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Dettaglio seduta n.366 del 31/07/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1736 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Piano di rientro sanità: esiti della riunione dei tavoli di monitoraggio ministeriali del 23 luglio 2013"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1736, presentata dal Consigliere Buquicchio, che ha la parola per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
In riferimento agli esiti della riunione che si è tenuta il 23 luglio purtroppo sono costretto a presentare la question time in oggetto. Ormai dovremmo esserci abituati ad una volontà di confronto e di comunicazione molto stitica da parte della Giunta, ma forse non mi sono ancora abituato per cui mi meraviglio.
Abbiamo dovuto fare ricorso ai "sentito dire", a qualche indiscrezione "romana" e alle solite notizie a mezzo stampa che il più delle volte sono travisate. Relativamente a ciò, riporto un articolo apparso su la Repubblica di martedì 30 luglio che recita: "Entro agosto verrà presentato un disegno di legge che regolamenta il loro superamento", dice l'Assessore Cavallera.
A tale proposito, ho già comunicato che il mio Gruppo presenterà un ordine del giorno per impegnare sia il Presidente sia gli Assessori a programmare un percorso rapido perché, purtroppo, questo non avviene di solito da parte della Giunta. Un percorso rapido con tempi e modalità certe per chiudere queste benedette Federazioni.
Mi piace ricordare che il nostro Gruppo, con altri pochissimi rappresentanti di questo consesso consiliare, già prima dell'approvazione della riforma, quindi prima del lancio di queste Federazioni, aveva espresso una serie di perplessità che, puntualmente, si sono verificate e che oggi, per ultimo, la Corte dei Conti, di fatto, ha sancito.
A questo punto mi auguro che l'Assessore, cui è stata data una risposta d'ufficio, voglia illuminarmi sull'argomento e, da un certo punto di vista anche rassicurarmi per quello che sarà l'iter futuro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Molinari per la risposta.



MOLINARI Riccardo, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Lo scorso 23 luglio si è svolta la riunione periodica con il Tavolo di monitoraggio, dalla quale è emerso quanto segue: è stato sancito il superamento della diffida al Presidente, inerente al disallineamento di circa 864 milioni di euro delle gestioni finanziarie pregresse, avendo preso atto del pieno adempimento delle incombenze prevista da parte della Regione Piemonte.
Per quanto concerne i Programmi Operativi 2013-2015, il Tavolo prendendo atto della proposta inviata dalla Regione Piemonte nei tempi previsti, rileva, sostanzialmente, due criticità per le quali chiede elementi integrativi entro il 10 settembre p.v.
La prima riguarda la predisposizione e l'invio al Tavolo (entro il 10 settembre) del preannunciato disegno di legge regionale che concretizzi quanto già previsto dalla proposta inviata, e cioè il superamento, entro il 31 dicembre 2013, delle Federazioni Sovrazonali e individui le nuove modalità organizzative per l'effettuazione degli acquisti centralizzati.
La seconda riguarda il finanziamento integrativo regionale per garantire, attraverso le Aziende Sanitarie Locali, i cosiddetti extra LEA ovvero quelle prestazioni aggiuntive che non rientrano strettamente nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza sanitaria. Si tratta fondamentalmente, di assegni di cura e di integrazioni alle rette in favore di soggetti sia assistiti al proprio domicilio sia in strutture residenziali.
A seguito di detta osservazione del Tavolo, le direzioni interessate (Sanità e Politiche Sociali) stanno svolgendo una puntuale analisi di tali prestazioni al fine di addivenire ad una loro corretta attribuzione ai capitoli di spesa. Si ricorda che la voce di spesa in questione assomma complessivamente a circa 100 milioni di euro.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Formazione professionale

Interrogazione a risposta immediata n. 1734 presentata dal Consigliere Goffi, inerente a "Chiarimenti urgenti in merito all'applicazione della legge regionale n. 15 del 3 agosto 2011, disciplina delle attività e dei servizi necroscopici, funebri e cimiteriali"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1734.
La parola al Consigliere Goffi per l'illustrazione.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
In realtà il tema è parzialmente rinviato perché per il regolamento di attuazione è stata predisposta la proroga. Tuttavia, il problema dell'interpellanza rimane. Ovvero il fatto che l'articolo 13 e l'articolo 15 della nuova legge che disciplina le attività e i servizi necroscopici prevedono la formazione professionale obbligatoria per gli addetti che abbiano meno di cinque anni di esperienza nel settore e nelle varie funzioni previste.
Per questa formazione professionale obbligatoria è stata messa in bilancio anche una somma di investimento pari a 150 mila euro, però i Consiglieri regionali e neanche gli operatori del settore che dovrebbero organizzare tali servizi sono informati su come la Regione intenda far rispettare questo obbligo di legge sulla formazione professionale per coloro che esercitano questo tipo di attività.
ovvio che predisporre un'adeguata formazione prevede tempi, risorse finanziarie e modalità attuative che non possono essere demandate all'ultimo minuto, ma devono essere programmate con un sufficiente termine.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Molinari per la risposta.



MOLINARI Riccardo, Assessore regionale

Con legge regionale del 3 agosto 2011, n. 15, denominata "Disciplina delle attività e dei servizi necroscopici, funebri e cimiteriali. Modifiche della l.r. del 31 ottobre 2007, n. 20 (Disposizioni in materia di cremazione, conservazione, affidamento e dispersione delle ceneri)", in particolare con gli articoli 13 e 15 della medesima è stata prevista una formazione obbligatoria per diverse figure professionali interessate ai servizi funebri e cimiteriali.
La legge prevede che detta formazione venga realizzata da soggetti pubblici e privati accreditati per erogare servizi di formazione continua e permanente, secondo una normativa nazionale regionale vigente e quantifica anche le risorse da assegnare anche a questa Direzione per la realizzazione di tale formazione.
Il successivo regolamento regionale, emanato con decreto del Presidente della Giunta regionale l'8 agosto 2012, n. 7/R contiene, tra le altre cose alcune indicazioni di massima rispetto ai contenuti dei vari corsi: responsabile della conduzione dell'attività funebre, addetto alla trattazione degli affari, operatore funebre o necroforo, cerimoniere delle strutture per il commiato, addetto alle operazioni cimiteriali, personale dei crematori.
Rimangono tuttavia non definiti molti aspetti sostanziali, quali la durata dei percorsi, il tipo di certificazione con esito, le competenze da acquisire, l'esame di verifica finale, la composizione della commissione e altro ancora, compresa la disciplina di un eventuale periodo transitorio nelle more della messa a regime dell'offerta formativa.
Tali aspetti, per essere definiti, necessitano di una deliberazione congiunta tra l'Assessorato competente per materia (Sanità e Artigianato) e l'Assessorato alla Formazione, per la cui stesura è necessario un tavolo tecnico congiunto, ad oggi non ancora avviato.
Le problematiche di applicazione della legge e del regolamento, in effetti, sono molto più complesse e hanno portato ad alcuni confronti formali ed informali tra le varie strutture interessate (Sanità Artigianato, Ufficio Legislativo, personale del Consiglio che ha seguito la stesura della normativa).
Proprio gli Uffici del Consiglio regionale si sono fatti promotori della stesura di una circolare che fornisca prime risposte su numerosi aspetti dubbi o lacunosi della normativa. Su tale bozza di circolare e su iniziativa degli uffici dell'Assessorato alla Formazione, si è fatto un incontro con tutte le Direzioni coinvolte, conclusosi con l'impegno a fornire elementi correttivi e integrativi del testo da parte di ciascuno per gli aspetti di competenza.
Tale attività è stata realizzata per la parte relativa alla formazione e mettendo in luce nella bozza che, in ogni caso, la circolare non sarebbe stata sufficiente a completare il quadro normativo esistente per avviare tali percorsi abilitanti, ma che sarebbe stata necessaria una delibera di Giunta e la definizione di profili professionali standard.
Pertanto, con la circolare si ipotizzava un periodo transitorio in cui le attività, per le quali la norma regionale prevede una formazione obbligatoria, sarebbero potute iniziare anche dopo la data di agosto 2013 previste dalla normativa stessa, a fronte di una dichiarazione di impegno dell'interessato, da fornire al Comune, di frequentare o far frequentare ai propri dipendenti detta formazione, non appena disponibile all'offerta.
L'approfondimento sull'applicazione della normativa ha messo in luce aspetti problematici sostanziali di applicazione, che forse meriterebbero un intervento di modifica della normativa: si segnala in particolare l'obbligo per il personale dei cimiteri, dei crematori e per i cerimonieri di fare questa formazione, senza esentare chi già opera da più di cinque anni, come previsto, invece, per le attività funebri.
Infine, si segnala che la legge regionale prevede che tale formazione si realizzi con un budget di 150.000,00 euro sulle unità di bilancio dell'Assessorato alla formazione, che, in realtà, ad oggi, non sono stati stanziati.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1737 presentata dal Consigliere Tiramani, inerente a "Lettera di insulti su di un Preside della Valsesia"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1737, presentata dal Consigliere Tiramani, che ha la parola per l'illustrazione.



TIRAMANI Paolo

Grazie, Presidente.
Ho presentato quest'interrogazione per fare chiarezza relativamente ad un fatto increscioso, che è stato riportato anche sui giornali nazionali.
La vicenda riguarda un preside stimato, che da oltre vent'anni svolge questa attività, che è prossimo alla pensione, che ha un punteggio alto e una credibilità altissima. È un sergente di ferro, uno di vecchio stampo che fa rispettare le regole e fa lavorare i professori lavativi. Per nonostante queste capacità e questo punteggio molto alto, non ha visto accogliere la propria richiesta per diventare preside nella scuola più importante della provincia, perché, probabilmente, diffamato e calunniato da una lettera inviata da altri quattro professori.
una lettera nella quale si dicono le peggiori cose: che questo preside è razzista e accusandolo di abuso di potere e mobbing verso i colleghi, cioè tutte cose che non trovano riscontro nella realtà.
Forse è razzista perché è iscritto alla Lega Nord e da sempre non nasconde, fuori orario scolastico, questo tipo di simpatia.
Non posso credere che l'Ufficio Scolastico Regionale, forse per il quieto vivere, abbia fatto sì che questa lettera diventasse determinante nella mancata nomina a preside nella scuola più importante della nostra Provincia, ma non c'è altra spiegazione.
Secondo me, è un fatto vergognoso e occorre fare chiarezza, perché non è possibile che, in questo Paese, quattro persone - due firme sono leggibili, se sono reali e non dei posticci - che appartengono al mondo della scuola riescano a denigrare ed influire su una scelta così importante.
Assessore, non credo sempre in quello che si dice, di solito verifico e ho verificato: i punteggi erano i più alti e l'anzianità era la più alta.
Allora qualcuno deve spiegarmi questo comportamento.
Non è possibile che il mondo della scuola sia sempre in mano probabilmente, a quattro persone vicine al classico mondo del centrosinistra, che cerca di influenzare il mondo della scuola.
A me non sta bene, allora chiedo di conoscere le motivazioni legate alla mancata nomina a preside in quella scuola, ma, soprattutto, che vengano ripresi questi professori, perché ne abbiamo le tasche piene di queste situazioni, dove quattro persone possano dire ciò che vogliono e denigrare una persona.
Il Provveditore avrebbe dovuto chiamare queste persone e chiederne conto, avrebbe dovuto assumere dei provvedimenti. Invece, per il quieto vivere, si tiene tutto nascosto sotto il tappeto; poi, però, a pagare sono sempre i cittadini onesti, quelli che lavorano, quelli che si fanno un mazzo tanto, quelli che riescono a far rispettare le regole, quelli che hanno raddrizzato intere generazioni di pelandroni a calci nel sedere.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Tiramani.
La parola all'Assessore Cirio.



CIRIO Alberto, Assessore all'istruzione

Grazie, signor Presidente.
Grazie, signor Presidente.
Ringrazio anche il collega Tiramani, che con la sua interrogazione ci ha permesso di compiere le dovute verifiche, in modo da arrivare in sede di Consiglio regionale con le risposte che l'Ufficio scolastico regionale ha trasmesso al nostro Assessorato.
Infatti, non sfugge che la competenza sulla nomina dei presidi e dei dirigenti scolastici, cioè di tutto quanto attiene alla materia "personale del mondo della scuola", è competenza esclusiva del Ministero, quindi è una competenza esclusiva del Governo italiano per il tramite della sua articolazione piemontese, che è appunto l'Ufficio Scolastico Regionale.
A fronte dell'interrogazione del collega Tiramani, ho personalmente richiesto agli Uffici del Ministero in Piemonte, nelle persone della dottoressa Pupazzoni, che è la Direttrice, e, in particolare, del dottor Catania, che si occupa direttamente della nomina dei presidi e degli insegnanti, quali fossero le ragioni che avevano portato alla scelta che legittimamente l'Ufficio scolastico ha ritenuto di compiere e quanto avessero potuto avere influenza in questa decisione le comunicazioni, le lettere e le dicerie che qualche insegnante aveva ritenuto opportuno trasmettere all'Ufficio scolastico regionale.
L'Ufficio Scolastico Regionale ha risposto - leggo testualmente - che il dirigente è stato assegnato all'Autonomia scolastica a cui effettivamente poi è stato incaricato non in virtù della lettera sopra richiamata, ma per considerazioni di merito legate al curriculum del richiedente.
Questa è la laconica, se vogliamo, comunicazione che l'Ufficio Scolastico Regionale ci ha fatto pervenire, dicendoci, sostanzialmente, che non hanno avuto peso le azioni di qualche insegnante, bensì una valutazione sul curriculum dell'insegnante stesso.
Noi, come Regione, non possiamo fare altro che prendere atto di questa motivazione, augurandoci che corrisponda pienamente al vero. Ciò non toglie che, formalmente, ritengo che sia da condannare e sia fortemente censurabile l'atteggiamento tenuto da questi insegnanti che hanno ritenuto in modo inopportuno - non spetta a loro - di ingerirsi con accuse anche così pesanti nell'ambito di una nomina che, invece, è di competenza della Direzione Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte.
Quindi, l'Assessorato regionale all'istruzione censura fortemente questo atteggiamento.
Al di là del caso specifico, immaginate le centinaia di nomine a cui l'Ufficio scolastico regionale deve provvedere - al di là degli aspetti di carattere politico, è normale che in una scuola un Dirigente abbia professori con cui può andare più d'accordo e altri con cui può andare meno d'accordo, che abbia più simpatia o meno - pertanto, se inauguriamo il metodo per cui un gruppo di professori scrive che un preside non deve essere nominato in un posto ma in un altro e l'Ufficio Scolastico Regionale si mette a seguire queste sensibilità, credo non se ne esca.
Confermo e concludo dicendo che noi diamo per buone le motivazioni dell'Ufficio Scolastico Regionale, ma censuriamo con forza e determinazione l'atteggiamento assunto dagli insegnanti firmatari di questa lettera.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cirio.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1738 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Situazione lavoratori Ceros di Rossana (CN)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1738, presentata dal Consigliere Ponso, che ha la parola per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Egregio Assessore, attraverso questa interrogazione, oggi, si torna a parlare, purtroppo, di crisi economica e uno dei suoi risvolti peggiori è quello della disoccupazione.
Rossana è un piccolo centro della provincia di Cuneo, ai piedi della Valle Varaita, che fino a pochi giorni fa, vantava di avere sul suo territorio l'azienda Ceros, che produceva fili di rame smaltato che commercializzava in tutto il mondo, con uffici vendita in gran parte dei Paesi europei, nonché in Brasile e negli Stati Uniti.
Oggi, questa importante ditta non c'è più e con lei non ci sono più i 53 dipendenti che vi lavoravano, o meglio, loro ci sono ancora, ma sono a casa in mobilità e versano in gravi condizioni economiche.
Negli ultimi sei anni la ditta ha avuto perdite per 22 milioni, sempre ripianate, ma nessun miglioramento quest'anno, per cui la proprietà ha deciso di chiudere.
Ho pensato di presentare quest'interrogazione perché questi lavoratori si trovano in estrema difficoltà e chiedono disperatamente che venga loro concessa la cassa integrazione straordinaria. In questi giorni si stanno svolgendo incontri e tavoli, ma nulla, purtroppo, è ancora stato deciso.
Vorrei chiedere alla Giunta, e in particolare all'Assessorato al lavoro non è sua competenza, Assessore Cirio, ma vedo che è lei a rispondermi quali siano le iniziative poste in essere per aiutare 53 cittadini piemontesi. So bene che l'attivazione della cassa integrazione non dipende dalla Regione, ma so anche che non possiamo restare indifferenti: voi Giunta regionale, non potete rimanere indifferenti di fronte a una simile situazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cirio per la risposta.



CIRIO Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Rispondo su delega della collega Porchietto e non, come direbbe il collega Reschigna, per competenza territoriale, perché si parla di un'azienda della Provincia di Cuneo. Ad ogni modo, la collega Porchietto mi chiede di rispondere e io rispondo volentieri, anche per dare un'immediata comunicazione in merito a una materia così delicata come quella relativa alla situazione dei lavoratori della Ceros di Rossana (CN).
La Ceros S.p.A., il 12 luglio u.s., ha avviato la procedura di licenziamento collettivo riguardante n. 53 lavoratori in organico a seguito della decisione di cessare l'attività dello stabilimento produttivo di Rossana (CN).
La comunicazione di attivazione della procedura, come prevede la normativa vigente, è stata inviata, oltre che alle organizzazioni sindacali, anche all'Assessorato al lavoro.
Nella lettera di attivazione si legge che l'eccesso di capacità produttiva e quindi di offerta, unitamente ad una costante riduzione della domanda, ha compromesso la marginalità di prodotto al punto tale che le perdite sono da tempo un elemento strutturale di fatto.
La società ha operato negli ultimi sei esercizi in costante deficit cumulando perdite di bilancio per oltre 21 milioni di euro; i dati del primo semestre 2013 evidenziano un trend ancora peggiore, aggravato anche da un'ulteriore riduzione dei volumi produttivi.
Al momento, l'Assessorato non può intraprendere alcuna azione che possa scongiurare i licenziamenti: la normativa assegna all'azienda e alle organizzazioni sindacali 45 giorni, a partire dal 12 luglio 2013, per incontrarsi in sede sindacale e trovare un'intesa che possa in tutto o in parte evitare i licenziamenti.
Terminata la fase sindacale della procedura senza che sia stato raggiunto un accordo tra le parti, la Regione Piemonte ha 30 giorni di tempo per incontrarle al fine di trovare soluzioni alternative al licenziamento dei lavoratori.
Qualora la fase sindacale si chiuda negativamente, l'Assessorato interverrà in virtù del fatto che la legge prevede esplicitamente una fase istituzionale della procedura, che deve chiudersi in 30 giorni.
Al tavolo istituzionale verrà certamente proposta ogni utile azione tesa a non disperdere un patrimonio industriale del territorio, nonché a salvaguardare l'occupazione anche attraverso l'utilizzo di ammortizzatori sociali che possono essere alternativi alla messa in mobilità dei lavoratori.
Sarà comunque cura dell'Assessore Porchietto tenere informato il collega Ponso in merito agli sviluppi della procedura.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interrogazione a risposta immediata n. 1740 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Futuro dei lavoratori della Fondazione Teatro Regionale Alessandrino"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1740.
La parola alla Consigliera Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Abbiamo voluto porre questa questione perché la riteniamo importante e su cui la Regione può intervenire proprio perché la Fondazione Teatro Regionale Alessandrino vede la Regione Piemonte come socio fondatore.
La Fondazione Teatro Regionale Alessandrino è stata deliberata in liquidazione con voto unanime dall'Assemblea straordinaria dei soci il 25 giugno scorso. La crisi della Fondazione è stata innanzitutto di natura economico-finanziaria ed è derivata dalla reiterata inadempienza dei soci (Comune di Alessandria, Regione Piemonte, Comune di Tortona, Comune di Valenza, AMAG S.p.A. e Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria) nel versare gli stanziamenti dovuti.
La Regione Piemonte è inadempiente per quanto riguarda lo stanziamento di 285.000 euro riferiti all'attività 2011. Il Comune di Alessandria sappiamo - si trova in gravi difficoltà, in quanto sottoposto alla procedura relativa al dissesto finanziario dal 2012.
L'assemblea straordinaria dei soci ha deliberato all'unanimità per la liquidazione della Fondazione, appunto, in data 25 giugno 2013.
In aggiunta - e questo lo vogliamo far rilevare - alle insolvenze finanziarie che hanno portato all'insuccesso e alla liquidazione della Fondazione Teatro Regionale Alessandrino, il definitivo colpo mortale all'attività è stato inferto durante un intervento di rimozione di pannelli in amianto a soffitto nel locale caldaie, intervento autorizzato dal precedente Consiglio di Amministrazione ed effettuato dalla ditta incaricata senza le necessarie precauzioni. È chiaro che quindi, da questo punto di vista, tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno 2010, i dipendenti hanno respirato (senza saperlo) la polvere contaminata durante le ore di lavoro per almeno 15 giorni per dieci ore al giorno e anche il pubblico alessandrino ha respirato la polvere d'amianto dispersa attraverso i condotti di aerazione durante le serate delle manifestazioni "Precipitevolissimevolmente", organizzate dalla Fondazione Longo.
La ditta incaricata dei lavori ha dapprima sottovalutato il problema dato che le prove di laboratorio effettuate in privato dalla ditta su campioni dell'aria respirata nei locali erano risultate negative successivamente sono stati effettuati ulteriori test su sollecitazione dei dipendenti.
Quindi le considerazioni in campo sono tante. Dal 2012, 15 dipendenti si trovano in cassa integrazione in deroga e ricevono i contributi saltuariamente; dal 1° aprile 2013 non hanno più ricevuto alcun importo dalla cassa, benché le domande siano state approvate dai soci fino al giugno 2013.
Noi, a questo punto, vorremmo sapere dalla Giunta che cosa intende fare per salvaguardare i livelli economici, occupazionali e di salute dei dipendenti della fondazione.
Inoltre, chiedo se non sia opportuno aprire un tavolo, così come si era impegnato a fare lo stesso Assessore alla cultura, per considerare anche casi specifici di dipendenti che risultano essere in condizioni particolari, come per esempio il caso di un ipovedente che, al momento, non ha possibilità di ulteriore ricollocazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cirio per la risposta.



