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Dettaglio seduta n.363 del 16/07/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(I lavori hanno inizio alle ore 10.10 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti.
Come sapete, in base al nuovo Regolamento possiamo aprire i lavori del Consiglio con la trattazione del sindacato ispettivo.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1650 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Il futuro dei lavoratori della Berco S.p.A."


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", iniziamo con l'esame dell'interrogazione n. 1650.
Poiché non è prevista l'illustrazione, cedo la parola all'Assessore Porchietto per la risposta.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro e formazione professionale

Buongiorno all'Aula.
Per quanto riguarda il futuro dei lavoratori della Berco, come ho già avuto modo di dire informalmente alla Presidente Cerutti, in queste ore sono ancora in corso i tavoli con le rappresentanze Thyssen-Berco convocati presso il Ministero del lavoro.
notizia di pochi minuti fa che il tavolo è stato rinviato a venerdì alle ore 11, in quanto l'Amministratore Delegato del Gruppo Berco, la dottoressa Morselli, in questo momento sta riverificando il piano industriale per valutare, insieme ai due Ministeri - sia il Sottosegretario De Vincenti, sia il Sottosegretario Dell'Aringa, quindi il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero del Lavoro - la possibilità di rivalutare il piano industriale che prevede centinaia di esuberi, tra cui la chiusura totale dello stabilimento Berco di Busano, con 71 esuberi dichiarati sulla Regione Piemonte.
Ormai sono circa tre mesi che le istituzioni, in particolare la Regione Emilia Romagna, la Regione Veneto e la Regione Piemonte, dialogano, in sintonia con i due Ministeri, con le rappresentanze delle due società Thyssen come capogruppo e Berco come società interessata dal piano di ristrutturazione.
Abbiamo avuto pochissime aperture per quanto riguarda la possibilità di rivedere il piano degli esuberi e in questo momento, tra le altre cose, si sta cercando anche di correre dietro al tempo, perché hanno dovuto registrare una non disponibilità del sindacato a trovare un accordo sul piano di mobilità, pertanto i tempi e i giorni sono estremamente limitati per cercare di trovare una soluzione al problema.
Parlando ancora prima di entrare in aula col Ministero dello Sviluppo Economico, riteniamo che venerdì ci possa essere non dico qualche spiraglio e qualche novità positiva, ma quantomeno - lo speriamo - la disponibilità dell'Amministratore Delegato ad aprire un ragionamento in merito all'opportunità o meno di tenere lo stabilimento di Busano su una trattativa a parte, a fronte di possibili interessamenti di soggetti industriali che potrebbero rilevare lo stabilimento e chiaramente salvaguardare i livelli occupazionali.
una trattativa estremamente delicata, perché sono circa 690 gli esuberi a livello nazionale, la cui maggiore problematicità ricade sull'Emilia Romagna, quindi è un tavolo estremamente difficile e soprattutto molto riservato nelle fasi di trattativa.
Le istituzione sono comunque chiamate sistematicamente al tavolo: nell'ultimo incontro di lunedì scorso, la Provincia di Torino - l'Assessore Chiama - ha rappresentato anche la Regione Piemonte per la mia impossibilità ad essere presente, ma c'è un raccordo sistematico in tal senso, quindi mi assumo l'impegno, nelle prossime settimane, di informare l'Aula circa l'evoluzione del tavolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie Presidente.
Ringrazio altresì l'Assessore per la risposta, in merito alla quale mi ritengo soddisfatta.
chiaro che la proposizione per noi assume un certo significato e credo che possa essere l'occasione per l'Assessore di dare conto, in modo istituzionale, del lavoro che sta compiendo.
Anche noi siamo consapevoli che questa realtà certamente ha il suo fulcro di maggiore crisi in Emilia Romagna e non in Piemonte, però è chiaro che anche la nostra Regione, purtroppo, risulta esserne toccata. Di contro siamo decisamente colpiti in senso negativo dall'atteggiamento dell'Amministratore Delegato. A questo punto, se si aprisse qualche spiraglio per una trattativa a parte per la sede piemontese, è chiaro che non potremmo che esserne soddisfatti. Certamente abbiamo a cuore il futuro di tutti i lavoratori italiani, ma ovviamente auspichiamo ci sia questa opportunità per i lavoratori piemontesi di Busano.
Attendiamo, visto che la trattativa è in itinere, ulteriori aggiornamenti. Grazie.


Argomento: Benessere animale

Interrogazione n. 1657 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Regolamento regionale di animali esotici"


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori con l'esame dell'interrogazione n. 1657 e n. 1661, entrambe presentate dalla Consigliera Cerutti.
Risponde l'Assessore Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Inizierei rispondendo all'interrogazione n. 1657, che verte sul "Regolamento regionale di animali esotici".
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si riferisce quanto segue.
1) Criteri di inserimento delle specie esotiche nell'ambito di applicazione della legge regionale.
La l.r. 6/2010 è diventata attuativa con la pubblicazione del relativo Regolamento approvato in data 28.11.2012 con DPGR n. 11/R. Il citato Regolamento demandava alla Commissione regionale, istituita ai sensi dell'articolo 14 della stessa legge, l'elaborazione e l'aggiornamento dell'elenco ufficiale delle specie esotiche assoggettate alla disciplina regionale. L'elenco in questione non è però ancora disponibile, in quanto l'iter amministrativo di nomina della Commissione è attualmente in corso.
Fatta questa dovuta premessa, va considerato che l'articolo 2 del Regolamento, tenuto conto della classificazione operata nell'ambito della Convenzione Internazionale sul Commercio di Animali Esotici (CITES), ha previsto che solo alcune specie rientrassero nell'ambito di applicazione della legge regionale. Questo indirizzo trova giustificazione nella primaria esigenza di garantire il mantenimento della riserva genetica degli animali più a rischio di estinzione nei paesi di origine, prescindendo dai flussi commerciali regionali o nazionali.
Nel caso dei mammiferi, invece, animali particolarmente senzienti l'inclusione di tutte le specie è motivata dalla necessità di non precludere, alla Commissione regionale, futuri inserimenti nell'elenco ufficiale di specie la cui conservazione, secondo i competenti organismi internazionali, risulti gravemente minacciata.
Resta inteso che dalla molteplicità delle specie di mammiferi esistenti, ne verranno prese in considerazione solo alcune, secondo i criteri sopra richiamati, in modo da fornire agli operatori del settore adeguate indicazioni procedurali.
Appare quindi evidente come le finalità e gli obiettivi della regolamentazione regionale, risultino prioritariamente quelli di una più larga tutela degli animali esotici, legata non solo al mercato di riferimento ed al rispetto delle condizioni sanitarie e di benessere, ma anche alla bioconservazione di specie più esposte alla "pressione ambientale" secondo la classificazione internazionale. Va ancora aggiunto che oltre alla regolamentazione regionale, esistono altre norme che disciplinano il commercio, l'allevamento e la detenzione di specie animali comprese quelle esotiche.
Si fa riferimento, ad esempio, al Regolamento di Polizia Veterinaria approvato con DPR 320/1954, alla già citata normativa CITES (legge 150/92 e s.m.i.), alle disposizioni nazionali che regolano la detenzione di animali appartenenti a specie pericolose, attualmente in fase di revisione da parte dei competenti Ministeri della Salute e dell'Ambiente.
Appare pertanto poco fondata la preoccupazione secondo cui animali esotici non compresi nell'elenco ufficiale predisposto dalla Commissione regionale, ne possano avere sfavorevoli conseguenze sanitarie e di benessere. Al riguardo, la vigilanza ed i controlli di merito, a prescindere dal possesso di un'autorizzazione regionale, vengono ordinariamente esercitati da vari organi, tra i quali i Servizi Veterinari delle ASL, il Corpo Forestale dello Stato (Uffici CITES), le Guardie Zoofile.
2) Criteri per la detenzione di rettili presso strutture circensi.
Il Regolamento 11/R, nella sezione dedicata ai circhi e spettacoli viaggianti, richiama alcuni fondamentali requisiti per l'idoneo mantenimento di queste specie durante il trasporto, la dete4nzione e l'esposizione al pubblico.
In considerazione della particolare tipologia di attività, nel Regolamento vengono previsti criteri di carattere generale, applicabili indistintamente alle numerose specie esistenti. Appare quindi chiara la volontà di estendere a tutte le specie di rettili al seguito di circhi e spettacoli la regolamentazione regionale.
Spetta comunque alla Commissione regionale prevedere, in caso di future e motivate esigenze, condizioni particolari di detenzione di alcune specie.
3) Esclusione dei Servizi Veterinari da alcune istruttorie.
Il Regolamento 11/R, in linea con la semplificazione amministrativa definita in ambito nazionale, ha previsto che le autorizzazioni per l'allevamento di animali esotici a fini commerciali e per la cessione degli stessi presso esercizi di vendita, venissero rilasciate per il tramite dello sportello unico delle attività produttive (SUAP), previo parere favorevole della Commissione regionale.
Tale procedura è stata indicata dai competenti uffici della Giunta regionale incaricati dell'attuazione delle norme di semplificazione.
Non è stata comunque esclusa la possibilità, per i Servizi Veterinari di partecipazione all'iter amministrativo di rilascio delle autorizzazioni in quanto gli stessi sono titolari delle numerose istruttorie per l'autorizzazione alla detenzione di animali esotici ed all'allevamento non per fini commerciali di animali esotici (articolo 3, commi 1 e 2 Regolamento 11/R).
Inoltre, la Commissione regionale, per le attività di competenza, ai sensi dell'articolo 14, comma 3, della legge regionale n. 6/2010, pu avvalersi di un esperto esterno individuabile nel referente di settore di Servizi Veterinari delle ASL.
In conclusione, alla luce di quanto comunicato, non si ritiene in questa fase indispensabile una urgente modifica del "Regolamento esotici" cosa che potrebbe invece essere presa in considerazione in seguito alle esperienze che matureranno con la piena attuazione della disciplina regionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Assessore, la ringrazio. La sua risposta all'interrogazione è chiaramente molto tecnica e quindi ci riserviamo di valutare successivamente punto per punto.
Quelle che abbiamo riportato nell'interrogazione sono considerazioni fatte dai veterinari. Per alcuni aspetti, l'inserimento nell'elenco delle specie esotiche di tutte le specie di mammiferi, animali generalmente poco venduti e detenuti, lasciando invece fuori la quasi totalità dei rettili abitualmente allevati, commerciati e detenuti, è una cosa che l'Ordine dei Veterinari non ha compreso.
Da quello che ho capito dalla risposta dell'Assessore, da questo punto di vista bisognerà vedere come la Commissione, che deve ancora essere nominata, andrà ad attuare questo Regolamento. Tra l'altro l'interrogazione risale a qualche tempo fa, però sappiamo che in queste settimane è all'ordine del giorno il tema della detenzione in casa di specie quali boa, pitoni reali, pitoni molurus bivittatus, iguane verdi camaleonti, pogona, tegu, nonché la maggior parte delle testuggini animali.
Si tratta di specie che presentano esigenze particolari e quindi, con un dovuto controllo, occorrerebbe far sì che siano tenute in modo adeguato per spazi, temperatura e umidità, verificando anche le difficoltà di convivenza con consimili.
Rispetto ai circhi e quindi al Regolamento CITES, mi sembra invece che l'Assessore abbia risposto che comunque questi animali rientrano nelle considerazioni che abbiamo fatto e quindi noi, a questo punto, chiediamo di verificare l'operato della Commissione che dovrà essere insediata dopodiché ci riserviamo comunque di riportare queste considerazioni ai veterinari e, di conseguenza, nel successivo lavoro, proprio perch riteniamo l'argomento importante.
In questi giorni, abbiamo potuto verificare che la detenzione in appartamenti di animali esotici quali quelli individuati nell'interrogazione è forse un fenomeno più diffuso di quanto crediamo.


Argomento: Benessere animale

Interrogazione n. 1661 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Trasparenza sulla vivisezione alla RBM di Colleretto Giacosa (TO)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 1661, presentata dalla Consigliera Cerutti.
La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda l'interrogazione n. 1661, dove si chiedono dati in modo da avere la trasparenza delle attività svolte alla RBM di Colleretto Giacosa, consegno i fogli contenenti i dati dettagliati.
Rispondendo a questa interrogazione riferita all'attività di sperimentazione su animali condotte presso la ditta RBM di Colleretto Giacosa, si chiarisce quanto segue.
Prima domanda: quali e quanti animali sottoposti a trattamenti sono morti negli ultimi tre anni? Al riguardo, sono state chieste informazioni al Servizio Veterinario dell'ASL TO4 di Ivrea, che ha fatto pervenire le allegate schede dalle quali si può desumere come nel citato triennio siano stati utilizzati per vari fini i seguenti animali.
Per i numeri, rimando alla risposta scritta.
Sempre dagli accertamenti svolti, è risultato che gli animali utilizzati nelle sperimentazioni vengono soppressi a fine ciclo, in quanto i loro organi vengono utilizzati per preparati istologici.
Si rileva ancora come i richiamati dati di attività siano oggetto di regolare trasmissione al Ministero della Salute (cadenza annuale), in qualità di organo competente al rilascio delle autorizzazioni alla sperimentazione animale.
Seconda domanda: cosa viene fatto degli animali deceduti? Secondo quanto comunicato dall'ASL di Ivrea, la ditta RBM provvede allo smaltimento delle carcasse animali attraverso una società autorizzata allo svolgimento di questo tipo di attività. In Piemonte esiste un sistema di smaltimento di carcasse animali che, tra l'altro, era stato anche rafforzato dopo le vicende della "mucca pazza", all'inizio degli anni 2000.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Noi, in realtà, con questa interrogazione facevamo seguito - come probabilmente l'Assessore ricorderà - ad una precedente interrogazione sempre relativa all'azienda RBM di Colleretto Giacosa, che è situata all'interno del Bioindustry Park S.p.A., un sito di ricerche e sperimentazioni di farmaci della multinazionale tedesca Merck.
In riferimento alle sperimentazioni su animali (principalmente topi e scimmie), volevamo comprendere meglio quali fossero le modalità e i numeri di animali che lo stesso Assessore nella risposta precedente aveva dichiarato che, accidentalmente, potevamo morire. Adesso vorremmo verificare i dati, relativamente a tutti gli animali, compresi i primati oggetto di sperimentazione.
Da questo punto di vista facciamo già presente all'Assessore - ed è chiaro che questo non sarà competenza solo di carattere regionale - che qualora passasse la normativa comunitaria (approvata al Senato, ora dovrà passare alla Camera), in realtà, con questa normativa, non è più prevista in Italia la vivisezione per i primati, quindi anche questa azienda dovrà adeguarsi a questo tipo di indicazione.
Per adesso la normativa è stata solo approvata al Senato, deve ancora passare alla Camera, quindi ci atteniamo esclusivamente a rigidi controlli che riteniamo essere importanti.
Vedendo già i dati, come mai non c'è niente per le scimmie?



CERUTTI Monica

CAVALLERA Ugo (fuori microfono)



CERUTTI Monica

Scimmie del vecchio mondo.



CERUTTI Monica

Ah, scimmie del vecchio mondo. Sì, ho capito.
I numeri, quindi, sono decisamente considerevoli: scimmie 135 nel 2010 215 nel 2011 e 168 nel 2012.
Riteniamo sia un numero non indifferente.
chiaro che è importante anche il mantenimento dei livelli occupazionali, però credo che la questione debba essere approfondita, anche in relazione alla normativa nazionale. Grazie.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 1085 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Autorizzazione Centro Beato Rosaz del Comune di Susa"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 1805.
La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'edilizia sanitaria

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si riferisce quanto segue.
La verifica di compatibilità regionale, ex articolo 8/ter del D.Lgs.
502/1992 e s.m.i., inerente i progetti relativi alla realizzazione ampliamento, trasformazione o trasferimento in altra sede di strutture sanitarie o socio-sanitarie, viene rilasciata dal Settore competente sentito il parere preventivo dell'ASL territorialmente competente e con apposito provvedimento, esclusivamente sulla base del fabbisogno complessivo espresso dall'ASL stessa ed alla localizzazione territoriale in cui si intende realizzare l'intervento prospettato.
Nella fattispecie, la Determinazione Dirigenziale n. 146 del 2 marzo 2012, che esprime la compatibilità del progetto inerente la realizzazione delle due Residenze Assistenziali Flessibili (RAF) per disabili con capienza rispettivamente di n. 20 posti letto e n. dieci più due posti letto eventuali di pronta accoglienza, si basa sui parametri di fabbisogno regionali e territoriali, previsti dalla DGR n. 20-1833 del 7 aprile 2011 tabella A, che evidenzia per l'ASL T03, che ha espresso parere favorevole alla realizzazione delle strutture sopra descritte, una dotazione strutturale aziendale di posti letto per utenti disabili inferiore al fabbisogno medio regionale espresso in termini di attività 2010.
Dal Progetto Gestionale, presentato dall'ente richiedente, risulta che le suddette strutture sono dedicate ad assistere persone disabili adulte che, pur nella complessità della patologia correlata al grado di handicap mantengono potenzialità di recupero e di miglioramento, in particolare sul piano socio relazionale e funzionale. Le strutture stesse si configurano come servizio di promozione e gestione di attività educative e assistenziali, con finalità riabilitative e tutelari Si precisa, altresì, che presso ogni ASL è istituita ed opera una Commissione di Vigilanza con funzioni di verifica, in riferimento alle strutture sanitarie e socio sanitarie che operano sul territorio regionale circa il possesso dei requisiti gestionali e strutturali delle stesse nonché il rispetto del divieto di improprie convivenze fra diverse tipologie di utenti ospitati (anziani, disabili, soggetti affetti da patologie psichiatriche, ecc.) Tali Commissioni effettuano periodiche visite ispettive presso le strutture di cui sopra, che si concretano con la stesura di verbali che vengono debitamente trasmessi alla competente struttura regionale.
Si evidenzia, inoltre, che i servizi invianti (ASL o Enti Gestori) che intendono avvalersi di un presidio socio-sanitario, individuano, per l'erogazione delle prestazioni a favore degli utenti disabili, la tipologia di presidio meglio rispondente ai bisogni espressi dagli utenti stessi. Ne consegue che la differenziazione della risposta ai bisogni socio assistenziali delle persone con disabilità consente una maggiore diversificazione di interventi a favore delle stesse. In particolare, le RAF, in quanto dotate di adeguati spazi, attrezzature e servizi aggiuntivi (palestre, centri di riabilitazione, ecc.), garantiscono un'efficace risposta socio sanitaria a favore di quei soggetti che presentano anche disabilità plurime (psicofisiche).
Si comunica, inoltre, che è allo studio una revisione del fabbisogno regionale di strutture destinate a soggetti disabili, nonché una revisione generale della normativa regionale relativa alla rete di tipologie di strutture socio sanitarie, residenziali e semiresidenziali, per la disabilità.
Si informa infine che, allo stato attuale, il progetto inerente la realizzazione delle due RAF da ubicare nel comune di Susa non è ancora stato realizzato.



