Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.379 del 08/10/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



(Alle ore 10.00 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 10.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Contratti ed appalti

Richiesta, da parte del Consigliere Reschigna, di comunicazioni della Giunta regionale in merito all'inchiesta della Procura della Repubblica di Torino su cinque appalti nei quali gli inquirenti ravvisano il reato di turbativa d'asta


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Intervengo in primis per chiedere che nella giornata odierna di Consiglio regionale, in relazione ai fatti che sono oggi al centro dell'attenzione da parte dell'opinione pubblica e degli organi di informazione, cioè l'indagine della Procura della Repubblica di Torino in merito ad alcuni appalti che coinvolgono i lavori nella Reggia di Venaria ma anche relativamente ad altri filoni, ci sia una comunicazione da parte della Giunta nel corso del Consiglio regionale odierno.
Ritengo che questo sia un atto doveroso, perché è giusto che il Consiglio regionale abbia una valutazione da parte della Giunta regionale in merito a quanto è successo e soprattutto ai provvedimenti che la Giunta regionale intende porre in atto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.


Argomento: Ammortizzatori sociali

Mozione n. 1101 presentata dai Consiglieri Reschigna, Marinello, De Magistris, Cattaneo e Boeti, inerente a "Trattamento speciale di disoccupazione per i lavoratori transfrontalieri" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, intendeva presentare anche un'altra richiesta? Prego.



RESCHIGNA Aldo

Chiedo altresì l'iscrizione di una mozione che ha per oggetto "Trattamento speciale di disoccupazione per i lavori transfrontalieri" che è firmata dal sottoscritto e dai colleghi Marinello e De Magistris e anche dalla Signoria Vostra.


Argomento: Sistema informativo regionale

Ordine del giorno n. 1074 presentato dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Gestione e sviluppo del sistema informatico nelle AA.SS.RR." (richiesta inversione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Presidente, intervengo per due questioni piuttosto veloci.
Lei ricorda che al punto 11) dell'o.d.g. odierno è stato inserito l'ordine del giorno n. 1074 inerente a "Gestione e sviluppo del sistema informatico nelle AA.SS.RR.", che avevo già perorato in una Capigruppo diverso tempo fa; poi per qualche equivoco non era stato inserito in modo prioritario e oggi è finito all'undicesimo posto.
Ritengo che questa sia una questione che debba e possa interessare tutta l'Aula e tutti i Consiglieri. Per di più mi spingo a dire qualcos'altro e lo dico anche ai Consiglieri: la semplice notizia che questo ordine del giorno sia stato presentato dal sottoscritto, che chiede soltanto delle relazioni delle ASL su questo argomento, ha scatenato un pandemonio nelle ASL.
Se i vari Direttori generali avessero il telefono sotto controllo, si ascolterebbero frasi del tipo: "Ma cosa vuole questo Consigliere Buquicchio?". Quindi, è un argomento che dobbiamo affrontare senza voler nascondere niente.
Pertanto, Presidente, la pregherei di valutare le condizioni per poterlo anticipare e poterlo eventualmente anche discutere.
Per quanto riguarda invece l'ultima nota, valuti lei, Presidente - ma lo dico senza fare barricate - che cosa sia opportuno che l'istituzione faccia in riferimento alla strage di Lampedusa.



PRESIDENTE

prevista la commemorazione, dopo l'apertura. E nella giornata di venerdì abbiamo, come disposto dalle Prefetture e dal Governo, apposto a mezz'asta le bandiere di tutti i palazzi della Regione e del Consiglio regionale in segno di lutto.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento - Diritti umani

Ordine del giorno n. 1100 presentato dai Consiglieri Artesio, Boeti e Biolé, inerente a "Cordoglio per le vittime e solidarietà all'amministrazione di Lampedusa - richiesta revisione legge Bossi Fini" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Proprio prevedendo che il suo rigore istituzionale avrebbe previsto per l'Aula un minuto di raccoglimento relativamente alla tragedia di Lampedusa volevo informare della predisposizione, da parte mia, di un ordine del giorno, che le consegnerei, che ovviamente è aperto alla sottoscrizione di altri colleghi e che riterrei opportuno venisse discusso nella giornata odierna.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Ordine del giorno n. 1099 presentato dai Consiglieri Carossa, Tiramani Marinello, Angeleri, Pedrale, Cattaneo, Leo e Franchino, inerente "IMU prima casa" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Chiedo che si riesca a trovare un momento della giornata per discutere e votare un ordine del giorno che questa mattina abbiamo presentato come Lega Nord riguardante "IMU prima casa".
Perché chiedo che si trovi un momento nella giornata? Perché è un argomento di questi giorni e di queste ore e ritengo che andarlo a discutere e votare in un altro Consiglio il prossimo martedì sia poi tardi.
Quindi, chiedo proprio che oggi si riescano a trovare dieci minuti di tempo per votare questo ordine del giorno.
Lo dico a lei, Presidente, ma lo dico all'Aula tutta. Da quel che leggo sugli organi di stampa, perché non ho altre notizie, ritengo che si sta andando avanti verso un'ingiustizia sociale enorme.
Le rendite catastali che sono state accennate e scritte sui quotidiani cittadini fanno sì che non paghino la prima casa i ricchi, ma la paghino quasi tutti quelli che hanno la prima casa o, comunque, una buona percentuale; questo mi sembra veramente non corretto.
Riguardo alla commemorazione, è chiaro che siamo tutti d'accordo, ma è altrettanto chiaro che si va a creare un precedente. Questo lo dico affinché rimanga a verbale: si va a creare un precedente.
Non mi risulta che sia stato mai fatto.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Per quante attiene alla commemorazione, ovviamente lei sa che sono sempre molto rigoroso. Ho fatto una disamina e una verifica e le confermo che ci sono già state commemorazioni in occasioni di stragi o di incidenti che hanno comportato decine di vittime, ma qui si parla di centinaia.
Sarà una commemorazione ovviamente sentita, ma corretta. D'altra parte ho avuto anche delle richieste da parte di autorevoli Capigruppo di porre la bandiera a mezz'asta nella giornata di oggi.
Non sta a me fare una valutazione, però ho risposto cortesemente che non era possibile, perché l'esposizione della bandiera non è regolata da noi, ma da leggi e da disposizioni dello Stato.
Inoltre, ho fatto presente che questo era già avvenuto su richiesta della Prefettura in tutti i palazzi della Regione, compreso questo, nella giornata di venerdì.
Collega Reschigna, sulla comunicazione sugli appalti della Venaria Reale, l'Assessore per i rapporti con il Consiglio mi ha comunicato che c'è la disponibilità del Vicepresidente della Regione nel pomeriggio, anche perché sta acquisendo delle informazioni sotto il profilo istituzionale che vadano un po' oltre le notizie giornalistiche; pertanto, ha bisogno di un po' di tempo.
Conseguentemente, la confermiamo entro la fine della mattinata e dovrebbe tenersi intorno alle ore 15, dopo la trattazione del question time.
La mozione n. 1101, sui frontalieri, materia urgente e condivisa, la potremmo mettere in votazione subito senza discussione.
Per quanto riguarda gli ordini del giorno, questa mattina ho assunto l'impegno di esaminare una mozione o un atto d'indirizzo che superasse gli ordini del giorno riguardo alla questione dei servizi dovuti per legge ai malati cronici non autosufficienti o di procedere con la votazione degli atti d'indirizzo che residuavano.
Li abbiamo iscritti tutti al punto 3) all'o.d.g.; non risultano presentati né atti sostitutivi né atti aggiuntivi. Su questo punto, c'è solo una modifica presentata dal Consigliere Angeleri, riguardante la propria mozione. Propongo, pertanto, di porre subito in votazione la mozione n. 1101 inerente a "Trattamento speciale di disoccupazione per i lavoratori transfrontalieri", che è materia urgente e condivisa. Si tratta di una richiesta al Governo.
Potremmo poi trattare il punto riguardante gli ordini del giorno sui malati non autosufficienti, che devono essere votati. Potrebbe esserci un breve intervento del Consigliere Angeleri, riguardante una modifica del suo atto d'indirizzo.
Mi sembra che il documento sulla prima casa sia il più semplice pertanto si potrebbe mettere in coda, insieme all'ordine del giorno n.
1074, del Consigliere Buquicchio, e l'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Artesio.
Proseguiremo con il provvedimento sulla caccia, materia che troveremo anche nel pomeriggio, dopo le comunicazioni del Vicepresidente Pichetto con l'impegno di terminare i lavori alle ore 19, come previsto dalla convoca.
Mi sembra che, in questo modo, il Consiglio regionale sia nelle condizioni di affrontare tutto. È chiaro che gli ordini del giorno dovranno essere ultimati entro la mattinata (io spero anche prima), quindi ci daremo dei limiti di tempo. Grazie.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni e all'inversione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento, così come modificato.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g., "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 24 settembre 2013.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Casoni e Cota.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 30 settembre 2013 e dell'1 e 2 ottobre 2013.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione delle vittime del naufragio di Lampedusa


PRESIDENTE

Prego i presenti di alzarsi in piedi.



PRESIDENTE

All'alba di giovedì 3 ottobre un'imbarcazione carica di migranti è naufragata a circa mezzo miglio al largo dell'isola di Lampedusa.
Delle oltre 500 persone a bordo ne sono sopravvissute 155 - prontamente assistite dalle forze di soccorso - mentre il calcolo complessivo delle vittime è ancora in corso per la difficoltà di recuperare i corpi, ma si teme che i morti superino il numero di 300.
Unendosi al sentimento di sgomento e dolore che ha colpito l'opinione pubblica italiana e internazionale, la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative, riunita in Assisi, ha sollecitato il Governo a richiedere con forza e urgenza la convocazione di un Consiglio europeo straordinario per affrontare la questione dei migranti e approntare nuovi e più efficaci strumenti comuni di politica migratoria che siano espressione di una concreta solidarietà tra i popoli europei e dell'Unione Europea con i popoli del Mediterraneo.
Il Governo ha proclamato per venerdì 4 ottobre una giornata di lutto nazionale, alla quale anche il Consiglio regionale ha prontamente aderito esponendo presso le proprie sedi le bandiere a mezz'asta.
Auspichiamo che il turbamento provocato da questo evento gravissimo che si unisce alle centinaia di vittime già registrate nel recente passato possa spingere tutte le istituzioni responsabili a livello nazionale ed europeo, a mettere in atto quelle azioni volte a prevenire il ripetersi di simili, immani tragedie.
Chiedo al Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del naufragio al largo di Lampedusa, del 3 ottobre scorso.



(L'Assemblea, in piedi osserva un minuto di silenzio)


Argomento: Ammortizzatori sociali

Esame mozione n. 1101 presentata dai Consiglieri Reschigna, Marinello, De Magistris, Cattaneo e Boeti, inerente a "Trattamento speciale di disoccupazione per i lavoratori transfrontalieri"


PRESIDENTE

Come concordato, procediamo con la votazione della mozione relativa ai lavoratori transfrontalieri. Si chiede al Governo e al Ministero del Lavoro di garantire la piena applicazione di una legge dello Stato (la legge n.
147/1997) e di sollecitare la separazione del fondo destinato al trattamento speciale di disoccupazione per i transfrontalieri.
un documento firmato dal Consigliere Reschigna, Cattaneo, Marinello e De Magistris.
L'Assessore Quaglia esprime parere favorevole.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1101, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: sono oltre 6.000 i lavoratori piemontesi cosiddetti 'transfrontalieri che ogni giorno varcano i confini della nostra regione per andare a lavorare in Svizzera il numero dei transfrontalieri che lavorano nella Confederazione Svizzera è cresciuto in misura notevole soprattutto negli ultimi anni, anche a causa della grave crisi economica del Piemonte. I settori che vedono la maggiore presenza di tale categoria di lavoratori riguardano principalmente l'attività manifatturiera e le costruzioni, oltre che il terziario: in Ticino, infatti, l'andamento recente dei permessi ai transfrontalieri mostra l'incremento più alto in settori quali ricerca e sviluppo, attività di engineering, attività finanziarie, ciò costituisce un aiuto all'occupazione dei giovani laureati piemontesi divenuto ormai un fenomeno strutturale del mercato del lavoro ed un aspetto rilevante nei rapporti della nostra regione con la Svizzera, il lavoro frontaliero rappresenta tra l'altro una elevata risorsa per l'economia delle province piemontesi di confine la presenza di un consistente numero di transfrontalieri del Piemonte e delle altre regioni di confine ha indotto lo Stato italiano e la Confederazione Svizzera a stipulare numerosi accordi bilaterali per regolare varie questioni riguardanti, tra l'altro, la previdenza sociale l'imposizione fiscale e l'indennità di disoccupazione considerato che: nel momento in cui l'economia svizzera è florida aumenta la richiesta di lavoratori frontalieri italiani, ma in periodi di crisi come l'attuale i lavoratori transfrontalieri sono i primi soggetti a rischiare il posto di lavoro e risultano meno tutelati, in quanto non possono usufruire degli ammortizzatori sociali vigenti in Svizzera, Paese in cui il mercato del lavoro è determinato da una flessibilità estrema la legge 5 giugno 1997, n. 147 (Norme in materia di trattamenti speciali di disoccupazione in favore dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera rimasti disoccupati a seguito della cessazione del rapporto di lavoro) all'articolo 1 prevede la corresponsione da parte dell'INPS di trattamenti speciali di disoccupazione in favore dei lavoratori transfrontalieri italiani divenuti disoccupati in Svizzera a seguito di cessazione non a loro imputabile del rapporto di lavoro. La medesima legge istituisce la gestione con contabilità separata per l'erogazione dei trattamenti speciali di disoccupazione a favore dei lavoratori transfrontalieri italiani in Svizzera, finanziata dalla retrocessione da parte elvetica delle quote di contribuzione versate dai lavoratori verificato che: per effetto della legge 28 giugno 2012, n. 92 (Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita) (legge Fornero) gli uffici territoriali dell'INPS operanti nelle province di confine con la Svizzera, a partire da settembre 2012, hanno sospeso ai lavoratori transfrontalieri disoccupati l'erogazione dell'indennità speciale di disoccupazione, sostituita con la disoccupazione ordinaria il Ministero dell'economia e delle finanze ha precisato che la somma accantonata sul fondo per la disoccupazione speciale non potrà essere destinata a nuove, ulteriori spese la legge 92/2012 tuttavia non abroga il sistema di gestione separata pertanto le somme rimesse dalla Svizzera all'Italia devono essere mantenute completamente separate da ogni altro tipo di gestione contabile sottolineato che le somme versate dai transfrontalieri e destinate al fondo di disoccupazione speciale devono essere utilizzate, sino ad esaurimento con gestione separata e con trattamento indennitario conforme a quanto previsto negli accordi bilaterali impegna la Giunta regionale affinché intervenga presso il Ministero del Lavoro perché garantisca la piena applicazione della legge n. 147/1997 disciplinante i trattamenti speciali di disoccupazione in favore dei lavoratori transfrontalieri rimasti disoccupati affinché solleciti la separazione del fondo destinato al trattamento speciale di disoccupazione per i transfrontalieri".
Il Consiglio approva.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Proseguimento esame ordine del giorno n. 980 presentato dai Consiglieri Laus, Bresso, Manica, Motta Angela, Pentenero, Ponso, Reschigna e Rostagno inerente a "Garanzia dei servizi dovuti per legge ai malati cronici non autosufficienti: occorre elaborare un piano per l'abbattimento delle liste d'attesa per la residenzialità e dare piena attuazione alla legge sulla domiciliarità"; mozione n. 1095 presentata dai Consiglieri Angeleri Carossa, Tiramani, De Magistris, Burzi, Gregorio, Maccanti, Marinello e Giordano, inerente a "Assistenza residenziale per anziani non autosufficienti"; mozione n. 1096 presentata dai Consiglieri Reschigna Boeti, Ronzani, Muliere, Rostagno, Pentenero, Oliva, Motta Angela Gariglio, Laus, Placido, Artesio, Cerutti, Negro, Dell'Utri e Ponso inerente a "Servizi per persone non autosufficienti: servono percorsi condivisi per tutelare i diritti nel rispetto delle compatibilità economiche"


PRESIDENTE

Nella sessione straordinaria pomeridiana di martedì 1° ottobre si è svolta la discussione generale e la replica sugli atti d'indirizzo attualmente rubricati al punto 3) all'o.d.g., di cui abbiamo ampiamente parlato.
Si era concordato di sospendere il punto per un ulteriore approfondimento in IV Commissione. Tale riunione si è regolarmente svolta il giorno successivo, il 2 ottobre scorso.
Come dicevo, non ho avuto il deposito di atti sostitutivi n aggiuntivi, pertanto credo che vivano tutti gli atti di indirizzo: l'ordine del giorno n. 980 dei Consiglieri Laus e Bresso, la mozione n. 1096 dei Consiglieri Reschigna, Boeti e Ronzani e la mozione n. 1095, sulla quale è pervenuta una richiesta di emendamento da parte del primo firmatario, il Consigliere Angeleri, cui do la parola per l'illustrazione.
Prego, Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

All'interno della Commissione ho già avuto modo di illustrare le due modifiche per chiarire quello che volevamo dire con l'ordine del giorno, in particolare facendo riferimento ai malati di Alzheimer.
Dopo un confronto, che il Presidente ha avuto modo di riassumere, non si è riusciti, comunque, a trovare un punto di incontro. Vorremmo chiarire la nostra posizione illustrando due emendamenti che vorrei presentare questa mattina e che ho già illustrato in Commissione.
Con il primo emendamento, nella prima pagina, dopo le parole "rilevato inoltre che" vorremmo modificare l'intero paragrafo in questo modo.
Vorrei la vostra attenzione, perché questo aspetto è importante; sembra che l'ordine del giorno sia stato presentato con una certa superficialità invece non è così. Noi abbiamo tenuto conto degli obblighi del Piano di rientro, non lo abbiamo dato per scontato, e oggi lo scriviamo per motivare questo nostro intervento che ha una priorità nei confronti dei malati di Alzheimer, ma senza dimenticare le altre patologie, essendo una situazione che conosciamo bene. Puntualizziamo quest'aspetto.
Per maggior chiarezza, rileggo l'emendamento: "La Regione Piemonte, per effetto degli obblighi derivanti in sede di Piano di rientro, ha dovuto dare applicazione ai LEA previsti dal DPCM del 2001 ai servizi semiresidenziali e residenziali per i malati di Alzheimer, innalzando al 50% la soglia di compartecipazione dell'utente, di fatto scaricando sulle famiglie gli oneri derivanti".
Il resto prosegue come scritto nel testo originale.
L'altro emendamento dopo le parole "impegna il Presidente della Giunta regionale e la Giunta a bocciare gli aumenti imposti da Roma", noi aggiungiamo "a bocciare gli aumenti imposti da Roma per i malati di Alzheimer".
In questo modo specifichiamo la nostra intenzione e, di fatto, la priorità per cui se si deve trovare, da parte nostra, un momento di scelta deve andare in quella direzione e non in altre.



