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Dettaglio seduta n.351 del 14/05/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 10.00 il Presidente Cattaneo comunica che, per mancanza del numero legale, la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.32 riprende alle ore 10.34)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Problemi energetici - Parchi e riserve

Mozione n. 992 presentata dai Consiglieri Pentenero, Cerutti, Boeti, Manica e Stara, inerente a "Posizione del Commissario straordinario dell'Ente di gestione delle aree protette dell'area metropolitana di Torino in merito alla realizzazione di impianto fotovoltaico" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
La Giunta regionale si riserva di effettuare nella mattinata la comunicazione sulla situazione del Comune di Mappano, così come mi è stato annunciato dall'Assessore Molinari.
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne fa facoltà.



PENTENERO Giovanna

Avevo presentato due settimane fa una mozione sul parere in merito alla realizzazione di un impianto fotovoltaico nel Parco della Vauda.
Chiedo se è possibile discuterlo nella giornata di oggi.



PRESIDENTE

Se l'Aula acconsente, la mozione n. 992 è iscritta all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento, così come modificato.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 23 aprile 2013.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Casoni, Comba, Cota Spagnuolo e Tiramani.
Il numero legale è 28.


Argomento:

b) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2013


PRESIDENTE

La Giunta regionale in data 23 aprile 2013 ha trasmesso, per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della l.r. 7/2001 ("Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte") n. 18 deliberazioni del 21 febbraio 2013, n. 4 deliberazioni del 26 febbraio 2013, n. 20 deliberazioni del 4 marzo 2013, n. 2 deliberazioni del 18 marzo 2013, n. 3 deliberazioni del 25 marzo 2013.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 30 aprile 2013.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione n. 1525 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Crossodromo di Orbassano"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", iniziamo con l'esame dell'interrogazione n. 1525.
Tale interrogazione è data per illustrata dall'interrogante Consigliera Cerutti.
La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Innanzitutto è opportuno ricordare che la materia è regolata dall'articolo 11 della l.r. 32/1982, "Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale", che vieta su tutto il territorio regionale di compiere percorsi fuoristrada, dando però facoltà ai Comuni, sentite le Comunità montane e collinari, di individuare a carattere permanente percorsi a fini turistici e sportivi ad uso non competitivo, opportunamente segnalati, dotandoli di apposita regolamentazione e dandone comunicazione alla Regione.
Il comma 5 bis dello stesso articolo 11 prevede un regime di deroga per l'autorizzazione di manifestazioni estemporanee (competitive e non) rendendo autorizzabili manifestazioni e competizioni anche su percorsi individuati quali non competitivi ai sensi del comma 3 dell'articolo 11.
Al tempo stesso, l'individuazione di siti e percorsi a carattere permanente adibiti ad attività competitive rientra nei dispositivi della l.r. 40/1998 che prevede la sottoposizione di tali progetti alla fase di verifica della procedura di VIA di competenza provinciale.
Da ricordare che la problematica è stata già oggetto di articolata risposta sia nel dicembre 2011 che nel novembre 2012, in occasione di interrogazioni sul medesimo argomento, si ritiene di fare cosa utile all'interrogante, consegnando una memoria scritta inerente l'attività svolta dall'Amministrazione regionale sul tema e della corrispondenza intercorsa con l'Amministrazione comunale di Orbassano; questo per informazione all'interrogante.
Dagli elementi a disposizione emerge chiaramente come la Regione, anche in considerazione dei molteplici esposti e comunicazioni pervenute da un gruppo di cittadini residenti nei pressi del sito, abbia seguito con attenzione l'evolversi della vicenda e abbia svolto le proprie competenze in modo esaustivo.
Si ricordano ad esempio le delucidazioni che la Regione ha richiesto in relazione agli adempimenti della legge in materia di impatto acustico già nel febbraio 2012, alla quale il Comune di Orbassano ha risposto positivamente con idonea documentazione tecnica, allegando anche la relazione di ARPA. Allo stato attuale, onde definire sotto il profilo urbanistico la situazione del sito ospitante l'impianto in oggetto, il Comune di Orbassano ha presentato ai competenti uffici della Provincia di Torino una variante parziale allo strumento urbanistico comunale ai fini dell'espletamento della fase di verifica della valutazione ambientale strategica della VAS.
La variante del Comune di Orbassano è stata approvata ai sensi dell'ex articolo 17, comma 7, della legge n. 56/77 e quindi è una variante di tipo parziale. Lascio i riferimenti sul tipo di variante, perché sarà poi a mani della Consigliera.
Il Comune di Orbassano, con una nota del febbraio 2013, ha inoltre richiesto un parere in merito alle necessità di sottoporre alla variante parziale in oggetto alla procedura di Valutazione di incidenza.
Dall'analisi della documentazione acquisita, ai sensi delle leggi regionali, si deduce quindi che il percorso oggetto dell'interrogazione è posto in fregio ad importanti vie di comunicazione e all'interno di un territorio già antropizzato e più precisamente tra l'abitato di Tetti Valfré e l'autostrada A55 Torino-Pinerolo, a circa un chilometro dai confini del SIC "Stupinigi" che coincide con l'omonima area protetta regionale e a circa un chilometro a sud dell'area contigua della fascia fluviale del Po, tratto torinese.
In particolare, si fa osservare che tra il SIC/Parco di Stupinigi e l'area contigua non c'è alcuna connessione ecologica, essendo il territorio attraversato dalla suddetta autostrada e occupato da un'importante area industriale sviluppata lungo la strada Torino, a sud dell'area contigua.
Pertanto, non si ritiene che il percorso fuoristrada costituisca un ulteriore elemento limitante, a fronte di una invalicabilità già determinata dalle altre componenti sopraccitate.
Nello specifico, per quanto riguarda le specie di chirotteri, dalla documentazione relativa alla variante del PRGC, si evince che nel crossodromo non sono previste attività notturne e pertanto non ci configura alcun potenziale impatto luminoso.
Preso atto quindi della suddetta previsione urbanistica e delle valutazioni effettuate dalla Provincia di Torino e dal Comune di Orbassano considerata soprattutto la localizzazione dell'area interessata, questa non risulta tale da interferire con gli habitat naturali e con le specie tutelate dal Sito Rete Natura 2000. Pertanto le strutture regionali competenti hanno ritenuto che la variante in oggetto non sia da sottoporre alla procedura di Valutazione d'Incidenza ai sensi dell'articolo 44 della l.r. 19/2009.
In relazione all'osservazione in base alla quale l'acqua della bealera consortile di Orbassano , che attraversa il terreno occupato dal crossodromo, sarebbe "costantemente utilizzata per limitare le polveri alzate da decine di moto da competizione e per lo stesso lavaggio dei mezzi a fine giornata", si è appurato che tale uso non è autorizzato né da un titolo di concessione autonomamente rilasciato dalla competente Amministrazione provinciale di Torino e, pertanto, un utilizzo delle acque della bealera da parte della Orbassano Racing dovrà quindi essere oggetto di istanza di concessione.
Tutto ciò premesso, si ritiene che, per quanto di competenza, le ricadute ambientali del suddetto percorso motociclistico sportivo siano state nel tempo attentamente valutate e che le eventuali problematiche residue, a fronte di una evoluzione progettuale del percorso in questione e della sua strutturazione definitiva in senso agonistico-competitivo potranno essere opportunamente analizzate dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale di competenza provinciale. Ripeto, tutta la documentazione rispetto alla procedura che vede coinvolti il Comune di Orbassano e la Provincia di Torino è a disposizione della Consigliera.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti per la replica.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore Quaglia per la risposta molto completa dal punto di vista delle attente valutazioni e per il fatto che abbia considerato punto per punto le questioni poste all'interno della nostra interrogazione.
Tuttavia, non siamo soddisfatti circa le considerazioni svolte rispetto a quello che posso riassumere come impatto ambientale non sostenibile di quest'opera. Impatto non sostenibile anche in ragione del fatto che riguardo a quest'opera si sono mossi diversi cittadini, interessati a vario titolo a mantenere un ambito naturalistico in quel luogo.
Comunque riteniamo che, in una logica che veda coinvolti i cittadini stessi rispetto ad opere impattanti, come in questo caso, tale percorso non sia stato rispettato. Quindi, da questo punto di vista, accolgo il fatto che, rispetto alla questione dell'utilizzo dell'acqua, si ammetta che non è autorizzato e che quindi si dovrà procedere ad autorizzazione o a concessione. Dopodiché avremo certamente modo di riprendere altre azioni che vadano a rimettere in fila quelle che sono le nostre considerazioni che non vedono quest'opera inserirsi naturalmente all'interno di quel territorio.
La soluzione da noi proposta, che però in questo momento vediamo non accolta, è quella dello stralcio di questa variante. Avremo poi la possibilità di verificare anche con la Provincia quali saranno le ulteriori considerazioni rispetto all'impatto, che è sicuramente un impatto di carattere acustico e luminoso, nonostante le osservazioni dell'Assessore sul fatto che comunque il crossodromo non viene utilizzato in ore notturne.
Soprattutto per quanto riguarda l'impatto dal punto di vista naturale crediamo che quest'opera vada ad inserirsi non naturalmente in quell'ambito.
Rimandiamo ulteriori considerazioni a quelle che saranno le deduzioni della Provincia; certamente prendiamo nota e andremo ad esaminare tutte le considerazioni a cui l'Assessore ha fatto riferimento.
Ricordiamo che non siamo stati solo noi a proporre quest'interrogazione, ma è già stata proposta da altri colleghi in precedenza, perché c'è una sensibilità che va in una certa direzione: quella di non considerare quest'opera ambientalmente sostenibile.
Non è semplicemente il capriccio di un Consigliere, ma c'è effettivamente una mobilitazione di diversi cittadini che non ne vedono assolutamente l'opportunità, quindi su questo noi continueremo a fare una nostra battaglia, proprio perché crediamo che il principio di sostenibilità ambientale non venga assolutamente rispettato.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Benessere animale

