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Dettaglio seduta n.376 del 01/10/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Comba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 17 settembre 2013.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Burzi, Carossa, Casoni, Cattaneo Cota, Gregorio, Marinello e Montaruli.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 24 sette 2013.


Argomento:

d) Insediamento Commissione Speciale


PRESIDENTE

Comunico che è avvenuto l'insediamento della Commissione Speciale. In data 30 settembre 2013 si è insediata la Commissione Speciale con compiti di indagine conoscitiva per la promozione della cultura della legalità e per il contrasto di ogni forma di criminalità organizzata.
stato eletto Presidente della Commissione Speciale il Consigliere Andrea Buquicchio e sono stati eletti Vicepresidenti i Consiglieri Daniele Cantore e Andrea Stara.


Argomento:

e) Variazione Vicepresidenza Commissioni consiliari


PRESIDENTE

Comunico che in data 30/09/2013 il Consigliere William Casoni è stato eletto Vicepresidente della II Commissione, in sostituzione del dimissionario Franco Maria Botta ed è stato eletto Vicepresidente della III Commissione il Consigliere Paolo Tiramani.


Argomento:

f) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 27 settembre 2013 le seguenti leggi regionali ed ha deliberato la non impugnativa: LR n. 15 del 6/8/2013 "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2012" e LR n. 16 del 6/8/2013 "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2013 e al bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2013-2015".


Argomento:

g) Ricevimento delegazione Sindaci della Val Bormida


PRESIDENTE

Informo inoltre che, a seguito di quanto deciso nel corso della riunione della Conferenza dei Gruppi consiliari tenutasi l'11 settembre u.s., oggi alle ore 13, presso la sala Viglione, sarà ricevuta una delegazione dei sindaci dei Comuni della Valle Bormida.


Argomento:

h) Ricevimento delegazione organizzazioni sindacali dei pensionati


PRESIDENTE

Comunico inoltre che a seguire, alle ore 14, sempre presso la sala Viglione verrà ricevuta una delegazione di organizzazioni sindacali di pensionati.
Ricordo infine che oggi alle ore 18.30 è convocata in sala A la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1655 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Possibili violazioni della legge regionale n. 24 del 24/10/2002"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", iniziamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1655.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'interrogazione verte su un tema per noi molto rilevante, quello dell'inceneritore di Torino (zona Gerbido) e riguarda una possibile violazione di una norma di legge regionale, quindi pertinente all'Amministrazione regionale.
Quindi, non riguarda in questo caso i continui sforamenti degli inquinamenti, gli incidenti e le chiusure che avvengono, e che si sono susseguite ancora qualche giorno fa, all'impianto e di cui abbiamo già avuto modo di discutere con i vertici di TRM in una specifica Commissione ambiente.
La legge regionale n. 24/2002, che è la legge quadro sui rifiuti e la gestione della questione rifiuti, assegna le competenze attribuite alla Regione dal Titolo V della Costituzione.
Il comma 3 dell'articolo 10 di questa legge prevede che nei casi in cui l'attività di realizzazione e gestione degli impianti tecnologici di recupero e smaltimento dei rifiuti, quindi discariche e/o inceneritori, nel caso in cui siano caratterizzati da tecnologia complessa o dove sussistano ragioni di sicurezza e di osservanza degli standard di qualità del servizio, la stessa attività deve essere separata con attribuzione a soggetti diversi dalla attività di gestione in forma integrata dei conferimenti separati dalla raccolta differenziata, della raccolta e del trasporto.
Quindi, la gestione della raccolta dei rifiuti deve sempre separata dalla gestione dello smaltimento, quindi discarica e incenerimento. Questo per un motivo ovvio; mi sembra una norma talmente condivisibile da essere lapalissiana ed evidente a tutti la motivazione per la quale è stata scritta nel 2002 dal legislatore: evitare che l'operatore che guadagna dallo smaltimento - perché il conferimento in discarica o impianto di incenerimento si paga ed è un tot a tonnellata di rifiuti e parliamo di oltre 100 euro a tonnellata anche per l'inceneritore di Torino - potesse in qualche modo non essere tanto invogliato a fare la raccolta differenziata dei rifiuti, perché quella invece è un costo, nel senso che c'è un contratto di servizio e ovviamente comporta una spesa per effettuarla, che comunque - noi lo ricordiamo sempre - si copre con il conferimento alla piattaforma di riciclo di CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) con cui tramite la vendita di materiali, si ripaga il costo.
Però tendenzialmente si dice che lo smaltimento è remunerativo, mentre la raccolta differenziata no.
L'interrogazione riguarda l'oggetto di vendita dell'80% delle quote di TRM (la società di Trattamento Rifiuti Metropolitana) che aveva l'affidamento in house della gestione oltre che della costruzione dell'inceneritore di Torino e del 49% delle azioni di AMIAT.
Le quote sono state assegnate sia per TRM sia per AMIAT ad una ATI (Associazione Temporanea di Imprese) al cui interno c'era la stessa compagine industriale o imprenditoriale, ovvero sia IREN. Che poi fosse IREN Piemonte o IREN Emilia o IREN Ambiente, poco cambia.
Quindi, chiedo, se la Giunta ha letto approfonditamente l'interrogazione, se c'è una possibile violazione della legge n. 24/2002 e se fosse così, se e quali provvedimenti voglia intraprendere la Giunta regionale in merito. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Quaglia, su delega dell'Assessore Ravello, che ha pertanto facoltà di intervenire.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

La legge regionale n. 24/2002 "Norme per la gestione dei rifiuti" avvalendosi della facoltà attribuita alle discipline di settore dal terzo comma dell'articolo 113 del decreto legislativo 267/2000 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali), aveva previsto la separazione tra la gestione degli impianti e l'erogazione del servizio di raccolta dei rifiuti all'unico scopo di rendere possibile l'affidamento diretto (e cioè senza gara) della gestione degli impianti.
L'articolo 113 del d.lgs. 267/2000, come modificato dall'articolo 35 della legge n. 448/2001 (Finanziaria 2001), imponeva infatti in via generale l'individuazione del gestore del servizio solo previo espletamento di procedura ad evidenza pubblica.
L'unica ipotesi di deroga possibile al sistema della gara era prevista dal comma 3 dello stesso articolo 113 del d.lgs. 267/2000, che consentiva di optare per l'affidamento in house providing solo nel caso in cui le specifiche discipline di settore prevedessero la separazione tra attività di erogazione del servizio e quella di gestione degli impianti, delle reti e delle altre dotazioni.
Effettuando la scelta di separare l'attività di gestione degli impianti da quella di erogazione del servizio, la l.r. 24/2002 aveva quindi posto le condizioni affinché gli enti locali potessero scegliere tra modalità di affidamento diretto a società pubbliche e affidamento mediante gara della gestione degli impianti di trattamento, smaltimento e recupero dei rifiuti.
Nell'ipotesi in cui la separazione non fosse stata prevista con la legge regionale (quale disciplina di settore) l'intero servizio (raccolta e gestione impianti) sarebbe stato affidato mediante procedura ad evidenza pubblica.
Va rilevato peraltro che, successivamente all'entrata in vigore della legge regionale n. 24/2002, il quadro normativo nazionale che disciplina l'organizzazione dei servizi pubblici locali è totalmente mutato più volte.
Con l'ultimo intervento riformatore dell'articolo 113 del decreto legislativo n. 267/2000, per effetto dell'articolo 14 del decreto legge convertito n. 269/2003 e della legge n. 350 del 2004, il legislatore nazionale ha reintrodotto, anche con riferimento all'erogazione dei servizi agli utenti, il modello dell'affidamento diretto (in house) a società totalmente pubbliche dei servizi pubblici locali di rilevanza economica.
Alla luce di tali disposizioni, poiché la previsione della separazione non costituiva più condizione essenziale per poter procedere all'affidamento diretto, l'Amministrazione regionale non ha più proceduto ad alcuna verifica di incompatibilità in tal senso, ritenendo di fatto facoltativa e non obbligatoria la predetta separazione.
La disciplina in materia di affidamento dei servizi pubblici locali ha ancora subito successivi cambiamenti, e precisamente: il primo ad opera dell'articolo 23 bis del decreto legge n. 112/2008 convertito dalla legge n. 133/2008, che ha abrogato l'articolo 113 del decreto legislativo n. 267/2000, che è stato a sua volta abrogato in seguito all'esito del referendum popolare del 12 e 13 giugno 2011 il secondo ad opera dell'articolo 4 del decreto legge n. 138/2011 recante "Adeguamento della disciplina dei servizi pubblici locali al referendum popolare alla normativa dell'Unione europea", poi dichiarato incostituzionale, poiché la disciplina dal medesimo introdotta coincideva con quella già contenuta nell'articolo 23 bis.
Al momento, pertanto, vigono esclusivamente i principi dell'ordinamento comunitario, che consentono le tre tipiche tipologie di affidamento: la gara ad evidenza pubblica, la società mista con socio privato individuato a seguito di gara e l'affidamento diretto corredato dal c.d. controllo analogo (c.d. in house providing).
Ciò che interessa evidenziare al termine di questo excursus normativo di cui copia va al Consigliere, naturalmente - è che, allo stato attuale nessuna norma statale o comunitaria prevede l'obbligo di separazione tra la gestione degli impianti e l'erogazione del servizio di raccolta dei rifiuti, né in linea generale, né al fine di consentire l'affidamento diretto del servizio, e che conseguentemente il disposto dell'articolo 10 comma 3, della legge regionale n. 24/2002 ha perso con il tempo ogni sua ragione d'essere.
Inoltre, mi pare di ricordare che, nel corso di un dibattito, già l'Assessore Ravello aveva proposto un emendamento che abrogava questo comma.
A ciò si aggiunga che, nel frattempo, si è sviluppato un ormai consolidato orientamento giurisprudenziale che, riconducendo la disciplina dell'affidamento dei servizi pubblici di rilevanza economica a materia di esclusiva competenza statale in quanto rientrante nella più ampia materia della "tutela della concorrenza" di cui all'articolo 117, comma 2, lettera e), della Costituzione, nega ogni potestà normativa in merito al legislatore regionale.
Ne consegue che la legittimità dell'operazione illustrata dal Consigliere Bono e volta a costituire un'unica azienda che si occupi sia della raccolta, sia dello smaltimento dei rifiuti urbani per la Città di Torino e per il restante territorio provinciale, va valutata esclusivamente in riferimento alla vigente normativa statale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Quaglia.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione n. 1754 presentata dai Consiglieri Cerutti e Bono, inerente a "Progetto di ristrutturazione della borgata Troncea a Pragelato (TO)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 1754.
La parola all'Assessore Vignale per la risposta.



