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Dettaglio seduta n.38 del 05/10/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO

Alle ore 14.34 ha inizio lo "Svolgimento interrogazioni a risposta immediata"



(art. 100 del Regolamento consiliare)


Argomento: Personale del servizio sanitario - Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 190 del Consigliere Boeti, inerente a "Taglio del contributo per l'abbonamento ai mezzi pubblici penalizza i lavoratori dell'Ospedale Molinette di Torino" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento del Consiglio regionale, l'interrogazione a risposta immediata n. 190, presentata dal Consigliere Boeti, che ha facoltà di parola per l'illustrazione. La risposta sarà dell'Assessore Maccanti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Il caso vuole che sia sempre l'Assessore Maccanti a rispondere alle mie interrogazioni; tuttavia ricordo, per correttezza, che ieri l'Assessore Ravello mi ha telefonato per informarmi che oggi non avrebbe potuto essere in aula, perché doveva recarsi a Roma. L'interrogazione ha l'obiettivo di capire che cosa intenda fare l'Amministrazione rispetto alla mancata emissione del bando che consentiva alle Aziende di usufruire dei finanziamenti regionali a favore dei dipendenti per l'acquisto degli abbonamenti a prezzi agevolati per i mezzi del trasporto pubblico locale.
La mancata apertura del bando fa sì che circa 16 mila lavoratori di enti pubblici e di aziende private (tra questi 1.600 lavoratori delle Molinette di Torino) rimarranno privi dell'abbonamento. Quindi, si presume che o compreranno l'abbonamento pagandolo per intero, oppure andranno a lavorare con la propria autovettura; voglio ricordare che si tratta di una zona già particolarmente congestionata, nella quale la qualità dell'aria non può certamente essere straordinaria. Infatti, nella zona delle Molinette insistono più ospedali ed è una zona dove maggiormente si concentra l'attività umana.
Quando il governo di centrosinistra ha definito un accordo - mi pare con il Ministero dell'ambiente, naturalmente anche fornendo risorse proprie, l'obiettivo era di incentivare questi lavoratori con uno sconto sul prezzo complessivo dell'abbonamento, a lasciare l'auto a casa e usare i mezzi pubblici. Cosa che si può ancora fare a Torino, perché, per esempio è più difficile per i cittadini che provengono da fuori città.
Rilevo che nel territorio in cui abito continuiamo a costruire tangenziali e strade a destra e a sinistra - che finiscono, comunque, con l'essere sempre congestionate - che contribuiscono a che l'inquinamento raggiunga livelli stratosferici. Per quanto riguarda quel territorio ci sarebbe la possibilità di diminuire l'accesso a Torino, per esempio completando il tratto di metropolitana fino a Rivoli, ma il Governo è impegnato con altre cose ed evidentemente non è sensibile a queste problematiche.
Quindi, la mancata emissione del bando, il taglio che la Giunta regionale intende realizzare pesa in maniera grave sui lavoratori di queste aziende e porta, come obiettivo finale, di aumentare il livello peraltro già piuttosto elevato dell'inquinamento della città - come succede in tutte le città nelle quali il trasporto pubblico non è adeguato alle esigenze di una città moderna, soprattutto considerando che a Torino giungono molti cittadini dalle aree limitrofe.
Concludo e spero che l'Assessore risponda all'interrogazione nel modo con il quale le 16 mila persone si aspettano; diversamente spiegheremo ai cittadini di questa regione che l'ambiente non è cosa che riguarda questa Giunta regionale!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
L'incentivazione dell'utilizzo del trasporto pubblico locale per studenti universitari e lavoratori, in attuazione dello Stralcio di Piano per la mobilità, è stata avviata dalla Giunta regionale nel novembre 2007 per consolidare le azioni di mobility management nei luoghi di lavoro, per fidelizzare lavoratori e studenti universitari all'utilizzo del trasporto pubblico locale in sostituzione del veicolo individuale, ai fini di ridurre le percorrenze e le conseguenti emissioni inquinanti.
L'intervento "Titoli di viaggio" è, infatti, contemplato nell'ambito dei progetti individuati, con DGR del 30 luglio 2007, a sostegno delle azioni del Piano regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell'aria, da realizzare attraverso la stipula dell'accordo previsto dal Decreto del Ministro dell'ambiente il 16 ottobre 2006 dal titolo "Programma di finanziamenti per le esigenze di tutela ambientale connesse al miglioramento della qualità dell'aria e alla riduzione delle emissioni di materiale articolato in atmosfera nei centri urbani".
L'Accordo, sottoscritto in data 31 gennaio 2008 tra la Regione Piemonte, il Comune di Torino e il Ministero dell'ambiente e della tutela del mare, assegna alla realizzazione di tale intervento un finanziamento statale pari a 4.000.000 di euro a fronte di un cofinanziamento regionale pari a 4.689.776,98 euro.
L'incentivazione per studenti universitari si è rivolta agli iscritti agli Atenei piemontesi e ha messo a disposizione un contributo pari al 33 del costo di acquisto degli abbonamenti annuali o plurimensili emessi, per quel che riguarda gli studenti universitari, dalle diverse Aziende che gestiscono i servizi di trasporto pubblico locale in Piemonte.
L'iniziativa è gestita da EDISU (Ente Diritto allo Studio Universitario) che provvede al rimborso del contributo regionale alle aziende di trasporto pubblico locale che emettono gli abbonamenti in questione già scontati oppure direttamente agli studenti.
Gli esiti dei primi due Anni Accademici nei quali si è sviluppata l'iniziativa hanno visto crescere sensibilmente le adesioni dai circa 18.600 abbonamenti studenti contribuiti nell'A.A. 2008/2009 ai circa 26.000 dell'anno scolastico 2009-2010, mentre è in fase di partenza il proseguimento della medesima nell'attuale A.A. 2010-2011.
Per l'incentivazione per i lavoratori la Regione Piemonte ha messo a disposizione un cofinanziamento pari al 33% del costo d'acquisto degli abbonamenti annuali nominativi a favore dei lavoratori degli Enti e delle imprese pubbliche e private aventi sede di lavoro in Piemonte e che assicurassero a loro volta una partecipazione finanziaria all'iniziativa con una quota non inferiore al 20% del costo degli abbonamenti in parola.
L'incentivazione è stata messa a disposizione degli Enti e delle imprese mediante tre bandi ed è ancora in corso la rendicontazione del terzo bando lavoratori, bando al quale, ancorché sollecitata, non risulta abbia partecipato la Città di Torino.
Le risorse disponibili nell'esercizio in corso hanno permesso di arrivare, con uno stanziamento pari a 700.000 euro interamente a carico della Regione Piemonte, all'incentivazione del terzo Anno Accademico per gli studenti universitari, ma non hanno permesso l'attivazione di un quarto bando per i lavoratori. Quindi, la Giunta regionale ha operato una scelta che, sulla base di un'analisi dell'attuale contesto socio-economico, ha portato a privilegiare gli studenti universitari categoria generalmente senza reddito e nei confronti della quale una simile forma di sostegno è pienamente giustificata.
Inoltre, rispetto all'allarmismo di cui siamo venuti a conoscenza da alcuni organi di informazione, auspichiamo che questo non sia stato frutto di pretestuose strumentalizzazioni, dal momento che riteniamo sia ingiustificato in quanto, essendo la misura principalmente di carattere educativo e finalizzata alla sensibilizzazione della popolazione all'uso del mezzo pubblico, questa non potrà assumere necessariamente carattere strutturale, ma dovrà essere misurata di volta in volta con le disponibilità dell'Ente.
Segnaleremo comunque al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare il complessivo successo dell'iniziativa e questa Giunta chiederà nel contempo di valutare la possibilità di estendere la misura con un'adeguata copertura finanziaria. Ma per dovere di correttezza si precisa che la scelta rispetto alle categorie da sostenere dovrà essere attentamente valutata in base alle reali necessità della comunità anche mettendo in discussione diritti che non possono ritenersi acquisiti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 191 del Consigliere Placido inerente a "Situazione occupazionale Omnia Service Center " (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento del Consiglio regionale proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 191 presentata dal Consigliere Placido.
La parola per l'illustrazione al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
una delle tante crisi di cui l'Assessore si sta occupando e che conosce benissimo: in questo caso, parliamo della situazione occupazionale di Omnia Service Center. So che in questi giorni (ieri, per l'esattezza) c'è stato un incontro; intanto, vorremmo notizie su "com'è andato", ma soprattutto chiediamo all'Assessore Porchietto notizie sulla situazione, che pu sembrare incredibile e d'altri tempi: in un'azienda in situazione di difficoltà - si tratta di capire il motivo e di chi sia la responsabilità nel momento in cui si presenta un commissario giudiziario per ritirare le chiavi e staccare gli impianti, vengono anche tranciati i cavi.
Una volta si sosteneva che queste cose le facevano i "padroni del vapore": sembra di tornare indietro di alcuni decenni.
La crisi e la situazione di difficoltà sono evidenti, però certi atti non sono tollerabili. Al di là della risposta e degli interventi della Regione sull'argomento da parte dell'Assessore, vorrei anche sapere che cosa intende fare la Regione per risolvere il problema, e se pensa di attivarsi per situazioni in cui vengono tranciati i cavi che collegano una qualsiasi azienda (i tecnici ci hanno riferito che è un lavoro effettuato da un professionista: staccare la tensione o altro tipo di impianti è pericoloso, quindi non è che il primo che passa lì, per sbaglio, stacca o taglia un cavo).
La situazione è preoccupante per due aspetti.
Il primo aspetto è di tipo occupazionale: come si è mossa sino ad ora e cosa intendono fare la Regione e l'Assessore competente; quali gli strumenti, gli interventi, le iniziative e le azioni.
Il secondo punto riguarda un fatto gravissimo, che va oltre l'essere proprietario di un impianto. Non possono essere di tal tipo le relazioni che intercorrono tra una proprietà, un commissario, i lavoratori, le organizzazioni sindacali e, mi permetto di dire, anche le istituzioni e di chi ha la delega per rappresentarle in quel momento.
Grazie, Assessore, e grazie Presidente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Porchietto.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
A margine della risposta che lascerò agli atti del Consiglio regionale mi premeva sottolineare alcuni aspetti della vicenda.
Venerdì mattina la Regione è stata informata dall'Assessore Chiama della Provincia di Torino, e abbiamo attivato nel minor tempo possibile vale a dire lunedì mattina, un Tavolo che vedeva presente Regione Provincia e Comune di Torino, al quale hanno anche partecipato, così come richiesto dalle organizzazioni sindacali e da alcuni lavoratori della Omnia con sede a Torino, anche l'onorevole Stefano Esposito e il Commissario della Omnia.
Abbiamo cercato di attivarci nel minor tempo possibile - e mi pare che dal venerdì pomeriggio al lunedì mattina sia un tempo ragionevolmente ristretto - ma, soprattutto, abbiamo richiesto alla Provincia di Torino, e in particolare all'Assessore Carlo Chiama, di essere presente, in quanto come il Consigliere Placido sa, la situazione della Omnia nasce da un pregresso di alcuni anni che vede la Provincia di Torino, come ente istituzionale, fortemente al centro dell'attenzione. Ricordo che, a fronte del problema che grava sull'Omnia, c'è un progetto, mai decollato, che è il "Polo della Pubblica amministrazione di Loranzè".
Pertanto, ho ritenuto fondamentale che al Tavolo sedesse, oltre naturalmente alla Regione Piemonte, anche l'Assessore della Provincia, in quanto soggetto maggiormente competente a dirimere la situazione.
Dopodiché, la Regione, così su tutte le altre crisi aziendali, non si tira indietro, ma interviene con gli strumenti che in questo momento il mio Assessorato ha in mano (ricordo ancora una volta che la cassa in deroga ha visto comunque la Regione Piemonte, non solo fortemente attiva, dal punto di vista dell'operatività, ma anche da un punto di vista delle risorse). In questo momento stiamo andando oltre, perché di comune accordo con la Provincia, il Comune e con la partecipazione di esponenti politici su vari fronti che si stanno impegnando sul tema, stiamo anche ragionando per rintracciare soluzioni per un settore che oggi vede, in particolare, la nostra Regione fortemente in crisi. E non si tratta solo dei call center ma di quei soggetti che erogano servizi telefonici in nome e per conto di altri soggetti.
Non è questa la sede per entrare nel ragionamento di appalti e bandi emanati, forse, senza valutare attentamente le richieste, in termini di valore economico delle offerte che vengono presentate - ma sappiamo che alcuni di questi soggetti, lavorando ormai da tempo sottocosto rispetto ai bilanci aziendali, portano poi le aziende a ritrovarsi in percorsi che vedono non soltanto Omnia ma, ad esempio, anche Phonemedia e altre realtà di questo genere, in una situazione di commissariamento.
La situazione di Omnia Service è molto complessa, perché non vede coinvolta solo la sede di Torino, ma una serie di altre sedi tra cui quella di Milano.
Il 30 aprile 2010 il Tribunale di Milano ha dichiarato lo stato d'insolvenza della Società e, presumibilmente, entro la prima metà del mese di novembre, lo stesso Tribunale deciderà sia sull'ammissione all'amministrazione straordinaria relativamente a OSC Service Center, sia relativamente all'estensione di tale procedura ad Omnia Network (oggi Seteco International SpA) o sul fallimento.
Queste sono le informazioni ufficiali, confermate ieri del Commissario avvocato Trevisan.
I lavoratori torinesi di Omnia - attualmente in Cassa Integrazione Guadagni fino al 31/12/2010, data richiesta dal Commissario Trevisan come chiusura della procedura di CIG, ma che non preclude altri interventi dopo quella data - hanno continuato a lavorare anche per la Procedura Giudiziale in condizioni di assoluta precarietà sia per quanto riguarda la sede di lavoro - c'è in corso uno sfratto esecutivo - sia per quanto riguarda l'irregolarità nella corresponsione delle retribuzioni.
La situazione, come ricordava il Consigliere Placido, è precipitata a seguito di un guasto alla centrale elettrica, avvenuto il 30 settembre ultimo scorso. Il Commissario Giudiziale avv. Trevisan ha confermato ieri che, ritenendolo di natura dolosa, ha sporto denuncia all'autorità competente ed ha sospeso l'attività.
A fronte delle proteste delle Organizzazioni Sindacali e dei lavoratori per la chiusura della sede, l'Assessore al lavoro ha convocato, d'accordo con l'Assessore al lavoro della Provincia di Torino e del Vicesindaco di Torino, una riunione per il 4 ottobre (ieri). All'incontro, oltre alle Organizzazioni Sindacali e una rappresentanza dei lavoratori, era presente anche il Commissario Giudiziale, avv. Trevisan.
L'Avvocato, dopo aver illustrato la drammatica situazione finanziaria della Società (ricordo che i debiti soltanto nei confronti delle Agenzie delle Entrate e dell'INPS ammontano a più di cento milioni di euro), ha ribadito che la decisione di sospendere l'operatività della sede torinese è stata determinata dall'esito della verifica, immediatamente effettuata sulla possibilità di ripristino del guasto. I preventivi acquisiti hanno evidenziato la necessità di sopportare dei costi che la Procedura non è in grado di sostenere.
Le istituzioni hanno fatto presente al Commissario la generale necessità di mantenere almeno un minimo di operatività di tutte le sedi Omnia, al fine di operare per una positiva valutazione del Tribunale circa l'ammissione all'amministrazione straordinaria e non al fallimento, in particolare l'attività del call center di Torino si basa su una commessa del Comune di Settimo Torinese.
A fronte di questa pressante richiesta, il Commissario giudiziale ha risposto che tale ripristino è subordinato all'esigenza di lavorare in sicurezza, ovvero alla riparazione dell'impianto elettrico, senza costi per la Procedura.
A tale proposito il Comune di Torino ha dichiarato l'immediata disponibilità ad inviare i tecnici dell'AEM per una verifica e per un ripristino dell'impianto elettrico, senza gravare sulla procedura.
I lavoratori, in attesa anche dell'incontro che avverrà a livello nazionale il 13 ottobre che riguarderà tutte le sedi Omnia, si sono detti disponibili a verificare la possibilità di effettuare una rotazione tra i lavoratori in Cassa Integrazione che tenga conto anche delle esigenze organizzative della Procedura.
La situazione dovrebbe volgere al meglio, ma sul futuro, è ovvio, che la sorte del call center torinese non è avulsa dal contesto di tutte le altre sedi. La sentenza del Tribunale di Milano sarà determinante per il futuro di Omnia Service e dei suoi dipendenti.
A fronte di tutto questo informo i Consiglieri regionali che c'è un impegno da parte sia della Regione sia della Provincia nei prossimi giorni di istituire un tavolo in cui chiederemo agli operatori del settore, che stanno operando sul territorio, di valutare un progetto che permetta non soltanto di ampliare l'attività degli operatori già esistenti, ma di assorbire anche il personale che proviene da procedure come quella di Omnia, che oggi hanno difficoltà a valutare un futuro all'interno di queste strutture e che potrebbero vedere un commissariamento straordinario o un fallimento nel giro di pochi giorni.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Il Consiglio regionale è convocato per le ore 15.00



