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Dettaglio seduta n.346 del 30/04/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(Alle ore 20.30 il Consigliere Segretario Ponso comunica che la seduta avrà inizio alle ore 20.45)



(Alle ore 20.46 il Consigliere Segretario Ponso comunica che la seduta avrà inizio alle ore 21.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 21.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Casoni, Comba e Spagnuolo.
Il numero legale è 29.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Esame disegno di legge n. 299, inerente a "Legge Finanziaria per l'anno 2013"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 299, "Legge finanziaria per l'anno 2013", di cui al punto 4) all'o.d.g. Dobbiamo cominciare la trattazione dell'articolato.
Propongo all'Aula di accantonare l'articolo 1, come da prassi, in quanto se ci dovessero essere delle modifiche di allegato, potrebbe tornare utile votarlo prima della fine.
Assessore Pichetto concorda?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Sì, sì.



PRESIDENTE

Cominciamo, dunque, dall'articolo 1 bis.
ARTICOLO 1 BIS Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Artesio e Biolé: Dopo l'articolo 1 (Rifinanziamento delle leggi regionali di spesa) aggiungere il seguente articolo: Articolo 1 bis (Entità e criteri per l'accesso ai contributi) 1. La Giunta Regionale determinerà criteri e modalità di erogazione di tutti i contributi, regionali e/o nazionali la cui erogazione è delegata alla Regione a qualunque titolo e forma, alle imprese sul proprio territorio definendo criteri di progressività dell'entità dell'incentivo stesso, sulla base dell'assunzione a tempo indeterminato di persone svantaggiate come di seguito elencate: a) le persone con disabilità b) le persone di cui all'articolo 4 della legge 8 novembre 1991, n. 381 (Disciplina delle cooperative sociali) c) stranieri a cui venga riconosciuto il soggiorno per motivi di protezione sociale d) le persone occupate, per un tempo prolungato o in modo reiterato, con rapporti di lavoro anche autonomi e che si trovino nelle condizioni di elevato rischio di precarizzazione e) le persone, anche occupate con rapporti stagionali, a rischio di esclusione o di depauperamento professionale che possa comportare la perdita del lavoro f) le persone che rientrano nel mercato del lavoro dopo prolungati periodi di assenza anche per motivi di cura familiare g) i lavoratori interessati da processi di riorganizzazione o riconversione produttiva.
2. Nell'ambito delle categorie di persone di cui al comma 1 a parità di condizioni viene individuata ulteriore priorità per gli interventi a favore delle donne e delle persone di età superiore a quarantacinque anni, prive di occupazione od interessate dai processi di cui alle lettere f) e g).
3. La Giunta regionale, sentiti gli organismi competenti e la commissione consiliare, può definire ulteriori priorità d'intervento rivolte alle persone che abbiano difficoltà all'inserimento o al reinserimento lavorativo di cui al regolamento (CE) n. 2204/2002 della Commissione, del 5 dicembre 2002, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di Stato a favore dell'occupazione, la normativa comunitaria di cui al comma 3 e la normativa nazionale di cui al comma 1 lettere b) e c) costituiscono il riferimento per l'individuazione delle persone in condizione di svantaggio rispetto al lavoro.
4. La Giunta regionale, sentiti gli organismi competenti e la commissione consiliare, può, inoltre, definire priorità territoriali, con riferimento a particolari aree con difficoltà socio-economiche del Piemonte".
La parola al Consigliere Biolé, per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Come ho detto in fase di discussione generale, ho sottoscritto volentieri alcuni emendamenti dei colleghi d'opposizione. Questo, in particolare, mi sembra di doverlo assolutamente condividere, perché in qualche modo è il completamento di una parte di articolo già inserito nella legge finanziaria dalla Giunta.
L'emendamento riguarda l'entità e i criteri per l'accesso ai contributi. Abbiamo assistito, anche nel recente passato, a episodi che hanno avuto come protagonisti dei soggetti che hanno fruito di contributi regionali e che sono stati al centro dell'attenzione per quanto riguarda i criteri relativi alle condizioni dei dipendenti o comunque alle condizioni di lavoro in sé rispetto alle realtà di cui parlavo, che hanno destato preoccupazione, quando non, addirittura, situazioni poco opportune o non regolari.
Credo di dover assolutamente condividere - l'ho sottoscritto appunto per questo - le indicazioni redatte dalla collega Artesio circa i criteri per l'accesso ai contributi, come il prevedere le persone con disabilità gli stranieri cui sia riconosciuto il soggiorno per motivi di protezione sociale, le persone disoccupate e altri tipi di soggetti disagiati per vari motivi.
Ritengo sia dunque importante inserire nella legge finanziaria questo tipo di indicazione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Su quest'emendamento spero che l'illustrazione in Commissione abbia potuto portare l'Assessore regionale a consigli più miti rispetto a quelli che ha manifestato durante la Commissione stessa.
Quest'emendamento, sul quale peraltro sono disponibile anche a valutare delle riformulazioni che il Consiglio intenda proporre, ha esattamente l'obiettivo che precedentemente il collega Biolé sottolineava. E, forse temo - ma mi auguro che non sia così - corrisponde a quella diversa impostazione delle politiche pubbliche di sostegno allo sviluppo cui facevo cenno durante il mio intervento in discussione generale.
È mia opinione, infatti, che nel momento in cui le Amministrazioni si propongono di essere un sostegno alle attività produttive, debbano avere come stella polare da un lato la necessità di conservare funzioni produttive territoriali o di rilanciarne di innovative, come è stato ripetutamente detto, dall'altro, però, curare l'interesse pubblico che deriva, a mio modo di vedere, dal fatto che le strutture produttive possano ampliare le risorse occupazionali del territorio o elevarne le condizioni di reddito o qualificarne i consumi.
Detto questo, è evidente che dovrebbero essere adottati criteri di premialità per quelle imprese che più sentono la responsabilità sociale di impresa e, quindi, più concorrono, insieme agli attori pubblici, ad evitare condizioni di marginalità sociale che ricadrebbero inevitabilmente sui costi delle politiche assistenziali e comprometterebbero altrettanto inevitabilmente quella qualità della vita che definiamo coesione sociale e che i più illuminati lettori della nostra condizione ormai hanno imparato a registrare non più come PIL, ma come BES, cioè misura del grado di benessere di una comunità.
Sono confortata del fatto che l'Assessore vorrà rivedere la sua posizione negativa dal fatto che apprendo dal comunicato stampa della Regione che la Giunta, nella sua ultima seduta, su proposta dell'Assessore Porchietto, ha fatto sì che la Regione Piemonte aderisse alla proposta del Ministero dello Sviluppo Economico volta a sottoscrivere in ogni Regione italiana un apposito protocollo di intesa recante le modalità e i termini per le linee guida dell'OCSE in materia di responsabilità sociale di impresa.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che, se non erro, la collega Artesio aveva presentato anche in Commissione e che avevo sottoscritto. Non l'ho fatto nuovamente in Aula perché non ho avuto né modo né il tempo per farlo, ma lo condivido, se non nella completezza di tutti i punti, sicuramente come linea di intervento.
È un tema che, a mio avviso, dovrebbe trovare accoglienza nelle discussioni quantomeno in Commissione o in Aula. Magari, immagino anche una discussione susseguente a questa sulla legge finanziaria e del bilancio perché apre ad un tema molto importante: si riferisce, infatti, all'entità e ai criteri per l'accesso ai contributi. Per cui, la Giunta regionale dovrebbe determinare (oltre che potrebbe, ovviamente) dei criteri e delle modalità di erogazione di questi contributi, non per escludere qualcuno come più o meno era stato palesato dalla Giunta nell'intervento in discussione generale in Commissione, ma per includere dei soggetti che normalmente vengono lasciati ai margini.
Parliamo di incentivi sull'assunzione a tempo indeterminato di persone in questo caso svantaggiate: le persone con disabilità, le persone incentivate per le cooperative sociali, gli stranieri cui venga riconosciuto il soggiorno per motivi di protezione sociale, quindi asilo politico (a tal riguardo, una città come Torino sa bene cosa vuol dire gestire l'emergenza dei rifugiati politici), le persone occupate per un tempo prolungato in modo reiterato, con rapporti di lavoro anche autonomi che si trovano in condizione di elevato rischio di precarietà (è un altro tema molto importante in Italia, su cui speriamo che presto si intervenga) le persone occupate con rapporti stagionali, le persone che rientrano nel mercato del lavoro dopo prolungati periodi di assenza anche per motivi di cura familiare e, ultimo punto, i lavoratori interessati da processi di riorganizzazione o riconversione produttiva. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Intervengo per dichiarazione di voto e sulla discussione generale.
Noi sull'emendamento della collega Artesio daremo voto di presenza, non perché non comprendiamo l'esigenza di una norma che affronti come tema prioritario quello del sostegno all'inserimento nel mondo lavorativo di alcune categorie sociali deboli. Sostanzialmente, per la ragione che oggi il panorama che è di fronte a noi è un panorama di difficoltà complessiva di accesso all'esperienza del mondo del lavoro. Riguarda queste categorie riguarda i giovani, riguarda le donne, riguarda le persone che hanno avuto un'interruzione dell'esperienza lavorativa a un'età avanzata, quindi è un po' complicato creare scale di priorità relativamente all'intervento della Regione.
Il senso dell'emendamento è importante e positivo. È richiamare l'attenzione su una serie di interventi che consentano di rendere più accessibile l'accesso all'esperienza lavorativa di una serie di categorie che indubbiamente patiscono il peso e la difficoltà della crisi.
Il dato vero è che oggi il peso della difficoltà della crisi lo stanno vivendo troppe categorie di persone.
Ripeto, con il nostro voto di presenza crediamo di non manifestare insensibilità al tema proposto dalla collega Artesio, ma di evidenziare come sia complicato, indubbiamente, oltre alle norme che già esistono privilegiare gli interventi regionali verso alcune categorie di protezione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Non ci sono altre dichiarazioni di voto.
Qual è il parere dell'Assessore Pichetto? Prego.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Il parere è contrario per le motivazioni che ho già espresso anche in ambito di Commissione, in quanto non tutti i contributi possono avere questo tipo di finalità. C'è stato un dibattito in Commissione e sullo stesso emendamento è già stato espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4).
Il Consiglio non approva.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