VIGNALE Gian Luca, Assessore ai parchi

Grazie, Presidente.
Al di là della risposta scritta, che, ovviamente, posso fornire ai colleghi, occorre inquadrare la situazione della borgata Troncea: ancorch vi sia stata una lunga discussione mediatica della riqualificazione ricostruzione - insomma, chiamatela come credete - della borgata Troncea va ricordato che, da un punto di vista delle norme, ancorché il Piano Regolatore di Pragelato consenta la costruzione dove esisteva la cubatura che esiste ancora - il Piano d'Area del parco non lo consente. Anche da questo punto di vista, va sottolineata questa anomalia.
I colleghi ricordano che il parco Alpi Cozie è diventato tale per sommatoria di singoli parchi che si sono uniti. Se il Piano d'Area, per esempio, dell'Orsiera Rocciavré non ha i vincoli che pone il Piano d'Area della Val Troncea, il Piano d'Area della Val Troncea pone dei vincoli quindi, ad oggi, a Piano d'Area non modificato, non è possibile attivare alcuna modalità di ricostruzione.
La legge regionale n. 19 prevede che sia il parco a sottoporre eventuali modifiche alla Giunta regionale e che alla Giunta regionale competa di analizzarle, in sede di V Commissione, prevedendo tutto ciò che è citato dall'articolo 26 della legge n. 19. Cioè, il parere della comunità, e non solo del parco; i tempi di espressione per la variante; la comunicazione per dare a qualunque cittadino la possibilità di presentare osservazioni - questo è quanto prescrive la legge - poi, vi è l'opportunità di una presentazione in Giunta regionale, ma, ad oggi, questo non è avvenuto. Quindi, attualmente, questa è una discussione che è avvenuta più sulle pagine dei giornali che non da un punto di vista amministrativo all'interno della Giunta.
evidente che, però, non mi sottraggo alla risposta, nel senso che questo è l'aspetto tecnico, e l'aspetto tecnico è così. Cioè, ad oggi rispetto ad un anno fa, due anni fa, sei mesi fa, non è cambiato assolutamente nulla.
Una valutazione, invece, credo vada fatta relativamente non solo al parco della Val Troncea, ma complessivamente rispetto alle possibilità che esistono all'interno dei parchi, perché gli interroganti segnalano la possibilità di un pericoloso precedente che garantirebbe la - dico male cementificazione dei parchi piemontesi.
Ricordo che così non è da un punto complessivo, cioè, laddove i Piani d'Area consentano interventi di riqualificazione urbanistica e di ricostruzione compatibili con i vigenti piani regolatori, all'interno dei parchi piemontesi si può costruire.
Le misure di conservazione su cui stiamo lavorando consentiranno anche che ciò avvenga senza una serie di interventi valutativi, a volte eccessivi, ma non è questo il caso. Per esempio, noi abbiamo fatto la legge, per cui qualunque intervento di tipo edilizio all'interno dei parchi piemontesi, non avendo noi oggi le misure di conservazione, sono soggetti a valutazione di incidenza ambientale, anche se - faccio un esempio concreto si dovesse trasformare un bagno per bagno per disabili (o altre situazioni così piccole) o anche l'ampliamento di un'area agricola sarebbero oggetto di valutazioni di incidenza.
Quando avremo le misure di conservazione - probabilmente ne discuteremo con la Commissione competente - questo non sarà più necessario.
Vi è poi l'aspetto della ricaduta economica in aree montane.
evidente che si tratta di un'area delicata, perché è un'area protetta, in quanto ci troviamo a 1.900 metri; ma è altrettanto evidente senza intervenire direttamente nel merito, che occorrono interventi di riqualificazione o ricostruzione all'interno delle aree montane, che ovviamente abbiano tutti i presupposti necessari.
La Facoltà di Architettura dal 2009 ha riaperto l'Istituto di architettura montana, con cui la Regione collabora e con cui ha tutta una serie di parametri per l'edificazione in area montana, per evitare che avvengano alcune, diciamo non proprio bellezze, che in passato sono state realizzate anche nelle aree montane.
Secondo me, occorre sempre trovare un equilibrio fra la tutela e la garanzia di sviluppo economico, nel senso che è evidente che la realizzazione di nuove unità abitative non solo pone un immediato vantaggio, perché c'è qualcuno che le costruisce, ma lo pone anche successivamente, perché ricordiamoci che nelle nostre aree montane ancorché sia verosimile pensare che a 1.900 metri non avremo dei residenti ma villeggianti o strutture ricettive.
Oggi ne esiste già una all'interno di quel nucleo abitativo, grazie anche ai villeggianti e alle strutture ricettive che vivono alcune parti della nostra montagna, perché se dovessero vivere esclusivamente con i residenti presenti, avrebbero molte difficoltà.
Quindi, a fronte di una valutazione tecnica rispetto agli atti, che oggi non ci sono, vi è anche una valutazione di carattere politico generale, che può valere per la Val Troncea, come anche per altre realtà che va tenuta in considerazione anche rispetto all'omogeneità.
evidente che appare paradossale, pur nella differenza fra le varie aree protette della nostra regione, che se voglio fare un intervento di riqualificazione o ricostruzione edilizia in un versante non lo posso fare se invece lo voglio fare nell'altro versante, cioè nel Parco Orsiera Rocciavré, lo posso fare e ne sono stati fatti.
Da questo punto di vista, occorre trovare un'omogeneità che non rischi di penalizzare alcune realtà rispetto ad altre.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta, anche se comprendo che i termini della stessa sono, in questo momento, di carattere diplomatico. Tuttavia dalle sue parole si evince già quella che potrebbe essere una sua valutazione di carattere politico che, se posso dire, preoccupa chi ha presentato l'interrogazione e tutti coloro che stanno portando avanti quella che lei ha definito, al momento, la discussione mediatica, con la raccolta di firme.
Sicuramente valgono le valutazioni generali e il fatto che, al momento non ci sia ancora nessun atto amministrativo, come anche la considerazione che all'interno della realtà dei parchi si possa costruire.
In questo modo, rispetto alle sue ultime parole, c'è un'esigenza di omogeneità e, quindi, di portare avanti interventi che non salvaguardino soltanto un'area, ma che abbiano un'attenzione generale, senza fare favoritismi ad un'area rispetto ad un'altra.
chiaro che quelle che abbiamo cercato di evidenziare nell'interrogazione sono delle caratteristiche peculiari che andrebbero, in realtà, a non tutelare quella che invece è una zona che certamente dovrebbe essere tutelata. Lei dice che ci vuole un equilibrio tra tutela e sviluppo economico. Credo che, per quanto riguarda le scelte cui ottemperare dal punto di vista politico, la tutela abbia però una priorità maggiore rispetto allo sviluppo economico o, comunque, lo sviluppo economico pu essere perseguito in altre aree.
Credo che l'Assessore abbia ben presenti le considerazioni fatte, che ci fanno dire appunto che la Val Troncea è riconosciuta come sito di interesse comunitario, è una zona appunto a protezione speciale.
Assessore, lei dice che non ci saranno dei residenti tutto l'anno, ma piuttosto dei villeggianti, però credo che questa presenza andrebbe a interferire rispetto ad una zona e un habitat per il quale, invece, è necessario dare priorità alla tutela.
Quindi, crediamo che certamente ci sarà modo di affrontare successivamente la questione. Tuttavia, ascoltando le parole con le quali ha esordito, siamo un po' preoccupati già di quello che si legge nel suo discorso e crediamo invece che, rispetto all'equilibrio, come ripeto, fra tutela e sviluppo economico, in queste situazioni debba essere data maggiore priorità alla tutela.
La ringraziamo per la parte della risposta più di carattere tecnico, ma credo che avremo modo di continuare la discussione mediatica, in modo da far comprendere quale possa essere l'intenzione e l'attenzione da parte di coloro che possono essere interessati in forma diretta e indiretta. In tal modo, oltre alla valutazione di incidenza ambientale con delle considerazioni che devono essere certamente di carattere tecnico, sarà possibile arrivare, nel momento in cui si dovrà decidere, a decisioni legate a quello che può essere un indirizzo politico da esprimersi all'interno del Consiglio regionale, tenuto conto però anche delle indicazioni che vengono, diciamo, dal mondo circostante.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.



PRESIDENTE

BONO Davide (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, posso intervenire?



PRESIDENTE

Le posso dire che soltanto una persona può intervenire. Mi spiace.
Abbiamo esaurito i tempi. Le chiedo scusa, Consigliere Bono.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione n. 1693 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Progetto di un campo da golf nella Riserva naturale dì Fondo Toce"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 1693; essendo un'interrogazione ordinaria, non è prevista l'illustrazione.
La parola all'Assessore Vignale per la risposta.



