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Dettaglio seduta n.362 del 09/07/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1699 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Ausili per incontinenza"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1699, presentata dal Consigliere Ronzani, che ha la parola per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Caro Assessore, con quest'interrogazione, come lei avrà visto, denuncio un fatto gravissimo: i disagi in cui si sono venuti a trovare e si trovano in provincia di Biella, nell'ASL competente, quelle persone che necessitano di ausili per incontinenza (questo è il termine tecnico, mentre il termine popolare è "pannoloni"). Che cosa sta succedendo? Che i pannoloni che vengono utilizzati, da un po' di tempo a questa parte, sono scadenti, hanno una minore assorbenza e vengono inoltre forniti in quantità insufficiente ovvero non più fino a un massimo di quattro al giorno, ma di due o tre senza le traverse, il che significa creare disagi, ma anche umiliazioni a quelle persone che si trovano nella condizione di doverli utilizzare.
Per non parlare, Assessore Cavallera, visto che lei è anche Assessore alla sanità, dei rischi di decubito che tutto ciò comporta: oltre a rappresentare un problema ulteriore per queste persone, scarica nuovi costi sul sistema sanitario piemontese. Io non ti do il pannolone adeguato, tu vai incontro a una serie di rischi e la sanità piemontese avrà problemi in più da affrontare per risolvere le questioni che riguardano queste persone.
Ora, io penso che questa sia un'indecenza cui occorre porre il più rapidamente possibile rimedio.
L'ASL di Biella ha protestato - vivamente, da quanto mi è dato sapere nei confronti della società che sta fornendo questo servizio ritenendo, tra l'atro, che sono state violate alcune norme contrattuali e, sulla base di questa valutazione, ha deciso di bloccare i pagamenti. Non mi risulta però, che la ditta, per quanto inadempiente, abbia sinora sentito il dovere di rispondere alle richieste di chiarimento avanzate dall'ASL di Biella.
Vede, Assessore, la vicenda è grave in sé, ed è grave in sé per la situazione che ha creato, perché rappresenta la spia del degrado e dei problemi in cui versa la sanità della nostra Regione.
Inoltre, la vicenda degli ausili pone un problema in più e chiama in causa direttamente la responsabilità della Federazione nord-ovest, che ha deciso di prorogare, rinegoziandolo, il contratto di fornitura di tali ausili. Siccome l'ingegner Monferino, suo predecessore, doveva dimostrare al mondo che le Federazioni - quest'obbrobrio che avete messo in piedi e che tardivamente vi siete impegnati a sopprimere - era sinonimo di risparmio, di contenimento dei costi, la logica che ha ispirato l'assai discutibile rinegoziazione di questo contratto è stata quella del massimo ribasso. I risultati sono questi.
La conferma di quanto sto dicendo sta nel fatto che, a seguito della rinegoziazione, il costo di ciascun ausilio è passato da 0,84 euro a pezzo a 0,67.
Le chiedo una risposta convincente, Assessore, non una risposta evasiva, ma un impegno ad affrontare e a risolvere la questione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Voglio fare una premessa. Qui siamo nel question time, quindi nell'ambito di informazioni raccolte celermente per rispondere, mentre altra cosa sarebbero le interpellanze ordinarie, che consentirebbero un maggiore approfondimento.
Detto ciò, in riferimento a quanto esposto nell'interrogazione e ancora adesso dal Consigliere Ronzani, rappresento quanto segue.
Il Settore competente in materia ha provveduto a contattare con urgenza l'ASL di Biella per avere chiarimenti in merito alle problematiche evidenziate.
L'ASL ha fornito le seguenti risposte: le nuove modalità di fornitura e i tipi di ausili, operativi dal mese di febbraio 2013, sono stati definiti dalla Federazione Sanitaria 4 Piemonte nord-est a seguito delle prime segnalazioni di disservizio da parte di alcune strutture per anziani non autosufficienti, il giorno 20 giugno si è tenuto presso l'ASL BI, un incontro con la ditta Serenità (ex Artsana) attuale aggiudicataria della gara per la fornitura di ausili per incontinenza, al fine di superare i problemi verificatisi negli ultimi mesi con le forniture presso le citate strutture.
I rappresentanti della ditta Serenity, scusandosi per gli errori verificatisi nelle forniture, si sono impegnati formalmente (e si hanno riscontri in tal senso) a: ripristinare il numero di pezzi forniti, riallineandolo alla situazione antecedente il cambio delle modalità di fornitura risolvere immediatamente le situazioni più gravi e comunque disporre entro fine mese (giugno) l'integrazione dei pezzi mancanti per tutte le strutture prendere, entro breve tempo, contatti personali con tutte le strutture per stabilire le modalità e le caratteristiche di prosecuzione degli approvvigionamenti.
Quindi dalle comunicazioni che sono state fornite, come dicevo tali da rispondere ad un question time, sembrerebbe in essere una svolta che riallinea la fornitura su percorsi più collaudati, con modalità e, mi auguro, anche con prodotti migliorati dal punto di vista qualitativo.
Ad ogni modo, farò fare un accertamento ulteriore per vedere se quello che qui è scritto si verifica nella realtà.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1695 presentata dal Consigliere Goffi, inerente a "Equipollenza dei titoli di area sanitaria (aggiornamento dopo risposta a interrogazione del 20/11/2012)"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1695 presentata dal Consigliere Goffi, che ha la parola per l'illustrazione.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Assessore, non le illustro l'interrogazione perché ho già avuto occasione di farlo a novembre. Adesso vorrei avere solo per un aggiornamento, perché in quella sede lei aveva riferito di risolvere la questione entro la fine del 2012, in quanto si attendeva una Conferenza dei servizi entro il dicembre dello stesso anno. Quindi volevo solo capire se essendo ormai trascorsi nuovamente sette mesi da quella data, c'è una previsione cronologica o tempistica un po' più certa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
In via preliminare, è necessario precisare che si tratta di riconoscimento di equivalenza e non di equipollenza, ma questi sono dei distinguo burocratici.
In proposito, si comunica che, in data 6 giugno 2013, si è riunita la Conferenza dei Servizi indetta dal Ministero della Salute e di cui fanno parte rappresentanti del Ministero della Salute, del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e delle Regioni. Nella riunione suddetta, che si considera conclusiva delle operazioni di disamina delle istanze pervenute alla Conferenza dei Servizi riguardanti il primo avviso pubblico (professioni sanitarie tecniche), il Ministero della Salute ha illustrato l'avanzamento dei lavori a seguito dell'istruttoria effettuata dalle Regioni, informando che, su un totale di 2.202 pratiche pervenute, sono stati emessi 1.658 decreti di equivalenza, sono state restituite 235 pratiche pervenute perché titoli già equipollenti e sono rimaste in sospeso 309 pratiche esaminate nel corso della seduta per arrivare ad una decisione conclusiva che tenga conto sia dei criteri stabiliti dall'Accordo Stato-Regioni del 10 febbraio 2012, sia dei criteri individuati e stabiliti nelle precedenti sedute della Conferenza dei Servizi, in particolare nelle sedute del 18 dicembre 2012 e del 20 febbraio 2013. Le soluzioni adottate dalla Conferenza dei Servizi in questa prima fase costituiranno le linee fondamentali che guideranno l'azione delle Regioni e della Conferenza stessa per gli avvisi futuri.
Permangono, tuttavia, alcune questioni ancora irrisolte, in modo particolare in relazione all'accesso alle misure compensative presso le Università per coloro che non sono in possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado: il Ministero della Salute e dell'Università dovranno formulare proposte e proporre soluzioni in merito.
L'Osservatorio Interregionale Fabbisogni Formativi - tavolo tecnico costituito in seno alla Commissione Salute per le problematiche relative alle figure professionali sanitarie e di cui fanno parte i funzionari competenti in materia di tutte le Regioni - nella riunione del 3 luglio u.s., convocata al fine di concordare, nelle more della soluzione delle problematiche ancora aperte, modalità e tempi per l'emanazione dell'avviso pubblico per i titoli dell'area riabilitativa, ha stabilito di inviare una nota al Ministero della Salute con la quale, fra le altre cose, viene dichiarata la disponibilità delle Regioni a calendarizzare per l'autunno l'avvio del procedimento per l'emanazione del bando in argomento.
Si è al momento in attesa di conoscere le determinazioni che verranno assunte in merito dal Ministero della Salute.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1694 presentata dal Consigliere Cursio, inerente a "Piano Piemontese di Promozione delle Vaccinazioni 2009"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1694, presentata dal Consigliere Cursio, che ha la parola per l'illustrazione.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Avevo già presentato un'interrogazione lo scorso anno sul tema.
Perché ripresentarla oggi? Perché nulla di fatto è avvenuto e ritengo un episodio piuttosto grave la disattenzione della Giunta. Ricordo che allora la risposta avvenne per voce della qui presente Assessore Quaglia.
La risposta fu insoddisfacente e il prosieguo ancora di più. Perché? Perch c'è una legge regionale che rende le vaccinazioni non più obbligatorie.
Tuttavia chi ha predisposto quella lettera ha inteso equivocare mettendo palesemente in evidenza la necessità e il dovere. Infatti richiama, dicendo: "Gentile Genitore, deve sottoporre alle vaccinazioni prioritarie suo figlio, in data XXX".
Non essendo obbligatorie le vaccinazioni, ritengo che sia per lo meno equivoca l'espressione "deve". Sarebbe stato molto più semplice se, a seguito della mia interrogazione, fossero stati presi provvedimenti con i quali si faceva presente la non obbligatorietà delle vaccinazioni e, in più, si aggiungeva che, nel caso in cui avesse voluto, ritenendosi prioritarie - anche su questo potremmo discutere, ma non è questa la sede il genitore poteva portare o meno suo figlio presso l'Istituto preposto.
In verità, questa è solo una parte di ciò che vorrei chiedere all'Assessore alla sanità, visto che è presente. Si fa presente nella medesima lettera che il genitore viene informato attraverso una brochure presente all'interno della comunicazione e questo non risulta vero. Cioè non si riceve alcuna informazione e lei, Assessore, saprà che è obbligatorio il consenso informato, che si ottiene solo dopo aver, in maniera inequivocabilmente chiara, espresso la posizione e dopo essere stato informato circa gli eventuali rischi che corre il bimbo.
Potrei portarle i dati dai quali emerge che chi si sottopone alle vaccinazioni corre più rischi di quanti ne corra chi non si sottopone a vaccinazione.
Assessore, mi auguro che lei voglia darmi una risposta e soprattutto voglia prendere provvedimenti, perché diversamente sarò, mio malgrado costretto io a provvedere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Le vaccinazioni attualmente offerte in modo attivo e gratuito nel nostro Paese sono quelle previste dal Piano nazionale di Prevenzione vaccinale (PNPV) 2012-2014, approvato con un'Intesa Stato-Regioni nella seduta del 22 febbraio 2012 e pubblicato nel supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale del 12 marzo 2012.
Tale recente previsione normativa ha reso anacronistica la distinzione tra vaccinazioni raccomandate e obbligatorie.
In Piemonte l'offerta vaccinale definita come "prioritaria" coincide con quella del PNPV.
Nel condividere le argomentazioni riportate nell'interpellanza, si conferma che l'opera dei Servizi vaccinali piemontesi, unita all'adozione di un approccio promozionale volto a conseguire l'adesione convinta e consapevole, basata sulla completezza d'informazione e sulla assoluta libertà di scelta (corroborata anche dalla sospensione delle sanzioni amministrative nei confronti dei soggetti che rifiutano la vaccinazione) hanno portato al raggiungimento di livelli di copertura vaccinale tra i più elevati nel nostro Paese.
Alla luce della segnalazione del Consigliere Cursio è stata effettuata una ricognizione presso i Servizi vaccinali delle ASL per verificare la piena corrispondenza delle lettere di invito alla prima vaccinazione e degli altri materiali informativi alle indicazioni del Piano Piemontese di Promozione delle Vaccinazioni (PPPV 2009) che, come ho detto prima coincide con il Programma nazionale. Al fine di uniformare i contenuti delle lettere e superare così alcune incoerenze riscontrate, sono state fornite ai Servizi vaccinali delle ASL, tramite il SeREMI, indicazioni tecniche per la standardizzazione dei contenuti degli strumenti di comunicazione.
Si confida che le anomalie segnalate nell'interpellanza non avranno più ragione di ripetersi.


Argomento: Volontariato - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1697 presentata dalla Consigliera Bresso, inerente a "Attuazione del programma di interventi di cooperazione sanitaria"

Argomento: Volontariato - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1702 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Bando 2013 per il personale sanitario disponibile a svolgere attività di volontariato all'estero nell'ambito di progetti di cooperazione sanitaria internazionale"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1697, presentata dalla Consigliera Bresso, e all'interrogazione a risposta immediata n.
1702, presentata dalla Consigliera Artesio.
Trattando lo stesso tema, l'Assessore renderà una risposta congiunta.
La parola alla Consigliera Bresso per l'illustrazione.



BRESSO Mercedes

Siccome il tema è lo stesso, è opportuna una risposta unica.
Credo che la questione sia nota all'Assessore. Poiché appariva poco opportuno che le ASL svolgessero politica di cooperazione internazionale in proprio, come in passato era avvenuto, la Giunta, che ha la competenza in materia di cooperazione internazionale, scelse di rimborsare alle ASL le remunerazioni del personale che domandasse di partecipare a progetti di cooperazione sanitaria internazionale chiedendo un'aspettativa retribuita fermo restando che se non si chiede aspettativa retribuita, ma una normale aspettativa non retribuita, si può fare quanto si desidera.
In questo caso, richiedendosi un'autorizzazione delle ASL, appariva opportuno che questa autorizzazione fosse data e il relativo rimborso venisse fornito dalla Regione Piemonte.
Mi risulta che si tratti di un'attività molto interessante e molto importante, che, in genere, è molto apprezzata dai Paesi con i quali si svolge la cooperazione.
Il 27 dicembre 2010 fu previsto un rifinanziamento di questo programma con uno stanziamento, allora, di 100 mila euro, che poi doveva essere previsto anche per il 2012 e il 2013.
Al momento non si hanno notizie. Risulta che i dipendenti interessati che hanno chiesto di partecipare a questo progetto, siano in attesa di una decisione. Questo, ovviamente, tenuto conto che si tratta di riorganizzare la propria vita per un periodo, li mette nella condizione, di fatto, di non poter partecipare al programma o crea alle ASL delle difficoltà nel procedere alla sostituzione, in questi momenti, in particolare, di gran difficoltà e di carenza di personale.
Quindi, all'Assessore chiedo che cosa è avvenuto relativamente a questi fondi; dove siano andati a finire; se esistono; se è possibile trasmettere alle ASL l'informativa necessaria per consentire al personale di presentare domanda e di rientrare, eventualmente, nel progetto e nel relativo finanziamento che riguarda solo il rimborso dei costi vivi del personale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bresso.
La Consigliera Artesio rinuncia all'illustrazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 1702.
La parola all'Assessore Cavallera per la risposta congiunta alle interrogazioni a risposta immediata n. 1697 e n. 1702.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Le interrogazioni in oggetto trattano entrambe il tema della cooperazione sanitaria internazionale e pertanto si chiede di poter dare alle stesse una risposta unica, come già ammesso dalla Presidenza.
Con delibera della Giunta regionale n. 1-11580 del 15 giugno 2009 sono stati stabiliti i nuovi criteri per il prosieguo del programma di interventi di assistenza sanitaria a favore dei cittadini extracomunitari di cui all'articolo 32, comma 15, della legge n. 449/1997 e all'articolo 16 della legge regionale n. 4 del 28 febbraio 2005, attraverso l'approvazione di uno specifico protocollo d'intesa per l'attuazione del programma medesimo, precedentemente attivato con deliberazione n. 129-14128 del 22 novembre 2004. Il protocollo è stato siglato tra la Regione Piemonte, il Comune di Torino e l'allora Azienda Ospedaliera OIRM/Sant'Anna in data 1 settembre 2009, con validità biennale.
Considerati gli esiti positivi delle modalità operative previste, che hanno consentito nel biennio di efficacia del protocollo l'invio di n. 23 operatori sanitari in Paesi in via di sviluppo e l'accesso alle cure prevalentemente oncologiche e cardio-chirurgiche, di n. 56 bambini provenienti da Paesi in via di sviluppo, la Giunta regionale, con propria deliberazione n. 213496 del 27 febbraio 2012, ha ritenuto di rinnovare il protocollo d'intesa tra la Regione Piemonte, il Comune di Torino e l'allora Azienda Ospedaliera OIRM/Sant'Anna, ora Città della Salute, per la durata di quattro anni. Tale accordo è stato sottoscritto dalle parti in data 29 giugno 2012.
In particolare, nel quadro delle azioni di cooperazione sanitaria internazionale a favore dei Paesi in via di sviluppo, secondo quanto disposto dall'articolo 13, comma 4, della legge regionale 17 agosto 1995 n. 67 (Interventi regionali per la promozione di una cultura ed educazione di pace per la cooperazione e la solidarietà internazionale), la Regione ha ritenuto opportuno prevedere azioni per sostenere le organizzazioni non governative (ONG) riconosciute dal Governo italiano, nonché le associazioni e le istituzioni di volontariato internazionale, aventi sede nella regione responsabili dell'attuazione di specifici progetti di intervento. Tale sostegno avviene attraverso l'attività svolta dal personale sanitario volontario dipendente dalle strutture sanitarie pubbliche regionali.
A tal fine, così come previsto dall'articolo 20 della legge regionale n. 12 del 23 maggio 2008, il personale sanitario dipendente delle strutture sanitarie pubbliche del Piemonte con contratto a tempo indeterminato disponibile a svolgere attività di volontariato all'estero, può usufruire di un periodo di aspettativa retribuita della durata complessiva non superiore ad un mese per ciascun anno solare. Tali periodi sono utilizzati per l'attuazione di specifici progetti sanitari approvati preventivamente dalla Regione.
In attuazione di tali disposizioni, è stato predisposto un bando pubblico, il cui schema è stato approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 51-10154 del 24 febbraio 2008, che ha consentito l'avvio del programma e permesso alle Associazioni di richiedere la disponibilità di personale sanitario e, alle strutture sanitarie da cui dipende tale personale, di ottenere rimborsi del costo aziendale sostenuto per riconoscere l'aspettativa retribuita, come previsto dalla determina dirigenziale n. 858 del 26 novembre 2008. Con la legge regionale n. 25/2010 è stato previsto il rifinanziamento del programma con uno stanziamento pari a 100 mila euro per l'anno 2011 e per ognuno degli esercizi 2012 e 2013.
Temporaneamente, entrambi gli stanziamenti sui capitoli di bilancio n.
162909/2013 e n. 157322/2013, previsti per l'anno 2013 con legge regionale 27 marzo 2013, n. 4, non presentano le risorse per fare luogo a nuovo bando.
Tuttavia, si prevede la nuova iscrizione delle somme in tempo utile per far luogo a entrambi i bandi ("Accesso a cure di alta specializzazione di bambini provenienti da Paesi in via di sviluppo" e "Volontariato di personale sanitario del Servizio Sanitario Nazionale in congedo retribuito in Paesi in via di sviluppo"), compatibilmente alle disponibilità necessarie. Sarà mia cura seguire questa partita perché si traduca effettivamente in un ristanziamento di queste cifre, penso con procedure amministrative, da quanto mi è stato riferito.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1701 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Appalto per servizi di monitoraggio del trasporto ferroviario"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1701, presentata dal Consigliere Biolé, che dispone di tre minuti per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Condivisibile nell'oggetto, l'interrogazione chiede delucidazioni a proposito dell'appalto per servizi di monitoraggio del trasporto ferroviario.
Noi sappiamo che è stata bandita una gara per servizi di monitoraggio del trasporto ferroviario in Piemonte, che si è conclusa regolarmente nel febbraio 2012.
La ditta vincitrice ha atteso prima di iniziare l'opera di reclutamento del personale; tra marzo e aprile di quest'anno una quindicina di persone erano già state contattate per svolgere l'opera di monitoraggio.
Successivamente, da quanto ci è stato comunicato, pare sia stato tutto congelato e ai lavoratori non sia stata data informazione di quanto stava accadendo.
A causa di questo ritardo, ovviamente, ci sono questioni relative al danno, eventualmente occupazionale, per almeno una quindicina di lavoratori, per gli utenti e per la Regione, relativamente al servizio in sé. Chiediamo all'Assessore quali sono i dettagli causali e consequenziali dell'intera vicenda, con particolare attenzione all'assegnazione e al successivo congelamento di questi sviluppi relativi al bando, augurandoci che l'intera operazione vada a buon fine nel prossimo futuro. Grazie Presidente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bonino per la risposta.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
In relazione ai contenuti dell'interrogazione, riporto alcuni dati che ho chiesto agli Uffici di approfondire, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti amministrativi relativi all'intoppo delle procedure di assegnazione della gara.
Con determinazione del 27 luglio 2011, si è proceduto all'indizione di procedura aperta per l'affidamento del servizio di monitoraggio del trasporto ferroviario in Piemonte, approvando, nel contempo, il Progetto ai sensi dell'articolo 279 del DPR del 2010, disciplinante i criteri e le modalità della procedura di gara per la scelta dell'affidatario del servizio, secondo il criterio di aggiudicazione di cui all'articolo 83 del medesimo decreto legislativo.
Con determinazione del 20 dicembre 2011 il Dirigente del Settore Attività Negoziale e Contrattuale ha proceduto all'approvazione degli atti di gara.
Con determinazione 2012 il Settore Attività Negoziale e Contrattuale procedeva a nominare la Commissione Giudicatrice per la valutazione delle offerte tecniche ed economiche (tutti i riferimenti puntuali li lascio nella copia del verbale).
Espletate tutte le attività inerenti alla procedura ad evidenza pubblica, con determinazione del 2012 si è proceduto all'aggiudicazione definitiva del servizio in oggetto all'operatore economico Scenari S.r.l.
corrente in Napoli, Via Diocleziano n 42...



NOVERO GIANFRANCO



PRESIDENTE

Mi scusi, Assessore, ma non si riesce a sentire.
Abbiate pazienza, per favore: chi vuole parlare esca dall'aula! Continui, prego.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Avverso tale aggiudicazione l'ATI Irteco-Pragma, seconda in graduatoria, notificava alla Regione Piemonte, in data 11 gennaio 2013 ricorso avanti il TAR Piemonte, con richiesta di sospensione e di misura cautelare monocratica.
Il Presidente del TAR Piemonte, con decreto n. 42/2013 del 19 gennaio 2013, respingeva l'istanza di misura cautelare monocratica, fissando la trattazione collegiale per la Camera di Consiglio del 7 febbraio 2013.
Con Ordinanza n. 69/2013, il TAR Piemonte respingeva l'istanza cautelare richiesta dall'ATI Irteco più altri.
Successivamente, parte ricorrente notificava motivi aggiunti alla Regione Piemonte in data 19 febbraio 2013, con nuova richiesta di sospensione e di misura cautelare monocratica.
Il Presidente del TAR con decreto n. 108/2013 respingeva nuovamente l'istanza di misura cautelare monocratica. Di seguito, il Collegio con Ordinanza n. 139/2013 del 22 marzo 2013 accoglieva l'istanza cautelare "limitatamente al terzo motivo aggiunto di ricorso, in relazione ai requisiti di fatturato esibiti dalla controinteressata", fissando udienza pubblica di discussione del merito...