ARTICOLO 1 ter



PRESIDENTE

Mettiamo a verbale che il collega Laus intendeva votare con la sola presenza.
Emendamento rubricato n. 17) presentato dai Consiglieri Buquicchio, Ponso Biolé: Dopo l'articolo 1 (Rifinanziamento delle leggi regionali di spesa) del Disegno di legge n. 299 "Legge finanziaria per l'anno 2013" è inserito il seguente: Art. 1bis - (Incentivi e contributi per la continuità assistenziale e l'Assistenza Domiciliare Integrata).
La Giunta Regionale deve presentare, entro 30 giorni dall'approvazione della presente legge, un cronoprogramma dettagliato relativo all'implementazione dei servizi per la continuità assistenziale nonché per l'assistenza domiciliare integrata H cronoprogramma deve essere ripartito indicando le implementazioni di spesa per area sovrazonale e per azienda sanitaria locale D cronoprogramma, contenente i tempi minimi e massimi per l'implementazione delle attività, deve prevedere appositi momenti di monitoraggio e valutazione nonché i nominativi dei responsabili del procedimento individuando sanzioni per le direzioni che non rispettano i tempi indicati Il cronoprogramma dovrà essere messo a disposizione di tutti i cittadini attraverso i siti istituzionali della Regione".
La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Egregi colleghi e colleghe, la pace di una vera democrazia è certamente la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica. Ognuno di noi oggi si rende perfettamente conto che non sempre negli ultimi anni questo sistema è stato seguito dagli amministratori e ormai da tempo ci troviamo di fronte a un totale rifiuto della politica da parte di molti italiani per questo.
I nostri errori e quelli dell'Amministrazione di ogni livello sono tanti, ma possiamo riavvicinarci ai nostri cittadini mostrandoci ben intenzionati a essere trasparenti nei loro confronti, così che possano conoscere cosa spende e non spende un'Amministrazione, i suoi meriti e le sue mancanze.
Solo così possono essere consapevoli di quello che accade nei palazzi istituzionali e possono scoprire se gli impegni presi da noi politici in campagna elettorale saranno rispettati o disattesi.
Un'utopia? Non credo. Non credo proprio, perché nei giorni scorsi è entrato in vigore il decreto sulla trasparenza delle Pubbliche Amministrazioni e mi auguro che questa Giunta vorrà seguire, anche perci che riguarda i debiti della Regione nei confronti dei fornitori o per ci che concerne le Aziende Sanitarie Ospedaliere.
I cittadini devono sapere e la totale trasparenza deve diventare uno stimolo per le Amministrazioni, in questo caso per la Regione Piemonte, a portare avanti al meglio il loro lavoro. Forse non sarà sufficiente, ma sicuramente è un buono inizio.
Sono una persona ottimista, anche se mi rendo conto che questo passo avrebbe dovuto essere compiuto molto tempo fa.
Mi affido allora a questo Consiglio perché tenga conto degli emendamenti che IdV oggi presenta. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ponso.
La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Pur non essendo primo firmatario, ho sottoscritto volentieri anche quest'emendamento.
Nello specifico, si chiede l'inserimento di un articolo, dopo il primo articolo, quindi l'1 ter, eventualmente, che riguarda incentivi e contributi per la continuità assistenziale. Questo è un argomento di cui abbiamo parlato, in lungo e in largo, sia in Commissione, sia in sedute specifiche e ora andiamo a trattarlo all'interno della finanziaria.
Quindi, si tratta della richiesta che la Giunta regionale presenti entro un mese un cronoprogramma dettagliato relativo all'implementazione dei servizi per la continuità assistenziale e l'assistenza domiciliare integrata, con all'interno i tempi minimi e massimi per l'implementazione dell'attività. Si tratta della comunicazione verso l'esterno, quindi inserendo eventualmente quest'articolo, chiediamo che, all'interno della finanziaria, sia possibile individuare una quantificazione delle tempistiche e dei vari criteri. Inoltre, il cronoprogramma dovrà essere messo a disposizione, ovviamente, a tutti i cittadini attraverso i siti istituzionali della Regione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Passiamo alla discussione generale.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
L'emendamento pone un problema reale in relazione a due scenari.
Il primo è quello legato al fatto che sta rimanendo lettera di intenti o dichiarazione d'intenti quanto è contenuto all'interno del Piano Socio Sanitario sulle necessità di spostare spesa dai servizi ospedalieri al sistema dei servizi territoriali. Sta rimanendo una dichiarazione pura e semplice di intenti.
La seconda ragione per cui quest'emendamento ha una sua attualità è in relazione al fatto che una delle proposte di atti che, da parte dell'Assessorato alle politiche sociali, nei mesi scorsi è stato sottoposto alla valutazione dei soggetti che intervengono sul sistema delle politiche sociali, era la revisione di tutto il sistema della domiciliarità all'interno della nostra Regione. Quella proposta di deliberazione ha provocato non poche tensioni o proteste da parte della comunità locale tanto che ci auguriamo che rimanga anch'essa una lettera di intenti.
Allora, anche se lo strumento può apparire uno strumento che non sanziona riportare al centro dell'attenzione delle politiche socio-sanitarie della Regione il tema della domiciliarità per noi è un elemento importante.
Aggiungerei un'ultima considerazione. È importante anche sotto il profilo economico, perché una giornata di degenza ospedaliera costa circa 800/900 euro al giorno all'interno degli ospedali piemontesi, mentre un'assistenza effettiva e integrata domiciliare è in grado di costare molto meno.
Sotto quest'aspetto, rinnovo l'invito al neo Assessore alla sanità e alle politiche sociali della Regione Piemonte a visitare i reparti di medicina di molti degli ospedali piemontesi: assomigliano ai vecchi reparti di lungodegenza, in cui l'età media delle persone ospitate è superiore agli ottant'anni; si tratta di persone che, con un servizio di assistenza domiciliare integrata seria, potrebbero con minor costo essere assistiti al loro domicilio.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento effettivamente ha in sé anche una questione relativa alla trasparenza e in qualche modo anche alla partecipazione, quando si dice al comma 4 che il cronoprogramma dovrà essere a disposizione di tutti i cittadini, attraverso i siti istituzionali della Regione.
Noi su questo punto abbiamo insistito molto, anche nel dibattito generale della finanziaria, relativamente a un incremento - naturalmente dal punto di vista delle risorse - del sistema socio-assistenziale della nostra Regione.
Mi ricollego ad una riflessione che faceva adesso il collega Reschigna perché di questo abbiamo discusso molto, nel momento in cui abbiamo dibattuto il Piano Socio Sanitario. Si è continuamente detto, da parte dell'Assessore Monferino e da parte della Giunta regionale, che bisognava puntare ad un risparmio ottenuto dalla riorganizzazione della rete ospedaliera e investire questi risparmi, appunto, sul sistema socio assistenziale, cioè sul territorio. Così non è avvenuto.
Ora, non stiamo parlando in modo specifico delle risorse, cosa che faremo successivamente, ma naturalmente quest'emendamento si collega a questo tema. La presentazione da parte della Giunta di un cronoprogramma e la sua pubblicazione, infatti, significa anche fare delle scelte precise cosa che oggi la Giunta non fa; e un emendamento come questo può in qualche modo obbligare la Giunta a intervenire in questa direzione.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento apre un dibattito che sicuramente avrebbe bisogno di avere lo spazio adeguato, anche nelle sedi competenti (immagino fondamentalmente la IV Commissione).
La questione di rilanciare e di implementare la continuità assistenziale - intesa come la copertura del servizio assistenziale garantito non solo dal personale medico, ma anche paramedico, e l'assistenza domiciliare integrata, quale sistema per diminuire gli accessi inappropriati ai pronti soccorso e agli ospedali, e quindi i costi del sistema sanitario nazionale - faceva parte in effetti del Piano Socio Sanitario, delle proposte della Giunta Cota e anche, se non mi sbaglio, del programma di governo; ma fa un po' parte della quasi totalità dei programmi elettorali.
È quindi un tema sicuramente importante, però dovremmo partire dal fondo o, almeno, rivoltando la piramide dalla punta. Bisogna capire come mai non siamo mai riusciti - come classe politica, come Regione, come Ente a provare, da quando abbiamo la competenza sulla sanità, a implementare veramente, a potenziare l'assistenza territoriale, che forse è davvero l'unico modello che, insieme ad altri modelli ed approcci, potrebbe permettere di ridurre gli sprechi e le risorse richieste dal sistema sanitario nazionale.
Ovviamente poi, com'è stato detto, la popolazione invecchia, le problematiche sono sempre più o meno le stesse, se non peggiori, e inoltre come si dice sempre, la sanità è un sistema in cui l'offerta fa la domanda e quindi non è mai esauribile.
Chiudo qui, dicendo che servirebbe veramente un'analisi approfondita non solo questa sera ma sicuramente anche nella Commissione competente.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Cursio.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Indubbiamente l'emendamento pone un problema serio. Anche volendo pensare, infatti, di alloggiare i pazienti in ambito ospedaliero, noi non potremmo permettercelo perché il numero di posti disponibili è decisamente basso rispetto a qualsiasi altro Paese. La proposta pone un problema serio perché, secondo quanto avverrà in futuro, l'assistenza domiciliare farà sicuramente un ulteriore passo in avanti. cioè ci sarà un ospedale diffuso sul territorio, in quanto l'abitazione potrebbe diventare un ambito con caratteristiche tali per cui il malato cronico, il paziente che ha affezioni di carattere permanente, potrà e dovrà essere curato a casa.
Assessore Pichetto, le chiederei attenzione, visto che avevamo iniziato un dialogo .
Dicevo che sarà importantissima in futuro l'attenzione che dovremo porre - soprattutto per l'invecchiamento e quindi per il fatto che le patologie croniche sono in costante aumento - non solo a curare a domicilio il paziente, ma a creare una condizione ospedaliera diffusa sul territorio.
Mi spiegherò poi successivamente, visto che i miei due minuti sono terminati: avremo tempo, grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, la parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
In realtà la proposta di emendamento in questione indica come percorso un cronoprogramma. Non ritengo che per la Giunta regionale - anzi, per la parte amministrativa dell'Assessorato - questo rappresenti elemento di funzionalità per l'Ente, tanto da dover costituire presupposto normativo.
Con ciò, il parere è negativo, ma dichiaro la disponibilità della Giunta, tramite l'Assessore competente, a dare tutte le informazioni ritenute necessarie e possibile. Se non intendono sottoporlo alla votazione, invito i proponenti a ritirare l'emendamento e a trasformarlo al limite, in ordine del giorno.



PRESIDENTE

In considerazione del mantenimento della proposta emendativa, come espresso dal proponente Consigliere Ponso, in assenza del primo firmatario passiamo alla votazione, per la quale do atto che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17).
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 123) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Boeti, Manica, Muliere, Laus, Stara: al comma 1 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n. 299 le parole "sessanta giorni" sono sostituite dalle seguenti: "trenta giorni".
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