VIGNALE Gian Luca, Assessore alle aree protette

Grazie, Presidente.
Abbia pazienza la collega Cerutti se do lettura della risposta scritta ma è una materia un po' più tecnica, quindi non voglio dimenticare degli aspetti.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, acquisiti i necessari elementi di informazione ed aggiornamento presso l'Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, si riferisce quanto segue.
L'Ente di gestione dell'area protetta ha ricevuto nel mese di aprile 2012, da soggetti privati, una proposta per la modifica del Piano naturalistico della Riserva naturale di Fondo Toce, che costituisce anche Piano di gestione dei SIC/ZPS "Fondo Toce" (individuato nell'ambito della Rete Natura 2000), al fine di inserire la previsione di realizzazione di un campo da golf nel Comune di Verbania.
Si precisa che attualmente il vigente Piano naturalistico/Piano di gestione non consente la realizzazione del campo da golf nell'area individuata; al proposito si rammenta che tale strumento è adottato dall'Ente di gestione ed approvato dalla Giunta Regionale, ai sensi della l.r. 19/2009 e che la stessa procedura è seguita anche nelle relative varianti.
Nel merito si segnala, inoltre, che l'ARPA Piemonte - con note del 29 novembre 2012 - ha fornito all'Ente di gestione un contributo tecnico scientifico sul progetto, esprimendo notevoli perplessità e criticità sulla sua attuazione in relazione alle possibili interferenze con gli habitat naturali e le specie tutelate.
L'Ente di gestione, ritenendo non opportuno esaminare una proposta di modifica dello strumento di pianificazione della Riserva SIC e ZPS avanzata da un soggetto privato, trattandosi peraltro di variante non finalizzata specificatamente al raggiungimento di obiettivi conservazionistici, ha deliberato, con provvedimento del Consiglio Direttivo n. 57 del 20 dicembre 2012, che la proposta potrà essere esaminata e valutata solo qualora sia presentata dall'Amministrazione Comunale.
La posizione dell'Ente di gestione risulta condivisibile: il Comune pare infatti l'Ente territoriale appropriato al fine di verificare in prima analisi la coerenza della proposta con le linee programmatiche settoriali in ambito sportivo e turistico, valutandone inoltre le ricadute di tipo urbanistico, occupazionale.
Nel caso in cui pervenisse la proposta di modifica del Piano naturalistico/Piano di gestione da parte del Comune di Verbania, saranno avviate le procedure di valutazione previste dalla normativa vigente Valutazione Ambientale Strategica e Valutazione d'Incidenza - di competenza regionale, sempre che l'Ente di gestione intenda procedere con l'adozione della variante di piano.
Si ritiene che soltanto nell'ambito delle succitate procedure valutative la Regione, acquisiti i dati tecnico-scientifici necessari, sarà in grado di esprimere un parere di merito alla proposta, che tenga conto di tutti i possibili impatti e delle interferenze dell'impianto sportivo sulle componenti ambientali-naturalistiche che caratterizzano l'area di Fondo Toce.
Detto ciò, che ovviamente trasmetterò, non voglio che però appaia come una risposta tecnica. Come la collega Cerutti sa bene, noi qui di tecnico non diciamo nulla, salvo ricordare alcuni passaggi.
evidente che vi sono situazioni che sono differenti. Nella situazione di cui parlavamo precedentemente, è una valutazione in cui, come ricordava la collega Cerutti, bisogna capire se l'aspetto della conservazione prevale su quello, diciamo, della tutela e dello sviluppo insieme.
In questo caso, vi è una situazione un po' differente, posto che non vi ancora è stata alcuna proposta di valutazione agli Uffici regionali, per anche in questa situazione, qualora avvenisse, noi ci troveremmo di fronte a due differenti tipologie di valutazione. Una davvero meramente tecnica perché VAS e VIA non sono certo - fortunatamente, salvo in minima parte relativamente alla VAS - minimamente legate a una valutazione di carattere politico. Cioè, lì si fa davvero una valutazione tecnica, tant'è che - lo ricordavo già per Le Vaude - non interveniamo, fortunatamente, sugli aspetti diciamo scientifici rispetto alla valutazione. È evidente che c'è un secondo aspetto che, invece, è l'ipotetica o, comunque, una proposta di modifica del piano d'area, ed è questo il punto di competenza della Giunta regionale, con tutti i passaggi che già precedentemente ricordavo.
Quindi, in molti casi che riguardano le aree protette l'aspetto che possiamo definire più tecnico, legato al fatto che, al di là della volontà politica, non vi sia un'incidenza ambientale negativa, al di là della valutazione in sé, ovviamente, poi si accompagna con una possibile valutazione negativa.
altrettanto evidente, però vale per questo, come per la risposta precedente, che a fronte di una non presentazione di documentazione seguiamo le dinamiche mediatiche - perché anche di questo si è parlato sui giornali locali - e non ci sottraiamo.
evidente che una valutazione, come farebbe qualunque ente, la esprime formalmente nel momento in cui viene avanzata una proposta.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Vignale.
La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
L'aspetto di carattere tecnico-procedurale consiste nel fatto che il Comune non ha ancora deciso di fare dei passi in questa direzione.
Pertanto, finché il Comune non agisce o non decide di andare nella direzione delle modifiche, affinché sia possibile attuare questo progetto la questione è ferma.
Naturalmente ci sono delle valutazioni tecniche e mi permetto di ricordare che il parere dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale è contrario a questa realizzazione. Questo può essere considerato un parere di carattere tecnico e ritengo che non sia un elemento di poco conto.
Ci sono, altresì, delle valutazioni di carattere tecnico-politico, che noi riportiamo e di cui crediamo non si possa non tenere conto.
Infine, ma non ultimo, dal punto di vista delle considerazioni, a circa un chilometro di distanza c'è già un altro campo da golf (c'è addirittura un'inflazione di campi da golf!) e sappiamo che questi, dal punto di vista dell'impatto ambientale, non sono da sottovalutare, in termini negativi.
Anche in questa interrogazione abbiamo voluto porre la questione dal punto di vista mediatico. Forse, in questo caso, ancor più che in quello precedente, le considerazioni di carattere tecnico indicano di non intraprendere tale percorso.
Chiaramente, se il Comune seguirà questa indicazione, non ci saranno problemi, ma consideriamo opportuno porre una bandierina per vedere cosa dovrà o potrà fare la Regione nel caso in cui il progetto venga presentato.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione n. 1681 presentata dal Consigliere Pedrale, inerente a "Garantire ai lavoratori mezzi pubblici con orari idonei agli orari di lavoro"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1681 presentata dal Consigliere Pedrale.
Risponde l'Assessore Quaglia, su delega dell'Assessore Bonino.
Prego, Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
In relazione ai quesiti posti con l'interrogazione suddetta, si comunica quanto segue.
Dal 9 dicembre 2012 è stato attuato il progetto denominato "Servizio ferroviario Metropolitano" (SMF), volto a favorire la mobilità a medio corto raggio e rendere agevole l'interscambio tra le diverse linee con altri sistemi di trasporto, migliorando sia i collegamenti da e per Torino sia i collegamenti tra i diversi centri dell'area metropolitana sia infine, gli spostamenti rapidi tra diverse zone della città.
Il Servizio Ferroviario Metropolitano rappresenta una vera e propria rivoluzione nel campo dei trasporti piemontesi, reso possibile dal completamento dei lavori di potenziamento del passante ferroviario di Torino e dalla completa riorganizzazione dei servizi ferroviari esistenti.
SMF è composto da cinque linee cadenzate ogni 30 minuti nelle fasce orarie di punta ed all'ora nelle restanti ore della giornata.
Caratteristiche del SMF sono le linee passanti e coordinate, il cadenzamento regolare del servizio senza interruzioni nel corso della giornata, la frequenza dei treni nella parte centrale urbana.
L'orario cadenzato è connotato da due elementi fondamentali: la standardizzazione dei servizi e la loro ripetizione ad intervalli regolari.
Gli altri servizi ferroviari regionali, rispetto al nuovo sistema orizzontale sulle direttrici Torino-Ivrea-Aosta, Ivrea-Chivasso-Novara Chivasso-Novara, Chivasso-Casale Monferrato, Biella-Santhià e Vercelli Casale si integrano al sistema sopradescritto.
Pertanto, i cosiddetti "treni spot", tra i quali rientravano anche i treni diretti per e da Torino: n. 10122 con partenza dal Casale Monferrato alle ore 6.17, e le altre fermate, e il n. 10099, che parte da Torino Porta Nuova alle 18.10 e arriva a Casale Monferrato alle 19.38, non possono più coesistere con il sistema dei servizi metropolitani cadenzati.
Nelle stazioni principali di Torino e nelle stazioni di ingresso nell'area metropolitana (cosiddette "stazioni porta") avviene l'interscambio tra i vari servizi. Ad esempio nella "stazione porta" di Chivasso avviene l'interscambio con la linea metropolitana FM2 e il sistema dei treni regionali da e per Novara, Casale Monferrato/Alessandria e Ivrea.
In particolare, il collegamento del mattino viene svolto dal treno 10122 che parte dal Casale alle ore 6.29, ferma a Crescentino alle 7.04, a Chivasso alle 7.25 e a Chivasso è prevista la coincidenza con il treno della linea FM2 n. 4580 che arriva a Chivasso alle 7.31 e a Porta Susa alle 7.55, Torino Lingotto alle 8.03, Pinerolo alle 8.42. In alternativa, c'è il treno n. 2004 da Milano che arriva a Chivasso alle 7.44 e a Torino Porta Susa alle 7.58.
Si fa inoltre presente che il giorno 2 luglio 2013 si è tenuta presso gli Uffici dell'Assessorato ai trasporti una specifica riunione con i rappresentanti del Comune di Crescentino e del Comitato pendolari linea Casale-Chivasso, al fine di approfondire le problematiche riguardanti il predetto treno 10122.
Durante l'incontro è stato reso noto che la Regione sta elaborando la riorganizzazione dei servizi ferroviari per il cambio di orario di dicembre 2013 della direttrice sud-est (Torino-Genova) e delle linee affluenti: istituzione linea SFM6 Torino Stura-Asti, servizi cadenzati.
Tale progetto prevede il cadenzamento dei servizi sulla direttrice Chivasso-Casale Monferrato-Alessandria. Nella predisposizione degli orari si terrà conto anche della richiesta di arrivo anticipato del treno 10122.
Per quanto attiene invece al mancato rinnovo della convenzione Formula da parte della ditta STAC Autoticino srl, si intende avviare un confronto con la Provincia di Vercelli, soggetto di delega ex LR 1/2000 competente alla programmazione dei servizi sulla direttrice in oggetto, la cui gestione è affidata alla citata azienda, teso al ripristino della tariffa Formula senza ulteriori oneri e disagi per l'utenza.
Copia dell'interrogazione è a disposizione del Consigliere.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Quaglia.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Ringrazio l'Assessore Quaglia che, su delega dell'Assessore Bonino, ha svolto la comunicazione.
Vorrei poi avere a disposizione la copia scritta dell'interrogazione.
Sono parzialmente soddisfatto della risposta alla mia interrogazione perché non vi è ancora un impegno preciso ed un accordo siglato ufficialmente tra Regione e Ferrovie dello Stato sull'anticipo di arrivo del treno n. 10122, sulla linea Casale Monferrato-Chivasso, che ha provocato una serie di disagi notevoli per i pendolari di quella zona.
Com'è noto, questi utenti - lavoratori e studenti - con il posticipo dell'orario rispetto agli anni scorsi, non riescono, materialmente, a prendere la coincidenza a Chivasso per Torino Porta Nuova, quindi arrivano in ritardo sui posti di lavoro, nelle scuole e poi perdono tutta una serie di altre coincidenze con gli autobus e con il servizio metropolitano torinese.
Mi fa piacere, anche a seguito delle numerose sollecitazioni, che l'Assessorato ai trasporti stia prendendo in considerazione di ritornare al vecchio orario.
Basterebbe che sulla linea Casale Monferrato-Chivasso i treni fermassero nelle stazioni intermedie sei-sette minuti prima di quello che avviene attualmente, per consentire la coincidenza a Chivasso.
Da questo punto di vista, mi aspetto e spero di più da parte dell'Assessorato regionale. Che questa cosa non solo venga annunciata, ma venga siglata al più presto, magari con l'orario invernale dei treni che come mi pare, scatta il 9 dicembre.
Sull'abbonamento Formula è davvero singolare il comportamento del gestore privato. Mi auguro che quanto scritto e detto nella risposta da parte dell'interrogazione avvenga al più presto, cioè che la Regione e la Provincia di Vercelli si facciano sentire pesantemente con questo gestore quindi vengano ripristinate le condizioni di qualche mese fa, e non ci siano discriminazioni verso i pendolari che hanno l'abbonamento Formula. Mi auguro davvero che questo avvenga.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Pedrale.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1716 presentata dai Consiglieri Angeleri, Carossa e Maccanti, inerente a "Coordinata di partecipazione delle scuole statali e paritarie alla razionalizzazione e all'efficientamento del sistema scolastico"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n.
1716.
La parola al Consigliere Angeleri per l'illustrazione.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
Insieme al Consigliere Carossa e alla Consigliera Maccanti abbiamo presentato quest'interrogazione perché siamo partiti da un importante presupposto di carattere istituzionale.
In particolare, dal DPR n. 89 del 20 marzo 2009, che, all'articolo 2 comma IV, recita: "Le istituzioni di nuove scuole di nuove sezioni avviene in collaborazione con gli enti territoriali assicurando la coordinata partecipazione delle scuole statali e delle scuole paritarie del sistema scolastico nel suo complesso".
Cosa significa? Significa che per dare un servizio che sia ottimale e che copra le esigenze del territorio, gli Enti territoriale si devono mettere insieme. In questo caso la Regione dovrebbe coordinare per intervenire e controllando, con una fase di coordinamento, le esigenze del territorio, comprendere dove aumentare la presenza di scuole statali rispetto alle scuole paritarie o viceversa, seguire l'offerta delle scuole paritarie rispetto alla carenza delle scuole statali.
Verso la metà di luglio, abbiamo ricevuto la notizia della determina dell'Assessorato all'istruzione in merito all'anno scolastico 2013-2014 per quanto riguardava l'istituzione di nuove sezioni di scuola statale. Per l'ennesima volta abbiamo dovuto constatare come l'Assessorato non abbia tenuto in conto l'indicazione di non istituire scuole statali, dove opera una scuola paritaria e abbiamo, quindi, presentato questa interrogazione.
importante questo aspetto che sto denunciando; io non presento interrogazioni, chiedo solo un minuto in più. Presidente Ponso, lei è della Provincia di Cuneo: le sembra normale che proprio la Provincia di Cuneo sia fuori da questo tipo di ragionamento e, invece, tutte le altre Province siano coinvolte? Il decreto autorizza l'istituzione di nuove sezioni di scuola statale nei Comuni e nei quartieri dove le nostre scuole hanno ancora posti liberi.
Per la Provincia di Cuneo non vale questo, per le altre Province sì.
successo che nei confronti della scuola salesiana "Resi Marinotti" di Torino c'è stata l'istituzione di una nuova sezione della scuola statale che si trova di fronte alla scuola salesiana. O vale il decreto del Presidente della Repubblica che citavo prima - il decreto n. 89 del 20 marzo - oppure non vale. Ripeto, o vale per tutte le Province del Piemonte oppure non è che non valga solo per la Provincia di Cuneo, dove per caso risiede l'Assessore, e nelle altre province sì. Sono stato chiaro? Mi spiace che a rispondere sarà la mia amica e collega che non c'entra assolutamente nulla, ma spero che la collega, proprio perché è mia amica oltre che collega, lo spieghi all'Assessore e spieghi all'Assessore i termini con cui sono intervenuto.



PONSO TULLIO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta, su delega dell'Assessore Cirio.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

In riferimento all'interrogazione, gli Uffici della Direzione Istruzione hanno dato la traccia che mi appresto a leggere e che sarà poi data alle mani del Consigliere. Anticipo già da adesso la disponibilità dell'Assessore Cirio qualora fosse necessario un approfondimento.
Con determinazione n. 358 del 16 luglio 2013 è stato approvato l'elenco delle nuove sezioni di scuola dell'infanzia statale autorizzate per l'anno scolastico 2013-2014 ed il completamento di orario per quelle già funzionanti nell'anno scolastico 2012-2013 ad orario ridotto.
La graduatoria è stata definita sulla base dei criteri definiti dal Consiglio regionale con la delibera di Consiglio regionale n. 184-30762 del 27 luglio 2012, che prevede che l'istituzione di nuove sezioni di scuola dell'infanzia per l'anno scolastico 2013-2014 venga autorizzata dalla Regione, sulla base delle istanze che verranno presentate dai Comuni e fino a concorrenza delle risorse umane assegnate e disponibili, secondo i sottoindicati criteri in ordine di priorità.
Comuni dove viene meno il servizio pubblico, salvo che lo stesso venga soppresso per volontà del Comune; nel caso di scuole dell'infanzia gestite direttamente dai Comuni si terrà conto delle specifiche programmazioni autorizzate dalla Regione.
Completamento di sezioni già funzionanti a orario ridotto per l'anno scolastico 2012-2013 e precedenti.
Scuole con allievi in lista d'attesa in ordine decrescente rispetto alla lista medesima, con riserva del 30% dei posti ai Comuni il cui territorio è montano secondo l'elenco dell'allegato A della legge regionale 16/1999 ai Comuni a media e alta marginalità di cui alla legge regionale n.
16/ 1999; ai Comuni in situazione di marginalità di cui alla legge regionale 16/1999 e n. 15/2007 sulla base delle richiesta accoglibili.
Sia prioritariamente assegnata una nuova sezione a tutte le scuole aventi diritto e solo successivamente ulteriori eventuali sezioni a scuole che ne abbiano richieste più di una e ne abbiano i requisiti, salvo specifiche programmazioni in sede locale autorizzate dalla Regione.
Sia comunque garantita l'autorizzazione al funzionamento di nuove sezioni in tutte le Province, ove sussista almeno una domanda ammissibile.
In sede di approvazione del Bando con Determinazione n. 188 del 18/04/2013, è stato inserito tra i criteri per l'ammissibilità delle istanze ad a tutela delle scuole paritarie che "non saranno considerate ammissibili le domande di istituzione di nuove sezioni di scuole dell'infanzia che non consentano la coordinata partecipazione delle scuole statali e delle scuole paritarie al sistema scolastico nel suo complesso".
Alla luce dei criteri indicati dal Consiglio regionale e dal Bando regionale, è stata svolta l'attività istruttoria dagli Uffici, anche con l'effettuazione di controlli incrociati tra scuola statale e scuola paritaria in tutti i casi segnalati da FISM e rispetto alle quali FISM ha presentato i dati richiesti dalla Regione; in molte di queste situazioni l'istanza della scuola statale è stata respinta per difetto dei requisiti per lo più la mancanza di una lista d'attesa capiente; nelle altre situazioni segnalate da FISM, non è stato riscontrato un potenziale danno in capo alla scuola paritaria nel caso di assegnazione di sezione aggiuntiva di scuola statale; la scuola paritaria, infatti, pur dichiarando una disponibilità di posti, dimostrava sostanzialmente lo stesso numero di iscritti dell'anno precedente e si verificavano casi sporadici di bambini iscritti in entrambi gli elenchi.
Fanno eccezione il caso di Bagnolo Piemonte, dove è stato riscontrato che l'assegnazione di nuova sezione statale avrebbe messo in discussione una delle sezioni di scuola paritaria, ed è stata respinta l'istanza del Comune; così come è stata respinta l'istanza presentata dal Comune di Piossasco: in tal caso infatti si registrava una diminuzione degli iscritti sulla scuola paritaria e una compresenza di iscritti negli elenchi di statale e paritaria che non avrebbero comunque compromesso una delle sezioni della scuola paritaria, ma che si è ritenuto significativa.
L'Ufficio Scolastico, in data 10 luglio, ha comunicato in 50 il numero di posti assegnati alla scuola dell'infanzia in sede di organico di fatto a fronte dei 70 dell'anno scorso; ne sono stati utilizzati soltanto 48.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



ANGELERI Antonello



PRESIDENTE

Gentile collega, la replica non è prevista, ma le concedo la parola per trenta secondi. Prego.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
Chiedo all'Assessore Quaglia, che è mia amica e collega, se pu riferire all'Assessore Cirio che non sono assolutamente soddisfatto della risposta e che mi recherò nel suo ufficio per chiedere spiegazioni ulteriori, poiché quello che ha scritto non è sufficiente.


Argomento: Caccia

Proseguimento esame disegno di legge n. 323, inerente a "Gestione, tutela faunistica e promozione programmata del territorio rurale piemontese" proposta di legge regionale n. 287, inerente a "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma"; proposta di legge regionale n. 289 inerente a "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma" proposta di legge regionale n. 137, inerente a "Modifiche alla legge regionale del 4 settembre 1996, n. 70 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) e successive modifiche e integrazioni"


PRESIDENTE

Procediamo con il proseguimento dell'esame del disegno di legge n. 323 e degli altri provvedimenti in materia di caccia, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Ricordo che nella seduta pomeridiana del 24 settembre 2013 è proseguita la discussione generale con gli interventi dei colleghi Spagnuolo Reschigna, Stara, Ponso, Boeti, Artesio, Leo e Negro; devono ancora intervenire i colleghi Laus, Rostagno, Formagnana, Pentenero, Manica Oliva, Biolé, Ronzani e Bono.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elio

Grazie.
Presidente, richiedo la presenza in Aula dell'Assessore competente.



