Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.378 del 02/10/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Comba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casoni, Cattaneo, Cota, Gregorio Novero, Sacchetto e Vignale.


Argomento: Trasporti aerei

Comunicazioni della Giunta regionale relative a "Riduzione dell'attività di volo sulla base di Torino disposta da Alitalia" (atti di indirizzo collegati: ordine del giorno n. 1091; ordine del giorno n. 1097)


PRESIDENTE

L'odierna seduta ordinaria è convocata con il seguente oggetto: "Comunicazioni della Giunta regionale relative alla riduzione dell'attività di volo sulla base di Torino disposta da Alitalia", di cui al punto 2) all'o.d.g.
presente la Giunta regionale, nella persona dell'Assessore Bonino alla quale do la parola; ne ha facoltà.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Intanto, ringrazio per l'opportunità di fare il punto della situazione su una vicenda che, certamente, riguarda il Consiglio regionale, perché la gestione dell'Aeroporto di Caselle ha impatti importanti, in generale, su numerose attività, che vanno dalla capacità ricettiva del nostro territorio allo sviluppo di attività collegate al comparto turistico e al potenziamento delle politiche di incoming; certamente, c'è la capacità di Torino di porsi al centro di un contesto di collegamenti fondamentali con le altre capitali italiane ed europee, con un riverbero sul tema degli affari e delle relazioni istituzionali. Dunque, direi che la strategia legata alla valorizzazione dell'Aeroporto di Caselle impatta a 360 gradi su numerose questioni che riguardano il nostro territorio.
Sappiamo perfettamente che, ad oggi, il peso delle istituzioni territoriali all'interno di SAGAT è ridimensionato, per due ordini di motivi.
Il primo è legato alla scelta di disimpegno azionario delle Istituzioni piemontesi nella compagine di SAGAT, che ha già occupato buona parte del dibattito anche in Consiglio regionale, giustamente.
Il secondo è legato ad un radicale cambiamento di rotta rispetto al supporto che gli Enti locali e la Regione Piemonte davano rispetto alle cosiddette politiche di co-marketing.
Sappiamo perfettamente che, oggi, non solo e non tanto per una questione legata alle capacità finanziarie degli enti locali, ma, più in generale, per una valutazione correlata al tema del rispetto delle normative europee, le Istituzioni e gli Enti locali hanno compiuto un passo indietro rispetto ad una strategia che, anche con qualche perplessità negli anni passati, aveva visto Regione Piemonte, Comune e Provincia accanto alla Camera di Commercio e agli azionisti di SAGAT, impegnati nell'erogazione di risorse destinate alle politiche di co-marketing. Questo non significa che SAGAT, oggi, non investa in politiche di co-marketing e non abbia con le compagnie un rapporto che, sostanzialmente, è assimilabile alle dinamiche che interessano i rapporti tra le società aeroportuali e le compagnie in tutta Italia.
Qualche settimana fa, insieme al Presidente Cota, abbiamo partecipato ad una task force convocata dal Ministro Lupi proprio sul tema del piano nazionale destinato alla programmazione, crescita e valorizzazione degli aeroporti. Tutte le Regioni hanno chiesto al Governo di invertire la rotta.
Non è pensabile lasciare le Regioni e gli Enti locali soli di fronte ad una battaglia che non vinceremo mai, date queste condizioni. E non la vinceremo perché, sostanzialmente, i nostri aeroporti sono ostaggio delle compagnie e non abbiamo la possibilità di incidere veramente sulle scelte e sulle politiche finalizzate a costruire una programmazione di crescita degli aeroporti.
Non è solo la Regione Piemonte che, con la sua piccola partecipazione azionaria, fatica a orientare in maniera decisiva le politiche di SAGAT e non è solo SAGAT che fatica a dialogare con Alitalia, piuttosto che con Ryanair. Noi sappiamo che le compagnie low cost dirottano in maniera assolutamente autonoma e scoordinata importanti flussi di passeggeri e che l'orientamento dei flussi di passeggeri condiziona la crescita oppure le difficoltà di molti aeroporti.
La nostra è una storia che, purtroppo, è stata molto sofferta. Sappiamo che il tentativo di spostare Ryanair sull'Aeroporto di Caselle, che è stato trasversale rispetto ai Governi di questa Regione, ha attraversato molte difficoltà e, alla fine, si è risolto in un confronto basato esclusivamente sui numeri.
Ryanair, nel confronto con SAGAT, aveva prodotto documentazione relativa ai costi di installazione di un hub sull'Aeroporto di Caselle aveva esposto valutazioni rispetto alle ipotesi di traffico che avrebbero richiesto da parte dell'Aeroporto di Caselle e di SAGAT un investimento molto consistente proprio in termini di politiche di co-marketing.
Penso che su questa strada non riusciremo ad ottenere ciò che, invece dovremmo poter programmare in coerenza con un piano nazionale, che consenta alle Regioni di sostenere lo sviluppo dei propri aeroporti all'interno di un tracciato definito dal piano nazionale, che ci metta al riparo da situazioni in cui la concorrenza scoordinata e l'influenza non arginata delle compagnie ribaltano completamente le politiche territoriali.
La Regione Piemonte, come sapete, ha investito risorse significative sulla realizzazione del sottopasso di collegamento, che ci metterà in condizione di garantire una continuità ferroviaria dal nodo di Torino fino all'Aeroporto di Caselle. Tale investimento non può non essere ricompreso all'interno di una pianificazione nazionale che difenda l'investimento compiuto dalla Regione Piemonte e che ci consenta di avere come prospettiva uno sviluppo del nostro aeroporto non legato alle scelte arbitrarie delle compagnie. Anche perché ci siamo confrontati, in maniera anche molto seria all'interno di questo Consiglio, sul destino degli aeroporti piemontesi abbiamo fatto valutazioni approfondite anche sulla possibilità di garantire all'interno di un medesimo sistema piemontese la crescita di più aeroporti e nel perimetro regionale è emerso chiaramente che due aeroporti con la stessa vocazione, come Caselle e Cuneo-Levaldigi, non trovano spazio.
Quindi, la specializzazione degli aeroporti, quando insistono su aree troppo limitate, è obbligatoria per non vanificare gli investimenti e produrre un decadimento degli aeroporti, che non è certamente coerente con gli obiettivi che ci stiamo dando.
Gratificare le comunità territoriali con il mantenimento di una struttura aeroportuale che non è compatibile con la domanda di quel territorio non è una cosa saggia e non ci porterà lontano dal punto di vista dello sviluppo dei nostri territori.
Dunque, a livello piemontese, così come a livello nazionale l'individuazione di funzioni e vocazioni ben specifiche degli aeroporti e la creazione di una griglia rigida dalla quale non sia possibile scappare è fondamentale per poter costruire percorsi che ci consentano di investire risorse pubbliche sullo sviluppo degli aeroporti e non vedere vanificato l'investimento nel giro di pochi anni.
Voi sapete che SAGAT, pochi giorni fa, con una nota stampa, ha dato comunicazione di aver raggiunto un accordo con Alitalia, quindi il pericolo imminente rispetto alla programmazione dell'anno a venire che pareva, nelle intenzioni ventilate dalla stampa da parte di Alitalia, essere oggetto di pesanti riduzioni, è stato scongiurato. Alitalia ha assunto l'impegno al mantenimento del traffico nazionale così come programmato nello scorso anno, quindi con la programmazione che conoscete e che comunque, se volete posso lasciare agli atti.
I voli di collegamento per Roma, Napoli, Catania, Lamezia, Palermo Bari e Reggio vengono mantenuti nella medesima misura dello scorso anno, ma non ritengo che questo ci consenta di dire che siamo al riparo da una possibile contrazione delle attività del nostro aeroporto. Intanto perché i dati del primo semestre dell'anno in corso non lasciano presagire una chiusura positiva, se vogliamo parametrarla con gli anni passati.
Certamente non ha giovato il continuo cambio della governance e certamente l'avvicendamento nella gestione del Consiglio di Amministrazione e la discontinuità non hanno dato la possibilità di mantenere la rotta di un piano strategico in maniera coerente, costante e di conservare la stessa spinta.
Credo però che non sia una questione addebitabile esclusivamente al management: c'è una difficoltà oggettiva nelle relazioni con le compagnie.
Penso che Alitalia abbia delle serie difficoltà da risolvere a livello strategico e societario e credo abbia utilizzato mezzi assolutamente leciti nelle trattative con SAGAT per incrementare la quota di risorse destinate al co-marketing, in cambio di un mantenimento o di un'eventuale implementazione della sua attività sull'aeroporto di Caselle.
Questo percorso è difficile da sostenere per un aeroporto che, a fronte della contrazione dovuta alla crisi e anche ad un'altra serie di questioni territoriali, ha indubbiamente segnato una battuta d'arresto. Resta dunque da interrogarsi non tanto rispetto l'anno a venire, ma rispetto alle strategie che possiamo mettere in atto per garantire che l'aeroporto di Caselle sia al centro di un'attività di programmazione coerente.
A questo scopo, vorrei segnalare - mentre lo ringrazio - un'attività del Presidente che, direttamente con i vertici di Alitalia, ha aperto un tavolo di consultazione per comprendere se e in quale modo la Regione Piemonte possa sostenere un percorso di crescita nei rapporti con la compagnia e di positiva influenza nella gestione di SAGAT, ovviamente finalizzata a rendere l'aeroporto maggiormente attraente sia per i passeggeri che per le compagnie.
In secondo luogo, abbiamo depositato presso il Ministero una memoria finalizzata a sottolineare le esigenze del Piemonte nell'ambito della revisione del Piano nazionale degli aeroporti, sottolineando - come anticipavo prima - la necessità di vincoli stringenti che consentano alle Regioni di investire sugli aeroporti in maniera coerente rispetto ad un Piano nazionale che metta anche le compagnie in condizioni di dover rispettare gli impegni assunti per periodi di tempo sufficientemente lunghi e soprattutto limitando un po' la discrezionalità nello spostamento delle proprie rotte in qualunque aeroporto ritengano opportuno.
Certamente sarà un percorso complicato, anche perché l'esigenza di mantenere forte l'attenzione sui presidi territoriali da parte di tutti è altissima. Dunque l'individuazione di aeroporti strategici sui quali concentrare gli investimenti, inevitabilmente finirà per scontentare alcuni territori che oggi hanno piccoli aeroporti senza possibilità concrete di crescere e che magari impattano negativamente sulla possibilità di crescita di aeroporti strategici, ma che comunque svolgono una funzione territorialmente importante, assolutamente comprensibile sotto tutti i punti di vista (occupazionale, di territorio, di visibilità, di speranza di crescita).
Resta però da fare una considerazione, magari cruda, ma realistica, che ci porta a scegliere fra una distribuzione un po' polverizzata delle risorse finalizzate a sviluppare il nostro sistema aeroportuale nazionale, oppure una razionale suddivisione del nostro territorio in aree di servizio che permettano di far crescere aeroporti realmente attrezzati e consentano di giustificare gli investimenti fatti dalla Pubblica Amministrazione, perch di questo si tratta.
Sappiamo perfettamente che i nostri aeroporti sono costati moltissimo alla collettività. Riprendiamo il caso piemontese: è costato Caselle ed è costato certamente l'aeroporto di Cuneo-Levaldigi. Dunque la distribuzione delle risorse oggi non può essere fatta in considerazione della necessità di gratificare un territorio, senza porsi il problema del valore effettivo e dell'esito e del ritorno in termini di crescita, sviluppo e servizi di quell'investimento.
Chiedo scusa se ho allargato un po' il perimetro del discorso rispetto alla richiesta di comunicazione, ma le notizie sull'impegno di Alitalia con SAGAT erano di dominio pubblico, quindi mi sembrava più utile affrontare con il Consiglio il tema relativo al rapporto che con il Governo abbiamo cercato di instaurare rispetto alla nostra partecipazione attiva nella definizione delle linee guida del Piano degli aeroporti.
Ritengo che in questo senso anche l'apporto da parte degli Enti locali sia fondamentale e credo che anche dal confronto con Comune e Provincia siano scaturite le convinzioni che ci hanno portato a chiedere un intervento urgente da parte del Governo sul tema degli aeroporti.
Sapete che, all'interno delle istanze presentate, vi è la richiesta di garantire la concessione sull'aeroporto di Cuneo-Levaldigi, per comprendere, una volta per tutte se, a fronte di questa concessione, si possa sviluppare un'ipotesi di crescita e specializzazione dell'aeroporto di Cuneo - e dunque valga la pena di mantenere attiva la nostra attenzione e, soprattutto, se continuare ad investire sull'aeroporto di Cuneo Levaldigi oppure se, a fronte di una decisione del Governo di non garantire la concessione, che ormai sta sul tavolo delle richieste inevase dei Governi che si sono succeduti da parecchi anni, l'indicazione sia quella di un'assunzione di responsabilità da parte di tutti e di un'individuazione di un percorso differente per quell'aeroporto.
Credo che, nella definizione complessiva di questo tema, la Regione Piemonte abbia fatto tutto ciò che era nelle sue responsabilità.
Ricordo - prima di chiudere - che abbiamo configurato una prima ipotesi di integrazione dell'aeroporto di Caselle con l'aeroporto di Cuneo Levaldigi. Per verificare quell'ipotesi, circa un anno e mezzo fa abbiamo commissionato uno studio ad una società specializzata, per verificare se gli ambiti territoriali sui quali insistevano i due aeroporti offrissero spazio sufficiente per garantire un'integrazione tra le due infrastrutture.
I risultati di tale studio sono stati depositati presso gli azionisti della SAGAT, in modo che fossero presi in visione dal Consiglio di Amministrazione e valutati. La risposta, rispetto alle richieste avanzate dalla Regione Piemonte, ha tardato così tanto a venire che ne abbiamo dedotto che non sussistessero le condizioni per procedere in questa direzione.
Ovviamente ironizzo su questo tema, perché, purtroppo, in questo contesto nessuno ha voluto assumersi la responsabilità di eliminare in maniera esplicita l'ipotesi di un'integrazione con Cuneo-Levaldigi. La domanda, però, è rimasta lettera morta, con discussioni, dialoghi e richieste che continuamente riproponiamo nei nostri confronti con SAGAT, ma che rinviano ad un'ulteriore valutazione in un periodo complicato, con un contesto difficile da sostenere.
Credo sia arrivato il momento di fare una riflessione seria sulla vocazione di Caselle, anche in relazione agli altri aeroporti italiani, e sulla scelta che devono esplicitare gli azionisti in merito alla volontà di sostenere SAGAT e di proseguire con un piano di strutturazione ed investimento che deve andare oltre l'anno in corso.
Non credo che SAGAT, per rispondere alle giuste pressioni del territorio e ai giusti allarmi, possa limitarsi a rasserenarci dicendo che per quest'anno Alitalia ha mantenuto la programmazione dell'anno precedente, perché fra pochi mesi ci troveremo nuovamente a dover gestire un'emergenza.
Serve indubbiamente un cambio di passo, un Piano industriale che abbia una visibilità pluriennale e che passi attraverso la condivisione - con gli Enti locali e le istituzioni - di uno sviluppo che è fondamentale per il nostro territorio.
Il nostro impegno nei confronti di SAGAT va in questo senso, cercando di mantenere viva l'attenzione su una richiesta di confronto, finalizzato alla definizione di un percorso pluriennale e all'assunzione di impegni specifici.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Bonino.
Comunico che ci sono alcuni atti d'indirizzo collegati al dibattito: l'ordine del giorno n. 1091 presentato dai Consiglieri Montaruli e Franco Maria Botta, inerente a "Caselle fuori dal piano strategico Alitalia" l'ordine del giorno n. 1097 presentato dai Consiglieri Gariglio, Rostagno Laus, Manica, Reschigna, Muliere, Ronzani, Oliva e Boeti, inerente a "Quali strategie per il rilancio dell'Aeroporto di Caselle?".
aperto il dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Come Gruppo consiliare abbiamo chiesto le comunicazioni in Aula del Presidente e dell'Assessore quando sui media è avvenuto quel fulmine a ciel sereno, ovvero la notizia dell'abbandono di Alitalia, poi, in qualche modo provvisoriamente (e sottolineo tale avverbio) recuperato.