PRESIDENTE

Consigliere Angeleri, può avvicinarsi al banco della Presidenza? Relativamente all'ordine del giorno n. 980, ci sono modifiche? Va bene rimane così.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Consideriamo gli emendamenti illustrati poc'anzi dal Consigliere Angeleri un clamoroso passo indietro, una clamorosa retromarcia rispetto ai contenuti dell'ordine del giorno presentato la settimana scorsa in Consiglio regionale.
Una clamorosa retromarcia, perché quell'ordine del giorno non riguardava la richiesta di blocco degli aumenti alla popolazione afflitta da Alzheimer ma, detto in modo assolutamente esplicito, tutto il tema della popolazione non autosufficiente.
Nel corso della seduta di IV Commissione che si è svolta la settimana scorsa, la Consigliera Artesio, il sottoscritto e altri Consiglieri della minoranza avevano sottolineato come non ci sia un nesso causale che impedisca al Piemonte di mantenere le percentuali tra quota sanitaria e quota sociale relativamente alla popolazione non autosufficiente.
Se la mettessimo su questo piano dovrei chiedere che l'ordine del giorno, così emendato dal Consigliere Angeleri, venisse dichiarato irricevibile per illogicità manifesta. Il DPCM 2001 non parla della popolazione afflitta da Alzheimer e non impone, sostanzialmente, la ripartizione della quota del 50% tra quota sanitaria e quota sociale.
Quello che è avvenuto in questi giorni è semplicemente questo. La settimana scorsa il Consiglio regionale aveva espresso una propria autonomia di valutazione su un tema rilevante, che è quello di non far gravare, di non far trasferire i costi della sanità in capo alle famiglie e in capo al sistema degli Enti locali. In questo, aveva svolto fino in fondo il proprio ruolo e la propria funzione, che era quello di offrire, con atti d'indirizzo alla Giunta regionale, un'indicazione rispetto a come costruire politiche socio-sanitarie all'interno della Regione Piemonte.
Ma quest'autonomia, almeno per quanto riguarda la maggioranza, è durata pochissimo, è durata lo spazio di una notte. Il giorno dopo c'è stata una retromarcia in sede di Commissione consiliare, un retromarcia che purtroppo, farà pagare un prezzo rilevante alla comunità piemontese. In questi giorni le organizzazioni sindacali hanno formulato ipotesi che sostanzialmente, non impongono, a parità di erogazione di risorse da parte dell'Amministrazione regionale, politiche siffatte, ma mantengano inalterato un principio, che è quello di evitare che la sanità scarichi costi sulle spalle delle famiglie piemontesi e della comunità piemontese.
Sono proposte che meritavano, e meritano, di essere considerate.
Ho la sensazione che, invece, la Giunta regionale vada avanti con impianto ideologico prefissato, creando ingiustizia sociale all'interno della comunità piemontese, in questo rimanendo totalmente insensibile alle richieste che oltre 150 Sindaci del Piemonte, le organizzazioni sindacali e le organizzazioni sociali avevano posto, che erano quello di un provvedimento di sospensione della delibera dell'agosto di quest'anno per consentire quello che la politica dovrebbe fare normalmente: riunire i diversi soggetti, confrontarsi, capire se ci sono altre proposte che possono risolvere il problema, senza creare ingiustizia sociale e costruire una sintesi.
Ma questo significa concepire il ruolo, all'interno della Giunta regionale, non in termini di mero esecutore delle volontà romane e dei tavoli nazionali, che stanno diventando un grandissimo alibi dietro ai quali la Giunta regionale si copre sistematicamente, allo scopo di mettere in atto politiche che hanno la caratteristica di creare ingiustizia sociale.
Questo la Giunta regionale non lo sta facendo: ascoltare, confrontarsi con la comunità piemontese è un dovere che gli amministratori regionali dovrebbero avere perché, da questo confronto, possono emergere utili indicazioni per affrontare questi temi.
Ci rimane un rammarico profondo. La settimana scorsa avevamo segnalato come un elemento importante questa presa di consapevolezza e di coscienza da parte del Consiglio regionale. Ci sembra che questo oggi rappresenti una clamorosa marcia indietro. Siamo rammaricati di tutto ciò, soprattutto se guardiamo ai risvolti di questa politica, le cui conseguenze sono quelle di creare ingiustizia sociale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 980, sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che A dicembre 2012 le case di risposo private peranti in regime di convenzione con il Servizio Sanitario regionale hanno annunciato la revoca unilaterale delle convenzioni relative ai servizi a favore degli ospiti malati cronici non autosufficienti, a causa del ritardo nei pagamenti delle quote dovute da parte della pubblica amministrazione, lamentando un credito di oltre 70 milioni di euro. Le stesse convenzioni ad oggi non risultano ancora essere state formalmente rinnovate e ciò implica un minor potere contrattuale in capo alla Regione qualora i gestori dovessero decidere di rivalersi sugli ospiti per i debiti non onorati dalle ASL la situazione sopra descritta di gravi e cronici ritardi nei trasferimenti dalla Regione alle ASL e, di conseguenza, nei pagamenti da parte di queste ultime è ulteriormente aggravata dal fato che, ad oggi, non è stata data attuazione all'articolo 36, comma 2, della legge regionale 4 maggio 2012 n. 5 (legge finanziaria per l'anno 2012), peraltro approvata senza la necessaria copertura finanziaria, che prevedeva l'avvio entro il 31 maggio 2012 di un sistema di accertamento dei crediti da parte della Regione, in collaborazione con Finpiemonte e Consip tale mancata applicazione è stata giustificata con la necessità di evitare una sovrapposizione con analoga piattaforma ministeriale per la certificazione dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione, tuttavia la piattaforma ministeriale riguarderebbe solamente il 5% dei creditori della Regione Piemonte dato che considera in via esclusiva i fornitori diretti dell'ente, mentre l'articolo 36 della l.r. n. 5/2012 riguarda anche tutti i fornitori degli enti a partecipazione regionale e degli organismi che gravano, in tutto o in parte, sul bilancio della Regione, incluse le Aziende sanitarie regionali considerato che lo scorso 14 dicembre 2012 la Direzione regionale Politiche sociali ha emanato una circolare (Protocollo 9113/DB1900), indirizzata alle ASL e alle Associazioni dei soggetti gestori, con cui, pur prendendo atto dell'Ordinanza del TAR Piemonte n. 609/2012, riguardante la delibera di Giunta regionale n. 45-4248 del 30 luglio 2012, che dichiarata l'illegittimità delle liste d'attesa predisposte dalle ASL per poter accedere alle cure socio sanitarie presso le RSA, afferma che la sospensione dell'efficacia riguarderebbe solo le 'disposizioni della DGR n.
45/2012 sulle liste d'attesa, per cui, definita la sospensione, rimane in vigore la normativa precedente, ossia le disposizioni contenute nella DGR n. 42-8390 del 10 marzo 2008' con la citata circolare di fatto si ripristinerebbero gli effetti della DGR n. 42-8390 innescando l'obbligo a carico degli ammalati cronici e non autosufficienti e delle loro famiglie di pagare per intero le spese di lungodegenza in RSA trascorso il 61° giorno di degenza stessa a febbraio 2013 la Regione ha peraltro presentato agli Enti gestori dei servizi socio-assistenziali una proposta di delibera mirata ad introdurre criteri restrittivi nell'accesso alle cure domiciliari, nonostante talli cure siano considerate una valida alternativa al ricovero, sia sotto l'aspetto assistenziali che dal punto di vista del risparmio economico.
Si è nel frattempo appeso che alcune ASL sarebbero orientate ad interrompere l'erogazione degli assegni di cura in attesa che l'Assessorato regionale quantifichi le risorse economiche e i criteri per il loro utilizzo verificato che come si evince dalla Relazione annuale del difensore civico regionale lette all'aula consiliare il 12 marzo u.s., sono in aumento le segnalazioni riguardanti gravi casi di violazione del principio di continuità assistenziale, violazioni che per il Difensore civico si sostanziano in comportamenti giuridicamente rilevanti. I malati cronici e non autosufficienti denunciano che, dopo essere stati sottoposti a degenza in ospedale e a un periodo di dimissioni protetta in RSA; sempre più spesso vengono rinviati in famiglia senza un progetto di cure domiciliari e rimangono per anni in attesa di un posto in casa di riposo. A chi si sia opposto alle dimissioni di RSA l'ASL fa pervenire la fattura per intero delle spese di degenza, compresa la quota sanitaria, che in base alle leggi vigenti è invece a carico della Regione sottolineato che per quanto concerne la domiciliarità la Regione si è dotata nel 2010 della legge n. 18 (servizi domiciliari per persone non autosufficienti) che ad oggi rimane inattuata nonostante da parte del Consiglio regionale di specifici atti di indirizzo, sia della maggioranza che dell'opposizione che hanno impegnato la Giunta regnale ad adottare le delibere previste dalla stessa l.r. 10/2010 ed in particolare a prevedere, accertata la condizione di non autosufficienza, la pronta concessione di una quota sanitaria in denaro tale da assicurare primi interventi di cura rilevato che sarebbero ben 30 mila in Piemonte gli anziani malati cronici non autosufficienti e di soggetti colpito dal morbo di Alzheimer o da altra forma di demenza senile inserite in liste di attesa, predisposte dalle ASL per poter accedere alle cure socio sanitarie presso le RSA in base al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001, il Servizio sanitario è obbligato a garantire tutte le necessarie prestazioni domiciliari, semiresidenziali e residenziali agli anziani cronici no autosufficienti, ai malati di Alzheimer e a quanti siano colpiti da altre forme di demenza senile, nonché alle persone con handicap intellettivo grave o con limitata o nulla autonomia. Gli enti gestori delle attività socio-assistenziali sono tenuti, di conseguenza, a fornire gli interenti di loro competenza a tutti i cittadini sopra indicati. Tali obblighi sono previsti dai Lea (livelli essenziali di assistenza) il cui obbligo di attuazione si trova anche nella Carta costituzionale all'articolo 117 ai Direttori generali delle Aziende sanitarie regionali non è stato posto alcun vincolo nel raggiungimento degli obiettivi relativamente all'impegno delle risorse necessarie, provenienti dal Fondo sanitario regionale, per attivare i servizi a favore dei malati non autosufficienti impegna la Giunta regionale a fornire al Consiglio regionale un quadro dettagliato ed aggiornato delle graduatorie degli anziani ammalati cronici, non autosufficienti, dei malati di Alzheimer e di quanti siano colpiti da altre forme di demenza senile nonché delle persone con handicap intellettivo grave e con limitata o nulla autonomia che siano attualmente in attesa di ricevere i servizi loro dovuti per legge a formulare, in base al suddetto quadro, un piano di abbattimento delle liste d'attesa a ripristinare l'ordinario funzionamento delle sedi di monitoraggio e di concertazione previste per l'applicazione degli atti regionali, a cominciare dal tavolo LEA ad approvare con urgenza il regolamento attuativo della legge regionale 18 febbraio 2010, n. 10 prevedendo disposizioni in grado di dare piena soddisfazione a diritti concretamente e immediatamente esigibili".
Il Consiglio non approva.
Procediamo con la votazione della mozione n. 1095, così come modificata dal collega Angeleri, che ha depositato regolarmente due emendamenti da lui illustrati (credo, quindi, che le modifiche siano chiare a tutti).
Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1095, sulla quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole, il cui testo recita: "Premesso che: La tutela dei malati, e delle classi sociali più deboli tra cui gli anziani non autosufficienti, rientra a tutto diritto in quel patto per la salute che guida ogni scelta di una corretta amministrazione del sistema assistenziale, fermo restando che nel Paese la sanità garantisce il suo servizio a titolo gratuito e garantisce anche una corposa compartecipazione allo stesso servizio socio assistenziale Rilevato che: Le residenze per anziani non autosufficienti sono strutture fondamentali in un percorso di malattia già estremamente gravoso sia per le famiglie sia per i pazienti che si trovano ad affrontare delicatissime situazioni come quelle legate a patologie degenerative e invalidanti come l'Alzheimer Rilevato inoltre che: Le tariffe per l'utilizzo di tali strutture sono state di recente riviste dallo Stato centrale con nuove disposizioni nazionali che hanno innalzato anche oltre il 50% la soglia di compartecipazione dell'utente, di fatto scaricando sulle famiglie aumenti che possono essere tanto incisivi da risultare inaffrontabili. La Regione Piemonte si è invece fatta capofila sempre a livello nazionale, di un progetto di revisione totale dei parametri per i contributi per i servizi socio assistenziali al fine di agevolare gli utenti e i malati in modo uniforme eliminando gli squilibri che si sono venuti a creare negli anni precedenti Dato atto Che la Giunta ha approvato la delibera che sospende la revisione delle tariffe per quel che riguarda i malati di Alzheimer Considerato che: Non può essere tollerato che malati non autosufficienti che abbiano evidenti necessità di essere costantemente seguiti non possano ricevere le dovute cure a causa di carichi economici troppo gravosi per le famiglie Il Consiglio regionale impegna il Presidente della Regione Piemonte e la Giunta: A bloccare gli aumenti imposti da Roma A mettere in atto ogni azione necessaria, anche in sede di conferenza Stato regioni e nella definizione del Patto Nazionale per la Salute, al fine di addivenire a una revisione della politica di riassetto del settore socio assistenziale che preveda modalità articolate in rapporto alla gravità delle malattie affrontate A valutare in modo approfondito le azioni da intraprendere per contrastare ulteriori tagli dello Stato sul settore Socio Assistenziale".
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, posso sapere qual è il Consigliere a fianco della collega Montaruli che ha votato?



(Commenti del Consigliere Motta Massimiliano)



PRESIDENTE

MONTARULI Augusta (fuori microfono)



PRESIDENTE

Il collega Motta, che è là.
PRESIDENTE



PRESIDENTE

Ha votato il collega Motta.



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

E la collega Franchino? Sta firmando adesso?



PRESIDENTE

Invito i colleghi a prendere posto, soprattutto quando ci sono situazioni delicate come questa.
Ricordo a tutti che se un Consigliere, per atto di cortesia, vota in aula per un altro collega - lo abbiamo sempre tollerato, ci mancherebbe! è fondamentale che il collega per cui ha votato sia presente.
Nel caso della collega Franchino, annullo il voto. Che sia messo a verbale che la collega Franchino ha votato favorevolmente, ma che il voto viene annullato.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Il voto viene annullato.



PRESIDENTE

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Perché, mi scusi?



PRESIDENTE

Se mi lascia finire...
Il voto della Consigliera Franchino viene annullato, pertanto l'esito della votazione è il seguente: presenti 29, hanno votato a favore 27.



PRESIDENTE

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, ma no! Ma perché?



PRESIDENTE

Se mi lascia terminare! La collega Franchino ha votato prima di essere in Aula: il Consigliere è in aula quando firma. Abbiamo un orario elettronico.
La mozione è dunque approvata, ma il voto della Consigliera Franchino è annullato.



PRESIDENTE

CAROSSA Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Penso che possa dare la parola almeno alla collega Franchino!



PRESIDENTE

Prego, collega Franchino; ne ha facoltà.



FRANCHINO Sara

Presidente, mi scusi, intervengo solo per chiarezza: io sono entrata ed ero seduta qui. Mi sono alzata dopo aver schiacciato io fisicamente il voto per andare a sottoscrivere un ordine del giorno.



PRESIDENTE

Lei ha firmato successivamente.



FRANCHINO Sara

Presidente, no, non è così. Solo per dirlo, poi se vuole annullare il voto non ci sono problemi.



PRESIDENTE

Allora verifichiamo un attimo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.05 riprende alle ore 11.06)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
I votanti sono 30: abbiamo chiarito la questione della collega Franchino, che non era andata a firmare, come ho erroneamente inteso. Mi scuso con l'Aula e con la collega Franchino.
I presenti risultano quindi 30: la collega Franchino era andata a firmare un ordine del giorno vicino al tablet.
Ha chiesto la parola il collega Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Presidente, la cosa che lei ha detto prima sarebbe comunque impossibile: come può un collega votare senza scheda, che si ottiene solo firmando?