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(La seduta ha inizio alle ore 15.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Biolè, Botta Marco, Cantore Cattaneo, Cota, Giordano, Leo, Maccanti, Novero e Toselli.


Argomento: Telecomunicazioni

Proseguimento esame disegno di legge n. 57 "Istituzione del Bollettino Ufficiale telematico della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 57 "Istituzione del Bollettino Ufficiale telematico della Regione Piemonte", prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Ricordo che nella seduta antimeridiana del 5 ottobre sono stati approvati gli articoli dall'1 al 9. Durante l'esame dell'articolo 10 sono intervenuti per dichiarazione di voto i Consiglieri Lepri, Angeleri e Reschigna.
Non essendoci altre richieste d'intervento per dichiarazione di voto indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Ricordo che il numero legale è 26.
Il Consiglio approva ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 13.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 14.
Il Consiglio approva.
Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazione di voto sull'intero testo, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Questioni internazionali - Condizione femminile

Esame ordine del giorno n. 88 "Per la salvezza di Sakineh Mohammadi Ashtiani" dei Consiglieri Manica, Reschigna, Taricco, Ronzani, Motta, Boeti e Cursio


PRESIDENTE

La Consigliera Manica ha presentato un ordine del giorno, sottoscritto dai colleghi Reschigna, Taricco, Ronzani, Motta, Boeti e Cursio, che ha per oggetto: "Per la salvezza di Sakineh Mohammadi Ashtiani". Tutti abbiamo sentito parlare di questa donna e siamo al corrente della vicenda.
La collega Manica ha chiesto di discutere questo documento martedì prossimo, in quanto non è presente alla seduta pomeridiana. Di conseguenza l'ordine del giorno verrà trattato nella prossima seduta consiliare.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Esame ordine del giorno n. 89: "Solidarietà alla città di Alessandria all''U.S. Alessandria Calcio ed alla tifoseria in merito alla campagna di stampa riguardante l'aggressione di un calciatore ospite dopo l'incontro di calcio Alessandria-Gubbio del giorno 26 settembre"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 89, presentato dai colleghi Molinari, Carossa e Tiramani, inerente alla solidarietà alla città di Alessandria, all''U.S. Alessandria Calcio ed alla tifoseria in merito alla campagna di stampa riguardante l'aggressione di un calciatore ospite dopo l'incontro di calcio Alessandria-Gubbio del giorno 26 settembre Ha chiesto la parola il Consigliere Molinari per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MOLINARI Riccardo

Grazie, Presidente. Prima di tutto, vorrei ringraziare l'Aula che ci ha permesso di iscrivere l'ordine del giorno e di discuterlo oggi, anche perché si riferisce a un episodio di cronaca che ha occupato le pagine della stampa nazionale e particolarmente locale, avvenuto in provincia di Alessandria il giorno 26 settembre, quindi ha senso discutere di questo tema in prossimità dell'accaduto. Di conseguenza, ringrazio l'Aula e, in particolare, ringrazio le opposizioni.
Detto questo, il tema contenuto nell'ordine del giorno è la presa di posizione che si chiede di assumere al Consiglio regionale; una presa di posizione che hanno già manifestato altri Enti territoriali (Provincia di Alessandria, Comune di Alessandria, Alessandria Calcio), a seguito di questi gravi fatti, ovvero - bisogna dirlo - della violenza legata agli eventi sportivi.
Tale violenza va condannata a prescindere, anche quando il caso è un caso che va ridimensionato, come quello in questione. Noi dobbiamo partire dal presupposto che, quando si parla di questi temi, si deve iniziare dalla ferma condanna della violenza in generale e della violenza legata allo sport in particolare, perché di questo stiamo parlando.
L'oggetto dell'ordine del giorno riguarda un grave danno d'immagine che ha subito la città di Alessandria, la società sportiva professionistica (Alessandria Calcio) e tutto il nostro territorio per la descrizione che certa stampa - tra l'altro, si tratta di un noto quotidiano sportivo nazionale - ha dato dell'accaduto.
Quello che noi sappiamo è la ricostruzione dei fatti. Noi non potevamo essere lì sul luogo, ma la ricostruzione dei fatti che ad oggi ha dato la Questura di Alessandria - anzi, ne approfitto anche qui per ringraziare la Questura di Alessandria e le forze dell'ordine che ogni domenica vanno a fare vigilanza negli stadi proprio per impedire che avvengano fatti di violenza - rispetto all'accaduto di domenica 26 settembre ad Alessandria è stata la seguente.
Al termine della partita, vi è stata una colluttazione fra un calciatore del Gubbio e un cittadino di Alessandria che stazionava fuori dallo stadio; una colluttazione che ha riguardato, quindi, due persone, per motivazioni che non ci sono note, ma che comunque è rimasta circoscritta.
Invece, quello che è stato riportato il lunedì seguente sulla prima pagina di un noto quotidiano sportivo nazionale è stato qualcos'altro. Per rendere l'idea di quanto l'episodio è stato travisato, il titolo citava esattamente: "Ultrà ad Alessandria: accoltellato il portiere del Gubbio".
Questo è uno dei primi titoli, dopodiché all'interno del giornale, sul resoconto dei fatti, veniva raccontato: "Un accerchiamento di una dozzina di persone: alcune hanno immobilizzato il padre; gli altri, con un coltello e una bottiglia rotta, hanno colpito il portiere più volte al viso e al corpo e poi hanno ferito i genitori prima di fuggire", e via così, con tutta una serie di esagerazioni di questo tipo che sono state poi rimbalzate dai vari organi di stampa e che hanno portato, una volta chiariti i fatti dalla Questura, a una presa di posizione importante.
Il Comune di Alessandria, la Provincia di Alessandria e l'Alessandria Calcio hanno formalmente detto sui mezzi di informazione che hanno intenzione o che comunque valuteranno di costituirsi parte civile nel procedimento penale che seguirà per questi fatti e per il grave danno d'immagine arrecato alla città di Alessandria; città di Alessandria che, da questi racconti in cui i fatti sono stati palesemente travisati, risulta essere quasi una sorta di Bronx, dove ci sono tifosi che scorrono in armi con coltelli, con bottiglie rotte, dove le forze dell'ordine non fanno il loro lavoro, dove di fatto si ha un quartiere fuori controllo.
Tutto questo non è vero. I fatti ri-raccontati e rielaborati dalla Questura raccontano che così non è, quindi da qui nasce questa richiesta di espressione di solidarietà alla città che ne esce gravemente danneggiata alla società Alessandria Calcio, che - ricordiamolo - è una delle società storiche del nostro Piemonte, andando a formare insieme al Torino, al Novara, alla Pro-Vercelli quell'ossatura storica legata ancora agli antichi valori del calcio iniziale, quello forse un po' dimenticato, ma dove si vive ancora la passione vera.
Soprattutto vorrei dire che quanto è stato riportato dai giornali e quanto è stato raccontato va anche a ledere l'immagine dei tifosi l'immagine di tutte quelle persone - ripeto, previa sempre la condanna ferrea di chi va allo stadio per commettere illeciti, la condanna ferma di chi va allo stadio non per seguire la propria squadra, ma per fare altro che frequentano lo stadio per passione. Non bisogna rischiare di criminalizzare quelle tante persone che vivono la loro passione sportiva sinceramente e con il cuore e che soprattutto oggi, considerato anche il contesto globalizzato in cui viviamo per cui c'è la possibilità di vedere la partita a casa piuttosto che dedicarsi ad altro, la domenica decidono di seguire questa passione in un momento aggregativo qual è quello della vita dello stadio.
Lo stadio non può sempre essere condannato. Intorno alla vita dello stadio c'è anche un fenomeno aggregativo importante e quindi il fatto che sia stata infangata l'immagine di tutte queste persone e di tutte queste famiglie che regolarmente vanno allo stadio solo per seguire uno spettacolo in base a un fatto riportato malamente (speriamo, per errore) da un quotidiano nazionale deve essere in qualche modo sancito. Dobbiamo sancire a mio avviso, una solidarietà a queste persone, alla città di Alessandria e al Comune di Alessandria.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente. Vorrei soffermarmi anch'io su l'ordine del giorno presentato dal collega Molinari.
Io aderirò, e credo che lo farà anche il mio Gruppo, all'ordine del giorno e voteremo a favore, con riserva. Dico con riserva, perché credo che abbia fatto bene il collega Molinari a precisare un paio di cose, prima di tutto la condanna di ogni tipo di violenza all'interno e fuori dagli stadi in secondo luogo la solidarietà alle forze dell'ordine che ogni domenica devono affrontare tifosi violenti che utilizzano il calcio la domenica per mettere in atto ogni forma di violenza che non ha nulla a che fare né con lo sport né col calcio.
Sta di fatto che quella domenica il portiere del Gubbio è stato aggredito, è stato ferito, è stato malmenato. Adesso la Questura, la Polizia sta indagando, ecc., però è evidente che i tifosi che sono intorno alla squadra, vicino alla squadra, che seguono la squadra ogni domenica non hanno nulla a che fare con quell'episodio.
Ecco, io utilizzerei questa occasione per invitare le società di calcio e in questo caso l'U.S. Alessandria - per lavorare e mettere in campo ogni forma di iniziativa non soltanto per condannare la violenza, ma per isolarla, per evitare che alla domenica possano verificarsi questi incidenti. Ci vuole un impegno preciso da parte delle società di calcio deve essere anche questa una missione per le società di calcio.
Ora, se l'immagine della città è stata screditata da giornali che troppo frettolosamente hanno espresso dei giudizi, questo non va bene. Non so se il Comune di Alessandria e la Provincia di Alessandria si costituiranno parte civile, questo ha poca importanza; quello che invece dobbiamo sottolineare in quest'aula è un impegno da parte nostra, da parte dell'Assessorato allo sport della Regione, in collaborazione con le società di calcio della nostra regione, affinché ci sia un lavoro continuo contro le forme di violenza all'interno e fuori dagli stadi.
Vorrei ricordare al collega Molinari, che ha citato tante squadre di calcio, che esiste anche la Novese che ha vinto uno scudetto nel 1916, e quindi terrei a sottolineare anche questo aspetto.
Al di là della battuta, voteremo a favore dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cirio.



