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Dettaglio seduta n.347 del 02/05/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


NOVERO GIANFRANCO



(Alle ore 10.00 il Consigliere Segretario Novero comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(Alle ore 10.30 il Consigliere Segretario Novero comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 11.02)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Casoni, Comba, Cota.


Argomento: Varie

Programmazione lavori - contingentamento tempi


PRESIDENTE

Colleghi, innanzitutto mi scuso per l'avvio in ritardo dei nostri lavori. Come sapete, alle ore 9.30, si è riunita la Conferenza dei Capigruppo che avevamo convocato ieri al termine della seduta notturna dei Capigruppo del 30 aprile-1° maggio.
Dopo il dibattito, ho deciso di fare una sintesi sui lavori della Conferenza dei Capigruppo e di applicare l'articolo 69 del Regolamento altrimenti definito "contingentamento dei tempi".
Prima di tutto, voglio dare atto alle opposizioni consiliari di aver avuto un atteggiamento responsabile durante i lavori di Commissione: in soli due giorni e mezzo, vista l'eccezionalità del momento, sono stati licenziati da parte della Commissione competente sia il disegno di legge n.
299 sia il disegno di legge n. 300.
Devo anche dare atto che sostanzialmente le opposizioni si sono espresse in modo contrario al contingentamento dei tempi, ad eccezione di un Gruppo consiliare. Tuttavia ho ritenuto, vista la compattezza della parte che rappresenta il numero prevalente di Consiglieri regionali e anche di un Gruppo di opposizione, di aderire alle richieste della maggioranza e della Giunta sul contingentamento dei tempi, per una serie di motivazioni che mi permetto di rilevare in Aula anche perché, non esibendo il verbale della Conferenza dei Capigruppo, ritengo giusto andare incontro alle richieste delle opposizioni, in particolare dei Consiglieri Bono e Stara (ma non solo loro), riguardo al pericolo che questa scelta possa costituire prassi.
L'Assessore Pichetto ha rappresentato l'interesse della Regione di approvare i disegni di legge n. 299 e n. 300, in quanto nella giornata di domani vi è un importante incontro a Roma relativamente alle questioni finanziarie dei trasferimenti dello Stato. L'Assessore Pichetto si era sostanzialmente impegnato - chiedo scusa, se l'Assessore non concorda o se sbaglio, mi corregga pure - con il Governo nazionale a ripresentarsi a Roma con i nostri strumenti finanziari approvati, perché sapete che la legge di esercizio provvisorio finisce il 30 aprile 2013 e dunque, da oggi, siamo in assenza di qualsiasi strumento finanziario e i lavori della Regione sono totalmente bloccati. Quindi è anche una questione di affidabilità e di credibilità della nostra istituzione in relazione ai rapporti con il Governo.
Questi sono i motivi eccezionali ed urgenti - vi era anche stata una richiesta della riunione della Giunta per il Regolamento e alla Conferenza dei Capigruppo mi sono assunto la responsabilità di riferire che il Presidente era comunque in grado di interpretare il Regolamento ex articolo 6 senza l'ausilio del parere della Giunta stessa - che io mi sento di rilevare relativamente all'anno 2013, vista la crisi economica e le problematiche di affidabilità e credibilità.
Inoltre, le opposizioni (in particolare il Gruppo del Partito Democratico, ma non solo) hanno chiesto preliminarmente una comunicazione sul trasporto pubblico locale, che la Presidenza ritiene essere, come già detto in più occasioni, materia del Consiglio, e sulla sanità per quanto attiene l'impatto del quadro economico. L'Assessore Pichetto - lo ringrazio ha aderito, insieme all'Assessore Cavallera, a questa richiesta.
In un primo tempo, si era immaginato di fare questa comunicazione prima del voto finale sulla finanziaria, invece verrà effettua immediatamente dopo la mia comunicazione nella mattinata e a questa verranno dedicate circa due ore di tempo.
Infine ricordo, e mi rivolgo in particolare alla maggioranza, che siamo convocati alle ore 14.30, alle ore 20.00 e alle ore 00.00, con termine dei nostri lavori alle ore 7.00 del giorno 3 maggio. Pertanto i lavori si svolgeranno così: nella mattinata le comunicazioni degli Assessori Cavallera e Pichetto, con l'esaurimento del dibattito alle ore 13.00; nel pomeriggio, alle 14.30, inizieranno i nostri lavori (ed è indispensabile rispettare l'orario di inizio dei lavori perché, quando si fa un contingentamento dei tempi, lo stesso prevede una durata) per la trattazione della legge finanziaria, a cui saranno dedicate 7 ore di lavoro; entro le ore 6.00 (con un'ora di anticipo rispetto alla convoca a vostre mani) dovrà essere ultimato e quindi votato anche il disegno di legge n. 300.
La Presidenza ha proposto alla maggioranza, che ringrazio per aver aderito insieme alla Giunta regionale, di definire i tempi riservati alle minoranze (ricordo che l'articolo 69 prevede almeno 1/3) nella misura di 8/10. Pertanto, 8/10 dei tempi della nostra discussione saranno riservati alle opposizioni (in apertura dei lavori, alle ore 14.30, darò le definizioni per ogni singolo Gruppo, ovviamente secondo la consistenza) e solo 2/10 alla maggioranza.
Ringrazio i Capigruppo. So che questa scelta è stata comunque difficile ma, vista l'eccezionalità del momento, credo anche di avere, all'onor del mondo e nell'Aula consiliare, spiegato le ragioni per cui mi sono assunto la responsabilità dell'interpretazione dell'articolo 69.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Intervengo solo perché rimanga a verbale della presente seduta che il nostro Gruppo considera la decisione assunta dalla Conferenza dei Capigruppo una violenza. È la seconda volta che l'articolo 69 viene invocato, ma è la prima volta che questo contingentamento dei tempi sull'articolo 69 diventa un'imposizione della sola maggioranza, con il tacito o non tacito consenso di un solo Gruppo di opposizione.
Prendo atto che, in un momento così delicato e così grave nei rapporti tra Giunta e Consiglio regionale, l'inquilino di Piazza Castello (a questo punto, io lo definisco tale), non è presente né alla Conferenza dei Capigruppo, che ha chiesto questo tipo di violenza regolamentare, né al Consiglio regionale. La responsabilità è sempre di qualcun altro, non di chi dovrebbe esercitarla per primo.
Prendo anche atto che l'odierna discussione avviene senza neanche che sia stato completato il deposito degli atti della legge di bilancio, con le modifiche introdotte. Il quadro riepilogativo non c'è, non è a disposizione e stiamo procedendo con violenze regolamentari che lasceranno sicuramente una traccia indelebile nei rapporti tra Giunta e Consiglio e tra maggioranza e opposizione.
L'ultima considerazione riguarda il modo con il quale sta avvenendo questa discussione e il modo con il quale la Giunta regionale tratta il suo più importante documento. Voglio ricordare che dopo due giorni e mezzo di lavoro in Commissione, e al secondo giorno di discussione in aula, senza alcun ostruzionismo da parte dei Gruppi di opposizione, alle richieste poste dal nostro Gruppo - ed non solamente - da parte della Giunta ci è sempre stata data risposta assolutamente negativa; risposta che rende per noi questa procedura inaccettabile, sotto tutti i profili. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Voglio riportare in aula il forte dissenso verso la sua conduzione della Conferenza dei Capigruppo che si è appena tenuta.
Penso che lei non abbia rispettato il Regolamento del nostro Consiglio regionale, perché non ha tenuto in considerazione la richiesta di un Capogruppo, facendo una netta distinzione tra i Gruppi di appartenenza degli stessi. Questo non è assolutamente corretto.
Presidente, io le avevo chiesto la convocazione di una Commissione per il Regolamento per analizzare ed interpretare l'applicazione dell'articolo 69, comma 6, ovverosia il "contingentamento dei tempi" e lei si è assunto la responsabilità politica ed amministrativa di non convocare la Commissione Regolamento. Questo è veramente inaccettabile.
Le ricordo, e lo ricordo all'Aula, che l'altra volta in cui era stato richiesto ed applicato l'articolo 69, comma 6, ci stavamo occupando dell'analisi della legge sui cantieri e le ricadute positive dell'opera.
In quella seduta lei ha chiesto l'assenso di tutti i Capigruppo escluso il sottoscritto e, se non sbaglio, la collega Artesio. Quindi, ha chiesto una larga maggioranza, la maggioranza qualificata dei due terzi.
Oggi lei ha dato un'interpretazione diversa da quella di due anni fa.
Quindi, le chiedo a quale Presidente Cattaneo dobbiamo fare fede: se a quello di due anni fa che, quando serve, chiede la maggioranza qualificata o anche di più dei colleghi Capigruppo, oppure il Cattaneo di oggi che chiede, pretende e dispone l'applicazione dell'articolo 69 con solo la maggioranza semplice.
Questo è un problema regolamentare, Presidente; io le ho chiesto di indire una riunione della Giunta per il Regolamento e lei ha risposto "no".
Questo è un qualcosa che porterà degli strascichi nelle prossime sedute sia di Commissione sia di Aula e nei rapporti della Conferenza dei Capigruppo e nei suoi confronti.
Ritengo che questo contingentamento dei tempi dimostri solo la debolezza della maggioranza, perché comunque si arriverà allo stesso orario a cui si sarebbe arrivati discutendo liberamente degli emendamenti.
Abbiamo fatto delle richieste all'Assessore Pichetto. Ovviamente il Presidente Cota ha pensato bene di non presentarsi oggi né in Conferenza di Capigruppo né in Aula.
Più o meno ogni Gruppo dell'opposizione ha fatto delle richieste, poche richieste ma sensate, di buon senso e fattibili. Non sono neanche state prese in considerazione e ora applicate l'articolo 69, comma 6 "Contingentamento dei tempi" per coprire le vostre mancanze e le vostre debolezze. Questo verrà sicuramente comunicato ampiamente ai piemontesi e ne prenderemo atto per le prossime sedute d'Aula e di Commissione. Grazie.



