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Dettaglio seduta n.345 del 30/04/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


NOVERO GIANFRANCO



(Alle ore 14.30 il Consigliere Segretario Novero comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 15.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.00 riprende alle ore 15.01)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Comunico che il punto 3) all'o.d.g., "Svolgimento interrogazioni e interpellanze", sarà trattato in altra seduta.
L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento, così come modificato.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 9 aprile 2013.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Cota e Pedrale.
Il numero legale è 29.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 23 aprile 2013.


Argomento:

c) Rinvio in Commissione


PRESIDENTE

Relativamente ai rinvii in Commissione, ai sensi dell'articolo 37 comma 5 del Regolamento, ricordo che i termini degli atti di indirizzo relativi all'emodinamica sono scaduti il 19 aprile 2013; i termini degli atti d'indirizzo relativi alle strutture socio-sanitarie sono scaduti il 22 aprile 2013.
Di questo, peraltro, abbiamo già parlato nella riunione dei Capigruppo quindi e pertanto si richiede la convocazione della Commissione IV, come già detto nella Conferenza dei Capigruppo in maniera più articolata.


Argomento:

d) Approvazione deliberazione legislativa da parte della VI Commissione


PRESIDENTE

In data 26 aprile 2013, la VI Commissione consiliare, riunita in sede legislativa, ha approvato all'unanimità la deliberazione legislativa avente ad oggetto "Modifiche della legge regionale 10 novembre 1992, n. 48 'Promozione del centro studi e ricerche storiche sull'architettura militare del Piemonte con sede nel Forte di Exilles e le linee d'indirizzo al recupero funzionale del Forte'".


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 299, inerente a "Legge Finanziaria per l'anno 2013"


PRESIDENTE

Iniziamo a trattare il punto 4) all'o.d.g., che prevede l'esame del disegno di legge n. 299, "Legge Finanziaria per l'anno 2013", per la quale la Giunta regionale aveva inviato preavviso scritto ai sensi dell'articolo 58, comma 2 del Regolamento interno). Com'è noto, nel frattempo è stata licenziato dalla Commissione e pertanto si può procedere all'esame del disegno di legge n. 299.
I relatori di maggioranza sono i Consiglieri Carossa e Pedrale, quelli d'opposizione i Consiglieri Reschigna e Bono.
La parola al Consigliere Carossa per esporre la relazione sulla legge finanziaria.



CAROSSA Mario, relatore

Grazie, Presidente.
Do per letta la relazione sulla legge finanziaria, ma non per questo non voglio dire un paio di cose.
Innanzitutto ringrazio i Consiglieri d'opposizione per il lavoro svolto in Commissione in questi giorni: secondo me, è stato un lavoro produttivo che ha dimostrato che si può discutere dei vari argomenti senza fare ostruzionismo.
Auspico - l'ho ribadito prima in sede di Conferenza dei Capigruppo che questo Consiglio riesca ad approvare sia la legge n. 299 (finanziaria) che la legge n. 300 (bilancio) entro questa giornata. Lo dico perch sarebbe un ottimo segnale di questo Consiglio regionale verso i bisogni del Piemonte e dei piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, relatore

Grazie, Presidente.
Svolgo la relazione sulla legge finanziaria, quella sulla legge di bilancio la farò successivamente.
Innanzitutto vorrei dire, con il massimo rispetto nei confronti del collega Carossa, che trovo, per i contenuti e per il tempo nel quale questo disegno di legge finanziaria è affrontato in Aula, il fatto che la maggioranza non abbia fatto relazione al disegno di legge lo trovo un elemento negativo rispetto allo svolgimento della nostra discussione.
Io la relazione di minoranza la faccio, cercando sostanzialmente di evidenziare quelli che considero i punti critici forti all'interno di questo provvedimento, e lo faccio offrendo all'inizio del mio ragionamento una sintesi di quella che è la lettura che facciamo, come Gruppo d'opposizione, rispetto al disegno di legge sulla finanziaria.
un disegno di legge molto chiaro, quando si tratta di colpire la comunità piemontese con l'incremento delle imposte e con l'incremento dell'addizionale IRPEF, a partire dal 2014. È un disegno di legge molto chiaro, quando determina un peggioramento della qualità dei servizi e della protezione sociale all'interno della comunità piemontese.
un disegno di legge assolutamente generico, quando tratta della necessità di cambiare la Regione, la sua organizzazione complessiva, e la necessità sostanziale di cogliere quest'occasione, questi tempi difficili che stiamo vivendo, per immaginare una nuova Regione improntata su un'organizzazione più semplice.
un documento privo di scelte chiare sui nodi fondamentali quali le Federazioni sanitarie e il fondo immobiliare sanitario, e in questo protraendo una condizione di grave incertezza e indeterminatezza che è nociva per il futuro del Piemonte e anche per la possibilità, per la Giunta regionale, di raggiungere quegli obiettivi che tanto declama e proclama, ma tanto è incapace di vederli concretizzati nella propria azione di governo.
Vorrei partire da una questione più volte ripresa nella discussione in Commissione e anche nella recente Conferenza dei Presidenti dei Gruppi. Non immaginatevi un percorso agevolato nella discussione in Aula su questa legge finanziaria e sulla legge di bilancio se non saranno sciolti non solo quei nodi che abbiamo posto nella discussione in Commissione, ma se non sarà anche chiarito come la Giunta regionale intende affrontare due temi per noi assolutamente rilevanti ed imposti dal decreto legislativo: il nuovo piano di rientro sulla sanità, che deve essere presentato entro l'8 maggio al Tavolo nazionale, e il piano di riorganizzazione del sistema del trasporto pubblico locale, che deve essere presentato al Governo nazionale entro l'8 maggio, pena l'impossibilità di accedere all'utilizzo di 150 milioni di euro di fondi FAS per ripianare le perdite pregresse sul TPL.
L'ho detto prima e lo ripeto in Aula: non è un problema che ci riguarda se l'Assessore Bonino e l'Assessore Cavallera pensano che questi due provvedimenti siano affari loro nei rapporti con la maggioranza.
una questione che ci riguarda, perché entrambi questi provvedimenti incidendo sul sistema dei servizi e sulla qualità dei servizi all'interno della nostra Regione, riguardano l'Aula e i Gruppi consiliari che siedono in Consiglio regionale, e riguardano la comunità piemontese.
Noi abbiamo sventato l'ennesimo blitz che l'Assessore Bonino stava portando avanti all'interno della legge finanziaria quando pensava di togliere di mezzo l'intesa con il sistema degli Enti locali sulla riorganizzazione del trasporto pubblico locale.
Questo lo riconosciamo come un nostro successo di cui siamo orgogliosi ma con la stessa fermezza che abbiamo avuto nei lavori di Commissione anche in Aula diciamo - anche se l'Assessore Bonino sembra vivere un'altra dimensione e di occuparsi di altre questioni, nonostante il Capogruppo del Gruppo di opposizione...



PRESIDENTE

Collega Botta, mi scusi, stiamo discutendo di un tema importante trattato anche nella Conferenza dei Capigruppo. Le chiedo la cortesia.
Prego, collega Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Queste questioni sono rilevanti nella discussione politica che comincia oggi.
Noi non accettiamo e non pensiamo che temi come la riorganizzazione della sanità - per essere più chiari, il nuovo piano di rientro 2013-2015 e come la riorganizzazione del sistema del trasporto pubblico locale in questa regione riguardino due Assessori e il rapporto tra due Assessori e i tavoli nazionali.
Questi sono temi che riguardano il Piemonte, la comunità piemontese quest'Aula, questo Consiglio regionale, e se non viene sciolto questo nodo non c'è appello alla responsabilità che tenga, Assessore Pichetto. Non c'è appello alla responsabilità che tenga! Noi non abdichiamo al nostro ruolo, che è quello di rappresentanti della comunità piemontese, e quindi di portatori di interessi della comunità piemontese.
Altrimenti dovete riconoscere che questa Regione, di fatto, è commissariata; sulle questioni e sulle scelte fondamentali è commissariata non ha più un'autonomia propria, non ha più una capacità di poter costruire politiche che guardino certamente alla compatibilità economica degli interventi, ma che guardino anche ai bisogni della comunità piemontese.
Quali sono gli elementi all'interno di questa legge finanziaria che noi denunciamo con molta forza? Il primo: contro tutte le promesse che sono state fatte, con questa legge finanziaria viene ulteriormente alzata la pressione fiscale nei confronti della comunità piemontese. Questo è un fatto di non poco conto in un momento in cui la comunità piemontese sta vivendo una condizione di grandissima difficoltà.
Seconda questione. Lo dicevo prima nella sintesi iniziale nel mio intervento. Abbiamo chiesto coraggio alla Giunta regionale, coraggio nell'inserire all'interno della finanziaria una serie di azioni capaci di disegnare un Piemonte diverso. E questo coraggio l'abbiamo proposto su alcune questioni: riorganizzazione del sistema delle Agenzie Territoriali per la Casa. Questo è il luogo nel quale si deve procedere ad una decisione sul numero e sul ruolo delle ATC.
E l'emendamento della Giunta regionale - lo dico in anticipo, Assessore Pichetto, poi avremo modo di entrare nel merito quando arriveremo a quell'articolo - licenziato dalla Commissione è un non senso sotto il profilo legislativo.
Perché voglio ricordare, Assessore Pichetto e Assessore Quaglia, che il numero delle Agenzie Territoriali per la Casa è stabilito da una legge regionale, il testo unico sull'edilizia residenziale pubblica, e che una norma della legge finanziaria, che delega la Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare, a procedere a riorganizzare il sistema delle ATC, è una norma che non sta in piedi neanche sotto il profilo della legittimità.
Non può un provvedimento della Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare, modificare una legge regionale. Solo una legge ha la capacità di modificare un'altra legge.
Noi abbiamo proposto la riduzione delle ATC e avevamo offerto due soluzioni. Siamo per la soluzione più coraggiosa, cioè un'unica Agenzia Territoriale per la Casa all'interno della nostra regione.
Abbiamo proposto un modello di gestione delle ATC che non si fondi necessariamente sulla riproposizione dei Consigli di Amministrazione, per le ATC e per le Aree protette.
possibile anche uno sforzo di fantasia, che consenta sostanzialmente a questa Regione di immaginare, in un momento tanto difficile e tanto complicato, di dare vita a forme di gestione più semplici e, nello stesso momento, di garantire la partecipazione delle comunità locali, dei soggetti portatori di interessi collettivi pubblici alla gestione di queste realtà.
Ci avete detto "no", avete detto "no" a proposte presentate dal Gruppo di opposizione che si assumeva la responsabilità e il coraggio di dire che in questa Regione si può lavorare con meno soggetti, si può lavorare verso un progetto di Regione che veda un'organizzazione del sistema della Regione più semplice e più efficace. Questa è la sfida che vi abbiamo lanciato nella discussione in Commissione sulla legge finanziaria.
Avete detto "no" ai nostri emendamenti che prevedevano di porre fine all'esperienza delle Federazioni.
Non credo di coinvolgere un collega che ha detto ciò in Commissione, ma il collega Cantore ha detto in Commissione che gli stessi amministratori unici delle Federazioni sono i primi a riconoscere che, essendo molto elevata la conflittualità tra Federazioni ed Aziende Sanitarie Regionali tale sistema conflittuale, così com'è congegnato, non va da nessuna parte non è capace di produrre nulla. Abbiamo proposto delle soluzioni alternative che riproporremo in Aula.
pensabile, Assessore Pichetto, che a questa determinazione e a questa conclusione si debba addivenire perché lo pone il Tavolo nazionale del dottor Massicci, e non perché c'è un'autonomia da parte del Governo regionale e del Consiglio regionale di ragionare su quelle che sono state le esperienze fino ad ora compiute? È ora di accorgersi che questo è il momento di cambiare strada, di ripensare modelli tecnocratici che non sono stati capaci di produrre semplificazione nella catena di comando all'interno del sistema sanitario piemontese.
E la stessa questione riguarda il tema che noi abbiamo proposto sul fondo chiuso immobiliare sulla sanità. Permettete: potevate dirci "no", un "no" secco. Ma la risposta che ci è stata offerta ieri pomeriggio in I Commissione è stata un "ni" o un "so". Il che lascia intendere, anche su questo piano, che c'è un'incertezza, un'indeterminatezza, un'incapacità di assumere decisioni coraggiose che i tempi che stiamo attraversando imporrebbero a ciascuno di noi.
Non avete avuto coraggio all'interno di questa legge finanziaria. Non avete avuto coraggio nel tentare di concepire ed immaginare che questa legge finanziaria poteva essere l'occasione e lo strumento fondamentale per una competizione molto forte tra Governo regionale, maggioranza e opposizioni; una competizione molto forte sulla qualità del progetto di cambiamento.
Dall'opposizione, questo Gruppo consiliare ha avuto il coraggio del progetto di cambiamento. All'interno della legge finanziaria vediamo unicamente il tentativo di conservare l'esistente, di non fare i conti con la necessità di arrivare ad una fase profonda di trasformazione della Regione, con un unico obiettivo fondamentale: ridurre i costi di organizzazione, ridurre i costi di funzionamento, liberare risorse affinché questo Ente sia in grado di garantire qualità dei servizi e sostegno alla vita economica.
Questa è la sfida che rilanciamo all'intero del dibattito in Aula e lo rilanciamo con la qualità delle nostre proposte. Questa è la sfida, insieme ad un'altra: non c'è strada, non c'è richiamo alla responsabilità che torna alle nostre orecchie, se all'interno della discussione sulla legge di bilancio alcune questioni non trovano le necessarie correzioni. Non potremmo accettare, come Gruppi di opposizione, che questa legge di bilancio testimoni la fine della presenza delle politiche sociali all'interno della nostra regione. Passare da 76 milioni di euro a 35 sul sistema delle politiche sociali significa decretare la fine delle politiche sociali nella nostra regione.
Immaginare che il sistema del trasporto pubblico locale subisca ridimensionamenti così forti, significa immaginare uno scenario che si chiude con tre atti: meno servizi, attacco al diritto della mobilità alle persone, licenziamenti e crisi del sistema delle aziende del trasporto pubbliche e private.
Sono scenari e scelte che un Gruppo di opposizione può sostenere e tollerare? Noi non sosterremo mai politiche di questo tipo. La sfida che abbiamo lanciato è la sfida del progetto del cambiamento. Noi l'abbiamo esplicitata, ma da parte vostra questa legge finanziaria e questa legge di bilancio rappresentano una scelta molto chiara, quando si tratta di non scaricare in capo ai cittadini l'incertezza di fondo, quando si tratta di governare il cambiamento di questa regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Mi accingo anch'io fare una relazione su una legge finanziaria sofferta, che farà anche soffrire i piemontesi. Il tema più importante che si evince da questa nuova finanziaria - finalmente arrivata almeno in Aula e vedremo il percorso che farà nei prossimi giorni - è che metterà di nuovo le mani nelle tasche dei piemontesi. Si prospetta, a partire dalle ipotesi più ottimistiche, dal 2014 un aumento dell'addizionale IRPEF (dico più ottimistiche, perché c'è anche il paventato sospetto che possa essere aumentata nel 2013).
Non sappiamo se questo sia uno strumento di persuasione politica da parte della Giunta, in particolare modo da parte dell'Assessore Pichetto oppure un rischio reale che corre il Piemonte.
Penso che, e l'ho detto anche due ore fa in Commissione, oggi ci sia una responsabilità in più da parte della Giunta e da parte anche di una grossa parte dell'opposizione.
C'è un Governo a Roma formato da PdL e PD, e lo ricordo non per scaricare le responsabilità delle problematiche che ci sono in Piemonte, a Roma, ma per dire e far presente che oggi la situazione del Piemonte è difficile e problematica, ma userei anche un aggettivo più forte. Tuttavia come ho avuto modo di dire all'Assessore Pichetto, bisogna spiegare che alcune scelte di risanamento non si possono fare in sei mesi, neanche in un anno. Ci vuole un'ottica di medio termine, vorrei dire lungo, ma mi rendo conto che proseguono le politiche di austerità che sono state portate avanti dall'Europa e quindi, a cascata, sull'Italia, sulle Regioni, sugli Enti locali e sui Comuni.
Andando avanti di questo passo, non si va da nessuna parte per paradosso. Non si va da nessuna parte se si impone alle aziende del trasporto pubblico locale di chiudere. Di questo stiamo parlando. Diverse Province lamentano il fatto che a partire dalla chiusura delle scuole, dal 15 giugno, non saranno più in grado di erogare i servizi minimi. Garantire le corse per raggiungere le scuole. Ovviamente a giugno, luglio e agosto le scuole sono chiuse, ma i servizi minimi sono anche portare i lavoratori nei loro luoghi di lavoro: almeno nelle fasce principali della mattina dell'ora di pranzo e della sera dovrebbero essere garantite, invece si parla che ad agosto non ci saranno più corse dei bus. Questo vuol dire incidere pesantemente sul turismo.
Ho avuto modo di dirlo in Commissione: i turisti stranieri utilizzano normalmente in Europa i mezzi pubblici, comunque non vengono in Italia con la macchina privata. Saranno quindi in tremenda difficoltà - immagino queste scene tra il tragico e il comico - quando si troveranno fermi alla palina del pullman e non troveranno autobus. Dobbiamo dare delle risposte coerenti e concrete.
Lo so, Assessore Bonino, che la situazione è questa, tuttavia bisogna avere la forza politica, a maggior ragione adesso che c'è un Governo...