Voglio fornire all'Assemblea alcuni dati: nell'anno 2013, da gennaio ad agosto compreso, il numero dei voli, atterrati o decollati dall'aeroporto di Torino, è sceso del 15,2%, quando la variazione nazionale media è stata meno 6,7 (pertanto, noi siamo diminuiti del doppio); il numero dei passeggeri è sceso dell'11,4%, mentre a livello nazionale la discesa è stata del 2,9 (noi siamo scesi quattro volte di più); il traffico merci è calato dell'1,2%, mentre a livello nazionale il dato è più 0,7 (siamo assolutamente in controtendenza).
La decadenza del ruolo di Caselle nel panorama aeroportuale è ancora più chiaro se guardiamo i dati di agosto: un mese estivo, un mese in cui le persone si muovono.
Se guardiamo agosto 2013 rispetto ad agosto 2012, vediamo che il numero di voli atterrati e decollati è sceso del 16%, mentre a livello nazionale è sceso del 4,8%; i passeggeri sono scesi del 12,3% rispetto all'1,9 della media nazionale (dieci volte in più, il calo dei passeggeri su Caselle) e il trasporto merci del 5,8%, mentre a livello nazionale il trasporto merci è aumentato dell'1,7.
Ad agosto Caselle è il sedicesimo aeroporto italiano, mentre, prima della crisi, si trovava all'undicesimo posto.
Analizzando questi dati, che sono ufficiali, si può sostenere che la colpa è della crisi. No, non è la crisi! La crisi incide parzialmente, ma la crisi colpisce trasversalmente tutto il territorio nazionale. Mettiamo pure che colpisca maggiormente un territorio manifatturiero come il nostro ma non è solo la crisi economica a condizionare i numeri su Caselle, c'è di più. E, mentre rispetto alla crisi nazionale noi possiamo intervenire pro quota, su quel "di più" possiamo intervenire come Regione, non solo come Giunta, ma anche come Assemblea regionale.
Ecco perché oggi abbiamo voluto questo dibattito, perché l'Assessore Bonino, culturalmente, è stata onesta quando ha detto che il problema Alitalia per quest'anno è risolto, ma non abbiamo nessuna certezza per il futuro.
Allora, cosa fare? È questo il problema, Assessore Bonino! Noi vorremmo ragionare sul cosa fare, limitatamente alle politiche messe in campo da noi. Premesso che, oltre ad essere un Ente che legifera ed amministra questo territorio, siamo anche azionisti dell'aeroporto di Caselle, insieme ad una società del San Paolo, la banca che controlla e la cui principale azionista è una compagnia che sta su questo territorio e su cui, quindi, potremmo anche influire indirettamente affinché anche l'altro azionista, cioè l'azionista incorporato alla società di San Paolo, fornisse indicazioni, non essendo possibile alla somministrazione agli organi di SAGAT, analoghe alle nostre.
Noi oggi, purtroppo, siamo in una situazione in cui il disimpegno di alcuni Enti locali ha fatto diminuire il ruolo di indirizzo delle autonomie locali piemontesi su SAGAT. Credo che sia stato un grave errore quello di uscire da SAGAT. Uno può pensarla come vuole sulle privatizzazioni, ma quando si vende una società che raccoglie rifiuti o una società di trasporti le questioni sono, in qualche modo, risolvibili.
I privati fanno lo stesso lavoro, poi ci sono problemi occupazionali problemi di normazione, problemi di regolazione, ma sono problemi di un certo tipo. Quando si vende un monopolio naturale come un aeroporto, allora ci sono problemi molto più difficili da regolare, e quello di cui parliamo oggi è proprio uno di questi problemi. Dobbiamo regolare una materia su cui non abbiamo potestà normativa diretta, non siamo più azionisti, quindi ci troviamo ad affrontare un percorso estremamente difficile.
Nell'incontro che abbiamo avuto in Commissione con gli amministratori di SAGAT, l'amministratore delegato, che qualche settimana dopo si è dimesso, si è scagliato contro le politiche di co-marketing sostenute dagli Enti locali, dicendo: "Drogano il mercato, il mercato così drogato è artificioso, prima o poi calano i sostegni, quindi si vanificano le politiche".
Può darsi che sia così, ma il problema è: come si muove il sistema aeroportuale del Nord Italia, perlomeno nel suo complesso? Tenuto anche il fatto che oggi, il principale azionista di SAGAT S.p.A., è un azionista che ha interessi, nel senso che è anche l'azionista di controllo dei principali aeroporti lombardi, che attirano moltissimi clienti dal nostro territorio ha un ruolo indirettamente nell'aeroporto di Bologna - che è un po' più lontano, ma non troppo - e nell'aeroporto di Firenze. Quindi ci troviamo comunque, in un sistema molto intrecciato.
Le politiche di co-marketing non si fanno da nessuna parte o si fanno? Se non si fanno da nessuna parte, allora il mercato si muove secondo la mano invisibile di Adam Smith. Se si fanno da qualche parte sì e da qualche parte no, la parte in grado di farlo interviene sul mercato e lo dirotta.
ovvio se le fanno da altre parte gli Enti locali o, direttamente, gli enti aeroportuali e non le facciamo noi, assistiamo ad un impoverimento delle nostre infrastrutture e anche ad una crescita delle altre infrastrutture.
Il problema che noi dobbiamo porci è: cosa stanno facendo gli altri aeroporti? Cosa sta facendo la Lombardia? Cosa sta facendo la Liguria? Quando parlo della Lombardia non parlo solo degli aeroporti di Linate e Malpensa, ma anche di Orio al Serio, che intercetta moltissimi dei nostri flussi di traffico. Sta crescendo, ma con quali politiche di sostegno da parte della Regione? Quali politiche fanno gli azionisti di quegli aeroporti per drenare il traffico low cost? E quali stiamo facendo noi? chiaro che se il Governo nazionale dà un aut-aut e, insieme all'Unione Europea, dice che non si può fare nessuna politica di co marketing, né dare nessun aiuto, allora ci si muove nelle logiche di mercato. Ma se questo non è, se così non è, noi rischiamo di assistere a un'inerzia del nostro sistema: se il sistema locale piemontese, cioè Regione, Provincia, Comune di Torino, SAGAT nulla fanno, mentre altri si muovono, il mercato viene distorto e viene distorto a nostro danno. È un problema questo.
L'infrastruttura aeroportuale è un volano indispensabile per lo sviluppo del territorio. Più volte, negli incontri a cui sono stati invitati i Gruppi consiliari, Rete Imprese Italia, l'Unione industriale e le associazioni del commercio ci hanno detto che le infrastrutture sono importanti; la principale infrastruttura aeroportuale oggi è l'aeroporto di Caselle, ma noi non possiamo assistere senza battere ciglio, Assessore - e su questo vi chiedo di muovervi - al fatto che questo aeroporto sta crollando nei dati di traffico. Forse non crolla il fatturato perch vendiamo vestiti, vendiamo vini, vendiamo una serie di articolo dentro l'aeroporto. Tuttavia non è questo il nostro interesse nei confronti dell'aeroporto, ma capire quali servizi dà e come SAGAT S.p.A. - il servizio dell'aeroporto di Caselle - può essere di traino allo sviluppo del nostro sistema. aeroportuale.
Quali politiche di outgoing stiamo facendo? Quali politiche di incoming stiamo facendo? Faccio notare che noi oggi, a dire la verità non da oggi sosteniamo alcune stazioni sciistiche finanziando per intero l'innevamento fatto con i nostri impianti dati in comodato. Allora mi chiedo: è possibile dire che finanziamo l'innevamento su alcuni impianti, che giustifichiamo dicendo che altrimenti crolla il commercio e l'attività sportiva, e quindi il settore turistico-alberghiero in quei territori, per poi non curarsi del fatto che, se non ci sono i servizi low cost, diminuisce drasticamente il numero di utenti che alimentano, durante le settimane, il settore turistico in quello stesso comprensorio? Sosteniamo da una parte e tagliamo dall'altra.
Credo che su questo sarebbe estremamente opportuno fare una riflessione.
Scusi, Presidente, il nostro Gruppo ha estremamente concertato gli interventi, rubo solo qualche minuto in più per dire che non possiamo cavarcela, Assessore Bonino, nel modo con cui lei ha posto la questione.
Non possiamo non porci il problema di sederci intorno ad un tavolo con gli aeroporti del Nord Italia e con gli Enti del Nord Italia e dire: chi fa che cosa? Come li sosteniamo? Come ci dividiamo il servizio? Da Malpensa, che è praticamente costruita sul nostro territorio, non possiamo più prescindere; Malpensa attinge da un nostro bacino e vi attingerà sempre di più, man mano che si svilupperà il sistema di collegamento con quell'aeroporto. Non possiamo far finta di niente, non possiamo delegare agli amministratori di SAGAT il compito di drenare il traffico su quel territorio! Un minimo di integrazione dobbiamo farla.
Nelle linee per il piano aeroportuale presentato a gennaio dal Ministro Lupi il nostro aeroporto è ancora catalogato negli aeroporti di fascia alta, quelli della rete TEN-T. Sappiamo della discussione che c'è stata dietro, sappiamo quanto, in qualche modo, anche su questa scelta si è combattuto. In Italia oggi ci sono 112 aeroporti, ma sappiamo che la maggioranza di questi non sta sul mercato ed è destinata ad una fine ingloriosa nei prossimi anni, ad un progressivo sradicamento.
Sappiamo che gli Enti locali che li hanno sostenuti non lo stanno più facendo. Allora vogliamo, in qualche modo, prenderne atto? Non creo che la vicenda di Levaldigi possa risolversi in una logica pilatesca, dicendo che abbiamo dato lo studio al C.d.A. di SAGAT e che attendiamo una risposta. Il problema è: cosa facciamo sulla vicenda Levaldigi? In qualche modo ci facciamo carico, anche noi, di capire se c'è qualche operatore interessato a ridefinirne la funzione e il ruolo, oppure no? Ce ne occupiamo, oppure no? L'Assessore Ghiglia in Commissione ha avuto un profilo, a questo proposito, un po' diverso da quello dell'Assessore Bonino, che è stata molto più paludata, molto più democristiana nelle sue esternazioni.
L'Assessore Ghiglia è stato molto più netto e ha anche profilato un destino molto più drastico sul futuro dell'aeroporto di Levaldigi.
Credo che su questo noi dovremmo ripartire non solo con un dibattito in questa sede con qualche atto di indirizzo che verrà votato, ma anche con un'iniziativa della Giunta regionale, dell'Assessore ai trasporti e del Presidente della Regione; con un coinvolgimento degli altri amministratori del Nord Italia e, vivvaddio, ascoltando ancora i nuovi amministratori dell'aeroporto, che sono espressione di un equilibrio mirato, per capire cosa vogliono fare, quali sono le politiche e anche, se mi permettete, come i principali azionisti intendono conciliare la politica di sviluppo di SEA insieme alla politica di sviluppa di SAGAT S.p.A.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Buongiorno, Assessore. Il mio Gruppo non concentrerà gli interventi per cui cercherò di attenermi ai tempi.
Assessore, indubbiamente non penso che lei, oggi, su questo argomento sia fra virgolette sul "banco degli imputati", però dobbiamo cercare di interloquire con onestà intellettuale.
Vorrei iniziare il mio intervento con una domanda: secondo lei, il Presidente Cota - quindi il Governo di questa Regione - fa bene? È un atteggiamento dignitoso quello di rincorrere, diciamo così, il carrozzone dell'Alitalia con i propri soci della SAGAT (sia quote minoritarie, sia quote maggioritarie)? Sappiamo tutti che la quota di partecipazione della Regione non è considerevole, quindi, purtroppo, su quel versante la capacità di incidere e di intervenire è piuttosto limitata. Ma il Governo della Regione - il Presidente della Regione - su altri tavoli deve poter far sentire la propria voce, probabilmente in modo più incisivo.
L'altra domanda che mi viene da porre - perché lei non lo ha detto, non so se lo può dire né se lo sa - è quanto è costato a SAGAT questo dietrofront dell'Alitalia.
Devo dirle in tutta onestà come la penso. Non ritengo che ci sarebbe da strapparsi i capelli - anche perché non li ho - nell'ipotesi in cui l'Alitalia recedesse o nell'ipotesi in cui avesse già fatto questo passo.
Passo che non è stato fatto. Quanto ci è costato? Perché dico che non mi strapperei i capelli, che non ho, nell'ipotesi in cui Alitalia decidesse diversamente? Perché penso che su questo versante, in questo momento storico, sia necessario uscire dagli schematismi del sentimentalismo e del campanilismo. Il carrozzone Alitalia rappresentava una volta la compagnia di bandiera; compagnia che ha succhiato tutto quello che poteva succhiare dalla "mamma fondi pubblici" senza assolutamente garantire, specie per quel che riguarda il versante che ci interessa, quindi l'aeroporto Sandro Pertini di Caselle, servizi adeguati, soprattutto sulle tratte nord-sud, che interessano, sia per lavoro che per motivi familiari, molti residenti nel sud del Nord, che è il Piemonte (per il tipo di popolazione che tempo addietro è immigrata in questa bella Regione).
Io non mi sarei preoccupato assolutamente. Anzi, avrei pensato che quando si chiude una porta, molte altre si possono aprire (questo principio vale per il lavoro, per la professione, vale negli affetti, nella politica in senso generale e nella politica partitica).
ovvio che assegnare fondi pubblici senza garanzie di servizi e senza avere capacità di incidere su un'esatta programmazione degli stessi secondo quelli che dovrebbero essere i desiderata non solo della Regione ma anche della popolazione che la Regione rappresenta, non è una cosa bella.
Chi ci dice, quindi, che altre compagnie non possano offrire di meglio e di più, e ad un costo probabilmente inferiore rispetto al carrozzone Alitalia? Mi sembra di aver letto che una compagnia iberica - Volotea - ha più volte manifestato l'interesse a realizzare addirittura a Caselle la propria base strategica. Non sono vie che devono essere scartate. Bisognerà capire chi è il soggetto che offrirà il servizio più completo per i piemontesi; piemontesi che purtroppo da troppo tempo - ecco perché ritengo che oggi non sia corretto prendersela né con lei, né con questo Governo o con questo Presidente, perché perdura da molto tempo questa politica deficitaria su questo versante - sono costretti a fare i pendolari verso gli aeroporti milanesi e verso quello che citava prima il collega del PD di Orio al Serio, lo scalo bergamasco.
Dobbiamo assolutamente capire quali errori sono stati commessi in passato, ma dobbiamo allo stesso tempo - chiedo scusa ai colleghi di Cuneo ma se voi non foste di Cuneo ragionereste nello stesso modo in cui ragionano gli altri - abbandonare le politiche campanilistiche. In questo momento c'è da chiedersi che cosa ha fatto sinora Cuneo-Levaldigi: come si è retto, se non esclusivamente con un enorme finanziamento (in ambito di peso) del sussidio pubblico? Sappiamo anche che probabilmente le nuove norme europee sono orientate a vietare, in modo tassativo, i sussidi pubblici agli scali minori.
Dobbiamo fare i conti con questo.
Sulla linea di questo ragionamento possiamo anche affermare che c' stata un'azione di "cannibalismo" da parte di Cuneo-Levaldigi nei confronti dell'aeroporto Sandro Pertini di Caselle, che ha influito anche a ridurre se non in modo considerevole comunque sostanzioso, il traffico che avrebbe potuto riguardarlo.
Ma non sono solo quelli i problemi da imputare - lo dico senza peli sulla lingua - a SAGAT, che, sino a poco tempo fa, è stata gestita con quote maggioritarie dal Comune di Torino (non lo possiamo dimenticare). Non sono state sicuramente adottate politiche intelligenti, che, tra il business e il low cost, potessero contemplare politiche di sviluppo di un aeroporto di questo genere.
Il calo dei viaggiatori è un tema che è stato citato sia da lei Assessore, che dal collega che mi ha preceduto.
Indubbiamente, nell'ipotesi in cui Alitalia dovesse recedere bruscamente, almeno una preoccupazione la dovremmo mostrare. Però sarebbe solo una preoccupazione nell'immediato. Noi, invece, dobbiamo abituarci soprattutto come amministratori, a superare e a scavalcare le valutazioni dell'immediato e imparare a fare valutazioni lungimiranti di medio e lungo termine.
Qual è, dunque, il problema immediato che probabilmente si verificherebbe? Il problema occupazionale: è quello che ci deve preoccupare. Ma non deve frenarci, non deve assolutamente impedire di sviluppare progetti utili alla comunità, finalizzati anche ad un miglioramento di quel livello occupazionale che potrebbe sembrare danneggiato nell'immediato, ma che sicuramente a lungo termine vedrebbe nuove opportunità nell'ambito di uno sviluppo di quello scalo.
Quindi la nuova sfida - ce la insegnano, per esempio, le esperienze di Bergamo e di Bologna - sta nella differenziazione dell'offerta.
Ripeto, senza sposare completamente il segmento business o low cost, si dovrebbe creare un giusto mix di offerta che sappia intercettare tutte le esigenze di mobilità di un bacino urbano che si connota sicuramente tra i più grandi del nostro Paese.
Concludo ripetendo quella domanda al Presidente Cota, e quindi la porgo rispettosamente a lei, Assessore: è dignitoso rincorrere questo carrozzone dell'Alitalia? Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elio