PRESIDENTE

Presidente Bono, io credo di aver fatto un intervento molto corretto all'inizio e ho dato atto di tutte le posizioni e ho detto anche quali siano le ragioni.
Non concordo con lei, anche se rispetto pienamente la sua posizione sul fatto che io non abbia rispettato il Regolamento e abbia voluto fare forzature.
Ho detto nella riunione dei Capigruppo, e qui lo ribadisco, che l'articolo 6 dà - e mi scuso con l'Aula per il termine improprio - sulle spalle del Presidente protempore, che oggi sono io, l'interpretazione regolamentare.
Le ho detto, e ribadisco - abbiamo un'opinione diversa e io rispetto la sua - che il Presidente, anche alla luce di una serie di discussioni fatte sulla materia dell'articolo 69 in Giunta per il Regolamento in questi mesi non avesse la necessità di un parere della Giunta per il Regolamento per interpretare l'applicazione dell'articolo 69 e che, in forza dell'articolo 6, se ne assumeva la responsabilità.
Non ripeto tutto quello che ho detto in apertura, anche perché è agli atti e a verbale di questa seduta, ma questa è una fattispecie totalmente diversa e c'è una questione eccezionale.
Io non ho mai chiesto la maggioranza dei due terzi; ho preso atto che in occasione del disegno di legge sulle grandi opere, vi fosse sostanzialmente un rilevamento quasi totalitario, perché 57 Consiglieri su 60 erano d'accordo sul contingentamento dei tempi per uscire da quella empasse.
La fattispecie della legge sulle grandi opere è diversa rispetto alla legge di bilancio per due motivi. Se non fosse stata approvata, c'era comunque una legislazione che poteva garantire il proseguo dei lavori pubblici sul territorio della nostra Regione. Mentre se non fosse approvato il bilancio della Regione e la Finanziaria della Regione, Presidente Bono come ho detto in apertura, noi non avremmo alcuno strumento finanziario per continuare la nostra attività ordinaria, perché da oggi non c'è più l'esercizio provvisorio né si può fare un mini esercizio provvisorio visto che la legge consente solo di approvare una legge di esercizio provvisorio fino al 30 aprile dell'anno corrente su cui insiste il bilancio e la Legge finanziaria.
In più, la Giunta regionale, fatto non del tutto irrilevante attraverso la posizione del proprio Vicepresidente, che è anche Assessore competente, ha detto che aveva questa esigenza, perché si era impegnata a livello nazionale con il Governo ad avere una affidabilità e una credibilità, ritornando alla riunione del 3 maggio con la Legge finanziaria e la legge di bilancio approvata per poter trattare un tema non di poco conto - lo dico in modo improprio per la seconda volta e me ne scuso - che è quello dei trasferimenti dello Stato.
per questo, e solo per questo e ribadisco che non costituisce prassi che ho ritenuto - in forza dell'interpretazione e dell'orientamento della riunione dei Capigruppo, ancorché espresso dalla sola maggioranza, ad eccezion fatta di un Gruppo di opposizione (quello del Presidente Negro) che in questa fattispecie e in questo momento straordinario sia indispensabile mettere in condizione il Consiglio di approvare questi due disegni di legge, come richiesto.
Io rispetto la sua posizione, ma ho dato una spiegazione.
Siccome abbiamo contingentato i tempi in due ore e arriveremo già alle ore 13,17, perché andremo avanti oltre le ore 13 se c'è l'esigenza e la richiesta, non vorrei che facessimo un dibattito di un'ora e mezza che abbiamo già fatto in sede di Capigruppo.
Quindi, do volentieri la parola ai Consiglieri Negro e Stara che l'hanno richiesta, però poi invito ad cominciare i temi su cui abbiamo deciso di discutere nella mattinata.
Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Non vorrei dare un'idea all'Aula anziché un'altra. Nella riunione dei Capigruppo mi sono espresso in questi termini parlando della Finanziaria sulla quale, come ho già detto, abbiamo perso tanti mesi. Dobbiamo ancora approvare il disegno di legge n. 300, cioè la legge di bilancio.
Non voglio dare la colpa all'Assessore Pichetto, anzi ribadisco che ho stima di lui in quanto Assessore e in quanto Vicepresidente. Ma in questo momento così straordinario di cui tutti siamo consapevoli, ritengo che la maggioranza non abbia altra scelta che contingentare i tempi, non può farne a meno.
Il Presidente fa bene ad appropriarsi delle proprie responsabilità insieme alla maggioranza per andare avanti.
Inoltre ho chiesto agli Assessori, in particolare sul discorso dei trasporti e sulla sanità, di aprire il dialogo con le minoranze e le loro richieste.
Non potete chiudere le porte a tutti e non dare nulla e pretendere che la Finanziaria vada avanti. Noi logicamente non la voteremo.
Però dovete aprire una finestra e andare incontro ad una parte anche minima di quello che le minoranze hanno chiesto per il trasporto e per la sanità, che sono due cose fondamentali.
In questo momento penso che nessuno di noi sia d'accordo sul fatto che la Regione venga commissariata. Mi auguro di no, ma se venisse commissariata, sarebbe bloccato tutto già da oggi e la macchina regionale non potrebbe più eseguire i pagamenti.
Ho detto queste cose sulle quali dovete prendere le vostre responsabilità. Contingentare i tempi credo che sia l'unica strada, quindi ragioniamo e ognuno faccia il proprio esame di coscienza per il bene del Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Credo semplicemente che una comunicazione sia il minimo, di fronte ad una situazione di emergenza di questo tipo, quindi penso possa anche essere compresa.
Personalmente ritengo che, alla fine, il senso di responsabilità dell'opposizione, che ha rimarcato come il contingentamento sia il frutto dell'operato della maggioranza, sia da rilevare, vista l'eccezionalità.
Tuttavia, Presidente, dato che al contingentamento siate arrivati a chiederlo anche rispetto ad una certa modalità di discussione del bilancio dove questa opposizione ha più volte sollecitato, nelle sedi competenti e nei tempi giusti, il rispetto delle prassi procedurali, le chiederei proprio rispetto alla forzatura - perché di forzatura si tratta, anche se motivata da un'eccezionalità, ma dipende da una modalità lassista della maggioranza - di farsi successivamente carico, anche nella discussione "normale" di provvedimenti di legge normali (ed anche nei lavori di Commissione), di un maggior rispetto delle opposizioni.
Credo che, da questo punto di vista, alla fine le opposizioni hanno dimostrato senso di responsabilità, non per voi, ma per i piemontesi e per il Piemonte, ma mi farei carico, nei confronti del Consiglio, di una modalità nuova nel rapporto con la forze di opposizione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Terrò sicuramente conto del suo suggerimento, ma mi sia dato atto che in questi tre anni di Presidenza sono sempre stato accusato del contrario.
Lo dico in maniera molto chiara così resta agli atti. In un'ipotesi che veleggiava, tra l'altro mai presentata ufficialmente da nessuno sull'applicazione dell'articolo 84, mi sono da subito espresso in modo contrario, perché vi è un impegno, prima della modificazione, per poter dare piena interpretazione ed attuazione allo stesso articolo. Non è colpa del Presidente o delle opposizioni - lo dico in modo elegante - se fino ad oggi non ci siamo riusciti.


Argomento: Trasporti pubblici

Comunicazioni della Giunta regionale, Assessore Bonino, inerente a "Piano sul Trasporto Pubblico Locale"


PRESIDENTE

L'Assessore Bonino è disponibile a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Piano sul Trasporto Pubblico Locale" Prego, Assessore Bonino.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
In questa fase delicata, in cui la Giunta ha svolto un lavoro complicato, articolato fra i rapporti con soggetti a vario titolo interessati alla programmazione, all'erogazione e alla pianificazione di lungo periodo del trasporto pubblico locale, abbiamo affrontato una pluralità di temi finalizzati, da un lato, a metterci in condizione di poter presentare al Governo nazionale un piano di rientro che si rende necessario per la gestione degli insoluti registrati sulle annualità 2011 2012 e 2013, e, dall'altro, abbiamo lavorato rispetto all'organizzazione di un piano di ristrutturazione del trasporto pubblico locale, alla luce di due elementi di novità. Il primo, è la provvista finanziaria che copre il tema del trasporto pubblico locale nella ripartizione del fondo vincolato secondo, la norma che sarà resa esecutiva con la pubblicazione del DPCM che attendiamo a breve, che imporrà alle Regioni, per ottenere l'erogazione del residuo 40% di trasferimenti alle Regioni, di un piano di efficientamento del trasporto pubblico locale che dovrà essere presentato con un'articolazione che riguardi l'erogazione delle risorse e la programmazione dei servizi.
I temi che abbiamo affrontato sono ancora in fase di definizione quindi oggi illustrerò all'Aula i punti salienti di trattative aperte e di definizioni progettuali ancora in fase di definizione puntuale.
In questa fase abbiamo due grandi temi ai quali ricondurre il lavoro svolto in collaborazione con gli Enti locali e nel rapporto con le aziende del territorio (aziende che erogano trasporto su gomma, ma anche nel rapporto con i fornitori del servizio di trasporto ferroviario): il piano di rientro e, dall'altra, il piano di ristrutturazione.
Vi darei un breve riepilogo delle attività svolte e dei tavoli che abbiamo aperto e che sono ancora al lavoro. Abbiamo iniziato con un incontro con gli Enti locali, direi verso la fine del mese di febbraio alla presenza della Direzione Trasporti, della Direzione Bilancio e del Presidente Cota. In questo incontro abbiamo inquadrato il tema complessivo relativo alla ripartizione del fondo nazionale, dando visibilità a tutti delle cifre disponibili. Abbiamo sensibilizzato gli Enti locali rispetto al tema complessivo del bilancio della Regione Piemonte, segnalando come l'incremento di risorse, rispetto a quelle messe a disposizione dal fondo nazionale, non era compatibile con il mantenimento dell'equilibrio di bilancio.
In quella sede sono emerse, da parte degli Enti locali, alcune problematiche che hanno poi guidato l'evoluzione successiva del nostro lavoro. In primo, un piano di cassa per conoscere le aperture di cassa prevedibili sul 2013, in ordine ai pagamenti dei crediti vantati dagli Enti locali nei nostri confronti e, dunque, dalle aziende nei confronti degli Enti locali; secondo, un tema relativo alla programmazione di un nuovo sistema di ripartizione delle risorse. Ovviamente, questo ragionevole impianto di discussione con gli Enti locali - che quindi ci siamo trovati a condividere - è stato gestito con un indirizzo dato dalla Giunta relativamente ad una veloce, anche se progressiva, uscita dalla logica dei tagli lineari, che purtroppo, come voi ben sapete, ha informato le attività della pubblica amministrazione in maniera importante nei rapporti fra i vari livelli, dallo Stato verso le Regioni, dalle Regioni verso gli Enti locali, e nella programmazione di tutti i servizi. Purtroppo è stato un filtro che in fase di emergenza si è usato in quasi tutte le situazioni.
La necessità, quindi, di superare la logica dei tagli lineari e di individuare i criteri per la ripartizione delle risorse, doveva essere di accompagnamento alle attività che con fatica, come ben sapete, a livello nazionale si cerca di svolgere rispetto all'individuazione dei costi standard per il trasporto pubblico locale. È un tema che sta molto a cuore perlomeno sulla carta e nelle dichiarazioni, a tutti, ma che di fatto non è mai uscito da qualche bozza preparata da ANAV e da alcuni tavoli più polemici che concludenti, organizzati all'interno della Conferenza delle Regioni. Devo dire che siamo in buona compagnia, perché il tema dei costi standard anche sulla sanità è un tema molto discusso ma poco praticato, dal punto di vista dei risultati operativi.
Abbiamo quindi ritenuto di avviare un doppio confronto, ovviamente partendo, per quanto possibile, relativamente al tema della ripartizione delle risorse, da una proposta tecnica che è stata oggetto di ampia discussione su un tavolo convocato dalla Direzione trasporti, con gli Enti locali Vi illustrerò, successivamente, come questa proposta tecnica si è articolata e da quali basi ha preso spunto.
Velocemente inquadro l'altro tema, che, tutto sommato, è il più semplice da considerare e da illustrare, quello del piano di rientro a cui stiamo lavorando in collaborazione con le aziende e con informative periodiche sul tavolo tecnico agli Enti locali.
Il piano di rientro, che dovremo presentare intorno all'8 maggio, deve rendere conto di 340 milioni di risorse, che fanno riferimento alle annualità 2011 e 2012, più 30 milioni di euro che fanno riferimento al primo semestre del 2013, semestre durante il quale l'erogazione dei servizi di Trasporto Pubblico Locale è avvenuta sulla base della programmazione 2012, vale a dire nelle more dell'applicazione della riprogrammazione e della riduzione dei trasferimenti di risorse ipotizzata per il nuovo anno.
L'ammontare complessivo di questa cifra, se gli accordi con il Governo avranno buon esito e troveranno applicazione sul 2013, a partire dall'utilizzo dei fondi FAS per far fronte ad una parte del debito "trasporti della Regione Piemonte", potrebbe essere organizzato con una prima tranche di 150 milioni di euro sul 2013 (fondi FAS), 110 milioni sul 2014 e 110 milioni sul 2015.
L'impostazione del piano di rientro, ovviamente...



(Domanda della Consigliera Bresso fuori microfono)