CIRIO Alberto, Assessore allo sport

Grazie, Presidente.
Soltanto per segnalare il parere naturalmente favorevole e convinto nei confronti dei contenuti dell'ordine del giorno, sottoscrivendo entrambi gli interventi che hanno caratterizzato la discussione e ribadendo, tra l'altro, un impegno quotidiano dell'Assessorato allo sport della Regione Piemonte: favorire sempre di più uno sport pulito e sicuro, dove i valori della convivenza civile e del rispetto vadano al di fuori dell'ambito specifico della disputa per estendersi a tutte le tifoserie e a tutti coloro che lo sport lo seguono.
C'è una grossa iniziativa da parte del Governo italiano per quanto riguarda la cosiddetta "tessera del tifoso" che, nonostante venga contestata da qualche minoranza, è un tentativo concreto di portare ordine e sicurezza negli stadi di tutta Italia e far sì possano diventare un luogo dove comunemente si possa portare la famiglia alla domenica.
Apprezzo peraltro i richiami del Consigliere Molinari al fatto che ci deve essere una ferma condanna di tutti gli episodi di violenza, ma nello stesso tempo devo dire, come Assessorato regionale allo sport, che i rapporti con l'Alessandria Calcio sono sempre stati rapporti di grande correttezza, di grande stima e rispetto nei confronti di una società sportiva storica al pari delle altre società sportive storiche della nostra Regione, e anche una stima nei confronti della Città di Alessandria e del suo governo, perché da sempre fanno in modo e cercano il più possibile di far sì che le manifestazioni sportive, qualsiasi esse siano, si svolgano sempre in un regime di assoluta sicurezza.
Per cui il nostro convinto sostegno all'ordine del giorno anche come stimolo a far sì che ci sia sempre più uno sport sicuro e rispettoso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Io ho aderito alla richiesta dei Consiglieri Molinari, Carossa e Tiramani per quel principio di democrazia in ordine all'andamento dei nostri lavori, di cui abbiamo discusso la seduta precedente, e quindi per rispetto alle priorità e alle sensibilità che questo Consiglio avverte come urgenti.
Il merito però di ciò che discutiamo e anche lo stile con il quale lo discutiamo mi spinge - mi scuseranno i colleghi ma d'altronde sono avvezzi a questa mia collocazione un po' border line - a non condividere la corrispondenza di amorosi consensi che ho sentito in questo Consiglio regionale.
Va tutto bene; è assolutamente vero che esiste un significativo impegno degli organi di vigilanza a garantire tutte le manifestazioni collettive comprese le partite di calcio. È assolutamente corretto che l'Unione Sportiva Alessandria Calcio, il Comune e la Provincia si costituiscano parte civile contro chi risulta coinvolto in quegli episodi.
altresì vero che episodi in capo ai singoli non possono essere utilizzati per descrivere un clima ed una cultura generali, però questo è accaduto, accade ed accadrà regolarmente su una moltitudine di fatti per i quali questo Consiglio regionale non ha mai preso parola. Ve ne cito alcuni.
Quante volte si assume un particolare per descrivere il generale? Si assume il particolare di un disordine sociale di qualunque tipo, di una complicazione della vita collettiva dovuto alle situazioni di degrado e di emarginazione e se ne usano le caratteristiche particolari per parlare di Bronx, di insicurezza, di assenza di governo.
Quante volte fenomeni di disobbedienza civile o manifestazioni di carattere politico vengono, per un singolo particolare riferibile al comportamento di taluno, utilizzati per criminalizzare il movimento l'espressione della disobbedienza, l'organizzazione politica? Mi pare che oggi stiamo facendo un gioco neanche tanto nuovo lievemente ipocrita, secondo il quale è assolutamente riprovevole utilizzare lo specifico per colpire il generale, se il generale di cui stiamo parlando è quel diffuso sentimento della passione sportiva del popolo italiano, in particolare quella calcistica.
Se invece usiamo il particolare per descrivere il generale in maniera ingenerosa, quando le questioni sono altre, come la convivenza dei nostri quartieri o le forme di organizzazione politica, allora va bene che ci siano giornali e politici che usano l'enfasi eccessiva dell'episodio limitato della cronaca per farne oggetto a volte di battaglie politiche certamente di una comunicazione generica.
Quindi, mi dispiace ma non riesco a condividere lo spirito dell'ordine del giorno.
Sono disponibile, se i Consiglieri lo ripresenteranno, a votarlo quando ne vedrò tanti altri ogni volta che su un giornale di cronaca, su cui molti dei politici di maggioranza di questo Consiglio scrivono ed intervengono usa termini scorretti per raccontare un'intera comunità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
E' un ordine del giorno un po' singolare. Effettivamente, per quella che è la mia esperienza, di rado il Consiglio regionale si è espresso relativamente ad un episodio che ha riguardato la conclusione di una partita.
Ogni giorno in tutti i campi del nostro Paese, purtroppo in tutti i campi del mondo e laddove il livello culturale è meno elevato e laddove le condizioni economiche sono meno elevate, gli episodi di violenza sono più frequenti.
In particolare, per il fatto che il Consiglio regionale si esprime su un ordine del giorno di questo tipo, bisognerà prepararsi in qualche modo visto che purtroppo succederà altre volte, a ripercorrere la stessa strada oggi vale per l'Alessandria, domani può valere per la Rivoli Calcio dopodomani per il Pianezza o per qualunque altra società.
C'è evidentemente da parte del Consigliere il desiderio di manifestare al territorio nel quale vive una parvenza di solidarietà, che può anche essere condivisa, ma questa cosa è utile se serve anche a riflettere un momento su quello che succede negli impianti sportivi.
L'Alessandria Calcio mi pare giochi in C1, ma queste cose succedono molte volte soprattutto nei campi di calcio dove si pratica lo sport dilettantistico, dove molti arbitri vengono picchiati.
Ho giocato al pallone per tutta la vita, mio figlio ha giocato soltanto per sei mesi e sono stato contento quando ha smesso, perché non avevo voglia di ricominciare a litigare nei campi di calcio con gli altri genitori. Ho visto delle scene spaventose di genitori che invitavano i bambini a picchiare altri bambini.
Bisogna riconoscere che nel calcio c'è una sorta di maleducazione imperante, che dà l'occasione a tutti quelli che pensano di utilizzare lo sport per potere dare sfogo ai loro istinti bestiali, di poterlo fare protetti, come quelli che salgono su un treno senza pagare il biglietto con la scusa di essere tifosi di calcio e di averne diritto perché accompagnano la propria squadra. Abbiamo visto Presidenti pagare trasferte, pagare i capipopolo perché non disturbassero durante l'incontro.
L'ordine del giorno lascia lo spazio ad una riflessione su un ambiente quello del calcio, che non sempre fa onore alla collettività umana e all'umanità in generale.
Penso che dovremmo riflettere su quanto succede nello sport dilettantistico. Oggi, lo dico all'Assessore, gran parte delle società dilettantistiche di calcio non sono più in grado di mantenere in piedi gli impianti.
Le crisi economiche che oggi stanno attraversando i vari comuni, grazie anche alle leggi finanziarie del Governo, fanno sì che i Comuni affidino interamente i costi degli impianti sportivi alle società di calcio che si trovano costrette a fare una scelta: iscrivere le squadre e scegliere educatori ed allenatori gratuiti, senza dover pagare un educatore in grado di trasmettere a questi ragazzi i valori caratteristici di uno sport pulito.
Mi piacerebbe capire, ad esempio, se il nuovo governo regionale e il nuovo Assessore allo sport hanno intenzione di considerare una legge di sistema che possa ricordare lo sport dilettantistico, all'interno della quale tracciare linee, principi e valori che potrebbero evitare episodi come quelli accaduti ad Alessandria.
Sto preparando un disegno di legge in tal senso; se ci sarà la disponibilità dell'Assessore, si potrà incominciare a tracciare una linea e spiegare ai ragazzi e alle loro famiglie che lo sport può essere pulito che si può vincere o perdere nel rispetto dell'avversario e che il rispetto per l'avversario è imperativo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
La parola al Consigliere Bono



BONO Davide

Grazie, Presidente. Per segnalare che sono le 15.30 e stiamo discutendo argomenti sicuramente importantissimi e molto pertinenti all'attività del Consiglio regionale. Nella Conferenza dei Capigruppo abbiamo deciso di esaminare tutti gli ordini del giorno presentati nella mattinata, secondo criteri d'urgenza e di significatività degli stessi.
Questo è sicuramente un ordine del giorno sentito dal collega Molinari come sono sentiti gli ordini del giorno che saranno posti in discussione successivamente. Tra l'altro, segnalo che questo documento è stato inserito come primo, mentre quelli presentati da altri Gruppi consiliari sono stati calendarizzati per ultimi, e probabilmente oggi non saranno discussi.
Chiedo, pertanto, se si può andare avanti ad oltranza, fino a che sarà discusso l'ultimo ordine del giorno, che tra l'altro riguarda il mio Gruppo, o se anche questo sarà rinviato sine die.
Non mi addentro nella tematica dei problemi legati alle tifoserie di calcio; potremmo parlarne per ore, ma mi riallaccio a quanto detto dalla collega Artesio: anch'io spero e sono convinto che il collega Molinari "non caschi dal pero" sapendo che i giornali purtroppo a volte, se non spesso utilizzano e strumentalizzano le informazioni per un uso politico, da una parte o dall'altra.
Checché se ne dica, sappiamo che nel mondo del calcio avvengono degli scontri, anche se magari non sono avvenuti nel caso riportato in quest'ordine del giorno. Io non c'ero e, tra l'altro, non ho letto i giornali, quindi non mi sento di prendere parte alla votazione su questo documento. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei. Ricordo che siamo convocati in seduta pomeridiana fino alle ore 20.00 com'è consuetudine e prassi, quindi ritengo che si possa evadere l'intero o.d.g., ma questo dipenderà dal prosieguo dei lavori dell'Aula.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Tengo a dire che, per pura simpatia nei confronti del Consigliere Molinari, darò il mio voto personale - non impegno il partito - all'ordine del giorno.
Mi chiedo, però, se sia il caso di discutere di questo argomento.
Riconosco che l'argomento sport dovrebbe essere una materia di confronto tra tutte le forze politiche, almeno tra quanti credono nel valore dello sport, anche per quello che lo sport rappresenta in termini di salute oltre che di educazione. Il calcio, però, non mi ha mai appassionato e non ritengo che a questa età ci siano spazi per potermi appassionare. Mi appassiona, invece, un quesito: è giusto perdere del tempo in Consiglio regionale, che ha problematiche di carattere economico, per argomentare su un problema che attiene all'informazione, quando tutti sappiamo che da sempre, purtroppo, l'informazione funziona in questo modo? L'informazione da sempre è la negazione della democrazia; personalmente l'ho sempre denunciato, non ho mai avuto paura di attacchi, ripicche o vendette da parte dei giornalisti, che rappresentano una casta nella quale ci sono molti professionisti seri, ma purtroppo ce ne sono molto altri che svolgono il loro lavoro con logiche ben diverse.
Concludo per non essere anch'io causo del proseguimento eccessivo di quest'argomento. Per il rispetto che nutro nei confronti dell'amico Molinari voterò l'ordine del giorno, ma voglio rammentare che, come qualcuno ha detto, tali questioni, per quanto siano importanti nell'ambito del proprio territorio, in termini di visibilità e di risposta ad un elettorato locale e personale, poco attengono a questioni d'interesse generale e collettivo. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 89, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale Premesso che soltanto dopo alcuni giorni è stata fatta chiarezza in merito agli avvenimenti accaduti domenica 26 settembre intorno alle ore 17.20 nei pressi dello Stadio Comunale 'G. Moccagatta', aventi come oggetto l'aggressione di un gruppo di poche persone nei confronti di un calciatore dell''A.S. Gubbio' al termine dell'incontro di calcio disputato tra Alessandria e Gubbio si condanna in maniera perentoria tale fatto come ogni altro episodio di violenza legato a manifestazioni sportive Considerato che, diversi organi di stampa, tra cui un importantissimo quotidiano sportivo nazionale, all'indomani dell'accaduto hanno precipitosamente parlato di un'aggressione organizzata da parte della tifoseria piemontese, mentre la Questura in data 29 settembre comunicava che si trattava solo di un diverbio tra singoli che non vedeva coinvolte frange di sostenitori dell''U.S. Alessandria Calcio' Rilevato che, il danno nei confronti della città stessa, dell''U.S.
Alessandria Calcio' e della sua tifoseria che è emerso da un tale approssimativo resoconto si è rivelato incalcolabile, evidenziato inoltre dai titoli eloquenti che hanno fornito un'immagine della città assolutamente non corrispondente alla realtà Preso atto che, é intenzione della Società 'U.S. Alessandria Calcio', del Comune d'Alessandria e della Provincia d'Alessandria costituirsi parte civile contro chiunque risulti coinvolto negli episodi accaduti nel pomeriggio del 26 settembre Ritenuto che sia doveroso esprimere solidarietà alle forze dell'ordine per il lavoro svolto e per l'attenzione nelle indagini sull'accaduto Esprime solidarietà alla Città d'Alessandria, all''U.S. Alessandria Calcio' ed a tutti i suoi tifosi per l'increscioso episodio e per la diffamatoria campagna di stampa seguita ad esso, che hanno leso l'immagine di un'intera comunità".
Il Consiglio approva.


Argomento: Questioni internazionali - Condizione femminile

Ordine del giorno n. 88, presentato dalla Consigliera Manica e altri: "Per la salvezza di Sakineh Mohammadi Ashtiani" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'ordine del giorno n. 88, presentato dalla Consigliera Manica e altri. La Consigliera Manica, prima firmataria, ha chiesto di rimandare la discussione nel corso della giornata, perché ha dovuto assentarsi dall'aula. Pertanto, se l'Aula acconsente, lo esaminerei in coda.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 67, presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: "Solidarietà ai cittadini che esprimono dissenso"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 67, dei Consiglieri Bono e Biolé.
L'ordine del giorno era già stato discusso ed interrotto al momento della votazione.
Indìco pertanto la votazione palese dell'ordine del giorno n. 67, il cui testo recita: "Considerato la manifestazione non violenta verificatasi sabato 4 settembre 2010 alla festa del Partito Democratico, riportata nei giorni scorsi su tutti i quotidiani le dichiarazioni infamanti rilasciate da vari politici sui fenomeni di dissenso promossi da parte di cittadini a cui, trovatisi ad un dibattito pubblico e presso una piazza pubblica, è stato impedito di assistervi e di chiedere delle informazioni specifiche al Presidente del Senato, riguardo alle 350.000 firme raccolte dai cittadini di tutta Italia per la petizione popolare 'Parlamento Pulito!' il grave comportamento degli steward della sicurezza del PD che si sono resi protagonisti d'azioni violente a danno dei manifestanti come da numerose prove video il Consiglio regionale esprime solidarietà a tutti i cittadini che, dato l'articolo 21 della vigente Costituzione, hanno manifestato dissenso in forma non violenta riconosce nel diritto alla libertà d'espressione la caratteristica fondante di uno Stato Democratico e ne deplora ogni limitazione".
Ricordo che il numero legale è 27.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 34, presentato dal Consigliere Lepri e altri: "Decreto legge Tremonti. Contrastare i 'falsi invalidi' e riconoscere i diritti delle persone con disabilità" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo all'ordine del giorno n. 34.
Il Consigliere Reschigna ha chiesto la cortesia di essere presente, essendo uno dei firmatari, pertanto, se l'Aula acconsente, manderei in coda anche quest'ordine del giorno.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Esame ordine del giorno n. 85, presentato dai Consiglieri Cattaneo Placido, Molinari, Leardi, Ponso e Novero "Prix Italia" a Torino