Interrogazione n. 1452 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "RBM di Colleretto Giacosa"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 1452.
La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Premetto che l'Assessore per i rapporti con le società a partecipazione regionale riferisce che "la società RBM di Colleretto Giocosa è situata all'interno del Bioindustry Park, ma non è partecipata né direttamente n indirettamente dalla Regione, come invece l'interrogazione pare suggerire laddove si afferma 'massima trasparenza ad RBM in virtù della partecipazione della Regione'. RBM, infatti, è socio di Bioindustry Park (come Finpiemonte) e non viceversa".
Per quanto riguarda la competenza dell'Assessorato alla sanità, sono stati acquisiti utili elementi di valutazione presso il Servizio Veterinario dell'ASL TO4, cui è stata chiesta una relazione sulle attività svolte presso l'Istituto di Ricerche Biomediche "Antoine Marxer" - RBM S.p.A. di Colleretto Giocosa (TO).
Sulla base delle informazioni trasmesse, si riferisce che l'RBM è un sito di ricerca e sperimentazione di farmaci della multinazionale tedesca Merk.
La ditta dispone delle autorizzazioni rilasciate: dalle Autorità Sanitarie Veterinarie per l'esecuzione di esperimenti in animali, secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 116 del 27/01/1992 dal Ministero della Sanità per l'esecuzione di studi di sicurezza in conformità con buone pratiche di laboratorio - BPL, secondo il decreto legislativo n. 50/2006 (adozione Direttive UE 2004/9/EC e 2004/10/EC) dall'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) quale Officina Farmaceutica per il Controllo Biologico di Qualità su farmaci biotecnologici e lo stoccaggio di cellule eucariote e procariote (Banche Cellulari), per la produzione di farmaci biotecnologici.
All'interno di RBM vengono eseguiti studi non clinici di tossicità, nel rispetto delle procedure e degli obblighi previsti dalla normativa vigente per lo sviluppo di molecole farmaceutiche, ed in particolare: studi in roditori e non roditori per permettere le attività di sviluppo e registrazione studi sulla tossicità a breve termine (dose singola fino a trattamento di un mese) studi sulla tossicità a medio e a lungo termine (trattamenti da tre a sei mesi) studi sulla tossicologia riproduttiva studi di tossico cinetica studi sulla patologia macroscopica, necroscopica, istotecnica e di valutazione istologica studi sulla chimica clinica, immunofenotipizzazione studi di farmacologia generale di sicurezza (General Safety Pharmacology) (dati forniti dalla ditta RBM).
L'RBM è autorizzata alla detenzione per l'utilizzo di roditori (topi ratti, cavie e conigli), di cani e di primati non umani.
Si segnala che negli ultimi due anni non sono più stati introdotti e quindi utilizzati cani.
Per gli studi si utilizzano esclusivamente animali sani (non è possibile l'impiego di animali "patologici"). Questi vengono trattati con le molecole in studio per periodi più o meno lunghi in base ai vari protocolli previsti. Gli organi degli animali sacrificali, al termine della sperimentazione o eventualmente morti durante la stessa (evento comunque poco frequente), vengono sottoposti agli esami previsti.
Gli animali non vengono non vengono sottoposti ad interventi chirurgici.
Gli interventi più invasivi effettuati sugli animali consistono nella somministrazione per via endovenosa delle molecole da studiare.
La ditta RBM è sottoposta a vigilanza periodica da parte del Servizio veterinario dell'ASL, che verifica il mantenimento dei requisiti minimi previsti dal d.lgs 116/92, con particolare riferimento alle strutture e alle condizioni ambientali che possono incidere sul mantenimento del benessere degli animali detenuti.
Durante i sopralluoghi eseguiti negli ultimi anni non si sono evidenziate situazioni di conformità rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente.
Per concludere, resta inteso che la sperimentazione animale è materia di stretta competenza statale, e che non è possibile, per l'Amministrazione regionale, un intervento unilaterale di divieto; mentre è d'obbligo la vigilanza che viene svolta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti per la replica.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente, e grazie, Assessore.
Volevo innanzitutto rettificare: è chiaro che noi facciamo riferimento alla partecipazione della Regione, non diretta ma con Bioindustry Park, a cui fa riferimento la stessa RBM.
chiaro che con questa interrogazione affrontiamo un tema che ha una valenza di carattere nazionale. La questione della vivisezione dovrebbe essere regolamentata a livello nazionale ed europeo (sappiamo che in Parlamento era in discussone il recepimento di normative di carattere europeo).
Da questo punto di vista, siamo anche i promotori di un progetto di legge che vieti o, comunque, limiti la sperimentazione a livello regionale così com'è stato fatto in altre Regioni.
Dal punto di vista specifico, ci preoccupa aver sentito che possono essere vittima di morte alcuni animali oggetto delle sperimentazioni seppur dichiarato come evento poco frequente, in quanto fra gli animali oggetto di sperimentazione abbiamo roditori, non roditori, ma anche primati non umani.
La sollecitazione che facciamo all'Assessorato, quindi, è di un controllo molto stretto. Sappiamo che questa questione riguarda realtà lavorative, quindi l'occupazione di diverse persone. È chiaro che la nostra sensibilità è anche attenta a mantenere le realtà occupazionali.
Da questo punto di vista, non siamo per posizioni di carattere integralista, tuttavia riteniamo che, in virtù della partecipazione di Finpiemonte a questo bioparco, ci debba essere un'attenzione maggiore.
Ringrazio l'Assessore. Manteniamo le nostre preoccupazioni rispetto a questa realtà e sollecitiamo, magari con atti successivi, ad un maggior controllo, perché crediamo sia opportuno per la Regione vigilare, avendo visto casi scoppiati in altre Regioni, per fortuna bloccati (abbiamo tutti presenti cos'è capitato in Lombardia).
Crediamo occorra avere qualche dato più puntuale, anche dal punto di vista numerico.
Ho sentito che negli ultimi due anni i cani non vengono più utilizzati per le sperimentazioni. Non sappiamo quanti primati non umani, e quanti sono morti per le sperimentazioni.
Altra questione - che però so non essere di competenza regionale - è di comprendere quanto queste pratiche siano effettivamente utili alla sperimentazione medica e di quante invece se ne potrebbe fare tranquillamente a meno.
Ringrazio e sollecito, magari sentendo l'Assessore, ad un controllo che possa essere orientato ad avere dati più puntuali.
Grazie.


Argomento: Sicurezza sul lavoro - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1483 presentata dalla Consigliera Pentenero, inerente a "Test alcometrico per il personale della scuola in base alla DGR n. 21-4814 del 22 ottobre 2012"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1483.
L'interrogazione viene data per illustrata dalla Consigliera Pentenero.
Prego, Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
In relazione all'interrogazione in oggetto, è doveroso fare alcune precisazioni.
Al secondo punto delle premesse si afferma che i lavoratori della scuola dovrebbero essere sottoposti al test con l'etilometro, in aperto contrasto con le stesse direttive dell'intesa Stato-Regioni, tese a garantire la privacy e il rispetto della dignità delle persone.
A questo proposito è necessario rammendare che i lavoratori della scuola rientrano tra le mansioni cosiddette a rischio, individuate dall'allegato 1, di cui all'intesa Stato-Regioni del 2006, che la nostra Regione ha solamente recepito.
Tutto il personale rientrante in queste categorie cosiddette a rischio deve essere sottoposto a controllo. Per ciò che concerne la privacy e il rispetto della dignità delle persone, la delibera della Giunta regionale afferma con chiarezza questi principi, nel paragrafo inerente alla sorveglianza sanitaria dell'allegato tecnico. Il primo punto delle considerazioni, inoltre, rischia di confondere i livelli di responsabilità.
Il provvedimento regionale, infatti, è un mero atto di recepimento.
L'elenco delle mansioni a rischio è stato adottato previa intesa Stato Regioni nel 2006, pertanto non è possibile apportare quelle modifiche alle mansioni, perché non è facoltà della singola Regione.
Anche per quanto riguarda i costi a carico degli Istituti scolastici la questione non è di pertinenza regionale, in quanto è regolata dalle norme sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (d.lgs 81 del 9 aprile 2008).
Inoltre, sempre in materia di obblighi dei datori di lavoro e di sorveglianza sanitaria, si rimanda a quanto dettagliatamente contenuto nella legge 125 del 2001 - articolo 15 comma 2 - e al d.lgs 81 del 2008 articoli 25 e 41 - che parlano esplicitamente di controlli alcolimetrici affidati esclusivamente ai medici competenti e non ad altri organismi.
Alla luce di quanto detto, ritengo opportuno sottolineare il terzo punto del dispositivo del nostro provvedimento, che stabilisce di prevedere una fase di osservazione, monitoraggio e valutazione, della durata di dodici mesi, a seguito della quale potrebbero essere necessarie ulteriori modifiche ed integrazioni al provvedimento oggetto di interrogazione, anche in relazione ad eventuali sviluppi della normativa nazionale e regionale di riferimento.
Pertanto, nei limiti dei vincoli normativi di grado superiore l'Assessorato è disponibile a migliorare il provvedimento e a rendere le pratiche di chi opera più efficaci ed efficienti, senza trascurare tutte quelle azioni che devono tendere a contenere i costi per il datore di lavoro, senza però trascurare l'importanza di garantire la massima sicurezza e l'incolumità ai lavoratori adibiti alle mansioni a rischio e dei terzi che potrebbero essere coinvolti.
Queste, ovviamente, sono definizioni di carattere formale.
Naturalmente, mi rendo conto della delicatezza di una problematica di questo tipo quando ci si rivolge ad una platea di soggetti, tra virgolette "lavoratori della scuola", che sono preposti all'educazione dei giovani quindi con il loro stile di vita e di conduzione dell'attività didattica hanno un ruolo nella formazione dei giovani.
Però, queste sono le regole di carattere generale che hanno stabilito.
Probabilmente - lo dico a me stesso, come Assessore pro tempore - occorre essere attenti quando nelle Conferenze Stato-Regioni si approvano dei tomi di un certo tipo, perché, poi, quando si traducono in intese Stato-Regioni o in decreti ministeriali, è necessario applicarli.
Con l'Assessore Cirio abbiamo dato la disponibilità per eventuali incontri di verifica con le rappresentanze interessate, per vedere quanto qui, sinteticamente e anche un po' burocraticamente, è stato esposto com'è disponibilità della Direzione e dell'Assessorato.



NOVERO GIANFRANCO


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 1524 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Provvedimenti per gli ex dipendenti di Villa Cristina"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 1524.
Consigliera Cerutti, in questa occasione, trattandosi di un'interrogazione ordinaria, non può procedere all'illustrazione, ma potrà successivamente intervenire per la replica.
La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

In risposta alla interrogazione n. 1524 si rappresenta quanto segue.
Al termine dell'iter amministrativo, avviato su istanza della Società Villa Cristina S.p.A., ai sensi della legge regionale 14 gennaio 1987, n.
5, e volto al rilascio dei pareri ex articolo 8 ter e 8 quater del decreto legislativo n. 502/1992, la Casa di cura Villa Cristina è stata autorizzata, con delibera di Giunta regionale n. 45-5167 del 28 dicembre 2012, al trasferimento dell'esercizio dell'attività sanitaria di neuropsichiatria dalla struttura di Torino alla nuova sede di Nebbiuno per complessivi 110 posti letto.
Con il medesimo provvedimento, a far data dal 1° gennaio 2013, sono state accreditate le attività sanitarie autorizzate presso la nuova sede di Nebbiuno.
Per quanto riguarda la tutela dei lavoratori della struttura, la Società Villa Cristina S.p.A., titolare della omonima Casa di cura, ha sottoscritto negli ultimi mesi diversi accordi sindacali che hanno stabilito, tra l'altro, quanto segue.
In caso di sostituzione di personale già operante presso altre strutture del Gruppo Orpea (di cui la Società Villa Cristina S.p.A. fa parte) o nel caso di nuove attivazioni, la società si è impegnata a dare priorità vincolante di assunzione al personale mobilitato presso la sede di Nebbiuno, secondo una graduatoria definita.
L'esperimento di tale procedura ha permesso di ricollocare n. 24 persone già operanti presso la Casa di cura Villa Cristina in altre strutture del gruppo Orpea ubicate nelle province di Torino e di Asti.
Dal mese di febbraio u.s. il riavvio dell'attività produttiva presso la sede di Nebbiuno ha permesso la ripresa dell'attività lavorativa dei dipendenti, mediante un graduale e alternato richiamo in servizio dei medesimi, condizionato e subordinato al progressivo inserimento dei pazienti nella nuova struttura.
L'incremento dell'occupazione di posti letto presso la sede di Nebbiuno consentirà, a partire dal mese di maggio 2013, di richiamare in servizio tutto il personale attualmente disponibile, prevedendo turni di servizio pari a 12 ore di lavoro, nel rispetto della normativa vigente, secondo un'articolazione dell'orario, di norma, su due giorni di lavoro e due-tre giorni di riposo, al fine di ridurre il disagio relativo alla presenza nella struttura.
La Società Villa Cristina S.p.A. si è inoltre impegnata a mettere a disposizione del personale un servizio di trasporto aziendale, assicurando tre orari di passaggio giornalieri e due punti di raccolta in Torino.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
La parola alla Consigliera Cerutti per la replica.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Per la verità, non è la prima volta che alla Giunta proponiamo questo tema; lo avevamo già presentato al predecessore dell'Assessore, ottenendo ampie rassicurazioni.
A questo punto, abbiamo ascoltato attentamente le considerazioni svolte rispetto alle modalità con cui salvaguardare il servizio e le posizioni lavorative, cercando di andare incontro ad un problema pesante, quale quello della sede di lavoro così distante, perché Nebbiuno è sul Lago Maggiore. Però, non abbiamo sentito alcunché - su questo non so quali possono essere le considerazioni - su quanto lamentavano i lavoratori, che quest'anno non hanno ancora ricevuto alcun tipo di retribuzione.
Questo è un aspetto che, tra l'altro, avevamo sottolineato nella nostra interrogazione. Da questo punto di vista, ci riserviamo, anche qui, di avere un ulteriore approfondimento.
chiaro che da maggio - così come ha detto l'Assessore - con l'aumento del numero dei posti letto sarà possibile ricollocare le persone determinando così una situazione di completezza.
Chiaramente, vorremmo comprendere anche un altro elemento, magari avremo modo di sentire direttamente l'Assessore rispetto ad un suo approfondimento. Infatti, con maggio auspichiamo la possibilità per questi lavoratori di ricevere la retribuzione, i quali, oltre a svolgere un'attività così pesante, dall'inizio del 2013 non hanno percepito alcun compenso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cerutti.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 1580 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "A rischio la psicologia oncologica delle Molinette"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 1580.
La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
In riferimento all'interrogazione n. 1580, sentita la Direzione dell'Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino, sede della Struttura Complessa in questione, si precisa quanto segue.
Le modifiche organizzative derivanti dalla definizione dell'atto aziendale dell'Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino, il cui procedimento di verifica regionale si è concluso il 28 dicembre 2012, non hanno prodotto conseguenze in termini di attività clinica assistenziale per i pazienti della Struttura di Psico-Oncologia del Presidio Ospedaliero Molinette.
Si ha ragione di ritenere che il provvedimento assunto non debba necessariamente arrecare pregiudizio alla capacità di attrazione della struttura in termini di finanziamento.
Inoltre, per quanto riguarda le criticità in termini di reclutamento di personale a vario titolo, tale difficoltà è riconducibile al contesto regionale riferito al contenimento della spesa del personale, nonché al più ampio contesto nazionale di reperimento dei fondi.
Si segnala, infine, che il governo degli psicologi resta affidato al professor Torta, cui è affidata la responsabilità della Struttura Semplice con Valenza Dipartimentale.
Questa è la risposta che ha fornito la Direzione dell'Aziende Ospedaliera in linea con l'atto aziendale, che ha rivisitato un po' tutte le strutture esistenti, puntando fortemente - sarà anche una sperimentazione operativa da valutare in termini gestionali - sulle Strutture con Valenza Dipartimentale.
una questione su cui potremmo dissertare a lungo, perché ad un modello organizzativo se ne contrappone un altro. Però questa è la risposta e la motivazione fornita dall'Azienda.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola alla Consigliera Cerutti per la replica.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
La risposta che ha fornito l'Assessore, che chiaramente proviene della stessa struttura delle Molinette, ci sembra piuttosto formale. Non comprendiamo, infatti, destando ulteriori preoccupazioni al riguardo, quale possa essere l'indicazione di carattere pratico.
Il fatto che la psicologia oncologica delle Molinette fosse a rischio è questione di cui si era già dibattuto; in quel momento avevamo presentato un'interrogazione. Nel frattempo sappiamo che si sta avviando una ridiscussione generale.
A questo punto, credo che valga la pena, anche in questo caso riproporre il tema più nello specifico, perché francamente non comprendiamo, dal punto di vista dell'utenza, se questo servizio verrà o meno garantito.
L'Assessore ha citato il professor Torta come riferimento: era colui che aveva manifestato le preoccupazioni circa il fatto che la Psico Oncologia fosse a rischio.
Cercheremo di leggerci più attentamente la risposta fornita dall'Assessore, sebbene in questo momento ci sembri molto più di carattere formale che sostanziale. Ma avremo modo di riprendere la questione.
Abbiamo ritenuto di presentare questa interrogazione proprio perch crediamo che questo servizio sia importante, che non possa andare disperso ma che debba continuare ad essere un presidio all'interno delle Molinette.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cerutti.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Psichiatria

