Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.357 del 04/06/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

Scarica PDF completo

Argomento:


LEARDI LORENZO



(Alle ore 14.31 il Consigliere Segretario Leardi comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 15.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Costa, Cota, Leo, Spagnuolo e Vignale.
Il numero legale è 28.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alle problematiche della sanità piemontese


PRESIDENTE

Come annunciato in apertura della seduta antimeridiana, i nostri lavori inizieranno con una comunicazione della Giunta regionale inerente alla questione sanità e i ricorsi in particolare, così come richiesto, in sede di Conferenza dei Capigruppo e in Aula, dal Presidente Reschigna e da altri Consiglieri.
I nostri lavori si svolgeranno nel seguente modo: per primo interverrà il Vicepresidente della Regione, l'Assessore Pichetto, seguirà l'Assessore Cavallera; successivamente, potranno intervenire i Consiglieri per cinque minuti per chiarimenti, a meno che qualcuno non chieda il dibattito, ma si dovrà fare solo in seguito alle comunicazioni della Giunta: in tal caso l'Aula acconsentirà o chiederà il voto, e con un voto sovrano deciderà il prosieguo dei lavori.
Prima di cedere la parola al Vicepresidente Pichetto, il Consigliere Reschigna ha chiesto la parola per una precisazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Mi preme fare una precisazione per evitare di far reintervenire gli Assessori.
Volevo solo ricordare, visto che ho sentito il suo intervento, che la settimana scorsa in Aula noi avevamo chiesto una comunicazione su due questioni: una riguardava la vicenda dei ricorsi e dei laboratori di emodinamica e l'altra si riferiva al tema delle Federazioni sanitarie.



PRESIDENTE

Sì, sì, ma dicendo "questione sanità" intendevo...



RESCHIGNA Aldo

Lo preciso solo per evitare che gli Assessori facciano una comunicazione e poi debbano nuovamente intervenire.



PRESIDENTE

Bene, grazie.
Prego, Vicepresidente Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
In merito al tema in oggetto, unitamente all'Assessore Cavallera (per il merito interverrà il collega), il quesito che era stato posto dal Consiglio regionale verteva sulle motivazioni che hanno indotto la Giunta regionale (in questo caso nella seduta di ieri, in allora era stato solo annunciato) a ricorrere al Consiglio di Stato, con riferimento alle decisioni sulle Federazioni sanitarie e alla sospensiva relativa ai ricorsi sulla emodinamica.
In merito a ciò, devo ricordare che gli atti che prevedono la riorganizzazione dell'emodinamica e la strutturazione delle Federazioni sanitarie sono atti del Consiglio regionale, quindi frutto di una votazione da parte di quest'Aula.
Questo Piano è depositato presso il Ministero dell'Economia quale elemento del "Piano di rientro" per la sanità. Come tale, in questo momento non c'era altra alternativa se non appellarsi anzitutto al Consiglio di Stato, perché l'eventuale sospensione avrebbe un duplice effetto: un effetto negativo che annullerebbe il Piano presentato presso il Ministero dell'Economia come Piano di rientro (qualora non ci si fosse appellati al Consiglio di Stato), e, in secondo luogo, comporterebbe delle conseguenze sotto l'aspetto del bilancio regionale, perché su questo Piano è previsto il rientro del tutto.
chiaro che, in qualità di Assessore al legale, non ho elementi aggiuntivi, perché non mi compete la parte di merito sul piano di ristrutturazione. È mio dovere, però, far presente che sebbene non siamo commissariati, rientriamo tra le Regioni soggette al Piano di rientro, per cui ogni modifica va definita e concordata con il cosiddetto Tavolo nazionale, che deve verificarne il mantenimento dei saldi.
Questa è la motivazione che ci ha indotto a dover per forza - in automatismo, se mi si permette - appellarci al Consiglio di Stato.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Vorrei fare innanzitutto una premessa: ovviamente, noi non ci sottraiamo mai al confronto con il Consiglio, men che meno a riferire in Aula sui vari aggiornamenti, soprattutto su questioni in divenire.
Come ben sanno i Consiglieri, nell'ultima seduta della IV Commissione per quanto riguarda le questioni legate all'emodinamica, si è convenuto in linea di massima di chiudere la vicenda con il posizionamento finale della Giunta entro 30 giorni dalla data della precedente Commissione.
Per quanto riguarda la questione delle Federazioni, dir successivamente.
Questa breve premessa mi sembrava doverosa, perché non siamo di fronte ad una decisione definitivamente assunta, ma a questioni che, come richiamava sommariamente l'Assessore Pichetto, fanno praticamente parte della definizione di programmi operativi per chiudere i cosiddetti "piani di rientro" da noi proposti ad un'interlocuzione del Ministero della Salute in primis e del Ministero dell'Economia e delle Finanze successivamente (non che il Ministero dell'Economia e delle Finanze abbia un ruolo inferiore).
In ogni caso, né per quanto riguarda l'emodinamica, né per quanto riguarda le Federazioni, non abbiamo escluso modifiche alla situazione contenuta nei documenti precedentemente accolti, attraverso due procedure: per quanto riguarda le questioni legate all'emodinamica (lo abbiamo detto più volte, ma lo ripetiamo anche in questa sede), il ricorso alla Società Scientifica di Cardiologia Interventistica che, attraverso i suoi vertici che ci sono nelle Regioni con noi confrontabili, almeno ritenute utili per un confronto, come l'Emilia, il Veneto e la Lombardia.
Si è attivata la Direzione regionale sanità in questo senso e contiamo di acquisire elementi resi con la stessa modalità o con lo stesso rigore piuttosto che documentazione, come ha lavorato anche la Commissione che ha operato precedentemente all'interno della nostra Regione, in modo da avere una panoramica complessiva e, sulla base di valutazioni oggettive, trarre una conclusione. Questo per l'emodinamica, l'ho detto in Commissione e lo ribadisco in Aula.
Non vediamo altri percorsi che non siano percorsi arbitrari o comunque, a prevalenza di valutazioni personali che, invece, devono essere in secondo piano. Occorre un approccio del rango di quello che è stato seguito, per elaborare la prima proposta contenuta nei documenti che tutti conosciamo.
Per quanto riguarda la questione delle Federazioni, l'abbiamo scritto e lo scriveremo, se convenuto definitivamente al tavolo con il Ministero della Salute, dell'Economica e delle Finanze, nei programmi operativi.
Tutto quello che ci proponiamo deve essere, come ricordava l'Assessore Pichetto, concordato o, comunque, deve essere fatto noto e sottoposto a valutazioni.
Per quanto riguarda le Federazioni, chiaramente, occorre superare l'attuale configurazione delle Federazioni che abbiamo nella nostra Regione attraverso un percorso che andrà definito, soprattutto alla luce delle osservazioni formulate, anche con degli approfondimenti tuttora in corso.
Faccio presente che un giorno o due alla settimana il Direttore della Direzione Sanità regionale prosegue in quest'azione per arrivare alla definizione finale dei documenti che, come abbiamo concordato, in primis verranno sottoposti alla Commissione e poi alla deliberazione della Giunta regionale.
Certamente l'attuale configurazione delle Federazioni verrà superata ma rimarrà, comunque, non tanto il ripristino di una condizione di isolazionismo degli approvvigionamenti, ma l'esigenza di concentrare gli acquisti di beni e servizi deve essere soddisfatta.
Il "se", è fuori discussione. Ci concentreremo, dovendo giocare di rimando, ad acquisire tutte le esperienze fatte fino ad ora, interne ed esterne, e proporremo all'attenzione del Consiglio - perché norma di legge era e norma di legge deve essere - il superamento, ma corredato anche di tutta una serie di azioni amministrative tali da coprire un periodo transitorio. Qui bisogna modificare, fare manutenzione all'aereo, mentre l'aereo è in volo. Non si può fermare la macchina per fare manutenzione e poi ripartire. Le esigenze ricorrenti di approvvigionamenti di beni e servizi delle varie strutture delle ASL sono continue.
Questa è la situazione di cui avevo riferito recentemente in Commissione.
Nello specifico, senza voler rubare il mestiere all'Assessore Pichetto per la cronaca sono state adottate delle deliberazioni, di intesa con l'Assessorato al legale, che propongono appello laddove vi è il timore che determinate sospensive blocchino l'operatività, al di là della volontà stessa dei proponenti il ricorso stesso. Sappiamo che è meglio - visto che lo stesso TAR parla di situazione complessa da approfondire e rimanda di un anno - che questa fase venga vissuta con la sospensiva revocata. È una possibilità che l'ordinamento ci dà ma che non incide sul merito, perché le cose di merito sono le procedure che vi ho detto, però abbiamo proposto appello contro la sospensiva del TAR per il Consiglio di Stato, laddove vi è stata la sospensiva del TAR.
Laddove, per interessi legittimi - ad esempio, la gestione di coloro che sono interessati all'Ospedale Valdese - di coloro che sono interessati alla gestione pubblico-privatistica delle Federazioni, quindi parlo del sindacato dei dirigenti pubblici, oppure di coloro che sono interessati al punto nascita di Domodossola - parlo della Federazione medico-pediatrica riteniamo che queste discussioni vadano fatte nelle sedi appropriate, che sono la Giunta e il Consiglio.
Mi sembra forviante che vengano portate nelle sedi giurisdizionali della giustizia amministrativa. Non siamo noi che abbiamo audito l'autorità giudiziaria amministrativa, il TAR. Dato che il procedimento, all'interno di questa giurisdizione, è basato sul contraddittorio, ci costituiamo per sostenere le ragioni della programmazione socio-sanitaria regionale e nello specifico, per fare noto tutte le motivazioni che hanno condotto a determinati risultati.
Per concludere. Indipendentemente dall'esito di questi procedimenti che hanno tempi, modalità, durate che sono fuori dalla nostra portata, nel merito, laddove emergono elementi che possono consentirci di perfezionare gli atti o di modificarli, queste decisioni verranno assunte, soprattutto laddove abbiamo già avviato procedure per adeguare le cose. Questa è la considerazione che noi vogliamo fare.
Invito a condurre la discussione sotto questo profilo e, naturalmente attribuisco molta importanza alle discussioni e ai confronti che si fanno all'interno della Commissione consiliare competente perché, essendo una materia complessa e articolata, quella è la sede giusta per confrontarci e raccogliere sia tutte le nostre informazioni sia anche i suggerimenti e la partecipazione dei colleghi di maggioranza e opposizione.



PRESIDENTE

possibile intervenire per chiarimenti, ex articolo 56, comma 1, per cinque minuti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Intervengo perché, ai sensi del Regolamento, come ho chiesto alla Conferenza dei Capigruppo, chiedo che si svolga il dibattito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Presidente, devo dire che non mi sembra ci sia in Aula un clima adeguato alla discussione che dobbiamo fare, dopo le comunicazioni dell'Assessore. L'Assessore è rimasto ancora una vota sulla linea generica che, ahimè, ha caratterizzato questi primi due mesi di sua responsabilità rispetto elle questioni sanitarie e sociali, dopo avere alimentato - perch poi credo che la storia personale di ognuno di noi in qualche modo conti nei rapporti e nelle relazioni - la speranza che invece si potesse discutere in maniera diversa rispetto a com'era stato in precedenza soprattutto su una delle questioni che avevano - uso un termine che sembra esagerato, ma che non lo è - lacerato le comunità sanitarie e mi riferisco soprattutto alla questione che riguarda le emodinamiche.
Di fronte al fatto che il TAR ha bocciato, almeno momentaneamente, il provvedimento che il governo regionale aveva adottato, se le speranze che l'Assessore Cavallera aveva alimentato fossero state davvero tali l'Assessore avrebbe dovuto approfittare di quest'occasione per dire: "Va bene; allora resettiamo, approfittando del fatto che il TAR si è pronunciato in tal senso, e proviamo a ricominciare daccapo: nel confronto con i territori - perché questa è la storia dell'Assessore Cavallera quella di un uomo che si è sempre confrontato con le comunità e le Autonomie locali - proviamo a ricominciare, a ricostruire, a discutere e alla fine a cercare di capire, rispetto a questa questione dell'emodinamica perché voglio stare soprattutto sulla comunicazione dell'Assessore quale poteva essere la soluzione migliore".
Invece il Governo regionale ha scelto la strada giudiziaria. Lo ha fatto con l'Assessore Pichetto, che certamente è l'Assessore delegato a svolgere queste funzioni, ma è parso in qualche modo che l'Assessore Cavallera con un po' di sollievo abbia detto: "Va bèh, l'ha fatto il collega Pichetto perché toccava a lui farlo". Visto che abbiamo già avuto fino a qualche mese fa, un Assessore che svolgeva varie funzioni - un po' era Assessore alla sanità, un po' era Assessore al bilancio -, noi vorremmo insomma che le cose che vengono dette con riferimento a una delega siano espresse dall'Assessore che quella delega detiene. Invece sembrava proprio che l'Assessore Cavallera con questa questione della bocciatura del provvedimento sull'emodinamica non c'entrasse niente e che di colpo, di contro, fosse l'Assessore Pichetto a doversene occupare.
Si poteva approfittare di quest'occasione, in un confronto sui temi più caldi: penso alla questione che riguarda l'emodinamica di Moncalieri, a quella che riguarda le emodinamiche del San Luigi e dell'Ospedale di Rivoli, alla questione non meno importante che riguarda l'ipotesi di mettere insieme l'emodinamica di Ciriè e quella di Ivrea. Pensavo sinceramente che l'Assessore Cavallera avrebbe sciolto questi nodi; che li avrebbe sciolti perché - come abbiamo già provato a spiegare molte volte all'Assessore Monferino, che non l'ha capito - dal punto di vista economico non c'è alcun risparmio - non c'è alcun risparmio! - a chiudere l'emodinamica di Ciriè e a trasferire quelle prestazioni ad Ivrea.
Un'angioplastica, Assessore Cavallera, costa 2.500 euro: 1.500 per i materiali di consumo e 1.000 per lo stent, cioè quel presidio che apre la coronaria che si è occlusa...
Madonna che fatica, Presidente: bisogna proprio urlare...



(Scampanellio del Presidente)