PRESIDENTE

Tempestivamente, è arrivato in Aula l'Assessore Sacchetto.



ROSTAGNO Elio

Bene.
Debbo ammettere che l'argomento della caccia non è uno di quelli che mi appassionano particolarmente e non ho né tradizioni né esperienze legate alla caccia né - tranne quanto leggo, come tutti voi, relativamente alle posizioni assunte da anticaccia, animalisti, cacciatori e quant'altro particolari cognizioni. Tuttavia, mi interrogo sul fatto che noi, in un momento difficilissimo per il Paese, ci troviamo qui a passare il nostro tempo discutendo di caccia e mi chiedo anche quali siano le motivazioni profonde che fanno diventare questo un argomento primario e di importanza tale da far sì che non si trovi il tempo per discuterne in Commissione.
Faccio parte della Commissione competente. Se ricordo bene, ci sono state due o tre sedute dedicate al tema e so che era stato costituito un gruppo di lavoro, dal quale mi sono guardato bene dall'iscrivermi proprio per la mia mancanza di competenze specifiche, ma so che si è riunito una sola volta e poi il provvedimento è stato richiamato in Aula, impedendo alla discussione di svilupparsi secondo una logica che avrebbe potuto permettere di arrivare alla definizione di una norma - che è necessaria che fosse sufficientemente discussa e partecipata al punto da poter rappresentare la volontà e la sensibilità di una maggioranza la più ampia possibile di questo consesso.
Non ho capito perché siamo arrivati a questo tipo di discussione, per non ho difficoltà a immaginare quali saranno le conseguenze: passeremo molto tempo qui a sentire appassionati interventi a favore o contro.
Interventi che, obiettivamente, a volte ho difficoltà ad afferrare, perch quando mi si fa, ad esempio, il ragionamento di chi è totalmente contrario a ogni forma di uccisione di animali per scopi sportivi, non riesco a comprendere quale differenza vi sia tra uccelli, mammiferi e pesci.
Chi avesse avuto occasione, come a me è successo una volta, di sentire come si lamentano le aragoste quando vengono immerse nell'acqua bollente vive - sembrano dei bambini che piangono! - magari smetterebbe di mangiare le aragoste. Eppure, chi adduce motivazioni profonde sul rispetto della vita, a volte i pesci non li considera. Ci sono associazioni di pesca sportiva: la pesca è definita sportiva come tale! Un delfino, che pare abbia un quoziente di intelligenza non molto lontano dal nostro rispetto al resto del mondo animale, non è considerato degno di attenzione, mentre invece la caccia sportiva diventa un fatto drammatico.
Io, onestamente, non ho maturato sensibilità, se non il dolore che provo quando vedo un animale soffrire e detesto tutti coloro che infliggono agli animali delle sofferenze inutili. Ad esempio, sul tema della macellazione, ricordo uno degli argomenti che, come Sindaco, ebbi l'occasione di discutere: l'opportunità di creare un macello secondo le consuetudini islamiche. Rimasi impressionato sul discorso dell'animale che muore dissanguato rispetto ad altre forme di abbattimento meno dolorose.
Ritengo che tutte le sofferenze inflitte a qualunque animale di qualsiasi specie, se inutili, se non finalizzate a un qualche atto utile all'umanità (dall'alimentazione alla ricerca o quant'altro) siano offensive. Però fatico a distinguere le differenze tra caccia e pesca sportiva, fatico a capire come il mondo si divida fra i cacciatori che vedono in questo un elemento di estrema importanza e quelli che invece sul tema della caccia arrivano ad assumere delle posizioni che forse sono più partecipate.
Ritengo altresì che perderemo molto tempo in quest'aula a discutere non dico del nulla, ma di questioni non primarie. Siccome con l'Assessore ho avuto occasione di confrontarmi, so che non dipende solo da lui. A mio avviso, sarebbe più utile che la Giunta, in un sussulto di buonsenso decidesse di riportare il provvedimento in Commissione.
So che da parte del mio Gruppo consiliare c'è attenzione sul tema, per cui vi sarà disponibilità ad una discussione equilibrata per giungere ad un provvedimento in tempi utili. Non capisco dunque l'urgenza, anche perch avendo noi avviato, sia pure con fatica, la stagione venatoria nelle settimane scorse, non sussiste quest'urgenza a procedere. Ormai quest'anno la stagione è avviata, qualunque cosa si decida con questa legge. Prima della prossima stagione venatoria c'è tempo a sufficienza (a meno che la Giunta non creda che con novembre caschi il mondo o cambi qualcosa, ma non penso!). Ci sarà quindi tempo per discuterne.
Stiamo sottraendo agli altri lavori del Consiglio ore utili di discussione: mi è venuto il crampo dello scrittore a firmare 170 emendamenti! Di questi, solo due sono miei, di merito, sui CRAS (Centri di Recupero per Animali Selvatici), che sono gli unici sui quali avevo interesse ad intervenire. Gli altri 168 che ho firmato, li ho sottoscritti perché solo in questo modo abbiamo l'opportunità di sfiancarvi, come Gruppo, intervenendo per dieci minuti ciascuno e raccontandovi cose sufficientemente interessanti (mi auguro), fino a quando questo provvedimento verrà ritirato.
Ma se il buonsenso prevale, anziché perdere tutto questo tempo, noi potremmo dedicarci a cose più utili per la nostra collettività - mi pare che di questi tempi di problemi ce ne siano! - e ritornare in Commissione.
Di provvedimenti che devono essere portati in Consiglio ce n'è a iosa. I temi che abbiamo da affrontare, come quello di oggi pomeriggio, legato ai servizi per le persone non autosufficienti, sono fortemente condizionati anche dall'aspetto economico che, ahimè, al di là delle volontà dei legislatori e amministratori, in questo momento ci pone di fronte a scelte drammatiche.
Eppure, dovendo pensare ai problemi dell'occupazione, ai problemi della sanità, ai benedetti piani di rientro per la sanità e per il TPL, noi viceversa, passeremo moltissime ore a sviluppare una discussione su una tematica che molti di noi faticano a capire (per la mia esperienza, ho avuto modo di illustrarla in modo ampio). Per coloro che veramente sono interessati ad approfondire l'argomento, sarebbe più facile farlo in Commissione.
So che l'Assessore, almeno a grandi linee, potrebbe condividere questo tipo di ragionamento. Mi rivolgo all'Assessore, che ritengo abbia buonsenso e la capacità per fare proprie parte di queste mie argomentazioni, affinch ponga il problema in Giunta.
Oggi è programmato così e andrà così. Arriverò con fatica alla fine di questi dieci minuti, sperando di non essermi ripetuto troppo. Ma spero anche, nel contempo, di aver contribuito a far capire che di dieci minuti in dieci minuti, arriviamo a mangiare il panettone! E ciascuno di noi interverrà dieci minuti per dieci minuti, di qui a quando la decisione sarà presa. Forse sarebbe più produttivo parlarne e pensarci prima.
Come ho detto, non c'è - almeno da parte del Gruppo consiliare del quale faccio parte - una preclusione all'argomento o una preclusione al trovare delle soluzioni condivisibili e rispettose anche della posizione dei cacciatori, che ricordo sono sempre di meno, perché nel frattempo la cultura va anche cambiando, perlomeno rispetto ad altri Paesi.
Di tanto in tanto ho motivo di andare a trovare degli amici negli Stati Uniti che vivono nell'Idaho: in quello Stato, se non sei un cacciatore non sei nessuno! Si tratta di un Paese sulla costa occidentale, per noi è il Far West.
In alcuni Paesi lo sport della caccia è praticatissimo, da noi invece è una questione quasi generazionale ad esaurimento. Tra i giovani è sempre meno diffuso.
Teniamo conto della necessità e rispettiamo anche i desiderata dei cacciatori e delle loro associazioni, ma cerchiamo anche un punto di incontro e di rispetto per tutti coloro che sono contrari alla caccia, solo per stabilire un equilibrio sostenibile. Ho superato addirittura di 33 secondi, per cui ringrazio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Formagnana; ne ha facoltà.