PRESIDENTE

Chiedo ancora scusa, Assessore.
Per favore! Se smettete di parlare forte...
Chiedo scusa, colleghi! Se la smettete di parlare forte, andiamo avanti, altrimenti interrompo il Consiglio! Continui, prego.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Dicevo, l'udienza pubblica della discussione nel merito era fissata per il 7 novembre 2013.
Avverso tale Ordinanza del TAR, la società Scenari S.r.l. ha proposto ricorso in appello notificato alla Regione Piemonte in data 15 maggio 2013.
per chiedere l'annullamento, previa sospensione, dell'Ordinanza n. 139/2013 di cui sopra.
L'ordinanza del Consiglio di Stato n. 2084/2013 in riforma dell'ordinanza cautelare del TAR Piemonte, ha accolto l'appello cautelare proposto da Scenari S.r.l. nei limiti in essa indicati (limitatamente al paventato periculum in mora riservando l'esame dell'analogia delle fatture al merito della causa).
In relazione a ciò sono state immediatamente attivate dalla Regione Piemonte le procedure idonee alla sottoscrizione del Contratto con Scenari S.r.l. prodromiche all'avvio dell'esecuzione dell'appalto.
Nel corso dell'estate si ritiene quindi che possa avere inizio l'attività ispettiva.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Bonino.
Chiedo scusa. Abbiate pazienza, non è possibile che si debba interrompere l'Assessore due volte, e avrei dovuto farlo ancora ulteriormente, cari Capigruppo e che non si possa andare avanti nel lavoro.
Prima di andare avanti, vorrei che ci fosse un po' di silenzio.
Consigliere Pedrale, ne ha ancora per molto? Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1696 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Postazione gratuita dei referti di analisi di laboratorio presso le ASL di Cuneo, omogeneizzazione del servizio"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1696, presentata dal Consigliere Ponso.
La parola, per l'illustrazione, al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Ho presentato quest'interrogazione in ordine ad una problematica che al di là di quali servizi fanno capo a questa o quella ASL o a questa o quella Azienda Ospedaliera, rappresenta un danno per gli utenti finali del servizio sanitario piemontese, ovvero i cittadini, in particolare, gli anziani.
Ho fatto questa premessa, perché ho letto la replica della settimana scorsa del Direttore generale della ASL Cuneo 1 ad una mia segnalazione arrivata anche dall'Associazione di Volontariato e Solidarietà ad Anziani Si può - (AVSA) in merito al servizio di domiciliazione dei referti di laboratorio di analisi.
Ritengo che le Regione debba stabilire regole chiare, Assessore, regole precise sul servizio di postalizzazione dei referti nel territorio della provincia di Cuneo.
Non è ammissibile che in alcuni laboratori di analisi dell'ASL Cuneo 1 ad esempio, presso la sede di Via Carlo Boggio, il recapito a mezzo posta sia gratuito, mentre in altri, invece, tra cui Cervasca, Saluzzo, Mondovì e in particolare il distretto di Dronero, preveda il costo di oltre cinque euro per raccomandata.
La difformità del servizio non si registra soltanto sul territorio servito dall'ASL Cuneo 1, ma anche tra le stesse Aziende Sanitarie.
Infatti, come riporta il portale dell'ASL Cuneo 2 (Alba-Bra), la consegna a domicilio degli esami effettuati presso i laboratori di analisi è gratuita.
Non deve esistere discrezionalità in questo tipo di servizio, questo indipendentemente dal fatto che il laboratorio di Via Carlo Boggio faccia capo ad ASO e non ad ASL, come ha voluto precisare il Direttore dell'ASL Cuneo 1, dottor Bonelli, anche perché credo di non affermare delle inesattezze quando dico che agli utenti del servizio sanitario regionale non interessa su chi ha competenza su questo o su quel laboratorio di analisi, ma piuttosto sapere di poter usufruire di un servizio che funziona bene e che se prevede un costo questo non sia discrezionale.
Una sanità che funziona, avente come fine ultimo il soddisfacimento delle esigenze di chi usufruisce dei servizi e delle prestazioni sanitarie dovrebbe pertanto garantire la massima efficienza al minor costo. Nel caso dell'invio dei referti di laboratorio a domicilio si tratta di un servizio utilissimo per chi, anziani e disabili in primo luogo, non ha nessuno che possa ritirare gli esami in sede, ma non si può pensare che a seconda di dove si eseguono gli esami questi siano gratuiti da una parte e pagamento dall'altra. Quindi, il problema sussiste e non si risolve relegando la questione ad una mera ragione di competenze ASL oppure ASO, ma pensano invece a Poste Italiane e di avviare una collaborazione che preveda l'invio gratuito per le fasce di reddito più deboli e per chi ha problemi di salute tali da richiedere esami di laboratorio più frequenti. Auspico, pertanto al di là delle considerazioni del Direttore generale dell'ASL Cuneo 1, che la Regione intervenga per dare uniformità al servizio affinché i pazienti e gli stessi ambulatori dei centri minori non vengano penalizzati rispetto a quelli della città di Cuneo.
Inoltre, mi auguro - su questo aspetto spero che l'Assessore mi rassicuri - che si avvii definitivamente l'informatizzazione delle varie modulistiche, tra cui la consultazione e l'acquisizione on line dei reperti o l'invio degli stessi per coloro che non hanno ovviamente computer a casa (vedi gli anziani) presso le farmacie della Provincia. Perché consentirebbe di ridurre notevolmente gli sprechi e di mettere a disposizione nuove risorse per l'efficientamento dei servizi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Le informazioni che adesso leggerò sono state assunte direttamente presso la Direzione dell'Azienda Sanitaria CN1...
Presidente, credo che la mia voce non arrivi...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Assessore: sospendo per tre minuti il question time perché è impossibile andare avanti! I signori Consiglieri sono pregati di dirsi in questi tre minuti tutto il cavolo che vogliono e poi di smetterla! Prego, Assessore Cavallera: continui.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Con riferimento alle modalità di distribuzione dei referti di laboratorio da parte dell'Azienda sanitaria CN1, è necessario precisare che l'Azienda ha aderito, fin dal 2008, al progetto "Imbuchiamo gli esami" finanziato dagli Assessorati alla montagna e alla sanità della Regione Piemonte, avendo come referente sul territorio la Comunità montana. Tale progetto consentiva di inviare gratuitamente al domicilio del cittadino che ne avesse fatto richiesta il referto degli esami di laboratorio. Il progetto era peraltro riservato alle aree disagiate del nostro territorio anche se in seguito l'ASL aveva deciso l'estensione del servizio alle altre aree territoriali, con costi aggiuntivi a carico del bilancio aziendale.
A completamento dell'informazione, si segnala che solo circa la metà delle Aziende Sanitarie Regionali continua a consegnare gratuitamente tali referti, mentre l'altra metà fornisce il servizio a pagamento con costi differenziati o non consente la ricezione a domicilio.
Giunti all'esaurimento i finanziamenti assegnati dalle Comunità montane all'ASL CN1, in considerazione della situazione economica dell'Ente l'Azienda ha deciso di continuare a prevedere la possibilità di spedizione a domicilio su richiesta del paziente, con costi a suo carico. La tariffa che l'utente deve pagare è di 5,70 euro, che è quella prevista dalle Poste per la consegna tramite raccomandata inclusiva del servizio di contrassegno. Questa situazione è comune a tutti i punti di prelievo gestiti dall'ASL CN1: non esiste pertanto, per quanto attiene ai servizi facenti capo all'Azienda, alcuna difformità di trattamento. Il citato laboratorio di Via Carlo Boggio a Cuneo fa infatti capo all'ASO Santa Croce e Carle e non all'ASL CN1. Consapevoli che la tariffa da pagare è un importo significativo e che comunque il ritiro gratuito presso gli sportelli può risultare ad alcuni utenti disagevole, l'Azienda ha già avviato un progetto specifico che, senza gravare sul bilancio, riduca il costo della consegna. In particolare, sono in fase di avanzata progettazione modalità di consegna on line, modalità di consegna presso le farmacie provinciali tramite accordo con l'Associazione di categoria e presso gli sportelli inSalute, attivati in via sperimentale da maggio 2013 in collaborazione con la Coldiretti di Cuneo e la Confartigianato Impresa.
Tali modalità saranno progressivamente attivate già a partire dal mese di agosto 2013, al fine di offrire una gamma di opzioni volta a soddisfare tutte le possibili esigenze dell'utenza: riassumendo, quindi, ritiro presso le farmacie, on line e presso alcuni sportelli.
Naturalmente, l'interrogazione costituisce per me anche un'occasione per vedere come vanno le cose su tutto il territorio regionale e per seguire quell'unificazione del sistema anche dal punto di vista informatico e della digitalizzazione del settore, o almeno per ciò che attiene ai referti. Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1698 presentata dal Consigliere Gariglio, inerente a "Pagamento degli stipendi e degli oneri previdenziali relativi al personale del Consorzio Formont"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1698, presentata dal Consigliere Gariglio, che ha la parola per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Non starò qui a rubare tempo ai colleghi, tediandovi sui mali della formazione professionale e sui tardati pagamenti a tutte le realtà della formazione, tema noto e già dibattuto in quest'Aula. Voglio però appuntare l'attenzione su una situazione particolarmente delicata quale quella del Consorzio Formont che, a differenza degli altri, è un Ente che ci è praticamente nato in casa, in quanto costituito nel 1984 per iniziativa della Regione Piemonte.
Sappiamo che il credito che le agenzie formative hanno accumulato nei confronti delle Pubbliche amministrazioni ha determinato in molti casi la sospensione dell'attività lavorativa e del pagamento degli stipendi. Una condizione simile si verifica anche nel Consorzio Formont e si aggiunge penso di poterlo dire senza smentite - ad una situazione parecchio grave del bilancio complessivo, frutto anche di alcune scelte su cui avremo presto occasione di tornare in questa sede, a seguito di altri atti del sindacato ispettivo.
Sostanzialmente, dunque, interrogo la Regione per sapere quali meccanismi abbia posto in essere per cercare di sbloccare il pagamento degli stipendi del personale e il versamento degli oneri previdenziali perché nel caso di Formont paiono inevasi anche gli oneri previdenziali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gariglio.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La situazione è all'attenzione dell'Assessorato alla formazione professionale e al lavoro e della Direzione istruzione, formazione e lavoro che, con tutti i mezzi possibili, hanno cercato di risolvere la problematica dei ritardi di pagamento alle agenzie formative o, quantomeno di attenuare al massimo gli effetti di un momento particolarmente difficile per tutto il sistema pubblico e privato piemontese.
Il Dlgs. n. 35 del 2013 permetterà di liquidare i debiti pregressi e le somme andate in perenzione a fine 2012. La Ragionerà regionale si è attivata immediatamente per espletare le procedure previste nel decreto nel più breve tempo possibile, in modo da poter ottenere dallo Stato le risorse e immediatamente pagare i debiti pregressi.
Si ricorda che il decreto prevede una priorità per il pagamento dei debiti dovuti agli Enti locali e quindi i debiti verso le Province sono stati inseriti in questo percorso.
L'Assessore ha promosso un incontro tra la Ragioneria regionale e le Ragionerie provinciali, alla presenza dei dirigenti del Lavoro e della Formazione, affinché siano sensibilizzati ad ottemperare ai successivi provvedimenti a loro carico.
Contestualmente alla definizione delle procedure previste dal Dlgs. n.
35 - che per la prima tranche possiamo ipotizzare si completino entro luglio - la Giunta regionale ha approvato in data 21 maggio 2013 una DGR con cui ha istituito un fondo rotatorio di garanzia per lo smobilizzo dei crediti delle agenzie verso gli Enti locali piemontesi, in modo da agevolare la concessione di credito da parte del settore bancario.
Parallelamente, l'Assessore Porchietto ha promosso un incontro avvenuto in data 21 maggio 2013, con ABI e INPS per sensibilizzare tali Enti ai problemi, soprattutto quelli contingenti, delle agenzie. In tale occasione si è stabilito di incontrare i responsabili di tutti gli istituti di credito che sono maggiormente di riferimento per le agenzie; l'incontro è avvenuto in data 28 maggio 2013.
Intanto la Ragioniera regionale ha provveduto al pagamento di una quota di crediti direttamente vantati dal sistema della formazione verso la Regione, per 1.970.000 euro. In merito alle risorse provenienti dalla certificazione POR FSE in data 3 e 5 giugno, sono stati emessi mandati verso le Province per una somma di 39.459.000 euro, già certificati in data 14 aprile 2013, e si è chiesto alle Province di provvedere ad effettuare i pagamenti dei debiti verso la formazione-lavoro.
Le Province più significative - Torino, Cuneo, Vercelli e Alessandria hanno attivato immediatamente le proprie procedure. Per ciò che attiene alle altre, si sta monitorando costantemente la situazione.
Relativamente a Formont, la Provincia di Torino ha emesso mandati per euro 490 mila; Cuneo per 140 mila e Vercelli per 40 mila euro. Con un grande sforzo organizzativo della Direzione Istruzione, Formazione professionale e Lavoro e dell'Autorità di certificazione, si è provveduto ad inviare un'ulteriore quota di certificazione in data 3 luglio 2013, per euro 59.288.588,09, raggiungendo già il target di ottobre, e attivando immediatamente le risorse dell'Unione Europea. Quindi si prevede entro settembre di incassare ulteriori 50 milioni di euro (quota europea più quota statale).
Lascio comunque la copia scritta per l'interrogante.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1703 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Il futuro dei lavoratori TNT Express Italy"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 1703 presentata dalla Consigliera Cerutti, che ha la parola per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Abbiamo voluto porre quest'interrogazione a risposta immediata perch crediamo che il problema dei lavoratori TNT, che sappiamo essere un problema non solo piemontese, tocca la realtà piemontese in modo particolarmente pesante. Il Piemonte, infatti, è stato fortemente colpito dal provvedimento deciso dalla TNT Express Italy, che colpisce 267 lavoratori degli stabilimenti della nostra regione: 244 della direzione generale di San Mauro Torinese e Settimo Torinese; sei delle filiali di Asti; sei di Cuneo e Omegna e cinque a Serravalle Sesia.
L'atteggiamento dell'azienda scarica esclusivamente la crisi e le difficoltà dell'impresa a livello mondiale sull'occupazione dei lavoratori italiani, oltretutto attraverso un metodo unilaterale e lesivo delle relazioni industriali.
Pensiamo sia necessario che la Regione, anche in accordo con le altre Regioni, intervenga in modo puntuale. Sappiamo che i lavoratori, tramite le organizzazioni sindacali, hanno chiesto un incontro alla Regione all'Assessorato, ancora non calendarizzato, per avere notizia sugli ultimi sviluppi della vicenda TNT.
Se n'è discusso anche sui media e venerdì sera vi è stata una manifestazione in Piazza Castello. Il 3 luglio si è interrotto il confronto tra le organizzazioni sindacali e la società TNT, con la sottoscrizione del verbale di mancato accordo.
Alla luce di ciò, i lavoratori hanno dichiarato una nuova giornata di sciopero per tutto il personale, diretto e indiretto, dopo le mobilitazioni a cui facevo riferimento del 28 giugno e del 2 luglio. Avremmo, quindi, un nuovo sciopero per il 19 luglio.
Va sottolineato che la TNT Express ha messo sul piatto solo una ricollocazione di 170 lavoratori in tutta Italia, tra quelli che volontariamente vorranno accettare di trasferirsi dalle filiali che chiudono a quelle più vicine, ed ha annunciato che forse costituirà a Torino un polo per svolgere attività di data entry di tutte le filiali in Italia. Al momento, quest'attività di data entry è gestita dai soci lavoratori delle cooperative.
In sostanza, quindi, la TNT annuncia altri esuberi in quelle attività che rappresentano il core business per un corriere espresso, che da tempo sono state esternalizzate con un notevole risparmio di costi e conseguente sfruttamento di lavoratori.
La TNT Express, per la ricollocazione degli esuberi, si è rivolta ad una società di outplacement. Sicuramente questo esercizio ha avuto un costo: quei soldi potevano essere utilizzati diversamente.
A questo punto chiediamo che si comprenda quali sono le azioni in campo, proprio perché i tempi sono molto stretti. In realtà, sarebbe necessario un'interlocuzione con il Ministero dello Sviluppo e con il Ministero alle Infrastrutture - cosa che non è accora avvenuta - e un raccordo dell'Assessore regionale con gli altri Assessori al lavoro della Regione Liguria e della Regione Toscana.
Noi chiediamo a che punto sono - e se ci sono - queste attività, perch crediamo che questa sia una realtà molto complessa e da seguire attentamente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

A seguito dell'attivazione della procedura di mobilità - avvenuta il 10 giugno u.s. - da parte di TNT Express, l'Assessore al lavoro ha indetto una riunione per il giorno 28 giugno, a cui erano stati convocati l'Amministratore delegato dell'Azienda, Toni Jakobsen, Mino Giachino (consulente del Ministro dei Trasporti Lupi), la Provincia di Torino, le Istituzioni locali interessate dalla dichiarazione di esuberi e le Organizzazioni Sindacali.
Il dottor Massimo Boccaccio, direttore del personale TNT, il 26 giugno aveva fatto pervenire una nota con la quale comunicava l'impossibilità a partecipare al tavolo "date le problematiche e le implicazioni che impattano su tutto il territorio nazionale" (ricordate anche dall'interrogante), per le quali era stato costituito un tavolo di discussione a Roma.
Nell'incontro del 28 giugno, dopo un'approfondita discussione nella quale è emersa la preoccupazione per il futuro, non solo di TNT, ma della logistica in Piemonte, l'Assessore si è impegnata a richiedere un tavolo di confronto al Ministero dello Sviluppo Economico dove parlare, insieme al Ministro dei Trasporti, delle future prospettive e degli investimenti sulla logistica che il Governo vorrà attuare, e riconvocare un tavolo politico regionale specifico su TNT, al quale verrà nuovamente invitata l'azienda per sviluppare strategie sulla logistica locale. Un tavolo che veda come punto centrale il patto sulla logistica annunciato il 27 giugno u.s. dai Presidenti delle Regioni Piemonte e Liguria e per il quale è già stata fatta una richiesta all'Assessore Bonino.
La Regione Piemonte intende vedere la logistica come motore per lo sviluppo delle attività produttive e sfruttare questo momento di crisi come un'opportunità di rilancio e di investimento su piattaforme moderne ed efficienti.
Questa impostazione è stata condivisa anche dalle organizzazioni sindacali piemontesi, che in questo modo hanno ulteriori argomenti per trovare soluzioni al tavolo tecnico che sta affrontando la discussione sulla procedura di mobilità e che, al momento, vede ancora la netta contrapposizione fra le parti.
Oggi l'Assessore Porchietto non poteva essere presente, però ribadisco la disponibilità a tenere aggiornata l'Aula sull'andamento della situazione.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1704 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Carenza di personale infermieristico e sostituzione tramite cooperative nelle strutture sanitarie piemontesi"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 1704 presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Assessore Cavallera, è un tema - sicuramente lo affronteremo anche giovedì in IV Commissione - molto sentito nelle ultime settimane soprattutto a seguito dell'inizio dello sciopero della fame di alcuni infermieri, con un presidio davanti all'ospedale Molinette di Torino proprio in merito alle difficoltà dovute a seguito dell'adozione delle nuove delibere della Giunta regionale, con un blocco del turnover totale del personale del comparto sanitario per il 2013 e parziale al 50% per il 2014 e il 2015.
Non leggo il testo dell'interrogazione, trattandosi di fatti e di questioni ben note all'Assessore Cavallera, anche se ancora fresco dell'incarico, ma saprà benissimo, essendo stato ben aggiornato, della riduzione del personale avvenuta negli anni 2011-2012, pari a circa 1.620 unità. Ancora meglio saprà che con l'insieme delle delibere assunte prima e in seguito al nuovo Piano di rientro 2013-2015, vi saranno altri 1.800 posti di lavori in meno nella sanità, di cui molti insisteranno soprattutto sul comparto sanitario, in particolar modo degli infermieri.
Al di là dell'obbligo di legge nazionale del 2009, che prevedeva il tetto massimo di spesa per il personale sanitario alla spesa del 2004 ridotto dell'1,4%, ovviamente al tetto delle valutazioni degli stipendi che vi sono stati negli anni, chiedo all'Assessore Cavallera di illustrarci anche se lo approfondiremo in Commissione, quali sono le ricadute nella gestione e nell'erogazione dei servizi, sia quelli dei LEA sia quelli non essenziali di assistenza, proprio per le difficoltà che hanno; gli infermieri lamentano turni che non rispettano l'Accordo Collettivo Nazionale in quanto si ridurrebbero i periodi di riposo, le ferie e la difficoltà per le infermiere di andare in maternità; penso sia anche un problema la richiesta di paternità o di part-time. Una situazione molto difficile all'interno dei nostri ospedali.
L'Assessore Cavallera più volte in Commissione ha detto - e c'è scritto anche sia nell'Addendum del 2011 in cui lei non era ancora Assessore che nei Piani organizzativi - che la riconversione di alcuni ospedali permetterà lo spostamento del personale nei centri che rimarranno soprattutto nei centri di riferimento, nei centri cardine. Sottolineo che comunque, il numero di pazienti e di casi presenti in Piemonte affetti da qualunque patologia non diminuirà perché chiudono gli ospedali, ma si sposteranno solo da una sede all'altra, quindi non ritengo che il personale, con in più il blocco del turnover, possa garantire l'assistenza.
Chiedo qual è, al momento, la quota e quali sono le prospettive di aumento o diminuzione - visto che è scritto anche questo nell'Addendum e nei Piani Organizzativi, una prevista riduzione dei contratti atipici delle consulenze e di tutte le esternalizzazioni - dei contratti atipici delle esternalizzazione dei servizi proprio perché si teme che quello che si taglia nel pubblico, si possa riassumere, sempre nel pubblico, tramite il meccanismo delle cooperative.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Una premessa. Essendo il question time caratterizzato da una sintetica domanda e da una risposta altrettanto sintetica, rimando ad altre modalità l'acquisizione di dati molto articolati.
In riferimento alla interrogazione in oggetto, si precisa innanzitutto che l'Addendum al Piano di Rientro 2010-2012 precisava che, poiché i valori programmati di spesa non consentono il pieno conseguimento degli obiettivi previsti dalla legge 23 dicembre 2009 n. 191, la Regione assume l'impegno di adottare ogni iniziativa idonea a rientrare nei parametri previsti dalla normativa una volta raggiunti gli obiettivi di revisione del Servizio Sanitario Regionale e comunque nell'arco della legislatura.
Il provvedimenti dell'Addendum 2011 e del Programma Operativo 2013-2015 sull'entità numerica e sui costi delle risorse umane impiegate dalla Aziende Sanitarie riguardano le consistenze organiche, che sono costituite da personale dipendente (a tempo determinato e indeterminato) e i contratti atipici, le consulenze, comprese le prestazioni aggiuntive e i medici specialisti convenzionati (SUMAI).
I contratti atipici e le consulenze non possono essere stipulati tramite o con le cooperative, le quali possono però stipulare con le Aziende, a seguito di regolare gara d'appalto e con l'osservanza delle norme concernenti i soggetti a cui possono essere affidati i contratti pubblici, contratti d'appalto per l'erogazione di determinati servizi (per esempio servizi di gestione residenza sanitarie) in cui ovviamente sono impiegati soci lavoratori o dipendenti delle cooperative stesse. Pertanto non esistono quote parte delle consistenze organiche delle ASR impegnate con contratti atipici o consulenze assunti tramite cooperative (questo tengo a precisarlo).
ovvio che il divieto di esternalizzare i servizi o le attività produttive al 31 ottobre 2010 da figure professionali comprese nelle consistenze organiche delle Aziende è applicabile anche ai servizi appaltati alle cooperative.
Occorre, con l'occasione, rammentare che le Aziende Sanitarie erano libere di effettuare fino al 31 maggio 2013 assunzioni di personale di assistenza (medico e infermieristico) nei limiti delle consistenze organiche approvate dalla Regione. Il blocco totale delle assunzioni, salvo deroga in caso di particolari situazioni di urgenza, per sette mesi, al fine di valutare le effettive esigenze di personale alla luce del complesso processo di riorganizzazione delle SSR, non può certamente peggiorare la qualità dei servizi.
Faccio presente al Consigliere Bono che la regola generale era assumere il 50% degli organici sanitari che andavano in pensione. Questo è il sistema di riferimento. A maggio, avevamo osservato che la quota del 50 dei pensionandi...



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri: il Consigliere Bono ha diritto di ascoltare la risposta dell'Assessore Cavallera.
Per favore, se ripristiniamo le condizioni minime di ascolto, ve ne sarei grato.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

La decisione della quota del 50% circa era stata già assunta al 31 maggio, per cui si è deciso il blocco delle assunzioni, salvo deroga.
Laddove serve personale, nessuno mette in discussione che si debba procedere, è stato adottato proprio per consentire un semestre di controllo, di verifica, di approfondimento, insieme alla prossima scadenza degli atti aziendali, in modo tale da fare una verifica approfondita della situazione ed evitare che ci siano situazioni anomale.
Quando si dice che fino a maggio le ASL potevano assumere, in genere le ASL e le ASO lo hanno fatto, quindi ci dovremmo trovare in una situazione di contenimento, certamente difficoltosa.
Continuo a ricordare tutti i giorni il grande impegno di tutti gli addetti, soprattutto quelli in prima linea, per passare questa fase di difficoltà. Non dimentichiamoci che proprio lunedì andremo a firmare un contratto da 803 milioni di prestito dello Stato per superare le difficoltà pregresse, a cui se ne aggiungeranno ancora di più all'inizio del prossimo anno per chiudere la partita degli arretrati. Non è che questo sia un regalo, sono oneri da pagare in trent'anni, dove poi bisogna trovare anche la copertura all'interno delle spese correnti.
La Regione è in un momento di difficoltà, la sanità è in un momento di difficoltà, ovviamente anche le Aziende Sanitarie lo sono, non c'è nessuna "terra di nessuno", tutti stanno facendo, e tutti devono fare la loro parte.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.39 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.39)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 1032 presentato dai Consiglieri Valle, Boniperti Botta Franco Maria, Botta Marco, Burzi, Bussola, Carossa, Cattaneo, Costa Cursio, Franchino, Leardi, Leo, Lupi, Motta Angela, Motta Massimiliano Pedrale, Reschigna, Tentoni e Toselli, inerente a "Mantenimento dell'aliquota IVA del 4% per le prestazioni di servizi socio-sanitari ed educativi resi dalle Cooperative sociali" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Vi sono proposte di modifica? Ha chiesto di intervenire la Consigliera Valle; ne ha facoltà.



VALLE Rosanna

Grazie, Presidente.
Chiedo se si può iscrivere all'o.d.g., l'ordine del giorno per il mantenimento dell'aliquota IVA al 4% per le prestazioni di servizi socio sanitari ed educativi delle cooperative sociali. Nella legge di stabilità 2013, è previsto che dal 1° gennaio 2014 l'aliquota IVA sia aumentata al 10%.
Grazie.



PRESIDENTE

Se fosse possibile prendere posto, devo trattare la modifica dell'o.d.g.
Ci sono un po' di richieste, alcune sono giacenti, quindi sarà un'apertura più articolata del solito.


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Mozione n. 1033 presentata dai Consiglieri Artesio, Biolé, Boeti, Bono Bresso, Buquicchio, Cerutti, Comba, Cursio, Leo, Lupi, Manica, Motta Angela, Oliva, Pedrale, Ponso, Ronzani, Rostagno e Stara, inerente a "Mozione per il comparto cultura" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Come già annunciato alla Conferenza dei Capigruppo, congiuntamente a numerosi colleghi, chiedo che venga iscritta, discussa e votata la mozione per il comparto cultura, di cui provvedo a darle copia, segnalandole la sottoscrizione trasversale di più Gruppi consiliari.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Ordine del giorno n. 1031 "Istituzione di una Commissione di promozione di una cultura della legalità e del contrasto ai fenomeni mafiosi" presentato dal Consigliere Buquicchio (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ponso, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Chiedo anch'io l'iscrizione dell'ordine del giorno a firma del mio Presidente, Andrea Buquicchio, avente ad oggetto "Istituzione di una Commissione di promozione della cultura, della legalità e del contrasto ai fenomeni mafiosi", depositato nelle ultime ore.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 1034 presentato dai Consiglieri Placido e Reschigna inerente a "Ferma condanna delle affermazioni del Consigliere regionale Davide Bono" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Chiedo di iscrivere l'ordine del giorno per una ferma condanna delle affermazioni del Consigliere Bono, che oggi scriveva sul suo profilo facebook: "Molti colleghi ricorderanno il sopralluogo al termovalorizzatore del Gerbido".