PRESIDENTE

Difatti: sono stato indotto in errore e mi sono scusato.
Abbiamo ripristinato la situazione.
Purtroppo, però, tali questioni avvengono perché quando ci sono votazioni ripetute sarebbe l'ideale - poi ciascuno faccia come crede - che ogni Consigliere rimanesse al proprio posto, almeno risolveremmo questi problemi. Il Presidente, che deve ascoltare gli emendamenti con un orecchio, guardare l'Aula con un altro, capire se c'è il numero legale e quant'altro, ne sarebbe facilitato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Botta Franco Maria; ne ha facoltà.



BOTTA Franco Maria

Presidente, senza polemica, la ringrazio per quello che ha detto poco fa, ma ci sono i Questori e i Vicequestori che devono svolgere il proprio compito. Non vorremmo che altri colleghi, sia pure autorevoli, della minoranza, svolgano la funzione ispettiva di polizia.



PRESIDENTE

Non è questione di svolgere una funzione di polizia, collega Botta, mi creda.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Ho sbagliato io, ho chiesto scusa, fine, l'incidente è chiuso.
Ciò premesso, se i colleghi rimanessero al proprio posto, sarebbe più semplice. Perché quando ci sono sette e otto colleghi in giro, lei capisce che non è facile: uno sta parlando coi giornalisti, l'altro è al tablet, un altro è dietro alla tenda, talvolta qualcuno è col panino in mano dietro l'altra tenda...
Voi capite che diventa difficile. Anche quest'Aula ha un decoro e una procedura.
Procediamo con la votazione della mozione n. 1096, presentata dai colleghi Reschigna, Boeti, Cerutti, Gariglio, Laus, Artesio e altri.
Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1096, sulla quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che . la nostra Regione è stata protagonista in questo decennio di importanti atti in tema di integrazione socio sanitaria e di assistenza ad anziani non autosufficienti, definendo modelli di assistenza avanzati e oggetto di apprezzamento a livello nazionale; ne sono esempi l'accordo sui LEA approvato con DGR 51-11389 del 23/12/2003, la legge 10/2010 "Servizi domiciliari per persone non autosufficienti", nonché l'impegno sino ad ora assicurato dalla sanità per garantire l'assistenza residenziale e semiresidenziale alle persone in condizione di non autosufficienza più grave . oggi tale esperienza potrebbe essere portata a frutto grazie anche al fatto che il Piemonte figuri come regione capofila nei lavori per la definizione del nuovo Patto per la Salute relativamente all'integrazione socio sanitaria . nell'ultimo anno Giunta Regionale è intervenuta su aspetti rilevanti della presa in carico degli anziani non autosufficienti e in particolare: o la D.G.R. 45-4248 del 30 luglio 2012, tesa a definire "il nuovo modello integrato di assistenza residenziale e semiresidenziale socio sanitaria a favore delle persone anziane non autosufficienti" o la D.G.R. 14-5999 del 25 giugno 2013, con cui, anche a seguito delle censure del TAR su parti della D.G.R. 45-4248 circa le liste di attesa, la Giunta è intervenuta in tema di valutazione sociale e sanitaria e di conseguente definizione dell'intensità assistenziale o la D.G.R. 85-6287 del 2-8-2013, che ha modificato il piano tariffario delle prestazioni di assistenza residenziale per anziani non autosufficienti . accanto a tali provvedimenti la Giunta ha diffuso alcune bozze di un provvedimento relativo alla revisione dei servizi domiciliari per persone anziane non autosufficienti, che determinerebbe, se approvato, modifiche significative rispetto agli accordi in essere tra Regione ed Enti gestori definiti attraverso la DGR 51-11389 del 23/12/2003, relativa alla Applicazione Livelli Essenziali di Assistenza all'area dell'integrazione socio-sanitaria ricordato che . la D.G.R. 85-6287 ha suscitato forti proteste da parte dei cittadini, in particolare dei familiari di persone con Alzheimer o altre forme di demenza, rispetto ai quali l'applicazione della D.G.R. in questione avrebbe determinato un aumento di spesa in alcuni casi superiori a 600 euro mensili; a seguito delle suddette rimostranze la Giunta ha sospeso con D.G.R. 106357 del 17/9/2013 l'applicazione della D.G.R. 85-6287 limitatamente agli aspetti tariffari per i servizi rivolti a malati di Alzheimer sino al 31 dicembre 2013 . decine di sindaci piemontesi hanno inviato alla Giunta la richiesta di estendere la sospensiva all'intero provvedimento o quantomeno a quanto previsto per le situazioni di maggiore gravità, come rimarcato anche da una nota dell'ANCI del 18 settembre . accanto al tema specifico dei servizi rivolti ad anziani non autosufficienti, vi sono stati in questi mesi, rispetto ai temi del finanziamento del welfare; atteggiamenti che rendono precaria la gestione delle politiche sociali in Piemonte e in particolare: o si è assistito - in sede di collegato alla legge finanziaria regionale - al tentativo di introdurre entro il collegato alla finanziaria un allentamento dei vincoli normativi a garanzia della dotazione di risorse agli enti gestori o manca ancora, dopo nove mesi dall'inizio dell'anno, un atto di riparto delle risorse tra gli enti gestori, con la evidente difficoltà a programmare la gestione dei servizi o non risulta ancora risolta la questione dell'erogazione del 10 residuo delle cifre relative al riparto del Fondo non autosufficienze del 2010.
Considerato che . la D.G.R. 45-4248 del 30 luglio 2012, la D.G.R. 14-5999 del 25 giugno 2013 e la D.G.R. 85-6287 del 2-8-2013 intervengono sui servizi residenziali e semiresidenziali per non autosufficienti contemporaneamente su tre ambiti: le valutazioni della condizione del cittadino non autosufficiente, la quota di compartecipazione, le tariffe producendo il proprio effetto a partire dalla interazione tra queste tre voci . rispetto alle valutazioni sono messe in atto due azioni parallele: da una parte si è scelto di adottare criteri che porteranno, a parità dei condizione del cittadino, all'attribuzione di punteggi più bassi in sede di valutazione multidimensionale della condizione del richiedente dall'altra è stata introdotta una fascia assistenziale "medio - alta" ove sono inquadrati una parte dei cittadini con una valutazione multidimensionale (in specifico punteggio pari a 9) prima considerata "alta". A tale proposito va considerato che: o tale azione, nella pratica, rappresenta un tentativo di diminuire la pressione sui servizi adottando criteri che riclassificano verso il basso la condizione di bisogno o il livello di assistenza offerto in termini di minuti medi prestati dagli operatori sanitari e socio assistenziali (minutaggi) derivando dalla predetta valutazione, le modificazioni introdotte dalla Giunta determinano un abbassamento del servizio reso o è opinione comune tra gli operatori del settore che già l'attuale configurazione dei minutaggi sia insufficiente rispetto alla gravità delle condizioni delle persone inserite in strutture o i risparmi ottenuti attraverso l'alterazione dei criteri di valutazione vanno valutati alla luce dello scadimento dei livelli di servizio che essi comportano . rispetto alla quota di compartecipazione, le modifiche determinano certamente un minor impegno economico delle Aziende sanitarie, ma questo avviene trasferendo i corrispondenti costi a cittadini ed enti locali malgrado l'abbassamento della tariffa complessiva. Tale operazione comporta però alcuni effetti che vanno considerati con attenzione: o una crescita del costo per i cittadini che, nei casi più estremi come quello già citato dell'Alzheimer, sia per i centri diurni che per le strutture residenziali è quantificabile in centinaia di euro mensili, ma che comunque in molti casi sarà pari ad alcune decine di euro mensili o l'incapacità da parte degli enti locali a far fronte all'integrazione delle rette, per cui è prevedibile un conseguente maggior onere nella misura di alcuni milioni di euro, con l'effetto di vanificare anche la possibilità di conseguire uno degli obiettivi principali che ispirano le deliberazioni, cioè l'aumento di posti letto e l'abbattimento delle liste di attesa: la sanità, in altre parole sarà in grado di attivare un maggior numero di letti, mentre gli enti locali non saranno in grado di corrispondere risorse per le relative integrazioni rette, con la conseguenza di non poter nei fatti attivare tali possibilità per i cittadini in condizioni di reddito più sfavorevoli . rispetto alle tariffe, manca una previsione degli effetti reali delle deliberazioni previste a partire dalle effettive tariffe oggi vigenti non sempre corrispondenti con quelle delle DGR di riferimento, rendendo così ulteriormente vago l'obiettivo di aumento di posti letto auspicato o a questo proposito, manca la previsione di risorse specifiche per garantire la convergenza alle tariffe previste nella DGR da parte dei territori che oggi applicano parametri inferiori Tenuto conto che . oltre a quanto già sopra ricordato circa i maggiori costi per i cittadini, la DGR 85-6287 amplia la possibilità da parte delle strutture di richiedere importi extra agli ospiti per prestazioni ulteriori a quelle minime previste . tale facoltà, soprattutto laddove il gestore dovesse fronteggiare diminuzioni di tariffe o dove, per effetto della revisione del sistema dei punteggi, fosse tenuto ad un minore impegno di personale, potrebbe essere adottata in modo diffuso, con conseguente ulteriore aggravio della spesa per i cittadini Senza trascurare che . relativamente alla revisione dei servizi domiciliari per anziani non autosufficienti, le proposte di deliberazione elaborate fanno supporre l'intenzione di minare alcuni dei fondamenti che, sulla base della DGR 51 11389 del 23/12/2003 e della legge 10/2010, configuravano tali prestazioni come diritto soggettivo anziché come mera prestazione sociale agevolata . una parte consistente delle risorse da destinarsi a tali prestazioni sembrerebbero essere collocate nella spesa sanitaria ed. "Extra Lea" il cui status tende a diventare oltremodo fragile visto il percorso in essere relativamente al Piano di Rientro in cui la nostra Regione è impegnata . in generale, non appare esservi unitarietà di comportamento tra le ASL piemontesi circa l'inclusione della spesa per prestazioni socio sanitarie nell'ambito dei LEA o meno . sembrano emergere in tale proposta orientamenti tesi disimpegnare la sanità da talune prestazioni - quali quelle che, nell'accordo recepito dalla citata DGR del 2003, riguardano «oltre alla figura dell'OSS possano essere impiegate "risorse locali adeguate e validate», e quindi le assistenti familiari . tali scelte paiono contrastanti con l'opzione, più volte dichiarata, e di valenza strategica nel disegno del futuro welfare, di sostenere la disponibilità delle famiglie a farsi carico dei bisogni dei propri congiunti non autosufficienti consapevoli che . l'adozione di tutti i provvedimenti sopra richiamati origina da un contesto caratterizzato da scarsità di risorse e dagli obiettivi da conseguire in adempimento al Piano di rientro dal deficit sanitario . tale difficile contingenza non può essere affrontata con il mero trasferimento dei costi dalla sanità agli enti locali ed alle famiglie ma richiede la capacità di strutturare modelli di assistenza rinnovati . sussistono oggi nel sistema dei servizi rivolti ad anziani non autosufficienti gravi criticità, tra cui la presenza di oltre 12 mila cittadini in lista di attesa per l'inserimento in una struttura residenziale (contro circa 15 mila posti letto convenzionati) ritenuto che . taluni indirizzi emersi dalle recenti e richiamate deliberazioni, come la disciplina in senso restrittivo relativamente al ruolo delle strutture socio assistenziali nel sistema di continuità assistenziale, contrastano con modelli virtuosi che si stanno affermando e che conciliano la qualità delle prestazioni e gli obiettivi di contenimento della spesa . il tema delle risorse di parte sanitaria per le prestazioni socio sanitarie vadano ricercate primariamente in una razionalizzazione e riorientamento del sistema sanitario e nell'evoluzione dei modelli di assistenza, invece che in un mero trasferimento di costi verso il cittadino e gli enti locali; indirizzi che mirino a conseguire risparmi senza affrontare in modo ragionevole i bisogni dei cittadini rischiano di avere effetti contrari, indirizzando le richieste di assistenza in canali inappropriati quali lunghi tempi di permanenza nei reparti di medicina degli ospedali o nelle strutture di riabilitazione, opzioni assai più costose rispetto ad una rete efficace di servizi per la non autosufficienza . il patto fiduciario che lega istituzioni e cittadini, già duramente messo alla prova nel contesto politico generale, richieda che gli interventi anche quelli che dovessero comportare aggravio di spesa per i cittadini siano improntati a criteri di chiarezza e trasparenza e che pertanto non siano auspicabili interventi sui costi per i cittadini derivanti da meccanismi tecnici poco comprensibili e slegati da ragionamenti espliciti e fondati su equità e ragionevolezza . vada riaffermata la natura di diritto soggettivo per le prestazioni socio sanitarie residenziali, semiresidenziali e domiciliari per persone anziani non autosufficienti . debba essere intrapresa, anche in considerazione delle molteplici iniziative in atto a livello nazionale - ad esempio i lavori in corso per la redazione di un «Piano di azioni nazionale sulle demenze», la determinazione della Commissione Sanità del Senato che il 19 settembre scorso si è espressa per l'introduzione di specifici LEA per l'Alzheimer un'iniziativa per riconsiderare i livelli di assistenza per talune condizioni, come l'Alzheimer e in generale le demenze, rispetto a cui i LEA elaborati nel 2001 appaiono datati . e che, nel documento presentato dalla Regioni del luglio 2013 in preparazione ai lavori per la definizione del nuovo Patto per la Salute si individui chiaramente come priorità per la definizione di un nuovo patto per la salute la "rivisitazione e l'aggiornamento delle prestazioni indicate dal Dpcm del novembre del 2001 sui Lea dopo più di 10 anni dalla loro entrata in vigore rappresenta un altro argomento importante di discussione ..." vada ricostruita un'alleanza istituzionale tra i soggetti investiti di responsabilità nella cura delle persone non autosufficienti e che quindi enti locali e Regione - e di conseguenza enti gestori delle funzioni socio assistenziali e aziende sanitarie debbano giungere attraverso percorsi di confronto a soluzioni condivise . senza venir meno al rigore, deliberazioni già assunte che determinano effetti iniqui e penalizzati per i cittadini o incerti o controproducenti rispetto agli obiettivi posti, debbono essere revocate in vista dell'adozione di provvedimenti più equilibrati e condivisi, come avvenuto nel caso della D.G.R. 10-6357 del 17/9/2013 impegna la Giunta a . revocare la D.G.R 14-5999 del 25 giugno 2013 e la D.G.R. 85-6287 del 2


Argomento:

. avviare una riconsiderazione circa la D.G.R. 45-4248 del 30 luglio 2012 riaffermare il carattere di diritto soggettivo delle prestazioni residenziali, semiresidenziali e domiciliari verso le persone non autosufficienti ed alla conseguente inclusione di tali servizi tra quelli che le Aziende Sanitarie debbono soddisfare attraverso le risorse ad esse affidate per assicurare i Livelli Essenziali di Assistenza . riconoscere la specificità delle condizioni connesse all'insorgere di demenze, definendo per esse il diritto a percorsi assistenziali non esauribili in quelli previsti per la non autosufficienza . portare con forza a livello nazionale, nell'ambito del tavolo di lavoro sul nuovo patto per la salute, a partire dal proprio ruolo di capofila sui temi dell'integrazione socio sanitaria, i contenuti della presenta mozione . avviare un lavoro congiunto con comuni e enti gestori per l'individuazione di modelli di assistenza in grado di conciliare obiettivi di contenimento della spesa e di risposta adeguata ai diritti dei cittadini . includere gli obiettivi di rafforzamento delle prestazioni socio sanitarie e di diminuzione delle liste di attesa tra le finalità da perseguire attraverso la razionalizzazione della sanità piemontese . facilitare e sviluppare i percorsi di continuità assistenziale attraverso strutture socio sanitarie . erogare agli enti gestori le risorse residue derivanti dal riparto del Fondo non autosufficienze relativo all'anno 2010 . dotare gli enti gestori di risorse certe per il 2013 provvedendo al riparto e, per gli anni seguenti, a provvedere in tal senso nei tempi necessari per la programmazione dei servizi".


PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

BONO Davide (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non è un modo di votare, Presidente! Non è un modo di votare.