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri. Ho la necessità di seguire, perché se emergono problemi bisogna saperli affrontare, quindi bisogna seguire bene fin dall'inizio la legge finanziaria. Immagino che molti colleghi abbiano la mia stessa necessità.
Vorrei che ci fossero le condizioni minime, per chi parla, se non di essere ascoltato, almeno di avere gli elementi minimali per poter fare un intervento con serenità.
Si tratta di una relazione, per cui è uno dei primi interventi su cui si imposta tutta la discussione.
Continui, Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Dicevo, occorre avere la forza politica di rappresentare la situazione del Piemonte a Roma. Questa Giunta si è lamentata si è lamentato per più di un anno del Governo dei tecnici. Ora che c'è un Governo politico, di cui il 50%, più o meno, è rappresentato da una forza omogenea, il Governo regionale deve portare avanti le sue richieste. Condivido che si possano fare efficientamenti del trasporto pubblico locale, ma non è possibile farlo a maggio, meglio, a giugno, nell'anno stesso in corso. Non è possibile. Questo bisogna manifestarlo.
In Commissione facevo un altro appunto molto importante. Il Movimento 5 Stelle ha le idee abbastanza chiare su questo tema, ma vorrei che la politica (PD, PdL, Lega e altri) facesse un'analisi chiara e molto precisa sul tema delle infrastrutture. Non possiamo andare avanti in una situazione paradossalmente kafkiana per cui, se abbiamo delle infrastrutture esistenti, le facciamo morire: tagliamo le linee ferroviarie, probabilmente andremo a dismettere il materiale, lo andremo a perdere e andiamo ad investire su nuove infrastrutture.
Se facessi questa osservazione in una scuola elementare, penso che solleverebbe delle domande ovvie, delle domande di buon senso.
Perché investire su infrastrutture di alto livello (non voglio dire Alta Velocità, perché ci sono altre infrastrutture ad alta intensità economica e ad alto costo) con una scarsa ricaduta sui servizi dei cittadini tutti i giorni, quando andiamo a perdere tutti gli altri servizi? un'assurdità. E su questo bisogna fare un'analisi seria.
Ho chiesto, e ripresenterò un emendamento in tal senso, all'Assessore Pichetto e all'Assessore Bonino di rivalutare lo stanziamento dei 18 milioni, nel bilancio previsionale e pluriennale, riguardante l'IVA per la costruzione del tunnel ferroviario sotto Corso Grosseto, a Torino, cioè il primo pezzo della Torino-Ceres.
Ho chiesto semplicemente di rivalutare anche le priorità delle infrastrutture del nodo ferroviario di Torino.
Certo, l'Assessore Bonino o, a maggior ragione, l'Assessore Pichetto possono decidere autonomamente. Abbiamo letto sui giornali che l'Assessore Bonino avrà un incontro con l'Assessore competente del Comune di Torino (l'Assessore Lubatti), però mi piacerebbe che quell'incontro non si limitasse ad un dialogo tra due Assessori. Uscite dalle aule, dai palazzi! Parlate con i comitati dei cittadini! Non volete sentire le opposizioni? giusto e lecito, però ascoltate i cittadini, le loro esigenze, chiedete loro se preferiscono investire 160 milioni di euro per un tunnel sotto Corso Grosseto o per mantenere i pullman che portano gli studenti a scuola.
Mi rendo conto che un conto sono gli investimenti, un conto è la spesa corrente, ma entrambi fanno parte dello stesso ammontare.
Si potrebbe decidere di stanziare i soldi FAS, o FSC - che dir si voglia - che vanno sulla copertura del debito, su altri investimenti della Regione Piemonte e liberare dal bilancio regionale (chiedo scusa se passo un attimo al bilancio) fondi per la spesa corrente, per quello che serve.
un esempio importante, calzante, che ho già portato in Commissione e che rifarò in Aula e spero ci sia quantomeno un'apertura al dialogo, come ho letto sui giornali, in questo senso.
Riguardo all'addizionale IRPEF, se l'Assessore Pichetto non propone una possibilità di scelta, cioè si va a Roma e le condizioni sono (prendere o lasciare) da una parte, quelle del commissariamento, con aumento al massimo dell'addizionale IRPEF per tutti gli scaglioni, aumento dell'IRAP e riduzione di 100 milioni di extra LEA, e, dall'altra, di un commissariamento soft - come l'ha definito - è ovvio che il Consiglio opterà per quest'ultima forma.
Come ho già detto, noi riteniamo che si possa fare di più: sicuramente cercare di rinviare al 2014 l'aumento dell'addizionale IRPEF, ma anche i tagli al TPL, in una logica coerente. Pertanto, così come l'Assessore ha chiesto di aumentare l'addizionale IRPEF nel 2014, il corrispettivo taglio di servizi si sposti al prossimo anno.
Riguardo all'aumento dell'addizionale IRPEF, ho provato a presentare una serie di emendamenti per cercare di ridurre l'impatto almeno sul primo scaglione, ma non so se gli uffici dell'Assessorato hanno lavorato su questo tema. Considero importante prevedere un regime transitorio per coprire l'ammanco della sanità prodotto, a seconda delle campane, nella legislatura Bresso, sentendo il centrodestra, e nella legislatura Ghigo sentendo la Consigliera Bresso. In ogni caso è stato prodotto e noi, che siamo arrivati in questa legislatura, siamo poco interessati sull'origine.
Pertanto, si potrebbe valutare se cambiare le aliquote aggiuntive di anno in anno, senza andare ad incidere sui primi due scaglioni di reddito (sotto i 15 mila e i 28 mila euro), che risentono maggiormente della crisi e per i quali un aumento anche solo di 50 o 100 euro di addizionale IRPEF impatterebbe favorevolmente nella vita di tutti i giorni.
Questo è un tema concreto, sul quale speriamo di dialogare ancora nonostante l'approvazione dell'articolo, noi faremo di tutto per provare almeno ad emendarlo, poiché si tratta di temi importanti.
Sono questi i temi fondamentali, insieme, ovviamente, agli stanziamenti sulle politiche sociali, che attengono però maggiormente alla parte del bilancio.
Avremo tutto il tempo per discutere questa legge finanziaria. Anticipo che saranno presentati degli emendamenti che le opposizioni considerano numericamente e qualitativamente sufficienti a fare in modo che il dibattito sia degno del nome della legge che ci stiamo accingendo ad approvare. Chiedo che non vengano usati strumenti regolamentari per impedire che questo avvenga, perché si dimostrerebbe solo la debolezza e non la forza di una maggioranza che si appellerebbe solo ai numeri ed agli strumenti del Regolamento e non al valore delle proprie proposte ed idee.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Iniziamo la discussione generale sul provvedimento Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
un po' difficile intervenire in questo dibattito, poiché si tratta di un provvedimento difficile, che ha avuto una discussione molto complessa anche in Commissione, dove, per quanto ci possano essere considerazioni diverse, l'opposizione ha dimostrato un grande senso di responsabilità.
certamente una legge finanziaria di difficile lettura, poiché è partita da una struttura molto semplice (questo è capitato anche negli anni precedenti) che è stata arricchita da tanti articoli che non vedono molta coerenza tra loro.
Devo registrare un senso di contenimento, da parte della Giunta e della maggioranza, rispetto all'inserimento di proposte di legge che magari sarebbero anche state approvate, ma rispetto alle quali non c'era accordo poiché avrebbero visto una nostra netta opposizione. Ricordo la proposta di legge sull'eliski, che sarà rimandata e che consideriamo una proposta di legge da discutere, poiché è molto controversa.
Inoltre, all'interno della finanziaria non c'è più l'introduzione di misure maggiormente permissive riguardanti la circolazione sui sentieri e sulle piste forestali da parte dei motociclisti, che era una modifica della legge n. 32 del 1982.
In questo senso, in un'ottica restrittiva, abbiamo presentato un emendamento che abroga le deroghe, pur essendo soddisfatti che tali misure permissive non abbiano visto la luce, almeno in questo provvedimento.
Come ho già detto, non abbiamo adottato una pratica emendativa di carattere ostruzionistico, poiché abbiamo compreso quali sono le partite importanti che la Regione sta giocando in questo momento: sicuramente quelle della sanità e dei trasporti.
Non sto a ripetere quanto è già stato detto dai colleghi, ma siamo profondamente preoccupati del livello d'incertezza in cui ci muoviamo su questi argomenti, poiché non è assolutamente chiaro quali saranno le prossime mosse.
Sappiamo che, riguardo alla sanità, dovrà essere discusso il piano di rientro. In Commissione è avvenuta la discussione - che sarà ripresa in Aula - sulle Federazioni sanitarie istituite con la legge regionale n.
3/2012, che, così come è già stato detto, ha visto la moltiplicazione e la ridondanza delle strutture organizzative, anziché la razionalizzazione.
Esistono, a tale proposito, delle soluzioni individuate anche dagli stessi operatori sanitari (ad esempio l'evoluzione in società di committenza), però non sappiamo se queste proposte saranno accolte o meno dalla Giunta, proprio perché sappiamo che i tempi sono molti stretti.
Certamente non si tratta di elementi di poco conto, in quanto erano fra gli elementi connotanti la riforma sanitaria che questa Giunta e questa maggioranza hanno votato.
In quest'ottica abbiamo trasformato quella che era una proposta di emendamento in mozione, relativa ad un tema importante, che crediamo sia sottovalutato, e che invece potrebbe essere uno degli elementi su cui effettivamente si potrebbe razionalizzare la spesa sanitaria a medio/lungo termine, cioè la questione dell'informatica del sistema sanitario regionale.
In questo senso crediamo che il tema non sia stato affrontato e si continui ad evolvere situazioni e soluzioni del tutto disaggregate fra loro. Con questa mozione, sostenuta anche da altri colleghi dell'opposizione, intendiamo chiedere alla Giunta di avviare con il CSI Piemonte, quindi non necessariamente affidando tutto il lavoro al CSI quello che potrebbe essere uno studio del processo di razionalizzazione ed omogeneizzazione del sistema sanitario regionale.
Non sappiamo quali sono le indicazioni dei neo Assessori e l'incertezza regna sovrana anche rispetto alla delibera di Giunta di marzo - e qui faccio soltanto un accenno - rispetto al fatto che in essa è prevista la chiusura di ben tredici servizi al 30 giugno 2013 (tema di cui si è discusso molto, relativo all'emodinamica); oppure il tema affrontato anche con colleghi della maggioranza, relativo al punto nascita di Carmagnola, in cui, tra l'altro, è stato riconosciuto che nella delibera di Giunta erano stati adottati dati sbagliati, su cui si dovrebbe prevedere una correzione.
Non aggiungo, nell'incertezza, la questione del fondo immobiliare sanitario, che al momento sappiamo avere come disposizione approvata dal Consiglio regionale soltanto la finanziaria dell'anno scorso. Quando poi la stessa Giunta ci dice che, in realtà, questo progetto al momento è ancora embrione, non comprendiamo quanto durerà il censimento degli immobili, che invece dovrebbe già essere presente alla Giunta.
Da questo punto di vista, ci muoviamo assolutamente nelle sabbie mobili rispetto ad un progetto che sicuramente noi avversiamo e non riteniamo che possa far bene alla nostra sanità regionale, intesa anche come bene pubblico.
Parlando di beni pubblici, quindi andando a toccare alcuni aspetti abbiamo visto che in questa finanziaria - e l'Assessore Pichetto diceva che finalmente giunge a termine un progetto che aveva visto ancora nelle sue precedenti esperienze regionali la conversione di due società partecipate la CReSo e la Tenuta Cannona - in questo senso abbiamo voluto, così come peraltro con l'emendamento, tradurre in mozione un intendimento che possa riguardare l'IPLA, altra struttura di cui viene dichiarato lo scioglimento quando, in realtà, non c'è stato alcun provvedimento che l'abbia definito.
In questa mozione chiediamo che la Giunta si impegni ad assegnare, nel piano di riorganizzazione delle aziende partecipate, un ruolo all'IPLA rispetto a quella che potrà essere una sua riorganizzazione e ridefinizione, avendo a cuore le competenze del personale che in essa si trova e anche rispetto alla specificità del lavoro portato avanti, rispetto a quelle che sono le politiche ambientali. Anche noi consideriamo importante, sempre nell'ottica di un'attenzione al personale, avere un occhio di riguardo per i contratti a tempo determinato della Regione rispetto ai quali ad ogni finanziaria ci troviamo a discutere e che vorremmo che con la finanziaria ci fosse un impegno preciso da parte della Regione. Per chiudere, rispetto a questo primo intervento, è chiaro che l'elemento che ci preoccupa di più, per il quale sicuramente vi sarà una maggiore visibilità all'esterno, è la questione dell'aumento dell'addizionale IRPEF.
Siamo anche a noi a dire - abbiamo presentato un emendamento in questo senso in Commissione - che sarebbe necessaria almeno una gradualità diversa, rispetto ai primi due scaglioni, proprio perché non siamo noi a ripetere il fatto che la Regione - intesa come popolazione - sta vivendo un momento critico, dal punto di vista economico, quindi crediamo che, pur certamente non aderendo a quella che è un'esigenza portata dalla Giunta perlomeno, nella riduzione del danno, vi possa essere una ridistribuzione diversa e quindi, rispetto ai cinque scaglioni, i primi due possano essere rivisti, magari con una compensazione con quelli successivi, proprio perché, a differenza di quanto sempre detto dal Presidente Cota, che non si sarebbero portate nuove tasse, in realtà ci sarà l'addizionale IRPEF, non vorremmo che andasse a gravare sulla parte più povera della nostra regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie.
Credo che le parole del Capogruppo del PD abbiano ben fotografato la situazione e lo stato d'animo in cui il nostro Gruppo consiliare si appresta a questa sessione di lavori estivi con cui, finalmente, il Consiglio regionale approva il bilancio e la legge finanziaria.
Noi siamo preoccupati sotto tantissimi profili. Uno di questi, già toccato dal collega Reschigna, di cui voglio ora parlare, riguarda l'atteggiamento della Giunta a fronte di uno dei problemi più grandi di questa legge finanziaria: il nodo del trasporto pubblico locale. La foto della Giunta assente, con l'Assessore competente nel momento in cui parliamo di questo tema, sta a dimostrare che testa della Giunta regionale o chi dovrebbe occuparsi di questi temi è da tutt'altra parte che non invece qui a confrontarsi con noi su come gestire dei tagli che per ammissione, non nostra ma per le dichiarazioni in quest'Aula dell'Assessore Bonino, sono tagli che dovrebbero portare ad una riduzione dei servizi del trasporto pubblico locale, nella seconda metà di quest'anno, pari al 50 per la gomma e al 34% per il ferro.
Vi ricordate le dichiarazioni dell'Assessore Bonino, che mi fa piacere che torni in Aula? Allora, di fronte a questo mi chiedo: com'è possibile continuare con questa logica? Abbiamo già dato. Abbiamo già dato quando questo Consiglio regionale è stato tenuto all'oscuro fino all'ultimo della vera entità dei tagli sul sistema ferroviario regionale; tagli che sono venuti alla luce con una conferenza stampa al termine di un lavoro di intelligence - passatemi il termine - condotto dal nostro Gruppo consiliare, che è stato nelle condizioni di indicare ai cittadini e ai Sindaci prima i tagli che la Giunta regionale stava facendo e che sarebbero diventati operativi il mese successivo.
Vi pare possibile, nel terzo millennio, nel millennio del web e della comunicazione digitale, che noi teniamo all'oscuro i nostri cittadini e gli amministratori dei cittadini, i Sindaci di città da centinaia di migliaia di abitanti e gli otto Presidenti di Provincia delle risorse che vogliamo e possiamo destinare loro per l'effettuazione del servizio? Ma non solo. Non solo c'è una mancanza di coraggio ad andare a confrontarsi - e sì che si potrebbe anche dire: guardate che il taglio delle risorse è un problema endemico del Paese, non tocca noi tocca tutti non solo c'è l'incapacità di farlo, ma c'è anche il dolo, perché con gli emendamenti della Giunta regionale si è tentato in Commissione di fare una modifica sottile e tecnica alla legge regionale 1 del 2000, che avrebbe sottratto agli Enti locali ogni voce in capitolo nella redazione del programma regionale del trasporto pubblico. Se noi non avessimo coperto con una valanga di emendamenti ostruzionistici questa norma, oggi qui saremmo nelle condizioni che la Giunta regionale potrebbe cantarsela e suonarsela da sola. Potrebbe decidere quali servizi finanziare sul territorio, in modo del tutto arbitrario, e gli Enti locali non avrebbero più la facoltà di esprimere un'intesa, ma sarebbero ridotti al mero parere consultivo, in una logica di passacarte. Vi pare questa la logica con cui costruire quel federalismo solidale e cooperativo di cui ha parlato il Presidente della Giunta regionale nel suo memorabile discorso di insediamento in quest'Aula? Non vi pare che ci stiamo accingendo, in un clima quasi surreale, ad eliminare i servizi di trasporto pubblico locale residui a intere fette di territorio, senza che si sia aperto un reale dibattito col territorio? Nessuno discute sul fatto che le risorse si stiano contraendo in tutto il sistema Paese. Discutiamo sul fatto che qui non viene svolto il lavoro necessario per portare le scelte in uno stadio di condivisione per confrontarsi, per parlarne con tutta la comunità. Diciamo, altresì, che questo modo di procedere è dettato anche dell'incapacità di affrontare i nodi strutturali.
Il collega Reschigna ha già citato la vicenda delle ATC. Ma dove succede che è l'opposizione a dire: "Riduciamo da sette a uno"? Potrei citarvi l'esempio della scorsa legislatura, in cui noi eravamo in situazione opposta a quella attuale, dove per il minimo tentativo di razionalizzazione in materia ospedaliera un importante membro dell'opposizione, oggi Capogruppo di maggioranza, occupò fisicamente l'emiciclo, bloccando una seduta del Consiglio regionale. Ecco, noi non siamo come l'opposizione di quell'epoca; non siamo un'opposizione che fa ostruzionismo. Siamo un'opposizione che si è fatta carico, sulle ATC, di una proposta che diceva "razionalizziamo", "andiamo avanti": noi diciamo uno? Voi volete due? Insomma, andiamo avanti! Ci assumiamo anche la nostra quota di responsabilità. Ci assumiamo anche noi la responsabilità di andare dai campanili nostri a dire che è il momento di tagliare e di tirare la cinghia. Ma voi cosa avete fatto? Avete fatto una norma "beffa" che dice: "Signori, entro il 30 giugno pensiamo a cosa fare". Poi facciamo un disegno di legge, lo discutiamo...
Non va bene. La logica del "Cirino Pomicino", l'ho già detto più volte al Presidente Cota, è finita! Cirino Pomicino poteva essere un leader importante, ma del secondo millennio, mentre adesso siamo nel terzo millennio, è un'epoca diversa! Non potete rimanere legati a schemi di governo di un'epoca ormai passata. E non potete nemmeno affrontare dei nodi palesi ed evidenti.
Il collega Vignale, quando era un pugnace Consigliere di maggioranza...



