbe risposto per iscritto: no, ce lo dice adesso, perché almeno dopo andiamo ad incontrare i sindacati, che vorranno delle risposte.
Ci vogliamo prendere in giro? Non è colpa sua. La colpa è del nostro sistema, perché siamo troppo buoni! Invece dovremmo cominciare a mandare a casa chi non riesce a compiere il proprio operato.
Qui rischiamo di avere anche una perdita di consenso e di servizi perché non abbiamo voluto fare quello che altri sono stati capaci di fare.
Nel 2005 si era insediata la precedente Giunta e - tanto di cappello - i Direttori generali dopo sei mesi sono andati a casa. Noi siamo bravissimi invece, a "miracolare" chi non ha meriti, chi non ha competenze, ma magari ha una certa tessera di partito. Basta! Io non privilegio quelle che sono le competenze... No, mi scusi: privilegio quelle che sono le competenze e non l'appartenenza politica. Se uno è bravo, lo è a prescindere dal suo credo e dal suo ideale.
Ma se uno non è neppure capace e crea persino dei problemi (peraltro sembra quasi che lo faccia apposta), adesso basta! Lei su questo deve lavorare: è una persona di buonsenso, è una persona capace, che sa ascoltare. Ascolti, allora, questo consiglio che le diamo: non convenzioni il discorso della mobilità, ma convenzioni il personale ancorandolo a quelle che sono le ASL di appartenenza. E poi si guardi intorno, perché se ha tanti problemi all'interno del suo Assessorato - che è difficile, complicato e ha tante dinamiche - è perché ci sono persone che remano contro o che si fanno dei progetti empirici in testa che non portano a nulla, se non costi aggiuntivi, disservizi e polemiche inutili.
Perché convenzionare il personale non costa niente; mantiene intatto quello che è il valore aggiunto sul territorio del "118".
Non riesco a capire la motivazione di questa scelta: il bando è un'emerita "cazzata", mi permetta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Assessore, questo è uno dei tanti problemi su cui dovete voltare pagina il più presto possibile.
Non torno sulle questioni che ha posto il collega Reschigna, anche se mi consenta di ricordare, Presidente, che non è chiara la ragione per la quale a suo tempo decideste di localizzare a Novara la nuova centrale operativa. Perché ciò che è emerso nelle nostre discussioni è che potevate localizzarla anche sul Monte Bo (per chi non lo sapesse, si raggiunge passando da Piedicavallo) perché una centrale operativa è una centrale operativa.
A Verbania era nuovissima, "ipertecnologica", diceva il personale. A Borgosesia la sede era stata ristrutturata sei mesi prima.
Assessore Cavallera, mi ascolta, per cortesia? Perfetto.
A Biella fate il nuovo ospedale e si è localizzate la sede per la centrale operativa. Volendo, potevate decidere di utilizzare una delle sedi che c'erano, senza costi aggiuntivi per l'Amministrazione (vedi la discussione sui costi della sanità regionale). Invece vi siete inventati Novara.
Naturalmente, inventandosi Novara avete messo mano al portafoglio perché la sede che avete realizzato a Novara ha dei costi.
Veniamo, quindi, alla prima questione: quanto è costata, Assessore Cavallera, la sede di Novara? Perché sono stufo di sentirmi fare le rampogne sui costi della sanità per poi scoprire che scelte come queste, che dovevano essere evitate, sono state responsabilmente, o, meglio, irresponsabilmente, compiute.
Secondo punto: bisogna fare un bilancio delle esperienze del "118". E il bilancio - ha ragione il collega Buquicchio - si fa considerando gli obiettivi denunciati e dichiarati e i risultati che avete ottenuto.
Avete dichiarato, allora, che il processo di riorganizzazione del "118" era funzionale ad un obiettivo, quello di favorire un potenziamento del servizio. Disse questo il suo predecessore, l'ingegner Monferino, in Commissione; magnificò il progetto di riorganizzazione.
avvenuto il contrario, e ce lo ha raccontato il personale che abbiamo incontrato a Novara. Se mi posso permettere di darvi un consiglio, anzi, di darle un consiglio e di dare un consiglio anche alla struttura regionale ascoltatelo di più il personale che lavora al "118"! Ascoltatelo un po' di più. Perché se in questi mesi aveste ascoltato di più quel personale, non fosse altro per il fatto che è una professionalità che tutti riconoscono alcuni errori così madornali non li avreste compiuti.
Quali sono i problemi e che tipo di questioni pongono i problemi che abbiamo di fronte? Penso che i problemi riguardino l'organizzazione del servizio (lo ricordava il collega Reschigna, ma non torno su questo). Ne approfitto Assessore Cavallera, per porre una domanda: se nella mia provincia si verificasse una maxi emergenza, chi interverrebbe? I problemi riguardano la qualità delle tecnologie che stiamo utilizzando; il personale è costretto - e vorrei essere smentito su questo ad utilizzare elettrocardiografi che non sono affidabili. Lo ripeto, non sono affidabili! Nei Paesi avanzati, mi sia consentita questa digressione, dappertutto esiste un defibrillatore: nei musei, nei centri commerciali, alle fermate della metropolitana. Noi, se è vera questa notizia (e non dubito che sia vera), abbiamo anche un problema di questo tipo.
Torno, ovviamente, agli assunti di Monferino: "La riorganizzazione serve a potenziare il servizio, a migliorarlo in qualità e in tecnologia".
In terzo luogo, vi è un problema che riguarda la centrale operativa del "118" (parlo di quella relativa al quadrante che fa riferimento alla provincia nella quale io opero).
Qui, per esempio, sarebbe utile sapere se tutto il personale che voi utilizzate in quella centrale operativa ha frequentato i corsi Dispatch.
Tutti? Tutti quelli che sono lì possono dimostrare di aver partecipato ad un corso Dispatch? Oppure, insieme alle mappe informatiche abbiamo in quella centrale anche le mappe cartacee, per cui, se va in tilt il sistema informatico, sappiamo in che modo organizzare un intervento di emergenza? Posso avere qualche perplessità e qualche dubbio al riguardo, Assessore Cavallera? C'è poi la questione ripetutamente sollevata in Commissione: in quel quadrante, che va dalla Valle d'Aosta alla Svizzera (noi siamo al confine con la Valle d'Aosta e il collega Reschigna è al confine con la Svizzera) le distanze non si misurano in chilometri, ma in curve. In curve! Ci vorrebbe un po' più di realismo e di capacità di gestione del servizio, altrimenti alcuni episodi successi dimostrano come qualcosa non funzioni. Guardate, fatemi la cortesia di non citare statistiche.
Esistono tre tipi di bugie, Assessore Cavallera: le grandi bugie, le piccole bugie e le statistiche. Oltretutto, non derubricate a singole episodi, perché qui ormai c'è un volumetto di episodi successi in questi mesi.
Ne cito tre.
Il primo riguarda una signora che si reca a fare una camminata nella Bessa, bellissima area protetta del Biellese. La signora viene punta da un calabrone, prende il telefonino e chiama il "118". Ovviamente risponde la centrale operativa, la quale scambia l'area della Bessa per un Comune e le chiede qual è la via in cui si trova la signora.
Peccato che la Bessa sia un'area protetta.
In questi casi, come lei sa, c'è una telefonata di ritorno, per verificare se la chiamata ha un fondamento ed è veritiera.
Questa seconda chiamata non è mai avvenuta. Per fortuna che quella signora, punta da un calabrone e in preda ad una grave crisi, ha trovato un signore che l'ha caricata e l'ha portata a casa di un medico del "118".
A questo punto, si vedono le due facce della medaglia: da una parte, il disservizio; dall'altra, la solidarietà e la professionalità di questo medico.