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1588 presentata dalla Consigliera Manica, inerente a "Riorganizzazione del Dipartimento di Salute Mentale Interaziendale dell'ASL NO-AOU 'Maggiore della Carità di Novara"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1588.
La parola alla Consigliera Manica, per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Spero che l'Assessore abbia fatto una verifica presso gli uffici dell'ASL, perché questa è una realtà funzionante e consolidata da tempo peraltro, è così prevista dall'intero Dipartimento - ma di cui improvvisamente, viene annullata una parte per ragioni non compiutamente motivate e comprensibili da parte dell'ASL.
Inoltre, queste responsabilità, così come oggi sono definite, avrebbero le caratteristiche di non essere affatto onerose per la struttura.
Pertanto, una riorganizzazione che, dal punto di vista funzionale, non si comprende e non aveva oneri connessi, è difficilmente spiegabile e su questo c'è preoccupazione degli utenti e degli amministratori del territorio.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, si comunica che la struttura regionale, dopo aver contattato il Dipartimento di Salute Mentale di Novara, ha ritenuto opportuno chiedere chiarimenti alle Direzioni generali dell'Azienda Ospedaliera Universitaria e dell'Azienda Sanitaria Locale. Da quanto riferito dai Direttori generali, risulta che allo stato non sia ancora definita una proposta di modifica finalizzata ad una riorganizzazione all'interno del Dipartimento di Salute Mentale.
La Direzione generale dell'ASL puntualizza che sono in corso riunioni tematiche per addivenire ad una proposta facente parte del prossimo atto aziendale, nel rispetto della normativa vigente e dei principi previsti dalla nota dell'Assessorato alla Tutela di Salute e Sanità n. 345 del 22 febbraio 2013. Gli Uffici della Direzione regionale Sanità, come per tutti gli altri atti aziendali, verificheranno la compatibilità con la normativa vigente delle scelte aziendali, anche nell'ambito dell'organizzazione della salute mentale quando l'atto aziendale giungerà in Regione.
La Consigliera Manica ha proposto un'interrogazione preventiva, nel senso di segnalare una situazione che, dal suo punto di vista, era meritevole di attenzione; attenzione che naturalmente sarà posta, quando giungeranno gli atti aziendali, nell'esame di questi atti.
Successivamente, potrò riferire dell'esito di queste proposte delle due Aziende Sanitarie e delle decisioni finali che verranno prese dalla Direzione regionale Sanità. Per ora è solo una notizia istruttoria in ordine alla problematica che è stata segnalata dalla Consigliera Manica.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

MANICA Giuliana (fuori microfono)



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Assessore, potrei avere il testo della risposta?



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

a disposizione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1550 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Licenziamento per ragioni economiche e rispetto delle norme di sicurezza alla Lagor S.p.A."


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1550.
La parola alla Consigliera Artesio, per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Abbiamo individuato una situazione specifica per porre una questione di ordine generale, vale a dire la necessità di monitorare, particolarmente in Regione Piemonte, sulla quale in modo unanime le forze politiche non perdono occasione per sottolineare la specificità in ordine all'esposizione e ai rischi di occupazione, un elemento che credo sia importante, ovvero la necessità di monitorare le conseguenze dell'applicazione della legge Foriero in ordine alla possibilità di adire ai licenziamenti per motivi di carattere economico.
La fattispecie indicata all'interno dell'interrogazione in oggetto peraltro è una fattispecie che pone anche dei dubbi sulla effettiva consistenza della difficoltà economica che è stata posta a motivazione del licenziamento.
Il caso è stato di particolare interesse pubblico anche perché si è trattato di uno, ci auguriamo, non certo di uno dei tanti casi (ma temiamo questo possa essere il futuro) che derivano dall'applicazione di questa normativa.
Quindi riteniamo di chiedere alla Giunta una specificazione sulla situazione puntuale, ma anche un impegno giù generale rispetto alla necessità di questo tipo di monitoraggio in un contesto, come quello piemontese, così fortemente provato dalla crisi economica, nel quale contesto non abbiamo certamente bisogno di eventuali speculazioni da parte del tessuto produttivo, a scapito delle condizioni dei lavoratori.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
In relazione all'interrogazione di cui all'oggetto, risulta, da informazioni assunte, che il Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro dell'ASL di Asti abbia svolto negli ultimi anni (in particolare dal 2010) alcuni accertamenti, richiesti specificatamente dagli RLS aziendali, rivolti a valutare alcune problematiche di igiene del lavoro presso l'azienda Lagor S.p.A., esercente l'attività di lavorazione lamiere e commercio prodotti finiti e semilavorati.
In particolare, in data 26/10/2010 è stato effettuato un primo sopralluogo congiunto con ispettori della Direzione Territoriale del Lavoro di Asti, che ha riguardato il reparto di cesoiatura, presso la sede principale in Cerro Tanaro.
Al fine di valutare eventuali inconvenienti relativi alla potenziale dispersione di polveri negli ambienti di lavoro, è stato richiesto il supporto della Struttura di Rischio industriale ed igiene industriale dell'ARPA Piemonte, sede di Grugliasco, effettuando successivi sopralluoghi (7/06/2011 e 29/11/2011) finalizzati al prelievo di materiale metallico ed al monitoraggio ambientale e personale di polveri (inalabili, respirabili metalli pesanti e silice) nel reparto cesoiatura, per un totale di 12 campionamenti.
La relazione conclusiva degli accertamenti effettuati, che non evidenziava situazioni di particolare criticità per quanto riguarda l'esposizione a polveri e metalli dei lavoratori, è stata consegnata al RLS aziendale.
Per quanto riguarda la segnalazione di mobbing, gli accertamenti condotti dallo SPreSAL di Asti sono in via di ultimazione e le relative conclusioni verranno comunicate alla competente Procura della Repubblica di Asti.
La programmazione di ulteriori interventi ispettivi, fatte salve ulteriori attività procedibili d'ufficio determinate da denunce di infortunio sul lavoro o malattie professionali, dovrebbe essere definita in base ad eventuali ulteriori riscontri oggettivi portati a conoscenza del Servizio Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro dell'ASL di Asti nell'ambito di incontri richiesti dai RLS aziendali.
Vi informo che ieri ho avuto un incontro con la persona che coordina i programmi di prevenzione a livello di Assessorato, a livello regionale, in quanto giovedì o venerdì è previsto un incontro, qui a Torino, con i rappresentanti dell'Istituto Superiore di Sanità, per mettere a punto l'annuale programma della prevenzione.
Voglio rassicurare l'interrogante, affermando che si tratta di una tematica cui anche personalmente attribuisco la massima importanza.
Pertanto, non verrà meno l'impegno.
Nello specifico, ci sono attività di verifiche già fatte e gli accertamenti relativi al presunto mobbing, rientrando nel filone del penale, devono essere riferiti alla Procura di Asti, competente per territorio.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Interrogazione a risposta indifferibile ed urgente n. 1547 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Salvataggio del fabbricato ex-Diatto/Snia a Torino" (ritirata)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione indifferibile ed urgente n.
1547, presentata dal Consigliere Biolé.
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Come già comunicato ieri ufficialmente e per iscritto, l'interrogazione è ritirata.
Grazie.



