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Dettaglio seduta n.367 del 01/08/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


NOVERO GIANFRANCO



(Alle ore 10.03 il Consigliere Segretario comunica che la seduta avrà inizio al termine della Conferenza dei Capigruppo)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 11.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato approvato nella seduta del 31/07/2013.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casoni, Cota, Goffi e Toselli.
Il numero legale è 29.


Argomento: Calamità naturali

Iscrizione ed esame ordine del giorno n. 1057 presentato dai Consiglieri Valle, Motta Angela, Franchino, Toselli, Motta Massimiliano, Formagnana Gregorio, Ponso, Muliere, Buquicchio, Biolé, Cursio, Negro, Cerutti e Botta Marco, inerente a "Danni causati dall'evento calamitoso del 29 luglio 2013 al sud Piemonte"


PRESIDENTE

Come convenuto alla Conferenza dei Capigruppo, iniziamo i nostri lavori con la trattazione dell'ordine del giorno n. 1057, avente ad oggetto "Danni causati dall'evento calamitoso del 29 luglio 2013 al sud Piemonte" presentato dai Consiglieri regionali Valle, Motta Angela, Franchino Toselli, Motta Massimiliano, Formagnana, Gregorio, Ponso, Muliere Buquicchio, Biolé, Cursio, Negro, Cerutti e Botta Marco.
Sostanzialmente, è sottoscritto da buona parte dei Gruppi consiliari.
Vi sono le condizioni per procedere in tal senso?



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Vi ringrazio.
Se non vi sono richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1057, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che nella primissima mattinata di lunedì 29 luglio 2013 il territorio piemontese e, in particolare molti comuni dell'Astigiano e della Val Bormida, oltre che dell'Alessandrino, del Casalese, dell'Acquese, del Nicese, e del Cuneese sono stati colpiti da forti precipitazioni grandinate, trombe d'aria e raffiche di vento rilevato che il nubifragio si è abbattuto nelle località sopra elencate provocando ingenti danni alle coltivazioni, alle strade, ai corsi d'acqua alle abitazioni private, alle attività produttive, agli impianti, alle attrezzature, alle macchine operatrici, ai mezzi agricoli, agli autoveicoli, alla rete viaria, alle infrastrutture telefoniche ed elettriche, agli impianti semaforici, ai cantieri e anche agli edifici e alle pubbliche infrastrutture, tali da richiedere, in molti casi, il pronto e immediato intervento dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile considerato che la violenza del fenomeno atmosferico è stata impressionante e devastante tenuto conto che in molte aree i vigneti, le piante e i pioppeti in particolare sono stati rasi al suolo, gli alberi da frutta e gli orti completamente ripuliti di tutta la vegetazione dato atto che sono stati inoltre danneggiati il sedime stradale, gli attraversamenti ai poderi agricoli, la rete telefonica e quella elettrica devono essere al più presto ripuliti e sgomberati dalle rovine i fossi e i rii, che è indispensabile ripristinare le infrastrutture pubbliche e i servizi di pubblica utilità e che occorre assicurare la pronta ripresa delle attività produttive, a maggior ragione nel periodo di crisi economica finanziaria che stanno vivendo le imprese e i cittadini tutto ciò premesso visto infine che i sindaci dei territori interessati stanno segnalando i gravissimi danni subiti e il Commissario straordinario della Provincia di Asti, in data 31 luglio 2013, ha formalizzato alla Direzione Opere pubbliche della Regione la richiesta di un contributo pari a 500mila euro per interventi urgenti relativi alle strade provinciali impegna la Giunta regionale ad avviare l'iter per la quantificazione dei danni agli immobili pubblici e alle infrastrutture impegna altresì l'Assessore regionale all'agricoltura a delimitare le aree agricole colpite".
Il Consiglio approva all'unanimità.


Argomento: Assestamento di bilancio - Bilancio pluriennale

Esame disegno di legge n. 351, inerente a "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2013 e al bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2013/2015"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 351, inerente a "Assestamento al Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2013 e al Bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2013/2015", di cui al punto 2) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato assegnato all'esame della sede referente in I Commissione in data 16 luglio 2013 ed è stato licenziato dalla stessa Commissione a maggioranza dei Consiglieri presenti in data 31 luglio 2013.
Il relatore di maggioranza è il Consigliere Pedrale, i relatori di minoranza sono i Consiglieri Reschigna e Bono.
Il Consigliere Pedrale dà per letta la propria relazione, il cui testo recita: "Il disegno di legge di assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2013 e al bilancio pluriennale 2013-2015 si basa su tre documenti di partenza: il rendiconto della Regione per l'anno 2012 con le sue determinazioni sui risultati della gestione dell'Ente, il bilancio annuale di previsione per il 2013 e il bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2013-2015.
Scopo della legge di assestamento al bilancio di previsione è quello di rettificare i dati dei residui attivi e passivi che sono determinati in modo certo dal conto consuntivo, modificando, in tal modo, l'equilibrio contabile proposto con il bilancio di previsione e il bilancio pluriennale che occorre di conseguenza ripristinare.
Il provvedimento è stato esaminato in Commissione dedicando numerose sedute ad approfondimenti di materia con gli assessori competenti. Sono state svolte le Consultazioni on line con i soggetti ed enti interessati.
Anche a seguito delle relazioni svolte dagli assessori di merito, il testo degli allegati nella sua fase di presentazione è stato emendato e arricchito con l'inserimento di ulteriori variazioni di cui agli articoli 1 e 2 del disegno di legge. L'articolo 1 introduce le variazioni allo stato di previsione dell'entrata e della spesa del bilancio per l'anno finanziario 2013 (allegato A). L'articolo 2 introduce le variazioni allo stato di previsione dell'entrata e della spesa del bilancio pluriennale per il biennio 2014-2015 (allegato B).
L'articolo 3 riduce per un importo pari a 175 milioni di euro l'autorizzazione alla contrazione dei mutui regionali.
L'articolo 4 è relativo al disavanzo finanziario alla chiusura del bilancio dell'esercizio 2012. Come da deliberazione legislativa che approva il rendiconto generale per esercizio finanziario 2012, il disavanzo finanziario alla chiusura dell'esercizio finanziario 2012, pari a 1.150.257.926,03 euro, è riassorbito nel bilancio pluriennale 2013-2015 in 447.693.392,78 nell'anno 2013 e 702.564533,25 nel 2014.
A seguito della decisione di parifica del rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2012, con l'eccezione del quadro riassuntivo del disavanzo finanziario di cui all'articolo 4 del disegno di legge, decisione emessa dalla competente sezione regionale di controllo della Corte dei Conti con delibera n. 276/2013/PARI, viene integrato l'articolo 4 con la rettifica del disavanzo finanziario rilevato alla data del 31 dicembre 2012. Pertanto il disavanzo finanziario, rettificato alla chiusura dell'esercizio 2012 in un importo pari a 2.841.374.089,03 è riassorbito nell'ambito del bilancio pluriennale 2013-2015 secondo le modalità contenute nell'allegato C.
L'articolo 5 prevede una integrazione all'elenco delle spese obbligatorie e d'ordine della legge regionale n. 6/2012.
La Commissione ha approvato, a maggioranza, nella seduta di mercoledì 31 luglio c.a. il disegno di legge n. 351 con la clausola d'urgenza".



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna, per svolgere la relazione di minoranza.



RESCHIGNA Aldo, relatore di minoranza

Grazie, Presidente.
Le considerazioni...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi! Prego, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, relatore di minoranza

Le considerazioni che intendo rivolgere nella relazione sul disegno di legge sull'assestamento di bilancio...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, collega Reschigna.
Colleghi, ho chiesto gentilmente l'attenzione ma soprattutto il silenzio da parte dell'Aula, perché il collega Reschigna, relatore di minoranza, non riesce ad esporre la relazione.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Continua a persistere lo stesso brusìo: per cortesia, colleghi! Altrimenti sarò costretto a sospendere la seduta.
Prego, collega Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, relatore di minoranza

Le considerazioni che intendo rivolgere nella relazione sul disegno di legge sull'assestamento di bilancio in parte si riconducono alle considerazioni che ho svolto...
Però è impossibile adesso, mi scusi!



PRESIDENTE

Sospendiamo la seduta per due minuti. Grazie.