PRESIDENTE

Prego, Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
La risposta dell'Assessore, molto articolata, è totalmente elusiva rispetto alle domande poste nell'interrogazione.
Nell'interrogazione, infatti, non chiedevo di conoscere la correttezza procedurale dell'autorizzazione, che mi auguro sia semplicemente il minimo previsto ogni qualvolta si prende atto di una richiesta di intervento, e l'Amministrazione regionale è chiamata a rispondere della compatibilità di questo intervento in termini di programmazione. Così come ritengo che le informazioni rese sulla funzione delle unità di vigilanza, visto che la struttura non è stata attivata, possano essere considerate un impegno per il futuro, ma assolutamente irrilevanti ai fini della risposta che mi è stata appena letta.
Prendo altresì atto che, nell'eludere il contenuto del mio quesito l'Assessore assume una posizione politica che è quella di ritenere da respingere le richieste contenute nella petizione di iniziativa popolare consegnata al Presidente del Consiglio, e illustrata in audizione in Commissione consiliare, secondo cui le associazioni di tutela, in particolare quelle di tutela della disabilità e della disabilità dei gravissimi, chiedono di superare il modello organizzativo delle RAF e di andare in direzione di strutture più flessibili, soprattutto dal punto di vista della loro densità abitativa, vale a dire del numero degli ospiti nonché della localizzazione delle strutture stesse, per considerare la possibilità di relazione con il contesto, di cui ancora alcuni soggetti disabili sono capaci, ma a cui, per tutti, dovrebbe essere garantita la possibilità di mobilità e di tenuta di condizione di socialità.
A maggior ragione, se così mi dice la risposta dell'interrogazione, in quella fattispecie si considerano inseribili soggetti con sufficienti gradi di autonomia; il che confligge con l'idea di istituzionalizzarli in residenze che hanno caratteristiche, dal punto di vista del numero degli ospiti e caratteristiche, dal punto di vista del riferimento alle RAF, che contraddicono al modello di conduzione - chiamiamola di tipo comunitario che dalle associazioni viene giudicata desiderabile.
Quindi, la risposta, nello specifico, è totalmente insufficiente e fuori tema. La risposta rispetto a quello che lascia intendere della volontà della Giunta regionale è invece preoccupante perché con queste dichiarazioni si prendono del tutto le distanze dai contenuti della petizione popolare sottoscritta da migliaia di cittadini e rappresentativa della sensibilità delle associazioni che si occupano di questo tema.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione n. 1652 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "La Vauda in un progetto europeo sulla conservazione del paesaggio"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 1652.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, rispondo cercando di dare una risposta che comprenda anche gli elementi che già l'Assessore Vignale aveva espresso rispetto ad un'altra discussione sugli ordini del giorno.
Per quanto concerne, nel particolare dell'oggetto dell'interrogazione alla partecipazione della Regione Piemonte al Progetto europeo Rurbance, da parte della Direzione Programmazione strategica, Politiche territoriali ed Edilizia (e in particolare il Settore della Pianificazione), si sottolinea come il Progetto è finanziato nell'ambito della Prorità 1 (Competitività e attrattività del Programma europeo di cooperazione transnazionale "Alpine Space".
La Regione Piemonte e in particolare la Direzione Programmazione strategica, Politiche territoriali ed Edilizia, partecipa al progetto in qualità di partner con altre Regioni italiane (la Lombardia, capofila del Progetto, e il Veneto) e 11 partner appartenenti ai diversi Stati europei interessati dal Programma "Alpine Space".
Il progetto ha avuto inizio nel corso del 2012 e si concluderà nei primi mesi del 2015. con la partecipazione al Progetto, la Direzione Programmazione strategica, Politiche territoriali ed Edilizia intende proseguire e consolidare precedenti esperienze di cooperazione transnazionale sui temi della pianificazione e della tutela ambientale e paesaggistica del territorio, nonché verificare l'implementazione a scala locale degli strumenti di programmazione e pianificazione sovraordinaria di sua competenza.
Nell'ambito delle azioni previste, la Regione Piemonte ha individuato nell'intero territorio costituito dall'Unione dei Comuni del Ciriacese e del basso Canavese l'ambito dove sviluppare le tematiche generali definite dal progetto.
Per loro natura, i progetti europei di cooperazione transnazionale non elargiscono finanziamenti per la realizzazione di opere né definiscono normative o disposizioni settoriali nei confronti degli Stati membri, n azioni dirette di vincolo preordinato alla tutela ambientale e paesaggistica.
La partecipazione della Regione Piemonte in qualità di partner al progetto ha come scopo principale la possibilità di allargare il confronto con altre realtà territoriali e partner di altri paesi per approfondire e sviluppare tematiche di suo interesse e delineare un comune approccio in relazione agli obiettivi, alle strategie e alle politiche che la Comunità europea intende mettere in campo per la futura programmazione.
L'attività prevista e gli esiti finali del Progetto Rurbance non sono correlabili con la procedura valutativa e autorizzativi in atto per gli interventi previsti nella Riserva Naturale orientata della Vauda, rispetto alle quali i soggetti pubblici interessati formuleranno i propri pareri, in base alle specifiche competenze e in coerenza con la normativa e le procedure vigenti.
Per quanto di competenza del Settore Attività di Gestione e Valorizzazione del Paesaggio, relativamente alla realizzazione dell'impianto fotovoltaico, l'intervento è soggetto al procedimento unico autorizzativi di cui al D.lgs. n. 387/2003 e contestualmente alla procedura di Valutazione di impatto ambientale, ai sensi dell'art.icolo 12 della l.r.
40/98, rispettivamente in capo al Ministero della Difesa e alla Provincia di Torino. Il procedimento non si è ancora concluso, come già sappiamo.
Le opere, che si inseriscono all'interno della Riserva naturale orientata della Vauda e che coinvolgono unicamente i Comuni di S. Carlo Canavese, S. Francesco al Campo e Lombardore, sono soggetti al rilascio dell'autorizzazione paesaggistica, ai sensi dell'articolo 146 del D. lgs n.
42/2004, che risulta di competenza regionale ai sensi dell'articolo 3 della l.r. 32/08. Il provvedimento è soggetto al parere vincolante della Soprintendenza.
C'è stata una seduta della Conferenza dei servizi ad aprile 2013, dove la Soprintendenza esprimeva un parere negativo, indicando le condizioni per l'assenso.
Successivamente, con una nota del 7 giugno del 2013, la Soprintendenza formulava un parere "sostanzialmente favorevole" ad un nuovo progetto di variante, predisposto dal proponente, che "presenta modifiche progettuali considerevoli, comportanti una riduzione di quasi tre quarti del parco fotovoltaico inizialmente proposto", cioè le modifiche richieste dalla Soprintendenza.
Nell'ambito del prosieguo del procedimento unico autorizzativi di cui al D.lgs. n. 387/2003, il Settore formulerà il proprio parere di competenza a seguito della trasmissione, non ancora avvenuta, del nuovo progetto di variante sopraccitato.
Copia di tutto il materiale, comprensivo dei documenti protocollati citati, è nelle mani della Consigliera.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Con l'interrogazione abbiamo inteso riproporre, appunto, una questione che era stata affrontata, come ricordava l'Assessora, durante la discussione degli ordini del giorno presentati sul tema della Vauda.
La ringrazio delle considerazioni di carattere tecnico dalle quali si evince, per quello che ho compreso, che siamo ancora in attesa di un ulteriore parere.
chiaro che però non sono d'accordo sull'affermazione secondo la quale il Progetto della Vauda - il mega-progetto fotovoltaico - e ciò che invece sta portando avanti l'Unione dei Comuni del Ciriacese, del basso Canavese e delle Valli di Lanzo - per cui quella è un'area pilota individuata dalla Regione Piemonte per l'attivazione in ambito locale di Rurbance - non siano correlabili.
Per noi, invece, in questo è evidente una contraddizione, proprio perché questa zona è inserita in un Progetto europeo sulla conservazione del paesaggio. È chiaro che, come lei già ricordava, ci sono state delle modifiche in itinere, però comunque noi continuiamo a sostenere che il mega progetto fotovoltaico non sia sostenibile di per sé e che in più ci sia questa contraddizione perché questo progetto è inserito in un'area definita pilota per quanto riguarda, appunto, la conservazione del paesaggio.
Chiaramente, quindi, recepiamo la sua relazione e faremo sicuramente ulteriori considerazioni, anche a fronte di questo ulteriore parere che dovremo avere, previsto dall'iter del progetto dell'impianto fotovoltaico.


Argomento: Caccia

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1076 presentata dai Consiglieri Taricco e Reschigna, inerente a "Quota di partecipazione economica a carico dei cacciatori ammessi all'esercizio venatorio 2012/2013"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1076.
La parola all'Assessore Sacchetto per la risposta.



SACCHETTO Claudio, Assessore alla caccia e pesca

Nel corrente anno gli ATC ed i CA hanno direttamente provveduto a modificare la scheda "ATC/CA" presente nella procedura "Anagrafe venatoria" indicando l'importo della quota richiesta ai cacciatori per la stagione 2012/2013. L'ATC TO3 ha indicato in 150,00 euro tale quota. L'importo richiesto comprendeva la somma di euro 20,00 a titolo di contributo aggiuntivo per il risarcimento dei danni arrecati dalla fauna alle colture.
Tale scheda modificata da ogni organismo di gestione faunistico venatorio è stata pubblicata sul sito istituzionale senza apportare correzioni od aggiunte.
Si ritiene utile premettere che l'articolo 18, comma 1, della l.r.
70/1996, all'epoca vigente, prevedeva che gli ATC ed i CA quali organismi tecnico-operativi sono dotati di autonomia organizzativa, statutaria e finanziaria nei limiti stabiliti dalla legge e dagli atti programmatici ed amministrativi della Regione Piemonte.
L'ulteriore richiesta di un contributo aggiuntivo di 20,00 euro risulta conforme a quanto previsto dalla richiamata DGR n. 90-3600 del 19 marzo 2012 nonché dai "Criteri in ordine alla gestione della caccia programmata".
L'articolo 7, comma 5 della DGR 90-3600 del 19 marzo 2012 prevede infatti, che "le somme comunque introitate sono utilizzate per lo svolgimento dei compiti del Comitato di gestione di cui all'articolo 7 della DGR n. 10-26362 del 28.12.1998 e s.m.i. e, prioritariamente, per il risarcimento dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole".
Al riguardo si richiama, inoltre, l'articolo 7, comma 1, lett. l) dei "Criteri in ordine alla gestione della caccia programmata", il quale prevede che il Comitato di gestione "provvede, ai sensi del comma 14 dell'articolo 14 della legge 157/92, all'erogazione di eventuali contributi aggiuntivi per il risarcimento dei danni arrecati alle produzioni agricole dalla fauna selvatica cacciabile e dall'esercizio dell'attività venatoria in base alle disponibilità del proprio bilancio, nonché all'erogazione di contributi per interventi volti alla prevenzione dei danni medesimi e previamente concordati".
In ragione di una maggior trasparenza e chiarezza nell'operare amministrativo, si è comunque provveduto a modificare la scheda relativa alle quote 2012/2013, pubblicata sul sito istituzionale, indicando distintamente la quota di partecipazione economica ed il contributo aggiuntivo richiesti dall'ATC TO3.


Argomento: Caccia

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1415 presentata dai Consiglieri Taricco e Muliere, inerente a "Grave situazione gestionale ed economica degli Ambiti Territoriali Caccia (ATC)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1415.
La parola all'Assessore Sacchetto per la risposta.



SACCHETTO Claudio, Assessore alla caccia e pesca

Com'è noto, l'Assessorato all'Agricoltura si è attivamente adoperato al fine di favorire il reperimento, da parte degli ATC e dei CA, di risorse da destinare al loro funzionamento e, prioritariamente, al risarcimento dei danni.
In particolare, sono state riviste le quote massime dovute dai cacciatori per il prelievo di ungulati nonché quelle dovute dai cacciatori "stagionali".
I Comitati di gestione, soggetti dotati di una propria autonomia economico-finanziaria, potranno, nell'ambito di tali nuove disposizioni avvalersi della facoltà loro concessa di aumentare le quote cui sopra si è accennato al fine di acquisire le risorse necessarie.
Le tempistiche con cui tali risorse potranno essere messe a disposizione dei soggetti interessati sono direttamente legate a quelle con cui il Consiglio regionale approverà il bilancio di previsione del prossimo esercizio finanziario, ed in particolare gli stanziamenti dei capitoli relativi alla problematica in argomento. La risposta era stata data prima dell'approvazione del bilancio di previsione, che oggi è approvato.
Fermo restando che la gestione dei sinistri stradali causati dalla fauna selvatica non compete agli organismi di gestione faunistico-venatoria sopra richiamati, si è del parere che proprio l'attuale contingenza economico-finanziaria rende quanto mai necessaria una revisione della vigente normativa che prevede l'erogazione di indennizzi ai soggetti coinvolti, e ciò al fine di adeguarla alle sempre più ridotte risorse cui l'apparato pubblico può attingere per far fronte alle molteplici criticità riscontrabili nella nostra Regione.
Premesso quanto sopra al fine di delineare il quadro socio-economico di riferimento e le soluzioni adottate per limitarne i fattori di criticità si fa presente, comunque, che, con Determinazione Dirigenziale n. 1284 del 28.12.2012, si è provveduto ad impegnare la complessiva somma di euro 2.620.000 destinati, per euro 2.000.000 al risarcimento dei danni accertati negli anni 2011 (saldo) e 2012 (primo anticipo), nonché per euro 620.000 al perseguimento dei fini istituzionali degli ATC e dei CA.
Quanto prima, con successivo provvedimento, si procederà al riparto ed al trasferimento delle somme spettanti a ciascun ATC o CA.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 496 presentata dai Consiglieri Taricco. Motta Angela, Muliere, Pentenero e Reschigna, inerente a "Attività di controllo e di vigilanza sulla preparazione e sul commercio dei prodotti vitivinicoli"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 496.
La parola all'Assessore Sacchetto per la risposta.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura e foreste