PRESIDENTE

Prendiamo atto, per il verbale, che l'interrogazione n. 1547 presentata dal Consigliere Biolé è ritirata.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione n. 1238 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Rispetto del deflusso minimo vitale per salvaguardare l'ambiente fluviale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 1238, presentata dalla Consigliera Cerutti.
La Consigliera Cerutti la dà per illustrata.
La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
L'attuale legislazione nazionale e regionale in materia di risorse idriche assegna alla Regione un ruolo di pianificazione ed indirizzo normativo generale, demandando alle Province la gestione amministrativa del demanio idrico, vale a dire il rilascio delle concessioni di derivazione idrica e le funzioni di vigilanza sul territorio.
Questo, in linea generale rispetto all'interrogazione nello specifico.
Nell'ambito della richiamata suddivisione dei compiti di governo appare del tutto evidente che i risultati migliori e più incisivi si ottengano da un lavoro svolto in sintonia tra gli enti e in sinergia di intenti ed obiettivi.
Di questa specifica problematica che interessa l'intero distretto idrografico si è fatta carico l'Autorità di Bacino del fiume Po, che sta gestendo appositi tavoli ai fini di monitorare la situazione e mettere in campo azioni condivise tra le regioni del bacino padano.
Partendo da questo scenario climatico in trasformazione, citato anche nell'interrogazione, la Regione Piemonte, nell'ambito dei compiti ad essa assegnati, ha intrapreso diverse azioni per cercare di far fronte a questa situazione.
Innanzitutto, con il Piano di tutela delle acque sono stati introdotti gli obblighi di rilascio del deflusso minimo vitale (tralascio le parti tecniche che saranno consegnate all'interrogante) e una diversa procedura di rinnovo di titoli di concessione delle grandi derivazioni irrigue da condurre contestualmente per asta fluviale con la contemporanea revisione delle derivazioni irrigue importanti che insistono sullo stesso corso d'acqua. Con questo strumento le autorità sono state messe in condizione di rivedere le superfici e le dotazioni irrigue assegnate a tutto il territorio interessato, allo scopo di adeguarle alla situazione odierna.
A questo fine, anche i contratti di fiume, dove attuati o in corso di impostazione, hanno rappresentato e rappresentano una possibilità importante per il dialogo dei diversi soggetti portatori di interesse.
Il PTA ha inoltre identificato come strumento idoneo a migliorare le condizioni complessive del bilancio idrico, la realizzazione in Piemonte di nuovi invasi artificiali a scopo multiplo.
Sul fronte dei controlli, la Regione, svolgendo il suo ruolo d'indirizzo e coordinamento territoriale, ha ripetutamente cercato di sensibilizzare le Province piemontesi sul tema e di condividere con loro strategie ed obiettivi attraverso tavoli tecnici e soprattutto nell'ambito della Conferenza delle risorse idriche.
Della questione del controllo in specifico si è occupata la Conferenza delle risorse idriche del 5 maggio 2011, nella quale la Regione ha proposto di coinvolgere anche ARPA Piemonte e altri soggetti che operano sul territorio per affiancare le Province nei controlli quantitativi, dando avvio, nel contempo, ad un lavoro di ricognizione delle reti di monitoraggio regionale e provinciale.
I tavoli tecnici si sono tenuti nel corso del 2011 e le informazioni acquisite tramite le Province hanno fatto emergere un quadro oggettivamente problematico, con difficoltà nell'attuazione del regolamento 8/R del 2007 da parte degli uffici provinciali.
In proposito, si rileva come il tema del controllo quantitativo sia inserito nel programma pluriennale di attività dell'ARPA.
L'obiettivo dell'Amministrazione regionale è quello di concertare con le Province un calendario d'incontri per i controlli quantitativi da effettuarsi in particolare nella stagione più siccitosa sui corsi d'acqua maggiormente critici.
Per concludere, si ritiene che la Regione abbia messo in atto e stia mettendo in campo gli strumenti normativi e di controllo che mirano a rispondere flessibilmente alle esigenze di verifica delle derivazioni e di tutela ambientale dei fiumi e, contemporaneamente, di utilizzo da parte dei comparti produttivi, pur nelle oggettive difficoltà di applicazione specialmente in condizione di magra dei corsi d'acqua.
Organizzare e rendere i controlli efficienti ed efficaci è dovere primario delle amministrazioni competenti per dare al territorio un chiaro segnale della volontà di far rispettare le regole identificando e reprimendo quantomeno le violazioni più eclatanti.
Le difficoltà sull'applicazione di queste sono specificate nei vari tavoli di concertazione con le Province.
Ribadisco all'interrogante, al di là del testo scritto con tutte le valutazioni tecniche, la disponibilità dell'Assessorato qualora ci fossero delle situazioni da monitorare.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliera Cerutti, per la replica.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta, che mi sembra molto particolareggiata. Abbiamo voluto porre una questione che sembrerebbe secondaria, ma non lo è. Sappiamo che si tratta di una questione di cui magari, si finisce per parlare soprattutto in estate, quando la portata dei fiumi è al minimo, ma sappiamo che si tratta di una questione importante tassello di tutto quello che è l'ecosistema piemontese.
Da questo punto di vista, avremo modo di ripercorrere tutte le considerazioni di carattere tecnico contenute nella relazione, e quindi avremo modo di comprendere quello che la Regione sta già mettendo in campo proprio perché riteniamo che questo fronte debba essere tenuto sotto stretto controllo.


Argomento: Boschi e foreste - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1572 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Tutela e salvaguardia bosco di faggi a Limone Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo, infine, l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1572.
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione si riferisce ad una problematica sollevata nel Cuneese, in particolare nel territorio di Limone Piemonte, in Val Vermenagna.
Nell'area urbana è presente un bosco che risponde ai requisiti della legge regionale n. 4 del 2009 sulla tutela dei boschi, che prevede il divieto della trasformazione del bosco, fatta salva l'eventuale autorizzazione rilasciata dalle amministrazioni competenti, ai sensi dell'articolo n. 146 del decreto legislativo n. 42/ 2004 e della legge regionale n. 45 del 9 agosto 1989.
L'area boscata interessa una superficie di più di 4000 metri quadrati una larghezza media di oltre 20 metri e gli alberi più vecchi hanno un'età vicina agli ottant'anni. Da sempre, questo tipo di bosco, ricopre un ruolo fondamentale, in generale e, in particolare, per quanto riguarda l'area di Limone, per la separazione dalla sede della ferrovia dall'abitato.
Ad un certo punto, chiediamo, per quanto di propria competenza, alla Regione, di capire quali sono le misure che si intendono adottare per il fatto che l'area sarà, probabilmente come da articoli apparsi sui giornali locali, trasformata e quindi questo bosco sparirà per lasciare spazio a rimesse interrate.
Al di là dell'estrema opposizione delle associazioni di tutela dell'ambiente locali, riteniamo di opporci anche noi. La richiesta è capire che tipo di attività, anche concertativa, si possa fare e che tipo di responsabilità possa prendere la Regione, rispetto a questa eventuale perdita che sarebbe assolutamente non sostituibile, pur avendo l'amministrazione comunale già dichiarato la messa di nuovi alberi in altra area.
Di fatto, la funzione, che è quella principale che quasi cento anni fa chi mise dimora questi alberi aveva indicato e previsto, non verrà più sostituita in alcun altro tipo di struttura.
Aspetto la risposta in quanto sta a cuore anche a molti degli abitanti della cittadini, perché si tratta di un nodo abbastanza importante.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sacchetto per la risposta.



SACCHETTO Claudio, Assessore regionale

Rispondo in base a quello che hanno scritto gli Uffici, poiché la tematica dipende dal Settore Montagna, che non è di mia stretta competenza.
In merito alla situazione oggetto dell'interrogazione, le Associazioni Legambiente e ProNatura nello scorso mese di gennaio, al fine di evitare l'abbattimento del bosco di faggi attualmente presente, hanno indirizzato al Settore Montagna una segnalazione con richiesta di valutare la possibilità di apporre il vincolo idrogeologico sull'area interessata dalla realizzazione di autorimesse interrate in Comune di Limone Piemonte.
In esito a detta richiesta, il Settore Montagna ha effettuato specifici accertamenti tecnici e verifiche in sopralluogo, i quali hanno evidenziato che non ricorrono le condizioni di instabilità idrogeologica dell'area per l'opposizione del vincolo ai sensi della l.r. 45/1989.
Si è rilevato peraltro che l'area in questione è senz'altro definibile come bosco ai sensi dell'articolo 3 della legge regionale n. 4/2009 (legge forestale) ed è pertanto soggetta alla disciplina contenuta nell'articolo 19 della stessa legge, che vieta la trasformazione del bosco, fatta salva l'eventuale autorizzazione rilasciata dalle Amministrazioni competenti.
Esclusa l'autorizzazione ex l.r. n. 45/1989, in quanto, come più sopra precisato, l'area non è sottoposta né è sottoponibile a vincolo idrogeologio, la trasformazione del bosco risulta perciò soggetta all'autorizzazione paesaggistica ai sensi del d.lgs. n. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio).
Con riferimento al d.lgs. n. 42/2004, si ricorda infatti che la superficie forestale presente sui mappali interessati dall'intervento, in quanto bosco, è di per sé sottoposta a tutela paesaggistica. Inoltre, i mappali in questione, come risulta nelle tavole della variante generale al PRGC del 2001, rientrano pressoché interamente nel vincolo delle bellezze naturali apposto ai sensi del RDL n. 1497/1939 che interessa parte del concentrico di Limone Piemonte.
Si osserva tuttavia che il vincolo paesaggistico-ambientale non ha valore assoluto, ma comporta un necessario regime autorizzatorio, in esito al quale potrà essere stabilito se l'intervento è realizzabile o meno.
Nello specifico, quindi, dovrà essere acquisita l'autorizzazione paesaggistica ai sensi dell'articolo 146 del d.lgs n. 42/2004 e della l.r.
n. 32/2008, rilasciata dal Comune previa istruttoria della Commissione locale per il paesaggio e a seguito di parere favorevole della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il punto relativo a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze".


Argomento: Nomine

Nomine (rinvio)


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 4) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Avevamo preso accordi, se c'erano le condizioni, di procedere alla nomina del Difensore Civico.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Chiedo all'Aula se è possibile rinviare l'elezione del Difensore Civico, perché era mia intenzione, ma anche credo dei Gruppi di maggioranza, incontrare i Capigruppo dell'opposizione per vedere se era possibile trovare un nome condiviso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
In merito alla chiusura del punto "Svolgimento interrogazioni e interpellanze", ricordo che non è stata data risposta all'interrogazione n.
552, che era all'o.d.g.



PRESIDENTE

No: l'interrogazione da lei citata non è a nostre mani e la relativa risposta non è pronta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

In merito all'intervento del Capogruppo del PdL Luca Pedrale, signor Presidente, vogliamo rappresentare all'Aula come da molti mesi a questa parte stiamo ascoltando sempre le stesse affermazioni.
Oggi si chiede il rinvio della nomina del Difensore Civico per favorire un incontro tra maggioranza e opposizione - è un refrain che abbiamo ascoltato più volte in Aula o nella Conferenza dei Capigruppo - ma poi questi incontri sistematicamente non hanno mai luogo nel corso della settimana. Allora voglio rappresentare e anche denunciare a lei e all'Aula il fatto che questa situazione sta bloccando la nomina del Difensore Civico da alcune settimane, come si sta bloccando per la stessa situazione, da tre anni a questa parte, la nomina del Garante delle persone private della libertà personale.
E questo non è per responsabilità del fatto che tra maggioranza e opposizione non c'è confronto, ma è per responsabilità del fatto che su questi temi, che richiedono delle maggioranze qualificate, la maggioranza non ricerca alcuna occasione di confronto con le opposizioni. Non è un bel modo di andare avanti quello di invocare continuamente lo spostamento o il non luogo a procedere alle nomine di persone che svolgono una funzione importante all'interno dell'istituzione Regione.
Abbiamo avuto modo di esplicitarglielo in modo ripetuto durante la Conferenza dei Capigruppo: noi a questo atteggiamento non ci siamo mai stati e non ci stiamo, per cui noi siamo contrari a rinviare la nomina del Difensore Civico.



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, ho preso nota della sua osservazione, che peraltro riflette una posizione chiara, che le riconosco e che viene anche espressa sempre all'interno della Conferenza dei Capigruppo.
A tal proposito, se l'Aula acconsente, non procederei alla distribuzione delle schede, perché sarebbe una formalità con esito scontato, essendoci la necessità della maggioranza dei due terzi e dopo l'intervento del Consigliere Pedrale.
Di contro, però - Consigliere Pedrale, mi scusi - anche rispetto all'intervento che ha fatto il Consigliere Reschigna, è vero che l'Ufficio del Difensore Civico è sostanzialmente operativo perché l'attuale è in regime di prorogatio, però è altrettanto vero, insomma, che ormai sono un po' di settimane che dovremo procedere alla nomina del nuovo Difensore Civico, che avevamo un po' accantonato durante il periodo della campagna elettorale per poter poi procedere in seguito.
Posso fare questa raccomandazione, così almeno diamo una risposta più organica alle esigenze complessive? Oggi è martedì e domani alle ore 13 siamo convocati in sede di Conferenza dei Capigruppo; la invito, Presidente Pedrale, tra la giornata di oggi e la prima parte della mattinata di domani, a dare corso a quest'incontro con le opposizioni e a riferirne l'esito nella riunione dei Capigruppo, in modo che lì si possa fare una valutazione per accertare se ci sono le condizioni - come la Presidenza auspica - di procedere alla nomina del Difensore Civico martedì prossimo.
Le chiederei questa cortesia e credo che potrebbe essere anche una garanzia per tutti il fatto che si possano svolgere degli incontri con un esito, qualunque esso sia; poi l'esito dipende dal confronto e quindi non mi permetto di fare previsioni: è del tutto evidente.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Presidente, accolgo il suo invito, però mi occorre fare due precisazioni.
Nella passata legislatura il regime di prorogatio del Difensore Civico è durato ben oltre il periodo che viene citato in questa legislatura. Altre volte, poi, il problema è che quando ci si incontra con alcuni Capigruppo dell'opposizione ve ne sono altri che si lamentano perché non sono consultati. Da questa parte, quindi, non è mancata la buona volontà, nel passato, di trovare un confronto.
A questo punto approfitterei - perché a volte è anche un problema logistico di tempo - della Conferenza dei Capigruppo di domani (se non vado errato, alle ore 13): o mezzora prima o dopo il termine della riunione i Capigruppo di maggioranza e minoranza si fermano e discutono di questo argomento.
Altre volte, infatti, ho provato a riunire i vari Capigruppo, ma per motivi di impegni istituzionali, sicuramente legittimi, è stato davvero difficile trovarsi tutti insieme.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Stara.