L'emendamento è molto semplice, quindi non perderò molto tempo ad illustrarlo.
Al comma 1 dell'articolo 2 proponiamo di sostituire le parole "sessanta giorni" con "trenta giorni".
Qui termina l'illustrazione dell'emendamento, anche perché mi sembra sufficientemente comprensibile.
Approfitterei del tempo a disposizione per l'illustrazione dell'emendamento per fare due velocissime considerazioni.
La prima. Ho ascoltato con molto interesse la replica che l'Assessore Pichetto ha fatto un paio di ore fa in chiusura del dibattito generale sul disegno di legge relativo alla Legge finanziaria. L'ho ascoltato con molto interesse e dico subito che, per quanto riguarda il brevissimo intervento del Presidente Cota, non abbiamo nessuna contrarietà al fatto che ci sia una comunicazione da parte dei due Assessori all'Aula, però vorremmo che fosse una comunicazione che facesse capire all'Aula qual è il progetto di riorganizzazione.
Torno alla replica dell'Assessore Pichetto, che era indubbiamente una replica, condivisibile o meno, di alto profilo, nel suo tentativo di inquadrare le politiche regionali rispetto agli scenari che oggi sono presenti nella vita economica e sociale della nostra Regione.
Il punto centrale è la domanda che pongo all'Assessore Pichetto apprezzando il livello della replica che lei ha fornito all'Aula: faccio fatica però a tradurre queste sue considerazioni nel concreto delle scelte che sono contenute all'interno della legge finanziaria. Faccio fatica a tradurle. Questo è il punto che voglio evidenziare.
Lei ha esposto alcuni temi, alcuni obiettivi ed alcune significative ed interessanti letture della situazione odierna, non solo della Regione come Ente e come istituzione, ma della Regione intesa come comunità di persone che vivono, operano, producono reddito, hanno bisogno di politiche che aiutino loro a portare avanti questa fatica, e certamente tra le politiche indispensabili c'è quella della certezza dei pagamenti, perché questo consente di rimettere liquidità all'interno del sistema.
Tutte questioni da noi assolutamente condivise.
Quello che non riusciamo a capire - e su questo la invitiamo ad una riflessione - è che il messaggio della semplificazione, il messaggio della sfida a trovare un'organizzazione della Regione più semplice, che abbia meno risorse per mantenersi come organizzazione e più risorse da liberare per fare politiche di investimento o di sostegno all'economia o alla situazione sociale del Piemonte, in questa legge finanziaria non lo rinveniamo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Emendamento rubricato n. 122) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Boeti, Manica, Muliere, Laus, Stara: al comma 1 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n. 299 le parole "sessanta giorni" sono sostituite dalle seguenti "quarantacinque giorni".
Tale emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 121) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Boeti, Manica, Muliere, Laus, Stara: al comma 1 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n. 299 le parole "prospetto complessivo" sono sostituite dalle seguenti "prospetto esaustivo".
Tale emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 120) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Boeti, Manica, Muliere, Laus, Stara: al comma 1 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n. 299 le parole "corrisposte alle imprese" è inserita la seguente "piemontesi".
Tale emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 114) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Boeti, Manica, Muliere, Laus, Stara: la lettera f) del comma 1 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n. 299 è sostituita dalla seguente: "f) eventuale legge regionale di riferimento con indicazione dei relativi articoli e commi".
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Con l'emendamento rubricato n. 114) proponiamo la sostituzione della lettera f), che prevede la presentazione, da parte della Giunta regionale di un prospetto complessivo di tutte le forme d'incentivazione o contributo corrisposto alle imprese, indicando l'eventuale legge di riferimento con l'indicazione dei relativi articoli e commi.
È una norma che consente nella nostra valutazione di rendere più esplicito il percorso che viene individuato all'articolo 2 del disegno di legge.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Emendamento rubricato n. 115) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Boeti, Manica, Muliere, Laus, Stara: dopo la lettera f) del comma 1 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n.
299 è inserita la seguente: "f bis) eventuali atti amministrativi applicativi".
Tale emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 111) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Boeti, Manica, Muliere, Laus, Stara: al comma 2 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n. 299 dopo le parole: "La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, presenta" sono inserite le seguenti: "entro sessanta giorni dalla presentazione del prospetto di cui al comma 1".
Tale emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 119) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Boeti, Manica, Muliere, Laus, Stara: al comma 2 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n. 299 dopo le parole: "La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, presenta" sono inserite le seguenti: "entro trenta giorni dalla presentazione del prospetto di cui al comma 1".
Tale emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 118) presentato dai Consiglieri Reschigna Muliere, XX: al comma 2 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n. 299 dopo le parole: "La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, presenta" sono inserite le seguenti: "entro quarantacinque giorni dalla presentazione del prospetto di cui al comma 1".
Tale emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 112) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Boeti, Manica, Muliere, Laus, Stara: al comma 2 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n. 299 le parole: "ristrutturazione complessiva" sono sostituite dalla seguente: "riorganizzazione".
Tale emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 113) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Boeti, Manica, Muliere, Laus, Stara: al comma 2 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n. 299 le parole: "ristrutturazione complessiva" sono sostituite dalla seguente: "revisione".
Tale emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 117) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Boeti, Manica, Muliere, Laus, Stara: al comma 2 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n. 299, le parole: "ispirato ai seguenti principi" sono sostituite dalle seguenti: "ispirata ai seguenti indirizzi".
Tale emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 116) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Boeti, Manica, Muliere, Laus, Stara: alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n.
299, dopo le parole: "nell'imprenditorialità giovanile" sono inserite le seguenti: "e femminile".
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Con quest'emendamento alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 2, dopo le parole "incentivi rivolti all'imprenditoria giovanile" aggiungeremmo le parole "e femminile". Questo perché i dati che abbiamo a disposizione ci dicono che oggi con grande fatica le donne riescono a trovare una giusta soluzione per potere realizzare le idee spesso di grande originalità in un momento di crisi così complessa. Fanno quindi molta fatica.
Crediamo che sia giusto sottolineare non soltanto le questioni legate all'imprenditoria giovanile, ma anche dare più attenzione al tema dell'occupazione e dell'imprenditoria legata alle donne.
Mi sembra che sia un segnale di attenzione e di sensibilità e soprattutto, che tiene in considerazione i dati che quotidianamente ci vengono dimostrati e vengono posti con grande attenzione.
Credo che questa non sia soltanto una questione di sensibilità, ma anche una questione di sostanza dalla quale non possiamo prescindere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pentenero.
Emendamento rubricato n. 133) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Boeti, Manica, Muliere, Laus, Stara: alla lettera d) del comma 2 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n.
299, le parole: "e amministrativi" sono sostituite dalle seguenti: "e snellimento delle procedure amministrative".
Tale emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 134) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Boeti, Manica, Muliere, Laus, Stara: alla lettera d) del comma 2 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n.
299, le parole: "non supportate da adeguata motivazione" sono soppresse.
Tale emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 137) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Boeti, Manica, Muliere, Laus, Stara: alla lettera d) del comma 2 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n.
299, dopo le parole: "nei confronti di operatori economici" sono inserite le seguenti: ", favorendo in particolare l'accesso da parte delle imprese ubicate nelle aree svantaggiate e ad alta marginalità".
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Poniamo un tema che con altre soluzioni nel passato abbiamo già avuto modo di proporre, e che in un caso è stato anche accolto, cioè in una precedente finanziaria.
Il tema è quello di definire sostanzialmente una condizione di favore in particolare per l'accesso da parte delle imprese ubicate nelle aree svantaggiate e ad alta marginalità.
Il perché di quest'emendamento è molto semplice. Non siamo oggi in presenza di un sistema Piemonte, siamo in presenza di tanti sistemi territoriali all'interno della nostra Regione. Non dico che Alcuni stanno reagendo bene, ma stanno resistendo meglio alla crisi economica che ha coinvolto la nostra regione.
La realtà del Cuneese all'interno della nostra regione è la realtà che forse sta resistendo meglio al peso di una crisi, forse perché mi ricollego anche ad una riflessione che ha proposto lo stesso Assessore Pichetto nella sua replica.
Quelle realtà che qualche anno fa venivano considerate banali sotto il profilo dell'impatto economico, cioè tutto il settore dell'agroindustriale oggi stanno diventando invece un pezzo forte del sistema territoriale.
Esistono, all'interno della regione, sistemi territoriali che hanno subito il peso devastante della crisi. Esistono, all'interno della nostra regione, aree, come quelle di montagna che, indubbiamente, hanno una difficoltà maggiore a far rinascere vita economica, anche se c'è un tentativo positivo che va sostenuto e che vede soprattutto protagonista l'imprenditoria giovanile, che oggi è quella che sta tentando di sviluppare forme di vita economica più forte all'interno della montagna.
Definire condizioni di marginalità e condizioni di difficoltà all'interno di aree svantaggiate all'interno della nostra regione, è un tema rilevante.
Voglio ricordare che negli anni passati, e forse questo andrebbe ripreso come tema nei rapporti con il nuovo Governo nazionale, la stessa Giunta regionale del Piemonte aveva individuato almeno due aree svantaggiate, due aree investite da una grave crisi economica e industriale (il Biellese e il Verbano-Cusio-Ossola) all'interno di una proposta di individuazione di aree di crisi nell'ambito del rapporto con il Governo.
Questo tema andrebbe ripreso nelle trattative con il Governo nazionale.
Consideriamo un elemento importante riconoscere questa condizione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Questo sembrerebbe un argomento marginale, invece non lo è. Se noi leggiamo il punto d), "Semplificazione degli oneri burocratici e amministrativi per l'accesso alle misure, nonché eliminazione di eventuali barriere all'ingresso", la sottolineatura che facciamo con quest'emendamento non è casuale, ma estremamente importante.
Ripeto, mi riferisco al punto d) del comma 2 dell'articolo 2 proponendo di aggiungere "favorendo in particolare l'accesso da parte delle imprese rubricate nelle aree svantaggiate ad alta marginalità".
Effettivamente l'esperienza degli anni passati, con il riconoscimento di aree di crisi e aree svantaggiate, quindi la richiesta di politiche particolari nei confronti di quelle aree, ha portato in alcuni casi al rilancio economico di quelle aree. L'Assessore Cavallera si ricorderà che abbiamo vissuto un'esperienza, tanti anni fa, rispetto alla Valle Scrivia.
Il fatto di riconoscere quella valle come area di crisi ha portato ad un progetto particolare e a risorse destinate a quell'area.
Qui si tratta di aiutare la semplificazione per aiutare le imprese che vogliono ubicarsi in quelle zone. È un piccolo elemento, un sostegno, un aiuto importante in una situazione di difficoltà come questa. È vero che tutto il territorio regionale vive una situazione di crisi, ma ci sono alcune aree, in particolare, che più delle altre subiscono la crisi. Se noi riusciamo, anche attraverso questo sostegno, ad eliminare e a semplificare la parte burocratica e non solo, credo sia un fatto importante. Qui si tratta di riconoscerlo, poi bisogna anche riempire questo passo di politiche.
Tuttavia, credo sia opportuno riconoscere, nell'ambito di quest'articolo, una sottolineatura come quella che abbiamo fatto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Discutiamo di un articolo che prevede una serie di incentivi e contributi con il sistema delle imprese piemontesi.
È giusto immaginare che la leva degli incentivi venga utilizzata per favorire il sistema produttivo, le imprese e così via. Il nostro emendamento, rispetto alla fattispecie e ai casi che vengono individuati in questa norma, prevede che gli incentivi possano essere anche rivolti a sostenere le imprese che intendono localizzarsi in aree particolarmente svantaggiate.
Mi sembra una proposta di buon senso. Nel momento nel quale definiamo una politica di incentivi per favorire il sistema delle imprese, è del tutto evidente che non possiamo escludere la possibilità che alcuni incentivi siano rivolti a quelle imprese che possono collocarsi in aree svantaggiate. Il Piemonte, da questo punto di vista, ha conosciuto gradi di sviluppo diversi per una serie di ragioni. È evidente che le imprese tendono a localizzarsi in una serie di aree.
La domanda che rivolgo all'Assessore Pichetto e al Presidente Cota è la seguente: qual è lo strumento che potrebbe incentivare una diversa collocazione e localizzazione dell'impresa? Che potrebbe, invece, senza incentivi, compiere scelte diverse? È quella di immaginare che queste imprese possano godere di incentivi particolari. È il tentativo di riequilibrare e consentire uno sviluppo più omogeneo sul territorio andando in soccorso di quelle aree particolarmente svantaggiate che verrebbero ulteriormente penalizzate da una politica di questa natura.
Francamente non capisco la ragione per la quale noi dovremmo e voi dovreste opporvi ad una norma dettata dal buon senso, che tende ad immaginare un intervento di questa natura.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ronzani.
Emendamento rubricato n. 135) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Boeti, Manica, Muliere, Laus, Stara: "Alla lettera e) del comma 2 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n.
299, la parola: "addizionali" è sostituita dalla seguente: "positivi".
Emendamento rubricato n. 136) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Boeti, Manica, Muliere, Laus, Stara: "Alla lettera e) del comma 2 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n.
299, le parole: "addizionali in ambito economico e occupazionale" sono sostituite dalle seguenti: "ottenuti in termini di ricadute economiche occupazionali e di sviluppo del territorio".
Emendamento rubricato n. 138) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Boeti, Manica, Muliere, Laus, Stara: "Al comma 3 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n. 299, dopo le parole: "Gli uffici regionali preposti effettuano" sono inserite le seguenti:", con cadenza annuale,".
Emendamento rubricato n. 139) presentato dai Consiglieri Reschigna Ronzani, Pentenero, Boeti, Manica, Muliere, Laus, Stara: "Dopo il comma 4 dell'articolo 2 (Incentivi, contributi e rapporti con il sistema delle imprese piemontesi) del disegno di legge n. 299, è inserito il seguente: "5. Presso le sedi dell'Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) della Regione Piemonte, dislocate sul territorio regionale, è garantita la presenza periodica di funzionari regionali competenti in materia di incentivazione e contributi alle imprese, al fine di fornire una adeguata ed esauriente informazione agli utenti.".
Gli emendamenti rubricati n. 135), 136), 138) e 139) sono dati per illustrati dai Consiglieri proponenti.
Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Presidente, concludendo la discussione generale, l'Assessore Pichetto ha fatto una serie di ragionamenti muovendo dalla crisi economica che investe la regione. Ha citato una serie di dati sui quali non possiamo non convenire, perché sono abbastanza oggettivi.
L'Assessore ha sottolineato l'esigenza - anche questa in parte condivisibile, salvo poi che una serie di scelte che la Giunta regionale ha compiuto e sta compiendo contraddicono questo assunto, sul quale siamo perfettamente d'accordo - che bisogna immaginare una politica rivolta al sistema delle imprese.
Il tema che abbiamo di fronte in questo momento riguarda come le politiche pubbliche - il bilancio è, per sua natura, lo strumento con il quale realizzare politiche pubbliche - ci consentono di favorire una politica di sviluppo del sistema produttivo e dell'economia regionale. Su questo non ci sono contestazioni.
Il punto è che non ci pare, al di là degli emendamenti che abbiamo presentato e motivato negli interventi del Consigliere Reschigna, del Consigliere Muliere e in parte del sottoscritto, che questa politica di bilancio, e la stessa finanziaria, siano coerenti con l'obiettivo che ci poniamo. L'obiettivo è favorire una fase di crescita dell'economia regionale. Il punto è esattamente questo.
Noi stiamo presentando una legge finanziaria che ha un forte contenuto e carattere recessivo, mentre invece noi dovremmo - questa è la nostra opinione - per quanto riguarda il sistema produttivo, non soltanto selezionare di più le priorità ed evitare interventi che, in quanto frammentati, non producono quella massa critica che è essenziale per creare politiche di sviluppo, ma anche interventi capaci di allocare risorse pubbliche per favorire una politica di incentivi al sistema delle imprese volte allo sviluppo.
Questa è una critica che rivolgiamo alla Giunta regionale ed è la contraddizione che abbiamo colto nell'intervento dell'Assessore Pichetto che, da una parte, svolge un'analisi condivisibile delle dinamiche che stanno riguardando l'economia piemontese, ma, dall'altra, ci presenta una manovra di politica finanziaria che non fa i conti, come sarebbe necessario, con quelle criticità e che, in ogni caso, non considera dal punto di vista dei contenuti essenziali gli interventi per favorire le politiche di sviluppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé per dichiarazione di voto.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Ho sentito l'illustrazione dei vari emendamenti e colgo alcuni suggerimenti dei colleghi del Partito Democratico, in particolare in tre emendamenti: il n. 116), il n. 137) ed il n. 139).
Ritengo che questi possano integrare in modo ragionevole e necessario la redazione del secondo articolo della legge finanziaria.
L'emendamento n. 116), come bene illustrato dalla collega Pentenero prevede l'aggiunta della parola "femminile" dopo le parole "imprenditorialità giovanile", e non devo stare a raccontare io le difficoltà in questo tipo di settore, anche perché non ne avrei assolutamente il tempo.
L'emendamento n. 137) riguarda le aree svantaggiate e ad alta marginalità. Anche su questo ci sarebbe da disquisire per diverso tempo: è un argomento che abbiamo già affrontato, rispetto alle difficoltà delle attività produttive in queste aree, in altri contesti, e ritengo di poterlo assolutamente condividere.
L'emendamento n. 139) non è stato illustrato dai colleghi, ma ritengo di poterlo condividere, affinché nelle sedi dell'URP della Regione sia garantita la presenza periodica di funzionari regionali che possano fornire un'adeguata informazione agli utenti, in merito ai sostegni sempre più complessi, quindi di difficoltà crescente rispetto all'accesso, per le imprese che si apprestano a fare investimenti sul territorio, con tutte le difficoltà che sappiamo essere presenti.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Artesio per dichiarazione di voto.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
È solo perché su questi emendamenti ho l'opportunità di restituire la cortesia al Partito Democratico, in rapporto alla cortesia che ha riservato al mio emendamento.
Alcuni degli emendamenti presentati sono chiaramente ornamentali, come quelli riferiti al cambiamento del periodo e alla semplificazione delle procedure.
Rispetto ad altri vorrei capire, ma non ce n'è il tempo (lo faremo a lato), in cosa si discosta, ad esempio, la richiesta di dedicare un'attenzione puntuale all'occupazione femminile dal comma 2 dell'emendamento che ho presentato io. Così come desidererei sapere da cosa si discosta la richiesta di dedicare attenzione a particolari aree soggette a degrado socio-economico dal comma 4 dell'emendamento da me presentato.
Poiché l'opposizione non riesce a convergere neanche su obiettivi comuni, temo che avremo aiutato l'Assessore Pichetto a convergere su un giudizio negativo comune.
Per quello che mi riguarda, il voto sugli emendamenti del Partito Democratico sarà lo stesso voto che il PD ha dato al mio: presenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per dichiarazione di voto.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Io, invece, a differenza della collega Artesio e dei colleghi del PD (poi, capisco, ovviamente è una battuta), voterò gli emendamenti che considero corretti, a prescindere da chi li abbia presentati.
Non ho avuto la possibilità di presentare emendamenti riguardo all'articolo 2, che introduce qualcosa di meritorio, cioè la possibilità di avere un'incentivazione ulteriore per quanto riguarda una regolamentazione dei contributi corrisposti alle imprese, indicando una serie di paletti.
Paletti che sarebbero stati sicuramente utili, come quelli citati dalla collega Artesio e come alcuni di quelli presentati dal Partito Democratico.
Ovviamente, sono temi che stanno a cuore anche alla maggioranza e quindi alla Giunta, ma denoto che probabilmente la modalità di confronto in Aula non permette una discussione nel merito ed un accoglimento.
Sottolineo, però, che alcuni di questi emendamenti erano già stati presentati in Commissione, pertanto vi è anche una responsabilità della Giunta o della maggioranza nell'eventuale non recepimento - come immagino avvenga - di questi emendamenti.
Ribadisco: sono emendamenti che non comportano una spesa in più, non vanno a togliere soldi da un capitolo per metterli in un altro, ma sono emendamenti che precisano i criteri per definire gli incentivi, i contributi e i rapporti con il sistema delle imprese piemontesi.
Quando si parla di aree marginali e con ulteriori difficoltà nel comparto produttivo e si dice "prioritariamente" e non "obbligatoriamente" o "esclusivamente", si tratta di temi condivisibili.
Anche quando in un testo di legge si chiede di dare particolare attenzione ai giovani e alle donne, non è un obbligo a dare incentivi solo in quel senso.
Considero sbagliata una preclusione ideologica e aprioristica su questi emendamenti, ma se questo è il tono della discussione, accettiamo anche questo.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuse le dichiarazioni di voto.
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Intervengo per esprimere il parere della Giunta.
In merito agli emendamenti che indicano i giorni per l'attuazione di quanto previsto dall'articolo 2, chiederei venia, ma dobbiamo anche dare i tempi agli Uffici per fare le cose come si deve. Pertanto, il nostro parere è negativo.
Permettetemi una sola considerazione: mi stimola il fatto di valutare se ai fini degli incentivi dobbiamo ancora ragionare per zone, per aree di territorio, oppure se dobbiamo porci la questione per settori.
Ricordo un intervento di Bill Clinton alla sua prima Presidenza, in uno dei primi discorsi fatti alla Columbia University, quando programmava il futuro dell'economia degli Stati Uniti senza differenza tra Stati interni.
Adesso, andiamo fuori da quello che è un ragionamento di ricognizione dell'articolo 2. In merito agli emendamenti presentati all'articolo 2, il parere complessivo è negativo, poiché lo considero un articolo abbastanza completo ed in grado di dare una soddisfazione, al limite con tutte le richieste ed il diritto alle richieste d'integrazione.
In Commissione ci sarà la programmazione 2014/2020, che è uno degli eventi più importanti che questa legislatura dovrà affrontare. In quel momento di programmazione dovremo valutare gli aspetti strutturali, sociali e geografici di zonizzazione che nel passato hanno dato dei frutti.
È stata richiamata la Valle Scrivia, che ricordo molto bene, come ricordo molto bene Novi Ligure e gli interventi avvenuti in quella zona. È ancora tempo di quegli interventi o dobbiamo pensare a qualcosa di diverso? Ritengo che quello sarà il momento per discutere, non la ricognizione.
Ecco perché esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 123).
RESCHIGNA Aldo (fuori microfono) Presidente, qual è il numero legale?