PRESIDENTE

Esaminiamo, ora, l'ordine del giorno n. 85. Si tratta di un ordine del giorno sottoscritto dall'intero Ufficio di Presidenza, relativamente a "Prix Italia", un concorso internazionale dedicato ai programmi televisivi nato nel 1948. Nel 2009 si è svolta la sessantunesima edizione nel capoluogo piemontese e i risultati positivi hanno indotto la RAI ad accogliere l'invito ad eleggere Torino come sede del premio anche nei due anni successivi (2010-2011), in occasione del 150° dell'Unità d'Italia.
Così è stato deciso, tant'é che la maggior parte dei produttori, registi e scrittori sono convinti che Torino possa diventare la sede permanente di questo premio (ricordo che nelle edizioni precedenti era, sostanzialmente itinerante sull'intero territorio nazionale).
A sostegno di questa scelta, finalizzata a mantenere permanentemente nella città di Torino (e, quindi, in Piemonte) l'ambito e prestigioso premio, l'ordine del giorno impegna il Presidente della Giunta ad attivarsi e ad intraprendere ogni iniziativa utile affinché Torino possa diventare la sede stabile del "Prix Italia".
Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Mi complimento con l'Ufficio di Presidenza, perché mi sembra un'eccellente idea.
Credo che la nostra Regione negli anni passati (mi permetto di dire magari un po' partigianamente, durante il Governo Ghigo in particolare) abbia fatto moltissimo per la cultura, per il libro e per queste iniziative in generale. Spero che oggi si possa continuare in tal senso, prestando una certa attenzione, sia pure in tempi di difficoltà, di economie e di giuste razionalizzazioni, alla vicenda dei fondi da destinare a cultura e affini.
Il nostro voto sarà favorevole, con convinzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Esprimiamo senz'altro parere favorevole per un ordine del giorno che impegna la Giunta regionale ad operare affinché una parte delle iniziative della Radio Televisione Italiana siano localizzate nella città di Torino.
Apprezziamo, dunque, l'iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, ma confidiamo che la presenza costante, continua ed operosa del Presidente della Giunta regionale in quel di Roma possa essere efficace non solo alla sua comunicazione televisiva personale, ma riesca a portare dei risultati.
Quindi, anche senza proporre modifiche all'ordine del giorno, la invito signor Presidente, ad usare i rapporti che sono, come al solito, cordiali fra il Presidente del Consiglio regionale e il Presidente della Giunta regionale, per operare affinché nelle sue peregrinazioni romane abbia modo di portare avanti con determinazione questa battaglia. E, visto che ci siamo, la pregherei anche di invitare il Presidente della Giunta regionale ad adoperarsi affinché a Torino la presenza Rai, del suo centro di produzione televisivo e della sua orchestra siano difese da un'invadenza che vediamo venire da colleghi di partito del Presidente Cota di altre Regioni del nord Italia, che stanno operando alacremente sulla Rai nazionale per portare sempre maggiori pezzi di questa azienda di Stato in altri capoluoghi (mi riferisco, in particolare, a Milano).
Siamo assolutamente favorevoli e condividiamo l'intento dell'ordine del giorno. Anzi, la preghiamo, Presidente, di adoperarsi affinché, a partire dal "Prix Italia", si possa davvero combattere una battaglia per difendere la presenza di quest'importante istituzione a Torino. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Molto velocemente, anche noi della Lega Nord siamo assolutamente favorevoli e voteremo convintamente per l'ordine del giorno. Ringraziamo dunque, l'Ufficio di Presidenza per quest'iniziativa.
Voglio solo ricordare - perché qua, oramai, ad ogni piè sospinto il Partito Democratico riesce a trovare, su qualsiasi aspetto, un qualcosa che non è stato fatto o che è stato fatto male, a parere loro, dalla Lega Nord o dalla maggioranza di centrodestra che guida questo Paese - che durante il Governo Prodi sulla Rai a Torino non è stato fatto nulla, assolutamente nulla. Durante i cinque anni della Giunta Bresso sulla Rai a Torino non è stato fatto assolutamente nulla.
Si cerca, con molte difficoltà, di fare qualcosa adesso che combinazione - vi è una Giunta di centrodestra, guidata dal Presidente Cota in Regione, e vi é un Governo di centrodestra a livello nazionale.
Combinazione si sta facendo qualcosa adesso.
Come ho detto, apprezzo lo sforzo compiuto dall'Ufficio di Presidenza e voteremo favorevolmente per l'ordine del giorno.
Invito tutti a lavorare per i lavoratori della Rai e per fare in modo che la Rai rimanga - anzi, prosperi sempre di più - a Torino. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Intervengo molto rapidamente per fare un plauso all'Ufficio di Presidenza, che riporta in quest'Aula il tema Rai.
Credo che la questione richiamata dall'interno dell'ordine del giorno sia estremamente importante, purché sia collegata ad un effettivo rilancio del polo Rai torinese. Peraltro, avevamo già approvato un altro ordine del giorno che richiamava ad una rivisitazione del piano industriale della Rai.
Tuttavia, al momento, non abbiamo ancora avuto dei ritorni in merito.
In questo senso, quindi, sosteniamo convintamente l'ordine del giorno e auspichiamo che per le attività future, così come adesso ha detto il collega Carossa, senza voler giudicare ciò che è capitato prima, vi sia quest'attenzione e che la Lega si possa dimostrare attenta alla sua Regione e, in particolare, al rilancio del polo Rai torinese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Esprimiamo ovviamente parere favorevole per l'ordine del giorno e ci complimentiamo per l'iniziativa intrapresa dall'Ufficio di Presidenza.
Tuttavia, oltre ad esprimere un voto favorevole, vorrei cogliere l'occasione per sottolineare che la Regione - il Consiglio regionale debba offrire il massimo sostegno alla presenza della Rai in Piemonte, ma anche pretendere che il TG del Piemonte sia davvero visto su tutto il territorio piemontese. Perché questo problema continua a permanere: in gran parte del Piemonte, non si riesce a vedere il Tg del Piemonte; infatti, sul canale che trasmette il Tg3 si vede spesso il Tg della Regione Lombardia o di altre Regioni (bisogna forse andarlo a cercare al tredicesimo o quattordicesimo canale, ma ovviamente pochi lo fanno) e quindi l'informazione piemontese sulla politica regionale viene profondamente limitata.
Per cui, risollecito questo problema che, tra l'altro, mi pare non di impossibile risoluzione: si tratta, infatti, di potenziare un traliccio sul Monte Penice (orientarlo diversamente), con costi abbastanza limitati, che però, incredibilmente, in questi ultimi anni la Rai non ha mai affrontato o non ha mai avuto voglia di farlo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Sinceramente non riesco a dimostrare grande entusiasmo per una manifestazione che si è svolta nella nostra Regione nell'arco di quattro o cinque giorni, e che ha avuto, ovviamente, tutto lo spazio televisivo possibile, trattandosi, appunto, di Rai.
Voterò l'ordine del giorno perché, fondamentalmente, siamo d'accordo ma ricordo anche che è un'iniziativa che è costata alla Regione, se non sbaglio, 299.000 euro: parliamo di quasi 300.000 euro di contributo. In un momento in cui l'Assessore Coppola ci spiega ogni giorno che si è costretti a tagliare le risorse alle iniziative che sono già ampiamente collaudate nella nostra Regione e che coinvolgono migliaia di cittadini, il fatto di essere "appesi" ad una manifestazione che ci costa, comunque, 300.000 euro non è che mi susciti particolare entusiasmo. Se poi la presenza stabile della Rai in questi 4/5 giorni nella nostra regione, relativamente alla questione sollevata dal Consigliere Pedrale (sulla quale sono completamente d'accordo) può essere utile a rilanciare la Rai come centro di produzione piemontese, seguiamo pure questa strada. Se, però, visto che si tratta di spendere 300 mila euro se anche l'iniziativa non si dovesse tenere sinceramente non mi straccerei le vesti. Per quanto riguarda il Consigliere Carossa: è vero non perdiamo occasione per fare riferimento al nostro presente Presidente. È vero che Carossa non perde occasione per continuare la campagna elettorale, lanciando slogan senza senso. Peraltro, vorrei ricordare che il Prix è iniziato con il governo di centrosinistra; mi pare che sia il secondo o il terzo anno che viene tenuto nella nostra regione.
Quindi, accompagnare il suo ragionamento sostenendo che non è stato fatto niente... Se il Consigliere Carossa vuole sapere cosa è stato fatto dovrebbe leggere i documenti, cosa per la quale non mi sembra particolarmente portato: per la Lega è più semplice lanciare slogan che occuparsi dei problemi.
In conclusione, voterò l'ordine del giorno, ma se anche la Rai portasse via quest'iniziativa che costa 300 mila euro, ripeto, non mi straccerei le vesti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dell'Utri.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
Contrariamente a quanto è stato detto, ritengo importante che il "Prix Italia" rimanga a Torino, perché rappresenta un modo mediante il quale la nostra città può continuare a presentarsi in Italia come centro di attenzione e di attrazione di una serie di eventi dalla risonanza nazionale.
Mi auguro, tuttavia, che non si tratti solamente - come è stato detto di un elemento limitato a questi pochi giorni, ma che rappresenti uno strumento di evoluzione e crescita della Rai in Piemonte, dal momento che il nostro centro di produzione è un centro importante; lo è stato molto nel passato, poi ha perso un po' alla volta sia addetti sia professionalità: potrebbe nuovamente essere considerato elemento di eccellenza. Voglio ricordare la serie di fiction che stanno iniziando a Torino e in Piemonte e penso che una serie di elementi possano portare la Rai a trovare nuovamente forza e, conseguentemente, a garantire il lavoro nella città di Torino e in Piemonte.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Ordini del giorno che, sotto qualche forma, riguardino la valorizzazione della Rai e la presenza della Rai in Piemonte, nel corso degli anni ne sono stati presentati moltissimi.
Qualcosa si è ottenuto, una certa qualificazione c'è stata; ma, ripeto occorre continuare in questa direzione.
Collegandomi al dibattito di questa mattina (su cui poi non è stato possibile intervenire) mi chiedo quale sia la posizione della Giunta rispetto alla presenza stabile della sede del Premio Italia a Torino.
Viste le limature - diciamo così - al bilancio per quanto riguarda la cultura e affini sarebbe stato interessante un pronunciamento della Giunta.
L'altra questione è di carattere organizzativo; nell'arco della legislatura approviamo molti ordini del giorno: sarebbe interessante (magari esiste già) un monitoraggio permanente di questi ordini del giorno: sarebbe opportuno avere un riepilogo, ogni tre-quattro mesi (o anche semestralmente) in modo da potere sapere come sono andati a finire gli ordini del giorno approvati e quali applicazioni hanno avuto.
Mi rifaccio anche ad una proposta di legge che, a titolo personale, ho firmato questa mattina, che sta girando tra i nostri banchi, presentata dal Consigliere Placido, che fa riferimento all'uso dei videogiochi (diciamo così) in vari ristoranti.
Desidero ricordare che qualche anno fa venne approvato all'unanimità da questo Consiglio regionale un ordine del giorno esattamente su questa questione.
Desidero quindi riprendere la questione degli ordini del giorno, perch molte volte approviamo documenti su questioni molto significative, che poi rimangono fini a se stessi.
Ma, dato che in alcune circostanze rappresentano, come dire, passi avanti rispetto al senso civile e alle scelte di una comunità importante come quella piemontese, desidero non restino documenti scritti semplicemente per il lettore futuro, ma che trovino un'applicazione concreta o, comunque rappresentino un richiamo concreto da parte, quantomeno, di una qualche "struttura" del Consiglio regionale per attuare queste nostre decisioni.
Diversamente, questi documenti rimangono lettera morta.
Se poi, come in questa circostanza, questi ordini del giorno presuppongono spese significative, l'intreccio con le decisioni della Giunta rispetto all'attuazione degli ordini del giorno diventa ancora più interessante.



PRESIDENTE

Consigliera Spagnuolo, devo informare che il monitoraggio è già previsto ed è a cadenza trimestrale. In effetti, in questa IX Legislatura non è stato ancora attuato il primo invio del monitoraggio, che sarà sicuramente inviato entro la fine del mese di ottobre e da quella data trimestralmente, ogni Consigliere riceverà nella posta elettronica il monitoraggio sullo stato di attuazione, o di risultato dei singoli ordini del giorno approvati.
Non essendoci altre richieste d'intervento, di chiaro chiusa la discussione generale.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 85 il cui testo recita: "Il Consiglio regionale Premesso che "Prix Italia", concorso internazionale dedicato ai programmi televisivi, della radio e di Internet, fondato dalla Rai nel 1948, è una manifestazione itinerante che è stata ospitata da tutte le maggiori città d'arte italiane, circostanza che ha contribuito al suo straordinario prestigio internazionale Considerato che i risultati positivi della 61^ edizione del 2009 tenutasi nel capoluogo piemontese, hanno motivato la Rai e il "Prix Italia" ad accogliere l'invito a eleggere Torino come sede del Premio per i due anni successivi, e che ciò sarà un'opportunità ulteriore per valorizzare al meglio le celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia Rilevato che i partecipanti al "Prix Italia": registi, produttori scrittori, rappresentanti delle emittenti di tutto il mondo, hanno decretato il successo della 62^ edizione, appena conclusasi, anche per gli aspetti tecnici e logistici delle strutture e delle sistemazioni a loro disposizione in città Appresa la volontà del Segretario generale del "Prix Italia", Giovanna Milella, di trasformare il premio in un evento stabile nel capoluogo piemontese, in quanto punto ideale di incontro per un lavoro duraturo e costruttivo Considerato ancora che la presenza stabile dell'organizzazione del "Prix Italia" a Torino sarebbe una grande occasione di visibilità per il Piemonte e contribuirebbe a favorire un effettivo rilancio del polo Rai torinese che può già contare su presenze significative come il Centro di Produzione le Teche, l'Orchestra sinfonica nazionale impegna Il Presidente della Giunta ad attivarsi e intraprendere ogni iniziativa utile affinch Torino possa diventare la sede stabile del "Prix Italia"." Il Consiglio approva.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti - Tutela del consumatore

Esame ordine del giorno n. 40 "Legge anticontraffazione", presentato dai Consiglieri Ponso, Buquicchio e Cursio