CIRIO Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Mi scuso con la collega Cerutti se la risposta ha dei profili particolarmente tecnici e anche numerici, ma poi le trasmetterò il documento di cui darò lettura, in maniera che possa averlo direttamente in tutti i suoi aspetti.
La Fondazione Teatro Regionale Alessandrino è stata costituita nel luglio 2008 su iniziativa del Comune di Alessandria, del Comune di Valenza e dell'Azienda Teatrale Alessandrina per la trasformazione eterogenea di cui all'articolo 2500 del Codice Civile. Successivamente alla costituzione della Fondazione, hanno aderito alla medesima, acquisendo la qualifica di soci fondatori, la Cassa di Risparmio di Alessandria, l'AMAG S.p.A. e appunto, la Regione Piemonte.
A partire dal mese di ottobre del 2010, la Fondazione è stata caratterizzata dalla totale sospensione dell'attività presso la principale sede artistica, che è il Teatro Comunale di Alessandria, a causa di inquinamento d'amianto avvenuto durante l'effettuazione dei lavori.
Contestualmente si è andata delineando una duplice criticità: da un lato, i ritardi dei pagamenti delle quote di contributo da parte dei fondatori e dall'altra, la situazione finanziaria del Comune di Alessandria che ha dichiarato il dissesto, col conseguente commissariamento dell'Ente.
I membri del Consiglio di Amministrazione della Fondazione hanno infine rassegnato le dimissioni il 13 luglio 2012 (un anno fa); in quella data l'Assemblea dei fondatori ha ratificato le nomine dei tre seguenti Consiglieri: Gioacchino Lodato, designato alla città di Alessandria nominato Presidente della Fondazione su indicazione della Città; Daniela Zaio, designata al Comune di Valenza; Andrea Foco, designato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
Con riferimento alla situazione finanziaria della Fondazione, il nuovo Consiglio di Amministrazione, a seguito di verifica, il 21 settembre 2012 ha approvato la proposta di bilancio consuntivo, poi approvata dai fondatori, con la chiusura che evidenziava una perdita di 145.492 euro.
A copertura della perdita, su proposta del Consiglio di Amministrazione, l'Assemblea ha autorizzato l'utilizzo dell'utile di 139.000 euro riscontrato sul bilancio 2010, limitando pertanto il disavanzo sul 2011 a 6.147 euro.
A fronte della situazione di competenza sopradescritta, la situazione di cassa risultante dal bilancio consuntivo 2011 presentava invece un'esposizione debitoria di 2.953.806 euro, di cui, in particolare, 690.000 verso le banche e 1.834.220 verso i fornitori. I crediti complessivamente ammontavano 3.308.523 euro, di cui quello vantato verso il Comune di Alessandria ammonta a complessivi 2.148.337 euro, quota non esigibile nel breve periodo a causa della situazione di commissariamento.
La Fondazione soffriva già allora di una totale mancanza di liquidità che non permetteva di far fronte alle spese affrontate nel corso del 2012 ma neppure al pagamento del debito pregresso.
Così come emerge anche dall'Assemblea dei fondatori, non è stato approvato il bilancio per il 2012, ragione per la quale non è stato possibile per tale anno attribuire il contributo regionale.
Sul punto preme sottolineare che la riduzione degli interventi della Regione Piemonte nella veste di fondatore è stata in linea con quanto avvenuto in questa difficile congiuntura economica per tutti gli Enti culturali partecipati, passando questi da 800.000 euro assegnati nel 2010 ai 540.000 assegnati nel 2011. La somma di 286.776.51 euro, citata nell'interrogazione, è stata oggetto di determinazione dirigenziale.
L'importo non è stato materialmente liquidato alla Fondazione per i problemi di liquidità della Regione, ma si tiene altresì a specificare che l'importo, anche qualora pagato, non sarebbe giunto nelle casse dell'Ente beneficiario (quindi della Fondazione), ma intercettato preventivamente dagli istituti bancari esposti nei confronti della Fondazione stessa.
Il 25 giugno 2013 l'Assemblea dei fondatori ha approvato il bilancio consuntivo per l'anno 2012, che evidenzia una perdita di esercizio pari a 2.168.000 euro, di cui 1.227.000 per accantonamento svalutazione crediti quest'ultima cifra è stata calcolata sul credito di 1.578.000 euro vantato nei confronti del Comune di Alessandria, sulla base di un'indicazione contenuta nel comunicato dell'Organismo straordinario di liquidazione pubblicato sul sito del Comune di Alessandria il 17 maggio 2013.
La parte rimanente della perdita di esercizio, pari a complessivi 941.542 euro, deriva nella quasi totalità dalle spese autorizzate nel primo semestre del 2012 dal C.d.A. allora in carica, pur in assenza di un bilancio di previsione formalmente approvato.
Per quanto concerne la ripresa dell'attività artistica gli spazi del Teatro di Alessandria sono ora parzialmente agibili per quanto riguarda la zona uffici, ma l'azione di bonifica è stata a lungo sospesa. Ora, un primo intervento della Fondazione Cassa di risparmio di Alessandria ha consentito la ripresa dei lavori, che dovrebbero essere portati a termine in alcuni mesi.
Tenuto conto della situazione sopradescritta e a fronte delle deliberazioni degli Organi competenti di Città di Alessandria, Comune di Valenza e Regione Piemonte, l'Assemblea dei fondatori ha quindi proceduto a deliberare in seduta straordinaria la messa in liquidazione della Fondazione.
La Fondazione ha una dotazione organica di 15 dipendenti a tempo indeterminato, di cui 14 a tempo pieno e uno a part-time. Già all'inizio del 2012 il C.d.A. ha richiesto l'attivazione della cassa integrazione in deroga per i 15 dipendenti dell'Ente, inizialmente ottenuta sino ad agosto 2012 e poi prorogata, senza soluzione di continuità, salvo sporadici e brevi rientri.
Per quanto di competenza dell'Assessorato al lavoro, ovvero l'erogazione dell'indennità di cassa integrazione in deroga ai lavoratori del TRA, si segnala che con determina n. 347 è stata approvata la cassa integrazione in deroga e ne è stato autorizzato il pagamento da parte dell'INPS per il periodo 1° aprile-30 giugno 2013. Risulta presentata un'ulteriore domanda per il periodo 1° luglio-30 settembre.
Per quanto riguarda l'autorizzazione di tale domanda, si evidenzia che al fine di utilizzare al meglio le limitate risorse stanziate per la gestione della cassa integrazione in deroga, la Regione, sentite le parti sociali, ha deciso che per i provvedimenti di autorizzazione al pagamento da parte dell'INPS si faccia riferimento alle ore effettivamente fruite risultanti dai consuntivi caricati sull'applicativo gestionale e non alle ore richieste a preventivo. Pertanto la domanda di cassa integrazione in deroga per il periodo 1° luglio-30 settembre 2013 non potrà essere autorizzata fino a quando il consuntivo non sarà interamente caricato ovvero compatibilmente con le risorse in allora disponibili.
La generale situazione di dissesto del Comune di Alessandria e dalle società da esso controllate non consente, a quanto emerge dai confronti avvenuti in più sedi - fra cui quello presso la Prefettura di Alessandria a febbraio 2013 - la possibilità di assorbimento delle funzioni, e di conseguenza dei dipendenti della Fondazione, in Enti controllati dal Comune.
La Fondazione riferisce che l'effettuazione dei controlli ha un costo di 900 euro per volta. Attualmente risulta che sia stato effettuato un solo turno di controlli, in quanto la Fondazione non ha in cassa neppure tale somma per poterne coprire altri.
Questa è la risposta a tutte le richieste che vengono avanzate nell'interrogazione, di cui darò copia alla Consigliera, data anche la complessità del tema. Grazie.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interrogazione a risposta immediata n. 1739 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Variazione orari di apertura al pubblico dell'URP"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1739, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione riguarda appunto la tematica dell'Ufficio relazioni con il pubblico della Regione Piemonte, con riferimento alla variazione degli orari di apertura che c'è stata e nasce in conseguenza delle recenti richieste di aumento di disponibilità da parte dei lavoratori in merito al loro orario di lavoro; stiamo quindi parlando di quest'ultimo mese.
L'orario di apertura al pubblico delle sedi della Regione Piemonte infatti, è stato definito, dalla circolare n. 3420 del 22 febbraio 2000, di norma dalle 9.30 alle 12 dal lunedì al venerdì oppure, previo appuntamento in orari diversi.
Il dirigente del Settore Relazioni con il pubblico, attraverso l'emanazione di provvedimenti organizzativi urgenti, ha di fatto introdotto una modifica del normale orario di apertura al pubblico, prevedendolo su una fascia che va dalle 8.15 alle 17.45 dal lunedì al giovedì e dalle 8.15 alle 16.45 il venerdì; questo per il periodo 15-30 luglio, quindi stiamo parlando di una scadenza oramai già passata.
Ovviamente si chiedeva al personale di garantire la massima disponibilità di orario, utilizzando eventualmente anche le ore di debito credito e le ore di straordinario retribuite o a recupero che verranno eventualmente assegnate.
In base alla già citata circolare del 22 febbraio 2000, è ovvio che il potere di adottare e di cambiare gli orari dell'URP, previo accordo con le OO.SS preposte, spetta alle Direzioni regionali e quindi, in particolar modo, al Direttore alla Comunicazione istituzionale della Giunta regionale cui il Settore URP è subordinato, e non a un dipendente, pur con qualifica dirigenziale.
Chiediamo quindi alla Giunta se fosse a conoscenza di questa variazione di orario, se vi sia stata una determina - o comunque un atto formale da parte della Direzione regionale, che noi non abbiamo ravvisato tra gli atti pubblicati da parte della Giunta - e, se no, per quale motivo, appunto, pu essere modificato un orario dell'URP - disattendendo una circolare del 2000 senza un atto assunto dalla Direzione preposta. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Vignale.



VIGNALE Gian Luca, Assessore al personale e organizzazione

In relazione all'interrogazione, è necessario dare alcuni elementi di risposta e il collega mi perdonerà se in alcuni casi sarò didascalico, ma questo è utile per la completezza della risposta.
Il periodo a cui si riferiscono le misure organizzative adottate dal Dirigente del Settore Relazioni con il pubblico è circoscritto all'emergenza rappresentata dalla necessità di rilasciare le credenziali utili alle domande on-line per gli assegni di studio 2012-2013 e in particolare soltanto alla prima quindicina di giorni utili al rilascio delle credenziali stesse.
Lei ricorderà, Consigliere, che da quest'anno tutta l'attività relativa alla legge n. 28 verrà erogata esclusivamente on-line; per questa modalità è necessario che il soggetto richiedente, perché sia in qualche modo riconoscibile, abbia la certificazione digitale e quindi gli Uffici regionali saranno coloro i quali dovranno non solo prima registrare sul sistema-Piemonte tutte le domande di credenziali digitali, ma poi fisicamente rilasciare queste ultime, verificando, ovviamente, che la persona che si è registrata sia la stessa che si presenta presso gli uffici regionali, o gli uffici dei 502 Comuni inseriti nel CIA regionale.
Le indicazioni organizzative, pertanto, sono state formulate al fine di migliorare l'efficienza del servizio e, nel contempo, garantire in anticipo condizioni di miglior svolgimento e programmazione dell'attività in loco anche dal punto di vista degli interessi dei lavoratori.
Infatti, per talune sedi è stato anche disposto l'alleggerimento di oneri di prenotazione telefonica, altrimenti incombenti sui dipendenti stessi.
Le disposizioni organizzative hanno riguardato uno spazio temporale ritenuto di possibile maggior afflusso dei cittadini prima della pausa estiva; non è stato in alcun modo variato l'orario di apertura al pubblico il dirigente ha cercato di adottare accorgimenti organizzativi che, nel rispetto dei normali orari e istituti del rapporto di lavoro del personale potessero consentire un afflusso di pubblico più ordinato e regolare.
Si rileva anche che non è stato affatto richiesto di modificare gli orari dei singoli dipendenti e, men che meno, di non effettuare la pausa mensa, ma soltanto di voler garantire una presenza con alternanza del personale in diverse fasce orarie e, anticipatamente, il dirigente ha comunicato la possibilità di richiedere ai dipendenti la presenza oltre l'orario d'obbligo in caso di effettiva necessità, mediante l'utilizzo degli istituti contrattuali a ciò finalizzati.
Ricordo che l'utilizzo dell'orario flessibile a credito/debito o lo straordinario, per motivazioni giustificate da un'esigenza organizzativa dell'Ente, è una prerogativa che nel rispetto delle norme contrattuali, il Dirigente - o i Dirigenti - della nostra Regione, come di altri Enti pubblici, possono effettuare Questo anche in virtù, come si diceva già nella precedente parte della risposta, per fare in modo che venga disciplinato anche in modo più ordinato l'attività di dialogazione delle credenziale. In alcuni casi, vi sarà la necessità di farlo su appuntamento e prenotazione; in altri invece, in cui si ritiene che i dipendenti siano in numero maggiore, oppure le credenziali, ad oggi, arrivate per quella singola area siano in numero inferiore, è sufficiente farlo anche senza attività di prenotazione.
Tuttavia è evidente che, negli orari indicati nel sistema, per la possibilità di ottenere le credenziali, debba essere in qualche modo garantita una presenza costante, organizzando il personale in modo tale che non ci siano assenze o un personale non sufficiente che non riesca, in tal caso, a garantire il servizio o a prevedere un'attesa troppo lunga da parte dell'utente.
Si tratta, in definitiva, dell'esercizio delle normali prerogative dirigenziali, intese a garantire il miglior svolgimento delle attività anche in presenza di possibili situazioni temporanee di incrementi di carichi di lavoro, prerogative che non richiedono autorizzazioni direttoriali o accordi sindacali.
Occorre ricordare che è un aspetto che non riguarda l'intero arco temporale dell'anno, ma, come veniva sottolineato precedentemente, per esempio lo strumento dell'utilizzo del credito e del debito, relativamente all'orario flessibile, o dello straordinario, è giustificato nel momento in cui ci sono dei picchi, in questo caso avvenuti relativamente al rilascio delle credenziali digitali, ma avvengono in altri momenti dell'anno rispetto a singole direzioni e a singoli settori, per esigenze particolari.
vero che oggi il nostro sistema, che prevede, all'interno della Regione Piemonte, la mobilità volontaria, ancorché temporanea per lo svolgimento di alcuni incarichi, porta ad un'organizzazione complessiva della Regione Piemonte un po' difficoltosa, nel senso che ci sono momenti in cui Direttori o capi settori avanzano richiesta di personale per l'espletamento di funzioni dedicate (penso all'attività che la Ragioneria o la Sanità ha svolto e sta svolgendo in merito all'ottemperamento del decreto legislativo 35), ma se avessimo avuto un'organizzazione interna differente, che stiamo cercando di creare, di intesa con le organizzazioni sindacali per un accordo quadro, è evidente che avremmo avuto la possibilità di non utilizzare il personale presente all'interno, o non solo personale all'interno degli uffici, con lo strumento del credito/debito o dello straordinario, ma di utilizzare altro personale, sempre della Regione Piemonte, che in quel momento aveva carichi di lavoro meno importanti, per trasferirlo, anche solo temporaneamente, in un altro settore della nostra Regione. Grazie.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1741 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Duplicato dei libretti di servizio degli impianti montapersone depositati presso l'archivio ARPA di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1741 presentata dal Consigliere Biolé, che ha la parola per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione di cui all'oggetto, pur se all'apparenza può sembrare vertere su una problematica marginale, in realtà, da quanto ci risulta, non è così.
Si parte dal decreto del Presidente della Repubblica n. 214 dell'ottobre 2010, che recita: "Ascensori e montacarichi. Il proprietario o il legale rappresentante assicurano la disponibilità del libretto all'atto delle verifiche periodiche o straordinarie o nel caso del controllo di cui all'articolo 8".
Com'è indicato anche in alcuni regolamenti on line presenti nella nostra Regione e nel Comune di Torino, si specifica che: "per ottenere il duplicato del libretto di Impianto ascensore, in caso di smarrimento si pu richiedere il duplicato presso l'ARPA Piemonte".
C'è un tariffario e un bollo da pagare per il rilascio di questo duplicato, ma il problema, secondo numerose segnalazioni, è che a molti amministratori diventa difficile, pur contattando l'ARPA, avere questo tipo di duplicato. I motivi sono diversi: una qualche volontà di ostruzionismo da parte dell'Agenzia, che dobbiamo cercare capire da dove nasce, e che non vedo giustificata in nessun motivo, o probabilmente per una scarsa organizzazione da parte di questo archivio.
Molte volte, pur facendo richiesta in modo formale e a seguito del corrispettivo del bollo all'Agenzia, diventa difficile avere il duplicato.
Questa è una problematica piuttosto importante, sia per il singolo caso sia perché riguarda molti casi segnalati.
Chiediamo alla Giunta che tipo di provvedimenti intenda attuare, onde garantire che gli utenti (Amministratori di condominio in primis) possano rivolgersi presso le sedi opportune, in questo caso l'ARPA, ottenendo i duplicati necessari con solerzia o opportunità.
Pur essendo un qualcosa che potrebbe risultare marginale, riguarda tutti i territori, soprattutto quelli non vicini al capoluogo, per cui gli utenti e gli amministratori devono direttamente recarsi, anche più volte per ottenere anche solo una risposta e poi, eventualmente, il duplicato del libretto di cui necessitano.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Molinari per la risposta.



MOLINARI Riccardo, Assessore alla promozione della sicurezza

Grazie, Presidente.
Occorre innanzitutto premettere che l'interrogazione si basa in particolare su quanto riportato dal sito internet del Comune di Torino e lamenta segnalazioni di amministratori di condominio che riceverebbero da ARPA "risposte elusive o non corrispondenti a quanto comunicato nei siti istituzionali".
Ai sensi del DPR 30/04/1999 n. 162, a decorrere dal 1° luglio 1982 sono state attribuite all'ISPESL (ora INAIL) le funzioni di omologazione dei prodotti industriali (tra cui ascensori e montacarichi) precedentemente esercitate dall'ENPI (Ente Nazionale Prevenzione Infortuni).
Pertanto per impianti collaudati fino al 30 giugno 1982 dall'ENPI la richiesta di duplicato deve essere rivolta all'Arpa Piemonte; per impianti collaudati successivamente dall'ISPESL (la legge n. 122 del 30 luglio 2010 di conversione con modificazioni del DL 78/2010 prevede l'attribuzione all'INAIL delle funzioni svolte dall'ISPESL) la struttura a cui chiedere il duplicato è la struttura INAIL di competenza territoriale.
Da un riscontro dell'attività di rilascio duplicati di libretti dall'inizio dell'anno 2013 sono state inoltrate ad Arpa Piemonte circa 60 richieste di duplicato.
In 44 casi è stata rilasciata copia del libretto, nei restanti casi si è risposto che non era possibile rilasciare il libretto perch l'archiviazione non era avvenuta presso Arpa.
In conclusione, si provvederà ad integrare le informazioni già presenti sul sito istituzionale dell'Arpa Piemonte con le indicazioni utili al rilascio del duplicato del libretto di ascensori e montacarichi, ancorch già presenti anche sui siti degli altri Enti competenti, con contestuale richiesta di rettifica delle informazioni già pubblicate e non corrette.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1742 presentata dal Consigliere Gariglio, inerente a "Treni del mare"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1742, presentata dal Consigliere Gariglio, che ha la parola per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Mi spiace che, nonostante l'estrema attualità di questa interrogazione l'Assessore ai trasporti non sia, come al solito, presente in Consiglio.
Non so se ha avuto occasione di andare al mare per sperimentare l'utilizzo di questi treni, ma senza polemiche inviterei l'Assessore ad andare al mare e a salire su uno di questi treni e provare a tornare a casa attraverso l'utilizzo di questi treni.
Nessuna polemica a priori, ma si sa che le risposte burocratiche date dalla Giunta regionale e dall'Assessore ai trasporti in particolare ai cittadini che hanno protestato sui giornali, sono risposte irricevibili.
Noi non abbiamo il problema di aumentare strutturalmente i collegamenti tra il Piemonte e la Liguria. O meglio, ce l'abbiamo, ma è un'altra questione.
Abbiamo il problema di fa fronte i sabati, ma soprattutto le domeniche nel mese di agosto, ad un picco di passeggeri che si muove sulla direttrice Piemonte-Liguria.
Rispetto a questo, l'Assessore è stata inadempiente. C'era stato un tentativo in passato di provvedere ad una regolamentazione degli accessi tramite prenotazione. Si è tornati indietro e non si è fatto nulla, non si fanno treni speciali e le persone, i nostri concittadini che tornano dal mare, viaggiano come nei treni bestiame. L'Assessore non se ne occupa.
Ci rendiamo conto che il suo mezzo di locomozione prediletto sia l'aereo, ma purtroppo le competenze nostre si assestano e si limitano sui binari ferroviari, quindi sarebbe opportuno che l'Assessore ci salisse.
Vorremmo capire se c'è stato, rispetto al disservizio di domenica qualche intervento urgente per consentire che domenica prossima e nelle successive domeniche di agosto non si ripetano gli episodi con i malori che abbiamo registrato su alcuni treni, tra cui il treno che ho citato, che è il regionale veloce 10172 Ventimiglia-Torino.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Pichetto per la risposta.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
In relazione ai quesiti posti con l'interrogazione suddetta, si comunica quanto segue.
Il treno 10171 Ventimiglia-Savona-Torino è incluso nel contratto di servizio tra la Regione Piemonte e la società Trenitalia e viene effettuato con frequenza giornaliera durante tutto l'anno.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, se riuscisse a parlare un pochino più vicino al microfono, probabilmente riusciamo a...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Vicepresidente della Giunta regionale

Non sono alto come il collega Gariglio! Mi abbasso! Su tale treno risultano da catalogo 624 posti offerti.
Sulla medesima tratta nelle ore pomeridiane vengono effettuati con frequenza giornaliera anche i seguenti treni: 10173/10174/10185/10186 Ventimiglia-Savona-Torino delle ore 21.35 10175/10176 Ventimiglia-Savona-Torino delle ore 23.35 (posti offerti da catalogo 624).
Altresì nel periodo estivo (nel corrente esercizio fino al 1° settembre) nei giorni festivi sono previsti i seguenti ulteriori collegamenti tra la Liguria e il Piemonte: treno 1733/1732 Albenga 15.50 - Savona 16.45 - Torino PN 18.50 (posti offerti da catalogo 624) treno 1743/1744 Albenga 16.58 - Savona 17.48 - Torino PN 19.55 (posti offerti da catalogo 624) treno 1723/1724 Albenga 18.05 - Savona 18.45 - Torino PN 21.10 (posti offerti da catalogo 624) treno 1837/1838 Imperia 19.20 - Savona 20.29 - Torino PN 22.50 (posti offerti da catalogo 624).
Rispetto alla situazione di sovraffollamento segnalata sul treno 10172 (1100 passeggeri) è stata interpellata la società Trenitalia.
L'impresa ferroviaria ha comunicato che sul successivo treno 1744 (Albenga 16.58 - Savona 17.48 - Torino PN 19.55), che da Savona parte a distanza di 18 minuti, nonostante fosse carico, vi era ancora disponibilità di posti.
La programmazione dei servizi succitati è stata realizzata in concertazione tra la Regione Piemonte e Trenitalia S.p.A. definendo i programmi di esercizio nell'ambito del vigente contratto di servizio.
La fattibilità di prevedere eventuali treni di rinforzo deve essere sottoposta alla verifica della disponibilità di tracce da parte di RFI nonché di materiali e personale da parte di Trenitalia e, nell'eventualità che la previsione di ulteriori treni sia possibile, il fatto comporterebbe ovviamente maggiori oneri finanziari a carico della Regione.
Il sovraffollamento verificatosi domenica 28 luglio u.s., rappresenta un picco di eccezionalità nell'ambito della fruizione di tali servizi, da sempre comunque molto utilizzati dall'utenza turistica in questo periodo stagionale.
Risulta peraltro di difficile programmazione ipotizzare i comportamenti dell'utenza ferroviaria interessata rispetto alla scelta dei treni utilizzabili nei vari orari programmati e sopra specificati.
Al fine di ovviare alle possibili situazioni di sovraffollamento potrebbe essere ipotizzabile prevedere la prenotazione obbligatoria per l'utilizzo di tali treni.
Trattandosi però di categorie di treni regionali, si precisa che simile ipotesi oggi non è contemplata rispetto a tali servizi e si ricorda che un'eventuale opzione in tal senso comporterebbe una maggiorazione del costo di trasporto a carico dell'utenza difficilmente percorribile.