Come è noto, con l'adozione del DL 25 giugno 2008, n. 112, è stato, tra l'altro, abrogato il DPR n. 987 del 10.06.1995 relativo al "Decentramento di servizi del Ministero Agricoltura e Foreste" in seguito al referendum del 1993.
Il DPR sopra citato era stato richiamato nella legge regionale 13 maggio 1980 n. 39, "Repressione delle frodi: sistema di rilevazione e controllo della produzione e del commercio dei prodotti vinicoli" all'articolo 2 ("Vigilanza"), in quanto attribuiva alle Province i compiti relativi all'attività di vigilanza sulla preparazione e sul commercio di sostanze di uso agrario e prodotti agrari parificando l'attività delle Amministrazioni Provinciali a quelle dell'allora Ministero Agricoltura e Foreste ora Ministero Politiche Agricole.
L'abrogazione di tale norma rischiava di creare poca chiarezza nell'attribuzione dei compiti e dei poteri di controllo degli organismi di vigilanza nel sistema regionale, depotenziando l'azione delle Province attuata attraverso i Servizi Antisofisticazioni Vinicole.
Va comunque precisato quanto segue.
La legittimazione della norma approvata dalla Regione nel 1980 trova radicamento nel dettato dell'ultimo comma dell'articolo 77 del DPR 24 luglio 1977 n. 616 dove è prevista, tra Stato e Regioni, la collaborazione per la repressione delle frodi nella lavorazione e nel commercio dei prodotti agricoli.
L'abrogazione del DPR n. 987/1995 non mette in discussione la competenza regionale relativa alle finalità previste all'articolo 1 della LR 39/80, in quanto non modifica il DPR 616/77, ma crea un vuoto attributivo in relazione alle qualifiche previste per i funzionari delle Province che operano i controlli nel comparto agricolo.
La LR 39/80 ha un apparato sanzionatorio autonomo che la fa ricadere nella fattispecie delle norme regolamentate, per le attività di controllo nell'articolo 13 della Legge 24 novembre 1981 n. 689, e che pertanto l'attività amministrativa di vigilanza e controllo prevista e richiamata dalla LR 39/80 non è messa in discussione dall'abrogazione del DPR 987/95.
Inoltre, la LR 39/80, attribuendo esplicitamente la competenza della vigilanza e del controllo alle Province e al proprio Ufficio di Coordinamento, garantisce la continuità dell'attività ispettiva amministrativa senza essere limitata nella sua efficacia dall'abrogazione del DPR 987/95.
Di fatto quindi l'abrogazione del DPR 987/95, non ha interrotto l'azione amministrativa di vigilanza e controllo sul comparto vitivinicolo consentita e regolamentata dalla legge regionale, ma avrebbe potuto limitarne l'azione alla sola materia amministrativa.
La Giunta, per una maggiore chiarezza, a fronte dell'elaborazione del richiamato DPR n. 987 del 10 giugno 1995, ha proceduto ad elaborare e a presentare in Consiglio Regionale, un nuovo testo di legge che ha apportato delle modifiche all'articolo 1, comma 1 e all'articolo 2, comma 1 della LR 39/80 al fine di adeguare la norma al nuovo quadro legislativo.
Nello specifico, per superare tali carenze, si è richiamata, nella modifica all'articolo 1, comma 1 relativo al DPR 616/77 lettera d), la potestà della Regione nelle azioni di controllo della qualità dei prodotti agricoli e forestali, mentre con la modifica dell'art. 2, comma 1, sono stati inseriti rimandi ai Servizi Antisofisticazioni Vinicole provinciali relativi alle attribuzioni previste dalla Legge 7 marzo 1986, n. 65 (articolo 5, 10 e 12) inerenti alle funzioni di Polizia Giudiziaria proprie della polizia locale.
Il disegno di legge integrativo della Legge Regionale 13 maggio 1980 n.
39, "Repressione delle frodi: sistema di rilevazione e controllo della produzione e del commercio dei prodotti vinicoli", è stato approvato in Consiglio Regionale ed è diventata Legge Regionale con il n. 6 del 29 aprile 2013, con il titolo "Disposizioni regionali in materia agricola" ed è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte il 30 aprile 2012, 1° supplemento al n. 17.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Con questa risposta, dichiaro chiusa la trattazione del punto inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze". Pertanto, possiamo procedere con i lavori della seduta odierna.



(Alle ore 10.59 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 11.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Organizzazione scolastica

Ordine del giorno n. 1042 presentato dai Consiglieri Pentenero, Leo, Oliva Ronzani, Rostagno, Reschigna, Cattaneo, Laus, Bresso, Artesio, Cursio Formagnana, Cantore, Leardi, Biolé, Valle, Botta Marco e Spagnuolo inerente a "Richieste di ulteriore incremento della dotazione organica del personale docente per l'anno scolastico 2013/14" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano ulteriori proposte di modifica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Volevo soltanto chiedere l'iscrizione di un ordine del giorno a sostegno di un maggiore incremento degli insegnanti per la Regione Piemonte sull'organico di fatto, che sarà chiuso il 20 luglio, da cui deriva la necessità di inserirlo oggi.
un ordine del giorno, firmato da Consiglieri di maggioranza e di minoranza, a sostegno dell'assegnazione di 120 unità. Grazie.



PRESIDENTE

D'accordo.


Argomento: Sicurezza sul lavoro

Proposta di legge regionale n. 307 presentata dal Consigliere Cursio inerente a "Tutela della salute e sicurezza negli ambienti domestici" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cursio; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Volevo richiamare l'attenzione in riferimento all'articolo 37 della proposta di legge regionale n. 307, inerente a "Tutela della salute e sicurezza negli ambienti domestici".
Presidente, due settimane fa è stato approvato un ordine del giorno relativamente a questo tema degli incidenti domestici, così come più semplicemente denominati. Grazie.



PRESIDENTE

Quindi, chiede l'iscrizione della proposta di legge regionale n. 307.


Argomento: Viabilità

Ordine del giorno n. 1044 presentato dal Consigliere Bono, inerente a "Attenta valutazione delle priorità degli investimenti della Regione Piemonte, di concerto con il Comune di Torino, sulle infrastrutture strategiche dell'area metropolitana come metro 1 e SFM" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento dell'ordine del giorno che ho testé consegnato all'Ufficio di Presidenza, riguardante il tunnel ferroviario di corso Grosseto, per una valutazione delle priorità infrastrutturali che la Regione Piemonte intende assumere quest'anno e, probabilmente, anche i prossimi anni.
Ovviamente, è un ordine del giorno aperto a tutti i colleghi che fossero interessati a sottoscriverlo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Sollecitazione, da parte del Consigliere Boeti, in merito alla trattazione dell'ordine del giorno n. 1023 presentato dai Consiglieri Boeti, Cerutti Oliva, Reschigna, Buquicchio e Pentenero, inerente a "Disattivazione del punto nascita dell'Ospedale San Lorenzo di Carmagnola"; ordine del giorno n. 1025 presentato dai Consiglieri Montaruli, Botta Franco, Cantore, Costa Motta Massimiliano e Spagnuolo, inerente a "Richiesta di rivalutazione della chiusura del punto nascite dell'Ospedale San Lorenzo di Carmagnola" ordine del giorno n. 1026 presentato dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Punto nascite Ospedale di Carmagnola"

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Richiesta, da parte del Consigliere Boeti, in merito al ricevimento di una delegazione di amministratori e cittadini di Carmagnola sulla tematica della chiusura del punto nascita dell'Ospedale San Lorenzo


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Intervengo soltanto per chiedere che questa mattina venga discusso l'ordine del giorno, che ho già stato iscritto all'o.d.g., inerente alla chiusura del punto nascita di Carmagnola, anche approfittando del fatto che davanti a Palazzo Lascaris c'è una delegazione di amministratori e cittadini di Carmagnola (formata da un centinaio di persone). Quindi sarebbe opportuno, anche per rispetto nei confronti di queste persone essendo l'ordine del giorno già stato depositato da due-tre settimane, che lo si discutesse.
Inoltre, chiedo, se è possibile, mostrando disponibilità nei confronti di questi cittadini, anticipare di un quarto d'ora, o di venti minuti l'incontro previsto con la delegazione di TNT Express, prevista per le ore 13, o ammettendo prima loro, per incontrarli in un'audizione di un quarto d'ora-venti minuti nella sala del primo piano dove, solitamente incontriamo i cittadini che chiedono di essere ascoltati.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 1038 presentato dai Consiglieri Angeleri, De Magistris, Gregorio, Carossa e Marinello, inerente a "Sia Torino la sede dell'Authority nazionale dei Trasporti" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, vorrei chiedere cortesemente l'iscrizione dell'ordine del giorno, inerente a "Sia Torino la sede dell'Authority nazionale dei Trasporti", oggetto di attenzione proprio in questi giorni per essere tempestivi come Consiglio, visto anche il ragionamento svolto con altri enti, come il Comune di Torino, e altre istituzioni.
Ovviamente, l'ordine del giorno, che è firmato dal Gruppo della Lega, è aperto a tutti i colleghi che volessero in qualche modo sottoscriverlo.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma sospendo la seduta, perché non vedo nessuno della Giunta e non posso trattare questo punto in assenza dei rappresentanti della Giunta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.05 riprende alle ore 11.06)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Assessore Quaglia, sa che abbiamo una particolare attenzione per lei anche perché dobbiamo esaminare un punto sul quale è importante la presenza della Giunta.
Andiamo per ordine.
L'ordine del giorno n. 1042, avente come prima firmataria la Consigliera Pentenero, inerente a "Richiesta di ulteriore incremento della dotazione organica del personale docente per l'anno scolastico 2013/2014" se l'Aula acconsente, lo poniamo subito in votazione, perché mi sembra di capire che sul documento ci sia una condivisione bipartisan.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Allora, lo poniamo subito in votazione, ma, anche dopo, chi volesse apporre la firma, potrà farlo (la Consigliera Pentenero è d'accordo).
Poi, il Consigliere Boeti chiede di trattare il punto 7) all'o.d.g.
che riguarda i punti nascita, su cui la Giunta, con il Vicepresidente Pichetto, nella scorsa riunione dei Capigruppo, anche in assenza dell'Assessore Cavallera, si era impegnata ad arrivare preparata in aula per un parere. È corretto?



(Commenti dell'Assessore Quaglia)



PRESIDENTE

Bene, lo possiamo esaminare, Consigliere Boeti.
Per quanto riguarda l'incontro, non posso accogliere questa sua esigenza, mi dispiace, perché abbiamo un regolamento, come lei sa, secondo il quale deve essere chiesto anticipatamente.
Quindi, siccome il 23 luglio è libero, se fa fare subito l'e-mail, li riceviamo martedì prossimo, alle ore 13. Grazie.
Successivamente, iscriverei, nell'ordine, l'ordine del giorno n. 1044 presentato dal Consigliere Bono, dopo il punto 8) all'o.d.g., relativo all'ordine del giorno n. 973, inerente a "Valorizzazione della Cittadella di Alessandria"; l'ordine del giorno n. 1038, inerente a "Sia Torino la sede dell'Authority nazionale dei Trasporti", presentato dal Consigliere Angeleri e il richiamo in Aula della proposta di legge regionale n. 307 inerente a "Tutela della salute e sicurezza negli ambienti domestici" presentata dal Consigliere Cursio, quale ultimo punto, perché tanto non è possibile trattarla oggi, la vedremo nella Conferenza dei Capigruppo, ma almeno procediamo all'iscrizione formale.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento, così come modificato.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che è stato approvato il verbale del 25 giugno 2013.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali della seduta del 9 luglio 2013.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casoni, Cota, Mastrullo e Vignale.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Ricevimento delegazione lavoratori della TNT Express


PRESIDENTE

Informo che, a seguito di quanto deciso nel corso della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari del 10 luglio u.s., oggi, al termine dei lavori della mattinata, alle ore 13, presso la Sala Viglione al primo piano, sarà ricevuta una delegazione della TNT Express.


Argomento:

Nomine (rinvio)


PRESIDENTE

Colleghi, dobbiamo procedere all'esame del punto 4) all'o.d.g.
inerente a "Nomine".
Richiamo l'attenzione dell'Aula.
La prima nomina cui dobbiamo procedere è quella del Museo Regionale di Scienze Naturali.
La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Presidente, chiedo cortesemente se si potessero rinviare le nomine.
Grazie.



PRESIDENTE

Alla prossima seduta?



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Il Consigliere Carossa propone all'Aula di rinviare la trattazione del punto 4) all'o.d.g., chiedo se l'Aula acconsente.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Mi verrebbe voglia di fare una battuta: oltre alle nomine, possiamo anche rinviare tutta la legislatura regionale?



PRESIDENTE

Eventualmente, possiamo prorogarla, perché rinviarla è più complesso! Ho fatto la controbattuta.



RESCHIGNA Aldo

Prorogarla sarebbe accanimento terapeutico per il Piemonte.



PRESIDENTE

Va bene, allora rinviamo il punto 4) all'o.d.g.
Ringrazio l'Aula e procediamo ad esaminare il punto 5) all'o.d.g.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 1034 presentato dai Consiglieri Placido, Laus e Reschigna, inerente a "Ferma condanna delle affermazioni del Consigliere regionale Davide Bono"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g., che prevede l'esame dell'ordine del giorno n. 1034, relativo a "Ferma condanna delle affermazioni del Consigliere regionale Davide Bono", presentato dai Consiglieri Placido Laus e Reschigna.
Ricordo che nella discussione, se possibile, bisognerebbe evitare il riferimento a persone estranee alla nostra istituzione e ai loro comportamenti, per evitare la richiesta di seduta segreta.
La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Non ci sarà bisogno di alcuna seduta segreta, perché la questione riguarda quasi esclusivamente i Consiglieri regionali e, per chi non è Consigliere regionale, è evidente, perché la situazione si divide in due: c'è l'aspetto politico-istituzionale, che tratto in aula in questo momento e ci sono gli altri aspetti che saranno trattati in altra sede, in altro momento, senza la necessità - ripeto - di arrivare alla seduta segreta.
L'ordine del giorno prende atto di gravi affermazioni che il Consigliere Bono ha espresso l'8 luglio scorso (pochi giorni fa) sulla sua pagina Facebook, che è un vero e proprio organo di informazione, alle quali sono seguiti dei commenti suoi e di qualcun altro, che facevano riferimento alla partenza dell'inceneritore di Grugliasco, inceneritore che fu - ed è questo il motivo che ha determinato i commenti - oggetto di una visita della V Commissione il 27 giugno 2011, in una giornata calda come quelle di questi giorni. C'erano i colleghi Boeti, lo stesso collega Bono, Botta Marco, Buquicchio, Costa Rosa Anna, Cursio, Lupi, Mastrullo, Montaruli Motta Massimiliano, Muliere, il sottoscritto, Spagnuolo, Stara, Tentoni e tutti gli altri, che penso si ricorderanno.
Il Consigliere Bono si riferisce alla giornata d'inizio del funzionamento dell'inceneritore che, come tutte le opere, è soggetto a controlli. Se c'è qualcosa che non funziona - siamo in un Paese democratico, dove si può criticare e dove c'è chi ha la responsabilità di verificare che il funzionamento sia corretto, cosa che è puntualmente avvenuta in questi giorni - e se ci sono delle questioni, se ne occuperanno i tecnici, da una parte, e chi deve garantire il corretto funzionamento e la salute dei cittadini, dall'altra.
Partendo da quell'infausto giorno, come viene chiamato, leggo solo la frase che ritengo più significativa: "Quei fessi collusi dei Consiglieri regionali che, in visita al cantiere del termovalorizzatore del Gerbido chiedevano: 'Ma mi hanno detto che inquina, è vero? È l'ingegnere del cantiere che si porterà fino alla tomba la responsabilità dell'avvelenamento dei Torinesi. Spero che i primi a subirne le conseguenze siano i figli e i nipoti di Foietta, Fassino, Bresso, che almeno si estinguano i loro geni'".
E alla mia osservazione sulla presentazione di questo ordine del giorno, il collega Bono replicava: "Di cosa si meraviglia? Perché si risente? Si sente più fesso o colluso? Chissà perché se la prende tanto l'inceneritore l'ha voluto il suo partito, se ne assuma la sua responsabilità". E un signore aggiunge: "Sicuramente si è sentito offeso per il fesso. Corrotto è un complimento per loro" .
evidente che siamo di fronte a un vero e proprio squadrismo intellettuale, a un linguaggio, per quanto mi riguarda, moralmente e politicamente inaccettabile; siamo di fronte a una sorta di pauperismo populistico, con una matrice demagogica (e non è la prima volta) da parte del collega Bono, pericolosamente demagogica, con una visione falsamente progressista dei temi ambientali e dei problemi dell'ecosostenibilità, con una concezione ai limiti del delirio dell'azione politica.
Ecco perché ho presentato quest'ordine del giorno.
Poiché c'è la questione politico-istituzionale - la sede è questa chiedo naturalmente ai colleghi, specialmente ai "fessi collusi" come il sottoscritto, che erano presenti quel giorno, di votare la censura invitando il collega Bono a esprimersi in quest'aula, perché - ripeto - per quanto riguarda gli altri aspetti (la definizione di "fessi", "collusi" e "corrotti"), le sedi saranno altre e lì ne discuteremo ampiamente.