(La seduta, sospesa alle 11.35 riprende alle ore 11.37)



PRESIDENTE

Riprendiamo i nostri lavori.
Prego, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, relatore di minoranza

Le considerazioni che intendo rivolgere in questa relazione sul disegno di legge sull'assestamento di bilancio si riconducono, in parte, alle questioni che abbiamo affrontato ieri nel corso della discussione sul rendiconto relativo all'esercizio finanziario 2012, e, in parte, ai problemi inevasi nella discussione in Consiglio regionale sulla legge di bilancio relativa all'esercizio 2013.
Le prime due considerazioni: noi leggiamo - anzi leggo, visto che parlo come relatore e non come Capogruppo - nel disegno di legge di assestamento di bilancio collegato alla legge di bilancio 2013 certamente un'inversione di rotta rispetto alle politiche di bilancio utilizzate nel passato e che sono state ampiamente censurate nella relazione della Corte dei Conti relativamente al conto consuntivo dell'esercizio 2012.
Un'inversione di rotta significativa, ma non totale.
La prima considerazione su cui intendo richiamare l'attenzione della Giunta e dell'Aula sta nel fatto che nel combinato disposto del confronto tra la legge di bilancio e il disegno di legge di assestamento del bilancio permangono, dal mio punto di vista, alcune entrate che sono, in alcuni casi, difficilmente attuabili nel corso di quest'ultimo pezzo di esercizio, e in un caso specifico assolutamente impraticabili.
Mi riferisco, Assessore Pichetto, in modo particolare alle entrate relativamente al Titolo IV e relativamente al Titolo V del disegno di legge sull'assestamento di bilancio.
Relativamente al Titolo IV, le entrate subiscono una variazione di 45.542.992,74 euro in diminuzione rispetto a quanto previsto nella legge di bilancio approvata dal Consiglio regionale, ma appaiono comunque fuori da ogni criterio previsionale prudenziale perché comunque l'importo assestato è pari a 184.578.485,95.
Vorrei ricordare, colleghi, che le entrate al Titolo IV sono relative alle alienazioni immobiliari e di società da parte della Regione Piemonte.
Il trend degli ultimi anni, richiamato anche nella relazione della Corte dei Conti, evidenzia sostanzialmente che sulle entrate del Titolo IV sotto questo profilo negli ultimi anni non si è mai andati oltre a pochi milioni o qualche migliaia di euro (in un caso, forse, è stata superata la cifra di un milione di euro, ma nella maggior parte dei casi l'importo è stato registrato e accertato in modo ridotto).
Io non credo che l'Assessore Pichetto oggi possa figurare al Consiglio regionale le condizioni pratiche attraverso le quali possa rappresentare un quadro al Consiglio regionale che consenta di immaginare che da qui alla fine dell'anno possano realisticamente accertarsi entrate sul Titolo IV vicine ai 184 milioni di euro.
Non lo credo, perché il fondo immobiliare - quello normale, non quello sanitario - è un fondo di cui non si sente assolutamente più parlare; e perché io sono uno di quei cretini - lo dico a verbale - così com'è stato definito dal Presidente Cota, che crede che realizzare il Fondo Sanitario Immobiliare sia un modo attraverso il quale si privatizza il patrimonio immobiliare sanitario. Peraltro, visto che abbiamo l'opportunità di avere qui l'Assessore Pichetto, sarei molto contento di conoscere il parere della Corte dei Conti sulla richiesta sollecitata da qualche "cretino" di chiedere se è legittima l'istituzione del fondo sanitario immobiliare all'interno della Regione Piemonte.
Vicepresidente Pichetto, se dopo aver informato noi nell'intervento di replica informasse anche il suo Presidente, questi forse eviterebbe di usare toni un po' sguaiati nel momento in cui affronta interviste giornalistiche su temi così delicati.
Intendo evidenziare la stessa questione riguardo al titolo V che riguarda le entrate per la contrazione di mutui e di prestiti.
L'assestamento di bilancio, da un lato, elimina una stortura della legge di bilancio, dove nella parte normativa la Giunta regionale veniva autorizzata a contrarre nuovi mutui per 300 milioni di euro, ma non c'era nella tabella di bilancio e quindi quella parte normativa non si appoggiava o non determinava un improprio equilibrio di bilancio fittizio.
Oggi, con il disegno di legge di assestamento di bilancio, per quanto riguarda il titolo V delle entrate che cosa abbiamo? La parte normativa riduce di 175 milioni di euro quell'autorizzazione che, nella legge di bilancio, era di 300 milioni di euro relativa alla contrazione di nuovi mutui, ma nelle tabelle di bilancio sono iscritte in entrata, al titolo V nuovi mutui per 125 milioni di euro.
Non faccio altri ragionamenti, affrontando le questioni legate ad altri titoli delle entrate, i primi tre titoli delle entrate.
Ho voluto richiamare in questa relazione le problematiche relative ai titoli IV e V delle entrate per dire che cosa? Queste sono le valutazioni che offro all'odierno dibattito in Consiglio regionale, perché oggi esiste in partenza, un potenziale disequilibrio di bilancio superiore ai 300 milioni di euro. Quindi, nei documenti di bilancio ci sono tutte le condizioni perché anche il 2013 possa essere un esercizio che si chiuda con un disavanzo; tra l'altro, questa è una caratteristica dei rendiconti degli ultimi anni di questa legislatura regionale.
Questo - non lo nascondo - ci preoccupa molto! Sotto il profilo della spesa, sia la legge di bilancio che il disegno di legge di assestamento di bilancio non aprono i cordoni della borsa. C'è una contrazione molto forte all'interno dei titoli di spesa che certamente, se deve essere ulteriormente contratta, o se non sono aperti gli impegni per circa 300 milioni di euro, rischia veramente di determinare un forte arretramento del livello di intervento dell'Amministrazione regionale sulle problematiche della nostra Regione.
Questo è il quadro che abbiamo di fronte.
Rispetto a questo quadro, questo disegno di legge di assestamento di bilancio che cosa conteneva? Nella discussione iniziale, nel modo con cui era stato presentato dalla Giunta regionale, conteneva alcune questioni irrisolte. Era irrisolta la questione della riduzione degli stanziamenti relativamente alle politiche sociali, non era risolta la questione o venivano aggravate le questioni legate agli stanziamenti sulla Direzione Turismo, Cultura e Sport, che vedevano una riduzione pari a 11 milioni di euro, rispetto agli stanziamenti previsti nella legge di bilancio del 2013 c'erano le riduzioni che riguardavano molti altri ambiti di intervento della Regione e molte altre Direzioni regionali.
Nel confronto che si è svolto all'interno della Commissione consiliare alcuni elementi li abbiamo considerati positivamente: sono elementi che hanno riportato non alla totalità degli stanziamenti previsti nella legge di bilancio del 2012 sui capitoli delle politiche sociali, ma vicino agli stanziamenti iscritti nella legge di bilancio del 2012. E hanno portato ad un'operazione di cui riconosciamo l'importanza e che abbiamo sostenuto nella discussione in I Commissione nei giorni scorsi, che è quella del trasferimento sul pluriennale, quindi sull'esercizio 2014, ma con l'impegnabilità anche all'interno del 2013 per quanto riguarda le riduzioni degli stanziamenti sulla Direzione Cultura operati con l'assestamento di bilancio.
Noi siamo molto preoccupati.
Siamo molto preoccupati per le considerazioni che ho espresso all'inizio della mia relazione, perché dentro questo assestamento di bilancio esiste un potenziale disequilibrio tra entrate e uscite pari ad almeno 300 milioni di euro.
Siamo molto preoccupati perché il livello della spesa della Regione Piemonte cala ulteriormente, ma soprattutto siamo molto preoccupati perch crolla ulteriormente la spesa per gli investimenti mentre non vediamo elementi significativi che riguardano la spesa corrente.
Siamo molto preoccupati, perché all'interno dell'assestamento di bilancio potevamo cogliere l'occasione o lo strumento per incominciare a ragionare rispetto alla necessità di alcuni interventi strutturali che riguardano l'organizzazione e il bilancio della Regione Piemonte.
Concludo la mia relazione evidenziando due elementi.
Primo. Forse, la Giunta regionale e la maggioranza non colgono l'urgenza dei tempi nei quali alcune decisioni devono essere assunte. Se si è deciso di chiudere le Federazioni, che senso ha protrarne l'agonia al 31/12/2013? Se si è deciso e se avete deciso finalmente di chiudere le Federazioni sanitarie, quali significato ha il protrarne l'agonia al 31/12/2013, se non quello di mantenere in piedi costi di funzionamento accentuare gli elementi di conflittualità tra le Federazioni sanitarie e le Aziende sanitarie e quindi non produrre nessun tipo di elemento positivo? Forse, una tempestività maggiore nel dare attuazione a queste decisioni aiuterebbe anche un processo di razionalizzazione; questo è uno dei tanti esempi che potevo evidenziare in questa relazione, quando una decisione viene assunta, o viene obbligatoriamente imposta all'Amministrazione regionale.
Secondo. Come ho ricordato anche in Commissione, sono mesi, almeno dal mese di febbraio di quest'anno, che i Direttori della Giunta sono in prorogatio, in attesa che la Giunta trovi un suo accordo interno relativamente alla revisione del numero delle Direzioni e alla riduzione dell'apporto esterno nella copertura dei posti di Direttore della Giunta regionale.
Siamo alla fine di luglio. Se si condivide la necessità che, a fronte di una Regione che può spendere di meno, forse occorre rivedere un pezzo dell'organizzazione regionale, mi stupisco - non più di tanto, visti i tempi che attengono alle politiche all'interno di questa Giunta - del fatto che i Direttori delle Regioni siano in prorogatio dal mese di febbraio.
Non voglio affrontare questioni che abbiamo ripetutamente sollevato da due anni a questa parte e che riguardano il tema delle Agenzie territoriali della casa o altri interventi molto forti e molto importanti che potrebbero, non nell'immediato, ma nel medio periodo, produrre efficienza all'interno della Regione Piemonte.
Ecco perché rimane ancora fortemente negativo il nostro giudizio sulla politica di bilancio e su questo assestamento di bilancio. Abbiamo raccolto alcune delle questioni, in particolare quelle sulle politiche sociali e quella sulla cultura, che sono state poste con molta forza e intensità come elementi fondamentali nel lavoro del Gruppo consiliare all'interno della Commissione. Questo è certamente un fatto importante, comunque non cambia il giudizio su un assestamento di bilancio e sulla pericolosità di questo assestamento di bilancio, che non è in grado di garantire, non in termini formali, ma in termini sostanziali, un effettivo equilibrio fra entrate e uscite.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono, relatore di minoranza ne ha facoltà.