PRESIDENTE

Ha ragione, comunque la votazione è valida perché il collega era in Aula (per un secondo, ma era dentro).
Però alla prossima riunione dell'Ufficio di Presidenza farò una due diligence del Regolamento d'Aula sulla votazione e la porterò alla Conferenza dei Capigruppo, perché bisogna assolutamente ripristinare una condizione normale.
Quando c'è una votazione improvvisa, credo che sia normale ed è sempre avvenuto, ci mancherebbe! Però, quando siamo in sede di votazioni ripetute sarebbe buona norma che i colleghi rimanessero al proprio posto, perch faciliterebbero, da un lato, il lavoro del Presidente e, dall'altro eviterebbero tutte le forme - che sono comprensibili - di polemica, di contestazione, di dubbio e quant'altro.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame ordine del giorno n. 1099 presentato dai Consiglieri Carossa Tiramani, Marinello, Angeleri, Pedrale, Cattaneo, Leo e Franchino, inerente a "IMU prima casa"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1099, avente ad oggetto "IMU prima casa", avente come primo firmatario il Consigliere Carossa, che ha chiesto la parola per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Ritengo che quest'Assemblea debba pronunciarsi su quello che in questi giorni e in queste ore appare sui quotidiani, sui giornali e sui mezzi d'informazione.
Non entro nel merito della discussione politica che sta avvenendo a Roma sul discorso del pagamento IMU prima casa e pagamento IMU non prima casa, a prescindere che, come Gruppo della Lega, riteniamo sia doveroso che rimanga quel decreto che bloccava e che annullava il pagamento dell'IMU sulla prima casa.
Con quest'ordine del giorno vogliamo far presente che se la discussione sul pagamento IMU prima casa con redditi catastali sui 750 euro (così leggo dai giornali) continua in questo modo, penso non ci sia stato un giusto controllo di questi dati.
Oggi 750 euro, soprattutto nelle grosse città e soprattutto al Nord riguardano alloggi, come per esempio a Torino, di due o tre vani con servizi, di categoria 2: categoria civile - parlo perché sono geometra che assolutamente non può essere considerata come alloggi signorili. Tra l'altro, faccio presente che tutti gli alloggi costruiti negli ultimi nelle nuove spine di Torino anni sono tutti in categoria 2 e queste categorie con il limite di 750 euro, pagherebbero tutti l'IMU prima casa.
Si tratta di alloggi acquistati tramite mutuo da coppie o da persone che sono sicuramente da considerare tutto tranne che ricchi: sono impiegati ed operai che, per fortuna, hanno ancora il loro lavoro e riescono a pagarsi il mutuo, ma che tutto possiamo considerarli tranne che persone ricche.
un grosso errore che stanno portando avanti a Roma (non so se in Parlamento o in sede di Commissione, e mi scuso per la mia ignoranza in merito). Riterrei che il Consiglio regionale, senza entrare nelle polemiche degli ultimi mesi - almeno personalmente non ci vorrei entrare - dovrebbe battere un colpo, farsi sentire e dire: riflettete un attimo, sarebbe il caso di non toccare l'IMU, di non far pagare l'IMU sulla prima casa.
In ogni caso, se vogliono fare qualcosa di diverso, indichino criteri e limiti in modo che si possa dire che chi paga sia effettivamente ricco. Tra l'altro, con il catasto com'è in Italia, non ci si può basare sulla rendita catastale, ma al massimo sulla categoria catastale, come già era. Chi anni fa pagava l'ICI su un immobile di categoria 8, che è una villa, deve continuare a pagare l'IMU oggi, ma sarebbe ingiusto che alloggi che sono assolutamente nella media pagassero l'IMU.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno presentato dal collega Carossa interviene su tema che proprio in queste ore è al centro del dibattito della Commissione bilancio della Camera dei Deputati.
L'ordine del giorno del collega Carossa interviene in merito ad un emendamento presentato dal Gruppo parlamentare del PD. Noi voteremo contro questo ordine del giorno, non perché siamo attestati sull'esenzione del pagamento dell'IMU sulla prima casa, per quegli immobili che abbiano una rendita catastale inferiore a 750 euro, ma perché credo che sotto questo aspetto sia giusto un ripensamento e una valutazione più attenta degli effetti che questo limite può determinare, rispetto alla sfera di applicazione dell'IMU sulla prima casa o alla sfera di esenzione dell'IMU sulla prima casa.
Il principio che il Gruppo parlamentare del PD sta sostenendo è un principio che noi condividiamo. In un momento di grande difficoltà, le cui conseguenze si riversano poi sull'intera comunità nazionale, l'incremento di un punto percentuale dell'aliquota IVA, che si è determinato a partire dal 1° ottobre, rischia di determinare, sotto il profilo della riduzione della capacità dei consumi per tutte le famiglie, conseguenze più rilevanti rispetto al beneficio relativo alla stessa IMU prima casa. E allora, in un momento di grande difficoltà, in cui il Governo nazionale e il Parlamento sono chiamati a scegliere tra diverse opzioni, è giusto che si inseriscano elementi di giustizia sociale.
giusto che si inseriscano elementi di giustizia fiscale. Questo, dal nostro punto di vista, significa che non è corretto, nel momento in cui stiamo vivendo e attraversando, che il patrimonio complessivo delle prime case in Italia sia oggi esentabile dal pagamento IMU. Dentro questa "prima casa" ci sono le situazioni descritte dal collega Carossa, ma dentro questa prima casa ci sono anche immobili di elevata qualità, di elevato valore, di elevata capacità sotto il profilo reddituale.
E allora, sotto questo aspetto, occorre che questo Paese assuma anche questo tipo di atteggiamento, che è quello di inserire elementi di giustizia fiscale. Non tutti siamo uguali di fronte al fisco, perché la condizione individuale, e anche patrimoniale, è molto diversa da soggetto a soggetto.
Non è giusto che vengano trattati nello stesso modo chi è proprietario di una prima casa, ma con quel tipo di caratteristiche, e chi è proprietario di una prima casa, magari di una seconda, di una terza, di una quarta e di una quinta, il cui patrimonio immobiliare è così consistente e di elevato valore. Forse, se nel dibattito nazionale ritornasse in auge una discussione seria circa l'applicazione di un'imposta patrimoniale anche all'interno del nostro Paese, non torneremmo più a discutere su queste cose, perché a quel punto sarebbe stabilito il vero spartiacque rispetto agli inserimenti di elementi di giustizia fiscale che tengano conto della diversità dei redditi.
Ma ci rendiamo conto che l'introduzione del dibattito sull'imposta patrimoniale, che colpisce i grandi patrimoni e che consente di liberare risorse a favore delle persone che vivono una condizione di grandissima difficoltà, o a favore del rilancio dell'economia, è lo scenario verso il quale anche tutte le altre forze politiche, non solo il PD, dovrebbero muoversi e riflettere? bene, è giusto, e va al di là delle questioni puntuali, sotto il profilo tecnico, quanto sollevato dal collega Carossa, ma non è pensabile che questo Paese affronti questi temi trattando il ricco e il povero nello stesso identico modo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Sono integralmente d'accordo con le dichiarazioni del collega Carossa sottolineando, in particolare, le ultime parole: non entriamo nel grande dibattito generale "IMU sì, IMU no", sul quale le questioni sono comprensibilmente aperte.
Quello evidenziato dal collega Carossa, Consigliere Reschigna, va proprio nel senso della giustizia sociale, perché da un'analisi attenta dello sviluppo economico si noterà una cosa gravissima, che voi tutti saprete: la forbice sociale si sta ampliando ulteriormente, nel senso che chi è ricco non patisce particolarmente la crisi, anzi in alcuni casi negli ultimi decenni, è diventato più ricco, mentre chi è povero, è diventato ancor più povero, a partire dal ceto medio, che viene ricacciato verso il basso.
Ebbene, le considerazioni puntuali e giuste del Consigliere Carossa vertono proprio su questo. Non sfugge a nessuno una minima analisi rispetto al fatto che sarebbero colpite proprio quelle categorie: redditi medi e bassi, appartamenti medi, famiglie magari con più figli. Tra l'altro, c'è un dibattito in corso anche presso il Comune di Torino, dove la Lega, i Fratelli d'Italia e noi sosteniamo che un elemento discriminante è il numero dei figli, nel senso che non possiamo, da una parte, dolerci della grave mancanza di natalità e, dall'altra, concepire regolamenti che avvantaggiano i single. Io non ho figli (ho tanti figliocci, ma non ho figli), quindi non ho vantaggi fiscali, ma ritengo che la famiglia con più figli rappresenti un contributo alla società e non possa, usando proprio le parole di Reschigna, essere trattata nello stesso modo di un single. Questo anche sulla tassa raccolta rifiuti.
Insomma, c'è tutta una serie di riflessioni che varrebbe la pena di fare forse addirittura in una seduta speciale, particolare, dedicata alla giustizia sociale, così si comprenderebbero quali sono le varie posizioni.
Anche perché personalmente sono convinto, non facendo polemiche con nessuno, che su questo gli schemi che qualche giornale (non tanto i colleghi politici, che sono troppo intelligenti) vuole imporre sono completamente fasulli. Per esempio - dico un'ovvietà - sposo integralmente le conclusioni delle settimane sociali cattoliche e le dichiarazioni del Vescovo di Firenze: se una critica fa a uno dei candidati al congresso del PD è di non essere certo molto attento ai ceti deboli.
Il Vescovo ha fatto una relazione molto energica sull'insensibilità del Sindaco di Firenze rispetto a queste vicende. Allora, lo schema classico: soltanto chi vuole imbrogliare le carte può esistere per non metterci ognuno di fronte ai nostri problemi.
Cosa voglio dire? Sono d'accordissimo, anzi sarei anche favorevole alla patrimoniale quella mi sembra una cosa sensata, perché in un momento di difficoltà come questo, la giustizia sociale è fondamentale.
Bisogna però mettersi d'accordo, approfondire il tema, confrontarci apertamente su cosa sia la giustizia sociale e cosa sia prioritario.
Uno di questi temi, ripeto, è la politica intorno alla famiglia, ma su questo non c'è unanimità, si è trasversali anche su tale questione.
Com'è noto, io, per quel poco che conto, mi sono espresso per la continuazione del Governo Letta, che sta facendo fare passi avanti al Paese, che è un Governo responsabile.
Ritengo che non esista più la logica per cui da una parte dello schieramento c'è tutto il torto e dall'altra tutta la ragione: bisogna confrontarsi sui temi veri, e sui temi veri avere la libertà di aprire gli occhi, il cuore, ma anche la mente per ragionare.
Quindi ben venga un dibattito sulla giustizia sociale, anche perch lo dico francamente - i ceti sociali che minimamente rappresento sono sovente molto meno abbienti di ceti sociali che rappresentano altre forze politiche che nella storia si ritenevano difendere i poveri.



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Collega Carossa, noi dell'Italia dei Valori non possiamo che condividere la sensibilità legata all'esenzione dell'IMU sulla prima casa come voi proponente, però vorrei chiedervi - siccome sono già intervenuti in precedenza dei miei colleghi e hanno parlato di giustizia sociale - di emendare questo ordine del giorno nel senso seguente.
importante tenere conto dei redditi delle famiglie, è importante tenere conto del numero dei figli, è importante tenere conto anche di che tipo siano questi alloggi come lei ha prima illustrato. Ci sono degli alloggi che sono di lusso, appartenenti a persone agiate, ci sono delle ville e quindi questo non può essere accettato da noi come esenzione di prima casa. Di conseguenza, siamo pronti a votare questo ordine del giorno ma chiedendo un emendamento in tal senso, perché questa è la giustizia sociale che ha citato il collega Leo in precedenza e di cui ha parlato anche il Consigliere Reschigna del PD.
In sostanza, chiediamo da parte vostra una sensibilità in merito perché in questi tempi è forte la questione della giustizia sociale; poi siamo d'accordo che le tasse le paghino tutti, siamo anche d'accordo di inserire una patrimoniale a scaletta per determinati redditi alti, perch questo è necessario per il nostro Paese. È necessario soprattutto che tutti paghino le imposte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Succede spesso che in quest'Aula presentiamo ordini del giorno che riguardano il livello nazionale, l'ho fatto anch'io, quindi nulla contro l'atto presentato dal Consigliere Carossa, però forse il tema avrebbe bisogno di un'attenzione e di un'analisi un po' più approfondita attenzione e analisi più approfondita che si sta svolgendo in Parlamento.
In effetti, oggi è la giornata in cui si dovrebbe votare questo emendamento presentato in particolare dal Partito Democratico, ma credo che il Consiglio regionale, al netto di approfondimenti che hanno fatto i singoli Consiglieri magari con i loro Gruppi parlamentari di riferimento non abbia sviscerato adeguatamente né abbia fatto un'adeguata istruttoria in merito alla questione IMU e altre tasse. Quindi, al di là di portare avanti quelle che sono le battaglie e i condizionamenti politici dei singoli Gruppi, secondo me la discussione e poi la votazione di questo ordine del giorno non porterà all'Aula un granché.
Lunghi da me, ovviamente, voler accelerare i tempi per passare all'analisi di un disegno di legge che è forse altrettanto inutile, quale quello sulla caccia, ma almeno saremmo nel merito di un provvedimento che è di competenza legislativa della Regione Piemonte e non di un provvedimento che non è di nostra competenza.
Questo è un ordine del giorno, un atto di indirizzo e, per quanto riguarda la posizione del Movimento 5 Stelle, possiamo dire che i nostri Parlamentari a Roma voteranno contro l'emendamento del Partito Democratico per poter aprire (o riaprire) comunque una discussione sul merito valutando interessanti le proposte di una presa d'atto delle differenze di IRPEF, di reddito delle famiglie. Anche perché è ovvio che andare a tassare una casa, quando uno magari ha come ricchezza solo il patrimonio e non ha un reddito proprio, non è che possa pagare le tasse staccando una finestra o staccando una persiana. Quindi è un problema che va analizzato molto attentamente.
Anche chi pensa che la patrimoniale possa essere la soluzione di tutti i problemi, forse non ha centrato in pieno la problematica. Ribadisco, è una questione molto più complessa e penso che non prenderò parte al voto perché ho già detto qual è la posizione dei nostri Parlamentari a Roma. Non penso che con la votazione di questo ordine giorno si possa risolvere una questione che è molto discussa in Parlamento, che sta occupando molto tempo a Roma e che qui, invece, stiamo valutando in maniera molto sbrigativa con un ordine del giorno in venti minuti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Con tutto il rispetto dovuto, considero abbastanza anomalo il fatto che un Consiglio regionale si esprima su un emendamento all'esame di una Commissione parlamentare. Bisogna ammettere che ormai la politica si concede di tutto, quindi capisco che possa anche essere presentato un ordine del giorno con queste caratteristiche, però noi stiamo censurando un emendamento che, se ho inteso bene leggendo i giornali, ieri sera è stato dichiarato ricevibile dalla Presidenza della Commissione e che oggi potrebbe essere addirittura ritirato o non votato.
Intanto, per quanto mi riguarda, c'è un'obiezione di principio all'idea che un Consiglio regionale possa, con un proprio atto di indirizzo esprimersi su un emendamento all'esame di una Commissione parlamentare.
Ciò detto...



(Commenti del Consigliere Carossa)



RONZANI Wilmer

Voi avete un Gruppo parlamentare che in Commissione farà la sua parte immagino - così come altri Gruppi consiliari hanno in quella Commissione parlamentare dei Gruppi parlamentari e dei Parlamentari che avranno titolo e ragioni per sostenere, o meno, le obiezioni che tu hai sostenuto in quest'aula. Io, però, non vorrei discutere del merito della questione perché non ne ho la competenza, tuttavia esiste un problema in questo Paese.
Vedete, adesso, stiamo discutendo dell'IMU o, meglio, della possibilità di reintrodurla, per alcune abitazioni, in ragione della situazione economica del Paese, che è complicata e difficile, e per il Governo qualunque Governo - vi è il problema, oggi, delle risorse con le quali affrontare alcuni problemi del Paese, in un quadro di giustizia e di equità sociale - diceva il Consigliere Leo.
del tutto evidente che un intervento sull'IMU esiste in tutti i Paesi europei ed è ispirato ad un criterio di progressività, per le ragioni che ha ricordato il Consigliere Reschigna; allora, un intervento che azzera per tutti il pagamento dell'IMU non è soltanto iniquo da un punto di vista sociale! Vorrei capire in quale modo potremo trasferire - impegno che il Governo ha assunto, naturalmente - le risorse del 2012 ai Comuni! Ma lasciamo perdere questa e altre questioni.
C'è un problema che riguarda le priorità di questo Paese. Se tutti diciamo: "Lavoro e impresa", vi ricordo che stiamo discutendo - è una discussione in atto sui giornali - di una manovra che dovrebbe consentire sgravi fiscali e contributivi, e più reddito, per due miliardi. Sapete cosa significa una manovra del genere? Se quella è l'entità della manovra, un lavoratore con un reddito fino a 30 mila euro all'anno avrà in busta paga 30 euro in più all'anno e l'impresa avrà vantaggi per 60 euro.
Se l'operazione è quella, non si modifica nulla, cioè non c'è crescita che tenga, non c'è rilancio della domanda che tenga! Il punto vero e politico è il seguente: se si vuole affrontare l'emergenza di questo Paese, che si chiama "lavoro", e se si vuole aumentare la competitività delle imprese, non si devono mobilitare due miliardi di euro per gli sgravi fiscali, ma almeno otto-dieci miliardi di euro.
Allora, ecco nuovamente la questione che ponevo prima: in una fase nella quale i temi sono "quali risorse reperisco" e "quali priorità intendo raggiungere", è evidente che l'intervento sull'IMU, facendola pagare a coloro che hanno abitazioni importanti, consente non soltanto di attuare una politica di equità, ma di riorientare in positivo le risorse, sapendo che la priorità non è l'IMU, ma il lavoro e la competitività delle imprese! Una classe di governo e dirigente fa un discorso di questo tipo, non accarezza il pelo a tutti! singolare: qui, il Presidente Cota ci rampogna sulle compatibilità del bilancio della Regione e non perde occasione per richiamare le difficoltà finanziarie che riguardano anche il bilancio della Regione! Cosa vera! Ma lo stesso e identico ragionamento, se facciamo un discorso di chiarezza, riguarda il bilancio dello Stato. Rispetto a questo, mi permetto di dire che la priorità non è l'IMU, e neppure azzerare l'IMU per tutti anche per chi ha abitazioni ricche e importanti.
Quella parte del Paese è bene che paghi l'IMU, perché un Governo che si rispetti quelle risorse che ricava dall'IMU le utilizza per attuare una politica del lavoro e dell'impresa! Quindi, anche per ragioni di merito, sono contro l'emendamento proposto dal collega Carossa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ronzani.
Prima di procedere...