PRESIDENTE

Immagino che il collega Gariglio richiederà una copia scritta, perch effettivamente c'era qualche problema di ricezione.



PRESIDENTE

GARIGLIO Davide (fuori microfono)



PRESIDENTE

Se l'Assessore non vuole fare sapere le cose, ci riesce benissimo.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1743 presentata dalla Consigliera Motta Angela, inerente a "Provvedimenti per la razionalizzazione della spesa e per la legalità amministrativa. A quando il superamento delle Federazioni?"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1743, presentata dalla Consigliera Motta Angela.
La Consigliera Motta la dà per illustrata.
La parola al Vicepresidente Pichetto per la risposta.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Vicepresidente della Giunta regionale

La Regione, avvalendosi di quanto previsto dall'articolo 15, comma 20 del DL 95/2012, convertito con modificazioni dalla legge 135/2012, ha trasmesso ai competenti Ministeri la proposta relativa ai Programmi Operativi 2013-2015, come prosecuzione del Piano di rientro 2010-2012.
Nel documento viene affermato che "per quanto concerne la legge regionale 3/2012, la Regione Piemonte intende superare, per via legislativa, l'esperienza delle Federazioni sovrazonali, garantendo continuità nel perseguimento degli obiettivi che ne hanno motivato la costituzione".
Lo scorso 23 luglio si è svolta la riunione periodica con il Tavolo di monitoraggio nazionale dalla quale è emersa la necessità d'inviare al tavolo stesso, entro il 10 settembre p.v., un disegno di legge regionale che concretizzi quanto già previsto nella proposta inviata, ovvero il superamento entro il 31 dicembre 2013 delle Federazioni sovrazonali individuando nel contempo le nuove modalità organizzative per l'effettuazione degli acquisti centralizzati.
Gli Uffici dell'Assessorato stanno lavorando in questi giorni alla predisposizione di un testo che sarà sottoposto all'approvazione della Giunta entro la fine del mese di agosto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Pichetto.
Faremo avere una copia della risposta alla collega Angela Motta.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1744 presentata dalla Consigliera Manica, inerente a "Assoluta priorità alla realizzazione della Città della Salute e della Scienza di Novara, separandola da Torino. Destinare risorse adeguate per il completamento dell'iter in corso"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1744, presentata dalla Consigliera Manica, che ha la parola per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Grazie, Presidente.
Assessore, si tratta di una questione molto importante, pertanto ci aspettiamo una risposta non burocratica, perché di risposte burocratiche su questo tema, ne abbiamo già ricevute troppe.
Sappiamo, con grand'evidenza (l'hanno affermato, in sequenza, più Ministri di Governi diversi), che i fondi stanziati a livello ministeriale ex articolo 20 erano a disposizione della Regione Piemonte.
difficile stabilire se ci rimarranno ancora per molto tempo, stante i tempi che corrono, ma soprattutto, a questo punto, la responsabilità non sarebbe dei Governi che si sono succeduti o dell'ultimo Ministro alla sanità che oggi sta reggendo il dicastero, bensì integralmente della Regione Piemonte, poiché il predecessore dell'Assessore Cavallera l'Assessore Monferino - decise d'inviare al Ministero una richiesta di finanziamento congiunta, per Novara e Torino.
Per quanto riguarda la Città della Salute di Novara, dal punto di vista dell'acquisizione dell'area, delle autorizzazioni urbanistiche, della procedura avanzata della progettazione, si è pronti a ricevere il finanziamento, mentre la Città della Salute di Torino è in una fase molto più arretrata.
Il Ministero, pertanto, ha fatto sapere in tutti i modi che, qualora si fossero separati i due iter (senza scegliere una, piuttosto che l'altra poiché entrambe le Città della Salute devono essere realizzate), si sarebbe potuto incominciare a finanziarne una ed avviare i lavori.
In questi tempi economici, sperare di prendere la gallina domani e non l'uovo oggi è pura incuria o - direi - in senso buono, follia amministrativa.
Sarebbe molto importante, invece, avviare l'iter in maniera diversa.
Vorremmo capire se questa Giunta lo farà, quando lo farà e in che modo perché sono le uniche condizioni per sbloccare dei fondi di investimento che sono a disposizione della Regione Piemonte. L'Assessore, che si è occupato anche di materie finanziarie in Senato, sa che quei fondi, qualora non utilizzati dalla Regione, saranno destinati ad altre sedi. Questo è del tutto evidente. Che vantaggio ha la Regione Piemonte a perdere, non una, ma tutte e due le Città della Salute, che dovevano essere il fiore all'occhiello della grande riforma annunciata dal Presidente Cota? Mi chiedo, inoltre, come mai il Presidente Cota non segua questa problematica con grande attenzione, perché si possono anche accusare le persone di clientelismo, ma il fatto che il Presidente Cota, novarese cerchi di affossare la Città della Salute di Novara, è un esempio assolutamente mai visto né in questa né in nessun'altra aula.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Pichetto per la risposta.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Vicepresidente della Giunta regionale

un esempio di sprovincializzazione! In risposta all'interrogazione in oggetto, si comunica quanto in possesso della Direzione alla sanità. Le procedure relative alla progettazione, finanziamento e realizzazione della Città della Salute e della Scienza di Torino e Città della Salute e della Scienza di Novara sono stati inserite in un unico processo di richiesta di finanziamento per espressa volontà del Ministero della Salute. Tuttavia, è intenzione di quest'Amministrazione, in sede di confronto con il Ministero della Salute proporre l'eventuale possibilità di un percorso separato, considerati gli stati di avanzamento dell'iter amministrativo delle due opere.Per quanto riguarda l'erogazione prioritaria del finanziamento regionale destinato alla realizzazione della Città della Salute e della Scienza di Novara, sarà possibile impegnare concretamente le risorse economiche necessarie, non appena ottenuto il nullaosta definitivo del Ministero della Salute che darà certezza del finanziamento statale. Tali interventi prevedono un finanziamento statale complessivo di euro 377.545.413,69 di cui euro 250.000.000 per la Città della Salute e della Scienza di Torino e la restante parte, euro 127.545.413,69, per la Città della Salute e della Scienza di Novara.
In data 27 maggio 2013 il Direttore dell'Ufficio VII del Ministero della Salute, Dipartimento della Programmazione e dell'Ordinamento del Servizio Sanitario Generale Programmazione Sanitaria, ha trasmesso alla Direzione Sanità la documentazione della Presidente del Nucleo di Valutazione degli Investimenti pubblici in Sanità, con le osservazioni in esito all'esame delle Proposte regionali per interventi nelle Città della Salute di Torino e Novara e la richiesta di acquisire nuovi elementi di valutazione, al fine di poter procedere all'iter amministrativo per addivenire all'accordo di programma.
La Direzione regionale sanità è in attesa di ricevere gli elementi di cui sopra, dall'Azienda Ospedaliera di Novara.
Pare, inoltre, opportuno ricordare che, al fine di ottenere il finanziamento statale necessario alla realizzazione delle opere, la Regione deve poter dichiarare che il progetto dell'intervento è stato sviluppato a livello idoneo ad essere in possesso di tutti i pareri e nulla osta per la cantierabilità dell'opera.
Aggiungo personalmente che ho partecipato ad un incontro con i direttori e i rappresentanti delle organizzazioni agricole, visto che è prevista un'operazione che prevede un reinvestimento del realizzo patrimoniale, e in quella sede si è discusso di separare i percorsi delle due Città della Salute.
C'è stato un invito anche da parte mia al direttore di accelerare questo tipo di rapporto con i meccanismi delle gare, per quanto riguarda le cosiddette cascine.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.55 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.55)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Assestamento di bilancio

Mozione n. 1058 presentata dai Consiglieri Negro, Biolé, Botta Marco Bresso, Buquicchio, Goffi, Gregorio, Motta Angela, Muliere, Pedrale, Ponso Reschigna, Tiramani, Toselli e Valle, inerente a "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2013: enoteche regionali del Piemonte" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne fa facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Chiedo l'iscrizione all'o.d.g. dell'odierna seduta della mozione avente ad oggetto "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2013: enoteche regionali del Piemonte", di cui sono primo firmatario.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Negro. Se nessuno si oppone, la riteniamo iscritta.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Proposta di deliberazione n. 284, inerente a "Modifiche degli articoli 2, 3 e 11 del Regolamento regionale 8 agosto 2012, n. 7/R (Regolamento in materia di attività funebre e di servizi necroscopici e cimiteriali, in attuazione dell'articolo 15 della legge regionale 3 agosto 2011, n. 15 'Disciplina delle attività e dei servizi necroscopici, funebri e cimiteriali')" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Volevo chiedere la cortesia a questa Presidenza di trattare nella seduta odierna la proposta di deliberazione presentata dal sottoscritto e dalla collega Angela Motta, che peraltro è stata licenziata dalla Commissione all'unanimità.
una proposta prettamente di carattere tecnico, che verte sulle modifiche degli articoli 2, 3 e 11 del Regolamento regionale 8 agosto 2012 che sarebbe dovuto entrare in vigore proprio l'8 agosto, cioè tra qualche giorno. Questa proposta di deliberazione intende appunto differire di tre mesi l'entrata in vigore di questo Regolamento.
Le chiederei cortesemente, visto che in Commissione è stata licenziata all'unanimità, se fosse possibile metterla subito in votazione, perché non penso che vi siano (ovviamente me lo auguro) da parte dei colleghi opposizioni in tal senso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Angeleri.
Se nessuno si oppone, la iscriviamo all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Diritti umani

Ordine del giorno n. 1048 presentato dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Per una legge contro l'omofobia" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Chiedo l'iscrizione all'o.d.g. e la relativa trattazione in un qualsiasi momento della seduta di oggi o nei prossimi giorni di un ordine del giorno già presentato per una legge contro l'omofobia.
Avendo la Regione Piemonte dato i natali al parlamentare Buonanno credo sia altresì opportuno che questo Consiglio regionale prenda le distanze da ciò che l'Onorevole Buonanno continua ad affermare in Parlamento.
Più che una censura - ho già ribadito in altre sedi che sono contraria a qualsiasi forma di censura - mi auguro che vi sia la possibilità di approvare un ordine del giorno a favore di una legge contro l'omofobia che il Parlamento potrà approvare il più rapidamente possibile.



PRESIDENTE

Collega Cerutti, è quello che aveva già depositato anzitempo?



CERUTTI Monica

Sì, è quello che avevo depositato.



PRESIDENTE

Perfetto. Se non vi sono opposizioni, possiamo iscriverlo all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Mozione n. 1028 presentata dai Consiglieri Rostagno, Boeti, Laus, Manica Motta Angela, Muliere, Oliva, Pentenero, Reschigna e Ronzani, inerente a "Deroghe in materia di corresponsione dell'indennità di partecipazione per i tirocini rivolti alle persone disabili" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elio

Chiedo che venga iscritta all'o.d.g. dell'odierna seduta la mozione n.
1028 avente ad oggetto "Deroghe in materia di corresponsione dell'indennità di partecipazione per i tirocini rivolti alle persone disabili".
Il provvedimento, giusto ed opportuno, di prevedere un'indennità di 300 euro per i tirocini estesa alle persone disabili, crea una quasi totale impossibilità, da parte dei Consorzi, Enti pubblici ma anche di privati, a continuare le attività di tirocinio con persone in grave difficoltà.
La Regione Piemonte ha valutato la possibilità di definire misure di agevolazione e sostegno, nonché di prevedere, al solo fine di garantire l'inclusione, eventuali circostanziate deroghe in materia di corresponsione di ammontare dell'indennità.
Chiedo che questo provvedimento venga discusso in tempi rapidi, perch molti ragazzi con grandi difficoltà stanno perdendo l'opportunità di questo inserimento, che non è importante solo dal punto di vista economico naturalmente, ma soprattutto dal punto di vista della socializzazione.



PRESIDENTE


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Ordine del giorno n. 762 presentato dai Consiglieri Artesio, Boeti Cerutti, Dell'Utri, Pentenero e Tentoni, inerente a "Malattie non riconosciute: sensibilità chimica multipla, sindrome da affaticamento cronico, fibromialgia" (inversione all'o.d.g.)

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Ordine del giorno n. 1041 presentato dai Consiglieri Ronzani, Artesio Biolé, Boeti, Boniperti, Bono, Botta Franco Maria, Bresso, Bussola Cerutti, Cortopassi, Cursio, Dell'Utri, De Magistris, Formagnana Franchino, Gariglio, Gregorio, Laus, Lupi, Maccanti, Marinello, Motta Angela, Muliere, Negro, Novero, Oliva, Pentenero, Placido, Reschigna Rostagno, Spagnuolo, Tentoni, Tiramani, Toselli e Valle, inerente a "Recepimento delle Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nei Disturbi pervasivi dello sviluppo (DPS), con particolare riferimento allo spettro autistico" (inversione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Collega Reschigna...



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, le chiedo la parola.



PRESIDENTE

Ricordo al collega Reschigna, che ha testé richiesto di intervenire che qualora chiedesse di iscrivere...



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

No.



PRESIDENTE

Perché altrimenti poteva intervenire soltanto uno per Gruppo.
Prego, ha facoltà di intervenire.



RESCHIGNA Aldo

Lo so benissimo, Presidente, ma la ringrazio.
Ho chiesto la parola solo per ricordare, visto che probabilmente lei non era presente alla Conferenza dei Capigruppo, che sarebbe stata concordata - adesso o a fine seduta - la votazione di due ordini del giorno che non dovrebbero richiedere alcuna discussione. Nello specifico, sono quelli rubricati ai punto 9) e 10) del presente o.d.g.
Il primo è l'ordine del giorno n. 762, avente ad oggetto "Malattie non conosciute: sensibilità chimica multipla, sindrome da affaticamento cronico, fibromialgia", la cui prima firmataria è la collega Artesio. Il secondo è l'ordine del giorno n. 1041, avente ad oggetto "Recepimento delle 'linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nei Disturbi pervasivi dello sviluppo (DPS), con particolare riferimento allo spettro autistico'" il cui primo firmatario è il collega Ronzani.
Siccome sono sottoscritti da colleghi di tutti i Gruppi, credo che adesso o prima del termine della seduta si possano porre in votazione.



PRESIDENTE

Presidente Reschigna, se non si prevedono interventi, e quindi non occupano troppo lavoro all'Aula, possiamo procedere anche subito con le votazioni degli ordini del giorno n. 762 e n. 1041.
Se siete tutti d'accordo, potremmo procedere in tal senso.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente alle inversioni all'o.d.g.)


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Richiesta, da parte del Consigliere Pedrale, di chiarimenti in merito all'esame della proposta di legge relativa a "Disposizioni per la riduzione della spesa del personale a tempo determinato della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Non che io non sia d'accordo nell'esaminare tali provvedimenti, ma coglierei l'occasione della presenza sia dell'Assessore Vignale che del Vicepresidente Pichetto (e credo di tutti i Capigruppo) per fare il punto sulla situazione sul discorso del personale a tempo determinato.
A tal riguardo, chiederei una sospensione dei lavori di un quarto d'ora, affinché si riesca ad inquadrare questo argomento sin da subito.
Altrimenti, nel cammino nella giornata, vedo difficile trovare un varco per fare questa riflessione.



PRESIDENTE

Presidente Pedrale, chiede una sospensione dei lavori di un quarto d'ora?



PEDRALE Luca

Sì.



PRESIDENTE

Bene. Procediamo prima all'apertura, seguirà una commemorazione e poi direi che potremmo sospendere la seduta per un quarto d'ora.



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusi, Presidente, non sarebbe possibile farlo domani mattina?



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Volevo intervenire, ma mi ha preceduto, sia pure non a verbale, il Presidente Reschigna.
Ritengo che di questo argomento, che peraltro non è stato concordato se ne debba discutere alla presenza del Presidente Cattaneo. Se no rischiamo di interrompere la seduta adesso per un quarto d'ora - che peraltro non sarebbe un problema, visto che ne abbiamo già perso tanto di tempo! - per poi comunque ritornarci quantomeno nella Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Per me 24 ore in più o in meno non sono un problema. A me interessa che la questione del personale della Regione e dei Gruppi in particolare sia chiarito nel miglior modo possibile e nel modo più rapido ed efficace possibile.
Vorrei però avere la garanzia che domani l'Assessore Vignale e l'Assessore Pichetto possano essere presenti.
L'Assessore Pichetto, in qualità di Assessore al bilancio, sicuramente sarà presente, però vorrei avere la certezza che domani, per tutta la giornata, o al mattino o al pomeriggio, sarà presente anche l'Assessore Vignale, perché è importante.



PRESIDENTE

Vorrei solo ricordare che domani alle ore 9.45 è convocata la Conferenza dei Capigruppo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Proprio come diceva lei, l'ideale sarebbe che il Vicepresidente Pichetto e l'Assessore Vignale fossero contestualmente presenti alla Conferenza dei Capigruppo e, in quella sede, fare anche quell'approfondimento richiesto dal collega Pedrale, che io condivido come richiesta e come urgenza.



PRESIDENTE

Gli Assessori sono presenti e raccogliamo quindi la loro disponibilità.
Ricordo ancora che domani, alle ore 9.45, è prevista la Conferenza dei Capigruppo.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 16 luglio 2013.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 23 luglio 2013


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casoni, Cattaneo, Cota, Marinello e Sacchetto.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato, in data 12 luglio 2013, la seguente legge regionale ed ha liberato la non impugnativa. Trattasi della legge regionale n. 10 del 21 maggio 2013, inerente a "Modifica della legge regionale 6 agosto 2007 n. 18 - norme per la programmazione socio-sanitaria ed il riassetto sanitario regionale".


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione delle vittime dell'incidente stradale avvenuto il 28 luglio a Monteforte Arpino (AV)


PRESIDENTE

Colleghi, procediamo ora ad una commemorazione; vi chiedo, gentilmente di spegnere i telefonini e di assicurare il più completo silenzio.
Colleghi, nella serata di domenica 28 luglio si è verificato un grave incidente stradale in corrispondenza di Monteforte Irpino, Provincia di Avellino. L'autobus, sul quale viaggiavano 48 persone di ritorno da un pellegrinaggio, è precipitato improvvisamente da un viadotto dell'Autostrada 16 Napoli-Canosa, travolgendo cento metri di gardrail e concludendo la sua corsa trenta metri più in basso. Nell'incidente sono morti 38 passeggeri e sono rimaste ferite una ventina di persone. Le vittime, i cui funerali si sono svolti ieri mattina (proclamata, peraltro giornata di lutto nazionale), erano per la maggior parte originari di Pozzuoli. La più giovane aveva 16 anni e il più anziano 88.
Le cause della strage sull'A16 sono tuttora in fase di accertamento.
Con profondo dolore esprimiamo vicinanza verso i familiari dei 38 deceduti e un augurio per una pronta guarigione ai feriti, rinnovando un sempre più tenace impegno delle Istituzioni per garantire una sicurezza sulle nostre strade e scongiurare il ripetersi di incidenti di tale gravità.
Prego il Consiglio di osservare un minuto di silenzio.