PRESIDENTE

Il numero legale è 29. Però adesso, dato che è lei che lo chiede, a norma di Regolamento la dovrei computare; il comma 5, infatti, recita che quando si chiede il numero legale bisogna computare chi lo richiede. Questo per essere precisi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 123), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 122), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 121), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 120), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 114), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 115), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 111), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 119), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 118), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 112), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 113), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 117), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 116), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Commenti del Consigliere Biolé)



PRESIDENTE

Diamo atto a verbale che sull'emendamento rubricato n. 116) il collega Biolé intendeva votare a favore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 133), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 134), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 137), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 135), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 136), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 138), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 139), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 bis Emendamento rubricato n. 59) presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani Stara, Gariglio, Rostagno, Bresso, Muliere, Placido, Pentenero, Manica Laus, Motta Angela: "Dopo l'articolo 2 del disegno di legge n. 299 è inserito il seguente: Art. 2bis (Criteri per la concessione di incentivi e contributi alle imprese) 1. La Giunta regionale, sentita la Commissione Consiliare competente, entro 60 giorni dall'approvazione della presente legge, stabilisce con apposito provvedimento criteri certi, obiettivi e trasparenti per la concessione di contributi e di incentivi alle imprese, modificando ove necessario le procedure vigenti.
2. Gli incentivi concessi ai soggetti di cui al comma 1 sono subordinati alla misurazione dell'effetto addizionale dell'intervento regionale sull'attività delle imprese.
3. Le imprese che risultino beneficiarie di contributi o incentivi superiori ai 50.000 euro redigono un piano che non preveda delocalizzazioni produttive nell'arco di dieci anni.
4. Gli uffici regionali preposti effettuano una valutazione, successiva alla concessione di contributi e di incentivi, al fine di verificarne l'efficacia dei risultati rispetto agli obiettivi. In caso di valutazione negativa, la Giunta regionale, sentita la commissione consiliare competente, formalizza l'abbandono delle misure di intervento riscontrate come non efficaci.
5. I contributi regionali per l'organizzazione di eventi culturali turistici, fieristici, sportivi finanziati con le unità previsionali di base degli assessorati competenti nelle predette materie sono concessi anche sulla base di bandi regionali tenendo altresì conto della rilevanza dell'evento e delle sue ricadute in termini di valorizzazione e promozione del territorio regionale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Illustrando quest'emendamento, vorrei innanzitutto richiamare la Giunta e la maggioranza ad un principio di coerenza.
Quest'emendamento è parte della proposta di deliberazione al Consiglio regionale sull'applicazione della spending review presso la Regione Piemonte licenziata a maggioranza dalla I Commissione del Consiglio regionale e giacente in Aula da un po' di tempo a questa parte per il proprio esame.
Noi non riusciamo a capire, sostanzialmente, Assessore Pichetto, visto che quest'emendamento lo abbiamo proposto in sede di dibattito di Commissione, per quale ragione la maggioranza prima presenta un emendamento siffatto, lo inserisce nella proposta di deliberazione al Consiglio regionale sulla spending review e poi non è favorevole all'accoglimento di un emendamento che noi presentiamo.
L'emendamento definisce i criteri per la concessione dei contributi e gli incentivi non solo al sistema delle imprese, ma anche al sistema culturale della nostra Regione.
Sostanzialmente, tende a definirne le regole, quindi in sé non è neanche un emendamento stravolgente. Lei è arrivato adesso e può benissimo mettere in discussione quelli che sono stati gli elementi che la sua maggioranza ha portato avanti nel dibattito in Commissione sul provvedimento per poi ritenere quei contenuti privi di qualunque sostanza o, perlomeno, con contenuti non condivisibili dalla Giunta regionale.
In questi emendamenti ci sta anche uno degli atteggiamenti che abbiamo costruito come Gruppo regionale nella discussione sulla legge finanziaria.
La proposta di deliberazione sulla spending review contiene in gran parte dei principi, per cui necessita di interventi legislativi affinch tali principi si traducano in norma all'interno della legislazione regionale piemontese.
Abbiamo immaginato che ciò che noi condividevamo, o quelle parti che condividevamo all'interno della proposta di deliberazione sulla spending review, dovessero e potessero essere anticipate all'interno di una legge finanziaria che doveva anche porsi il tema di come riorganizzare o tentare di riorganizzare alcuni momenti di spesa della spesa regionale. Lo ripeto per un'economia di tempo, altrimenti la proposta di deliberazione sarà magari licenziata dall'Aula tra qualche mese e poi avrà bisogno di essere tradotta in norma di legge, magari con la legge finanziaria del 2014, posto che si arrivi al 2014.
Le parti di quella proposta che condividevamo abbiamo cercato di tradurle in emendamenti, affinché possano entrare nell'impianto legislativo della Regione e quindi nei comportamenti della Giunta regionale a partire da questa legge finanziaria. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Mi sembra difficile non approvare questo nostro emendamento, perch quando si chiede alla Giunta di stabilire dei criteri per assegnare questi contributi e incentivi alle imprese e che bisogna fare alcune verifiche, in particolar modo si dice che bisogna misurare l'effetto che questo contributo ha sull'attività dell'impresa. Quando si dice che per gli incentivi superiori ai 50 mila euro si chiede all'impresa di non delocalizzare almeno per dieci anni; quando si chiede che ci sia, da parte degli uffici competenti della Regione, di fare una valutazione di quello che ha portato di positivo alle imprese, se quell'incentivo ha dato dei risultati e se non lo ha fatto, se non ha dato dei risultati si può in qualche modo revocare il contributo e l'incentivo, credo che sia un discorso talmente lineare e coerente che è difficile davvero non approvare quest'emendamento da parte della Giunta.
Del resto, se il pubblico interviene e sostiene un'impresa, com'è giusto fare in un momento di difficoltà come questo, bisogna anche che quel contributo porti a dei risultati positivi.
Infatti, nel comma 5 di questo nostro emendamento si dice, in particolar modo per quanto riguarda il settore della cultura e del turismo che bisogna verificare la ricaduta effettiva sul territorio. Quante volte abbiamo dato contributi anche attraverso bandi che non solo non hanno dato nessuna ricaduta, ma erano interventi a pioggia che non portavano a nulla se non a favorire qualcuno.
Quindi, credo che sia un emendamento che favorisce la trasparenza e che sia nell'interesse di tutti in un momento in cui ci sono poche risorse.



PRESIDENTE

Grazie, collega Muliere.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
I colleghi Reschigna e Muliere hanno spiegato benissimo la ratio di quest'emendamento. L'obiettivo è fare in modo che, a fronte di finanziamenti e incentivi pubblici, vi sia la possibilità e la volontà di misurare quali sono gli effetti che quelle politiche hanno in termini di occupazione, consolidamento dell'impresa e così via.
Mi fa specie che un emendamento del genere non si consideri un emendamento da accogliere. Del resto, mi rivolgo ai colleghi della Lega perché l'emendamento stabilisce che vi sia un rapporto di causa ed effetto tra il finanziamento e la non delocalizzazione ma, se non ricordo male, al momento dell'insediamento di questa Giunta regionale, la questione di finalizzare i contributi alla decisione dell'impresa di non delocalizzare era un punto chiave della politica di questa Giunta regionale.
Ora, consideravo persino eccessiva questa questione, ma ricordo che allora voi avete girato il Piemonte spiegando che la Giunta Cota avrebbe cambiato la politica industriale e uno dei modi per cambiare la politica industriale consisteva nel decidere che non si davano più soldi alle imprese che delocalizzano. Ve lo ricordate? Ve lo ricordate, no? Ci fu una campagna! Al punto che considerai quella campagna assurda per una serie di ragioni, perché la questione sicuramente si pone, ma non può essere affrontata in maniera ideologica.
Mi stupisce il fatto che un emendamento che va esattamente in quella direzione, che voi consideravate uno spartiacque della politica del finanziamento al sistema delle imprese, oggi non venga preso in considerazione. Non soltanto in questi anni voi avete negato interventi del genere (questa è la prima questione), cioè non mi risulta che la Giunta Cota abbia in questi anni deciso di piegare gli incentivi a quell'obiettivo. Ma qui c'è un emendamento chiarissimo. Se quella è la vostra valutazione, domando, ammesso che sia la vostra valutazione, perch non votate un emendamento del genere, se va esattamente nella direzione che avete auspicato per anni, senza però mai decidere coerentemente una posizione del genere?