PRESIDENTE

Mi perdoni, Consigliere Placido, ma voglio ricordare ai colleghi che non sono interessati che non è obbligatorio rimanere in Aula.
Chiedo scusa dell'irrituale richiamo, però credo che dobbiamo mettere in condizione tutti, me per primo che devo dirigere l'Aula, di poter almeno ascoltare gli interventi. Prego, collega Placido, continui pure.



PLACIDO Roberto

I colleghi ricorderanno (ero anch'io fra quelli) quel giorno della visita al termovalorizzatore. Riferendosi a quella situazione, il Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle, scrive: "Quei fessi collusi dei Consiglieri regionali che, in visita al cantiere del termovalorizzatore chiedevano al capo cantiere: hanno detto che è l'ingegnere del cantiere che si porterà fino alla tomba la responsabilità dell'avvelenamento dei torinesi. Spero che i primi a subirlo siano i suoi figli, come i figli e i nipoti di Foietta, Fassino, Bresso, che almeno si estinguano i loro geni".
Chiedo che venga iscritto all'o.d.g. e che poi si faccia una discussione, dove avrò la possibilità, al di là dei diretti interessati, di esprimere all'esimio collega quello che penso.



PRESIDENTE

già depositato questo documento, collega Placido?



PLACIDO Roberto

Sì.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Mozione n. 1035 "Commissione regionale anti-mafia - Proposta di legge regionale n. 58/2010" presentata dai Consiglieri Motta Massimiliano, Botta Franco Maria, Montaruli, Casoni. Botta Marco


PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Motta Massimiliano; ne ha facoltà.



MOTTA Massimiliano

Grazie, Presidente.
Considerato che la discussione è proprio sulla questione delle Commissioni a vario titolo e che tutti hanno presentato una loro proposta noi come Fratelli d'Italia, qualora venisse confermata la Commissione regionale antimafia (o come verrà denominata), abbiamo presentato una mozione che pone una serie di impegni (poi la motiveremo e la illustreremo), perché il disegno di legge che a suo tempo avevo presentato io come primo firmatario insieme alla collega Montaruli era sull'attuazione della legge 231/2001 per le società che comunque lavoravano nell'ambito regionale.



PRESIDENTE

Va bene, faccia pervenire il documento.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Proposta di deliberazione n. 279 "Istituzione ai sensi dell'articolo 31 comma 1, lettera a)dello Statuto della Regione Piemonte di una Commissione speciale con compiti di indagine conoscitiva per la promozione della cultura della legalità e per il contrasto di ogni forma di criminalità organizzata", presentata dai Consiglieri Cattaneo, Comba, Leardi, Novero Placido, Ponso


PRESIDENTE

Collega Boeti, per il suo Gruppo ha già chiesto l'iscrizione il Consigliere Placido. Immagino che sia l'ordine del giorno sulla Commissione, quindi è attratto. Prego, comunque, prenda pure la parola.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Volevo solo sapere come lei intende regolarsi su quell'argomento. Tutto qui, non mi interessa la primogenitura.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste. Bene.
L'Ufficio di Presidenza chiede l'iscrizione della delibera presentata dai Consiglieri Cattaneo, Comba, Leardi, Novero, Placido e Ponso, quindi assunta quest'oggi dall'Ufficio di Presidenza, per la Costituzione della Commissione speciale di inchiesta per la lotta e il contrasto alla mafia.
Allora, proporrei nell'ordine di iscrivere subito la trattazione e la votazione (anche perché sostanzialmente sottoscritta da tutti) dell'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Valle di richiesta al Governo di non aumentare l'IVA dal 4% all'11% alle Cooperative, sottoscritto dai Gruppi presenti. Poi la mozione presentata dai Consiglieri Artesio, Stara ed altri, che ho visto essere sottoscritta più o meno da tutti i Gruppi; su questo documento immagino che si potrà procedere alla votazione diretta, se l'Aula acconsente.
Poi iscriverei la delibera di istituzione della Commissione d'inchiesta e gli ordini del giorno collegati n. 1029, n. 1031 e quello del collega Motta Massimiliano ancora in fase di numerazione.
Successivamente possiamo trattare il punto 3) all'o.d.g., il testo unificato delle proposte di legge n. 97 e n. 237 "Norme in materia di panificazione", e il punto 4) all'o.d.g., la proposta di deliberazione n.
270, "Modifiche e integrazioni alla deliberazione del Consiglio regionale 29 dicembre 2011, n. 142-50340 (l.r. 28/2007, articolo 27. Piano triennale di interventi in materia di istruzione, diritto allo studio e libera scelta educativa per gli anni 2012-2014)".
Dopo questi punti, iscriviamo l'ordine del giorno a firma del Consigliere Placido.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g., così come modificato, è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.
Ringrazio e ricordo che ci sarà una comunicazione del Presidente del Consiglio regionale riguardo alla richiesta fatta dal Consigliere Carossa per la trasformazione del question time.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali delle sedute del 18 giugno 2013.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cota e Spagnuolo.
Il numero legale è 30.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 25 giugno 2013.


Argomento:

c) Richiamo in aula proposte di legge


PRESIDENTE

Comunico che è pervenuta una lettera del Presidente Andrea Stara con cui viene chiesto dallo stesso Presidente di Gruppo, ai sensi dell'articolo 37, comma 4, del Regolamento, il richiamo in Aula e la calendarizzazione nella prossima seduta dei Capigruppo delle seguenti proposte di legge: proposta di legge n. 253 "Modifiche alla legge regionale 18 giugno 2007, n.
14 'Interventi in favore della prevenzione della criminalità e istituzione della giornata regionale della memoria e dell'impegno, in ricordo delle vittime delle mafie'", presentata dal Consigliere Stara; proposta di legge n. 261 "Disposizioni per la promozione della legalità e della semplificazione delle strutture e costruzioni a committenza pubblica e privata", presentata dal Consigliere Stara.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.48 riprende alle ore 15.48)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

c) Richiamo in aula proposte di legge

Argomento:

d) Comunicazione relativa all'articolo 30, comma 9, del Regolamento interno


PRESIDENTE

Relativamente all'articolo 30, comma 9, del Regolamento interno comunico che, in data 26 giugno 2013 la II Commissione consiliare, riunita in sede legislativa, ha approvato all'unanimità, la deliberazione legislativa avente ad oggetto "Modifiche alla legge regionale 20 settembre 2011, n. 17 (Alienazione degli alloggi di edilizia sociale riservati ai profughi italiani)".
Comunico inoltre che In data 28 giugno 2013 la I Commissione consiliare, riunita in sede legislativa, ha approvato a maggioranza, la deliberazione legislativa avente ad oggetto "Modifiche alla legge regionale 25 marzo 1995, n. 39 (criteri e disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale e dei rapporti tra la Regione ed i soggetti nominati) ed alla legge regionale 27 dicembre 2012, n. 17 (Istituzione dell'anagrafe delle cariche pubbliche elettive e di governo della Regione e del sistema informativo sul finanziamento e sulla trasparenza dell'attività dei gruppi consiliari e disposizioni in materia di società ed enti istituiti, controllati partecipati e dipendenti da parte della Regione)".


Argomento:

d) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

stata presentata al Parlamento nazionale la proposta di legge n. 342 "Proprietà popolare dell'euro", presentata il 14 giugno 2013 dai Consiglieri Botta Marco, Costa, Leo, Botta Franco Maria e Franchino, ed assegnata in sede referente alla I Commissione consiliare il 26 giugno 2013.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione del 30° anniversario della morte del dottor Bruno Caccia


PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri nella ricorrenza del 30° anniversario della tragica scomparsa del dottor Bruno Caccia, il Consiglio regionale del Piemonte vuole oggi ricordarne la figura di uomo integerrimo e onesto al servizio delle Istituzioni.
Quella del magistrato Bruno Caccia continua a rappresentare una pagina oscura e triste della nostra storia recente.
La sera del 26 giugno 1983, l'allora Procuratore Capo della Repubblica di Torino, mentre era sotto casa, venne raggiunto da colpi di arma da fuoco esplosi da due sconosciuti. Subito soccorso e trasportato all'ospedale spirò durante il tragitto.
L'inchiesta della Magistratura, che non riuscì mai a identificare i due sicari, portò all'arresto del presunto mandante, uomo della mafia calabrese, che è stato condannato all'ergastolo.
Il dottor Bruno Caccia fu ucciso dalla 'ndrangheta, per le sue indagini sulla criminalità organizzata a Torino e a Milano.
Il dottor Bruno Caccia è stato un esempio di coerenza, integrità morale, impegno e coraggio necessari per il raggiungimento della verità fino al sacrificio della propria vita.
Il ricordo della Sua figura e della Sua tragica morte deve essere per tutti noi un forte stimolo, affinché le Istituzioni rappresentino sempre un insuperabile baluardo contro la penetrazione di ogni forma di criminalità e di illegalità.
Ai famigliari e ai colleghi del dottor Bruno Caccia, così come a tutti i Magistrati e ai componenti delle Forze dell'Ordine impegnati quotidianamente nella lotta alla criminalità organizzata, desidero rinnovare, a nome dell'Assemblea regionale, i più sinceri sentimenti di vicinanza, di solidarietà e di sentita gratitudine.
Invito i presenti ad osservare un minuto di silenzio in memoria del Dottor Bruno Caccia, già Procuratore Capo di Torino, assassinato il 26 giugno 1983.



(L'Assemblea, in piedi osserva un minuto di silenzio)


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale - Trasporti su ferro

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale in merito alla presunta costituzione di un fondo documentale sulla protesta contro la linea ad Alta Velocità Torino-Lione, presso l'Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della società contemporanea "Giorgio Agosti"


PRESIDENTE

Così come concordato in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari nella riunione del 3 luglio scorso, desidero fornire i chiarimenti richiesti dal Presidente del Gruppo consiliare della Lega Nord Bossi, Mario Carossa, in riferimento alla questione apparsa su alcuni organi di stampa relativa alla presunta costituzione di un fondo documentale sulla protesta contro la linea ad Alta Velocità Torino-Lione presso l'Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della società contemporanea "Giorgio Agosti".
Al riguardo, ho chiesto chiarimenti al Direttore dell'Istituto, dottor Luciano Boccalatte, che mi ha inviato in data 5 luglio una nota in cui, tra l'altro, precisa che "nell'ambito di una politica di conservazione della documentazione prodotta dalla società del secolo scorso e da quella contemporanea, è stata accettata la richiesta di Fabrizio Salmoni di conferire all'archivio un modesto fondo personale riguardante la sua attività nel movimento No TAV, contenente soprattutto volantini e materiale di propaganda.
Detto fondo non è consultabile dagli utenti fino a quando non sarà inventariato e descritto, com'è nella normale prassi archivistica".
Inoltre, il Direttore dichiara che "l'Istituto non intende aprire n promuovere raccolte di materiale No TAV né tanto meno configurarsi come centro di documentazione di movimenti in atto, cosa che non è nella sua natura e nei suoi compiti istituzionali e statutari".
Nella nota il dottor Boccalatte inoltre ritiene "del tutto illegittimo e strumentale, come purtroppo è stato annunciato dallo stesso donatore individuare nell'accettazione di un deposito archivistico continuità e contiguità politiche. L'Istituto, ente di conservazione e di ricerca rifiuta precisamente riguardo tali aspetti l'uso della storia per fini politici e non il piano scientifico proprio dell'Istituto.
illegittimo, strumentale e storicamente inaccettabile ogni accostamento tra la Resistenza e i fenomeni di protesta attuali".
Infine, il Direttore dell'Istituto afferma che "non è prevista a bilancio alcuna voce specifica che richieda fondi pubblici, data anche la piccola consistenza del materiale documentario".
Sulla base di queste precisazioni, ritengo quindi che la questione sollevata dal Presidente Carossa possa ritenersi esaurita, non senza comunicare allo stesso e ai Consiglieri interessati che tutta la documentazione è a loro disposizione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Proprio perché non voglio assolutamente strumentalizzare nulla, le chiedo di consegnarmi la nota scritta che ha ricevuto.
Dopodiché, dico chiaramente che non è solo una questione di soldi.
una questione - e qui contesto quello che è avvenuto - di aprire una breccia in un ente che, tra l'altro, è finanziato dalla Regione Piemonte breccia che io non intendo assolutamente contribuire ad allargare.
Che questi personaggi siano in malafede, lo denota il fatto della comunicazione di questo signore dopo aver "donato" - non so bene come sia avvenuto - questo materiale, perché la comunicazione è stata molto grave.
Ritengo che sia decisamente grave. E lo dico dall'alto di un riconoscimento che, soprattutto in Piemonte ma non solo in Piemonte, è avvenuto per storia partigiana.
Non voglio minimamente, in nessun modo che la storia partigiana sia anche solo marginalmente associata al movimento No TAV.
Il movimento No TAV, che è iniziato come un movimento pacifico e quasi e sottolineo il "quasi" - di massa, si è via, via negli anni trasformato in un movimento infiltrato assolutamente da delinquenti, il cui loro unico interesse è andare allo scontro con le Forze dell'ordine; l'unico interesse di questi delinquenti è quello di minacciare i lavoratori che, a differenza loro, devono mantenere le loro famiglie e quindi devono lavorare per quest'opera; opera che, ricordo, è stata approvata da diversi Governi di diverso colore politico.
Se queste persone, come ritengo, non accettano la democrazia, la conseguenza deve essere una sola.
Presidente, non sono soddisfatto da questa risposta, quindi monitorer nei prossimi giorni e nelle prossime settimane cosa accadrà e mi riservo fin da ora di esercitare tutte le opposizioni che potrò fare riguardo a questo modo di portare avanti quel centro. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Oggi discuteremo di argomenti interessanti: il primo è quello sollevato dal Consigliere Carossa; poi, vediamo se si riuscirà ad addivenire a quello sollevato dal Vicepresidente Placido, sicuramente sono temi molto importanti per la Regione Piemonte.
In merito al Consigliere Carossa - penso che tutti all'interno di questo consesso abbiano una grande stima delle sue capacità politiche e dialettiche, quindi tutto possiamo dire tranne che sia un "boccalone", nel senso che abbocchi ai lanci mediatici di qualche persona - mi sembra strano pensare che sia così ingenuo da avanzare questa richiesta e di scivolare su una buccia di banana, quale la consegna del materiale documentale del movimento No TAV all'Istituto Museo della Resistenza.
La risposta del Presidente del Museo è stata chiara: assolutamente, non c'era alcun collegamento.
ovvio che la persona che ha consegnato il materiale ha fatto un suo comunicato stampa. Penso che, oggi, in Italia, ci sia ancora la libertà di fare comunicazioni a mezzo stampa; altresì, sappiamo della libertà della stampa italiana di poter difendere quei comunicati, quindi di poterli far circolare.
Mi sembra che, in questo caso, il Consigliere Carossa abbia preso veramente uno svarione. Il fatto che lui monitorerà i successivi accadimenti non può che rassicurarci in merito agli sviluppi della questione, che, stando alla lettera di cui il Presidente Cattaneo ha dato lettura, sarebbe conclusa.
Voglio solo dire che sono abbastanza stufo di sentire parlare - sono sempre le solite, trite e ritrite, definizioni - di "delinquenti" da parte del Consigliere Carossa per quanto riguarda il movimento No TAV. Siamo tutti, cioè chi conosce bene la vicenda, stufi di sentire parlare di questo!



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Per favore, collega Carossa! Concluda.



BONO Davide

O il Consigliere Carossa, immedesimandosi nel magistrato, ci porta le documentazioni certe di quanto lui afferma, altrimenti le rispediamo al mittente.
Anzi, dirò di più, secondo me - ovviamente, ci devono essere diverse letture: è giusto che ci sia la sua lettura, ma è giusto che ci sia anche un'altra lettura - ci sono persone che, invece, ritengono "delinquenti" le persone e le parti politiche che vogliono continuare a portare, contro la voglia, l'interesse, le necessità e le richieste dei cittadini, un'opera assurda e inutile, che non ha basi scientifiche, che non ha basi trasportistiche, che non ha basi tecniche! A loro si potrebbe dire che al loro interno ci sono dei "delinquenti" se questa è la parola da usare....



PRESIDENTE

Scusi, collega Bono...



BONO Davide

Quindi, ci sono dei "delinquenti"...



PRESIDENTE

Collega Bono, mi scusi, la sto interrompendo...



BONO Davide

E le forze politiche che propongono l'opera?



PRESIDENTE

Collega Bono, l'ho fermata, scusi!



BONO Davide

Mi dica, Presidente.



PRESIDENTE

Lei può parlare, ma chiederei, con grande umiltà, innanzitutto, di non cominciare adesso il discorso sul "No TAV"...



BONO Davide

No, infatti, l'ho detto.



PRESIDENTE

Credo che oggi ci sia altro da fare e non sia all'o.d.g.
Secondariamente, chiedo a entrambe le parti se è possibile contenere un po' le provocazioni, in quanto abbiamo un pomeriggio intenso e complesso di lavoro, ve ne sarei grato. Poi fate come volete.



BONO Davide

Chiedo se può dirmi il tempo che ho...



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Per favore!



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Per favore, collega Carossa! Il collega Bono ha ancora due minuti, lei ha già parlato. Prego.



BONO Davide

Ho posto una domanda.
Quanto tempo ho, Presidente?



PRESIDENTE

Cinque minuti, prego.



BONO Davide

Grazie.
Ovviamente, ho posto una domanda, Consigliere Carossa, nel senso che ho detto che ci saranno persone, dall'altra parte della barricata, che possono chiedersi se vi sono dei "delinquenti" all'interno dei partiti che propongono un'opera che va a calpestare tutte le richieste e tutta la documentazione presentata - quella sì, corposa, tecnica, scientifica - a riguardo dell'inutilità di un'opera.
E quando si vanno a spendere miliardi di euro, nel momento in cui tutti fanno i concioni, dal PD alla Lega, al PdL, ai nuovi partiti della formazione di destra, dicendo che mancano i soldi, che dobbiamo mettere i soldi sull'assistenza, sugli ospedali - poi, vanno nelle varie vallate alpine, dove chiudono gli ospedali e dove vengono tagliati i servizi ferroviari a dire che non ci sono i soldi - almeno risparmiateci i discorsi sulle solite cose. Le responsabilità politiche di dove vengono investiti i soldi, al momento, sono delle formazioni che governano a Roma. Quindi, ce l'ha il PD e ce l'ha il PdL.
Poi, è ovvio che per quanto riguarda Lega e SEL non si possono fare grandi distinzioni, perché un giorno li accompagnano, poi se ne discostano e, infine, ritornano insieme a braccetto. Lì è il vero dato che occorre analizzare.
Quindi, non dico che vi siano dei "delinquenti", ma riporto una domanda che viene posta sul territorio, perché quando non si capiscono le scelte politiche, o di qualunque altro tipo, di alcune persone, è ovvio che sorgono altre domande. Quando a queste domande non viene data una risposta è ovvio che il livello dello scontro si alza, soprattutto se dall'altra parte si viene etichettati come "delinquenti", come violenti o come facinorosi, amplificando, anche in maniera - questa, sì - strumentale posizioni politicamente assolutamente lecite. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Oliva.



OLIVA Gianni

Mi sento in dovere di intervenire perché della questione sollevata ritengo ci siano due aspetti diversi.
Il primo riguarda le accelerazioni di chi immagina che consegnare dei documenti significhi creare un centro di documentazione. Siccome conosco Fabrizio Salmoni dal tempo del liceo, posso dire che è un personaggio abituato alle accelerazioni, ma un centro di documentazione è un'altra cosa, è un centro dove si elabora, dove si propone e dove si ragiona.
L'Istituto storico della Resistenza è un archivio, che è stato istituito nel dopoguerra, insieme a tanti altri istituti italiani, come archivio di conservazione di documenti. Per esempio, all'Istituto storico c'è tutta la documentazione della GNR, la Guardia Nazionale Repubblicana cioè i Carabinieri che si schierarono con la Repubblica di Salò. Per nessuno ha mai accusato l'Istituto storico della Resistenza di essere neofascista perché conserva la memoria della parte repubblicana; infatti essendo un archivio, deve studiare la storia attraverso tutte le fonti possibili.
Non mi risulta che ci sia l'Istituto di Torino, ma so che presso altri Istituti di storia della Resistenza in Italia sono raccolte delle documentazioni che riguardano le Brigate Rosse (volantini e articoli di stampa). Non pensiamo che siano solidali con le Brigate Rosse semplicemente raccolgono dei patrimoni che un domani serviranno agli storici per ricostruire un quadro.
Relativamente a Fabrizio Salmoni, credo ci sia anche un elemento in più: probabilmente, tra questi documenti ce ne sono anche alcuni di famiglia, siccome sua madre era Bianca Guidetti Serra e, probabilmente l'interesse nei confronti di questo fondo riguardava un po' tutto. Insomma lo scopo dell'Istituto è raccogliere documenti e metterli a disposizioni degli studiosi un domani, non fare un centro di documentazione di un movimento piuttosto che di un altro.



PRESIDENTE

Prima di proseguire il dibattito - magari, ho fatto una comunicazione troppo succinta - vorrei svolgere una sintesi della comunicazione. Il Direttore ci ha scritto dicendoci che una persona ha portato lì, come tante altre, dei documenti, che sono documenti personali - l'ha pure sottolineato con una riga sotto - ma che, sostanzialmente, non intendono fare nulla; che non hanno messo un centesimo a bilancio e che non vogliono spendere nulla.
Dico questo perché mi sembra che sulle mie comunicazioni si stia aprendo una discussione, che è legittima, ma non essenziale. Non voglio assolutamente comprimere i tempi, ma, forse, sono state ascoltate troppo distrattamente.
La parola al Consigliere Franco Maria Botta.



BOTTA Franco Maria

Grazie, Presidente.
Intervengo dopo avere ascoltato la risposta del Direttore del Museo storico della Resistenza e la replica da parte del Capogruppo della Lega Nord che ha sollevato il problema; ho ascoltato anche autorevoli interventi, quale quello del Consigliere Oliva, il quale, oltre ad essere Consigliere regionale, è uno storico.
Presidente, desidero far presente un fatto: ho annotato questa risposta del Direttore - e chiedo se gentilmente potrà far pervenire tutto il carteggio - che è senz'altro ineccepibile dal punto di vista formale, ma perdoni l'ilarità - se un domani anch'io immaginassi di consegnare i santini della campagna elettorale del sottoscritto o di altri, che farebbe il Direttore? Li prenderebbe in consegna? Questo per dire che mi sembra che il Museo storico della Resistenza si chiami così perché è connotato rispetto a un periodo storicamente molto ben preciso e chiaro della storia del nostro Paese.
Quindi, aver accettato di per se stessi documenti e volantini che riguardano un movimento di protesta che sicuramente può avere le sue legittime ragioni, ma che non sempre esprime, anzi quasi mai esprime, in forma, diciamo, pacifica (ci sono stati dei momenti nei quali le ragioni del movimento No TAV, certamente di alcuni esponenti del movimento No TAV riprese anche da colleghi del Consiglio regionale, sono state manifestate in maniera assolutamente violenta), non mi sembra ammissibile.
Secondo me, questi documenti non hanno nessun valore storico, quindi sono documenti assolutamente da rigettare, sono certamente da collocare nella realtà contemporanea del nostro Paese, ma non c'entrano nulla con la Resistenza.
Anche per chi in qualche modo guarda con favore a quel periodo e a quel movimento, mi sembra di non individuare né un occupante nazista nella Val di Susa, né altri di quel genere, collaborazionisti o quant'altro.
Questa polemica mi sembra assolutamente fuori luogo. Mi sembra che comunque siano da rigettare i volantini e tutta la documentazione annessa e che il Museo Storico della Resistenza non c'entri per nulla con il movimento No TAV. In questo senso, volevo associarmi alle considerazioni del Capogruppo Carossa.



PRESIDENTE

Chiedo scusa di dover riprendere la parola.
Si tratta del Museo della Resistenza e della Società contemporanea.
Sostanzialmente, questa organizzazione, esterna al Consiglio regionale lo ricordo, perché sembra quasi che noi abbiamo un potere di vigilanza prende tutto quello che le portano. Poi, cosa ne facciano di volta in volta, non lo so.
Mi sembra che su quello che intendono fare su quanto è stato depositato dal signore, che è oggetto delle nostre comunicazioni e del dibattito abbiano detto in modo molto chiaro, senza non rilevare che non intendono n disporre, né investire un centesimo per un'attività legata a questo deposito.
Comunque, continuiamo.
La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Meno male che lei ha dato subito una definizione corretta dell'Istituto. Mi stupisce che alcuni esponenti autorevoli della maggioranza, prima di intervenire non abbiano neanche letto esattamente come si chiama l'Istituto, pur avendo sicuramente esperienza all'interno delle Istituzioni e delle Istituzioni. La società contemporanea... La definizione ovviamente non la devo dare io, ma la conosciamo insomma tutti.
Per quanto riguarda la richiesta del Capogruppo Carossa, che, già per come è partita, con un deposito - se non sbaglio - di un'interrogazione al Presidente del Consiglio della propria maggioranza... Insomma, mi pare che sia partita in un modo un po' anomalo e, anche sotto questo aspetto sarebbe un insulto all'intelligenza del Consigliere Carossa pensare che non sapesse come si dipana il Regolamento consiliare e come funziona...



(Commenti dell'Assessore Ghiglia)



BIOLE' Fabrizio

Se c'è qualcosa di più interessante in aula, lascio anche la parola...



PRESIDENTE

No, continui, Consigliere Biolé.
Assessori, per favore.