(L'Assemblea, in piedi osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Grazie, colleghi.
Riprendiamo i lavori, votando la proposta di deliberazione n. 284 e i due ordini del giorno, rubricati al n. 9) e al n. 10) dell'o.d.g. a vostre mani, come concordato, senza discussione.
Il numero legale è 28.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 284, inerente a "Modifiche degli articoli 2, 3 e 11 del Regolamento regionale 8 agosto 2012, n. 7/R (Regolamento in materia di attività funebre e di servizi necroscopici e cimiteriali, in attuazione dell'articolo 15 della legge regionale 3 agosto 2011, n. 15 'Disciplina delle attività e dei servizi necroscopici, funebri e cimiteriali)'"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 284, di cui al punto 14) all'o.d.g.
Tale proposta di deliberazione è stata licenziata in sede redigente.
Quindi possiamo procedere con la votazione.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 284, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 762 presentato dai Consiglieri Artesio, Boeti Cerutti, Dell'Utri, Pentenero e Tentoni, inerente a "Malattie non riconosciute: sensibilità chimica multipla, sindrome da affaticamento cronico, fibromialgia"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 762, avente ad oggetto "Malattie non riconosciute: sensibilità chimica multipla, sindrome da affaticamento cronico, fibromialgia", presentato dai Consiglieri Artesio Boeti, Cerutti, Dell'Utri, Pentenero e Tentoni, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Se non vi sono richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 762, il cui testo recita: "Premesso che: il Decreto del Ministero della Salute N. 279 del 18 Maggio 2001 (DM 279/01), in materia di Malattie Rare, prevede tutele specifiche per i malati rari ed istituisce l'Elenco delle Malattie Rare riconosciute dal Servizio Sanitario Nazionale, attribuendo ad ognuna un relativo Codice di Esenzione da allora pazienti ed associazioni portatori di malattie non riconosciute hanno ripetutamente fatto pervenire al Ministero della Salute la richiesta di riconoscimento e hanno attivato azione di sensibilizzazione presso le Regioni, molte delle quali - tra cui il Piemonte - hanno riconosciuto autonomamente altre malattie rare, oltre quelle già previste dal decreto ministeriale.
Constatato che: in particolare i malati affetti da sensibilità chimica multipla (MCS), le persone affette da sindrome da affaticamento cronico (CFS) e i portatori di fibromialgia (FM), pur nelle differenze delle cause e delle manifestazioni della patologie hanno avviato congiuntamente una mobilitazione volta al riconoscimento da parte dello Stato e delle Regioni, nella prospettiva di ottenere omogenei ed adeguati protocolli terapeutici e, nei contesti sociali, considerazione delle conseguenze delle loro condizioni sanitarie che compromettono l'autonomia di vita.
Constatato ancora che: la FM è la patologia che si incontra più frequentemente, soprattutto nell'attività ambulatoriale. Alcuni recentissimi dati epidemiologici documentano una prevalenza compresa tra il 2 e il 4% (con valori notevolmente più elevati se si scorporano i dati per la sola popolazione femminile: 8-10% circa); studi su pazienti ricoverati in ambiente internistico evidenziano prevalenze nell'ordine del 10%; studi su pazienti valutati in ambiente reumatologico evidenziano una prevalenza del 25%. Nel contesto sanitario piemontese infatti si sono individuati centri di riferimento (Aso San Luigi e Aou San Giovanni Battista) e coordinamenti clinici dei medici reumatologi ai fini della diagnosi, dell'accoglienza e dell'adozione di linee guida di trattamento.
La MCS è una sindrome multi sistemica di intolleranza ambientale che interessa vari sistemi fisiologici e comporta uno stato di infiammazione cronica, implicando condizioni di isolamento e di impedimento alla normale vita sociale. Già dal 2004, l'Istituto Superiore di Sanità ha ritenuto di fornire un contributo scientifico e di sanità pubblica ai bisogni delle persone con disturbi riferiti alla MCS. Le regioni Toscana ed Emilia Romagna hanno prodotto nel 2006 protocolli assistenziali per definire attività a sostegno delle persone con sintomatologia riferita alla MCS nel loro ambito territoriale. Successivamente le Autorità Sanitarie di diverse Regioni (Regione Toscana Prot. 125/18714/10.02, Regione Piemonte Prot.
8828/28.2) e il Ministero della Salute hanno formalmente richiesto un parere tecnico-scientifico all'ISS per la definizione di protocolli assistenziali in favore di pazienti con questi sintomi La sindrome da stanchezza cronica, causa di notevole disabilità in chi ne è affetto, è una patologia poco conosciuta e diagnosticata in Italia; a tutt'oggi l'epidemiologia e l'eziologia restano incerte. L'epidemiologia sembra rilevare una maggior frequenza nei paesi del Nord Europa. Le ipotesi eziologiche riguardano le aree infettivologica, immunologica e neurologica.
Il gruppo di Immunogenetica di Pavia sta costituendo una banca biologica della sindrome per meglio studiare gli aspetti immunogenetici della malattia e per delucidare i molti lati oscuri della sua eziopatogenesi.
II Consiglio Regionale impegna la Giunta Regionale: a farsi parte attiva nella rappresentanza della condizione di questi malati, prevedendo audizioni delle loro organizzazioni nelle sedi istruttorie dell'Assessorato alla Tutela della Salute e Sanità: a incaricare la Rete per le Malattie Rare del Piemonte e della Valle d'Aosta (come luogo di coordinamento meglio deputato, pur non rientrando le situazioni sopra citate per prevalenza nella definizione di malattie rare) a istruire il tema., in funzione dell'adozione di appropriate prese in carico dei pazienti a farsi parte diligente in seno ai tavoli tecnici interregionali istituiti presso l'Agenas (Agenzia Nazionale dei Servizi Sanitari) e al coordinamento degli assessori regionali alla sanità per un'adeguata assunzione della materia presso la Conferenza Stato-Regioni a riferire in Consiglio Regionale, eventualmente attraverso la Commissione consiliare competente, in merito alle determinazioni delle istruttorie precedenti e alla possibilità di riconoscimento delle patologie, sia sul piano nazionale sia nel contesto regionale." Il Consiglio approva.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame ordine del giorno n. 1041 presentato dai Consiglieri Ronzani Artesio, Biolé, Boeti, Boniperti, Bono, Botta Franco Maria, Bresso Bussola, Cerutti, Cortopassi, Cursio, Dell'Utri, De Magistris, Formagnana Franchino, Gariglio, Gregorio, Laus, Lupi, Maccanti, Marinello, Motta Angela, Muliere, Negro, Novero, Oliva, Pentenero, Placido, Reschigna Rostagno, Spagnuolo, Tentoni, Tiramani, Toselli e Valle, inerente a "Recepimento delle Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nei Disturbi pervasivi dello sviluppo (DPS), con particolare riferimento allo spettro autistico"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1041, avente ad oggetto "Recepimento delle Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nei Disturbi pervasivi dello sviluppo (DPS), con particolare riferimento allo spettro autistico, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1041, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte Premesso che in data 22 novembre 2012 è stato sancito tra Governo, Regioni, Province Autonome di Trento e Bolzano e Autonomie Locali un accordo per il recepimento del documento"Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nei Disturbi pervasivi dello sviluppo (DPS), con particolare riferimento allo spettro autistico", al fine di fornire uniformità di risposta ai bisogni dei bambini e degli adulti con autismo, nonché delle loro famiglie tale accordo garantisce che i servizi sanitari specialistici di diagnosi e di trattamento siano resi accessibili e omogeneamente diffusi in tutte le Regioni e siano parte di una rete coordinata di intervento indispensabile per poter affrontare la complessità e l'eterogeneità delle sindromi autistiche l'approvazione di tale accordo si è resa necessaria dal momento che solo alcune Regioni italiane (meno di un quarto del territorio nazionale) si sono attivate in questa direzione, attraverso iniziative di programmazione sanitaria ed istituendo fondi specifici o anche attraverso l'utilizzo di strumenti e modalità volti al conseguimento dell'integrazione scolastica e sociale l'autismo è un disturbo cronico dello sviluppo del sistema nervoso centrale ad esordio precoce che determina una disabilità complessa che coinvolge l'ambito sociale, comunicativo e comportamentale e richiede interventi mirati riguardanti la diagnosi tempestiva, la presa in carico globale dei soggetti autistici per tutto l'arco della loro vita, una rete integrata di servizi sanitari, socio-sanitari ed educativi, un approccio multiprofessionale e interdisciplinare, nonché un intervento abilitativo tempestivo, intensivo, strutturato e individualizzato la Regione Piemonte, come emerso durante l'audizione svoltasi in IV Commissione venerdì 12 luglio 2013, non ha ancora recepito le linee dettate dalla Conferenza Unificata in merito agli interventi riferiti all'autismo.
Impegna il Presidente della Giunta regionale e gli Assessori competenti a recepire quanto previsto dal documento 'Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nei Disturbi pervasivi dello sviluppo (DPS), con particolare riferimento allo spettro autistico'." Il Consiglio approva.


Argomento: Gruppi consiliari - Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di deliberazione n. 276, inerente a "Rendiconto della gestione. Conto del bilancio del Consiglio regionale anno 2012"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 276, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Tale proposta di deliberazione è stata licenziata a maggioranza dalla I Commissione il 7 giugno 2013.
Sono stati presentati, dall'Ufficio di Presidenza, tre emendamenti.
Emendamento rubricato n. 1) Il quinto capoverso della premessa è sostituito dal seguente: Preso atto che al momento dell'approvazione della presente deliberazione sono state trasmesse dall'Ufficio di Presidenza le seguenti note riepilogative dei Gruppi Consiliari sull'utilizzazione dei fondi erogati per il loro funzionamento relativamente all'anno 2012: Gruppo Consiliare Progett'Azione Gruppo Consiliare Sinistra Ecologia Libertà con Vendola (SEL) Gruppo Consiliare Unione di Centro (UDC) Gruppo Consiliare MISTO (Biolè) Gruppo Consiliare Per la Federazione - Sinistra europea Gruppo Consiliare Moderati Gruppo Consiliare Partito Democratico (PD) Gruppo Consiliare Uniti per Bresso Gruppo Consiliare Insieme per Bresso Gruppo Consiliare Verdi Verdi - l'Ambientalista per Cota Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle Gruppo Consiliare MISTO (Formagnana) Gruppo Consiliare Italia dei Valori Lista Di Pietro (IDV) Emendamento rubricato n. 2) Il punto 6 del dispositivo è sostituto dal seguente: di dare atto che, come anticipato in premessa, sono allegate alla presente deliberazione le note riepilogative presentate dai seguenti gruppi consiliari sull'utilizzo dei fondi erogati per il loro funzionamento relativamente all'anno 2012: Gruppo Consiliare Progett'Azione Gruppo Consiliare Sinistra Ecologia Libertà con Vendola (SEL) Gruppo Consiliare Unione di Centro (UDC) Gruppo Consiliare MISTO (Biolé) Gruppo Consiliare Per la Federazione - Sinistra europea Gruppo Consiliare Moderati Gruppo Consiliare Partito Democratico (PD) Gruppo Consiliare Uniti per Bresso Gruppo Consiliare Insieme per Bresso Gruppo Consiliare Verdi Verdi - l'Ambientalista per Cota Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle Gruppo Consiliare MISTO (Formagnana) Gruppo Consiliare Italia dei Valori Lista Di Pietro (IDV) Emendamento rubricato n. 3) Il punto 7 del dispositivo è sostituito dal seguente: "di dare atto che con successivo provvedimento, l'Ufficio di Presidenza prenderà atto delle note riepilogative presentate dai gruppi consiliari che in data odierna non hanno ancora provveduto alla relativa trasmissione".
Sono tre emendamenti tecnici: due riguardano una presa d'atto dei bilanci arrivati dai Gruppi consiliari.
Il terzo è sempre un emendamento tecnico: il punto 7 del dispositivo è sostituito dal seguente: "Dare atto che, con successivo provvedimento l'Ufficio di Presidenza prenderà atto delle note riepilogative presentate dai Gruppi consiliari che in data odierna non hanno ancora provveduto alla relativa trasmissione".
I primi due sono una serie di bilanci dei Gruppi consiliari aggiornati stamattina. Ne mancano ancora alcuni, quindi quando arriveranno faremo una presa d'atto, come Ufficio di Presidenza, dei bilanci dei Gruppi consiliari mancanti.
La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
A riguardo, siamo assolutamente d'accordo sulla votazione del testo, ma volevo che rimanesse a verbale che il Gruppo della Lega Nord non ha ancora presentato il rendiconto perché non ancora in possesso - nonostante le nostre richieste scritte - della copia delle ricevute sequestrate l'anno scorso dalla Guardia di Finanza e, successivamente, dalla Magistratura.
Volevo fare questa dichiarazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Solo per contribuire alla chiarezza, come ha fatto il Consigliere Carossa.
Anche noi del gruppo PdL non abbiamo ancora potuto depositare il rendiconto del 2012 perché mancano numerose pezze giustificative. La Guardia di Finanza ha iniziato la procedura di fotocopiatura presso i nostri uffici, ma poi l'ha sospesa quindi mancano ancora numerosi giustificativi fiscali e, allo stato attuale, non siamo in grado di presentare il rendiconto 2012.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste di intervento, mettiamo in votazione la deliberazione n. 276.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 276, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Il testo s'intende come modificato dall'informativa che ho dato con i tre emendamenti tecnici.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame disegno di legge n. 338, inerente a "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2012"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il disegno di legge n. 338, "Rendiconto generale per l'esercizio finanziaria 2012", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Il Consigliere Angeleri, relatore di maggioranza, dà per letta la relazione il cui testo recita: "Nella seduta del 26 luglio c.a. la Commissione ha esaminato ed approvato a maggioranza il disegno di legge riguardante il rendiconto generale della Regione Piemonte per l'esercizio finanziario 2012. Il rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2012 si compone del conto del bilancio e del conto generale del patrimonio.
Il conto del bilancio evidenzia il risultato finanziario alla chiusura dell'esercizio finanziario 2012, che tiene conto del risultato della gestione di competenza delle entrate (euro 12.142.544.004,44) e delle spese (euro 12.788.432,47) e della gestione dei residui degli anni precedenti.
A seguito della decisione di parifica del rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2012, con l'eccezione del quadro riassuntivo del disavanzo finanziario di cui all'articolo 4 del disegno di legge, decisione ammessa dalla competente sezione regionale di controllo della Corte di Conti con delibera n. 276/2013/PARI, viene integrato l'articolo 4 con la rettifica del disavanzo finanziario rilevato alla data del 31 dicembre 2012. pertanto alla chiusura dell'esercizio 2012 è rettificato un disavanzo finanziario pari a 2.841.374,089,03, tenendo conto delle seguenti passività riportate nel conto del patrimonio: 397.145.000,00 euro per anticipazione straordinaria di cui alla DGR n. 39 11230 del 1 aprile 2009 57.971.163,00 euro per il fondo rischi relativo alla sentenza della Corte d'Appello di Torino n. 465/10 del 12 dicembre 2012 370.000.000,00 euro per passività pregresse inerenti il finanziamento del sistema regionale di trasporto pubblico locale 866.000.000,00 euro per l'allineamento con la situazione patrimoniale delle aziende sanitarie regionali.
Il prospetto riconcilia con la situazione contabile generale al 31/12/2012 consuntivata con relativo conto del Tesoriere regionale evidenziante il fondo di cassa al 31/12/2011 per euro 354.579.654,85, il totale delle riscossioni del 2012 per euro 11.746.163.632,90 e il totale dei pagamenti del 2012 per euro 12.018.220.747,58. Pertanto il fondo cassa alla chiusura dell'esercizio 2012 ammonta ad euro 82.522.540,17.
Per ciò che attiene ai residui attivi del 2012, pari ad euro 4.435.350.603,81 sonon rimasti da riscuotere sulle entrate della competenza propria del 2012 euro 1.179.643.374,33 e sulle entrare residue degli esercizi precedenti euro 3.255.707.229,48. I residui attivi, che all'inizio del 2012 ammontavano ad euro 4.306.609.143,87, sono stati riaccertati nel corso del 2012 in euro 4.038.970.232,27 per effetto di riduzioni di euro 268.096.553, 79 e per incrementi di euro 457.642,19.
Per quanto attiene i residui passivi del 2012, pari ad euro 5.668.131.070,01, risultano da pagarsi,sulle spese impegnate per la competenza 2012, euro 3.102.672.738,08 e da pagarsi, sui residui degli esercizi precedenti, euro 2.565.458.331,93. I residui passivi all'inizio del 2012, ammontanti ad euro 5.145.804.433,49, sono stati riaccertati al 31/12/2012 in euro 4.897.918.826,12 per un minor importo di euro 247.885.607,37.
Il conto generale del patrimonio evidenzia le attività e passività finanziarie e patrimoniali (residui attivi - fondo cassa residui passivi debiti per mutui). La consistenza delle attività finanziere e patrimoniali del 2012 pari ad euro 13.829.694.493,58. Il conto generale del patrimonio si compone altresì degli allegati relativi al demanio, patrimonio non disponibile-beni immobili, patrimonio disponibile-beni immobili, beni mobili non disponibili.
Si rileva dal conto generale del patrimonio che i debiti, i mutui e prestiti a carico della Regione a fine esercizio 2012, sono pari a euro 6.215.728.602,07.
Il Conto generale del patrimonio evidenzia inoltre la cosiddetta perenzione amministrativa. Tale perenzione comporta l'eliminazione di tutti i residui passivi dal conto finanziario del rendiconto generale, passando in carico al conto del patrimonio come debito patrimoniale. La consistenza dei perenti all'inizio dell'esercizio finanziario 2012 era di euro 244.876.286,82. in seguito a variazioni positive e negative intervenute nei movimenti delle passività del 2012, la consistenza dei residui perenti a fine 2012 è pari a euro 254.718.658.50." La parola al Consigliere Reschigna, relatore di minoranza



RESCHIGNA Aldo, relatore di minoranza

Sono disponibile a parlare a condizione delle presenza in Aula del Vicepresidente della Regione.