PRESIDENTE

Grazie, collega Ronzani.
Passiamo alla discussione generale.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Mi premeva intervenire sul dibattito in discussione generale su quest'emendamento, perché è un emendamento che, in effetti, ritengo importante. So che ne abbiamo già discusso in Commissione e mi sembra che l'Assessore avesse risposto dicendo che è impossibile dare un finanziamento solo alle aziende che predispongono un piano che non preveda delocalizzazione, perché significherebbe ingessare un po' troppo i finanziamenti e, soprattutto, ingessare le aziende, perché poi sono obbligate a non delocalizzare magari neanche un impianto e neanche uno stabilimento. All'incirca il senso del discorso era questo.
Chiedo all'Assessore se ha voglia - mi rendo conto dell'orario, ma è per tutti lo stesso - di prendere quest'emendamento ed eventualmente proporre una sua modifica (sospingendo un po' oltre, visto che non sono firmatario dell'emendamento), almeno per farci sapere qual è l'intenzione della Giunta o della maggioranza in merito a questo tema, che comunque è sempre più condiviso da tutte le forze politiche, perché assistiamo impotenti e inermi alla delocalizzazione, che è ormai l'effetto ultimo della globalizzazione, l'effetto ovviamente negativo della globalizzazione.
Quindi, in questo senso è opportuno sapere quale sia l'ottica e magari dire che il periodo temporale non è neanche troppo lungo, solo dieci anni pensare magari alla maggioranza degli impianti o, comunque, a proposte del genere per valutare quel che vi può essere di buono di un emendamento che secondo me, è condiviso da tutti e può essere accolto dalla maggioranza e dalla Giunta. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Non credo di essere stato presente alla discussione di quest'emendamento in Commissione, ma comunque avendolo letto e avendone capito la ratio dalla lettura e poi dalla spiegazione che ne hanno dato i colleghi sottoscrittori, credo sia importante anche da parte mia suggerire alla Giunta e all'Assessore, in particolare, di valutarne un'eventuale accoglimento parziale, nei modi che possa ritenere più opportuni, perch credo che la questione della delocalizzazione (o meglio, non lo credo solo io, ma lo leggiamo e ne subiamo in qualche modo tutti le conseguenze) sia un nodo importante da affrontare e disincentivarlo in questo modo potrebbe essere un buon punto di partenza. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Colleghi, ho rispetto per l'attività legislativa, quindi un'eventuale modifica non può essere fatta così su due piedi in ambito d'Aula, ma ho già espresso in Commissione la mia contrarietà a quest'emendamento, quindi la contrarietà della Giunta, per varie motivazioni.
La prima è di metodo. Il criterio che ci eravamo dati è quello di evitare che la finanziaria diventasse un treno dove ci attaccavamo tutti i vagoni. Quest'emendamento forse è più da collegato.
L'altra motivazione è di merito. Avevo dato delle spiegazioni, come giustamente è stato richiamato dal Consigliere Bono, su una generalizzazione degli incentivi. Allora, ricapitoliamo.
Gli incentivi fino a 50 mila euro redigono il piano di delocalizzazione. Ho detto nel mio intervento di replica generale che, se possiamo, dobbiamo piantarla lì di vessare tutti i cittadini e le imprese vale per tutti - con pacchi di carta e moduli prestampati, che comunque costano.
Prevedere la non-delocalizzazione per dieci anni, quindi, è una rigidità: la delocalizzazione di quello specifico impianto produttivo pu starci, ma il nostro interesse è l'esatto opposto, è l'internazionalizzazione delle nostre imprese. La nostra manifattura infatti, resiste e noi possiamo rimanere una regione industriale se noi diamo alle aziende la possibilità di internazionalizzarsi; non di non delocalizzarsi: guardate che quelli che prendevano il capannone da qui e lo portavano in Romania l'hanno già chiuso anche in Romania. Non c'è più tutto questo, andiamoci a vedere un attimo le statistiche e i dati! Sulla misura dell'efficacia, sarebbe solo nostro dovere andare a farlo norma per norma; e su questo sono anche d'accordo. Mi avete detto che il concetto è già contenuto in una delibera giacente presso il Consiglio regionale: estrapoliamolo e mettiamolo dentro; più che metterlo in una delibera, però, misuriamolo.
In merito all'ultimo comma, onestamente, quando si dice che i contributi regionali per la realizzazione di eventi culturali, turistici fieristici e sportivi devono essere misurati "tenendo conto della rilevanza dell'evento", è come fare la distinzione tra il bello e il brutto. Signori per provare una tesi bisogna fare come fanno gli avvocati: ricorrere alla fattispecie estrema e contraria. Quando mai possiamo scrivere in una norma che possiamo misurarli e rapportarli all'irrilevanza di un evento? Si tratta solo di buon senso.
Se possiamo estrapolare una logica, possiamo anche cercare di farlo nell'ambito di una delibera, ma non nell'ambito di un emendamento su una norma di legge. Ecco perché il mio parere è sinceramente contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Pichetto.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 59).
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 3 Non essendoci richieste d'intervento né in sede di discussione generale n per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Non essendoci richieste d'intervento né in sede di discussione generale n per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 bis Emendamento rubricato n. 58) presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani Pentenero, Muliere, Rostagno, Bresso, Manica, Boeti, Gariglio, Stara, Laus Placido, Motta Angela: Dopo l'articolo 4 del disegno di legge n. 299 è inserito il seguente: Art 4 bis (Amministratori di società partecipate dalla Regione) 1. Gli amministratori delle società partecipate dalla Regione che, in conseguenza della loro gestione, fanno registrare delle perdite alla società nelle precedenti gestioni, per più di due esercizi finanziari decadono dall'incarico. Sono computati anche gli esercizi finanziari precedenti all'entrata in vigore della presente legge.
2. Sono esclusi dall'ipotesi di cui al comma 1 gli amministratori di società in fase di start up e quelli di società per le quali la Regione abbia valutato come incidenti fattori esterni che possano aver condizionato in modo significativo i risultati degli esercizi.
3. Non può essere nominato amministratore di ente, istituzione, azienda pubblica, società a totale o parziale capitale pubblico chi, avendo ricoperto nei cinque anni precedenti incarichi analoghi, abbia registrato per due esercizi consecutivi, deficit di bilancio, in conseguenza della propria gestione.".
Ha chiesto la parola per l'illustrazione il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Assessore Pichetto, prima che lei si scagli contro quest'emendamento le dico in anticipo che quest'emendamento è stato inserito nella proposta di deliberazione sull'applicazione della spending review dal collega Vignale, che adesso siede in Giunta a fianco a lei; per cui faccia attenzione, almeno, a non scagliarsi troppo nei nostri confronti, facendo come il bue che dà del cornuto all'asino (consentitemi l'espressione).
A parte la battuta, qual è il senso dell'emendamento? È molto semplice: vogliamo porci il problema di fare in modo, anche attraverso norme siffatte, che gli amministratori che vengono nominati all'interno delle società abbiano come obiettivo quello della loro conduzione in equilibrio? Vogliamo creare una norma sanzionatoria - lei ci insegna, e tante volte ha usato questo riferimento nel dibattito in Commissione, che senza sanzione una norma non ha alcuna efficacia - che preveda la non rielezione degli amministratori che governano le società sistematicamente in perdita? Certo, siamo i primi a renderci conto che non necessariamente tutte le società a cui partecipa la Regione devono avere come obiettivo quello dell'equilibrio dei conti o quello di un risultato positivo: ci sono infatti delle società che, pur non raggiungendo un equilibrio di bilancio svolgono un ruolo importante nella ricostruzione di un sistema produttivo è difficile che i Parchi tecnologici, rispetto ai quali ci sono luci ed ombre che devono essere approfondite, costruiscano un equilibrio di bilancio, ma se questi riescono a svolgere la loro funzione creando le condizioni per cui la ricerca all'interno del nostro sistema produttivo viene sviluppata, costituiscono comunque un elemento importante.
Allora, sotto tale aspetto, con quest'emendamento noi proponiamo una condizione molto semplice: fatte salve le aziende in start-up, che hanno la necessità di un periodo di tempo per poter raggiungere l'equilibrio di bilancio, e fatti salvi i bilanci di quelle aziende fortemente influenzate da fattori esterni - quindi non riconducibili a una non efficacia o una non efficienza della loro conduzione - l'obiettivo dev'essere quello che le società non perdano; e che gli amministratori che per più di due esercizi presentino dei bilanci in perdita non possano essere riproposti.
Credo che anche questo significhi creare una nuova concezione all'interno della politica regionale. Troppe volte vengono nominati degli amministratori di società che rispondono più della loro appartenenza politica piuttosto che delle loro capacità di essere dei buoni amministratori. In molti casi, questo porta alla cattiva conduzione delle società o comunque la influenza.
Questo, allora, è il senso dell'emendamento, che non è contro nessuno ma che è presentato per affermare un principio che d'ora in avanti pu anche essere introdotto non solo nella legislazione regionale, ma nei comportamenti stessi dell'Amministrazione regionale.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento dimostra la nostra volontà di portare a compimento uno sforzo che ho già ricordato e che, già recepito in alcuni atti normativi votati da questo Consiglio, era partito anche dalle fila dell'attuale maggioranza, per iniziativa di un collega che oggi è Assessore regionale di questa Giunta.
Si è cercato di attuare, nell'ambito del progetto di spending review uno sforzo di rendere più dure e più cogenti le regole che riguardano le nostre partecipate, vincolare gli amministratori a certi criteri di comportamento.
Ricordo che la bozza di emendamento alla deliberazione sulla spending review del collega Vignale, poi diventata testo normativo, seppure ancora edulcorata, prevedeva una serie di adempimenti che sono certo che l'Assessore Vignale, conoscendo la sua determinazione, porterà avanti anche dai banchi della maggioranza. Ricordate che avevamo detto, e anche l'opposizione l'ha votato: basta con Presidenti di società - e lo cito adesso, perché penso che sia opportuno che il Vicepresidente conosca queste cose - basta con Presidenti o Vicepresidenti o Amministratori delegati di società partecipate che sono parlamentari, Presidenti di Province, Sindaci che usano questo come meccanismo di integrazione al reddito.
Credo che oggi non possiamo più permetterci che la logica di scelta degli amministratori delle partecipate regionali sia quella di integrare il reddito degli amministratori. Ecco perché l'intendimento di questa norma è di andare a dire che chi non è in grado di tenere in equilibrio la sua azienda, non viene riconfermato.
C'è un margine di difficoltà in questo, ce ne rendiamo conto. Non si può applicare se il dissesto della società discende da "mali" comportamenti dell'ente finanziatore, che è la Regione.
Siamo certi che l'Assessore Pichetto eviterà questi comportamenti scorretti, ma credo che l'intendimento dell'emendamento possa e debba essere condiviso anche da questa maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Spero che su quest'emendamento l'Assessore Pichetto e la maggioranza convengano, perché stiamo discutendo, da mesi ormai, come riorganizzare il sistema delle partecipate.
C'è un problema che riguarda le dismissioni. La discussione riguarda eventualmente quali partecipazioni considerare strategiche, la politica regionale naturalmente deve poter favorire processi di innovazione, e lo fa anche stando in aziende che abbiano un ruolo e una valenza strategica. C'è però un punto, cioè che noi dovremmo affermare il principio che chi non sa amministrare, fa qualcos'altro. Perché l'idea che io, nonostante qualche Amministratore presenti per due esercizi finanziari consecutivi un bilancio in rosso, lo confermi, è un principio che non sta né in cielo né in terra perché poi paga la collettività. Nel caso delle partecipate paga la Regione Piemonte, perché deve trovare il modo, in quanto azionista di quelle società, di ripianare quei disavanzi. Quindi, è un costo per la collettività. Noi vi proponiamo una norma che è ispirata ad un criterio difficilmente contestabile. Vorrei capire come Pichetto, che ci spiega un giorno sì e l'altro anche che dobbiamo portare efficienza nel sistema pubblico, possa contestare il valore di questa norma. È vero, ci possono essere società che hanno, per ragioni esterne od oggettive, bilanci in rosso, ma questa è l'eccezione e non può diventare la regola. Perché se la regola è che presenti un bilancio in rosso, la regola della politica è che tu non puoi fare l'amministratore di quella società, perché se si deroga da questa norma, sulla collettività si caricano dei costi inaccettabili.
Assessore Pichetto, lei non può essere contrario ad una norma del genere, perché se lei è contrario ad una norma del genere, c'è una contraddizione tra le cose che molte volte lei sostiene, anche concludendo i lavori della nostra discussione, e gli atti concreti che poi decidete di assumere.
Quindi, confido sul fatto che l'Assessore Pichetto, tanto più che il collega di Giunta Vignale ha sostenuto questa tesi, vorrà dare il proprio parere positivo a quest'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Collega Ronzani, lei è in malafede! Perché ho la certezza che l'Assessore Pichetto accoglie quest'emendamento, perché non può non accogliere quest'emendamento.
Assessore, stavo dicendo che il collega Ronzani è in malafede, perch lei è una persona troppo intelligente e non può non accogliere quest'emendamento. E le spiego perché.
Provi ad immaginare se dovessi aprire una gelateria; lei viene da me a comprare un gelato e il gelato fa letteralmente schifo. Domanda: lei verrebbe nuovamente a comprare il gelato da me? Risposta: no.
Nel caso specifico, se lei ha delle aziende e dà mandato ad una persona di totale fiducia, fosse anche un parente stretto (fratello, sorella) e porta l'azienda in perdita per motivi e cause a lui o a lei non imputabili domanda e dice il collega Ronzani: "Lei rinnova l'incarico?".
Poi il collega Ronzani è così attento che ha pensato in modo approfondito a questo secondo comma. Glielo leggo: "Sono esclusi dall'ipotesi di cui al comma , gli amministratori di società in fase di start-up e quelli di società per le quali la Regione" - cioè lei proprietario dell'azienda - "abbia valutato come incidenti i fattori esterni che possono aver condizionato in modo significativo i risultati degli esercizi".
Quindi, mi rivolgo al collega Ronzani: l'Assessore Pichetto non può non accettare quest'emendamento. Anticipatamente la ringrazio, Assessore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
È per evitare che il collega Laus apra la gelateria, perché sono davvero convinta che i gelati che lui potrebbe produrre non sarebbero sicuramente buoni.
Detto questo, proprio per confermare quello che ha detto il collega Ronzani, crediamo che quest'emendamento potrebbe essere addirittura inutile, perché è scontato che quando abbiamo un'amministrazione all'interno di una partecipata regionale, questo debba produrre buoni risultati e che, se così non fosse, non potrebbe essere confermato. Ma la storia è piena di situazioni per le quali questo invece non si è verificato.
A quale punto è davvero necessario dare una regolamentazione, fornire uno strumento legislativo che vieti la possibilità di effettuare una rinomina, in caso di situazione deficitaria della partecipata.
All'inizio della scrittura temevamo di avere una situazione, per la quale in alcuni casi alcune partecipate potrebbero presentare una situazione di difficile avvio, e quindi una fase di start-up complicata. Ma questo viene ben specificato, come peraltro aveva fatto l'attuale Assessore Vignale durante la fase di discussione della spending review.
Pertanto, non credo che non si possa e non si debba prendere spunto quando anche i colleghi della maggioranza forniscono elementi utili di riflessione per migliorare la normazione che la Regione deve fornire al proprio sistema. Quindi, crediamo che l'Assessore Pichetto non possa non accettare quest'emendamento e siamo convinti che questa sarà una buona norma, che garantirà maggiore trasparenza e maggiore efficienza dell'azione amministrativa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
L'emendamento in questione era già stato presentato in Commissione e se ricordo bene, io eccepì il fatto che l'emendamento era viziato da illegittimità, in quanto nel comma 1 si parla di "decadenza", ma il decadere è una competenza statale. È una violazione di legge e non possiamo.
Quindi, lo motivai in questo modo in Commissione, peraltro facendolo rientrare nella motivazione più generale che era tema che poteva essere collegato.
Non voglio dilungarmi su una questione, che è quella dell'attività commerciale, che la Regione non dovrebbe svolgere. Semmai, un giorno in Commissione esprimerò tutte le mie libere opinioni, che in quel caso saranno libere e non saranno quelle della Giunta, altrimenti potrei mettere in difficoltà il collega Vignale.
Quindi, io dico: così com'è, non è certamente accoglibile, perché ha il vizio del richiamo alla "decadenza". Non possiamo imporre decadenza ad un Consiglio di amministrazione, perché non è di competenza regionale.
Non condivido il fatto che, purtroppo, la Regione, o l'ente pubblico svolga anche attività di tipo commerciale. Non dovrebbe, perché dovrebbe avere solo funzioni di integrazione sull'economia e non di gestione dell'economia ma, ahimè, abbiamo anche questo. Tuttavia, penso che in sede di collegato, su norma specifica, tutto ciò possa rientrare.
L'invito è: non inseriamo in finanziaria. Il discorso sulla finanziaria l'abbiamo fatto in Commissione e lo ribadisco in questa sede: non facciamo un treno in cui mettere tutto. I commi 2 e 3 ci stanno, altrimenti dovremmo fare un tomo di deliberazione. Forse, più di tutto questo, quando si nominano gli amministratori, ci vorrebbe il buon senso.
Riteniamo, se ci sono le condizioni e se si vuole, di passare dalla delibera alla legge, in modo che la questione possa essere affrontata con le opportune correzioni.
Chiudo con l'invito al ritiro dell'emendamento in questione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Alla luce dell'intervento dell'Assessore Pichetto, più che una dichiarazione di voto, noi presentiamo un subemendamento cogliendo le istanze del Vicepresidente Pichetto.
È giusta la sua osservazione: invece di dire "decadono dall'incarico" noi nell'emendamento, al comma 1, sostituiamo la parola "decadono" con le parole "sono revocati dall'incarico dalla Giunta regionale".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Vorrei chiarire questo. Se vogliamo giocare, Consigliere Gariglio giochiamo pure, ma se vogliamo fare le cose per bene, evitiamo che la legge finanziaria diventi un treno in cui inserire tutto dentro.
Questo è un argomento che ritengo interessante. Se è per dare una "marchetta" la do, ma non mi sembra un modo serio di legiferare. È questo che chiedo. Sono disponibile a discutere, penso che non mi si possa imputare di non aver discusso ogni minimo particolare, ma se vogliamo fare una cosa per bene, facciamola per bene.
Fin da subito dico che accolgo questo con la correzione o in un provvedimento organico oppure nel collegato. La settimana prossima dobbiamo iniziare a incardinare il collegato e dobbiamo farlo perché abbiamo tutta una serie di norme che hanno un'urgenza, altrimenti ricadiamo nella pratica di aggiungere un pezzo dopo l'altro.
Volete che vi dica quanti "pezzi" aggiuntivi che provengono dalle varie Direzioni riceve la Giunta? Ho un centinaio di emendamenti, segnalati dalle Direzioni e dagli Assessorati, che hanno caratteristica di importanza assoluta, di urgenza, di inderogabilità, così come segnalato dalle Direzioni.
Il sottoscritto, con il consenso informale del Presidente e dei colleghi di Giunta, si è assunto la responsabilità di dire no: vanno nel collegato, proprio perché la finanziaria doveva avere un certo percorso e le caratteristiche di una finanziaria.
Capisco l'occasione del dibattito, apprezzo le osservazioni, ma il buon senso mi dice che dobbiamo andare nel collegato e non in questa sede.