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Per favore. Grazie.
Continui, Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Dicevo che sarebbe un insulto all'intelligenza del Consigliere Carossa pensare che lui non conosca la prassi, il Regolamento e il fatto che un Capogruppo di maggioranza possa depositare un'interrogazione al Presidente del Consiglio, quando sappiamo bene come funzionano gli atti ispettivi e nonostante io, appunto, modestamente e umilmente, essendo qui da pochi anni, pensi di conoscere questo tipo di prassi.
Volevo spostare, se è possibile, l'attenzione dell'Aula su un altro aspetto: com'è che di queste istituzioni ce ne occupiamo per questioni così strumentali, marginali, a parer mio, senza nessun tipo di metodo né di merito, perché semplicemente, come mi è capitato di scrivere in una comunicazione fatta pochi giorni fa - mi pare che la comunicazione del Direttore lo confermi - le azioni e le attività dell'Istituto si sono svolte regolarmente, come succede da anni, da quando sono state codificate anche con legge della Regione Piemonte, per cui semplicemente c'è stata la presa in carico di quello che poteva essere del materiale interessante dal punto di vista, appunto, dell'analisi, come diceva il collega Oliva scientifica della storia e della società contemporanea.
Perché un Gruppo di maggioranza non se ne occupa per il fatto che questi istituti, a livello regionale uno per Provincia, devono ricevere tuttora le risorse per l'attività svolta l'anno scorso? Quindi, a sette mesi dalla conclusione dell'attività del 2012, quindi a 19 mesi dall'inizio dell'attività del 2012, devono ancora ricevere le risorse per l'attività svolta l'anno scorso.
Perché non ci occupa di questo ritardo? Questa è la domanda che pongo che può anche non avere risposta, perché una risposta ognuno se la pu dare.
Perché da un Capogruppo di una forza politica che - mi si permetta tra i principi della propria fondazione ve ne sono alcuni che possono addirittura suscitare dubbi di costituzionalità, si arriva a chiedere queste cose, quando l'attività dell'Istituto è semplicemente lineare e ordinaria come è stata dalla sua nascita? Credo che, nel momento in cui si pone una domanda, bisogna essere in buona fede, ma anche sembrarlo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Dichiaro chiuso il punto.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame ordine del giorno n. 1032 presentato dai Consiglieri Valle Boniperti, Botta Franco Maria, Botta Marco, Burzi, Bussola, Carossa Cattaneo, Costa, Cursio, Franchino, Leardi, Leo, Lupi, Motta Angela, Motta Massimiliano, Pedrale, Reschigna, Tentoni e Toselli, inerente a "Mantenimento dell'aliquota IVA del 4% per le prestazioni di servizi socio sanitari ed educativi resi dalle Cooperative sociali"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1032, avente ad oggetto "Mantenimento dell'aliquota IVA del 4% per le prestazioni dei servizi sociosanitari ed educativi resi dalle cooperative sociali", avente come prima firmataria la Consigliera Valle, di cui al punto 2 bis) all'o.d.g.
Il numero legale è 30.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1032, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che: la legge 381/91, ha definito le cooperative sociali, individuando in esse lo strumento idoneo per il perseguimento di finalità sociali e di promozione umana, da realizzare attraverso la gestione di servizi socio sanitari, educativi e di attività produttive, attraverso i quali permettere l'integrazione lavorativa di persone svantaggiate attualmente le prestazioni socio-sanitarie erogate dalle cooperative sociali sono soggette all'IVA al 4% fino alla fine del 2013 per poi passare, stante la normativa prevista dai commi 488, 489 e 490 dell'art. 1 della legge di stabilità 2013, al 10% alla fine del 2013 in Italia ci sono circa 12.000 cooperative sociali e loro consorzi che occupano 380.000 persone e raggiungono con i loro servizi 6 milioni di cittadini. Il 66% del fatturato della cooperazione sociale arriva dagli enti pubblici, il 34% direttamente dagli utenti e dalle loro famiglie. È il mondo delle comunità d'accoglienza per giovani o minori, di tanti asili nido, dei servizi socio sanitari per anziani e disabili, comunità di accoglienza etc.
se effettivamente tale aumento pari al 150% dovesse verificarsi, si metterebbero in ginocchio centinaia di cooperative del settore socio sanitario ed educativo con l'effetto di una considerevole perdita di posti di lavoro considerato che: oggi le cooperative sociali e i Comuni sono in prima linea a fronteggiare le ricadute della crisi sui cittadini e a garantire il welfare territoriale e i livelli essenziali di assistenza, investendo su modelli innovativi di gestione dei servizi le politiche di riduzione della spesa prese a livello comunitario e nazionale, negli ultimi anni vanno nella direzione opposta a quella che servirebbe per implementare un modello di federalismo democratico, Stato sussidiario e welfare delle responsabilità la nuova aliquota del 10% si applicherebbe alle prestazioni socio sanitarie ed educative rese dalle cooperative sociali in esecuzione di contratti di appalto e di convenzioni in generale. Con l'aumento del 150% dell'IVA, una quota del 6% del costo dei servizi di welfare resi a persone svantaggiate affidati dai Comuni alle cooperative sociali finirà alle casse statali: la sussidiarietà al contrario gli enti locali per far fronte all'aumento dell'IVA di 6 punti percentuali con le medesime risorse del 2013, nel 2014 forniranno meno servizi sociali agli italiani: si taglieranno i servizi di inclusione sociale proprio alle fasce più deboli della popolazione non vi è alcuna procedura d'infrazione ma, soltanto l'apertura di una preistruttoria tecnica di informazione e dialogo che non ha ancora coinvolto livelli politici della Commissione visto infine che quest'anno l'Unione Europea varerà una riforma complessiva del regime IVA e, quindi, bisognerà intervenire ancora a livello nazionale su questa materia: farlo ora è immotivato e irrazionale aumentando il clima di incertezza impegna la Giunta regionale ad intervenire in sede di Conferenza Stato Regioni e l'ANCI per chiedere al Governo di verificare gli effetti applicativi della norma citata in premessa al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a predisporre tutte le misure economiche e normative, anche in sede europea non solo in fase di preistruttoria ma anche in caso di apertura di una procedura d'infrazione atte a mantenere l'IVA al 4% per le prestazioni erogate dalle cooperative sociali anche oltre il 31 dicembre 2013 ad intervenire altresì presso il Governo affinché promuova l'abrogazione dei commi 488, 489 e 490 dell'art. 1 della legge di stabilità 2013 per mantenere l'IVA per le prestazioni di servizi socio sanitari ed educativi resi dalle cooperative sociali al 4%.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Volevo ringraziare...



PRESIDENTE

Su cosa intende intervenire?



LEO Giampiero

Sul secondo ordine del giorno.



PRESIDENTE

No. Vale per tutti, collega Leo.
Tanto, guardi, il suo impegno sulla cultura è universalmente...



LEO Giampiero

Presidente, faccio in fretta.



PRESIDENTE

Un minuto per tutti i proponenti.



LEO Giampiero

Faccio in fretta. Soltanto per ringraziare il Presidente della Commissione Cultura Michele Marinello, il Vicepresidente Laus e la Commissione tutta, oltre ovviamente i firmatari dell'ordine del giorno perché hanno portato alla indizione di un "tavolo tecnico",nonché alla risposta dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale che giudichiamo molto soddisfacente. Questo rende ancora più "sensato" il voto di oggi.
Tutto il lavoro che c'è stato lo rende sensato. Allora almeno una cosa positiva possiamo dirla in quest'Aula, nella seduta odierna.



PRESIDENTE

Bene. Il collega Laus annuisce e ringrazia con una smorfia del tutto comprensibile. Lo ringrazio per rinunciare all'intervento.


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Esame mozione n. 1033 presentata dai Consiglieri Artesio, Biolé, Boeti Bono, Bresso, Buquicchio, Cerutti, Comba, Cursio, Leo, Lupi, Manica, Motta Angela, Oliva, Pedrale, Ponso, Ronzani, Rostagno e Stara, inerente a "Mozione per il comparto cultura"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 1033, avente come prima firmataria la Consigliera Artesio, di cui al punto 2 ter) all'o.d.g.
Se non vi sono richieste d'intervento, indìco la votazione palese sulla mozione n. 1033, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la l.r 58/1978 (Promozione della tutela e dello sviluppo delle attività e dei beni culturali) enuncia il principio della libertà della cultura e si propone di consentire lo sviluppo diffuso delle attività e delle strutture culturali considerato che l'incertezza della programmazione e degli stanziamenti ha nel tempo indebolito la continuità omogenea delle attività e rallentato l'incremento delle iniziative e ricordato che il dibattito pubblico e istituzionale ha evidenziato la necessità di attualizzare l'impianto normativo, allineandolo alle diverse modalità di finanziamento e cofinanziamento determinate dalle successive leggi finanziarie, nella conferma dei principi di accessibilità della popolazione alle opportunità culturali e di promozione della diffusione e della diversificazione dell'offerta sottolineato che tale necessità potrà essere utilmente perseguita attraverso il ruolo propositivo degli attori istituzionali e associativi in una logica di coprogrammazione degli obiettivi generali, evolutiva rispetto alla modalità delle istituzioni che erogano contributi e delle organizzazioni culturali che vi accedono attraverso alterne conferme ribadito che in funzione di questo nuovo percorso la Commissione Cultura della Regione Piemonte ha assunto l'impegno di promuovere gli Stati Generali della Cultura impegna la Giunta regionale per l'anno 2013 a dare esplicita comunicazione dei criteri utilizzati, onde prevenire interruzioni e discontinuità che comprometterebbero ulteriormente le condizioni del mondo associativo a garantire l'accompagnamento e la disponibilità delle diverse competenze della Giunta nel costruire gli Stati Generali, anche in relazione alla integrazione tra promozione culturale e sviluppo locale.
per l'anno 2013 a dare comunicazione delle ammissioni e dell'ammontare dei contributi entro 60 giorni dalla scadenza della presentazione delle domande ex lege 58." Il Consiglio approva.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame proposta di deliberazione n. 279, inerente a "Istituzione di una Commissione speciale con compiti di indagine conoscitiva per la promozione della cultura della legalità e per il contrasto di ogni forma di criminalità organizzata"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 279, presentata dall'Ufficio di Presidenza, di cui al punto 2 quater) all'o.d.g.
Sono collegati come atti di indirizzo la mozione n. 1029 presentata dai Consiglieri Boeti, Bresso, Oliva, Pentenero, Reschigna e Ronzani, inerente a "Istituzione di una Commissione speciale di indagine conoscitiva sulle infiltrazioni mafiose nell'economia e nella vita della nostra regione e per la promozione della cultura della legalità", l'ordine del giorno n. 1031 presentato dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Istituzione di una Commissione di promozione della cultura della legalità e di contrasto ai fenomeni mafiosi", e la mozione n. 1035 presentata dai Consiglieri Motta Massimiliano, Botta Franco Maria, Botta Marco, Montaruli, Casoni e Comba inerente a "Commissione regionale anti-mafia. Proposta di legge regionale 58/2010".
Richiamo dunque tutti a un po' di attenzione. I testi di questi atti di indirizzo sono tutti in rete; nell'attesa che vengano perfezionati i relativi link per la lettura, procedo con l'illustrazione del provvedimento.
Colleghe e colleghi, ho ritenuto questa mattina con l'Ufficio di Presidenza di adottare la proposta di deliberazione al Consiglio regionale per l'istituzione, ai sensi dell'articolo 31, comma 1, dello Statuto, della Commissione con compiti d'indagine conoscitiva per la promozione della cultura della legalità e per il contrasto a ogni forma di criminalità organizzata; questo perché ho rilevato, sia da mozioni di indirizzo e ordini del giorno che sono stati depositati sia da quelli annunciati, che su questa tematica vi fosse un'ampia convergenza da parte del Consiglio regionale e anche perché ritengo...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, però: io non vado avanti così! Aggiorno la seduta, perch vuol dire che oggi non è giornata! Ritengo che sia condivisibile da parte di tutti che la Regione Piemonte faccia un ulteriore sforzo per il proprio impegno di contrasto, lotta e prevenzione di ogni forma di criminalità e di promozione della cultura della legalità.
Abbiamo quindi accolto con favore le parole, e in un certo senso la sollecitazione, del Procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale di Torino, che auspica una fattiva collaborazione tra le istituzioni - e in particolare, tra l'istituzione Regione - e gli organi di giustizia affinché anche con il contributo della nostra istituzione, sulla scorta di quanto avvenuto presso il Comune di Torino, venga posta un'azione efficace e sinergica tra i poteri pubblici in grado quindi di potenziare e di utilizzare i percorsi di contrasto alle forme criminose.
Mi sono confrontato subito sul punto con il Presidente della Regione Cota, che ringrazio di essere presente, e voglio anche ricordare che la nostra...
Consigliere Toselli, mi scusi! Voglio ricordare che la nostra istituzione, e in particolare il Consiglio, è impegnata ormai da tanti anni e da molte legislature su questa tematica. Come sapete, noi abbiamo istituito - e da tempo è operativo l'Osservatorio per contrastare il fenomeno dell'usura: un ambito purtroppo fortemente collegato alle organizzazioni malavitose e in particolare alle mafie. Sosteniamo da tempo, sia con la partecipazione alla Giornata nazionale e regionale contro le mafie - sostenendo, in particolare, le iniziative promosse dall'Associazione Libera - sia con una legge regionale la n. 14 del 2007, che prevede interventi in favore della prevenzione della criminalità e istituzione della "Giornata regionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie", attività che abbiamo puntualmente svolto.
Forse è giunto il momento, dotandoci di una Commissione di indagine conoscitiva, di dare un impulso ulteriore all'attività e all'impegno della Regione e del Consiglio relativamente a questo fenomeno, che ormai costituisce una piaga sociale, come sappiamo presente anche in questo ricco Nord; forse - come a me piace dire - in un modo meno "plastico" e alcune volte meno "coreografico" che in altri ambiti del Paese, però fortemente presente.
Ecco perché, quindi, nella delibera proposta all'attenzione dell'Aula richiamando dunque gli intendimenti che ho saputo raccogliere e, come ho detto prima, anche il confronto che ho avuto con il Presidente della Regione che si è detto dal primo momento favorevole all'istituzione di questa Commissione - si individuano le finalità della Commissione di indagine conoscitiva per la promozione della cultura della legalità e per il contrasto di ogni forma di criminalità organizzata.
Allora, quali sono le finalità che immaginiamo per questa Commissione? Innanzitutto la proposta di interventi normativi - ho citato prima una legge che già abbiamo, visto che noi siamo legislatori - e ovviamente anche amministrativi che, nell'ambito della competenza regionale, assicurino lo sviluppo di forme efficaci di contrasto nei confronti dei fenomeni di infiltrazione criminosa nell'attività pubblica.
Vi è poi l'analisi di forme di collaborazione con le altre Amministrazioni territoriali, con le istituzioni pubbliche, con gli organi della Magistratura, con le Forze dell'ordine e con le rappresentanze della società civile, al fine di attivare sempre più efficaci forme di contrasto alla criminalità organizzata sul territorio regionale.
Abbiamo visto, per esempio, nell'Osservatorio contro l'usura da me prima citato, che questo ambito ha dato e sta dando ottimi risultati.
Ancora, vi è la proposta all'Ufficio della Presidenza, da parte della Commissione, di iniziative di promozione, anche in collaborazione con le istituzioni scolastiche, di ogni azione di diffusione della cultura della legalità: anche in quest'ambito, sia sul contrasto all'usura sia, per esempio, al gioco d'azzardo, abbiamo visto che la Regione e il Consiglio regionale hanno avuto un ruolo importante e di stimolo per poter contribuire a creare, soprattutto nei più giovani, una sensibilità e una conoscenza di questi fenomeni criminosi.
Prevediamo quindi che la Commissione operi fino alla fine della legislatura corrente, ma che riferisca semestralmente - io dico almeno semestralmente, in via ordinaria - al Consiglio regionale sulle proprie attività.
Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale, Roberto Cota; ne ha facoltà.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Intervengo brevemente, anche perché il Presidente Cattaneo ha riassunto molto bene l'iter che porta a questa proposta di deliberazione e ha evidenziato anche molto bene la mia opinione, che non è soltanto favorevole, ma è stata anche, in virtù di un'interlocuzione avvenuta in precedenza, di stimolo per la predisposizione di questo atto. Quindi non mi dilungo.
Semplicemente vorrei fare presente un aspetto: nel futuro il territorio della nostra Regione sarà caratterizzato dalla realizzazione di importanti infrastrutture, che ovviamente richiederanno gare di appalto e il coinvolgimento di tante aziende. Quindi, in un momento come questo, è necessario che ci sia massima trasparenza e dunque questo tipo di delibera è proprio molto opportuna, anche con riferimento ai prossimi cantieri che si avvieranno sul territorio della nostra Regione.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
La parola al Consigliere Stara.



STARA Andrea

Credo che il tema posto meriti la dovuta attenzione, al di là dei diversi argomenti che oggi il Consiglio sta trattando ed è per questo che sosterrò e voterò l'istituzione della Commissione.
Vi invito però a prenderci anche un impegno rispetto a due proposte di legge che ho depositato, come ha ricordato in apertura il Presidente del Consiglio Cattaneo, che mirano a fornire alla Pubblica Amministrazione strumenti concreti per la prevenzione della criminalità organizzata e la promozione della legalità e che si possono ampiamente coordinare con l'attività della futura Commissione.
Sono testi di legge composti attraverso il confronto, non solo di atti legislativi ma anche con gli esperti che in questi anni si sono battuti e scontrati contro la criminalità organizzata e la sua capacità di infiltrarsi nella rete degli interventi pubblici; tra di loro anche gli avvocati di Libera, che operano a livello nazionale e che hanno confermato la validità dei due testi presentati, in particolare il 261, che prevede impegni da parte dell'Ente regionale - scusate il bisticcio di parole molto impegnativi.
Com'è già stato richiamato, il Giudice Caselli recentemente ci ha sottolineato che la politica deve fare di più e che è necessario andare oltre le azioni di sensibilizzazione, cioè dotarsi anche di strumenti normativi e di controlli efficaci.
Ripeto: questi due progetti sono stati presentati circa un anno fa, ma l'occasione della commemorazione del Magistrato torinese Bruno Caccia penso possa essere l'occasione formale per far sì che tutti gli atti e tutti gli impegni che vanno in questa direzione, tra cui ovviamente l'istituzione della Commissione, possano trovare un percorso fatto di azioni concrete e di risultati che, fin dalla possibile approvazione dei due testi di legge e dall'istituzione della Commissione, impegnino seriamente la Regione in questo senso.
La prima proposta intende rafforzare i principi ispiratori della legge 14 del 2007, "Interventi in favore della prevenzione della criminalità e istituzione della Giornata regionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie", attraverso politiche regionali coordinate, a partire dall'istituzione dell'Osservatorio regionale sulla criminalità organizzata di stampo mafioso e per la promozione della cultura della legalità.
La seconda proposta, "Disposizioni per la promozione della legalità e della semplificazione nel settore delle costruzioni a committenza pubblica e privata", persegue l'obiettivo principale di arginare le infiltrazioni malavitose nelle opere pubbliche e private piemontesi, promuovendo al tempo stesso livelli più elevati di sicurezza sul lavoro e favorendo l'accesso delle piccole e medie imprese alle procedure di appalto.
In particolare, l'istituzione dell'Osservatorio, organismo già attivato a livello nazionale, darebbe tangibilità alla volontà dell'Amministrazione di frapporre ostacoli concreti alle infiltrazioni mafiose.
Si intende introdurre, sul modello già sperimentato dall'Emilia Romagna, un sistema premiale, attraverso Albi di imprese virtuose (ad esempio si istituisce l'elenco di merito degli operatori economici che svolgono la propria attività nel settore edile), organismi di settore come la Consulta regionale del settore edile, o la pubblicazione on line del "Profilo di Committente", ai sensi di quanto previsto dal comma 35 dell'articolo 3 del D.lgs 163/2006, ovvero tutti gli atti e le informazioni relative ad affidamenti di contratti di lavoro, servizi e forniture di qualunque importo e con qualsiasi procedura affidati dalle strutture e dalle società della Regione. Proprio in questo abbiamo potuto verificare come si possono infiltrare, in situazioni non certificate come in quelle particolari dei subappalti relativi anche alle grandi opere, procedure che oggi non prevedono riscontri in merito alla lotta alla criminalità.
Si mira anche alla tutela dell'ambiente e alla sicurezza dei luoghi di lavoro, sia con l'introduzione di criteri specifici nell'individuazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa, sia con l'utilizzo di sistemi informatici di controllo e di registrazione automatica delle presenze autorizzate nei cantieri, al fine di assicurare un più efficace e coordinato esercizio delle attività di vigilanza.
Un'altra misura innovativa sarebbe l'esplicitazione del costo della manodopera sia nei prezziari regionali sia nei capitolati d'appalto, che credo sia un elemento che va proprio a tutela della possibilità di utilizzare ditte - tra virgolette - con infiltrazioni mafiose.
Tutto ciò, ovviamente, con una preoccupazione: non appesantire il processo delle autorizzazioni, anzi, cogliendo l'occasione per dematerializzare e semplificare il rapporto fra controllori e controllati.
Per questo chiedo un impegno, non solo ai Capigruppo (perché il passaggio formale avverrà mercoledì prossimo), ma anche a tutti i Consiglieri, di leggere con attenzione i due disegni di legge, perché se la Conferenza dei Capigruppo riterrà e deciderà in questo senso, già al prossimo Consiglio potranno essere richiamati i due disegni di legge.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con questo intervento voglio ringraziare l'Ufficio di Presidenza per la proposta di deliberazione - penso a prima firma Valerio Cattaneo, com'è prassi - per l'istituzione della Commissione antimafia, diciamo comunque di approfondimento e promozione della cultura della legalità per il contrasto di ogni forma di criminalità organizzata. Questo perché ero in evidente e profondo imbarazzo ad aver appreso notizie dai giornali della presentazione della richiesta da parte di alcuni Consiglieri, sia perché non rappresentavano, in sé, tutto l'Ente, quindi l'Istituzione rappresentata dall'Ufficio di Presidenza, sia perché un Consigliere in particolare era tra i nomi citati nella requisitoria del Procuratore Caselli, in quella zona grigia (così definita dal Procuratore Caselli).
Leggo, per evitare di sbagliare parole e suscitare quindi reazioni negative: "C'è una zona grigia formata da fiancheggiatori più o meno consapevoli del profilo criminale dei loro interlocutori. Si infittiscono" quindi anche in Piemonte - "gli intrecci delle organizzazioni mafiose con pezzi di mondo politico e colletti bianchi. In Minotauro" - procede Caselli "è evidente che l'organizzazione ha cercato di penetrare la politica e le amministrazioni: anche se non c'è sangue nelle strade, anche se c'è solo l'associazione. Ma il 416 bis punisce proprio l'associazione mafiosa".
Continuo a leggere le parole del Procuratore Caselli: "La mafia c'è perché c'è mercato per i suoi servizi. Ci sono tanti che hanno interesse personaggi che la legge penale non può punire perché la loro colpa è l'opportunismo", e vado a chiudere.
Ringrazio quindi il Presidente del Consiglio regionale, e immagino tutto l'Ufficio di Presidenza, per avere presentato la delibera a proprio nome. Voterò la delibera, ma non voterò, per non entrare nel merito della discussione, nessuno degli ordini del giorno presentati dai colleghi Consiglieri.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Ovviamente plaudo a questa iniziativa. È la seconda volta che oggi mi trovo a dover apprezzare l'operato dell'Ufficio di Presidenza.
Fra i molti aspetti inerenti a questa iniziativa - tutti giusti citati e che verranno citati nei prossimi interventi, vorrei soffermarmi su due, per non toccarli tutti. Il collega Stara ha sviscerato una serie di questioni tecniche, giuridiche e amministrative, parlando per esempio degli appalti; io vorrei citare quello culturale-educativo e quello politico anche se in termini molto rapidi.
Relativamente all'aspetto culturale ed educativo, ne parlo con particolare passione perché, come molti sapranno, sono calabrese. Sono cresciuto in Calabria e ci sono rimasto per molti anni. Ho 60 anni, ci sono rimasto fino ai 18, ma devo dire, Presidente, che, nel frattempo, anzich "bonificarsi" il Sud, si è esteso il problema al resto dell'Italia.
Quello che voglio ribadire è che al Sud, era guardato con un po' di estraneità chi si poneva con una cultura di legalità intransigente e di democrazia, l'atmosfera mafiosa, 'ndranghetosa - o come dir si voglia - la si respirava. Dico "la si respirava", perché oggi una serie di iniziative di contrasto sono state effettuate. La si respirava tra le gente, come fosse la normalità.
Non andiamo adesso a cercare le colpe - la storia e la preistoria - ma è un dato oggettivo, per cui qualunque iniziativa cerchi di scardinare nelle teste, nelle coscienze e nell'anima delle persone questa logica, è assolutamente preziosa, anche perché, come è stato detto, tutti gli italiani sono bravi, ma identificano sempre negli altri la causa del male.
Con un atteggiamento di mimetismo fantastico, non si assumono mai una responsabilità.
Se tanti anni fa si chiedeva a qualche esponente siciliano che cos'era la mafia, rispondeva che era un'invenzione della stampa del Nord.
Oggi, purtroppo, si tocca con mano come si è diffusa dappertutto proprio innervata nella cultura. Faccio un esempio banalissimo per dimostrare come la cultura della legalità, della giustizia, della moralità siano difficili da instillare perchè combattiamo anche contro la mentalità "latina" che è sovente schizofrenica. Racconto l'esempio più banale semplice e innocuo che ci sia. L'ho già citato l'altro giorno su un'altra vicenda.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Leo.
Consiglieri, stiamo trattando l'istituzione di una Commissione speciale e delicata sul quale sono arrivati grandissimi stimoli da parte di tutti.
Chiederei, anche un po' per la dignità della nostra istituzione e del Consiglio, un comportamento minimo di condizioni per mettere in condizione l'Aula di ascoltare e operare.
Credetemi, è impossibile per me che sono il Presidente ascoltare lascio immaginare coloro i quali sono in aula vicino a colui che sta parlando.