BONO Davide, relatore di minoranza

Grazie, Presidente.
Dall'approvazione in Commissione dell'assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2013 e al bilancio pluriennale per gli anni 2014-2015 non posso che sollevare una serie di dubbi, perplessità e forse anche angosce.
Siamo di nuovo di fronte ad un bilancio della regione Piemonte drammatico: sia nel senso che non garantisce più - semmai li ha garantiti i servizi fondamentali che una Regione, per le competenze ad essa trasferite anche dalla riforma del titolo V della Costituzione, deve erogare e, soprattutto, non raggiunge più, semmai lo ha raggiunto, anche in questo assestamento di bilancio, un pareggio di bilancio reale, veritiero al di là delle cifre scritte sui documenti.
I dati che m'inducono a porre tali quesiti riguardano soprattutto le entrate: il titolo IV e il Titolo V. Per quanto riguarda il Titolo I e il titolo II si spera non vi siano sorprese tra le entrate proprie della Regione e i trasferimenti dallo Stato e dall'Europa, anche se poi, come rileviamo spesso, c'è differenza tra le cifre iscritte a bilancio e gli accertamenti.
La Corte dei Conti lo ha sottolineato, non vorrei dire "stigmatizzato"; è dato comune a tutti i bilanci. Dovremmo tentare di azzerare la discrepanza non tanto rispetto alla riscossione - si creano residui attivi, che speriamo di recuperare nei mesi successivi - ma soprattutto tra quanto iscriviamo nelle entrate e il reale accertamento che dovrebbe tendere a zero per evitare che i numeri iscritti non corrispondano a quanto la Regione riscuote.
Sul Titolo IV e sul Titolo V, come riportato nella relazione, c'è una serie di entrate in più - oltre a quelle sul Titolo III di cui ho già parlato ieri - le entrate extratributarie - con una restituzione da Finpiemonte di 236 milioni di euro, che sono quanto meno dubbi. Come ho avuto modo di dire ieri nella relazione del rendiconto, non mi sono ancora chiare da dove provengano le cifre che, ad esempio, permettono di iscrivere "+ 236 milioni di euro" sulle entrate extratributarie provenienti dalla Finpiemonte. Non mi risulta sia stato approvato il bilancio della Finanziaria della Regione Piemonte - dovrebbe essere approvato a metà settembre -dunque, è difficile comprendere l'iscrizione di una cifra precisa di queste entrate. Forse sono le capacità divinatorie e le abilità dell'Assessore Pichetto che tutti noi gli riconosciamo... Senza esagerare ovviamente.
Sul Titolo IV anch'io sottolineo, come già fatto dal Consigliere Reschigna, che vi sono, come al solito tutti gli anni, cifre un po' gonfiate per quanto riguarda alienazioni e altre tipologie di entrate. Se togliamo quelle che mi auguro siano entrate certe, ad esempio la categoria delle riscossioni crediti su cui insiste la riduzione di cui si parlava di 45 milioni di euro - quindi si passa da 100 milioni a 49 - le alienazioni vere, almeno secondo quanto scritto nel bilancio, dovrebbero portare a delle entrate di 110 milioni di euro.
Su questo, al di là della discussione oggi in aula, auspico un incontro chiarificatorio in Commissione bilancio con l'Assessore Pichetto e con il Direttore Rolando - posto che sul "fare cassa" con le alienazioni possiamo discutere nel merito politico - per avere contezza chiara e inoppugnabile di come, quando, cosa e perché andiamo ad alienare.
indispensabile un piano chiaro di quali siano le vostre proposte, su cui potremmo discutere nel merito politico. Peraltro, anche in questo caso si può discutere il fatto che a fronte di 110 milioni di euro di previsione di stima del patrimonio immobiliare, magari se ne ottengono 95, 98, perché si fatica ad alienarlo.
Si è parlato del Fondo immobiliare sanitario, ma ovviamente queste alienazioni non c'entrano con il fondo immobiliare sanitario, ma con il fondo immobiliare regionale. (Tra l'altro, come ci ricordiamo e ci era stato detto, viste le lungaggini burocratiche della creazione del fondo immobiliare, si stava procedendo ad alienare alcuni immobili appetibili per qualche privato, prendendo una scorciatoia che non fosse il fondo immobiliare. Si parlava, vado a memoria, di due o tre milioni di euro, non di più; quindi, arrivare a 110 milioni di euro con il fondo immobiliare regionale mi sembra molto ottimista. Chissà, magari l'Assessore Pichetto ci stupirà e ci dirà di aver già piazzato il palazzo della Regione di piazza Castello a 100 milioni di euro: abbiamo risolto problema e ci trasferiamo tutti nel cantiere del grattacielo non ancora finito, risolti i problemi che ci sono al momento con il proponente del progetto, l'architetto Fuksas.
Questo per quanto riguarda il Titolo IV.
Anche per quanto riguarda il Titolo V vi sono questioni non chiare.
Anzitutto, rispetto agli 800 milioni di euro di finanziamenti a breve termine dallo Stato, ho avuto modo di chiedere all'Assessore Pichetto se si trattava delle entrate del disegno di legge 35 - in effetti così mi è stato poi confermato dagli Uffici. Ma mi risulta sia un prestito trentennale, collocato non so perché nei finanziamenti a breve termine: il meccanismo non si comprende. Pare che l'abbia chiesto Roma: Ubi maior minor cessat.
Non sono, purtroppo, anticipazioni a fondo perduto; sono prestiti mutui trentennali, a lunghissimo termine che cercheremo di ripianare aumentando le tasse ai piemontesi, quindi con l'aumento dell'addizionale Irpef.
Ora non muovo critiche che sarebbero anche semplici, estemporanee contro l'aumento delle tasse della Giunta Cota che in campagna elettorale aveva promesso che non avrebbe mai messo le mani nelle tasche dei piemontesi (spetterà poi all'elettorato tra un anno e mezzo decidere come ha lavorato questa maggioranza e le varie opposizioni).
ovvio che un tale quadro porta ad appesantire la tassazione sui cittadini. Parliamo di 20, 50, 150, 200 euro, a seconda del reddito, di Irpef all'anno.
Intanto, continuiamo a accendere mutui. Ho coniato senza grande capacità di inventiva, il termine "debito per coprire debito": questa la situazione della Regione Piemonte. Per coprire il debito della Giunta Ghigo, dalla Giunta Bresso, dei primi due anni della Giunta Cota, non abbiamo fatto altro che creare altro debito da ripianare aumentando le tasse ai cittadini, quindi l'addizionale Irpef.
L'Assessore Pichetto ci dirà: "Abbiamo scongiurato l'aumento dell'Irap". È bello vedere il bicchiere mezzo pieno; io sono un po' pessimista e tendo a vederlo mezzo vuoto. Mi rendo conto che la situazione non sia semplice, forse si poteva partire prima nel cercare di capire con che tipo di bilancio ci avevano lasciato la Giunta Ghigo e la Giunta Bresso e agire un po' prima, però "del senno di poi ne son piene le fosse"! Torno al Titolo V. Oltre agli 800 milioni di euro che il prossimo anno daranno un'iniezione di liquidità che sarà solo temporanea, ci sono ancora mutui iscritti, perché non si possono tirare per 125 milioni. Di nuovo, ci sarà un pareggio di bilancio artificioso, perché senza questi 125 milioni di euro che abbiamo iscritto, ma che non possiamo tirare, il pareggio di bilancio quest'anno non lo avremmo assolutamente centrato; probabilmente avremmo creato un ulteriore disavanzo di 125 milioni di euro, che avremmo visto nel rendiconto del 2013, quindi tra un annetto.
Per quanto riguarda gli anni futuri, come ho già avuto modo di dire ieri nell'analisi del rendiconto, mi preoccupa soprattutto il trend circa il recupero delle passività pregresse del documento che ci ha dato l'Assessore Pichetto. Poi, secondo la concezione politica più diffusa, si tende a dire: "Cerchiamo di salvare la baracca finché ci siamo noi" - cioè finché c'è la maggioranza - "nel 2015 ci sono le elezioni, quindi cosa succede nel 2015...", forse anche nella speranza di questa maggioranza di non rivincere le elezioni. Non lo so, non voglio interpretare il pensiero altrui, ma sottolineo che, mentre nel 2013 e nel 2014 ci sono oltre 12 miliardi di entrate, nel 2015 queste precipitano a 10 miliardi, cioè stiamo parlando di 2 miliardi in meno di entrate! Mi chiedo chi avrà le redini nel 2015. Infatti, già immagino che nel 2014, magari, non si farà il bilancio previsionale, si andrà in esercizio di bilancio provvisorio, come è successo nel 2009, e chi arriverà nel 2015 dovrà, con 2 miliardi in meno di entrate (e senza le anticipazioni di liquidità dallo Stato), ripianare i mutui, ma non solo i 170 milioni di euro che ripianano le anticipazioni del DL n. 35/2013, anche i 400 milioni fissi che ogni anno paghiamo per il nostro debito finanziario già allocato presso la Cassa Depositi e Prestiti o presso altre banche private Unicredit e altre.
Adesso il focus si sta spostando: come ho detto, il 2013-2014 lo abbiamo abborracciato con questo DL n. 35/2013 e si sposterà tutto sul 2015.
Venendo ai temi puntuali, negli ultimi tre minuti, almeno una battaglia siamo riusciti a portarla avanti come Consiglio, in questo caso devo dire in modo abbastanza trasversale, o tripartisan, come sono solito dire, sulla cultura.
Sulla cultura c'era stato fatto un po' uno scherzetto, se mi passate il termine, da parte di chi ha compilato il bilancio nel 2014 e nel 2015.
Infatti, ci eravamo trovati con 11 milioni di euro nel 2014, perch l'Assessorato si era dimenticato di mettere 2 DB al 14131 e al 14141 capita, può capitare. Per fortuna, siamo riusciti a salvaguardare il saldo del 2012 sulla cultura. È stata un'azione minimale, non è che abbiamo salvaguardato il saldo del 2009, quindi la spesa storica, ma il saldo minimo che ammontava a 46 milioni di euro, grazie al lavoro di diversi Gruppi consiliari. Quello sulla cultura siamo riusciti a difenderlo e almeno per il 2014 è salvo. Rifaremo altri discorsi per il 2015: al momento sono iscritti 8 milioni di euro sul 2015, quindi ancora meno che nel 2014.
Per quanto concerne i trasporti, abbiamo svolto anche un Consiglio straordinario. A differenza del Consigliere Gariglio e del Partito Democratico, non ho ancora a mie mani la bozza del piano triennale, perch i miei scarsi mezzi non mi permettono di arrivare al Consiglio delle Autonomie Locali (ho sollecitato gli Uffici per poterlo avere). Dubito che si riesca ad arrivare a 485 milioni di euro con il piano di riorganizzazione. Bisogna capire: infatti, quest'anno abbiamo messo 60 milioni di euro, 30 più 30.
In effetti, si deve comprendere come far funzionare in maniera efficiente ed efficace il sistema di trasporto pubblico locale nei prossimi anni. Forse questi sono i temi più importanti, insieme alla sanità, ci mancherebbe altro, non si deve discutere.
Sulla sanità si intende semplicemente arrivare al target di 8 miliardi partendo da 8,7 miliardi, tagliando sul personale. Alla fine di tutte le grandi roboanti promesse del trittico di Assessori Ferrero-Monferino Cavallera, i risparmi si fanno solo su quello che è, tra virgolette "facile" colpire, cioè il personale. I tagli si fanno con il blocco del turn over e l'impossibilità di procedere alle assunzioni, ma così non si può mandare avanti la sanità, lo sappiamo benissimo, perché le urgenze sono tante e non diminuiscono perché si decide che ci sono meno soldi, non è che le persone non vanno più in ospedale. Quindi, sarà oggetto di ampia discussione nei prossimi anni.
In conclusione, questo assestamento ha messo una pezza almeno sul 2013 2014, grazie a questo escamotage di Roma, però il problema riguarda le risorse libere regionali che dobbiamo comprendere come vengono allocate.
Cioè, tolti i settori sanità e trasporti, dobbiamo capire se veramente ci sono possibilità di risparmio lì e non su capitoli magari strategici, per poter arrivare finalmente ad un pareggio di bilancio senza la vendita di patrimoni immobiliari o l'accensione di mutui, che non sono credibili, non stanno in piedi e rendono un bilancio, tecnicamente, dal punto di vista delle carte, in pareggio, ma all'analisi della Corte dei Conti, che puntualmente arriva, e arriverà, non in pareggio. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Cercherò di non ripetere quanto già espresso dai relatori, anche perch su quest'argomento è semplice trovarsi d'accordo per le opposizioni e le minoranze tutte.
Però, prima di svolgere qualche considerazione, volevo iniziare con una proposta e, poi, con una bella notizia.
Chiedo scusa, Presidente, la proposta può essere quella di fornire all'Aula e ai Consiglieri dei tappi auricolari, che possono servire al relatore quando interviene, così da non essere disturbato dal brusio dell'Aula e a tutti gli altri Consiglieri che non vogliono ascoltare il relatore consentirebbe di non essere disturbati.