La relazione dell'Assessore è stata sufficientemente realistica ed obiettiva. Stranamente, mi sono ritrovato sia in quanto ha detto l'Assessore sia in quanto ha detto sul tema il nostro portavoce, collega Gariglio, però, visto che si è ampiamente toccato il tema di Cuneo Levaldigi, vorrei farei alcune precisazioni.
Intanto, stiamo vedendo la situazione di oggi e noi viviamo in una Regione che da alcuni lustri è in declino. Potremmo anche fare un dibattito sul punto.
Mentre in passato il Piemonte tendeva a rappresentare più del 10% del PIL italiano, adesso non arriva all'8%, quindi la nostra capacità produttiva è diminuita e la metropoli si è spopolata.
cambiato il mondo.
Quando con le Colombiadi - se ricordo bene - si ottenne il primo finanziamento per Levaldigi, si pensava ad un mondo che doveva svilupparsi per sempre. Abbiamo imparato che questo non è vero. Nel frattempo, per anche l'incapacità di programmazione, non solo locale ma anche regionale e nazionale, ha fatto sì che crescessero strutture che non avrebbero dovuto essere in competizione, perché si ragionava su numeri diversi, e che invece si ritrovano, a causa della loro piccolezza, in competizione. Nessuno avrebbe mai pensato che Levaldigi avrebbero potuto dare fastidio a Caselle perché Caselle avrebbe dovuto diventare un grande aeroporto. Caselle non è diventato un grande aeroporto e, oltretutto, la crescita di Levaldigi costituisce un problema.
Alcuni aspetti, però, vanno anche considerati.
Innanzitutto il fatto che Caselle non è stato costruito in un'area che permetta una qualsivoglia forma di ampliamento. Durante le Olimpiadi invernali, per dimostrare che c'erano due piste di atterraggio, in un'area legata alla zona si infilò dentro Levaldigi.
Se consideriamo che a Levaldigi, essendovi una pista lunga due chilometri, può atterrare qualsiasi aereo, prima di dire che non ci interessa, bisogna fare qualche riflessione anche a livello regionale. Il punto è nella ricerca di una specializzazione diversa, cioè creare percorsi non competitivi, o poco competitivi fra di loro. È chiaro che, avendo sentito cahiers de doleance degli amministratori della SAGAT e le loro speranze, forse un po' mirabolanti, sull'aeroporto di Levaldigi in Commissione, abbiamo capito che si viene a creare un contrasto.
Indubbiamente il numero dei passeggeri sta calando paurosamente, a causa della crisi contingente. Al declino di cui parlavo prima si somma un susseguirsi di aree di estrema crisi più che in altre Regioni, che penalizzano due volte il nostro territorio che, dall'altra, era già in minore fase di crescita rispetto al resto del Nord e del Paese. È un disastro.
In questo contesto, è chiaro che puntare ad aumentare a Levaldigi di 700 mila unità il numero dei passeggeri nell'arco di un certo numero di anni impatta fortemente con le problematiche riguardanti Caselle. C'è anche da dire, però, che ci troviamo di fronte ad un'aspettativa sul territorio cuneese.
L'inserimento di Cuneo-Levaldigi nella lista degli aeroporti di interesse nazionale, recentemente avvenuto con la pronuncia del TAR comporterebbe comunque una definizione, entro termini brevi, della vicenda della concessione, che si chiede ventennale, ma che potrebbe anche essere legata all'obiettivo della privatizzazione, quindi più a breve. A conclusione di questa trattativa, con le dimostrazioni di interesse da parte di un certo gruppo turco-russo (i soldi sono russi e la compagnia è turca), bisognerebbe dare al territorio almeno la possibilità di portare avanti fino in fondo questo tentativo. Ma perché? Perché ci sono posti di lavoro; perché c'è un indotto; perché ci sono interessi; perché si sono spesi molti quattrini. Adesso non si spende più granché: la Regione, ad esempio, non investe da anni nell'aeroporto (se non poco, tramite Finpiemonte).
Certamente bisogna arrivare ad una programmazione, ma non vorrei che per salvare Caselle si deve annullare sul nascere ogni tentativo di sinergia con la Costa Azzurra che ha, viceversa, il problema del rimessaggio, poiché soltanto il rimessaggio e il cargo potrebbero essere le uniche reali possibilità per Levaldigi: il cargo potrebbe essere sviluppato con la ricerca di mercati nuovi ed alternativi, mentre il rimessaggio è legato al fatto che gli aeroporti della Costa Azzurra sono intasati come Nizza o fanno la chiusura serale e notturna, per motivi di interesse turistico, come ad esempio Cannes.
In questo contesto, non dare una mano per cercare di portare a termine il tentativo di privatizzazione, sarebbe negativo, non solo perché si rischia di buttare una quantità rilevante di denaro che nel tempo è stato investito (anche molti denaro pubblico), ma perché si chiuderebbe la prospettiva e la speranza, per un certo numero di persone, di mantenere in questo hanno le loro attività, siano esse direttamente nell'aeroporto o indotte, senza neanche una chance. Per noi, questo è un discorso facile.
Quindi, se c'è la possibilità di business plan che siano integrati, e non alternativi, tra i due aeroporti, e la dismissione della maggioranza del capitale, credo valga la pena di tenere in piedi un'attività: ogni attività che si chiude sul territorio, producendo nuovi cassaintegrati, è una perdita.
Non possiamo continuare a fare finta che il problema non esiste.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Ponso in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Ancora una volta siamo seduti in questi banchi a ricevere pessime notizie che riguardano i trasporti, Assessore.
Non basta più che vengano soppressi treni e intere linee ferroviarie o che autostrade restino chiuse per anni in attesa che la burocrazia faccia il suo corso, perché anche il trasporto aereo sta lentamente morendo.
Anche se le notizie di oggi sono meno pessimistiche di quanto ci aspettassimo, non vedo comunque un futuro roseo per Alitalia. A poco sono serviti milioni di euro che la Regione ha destinato a SAGAT negli anni scorsi, forse anche con un po' troppa leggerezza e senza avere molte garanzie, mi permetto di dire.
Le tratte che la compagnia aerea aveva attivato a fronte dei contributi, come Amsterdam o Berlino, purtroppo sono durate molto poco. Per di più, in questi giorni e in queste ore si assiste all'ennesimo aumento di capitale per salvaguardare la Compagnia di bandiera che, pare, rispecchia la situazione economica del Paese.
Tutto questo accade mentre sullo sfondo della vicenda si stagliano le ombre dell'ipotesi che Alitalia non sia più italiana.
A questo è servita la fantastica cordata di imprenditori scovata qualche anno fa da Berlusconi, per evitare che Air France si impadronisse della compagnia aerea? A rallentarne la fine e a prolungarne l'agonia. Era il 2008 e l'abile "patron" di Forza Italia apparve come il condottiero di una serie di patriottici imprenditori che, investiti di una responsabilità enorme, salvarono Alitalia. Per la cronaca, fra di loro c'era: la famiglia Riva, dell'ILVA di Taranto; Caltagirone, oggi impegnato nell'affare del porto di Fiumicino; Ligresti, in questo momento agli arresti domiciliari per FONSAI, ed altri che il collega Carossa ricorda.
Un'operazione di facciata targata Silvio Berlusconi e messa in atto solo per aumentare la visibilità e il consenso del suo partito e suo personale. In realtà, la compagnia era mal gestita e oberata da personale superfluo, assunto in base a criteri clientelari.
Sarebbe stato fondamentale un bel risanamento, per prima cosa. Eppure non andò così: cinque anni dopo, ecco che l'azienda ha perso 1,2 milioni di euro; e tra il 2009 e il 2011 l'azienda ha accumulato 560 milioni di passivo, per non parlare dei quasi 300 milioni di perdita di quest'anno primi sei mesi per la precisione - e i 280 milioni del 2012. L'aumento di capitale della settimana scorsa servirà a poco, vista la profonda voragine in cui sta precipitando la Compagnia. I debiti, purtroppo, si avvicinano al miliardo di euro.
Vedete, colleghe e colleghi, mi sono battuto - come fate anche voi ovviamente, e continuerò a farlo - quando ho visto - e vedrò - i risultati.
Mi sono battuto per mantenere i voli sull'Aeroporto di Cuneo-Levaldigi in questo dissento dal mio Capogruppo, e mi dispiace che non sia presente perché i passeggeri, nel 2012, come ha ricordato il mio collega precedentemente, sono aumentati del 43%. Quindi, sprecare quello che per anni è stato il debito di Levaldigi, e che adesso si sta risanando piano piano, secondo me, rappresenta una violazione ed è poco rispettoso del patrimonio, che si traduce in soldi pubblici, in liquidità e in investimenti sul territorio.
Stiamo aspettando - lo ha ricordato il collega Rostagno - questa concessione, che dovrebbe arrivare. È da questa concessione che entreranno i privati. È di qui che potremo risanare non soltanto Levaldigi, ma riportare equilibrio nei voli della nostra Regione, quindi anche di Caselle.
Mi sono battuto ancora per la ferrovia Cuneo-Nizza, perché a farne le spese saranno i cittadini: è una tratta fondamentale non solo per la nostra regione, ma a livello europeo.
Lunedì sono stato ad un incontro a Cuneo con altri colleghi, e, ora per mancanza di fondi questa ferrovia rischia di morire.
E ancora mi batto quando scopro che milioni di euro che lo Stato ha versato alla Regione, che appartengono ai Comuni per il risanamento delle zone inquinate della Valle Bormida, sono scomparsi nel nulla - non ci è stato spiegato dove siano finiti questi milioni di euro (20 e più milioni di euro) - quindi i Comuni non riescono ad onorare gli impegni.
Mi batto per ciò in cui credo, che sono i valori con i quali sono stato cresciuto.
Nella vicenda Alitalia non trovo nessuno di questi valori, se non milioni di euro dei contribuenti buttati all'aria, in un periodo in cui alcuni piemontesi farebbero follie per dieci euro.
Vedo che sono stati versati soldi pubblici, che sono finiti nelle casse della SAGAT, senza che essa ne facesse tesoro e riuscisse a convertirli in servizi importanti per i cittadini.
Sono finiti forse lì quei 20 e più milioni dell'ACNA? Cosa sta succedendo? Siamo sicuri di avere compiuto i giusti passi districandoci in questa situazione? Non lo so, aspetto una risposta da voi Assessore e Giunta.
Quello di cui sono certo è che sono stanco del continuo sperpero di denaro pubblico, come gran parte dei nostri concittadini. Basta davvero! Cerchiamo di salvare Caselle, ma facciamolo perché dia il servizio ai cittadini e non per altri fini. Poniamo un freno a questo sperpero. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ponso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Dopo tre anni, non riesco più ad essere politicamente corretto; ci ho messo un pochino, ma, veramente, qui, siamo alla farsa.
Collega Ponso, sarà anche vero che la linea Cuneo-Nizza a livello europeo è importante, ma il suo partito è contro la nuova linea dell'Alta Velocità, la TAV! Veramente, qui, siamo al delirio più assoluto.
L'aumento del 44% è una facile battuta: "un passeggero" è diventato "44 passeggeri". Per quanto riguarda l'aumento del 43%, occorre sempre partire dal dato iniziale, ma sono battute in questo Consiglio regionale, che sempre più è fatto di Consiglieri provinciali, questo è il discorso.
Poi - mi dispiace che non sia presente il Consigliere Gariglio speriamo che ci sia all'esterno - lo citi il Comune di Torino, Consigliere Gariglio! Abbia il coraggio di citare Chiamparino, quando dice che non è d'accordo, che era un errore la svendita - la vendita-svendita - delle quote del Comune di SAGAT! L'Assessore Bonino può avere tutti i difetti di questa terra, come tutti quanti noi, io ne ho sicuramente più di lei, ma cosa può fare oltre a quello che già sta facendo sulla questione aeroporti? Alla fine, cari signori, con questa perdita di tempo che voi ci avete imposto con questo Consiglio regionale, lei può solo provare a parlare bene e cercare di convincere, perché grazie a Chiamparino - nemmeno Fassino perché lui si è trovato obbligato, ma Chiamparino, che ha fatto tutti i debiti che ha fatto - il Comune di Torino ci ha fatto perdere la maggioranza pubblica che avevamo su SAGAT. Infatti, il Comune di Torino aveva il 38% - signori, questi sono i dati! - la Regione Piemonte ha l'8% e la Provincia il 5%: 51%, cari compagni! Ogni tanto, dite qualcosa di sinistra, come diceva qualcuno, o fate qualcosa di sinistra! Cosa si può venire a dire quando si è persa la maggioranza di quota pubblica? Cosa si può fare, se non implorare qualcuno, che non gliene frega niente - perché è stato velatamente detto - di questo aeroporto, perch magari ha interessi maggiori da altri aeroporti? Cosa può fare? Sta cercando di fare, dopo essere stata messa in gravissime difficoltà grazie al Comune di Torino, che, per rientrare nel Patto di stabilità, ha acquisito 35 milioni di euro, tra l'altro compiendo un cattivo servizio verso la Regione Piemonte, quindi verso i cittadini. Infatti, mi pare che dopo questa svendita, Finpiemonte sia stata costretta a rivalutare al ribasso le quote che Finpiemonte ha in SAGAT, in pratica dimezzando il valore che aveva la Regione Piemonte! E qui venite a romperci, veramente - scusate, non riesco più ad essere politicamente corretto con voi! - con la farsa di questo Consiglio regionale? Ma almeno abbiate il coraggio delle vostre azioni, per favore! Basta! Basta davvero! Non è più possibile! E non lo dico perché c'è qualche giornalista, tanto non scriveranno niente, perché di questa menata qui non importa niente a nessuno! Non scriveranno niente, quindi non lo faccio per prendermi due righe, non mi importa niente! Almeno ve lo dico in faccia! Sono stufo di queste cose! Poi è legittimo, vorrei ben vedere, siamo in democrazia, per fortuna, e ci rimaniamo, quindi è legittimo che voi continuiate a farci perdere tempo e soldi - perché questo Consiglio regionale costa anche dei soldi, con queste menate! - senza avere il coraggio di dire chi è il responsabile di questa vicenda! Certo che Chiamparino - e Fassino dopo - doveva rientrare nel Patto di stabilità! Ma sarebbe facile battuta, caro Consigliere Gariglio, che non ha il coraggio di dirlo! Dice che non è d'accordo, ma non ha il coraggio di dire che la colpa è di Chiamparino e di Fassino - soprattutto di Chiamparino - in relazione a questa vicenda! Faccio alcune annotazioni, tanto per ricordarvele? Caro collega Ponso se pensa che 20 milioni siano andati via, vada in Procura, io l'ho fatto.
Purtroppo, la Procura, poi, ha detto che non c'era niente.
L'ho fatto per quanto riguarda Arena Rock: una vergogna! Cinque milioni di euro sono stati buttati via dalla Città di Torino! Una cooperativa - mi sembra che sia una delle solite cooperative, le amiche del Consigliere Bono, che adesso stanno lavorando di nuovo...