(Brusìo in aula)



GARIGLIO Davide

Mi rendo conto che è normale, poi sono uno sherpa del Consiglio regionale. Però è veramente difficile provare ad aprire un dialogo nel momento in cui non ci si parla e non ci si ascolta. Non è che succeda da oggi, bisogna essere onesti nel riconoscerlo. Ma se le due parti qua dentro, che bene o male rappresentano quattro milioni di piemontesi, non si parlano e non si ascoltano, che senso ha questa Assemblea? Se le due parti che qua dentro governano e fanno opposizione non si ascoltano, come possiamo pensare di provare a recuperare il discredito in cui questa Assemblea è caduta per eventi estranei a questa legge finanziaria e a questo bilancio? Per carità, ciascuno farà le proprie scelte, ma sarebbe opportuno ascoltarci, anche perché da parte nostra, in questo caso, c'è la sostanziale disponibilità a ragionare su scelte anche dolorose, anche faticose.
Stavo dicendo che gli emendamenti del collega Vignale presentati al progetto di spending review, poi diventati atto normativo, sono in gran parte rimasti lettera morta. Sulle società, per esempio, ho persino inviato una lettera al Presidente Cota, per capire che cosa avete fatto in attuazione di quella norma: avete avvisato le società? Avete fatto cambiare gli Statuti? Avete attuato questa normativa? La risposta non mi è ancora pervenuta.
Ho chiesto più volte in Aula se il Presidente Cota sa che, a fronte degli emendamenti del collega Vignale, in ATC Torino hanno un parere in cui si dice: "Noi non siamo soggetti alla spending review, quindi, tutto sommato, abbiamo un'altra via". Vogliamo metterla in una lotta di parere legale o si risolve la questione con una telefonata del Presidente, che dice: "Guardate, l'azionista sono io. Questa è la linea, è l'indirizzo politico che ha espresso la Regione e un Assessore della Giunta regionale che ha fatto questo testo normativo, e adesso lo si segue"? Se nemmeno ci si ascolta, come pensiamo di poter recuperare qua dentro un minimo ruolo che ci dia credibilità e dignità all'esterno di questa comunità? Infine - l'aspetto su cui vi invito a riflettere - la vicenda SCR. Già è in corso una Commissione di indagine, perché le opinioni qua dentro non sono propriamente coincidenti sull'operato di SCR nelle due fasi in cui è stata gestita da Amministratori espressi da una Giunta e dall'altra.
Oggi abbiamo una mirabile riforma in cui passiamo da un solo Consiglio di Amministrazione ad un organismo che ci porta ad avere una governance pari a quella di Intesa Sanpaolo e del Gruppo Unicredit, cioè un Consiglio di sorveglianza, un Consiglio di gestione, uno e più Direttori Generali: così avremo il Direttore Generale di Fratelli d'Italia, il Direttore Generale della Lega, quello del PDL, magari uno di qualche opposizione compiacente...
Ma vi pare logico, per una società come SCR, andare in questa direzione quando persino le banche stanno tornando indietro? Il mio tempo è terminato e ringrazio la Presidenza per avermi consentito questo lieve sforamento.
Vi prego anche di scusarmi per il tono, che non voleva essere di mancanza di rispetto. Ma credo che qua la situazione sia davvero difficile e una maggiore disponibilità dalle due parti ad ascoltarsi e a confrontarsi potrebbe essere di grande giovamento per questa Regione.
Lo pensavo quando guidavo questa Assemblea dalla maggioranza, lo penso ancora di più oggi che sono un umile esponente dell'opposizione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Chiedere di essere ascoltato penso che sia troppo.
Chiedere un po' di silenzio, giusto per potersi concentrare su ciò che si deve dire in pochi minuti, forse è più legittimo.
Effettivamente, le cose da dire su una legge finanziaria sarebbero tante, ma cercherò di riassumerle in pochi punti e con parole semplici.
Assessore Pichetto, per onestà intellettuale voglio riconoscerle di aver preso in mano questa patata bollente da poco e che si sta adoperando al meglio. Resta il fatto che, purtroppo, la situazione, almeno per quello che l'opposizione legittimamente ritiene di dover denunciare, sia molto grave.
Non parliamo del ritardo, perché di fronte a quell'evenienza si potrebbero, da parte della maggioranza e della Giunta, invocare questioni di carattere più o meno oggettivo.
Parliamo, sempre nell'ambito dell'oggettività, di quella che è la situazione.
La situazione è grave e non è il caso che lo ricordi: è grave riguardo al debito complessivo della Regione; è grave, anzi gravissima, rispetto ai debiti commerciali non onorati che si aggirano intorno ai cinque miliardi (o forse di più).
La Giunta ha sempre assicurato che il debito, per quanto riguarda la sanità, era sotto controllo e continua a sostenere che scende o scenderà in modo sostanzioso. Personalmente ho dei dubbi al riguardo, ma mi limito a dire che staremo a vedere.
Mi limito, a questo riguardo, di ricordare che quel famoso decreto n.
95 del 2012, decreto sulla spending review, nel suo titolo riportava una frase - devo dire - abbastanza eloquente: "Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini".
Ebbene, mi sembra che, almeno in Piemonte, questa invarianza dei servizi ai cittadini non è stata neanche lontanamente osservata.
Per fare questo sarebbe stata necessaria una progettualità consentitemi di dirlo, con la "p" maiuscola, e la mancanza di questa progettualità - ripeto, consentitemi di dirlo - senza la "p" maiuscola, noi la stiamo denunciando da diverso tempo.
Sicuramente, l'ingegner Monferino, ex Assessore alla sanità, aveva imboccato una via che, a discapito del preannunciato insuccesso, era da lui attribuita ad una mancanza di capacità. Ancora oggi leggo le sue dichiarazioni sui giornali e leggo che imputa a una "nolontà" della classe politica un'attuazione che potesse elevarsi al di sopra di interessi territoriali o, ancor peggio, di bottega.
Da parte nostra, avevamo sempre cercato di ostacolare in tutti i modi quelle Federazioni sovrazonali cui si era giunti, , oggi, ieri, avantieri già in Commissione.
Purtroppo, apprendiamo che con un emendamento la Giunta intende affidare la Stazione unica appaltante, una delle funzioni più importanti che sarebbero state attribuite a queste Federazioni, alla Società di Committenza Regionale. Questo - abbiate pazienza, basta riflettere su questo - di fatto, certifica il fallimento di quella scelta e di quella iniziativa.
Chiedo, a questo punto, non più all'Assessore Pichetto, ma al neo Assessore alla sanità Cavallera, che è anche Presidente dell'Associazione ITACA (Istituto per l'Innovazione e la Trasparenza degli Appalti e la Contabilità Ambientale), di cui SCR è membro autorevole, di poter prendere in considerazione gli emendamenti che da questo Gruppo, così come da altri Gruppi, sono stati presentati già in Commissione, ma ritirati in Aula sulla soppressione di quelle Federazioni.
Diciamo che i contenuti della deliberazione del 14 marzo li conosciamo tutti; si prevedeva una serie di chiusure di servizi, ampliamento di finanziamenti all'assistenza domiciliare integrata e, diciamo, alla continuità assistenziale. Peccato che non si vedrà nulla di tutto questo.
Chiedetevelo, perché noi ce lo chiediamo, chiedetevelo con noi: dove sono i famosi costi standard? Dove sono i tagli alla spesa pubblica improduttiva? L'Assessore Monferino, invocando la sua esperienza in IVECO, parlava dei tre magazzini che gestiscono tutta la logistica a quel livello; ebbene in tre anni, dall'insediamento di questa Giunta e già da diverso tempo dopo l'approvazione che voi avete votato della riforma sanitaria, in Regione Piemonte si continua a discutere e a tentare di rimettere in sesto quei conti, mentre in Emilia Romagna il magazzino unico di area vasta è realtà da tempo. Così come è realtà da tempo il laboratorio unico e la centralizzazione degli acquisti.
Ho presentato un emendamento a questo riguardo per la stipula di un protocollo con l'autorità per la vigilanza sui contratti pubblici: servizi lavori e forniture per garantire efficaci ed efficienti forme di monitoraggio del mercato degli appalti pubblici, mediante la costituzione di un sistema informativo integrato per l'acquisizione e la condivisione dei dati e delle informazioni.
Questo protocollo prevedrebbe, tra l'altro, il passaggio dal precedente sistema informatico proprietario della Sezione regionale dell'Osservatorio al sistema SIMOG, all'autorità che consentirà un'evidente riduzione dei costi da parte dell'Amministrazione regionale e un notevole miglioramento sia della tempestività della trasmissione dei dati presso l'Osservatorio della VCP, sia della loro qualità. Se qualcuno avesse dei dubbi sulla VCP basta leggere il protocollo che l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici ha siglato con la Regione Friuli Venezia Giulia.
Ritornato per un attimo alla sanità, il passaggio, diciamo dall'assistenza ospedaliera a quella territoriale non esiste, perché di quei benedetti centri di cura - chiamiamoli come volete, cura primaria cura territoriale - non si parla più. Nel contempo, i pagamenti della Pubblica Amministrazione nei confronti dei fornitori, soprattutto nell'ambito sanitario, sono enormi.
Si è sentito, abbiamo letto, abbiamo appurato, anche dalla bocca dell'Assessore, che da Roma dovrebbero arrivare circa 800 milioni di euro.
Questi 800 milioni di euro derivano da un prestito trentennale concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti a un tasso del 3,5%. Noi ci chiediamo, e qui interveniamo anche con un emendamento, con quale criterio verranno individuati i fornitori cui pagare le fatture emesse. Ci saranno in soliti "furbetti", i soliti raccomandati, o si riuscirà a fare una distribuzione la più oggettiva possibile? Sui trasporti è stato detto molto dai colleghi che mi hanno preceduto.
Ricordo che quando si è parlato, poco tempo fa, in Aula, del TPL, in quell'occasione abbiamo chiesto delle riforme che potessero partire dalla rivisitazione della legge regionale 1/2000, ma niente di tutto questo. Non solo non c'è niente di tutto questo, ma non c'è neppure l'intenzione di sviluppare un progetto per l'intero sistema del TPL. Ho preparato un emendamento che contiene indicazioni precise riguardo i tempi e l'effettiva disponibilità di risorse anche a questo livello.
Tuttavia, riguardo ai fondi statali provenienti dall'ex FAS, visto che comunque i debiti si aggirano intorno ai 300 milioni e quegli ultimi ammontano al massimo a 150 milioni di euro, penso che il sistema non possa che essere previsto in termini di collasso.
Sull'aumento dell'IRPEF, mi rendo conto l'arrotondamento degli scaglioni superiori non è possibile perché che sono già al massimo, ma bisognerebbe trovare altre tecniche di rimodulazione per non gravare sulle fasce meno abbienti.
Quindi, siamo tornati indietro su tutto. Noi, a questa finanziaria, non potremmo che dare un voto negativo, anche se ci siamo prodigati a proporre degli emendamenti come quello che abbiamo presentato già in Commissione e che riguarda l'ATC, che l'Assessore ha avuto la bontà di ascoltare: spero voglia tenerne conto perché non è sicuramente un emendamento di ostruzionismo, ma un emendamento di merito che fa una proposta seria della quale tutta l'Aula - a iniziare dalla Giunta - potrà valutare il contenuto.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Intanto la prima considerazione è che questa è una discussione a senso unico perché, nel momento in cui si discute un documento importante come quello della finanziaria - dopo sono certo che sarà la stessa cosa quando inizieremo a discutere del bilancio - ci sono solo interventi dell'opposizione. Qui, cioè, c'è stata una relazione di opposizione e non c'è stato alcun intervento da parte della maggioranza; forse poteva intervenire l'Assessore, visto che la Giunta può intervenire quando crede in assenza di un intervento della maggioranza.
Questa, appunto, è una considerazione politica. Io mi chiedo infatti come mai e perché questo accada in un dibattito importante come questo; non è che la finanziaria e il bilancio li discutiamo ogni cinque minuti: sono i documenti più importanti dell'anno. Tra l'altro, arriviamo a discuterli alla vigilia dell'inizio di maggio; l'avevamo detto a dicembre che, invece della proroga a febbraio, avreste potuto fare subito la proroga alla fine di aprile, perché tanto eravamo sicuri che saremmo arrivati a questo punto.
La considerazione politica, quindi, è che non c'è davvero discussione non c'è davvero confronto su due documenti strategici come quelli della finanziaria e del bilancio di previsione; ma sul bilancio di previsione rimandiamo successivamente la valutazione, perché adesso stiamo discutendo sulla finanziaria.
Vorrei fare soltanto qualche breve considerazione sulla finanziaria partendo da un giudizio negativo che noi abbiamo dato e che è stato espresso in modo molto chiaro dal nostro Presidente di Gruppo e dagli interventi delle altre opposizioni. Assessore, penso - e mi permetto di dire - che il giudizio sia negativo per quello che c'è scritto e anche per quello che non c'è scritto, perché gli emendamenti che noi abbiamo presentato in Commissione, e che non sono stati accettati, sono emendamenti di merito importanti, che spero aprano una discussione anche in Aula. Lo abbiamo fatto quasi a senso unico in Commissione e speravamo che in Aula poi ci fosse un confronto sulle questioni che noi abbiamo posto. Noi diamo quindi, appunto, un giudizio negativo su quello che c'è scritto nella finanziaria e su quello che non c'è scritto, perché gli emendamenti che abbiamo presentato in Commissione non sono stati approvati.
La prima considerazione che faccio è che siamo in un momento drammatico da un punto di vista economico e sociale. Lasciamo da parte i dati: non c'è bisogno di leggere i dati sulla situazione economico-sociale anche nella nostra regione, basta che ognuno di noi giri per strada, parli con le persone che conosce per rendersi conto della situazione drammatica in cui siamo. E in un momento di grande difficoltà la proposta principale all'interno della finanziaria da parte di questa maggioranza è l'aumento dell'IRPEF a partire dal 1° gennaio 2014.
Molte volte, a obiezioni che abbiamo posto e a proposte che abbiamo presentato, giustamente l'Assessore ha detto: "Capisco, ma dove vado a prendere i soldi?". È sicuramente una considerazione di cui bisogna tener conto, però è evidente che se poi, in una situazione come questa, la proposta che emerge nel documento della finanziaria è quella di un nuovo aumento della tassazione, quando dappertutto il tema principale oggi in Italia è appunto quello di evitare di aumentare la pressione fiscale e cercare di favorire le politiche di sviluppo e di investimento, noi qui in Piemonte cosa facciamo? Decidiamo di aumentare l'IRPEF, ma è una scelta obbligata? Credo di no e penso che forse c'erano altre strade per evitare l'aumento della tassazione.
Poi vorrei fare una considerazione di questo tipo: nell'articolo 7 della finanziaria ("Ripiano debiti della Regione e delle Aziende Sanitarie Regionali") si dice, al comma 3: "A partire dal 2014, quota parte del gettito dell'aliquota regionale dell'addizionale regionale IRPEF è destinata alla restituzione delle somme incassate a valere sull'anticipazione di cui ai commi 1 e 2". Ciò vuol dire che noi destineremo parte di quell'IRPEF, appunto, alle anticipazioni destinate a coprire il debito della sanità. Anche questo è un ragionamento da fare.