(Commenti in aula)



BUQUICCHIO Andrea

Gli auricolari sono più economici, in tempi di ristrettezze economiche.
La bella notizia è la seguente: mi sarebbe piaciuto dire che finalmente, quest'anno l'approvazione dell'assestamento avveniva entro luglio, ma non possiamo perché oggi è già il 1° agosto. Vi ricordo che l'anno scorso lo abbiamo discusso addirittura a dicembre.
La meno bella notizia nell'ambito della bella notizia è che tutto questo non è stato dettato da una presa di coscienza da parte dei responsabili. Si è trattato di un atto dovuto, imposto da qualche altro cioè dal Tavolo Massicci, quello stesso Tavolo che ha imposto il caso relativo ai 545 milioni di spese in ambito sanitario, che sono stati inseriti nel bilancio del 2013, anticipando quanto la Giunta avrebbe voluto fare (li aveva collocati nel 2014).
Rimanendo nell'ambito della sanità, minori spese - mi sembra per 20 milioni - a parziale copertura della manovra di assestamento mi preoccupano e non poco, dal momento che ritengo legittimo ritenere che la Giunta non abbia assunto alcuna decisione concreta in ambito sanitario (e qui richiamo il discorso delle Federazioni sovrazonali su cui dirò due parole). Quindi ogni risparmio non potrà che essere imputato a minori servizi, non certo a maggiore efficienza.
In questo caso, mi sembra di non essere severo e cattivo, ma di parlare con cognizione di causa. È difficile da parte dell'interlocutore della maggioranza addurre argomentazioni a discolpa. Infatti, è notizia di ieri che il Ministero della salute ha accertato che, per il 2011, la Regione Piemonte non ha rispettato quanto previsto nel documento di valutazione "Adempimenti LEA" del 2011.
A questo proposito, svolgo tre rapide riflessioni.
La Regione Liguria, come noi sottoposta al piano di rientro, ha migliorato la sua posizione garantendo tutti i LEA. Dunque, anche da un semplice confronto diretto tra queste due Regioni, emerge chiaramente un deficit da parte del nostro sistema sanitario.
Il mancato raggiungimento dell'obiettivo potrebbe far diminuire del 3 gli stanziamenti provenienti dal fondo sanitario nazionale. Se ci accadesse, si parla di circa 200 milioni in meno a disposizione della nostra sanità, e sarebbe un colpo mortale.
I dati del Ministero si riferiscono solo al 2011, figuriamoci se si dovesse andare avanti con i metodi attuativi che si stanno verificando negli ultimi mesi.
Avevo già detto ieri, nell'intervento sul consuntivo di bilancio 2012 che ci sono alcuni comportamenti che si potrebbero definire - senza offesa per nessuno - un tantino schizofrenici da parte della maggioranza purtroppo, anche in questo caso dell'assestamento ci sono alcuni elementi che definirei bizzarri, a dir poco.
Com'è possibile che nel bilancio che la Giunta aveva elaborato l'anno scorso mettendo in evidenza il deficit del 2011 con 485 milioni, prevedendo che questo fosse riassorbito su tre anni (18 milioni per il 2012, 190 per il 2013 e i rimanenti 276 per il 2014), mentre adesso la somma del deficit accumulato sempre fra 2011 e 2001 (per intenderci, quello non rettificato perché vi ricordo che quello rettificato recependo la nota della Corte dei Conti è pari a 2.841.000.000, quindi parliamo di 1.150.000.000) si pensa oggi di ripianarlo in due anni: 448 milioni quest'anno e (siamo già a luglio) più 702 milioni l'anno prossimo? Mi viene da dire: auguri! Altro aspetto mirabolante di questo assestamento sono i 236 milioni provenienti dalle restituzioni di Finpiemonte S.p.A. Sono convinto - e con me penso molti altri colleghi - che tra qualche mese questa cifra possa subire notevoli variazioni. E anche in questo caso mi piace riprendere quanto scritto dalla Corte dei Conti: un elemento stabilizzatore delle necessità finanziarie regionali al termine dell'esercizio. Quindi una camera di compensazione, insomma, una sorta di bancomat a disposizione della Regione, che invece farebbe bene a preoccuparsi del perch Finpiemonte non utilizza tali fondi nei vitali settori degli aiuti comunitari e nazionali alle imprese: è quella la mission dell'ente per l'attuazione di quelle politiche regionali.
Dalla relazione della Magistratura contabile, in relazione al rendiconto per l'anno finanziario 2012, si legge: "L'analisi finanziaria delle gestioni pubbliche non può prescindere dalla verifica delle risorse delle quali dispone l'Amministrazione, poiché le stesse costituiscono il limite entro il quale devono svolgersi i procedimenti di spesa". È una frase estremamente semplice da capire anche da parte mia che faccio il medico, ma purtroppo ignorata dalla maggior parte degli Amministratori forse da tutti.
Negli ultimi anni, il fatto che le entrate diminuiscano è un dato inoppugnabile. Fatte salve quelle derivanti dalla contabilità speciale, le somme riscosse sono passate da 11.355.000.000 nel 2010 a 10.436.000.000 nel 2012; nonostante ciò, anche in questo documento che riguarda l'assestamento per l'anno 2013, si evidenzia che le sole spese correnti previste sono pari a 10.486.000.000. Solo questa voce supera di circa 50 milioni le entrate accertate del 2009.
Allora capisco che, purtroppo, sul discorso delle entrate qualcosa si potrebbe dire, però non si può dire tanto. Tuttavia è ovvio che attiene alla responsabilità di un'Amministrazione, di un Governo scegliere come spendere il danaro pubblico, e su quello c'è un confronto sulle diverse sensibilità.
ovvio che, nel momento in cui si fa una critica ad un governo in tema di bilancio, in tema di assestamento, lo si fa in minima parte per quel che attiene alla capacità politica di intervento sui livelli superiori al fine di attingere maggiori fondi, ma lo si fa soprattutto per quel che riguarda il tipo di scelta. Tipo di scelta che l'Assessore sa benissimo: purtroppo, come spendere il denaro nell'ambito della spesa corrente riguarda troppo spesso un accordo tra le varie sensibilità.
Io penso che occorrerebbe un pochino in più di coraggio nello stabilire le reali priorità, senza trasferire sul piano dell'insensibilità politica vari tagli a temi che possono essere ritenuti non poco importanti e neanche meno importanti, ma forse un tantino meno prioritari rispetto ad altri.
Grazie.