FORMAGNANA Michele

Grazie, Presidente.
"Sono pazzi questi umani!". Chissà se anche la fauna selvatica piemontese si interroga sui corsi e ricorsi delle umane cose, alla stregua dei panciuti cinghiali che trotterellano nei fumetti di Asterix.
Emblematico l'ennesimo braccio di ferro tra la Regione e gli animalisti sulla caccia, puntuale ogni anno come l'influenza.
recentissimo l'annuncio che un nostro collega Consigliere regionale ricorrerà al TAR, insieme a Lega Anti Caccia e Pro Natura, affinché vengano sospese le due delibere di Giunta con cui l'Assessore Sacchetto ha programmato la caccia per il 29 settembre.
Nel mirino degli "anti-doppiette" il provvedimento con cui si adotta la proposta di Piano faunistico venatorio e quella che annulla il vecchio calendario venatorio e ne approva uno nuovo. Ricorso urgente, ha precisato il ricorrente, con queste motivazioni: "Il Piano è una proposta della Giunta. Deve essere sottoposto a valutazione ambientale e poi approvato in Consiglio per essere considerato operativo. È come se una bozza di legge prima di essere approvata, producesse i suoi effetti giuridici e normativi sulla popolazione". Io direi sugli animali, in questo caso, e sui cacciatori, i quali, checché se ne pensi della caccia, hanno tutte le ragioni per reclamare finalmente un po' di serietà, su tutti i fronti.
L'Assessore ha spiegato che circa i rilievi sulle valutazioni di incidenza ambientale l'Amministrazione si è attivata per tempo per sottoporre in via preventiva il calendario venatorio a valutazione di incidenza. In quelle aree dove la valutazione non è ancora stata fatta si è specificato il divieto di caccia fino all'elaborazione dell'indagine.
Riguardo il difetto di motivazione per i rilievi espressi dall'ISPRA sulle date di chiusura della caccia limitatamente ad alcune specie, lo stesso Assessore Sacchetto ha affermato che si intende modificare la delibera di Giunta per recepire il parere dell'ISPRA.
Sul rilievo della mancanza di un Piano faunistico venatorio regionale è bene sottolineare che finora l'applicazione in Piemonte della legge nazionale sulla caccia ha previsto che i Piani siano realizzati dalle Province e la Regione in questi mesi ha continuato il ruolo di monitoraggio e di coordinamento.
Tutto ciò premesso, vorrei fare alcune considerazioni di carattere più generale sulla caccia.
Non è il caso di spiegare che cosa essa sia; fa parte di una filosofia antica che non è attualmente recepita dalla maggioranza della popolazione.
I cacciatori sono ormai una minoranza e non hanno un rapporto numerico tale da farsi ascoltare. La caccia ha avuto notevoli cambiamenti negli ultimi anni, coinvolgendo agricoltura, ambiente e opinione pubblica.
Noi vogliamo che i cacciatori continuino a praticarla nel rispetto delle regole. Pensiamo solo che del reparto venatorio fanno parte anche le Guardie volontarie che svolgono un'azione precisa di monitoraggio dell'ambiente utile a tutta la collettività.
Ormai la maggior parte delle specie sono protette e quelle che vengono cacciate servono anche per avere un riequilibrio numerico sul territorio compatibile con tutte le attività antropiche.
Esiste poi tutto il cosiddetto indotto attorno alla caccia, dalle aziende venatorie a tanti altri settori, per cui bloccare tutto vuol dire anche togliere posti di lavoro.
In una legge complicata come questa, che certamente va rivista e va attualizzata dopo sette anni, auspico che vengano considerati anche i dati scientifici.
Se dovesse venire interpretata la tutela in modo restrittivo, dovremmo promulgare una legge che ci obbliga a diventare tutti vegetariani.
L'estremismo della Lega Anti Caccia è lo stesso, se mi è consentito il termine, che ebbe il nefasto Monti verso i taxisti. Regolamentiamo la caccia, per evitare che l'animale selvatico venga vicino al centro abitato e crei problemi all'agricoltura.
Quindi, chiediamo ancora una volta che la popolazione di cinghiali e caprioli sia riportata a livelli accettabili.
Il Tribunale Amministrativo Regionale aveva disposto la sospensione dell'attività venatoria in tutta la regione, compresa la caccia di selezione agli ungulati. Il blocco della caccia di selezione desta molta preoccupazione tra gli agricoltori, com'è evidente.
I danneggiamenti causati dalla fauna selvatica sono notevolmente aumentati rispetto allo scorso anno e stanno mettendo in ginocchio le aziende agricole.
Il problema non riguarda solo l'agricoltura, perché gli incidenti causati dagli ungulati sono stati numerosi e alcuni hanno messo in serio pericolo di vita anche le persone.
Da tempo, le associazioni agricole mantengono alta l'attenzione sulla problematica dei danni, sempre più consistenti, procurati dalla fauna selvatica su tutto il territorio. I danni mettono sempre più a rischio la produttività delle aziende e, di conseguenza, la garanzia di reddito.
Quindi, è necessario ripristinare al più presto la caccia di selezione in un'ottica di mantenimento degli equilibri eco-ambientali. La sola idea di imporre lo stop alla caccia di selezione, a mio avviso, è paradossale.
Contenere il numero di cinghiali e caprioli è essenziale per salvare le condizioni agricole. L'elevata e incontrollata densità degli ungulati è un problema che attende da troppi anni di venire risolto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Formagnana.
iscritta a parlare la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Ho appena ascoltato l'intervento del Consigliere Formagnana e credo che alcune considerazioni possano essere dal mio punto di vista assolutamente condivise.
Ci troviamo di fronte ad una situazione kafkiana - le questioni poste ci vengono presentate quotidianamente, in modo particolare ai Consiglieri che vivono fuori dalle realtà delle grandi città - secondo la quale si vorrebbe lavorare in modo chiaro e preciso intorno allo strumento principale che una tale Assemblea dovrebbe produrre, ovvero la legge. Per per un desiderio davvero molto strano, ad un certo punto, il processo di discussione e di elaborazione è stato interrotto e si è pensato ad una strada che - mi permetto di dirlo - passa attraverso la prepotenza, che non può che ricevere risposte in quella direzione.
Infatti, nel momento in cui l'Assessore ha l'incarico di portare avanti la programmazione e la gestione di un settore importante quale quello della caccia o quello dell'agricoltura, come tutti gli altri contesti che caratterizzano l'attività regionale, c'è la precisa responsabilità di individuare le soluzioni migliori e più opportune, affinché il sistema possa definire norme e regole pertinenti, che tengano in considerazione le diverse sensibilità che, ad esempio, su un tale tema si sono sviluppate nell'arco degli anni.
vero che la caccia fa parte della storia dell'uomo e che ha subito delle trasformazioni, che non possiamo non tenere in considerazione; così come non possiamo non considerare il tema degli ungulati e le tante sensibilità che si sono sviluppate nell'arco degli anni; proprio perché la caccia rappresenta un pezzo della storia antropologica dell'uomo non possiamo non tenere in considerazione tutte le varie sensibilità che via via si sono sviluppate.
Allora, è competenza di un Assessore scrivere una norma che tenga in considerazione i processi culturali e sociali e i contesti che nel tempo si sono sviluppati.
Le norme che permettono la scrittura di una legge prevedono un dibattito all'interno di una Commissione e, successivamente, in sede d'Aula. La strada era stata scelta, dando un'interpretazione davvero significativa e importante rispetto alle regole: si era trovato l'accordo secondo il quale un gruppo di lavoro, formato da Consiglieri che seguono con attenzione il tema, aveva dato la propria disponibilità nell'individuare una soluzione che tenesse in considerazione le diverse sensibilità, ma fornisse una volta per tutte, secondo le norme nazionali e nel rispetto delle competenze regionali, una soluzione al contesto piemontese.
Se è intenzione della maggioranza, e quindi della Giunta, andare avanti attraverso provvedimenti amministrativi via via impugnati e via via sospesi dal TAR, non addiverremo mai ad una soluzione. Ancora una volta, magari trascinandoci faticosamente per anni - per decenni, ahimè, mi viene da dire ci troveremo di fronte ad un gruppo di persone sempre più significativo e sempre più importante che richiederà l'abrogazione della legge sulla caccia all'interno della nostra regione e noi avremo perso l'occasione di fornire uno strumento che tenga in considerazione le diverse sensibilità che si sono caratterizzate e sviluppate.
Peraltro, a detta dei colleghi, il clima creatosi all'interno del gruppo di lavoro, del quale non faccio parte, era assolutamente positivo pertanto non si comprendono le motivazioni che hanno spinto la Giunta ad esercitare un ruolo di forza e a chiedere l'iscrizione del disegno di legge all'interno dell'Aula.
Ora, è evidente che, di fronte ad un quadro di questa natura, lo strumento a disposizione dell'opposizione è dato dalla presentazione di emendamenti, fino a quando non si comprenderà che questa tipologia di percorso non ci porta da alcuna parte. Questo non perché esiste una volontà disfattista a priori, ma perché non siamo in grado di scrivere in un'Aula un testo di legge che possa essere significativo e coerente con le norme nazionali.
davvero incomprensibile considerando che la legge n. 70, approvata dalla Giunta Ghigo, pur avendo elementi di carenza, ha rappresentato un punto di riferimento per questa Regione, tutto sommato, importante e pu rappresentare un punto di partenza.
Disconoscendo il lavoro che, anche in continuità, da un punto di vista politico, era stato compiuto dalla Giunta Ghigo, la nuova Giunta ha pensato di eliminare quanto meno uno strumento legislativo di riferimento, che permetteva di operare, ma non di eliminare le difficoltà che il mondo della caccia, caratterizzato dalla varietà, pone a quest'Aula.
Oggi, dobbiamo interrogarci non tanto sul contenuto del disegno di legge, ma sulla strada che si è deciso di intraprendere senza avere la consapevolezza dell'approdo.
Mi rivolgo All'Assessore, che è supportato dal collega Negro, che è un conoscitore attento di parte del mondo dei cacciatori; davvero, chiediamo a questa Giunta di rivedere questo atteggiamento e lo faremo con tutte le forze, con tutte le disponibilità, con la consapevolezza che questo percorso non ci porta da alcuna parte. Soprattutto, fa sì che la Regione debba rispondere a continui ricorsi al TAR, a continue situazioni di non chiarezza e anche di pericolo oggettivo che si riscontra nel momento in cui non si forniscono norme chiare che permettono il governo di un pezzo delle competenze che spettano ad una Regione importante del Paese Italia, qual è il Piemonte.
Se non si addiviene ad una normazione chiara e precisa - questo è il compito principale della Giunta attraverso il Consiglio regionale - davvero non c'è la consapevolezza dei rischi, della pericolosità e delle difficoltà cui andranno incontro i soggetti e le istituzioni che gravano intorno al tema. Innanzitutto, c'è la necessità di un'assunzione di responsabilità e di consapevolezza del quadro all'interno del quale ci troviamo in questo momento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Ho la necessità psicologica e culturale di spiegare - non sicuramente ai colleghi presenti in Aula che sono al corrente di quello che stiamo facendo - a chi ci ascolta dall'esterno il motivo per cui i colleghi che mi hanno preceduto fanno questi interventi più o meno simili e stanno perdendo del tempo.
Infatti chiunque abbia ascoltato dall'esterno l'intervento del collega Rostagno e della collega Pentenero e soprattutto se questa persona dall'esterno si ricollega agli interventi dell'altra seduta del Consiglio (del collega Muliere e di tutti gli altri, come il collega Reschigna) capirà che tutti dicono la stessa cosa e tutti perdono dieci minuti di tempo.
A questo signore che ci ascolta dall'esterno dico che il Gruppo del PD sta facendo l'ostruzionismo, però non darei tanto la responsabilità all'Assessore e nemmeno alla maggioranza, ma in modo particolare al Presidente Cota, che ha un modus operandi tutto particolare.
Poi arrivo al dunque sul gruppo di lavoro iniziato e sulla discussione spostata in Consiglio regionale.
Quindi, la responsabilità è del Presidente Cota, quel Presidente che ieri, stando senza fare niente - perché lui, secondo me, sta senza fare niente - ha fatto un comunicato che vi leggo.
Dice Cota: "Governo: Letta si dimetta. Il Governo Letta crediamo non abbia risolto i problemi del Paese e per questo riteniamo si debba dimettere e quindi tornare al voto". Il Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, ha aggiunto: "La stabilità non è un valore in assoluto, ci che conta è un Governo che sappia dare risposte". Lui voleva dire "come le risposte che sto dando io alla Regione Piemonte".
Il Presidente continua dicendo: "Le dimissioni dei Ministri sono un atto di sfiducia politica dell'attività dell'esecutivo". Proseguendo, ha aggiunto: "Spero che il PdL abbia una linea chiara ed univoca di sfiducia al Governo Letta e la mantenga. La chiarezza si ha solo attraverso le elezioni". Ha concluso in questo modo.