LEO Giampiero

Presidente, la ringrazio molto anche perché devo raccontare una vicenda che in gioventù, ma anche adesso, mi ha proprio tormentato.
Come il Consigliere Angeleri, ancorché più giovane di me, e la Consigliera Costa sanno, quando sono arrivato a Torino avevo questo rovello. Infatti una delle scelte che mi hanno spinto da ragazzo a fare politica era proprio la lotta per la giustizia e la legalità.
Un giorno vado a parlare in una scuola e alcuni studenti mi dicono: "Siamo contenti di parlare con un politico per dirgli che tutti noi siamo per la moralità, l'onestà e contro le tangenti". Io rispondo: "Avete ragione, fate benissimo. Questo vuol dire che sarete assolutamente contrari a comprare gli esami, o al fatto che i vostri genitori vi procurino le promozioni facendo "regali" - così come è successo a Messina per i test di ingresso e le lauree- "quindi non accettereste mai una cosa del genere".
Ahimè - Una grande parte degli studenti mi ha risposto: "Cosa c'entra questo con le tangenti?" Io ho detto loro che se da ragazzo si compra l'esame o la laurea, da grande si "comprerà" qualsiasi cosa! È proprio un fatto di mentalità innervata che bisogna combattere. A costo di sembrare bizzarro, io sostengo che sia indispensabile iniziare fin dalle elementari a instillare concetti come quelli di legalità e giustizia. In questo senso una tesi mia particolare è che un aiuto alla cultura della legalità pu arrivare dalla lettura di super eroi come Superman e Capitan America, ma questo è un discorso da fare in un'altra sede.
L'aspetto culturale ed educativo è dunque importantissimo. Vorrei ricordare all'Aula che nel 2007 sono stato presentatore del progetto di legge n. 14, di iniziativa consiliare e di cui fui il primo firmatario perché già allora il giudice, dott.Caselli ed altri, come per esempio l'Associazione "Libera" ci avevano sollecitato a prendere questa iniziativa.
Molti ci dicono che dobbiamo dare risposte politiche. Hanno ragione! ce ne sono molte da dare, ma questa è certamente una risposta eccellente.
La ringrazio e appoggio con convinzione questa battaglia, che nel mio piccolo ho sempre fatto e che deve vederci oggi tutti uniti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Il Gruppo de l'Italia dei Valori ha sempre ritenuto che le recenti inchieste della Procura di Torino, non ultimo il maxi processo Minotauro dovessero imporre una seria riflessione sulla presenza e sulle attività delle organizzazioni mafiose e sui preoccupanti tentativi di infiltrazioni in ambito politico ed istituzionale.
Tale fenomeno è ormai stoicamente radicato sul nostro territorio. Non per niente il Consiglio regionale pochi minuti fa ha commemorato il grande dottor Bruno Caccia assassinato dalla 'ndrangheta proprio trent'anni fa.
Abbiamo sempre invocato che, alla riflessione e alla presa di coscienza collettiva, facessero seguito azioni concrete che richiamassero la politica e la sua classe dirigente alle proprie responsabilità compiendo quel cambio di rotta necessario ed indispensabile ad avviare efficaci contromisure al fenomeno.
Abbiamo più volte denunciato il disinteresse della politica, il suo essere sorda dinnanzi allo strisciante dilagare nel tessuto sociale imprenditoriale e culturale delle organizzazioni della malavita organizzata, sorda e talvolta anche reticente a considerare la reale portata del fenomeno. Non possiamo che accogliere con favore l'istituzione di una Commissione di inchiesta antimafia su cui ci dovrebbe essere un'ampia convergenza bipartisan, come credo di intendere. Ringrazio l'intervento del Governatore del Piemonte, Onorevole Cota.
In questo atto, il Consiglio regionale e la Regione compiono, senza ombra di dubbio, un significativo passo in avanti nella lotta alla criminalità organizzata sul nostro territorio. Dimostrano di essere sensibili al richiamo di chi, da anni, invoca più vicinanza e maggiore presenza delle istituzioni nella promozione della cultura e della legalità e del contrasto dei fenomeni mafiosi.
Gli ordini del giorno presentati chiedono una presa di coscienza ancora più forte ed una risposta altrettanto più decisa sull'esempio di quanto fatto da altre Regioni. Il nostro auspicio è che anche nella nostra Regione, come è avvenuto in Lombardia, si istituisca una commissione permanente antimafia con il compito di vigilare sul fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata nella pubblica amministrazione e di sensibilizzare la cittadinanza, in special modo le generazioni più giovani, attraverso la diffusione del pensiero e della legalità democratica, in contrasto con la cultura mafiosa.
Una commissione che lavori in stretta sinergia con quelle già costituite sul territorio, ricordo solo quella del Comune di Torino, che abbia tra gli obiettivi anche quello di elaborare proposte di leggi utili come ha ricordato il Presidente Cattaneo - a prevenire la diffusione delle infiltrazioni in ambiti particolarmente sensibili ed appetibili agli interessi delle organizzazioni malavitose: sanità, urbanistica, pubblici appalti ricordati dal Governatore Cota.
L'impegno che chiediamo è quello che la commissione permanente, sulla cui costituzione ci auguriamo non ci siano veti, venga istituita al più presto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Presidente, lei fa molto bene a richiamare l'Aula ad una condizione di educazione collettiva. Tuttavia, la invito a guardarsi intorno a se: chi oggi sta rendendo impossibile lo svolgimento di una seduta in modo corretto e civile, è tutta da quella parte dell'emiciclo, non da questa.
Tre brevissime considerazioni relative al provvedimento presentato.
Noi non abbiamo grandi cose da inventare, tuttavia abbiamo un'azione importante da sviluppare, e questa azione importante che possiamo sviluppare all'interno della regione Piemonte ce la consegna la stessa storia dell'esperienza del regionalismo all'interno della regione quando di fronte ad un fenomeno diverso, ma ugualmente inquietate, angosciante e preoccupante quale quello della nascita del terrorismo, è nato il Comitato promosso dall'allora Presidente Dino Sanlorenzo.
Tale Comitato non ha sostituito l'azione delle forze dell'ordine, della Magistratura, perché non può svolgere una funzione si fatta, ma si è posto un problema di fondo: qual è uno strumento che un'istituzione democratica può utilizzare ed esercitare per aiutare la comunità piemontese? Quello di grande sforzo pedagogico, di educazione alla cultura della legalità e oserei dire, alla cultura contro la cultura dell'indifferenza. Chiamare la comunità regionale essere protagonista di fronte a questi fatti, a non vederli come fatti distanti, lontani, incapaci sostanzialmente di coinvolgere la nostra dimensione. Credo che dar vita ad un comitato come questo, ad una commissione come questa, significa recuperare quella dimensione.
Noi abbiamo un grande dovere, che già la legge regionale, approvata nella precedente legislatura, aveva sancito in modo forte e importante oltre a tutte le iniziative di affiancamento al ruolo e all'importante lavoro che l'associazione Libera svolge all'interno della Regione Piemonte un dovere che rende onore a questa Assemblea regionale: quello di svolgere una grande azione per la diffusione della cultura della legalità. Credo che questo sia il compito fondamentale.
Noi non possiamo pensare che la Commissione speciale contro le mafie abbia le funzioni che ha nel Parlamento nazionale, ma abbiamo un ruolo da svolgere, ma aggiungerei un altro elemento.
Oggi in Piemonte si parla di questo fenomeno quando si è in presenza di episodi che pongono all'attenzione dell'opinione pubblica la dimensione che le mafie e la criminalità organizzata hanno anche all'interno della comunità piemontese. È una dimensione meno evidente, meno palese, più nascosta, ma non per questo meno pericolosa rispetto a quella percepita storicamente nelle nostre Regioni del Mezzogiorno d'Italia.
Consiglierei all'Ufficio di Presidenza, se vuole, di aggiungere anche questo punto tra i compiti e le iniziative, cioè di istituire un monitoraggio del fenomeno.
Aiuta a rendersi conto delle dimensioni che ha assunto all'interno della comunità piemontese; pertanto consiglierei di aggiungere questo punto alla proposta di deliberazione dell'Ufficio di Presidenza.
Un'ultima brevissima considerazione la devo fare. Lo dico con molta serenità, ma anche con molta fermezza al Consigliere Bono. Sono orgoglioso di essere il Capogruppo di un Gruppo che al suo interno ha il Consigliere Antonino Boeti. E credo che il Consigliere Bono imparerà nella sua vita e nella sua esperienza politica quanto sia doloroso per un Consigliere regionale, che vive con correttezza il proprio ruolo e il proprio mandato passare attraverso esperienze che sono più dure da vivere e da sopportare per chi è onesto e per chi è integro, e quanto sia vergognoso speculare su queste cose.
Auguro solamente al Consigliere Bono una cosa: di non incorrere mai nella sua vita e di non subire mai nella sua vita la cultura del sospetto che è più pericolosa di una cultura che ti mette di fronte alla realtà soprattutto perché molte volte vivere in una cultura del sospetto significa anche consegnare alla solitudine le presone.
Nino Boeti non è solo. Spero che quella occasione, che capiterà nella vita al collega Bono, non lo trovi da solo. Certamente non mi avrà al suo fianco.



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Ho scritto il giorno dopo la dichiarazione del dottor Caselli con un po' di impeto. In realtà, non io; ho chiesto di farlo a Luca Stra, che si occupa per noi di questo lavoro, dandogli le indicazioni di impeto per la mozione di indirizzo, che poi è stata ripresa nel pomeriggio, dopo una mia telefonata al Presidente Cattaneo, dall'Ufficio di Presidenza.
Lo scritto è d'impeto, perché quello che succede ormai da due anni è che, in qualche modo, il nome di una persona onesta come me compare spesso sui giornali per una questione infamante come questa, il che sta creando ovviamente a me stesso un grande dolore.
L'ho scritto, perché credo che il problema, adesso, dopo l'operazione Minotauro, esista davvero, e non mi interessa più di tanto quello che dice il Consigliere Bono.
Non do un giudizio personale su di lui. È un uomo che non mi interessa assolutamente, ma da un punto di vista politico lo considero uno degli uomini più miserabili che abbia mai conosciuto nella mia vita.
Il giudizio è naturalmente politico e lui è un miserabile da un punto di vista politico.
Ho spiegato alla Magistratura che, se la Magistratura ci mette cinque anni di intercettazioni telefoniche e un pentito a capire che, su 170 indagati, l'unica persona che conosco da 40 anni è perché era un conoscente di mio padre - ripeto, cinque anni di intercettazioni telefoniche e un pentito - non capisco per quale ragione debba capirlo io prima della Magistratura.
Ho smesso di fare il sindaco da nove anni e ho detto pubblicamente che considero ingiuste le parole del dottor Caselli nei miei confronti. Se solo avessi sospettato che questo signore centrava qualcosa con l'ndrangheta dai Carabinieri ci sarei andato io, senza mandarci nessuno.
Per una ragione semplice: sono vissuto fino a 18 anni in Calabria e so che cos'è l'ndrangheta; l'ho vista esercitare il suo potere nefasto sulle Regioni del Sud.
Facevo l'ambulante con mio padre perché eravamo poveri e ho visto gente ammazzare a due metri dal mio banco. Sono scappato da quelle terre e ho ricostruito una vita in una Regione civile come la nostra e in una città civilissima come quella della quale sono stato Sindaco, che è Rivoli.
Ho fatto una domanda ad un magistrato che è venuto da noi - c'era una Commissione e c'era anche il dottor Maddalena. Ho fatto la seguente domanda al Presidente: se nei Comuni dove i Carabinieri e gli Amministratori sono vicini - io incontravo il capitano dei Carabinieri a Rivoli almeno una volta alla settimana e, tra l'altro, facendo l'ortopedico ho curato buona parte dei Carabinieri di questa provincia - se nei Comuni o gran parte dei Comuni hanno messo in piedi (a Rivoli era così) un Tavolo per la sicurezza dove si incontravano Carabinieri, Polizia e Vigili ogni due mesi per capire se la città avesse qualche problema, e se i Carabinieri e la Polizia dicono che il problema di Rivoli era lo spaccio nel quartiere Maiasco e qualche furto in appartamento, non capisco perché devo pensare che nella mia città la civilissima Rivoli, nella quale è stato approvato un Piano regolatore che non ha trasformato un metro quadrato di terreno agricolo in residenziale e non una sola minaccia è stata esercitata (so cos'è un Piano regolatore nei paesi del Sud) nei confronti dei Dirigenti del Settore Urbanistica e nei confronti degli amministratori e quel Piano è stato votato all'unanimità dalla mia maggioranza, c'è la criminalità organizzata.
Ma oggi quell'indagine sta dimostrando che anche nella civilissima Rivoli questo pericolo esiste. E dato che considero l'ndrangheta, la mafia e la camorra in grado di soffocare qualunque capacità artigianale qualunque capacità industriale e soprattutto la libera attività lavorativa dei cittadini, credo che sia necessario, come ho detto al dottor Caselli alzare l'asticella.
Probabilmente l'abbiamo tenuta bassa, abbiamo incontrato tutte le persone che ci chiedevano di parlare, senza pensare che questo pericolo esistesse.
Non ho letto i disegni di legge del collega Stara, il quale me ne aveva parlato qualche anno fa. Se in quei disegni di legge però ci sono cose concrete, rispetto alle quali è possibile lavorare assieme in un rapporto di fiducia, senza partire dal presupposto che chi fa politica necessariamente è incline alla delinquenza - e questo è un problema del Paese, perché la gran parte di noi sono uomini onesti che non hanno nessuna ragione per fare politica, ma la fanno per una questione civile, perch vogliono, nel mio caso in modo particolare, ringraziare la città che mi ha accolto quarant'anni fa insieme alla mia famiglia - se ci sono cose concrete in quei due disegni di legge, credo che non basti la mozione di indirizzo.
anche per questo che ho chiesto la parola.
Credo che sia giusta l'idea di approvare quei due disegni di legge dopo averli studiati e confrontati - ma penso che il collega Stara l'avrà già fatto - con la Magistratura, con le Forze di Polizia, con le associazioni di categoria, con tutti quelli che in qualche modo hanno di che preoccuparsi della presenza di questo fenomeno criminale; quei disegni di legge devono andare avanti.
Chiedevo frequentemente, parlavo con tutti gli industriali della città con tutti i commercianti, con tutti gli artigiani. Abbiamo istituito a Rivoli un "SOS usura" per cercare di capire se questo fenomeno esistesse davvero e la risposta è sempre stata negativa.
Forse bisogna andare oltre, forse bisogna trovare strumenti nuovi, ma non abbiamo niente da nascondere e io, soprattutto, non ho niente di cui vergognarmi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Novero, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Intendevo intervenire come Consigliere regionale, ma a titolo totalmente personale.
Collega Boeti, credo che le parole bastino. Ha tutta la mia solidarietà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Ormai, l'infiltrazione della criminalità organizzata nel Nord Italia è un dato oggettivo e riconosciuto da tutti. Probabilmente, l'abbiamo un po' sottovalutata, come istituzione in senso lato, perché è stata un'infiltrazione subdola, molto silenziosa, senza fatti eclatanti di sangue, che ha giocato sotto il profilo burocratico, amministrativo ambientale, sull'omertà e sull'intimidazione, cercando di limitare il più possibile i fatti di sangue, che avrebbero destato l'attenzione dell'opinione pubblica, delle Forze dell'Ordine e della Magistratura.
Purtroppo, ne abbiamo constatato la presenza. Ovviamente, dovendo combatterla, abbiamo raccolto l'invito di istituire una Commissione d'inchiesta, che, però, lavori in profondità, che davvero esamini i casi concreti, dove veramente ci sia la convinzione, dove vi siano gli elementi oggettivi di una presenza pesante e pericolosa della criminalità organizzata, senza limitarsi a strumentalizzazioni di tipo giornalistico come purtroppo è avvenuto in un recente passato. Ne è stato vittima il collega Nino Boeti, a cui rivolgo la mia personale solidarietà, ma sono stati coinvolti anche altri colleghi, l'Assessore Porchietto e altri ancora, che - ricordo - sono stati lambiti o citati da giornali nell'ambito di queste inchieste.
Questo dovrebbe fare riflettere non solo la nostra parte politica, che da anni si impegna da questo punto di vista, ma anche la vostra parte politica: certe intercettazioni, che non hanno alcuna rilevanza penale sarebbe ora che, davvero, non venissero più pubblicate sui giornali.
Capisco l'amarezza del collega Boeti, è un sentimento che può colpire ognuno di noi. Infatti, quante volte incontriamo e parliamo con persone che ci appaiono per bene e che si esprimono in maniera impeccabile, ma dietro di loro può esserci ben altro.
Allora, occorrerebbe affrontare, senza pregiudizi ideologici e senza immaginare sempre dietro la figura di Berlusconi, una riforma sulle intercettazioni, affinché sia pubblicabile solo ciò che, veramente, è penalmente rilevante e non ciò che, invece, non c'entra niente o rientra nelle opinioni o nei pettegolezzi, perché tale agire rovina le persone, si creano delle amarezze, si mettono in difficoltà le persone all'interno delle istituzioni e dei partiti, come avvenuto in questa occasione all'amico Boeti, ma è accaduto anche ad altri esponenti del centrodestra.
Chiusa questa parentesi, ritengo opportuno costituire questa Commissione. Infatti, nei prossimi anni, verranno realizzate infrastrutture importanti sul territorio piemontese e, solitamente, la criminalità organizzata (mafia o 'ndrangheta), tenta di infiltrarsi soprattutto in queste grandi occasioni.
Nella costruzione di grandi opere pubbliche cerca di infiltrarsi attraverso i subappalti, cioè una catena di infiltrazioni, che a volte è difficile da individuare, dove anche i semplici certificati antimafia di una volta hanno dimostrato la loro totale inutilità.
Per cui, ritengo opportuno e giusto raccogliere questo invito, lo ha fatto il Comune di Torino, lo faccia anche la Regione Piemonte, però, lo ribadisco, deve essere una Commissione d'inchiesta che davvero vada in profondità e non si limiti a mere, e, ormai, superate, strumentalizzazioni politiche.



PRESIDENTE

Consigliere Bono, lei ha chiesto la parola per fatto personale pertanto, per favore, le chiedo di esplicarlo.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Prenda la parola, perché devo valutare. Prego.



BONO Davide

Presidente, sono stato definito un "miserabile", ricordandomi una splendida opera di Hugo...



PRESIDENTE

Però, quello non è fatto personale!



BONO Davide

Eh, beh!



PRESIDENTE

Eh, no.
L'articolo 68, comma 1, del regolamento interno del Consiglio regionale è chiaro: "È fatto personale l'essere censurato nella propria condotta o il sentirsi attribuire fatti non veri od opinioni contrarie a quelle espresse".
Quindi, una valutazione politica...



BONO Davide

Mi sembra che abbia sempre....



PRESIDENTE

Non è fatto personale, poi avrà modo di parlare ancora su altri atti.
Siccome nella mia interpretazione devo essere rigoroso, non è fatto personale.



BONO Davide

A volte, Presidente, è rigoroso...



PRESIDENTE

La ringrazio.



BONO Davide

A volte meno...



PRESIDENTE

No.



BONO Davide

molto gentile.



PRESIDENTE

Grazie.



BONO Davide

Grazie, le regalerò una parrucca.



PRESIDENTE

Tanto dopo ci sono degli ordini del giorno, ne avrà occasione.
La ringrazio se mi regalerà la parrucca, può sempre servire.
La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Sono sincero, avrei sperato che la discussione di questa deliberazione avvenisse in un altro clima e mi dispiace per quanto sta accadendo oggi.
Certo, la commemorazione di Bruno Caccia meritava un prosieguo migliore naturalmente parlo a titolo personale, non ce l'ho con nessuno.
Vado un pochino controcorrente dicendo che non sono mai entusiasta quando si istituiscono delle Commissioni, perché temo sempre che vengano considerate un po' una foglia di fico per coprirsi e per dire che è stato fatto il possibile, e questo non deve avvenire! Anticipo che noi voteremo la proposta dell'Ufficio di Presidenza.
Qui mi permetto di dire che non si può sempre essere d'accordo, anche in maggioranza. Infatti, non chiedo che questa Commissione vada a fondo mi permetto di essere in disaccordo con il Capogruppo del PdL - perché noi non dobbiamo nemmeno lontanamente sostituirci alla Magistratura, che svolge molto bene il suo lavoro, lo sta dimostrando non solo in questi mesi, ma anche con il processo Minotauro in questi giorni.
Secondo il sottoscritto, il nostro compito è riuscire a far decollare maggiormente la cultura della legalità, che deve sempre essere presente in una regione e in un tessuto sociale. Non lo dico io, lo dicono i magistrati che hanno seguito la lotta alle mafie: le mafie vanno dove ci sono i soldi questo è chiaro. Le mafie, che sono nate in una certa parte del nostro Paese, hanno seguito il flusso dei soldi e si sono estese al Nord.
Noi dobbiamo cercare di ricreare quel clima, che, forse, un pochino è stato perso - mi auguro di no - di cultura vera contro la mafia, che nasce anche dalle cose più piccole.
Infatti - mi permetto di dirlo, e io lo faccio - dovremmo cominciare ad allontanare, soprattutto in certi periodi vicino alle elezioni, chi - anche senza accenti, perché questi non sono stupidi, tutt'altro - si avvicina a noi come aspirante politico per proporci voti o aiuti di qualsiasi genere.
Se noi riuscissimo a cominciare dal piccolo, portando avanti una politica vera, che inizi a contrastare le gare con il massimo ribasso, che portano ai subappalti, cioè a ditte che pur vincendo queste gare con il massimo ribasso non si capisce bene come riescano a portare avanti il lavoro.
Il nostro grande compito - mi fa piacere che l'Ufficio di Presidenza lo abbia inserito nella proposta di deliberazione - è anche quello di, insieme alle scuole, di riuscire a far passare questa cultura.
Guardate, chiunque di voi ha possibilità di frequentare le scuole e i nostri giovani, non è così scontato che questa cultura ci sia. Ma la responsabilità è nostra di noi adulti, di noi politici, che cerchiamo di fare politica, quella di riuscire a fare in modo che i nostri giovani cerchino di non seguire sempre l'effimero, cerchino di non seguire il guadagno facile, cerchino di non seguire determinate cose che invece sono quello che le mafie portano avanti per conquistare i nostri giovani.
Noi dobbiamo soprattutto cercare - io ritengo, naturalmente, umilmente di fare questa politica nelle scuole, di coinvolgere i nostri giovani in questa istruzione all'antimafia vera.
Mi permetto sommessamente di chiedere una cosa all'Aula. Il nostro Gruppo è d'accordo su tutti gli ordini del giorno e le mozioni che sono state presentate, ma su un argomento del genere noi riteniamo che deve essere una cosa che parta il più possibile dall'istituzione e chi, in questo caso, meglio dell'Ufficio di Presidenza rappresenta l'Istituzione? Ripeto, siamo d'accordo anche con gli altri ordini del giorno e le altre mozioni, e voteremo convintamente la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza, ma chiederemmo e chiedo sommessamente agli altri proponenti di ritirare le loro proposte. Mi sembrerebbe - uso un termine che, forse, non è opportuno, ma concedetemelo - quasi svilente in questa giornata in cui abbiamo commemorato Bruno Caccia, di approvare quattro o cinque ordini del giorno che sono poi simili.
Quindi, Presidente, lo so che posso solo fare appello formalmente a lei, ma ritengo opportuno che si votasse solamente la proposta dell'Ufficio di Presidenza che ritengo, e lo ripeto sommessamente, più forte, più importante e soprattutto più unitario. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Carossa.
La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Stiamo entrando nella piena estate e fa caldo. Ma mi pare che anche quest'Aula oggi sia abbastanza "bollente". Questo per dire che sono argomenti molto caldi.
Ho sentito più interventi. Anch'io convintamente con il mio Gruppo voteremo questa proposta dell'Ufficio di Presidenza per creare una Commissione speciale. Con questo non vogliamo sostituire il lavoro della Magistratura, che deve fare il suo percorso e andare avanti, però sappiamo tutti che la 'ndrangheta purtroppo esiste anche da noi, anche qui in Piemonte, ma dobbiamo combatterla! Questo è un segnale forte che noi dobbiamo dare. Ben vengano le varie proposte di legge, anche quelle del collega Stara, che esamineremo punto per punto, però dobbiamo mettere in evidenza ai giovani, come ha detto bene il Consigliere Carossa, nelle scuole, che in politica esistono degli amministratori sani, seri, che lavorano veramente con intelligenza e con dedizione.
Qui voglio dire che noi anzitutto vogliamo le grandi opere per creare lavoro, ma con chiarezza e trasparenza.
Voglio dire al collega Boeti che esprimiamo tutta la nostra stima e solidarietà, perché è vergognoso toccare uomini come lui, che ha fatto anche Sindaco con chiarezza e con trasparenza, trattandolo in quel modo come fosse chissà chi! Nino, effettivamente ti do ragione, condivido la tua amarezza e ti do la mia massima solidarietà, perché ti stimo da quando ti ho conosciuto.
Però questo "caldo" noi dobbiamo superarlo nel trasmettere il messaggio che esistono degli amministratori chiari e trasparenti. Quello che noi dobbiamo fare, e bisogna farlo, è far crescere questo "grano" in mezzo a questa zizzania o a questi rovi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Negro.
La parola al Consigliere Cantore.