PRESIDENTE

iscritto a parlare il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

La ringrazio, Presidente. Le vorrei segnalare tre anomalie innanzitutto.
La prima è un'anomalia sistematica: l'assenza del Presidente Cota. La seconda è un'anomalia temporanea: l'assenza del Vicepresidente Pichetto che vorrei che venisse in aula. La terza è l'anomalia rappresentata dal fatto che, sempre più spesso, in quest'aula, i relatori di maggioranza rinunciano a svolgere la relazione di maggioranza. Intendiamoci, su provvedimenti di minore importanza, ci sta che il relatore rinunci a svolgere la sua relazione; naturalmente, per svolgerla, intanto dovrebbe aver partecipato ai lavori di Commissione, perché è complicato svolgere una relazione se non si partecipa ai lavori della Commissione. Però, diciamo "di norma", su provvedimenti importanti come questi, è bene che il relatore di maggioranza esprima il punto di vista della maggioranza, che non necessariamente è il punto di vista della Giunta. E, in ogni caso, dovrebbe dare conto - qualora vi fosse stata - dell'iniziativa della maggioranza per discutere il provvedimento che è oggetto della nostra discussione. È più complicato. E' più complicato, naturalmente, dar conto di questa iniziativa, se l'iniziativa non c'è stata. Ad ogni modo, segnalo questa anomalia, Presidente.
Il Consigliere Reschigna ha già affrontato le questioni di fondo che noi poniamo nella discussione dell'assestamento, che ha preso atto della situazione che risulta a seguito del rendiconto e quindi della nuova quantificazione del disavanzo della Regione di 2.800.000.000 euro. Contiene (diciamo così) una norma che noi contestiamo alla radice: il fatto che venga riproposta, seppur ridimensionata, l'autorizzazione a contrarre un mutuo, che non potrà essere utilizzato per la semplice ragione che questa Regione ha superato ampiamente il tetto di indebitamento possibile.
Sarà questo un bilancio, Assessore Pichetto, che conterrà criticità dal punto di vista del raggiungimento dell'equilibrio. Per cui non credo che lei intendesse riferirsi al bilancio 2013 quando ieri parlava dell'obiettivo di raggiungere un avanzo primario, ovviamente al netto degli interessi sul debito, perché penso che questo fosse l'obiettivo a cui lei ieri faceva riferimento. In ogni caso, non credo che si riferisse al bilancio del quale stiamo discutendo.
E poi esistono tutte quelle contraddizioni cui faceva riferimento il collega Reschigna.
Mi scusi Assessore - glielo dico con la confidenza che ci lega -, penso che il Presidente Cota le abbia dato del cretino, perché lei è tra coloro che, venendo in quest'Aula e assumendo la responsabilità di Assessore al bilancio, ha eccepito sul fondo immobiliare chiuso, per quanto riguarda la sanità; lei è stato tra coloro che hanno rallentato il processo che avrebbe dovuto portare alla costituzione del fondo per la sanità.
Ergo, se questo è, il Presidente Cota intanto si rivolgeva a quei settori della maggioranza, compreso lei, che hanno in quest'Aula - quindi in una sede istituzionale e pubblica, qual è il dibattito in Consiglio sul bilancio di previsione - eccepito sull'utilità del fondo immobiliare derubricandolo quanto meno a un inventario degli immobili della sanità.
Lei, di fronte alle obiezioni mosse dalle opposizioni, disse in quell'occasione che se il fondo non era individuato come "strumento per" quantomeno sarebbe servito per fare un elenco degli immobili della sanità.
E noi vi obiettammo in quell'occasione che non c'era bisogno neppure di fare quell'inventario perché era stato fatto nei mesi precedenti.
Noi abbiamo posto, Assessore Pichetto - lo ricordava il nostro Presidente Reschigna -, due questioni pregiudiziali in questa discussione che abbiamo ritenuto pre-condizioni per consentire questo dibattito.
Naturalmente non voglio caricare di significato quel risultato, ma è un fatto che il PD, insieme ad alti Gruppi di opposizione, abbia considerato pregiudiziali gli stanziamenti sulla cultura e sulle politiche sociali. Lo ricordo perché questo risultato non era affatto scontato.
Lei si era impegnato durante la discussione del bilancio di previsione ad utilizzare l'assestamento per riportare al livello del 2012 le risorse stanziate nel 2013 per quanto riguarda le politiche sociali; il documento che ci ha presentato conteneva una grave omissione, nel senso che non rispettava quell'impegno: non lo manteneva. Noi abbiamo viceversa ritenuto una pre-condizione e un elemento pregiudiziale il fatto che fosse almeno possibile prevedere, per quanto riguarda il finanziamento dei Consorzi, uno stanziamento che riportasse le risorse complessive destinate a queste politiche al livello dello scorso anno.
Oggi constatiamo che le risorse che avete stanziato su sollecitazione nostra e dei Gruppi di opposizione ci avvicinano allo stanziamento del 2012. E c'è poi una parte che riguarda lo stanziamento dei 2 milioni compresi nei 14 e mezzo, che abbiamo insieme valutato di destinare per far fronte all'emergenza abitativa e ai problemi della locazione. Ma questo è un primo risultato.
Badate, colleghi: è un risultato parziale perché in realtà in una Regione che ha i problemi del Piemonte è davvero una magra soddisfazione constatare che ci siamo limitati a confermare, per quanto riguarda le politiche sociali, le risorse del 2012. In questi 12 mesi, infatti, la situazione economica del Piemonte per effetto della crisi si è aggravata ed essendosi allargata la crisi è del tutto evidente che noi avremmo dovuto in proporzione, destinare alle politiche sociali una maggiore quantità di risorse, perché in questi 12 mesi il numero di coloro che si stanno avvicinando alla fascia di povertà - o l'hanno superata - è aumentato.
Si tratta però di un risultato. E la stessa cosa vale, ovviamente, per lo stanziamento riguardante la cultura, anche se è avvenuto nella forma che ricordava il collega Reschigna: uno stanziamento che varrà sul pluriennale anche se i 9 milioni circa di euro stanziati potranno essere impegnati in questo anno e potranno quindi consentirci, complessivamente, di garantire al sistema che avrebbe oltrepassato il punto di non ritorno - l'ha detto il collega Oliva in un bellissimo intervento in Commissione - di galleggiare in una situazione - che pur rimane seria per la cultura piemontese, che è anch'essa un fattore di sviluppo della nostra Regione- di non totale insicurezza; ecco, lo dico così.
E però tutto questo - e concludo - non è sufficiente. Se io giudico l'assestamento e lo faccio anche in relazione al bilancio del 2013, non possono non rilevare come si stia allargando e approfondendo il divario tra una condizione economica e sociale della regione e il ruolo che, rispetto a questa situazione, hanno le politiche di bilancio: sempre meno, cioè, le politiche di bilancio sono in questa Regione - e non soltanto qui purtroppo - uno strumento per favorire politiche di sviluppo.
E io credo che sarebbe un errore, che secondo me voi state commettendo se voi sottovalutaste i problemi che il bilancio della Regione continua ad avere. Vedete colleghi, a parte alcune lodevoli eccezioni - perché non posso non ricordare gli interventi a questo proposito del Consigliere Burzi in Commissione -, ho l'impressione che la maggioranza ritenga superata la fase di emergenza, pensando di poter contare sulle risorse derivanti dal D.L. n. 35.
Ricordo anche in quest'occasione - e lo faccio, in questo caso, non citando la norma del Decreto, ma citando i due contratti di prestito che la Regione ha sottoscritto - che si tratta di anticipazioni: anticipazioni tant'è vero che l'art. 4 del contratto di prestito recita: "rimborso dell'anticipazione", che avverrà in trent'anni a rate fisse. Quindi pagheremo questo debito da qui al 2043, se non ricordo male: sì, sono trent'anni e quindi il termine è il 2043. E questo debito peserà ovviamente, sul bilancio della Regione. È un mutuo: è un mutuo! Mi fa piacere che l'Assessore Pichetto oggi assenta con la testa perch ricordo che allora, quando ne discutemmo e io dissertai sul fatto che si trattava di un'anticipazione, l'Assessore Pichetto in quel caso muoveva la testa al contrario, negando. Oggi siamo d'accordo su questo punto: si tratta di un'anticipazione.
Il risultato è che rimangono purtroppo tutte presenti quelle criticità che rendono il nostro bilancio un bilancio che ha dei problemi. In realtà infatti, le grandi questioni che possono in qualche modo riformare il bilancio della Regione sono rimaste da parte, mentre invece questo è il problema che chiunque governi questa Regione sarà costretto o si troverà a dovere affrontare nelle prossime settimane.
Io faccio solo una notazione che riguarda Finpiemonte e lo faccio per dare l'idea - e per esemplificarle - delle cose che sto dicendo. Noi sosteniamo da tempo che andrebbe avviata una riforma della macchina regionale, con la quale riportare dentro la Regione una serie di funzioni e di competenze che abbiamo, nel corso degli anni, trasferito all'esterno. Si tratta di un processo complicato che non si risolve in quattro e quattr'otto, ma che va avviato: mi rendo conto che richiede scelte coraggiose e impegnative, che però devono essere fatte. Ma noi dobbiamo per questa via avviare un processo di riforma, perché non esiste che gestire alcune pratiche che riguardano le agevolazioni alle imprese possa costare centinaia di euro...! Se i colleghi fanno mente locale - io l'ho fatto in questi giorni potranno appurare che, per gestire leggi della Regione e pratiche con le quali assegniamo alle imprese poche migliaia di euro, noi paghiamo centinaia di euro. Bèh, questa cosa qui rappresenta un problema che dev'essere affrontato...! In una condizione di finanza pubblica tranquilla infatti, mi rendo conto che il problema si porrebbe in ogni caso ma con minore gravità; ma in questa situazione il tema della riforma del complesso degli strumenti con cui la Regione ha fatto politiche in questi anni è uno dei temi cruciali per riportare - ho finito, Presidente - la condizione del nostro bilancio in una situazione di equilibrio serio e reale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Ieri sera il dibattito si è concluso con una dichiarazione dell'Assessore Pichetto: "Sono le differenze che rendono il mondo interessante".