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Non FAS, fondi regionali.
L'impostazione del piano di rientro, ovviamente, è frutto di un'integrazione del lavoro che l'Assessore Pichetto ha svolto nella programmazione pluriennale del bilancio della Regione Piemonte, del nostro lavoro di concertazione con le aziende, e di organizzazione anche della spesa corrente che interesserà le annualità 2014 e 2015. Infatti, non sfugge a nessuno che, attingendo a risorse della Regione e non più ai fondi FAS, i 110 milioni annui di ristoro del debito pregresso incidono pesantemente sul capitolo del TPL; dunque, devono essere armonizzati anche con la spesa della programmazione corrente degli anni 2014 e 2015.
Questo per dire che il lavoro non si esaurisce con l'impostazione della programmazione e dell'erogazione del servizio, da una parte, e, con una cesura netta in un altro contenitore, si discute del piano di rientro.
Il lavoro complicato riguarda l'armonizzazione dell'erogazione del servizio con un numero finale che, al termine di tutto il lavoro di impostazione del bilancio, deve dare un pareggio. Questo è il tema importante, che, da un lato, vede l'affermazione di un principio, quello del diritto alla mobilità, e, dall'altro, invece, un dovere amministrativo quello del pareggio di bilancio e del rientro rispetto al debito pregresso.
In questo breve quadro, vi ho fornito un'idea di come stiamo impostando il piano di rientro.
Partendo da queste considerazioni e dal presupposto fondamentale del diritto alla mobilità, nel tavolo riferito alle attività del piano di ristrutturazione abbiamo ritenuto di assumere, come punto di riferimento per la ripartizione delle risorse, il concetto di servizi minimi.
I servizi minimi, ai sensi della normativa nazionale di settore, sono i servizi in capo alla programmazione affidata alle Regioni e, di conseguenza, delegata agli Enti locali che esercitano la delega per la programmazione del trasporto pubblico su gomma di concerto con la Regione.
La definizione di servizi minimi viene ricondotta, come hanno richiamato in maniera ragionevole e puntuale alcuni emendamenti presentati dall'opposizione, all'erogazione di servizi funzionali al soddisfacimento delle esigenze legate alla scolarità, al pendolarismo dei lavoratori piemontesi, alla possibilità di raggiungere quei servizi cui i cittadini hanno diritto (che possono essere i servizi sanitari piuttosto che quelli amministrativi).
A fronte di questa definizione dei servizi minimi, che è una definizione di principio, la norma disciplina altresì una quantificazione degli stessi, precisando che i servizi minimi sono quei servizi che hanno un rapporto ricavi-costi che sta nella misura del 35%.
L'assunto da cui siamo partiti per la programmazione per il piano di ristrutturazione da un lato è questo: l'obiettivo tendenziale è la copertura costi-ricavi nella misura del 35%; l'obiettivo di minima (non tendenziale, ma da garantire fin dalla programmazione 2013) è la garanzia che il servizio di Trasporto Pubblico Locale sia finalizzato e sufficiente per assicurare ai cittadini il diritto alla mobilità, in via prioritaria il tema della scolarità, del pendolarismo e dell'accessibilità dei servizi.
Questi sono stati i parametri; accanto a questo abbiamo utilizzato uno studio di SiTI. Ricordo brevemente che SiTI vede collaborare il Politecnico di Torino e la Compagnia di San Paolo con un'autorevolezza, dal punto di vista dell'elaborazione scientifica dei dati e delle proposte, che è trasversalmente e universalmente riconosciuta.
Lo studio di SiTI ha preso in esame l'erogazione del Trasporto Pubblico Locale su gomma nelle province piemontesi.
Il piano di ristrutturazione si è articolato partendo da questi due cardini (copertura costi-ricavi e proposta di SiTI).
In sintesi, ciò che ne è emerso è un allineamento sostanziale, anche se non di dettaglio, tra il computo copertura costi-ricavi, che abbiamo fatto partendo dai dati del conto nazionale trasporti 2011 incrementati del 6 con riferimento all'incremento tariffario del 2012 (quindi questo +6 deriva dall'incremento tariffario del 2012) e lo studio di SiTI.
Per quanto riguarda la distribuzione delle risorse sulle province e sull'area metropolitana, abbiamo adottato nella proposta che abbiamo fatto sul tavolo degli Enti locali il migliore dei dati riferito al rapporto costi-ricavi, articolato come vi ho detto prima, e allo studio di SiTI.
Nel risultato finale che deriva da questo sistema di ripartizione emerge una perequazione che ha garantito sostanzialmente una stabilità per sei Province in Piemonte e ne penalizza due, che erano molto distanti rispetto ai parametri. Perché come certamente ricorderà chi si è occupato di trasporto locale, il valore dei corrispettivi della Regione era molto diversificato da Provincia a Provincia. Questa stortura - chiamiamola così aveva radici antiche, più volte denunciate e mai sanate.
Ad oggi, questa è la proposta sul tavolo di discussione



(Commenti della Consigliera Bresso fuori microfono)



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Biella e Alessandria sono le due Province che risulterebbero più in difficoltà nel corrispondere al parametro derivante dall'incrocio tra i due sistemi di conteggio: costi e ricavi e studio dei siti.
In quest'impostazione, i Comuni e le conurbazioni - ma maggiormente i Comuni - sono decisamente meno performanti - diciamo così - nell'erogazione del servizio del trasporto pubblico.
Questo, per alcune ragioni, alcune delle quali sono intuibili, come la programmazione su un'area più ridotta. Lasciamo stare per un attimo Torino che, come area metropolitana, segue altre logiche, ma i Comuni delle province piemontesi, soprattutto laddove il Comune non è anche conurbazione e laddove non è stato programmato il trasporto pubblico erogato sulla provincia con il trasporto pubblico erogato a livello comunale, i risultati sono veramente scarsi, dal punto di vista dell'economicità del servizio. Il delta, cioè, nel conteggio costi/ricavi, è un delta importante.
Pertanto, mantenendo l'obiettivo tendenziale del 35%, abbiamo ritenuto di graduare la riduzione dei trasferimenti ai Comuni sul pluriennale partendo da una riduzione meno severa su quest'anno, che, ovviamente crescerà nel 2014 e arriverà al risultato nel 2015.
Questo è avvenuto, perché alcuni Comuni facevano fatica a raggiungere un rapporto costi/ricavi del 10%. Tagliare le risorse in proporzione avrebbe avuto come effetto collaterale una desertificazione del servizio effettuato, soprattutto a contratti aperti, con l'impossibilità di chiudere il contratto e avviare nuove procedure.
dunque, necessaria una gradualità che accompagni questo tipo di programmazione verso esiti più virtuosi, anche sui Comuni e sulle conurbazioni.
Ovviamente, tutto questo - voglio ricordarlo, perché serve per comprendere i nostri obiettivi - nelle more della definizione dei bacini e a Province funzionanti (ancora per quanto credo sia argomento di condivisa riflessione).
Questo significa che noi speriamo che l'obiettivo di efficientamento sia velocemente convergente con la definizione dei bacini e con una programmazione che, per volume del servizio messo a gara e per sinergie di programmazione, possa consentire un efficientamento ed una riduzione dei costi intelligenti e realmente sostenibili.
L'occasione della ristrutturazione e della programmazione del TPL ci aiuta ad anticipare, in parte, la conseguenza della bacinizzazione di una riprogrammazione del servizio.
Tutto questo ha un presupposto importante: le aree a domanda debole, un altro dei temi che abbiamo ritenuto di isolare rispetto alla definizione complessiva di obietti virtuosi.
Questo, per garantire che non vi siano delle aree isolate all'interno del Piemonte. Il 10% del volume del trasporto pubblico locale è stato messo in sicurezza e classificato come area a domanda debole: sono 8-10 milioni di euro, solo per le Province.
Per quanto riguarda i Comuni, abbiamo inteso che nella programmazione meno severa di quest'anno rientrasse anche il concetto di servizio a domanda debole che nella programmazione del trasporto urbano talvolta si registra, nel senso che ci sono alcune linee che devono esistere, ma che non arriveranno mai, per una questione di bacini di utenza, ad avere certe coperture. Questo, dunque, non per inefficienza della programmazione, ma per una questione di bacino d'utenza.
Pertanto, l'impostazione dei Comuni, delle conurbazioni e delle Province ha tenuto conto della problematica della domanda debole e della vocazione sociale dell'erogazione del trasporto pubblico.
In più, abbiamo previsto una dinamicità della programmazione, nel senso che la programmazione della ripartizione delle risorse potrà essere aggiornata di anno in anno, a seconda delle performance di ciascuna Provincia, di ciascun bacino (quando ci saranno i bacini) e conurbazioni quando si tratterà di servizi erogati dalle conurbazioni.
In sintesi, il primo obiettivo era la cancellazione dei tagli lineari e l'individuazione di criteri, con una formulazione che è stata proposta dalla Direzione Trasporti in numerose riunioni, ad un tavolo tecnico di confronto tra la Regione e gli Enti locali. A questo tavolo tecnico sono stati illustrati anche i riferimenti numerici e cronologici di un Piano di rientro che, nella sua elaborazione complessiva, dovrà essere presentato al Ministero, esattamente come il Piano di rientro della sanità.
La programmazione che vi ho poc'anzi illustrato rispetto all'efficientamento e al Piano di ristrutturazione, invece, sarà la base da cui partiremo per portare al Ministero la programmazione del trasporto pubblico locale della Regione Piemonte, in ottemperanza a quanto previsto dal DPCM, di cui attendiamo una conferma o una rimodulazione da parte del nuovo Governo. In ogni caso, noi partiamo dal lavoro che è stato svolto in precedenza.
Prima di arrivare ai numeri, voglio darvi un report sull'attività svolta complessivamente, dal punto di vista dei rapporti tra la Regione ed il resto del mondo - diciamo così - per garantire che quanto vi stiamo raccontando non è patrimonio di un esercizio autoreferenziale condotto all'interno degli uffici.
I tavoli sui flussi di cassa li abbiamo attivati e stanno proseguendo con le Province e le aziende.
I tavoli sul Piano di rientro li abbiamo illustrati e quelli per la programmazione tecnica, parallelamente, continuano.
Pertanto, l'Assessorato al bilancio e l'Assessorato ai trasporti stanno individuando i perimetri. Se, poi, ve ne sarà la necessità, a valle di quest'impostazione, verrà coinvolto anche l'Assessorato al lavoro, rispetto ai temi che, a cascata, possono impattare sul sistema occupazionale.
Partendo, dunque, dal presupposto che l'utilizzo delle risorse del trasporto pubblico locale deve essere finalizzato ad erogare nel migliore dei modi (significa qualità di servizio ed economicità per le casse della Pubblica Amministrazione), il servizio del trasporto pubblico locale non deve mai essere inteso come un ammortizzatore sociale. Il luogo in cui ci si occupa delle politiche di lavoro è un altro e le risorse cui si attinge per ammortizzare gli effetti negativi di un eventuale efficientamento deve essere un altro.
Non possiamo immaginare che le risorse del TPL abbiano la funzione di ammortizzatore sociale. Occorre, quindi, fare una distinzione tra un primo momento destinato alla programmazione del servizio e all'impostazione economica delle risorse necessarie ed un secondo momento, nel quale ci sarà spazio, tempo e modo di confronto anche rispetto al tema occupazionale.
Per concludere, i numeri.
Nell'impostazione attuale abbiamo: 485 milioni di euro (risorse che provengono dal fondo nazionale, parlo del 2013); 30 milioni di euro (destinati a coprire il delta tra il primo semestre 2013, vecchia programmazione, e il secondo semestre 2013 che avrà, per oggetto, la nuova programmazione condivisa con gli Enti locali. Trenta milioni di euro sono il contributo che la Regione Piemonte mette di risorse proprie - diciamo così, poi l'articolazione sulla fonte di bilancio l'affido all'autorevolissimo Assessore Pichetto - sono la quota di cofinanziamento che la Regione Piemonte integra.
Finisco con i numeri, così se avete necessità di avere uno schema comprensibile vi agevolo. Le risorse destinate al trasporto su gomma sono 280 milioni di euro: 92 alle Province, 17 ai Comuni e 170 all'Area Metropolitana.
Le economie sono ripartite come segue: 12 milioni in meno all'Agenzia per la mobilità metropolitana; 5 milioni in meno alle Province e tre milioni in meno ai Comuni e conurbazioni. Vale a dire meno venti milioni sulla gomma, sul trasporto ferroviario meno quaranta. Quindi complessivamente, il delta fra il fabbisogno individuato nel precedente triennale di 605 e la chiusura al netto del debito - quindi stiamo parlando solo di fabbisogno finalizzato ai trasporti - è di 60 milioni di euro.
Le cifre del ferro: meno 40 milioni. Al trasporto ferroviario vengono assegnati 207,5 milioni per il contratto di Trenitalia e 18,6 milioni per le ferrovie concesse. Qui si apre un tema. Il delta di costi fra le ferrovie concesse e Trenitalia. I parametri del costo del servizio erogato sulle ferrovie concesse sono penalizzanti rispetto a quelli erogati da Trenitalia. Questione di efficientamento derivante dal volume di servizio erogato da GTT da una parte, che è gestore della linea e del servizio e le economie possibili, per Trenitalia che, ovviamente, spalma su un contesto molto più ampio i costi fissi.
Questo giusto per metterlo in agenda perché è uno dei temi di cui bisognerà occuparsi e anche per richiamare alcune riflessioni proposte da Barbieri proprio di recente rispetto a GTT: costi, servizio di ferroviaria metropolitana e altri temi che, ovviamente, sono ben chiari nella nostra agenda.
Ripeto, i tagli sono meno 40 milioni complessivi. Vi farò pervenire il dato preciso, ma sono quasi tutti su Trenitalia perché sono economie conseguibili da una parte sul tema degli investimenti che stiamo cercando di affrontare con un approccio differente e, dall'altro, sulle linee che hanno un rapporto costo e ricavi veramente basso.
Concludo dicendo soltanto una cosa. Nell'impostazione del nostro ragionamento avremo sicuramente la necessità di condividere con le aziende e con gli enti locali una battaglia a livello nazionale. 485 milioni di euro destinati al trasporto pubblico locale non sono sufficienti per il Piemonte. Non sono sufficienti né per l'erogazione dei servizi minimi ne tanto meno, per far crescere il trasporto pubblico locale, così come il trasporto pubblico locale potrebbe crescere.
Un conto è porsi l'obiettivo di garantire la mobilità, un altro è porsi l'obiettivo di far crescere l'offerta di servizio ai cittadini e, di conseguenza, incrementare il rapporto positivo costi-ricavi. Sono temi assolutamente collegati: per ottenere un incremento costo-ricavi bisogna poter investire. Investire significa ammodernare le infrastrutture significa ammodernare il parco mezzi circolante (treni e autobus) e significa avere la possibilità di sperimentare equilibri nuovi di interoperabilità dei servizi.
Noi abbiamo tenuto fermo l'obiettivo di investire sul BIP, perché la bigliettazione integrata è essenziale e funzionale anche per consentirci la programmazione più puntuale del servizio di trasporto pubblico locale.
Abbiamo mantenuto ferme le risorse da destinare ad una parte delle infrastrutturazione del passante, come credo sappiate, ma è necessario che sia per la spesa corrente, sia per gli investimenti il Governo nazionale usi, nei confronti del Piemonte, un occhio di riguardo.
Il Piemonte per raggiungere gli obiettivi fissati, ha bisogno di crescere e ha bisogno di spendere intelligentemente qualche risorsa sulle infrastrutture.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Farei fare la comunicazione all'Assessore Cavallera.