(Commenti in aula)



CAROSSA Mario

"Amiche", tra virgolette, del Consigliere Bono, nel senso che stanno lavorando all'Alta Velocità. È una cooperativa rossa dell'Emilia Romagna ci cui non mi ricordo più il nome - mi aiuti lei, collega Bono.
Sono stati spesi venti milioni per il progetto di una biblioteca che non verrà mai realizzata - la biblioteca Bellini - e siamo già a 25 milioni di euro! Sono stati buttati via 25 milioni di euro dei cittadini torinesi! Poi, 15 milioni per una cattedrale nel deserto - non sanno cosa farne cioè il Palafuksas a Porta Palazzo, quella schifezza che hanno fatto lì che non è utilizzata, è sottoutilizzata! Quaranta milioni buttati via con CSEA, quando facciamo 40, 20, 60, 75 80 milioni di euro, 80 milioni di euro buttati via così.
Potrei andare avanti, avanti e avanti. Noi avremo tutte le colpe di questa terra, saremo incapaci di governare, non governeremo bene, ma soprattutto non riusciamo a comunicare bene con i giornalisti: questa è la nostra colpa. Secondo me, l'unica vera colpa è che non riusciamo a comunicare bene coi giornalisti. Se riuscissimo a farlo un minimo, non dico che ci farebbero santi, ma saremmo lì vicino.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Dopo questo intervento così accalorato del Consigliere Carossa, credo che occorra un po' rivedere i fatti e reinterpretarli in modo corretto.
Alcune cose che ha detto il Consigliere Carossa praticamente avrei voluto dirle io, e proverò a dirle sicuramente con altri toni e con altre considerazioni, anche perché sul futuro di Caselle ci ritroviamo a ripetere le stesse cose ormai da anni.
Questo Consiglio regionale ripete temi che sono stati del Consiglio regionale, delle Commissioni consiliari e anche delle Commissioni consiliari comunali a cui ha partecipato il Consigliere Carossa con la sottoscritta. Devo dire che, nel tempo, sono solo cambiate le quote societarie; dico sono solo cambiate, perché questo è un elemento non di poco conto.
Credo che riparlare continuamente del rilancio di Caselle sia ormai per noi un leitmotiv ripetuto. Oggi un giornale quotidiano locale titola: "Caselle prenota un futuro low cost": anche questo è un argomento trito e ritrito.
Anch'io rilevo che il Partito Democratico finalmente fa un po' di autocritica sul fatto che la partnership pubblico-privato di SAGAT sia stata un fallimento. Questo l'abbiamo ripetuto più volte in Comune e, nel momento in cui questa partnership era sostenuta, anzi posta a modello per altre privatizzazioni, noi ritenevamo invece che non fosse adeguata proprio perché l'aeroporto in sé e le politiche da portare avanti in SAGAT avrebbero dovuto guardare allo sviluppo del territorio, cui sicuramente i soci pubblici potevano essere interessati, ma non tanto i soci privati. Ci non perché il privato sia cattivo, ma il privato certamente ha un altro obiettivo: fare profitto.
Bisogna dire che in passato i soci pubblici non hanno neanche trovato una linea comune. Non soltanto con questa Giunta, con questa maggioranza ma già in passato non si è trovata una linea comune per far sì che SAGAT avesse delle politiche che in qualche modo decidessero anche su quello che è il tormentone rilanciato oggi del futuro low cost.
chiaro, la questione non è semplice, ma in realtà si sono spese - in passato di più, adesso si diceva meno - anche delle risorse pubbliche per andare a sostenere un vettore in particolare. Un vettore che in questo momento sembra essere preso per i capelli e che, in qualche modo, ha dato delle garanzie per quest'anno, ma - come ha detto l'Assessore Bonino - non sappiamo quale possa essere il futuro, già a partire dal 2014.
vero, in questo momento la Regione ha sicuramente un peso societario inferiore, e su questo mi fermerei qui. Direi invece che questo Consiglio regionale è utile per comprendere effettivamente quali sono le politiche regionali nel dualismo Levaldigi-Caselle, anche perché a me è sembrato di cogliere nell'intervento dell'Assessore Bonino che le sue considerazioni rispetto al dualismo sono che finalmente forse si deve decidere. Io leggo (leggo, perché non ho modo di avere un'interlocuzione diretta) quali sono invece le considerazioni del Presidente Cota, che mi sembra vadano in tutt'altra direzione. Da questo punto di vista, credo che il chiarimento sia necessario, per comprendere se si vogliono portare avanti delle specificità dei due aeroporti. In ogni caso, si faccia una valutazione.
Sappiamo che le valutazioni fatte a livello nazionale portano a pensare che l'Italia forse non sia neanche più in grado di avere un aeroporto hub per Alitalia, mentre la Regione Piemonte pensa addirittura di continuare ad averne due. Ecco, ritengo che, da questo punto di vista, sia necessaria una chiarezza.
Lancio un'altra provocazione, una provocazione ideologica del Presidente Cota - io la definisco così - di una macroregione. Questo perch anche sul fronte di quelle che sono le politiche degli aeroporti non si fa un ragionamento complessivo del nord Italia. Io non credo nella macroregione, sia chiaro: credo che il ragionamento fatto su ATM, Trenord e GTT, secondo una riflessione importante sulle infrastrutture del Nord debba essere fatto anche sul fronte aeroporti. Non mi sembra che, da questo punto di vista, si stia andando...



(Commenti dell'Assessore Bonino)