STARA Andrea

Chiederei però che al prossimo Consiglio, al di là di come vadano possibili incontri, si voti: al di là del fatto che non si raggiunga o non si possa raggiungere un risultato auspicabile, anche quello è un esercizio che mostra a tutti le responsabilità di cui ognuno è portatore.
Chiederei quindi, se oggi evitiamo di votare, di farlo il prossimo Consiglio.



PRESIDENTE

Affronteremo il tema domani alla Conferenza dei Capigruppo, ma le dico a suo conforto - come abbiamo fatto altre volte - che questo è il mio intendimento. Gli esiti, poi, sono nella sovranità e negli accadimenti di questo consesso, di cui rappresento un sessantesimo.
La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Sono assolutamente d'accordo con quello che è stato deciso e illustrato sia da lei, Presidente, sia dal Consigliere Pedrale: domani discutiamone al margine della Conferenza dei Capigruppo, se si ritiene.
Chiedo però agli Uffici di sapere per quanti mesi è stata in sospeso la nomina del Difensore Civico nella passata legislatura, quando la maggioranza non era composta dal centrodestra, ma era composta, sotto la guida della Presidente Bresso, dal centrosinistra: chiedo agli Uffici che mi dicano quanto - quanti mesi - è stata in sospeso. Grazie.



PRESIDENTE

Le faremo sapere, Consigliere Carossa.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, Presidente Pedrale veda se è possibile con uno sforzo congiunto fare questo incontro: mettetevi d'accordo. Una soluzione potrebbe essere anche quella che vi vediate domani mattina a mezzogiorno e mezzo e che si ritardi un po' l'inizio della riunione ufficiale dei Capigruppo, per il tempo che serve.
Io mi avvicino verso le ore 13 e poi, se serve più tempo, non c'è alcun tipo di problema.
Per quanto attiene al Garante delle persone private delle libertà personali, Consigliere Reschigna, ne parleremo adesso perché - com'è noto dobbiamo affrontare, dopo l'esame del disegno di legge n. 225, la proposta di legge n. 188.
Siamo in attesa dell'imminente arrivo dell'Assessore Cavallera per l'inizio della discussione sul disegno di legge n. 225.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.51 riprende alle ore 11.53)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame disegno di legge n. 225, inerente a "Modifiche all'articolo 8 della legge regionale 6 agosto 2007, n. 18 (Norme per la programmazione socio sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale)"


PRESIDENTE

Come ho detto prima, dobbiamo trattare il disegno di legge n. 225 inerente a "Modifiche all'articolo 8 della legge regionale 6 agosto 2007 n. 18 (Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale)", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato dalla Commissione competente nella seduta del 6 settembre 2012, a maggioranza.
Relatrice del provvedimento è la Consigliera Spagnuolo, che non è presente, dunque diamo per letta la relazione, il cui testo recita: "Illustre Presidente Egregi Consiglieri il presente disegno di legge apporta modifiche alla legge regionale 18 del 2007 al fine di disciplinare le modalità di esercizio associato delle funzioni relative ai servizi sociali mediante la delega all'azienda sanitaria locale, fattispecie già prevista dal comma 3 dell'articolo 3 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n.
421, ai sensi del quale "L'unità sanitaria locale può assumere la gestione di attività o servizi socio-assistenziali su delega dei singoli enti locali con oneri a totale carico degli stessi, ivi compresi quelli relativi al personale, e con specifica contabilizzazione", e già recepita dall'ordinamento regionale al comma 3 dell'articolo 9 della legge regionale 8 gennaio 2004, n. 1 (Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento) ai sensi del quale 'Per la gestione associata delle funzioni i comuni adottano le forme associative previste dalla legislazione vigente che ritengono più idonee ad assicurare una ottimale realizzazione del sistema integrato degli interventi e servizi sociali, compresa la gestione associata tramite delega all'ASL, le cui modalità gestionali vengono definite con l'atto di delega.'.
Il presente disegno di legge si propone, nel caso di delega della gestione dei servizi sociali all'azienda sanitaria locale, di pervenire ad un riconoscimento a livello legislativo del ruolo e delle funzioni in capo ai sindaci e di sancire l'obbligo della coincidenza territoriale tra distretto e ambito della gestione dei servizi sociali.
Il disegno di legge giunge all'attenzione dell'Aula profondamente modificato dai lavori in commissione: la IV Commissione consiliare infatti, ha dovuto prendere atto di un quadro normativo nazionale e regionale modificato, ed ha registrato l'accoglimento, da parte della Giunta regionale, di alcuni significativi emendamenti.
Per quanto riguarda il primo aspetto, relativo al quadro normativo di riferimento, la disciplina introdotta con la legge finanziaria n. 191 del 2009 al comma 186 dell'articolo 2 (che ha imposto la soppressione dei consorzi di funzioni tra enti locali), ha un impatto rilevante sulla realtà piemontese, in cui la distribuzione territoriale ed amministrativa della popolazione è caratterizzata da un elevato numero di piccoli comuni: l'88 dei 1206 comuni complessivi ha meno di 5000 abitanti, quasi il 50% (pari a 597 comuni) ne ha meno di 1000. Proprio sull'ambito di applicazione di questa disposizione è stata chiamata a pronunciarsi su iniziativa di enti locali, e più volte, la Corte dei Conti. Successivamente, il decreto legge 95 del 2012, così come convertito dalla legge 135, all'articolo 9, commi 1 e 1 bis, pur non contenendo una formale ed esplicita abrogazione della suddetta norma relativa alla soppressione dei consorzi di funzioni, ha introdotto una deroga ad obblighi di soppressione, accorpamento, riduzione degli oneri finanziari per gli enti e le istituzioni che gestiscono servizi socio assistenziali (ed educativi e culturali).
Proprio a tale norma fa riferimento la recentissima legge regionale n.
11 del 2012, laddove tratta della gestione associata della funzione socio assistenziale (articolo 1, comma 5).
Tali recenti interventi del legislatore nazionale e regionale, che pure hanno riaperto all'interno del sistema delle autonomie locali, nonché in questa Aula, il dibattito rispetto alla forma gestionale consortile, non impattano sull'applicabilità e sull'utilità delle disposizioni di cui al presente disegno di legge.
Esso è stato oggetto di consultazioni on line, dalle quali è emersa una considerazione unanimemente positiva rispetto all'accrescimento del ruolo delle autonomie locali nei confronti dell'azienda sanitaria locale, ed è stato inoltre trasmesso per il parere di competenza al Consiglio delle autonomie locali, il quale si è espresso favorevolmente.
Per quanto riguarda la fase dell'esame in Commissione, essa ha visto pur nel corso di una unica seduta, un ampio e approfondito dibattito che si è concluso con una decisa riformulazione del testo, condivisa dalla Giunta regionale.
In particolare sono stati presentati e accolti due emendamenti. Il primo ha soppresso il comma 5 ter, che ammetteva la possibilità della non coincidenza tra ambito territoriale dei comuni deleganti l'esercizio delle funzioni sociali tramite delega all'ASL e ambito territoriale del distretto. Il secondo emendamento ha introdotto il principio dell'obbligatorietà di tale coincidenza in caso di delega all'ASL.
Il disegno di legge regionale, oggi è all'attenzione dell'Aula, consta di 2 articoli.
L'articolo 1 modifica l'articolo 8 della legge regionale 18 del 2007 andando ad individuare e specificare le funzioni del comitato territoriale socio sanitario dei sindaci nel caso in cui la gestione dei servizi sociali avvenga tramite la delega all'ASL. Tali funzioni attengono non solo alla programmazione dei servizi sociali stessi ma prevedono l'espressione di un parere vincolante, per la parte relativa la delega, su tutti i provvedimenti adottati dal direttore generale dell'azienda sanitaria: il bilancio di previsione e di esercizio, le relative variazioni l'assestamento ed il rendiconto di gestione.
L'articolo 2 modifica l'articolo 22 della stessa legge regionale introducendo il principio dell'obbligatorietà della coincidenza territoriale tra distretto e ambito dell'esercizio delle funzioni sociali nel caso di gestione tramite delega all'ASL.
Giova a questo proposito ricordare come lo stesso articolo 22, al comma 1, definisca la coincidenza fra gli ambiti territoriali dei distretti e quelli degli enti gestori dei servizi socio assistenziali come la "forma idonea per la gestione ottimale delle funzioni sociosanitarie" e la consideri "obiettivo di piano da raggiungere". Non solo: il comma 1 bis individua nel "comitato territoriale sociosanitario dei sindaci" l'organo di partecipazione alla programmazione sanitaria e sociale in caso di coincidenza territoriale tra i due ambiti territoriali; il comma 2 prevede la promozione e l'incentivazione, da parte della Regione, di tale coincidenza territoriale.
Inoltre, il Piano Socio Sanitario, approvato con deliberazione del Consiglio regionale ad aprile di quest'anno (DCR 3 aprile 2012, n. 167 14087), ha confermato la centralità dell'ambito distrettuale all'interno dell'assetto istituzionale del servizio sanitario regionale affermando che il territorio dei distretti 'costituirà l'ambito strategico-istituzionale per rafforzare e rendere maggiormente efficaci ed efficienti non solo le singole funzioni, ma anche l'erogazione dei servizi diretti ai cittadini.
L'ambito territoriale del distretto deve, al fine di assicurare lo svolgimento delle prestazioni dell'area dell'integrazione socio sanitaria garantire l'effettiva fruibilità dei servizi ed il necessario raccordo con il soggetto gestore dei servizi socio-assistenziali in una logica di razionalizzazione e contenimento della spesa.
Lo stesso PSSR, nel richiamare una normativa nazionale in evoluzione ma comunque orientata ad una profonda revisione dei modelli di esercizio delle funzioni fondamentali da parte dei comuni, rilevava la necessità di "identificare un nuovo rapporto con le Autonomie locali e le relative assemblee elettive nel territorio, che esprimono il bisogno e la domanda di servizi sanitari, socio-sanitari e sociali del territorio'.
La modifica all'articolo 22, oggetto della proposta in esame, si inserisce pertanto in maniera coerente all'interno dell'ordinamento regionale, già complessivamente e chiaramente orientato ad un crescente coordinamento a livello distrettuale tra la dimensione sanitaria e quella sociale".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Approfitto dell'intervento in discussione generale su questo disegno di legge, rispetto al quale non abbiamo grandissime perplessità, per porre approfitto della presenza in Aula dell'Assessore Cavallera - all'Assessore e a lei una questione che per noi è fondamentale.
Giovedì scorso si è svolta la IV Commissione del Consiglio regionale al termine della quale, quando l'Assessore Cavallera era già uscito per un altro impegno, ho posto al Direttore dell'Assessorato alla sanità il tema di una immediata trasmissione alla IV Commissione del Consiglio regionale della copia del verbale dell'ultimo tavolo nazionale in materia di sanità.
Siamo a martedì e non risulta ancora trasmesso questo documento.
Ora, credo sia un diritto dei Consiglieri regionali avere questo verbale, perché in questo verbale ci sono gli elementi fondamentali, per quello che è dato sapere anche dalla stessa relazione svolta dall'Assessore Cavallera giovedì scorso in IV Commissione, che dovrebbero ridefinire il nuovo piano di rientro della Regione Piemonte per quanto riguarda la sanità.
Non vedo la ragione e non credo che l'Assessore Cavallera voglia tenere nascosto il verbale. Chiedo che entro la giornata odierna ci sia trasmesso la copia del verbale, anche in relazione al fatto che giovedì avremo un nuovo appuntamento in IV Commissione del Consiglio regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Si tratta di un atto intermedio che non è stato posto a segretezza quindi anche se non è dell'Ente dovrebbe essere messo a disposizione dei Consiglieri. Se l'Assessore ha preso l'impegno in questo senso...
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Non c'è problema, anche perché è arrivata ieri la cosiddetta diffida e quindi rilancio: farò pervenire sia copia della diffida firmata dal Presidente del Consiglio sia anche il verbale del tavolo. Per prudenza aspettavamo di vedere la diffida qualora avesse integrato o modificato, ma sostanzialmente si è concentrata sulla questione degli 864,045 e quindi l'unione dei due documenti farà comprendere ai Consiglieri l'insieme delle problematiche.
Comunque, senz'altro nel pomeriggio, quando saranno evase le interrogazioni a risposta immediata, una volta ritornato in Assessorato preparerò gli atti per la trasmissione.