CANTORE Daniele

Grazie, Presidente.
Ovviamente mi trovo d'accordo sulla proposta di istituire questa Commissione.
Mi permetto di dire, però, Presidente, a fronte anche del dibattito che la deliberazione sembra quasi, anche per come è stata impostata, un atto dovuto. Penso che noi siamo tutti d'accordo che si debba istituire questa Commissione. Peraltro, mi permetto di dirlo a bassa voce: nel 2010 dissi a qualche collega che forse era opportuno istituire una Commissione come quella che vogliamo istituire oggi. Vorrei ricordare che la Città di Torino l'ha fatto prima di noi, ma non voglio assegnare nessuna medaglia.
Presidente, è importante - mi rivolgo a lei, che considero persona coraggiosa - istituire questa Commissione, ma dare contenuto e forza perché se no, come dire, abbiamo esplicato un atto quasi dovuto, siamo stati sollecitati - giustamente - dal Procuratore Capo, dottor Caselli e ci fermiamo lì.
A me personalmente - parlo a titolo personale, perché ha già parlato molto bene a nome del Pdl il Consigliere Pedrale - piace invece la provocazione del Consigliere Carossa. Se quest'Aula è coraggiosa e veramente, e io ne sono convinto, non ha problemi di rapporti o di infiltrazioni con la mafia e con la 'ndrangheta, allora faccia sì che questa Commissione, oltre i suggerimenti del collega Stara, vada ad analizzare i flussi elettorali. Se siamo in una logica bipartisan, senza voler entrare nelle scelte degli altri partiti, si ponga come condotta la verifica dei flussi elettorali, come diceva giustamente il Consigliere Carossa, per prevenire la possibilità dell'inquinamento dei nostri partiti attraverso persone che si sono insediate sul territorio.
Parliamoci chiaro: questo è il problema vero. Certo è importante controllare gli appalti, controllare tutte le situazioni che riguardano la sanità, i trasporti, adesso l'Alta Velocità, ma c'è un problema di inquinamento, se c'è, anche dei partiti.
Allora, Presidente, abbiamo un banco di prova importante: le amministrative del prossimo anno. Non dobbiamo diventare degli inquirenti.
Ha ragione il Consigliere Reschigna a dire che ci sono già le forze dell'ordine e la Magistratura. Non siamo la Commissione parlamentare antimafia, che ha altri compiti, e dobbiamo anche evitare, come è capitato una volta nella Commissione di indagine urbanistica, che in qualche caso si finisca, per posizionamenti di parte, ad alimentare delle generiche accuse a persone. Penso che la testimonianza di Boeti qui in Aula parli da sola.
Secondo me, è vergognoso che Boeti debba venire qui a giustificarsi, lo dico con grande sincerità e anche con grande stima.
Presidente, abbiamo coraggio? Non abbiamo scheletri nell'armadio? Vogliamo veramente modificare la politica e in particolare i nostri partiti che in alcuni casi sono stati lambiti da situazioni poco chiare o poco limpide? Ebbene, andiamo a verificare, nei modi dovuti - voglio dirlo, non dobbiamo sostituirci a nessuno - come verranno formate in Regione Piemonte le liste delle elezioni amministrative del prossimo anno. È l'inizio di un lavoro che dovrà riguardare i Comuni e le Province (che non sappiamo se ci saranno o non ci saranno), ma anche, quando toccherà, noi come Consiglio regionale. Questo è un input che dobbiamo dare ai partiti.
Presidente, va bene questa Commissione, sono convinto che sarebbero d'accordo tutti. Se uscissimo in strada, tutti ci applaudirebbero (cosa che non capita purtroppo da parecchio tempo), però solo se avessimo veramente il coraggio di essere propositivi, di andare anche qualche volta oltre sempre con la regola del rispetto reciproco e non giocando sulle divisioni politiche, e di essere davvero uniti.
Nella lotta alla mafia dobbiamo avere coraggio e andare a stanare veramente, dove si annida, questo malcostume.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cantore.
Ha chiesto la parola la Consigliera Montaruli; ne ha facoltà.



MONTARULI Augusta

Grazie, Presidente.
Il 19 luglio ricorre l'anniversario tragico della morte del giudice Borsellino e da poco è stato celebrato l'anniversario, anch'esso tragico della morte del giudice Falcone e degli uomini della scorta.
La ricorrenza del 19 luglio sarebbe un bel momento iniziale per fare in modo che la nostra costituenda Commissione possa recarsi in quei luoghi; e non tanto per fare un esercizio di memoria, che è pur sempre necessario quanto per confrontarsi con chi ha già sperimentato in maniera fattiva Commissioni regionali antimafia, come quella che la Regione Sicilia ha istituito e che oggi è presieduta da Nello Musumeci.
Il giudice Borsellino diceva una cosa: diceva che "politica e mafia sono due poteri che vivono nel controllo del territorio; o si fanno la guerra o si mettono d'accordo".
Noi oggi, con l'approvazione dell'istituzione di una Commissione antimafia, certamente diciamo che vogliamo fare la guerra. Ricordo però a quest'Aula che le guerre si vincono quando si hanno le armi per vincerle e soprattutto quando si ha la forza per farlo. E una politica che è timorosa di se stessa, una politica che ha paura di ogni suo passo, una politica che teme ogni suo atto non è sicuramente una politica che rappresenta un potere altrettanto forte e contrapposto rispetto a quello delle mafie.
Allora, se vogliamo vincere davvero la lotta contro la mafia e vogliamo ripartire da una Commissione regionale antimafia, è necessario che ci ricordiamo ogni giorno - noi per primi, che in questo periodo siamo perennemente messi sotto accusa - di chi siamo e di che cosa facciamo; e nel far questo, bisogna che ci ricordiamo anche che dobbiamo dotarci di strumenti reali per fare in modo che il nostro sia realmente un potere, ma un potere positivo.
Allora, suggerisco a quest'Aula di fare come hanno fatto altre Regioni che sono state pioniere nell'argomento, cioè di applicare anche a livello regionale un codice antimafia - così come, ripeto, hanno fatto altre Regioni - che permetta controlli ancor più specifici rispetto agli appalti e ad altri rischi di infiltrazione.
Occorre ricordarci che la mafia non è solo la 'ndrangheta o quella legata ai fenomeni tradizionali che l'Italia ha conosciuto, ma che esistono nuovi fenomeni di mafia, soprattutto nel nostro territorio. Non so se vi ricordate che nel 2010, quando noi ci insediavamo, la Magistratura diede per esempio un colpo, che però credo sia ancora lontano dall'essere inferto completamente, alla mafia nigeriana. Ogni giorno ci vengono denunciati episodi riguardanti l'esistenza sul nostro territorio della mafia cinese.
Esistono tanti tipi di mafia e sembra che noi oggi parliamo soltanto della 'ndrangheta perché c'è stato il caso "Minotauro", che è stato sicuramente un caso che ha portato alla luce una fitta rete di rapporti, ma che non è l'unica manifestazione delle mafie sul nostro territorio. Allora bisogna guardare alla mafia nella sua completezza per non fare soltanto un esercizio di retorica e di memoria, ma per fare qualcosa di realmente concreto.
Credo dunque che l'istituzione di questa Commissione sia certamente un passo importante e necessario per quest'Assemblea regionale, ma che in questi anni si sia avuta anche la possibilità di cogliere delle opportunità, che in realtà non sono state colte. Con il Consigliere Motta ne parlerà lui successivamente - abbiamo presentato una proposta di legge che prevede l'applicazione della legge n. 231 a tutte le aziende che intendono prendere finanziamenti dalla Regione Piemonte. Quello è un altro esempio di come quest'Assemblea regionale può andare a incidere su fenomeni simili e prevenirli.
Mi auguro allora veramente che questa Commissione sia utile: dipende da noi, dalla nostra forza e dall'orgoglio che noi avremo di essere classe politica.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Faccio adesso questa proposta all'Aula: l'Ufficio di Presidenza fa proprie le proposte emendative presentate dai Consiglieri Reschigna e Cantore. Se l'Aula acconsente e le condivide, quella del collega Reschigna sarà rubricata alla lettera d), così formulata: "il monitoraggio costante degli eventi di infiltrazione mafiosa segnalati dalle Autorità competenti".
Quella del collega Cantore sarà rubricata alla lettera e), così formulata: "controllo delle dinamiche, dei presupposti e dei flussi elettorali in collaborazione con le segreterie dei partiti e dei movimenti politici".
Credo che entrambe siano proposte intelligenti e di qualità che possono migliorare la delibera e a tal proposito comunico che la proposta di deliberazione, assunta ovviamente come atto formale e sostanziale dall'Ufficio di Presidenza, è nelle disponibilità del Consiglio e che pertanto tutti coloro i quali volessero apporre la propria firma, anche successivamente all'approvazione, lo potranno fare presso la Funzionaria alla mia sinistra. Penso quindi che non avrebbe senso, anche se questi atti fanno ovviamente parte della formazione della nostra decisione odierna votare le mozioni. Coloro i quali, dunque, le hanno presentate, presumo saranno i primi a sottoscrivere la delibera istitutiva.
Se acconsentite, darei quindi per superate le mozioni e l'ordine del giorno: fanno parte del dibattito, sono depositati agli atti e credo che con la firma in calce alla delibera, apposta anche da parte dei colleghi propositori degli atti di indirizzo, se ne possa sicuramente lasciare traccia anche negli atti formali e non solo nella sostanza, che naturalmente viene anteposta alla forma, quali elementi concorrenti alla decisione che stiamo prendendo.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di dichiarazioni di voto, propongo all'Aula di votare la Proposta di deliberazione al Consiglio regionale per l'istituzione, ai sensi dell'articolo 31, comma 1, lettera a) dello Statuto della Regione Piemonte, di una Commissione speciale con compiti di indagine conoscitiva per la promozione della cultura della legalità e per il contrasto di ogni forma di criminalità organizzata, così come emendata e così come descritto precedentemente, quindi con l'aggiunta della lettera d) sul "monitoraggio costante degli eventi di infiltrazione mafiosa segnalati dalle Autorità competenti" e della lettera e) sul "controllo delle dinamiche, dei presupposti e dei flussi elettorali in collaborazione con le segreterie dei partiti e dei movimenti politici".
La votazione avverrà per appello nominale, mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale sulla proposta di deliberazione n. 279, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 Consiglieri hanno votato SÌ 48 Consiglieri Il Consiglio approva.
Do atto per il verbale che il collega Oliva, che è stato impossibilitato a farlo per questioni tecniche, intendeva votare favorevolmente. Grazie.


Argomento: Artigianato - Tutela del consumatore

Questione pregiudiziale proposta dal Consigliere Ronzani (non avviare l'esame del testo unificato delle proposte di legge n. 97 e 237 "Norme in materia di panificazione")


PRESIDENTE

Dobbiamo ora trattare il testo unificato delle proposte di legge n. 97 e n. 237, di cui al punto 3) all'o.d.g.) Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

una questione pregiudiziale, Presidente, ai sensi dell'articolo 71 del Regolamento.



PRESIDENTE

Sì, prego.



RONZANI Wilmer

Vorremmo invitare i colleghi a fare una riflessione.
Poniamo una questione ai sensi dell'articolo 71 del Regolamento ribadendo una questione che abbiamo avuto modo di porre già durante i lavori della Commissione.
Invitiamo l'Aula a valutare la possibilità di non avviare la discussione di questo provvedimento, ma non per ragioni politiche. Vorrei essere chiaro: da parte nostra non c'è alcuna ostilità nei confronti di panificatori, neppure dell'esigenza di promuovere e valorizzare l'attività che loro svolgono, ma per ragioni più squisitamente legislative e tecniche che sono quelle a cui ci hanno richiamato gli uffici della Regione e del Consiglio regionale, nei documenti che hanno accompagnato la discussione su queste proposte di legge, poi diventata una proposta di legge unificata.
La ragione per cui invitiamo i colleghi a fare una riflessione, che ci spinge a ritenere che non avrebbe molto senso procedere all'invio della discussione su questo provvedimento, è che non vi è un solo problema - un solo problema - che la proposta di legge che stiamo esaminando si propone di risolvere ed affrontare, che non sia già normato, in maniera adeguata e sufficiente, dalla legge quadro sull'artigianato del 2009.
Una legge giovane, da questo punto di vista, ma una legge che ha dentro di sé le norme e gli strumenti per affrontare quei problemi che ci si propone di normare con questa proposta di legge unificata.
Ripeto: sono valutazioni tecniche e legislative, perché se l'Aula dovesse respingere questa nostra richiesta di non avviare la discussione sul provvedimento, saremmo costretti, punto per punto, a dimostrare perch l'articolato di questa proposta di legge affronta questioni che sono già risolte o regolate dalla legislazione vigente.
Dico di più: vi sono norme (non è il caso di affrontarle adesso, lo farò semmai in discussione generale nell'esame dell'articolato) che rischiano - ahimè - di complicare la vita alla categoria; di aggiungere problemi laddove questi, invece, vengono risolti.
In ogni caso, pongo una domanda pregiudiziale che è davvero politica: che senso ha dotare il Piemonte di una doppia legislazione - di una doppia legislazione! - dai contenuti pressoché analoghi? Non lo dice naturalmente il Gruppo del PD e non è una valutazione politica, perché se così fosse, sarebbe discrezionale. Mi rimetto a valutazioni oggettive che hanno sottoposto all'esame dei Consiglieri, di maggioranza e di opposizione, gli Uffici del Consiglio regionale e della Giunta regionale.
Inviterei i colleghi - ed è l'appello che faccio - quanto meno a porsi il problema di una pausa di riflessione, perché non possiamo correre il rischio di approvare un provvedimento che affronta questioni che le leggi regionali hanno da tempo, correttamente, seriamente e ragionevolmente risolto.



PRESIDENTE

Il collega Ronzani, ex articolo 71, comma 1 del Regolamento, chiede che il testo unificato delle proposte di legge n. 97 e n. 237 non debba discutersi. Pone quindi, ai sensi dello stesso articolo e dello stesso comma, una questione pregiudiziale, prima dell'illustrazione e discussione del provvedimento.
L'Aula acconsente? Poiché l'Aula non acconsente, bisogna procedere come previsto dall'articolo 71, comma 2.
Sulla questione pregiudiziale, illustrata e motivata dal collega Ronzani, che chiede - lo ricordo - di non procedere alla trattazione delle proposte di legge n. 97 e n. 237 unificate, ma che si rinvii per approfondire il tema, può intervenire un solo oratore per tre minuti per ciascun Gruppo, ma poi si deve votare.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gregorio; ne ha facoltà.



GREGORIO Federico

Grazie, Presidente.
Il collega Ronzani ci invitava a riflettere.
Ebbene, ci ho riflettuto e possiamo andare tranquillamente avanti anche perché l'iter di questa legge è stato approvato dalla Commissione dopo un anno e mezzo di discussione.
Devo dire che le osservazioni arrivate dagli Uffici sono tali, non sono richiami. È ben diverso.
Guardi, collega Ronzani, lo dico senza la minima ombra di schermo o di ironia: nei suoi confronti ho veramente molta stima e la invidio per quella che è la sua ars oratoria, la sua comunicazione e la sua gestualità, per da lì a farmi credere, nonostante la mia stima nei suoi confronti, che Nostro Signore è morto di mal di pancia, capisce che per me è un po' dura.
Dire: io non ce l'ho con i panificatori, però farò ostruzionismo se la legge andrà avanti, non mi sembra molto corretto.
Si tratta di una legge che va a tutelare, innanzitutto, una categoria ben precisa, i panificatori, da una definizione di panificio. Va a tutelare i consumatori, che nulla ha a che fare con la legge attuale che richiama l'eccellenza artigiana, cui penso lei facesse riferimento.
Oltretutto, lei diceva a chi può interessare o chi può danneggiare: "La categoria potrebbe essere danneggiata".
Beh, guardi che in Piemonte ci sono 2.700 panificatori che si riuniscono in assemblea regionale e che hanno specificatamente richiesto tale normativa, per cui mi sono fatto carico, come Consigliere regionale e come cittadino, di essere portavoce dei panificatori piemontesi. Non solo il sottoscritto, c'è anche la collega Cerutti, a dimostrazione che questa è una proposta di legge bipartisan, non sicuramente ideologica, ma che va a rispondere concretamente, e oserei dire anche in tempi brevi.
Questa è una bella risposta della politica: un'esigenza che viene da una categoria di artigiani ben precisa, che sono i panificatori.
Ricordo oltre 2.700 panificatori in Piemonte che ogni giorno distribuiscono pane ai piemontesi. Vogliamo quindi tutelare loro; vogliamo tutelare i consumatori, definendo quella che è l'origine della panificazione e, soprattutto, i panifici.
Approfitto per ringraziare la Commissione che a maggio ha votato il prosieguo di questa legge che oggi viene discussa, e invito i colleghi ad andare avanti nell'approvazione dei dieci articoli di questa legge.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Chiaramente prendo in considerazione i rilievi del collega Ronzani dopodiché abbiamo avuto modo di approfondirli, ad esempio nel momento in cui abbiamo fatto confluire le due proposte di legge.
Il collega prima faceva riferimento alla propria proposta di legge mentre la mia è antecedente, era stata presentata in data 30 novembre 2010.
Da questo punto di vista, riprendeva un atto già preso in considerazione nel passato mandato, che ha l'obiettivo, in modo più o meno esplicito, di far sì che la Regione abbia più a cuore il suo ruolo nella qualificazione e nella promozione delle produzioni di elevata qualità.
Finora, in effetti, è un aspetto che potrebbe essere considerato carente e che vede la Regione, fino ad ora, ragionare esclusivamente in termini burocratici.
Da questo punto di vista, se si vogliono vedere delle sovrapposizioni possono essere di carattere formale, ma le abbiamo risolte proprio con un confronto con gli Uffici, e abbiamo modo di aprire una riflessione più ampia sull'eccellenza artigiana, su ciò che viene richiamato, nello specifico, nella panificazione. Aprire una riflessione più ampia in un campo, è questo l'obiettivo della proposta di legge, un campo che, forse ha bisogno di essere sostenuto maggiormente e magari anche in modo innovativo, e non semplicemente un settore che risolva il proprio mandato in termini burocratici.
Credo che il progetto di legge possa essere discusso dal punto di vista del merito tecnicamente, quindi, se vi sono delle sollecitazioni che vengono dai colleghi, avremmo modo di poter riflettere e considerarle insieme a loro.
Da questo punto di vista, credo che si possa proseguire nell'esame del progetto di legge.



PRESIDENTE

Altri Consiglieri intendono intervenire? Richiamo l'attenzione del Consiglio.
Il Consigliere Ronzani ha presentato una pregiudiziale per non procedere alla trattazione del testo unificato delle proposte di legge n.
97 e 237, motivandone le ragioni. L'Aula non ha acconsentito. Pertanto, in ossequio al comma 2 dell'articolo 71, abbiamo aperto un dibattito in cui sono intervenuti i due relatori dei provvedimenti. Il primo, il Consigliere Gregorio, relativamente alla proposta di legge n. 237 chiede, in sostanza di procedere. Pur aprendo ad una valutazione attenta di quanto rappresentato dal Consigliere Ronzani, anche la Consigliera Cerutti chiede di procedere alla trattazione della proposta di legge.
Se non ci sono richieste di intervento, pongo in votazione la questione pregiudiziale presentata dal Consigliere Ronzani. Votando "sì" la si accoglie, pertanto verrà sospesa la trattazione del provvedimento del testo unificato. Votando "no" si contrasterà la richiesta di pregiudiziale sospensiva del Consigliere Ronzani, quindi si vota per procedere nella seduta odierna nella trattazione del punto.
Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sulla questione pregiudiziale presentata dal Consigliere Ronzani Il Consiglio non approva.
Sia messo a verbale che il Consigliere Oliva, per questioni tecniche, non ha potuto esprimere il proprio voto favorevole.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Per errore, volevo votare a favore, ma il mio voto non è stato registrato.



PRESIDENTE

Sia messo a verbale che la Consigliera Pentenero intendeva votare favorevolmente.


Argomento: Artigianato

Esame testo unificato delle proposte di legge n. 97 e n. 237, inerente a "Norme in materia di panificazione"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del testo unificato delle proposte di legge n. 97 e n. 237, "Norme in materia di panificazione", di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Cerutti, relatrice.



CERUTTI Monica, relatrice

Si tratta di una proposta di legge non particolarmente complessa. Un provvedimento risultato di un esame in sede di Commissione che ha visto la stesura di un testo modificato, rispetto a due proposte di legge precedenti, cui facevo già riferimento nel precedente intervento, la legge n. 97, di cui sono prima firmataria, e la n. 237.
L'obiettivo è quello di favorire la promozione e lo sviluppo in senso qualitativo - questo è un aspetto importante - dell'attività di panificazione.
In questi ultimi anni, si è assistito ad una grande evoluzione sia nel consumo che nella produzione del pane, che rappresenta il componente per eccellenza del nutrimento nella tradizione occidentale.
Si pensi, ad esempio, che l'Italia è al quarto posto in Europa per consumo annuo pro capite di pane, dopo la Germania, Danimarca e Austria.
I mutamenti negli stili di vita, congiuntamente ad una scarsa informazione alimentare, hanno, tuttavia, e purtroppo, abbassato drasticamente il consumo pro capite di pane.
Il crescente fenomeno delle intolleranze alimentari, novità che questo testo introduce, come la celiachia, pone inoltre la necessità che questo settore alimentare si adegui e sappia offrire un'adeguata produzione ai cittadini, affetti da particolari patologie. Per queste ragioni sono previste, nel presente provvedimento, delle modalità di incentivazione delle imprese che esplicano tale funzione sociale.
Da questo punto di vista, avendo una relazione che condividiamo con il Consigliere Gregorio (dal punto di vista dei contenuti, lascerei al Consigliere entrare nel merito più specifico), riproporrei le questioni che ho posto anche nel rifiutare il fatto che ci fosse una pregiudiziale quindi l'esigenza di un ulteriore approfondimento, invocando delle sovrapposizioni con testi già presenti.
Questa proposta di legge possiamo considerarla una provocazione benevola affinché la Regione ritorni a pensare ad un suo ruolo nella qualificazione e nella promozione delle produzioni di elevata qualità.
La Regione, come ho già detto, da tempo non ha posto accenti sulla qualità, proponendosi come luogo ove si ragiona esclusivamente in termini burocratici. Il provvedimento può sovrapporsi, per alcuni aspetti e in modo formale, con le finalità di provvedimenti riguardanti l'eccellenza artigiana, ma noi abbiamo una carenza nell'azione su questo specifico tema: la panificazione. Così come su altri temi altrettanto importanti che potrebbero essere affrontati.
Ricordiamo che l'80% del pane che si consuma in Piemonte, così come nelle altre Regioni, è pane che viene consumato da tre a sei mesi dopo essere stato impastato nei grandi panifici industriali. Chiaramente questo è un aspetto su cui si vorrebbe avere la possibilità, da parte del consumatore, di avere la consapevolezza di quale sia il pane che finisce sulla propria tavola, se sia pane a conservazione o pane di produzione immediata, recente.
Oltretutto, dal punto di vista anche dell'azione normativa della Regione, c'è quindi un altro elemento, che già ricordavo e che questo provvedimento introduce: il fatto di qualificare le produzioni per chi è affetto da particolari intolleranze o patologie, che tra l'altro tema sempre più diffuso e importante.
Noi possiamo, con questo provvedimento, trattare la questione dal punto di vista dei panificatori e dal punto di vista dei consumatori, oltretutto dal punto di vista dell'eccellenza artigiana e della panificazione.
Chiaramente, il tema della formazione è di competenza regionale, tramite la formazione si possono raggiungere meglio gli obiettivi della qualità che il provvedimento si prefigge, quindi, da questo punto di vista, per quanto riguarda l'aspetto finanziario abbiamo semplicemente previsto un minimo per poter dare gambe a questa proposta di legge, però è chiaro che dal punto di vista delle misure finanziarie possiamo introdurre delle riflessioni rispetto a quelle che saranno le linee che andremo a definire per i fondi dell'Unione Europea.
Forse qualche risorsa si potrebbe trovare per favorire anche la qualificazione di alcune produzioni gastronomiche anche sotto il profilo della tutela della salute, che credo sia un elemento che possa essere ripreso se questo progetto di legge vedrà l'approvazione dell'Aula, in una riflessione successiva sui fondi e sulle risorse da poter utilizzare.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gregorio, relatore.



GREGORIO Federico, relatore

Grazie, Presidente.
Sottoscrivo tutto quello che fin qui è stato detto dalla collega Cerutti. Aggiungo che questo provvedimento risponde all'esigenza di tutela di una professionalità artigianale largamente diffusa nell'ambito dell'eccellenza gastronomica che caratterizza la Regione Piemonte.
Oltre alla valenza sociale, culturale e nutrizionale che il pane rappresenta, in particolare per il nostro territorio, risulta opportuno sottolineare l'alto livello di qualità e la molteplicità di tradizioni locali, che esaltano la peculiarità del prodotto fresco artigianale.
La finalità del provvedimento è pertanto quella di tutelare i produttori e i consumatori del pane, ovvero del prodotto realizzato in panificio e da panificatori intesi come artigiani che producono il pane nei loro laboratori.
La nuova norma potrà garantire agli acquirenti un genere di larghissimo consumo, per quanto concerne qualità e soprattutto processo di realizzazione, offrendo al consumatore informazioni puntuali sulle tecniche di produzione, confezionamento e vendita del pane.
Si intende quindi valorizzare la peculiarità qualitativa dell'attività di panificazione e l'opera artigiana di eccellenza delle imprese operanti nel settore, esplicitando con chiarezza quelle che sono le modalità di produzione del pane e rispondendo alle aspettative dei consumatori - quelle aspettative cui prima accennavo - eliminando quella simmetria informativa fra chi vende e chi compra.
Una questione fondamentale in questo senso ritengo che diventi la promozione della crescita della professionalità degli operatori. Parimenti in linea con i principi di tutela del consumatore, si prevedono obiettivi di trasparenza sull'origine delle materie prime, sui processi produttivi e sul percorso che porta alla vendita del prodotto finale.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Colleghi, Presidente e Assessore, le leggi si fanno quando servono.
Quando non servono e sono dei doppioni, rischiamo di farci ridere dietro dal Piemonte.
A me mancava questa esperienza; faremo anche questa. Faremo anche l'esperienza di essere un Consiglio regionale che approva un provvedimento che verrà considerato dal mondo una legge che c'è già.
E siccome abbiamo poco da fare e non abbiamo leggi importanti da fare copiamo o facciamo leggi che già esistono, che normano questioni che le leggi regionali hanno già normato.



RONZANI Wilmer

GREGORIO Federico (fuori microfono)



RONZANI Wilmer

Non è così.