(Commenti del Consigliere Toselli)



PRESIDENTE

Collega Toselli, mi lasci terminare, anche perché, prima di lei, c'era la collega Artesio.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola media statale "G. C. Pola" di Torino


PRESIDENTE

Prima di dare la parola alla Consigliera Artesio, saluto gli insegnanti e gli allievi della Scuola Media Statale "G. C. Pola" di Torino, classe III D, che ringrazio per la visita.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame ordine del giorno n. 1099 presentato dai Consiglieri Carossa Tiramani, Marinello, Angeleri, Pedrale, Cattaneo, Leo e Franchino, inerente a "IMU prima casa" (seguito)


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Attendo con grande aspettativa il dibattito in Consiglio regionale sulla giustizia sociale e, ancora di più, sulla responsabilità delle politiche pubbliche di favorire la giustizia sociale, visto che non siamo un istituto di sociologia, ma dei decisori politici.
In merito al documento presentato dal Gruppo consiliare della Lega, le seguenti osservazioni motiveranno la mia non adesione alla proposta avanzata da tale Gruppo.
Non obietto sul fatto che si intervenga in una misura che non sarà determinata dal Consiglio regionale, bensì dai rami del Parlamento o dal Governo stesso, perché, come Assemblea legislativa, abbiamo legittimità e responsabilità di fare pervenire le nostre posizioni. È altrettanto evidente che più volte, mi auguro anche in questa sede sulla tragedia di Lampedusa, abbiamo fatto ricorso a questo principio di responsabilità e di ruolo istituzionale per segnalare a livello nazionale ciò che si ritiene più utile.
Ciò che mi differenzia, quindi, non è la forma, ma il merito.
Il merito ha le seguenti caratteristiche, dal mio punto di vista: chi abbia esaminato il rapporto degli individui e delle famiglie in questo Paese con il bene casa si è reso conto, negli ultimi anni, che la perdita di casa e le conseguenti spirali di induzione in povertà nascevano sostanzialmente, dalla impossibilità di corrispondere il mutuo per coloro che avevano inseguito quello che, fino a pochissimi anni fa, è stato il sogno italiano, cioè l'abbandono delle politiche pubbliche sull'edilizia residenziale e la prospettiva per ciascuno di avere una casa in proprietà o, dall'altro lato, l'impossibilità di mantenere canoni di locazione e spese di manutenzione e di utenze non più compatibili con i redditi familiari.
Alcuni Gruppi consiliari di questo hanno preso coscienza e stanno depositando iniziative legislative; io stessa lo farò nei prossimi giorni in coincidenza con la giornata nazionale contro gli sfratti, che, per inciso, sono sempre più sfratti per morosità incolpevole.
Nel grande panorama del diritto all'abitazione e della giustizia sociale, il tema non è tutelare le persone proprietarie di casa dalla compartecipazione dal punto di vista del prelievo fiscale. Se vogliamo vedere la tragedia dell'impossibilità di mantenere la casa, purtroppo dobbiamo vederla nei due spettri che ho segnalato. Quindi, questo ordine del giorno è parziale, però riporta in campo ragioni oggettive. Ci pu essere una famiglia o un nucleo o un singolo titolare di un alloggio di medie dimensioni per il quale questo importo IMU risulti effettivamente faticoso per una pensione o per un reddito da lavoro.
Mi spiace dover introdurre in quest'Aula una piccola polemica che nessun altro ha sollevato, ma essendo, da laica, molto attenta e affascinata dall'evocazione della giustizia sociale effettuata dalla Chiesa, non posso esimermi dal ricordare al legislatore regionale e a quello nazionale che le entrate dell'IMU potrebbero essere corroborate applicando l'IMU stessa alla parte non educativa e non sanitaria, ma commerciale, delle proprietà immobiliari della Chiesa, per la quale già i Governi precedenti avevano ipotizzato interventi, ma che finora non ha ricevuto alcun regolamento di applicazione. Forse questo ci consentirebbe di essere più equi nell'applicazione di misure volte alla popolazione generale.
In terzo luogo, trovo un po' contraddittorio che una forza politica di questa maggioranza proponga criteri di diversa progressività nella partecipazione al prelievo fiscale quando, non più tardi della settimana scorsa, la sua Giunta ha ribadito un sistema di applicazione dell'IRPEF regionale che non ha nulla di progressivo, anzi è particolarmente doloroso esattamente per le fasce sociali più povere della nostra Regione.
Quindi, mi spiace dire che i proponenti non hanno titolo sul tema della progressività fiscale, se hanno alle spalle questi precedenti e se questi precedenti non si intende sanarli, come invece mi auguro vorrà fare l'Assessore Pichetto Fratin, rispondendo oggi alla mia interrogazione sul tema dell'IRPEF regionale.
Per queste ragioni, il testo della Lega non è per me convincente e non avrà il mio voto favorevole.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Franchino; ne ha facoltà.



FRANCHINO Sara

Grazie, Presidente.
Poco fa mi recavo ai banchi della Presidenza - poi è nato anche quel piccolo equivoco - proprio per sottoscrivere l'ordine del giorno a firma del Capogruppo Carossa e convengo sul fatto che probabilmente ha ragione il Consigliere Ronzani nel dire che si tratta di un atto in qualche maniera abnorme, ma ritengo che l'importanza del segnale nel merito sia tale da far sì che quest'Aula oggi recepisca questo atto di indirizzo.
Le motivazioni sono di due tipi. La prima è di natura tecnica.
Chi frequenta le agenzie territoriali sa benissimo quanto la rendita catastale è un valore totalmente astratto e del tutto svincolato da una effettiva capacità patrimoniale o reddituale dei soggetti che si trovano sulla base di questo parametro, a dover intervenire o, diversamente, a dover essere sottoposti ad un prelievo tributario.
Ma la ragione di merito ancora più profonda - pertanto a latere di disquisizioni tecniche - è legata al fatto che, se si volesse fare un'indagine effettiva e rappresentativa della reale situazione dei proprietari di fabbricati e di immobili, non si potrebbe prescindere dall'indagine sulla natura dell'acquisto, che sarebbe un'indagine effettivamente complessa ed onerosa.
infatti, chiaro a tutti che chi si trova ad avere effettuato un acquisto mortis causa su un immobile, senza oggi più avere una capacità patrimoniale tale che non solo non gli consenta di intervenire pagando le tasse, ma non gli consente neppure di poter provvedere alla manutenzione di quel fabbricato - che significa costi annuali e costi fissi - non pu nemmeno essere penalizzato a tal punto da dover intervenire con delle tasse che certamente non ha la capacità di pagare.
In questo senso, pertanto bisognerebbe capire a quando risale l'acquisto, qual è la motivazione, quali sono i fattori. Per cui la proprietà e la disposizione di proprietà al godimento stesso dell'immobile non è certo, come parametro solo e come elemento singolo in astratto, un elemento che ci dà il quadro effettivo della potenzialità e dello stato di benessere della persona.
In tal senso, confrontandomi con i cittadini è emerso che ci sono addirittura persone che hanno gravissimi problemi a sostenere le imposizioni tributarie proprio in riferimento non a prime case, ma ad immobili che sono seconde case, proprio perché sono arrivate loro senza la necessaria volontà.
Quindi, o noi pensiamo che ad un certo punto dovremmo far fronte a situazioni in cui i cittadini sono costretti a rinunciare all'eredità perché non possono pagare le tasse sugli immobili, oppure dobbiamo cercare di capire che il valore di un fabbricato non mantenuto, che ha una sua età in un centro periferico, certamente non può essere considerato come quello che qualifica la capacità patrimoniale.
In tal senso, faccio un unico accenno, perché quando si tratta, in un periodo di crisi, di individuare risorse utili il dibattito è sempre difficile ed è sempre difficile andare a stabilire su quali categorie tagliare.
vero che ci sono dei soggetti che non pagano l'IMU, come la Chiesa ci sono immobili della Chiesa che non pagano l'IMU. Ma se si estremizzano determinati ragionamenti, si arriva semplicemente a creare un ulteriore costo per lo Stato, laddove questi immobili vengono dismessi, vengono acquisiti dallo Stato - perché c'è un'incapacità del soggetto a far fronte al pagamento tributario - con un ulteriore costo di manutenzione.
Pertanto, bisogna poi valutare la situazione nel suo complesso. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Toselli; ne ha facoltà.



TOSELLI Francesco

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno sull'IMU, anche se può essere ritenuta una richiesta inusuale da parte del Gruppo della Lega, ritengo che sia altrettanto inusuale come la richiesta del Consiglio regionale straordinario sull'Alitalia. Indi per cui, non le metterei certo sullo stesso piano, ma se è inusuale l'uno, ritengo che sia inusuale anche l'altro.
Ci sono le famiglie abbienti e meno abbienti che vivono perennemente nell'incertezza, perché non sanno più quanti soldi devono dare annualmente allo Stato.
Vivere nell'incertezza significa per una famiglia meno abbiente, ma che se lo può permettere, di non andare più a mangiare la pizza o di pensarci molto bene se può accompagnare la famiglia fuori a cena; non si pu permettere più di sapere se può comprare più abbigliamento o meno abbigliamento per i bambini, perché l'incertezza è quella che ti distrugge psicologicamente.
Uno Stato che non dà certezze rispetto al pagamento di quanto una famiglia gli deve conferire è uno Stato che non è più credibile. Un Governo e una maggioranza che si prendono un impegno, secondo cui viene detto che l'IMU viene completamente cancellata, con la conseguenza che le famiglie forse soltanto quelle maggiormente abbienti - hanno già provveduto a spendere, credendo in uno Stato serio che dice una cosa e la fa, oggi si ritrovano a dire a quelle famiglie che la tassa IMU verrà probabilmente reintrodotta.
Siete convinti che chi è abbiente non aveva già messo in conto di spendere i soldi che avrebbe destinato a quella tassa? Cioè, se la tassa non viene messa, il ricco i soldi se li tiene in tasca, oppure li spende? Ve lo siete chiesti? Voi che cosa fate nelle vostre famiglie? Preventivamente avevate pensato di mettere in conto di dover pagare l'IMU ma non dovendola pagare, i soldi li spendete oppure no? Penso che buona parte di voi quei soldi che pensava di dare allo Stato invece, se li spenda.
Allora, che cosa c'è di male a togliere l'IMU a tutti, quando sappiamo che i soldi li hanno i ricchi, e sono quelli che certamente i soldi che risparmiano dall'IMU non se li tengono in tasca, ma li spendono e fanno girare un po' l'economia? O chi farà girare l'economia? Chi? Le famiglie che non pagano più le tasse? Il gettito IVA nei primi otto mesi del 2013 è calato del 5,2%. Chi non lo paga? Le famiglie che non possono permetterselo. Bene! Togliamo l'IMU ma togliamola anche a quelli che se la possono permettere, così spenderanno qualche soldo e, spendendoli, forse faranno girare un pochino l'economia anziché darli ad uno Stato che non fa nient'altro che continuare perennemente ad aumentare il debito pubblico e a chiedere sempre ai soliti noti, cioè coloro i quali pagano le tasse, di mettere le mani in tasca e di tirare fuori altri soldi.
Sono stufo! Siamo tutti parecchio stufi e mi chiedo come mai nel Paese qualcuno non abbia ancora deciso di scendere in piazza, perché adesso stiamo veramente esagerando.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Dopo l'intervento rivoluzionario del Consigliere Toselli, diventa un po' difficile arringare le folle! Pare davvero singolare anche a me che s'intervenga preventivamente su un emendamento che sarà sicuramente ritirato, pertanto stiamo discutendo di aria fritta, ma va bene! Se a voi va bene discutere di aria fritta discutiamo pure di aria fritta. In quest'aula di aria se ne frigge tanta quindi va bene! Mi rivolgo al Consigliere Carossa, che ha sollevato una questione: non volevo assolutamente sottovalutare il tema, ma allora bisognerebbe discutere e sollevare una questione, una preoccupazione, come Consiglio regionale.
Il problema vero che dovrà affrontare il Parlamento è come trovare i quasi tre miliardi di euro necessari per eliminare la seconda rata dell'IMU, perché noi stiamo discutendo di una questione sollevata ieri in Commissione, ma la vera problematica che dovranno affrontare il Governo e il Parlamento è trovare le risorse (due miliardi e 700 milioni di euro) per eliminare la seconda rata dell'IMU! Se non si trovano quelle risorse, ha voglia il collega Toselli a dire tutto quello che ha detto, ma si pagherà anche la seconda rata dell'IMU.
Occorre trovare i soldi per eliminare quella seconda rata e forse - ancora più necessario - bisognerà trovare le risorse per la cassa integrazione perché anche quelle non ci sono.
La preoccupazione che dovremmo avere, caro Toselli, è come trovare le risorse necessarie ad eliminare la seconda rata dell'IMU. Se il Governo o il Parlamento decidesse di aumentare le accise sulla benzina, sarebbe un fatto estremamente grave: eliminare l'IMU per poi aumentare le accise sulla benzina significherebbe peggiorare una situazione già estremamente critica.
Su questo, occorre un'attenzione particolare da parte del Parlamento.
Caro Presidente, se vogliamo discutere in modo preventivo di una questione, sarebbe utile che il Consiglio regionale discutesse in modo preventivo sulla service tax, già annunciata.
Su questo occorrerebbe fare una riflessione, come Consiglio regionale perché la mancata entrata delle risorse provenienti dall'IMU, per i Comuni è un fatto sul quale occorre riflettere.
Così come occorre riflettere sull'applicazione della service tax: inciderà sul costo dei servizi oppure avrà una componente legata al valore patrimoniale? Non è ininfluente, come verrà applicata. Pertanto, poiché stiamo svolgendo una discussione preventiva, approfittiamo per discutere anche sull'applicazione della service tax, perché questo interessa molto le famiglie e i Comuni.
Se, come Consiglio regionale, facciamo una discussione preventiva facciamola su una questione che avrà un peso e non su un emendamento che probabilmente verrà ritirato oggi. Come Consiglio regionale, sarebbe importante fare una discussione preventiva sull'impegno, su come verrà riformata l'imposta sulle abitazioni, l'imposta comunale, appunto la service tax.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta sull'ordine del giorno del Consigliere Carossa? La Giunta regionale si rimette all'Aula.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa per una breve replica; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Cercherò di essere breve.
Voglio dare una risposta al collega Ponso e al Gruppo dell'Italia dei Valori: sono d'accordo per quanto riguarda il discorso dell'equità sociale e quant'altro, soprattutto dei limiti per cui, in alcuni casi, l'IMU venga pagata.
Avrei, però, decisamente dei problemi su come emendare quest'ordine del giorno, per un semplice motivo: è già previsto (ho controllato ed effettivamente sarà ancora così) che per le categorie catastali A1 (gli alloggi signorili) e A8 (le ville), anche se rappresentano la prima casa l'IMU venga pagata. Pertanto, non saprei come andare ad emendare quest'ordine del giorno, pur essendo d'accordo sul principio esposto dal collega Ponso.
Mi permetto, poi, velocemente di dire ai colleghi del PD che è, sì, un emendamento presente in Commissione, ma - lo dicevo prima come battuta anche se non lo è - prevenire è meglio che curare! In questi ultimi Governi - e non faccio distinzione di colore politico se fossimo riusciti a prevenire alcuni provvedimenti, forse avremmo fatto bene! Pertanto, è importante provare a dire la nostra opinione su questo argomento, non è assolutamente una perdita di tempo.
Si tratta di un provvedimento che riguarderebbe, anche solo a Torino decine di migliaia di nuclei familiari, per cui non è un argomento da trattare - che io voglio trattare - con leggerezza.
Così com'è posto, al limite dei 750 euro, fa sì che si vada a far pagare l'IMU a decine di migliaia di cittadini, di nuclei familiari, solo a Torino città.
Sostengo e ribadisco (è una mia opinione personale) che non devono pagare l'IMU. Dopodiché, signori, come fare a trovare due miliardi e mezzo tre? Beh, per un leghista sarebbe troppo semplice rispondere! Basterebbe andare a guardare alcune parti d'Italia e capiremmo che per risparmiare due miliardi e mezzo basterebbero pochissimi mesi, se non settimane. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Vede, Consigliere Carossa, per dimostrare l'attenzione al problema da lei posto, con il collega Ponso, qualora fosse stato possibile tecnicamente, accogliere un emendamento che potesse, in un certo senso circoscrivere un range forse un po' troppo largo, avremmo dato il nostro voto favorevole.
Siccome lei fa parte della maggioranza, e sicuramente i voti non le mancheranno, le darò la presenza, comunque, come segnale di attenzione al problema da lei posto, che sicuramente è degno di nota e, magari, come qualcun altro diceva, di discussione un po' più approfondita.
Un segnale che parte dall'Aula. Ripeto, noi le diamo la presenza e avremmo dato anche il voto favorevole se fosse stato possibile restringere il range.