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 40, avente ad oggetto "Legge anticontraffazione", presentato dai Consiglieri Ponso, Buquicchio e Cursio, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Segretario Ponso che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Volevo portare all'attenzione del Consiglio regionale il problema della mancata specifica della provenienza delle materie prime utilizzate nei prodotti trasformati, argomento che ritengo un chiaro esempio di vacatio legis, una carenza legislativa che ha come effetto pratico la mancanza di tutela, dal punto di vista giuridico, nei confronti sia del produttore che del consumatore.
Nella nostra legislazione, infatti, c'è l'obbligo di etichettatura dei prodotti che vengono trasformati, ma non esiste l'obbligo di etichettatura relativamente alla provenienza delle materie prime, situazione che è all'origine di una condizione di concorrenza sleale nei confronti dei produttori e causa di poca trasparenza nei riguardi del consumatore.
Il mio invito - e mi auguro sia raccolto al di là dei colori politici trattandosi di una necessità del nostro mondo agricolo - è quello di stimolare la Giunta affinché vengano avviati tavoli di concertazione con le associazioni di categoria, per meglio approfondire la problematica, e di sollecitare il Governo centrale affinché l'etichettatura delle materie prime sia imposta per legge.
Questo il senso dell'ordine del giorno per il quale chiedo l'attenzione e l'approvazione ai miei colleghi.
Vi ringrazio per avermi ascoltato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Voterò a favore l'ordine del giorno, come credo farà il mio Gruppo perché ne condividiamo lo spirito.
Tenevo solo far presente che su questa materia sarebbe interessante avere la posizione della Giunta e dell'Assessore Sacchetto.
In materia la complessità normativa è immensa, in aggiunta alle vigenti normative comunitarie.
Sono già state condotte grosse battaglie sull'etichettatura, sia per quanto concerne l'olio di oliva sia il latte, perché le normative comunitarie prevedono che per apporre in etichetta la provenienza del prodotto, sia messa in atto una procedura, tra l'altro normata e disciplinata da accordi internazionali e comunitari. Questo il motivo per cui, di fatto, non siamo liberi di decidere cosa riportare o meno in etichetta, in quanto questione soggiacente a normativa generale.
Condivido comunque lo spirito dell'ordine del giorno. Credo sia necessario mettere in atto quanto possibile per arrivare al massimo di trasparenza verso i consumatori, relativamente al contenuto dei prodotti e la provenienza della materia.
Ricordo ad onore di cronaca, che nei mesi scorsi - credo a fine anno il Parlamento italiano ha approvato una normativa sul made in Italy che noi avevamo bollato come vergognosa, perché stabiliva che erano citabili made in Italy tutti i prodotti confezionati, frutto di ingegno e di progettazione in Italia, senza minimamente citare la provenienza della materia prima. In teoria, potremmo avere un prodotto made in Italy completamente realizzato con produzioni di base di paesi esteri, ma confezionato sulla base di progettazione, ingegno e disegno italiano diventa così made in Italy: una follia e una truffa nei confronti del consumatore (forse sul punto l'Assessore potrà meglio illuminarci). Proprio in questi giorni è in discussione, a livello nazionale, una serie di provvedimenti che vanno esattamente nella direzione e nello spirito che traspare dall'ordine del giorno.
Voteremo convintamente a favore e siamo disponibili a ragionare con l'Assessore e con la Giunta per capire concretamente quali provvedimenti mettere in atto.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Esprimiamo voto favorevole su l'ordine del giorno perché ci sembra che vada nella direzione di tutelare i prodotti, specialmente quelli agricoli e trasformati di origine piemontese. Esprimiamo quindi voto favorevole.
Capita di rado di esprimere voto favorevole insieme al Gruppo Italia dei Valori, ma in questo caso succede. Sul documento successivo anticipo già che non sarà così.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sicuramente la materia, come già detto dal collega Taricco, è complessa e complicata, quindi va studiata approfonditamente la normativa comunitaria e internazionale. Sicuramente, però, l'ordine del giorno è condivisibile.
importante conoscere la provenienza dei prodotti, non solo nell'alimentazione, ma anche nel vestiario. Sappiamo, però, quanto è difficile nella realtà: molte etichettature riportano made in Italy, ma solo l'ultima fase della trasformazione è realizzata in Italia, mentre la maggior parte della lavorazione proviene da mercati in espansione come la Cina o, comunque, zone asiatiche. Penso che il cittadino dovrebbe innanzitutto, sapere cosa sta mangiando e sapere da dove proviene e, a maggior ragione, se questi prodotti sono stati realizzati secondo tutti i crismi di sicurezza dell'igiene sanitaria e anche - perché no?- se contemplano le norme del mercato equo solidale, cioè se i diritti dei lavoratori, tutelati dalle organizzazioni internazionali dei lavoratori vengono rispettati e tutelati.
Sicuramente è auspicabile e sarebbe interessante parlarne in una Commissione preposta per valutare se, nella valutazione dei prodotti occorra inserire l'esternalità negativa dei prodotti che provengono dell'estero dal punto di vista sia dei costi del trasporto sia della provenienza delle materie prime.
Il Movimento 5 Stelle voterà a favore dell'ordine del giorno, sperando di poterne ancora discutere in Commissione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sacchetto.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Ringrazio i colleghi del Gruppo Italia dei Valori per aver presentato l'ordine del giorno, documento sicuramente condivisibile e che, peraltro va ad innescarsi sul dibattito e sul lavoro che in questi anni è stato fatto, sia a livello regionale sia a livello nazionale e sia a livello europeo, sull'etichettatura obbligatoria dei prodotti.
Ad onor nel vero è necessario fare alcune riflessioni.
Innanzitutto, come diceva poc'anzi il Capogruppo Pedrale, è argomento che trova la condivisione di tutto l'arco politico; qualora fosse portato a termine, tutelerebbe, da una parte, i nostri consumatori, perché sappiamo che i prodotti del nostro Paese, in particolare quelli piemontesi, sono di altissima qualità, soprattutto dal punto di vista igienico-sanitario e dall'altra, le nostre aziende agricole che, oggi più che mai, si ritrovano a dover far fronte alla concorrenza sleale, come ricordato anche nell'ordine del giorno, di produzioni che vengono un po' da tutto il mondo.
Tuttavia, è anche giusto ricordare che purtroppo esiste, a livello europeo, una scuola di pensiero che va contro questa nostra richiesta, come Italia, e come Piemonte nello specifico, per il semplice motivo che esiste il principio del divieto di discriminazione dei prodotti e, di conseguenza ci ritroviamo spesso e volentieri isolati o in compagnia di poche altre Nazioni a spingere per questa etichettatura.
A livello legislativo nazionale sono già stati fatti notevoli passi avanti sull'etichettatura obbligatoria dei prodotti.
A livello regionale siamo riusciti, nelle settimane passate, avere i dati relativi all'importazione dell'uva in Piemonte nel 2009 e nei primi sei mesi del 2010, nelle prossime settimane divulgheremo i dati dopo averli incrociati con quelli dell'IRES, per dare un primo segnale, una prima cartina di tornasole sia al mondo dei consumatori sia a quello degli agricoltori, sullo stato dell'arte della situazione.
Nelle settimane passate abbiamo fatto un ragionamento tra Assessorato all'Agricoltura, Assessorato alla Sanità e Istituto zooprofilattico, per la creazione di un osservatorio per la sicurezza alimentare che funga da coordinamento per l'azione che vogliamo intraprendere e che sia in continuità con quanto si è sempre fatto in questa regione per la tutela della sicurezza alimentare sia per i consumatori sia per gli agricoltori.
Naturalmente, da questo punto di vista, la Giunta esprime parere favorevole all'ordine del giorno, sicuramente condivisibile perch comunque sia, pone un elemento nuovo e rafforza l'azione intrapresa e portata avanti con il consenso di tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 40 che recita: "Premesso che nella legislazione italiana non è presente una norma che obblighi a specificare l'origine delle materie prime utilizzate nei prodotti trasformati considerato che circa il 30% del latte consumato in Piemonte, così come una fettina di carne su tre sono di provenienza estera constatato che, in virtù della carenza legislativa segnalata, si può prefigurare una situazione di slealtà commerciale nei confronti dei consumatori che si trovano nella condizione di non poter distinguere e quindi scegliere tra prodotti interamente italiani e prodotti le cui materie prime sono di origine estera valutato che gli stessi produttori italiani si trovano a subire una situazione di concorrenza commerciale sleale a causa dell'impiego nei prodotti trasformati di materie prime provenienti dall'estero che presentano caratteristiche di maggior economicità dovute ad un minor controllo esercitato sulla filiera produttiva e, conseguentemente, con minore qualità e sicurezza d'utilizzo il Consiglio regionale sollecita la Giunta regionale ad incontrare le associazioni di categoria del mondo agricolo per acquisire maggiori informazioni relativamente ai problemi derivanti dal vuoto legislativo nell'ambito delle materie prime soggette a trasformazione in campo alimentare invita la Giunta regionale ad intervenire presso il Ministero delle politiche agricole per sollecitare l'interessamento alla predisposizione di una legislazione nazionale che obblighi a specificare l'origine delle materie prime impiegate nei prodotto trasformati".
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Esame ordine del giorno n. 26 "Supporto ai lavoratori dello spettacolo" presentato dai Consiglieri Buquicchio e Bresso


PRESIDENTE

Passiamo al punto 6) all'o.d.g.: ordine del giorno n. 26 "Supporto ai lavoratori dello spettacolo" presentato dai Consiglieri Buquicchio e Bresso.
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
un ordine del giorno presentato diverso tempo fa. Purtroppo, è ancora attuale: il problema non è stato risolto.
Nell'ordine del giorno si parte da una premessa e cioè che il Governo attraverso il Ministro per i beni e le attività culturali, ha ritenuto di legiferare riguardo ad un argomento che, essendo materia concorrente - vedi riforma del Titolo V della Costituzione - spetterebbe normare in accordo con essi. L'Italia dei Valori già da tempo (marzo 2009), aveva votato favorevolmente, in Commissione istruzione del Senato, un documento che poneva le basi per un riordino serio e condiviso con le parti in causa del sistema lirico-sinfonico, nella speranza che si potesse risolvere il problema di reperire risorse certe per il settore.
Il testo di legge approvato ha perso tutte le premesse di partenza andando così a ledere la dignità dei lavoratori del mondo dello spettacolo.
Questo vulnus va ad aggiungersi a quello del mondo dell'istruzione, per quanto si è ritenuto di fare nell'ambito della riforma della scuola.
Con l'ordine del giorno si chiede di impegnare il Presidente della Giunta, quindi gli Assessori competenti, a pronunciarsi affinché la Regione chieda al Governo di promuovere un'attività di concertazione fra tutte le parti in causa, per individuare le azioni di riorganizzazione di un settore così delicato e promuova un Tavolo di concertazione regionale con i vari Enti coinvolti dal decreto legge per individuare le misure di riorganizzazione del settore.
Riteniamo sia un settore che meriti attenzione e che quanto richiesto possa essere condiviso da tutti, vista la chiara difficoltà nella quale il settore stesso versa. Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 26 il cui testo recita: "Premesso che il Governo ha emanato un decreto legge sulle fondazioni lirico-sinfoniche che scarica sulle lavoratrici ed i lavoratori del settore la necessità di far quadrare i bilanci delle Fondazioni; il decreto emanato è un atto unilaterale del Governo che non ha previsto alcun tipo di confronto con le parti in causa oggetto delle drastiche riduzioni di risorse; considerato che il decreto nel merito prevede l'approdo ad un nuovo contratto collettivo nazionale (essendo quello attuale scaduto da quattro anni) senza alcuna indicazione sulle risorse necessarie; il decreto promuove di fatto una precarizzazione del personale del settore prevedendo il blocco del turn over nonché delle assunzioni a tempo indeterminato ed il possibile ricorso al tempo determinato solo per il 15% degli organici il decreto prevede il taglio del 25% (in origine del 50%) dei contratti integrativi già stipulati tra i soprintendenti delle singole Fondazioni e le OOSS CGIL, CISL, UIL, FIALS ( con le categorie di riferimento): considerato ancora che l'attuazione del decreto riguarda anche molte fondazioni presenti sul territorio regionale impegna il Presidente della Giunta e gli Assessori competenti a pronunciarsi affinché: la Regione Piemonte chieda al Governo di promuovere un'attività di concertazione tra tutte le parti in causa per individuare le azioni di riorganizzazione del settore la Regione Piemonte promuova un tavolo di concertazione regionale con i vari enti coinvolti dal decreto legge per individuare insieme, anche attraverso una politica di eliminazione degli sprechi, le misure di riorganizzazione del settore per giungere ad una valorizzazione dello stesso e non ad un suo smembramento".
Il Consiglio non approva.


Argomento: Questioni internazionali - Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 84 "Campagna pubblicitaria in atto nel Canton Ticino gravemente offensiva del lavoro dei transfrontalieri italiani" presentato dai Consiglieri Cattaneo, Reschigna, Marinello, Lupi Buquicchio, Cerutti, Dell'Utri, Pedrale, Bresso, Artesio, Bono, Carossa e Ponso


PRESIDENTE

Passiamo al punto 3) all'o.d.g.: ordine del giorno n. 84 "Campagna pubblicitaria in atto nel Canton Ticino gravemente offensiva del lavoro dei transfrontalieri italiani" presentato dai Consiglieri Cattaneo, Reschigna, Marinello, Lupi Buquicchio, Cerutti, Dell'Utri, Pedrale, Bresso, Artesio, Bono, Carossa e Ponso.
Ricordo che si tratta di un ordine del giorno sottoscritto, in sede di Conferenza dei Capigruppo, da tutti i Presidenti dei Gruppi presenti. Mi permetto di rivolgermi ai Capigruppo assenti alla Conferenza, di valutare la necessità di apporre la propria firma.
La parola al Consigliere Marinello per l'illustrazione.



MARINELLO Michele

Grazie, Presidente.
Ci sono tre topi, anzi, tre ratti. Il primo si chiama Fabrizio, vive a Verbania, ma fa il piastrellista nel Canton Ticino. Il secondo si chiama Bogdab è un romeno, e non ha domicilio e lavoro; il terzo si chiama Giulio e, come Tremonti, è un avvocato italiano.
Non è l'inizio di una barzelletta; i tre animali sono i protagonisti di una curiosa campagna lanciata in Canton Ticino in questi giorni. Curiosa e aberrante, direi, soprattutto per la realtà dei transfrontalieri lavoratori regolari che da anni si recano in Svizzera svegliandosi la mattina presto per contribuire in maniera forte all'economia di quel Paese.
Campagna rimasta anonima per diversi giorni e portata avanti da un esponente ticinese dell'UDC, il cui Presidente, Pierre Rusconi, ha dichiarato che la campagna è stata commissionata non solo da UDC, ma da una serie di influenti personaggi operanti nel settore economico del Canton Ticino.
Una campagna che inneggia alla derattizzazione del Canton Ticino: i topi sono i frontalieri italiani. Le prese di posizione contro questa campagna pubblicitaria sono state molto forti, a partire dagli Enti locali del territorio, principalmente del Verbano-Cusio-Ossola.
Tenete presente che il Piemonte conta circa seimila lavoratori frontalieri, quasi tutti provenienti dalla provincia del Verbano-Cusio Ossola - incuneata tra il Canton Ticino e il Canton Vallese.
Le associazioni di categoria dei frontalieri, uniti ad alcuni parlamentari locali e agli Enti locali, hanno protestato in maniera forte per questa campagna assolutamente censurabile. Ci sono state delle prese di posizione da parte svizzera, degli organi di governo che si sono dissociati, ma la voce del Consiglio regionale è assolutamente opportuna in un momento come questo.
L'ordine del giorno presentato da quasi tutti i Capigruppo "impegna la Giunta regionale ad esprimere al Governo italiano, affinché se ne faccia interprete con il Governo svizzero, vivo disappunto per l'iniziativa in atto che rischia di ledere i rapporti di amicizia italo-svizzera, mina alla base i principi della libera circolazione delle persone, fondamento non solo dell'Unione Europea ma anche dei Trattati internazionali sottoscritti dalla Svizzera, chiedendo che sia fatta immediatamente cessare ogni espressione offensiva nei confronti del lavoro trasfrontaliero italiano".
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Io sarò molto breve nel mio intervento, perché apprezzo innanzitutto il fatto che l'intero Consiglio regionale abbia sottoscritto l'ordine del giorno.
Credo che sia importante che l'istituzione Regione sia vicina ai nostri lavoratori transfrontalieri, perché l'episodio che ha richiesto la presentazione dell'ordine del giorno è l'ultimo di una situazione di tensione crescente in riferimento ai nostri lavoratori transfrontalieri.
La crisi economica crea anche delle divisioni e delle competizioni. Noi abbiamo bisogno di fare tutelare e di fare sentire le istituzioni regionali vicine ai nostri lavoratori, così come abbiamo il bisogno e il dovere di rafforzare i rapporti tra le comunità locali italiane del Canton Ticino e del Canton Vallese, perché solamente attraverso un rafforzamento dei rapporti tra le comunità locali, queste situazioni di tensione che vanno condannate possono essere rimosse in partenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Signor Presidente e signori Consiglieri, l'ordine del giorno reca la mia firma e quindi non c'è dubbio che condivido l'azione di censura, la solidarietà espressa ai lavoratori e l'appoggio dato alle autorità elvetiche che, a loro volta, hanno stigmatizzato la campagna contro i nostri lavoratori.
Però credo che ogni iniziativa politica di un'Assemblea autorevole come quella del Consiglio regionale non possa semplicemente censurare, non possa cordialmente solidarizzare se poi contemporaneamente non si fa di ogni occasione un'opportunità di apprendimento, perché anche la classe politica ha bisogno di apprendere.
E mi sono quindi permessa - non ho fatto a tempo di distribuirlo a tutti i Consiglieri - di raccogliere un dossier per conoscere ciò di cui stiamo parlando, cioè in cosa consiste questa campagna che equipara i lavoratori transfrontalieri a ratti che condividono rubando un formaggio troppo piccolo, che è quello del lavoro.
Chi sono questi ratti? Sono lavoratori italiani e rumeni, con titoli di studio diversi, con lingue diverse, con religioni diverse. Di conseguenza coloro che hanno condotto questa campagna di comunicazione non hanno distinto per titoli di studio, per provenienza, per lingua, per religione per risorsa umana portata al di là delle frontiere. Semplicemente hanno equiparato tutti i lavoratori provenienti da altre realtà sotto l'unica definizione di stranieri, e così capita anche agli italiani di essere stranieri per qualcun altro. Per dirla alla De Crescenzo in "Così parlo Bellavista": "Ciascuno è terrone a qualcun altro".
Per imparare da quanto la cronaca ci restituisce, vorrei chiedere a quest'Assemblea legislativa se non si senta in imbarazzo nella curiosa assonanza tra coloro che stigmatizzano il lavoro straniero all'estero e coloro che politicamente sostengono prima i nostri. Se non si sentono in imbarazzo quando stigmatizzano ciò che in modo assolutamente riprovevole le situazioni elvetiche hanno rappresentato del lavoro italiano all'estero quando producono slogan e manifesti sicuramente meno attraenti dal punto di vista del messaggio pubblicitario, ma ugualmente aggressivi dal punto di vista del contenuto politico.
Nel piccolo dossier che ho distribuito ai colleghi - e il dossier riguarda la campagna pubblicitaria della Lega Nord - abbiamo alcune eleganti espressioni quali "Fuori dalle balle!", "Fermiamo l'invasione" "Padroni a casa nostra".
C'è una dissociazione secessionista anche nella Lega, tra quella lombarda...