PRESIDENTE

Bene. Quindi farà pervenire al Consiglio e poi lo faremo pervenire a chi lo richiede, cominciando dal Consigliere Reschigna.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Intervengo unicamente per porre una questione, essendo stata posta con forza da mesi e, in ultimo, nella Commissione di giovedì scorso, perché c'è un'attinenza diretta tra questa discussione e la questione che voglio porre: il tema delle Federazioni, Assessore Cavallera.
Ci siamo lasciati la settimana scorsa e, come ricordava il Consigliere Reschigna, lei aveva un impegno e ha lasciato anzitempo la Commissione però con l'esigenza di conoscere qual è l'orientamento della Giunta su questo argomento.
Alla fine, in riunione è emerso, anche come orientamento di massima che la Giunta intende presentare un disegno di legge con cui chiudere diciamo così, la vicenda delle Federazioni.
Faccio presente che, se questo è l'orientamento, abbiamo anche un problema di tempi e di urgenza, nel senso che le Aziende Sanitarie Locali devono fare l'atto aziendale entro il 7 luglio, ma lei sa benissimo che una cosa è compiere l'atto aziendale in assenza delle Federazioni, altra cosa è farlo in presenza, invece, delle Federazioni.
Per non ricordare il fatto che questa confusione e questa indeterminatezza rischiano soltanto di aggiungere problemi a problemi mentre invece abbiamo bisogno - e lo abbiamo ribadito durante la riunione della Commissione - che sulla vicenda venga introdotto un elemento di chiarezza e venga detta finalmente una parola chiara e definitiva.
In questo contesto, le ricordo ciò che le ho scritto nei giorni scorsi e cioè che sarebbe salutare e utile, per quanto riguarda le vicende relative alle gare d'appalto del nuovo ospedale di Biella, in attesa che venga presentato il disegno di legge con cui vengono soppresse le Federazioni, la questione delle 113 gare, che devono essere bandite per rendere possibile l'inaugurazione del nuovo ospedale, venga portata in capo all'Azienda Sanitaria Locale.
una questione che il nostro Gruppo pose in occasione delle discussioni sulle Federazioni. Naturalmente, allora ci scontrammo contro un muro di gomma, ma questa questione è sicuramente attualissima.
Quindi, riassumendo, primo problema: ci dica quando la Giunta presenta il disegno di legge sulla soppressione delle Federazioni, perché c'è un problema di urgenza dei tempi per fare chiarezza ed evitare confusione e indeterminatezza all'interno del sistema.
Secondo problema, le ricordo le questioni che riguardano il nuovo ospedale: abbiamo perso un anno perché abbiamo deciso di porre questa responsabilità in capo alla Federazione sanitaria. Decidiamo, perché ormai l'esperienza è lì a dimostrare che quello è stato un errore. Ripariamolo al più presto, perché se no perdiamo altri mesi preziosi.



PONSO TULLIO



PRESIDENTE

Grazie, collega Ronzani.
Non essendoci altre richieste di intervento, passerei all'esame dell'articolato e alla votazione del disegno di legge 225.
Il numero legale è 29.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato SÌ 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 19 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Diritti umani - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Benessere animale

Esame proposta di legge n. 188, inerente a "Abolizione del Garante per i diritti degli animali, del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza e del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 188, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca, relatore

Grazie, Presidente.
Questo è un progetto di legge sottoscritto anche dagli altri Gruppi della maggioranza.
Come abbiamo già evidenziato in altre occasioni, è un progetto di legge che non vuole non essere sensibile alle problematiche che riguardano il tema delle persone sottoposte a misure restrittive di detenzione tutt'altro: il nostro è un provvedimento che va nella direzione del contenimento dei costi dell'attività della Regione.
Al di là dell'indennità definita per il Garante in sé, sappiamo come questi organismi determinino inevitabilmente dei costi - l'esperienza lo dimostra - poiché alla fine bisogna comunque dotare il Garante, come prevede la stessa legge istitutiva, di uffici, di personale e quindi di una serie di strutture che comportano un onere per l'Ente regionale. Noi riteniamo che il problema delle persone sottoposte allo stato di detenzione sia un problema gravissimo. Il sovraffollamento delle carceri è un problema che ha l'Italia e che, purtroppo, tutti i Governi che si sono succeduti in questi anni non hanno affrontato con decisione né costruendo nuovi istituti penitenziari né pensando a misure alternative alla detenzione, per cui il problema rimane tale e quale.
Addirittura, ho scoperto che ci sono anche alcuni istituti di pena finiti, terminati, ma incredibilmente non aperti, non attivati, per cui si continua ad ammassare gente nelle stesse case circondariali, con problemi seri. Ovviamente, in queste condizioni, in quasi tutti gli istituti di pena non è possibile svolgere il tema della rieducazione, della possibilità di avere spazi per indirizzare queste persone verso un'attività professionale con una conseguente situazione di tensione sia per chi è detenuto sia per il personale di sorveglianza della Polizia Penitenziaria, ma anche con difficoltà per gli operatori socio-culturali e per i volontari che operano all'interno di questi istituti.
Quindi - sia ben chiaro - nessuno sottovaluta questo problema, che è un problema grave e che l'Italia, forse più di altri Paesi, ha voluto accantonare e non ha voluto affrontare con decisione in questi anni. Spero che anche su questo tema il Governo nazionale, che ha la competenza su queste materie e che riguardano il Ministero di Grazia e Giustizia, ponga l'attenzione. Mi auguro che perlomeno vengano aperti quegli istituti già completati e che non so se per problemi di personale, ma in alcuni casi non penso neanche - credo per meri problemi burocratici - siano stati aperti e quindi utilizzati. Questo, comunque, potrebbe in qualche misura allentare la tensione e il sovraffollamento in alcuni istituti.
Detto ciò e ritornando invece alle nostre competenze, riteniamo positive le esperienze di molte altre Regioni italiane, dove le competenze di attenzione per le persone in condizione di detenzione sono svolte dal Difensore Civico regionale. Non capisco perché ciò che funziona in altre Regioni italiane non debba essere utilizzato e non possa funzionare adeguatamente anche in Piemonte. Per questa motivazione, chiediamo semplicemente che venga abolita la figura del Garante, non per i motivi che ho in premessa indicato, ma semplicemente per contenere una spesa economica rispetto a una funzione e a una serie di attività che riteniamo, sulla base delle esperienze positive delle altre Regioni (vedi la vicina Regione Lombardia, ma anche Regioni del Sud), possano essere svolte tranquillamente dal Difensore Civico.
Il Difensore Civico avrà magari bisogno di personale attento e più preparato su queste tematiche, d'accordo, ma si potranno fare dei corsi di formazione su questi argomenti per una parte del personale che ha a disposizione, in maniera tale che ci si avvicini a queste tematiche nella maniera più idonea e più preparata possibile.
Ad ogni modo, ritengo davvero che questa sia una delle occasioni dove si riesce ugualmente a essere vicini ai problemi di queste persone e di tutto il mondo carcerario, quindi non solo delle persone detenute, ma anche di tutto ciò che vi è in questo ambiente, e nello stesso tempo fare un significativo risparmio nelle casse dell'Ente Regione.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Comunicazione della Giunta regionale in merito al ricorso del Comune di Settimo Torinese contro la costituzione del Comune di Mappano


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Il mio è solo un intervento incidentale per chiedere all'Aula se l'Assessore Molinari può svolgere adesso la comunicazione sulla questione relativa al Comune di Mappano e all'iter giudiziario che si è aperto poiché nel pomeriggio ha altri impegni istituzionali.
Chiedo se è possibile sospendere la trattazione della proposta di legge n. 188 per il tempo della comunicazione, tempo che non ritengo sia lunghissimo, al fine di poter conoscere dall'Assessore le ultime novità relative a questo argomento.



PRESIDENTE

C'è la disponibilità dell'Assessore? L'Aula acconsente? Grazie.
Allora, Assessore Molinari, prenda pure la parola.



MOLINARI Riccardo, Assessore agli enti locali

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa, perché oggi nel pomeriggio ho un appuntamento istituzionale sul territorio in provincia di Alessandria.
In merito alla vicenda che riguarda il Comune di Mappano, come voi sapete (è inutile fare l'excursus storico della vicenda), quest'anno è stata approvata la legge regionale n. 1/2013, che ha istituito il Comune di Mappano; di conseguenza, si è avviata la fase operativa della nascita del Comune stesso.
Questa fase ha visto la nomina, da parte della Prefettura di Torino, di un Commissario prefettizio, il quale ha avviato le procedure di costituzione effettiva del nuovo Comune e intrapreso una serie di operazioni, tra cui la formazione dell'anagrafe del Comune di Mappano, con tutti gli iter burocratici annessi.
Si è aperto un rapporto di dialogo tra il Commissario e la Regione. Il Commissario ha richiesto esplicitamente alla Regione Piemonte un contributo economico per l'avvio delle procedure elettorali, in quanto le elezioni del Comune di Mappano, essendo stato istituito a gennaio di quest'anno sarebbero rientrate nel turno amministrativo di questa primavera (maggio di quest'anno).
In virtù di ciò, è stata presentata in Giunta una delibera che ha previsto una convenzione tra la Regione Piemonte e il Commissario del Comune di Mappano, che è il soggetto che ha la rappresentatività giuridica dell'Ente.
Tale proposta di convenzione tra Regione e Comune di Mappano prevedeva un'anticipazione di 50.000 euro al Comune di Mappano per poter adempiere alle pratiche inerenti alle elezioni amministrative, con l'impegno, da parte del Commissario, di restituire questa cifra entro la fine dell'anno 2013 o eventualmente, nel caso in cui non fosse riuscito a restituirla, di andare a scalare questo contributo sui futuri contributi regionali che sarebbero spettati al Comune di Mappano.
In questo iter è arrivato il ricorso al TAR avviato dal Comune di Settimo e dagli altri Comuni il cui territorio è interessato dalla nascita del Comune di Mappano. Il TAR del Piemonte ha dato una sospensiva sui vari atti amministrativi inerenti alla nascita del Comune di Mappano e anche sugli atti del Consiglio regionale.
Quindi, è sospesa la nostra legge istitutiva, sono sospesi gli atti della Commissione consiliare che ha analizzato il procedimento di nascita del Comune e sono sospesi gli atti prefettizi di nomina del commissario e tutti gli atti amministrativi realizzati dal commissario stesso.
evidente che questo comporta la sospensione delle elezioni, perché in questo stato di cose non c'è una figura che ha la rappresentanza giuridica del Comune, perché anche la figura del commissario è sospesa. La Giunta regionale ha sospeso l'iter di sottoscrizione di questo accordo, perché è venuta meno l'esigenza delle elezioni.
Per quanto riguarda l'atteggiamento da avere in corso di causa nel dibattito giudiziario presso il Tribunale Amministrativo, la Giunta regionale e l'Avvocatura non hanno fatto ricorso alla sospensiva, in quanto la seduta di dibattimento ordinario al TAR è programmata per il 13 giugno.
Quindi, non aveva senso andare a fare un ricorso sulla sospensiva, perch le elezioni sarebbero comunque saltate e abbiamo la discussione di merito al 13 giugno.
Questo è l'inquadramento attuale.
Il motivo di sospensione e il motivo su cui è fondato il ricorso dei cinque Comuni avverso alla legge del Consiglio regionale e della Regione Piemonte che istituisce il Comune di Mappano è il fatto che nella legge approvata (la n. 1/2003) non sarebbe prevista la dotazione finanziaria e il costo per l'Amministrazione regionale per la nascita del Comune.
Gli uffici della Regione e l'Avvocatura ritengono però che la legge sia comunque scritta nella maniera corretta, in quanto essendo Mappano un Comune ed essendo il Comune un Ente costituzionale, esiste già un quadro normativo generale che prevede quali sono le dotazioni finanziarie che deve avere un Comune.
Pertanto, a quanto valutato dagli uffici, è stato corretto non inserire all'interno della legge una dotazione finanziaria aggiuntiva da parte della Regione, in quanto il Comune, essendo un Ente costituzionale, ha già fonti di finanziamento garantite dal quadro normativo generale.
Inoltre, a sostegno della buona volontà della Regione, credo che anche la DGR portata in Giunta ed approvata sulla bozza di convenzione con il Comune di Mappano per lo start-up democratico dell'Ente, cioè per andare incontro al commissario e avviare le procedure per le elezioni, abbia dimostrato la buona fede della Regione a sostegno dell'Ente che ha costituito con propria legge.
Dal 13 giugno p.v. si aprirà il contenzioso in sede giudiziaria e si vedrà cosa succederà.
Visto che abbiamo ricevuto un'ulteriore nota da parte del commissario (ora sospeso) di Mappano per rispondere dei costi effettuati per quanto riguarda l'istituzione dell'anagrafe ed altre spese avviate, quella convenzione che era stata pensata per pagare la fase delle elezioni pu essere cambiata e può servire a dare al Comune di Mappano l'anticipazione per pagare le spese che ha sostenuto fino ad oggi, in particolare le spese di anagrafe e di segreteria.
Questo è il quadro della situazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Non so se l'Assessore, che non è avvocato, sia in grado di dirci quale potrebbe essere il prosieguo dell'iter per il Comune di Mappano.
Se a giugno il TAR dicesse che il Comune di Mappano non può, non poteva e non potrà essere costituito, la Regione che cosa intende fare, visto che l'abbiamo costituito con una legge nostra? Andiamo avanti nella causa? Insistiamo e riteniamo che quella legge che il Consiglio ha approvato invece merita che l'Amministrazione regionale la difenda? Volevo capire dall'Assessore, se può dirmelo, che cosa succederà dopo il 13 giugno se il TAR dicesse che i Comuni che si sono opposti e che hanno fatto ricorso hanno ragione ad opporsi, e quindi se il Comune di Mappano in qualche modo non esisterebbe.
una situazione piuttosto insolita, ma volevo capire come intendiamo procedere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Molinari.