Questo è un episodio significato.
Il secondo episodio avviene a Viverone, dove una signora deve mettere al mondo un figlio e chiama il "118".
Monferino ci aveva spiegato che il "118" era organizzato attraverso una relazione molto stretta con la rete.
Questa signora viene caricata sull'ambulanza del "118" e dove viene portata? Voi direte: in un ospedale in cui esiste un reparto di ostetricia.
No, la portano ad Ivrea. Una volta arrivata ad Ivrea, l'operatore dell'ambulanza si sente dire: "Guardate che avete sbagliato ospedale perché qui non c'è più il reparto di ostetricia e ginecologia" e la signora l'hanno portata a Courgnè. È chiaro? Questo per confermare tutti i vostri ragionamenti sul sistema, sulla rete che funziona e sull'interrelazione.
Il terzo episodio avviene ad Arro di Salussola.
C'è un incidente: interviene il "118" e c'è una signora bloccata dentro la macchina perché le porte non si possono aprire.
Cosa fa l'operatore del "118"? Chiama la centrale per chiedere quando arrivano i vigili, perché di fronte ad incidenti di un certo tipo, la centrale allerta, non solo l'ambulanza, ma anche i vigili e le forze dell'ordine. Peccato che nessuno si era preoccupato di informare i vigili del fuoco.
Qui c'è un problema di fondo che chiama in causa l'idea che voi avete dell'organizzazione del "118". Ha ragione il collega Reschigna: non pu essere un corpo separato dal resto, perché questa, in una fase in cui invece sarebbe giusto immaginare questa interrelazione, è la vostra idea.
Questi sono i problemi. Ma di cosa discutiamo, Presidente Leardi? Questi sarebbero i problemi che un Governo regionale dovrebbe tentare di affrontare; noi invece discutiamo del bando sul personale. Discutiamo del bando sul personale.
Per una volta sono d'accordo con il collega Tiramani, oltre che con il Presidente del mio Gruppo, per alcune ragioni.
Primo, perché è inspiegabile, sul piano funzionale; secondo, è costoso per le ragioni che ha ricordato il collega Reschigna, ed è costoso sul piano economico, perché se una parte del personale sceglierà di rimanere presso le Aziende di appartenenza - essendo una facoltà consentita - noi dovremmo assumere altre persone, relegando in un ospedale il personale del "118", impoverendo il servizio e privandoci anche di professionalità.
Terzo, non credo risponda all'esigenza di creare un rapporto positivo tra personale e struttura regionale.
Ma chi ve lo fa fare, di creare un clima di tensione e di conflitto? Chi ve lo fa fare? Qual è la ragione per cui io mi impicco una soluzione per la quale esistono alternative altrettanto credibili? Perché ve l'hanno detto che esistono alternative altrettanto credibili, che si chiamano convenzione e comando funzionale? Ma chi ve lo fa fare di infilarmi in questa situazione? Qui c'è un problema, collega Tiramani.
Sono d'accordo che gli Assessori accertino tutte le responsabilità anche dei loro Dirigenti, ma qui la decisione è politica. Qui la decisione è politica! La delibera, fino a prova contraria, l'assume l'Assessore Cavallera. È chiaro qual è il problema? E allora, Cavallera, è lei che deve decidere sul piano politico, se non vuole abdicare le sue funzioni, di non adottare questa delibera, ed è quello che noi oggi le chiediamo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Ponso in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Egregio Assessore Cavallera, il mio sarà un intervento breve, volto soprattutto ad evidenziare ancora una volta quanto detto dal mio Capogruppo Buquicchio, che ringrazio per l'ordine del giorno che ha presentato e che ovviamente ho sottoscritto.
L'ordine del giorno vuole porre ancora una volta l'accento sul modo di lavorare di questa Giunta. A poco è servito il rimpasto dei mesi scorsi, e se lo si nota soprattutto nella sanità, che sta, purtroppo, colando a picco.
Naturalmente la sanità di una Regione non può volare a picco in pochi anni, quindi le colpe sono da ricercare nel passato.
vero, e non è mia intenzione puntare il dito contro questa o quella Giunta, ma ciò che vorremmo fare è essere costruttivi e concentrarsi sul presente e, soprattutto, sul futuro.
Non sarà facile, soprattutto per la poca richiesta di collaborazione alle minoranze e per l'insufficiente ascolto delle richieste del territorio.
Nel caso del "118", ho letto che lei, Assessore Cavallera, ha promesso incontri per ascoltare le istanze degli operatori. Questa prassi, che dovrebbe essere la normalità, avrebbe dovuto consentire al suo Assessorato di concepire delle riforme intelligenti e propedeutiche al miglioramento della situazione. Purtroppo mi pare che sia stata soltanto un'operazione di facciata. Ben poco di questo, nella presente riorganizzazione, è stato richiesto dal territorio.
Qualche esempio. Mentre le centrali operative hanno bisogno di interventi di manutenzione, si decide di aprirne delle nuove (il mio Capogruppo ricordava quella di Novara) e di smettere di utilizzarne alcune sulle quali sono stati effettuati interventi importanti nel passato, con un utilizzo di denaro politico e di risorse.
Ancora: i mezzi di soccorso sono obsoleti e continuano ad esserlo nonostante la Conferenza Stato-Regioni abbia dettato delle linee di indirizzo che riguardano l'utilizzo delle nuove tecnologie. Dove, quindi l'efficienza che un piano di riordino deve possedere, quello che emerge mi pare che sia una grande confusione e la divisione tra Aziende locali e servizio del "118" non farà altro che peggiore la situazione, per non parlare dei costi destinati sicuramente a lievitare.
Come ricordava il mio Capogruppo, la Federazione dei Medici di Medicina Generale denuncia un aumento delle spese per gestire il servizio. E sono tecnici che parlano, dei professionisti.
Quella che ascolto in Consiglio regionale mi pare ormai una logora cantilena. Questa Giunta non riesce a creare un vero risparmio e a tirare fuori la sanità piemontese dal baratro in cui sta lentamente (o forse frettolosamente) scivolando.
Le risorse sono sempre più scarse e vengono effettuati tagli lineari e senza apparenti criteri logici. Per fare un esempio vicino al mio territorio, occorre andare indietro nel tempo di qualche mese: alla fine del 2012, si decise di chiudere l'Ospedale di Caraglio (CN), un nosocomio che era stato ristrutturato di recente, con una spesa di 2,2 milioni di euro, che si trovava in una posizione strategica per gli abitanti non solo della Val Grana, ma di intere vallate limitrofe. Quello che mi auguro, che ritengo necessario e perentorio, è quindi mettere in atto un dialogo vero con le minoranze in Consiglio e in Commissione, ma soprattutto con il personale che lavora con un'alta professionalità nel "118" della nostra regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Ho firmato la richiesta di convocazione di un Consiglio straordinario sulla tematica della riorganizzazione del servizio di emergenza territoriale perché, come i colleghi che l'hanno sottoscritta, sono contraria alla previsione del bando di mobilità per il personale, ma anche con la speranza che questa potesse essere un'occasione esplicita in cui confrontarci in ordine ad un segmento di organizzazione del sistema sanitario che ha caratteristiche molto particolari.
Spero che questo tipo di dibattito, accanto agli aspetti relativi alla puntuale segnalazione che alcuni colleghi hanno desiderato affrontare, ci metta nelle condizioni di ragionare esattamente sulle due caratteristiche specifiche del servizio del "118", che io identifico nei termini di sensibilità e visibilità.