PRESIDENTE

Credo che l'Assessore Pichetto sia nei pressi, presumo che si materializzerà quanto prima.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
La discussione sul disegno di legge sul rendiconto dell'esercizio 2012 quest'anno trova un elemento di forte novità rappresentato dal fatto che il rendiconto ha dovuto subire il giudizio di parificazione da parte della Corte dei Conti regionali.
Le Corti dei Conti regionali hanno sempre espresso, attraverso una loro relazione, una valutazione sui contenuti e sul risultato del rendiconto di un bilancio delle Regioni. In parte, questo è stato al centro delle discussioni che abbiamo avuto sulla tematica negli anni passati. Quest'anno la valutazione del giudizio di parificazione, espresso dalla Corte dei Conti, è una valutazione che ha carattere di novità ed è fortemente impegnativa.
Tanto che la Corte dei Conti del Piemonte, nell'esprimere un giudizio di parificazione, ha imposto la rettifica in termini molto pesanti del risultato dell'esercizio che segnala un disavanzo consistente, quasi vicino ai tre miliardi di euro. Al di là degli elementi contenuti nel giudizio di parificazione, il punto che vorrei evidenziare ai colleghi - posto che ci sia qualcuno in quest'Aula disposto ad interessarsi ad una vicenda che non è secondaria non solo per il nostro presente, ma per il futuro della Regione - sono sostanzialmente questi.
Primo elemento. A noi verrebbe voglia di dire "ve l'avevamo detto". I rilievi fondamentali che la Corte dei Conti esprime nella relazione trasmessa a nostre mani, sono totalmente assimilati, per molti aspetti alle considerazioni che questo Gruppo consiliare - non solamente questo Gruppo, ma molte delle opposizioni - hanno espresso sulle politiche di bilancio che la Giunta regionale ha portato avanti in questi anni.
Politiche di bilancio caratterizzate dalla rappresentazione e dall'iscrizione di entrate non assolutamente credibili. Il 2013 era caratterizzato da iscrizioni molto consistenti su alienazioni e valorizzazioni patrimoniali, sulla possibilità di iscrizione e di autorizzazione di nuovi mutui, quando la stessa Corte dei Conti aveva dichiarato nella relazione sul rendiconto del 2011 che già la Regione Piemonte era al di sopra della percentuale di indebitamento consentita dalla legislazione nazionale; sul fatto che la legge di bilancio 2012 prevedeva un'iscrizione di un avanzo di amministrazione presunto di 400 milioni di euro, quando i tempi nei quali il Consiglio regionale aveva approvato la legge di bilancio del 2012 erano tempi tali da rappresentare in termini più realisticamente sicuri, gli effetti e i risultati di esercizio.
Il risultato dell'esercizio che poi abbiamo verificato - bontà della Giunta - solamente nel mese di dicembre al momento dell'approvazione dell'assestamento di bilancio, era un risultato di esercizio che prevedeva non un avanzo di amministrazione, ma un disavanzo.
Credo che basterebbero queste poche riflessioni iniziali per dire che siamo stati in presenza nel corso del 2012, ma estenderei questa valutazione e questo giudizio ai primi tre esercizi, che sono stati curati da questa Amministrazione regionale, a una non politica di bilancio o perlomeno, a una politica di bilancio che iscriveva in modo assolutamente irrealistico e irrealizzabile entrate e che, nonostante l'iscrizione in modo irrealistico di entrate, usava sostanzialmente la spesa in maniera assolutamente leggera. Questo è il primo elemento.
Da questa relazione - signor Assessore al bilancio, lei non aveva la delega al bilancio nel corso dell'esercizio 2012 - viene fuori un giudizio non severo, ma una stroncatura della politica di bilancio portata avanti da questa Amministrazione regionale nel corso del 2012 e, ahimè, anche nel corso degli anni precedenti.
Noi lo avevamo detto, lo avevamo denunciato ripetutamente nelle varie discussioni che abbiamo avuto in Aula, ma oggi tutto ciò ci viene nuovamente rappresentato ed evidenziato in modo ufficiale. Ma, posto che dalla valutazione del rendiconto del 2012 viene fuori un quadro assolutamente problematico della condizione economica, patrimoniale e finanziaria della Regione Piemonte - e questo è il secondo punto di riflessione che vorrei proporre all'Aula - sono stati messi in atto o vengono messi in atto dei correttivi tesi sostanzialmente a riportare in termini di politiche di riforma strutturale l'organizzazione, la gestione la politica del bilancio della nostra Regione? Guardate, è sufficiente che ciascuno di noi prenda la relazione della Corte dei Conti sul rendiconto 2012. A pagina 26, vengono riportate e rappresentate all'interno di una tabella quelli che erano i principali impegni inseriti nella legge finanziaria 2012, che dovevano avviare un processo di riorganizzazione e di riforma strutturale della spesa regionale. Ebbene, di tutti questi articoli della legge finanziaria 2012 oggi siamo alla fine di luglio del 2013 - non uno è stato messo in atto. E viene voglia di dirvi: cosa aspettate a mettere in atto interventi strutturali che riguardino la riforma del bilancio e la riforma dell'organizzazione della Regione? Non sono stati messi in atto gli interventi per la rimodulazione e riduzione della spesa, le proposte per definire le modalità organizzative il sistema di accertamento dei crediti, i compensi ai Presidenti e agli Amministratori delegati, il Piano strategico per la razionalizzazione delle partecipazioni regionali, le misure di razionalizzazione del personale, la riforma del programma informativo. E voglio solo riportarvi una chicca perché c'è stato un atteggiamento assolutamente irresponsabile nel corso di questi anni, quasi una dissociazione di personalità tra le enunciazioni che venivano fatte e i comportamenti concreti che venivano messi in atto all'interno delle politiche regionali.
Quello che voglio rappresentarvi è esemplificato sostanzialmente in uno dei punti che la Corte dei Conti evidenzia quando parla del sistema delle società controllate dalla Regione Piemonte. Analizziamo due società: Finpiemonte S.p.A. e SCR. Nel 2010 Finpiemonte ha avuto un costo del personale pari a 4.994.733 euro e nel 2012 ha avuto un costo del personale pari a 5.559.000 euro: oltre 600.000 euro in più di costo del personale in due anni di gestione di questa Amministrazione regionale.
Finpiemonte e SCR: due società rispetto alle quali ancora in questi giorni si parla di volontà e di scelte di rilancio o di ridefinizione della mission. Vicepresidente Pichetto, tra il 2010 e il 2012, SCR ha fatto pochissimo, perché in questi anni il livello degli investimenti nelle opere pubbliche da parte della Regione Piemonte, per le condizioni del bilancio si è praticamente azzerato. Lei ha visto la relazione della Corte dei Conti e ha potuto notare che, nonostante una fase non certamente espansiva di SCR, il costo del personale è passato da 2.981.000 euro nel 2010 a 3.907.587 euro nel 2012: un milione di euro in più, che può anche apparire come una cifra non eclatante rispetto al complesso del bilancio della Regione, ma in percentuale è l'incremento del 33% del costo del personale di SCR in due anni, in una fase nella quale non vi era un'attività forte di rilancio da parte della società di committenza regionale.
Si è scherzato in questi anni, lo dico onestamente, si è scherzato in questi anni, preoccupati fortemente di rileggere il passato e meno preoccupati di analizzare i comportamenti concreti che l'Amministrazione regionale veniva ad assumere. Si sono alzate quelle che sono le leve fondamentali che dovrebbero essere controllate e gestite in un momento di difficoltà dei conti della Regione, in primis il personale, e si sono incrementati questi costi di personale che, in realtà, in questi anni non hanno vissuto nessuna fase di rilancio o propulsiva.
Non torno su alcuni degli elementi che la relazione della Corte dei Conti ha segnalato all'interno di questo corposo volume, che dovrebbe essere attentamente valutato. Mi permetto di fare due altre considerazioni derivanti proprio dall'esame dei documenti allegati al rendiconto dell'esercizio 2012. La prima: prima del giudizio di parificazione della Corte dei Conti, il risultato era un disavanzo di 1.150.000.000 euro, che teneva conto di un pezzo non coperto del disavanzo dell'esercizio 2010. Ma come è composto questo disavanzo? Vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi del Consiglio regionale quella dell'Assessore Pichetto ho già avuto modo di richiamarla nelle discussioni che abbiamo fatto in Commissione su questo tema - sulla pagina 7 della relazione della Giunta regionale sul rendiconto generale per l'esercizio 2012. Questo disavanzo di 1.150.000.000 euro deriva sostanzialmente dalla sommatoria algebrica di due dati: 1) la gestione dei fondi regionali più i privati, negativa per 2.218.000.000 euro; 2) la gestione dei fondi statali ed europei, positiva per 1.068.000.000 euro. Ma noi sappiamo una cosa: che la maggior parte (non oso dire la totalità anche se mi verrebbe voglia di dire la totalità) dei fondi statali ed europei hanno una finalizzazione. E significa sostanzialmente che, nel corso del 2012, si è arrivati a un disavanzo di 1.150.000.000 euro unicamente per una ragione: mentre la spesa regionale schizzava in modo assolutamente incontrollato, la spesa derivata dal trasferimento di fondi comunitari e statali non trovava un suo rapporto rispetto a quella che è stata l'entrata o la sommatoria tra entrate, riscossioni e residui attivi nel corso del periodo.
Ciò significa sostanzialmente una cosa, cari colleghi: significa che nei prossimi bilanci questi importi devono essere recuperati. Il termine tecnico è quello di reimpostazione, nella realtà significa sostanzialmente questo: ho usato un'entrata che dovevo utilizzare per alcuni scopi, per fare tutt'altro e, siccome sono obbligato a usare quell'entrata per o per finanziare quegli obiettivi, devo metterci soldi, altrimenti, lo Stato e l'Unione Europea richiedono la restituzione delle somme, che è la stessa identica cosa.
Sostanzialmente, significa che c'è un debito, o una passività, latente e mica tanto latente - vicino al miliardo di euro che graverà pesantemente sui prossimi bilanci della Regione.
Questo, anche rispetto ai proclami che a volte si sentono relativamente alla regolazione dei conti della Regione, ci indica che non è vero che sono stati messi a posto i conti della Regione, che molto rimane da fare, ma c'è molta inerzia nei comportamenti della Giunta e della maggioranza attorno a questi temi.
Il rendiconto del 2012, che già ci rappresenta elementi assolutamente devastanti e preoccupanti, contiene in sé altre ragioni ed elementi di preoccupazione.
Ricordo che all'interno dei residui attivi continua a permanere un residuo attivo di 300 milioni di euro, che è relativo ad un mutuo autorizzato nel 2010, ma mai contratto dalla Regione Piemonte, e che mai potrà essere contratto dalla Regione Piemonte nel corso dei prossimi anni perché, come già segnala la relazione della Corte dei Conti, noi superiamo del 49,8% la percentuale massima di indebitamento che la Regione Piemonte è in grado di sopportare per legge nazionale.
Allora, facciamo qualche conteggio finale.
Credo che la reale situazione patrimoniale della Regione Piemonte sia negativa per oltre un miliardo e 500 milioni di euro rispetto ai dati che emergono dal rendiconto, sia pur rettificati dal giudizio di parificazione espresso dalla Corte dei Conti.
una questione che dovrebbe preoccuparci, innanzitutto in quest'Aula nel momento in cui stiamo valutando uno degli elementi fondamentali. Quando qualcuno di noi era amministratore locale dava più importanza alla discussione sui conti consuntivi piuttosto che a quella sui bilanci di previsione, in quanto ai bilanci di previsione si ascrivono, molte volte gli intenti, mentre nei conti consuntivi si traducono gli elementi veri della politica di bilancio, i risultati e gli obiettivi che quella politica di bilancio è stata capace o meno di assumere.
Questi dati che ho voluto rappresentare...
(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



RESCHIGNA Aldo

Ho terminato, Presidente.
Comunque, anche se vado avanti a parlare per trenta minuti, qui dentro non se ne accorge nessuno, glielo garantisco.
Termino subito.



PRESIDENTE

Chi presiede e l'Assessore Pichetto...
Comunque le regole sono quelle, la ringrazio della sua collaborazione.



RESCHIGNA Aldo

Ho capito, stia tranquillo.
Le ripeto che, se anche vado avanti a parlare per trenta minuti, non se ne accorge nessuno in quest'Aula, a parte il Vicepresidente Pichetto credo, conoscendolo.
Arrivo all'ultima considerazione.
Noi siamo fortemente preoccupati perché con una non politica di bilancio, che in modo clamoroso si è espressa nel corso del 2012 e che in modo clamoroso viene rappresentata dalla valutazione dei risultati relativi al rendiconto di gestione, la Regione Piemonte ha di fronte a sé due scenari, che in parte si stanno già concretizzando nel corso di questo esercizio: l'incremento della pressione fiscale sui cittadini e la forte diminuzione della politica di investimenti, di sostegno all'economia, di sostegno alle persone, del sistema dei servizi e della protezione sociale all'interno della nostra Regione.
Sono due elementi già presenti in questo anno, nelle valutazioni e nelle scelte che la Giunta regionale sta portando avanti; ma sono due elementi che rischiano nell'immediato futuro di rappresentarsi alla comunità piemontese in modo ancora più pesantemente negativo rispetto a quanto già oggi si respira, si percepisce e si vive.
Torneremo su questi ragionamenti quando discuteremo dell'assestamento di bilancio.
Esprimo ancora un'ultima considerazione: a fronte di questo quadro che, credetemi, non ho reso più drammatico della realtà - noi leggiamo un atteggiamento di grandissima superficialità, una non consapevolezza vera delle condizioni patrimoniali della Regione.
Per mesi, qualcuno ha rappresentato al Piemonte che, grazie al decreto legislativo n. 35, si erano risolti tutti i problemi del bilancio della Regione.
Quel decreto legislativo, per fortuna, è arrivato e ha risolto un problema drammatico che riguardava la capacità di pagamento da parte della Regione Piemonte e della Pubblica Amministrazione in generale all'interno della nostra regione, ma ci ha consegnato due elementi: un nuovo mutuo di due miliardi di euro, che pagheremo per trent'anni, che porta l'indebitamento della Regione, oggi, a superare i nove miliardi di euro. In secondo luogo, non risolve alcuna delle condizioni pesanti e strutturali della politica di bilancio della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Dichiaro aperto il dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Nella relazione di minoranza, il collega Reschigna ha già svolto un ampio, approfondito e puntuale excursus sulla situazione...



PRESIDENTE

Collega, mi scusi, per ordinare i lavori, chiedo se ci sono altre richieste di intervento in sede di dibattito generale.
(Chiedono di intervenire i Consiglieri Bono, Ronzani, Muliere e Pentenero)



PRESIDENTE

Grazie, colleghi.



BUQUICCHIO Andrea

Effettivamente, questo è il primo anno, in base al decreto legge n.
74/2012, che il rendiconto generale della Regione Piemonte viene sottoposto al controllo preventivo della Corte dei Conti. Questo strumento di controllo propedeutico del bilancio della Regione è da ascriversi non soltanto ad una mera forma di verifica dello stato delle finanze dell'efficienza e dell'efficacia dell'azione amministrativa, ma anche, e soprattutto, a quel principio di trasparenza nella gestione dei fondi pubblici, che non può prescindere da una buona amministrazione e che tuttavia, dovrebbe rappresentare una buona prassi della dialettica democratica tra chi governa e chi fa opposizione.
Su questo punto la mia è un'osservazione che ritengo pertinente, perch mi spiace moltissimo dover constatare la solerzia degli amministratori della Regione di fronte ad un vincolo imposto dal decreto legge n. 5.
Nelle giornate del 13 marzo, 9 aprile, 3, 4 e 10 luglio si sono svolti gli incontri con i magistrati contabili per approfondire la documentazione della gestione finanziaria, a cui fa riscontro la poca, quasi totalmente inesistente, solerzia nel confrontarsi con le opposizioni di quest'Aula.
Questo è un fatto che le minoranze denunziano da tanto tempo.
Purtroppo, è dovuta intervenire la Corte dei Conti - il cui giudizio è certamente più autorevole di quello delle minoranze e dell'opposizione - ad avallare i nostri timori, a dare corpo a quelle ombre, cioè a sottoscrivere che la difficile situazione finanziaria di questa Regione persisterà pesantemente nei prossimi anni e non potrà non avere ripercussioni sulla futura programmazione di bilancio.
Sono un paio gli aspetti che mi premerebbe sottolineare, anche se di osservazioni - tante ne ha fatte il collega Reschigna, in negativo - è piena anche la relazione dei giudici contabili.
La prima questione riguarda il documento di programmazione economico finanziaria regionale, che, come prevede l'articolo 63 dello Statuto regionale, dovrebbe essere sottoposto all'esame e all'approvazione del Consiglio, ma che in tutti questi tre anni di legislatura non è mai arrivato in Aula, determinando di fatto lo svolgimento dell'attività finanziaria 2012 fuori dalla cornice programmatica.
In questo caso la Giunta, secondo il mio modesto modo di pensare, è doppiamente colpevole perché alla negligenza del mancato provvedimento si deve aggiungere il fatto che il Presidente - forse lui più di altri - è stato l'alfiere dell'applicazione dei costi standard (analisi, valutazione e programmazione); peccato però che questi costi standard restino un miraggio.
E oggi la Giunta amministra una Regione importante come la nostra - il Piemonte - senza una situazione contabile sotto controllo - proprio fuori da ogni controllo - con passività fuori bilancio che richiedono immediate coperture; ma soprattutto non siamo nelle condizioni di pianificare una reale programmazione degli interventi. E tutto questo avviene perché il pareggio finanziario è stato conseguito con lo stanziamento di entrate oserei dire insussistenti - o, per voler essere gentile, incerte - il bilancio relativo al 2012 è stato approntato con indicazioni che non trovavano corrispondenza nell'effettiva situazione finanziaria della Regione e le modalità di copertura del disavanzo 2011 hanno rinviato a esercizi futuri la quasi totalità della copertura, determinando quell'irrigidimento di cui parlavo prima. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, anche dei vostri: non potete negarlo.
Da questo, quindi, arrivo al secondo punto, che è collegato. Il 23 maggio del 2012 - circa cinque mesi dalla fine dell'anno 2011 - è stato approvato il bilancio di previsione, contenente un avanzo di amministrazione per il 2011 pari a 400 milioni di euro, utile a ottenere un pareggio di bilancio inesistente, o quantomeno solo formale, dato che il consuntivo dell'esercizio 2011 ha evidenziato e certificato un disavanzo di circa 485 milioni. A tale proposito riporto testualmente la nota della Corte dei Conti che scrive: "Occorre sottolineare che il bilancio di previsione è stato approvato il 23 maggio 2012, quando l'esercizio 2011 era già terminato da alcuni mesi, e pertanto l'Amministrazione doveva essere a conoscenza dell'andamento complessivo della gestione".
Sappiamo tutti, quindi, com'è andata. Voi lo sapete benissimo: non lo dovete e non lo potete negare.
In sede di consuntivo è stato evidenziato un disavanzo di bilancio pari a 485 milioni di euro, spalmato sui tre anni successivi (solo 18 milioni nel 2012, 190 nel 2013, 276 nel 2014): un'operazione che la Corte dei Conti ha giudicato da una parte "innovativa", ma al tempo stesso azzardata, in quanto ha rinviato agli esercizi futuri - soprattutto quelli del 2013 e del 2014 - la quasi totalità della copertura. La stessa Corte dei conti fa anche notare che nel 2012 il pur esiguo importo di 18 milioni non è stato finanziato! In sede di assestamento del bilancio di previsione 2012 - l.r. 28 dicembre 2012 n. 18 - sono state previste entrate per 11 miliardi e 446 milioni. In sede di accertamento, appena qualche mese dopo, le entrate sono scese a dieci miliardi 436 milioni, segnando cioè più di un miliardo di differenza.
E non potete dirci, Assessore, che era difficile ipotizzare questi dati per via della crisi: questa maledetta crisi è iniziata nel 2008. Morale dei fatti: le entrate diminuiscono, la Giunta non è in grado di affrontare un'attenta riprogrammazione e mantiene pressoché invariata la spesa, quando invece sempre la Corte dei Conti sollecita una riduzione significativa della stessa, con la conseguenza che nei soli ultimi due anni abbiamo accumulato deficit pari a un miliardo e 150 milioni di euro.
Dopo questa serie di osservazioni in negativo, sarebbe bello poter chiudere con una buona notizia, ma purtroppo questa non c'è. La Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, nel pronunciare la decisione di giudizio di parifica sul rendiconto generale della Regione Piemonte per l'esercizio finanziario 2012, chiede che venga riscritto il quadro riassuntivo del disavanzo, in quanto non tiene conto di una serie di cose e non vi sto a tediare nel leggervele testualmente.
Fortunatamente, anche se in extremis - di questo devo darle atto Assessore - la Giunta ha modificato con un emendamento l'indicazione del disavanzo, adeguandolo a quanto previsto - appunto - dalla Corte dei Conti.
Insomma, adesso abbiamo i dati corretti e così sappiamo che il totale del disavanzo del nostro Ente ammonta a quasi tre miliardi di euro: due miliardi 841 milioni e rotti.
E allora, caro Presidente - che non c'è e quindi caro Assessore - la situazione purtroppo è tragica. Capisco che dal vostro punto di vista non si possa che cercare di andare avanti nel migliore dei modi, ma purtroppo questa situazione graverà su tutti i cittadini piemontesi e obiettivamente glielo devo dire, con tutto il rispetto, ma anche con tutta la forza di cui sono capace - vedo un futuro estremamente nero e sono estremamente pessimista.
Dal punto di vista politico, quindi, sarebbe opportuno che la maggioranza, da una parte, e il Presidente in primis, traggano delle considerazioni per il bene di questa Regione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Buquicchio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ringrazio in particolar modo il collega Buquicchio, intervenuto prima di me, che ha letto alcuni pezzi del documento della Corte dei Conti di parifica del rendiconto 2012, consentendomi, nella discussione generale sul disegno di legge che stiamo affrontando oggi, di liberare dello spazio nel mio intervento da parti che altrimenti anch'io avrei dovuto sottolineare e ribadire perché sono passaggi molto importanti.
D'altra parte i tasti toccati e le parole usate dalla Corte dei Conti non sono nuovi, nel senso che anche nel precedente documento - che però non era un documento di parifica (la relazione sulla gestione finanziaria della Regione Piemonte riguardante l'esercizio finanziario del 2011) - la situazione tinteggiata e ripresa dalla Corte dei conti era non molto dissimile da quella cui oggi andiamo assistendo.
Oserei dire, quindi, che quello della Regione Piemonte è un disastro finanziario, le cui responsabilità ovviamente non sono assolutamente da ascrivere al Vicepresidente Pichetto, che - appunto - è venuto qui a svolgere le funzioni di Assessore al bilancio da pochi mesi. Si tratta, al contrario, di un disastro annunciato, complice oramai una decina di anni di politiche economiche e finanziarie sbagliate - sbagliate, perché non si possono usare altri termini e non c'è bisogno di usare ulteriori accezioni negative - sia imputabili alla Giunta Ghigo, almeno per una parte, sia alla Giunta Bresso e sia, in parte, anche alla Giunta Cota, che non ha saputo o non ha voluto immediatamente invertire il timone rispetto alla direzione che aveva intrapreso la barca della Regione Piemonte.
Come molti altri colleghi, non sono molto ottimista, anche perché basta leggere i dati: vedo un quadro a tinte molto fosche; se non altro perch come risulta dai vari documenti che l'Assessorato ci ha portato e illustrato, e come si evince - appunto - anche dalle carte della Corte dei conti, la situazione sta in piedi - lo sappiamo benissimo - grazie alle anticipazioni del decreto legge nazionale n. 35, cioè grazie ai mutui.
Anche se poi nel bilancio questi vengono inseriti come categoria terza del titolo V, cioè come finanziamenti a breve termine, si tratta di mutui: sono mutui trentennali, che obbligheranno la Regione Piemonte per i prossimi 29 anni - anzi, 30, visto che già abbiamo anticipato per il secondo semestre del 2013 - ad aumentare l'addizionale regionale IRPEF, quindi a prevedere che ci sia una destinazione vincolata di 170 - arrotondiamo - milioni di euro di addizionale IRPEF, forse anche in aumento il prossimo anno vincolata a coprire l'anticipo, con restituzione trentennale, di 3,3 miliardi di euro, se non sbaglio, che ci ha dato lo Stato, per coprire almeno una parte di tutti quei ritardi di pagamento, quindi del disavanzo che abbiamo fatto negli anni.
Il rendiconto, fortunatamente, riprende e ingloba le giuste osservazioni della Corte dei Conti: il disavanzo, da un miliardo e 150 milioni arriva a due miliardi e 841, con spalmatura e copertura in tre anni, come dovrebbe essere. L'anno scorso non l'abbiamo fatto, perché il disavanzo di 484 milioni di euro che doveva essere spalmato in 18 milioni nel 2013 e poi più o meno due tranche uguali da 230 milioni di euro nel 2014 e 2015 non è stato spalmato, e infatti ce lo siamo ritrovati nel 2012.
Non a caso, e non con soddisfazione ma con una sottolineatura che ho trovato simpatica nella relazione del rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2012, si dice che il disavanzo di amministrazione dell'esercizio 2012, riferito alle sole competenze è pari (non è scritto "è solo pari", perché sarebbe stato troppo) a 666 milioni di euro (un numero con richiami anche un po' satanici, come qualcuno aveva sottolineato), a cui si devono aggiungere i 484 dell'anno precedente.
La situazione è a tinte un po' fosche, perché tolto il DL 35, quindi l'iniezione di liquidità, col doppio binario, di cassa e competenza che si è utilizzato, in maniera anche un po' particolare, nel 2013, e che si utilizzerà nel 2014, non ci sarà nel 2015.
In questo senso vedo anche delle perplessità politiche, nel senso che nel 2014, se non succederanno stravolgimenti prima, sarà l'ultimo esercizio finanziario marchiato o targato, come dir si voglia, Cota e relativa maggioranza. In quest'anno, quindi, c'è una copertura grazie al DL 35, ma non vorrei che si vivacchiasse e non si facessero le dovute analisi, non gradite a nessuno - non gradite a nessuno, ma dovute - sulle risorse da tagliare.
Ho ascoltato l'intervento del Consigliere Reschigna, ma è ovvio che se ogni anno più o meno facciamo un "miliardino" di disavanzo, c'è un problema semplice di contabilità. C'è un problema semplice di contabilità, quindi non si può dire: fate - come maggioranza - o facciamo - come Ente - debito: da una parte tagliamo i servizi e dall'altra parte aumentiamo le tasse.
Delle tre almeno una: o qualcuno tira fuori dal cilindro una proposta alternativa, e io ce l'avrei ma verso Roma, perché noi non abbiamo la possibilità di stampare monete (non ce l'ha neanche Roma, ma magari in un futuro non lontano ci potrebbero essere novità anche da questo punto di vista), altrimenti le alternative sono tasse, tagliare servizi o evitare di fare debito, cioè fare un reale pareggio di bilancio.
Personalmente vedo questo con preoccupazione: 2013 e 2014 coperti dal DL 35 e nel 2015 un buco, perché non si sa. Vedo anche, nel documento che ci ha dato l'Assessore Pichetto sul recupero delle passività pregresse, una diminuzione delle risorse libere regionali, nel senso che vediamo due miliardi e sette nel 2013; tre miliardi e mezzo nel 2014 e un miliardo e mezzo nel 2015.
Questo vuol dire che chi si troverà ad amministrare la Regione Piemonte nel 2015 - credo che non sarà, mi porto un po' avanti con le interpretazioni e le valutazioni future, questa maggioranza di centrodestra: non me ne vogliate, magari mi sbaglio - si misurerà anche con una compressione notevole delle risorse e ovviamente non avrà tutte quelle anticipazioni di cassa che sono state date da Roma.
L'Assessore Pichetto ha garantito che, grazie a queste anticipazioni ovviamente tra il dire e il garantire c'è una bella strada da percorrere d'ora in poi potremmo pagare con tempi europei a 60 giorni o 90 al massimo tutte le spese dell'Amministrazione e delle ASL.
Mi auguro che sia così, ma c'è sempre un problema di veridicità, come giustamente ha detto il Presidente del Partito Democratico, delle entrate: se prima abbiamo gonfiato spesso le entrate da alienazioni immobiliari titolo IV, ho ancora dei dubbi, anche se ci ha portato un documento abbastanza chiarificatore su Finpiemonte. Lo sto studiando insieme al mio ufficio e sto cercando di capire bene la complessa partita dell'utilizzo dei fondi rotativi e quelli a fondo perduto di Finpiemonte: se ci sono veramente e se veramente sono accertabili e spendibili questi 236 milioni di euro messi nell'assestamento.
Questo, ovviamente, è un altro discorso che affronteremo nell'assestamento.
Termino sul rendiconto, dicendo che non deve, da una parte, spaventare troppo, anche se mi viene da sorridere o quasi da ridere dire che 2,8 miliardi di disavanzo non devono spaventare (penso che sia un record e mi piacerebbe sapere se qualche altra Regione italiana ha mai avuto un disavanzo del genere), perché, come più volte ha spiegato Pichetto, ci hanno chiesto di mettere comunque nel disavanzo tutte quelle che nella precedente Giunta Bresso erano partite oggetto di disiscrizioni.
Quindi, 2,8 miliardi di euro verranno sicuramente coperti nel 2013 e 2014, ma chiudo ribadendo che ho dei dubbi su cosa succederà nel 2015.
Spero che per allora avremo preso delle decisioni per cercare di capire come far sì che, tolto il fondo sanitario nazionale e il fondo trasporti nazionale (perché ormai anche quello è vincolato) si capisca come andare ad allocare correttamente le risorse cosiddette libere, non vincolate, in maniera che ci sia realmente un pareggio di bilancio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