MOLINARI Riccardo, Assessore agli enti locali

Chiedo scusa se non sono stato chiaro su questo aspetto.
evidente che il 13 giugno, nel momento in cui la Regione Piemonte resiste in giudizio è perché difende la propria legge, quindi difende il diritto del Comune di Mappano ad esistere, come sancito dalla legge n.
1/2003.
Anche perché, come ho spiegato prima, a nostro avviso, la redazione della legge stessa, dove non è prevista una spesa iniziale da parte della Regione, è perfettamente legittima. Nel caso in cui il TAR ci desse indicazioni diverse, si potrebbe intervenire correggendo la norma istitutiva, però ovviamente l'intenzione è quella di difendere l'atto del Consiglio regionale, in quanto è una legge, quindi è nostro dovere difenderla.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Chiedevo invece una cosa opposta a quanto ha chiesto il collega Boeti.
Nel caso in cui il 13 giugno il TAR ci desse ragione, è possibile aprire una finestra elettorale autunnale? Chiedo solo questo, cioè se nella prassi elettorale c'è una finestra ulteriore, oppure bisogna comunque aspettare la prossima primavera insieme alle prossime elezioni amministrative ed eventualmente quelle europee.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Molinari.



MOLINARI Riccardo, Assessore agli enti locali

Questo purtroppo non dipende da noi, perché la tornata amministrativa e la tornata dei Comuni rientra all'interno di una legge nazionale, che prevede delle finestre annuali per le elezioni. La tornata amministrativa si svolge in primavera, quindi nella speranza che si risolva il problema e venga sancita l'ufficialità della nascita del Comune di Mappano, si andrebbe a votare l'anno prossimo.
Vi do un altro elemento per quanto riguarda i mappanesi, cioè i cittadini del Comune, visto che una delle preoccupazioni è il fatto che abbiamo dei cittadini che risulterebbero ora cittadini di un Comune fantasma o, comunque, di un Comune sub iudice.
Abbiamo avuto delle rassicurazioni dalla Prefettura e da parte del commissario sul fatto che è stata istituita l'anagrafe del Comune di Mappano, quindi i nascituri sul territorio di Mappano saranno iscritti a quella anagrafe e le eventuali cancellazioni vengono attuate su quella anagrafe. Al contempo, però sono state mantenute intatte le anagrafi dei cinque Comuni da cui Mappano è nato.
Quindi, non abbiamo il problema di avere persone che non risultano iscritte a nessuna anagrafe, perché in questa fase non sono stati cancellati i nominativi dalle anagrafi di pertinenza. Questo che era il problema più cogente, che ci hanno manifestato anche i mappanesi, dovrebbe essere accantonato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Franchino; ne ha facoltà.



FRANCHINO Sara

Grazie, Presidente.
Approfitto anch'io della disponibilità dell'Assessore Molinari per due questioni tecniche.
Solo se è possibile, vorrei conoscere meglio quali siano state le domande formulate dal ricorrente.
Ho già colto dalle risposte che ha dato agli altri colleghi che hanno formulato le domande prima di me, ma volevo sapere se ci sia già stato un atto di costituzione formale della Regione, visto che è inteso che c'è la volontà di utilizzare la propria qualità di resistente, oppure se debba ancora verificarsi formalmente. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Molinari.



MOLINARI Riccardo, Assessore agli enti locali

Sulla costituzione formale in giudizio, è una domanda che bisognerebbe porre all'Assessore Pichetto, che ha la delega all'Avvocatura. Questo non glielo so dire, ma posso informarmi.
Per quanto riguarda le questioni del ricorso che hanno portato alla sospensiva degli atti del commissario prefettizio e della legge regionale il punto principale è quello che nella legge regionale non sarebbe stata prevista una forma di finanziamento al Comune di Mappano. Quello è il nodo su cui verte la causa amministrativa e su cui è basata anche la sospensiva degli atti. Quello è il punto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Franchino; ne ha facoltà.



FRANCHINO Sara

Quindi, la domanda è tesa a creare degli strumenti o delle soluzioni per il finanziamento o a dichiarare la nullità della norma?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Molinari.



MOLINARI Riccardo, Assessore agli enti locali

Il ricorso ovviamente è finalizzato a sancire la non legittimità della nascita del Comune di Mappano. Questo è chiaro, perché non è un ricorso ad adiuvandum del Comune quello fatto dagli altri Sindaci. È evidentemente un ricorso fatto perché il Comune di Mappano non ci sia più.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il punto.


Argomento: Diritti umani - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Benessere animale