Il servizio del "118" è uno dei servizi più sensibili dal punto di vista dell'allarme sociale, dal punto di vista dell'aspettativa sociale e anche dal punto di vista della tempestività e qualità dell'intervento assistenziale erogato; dall'altro lato, è quello più visibile. Non sempre è giusto che sia così, ci sono elementi di disfunzione o di eccellenza del nostro sistema che non godono dello stesso tipo di visibilità, ma certamente la visibilità del servizio "118" è quello che lo rende un terreno delicato anche per il decisore politico.
Quando poi la nostra stessa organizzazione è stata negli anni considerata un elemento di ausilio e di consulenza da parte di altre Regioni e collabora all'elaborazione delle linee di indirizzo che l'Agenzia nazionale dei servizi sanitari promuove - Agenzia nazionale che, ricordo controlla l'attività della Regione Piemonte - è evidente che i rapporti della politica con la direzione tecnica sono particolarmente delicati. E questo è l'unico appunto che voglio fare rispetto a relazioni di carattere personale tra politica e tecnica, intese come reciproche influenze sorvolando sugli aspetti che altri colleghi hanno affrontato in maniera esplicitamente diretta e forse, a mio modo di vedere, anche un po' eccessiva.
Venendo nel merito della questione, invece, che riguarda l'oggetto cioè l'opportunità del bando di mobilità e la questione del Dipartimento interaziendale, proprio per gli aspetti di sensibilità e di visibilità a cui facevo accenno prima, credo dovremmo, come decisori politici, assumere un punto di partenza nella riflessione su questa questione. Vale a dire che il servizio di emergenza territoriale è il punto di snodo tra l' ospedale e il territorio.
Le ragioni le capiscono tutti, è inutile che le ripercorra: se è un punto di snodo, necessariamente appartiene ad una rete, quindi non appartiene ad un confine, non appartiene ad un segmento, ma appartiene ad una rete e, per definire la propria efficacia, non può che relazionarsi agli altri punti della rete, quindi non può che avere costanti canali di comunicazione e costanti canali di permeabilità. Su questo credo che non ci siano discussioni dal punto di vista del merito da parte di alcuno.
Il tema è: come far diventare il punto di una rete un segmento non separato? Come fare a trasformarlo e migliorarlo dal punto di vista della qualità, oltre i livelli di merito che già ha (perché questo almeno lo dovremmo riconoscere), senza che il rafforzamento produca contemporaneamente una condizione di separazione? Ci sono molte questioni che si intrecciano su questa domanda e alle diverse questioni non è obbligatorio dare una risposta unica.
Una delle questioni: c'è chi sostiene che, proprio perché si è un punto della rete, proprio perché si deve agire nella logica della continuità proprio perché si opera nella relazione, non si debbano rafforzare e strutturare anche le competenze professionali che agiscono all'interno del servizio "118". Questa è la tesi di tutti coloro che sostengono, ad esempio, che il passaggio alla dipendenza (non mi riferisco alla dipendenza delle ASL, ma alla dipendenza come dipendenti del servizio sanitario regionale) da parte medici del "118" con i sistemi di concorso e di reclutamento pubblico che si sono negli anni effettuati sotto Amministrazioni diverse non fosse opportuno, che si dovesse procedere nella relazione di convenzione con i medici di medicina generale e che quindi quella scelta sia stata una scelta di per sé - qui agganciano tutti i dati sui costi di funzionamento del servizio - di per sé diseconomia.
Io, ad esempio, diversamente da questa tesi, ritengo che si possa essere punti di una rete dovendo rafforzare la continuità della prestazione e le competenze professionali specifiche dedicate e quindi difendo quel passaggio alla dipendenza. Questo significa dire che, poiché si è operata una scelta di quella natura, oggi si deve andare nella direzione, proprio per rafforzare e per qualificare, di costruire un'Agenzia regionale "118" o di fare l'Azienda sanitaria "118"? Credo che sarebbe sbagliata una decisione di questo genere (non lo credo oggi, lo credevo in tempi passati) e non a caso, quindi, le organizzazioni che riteniamo più funzionali a quell'idea di rete, di nodo della rete e di sistema che comunica al proprio interno sono decisioni che parlano sì di organizzazioni dipartimentali, ma di organizzazioni dipartimentali funzionali, dove il termine funzionale significa capacità di comunicazione e non dominio e padronanza esclusiva delle proprie funzioni e dei propri servizi.
Questo mi pare sia il tema del quale dobbiamo discutere: come applicare le linee guida nazionali che abbiamo voluto adottare con il Piano operativo, prima, e che poi sono state adottate dalla Conferenza Stato Regioni, andando nella direzione di rafforzare la rete, anziché di costruire dei comportamenti stagni.
Perché credo che il bando per la mobilità - quello di cui stiamo parlando adesso - che toglierebbe dalle dotazioni organiche delle singole Aziende per portare nella dotazione organica del Dipartimento interaziendale gli operatori medici e sanitari che attualmente operano nel "118", sia un elemento sbagliato nella contingenza e sia un elemento sbagliato rispetto alle prospettive future? Sbagliato nella contingenza. Quando ne abbiamo discusso in sede di IV Commissione in audizione a Novara, la motivazione che ci è stata data devo dire, come sempre esplicita e diretta - da parte di chi ha la responsabilità di organizzazione del servizio è stata: in un momento in cui le Aziende sottoposte al piano di rientro devono costantemente ridurre il proprio personale e non sono capaci di far fronte ai buchi che si producono in conseguenza dei piani di rientro, io devo garantire l'emergenza territoriale e salvaguardare gli operatori dedicati a questa funzione quindi ho bisogno che rispondano direttamente a me. E questo è un tema rilevante. È un tema grosso, che spiega alla classe politica quali sono le conseguenze non evidenti del piano di rientro.
Quando da questi banchi si diceva che 1.260 circa operatori in meno tagliati a causa dell'applicazione del piano di rientro e del blocco degli organici, avrebbero prodotto una devastazione, normalmente ci sentivamo dire che così si sarebbero tagliate le ridondanze e gli sprechi.
E allora, colleghi, non si può una volta dire che tutto è compatibile perché tanto si tagliano soltanto gli sprechi e si fa dimagrire il sistema e un'altra volta, quando poi si toccano segmenti particolari che ci stanno a cuore, urlare al fatto che ci vogliono le dotazioni organiche deputate.
Io, perlomeno, mi rifiuto di farlo.
Quindi, contro quel piano di rientro ero e contro le conseguenze di quel bando della mobilità indotto dal piano di rientro sono.
E c'è un altro elemento che nessuno richiama: poiché l'unica deroga relativa al personale prevista dal piano operativo di questa Amministrazione è quella del servizio di emergenza ed urgenza, accadrà che coloro che aderissero al bando, lasciando il loro posto nell'Azienda Sanitaria, non potranno rientrare nella loro Azienda, perché quell'Azienda non potrà fare assunzioni perché il piano di rientro non lo consente, se non per il personale di emergenza ed urgenza. E ancora, viceversa e simmetricamente, coloro che dal servizio del "118" volessero rientrare alla propria Azienda, con il passaggio al dipartimento interaziendale non potrebbero avere le sicurezze e la continuità di un rientro nell'Azienda di appartenenza.