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

E' un po' scoordinato.



PRESIDENTE

Il tempo è quello che è.



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

sempre la "variabile tempo", non la "variabile contenuti".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Non sarò molto lungo anche perché è molto difficile seguire senza avere una traccia di scritto, un tema come quello della riorganizzazione del TPL.
Mi dispiace che l'Assessore Pichetto sia uscito dall'Aula per una semplice ragione.
Fino a martedì sera ho chiesto all'Assessore Pichetto se c'era qualche euro in più sulla TPL e l'Assessore ha risposto che assolutamente non si potevano trovare.
Non sono qui a commentare i giornali, ma ieri mattina leggo su La Repubblica che, grazie ad un artifizio contabile - ripeto, artifizio contabile - l'Assessore Bonino avrebbe recuperato 60 milioni di euro in più sul TPL.
Ripeto, artifizio contabile: abbiamo tutti presente quello che ci ha detto l'Assessore Pichetto due giorni fa in quest'Aula quando ci ha detto che questo è un bilancio privo di artifizi contabili? Questa mattina durante la Conferenza Capigruppo, ho chiesto all'Assessore Pichetto: mi vuole spiegare dov'è l'artifizio contabile? Sapete cosa mi ha risposto l'Assessore Picchetto, colleghi che non avete partecipato alla Conferenza dei Capigruppo?: vengo volentieri in Aula ad ascoltare l'Assessore Bonino perché non so nulla. Ripeto: non so nulla.
Si sta affrontando un tema che incide sul sistema dei servizi e l'Assessore trasporti dice alcune cose mentre l'Assessore al bilancio non ne sa nulla.
Anche l'espressione che ha usato l'Assessore Pichetto quando ha detto "anch'io ieri mattina sono rimasto un po' sorpreso quando ho aperto il giornale" è molto evidente rispetto alla condizione che stiamo affrontando.
Volete di più, Presidente, visto che lei dovrebbe essere il garante di quest'Aula? Di tutte le condizioni di quest'Aula? Questa a mie mani è la tabella che l'Assessore Pichetto ci ha consegnato in I Commissione rispetto all'applicazione del decreto legislativo n. 35, relativamente ad un articolo che non ricordo. L'Assessore Bonino ci ha appena rappresentato dati diversi da questa tabella. Lo ripeto: diversi da questa tabella e da quelli a bilancio! Ma come cavolo pensiamo di discutere di legge di bilancio e di legge finanziaria quando abbiamo un Assessore che va per la sua strada, dei documenti che dicono altre cose e le tabelle di bilancio che ne ancora altre? Lo stesso Assessore al bilancio tre quarti d'ora fa, in sede di Conferenza dei Capigruppo, ha dichiarato: "Sono rimasto anch'io strabuzzato quando ho letto ieri l'articolo su la Repubblica".
Questa è la condizione nella quale stiamo discutendo la legge di bilancio e altri provvedimenti così rilevanti. L'Assessore Bonino ci ha dato una spalmatura dei debito pregresso sul TPL che è diversa da quella che l'Assessore Pichetto ci ha consegnato; ed è diversa da quella che l'Assessore Pichetto ha trattato con il tavolo nazionale: mettetevi d'accordo! Mettevi d'accordo una volta per tutte e date la sensazione di non essere un caravanserraglio di individui, ma una Giunta che affronta la sfida di dare una risposta alle problematiche del Piemonte.



PRESIDENTE

Per quanto attiene quel documento, le assicuro che prima della trattazione del disegno di legge n. 300 sarà cura della Presidenza verificare che la tabella depositata sia poi quella...



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Siate seri!



PRESIDENTE

Io parlo per parte mia e credo che anche la Giunta...
Non credo che sia una questione di mancanza o meno di serietà.
Comunque, prima dell'inizio della trattazione del disegno di legge n. 300 sarà verificato dalla Presidenza e dagli Uffici che la tabella depositata sia quella definitiva, oggetto della discussione e della votazione dello stesso disegno di legge.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola elementare Ilaria Alpi di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola elementare Ilaria Alpi di Torino, classe 5^ C, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Trasporti pubblici

Comunicazioni della Giunta regionale, Assessore Bonino, inerente a "Piano sul Trasporto Pubblico Locale" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo la trattazione del disegno di legge n. 299 "Legge finanziaria per l'anno 2013", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ha fatto bene e salutare la classe elementare prima del mio intervento così mi sforzerò di non usare turpiloqui, sebbene la tentazione sia forte.
Sinceramente, non so più cosa dire: sono ovviamente contento per i giornalisti che lavorano e che riescono ad ottenere i dati 48 ore prima dei Consiglieri regionali. Ma questa è la fotografia della situazione che si vive in Consiglio regionale del Piemonte.
Penso, quindi, che non parteciperò più alle Conferenze dei Capigruppo e se mai avrò bisogno di informazioni, non interpellerò più l'Assessore ma la giornalista de la Repubblica o quello de La Stampa, almeno loro avranno le informazioni! Come ripeto, non vuole essere una critica nei vostri confronti, ci mancherebbe! Ma poiché siete più informati voi, vi interpeller direttamente. Non servirà più, quindi, partecipare alle Conferenze dei Capigruppo, alle Commissioni consiliari o ai lavori d'Aula, tanto le informazioni ci passano sopra la testa 48 ore prima! Presidente Cota e Assessore Bonino, questa è una presa per i fondelli! Presidente Cota, è assurdo che si facciano riunioni, Conferenze di Capigruppo, si discuta per ore, per poi scoprire che anche le proposte dei nostri emendamenti e l'attività che svolgiamo viene superata e comunicata ai giornali.
Io vorrei sapere, in questo momento e in questa sede, se le fuoriuscite di notizie sono volontarie o meno.
Vorrei avere questa risposta, perché è una mancanza di rispetto totale anche nei confronti del lavoro dei Consiglieri regionali. Ci cono Consiglieri che passano le ore e le giornate - giustamente, perché è il nostro lavoro! - a studiare i bilanci e le tabelle, a presentare gli emendamenti, e poi arrivano in Aula e scoprono che 48 ore prima i giornali hanno delle informazioni, con dettagli addirittura più precisi, mi permetta, Assessore Bonino! In pratica, si hanno più informazioni leggendo l'articolo di Mondo de La Stampa che non ascoltando lei, perché c'è anche la divisione per province: io ho preso nota per vedere se aveva sbagliato il giornalista de La Stampa oppure se era più precisa lei.
A parte l'ironia, è possibile che sia questo il modo di lavorare Presidente Cota? Oggi avete pure contingentato i tempi: io proporrei veramente di prendere, alzarci e andare a casa, così evitiamo pure di far spendere soldi al Consiglio Regionale del Piemonte.
Tanto l'illustrazione degli emendamenti che presenteremo è inutile perché il tempo è contingentato, per cui immagino - ho questa sensazione che non verranno nemmeno presi in considerazione dall'Assessore Pichetto. I dati sono già stati decisi e ci vengono comunicati 48 ore dopo. Ma, allora di cosa stiamo parlando, Presidente? Valuterò adesso se fare ovviamente... Poi conto per uno, quindi anche se mi assento non è che sentirete un granché la mia mancanza. Non sarà un grande Aventino, e non mi sento neanche di proporlo al centrosinistra, che sono ovviamente autonomi e liberi di assumere le proprie decisioni.
Ma io non mi sento più tutelato - se mai lo sono stato - nell'attività che si fa in questo Consiglio. Non so veramente più a che santo appigliarmi, anche se non sono credente! È una situazione in cui non ha neanche senso discutere di queste proposte.
Assessore, io potrei discutere su come si pensa di ridurre nel prossimo semestre i 60 milioni di euro; potremmo discutere sulle linee, perch immagino che sarà tagliata prima la Novara-Varallo, poi la Vercelli-Casale (che erano già oggetto di possibili tagli già nel precedente programma pluriennale), ma se mancano le basi minime di fiducia e di rispetto su cui discutere, mi chiedo cosa stiamo qua a fare. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Ovviamente, tutti interveniamo in questa situazione un po' caotica, di cose che abbiamo sentito e di cifre che leggiamo nell'ultimo - spero documento di bilancio che abbiamo avuto (perché, in effetti, può darsi che nel frattempo sia cambiato attraverso qualche emendamento ancora a noi non noto).
Ho preso attentamente nota e ho fatto le somme dei dati che ha fornito l'Assessore e risulta, con il taglio dei 60 milioni, che sono 545 i soldi che vengono ripartiti quest'anno.
I 150 del recupero (di cui ci ha detto precedentemente) dell'anno precedente fanno 695, e a bilancio l'ultima tabella fornita l'altra sera prima che finissimo (quindi dovrebbe essere quella buona) parla di 657. Ci sono, dunque, 40 milioni circa di differenza, che intanto vorremmo capire perché 40 milioni sono 40 milioni; non sono proprio noccioline! Sono 80 miliardi delle vecchie lire, giusto per ricordarci. Euro per euro della gente che paga sono molti.
Per prima cosa, quindi, vorremmo capire meglio le cifre, visto che stasera voteremo il bilancio: dentro il bilancio cosa c'è scritto, alla fine? C'è forse qualche emendamento in corso di cui non abbiamo sentito parlare? Veniamo al merito. È del tutto evidente che si è perso molto tempo e che quindi l'arretrato che si è accumulato, in assenza di una riforma del TPL che consentisse di stare dentro le cifre effettivamente messe a bilancio, adesso crea una situazione molto difficile per gli anni prossimi.
Di nuovo, purtroppo quando uno guarda le cifre complessive di bilancio (sempre che siano quelle di cui stiamo parlando), si accorge ad esempio che l'ipotizzato disavanzo del 2012 è metà di quello che tutti noi sappiamo essere, perché le cifre sono sul sito della Regione (peraltro io le ho fatte verificare con gli uffici ragioneria della Regione). Quindi non abbiamo solo questi trascinamenti specifici, derivanti da singoli settori in particolare dei settori più pesanti (sentiremo poi la sanità), ma avremo anche, nel 2014 e nel 2015, il trascinamento del maggiore deficit già adesso ripartito per quella cifra, ancora ripartito ulteriormente. Il che rende chiaramente ingovernabili i prossimi anni, quando pensate, nel frattempo, di essere riusciti a scappare, se capisco bene.
Questa mi pare essere la situazione reale: bilanci che rinviano continuamente ad un futuro; futuro che sappiamo tutti, perché è stato ribadito anche ieri e stamattina al neo Presidente Letta, in termini di spesa corrente non potrà migliorare. Forse verrà allargata un po' la forbice sugli investimenti, e questo potrebbe anche ottenere qualche risultato positivo.
Siccome ho già superato i tre minuti a mia disposizione, faccio una breve osservazione, poi ovviamente il piano lo dovremo discutere quando c'è, perché adesso abbiamo solo sentito cifre e bisogna vedere se queste cifre sono raggiungibili, se le misure che lei sinteticamente ha descritto consentono di raggiungere queste cifre senza tagliare i servizi minimi.
La mia impressione è che anche nel trasporto locale, sia ferroviario che su gomma, manchi completamente un tentativo di introdurre elementi di concorrenza, e gli elementi di concorrenza spesso producono un aumento di efficienza. Anche nel trasporto locale, concorrenza e creatività potrebbero permettere dei miglioramenti, soprattutto nelle aree a domanda debole, che però, da quanto abbiamo capito, sono molte. Da quello che ci ha detto quasi tutti i Comuni del Piemonte (salvo l'Area metropolitana) sono di fatto aree a domanda debole, dunque l'ipotesi che si possa cancellare totalmente il trasporto pubblico nei Comuni del Piemonte mi sembra ardua da accettare.
Di conseguenza, l'introduzione di creatività e concorrenza, almeno in queste aree, forse consentirebbe a qualcuno che vuole provarci di fornire dei servizi alternativi (personalmente credo che sarebbe necessaria). Anche qui esempi non c'è tempo per farne, però io sono molto preoccupata del fatto che la situazione si sta avvitando: se non c'è uno scatto che offra prospettive di miglioramento (e lo vedo solo con uno scatto competitivo) il rischio è che diventi tutto a domanda debole, perché si cala talmente il livello e la qualità del servizio che questo produce, a sua volta, una riduzione delle percentuali di copertura.
Questo è quello che finora è avvenuto: una riduzione continua delle percentuali di copertura, tranne nei servizi competitivi ed efficienti che sono, ad esempio, quelli della metropolitana o quelli delle aree forti.
Questa mi pare essere la situazione, ne discuteremo meglio. Prima di iniziare a discutere del bilancio, vorremmo però qualche chiarimento quantomeno sulle cifre aggregate.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il punto. Prima di passare alla sanità, l'Assessore Pichetto intendeva replicare. Prego.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente, ma la mia non è assolutamente una replica, perch non c'è stato dibattito: si tratta solo di una precisazione.
Quella della collega Bonino, così come la prossima del collega Cavallera, sono comunicazioni su uno stato d'avanzamento dei lavori. Lei giustamente, ha detto: il piano si discute quando c'è. Ecco, non è il piano; sarà il piano il giorno che la Giunta, valutatolo e condivisolo, lo approverà, lo proporrà e, a quel punto, scatteranno anche le conseguenze di eventuale rettifica del bilancio depositato in quest'Aula. Questo per precisazione.