CERUTTI Monica

Come dice, Assessore Bonino? Sì? Magari allora me lo dirà lei, perch non ne conosco gli sviluppi.
In definitiva, ritengo che questo Consiglio regionale possa avere una sua utilità. Abbiamo messo da parte quelle che, al momento - ripeto, al momento - erano le preoccupazioni, soprattutto di carattere occupazionale.
Tuttavia, messi in sicurezza questi aspetti, credo che la Regione abbia il compito di dare una programmazione generale e quindi chiarire quello che è il suo disegno, innanzitutto a livello regionale, nonché chiarire quanto è pronta a intervenire dal punto di vista finanziario, perché mi sembra che questo sia un altro elemento che viene richiesto e si deve comprendere che cosa la Regione intenda mettere in campo.
Chiariti quelli che sono i suoi obiettivi a livello regionale, credo che valga la pena fare una riflessione e quindi comprendere anche le politiche almeno a livello del Nord Italia.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Specifico a microfono che, quando sono stato tirato in ballo dal Consigliere Carossa, ovviamente scherzava laddove diceva che ero "amico" (tra molte virgolette) delle cooperative rosse.
Naturalmente, non sta a me difendere né il richiedente del Consiglio straordinario né le prerogative del Consiglio. Voglio solo sottolineare che anche la collega Montaruli ha presentato un ordine del giorno e, se non sbaglio, è stata tra coloro i quali hanno sollecitato un intervento dell'Assessore Bonino; intervento che anch'io avevo sollecitato in Commissione e che poi si è voluto svolgere in Consiglio. Comunque, è stata una decisione che ha assunto la Conferenza dei Capigruppo, in cui non mi sembra che ci siano state ostative o preclusioni molto forti, soprattutto in merito al Piano nazionale aeroporti.
Penso che, al di là della questione Alitalia, noi dovremmo allargarci e questo l'hanno già fatto un po' tutti i Consiglieri - sul tema degli aeroporti piemontesi in generale, quindi parlare anche dell'aeroporto di Levaldigi.
L'Assessore Bonino sa benissimo che recentemente abbiamo avuto in audizione anche i vertici della GH S.p.A., mentre a luglio avevamo audito i vertici della SAGAT S.p.A., quindi secondo me sarebbe bene - poi mi rendo conto che in un Consiglio straordinario verranno magari votati degli ordini del giorno - che questa dialettica,e questo scambio andassero anche in Commissione, per capire meglio quali sono attualmente le condizioni anche a Roma.
L'Assessore Bonino ci ha detto più volte che è andata a Roma e che, se non sbaglio, il Piemonte è la Regione capofila (ricordo questo dato) per quanto riguarda la questione degli aeroporti nazionali: vorremmo anche avere aggiornamenti su questo.
Ci è stato appunto detto che il Ministro Lupi dovrebbe firmare la concessione ventennale; era ventennale fino ad oggi, il collega Rostagno diceva che potrebbe anche essere una richiesta condizionata da un tempo minore, a seconda di alcuni obiettivi che sono stati comunicati, per quanto riguarda il management GEAC, però finora era ventennale.
Pertanto, bisogna discutere di questo. Lei, Assessore Bonino, diceva (ho segnato alcune parti del suo intervento) che bisogna superare la polverizzazione degli aeroporti e cercare di trasformarli in aree di servizio attrattive e specializzate.
Vorremmo sapere se sia la Regione Piemonte, come capofila, sia Roma hanno presentato queste proposte riguardanti gli aeroporti piemontesi perché a me non è molto chiaro.
Nel suo intervento, lei ha detto che Alitalia - e questa è una cosa che condividiamo tutti - ha confermato che per l'anno che viene ci sarà il mantenimento delle proprie rotte. E questo per un anno.
Cosa succederà dopo? È un grosso punto interrogativo, che anche lei ha sollevato.
Ha detto, poi, che ci sarebbe l'intenzione di provare a sviluppare un'ottica low cost su Torino, con tutti i problemi che abbiamo evidenziato.
Dall'altra parte, c'è l'aeroporto di Cuneo-Levaldigi che vorrebbe sviluppare, anch'esso, il low cost. Pertanto, se andiamo nell'ottica della specializzazione (è un principio irrinunciabile, innegabile ed assolutamente condivisibile), dobbiamo capire per quali aeroporti ed avere delle proposte chiare e certe.
Il Consigliere Gariglio l'ha detto e io lo ribadisco: in Italia ci sono 112 aeroporti aperti al volo civile ed eventualmente, in combinato con il volo militare ce ne sono 101. Sono i dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Non credo ci sia una densità così elevata di aeroporti in Francia, in Germania o in Spagna, che sono i Paesi cui facciamo direttamente riferimento, quindi dovremmo valutare anche questo aspetto.
giusto lo stimolo, anche un po' ironico, lanciato dalla Consigliera Cerutti al Presidente Cota: si parla sempre di macroregione, rispetto a tutta una serie di temi, e bisognerebbe valutare che non è possibile avere un aeroporto ogni 50 chilometri. C'è Cuneo, Torino, Malpensa, Linate, Orio al Serio, Verona, Parma, Venezia: ne possiamo citare quanti ne vogliamo.
Occorre veramente pensare ad un'organizzazione, pertanto il lavoro che lei deve fare a Roma è questo, perché non basta l'ottica regionale, bisogna avere un'ottica pluriregionale. Su questo, la valutazione che sposo pienamente è che se non abbiamo più la maggioranza pubblica su una società come SAGAT e se poi arriva Vito Gamberane, con F2i, ed ha le partecipazioni in SEA, le ha aumentate al 27-28%, non ricordo più se le ha acquistate o stava valutando di acquistare quote anche a Napoli, Capodichino, e beh, non possiamo poi dire nulla contro il privato che giustamente mette i soldi e non lo fa certamente - come spesso fa il pubblico - a fondo perduto (anzi li perde proprio!); lo fa per remunerare il capitale investito.
Pertanto, occorre che le Regioni comunichino tra loro, e in questo caso lasciatemi dire anche che siete avvantaggiati, perché nella fantomatica macroregione dialogate con governatori dello stesso colore politico, tolta l'Emilia Romagna, quindi su questo dovreste addivenire ad una sintesi.
Non dico altro, perché mi sembra sia già stato detto molto, riguardo a SAGAT.
Voglio tornare su due punti che sono già stati toccati: uno è l'Alitalia, l'altro è GEAC.
Riguardo ad Alitalia, non voglio ripetere quanto ha detto il Segretario del Consiglio regionale, Ponso, che ha citato tutta una serie di imprenditori famosi, capitani coraggiosi, che dovevano salvare Alitalia. Si è detto che ha dimenticato qualche imprenditore di sinistra - Colaninno che però non si capisce bene dove si sia posizionato - ma, insomma, l'area è quella. È la classe imprenditoriale italiana che effettua questi salvataggi che, poi, alla fine, sono salvataggi di imprenditori privati con i soldi pubblici.
Ci siamo abituati, a questo, e sarebbe veramente ora che smettessero anche perché, alla fine, abbiamo solo rinviato il problema di tre anni e siamo arrivati a fare lo stesso danno economico alle casse dello Stato italiano, che si sapeva dovesse esserci nel 2009.
Adesso, probabilmente, arriverà Air France-KLM ad acquistare Alitalia.
Sentivo qualche giorno fa, non ricordo più in quale trasmissione, un Sottosegretario ai trasporti nazionali dire che in tutta Europa - lo dico anche all'Assessore Bonino che queste cose le sa meglio di me - la maggior parte dei vettori nazionali si stanno fondendo tra loro per fare rete ed essere più forti: Air France con KLM, olandese; British Airways con Iberia la compagnia spagnola.
Penso sia innegabile andare verso una logica di più grandi dimensioni fermo restando che (ho guardato su Internet prima) il Governo spagnolo ha dato un limite di acquisto di quote: l'ex compagnia di bandiera nazionale (Iberia) non può essere ceduta a British Airways per più del 49%.
Questo potrebbe essere un principio importante per far sì che si unisca l'interesse di mantenere almeno in capitale italiano pubblico, se possibile, Alitalia e non cederla totalmente ad un vettore straniero.
Questo è un dato importante.
Chiudo, nell'ultimo minuto che mi resta, su GEAC.
Non so - lo chiedo al Presidente Placido - ma mi sembra ci siano due ordini del giorno riguardanti l'aeroporto di Cuneo-Levaldigi. Io sono il primo firmatario di un ordine del giorno ed il secondo firmatario di un altro documento, pertanto chiedo se vogliamo valutare anche questo o se si vuole rinviare in una discussione in Commissione.
certo che, al momento, senza piani chiari e senza la lettura del piano strategico che il management di GEAC ci ha vagamente illustrato (parlava di sviluppo del low cost, del business verso la Costa Azzurra sviluppo del trasporto merci, soprattutto quelle deperibili, che necessitano di un trasporto via aerea), il mio Gruppo continua a mantenere una posizione di contrarietà al mantenimento dell'aeroporto di Cuneo Levaldigi.
Non si tratta di una posizione provinciale - come sosteneva qualcuno facendo battute contro i Consiglieri cuneese (tranne uno), mentre i Consiglieri cuneesi dicevano che i Consiglieri torinesi fanno solo gli interessi di Torino. Non è una questione di localismo, ma se non sta in piedi neanche l'aeroporto di Torino, per le questioni che abbiamo detto, mi sembra abbastanza chiaro ed evidente, anche con la logica di disimpegno dalle partecipazioni che sta portando avanti la Regione Piemonte, che nonostante l'aumento del 40%, siamo a 280 mila passeggeri, quando SEA Linate e Malpensa, fanno 27 milioni di passeggeri: 280 mila contro 27 milioni di passeggeri! Sono dati, non sono opinioni.
Se si potesse, lo terrei aperto anche tutta la vita, l'aeroporto di Cuneo-Levaldigi, ma dobbiamo fare una valutazione, in un momento di scarsità di risorse.
Chiedo, pertanto, se la Presidenza intende valutare di attrarre i due ordini del giorno, altrimenti sono anche disponibile, se si aprirà una discussione in Commissione, a portare il mio documento alla valutazione della Commissione competente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Se ha un ordine del giorno a sue mani, se ho capito bene, pu depositarlo, così verifichiamo se è collegabile al dibattito in corso, o altro.
Per quanto riguarda la sua proposta di attrarre gli ordini del giorno legati alla questione GEAC-Aeroporto Levaldigi, è un tema che trova differenti posizioni e opinioni - tutte legittime - in quest'Aula, che aprirebbe un'ulteriore discussione che ritengo vada fatta.
Se ne è già parlato e penso che si tornerà sull'argomento, quindi ritengo, anche interpretando alcuni sguardi ed affermazioni di altri colleghi, che non sia utile, rispetto al percorso di questa seduta di Consiglio regionale, attrarre gli ordini del giorno.
La ringrazio per l'intervento e le proposte. Aspettiamo il suo ordine del giorno.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "Martin Luther King" di Grugliasco (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola elementare "Martin Luther King" di Grugliasco, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Stiamo svolgendo una seduta del Consiglio regionale su una comunicazione della Giunta regionale relativa alla riduzione dell'attività di volo sulla base di Torino, disposta da Alitalia.
A Torino c'è l'aeroporto di Caselle, magari avrete sentito qualcosa.
L'alitalia - la compagnia aerea che, finora, possiamo definire di bandiera cioè del nostro Paese, vuole ridurre il numero dei voli. Su questo c'è la Giunta regionale, attraverso l'Assessore Bonino che ha dato la comunicazione, ci sono i Consiglieri regionali che intervengono con le proprie opinioni nel merito.
Buona visita e buona permanenza.


Argomento: Trasporti aerei

Comunicazioni della Giunta regionale relative a "Riduzione dell'attività di volo sulla base di Torino disposta da Alitalia" (atti di indirizzo collegati: ordine del giorno n. 1091; ordine del giorno n. 1097) (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo al dibattito sulle comunicazioni della Giunta.
Prima di passare la parola al Consigliere Dell'Utri, ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Vorrei solo dire questo. Ho sentito - lo dico per rispetto dei Consiglieri e del Consiglio regionale - qualche battuta in Aula e qualche battuta fuori dall'Aula del tipo: "Fanno un altro Consiglio per prendere altri gettoni".
Vorrei soltanto ribadire, per amore di verità e di giustizia, che dal punto di vista di noi Consiglieri una seduta in più non comporta alcun vantaggio economica, non solo non c'è nessun gettone previsto per la riunione, ma chi è assente ha una decurtazione applicata all'indennità complessiva dell'eletto.
Ci tenevo a dirlo perché siccome queste notizie "non passano", molti cittadini sono convinti che non si sia fatto nulla in merito ai "costi della politica", invece i "tagli" che abbiamo approvato sono stati decisamente consistenti (il 30-40% rispetto agli importi precedenti).