PRESIDENTE

Grazie, collega Buquicchio.
Per il parere sul documento, la Giunta regionale si rimette all'Aula.
Indico la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1099, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che nella discussione sulla trasformazione in legge del decreto che cancella l'IMU prima casa sarebbe stato introdotto un emendamento che imporrebbe un tetto oltre il quale sarebbe necessario pagare la tassa pari a 750 euro di rendita catastale una rendita catastale di 750 euro è una soglia oltremodo bassa entro la quale rientrano migliaia di alloggi che non possono certo essere definiti di lusso; per fare un esempio entro tale soglia a Torino, in termini sommari, rientrano alloggi di circa 70 metri quadrati composti da tre vani e servizi rilevato che tale imposizione si configurerebbe con una vera presa in giro visto che di fatto non cancellerebbe l'IMU sulla prima casa per migliaia di persone chiede alla Presidenza della Giunta di attivarsi in ogni sede anche a livello politico per fare in modo di far approvare il decreto legge che cancella l'IMU sulla prima casa senza paletti che ne snaturino l'obiettivo".
Il Consiglio approva.


Argomento: Sistema informativo regionale

Esame ordine del giorno n. 1074 presentato dal Consigliere Buquicchio inerente a "Gestione e sviluppo del sistema informatico nelle AA.SS.RR."