difficile trovare le parole giuste per sottolineare come il rendiconto che stiamo discutendo segnali una situazione che, per quanto riguarda i conti della Regione, ha ampiamente superato il livello di guardia. Se il rendiconto è, come ha dichiarato il Consigliere Reschigna non un atto burocratico e formale, ma la fotografia dei conti della Regione e delle politiche che la Regione ha messo in campo per governare la finanza regionale e le politiche regionali, questo rendiconto è la spia di un fallimento.
Devo dire, Assessore Pichetto, che anche lei era stato inizialmente ingannato. Non le attribuisco colpe che non ha: lei non ha la responsabilità di aver governato i conti della Regione, se non per la quota parte che derivano dalla sua appartenenza a questa maggioranza.
Responsabilità dirette non ne ha, se non da qualche settimana. Tuttavia mi ricordo, e ha fatto bene a ricordarlo il collega Reschigna, con quanta insistenza il Gruppo del PD, durante la discussione del bilancio insistette sull'entità del disavanzo - prima in Commissione e poi in Aula al punto che lei fu costretto a dichiarare un numero. Se lo ricorda? Ma lei, da proteo prudente qual è, non volendosi sbilanciare e forse non fidandosi totalmente dei conti che le presentavano, disse: "Ma è sopra i 500 milioni". Se lo ricorda? Io me lo ricordo perché ho qui il verbale.
In quell'occasione dicemmo: "Guardi, Pichetto, noi le auguriamo che il disavanzo sia di 500 milioni, ma siamo pronti a dimostrare, anche sulla base dei dati forniti in Commissione dall'ufficio, che il disavanzo è molto superiore ai 500 milioni di cui lei parla". Oggi avrei preferito constatare che avevamo torto noi ad insistere sulla gravità della situazione. Avrei preferito che oggi l'Assessore Pichetto potesse fare il discorso contrario e dire: "Caro Ronzani, tu hai dato dei numeri sbagliati. Avevo ragione io!".
Il punto è che era ben chiaro che questa fosse la situazione e penso che vi sia stata da parte dell'attuale Amministrazione regionale una colpevole sottovalutazione della gravità dei problemi del bilancio, tradita soltanto da un fatto: dalla decisione di posporre il più possibile l'approvazione del bilancio di previsione 2013, perché non c'erano ragioni perché voi approvaste il bilancio 2013 l'ultimo giorno utile, ricorrendo all'esercizio provvisorio.
Ma noi dicemmo in quella occasione - e purtroppo i fatti ci danno ragione - che questo era un modo per aggirare i problemi che quella discussione, come poi i fatti hanno dimostrato, avrebbe fatto emergere e cioè un corposo disavanzo, che è il combinato disposto di tante cause, come lei onestamente ha ricordato anche in Commissione.
Cose pregresse che riguardano noi, ma tante cose che riguardano questa Amministrazione: il combinato disposto tra l'indecisione nell'affrontare alcune questioni, la non volontà, la mancanza di coraggio e anche i tagli che si sono abbattuti sulla Regione. I due grandi tagli: Tremonti e Berlusconi o Berlusconi e Tremonti, che grosso modo incidono per un miliardo e qualcosa. Voi avevate però ben chiaro che il vostro bilancio non era in equilibrio.
Quindi, Assessore Pichetto, le anticipazioni ci hanno consentito di ottenere una boccata di ossigeno, come ricordava il collega Bono e prima ancora il collega Buquicchio.
Io sono d'accordo, perché non è secondario il fatto che la Regione abbia di fatto potuto aumentare il proprio indebitamento, perché di questo si tratta.
Lo Stato ci ha consentito, nonostante noi questa possibilità non ce l'avessimo, di aumentare l'indebitamento, ma intanto l'asticella si è alzata ed è aumentato il debito; poi ovviamente il debito deve essere corrisposto e pagato e pagare il debito significa naturalmente che avremo per 30 anni 30 rate da pagare, che incidono per 160 milioni.
Naturalmente abbiamo dato all'economia piemontese e alle imprese che hanno crediti verso la Pubblica Amministrazione e al trasporto pubblico locale una boccata di ossigeno, ma siccome il debito si paga, quelle rate del debito - vorrei che fosse chiaro - sono risorse che sottrarremo alla politica finanziaria della Regione per fare cose che non avrebbero dovuto essere il pagamento delle rate del debito.
Perché se io tutti gli anni devo spendere 160 milioni per pagare le rate del mutuo, sono contento che oggi ho la possibilità di far fronte ad un debito, ma quelle risorse che devo pagare verranno sottratte a politiche di crescita e di sviluppo della nostra Regione.
Assessore, il punto però qual è? Lei lo sa, secondo me. Ci sono cose che non dipendono da questa Regione, ma ci sono cose che invece dipendono dalla politica regionale.
Perché è evidente che non posso prendermela con il Presidente Cota se il Governo centrale taglia le risorse regionali. Con il Presidente Cota me la prendo perché lui giustifica i tagli, perché chi fa i tagli è un Governo amico e poi se la prende con il Governo successivo, il quale taglia anche lui solo perché non è amico! Non me la prendo con il Presidente Cota per questo, salvo il fatto che il Presidente Cota ha dichiarato, pur essendo evidente quale sarebbe stato l'impatto di quella politica sui bilanci regionali, che lui avrebbe realizzato efficienze.
Constato che non ha realizzato efficienze, perché se la Corte dei Conti dichiara che il numero dei dipendenti e il relativo costo di Finpiemonte e