Noi, cioè, cosa facciamo? Aumentiamo l'IRPEF per pagare il debito della Regione e, in questo caso, il debito sanitario? Credo che anche questa sia una considerazione da fare. E qui ritorniamo ad un'esperienza già vissuta all'interno di quest'Aula, quando la Giunta Ghigo aumentò l'IRPEF destinando quelle risorse a pagare i debiti della sanità. Ecco, nuovamente noi aumentiamo la pressione fiscale destinando parte di quell'aumento al debito della sanità.
Ecco, dicevo che poi ci sono alcune considerazioni da fare su quel che non c'è scritto in questa finanziaria, come richiamava il nostro Presidente Reschigna. Mi riferisco a due questioni: l'emendamento che abbiamo presentato sulle Federazioni, che avremo modo di discutere perché verrà ripresentato in Aula, e quello sul fondo immobiliare delle strutture sanitarie. Si tratta di due scelte sbagliate che ha fatto questa maggioranza e che noi chiediamo vengano ritirate.
Su quella delle Federazioni, insomma, abbiamo parlato tantissimo, sia in Commissione Sanità sia in Commissione Bilancio in occasione della discussione della finanziaria, perché le Federazioni non hanno portato ad alcun risparmio ed hanno portato ad una confusione totale. Sarebbe bene prenderne atto e dire: chiudiamo quest'esperienza delle Federazioni organizziamo, come abbiamo proposto noi, le politiche di area vasta politiche dell'acquisto, della mobilità del personale dell'informatizzazione, ecc., insomma, tutte quelle questioni che possono gestire benissimo le Aziende oggi presenti sul territorio - e, semmai apriamo una discussione sulla riduzione delle Aziende Sanitarie nella nostra Regione.
Chiudiamo quest'esperienza negativa: estremamente negativa a detta di tutti e soprattutto a detta degli operatori interessati alla gestione delle Federazioni e degli stessi Direttori, che dicono di piantarla lì con queste Federazioni perché non hanno portato alcun risultato, ma anzi hanno portato ad una confusione e ad un danno. Tra l'altro, gli unici risparmi ottenuti attraverso le Federazioni - e noi lo abbiamo dimostrato - sono quelli che hanno raggiunto le Aziende Sanitarie Locali e le Aziende Ospedaliere attraverso l'applicazione della spending review.
L'altra osservazione è sul Fondo immobiliare delle strutture sanitarie ma di questo - appunto - avremo modo di parlare in seguito attraverso la discussione degli emendamenti che noi abbiamo presentato.
Vorrei soffermarmi ancora su due brevissime questioni. Stiamo discutendo - c'è già stato il dibattito generale - sul DDL sulla revisione dell'organizzazione delle partecipate della Regione Piemonte. Abbiamo fatto, appunto, questa discussione e adesso nella finanziaria dico: sulla questione dell'ATC, è da un anno che noi sollecitiamo una decisione, e che cosa fa la finanziaria? Rinvia un riordino entro il 30 giugno 2013. In sostanza, continuiamo a rinviare: l'impegno che ci si assume in quest'Aula da parte della maggioranza diciamo che lo faremo nella finanziaria 2013, lo faremo a giugno 2013. Non capisco perché non affrontiamo la discussione una volta per tutte e continuiamo a rinviare. Però, nello stesso tempo, abbiamo una fretta straordinaria ad approvare la costituzione della Fondazione per la ricerca in agricoltura attraverso la chiusura dell'esperienza dell'ormai famosa Tenuta Cannona (ne abbiamo discusso tante volte) e del CReSo.
Lo dico soltanto perché non capisco questa fretta: sembra che sia una scelta strategica per la Regione Piemonte, da inserire addirittura nella finanziaria, quando stiamo discutendo il disegno di legge sulla riorganizzazione delle partecipate. Accidenti, non affrontiamo un nodo essenziale come quello del riordino delle ATC in Piemonte e continuiamo a insistere su questa benedetta Fondazione che si deve ottenere attraverso la chiusura della Tenuta Cannona e del CReSo! Ma insomma, questa è proprio la dimostrazione che non si ha in testa un progetto e che andiamo avanti a tentoni! Ecco, mi sembra che ci sia molta confusione, perché non si ha in testa quali sono le questioni principali che oggi abbiamo di fronte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
I colleghi - farei torto alle discussioni di questi anni - sanno che esiste un rapporto molto stretto tra le politiche di bilancio nazionali e regionali e la situazione economica del Paese o di una regione.
per esempio, significativo, rispetto alla crisi che investe il nostro Paese, il fatto che una parte della discussione svoltasi ieri in Parlamento sulla fiducia al nuovo Governo si sia incentrata sull'esigenza di operare una correzione di rotta rispetto alla politica economica sin qui seguita, perché - diciamo così - è diffusa la consapevolezza che una politica di austerità senza crescita può soltanto aggravare la crisi economica del nostro Paese, determinando una moltiplicazione delle conseguenze che la crisi ha sul tessuto produttivo e occupazionale dell'Italia.
Imprese che chiudono, il problema di rifinanziare la cassa integrazione, il lavoro che non si trova e chi lo perde non ha la possibilità di contare sul sostegno al reddito (questione che si porrà in questa Regione fra qualche settimana o fra qualche mese, se non verrà rifinanziata la cassa integrazione in deroga): tutti questi fatti corrispondono ormai a una consapevolezza (poi vedremo se a questa analisi troveranno riscontro decisioni coerenti); tutti questi fatti richiedono una svolta nella politica economica, perché è convinzione di tutti che si debba far ripartire la domanda delle famiglie e delle persone e favorire la crescita.
Alcune delle misure annunciate ieri durante la discussione in Parlamento - annunciate, naturalmente mi auguro che vengano poi adottate vanno in questa direzione. L'obiettivo, cioè, è quello di fare in modo che l'austerità, il rigore finanziario e il contenimento della spesa si sposino con l'esigenza di destinare una maggior quantità di risorse per realizzare una politica di investimenti e di ripresa della domanda. Anche perch senza una ripresa della domanda, difficilmente l'economia italiana potrà ripartire.
Tengono le imprese che in questi anni hanno realizzato una presenza sui mercati internazionali, non hanno invece la possibilità di stare sul mercato quelle imprese che si orientano a soddisfare i consumi nazionali.
Da questo punto di vista, la situazione credo che sia - non devo dirlo io a voi, spero - drammatica e preoccupante.
Il tema è esattamente questo: come le politiche di bilancio, tutte le politiche di bilancio, segnatamente quelle che possono mobilitare risorse ingenti o una maggiore quantità di risorse, dovrebbero, secondo me, essere orientate a questo obiettivo. Per un paio d'anni, il Governo ha ispirato le sue politiche all'austerità, punto; oggi pare - e spero che sia così - che la tendenza sia quella di operare una svolta, perché il tema è quello della crescita. Ma il problema si pone non soltanto a livello del Governo nazionale: il problema si pone anche nelle politiche regionali, in quanto è del tutto evidente che le politiche di bilancio delle Regioni possono o meno contribuire, naturalmente per la quota parte che le riguarda, a realizzare politiche che abbiano questo segno.
E allora la domanda è: se questo è il quadro, i provvedimenti che stiamo discutendo (finanziaria e bilancio) che finalità si propongono? Qual è il segno, la natura, l'obiettivo di finanziaria e bilancio della Giunta regionale? È quello di contribuire, in qualche modo, a rilanciare le politiche pubbliche, le politiche di investimenti, di riqualificare la spesa pubblica, di spostare risorse dalla spesa corrente alla spesa per investimenti? Non credo.
Badate, non nego le difficoltà di bilancio, ma il segno dei provvedimenti che stiamo discutendo è quello che ricordavo, perché se valutiamo gli effetti che la politica finanziaria di questa Regione avrà sul 2013 e sul 2014 con l'aumento dell'IRPEF, non possiamo non convenire con chi sostiene che la politica della Regione Piemonte avrà un segno recessivo. Infatti, l'aumento dell'addizionale IRPEF avrà questo impatto sui redditi delle persone e delle famiglie e sulla politica dei consumi della Regione Piemonte, perché è del tutto evidente che una parte delle risorse che noi incasseremo per effetto dell'addizionale saranno risorse sottratte a una politica dei consumi e, se vengono sottratte a una politica dei consumi, è del tutto conseguente l'effetto moltiplicatore che questi aumenti avranno sull'economia reale: vi saranno effetti devastanti.
Questa è la prima considerazione che mi sento di fare. Guardate che in questa Regione - consentitemi una battuta polemica - le tasse le ha aumentate il centrodestra: ha cominciato Ghigo con l'addizionale e l'ha applicata nella misura massima consentita dello 0,5%; ha continuato Cota perché l'aumento dell'addizionale IRPEF, che è l'elemento caratterizzante di questa politica di bilancio della finanziaria, avrà un nome e un cognome.
Ora, è singolare che a decidere questa politica dell'aumento dell'addizionale sia un Governatore che ha vinto le elezioni insieme a una coalizione che aveva promesso ai piemontesi (le promesse contano e, se si fanno, bisogna avere la capacità di rispettarle) l'esatto contrario. Il Governatore ha vinto le elezioni in nome dell'esigenza contraria, cioè l'esigenza e l'obiettivo di ridurre le tasse in questa Regione. Qui invece, capita il contrario. Naturalmente questo la dice lunga sulla coerenza di certe affermazioni, ma il fatto è incontestabile dal punto di vista politico.
Più addizionale, meno consumi, meno redditi. Come diceva il collega Reschigna, un'addizionale serve a finanziare investimenti? No, non è questo il punto, perché l'addizionale, ancorché criticabile, se fosse orientata a liberare risorse per fare investimenti, avrebbe un senso, ma se viene utilizzata, come voi la utilizzate, per finanziare spesa corrente e pagare debiti, capite che va esattamente nella direzione opposta all'esigenza di far diventare le politiche di bilancio delle politiche di sviluppo ed una leva per consentire una politica di sviluppo.
Voi fate questo. L'addizionale viene introdotta con l'obiettivo dichiarato di finanziare la spesa corrente e pagare debiti.
Era possibile compiere scelte diverse? Su alcuni punti, sì. Intanto bisognava avere il coraggio di ripensare, tanto più con un bilancio che affronta i problemi che dicevo e tanto più con una finanziaria che affronta il tema dell'aumento dell'addizionale, più coraggio per ripensare la governance, per riorganizzare la macchina pubblica regionale, usando l'accetta se era necessario.
La vicenda ATV su questo punto è emblematica. Vi rendete conto che l'Assessore Pichetto ieri ha presentato un emendamento con il quale dice che la questione va rinviata di due mesi? Ma cosa succederà in questi due mesi che non potesse succedere oggi? La verità è che quando non si vuole decidere, si decide di rinviare, e voi avete deciso di rinviare, perché, com'è emerso chiaramente ieri in Commissione, sulla questione vi è una divisione e vi sono orientamenti diversi nella maggioranza; quello del Presidente di Gruppo Burzi, che non ha fatto mistero del fatto che ritiene necessario affrontare queste questioni, e quello di altri settori della maggioranza, che sono ostili ad una riorganizzazione del sistema delle governance.
E poi bisognava indicare due o tre priorità. Noi le abbiamo indicate: governance, riorganizzazione della macchina pubblica, trasporto pubblico locale e politiche sociali.
Guardate che la crisi dovrebbe costringerci tutti quanti indipendentemente dalla collocazione politica che abbiamo, a destinare più risorse alle politiche sociali, perché la crisi produce meno coesione sociale, spinge la gente verso la povertà e il bisogno, ed è in momenti come questi che una Regione piega la politica di bilancio per garantire coesione sociale ed evitare che chi è spinto ai margini possa non soffocare.
Noi facciamo il contrario e facciamo un bilancio che prende a schiaffi le persone che stanno peggio in questa regione. Da qui la nostra opposizione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Diciamo che ci ritroviamo per l'ennesima volta in questa Regione in una situazione particolare, quella di discutere di bilancio e di finanziaria in tempi assolutamente al di fuori dei limiti massimi possibili consentiti.
Dei limiti massimi possibili consentiti se fossimo in una situazione di normalità, cioè se non ci fossero crisi economiche, se non ci fossero crisi sociali, se non fossimo in una condizione di grave difficoltà del Paese e anche della Regione Piemonte.
Siamo fuori tempo massimo, mentre fuori da quest'Aula il sistema degli Enti locali piemontesi è praticamente al collasso per quanto riguarda le questioni di carattere finanziario per finanziare cose essenziali, come i servizi e il trasporto pubblico locale; la società piemontese nel suo complesso conosce alti livelli di deindustrializzazione e di disoccupazione.
E siamo fuori tempo massimo in un contesto come questo, mentre a vostre mani e nella disponibilità della Giunta e di questo Consiglio c'è una normativa che non è più quella dei Regolamenti precedenti che rendeva a volte difficile rispettare la data del 31/12 per arrivare con lo strumento di bilancio approvato, così come la finanziaria e il bilancio della Regione. Ma vi è una normativa cambiata nella scorsa legislatura, anche su iniziativa di quella maggioranza e in modo bipartisan condivisa su alcuni punti, che consentirebbe a qualsiasi Giunta di approvare il bilancio, anche per effetto della modifica del Regolamento d'Aula, nei tempi corretti.
Questo problema non ve lo siete neanche posto né per quanto riguardava la finanziaria su cui cominciamo la discussione, né tanto meno per lo strumento di bilancio.
Per l'ennesima volta, ci troviamo con questi tempi in una vicenda drammatica per il Piemonte. La Giunta regionale, invece di intervenire per velocizzare alcuni procedimenti ed attenuare gli effetti della crisi, è essa stessa fattore di aggravamento della crisi del Piemonte.
Questa è la questione politica di fondo, di cui la maggioranza presieduta dal Presidente Cota è assolutamente responsabile. So che l'Assessore Pichetto è arrivato da poco, ha avuto responsabilità sul bilancio in anni precedenti. Adesso sta cercando di mettere ordine tra i conti, ma la responsabilità politica complessiva nei confronti del Piemonte non cambia.
Hanno già detto i colleghi intervenuti precedentemente come in questa finanziaria noi troviamo una grande solerzia nell'incremento delle imposte e dell'addizionale IRPEF dal 2014, inversamente proporzionale agli interventi strutturali e al cambiamento che invece una finanziaria richiederebbe nel contesto di questa crisi, cioè l'intervento a fondo sulla spesa sociale. È noto infatti - senza scomodare grandi economisti né grandi uomini politici, dal Presidente Obama a Keynes - che se si vuole fare una politica anticiclica, l'ultima cosa da fare è deprimere ulteriormente i consumi, al di là della giustizia sociale e della giustezza sociale di intervenire sulle persone che soffrono di più e sui ceti più deboli.
E voi lo fate, perché con il decremento dei servizi, con la grave situazione dei servizi sanitari e socio-assistenziali, voi esattamente su quello intervenite.