(Commenti dal Gruppo della Lega Nord)



PRESIDENTE

Per cortesia, lasciate intervenire la Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Colleghi, sono dichiarazioni proprio sul lavoro; una riguarda il lavoro intellettuale nella scuola contro i docenti del Sud, l'altra riguarda il lavoro messo a rischio dalla condizione di cassa integrazione (solo sei mesi agli stranieri), l'altra riguarda il rischio di dequalificazione crollo dei salari a causa di un mercato del lavoro fatto dall'immigrazione.
Colleghi, io sono sicura della buona fede e dei buoni sentimenti di tutta l'Assemblea politica. Vorrei però che, votando l'ordine del giorno ciascuno si ripromettesse per sé e per la propria forza politica di non emulare a casa propria quanto altri fanno contro di noi e il nostro lavoro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sono esattamente dello stesso parere della collega Artesio. Infatti anche io ho firmato l'ordine del giorno con un po' di sorriso, nel senso che giustamente, come sono solito dire sempre, bisogna un po' guardare in casa nostra prima di puntare il dito verso gli altri.
Mi sembra quanto meno simpatico che venga da una parte della maggioranza, cioè da parte della Lega Nord, un ordine del giorno in cui si punti il dito contro gli Svizzeri che fanno discriminazione - io dico provocatoriamente e giustamente contro i transfrontalieri, in quanto siamo in un periodo di crisi economica.
Questo è un dato di fatto acclarato e certo, cioè che la discriminazione razziale e lavorativa nella maggior parte dei casi è dovuta ad un problema di crisi economica. Le discriminazioni verso gli italiani sono sempre avvenute, cari colleghi, nelle miniere del Belgio, in Francia dove gli italiani venivano addirittura presi a fucilate. Quando gli italiani sono andati in America erano visti come pezzenti ed erano considerati tutti terroni. Quindi, la storia deve insegnare. Sono queste le cose che dobbiamo ricordare, sottolineando nei libri di storia gli eventi che sono già successi, per non ricadere negli stessi errori umani e tragicamente umani.
La crisi economica, se non sappiamo attaccarla con delle scelte e delle soluzioni intelligenti che ci possano permettere di uscirne, provocherà gli stessi sconquassi geopolitici e io temo addirittura bellici che abbiamo già visto nel secolo scorso.
Mi auguro che sia stato fatto con massimo interesse reale nei confronti dei cittadini del VCO, ma è estensibile a tutti i cittadini, italiani e del mondo, che quando ci si trova ad essere oggetto di una discriminazione questa debba essere assolutamente censurata e vietata da parte di quelle che sono le forze politiche rappresentate in questo consesso e rappresentate anche a livello nazionale dove - ahinoi - conducono una politica totalmente diversa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Pensavo che su l'ordine del giorno non ci fossero interventi polemici invece devo constatare che il falso buonismo della sinistra emerge sempre e mette sullo stesso piano una campagna pubblicitaria che definisce i transfrontalieri dei ladri con delle campagne di un movimento politico che non hanno nulla a che vedere con questa presa di posizione.
E' una polemica politica e - per carità, Consigliera Artesio - ci sta e va benissimo.
Volevo solo testimoniarle che noi facciamo un po' di differenza e se lei paragona la campagna mediatica della Lega a questa campagna mediatica dell'UDC (che non è l'UDC nostro, giusto per... sono più incisivi probabilmente da quella parte: era ovviamente una battuta!), mi spiace, ma sta facendo, in questa sede, del falso buonismo, che ha prodotto purtroppo, in questo Paese, i risultati che abbiamo visto. Finché non è arrivato, finalmente, un Governo con all'interno la Lega, e finché non è arrivato il Ministro Maroni che in questo senso penso sia riconosciuto come uno dei migliori Ministri che abbiamo avuto dal dopoguerra ad oggi.
Poi lei ha messo tutto insieme, ha fatto un dossier dove introduce dei manifesti che, peraltro, non appartengono alla Lega piemontese. Mi pare quindi, che sia fuori luogo il suo intervento, ma soprattutto che non sia obiettivo: stiamo parlando di due cose completamente diverse.
Volevo rilevare quest'aspetto per chiarezza, perché mi sembra che il Consiglio regionale debba condannare fermamente quest'atto gravissimo e debba farlo, possibilmente, in modo unitario.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, dichiaro conclusa la discussione generale.
Indico la votazione palese sull'ordine del giorno n. 84, il cui testo recita: "Rilevato che da alcuni giorni, nel Canton Ticino (Svizzera) è in atto una campagna pubblicitaria - di cui non è stato ancora reso noto il committente - che mediante cartellonistica stradale e l'utilizzo di Internet, attacca pesantemente i lavoratori transfrontalieri italiani, paragonandoli a "ratti che rubano il formaggio" osservato che nella suddetta campagna pubblicitaria il lavoro transfrontaliero viene esplicitamente paragonato alla criminalità, stabilendo un parallelo tra presenza degli stranieri e aumento degli episodi di delinquenza che colpirebbe il Canton Ticino ritenuto che tale campagna pubblicitaria sia gravemente offensiva dei 45mila lavoratori transfrontalieri italiani, tra cui circa 6mila piemontesi, che ogni giorno si recano in Svizzera impegnati in un'onesta occupazione considerato che la campagna diffamatoria è stata recisamente condannata anche dal Consiglio di Stato svizzero, prendendo con decisione "le distanze da questa campagna e a stigmatizzare il messaggio che essa veicola, genericamente offensivo nei confronti di cittadini stranieri", e ricordando "il contributo dato da cittadini stranieri alla crescita della nostra comunità sia sul piano dell'economia privata (edilizia, turismo), sia ad esempio nell'ambito del funzionamento delle strutture sociosanitarie" il Consiglio regionale del Piemonte esprime profondo sdegno per la campagna pubblicitaria in atto nel Canton Ticino gravemente offensiva del lavoro dei transfrontalieri italiani: manifesta piena solidarietà, in particolare, ai circa 6mila lavoratori piemontesi che operano ogni giorno in Svizzera, onestamente e con regolare contratto, e che meritano il rispetto della comunità italiana e di quella svizzera impegna la Giunta regionale a esprimere al Governo italiano affinché se ne faccia interprete con il Governo svizzero, vivo disappunto per l'iniziativa in atto, che rischia di ledere i rapporti di amicizia italo-svizzera, mina alla base i principi della libera circolazione delle persone, fondamento non solo dell'Unione Europea ma anche dei trattati internazionali sottoscritti dalla Svizzera, chiedendo che sia fatta immediatamente cessare ogni espressione offensiva nei confronti del lavoro transfrontaliero italiano." Il Consiglio approva all'unanimità.


Argomento: Benessere animale

Esame ordine del giorno n. 69 "Revisione della Direttiva europea 86/609 in materia di vivisezione", presentato dalla Consigliera Cerutti

Argomento: Benessere animale

Esame ordine del giorno n. 73 "Protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali o ad altri fini scientifici", presentato dai Consiglieri Buquicchio e Ponso


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 69, avente ad oggetto "Revisione della Direttiva europea 86/609 in materia di vivisezione" collegato all'ordine del giorno n. 73, avente ad oggetto "Protezione degli animali utilizzati ai fini sperimentali o altri fini scientifici", di cui al punto 7) all'o.d.g.
Come convenuto in sede di Conferenza dei Capigruppo, procediamo con un'unica illustrazione e discussione generale.
La parola alla Consigliera Cerutti, per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 69; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno vuole richiamare l'attenzione dell'Aula sulla Direttiva europea 86/609 in materia di vivisezione. In particolare nell'ordine del giorno richiamiamo il riferimento all'articolo 6 dello Statuto della Regione Piemonte, che riconosce il rispetto dei diritti degli animali.
La Direttiva in oggetto, che è stata approvata recentemente (8 settembre 2010), prevede, così come abbiamo potuto apprendere anche dagli organi di stampa, delle norme particolarmente crudeli nell'utilizzo degli animali per le sperimentazioni. In particolare, prevede la possibilità di utilizzare specie in via di estinzione, il ricorso a soppressione per inalazione di anidride carbonica come metodo di uccisione di riferimento la possibilità di effettuare esperimenti senza anestesia, la possibilità di poter ricorrere, anche se in deroga, a gatti e cani randagi per la sperimentazione.
Peraltro, abbiamo visto già un movimento dell'opinione pubblica, che è contraria a questo tipo di Direttiva. Abbiamo potuto verificare che purtroppo, alcuni Parlamentari europei che hanno approvato questa Direttiva in realtà non erano consapevoli di quale fosse il peso negativo nei confronti di una cultura animalista che certamente è ormai molto diffusa.
In questo senso, quindi, l'ordine del giorno impegna il Presidente della Giunta a farsi promotore presso il Governo italiano e il Parlamento Europeo di tutte le iniziative utili a rivedere questa Direttiva e a trasmettere questo testo, chiaramente nel caso in cui l'ordine del giorno fosse approvato, a tutti i Parlamentari europei eletti nella circoscrizione nordovest e alla Commissione del Parlamento Europeo.
Auspico che l'ordine del giorno possa ricevere il consenso di quest'Aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 73; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Vorrei proseguire col ragionamento della collega.
Nessuno - neanche i più ottimisti - si aspettava l'abolizione della vivisezione. Ma nessuno poteva immaginare che si arrivasse a tanto dimenticando quei principi che penso dovrebbero essere cari a tutti relativamente a procedure a difesa degli animali tendenti ad evitare la loro sofferenza.
Siamo andati indietro: non solo non abbiamo evitato nulla in progress ma abbiamo determinato cinque punti che ritengo debbano essere sottoposti alla vostra cortese osservazione.
Il primo: la cavia può essere vivisezionata di nuovo, rispetto a quanto stabilito precedentemente.
Prima, infatti, la legge stabiliva, all'articolo 10, che un animale non poteva essere utilizzato più di una volta negli esperimenti. La nuova Direttiva, invece, ne prevede il riutilizzo tutte le volte che il povero animale riesce a sopravvivere.
Il secondo: sono previsti test anche da svegli e, quindi, senza l'uso di antidolorifici.
Pur prevedendo l'uso dell'anestesia, la nuova legge introduce diverse deroghe anche per il trattamento di queste sostanze che potrebbero comunque, alleviare la sofferenza degli animali. Il terzo: è prevista la sperimentazione - udite udite! - anche su cani e gatti randagi.
La normativa precedente non parlava di impiego di animali randagi. La nuova Direttiva, invece, vietandone l'uso, prevede delle deroghe nel caso in cui sia scientificamente provato che è impossibile raggiungere lo scopo della procedura se non utilizzando un animale selvatico o randagio.
Il quarto: sono autorizzati interventi invasivi su animali per scopi didattici.
Il quinto: sono ammesse procedure che io definisco "di tortura", quali il nuoto forzato fino all'esaurimento o l'isolamento di cani o primati per lunghi periodi.
Per tutti questi motivi, noi chiediamo, attraverso l'ordine del giorno che la Regione Piemonte possa farsi parte diligente nei confronti del Governo per non recepire le modifiche della direttiva 86/609.
Chiediamo inoltre alla Regione Piemonte di promuovere sul territorio un progetto al fine di diffondere metodi alternativi alla sperimentazione sugli animali.
I risultati di tale ricerca potrebbero essere presentati (siamo ancora in tempo) in occasione della relazione che la Commissione europea dovrà predisporre per verificare l'efficacia delle nuove norme.
Presidente, non credo molto all'efficacia degli ordini del giorno; mi piacerebbe in questo consesso poter legiferare e votare proposte o disegni di legge; purtroppo, si può soltanto constatare che si propongono poche leggi e che molte giacciono nei lunghi iter delle Commissioni. Siamo inoltre, costretti a quest'azione di testimonianza, chiedendo (a volte elemosinando) il voto della maggioranza su ordini del giorno che penso non possano che essere condivisi da tutti - almeno me lo auguro.