SCR - che non sono altra cosa rispetto alla Regione Piemonte e sono parte

del sistema regionale naturalmente - hanno subito un incremento di costi per il personale difficilmente giustificabile, voi capite che non esiste alcuna relazione tra le esigenze di contenere la spesa pubblica regionale ad esempio, destinata al personale e le scelte che il medesimo governo regionale, che invocava l'efficienza, ha fatto.
Perché il Presidente Cota invocava l'efficienza nello stesso momento in cui consentiva agli Enti strumentali della Regione Piemonte di fare una politica della finanza pubblica che ha aumentato i costi.
Questa è una responsabilità vostra; mi spiace dirlo. Io mi prendo quelle del PD, ma questa è vostra e di chi in questi tre anni ha fatto una politica che non si è posta minimamente il problema di un governo del sistema e di politiche selettive per contenere i costi e riorganizzare il sistema.
Questo non è un problema delle opposizioni; semmai posso dire che una parte delle proposte che hanno fatto le opposizioni, tutte le opposizioni sono state rigettate e rispedite al mittente da parte di questa maggioranza. E anche questo è paradossale, perché anziché accogliere una parte di queste richieste e fare in modo che venisse avviato un processo riformatore significativo, capace di contenere la spesa pubblica, qui le parti sono rovesciate.
La Giunta ha rinunciato a fare queste politiche, addirittura con argomenti risibili e le opposizioni hanno incalzato la Giunta, immaginando proposte di riforma.
Il risultato è l'aumento dell'addizionale IRPEF.
E questo è un problema, perché non rimuoviamo le criticità che sono alla base della crisi della finanza pubblica regionale, perché se io uso la leva fiscale, intanto ho un effetto immediato, cioè comprimo i redditi delle persone; in secondo luogo, comprimendo i redditi delle persone comprimo anche l'economia, perché è evidente che se devo destinare una parte del reddito per pagare l'addizionale, avrò meno capacità per acquistare beni e servizi. E l'economia da questo punto di vista subisce un contraccolpo.
Quindi, voi fate in Regione la politica che contestate al Governo sul piano nazionale, cioè dite a questo Governo, e anche la Lega: dovete ridurre la tassazione, in ragione del principio che essa mortifica l'economia e la comprime, nello stesso momento in cui noi siamo costretti o facciamo una politica che ricorre alla leva fiscale. Noi avremo meno entrate il prossimo anno, perché il circolo diventa vizioso e non virtuoso.
Assessore Pichetto, non gliene faccio carico, se non per una quota parte e se non per le cose che proporrà e in parte ha proposto.
Questo rendiconto è la spia di un fallimento ed è un fallimento che non soltanto attiene alla gestione della politica finanziaria, ma è ovviamente anche un fallimento politico.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Il Capogruppo Reschigna, il Consigliere Ronzani ed altri colleghi della minoranza hanno evidenziato con molta chiarezza le criticità che questo rendiconto presenta.
Il rendiconto 2012 indica quello che noi avevamo denunciato nel momento in cui abbiamo discusso il bilancio di previsione 2012: le denunce che noi avevamo fatto in occasione del bilancio di previsione 2012 oggi stanno emergendo con tutta la drammaticità di un rendiconto pesante come questo.
Dal punto di vista gestionale, l'Assessore Pichetto non ha una responsabilità diretta, poiché ha assunto l'incarico di Assessore pochi mesi fa, quindi ha lavorato al bilancio di previsione soprattutto nell'ultima fase e oggi gestisce le politiche di bilancio di questa Regione presentandoci il rendiconto, l'assestamento di bilancio e il collegato alla finanziaria, che discuteremo domani.
Adesso, però, l'Assessore Pichetto ha una responsabilità, che non è relativa al rendiconto, al bilancio di previsione, però voglio evidenziare all'Assessore che anche nel bilancio di previsione 2013 quei correttivi che noi avevamo richiesto nella preparazione del bilancio di previsione del 2012 e nel corso della gestione del 2012, non ci sono stati.
Questa è l'impostazione che ha dato la Giunta regionale, quindi anche lei, Assessore, rispetto a quelle politiche che mancavano.
Il rendiconto 2012, poiché rispecchia quell'impostazione sbagliata che avevamo denunciato, mette in evidenza queste criticità.
già stato ricordato quello che avevamo detto molta chiaramente rispetto, ad esempio, al Piano delle alienazioni. Avevamo detto: "Guardate che la cifra che voi mettete a bilancio è sbagliata, sovradimensionata.
Mettete quella cifra soltanto per chiudere un bilancio che in qualche modo bisogna chiudere, ma siamo in un momento in cui il mercato immobiliare è totalmente fermo, per cui è difficile vendere un patrimonio come quello della Regione, che è particolare, come tutti i beni immobili di proprietà degli Enti pubblici".
Avevamo denunciato questo elemento con molta forza e chiarezza e le nostre denunce sono state inascoltate, in quest'Aula, dalla Giunta e dalla maggioranza.
Adesso il rendiconto mette in luce che, riguardo al Piano delle alienazioni degli immobili, del patrimonio della Regione Piemonte, avevamo ragione.
Magari adesso vorremmo dire "ci eravamo sbagliati", perché stiamo parlando del bilancio della Regione che a noi sta a cuore e ci serve a poco denunciare politicamente tutto quello che avete sbagliato, perché vorremmo che i conti della Regione fossero a posto.
Nella fase di discussione del rendiconto, però, dobbiamo sottolineare quanto abbiamo detto durante il dibattito sul bilancio di previsione, il Piano delle alienazioni, la mancata riorganizzazione della Regione.
In quest'aula giace il Piano di riorganizzazione rispetto alle società partecipate della nostra Regione. Mi rendo conto che sia una discussione difficile, ma non va avanti.
Anche il provvedimento che riguarda la revisione della spesa è fermo.
Pertanto, Assessore, il rendiconto è l'occasione per sottolineare le criticità e vedere se da domani riusciamo a cambiare qualcosa, perché non si può continuare con quest'impostazione.
Anche lei sarà d'accordo su questo: non è possibile andare avanti senza rimuovere le cause che hanno portato a questa situazione.
In merito alla questione del disavanzo, poi, se lei va a rileggere il dibattito che è avvenuto in quest'Aula in occasione del bilancio di previsione, si renderà conto di ciò che il Gruppo del PD aveva detto. Il Capogruppo, i Consiglieri del Gruppo del PD, i colleghi dell'opposizione avevamo denunciato con molta chiarezza la questione del disavanzo ed i fatti, anche in questo caso, ci danno ragione.
Anche questa, Assessore, è la dimostrazione di cosa sta avvenendo: c'è lei, ma non c'è il resto della Giunta, non c'è il Presidente Cota! Se il Presidente della Regione non c'è quando si discute il rendiconto l'assestamento di bilancio, il bilancio di previsione, quando ci deve essere? Non c'è mai! Almeno in queste occasioni! Perché lei, giustamente, nella replica potrà dire quello che ci potrà dire (tra l'altro, non c'è stata la relazione di maggioranza), perché parliamo del rendiconto e lei non c'era però lei ne risponde politicamente. Mi spiace, ma risponde politicamente di tutti gli errori, di tutte le mancanze, della politica sbagliata di bilancio e non solo, che il rendiconto che stiamo discutendo oggi mette in evidenza.
Bisogna reagire a questa situazione, non soltanto a parole, ma anche con i fatti! Noi, queste politiche, nuove e innovative non le vediamo, non le stiamo vedendo.
Vorrei mettere in evidenza, poi, un'altra questione che ha già rilevato il collega Ronzani al termine del suo intervento, in merito alla questione della tassazione.
Su questo, in generale, dovremmo fare un ragionamento. Magari quanto ha denunciato il Viceministro Fassina può essere contestabile, anche se probabilmente è stata estrapolata soltanto quella frase, che, inquadrata in un altro ragionamento, è la dimostrazione che il nostro Paese così non pu continuare in questo modo.
Non si può continuare ad aumentare il livello di pressione fiscale nei confronti dei cittadini, del mondo delle imprese e del lavoro: se non si abbassa la pressione fiscale, è difficile che questo Paese ricominci a crescere. Se la Regione Piemonte (perché non viviamo da un'altra parte, ma in Piemonte) non si pone il problema così come deve avvenire a livello nazionale, di attuare una politica di diminuzione della pressione fiscale difficilmente nella nostra regione si potrà ricominciare a crescere.
Certamente la pressione fiscale deve diminuire a livello nazionale, su questo non ci sono dubbi. Infatti, anche sulla questione dell'IMU, e non solo, bisognerebbe fare (e spero e mi auguro che, al di là della demagogia questo avvenga) una discussione seria a livello nazionale.
Spero, al di là della demagogia, che si possa fare una discussione seria su questo argomento.
La vostra contraddizione è enorme, è grande come una casa! Perché ci che si contesta a livello nazionale, lo si attua invece qui, nella nostra Regione. Mi riferisco, ad esempio, all'aumento dell'IRPEF, che, in una situazione come questa, dove i cittadini non ce la fanno più, rappresenta una scelta non solo sbagliata dal punto di vista politico, ma anche dal punto di vista economico e dal punto di vista delle soluzioni.
Ecco perché il rendiconto doveva essere l'occasione per porre rimedio a tutto ciò, sia pure in una disattenzione totale e nell'ultimo giorno di luglio, mi rendo conto.
Ci rendiamo conto di tutto, ma di che cosa discutiamo in quest'Aula se non di queste politiche, per di più in queste occasioni? C'è la sordità totale! Quando denunciamo queste problematiche, in quest'Aula non ci si ascolta! Peccato, poi, che ci si renda conto che avevamo ragione.
Noi avremmo voluto dire oggi che c'eravamo sbagliati, invece avevamo ragione su tutte le questioni che avevamo denunciato un anno fa.
Oggi la relazione della Corte dei Conti ribadisce che noi avevamo ragione e che voi avevate torto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Indubbiamente, sia l'Aula che l'Assessore Pichetto sanno che spesso è sui preventivi che si fanno lunghe e appassionate discussioni.
Ma è del tutto noto, a chiunque si intenda un pochino di Amministrazione, o abbia percorso la vita amministrativa ai vari livelli (siano essi comunali, di Enti locali, regionali o nazionali) che è sui rendiconti che, alla fine, si valuta esattamente lo stato di salute finanziario di un Ente, di una struttura e di una istituzione, la sua più complessiva situazione e il suo ordine di difficoltà.
Ci saranno, poi, ragionamenti di merito sulle singole politiche, che come l'Assessore sa, avendone avuto già una anticipazione in Commissione noi svilupperemo puntualmente nel corso della discussione sull'assestamento.
Adesso, sul rendiconto, vogliamo fare un ragionamento più generale su che cosa questo testo ci consegna in termini di preoccupazione e in termini di scarsa salute del bilancio regionale.
Io non le faccio neanche l'osservazione sull'assenza o meno del Presidente Cota, di cui lei senz'altro si è reso conto, non solo in questa seduta ma anche in quelle precedenti. Avevo un problemino analogo anche con l'allora Presidente Ghigo, ma devo rilevare che, andando avanti, si peggiora in questa direzione. Diciamo che almeno il Presidente Ghigo ogni tanto veniva. Il Presidente Cota, invece, francamente mai! La Presidente Bresso, indipendentemente da tutto ciò che l'allora minoranza (oggi maggioranza) possa aver detto, almeno in queste occasioni (e in tutte quelle in cui poteva, di grande rilievo per la presenza del Presidente) è sempre stata in Aula. Ma non mi dilungo oltre su questo argomento, perch questa constatazione di presenze o di assenze lei l'ha potuta fare de visu.
Sul rendiconto di quest'anno, com'è stato rilevato dai colleghi, il giudizio di parificazione della Corte dei Conti consegna un disavanzo consistentissimo. E soprattutto - senz'altro l'Assessore lo ha letto prima e con più attenzione di noi - forse quegli atti e quei documenti non erano stati da lui predisposti, ma le osservazioni sulla non credibilità degli stessi che noi avevamo fatto, lui non le aveva sentite in allora, ma le ha sentite quando le abbiamo riproposte in Commissione.
Infine, sul fatto che le entrate non fossero credibili, penso che l'Assessore e la sua maggioranza se ne siano resi conto, perché avete vantato un programma di alienazione di cui chiederei qui, a questo punto l'inversione dell'onere della prova: non chiedete a noi di dirvi che non erano credibili e che non le potevate fare, fateci qua l'elenco di quello che avete fatto! Fateci qua l'elenco, ditecele, dichiaratecele! Diteci a che punto sono e qual è lo stato di avanzamento dell'opera di alienazione.
Siccome siete la Giunta (e qui c'è la maggioranza), vi chiederei quella che si chiama "inversione dell'onere della prova".
Stessa questione per i mutui.
C'era poi il famoso giallo sull'avanzo di amministrazione che era stato dichiarato: devo ammettere che questa volta è stato superato addirittura l'Assessore D'Ambrosio, quando dimostrò un avanzo che non c'era, cosa che l'Assessore Pichetto ricorda benissimo.
Ma questa volta siamo forse andati oltre, perché abbiamo dichiarato 400 milioni di avanzo e poi, alla fine, era un disavanzo, e anche piuttosto consistente! chiaro che, in una situazione di difficoltà, cose come queste, se uno ha una grande incuria di ordine amministrativo e non fa una valutazione in tempi di spending review... Nel momento in cui Tremonti lo chiede, accetta di tagliare al massimo, non fa neanche un plissé il Presidente Cota. Mentre altri Presidenti regionali (ad esempio Zaia, Errani ed altri), pur essendo rappresentanti della stessa maggioranza politica del Governo, avevano fatto qualche tentativo, lui non fa neanche al plissé e si fa tagliare tutto, al massimo livello possibile.
Ha un'incuria incredibile nella gestione dei conti e poi, certamente in tempi di spending review e di crisi che si accelera e che cala come una mannaia su tutte le Regioni italiane, lui si trova inevitabilmente conciato peggio di tutti gli altri. Ma come si dice: "Ragazzi, ce la siamo cercata!".
vero che è arrivata la crisi economica, è vero che è arrivata la spending review, noi non siamo certo così sprovveduti o così scorretti da negare che sono tempi straordinari, tra i più straordinari di quelli in cui un Ente locale si sia mai trovato a vivere, diciamo così, negli ultimi duecento anni, o meglio dal secondo dopoguerra.
Questa è indubbiamente una situazione di estrema gravità, ma la gravità aggiunta alla gravità si riassume in politiche sbagliate assunte dal livello nazionale, incuria totale nei conti e improvvida gestione degli stessi. Tutto ciò ha portato la Regione Piemonte in difficoltà ulteriore rispetto alle altre Regioni italiane (disavanzo di tre miliardi).
Soprattutto qui è chiaro, dai dati che la Corte dei Conti ci consegna, che abbiamo superato la percentuale massima negativa per oltre un miliardo e 500 milioni.
L'Assessore sa molto bene che nonostante la "boccata d'ossigeno" (termine molto fantasioso) che gli ha consentito, attraverso un decreto legislativo, di contrarre un mutuo molto consistente, si alza di ulteriori due miliardi la situazione dei mutui già presente all'interno della Regione e si consegna non solo a questa Giunta, ma alle generazioni future, una situazione finanziaria complicatissima all'interno del Piemonte. Ma questo certamente non gli consente di risolvere i problemi.
Le strade che ha davanti non sono molte. Una, in parte, ha già cominciato a perseguirla con la vicenda dell'IRPEF, cioè l'incremento delle tasse.
Assessore, il Piemonte non ce la fa più. Per la verità, non ce la fa più l'Italia, ma non ce la fa più il Piemonte. Ha presente cosa sta succedendo in questi giorni ai Sindaci nel momento in cui è stata introdotta la prima rata della TARES, che è scade il 31 luglio, cioè esattamente in data odierna (poi ci sarà la seconda rata, quella del 30 settembre)? Le Amministrazioni comunali e i Sindaci hanno la fila di cittadini che dichiarano di non essere in grado di pagarla. Per un cittadino è un raddoppio! Ci sono situazioni che riguardano le imprese e le attività produttive in cui si arriva a triplicare, dentro ad un contesto di crisi. Se a quella realtà aggiungiamo l'IRPEF e la tassazione regionale, mi dite come facciamo a scongiurare un'ipotesi compiutamente recessiva? Compiutamente recessiva! Non si può dire altro, usare altro termine che non sia questo.
Per incrementare ulteriormente quella politica recessiva lei, oltre ad incrementare le tasse, è costretto a fare un'altra operazione: diminuire gli investimenti e tagliare drasticamente sulla spesa sociale e su tutte quelle spese che invece sono rilancio! Se tu non rilanci, aumenti le tasse, non rilanci sugli investimenti e nello stesso tempo abbatti la spesa sociale, tu non rilancerai mai i consumi, non creerai alla struttura produttiva più allargata del Piemonte che non è solo e non più, purtroppo, grande impresa, ma è piccola e media impresa molto diffusa e anche nuovi settori emergenti e da questo punto di vista la possibilità di riprendere.
Quindi la Regione, invece di diventare elemento di ripresa economica diventa ulteriore elemento di incremento di una politica recessiva.
Questo, Assessore - penso che lei lo sappia benissimo - ci consegnano i numeri di questo rendiconto. Se non si opera un ordine di inversione e poi spiegheremo perché abbiamo fatto un certo tipo di battaglia sull'assestamento, ma ci verremo quando parleremo di quello, qui non è necessario scomodare né Keynes né Schumpeter: la situazione è grave ed è completamente contraria alla politica che invece si dovrebbe fare.
Penso che lei ne sia consapevole, ma non è sufficiente, bisogna porre dei rimedi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Manica.
La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Interveniamo probabilmente non portando particolare valore aggiunto al dibattito, ma riteniamo sia importante comunque non prendere sottogamba si potrebbe dire - questo provvedimento anche se, come sappiamo, più spesso (già lo hanno detto i colleghi), si ragiona, si interviene e si cerca di modificare quello che è il bilancio previsionale e qui, come in altre Istituzioni, si approva il rendiconto senza entrare troppo nel merito, come fosse un atto dovuto.
Non è stato un atto dovuto quest'anno, proprio perché abbiamo avuto questa normativa dal livello nazionale, che ha introdotto il giudizio di parificazione che viene portato dalla Corte dei Conti, ed è chiaro che l'Assessore Pichetto si trovi a rispondere anche di ciò che lui non ha fatto. Quindi, è chiaro che alcuni colleghi gli attribuiscono comunque una responsabilità politica. Noi crediamo che certamente si trovi a rispondere di un'attività, di un lavoro che i suoi colleghi hanno svolto precedentemente e che, per alcuni aspetti, abbiamo criticato e in parte la Corte dei Conti ha ripreso alcune delle considerazioni da noi manifestate.
Vorrei soffermarmi su tre questioni in particolare che riguardano proprio il bilancio, quello che appunto è il rendiconto, l'attività che è stata dalla Giunta e non tanto quelle che sono delle considerazioni più generali, fatte anche dai colleghi, che certamente ci portano a considerare le politiche della Regione, come queste politiche si inseriscano nel livello nazionale e come, in realtà, poco in questo momento diano spunto ad una inversione di tendenza, che però - mi permetto di dire - è un'inversione di tendenza di cui vi sarebbe bisogno anche a livello nazionale. Perché, se prima la collega continuava a considerare il fatto che nella Regione Piemonte vi sono delle politiche di carattere recessivo è chiaro che noi attribuiamo anche all'attuale Governo nazionale delle politiche di carattere recessivo. Quindi, da questo punto di vista l'inversione di tendenza dovrebbe essere sicuramente qui a livello regione ma soprattutto a livello nazionale.
In questo senso, stentiamo a vedere quella che potrebbe essere un'inversione di tendenza come una semplice politica dei rinvii.
Una politica dei rinvii che tra l'altro ha caratterizzato anche il Governo regionale e il primo aspetto su cui ci vogliamo soffermare è quello della mancata programmazione.
In effetti, in un passaggio, la Corte dei Conti sottolinea il fatto che la legge di bilancio 2012 sia stata approvata a fine maggio 2012 e l'assestamento a fine dicembre 2012. Il giudizio da parte della Corte dei Conti, che voglio qui riportare, è molto pesante. Queste approvazioni avvenute in questi momenti dell'anno confermano non solo una sostanziale violazione del principio di continuità, ma l'impressione è che i bilanci siano costruiti quale strumento di mera rappresentazione contabile dei movimenti finanziari, non invece quale strumento di realizzazione di un'efficace programmazione degli interventi nelle materie affidate alle cure dell'Ente territoriale.
Credo che queste parole parlino in modo molto evidente. La parte che competente alla programmazione e al bilancio è sicuramente una parte che a me in particolare non affascina, però è chiaro che la programmazione del bilancio è il cuore dell'Ente, è ciò che il Consiglio regionale e la Giunta scrivono rispetto alle politiche rivolte all'Ente e alla Regione.
chiaro che da parte della Corte dei Conti sottolineare il fatto che non vi sia una programmazione e che quindi ci sia una sorta quale di costruzione dei bilanci che sono appunto una mera rappresentazione contabile dei movimenti finanziari, fa sì che ci sia appunto questa mancanza di cuore, questa mancanza di un'attenzione a quella che potrebbe essere una programmazione, che anche noi rileviamo e che sicuramente pensiamo sia un limite da superare.
L'altro aspetto su cui ci vogliamo soffermare è la questione che è un po' il tormentone che è stato ripreso in questi anni, a partire dal Presidente Cota, e che crediamo che però sia un po' un falso problema, o che comunque sia un tormentone che deve essere messo da parte: cioè che quelli che sono i problemi del bilancio, delle finanze regionali siano problemi solo e soltanto da attribuire alla sanità.
La Corte dei Conti effettivamente sostiene che la spesa della sanità è solo uno dei tasselli delle criticità della nostra Regione e, per esempio evidenzia anche le questioni che sono legate al TPL, per cui si dice che è stato accertato che vi sono passività pregresse per un totale di 370 milioni di euro.
Quindi, viene così confermato che non vi è stata una vera e propria presa in carico della gestione del sistema trasportistico regionale, ma uno slittamento dei costi di anno in anno.
Questo è uno degli aspetti su cui ci siamo soffermati più volte. Non più tardi di una settimana fa, stavamo discutendo del sistema trasportistico regionale in un Consiglio regionale apposito e crediamo che questo, per esempio, sia un'altra delle criticità regionali non affrontate in modo adeguato e che chiaramente contribuiscono ad avere una non chiarezza anche sul fronte finanziario.
L'altro aspetto, il terzo, su cui voglio porre l'attenzione, è la questione delle partecipate. Anche qui la Corte dei Conti evidenza che nella riorganizzazione delle partecipate non vi sia stato un modo di prendere in carico sul serio la questione, ma soprattutto non è stata affrontata la questione in modo da valutare un intervento efficiente.
Noi sappiamo - abbiamo anche qui anche l'ex Assessore Maccanti, che sta ascoltando e che si è occupata della questione - in realtà, che è vero che per quanto riguarda il tema delle partecipate, è cambiata la legislazione di riferimento. Non più tardi di questi mesi, di queste ultime settimane abbiamo nuovamente da rivedere, anche perché alcune azioni che erano ritenute mandatarie perché erano appunto legate alla spending review non lo sono più.
Da questo punto di vista, dovremmo capire come procedere, anche perch su alcune operazioni - qui mi permetto di fare già un discorso in prospettiva - legate ad alcune società che il Consiglio sa che stiamo seguendo in modo particolare, può essere che una riorganizzazione, una ricollocazione del personale venga a costare di più che non provare invece, ad ottimizzare l'esistente.
Questa è una provocazione che pongo alla riflessione del Vicepresidente della Giunta e del Consiglio proprio perché alcune operazioni, recepite senza un adeguato approfondimento, possono essere riviste (mi riferisco per esempio, all'IPLA).
Uno degli elementi per cui si diceva "dobbiamo farlo perché è la spending review che lo impone", in realtà la Corte costituzionale ha dichiarato che non è più così e, magari, una mera ricollocazione del personale, visto che stiamo parlando di conti, viene a costare di più che non ripensare all'IPLA e alla sua funzione.
chiaro che sul fronte delle partecipate, il dito, in particolare questo l'hanno già rilevato i colleghi - viene puntato su Finpiemonte S.p.A. e Finpiemonte Partecipazioni, che chiaramente gestiscono una quota consistente delle risorse regionali in una modalità che, certamente risulterebbe essere poco chiara e trasparente.
Come veniva ricordato da qualche Consigliere, abbiamo avuto una relazione del Vicepresidente su come i fondi di Finpiemonte vengano utilizzati. Anche noi ci riserviamo di fare un'analisi più approfondita proprio perché crediamo che su questo fronte passi una parte notevole delle risorse regionali che vorremmo comprendere meglio.
Se la Regione deve essere protagonista di politiche recessive e deve provare a sostenere la politica industriale regionale, Finpiemonte, in questo momento, ha un ruolo centrale che forse il Consiglio sottovaluta o comunque, non affronta in modo adeguato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Sarò veloce. Non ho l'abitudine di nascondermi. È chiaro, come è stato detto in questi mesi soprattutto dall'Assessore Pichetto, che la situazione non è facile.
Con tutto il rispetto per la Corte dei Conti, le risultanze della Corte dei Conti, come le problematiche del bilancio della Regione Piemonte erano già state evidenziate a sufficienza. Non si è mai nascosto nulla.
sicuro che la situazione economica della Regione Piemonte sia difficile, tuttavia devo anche dire - offendetevi pure - che noi sicuramente siamo degli "sfigati". In questa legislatura è capitato di tutto.
Stiamo cercando, ma forse non siamo ancora riusciti del tutto, a risanare una situazione - permettetemi, questa è la verità, non è che siamo così capaci a creare del debito in due o tre anni - che non è nata con noi.
chiaro, potete girarla come volete. Non è nata con la Giunta Cota, non è nata con il Governo di centrodestra nel 2010, ma è precedente.
Siete molto capaci con le parole, lo potete ribadire, ma non è nata nel 2010. Questo problema non è nato nel 2010 lo ripeteremo finché non vi stancherete di ascoltarci.
Ho mandato un messaggio anche al Consigliere Reschigna quando diceva che interveniva con una grande disattenzione - ed è vero - di quest'Aula ma io e la Consigliera Maccanti lo stavamo seguendo con molta attenzione in sala fumatori (anche perché si sentiva meglio che in Aula) Ho ascoltato attentamente anche gli altri interventi e mi sembra di riscontrare una certa schizofrenia negli interventi, rispettabilissimi dell'opposizione. Perché schizofrenia? Io l'ho vissuto nell'ultimo anno questo. Stiamo cercando di risanare una situazione non felice, non facile una situazione cui hanno contribuito non solo i Governi regionali precedenti, ma anche e soprattutto il Governo nazionale. Soprattutto il Governo nazionale guidato dal centrodestra. Centrodestra, il Governo di Monti, questo Governo: tutti si sono dati da fare per metterci in difficoltà. Non solo certamente noi, perché hanno messo in difficoltà, e stanno mettendo in difficoltà, gli Enti locali in maniera esagerata.
Prima, giustamente, la Consigliera Manica portava l'esempio della TARES. Ho parlato con alcuni ambulanti, i quali mi hanno riferito che si ritrovano raddoppiata o, in alcuni casi, triplicata la tassa rifiuti, ma in un momento del genere come fanno a pagare? Gli stessi cittadini si troveranno in difficoltà a pagare la TARES.
Il Governo centrale, il Governo di questa Nazione per cercare, secondo me inutilmente perché non ce la farà, di salvare lo Stato (non lo auspico ma sono pessimista sul fatto che venga salvata questa Nazione) sta facendo di tutto, ma scarica sugli Enti locali - che siano Regioni, che siano Comuni - tutte le proprie incapacità di risparmio. Lo sottolineo: incapacità di risparmio del Governo centrale. Qui torno alla schizofrenia.
Noi stiamo cercando di affrontare tutto questo e bisogna affrontarlo con cose innovative che la politica non ha mai osato fare, sempre con il timore delle elezioni a sei mesi. In questi ultimi anni mi sono trovato le barricate da parte dell'opposizione quando si parlava di personale, anche solo di razionalizzazione o quant'altro.
Quando si parlava di mettere in rete questioni sulla sanità, barricate da parte dell'opposizione. Quando si parlava, in qualsiasi modo, di risparmiare in questa regione, barricate da parte dell'opposizione (e non solo da parte dell'opposizione).
Si continua a parlare, con tutto il rispetto, di cultura quando c'è gente che non riesce pagare la TARES, non riesce pagare gli affitti. La gente non riesce pagare le spese quotidiane, e noi parliamo di cultura! Va bene anche quello, è vero che la cultura è un volano che porta vantaggi all'economia. Non siamo così ignoranti da non capire, anche noi della Lega.
Tuttavia, in certi momenti, ci sono delle priorità. Quando una persona muore di fame non gli do la canzonetta, ma il pane. Quando si muore di fame do il pane, non cultura. Ma questo lo dico io perché sono un rozzo leghista.
Vedo un po' di schizofrenia, perché, signori, lo Stato taglia e il debito c'è, ma quanto meno non lo abbiamo fatto solo noi - per noi intendo la Giunta di centrodestra dal 2010.
Vado oltre: quanto meno non lo abbiamo fatto noi; in parte, forse, in quanto non siamo riusciti ad intervenire come volevamo, cioè più in profondità, nel disavanzo della Regione. Questo lo ammetto, per attenzione, ci siamo ritrovati tutte queste situazioni. E poi mi sento dire tutte le cose che molto bene avete detto nei vostri interventi che mi hanno preceduto, che ritengo risentirò - è legittimo, naturalmente - in questi due o tre giorni che discuteremo di assestamento e del collegato.
Questo per dire che noi cerchiamo...



(Scampanellio del Presidente)



CAROSSA Mario

Termino, Presidente.



PRESIDENTE

Non era rivolto a lei...



CAROSSA Mario

Quello che dovevo dire l'ho detto.



PRESIDENTE

della Lega, però segnarle il tempo con il campanaccio mi sembrerebbe...



CAROSSA Mario

Riesco a parlare e a guardare anche il tempo, anche se sono sempre della Lega, e riesco anche ad ascoltare mentre parlo, normalmente, ma non sempre.
Ho voluto svolgere l'intervento proprio per dire queste cose, anche per ringraziare e invitare il Vicepresidente Pichetto, a proseguire su questa strada, perché è quella giusta.
Invito la maggioranza - l'opposizione non so se la troveremo al nostro fianco - e tutti quanti a proseguire su questa strada. Indipendentemente dal consenso immediato che può dare sui territori, è l'unica strada seria per risanare le finanze del Piemonte.
L'ho dico soprattutto per i miei colleghi, gli amici di maggioranza: anche se il consenso immediato magari non c'è - poi voglio vedere, magari non c'è - ci sarà il consenso a medio termine. Infatti, la gente è più intelligente di quello che tanti - troppi - politici pensano e capisce magari senza riuscire, come nel nostro caso, a farlo passare sui giornali e sulle televisioni - quando un politico sta cercando di svolgere un lavoro serio e, soprattutto, che guardi, come ho già detto in un altro intervento non all'immediato, ma anche solo ai prossimi cinque o dieci anni. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Avendo già i colleghi più dotti e brillanti di me fatto delle osservazioni, mi limito soltanto a far notare, con l'amaro in bocca, che qui, oggi, potremmo dire "avevamo ragione noi", ma non in generale Vicepresidente Pichetto, su una questione particolare. Lo dico perch mentre lei era impegnato in altra attività in Senato e non poteva certo essere responsabile di quanto accadeva qui, i suoi predecessori su quelle sedie, lavorando in perfetta sintonia con i Direttori delle rispettive strutture, ci hanno propinato documenti che noi abbiamo più volte appellato e dichiarato falsi, ricevendo offese e contumelie dalla maggioranza, che diceva: "Come vi permettete, vi quereliamo". Mi ricordo che i Direttori dai banchi ci irridevano. Adesso è diventato di moda farlo anche verbalmente ma spero che il Presidente Cattaneo riesca a correggere questo brutto andazzo.
Comunque, quel Direttore che ci irrideva, che era seduto nella barcaccia che sta alla sua sinistra, oggi dovrebbe ripensare a quanto ha fatto in passato, che cercherò di esplicare.
Il documento che approviamo oggi contiene tanti aspetti significativi sicuramente uno è rappresentato dal saldo della gestione di competenza che prevede un disavanzo di 642 milioni. Quindi, potremmo dire che "Cota fa debiti". Questo è indubbio, ce lo dite voi, e noi leggiamo il documento che ci portate. Altri li hanno fatti...