(Commenti del Consigliere Bono)



PLACIDO Roberto

Non ti preoccupare, Bono, te l'ho già detto altre volte, sono pronto da qualsiasi parte, in qualsiasi momento! Chiedo, Presidente, che lo stesso Ufficio di Presidenza si esprima perché c'è l'aspetto personale che riguarda anche il partito che rappresento, che farà la stessa cosa, perché la pagina del collega rimanda a un sito ambientalista - i siti non hanno il sesso degli angeli, hanno dei nomi e dei cognomi - in cui si dice chiaramente che il trasporto per ferrovia dei rifiuti è stato eliminato perché il Partito Democratico con quello deve fare cassa. Ma ne risponderanno, eccome se ne risponderanno! Chiedo all'Ufficio di Presidenza, per l'aspetto istituzionale di offesa a tutto il Consiglio regionale, di intervenire nella prossima seduta in cui si riunirà e di prendere provvedimenti, mentre per l'Aula vale il dispositivo del Consiglio regionale, perché la critica politica è sempre lecita, anzi è utile, anche quella più dura, anche quella verbalmente più violenta.
Non mi sottraggo mai, non mi sono mai sottratto e non mi sottrarrò mai alle critiche, ma non è accettabile che chi pensa di essere al bar sport o da qualche altra parte e non se ne rende conto possa offendere gratuitamente.
Caro Bono, io non sono andato da nessuna parte come invece sei dovuto andare tu, è chiaro? E non mi faccio dare né del fesso né del corrotto n del colluso.
Ti è chiaro?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Vedo che l'ordine del giorno del collega Placido ha riscosso molto interesse tra i Consiglieri, come mi aspettavo. In realtà, il Consiglio regionale del Piemonte ha sicuramente temi più importanti da affrontare di quelli sollevati dal collega Placido o dai suoi collaboratori, che vanno a spulciare le bacheche dei sociali network dei colleghi e che ovviamente ricordo - non sono organi istituzionali di comunicazione, altrimenti dovrebbero essere aggiornati in maniera periodica. Quindi già rimando al mittente quanto detto dal Consigliere Placido.
Questo ordine del giorno mi ha fatto venire in mente la scena di un film. Non so se i colleghi lo hanno visto e lo ricordano, si chiama "Trainspotting", ed è tratto dall'omonimo libro di Irvine Welsh. La scena è quella di un alcolista che, in pub inglese, non contento di una giornata dove non c'è abbastanza baccano, dove non c'è abbastanza fracasso, decide di lanciare un boccale di birra dal primo piano verso il basso, colpendo alcuni astanti presenti nella birreria. Questi ovviamente dissentono e prendono a male parole l'ubriacone e lui, con un gesto di soddisfazione dice: "Sì, finalmente posso attaccare la rissa!".
Questa mi pare un'immagine metaforica pregnante per l'ordine del giorno (più che legittimo) del Consigliere Placido, che mi sembra appunto cercare a tutti i costi la rissa all'interno dell'istituzione. Per fortuna di risse qua se ne fanno solo verbali! Se il collega Placido vorrà adire ad altre sedi, ben venga, non ho nessun problema e non per questo limiterò le mie comunicazioni su Facebook, che ovviamente sono nettamente diverse da quelle che faccio istituzionalmente a mezzo stampa e a mezzo del mio sito internet.
Vado avanti, anche se mi sembra un po' surreale discutere di questi temi, ribadendo la mia perplessità. Se il Consigliere Placido fa parte del Partito Democratico, che ha autorizzato l'inceneritore di Torino, l'ha fatto costruire e fa costruire inceneritori un po' in tutta Italia, ed è convinto della bontà della scelta progettuale, del fatto che non emetta inquinamento, che sia controllato, che non abbia ricadute e non crei problemi di salute a nessuno, dovrebbe prendere questo commento come una battuta, appunto, come ha avuto modo di dire, come un delirio politico pauperista e demagogico. Bellissima frase. Poi, bisogna vedere chi fa squadrismo intellettuale! Però, la frase è bella; me la segno per i prossimi interventi.
Quindi, se non emette inquinamento, non ha ricadute, non dà problemi di salute, dovrebbe derubricare il mio intervento - appunto - ad un "delirio politico", ad una battuta, senza nessuna conseguenza.
Tuttavia, purtroppo, non è così.
Forse, questo dimostra che il collega Placido sa benissimo che la realtà non è questa. Cioè, gli impianti in questione, gli impianti di incenerimento sono fortemente inquinanti, al di là del momento incidentale che si è verificato, come abbiamo visto, in più battute già in questi due mesi di esercizio, tra l'altro, a singhiozzo.
Il 2 maggio c'è stato il primo incidente, che ha portato alla chiusura dell'inceneritore, quando addirittura non hanno funzionato i sistemi di fermo dell'impianto e la temperatura si è abbassata, mandando così i rifiuti in combustione ad una temperatura più bassa del dovuto, emettendo più inquinanti di quanto è prescritto. Inoltre, a proposito dell'incidente successivo, quello del 9 luglio, il 10 luglio, TRM (azienda di Trattamento Rifiuti Metropolitani) ha diramato un comunicato molto laconico, dicendo che, per via di anomalie, l'impianto veniva chiuso.
Ora, non ho le certezze del collega Placido, o del PD, che ritengono l'impianto non inquinante. Mi preoccupo - mi preoccupo! - a maggior ragione quando ci sono gli incidenti. e per questo ho inteso avere informazioni dall'ARPA, da TRM e anche dalla Provincia. Non a caso - non a caso! - la Procura ha aperto un fascicolo sulla questione, non tanto per la mia comunicazione, perché ovviamente posso smuovere ben poco, ma per una comunicazione dell'ARPA.
Quindi, tornando alla definizione, collega Placido, non se la prenda.
Su Facebook ho dato anche una possibilità di scelta per la suddivisione dei Consiglieri presenti al momento. Ho detto che buona parte erano non tanto intelligenti, quindi da comprendere, oppure, non avendo tanta voglia di comprendere quelle che sono le reali conseguenze dell'impianto, erano collusi. Non collusi con un'organizzazione a delinquere di stampo mafioso o con la criminalità organizzata, ma collusi con un metodo di fare politica, collusi con le scelte e magari anche con un'azienda.
Un'azienda, IREN, che ovviamente non si può dire sia criminale, perch svolge la sua attività nonostante accumuli debiti su debiti perché fa scelte di gestione dei rifiuti a caldo, cioè bruciandoli, per avere un ritorno economico e per ripianare i debiti. Questa è semplicemente la collusione.
Non ho mai detto "corrotto". Non ho mai detto "corrotto", quindi Consigliere Placido, la invito a rivedere e rileggere bene il commento su Facebook.
Quindi, "colluso" con un modo di intendere e fare la politica, che ovviamente tende a ripianare quella che è - detta da tanti, anche sui giornali - la "cassa" del Comune di Torino, del Comune di Genova e del Comune di Piacenza, cioè IREN, che ha accumulato debiti e fa acqua da tutte le parti e quindi, in questo senso, è "colluso".
Dall'altra parte, ovviamente, era un po' una battuta. Mi consenta collega Placido: in un locale, lei non chiederebbe all'oste se è buono il vino, magari lo chiederebbe alla gente che ha intorno. In quel momento - me lo ricordo ancora adesso - durante la visita dell'inceneritore, rimasi molto stupito del fatto che, giustamente o non giustamente, voi vi foste rapportati solo all'ingegnere di TRM, chiedendo quali fossero i dati di inquinamento dell'inceneritore.
vero che all'epoca IREN era ancora un'azienda totalmente pubblica mentre adesso è in mano a privati per l'80% (torna, nuovamente, il concetto della collusione con il sistema e quel modo di fare politica), ma chiedere all'ingegnere, che ha fatto parte del progetto e della realizzazione dell'impianto, se quell'impianto inquina...
Fuori c'erano i membri dei comitati che sostengono che l'impianto provoca tumori, esibendo studi scientifici, pubblicati da Lancet e non solo. Voi avete chiesto, anche se ora non ricordo se era lei, collega Placido, o altri: "È che vero che inquina?". L'ingegnere rispose: "No assolutamente. È nella norma, è nei parametri".
Ci mancherebbe! Se costruiscono un impianto, è ovvio che dicono che è nella norma! Sta all'ARPA, sta ai Consiglieri regionali, sta ai Consiglieri provinciali controllare che almeno stia nei limiti! E questi limiti, in questi due mesi, secondo me sono stati sforati più volte! Chiudo l'argomento dicendo che, secondo me, è un ordine del giorno come dicevo con la metafora iniziale, giusto per fare un po' di "rissa istituzionale". Mi spiace che non ci sia stata questa rissa, o se ci sarà chiederò successivamente di intervenire per qualche cavillo del Regolamento, magari per fatto personale. Tuttavia, al momento rimando al mittente quanto detto dal collega Placido, fermo restando che se vorrà indicare "altre sedi", ovviamente, non posso dire altro che sono disponibile, anche perché non è possibile sottrarsi al confronto, ma soprattutto non intendo neanche farlo! Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Anzitutto, vorrei semplicemente dire che, essendo amministratori pubblici, siamo anche pubblici ufficiali.
Caro Bono, dobbiamo smorzare alcune battute o alcuni scritti su questo benedetto web. Bisogna stare attenti, perché siamo persone pubbliche. Le Istituzioni vanno "ri-spet-ta-te". Che il PD approvi l'inceneritore o meno non ha importanza, però non si possono dire determinate frasi, offendendo delle persone.
A quanto pare, tutti i presenti erano tutti buffoni, allora? Questo non ha senso! Questo discorso non dobbiamo accettarlo.
Caro Bono, devi smorzare e cambiare i toni, cambiare modo di scrivere perché non siamo al bar. A volte si parla pensando di essere al bar o alla bocciofila. Noi, come Istituzione, in primis non dobbiamo accettarlo mai.
La dignità della persona è sacrosanta.
Sbagliare è umano, possiamo sbagliare tutti, però ti consiglio di non sbagliare più a questo riguardo. Per una volta si può perdonare, ma non si deve più sbagliare.
Comunque, voterò a favore dell'ordine del giorno. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Negro.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Non posso nascondere in un certo senso la meraviglia per aver ritrovato questo argomento in un ordine del giorno (non avendo partecipato, perch assente, alla Conferenza dei Capigruppo della scorsa settimana), non perch non sia legittima la presentazione di un ordine del giorno - l'ha ammesso anche il Consigliere Bono - ma perché penso che non si debbano confondere gli ambiti.
Devo dire sinceramente che anche a me, per quel che frequento Facebook è capitato di esprimermi, sicuramente, in modo diverso dal linguaggio che ritengo più consono in altri ambienti, ma soprattutto in quello istituzionale. Quindi non ritengo che si debba giudicare quel tipo di espressioni. Ho ascoltato attentamente il Consigliere Bono e penso che si debba tener presente, nell'ambito di questa Istituzione, quanto egli abbia ritenuto di esprimere oggi e ciò che egli ha espresso oggi, perché penso non sia sindacabile.
Oltretutto, in altri ambiti, abbiamo visto che c'è, ed è prevista da parte della Costituzione, una tutela su certi aspetti che riguardano la libertà di parola, oltre che di azione, per determinati versanti da parte del Consigliere regionale.
Nell'ordine del giorno non mi pare di aver letto la parola "censura" anche se nel suo intervento il Consigliere Placido ha parlato di "censura".
Forse, nel linguaggio è stato usato in modo improprio.
Voglio dire che la censura mi pare eccessiva, così come, comunque ritengo che sarebbe più opportuno, dopo il chiarimento che di fatto ritengo che ci sia stato...



(Commenti in aula)



BUQUICCHIO Andrea

Il Consigliere Bono esprime su un altro piano di pensiero la sua contrarietà a determinate opere e a determinati sistemi inquinanti (effettivamente non è stato ancora provato da nessuna parte del mondo il fatto che siano totalmente innocui). Le sue perplessità, che sicuramente non possono che nascere da un desiderio di tutela della cittadinanza, anche se esprimono, nella contrarietà, una feroce critica a quanti hanno avallato determinate opere senza, secondo lui, riflettere sufficientemente e raccogliere tutti i dati scientifici necessari, ritengo che rientrino nell'attività politica.
Oggi non mi sembra che il Presidente Bono abbia offeso alcuno, ha semplicemente cercato di chiarire: se lo ha fatto su Facebook - dico la verità - non l'ho letto, e di solito non do peso alle espressioni che su Facebook vengono rilasciate, perché oramai c'è l'abitudine di rivolgersi ad un uditorio, diciamo così, che ha delle caratteristiche un po' diverse, per cui si usa anche un linguaggio spesso ritenuto da qualcuno offensivo. Ma non penso che il Presidente Bono volesse offendere qualcuno.
Nello stesso tempo, però, comprendo quanto espresso dal Vicepresidente Placido e mi permetto di invitarlo a ridimensionare il contenuto reale e concreto dell'episodio e, se ritiene il Consigliere Bono, a confermare ulteriormente questo desiderio se non di scuse, comunque di chiarimento più profondo nell'ammissione che non c'era volontà di offendere alcuno.
Personalmente, non ritengo di dover partecipare alla votazione di questo ordine del giorno. Qualora fosse votato, uscirò dall'Aula. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Farò tre brevissime considerazioni.
La prima è che prendo atto dell'intervento del Presidente Bono, che pone la comunicazione su Facebook su un piano sostanzialmente diverso dalla comunicazione che viene svolta da un Consigliere regionale nell'esercizio delle sue funzioni.
Questo, se non la pone sul piano della sindacabilità politica dell'Aula, la pone sul piano della sindacabilità ad altri livelli: lo ha detto il Consigliere Bono, e non posso fare altro che prenderne atto.
La seconda considerazione è per precisare che il PD non è il partito degli impianti di termovalorizzazione.
Il PD, però, è il partito che si è posto, in questa Regione e in ciascuna realtà territoriale - trovando, peraltro, anche soluzioni molto diverse a seconda delle varie realtà territoriali - il tema dell'autosufficienza della nostra Regione nelle politiche di smaltimento dei rifiuti. E relativamente al fatto che questo aspetto in altre parti di Italia ha portato a problemi non indifferenti e continue problematiche di esportazione dei rifiuti da una Regione all'altra, noi lo consideriamo nella pluralità delle proposte e delle risposte che sono state date a questo problema, un gesto e un segno di responsabilità politica in senso positivo.
La terza considerazione la farò su questo piano: guardate che qui non è in discussione il tema della legittimità delle singole posizioni che ciascun Consigliere e ciascuna forza politica assume rispetto alle soluzioni di merito che vengono offerte, in quest'Aula e fuori da quest'Aula, nell'istituzione e fuori dall'istituzione Piemonte, ai problemi che riguardano la comunità piemontese. C'è una legittimità di opinioni, ma il tema è un altro.
Credo che ciascuno di noi abbia percepito (e stia percependo), nelle difficoltà che una crisi sempre più forte esprime, quello che è il pericolo del linguaggio che spesso viene usato all'interno della lotta politica e del contrasto politico.
Per noi il linguaggio è un elemento importante, non è una banalità n una questione rispetto alla quale rimanere indifferenti. Questo linguaggio vale per noi, ma il linguaggio che usiamo è un veicolo di utilizzazione nello scontro e nel dibattito politico che altre persone, che non hanno responsabilità nelle istituzioni e che non rappresentano forze politiche nelle istituzioni, possono usare e applicare in modo diverso.
In questo linguaggio, al di là del senso etimologico che vogliamo dare alle parole che sono state riportate all'interno di Facebook, traspare anche un invito molto macabro, che dà il senso della poca importanza e del poco rispetto della vita delle persone. Anche questo non è certamente un elemento positivo, non è coltivabile, né apprezzabile da parte nostra nel modo in cui viene espresso.
Io stesso, per una vicenda che si è chiusa, all'inizio di questa legislatura ho avuto, da parte del Movimento 5 Stelle, "l'apprezzamento" di veder riportata sul loro sito ufficiale la mia dichiarazione di voto relativamente alla legge sulle grandi opere pubbliche.
Naturalmente, quella dichiarazione di voto era intervallata dalle foto e dalle immagini della carica della Polizia a Venaus, e da commenti molto forti.
legittimo che un Gruppo abbia riportato un mio intervento d'Aula in questo modo sul suo profilo e sul suo sito istituzionale. Mi ha solo preoccupato - ma sono avvezzo a questi elementi - il fatto che quel messaggio aveva scatenato una ridda di opinioni. E una delle opinioni che era stata riportata sotto questo messaggio, da parte di una persona recitava testualmente: "È ora che ci rendiamo tutti conto che queste persone non possono essere combattute con le sole parole".
anche la forza del linguaggio che può scatenare un imbarbarimento della vita politica.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Montaruli; ne ha facoltà.