Se a questo aggiungiamo che, sulla questione del trasporto pubblico locale, intervenite per creare potenziale disoccupazione nelle imprese che di questo si occupano e che non trovano da parte vostra la possibilità di essere finanziate e, nello stesso tempo, intervenite su settori deboli quali i pendolari, lavoratori e studenti, che non trovano più i servizi in un momento in cui già stanno perdendo il lavoro o fanno sempre più difficoltà a studiare e a pagare le tasse universitarie e scolastiche da parte loro e da parte delle loro famiglie che non le riescono a sostenere voi compiete un'ulteriore gravissima manovra.
Se a questo aggiungete che, in termini di spending review, quando le risorse scarseggiano, bisognerebbe diminuire i costi fissi, il quadro è ancora peggiore, perché se non si diminuiscono i costi fissi, come si fa a recuperare fondi in termini di spesa corrente per finanziare le politiche? Non lo si farà mai.
Se con soldi in meno si mantiene lo stesso volume della macchina, è evidente che con quei soldi si continuerà semplicemente a finanziare la macchina e a non fare politiche che riguardano i cittadini e gli Enti locali.
Questa è la ragione della nostra forte perplessità sul fatto che voi sulla macchina della Regione non intervenite o intervenite malamente e in modo reticente, o proprio non fate alcun accenno, dalla questione della riduzione delle ATC, alle Aree protette. Noi dell'opposizione ci siamo cimentati in proposte, il Consigliere Laus sul tema dell'ATC sin dall'inizio della legislatura ha elaborato proposte di riorganizzazione sollecitandole non solo alla maggioranza, ma tenendo vivo il dibattito anche dentro le forze di opposizione. Queste cose non le avete fatte.
Aggiungerei due cose, oltre alle vicende delle problematiche che riguardano i servizi sanitari e socio-assistenziali, perché vorremmo, come abbiamo detto, capire realmente quali sono i termini, Assessore Pichetto del piano di rientro. Questa è una di quelle questioni per cui o si è chiari, oppure non se ne esce, ma temo che non esca neanche lei né con il vecchio, né con il nuovo Governo, da questo punto di vista con la nuova Ministra alla Salute, non solo con il vecchio Ministro.
Dobbiamo usare parole chiare sulle questioni delle Federazioni e del fondo immobiliare, che si sono rivelate, in particolare quelle delle Federazioni nella loro prima sperimentazione, un disastro federale, oserei dire, per non dire cosmico, che ha creato più contenziosi con le ASL e le ASO di quanti problemi abbia risolto.
Voglio ricordare tre politiche a cui tengo in particolare. Quella delle pari opportunità, Assessore, è stata cancellata da questo bilancio, mentre assistiamo ad un Governo che mette sette donne in dicasteri importanti anche con portafoglio (ricordo che prima le donne erano poche e in dicasteri senza portafoglio).
stata fatta una scelta diversa, si è detto che su questo ci si impegna, anche in modo significativo, ma questa Regione cancella queste spese. Abbiamo già fatto un dibattito in Commissione. Lei, anche nella sua veste di ex Assessore alle pari opportunità di qualche Giunta precedente (svolse anche quel ruolo), spero non sia insensibile. Come ha detto in Commissione, tenga conto di questo appello, soprattutto su temi che riguardano la violenza e il femminicidio, che sono ancora la prima causa di morte per le donne non solo nel resto del mondo, ma anche in Italia. Noi abbiamo leggi da finanziare in questa direzione.
Le altre sono le politiche turistiche e dello sport. Questa Regione con le Olimpiadi di Torino 2006, ha conosciuto uno dei suoi momenti più importanti di diversificazione produttiva e ha capito che quelli non erano solo amusement, ma potevano essere momenti per rilanciare il volano dello sviluppo, perché il peso del turismo, come industria turismo, ha più che raddoppiato i suoi importi dentro al prodotto interno lordo regionale. In momenti in cui altri settori sono in difficoltà, investire su questi campi e sostenerli è un modo anche per rilanciare la Regione.
Ricordo come in occasione dell'insediamento del Governo, il Presidente del Consiglio abbia parlato del made in Italy come momento da valorizzare dell'Italia, delle sue bellezze e delle sue ricchezze culturali ed enogastronomiche come momento da valorizzare.
Il Piemonte stava entrando nel novero delle più significative regioni turistiche italiane. Invece, con i finanziamenti che avete messo stanziato ne esce. Adesso i flussi turistici continuano a crescere. Nel mercato del turismo gli effetti si vedono nei due, tre, quattro anni successivi, quindi viviamo ancora di rendita per le Olimpiadi, ma se non si investe, la tendenza si inverte.
Non so se per protervia sua, dicevo oggi in Commissione, vi sia scarsa capacità di contrattazione dell'Assessore competente in Giunta, ma guardate che quel settore tenuto in sofferenza è un problema economico per la Regione e il suo rilancio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Celebriamo la discussione di questo bilancio a tre anni esatti dall'insediamento della Giunta regionale. Credo che questo bilancio sia il simbolo, nei contenuti e nelle condizioni per le quali arriviamo a discuterlo, del fallimento di questa amministrazione regionale.
Credo anche - ammesso che sia una buona pratica, ma non lo credo - che provare ad attribuire le proprie debolezze alle colpe altrui, non sia neanche più il momento in cui cercare questo tipo di alibi, tale è il discredito nel quale il lavoro istituzionale è caduto agli occhi dell'opinione pubblica e tale è l'aspettativa di risolvere problemi particolari, nemmeno, devo dire, più nell'opinione pubblica, l'attesa di un colpo d'ala, di un'idea, di una prospettiva.
Contenuti scarsi, condizioni drammatiche, debolezza politica, sono le caratteristiche prevalenti di questa Giunta regionale. Credo che il profilo si dimostri su almeno due versanti: uno esterno e l'altro interno.
Il versante esterno: il rapporto con il Governo nazionale. Nella differenza delle posizioni politiche, avrei potuto stimare e, in qualche modo, tentare di portare un contributo ad un'amministrazione regionale che avesse tentato uno scatto di orgoglio istituzionale e una caratterizzazione rispetto alle proprie politiche.
La Regione Piemonte, invece, nei comportamenti con il Governo nazionale non ha né indipendenza né autorevolezza. Perché? Perché si è caratterizzata nella prima fase secondo la logica del rapporto amico-nemico. Il Governo è amico? Allora può tagliare, ce la faremo, con i costi standard sopravvivremo.
Il Governo è nemico? Allora la colpa è la mancata attuazione del federalismo. Il Governo attuale? Lo misureremo sulla macro Regione, ma mai ripeto, mai, che la Regione Piemonte si sia caratterizzata per un profilo anche conflittuale di dialettica con il Governo nazionale che avesse la capacità di rivendicare caratteristiche locali e prospettive locali.
Faccio un esempio: non ho visto nel Piemonte alcuna rivendicazione di orgoglio per la garanzia dei servizi essenziali alla propria popolazione quale quella che ho sentito, a voce alta e con qualche difficoltà maggiore perché si trattava anche di forze politiche omogenee al Governo, alzarsi dalla voce del Presidente Errani, piuttosto che del Presidente Rossi quindi un discredito a livello nazionale. Ma anche una debolezza intellettuale locale.
Pongo una questione cui non rinuncio perché è la mia cifra politica, ma credo che sia bene che altri comincino ad affacciarsi a queste prospettive: dalla crisi non si esce se non con massicci interventi pubblici, il contrario di ogni idea di razionalizzazione. Non lo dico io soltanto, ma lo dicono scuole di economia assolutamente consolidate ed ascoltate, senza che la politica e, in particolare, questa politica regionale, abbia il coraggio di alzare lo sguardo e la voce in questa direzione.
Vi faccio alcuni esempi. Se noi volessimo raggiungere nella pubblica amministrazione la produttività francese per le stesse attività, la pubblica amministrazione italiana difetta di un milione e 300 mila unità.
Altro che riduzione del pubblico impiego; altro che tentativi di dichiarazioni di esubero improvvisati e conflittuali, altro che conclusione degli accordi a tempo determinato; altro che abbandono dei contratti di consulenza e di collaborazione con i giovani! Ma questo significa avere l'idea e il coraggio di un'altra politica che può anche essere difficile sbeffeggiata, che può anche essere praticata con difficoltà, ma che deve essere affermata, altrimenti siamo dei notai di leggi nazionali, rispetto alle quali o diventiamo servi (quando governa l'amico) o diventiamo coloro che ululano alla luna quando il Governo è nemico, ma, in entrambi i casi senza risolvere le questioni essenziali del nostro territorio.
E allora, se l'idea è che lo sviluppo si pratica aumentando e non diminuendo la spesa pubblica, aprendo questa vertenza con i Governi nazionali e non acquattandosi nelle regole e nei limiti dei Governi nazionali, oggi sono più preoccupata di ieri rispetto alle idee di sviluppo emerse nel confronto con questa Giunta e - mi spiace dirlo - con quest'Assessore al bilancio, al quale, fino a prova contraria, riconosciamo volontà e competenza, per il modo con il quale ha risposto ad alcune suggestioni contenute negli emendamenti dell'opposizione.
I soldi per lo sviluppo dichiariamo di volerli stanziare; il problema è che abbiamo un'idea dello sviluppo che non ha più l'obbligo di dimostrare l'interesse pubblico.
Quando in Commissione abbiamo chiesto all'Assessore al bilancio di creare una regola secondo la quale coloro che accedono ai fondi di sostegno alle imprese e alle attività economiche devono dimostrare contemporaneamente di conservare, ampliare e qualificare l'occupazione, ci siamo sentiti rispondere che lo sviluppo è a prescindere e che qualche volta lo sviluppo avviene a scapito dell'occupazione.
Ma di quale sviluppo stiamo parlando? Di quale idea di territorio e di economia territoriale stiamo parlando, se non di un'idea di sviluppo che dovrebbe aumentare la capacità dei redditi e caratterizzare qualificandoli - i consumi? Quale idea di sviluppo pratichiamo, se non quella dell'aumento dei margini dei profitti? Non credo che le politiche pubbliche debbano occuparsi dell'aumento dei margini dei profitti e non con questi imprenditori che raccontano ad ogni piè sospinto come si sollevano le sorti del Paese e della Pubblica Amministrazione, e che, rispetto al proprio profitto, dovrebbero almeno rischiare di proprio.
Quando abbiamo parlato di sostegno allo sviluppo nella logica di un interesse pubblico, ci siamo sentiti dire che la programmazione pubblica può anche essere un elemento di desertificazione del mercato e che il mercato si autoregola.
Il mercato si autoregola nei campi dei servizi pubblici quando una crescita irregolare e non governata del mercato non può che produrre delle distorsioni e dell'inappropriatezza, cioè dei consumi e dei costi che non sono funzionali alla qualità dello sviluppo? Quindi, l'idea di sviluppo che percorre questo bilancio è quella di salvaguardare tutto ciò che è sostegno ad imprese ed attività economiche senza chiedere conto delle conseguenze pubbliche, e di sacrificare tutto ciò che è spesa pubblica, perché sulla spesa pubblica invece bisogna razionalizzare. Ma si è forse provato a pensare, qualche volta, in rapporto alla cultura, in rapporto all'istruzione, in rapporto alle politiche della cura, come le stesse leve delle politiche dello sviluppo potessero concorrere a sostenere quelle opportunità e quel tipo di attività dell'istituzione regionale? Qualcuno ha fatto un pensiero sul rapporto tra cultura e politiche di sviluppo, tra politiche di coesione sociale e politiche dello sviluppo, tra politiche di manutenzione territoriale e politiche dello sviluppo? No, perché - si dice - i limiti ce li danno l'Europa ed i Governi nazionali.
Non è così! Non è stato così in nessuna delle indicazioni delle politiche strutturali d'Europa e non può essere così neanche oggi, solo che non ci si mette a leggere quelle possibilità con queste lenti. Gli occhiali che tengono insieme la coesione sociale con le attività economiche sono occhiali che questa Giunta si rifiuta di indossare! E allora, se questo è il rifiuto, non ci si può chiedere comprensione.
Se questo è il livello della distanza culturale, non può esserci chiesta assunzione di responsabilità, perché crediamo che questo stile di governo sia uno stile in sé irresponsabile. Forse è uno stile che tenta una captatio benevolentiae in certi ambienti; forse è uno stile che prova a far dimenticare le proprie colpe, immaginando di poter ridistribuire risorse ma poiché le risorse scarseggiano, sarà questo, un'altra volta, uno stile che non pagherà. In mezzo ci stanno le difficoltà della regione, dei territori e della popolazione piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Prima di dare la parola al collega Laus, invito gentilmente i colleghi a creare le condizioni minime per lo svolgimento di questo dibattito, che molti sono interessati a seguire.
Prego, Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Diciamo che le condizioni necessarie per poter sviluppare un ragionamento in quest'Aula purtroppo non sono rappresentate dal silenzio: potete anche parlare, ne avete facoltà! Lo diceva bene il collega Gariglio: è una questione di ascolto.
In Commissione abbiamo parlato, abbiamo comunicato, ma non c'è stato ascolto, non c'è stato l'ascolto politico.
Noi non chiediamo di accondiscendere alle nostre richieste, però manca un confronto di natura politica nel merito delle questioni che il nostro Gruppo e altri colleghi dell'opposizione hanno avanzato.
Perché vi manca questo? Perché vi manca l'ingrediente principale: la credibilità.
Questa maggioranza, questa Giunta, questo Presidente non sono credibili e, quindi, collega Artesio, quando ti, mi e ci invitano alla responsabilità, dobbiamo ricordare che la responsabilità e la corresponsabilità sono due facce della stessa medaglia.
Mi chiedo: se io, in un momento di difficoltà, mi comporto da persona responsabile, secondo l'accezione più ampia del termine, è una cosa giusta o no? Pongo in essere un comportamento dignitoso o no? La risposta del vostro collega Laus è: assolutamente no.
Il massimo del compromesso che sto portando avanti è di non fare ostruzionismo per mandarvi a casa. Questo è il massimo della responsabilità che io posso esercitare in questo momento, perché, se dovessi esercitare dell'altra responsabilità, diventerei corresponsabile dei danni che avete iniziato a fare da quando vi siete insediati, come Giunta, in questa Regione.
La dimostrazione è che oggi ci troviamo ad interloquire con degli Assessori nuovi, che non sanno: sono bravi, brillanti, competenti, abbiamo differenze culturali marcate e forti che ci dividono, però non hanno la memoria storica.
Faccio un esempio sulle ATC, cercando di entrare nel dettaglio: voi sapete che l'Assessore Maccanti e l'Assessore Quaglia, che sono sempre state attente (mi sono rapportato maggiormente con loro su alcune tematiche e questioni delle partecipate), ci hanno chiesto e mi hanno chiesto proprio con le mani giunte (non ricordo se l'una o l'altra), riguardo alla legge sulla riorganizzazione delle ATC, di rimandare il progetto di legge in Commissione, per ridiscuterne, visto che stiamo riorganizzando le Province.
C'è stato un ampio dibattito, e questo progetto di legge va e viene.
Adesso devo interloquire con l'Assessore competente: chi è l'Assessore competente?