(Commenti in aula)



GARIGLIO Davide

L'avete detto ampiamente: "Sicuramente, Cota fa debiti".
Altro dato: il documento che avete portato in esame in Commissione parlava di un disavanzo finanziario di 1.150 milioni di euro e il documento che ci presentate qui, oggi, in Aula, prevede un disavanzo finanziario di 2.841 milioni di euro. Sostanzialmente, i due documenti, dall'esame in Commissione ad oggi, sono mutati, nel senso che il disavanzo finanziario della Regione è aumentato di 1.691 milioni. Come? A seguito del giudizio di parifica della Corte dei Conti, che dà atto di una cosa, ed è questo l'aspetto su cui voglio richiamare la sua provata attenzione.
Infatti, la relazione del "giudizio di parificazione", a pagina 96, a proposito del conto generale patrimoniale 2012, recita: "Questo conto si caratterizza rispetto agli esercizi precedenti per l'inserimento di alcune poste relative a passività straordinarie e non contabilizzate negli esercizi precedenti e che hanno contribuito all'incremento della consistenza negativa del patrimonio".
Tra queste poste c'è quella che Monferino aveva evidenziato come il suo scoop gestionale della gestione, cioè il fatto degli 866 milioni di allineamento tra bilancio della Regione e bilancio dell'ASL, ma ci sono - e lei lo mette nel conto generale del patrimonio - 370 milioni di passività pregresse per il TPL, su cui mi permetto di fare due notazioni.
Innanzitutto, il rendiconto generale 2012 dovrebbe fotografare, se non erro, la situazione di bilancio al 31 dicembre 2012. Noi sappiamo - perch lo dite voi, Vicepresidente - che il disavanzo del TPL, in quella data, era di 30 milioni inferiore; tant'è che nello stesso documento di bilancio si dice che il disavanzo - e lo dice anche la Corte dei Conti nella sua relazione - cioè i debiti del TPL della gestione 2010-2012, è di 340 milioni.
Quindi, la situazione è questa: dichiariamo nel bilancio - lo riprende la Corte dei Conti - il debito pregresso del TPL, che è di 340, ma inseriamo nel conto generale del patrimonio un disavanzo pregresso di 30 milioni più ampio. Per quale motivo? Perché abbiamo fatto quel giochetto contabile - utile per il sistema TPL dell'azienda, lo ammetto - di mettere 30 milioni in più.
Voglio solo fare rilevare che - siccome lei è molto più competente di me, la prego di correggermi se dico una inesattezza - nel documento che dovrebbe fotografare la situazione patrimoniale al 31 dicembre dell'anno passato inseriamo 30 milioni di indebitamento che in quel periodo non era ancora maturato, perché diciamo che è maturato nei primi sei mesi di quest'anno. Pertanto, mi chiedo se questa sia una affermazione veritiera e corretta.
Mi colpisce un fatto: la Corte dei Conti le dà atto che, per la prima volta, lei faccia menzione di questo debito del TPL nel conto generale del patrimonio, sezione "passività finanziarie", alla voce "debiti latenti". E che lei lo dica va ad onere suo e della serietà e della competenza che noi le riconosciamo, però mi chiedo per quale motivo il suo predecessore e coloro che hanno predisposto i documenti l'anno scorso non lo abbiano fatto, perché, sommessamente, da questa sede, noi lo avevamo detto.
L'anno scorso, in questa situazione, avevamo detto: "Signori, guardate che, rispetto al rendiconto 2011, c'è un debito pregresso del TPL che ammonta a 208 milioni".
Poi, il Direttore che si occupava di questo ha disquisito in Commissione, impartendoci lezione, dicendo: "Ma, come? Questi soldi non sono stati impegnati perché non sono ancora maturati i crediti verso le aziende, non ci hanno ancora portato le fatture, le Province non hanno ancora certificato che i servizi sono fatti". Insomma, discorsi in parte ragionevoli e in parte molto campati in aria, perché, ovviamente, i 208 milioni non erano sicuramente riferiti all'ultimo trimestre e nemmeno agli ultimi due trimestri dell'esercizio in corso, ma era una cifra molto più consistente.
Sta di fatto che il conto generale del patrimonio del 2011 doveva riportare quella cifra: 208 milioni. È la cifra che risulta a me. Poteva essere un po' di più o un po' di meno, certo il debito non è cresciuto tutto quest'anno, non è cresciuto tutto nell'esercizio 2012 e la Corte dei Conti lo testimonia. Sono andato a vederlo: è il pregio di avere internet e di avere un Consiglio regionale che mette on line i documenti e lo evidenzia. Nel conto generale delle passività patrimoniali lei, alla voce "debiti latenti a fronte di perenzione di residui passivi", lo mette: "passività pregresse TPL: 370 milioni". Ma se noi andiamo a vedere i corrispondenti documenti dell'anno scorso, alla voce "debiti latenti a fronte di perenzione e mutui"ci sono - consistenza al 1° gennaio 2011 - 313 milioni e - consistenza al 31 dicembre 2011 - 244 milioni: addirittura la voce era diminuita.
Allora, il problema che le pongo - fermo restando che condivido le osservazioni dotte che hanno fatto i colleghi che mi hanno preceduto - è questo: com'è, Vicepresidente Pichetto, che si sono "fumati" 208 milioni di euro, che non compaiono sulle scritture contabili dell'anno scorso? E com'è che lei arriva qui ed è il primo che lo mette in evidenza, tant'è che la Corte dei Conti ce ne dà atto? Allora, c'è una responsabilità di ordine politico di chi ci fa ha fatto votare un documento falso e che ha dato l'illusione, magari a qualcuno, di poter andare avanti perché tanto i debiti non c'erano; e invece questo debito lei lo ha giustamente evidenziato.
Chi ha la responsabilità politica? È il Presidente Cota che lo ha voluto o, come penso io, il Presidente Cota lo ha subito perché qualcuno gliel'ha propinato? E chi sono i responsabili tecnici che firmano un documento che mandano alla Giunta, dove questi soldi non ci sono? Allora, non rivolgo alcuna accusa perché non padroneggio adeguatamente la materia, ma chiedo a lei, per la professione che ha e per il ruolo che occupa, di voler cortesemente affrontare questa situazione, perché non stiamo parlando di noccioline: stiamo parlando di 208 milioni di debito che erano fuori dalle scritture contabili. L'anno scorso avevo detto che c'era un debito fuori bilancio di 208 milioni sul TPL e mi hanno deriso tutti adesso questo debito compare, ovviamente in una dimensione maggiore. Ma che è successo, al di là del fatto che lei, Assessore, è arrivato come la Fata Turchina e ha fatto emergere un debito che era stato tenuto nascosto? Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Ero in dubbio se intervenire; poi ho sentito il collega della Lega Nord raccontare le solite "fole" con cui da oltre tre anni insistete a dire che la colpa è sempre di qualcun altro. Ma la Lega l'ha letta la relazione della Corte dei Conti che parla del 2012? Ora, che ci sia una situazione economica difficile, come lei mi dice, lo sappiamo tutti; tutte le istituzioni - dallo Stato fino al più piccolo Comune - sono nella stessa situazione: alcune sono in uno stato sostanziale di dissesto, altri sono riusciti, con molta difficoltà e con molta fatica, a incorporare i successivi tagli e ad adeguarvisi.
Il punto vero - ed è inutile che proseguiate così - è che se anche i famosi 800 milioni di cui continuate ad accusarci fossero una realtà e non qualcosa che era stata restituita alle ASL - elemento che, con lettera che noi abbiamo, dal dirigente del Bilancio fu più volte ricordato al Presidente Cota - il caso riguardava eventualmente una non-iscrizione corretta, da parte delle ASL, dei fondi restituiti. Ma al di là di questo che nulla c'entra perché qui stiamo parlando del rendiconto della Regione e non dei bilanci della sanità, la Corte dei conti dice con chiarezza - e forse anche il collega si dovrebbe leggere la relazione - che "il disavanzo accertato nel 2012 è indice sintomatico di un'anomala gestione finanziaria poiché consegue all'impegno di spesa in carenza di risorse finanziarie che non sono mancate nel corso dell'esercizio a causa di circostanze non prevedibili, ma che erano state sovrastimate in sede di bilancio di previsione" - e spiega esattamente com'erano state sovrastimate - "e di assestamento, per mantenere fittiziamente il mantenimento dell'equilibrio di bilancio". Cioè, si è speso di più, senza che il passato c'entrasse nulla, perché quello, casomai, è un debito per il pagamento del quale avete testé firmato un accordo con il Governo e quindi nulla c'entra con questo vostro sbilancio.
Il risultato negativo complessivamente realizzato - dice la Corte - è di 1.150 milioni. Se a questo si sommano le passività fuori bilancio, il disavanzo effettivo è pari a 2.841 milioni, cioè a due miliardi e 841 milioni. Oltre a questo, per la verità - anche se la Corte non l'ha evidenziato - c'è un ammontare di fondi statali ed europei vincolati che devono essere reiscritti nella parte "spesa" dei prossimi due bilanci, che ammonta a un miliardo e 68 milioni; la Corte non l'ha rilevato, però questa è una realtà: questi fondi devono essere iscritti perché sono stati dirottati su altre spese. E quindi - a mio avviso - l'effettiva situazione finanziaria dell'Ente, al 31 dicembre 2012 - lo dico anche per il verbale supera i 3.900 milioni.
Si può anche decidere, quindi, che per 800 la colpa era nostra, anche se - mi dispiace per il collega - così non è. In ogni caso, restano pur sempre gli altri tre miliardi.
Quando poi si dice che state facendo dei grandi sforzi per risparmiare... Forse questo succede, da quando lei è arrivato, Assessore Pichetto; le concedo che un biellese ha una tendenza storica e specificatamente territoriale a fare attenzione ai soldi e a contare con attenzione. Apparentemente non è successo alla sua predecessora che - a quanto ci risulta - non ha risparmiato proprio niente, perché le Federazioni sono state fatte e sono solo costate: nulla hanno prodotto.
Ricordo che, pur con molta fatica, noi abbiamo dimezzato le ASL e i Direttori regionali. Inoltre, nei tentativi in quel caso riusciti di ridurre le spese c'era anche, adottata e approvata in un collegato alla legge finanziaria, la possibilità di accelerare l'uscita del personale prima che venissero modificate le leggi sulle pensioni - e in particolare di quello amministrativo delle ASL, proprio per ridurlo: operazione che appunto, noi avevamo iniziato a fare e che a me non risulta sia andata avanti neanche di una virgola.
Il punto è che ciò che è successo - lo sappiamo tutti - è che il Presidente Cota si è illuso per molto tempo che con un Governo "amico" fosse possibile evitare di fare i tagli che erano necessari; che, non avendoli fatti, si è trovato un bilancio che, attraverso degli artifici, è stato "quadrato", ma che poi ha dovuto evidenziare - e ormai deve evidenziare per forza, perché i rilievi della Corte dei Conti credo siano difficilmente contrastabili - le risultanze effettive.
Credo che sarà necessario tenere conto aggiungendolo, con una verifica opportuna, di ciò che neppure la Corte dei Conti ha ancora rilevato, ma che non per ciò non esiste, come lo spostamento di risorse collegate a fondi vincolati su altre attività per il quale, comunque, occorre una reimpostazione di quei fondi; e in particolare dei fondi europei sui quali la situazione - l'Assessore forse non lo ammetterà - mi pare essere piuttosto a rischio.
Allora, si può continuare così; anche noi, per i primi sei mesi abbiamo detto "tutta colpa della gestione precedente", che poi non ci aveva lasciato proprio una meraviglia di conti...
Lei, Assessore, se lo ricorda: si ricorda che i conti della sanità erano per oltre un miliardo (un miliardo e 150 milioni) in deficit, da coprire; quel deficit è stato coperto e lei paga ancora oggi le quote di quell'operazione. Sa anche che questa è la ragione per cui fu tenuto e per cui ancora oggi non sono stati totalmente pagati i famosi 500 milioni che erano stati trattenuti, proprio perché i conti della sanità dovevano essere rivisti ed era stato richiesto alla Giunta Ghigo di farlo. Ricorderà quanti erano i fondi non reimpostati ancora da reimpostare.
Questo succede a tutti, proprio perché così - purtroppo - funziona la contabilità della Regione e anche quella dello Stato: non si riscrivono cioè, automaticamente l'anno successivo le poste che vanno in economia secondo le regole della contabilità.
La revisione della contabilità, cioè l'allineamento della contabilità di competenza di cassa, dovrebbe essere un compito urgente della Regione perché la nuova contabilità imposta dall'Unione Europea dovrà modificare questa situazione. Credo, quindi, che una delle ragioni per cui le difficoltà stanno emergendo con grande violenza sia anche dovuta alla necessità di riallineamento dei conti, che ovviamente mette in evidenza alcuni problemi strutturali dei bilanci regionali.
Ritengo che ognuno, soprattutto dopo oltre tre anni, non può che rispondere delle cose che ha fatto. Nelle voci del rendiconto di cui stiamo discutendo è contenuto tutto il deficit dichiarato (e quello che forse non è dichiarato, come dice la Corte dei Conti) e "fabbricato" tutto da questa Giunta, anzi, da codesta Giunta.
Non credo che non ci siano logiche spiegazioni. Sappiamo tutti che tagli violenti, spesso non condivisi da Regioni ed Enti locali, hanno messo tutti in difficoltà; ma quello che non si può fare è negare che questa Regione non abbia fatto, se non forse in questi ultimissimi mesi da quando è arrivato lei, Assessore Pichetto, nulla per adeguarsi o per contestare in modo diverso e molto più pregnante, gli obblighi a cui veniva tenuta.
del tutto evidente, ad esempio, che accettare una riduzione drastica delle capacità di indebitamento è stato molto pericoloso, perché mette i bilanci in una rigidità assoluta, ma una volta che questa norma è stata accettata, approvata dal Parlamento e presentata all'Unione europea, nulla più c'è da fare, se non adeguarsi. Il punto è che la Regione Piemonte non si è adeguata ed oggi, forse con altre (non dico che non ce ne saranno delle altre) si trova in una situazione che un suo predecessore, non al bilancio, dichiarò di sostanziale dissesto.
Se non è dissesto, certo ci siamo molto vicini.
Nessuno di noi ha ancora chiaro come davvero verrà assorbito questo disavanzo, perché l'ipotesi di rinviarlo sempre agli anni successivi è legalmente dubbia e contabilmente scorretta, perché ormai stiamo superando la legislatura. È vero che sono stati formalmente spostati al 2014-2015 (il 2015 va già largamente al di là della legislatura, perché il bilancio non verrà approvato nel 2015) ma, di fatto, la maggior parte del deficit accumulato in questi anni sarà scaricato sulla legislatura successiva anche perché non credo che, come spesso succede, il deficit dell'anno precedente venga rispostato di anno in anno, attraverso un nuovo deficit al paio di anni successivi, perché di triennale si tratta.
L'anno prossimo, quindi, ci troveremo un bilancio che addirittura arriverà al 2016, che quindi inciderà pesantemente sulla vita futura della prossima amministrazione.
Queste sono alcune delle molte più numerose ragioni che fanno sì che noi saremo contrari e voteremo contro questo rendiconto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente, e ringrazio tutti coloro che sono intervenuti.
Certamente, per poter replicare a tutti gli interventi e alle considerazioni ci vorrebbe più tempo, però gran parte di questa discussione l'abbiamo fatta in Commissione.
Mi sia permesso di segnalare alcuni punti.
Prima questione posta: il disavanzo. Passaggio del disavanzo da un miliardo e 150 a due miliardi e 800. Ringrazio coloro che hanno detto che comunque, nell'ambito del bilancio c'erano questi fondi.
Su questa questione ci sono due scuole di pensiero, quindi non è un errore non metterle nel bilancio, perché un disavanzo si crea quando ci sono degli impegni di spesa maggiori delle entrate, o quando vengono meno.
Sul TPL ad esempio - parlo di impegno giuridico - c'era la questione che gli impegni di spesa non c'erano all'origine. È vero che l'abbiamo poi riportato nello stato patrimoniale, ma vorrei ricordarvi la questione degli 865 milioni (non torno sulla formazione 2007): il sottoscritto ha proposto di dividere gli 865 milioni su più anni, a fronte delle imposizioni della Ragioneria Generale dello Stato di non dividerli.
Se il concetto giuridico ragionieristico era di disavanzo di 865 milioni, potevano essere trattati, diventando un disavanzo finanziario. In questo caso, poteva essere trattato come gli altri disavanzi, divisi in tre anni.
Ahimè, due mesi fa la Ragioneria Generale dello Stato - ma questo a precisazione, per dirvi che, se in questo Paese stiamo interpretando il diritto romano e sono passati 2500 anni, qualche motivo ci sarà - non era di quell'opinione. Il Giudice non era di quell'opinione: era dell'opinione più rigida, che prima di accertare un disavanzo, devo iscriverlo fra le spese. Da quel momento in avanti, alla chiusura di quell'esercizio diventa un disavanzo. È lo stesso ragionamento ragionieristicamente fatto su tutti i debiti fuori bilancio, compresa la sua amministrazione, Presidente Bresso.
Pertanto, la Corte dei Conti ha ritenuto, a seguito del fatto che noi comunque l'abbiamo iscritto nello stato patrimoniale, l'elenco. Non solo iscritto nello stato patrimoniale perché, come riconosciuto, portato tutto ed evidenziato nel bilancio di previsione 2013, ma perché nel bilancio di previsione del 2013 erano indicati tutti questi importi con iscrizione provenienti da esercizi precedenti: gli 865 milioni, tutta la partita del debito sanità 2009. Peraltro, sull'eccezione solo un terzo è sanità, perch l'altro è finanziario, ma i 400 milioni Unicredit del 2009 sono comunque un debito che faceva riferimento alla sanità, mentre i 57, se volete, sono un debito relativo al Mauriziano che fa riferimento alla sanità del periodo persino precedente all'amministrazione Bresso, quindi della Giunta Ghigo.
Non è questione di Giunta di un colore o di un altro: ciò che voglio che venga riconosciuto è il fatto che, comunque, nella contabilità della Regione, al momento del bilancio di previsione, c'erano tutti i valori iscritti ed erano iscritti o nel bilancio di previsione fra le spese o comunque, quelli che non potevamo iscrivere fra le spese, figuravano nella situazione debitoria dello stato patrimoniale.
Questo è il dato che peraltro qualche intervento, compreso quello del collega Gariglio, ha riconosciuto. È chiaro che già al mese di aprile, le tabelle distribuite durante il bilancio di previsione mostravano compiutamente l'entità dei due miliardi e 800 milioni, perché se loro ricordano - ma possono prendere i dati del bilancio di previsione - c'erano già gli 865 milioni, i 400 milioni del debito, chiamiamolo Unicredit 2009.
C'è anche questo, cioè il debito Unicredit, che era all'origine un mutuo iscritto poi cancellato nella deliberazione del 2010, però il debito con Unicredit è rimasto e si sta pagando, e altrettanto iscritto poi nella partita 2013 l'importo del disavanzo del debito, che la Corte dei Conti considera disavanzo (debito fuori bilancio - sanità).
Quindi, sotto l'aspetto contabile, pur con le due interpretazioni personalmente - penso che i membri della I Commissione me ne diano atto sono sempre stato dell'orientamento della Corte dei Conti (disavanzo).
Chi governa deve anche adattarsi al Giudice che ha dall'altra parte.
Questa iscrizione del disavanzo di 57 milioni che la Corte dei Conti ci imputa - e ho espresso alla Giunta l'opinione di non ricorrere contro la decisione della Corte dei Conti - la considero un po' una forzatura, che potrà solo fare del bene alla Regione perché, al limite, sarà un minore disavanzo; quindi, sarà una componente positiva che la Regione si troverà strada facendo. È come dire che ho iscritto più di cosa dovevo iscrivere.
Quindi, il primo dato è il giudizio di parificazione.
Secondo: come mai arriviamo ad avere due miliardi e 800 milioni? Se vogliamo, il sistema delle partite pregresse lo vedremo sull'assestamento.
Io l'ho distribuito nella mia tabella di lavoro ed è di quasi quattro miliardi, perché comunque man mano dobbiamo portare dentro quelle che sono le partite del 2013 che vanno recuperate sul pregresso. E il dettaglio è a mani di tutti i Commissari della I Commissione.
La situazione di dissesto nasce da un lungo periodo di anni in cui le entrate erano inferiori alle spese; pertanto con un disavanzo ogni anno.
Poi in qualche anno il disavanzo l'hanno coperto cancellando gli impegni; in qualche altro anno c'era una speranza di entrate superiori a quella che era. Non so cosa sia più grave perché, cancellando gli impegni i creditori ci perseguono ancora adesso. L'aver sovrastimato le entrate rispetto alla realtà ha fatto maturare debiti e probabilmente i creditori cominceranno a rincorrerci.
Diciamo che in un caso sono a bilancio, nell'altro caso non sono nemmeno a bilancio; quindi, bisogna man mano riscriverli. Però su questo possiamo fare un dibattito a parte e andare avanti quanto vogliamo.
Quello che è fondamentale è che dobbiamo - e credo che fortunatamente il decreto legge n. 35 una mano ce la dia - portare questa Regione almeno ad una condizione di avanzo primario. Il primo dovere che abbiamo è quello di portarla all'avanzo primario; nel contempo, recuperare il disavanzo che si è accumulato in questi anni.
un disavanzo che imputo principalmente alla sanità, perché è quella che ha avuto la continuità di disavanzo, ma sulla scia che tanto la sanità sfondava, anche altri settori hanno avuto vita facile nel nascondere le proprie deficienze.
Poi vorrei dire una cosa e lo dico proprio su questo rendiconto. Noi stiamo facendo la verifica del 118, perché il riallineamento e l'armonizzazione dei bilanci ci deve trovare pronti, al di là delle proroghe di legge che potranno esserci, con i nuovi modelli di bilancio armonizzati.
Su questo abbiamo anche, durante il corso di quest'anno, probabilmente alcune partite che possono andare in perenzione, che quindi devono essere cancellate.
E se queste partite devono essere cancellate, può anche darsi che il 2013, pur in avanzo primario - e l'obiettivo che mi do è questo, e penso che non debba essere l'obiettivo solo dell'Assessore al bilancio, ma l'impegno di tutti, e alcuni interventi l'hanno detto e li apprezzo particolarmente - dovremmo portarci dietro tutta la partita del recupero ancora per un po', perché comunque noi l'integrazione sui trasporti continuiamo a metterla.
Il riequilibrio della sanità non prevede subito il recupero dell'intera cifra sul 2013, ma sul 2013-2014-2015, in base al nuovo piano presentato, e perché abbiamo tutta una serie di sofferenze che continueranno ancora per i prossimi anni.
Quindi, ci sono alcune ragioni di tipo contabile, altre ragioni proprio di accompagnamento al percorso. È questo che voglio rappresentare a voi rendendoci conto che, come hanno detto alcuni colleghi - non li cito tutti ma ho apprezzato molto alcuni interventi - che il momento storico qualcuno ha citato la recessione...



PRESIDENTE

Mi scusi, Assessore, non la sto interrompendo per il tempo, perché la Giunta ha un privilegio in tal senso.
Non tutti i colleghi riescono a sentire l'Assessore Pichetto. Siccome è materia particolarmente delicata, vi prego di permettere di ascoltare.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Il tempo non è certo favorevole per fare queste operazioni, perché c'è la crisi, c'è la difficoltà sulle entrate, i tagli governativi sui trasferimenti. Ci sono tutta una serie di condizioni, ma principalmente il disagio da parte della gente porta al fatto che le restrizioni imposte da parte di chi governa - e in questo caso la Regione - siano anche difficilmente sopportabili.
Ed è difficilmente sopportabile anche il fatto che in alcuni casi si debba comunque tagliare in alcune zone di un welfare o di un'assistenza ad alcuni settori che non sono le politiche sociali, che sul sistema pubblico hanno basato la propria sopravvivenza.
Quindi, un nuovo modello dobbiamo porcelo, e dobbiamo porcelo noi che siamo maggioranza oggi - e probabilmente lo saremo anche nella prossima legislatura - ma anche chi si oppone con la speranza di diventare maggioranza.
Altrimenti, l'andare avanti solo a comprimere assolutamente non conviene più.
una sfida difficile, me ne rendo conto. Qualcuno ha citato Schumpeter, ma vorrei ricordare che Schumpeter fece il Ministro delle finanze per tre mesi e poi gettò la spugna. Io sono qui da quattro mesi, la spugna non la getto ancora e vorrei vedere se almeno ci riusciamo.
Comunque un grazie per l'attenzione che in tutti gli interventi c'è stata.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Non è generale.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Non è generale, se fosse generale il mondo sarebbe grigio. Sono le differenze che rendono il mondo interessante.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 48 Consiglieri votanti 47 Consiglieri hanno votato SÌ 28 Consiglieri hanno votato NO 19 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame proposta di deliberazione n. 285, inerente a "Assestamento del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2013 del Consiglio regionale"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 285, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Si tratta di una delibera con un voto unico.
Non ci sono richieste di intervento né di dichiarazione di voto.
Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 285, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Colleghi, prima di chiudere la seduta vi informo che il Consiglio regionale è convocato domani dalle ore 10 alle ore 13, dalle ore 14 alle ore 19 e dalle ore 20 alle ore 24.
Alle ore 9.45 è convocata la Conferenza dei Capigruppo.
Grazie, colleghi.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.42)



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