PRESIDENTE

Penso che si sappia che è tutto compreso. Confidiamo nella sensibilità degli organi di stampa, se non delle testate che rappresentano Vi informo che alla fine dei lavori del Consiglio si riunirà in Sala Morando la IV Commissione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere dell'Utri; ne ha facoltà.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
Voglio ringraziare anche l'Assessore per i dati che ha fornito e per gli interventi che hanno portato ulteriori elementi per valutare.
Il quadro mi sembra molto chiaro. Faccio una breve sintesi.
Il Governo nazionale si trova a dover gestire 112 aeroporti senza soldi. Gli Enti locali non hanno soldi e, in conseguenza, o dismettono le partecipazioni oppure fisicamente non verseranno una lira e si è ostaggi delle compagnie aeree, in particolare low cost, che chiedono soldi per rimanere in un aeroporto. Questo è il quadro nazionale in cui ci si muove.
Dal punto di vista locale, che cosa troviamo? Su Caselle, un caso sistematico ormai da anni; di Cuneo non parlo neanche, perché mi sembra anacronistica come struttura. L'attuale proprietario, come ha ricordato il Consigliere Bono, è Gamberale che ha una serie di altre partecipazioni. Da qui, colleghi, l'unica valutazione che mi sembra di poter fare è una valutazione nuovamente da Cassandra. Ovvero, l'unica cosa che, secondo me è sensata e strategica e si può pensare come Regione Piemonte, è sviluppare una linea ferroviaria diretta su Malpensa. È questa la verità.
Esiste un Gatwich Express a Londra per cui 50 chilometri si attraversano in 20 minuti; da Kuala Lumpur, in Malesia, all'aeroporto 50 chilometri in 20 minuti. Noi potremmo avere in 40 minuti un collegamento diretto, perché il futuro è quello. Possiamo inventarci tutto ciò che vogliamo perché siamo innamorati del nostro territorio, ma la realtà dei fatti è che, senza soldi e con un calo costante di turisti e di traffico non è che possiamo avere tanta fantasia.
Con un socio attuale, che è proprietario anche dell'aeroporto di Milano e di altri aeroporti, è fisiologica una visione di questo tipo. L'unica cosa furba da fare è pensare in direzione di Milano Malpensa e di sviluppare dei contatti rapidi e veri in maniera tale che, da qui a cinque anni, c'è un contatto che, in 40 minuti, mi porta a Malpensa. La direzione sarà quella.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Si è già detto di tutto e di più. L'Assessore cercherà di fare del suo meglio, ma vorrei rimarcare l'importanza di Caselle e di Levaldigi. È vero che 112 aeroporti in Italia sono tanti, ma il Piemonte, con le potenzialità che ha, può mantenere due aeroporti. Bisogna verificare perché Alitalia vuole ridurre i voli su Caselle, quindi invito la Giunta a fare di tutto e di più per mantenere questi voli a Caselle.
Parlo come Consigliere regionale e non, come qualcuno, come Consigliere comunale del mio territorio. Esiste una Provincia, come quella di Cuneo una Provincia grande, che ha delle potenzialità; ha imprese, ditte fabbriche, industrie che possono mantenere l'aeroporto. Perché chiudere una struttura che i nostri vecchi hanno costruito togliendosi il pane dalla bocca? L'Amministrazione provinciale ha investito di tutto e di più sull'aeroporto: infatti, ad oggi, è in crescita, non in diminuzione. Non vedo perché dobbiamo tirare i remi in barca. Accettiamo di tagliare i percorsi alle ferrovie, accettiamo di ridurre i percorsi dei trasporti accettiamo anche di eliminare alcune aeroporti, ma, cari colleghi, non riesco a capire certe scelte.
Anzitutto, questa seduta di Consiglio è un chiarimento giusto e doveroso. Ho sentito Consiglieri dello stesso partito uno contro l'altro.
Un'altra cosa che voglio sottolineare alla maggioranza è che Levaldigi attende ancora la concessione. Ma il Governatore del Piemonte, Roberto Cota, Presidente della Giunta regionale, si è espresso pubblicamente, con parlamentari, in quest'aula e ha spinto per ottenere la concessione per oltre vent'anni per Levaldigi. Adesso vedo Consigliere dello stesso partito che danno contro. Signori, ma da quando Consiglieri della maggioranza vanno contro il proprio Presidente? La trovo una cosa non corretta e assurda anzitutto per rispetto nei confronti del Presidente, in secondo luogo per il bene del Piemonte. Vogliamo crescere, aumentare il lavoro, le potenzialità nel mondo e andiamo a chiudere i battenti? Non si deve fare.
Il collega Carossa ha fatto delle considerazioni corrette sul fatto che ci sono troppi sprechi. È verissimo, condivido anch'io che in Piemonte si fanno troppi sprechi (forse anche altrove).
Abbiamo scoperto, attraverso la Commissione gestita dal Presidente Goffi, milioni di spreco e ci vorranno altri milioni per ridurre questo spreco, all'insaputa degli Amministratori regionali. Queste sono le assurdità da evitare.
Se eliminassimo questi sprechi, potremmo tranquillamente mantenere Levaldigi e potenziare Alitalia.
Sono un tradizionalista, però se ci impegniamo, come ha fatto il Presidente della Giunta, potremmo mantenere i due aeroporti. La difficoltà c'è, la crisi esiste, però se c'è voglia e potenzialità possiamo riuscirci.
Solo così il Piemonte può crescere e dare speranza e lavoro ai giovani.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente. Sarò molto breve, anche perché l'ora è tarda.
Intervengo innanzitutto per sottolineare che le considerazioni di critica e di sollecitazione pervenute dal collega Buquicchio rispetto ai Consiglieri cuneesi erano già state preventivamente accolte, nel senso che pur essendo un rappresentate del territorio cuneese, da tempo mi interrogo e soprattutto interrogo tutti gli enti che hanno competenza e partecipazione all'interno di GEAC, su quanto sta succedendo e quanto possa essere sostenibile continuare a sostenere con risorse pubbliche il secondo aeroporto piemontese, sia per quanto riguarda i parametri che ci chiede l'Europa, sia per quanto riguarda i valori assoluti dell'aeroporto.
Il discorso cardine in questa sede è la difficoltà dell'altro aeroporto, quello principale (o perlomeno dovrebbe mantenere questo tipo di dicitura): mi riferisco all'aeroporto Sandro Pertini di Caselle.
Talvolta mi sembra di avvertire delle considerazioni contrastanti tra loro, perché se da una parte si denunciano dei timori rispetto a quelle che possono essere le conseguenze scaturite dalla cessione a quote private dell'aeroporto di Caselle, dall'altra parte andiamo a sottolineare quanto potrà essere un toccasana per il secondo aeroporto piemontese proprio la privatizzazione.
Allora, delle due l'una: o davvero si riesce, insieme alle altre Regioni e insieme al livello nazionale, ad elaborare un piano di una rete aeroportuale sostenibile sotto tutti i punti di vista, com'è stato fatto in Spagna qualche anno fa, per citare un Paese vicino, simile, anche se con meno abitanti, che comunque ha ridotto di molto la presenza degli aeroporti sul territorio o quantomeno ha cercato di dare un certo senso alla rete aeroportuale; altrimenti si rischia di incappare, ogni volta che si discute di questo, in contraddizioni, sia nelle premesse, sia nei metodi, che nel merito.
Aggiungo solo un dato che riguarda, dal mio punto di vista e spero anche dal punto di vista di altri colleghi, le priorità intese nel senso globale del comparto del trasporto.
Ritengo - mi fa piacere che lo abbia rammentato anche un importante esponente di un partito che mai si era espresso in questi termini, perch da tempo mi considero una voce fuori dal coro, insieme a pochi altri - che ci si debba scontrare col fatto che il paradigma che si è portato avanti fino a qualche anno fa, cioè questa crescita in senso trasportistico energetico ed economico, non funziona, non è una possibilità né una potenzialità, sia a livello globale che a livello locale.
Mi fa piacere che qualcuno lo abbia sottolineato, anche se molte volte le politiche dei Gruppi politici più grandi vanno in altre direzioni. Ma nel settore dei trasporti ritengo che le priorità vadano date ai settori che in questo momento sono un po' abbandonati: mi riferisco alle ferrovie e al trasporto su gomma. È chiaro che l'integrazione tra le varie modalità è importante, ma nel momento stesso in cui la contingenza economica non ce lo permette, i comparti che devono essere maggiormente sostenuti, perché di fatto consentono di attuare un diritto importantissimo, che è quello della mobilità cittadina, credo che debbano essere altri, e non quelli degli aeroporti o del trasporto via aria.
L'atto di indirizzo che è stato presentato dal Partito Democratico lo giudico per lo più condivisibile, in quanto è importante che il Governo regionale dia delle risposte univoche. Teniamo in considerazione il fatto che già dalle audizioni delle due società che si occupano degli scali piemontesi le indicazioni e le relazioni pervenute sono in contraddizione tra loro; mi rendo conto, quindi, della difficoltà del Governo regionale nel mantenere una politica coerente all'interno di questo comparto.
In ogni caso, non perché sia mia volontà e nemmeno perché voglio essere disfattista, sono sicuro al cento per cento che nel prossimo futuro non potremo comunque permetterci due scali. Questa conclusione deriva dai dati di cui disponiamo: non sono un fine analista, per cui non sono competente in questo settore, ma secondo i dati e i parametri dell'Unione Europea (indicati anche dai precedenti Governi) non riusciremo a sostenere due aeroporti, pur nella differenziazione delle funzioni.
Chiaramente, mi auguro che per una Regione che ha quattro milioni di abitanti e che è importante all'interno dello scacchiere geografico e politico italiano, si riesca almeno, tutti insieme, a mantenere un punto di riferimento, per quanto riguarda il trasporto via aria, che ovviamente deve essere collegato al capoluogo, quindi a Torino. Questo è ciò che mi sentivo di dire. Forse è una ripetizione di concetti, ma è chiaro che dobbiamo metterci davanti alla situazione reale: non è più il tempo delle illusioni o delle utopie. Da questo punto di vista, credo di aver detto quello che realisticamente potrà accadere a breve termine. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Montaruli; ne ha facoltà.



MONTARULI Augusta

Grazie, Presidente.
Nel mio ordine del giorno, presentato subito dopo le prime voci di un disimpegno di Alitalia da Caselle, chiedevo che la Regione Piemonte intervenisse tempestivamente su SAGAT e su Alitalia, affinché venisse garantito l'impegno della Compagnia di bandiera nell'aeroporto piemontese.
Devo dire che questo è già stato fatto.
Abbiamo sentito il discorso dell'Assessore Bonino, che ha confermato l'impegno di Alitalia per quest'anno su Caselle, ma i dubbi rimangono per il domani.
Per questo motivo, vorrei emendare anche il mio ordine del giorno chiedendo, alla luce delle novità esposte dall'Assessore Bonino, che nel prossimo C.d.A. di SAGAT venisse esplicitato il piano pluriennale e fosse inserita nelle osservazioni una corretta applicazione delle politiche di co marketing da parte degli enti locali.
Devo dire, però, che oggi mi è occasione per dire, orgogliosamente, che è stata giusta la battaglia che io, insieme ad altri pochi colleghi nella maggioranza, ho avanzato quando la Regione Piemonte ipotizzava la vendita delle quote SAGAT, così come stava facendo il Comune di Torino. La Regione ha cambiato felicemente rotta e noi oggi, grazie a questo cambiamento devo ringraziare per questo anche l'Assessore Ghiglia - rappresentiamo l'unica e sola bandiera a difesa degli interessi territoriali nel C.d.A. di SAGAT.
Relativamente al discorso del collega Gariglio, lo ringrazio per l'onestà intellettuale, ma risulta quanto meno insolito che un membro di un partito che è stato a favore della vendita delle quote del Comune di Torino di SAGAT nei confronto di F2i, si trovi concorde con me che quella scelta è stato un tragico errore: un errore preannunciato, un errore le cui conseguenze erano assolutamente prevedibili e di cui oggi cerchiamo di mettere le toppe per quello che sa può fare. È un dato di fatto che F2i ha comprato dalla Città di Torino un pacchetto di tutto rispetto delle quote SAGAT; che con esso ha messo le anche sugli aeroporti di Firenze e di Bologna; che ha rafforzato il proprio interesse sull'aeroporto di Malpensa e che l'ha ha fatto, tra l'altro, vedendo sottoscritte le quote di F2i dalla Compagnia di San Paolo che vede seduto alla sua Presidenza niente di meno che l'ex Sindaco, Sergio Chiamparino. È stata l'accoppiata Fassino Chiamparino ad averci messo oggi nella situazione di dover chiedere un Consiglio straordinario per chiedere che la Regione Piemonte, unica bandiera nel CdA di SAGAT, difenda gli interessi del territorio davanti ai colossi privati, colossi la cui trasparenza è ancora da appurare, visto che ci sono indagini in corso per la vendita di quote societaria da parte del Comune di Milano e la stessa inchiesta è stata avanzata dal Comune di Firenze.
Grazie, Assessore Bonino, per aver difeso le quote della Regione Piemonte in SAGAT. Grazie per aver voluto incidere, attraverso la nostra partecipazione societaria in SAGAT, nel percorso di dismissione che voleva attivare Alitalia a discapito delle scalo torinese, e grazie per l'impegno che ancora lei ha manifestato oggi venendo in Aula. Spero che il mio ordine del giorno venga approvato, perché vuole essere un ulteriore strumento per difendere il Piemonte nei confronti del colosso Malpensa. Non sono così d'accordo, Consigliere Dell'Utri, che la strategia debba essere quella di dismettere addirittura Caselle a favore di Malpensa, perché questo territorio è una grandissima vocazione turistica; perché questo territorio ha imprenditori e lavoratori che tutti i giorni si recano a Caselle per motivi lavorativi. Il tragitto dal centro di Torino a Malpensa non è certo di mezzora: addirittura non è di mezzora per arrivare dal centro di Torino a Caselle, mi chiedo come possa esserlo arrivare dal centro di Torino a Malpensa. Ma questo non importa, perché si sentono anche cose allegre in questo Consiglio. Apprezzo lo sforzo del Consigliere Gariglio di chiedere a Finpiemonte un intervento, attraverso il suo ordine del giorno, per difendere gli interessi del territorio, ma se oggi possiamo difendere questi interessi del territorio è soltanto perché la Regione, in tempi non sospetti, aveva già previsto quali potevano essere le conseguenze catastrofiche di una svendita delle quote SAGAT nei confronti di privati.
Oggi, che vediamo seduto nella poltrona di Amministratore delegato per F2i lo stesso Barbieri, che ha subito un atto di killeraggio dalla figura di amministratore delegato di GTT, risultano ancora più improvvidi tutti i discorsi fatti oggi dall'opposizione nei confronti della Regione. Non importa: il nostro ordine del giorno è presente, è molto chiaro. Chiedo alla maggioranza di votarlo per rivendicare quello che è un risultato di questa maggioranza e di questa Giunta.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "Martin Luther King" di Grugliasco (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola elementare "Martin Luther King" di Grugliasco, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Trasporti aerei

Comunicazioni della Giunta regionale relative a "Riduzione dell'attività di volo sulla base di Torino disposta da Alitalia" (atti di indirizzo collegati: ordine del giorno n. 1091; ordine del giorno n. 1097) (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con il dibattito sulle comunicazioni dell'Assessore Bonino.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Franchino; ne ha facoltà.