Ero rassegnata a non intervenire in questo dibattito, ma il pensiero di poter fare, nel piccolo, una piccola differenza, mi ha invitato ad intervenire sul conto di assestamento ed esplicitare le mie preoccupazioni ed obiezioni, non sempre allineate agli interventi che si sono sviluppati in Commissione e in Consiglio.
Confido nella pazienza del Presidente pro tempore dell'Assemblea regionale per non essere richiamata se citerò una frase, secondo me brillante, riportata da Barbara Spinelli, ancorché non molto ortodossa. La frase è questa: "Quando le situazioni sono difficili, meglio fare casino che chiudersi dentro i recinti delle proprie parrocchie ed immaginarsi potenti, anche se dentro si è già morti".
Mi sembra che questa immagine rifletta molto bene lo stato di questo Consiglio regionale. Ho già avuto modo di fare le mie valutazioni e le mie proposte politiche in merito, ma più modestamente mi limiterò a dire che queste frase rispecchia molto bene l'impostazione culturale di questo bilancio di assestamento.
un bilancio di assestamento che rifiuta "di fare casino", cioè rifiuta di dichiarare in modo forte alcune verità eclatanti; rifiuta di provare ad invertire l'ordine delle cose, anche con qualche guizzo, qualche dichiarazione di principio, e si limita, credendo che si sia ancora vivi, a produrre soltanto - non è poco, per carità, da parte di chi l'ha condotta una quadratura contabile.
Cercherò di spiegare perché questo bilancio di assestamento è più un atto di rinuncia che non una scelta di programmazione. Per farlo comincer con il reagire alla valutazione politica della maggioranza che ieri ha accompagnato tutto il dibattito.
Per motivare la pochezza di questa operazione contabile, la maggioranza adduce, ormai da moltissimo tempo, un ritornello che suona esattamente in questo modo: siamo impegnati in una faticosa opera di ricostruzione, per porre rimedio alle colpe del passato.
Ora, una persona come me ha il difetto di essere stata educata nell'esperienza istituzionale, alla responsabilità della continuità amministrativa e quindi, quando ho assunto la responsabilità, nel luogo dell'Assessorato alla tutela della salute e sanità, non mi sono stupita più di tanto che l'Amministrazione Bresso non denunciasse la situazione di disavanzo che aveva rilevato e vi provvedesse con una copertura di mutuo che oggi ancora grava sulle aziende sanitarie, perché in nome del principio di continuità amministrativa credo che si debba governare e reggere il timone della situazione nella quale ci si trova. Ora mi domando, dopo aver svolto quel ruolo per circa due anni e sei mesi, quando questa Giunta, che amministra da tre anni e quattro mesi, riterrà di assumersi le proprie responsabilità. Mi domando se alla fine dei cinque anni di Governo questo periodo sarà giudicato sufficiente per assumere le responsabilità di analisi di ciò che si è deciso, oppure ancora no.
Dentro questo quadro credo che il bilancio di assestamento stia compiendo delle scelte ordinariamente comunicate, che sono gravemente irreversibili e queste, sì, foriere di disastri per il futuro. Ne cito una andando decisamente in controtendenza: l'operazione relativa agli 865 milioni della sanità.
Tutti a Roma sanno, tranne che in Piemonte, che l'emersione degli 865 milioni, che per quel che mi riguarda è un problema di allineamento tra il bilancio regionale e il bilancio delle aziende sanitarie, è stato sollevato dalla Regione Piemonte al piano di rientro del Tavolo Massicci, in una logica estensiva dei contenuti della verifica del Piano di rientro. Quella modalità estensiva, con la quale il Piemonte ha ritenuto di buttare sul tavolo una questione che rientra nelle relazioni economiche interne di armonizzazione tra il bilancio della Regione e il bilancio delle aziende sanitarie, ha prodotto, dal punto di vista politico, un'abdicazione assoluta dell'autonomia regionale in campo di politica sanitaria verso il Ministero e verso il Piano di rientro.
Dal punto di vista economico, un vero capolavoro del disastro, perch si è annunciato con un disavanzo quello che era un mancato allineamento, e come disavanzo non si è ritenuto nemmeno di poterlo spalmare su un piano pluriennale, perché il modo con il quale si è agita la relazione con il Tavolo Massicci ha prodotto il rigidamento al quale assistiamo.
Credo, quindi, che questo sia stato un errore clamoroso; un errore clamoroso che non stanno pagando il Consiglio regionale e nemmeno la Giunta, ma che pagheranno i cittadini, in termini di conseguenze sull'organizzazione dei servizi.
Questa è la prima questione: non la dichiaro io, l'ha dichiarata ieri la Giunta in una risposta ad un'interrogazione.
Ieri, la Giunta ha testualmente dichiarato che l'obbligo che deriva dal Tavolo del Piano di rientro è quello di rivedere le prestazioni erogate in extra LEA, perché ad una Regione il Piano di rientro non può più garantire extra LEA. "Quali sono gli extra LEA?", dice la Giunta nella memoria di ieri: esattamente gli assegni di cura e l'integrazione alle rette in favore di soggetti assistiti al domicilio in strutture residenziali.
Questa operazione, quindi, sta legando mani e piedi alle politiche rivolte alla tutela della salute, nella cronicità che sono le politiche dominanti, in termini di organizzazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie, e produrranno la non possibilità, per scelta politica mascherata o per vincolo consegnante derivante dal Piano di rientro, di garantire i livelli essenziale che la nostra Regione garantiva. Così facendo si scaricheranno, sulle compartecipazioni degli utenti più fragili o sulle compartecipazioni dei Comuni e dei consorzi, costi che attualmente erano in carico alla sanità.
Vengo al secondo aspetto della vicenda che ci ha portato a dibattere il bilancio di assestamento, che sono gli emendamenti che hanno ripristinato un'agibilità del piano finanziario, in termine di settore culturale, grazie al fatto che la pluriannnualità ha consentito di dare continuità e garanzie, e ad un intervento tampone di emergenza sulle politiche socio assistenziali. Sottolineo che alla luce di quanto ho detto prima, cioè il contenimento degli investimenti in sanità, il tampone che abbiamo messo è poco di più che un'operazione di beneficenza irripetibile, perché il Consiglio regionale che ha prodotto, volontariamente, per allineamento alle leggi nazionali, risparmi di cui oggi beneficeranno i trasferimenti al fondo sociale indistinto, non potrà più vedere, negli anni 2014 e 2015 analoghe manovre.
Noi, quindi, stiamo compensando una politica strutturale sui servizi socio-assistenziali e socio-sanitari, con un'erogazione liberale del Consiglio regionale, che corrisponde ad una manovra irripetibile, e si ha ancora il coraggio di dire, da parte di alcuni, che in questi comparti bisogna portare efficienza? In questi comparti siamo al limite della sopravvivenza e l'anno prossimo questa sopravvivenza non sarà più garantita.
Questo dato mi incita a riportare in questa sede una questione che nessuno, o pochissimi Consiglieri, hanno affrontato: il modo occhiuto con il quale questa amministrazione tende a parlare di sprechi e di inefficienze nelle politiche sociali e la modalità assolutamente generica e superficiale con la quale legge le spese che verrebbero - tra virgolette destinate allo sviluppo e che appartengono all'insieme delle politiche di sostegno alle imprese di sviluppo all'occupazione.
Più volte in questa Sala abbiamo chiesto di conoscere quali sono gli effetti pratichi e concreti, nell'ambito dell'interesse generale, dei contributi che noi eroghiamo come sostegno allo sviluppo. Ripetutamente, in più sedi, ci siamo sentiti dire che le conseguenze non sono misurabili e che non abbiamo dati oggettivi sui quali commisurare questi investimenti rispetto ai reali nuovi posti di lavoro o reali nuove prospettive di ampliamento delle attività produttive.
Tuttavia abbiamo visto che questi contributi hanno generato, in modo non dissimile dalle critiche che si vogliono muovere ai settori pubblici anche operazioni di abuso.
Certo, quel mondo non risponde ad una responsabilità pubblica e quindi non occupa le pagine dei giornali, ma a me piacerebbe sentire da questa Giunta - prima di sentirlo dire da un Procuratore che svolge le indagini come pensa di recuperare i 30 milioni di danni all'Amministrazione regionale che sono stati prodotti dalla presentazione di progetti che non sarebbero stati ammissibili al finanziamento.
Questo mi piacerebbe, magari prima che un Procuratore della Repubblica dica dove destinare la restituzione delle cifre, come è avvenuto con i 4 milioni recuperati in caso di un abuso precedente che sono stati destinati alle tecnologie sanitarie.
Quindi, chiedo che quest'Amministrazione sia più equilibrata - ma non lo ha fatto nel caso del bilancio di assestamento e dubito che potrà farlo ora, perché si è legata mani e piedi in questa operazione - nel bilancio di previsione 2014 nell'equilibrare quanto destina in modo anche retoricamente annunciato alle cosiddette spese di sviluppo rispetto a quanto drammaticamente sacrifica rispetto alle politiche pubbliche dei servizi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Franchino; ne ha facoltà.