BOETI Antonino

Che questo si verifichi a Ciriè o a Ivrea non cambia assolutamente niente, da un punto di vista economico. C'è già un solo primario per le due strutture e il personale è personale pubblico: a chiuderne una non si risparmia niente.
Lo stesso ragionamento vale per l'emodinamica del San Luigi e per quella di Rivoli. Qui, peraltro, c'è un'aggravante: il fatto che è in atto una convenzione per i materiali e per le apparecchiature, ancora per quattro anni, e che la ditta potrebbe chiedere conto in termini economici alla Regione Piemonte della rescissione di un contratto che dura ulteriori quattro anni; questo, quindi, è ancora più grave dal punto di vista economico: non solo, cioè, non si risparmia niente, ma c'è il pericolo di dover pagare sei, sette od otto milioni di euro alla ditta che ha fornito i materiali. E lo stesso ragionamento vale per l'emodinamica di Moncalieri.
Chi scriverà il prossimo Piano Socio Sanitario - il prossimo governo regionale, qualunque esso sarà - dovrà cercare di capire che ruolo avranno gli ospedali cardine: parlo di Moncalieri, di Rivoli, di Pinerolo, di Ciriè, di Ivrea. Prima abbiamo incontrato, con il nostro Capogruppo rappresentanti del mondo sanitario (non per questo argomento, sul quale ce la facciamo da soli a discutere). Quel che ci veniva detto, però, è: "Fate un giro, in questi giorni, alle Molinette e vi renderete conto di quanta gente c'è in attesa, a giugno, al Pronto soccorso delle Molinette".
Se noi demoliamo gli ospedali cardine, cioè gli ospedali territoriali riportiamo il sistema sanitario piemontese indietro di trent'anni, quando tutti gli abitanti della periferia e della provincia di Torino utilizzavano gli ospedali torinesi per curarsi, perché quelli dei loro territori - e parlo anche di Rivoli, in questo caso - non davano garanzie: non c'erano tutte le specialità e non erano luoghi sicuri ai quali i cittadini potessero affidarsi. Voi state tornando indietro, con il provvedimento sull'emodinamica; e non solo con quello, ma anche con l'accorpamento di Strutture complesse in ospedali che distano 30-40 chilometri l'uno dall'altro: è difficile essere responsabili di una Struttura complessa a Rivoli e a Pinerolo nello stesso tempo, a Rivoli e a Susa nello stesso tempo, perché c'è troppa distanza e il responsabile del servizio soprattutto nelle specialità chirurgiche, è quello che si assume la responsabilità della scelta e dev'essere presente nella struttura nella quale si deve prendere quella decisione. Il risparmio, peraltro, è di 500 euro di stipendio al mese: tra un'Unità operativa semplice e un'Unità operativa complessa, credo che ci siano 500 euro di differenza, ma ben altre e ben diverse sono le responsabilità.
Allora, Assessore Cavallera, questi secondo me avrebbero dovuto essere il suo atteggiamento e la sua posizione. Il fatto che lei dica di aver affidato alla Società internazionale di cardiologia del Massachusetts General Hospital di Boston la decisione su come dobbiamo organizzare la cardiologia non è un elemento di forza: è un elemento di debolezza; vuol dire che lei e l'Assessorato non siete in grado di capire cos'è più opportuno, da un punto di vista sanitario - perché qui i soldi non c'entrano niente, visto che, lo ripeto, non si risparmia niente - cos'è meglio per la salute e per la garanzia della salute dei cittadini di questa Regione.
Noi cominciamo a temere che alla fine non cambi niente e che, dopo avere alimentato speranze di dialogo e di confronto anche con noi Consiglieri regionali, lei alla fine mandi avanti il documento che Monferino aveva preparato perché non avrà avuto il coraggio, forse, di tornare indietro sulle scelte sbagliate che sull'emodinamica il suo predecessore stava portando avanti.
Nel minuto che mi resta faccio una riflessione sulle Federazioni. Ieri mi ha telefonato un responsabile di Federazione che mi vuole spiegare il lavoro che stanno facendo: il buon lavoro che secondo lui stanno facendo.
Ho detto che sono disponibile ad ascoltare il buon lavoro che stanno facendo. Ho detto però che secondo me è con voi governo regionale che si devono chiarire, innanzitutto.
Noi sulle Federazioni non siamo d'accordo; non eravamo d'accordo durante la discussione su questo capitolo e continuiamo a non esserlo adesso.
Il problema è che voi oggi non sapete che pesci pigliare. Ci sono spinte diverse all'interno della maggioranza, ci sono posizioni diverse all'interno della maggioranza e non avete la forza (forse adesso con l'Assessore Pichetto ne è arrivata un po' di più) rispetto al Governo nazionale di dire quelli che sono i vostri orientamenti. Il risultato è anche in questo caso, quello che si definisce - Assessore Cavallera, con tutto il rispetto - un gran casino.
Questi tre anni non hanno portato niente ai cittadini di questa regione in termini di salute; tutto quello che avevate preventivato è stato bocciato o dal TAR o dai cittadini oppure dallo Stato. Secondo me, un po' di umiltà e la disponibilità al confronto potrebbe aiutarvi. Non credo che succederà e per questo penso che sia utile andare a votare il prima possibile, per mille ragioni: c'è anche questa in mezzo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Assessore Cavallera e Assessore Pichetto, ci sono due aspetti: uno di merito e uno di metodo. Voi non ricordate ma, quando non eravate in Giunta in questa legislatura ci fu una macchietta allorquando discutemmo di questi temi, e proprio su questa questione l'Assessore Monferino, almeno da un punto di vista formale, perse la pazienza e rassegnò le sue dimissioni.
C'è quindi un punto dal quale dobbiamo partire e ricordare che la maggioranza di questo Consiglio - trasversale, e la vostra maggioranza in modo particolare - ha dato un mandato alla Giunta chiedendo di non chiudere l'emodinamica del San Luigi. Il tutto era stato argomentato e suffragato da tesi tecniche e politiche. Dopodiché questa Giunta, scollegata dalla maggioranza, ha imboccato un percorso del tutto autonomo. Tuttavia dobbiamo partire da quel dato, perché si può opinione legittimamente, ma è importante, nel rispetto di chi ci ascolta e dei destinatari dell'azione politica, spiegare quali sono le ragioni che inducono una maggioranza a cambiare idea.
L'altra volta l'Assessore Cavallera - e adesso l'ha confermato - ha detto: "Dobbiamo tenere distinti due percorsi: uno è di natura giuridica quasi come un atto dovuto, mentre l'altro è la questione del merito". Non è così. Davvero il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Voi pensate veramente di prendere in giro non noi, ma i cittadini? In modo particolare, dovete andare ad Orbassano - oggi, che si sta votando - a spiegare che cosa sta succedendo. A quella gente, che cosa andate a dire oggi? O evitate di frequentare quei territori adesso? Sulle federazioni l'argomentazione principale che è stata addotta è quella del risparmio economico, e sul risparmio economico non una tabella di calcolo è stata presentata. Non c'è da entrare ancora di più nel merito perché voi avete addotto questa argomentazione: risparmio economico. E, ad oggi, nessuno della Giunta è stato in grado di dire: "Abbiamo risparmiato un euro". Non solo: non ci avete nemmeno fatto vedere su quali fogli avete lavorato, una tabella di calcolo assolutamente non c'è.
Oggi l'Assessore Cavallera dice: "Non escludiamo modifiche né sulle emodinamiche né sul discorso delle federazioni. Ci affideremo a una società italiana di cardiologia". Assessore Cavallera - combinazione - questa mattina io ho presentato un'interrogazione (magari i colleghi erano distratti) sull'audit clinico. Per quanto riguarda l'audit clinico, ho fatto delle precise domande e ho chiesto: il numero degli audit clinici effettuati suddivisi per ospedale, e l'Assessore non mi ha dato risposta se l'Assessore abbia emanato linee guida per il loro svolgimento ed attivato un sistema di monitoraggio su frequenza ed azioni intraprese; se sia intenzione della Giunta di procedere alla chiusura e/o ridimensionamento di ospedali e servizi ai cittadini, senza avere preventivamente attivato i sistemi di coinvolgimento e condivisione delle procedure fra gli operatori, anche appartenenti a differenti Aziende sanitarie, atti a scongiurare possibili carenze anche molto gravi nella filiera assistenziale.
Domanda: visto che ci appoggeremo su una società di cardiologia l'audit interno è stato interrotto su questo? L'Assessore ha detto qualche cosa? L'audit clinico vi dà il monitoraggio rispetto a quello che deve accadere e lei, Assessore, ha detto di aver interpretato la mia interrogazione come pungolo per portare a regime il tutto. Ma, visto che c'è una questione calda, delicata e sensibile, domando (e mi aspetto una risposta, che non è stata data): sulle questioni delle emodinamiche si è pronunciato? Non ho avuto risposta.
Quindi sulla questione del metodo questa Giunta fa chiaramente acqua da tutte le parti. Assessore - lo dico con serenità - non si può continuare con questa metodologia: arrivare qua, far finta di dialogare, far finta di parlare, senza però affrontare assolutamente la questione del merito.
Noi interpretiamo il ricorso al Consiglio di Stato come un intervento politico. Non potete far passare un ricorso al Consiglio di Stato come un atto dovuto, al punto che la manifestazione di volontà dell'attuale Assessore alla sanità Pichetto è andata in contrasto con l'Assessore Cavallera (non ho sbagliato, l'ho fatto apposta), perché lui, senza passare in Giunta, dice: "Io faccio il ricorso al Consiglio di Stato", mentre l'Assessore, nell'ultimo Consiglio, dice: "Devo andare in Giunta per capire il da farsi".
In pratica, vi siete divisi il compito solo ed esclusivamente per mettere apparentemente in difficoltà questa opposizione. L'emodinamica del San Luigi, l'emodinamica di Moncalieri e le emodinamiche del Piemonte sembra che siano diventate il problema della Regione Piemonte, ma non è così, non è assolutamente così. È una questione di metodo e di sostanza quindi voi dovete dire la verità. È insopportabile questo comportamento di raccontare cose non vere e di far confusione volutamente.
ancor più grave la questione delle federazioni. Lei dice: "Non possiamo bloccare una macchina in moto per fare la manutenzione". Scusate ma la macchina l'abbiamo rotta noi? O l'avete rotta voi? Era una macchina che viaggiava senza problemi; all'Assessore Monferino, noi, da esperti di officina, abbiamo spiegato che quella macchina non poteva camminare in quel modo, non era possibile, abbiamo spiegato che avete sbagliato gli interpelli, che avremmo avuto sicuramente dei problemi.
In Commissione ho minacciato velatamente di fare ricorso - poi non lo faccio per non mettere in difficoltà la macchina amministrativa della Regione - perché, a mio avviso, tutte le delibere delle Federazioni sono illegittime, secondo me.
Poi ho detto: non lo faccio, però almeno bloccate subito. Lei ha risposto dicendo che non è che sono illegittime, è una questione di opportunità politica, Assessore.
Allora, diciamo che ha ragione lei. Quindi, non è una questione formale ma di opportunità politica che vi chiedono la chiusura delle Federazioni ma se è di opportunità politica potete esprimere una manifestazione di volontà politica e mettete fine alla chiusura di questi obbrobri? Delle due l'una: o utilizzate la politica o utilizzate i tribunali. Quando vi interrogano sui tribunali chiamate le politica, quando vi interrogano sulla politica voi chiamate i tribunali.
A me dispiace per i colleghi, per i cittadini di Orbassano che comunque devono andare a votare e non hanno le idee chiare, mi dispiace per i cittadini di Moncalieri, veramente, mi dispiace per tutto il territorio attiguo, mi dispiace per tutti i cittadini piemontesi, perché la verità qual è? Qual è l'utilità del dibattito di oggi? Qual è l'utilità dei confronti in Aula e qual è l'utilità di questi dibattiti? Questo è il motivo per cui ogni tanto qualche Consigliere dell'opposizione dice: basta non c'è più dialogo e quindi dobbiamo fare un ostruzionismo forte e serrato, non perché non vogliamo riconoscere le prerogative di questa maggioranza, ma perché nel metodo questa Giunta prende in giro le posizioni dell'opposizione e prende in giro i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Laus.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Sicuramente, provare e mettere ordine nelle modalità di comunicazione che sono state adottate dalla Giunta fino a questo momento è un'impresa un pochino ardua.
Allora, proverò a ripercorrere nell'ordine le dichiarazioni che sono state rese fino a questo momento, ma anche le contraddizioni palesi che rilevo tra quanto dichiarato oggi,che mi pare continuare ad appartenere alla categoria "state buoni se potete", che ho chiamato in causa la settimana scorsa in un'analoga discussione, con decisioni che vengono assunte attraverso un'autonoma determinazione della Giunta stessa e che compromettono anche gli impegni di revisione che la Giunta viene poi in Aula ad assumere.
Proviamo a mettere in ordine le questioni.
Una delle prime questioni è la comprensione da parte del Consiglio regionale dei contenuti e delle determinazioni del Piano operativo 2013 2015 che la Giunta si appresta a confrontare con l'equivalente Piano nazionale. Intanto, fino a questo momento siamo stati in attesa di una fantomatica deliberazione di adozione del piano operativo da assumersi entro il 31 maggio, perché l'Assessore non ci ha comunicato che, in base alle nuove determinazioni da parte del Governo, le scadenze, che erano precedentemente determinate al 31 maggio, sono slittate al 30 giugno. Ma noi non lo sappiamo e quindi continuiamo a ritenere che la costruzione del futuro piano operativo sia affidata a questo stop and go con il quale l'Assessorato regionale si muove nei confronti del Tavolo Massicci, senza sapere che invece una data certa c'è: il 30 giugno.
Quindi, deve essere chiaro al Consiglio regionale che le scelte che caratterizzeranno il futuro sistema sanitario regionale per i prossimi due anni devono passare attraverso una discussione che deve avvenire qui o in Commissione entro il 30 giugno. Il che significa che non ci possiamo far portare per mano da un Assessore che continua a dire: oggi siamo a Roma e domani parliamo al telefono con Massicci.
Assessore, lei ha una scadenza: il 30 giugno. Questa è la prima questione.
A questa questione soggiacciono tutti gli altri ambiti tematici che abbiamo discusso fino a questo momento. Perché? Per due argomenti. Il primo: la questione della revisione delle reti delle emodinamiche, dal punto di vista della sospensiva del TAR, come ho avuto occasione di dire la volta scorsa, prevede un pronunciamento di merito nel giugno del 2014 da parte del TAR. Di conseguenza, i casi saranno due: o l'Assessore traccheggerà con la sua Società Italiana di Cardiologia Emilia Romagna Veneto e Lombardia, fino al giugno 2014 e nel programma o piano operativo nulla dirà delle emodinamiche, e da questo punto di vista la battaglia dei professionisti dei territori e delle forze politiche ha ottenuto un parziale risultato, oppure entro il 30 giugno, in quel piano operativo, noi delle determinazioni sulle emodinamiche leggeremo sempre che siamo attenti che una scadenza c'è. Perché se arriviamo al 29 giugno con l'Assessore che continua a dirci che manda i materiali a Massicci e sta aspettando le correzioni via e-mail, questo Consiglio regionale non si renderà conto delle determinazioni sulle emodinamiche.
Così come sulle Federazioni, l'Assessore ci ha raccontato che ci vuole un cambiamento normativo, che i cambiamenti normativi non vanno fatti con leggerezza e che non si possono fermare le macchine in movimento.
Quanti colleghi sanno il costo di benzina di questa macchina in movimento contestato dal piano di rientro di Massicci? È un milione la contestazione sull'ultimo anno riferita al conto consuntivo del quarto trimestre del 2012.
Allora, da questo punto di vista pensiamo che, per carità, un milione su circa otto miliardi di funzionamento del Servizio Sanitario Regionale piemontese è sicuramente una quota non particolarmente rilevante, ma intanto di quel conto economico, contestato dal piano di rientro l'Assessore Monferino dovrà rendere conto non quando farà la revisione normativa, ma adesso,. Perché nel piano operativo dovrà dichiarare quanto valore in termini di risultato economico ha avuto la spesa sostenuta nell'ultimo anno di funzionamento delle Federazioni sanitarie.
E ancora l'Assessore ci dice: stiamo scrivendo, stiamo scambiandoci corrispondenza. Dimentica di dirci che entro il 30 giugno deve chiudere questa corrispondenza, ma nel frattempo compie alcuni atti. Atti che sono stati ventilati nel dibattito pubblico, ma che sono diventati ufficiali non tanto in quella Giunta tanto attesa del 31 maggio, ma in una seduta della stessa "fuori pacco".