FRANCHINO Sara

Grazie, Presidente.
Intervengo sinteticamente, mentre ormai il dibattito odierno si accinge verso la conclusione. Registro che, fortunatamente, è stata una discussione interessante, ma che l'urgenza che aveva spinto i colleghi a proporre questo incontro consiliare pare essere scongiurata, quanto meno sul breve termine.
Registro, così com'è successo ieri, che ci sono posizioni trasversali che vedono molti Consiglieri, anche di formazioni politiche differenti accumulare spunti di pensiero convergenti, forse ad eccezione dei colleghi cuneesi, che nostalgicamente sono ancora arroccati sulla difesa di interessi che ormai non sono più attuali.
Intervengo per manifestare soprattutto soddisfazione di pensiero verso l'impostazione strategica di pensiero emersa dalle osservazioni dell'Assessore Bonino oggi. Anche il mio Gruppo, Gruppo Pensionati, ritiene che un futuro di coesistenza dell'aeroporto di Torino Caselle con quello di Levaldigi sia difficilmente immaginabile, difficilmente intuibile e difficilmente sostenibile, se non correndo il gravissimo rischio, che era quello che lucidamente e cinicamente, purtroppo, altrimenti ci indicava il Consigliere Dell'Utri, che tutti evidentemente vorremmo non si verificasse ma che, comunque sia, sul medio termine è un rischio che dobbiamo approntarci a evitare o a mettere in conto in quella che è una logica sempre più globalizzata, sempre più di grandi interessi, di trasporti sempre più veloci, sempre più dinamici e di situazioni che, stante lo scarseggiare delle finanze pubbliche, diventano imprescindibili rispetto ai buoni convincimenti degli amministratori e di una classe politica che molto spesso, non ha gli strumenti per far fronte alla scarsità di risorse.
Pertanto, anche dal mio punto di vista, è assolutamente impensabile continuare a mantenere a spese della collettività pubblica un aeroporto che ha scarsi voli, soprattutto visto il costante declino che interessa l'aeroporto di Caselle.
Per quanto concerne la vicenda Alitalia, visto che si è discusso anche di logiche di politiche internazionali, solo un breve flash, nel senso che faccio una parentesi sulle vicende che riguardano SAGAT, perché condivido praticamente tutto quanto è già stato attentamente esposto sia dal Consigliere Carossa, sia dalla Consigliera Montaruli, per cui è inutile spendere ulteriore tempo per manifestare criticità verso un'amministrazione evidentemente dissennata.
Per quanto riguarda Alitalia, posso dire che l'interesse, dal mio punto di vista, è poco e scarso. Nel senso che, prima che pensare alle sorti di quella che è stata ed è un'importante compagnia di bandiera, mi interessano la qualità del servizio in relazione ai cittadini e all'utenza.
Ora, evito una battuta che mi sarebbe facile fare stante la serietà del dibattito di questa mattina, però se dovessi pensare al rapporto qualità del servizio/costo del prezzo, potrei facilmente dire e celiare che per i pensionati i vettori Alitalia sono di poco e di scarso interesse, perché ci sono evidentemente compagnie low cost con molto e molto più appeal per i cittadini.
In tal senso, penso che bisognerebbe porsi, seppure sia spiacevole nell'ottica di strutturare un servizio utile e conveniente per il cittadino, piuttosto che andare a voler continuare a sostenere delle compagnie che, in un insieme geo-economico più vasto, hanno una scarsa possibilità di sopravvivenza. In tal senso, e concludo, anticipo che voteremo favorevolmente l'ordine del giorno che è stata sottoscritto e presentato dalla collega Montaruli, e ringrazio ancora l'Assessore per le delucidazioni che ci ha dato oggi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Franchino.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, credo che molte cose siano state dette e che alcuni dati interessanti, sia da una parte che dall'altra, siano stati citati.
Abbiamo ascoltato con attenzione la relazione dell'Assessore Bonino, una relazione aperta a contributi che possono provenire sia dalla maggioranza che dalla minoranza.
Detto ciò, credo che la situazione aeroportuale italiana sia davvero paradossale, perché in Piemonte ci accapigliamo e a volte litighiamo per la permanenza di due aeroporti, quello di Torino Caselle e quello di Levaldigi, quando ci sono Regioni come la Lombardia, il Veneto e altre economicamente e socialmente meno importanti che hanno una miriade di aeroporti a distanza di 30 o 40 chilometri l'uno dall'altro, ma non c'è nessuna intenzione di chiuderli.
Noi, invece, come al solito, da bravi sabaudi, facciamo le cose per bene e ci poniamo giustamente interrogativi sull'utilità o meno di queste stazioni aeroportuali.
Certamente, nei prossimi anni ci sarà un evento importante, l'Expo 2015, che il Piemonte deve essere pronto a raccogliere su più fronti: sia sul fronte principale, quello dell'aeroporto di Caselle, sia anche su quello minore, l'aeroporto di Levaldigi.
Il fatto che Alitalia abbia negli ultimi mesi ridotto o ha presentato piani industriali in cui sono ridotti diverse rotte e diversi tragitti e collegamenti, specie con la capitale e con altri centri europei, è una cosa grave.
Allora, va bene l'ordine del giorno, ma chiedo all'Assessore Bonino che so che ne è capace, di tirare fuori gli artigli a livello romano e di mettere in discussione, magari, anche altre partite su cui, a livello statale, al Governo interessa che il Piemonte sia allineato. Non possiamo infatti permetterci una riduzione così forte di voli verso, ad esempio, la capitale, con costi tra l'altro molto alti per quanto riguarda la compagnia Alitalia, quindi direi, una volta tanto, di fare come fanno altre Regioni che quando è ora di protestare violentemente - politicamente parlando ovviamente - lo fanno, perché purtroppo in Italia l'eccessivo bon ton e l'eccessivo rigore non pagano. E noi non possiamo, in un periodo di crisi come questo e - ripeto - a due anni da questo grande evento che sarà l'unica cosa bella e positiva che ci sarà nel Nord-Ovest d'Italia, l'Expo 2015, non avere collegamenti aerei adeguati.
Ricordiamo il periodo positivo che ha avuto Caselle grazie alle Olimpiadi invernali del 2006, che è proseguito per anni; non vedo perch sia soprattutto la compagnia di bandiera italiana a penalizzare il nostro aeroporto. Quindi chiedo all'Assessore Bonino un impegno particolare per la difesa dei collegamenti e per l'implementazione di altri collegamenti aerei a costo di aprire ad altre compagnie minori o straniere perché, a questo punto, il tricolore sulle ali degli aerei ci interessa poco: quello che ci interessa è consentire ai piemontesi di poter andare a Roma e anche nel resto del mondo facilmente e a prezzi contenuti, ma soprattutto anche attirare visitatori, turisti e operatori economici nella nostra regione con dei collegamenti aerei adeguati.
Colgo l'occasione per chiedere all'Assessore di sfoderare la stessa grinta che ha sfoderato in altre occasioni con Trenitalia. Io ieri ho posto un'interrogazione cui lei, per impegni istituzionali, non ha potuto rispondere, ha risposto l'Assessore Quaglia, perché su diversi collegamenti molti pendolari piemontesi sono messi in difficoltà per degli stupidi arretramenti o avanzamenti di orari di cinque minuti, ma Trenitalia, dopo mesi e mesi di sollecitazione da parte dell'Assessore e da parte dei comitati delle Amministrazioni comunali, non riesce a recepire e a capire.
Vorrà dire che occuperemo delle stazioni ferroviarie, così Trenitalia capirà qualcosa e correggerà delle stupide criticità che, con poco, si possono risolvere, e che non è il caso di aspettare mesi e anni per risolvere. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pedrale.
Era l'ultimo intervento.



PRESIDENTE

GARIGLIO Davide (fuori microfono)



PRESIDENTE

Vorrei intervenire per dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Non ci sono dichiarazioni di voto sugli ordini del giorno, per collega Gariglio, c'è la replica dei proponenti, quindi può utilizzare quel tempo, ma non le devo insegnare niente, conoscendo lei il Regolamento meglio di me, anzi è responsabile più di me di questo Regolamento.
Poiché l'Assessore Molinari ha chiesto di intervenire per una breve precisazione, collega Gariglio, può intervenire dopo la precisazione dell'Assessore Molinari e prima dell'intervento dell'Assessore Bonino.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Comunicazioni della Giunta regionale in merito all'accordo di programma per la bonifica della Val Bormida


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Molinari.



MOLINARI Riccardo, Assessore agli enti locali

Grazie, Presidente.
Una breve chiarificazione, una breve replica a uno degli interventi che ci sono stati: quello del Consigliere Ponso.
Il collega Ponso, che tendenzialmente è sempre moderato e puntuale nelle sue esposizioni, probabilmente, preso dal pathos dell'intervento sulla vicenda oggetto del Consiglio regionale di oggi, ha espresso una posizione in merito ai fondi dell'ACNA di Cengio rispetto alla quale, vista la drammaticità del tema e considerata l'importanza della materia, credo sia necessario precisare, anche a fronte di un incontro che è avvenuto proprio ieri.
Ieri si è svolta qui in Consiglio regionale l'audizione dei Sindaci della Val Bormida, i quali hanno lamentato tutta una serie di problematicità di cui la Giunta si è fatta carico al fine di trovare adeguate soluzioni. Tali problematicità sono legate principalmente ai ritardi nei trasferimenti e nelle liquidazioni delle somme per le opere di bonifica. Alcuni Comuni hanno lamentato difficoltà relative ai rapporti con la società AMAG S.p.A. (società di gestione delle acque dell'Alessandrino e dell'Acquese) che, viste le note difficoltà finanziarie in cui versa il Comune di Alessandria, è impossibilitata a svolgere i lavori, quindi questa è un altro tipo di tematica. Ci sono altri Comuni che invece hanno anticipato le somme alle aziende, ma non riescono a progredire nei lavori di bonifica finché non ricevono la liquidazione da parte della Regione.
Quindi è stata prospettata una varietà di situazioni, cui la Giunta ha dato delle risposte.
Nel momento in cui si dice che non si sa che fine hanno fatto i 23 milioni di euro, si dice una cosa inesatta. L'accordo di programma per la Val Bormida (secondo atto integrativo) prevede un trasferimento da parte dello Stato alla Regione Piemonte di 23 milioni di euro per la bonifica della Val Bormida e delle aree inquinate, ma questi 23 milioni di euro sono erogati agli Enti locali, che hanno il compito di attuare le opere di bonifica a fronte di una rendicontazione delle spese.
Le opere finora rendicontate arrivato a 4.800.000 euro di spese, quindi quello che la Regione oggi deve agli Enti locali, in base alle regole dei trasferimenti, è questa cifra.
La Regione fino adesso ha erogato un milione di euro, ma ieri sono state date rassicurazioni ai Sindaci - credo che sia importante saperlo per chi non ha partecipato all'incontro - a fronte di una presa di posizione dell'Assessore al bilancio, Pichetto, che prevede delle date certe per l'erogazione della restante parte. Le date certe sono: quella del 10 novembre in virtù della misura del decreto 35, che porterà a liquidare 1.400.000 euro; un'altra parte della somma, cioè 1.600.000 euro, sarà liquidata entro il 31 dicembre, a fronte di un piano di trasferimenti di 400.000 euro al mese che vanno da oggi a dicembre.
A questo punto, sommando tali cifre al milione già erogato mancherebbe, come liquidazione per i Comuni che già hanno svolto le opere la cifra di 800.000 euro, e la Giunta regionale, nella persona dell'Assessore Pichetto, si è impegnata a trovarne copertura comunque entro il mese di dicembre.
Ho voluto chiarire questo aspetto, anche se non è la vicenda centrale del dibattito, perché la bonifica della Val Bormida è un tema fondamentale che ha fatto la storia di questo Consiglio regionale, su cui si è dibattuto per anni, è una vicenda drammatica che ancora tocca le persone della Valle e credo che, prima di fare determinate affermazioni su una questione così importante, bisognerebbe essere ben documentati o, quantomeno, riportare la verità dei fatti.