RESCHIGNA Aldo

Ha fatto l'intesa con gli Enti locali l'altro giorno!



PRESIDENTE

Per favore, Consigliere Reschigna, lasciamo finire l'Assessore.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Parlo per atti formali, anche se...



RESCHIGNA Aldo

Ma di che cosa stiamo parlando? L'Assessore Bonino ha fatto l'intesa con gli Enti locali l'altro giorno!



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, per favore!



RESCHIGNA Aldo

Ma è questo il problema!



PRESIDENTE

Avremo modo, nelle ore che dedicheremo al disegno di legge n. 300, con la tabella definitiva, di ritornare sull'argomento.
Assessore Cavallera...



RESCHIGNA Aldo

L'Assessore Bonino è stata smentita in Aula dall'Assessore al bilancio! Smentita! È un fatto secondario, questo?



PRESIDENTE

Collega Reschigna, prima dell'inizio del disegno di legge n. 300, come ho detto prima, sarà fatto il punto, perché la Presidenza si fa garante com'è giusto che sia, su un deposito e su una inequivoca tabella che sarà oggetto della nostra discussione e della votazione sul documento.


Argomento: Trasporti pubblici

Comunicazioni della Giunta regionale, Assessore Cavallera, inerente a "Piano Operativo Sanità"


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Intervengo per fornire le informazioni possibili ad oggi sul piano operativo che stiamo redigendo e che, ovviamente, viene redatto sulla base dei dati finanziari che sono conosciuti. Li ricordo.
Oggi, per quanto riguarda il 2013, abbiamo un fondo sanitario di 7.660 milioni, a cui si aggiungono 150 milioni di integrazione regionale, mentre per il 2014 e il 2015 l'integrazione si riduce solo a 100 milioni. Se consideriamo questi dati, nel piano operativo avremo l'indicazione delle azioni necessarie per stare dentro a questi binari. Ovviamente su questo vi è sempre l'attenzione anche da parte degli Assessori alla salute, che peraltro si riuniscono il giorno 8, di rappresentare, come avevamo già rappresentato al Ministro Balduzzi, le difficoltà insite a tenere questo passo, perché possiamo discutere di tante cose, ma i vincoli, anche legislativi, che sono stati posti, alla lunga, possono anche comportare qualche difficoltà ad essere mantenuti.
Comunque, la speranza è sempre quella di uscire dall'emergenza e di riuscire a perseguire una migliore qualità e migliore efficientamento dei servizi, stando nei costi.
Come stiamo redigendo il piano di rientro? Lo stiamo redigendo d'intesa tra la Direzione sanità e la Direzione bilancio, con la supervisione e la collaborazione di Agenas e con la collaborazione di KPMG, che era un soggetto che aveva già collaborato con l'Assessorato al bilancio e che è stato dislocato in modo parziale anche a supporto dei lavori della Direzione sanità.
Quali azioni sono previste? Qui non siamo in una situazione completamente ex novo, perché abbiamo già un piano di rientro alle spalle scaduto al 31/12/2012 e, come il precedente, ovviamente, anche secondo la logica, è impostato su azioni di tipo strutturale e situazioni di efficientamento del sistema.
Vorrei fare una premessa. Avevo già concordato con la Commissione che avrei riferito in quella sede. La seduta è già prevista per il giorno 9, ma con la collega Spagnuolo stavamo definendo meglio l'orario, anche in conseguenza del fatto che il giorno 8 vi sarà la riunione degli Assessori alla salute delle Regioni e che verso sera i Direttori e soprattutto i nostri tecnici avranno un incontro preliminare di tipo tecnico per verificare le elaborazioni del piano operativo, che per quella data saranno abbastanza definite.
Quindi, verosimilmente, si è chiesto di andare al pomeriggio del giorno 9, in modo da poter andare in Commissione e portare già anche i report di questa preliminare verifica che, come tutti sanno, non è effettuata solo con il Ministero della Salute, ma anche con il Ministero dell'Economia.
Gli interventi strutturali.
Gli interventi strutturali partono dalla revisione della rete ospedaliera. È noto che è già prevista la riconversione di 12 presidi ospedalieri, la disattivazione di alcuni punti nascita e la disattivazione delle attività chirurgiche all'interno di alcuni ospedali sulla base di un piano di riordino della rete ospedaliera.
Il secondo intervento strutturale riguarda il dimensionamento delle dotazioni organiche delle Aziende Sanitarie Regionali, in coerenza con il nuovo disegno della rete ospedaliera e con lo sviluppo delle attività territoriali che prevede il Piano Socio Sanitario regionale 2012-2015 evitando in questo modo dei tagli orizzontali, ma andando per interventi mirati.
Naturalmente vi sono già accordi a livello di Aziende Sanitarie e la cosa viene seguita anche a livello regionale, con le organizzazioni sindacali per favorire, con misure di accompagnamento, eventuali spostamenti di sanitari o di parasanitari da un posto di lavoro all'altro.
Il terzo punto, questa volta in positivo, è il potenziamento del servizio di assistenza domiciliare integrata. L'obiettivo è quello di passare dal 3,2% di casi trattati rivolti agli ultra 65enni al 4% di casi trattati per gli ultra sessantacinquenni. Questo potrebbe comportare come minimo almeno 7.000 casi in più di assistenza domiciliare assicurata dal piano, ma questi sono valori minimi che vengono vincolati come dimostrazione della svolta, anche se le nostre politiche devono, a mio avviso, anche andare oltre questi limiti.
Al punto quattro c'è tutta la questione delle strutture di continuità assistenziale. La cosa ovviamente è legata alla riconversione di posti letto ospedalieri di post-acuzie che vengono disattivati e per compensare questi 1.300 posti letto di post-acuzie, sommando gli orientamenti precedenti e anche la spending review, che prevede il 7 per mille come massimo in questo settore.
Naturalmente, attraverso la creazione di questa modalità di assistenza e di ricovero della continuità assistenziale, si pensa almeno di assicurare 1.100 posti, quindi di non creare difficoltà eccessive dovute all'azione della spending review.
Il punto numero cinque è il proseguimento del percorso dei centri di assistenza primaria. Si è già avuta una sperimentazione ad Arona ed è in via di attivazione...
Ho detto che i centri di assistenza primaria sono un obiettivo importante...



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, chi è interessato fa fatica a capire e deve quindi chiedere delle precisazioni all'Assessore Cavallera. Quindi, vi chiedo la cortesia di far lavorare al meglio l'Assessore e i colleghi che sono interessati.
Prego, Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Richiamavo i centri di assistenza primaria per la loro funzione che è stata individuata all'interno del Piano Socio Sanitario. Richiamavo la sperimentazione, l'attivazione del centro di assistenza primaria di Arona ma sono in via di attivazione anche Avigliana e Fossano.
Annualmente come minimo ci si impegna ad attivarne tre all'anno, ma naturalmente questi sono gli obiettivi minimi...



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, prima l'ho detto cordialmente, però diventa oggettivamente complicato, se non impossibile, poter lavorare.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Sono gli obiettivi minimi che vengono individuati come impegno, ma naturalmente sulla base dell'attuazione della riconversione della rete ospedaliera, sia in termini di risorse professionali che in termini anche di risorse finanziarie, gli obiettivi che si possono raggiungere sono anche superiori.
Naturalmente non basta solo declamare degli obiettivi, ma bisogna poi perseguirli quotidianamente e questo sarà l'impegno anche nei confronti dei Direttori generali, che verranno valutati anche in ordine alla capacità non solo di rapportarsi meglio con il territorio, ma anche di raggiungere questi obiettivi.
Inoltre, si pensa anche di ridefinire i contratti con gli erogatori privati, alla luce delle previsioni della DGR del 14 marzo in materia di riduzione di posti letto ospedalieri per post-acuzie. Naturalmente qui i numeri in gioco avranno una certa incidenza, perché riguardano sostanzialmente circa 800 posti letto.
A queste azioni strutturali si aggiungono azioni di efficientamento del sistema. Naturalmente si parte dalla centralizzazione degli acquisti di beni e servizi, naturalmente attraverso SCR, e le Federazioni sovrazonali.
Per le Federazioni - l'ho già detto in Commissione - stiamo aspettando il famoso verbale del Tavolo del 4 aprile, quindi consentitemi di fare come San Tommaso. Vorrei leggere effettivamente quelle che sono le osservazioni nelle varie materie, ma soprattutto anche in questa materia.
Pertanto, su questo mettiamo una disponibilità, una previsione di un intervento anche normativo collegato alla partita delle Federazioni sovrazonali, e naturalmente collegato anche alla revisione funzionale di SCR, così com'è stato delineato anche nel dibattito su questo specifico punto.
Per quanto riguarda la logistica e l'integrazione delle reti logistiche, vi è l'accorpamento dei vari magazzini aziendali, costituendone uno per area di programmazione sovrazonale. Su questo vi sono degli studi già disponibili che possono essere attuati.
Poi un'altra azione di efficientamento del sistema è la riduzione del 2% dei valori contrattuali rispetto al 2012...