Adesso io domando: può un Presidente essere concentrato su problemi nazionali e non rendersi conto che questo suo modus operandi anomalo non solo non dà risposte ai cittadini piemontesi, ma non tenta nemmeno di affrontare le risposte? Poi nel merito ci possono essere - visto che non siamo tutti uguali - delle posizioni diverse, tutto è opinabile.
Quindi, lui utilizza questi stratagemmi, perché non ha le qualità politiche per dare risposte ai cittadini piemontesi, quindi utilizza in modo strumentale gli Assessori, i progetti di legge e i disegni di legge per trovare ogni volta uno stratagemma.
Ha iniziato a farlo con le emodinamiche: discutiamo, spostiamo il provvedimento in Commissione, riportiamo il provvedimento dalla Commissione in Aula, e poi aspettiamo. E il provvedimento sta ancora là! La stessa cosa succede per le Federazioni, con lo stesso modus operandi. Adesso cosa succede? All'occhio esterno di chi ci ascolta sembra apparentemente che ci sia una volontà del Presidente Cota di discutere su questo disegno di legge in Aula. Invece non è così! Il fatto che lui abbia voluto portare il disegno di legge in Aula è solo ed esclusivamente per non discuterlo, perché sa benissimo che è partita - e doveva partire per forza - un'azione ostruzionistica molto forte non solo dal PD ma, al di là da delle posizioni di merito, da tutta l'opposizione. E lui. non volendo entrare nel merito, perché non ha i numeri e le qualità politiche per portare a segno questo disegno di legge lo porta in Aula.
Il risultato è: cronaca di una morte annunciata di questo disegno di legge, perché senza ombra di dubbio, il Presidente Cota sa già - e io i dubbi non li ho - che questo disegno di legge dovrà riandare in Commissione, al di là del merito. Per forza! Quindi, noi l'altra volta abbiamo perso del tempo e io in questo momento sto parlando, perché devo trovare il modo di occupare i dieci minuti consentiti e, dato che sono abituato ad utilizzare bene il mio tempo, sto cercando di spiegare a chi ci ascolta quali sono le motivazioni che hanno indotto il Gruppo del PD a portare avanti quest'azione ostruzionistica.
Quindi, faccio una domanda, e torniamo sullo stesso punto: quando poi usciamo da quest'Aula e sentiamo movimenti, associazioni, cittadini che non possono arrivare alla fine del mese, artigiani e commercianti in difficoltà, piani industriali che passano dalla sera alla mattina industriali ed imprenditori forti che hanno preso coscienza e conoscenza del fatto che anche loro oggi sono precari, perché c'è un sistema precario e il sistema è precario perché è alimentato dall'incoscienza e dall'incapacità politica di una classe dirigente che ci governa, quanto costa oggi il gettone nostro, senza produrre nulla? Perché non stiamo nemmeno discutendo nel merito.
Quindi, questa responsabilità è della maggioranza? No, non è della maggioranza. È dell'Assessore? No.
del Presidente Cota, che ieri stava senza fare niente e, chiedendosi che cosa fare, ad un certo momento ha pensato di lanciare un comunicato per spiegare agli italiani - da quella sedia sulla quale non c'è mai! - che le cose non vanno.
Per risolvere i problemi del nostro Paese Italia - Assessore Sacchetto se qualche volta dovesse incrociare il Presidente Cota glielo dica - serve un piano industriale sano e serio. Un piano industriale sano e serio significa che ognuno deve assolvere alle proprie funzioni, e quindi non pu funzionare il Governo se poi sui diversi livelli territoriali non funzionano le Regioni o non funziona il governo di una città.
Quindi, il suggerimento che il Gruppo del PD dà, con serenità, al Presidente Cota è di concentrarsi non sulla maggioranza, ma sui reali interessi dei cittadini piemontesi.
Faccia in modo immediatamente di sottrarre la discussione di questo disegno di legge, che comunque andrà in Commissione, e quando vi andrà dovrà avere almeno lui il buonsenso di scusarsi. Se poi mi sbaglio chiederò scusa all'Aula e a chi ci ascolta dall'esterno.
Ma se questo disegno di legge dovesse andare nuovamente in Commissione significa che non ho parole per descrivere un atteggiamento così incosciente ed inconcludente di un Presidente che governa una Regione. E non è un caso che il Gruppo del PD o il Partito Democratico abbia promosso un'affissione nella provincia di Torino dove chiediamo gentilmente al Presidente Cota di dimettersi, perché solo così possiamo dare forma e concretezza alla fine del comunicato stampa che lui ha fatto ieri indirizzato a Roma, dicendo precisamente: "La chiarezza si ha solo attraverso le elezioni". E su questo convengo con lui: si dimetta e vada a casa! Il mio intervento è la traduzione di quei manifesti che in questo momento si stanno affiggendo nella città di Torino e nella provincia e spero che altri gruppi, associazioni o cittadini, possano affiggere gli stessi manifesti in ogni angolo del Paese e della Regione Piemonte.
Con questi dieci minuti ho voluto solo dimostrare quanti soldi vengono sprecati nella nostra Regione, perché c'è il Presidente della Regione che gioca.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Direi che, arrivati a questo punto del dibattito, Assessore, lei ha un quadro abbastanza chiaro della situazione in Aula e dell'esito che ha avuto la sua richiesta di richiamare in Aula un provvedimento che, per le sue stesse caratteristiche, era molto meglio che percorresse un iter in Commissione.
Ci chiediamo se, arrivati a questo punto del dibattito, la Giunta non ritenga opportuno fare un momento di riflessione sul fatto che si continui ad andare avanti in questo modo, con il rischio che una situazione ove ognuno continua ad esprimere, da una parte e dall'altra, l'ordine delle sue ragioni e dei suoi ragionamenti diventi compiutamente inconcludente e in stato di paralisi, per quanto riguarda il provvedimento e la produttività dei lavori d'Aula.
Pertanto, la prima essenziale richiesta che farei è forse la necessità da parte sua e dell'Amministrazione - oggi mancano sia il Presidente sia il Vicepresidente, che ho visto comparire ad un certo punto, ma poi non so se si è assentato o se in questo momento è impegnato in qualche altro compito negli uffici laterali all'Aula - di organizzare un briefing, un momento di riflessione sull'andamento del provvedimento, perché questi tentativi di prove di forza, com'è noto, in Aula non sono mai riusciti e hanno sempre avuto esiti particolarmente infausti.
Potremmo fare la storia dei provvedimenti su cui si è cercato di forzare: provvedimenti richiamati in Aula, rimandati in Commissione e poi ri-forzati. È sempre stata una vicenda molto, molto complessa indipendentemente dal tipo di Regolamento in vigore.
Alla luce del metodo adottato, francamente improduttivo, per non dire poco responsabile, anche se in questi giorni siamo abituati ad atti significativamente irresponsabili compiuti non solo in quest'Aula ma anche in altre Aule nazionali, ci chiediamo come lei possa pensare di uscire da questa secca e da questa impasse, anche dal punto di vista del merito.
Se c'è una legge che vede posizioni controverse, questa è propria una legge sulla caccia. Non direi che è una legge che si occupa di questioni sensibili - questo no - ma certamente è una problema che divide, che crea anche posizioni trasversali: in quest'Aula abbiamo assistito ad una presa di posizione, che personalmente conosco da molto tempo, perché conosco la posizione, sul punto, della collega Carla Spagnuolo, che, indipendentemente dalla sua collocazione politica, su questo tema ha sempre, nel corso degli anni, fermamente mantenuto una posizione coerente. Ma le posizioni trasversali, indipendentemente dalle posizioni politiche di Gruppo, su un argomento come questo sono all'ordine del giorno. Lo sono sempre state.
Guardi, Assessore, se lei andasse a leggere le cronache di come sono state votate le leggi precedenti su questo argomento, e come è stato l'ordine del dibattito, lei ne vedrà l'ordine della complessità, l'ordine della trasversalità di merito e l'ordine di posizioni che spesso, se sono nette, sono inconciliabili.
Quando si è riusciti a fare una legge è perché sono prevalse, nella maggioranza, magari anche trasversale, di un'Aula, le posizioni che tentavano di mettere insieme un duplice problema, che è quello che poi sottende ad una legge come questa.
Ciò che sottende ad una legge come questa è la tutela, che possiamo anche chiamare di carattere sportivo, verso chi vuole svolgere questa attività e la considera un'attività all'aria aperta (ce l'ha spiegato il collega Boniperti in tante forme negli interventi che ha fatto in quest'Aula), che va ovviamente regolamentata, perché trattasi di uno sport molto particolare. Non è come andare in bicicletta o fare jogging, dove tu eserciti il fisico, e se lo eserciti bene e ordinatamente, e non sforzandolo oltre misura, ti fai del bene, perché se fai delle cavolate potrebbe anche essere dannoso, però oggettivamente è un qualcosa che avviene nel rispetto dell'ambiente, che non crea problemi e non implica l'uso di armi con cui, anche se sportivamente, uccidi quello che qualcuno chiama "il vivente non umano".
Indubbiamente c'è quella componente che richiede, e deve essere assolutamente regolamentata, una tutela e una possibilità di esercitarla con regole le più rigorose possibili o, comunque, le più ragionevoli.
D'altra parte, c'è una posizione di carattere ambientalista ed animalista, secondo cui nei confronti degli animali questo non può essere mai svolto, che questo è comunque anche un danno all'ambiente.
Lei capisce che conciliare visioni come queste, con una posizione di ragionevolezza, è un compito arduo per il legislatore: da parte sua richiede intelligenza, buon senso, capacità di governo. Quello che lei Assessore, ci permetta - fino ad oggi non ha dimostrato in tutte le vicende della caccia, perché rimpallando responsabilità, tra adempienze o inadempienze sue, scelte dal TAR da una parte e dall'altra, la questione della caccia è sempre stata un colabrodo in questa Regione: è piena di buchi e di pallettoni da tutte le parti; mai una volta che lei abbia azzeccato un'apertura della caccia quando questa la si doveva e o la si poteva fare.
O lei proprio questa materia non la sa gestire, o è l'uomo più sfortunato della terra, perché tutte le volte, ad ogni apertura della caccia, è un disastro. Addirittura, per escludere un referendum, lei è riuscito ad abrogare ciò che c'era, si è richiamato a leggi nazionali e si è ritrovato, come le avevamo detto, con il problema. Abbiamo tentato di discuterlo in Commissione, dove il Gruppo del PdL ha tenuto una posizione ragionevole e ha accettato una discussione. Il collega Muliere in particolare, esperto in materia, ha cercato, insieme ad altri, di intervenire nel merito, cercando di trovare soluzioni e fare gruppi di lavoro. Niente! Solo una posizione come quella poteva e può portare all'approvazione di un provvedimento, Assessore, altrimenti continueremo con questo colpo di teatro che, francamente, non può altro che essere quello del richiamo in Aula di una legge complessa come questa, un colpo di teatro improduttivo.
Così lasciamo il mondo piemontese, siano essi ambientalisti e gli animalisti preoccupati da tutta questa vicenda, siano essi cacciatori che invece vorrebbero svolgere questa attività sportiva entro regole e nel modo più sereno ed adeguato possibile, senza una risposta.
Lei in questo modo completa un capolavoro: li scontenta tutti, da una parte e dall'altra, senza dare una risposta a nessuno.
Guardi che, al di là del merito di un provvedimento come questo, è un atteggiamento di governo e un fallimento della capacità di governo assoluto e conclamato.
Ci pensi: fate una riunione della Giunta anche con il Presidente.
Riflettete bene su questo punto, perché non ho capito perché dovete lasciare fino a questo punto il Piemonte senza risposte e date della Giunta regionale e della sua capacità di governo l'esempio peggiore che, da questo punto di vista, possa essere dato, perché di vostra impotenza, di vostra incapacità di governo, di vostra incapacità di gestione nel merito e nel metodo, come ho cercato di dirle, perché sono sbagliate entrambe: è sbagliato il metodo scelto, è sbagliato il fatto di non voler accettare un confronto di merito che cerchi di comporre, per quanto componibili possano essere, posizioni così difficili, così lontane, così distanti.
La domanda che ci viene, a questo punto, da farle, Assessore, è su questa cosa: quousque tandem? Fino a quando vuole continuare ad andare avanti in queste condizioni inutili, inconcludenti e dannose per entrambe le posizioni che su questa posizione si possono alternare e tanto più per le posizioni di ragionevolezza che vorrebbero trovare una soluzione di governo da questo punto di vista.
Noi riteniamo che si debba mettere un punto fermo. Che voi facciate un debriefing e che si ritorni in Commissione a discutere con una certa serietà di un argomento che, comunque, manterrà la sua complessità da ogni punto di vista.