MONTARULI Augusta

Interverrò brevemente, Presidente.
indubbio che Facebook sia uno strumento di comunicazione istituzionale, ed è indubbio che le parole del Presidente Bono siano pesanti e gravi, che alimentano una cultura del sospetto che certamente deve ricevere la condanna dei Consiglieri regionale e dell'Aula.
Consentitemi, tuttavia, una riflessione: oggi ce la prendiamo proprio con il topolino! Sono mesi, se non anni, che questa Assemblea viene presa a male parole, che i Consiglieri regionali sono sotto il tiro, che veniamo denigrati tutti i giorni. E sinceramente non è la "pippa" da tastiera del Consigliere Bono a preoccuparmi! Consigliere Bono, da parte mia certamente non riceverà alcuna solidarietà per le parole che ha espresso. Rilevo, però, che è solo l'ultima delle mie preoccupazioni, perché per quanto siano gravi, per quanto siano assolutamente condannabili e per quanto rappresentino un gesto deprecabile, è altrettanto vero che sono soltanto l'ultimo e il più piccolo episodio di una lunghissima serie che non ha mai visto, nello stesso modo e con la stessa forza di oggi, uno scatto di orgoglio da parte di questa Assemblea.
Quindi possiamo anche condannare oggi il Consigliere Bono, che è il topolino, però non ce la siamo ancora presi con la montagna. Io vorrei votare un giorno un ordine del giorno in quest'Aula all'unanimità in cui ce la prendiamo con la montagna e non con il topolino.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Non entro nel merito della validità o meno del termovalorizzatore perché secondo me non è questa la sede né il momento per affrontare una discussione su questo tema. Anche se ritengo, effettivamente, che evitare che capitino situazioni come purtroppo sono capitate, e capiteranno ancora in altre parti d'Italia sulla vicenda rifiuti, è un dovere di chi amministra i territori.
Detto ciò, a me non piacciono le censure. Ha fatto benissimo il collega Placido a portare questo ordine del giorno. Noi come Gruppo della Lega Nord lo dico subito - non parteciperemo al voto, ma voglio cercare di spiegare il perché di questa non partecipazione al voto: non perché minimizziamo le parole gravissime che ha scritto il Consigliere Bono, postandole - come si suol dire - nel suo sito.
Tra l'altro, personalmente non mi scandalizzo più di tanto; ha ragione la collega Montaruli quando dice che ce ne hanno dette e scritte di tutti i colori, in questi mesi: non mi scandalizzo più di tanto per quello che il collega Bono ha scritto verso i Consiglieri. Sa, collega, la maggior parte di noi Consiglieri - sicuramente quelli della Lega - non hanno questa superiorità pseudo-intellettuale che contraddistingue i componenti del Movimento 5 Stelle: loro sanno tutto di tutti, sono quelli che hanno la verità infusa in tasca su qualsiasi argomento; noi siamo molto più umili siamo gente che magari sbaglia anche e che non ritiene di aver sempre ragione.
Quello che però le dico, collega Bono, che mi permetto di dirle, è: lasci stare i figli. Glielo dico come padre e come, fra due o tre settimane, futuro nonno: lasci stare i figli; lasci stare i figli e i nipoti; insulti me fin quanto vuole, ma lasci stare i figli e i nipoti di qualsiasi persona, perché quelli non vanno coinvolti. Augurare del male come hai scritto tu - a dei figli di altre persone è veramente una cosa becera: te lo dico tranquillamente. Lì secondo me hai sbagliato.
Dopodiché non parteciperemo al voto, perché riteniamo che non debbano essere fatte censure su queste cose. Noi riterremo, se offenderai ancora di non parlarti più assieme, caro collega Bono: non ti parleremo più assieme, ti isoleremo, se continui su questa strada. Io mi permetto di dirti - ma questo non vuole assolutamente essere un consiglio - che vengo da una scuola che dovrebbero fare un po' tutti (Circoscrizione, Comune), ma non ho mai visto atteggiamenti del genere e soprattutto cose, dette o scritte, del genere; nonostante - ti assicuro - che in Circoscrizione e in Comune a Torino ci si sia attaccati tante volte; ma bisogna sempre cercare di fermarsi a un certo livello.
Detto questo, noi non partecipiamo al voto. Da collega ti chiedo veramente, se mi permetti, di non ricadere su queste cose, soprattutto come ti dicevo - con minacce più o meno velate (perché mi sembra, da quello che hai scritto, che queste lo siano ben poco) verso figli che non c'entrano assolutamente nulla con la vicenda dell'inceneritore o con qualsiasi altra.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Cursio.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Tratto due punti, brevissimamente. È inevitabile, probabilmente, per chi è fatto in un certo modo, ripetersi. Quando sentivo il Consigliere Reschigna, infatti, mi è venuto in mente che lo scorso anno il Consigliere Bono si inventò, avvicinato da un personaggio dell'Alessandrino, un accostamento del sottoscritto a degli episodi a lui assolutamente estranei che il collega certamente conosceva e per i quali quindi riteneva che il sottoscritto fosse estraneo; nonostante ciò, però, in una conferenza stampa si avviò ad accostamenti assolutamente falsi.
Devo altresì dire che l'accorata difesa dell'"avvocato" Buquicchio, qui in Aula, è sorprendente. Perché? Perché in quell'occasione lui stesso fu presente.
Devo segnalare quindi quest'atteggiamento di volersi spingere oltre per denigrare, per infangare, per avere la scena per sé, in modo che la telecamera e l'attenzione dei media si rivolga e dunque si concentri sulla propria persona, qualunque cosa venga detta purché possa attirare tale attenzione. Del resto ci si interessa poco: poco importa che si infanghi o che si mistifichi la realtà per degradare e annientare, fosse anche un avversario politico.
Il secondo punto è quello sul concetto di tossicità. Lo dico per chi che è medico, come il Consigliere Bono: appena si apre un testo di farmacologia-tossicologia, il primo punto che viene messo in evidenza è il concetto stesso di tossicità. Cosa vuol dire tossicità? Che non esiste un prodotto buono o un prodotto cattivo in natura: il prodotto è tossico in modo dose-dipendente. In verità, anche un qualcosa che apparentemente è buono in relazione alla dose diventa tossico: si tratta di un concetto elementare e meraviglia che un medico non lo conosca.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono, per fatto personale. La prego di esplicarmelo, collega Bono, affinché lo possa valutare: prego.



BONO Davide

Grazie.
Ai sensi dell'articolo 68, mi sono state attribuite parole che non ho detto, con riferimento a quanto espresso dal Consigliere Carossa, cioè che avrei fatto delle minacce.



PRESIDENTE

Di quali parole si tratta?



BONO Davide

Minacce: il collega sostiene che avrei fatto delle minacce a delle persone.



PRESIDENTE

Prego, collega Bono: faccia un intervento rapido.



BONO Davide

Grazie. Intervengo brevissimamente, solo per confermare - appunto - che non sono stata fatte assolutamente minacce: sono state fatte delle dichiarazioni su Facebook che, al massimo, potevano costituire un auspicio cosa totalmente diversa dalle minacce. In italiano minacciare significa come penso lei sappia bene - prefigurare un danno e dichiarare anche le modalità, eventualmente, con le quali cagionarlo.
In questo caso, quindi, al massimo si trattava di un auspicio, che è cosa totalmente diversa. E io, per fortuna, ovviamente non posso dirottare fatti o far sì che accadano eventi probabilistici o stocastici, quali la mutazione genetica in relazione a un inquinante su determinate persone; se no, probabilmente vorrebbe dire che avrei dei superpoteri e non farei il Consigliere regionale, ma con la bacchetta magica cambierei il mondo nelle modalità che ovviamente ritengo più corrette. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei e grazie anche per la correttezza e la rapidità con cui ha espresso il fatto personale.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire per la replica, in qualità di Consigliere, il Vicepresidente Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Ci metto trenta secondi, solo per chiarire - oltre naturalmente che per dichiarare di votare a favore - che ho distinto, nell'intervento, tra le responsabilità personali e quelle politico-istituzionali, perché sono nettamente diverse.
Vorrei ricordare al collega Bono che quel giorno sotto il sole mi fermai a discutere non con l'ingegnere all'ingresso dell'impianto, ma con quanti protestavano - come è dato dalla nostra democrazia - davanti, cosa che è riportata da un filmato e dagli organi di informazione.
Le affermazioni non vere, quindi, caro collega Bono, sono le sue. Ma la cosa più significativa - e invito i colleghi a riflettere - l'ha toccata il Consigliere Carossa: si tratta, oltre all'uso dell'espressione "fessi e collusi", dell'augurio che muoiano per avvelenamento i figli e i nipoti di Foietta, Fassino e Bresso e che si estinguano i loro geni. Ecco perché ho parlato di squadrismo intellettuale e di concezione ai limiti del delirio dell'attività politica. Questi sono livelli assolutamente diversi: uno è quello personale, per cui le sedi sono altre, l'altro è quello politico istituzionale, quando si affermano anche cose non vere.
Io, infatti, non parlai con l'ingegnere, ma mi fermai - ci sono le prove video: basta andare su you tube o sulla rassegna stampa. Mi fermai a parlare con chi protestava, come è giusto fare con chi la pensa diversamente, avendo vissuto, non distante come lei, ma nel quartiere che ha ospitato per oltre cinquant'anni la più grande discarica d'Europa, a due passi, nella zona un po' più elevata, di fronte dall'altra parte della città.
Quindi, prima di fare certe affermazioni, bisogna documentarsi e i livelli, cari colleghi, sono assolutamente diversi. Non si può tollerare: chi è Consigliere regionale, non lo è solo qua, ma lo è anche quando è fuori o quando è su Facebook, che è un organo di informazione a tutti gli effetti. E non si può pensare di alimentare un delirio di offese e di calunnie senza limiti, dove si può dare del colluso, del fesso e del corrotto come se niente fosse.
Questo ordine del giorno va oltre l'aspetto del quale stiamo discutendo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tentoni; ne ha facoltà.



TENTONI Alfredo Roberto

Grazie, Presidente.
Molto rapidamente. Credo che questa sia un'occasione che il Consiglio non deve perdere per - se posso permettermi l'espressione - alzare la testa. Se un torto noi abbiamo tutti insieme, collettivamente, è stato quello, in questi anni, di aver subito, direi quasi passivamente, una serie continua di attacchi verbali che hanno come conseguenza ultima la nostra delegittimazione e il fatto di farci apparire effettivamente come un insieme di persone moralmente indegne, colluse, intente a perseguire unicamente vantaggi personali, la cui azione politica non ha come fine il bene dei cittadini - in questo caso dei cittadini piemontesi - ma semplicemente, quando va bene, vantaggi di parte o di partito e, quando va un po' meno bene, vantaggi soggettivi.
Questo è quello che, almeno in quest'Aula, i/il rappresentante del Movimento 5 Stelle ha continuamente cercato di fare in questi tre anni e qualche mese da quando sediamo su questi banchi.
Personalmente credo che votare a favore, al di là della fattispecie, di questo ordine del giorno, sia provare ad alzare la testa e la schiena rispetto ad attacchi continui, che credo complessivamente ingiusti, nei confronti di tutti noi, a prescindere dalle parti.
Questo, colleghi, lo dico non riferendomi esclusivamente alla fattispecie né alle parole scritte dai componenti o dal componente del Movimento 5 Stelle su Facebook, ma in generale rispetto a tutto quello che ci sta succedendo. Credo che quanto più staremo zitti e meno cercheremo di difendere la nostra immagine e la nostra onorabilità, tanto più questo atteggiamento continuerà, da parte del Movimento 5 Stelle o da parte di altri soggetti. Allora ben venga questo ordine del giorno e ben venga - io spero - il voto positivo dell'aula.
Al collega Bono vorrei dire che perseguire cause, anche le migliori con metodi denigratori nei confronti delle persone, e in fondo di un intero sistema politico, non è la strada giusta.
Credo che ognuno debba, giustamente, perseguire le proprie idee e le proprie visioni politiche, ma debba farlo nel pieno rispetto degli altri.
Se c'è una costante in quest'Aula, è la totale mancanza di rispetto che il collega Bono ha avuto nei confronti dell'Aula prima che di tutti noi.
Ripeto, Presidente, che, al di là della fattispecie, mi auguro che l'Aula voti positivamente questo documento. Non credo che il voto positivo di questo documento farà cambiare l'atteggiamento del collega Bono, per spero che faccia cambiare il nostro atteggiamento e spero che effettivamente, la si smetta con questo senso di colpa latente che pervade tutti noi, anche in relazione a tanti avvenimenti che abbiamo vissuto in questi tre anni, e che finalmente si prenda coscienza, tutti insieme, che ognuno di noi, cercando di comportarsi al meglio secondo le proprie idee e le proprie visioni della società, cerchi di onorare il mandato che gli elettori hanno voluto affidarci.
Speriamo che questo sia un momento di svolta e un momento in cui finalmente, la smettiamo di accettare supinamente certi atteggiamenti che in effetti, sono inaccettabili.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Presidente, sarà un intervento equilibrato: io e il Consigliere Bono abbiamo in corso quattro processi - l'ho querelato tre volte - quindi le questioni che ci riguardano le discuteremo in un'aula processuale.
Credo che questo Consiglio regionale, al di là dell'opportunità o meno di presentare l'ordine del giorno, faccia bene - mi rivolgo soprattutto alla maggioranza - a votarlo, perché non può continuare quello che ormai nel nostro Paese ha preso il posto della discussione e del confronto politico: l'offesa, la violenza gratuita e parole che spesso non hanno una base né scientifica né tecnica, ma che sono messe in essere soltanto per offendere le persone.
Capisco che la Lega si astenga. Del resto, quando il Vicepresidente del Senato dà dell'orango ad un Ministro della Repubblica - il Vicepresidente del Senato ad un Ministro della Repubblica - è chiaro che si è perso ogni senso del limite.
Pertanto, se la Lega ritiene di astenersi, diciamo che si tiene in linea con l'atteggiamento che i dirigenti nazionali, non quelli locali della Lega Nord, hanno tenuto negli anni in questo Paese.
La questione relativa all'inceneritore è una questione di forma, per il modo con il quale il Consigliere Bono si è espresso, ma è anche una questione di sostanza, perché effettivamente gli abitanti del territorio intorno a cui insiste l'inceneritore sono preoccupati. Il Consigliere Bono ha fatto bene a raccoglierne le preoccupazioni. C'è una preoccupazione reale, da parte dei cittadini, rispetto ad uno strumento, che è quello dell'inceneritore per bruciare i rifiuti, che fino adesso ha balbettato che parte con difficoltà, che si interrompe frequentemente e che è stato addirittura alluvionato.
Le preoccupazioni legittime possono anche essere espresse senza offendere nessuno e senza offendere il Partito Democratico, che si assume in pieno la responsabilità di aver fatto questa scelta.
Una volta ho detto ad una persona che aveva un atteggiamento spocchioso come quello che ha spesso il Consigliere Bono ("spocchioso" non è un'offesa), chi credeva di essere. Gli ho chiesto: "Ma scusa, tu sei Darwin, che ha studiato l'evoluzione e al quale tutti dobbiamo delle conoscenze?". Mi ha risposto "no". Gli ho chiesto: "Ma tu sei Sabin, un uomo che ha salvato la vita a milioni di persone inventando il vaccino per la poliomelite?" Mi ha detto "no". Allora, se non sei Darwin, se non sei Sabin, se non hai inventato il vaccino contro il colera o contro la tubercolosi, perché, se sei un normale medico di guardia, hai tutta questa spocchia? Per molti di noi, anche per quelli che ormai ci sono da molti anni, la vita politica è un fatto transitorio. Abbiamo un lavoro e il Consigliere Bono ce l'ha, ma è la prima volta che sento un medico augurare la morte ad un'intera progenie di persone. In genere, i medici hanno studiato per salvare le vite: ho salvato qualche gamba, qualche ginocchio, qualche spalla e spesso anche la vita, a persone che si sono presentate in pronto soccorso quando facevo il medico di pronto soccorso, ma non mi era mai capitato di sentire che un medico auguri la morte ad un'intera categoria di persone.
Ecco, volevo fare queste brevi riflessioni.
Sono d'accordo con il collega Tentoni che l'Aula debba votare questo ordine del giorno: non cambierà niente nell'atteggiamento di Bono e nostro ma noi abbiamo passato tre anni ad accettare supinamente gli insulti da questo Consigliere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Ero un po' indecisa se intervenire in questo dibattito, ma credo sia giusto dare indicazioni e motivare la non partecipazione al voto.
Sicuramente riteniamo gravi le parole che vengono riportate all'interno dell'ordine del giorno e non crediamo che esistano doppi o tripli binari rispetto al fatto che delle considerazioni fatte su un social network come Facebook siano meno gravi rispetto ad affermazioni fatte in Aula consiliare.
Crediamo che certamente quelle che possono essere gravi affermazioni che poi finiscono nel turpiloquio siano indice di un degrado della vita politica e anche di quello che sta capitando non soltanto a livello piemontese, ma anche a livello nazionale. Crediamo che chi ricopre dei ruoli importanti non possa permettersi quelle che poi vengono derubricate come battute, perché non possono essere considerate delle semplici battute.
chiaro però che da questo punto di vista un'altra considerazione per noi è una più amplia riflessione che alcuni colleghi hanno introdotto nel dibattito rispetto a quella che è l'immagine istituzionale, soprattutto dei Consigli regionali, che dovrebbe essere per noi elemento di riflessione ulteriore e anche di uno scatto di orgoglio come alcuni colleghi richiamano.
Però credo, e in questo giustifico la non partecipazione al voto, che non bisogna dare enfasi addirittura con la votazione di un ordine del giorno a quelle che sono gravi parole. Credo che più venga dato spazio a queste parole e più addirittura le si incentivino, perché purtroppo c'è chi ricerca la popolarità e la fama proprio andando in questa direzione purtroppo ne abbiamo esempi non soltanto a livello locale, ma anche a livello nazionale. Infatti in passato mi sono chiesta, ad esempio, se non fosse il caso di lasciare perdere le dichiarazioni dell'Onorevole Giovanardi, perché più lo si rincorre e più l'Onorevole Giovanardi è stimolato a fare affermazioni alquanto discutibili. Quindi, da questo punto di vista credo che la riflessione debba essere più amplia e non si possa chiudere in un ordine del giorno che addirittura finisce per dare spazio ed ulteriore popolarità a chi si è fatto portavoce di parole sicuramente censurabili.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Sarò brevissima.
Naturalmente ringrazio i Consiglieri che hanno presentato quest'ordine del giorno.
Mi pare che ogni tanto si debba fare un'affermazione chiara sulla modalità sempre più violenta e selvaggia di fare politica nel nostro Paese che non ha quasi eguali negli altri Paesi democratici.
L'uso del web sembra giustificare qualunque cosa, cioè uno sul proprio sito può scrivere qualunque cosa ritenendo di essere immune. Lo è anche perché sono successe cose nel periodo elettorale, sempre da parte di quel signore che sta lì dietro, ben più gravi, con un filmato truccato che mi faceva dire cose esattamente opposte a quelle che io dicevo, tagliando il mio intervento.
Abbiamo verificato che non è possibile difendersi, perché non esiste alcuna possibilità e si finisce immediatamente in rogatorie internazionali che hanno tempi sempre eterni e quindi, alla fine, la Polizia rinuncia anche ad intervenire.
quindi una sorta d'impunità selvaggia, che è francamente disdicevole volgare e violenta e che si difende proprio dietro quest'impunità.
Dopodiché, sono molto tranquilla perché non ho discendenti da parte mia, solo da parte di mio marito. Non sono i miei geni e quindi i miei geni sono tranquilli e tutelati rispetto alle maledizioni che mi vengono lanciate.
So anche che se mai la TAV si farà, riceveremo dei ringraziamenti come tutti coloro che hanno resistito nel realizzare l'attuale ferrovia del Frejus hanno ricevuto dai loro discendenti.
Quindi, la discendenza non genetica ma territoriale sicuramente ci ringrazierà e non ringrazierà questi piccoli cialtroni, come ho già avuto occasione di dire in passato, che pensano di attaccarci.
Lo voterò, perché lo ritengo giusto e penso anche che questo Paese abbia bisogno forse di imparare da altri il rispetto degli avversari. Si è molto discusso di pacificazione in questo periodo.
Per me la pacificazione non vuol dire mettersi d'accordo politicamente perché ciò non è possibile. La pacificazione è imparare il rispetto dell'altro, cioè rispettare le idee degli altri anche se non si condividono.
Questo è il primo principio liberale a cui mi sono sempre attenuta e al quale credo che tutti si dovrebbero attenere.
Purtroppo non è così e questo fa del nostro Paese un Paese che sta scivolando verso il basso, non solo sul piano economico ma anche sul piano morale e della qualità della sua politica. È un vero peccato, ma mi auguro che gli elettori abbiano il coraggio di punire chi usa questo modo violento e volgare di fare politica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Ribadisco brevemente alcuni concetti dei colleghi che mi hanno preceduto.
Questo episodio non è il primo che succede e temo che non sarà l'ultimo. Certo è che da parte di tutti bisogna cercare di fare uno sforzo di auto controllo nelle espressioni verbali oppure attraverso lo strumento telematico di internet, perché certe degenerazioni verbali che vengono fatte quotidianamente nell'ambito della politica possono portare ad un clima di violenza, pericolosamente incontrollabile.
Ricordiamoci che questi messaggi verbali o scritti sui giornali o su internet vengono letti da tante persone, da migliaia di persone. Alcune di queste persone non hanno magari la freddezza che noi abbiamo o l'abitudine anche dello scontro politico e dialettico che noi abbiamo, che magari è molto cruento per qualche minuto ma alla fine la vicenda finisce lì e riprendiamo anche a stimarci fra di noi.
Ci sono persone che, purtroppo, prendono sul serio certe affermazioni e quindi questo clima violento nelle espressioni che viene utilizzato da più parti - e in questo caso è evidente - mi auguro davvero che venga ridimensionato, che ci sia da parte di tutti noi un maggiore controllo ed una maggiore attenzione di quanto diciamo, perché il clima sociale e politico che viviamo è particolarmente delicato, è particolarmente pronto a recepire provocazioni e strumentalizzazioni.
Abbiamo visto cosa è successo qualche settimana fa, proprio il giorno dell'insediamento del Governo. Ci sono persone che hanno gravi problemi sociali ed economici e che, a volte, queste espressioni violente non le capiscono nel senso giusto del termine e li possono portare ad atti particolarmente violenti.
Pertanto, esprimiamo solidarietà ai colleghi che in qualche maniera sono stati toccati da queste espressioni ed esprimiamo voto favorevole all'ordine del giorno presentato dal collega Placido.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pedrale.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1034, il cui testo recita: "Preso atto delle gravi affermazioni diffuse in data odierna dal Consigliere regionale Davide Bono, Presidente del Gruppo consiliare regionale Movimento 5 Stelle, che dalla propria pagina Facebook, scrive '...quei fessi-collusi dei consiglieri regionali che, in visita al cantiere (il Termovalorizzatore del Gerbido), chiedevano 'ma...mi hanno detto che inquina, è vero?' E l'ingegnere del cantiere che si porterà fino alla tomba la responsabilità dell'avvelenamento dei torinesi (spero che i primi a subirne le conseguenze siano i suoi figli, come i figli/nipoti di Foietta Fassino-Bresso che almeno si estinguano i loro geni ecc.), 'nooooooooooo, è tuttooooooooo a normaaaaa'' e considerando tali enunciati non certo degni di un componente di un Assemblea legislativa e lesivi della dignità personale, oltre che politica, dei propri colleghi il Consiglio regionale esprime una netta, ferma ed inequivocabile condanna della violenza verbale del Consigliere regionale Davide Bono, nonché dell'intolleranza nei confronti di chi, legittimamente, esprime e propugna idee diverse e stigmatizzandone, infine, il comportamento, impegna il Consigliere regionale Davide Bono a voler esprimere le proprie idee anche e soprattutto nei luoghi preposti, ragionando sul merito delle questioni e non certo augurando nefaste prospettive alle future generazioni familiari dei politici che non la pensano come lui, con modalità di espressione improntate all'etica pubblica prima ed all'educazione verso il prossimo poi e richiamandolo, non da ultimo, a quel rispetto del prestigio delle Istituzioni democratiche, in cui deve sentirsi onorato di agire".
Il Consiglio approva.