LAUS Mauro

MACCANTI Elena (fuori microfono)



LAUS Mauro

l'Assessore Quaglia.



LAUS Mauro

Assessore Quaglia, ha spiegato la situazione all'Assessore Pichetto che ha presentato quell'emendamento e ha detto: "Vi prometto che tra due mesi faremo delle riflessioni per capire come possiamo riorganizzare"? Sicuramente la riorganizzazione e la ristrutturazione delle ATC non risolve i problemi dei piemontesi, non risolve i problemi dei morosi incolpevoli, non risolve tutta una serie di tematiche che noi abbiamo sollevato, ma da lì, da quella finestra, c'è il passaggio della credibilità.
Pertanto, rivolgo una domanda: possiamo noi interloquire con voi? Siete affidabili? Non siete affidabili: né nei nostri confronti né nei confronti della comunità piemontese.
IRPEF. Se ci fossero le condizioni necessarie voterei l'aumento dell'IRPEF, ma devo sapere che le risorse recuperate dall'aumento dell'IRPEF vengano canalizzate su spese certe: malati non autosufficienti morosi incolpevoli, gli ultimi - ultimi ultimi - della società. Invece no: i cittadini piemontesi devono sapere che l'aumento dell'IRPEF serve per gestire la spesa corrente. Sulla spesa corrente, una persona dotata di intelligenza media - personalmente, spero di poter rientrare almeno in questo elenco - si chiede: ha la Giunta un monitoraggio costante, un controllo di gestione su tutto quello che succede, non solo nel pianeta sanitario, ma anche nel pianeta delle partecipate? La risposta che vi do è no. Perché vi dico no? Vi faccio un esempio: siete a conoscenza dei conti correnti che ci sono in alcune società partecipate, dove maturano gli interessi e questi interessi vengono utilizzati nella spesa corrente? Parliamo, ad esempio, dell'ATC: ci sono delle risorse che vengono investite in polizze, cioè hanno la liquidità decine e decine di migliaia di liquidità. Fatevi un giro fra le ATC (se però vi dimostro questo, almeno andate a casa). Significa che c'è la liquidità, e mentre c'è la liquidità sui conti correnti - sto parlando proprio in termini materiali - si va a battere cassa alla Regione e ai Comuni perché non ci sono soldi per pagare gli stipendi.
Allora non è vero.
Quindi, se dovessi interloquire solo su questo aspetto, devo interloquire così ad aria fritta, in termini teorici, oppure dobbiamo guardare nel dettaglio quello che ci suggeriscono i supporti cartacei? Avete parlato, abbiamo parlato che ci sono stati ricorsi sulle federazioni (Federazioni, SCR, due stazioni appaltanti: si può, non si pu abbiamo fatto un lavoro enorme) e alla fine avete perso tempo e soldi abbiamo perso risorse, energia, voglia, volontà, passione politica, e siamo arrivati alla conclusione: sì, effettivamente le Federazioni devono essere abolite.
Lo diceva bene prima il Consigliere Reschigna.
E i fondi immobiliari? Sì, no, forse si può.
Vi manca l'anima. È una Giunta che non ha delle caratteristiche politiche.
Nella politica mi hanno insegnato, soprattutto nei momenti difficili quando uno crede nei propri progetti, li sposa. Potessero anche questi progetti generale una causa di insuccesso popolare, vengono spiegati perché bisogna spiegare alla gente. Toglietevi da quella corsia e imboccate questa corsia, dopodiché la gente, i cittadini, nel caso specifico i cittadini piemontesi, devono dire: sì, effettivamente voi avete ragione avete anticipato i tempi.
Invece voi siete i figli dei sondaggi. Durante le campagne elettorali vi affacciate in un cantiere ospedaliere o stradale e chiedete: che cosa vogliono sentirsi dire i cittadini di quella comunità per prendere i voti? E glielo dite. Peccato che voi viene tradito, punto per punto, tutto quello che è stato l'impegno della campagna elettorale.
L'Assessore Monferino non ha avuto la possibilità di completare il suo ragionamento. Poverino! Lui ha detto: "La Regione è tecnicamente fallita".
Poi gli è stata tolta la spina e non ha completato il ragionamento, perch lui voleva dire: è tecnicamente fallita ed è anche politicamente fallita.
Questo è quello che ho interpretato da un'intervista che lui ha rilasciato sul quotidiano La Stampa. Perché ha detto questo? Perché è stata completamente smontata. Siamo partiti con un impianto di riforma sanitaria dell'Assessore Ferrero: bocciato; un impianto della riforma sanitaria dell'Assessore Monferino: bocciato (non detto da me ma da lui). Domanda: cosa pensate di fare nei prossimi tre, quattro cinque o fino a quando durerà questa legislatura? Una rivoluzione del pianeta sanitario? No. La riforma sulla logistica? No.
Non voglio parlare in questo momento, avendo poi tempo e spazio per farlo durante l'esame degli emendamenti relativi alla cultura, ma capite che sono tante le cose da dire, quindi chiudo con un invito, gentile e garbato come sempre, al Presidente Cota: secondo me, se vuole rendere un buon servizio ai piemontesi, una semplice lettera di dimissioni e tutti a casa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Ponso in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Il nostro proposito, presentando gli emendamenti al bilancio, com'è già stato sottolineato dal mio Capogruppo, è quello di cercare di migliorare quanto viene promosso da questa Giunta. Vorrei sottolineare che non nutriamo intendimenti ostruzionistici, quelli che solitamente animano la discussione del bilancio o di altre iniziative avanzate dalla maggioranza ma solamente un sano proposito di collaborazione.
Ho sentito dire dal Governatore Cota che la sua amministrazione ha salvato il Piemonte. Mi sento di obiettare, perché il Piemonte, peraltro non è per nulla in salvo, semmai è stato aiutato grandemente dagli stessi piemontesi, coloro che a forza di tagli, di rinunce e di tasse, stanno fattivamente operando per sanare le deficienze evidenziate da una Giunta che preferisce tagliare invece di riorganizzare; che preferisce ridurre i servizi invece di intervenire dove ci sono gli sprechi.
I nostri suggerimenti, tradotti in emendamenti, hanno proprio lo scopo di orientare nella giusta direzione l'operato dell'amministrazione regionale, che ritengo debba comportarsi verso i cittadini come il buon padre di famiglia, che non ha figli e figliastri, ma solo persone a cui deve rispondere con un saggio comportamento.
Inutile dire che questa discussione relativamente al bilancio avviene fuori tempo massimo, perché ben altri erano i limiti temporali entro i quali si doveva presentare la situazione a giudizio dei cittadini.
inutile altresì ricordare quali sono stati gli impedimenti che ci hanno portato a discuterne ora: l'importante, egregio Presidente ed egregi colleghi e colleghe, è che si riesca a ragionare con concretezza e con costrutto, perché dobbiamo questo nostro impegno ai piemontesi.
Saremmo quindi puntuali, come Italia dei Valori, a presentare le nostre proposte che riuniamo in emendamenti, che spazieranno nei vari capitoli di spesa. Ribadisco che lo scopo è quello di portare un concreto apporto ad una discussione che rischia di essere una sterile elencazione di cifre, ma ricordiamolo bene tutti, dietro le cifre e le esigenza di bilancio, c'è la vita e il futuro dei nostri piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Franchino; ne ha facoltà.