Quindi, già solo per un fatto contingente, se non per un impianto di prospettiva, quel bando della mobilità è sbagliato ed inopportuno. Poi lo è anche per una ragione di prospettiva, ovvero per una convinzione da parte di chi parla - ma mi sembra di ritrovare la stessa non convinzione in numerosi altri colleghi - della inopportunità di andare in direzione dell'Azienda unica del "118", perché sarebbe il contrario di quella dimensione di rete e di relazione dalla quale sono partita, perché le esperienze regionali di Azienda unica non brillano nel contesto italiano.
Infatti, è possibile che, nel momento in cui si separa l'organizzazione anche economica di un'azienda dall'intero sistema, le modalità di controllo di gestioni e le modalità di controllo dei costi e dell'efficacia di quei costi possono essere resi più complessi. Soprattutto in un contesto in cui e chiudo con il punto dal quale sono partita - sensibilità e visibilità sono elevatissimi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Intervengo cercando di porre l'accento su una questione che ho già posto in passato in Commissione e, purtroppo, intervengo al solo fine di potere dire un domani: "Io, comunque, l'avevo detto".
Mi chiedo per quale motivo la Regione Piemonte è l'unica a gestire gran parte del servizio del "118" con una convenzione con le associazioni, con tutto il rispetto per le associazioni, perché il mio intervento non è contro le associazioni: il mio intervento non è contro i volontari, anzi è a tutela e a difesa dei volontari; il mio intervento non è contro i dipendenti, anzi a difesa e a tutela dei dipendenti.
Però mi chiedo: o questo personale viene assunto direttamente dal servizio sanitario o viene dato all'esterno, così come avviene in gran parte dei Paesi europei.
Probabilmente nella vostra Giunta e in questa maggioranza qualche liberale, secondo me, c'è. Quindi, la domanda che molte volte, cioè sempre noi ci poniamo e vi rivolgiamo è: dobbiamo fare efficienza e liberare risorse. E ogni volta non riusciamo mai a capire dove si possano liberare le risorse.
Qui ci sono decine e decine di milioni di euro sottratti, secondo me alla trasparenza, al merito e alla competizione del mercato.
C'è, secondo me, uno scarsa rendicontazione dei dati. Ho già fatto le verifiche, anche se il dottor Bono mi ha detto in Commissione che i conti sono tenuto in modo certosino e scientifico. Anche questo lo vedremo nella Commissione di indagine. Mi è stato detto: "Abbiamo uno schema di rendicontazione".
Assessore, le chiedo di ascoltarmi non per polemica, ma solo per gentilezza, perché voglio solo farle passare un concetto. Chiedo anche a qualche giornalista, se è presente, un po' di attenzione, perché sono delle materie complesse e difficili da spiegare, ma in queste difficoltà si nascondono tutta una serie di meandri, che quando vengono fuori, tutti dicono in modo sorpreso: "Ah! Ci sembra strano! Facevano addirittura in questo modo! Non è possibile!".
mai possibile che c'è uno schema di rendicontazione dettagliato che fanno le associazioni alle singole ASL, proprio in modo dettagliato scientifico e certosino, ma l'Assessorato nel suo complesso non riesce a dare risposte su richieste relative a numeri, a spese, ad assunzioni, ai rimborsi, su quanti volontari ci sono, su come vengono trattati i volontari? Non è possibile.
Le leggo solo un dato. C'è un punto dove si dice che viene assegnato alle associazioni il 4% dei costi complessivi. In pratica, questo 4% dei costi complessivi serve per fare formazione professionale ai revisori dei conti e al personale che deve presentare la rendicontazione, che è già dettagliata, ogni anno.
Quindi, glielo leggo: "Sarà riconosciuto a favore del comitato regionale il 4% del totale dei costi fin qui elencati calcolati sul totale dei costi definiti a consuntivo dei singoli comitati locali. A fronte di detto importo, il comitato regionale si impegna a..." e continua spiegando il tutto.
In pratica, lei e noi diamo il 4% del costo complessivo a persone che devono fare una formazione per presentarci la rendicontazione. Questo lavoro lo fa telefonicamente un ragioniere in un'impresa privata. Il privato chiama il ragioniere e dice: "Senti, gentilmente, me la dettagli così?". Noi invece spendiamo il 4% dell'importo complessivo per formarli ogni anno.
Sono un po' sconcertato! Una domanda, e concludo, perché il tema è molto complesso ed è difficile spiegarlo per chi non ha avuto modo di leggere questi documento.
La domanda è: lei sa quanto costa al mercato affidare questo ad una società? Ci sono delle multinazionali - ad esempio in Spagna e in tanti altri Paesi d'Europa - che possono assolvere a queste funzioni.
Oggi l'Assessorato non sa ancora se e quanto costerebbe questo servizio. Almeno faccia una gara, seppur finta, per capire effettivamente quanto il mercato richiede per assolvere a queste funzioni, dopodich continui, se è una volontà della Giunta, a fare delle convenzioni.
lunga la lista delle osservazioni in merito. Questo intervento l'ho voluto fare solo perché sono sicuro e certo che quando approfondiremo le modalità con le quali vengono verificati tutti i costi e i calcoli delle convenzioni, secondo me ci saranno probabilmente delle sorprese.
Un giorno magari le dirò "Si ricorda, Assessore? Quella volta gliel'avevo detto!".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Assessore, come vede questa deliberazione ha richiamato l'attenzione di tutti in quest'Aula e mi fa piacere.
Intanto il mio intervento sarà veloce, perché non voglio rovinare i bellissimi interventi che i colleghi poc'anzi hanno sostenuto.
Vorrei fare un richiamo al famoso "118" che va riorganizzato, ne sono certo, con serietà e impegno, perché dobbiamo essere costruttivi e non distruggere l'esistente. Dobbiamo salvaguardare l'efficienza di un Piano di riordino vero, così come applicare questa funzione offrendo un miglior servizio ad un minor costo. Questa gestione, caro Assessore Cavallera Assessore che stimo moltissimo, va gestita direttamente, quindi si assuma le proprie responsabilità.
Alcuni colleghi hanno tirato in ballo argomenti importantissimi. Uno di questi è il Consigliere Tiramani, con cui non sempre concordo; un altro è il Consigliere Ronzani. Ma dal "118" dipende la vita o la morte di una persona o più persone. Quanti di noi hanno vissuto questi momenti e, in pochi minuti, hanno visto morire una persona amata? Di esempi ne abbiamo tutti da fare.
Questo per dire che la centrale operativa di Novara va bene, dobbiamo cercare di risparmiare e non dire "ormai è fatta, purché funzioni bene". Ma una sola sala, un solo centro operativo non è sufficiente. I chilometri vanno misurati, come ha detto bene il Consigliere Ronzani, non in chilometri lineari, ma in chilometri di un percorso di montagna.
Dobbiamo cercare, anzitutto, di garantire la migliore gestione, per dobbiamo deciderlo noi perché è un discorso politico, Assessore, quindi non si lasci influenzare da altri. So che lei è un Assessore attento, sono convinto che anche oggi lei ce la farà a trovare questa organizzazione. Il mio vuole essere un richiamo a rivedere questa delibera, anch'io sono firmatario di un ordine del giorno.
Il Gruppo dell'UDC vuole richiamare la sua attenzione affinché si riveda questa delibera, in modo che si lasci questo Consiglio con un sorriso e tutti possiamo dire: "Abbiamo lavorato bene".
Tutti quanti abbiamo detto che così com'è non funziona, ma vogliamo come diceva il Consigliere Laus, metterci sulla strada giusta. Solo questo è il mio auspicio.
Assessore, ci ripensi, rifletta e, se è il caso, ne parleremo ancora.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Motta Massimiliano; ne ha facoltà.