Argomento: Organizzazione scolastica

Esame ordine del giorno n. 1042 presentato dai Consiglieri Pentenero, Leo Oliva, Ronzani, Rostagno, Reschigna, Cattaneo, Laus, Bresso, Artesio Cursio, Formagnana, Cantore, Leardi, Biolé, Valle, Botta Marco e Spagnuolo inerente a "Richiesta di ulteriore incremento della dotazione organica del personale docente per l'anno scolastico 2013/2014"


PRESIDENTE

Procediamo con la sola votazione - mi sembra che l'Aula acconsentisse in quest'ordine - dell'ordine del giorno n. 1042, avente ad oggetto "Richiesta di ulteriore incremento della dotazione organica del personale docente per l'anno scolastico 2013/2014", di cui al punto 5 bis) all'o.d.g.
Ricordo che questo ordine del giorno, che è stato iscritto questa mattina in apertura dei lavori, potrà essere sottoscritto, con l'assenso del primo firmatario, anche successivamente all'approvazione dello stesso.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1042, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che con la Circolare n. 10 del 21 marzo 2013 il Ministero dell'Istruzione Università e della Ricerca ha trasmesso ai Direttori generali degli uffici scolastici regionali i dati relativi alla dotazione organica del personale docente per l'anno scolastico 2013/2014 assegnando al Piemonte complessivamente 42.048 posti, ovvero 184 posti in più (+0,43%) rispetto all'organico di diritto relativo all'anno scolastico 2012/2013 il sopraccitato incremento di dotazione organica risulta particolarmente esiguo a fronte della previsione, da parte dello stesso Ministero dell'Istruzione, Università e della Ricerca, di un consistente aumento del numero degli alunni, pari a 3247 unità (+0,61%) con un incremento di 631 alunni nella scuola primaria (+0,35%) e di ben 2.631 alunni (+1,60%) nella scuola secondaria di secondo grado considerato che al citato aumento del numero di alunni sono correlate numerose criticità che evidenziano la totale inadeguatezza del previsto aumento della dotazione organica del personale docente per l'anno scolastico 2013/2014 in particolare, all'aumento del numero degli alunni, che costituisce una costante da diversi anni, si accompagna in Piemonte l'impossibilità di sdoppiamenti di classi o di formazione di pluriclassi (se non dettagliatamente motivate) con la conseguente formazione di classi con un notevole numero di alunni, ben superiore al rapporto alunni per classe ideale: nella scuola primaria il rapporto alunni per classe è infatti di 19,54 in media con un punta di 20,83 in provincia di Torino, nella secondaria di primo grado è di 21,80 con picco di 23,20 in provincia di Asti, nella secondaria di secondo grado è di 21,87 con una punta di 23,33 per la provincia di Alessandria un'altra criticità cui l'esiguo incremento organico dei docenti non dà risposte adeguate è determinato dall'elevata presenza di alunni stranieri che richiedono percorsi formativi mirati. Negli ultimi anni la presenza di alunni stranieri nella gran parte degli istituti scolastici della nostra regione ha raggiunto una percentuale pari al 5 la prevista dotazione organica di docenti per l'anno scolastico 2013/2014 non consentirà inoltre di far fronte alla crescente domanda da parte delle famiglie di classi con il tempo pieno nella scuola primaria, dato che tale tipologia di classi prevede la presenza di 2 docenti: ad oggi l'esigenza di classi a tempo pieno è pari a 4228, con una media regionale del 45,74 rispetto al totale delle classi. In provincia di Torino tale percentuale sale ad oltre il 66 inoltre una criticità per l'anno scolastico 2013/2014 si verificherà in relazione all'insegnamento della lingua inglese nella scuola primaria: come disposto dalla Circolare ministeriale n. 25 del 29 marzo 2012 relativa alla dotazione organica del personale docente per anno scolastico 2012/2013 tutti i posti di lingua inglese saranno compresi nella dotazione organica assegnata a ciascun ufficio scolastico, per cui per fare fronte alla necessità di insegnare la lingua inglese in maniera generalizzata verranno utilizzate gran parte delle ore eventualmente a disposizione nelle istituzioni scolastiche senza la possibilità di offrire alcun ampliamento dell'offerta formativa o del tempo scuola la dotazione organica dei docenti prevista non consentirà nemmeno di rispondere alle crescenti richieste da parte delle famiglie dell'attivazione di classi di strumento musicale, dato che tale tipo di classi richiede un numero maggiore di docenti rilevato che alle criticità sopra esposte si aggiunge un importante fattore connesso alla conformazione morfologica della nostra regione: il Piemonte, infatti è caratterizzato da un'estesa superficie montana e collinare con elevata dispersione e necessità di garantire il servizio scolastico anche in presenza di un numero ridotto di alunni le problematiche del nuovo anno scolastico 2013/2014 saranno aggravate anche dal venire meno, per mancanza di fondi, degli interventi a favore della scuola piemontese, finalizzati al potenziamento dei servizi di istruzione che, nei passati anni scolastici, avevano consentito di utilizzare un ulteriore contingente di personale docente e amministrativo tecnico e ausiliario (ATA) ricordato che l'Assessore regionale all'Istruzione ha garantito il proprio impegno per un significativo incremento della dotazione organica del personale docente per l'anno scolastico 2013/2014, ma, al momento, non ha ancora ricevuto garanzie in merito impegna la Giunta regionale a richiedere al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca l'assegnazione di ulteriori 200 posti in organico di fatto del personale docente, in aggiunta alla dotazione già attribuita al Piemonte per l'anno scolastico 2013/2014".
Il Consiglio approva.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 1023 presentato dai Consiglieri Boeti, Cerutti Oliva, Reschigna, Buquicchio e Pentenero, inerente a "Disattivazione del punto nascita dell'Ospedale San Lorenzo di Carmagnola"; ordine del giorno n. 1025 presentato dai Consiglieri Montaruli, Botta Franco, Cantore, Costa Motta Massimiliano e Spagnuolo, inerente a "Richiesta di rivalutazione della chiusura del punto nascite dell'Ospedale San Lorenzo di Carmagnola" ordine del giorno n. 1026 presentato dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Punto nascite Ospedale di Carmagnola"; ordine del giorno n. 1040 presentato dal Consigliere Bono, inerente a "Chiusura del punto nascite di Carmagnola: un errore"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dei seguenti ordini del giorno, di cui al punto 6) all'o.d.g.: ordine del giorno n. 1023, avente ad oggetto "Disattivazione del punto nascita dell'Ospedale San Lorenzo di Carmagnola", presentato dai Consiglieri Cerutti, Oliva, Reschigna, Buquicchio e Pentenero; ordine del giorno n. 1025, avente ad oggetto "Richiesta di rivalutazione della chiusura del punto nascite dell'Ospedale San Lorenzo di Carmagnola" presentato dai Consiglieri Montaruli, Botta Franco, Cantore, Costa, Motta Massimiliano e Spagnuolo; ordine del giorno n. 1026, avente ad oggetto "Punto nascite Ospedale di Carmagnola", presentato dal Consigliere Buquicchio; ordine del giorno n. 1040, avente ad oggetto "Chiusura del punto nascite di Carmagnola: un errore", presentato dal Consigliere Bono.
Darei la parola al primo firmatario di tutti i quattro atti di indirizzo per l'illustrazione, iniziando dall'ordine del giorno n. 1023.
La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
un ordine del giorno che arriva postumo, nel senso che è stato presentato prima della chiusura del reparto di Carmagnola. Attualmente (a partire dall'altra domenica) il reparto è stato disattivato, che è un termine brutto da utilizzare per un reparto di ostetricia, dove nascono i bambini e si assicura il futuro di una comunità.
Tale reparto, oltre ad occuparsi di Day Surgery, di Day Hospital Diagnostico o Terapeutico, svolgeva attività di Pronto Soccorso ostetrico ambulatorio ecografico-ostetrico, ambulatorio ecografico ginecologico ambulatorio di patologia cervico-vaginale, ambulatorio di senologia ambulatorio di monitoraggio di gravidanza a termine.
Spesso è un limite dei Consiglieri regionali discutere di cose che non conoscono. Nella scorsa legislatura ho visitato il reparto di ostetricia di Carmagnola, che ritengo di grande qualità, dove era presente personale dedicato, che, come capita spesso negli ospedali territoriali, univa alla competenza specialistica anche una grande umanità, tipica di questi ospedali. Infatti, la persona che si presenta con il pancione e che deve partorire, magari, è la tua vicina di casa, o è la compagna dei giochi d'infanzia, o è la persona che conosci da quando eri bambino; quindi poiché il ruolo di medico può essere svolto in molti modi, hai più voglia di occuparti di quella donna e del bambino che sta per nascere, perch magari, giocherà con i tuoi bambini.
un reparto che ha vissuto varie vicissitudini. Ricordo che - mi sembra nel 2011 - l'allora Direttore generale, la dottoressa Briccarello lo chiuse per tre mesi durante l'estate. Solo in Italia può accadere di chiudere un reparto di ostetricia, di ginecologia o di altro tipo come se fosse un negozio di frutta e verdura che va in ferie, come se i bambini aspettassero la fine delle ferie per poter nascere.
Il fatto curioso è che, dopo la chiusura estiva, il reparto fu inaugurato! Assessore Cavallera, fu inaugurato! La dottoressa Briccarello fece una festa a cui partecipò anche il Presidente Cota. Ed è curioso quello che accade ad un reparto, che è stato ri-inaugurato, dopo un anno e mezzo. Infatti, i cittadini che parteciparono all'inaugurazione pensarono di avercela fatta, perché pensarono che se veniva inaugurato fosse un reparto che non avrebbe più corso pericoli.
Lo stesso Presidente Cota, durante una festa della Lega a Carmagnola di fronte alla folgorazione presentata dai cittadini, che dicevano che si stava commettendo un errore, che l'ostetricia di Carmagnola aveva una media di 650 parti all'anno e che erano scesi sotto i 500 in quanto il conteggio era stato fatto nell'anno in cui il reparto era stato chiuso per tre mesi disse che se si superavano i 500 parti (avendo stabilito che sopra i 500 parti non si chiude niente) il reparto sarebbe rimasto aperto.
C'era molta gente a questo Consiglio comunale aperto a Carmagnola organizzato dall'Amministrazione. Hanno partecipato anche molti Sindaci del territorio e molti Consiglieri di maggioranza, i quali, insieme a me, hanno immediatamente firmato un documento che chiedeva all'Assessore Cavallera di rivedere questa sua decisione, di affrontare la discussione e di provare a capire la situazione al di là dei numeri di questo punto nascita di grande qualità.
Comunque, 650 parti, lo dico da chirurgo, sono sufficienti per un reparto per avere la competenza e la qualità necessaria per assistere i bambini. Faccio un riferimento al mio campo: se un chirurgo ortopedico fa cinque protesi di ginocchio all'anno non è affidabile, ma se ne fa 150 è un chirurgo del quale i cittadini si possono fidare. Quindi, 650 parti sono un numero sufficiente per poter offrire qualità e competenza e, come ho detto precedentemente, anche quell'umanità che si riscontra negli ospedali come quello di Carmagnola.
Assessore Cavallera, credo che voi commettiate un errore a depauperare in questo modo gli ospedali territoriali.
Negli ultimi trent'anni, gli ospedali territoriali - mi riferisco a Carmagnola, come a Moncalieri, a Chieri, a Rivoli, a Pinerolo, a Ciriè o a Ivrea - hanno saputo organizzarsi per offrire non solo servizi di qualità ma anche servizi di prossimità ai cittadini. Trent'anni fa tutti i cittadini della provincia di Torino si rivolgevano agli ospedali del capoluogo. Questo non è più successo e gli ospedali cardine, gli ospedali territoriali sono quelli che rispondono di più alle esigenze dei cittadini: sono quelli che curano le malattie della gola ed i problemi ortopedici sono quelli che si prendono in carico partorienti e neonati quando c'è un numero di parti adeguato; hanno la cardiologia; hanno l'emodinamica, cioè si sono organizzati da un punto di vista qualitativo per offrire servizi anche di prossimità.
Distruggere tutti questi ospedali vuol dire far tornare il sistema regionale piemontese indietro di trent'anni! Non so più come fare a spiegarvi che è un errore, che non porta nessun risparmio, ma serve soltanto a peggiorare il servizio! Assessore Cavallera, ho visto, leggendo la rassegna stampa, che nel territorio di Savigliano ed Alba è rimasto un unico reparto di ostetricia.
vero che Alba, diciamo così, ha uno sponsor rappresentato dall'Assessore Cirio, probabilmente, più importante di quanto non abbia Carmagnola, che non ha - diciamo così - nessun Assessore regionale. Ma perché quello che vale per Alba e per Savigliano non potrebbe valere per Carmagnola e Moncalieri? Rivoli e Susa, in pratica, rappresentano un solo reparto. A Susa nei primi sei mesi sono nati 90 bambini e, se va bene, ne nasceranno 180. La diminuzione dipende dal fatto che oggi non c'è un numero di ginecologi adeguato per poter continuare a garantire i turni. So che ai ginecologi di Carmagnola, avendo chiuso il reparto, è stato chiesto di scegliere dove andare: se andare a Domodossola o a Rivoli. Quindi, può darsi che Susa tragga qualche vantaggio dalla cannibalizzazione medica dell'Ospedale di Carmagnola.
Capisco che è difficile spendere cinquanta milioni di euro per una stazione internazionale e poi chiudere un reparto di ostetricia in una città per risparmiarne 50 mila e sono d'accordo con l'ipotesi dominante ossia che Rivoli e Susa rappresentino assieme un unico reparto di ostetricia e di ginecologia.
Allora, mi chiedo perché questo non possa valere anche per il reparto di Carmagnola, che potrebbe essere un unico reparto, in maniera che i medici possano essere scambiati e lavorare insieme, che le ostetriche possano lavorare in un ospedale piuttosto che nell'altro, per continuare a dare a questo ospedale l'opportunità di erogare questo servizio.
Lo scorso sabato tutta Carmagnola ha partecipato ad una fiaccolata notturna che chiedeva il mantenimento dell'ospedale. I cittadini sono ancora qui, in una giornata di sole. Molti hanno lasciato il loro lavoro per chiedervi di rivedere questo progetto.
Penso che un po' di disponibilità e un po' di apertura sarebbero anche nell'interesse di un Governo regionale che finora, rispetto ai bisogni di salute dei cittadini e al soddisfacimento di questi bisogni, non ha mostrato alcuna attenzione. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
Colleghi, abbiamo previsto la chiusura del Consiglio regionale alle ore 13 ed una delegazione di lavoratori TNT che in 300, su 800 in tutta Italia rischiano di perdere il posto di lavoro. Quindi, vi prego, naturalmente all'interno della vostra discrezionalità, se riuscite a contenere i vostri interventi, utilizzando non tutto il tempo a disposizione, per poter eventualmente ascoltare l'Assessore e terminare, come previsto, per le ore 13.
Vi ringrazio della collaborazione.
La parola alla Consigliera Montaruli.