FRANCHINO Sara

Grazie, Presidente.
Intervengo interrompendo quello che sinora è sembrato essere, anche con una certa critica, un dibattito a senso unico. Almeno adesso inizia ad essere un dibattito a senso alternato, e cercherò di testimoniare qual è il pensiero di una componente, sia pure piccola, di questa maggioranza su una legge finanziaria. Legge finanziaria che ha avuto un percorso molto lungo (non ce lo nascondiamo), anche perché - credo sia doveroso dirlo - le tempistiche di Roma sono state quelle che sono state e certi provvedimenti si sono cristallizzati solo in tempi estremamente recenti.
Il mio personale giudizio - il giudizio del Gruppo che rappresento quello dei Pensionati - è di moderata soddisfazione.
Ho ascoltato con attenzione e con una certa continuità le sollecitazioni e il disappunto di un'opposizione che correttamente svolge il proprio ruolo di critica. Devo dire che alcuni input li posso comprendere, altre critiche, invece, non le condivido: in un periodo di crisi grave come quello che stiamo vivendo credo che si debbano affrontare le problematiche che la attualità ci impone senza un pregiudizio ideologico, senza che dei preconcetti possano bloccare l'assunzione di provvedimenti che, invece, potrebbero, se guardati da un punto di vista astratto e decontestualizzato, avere degli effetti benefici.
In tal senso, penso che bisognerebbe iniziare ad osservare e a fare un'analisi di quelli che sono i problemi e le possibili risposte, senza soffermarci eccessivamente sullo strumento e sul mezzo con cui questi obiettivi debbano essere perseguiti.
Ribadisco quella che è la posizione in cui io credo e che ho già avuto modo di esplicitare: a mio avviso, non è tanto il capitolo di spesa a determinare la qualità del servizio - sebbene sia un elemento che influisce sullo stesso - ma la modalità di come quel servizio viene erogato. Continuo ad essere convinta che ci siano ancora delle sacche di spreco grandi su cui si può intervenire senza necessariamente creare delle ripercussioni negative sul servizio che viene erogato all'utente finale, cioè al cittadino, e senza necessariamente compromettere quella misura del limite di accettabilità del servizio e dei criteri di adeguatezza che devono comunque avere un minimo di sufficienza.
Questa legge finanziaria, che è stata definita da alcuni "poco coraggiosa", credo possa essere, semmai, definita "timida", perché cerca di essere attenta ad intervenire senza lasciare ambiti scoperti e senza accentuare i tagli su settori che, evidentemente, potrebbero essere gravemente disturbati da iniziative più imponenti.
Ci sono impegni che trovo estremamente interessanti e utili in questa legge. Penso, in particolare, agli impegni assunti nei confronti delle aziende in crisi. Penso, ancora, alla scelta - a mio avviso estremamente utile - di fare una ricognizione di quelli che sono i finanziamenti erogati dalla Regione alle aziende, con l'obiettivo di andare a ridisegnare tali finanziamenti in un senso di maggior efficacia ed efficienza e senza sovrapposizioni, per dare finalmente quelle risposte utili e concrete che il mondo dell'impresa - un mondo costituito da soggetti in molti casi disperati - chiede all'ambiente e al contesto politico.
Giudico altresì di buon occhio tutte le iniziative e gli impegni assunti per incentivare il privato a creare lavoro, nella direzione dell'autoimpiego; iniziative che vanno nel senso di non pensare più necessariamente al lavoro come un semplice diritto, ma un qualcosa che tutti assieme dobbiamo guardare nell'ottica di assolvere ad un dovere di occupazione. Dunque, "occupazione" vista non solo più come diritto, ma come diritto/dovere. Purtroppo la crisi ci impone di individuarla in questi termini.
Penso, ancora, alla scelta fatta sulle ATC, che non reputo così riprovevole. Mi pare che in questa legge finanziaria si stato assunto l'impegno di ridisegnare un piano sulle Agenzie Territoriali della Casa.
Tra l'altro, andrebbe sottolineato anche l'altro impegno di cui ho sentito farsi carico (ho verificato che così è stato) l'Assessore al bilancio ieri in Commissione, quello di ridefinire la natura giuridica delle ATC, per far sì che non siano più strangolate dall'IMU. Ma avremo modo, nella definizione e nell'approvazione degli emendamenti, anche di esaminare questo aspetto, che è un altro provvedimento utile che va nella direzione di dare risposte concrete ai cittadini e alle Amministrazioni pubbliche.
Viceversa, devo essere sincera nell'esprimere la mia perplessità sull'intenzione di intervenire sull'addizionare IRPEF, non certo per la destinazione - anzi, credo che l'unico motivo che renda giustificabile un incremento dell'imposizione fiscale sia rappresentato dalla necessità di far fronte alla spesa corrette - quanto per il fatto che, coinvolgendo anche gli scaglioni più bassi, si rende ulteriormente difficile la situazione di soggetti che non sono più in grado di dare nulla. Parliamo di soggetti svantaggiati, che non riescono ad arrivare alla fine del mese o che non hanno proprio più nulla da dare. Tra questi ci sono anche i pensionati e in questo senso il mio Gruppo non può che dimostrare la propria vicinanza alle categorie sociali più svantaggiate, sulle quali talvolta, traspare ancora disattenzione.
A tal riguardo, in me rimane aperto l'interrogativo se non sarebbe stato possibile, anziché intervenire anche sugli scaglioni più bassi prevedere ulteriori tagli in ambiti differenti, magari dove si può incidere maggiormente, sebbene si sia già intervenuti con tagli di grande entità.
Ciò detto, penso che nel suo complesso questa legge sia stata accorta e oculata. Viene approvata in un periodo di crisi difficilissima, con delle tempistiche serrate su cui, però, non penso che debba essere chiamata come responsabile unica la Giunta, né tantomeno questa maggioranza.
Penso, quindi, che debba essere valutata in termini di accettabilità: a tutti piace poter accordare finanziamenti, a tutti piace poter sostenere opere, ma in questo contesto non è possibile. È ovvio che i provvedimenti che vanno a ridurre e a contenere la spesa non possono che essere graditi ai cittadini, così neppure a quelle classi politiche che sono costrette ad adoperarsi in tale direzione. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Mi rendo conto che in questa giornata probabilmente è difficile continuare ad ascoltare le tante osservazioni che la minoranza ha fatto nell'avvio di discussione sul bilancio. Mi rendo conto che probabilmente c'è una sensazione di insofferenza, c'è una sensazione di non sopportazione, ma credo invece sia assolutamente utile ritornare sui tanti temi che sono stati affrontati e che segneranno in modo pesante la situazione del Piemonte e dei cittadini piemontesi per il prossimo futuro.
Sono state già ricordate, ma voglio risottolinearlo, alcune questioni dirimenti, che hanno occupato ampio spazio all'interno della Commissione ma che non hanno trovato ancora nessuna risposta, anzi hanno trovato ancora una situazione di imbarazzo, una situazione di difficoltà, quasi come se si sentisse nell'aria o come se non ci si volesse rendere conto che alcune questioni hanno, di fatto, peggiorato la situazione della sanità, e hanno messo, ancora una volta, più in difficoltà un sistema sociale che oggi fa davvero molta fatica.
Mi riferisco alle questioni delle Federazioni; mi riferisco alle questioni del fondo immobiliare, per le quali credo che non si possa più far finta di nulla. Sono situazioni per le quali credo che tante segnalazioni, non certamente di parte, ma che evidenziano una condizione di difficoltà oggettiva delle tante persone che lavorano all'interno del nostro sistema sanitario, delle tante persone che non necessariamente aderiscono alla nostra sensibilità politica e che oggi non trovano necessaria attenzione e soddisfazione. Tutte persone che, invece, assistono allo sgretolamento di un sistema sanitario che è sempre stato uno dei migliori del nostro Paese.
C'è stato un atteggiamento sordo e c'è stato, come ho detto prima, un atteggiamento di imbarazzo. Questo atteggiamento di imbarazzo non siamo riusciti a tradurlo, non siamo riusciti ancora a capire che cosa voglia dire. Forse, è difficile tornare indietro politicamente, o forse semplicemente non si ha il coraggio di ammettere che questa situazione non ha recato alcuna forma di risparmio, se non una complicazione all'interno delle gestioni delle nostre Federazioni e quindi delle Aziende Sanitarie del nostro sistema regionale.
Cosa dire, poi, rispetto al fondo immobiliare, che ha destato grande preoccupazione tra i cittadini piemontesi e che continua a destare preoccupazione, soprattutto per una situazione davvero grave in cui si troverà il nostro bilancio regionale, che avrà sicuramente una boccata di ossigeno immediata in termini di cassa, ma che nel tempo, neanche troppo lungo, si troverà a dover gestire una situazione assolutamente insostenibile? Vi è poi un tema, com'è stato ricordato, tra quelli che stanno particolarmente a cuore all'interno della discussione di questa finanziaria, che è un po' un'occasione perduta: il tema delle ATC. Era un'occasione per iniziare la discussione e per poter dare un segnale laddove invece le politiche sono state semplicemente decurtate, in termini di percentuali, senza nessun'altra valutazione che potesse in qualche modo portare a una revisione di una serie di sistemi e di una serie di aspetti come ad esempio per quanto riguarda le ATC. Si è persa ancora un'altra occasione, così come abbiamo perso un'altra occasione per migliorare il rapporto con le tante Istituzioni, coi tanti Comuni, con le Province che ci chiedono risposte rispetto a come far funzionare il trasporto pubblico all'interno della nostra Regione.
Vorrei inoltre sottolineare un fatto che conosco per esperienza e che conosco in modo abbastanza dettagliato, il tema del diritto allo studio che è stato affrontato in modo spezzettato e confuso all'interno della I Commissione. È un tema che diventerà una vera e propria emergenza a partire dal prossimo anno scolastico.
Perché diventerà una vera e propria emergenza? Perché, oltre alla riduzione drammatica pari al 50%, nonostante si vogliano trasformare e mistificare i dati del bilancio, il diritto allo studio piemontese, in modo particolare nella fascia tra i tre e 16 anni, sarà un diritto allo studio pesantemente messo in discussione, non solo perché le risorse sono state tagliate quasi del 50%, ma perché avremo una riduzione della rete dei trasporti, perché avremo un aumento dei costi delle poche linee di trasporti e perché avete fatto una riduzione drammatica delle risorse da trasferire alle Province e ai Comuni, che - guarda caso - gestiscono, da un lato, i servizi scuolabus, dall'altro i servizi delle mense.
Abbiamo un fiorire di Comuni - è una situazione assolutamente allarmante e preoccupante - che iniziano a lasciare fuori dalle proprie mense, quindi dai servizi a domanda individuale, bambini perché le famiglie non sono più in grado di pagare. Parliamo di Comuni dove vi sono fasce sociali alte, non fasce sociali che in alcuni pezzi del nostro territorio possono essere di natura assolutamente diversa. Questi sono dati allarmanti, dati per i quali non ho sentito spendere proprio nessuna parola.
Una semplice riflessione sul diritto allo studio universitario. Anche qui abbiamo cercato di mistificare i numeri, immaginando dei trasferimento dello Stato assolutamente non reali e non perseguibili, quindi avremo, di nuovo, una situazione per la quale tanti studenti sceglieranno di abbandonare il sistema universitario, ancora una volta ponendoci in una condizione di svantaggio rispetto ai dati che arrivano dalla Comunità europea. Su questo versante, avremo quest'anno un ulteriore peggioramento.
Non potremo dire che noi forniamo altri servizi, ma avremo famiglie che non riusciranno a pagare l'iscrizione ai propri figli, che saranno costretti ad abbandonare il sistema universitario. Su questo non ho sentito nessun ragionamento, se non alcune riflessioni sterili su tabelle di bilancio che ci mostrano una situazione disastrosa.
Che dire, poi, sulle politiche sociali? Sulle politiche sociali oggi potremmo fare un ragionamento di tipo matematico, e allora certo avremmo le stesse risorse dell'anno scorso. Tuttavia, abbiamo assistito ad una quadruplicazione delle risorse necessarie in ogni singolo territorio per l'assistenza economica, oggi abbiamo, per somma e per differenza praticamente, 50 milioni in meno rispetto all'anno precedente. Insomma voglio vedere come faranno i consorzi a garantire la sopravvivenza della gestione dei servizi minimali. Non stiamo parlando di progetti volti alla prevenzione o quant'altro, ma stiamo parlando di assistenza economica.
Credo che su questo, di nuovo, non ci sia stata alcune riflessione e non c'è neanche la consapevolezza che alcuni degli enti gestori si troveranno in una situazione di disavanzo all'interno dei loro bilanci perché una politica non proprio attenta, ad esempio, su fondi che sono loro dovuti, quali ad esempio gli ex OO.PP., non ha dato risposta negli anni precedenti. Ma oggi abbiamo una situazione che si tenta, anche qui, di mistificare attraverso i dati, di portare risorse che non sono destinate a quel tipo di attività.
Queste cose le diremo in modo chiaro e in modo forte ai piemontesi, ma non potremo certamente limitarci soltanto a dire che le situazioni all'interno delle quali questa Regione si è trovata a ragionare non sono accettabili. Non è pensabile che un sistema come la Regione Piemonte, il sistema Piemonte, venga distrutto in questo modo. Non è pensabile che di fronte a questo livello di discussione si siano fatte soltanto delle operazioni matematiche e ci sia stata una sottrazione di risorse senza pensare a quali sanno le reali implicazioni all'interno della nostra regione.