Esame proposta di legge n. 188, inerente a "Abolizione del Garante per i diritti degli animali, del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza e del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione del disegno di legge n. 188, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Siamo in fase di discussione generale.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Intervengo nella descrizione delle intenzioni della proposta di legge così come l'ha espressa il Consigliere Pedrale, per tentare di rendere evidente anche al Consiglio regionale quanto, ormai da molti mesi, mi sembra evidente.
Ho sempre ritenuto che il deposito di questa proposta di legge fosse un'iniziativa strumentale rispetto ad un ragionamento politico da parte della maggioranza del Consiglio regionale, la quale, non volendo dichiarare la propria indisponibilità all'istituzione di questa/queste figure di garanzia - è assolutamente esplicito il fatto che si è sempre parlato del Garante dei diritti del detenuto, è li che insiste la resistenza della maggioranza - ha cercato, con la presentazione della proposta di legge, di addurre delle ragioni oggettive. Però, non potendo fare il processo alle intenzioni, ho voluto verificare le condizioni oggettive sulle quali il Consigliere Pedrale insisteva.
Svolgendo le verifiche del caso, ho avuto la prova lampante che la proposta di legge avanzata è priva di ogni evidenza oggettiva e di ogni motivazione confrontabile con le altre Regioni. Quindi, è originata esattamente da un pregiudizio politico, perché è priva di evidenza oggettiva.
stato ripetutamente detto che molte altre Regioni hanno fatto coincidere la figura del Garante dei diritti delle persone prive della libertà personale con quella del Difensore Civico. Questa informazione non è veritiera. Le Regioni che hanno fatto coincidere il Difensore Civico e il Garante dei detenuti - se così vogliamo chiamarlo, per brevità - sono soltanto tre: la Lombardia, il Molise e la Valle d'Aosta.
Se qualcuno ritiene che sia comparabile la situazione della Valle d'Aosta, che ha tre istituti penitenziari, con quella del Piemonte, che ne ha19, quindi che quella debba essere l'assimilazione, può provare a giustificare questa presa di posizione.
Le Regioni con un numero di sedi carcerarie analogo a quello del Piemonte, con l'eccezione della Lombardia, hanno tutte il Garante dei diritti del detenuto.
Dopo avere confutato che la maggioranza delle Regioni, o molte Regioni hanno fatto coincidere le due figure, mi appresto ad esprimere la seconda motivazione di ordine oggettivo, vale a dire la questione del contenimento dei costi.
Ora, una delle Regioni che ha fatto coincidere le due figure, quella del Molise, che peraltro ha un numero di strutture carcerarie inferiore rispetto al Piemonte, ha dotato la figura del Difensore Civico/Garante di una struttura amministrativa composta di 12 funzionari.
Allora, vorrei sapere dove insista la cosiddetta "ragione del risparmio" che il Capogruppo del PdL ha invocato richiamando tutti alla sensibilità. Infatti, è del tutto evidente che, se volessimo trasferire sul Difensore Civico la funzione di garanzia relativa alla condizione carceraria e le altre, dovremmo, in analogia con le altre Regioni, seguendo il ragionamento del Consigliere Pedrale, dotare la struttura del Difensore Civico almeno delle condizioni organizzative adottate nelle Regioni tanto citate. Quindi, provvedere ad aumentare la dotazione del personale passando da due a 12 unità, per addivenire alla situazione che il Molise ha scelto di realizzare. A meno che, ovviamente, non si ritenga che, invece il Piemonte non solo non debba accodarsi in modo positivo alle Regioni che hanno i Garanti e lo stesso numero di sedi carcerarie, ma che unificando debba anche fare a meno di quelle tre che il Garante non lo hanno, quindi nemmeno avere la struttura amministrativa.
Non c'è un indirizzo nazionale prevalente e non c'è un risparmio sulle scelte organizzative, perché, così come dovremmo dotare il Garante di una struttura, occorrerebbe dotare il Difensore Civico di una struttura implementata. L'unico risparmio che si verrebbe a manifestare è quello del rimborso al Garante stesso. Tale rimborso, peraltro, che potrebbe essere ricontrattato con una modifica della legge istitutiva, equivale ad un terzo dell'indennità dei Consiglieri regionali. Questo significa, stante l'indennità che noi percepiamo - e che, oggi, fortunosamente, i giornali hanno nuovamente pubblicato, dicendoci che siamo ai livelli del 1972, con buona pace dell'Associazione degli ex Consiglieri regionali - che quel risparmio si aggirerebbe, essendo il Garante costoso per un terzo delle nostre indennità, intorno ai 30 mila euro annui. Quindi, stiamo mettendo in piedi una proposta di legge per abolire le leggi precedenti, non si dice giammai, per un pregiudizio ideologico, ma solo per risparmiare: 30 mila euro! Ritengo la proposta di legge avanzata priva di ogni evidenza oggettiva e quando le misure sono prive di evidenza oggettiva sarebbe bene dichiarare perché si insiste a non volere compiere una scelta.
Da parte mia, manifesterò le mie interpretazioni più esplicitamente quando affronteremo la discussione dei singoli articoli, però, come tutte le interpretazioni, sono viziate dal punto di vista politico.
Invece, se l'intento fosse intellettualmente onesto, chi sostiene la coincidenza tra Garante e Difensore Civico dovrebbe richiamarsi almeno a quelle normative vigenti nel resto d'Europa, dove c'è un'unica figura di Difensore dei diritti, cioè quelle della Danimarca e della Svezia, dove l'unica figura del Difensore dei diritti - in Spagna, dove è altrettanto sviluppata, tale figura è denominata Defensor del pueblo - ha un valore giuridico potentissimo. Infatti, ha la possibilità di agire non solo in termini di raccomandazione, ma di sanzione, in modo equivalente alla Procura della Repubblica; ha una struttura organizzativa suddivisa in competenze, che vanno dalle differenze di genere all'immigrazione, che è analoga a quella - credo - di un Ministero delle pari opportunità.
Allora, se questo Consiglio regionale vuole essere pioniere di una nuova cultura della tutela dei diritti in Piemonte e in Italia, secondo le migliori condizioni della legislazione europea, non dovrebbe affatto parlare di motivazioni economiche e di risparmio, ma, semmai, rilanciare con una proposta di legge di iniziativa regionale verso il Governo italiano, o con un'iniziativa autonoma della nostra Regione, il ruolo del Difensore Civico, non con le caratteristiche giuridiche, che noi non possiamo cambiare su scala piemontese, ma almeno con le caratteristiche organizzative.
Invece, qui, si vuole mantenere sotto un profilo limitato la figura del Difensore Civico, assegnargli altri compiti di rappresentanza e di garanzia, non dotarlo delle condizioni organizzative necessarie altrimenti sareste in contraddizione con le vostre stesse intenzioni - e sostanzialmente, negare alla comunità piemontese quello che le leggi di questa Regione ritengono essere dovute alla comunità piemontese, cioè una funzione di rappresentanza e di tutela dei diritti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Non sto ad articolare il ragionamento che ha brillantemente articolato come sempre, la collega Artesio.
Non ho avuto né modo né tempo per fare delle comparazioni dei garanti che si vorrebbe abolire con questa proposta di legge in discussione con garanti di altre Regioni italiane o di altri Paesi, però ci tenevo a fare questo intervento di pochi minuti.
Quando sono malpensante dico "sono malpensante", e quindi al malpensante il malpensiero gli viene.
Secondo me, in questo momento la questione non è il risparmio, perch ci sono questioni e problematiche che hanno un approccio tutto ideologico.
La questione del risparmio economico è assolutamente strumentale.
Detto questo, ciò che mi sta più a cuore è il Garante dei diritti dei detenuti.
Stiamo parlando di una delle problematiche che attanaglia di più il nostro Paese, una delle più gravi. Qual è stata la risposta delle Istituzioni, al di là o meno del Garante e delle proprie competenze? Che cosa ha fatto l'istituzione regionale, oltre a calendarizzare visite sporadiche di qualche Consigliere nelle carceri? Nel nostro Paese, la questione delle carceri crea pregiudizi agli uomini di media moralità: è ripugnante, è terribile, è brutta, è la massima latitanza della nostra Istituzione rispetto alle proprie responsabilità.
Detto questo, sicuramente la figura del Garante non risolve del tutto il problema, così come l'istituzione del Difensore Civico, in modo particolare in Piemonte, non affronta e non risolve i problemi, perch manca, come diceva chi mi ha preceduto, la capacità di comminare sanzioni.
Fino a quando non ci sarà una forte competenza conferita a questi istituti, sicuramente non si risolveranno i problemi, ma un minimo di testimonianza va data.
Questo è il motivo per cui voterò, con il mio Gruppo, contro questa proposta di legge, che va ad abrogare queste figure.
Vorrei ancora sottolineare un aspetto, forse uno di quelli più delicati, che mi ha indotto ad intervenire, almeno per lasciare una testimonianza a verbale.
Domanda: secondo voi, la Regione Piemonte, ogni volta che deve istituire o deve intervenire su un aspetto, e non si vuole intervenire su quell'aspetto o su quel comparto, può utilizzare, come una grande ricchezza, il debito della Regione, dicendo "dobbiamo risparmiare"? "No perché dobbiamo risparmiare".
terribile! Addirittura viene tirato in causa il debito e le difficoltà finanziarie della Regione Piemonte per non fare altre cose.
Se è così, sappiate che non si farà mai più niente, mai più niente! Se è così, sappiate che ogni Giunta e ogni maggioranza dovrà prendersi la responsabilità di decidere cosa fare e cosa non fare. Tuttavia, nel prendersi la responsabilità di cosa fare e di cosa non fare, non dobbiamo ricorrere ai sotterfugi sui risparmi. Stiamo parlando di 30 mila euro oggi nella Regione Piemonte: 30 mila euro. Non vogliamo istituire un Garante perché dobbiamo risparmiare trentamila mila euro. Trentamila euro, oggi nella Regione Piemonte! In questo momento, mentre sto parlando di 30 mila euro, penso ai soldi buttati. Non penso alla vicenda che oggi si sta vivendo, assolutamente no non penso a quello; penso allo sperpero impressionante di manager che gestiscono la sanità piemontese e non riescono a vedere dov'è il grasso che cola, e per risparmiare ricorrono agli anelli deboli della catena, cioè i dipendenti o l'emodinamica (com'è successo negli ultimi mesi), quando vi è la possibilità di insistere su un piano di efficienza.
Mi avete spiegato che dovevamo efficientare il sistema logistico della farmaceutica, nonché tutta la piattaforma logistica per la sanità. Sono anni che parlate di queste cose e sapete benissimo che le consulenze, per questa partita, sono state tutte date e nulla si è prodotto, al di là di chi è d'accordo sulla centralizzazione, rispetto a chi non lo è.
Sono state date consulenze a volontà, e gli esempi si possono moltiplicare, ma la mia domanda - ed è questo il motivo per cui ho chiesto di intervenire - è la seguente: è credibile che la Regione Piemonte presenti una proposta di legge per risparmiare trentamila euro? La risposta che il Consigliere Laus vi dà è: assolutamente no! Quindi abbiate il buonsenso, la dignità politica (non vi serve la forza) e un minimo di coraggio, il minimo sindacale, per dire: noi non vogliamo il Garante, noi non vogliamo queste figure perch ideologicamente, siamo contro, perché per noi è una perdita di tempo.
Non potete raccontare, non tanto a noi perché vi conosciamo, e sappiamo che di fesserie in questi tre anni ne avete raccontate, ma ai cittadini piemontesi che volete abrogare queste figure perché dovete risparmiare 30 mila euro.
Domanda: se i Consiglieri di opposizione in questo momento dovessero fare una colletta - non sto scherzando e non è una provocazione - e dovessero trovare aziende, società o fondazioni disponibili a finanziare almeno per i prossimi anni, gli emolumenti per remunerare i garanti, il problema sarebbe risolto? Se il problema effettivamente è solo quello economico, può essere risolto. Vi chiedo oggi di sospendere la discussione e prendiamoci almeno trenta giorni di tempo. Sono sicuro che da adesso alla fine della legislatura questa opposizione, tutta all'unanimità (scusate se mi prendo il titolo di rappresentare in questo momento, per questo aspetto, la volontà dell'opposizione) cercherà le risorse.
Grazie all'aiuto e al supporto degli uffici troveremo tutti i meccanismi per individuare le risorse e mantenere queste straordinarie figure, necessarie ed indispensabili in un momento di difficoltà e di crisi, soprattutto per quanto riguarda le Istituzioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Aggiungerò qualche riflessione alle considerazioni che hanno evidenziato i colleghi che mi hanno preceduto, ipotizzando, per questo provvedimento, un percorso piuttosto accidentato per gli emendamenti che abbiamo firmato.
Come diceva la Consigliere Artesio, quella che il Governo regionale intende portare avanti non è una questione economica, ma è una questione di principio, tant'è che è recente l'emendamento che prevede la facoltà di affidare questa possibilità al Difensore Civico (in un primo momento, mi pareva che fosse tout court l'abolizione del Garante dei detenuti. Questo è l'aspetto che mi interessa in modo particolare.
Se posso dirlo - e lo faccio con il rispetto che nutro per l'Aula e per i Consiglieri in un momento difficile per tutti - anche da un punto di vista psicologico rispetto all'opinione pubblica, avrei scelto un momento diverso per ipotizzare l'abolizione di questi Garanti. Perché è chiaro che in questo momento, e forse ancora per molti mesi, ogni gesto e ogni provvedimento che viene portato all'attenzione dei cittadini della Regione soprattutto se ha l'obiettivo di far risparmiare al Governo regionale, come in questo caso, 30 mila euro, inevitabilmente sarà paragonato ad altre questioni che stanno rendendo la nostra vita piuttosto difficile, diciamo così.
Quante volte, in questi anni, siamo stati nelle carceri a visitare il modo in cui i detenuti vivono! Quante volte l'Unione Europea ci ha ricordato che le condizioni di vita delle nostre carceri (ovviamente a livello europeo, perché il raffronto lo facciamo con il resto dell'Europa) sono tra le peggiori.
Ricordo di essere andato a trovare, assieme all'ex Consigliere Larizza due ragazzi che erano stati arrestati in seguito a dei tafferugli avvenuti durante una manifestazione di giovani, nel corso della quale si era verificato uno scontro con la polizia: era estate, ed erano in cella con altri due detenuti; in pratica, erano in quattro, ciascuno con un metro quadro disponibile. Nemmeno l'ultimo dei Paesi civili potrebbe pensare che persone che possano aver commesso un reato (e talvolta anche persone che non lo hanno commesso, ma sono solo in attesa di un giudizio o che la Magistratura si preannunci) debbano trascorrere un periodo della loro vita in carcere in queste condizioni. Questa è la civiltà, anzi l'inciviltà, che un Paese dimostra in questo frangente. Migliaia di detenuti in più, e talvolta abbiamo persino visto dei letti a castello nelle palestre perch nelle stanze non c'era più posto. Inviterei il Consiglio regionale - anche se dovremmo invitare i cittadini - ad andare a visitare il repartino di psichiatria di una delle carceri che peraltro è tra le meglio gestite del nostro Paese, quello della Casa Circondariale delle Vallette. Insomma, in un momento nel quale il mondo e l'Europa - oltre che il nostro Presidente della Repubblica - ci rimproverano le condizioni delle nostre carceri, noi ci portiamo avanti con i lavori e chiediamo, addirittura, che questo piccolo elemento di democrazia, costituito dal Garante delle carceri, debba essere abolito.
Il nostro è un Paese che gioca al ribasso: non contano le competenze non conta la passione civile, non conta il contributo che, in un ruolo piuttosto che in un altro, ciascuno di noi può dare. L'importante è che sia pagato poco. Anzi, l'importante è che non sia pagato affatto.
Questa Regione per un certo periodo ha avuto una Commissione per le clausole valutative (che adesso, forse, dovrà essere di nuovo rinominata) che aveva l'obiettivo di capire come la Regione spendeva i soldi e quanto quella spesa aveva rappresentato un valore aggiunto per i cittadini della Regione.
Dovremmo cercare di capire che cosa ha prodotto la spesa sostenuta per il Difensore Civico, in quale modo ha garantito la civiltà delle nostre carceri, in che cosa ha consentito il miglioramento della vita dei detenuti, piuttosto che pensare di abolirla.
Perché l'abolizione - e termino - corrisponde soltanto ad un principio di valori: dobbiamo dimostrare alla gente che le carceri sono un luogo di segregazione; non sono luoghi nei quali cominciare un percorso di recupero dopo aver sbagliato (quando si è sbagliato, perché non sempre chi sta in carcere ha commesso un reato, perché talvolta finisce con l'assoluzione il processo del detenuto); vogliamo dimostrare a quella parte che ci vota anzi che vi vota, che peggio stanno i detenuti e meglio la nostra società vive. Questo è un errore - lo ribadisco - e in questo momento, anche da un punto di vista psicologico, l'avrei sicuramente evitato.



NOVERO GIANFRANCO



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
Con quest'ultimo intervento concludiamo i lavori della seduta antimeridiana.
Vi ricordo che siamo convocati alle ore 14.30 per le interrogazioni a risposta immediata e poi alle ore 15 per la seduta pomeridiana.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.50)



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