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'ordine del giorno n. 1074, di cui al punto 11) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Molto brevemente, intervengo per richiamare doverosamente l'attenzione di coloro che non sanno di cosa stiamo parlando.
Stiamo parlando di un ordine del giorno sulla gestione e sviluppo del sistema informatico nelle ASL. L'Assessore è già stato informato dell'argomento e abbiamo chiarito alcuni punti.
Il punto essenziale del dispositivo chiede che vengano predisposte e presentate, presso la Commissione consiliare competente, quindi presso la IV Commissione, entro e non oltre - noi diciamo il 30 ottobre 2013, ma l'Assessore chiederà di modificare la data e io sono d'accordo - tutte le relazioni delle singole ASL sulle condizioni tecnico-gestionali del sistema informatico aziendale.
Non mi dilungo e non vi annoio sulla necessità di questo approfondimento, che a molti di voi sicuramente non sfugge in termini di importanza. Mi rimetto, oltre che al parere dell'Assessore, che mi sembra favorevole, anche alla benevolenza e al voto favorevole di colleghi dell'Aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Non ho il testo sotto mano ma non è un problema, perché ho sentito con attenzione l'intervento del Consigliere Buquicchio e ritengo, pur in assenza del testo, di poterlo condividere.
Quello che voglio sottolineare, lo voglio fare soprattutto in presenza della Giunta e, soprattutto, dell'Assessore competente - si fa per dire Ghiglia, che è - si fa per dire - disturbato dal Consigliere Motta. Vedo anche l'Assessore Cavallera che, normalmente, con un orecchio ascolta me con l'altro l'Assessore Quaglia e con il resto guarda l'Aula.
Il tema sollecitato dal Consigliere Buquicchio era molto urgente all'inizio di questa legislatura. Adesso, che siamo sul finire della legislatura, è in drammatico ritardo. Nel frattempo, continua imperterrita l'azione, non si sa bene da chi coordinata - nessuno, secondo me - delle singole Aziende che stanno procedendo, non si sa all'interno di quale strategia - che non ritengo ci sia - a dotarsi di nuovi prodotti, di migliorie e di modifiche all'interno dei propri sistemi informativi. Credo che l'Assessore Cavallera, prima o poi, dovrebbe far cessare tutto ciò.
Ogni Azienda, nella propria autonomia, può fare quello che crede l'importante è che sia rigidamente non comunicabile con i prodotti delle aziende vicine. Non vorrei mai che si parlassero tra Aziende! Guardi che la questione è drammatica! Il Centro Traumatologico di eccellenza, il CTO, ha un sistema - lo cito a titolo di esempio - di diagnostica per le immagini decoroso e buono. In un qualunque dei 16 piani dell'azienda, uno può contattare il paziente che è sotto esame e reperire gli esami - pensi lei, alle soglie del 2020 - che costui o costei ha fatto nel corso dell'ultimo periodo. Questo al CTO.
All'interno del simpatico cluster che qualcuno ha immaginato debba riunire Molinette, CTO e Sant'Anna, se lei si spostasse, ad esempio, alle Molinette, questo non avviene più. In quella struttura lei deve possedere a sue mani, le proprie RX, i propri esami e portarseli dietro da una parte all'altra. Ove così non fosse, la continuità di trattamento alle Molinette questo simpatico presidio semiprovinciale che un tempo era un ospedale di eccellenza, non esiste. Non solo non comunicano al proprio interno figuriamoci con gli altri ospedali della cintura torinese o, peggio, delle altre Aziende. Questo sta avvenendo nella tutela dell'articolo, molte volte rispettato, del diritto alla salute; questo sta avvenendo nella sanità piemontese che credo sia a livelli, in termini di sistemi informativi, un po' inferiore allo Zambia del sud.
Quanto prima, se codesta Giunta volesse porvi rimedio, forse non sarebbe male.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno proposto dal Consigliere Buquicchio, in effetti, così come diceva il Consigliere Burzi, tratta un tema che abbiamo tentato di affrontare in Consiglio dando anche degli indirizzi alla Giunta.
In particolare, abbiamo anche avuto la non comprensione di quali fossero gli intendimenti del predecessore dell'Assessore Cavallera l'Assessore Monferino.
In seguito, con l'avvicendamento tra i due Assessori, noi abbiamo approvato, ed è ripreso all'interno dell'ordine del giorno, una mozione di accompagnamento al bilancio, che aveva per oggetto "Razionalizzazione dell'informatica del sistema sanitario regionale", che ha impegnato la Giunta, o impegna la Giunta, ad avviare con il CSI Piemonte il processo di razionalizzazione e omogeneizzazione del sistema informativo sanitario regionale.
Dopodiché, in realtà, a quanto risulta, e a quanto risulta da ciò che viene riportato nell'ordine del giorno e a quanto risulta rispetto ad interrogazioni effettuate dai colleghi rispetto alle azioni portate avanti all'interno dell'ASL, in particolare per quanto riguarda l'ASL TO3, abbiamo avuto una risposta da parte dell'Assessore che, in particolare, faceva riferimento alla stipula di un contratto effettuato in data 24 luglio 2013 in modo del tutto autonomo rispetto a quello che poteva essere un disegno generale.
Come diceva il Consigliere Buquicchio, quest'ordine del giorno impegna semplicemente ad avere la possibilità di comprendere quello che sta capitando all'interno delle singole Aziende Sanitarie.
Tuttavia, in questa sede mi aspetterei anche un intervento dell'Assessore Cavallera rispetto ai suoi intendimenti, così come dell'Assessore Ghiglia.
Anche in passato ai predecessori di entrambi gli Assessorati - i soggetti protagonisti sono cambiati entrambi nel tempo - avevamo chiesto più volte di venire in Commissione per comprendere quali azioni volessero assumere e come intendevano procedere.
Non è mai stato possibile, magari adesso lo potrà essere anche con questo ordine del giorno, così potremmo già avere in questa sede, ossia in Consiglio regionale, delle indicazioni. Perché rispetto a quello che è il lavoro del CSI Piemonte - sappiamo anche che c'è un nuovo Direttore - ci piacerebbe comprendere, alla luce degli impegni e alle indicazioni che il Consiglio regionale ha già espresso, come ci si sta muovendo.
Da questo punto di vista, ritengo quanto mai utile tale sollecitazione perché siamo sicuramente in ritardo. Lo stesso Assessore Cavallera in IV Commissione ha affermato che, nel momento in cui ragioniamo sul superamento delle Federazioni, l'ambito centrale, facendo leva sul quale si può, con un investimento iniziale, realizzare un'economia di scala è quello dell'informatizzazione sanitaria.
Abbiamo visto che, all'interno dei programmi operativi, l'attenzione è molto concentrata su questo aspetto, che forse finora è stato sottovalutato. Noi crediamo che tali questioni, al di là delle indicazioni date all'interno dell'ordine del giorno e che il collega Buquicchio ha riportato rispetto alla lettera di aggiudicazione con cui L'ASL TO3 aggiudica la gestione dello sviluppo del sistema informatico, quindi al di là delle considerazioni fatte anche sui costi del CSI Piemonte, debbano essere oggetto di analisi e di approfondimento, perché, avendo un unico soggetto, forse quell'economia di scala attraverso l'unificazione dei sistemi informativi può essere fatta proprio tramite il CSI Piemonte.
Da questo punto, di vista, chiederei agli Assessori che si pronuncino in merito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Giunta regionale.
Prego, Assessore Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Sostanzialmente, al di là delle lunghe premesse sulle quali ovviamente non disserterò, andrei subito alle conclusioni di questo ordine del giorno che riguardano la sollecitazione e l'impegno della Giunta regionale di riferire nella Commissione competente. Qui è chiaro che ci sono i programmi della sanità, ma ci sono anche da inserire, nella più generale attività iniziative della Giunta nel settore dell'informatizzazione. Se la domanda riguarda l'impegno a venire a riferire in commissione, la risposta non pu che essere favorevole. Chiederei un minimo di tempo, ma non perché non si possa fare entro ottobre: magari lo si può anche fare, però tutte le date una volta scritte, bisogna poi rispettarle. Preferisco anticipare piuttosto che superare la data. Potrebbe essere il mese successivo, quindi novembre per esempio.
Naturalmente credo che, anche in riferimento all'ultimo intervento che ho ascoltato, una presenza dei due Assessori possa essere opportuna. Non so se a questo punto la competenza è solo della IV Commissione o anche della I Commissione, e quindi se è il caso di convocarle congiuntamente. Sono tutte questioni che lascerei valutare ai Presidente di Commissione, alla Conferenza dei Capigruppo e alla Presidenza del Consiglio.
Per quanto riguarda l'ultimo punto, è più una questione, diciamo, di tipo strategico-tecnologico che non di carattere economico. Si devono fare delle valutazioni o dei confronti su vari scenari - sempre di tipo informatico - dei quali, ovviamente, la sanità è utente. In alcuni casi si ribadirà la ricerca elettronica, quindi tutta l'informatizzazione della fase prescrittiva, il fascicolo sanitario individuale (peraltro, il decreto del "Fare" ha calendarizzato che, entro l'anno prossimo, le Regioni devono presentare i progetti a Roma ed entro il 2015 deve essere attuato in tutta Italia) e - terzo punto - tutto il sistema di raccolta dei dati, il famoso flusso informativo, assolutamente necessario sia dal lato gestionale, per controllare come vanno le cose e nelle varie articolazioni, sia dal punto di vista contabile, visto che ci sono più precise e stringenti norme dal punto di vista economico-finanziario che devono essere introdotte.
Si preannuncia una fase di "lavori in corso" e, sotto questo profilo siamo assolutamente disponibili a rendere edotta la Commissione e a confrontarci con le due Commissioni competenti (così credo, ma non voglio mettere il carro davanti ai buoi). Tutto ciò potrebbe permettere un esaustivo approfondimento della questione.
Credo che tutto questo si possa senz'altro fare nell'arco di questo mese o del prossimo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Quanto tempo è che è cominciata questa legislatura regionale? Tre anni e mezzo, giorno più giorno meno.
Tre anni e mezzo fa il Governo regionale aveva indicato che una delle riforme più importanti e uno degli interventi essenziali per poter riorganizzare la sanità piemontese era l'intervento nei sistema informativi in ambito sanitario nella Regione Piemonte.
Era una priorità, ma che cosa è successo in questi tre anni e mezzo? Nulla. Nulla, nel senso che in questi tre anni e mezzo ci sono stati tanti ragionamenti e tante enunciazioni. Mi ricordo l'impegno solenne e la dichiarazione solenne dell'allora Assessore Monferino in Commissione quando sollevammo la questione della gara della TO3 e non eravamo ancora in fase di aggiudicazione della stessa: "Io bloccherò quella gara".
Quell'Assessore, dopo qualche mese, venne in Commissione e probabilmente qualcuno gli spiegò che quella gara non era bloccabile perché lo sarebbe stata unicamente nella misura in cui sarebbe sorta una soluzione diversa e alternativa.
Perché dico questo? Perché a me sembra che su questo terreno, in ambito sanitario e di politica sanitaria, c'era molto da fare, ma oggi siamo in presenza di un ennesimo fallimento delle politiche che l'Amministrazione regionale ha portato avanti.
Che cosa è successo oltre alla vicenda della gara TO3, che è stata oggetto di numerosi interventi ancora recenti da parte di colleghi di questo Gruppo consiliare, con la denuncia dell'importo, e del fatto che per una serie di anni, quell'Azienda Sanitaria Locale si è legata con una soluzione che, probabilmente, non è detto che sia la stessa soluzione informatica di altre Aziende Sanitarie? Speriamo che, in un ambito di area vasta, assumeranno iniziative a questo riguardo.
Che cos'altro è successo? È successo che, all'interno dell'Assessorato alla sanità, è nata una struttura complessa, che doveva occuparsi di governare tutto l'intervento sull'informatizzazione. È successo che sono nate le Federazioni sanitarie, che dovevano occuparsi, tra le tante altre cose, anche degli interventi tesi a riorganizzare, razionalizzare e restituire una capacità innovativa di sistema ai sistemi informativi all'interno delle Aziende Sanitarie.
successo che gli Amministratori unici delle Federazioni sanitarie hanno assunto tutti la stessa delibera, nella quale individuavano un cronoprogramma, non scritto da loro ma dall'Assessorato; un cronoprogramma assurdo, irrealizzabile. Personalmente mi pongo sempre l'interrogativo che di fronte a cronoprogrammi assurdi ed irrealizzabili, la soluzione rimane solo una: che tutto rimanga così com'è, perché in questo anno e mezzo sotto questo profilo, anche su questo piano tutto è rimasto com'è.
La discussione sul nuovo piano di rientro 2013-2015, ancora in corso tra la Regione Piemonte e il tavolo nazionale (con il MEF e con il Ministero della Salute) evidenzia e sancisce questo fallimento sostanziale.
In questi tre anni e mezzo molto poteva essere fatto, invece nulla è stato fatto. Nulla è stato fatto.
Va benissimo una discussione all'interno della Commissione consiliare che pone il tema di capire com'è oggi l'organizzazione dei sistemi informativi all'interno delle diverse aziende sanitarie; va benissimo un'audizione da parte della Commissione consiliare del responsabile di quel documento che è rimasto assolutamente inattuato, senza neanche le fasi iniziali di apertura.
Tuttavia, spero che le questioni che oggi abbiamo di fronte saranno affrontate, già a partire dai prossimi giorni, in sede di IV Commissione quando incominceremo a discutere il disegno di legge di cancellazione e soppressione delle Federazioni sanitarie. A quel punto non dovremmo più entrare nella fase delle audizioni ed interverremmo, Assessore Cavallera per dire che nell'ambito legislativo che occorre definire "chi fa che cosa", perché in questa Regione "chi fa che cosa" nei sistemi informativi ma non solo su quelli - è lasciato all'ampia e totale improvvisazione.
Se oggi, dopo tre anni e mezzo, questa legislatura regionale, sotto questo aspetto, finirà senza fatti concreti, la Giunta regionale dovrà registrarne l'ennesimo fallimento, perché quando si indica una priorità, e dopo tre anni e mezzo questa priorità non viene neanche scalfita in termini di percentuale di attuazione, dalle mie parti significa soltanto una cosa: significa che si è sbagliato, che si è fallito, che non si è stati capaci di fare nulla che abbia modificato sostanzialmente il sistema attuale.
Allora bisogna pur prendere atto di tutto ciò.
Forse non è solo un problema di acquisizione importante di elementi e di informazione, sia ben chiaro. Non dico questo per banalizzare gli impegni contenuti in questo ordine del giorno, ma in questo momento è indispensabile che, nella discussione sul disegno di legge di cancellazione delle Federazioni sanitarie, questo tema venga messo al centro.
Noi interverremo in Commissione consiliare quando cominceremo questo iter, perché questa questione e questa discussione non sono più rinviabili.
C'è un'ipotesi che, all'interno di un piano industriale di riconversione del ruolo del CSI, si rimetta in campo il CSI attorno alle tematiche della riorganizzazione dei sistemi informativi in ambito sanitario? Benissimo, è un'ipotesi. È un progetto che ha una sua credibilità; è un progetto che ha anche un suo fondamento. C'è forse la consapevolezza che, da parte del Consorzio per i servizi informatici occorre costruire un'alleanza su questo tema all'interno della nostra Regione, ma occorre anche dire con certezza come si vuole andare avanti.
Noi voteremo l'ordine del giorno, ma non aspetteremo il termine del 30 novembre chiesto dall'Assessore per la rappresentazione dello status quo.
Già il fatto che ci vogliano due mesi per presentare lo status quo è tutto dire. Lo status quo, sull' attuale organizzazione dei sistemi informativi in ambito sanitario, dopo tre anni e mezzo dovrebbe essere, quando un collega lo chiede, immediatamente presentato su un piatto normale, perch se non si conosce neanche qual è lo status quo dei sistemi informativi oggi in sanità, e si chiedono due mesi di tempo per presentare una relazione siffatta, cosa si è fatto in questi tre anni e mezzo? Cosa si è fatto in questi tre anni e mezzo? Il tema è reale; il tema è importante; il tema è vitale. Su questa questione si possono realizzare economie ma, soprattutto, si pu efficientare il sistema, si può veramente creare un livello di comunicazione e di trasmissione dei dati dell'introduzione, all'interno della Regione Piemonte, esperienze che in altre Regioni oggi sono avanti anni luce: il fascicolo elettronico e tutto quello che si può fare, ai fini di evitare procedure e complicazioni all'interno dell'organizzazione sanitaria.
Siamo molto indietro.
Per noi la discussione incomincia il giorno in cui all'interno della IV Commissione avanzerà il disegno di legge sulla cancellazione delle Federazioni sanitarie. In quell'occasione, Assessore Cavallera, la prego di non chiedere tempo: dica cosa avete intenzione di fare e noi faremo le nostre valutazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ho letto l'ordine del giorno del collega Buquicchio. È un tema che sto cercando di seguire anch'io, come Gruppo consiliare, quindi non posso che essere favorevole al testo, anche perché va a riprendere quella che è stata una richiesta di comunicazione che ho fatto all'Assessore Cavallera, al Presidente della IV Commissione, la collega Spagnuolo, e all'Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale, pochi giorno dopo la presentazione dell'ordine del giorno del collega Buquicchio.
La mia comunicazione riguarda proprio lo stato dell'arte dei sistemi informatici ed informativi della sanità piemontese, in quanto nella Conferenza Stato-Regioni esiste un documento relativo ad un accordo quadro del 2011 - ovviamente capiamo anche i ritardi - che prevedeva di andare verso la digitalizzazione dei referti, delle prescrizioni e, ovviamente, il molto atteso fascicolo sanitario elettronico.
Il recente decreto del "Fare" ha recepito questo accordo Stato-Regioni e ha dato delle scadenze più precise: si dovrebbe, entro il 30 giugno 2014 avere almeno la bozza, il progetto sperimentale che inizia ad avviarsi, ed entro il 2015, come ha detto l'Assessore Cavallera, tutte le Regioni dovrebbero avere un sistema informatico che faccia parlare tra di loro le ASL e soprattutto i medici, nel senso che un medico di famiglia che ha il proprio paziente ricoverato in pronto soccorso, molto spesso non lo sa, se non avvertito dai parenti, perché non c'è una comunicazione automatica del pronto soccorso.
Si perde quindi molto tempo, sia nell'efficacia sia nell'efficienza del sistema sanitario territoriale e nel sistema sanità ospedaliero. Immaginate il tempo che si perde in accettazione al pronto soccorso per fare l'anamnesi patologica, remota e prossima, per verificare eventuali allergie a farmaci o che tipologia di farmaci assume l'assistito.
Si perde veramente tanto tempo. Su questo ovviamente ci sono anche responsabilità precise della politica, perché di informatizzazione della sanità si parla sin dal 2000, da quando si può usufruire di sistemi di trasmissione dei dati ad alta velocità, anche con una rete intranet, oltre che una rete internet.
Siamo quindi in ritardo, non solo nei confronti di altre Regioni italiane, ma anche rispetto ad altre Nazioni, che su questo hanno fatto investimenti in tempi precedenti.
Non voglio fare la solita litania del "siamo italiani, siamo in ritardo", vorrei invece prendere a riferimento, come spesso cerco di fare esempi virtuosi per stimolare la nostra Regione, e poi il Paese, ad accelerare su questo tema, un tema fondamentale, Assessore Cavallera ovviamente lei lo sa benissimo - che potrebbe far risparmiare milioni di euro al sistema sanitario nazionale e regionale, milioni di euro che potremmo andare a mettere sul personale, perché se si parla con i Direttori sanitari generali e amministrativi...
L'altro giorno sono stato in visita all'Ospedale di Biella e un po' tutti dicono la stessa cosa, cioè che sono veramente con il cappio al collo per quanto riguarda il personale. In effetti, non si sa neanche se si riuscirà a far erogare i servizi minimi essenziali, quindi quelli garantiti dai LEA, non tanto per una questione di risorse in generale, ma nello specifico per una mancanza di risorse per quanto riguarda il personale. Se non c'è il personale possiamo anche trasferire le risorse per far funzionare le apparecchiature, per comprarle e per far funzionare magari le parti dal punto di vista della pulizia e gestione fornitura di ausili presidi e quant'altro, ma se manca il personale, appunto, come ho già detto, risulta veramente difficile garantire i LEA in condizioni, tra l'altro, di sicurezza. Forse, un domani si parlerà di garantire i LEA in condizioni di sicurezza, perché sarà un'evoluzione.
Con l'informatizzazione - ovviamente, questo è un nostro cavallo di battaglia, un punto fondamentale - l'Amministrazione pubblica pu risparmiare tantissimo, quindi non solo la sanità. Pensiamo anche di utilizzare questi strumenti per altri settori, ad esempio, della Pubblica Amministrazione, come magari l'anagrafe comunale. Quando si parla di digitalizzazione dei referti, qualunque tipo di documento che si pu digitalizzare evita i costi di mantenimento di enormi uffici e archivi che tengono questi documenti a prendere la polvere, che poi magari si perdono che poi magari diventano illeggibili.
Questo permetterebbe un notevole risparmio, anche se non è che l'archivio digitale costi zero, però semplicemente costa meno di un archivio fisico. Permetterebbe di risparmiare tantissimo se i cittadini si abituassero a non richiedere più la copia cartacea del referto, perch adesso in alcuni casi, oltre alla possibilità di inviare il documento via e mail, con un'e-mail personale si può richiedere anche l'invio del documento tramite posta. Questo ha un costo per l'ASL, ma che sarà sempre minore se i cittadini si abituassero a ricevere l'e-mail con il proprio referto in formato PDF, e poi eventualmente lo possono stampare o girare al medico di famiglia che, collegato ad internet, può vedere il dato senza il bisogno di stamparlo. Anzi, ad esempio, in alcuni casi (chiedo scusa se mi dilungo un po' su alcuni temi tecnici) il referto di una TAC o un esame di diagnostica radiologica è addirittura più leggibile sul computer piuttosto che con il vecchio sistema della visione delle lastre retroilluminate.
Quindi, sono dati sicuramente importanti. Non mi dilungo oltre, perch non stiamo facendo qui il dibattito. Voterò l'ordine del giorno e le rinnovo la richiesta che ho fatto con la comunicazione di poter avere quanto prima lo stato dell'arte attuale. Non le chiediamo già di venirci a dire quali sono i progetti dell'ASL, anche se sarebbe importante iniziare a discuterne. Tuttavia, vorremmo avere l'idea di cosa c'è all'ASL 1 e all'ASL 2 di Torino, all'ASL di Biella, all'ASL di Vercelli e quali sono i progetti su cui si sta lavorando, altrimenti, come ha detto il Consigliere Reschigna, giustamente faremo noi le telefonate ai Direttori generali amministrativi e sanitari, e vedremo cosa riusciremo ad ottenere. Perch alla fine, se ci si dice che occorrono 60 giorni per avere una risposta a una richiesta di comunicazione o a un ordine del giorno, ognuno si muove ovviamente per i suoi canali, ma penso che così non sia corretto.
Quindi, andiamo avanti su questo tema. Mi auguro veramente che si riesca a chiudere prima di questa legislatura, perché il 2015 è dietro l'angolo e non vorrei che iniziassero già le sabbie mobili della fase pre elettorale e che qui si fermasse tutto, visto anche qualche problema che sta coinvolgendo la Regione dal punto di vista di alcune opere e di alcuni lavori che hanno coinvolto alcuni funzionari regionali.
Non vorrei che si fermasse tutto e che si decidesse di rinviare alla prossima legislatura. Perché questo è il "giochetto" che si fa sempre, nel senso che, svoltata la boa di metà mandato, si rinvia alla prossima legislatura, perché è complesso, perché è complicato, perché, insomma, la politica inizia a pensare alle prossime elezioni. È un dato fondamentale e non possiamo permetterci di perdere di vista l'obiettivo del 2015 e di avere finalmente un sistema informatico che faccia parlare tutte le ASL tra di loro e metta in rete tutti i medici e anche i pazienti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Dichiaro conclusa la discussione generale.
Volevo richiamare l'impegno che avevamo preso di affrontare anche l'ordine del giorno della Consigliera Artesio nell'arco della mattinata.
Vorrei che si tenesse conto anche di questo, perché l'avevamo deciso insieme in apertura di seduta.
La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Se l'impegno era questo, considerato che il mio Capogruppo ha già espresso le valutazioni del Gruppo, rinuncio all'intervento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
Consigliere Buquicchio, accetta la proposta dell'Assessore di modificare la data del 30 ottobre 2013 con la data 30 novembre 2013? Bene.
Quindi, dichiariamo evaso il diritto di replica.
Il parere dell'Assessore Cavallera è favorevole.
Il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1074, come modificato il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che il Decreto Legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni dalla Legge 135/2012, prevede (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini); in particolare il Titolo III 'Razionalizzazione e riduzione della spesa sanitaria', all'articolo 15 'Disposizioni urgenti per l'equilibrio del settore sanitario e misure di governo della spesa farmaceutica', comma 12, prevede misure di razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi premesso inoltre che il Decreto Legge 10 ottobre 2012, n. 174, (Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012), convertito con modificazioni dalla Legge 213/2012, prevede che le sezioni regionali di controllo della Corte dei Conti potranno indicare nelle pronunce i casi di 'comportamenti contrari alla sana gestione' considerato che il D. Lgs 14 marzo 2013, n. 33, (Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni), prevede come 'La trasparenza è intesa come accessibilità totale delle informazioni concernenti l'organizzazione e l'attività delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche' considerato inoltre che nel Piano socio sanitario regionale 2012-2015, parte I 'Le priorità del servizio socio sanitario piemontese e gli obiettivi del PSSR 2012-2015' punto 1 'Le criticità del sistema', si sottolinea come 'In Piemonte si evidenzia la necessità e l'opportunità di operare una svolta che affianchi all'attenzione al deficit ed alle modalità della sua copertura, la costruzione di strumenti e procedure che evitino il formarsi del disavanzo medesimo. Ciò deve avvenire nel rispetto della piena erogazione dei LEA con la consapevolezza, condivisa con il Governo, che l'obiettivo prioritario, su cui il Piemonte intende impegnarsi, sia la razionalizzazione del sistema, attraverso la riduzione degli sprechi, delle diseconomie, delle duplicazioni di attività' e ancora : 'In un contesto federalista che rafforza i poteri e le responsabilità delle Regioni occorre individuare e sancire, nel Piano Socio Sanitario 2012-2015, in modo condiviso ed in coerenza allo spirito di leale collaborazione istituzionale, regole e procedure di verifica e controllo delle attività delle Aziende Sanitarie Regionali (ASR) per garantire, su tutto il territorio piemontese, un sistema di monitoraggio sull'erogazione effettiva dei LEA e sulla valutazione condivisa del rispetto degli obiettivi, anche economici, assegnati a ciascuna ASR' considerato ancora che la Regione Piemonte ha elaborato i 'Programmi Operativi per il triennio 2013 - 2015' che prevedono al punto 2 'Area: Governo del Sistema' gli interventi: 1.6 Azioni volte ad una maggiore razionalizzazione, omogeneizzazione ed integrazione dei sistemi informativi aziendali con i sistemi centrali 1.6.1 Progetto di unificazione dei sistemi amministrativi/contabili su scala regionale verificato che con deliberazione n. 1017 del Direttore generale dell'ASL TO3 (ing.
Giorgio Rabino) del 15/10/2009 veniva indetta gara a procedura aperta (Codice Identificativo Gara n.038196577B), ai sensi dell'art. 55 del D .Lgs 163/2006, per l'affidamento del servizio per la gestione e io sviluppo del sistema informatico dell'ASL TO3 della durata di nove anni, con aggiudicazione secondo il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, di cui all'art. 84 del D. Lgs 163/2006 in data 18/03/2010, presso gli uffici amministrativi dell'ASL TO3, si svolgeva la prima seduta pubblica nel corso della quale venivano ammessi alla gara tutti gli operatori economici che avevano presentato offerta (2 aziende - Engineering Ingegneria Informatica Spa e Dedalus Spa - e 4 Raggruppamenti Temporanei di Impresa costituiti dalle aziende: 1) Lutech Spa, Data Processing Spa; S21 Italia Srl, 2) Noemalife Spa, Sisge Informatica Spa, T-System Italia Spa, GPI Spa, 3) Telecom Italia Spa Exprivia Spa, Bertone ICT Srl, Core Informatica Srl, 4) Santer Replay Spa Elsag Datamat Spa, Siemens IT Solutions Spa, Bit Media Spa) in data 24/06/2011 la direzione dell'ASL TO3 comunicava al Direttore della Sanità, ing. Paolo Monferino, l'avvio della procedura di nomina della commissione giudicatrice per la valutazione delle offerte pervenute per la gara di cui sopra; in questa comunicazione venivano segnalate le problematiche relative ad una reiterata e ulteriore proroga dei contratti in scadenza, già più volte rinnovati dalla data di indizione della gara (15/10/2009) in data 16/03/2012 con delibera del commissario AsI TO3 (ing. Rabino) veniva nominata la Commissione giudicatrice preposta alla valutazione qualitativa delle differenti offerte ed all'attribuzione dei relativi punteggi di gara, la quale concludeva formalmente i propri lavori in data 4/6/2012 in data 12/06/2012 veniva effettuata l'aggiudicazione provvisoria dell'appalto relativo alla gara di cui sopra (CIG n. 038196577B) in favore di Dedalus Spa in data 15/06/2012 il nuovo Direttore generale dell'ASL TO3 (dott.
Gaetano Cosenza) trasmetteva comunicazione, al Direttore regionale della Sanità (dott. Sergio Morgagni), di conclusione della procedura di gara ed individuazione del miglior offerente, precisando che l'ASL TO3 non avrebbe proceduto con l'aggiudicazione definitiva in attesa di definire congiuntamente con l'Assessorato la coerenza del progetto risultato miglior offerente rispetto agli indirizzi regionali relativi al Piano informativo regionale di nuova impostazione in data 18/09/2012 e 16/10/2012 il Collegio sindacale dell'ASL TO3 richiedeva aggiornamenti relativi alla procedura di cui sopra, segnalando espressamente il proprio parere negativo a qualsiasi ipotesi dì ulteriore proroga degli affidamenti in essere riguardo ai servizi oggetto della procedura, in quanto attività contrarie alla disciplina di legge in data 21/12/2012 è stata emessa delibera di aggiudicazione definitiva (n. 1910) per la gestione e lo sviluppo dei Sistema informatico dell'ASL TO3 con approvazione dei verbali di gara tenuto conto che l'assessore alla tutela della Salute e Sanità, in risposta all'interrogazione n.1615, presentata in data 9 maggio 2013, ad oggetto 'Affidamento dei servizio per la gestione e lo sviluppo del sistema informatico dell'ASL T03', riferiva in ordine alla decisione di organizzare un tavolo di confronto, con la partecipazione della competente Direzione regionale Affari Istituzionali ed Avvocatura, tra l'ASL TO3 e la FS3, 'per valutare la criticità che si è venuta a determinare ed identificare un percorso per il suo superamento' l'assessore alla tutela della Salute e Sanità, in risposta ad una nuova interrogazione (n. 1664), presentata in data 6 giugno 2013, ad oggetto 'Affidamento del servizio per la gestione e lo sviluppo del sistema informatico dell'ASL T03, decisioni adottate dal tavolo di confronto' riferiva che qualsiasi decisione in merito all'ulteriore evoluzione della procedura avviata, come noto, nell'anno 2009, rimaneva di esclusiva competenza dell'ASL T03 tenuto conto ancora che il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità la mozione n. 998 ad oggetto 'Razionalizzazione dell'informatica del sistema sanitario regionale' che impegna la Giunta 'ad avviare con il CSI Piemonte il processo di razionalizzazione e omogeneizzazione del sistema informativo sanitario regionale' tenuto conto infine che con lettera, in data 31/07/2012, avente protocollo n. 0086550 ad oggetto: 'Aggiudicazione della gara per la gestione e lo sviluppo del sistema informatico dell'ASL T03', la Direzione Generale dell' ASL TO3 inviava la Relazione sulle condizioni tecnico gestionali del sistema informatico aziendale al Direttore Generale della Sanità, Dottor Sergio Morgagni all'interno del documento sopraccitato si trovano indicazioni quali: '...sono previste consistenti economie risparmiando sulla chiusura di affidamenti al CSI di parti di gestione software (ad esempio per la gestione economica del personale)' 'i servizi che il CSI Piemonte offre sono normalmente più costosi rispetto a quelli disponibili sul mercato informatico...') 'la mancata competitività da parte del CSI Piemonte nei confronti del mercato, probabilmente è dovuta al fatto che l'ente nel corso degli anni ha mutato la sua finalità da produttore di soluzioni a semplice procacciatore/intermediario tra le aziende produttrici e la PA locale ruolo che può essere svolto senza inerzie burocratiche amministrative direttamente dalle ASR con maggior efficacia e risparmi economici') 'non è quindi chiaro come a livello di federazioni in cui è compresa l'ASL T03 venga prospettata l'assoluta necessità di ottenere risparmi nelle gestioni informatiche e contemporaneamente si dia per scontato l'affidamento dell'intera gestione informatica al CSI Piemonte' tutto ciò premesso impegna la Giunta regionale e l'Assessore competente affinché: vengano predisposte e presentate presso la commissione consiliare competente, entro e non oltre il 30 novembre 2013, tutte le relazioni delle singole ASL sulle condizioni tecnico gestionali del sistema informatico aziendale il responsabile per la predisposizione del 'Programma degli interventi di informatizzazione, con relativo cronoprogramma attuativo, da effettuare a livello regionale ed aziendale entro il 31/12/2013, per rendere disponibili le soluzioni informatiche necessarie al conseguimento degli obiettivi posti e per conseguire le razionalizzazioni, omogeneizzazioni ed integrazioni attese' relazioni la commissione consiliare competente sugli sviluppi della sua attività il suddetto programma preveda la predisposizione di appositi confronti tecnico/economici con analoghe soluzioni adottate sia in altre regioni italiane sia nel contesto europeo".
Il Consiglio approva.
La Consigliera Artesio non ha fatto in tempo a votare. Per il verbale dichiara che intende votare favorevolmente all'ordine del giorno presentato dal Consigliere Buquicchio.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento - Diritti umani