PRESIDENTE

Scusi, Assessore.
Collega Burzi, gentilmente. La ringrazio e ringrazio anche i rappresentanti degli organi di informazione.
Prego, Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Per quanto riguarda gli erogatori privati, ai sensi della legge n.
135/2012 e del decreto ministeriale del febbraio 2012, che prevede la riduzione delle tariffe sia di rimborso ospedaliero sia di rimborso ambulatoriale, è prevista la rimodulazione, ma abbiamo già simulato, e questo comporta una riduzione significativa dei costi.
Poi c'è la razionalizzazione della spesa farmaceutica territoriale attraverso la riduzione della convenzionata e il contestuale incremento della distribuzione per conto, cioè l'acquisto dei farmaci da parte delle Aziende Sanitarie e la dispensazione da parte delle farmacie territoriali convenzionate. Inoltre, vi è anche il canale della distribuzione diretta cioè l'acquisto dei farmaci da parte delle aziende sanitarie e la dispensazione da parte delle farmacie ospedaliere, e - non ultimo - il migliore utilizzo dei farmaci generici, che può portare molti risparmi.
Ultima azione - sommario report da parte mia, con tutte le riserve di entrare poi nel merito e riferire nella sede della Commissione - è razionalizzare la spesa farmaceutica ospedaliera attraverso la revisione dei prontuari terapeutici ospedalieri e un utilizzo del farmaco maggiormente appropriato. Questo è anche un confronto tra gli addetti ai lavori che deve essere intensificato.
Impatto economico - siamo in sede di bilancio - presunto. Per quanto riguarda l'area degli erogatori privati, le manovre da attuare all'interno di questa area produrranno economie di circa 80 milioni di euro su base annua. Per quanto riguarda l'area del personale, si ritiene che mediamente ci possa essere un contenimento dei costi dell'ordine di 20 milioni di euro su base annua. Per quanto riguarda la farmaceutica territoriale, si possono produrre economie dell'ordine di 38 milioni di euro su base annua (sono in corso delle sperimentazioni a livello territoriale e da queste ricaveremo delle indicazioni).
Per quanto riguarda la farmaceutica ospedaliera, le manovre da attuare all'interno di quest'area possono produrre economie per 27 milioni di euro su base annua.
Acquisto di beni e servizi: la centralizzazione produrrà economie per 70 milioni di euro su base annua. Questa stima è stata fatta dal nostro Settore, che è preposto a coordinare le Aziende Sanitarie sotto questo profilo; naturalmente la stima è stata fatta sulla base dei bandi già emessi sia dalle Federazioni che da SCR.
Ho tralasciato i tempi di pagamento. Auspico e abbiamo buone speranze che la normalizzazione dei tempi di pagamento, come ha indicato il collega Pichetto, possa produrre dei miglioramenti. Indirettamente non è valutabile, ma è un fatto commercialmente rilevante e rilevabile che andando a pagare a 60-90 giorni, il quadro della fornitura, anche in termini di prezzo, può cambiare.
Quali sono i costi in più che sono previsti? Indubbiamente l'incremento del numero di casi trattati per quanto riguarda l'assistenza domiciliare integrata, la continuità assistenziale con i posti letto in più che ho citato prima e i centri di assistenza primaria richiamano logicamente spese correnti maggiori rispetto alle attuali, ma che si pensa di ricavare da quelli che sono i risparmi delle riconversioni. Ecco, tutto questo fa un saldo di 200 milioni circa di contenimento dei costi, a parità o a miglioramento dei servizi, nel senso dell'ottica "meno ospedalizzazione più territorio, più domiciliare, più continuità assistenziale".
C'è poi tutta la questione da risolvere di coloro che, avendo condizioni di non autosufficienza, devono essere presi in carico dal servizio sanitario, e questo ovviamente comporterà l'emanazione e la revisione delle due delibere della Giunta regionale riguardanti sia la domiciliarità sia la residenzialità.
I tempi nei quali dobbiamo lavorare sono molto stretti perché, come vi dicevo, l'8 maggio bisogna andare a far vedere lo schema a livello interministeriale; faccio presente che il piano di rientro non è una deliberazione autonoma della Giunta regionale, ma questo piano operativo è un accordo che si deve fare per raggiungere degli obiettivi con i due Ministeri vigilanti (Salute ed Economia e Finanze), quindi la Giunta regionale ne prenderà atto (il Presidente ha già convocato per il 6 maggio una prima valutazione da parte della Giunta dello schema del programma di rientro), l'8 maggio avremo subito un test con i ministeriali, il 9 riferiremo in Commissione e quindi il 10 saremo in grado di mandare il prodotto ai Ministeri. Mi auguro che nel mese di maggio avvenga l'eventuale ulteriore dialettica tra Regione, Stato e Ministeri competenti per arrivare entro fine maggio, al massimo ai primi di giugno, ad avere il documento approvato e sottoscritto dalle due parti.
Come vedete, i margini sono quelli che sono, però all'interno di questi margini dobbiamo sforzarci per cercare di rendere riconoscibili gli obiettivi che ci prefiggiamo e che raggiungeremmo meglio se non avessimo il carico della vigilanza ministeriale e del piano di rientro. Ad ogni modo non dimentichiamo che, se non redigiamo questo piano e non lo consegniamo entro il 10, non scattano le condizioni per avere gli anticipi (la prima rata è stata comunicata ed è pari a 633 milioni) del decreto legge 35, sul cui ammontare il collega Pichetto ha impostato, per quanto riguarda la sanità, quella manovra che nell'ultima seduta ha illustrato in modo compiuto dal punto di vista finanziario.
Sono ovviamente appunti che ho raccolto io e che quindi possono subire modifiche, ma mi è stato chiesto di dire all'Aula come si sta impostando il piano operativo; a questo punto, ho riferito le cose così come sono nella mia attuale conoscenza, mantenendo anche la disponibilità ad affrontare quelle questioni puntuali che erano all'attenzione della Commissione e sulle quali ovviamente, quando in Commissione entreremo in argomento saremo in grado di fornire gli orientamenti definitivi, perché questi sono comunque impegni che si prendono col livello nazionale, ma naturalmente non è che ci sia un'elencazione puntuale di tutte le questioni e, comunque, vi è un margine di adeguamento, fermi restando gli obiettivi di fondo. Quindi vorrei mantenere e confermare la disponibilità ad affrontare le questioni nella sede opportuna delle Commissioni.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Colleghi, queste erano le due informative sul trasporto pubblico locale e sulla sanità, così com'era da accordi presi nella Conferenza dei Capigruppo.
Con queste due informative termina la seduta del mattino, a meno che non vi siano richieste di chiarimenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Solo un chiarimento. Nella relazione di sintesi dell'Assessore Cavallera non ho sentito, pur essendo stato molto attento, alcun riferimento alla questione dell'emodinamiche. Se potesse riferire in Aula...



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Presidente, le assicuro che sarò molto pacata, nel senso che non devo dimostrare ad altri componenti del Gruppo la durezza dell'opposizione. Ho acquisito il reclutamento del Consigliere Bono, che sottolineava l'inutilità di questo Consiglio, alla sottoscrizione delle firme per il suo scioglimento, in base all'intervento che ha svolto prima.
Sulla relazione dell'Assessore Cavallera, senza voler entrare nel merito di un'informativa, ne colgo semplicemente le contraddizioni con le aspettative che abbiamo, relativamente alla discussione del bilancio e della legge finanziaria.
La contraddizione più rilevante è che l'Assessore Pichetto chiede - e la maggioranza lo condivide attraverso la scelta di maggioranza di contingentare i tempi - che si approvino la legge finanziaria e la legge di bilancio entro domani, perché occorre essere credibili, nei confronti del Governo, con il piano di rientro, entro le date in cui si presenteranno gli Assessori di riferimento e l'Assessore al bilancio.
Questa dichiarazione non è affatto credibile se rapportata ad un'altra che l'Assessore Cavallera ha fatto nella sua relazione, secondo la quale l'Assessore, ad oggi, non è in grado di assumere un'iniziativa sulla contestazione più sensibile che il Tavolo del piano di rientro ha messo in capo alla Regione Piemonte, vale a dire la critica alle Federazioni sanitarie.
Dobbiamo presentarci all'esame del piano di rientro con il Ministero l'8 maggio: l'Assessore Pichetto chiede al Consiglio di votare e l'Assessore alla sanità dice che aspetta il verbale della riunione precedente del piano di rientro. Questo è un dato totalmente incredibile Assessore. Intanto perché i verbali del piano di rientro lei non li legge sul sito del Ministero, come li leggiamo noi, ma dovrebbe portarseli sottobraccio il rappresentante dell'Assessorato che partecipa al piano di rientro, e lei sa, come me, che il contributo di quel verbale è noto.
Se lei in questa informativa assume il fatto che la questione più sensibile, quella delle Federazioni sanitarie, l'ha glissata nel rapporto con questo Consiglio, io ne deduco che il glissare, aprendo - uso il suo termine - la possibilità di un successivo intervento normativo di adeguamento, significa che la Giunta avrebbe, se volesse, le mani libere durante la discussione di questa legge finanziaria, di modificare la parte della legge che introduce le Federazioni sanitarie. Se non volete arrivare alla nostra valutazione - abrogarle perché non funzionano - almeno arrivate alla vostra: sospenderle perché dobbiamo prevederne una modifica normativa.
Lei stesso ha detto che, su questo, non è cogente la richiesta del Ministero, o la Regione non è pronta. Quindi può serenamente, in una situazione di limbo, intervenire nella direzione dell'aspetto più critico che le opposizioni le stanno ponendo, e lei sa come questo sia un tema per noi sensibile.
Oppure, nei riferimenti che lei ha fatto alle opere di razionalizzazione, nessun riferimento è stato fatto alla possibilità di intervenire sull'edilizia sanitaria, piuttosto che sul recupero di crediti in parte correnti, attraverso quelli che avete chiamato - voi e non noi strumenti innovativi, cioè i fondi immobiliari.
Allora, Assessore Pichetto e Assessore Cavallera, se nemmeno voi siete in grado di quantificare il presunto beneficio su un'operazione verso la quale l'opposizione vi manifesta tutta la propria contrarietà, e non vi prospettate nessuna possibilità di miglioramento attraverso questi fondi siete altrettanto liberi, perché il piano di rientro non vi chiede di scrivere nella legge finanziaria che il ricorso al fondo immobiliare, per quanto riguarda la sanità, è impegno cogente di questa annualità finanziaria.
Due emendamenti che sarebbero il cuore delle critiche che vi arrivano dall'opposizione e, se avessimo la possibilità di misurare questo coraggio che è solo coerenza con quello che avete detto, da parte della Giunta anche il giudizio sulla legge finanziaria potrebbe essere diversamente articolato: contrario, ma con qualche aspettativa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Sono questioni, come diceva la collega Artesio, di cui abbiamo parlato l'altro giorno, intervenendo durante la discussione generale, rispetto alle quali il Governo regionale dovrebbe prendere qualche posizione. Se fossi uno psicologico - non lo sono e non c'è niente di più lontano rispetto alla psicologia del mestiere che io faccio, un mestiere estremamente concreto e pragmatico - direi che l'intervento dell'Assessore è per dire che le Federazioni sono belle che liquidate.
L'Assessore ha parlato dell'efficientamento del sistema attraverso SCR e poi ha aggiunto "e le Federazioni sanitarie", forse perché non poteva fare un intervento di tipo diverso.
E allora, dato che credo che l'Assessore pensi effettivamente che le Federazioni abbiano vita breve, avere il coraggio di definire approfittando di questa occasione, il loro destino, sarebbe una cosa certamente positiva.
Tralascio la questione relativa al fondo immobiliare, che personalmente ritengo un progetto in qualche modo accantonato.
L'altro giorno abbiamo detto che i due elementi che caratterizzavano la riforma epocale del sistema sanitario regionale, dopo tre anni, e prima ancora che siano cominciati, vengono bellamente messi da parte.
Non è solo questo il punto, Assessore Cavallera. Lei ha svolto una relazione difficile da seguire. Ho preso appunti, ma, avendo lei parlato di molti numeri e di molte cifre, avere la possibilità di capire qual è il modo con il quale si arriva a questi numeri.
Faccio un esempio rispetto all'ADI.
Lei sa che l'ADI viene effettuata da personale dipendente del sistema sanitario? Dato che oggi, essendo in piano di rientro, non possiamo che sostituire solo il 50% dei medici e degli infermieri che vanno in pensione mi spiega come si può passare dall'1,2 al 4% di pazienti che vengono presi in cura, se già oggi non siamo in grado, con il personale che c'è all'interno delle aziende sanitarie, di garantire questo servizio? Quando si fanno affermazioni di questo tipo, bisognerebbe supportarle e che gli uffici che hanno preparato la relazione all'Assessore spiegassero attraverso quali strumenti si arriva ad una determinazione di questo tipo.
Strutture di continuità assistenziale: così vogliono dire? Per esempio gli ospedali di Pomaretto e Torre Pellice, secondo quanto deciso dal Governo regionale verranno chiusi. Significa che quelle strutture saranno trasformate in strutture di continuità assistenziale, cioè che tutto il Pinerolese potrà continuare ad avere posti letto (uno, dieci o cento posti letto) nei quali ricoverare per un certo periodo - appunto la continuità assistenziale - gli anziani che escono da una fase acuta di ricovero? Lo dico per voi, anche per tranquillizzare i territori che evidentemente sono in fermento, perché i territori in cui l'età media è molto elevata, e che si vedono sottratti la possibilità di poter continuare ad assistere un anziano, sono preoccupati del loro destino.
Mi piacerebbe capire, magari l'Assessore lo farà nella prossima relazione, che fine ha fatto la seconda gamba del sistema sanitario regionale, cioè il rapporto con i medici di famiglia, che non vengono nemmeno citati! Avrebbero dovuto essere la rivoluzione copernicana del territorio! Territori che garantivano servizi diversi, che sarebbero stati finanziati attraverso il risparmio della spesa ospedaliera. Dei medici di famiglia, non vi è più alcuna traccia in alcun posto! Assessore Cavallera, posso dirle che promettere tre CAP all'anno avendone aperto uno in tre anni, è un elemento di straordinaria audacia anche per un uomo equilibrato e di buon senso come lei? Di straordinaria audacia! Capisco che siamo in fase di approvazione di bilancio e in qualche modo bisogna lanciarsi, ma ne avete fatto uno in tre anni e volete farne tre all'anno? Cioè nove nei prossimi due anni, se questo Governo regionale continuerà ad esserci? Il risparmio sulla spesa farmaceutica e territoriale attraverso quali strumenti si verifica? Nel Governo regionale precedente abbiamo iniziato una bella esperienza, quella dell'istituzione del "farmacista di reparto": l'unico modo per risparmiare in un reparto ospedaliero è che ci sia un farmacista di reparto che stabilisca quali e quanti farmaci possono essere utilizzati, anche in sostituzione di farmaci più cari.
Lei sa, Assessore Cavallera, cosa fa il chirurgo al mattino quando passa in visita e si occupa della ferita e non tanto dell'antibiotico? Dedica a questo capitolo trenta secondi, perché non ne ha le competenze perché non lo sa, perché fa il mestiere del chirurgo e, tutto sommato, non gli importa un granché! Si era avviato un progetto che caratterizzava la Regione Piemonte e che stava diventando un percorso pilota in tutta Italia: se n'è occupato qualcuno? Questo è un modo per ottenere risparmi sulla farmaceutica ospedaliera e credo anche sulla farmaceutica territoriale.
Assessore Cavallera, avete messo in preventivo quello che costeranno i 50 posti letto in più all'IRCCS di Candiolo? Naturalmente, sono contento che finalmente le Regione abbia un IRCCS - ero stato relatore del disegno di legge che aveva determinato questa prospettiva - ma 50 posti letto costano e noi dovremo pagare a Candiolo 50 posti letto! Sono comparsi da qualche parte? Quando si verificherà la conclusione di questo progetto? E sull'Ordine Mauriziano? Sono stati assegnati 15 milioni sulla legge finanziaria, ma gliene dobbiamo 80.
Siamo stati condannati a pagare 80 milioni di euro - lo possiamo dire adesso, anche per quelli che c'erano allora (io non c'ero) - perché aver chiuso il Mauriziano in quel modo, provocandone di fatto il commissariamento, è stato un errore non soltanto da un punto di vista sanitario e morale, ma anche da un punto di vista economico e sborseremo centinaia di milioni di euro per pagare l'errore commesso dal precedente Governo Ghigo! Termino, perché non voglio utilizzare troppo tempo; tanto questi argomenti li riprenderemo tutti.
Noi vorremmo che non ci fossero solo numeri a caso - lo dico con il rispetto che, Assessore Cavallera, sa che nutro per lei - ma che dietro ai numeri ci fossero le strategie che portano a qualche risultato; se no siamo obbligati a pensare che si tratti di fuffa.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Quando ho definito questa legge finanziaria come una norma priva di coraggio avevo in mente un tema - penso di averlo anche un po' affrontato durante la relazione - quello della sanità.
La condizione del bilancio della Regione è difficile e complicata. Vi attendete un livello di efficientamento del sistema - che brutta parola! all'interno dell'organizzazione sanitaria per recuperare risorse...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Per favore! Grazie.
(Brusìo in aula)