PRESIDENTE

Alla luce dell'intervento dell'Assessore, permane l'emendamento Consigliere Reschigna? Prego.



RESCHIGNA Aldo

Alla luce dell'intervento, permane l'emendamento. Tuttavia mi permetta Assessore, di replicare, perché la stima che ho nei suoi confronti non arriva al punto di ricevere costantemente lezioni.
A questo punto, Assessore, lei dovrebbe togliere dalla legge finanziaria l'articolo 11, dovrebbe togliere dalla legge finanziaria l'articolo 18, dovrebbe togliere dalla legge finanziaria l'articolo 19 dovrebbe togliere dalla legge finanziaria l'articolo 23, dovrebbe togliere dalla legge finanziaria l'articolo 21, dovrebbe togliere dalla legge finanziaria l'articolo 22, l'articolo 25, e potrei andare avanti. Tutte norme che non hanno nessuna attinenza con la legge finanziaria, tutte norme che modificano leggi regionali senza nessun contenuto, né legato alla legge finanziaria, né legato alla legge di bilancio.
Questa discussione l'abbiamo già affrontata con lei in Commissione. Per essere chiari, non ho ripresentato delle norme che avevo presentato in quella sede, tipo quelle sull'albergo diffuso, perché capisco che possono entrare all'interno del collegato. Se si vuole dare lezioni agli altri Assessore Pichetto, bisogna prima fare un esame di coscienza.
Questa legge finanziaria è zeppa di norme volute dalla Giunta regionale che con la legge finanziaria non c'entrano nulla. Con tutto rispetto: il corpo dei Vigili del fuoco nelle norme sugli sci, il servizio di tintolavanderia, la modifica della legge sul diritto allo studio, le modifiche allo statuto di SCR. Ma che contenuto finanziario hanno? Per la cortesia! Se vogliamo dare lezioni, prima facciamoci un esame di coscienza tutti. Se vogliamo dire che questo tema, legittimamente, la Giunta non lo vuole affrontare, è legittimata a dirlo ma, Assessore Pichetto, non prenda in giro l'opposizione.



PRESIDENTE

Il Consigliere Reschigna conferma l'emendamento n, 58), pertanto lo stesso sarà messo in votazione, così come modificato dai proponenti.
Ricordo le modifiche: le parole "decadono" sono sostituite con le parole "sono revocati dall'incarico" e vengono mantenute le parole "aggiunti dalla Giunta".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 58), sul quale l'Assessore Pichetto Fratin, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 4 ter Emendamento rubricato n. 63) presentato dai Consiglieri Reschigna, Ronzani Pentenero, Muliere, Rostagno, Bresso, Manica, Boeti, Gariglio, Stara, Laus Placido, Motta Angela: Dopo l'articolo ... del disegno di legge n. 299 è inserito il seguente: "Art. ... bis (Razionalizzazione della governance degli enti di gestione delle Aree protette) La Giunta regionale, sentite le Commissioni consiliari competenti, presenta entro 120 giorni dall'approvazione della presente legge, un piano di razionalizzazione della governance degli enti di gestione delle Aree protette, ad eccezione dell'ente di gestione dei Sacri Monti.
Il piano di cui al comma 1, viene redatto sulla base dei seguenti principi: abolizione delle figure del Presidente e del Consiglio di amministrazione gestione degli enti di cui al comma 1, attraverso la figura di un Direttore rappresentanza degli stakeholder mediante un comitato di controllo e partecipazione composto da enti locali e da organizzazioni della società civile.".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

L'Assessore Pichetto non può dire che quest'emendamento non ha contenuto finanziario, perché si ottiene un risparmio economico per la Regione Piemonte.
È un tema, questo, che da almeno un anno a questa parte, a partire dalla legge finanziaria 2012, abbiamo proposto nella discussione. Si tratta del tema della soppressione dei Consigli di Amministrazione delle Aree protette e dei Sacri Monti.
Perché proponiamo questa soluzione? Crediamo che proprio la necessità anche con uno sforzo creativo, di immaginare soluzioni diverse che non siano la mera conservazione o riproposizione del presente, questa Amministrazione regionale deve porselo, anche su temi così delicati. Qual è il ruolo del Consiglio delle Aree protette? Sostanzialmente, secondo la legge, quello di inserire delle professionalità, inserire i rappresentanti delle comunità locali.
Gliel'ho detto anche in Commissione: le nomine che sono state fatte sulle aree protette dalla vostra Amministrazione regionale in moltissimi casi di professionalità ne hanno poca; in moltissimi casi, sono state soluzioni di ripiego, premi di consolazione nei confronti di amministratori.
Allora, è possibile immaginare un modello di gestione delle aree protette diverso dall'attuale? Noi diciamo di sì. E dicendo di sì tentiamo con la nostra proposta, di tenere insieme due elementi: una posizione di maggior responsabilità in capo ai Direttori delle Aree protette, e un rapporto o una presenza da parte dei rappresentanti delle comunità locali (che non sono solo gli amministratori, ma anche le associazioni ambientaliste, gli operatori economici che lavorano all'interno delle aree protette) che svolgano una funzione in un comitato di indirizzo e di controllo sull'operato del Direttore generale. È una soluzione cui noi crediamo, soprattutto dopo aver appurato che nel bilancio dell'anno scorso i soldi che la Giunta regionale ha trasferito alle aree protette nel 2012 sono serviti unicamente per pagare personale e Consiglieri di Amministrazione.
Noi riconosciamo il fatto che molti Consiglieri di amministrazione delle aree protette hanno rinunciato alle loro indennità per consentire che quelle risorse fossero utilizzate per fare qualcosa all'interno delle Aree protette. Sappiamo anche che c'è un tentativo di elaborazione da parte del neo Assessore Vignale su questo tema. Noi non sappiamo ancora - Presidente eviterò di intervenire nel dibattito generale ma vorrei concludere il ragionamento - quali sono gli orientamenti dell'Assessore Vignale. Avevamo assistito con qualche preoccupazione a quelli che erano gli orientamenti dell'allora Assessore Casoni, che voleva un'unica Agenzia regionale per quanto riguardava le Aree protette.
Noi non siamo favorevoli ad un'ipotesi del genere, perché crediamo che sia stato fatto uno sforzo enorme nel corso degli anni. Voglio ricordare che molte aree protette in Piemonte sono nate in forte contrapposizione con le comunità locali, ma nel corso degli anni quelle stesse comunità locali hanno considerato le aree protette non come un vincolo, ma come una risorsa di marketing territoriale, di tutela e di promozione del proprio territorio. E le ultime aree protette che sono state istituite con legge regionale (io ho presente quella della Valle Altrona e quella dell'Alta Valle Strona) sono state richieste proprio dalle comunità locali al Governo regionale. Dunque, questo rapporto positivo che si è creato nel tempo non va spezzato.
Noi crediamo al rapporto che ci deve essere tra una comunità locale e un'area protetta, ma non necessariamente questo rapporto deve passare attraverso l'istituzione di Consigli di Amministrazione, che, in moltissimi casi, non corrispondono nemmeno ad un rapporto corretto con la comunità locale.
Crediamo, invece, alla funzione di rendere la Regione più snella, alla funzione da parte delle comunità locali intese nel senso come ho detto prima (amministratori, associazioni ambientaliste, operatori economici) all'interno di un Comitato che svolga la funzione di indirizzo e di controllo sull'operato del Direttore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Il collega Reschigna ha già illustrato ampiamente la ratio di questa proposta d'emendamento. Io vorrei ricordare che i Consigli d'Amministrazione dei parchi quando sono nati avevano un senso, perch erano anni felici, in cui c'erano risorse, e, non so com'è, i bilanci sia della Regione e che dello Stato erano migliori. Insomma, le risorse c'erano.
Comunque erano aree relativamente piccole che consentivano di mettere nei Consigli di Amministrazione i rappresentanti di tutti gli Enti interessati.
Con il precipitare delle diverse crisi economiche e la necessità di razionalizzazione, ma anche con l'aumento del numero dei parchi, a poco a poco le aree protette sono diventate degli accorpamenti in realtà e quindi i parchi non sono più una singola area, ma un insieme di aree protette.
Dunque, per ragioni d'evidente efficienza, i Consigli di Amministrazione non consentono più di mantenere i rappresentanti degli Enti locali all'interno dell'Ente, se non alcuni. Tenuto anche conto delle nomine regionale, alla fine, di fatto, i rappresentanti presenti sono molto pochi e questo crea disuguaglianze e frustrazioni.
Non si giustifica più l'esistenza dell'Ente per rappresentare le collettività locali, perché non si riesce più a fare. In realtà, è la comunità del parco che rappresenta le collettività locali, esprime la programmazione e le opinioni degli enti locali.
Eliminare il Consiglio di Amministrazione e affidarle solo ad un Direttore fa anche un po' giustizia delle disuguaglianze che si vengono a creare. E tenuto conto della quasi inesistenza dei fondi a disposizione permette anche una razionalizzazione nell'uso delle pochissime risorse. Se poi si deciderà di fare un unico Ente di gestione - ma questa potrà avvenire in una fase successiva - a quel punto l'aver prioritariamente eliminato i Consigli d'Amministrazione e limitata la struttura dell'Ente al personale e ad un Direttore, faciliterebbe anche questo passaggio.
Mi pare, quindi, che accettare quest'emendamento non vincoli in nessun modo possibili decisioni successive, su cui poi noi saremo pronti a discutere. Semplicemente evita strutture che oramai non sono più rappresentative delle realtà locali e sono diventate ridondanti per la scarsità di risorse che siano loro attribuite.
Cerchiamo di spendere meglio queste poche risorse e, soprattutto rendiamo più chiara anche la linea di comando, perché credo che oramai per la Regione questi Consigli di Amministrazione rischiano di rappresentare più un ostacolo che un vero supporto, tenuto conto delle poche risorse e quindi delle funzioni molto limitate che possono essere tranquillamente svolte da un Direttore.
Il mio tempo è concluso, quindi mi fermo.



PRESIDENTE

Ha fatto già l'illustrazione e il primo intervento in fase di discussione generale. Grazie.