Esame ordine del giorno n. 1100 presentato dalla Consigliera Artesio, Boeti e Biolé, inerente a "Cordoglio per le vittime e solidarietà all'amministrazione di Lampedusa - richiesta revisione legge Bossi-Fini"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1100, avente ad oggetto "Cordoglio per le vittime e solidarietà all'Amministrazione di Lampedusa. Richiesta della revisione della legge Bossi-Fini", presentato dalla Consigliera Artesio, di cui al punto X) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Il documento proposto al Consiglio regionale, accanto alle oggettive osservazioni che credo possano essere condivise da tutti i colleghi in ordine alla tragedia che si è consumata, alla terribile esposizione in termini di rischio per la vita e di perdita della vita dei profughi e alla faticosa esposizione delle Amministrazioni comunali, delle organizzazioni di protezione civile, delle organizzazioni di solidarietà nazionali che si sono attivate, pone a coloro che hanno una responsabilità politica, nello specifico al nostro Consiglio regionale, interrogativi e responsabilità non disgiunti da quelli che stanno impegnando in questo momento il dibattito delle Aule parlamentari.
In modo particolare, credo che debba essere ormai a tutti evidente che la questione delle tragedie umane che inducono le persone a cercare salvezza e fuga dalle guerre e dalle miserie non sono questioni confinabili ad una determinata fase storica e non sono nemmeno questioni che possano essere affrontate esclusivamente con la logica e con gli strumenti della protezione delle frontiere.
Questo tema di grande sensibilità umana, ma anche di grande differenziazione politica negli anni passati, è stato purtroppo prevalentemente interpretato con la chiave della sicurezza interna del Paese. Tuttavia, abbiamo visto che non solo quella chiave si è dimostrata inefficace per gli obiettivi sostenuti da coloro che la propugnavano, ma ancora che gli elementi relativi alla tutela della sicurezza si perseguono non soltanto con misure legate alla gestione dell'ordine pubblico, ma anche con misure di coesione sociale più volte raccomandate da tutti gli altri Paesi dell'Unione Europea, ai quali - lo voglio ricordare - l'Italia si associa nella sottoscrizione di tutti i trattati internazionali, riceve fonti di finanziamento per il Piano nazionale profughi e richiedenti asilo ma ciononostante è stata più volte richiamata per la mancata applicazione di quegli accordi internazionali e per il non sufficiente impegno nella realizzazione del Piano nazionale profughi e richiedenti asilo.
Quindi non siamo soli nella sensibilità politica, siamo più esposti di altri Paesi europei, è ragionevole che segnaliamo questa specificità a livello di Unione Europea, ma è altrettanto doveroso che assumiamo la responsabilità che ci deriva dall'essere parte di una rete di movimento di uomini, di donne e di popoli.
Dicevo che la consapevolezza dell'insufficienza delle norme finora adottate ha raggiunto, direi in maniera trasversale, le forze politiche dei rami del Parlamento, che si sono impegnati alla revisione della legge vigente, anche in considerazione del terribile paradosso secondo il quale le vittime che sono sopravvissute agli sbarchi a Lampedusa si ritrovano oggi perseguibili ai sensi di quella legge nazionale per aver compiuto il reato di immigrazione clandestina.
Noi comprendiamo bene - anche chi parla - che esiste una responsabilità di tratta degli esseri umani che va perseguita con azioni di investigazione, di intelligence e di sanzioni, realizzata a livelli di accordi transnazionali, ma sappiamo altrettanto bene distinguere tra coloro che lucrano con intenti criminali sulla disperazione delle persone e le persone disperate, prima vessate e poi messe nelle condizioni di arrivare nello stato disdicevole di rischio della vita o di grave induzione in una situazione precaria di salute, così come li abbiamo visti arrivare.
Allora, poiché la giusta commozione è un sentimento condivisibile, ma a chi svolge un ruolo politico è richiesto un impegno aggiuntivo, cioè dalla commozione alla responsabilità, il testo che sottopongo al Consiglio regionale dopo la descrizione, credo anche molto asciutta e fondata, su dati di evidenza di quanto è accaduto, è quello di unirci al dibattito parlamentare, che - ripeto - ormai ha assunto caratteristiche trasversali per chiedere la revisione della legge Bossi-Fini e anche per assumere la nostra parte di responsabilità come Regione Piemonte relativamente alla gestione del Piano nazionale profughi e richiedenti asilo.
Voglio ricordare che il Piemonte, anche per il valore delle proprie istituzioni (Regione, Province, Comuni) e per la capacità di quei principi di sussidiarietà orizzontale tanto cari al collega Consigliere Leo, che parla di accordi interistituzionali, ma anche di collaborazione con le organizzazioni non governative, ha negli anni realizzato programmi per i profughi e richiedenti asilo che hanno mobilitato organizzazioni sociali di diversa natura e missione, laica e religiosa, per la ricerca di soluzioni abitative, prima emergenziali, poi definitive, che hanno anche prodotto valorosi esempi di innovazione sociale (penso alle pratiche dell'autorecupero).
Abbiamo attivato felicemente iniziative di formazione rispetto all'apprendimento della lingua: nostre strutture da tempo impegnate nei segmenti della formazione hanno offerto opportunità di riqualificazione a queste persone, la cui autodeterminazione è un valore aggiunto non solo sul piano della civiltà, ma anche sul piano economico; autodeterminazione che non sempre, peraltro, porta quelle stesse persone a scegliere l'Italia come luogo definitivo della loro permanenza e della loro vita.
Quindi credo che la sobrietà di questo ordine del giorno, che richiama solo a obblighi istituzionali che ci derivano dalle leggi e chiede solo di condividere lo sforzo che il nostro Parlamento sembra finalmente voler fare, possa indurre tutti, ciascuno nelle differenze politiche, a condividere questi principi minimi di cooperazione ad un problema che è certamente dramma umano, ma che è anche questione sociale e politica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Aggiungo solo qualche riflessione alle considerazioni che ha fatto la Consigliera Artesio, anche per esprimere il nostro voto favorevole a questo suo documento.
La legge Bossi-Fini è una legge del 2002: un'altra epoca. Un'altra epoca dal punto di vista politico: alcuni degli attori di quel periodo della storia politica del Paese non esistono più. Un'altra epoca dal punto di vista economico: era un periodo nel quale il Paese sembrava ancora reggere ed essere in grado di esportare una parte della sua economia in gran parte dell'Europa e del mondo.
Un'altra epoca: un periodo nel quale una forza politica che in quel momento governava (la Lega Nord, lo dico con rispetto, ognuno utilizza gli strumenti che ritiene di voler utilizzare) ha usato la paura dell'altro e la paura del diverso come strumento di lotta politica e come mezzo per poter avere il consenso degli italiani.
strano, in fondo, quello che è successo nel nostro Paese, perch siamo un popolo di emigranti. Non mi riferisco soltanto ai meridionali, che sono andati in giro per il mondo, qualche volta in maniera negativa, ma spesso costruendo famiglie e aiutando le comunità nelle quali hanno lavorato a crescere, e il Piemonte è stato un esempio di questo modello perché credo che il Piemonte abbia fatto, intorno agli anni '50 dell'accoglienza una delle ragioni del suo sviluppo economico e sociale.
Anche i piemontesi, agli inizi del secolo, a milioni sono emigrati in Argentina, e il rapporto che noi abbiamo oggi con molte città di quel Paese anche se a me non è mai capitato di accompagnare nessuna delegazione in Argentina - è figlio di quella emigrazione che ha coinvolto moltissimi piemontesi (anche un'emigrazione nella vicina Savoia, ma soprattutto in quel Paese).
Quindi un popolo che è stato un popolo di emigranti, ad un certo punto ha ritenuto invece che il nostro Paese non dovesse essere più in grado di ospitare nessuno. E la legge Bossi-Fini, appunto, è figlia di quel periodo e delle situazioni politiche di quel momento.
Ho conosciuto mio padre quando avevo cinque anni, perché mio padre è partito per l'Australia quando mia madre era incinta e mia madre non ha voluto trasferirsi in Australia. Lui è ritornato, e ricordo ancora quando al porto di Messina tornavano gli emigranti con i fazzolettini e salutavano i figli che non avevano ancora conosciuto e ai ragazzini qualcuno spiegava che le persone che non avevano mai visto erano i loro padri legittimi.
In una situazione di questo tipo, in un Paese come questo, noi abbiamo avuto il coraggio di approvare una legge che considero barbara. Quello che è successo l'altro giorno a Lampedusa purtroppo non è la prima volta che si verifica, ovvero il fatto che persone che sono scampate per miracolo ad una morte spaventosa come quella per annegamento, che sono state tratte in salvo, che sono state accudite, che hanno ricevuto le coperte calde da parte dei soccorritori, sono state incriminate essendo entrate abusivamente in Italia e corrono il rischio di essere processate. E non serve testimoniare il fatto che non vogliono stare nel nostro Paese, che considerano l'Italia un corridoio di transito per altri Paesi del mondo dove peraltro oggi ci sono molte più occasioni di lavoro rispetto all'Italia. Queste persone vorrebbero andare in Germania, che ha il quadruplo degli immigrati che abbiamo noi in questo momento, vorrebbero andare in Norvegia, in Finlandia o in Danimarca. E invece no, noi li fermiamo a Lampedusa, raccogliamo i cadaveri qualche volta con un moto d'emozione, qualche volta anche con un po' di disturbo, dopodiché li imprigioniamo. Dall'incendio che ha distrutto il centro di prima accoglienza di Lampedusa sono passati almeno due o tre anni ed è ancora lì senza che nessuno abbia pensato in qualche modo di rimetterlo a posto.
Non sono sicuro di questo, ma lo dico perché è una speranza: oggi forse, il Governo può avere la possibilità, diciamo così, di esprimere un po' di più del suo pensiero rivolto alla gente che ha pensato e sperato di poter costruire nel proprio Paese o in altri Paesi europei un futuro per se stesso e per la propria famiglia. Quindi, in una situazione di questo tipo credo che il Governo Letta dovrebbe, checché ne pensi oggi il PdL, mettere mano a questa legge, abolirla, modificarla, stabilire dei percorsi umanitari e stabilire dei centri di accoglienza che siano degni di tale nome all'interno dei quali ospitare le persone che vorrebbero costruire una vita diversa nel nostro Paese.
In Italia ci sono in questo momento circa 750 mila assistenti familiari. Gran parte di questi assistenti familiari sono immigrati, anzi quasi tutti sono immigrati.
Se consideriamo che il sistema sanitario nazionale è fatto di 730 mila persone, esiste un sistema parallelo garantito da persone che hanno scelto di vivere nel nostro Paese, si occupano dei nostri anziani, li accudiscono si occupano della loro igiene intima, gli fanno da mangiare. Questi immigrati vanno bene, perché rendono libere le nostre famiglie, perch consentono a ognuno di noi di andare in vacanza perché tanto c'è qualcuno che si occupa della mamma o della suocera. Questi vanno bene e nessuno ha da ridire su di loro. Ci spaventano quelli che invece non sono, diciamo così, a nostro servizio e che invece vorrebbero appunto realizzare per se stessi e per la loro famiglia un futuro diverso.
Non è soltanto la legge Bossi-Fini che va abolita, ma vanno abolite anche i CIE. Non è possibile pensare che un uomo che viene qui da un altro Paese, dopo aver attraversato magari un deserto per due mesi, si trovi prigioniero, perché all'interno dei CIE si può restare fino a 18 mesi senza aver commesso nessun reato, tranne che quello dell'immigrazione clandestina. Se capitasse a qualcuno di noi una situazione di questo tipo ci chiederemmo se siamo finiti in una gabbia di matti: non abbiamo commesso nessun reato, abbiamo sperato di poter attraversare magari un paese per poter andare a lavorare in Norvegia, ma restiamo prigionieri per 18 mesi e con noi sono prigionieri anche i custodi dei CIE, che fanno un lavoro insopportabile.
In conclusione, mi auguro che il Governo Letta (è una delle ragioni per le quali sono contento del fatto che il Governo continui a svolgere la sua funzione) sia in grado di fare qualcosa - lo dico così - "di sinistra" chiudere i CIE e abolire la Bossi-Fini sarebbe non soltanto una cosa di sinistra, ma è una cosa che ci restituirebbe un po' di dignità davanti...



(Commenti del Consigliere Carossa)



BOETI Antonino

Fammi finire e non mi interrompere! Quando parli tu non ti interrompo!



(Scampanellìo del Presidente)



BOETI Antonino

Ho finito, Presidente.



PRESIDENTE

Sono le ore 12.54.
Si sono iscritti cinque colleghi.
Quindi, o tutti rinunciano e mettiamo in votazione l'ordine del giorno che è una soluzione per dare una risposta alla nostra attenzione, quindi si esprime una posizione, magari con un appello nominale, altrimenti bisognerà, nella giornata di domani, alla Conferenza dei Capigruppo calendarizzare quest'ordine del giorno per un'altra seduta. Credo tuttavia, che sarebbe utile votarlo questa mattina, se le cinque persone che si sono iscritte a parlare s'impegnano a non impiegare più di un minuto a testa, perché è un tema molto attuale. Per la settimana prossima, il dramma resta, ovviamente, però poiché l'ordine del giorno è un po' articolato, chiedo che, anche per rispetto alla Consigliera Artesio...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Ho lasciato questo ordine del giorno per ultimo non perché meno importante, ma perché pensavo che fosse quello che potesse generare più divisione all'interno del Consiglio.
Pertanto, concederei un minuto a testa, lo votiamo e poi chiudiamo i lavori del mattino.
Siete d'accordo? Bene.
La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Con il mio interevento, vorrei anche sottoscrivere l'ordine del giorno della collega. Quindi, chiaramente con questo esprimo il mio parere favorevole.
Vorrei, inoltre, che non si mischiassero gli argomenti. In realtà, qui non si parla di politiche dell'immigrazione, ma si parla di una questione specifica, che è relativa a quello che è capitato in questi giorni e che purtroppo capita, sicuramente con numeri più limitati giorno per giorno, ma nel tempo si parla di 20 mila morti nel Mediterraneo. Credo che questo sia un numero che ci fa ragionare ed è impressionante.
Sono persone che non hanno identità. Da questo punto di vista, credo che il dispositivo dell'ordine del giorno chieda di rivedere la legge Bossi Fini proprio perché crediamo che, in questo momento, il nostro Paese e anche l'UE debbano in qualche modo, finalmente, agire proprio per fermare una massacro. Un massacro di persone.
Vorrei ricordare che si tratta di rifugiati e richiedenti asilo quindi, da questo punto di vista, non parliamo in generale dei temi dell'immigrazione, ma parliamo di persone che scappano da situazioni di guerra e di fame. Pertanto, non si tratta dell'immigrazione in generale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.
La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Chiedo di rinviare a una prossima seduta, perché su un argomento del genere non accetto - mi permetta il "non accetto" - di parlare per un minuto. Ritengo che anche altri colleghi del mio Gruppo vogliano intervenire, quindi chiedo che il dibattito prosegua in un'altra seduta anche oggi pomeriggio, fissando però un termine, magari chiedendo già adesso chi vuole iscriversi a parlare per poi chiudere, se siamo d'accordo le iscrizioni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Carossa.
Guardi, nel frattempo si sono aggiunti anche i colleghi Franchino Pedrale e Negro, quindi non è più possibile continuare.
Allora, facciamo così. Poi lo ratifichiamo alla Conferenza dei Capigruppo di domani, lo faremo come abbiamo fatto per gli ordini del giorno sull'autosufficienza e lo inseriremo come primo punto della prossima seduta.
Nel pomeriggio vi saranno le comunicazioni sulla questione della Venaria, poi c'è l'impegno di trattare la caccia, che era l'argomento principale della seduta, che era stato superato dalle richieste dei Capigruppo.
Diversamente,, per fare tutto non facciamo niente e non facciamo niente bene.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Chiederei di valutare che, dopo le comunicazioni sulla Venaria, potesse essere chiusa la discussione su quest'ordine del giorno e, infine, che sia votato.



PRESIDENTE

Il Governo regionale ha posto la questione della priorità della legge sulla caccia alla Conferenza dei Capigruppo, come lei ricorderà. La maggioranza aveva sostenuto questa posizione, ma poi sono subentrati sette o otto ordini del giorno.
Dopo le comunicazioni della Giunta, convoco una Conferenza dei Capigruppo: se la Giunta mi dice che va bene, d'accordo, però ricordo che dopo le comunicazioni della Giunta, resterebbe il tempo per trattare solamente quest'ordine del giorno, perché ci sono già otto iscritti a parlare.
Ci rivediamo alle ore 14.30, per la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata, ex articolo 100.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



< torna indietro