PRESIDENTE

Sono stati illustrati gli ordini del giorno n. 69 e 73, apro la discussione generale su entrambi i documenti.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anzitutto, dico che soltanto a causa di un qui pro quo - nel senso che non ci siamo sentiti con i Consiglieri Cerutti e Buquicchio - non ho firmato i documenti presentati; tuttavia, sono sicuramente "firmatario morale" di entrambi gli ordini del giorno.
Come medico, ma ci sono tanti colleghi che possono confermare, posso asserire con una certa certezza che gli studi sugli animali, soprattutto per quanto riguarda la farmacologia, non portano a dati certi da utilizzati per evitare studi clinici su cavie umane, proprio perché esiste un principio che si definisce "barriera di specie", per cui alcuni farmaci alcune sostanze, sono pericolose in una specie animale e non lo sono in un'altra e viceversa.
Prova ne è, per esempio, la Talidomide, farmaco utilizzato nel Secondo dopoguerra come antiemetico in gravidanza; questo farmaco provocò gravi malformazioni genetiche in un gran numero di bambini, che sono nati focomelici ovverossia con gli arti superiori ridotti a moncherini.
La scienza, da questo punto di vista, finché si avvarrà di animali, che non sono gli esseri umani, correrà sempre il rischio di incappare in qualche errore. Proprio per questo motivo vengono eseguiti studi clinici su diversi livelli di sperimentazione: il primo livello è riservato ad una serie di cittadini non malati, quindi non pazienti; poi, viene esteso a un cluster di pazienti, anch'essi volontari, e infine c'è la sperimentazione sul campo che avviene quando il farmaco è a disposizione di tutti coloro che ne fanno richiesta. In tal senso la sperimentazione è continua; si chiama "sorveglianza epidemiologica" ovverosia vi è il monitoraggio di reazioni avverse, che possono avvenire singolarmente, anche a distanza di anni dall'uso del farmaco. Un esempio: il Vioxx un farmaco che anzich curare le persone provocava trombosi, infarti, eccetera.
L'utilizzo degli animali per la vivisezione è problema molto importante, molto sentito e rientra nella più grande sfera dell'utilizzo degli animali per scopi vari, dall'intrattenimento, al cibo, al vestiario alla compagnia dell'essere umano.
Si chiederebbe maggiore attenzione a quelle che sono le percezioni degli animali perché, purtroppo per loro, sono esseri senzienti esattamente come noi, quindi provano dolore e hanno l'istinto fondamentale dell'autoconservazione alla vita. Proprio per questo motivo ci si definisce non tanto animalisti, ma con un termine, che non è così nuovo "antispecisti"; ovverosia, non si considera che esista una specie animale superiore e tutte le altre sottomesse su cui si possa praticare violenza gratuita - perché si tratta di violenza gratuita, senza preoccuparsi di quelle che sono le loro percezioni.
Pertanto, ci sentiamo assolutamente di condividere entrambi gli ordini del giorno, anche quello in cui si chiede di non recepire la direttiva europea n. 86/609. E speriamo che si possa sollecitare un dibattito più ampio a livello politico nazionale e eventualmente anche europeo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 69, il cui testo recita: "premesso che: l'articolo 6 dello Statuto della Regione Piemonte riconosce il rispetto dei diritti degli animali.
considerato che: il testo della direttiva 86/609 rivista e approvata dal Parlamento Europeo in data 08/09/2010 prevede norme particolarmente crudeli nell'utilizzo degli animali per le sperimentazioni, ed in particolare la possibilità di utilizzare specie in via d'estinzione e/o catturate in natura, compresi i primati e in particolare le grandi scimmie il ricorso a soppressione per inalazione di anidride carbonica come metodo di uccisione di riferimento, definito dalla legge come "umanitario" ma che in realtà provoca alti e prolungati livelli di sofferenza la possibilità di effettuare esperimenti senza anestesia, anche in casi altamente dolorosi la possibilità di poter ricorrere, anche se in deroga, a gatti e cani randagi per la sperimentazione, segnando una regressione rispetto alla normativa italiana, che vieta tale pratica dal 1991 ogni anno nei Paesi dell'Unione Europea vengono utilizzati circa dodici milioni di animali per la sperimentazione sottolineato che: contro l'approvazione delle normative contenute nella direttiva 86/609 sono state raccolte in Italia più di 150.000 firme la vasta mobilitazione intorno al tema dei diritti degli animali e contro la vivisezione ha coinvolto esponenti politici in modo trasversale Il Consiglio regionale ribadisce l'importanza del rispetto dei diritti degli animali e condanna la barbarie della vivisezione Impegna il Presidente e la Giunta a farsi promotore presso il Governo italiano e il Parlamento Europeo di tutte le iniziative utili a rivedere la direttiva 86/609 a trasmettere il presente Ordine del Giorno a tutti i Parlamentari Europei eletti nella circoscrizione Nord-Ovest e alla Commissione del Parlamento europeo competente." Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 73, il cui testo recita: "premesso che l'Unione Europea, attraverso alcune modifiche alla Direttiva 86/609/CEE in tema di protezione degli animali a fini sperimentali o ad altri fini scientifici, ha introdotto: la possibilità (spetterà ai governi nazionali individuare alcune specifiche disposizioni) di ricorrere ad animali randagi (gatti e cani) specie in via di estinzione e/o catturate in natura (compresi Primati e in particolare le grandi scimmie) per l'effettuazione di esperimenti quali: la ricerca di base la cura di malattie test di efficacia dei farmaci l'insegnamento superiore indagini medico-legali la soppressione degli animali per mezzo di inalazione di anidride carbonica (prendendo quale riferimento l'attuale normativa che lo definisce un metodo "umanitario") sebbene sia riconosciuto scientificamente il prolungato e alto livello di sofferenza che gli esperimenti su un singolo animale possono essere ripetuti se la sofferenza inflitta ricade nelle prime due categorie di dolore (lieve e moderato).
considerato che Le modifiche della Direttiva 86/609/CEE non individuano l'obiettivo di ricercare e diffondere metodi alternativi alla sperimentazione sugli animali l'attuale normativa italiana per la protezione degli animali prevede la difesa di cani e i gatti randagi vietandone la vivisezione.
considerato inoltre che Il sottosegretario alla Salute del Governo italiano Francesca Martini ha dichiarato:"credo che l'Europa potrà dichiararsi un luogo civile quando saremo riusciti ad evitare la sofferenza di animali senzienti nei laboratori di ricerca.... In Italia comunque siamo un passo avanti e non intendiamo certo tornare indietro: non consentiremo la sperimentazione su cani e gatti" la Commissione Europea aveva lanciato una consultazione con la partecipazione di 42.000 cittadini europei (ottenendo il terzo più alto responso mai avuto) che hanno espresso la volontà di una maggiore tutela per gli animali utilizzati negli esperimenti (93%) e di un investimento maggiore, a livello europeo, per lo sviluppo e la validazione di metodi sostitutivi alla sperimentazione animale (79%).
si impegna il Presidente della Giunta e gli assessori competenti a pronunciarsi affinché: La regione Piemonte chieda al Governo di non recepire le modifiche alla Direttiva 86/609/CEE che riguardano i punti espressi in premessa La regione Piemonte promuova sul suo territorio un progetto al fine di diffondere metodi alternativi alla sperimentazione sugli animali. I risultati di tale ricerca potrebbero essere presentati in occasione della relazione che la Commissione Europea dovrà predisporre per verificare l'efficacia delle nuove norme." Il Consiglio approva.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Esame ordine del giorno n. 75 "Strage di Torino nel 1864", presentato dai Consiglieri Carossa e Marinello


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 75, avente ad oggetto "Strage di Torino nel 1864", presentato dai Consiglieri Carossa e Marinello di cui al punto 8) all'o.d.g..
La parola al Consigliere Carossa per l'illustrazione.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente L'ordine del giorno è stato presentato per ricordare una strage che è avvenuta, come si legge nell'ordine del giorno, il 21 e 22 settembre 1864.
Al di là di qualsiasi polemica, non vorrei che venisse collegato all'anniversario dei 150 anni; anzi vorrei annunciare a quest'Aula che lo stesso ordine del giorno lo abbiamo presentato al Consiglio comunale di Torino. Inoltre, voglio ricordare che sono il Vicepresidente della Commissione "Italia 150", presieduta dal Consigliere Rattazzi.
Ci siamo consultati e proprio lo stesso Presidente Rattazzi ha concordato sul fatto di discuterlo, di inserirlo nell'o.d.g. di una Commissione del 18 ottobre; ha addirittura lanciato l'idea, che proporrà alla Commissione e quindi al Consiglio comunale di Torino, nell'ambito della mostra che ci sarà alle OGR, di dedicare anche uno spazio per far conoscere, soprattutto agli studenti e ai cittadini, questa strage dimenticata.
Molto brevemente, per non tediarvi troppo, voglio solo ricordare che in quei giorni, alla notizia che era stato firmato un accordo tra lo Stato Sabaudo e la Francia per spostare la capitale da Torino a Roma (e contemporaneamente si era deciso di spostare la capitale da Torino a Firenze) dei cittadini si riunirono spontaneamente, sicuramente non organizzati, per protestare. Tra altro, vi fu una Commissione d'inchiesta che non approdò a risultati conclusivi. Sembrerebbe che questi cittadini anzi, senza il "sembrerebbe" - siano stati caricati, che le forze dell'ordine, l'Esercito, siano intervenute e abbiano aperto il fuoco.
Risultato - ahimè - 52 morti e circa 150 feriti in due giorni.
A ricordo di questo tragico evento, tra l'altro, il Comune di Torino pose, una quindicina di anni fa, una targa in piazza San Carlo, luogo dove partirono i primi moti, le prime proteste.
Personalmente ho fatto una ricerca, perché mi interessava come torinese, per verificare una cosa che a scuola, come penso tanti di voi non ne ho mai sentito o, tanto meno, studiato. Sono episodi che forse, come altri in anni anche abbastanza recenti, conviene dimenticare o non far conoscere troppo.
Voglio solo ricordare - vado a memoria - che tra i 52 morti, la stragrande maggioranza furono ragazzi dai 17 ai 22-25 anni, tra l'altro con uno spaccato molto interessante - questo per capire com'è cambiata la nostra società: tra questi 52, quasi tutti ragazzi, vi era un solo studente, tutti gli altri, con i termini dell'epoca, andavano dal vetraio al tappezziere, dal falegname all'operaio. È proprio cambiato lo spaccato della società e quindi, come dicevo, un solo studente, nonostante la stragrande maggioranza di questi 52 morti, uccisi, fossero di giovane età.
Non voglio dilungarmi. Abbiamo chiesto e spererei che l'Aula fosse d'accordo, ad impegnare la Giunta e l'Assessore competente per individuare nell'ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, una formula per ricordare nel modo più opportuno le vittime della strage di piazza San Carlo.
L'ex Preside, Consigliere comunale Rattazzi, ha già espresso l'idea che nell'ambito delle mostre dell'OGR si trovasse uno spazio per far conoscere questa strage. Spero che anche il Consiglio regionale voglia votare favorevolmente l'ordine del giorno.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOLINARI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Non potevo sottrarmi ad intervenire nel momento in cui viene ricordato un momento di storia patria, anzi, momento cardine della storia unitaria.
Mi fa piacere che sia avvenuto, perché dà l'occasione per ricordare un momento in cui, in effetti, per la ragion di stato, per la ragione politica, dei piemontesi spararono su altri piemontesi. Perché di questo si tratta. Alla fine, le forze regolari del Regno di Sardegna spararono sui normali cittadini piemontesi, con sentimenti patriottici che probabilmente, erano lì a protestare perché temevano - come, in effetti avvenne - che lo spostamento della capitale da Torino ad un'altra città del Regno allargato (quello che sarebbe diventato Regno d'Italia) avrebbe portato la città ad un periodo di decadenza economica e, quindi, di maggiore povertà. Cosa che puntualmente avvenne.
Ben venga, Consigliere Carossa, ricordare questo fatto e ricordare i morti, nostri concittadini, in qualche modo, anche loro martiri del processo d'unificazione, forse interpretato senza una visione politica complessiva.
Inviterei i colleghi della Lega a ricordare la motivazione politica alla base di questa scelta: i piemontesi che hanno fatto l'Italia - perch di questo si tratta - la classe dirigente che ha saputo costruire l'unità italiana, imbarcando l'Italia anche in avventure internazionali, all'epoca estremamente pericolose (penso all'avventura di Crimea) questa classe di liberali piemontesi, in prevalenza - non dobbiamo aver paura di dirlo massoni, anticlericali, che ebbero cognizione di un disegno politico lungimirante per costruire un'Italia unita, ad un certo punto ebbero anche il coraggio di andare contro gli interessi dei loro particolarismi territoriali, per cercare di costruire qualcosa di più grande. Ragionamento che penso debba essere intrinseco ad ogni riflessione sui moti di piazza San Carlo, di piazza Carignano e ai disordini che ci furono lungo via Po.
Frutto della scelta di una classe dirigente illuminata che seppe costruire l'unità italiana, anche andando contro ad esigenze di campanili e di speculazioni locali, che avrebbero portato a governare meglio il processo di costruzione dello Stato unitario a Torino, mentre spostandosi a Roma, sarebbe, inevitabilmente, cambiata pian piano anche la classe dirigente della pubblica amministrazione.
Ecco perché, Consigliere Carossa, mi esprimo a favore dell'ordine del giorno, ricordando però di guardare oltre i morti, anche l'intento politico grande alla base dell'unità nazionale ed anche alla base della scelta dolorosa e sofferta di trasferire la capitale da Torino a Firenze e da Firenze a Roma.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
Vorrei rassicurare il Consigliere Gariglio: il suo pensiero è anche il nostro; non intenda, dunque, il suo intervento come un richiamo nei nostri confronti, perché noi siamo convinti della scelta fatta presentando l'ordine del giorno, con le stesse valutazioni che ha fatto lei.
Un ringraziamento all'ex Sindaco di Torino, Diego Novelli, per avere scritto un libro su quest'argomento e che con gran simpatia ha segnalato a me al collega Carossa alcune valutazioni in ordine a quanto accaduto nel 1864. Lo voglio fare a testimonianza del fatto che su questi argomenti non penso ci debbano essere - e non ci sono - differenze di posizioni politiche.
In questo senso auspico e mi auguro che l'ordine del giorno venga approvato da tutto il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Consentitemi un breve intervento con una parte estremamente seria e una faceta.
La parte seria non può che richiamarsi all'estrema reverenza nei confronti di chiunque, per una causa nella quale credeva, abbia sacrificato la vita. Questo riguarda i morti dell'episodio che la Lega ha voluto richiamare, ma anche a quanti altri, credendo in ideali e in ragioni superiori agli interessi particolari, hanno sacrificato la vita.
Voterò l'ordine del giorno per rispetto DI quelle vittime, come a tante altre.
La parte faceta, fa sì che io vi rivolga una domanda: qualora la capitale non si fosse spostata, oggi Torino sarebbe la capitale dell'Italia o della padania?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cursio; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Il sottoscritto non è nato a Torino, ma non mi sento meno torinese. La nascita è casuale, la scelta dove vivere è più impegnativa.
A conferma di ciò vorrei ricordare che la pietra posta dal Comune, si trova sul versante est, più o meno a metà, leggermente più a nord. È una piccola pietra, che ricorda l'evento. Personalmente mi associo a questo pensiero.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