BRESSO Mercedes

D'accordo, non farò altri interventi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente. Ma siamo ancora nella fase di illustrazione, dal momento che risulto tra i firmatari.
Così come abbiamo detto nella relazione introduttiva alla legge finanziaria, credo che con questa legge si stiano perdendo delle buone occasioni per mettere a punto una serie di provvedimenti che permettano la revisione di alcune questioni.
Abbiamo citato le ATC, ma credo che la questione degli Enti di gestione delle Aree protette non sia sicuramente da meno in termini di importanza rispetto alle ATC.
Ormai il tema delle Aree protette è un tema consolidato all'interno della nostra regione, ma, parallelamente, assistiamo all'evidente superamento del modello di governance attualmente vigente all'interno delle aree protette. Un esempio per tutti è la questione del Parco della Mandria: ancora oggi attendiamo un Presidente ed un Consiglio di Amministrazione e l'Ente è ancora commissariato.
Questa è una testimonianza di come il modello di governance attualmente vigente non possa più andare avanti: c'è la necessità urgente di razionalizzare gli Enti a nostra disposizione.
È evidente che non possiamo escludere quelli che sono definiti gli stakeholder, che sono rappresentativi di un territorio, e che dobbiamo garantire una partecipazione degli Enti locali e di tutti quei soggetti che hanno un interesse intorno all'area protetta e ad un territorio da tutelare, ma dobbiamo farlo in una forma che consenta una partecipazione diversa e che permetta, soprattutto, una maggiore semplificazione degli organismi di governo, e quindi di controllo, delle aree protette individuate all'interno della nostra regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Due questioni.
La prima: ci sono emendamenti che non comportano una spesa e che, se approvati, fanno risparmiare soldi al bilancio regionale.
L'emendamento in oggetto è uno di quelli.
Solitamente, quando non si vogliono accogliere gli emendamenti si utilizzano due argomenti: il primo è che non è materia di legge finanziaria (l'ha detto anche l'Assessore Pichetto poco fa); il secondo, anch'esso con qualche fondamento, è che bisogna affrontare la questione definendo una disciplina organica.
Entrambe le motivazioni hanno come conseguenza il fatto che non si decide, o perché non è materia (poi la materia diventa discrezionale perché quando si vuole la materia è omogenea), oppure si rinvia tutto alla disciplina, con il risultato che non c'è mai la disciplina e non si decide mai nulla.
Qui si tratta di affrontare una questione che probabilmente possiamo decidere esattamente in questa sede, perché è materia di legge finanziaria e perché alcune misure che noi proponiamo (la semplificazione della governance) hanno un effetto, per quanto limitato, sul bilancio della Regione.
Oggi noi abbiamo un Presidente del Consiglio di Amministrazione, un C.d.A. composto da sei membri, e poi abbiamo la Comunità delle Aree protette, che è un organo consultivo, del quale fanno parte i Presidenti delle Province ed i Sindaci, che normalmente non funziona, perché, poi, gli organismi così pletorici non funzionano.
Mi domando quale ostacolo ci sia al fatto di decidere nel senso indicato dal nostro emendamento, perché francamente è una di quelle norme che hanno un effetto immediato - per quanto limitato - sul bilancio regionale ed hanno la forza di tener conto delle esperienze compiute in questi mesi e di andare nella direzione di favorire una semplificazione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Il mio intervento sull'emendamento in esame vuole evidenziare la necessità di riorganizzare e rivisitare l'impianto del sistema pubblico di gestione e di governance a tutti i livelli.
Quest'emendamento altro non è che un tassello che s'inserisce in un quadro più complesso e non è solo una questione legata ad elementi di natura economica (stipendi o altro; dalle informazioni che ho sembra che non ci siano emolumenti, comunque restano rimborsi o quant'altro), ma riguarda la riorganizzazione della governance e va in sintonia con gli stessi emendamenti o progetti di legge che abbiamo posto sulla questione dell'ATC.
Non aggiungo altro. Mi limito ad evidenziare che non sono emendamenti scoordinati e sconnessi, ma sono tutti legati da un filo e da un'argomentazione logica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Voglio ribadire, rispetto a quanto hanno evidenziato i miei colleghi che se il termine utilizzato nel nostro emendamento al punto c) del comma 2, quando si parla di rappresentanza degli stakeholder (i portatori di interessi, possiamo anche iniziare a scriverlo in italiano) mediante un Comitato di controllo e partecipazione composto da Enti locali ed organizzazioni della società civile, vogliamo chiamarlo Comunità del Parco collegandoci alla dizione utilizzata formalmente dalla legge nazionale, va bene ugualmente.
Se è questo che tranquillizza il Vicepresidente Pichetto e l'Assessore Vignale, a noi va bene: c'è la necessità di dare una rappresentanza ai Parchi e a tutti i portatori d'interesse del territorio.
Abbiamo, dunque, questa sensibilità. Vogliamo evitare, però - ed ecco perché c'è la nostra determinazione, qui, a quest'ora nell'illustrare quest'emendamento - che si continui con la logica usata all'inizio di questa legislatura, cioè far sì che i Consigli di Amministrazione dei Parchi siano il luogo dove collocare persone spesso senza alcuna competenza specifica, che magari non hanno trovato, nell'ambito del loro impegno politico, una migliore sistemazione altrove.
Poiché di queste esperienze ne abbiamo tante, le abbiamo sotto gli occhi e non sono produttive, proponiamo di fare una cosa che sappiamo essere anche costosa dal punto di vista dell'immagine, per i proponenti: tagliare un po' di costi, sapendo che questo non può che portare bene a chi ha la responsabilità di far funzionare la macchina.
Evitiamo d'impedire il funzionamento della macchina, recuperiamo dei costi e diamo più voce a coloro che, in effetti, rappresentano i legittimi interessi dei territori.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa l'illustrazione degli emendamenti. Ci sono interventi in discussione generale? Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anche quest'emendamento mi sembra pienamente condivisibile. La maggioranza potrebbe sostenere che è strano che l'opposizione proponga quest'emendamento adesso e non tre anni fa, quando era maggioranza.
Questo può essere un ragionamento valido, magari con un suo fondamento ma residuale e marginale, oggi, quando ci troviamo ad affrontare una serie di cambiamenti. Il cambiamento sembra essere un po' la parola chiave di questi ultimi tre o quattro mesi, anche se c'è chi voleva il cambiamento ma in realtà non ha fatto granché, e chi voleva davvero il cambiamento e forse riesce veramente a portarlo, in politica.
Al di là di questo, quindi dei ragionamenti di cortile o di campanile penso che quest'emendamento sia condivisibile, a prescindere da chi lo propone.
Il contenuto è condivisibile (che sia di maggioranza o che sia d'opposizione) e quando il contenuto di un emendamento è condivisibile bisognerebbe votarlo, anche se mi rendo conto che, passando dallo scritto ai fatti, è difficile avere questa coerenza.
In ogni caso, bene ha fatto il Partito Democratico a presentare tale emendamento.
Come Movimento 5 Stelle lo voterò sicuramente; ora tocca alla maggioranza dire qualcosa di sensato e dare le motivazioni per le quali non accoglierebbe l'emendamento, che, tra l'altro, è in linea con tutto quello di cui la maggior parte della politica si riempie la bocca: la partecipazione, la vicinanza al territorio, la riduzione dei costi, il taglio delle poltrone e quant'altro.
Non approvarlo sarebbe sicuramente un grosso errore, con un ritorno mediatico certamente non positivo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Com'è stato sottolineato negli interventi dei colleghi, crediamo davvero che sia necessario non perdere quest'ennesima occasione di rivedere alcuni aspetti fondamentali del sistema Piemonte.
Le Aree protette sono sicuramente un pezzo importante del patrimonio della nostra Regione, ma siamo assolutamente convinti che il sistema con il quale sono attualmente gestite oggi sia davvero superato e dimostri limiti oggettivi.
Certamente l'emendamento potrebbe essere migliorato, come suggeriva un attimo fa il collega Gariglio: invece di parlare di rappresentanza degli stakeholder potremmo parlare di una Comunità del Parco, che probabilmente rappresenta anche meglio le indicazioni della legge nazionale. Quindi, da questo punto di vista siamo disponibili a modificare quanto sta scritto nell'emendamento e cercare di dare una migliore strutturazione o una migliore organizzazione dell'emendamento stesso, però crediamo sia davvero importante avere un segnale positivo nella direzione tracciata dall'emendamento stesso.
Lo dicevo prima, ma vorrei ricordarlo. Oggi, assistiamo davvero a situazioni di grossa difficoltà nelle quali si trovano le aree protette e gli enti di gestione. Risottolineo ancora una volta la questione della Mandria, perché, malgrado gli amministratori abbiano cercato di trovare delle soluzioni che possano essere condivise, ancora oggi l'Ente è commissariato. Mi sembra che due anni e mezzo di commissariamento siano davvero una situazione che impone di prendere delle decisioni in merito.
Quindi, poiché la finanziaria è la strumento con il quale rivediamo la programmazione delle nostre attività e della nostra politica, crediamo sia necessario fare anche degli interventi strutturali. Uno di essi è questo come altri che metteremo in evidenza durante il dibattito e la discussione.
Siamo davvero convinti che non si possa non prendere in considerazione il contenuto dell'emendamento proposto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pentenero.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Credo che questa sia un'occasione da cogliere. È vero, come ha detto l'Assessore Pichetto e come abbiamo sostenuto anche noi, che nella finanziaria non si può mettere tutto, ma questa è una emendamento che interviene sulla razionalizzazione. Credo andrebbe accolto, perché quando si propone di eliminare la figura del Presidente del Consiglio d'Amministrazione e di sostituirla con la figura del Direttore, credo che sia una proposta logica, che sta in piedi, che va nella direzione di razionalizzare l'amministrazione delle Aree protette. Ne abbiamo parlato tante volte e credo che sarebbe opportuno.
Cogliamo davvero l'occasione di questa discussione per fare una piccola riforma che può avere i suoi risultati anche dal punto di vista economico ma non solo dal punto di vista economico, anche perché in questo modo potremmo semplificare la gestione delle aree protette ad eccezione, come abbiamo detto, dell'Ente di gestione dei Sacri Monti, che sono una cosa particolare e caratteristica a livello nazionale.
Ho qualche dubbio sulla rappresentanza degli stakeholder, perch insomma, si potrebbe dire anche in un altro modo, con altre parole in italiano. Però, diciamo che sorvolo su questo e sono d'accordo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Muliere.
La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Non sono firmatario di quest'emendamento, ma dopo averlo letto e avendo ascoltato l'illustrazione, credo sia intanto assolutamente pertinente rispetto al testo della finanziaria, perché di fatto comporterebbe un risparmio - grande o piccolo, si valuterà nel momento in cui sarà possibile eventualmente attuarlo - ma condivido anche lo spirito che è sotteso.
Di fatto, propone una decostruzione rispetto all'attuale assetto gestionale delle aree protette, per riportare il controllo direttamente su portatori di interesse. Soprattutto, credo sia interessante valutare Enti locali e organizzazioni della società civile, quindi, da come ho capito associazioni ambientaliste ma non solo, che di fatto conoscono il territorio dell'area protetta, perché lo vivono.
Inoltre, sarebbe abbastanza incomprensibile e inopportuno il non accoglimento di questo tipo di proposta, in un momento in cui davvero si cerca, ognuno con le proprie idee politiche, secondo le proprie linee di governo o, in questo caso delle varie opposizioni, di effettuare una previsione della spesa, o cosiddetta, quindi un risparmio a tutti i livelli.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Non capisco perché usiamo certi termini incomprensibili: stakeholder vuol dire "portatore di interessi". È proprio fuori dal mondo che nelle leggi italiane scriviamo in italiano? "Portatori di interesse"; propongo un subemendamento all'emendamento che stiamo discutendo. Portatori di interessi. Stabiliamo il principio che parliamo come mangiamo, così tutti capiscono che cosa diciamo. Se no, facciamo soltanto finta di conoscere il significato di un termine. Per esempio, confesso che non lo conoscevo.
Confesso che non ne conoscevo il significato. Naturalmente, è colpa mia non conoscerlo, però vorrei affermare il principio che le leggi italiane siano scritte in italiano. È una cosa normale.
Secondo. Pongo una questione politica alla Giunta. Vedete, stiamo diciamo così, affrontando una serie di questioni relative ad amministratori che, gestendo per due esercizi consecutivi società, fanno passivi e presentano bilanci in rosso: questione ATC, che affronteremo più avanti questione aree protette, che stiamo affrontando adesso.
Stiamo discutendo queste questioni nell'ambito di una legge finanziaria che ha conseguenze di non poco conto sui piemontesi.
Qualcuno ha detto che questa finanziaria è una finanziaria "lacrime e sangue", perché tra le tante cose aumentiamo l'addizionale IRPEF. Allora, è troppo pretendere che l'Amministrazione regionale - non faccio demagogia nel momento nel quale affronta un problema che ha questa portata e che, per usare una terminologia diffusa e usuale nella destra, "metterà le mani nelle tasche" dei piemontesi, abbondantemente. Giusto? Uso una vostra terminologia. Questa legge finanziaria, per una serie di ragioni, metterà le mani nelle tasche dei piemontesi.
È troppo pretendere che voi diate una qualche segnale e che vi poniate il problema di introdurre qualche elemento di riforma nelle politiche pubbliche della Regione a partire dagli Enti? Ripeto, non sono norme che costano, ma sono norme che fanno risparmiare dei soldi! Non ho capito perché queste norme non le mettiamo in finanziaria.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ronzani.
La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Il collega Ronzani, con la nota efficacia, ha posto una questione seria. È vero che tutto è perfettibile e tutto deve essere discusso, ma dopo aver fatto istanze, solleciti e pressioni perché la Giunta presentasse il proprio bilancio, siamo alla fine di aprile e lo stiamo discutendo, oggi per la prima volta, in Aula.
Presidente, sono più corretto del collega Ronzani che sta bloccando il counter del tempo; quindi la prego di azzerare: l'ho detto apposta in inglese per richiamare l'attenzione. Fatelo ripartire, per cortesia, perch non voglio essere accusato di rubare il tempo.
È chiaro, tutto è perfettibile: ha ragione il Vicepresidente. Io stesso, quando mi sono trovato nella sua funzione, ho deprecato l'utilizzo della legge finanziaria come trenino cui tutti agganciavano dei vagoncini e devo dire che, nell'agganciare vagoncini, l'attuale Assessore Vignale era un espertissimo ferroviere, perché ogni volta ne tirava fuori qualcuno e con un'attività di persuasione anche molto dura e intensiva, riusciva a farli agganciare. Qui, però, non stiamo parlando di norme eversive dell'ordinamento: qui stiamo parlando di interventi chirurgici selettivi con cui andiamo a tagliare dei costi.
Allora, Assessore Pichetto, in questa Giunta regionale lei è il campione della tradizione liberal-repubblicana.



(Commenti in aula)



GARIGLIO Davide

Sì, insieme a qualche altro collega, me ne rendo conto: non volevo togliere al collega Burzi una parte di quest'eredità.
Ma non sareste voi quelli che vi eravate posti il problema del mercato dell'efficienza, della competizione, dell'essere parchi nella gestione della cosa pubblica (la famosa mezza pera del buon Presidente Einaudi citata sempre)? Allora, adesso qui non stiamo parlando delle pere perché non siamo scesi così in basso; però, Vicepresidente Pichetto Fratin, non è che lei può lavarsi le mani dappertutto facendo lo statista e dicendo: "Non è questo il modo, ci vuole ben altro". Il "ben altro" non c'è perché non c'è tempo e perché non ci sono le vie ordinarie: si tratta di fare piccoli interventi.
Non vanno bene le nostre norme? Noi non siamo per i diritti di primogenitura: rifatele voi, inventate voi cose migliori; ma - vivaddio fate qualcosa, perché dei segnali vanno dati!



PRESIDENTE

Bene. Comunico all'Aula che nel frattempo il collega Ronzani ha modificato l'emendamento alla lettera c), sostituendo le parole "degli stakeholders" con le parole "dei portatori di interesse".
La parola, per l'espressione del parere della Giunta, all'Assessore Vignale.