PRESIDENTE

Grazie, collega Manica.
La parola al Consigliere Oliva.



OLIVA Gianni

Grazie, Presidente.
Riprendo e completo la citazione latina della collega che tutta intera è: "Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?".



(Commenti in aula)



OLIVA Gianni

Bisogna far passare i dieci minuti, quindi incominciamo con la citazione latina.
Lo diceva Cicerone per rimproverare a Catilina le provocazioni autoritarie nei confronti del Senato e degli assetti politici della Roma repubblicana. Credo che non si debbano scomodare delle citazioni così nobili e degli esempi storici così autorevoli per riferirci al nostro presente e a quest'Aula.
Tuttavia, è indubbio, al di là delle citazioni, che il richiamo in Aula della legge è una forzatura. Ora, le forzature - in quest'Aula le abbiamo sperimentate nella scorsa legislatura - hanno poca fortuna.
Nella scorsa legislatura è stato fatto spesso il tentativo di cambiare in modo radicale il Regolamento e ricordo che è bastata l'opposizione di quattro Consiglieri per procrastinarlo e per arrivare a un Regolamento nuovo, che è una forma di mediazione tra ciò che tutti i Gruppi di maggioranza volevano e i Gruppi di minoranza difendevano. Ricordo che ancora all'inizio della legislatura, per arrivare ad accettare l'idea del monogruppo è bastata l'opposizione di due persone, se non ricordo male.
Allora, questo è un dato. Ci sono dei regolamenti che possono essere giusti o sbagliati, ma sono i regolamenti con i quali si è costruita l'esperienza della democrazia.
La democrazia è sempre faticosa. È faticosa perché richiede tanto tempo, è faticosa perché ha inventato dei meccanismi che devono essere posti a tutela di coloro che stanno in minoranza, perché se si riducesse totale ad una questione di numeri finirebbe il confronto e si spaccherebbero le comunità e i tessuti che le tengono unite, dunque i Regolamenti sono un elemento con il quale fare i conti.
Allora, non capisco, francamente, e in questo senso l'allusione alla pazienza ha una sua pertinenza, perché si cerchi di fare una forzatura che mi sembra non abbia oggettivamente possibilità di successo su una materia rispetto alla quale non esiste un'opposizione pregiudiziale. Perché il tema della caccia è un tema che, come è stato ricordato in altri, interventi suscita delle perplessità e dei giudizi negativi e delle opposizioni di principio da qualcuno in un modo molto trasversale che si trova nell'uno e nell'altro schieramento. Mi pare che, anche di recente, ci sia stata un'animalista che è diventata Ministro due Governi fa.
Sono delle posizioni legittime, che personalmente non condivido e che la maggior parte di coloro che stanno facendo adesso ostruzionismo non condivide, nel senso che la caccia è un'attività antica quanto è antico l'uomo.
Nel corso del tempo si è progressivamente disciplinata, ha fatto i conti con la necessità di difendere l'ambiente, si è dotata di regole quindi da esercizio bruto di forza in funzione della sopravvivenza è diventata la materia che abbiamo noi oggi. Ci sono alcuni animalisti che hanno una posizione pregiudiziale rispetto alla quale è facile domandarsi come si domandava il Consigliere Rostagno nel suo intervento, come mai ammazzare un cinghiale oppure una lepre è un qualcosa di sconveniente invece, macellare un coniglio o un maiale di allevamento è una cosa logica.
Ci sono altri animalisti che se la prendono con la caccia perché è uno sport.
A parte che credo che la stragrande maggioranza dei cacciatori mangino quello che cacciano, oppure lo regalano o lo vendono, non è che si caccia per buttare a mare quello che si è cacciato. Ma se la caccia è da considerare negativa, perché è uno sport in cui si ammazza, non vedo perch la pesca debba essere considerata in modo diverso, visto che è ugualmente un esercizio sportivo e implica la morte di essere vivente, perché anche il pesce è un essere vivente. Ma siamo in un mondo dove ci sono delle sensibilità e delle deduzioni molto particolari.
Pensando a questo discorso della pesca e della caccia, mi viene in mente un altro esempio di tutt'altro genere. Da che sono state inventate le armi chimiche, il mondo si scandalizza e si indigna quando vengono usate le armi chimiche.
Anche adesso, di recente, l'accusa ad Assad è di aver ucciso con le armi chimiche, ma non capisco perché uccidere con le armi chimiche sia una vergogna e "spappolare" qualcuno con una bomba no. È vero che le armi chimiche colpiscono donne, vecchi e bambini, ma anche le bombe che cadono e chi c'è sotto, c'è sotto.
Ci sono queste forme, come dire, di pudore che si sono diffuse nella nostra società, per cui l'arma chimica è un'arma vergognosa, l'arma non chimica è un'arma che funziona. Oppure, la pesca è una cosa lecita e la caccia che è esattamente la stessa cosa non è lecita.
Per tornare al tema, poiché su questo argomento non esiste una posizione pregiudiziale, nel senso che non c'è una maggioranza o un Gruppo che fa opposizione sul merito, ma c'è un Gruppo che vuole che nella sede naturale, che è la Commissione, si ragioni e si discuta di quali sono le regole, di quali sono i limiti, di quali sono le procedure attraverso le quali la caccia deve essere disciplinata.
Non è una richiesta pregiudiziale. Mi pare sia il tipico esempio di una richiesta di democrazia. C'è una sede competente, che è la Commissione; è stato lodevolmente istituito appositamente un gruppo di lavoro affinch svisceri le varie questioni. Ritorniamo lì, da dove eravamo partiti.
Perché in quella sede non c'è qualcuno che vuole fare perdere tempo. In quella sede c'è qualcuno che vuole portare il proprio contributo sulla base delle proprie competenze e anche sulla base di una sensibilità diffusa che ci dice che la caccia oggi è anche uno strumento per difendere l'ambiente.
Io non credo che la natura abbia degli equilibri interni: è un'illusione del Settecento, quando si pensava che la natura fosse un qualcosa che si riequilibrava tutta insieme. Non è vero.
Adesso, nelle Alpi da qualche tempo c'è stata la reintroduzione o l'arrivo protetto dei lupi, perché c'è abbondanza di ungulati. Posso dire da profano, che preferirei che, anziché i lupi, il problema dei troppi ungulati lo risolvessero i cacciatori? È un equilibrio della natura che ha poi tutte altre conseguenze.
Poi se il lupo non trova l'ungulato trova la pecora, trova la capra con tutto quello che comporta. Quest'idea che ci dobbiamo affidare all'equilibrio della natura è un'idea...
Come dire, nella storia le grandi epidemie sono state sempre un grande strumento di regolamentazione, perché laddove c'era un eccesso di popolazione rispetto alle risorse, l'epidemia era quella che risolveva il problema eliminando centinaia di migliaia di persone. Di fatto, se uno guarda la storia, alle epidemie sono sempre successi periodi di rilancio dell'attività produttiva, perché si era ripristinato l'equilibrio demografico.
Però, meno male che abbiamo inventato il vaccino e che non siamo più in nella situazione di aver paura della peste o del colera.
Mi avvio alla conclusione. Mi spiace utilizzare i dieci minuti in questo modo, ma fa parte di ciò che il Regolamento concede alle opposizioni. Non essendoci un'opposizione di principio sulla materia che si vuole disciplinare, essendoci, anche nei Gruppi di opposizione, persone come il collega Muliere - che hanno competenze specifiche in materia, credo che la cosa migliore sia quella di riconoscere che le forzature non hanno le gambe su cui marciare, se non a prezzi che rendono non conveniente fare una prova di forza a tutti i costi.
C'è una sede nella quale si può tornare; una sede che evita di far perdere tempo all'Assemblea, risorse, tempo a tutto il personale che lavora per far procedere i lavori dell'Aula, ed evita di far perdere tempo all'Assessore che viene inchiodato a sentire discorsi assolutamente ripetuti, dall'uno e dall'altro.
Tornare in Commissione significa tornare in un ambito all'interno del quale il lavoro può procedere con il contributo di tutti, senza ulteriori perdite di tempo e senza la minaccia di ostruzionismi che non nascono da pregiudizi nei confronti della materia, ma da rivendicazioni di spazi di democrazia all'interno dei quali sviluppare il confronto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
difficile dire qualcosa di nuovo in una discussione come questa, che si protrae da due sedute. Forse si possono riaffermare alcuni concetti che sono già stati espressi da altri colleghi, rispetto alle proprie sensibilità, attenzioni e competenze in materia, in modo diverso o da un punto di vista un po' differente.
Nel merito dei testi che - ahimè - andiamo ad analizzare senza aver avuto il necessario iter all'interno della Commissione, ci sono parecchie questioni irrisolte.
Io sono firmatario della proposta sottoscritta dal Consigliere Stara come primo firmatario. Questa, se ad un approccio superficiale può essere vista come una proposta di abolizione o cancellazione dell'attività venatoria, nei fatti non lo è.
Si tratta di un segnale importante nei confronti di chi (buona parte della maggioranza e la Giunta, come organo collegiale) si appresta e si è apprestata a portare la discussione in una sede non consona e con modalità che considero non perfettamente legittime e sicuramente non opportune.
Da parte mia, l'analisi del testo uscito dalla discussione all'interno della Giunta, il cosiddetto disegno di legge 323, presenta alcuni punti (su cui mi focalizzerò nel merito) inopportuni, che non tengono assolutamente conto della discussione che si è svolta in questa legislatura, sin dall'inizio, in ogni caso dal 2011 sicuramente, rispetto a questa materia.
Un elenco breve, che dà l'idea di taluni aspetti, può essere questo: l'introduzione degli appostamenti fissi, il voler cambiare il principio del cacciatore, di chi pratica quest'attività ed il suo legame con il territorio.
Questo era già stato discusso, in parte in altre sedute collegate al precedente disegno di legge, che ha avuto una discussione molto lunga in Commissione, in parte in seguito ad inserimenti inopportuni in leggi finanziarie del passato. Da questo punto di vista, più volte, io ed altri colleghi, abbiamo cercato di far capire quali sono le inopportunità, anche a scapito di quelle stesse persone che praticano questo tipo di attività.
La conoscenza del territorio mi pare basilare per qualsiasi tipo di attività, tanto più nel momento in cui si utilizzano strumenti rischiosi e pericolosi come le armi da caccia.
Vi è, poi, il fatto dei tavoli di definizione di dettaglio rispetto alle attività. Ricordo che è stata demandata alla Regione, come ente, più volte e con più provvedimenti a livello nazionale, la responsabilità e la competenza di legiferare su questo tipo di attività e l'esclusione di una buona parte di chi è portatore d'interesse in senso lato, quindi le rappresentanze delle associazioni di protezione ambientale dagli organismi consultivi, è un'altra delle questioni dirimenti e irrisolte.
Ritengo, col mio contributo e con i contributi di molti colleghi, che se si dovesse tornare a più miti Consigli e riconsiderare una discussione nel merito, all'interno dell'iter di Commissione, sarà uno degli argomenti importanti, uno dei nodi da trattare, tenuto conto del fatto che non dobbiamo considerarci rappresentanti istituzionali rappresentanti dell'una o dell'altra parte in generale, ma rappresentanti di tutti i cittadini e quindi di tutte le compagini, le associazioni, i comitati, i gruppi di cittadini che si occupano di una determinata materia.
In merito alla caccia sulla neve, che è in contrasto con le norme nazionali, in violazione addirittura del dettato costituzionale, dal mio punto di vista, ma anche in base ad analisi più approfondite di chi ha la competenza, rispetto alle richieste del "famigerato", ormai, gruppo di cittadini ed associazioni che da decenni ha cercato di far esprimere i piemontesi su quest'attività, ricordo l'inopportunità dell'abrogazione di un'intera legge, per un principio talmente poco condivisibile, che cozza con qualsiasi altro principio, a partire da quelli costituzionali e della sovranità popolare.
Questo è talmente palese e mi spiace che molti colleghi non lo ritengano degno di nota, nel momento in cui si apprestano a discutere questo tipo di provvedimento.
Il divieto di caccia sulla neve era una delle richieste, insieme ad altre, del Comitato referendario, cui decine di migliaia di cittadini piemontesi, lustri e lustri fa, hanno dato fiducia sottoscrivendo questo tipo di richiesta.
La commercializzazione della fauna selvatica, compresa così, in modo asettico, può avere giudizi negativi o positivi, a seconda di come ci si pone rispetto a questo tipo dei attività, ma, anche da esperienze esterne alla Regione, anche in base a ragionamenti più lati, più estesi, rispetto a questo tipo di possibilità, dà luogo ad incentivi, a potenziali allargamenti di attività illecite, come il bracconaggio.
L'introduzione o la reintroduzione della caccia con altri strumenti desueti come l'arco: questo, per una serie di motivi che vanno dal pericolo per le stesse persone che praticano questo tipo di sport. È chiaro che ci sono altro tipi di pericolosità di un'arma rispetto ad un'altra. Ovviamente l'attività viene praticata collettivamente, quindi è chiaro che questa pu essere una problematica, ma che, anche da un punto di vista del rispetto se non della presa di posizione contro ogni tipo di attività venatoria, del rispetto verso quello che dovrebbe essere una controparte che è la fauna stessa e che, in qualche modo, dà le reintroduzioni di questo tipo di attività, questo tipo di mezzo può risultare danneggiato fortemente e pu andare incontro a sofferenze anche molto, molto gravi.
Questi sono i punti che volevo toccare nel merito delle questioni e delle proposte del disegno di legge.
Per quanto riguarda la proposta di legge che ho sottoscritto convintamente, di cui è primo firmatario il Consigliere Stara, credo che vada sottolineata, come dicevo all'inizio, la non estremizzazione delle posizioni che io e altri colleghi possiamo condividere, perché, di fatto non viene vietato nulla. Ci sono delle possibilità per quanto riguarda l'eccesso e le problematicità di popolazioni troppo numerose, ci sono altre questioni che riorganizzano e vanno nella direzione della sensibilità sempre più ampia della cittadinanza rispetto a questo tipo di attività.
Credo che, in ultimo, non mi resta che aggiungere il mio all'appello che è stato fatto anche da altri colleghi che, dalle sensibilità più diverse, sono partiti per arrivare ad un certo tipo di conclusione, in alcuni frangenti, alla luce dei pochi interventi della maggioranza, di una ridiscussione nel merito, di un segnale anche verso l'esterno della Regione rispetto al fatto che vogliamo tutti quanti mettere del proprio per riuscire a trovare un testo che possa essere consono al momento e al tipo di attività, ma anche nel rispetto delle sensibilità allargate dei cittadini.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Mi rivolgo all'Assessore Sacchetto perché, a questo punto della discussione, mi pare evidente che si ponga una questione.
Lei, Assessore, vuole una legge regionale sulla caccia oppure no? Inizio a pensare che l'ostinazione, con la quale la sua maggioranza e lei avete imposto all'Aula questa discussione, sottenda un tentativo: poter dire ai piemontesi che voi volevate la legge sulla caccia ma che purtroppo, non è stato possibile approvarla. Se così fosse è una bugia perché i fatti non stano così, come lei ben sa.
In caso contrario, un Assessore che volesse approvare una legge sulla caccia si comporta in maniera completamente diversa da come si è fino ad ora comportato lei. È evidente che il suo atteggiamento, anziché favorire l'impegno a discutere e ad approvare una legge, ottiene il risultato opposto, ma forse è lei che vuole questo.
Lei vuole, forse, poter dire ad una parte dei cacciatori - non tutti perché la gran parte dei cacciatori oggi ha un'altra idea e vuole una buona legge, non vuole soltanto sentirsi dare ragione, perché si rende conto che non basta più questo e che una legge sulla caccia in Regione Piemonte pu essere approvata soltanto se si raggiunge una sintesi e un compromesso che ce l'ha messa tutta, ma questo Consiglio regionale, fatto di persone che sono nemiche dei cacciatori, non vi ha consentito di approvare un provvedimento. Questo giocattolino, semmai volesse utilizzarlo, si rompe rapidamente, anzi, si è già rotto perché i fatti stanno in un altro modo.
Anzi, i fatti dimostrano che noi abbiamo messo in mano ad un Presidente della Giunta regionale e ad un Assessore una questione così delicata che non hanno saputo gestire: questo è ciò che emerge.
Gli esempi non si contano in questa Regione, su questo ha ragione il Consigliere Laus: voi non state risolvendo nessun problema e, alla prova dei fatti, anche in questo caso non ce la fate. Non c'è un problema - e questo è delicato, per l'implicazione che ha - che voi, da quando governate il Piemonte, ossia da più di tre anni, abbiate risolto. Siete voi un fattore di aggravamento dei problemi del Piemonte e la caccia è la metafora di questa vostra incapacità di affrontare i problemi.
Non ce n'è uno che avete risolto! La caccia è la conferma del pressappochismo, di una certa incapacità delle prove muscolare che ogni tanto decidete di dare e di mostrare, salvo poi prendere atto che non ci sono le condizioni per vincere nessuna prova muscolare, meno che meno su una vicenda come questa, ripeto, meno che meno su una vicenda come questa.
Di chi è la colpa se vi hanno contestato la delibera perché l'avete fatta non tenendo conto di quanto detto dell'ISPRA? È colpa dell'opposizione? Di Rostagno? Di Bono? Di Reschigna? È colpa sua Assessore. Vi siete fare un ricorso al TAR, del quale non poteva non prendere atto, perché voi avete scritto una delibera sbagliata. Era sufficiente tener conto di quanto detto e scritto dall'ISPRA. Cribbio! Ai problemi che già esistono, perché discutiamo di un tema complicato che ha implicazioni delicate, voi ci mettete del vostro. Se oggi abbiamo avuto in Piemonte i problemi che sappiamo, almeno su questo le responsabilità hanno, per quanto riguarda la vicenda dell'apertura della caccia il 29 settembre, un nome e un cognome: Sacchetto-Cota. Almeno questo diciamolo: ve le cantate e ve le suonate da soli! Il punto è che la questione di cui stiamo discutendo è troppo delicata per essere affrontata con le prove muscolari o attraverso iniziative come quelle che voi avete deciso di assumere. C'è stata una prima fase di questa discussione in cui lei ha dimostrato, prendendo atto che non c'erano le condizioni per fare una brutta legge e una forzatura, che era utile mettere insieme le varie sensibilità. Soluzione ragionevole. Come diceva la Consigliera Manica, questo è uno di quei temi nei quali è giocoforza immaginare una politica che faccia sintesi.
Una forzatura, lo dico io, in un senso o nell'altro, produce, come unico risultato, il fatto che noi non faremo nessun provvedimento. Se l'idea fosse quella di dire che la caccia viene vietata, noi non faremmo nessun provvedimento ma, nello stesso momento, voi non potete pensare di fare un provvedimento che affermi esattamente il contrario e non si ponga il problema di introdurre una regolamentazione che tenga conto del fatto che esistono in Piemonte sensibilità diverse su questo argomento.
Una buona legge sulla caccia, quella che voi dovreste proporre, è una legge che scontenterà potenzialmente gli uni e gli altri, perché sarà frutto di un ragionevole compromesso, più avanzato magari, ma sarà un compromesso. Un compromesso non si raggiunge mostrando i muscoli, ma si raggiunge discutendo, circoscrivendo i punti di dissenso e intanto ragionando sulle questione sulle quali possiamo essere d'accordo e rinviando la discussione al merito delle questioni sulle quali non si è d'accordo.
Voi tutto questo non avete la capacità per farlo. Mi spiace. Chi governa, governa non in nome dei cacciatori, tanto per essere chiaro, ma governa in nome del Piemonte. In questo Piemonte vivono cacciatori e non cacciatori. Vivono cacciatori e persone che hanno, come Nino Boeti e come Carla Spagnuolo, se ho inteso bene, un atteggiamento di rinuncia o di rifiuto a considerare la caccia un'attività da svolgere. È una posizione che posso non condividere, ma è legittima.
Lei governa anche per rappresentare le posizioni di quei cittadini che hanno maturato una sensibilità fortissima su un tema come questo. Ha provato a parlare con qualche giovane? Avete provato a parlare con qualche giovane? E cosa vi ha detto questo giovane? Diversamente dalla mia generazione, ha un atteggiamento più critico, pregiudizialmente critico verso l'attività venatoria.
Voi dovete immaginare una legge che parli a questo complesso di forze che voi dovete rappresentare, se siete una maggioranza in grado di governare il Piemonte. Il fatto è che voi non siete in grado di trovare il punto di equilibrio, e non volete neanche trovarlo! Il vostro problema è il manifesto ideologico. Sacchetto deve poter dire al Piemonte che ha tentato di fare una legge sulla caccia che dicesse ai cacciatori "avete ragione" e poi non ce l'ha fatta perché l'opposizione è brutta e cattiva.
Non è così. Perché qui nel mio Gruppo ci sono competenze - e l'abbiamo dimostrato in Commissione - che voi potevate utilizzare per una discussione di merito - fermo restando che i ruoli saranno diversi: voi governate, noi ci opponiamo - e che non avete utilizzato. Ma la strada, per chi voleva fare una legge sulla caccia dopo che l'avete abolita per evitare il referendum, era un'altra.
Chiunque si rende conto che, se si vuol fare una legge sulla caccia in Piemonte, l'alternativa è la discussione, e non il braccio di forza. Chi sceglie il braccio di forza, sceglie una via velleitaria, sceglie una via che alla fine avrà come sbocco il fatto che il Piemonte non avrà una legge regionale sulla caccia e, se ce l'ha, ha una legge regionale sulla caccia che, proprio perché spacca in due la società piemontese, non ha vita lunga e si espone alla logica dei ricorsi, figlia dell'incapacità vostra di trovare una sintesi unitaria.
Questa è l'accusa che vi faccio: l'incapacità, la non volontà di trovare una sintesi unitaria. Ciò depone a sfavore di chi governa, non un Comune, ma una Regione. Una delle Regioni più importanti ha bisogno di una classe dirigente che faccia sintesi, non che faccia manifesti ideologici per prendere il voto di qualche cacciatore incazzato e arrabbiato. Questo è il problema, Assessore Sacchetto, che voi non sapete e non volete risolvere.
Infine, collega Laus, lasciami dire una cosa. Hai letto il comunicato di Cota, ma se vale il principio che un governo che non risolve i problemi deve dimettersi, voi dovevate dimettervi un minuto dopo. Voi siete la rappresentazione plastica delle cose che Cota contesta a questo Governo quindi un po' di coerenza vorrebbe che Cota, dopo aver firmato quella nota stampa, rassegnasse le dimissioni, e sarebbero tardive, perché le aspettiamo da tre anni, se vale quel ragionamento.