In questi due provvedimenti si assumono, guarda caso, delle determinazioni, una delle quali, quella riguardante la macchina regionale è stata ampiamente pubblicizzata dall'Assessore con delega alle materie del personale, mentre l'altra, che riguarda il funzionamento del personale dipendente del Servizio Sanitario, è stata debitamente taciuta fino a questo momento.
Qualcuno ricorda nel famoso dibattito avvenuto in Commissione qual era la riduzione dovuta ai pensionamenti programmata nell'anno 2013, tanto che nessuno di noi avrebbe dovuto preoccuparsi rispetto ai pensionamenti, che sarebbero stati risibili e facilmente assorbiti? Vi ricordate questo dibattito rassicurante in Commissione consiliare? Ebbene, nella deliberazione in supplemento adottata dalla Giunta si bloccano, per l'anno 2013 e per i successivi anni 2014 e 2015, tutte le possibilità di turnover. Per il 2013 in modo assoluto; per il 2014 riducendo al 50% nelle sostituzioni dei dirigenti medici e del personale non dirigente nel ruolo sanitario e per il 2015 riducendo al 50% le sostituzioni nel ruolo medico e al 25% quello dell'altro personale sanitario di comparto. Quindi, cari colleghi, è chiaro che la prima manovra del piano operativo 2013-2015 adottata da questa Giunta sarà esattamente come quella adottata dal 2010 ad oggi, quella tendente a fare minori spese a scapito del costo del personale. E quando si fanno minori spese a scapito del costo del personale, non si attivano nuovi servizi.
Questo mi pare l'elemento più chiaro e lampante che emerge dagli atti fino a questo momento adottati e non dalla dialettica dell'Assessore Cavallera. Quindi, i colleghi che pensano che la Società Italiana di Cardiologia, nella comparazione delle tre Regioni, potrà magari adottare la formula dell'unica équipe su più poli, ma sanno benissimo che per realizzare le équipe uniche o integrate - per la verità, erano quelle del modello del vecchio vituperato piano sanitario della vecchia e vituperata Giunta Bresso - occorre l'adozione di ruoli professionali dedicati alla funzione.
E se nel frattempo abbiamo una deliberazione che blocca qualunque tipo d'iniziativa aggiuntiva sulle dotazioni organiche, non so come si possa andare in quella direzione.
Questo è il primo tema di ordine che vorrei venisse chiarito, Assessore Cavallera. So che è faticosa questa discussione, anche per chi sa di dover espiare su questa terra per avere molti meriti altrove tra moltissimi anni.
Quindi, capisco i suoi occhi rivolti al cielo, ma in questo caso la sua fede le fa da sostegno; noi dobbiamo limitarci alla durezza delle discussioni terrene.
La seconda questione sulla quale vorremmo delle chiarezze è invece quella che riguarda l'Assessore al bilancio, che con altra tecnica, per altrettanto abilmente, riesce a sfuggire alle questioni puntuali.
Sempre il fatidico 30 giugno - che una volta era il 31 maggio e solo in virtù del cambio dei Governi è stato posticipato - oltre a dirci che cosa sarà scritto nel piano operativo, ci dovrà anche essere detto qual è l'andamento della copertura. Noi sappiamo che con l'approvazione del bilancio di previsione 2013 non si è data completa copertura alle contestazioni - ora non entro nel merito se fondate o meno - che il piano di rientro ha formulato nei confronti della Regione Piemonte, affinché la Regione preveda il trasferimento delle somme dovute dalla Regione al Servizio Sanitario Regionale - tanto per dire che era un problema interno.
Quindi, immaginiamo che a fare questa operazione sarà il bilancio di assestamento; bilancio di assestamento che non coincide con la scadenza del 30 giugno.
Quindi, molte cose dovrebbero essere chiarite e mi pare di poter dire che fino a questo momento non lo sono state.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Vorrei innanzitutto chiarire le ragioni vere dell'insistenza in base alla quale questo Gruppo, insieme ad altri Gruppi di opposizione, stanno ripetutamente richiedendo e hanno richiesto la presente comunicazione.
Cari colleghi della maggioranza, il disegno dell'Assessore Cavallera è molto chiaro. Lo ha ricordato poco fa la Presidente Artesio: arrivare al 30 giugno con un documento preconfezionato frutto di un accordo tra l'Assessorato regionale alla sanità (non la Regione Piemonte) e il Tavolo Massicci e far imporre a tutto il Consiglio regionale e a tutta la comunità piemontese il nuovo piano di rientro sulla sanità.
Questo è un film che abbiamo già visto. È il film che nei primi tre anni della legislatura ha portato senza nessuna discussione in Consiglio regionale, senza nessuna discussione all'interno dalla comunità piemontese ad avere l'addendum come vero e proprio Piano Socio Sanitario della Regione Piemonte.
Questo è il punto. Con altrettanta fermezza e chiarezza voglio dire all'Assessore Cavallera che come PD non tolleriamo di essere spettatori di questo film che lei ha immaginato, perché, Assessore Cavallera, lei non porta il 29 o il 30 giugno a Roma il nuovo documento sul piano di rientro.
Il nuovo documento sul piano di rientro a Roma è già qualche giorno che è andato, perché è qualche giorno che voi state discutendo tra l'Assessorato alla sanità senza nessun coinvolgimento né della Commissione né del Consiglio regionale né della comunità piemontese rispetto al vero volto della sanità dei prossimi anni.
Lei pensa di farci rivedere il film che ci ha fatto vedere l'Assessore Monferino nei primi tre anni della legislatura, cioè che il giorno prima che formalmente la Giunta approva il documento lei viene in Commissione e ci illustra il documento? È un documento che lei ha dovuto digerire o che ha contribuito a costruire? Non lo so, perché di fronte al suo silenzio ogni cosa e ogni interpretazione è lecita.
Noi non ci stiamo. E lo dico con molta franchezza: noi non ci stiamo! Cari colleghi, in questi tre anni noi sulla sanità in questa Regione abbiamo assistito ad un'operazione da Penelope; avete costruito una tela e poi avete disfatto sistematicamente quella tela.
Avevate in mente il progetto di importazione in Piemonte del modello lombardo: è saltato, chi se lo ricorda? Avevate in mente la costruzione delle Federazioni e le avete fatte.
Attenzione anche su questo, perché le Federazioni non saltano perché il Tavolo di Massicci ha imposto di farle salvare. Il Tavolo di Massicci ha chiesto, ancora nell'ultimo verbale, come ha preteso per un anno da questa parte - e andiamoci a leggere i verbali - chiarimenti sulle Federazioni.
Sapete il giorno in cui sono saltate le Federazioni? Sono saltate durante il ritiro spirituale organizzato a Pianezza dall'allora Assessore Monferino con tutti i Direttori generali delle ASL e con tutti gli amministratori unici delle Federazioni. E quel giorno e in quel ritiro spirituale l'Assessore Monferino ha svelato quello che è il suo disegno.
E il suo disegno è: per me le Federazioni sono la costruzione di un pre contenitore dentro al quale collocare una serie di funzioni apparentemente poco sensibili agli occhi degli interessi, per poi, dopo aver costruito questo contenitore, riversare tutto e fare sei grandi organizzazioni sanitarie.
un disegno che siamo disponibili a discutere, ma quel giorno è saltato, perché quel giorno è saltato il rapporto tra Aziende Sanitarie Regionali e amministratori pubblici; quel giorno i Direttori sanitari delle ASL hanno deciso e hanno costruito alleanze con la politica. E la politica non sono i Gruppi di opposizione, ma sono i Gruppi di maggioranza, sono parti della maggioranza e un disegno suicida dei Direttori generali che andavano a morire, loro non l'avrebbero costruito. Questo è il quadro.
Poi avete inventato il fondo chiuso sanitario e anche questo è sparito.
Quando dico che in questi tre anni avete fatto come Penelope che costruiva una tela e poi l'avete distrutta pezzo per pezzo con le vostre mani, questa è la realtà.
Che cos'è rimasto di questi tre anni? L'unico atto su cui n l'Assessore Monferino né in precedenza l'Assessore Ferrero hanno messo naso, né oggi l'Assessore Cavallera intende farlo, perché è un atto di imposizione del Governo e del tavolo nazionale, è il nuovo piano di rientro.
L'Addendum è l'unico elemento che non è stato modificato, non è stato attuato in gran parte. Perché tutta l'emergenza territoriale è tutta da rivedere, l'ha detto il collega Ronzani stamattina. Anche l'emergenza ospedaliera è tutta da vedere, perché anche tutti i modelli di riconversione degli ospedali sono tutti da rivedere sotto questo aspetto.
Ma è l'unico dato immodificabile.
Allora può il Consiglio regionale immaginare che, visto che queste rassicurazioni che ho cercato di fotografare, i prossimi tre anni sulla sanità siano una questione tra il dottor Morgagni, l'Assessore Cavallera mi riferisco al nuovo piano di rientro che vale tre anni - siano questioni che riguardino Massicci, Agenas? Perché questa è la questione.
Non avevo nessuna convinzione che oggi l'Assessore Cavallera ci venisse a svelare i suoi disegni sulla revisione della rete dei laboratori di emodinamica. Non sono così illuso.
L'Assessore Cavallera sarà la persona più contenta se quella relazione ed ha ragione il collega Laus - gli arriva il giorno dopo che deve consegnare tutto a Roma, ma formalmente e definitivamente.
Assessore Cavallera - apro e chiudo una parentesi - come mai, quando lei era Consigliere regionale di opposizione, pretendeva dall'Assessore Artesio che fossero messe a disposizione della Commissione le bozze dei rapporti tra il Governo nazionale e la Regione Piemonte in materia di sanità? Perché? Non ha i documenti che sta sistematicamente andando a discutere a Roma? Perché non ci dà questi documenti, in modo che qualcuno di noi cominci a capire se c'è una volontà di discutere o se c'è una volontà, unicamente, di assolvere una funzione di natura formale? Cosa rimane di questi tre anni e della situazione in cui vi siete infilati? Rimane una situazione che più conflittuale di così non si può.
Nelle ultime settimane, i rapporti tra Direttori generali e amministratori delle Federazioni sono a livello di guerra.
Il collega Rostagno, cui lascerò la parola per spiegare questo tipo di situazione, mi ha fatto leggere un articolo, apparso su un organo di informazione della provincia di Cuneo, in cui si dice che su una gara segnalata ripetutamente dal collega stesso, l'amministratore della Federazione dice che è il Direttore Generale dell'ASL ad aver parlato con il collega Rostagno, e quindi ad aver sollevato la questione.
Si rende conto a che livello di conflittualità è arrivato il sistema? Si rende conto che oggi, 4 giugno, lei non è ancora in grado di dire come avviene la fase transitoria delle Federazioni, quando avverrà la loro chiusura e neanche chi governerà poi le politiche di area vasta? Si rende conto di questa situazione? Può rendersi conto, Assessore Cavallera, che non siamo disponibili ad accettare il suo continuo silenzio su questi temi? Come non eravamo disponibili nei confronti dell'Assessore Monferino che si era inventato 14 milioni di risparmio, non siamo disponibili ad accettare che l'Assessore Ghiglia ieri sia venuto in I Commissione e abbia dichiarato che nel 2012 SCR ha risparmiato altri cento milioni di euro rispetto al 2011, sulla gara dei farmaci fatta nel 2011.
Ma pensate che questo Consiglio e questa comunità piemontese siano fatte di grulli? Assessore Cavallera, vogliamo che lei sveli le sue carte: ci dica, dopo un po' di tempo e a ventisei giorni dalla data in cui a Roma lei consegnerà l'ultima bozza definitiva, cosa pensa di fare sulla sanità. Ci dica se vuole aspettare che i pezzi conflittuali della sanità vengano tutti risolti dalla giustizia amministrativa, o se vuole far riportare ad essere un po' protagonista, in senso positivo, la politica, non come invasione di un terreno, ma come luogo nel quale si costruisce una sintesi.
Questa è la questione che poniamo e la sfideremo ogni giorno, da qui al 30 giugno, ad assolvere fino in fondo le sue funzioni, le sue responsabilità e a non riempire le nostre discussioni di frasi fatte senza nessun costrutto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Intervengono con la sensazione che questo dibattito non porti molto valore aggiunto al Consiglio né chiarisca quali saranno i prossimi passi sulla sanità.
Vedo l'Assessore Cavallera sereno, dal punto di vista di quello che pu essere effettivamente il suo compito, certamente un compito difficile, ma al suo posto non sarei molto serena.
Ieri abbiamo visto l'o.d.g. della Giunta regionale: un lungo elenco di provvedimenti sulla sanità a firma, non dell'Assessore Cavallera, ma del Vicepresidente Pichetto. Si tratta di atti che il Vicepresidente ritiene dovuti, riguardanti l'emodinamica, i punti parto di Domodossola e di Carmagnola e l'Ospedale Valdese. Sono tutti atti che fanno sì che la Regione ricorra rispetto a sentenze del TAR sospensive o, comunque, a ricorsi al TAR delle amministrazioni locali.
Sembra che ormai sulla sanità si decida in Tribunale e non tanto nelle sedi dovute.
Vorrei fare alcune considerazioni, perché mi sembra che da questa discussione si possano evincere considerazioni che caratterizzano questo difficile momento.
Intanto, il Vicepresidente Pichetto ha sottolineato che non siamo commissariati e che questi atti dovuti, compiuti appunto dal Vicepresidente, se non fatti, metterebbero in dubbio il piano sanitario e il piano di rientro.
In realtà, con le sue affermazioni abbiamo, come principio, che siamo commissariati. Di fatto, siamo commissariati (vedo l'Assessore Cavallera che annuisce: questo per me è un primo elemento). Da questo punto di vista è chiaro che noi siamo commissariati. Certamente è un aspetto che può non farci piacere, ma dà pochi gradi di libertà al Consiglio e probabilmente anche alla stessa Giunta. È chiaro che da questo punto di vista ci vorrebbe maggiore chiarezza.
Il secondo elemento, che deriva da una non chiarezza complessiva, è una totale confusione su alcuni servizi dei presidi a cui viene fatto riferimento. Nello stesso Ospedale Valdese di Torino oggi è ripreso il trasloco, però è ripresa anche l'attività di radiologia e di oncologia, che andrà avanti fino al 12 giugno e poi non si sa.
Non credo che questo sia un atteggiamento accettabile, da parte dell'Assessorato e della dirigenza sanitaria, nei confronti degli operatori sanitari, perché non si può lavorare, ad esempio, avendo notizia del trasloco delle proprie attività successiva al fatto che alcuni macchinari siano stati traslocati.
Questo non fa bene a chi sta lavorando nella sanità e non ha assolutamente chiaro quale possa essere il suo futuro.
Lo stesso discorso vale per altri servizi: vorrei ricordare il punto nascita di Carmagnola, in cui è stato detto, alla presenza dei colleghi Montaruli e Motta, che, in realtà, i dati cui si faceva riferimento nel piano, per programmare la disattivazione, erano dati non corretti, che erano superiori ai 500 e che, quindi, era l'elemento di riferimento. A questo punto, invece, non sappiamo come si procederà: in realtà, ieri c'è stato comunque l'atto per cui, anche qui, si ricorre contro il ricorso dell'amministrazione comunale di Carmagnola, però francamente non so come procederemo. Mi dispiace che autorevoli colleghi della maggioranza si siano impegnati, nei confronti dell'amministrazione comunale e dei cittadini presenti in quel Consiglio aperto, proprio perché si potesse intervenire in merito.
Pertanto, l'aereo in movimento, che non si può fermare, cui l'Assessore Cavallera faceva riferimento, mi ha fatto pensare: "Abbiamo l'aereo più pazzo del mondo!".
Vedo che l'Assessore sorride, però credo che per la sanità piemontese non ci sia molto da ridere! Da questo punto di vista, l'altro aspetto corrispondente al commissariamento è la totale confusione riguardante le persone che devono usufruire dei servizi e quella in cui si trovano gli operatori sanitari.
Anche questo è un elemento molto spiacevole.
Il terzo punto che mi sembra doveroso evidenziare, anch'esso correlato al Piano di rientro, riguarda le diseconomie esistenti, rilevate più volte ad esempio, rispetto ai lavori di ristrutturazione di Presidi che poi vengono chiusi. La diseconomia più evidente è quella dell'Ospedale Valdese ma anche quella evidenziata dai colleghi, rispetto alla quale francamente non comprendo quali siano le intenzioni dell'Assessore Cavallera: le Federazioni. Le Federazioni, in questo momento, proprio perché non si agisce dal punto di vista amministrativo, continueranno ad operare almeno fino a fine anno e vedono una situazione di assoluta confusione rispetto alle scelte che dovranno essere intraprese: gare che le Federazioni non avrebbero fatto o comunque molti acquisti che non avvengono nemmeno con gara, ma semplicemente fatti in economia, che però porta ad una diseconomia complessiva.
Abbiamo, pertanto, una situazione che va in tutt'altra direzione rispetto alla tanto ricercata razionalizzazione, che dovrebbe portare a dei risparmi.
Le tre questioni che pongo, dunque, sono: il commissariamento, che è nei fatti e che sarebbe bene che la Giunta riconoscesse; la confusione, che dovrebbe essere un elemento cui provare a portare rimedio, perché ne va della salute della sanità piemontese; infine le diseconomie, che anzich ridurre, si stanno alimentando.