MOTTA Massimiliano

Grazie, Presidente.
Come componente della maggioranza, vorrei che il mio intervento venisse compreso nel modo più interlocutivo e possibilista nel trovare un accordo su una problematica che abbiamo tutti quanti potuto comprendere, facendo anche dei sopralluoghi in loco. Si tratta di problema sentito sul territorio, sentito in maniera molto forte.
Credo che chi oggi ha manifestato fuori dal palazzo, anche presentandosi in maniera forte con le divise del "118", non abbia voluto sfidare l'istituzione. Credo abbia voluto riportare, nell'immagine collettiva, un sistema riferito al cittadino che ha bisogno di un intervento in emergenza.
Come maggioranza, ci dobbiamo chiedere se c'è qualcosa che, in tutto questo sistema, nel tempo, è stato perso di vista o, perlomeno, non è più sotto le linee guida di questo Assessorato. La mozione che abbiamo presentato era la sintesi delle preoccupazioni che abbiamo evidenziato nell'ambito di un tentativo di integrare le professioni con il sistema di cura territoriale; la condivisione del sistema di emergenza ospedaliera rispetto ai protocolli clinici terapeutici.
Cercavamo di focalizzarci sulla reale missione del sistema del "118".
Alcuni colleghi hanno già ricordato che la missione territoriale delle situazioni di emergenza-urgenza e la loro efficacia-efficienza la trovano nella stretta collaborazione con il territorio, con i componenti della medicina territoriale e con quella ospedaliera. È proprio su questa integrazione che abbiamo richiesto uno sforzo all'Assessorato, nel tentativo di modificare la delibera di istituzione del Dipartimento interaziendale del "118", motivando che tale integrazione andava più rafforzata.
All'interno della discussione si sono aggiunte altre argomentazioni quale quella del personale, che è sicuramente altrettanto importante da tenere in considerazione.
La mozione è abbastanza chiara. Tutta la delibera è sicuramente orientata verso l'omogeneità organizzativa, verso il perseguimento dell'equilibrio economico del sistema sanitario regionale e per tentare di garantire l'omogeneità delle prestazioni.
Tuttavia, riteniamo che tutto quello che è successo in questo periodo vale a dire questo forte controllo da parte di Roma nei confronti dei nostri conti, si deve limitare al controllo dei conti, ossia non deve, in nessun modo, interferire rispetto alla organizzazione dei vari sistemi, sia quello ospedaliero sia, in questo caso, quello della parte del sistema dell'emergenza. Il voler riportare solo e meramente l'impossibilità di trovare una sintesi tra quello che, comunque, l'Assessorato pensa e quello che, comunque, noi oggi siamo qui a richiedere, esclusivamente ad una necessità di arrivare al tavolo romano con la consapevolezza che quella organizzazione proposta a suo tempo non veniva modificata, altrimenti i costi non sono più sotto controllo, è per noi un binomio - scusate il termine un po' forte - non accettabile.
Credo che l'organizzazione debba essere un qualcosa che, da parte nostra, per scelta politica, debba essere sotto controllo; il sistema dell'emergenza deve essere il più integrato, come dicevo prima, con il territorio e con la rete ospedaliera, quindi quella dei DEA e dei pronto soccorso. Nessuno venga spogliato dei principi, che oggi vorrei ricordare e delle funzioni dei medici di emergenza.
Le funzioni dei medici di emergenza sanitaria - lo scriviamo anche nella nostra mozione - dovranno essere assolutamente garantite attraverso il rispetto di alcuni principi fondamentali: il forte legame al territorio di competenze, la piena integrazione delle forme complesse della medicina generale e la gestione diretta da parte delle Aziende Sanitarie.
Credo che questo concetto non vada contro qualsiasi obiettivo di risparmio, né contro alcun principio dettato dalla legge Balduzzi. Ritengo semmai, che si vada ad inserire in quelle che sono le funzioni che dobbiamo garantire attraverso il sistema dell'emergenza.
Di questi tempi ci siamo sentiti ripetere più volte che il sistema dell'emergenza territoriale del "118" è privo di controllo. Noi non lo crediamo, ma riteniamo sicuramente che talvolta svolga dei compiti che non sono propriamente del sistema del "118": penso all'ambito degli acquisti o ancora, all'ambito della contrattazione dei dipendenti, che invece dovrebbero essere riportati ad un contesto più di strategia di Assessorato.
Comprendo che ogni segnale che diamo da quest'Aula possa essere interpretato in maniera non corretta da coloro che comunque ci controllano.
Ma chi è deputato a controllarci, deve controllare i conti, non come ci organizziamo. Perché se dall'organizzazione che ci diamo garantiamo comunque determinati risparmi che ci vengono richiesti, questa organizzazione può essere tranquillamente deliberata senza alcun tipo di problema.
La mozione che abbiamo presentato rimane comunque in piedi rispetto alle richieste che c'erano, sperando di riuscire a trovare un momento di sintesi. Abbiamo sicuramente superato quello che poteva essere un problema: mi riferisco all'istituzione di un'unica centrale del "118" (poteva esserci, un problema di cattiva interpretazione), quindi è corretto, da parte dell'Assessorato, parlare di una costituzione di un numero unico tra quelle che sono le finalità di coordinare tutte le fasi necessarie al suo avvio e il successivo sviluppo. Chiaramente, nel periodo in cui verrà istituito questo nuovo numero unico - che ci metterebbe alla pari con quelli che sono gli altri Paesi e Regioni che hanno già utilizzato questo sistema, traendone dei vantaggi - sarà riorganizzata questa parte del "118".
Riteniamo assolutamente importante l'istituzione, presso la Direzione Sanità, di un coordinamento della parte del "118" e del sistema di urgenza ospedaliera, che abbia proprio il compito, come dicevo prima, di riportare a sé le linee guida e i protocolli operativi, finalizzati alla massima integrazione tra i due sistemi, verificandone chiaramente l'attuazione.
A tutto questo c'è da aggiungere la questione del personale di cui si è già discusso. Condivido l'intervento del collega Tiramani, che, sia pure con una certa animosità, ha espresso perfettamente le considerazioni che abbiamo raccolto nel corso dei vari sopralluoghi.
Per concludere, vorrei richiamare l'attenzione su questa proposta, nel tentativo di riportare nei termini corretti i ruoli di ogni singolo soggetto, la Regione e il sistema dell'emergenza e urgenza del "118".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Cercherò di non ripetere molte delle cose che sono state dette dai colleghi che mi hanno preceduto, anche per evitare sterili ripetizioni.
Cercherei, piuttosto, di fare il punto della situazione, se posso permettermi, con l'Assessore Cavallera.
Questa discussione è sicuramente utile - il collega Negro ha detto che era pure piacevole, però siamo di fronte quasi a dei fatti compiuti, perch la delibera è stata approvata il 28 dicembre del 2012. Quindi dobbiamo capire, a questo punto, se la richiesta che avanzano i Consiglieri regionali...
Comunque sono sempre dell'idea che lei e i suoi predecessori vi sareste risparmiati molti problemi se aveste discusso le delibere prima in Commissione - questo concetto lo rinnoviamo ogni volta - perché noi arriviamo a sapere che le delibere sono state approvate qualche giorno dopo, senza avere la possibilità di una discussione nel merito.
Ci troviamo, quindi, un pochino irritualmente, dieci mesi dopo, tirati anche per la giacchetta dai lavoratori - giustamente, perché dobbiamo rendere conto ai dipendenti del servizio pubblico sanitario regionale e ai lavoratori - a discutere di una delibera già approvata.