VIGNALE Gian Luca, Assessore ai parchi e aree protette

Grazie, Presidente.
Ricordo a quest'Aula che nel 2009 varammo una legge, che è quella vigente, che all'articolo 13 prevede tre soggetti: il Presidente, il Consiglio direttivo e la Comunità del Parco. Questa legge è stata modificata due volte nel 2010, due volte nel 2011 e una nel 2012.
Gli Enti Parco gestiscono fortunatamente, oltre ai 23 milioni di euro direttamente trasferiti dalla Regione Piemonte, risorse decisamente maggiori, sia da un punto di vista del patrimonio ambientale sia della ricaduta economica.
Ora, derubricarli ad enti come il Consiglio di Circoscrizione di una piccola città, con il dirigente e poi un comitato di portatori di interesse che in qualche modo indichino quali sono le funzioni, è evidentemente un'operazione non corretta; ma non lo è perché lo dicono le due parti.
Ricordo infatti - ne ho detto appositamente la data - che quella legge fu presentata dalla Giunta di centrosinistra. Non casualmente, infatti qualunque istituzione o ente ha una figura apicale, un Consiglio di Amministrazione e un'Assemblea; e anche gli Enti Parco.
Premettiamo che non stiamo parlando di risparmio, perché stiamo parlando di meno di 300 mila euro annui, mentre per esempio l'entità dei Direttori è quattro volte superiore. Se si volesse fare un risparmio badando al soldo e non alla sostanza, quindi, si dovrebbero cancellare i Direttori e anche i Presidenti; ma non è così che si affrontano le questioni.
Altrimenti, ritenendo seria la norma che è stata fatta - tant'è che è stata modificata solo in alcune parti, con la legge n. 16 del 2010 - credo che vada mantenuto questo assetto, perché stiamo parlando di uno dei settori su cui facciamo maggior investimento economico all'interno della nostra Regione.
Abbiamo investito più di 150 milioni di euro, negli ultimi 13 anni sugli Enti Parco: non solo singoli soggetti, ma aree territoriali che nell'arco di pochi anni si sono trasformati da 35 enti agli attuali 14, pur con alcune problematiche assolutamente significative che ricordava il Consigliere Reschigna e che oggi stanno superando, proprie di soggetti che si mettono insieme essendo stati prima separati.
Non si tratta, quindi di un aspetto economico, posto che anche la cifra non sarebbe risolutiva del bilancio; anche se poi nel bilancio tutto fa e nel momento del bisogno tutto serve... È proprio un aspetto politico: è come venir meno alla scelta che le Comunità del Parco (i Sindaci) operano d'intesa con la Giunta regionale (il soggetto che ha istituito gran parte di quelle aree e che mette il 90% del bilancio dei Parchi), indicando il presidente e il Consiglio che, nei tempi stabiliti dalla Comunità del Parco, si incontrano proprio per dar luogo a questa relazione tra singoli territori e C.d.A.
Invece noi leviamo il Presidente e lasciamo solo i Consigli direttivi.
Anche togliere le Giunte e i Consigli, lasciando gli amministrativi al posto della politica, fa risparmiare; ma non credo che questa sia la scelta corretta né che tanto meno lo sarebbe nel momento in cui la facessimo in questo caso.
Chi controlla, infatti, il Direttore? Gli stakeholders? Oggi, cioè, il Presidente è nominato dalla Giunta regionale, d'intesa con le Amministrazioni locali. Se non c'è il Presidente e il Direttore agisce in modo autonomo, chi controlla l'operato del Direttore? Nessuno, perché il Direttore ha un contratto di diritto pubblico e quindi è un dipendente dell'ente, che - sì - dopo tre anni scade, ma che in quei tre anni fa assolutamente quello che vuole; mentre il Presidente risponde tanto alla Giunta regionale quanto alla Comunità del Parco e credo che questo sia un modello bilanciato che, se proposto dal Centrosinistra e mantenuto dal Centrodestra, penso abbia una valenza.
L'espressione del parere sull'emendamento è quindi negativa, non certo per il valore economico ma per la contrarietà rispetto al tipo di impostazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Con le modifiche che ha proposto il Consigliere Ronzani, noi manteniamo l'emendamento e votiamo a favore.
Proporrei, visto che è il più alto in grado come rappresentante della Giunta, che il Vicepresidente Pichetto perori nei confronti del Presidente della Giunta regionale Cota la causa di fare un corso agli Assessori regionali: è cambiato il mondo! Quante volte, Presidente Cota, in questi ultimi anni ci ha detto: "È cambiato il mondo". Ed è vero: la soluzione del testo unico delle Aree protette redatto nella precedente legislatura immaginava quel tipo di governance; ma se noi non siamo in grado di riflettere rispetto a una condizione che certamente è diversa rispetto a quel contesto, credo che non siamo in grado di leggere l'esigenza del cambiamento.
Svolgo una seconda riflessione. Vede, Assessore, lei ha rappresentato esattamente la legge; peccato che i comportamenti politici siano un'altra cosa. In questo caso i comportamenti politici non sono i suoi, ma del suo predecessore, perché quella norma che prevedeva l'intesa tra la Giunta regionale e le Comunità delle Aree del Parco è stata utilizzata dal suo predecessore come ingerenza e indebita pressione nei confronti delle Comunità, perché venissero nominati i Presidenti che voleva la Giunta regionale.
Vuole un esempio? La Mandria oggi non è commissariata? Perché è commissariato il Parco della Mandria? Perché la comunità del parco ha formulato delle proposte e l'Assessore Casoni ha risposto: "Non sono di mio gradimento".
Non solo se n'è "fregato" della comunità delle aree del parco, ma ha anche nominato un commissario che, guarda caso, era il Presidente che lui voleva collocare all'interno di quel parco e, guarda caso, quel Presidente era un notissimo esperto di questioni ambientali (forse è passato dal CORECOM al Parco della Mandria, con una capacità di tuttologia impressionante sotto questo aspetto).
Non raccontiamo frottole! La condizione reale è questa, Assessore Vignale.
L'ultima considerazione. L'ho detto in Commissione, ma lo ripeto in Aula. Non esiste una politica capace di risolvere di colpo, e con un'unica soluzione, un contenimento e uno spostamento di spesa di 200 milioni di euro.
Esiste, però, una politica che, lavorando su piccole scelte concrete crea le condizioni affinché un domani ci sia anche un contenimento della spesa.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento per dichiarazioni di voto passiamo alla votazione dell'emendamento rubricato n. 63) così come modificato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 63), sul quale l'Assessore Vignale, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 5 Scusate, non è la prima volta, né da una parte ne dall'altra, che chiedo se ci sono interventi per dichiarazione di voto. Vi chiedo di collaborare perché non è facile. Sono seduto qui, non mi sono mai alzato e quando chiedo per ben quattro volte chi vuole intervenire, lo dite e la parola vi sarà data.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Mi scusi, Presidente, avevo alzato la mano, ma non ero al mio posto e mi scuso.
Si tratta di una questione che abbiamo posto nel dibattito generale e sia l'Assessore Sacchetto che l'Assessore Pichetto sanno che in Commissione, quando ho presentato la questione, abbiamo detto più volte che siamo d'accordo sulla costituzione della Fondazione. Su questo non abbiamo dubbi.
Non capiamo, come abbiamo detto, la fretta sulla costituzione della Fondazione; dobbiamo inserire questo argomento in finanziaria quando sulle ATC invece posticipiamo al 30 giugno. Questa cosa non l'ho capita.
Tanto più che stiamo discutendo, come abbiamo detto, sul disegno di legge sulle partecipate della Regione, sulla riorganizzazione e sulla dismissione. Non capisco la fretta di inserire nella finanziaria la questione della Fondazione.
A parte ciò, vorrei che si facesse, una volta per tutte e in modo tranquillo e sereno magari in III Commissione, una discussione sull'impegno della Regione Piemonte per quanto riguarda la questione della ricerca della sperimentazione e dell'innovazione in agricoltura. L'abbiamo chiesto più volte.
Facciamo questa discussione una volta per tutte, dopodiché nessuno di noi nega la necessità di arrivare alla formazione delle Fondazione.
Tuttavia, anche qui, bisognerebbe fare chiarezza. Per esempio, sulla Tenuta Cannona, abbiamo detto che quella è una struttura entrata nel fondo immobiliare. Dovremmo vendere parte della Tenuta Cannona, ma dovremmo davvero cercare di avere un disegno chiaro rispetto alla questione.
Rispetto all'obiettivo della Fondazione siamo d'accordo, ma è mancata tutta una discussione preliminare all'idea della Fondazione, quindi esprimiamo tutte le nostre perplessità non relative alla Fondazione, ma sul metodo e sul percorso che hanno portato alla proposta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Dico di non avere così fretta nel portare avanti ciò che è contenuto nell'articolo 5.
Sul discorso della ricerca, effettivamente è vero, l'Assessore Sacchetto è consapevole dell'importanza della Tenuta Cannona, ma ricordo che il CReSO è un fiore all'occhiello del Piemonte. Non possiamo distruggere tutto. Se eliminiamo il CreSO, la ricerca dove va a finire? Non abbiamo nessun istituto che faccia una verifica su tutti i tipi di varietà di prodotti agricoli del Piemonte.
Signori, ritengo che il CReSO non costi alla Regione, quindi vorrei sapere molto dettagliatamente quanto costa alla Regione mantenere il CReSO e valutare attentamente il discorso della Tenuta Cannona.
Rinvierei la discussione e chiederei agli Assessori di discutere ancora profondamente con chiarezza e trasparenza.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di dichiarazione di voto? Indìco la votazione palese sull'articolo 5, nel testo originario.



(Proteste del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

Per favore, invito i Consiglieri a rimanere al proprio posto e i Consiglieri Segretari a verificare il voto.
Il Consiglio approva.



(Reiterate proteste del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

Per favore, Consiglieri! La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 23,38 riprende alle ore 23.39)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Per favore, invito i Consiglieri a rimanere al proprio posto e i Consiglieri Segretari a verificare il voto. Il Consigliere Leo è entrato quando non era ancora ultimata la votazione, comunque il voto del Consigliere non era determinante.
Voi mi darete atto della mia correttezza, ma i Consiglieri Segretari per favore, vigilino sull'esecuzione del voto.
ARTICOLO 6 L'emendamento rubricato n. 73), che recita "1. La cifra "2,5" e "3" sono sostituite rispettivamente da "0,9" e "0,9"", a mio parere, non è ricevibile, ma lo leggo come un errore, perché quando si propone di passare da due milioni e mezzo a 90 centesimi e da tre milioni a 90 centesimi credo ci sia qualcosa che non va.
Inoltre, quest'emendamento non è sottoscritto, pertanto vorrei capire chi l'ha presentato.
BONO Davide (fuori microfono) L'ha presentato il mio Gruppo, Presidente.



PRESIDENTE

Collega Bono, le comunico che la Presidenza ritiene quest'emendamento non ricevibile, in quanto non c'è la firma ed anche perché l'errore è evidente: si passa a 90 centesimi e, pertanto, la normativa non è più rapportata.
La parola al Consigliere Bono per dichiarazione di voto.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente era 0,9 milioni di euro, perché si sostituiva alla cifra indicata. Forse non era proprio perfetto, però poteva.



PRESIDENTE

Ma non era neanche firmato. Sono stato fin troppo cortese.



BONO Davide

Ho capito, però gli Uffici dovrebbero comunicare al Consigliere.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Continui la dichiarazione di voto, prego.



BONO Davide

Penso sia normale, quando si fa un errore nel presentare gli emendamenti.



(Commenti del Consigliere Burzi)



BONO Davide

Penso li abbia commessi anche lei, degli errori, nel presentare gli emendamenti.



PRESIDENTE

Per favore, Consigliere Burzi! È una cortesia che le chiedo! Continui, Consigliere Bono.



BONO Davide

Se il Consigliere Burzi vorrà intervenire, penso ne avrà la facoltà così oggi sentiamo parlare anche qualche rappresentante della maggioranza visto che finora sono stati particolarmente silenti, a parte gli interventi fuori microfono.
L'emendamento, dunque, non è accoglibile. Lo illustro ugualmente, in discussione generale.
L'Accordo di Programma riguardante Campi Vinovo S.p.A.-Mondojuve presenta delle cifre che, ovviamente, saranno state concordate con il Comune di Vinovo o di Nichelino, ma ritengo, in un momento di difficoltà per la Regione Piemonte, che tale accordo potrebbe essere rivisto.
Come ho detto all'Assessore Pichetto in Commissione, sono andato a vedere i termini dell'Accordo di Programma: essi vanno ad apportare una serie di modifiche alla viabilità, che servono unicamente ad accogliere il flusso di veicoli in entrata nel centro commerciale Mondojuve. Sgombro già il campo da qualunque logica di parte calcistica: non si tratta di una proprietà della Juventus, anche se porta il logo di questa squadra di calcio torinese, ma è di proprietà di un'altra società.
Sarebbe interessante discutere, anche dal punto di vista urbanistico con i Comuni interessati dall'area sulle motivazioni che hanno portato al raddoppio di un'area che ha già delle infrastrutture, poiché c'è la tangenziale con l'uscita Debouché a 200 metri, pertanto costruire una seconda piccola tangenziale per portare gli autoveicoli a questo centro commerciale mi sembra inutile.
Posto che non condivido la logica che continuare a proporre e produrre nuovi centri commerciali sul territorio piemontese, e posto che l'accordo di programma e la realizzazione dell'opera sono in essere, vorrei capire se è il caso d'investire - e chiudo Presidente - 6,5 milioni di euro per la viabilità riguardante un centro commerciale.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Al di là del fatto che non ho analizzato a fondo l'Accordo di Programma riguardante l'articolo in esame, che distribuisce nelle tre annualità un contributo per la struttura evidenziata dal collega Bono, considero assolutamente inopportuna questa spesa o previsione di spesa, per le motivazioni che in questa giornata abbiamo espresso più volte, sia noi sia la Giunta regionale, e cioè che davvero le risorse in questo momento sono molto risicate.
Non ho avuto la possibilità di presentare emendamenti riduttivi della somma prevista, ma il mio voto sarà negativo rispetto all'articolo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola l'Assessore Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Viste le modalità del dibattito e il protrarsi dei tempi della discussione, che certamente è importante, ma abbiamo anche una tempistica da rispettare, chiedo al Presidente del Consiglio ed ai Capigruppo la disponibilità per una riunione dei Capigruppo, questa sera, con le modalità che vorrà il Presidente del Consiglio, per valutare e determinare i tempi per la definizione, quindi la discussione e l'approvazione, della legge finanziaria e del bilancio.



PRESIDENTE

La Conferenza dei Capigruppo si svolgerà immediatamente, in Sala A.
I lavori della seduta sono ultimati.
Sarà convocata un'ulteriore riunione dei Capigruppo per giovedì 2 maggio, alle ore 9.30. Ho già fatto inviare la convocazione al vostro domicilio.
La seduta d'Aula è confermata per il 2 maggio, alle ore 10.
Sulle comunicazioni del Presidente, ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Vorrei capire le ragioni di una convocazione della Conferenza dei Capigruppo alle ore 23.45.



PRESIDENTE

Durerà cinque minuti, quindi andiamo a casa anche qualche minuto prima del previsto.
Il Vicepresidente Pichetto l'ha comunicato quando lei non c'era.



RESCHIGNA Aldo

Ho sentito tutta la comunicazione del Vicepresidente Pichetto.



PRESIDENTE

M'impegno a farla durare pochissimi minuti, Consigliere Reschigna.
Bene, ci troviamo in Sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 23.46)



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