Pertanto, abbiamo una sanità che possiamo definire allo sbando condotta da un aereo che, in realtà, non ha una rotta precisa. La sollecitazione che abbiamo già fatto in altre sedi all'Assessore Cavallera e che poniamo nuovamente in questa, è di mettere finalmente da parte il Piano sanitario dell'ex Assessore Monferino. Certamente, questo richiede un'interlocuzione nazionale, proprio per via del commissariamento, ma occorre percorrere un'altra strada: non quella di discutere la sanità in tribunale, ma con gli operatori, chiarendo le scelte e avendo la possibilità di condividerle con il Consiglio regionale; scelte che per alcuni aspetti possono anche non essere semplici, ma che, se capite e condivise, possono essere accettate. Riteniamo che questo sia il modo giusto per offrire un'altra strada alla sanità piemontese e a questa Giunta.
In base alla discussione di oggi, non mi sembra che si voglia percorrere questo tipo di strada; mi sembra che si voglia semplicemente continuare ad insistere su una modalità che è stata quella dei tagli, in una non chiarezza complessiva che francamente non può che danneggiare la sanità piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Assessore Cavallera, per fortuna lei doveva essere l'Assessore del dialogo, l'Assessore del cambio di rotta rispetto al turpe Assessore Monferino (turpe, ovviamente, dal punto di vista politico)! Dico per fortuna, Assessore Cavallera, perché se fossero stati altri i presupposti di base, non si sa dove saremmo oggi.
Come hanno detto i colleghi, c'è modo e modo di fare la politica sanitaria di una Regione. Ricordo che la politica sanitaria di una Regione è la politica con la "p" maiuscola. Sottrarre questo oggetto al contendere positivo, al contendere dialettico di un Consiglio regionale, significa svuotare di senso l'Assemblea legislativa di una Regione.
Se volessimo arrenderci alle posizioni della Giunta Cota, ci sarebbe veramente da dire: "Chiudiamo qui e andiamo a casa!".
Ovviamente questo non avverrà da parte del mio piccolo Gruppo, e mi sembra di capire anche da parte di altri Gruppi di opposizione, ma sottolineo - anche da parte di alcuni Consiglieri dei Gruppi della maggioranza.
Questo è un dato importante che ci sollecita ad andare avanti nelle nostre prese di posizione. Insieme cercheremo di farle abbandonare questo atteggiamento di sottrazione della materia sanitaria al Consiglio regionale.
A noi poco importa, Assessore Cavallera, che lei si trinceri dietro le scadenze, dietro le richieste, dietro le imposizioni di Roma. I piemontesi almeno il 50% (in realtà il 35%) degli aventi diritto al voto, hanno votato questa Giunta. Lei è stato scelto, prima come Assessore all'urbanistica adesso come Assessore alla sanità. Come si diceva, lei ha acquisito competenze in quasi tutti i settori, ma forse, Assessore, si sta rendendo conto anche lei che la delega alla sanità è stata un po' un azzardo da parte della Giunta Cota, nel senso che le competenze sulla sanità non si costruiscono in due settimane e neanche svolgendo attività amministrativa in un ente per trent'anni! Le dico anche di più: non si costruiscono neanche essendo laureati in medicina e chirurgia, come il sottoscritto. Un conto è saper fare bene il medico o l'operatore del settore socio-sanitario, un conto è saper fare bene l'amministratore della parte sanitaria.
Questo, probabilmente, è stato un azzardo, come lo sono state le deleghe all'Assessore Monferino, proprio perché non aveva competenze sanitarie (lo disse in una delle tante frasi ormai famose, sulle quali si scherza spesso in rete, purtroppo, perché poi le ricadute sono sui cittadini piemontesi).
Perseverare in questa mancanza di competenze, però - come dice il famoso proverbio - è diabolico! Poi, lunghi da me dare del diabolico al Presidente Cota: direi piuttosto che probabilmente non è molto calato nella parte che ricopre.
Io lamento sempre l'assenza in Aula del Presidente Cota, come oggi.
Secondo me, oggi il Presidente Cota sarebbe dovuto venire in Aula. Il Vicepresidente Pichetto è venuto, ha letto una letterina che avrebbe potuto scrivere e leggere un bambino della terza elementare (non me ne voglia il bambino della terza elementare!) e poi è sparito.
Resta solo l'Assessore Cavallera (non me ne voglia l'Assessore Quaglia Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale) a fronteggiare e cercare di mandare in porto (non si sa dove) la barca della sanità piemontese.
Fatte queste premesse, che sono già molto negative ed impattanti sulle ricadute del dibattito, come ha detto la collega Cerutti cerchiamo di portare avanti la discussione, ma non veniamo ascoltati più di tanto: non solo nei contenuti, ma anche nelle parole che escono dalle nostre bocche.
Le rivolgo, pertanto, per cercare di cogliere un po' la sua attenzione una domanda molto secca, ma magari l'avete fatto: al di là del ricorso al Consiglio di Stato - purtroppo, non c'è il Vicepresidente Pichetto - perch questa Giunta, se è sicura delle basi tecniche, politiche e amministrative su cui ha fondato il Pian Socio Sanitario e su cui sta costruendo il Piano di rientro, non chiede un'anticipazione dell'udienza di merito del TAR? Infatti, il TAR ha fissato a questa Regione l'udienza di merito il 18 giugno 2014, cioè fra un anno! Quindi, anche qualora si vincesse al Consiglio di Stato la sospensiva, significherebbe in ogni caso stare fermi per un anno.
Lei ha parlato comunque di un periodo in cui dovremo cercare di barcamenarci e mi chiedo come si faccia, anche a Roma, ad accettare un piano di rientro quando si è sub iudice? Qui non c'è più un dato meramente politico - vado anche oltre alla mia introduzione di rassegnazione, quasi, che però definirei rassegnazione combattiva, sul dato politico della mancanza, ormai, di dialettica - ma c'è un dato amministrativo, legale! Voi andate a Roma a consegnare un piano il cui l'architrave e tutte le parti fondamentali sono sub iudice! Anche questo dovete chiarire a Roma visto che, ormai, il piano si è spostato al Tavolo Massicci e, come dicevo prima, c'è stata la sottrazione della materia sanitaria a questa Regione.
Ovviamente, su questo non ci sto. Penso che, oggi, l'Assessore Cavallera dovrebbe iniziare a dirci quali sono i recepimenti nel merito delle richieste dei ricorrenti, in quanto sono stati presentati ricorsi puntuali, nel merito, di alcuni provvedimenti, che riguardano alcune emodinamiche, alcuni punti nascita e alcune disattivazioni/riconversioni ospedaliere. Penso che quasi nessuno, o nessuno, in questo Consiglio regionale abbia contestato nell'insieme la revisione della Rete ospedaliera e il Piano Socio Sanitario. Sono state contestate alcune disattivazioni alcune chiusure, alcuni spostamenti, che non sono comprensibili in base ai dati.
Prima, giustamente, un collega del Partito Democratico diceva che non ci saranno risparmi. Infatti, pur chiudendo, ad esempio, l'emodinamica di Ciriè, si spera che un infartuato possa arrivare in tempo all'emodinamica del Giovanni Bosco o a quella di Ivrea, quindi il costo dell'intervento sarà lo stesso. Però, dobbiamo anche analizzare i dati di revisione della letteratura scientifica, che ci dicono che la manualità dell'operatore è tale solo se compie un certo numero di interventi, che ricadono in un bacino di utenza di centinaia di migliaia di persone. Ovviamente, questo è un dato che deve essere analizzato all'interno della realtà territoriale dove ci possono essere diverse risposte: lì ci sono le scelte anche politiche e non solo quelle tecniche.
Penso che rinviare alla Società Italia di Cardiologia Invasiva (GISE) le analisi che dovevano svolgere i famosi gruppi di lavoro - e che hanno fatto i famosi gruppi di lavoro, poi abbiamo appreso che nei gruppi di lavoro ci sono state, come purtroppo spesso succede in Italia, prese di posizione personalistiche, di parte e localistiche - non determinerà grandi modifiche nell'impianto della rete, ad esempio, delle emodinamiche. Per le scelte critiche che abbiamo sollevato rimarranno, perché chiudere l'emodinamica del San Luigi di Orbassano, dopo gli investimenti compiuti è stato detto centinaia di volte in Commissione, in Regione, in Aula - è un non senso. Così come in riferimento a tanti altri punti che le ho sollevato più volte, anche con la presentazione di interrogazioni in merito ai punti nascita. Ad esempio, richiamo il punto nascita di Domodossola, che è un ospedale plurisede. Cioè, è l'unico caso in Piemonte di un ospedale plurisede con due presidi ospedalieri, quello di Domodossola e quello di Verbania, i cui numeri dei parti si sommano.
Poi, la collega Cerutti citava il punto nascita di Carmagnola, i cui dati sono stati sbagliati e ridotti rispetto a quelli reali.
In conclusione, è veramente vitale e fondamentale discutere di questi temi.
Oggi, ovviamente, è stato aperto il dibattito dopo le comunicazioni, ma le chiediamo, per l'ennesima volta, di venire in Commissione con le bozze dei documenti che vanno a Roma, in quanto quando quei documenti verranno approvati e diventeranno definitivi noi potremmo discutere solo di aria fritta! Già lo stiamo facendo sui trasporti con l'Assessore Bonino, per l'altro piano di rientro, faremo lo stesso per la sanità.
Mi dispiace essere indicato come provocatorio e populista/demagogico ma, veramente, mi chiedo cosa ci stiamo a fare. Se la Giunta lavora a Roma e presenta i piani di rientro che vengono studiati a Roma - e voi non citate, neanche in discussione, le bozze - non solo il Consiglio regionale può andare a casa e lasciare perdere, ma anche la Giunta! Facciamo fare tutto ai funzionari di Roma e chiudiamo baracca e burattini! Lì, sì, a differenza delle Province, di cui abbiamo discusso in pausa pranzo, che si risparmierebbero dei soldi. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
I colleghi sanno che non mi appassiona ripetere sempre le stesse cose soprattutto non mi appassiona affatto ritornare sempre sugli stessi argomenti.
L'opposizione continua a chiedere comunicazioni da parte dell'Assessore e, forse, l'opposizione non vuole rendersi conto che, di fatto, l'Assessore ritiene, legittimamente, di avvalersi della facoltà di non rispondere.
legittimo! Sarà legittimo sul piano formale, ma, Assessore, non penso sia tollerabile e opportuno sul piano politico.
Allora, Assessore, alcuni interventi che mi hanno preceduto hanno svolto un'analisi puntuale sotto il profilo tecnico (penso alla Presidente del Gruppo di Rifondazione). C'è chi ha accennato, anche in modo puntuale non so se per la prima volta, sicuramente l'ho ascoltato per la prima volta, da parte del Presidente del PD - un'analisi con un risvolto più politico, che ha evidenziato i retroscena. Ci sono stati altri interventi che hanno messo a nudo le problematiche.
Assessore, se fossi un Consigliere di maggioranza, le chiederei che cosa stiamo facendo? Cosa stiamo combinando? Invece, sono un Consigliere dell'opposizione, allora mi permetto di dirle cosa state facendo.
Voi, come Giunta - quindi, questa maggioranza, con la Giunta - avete una responsabilità politica enorme. Prima, il collega - mi sembra il Consigliere Laus - parlava di officina, di manutenzione, di guida di un mezzo, ma quel mezzo chi lo ha costruito? L'ho costruito io? L'ha costruito l'opposizione? L'avete costruito voi! È chiaro! Siccome è vero quanto il Consigliere Reschigna ha detto relativamente a quell'incontro - non ricordo il luogo - dell'Assessore Monferino, nel quale la politica aveva mosso gli interessi localistici per bloccare, tramite i Direttori generali, l'impostazione iniziale - non ricordo dopo quanto tempo l'Assessore Monferino si è dimesso - e l'Assessore Monferino, comunque, è uno dei principali responsabili di quel tipo di costruzione, con le sue dimissioni è passato un messaggio chiaro e forte, che non è strumentalizzato dall'opposizione, che è il sentire comune fuori dal Palazzo: l'ingegner Monferino ha fallito. Quindi, sul fatto che quella riforma sanitaria, come com'era stata impostata, rappresentasse, di fatto un fallimento acclarato c'è poco da discutere.
Lei, Assessore, insieme alla Giunta, dopo le dimissioni dell'Assessore Monferino, dopo il rimpasto di Giunta che si è verificato e che il Presidente Cota ha voluto, cosa avevate in testa di fare? Cosa avrebbe dovuto fare lei, Assessore? Partire da lì e chiedersi se quel sistema e quella riforma è attuabile oppure no.
Se lei riteneva, con tutta la Giunta e la maggioranza che la sostiene che fosse una riforma attuabile, avrebbe dovuto continuare su quella linea avrebbe dovuto continuare a difendere quel tipo di impostazione.
Invece, vuoi per gli umori legittimi dell'opposizione, vuoi per gli umori non so quanto legittimi, a questo punto, della maggioranza, c'è stata un'apertura verso una rivisitazione di quell'impostazione. Però è un'apertura schizofrenica, perché un giorno si fa, si promette e si dice, e un altro giorno, come qualcuno ha ricordato, si disfa.
E gli argomenti relativamente ai quali personalmente - e lo voglio ribadire - sin dall'inizio (parlo di tre anni fa, due anni e mezzo fa, due anni fa, ancora nel corso dell'approvazione della riforma sanitaria) il sottoscritto era favorevole, erano tanti: la riorganizzazione della rete la riduzione delle ASL e via di seguito. Ma come avete agito voi? Lei oggi deve chiarire questa posizione, non può trincerarsi dietro la facoltà di non rispondere. Lei deve dire: "Ho studiato, ho approfondito e questa parte della riforma va portata avanti con forza, a prescindere", oppure: "Non ci credo, non posso portarla avanti e intendo modificarla su questi punti".
Uno dei gravi difetti, su cui mi sono permesso non privatamente ma informalmente di dirle qual era il mio modestissimo pensiero, è che non si può pensare di demolire senza aver prima costruito qualcosa di alternativo.
E questo voi l'avete fatto, o lo state facendo, o lo volete fare, o avete iniziato a farlo, ma poi avete fatto marcia indietro su tante cose.
inutile che vi elenchi i punti che riguardano, purtroppo, questa impostazione schizofrenica.
Riguardo le Federazioni, Assessore, parla uno che (lo ripeto, perch certe cose vanno dette e vanno ripetute), forse non in totale solitudine ma quasi, ha sempre sostenuto sin dall'inizio che fossero da non prendere neanche in considerazione.
La prima impostazione - quella di Zanon con Monferino, per intenderci che parlava dell'assemblamento di tutte le ASL in sei Aziende a livello regionale, era la via maestra. Ma cozzava, cozza ancora e probabilmente cozzerà sempre con gli interessi della politica (lo dico con estrema prudenza, in modo trasversale, però ha cozzato con quella). Ed è il motivo per il cui l'ex Assessore Monferino aveva adottato quel tipo di impostazione erronea.
Come ricordava il collega Reschigna, era quel contenitore che avrebbe dovuto rappresentare una base per poter raccogliere nel tempo quella nuova rivisitazione di assemblamento più generale. Ma poi se n'è lavato le mani si è dimesso e ha lasciato a lei questa patata bollente.
Mi permetta di dire che, al di là delle valutazioni di carattere giuridico in ambito amministrativo, che mi rendo conto sono doverose per un Ente pubblico, non è possibile però non avere una dirittura sul piano politico chiara e indiscutibile.
Lei deve chiarirsi per primo dentro di sé che cosa vuole e dove vuole arrivare. Perché, come dice la Presidente Artesio e come ha ripetuto il Presidente Reschigna e altri, se lei vuole arrivare alla fine del mese in modo da poter tirare avanti, tirare a campare e poi trovarsi di fronte ad una situazione dalla quale difficilmente e ineludibilmente non si può fare retromarcia, effettivamente è legittimo da parte sua sul piano formale, ma non è opportuno, tantomeno ammissibile, sul piano politico.
Lei deve fare i conti con questo aspetto e quando qualcuno le chiede le comunicazioni - io non gliele chiedo, perché ho già capito qual è la risposta - non posso che rispettarlo sul piano umano. Ma le dico, caro Assessore, che sta sbagliando, perché sul confronto che le chiede il collega Bono (forse non dico ingenuamente, per carità, perché lui lo fa convintamente, e sul piano democratico è più che legittimo richiederlo) sono molto pessimista (probabilmente è perché sto in quest'Aula da qualche anno in anno più): laddove qualcuno non vuole che ci sia il confronto, il confronto non c'è e quindi è inutile richiederlo.
Ho parlato oggi perché era una di quelle situazioni nelle quali era necessario parlare e ribadire, ma sono estremamente pessimista. Penso che questa Giunta, con la maggioranza, debba fare, oggi più che mai, un esame di coscienza e rendersi conto che così non si può andare avanti. Sarebbe bene tirare le somme e addivenire all'unica conclusione: andiamo tutti a casa con le dimissioni del Presidente Cota. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elio