Il bando di mobilità volontaria, per fortuna, ad oggi non è stato ancora attivato.
Bisognerà poi capire se gli ordini del giorni saranno approvati: uno richiede che ci vengano forniti i dati in Commissione, dal momento che persiste anche un problema di accesso ai dati, come hanno sollevato alcuni Consiglieri. Abbiamo fatto una marea di richiesta di accesso ai dati (penso tutti i singoli Gruppi), ma non ci è stata data risposta.
Un ordine del giorno, quindi, chiede l'accesso ai dati per giudicare ex post, cioè una volta che è fatto il bando di mobilità volontaria, quali sono i costi del Dipartimento interaziendale, quali sono le ricadute dal punto di vista occupazionale e della copertura dei posti vacanti.
Un'altra mozione chiede una cosa più precisa, ovvero modificare la DGR in pratica, deliberare un nuovo documento che va a modificare la DGR, sia sulla struttura dipartimentale interaziendale (con la previsione di un coordinamento interaziendale) e di sostituire il bando di modicità volontaria con la possibilità di mantenere quella che è la realtà attuale.
Bisogna capire se c'è oggi la possibilità di ritornare in Commissione.
Sgombriamo dunque il campo dalle lunghe discussioni che sono state fatte su tutta una serie di questioni, come l'efficacia e l'efficienza del "118" che saranno comunque oggetto di altre discussioni in Commissione, perch oggi dobbiamo decidere se è possibile ritornare in Commissione, ovviamente non per eliminare la delibera, perché avrebbe poco senso, ma per modificarla almeno nelle parti che sono state evidenziate e che sono abbastanza condivise anche dai Gruppi della maggioranza.
Per tornare alla questione dei dati - sempre nel tentativo di fare sintesi - vorrei ricordare che nel corso dell'audizione a Novara, alla quale hanno partecipato nove Consiglieri, abbastanza rappresentativi di tutti i Gruppi consiliari, ci sono state dette delle cose ben precise dal dottor Bono, che - lo specifico - non è mio parente ma solo un omonimo.
Innanzitutto è stato detto che questa delibera - e il relativo bando di mobilità volontaria - è stata fatta per evitare che le aziende, trovandosi col cappio al collo a causa del blocco del turnover e del tetto della spesa, non richiamino indietro i lavoratori qualora si optasse per la scelta del comando funzionale.
Questa è stata la motivazione che ci è stata detta.
Chiedo quindi all'Assessore e alla Direzione - oggi in Aula, poi in Commissione - di specificarci se questo è un dato fattibile. Ho fatto una richiesta di accesso agli atti per capire, ASL per ASL, quanto personale che era stato messo già in comando funzionale è stato richiamato nei precedenti anni, quindi, avere una statistica, anzitutto. E poi vorrei capire se, nel contratto in cui si fa il comando è possibile inserire che tassativamente queste persone non possono essere richiamate dal servizio "118" a coprire dei "buchi" che sono presenti nelle ASL.
semplice: la risposta è sì o no, non ci sono grandi possibilità.
Se al risposta è sì, avremo già comunque risolto molti dei problemi perché basterebbe mettere questo punto nel contratto di comando ed evitare la problematica che è stata avanza dal dottor Danilo Bono, quindi, la problematica del richiamo del personale in comando.
Anch'io, come la collega Artesio, dico che, secondo me, è meglio avere personale dipendente piuttosto che in convenzione, però questa è una valutazione, ovviamente, politica, per avere appunto la possibilità di organizzare anche meglio il servizio sanitario e per una serie di questioni anche dal punto di vista della tutela dei lavoratori.
L'altra questione che era stata avanzata, in questo caso dall'opposizione o dai commissari che erano presenti a Novara, è quella dell'utilizzazione del personale. È stato detto che il personale del "118" lavora anche a coprire dei "buchi" all'interno delle ASL.
Questo è stato smentito dal dottor Danilo Bono. Ho sentito dei miei colleghi del "118" e mi hanno detto che questa prassi di coprire in pronto soccorso i codici verdi non è più seguita. Noi abbiamo bisogno, se non in casi limitati (mi sembra abbiano detto nell'ASL VCO) di dati, perché non possiamo discutere così, per sentito dire. Dati, Assessore Cavallera! Cioè informazioni precise su quanti e quali, su che numero di turni il personale del "118" va a coprire dei posti vacanti, dei vuoti negli organici delle ASL.
Questo è un altro punto fondamentale. Perché il dato del costo del personale dipende anche da questo, cioè se è vero che nel momento in cui il personale non accettasse la mobilità volontaria per i motivi che sono stati esposti, quindi per i motivi che comunque riguardano più i sindacati che i Consiglieri regionali, si dovesse optare per assumere nuove persone paradossalmente, sia nel servizio "118", per coprire quelli che non passano, sia magari negli ospedali e nelle ASL, perché il personale copriva delle funzioni vacanti nell'ASL.
Quindi, due cose molto semplici. Le chiedo di essere chiaro e preciso.
Se mi dice che queste risposte ce le può dare oggi, sia chiaro e preciso.
Se mi dice che oggi non ha i dati precisi, le chiedo di rispondere alle numerose richieste di accesso agli atti. La collega Spagnuolo sicuramente le ha accolte e recepite, perché le ha lette in Commissione, ma che ce lo venga a dire in Commissione. Così almeno possiamo fare veramente un servizio alla Regione Piemonte, al Servizio Sanitario Regionale e ai lavoratori. Se no, continuiamo a discutere di aria fritta, nel senso che ognuno porta quello che ha sentito da una parte o dall'altra, ma non riusciamo a capire in effetti quali e quante conseguenze porti questa deliberazione.
Chiudo dicendo che ben venga l'ordine del giorno o mozione del collega che firmerò, cioè la richiesta dei dati e l'accesso agli atti, per formalmente chiedo che venga accolta una sospensione sulla predisposizione del bando di mobilità volontaria. Quindi, voterò a favore di ordini del giorno che prevedono questo dato, poiché sono fondamentali. Non riduciamoci, come dice anche qualche collega della maggioranza, a fare i Consigli straordinari per perdere tempo e per sprecare soldi, perché non è così che devono essere ovviamente svolti i Consigli straordinari: devono essere convocati su questioni fondamentali e strategiche, considerate veramente importanti, per dare delle risposte che possiamo portare nel territorio come Regione e non come singoli politici che fanno campagna elettorale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Colleghi, se l'Aula acconsentente, abbiamo ancora un intervento del collega Boeti, che vorrei farglielo svolgere, perché nell'ultima seduta è stato cortese a rinunciare a un intervento.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Allora, ascoltiamo l'Assessore e poi continueremo in un'altra seduta perché vi sono tre iscritti a parlare. Abbiamo anche un appuntamento all'una.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Chiedo che questa discussione si chiuda nella seduta odierna.
Abbiamo un'audizione alle ore 13, ma nel pomeriggio possiamo andare avanti con gli ultimi interventi e con la votazione dell'ordine del giorno.
Vedo che l'Assessore scrolla la testa. Il Consiglio regionale è incominciato alle 11.20 e non per colpa delle opposizioni! Okay? Quindi, si va avanti oggi pomeriggio! Non è pensabile che la tattica sistematica dell'Assessore Cavallera sia, tutte le volte che poniamo dei problemi, quella di diluire la discussione all'infinito!