RONZANI Wilmer

Me lo dimostri. Io sto dimostrando il contrario.
Il punto per noi è esattamente questo, Assessore e Presidente, cioè di evitare che il Consiglio regionale affronti una materia che è normata in maniera soddisfacente da una legge quadro, quella sull'artigianato.
Del resto, vorrei evitare che il Consiglio regionale si impegnasse a fare le leggi per ogni categoria. Pensavamo di avere da tempo acquisito la cultura delle leggi di sistema, delle leggi-quadro dentro cui è corretto affrontare le questioni specifiche.
Ritengo, ma non solo io, che la legge quadro sia lo strumento dentro cui hanno trovato una soluzione i problemi che con questa legge si vorrebbero affrontare.
Ripeto: se la questione la ponesse il Gruppo del PD, qualcuno potrebbe individuare nell'atteggiamento nostro un atteggiamento pregiudiziale, ma siccome si tratta di argomenti che hanno anche un valore normativo e tecnico - è vero che gli uffici non fanno le leggi e noi abbiamo la potestà legislativa di farle, ma abbiamo l'obbligo di aggiornare la nostra valutazione e di studiare le leggi che esistono - è evidente che non posso prescindere dal fatto che le strutture legislative del Consiglio e della Giunta regionale, in totale coincidenza di vedute, ci dicono: legislatori fate una riflessione, perché state discutendo un provvedimento che affronta questioni che questa Regione ha già affrontato e che sono già dentro il corpo della legislazione regionale.
Questa è la prima questione che vi pongo.
Possiamo fare tutto naturalmente, possiamo anche fare le stesse leggi come fossero fotocopie, ma ci vuole un minimo di buon senso.
Vengo al merito delle questioni che si pensa di affrontare.
Gli articoli 1 e 2 del provvedimento che stiamo esaminando, di fatto ricalcano ciò che nella sostanza è previsto nelle norme sull'eccellenza artigiana.
I colleghi sanno - alcuni hanno votato quel provvedimento - che nel 2009 il Consiglio regionale ha approvato la legge quadro sull'artigianato e ci fu una discussione specifica su questa questione che venne fatta esattamente perché l'obiettivo del legislatore era quello di valorizzare la qualità, il marchio di un'impresa che facesse la qualità, in questo come in altri campi. Abbiamo istituito nella legge quadro sull'artigianato il marchio "Piemonte Eccellenza Artigiana", che ha esattamente la finalità di tutelare e promuovere le attività produttive che garantiscono il consumatore dal punto di vista della qualità, delle materie prime utilizzate, la tradizione e le tipicità; tutte cose che in qualche modo ritroviamo in questa proposta di legge e che nel marchio dell'eccellenza artigiana avevamo a suo tempo già definito e risolto.
Francamente non vedo l'esigenza di tornare su questa questione. Il tema emerso in Commissione può essere un altro: rendere più selettiva l'attività di concessione del marchio, in maniera da raggiungere nella misura massima consentita l'obiettivo della qualità, perché sia davvero uno strumento che consenta all'impresa di acquisire un valore aggiunto.
questione che naturalmente si può discutere, ma lo strumento esiste ed è nella legge regionale. Inventarne un altro francamente non avrebbe alcun senso.
Questa è la prima questione.
Gli articoli (tre o quattro) richiamano nella sostanza quanto già previsto dalla normativa nazionale.
Francamente, non vedo l'esigenza di immaginare che quelle norme, con un valore generale, debbano essere ricomprese in un provvedimento locale.
La novità è rappresentata dalla previsione di una specifica linea di intervento a favore di cittadini affetti da alcune patologie alimentari.
Questa è l'unica novità presente nel provvedimento! Per il resto siamo in presenza di una ripetizione di norme già esistenti.
Tuttavia, anche durante la discussione, abbiamo spiegato ai colleghi che gli strumenti di finanziamento, che già esistono e che non prevedono una specifica allocazione di risorse, possono essere anche orientati a finanziare questo tipo di attività e queste imprese.
Però, colleghi, la questione più complessa è quella indicata nell'articolo 7, laddove prevediamo l'emanazione di un regolamento.
Infatti, il rischio - non lo dico io, che non sono un esperto, ma coloro che se ne intendono - è che il regolamento confligga con il disciplinare predisposto ai sensi della legge quadro, creando ulteriori difficoltà e problemi, cioè un clima di confusione, che non semplifica la vita ai panificatori! Francamente, non credo che, oggi, ai panificatori occorra tale legge!



(Commenti del Consigliere Gregorio)



RONZANI Wilmer

L'hanno chiesta loro.
Qualcuno può anche averla chiesta, naturalmente; del resto, forse, non l'avresti mai presentata se non ti avessero chiesto una proposta di legge! Non è polemica! L'hai presentata perché te l'hanno chiesta i panificatori, o alcuni panificatori, però noi non possiamo solo fare i terminali dei panificatori, o dei carrozzieri.
Essendo dei legislatori, ci poniamo il problema di comprendere in quale misura certe istanze vengono collocate all'interno di un quadro altrimenti, se questa è la logica, avremo qui decine di proposte di legge ciascuna delle quali riferita a specifiche esigenze settoriali, che noi abbiamo risolto correttamente con la legge quadro e il testo unico sull'artigianato! Questo è il punto! Insisto per finanziare adeguatamente la legge quadro sull'artigianato eventualmente! Questo è il tema! In una fase di crisi, dobbiamo consentire alle imprese artigiane, comprese queste, che hanno tutti i problemi che conosciamo, di poter accedere al credito! Questo è il tema! Per quanto riguarda la formazione, peraltro prevista, non ha senso immaginarla in una norma specifica. Spero ne parlerà la collega Pentenero o il collega Boeti, ma non ha senso immaginare misure ad hoc, specifiche! Più in generale, occorre una politica di investimenti e di finanziamento per il sistema delle imprese artigiane, per irrobustirle e consentire loro, ovviamente, di stare sul mercato. All'interno di questo processo il legislatore regionale deve favorire le politiche di qualità: non è questo che ci divide! Non raccontiamoci storie! Qui non c'è qualcuno che pensa ai panificatori e qualcuno che non ci pensa. Semplicemente, qualcuno sostiene che state proponendo delle norme già previste dalla legislazione regionale, che vanno semmai finanziate.
Presidente, queste sono le ragioni per le quali presenteremo anche degli emendamenti. Infatti, abbiamo un atteggiamento e un giudizio critico nei confronti di questo provvedimento: non fatelo, datemi retta, le leggi si fanno se servono. Legiferare per poter dire di aver piantato la bandierina - comunque si porrà un problema di sovrapposizione tra il regolamento, che è previsto dalla legge, e il disciplinare redatto per i panificatori - è una di quelle figure che eviterei al Consiglio regionale del Piemonte.
Questa è la nostra opinione.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Il collega Ronzani ha già espresso i nostri dubbi.
Con molta serenità, intanto, vorrei manifestare da parte nostra il massimo rispetto nei confronti dei panificatori e di chi conduce questa attività. Conosciamo il sacrificio di ogni giorno dei panettieri e dei panificatori, perché è un'attività che, davvero, richiede grande sacrificio e anche una grande passione.
Qui si dice che dobbiamo guardare con molta attenzione alla formazione.
I panificatori con i quali ho parlato mi hanno detto che i corsi per panificatore vengono fatti, il problema è che non ci va più nessuno, in quanto i giovani quell'attività non la vogliono fare. Il problema non è quello di finanziare i corsi di formazione, che sono già finanziati, ma che non ci va nessuno, perché i giovani del nostro Paese, purtroppo, guardano ad altre attività dove non ci si debba alzare di notte e non venga richiesto un sacrificio così grande.
Il testo di legge dice che bisogna prevedere i corsi di formazione, ma sono già previsti, non dobbiamo inventarci nulla! Questo problema non c'è e noi ribadiamo la massima stima e il rispetto di chi svolge questa attività.
Questo testo di legge non aggiunge nulla a quanto già previsto dalla legge sull'artigianato - lo diceva bene il Consigliere Ronzani - non dobbiamo inventarci nulla rispetto all'eccellenza, alla formazione o a norme che sono già previste nella legge quadro sull'artigianato, approvata nel 2009.
Se si vuole fare questa nuova legge, la si faccia, ma, come dicono gli Uffici del Consiglio e della Giunta, non aggiunge nulla a quanto già previsto.
Brevemente, vorrei porre una questione, che ritengo fondamentale.
Poiché i panificatori della nostra regione, e i panificatori italiani chiedono di poter dichiarare il loro prodotto "pane fresco", chiedo ai relatori di questa legge se con questo testo i panificatori piemontesi possono dire che il loro è un "pane fresco". Ho l'impressione di no, in quanto è da sette anni che i panificatori chiedono le norme attuative dell'articolo 4 del decreto legge Bersani n. 223/2006, convertito dalla legge n. 248/2006.
Da sette anni chiedono le norme attuative dell'articolo 4, e chissà perché da sette anni queste norme attuative non ci sono! Soltanto attraverso le norme attuative della legge n. 248/2006 potrebbero dichiarare "pane fresco" quello che producono ogni giorno. Invece, non lo possono fare perché non ci sono queste norme attuative.
Allora faccio una domanda ai relatori e anche all'Assessore: con questa legge che noi stiamo iniziando a discutere, i panificatori piemontesi possono mettere il cartello nel loro panificio e dire che quello che è stato prodotto oggi è pane fresco? No. Non possono farlo! Non possono farlo, perché mancano le norme attuative dell'articolo 4 della legge n.
248. Se invece mi si dice che con questa legge i panificatori piemontesi possono dichiarare questa cosa, allora anche noi saremmo d'accordo.
Poiché non è così e ai panificatori piemontesi, come i panificatori italiani interessa questo! Poter dire che producono pane fresco, quello che producono ogni giorno! Ogni giorno! Perché l'articolo 4 della legge che stiamo iniziando a discutere dice: "Il panificio, in conformità all' articolo 4 del d.l. 223/2006 convertito dalla l. 248/2006, produce il pane fresco con metodi tradizionali oppure mediante tecnologie alternative o innovative idonee a garantire al consumatore un prodotto di qualità, secondo le indicazioni stabilite nel regolamento di cui all'articolo 7".
Però, anche se approveremo questo articolo, non potranno esporre quel famoso cartello, dove si dice "produciamo pane fresco" Perché? Perché c'è una resistenza enorme in Italia da parte delle grandi industrie.
Ho voluto approfondire e non c'è una resistenza da parte del Ministero dell'Industria per quelle norme attuative, ma la resistenza è da parte del Ministero dell'Agricoltura. Bisognerebbe approfondire perché c'è una resistenza ad approvare quelle norme attuative dell'articolo 4 della legge n. 248.
Quindi noi possiamo approvare anche questa legge, perché non è che crea dei problemi: non aggiunge nulla di nuovo, non crea dei problemi, possiamo anche approvarla. Perché appunto non aggiunge nulla. Non aggiunge nulla di nuovo rispetto a quello che c'è già nelle leggi della nostra Regione.
Tuttavia, purtroppo non risolve quel problema che sta tanto a cuore a chi si alza alle due del mattino per produrre pane fresco, cioè poter dichiarare ai consumatori che quel pane che state acquistando nel mio panificio è pane fresco, perché l'ho prodotto questa notte. Non lo possono dichiarare: è assurdo, ma è così! E non potranno dichiararlo neanche se questo testo di legge venisse approvato. Se invece mi dimostrate che lo possono fare, io l'approvo con due mani questa legge, ma non è così! Non è così, perché lo potranno dichiarare soltanto quando ci saranno quelle norme attuative dell'articolo 4 della legge n. 248.
Questo è il nodo della questione. È la questione che sta a cuore a chi si alza alle due del mattino per dare pane fresco ai piemontesi. Noi vorremmo che chi fa questo lavoro, chi ogni giorno fa una sacrificio enorme per fornire il pane fresco ai cittadini piemontesi, potesse dichiarare appunto che quello che produce è pane fresco. Ho l'impressione, il timore la paura e credo anche la certezza che non potranno dichiararlo neanche dopo che questo testo di legge sarà approvato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Muliere.
La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Credo che a noi spetti fare le leggi rispetto a settori particolari che, come in questo caso, afferiscono a un settore della panificazione che occupa all'interno dell'economia piemontese sicuramente un ruolo importante.
Tuttavia, credo che a noi spetti legiferare nel momento in cui il quadro normativo, rispetto alla composizione attuale fra il quadro regionale e il quadro nazionale, in qualche modo cambia, oppure se c'è un'esigenza specifica.
Allora, nel momento in cui c'è un'esigenza specifica, dobbiamo individuare lo strumento legislativo, normativo o anche solo regolamentare tale per cui si riesca a risolvere e ad affrontare quel problema.
Andare a legiferare su un tema, andando anche un po' in contrapposizione rispetto a quella che è l'organizzazione attuale e rispetto a quello che è l'assetto delle diverse direzioni nella loro articolazioni (poi, provo a spiegarmi meglio) credo non sia un vantaggio n per l'organizzazione regionale, ne per i rappresentanti di quella determinata categoria, poiché stiamo parlando della categoria dei panificatori.
Nello specifico, mi rifaccio all'articolo, se non erro il n. 5, che parla della formazione professionale. Nel momento in cui andiamo a dire che il settore della formazione professionale dovrà preoccuparsi dei corsi per i panificatori, andiamo a dire una cosa che già esiste, una cosa che già è avviata e una cosa che sta all'interno di un meccanismo complesso e articolato, dove i corsi per i panificatori sono distribuiti nelle diverse competenze per le quali la Regione esplica la propria attività attraverso le Province, cioè nei corsi di prima formazione, cioè nei corsi per i lavoratori occupati, cioè nei corsi di formazione per i lavoratori che sono già in servizio.
I corsi vengono decisi e determinati attraverso la costruzione di direttive. Le direttive vengono costruite insieme ai rappresentanti di categoria e i rappresentanti di categoria possono indicare la quantità e la qualità dei corsi in base a quella che è l'analisi dei fabbisogni formativi.
Ora, il tema della quantità dei corsi è un tema che ritorna spesso e volentieri, ma è un tema che poi nel momento in cui lo si affronta sulla quantità degli iscritti, ci si rende conto che il numero dei corsi sono più che sufficienti. Anzi, spesso noi abbiamo agenzie formative che, dopo aver avuto l'aggiudicazione del corso, sono costretti a rinunciare all'attivazione del corso proprio perché non hanno alunni iscritti appartenenti a categorie diverse secondo le direttive.
Oltretutto, è sbagliato andare a prevedere nella norma finanziaria un'apposita destinazione di risorse per il corso di panificazione. Quelle risorse non possono essere attribuite nel momento in cui noi abbiamo un'organizzazione della formazione professionale così come oggi la nostra Regione ha. Ricordo, sommessamente, che la nostra Regione, al di là di situazioni particolari, che sono state affrontate in altre sedi, ha uno dei sistemi di formazione regionali più qualificati del nostro Paese. E nel momento in cui attribuiamo risorse che, destinate a quel processo e che non possono arrivare a quel tipo di attività perché, ripeto, la formazione professionale articola i propri corsi attraverso direttive complesse, per le quali le Province poi attribuiscono e aggiudicano i corsi alle singole agenzie formative, non è possibile destinare una somma specifica per una certa attività, proprio perché prima si analizzano i bisogni formativi, si costruiscono le direttive, e in base a quell'attribuzione si prova a comprendere quanti corsi sono necessari nei singoli settori.
Ricordo, e lo dico ancora una volta, questo perché non si possa immaginare che i corsi vengano attivati in modo asettico senza consultare le parti sociali dei singoli settori. Esistono dei tavoli prima tecnici e poi che stanno all'interno di quello che è il segretariato, definito dalla legge n. 63, e all'interno di quella che è la Commissione regionale per l'impiego, dove i rappresentanti di categoria esprimono le proprie esigenze e le proprie necessità. Quindi, l'atto di indirizzo che viene emanato dalla Regione nei confronti delle Province è un atto di indirizzo che ha questo tipo di partecipazione e di condivisione.
Quindi, non ha nessun senso scrivere all'interno di una legge come questa che la Regione attiva corsi di formazione e destina risorse specifiche, perché starebbero al di fuori di quella che è l'organizzazione complessa che la nostra Regione ha nel sistema della formazione professionale.
Allora, credo che noi abbiamo il diritto e il dovere di legiferare nel momento in cui appunto si presenta una nuova necessità, oppure quando - e questo credo sia una competenza degli Assessorati - si esprime la necessità di definire una legge quadro, perché i singoli comportamenti stanno all'interno di singole Direzioni, di singole strutture della Regione stessa.
In questo caso - ho dato una scorsa al testo coordinato - andremmo a generare una serie di difficoltà nella gestione da parte delle strutture regionali e non andremmo a introdurre alcune elemento di miglioramento rispetto alla categoria dei panificatori.
Allora, credo che dovremmo tenere in considerazione davvero quello che dicevano in precedenza i colleghi, e in modo particolare il collega Ronzani, perché le nostre leggi devono introdurre una maggiore efficacia nell'organizzazione dei sistemi e devono permettere un miglioramento della qualità, in questo caso specifico di un settore economico, commerciale e artigianale assolutamente importante e fondamentale. Dobbiamo però fornire elementi di miglioramento: se andiamo a fornire elementi che metteranno in difficoltà i processi che oggi già sono esistenti, non andiamo che a creare un'ulteriore complicanza ad una situazione che già esiste e che ha una sua organizzazione.
Allora, se vogliamo intervenire nell'organizzazione dei singoli pezzi dobbiamo ragionare sui singoli pezzi e introdurre elementi di miglioramento sulle singole questioni e non immaginare di trovare risposta all'interno di un progetto di legge come questo.
L'invito, quindi, è a riflettere: andiamo a provare a discutere una legge che ci permetterà di migliorare l'azione complessiva della Regione o andiamo a fare una legge che complicherà, da un punto di vista gestionale la situazione, rendendola più complessa? Credo sia questa la riflessione che dobbiamo fare e credo davvero che questi siano ragionamenti che non partono da questioni ideologiche o da punti di vista parziali, ma semplicemente partono dal buon senso e dell'aver messo insieme le conoscenze e le situazioni già esistenti all'interno dei singoli Assessorati e delle singole Direzioni.
Davvero, quindi, riflettiamoci, prima di accingerci ad una discussione complicata che non ci porterà da nessuna parte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pentenero.
La parola al Consigliere Tentoni.



TENTONI Alfredo Roberto

Grazie, Presidente.
Voglio ringraziare anche i presentatori di questa proposta di legge frutto di due testi che sono stati riuniti in un testo solo. Grazie quindi, ai colleghi Gregorio e Cerutti, che sono i firmatari delle due iniziali proposte di legge.
Credo che invece ci sia bisogno di questa norma e secondo me sbagliano i colleghi e amici del PD a pensare che questo possa essere un attentato alla loro creatura, la legge n. 14 del 2009.
Credo che il pane sia un prodotto talmente specifico, talmente particolare, e che proprio quello che è stato detto dagli amici del PD nei loro interventi testimoni, a maggior ragione, la necessità di una legge di questa natura.
Diceva bene il collega Muliere a proposito della mancanza delle norme attuative all'articolo 4 della legge n. 248/200 e anche a proposito di una carenza da parte del Parlamento e del Ministero competente nell'emissione di questo regolamento.
Allora, è giusto che la Regione legiferi in questo senso e noi certamente entro sei mesi, così come la legge recita, approveremo il regolamento attuativo di questa norma. Questa nostra legge, infatti, va ad inserirsi in un vuoto normativo, in un deficit di normazione, e deve suonare anche come sollecitazione nei confronti del Parlamento e del Ministero dell'Agricoltura, che da sette anni a questa parte non hanno ancora provveduto all'emissione di quel regolamento attuativo della legge n. 248.
Quando qualcuno si chiedeva, quindi, se questa legge abbia un senso, se sia utile o inutile o se aggiunga qualcosa, direi che intanto questo primo passo è assolutamente importante. E credo invece che i contenuti dei dieci articoli aggiungano molto e siano in effetti estremamente importanti.
Vorrei spostare, colleghi, l'attenzione dai produttori al prodotto.
vero, infatti, che per un certo aspetto la norma fa chiarezza anche per gli artigiani panificatori, ma è soprattutto una norma che tende a tutelare il prodotto, cioè il pane, e la sua delicatezza.
Non vorrei parlare di sofisticazione, ma sappiamo bene il livello di mistificazione che c'è nella produzione del pane e nella panificazione: sappiamo bene che la maggior parte del pane non proviene da produzioni locali e che comunque non c'è possibilità, ad oggi, di diversificazione.
Credo che questo sia un danno, oltre che per chi produce, soprattutto per chi consuma e credo che ci sia bisogno di una forte tutela di questo prodotto; ripeto, più del prodotto che non delle categorie che lo producono.
Credo ci sia bisogno di quella tracciabilità che invece è presente nelle nuove norme di questa legge: la tracciabilità delle materie prime quella dei processi produttivi e quella del percorso commerciale.
Ritengo sia giusto invece, collega Pentenero, mettere l'accento su una qualità di formazione specifica, che non passa forse tanto dalle tanto decantate agenzie di formazione, perché credo che ci siano specificità nelle quali la qualità e il valore aggiunto di formazione professionale vengono dati molto di più da chi è operatore del settore e facendo in modo che la somministrazione di formazione avvenga all'interno degli ambienti di produzione, che non al contrario da agenzie di formazione che probabilmente non sono portatrici della stessa capacità di valore aggiunto in termini di qualità della formazione professionale.
Stupisce anche un pochino, colleghi, questa nota tardiva arrivata dagli Uffici, dopo che tutto il processo legislativo in Commissione era avvenuto ma questo fa parte di alcune cose che forse non si comprenderanno mai.
Parlando di valore aggiunto, collega Muliere, è vero che nelle carenze della normazione parlamentare nazionale abbiamo dei limiti. Il fatto stesso, però, di obbligare coloro che non producono pane fresco a dichiararlo è forse un modo opposto di creare un percorso, ma significa comunque creare un percorso di chiarezza e di trasparenza. E credo che la norma lo dica chiaramente, obbligando appunto coloro che non producono pane fresco a dire che quel pane non lo è, introducendo sanzioni e prevedendo che i proventi di queste sanzioni vadano ai Comuni, altro elemento non secondario all'interno di questa norma.
Io non sono qui nel tentativo di rubare tempo alla discussione e alla votazione, quindi non voglio sottolineare ulteriormente gli aspetti positivi di questo provvedimento: mi sembra che quelli che ho tentato di elencare siano già assolutamente sufficienti e non sto dunque a parlare di altri aspetti importanti, come la tutela dei territori montani e della panificazione in quelle zone, ma credo che anche questo sia un aspetto non secondario e da sottolineare.
Chiudo così come ho cominciato. Credo sia necessario essere oggettivi e non pensare che norme nuove siano fatte per distruggere creature che qualcun altro ha fatto nascere. Penso che in questo caso la tutela della specificità del prodotto locale, dei produttori locali e della filiera della panificazione siano elementi estremamente importanti e che sia stato opportuno, da parte dei primi firmatari, presentare questa proposta di legge e che sia opportuno che il Consiglio regionale la voti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Tentoni.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Posso rassicurare il collega Gregorio: non abbiamo dubbi su come è morto Nostro Signore e non abbiamo neanche intenzione di fare ostruzionismo su un provvedimento come questo, però lasciateci almeno la possibilità di spiegare quali sono gli elementi, non di contrarietà nei confronti di questa proposta di legge, ma di inutilità nei confronti dei contenuti di questa proposta di legge.
Se questa proposta di legge è un qualcosa che va ad incidere, in senso di novità, sulle problematiche del settore, noi complichiamo la vita agli operatori. Se raggiungere gli elementi di qualità e tutelare i produttori significa modificare quelli che sono i disciplinari dell'eccellenza artigiana, vuol dire che noi andiamo a complicare la vita al sistema produttivo piemontese.
un elemento che va considerato attentamente.
Seconda considerazione, già detta dalla collega Pentenero: l'articolo sulla formazione professionale va contro la legislazione regionale piemontese. Va contro la legislazione regionale piemontese, perch ristabilisce un principio che non è quello della legge regionale sulla formazione professionale, ma è quello della convenzione diretta tra la Regione e gli Enti attuatori di progetti di formazione.
Oggi, la Regione non ha nessuna convenzione diretta con soggetti che gestiscono la formazione professionale in Piemonte, perché è una materia che è stata trasferita alle Province, e perché le Province definiscono i programmi formativi secondo le esigenze e i fabbisogni formativi che quel territorio ha, dentro i quali c'è anche il tema dei corsi di formazione per panificatori e per operatori all'interno delle pasticcerie.
Provengo da un territorio dove c'è, storicamente, un'attività molto significativa di formazione professionale legata ai panificatori e ai pasticceri, ma quella realtà formativa non ha nessuna convenzione con l'Amministrazione regionale: ogni anno presenta i propri progetti di formazione all'amministrazione provinciale che li inserisce, leggendo che c'è ancora un bisogno di formazione molto forte, all'interno dei programmi formativi dell'amministrazione provinciale, che poi vengono annualmente finanziati, qualora rientrino nei criteri stabiliti dall'amministrazione regionale, nell'ambito dei programmi di formazione da parte della Regione Piemonte.
Per essere chiari: in un momento in cui a bilancio ci sono poche risorse, segmentare l'uso delle risorse significa, alla fine, creare un'illusione che possano essere destinate all'interno del bilancio regionale risorse particolari e specifiche ad un settore stralciato da limitate risorse, che sono a disposizione nel bilancio della Regione, per le attività artigiane.
Avete verificato quante sono le risorse che nel bilancio della Regione ci sono a favore dell'eccellenza artigiana? Dell'attività di promozione dell'artigianato? Le avete verificate, colleghi? Le avete verificate? Quante sono?