ormai passato un anno da quel 17 maggio 2012, quando, con grande squillar di trombe, questa Giunta annunciava al mondo il gaudium magnum per la nascita di sei nuove creature: le Federazioni sovrazonali piemontesi.
Nella vostra visione, che, visto l'esito, potrebbe essere interpretate come "parto di visionari", dovevano rappresentare le fondamenta costitutive di una riforma sanitaria in grado di tenere sotto controllo le risorse e risolvere in modo opportuno il nodo dei continui aumenti della spesa sanitaria.
Ma pur partendo dall'idea condivisibile di ricercare economie di scala ottimizzando funzioni quali gli acquisti e la logistica, fin da subito le vostre scelte strategiche per realizzarla presero una rotta sbagliata perché invece che favorire la cooperazione tra ASL e ASO territorialmente contigue, si inventarono nuove sovrastrutture: le Federazioni, appunto.
L'impostazione data ha portato a scelte inusitate e completamente sbagliate, quando invece bastava farvi guidare dal principio universale della diligenza del buon padre di famiglia - che altro non è che buonsenso che avrebbe dovuto suggerirvi di chiedervi quali fossero le eccellenze che la sanità piemontese poteva mettere in campo in questo settore. Era un obbligo non solo etico e morale nei confronti di una rete sanitaria esistete, ma anche e soprattutto dei cittadini piemontesi.
Avreste potuto scoprire, per esempio, che l'ASL S. Croce e Carle di Cuneo è al quarto posto nella classifica italiana che l'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari ha stilato valutando un pool di sette indicatori.
Questi risultati si ottengono solamente attraverso l'apporto sinergico di tutte le professionalità - personale medico, paramedico, tecnico e amministrativo - che un'organizzazione così complessa mette in gioco.
La ricetta miracolosa da voi presentata prevedeva sei nuove strutture con sei amministratori unici in aggiunta ai Direttori generali delle Aziende consorziate, qualche consulente legale o amministrativo e, con abilità unica nel gioco delle tre carte, l'indicazione che le Aziende avrebbero dovuto conferire risorse economiche e il proprio personale impegnato nelle specifiche funzioni assegnate alla Federazione.
Ma questa manovra, che si basava sul principio non attuabile del totale trasferimento delle funzioni, non passò inosservato ai funzionari ministeriali del cosiddetto Tavolo Massicci, che, in una preoccupata verbalizzazione sui ritardi e le inadempienze del Piano di rientro regionale, scrivevano in proposito: "Si chiede, infine, di conoscere se tale avvalimento - si intende di personale delle Aziende da parte della Federazione - abbia comportato delle carenze, sotto il profilo dei carichi di lavoro, presso le Aziende sanitarie eccedenti personale, tali da determinare la necessità di ricorrere ad altro personale". Insomma, la tanto decantata riforma, non solo non produce vantaggi, ma rende più complicato il lavoro altrui, non solo non aiutando i processi di sburocratizzazione, ma rendendo i processi gestionali più farraginosi e complessi e a tutti gli effetti più costosi e meno efficaci.
Ad oggi, le Federazioni hanno fatto poco o nulla se non l'aver pregiudicato i rapporto con Asl e ASO, creando un clima che di certo non aiuta a far fronte alla situazione in cui ci troviamo, clima peggiorato dalla falsità dei dati con cui voi avete arrogato alle Federazioni risparmi invece dovuti a ricontrattazioni imposte dalla spending review nazionale o a effettive economie, per oltre dieci miliardi di euro, merito prevalente delle singole ASL.
Nel frattempo, l'Assessore Monferino se ne è andato ed è subentrato l'Assessore Cavallera, che incontrando le ASL chiarisce che, alla luce dei deludenti risultati e delle perplessità dei funzionari ministeriali che vigilano sul piano di rientro, l'esperimento delle Federazioni può dirsi concluso.
In questo totale marasma, in data 25 marzo scorso, l'amministratore Unico della Federazione sovrazonale 5 Piemonte Sud Ovest firmava un bando di gara per "l'affidamento della fornitura in noleggio di attrezzature radiologiche 'chiavi in mano' e supporto gestionale all'attività di radiodiagnostica nei presidi ospedalieri della ASL CN1", giustificando tale scelta con ipotetici risparmi di circa 200.000 euro annui, numeri tuttavia non avvalorati da evidenze e pertanto appartenenti alla sfera del teorico.
Ma non basta. In un articolo comparso sul quotidiano La Stampa del 29 maggio scorso, rispondendo alle sollecitazioni della giornalista l'Amministratore unico è riuscito a dire: "La comunicazione segue la pre gara, a procedura ristretta, con la quale si sono individuate le manifestazioni di interesse. È stato pubblicato un pre-bando con invito a partecipare a tutte le ditte che ne hanno i requisiti: hanno risposto in sette, tra ditte singole e consorzi di imprese. Tra queste c'è anche Alliance Medical, l'azienda che ha gestito sino a qualche mese fa la risonanza magnetica di Fossano, ora in mano ad Amos".
Questa affermazione peraltro mi suggerisce un inciso, un invito che rivolgo all'Assessore Cavallera, di provare ad effettuare una semplice ricerca in Internet, facilissima utilizzando come parola chiave Marino Carlo, Antonio, Amos, Alliance Medical e vedere se quanto riscontrerà non induce perlomeno a considerare quante coincidenze incontriamo su questo tema nella radiodiagnostica in provincia di Cuneo.
Proseguendo sul tema principale, pare evidente che all'Amministratore Unico sfuggano almeno due particolari importanti, fondamentali per chi si occupa di acquisti: non esistono i pre-bandi, ma esistono solo i bandi, e quello della Federazione Sovrazonale Piemonte Sud-Ovest è esattamente un bando di gara a procedura ristretta.
L'articolo 13, accesso agli atti e divieto di divulgazione, del lgs 163/2006, più conosciuto come Codice degli appalti, al comma 2 lettera b) recita: "Il diritto di accesso agli atti è differito nelle procedure ristrette e negoziate e in ogni ipotesi di gara informale, in relazione ai soggetti che ne hanno fatto richiesta di invito e o che hanno segnalato il loro interesse e in relazione ai soggetti che sono stati invitati a presentare offerte e all'elenco dei soggetti che hanno presentato offerte fino alla scadenza delle offerte medesime; è consentito l'accesso agli elenchi dei soggetti che hanno fatto richiesta d'invito o che hanno segnalato il loro interesse dopo la comunicazione ufficiale da parte delle stazioni appaltanti dei nominativi dei candidati da invitare in relazione alle offerte, fino alla approvazione dell aggiudicazioni".
Probabilmente quello che sfugge all'amministratore Unico è dunque che è vietato rivelare i nomi delle ditte partecipanti prima del termine fissato per la scadenza della presentazione delle offerte ( e si parla di offerte e non di domande di pre-qualifica).
Del resto, la stessa ASL CN1 ben conosce i trascorsi di questa fornitura, essendo già stata oggetto di contestazioni giudiziarie quando vide impugnate la delibera con cui il 29 dicembre 2010 con affidamento diretto rassegnava per un anno il servizio di radiodiagnostica di Fossano proprio ad Alliance Medical: il TAR infatti accoglieva il ricorso della Cedim e annullava la delibera.
Sarebbe dunque opportuno che, anche in questa occasione, si proceda con l'annullamento della procedura per non rischiare di vedersi impugnare gli atti, a fine gara, da una delle altre sei ditte partecipanti risultate non vincitrici dell'appalto.
Dunque, se Marino, nel già citato articolo del quotidiano La Stampa, mi definisce mal informato sulla questione della radiodiagnostica e del bando di esternalizzazione, che prevede oltre al noleggio delle attrezzature anche la fornitura di personale amministrativo, sanitario e medico peraltro, mai autorizzato in Regione, non si può certo dire che lui Amministratore Unico di una Federazione considerata alla stregua di una centrale di committenza, conosca bene il codice degli appalti.
Dichiarare ai media i partecipanti a una gara d'appalto contravviene alle leggi e può essere indifferentemente generato da semplice ignoranza (e dotiamo pure l'espressione di una buona dose di virgolette) o altro, che voglio lasciare alla vostra immaginazione.
Oltre a un assetto organizzativo e di governance tanto sbagliato da essere guardato con molto sospetto dai funzionari ministeriali del cosiddetto Tavolo Massicci e gettato a mare dallo stesso Assessore Cavallera, sono dunque i metodi che avrebbero dovuto portare quegli elementi di efficienza e di controllo della spesa? Sono dunque questi i tasselli fondamentali di quella che fu da voi presentata quasi come una rivoluzione copernicana, un seme da cui doveva germogliare il futuro e che invece si è rivelato essere un seme di zizzania: una mala pianta che, una volta cresciuta, deve essere estirpata.
E per concludere le mie osservazioni su questo esempio di assurdità vorrei porvi due domande. La prima, per chiedervi: se la struttura di Fossano doveva essere superata, come previsto nell'immaginario della Federazione 5, perché allora i tre milioni di euro appena stanziati per un bando per l'integrazione annuale relativa all'affidamento alla società Amos Scrl dell'aggiornamento tecnologico dei tomografi TC e RM in dotazione al PO di Fossano? Parlando di razionalizzazione delle spese, perché parlare di aggiornamento di macchine e non di proprietà che si vogliono sostituire? La seconda: a quale entità salirà lo spreco di risorse che si dovranno accollare i cittadini piemontesi prima che si prendano le necessarie decisioni relative alle strutture e ai relativi amministratori unici? Assessore, lei su questa storia non vuole sentire o non ha sentito.
Tuttavia, potrebbe essere opportuno che una persona che, teoricamente, tra pochi mesi, non sarà più in carica, ma che bandisce in un unico settore spese per 35 milioni di euro più IVA, magari controllasse che tutta la procedura sia ad hoc.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Assessore Cavallera, le ripeto, dopo che lo hanno chiesto a gran voce i Consiglieri del mio Gruppo, per una volta, una volta nella vita, non sia reticente, non sia doroteo, non annacqui le questioni che sta affrontando in un mare di affermazioni che si contraddicono e ci dica quello che pensa.
Ci dica, in altri termini, qual è il contenuto del Piano operativo che state discutendo con il Ministero. È troppo pretenderlo? È normale che lo chieda l'opposizione. Anzi, è una auspicio quello che faccio: vorrei che anche la maggioranza le chiedesse conto della discussione in corso con il Ministero essendo evidente - lo diceva la Consigliera Artesio e l'ha ripreso anche il Consigliere Reschigna - che discutiamo di un piano che costerà lacrime e sangue al Piemonte. Penso soltanto alle conseguenze che avrà la decisione di bloccare il turnover e alle ripercussioni che questa decisione avrà sul sistema dei servizi e sul sistema sanitario.
Dovete approvare il Piano entro il 30 giugno, oggi discutiamo di politica sanitaria in questa regione e lei non ha trovato il tempo, la disponibilità, la volontà di approfittare della discussione per dire: "Colleghi della maggioranza, Gruppi dell'opposizione, il Piano che stiamo discutendo ha questa traccia, ha questi obiettivi, comporta queste conseguenze".
Quando lei è diventato Assessore le abbiamo dato - posso usare questo termine - un'apertura di credito. Anche perché lei, diventando Assessore aveva riaffermato la centralità del Consiglio e della Commissione. Ve lo ricordate? Lei divenne Assessore e volle subito marcare una discontinuità rispetto alla gestione del precedente Assessore Monferino, che aveva avuto diciamo così - un atteggiamento di allergia nei confronti del Consiglio e delle Commissioni. Noi apprezzammo quella disponibilità, ritenendo che la sua esperienza l'avrebbe spinta a considerare un passaggio obbligato quello del rapporto con le Commissioni di merito e con il Consiglio regionale.
Se oggi devo fare un bilancio di quest'esperienza, il bilancio non è molto edificante e molto positivo, Assessore Cavallera: lei dice una cosa e ne fa un'altra, o dice e non dice. Posso usare una metafora? Siamo passati dal decisionismo di Monferino all'immobilismo di Cavallera, su alcune questioni. O comunque siamo passati a discussioni che avvengono fuori di qui, dopo che lei giustamente aveva a suo tempo rivendicato il primato del confronto con il Consiglio e la Commissione.
emblematica la vicenda delle Federazioni. Non torno sulla partita dell'emodinamica - l'hanno già affrontata il collega Laus ed altri del mio Gruppo - ma la vicenda delle Federazioni è emblematica del vostro immobilismo e della vostra incapacità di decidere, nonostante sia evidente che quella vicenda ha rappresentato un punto negativo per la vostra Amministrazione.
Convenite sul fatto che vanno superate, perché ci dite che sono uno strumento che va superato. Bene: ne prendo atto. Dovreste decidere, no? Il Consigliere Rostagno ha raccontato delle cose che fanno tremare le vene nei polsi: fanno tremare le vene nei polsi! Stiamo discutendo che la Federazione va superata e nello stesso momento c'è un signore che decide come se fosse lì per altri 25 anni. Ma è inconcepibile! vero che c'è una sua lettera ambigua, Assessore, in cui lei dice alle Federazioni: "Fintanto che non decido, andate avanti". Ma questo alimenta il clima di incertezza e di confusione del sistema, perché il sistema ha bisogno di avere dei punti di riferimento certi; se non ci sono e se permangono decisioni che vanno superate in assenza di quelle nuove, voi capite che questo alimenta soltanto un clima di confusione e di casino casino! - che paga naturalmente il sistema, che pagano gli ospedali e pagano i cittadini.
Le Federazioni sono costate. Monferino dichiarò in Aula - colleghi, ve lo ricordate? - che avremmo, con le Federazioni, liberato risorse da destinare alle politiche sociali. Invitato a quantificare quante risorse avremmo liberato con le Federazioni, disse una cifra che non ripeto per carità di patria: non la ripeto per carità di patria! Ma è evidente che abbiamo - che avete - preso una cantonata ed è anche evidente che non è vero che su questo punto le responsabilità sono di tutti. Qualcuno ha difeso quello strumento e qualcuno l'ha contestato senza negare il valore della politica di area vasta: semplicemente abbiamo individuato uno strumento altro per realizzare quella politica. E oggi la soluzione che voi pensate di adottare, caro Cavallera, è altrettanto negativa, per quanto ci riguarda.
Ho finito, Presidente. La vicenda "emodinamica" è emblematica, per del punto a cui è giunta la vostra politica sanitaria, perché oggi il punto è questo. Voi oggi potete e dovete fare un bilancio delle scelte che avete compiuto in questi tre anni.
Voi ci avete raccontato che avreste fatto la rivoluzione nella sanità.
Allora, è troppo pretendere che, a distanza di tre anni, facciate con noi un bilancio sui risultati ottenuti da questa rivoluzione? Lo faccio io: metto in fila i problemi, Assessore Cavallera.
Questa rivoluzione aveva alcuni punti fermi.
Primo: la riorganizzazione del 118; o mi sbaglio? Non dico com'è finita perché potrei intrattenervi per mezzora: lascio perdere.
Secondo obiettivo: le Federazioni; voi le state mettendo in discussione, dicendo che quello strumento è stato inefficace e costoso tant'è vero che voi oggi vi ponete il problema di superarle. Spiegatelo al Presidente Cota, perché è l'unico che non si è accorto, probabilmente, che voi state cambiando la politica sanitaria in maniera radicale rispetto alle scelte che avevate annunciato all'inizio di questa legislatura, ritenute strategiche per il futuro della sanità.
Terzo punto fermo: i fondi immobiliari chiusi, derubricati dal nuovo Assessore al bilancio Pichetto a uno strumento per fare un inventario dei beni immobili della sanità piemontese, inventario di cui non sentiamo la necessità, visto che esiste già.
Quarto punto fermo della sanità: la riorganizzazione della rete ospedaliera. Non ho niente da aggiungere alle cose che ha dichiarato il mio Presidente Reschigna, perché tutte le volte che voi tentate di mettere mano ad una di quelle scelte si apre un pandemonio.
E non c'è un solo atto che avete annunciato che sia stato effettivamente realizzato: Federazioni, 118, rete ospedaliera...