NOVERO GIANFRANCO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ronzani.
Ricordo che al piano superiore ci attendono i Sindaci della Val Bormida, che devono essere ricevuti alle ore 13.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Il mio intervento durerà dieci minuti, quindi termineremo alle ore 13 in tempo per audire i Sindaci della Valle Bormida su un tema molto importante.
Non penso che si possa aggiungere granché ai 25 interventi che sono stati svolti dai Consiglieri principalmente di minoranza e qualcuno di maggioranza.
Assessore Sacchetto, abbiamo avuto anche l'audizione delle associazioni venatorie e non so se a lei abbiano detto le stesse cose che hanno detto a noi sia in audizione che separatamente, nel senso che anche loro sono consapevoli che così non si va da nessuna parte.
Quindi mi riallaccio senza soluzione di continuità all'intervento svolto dal Consigliere Ronzani, nel senso che: a) non si andrà da nessuna parte, perché comunque lo scontro in Aula - gliel'abbiamo già assicurato e detto in tutti i modi - ci sarà al massimo livello, al massimo delle capacità che potremo portare avanti, come tutti i Gruppi consiliari dell'opposizione; b) se anche lei dovesse, con strumenti regolamentari o con il tempo (un anno e mezzo ad arrivare al 2015), riuscire ad approvare questa legge, arriverà al 2015 e immagino che qualunque altra maggioranza alternativa a quella espressa qui oggi avrà la capacità, non dico neanche la sensibilità, ma la capacità di mediare tra le opposte sensibilità presenti in Piemonte. Perché questo deve fare la politica, non si pu andare avanti su una linea senza ascoltare le richieste del territorio, da una parte e dall'altra, a maggior ragione se si tratta di temi che non sono prioritari dell'agenda programmatica con cui la sua maggioranza si è presentata agli elettori.
Penso che questo tema non fosse nelle cinque o dieci priorità dell'agenda Cota, dell'agenda della maggioranza di centrodestra. Veramente sono rimasto stupito dell'apertura che giustamente, in maniera intelligente loro sì - hanno fatto le associazioni venatorie, dicendo: "Mah, in effetti, visto il muro eretto dalle opposizioni, forse sarebbe meglio riportare almeno in Commissione il testo di legge", perché più esperienze di attività legislativa in questi tre anni hanno dimostrato che non c'è un'opposizione - almeno non totalmente, ci possono essere singoli casi su singoli temi in cui si hanno sensibilità particolari che nel suo complesso fa un ostruzionismo tout court becero, totale, senza possibilità di discussione. È ovviamente la protervia, l'arroganza di singoli Assessori caso per caso, che scatena questa chiusura delle opposizioni, con più il peggioramento, oltre al danno, della beffa, Assessore Sacchetto, mi si permetta di dirle questo.
Ci eravamo seduti ad un tavolo degli interessati alla caccia per poter discutere, a latere delle Commissioni, quelle che potevano essere le proposte; ci siamo trovati ad agosto - l'abbiamo scoperto poi a settembre non mi stancherò mai dirlo - in una Conferenza dei Capigruppo in cui il Presidente Cattaneo era imbarazzato a comunicarci che lei aveva richiamato in Aula il testo di legge. Il Presidente Cattaneo era imbarazzato, l'ha pure detto un po' sottovoce - ricordate colleghi? - come ultimo punto della riunione dei Capigruppo: "Mah, poi ci sarebbe anche il richiamo in Aula del disegno di legge n. 323", e noi abbiamo chiesto: "Il disegno di legge n.
323 è quello sulla caccia?". Risposta: "Eh sì, è stato richiamato". Da lì è partita, insomma, un po' tutta quella che è la discussione cui siamo addivenuti oggi.
Assessore, non so più se formalizzarle ulteriormente la richiesta di ripensarci e di riportare in Commissione il testo che ha richiamato in Aula, non so se ha senso farlo; non so se lei oggi pomeriggio, alla ripresa dei lavori, vorrà intervenire e dare questa lieta novella anche ai quattro milioni di piemontesi che seguiranno la diretta in streaming - certo non tutti altrimenti salterebbe il sistema informativo della Regione Piemonte però una buona parte legge i giornali, sia la cronaca locale dei giornali a tiratura nazionale sia i giornali locali, e su tutti in effetti vengono scritti (anche su web) i racconti o rendiconti di questi Consigli, che francamente mettono un po' in imbarazzo anche tutti noi.
Penso che qualunque Consigliere eletto vorrebbe poter portare avanti i temi dell'agenda programmatica con cui si è presentato agli elettori o comunque fare qualche cosa, magari anche superando quelli che sono gli steccati ideologici e di contrapposizione tra maggioranza e opposizione per il bene del Piemonte, visto che, insomma, non è un periodo in cui si sta molto bene. Con questo non voglio dire che lei non se ne sia accorto Assessore, nonostante abbia le deleghe solo della caccia, della pesca e dell'agricoltura, ma ad esempio sull'agricoltura si potrebbero fare tante cose, che francamente - non me ne voglia - non ha avuto modo di cogliere.
Secondo me, sarebbe molto più importante lavorare bene sull'agricoltura, fare dei provvedimenti magari sulla riconversione di una parte dell'agricoltura da tradizionale/convenzionale a biologica; o ancora, si potrebbe provare a lavorare, ad esempio, sul tema della risicultura e delle risaie in generale, argomento che penso interessi diversi colleghi regionali eletti in quelle province (Vercelli e Novara) piuttosto che andare ad infilarci nel vicolo cieco - e anche angusto della caccia, che non è, come hanno detto molti, un tema che non si pu toccare, o che appena lo si tocca salta via la concordia del Consiglio regionale, se mai c'è stata! Francamente, è un tema che si doveva toccare con una certa attenzione e una certa sensibilità. Ribadisco - non è per spezzare una mezza "freccia" nei suoi confronti, diciamo così, visto che si parla di caccia e tiro con l'arco - che probabilmente non è tutta farina del suo sacco il fatto che non si sia potuto celebrare un referendum per 25 anni. Però, adesso, lei si assume tutte le responsabilità di questi 25 anni di mancanza di rispetto di una richiesta di referendum, e ci arriva nel peggiore dei modi possibili: mai nessuno era arrivato a cancellare una legge regionale per impedire di celebrare un referendum! C'era stato pure un certo pudore. Lei si era sbagliato: sa benissimo qual era la mia posizione in merito (posizione che a parole, è condivisa da molti), perché i cittadini si devono poter esprimere, qualora lo richiedano. Se lo chiedono, è ovvio ed è lecito che si esprimano.
Lei ha cancellato la legge regionale e tutti gli anni - ovviamente è lecito - le associazioni a tutela degli animali e dell'ambiente esercitino le proprie prerogative dinnanzi al Tribunale Amministrativo e presentano i ricorsi sui calendari venatori, sulla mancanza del Piano faunistico regionale e sul mancato rispetto delle prescrizioni dell'ISPRA.
Non intendo neanche scendere nello specifico dei punti contestati perché ci separano valutazioni totalmente diverse su quella che dovrebbe essere la caccia.
L'idea di ampliare la caccia è una posizione politica; la valutazione di introdurre, per esempio, una forma di remuneratività della caccia ci separa ancora di più. Com'è stato ribadito da più Consiglieri sull'abolizione della caccia c'è chi sostiene che non si può attuare perché sarebbe incostituzionale; ma addirittura fare in modo che la caccia diventi una attività remunerativa, con la possibilità di vendere i capi abbattuti, potrebbe aprire ad un discorso molto pericoloso, che sono certo lei avrà valutato, ma avrà comunque pensato, col suo Assessorato, di poter correre il rischio e di andare avanti.
Per quanto concerne l'annoso tema che è stato parzialmente toccato dai colleghi Oliva, Manica e altri, che riguarda le abitudini e gli stili di vita alimentare e quant'altro (vegetariani o non vegetariani, vegani o non vegani), ritengo che queste posizioni non attengano al discorso della caccia.
Semmai è un discorso di regolamentazione di quelle che sono le attività svolte all'interno del Piemonte. Dunque, è materia che spetta al Consiglio regionale, a cui lei ha appunto presentato un disegno di legge.
Visto che ci sono le prerogative fondamentali in Consiglio regionale chiedo fortemente che vengano rispettate tali prerogative, quindi che ci sia l'iter corretto e preciso, così come previsto dal nostro Regolamento: chiedo quindi che questo benedetto disegno di legge - o non benedetto, a seconda dei punti di vista - sia riportato in Commissione. Almeno questo! Ovviamente, sa benissimo che in Commissione non si presenteranno mille emendamenti, ma magari solo cento di merito. In quella sede si ritornerà a discuterne civilmente, come dovrebbe fare un Consiglio regionale.
Se invece vogliamo fare le comiche o le recite in Consiglio regionale sicuramente non ci sottrarremo (io singolarmente, ma penso anche altri colleghi), pur con notevole imbarazzo. Glielo dico, perché in questo momento, il fatto di dover comunicare al nostro elettorato, o comunque ai piemontesi in generale, che stiamo facendo le "recite" su centinaia di emendamenti riguardanti la caccia perché un Assessore, una Giunta e una maggioranza vuole fare una prova di forza muscolare e non vuole confrontarsi nel luogo deputato a ciò, cioè la Commissione consiliare francamente ci imbarazza.
Ci imbarazza perché i piemontesi - gli italiani in generale - hanno bisogno, a maggior ragione visto quello che sta succedendo a Roma, di risposte concrete ed efficaci su temi delicati ed importanti per il futuro.
Credo che questo non sia il modo di lavorare e le rinnovo veramente per l'ultima volta la richiesta di riportare il testo in Commissione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Ha chiesto la parola l'Assessore Vignale, che interviene in qualità di Consigliere regionale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere...



VIGNALE Gian Luca

BONO Davide (fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Presidente, dovevamo interrompere i lavori alle ore 13.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, collega Vignale, se l'Aula acconsente...



PRESIDENTE

BONO Davide (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, non acconsentiamo.



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

C'é una conferenza stampa della Consulta delle Elette che comincia adesso, mi spiace.



PRESIDENTE

ROSTAGNO Elio (fuori microfono)



PRESIDENTE

C'è già una delegazione di Sindaci della Val Bormida.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Va bene, che valga per tutti.



PRESIDENTE

Mi spiace, collega Vignale.
Non ci sono ulteriori iscritti.
Collega Vignale, permane la sua iscrizione?



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

No. Lo tengo come precedente, che la Presidenza rammenterà con certezza.



PRESIDENTE

Non ci sono ulteriori iscritti a parlare.
A questo punto possiamo considerare chiusa la discussione generale e di conseguenza, la seduta, che viene aggiornata ad oggi pomeriggio alle ore 14.30.
I punti all'o.d.g. della sessione straordinaria sono i seguenti: 1.
Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale; 2. "Revoca della deliberazione della Giunta regionale n. 85-6287 del 2 agosto 2013, recante 'Approvazione Piano Tariffario delle prestazioni d'assistenza residenziale per anziani non autosufficienti come previsto dalla DGR n. 45-4248 del 30 luglio 2012'".
Alle ore 17 riprenderemo con la trattazione dell'articolato.
Grazie a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.04)



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