FRANCHINO Sara

Grazie, Presidente.
Intervengo oggi e in maniera abbastanza sintetica per non gravare sugli intensi lavori del Consiglio che ci vedono impegnati in questi giorni.
Lo faccio in maniera onnicomprensiva, non essendo intervenuta ieri in relazione alla discussione sul rendiconto, per esprimere quello che è il giudizio del Gruppo Pensionati che rappresento, in relazione ai provvedimenti che stiamo andando a licenziare.
Lo faccio anche in sollecitazione alle lamentazioni dell'opposizione che ho sentito questa mattina circa una limitata partecipazione della maggioranza al dibattito; partecipazione limitata che credo ragionevolmente, sia dovuta non tanto all'assenza di un giudizio o alla volontà di non esternarlo, quanto all'esigenza di cercare di contribuire affinché i lavori di oggi e di domani possano rispettare le tempistiche per le quali ci siamo impegnati.
Parto da una premessa che è banale e scontata, ma che ribadisco qui perché su questa premessa si organizza poi il giudizio di soddisfazione che vengo ad esprimere e che sarà poi alla base dei voti del Gruppo Pensionati sui provvedimenti.
La premessa di base è quella che si rifà alla crisi che stiamo vivendo ad un sistema in cui politiche di rigore e di contenimento della spesa che certamente non siamo andati a scegliere, ma che ci vengono imposte - ci impongono di rispettare determinati vincoli di pareggio di bilancio.
Queste politiche difficilmente si conciliano con la garanzia e la tutela di quei diritti fondamentali che, se una volta venivano considerati a livello almeno dottrinario come incomprimibili, oggi ci rendiamo conto di come questi diritti incomprimibili molto spesso, nella pratica e nella necessità di rispettare dei vincoli, debbano essere in qualche misura compressi.
Pertanto alla politica rimane poco spazio di azione, per cui da una scelta progettuale e una capacità di azione, spesso la sfera amministrativa si trova ad assumere l'arduo e difficile compito di non fare altro che mediare e valutare una serie di interessi e di esigenze, tutte assolutamente importanti, e tutta una serie di interessi necessariamente legittimi, per cui diventa veramente arduo valutare quali siano più o meno meritevoli.
Ebbene, ho assistito ai lavori di Commissione che ci portano in Aula ad approvare questi provvedimenti, che poi sono il fondamento delle politiche su cui si muove la Regione in quest'anno e su cui si muoverà nel prossimo esercizio.
Innanzitutto esprimo un ringraziamento nei confronti dell'Assessore nonché Vicepresidente Pichetto per quella che considero una fattiva e propositiva disponibilità che ha dato anche partecipando a quel confronto come veniva riconosciuto anche dal Presidente Reschigna - che ha interessato i lavori di Commissione.
I lavori di Commissione sono iniziati con due grandi criticità alle quali penso si sia trovata una soluzione che almeno assicura la sopravvivenza di quei settori.
In particolare, si è cercato di dare una risposta alla carenza di risorse sulle politiche sociali, che oggi più che mai interessano la vita quotidiana dei cittadini, in quanto la crisi influisce sulle fasce più deboli della popolazione con riflessi più pesanti e più compromettenti su questi soggetti.
Per cui le politiche sociali, per le quali si ha difficoltà a reperire finanziamenti, diventano prioritarie in una società che ha difficoltà e in cui la ripresa economica si intravede con difficoltà.
Sotto quest'aspetto voglio testimoniare che c'è una forte attenzione anche della maggioranza a queste fasce sociali. In particolare, il Gruppo che rappresento, quello dei Pensionati, da sempre si schiera a difesa di categorie molto spesso svantaggiate e questo solo per dire che non era un interesse e una volontà solo dell'opposizione, ma la scelta di sottolineare la necessità di andare in qualche modo a rigarantire un finanziamento seppur minimo, in quel settore è certamente condivisa, voluta e partecipata da parte della maggioranza.
Il secondo ambito di interesse che si è andato a risolvere è stato quello della cultura, con un'operazione complessa per la quale si è trovata una soluzione che tiene fede agli impegni presi, anche trovando una soluzione di maggioranza.
Visto che c'erano dei Gruppi che sostenevano che legittimamente in una situazione complessa come quella che stiamo vivendo determinate manifestazioni e determinate scelte potessero essere indirizzate verso altri settori, per cui nei confronti prevalentemente delle politiche sociali, si è fatta una valutazione nel complesso.
Si è recuperato il valore sostanziale di quello che è la cultura in s di quello che la cultura come struttura e come indotto rappresenta, e si è individuata, quanto meno per cassa, una disponibilità di risorse che consente al tessuto e alla capillarizzazione culturale sul territorio, di quella cultura che rappresenta spesso anche cultura popolare - di cui fanno parte una serie di attori a volte dimenticati anche dalle cronache - di poter continuare anche quest'anno nella loro attività, condividendo le giuste e corrette sollecitazioni dell'opposizione sul fatto che limitare il finanziamento alla cultura e sottrarre risorse a quel settore, comporta su un periodo di più lungo respiro costi ulteriori che derivano dalla mancanza di capacità del vivere civile.
Per cui ritenendo correttamente la cultura un qualcosa che attiene alle necessità ed esigenze umane e che, come tale, deve continuare ad essere finanziata e soprattutto sostenuta con un'attenzione che si rifletta, non solo nella quantità dei fondi da destinare, ma anche nella modalità e nella capacità di trovare un interlocutore nell'Istituzione.
Per questi motivi, vista la soluzione di compromesso che, con attenzione ed insistenza, è stato raggiunto nel lavoro di Commissione di questi giorni, annuncio il giudizio positivo su tutti i provvedimenti sull'assestamento in particolare, ma anche sugli altri provvedimenti che andremo a licenziare.
Nel poco tempo che mi rimane, ripercorro brevemente la discussione sul rendiconto che ha interessato la giornata di ieri, per affermare che è vero tutto quello che è stato detto in merito alle sollecitazioni che sono arrivate dalla Corte dei Conti, finalmente in un'ottica di propositiva e reale collaborazione istituzionale tra due Enti che dovrebbero individuare proprio grazie alla collaborazione, risposte più positive per la collettività ed i cittadini.
Il dato importante e fondamentale, vista anche la novella normativa, è che il giudizio della Corte dei Conti è stato un giudizio di parificazione, pertanto, pur con tutte le problematiche che sono state evidenziate, questo è un elemento che penso debba essere messo in risalto.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Ritengo che, nella discussione generale sull'assestamento, sia non inutile porre all'attenzione della Giunta temi che, come ha ricordato il collega Ronzani, sono già stati oggetto di riflessioni in altre sedi, ma la sede della discussione è l'Aula e la nobiltà dell'Aula - per chi ci crede magari testardamente, anche se sempre meno efficacemente - non è sostituibile da altre sedi.
L'assestamento che stiamo per esaminare ha forti margini di non soddisfazione da parte nostra, anche se ci rendiamo conto (l'abbiamo detto e questa è anche la sede corretta per ripeterlo) che non possiamo ascriverlo, in questo momento, al lavoro apprezzato ed apprezzabile del Vicepresidente, nella composizione di un quadro molto molto complesso.
Quadro molto molto complesso che si è andato formando utilmente (credo sia stato oggetto, ieri, di parte dell'intervento di replica del Vicepresidente stesso, nell'ambito del rendiconto), facendo emergere (e in tal senso, e solo in tal senso, credo sia utile la citazione della collega Franchino, in merito alla relazione che ha portato alla parifica da parte della Corte dei Conti) elementi di storia della Regione Piemonte e di criticità della Regione che si sono andati formando nel corso degli anni.
Chi si occupa più o meno seriamente di bilancio sa che nella relazione della Corte dei Conti non c'era niente di nuovo, ma proprio niente di nuovo. Forse c'era qualcosa di nuovo per la Corte dei Conti stessa basterebbe leggere le relazioni che hanno accompagnato i rendiconti degli anni precedenti e chiedere a coloro che oggi hanno scritto la relazione e poi la sentenza, se per caso hanno potuto vedere qualche elemento di continuità su quanto i loro colleghi, negli anni precedenti, hanno voluto vedere o non vedere, nell'ambito della stessa Regione.
Francamente, nella relazione non vedo niente di nuovo se non l'evidenza di cose che, a mio avviso, erano già note, ma che è più utile non vedere.
Sul non vedere e, conseguentemente, sul non fare, le Giunte e le maggioranze che si sono succedute in questi ultimi 15 anni hanno preso tutte dei voti molto alti, sia di scritto sia di orale.
Infatti, è molto più semplice dire di sì, è molto più facile promettere, aggiungere debiti (è quello che sistematicamente, praticamente nessuno escluso - è stato fatto nel corso di questi anni) che porre mano a questa terribile megera che si chiama efficienza. Io non l'ho mai incontrata fisicamente, ma deve essere veramente brutta, ma proprio brutta perché con costei nessuno vuole parlare, tanto meno uscirci a pranzo, per non parlare di rapporti eventualmente più approfonditi! Fortunatamente, adesso non si può più farne a meno. Non potendone più fare a meno, non è che qualcuno deve fare efficienza: qualcuno deve inventarsi qualcosa di nuovo.
Porre in essere questo qualcosa di nuovo compete - ritengo - ai partiti che hanno vocazione di governo. Noi abbiamo tentato più volte - e non è che smetteremo - d'individuare delle indicazioni che avrebbero potuto e, a nostro avviso, dovuto già far parte dell'azione di questa maggioranza e di questa Giunta, nei primi tre anni.
Mi spiace che il Presidente Cota non ci sia, ma sono certo che il Vicepresidente Pichetto, che gli parla almeno 33 volte al giorno, avrà modo di riferirgli: abbiamo tentato con umiltà di declinare ulteriormente il patto per il Piemonte del Presidente Cota della scorsa estate nel nostro patto per il Piemonte del 2 dicembre 2012, ricevendo i complimenti di tutti: dal coordinatore del PdL, dal Presidente Cota, tutti d'accordo nel fare efficienza! Non si capisce bene come si faccia se nessuno se ne occupa, perché fare efficienza è un'azione seccante: significa dire dei no.
Dire dei no non piace, non soltanto al collega Leo, che almeno dichiara che dire dei no gli fa venire minimo l'orticaria, per non parlare delle sofferenze psichiche più alte, ma a nessuno e nemmeno a noi piace, però noi lo riteniamo giusto e crediamo sia arrivato il tempo (e fuori è già così Vicepresidente Pichetto) di distinguere ciò che è opportuno.
Buona parte dei Gruppi politici che frequentano quest'Aula, dei partiti politici che rappresentano, di quelli che ci sono stati, hanno dei voti molto alti sull'opportunità o su quella che loro ritengono essere stata l'opportunità, ma sappiano costoro che non è più così.
La gente, fuori, non lo giudica più opportuno.
Gli accordi che ieri lei ha utilmente condotto per arrivare all'approvazione dell'assestamento sono stati in parte qui ricordati: sulla cultura e sugli affari sociali, che sono figli di un'ipocrisia storica di questa Regione, in termini di leggi e di comportamenti, nemmeno io ho osato contrappormi, poiché non siamo, come maggioranza, abbastanza solidi per dire le cose che pur pensiamo, perché per essere credibili bisogna aver fatto.
Sappia il Vicepresidente Pichetto, che a suo tempo è stato un buon (non eccellente) Assessore alle risorse produttive (molto meglio di quelli che sono arrivati dopo di lei, senza paragoni!), che ieri la gente si è lamentata dei soldi che noi investiamo (si fa per dire) in modi che gli artigiani e i piccoli imprenditori, abbandonati da tutti, a partire da noi, che abbiamo più volte chiesto ed ottenuto il loro voto, ritengono essere indirizzati male.
Il Piemonte è composto da 4 milioni e 200 mila abitanti, di cui solo una parte - piccola, fortunatamente, e che si ridurrà - produce costi pubblici. Gli altri, quelli che un tempo, ed erano molto più di oggi aprivano le serrande dei negozi, delle boite, molte delle quali sono chiuse definitivamente per asfissia o per incapacità infrastrutturale, sono abituati da sempre a produrre utili.
Soltanto nel nostro Paese, che ha il 75% dei beni culturali del mondo si riesce a vedere questo come fonte di costo e non di profitto. Noi ci riusciamo! Riusciamo a pensare che questa ricchezza, di cui le nostre generazioni ci hanno dotato, debba diventare, conseguentemente, fonte di ulteriori costi pubblici - il buon Dio credo che non li perdonerà - invece che fruitori di profitto, di sviluppo, di crescita e di cultura, ma di quella vera! Perché se voi andate a Torre del Lago Puccini (scelgo volentieri un modello non gestito da una parte politica che mi rappresenta), vedrete che la rappresentazione lirica (Puccini appunto e quant'altro, tutte cose che fanno parte della nostra storia) produce questa cosa strana che ai comunisti - si fa per dire! - della Toscana piace: il profitto. Non producono costi.
Questo strano meccanismo per cui profitto e sviluppo qui debbano essere vissuti come sinonimo di peccato, non si può dire. E sa perché? Perché il nostro bilancio, di cui lei oggi è il gestore, è così inefficiente che non rende coloro che ne fanno parte in grado di essere credibili nel dire le cose che pensano.
Tutto questo deve avere un fine, e una fine. Per cui, noi abbiamo fortissime difficoltà ad esprimere un voto positivo sull'assestamento, non nei riguardi di quello che lei ha fatto, ma nella mancanza di quello che anche in questo assestamento dovrebbe esserci.
L'elenco delle voci è lungo, certo è che persino Peveraro, come Assessore al bilancio del Comune di Torino - cito volutamente un esempio che non passerà alla storia tra i più elevati emuli di Quintino Sella e di Einaudi - è riuscito a liquidare buona parte del patrimonio (poi lateralmente, mentre liquidava il patrimonio faceva dei buchi che neanche i produttori dell'Emmental...). Però persino il Comune di Torino c'è riuscito. Come vedete, sto scegliendo un esempio che non mi sembra illuminante da nessun punto di vista.
Credo che si possa chiedere all'Assessore al patrimonio di questa Regione di avere un approccio costruttivo sul patrimonio. Credo, altresì che si possa chiedere all'Assessore al bilancio di riverificare la situazione, perché siccome l'impiego delle risorse produttive di cui lei fu inventore (ma erano altri tempi, Assessore Pichetto) oggi producono posti di lavoro pari a...
Presidente, io parlerò almeno 12 o 13 minuti, esattamente come hanno fatto gli altri colleghi, se non la disturba. E se la disturba, mi cacci.
Almeno, eh.