RONZANI Wilmer

LAUS Mauro (fuori microfono)



RONZANI Wilmer

Città della salute...



RONZANI Wilmer

Città della salute; e potrei, per la verità, continuare: fondi immobiliari, emodinamica...
Bèh, se non è un fallimento questo, colleghi della maggioranza, è la fine: è la fine! Non c'è una cosa di quelle che avete indicato come fondamentali e strategiche, cioè, che avete portato a casa e che avete realizzato; non ce n'è una: una! Allora, il problema di compiere un bilancio lo avete anche voi, mentre incombe - e ho finito - l'urgenza di presentare un piano operativo, perch un piano operativo va presentato; e noi vorremmo poterlo discutere naturalmente: penso sia legittimo poterlo fare. Ma qui c'è un fallimento e il fallimento chiama in causa responsabilità vostre.
Voi avete avuto per tre anni in mano il Governo di questa Regione voi, non noi. Voi avete fatto diventare la sanità il terreno sul quale misurare una capacità di rinnovamento e di modernizzazione delle politiche.
Voi avete indicato le scelte che avrebbero dovuto caratterizzare questo rinnovamento della politica sanitaria e nessuna di queste scelte che avete considerato strategiche è stata realizzata. Se non è un fallimento questo Assessore Cavallera! Prendetene atto il più in fretta possibile, nell'interesse del Piemonte.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola la Consigliera Franchino; ne ha facoltà.



FRANCHINO Sara

Grazie, Presidente.
Mi sembra che nel dibattito si stiano andando a sovrapporre due aspetti e due dimensioni, con intrecci che portano a risultati discutibili quantomeno dal punto di vista logico-sistematico. Ovverosia, si è iniziata questa discussione legittima a partire da delle comunicazioni, che hanno avuto per oggetto una vicenda contingente che poco attiene alla natura e alla scelta politica, quella relativa a un provvedimento del TAR - un provvedimento che non interviene sul merito - sulla quale la Giunta ha assunto delle scelte che, per quanto mi riguarda, mi vedono del tutto convinta; dall'altra, invece, si sta aprendo una discussione legittima, a cui questo luogo è deputato, che è la discussione politica sulla sanità.
Quello che non funziona è che il presupposto di eventuali scelte che riguardano altre sedi non può portare a conseguenze politiche.
Parto prima, pertanto, con l'affrontare ciò che riguarda il primo ambito, che è in ogni caso ragione di polemica e di contestazione - o comunque di non condivisione da parte dell'opposizione - che è quello inerente la vicenda giurisdizionale-amministrativa. Su questo penso siano due i ragionamenti da prendere in considerazione.
Il primo ragionamento è di natura astratta - ed è questo il punto da cui muovo per ritenere che sia più che condivisibile la scelta dell'Assessore Pichetto di ricorrere al Consiglio di Stato - e riguarda quell'ambito della discrezionalità politica che, molto spesso ultimamente in un tentativo forte di difesa e tutela di diritti importanti, primari e non comprimibili, viene aggredito con scelte che comportano l'opportunità di atti e che non dovrebbero essere scelte di valutazione o di giudizio degli organi giurisdizionali. Questo è il primo aspetto generale che riguarda un sistema politico che a tutti i livelli è destabilizzato per una continua mancanza di autorevolezza che è dettata anche da aggressioni.
Mancanza di autorevolezza che trova le sue radici in una debolezza politica, in una serie di scelte sbagliate, ma certamente anche da una conflittualità tra poteri dello Stato. Questo è sotto gli occhi di tutti.
Il secondo aspetto è concreto e riguarda gli effetti che il provvedimento del TAR, che mi sembra un provvedimento che tende in qualche modo a rinviare una decisione, può provocare. I provvedimenti e i giudizi cautelari sono sottesi a una valutazione che è sommaria e che non affronta il merito, e che si basano su due requisiti, uno dei quali è il cosiddetto periculum in mora.
Ora, nella situazione emergenziale che stiamo affrontando le conseguenze di uno stato sub judice in cui qualsiasi decisione viene paralizzata e bloccata, sono verosimilmente più gravi e dannose per il sistema delle conseguenze che portano e dei pregiudizi che potrebbe portare il provvedimento stesso che è stato impugnato, sempre che, laddove intervenga un giudizio compiuto, questo provvedimento venga ritenuto illegittimo. Perché questo è il terzo aspetto.
Il giudizio del giudice amministrativo è un giudizio sulla legittimità non certo sul merito di una scelta politica, non certo sul merito di una decisione. Pertanto, quel provvedimento potrebbe essere ritenuto, nel giudizio di merito, da qui a un anno assolutamente valido e legittimo.
Chiudo queste mie considerazioni su un aspetto anche abbastanza noioso e tecnico su cui, giustamente, gli Uffici hanno studiato la situazione e hanno deciso e convinto l'Assessore con le relative deleghe a un intervento.
L'aspetto più interessante è l'aspetto certamente politico, per cui anche questa discussione risulta utile, ed è un aspetto che attiene necessariamente a quello che è il diritto alla sanità inteso come diritto in assoluto, come diritto di prestazioni sanitarie ai cittadini, un diritto pieno, un diritto inviolabile, un diritto primario, un diritto irrefragabile, con una dizione cara alla Corte Costituzionale, in un contesto in cui le risorse non sono forse più necessarie a garantirlo sulla base dell'organizzazione con cui precedentemente era garantito. Pertanto ci troviamo in una situazione in cui anche le scelte decisionali che tutti apprezzerebbero e vorrebbero poter adottare, non ci sono permesse da parametri e diktat che vengono dall'alto, che vengono da Roma e che vengono da un legislatore nazionale, e che vengono da determinati equilibri di bilancio che devono essere garantiti.
Sotto questo aspetto, c'è stato un avvicendamento di Giunta, per cui a fronte dell'investitura di un nuovo Assessore probabilmente si pensava che le richieste, le posizioni, legittime ma magari non condivise da questa maggioranza e dalla Giunta, espresse anche autorevolmente dall'opposizione venissero anche fatte proprie dal nuovo Assessore, che probabilmente in un'aspettativa generale, da quello che vengo a capire delle forze di minoranza, pensavano avrebbe rinnegato il piano e l'impianto generale di una riforma sanitaria che è stata frutto di scelte politiche generali astratte, che questa Giunta, evidentemente non vuole rivedere. Perché è chiaro che c'è una necessità di andare a tagliare sacche di spreco sulla sanità, è chiaro che ci sarà una necessità di concentrare determinate scelte che riguardano, come diceva precedentemente nelle sue comunicazioni l'Assessore, di acquisti, la manutenzione, il sistema sanitario, la riduzione o l'accorpamento e la riorganizzazione, comunque sia, della rete ospedaliera che, in generale e astrattamente, continuano ad essere ritenute condivisibili.
Credo che l'Assessore Cavallera sia stato oggi ingiustamente oggetto di una sorta di giudizio sulla sua competenza in materia sanitaria o sulla gestione sanitaria, che come espressione della maggioranza e, per quel che riguarda il mio Gruppo, è assolutamente fuori discussione, vista la capacità amministrativa e la lealtà con cui si è sempre improntato l'agire amministrativo e politico dell'Assessore Cavallera. Del resto, ha avuto modo di dimostrarlo in tanti contesti in questi anni. Comunque sia, mi pare di capire che quello che ha messo sul piatto l'Assessore Cavallera sia la disponibilità a discutere in Commissione, poi anche in Aula, delle scelte di dettaglio che vanno a toccare quelle Comunità locali, che vanno a toccare direttamente i cittadini e che - è vero - tutte le volte che riguardano la riorganizzazione della rete ospedaliera, creano dei pandemoni.
un qualcosa di naturale: è evidente che quando vai a dire a un cittadino, a cui la sanità forse è la cosa che sta più a cuore, che viene modificato l'organizzazione del suo ospedale, che si fanno delle scelte logistiche differenti, che si deve abituare a un servizio organizzato in via diversa, quel cittadino sarà diffidente. Su queste scelte mi pare invece, di registrare un'apertura notevole; mi pare di registrare un'apertura che potrà essere oggetto, da quello che ho capito, se non ho capito male l'intenzione dell'Assessore, di approfondita discussione in Commissione. Ma una volta che saranno valutati e riconsiderati tutti gli aspetti, tutte le problematiche e tutte le istanze che già sono state ben evidenziate da determinate comunità locali, verranno riconsiderate e saranno frutto di una valutazione tale per cui non necessariamente determinate scelte verranno modificate.
Ebbene, in questo senso non condivido questa polemica così serrata che si è formata qui oggi e che si sta muovendo tutta a senso unico, nel senso che mi pare che stiamo parlando del nulla: ancora è da discutere quello che verrà fatto. Né condivido la mancanza di progettualità politica, di cui viene accusata l'attuale Amministrazione regionale. Anche perché la mancanza di progettualità politica purtroppo viene spesso confusa con l'assunzione di scelte che non piacciono. In questo senso, credo che ci sarà tutta la disponibilità di poter riaffrontare delle tematiche senza però modificare l'impianto generale di una riforma. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Franchino.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Pensavo di non intervenire, ma il numero di interventi che si sono succeduti e le argomentazioni fin qui tenute credo che mi obblighino.
Mi rivolgo all'Assessore Cavallera, che conosco peraltro molto bene nel suo duplice ruolo, quello attuale di Assessore alla sanità, ma anche quello precedente - e parlo solo di questa legislatura - di Vicepresidente di questa Giunta.
evidente che non tutto è fluito come chi fa parte della maggioranza avrebbe desiderato, ma di questo approfondimento, anche in sede critica e anche in sede costruttivamente critica, credo che questa maggioranza dovrà dotarsi quanto prima, possibilmente non facendolo in Aula, ma facendolo nelle sedi competenti della politica e facendo riguadagnare anche alla politica un minimo di dignità e di decoro di se stessa.
Proviamola a vederla al contrario. La situazione è molto difficile, ma se c'è uno che non si spaventa delle situazioni difficili credo che sia il Vicepresidente Cavallera, che nonostante Bussola cerchi di convincerlo a fare delle cose per quanto attiene a Casale Monferrato, so benissimo che non perderà il filo e seguirà il mio discorso.
Normalmente fare delle cose a due anni scarsi dalla fine della legislatura è molto difficile, però in questo caso ci sono tutte le premesse, perché magicamente tutta una serie di difficoltà che hanno portato alla situazione di oggi possono essere, secondo me, riconvertite in opportunità.
Noi stessi nel nostro piccolo, come Progett'Azione, siamo una piccola testimonianza della difficoltà che un grande partito di maggioranza ha trovato al proprio interno e che ci ha con una certa testardaggine obbligati ad uscirne, ad essere critici, ad essere critici nei confronti della maggioranza che sostiene codesta Giunta, proponendo una serie di cose, che oggi sono tutte magicamente sul tappeto.
Partiamo da quella più critica, cioè le Federazioni. Diceva giustamente il collega Buquicchio prima che non erano in tanti ad essere decisamente critici. Noi all'epoca in sede di maggioranza e in Aula dicemmo con chiarezza al Presidente Cota che votavamo quella riforma di cui non eravamo convinti perché ci era stato chiesto un atto di fiducia politica. E la fiducia politica va da essere data quando, con molta chiarezza, ci veniva richiesta. E con altrettanta chiarezza, dicemmo che ovviamente la responsabilità della gestione della fiducia attiene a coloro che ce la chiedono.
Però non dimentico, siccome sono pochissimo affascinato da coloro - e non è una critica - che hanno le idee chiare. Ripeto che non è una critica è semplicemente un sintomo della mia ignoranza, sapere dove devono andare le tecnologie sanitarie, una PET qui e una PET là, un'iniziativa qua.
Alludo alla PET perché c'è stato un lungo tempo in cui la PET di Alessandria sembrava essere uno degli argomenti dominanti in quest'Aula.
Io capivo stentatamente dove fosse Alessandria e della PET non sapevo nulla allora e ancora meno, orgogliosamente, ne so oggi.
E lo stesso attiene per quanto riguarda le emodinamiche o tante altre cose che alcuni Consiglieri miei colleghi, che invidio per la competenza sanno suggerire.
Ritengo che sarebbe ora che la parte della sanità venisse svolta da coloro che istituzionalmente questo titolo hanno, che non sono in tantissimi. I primi dei quali risiedono da più di alcuni secoli nell'ambito della Facoltà di Medicina, che un tempo era uno degli orgogli di questo Ateneo; un tempo lontano, cui forse oggi piano, piano ci si sta riavvicinando.
Credo che sia indispensabile che l'evoluzione della sanità da molti punti di vista veda un approccio specifico, costruttivo, dialettico dell'Università. E certamente è una delle critiche costruttive che già si fece all'Assessore Monferino, cioè quella di non aver parlato con nessuno.
Evidentemente non si può passare dall'eccesso di parlare con tutti come lei fa ormai dal 1962, quando ha cominciato seriamente a fare politica professionale, ma d'altro canto non si può proprio non parlare con nessuno.
Chi si occupa di sanità non può non parlare con l'Università, perché è antitetico, è impossibile nello svolgimento del proprio ruolo, ancora di più se si occupa di fare una riforma. Questo è per la parte della sanità.
E quindi mi aspetto che la sanità piemontese da lei - mi risulta anche recentemente - utilmente contattata, dica dialetticamente che cosa è utile fare oggi, domani e soprattutto dopodomani, perché per la sanità del Piemonte del 2025 bisognava pensarci ieri ed è urgente invece occuparsi della sanità di oggi.
L'altra metà della sanità con i medici fortunatamente c'entra poco anche se i medici non lo sanno.
Bisognerebbe occuparsene con gli ingegneri e quindi ho provato, molto umilmente, a parlare con il Politecnico. E anche il Politecnico ha una serie di cose da dire a codesta Regione e anche a codesta sanità. Bisogna che le cose vengano dette nelle sedi competenti, con interlocutori orientati ad un dialogo nel medio-lungo periodo e non alla delibera di oggi o alla determina di ieri, alla nomina dell'altro ieri. Dividere con chiarezza, cosa che non è successa nel corso dei primi tre anni, le responsabilità di un Assessorato che presidi e presieda giornalmente l'attività di ogni giorno, resocontando i dati, rendendo la gestione dei rapporti con Roma meno deludente di quanto è stata fino a pochissimi mesi fa. Lo dico, perché credo che la situazione che lei e il suo collega Pichetto avete trovato nei rapporti con Roma, francamente non dovesse esserci particolarmente di vanto né di orgoglio. Si può litigare con molti ne sono assolutamente un testimone, ma talora bisogna riflettere che litigare con chi ha i cordoni della nostra borsa deve essere oggetto di un'attenzione.
Le Federazioni. Se le Federazioni fin qui abbiano funzionato bene credo che nessuno sia in grado di dirlo, ma nessuno può dire che la squadra di prima fosse il Barcellona che sta vincendo tutto.
Oggi io per primo sostengo che vada da essere completato il percorso delle analisi e dico anche dove alla fine contestuale del piano di rientro e poi arrivo all'Assessore Pichetto - si potrebbe arrivare.
Mi sono convinto oggi che avesse ragione Monferino nelle tante cose che ha detto, alcune delle quali peraltro contraddittorie, ma capita a tutti di avere un pensiero dinamico, cioè che probabilmente il numero delle Aziende è troppo alto. Su questo conviene l'Università, conviene il Politecnico e conviene anche il buonsenso. Ma quante siano e quali siano, non necessariamente oggi le sei descritte, credo che sia uno dei temi che contestualmente alla gestione dei numeri e della parte dell'efficienza sulla sanità (piano di rientro triennale) debba poter coinvolgere questa Amministrazione.
Se l'Assessore alla sanità chiarisse il dialogo con i propri interlocutori, definisse con chiarezza i limiti di un Assessorato in grado di fare le cose giorno per giorno lasciando a chi deve pensare alla sanità di domani e dopodomani nell'interesse della Giunta, il proprio ruolo, non in maniera antagonista e competitiva ma sinergica, già avrebbe fatto un grandissimo lavoro.
Rimane il sistema informativo della sanità, che era ed è rimasto del tutto deplorevole esattamente come l'abbiamo trovato.
un tema difficilissimo; ne abbiamo parlato e se lei trovasse la capacità di trovare il meccanismo che passa sulle gambe degli uomini per iniziare progetti che non valgono soltanto per l'immediato, ma soprattutto per il domani e il dopodomani, credo che lei avrebbe fatto benissimo l'unica delega che ancora le mancava nel novero del suo curriculum.
Parallelamente spieghi all'Assessore Pichetto che la pulizia dei numeri risultato ormai ottenuto - adesso si deve coniugare con l'efficienza altrimenti finiremo per dare ragione al Consigliere Ronzani, cioè che i soldi che ci dà Roma vengono considerato un regalo; invece devono essere l'occasione per salvarci dalle mancanze di liquidità endemica - rischio che abbiamo corso fino all'altro ieri e spero finito per sempre - ma che devono essere oggetto di un piano di ammortamento, di rientro e di efficienza i cui segni dobbiamo vederli subito. E dobbiamo vederli nel personale.
Dica al collega Vignale - e lo dico anche io, ma lei può essere più efficace di me - che quanto lui ha detto sui giornali è un buon inizio, ma è poco, perché la sanità, i 57 mila dipendenti della sanità e il mondo della sanità credo debba, nel mondo dell'efficienza e in un dialogo più incisivo con il sindacato, contribuire maggiormente onde procurarci le risorse da reinvestire nella sanità stessa, visto che soldi freschi, oltre che per pagare i debiti, lei non ne avrà.
Il patrimonio.
Le leggi sul patrimonio si inseguono dal 1997. Credo che pensare seriamente a come utilizzare il patrimonio della sanità, ai fini di un riequilibrio della macchina regionale, che al momento in equilibrio non è sia molto impegnativo, ma non è possibile che siamo rimasti l'unica Regione d'Europa che per fare un ospedale pianifichi i tempi in 12/13 anni. Nella Russia dell'odiato Putin ci mettono otto/nove mesi. Dobbiamo renderci conto che apparteniamo all'Europa e non ad un quarto livello dell'Africa non più europea.
Vedete che allora, mettendo tutto questo insieme (non ho parlato dell'approccio di Ghiglia e delle partecipate perché lì credo che l'ostacolo sia un po' più duro, quindi ne parleremo con il Presidente Cota), si disegnano i quadri di attività facendo le quali non ci sarebbe esteticamente una contraddizione politica grave su quello sin qui fatto e credo che, alla fine di questa legislatura, tranquillamente potremmo chiedere a tutti di rivotarci.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Tanto si è già detto e non voglio ripetere quanto detto dai miei colleghi, che ovviamente condivido, ma mi viene in mente che è quasi da tre anni che si discute sulla riorganizzazione sanitaria del Piemonte. In tutto questo tempo abbiamo avuto tre Assessori. Non è poco: vuol dire che è nata male e non capisco come mai. Tra i tre Assessori c'è stato l'Assessore Monferino, un grande decisionista che ha provato ad impostare una riforma sanitaria, di cui cito solo alcuni punti: emodinamica, punti nascita l'immobiliare, che ha fatto tremare alcune zone e i cittadini, le Federazioni, che avrebbero dovuto assicurare grandi risparmi, da utilizzare a beneficio dei consorzi socio-sanitari. Capisco che mettere ordine su questo è quanto mai difficile, ma mi pare che entro il 30 di questo mese si debba decidere il piano di rientro.
Caro Assessore, lei si è avvalso della facoltà di non rispondere. Non so se sia positivo, perché intanto la sanità piemontese sta soffrendo, e anche moltissimo, come i cittadini, i medici e tutte le strutture, perch non si sa e non è chiaro dove va un reparto, dove va un altro e dove chiude un altro ancora.
Assessore, quale riforma è attuabile? Questa di Monferino è attuabile oppure no? Qual è la sua personale impostazione? Non si può solo demolire occorre preparare novità fattibili, ascoltando le Commissioni e l'Aula.
Mi dispiace, caro Assessore Cavallera, su di lei ho ancora fiducia e l'ho sempre avuta, ma così non si può andare avanti.
Personalmente ho piacere ad andare avanti, però deve prendersi la responsabilità di decidere, senza demandare ad altri. Il politico è l'Assessore: è lei che deve decidere - e può decidere - senza demandare ai funzionari. I funzionari sono restii a prendere le decisioni, ma siamo noi politici che dobbiamo decidere, dato che ci esponiamo tutti i giorni.
Cito una tra le decisioni non impossibili: il punto nascita di Alba Bra. È una decisione che dobbiamo prendere. Dia un segno forte e tangibile per continuare a fare in modo che i cittadini abbiano ancora fiducia nella Giunta regionale del Piemonte e nella sua persona. Così facendo, anche noi continueremo ad avere fiducia - io ce l'ho ancora - nei confronti dell'Assessore Cavallera per il lavoro che dovrà svolgere.
Assessore, sia presente, batta un colpo deciso e dica: "Ci sono e decido di andare avanti".
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Grazie.
Credo che Cavallera, per la conoscenza che ne ho, sia assolutamente nella condizione di comprendere tutti gli interventi svolti, perché ognuno di essi ha rappresentato pezzi significativi di realtà.
Tuttavia, i problemi che abbiamo davanti sono diversi, ma dobbiamo cercare di fare uno sforzo, Cavallera, per portarli ad unicità.
evidente che in questo tempo politico, per ragioni di carattere economico ma anche politico e culturale, gli esecutivi sono portati ad andare avanti da soli. Questo avviene nelle Regioni, a livello nazionale e in larga misura, anche a livello europeo. Lei, però, ha ereditato una materia storicamente - se storicamente si può dire per indicare un periodo di tre anni - se non compromessa, condizionata, perché il rapporto tra il Consiglio e l'esecutivo è un rapporto che, nel momento in cui lei ha assunto quell'incarico, era condizionato da parecchi fattori.
Un fattore era una certa incredulità del Consiglio o della Commissione di avere un Assessore, certamente di valore - lungi da me l'idea di affermare che Monferino non fosse una persona di valore, ci mancherebbe ma che non aveva consuetudine con un mondo con il quale riteneva suo dovere non dialogare. Tutto qua. Riteneva di non dialogare: di non dialogare con la Commissione che lui stesso diceva essere un fastidio; di dialogare pochissimo con il Consiglio; di ritenere che gli interventi dei Consiglieri fossero delle interferenze che a monte avevano delle motivazioni, dal suo punto di vista, non giustificabili.
Il problema che si è presentato è stato poi la consapevolezza stessa di Monferino, perché a qualcuno che mi chiedeva: "Secondo te, Monferino dura?", ad un certo punto dissi: "Secondo me Monferino si dimetterà" perché non potrà reggere il rapporto con l'opposizione, con la maggioranza e con la Commissione.
Il Presidente stesso presentava la sua volontà come incrollabile, ma credo che questo sia stato un problema.
Nel precedente intervento il Consigliere Burzi richiamava la mancanza di dialogo con chi ha titolo e competenza vera in materia. Burzi ha citato un altro pezzo di realtà, l'Università; Burzi ha citato il Politecnico.
Penso che il mondo della sanità, in tutte le sue sfaccettature, abbia moltissimo da dire, ma in questa materia sappiamo che l'utente è quello che, alla fine, giudica tutto. È così: è con l'utente finale che, bene o male, ci dobbiamo confrontare.
Mi ricordo - non so lei in che ruolo era in allora - una frase del Presidente Brizio che mi aiutò molto quando ero Presidente del Consiglio e dovevamo fare delle scelte molto difficili che allora il Consiglio Cavallera, affrontava con ordini del giorno a cui veniva dato peso: "Noi dobbiamo cercare di governare con il consenso".
Questa è una materia complessissima: lei l'ha eredita in maniera ancora più straordinariamente complessa.
Nella lettera che la scorsa settimana ho mandato, insieme ai colleghi Boeti e Marco Botta (che ringrazio) al Presidente Cattaneo, ho citato la vicenda delle emodinamiche, che nasce da quattro ordini del giorno presentati a metà del 2012 e va avanti con una serie di audizioni ufficiali di personalità appartenenti a questo mondo, le quali sostenevano che la scelte adottate non fossero, in definitiva, scelte economiche.
Non voglio discutere di questo, perché è lei che deve decidere. Se io fossi Assessore mi farei aiutare bene a decidere, valutare ecc., ma il mio compito è di dirle: "Guardi che questi mondi (l'Università, il mondo della docenza, gli esperti veri, coloro che operano in questo campo) dicono che quelle scelte non sono giuste".
Lei - Assessore - le vuole confermare? Le confermi, ma io ho il dovere di dirle, e gliel'ho detto in più sedi, che quelle scelte non sono giuste.
C'è, poi, la questione del consenso: uno può raccogliere cento duecento, mille firme, ma quando ne raccoglie più di cinquanta mila significa che probabilmente qualcosa non va.
Questo vale per le emodinamiche e vale perché, se si vogliono fare le riforme, occorre tentare di farle con il consenso. Nel nuovo corso della politica gli esecutivi possono anche dialogare poco con le loro Assemblee di riferimento, ma c'è una cosa che non possono eludere ed è il confronto con il cittadino ultimo fruitore.
Questa è la questione che abbiamo rappresentato.
Assessore Cavallera, ho seguito in allora l'Assessore Monferino quando fece tutte le consultazioni; lo frequentai molto in quella circostanza e mi resi conto della difficoltà e dell'impatto, non con noi (per niente), ma con i cittadini, nelle assemblee, perché è lì che convinci o non convinci! Questo è un impatto forte. Lei, che è persona molto esperta ed è l'esatto opposto di Monferino, dialoga con tutti e teoricamente incontra tutti, però anche per lei, in questo campo, c'è una verifica.
Qui non siamo in materia urbanistica o in altra materia, e anche se generalmente lei non ha bisogno di consigli, in questo caso può essere utile dirle qualcosa, proprio perché noi siamo rappresentanti della maggioranza.
Lei dovrebbe, teoricamente, imparare a diventare più ruvido, perché noi della sua dolcezza, oggi, non solo non ce ne facciamo niente, ma in qualche modo ne siamo irritati. Facciamo fatica, in tutto questo (uso un linguaggio che semplifichi), a distinguere quello che è melassa dal miele! Credo che lei debba diventare un po' più ruvido e dire chiaramente a quest'Assemblea, pur nella sua assoluta autonomia, quello che vuole fare su alcuni temi. Diversamente, la confusione aumenterà e si continuerà a pensare che, in fondo, la Regione vuole il commissariamento.
In Commissione sono state poste delle questioni (lei lo sa): su queste questioni, in tempi ragionevoli, senza paventare ulteriori approfondimenti intereuropei, ci dica quello che vuole fare, perché alla fine quello che si vuole è la chiarezza, non la condivisione.
Io, poi, se mi violentano un po' (il termine non è nemmeno esatto) diciamo se insistono un po', vado avanti: sulla caccia ne faccio una questione morale, su altre questioni posso anche accedere a logiche più di maggioranza, però quel che va detto è ciò che si vuol fare.
Anche sulla grande questione delle Federazioni è chiaro che lei si trova un po' disorientato, perché le Federazioni vennero presentate come la soluzione a tutto. Sostanzialmente, la soluzione rivoluzionaria della sanità piemontese, dopo la terza o la quarta versione (dobbiamo ricordare le cose come sono) venne rappresentata con le Federazioni.
Probabilmente, lei, in un esame con gli operatori e quant'altro, in un esame anche nazionale, con tutti i condizionamenti che ci sono, è addivenuto ad un'altra considerazione, però rispetto a questo, quello che mi permetto di dirle - e ho finito, Presidente - in punta di piedi, è di coniugare l'esperienza e la capacità con la chiarezza.
Noi ci stiamo abituando, perché bisogna essere osservatori del proprio tempo: gli esecutivi oggi vanno molto più per la loro strada (questo non riguarda solo il Piemonte, ma un po' tutti, in generale), però, se posso dirglielo col maggiore garbo che mi riesce di avere, faccia uno sforzo, un po' di cambiamento, e magari provi a dire cose impopolari! Magari, dicendo cose che possono essere impopolari, i problemi li risolve meglio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Spagnuolo, anche perché mi ha ricordato una famosissima frase: "Bisogna essere duri, senza perdere la tenerezza". Non so se il personaggio, però, si possa paragonare all'Assessore Cavallera.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cantore; ne ha facoltà.