MONTARULI Augusta

Grazie, Presidente.
Sono firmataria, insieme ad altri colleghi, di un ordine del giorno che, sostanzialmente, chiede un chiarimento a questa Giunta.
Per quanto riguarda l'Ospedale di Carmagnola, abbiamo assistito a diverse manifestazioni e abbiamo partecipato a delle assemblee organizzate in Comune, ad un Consiglio aperto, abbiamo scritto una lettere all'Assessore perché venisse a riferire in Commissione, però aspettiamo ancora ufficialmente dalla Giunta di capire se quella della chiusura del punto nascite di Carmagnola è una scelta discrezionale, da parte della Giunta, o se ormai è diventata una scelta obbligata.
Non nascondiamo i nostri timori.
Abbiamo una situazione, abbiamo delle regole imposte dal Governo nazionale, abbiamo dei numeri da rispettare. Questi numeri prevedevano mille parti, poi cinquecento come deroga e questa deroga, di fatto, poteva essere rispettata dal punto nascite di Carmagnola. Ciò che ha lasciato un po' tutti nell'incomprensione è il fatto che il parametro sulla base del quale si è decisa la chiusura del punto nascite di Carmagnola è stato un parametro falsato nei fatti da una chiusura avvenuta per qualche giorno/mese del reparto, quando invece i numeri delle nascite di quel punto nascita di fatto erano ampiamente al di sopra della deroga delle 500 nascite annuali.
Da questa riflessione, non possiamo però esimerci dal considerare tutto ciò che è avvenuto dopo.
Ci risulta che ci siano delle sentenze del TAR; ci risulta, quindi, che ci sia una normativa ancor più stringente nei confronti della Giunta. Oggi il nostro ordine del giorno è per capire. Per capire se da parte della Giunta e di questo Consiglio c'è ancora un margine di manovra, per fare in modo che un presidio così importante sul territorio possa essere salvato o per capire se, invece, il parametro di deroga delle 500 nascite annuali da solo non basta; per capire se ci sono altre norme ancora più stringenti che impongono di fatto la chiusura e se, quindi, questa è una scelta obbligata.
Di fatto, per capire se è una scelta discrezionale o se è una scelta che la Regione Piemonte deve fare per obbligo.
Se fosse una scelta discrezionale, da parte mia, come penso di tutti i firmatari di questo ordine del giorno, ci sarebbe l'ampia richiesta di mantenere aperto questo presidio, altrimenti non comprenderemmo come mai debba essere chiuso a fronte di un numero annuale (non certo quello dell'anno recedente, falsato da quella chiusura, di cui abbiamo appena detto).
Se invece non fosse una chiusura discrezionale, dovremmo capire anzitutto come mai avviene e sulla base di quali norme, perché c'è un'alta attenzione da parte della popolazione, ma anche da parte nostra, che intendiamo far rispettare il principio per il quale debbano essere applicati uguali pesi e uguali misure a tutte le situazioni che si verificano in Piemonte.
Quindi, Assessore, ci aspettiamo una risposta per fare chiarezza una volta per tutte. Per fare chiarezza davanti a quest'Aula, per fare chiarezza davanti alle persone che hanno giustamente manifestato, per fare chiarezza davanti al Consiglio comunale che più volte ci ha sollecitato per fare chiarezza davanti alla popolazione del Piemonte che si aspetta, in un momento di restrizioni come quello che stiamo vivendo in questo particolare momento storico, che ci siano delle precise cause per la quale si sceglie di chiudere o di non chiudere un presidio così importante come quello che il punto nascita di Carmagnola ha rappresentato e rappresenta.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Montaruli. La ringrazio anche per il tempo che ha impiegato e mi auguro che chi interverrà dopo segua il suo esempio. Li ringrazio in anticipo.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Accoglierò, senz'altro, il suo invito, perché ritengo anche che la sintesi sia un obiettivo da perseguire sempre.
Mi rivolgo alla collega Montaruli, che è appena intervenuta. Mi ha colpito una sua frase: abbiamo presentato l'ordine del giorno - lei dice per capire.
Con tutto il rispetto, mi sia consentito di dire che qui c'è poco da capire. Nel senso che abbiamo già capito abbastanza, purtroppo, qual è l'andazzo dell'Assessorato competente, fin dall'inizio della legislatura e purtroppo ancora oggi.
Quindi, voglio intervenire su due versanti, molto brevemente. La prima considerazione vuole essere anche una premessa di carattere politico e poi la conclusione sul secondo punto che è tecnico.
Per quanto riguarda la considerazione politica, ritengo, Assessore, e questo ce lo siamo detti anche in via informale, in qualche colloquio che lei ha avuto la bontà di dedicarmi, non si può pensare a nessun taglio su nessun versante, senza aver garantito prima, non in termini di ipotesi posteriore, un servizio identico al precedente e precisando dove e come.
chiaro? Ora, purtroppo, voi state agendo un po' così, la vostra è una navigazione a vista, non è una navigazione con tutti i mezzi strumentali che consentono di evitare scogli affioranti. Malauguratamente, in questo ambito, di scogli affioranti ce ne sono tutti i giorni, e li state prendendo tutti, perché nel momento in cui avete impostato una rivisitazione della rete ospedaliera, di fronte alla quale io, da questa parte, da questi banchi, all'epoca (tre anni fa), ho applaudito e ho detto: "Ah, meno male!", poi sfortunatamente siete non scivolati su una buccia di banana, ma avete dimostrato di non essere capaci di realizzare un obiettivo così ambizioso.
La rivisitazione della rete occorre, però, siccome dobbiamo partire dal concetto e dalla premessa che il servizio, nella sua qualità, deve essere migliorato e mai peggiorato, voi di questo problema non ve ne preoccupate e non l'avete chiarito. Non mi riferisco agli operatori, perché sono stato anch'io operatore per trent'anni e so che quando ti spostano l'armadietto dove metti il camice, insomma, toccano la tua suscettibilità, ma non è quello che ci deve preoccupare.
Noi abbiamo il dovere di preoccuparci dei cittadini, quello è il nostro dovere, quello è il vostro dovere. Di conseguenza, non si può pensare a rivisitazioni strutturali senza aver garantito in modo serio, non solo progettualmente, ma praticamente, nel concreto, un'alternativa possibilmente migliorativa, perché cambiare per peggiorare non vale assolutamente la pena.
Oggi stiamo discutendo di Carmagnola e, con tutto il rispetto agli amici e ai cittadini di Carmagnola, mi va di dire che non è un problema che riguarda solo Carmagnola: riguarda Cuorgné, Susa, Borgosesia, Domodossola Bra, Tortona, Acqui Terme, è un problema generale. Quindi prendere la difesa solo di un territorio potrebbe sembrare fare del campanilismo.
Tuttavia, il problema di Carmagnola è particolare, perché nella situazione di Carmagnola sono emblematici due elementi: in primo luogo quello che io chiamo il mobbing sanitario. Che cosa avviene col mobbing sanitario? Quello che avviene col mobbing in altri ambiti: io ti metto in condizioni di non lavorare per poi, dopo alcuni mesi, dirti che tu non produci e quindi ti penalizzo per questa mancata produzione. Ma sei tu che non mi hai dato la possibilità di produrre.
Questo sta avvenendo nell'ambito della neonatologia, sta avvenendo nell'ambito di alcune chirurgie specialistiche, sta avvenendo in gran parte dei settori specialistici della sanità piemontese. Così come per ultimo denuncia che mi è arrivata sul tavolo ieri - sta avvenendo (lo dico al microfono) nella neurochirurgia del CTO che, oltre a svolgere interventi di altissima qualità sul piano neurochirurgico post traumatici, ha sempre avuto un fiore all'occhiello per quel che riguardava l'oncologia in ambito neurochirurgico e che si sta dirottando da tutt'altre parti. Questo non va bene, perché è mobbing sanitario.
Questi operatori e tutti coloro che sono interessati in quell'ambito come pazienti di quell'ospedale, nei loro rappresentanti, vanno convocati vanno ascoltati e va spiegato loro quello che deve essere il progetto alternativo, perché a fare così le cose si crea solamente sconcerto ripeto - agli operatori (ci può preoccupare molto meno), ma soprattutto ai cittadini.
E poi il discorso tecnico, il discorso dei numeri. Se era prevista come hanno detto la collega Montaruli e il collega Boeti, una deroga a quel numero dei 500. Oggi volete incaponirvi con una totale insensibilità tuttavia, se si parla di insensibilità, si parla di qualche cosa che pu attenere alla volontà di esercizio prepotente di un determinato potere, ma è un boomerang. Voi in questo modo, con questo tipo di azioni che riguardano oggi la neonatologia, perché stiamo parlando di quello ed è argomento dell'ordine del giorno, ma riguardavano ieri le emodinamiche riguardavano l'altro ieri la senologia e via di seguito, vi state comportando in modo masochistico, perché state perdendo assolutamente credibilità e consenso in modo molto largo e diffuso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ho inteso presentare anch'io un ordine del giorno riguardante il punto nascite di Carmagnola.
Come sicuramente l'Assessore Cavallera sa, sui punti nascita abbiamo discusso lungamente. Infatti ne stiamo parlando almeno dal 2011, sia quando abbiamo iniziato il piano di rientro, poi con l'addendum, poi con il Piano Socio Sanitario 2012-2015, con la DGR 65519 del 14 marzo 2013 e infine con i piani organizzativi che sono stati portati a Roma. Soprattutto abbiamo affrontato il tema appunto del taglio di mille parti che dovrebbero avvenire in un anno all'interno dei punti nascita, pena la disattivazione (si usano questi termini che in realtà non vogliono dire altro che chiusura in maniera più elegante) dei punti nascita, in relazione al documento della Conferenza Stato-Regioni approvato a fine 2010, di cui voglio leggere soprattutto il titolo perché è molto esplicativo: "Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo".
Questo è un dato molto importante. Ho provato più volte a sollecitare l'Assessore Cavallera - e, prima di lui, l'Assessore Monferino e il Direttore Morgagni - sulla necessità di introdurre dei parametri qualitativi, oltre ed insieme a quelli quantitativi, poiché non è accettabile in un'attività non scientifica (nel senso che non è ripetibile in maniera sempre uguale, ma c'è anche un po' di arte, cioè un po' di mestiere e quindi anche questo viene riconosciuto nell'attività medica), si prendano delle cifre e arbitrariamente, al di sotto di un certo numero, si decida per la disattivazione di un reparto.
Non stiamo parlando di un esame del sangue, ma prendiamo questo come esempio perché anche lì c'è una grande discussione, perché spostare il livello del colesterolo che viene considerato patologico oppure della glicemia, cioè della presenza di glucosio nel sangue, fa sì che di colpo una fetta di individui diventino malati, mentre prima magari non lo erano non avevano conseguenze o le avevano a lungo termine.
Quindi è molto importante anche negli esami laboratoristici prendere un livello ben definito al di sotto del quale considerare la patologia, avere magari una fascia intermedia grigia, cioè di follow up, di controllo del paziente per quanto riguarda la sintomatologia e l'andamento degli esami di laboratorio, ma un conto sono gli esami del sangue, altro conto sono i reparti.
Assessore, non si può decidere arbitrariamente - secondo me, con un arbitrio politico - che al di sotto dei mille si chiuda il tutto, perch leggendo alcune parti del documento che ho citato, al primo punto si dice che l'obiettivo è la razionalizzazione/riduzione progressiva dei punti nascita con numero di parti inferiore a mille/anno, quindi non si parla di assoluta chiusura di tutti i punti nascita sotto i mille. Infatti il rischio di morte materna è di tre-cinque volte superiore rispetto al parto vaginale e la morbosità puerperale è di dieci-quindici volte superiore.
I punti nascita con numero di parti inferiore a 500 privi di copertura di guardia medica, ostetrica, anestesiologica e medico-pediatrica attiva 24 ore - anche questo è importante - rappresentano ancora una quota molto elevata dei punti nascita in Italia e in questi reparti si eseguono più cesarei (circa il 50%). Però c'è una variabilità ampia, che vuol dire che ci sono punti nascita in cui in effetti si effettuano meno parti e in cui non c'è la copertura anestesiologica 24 ore al giorno e in alcuni - magari in molti - di questi reparti ci sono più tagli cesarei; ma non in tutti.
Infatti, il documento prosegue dicendo che ci sono tutta una serie di cause che comportano l'aumento di tagli cesarei, tra cui le carenze strutturali, tecnologiche, organizzativo-funzionali, della sala parto, di preparazione del personale, di disponibilità dell'équipe ostetrica, di medicina difensiva (un tema che alcuni colleghi hanno sollevato, qui in Aula e anche in Commissione), di convenienza del medico e di incentivi finanziari: ovviamente, cioè, hanno inserito tutti i parametri che comportano un aumento dei cesarei in alcuni punti nascita, ovviamente con conseguenze sia sulla mamma sia sul bambino che possono essere molto più alte di quelle del parto fisiologico.
Infatti - e vado a chiudere la parte riguardante il documento della Conferenza Stato-Regioni - l'Italia occupa il primo posto tra i Paesi europei per numero di tagli cesarei: siamo infatti ad una percentuale del 38%, seguiti dal Portogallo con il 33, mentre tutti gli altri Paesi presentano percentuali inferiori al 30, che scendono al 15 in Olanda e al 14 in Slovenia. Ora, non conosco bene la realtà slovena, ma penso che se questa quota è raggiunta dalla Slovenia - non ho nulla, e ci mancherebbe contro questo Stato e la sua organizzazione socio-sanitaria - sia anche alla nostra portata. E pensare che nel 1980 eravamo all'11,2% di tagli cesarei; nel 1996 siamo passati al 30 e poi nel 2008 siamo arrivati al 38 ovviamente anche con variazioni per aree geografiche.
Ora, visto che ho preso - ovviamente come tutti - contatti con la realtà ospedaliera di Carmagnola, nella delibera sui piani organizzativi è scritto che le Unità pediatrico-neonatologiche di primo e secondo livello come chiede il documento della Conferenza - si accorpano in un'unica Unità pediatrica di primo livello negli ospedali sede di DEA di primo livello cioè quelli che hanno - appunto - un Dipartimento di emergenza e accettazione basale di primo livello. Ma questa è un'aggiunta della politica della Giunta Cota e dell'Assessorato alla sanità della Regione Piemonte, perché quello che chiede il documento ufficiale è la presenza di un anestesista 24 ore su 24. E mi è stato confermato - a meno di smentita da parte dell'Assessore - che nell'Ospedale di Carmagnola, e quindi a disposizione del reparto, c'è un anestesista presente sempre. Non c'è quindi, il DEA di primo livello - perché, appunto, nel piano di riorganizzazione l'Ospedale di Carmagnola è un ospedale territoriale con un Pronto soccorso semplice - ma c'è un anestesista ventiquattrore su ventiquattro.
Io dunque non ho trovato, nel report della Conferenza Stato-Regioni, il riferimento documentale e politico della necessità di collocare un unità neonatologico-pediatrica di primo livello in ospedali che hanno il DEA di primo livello. Se l'Assessore mi potesse dire dove trovare una dichiarazione ufficiale nazionale, che obblighi ad associare - come ho detto - un punto nascite di primo livello con un ospedale che abbia il DEA di primo livello, sarei ben lieto di impararlo oggi. Serve invece un anestesista 24 ore su 24 e questo requisito l'Ospedale di Carmagnola ce l'ha.
Andando sui numeri, è già stato detto - e vado a chiudere - che ci sono discrepanze, perché vi sono punti nascita che, anche a regime, non raggiungeranno i 1.000 parti: per citarne uno molto vicino a Moncalieri quello di Chieri, poi quello di Casale Monferrato, quello di Mondovì e quello di Vercelli; probabilmente quelli di Biella e Verbania, con la disattivazione - che io mi auguro sempre non avvenga - di Borgosesia e Domodossola, potrebbero salire e arrivare a 1.000; non è detto, perché si tratta di calcoli assolutamente a braccio. Rimarranno quindi dei punti nascita sotto i 1.000 parti, appunto collegati - come ho detto - a dei DEA di primo livello.
Non è stato per nulla preso in considerazione il dato qualitativo di cui parlavo. Se noi, cioè, la andiamo a vedere, la media regionale di tagli cesarei effettuati è del 30%; il migliore punto nascita - anch'io sono rimasto sorpreso, perché non lo sapevo - è stato nel 2012 quello di Ciriè con il 20% dei tagli cesarei, e quello di Carmagnola si è attestato sotto la media regionale, raggiungendo quindi, con il 28%, un risultato positivo.
Il tanto acclamato Ospedale Sant'Anna di Torino - dove è a tutti noto che si fanno tanti tagli cesarei - sta sul 35%. Non è vero, quindi, che c'è un'associazione lineare o comunque statisticamente significativa - almeno per i Punti nascita del Piemonte - tra numerosità di parti effettuati e numero di tagli cesarei.
Non ho fatto, quindi, un ordine del giorno solo ad "puntum nascitam" di Carmagnola, se così si può dire. Da questo dato, infatti, potremmo poi trarre tutta una serie di conseguenze per rivedere - ed è questo che io chiedo all'Assessore Cavallera - tutta la rete delle neonatologie e dare dei criteri qualitativi e non solo quantitativi, perché se no le ricadute saranno gravissime con conseguenze per le mamme, per i bambini e anche in termini di costi per le ASL, a causa della mobilità verso le altre regioni.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Colleghi, noi siamo nella situazione di non poter terminare i lavori su questo punto perché ci sono al momento quattro iscritti a parlare per dieci minuti e poi deve svolgersi l'intervento dell'Assessore. Quindi, dovendo chiudere improrogabilmente e inderogabilmente alle 13, o votiamo immediatamente gli ordini del giorno, oppure sospendiamo come si è fatto in tante altre situazioni e riprendiamo con gli interventi dei colleghi e dell'Assessore per il tempo necessario nella prossima seduta del Consiglio: non mancano neanche dieci minuti e come ho detto, con quattro interventi programmati più quello dell'Assessore e le votazioni, diventa oggettivamente complicato proseguire.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Mah, ho ricevuto il suo bigliettino e ho utilizzato la metà del tempo disponibile. Considerato però che c'è anche una rappresentanza di cittadini di Carmagnola, chiedo se è possibile posticipare, magari di dieci minuti l'incontro con TNT, perché questo è successo mille volte: qualche volta abbiamo aspettato in Aula che arrivasse un rappresentante dell'Ufficio di Presidenza, prima di cominciare l'incontro...
Quindi, se ritardiamo di dieci minuti l'appuntamento che abbiamo facendolo iniziare, invece che alle 13, alle 13.10 - e lei, Presidente invita a tenersi nei tempi, penso che ce la possiamo fare: non rimandiamo...