PRESIDENTE

Questa è una sua autorevole posizione, di cui la Presidenza terrà atto.
Il Presidente sono io e me ne assumo la responsabilità: l'Assessore Cavallera non c'entra. Oggi, per "enne" ragioni, il Consiglio è cominciato in ritardo.
Allora, faccio questa proposta: ascoltiamo il collega Boeti, poi abbiamo l'audizione alle ore 13. Alle 14.30 riprendiamo i nostri lavori con la Conferenza dei Capigruppo e vedremo come organizzare il prosieguo dei lavori.
Pertanto, ascoltiamo il Consigliere Boeti; alle 14.30 ci sarà la Conferenza dei Capigruppo e decideremo.



(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

Mi scusi, ho detto che la sua proposta sarà tenuta in conto. Mi sembra giusto che, poiché avevamo fatto la programmazione alla luce di quanto è avvenuto, alle ore 14.30 faremo una Conferenza dei Capigruppo e decidiamo il da farsi.
L'alternativa è, se l'Aula acconsente, di continuare i nostri lavori fino alle ore 13.30 e non c'è nessun tipo di problema. L'Aula è sovrana.
Però non posso fare il boia e l'impiccato, bisogna decidere il da farsi con una ri-programmazione.
La parola al Consigliere Boeti.



(Commenti del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

Per favore, ha già espresso la posizione in maniera molto chiara il suo Capogruppo. Mi sembra di aver dato una risposta corretta. Alle 14.30 vedremo il da farsi.
La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Intervengo, Presidente, scusandomi per il ritardo, ma ero impegnato in ospedale. Vorrei che l'Assessore ascoltasse, altrimenti sospendiamo qui e riprendiamo nel pomeriggio.



PRESIDENTE

Noi siamo in cinquanta, l'Assessore è da solo. Ha avuto un piccolo problema di un minuto. Adesso torna.