CANTORE Daniele

Grazie, Presidente.
Riprendo dall'ultima battuta della collega Spagnuolo: se gli esecutivi tendono ad andare per la propria strada, non si stupiscano se anche i Consiglieri fanno altrettanto, perché questa è l'altra faccia della medaglia.
Questo, tanto per iniziare.
Vorrei, però,-essere propositivo. Devo dire che fino a metà di questo dibattito, con tutto il rispetto nei confronti di chi l'ha chiesto, mi sono detto: è un dibattito, non inutile, ma che abbiamo fatto ormai dieci o quindici volte, perché le cose che sono state poste all'attenzione le diciamo da mesi: in Aula, nella Commissione competente, in altri incontri.
Invece, alla fine, devo dire che è stato un dibattito utile.
Dico una banalità, perché confrontarsi è sempre utile, ma questo è scontato dirlo. È anche utile, Assessore Cavallera, perché qualche collega ha dichiarato che alcuni Consiglieri tenderebbero a specializzarsi nella professionalità medica; io magari tenderei a specializzarmi in ortopedia ma così non è.
Non ho visto nessun Consigliere sostituirsi agli operatori del settore ho visto Consiglieri chiedere un confronto, fare delle proposte politico amministrative.
Le voglio ricordare che anche noi, comuni mortali, abbiamo rapporti con l'Università, con il Politecnico, aggiungo anche con gli operatori del settore (medici e paramedici) e - ha ragione la Consigliera Spagnuolo - gli utenti, che sono poi quelli più importanti. Ho scoperto che qualcuno pensa che alcuni di noi si siano specializzati, ma non è così! In questi ultimi otto mesi abbiamo posto dei quesiti; in alcuni casi abbiamo proposto in modo artigianale delle soluzioni, perché parto dal titolo, caro amico Assessore Cavallera: Piano di rientro.
Qui nessuno di noi è inconsapevole di quale sia la situazione del bilancio della Regione e del bilancio della sanità. Nessuno è contrario al taglio degli sprechi e alla razionalizzazione, ci siamo solo chiesti se alcuni tagli e alcune razionalizzazioni andavano in quella direzione o invece, come è stato ricordato prima, avevano l'effetto opposto.
In alcuni casi, è stato detto - non voglio citarlo perché, ormai, la questione delle emodinamiche "esce dalle orecchie", così come altre - che invece di un risparmio, ci sarebbe stato un onere maggiore per la Regione Piemonte, nell'immediato e anche nel prosieguo del percorso, aggiungendo che si sarebbero intasate delle strutture.
Lei ha presentato in Commissione un Piano di rientro e anche la rete ospedaliera. La richiesta che nasce da questo reiterato Consiglio regionale riguarda il passaggio dall'ipotesi alla concretezza..
Ritengo non si debba - probabilmente non si può - sconfessare quanto compiuto in passato. Con altrettanta chiarezza, penso verrebbe apprezzato se lei, a nome di tutta la Giunta, dicesse - mi permetto di sostituirmi a lei, io lo farei - che in questa cosa avete sbagliato o, meglio, che pensavate di adottare una misura giusta, ma vi siete accorti che non funzionava. Quale cosa migliore della chiarezza e della possibilità di confrontarsi? Poi, si è detto della decisione.
Veramente, le chiedo - gliel'ho già chiesto in un'altra occasione - che entro metà giugno lei venga in Commissione a presentare il Piano di rientro e a dirci, in riferimento ad alcune domande puntuali, che sono state reiterate, ma anche sull'impianto più generale - hanno ragione i colleghi perché occorre ragionare in prospettiva - cosa intende fare. Potremmo essere d'accordo o contrari, l'importante è conoscere il percorso.
Lei, Assessore Cavallera - sa che non rivolgo complimenti a vuoto - ha le capacità e la responsabilità per farlo.
Vorrei ricordarle - entro nel merito della decisione - che, quando lei è diventato Assessore, tutti ci siamo detti che si sarebbe aperto un confronto, e lei lo ha aperto. Secondo me, non come dicono alcuni colleghi non è eccessivo, non è mai eccessivo incontrare gli interlocutori. Non dobbiamo avere una visione elitaria sia della Giunta regionale che del Consiglio regionale, ma lei si è impegnato a dare delle risposte e aggiungo - perché dovrà dirci le cose come stanno - a rivedere delle decisioni. Mi assumo la responsabilità delle mie parole: mi rendo conto che in Giunta sia più difficile mettere insieme tutti questi pezzi, che rivedere delle decisioni! Allora, non dico oggi, ma dobbiamo sapere - e, ancora, su questa linea i suoi Uffici hanno studiato insieme all'apporto di Istituti di altre Regioni - se si possono rivedere alcune decisioni o se, invece, ha cambiato idea. Poi, ognuno di noi si regolerà - riprendo la battuta precedente - se la Giunta pensa di potere fare a meno del Consiglio regionale, il Consiglio regionale penserà di fare a meno della Giunta regionale. Però, abbiamo necessità di questa chiarezza e di risposte.
Vorrei ricordarle - Assessore, lo spirito non è di accusa - che, in realtà, è da due mesi che rimandiamo Commissioni e Consigli regionali.
necessario avere delle risposte, certo occorre ancora del tempo, ma la prego, entro il 15, di comunicarci cosa intende fare.
Aggiungo un'altra riflessione: avete deciso, come Giunta, perché siete un organo collegiale, fino a prova contraria, di proporre ricorso al Consiglio di Stato, ma ritenevo opportuno aspettare prima la decisione politica su alcuni temi che erano stati posti.
Qui non c'è un problema di discussione giuridica: è intervenuto il TAR ma poteva anche non intervenire. Vorrei ricordarle che stavamo affrontando un percorso politico, e quello dovevamo chiudere, perché tutti quanti conosciamo i tempi per il ricorso al Consiglio di Stato. Avete voluto proporlo, sono due percorsi separati, l'importante è che a metà mese si conoscano le intenzioni della Giunta regionale, in particolare dell'Assessore alla sanità.
Apro una parentesi, perché l'ho sentita adesso: quella del collega Bono (chiedere l'anticipazione delle motivazioni, invece del ricorso al Consiglio di Stato) poteva essere un'idea. Quello poteva essere un percorso logico, anziché andare contro una decisione amministrativa, che, di fatto deriva dalla carenza della politica, diciamocela tutta. Infatti, se questi operatori hanno dovuto ricorrere è perché la politica non ha saputo dare delle risposte, e questo amareggia soprattutto noi della maggioranza questa è la realtà - perché dà il senso della nostra impotenza. Forse questo era un percorso più utile del ricorso al Consiglio di Stato comunque è una cosa fatta, Assessore.
Concludendo, penso che l'Aula si aspetti che, non il 29 giugno, come è stato detto prima, ma a metà giugno, entro il 20, venga comunicata la posizione dell'Assessore alla sanità e della Giunta regionale, sulla quale potersi confrontare e assumere, legittimamente, le dovute posizioni.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola il Consigliere Dell'Utri; ne ha facoltà.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
Signor Presidente, che noia! Signor Assessore, che noia! Signori Consiglieri di maggioranza e di minoranza, che noia! Questo dibattito è tutt'altro che utile, lo ritengo assolutamente inutile, se non per un aspetto, forse due.
Per quanto riguarda il primo, dà ulteriore testimonianza all'Assessore Cavallera della sua capacità di resistere a tutto, quindi è una nota di autostima, che fa sempre bene. Nei confronti della minoranza, è una specie di terapia di gruppo, per cui abbiamo ululato alla luna e siamo contenti.
Tuttavia, colleghi, al di là dell'inutilità, c'è un elemento di colpevolezza molto forte, cioè il continuare a perderci in assoluti dettagli e minuzie senza considerare la globalità.
La globalità determina delle conseguenze che sono assolutamente al di là di noi stessi, ma che adesso, in parte, possiamo gestire. Mi spiego: noi, come sistema Italia, da sessant'anni, siamo totalmente impostati sul debito: le autostrade le abbiamo costruite sul debito! Le scuole le abbiamo fatte con il debito! La sanità è stata impostata con il debito! Le università sono state fatte con il debito! Gli ospedali sono stati fatti con il debito, ma non solo, sono anche stati mantenuti tramite il debito.
Tutto questo è andato bene fino al 2008, quando si è verificato un fenomeno nuovo e si è avverato il più grande desiderio di un amico, che di mestiere fa il banchiere, che un giorno mi pose alcune domande. Mi chiese secondo me, qual era il più grande sogno di un imprenditore. Io elencai un paio di soluzioni, ma lui mi disse che il più grande sogno di un imprenditore è di avere un'azienda sempre più grande. E quello di un politico? Avere sempre più potere. E quello di un banchiere? Avere sempre più persone ed enti indebitate con lui! Tutto ciò nel 2008 si è improvvisamente realizzato, perché nel 2008 si sono verificati tre eventi in contemporanea: il primo - la scusa - è il fallimento della Lehman Brothers; il secondo è l'assoluta percezione e constatazione dell'indebitamento degli Stati, degli enti e delle persone il terzo, per l'Italia e per l'Europa, l'impossibilità di stampare moneta.
Se adesso volessimo avere un miliardo in banconote da 50 euro, dobbiamo chiederli alla BCE, che ce li "impresta". Non abbiamo più il potere di stampare moneta, ma soltanto di farcela imprestare.
Tutto questo fa sì che, inevitabilmente, dal 2008 in poi, cosa è capitato? Che tutti gli Stati - l'Italia per prima - si sono trovati non soltanto ad essere iperindebitati, ma a trovarsi quelli che prima erano i suoi fornitori che, improvvisamente, hanno detto: "Guarda, ora non soltanto non ti diamo più un soldo - blocco del debito - ma iniziamo a chiederti i soldi indietro". Quindi tutti a verificare le priorità.
Le prime tre principali voci di spesa dello Stato italiano sono lo Stato, che continua a crescere, le pensioni, che sono praticamente intoccabili, e la sanità. Nonostante tutto, la sanità è quella più attaccabile, perché la si smonta pezzo dopo pezzo. La direzione è fisiologicamente questa.
Permettetemi, quindi, di fare la Cassandra di turno: io credo - lo do quasi per scontato - che da qui a vent'anni la sanità italiana (non solo quella piemontese) sarà privata. Oggi, in parte, possiamo ancora gestire il problema, perché credo che nessuno di noi voglia aspirare ad una sanità "modello anglosassone", o americano, dove se si viene investiti per strada quando arriva l'ambulanza se non hai la tessera dell'assicurazione non ti carica. Nessuno di noi crede in questo modello.
Allora, secondo me, ciò che ritengo colpevole oggi è il fatto di non avere il coraggio di definire una "parte piccola" che deve essere difesa ad ogni costo: quello deve essere il nostro obiettivo. Ma è chiaro che implica una serie di passaggi.
Il primo passaggio è che l'Assessore Cavallera non sia fisiologicamente consentitemi una dimensione di immagine iconografica - San Sebastiano trafitto dalle frecce. San Sebastiano è quel santo che vediamo tutti nelle chiese trafitto da mille frecce. Le mille frecce sono le istanze di ciascuno di noi, che, di volta in volta, quando il nostro elettore strilla perché gli si toglie un pezzo, chiaramente noi andiamo a trafiggere lui.
D'altra parte, ci vuole anche la piena consapevolezza di trovarsi in una condizione d'emergenza a tal punto da pensare quasi che possa capitare una situazione incredibile per cui al Governo nazionale ci sia il centrosinistra e il centrodestra insieme: ma forse è proprio così.
Probabilmente, le scelte condivise, in un momento del genere, credo siano l'unica vera soluzione. Il non pensare di andare in quella direzione è il vero atteggiamento di colpevolezza, perché difendere dei piccoli tratti di territorio a scapito di un vero nucleo, grosso e importante, in cui possiamo crederci, porterà, in vent'anni, alla distruzione completa e totale della sanità pubblica.
Un ultimo riferimento storico, perché l'abbinamento è facile: nel V secolo a. C., quando in Grecia c'era il dominio di Atene, Atene era il centro dell'Attica. L'Attica era scarsamente difendibile, quindi Pericle nel 460 pensò di preservare sia Atene che il Pireo, che era il porto principale, lo strumento base. Creò quindi le lunghe mura, che rappresentavano un grosso sistema difensivo - sono visibili ancora oggi ad Atene - per proteggere il "pezzo più importante". Costruite le grandi mura quando gli spartani facevano le loro scorrerie nell'Attica, tutti si chiudevano e si difendevano nelle grandi mura. Gli spartani bruciavano un po' di case senza più nessuno e se ne andavano via. Ma il nucleo duro rimaneva tutelato.
Quindi coraggio! Secondo me la direzione è questa. Diversamente, avremo molti più danni da constatare sulla pelle delle persone cui oggi riteniamo di dovere ancora qualcosa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
un intervento difficile il mio in questo momento, perché dopo le considerazioni del Consigliere Dell'Utri, sulle quali concordo all'80%, mi diventa difficile intervenire.
Dico subito quello su cui non sono d'accordo col collega: di questo passo, non ci vogliono vent'anni perché la sanità vada in rovina, ci vuole molto meno! Ci vuole molto meno! Da questo discorso dobbiamo iniziare a parlare.
Ringrazio tutti i Consiglieri che sono intervenuti, perché hanno dato chi più e chi meno, delle sollecitazioni importanti. E sono convinto che il collega Cavallera, che è un Assessore di lungo corso, sicuramente capace (tutti lo hanno riconosciuto), prenderà spunto dalle istanze che sono state portate avanti da molti Consiglieri.
Non dobbiamo dimenticare, però, che la sanità, così com'è (non solo in Piemonte, su questo sono d'accordo, ma noi siamo il Consiglio regionale del Piemonte), fra pochi anni non ci sarà più se continuiamo su questa strada.
A quel punto, non è l'università, non sono i primari, non è la difesa di piccoli interessi territoriali che salveranno...
A me interessa che il paziente possa andare in ospedale e ricevere le migliori cure possibili in un tempo ragionevole! In un tempo ragionevole! Questa è l'unico aspetto importante che noi, come legislatori, dovremmo sempre metterci davanti quando interveniamo su questo tema.
Non entro nel merito della questione, ma potremmo accusare l'Assessore delle più gravi nefandezze di questa terra, tranne che di non essere dialogante, di non volersi confrontare con le persone e non solo coi Consiglieri naturalmente. Sono certo che l'Assessore dialogherà.
Però l'Assessore deve anche sapere che comunque dobbiamo andare avanti in una certa direzione, che è già stata impostata dall'Assessore Monferino ma immagino che lo sappia perfettamente. Ma non lo dico per il fatto che adesso noi siamo maggioranza e voi siete opposizione, perché fra qualche anno sarà fare sempre uguale? Non so, ma non importa. Noi dobbiamo avere sempre davanti questa idea per i cittadini. È l'unica cosa importante.
Io, che sono sempre stato un estimatore dell'ex Assessore Monferino, ho anche detto che in questo momento vedevo molto bene un Assessore come Cavallera. Perché la strada doveva essere impostata da un Assessore assolutamente poco dialogante (se non per nulla dialogante) e decisionista.
Dopodiché, una volta instradati in questa direzione, ci doveva essere un Assessore assolutamente più dialogante e che parlasse coi Consiglieri e coi territori tutti.
La invito, quindi, ad andare avanti. Ciò non significa però - non voglio, quindi, mettermi in contrasto, per esempio, con gli interventi del collega Cantore e della Presidente di Commissione Spagnuolo - che non ci si debba parlare. Ma, come ho detto prima, sono sicuro che lei parlerà non solo con noi della maggioranza, anzi, forse, addirittura, com'è sua abitudine da vecchio democristiano, dialogherà più con l'opposizione. Ma noi non ce la prendiamo assolutamente! Lei vada avanti però in questa direzione.
La riforma, come dicevo, è necessaria. È necessaria! In merito al discorso delle emodinamiche (sul quale non volevo intervenire, ma lo faccio), il primo risultato positivo (a suo favore ovviamente) per l'elezione del Sindaco di Orbassano - io spero che sarà di nuovo Gambetta - è uscito dal seggio del San Luigi. Se lì, come in altre parti, i cittadini veri (non l'università) fossero così contrari a determinate cose, il voto a Gambetta non glielo davano! Perché lui è la figura del centrodestra, è un Sindaco di centrodestra! Invece i voti glieli hanno dati lo stesso. Poi c'è l'università, ci sono i primari e tutti quelli che hanno i vari interessi, vero collega Artesio? Lei sa benissimo come sono forti questi interessi! Signori, andiamo avanti, dialoghiamo pure, ma andiamo avanti. È un dato molto positivo: sono contento di questo dibattito. Noi siamo un po' piccolini, siamo incapaci, dilettanti, ma finalmente siamo crescendo. Mi sembra di essere al comune di Torino, lo dico con moto d'orgoglio, che da anni la maggioranza è maggioranza e opposizione, si fa le cose, se le dice contro, si attacca gli Assessori...Vuol dire che stiamo crescendo.
Vuol dire che stiamo isolando sempre di più l'opposizione, che non è molto capace - ma questa è una mia opinione, personalissima - a fare il proprio mestiere, mentre noi siamo molto capaci a farlo.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Tranquillizzo tutti replicando ai tantissimi interventi, tutti molto articolati e tutti richiamanti, a modo loro, molti aspetti della complessa situazione della sanità e della tutela della salute in regione Piemonte. In particolare, per l'ammontare dell'attività sotto tutti i punti di vista senza dimenticare quella finanziaria, e per le vicende che ci hanno portato fino ad oggi e che sono state richiamate, ognuno dal proprio punto di vista.
Dobbiamo mettere i piedi per terra. Noi siamo qui dopo che la Presidenza del Consiglio dei Ministri ci diffida a reperire 864 milioni come bene sa la Consigliera Artesio, da corrispondere al settore sanitario.
Non vado a vedere qual è la determina revocata, il residuo che è andato in perenzione, lasciamolo fare ai Revisori dei Conti, ma sta di fatto che oggi dobbiamo caricarci di 864 milioni nelle forme che l'Assessore Pichetto e il Consiglio regionale hanno ipotizzato attraverso la legge finanziaria.
La Regione Piemonte è sotto osservazione da qualche anno; mi sembra di aver iniziato a vedere qualche Piano di rientro nella legislatura 2005/2010 almeno un paio - ma un altro lo abbiamo visto con Addendum e adesso stiamo parlando di programmi operativi per attuarlo a valle di un Piano Socio Sanitario approvato dal Consiglio e di un piano di rientro approvato.
I binari sono già stati posti, possiamo discutere se aggiungere o togliere una stazione, ma la riduzione dei posti letto sia per acuzie che per post acuzie, il rientro dell'ammontare della spesa all'interno del Fondo Sanitario Nazionale, garantendo i LEA, non è una decisione che ci è consentito attuare o non attuare.
Il Tavolo che ha controllato le nostre situazioni ha detto chiaramente, che bisogna proseguire su questa strada, quindi non avremo ancora formalmente consegnato tutta la documentazione articolata, questo è vero - sono disponibile, con l'Ufficio di Presidenza, ad articolare tutte le comunicazioni necessarie - ma la base, l'ossatura dei programmi operativi, i canali di intervento, in termini di risparmi attesi, e anche per quanto riguarda la cosa più incidente sul territorio, che è il discorso sulla rete ospedaliera da convertire, da accorpare e quant'altro articolata per reparti ospedalieri significativi ai fini del rispetto degli standard generali, tutto questo è stato dato all'interno del Consiglio.
Decliniamolo meglio, articoliamolo, contestualizziamolo. Ci sono alcune questioni di cui il Consiglio si è interessato e dove pendono documenti del Consiglio. Ringrazio i proponenti e la disponibilità della Commissione di averli collocati nella Commissione. Nell'ultima seduta di Commissione mi era stato detto entro quando fissare un termine. È stato detto 30 giorni nei 30 giorni senz'altro la cosa è possibile.
Calibreremo anche le sedute funzionali ad andare in questa direzione.
Non abbiamo nascosto nulla. La questione della revisione della rete ospedaliera è un strada percorsa da tutte le Regioni che hanno attuato i programmi di adeguamento.
Naturalmente questo non rende felici nessuno. Tutt'al più dobbiamo impegnarci per far sì che sul territorio ci siano tutte quelle alternative che partano anche da un maggior coinvolgimento dei medici di medicina generale. Avevamo un grosso ritardo sulla dematerializzazione della ricetta e sulla ricetta elettronica. Mi sono impegnato personalmente con i sindacati medici dei medici di medicina generale, abbiamo raggiunto un accordo e cerchiamo di far decollare la riforma.
Ci sono dei percorsi che, al di là di chi sia l'Assessore più o meno spigoloso o di quale possa essere l'orientamento politico della Giunta devono essere seguiti. La riduzione delle posizioni apicali delle strutture è una direttiva di carattere generale. Si fanno delle deliberazioni della Conferenza Stato-Regioni.
Adesso siamo una Regione con una maggioranza di centrodestra che si rapporta non al dottor Massicci, il quale è un corretto esecutore delle leggi, ma si rapporta al Governo, il quale ha obiettivi ben precisi di politica economica e di politica sanitaria, di intesa tra Ministero della Salute e Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Governo che, guarda caso, ha una collocazione e un sostegno di larghe intese, quindi noi, ad un certo punto, cerchiamo in questa dialettica di avere tutte le attenzioni particolari per una Regione come la nostra, che ha problemi aggiuntivi.
E poi una montagna di debiti! Diciamo tanto che dobbiamo difendere l'occupazione, le imprese, ma dobbiamo portare a casa velocemente questo finanziamento straordinario rimborsabile in trent'anni! Speriamo di poter aver da un miliardo e 500 ad un miliardo e 800 per quanto riguarda la sanità, più quelli dell'articolo 2 che riguardano tutti gli altri filoni di debito/credito che sta seguendo l'Assessore Pichetto.
Questo è un fatto che andrà a rasserenare il mondo dei prestatori di servizi e dei venditori di beni. Sono interessati se il bando glielo farà un'ASL, un SCR o una Federazione, ma per favore, ci viene detto, pagateci! Pagateci in tempi tali da evitare quello che diceva il Consigliere Dell'Utri, per non diventare tutti serventi delle banche o indebitati.
Questo lo voglio dire perché, forse, essendo dentro la barricata quotidianamente ho queste sollecitazioni, forse più di altri. Certamente anche voi vivete in mezzo alla realtà e avrete sollecitazioni in questo senso, ma dobbiamo assolutamente dare priorità alla conclusione di questi percorsi.
Per il resto, riconfermo quello che avevo detto. Sul discorso delle Federazioni abbiamo già parlato con diversi soggetti: la decisione finale dev'essere presa, poi, nel momento in cui ci dovesse essere un via libera alla nuova impostazione, che non è nuova perché in qualche modo abiura la precedente, ma perché la aggiorna e la ridefinisce.
Per esempio, per quanto riguarda le Federazioni, vi sono delle realtà dove sono intervenuti con un soggetto che non è privatistico, ma pubblico.
Anche a questo proposito stiamo acquisendo velocemente comparazioni e possibilità di valutazione, sempre per decidere per il meglio. Credo cioè che si debba coniugare tempi di decisione, che devono essere i più rapidi possibili, con la qualità della decisione, nel senso di non cambiare solo per cambiare, ma di farlo per migliorare, raccogliendo anche critiche o segnalazioni che a volte portano alla necessità di dover cambiare.
Questo è lo stato d'animo che vive l'Assessore, il quale riconferma da un lato la necessità di mantenere un'interlocuzione con il Governo attraverso i due Ministeri competenti, e dall'altro con una realtà regionale dove ovviamente dobbiamo mantenere in primis una fluidità di azione da parte di tutte le nostre Aziende sanitarie, che per prime contano sulla professionalità dei medici, degli operatori sanitari e di tutti gli addetti ai lavori, che dobbiamo ringraziare: in un momento di difficoltà come quello attuale, infatti, questi sono i soggetti che reggono il maggior urto.
Anche a proposito dell'organico, non è che decidiamo perché siamo sordi o ciechi di fronte a necessità articolate sul territorio: essendo la nostra una Regione diffidata - ai posteri l'ardua sentenza in ordine alle responsabilità di essere arrivati in queste condizioni - e soggetta al piano di rientro, dobbiamo mantenere il governo degli organici. E quest'anno non è che si è deciso di bloccarli così, restando a zero, no.
Dato che il rapporto di copertura era di uno su due - cioè ogni due pensionamenti o cessazioni si faceva fronte con il reclutamento di una nuova posizione - la Direzione ha visto che, essendo a metà anno, si era già coperto l'organico per la metà e allora, temporaneamente, ha proposto alla Giunta, che l'ha deliberato, un blocco per il 2013; ma questo perch la parte di ingressi possibile era già stata coperta e si vogliono quindi evitare le tentazioni di andare oltre. Però non si tratta di un blocco assoluto, ma salvo deroga; e noi, anche negli anni precedenti, le deroghe le abbiamo sempre date, a fronte di necessità. E poi nel 2014 e nel 2015 si seguiranno le regole che saranno concordate.
Senza uno sforzo, però, è difficile. Se da un lato mi si chiede maggiore tempestività di comunicazione e coinvolgimento e mi si danno dei suggerimenti, questi possono essere da me condivisi o meno, ma comunque ringrazio. Dall'altro, però, ho la netta convinzione che, se non c'è un'assunzione di responsabilità di carattere generale, la riconversione del nostro sistema sanitario, soprattutto nelle sue articolazioni territoriali non potrà essere attuata in modo efficace.
Per il resto, faccio tutto ciò che è possibile fare in ordine ai rapporti con le categorie interessate. Ogni giorno ho un incontro sindacale: la sanità è molto articolata tra rappresentanza generale e rappresentanza settoriale. Naturalmente questo l'Amministrazione lo pu fare. Sul territorio, però, ovviamente ci sono degli influssi e delle conseguenze delle decisioni che, a mio avviso, richiedono veramente non dico la condivisione ma almeno un atteggiamento di tipo costruttivo atteggiamento che peraltro devo dire - qui lo dico ovviamente alla maggioranza, ma anche all'opposizione - finora, secondo me, si è registrato, perché non ho rinvenuto atteggiamenti di strumentalizzazione sotto questo profilo.
Io dico: cerchiamo di mantenere questa dialettica, naturalmente sapendo bene quali sono i punti di partenza. Per esempio, sulla questione dei punti nascita - l'ho già detto la volta scorsa - a livello nazionale c'è stato un accordo in Conferenza unificata - cioè Stato, Regioni, Province, Comuni e Comunità montane - sui 1.000 parti l'anno come soglia minima. L'OMS ne prevede come minimo 650 e l'accordo nazionale abbassa ancora il limite a 500.
Caro Consigliere Negro, non sono io che creo le condizioni per cui oggettivamente un determinato ospedale è sotto un certo limite. Quello che ho detto l'altra volta lo ribadisco anche qui: sono gli stessi addetti ai lavori che devono domandarsi se le condizioni operative sono di sicurezza e nell'ottica di mantenere il benessere della madre e del bambino, perché noi dobbiamo essere i primi a far sì che si concentrino le attività nei punti operativi dove ci sono le condizioni di contorno e di sistema il più garantite possibile.
Nessuno di noi, quindi, fa operazioni tanto per farle, solo per motivi ragionieristici. Però la concentrazione dei punti di erogazione ospedalieri è un orientamento che dalla Pianura Padana fino alle Regioni del Centro-Sud è stata in qualche modo indicata e scelta e si sta operando con più o meno tempestività per raggiungere questi obiettivi.
Per concludere, insomma, faccio ancora un appello e un invito, se possibile, come quelli che sono stati rivolti a me: cerchiamo di organizzare al meglio il dibattito e i lavori di Commissione perché quella è la sede - adesso il Consigliere Cantore ha richiamato quelle dell'emodinamica e altre problematiche - dove andremo a definire alcune questioni che singolarmente sono state ritenute emblematiche e sulle quali noi abbiamo preso l'impegno di lavorare.
chiaro, però, che sono ben cosciente che poi bisogna andare a declinare e organizzare nel migliore dei modi l'illustrazione delle varie articolazioni che si stanno definendo per quanto riguarda i programmi operativi di rientro, ci mancherebbe Bisogna solamente stabilire un percorso.
Guarda caso, oggi ci hanno mandato una pronuncia del Consiglio di Stato. Alla giustizia amministrativa era stato posto il quesito se valgono di più gli atti regionali o se, alla fine, prevalgono gli atti nazionali di questi benedetti tavoli o della Conferenza Stato-Regioni e su quale tipo di incidenza hanno. L'ho letta sommariamente nel corso del dibattito, ma sembrerebbe che il Consiglio di Stato abbia sottolineato anche il ruolo della presa di posizione della giustizia amministrativa e del rango delle norme di indirizzo di politica economica e finanziaria dello Stato, nel caso particolare per quanto riguarda la sanità.
Comunque, credo che in Commissione avremmo modo di dare le risposte che qui sono state chieste.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
A questo punto, ci sono una mozione e due ordini del giorno sulla cassa integrazione guadagni in deroga e un ordine del giorno sull'adesione e al sostegno alle iniziative "Last minute market" e "Avanzi zero".