Argomento: Trasporti aerei

Comunicazioni della Giunta regionale relative a "Riduzione dell'attività di volo sulla base di Torino disposta da Alitalia" (atti di indirizzo collegati: ordine del giorno n. 1091; ordine del giorno n. 1097) (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo al dibattito sulle comunicazioni dell'Assessore Bonino.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente. Sarò brevissimo.
Voglio ripristinare la verità storica. Abbiamo sentito una verità fortemente distorta nell'intervento della collega Montaruli, novella pitonessa di questo Consiglio regionale, che ha individuato nell'Amministrazione comunale tutti i mali dell'aeroporto di Caselle. Ecco a me questo ragionamento pare veramente poco obiettivo.
Noi abbiamo cercato di ragionare con onestà intellettuale e di portare una soluzione. Non siamo venuti qui a inchiodare alle proprie responsabilità nessuno, men che meno l'Assessore, ma siamo venuti qui a dire: "Datevi da fare, diteci cosa sta facendo Finpiemonte, discutiamo insieme del Piano industriale di rilancio dell'aeroporto, perché è una cosa che interessa". Se guardate, l'ordine del giorno del Gruppo Fratelli d'Italia dice più o meno le stesse cose in modo molto più bando.
Allora, quello che noi non possiamo accettare è la semplificazione che è stata fatta dalla collega Montaruli, perché è fuori dalla realtà storica e non aiuta a risolvere i problemi. Noi oggi non possiamo chiudere un dibattito dicendo: "È stata colpa di qualcuno che ha venduto". Io su questo ho già detto come la pensavo, con molta onestà intellettuale.
Se fosse solo quello il problema, diremmo alla Regione: "Qualche pannolino in meno e qualche azione di SAGAT in più", e lo risolveremmo. Ma non è così, non è questa la soluzione. Ci sono 112 aeroporti in questo Paese; abbiamo un centinaio di porti e 112 aeroporti che non sopravvivranno in questa Regione e in questo Paese; 112 aeroporti, come diceva un esimio collega, senza più una compagnia nazionale.
Se c'è una responsabilità, è quella dei soldi spesi male, e mi riallaccio alla disamina puntuale del collega Carossa: centinaia di milioni di euro che lo Stato italiano ha speso per finanziare i capitani coraggiosi di Alitalia (sei miliardi) con un'operazione di salvataggio fatta pagare ai cittadini italiani, un'operazione di salvataggio voluta dal centrodestra dagli amici della collega Montaruli, un'operazione di salvataggio fallita che fa sì che noi oggi perdiamo la compagnia nazionale.
Colleghi, ditemi se è logico che sei miliardi di soldi nostri siano stati spesi e adesso siamo qui con la Consigliera Montaruli che chiede all'Assessore Bonino, del suo stesso partito: "Per favore, fai qualcosa di' qualcosa a quelli che si sono presi sei miliardi perché continuino ad atterrare da noi". Questa è una cosa fuori dal mondo! E non è, collega Pedrale, che non ci interessino i colori sulle ali: possiamo avere le ali degli aerei che atterrano a Caselle anche a pois o con i fiorellini, ma il vero problema è che tra pochi mesi non avremo più un operatore interessato a far lievitare i nostri aeroporti. Avremo un operatore interessato a portare il traffico sul proprio hub (Parigi e Francoforte), un operatore che, per ragioni di Stato, salvaguarderà un po' la presenza a Fiumicino, e avremo il dramma in tutto il resto dei territori. E in questo dramma c'è una caduta occupazionale, ma ancor di più una caduta del ruolo aeroportuale di sviluppo del territorio sull'aeroporto di Caselle.
Allora, vogliamo continuare a prenderci in giro? Credo che la cosa più seria da fare sia dire alla Giunta regionale: "Fate quel poco che ancora si può fare per cercare di limitare i danni".
Mi consenta, collega Pedrale. Quando dice all'Assessore Bonino "tiri fuori gli artigli", non contesto che l'Assessore Bonino abbia gli artigli ma contesto se li tira fuori come ha fatto con Trenitalia, visto il piano fallimentare degli accordi con Trenitalia: ci è costato molto di più, non riusciamo a reggerlo e abbiamo dovuto chiudere le linee per mantenere gli accordi, perché abbiamo fatto esplodere il costo, mentre il servizio è un disastro tale che ci sono alcune realtà in ginocchio (come la provincia di Vercelli).
evidente, Assessore Bonino, che lei gli artigli li ha, ma non li usi come ha fatto con Trenitalia, e in quel caso noi saremo solidali. Se li userà come ha fatto con Trenitalia, accanto al primato di essere la Regione che ha distrutto il trasporto pubblico locale, potremo dire che siamo anche la Regione che ha visto nell'inerzia dei suoi Amministratori spegnersi velocemente il trasporto aeroportuale!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Bonino; ne ha facoltà.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Ovviamente non cadrò nella trappola del bravissimo collega Gariglio che in chiusura ha accennato in maniera provocatoria alle vicende del trasporto pubblico locale e mi limiterò a dire che non la penso come lui sull'esito complessivo della gestione di questa Giunta sul trasporto pubblico locale.
Invece torno a parlare, sintetizzando i lavori dell'Aula di questa mattina, del tema degli aeroporti. Sintetizzerei dicendo che gli ordini del giorno presentati vanno nella medesima direzione, anche se con sfumature diverse perché l'ordine del giorno che è stato sottoscritto dal Consigliere Gariglio come primo firmatario, a un certo punto, impegna il Presidente e la Giunta a relazionare sulle strategie di sviluppo e sull'adeguatezza dell'attuale management. Rispetto a questo tema, mi sento assolutamente impreparata perché relazionare sull'adeguatezza dell'attuale management da poco insediatosi sarebbe complicato.
Purtroppo, anche in questa situazione, come in altre, noi ci troveremo a fare delle valutazioni sul management a consuntivo, vedendo dove ci ha portato questa gestione.
Intanto, condividiamo senz'altro la necessità di chiedere nel prossimo Consiglio d'Amministrazione di SAGAT di avvicinarci, perlomeno avvicinarci all'individuazione di un piano industriale che ci dia un respiro diverso da quello di pochi mesi. Il piano industriale non possiamo richiederlo per il prossimo Consiglio d'Amministrazione, ci rendiamo perfettamente conto di che cosa significa predisporne uno serio, ma riteniamo che ci si debba mettere mano e vogliamo essere coinvolti.
Certamente, saremo coinvolti con un peso relativo, perché in questo seppure ovviamente con i toni che competono alla Giunta e che purtroppo non sono quelli che si possono liberamente usare quando si esprime una valutazione di carattere politico, rilevo, in maniera quanto più asettica possibile, che siamo deboli, che siamo in assoluta, totale e schiacciante minoranza e per di più non mettiamo più neanche risorse, quindi diciamo che possiamo veramente far leva sulla nostra capacità di argomentare in maniera intelligente le nostre ragioni. E dobbiamo farlo! Perché difendere le chances di questo territorio, difendere le nostre prerogative è importante.
Dissento nella maniera più radicale rispetto all'ipotesi convergenza su Malpensa. Saremmo schizofrenici. Abbiamo investito 182 milioni di euro di fondi della Pubblica Amministrazione, molti di questi sono FAS regionali anticipati in nome e per conto del Governo, addirittura, per realizzare il sottopasso di Corso Grosseto, collegare il nodo ferroviario di Torino, che è il crocevia dell'Alta Velocità, che è l'esito di un lavoro che è durato trent'anni sul passante ferroviario con l'Aeroporto di Caselle. Adesso, a valle di quest'operazione, che è durata mezzo secolo, noi diciamo che spostiamo tutto quello che abbiamo fatto, vanifichiamo gli investimenti e ci rivolgiamo a Malpensa, creando in tal modo dei disagi incredibili al nostro territorio, che invece su Caselle ha un punto di riferimento facilmente raggiungibile.
Io la penso diversamente, signori. Se non fossimo nel contesto della macroregione che oggi ci offre delle opportunità diverse, addirittura direi: spostiamo il traffico da Malpensa su Caselle. Non il contrario.
Considerando il fatto che l'orientamento giustamente è quello di condividere, invece, una gestione di territori più ampi, perché la sfida continua ad essere quella da perimetrare su un contesto europeo, credo che con la proposta che con il Presidente abbiamo avanzato alla Regione Lombardia di una partecipazione azionaria piemontese in Malpensa e della Lombardia in Caselle, resti il faro che guida un'attività di concertazione sul piano aeroportuale della "maxiregione", perché adesso si chiama così ma di fatto significa che, così come ci stiamo occupando di logistica insieme alla Liguria e alla Lombardia, altrettanto dobbiamo occuparci di aeroporti insieme alla Lombardia e dobbiamo uscire da una logica che diventa asfittica se continua ad essere rapportata soltanto all'interno del perimetro della nostra regione.
Sul piano nazionale il Piemonte usa gli artigli, usa la capacità di persuasione, usa il presidio costante dei Ministeri - non dico dei Ministri, perché cambiano talmente velocemente che è anche un problema stargli dietro - ma dei Ministeri certamente sì. Siamo nella condizione di poter dire che le nostre osservazioni raccolgono tutto quanto è stato detto in Aula, salvo lo spostamento su Malpensa delle nostre aspettative di trasporto aereo. Raccolgono tutto quanto è stato detto in quest'Aula soprattutto la parte relativa all'omogeneità delle regole. Perché condivido assolutamente quello che diceva il Consigliere Gariglio, e credo si sia intuito anche nel mio intervento iniziale.
Gli accordi di co-marketing sono un problema che va gestito, non pu essere lasciato all'autoregolamentazione. È esattamente come il tema degli autobus a noleggio, che hanno una vita media individuata per legge regionale in maniera stringente dal Piemonte e invece lasciata alla libertà di iniziativa sulla Liguria e sulla Lombardia. È concorrenza sleale fra Regioni limitrofe.
Il Governo non può latitare su questi argomenti, ma deve disciplinare in maniera omogenea, alcuni settori, in modo tale che ci sia coerenza nelle condotte, uniformità di norme per cui, se si può fare co-marketing, si pu fare e le Regioni devono essere messe tutte in condizioni da avere risorse da destinare al co-marketing.
Se, invece, in questo momento c'è una disomogeneità di situazioni considerando il fatto che il trasporto aereo deve essere garantito su tutti i territori, il co-marketing non lo fanno più gli Enti locali e non lo fanno più le Regioni: si affida agli equilibri economico-finanziari dei singoli aeroporti la possibilità di chiudere accordi se non li si pu come non li si può - vietare nell'ambito di un rispetto stringente della normativa europea. In tal modo, sottraiamo anche un po' alle compagnie la possibilità di fare il bello e il cattivo tempo, come hanno fatto fino ad oggi.
Su Cuneo-Levaldigi la specializzazione è l'unica finestra possibile sono assolutamente d'accordo. Il ragionamento d'area che si sta tentando di fare in relazione alla vicina Costa Azzurra è quello sul quale stiamo insistendo. Certamente, se avessimo potuto immaginare che Cuneo-Levaldigi rientrasse in una programmazione strategica regionale o addirittura della macroregione, sarebbe stato molto più facile. Ad oggi, purtroppo non è così, di nuovo, perché contiamo talmente poco all'interno della compagine azionaria, che se tentiamo di imporre - passatemi questo termine, perch non me ne viene un altro - di aggregare, di inserire Cuneo-Levaldigi all'interno di SAGAT ci risponderebbero non dico in malo modo, perché sono tutte persone corrette, ma ci direbbero che in questo momento non siamo in condizioni di poterci spingere verso un percorso che, comunque, sarebbe complicato.
SAGAT di guai ne ha già abbastanza. Ora non so riferire al dettaglio ma comunque il trend del primo semestre, come dicevo, è negativo. Il margine del primo semestre è molto più basso e dunque SAGAT si trova certamente nella condizione di fare più fatica a trattare con le compagnie.
Questo è il succo.
Sul tema dell'Alitalia, preferisco che si confrontino ad altri livelli che non sono i nostri, in questo momento abbiamo già abbastanza questioni su cui, con fatica, possiamo incidere.
Rilevo soltanto che il problema di Torino, di Caselle o di Cuneo Levaldigi non è Alitalia. Quindi, in questo momento, se facciamo fatica è perché non contiamo niente, non perché Alitalia va bene, va male, sono riusciti a fare o non sono riusciti a fare. Perché ci sono altri contesti in cui Alitalia la presenza la garantisce. È qui che si stanno disimpegnando, è qui che non siamo riusciti a fermare Ryanair, è qui che comunque, anche a causa di una contrazione più forte dell'economia piemontese rispetto ad altri contesti, anche grazie ad uno spopolamento di molte delle nostre realtà urbane che prima invece costituivano poli di attrazione, abbiamo un orizzonte completamente diverso.
Quindi, mi sento di dire che raccolgo positivamente tutti i contributi che sono stati dati, che non arretriamo neanche rispetto al nostro dovere che è quello di "non buttare via, insieme all'acqua sporca, anche il bambino" sul tema di Cuneo-Levaldigi, e che mi auguro di poter avere un riscontro al più presto rispetto alla proposta avanzata, insieme al Presidente, di una concertazione rispetto al futuro del sistema aeroportuale del Piemonte e della Lombardia. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Bonino.
Passiamo ora ai due ordini del giorno collegati al dibattito.
Il primo è il n. 1091, che ha per oggetto "Caselle fuori dal piano strategico di Alitalia", con delle modifiche apportate dal primo firmatario, la collega Montaruli. Le modifiche sono comunque online. Chi vuole, le potrà verificare. Poi, voteremo l'ordine del giorno n. 1097 avente ad oggetto "Quali strategie per il rilancio dell'Aeroporto di Caselle?", con il collega Gariglio come primo firmatario.



(Commenti del Consigliere Gariglio)



PRESIDENTE

Il primo ad essere votato sarà il suo, di cui lei è primo firmatario...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusatemi, il primo è l'ordine del giorno n. 1091, presentato della collega Montaruli, perché è già stato protocollato il 18 settembre; mentre il suo, che è stato presentato il 2 ottobre, sarà votato come secondo.
Se qualcuno non trovasse la correzione, do lettura del testo definitivo che impegna la Giunta regionale "ad attivarsi presso SAGAT e Alitalia affinché la Compagnia di bandiera garantisca la propria presenza all'aeroporto di Caselle anche in futuro e, quindi, nel prossimo CdA di SAGAT sia esplicitato il piano pluriennale e sia inserita nelle osservazioni sul piano nazionale la necessità di una corretta ed uniforme applicazione delle politiche di co-marketing da parte degli enti locali".
Procediamo con la votazione dell'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Montaruli.
Il parere della Giunta regionale è positivo.
Il numero legale è 28.



(Commenti del Consigliere Ronzani)



PRESIDENTE

Colleghi, quando metteremo in votazione...



(Commenti dell'Assessore Bonino)



PRESIDENTE

Assessore Bonino, mi scusi.
Su entrambi gli ordini del giorno c'è il parere positivo della Giunta regionale.
Procediamo con la votazione dell'ordine del giorno n. 1091.
Il numero legale è sempre 28.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1091, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che Alitalia è il principale gruppo di trasporto passeggeri operante in Italia l'hub di Alitalia è l'aeroporto Leonardo Da Vinci di Roma Fiumicino la Compagnia dispone inoltre di basi presso gli aeroporti di Torino Linate, Malpensa, Venezia, Napoli e Catania considerato che nel mese di luglio 2013, Alitalia ha presentato il piano industriale 2013 2016, in cui non si è evidenziato alcun piano di crescita per l'aeroporto Pertini di Caselle la Compagnia ha previsto la concentrazione delle sue attività nazionali ed internazionali sull'aeroporto di Roma Fiumicino e su Malpensa e Linate ritenuto la penalizzazione dell'aeroporto di Caselle da parte di Alitalia comporta forti preoccupazioni sia in termini occupazionali che di progressivo isolamento del territorio piemontese i lavoratori di Caselle rischierebbero la cassa integrazione ed i dipendenti Alitalia che lavorano presso l'aeroporto di Caselle sarebbero costretti al trasferimento a Roma si assisterebbe, inoltre, al progressivo isolamento di Torino e di tutti i piemontesi ritenuto inoltre che la Città di Torino diventerà a breve sede dell'Authority dei trasporti impegna la Giunta regionale ad attivarsi presso SAGAT e Alitalia affinché la Compagnia di bandiera garantisca la propria presenza all'aeroporto di Caselle anche in futuro e quindi, nel prossimo CdA di SAGAT sia esplicitato il piano pluriennale e sia inserita nelle osservazioni sul piano nazionale la necessità di una corretta ed uniforme applicazione delle politiche di co-marketing da parte degli enti locali".
Il Consiglio approva.
Il numero legale è sempre 28.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1097, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che da anni l'aeroporto di Caselle evidenzia dati di traffico che contrastano con la rilevanza della Città di Torino e dei territori circostanti; i dati recenti inoltre documentano in modo inoppugnabile una tendenza ad un ulteriore peggioramento: considerando l'intero 2013 (da gennaio ad agosto) il numero dei voli atterrati e decollati è sceso del 15,2% (contro il 6,7 medio nazionale), il numero di passeggeri è sceso dell'11,4% (contro il 2,9 medio nazionale) e le merci sono scese del 1,2% (mentre a livello nazionale sono aumentate dello 0,7%); Caselle è, nel periodo considerato, il quattordicesimo aeroporto a livello nazionale la decadenza del maggiore scalo piemontese appare ancora più chiara se si considerano gli ultimi dati disponibili, quelli di agosto 2013, dove rispetto allo stesso periodo del 2012, il numero dei voli atterrati e decollati è sceso del 16% (contro il 4.8% medio nazionale), i passeggeri del 12,3% (rispetto all'1,9% di media nazionale), le merci del 5,8% (mentre a livello nazionale aumentano dell'1,7%); l'aeroporto di Caselle risulta secondo i dati del mese di agosto, sceso al sedicesimo posto tra gli aeroporti italiani questa tendenza negativa va avanti da anni, se si considera che prima della crisi Caselle si trovava all'undicesimo posto tra gli aeroporti italiani, collocazione già di per sé non corrispondente alla rilevanza di Torino, ma certamente migliore rispetto ad oggi considerato che dopo un lungo periodo passato a contrattare un maggior impegno di Ryanair, senza risultati concreti, si assiste oggi alla messa in discussione del ruolo di Alitalia nello scalo numerose compagnie hanno fortemente ridotto o interrotto alcune delle tratte più frequentate (es. Blu-Express e Meridiana sulla tratta Torino Roma) ricreando condizioni di monopolio di fatto che spingono i prezzi verso l'alto, rendendo l'aeroporto ulteriormente meno attrattivo, con un circolo vizioso al ribasso da cui scaturiscono i dati sopra richiamati Caselle continua ad essere l'unico aeroporto di una grande città italiana a non avere una base di una compagnia low cost la Regione Piemonte partecipa a SAGAT S.p.A., società concessionaria dell'aeroporto di Caselle, attraverso Finpiemonte Partecipazioni S.p.A. che detiene una quota pari all'8% del capitale sociale sarebbe estremamente riduttivo considerare la gestione di un aeroporto mera attività economica della società concessionaria, dal momento che lo sviluppo dei collegamenti rappresenta un elemento di sviluppo per il territorio da un punto di vista economico e turistico impegna il Presidente e la Giunta regionale del Piemonte a relazionare sulle posizioni assunte da Finpiemonte Partecipazioni S.p.A. entro SAGAT S.p.A., in specifico sulle strategie di sviluppo e sull'adeguatezza dell'attuale management nel perseguirle a formulare con urgenza, con il concorso del Consiglio Regionale, un piano di rilancio dell'aeroporto di Caselle, che dovrà essere sostenuto sia in qualità di azionista attraverso Finpiemonte Partecipazioni S.p.A., sia per il ruolo istituzionale che la Regione riveste".
Il Consiglio approva.
Prima di chiudere i lavori, ricordo che la IV Commissione è convocata in Sala Morando. Grazie a tutti e buon lavoro.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.04)



< torna indietro