RESCHIGNA Aldo

Sono tranquillissimo! Allora assumete alcune decisioni.



PRESIDENTE

Lei non l'ha mai visto nervoso il Consigliere Reschigna!



RESCHIGNA Aldo

Allora assumete qualche decisione.
Tema Federazioni: Assessore Cavallera, lei non ha bisogno dell'ultimo verbale del Tavolo Massicci! Lei potrebbe consultare il verbale del Tavolo Massicci del luglio dell'anno scorso, dove il tema delle Federazioni sanitarie era messo sotto grande critica. In quel verbale veniva detto chiaramente che la Regione Piemonte non rispondeva alle osservazioni critiche che venivano proposte.
Vi dirò di più: tutti sanno in questa Regione che - sarà questione di un mese? Di due mesi? Di sei mesi? Sarà alla fine dell'anno? - le Federazioni salteranno, tutti lo sanno! Tanto che ho detto all'Assessore Pichetto, durante una discussione sulla legge finanziaria in I Commissione che anche quei Direttori generali che prima non erano convinti delle Federazioni sanitarie, ma che, per rispetto al potere o per rispetto a chi deve assumere le decisioni sull'organizzazione sanitaria, non si mettevano di traverso rispetto alle stesse, adesso lo fanno tutti pesantemente.
Potete pensare di andare avanti dei mesi con una linea di governo della sanità sempre più conflittuale? Io dico di no.
Avete il coraggio, oggi, all'interno della legge finanziaria, essendovi accorti che questo sistema non sta funzionando, non sta producendo nessun effetto ed è sotto pesante osservazione da parte del Tavolo nazionale, di assumere una decisione forte, che restituisca certezza al sistema e all'organizzazione sanitaria? È ciò che vi chiediamo.
Assessore Cavallera, avendo i Direttori generali che ormai non dialogano più con gli amministratori delle Federazioni, pensa di ottenere qualche risultato? Io credo che non ne ottenga alcuno. Le dirò di più: su questo argomento ho ascoltato la sua relazione con molta attenzione, ma qui c'è in ballo un altro tema, che è quello della autonomia della Regione Piemonte.
Se il tavolo nazionale vi impone di chiudere le Federazioni, voi le chiudete, e la discussione locale non vi consente di arrivare ad una decisione autonoma, come Governo della Regione Piemonte? Allora siete, di fatto, sotto il commissariamento, perché tutte le decisioni ve le impone qualcuno a livello romano. Tutte le decisioni ve le sta imponendo qualcuno a livello romano! Abbiate coraggio su questo tema: prima troverete questo coraggio, prima potrete ottenere dei risultati, caricando, a quel punto, i Direttori generali di grandissime responsabilità.
Ha ragione il collega Boeti: se essere sotto piano di rientro e dover discutere con il Governo nazionale i contenuti del piano di rientro porta i risultati che lei ha rappresentato, evviva, evviva, evviva! Io, però, non ho mai visto una Regione soggetta al piano di rientro che si impegna a incrementare l'ADI, che si impegna a incrementare questo o quello.
Forse il mondo è un po' diverso? Forse la sua relazione molto "camomilla" aveva solo come obiettivo quello di non affrontare le questioni che lei è chiamato ad affrontare con il Tavolo nazionale a partire dai prossimi giorni? Forse questo è un passaggio unicamente di tipo formale e senza alcuna sostanza? Assessore, non ha neanche affrontato... Ha ragione il collega Laus: uno può avere le opinioni che crede, ma lei ha assunto un impegno, che è quello di dire, nella revisione delle emodinamiche, come collocava questo tema all'interno del piano di rientro.
Non ne ha più parlato in Commissione, ha chiesto tempo; gli è stato concesso anche questo tempo, ma non ne ha parlato neanche questa mattina in Aula.
Sostanzialmente, vuole dire che cambia il manovratore, ma non cambiano i contenuti della manovra.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Come lei ricorda, poco fa, durante la Conferenza dei Capigruppo, avevo chiesto io che fosse accordata la relazione dei due Assessori all'inizio della seduta odierna.
Qualcuno, forse della stessa maggioranza, si era espresso in senso pessimistico sul recepimento da parte nostra o sulla valutazione che avremmo espresso in merito alle stesse, e devo rilevare che aveva ragione.
Normalmente, non parto da posizioni pregiudiziali, perché mi piace sempre ascoltare prima di esprimermi. Ma sono profondamente deluso sia dell'una che dell'altra relazione.
Sulla seconda, in particolare, visto che i colleghi dell'opposizione hanno voluto rimarcare l'odierna contrarietà alle Federazioni, le voglio ricordare, Assessore, le motivazioni politiche, prima ancora che tecniche che hanno portato a quel tipo di soluzione.
L'Assessore Monferino, quando durante le prime riunioni sia in Commissione che in Aula dichiarava con grande forza e con grande fermezza che una riduzione numerica delle Aziende Sanitarie di per sé (così lui riteneva e io con lui altrettanto) fosse elemento di risparmio, si è dovuto poi adattare, considerato il diniego abbastanza trasversale sulla riduzione del numero delle Aziende Sanitarie, ad una soluzione che, arrampicandosi sugli specchi - quella dell'istituzione delle sei Federazione - riteneva e imputata ad un primum movens verso quell'accorpamento che avrebbe creato nel tempo le condizioni per la riduzione numerica delle altre Aziende.
Io, con forza, per quel che ne sono capace, durante il dibattito della riforma sanitaria cercavo di sostenere che dal punto di vista tecnico non era una soluzione proponibile e dal punto di vista politico era una risposta molto ma molto debole: poiché non si è in grado di..., adottiamo qualche cosa che, almeno nella prima fase, rappresenta esattamente il contrario, e cioè una proliferazione.
Devo rilevare che qualche volta l'Ingegner Monferino ha accettato le mie osservazioni, altre volte, sempre arrampicandosi sugli spicchi, ha cercato di demolirle e, quindi, di negare le premesse.
Oggi, però, Assessore, lei dice: "Vedremo". Forse non può dire altro.
Però vorrei che almeno in cuor suo, da persona intelligente e competente si rendesse conto che se un anno e mezzo fa poteva apparire come l'espressione di un "uccello del malaugurio" quanto mi permettevo di sostenere con forza in questa Aula e non solo, oggi il fallimento di quella iniziativa è certificato in tutti i modi. Ed è certificato anche dalla vostra scelta di affidare a SCR determinati compiti.
Assessore, mi sarei sinceramente aspettato, almeno su questo punto un'apertura maggiore. Considerato il contingentamento, non so se riusciremo ad illustrare gli emendamenti con il dovuto tempo necessario in Aula oggi.
Ma ovviamente sono lì, sia quelli del nostro Gruppo, che quelli degli altri Gruppi e di tutta l'opposizione.
La prego, Assessore: io non le sto a parlare di altri elementi, che sono tanti, ma almeno quello! È un punto dirimente, su cui lei, nel corso della discussione, deve potersi assumere una responsabilità decisionale risolutiva: le farebbe onore e sicuramente rientra nelle sue capacità.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sarò breve, visto che i tempi sono contingentati (quindi dobbiamo rispettare, almeno da questa parte, il Regolamento), per cui non ripeter quanto già detto dai colleghi che mi hanno preceduto.
L'Assessore Cavallera ci ha sciorinato una serie di dati. Tra l'altro chiederei all'Assessore Cavallera se può rendere disponibile all'Aula la sua relazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità (fuori microfono)

Ne chieda il resoconto stenografico.