Argomento: Ammortizzatori sociali

Esame mozione n. 1014 presentata dai Consiglieri Artesio, Botta Franco Maria, Stara, Cerutti, Reschigna, Goffi, Cursio, Ronzani, Buquicchio Negro, Laus, Muliere, Bono, Rostagno, Biolé, Maccanti e Dell'Utri, inerente a "Interventi urgenti per l'anticipazione del pagamento della Cassa Integrazione Guadagni in Deroga"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 1014, avente ad oggetto "Interventi urgenti per l'anticipazione del pagamento della Cassa Integrazione Guadagni in Deroga".
Sullo stesso tema, vi sono l'ordine del giorno n. 727 presentato dalla Consigliera Artesio, inerente a "Gravi ritardi nel pagamento della Cassa Integrazione Guadagni in deroga", e l'ordine del giorno n. 947 presentato dai Consiglieri Ronzani, Reschigna, Manica, Muliere, Cursio, Negro, Cerutti e Pentenero, inerente a "Cassa integrazione in deroga".
Se i Consiglieri Artesio e Ronzani, primi firmatari dei due ulteriori ordini del giorno sulla cassa integrazione in deroga, il n. 727 e il n.
947, sono d'accordo, possono essere assorbiti nella mozione n. 1014, avente come prima firmataria la stessa Consigliera Artesio.
Con il consenso dei colleghi, gli ordini del giorno n. 727 e n. 947 sono assorbiti nella votazione della mozione n. 1014 e sono, pertanto ritirati. Grazie, colleghi.
Il numero legale è 29.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla mozione del giorno n. 1014, il cui testo recita: "Premesso che con decreto legge del 21 maggio 2013, n. 54 "Interventi urgenti in tema di sospensione dell'imposta municipale propria, di rifinanziamento di ammortizzatori sociali in deroga, di proroga in materia di lavoro a tempo determinato presso le pubbliche amministrazioni e di eliminazione degli stipendi dei parlamentari membri del Governo", il Governo ha previsto un primo immediato rifinanziamento di un 1 miliardo di euro degli ammortizzatori sociali in deroga valutato che: il Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani ha posto all'attenzione delle Camere e del Governo nel corso di un'audizione parlamentare il tema della copertura integrale degli ammortizzatori sociali in deroga. Uno strumento che riguarda la piccola e media impresa e che interessa drammaticamente molti giovani lavoratori impegnati in realtà aziendali che rappresentano comunque oltre il 90 per cento del nostro tessuto produttivo, chiedendo "un'azione corale che coinvolga le istituzioni e le parti sociali di fronte ad un allarme che riguarda tutto il Paese" nel confronto con il Ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, le Regioni hanno richiamato l'attenzione su questa necessità, ponendo l'accento su alcune priorità: copertura finanziaria della CIG in deroga per tutto il 2013 e chiusura delle partite finanziarie ancora aperte e relative al 2012 revisione dello strumento degli ammortizzatori sociali in una logica di equiparazione dei diritti fra i lavoratori politiche attive per il lavoro a partire dal riassetto e rilancio dei centri per l'impiego il coordinatore del Assessori regionali al Lavoro e Assessore in Toscana Gianfranco Simoncini, si è detto insoddisfatto a seguito dell'incontro con il Ministro Giovannini, poiché "non sarebbe stata data alcuna certezza sui tempi in cui il miliardo per la cassa integrazione in deroga, previsto dal decreto legge del Governo arriverà nelle casse delle Regioni....e denunciando il rischio che prima di vedere quei soldi passino settimane. E a tutto questo si aggiunge l'effetto annuncio: i lavoratori credono che vi sia stato uno sblocco di risorse che le Regioni invece non hanno".
già 11 tra Regioni e Province autonome hanno terminato le risorse e bloccato le autorizzazioni all'Inps per erogare nuove somme. Ciò significa che senza l'arrivo dei nuovi fondi alle Regioni nei prossimi mesi moltissimi lavoratori in cassa integrazione in deroga si troveranno senza sussidio. La cassa in deroga è per i lavoratori di aziende che hanno meno di 15 dipendenti. Oltre il 90% delle aziende in Italia ha meno di 19 dipendenti e concentra il 70% dei lavoratori sempre secondo quanto dichiarato da Gianfranco Simoncini "le richieste sarebbero per oltre 2 miliardi e mezzo ma risorse solo per 1 miliardo e 700 milioni, comprendendo anche i 288 milioni di fondi europei attinenti il Piano d'Azione e di Coesione. Risorse, queste ultime, che dovevano essere aggiuntive e non sostitutive agli interventi per gli ammortizzatori sociali". Complessivamente, secondo le Regioni, a fine 2013 per gli ammortizzatori sociali serviranno 3 miliardi, mentre 2 miliardi e 400 milioni sono le risorse necessarie a coprire il 2012. La richiesta di ammortizzatori, quest'anno, è infatti aumentata almeno del 30%".
Considerato che: a causa dei tempi lunghi per il rifinanziamento della CIGD, anche nella nostra regione si è creata un'insostenibile situazione per migliaia di lavoratrici e lavoratori che attendono da mesi il pagamento della stessa rimanendo di fatto senza reddito forme di anticipo del pagamento della cassa integrazione attualmente vigenti sul nostro territorio sono previste dalla DGR n. 21-12125 del 14 settembre 2009, che ha approvato i criteri, le modalità e i termini per l'erogazione anticipata della CIGS. Ad essa possono avere accesso lavoratori dipendenti di imprese piemontesi interessate da procedure concorsuali (fallimento, concordato preventivo, liquidazione coatta amministrativa, amministrazione straordinaria qualora la continuazione dell'attività non sia stata disposta o sia cessata) oppure di aziende in situazione di crisi per cessazione dell'attività o, in casi particolari da valutare singolarmente, di aziende in crisi con rilevanti dichiarazioni di esubero. A ciascun lavoratore sarà anticipata una somma di 600 euro mensili (300 euro in caso di part-time) per un massimo di sei mesi, prorogabili fino a dodici qualora l'Inps segnali particolari difficoltà nel procedere direttamente ai pagamenti. Con protocollo di intesa del 22 gennaio 2013 tale strumento è riconfermato fino al 31 dicembre 2013 la Provincia di Torino ha rinnovato gli accordi con banca UniCredit e Intesa San Paolo per l'anticipazione delle indennità di cassa integrazione compresa quella "in deroga", ai lavoratori residenti sul territorio provinciale. Fino a giugno 2013, quindi, i lavoratori sospesi dal lavoro e in attesa del pagamento dall'Inps - in particolare i dipendenti di imprese per le quali sia stata richiesta la concessione del trattamento per ristrutturazione, riorganizzazione, conversione o crisi aziendale (ai sensi della legge 223/91 art. 1) - potranno chiedere un anticipo della cassa integrazione guadagni straordinaria. Il protocollo garantisce ai lavoratori una "copertura economica" nel corso dei sei mesi solitamente impiegati dall'Inps a corrispondere le indennità di cassa integrazione, qualora l'azienda non sia in grado di provvedere. Essi riceveranno un anticipo dell'80 per cento della retribuzione netta mensile (in ogni caso non superiore a 900 euro e con un tetto massimo per l'intero periodo, 9 mesi di 6.000 euro) senza alcun interesse o spesa aggiuntiva, grazie alla costituzione di un fondo dell'ammontare di 2.000.000 euro, in modo da poter continuare a garantire una entrata alla famiglia. La Provincia di Torino si è inoltre impegnata a coprire l'imposta di bollo correlata all'apertura dei conti correnti sui quali accreditare l'anticipazione della cassa integrazione (nel caso non fossero esenti per legge per saldo inferiore a 5.000 euro). L'accordo costituisce inoltre un sostegno per le imprese locali in difficoltà, che potranno così garantire ai propri dipendenti un reddito sostitutivo della retribuzione e concentrarsi sui processi interni di ristrutturazione e riorganizzazione, necessari per fronteggiare la crisi tale strumento permette ai lavoratori di accedere all'anticipo del pagamento della CIGD in forma non onerosa della "convenzione in tema di anticipazione sociale dell'indennità di cassa integrazione guadagni straordinaria anche in deroga" stipulata tra ABI, Confindustria e organizzazioni sindacali. Gli oneri nella provincia di Torino sono pertanto a carico della Provincia.
Appreso che: la mancanza di reddito che si protrae da lungo tempo ha causato moltissimi casi di morosità nel pagamento delle utenze, mutui ecc.. condizione che ha indotto le banche, in molti casi, a non concedere l'anticipo il ritardo nel reperimento di fondi per garantire gli ammortizzatori in deroga per tutto il 2013 e le tempistiche per la ripartizione alle Regioni rischia di creare una vera e propria emergenza sociale, che coinvolge migliaia di lavoratori e rispettive famiglie si rende pertanto necessario un intervento tempestivo da parte della Regione per fronteggiare la grave emergenza che, si prevede non possa che peggiorare nei mesi a venire.
impegna la Giunta regionale sulla base degli esempi positivi citati in premessa di attivazione delle Istituzioni pubbliche a tutela dal rischio, a praticare nelle relazioni con il sistema del credito e con le Amministrazioni Provinciali le adeguate procedure per l'anticipazione delle quote attese dei fondi di CIGD, sui quali il riparto nazionale verso le Regioni costituisce elemento di garanzia e di successiva copertura.
La Regione Piemonte individui in concerto con gli altri attori le forme opportune per operare, direttamente o in collaborazione, al fine di ottenere dal sistema bancario le disponibilità relative alle erogazioni economiche di cui all'impegno governativo a favore dei lavoratori già così provati dalle conseguenze delle crisi produttive." Il Consiglio approva.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Alimentazione

Esame ordine del giorno n. 851 presentato dai Consiglieri Bono e Biol inerente a "Adesione e sostegno alle iniziative 'Last Minute Market' e 'Avanzi zero'"


PRESIDENTE

Procediamo, infine, con l'esame dell'ordine del giorno n. 851, avente ad oggetto "Adesione e sostegno alle iniziative 'Last Minute Market' e 'Avanzi zero'".
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 851, il cui testo recita: "Premesso che: Secondo recenti stime FAO ogni anno si buttano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo in tutto il mondo, praticamene un terzo degli alimenti prodotti con uno spreco insostenibile di suolo, acqua ed energia che sono serviti per produrli.
Secondo un recente studio della Commissione Europea finiscono nella spazzatura d'Europa quasi la metà dei cibo acquistato cioè 89 milioni di tonnellate all'anno di alimenti ovvero 179 chilogrammi pro-capite l'anno.
Questo nonostante i 79 milioni di cittadini europee che vivono sotto la soglia di povertà e le 16 milioni di persone che dipendono dagli aiuti alimentari.
La responsabilità per questi rifiuti alimentari, spetterebbe per il 42 al/e famiglie, 39% ai produttori, 5% ai rivenditori e il restante 14% alla ristorazione.
A livello domestico in Italia si sprecano mediamente il 17% dei prodotti ortofrutticoli acquistati, il 15% di pesce, il 28% di pasta e pane, il 29 di uova, il 30% di carne e il 32% di latticini.
Da un punto di vista economico, per una famiglia italiana lo sperpero alimentare significa una perdita di 1.693 euro l'anno.
Secondo uno studio europeo autorevole (http://ec.europa.eu/environment/eussd/pdf/bio_foodwaste_report.pdf) se non si interverrà, lo spreco di cibo http://www.Qreenme.it/tag/sprechi%20alimentari.) crescerà del 40% entro il 2020.
La direttiva 2008/98/CE, recepita dal D.Lgs. 205/2010 stabilisce che il trattamento dei rifiuti deve uniformarsi ad una gerarchia che mette al primo posto la prevenzione e quindi la riduzione nella produzione Visto che: Nel 1998 è nata come 'spin off' dell'Università di Bologna, l'iniziativa Last Minute Market, prima come attività di ricerca e dal 2003 come realtà imprenditoriale che opera su tutto il territorio nazionale, sviluppando progetti territoriali volti ai recupero dei beni invenduti (o non commercializzabili ad esempio perché prossimi alla scadenza) a favore di enti caritativi: su tutti cibi e farmaci LMM si avvale di un team operativo giovane e dinamico affiancato da docenti e ricercatori dell'Università di Bologna. Con oltre 40 progetti attivati in comuni, Province e regioni Italiane (tra cui la Regione Emilia Romagna, la Regione Puglia, la Regione Sardegna, la Regione Sicilia, la Regione Veneto) LMM ha consolidato un metodo di lavoro efficace ed efficiente che permette di attivare in maniera progressiva il sistema donazioni/ritiri tenendo sotto controllo gli aspetti nutrizionali, igienico-sanitari logistici e fiscali.
Nella fase di sviluppo dei progetti, oltre al coinvolgimento dei soggetti donatori e beneficiari, LMM lavora a stretto contatto con gli assessorati alle attività produttive, alle politiche sociali e culturali degli enti locali, con prefetture e ASL in modo tale da garantire la perfetta conformità con le normative vigenti, la trasparenza delle procedure, il monitoraggio e la quantificazione dei risultati ottenuti.
Recentemente il Comune di Bologna ha lanciato un progetto LMM-Pharmacy insieme a Federfarma per il recupero di farmaci Il progetto LMM è giunto recentemente in Piemonte, soprattutto nell'area di Torino. Hanno aderito la Provincia di Torino, il Comune di Settimo Torinese, la vecchia ASL7 di Torino. Recentemente anche l'Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Torino ha lanciato un primo progetto di LMM nei Borgo Filadelfia, mentre l'anno scorso era stata Slow Food Piemonte a lanciare un progetto con Conad e Sermig - Arsenale della Pace Sul fronte del cibo, a Milano è nata la prima rete di ristoranti ad 'avanzi zero', promossa da un'Associazione di volontariato di Milano, la "Cena dell'Amicizia", che da 40 anni si occupa di persone senza dimora a Milano.
Come è possibile leggere sul sito ufficiale (www.ilbuonochaavanza.it) 'Il Buono che avanza' è un'iniziativa di 'responsabilità sociale' che si propone di sensibilizzare l'opinione pubblica contro ogni forma di spreco coinvolgendo istituzioni, media, cittadini e naturalmente le aziende di ristorazione. I ristoranti aderenti si impegnano a proporre ai propri clienti di portar via in appositi contenitori (Doggy-bag http://www.doggy baa.it) il cibo e le bevande avanzate, quindi non consumate, non mancando di informarli sul valore sociale di questa scelta.
I contenitori sono distribuiti dall'Associazione stessa ai ristoranti aderenti.
A Milano il progetto è sovvenzionato dall'Assessorato all'Assistenza del Comune di Milano. Ad oggi sono 26 i ristoranti aderenti fra Milano e provincia.
Le due iniziative insieme contribuiscono a dare un fondamentale sostegno non monetario alle famiglie piemontesi in difficoltà economiche, puntando sulla riduzione degli sprechi, a ridurre alla fonte la produzione di rifiuti, che per il Piemonte ammonta a 503 kg/anno pro-capite (dati 2010).
Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale ad aderire alla dichiarazione contro lo spreco di cibo di LMM e all'iniziativa europea 'Un anno contro lo spreco- 2013' a promuovere l'iniziativa LMM nella Regione Piemonte sia per quanto riguarda i cibi in scadenza che per i farmaci in scadenza, tramite accordi con le rispettive ASL a promuovere l'iniziativa 'Avanzi Zero' anche in Piemonte, attraverso il patrocinio della Regione a predisporre un'adeguata campagna informativa istituzionale".
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.24)



< torna indietro