PRESIDENTE

La invito a concludere.



BURZI Angelo

Quando vuole mi cacci. Perché gli altri hanno parlato tutti, in sua assenza, almeno...



PRESIDENTE

Non perda tempo, vada avanti col discorso, che è interessante.



BURZI Angelo

Non perdo tempo, non si preoccupi, e non lo perdo il filo, neanche se mi interrompe lei.
Dicevo, gli Assessori alle risorse pro duttive che si sono succeduti - pessimi - dovrebbero sapere, almeno per orgoglio professionale, che le risorse produttive producono sa quanti posti di lavoro? Zero! Allora, possiamo usare queste risorse non come vorrebbe la collega Artesio, ma in modo più utile per le aziende che stanno ancora in piedi sia pure a stento - e che soltanto adesso riceveranno una boccata d'ossigeno dal pagamento dei debiti? In ogni caso, non basta pagare i debiti per fare sviluppo. Noi ci attendiamo da lei e degli impegni politici qualche cosa che ci dia la possibilità di non esprimere un pensiero negativo sull'assestamento di bilancio, sul quale riteniamo lei abbia sufficienti elementi per sapere il motivo per cui almeno noi non lo giudichiamo soddisfacente.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Burzi.
Richiamo l'attenzione dell'Aula: alle ore 14.00 i signori Capigruppo sono convocati, com'è noto, in Sala dei Morando, al secondo piano, per quell'incontro programmato. I lavori d'Aula, quindi, sono posticipati alle ore 15.00.
La seduta, inizialmente prevista per le ore 14.00, inizierà alle ore 15.00. Abbiamo già provveduto ad inviare una comunicazione tramite e-mail a tutti i colleghi, anche quelli non presenti, ma pregherei le Segreterie dei Gruppi, se i Capigruppo sono d'accordo, a fare una telefonata di cortesia, perché non tutti leggono le mail.
I presenti sono dunque avvisati e chiedo ai Gruppi di collaborare per avvisare coloro che si sono già allontanati o che non sono stati presenti questa mattina.
Grazie a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.04)



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