L'intervento serve solo dimostrarvi, ove mai fosse necessario, come attorno all'ordine del giorno, a seconda del motivo per cui si voti - io voterò convintamente a favore - le motivazioni fanno divergere di molto la storia del voto.
Per esempio, nelle parole del Consigliere Gariglio, ci sono, come spesse volte capita nell'ambito delle parole del Consigliere Gariglio delle verità, delle illusioni e alcune inesattezze.
Il Consigliere tende, ovviamente, a richiamarsi al modello dell'Unità d'Italia, lo ha anche detto nella sua chiarezza e quando lo diceva guardava questi buzzurri (lo dico con grande affetto) della Lega. Ma all'epoca del '64 ai torinesi dell'Unità d'Italia non gliene poteva fregare di meno, e non lo dico io.
Occorrerebbe degnarsi di leggere i documenti storici: suggerisco Anna Banti che ha scritto un interessante romanzo che s'intitola "Noi credevamo" quello dove dà del terrorista a Mazzini, suscitando un po' di dibattito fra gli "addetti ai lavori", in una distinzione tra tirannicida e terrorista. È questione degli ultimi giorni. È apparso come libro temporibus illis e non l'ha letto nessuno.
Adesso è uscito l'interessante film al festival di Venezia e non è da escludere che due o tre persone, se non altro, lo abbiano comprato e forse, letto, ma se lo leggessero scoprirebbero che nella Torino di allora esattamente come all'epoca del 1920, ai grandi dibattiti sulla guerra sull'Unità d'Italia, erano interessati soltanto coloro che se lo potevano permettere. Ricordo sommessamente che l'allora Camillo Benso Conte di Cavour, massone, liberale -...faccio fatica - sicuramente anticlericale certamente appartenente alla nomenclatura di allora, non discuteva della democrazia, con la gente. Non gliene fregava nulla nemmeno a lui. Come non gliene fregava nulla nel 1920.
Quelli del 1864, invece, sono interessanti per un'altra ragione, caro Gariglio - motivo per cui voterò favorevolmente. Perché appartenevano a quella razza di torinesi coraggiosi che vedevano andar via da questa città delle cose importanti, che gli venivano rubate dalla "Firenze ladrona" di allora. Avevano capito che andando via non sarebbero tornate più - cosa che puntualmente è accaduta - e avendo coraggio, non si limitavano a parlarne al bar come delle lumache, come fanno i torinesi d'oggi che si lamentano.
"Bogia nen", che è la versione in cui la gran parte dei nostri orgogliosamente ignoranti ritiene che si chiamino le lumache piemontesi erano i Granatieri di Sardegna che "as bogiavan pa", non quando dovevano lamentarsi dell'Artesio, della Sestero, o del fatto che Chiamparino non paga i fondi del CSI. No, "as bogiavan nen" né nelle lamentele, né nelle dimostrazioni e quando era il caso, per i loro interessi di pancia, di concreta esigenza di vita, di denaro - niente biologia, niente anticlericalismo - grani, concretezza, protestavano.
Nota la democrazia di Vittorio Emanuele: le proteste gli davano fastidio e li ha sistemati. Questo quanto accaduto, tutto il resto sono modalità che i colleghi della Lega usano e i colleghi della PD, pardon della Margherita...mi sono sbagliato, del Partito Democratico di oggi quando serve, ricordano.
Buon lavoro, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Prendo spunto dall'intervento del Consigliere Burzi, perché entrambi abbiamo, come altri, la tendenza a documentarci e, fermo restando il tempo disponibile, anche a leggere libri.
Rispondo al collega consigliando a tutti una lettura, proprio per amore dell'informazione, della documentazione, che si chiama "Terroni" di Pino Aprile. Sicuramente è un libro che interesserà anche i colleghi leghisti in quanto potrebbe dare loro una mano per l'eventuale secessione che intendono fare, anche se nascosta sotto il nome del federalismo.
Questo libro spiega l'altra storia del Risorgimento, ovvero sia quello di uno Stato Sabaudo che invade il Regno delle due Sicilie: un regno prospero, molto più prospero, molto più ricco, molto più benestante del Regno Sabaudo che aveva delle finanze assolutamente in dissesto e va a saccheggiare, ad invadere, a devastare le città del meridione, creando quel fenomeno che è stato riletto come fenomeno di brigantaggio: in realtà erano contadini ed ex soldati dell'esercito borbonico che resistevano alle truppe che invadevano il territorio.
L'esercito sabaudo ha lasciato una terra devastata, una terra in cui le industrie, che già fiorivano alla seconda metà del XIX secolo, non erano più in condizioni di svolgere il loro compito nella nascente seconda rivoluzione industriale.
Non di meno, molti di quei terroni sono stati costretti ad immigrare e lasciare il loro territorio dopo dieci anni di guerra che ha lasciato sul posto migliaia di cittadini, di persone: in una buona parte morta, caduta sul campo, la restante senza più mezzi di sostentamento.
Occorrerebbe affrontare anche questo tema, alla base delle contraddizioni e difficoltà dell'Unità d'Italia, soprattutto visto che Torino sarà una delle città in cui si celebreranno i 150 anni. Mi auguro che finalmente emergano queste tematiche e vengano invitati alcuni autori di questo tipo di libri (ce ne sono tanti). Sono contento di firmare l'ordine del giorno presentato Capogruppo della Lega Nord che difende dei manifestanti che, a prescindere dalle loro buone o cattive ragioni protestavano contro una scelta imposta dagli allora poteri forti, quindi da monarchi, senza possibilità di un dialogo democratico. A distanza di 150 anni purtroppo ci sono condizioni e situazioni che sembrano far dire che non è cambiato nulla, in quanto ancora le decisioni vengono prese per decretazioni urgenti, l'esercito presidia le discariche, forse in futuro presidierà le centrali nucleari, e i cittadini verranno brutalmente allontanati, se non manganellati, per la sola colpa di esprimere il loro dissenso sulla base di dati tecnici e scientifici.
Quindi, a distanza di 150 anni almeno abbiamo accesso all'informazione più o meno gratuita, e quindi a maggior ragione i cittadini dovrebbero essere ascoltati.
Pertanto, pur non condividendo le motivazioni che stanno dietro all'ordine del giorno, lo firmeremo.



PRESIDENTE

Consigliere Carossa, il Consigliere Bono ha espresso il desiderio di sottoscrivere l'ordine del giorno, Lei autorizza? Presso il banco della Presidenza c'è il modulo e chi vuole aggiungere la firma è autorizzato dal Consigliere Carossa che è il primo firmatario.
Se non vi sono richieste d'intervento, lo pongo in votazione.
Ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 75, il cui testo recita: "Premesso che Tra il 21 e il 22 settembre 1864 decine di cittadini persero la vita, e molti furono feriti, nel moto di protesta contro l'intento dei Savoia di trasferire la capitale del Regno d'Italia da Torino e Firenze. Lo scontro avvenne tra piazza San Carlo e piazza Castello. I cittadini si ribellarono all'allora neonato Stato italiano, opponendosi all'intento di privare Torino dello status di capitale. La distanza tra la ragion di Stato, che ormai guardava a Roma, e i sudditi subalpini generò una manifestazione di protesta, descritta come pacifica, che però fu soffocata nel sangue dall'esercito sabaudo.
Il Consiglio regionale Impegna la Giunta regionale e l'Assessore competente ad individuare nell'ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, una formula per ricordare nel modo più opportuno le vittime della strage di piazza San Carlo, a Torino, del 21 e il 22 settembre 1864 (più di cinquanta morti e centotrenta feriti), quando la ribellione dei cittadini al trasferimento della Capitale d'Italia a Firenze venne repressa nel sangue dalle truppe sabaude".
Il Consiglio approva.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Esame ordine del giorno n. 76 "Adesione alla giornata mondiale della pace delle Nazioni Unite", presentato dai Consiglieri Bono e Biolè


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 76, avente ad oggetto "Adesione alla giornata mondiale della pace delle Nazioni Unite" presentato dai Consiglieri Bono e Biolè.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno l'avevamo già parzialmente illustrato nella presentazione per l'iscrizione all'o.d.g. di due sedute fa.
Era urgente, in quanto atteneva alla giornata internazionale della pace delle Nazioni Unite in data 21 settembre. Quindi, anche se postuma, noi chiederemmo un'adesione ampia da parte del Consiglio regionale per questa giornata della pace sancita dalle Nazioni Unite e sancita ancor di più dalla nostra Costituzione all'articolo 11, che recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento d'offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Altresì promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
Questa giornata s'inserisce tra l'altro nell'Anno Internazionale dei Giovani che è iniziato ad agosto 2010 e terminerà ad agosto 2011, sempre organizzato dalle Nazioni Unite per promuovere il rispetto dei diritti umani e della solidarietà tra le generazioni, quindi tra giovani e meno giovani, tra differenti popolazioni, differenti culture, religioni e civiltà. Sono questi gli elementi decisivi e fondamentali per rafforzare le basi della pace, soprattutto in un periodo in cui la crisi economica quindi la competizione globale, mina queste basi che si rivelano sempre più fragili.
Il 21 settembre vi è stato a New York il summit dell'ONU contro la povertà, che ha disposto degli stanziamenti in favore degli indigenti. Ma sicuramente, oltre agli stanziamenti monetari, servono politiche globali ad ampio raggio che permettano di tutelare risorse fondamentali - come ad esempio l'accesso all'acqua e alla terra - e valorizzare quelle che sono le ricchezze di alcuni territori, ad esempio i minerali -penso al coltan nella Repubblica del Congo oppure al petrolio presente nel Delta del Niger e in altre zone.
Sottolineiamo che l'Italia, come molti altri Stati cosiddetti civili riceve ancora moltissimi soldi per le commesse militari, addirittura 2,7 miliardi di dollari, di cui l'84% è in destinazione nei paesi del terzo mondo, dove non mi risulta che vi sia la diffusione amplia della caccia, ma mi pare che più probabilmente vi sia diffusione di conflitti civili, spesso fomentati dalla stessa carenza di risorse e diretti da forze di paesi esteri per il controllo delle stesse.
Ricordo ancora che l'Italia ha firmato, ma non ha ancora ratificato, la convenzione sulla messa in mora delle bombe a grappolo, le cosiddette Cluster Bomb, e speriamo che il Governo italiano venga stimolato a ratificare quanto prima. Uno dei pochi comparti in cui l'Italia continua ad investire è l'industria bellica, con addirittura 30 miliardi di euro quindi più di una manovra finanziaria, visto che l'Europa ci ha detto che dovremmo fare una manovra da ulteriori 50 miliardi di euro. Auspichiamo che si inizi a ridurre gradualmente una parte di questi investimenti nell'industria bellica.
Posto tutto questo, cioè il fatto che l'Italia ha preso parte alla guerra in Iraq e ancora prende parte alla guerra in Afghanistan - in cui purtroppo abbiamo avuto dei caduti che abbiamo ricordato anche in Consiglio regionale - e tra l'altro in alcune di queste guerre, senza una vera motivazione di terrorismo internazionale, quindi senza trovare realmente quelle che potevano essere le motivazioni di queste guerre, chiediamo che il Consiglio regionale, in modo postumo, aderisca a questa giornata del 21 settembre 2010.
Giornata foriera di quello che è l'Anno Internazionale dei Giovani l'anno della Marcia della pace Perugia-Assisi, e chiede quindi di farsi portavoce presso il Governo centrale delle esigenze di pace e di non belligeranza che vengono non solo dai cittadini piemontesi ed italiani, ma vengono dalla pluralità di popoli, di religioni, di culture e di civiltà investendo sempre meno, quindi uscendo da quelli che sono investimenti onerosi nel settore bellico, investendo nell'istruzione, nel sistema socio sanitario e nella pubblica sicurezza, non fatta dall'esercito, ma fatta dalle forze pubbliche della sicurezza nelle città, se vogliamo parlare di ordine pubblico.
Per questo chiediamo un voto favorevole da parte del Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Condivido il contenuto dell'ordine del giorno. Credo che sia bene continuare a parlare di un tema così importante quale la pace, che purtroppo non è argomento così all'ordine del giorno in Italia. In particolare, la questione posta rispetto anche all'assetto delle spese militari, quindi al fatto che si possano dirottare verso altri settori anche questa non è più questione dell'agenda politica.
Quindi, chiedo al Presidente Bono se posso sottoscrivere l'ordine del giorno che chiaramente voterò.



PRESIDENTE

Consigliere Bono, la Consigliera Cerutti ha chiesto di poter sottoscrivere l'ordine del giorno di cui è primo firmatario. Lei autorizza? La Consigliera Cerutti può apporre la firma.
Se non vi sono richieste di intervento, lo pongo in votazione. Ricordo che il numero legale è 27.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 76, il cui testo recita: "Visto che Il 21 settembre è stato dichiarato Giornata internazionale della Pace dalle Nazioni Unite la Pace è sancita dalla Costituzione tra i principi fondamentali della Repubblica Italiana, che all'art. 11 dice "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo." Questa giornata s'inserisce nell'Anno internazionale dei giovani (agosto 2010-agosto 2011) deciso dalle Nazioni Unite per promuovere i valori del rispetto dei diritti umani e della solidarietà tra le generazioni, le culture, le religioni e le civiltà, elementi decisivi per rafforzare le fondamenta della pace, con tema dell'anno "Dialogo e comprensione reciproca".
Il 21 settembre 2010 coincide con l'apertura a New York del Summit dell'Onu che cercherà di operare contro la povertà spesso provocata dalle guerre scatenate per l'accaparramento a buon mercato delle risorse preziose come acqua, terra, minerali e combustibili fossili L'Italia permane al quinto posto come esportatrice di commesse militari con 2,7 miliardi di dollari, di cui l'84% verso i paesi del cosiddetto Terzo Mondo, come attestato dal rapporto "Conventional Arms Transfers to Developing Nations 2002-2009" L'Italia ha firmato ma non ancora ratificato la Convenzione sulla messa in mora delle cluster bombs o bombe a grappolo L'Italia investe ancora oltre il 2% del PIL, oltre 30 miliardi di euro nell'industria bellica Le guerre in Iraq ed in Afghanistan mosse dagli Stati Uniti in violazione dei dettami dell'ONU sono guerre preventive con la scusa discutibile della guerra al "terrorismo" Posto che nonostante milioni di persone in tutto il pianeta si uniranno il 21 settembre 2010 per rinnovare l'impegno contro tutte le guerre, per la pace e la nonviolenza, la giustizia e i diritti umani, l'Italia non ha aderito a questa giornata L'obiettivo principale di questa giornata è la promozione dell'impegno dei giovani per la pace e lo sviluppo.
Sempre più spesso sono più risolutive le azioni di molti singoli cittadini che i summit dei potenti del pianeta La Regione Piemonte dal 2009 è Regione della Pace Il Consiglio regionale in concomitanza col lancio dell'anno della Marcia Perugia-Assisi, 20 settembre 2010-25 settembre 2011, aderisce formalmente alla giornata mondiale della Pace delle Nazioni Unite, e chiede alla Giunta di farsi portavoce presso il Governo centrale delle esigenze di pace e di non belligeranza che vengono dai cittadini piemontesi e dalla carta costituente, per dirottare quota parte consistente delle spese militari a settori pubblici in crisi come l'istruzione, il sociosanitario, la pubblica sicurezza".
La votazione non è valida per mancanza del numero legale.



(La seduta, sospesa alle ore 17.21 riprende alle ore 17.45)



PRESIDENTE

Riprendiamo i nostri lavori con la ripetizione della votazione sull'ordine del giorno n. 76.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 76.
La votazione non è valida, per mancanza del numero legale.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 17.46)



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