BONO Davide

Visto che aveva il testo scritto, pensavo che lo potesse rendere disponibile subito, dal momento che il resoconto delle stenotipiste sarà disponibile, immagino, tra due o tre giorni.
Dicevo, comunque, che ci ha fornito un elenco di dati che, ovviamente dovranno superare non solo la validazione del Consiglio, ma anche la prova dei fatti. Nel senso che anche il piano di rientro 2010-2012 non ha raggiunto quelle che erano le indicazioni contenute nel Piano.
Perché - ipotesi importante - o negli anni precedenti chi ha gestito la sanità era uno sprecone, aveva le mani o le tasche bucate, dal momento che sembra, leggendo un elenco di dati, che si possano risparmiare 80 milioni di euro sulla farmaceutica, 20 milioni sulla territoriale, 20 milioni sul personale... senza ridurre i servizi. Perché, delle due, l'una: o questa Giunta, o meglio Roma, al tavolo Massicci, i funzionarti romani sono gli unici che capiscono di sanità e possono garantire un'efficienza senza ridurre i servizi - contestualmente, chi ha gestito la Regione e la sanità nei precedenti trent'anni erano degli spendaccioni e degli spreconi - o non so veramente cosa pensare.
ovvio che verrà vagliato il piano dal livello romano, per cui noi ne prenderemo nozione solo dopo. Siamo, di fatto, in uno stato di commissariamento e anch'io mi aggiungo a coloro che hanno richiesto prima di me di mettere nero su bianco in questa legge finanziaria che il fondo sanitario immobiliare non serve al piano di rientro. È una cosa dovuta perché è così. È un dato di fatto: non rientra nelle richieste che il MEF né Ministero della Salute hanno avanzato al Piemonte. Non rientra.
Capisco che sia quasi una questione di puntiglio e di testardaggine politica, perché una cosa che si è portata avanti, togliere all'ultimo minuto potrebbe sembrare quasi come fare un dietro front, una marcia indietro, e potrebbe essere politicamente non conveniente. Ma siamo anche in una situazione - lo ha detto tante volte il Presidente del Consiglio eccezionale, straordinaria, irripetibile, tanto che abbiamo anche contingentato i tempi.
Dimostri l'Assessore Cavallera, che è venuto qui a rappresentare il meglio della politica dopo l'esperienza dell'Assessore Monferino e dei tecnici, che si può fare una scelta senza vergogna. Perché non c'é vergogna quando si cambia una decisione politica o quando si perfeziona meglio una decisione, come ha detto l'Assessore Pichetto. Niente valorizzazione niente alienazione, solo censimento.
Scriviamo nell'articolo 7 della legge finanziaria 2013 che la valutazione del patrimonio delle ASL serve solo per il censimento. Questa potrebbe essere una via di fuga che va bene a tutti, mentre resta il fondo immobiliare regionale.
Potrebbe essere una via d'uscita: magari non è tanto bella, ma resta comunque il nodo di questo fondo immobiliare, che assolutamente non serve al piano di rientro.
Stiamo veramente prendendo in giro i piemontesi, oltre che l'opposizione (ma, oramai, come opposizione abbiamo fatto l'abitudine ad essere presi in giro da parte della maggioranza e della Giunta).
Veniamo, in ultimo, al tema delle Federazioni sanitarie, sul quale non ho insistito grandemente nella legge finanziaria.
ovvio che se, come hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, è lo stesso tavolo Massicci ad aver riconosciuto che non servono esattamente come reputo dirà la Corte dei Conti sul fondo immobiliare della sanità - né per efficientare, né per diminuire le spese, né per rientrare dal debito, togliete queste Federazioni sanitarie, torniamo con una ASL capofila per area sovrazonale e risolviamo il problema anche dal punto di vista dei costi, dell'organizzazione e del trasferimento del personale.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Anch'io, molto rapidamente, evidenzio l'inutilità del fondo immobiliare sanitario e delle Federazioni. Come osservava il collega Laus, dalle parole dell'Assessore Cavallera si evince che queste non avranno più modo di continuare la loro esistenza, però francamente sarebbe necessaria maggiore chiarezza.
Il Consigliere Laus chiedeva informazioni sulle emodinamiche: sappiamo che nella famosa delibera di marzo sono previste 13 disattivazioni entro il 30 giugno 2013. Il 9 maggio ci sarà la seduta di Commissione, pertanto vorremmo comprendere se i punti previsti in quella deliberazione saranno confermati o meno, anche perché il Piano dovrebbe essere presentato prima quindi non so quali siano i livelli di dettaglio.
C'è la necessità di comprendere come la Giunta stia procedendo rispetto ad alcuni servizi, rispetto ai quali ci siamo mossi non soltanto noi dell'opposizione, ma anche la maggioranza, anche per dare dignità al confronto tra maggioranza ed opposizione, che, in questo momento, mi sembra un po' mortificato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Due minuti, Presidente, per dire che la discussione di questa mattina dopo la relazione e le considerazioni dell'Assessore Cavallera, ma anche le sue omissioni (ciò che non viene detto, in molti casi, è molto indicativo) dà la misura del clima di confusione presente nella maggioranza, ma soprattutto dimostra - Assessore Cavallera - che, per quanto riguarda la politica sanitaria di questa regione, voi avete fallito.
Faccio due esempi: il primo è quello delle Federazioni.
Ricordate che abbiamo discusso per settimane, in Aula, sulle Federazioni? Ricordate che l'allora Assessore Monferino dichiarò che le Federazioni erano lo spartiacque tra la vecchia e la nuova politica sanitaria? Lo ricordiamo? Il tema delle Federazioni non era un "di cui", ma era il cuore della politica sanitaria di questa Regione. Il cuore! Oggi ci dite che tale questione ormai è derubricata, che è lì, in un angolo! Ci avete montato un "ambaradan", per settimane e mesi; ci avete spiegato che la svolta della politica sanitaria era rappresentata dalle Federazioni; avete ironizzato nei confronti di coloro che immaginavano politiche di area vasta da realizzare attraverso altri strumenti e oggi dite: "Mah, le Federazioni potremmo anche abbandonarle".
Il tavolo Massicci, la Regione, lo stesso Assessore Cavallera, in Commissione, ha fatto capire che la questione delle Federazioni è finita su un binario morto! Il secondo problema, e ho terminato: la questione del fondo immobiliare chiuso, altro caposaldo della politica sanitaria di questa Regione! L'ex Assessore Monferino ce l'ha spiegato in tutti i modi, in Commissione, insieme al suo consulente: sembrava la chiave di volta per affrontare i problemi della sanità! Ma devo essere io a ricordare alla maggioranza e all'Assessore Cavallera - che, per la verità, aveva altri incarichi, allora - come avete valorizzato, dal punto di vista degli effetti che avrebbe avuto sulla politica regionale, il tema del fondo immobiliare chiuso per la sanità? Devo essere io a ricordarvi che avete respinto, un anno fa, durante la discussione sulla legge finanziaria, un emendamento del PD che tentava di escludere gli immobili sanitari dal fondo, che avete ostinatamente difeso quella politica, sostenendo che era impossibile farne a meno per affrontare i problemi della sanità? E, oggi, cosa ci dite? Oggi ci dite (parole vostre, non nostre: parole vostre!) che - tutto sommato - il fondo consente di realizzare un risultato, perché avremo, alla fine di questo processo, il censimento degli immobili! Posso dirvelo? Vergognatevi! Vergognatevi, perché se quest'operazione montata in questo modo, con questo significato, si riduce a quel risultato vi dico: "Vergognatevi!".
Sapete qual è il problema più grave, colleghi della maggioranza? Il problema più grave è che voi, ancora oggi, per non sconfessare quelle scelte, decidete di non decidere, tenete la questione sospesa e fate in modo che, prima o poi, non se ne parli più! No! Decidete, almeno! Decidete e dite: "Guardate: si volta pagina! Faremo a meno del fondo e delle Federazioni, perché abbiamo sbagliato".
più onesto intellettualmente dire così: "Abbiamo sbagliato"! Altrimenti, il sistema, quel sistema che voi volevate riformare e che con quelle scelte avreste riformato, va ancora più in crisi, perché è quando non si decide che un sistema è autorizzato ad entrare in crisi!


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media "Martin Luther King " di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media "Martin Luther King" di Torino, classe 2^, sezione C, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Trasporti pubblici

Comunicazioni della Giunta regionale, Assessore Cavallera, inerente a "Piano Operativo Sanità" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione del disegno di legge n. 299.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Attribuisco qualche innalzamento di tono magari al calo degli zuccheri che è collegato alla fase oraria che stiamo vivendo, quindi mi esimo...



(Commenti in aula)



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

...mi esimo dal rispondere a questo!



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Siamo abituati a ben altro, Assessore Cavallera!



PRESIDENTE

Per favore, collega Ronzani.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Sono stato invitato a fare un intervento sul piano operativo legato al piano di rientro, non un intervento sulla politica sanitaria della Giunta regionale, che è un'altra cosa.
Come sa bene anche la collega Artesio, che ha rivestito il ruolo di Assessore alla sanità in precedenza, quando si devono mantenere determinate posizioni, occorre guardare il dato tendenziale, e noi siamo a fronte di un dato tendenziale di 7.970 milioni.
Dopodiché, nel 2013 dobbiamo scendere di 160 milioni, nel 2014 di 210 milioni e nel 2015 di 210 milioni.
Ci sarà l'aumento dell'IVA o non ci sarà? Pensate quale incidenza può avere sul sistema sanitario un punto di IVA in più, poiché acquistiamo beni e servizi.
Se non ci sarà l'aumento, avremo 50 milioni (l'Assessore Pichetto computerizza!). Questo è il ragionamento che occorre fare in questa sede.
Mi sono sforzato, nell'ambito delle tendenze, di cogliere alcuni passaggi su questioni che anche in Commissione erano state messe in risalto.
Poi, se siamo convinti che tutto quello che c'è è imbalsamato, non si può toccare, non si può riconvertire, quindi quello che vogliamo fare è da aggiungere, allora mi chiedo: "Signori, dove viviamo?".
Dobbiamo contestualizzare le nostre politiche con il quadro politico economico e finanziario nel quale siamo inseriti.
Riguardo alla domanda sul fondo sanitario, abbiate pazienza, ma io sono Assessore alla spesa sanitaria, quindi lascio il campo al collega Pichetto non per fare un ping pong, ma perché è giusto che sia così.
Adesso possiamo limitarci a fare il censimento degli immobili sanitari perché siamo in una fase in cui è stato emanato il decreto legge n. 35, che porterà quello che è stato previsto dal bilancio. Siamo in una fase in cui chiuderemo i piani di rientro e quindi verranno corrisposte le integrazioni dei fondi degli anni pregressi che sono giacenti al Ministero, e allora avremo una certa soluzione.
Ma poniamoci una domanda: e se non fosse stato emanato il decreto legge n. 35, nel richiedere il quale la triade "Pichetto-Cavallera-Presidente Cota" ha fatto parecchie sollecitazioni nelle sedi opportune nell'interesse non solo nostro, perché ne beneficiano tutte le Regioni e i Comuni, in che condizioni ci troveremmo adesso? Oggi abbiamo un quadro finanziario che ci consente di discutere anche nel merito. Se, naturalmente, non avessimo il peso del Piano di rientro o fossimo in altre condizioni, potremmo avere una fisarmonica maggiore.
Purtroppo siamo dentro a questi vincoli.
Per quanto riguarda la questione delle Federazioni, sono abituato avendo un ruolo di governo e di Giunta regionale, a muovermi con cautela.
Un conto sono le parole, un altro i fatti e i provvedimenti. Nel momento in cui si dice che esiste una questione legata all'approvvigionamento di beni e servizi, esiste una questione dal punto di vista pratico e pragmatico.
Sono in corso riflessioni con gli addetti ai lavori, coloro che sono esperti nel settore, per trovare le giuste soluzioni, in modo pragmatico.
Non ho nessun pregiudizio, non devo difendere nulla, devo trovare la soluzione giusta per il Sistema Sanitario Regionale. Ho disponibilità a confrontarmi in Commissione, lo faremo e, sotto questo profilo, si troveranno le soluzioni adeguate.
Non è che non leggiamo i documenti che sono contenuti nei siti del Ministero, ma voi sapete che, a norma di legge, il Governo deve mandare alla Regione Piemonte una diffida (articolo 1, comma 174 della legge finanziaria del 2004): quello farebbe scattare tutta una serie di cose.
L'esigenza di portare a casa i fondi del decreto legge n. 35 ci induce a stare nei tempi formali facendoli decorrere dal 4 o 5 aprile. A questo punto, noi ci muoviamo in tal senso. Ecco perché si spiegano le date dell'8 e del 10 maggio concordate con il Ministero.
Mi permettete, su una questione di grande rilevanza - l'avete sottolineato anche voi - di ricordare che la comunicazione ufficiale, con i contenuti ufficiali, deve essere inviata ufficialmente dal Consiglio dei Ministri. Abbiate pazienza, visto che il Consiglio dei Ministri ha approvato le leggi regionali e la Magistratura amministrativa ha confermato anche gli atti amministrativi. Si tratta di avere una visione di insieme per non fare atti così solo per lanciare un messaggio di tipo politico.
Io sono d'accordo che si debba intervenire sotto questo profilo.
Relativamente alla questione dell'emodinamica, nel Piano di rientro inseriremo un percorso di approfondimento, da un punto di vista di alta valutazione, di breve periodo, ma che consenta una programmazione su tutto il territorio regionale di questa attività, confrontandola anche con Regioni a noi confrontabili, come la Lombardia, il Veneto e l'Emilia Romagna, e trovare soluzioni definitive, visto che si tratta di un tema che ha suscitato tanto dibattito.
Abbiate pazienza, concentriamoci di più sulla questione. Personalmente tutti giorni, quando entro in Assessorato, sono più portato a parlare di logistica, di approvvigionamenti, di informatica, ma non dimentichiamo che alla fine, dobbiamo dare spazio agli addetti ai lavori, al vero core business, che è quello di servire i cittadini nel migliore dei modi tenendo conto del rischio clinico, dell'efficacia degli interventi, delle appropriatezze e così via. Poi ci sono le attività ausiliarie e di supporto, ma mettiamole nel giusto equilibrio. Grazie.



PRESIDENTE

Comunico all'Aula che è stata rispettato il contingentamento dei tempi così come definito dalla Conferenza Capigruppo.
Comunico che i tempi alla ripresa dei nostri lavori, salvo disposizioni e accordi contrari tra le minoranze, sono per la legge finanziaria di 182 minuti per il Gruppo del Partito Democratico; 28 minuti per l'UDC; 28 minuto per l'Italia dei Valori; 14 minuti per i Gruppi di Sinistra Ecologia e Libertà, Moderati, Federazione per la sinistra, Insieme per Bresso Movimento 5 Stelle.
Ovviamente la minoranza, al proprio interno, potrà mettersi d'accordo anche su tempi diversi. È garantito il rapporto, così come la Conferenza dei Capigruppo ha determinato, degli otto decimi, quindi 386 minuti su 420 complessivi.
Ricordo che, essendo in contingentamento dei tempi, è fondamentale iniziare i nostri lavori alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.25)



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