BOETI Antonino

Allora aspettiamo, Presidente. Non c'è problema. Non ho fretta. Quello che dovevo fare l'ho fatto.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.54 riprende alle ore 12.55)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego, Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Credo, Presidente, che un'ora e mezza di discussione su un argomento così importante come è quello del "118", all'interno del Consiglio regionale, sia perlomeno inevitabile.
In questi giorni, Assessore Cavallera, abbiamo fatto la nostra parte ovviamente di oppositori al Governo regionale, presentando i dati relativi alle liste d'attesa. Abbiamo discusso ieri in una conferenza stampa di quello che riteniamo essere, ovviamente da parte nostra, il fallimento delle politiche regionali del centrodestra e abbiamo notato, ovviamente e legittimamente dalla vostra parte, un po' di risentimento, diciamo così: l'Assessore Cavallera ci ha accusati di scorrettezza rispetto alle questione delle quali ci occupiamo. Poi, qualcuno ha aggiunto naturalmente quello che è stato il motivo centrale di questi ormai quasi quattro anni di legislatura: siamo costretti a comportarci in questo modo perché ci avete lasciati in un mare di debiti.
Assessore Cavallera, se andiamo a valutare le ragioni per le quali avete fallito, quasi nessuna di queste è legata a questioni economiche! Faccio questa premessa perché anche il "118" rientra in questa categoria.
Non era legata a questioni economiche la questioni delle Federazioni, anzi ci è costata un milione e mezzo di euro e non hanno concluso niente! Ieri nella Commissione che si occupa degli acquisti di SCR abbiamo visto svolgersi un altro pezzo dell'indifferenza delle ASL da voi guidate guidate dai vostri Direttori generali, rispetto a quelle che erano le linee programmatiche del Governo regionale sugli acquisti collettivi.
Venerdì 25 ottobre, Assessore Cavallera, andrò a Reggio Emilia ad un incontro con il Direttore generale dell'ASL capofila che si occupa degli acquisti collettivi per l'Emilia Romagna, modello e progetto che avevamo presentato. Se qualcuno di voi avesse avuto voglia di andare a vedere come facevano gli altri, probabilmente ci saremmo evitati le Federazioni.
La questione del fondo immobiliare non ha partorito niente; non sappiamo ancora se sarà messo in campo e non c'entra con la crisi economica che ha investito la nostra regione.
La questione dell'emodinamica non è una questione economica, ma organizzativa e sanitaria, rispetto alla quale, da specialisti e da competenti del mestiere, siete stati costretti a fare marcia indietro.
Lo stesso discorso vale per il "118". Se in questi quattro anni aveste scelto la strada del confronto con i professionisti, del dialogo con i territori, del confronto in Commissione sanità e anche in Aula (perch essendo un'Assemblea legislativa era inevitabile), probabilmente non avreste toppato, come avete fatto, su tutta la linea, indipendentemente dalle questioni economiche che vi riconosciamo essere state un problema. Ma non avete sbagliato nelle questioni economiche, avete sbagliato soprattutto nelle questioni di principio e nell'ottusità - non è riferito a lei Assessore, di cui ho grande rispetto - politica del confronto con i territori.
Lo stesso ragionamento vale per il "118". Identico! Oggi siamo in Aula con una mozione di indirizzo presentata dalla sua maggioranza, ma mi sembra, Consiglieri Carossa e Motta, di vedere un film già visto: l'emodinamica.
esattamente lo stesso. Sull'emodinamica vi era stato detto, da questa maggioranza oltre che da noi, che stavate sbagliando, ma voi siete andati avanti fino ad un certo punto.
Oggi siamo nella stessa identica situazione. Mi piacerebbe capire Assessore Cavallera, come riuscirete ad uscire da questa questione.
Nonostante fosse stata depositata una mozione della vostra maggioranza che diceva che rispetto al "118" stavate sbagliando, che le centrali operative quarta e sesta avrebbero fatto aumentare i costi e che il fatto di interrompere - capisco che questa parola vi sfugga - la continuità territoriale dei servizi che oggi è garantita da questo modello organizzativo, sarebbe stato un errore, l'Assessore Cavallera, come se niente fosse, come il migliore Monferino del tempo passato, approva un decreto della Giunta che, invece, istituisce il bando pubblico che dovrebbe definire la realizzazione del progetto che vede il personale del "118" assestante, rispetto invece a questa continuità delle cure che noi abbiamo sempre detto essere stata, nella nostra Regione, una delle ragioni di un sistema sanitario che è stato, prima di voi e indipendentemente dalle questioni economiche, un sistema sanitario disponibile ed amico dei cittadini.
Noi siamo disponibili, sulla scorta della mozione presentata dalla maggioranza, a discutere anche del numero delle centrali operative. I colleghi Motta e Carossa, primi firmatari, ritengono che una possa essere sufficiente. All'interno della Commissione, o in tutti i posti in cui l'Assessore Cavallera riterrà che si possa discutere di questa questione noi del PD siamo disponibili a confrontarci.
C'è stata una categoria di medici, Assessore Cavallera, che in questi quattro anni avete ignorato completamente: i medici di famiglia. Avrebbe dovuto essere la seconda gamba, come diceva il Presidente Cota, che ha dimostrato spesso di essere, più che un ortopedico che si occupa di gambe un ginecologo, perché poi non ha capito quali erano le gambe cui faceva riferimento.
Tutta questa categoria vi sta dicendo - credo che abbiano discusso e si saranno confrontati con i colleghi di maggioranza quando hanno presentato la mozione - che il sistema che state mettendo in piedi è un sistema che non regge, perché interrompe quella continuità delle cure che è stata ripeto, una ricchezza per la nostra Regione.
Assessore Cavallera, evitiamo di fare il film "Emodinamica 2, la vendetta". Tutti ci aspetteremmo un po' di umiltà da parte sua, e che dicesse: "Ritiro il bando che abbiamo emanato, ci confrontiamo, torniamo in Commissione sanità e con maggioranza ed opposizione siamo disponibili a confrontarci su questo argomento". Altrimenti ho paura - coltivo anche la speranza, naturalmente - che finirà sempre allo stesso modo.
Cavallera, c'è una sola cosa che in questi quattro anni avete detto che avreste fatto e che avete fatto: la chiusura dell'Ospedale Valdese. Di questo, però, non vi potete vantare.



PRESIDENTE

Oggi alle 14.30 è convocata la seduta di Consiglio regionale, che aprirà, come concordato, anche in assenza del numero legale, per la trattazione del sindacato ispettivo all'o.d.g. Si tratta di interrogazioni ed interpellanze dei signori Consiglieri, a cui verrà data risposta dalla Giunta regio nale.
Condizione essenziale, com'è noto, che siano presenti gli interroganti e ovviamente la Giunta per la parte della risposta.
Procederemo quindi all'apertura della seduta con la commemorazione dei caduti sul lavoro dell'anno 2012.
La seduta poi sarà sospesa per la Conferenza dei Capigruppo, nella quale decideremo come proseguire i nostri lavori, come concludere la seduta straordinaria e come affrontare i lavori della seduta ordinaria.
Ricordo che adesso, presso la Sala Viglione, al primo piano, verrà ricevuta la delegazione della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, la FIMG.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.04)



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