(Commenti del Consigliere Gregorio)



RESCHIGNA Aldo

No, no, dimmi quante sono, perché sono sicuro che non le hai neanche verificate. Siccome sono convinto che non le hai neanche verificate immaginare che un micro pezzetto delle risorse sull'artigianato debba essere stralciato e destinato, sostanzialmente significa creare l'illusione agli operatori panificatori del Piemonte che la Regione abbia delle risorse specifiche e particolari da poter destinare.
Immaginare che all'interno dei capitoli complessivi della formazione professionale possa essere stralciato una risorsa pari a 100 mila euro per l'attività di formazione - c'è scritto: 100 mila euro per l'attività di formazione - significa non rendersi neanche conto di quanto l'amministrazione regionale spende oggi per le attività di formazione professionale a favore dei corsi per panificatori, che sono molto più di 100 mila euro all'anno.
Sono molto più di 100 mila euro all'anno, perché un corso normale di panificazione, e operatori addetti alla pasticceria, costa molto più di 100 mila euro all'anno.
Per carità, è un po' il segno della situazione in cui si trova questa legislatura regionale, impegnata più alla ricerca del particolare illudendo che ci possa essere uno spazio autonomo e con disponibilità economica a favore di determinati settori - cosa che non c'è nella legge di bilancio - piuttosto che affrontare i problemi di riforma complessiva di un sistema che avrebbe bisogno di una forte iniziativa da parte della Regione Piemonte.
Queste sono le nostre considerazioni, che non sono quelle che chissà quali elementi di negatività vengono introdotti con questa legge.
Mettiamo sicuramente in evidenza quali elementi di inutilità vengono introdotti con questa legge, perché non fanno altro che creare un percorso duplicato rispetto alla legge regionale sull'artigianato, rispetto ai disciplinari che già oggi esistono, sia a livello nazionale sia a livello regionale, che disciplinano il riconoscimento dell'eccellenza artigiana per i panificatori. Un percorso differenziato per quanto riguarda l'utilizzo di risorse all'interno della legge di bilancio.
vero, si possono anche fare leggi inutili. Questa, però, rispetto alla quale esponiamo solamente ed unicamente le nostre considerazioni, la riteniamo una scelta sbagliata.
Ripeto un concetto: se si vuole che questa legge diventi utile, vuol dire che si vuole modificare la legislazione regionale piemontese. Se si vuole modificare la legislazione regionale piemontese, vuol dire che noi creiamo complicazioni al sistema, perché lo impegniamo ad una nuova procedura di accreditamento, di riconoscimento dell'eccellenza e dei percorsi formativi.
Questo, in un momento in cui avremo bisogno di riforme incisive e di affrontare i problemi che quel settore ha, come ha detto il collega Muliere, non lo consideriamo assolutamente un elemento di cui vantarsi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Innanzitutto ammiro la buona volontà dei primi firmatari, i colleghi Gregorio e Cerutti.
un argomento di cui si è discusso più volte in Sala Morando: si è poi deciso di unificare le due proposte di legge.
Oggi siamo a dire che una legge c'è già. Per carità, rispetto tutte le idee, e sono certo che il collega Ronzani sia più informato di me, per leggendo questa proposta di legge vedo che non è brutta, non è da buttare via, perché innanzitutto si vuole valorizzare l'eccellenza piemontese del pane.
Come qualcuno ha già detto, sapete quanto è difficile e quanto costa fare il panificatore: bisogna alzarsi presto la mattina, e infatti pochi giovani lo fanno. Chi fa quel mestiere ed è bravo, dopo dieci anni potrebbe anche ritirarsi.
Tuttavia, pur esistendo già una legge al riguardo, non è così sbagliato rinforzare il concetto, sottolineando che la Regione Piemonte si ricorda dell'eccellenza del pane piemontese.
Sono anche favorevole alla produzione di pane cotto nel forno a legna in particolare in montagna. Perché lì c'è un pane diverso? Probabilmente dipende dall'acqua che si usa, quindi richiamo anche l'importanza dell'acqua.
Il collega Ronzani ha detto che hanno bisogno di credito. Condivido quindi dobbiamo sensibilizzare le banche a dare più credito a questi artigiani che hanno voglia di portare avanti un' attività. Se è il caso possiamo modificare o aggiungere alcuni temi che riteniamo importanti. Una cosa vorrei inserire in questa legge che non mi pare di scorgere: il divieto di ingresso di pane congelato che arriva dall'estero. Sapete quanto pane viene venduto nelle mense, nella grande distribuzione? Pane surgelato che arriva dalla Romania e da altre zone che non hanno la tracciabilità che ha il nostro pane? Noi dobbiamo evidenziare le nostre eccellenze, i nostri ingredienti tutto quello che è buono e che i nostri artigiani stanno portando avanti.
La tracciabilità per noi è un onore e non vendere pane surgelato che arriva dalla Romania.
Sono d'accordo a votare la legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Goffi; ne ha facoltà.



GOFFI Alberto

Ovviamente non sono in dissenso al Capogruppo, che ha espresso parole positive nei confronti del progetto di legge.
Tuttavia, vorrei porre una riflessione: bisognerebbe chiederci come mai in questa città, che era la città dei forni, oggi ve ne sono molti di meno.
Sono calati per la crisi economica, per la riduzione del consumo del pane ma anche per un dato che è tipico di questa città. Credo che l'Assessore Ghiglia, che è stato Consigliere comunale a Torino, conosca perfettamente il problema.
molto facile parlare di prodotto di qualità e di valorizzazione dell'eccellenza artigiana, ma attenzione a conoscere i vincoli che ci sono per chi oggi vuole rispettare queste norme e preparare un prodotto di qualità. Norme igieniche da rispettare, norme di sicurezza da rispettare una burocrazia che strozza tutti coloro che vogliono produrre pane di qualità.
Il risultato è che chi oggi vuole panificare rispettando i criteri indicati in questa norma e nelle norme già esistenti, deve vendere il pane ad una cifra decisamente alta per stare sul mercato e si trova - è questo uno dei temi che andrebbe maggiormente affrontato in questo progetto - ad avere ogni giorno la concorrenza abusiva di panificatori che non hanno nessun rispetto di norme di sicurezza ed igiene o di altro genere, che vende il pane, come credo possa confermare l'Assessore Ghiglia, a Porta Palazzo, non a cinque euro al chilo come devono vendere coloro che fanno prodotti di qualità, ma ad un euro.
Di questi tempi, la crisi economica purtroppo impone a molte famiglie di accettare un prodotto di bassissima qualità ad un euro al chilo e di rinunciare alla buona qualità, che noi cerchiamo di valorizzare con queste norme, del pane a cinque euro al chilo. Il risultato è che in questa città i panificatori sono calati del 30%. Se vogliamo veramente valorizzare le eccellenze e cercare, in qualche modo, di aiutare i panificatori, dobbiamo anche aiutarli nello sburocratizzare moltissimo quello che devono produrre cercando di mettere norme che li agevolino perché non bastano 100, 150 mila euro né qualunque altra risorsa che la Regione possa impiegare su questo perché si trovano di fronte ad un costo al chilo che è diventato talmente alto non per le materie prime, ma per tutti gli adempimenti burocratici che devono rispettare e che, purtroppo molti, nelle grandi città, non rispettano e vendono a cifre diverse.
Il punto di riflessione che mi permetto di dire è che va benissimo la legge, ma rischia di essere una dichiarazione di intenti. Un principio di valorizzazione di eccellenza e di qualità che sicuramente va bene a tutti ma forse manca di una gamba e la gamba è quella di dare anche qualche elemento agevolativo.
Dobbiamo dire a tutti coloro che oggi sono impegnati nel fare un prodotto di qualità: se rispetti queste norme, avrai dei benefici.
Quali sono i benefici? È questo quello che manca nella legge. I benefici devono essere la burocratizzazione; cioè tutto quello che è imposizione regionale ai panificatori che sono eccellenza di qualità, noi dobbiamo sburocratizzarlo, di modo che tutti coloro che si pongono fuori da questa linea, devono rispettare maggiori adempimenti burocratici, e anche un incentivo a fare un pane migliore da parte di tutti.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il dibattito generale.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Reschigna Buquicchio, Dell'Utri: "Al comma 1 dell'articolo 5, (formazione professionale) del Testo unificato delle proposte di legge n. 97 e 237 le parole "enti qualificati" sono sostituite dalle seguenti "enti di formazioni accreditati dalla Regione".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Questo emendamento prevede di sostituire le parole "enti qualificati" che non esiste nella legislazione sulla formazione professionale piemontese, con "enti di formazione accreditati dalla Regione".
Voglio ricordare che nella legislazione regionale, in materia di formazione professionale, le parole "enti qualificati" sono inesistenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ghiglia.



GHIGLIA Agostino, Assessore all'artigianato

Mi rimetto all'Aula.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Che rimanga a verbale: noi su questo articolo daremo un voto contrario perché non esiste nella legislazione regionale piemontese la definizione di "ente qualificato in ambito di formazione professionale".
Se questo è il modo attraverso il quale la legislazione piemontese affronta questo tema, è un modo molto superficiale che creerà una condizione conflittuale, perché questa legge non potrà essere attuata per la semplice ragione che non esiste la possibilità di definire che cos'è un ente qualificato in materia di formazione professionale.
In materia di formazione professionale esistono le Agenzie formative accreditate dalla Regione. Questo è quello che esiste nella legislazione regionale piemontese.
Essere un ente qualificato vuol dire non dire nulla. Come non dicono nulla sotto questo aspetto, creando confusione all'interno degli operatori alcune altre norme che sono contenute all'interno di questa legge.
Se poi non si riesce neanche a distinguere quelli che sono gli emendamenti di buon senso che cercano di riportare la legge in una dimensione corretta, va bene; ne prendiamo atto, ma rinunciate a svolgere il ruolo di legislatore regionale corretto e create confusione nel sistema.



PRESIDENTE

Io non sono titolare del provvedimento; l'unica cosa che posso ricordare all'Aula è che quell'aspetto, sotto il profilo tecnico, era già stato rilevato dagli Uffici durante la seduta di Commissione.
Non è possibile tornare indietro perché è stato votato. In ogni caso come norma di coordinamento finale, soprattutto se la Giunta facesse una valutazione complessiva, attinente alla materia, lo vediamo...



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

una legge del cavolo! Non ci può essere una Giunta che rinuncia a dire la sua opinione...



PRESIDENTE

La Giunta ha espresso una propria opinione legittima, perché si è rimessa all'Aula.
Detto questo, adesso siamo nella fase di voto; quindi, votiamo, perch non possiamo fare diversamente, l'articolo 5 senza emendamenti, perch l'emendamento Reschigna è stato respinto.
Tuttavia mi darete atto, come correttezza di Presidente, che ho ricordato che su questo tema vi era stato un rilievo anche da parte degli Uffici.
Eventualmente, prima del voto finale, se ci fosse l'intenzione, si potrebbe, con una norma di coordinamento, vedere se ci sono le condizioni per affrontare quell'aspetto.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola l'Assessore Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino, Assessore all'artigianato

Grazie, Presidente.
Collega Reschigna, non sono intervenuto non perché sia disinteressato o perché sia insensibile. Ho seguito tutto il pomeriggio il dibattito fremente e fervente che si è svolto in Aula su questo tema.
Non sono intervenuto per due semplici motivi, anzi tre, così sono dispari ed è sempre meglio.
Il primo motivo. Non c'è alcun obbligo scritto nella Costituzione italiana e neanche nelle preleggi, per cui si debba usare un termine piuttosto che un altro in una legge. Non c'è e se non c'è un obbligo di mettere "enti qualificati", cioè se c'è la facoltà di mettere "enti qualificati", non c'è un obbligo di mettere "enti accreditati".
Il secondo motivo: gli Uffici della Giunta regionale, su questo punto specifico e su questo articolo specifico, non hanno mai sollevato alcun tipo di dubbio o di perplessità.
E se vado a leggere tutto l'articolo, rilevo: "La Regione Piemonte promuove, nel rispetto delle attribuzioni di competenza delle Province, la formazione e l'aggiornamento professionale e la riqualificazione degli operatori del settore, secondo le modalità organizzative e i criteri stabiliti dalla Giunta regionale".
Più garantiti di così! Perché continua "di cui all'articolo 7, anche stipulando apposite convenzioni con enti qualificati", ma ci sono tutte "le modalità organizzative e i criteri stabiliti dalla Giunta regionale" per cui, alla fine, ci sono anche le limitazioni nei confronti degli enti che potranno svolgere questa attività.
Questo è il secondo motivo per cui non sono intervenuto.
Il terzo motivo per cui non sono intervenuto è perché ho rispetto dell'Aula e del Consiglio. Se fosse stato un disegno di legge della Giunta sarei intervenuto a porre una mia indicazione personale.
La mia indicazione personale, studiata a lungo con gli uffici della Giunta, è che questo provvedimento non danneggia.
Non so dirvi se sarà virtuoso, fruttuoso; me lo auguro per i panificatori, me lo auguro per il commercio. Ci sono tanti altri problemi che lo danneggiano, come diceva giustamente il collega Goffi, ma ritengo che l'Aula sia sovrana.
Consigliere Reschigna, se l'Aula intende legiferare su una materia di un certo tipo e c'è un'ampia maggioranza trasversale rispetto a questo ripeto, non danneggiando ed ottemperando a tutti quelli che sono i criteri dei piani generali improntati sia alla formazione professionale che uniformano e disciplinano il commercio e l'artigianato - non vedo perch devo esprimermi in una maniera piuttosto che in un'altra.



PRESIDENTE

Passiamo quindi all'articolo 6.
ARTICOLO 6 Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Assessore, con tutto il rispetto e il bene che le portiamo, ne ho sentite tante in quest'Aula. Normalmente una legge si fa perché aiuta il settore.
Lei ci ha appena detto che non è contrario a questa legge perché non danneggia il settore, che è già un risultato.
Se lei poteva dare a noi ragione su tutto il fronte rispetto alle cose che abbiamo sostenuto in quest'Aula, con queste parole ce l'ha data.
Normalmente una legge si fa perché attraverso questa legge si migliorano le condizioni di vita e di attività di un settore, non che si approva una legge perché non danneggia un settore.
Dopodiché sia ben chiaro: non voglio che un tema che merita attenzione perché ogni addetto, ogni impresa e ogni imprenditore di questa regione meritano rispetto da parte nostra, pertanto non vogliamo dare la sensazione di porre la questione sul piano della burla; i momenti sono talmente complicati che mai potrà appartenerci una dimensione siffatta.
Mi rivolgo al Presidente Cattaneo, che, giustamente, prima, non mi ha dato la parola: le note tecniche che predispongono gli Uffici legislativi del Consiglio regionale o vengono valutate seriamente, ma nel momento in cui si redige una legge, o non diventano la scusante per approntare una norma di coordinamento che rimedi una legge sbagliata, non esiste una funzione siffatta.
In quest'Aula, valutazioni serie sul piano tecnico, che sono state oggetto di attenzione nei lavori di Commissione e in quest'Aula, sono state ridicolizzate! Oggi, ci teniamo una legge la cui attuazione in questo articolo sarà impossibile, a meno che non si dia vita ad un'altra legge che specifichi cosa intende il legislatore regionale piemontese per "ente qualificato in materia di formazione professionale". Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non ci sono altre richieste di intervento per dichiarazione di voto.
Prima di procedere al voto, ha chiesto di svolgere una precisazione l'Assessore Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino, Assessore all'artigianato

Volevo solo ricordare tutto l'affare, perché l'abilità dialettica del Consigliere Reschigna mi è nota.
Per completezza del ragionamento, rimango fedele, prima di tutto, al dettame del non nuocere, che vale anche per la medicina in generale, e mi auguro che sia anche fruttuoso e virtuoso rispetto a tutti gli altri problemi, solo per completezza di materia.



PRESIDENTE

Bene.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
Siccome dobbiamo trattare ancora quattro articoli e abbiamo iniziato i nostri lavori un po' in ritardo, chiedo se c'è la disponibilità dell'Aula ad andare avanti ancora qualche minuto, per completare la trattazione del punto.
L'Aula acconsente, pertanto passiamo all'articolo 7.
ARTICOLO 7 Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Reschigna Buquicchio, Dell'Utri: alla lettera a) dell'articolo 7 (Regolamento) del Testo unificato delle proposte di legge n. 97 e n. 237 dopo le parole "un prodotto di qualità" sono inserite le seguenti ", in conformità a quanto previsto all'articolo 14 della legge regionale 14 gennaio 2009, n. 1 (Testo unico in materia di artigianato)".
Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Gregorio e Cerutti: all'articolo 7, comma 1, lettera a), dopo la parola "qualità", aggiungere "in armonia con il disciplinare dell'eccellenza artigiana".
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Volendo evitare che qualcuno pensi che occorra modificare tutto quanto esiste, creando complicazioni agli operatori del settore, chiediamo sostanzialmente, che, alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 7, dopo le parole "un prodotto di qualità", siano inserite le parole ", in conformità a quanto previsto all'articolo 14 della legge regionale 14 gennaio 2009, n.
1 (Testo unico in materia di artigianato)".
Lo facciamo a scanso di equivoco, per evitare che la vena creativa provi a immaginare altre prescrizioni dentro le quali gli operatori farebbero un po' di fatica a ritrovarsi. Lo facciamo anche, lo dico esplicitamente, su suggerimento delle organizzazioni degli artigiani, che chiedono, sostanzialmente, che con questa legge non solo non si danneggi il settore, ma almeno non si crei confusione rispetto all'applicazione della norma rispetto alle legge sull'artigianato, che già prevede la definizione di prodotto di qualità e di eccellenza artigiana. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
L'emendamento rubricato n. 3) mi sembra identico all'emendamento rubricato n. 2), ma con parole un po' diverse, pertanto chiedo ai Consiglieri Gregorio e Artesio se intendono illustrarlo.
La parla al Consigliere Gregorio.



GREGORIO Federico

Presidente, l'emendamento rubricato n. 3), presentato dal sottoscritto e dalla Consigliera Cerutti, è un po' la sintesi dei precedenti emendamenti a cui si riferiva il Consigliere Reschigna, proprio perché ci siamo confrontati con le associazioni di categoria artigiane ed è stato individuato questo quadro riassuntivo.



PRESIDENTE

La Consigliera Cerutti non intende intervenire per l'illustrazione.
Non ci sono richieste di intervento in sede di discussione generale sugli emendamenti e sull'articolo, né dichiarazioni di voto.
Prima di dare la parola all'Assessore per esprimere il parere, ricordo che, se fosse approvato l'emendamento rubricato n. 2), è del tutto evidente che non sarà posto in votazione l'emendamento rubricato n. 3), in quanto verrebbe travolto.
La parola all'Assessore Ghiglia.



GHIGLIA Agostino, Assessore all'artigianato

Presidente, non voglio, come prima, sfuggire alle responsabilità pertanto mi rimetterei all'Aula.
Dico solo che, a breve, occorrerà una revisione dei disciplinari relativi all'eccellenza artigiana. Quindi, secondo me, una formula il più generale possibile, che rimandi a questi disciplinari, sarebbe auspicabile.
Relativamente a questi due emendamenti, posso dire che nessuno dei due è negativo? La formula che rinvia ai disciplinari sull'eccellenza artigiana mi sembra la più confacente proprio perché li dovremo rivedere. Credo che lo spirito di entrambi gli emendamenti sia questo; poi, chiaramente, anche in questo caso, l'Aula è sovrana, ma se riusciste addivenire ad un emendamento unico forse sarebbe anche meglio.
Scherzando potrei suggerire un voto di scambio, ma la dizione "in armonia con il disciplinare dell'eccellenza artigiana" mi sembra che in s contenga già tutto. È chiaro che da questo deriva il rispetto anche della legge del 2009. Mi sembra che comprenda tutto, sinceramente.



PRESIDENTE

Grazie.
Sui due emendamenti, l'Assessore Ghiglia si rimette all'Aula.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 7, così come emendato.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
Ci sono dichiarazioni di voto sull'intero testo? La parola al Consigliere Ronzani, per dichiarazione di voto.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Come vede, il nostro Gruppo non ha svolto alcuna attività ostruzionistica, lo dico al collega della Lega, tuttavia questo non è un motivo sufficiente per non fare chiarezza nel denunciare i limiti e anche le contraddizioni di un provvedimento.
Vedete, lo hanno detto i collega Reschigna, Muliere, Pentenero, lo avrebbe detto Boeti, che poi non è intervenuto perché ha avuto un contrattempo: la legge non introduce novità. Nessuna novità. Non danneggia ne prendo atto: una nuova categoria con la quale d'ora in poi il Consiglio valuterà i provvedimenti che approva. Non danneggia, scriviamolo in fondo ai provvedimenti: "Si dichiara che non danneggia", si può votare. È un nuova categoria. Inauguriamo una nuova stagione di questa legislatura in cui ciò che deve preoccuparci è che la legge che votiamo non danneggi i diretti interessati. È già un risultato, no? È già un risultato.
Noi, naturalmente (adesso parlo seriamente), ci auguriamo di aver fatto valutazioni sbagliate.
Noi ci auguriamo di aver fatto valutazioni sbagliate.
Io non credo, Giovanni Negro, che il problema che tu hai posto, e cioè che la concorrenza dei romeni o l'esigenza di valorizzare la tracciabilità del prodotto, o la qualità vengano contrastati con questa legge. Perché se noi diciamo questo, illudiamo i panificatori.
Cioè, se noi abbiamo creato l'illusione che il Consiglio regionale ha approvato quest'oggi una legge che consentirà un'azione di contrasto nei confronti della concorrenza dei romeni per quanto riguarda i prezzi e la qualità del pane, voi avete illuso i panificatori.
Poiché non si vive di illusioni e non si va lontano con le illusioni prima o poi i nodi verranno al pettine.
Diciamo che non vi è nulla di nuovo, che questo provvedimento non contiene novità che non contenesse la legislazione che si era in qualche modo data la Regione Piemonte nel 2009. Ricordo ai colleghi che hanno fatto la polemica che la legge n. 4 è stata una legge che abbiamo approvato con il concorso del Consiglio regionale e quindi non c'è, come dire, una bandiera di maggioranza che qualcuno intendeva piantare. C'è un rischio Assessore (lo dico a lei perché poi toccherà a lei gestire il provvedimento e la legge) che intravedo: quello che, avendo noi approvato una doppia legislazione dai contenuti pressoché analoghi, abbiamo creato dei problemi anziché risolverli. Spero di sbagliarmi, ma non credo sia così.
Per queste ragioni, il nostro Gruppo ha avuto un atteggiamento critico nei confronti di questo provvedimento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

Grazie, collega Ronzani.
La parola alla Consigliera Franchino.



FRANCHINO Sara

Grazie, Presidente.
Solo perché non sono intervenuta alla discussione generale, nonostante l'abbia ascoltata.
Se posso fare il sunto di quella che mi è parsa la discussione che ha interessato il pomeriggio odierno, mi è parsa una discussione se non noiosa, certamente ripetitiva, dalla quale si è evidenziato un fatto, ossia che da questa legge non emergono criticità specifiche. Sono convinta nonostante non mi sia interessata attentamente ai lavori di Commissione e abbia poi avuto modo di apprezzare il testo che stiamo andando a licenziare solo attraverso la discussione odierna in Aula, che in verità si tratti di un prodotto legislativo buono, che certamente raggiunge un obiettivo, ossia quello di dimostrare un segnale di attenzione nei confronti di una categoria e di un settore, che oggi come oggi, in un momento in cui la gente, la società manifesta costantemente e lamenta costantemente la lontananza delle Istituzioni, è già un primo risultato importante. Inoltre credo che questa soluzione, che è una soluzione di compromesso, che è una soluzione che sicuramente non può creare aspetti negativi, ma in qualche modo andrà a sottolineare, ad aiutare, a migliorare le problematiche o comunque sia, la vita quotidiana che riguarda l'eccellenza di questo settore importante dell'artigianato piemontese, non possa che essere vista e apprezzata almeno nel suo intento programmatico. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Franchino.
La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Molto rapidamente. È chiaro che le sollecitazioni in questo dibattito sono state tante.
Francamente, non ho compreso molto quello che è stato l'atteggiamento del Gruppo del PD, anche perché mi sembra che si siano confrontate due scuole di pensiero. Una sostiene che il provvedimento non serve a nulla non danneggia e altri invece hanno considerato il fatto che verranno introdotte delle difficoltà di carattere normativo e applicativo. Quindi già da questo punto di vista francamente non ho compreso.
A me sembra - su questo vorrei ribadire accogliendo, invece, delle sollecitazioni in positivo - che questo progetto di legge abbia l'obiettivo di suscitare il tema della sicurezza alimentare nei confronti di un campo specifico, che è quello della panificazione. A me sembra un tema di non poco conto.
Il tema di introdurre, e mi rifaccio alle considerazioni del collega Muliere, la terminologia "pane fresco" in sé vuol dire poco. In realtà, con questo progetto di legge si potrebbe, insieme al marchio "eccellenza artigiana", pensare, da parte della Regione, un marchio apposito, (una spiga, o quello che si riterrà) da attribuire a chi produce il pane secondo delle normative di carattere artigianale e non nel modo industriale cui faceva riferimento il collega Negro.
Quindi, in realtà con questo progetto di legge si può dare un incentivo a questo tipo di classificazione del pane fresco, ma andandolo effettivamente ad individuare.
A me pare che un elemento che non è stato colto nel dibattito sia la questione delle patologie alimentari, che sta diventando una questione particolarmente sentita nella popolazione piemontese e non solo piemontese.
Con questo progetto di legge s'introduce una novità nell'attenzione anche da questo punto di vista.
Quindi mi sembra che il provvedimento di per sé non sia né dannoso n inutile, ma che possa introdurre degli stimoli, che spero potranno essere accolti, quindi potrà esservi la possibilità di portare avanti un ragionamento più complessivo sul tema dell'eccellenza artigianale non solo nella panificazione, ma iniziando dalla panificazione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 30 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio approva.
Alcune comunicazioni per domani.
Mercoledì, alle ore 9.30, Commissione nomine; alle ore 10.30, VI Commissione; alle ore 13 Conferenza dei Capigruppo e alle ore 15.15 II Commissione, con l'audizione dell'ATC Provincia di Torino.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.16)



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