PRESIDENTE

Collega Boeti, concordo e ho fatto più di una pressione - a volte basta un invito - per contenere i tempi. Siccome però non tutti - legittimamente hanno ascoltato le mie richieste e le mie preghiere, ci sono ancora quattro interventi. Tanto per incominciare, chiedo dunque se vi siano altre richieste di intervento.



PRESIDENTE

NEGRO Giovanni (fuori microfono)



PRESIDENTE

Rinuncio, Presidente, purché l'Assessore possa intervenire.



PRESIDENTE

Allora, se i colleghi e anche l'Assessore, che ho invitato prima ad essere breve, tengono conto di questo gesto...



(Commenti dell'Assessore Cavallera)



PRESIDENTE

Sì, ma sono preoccupato dei suoi "pochi minuti", conoscendo la precisione dei suoi interventi...
Possiamo allora anche a provare a sforare di qualche minuto: alle 14 abbiamo una delegazione di persone che arrivano da fuori Torino; alle 14.30, come sapete, c'è un altro incontro e alcuni hanno preso impegni in base alla chiusura dei lavori prevista per le 13.
Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti, che ringrazio in anticipo se vorrà stare nei tempi; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Sarò rapidissima, in quanto le questioni di carattere tecnico sono già state sollevate dai colleghi.
Personalmente credo che questi ordini del giorno non portino avanti il sostegno ad un'azione in ottica localistica - ci tengo a dirlo - ma vanno a sostenere un servizio che ha quelle peculiarità già illustrate, su cui non ritorno. Oltretutto, se uno degli elementi che ha rafforzato l'Assessore rispetto alla sua scelta e alle sue considerazioni, è stato il pronunciamento del TAR, le considerazioni dei colleghi, rispetto all'anestesista e ai dati statistici, in realtà mettono in rilievo che le considerazioni fatte dal TAR hanno comunque l'esigenza di avere delle controdeduzioni su dati oggettivi.
Dal punto di vista dei trasporti, se lei afferma che Carmagnola è vicina ad altri ospedali, e quindi le partorienti possono indirizzarsi in altri luoghi, in realtà - com'è già stato detto - anche da questo punto di vista non viene offerto un servizio quale quello che veniva offerto dal punto nascite di Carmagnola.
Aggiungo un'altra questione che non mi pare sia stata sollevata e con cui termino il mio intervento. Se si continua nelle disattivazioni, il timore, credo fondato, è che l'ospedale di Carmagnola in realtà venga disattivato totalmente. Ieri, la Direzione dell'ASL TO5 ha sentito l'esigenza di affermare che non sono previste ulteriori chiusure di reparti presso il San Lorenzo. Pertanto, per tale motivo, le attività di Medicina Interna, Geriatria, Riabilitazione, Pronto Soccorso H24, Chirurgia generale, Chirurgia ginecologica, Urologia Pediatrica H12 e day surgery ortopedico non subiranno variazioni di programma.
vero o no? Questo è un altro aspetto importante che credo interessi i cittadini di Carmagnola.
Da questo punto di vista, credo sia necessaria chiarezza e credo sia necessario che l'Aula si pronunci dopo avere ascoltato le considerazioni dell'Assessore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Io invece, Presidente, ritengo di utilizzare il tempo a mia disposizione, perché credo che la discussione che stiamo svolgendo su questi ordini del giorno non serva a far conoscere, a chi ci ascolta o a chi assiste, quali siano i partiti che prendono una posizione, ma serva a trovare in quest'Aula il consenso sufficiente per votare gli ordini del giorno contro la chiusura e per convincere l'Assessore.
Quindi, quanti di noi riusciranno a trovare questi argomenti, faranno un servizio utile ai cittadini, più di quanto non lo si renda riducendo la nostra discussione ad un elenco dei partiti a favore o contrari.
Io faccio questa discussione senza dover dimostrare nulla ai cittadini di Carmagnola, perché ai tempi della mia responsabilità di governo mai si è prospettata la chiusura del punto nascite di Carmagnola, quindi non devo spendere tante parole, perché i fatti lo hanno dimostrato.
Voglio invece, anche se il riconoscimento sul lavoro svolto non sempre ha dato conforto alle scelte che abbiamo compiuto, che erano scelte di mantenimento - ma questo è un altro discorso - provare a confutare gli elementi che l'Assessore ha utilizzato in Commissione per rispondere a questo tema, nei confronti di quei Consiglieri - io tra questi - che avevano sollevato la questione, in modo tale da obbligare l'Assessore Cavallera a rispondere su contenuti nuovi e a non ripeterci una litania con la quale normalmente vengono giustificate le scelte della delibera regionale.
Veniamo al punto 1) della litania.
Massicci che ce lo chiede: che è un po' provare a parafrasare la questione "è l'Europa che ce lo chiede", che va così tanto di moda nei rapporti tra il Governo e le autonomie locali.
Ossia, è il piano di rientro che ci obbliga a mettere in atto queste misure, le quali verrebbero scientificamente rafforzate dall'adozione, in seno alla Conferenza delle Regioni, delle linee guida ripetutamente citate.
Personalmente credo che il dottor Massicci, che presiede il Tavolo LEA per la verifica dell'attuazione del piano di rientro, forse sa dov'è Torino, ma sicuramente non sa dove sia Carmagnola, ed è totalmente certo che se al dottor Massicci l'Amministrazione regionale avesse avanzato un progetto relativo all'applicazione delle linee guida nazionali, senza l'identificazione geografica, probabilmente, con un po' più di capacità retorica, sarebbe riuscito a convincerlo. Ho le mie opinioni sul dottor Massicci, ma che abbia in animo di perseguitare Carmagnola, mi sembrerebbe un po' strano.
La prima questione, quindi, è che l'Amministrazione regionale dovrebbe poter rivendicare, nei confronti delle misure che adotta e che ritiene di dover adottare in obbedienza al piano di rientro, un criterio un po' più qualitativo di quello dei parametri standard. Per adottare questo criterio qualitativo, però, bisogna formulare alcuni ragionamenti, anche di alleanza con i professionisti e con i territori, che invece di parlare di standard 500/1000 - parlino di percorsi della salute della donna e della salute del bambino, perché solo partendo da questi percorsi si riesce a motivare anche di fronte al dottor Massicci, l'adeguamento o il non adeguamento agli standard che vengono pretesi dal livello nazionale.
Al riguardo, allora, formulo alcuni esempi.
I punti nascita sono un punto riconoscibile di attività di un presidio ospedaliero, ma la fluttuazione dei dati relativi alle nascite, anno dopo anno, è data, non soltanto dall'esistenza del punto nascita in quel presidio, ma dalle scelte di comportamento delle donne rispetto a dove desiderano far nascere il proprio figlio.
Queste scelte di comportamento - i professionisti devono dirselo e dircelo chiaramente - sono anche dettate dalle relazioni tra donna e famiglia durante la gravidanza e professionista che seguirà la gravidanza.
Questo è un dato di fatto, perché ci sono punti nascita, in alcuni presidi ospedalieri, che hanno maggiore capienza della popolazione di riferimento esattamente perché c'è una capacità di orientamento e di indirizzo dei professionisti rispetto a dove far nascere i bambini, fondandolo sul rapporto di fiducia tra la donna e il professionista. Ricordo che negli anni '80 e '90 Moncalieri era il luogo privilegiato di nascita di buona parte delle donne torinesi, e non era il punto nascita di Torino.
Questo per dire che, quando si ragiona su come salvaguardare i punti nascita, si deve tener conto di quello che succede prima, per far arrivare le persone in quel punto nascita, e di quanto il sistema pubblico governi e controlli quello che succede prima. La questione è che il Piemonte è la prima Regione in Italia ad avere il maggior numero di rapporto tra donne seguite in consultorio e scelta del punto nascita nello stesso territorio.
Noi abbiamo il 50% di donne seguite in consultorio, il più alto livello tra le Regioni italiane.
questo rapporto, tra l'essere seguiti per nove mesi nel consultorio del territorio, che ti porta alla relazione con la struttura ospedaliera territoriale, ma se la Regione, come sta succedendo, non potenzia i consultori, progressivamente avremo una perdita delle scelte di riferimento verso l'ospedale di territorio.
Noi, invece, siamo tutti qui a discutere se lo standard sia quello giusto, senza curarci che gli standard vengono mantenuti se si cura il rapporto prima con il percorso della gravidanza, perché altrimenti il rischio che avremo nei punti nascita sarà quello di una concorrenza, come già stiamo verificando, tra singole organizzazioni professionali e cittadini che, se sono interessati, cercano qual è il percorso che li accompagna, e magari si accorgono che sta mancando la fase precedente.
Se invece non sono immediatamente interessati, vedono nel punto nascita l'elemento di conservazione del loro ospedale e si mobilitano.
Se, di fronte a queste mobilitazioni, la risposta dell'Assessorato è quella dello standard e del fatto che lo standard è obbligato per le disposizioni nazionali, non ci sarà nessun tipo di ascolto tra chi porta avanti la mobilitazione e chi prende le decisioni.
Quindi, credo che in questo rischio di sordità dobbiamo introdurre l'altro elemento che ci può consentire la comunicazione, cioè chiedere alla Giunta regionale di spiegarci qual è il percorso che ha osservato e studiato delle donne durante la gravidanza rispetto ai punti nascita territoriali.
Dobbiamo chiedere alla Giunta regionale di spiegarci quali sono gli elementi di sicurezza rispetto alle condizioni, ad esempio, dei trasporti intensivi neonatali, come si rapporta la scelta che sta compiendo con quello che i gruppi professionali dicono in questa materia e come si comporta la Giunta nel dislocare le professioni necessarie per garantire la tutela della salute durante la gravidanza e la tutela del bambino, ma anche delle condizioni che si presentassero difficili nel momento della nascita facendo scelte che non siano esclusivamente quelle della valutazione numerica, perché dietro allo standard di quanti bambini nascono ci sono le storie delle donne nei nove mesi che precedono la nascita e ci saranno le storie dei bambini per la vita successiva.
Questo è quello che dobbiamo pretendere per chiedere conto delle scelte che l'Assessore fa. Altrimenti gli consentiamo di rifugiarsi dietro ad un livello aritmetico e numerico, che peraltro dice di poter attribuire ad altri livelli di governo, ma da questo punto di vista credo che non facciamo un buon servizio alla salute delle persone.



PRESIDENTE

C'è ancora un iscritto a parlare e poi ci sono le eventuali repliche.
L'Assessore ha necessità di un intervento temporalmente importante, ed è più che comprensibile visto che si prendono scelte non secondarie.
Di conseguenza, per questi motivi, per gli impegni fissati con la delegazione dei lavoratori di TNT e per il proseguimento della Commissione alle ore 14.30, sospendo i lavori della seduta.
Questo permetterà a chi ha presentato gli ordini del giorno di poter replicare, all'Assessore di intervenire con il tempo necessario e ad eventuali colleghi di iscriversi per poter parlare. Il tutto avverrà nella seduta pomeridiana di martedì prossimo, perché nella seduta antimeridiana è previsto un Consiglio straordinario.
L'Assessore sarà presente e il tema sarà ripreso nella seduta pomeridiana di martedì prossimo.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Vi ringrazio per la collaborazione.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.05)



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