C'è poi un tema che tocca le politiche comunitarie. Guardate che se i fondi non reimpostati non troveranno risposte certe e chiare in questo bilancio avremo una situazione tale per cui non si potrà realizzare l'N+1 e quindi non raggiungeremo il livello di spesa richiesto e si arriverà di conseguenza al disimpegno automatico. Ebbene, non solo dovremmo aggiungere risorse, ma dovremmo anche restituire quanto la Comunità europea fino ad oggi ha erogato. Di tutto questo mi sembra che non ci sia nessuna consapevolezza. Ma, come dire, siamo forti della discussione che vogliamo iniziare in questo pomeriggio e ci auguriamo che gli emendamenti non siano soltanto un mero rito, un mero costante richiamo a quelli che sono i problemi dei piemontesi, ma rappresentino un'attenzione reale a una situazione che non può e non deve proseguire in questo modo.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Questa legislatura, questi tre anni sono stati lunghissimi: per me, per noi e per tutto il Consiglio regionale; un Consiglio zoppicante, una maggioranza con le idee confuse senza un progetto da condividere con i cittadini, lontana dalla gente e che ha consumato in questi giorni - io credo - il suo ultimo atto, un atto doloroso che coinvolge tutti e che credo nessuno di noi avesse messo in preventivo, nella propria vita.
L'atmosfera che incombe su quest'Aula mi impedisce di usare parole forti, anche se sono convinto, nelle volte in cui questo è successo, di essere stato corretto nei confronti della maggioranza, del Presidente della Giunta e dei Consiglieri.
Per questo, Presidente, oggi non la rimproveriamo per questo clima, per quest'atmosfera che regna in quest'Aula per le promesse mancate, anche se non possiamo non ricordarle: dalle cure odontoiatriche gratuite per tutti al fatto che non avremo mai aumentato l'addizionale IRPEF, che invece si abbatterà come una mannaia sui piemontesi; e, in fondo, lo storno dei fondi FAS, con risorse che passano dagli investimenti alla spesa corrente rappresenta lo specchio di questa debolezza.
Ci sono due questioni che voglio affrontare, nel tempo che ho a disposizione, in aggiunta alle riflessioni che i miei compagni di Partito e i miei colleghi di Consiglio hanno già fatto, che riguardano quello che è stato definito, dal Presidente Cota stesso, il grande progetto, la grande scommessa, la riforma epocale del sistema sanitario regionale, cioè quella che avrebbe dovuto offrire più servizi, meno sprechi e nello stesso tempo soddisfare un'esigenza che c'era, quella di tenere a bada e a mente i conti. Questo grande progetto e questa riforma epocale avevano due grandi capitoli, sui quali la riforma avrebbe dovuto svilupparsi: uno era quello delle Federazioni e l'altro è stato quest'idea dell'Assessore Monferino del fondo immobiliare.
Sulle Federazioni abbiamo già detto, nelle passate settimane, tutto quello che è successo; anzi, Presidente Cota, potremmo dire tutto quello che non è successo. Capisco che la responsabilità non sia soltanto vostra: c'è una difficoltà di rapporto anche con il personale delle Aziende sanitarie. Ma ci sono stati Direttori generali e Amministratori di una Federazione che per un anno non sono riusciti nemmeno ad avere i locali per impiantare i loro Uffici, da parte dei Direttori sanitari delle Aziende rispetto alle quali loro avrebbero dovuto svolgere una funzione in qualche modo coordinatrice.
Il risultato, come abbiamo detto, è che i risparmi ottenuti sono figli della spending review: si è recuperato qualche soldo utile - e naturalmente l'abbiamo riconosciuto - quando per esempio sui farmaci è stato fatto un buon lavoro, ottenendo un risparmio consistente; ma spesso il risparmio è stato ottenuto sul personale. Io ricordo, nel 2011, 25 milioni di euro di risparmio ottenuti soltanto sul personale precario che non è stato confermato; e quando avevo detto all'Assessore Monferino "avete licenziato 750 persone", ovviamente, con la sua mentalità da Amministratore di un'azienda, mi aveva risposto, come se in qualche modo questo potesse fare qualche differenza: "Non li abbiamo licenziati: non abbiamo confermato loro il contratto".
Adesso sappiamo dai giornali che probabilmente le Federazioni non saranno confermate e questo creerà naturalmente un problema. In effetti abbiamo fatto casino - mi scusi, Assessore Cavallera - a metterle in piedi e adesso faremo di nuovo casino a smontarle, quando il sistema sanitario invece, ha bisogno di stabilità, di certezze, di garanzie, di tempi lunghi perché è un sistema estremamente complesso; e noi invece purtroppo abbiamo cambiato tre Assessori nell'arco di tre anni.
L'altro grande progetto era quello del fondo immobiliare. Anche qui abbiamo spiegato che secondo noi gli ospedali rappresentano un bene comune come l'acqua; che i cittadini li sentono come un patrimonio personale e che in qualche caso, in molti territori della nostra Regione - credo ad Alessandria come a Vercelli - quegli ospedali sono stati acquistati con i soldi dei cittadini e quindi rappresentano davvero un bene collettivo.
Abbiamo provato a spiegare che era un errore mettere in piedi questo progetto, peraltro affidandolo ad un professionista che ha anche qualche piccolo conflitto di interessi, perché si occupa di queste questioni nella sua vita privata.
Credo - e lo dico senza piaggeria, sia nei confronti dell'Assessore Pichetto sia dell'Assessore Cavallera - che questi due Assessori stiano ottenendo, nel confronto con lo Stato, molto di più di quanto non sia stato ottenuto, negli anni precedenti, dall'arroganza e dalla protervia con le quali ci si sedeva ai tavoli ministeriali. È chiaro e probabile che anche il fatto che l'Assessore Pichetto abbia svolto un importante incarico a livello governativo - e quindi le sue conoscenze, le sue relazioni e la fama che si porta dietro di uomo serio e competete - abbia facilitato questi rapporti.
Quello che abbiamo da dire ad entrambi, quindi, è questo: lasciate da parte il Fondo immobiliare e cercate con il Governo di definire com'è possibile chiudere i deficit economici che la Regione può avere, per aprire a chi ci sarà nella nuova legislatura - che sia di centrodestra o di centrosinistra - un nuovo capitolo rispetto alle questioni sanitarie, che pensi alla sanità come il soddisfacimento dei bisogni di salute dei cittadini e anche con prospettive di sviluppo e non soltanto con tagli e cesure.
Parliamo della Città della Salute, di cui dico solo il titolo perch del grande progetto della Città della Salute è rimasto davvero solo quello: oggi, nella carta intestata, "Molinette", "Sant'Anna", "CTO" e "Regina Margherita" si etichettano come "Città della Salute", senza che abbiano messo in comune, in questi anni, nemmeno un ambulatorio e nemmeno un laboratorio analisi; ma tant'è. Ricordo che quando le USSL diventavano ASSL, e poi le ASSL ritornavano USSL, la prima cosa che si faceva era cambiare la targhetta sulle Panda, piuttosto che pensare a come offrire servizi adeguati ai cittadini.
E poi c'è il secondo grande capitolo - e con questo concludo - che riguarda i servizi sociali. Lo dico perché in questo modo penso di esprimere il pensiero di tutto il mio Gruppo e lo dico all'Assessore Pichetto: Assessore Pichetto, dato che noi ci fidiamo della sua competenza e anche della sua capacità di reperire risorse, che spesso è figlia della competenza stessa, noi le diciamo che con il fondo indistinto i servizi sociali non possono passare da 77 milioni di euro a 35.
Se le cose stanno così, infatti, i servizi che abbiamo offerto ai cittadini, già ridotti negli ultimi anni, non potranno essere garantiti. E tra 77 e 35 milioni di euro c'è un abisso di bisogni, di dolore e di sofferenza, da parte dei cittadini che quei servizi utilizzano, che non pu essere lasciato così com'è.
Finisco dicendo che approveremo - approverete, perché naturalmente noi voteremo contro - il bilancio nei prossimi giorni. Se però questo problema non si risolve, Assessore Pichetto, l'approvazione del bilancio e della finanziaria avranno da parte del Partito Democratico una giusta opposizione non strumentale, perché pensiamo che questo sia un elemento determinante per i cittadini.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Colleghi, intervengo su un tema molto importante come quello della finanziaria e poi devo dire che nel corso dell'intervento ne toccherò anche altri: ma parlerò in particolare della finanziaria.
Vede, Presidente Cota, lei si assume tutta una serie di responsabilità perché ce n'è più di una. Intanto ho assistito, fra l'altro silenziosamente, ad alcune riunioni della Commissione bilancio, dove comprensibilmente l'invito rivolto all'opposizione dall'Assessore Pichetto e non da lui - era quello ad avere senso di responsabilità nell'approvare questa finanziaria. E voi ci consegnate il triste primato di essere probabilmente l'ultima Regione italiana a presentare la finanziaria...
Siamo alla fine di aprile, anche se il tempo è autunnale, e invece di presentare l'assestamento, voi vi presentate con la finanziaria e questo non in un momento di grande tranquillità economica, ma in un momento di grande difficoltà, specialmente quando sarebbe richiesto tutto il contrario per contrastare la crisi e tutti i problemi della nostra Regione e concorrere a risolvere i problemi del Paese.
Invece a che cosa assistiamo? Che la finanziaria la stiamo discutendo per capire se dobbiamo fare la seduta serale, la notturna, dopo Pasqua dopo il 25 aprile e supereremo anche la data del 1° maggio. Incredibile ma vero! Questa è una responsabilità, caro Presidente Cota, tutta sua, perch lei rappresenta questa maggioranza, che in un momento di grande difficoltà e di grande crisi non è in grado neanche di preparare e fare approvare gli strumenti finanziari che fanno muovere una Regione. Questo è un primato di cui tutti quanti avremmo fatto volentieri a meno.
stato già detto, ma lo voglio risottolineare: questa è una finanziaria "lacrime e sangue", parafrasando un famoso politico della Prima Repubblica che sempre più rimpiangiamo. Lui si riferiva al sangue, ma metteva anche un altro prodotto e alcuni colleghi hanno capito.
Ma siccome non voglio mancare di rispetto istituzionale, mi sono fermato ad un ricordo che è diventato storico della politica di questo Paese. Siamo assolutamente nella politica, cari colleghi, e nel senso delle istituzioni.
Questa è una finanziaria "lacrime e sangue" e invece di assistere ad un'inversione di rotta per dare un segnale e un po' di ossigeno, un po' di carica, un po' di incentivi e di coraggio a tutti, alle famiglie, alle persone, alle imprese, agli artigiani, ai commercianti, assistiamo - e voi siete responsabili e colpevoli - ad una finanziaria che introduce che cosa? Questa è una vera e propria finanziaria recessiva e voi siete responsabili di aumentare la recessione. Lei, Presidente Cota, è il principale responsabile, l'imputato, il colpevole, di aumentare la recessione con un'addizionale che, in assenza di crescita - perché non c'è crescita e lo sappiamo tutti, non è un'opinione personale che potrebbe essere discutibile, e se fosse solo la mia sarebbe probabilmente un errore e quindi non avremmo problemi, ma purtroppo non è così - si abbatterà come una clava, come una mannaia sulle famiglie, sulle imprese e sui più deboli.
Andate nei territori, andate a parlare e sentite cosa vi dicono. A favorire la crescita e lo sviluppo ci sta provando pure il Governo - e rispetto al Governo nazionale mi sento minoranza ed opposizione nel mio partito, ma sono.
Comunque ci sta provando anche quel Governo, il nostro Governo, il Governo di tutti, ad invertire la rotta e a provare a creare sviluppo e crescita. E noi, con un controcanto che non si capisce, facciamo tutto il contrario.
Non accontentate nessuno, ma quando si scontentano tutti non vuol dire che va bene. No, questa è una finanziaria terribile e lo sa bene l'Assessore Pichetto, che ha grande esperienza e al quale rinnovo stima ed amicizia.
Il suo imbarazzo più volte manifestato è evidente - perché a volte i silenzi valgono più di molte parole e di molte dichiarazioni - su quello che state facendo, cioè l'introduzione di questa addizionale per coprire la spesa corrente. Questa è una manovra da finanza allegra, dei tempi andati.
Siamo in grande crisi e voi fate una cosa del genere? Inoltre, c'è una cosa che non so e quindi ve la chiedo: quante Regioni d'Italia hanno usato i fondi FAS per la spesa corrente? Quante? Fra i colleghi ci sono anche imprenditori: provate a fare una verifica.
l'esatto contrario di quello che bisognerebbe fare: invece di favorire gli investimenti per creare occupazione, per dare un po' di ossigeno alle imprese, per dare una speranza a chi rischia di perdere il lavoro, a chi ha paura di non trovarlo, noi usiamo i fondi FAS per la spesa corrente. Alla faccia di quello che avevate detto, cioè "ridurremo i debiti e non faremo nuovi mutui".
Poi c'è il discorso del trasporto pubblico locale. Non voglio rubare la parte al collega Gariglio, ma l'unica cosa che si nota è l'arroganza di un Assessore che gestisce quella materia.
Tutto il resto è un disastro; l'unico primato del trasporto pubblico locale piemontese è l'approccio e il modo di affrontare il tema dell'Assessore competente.
In un momento come questo - l'ho già detto e lo risottolineo - di grave crisi, di problemi e di tensioni sociali, invece di mettere risorse per favorire la coesione sociale, lei, Presidente Cota, queste risorse le sottrae e si assume una terribile responsabilità, perché ci attendono giorni tristi.
E invece di provare a ridurre e dare la possibilità di favorire la coesione, di sostenere le fasce più deboli, noi assistiamo ad una riduzione delle risorse sulle nuove povertà.
Termino, così non utilizzo nemmeno tutti i dieci minuti o almeno ci provo. C'è un'altra responsabilità, perché politicamente anche nei momenti terribili - e noi stiamo attraversando un momento molto terribile, una delle pagine più tristi della nostra Regione e mi sento completamente coinvolto - si misura la capacità e la statura politica di un dirigente politico, di un amministratore, e lei non dimostra di essere questo affrontando e assumendosi la responsabilità anche nei momenti di grande difficoltà, anche e soprattutto nei momenti di grande criticità, e anche di drammaticità.
Lei, Presidente Cota, ancora una volta sfugge alle sue responsabilità perché mi sarei aspettato, di fronte a quello che è successo - e l'augurio sincero a tutti è quello di poter dimostrare l'estraneità e il corretto utilizzo delle risorse - che lei sentisse il dovere politico, se non quello morale (se non se lo sente, e mi augurerei anche quello) di venire ad affrontare politicamente in quest'Aula quanto è successo e ad assumersi le sue responsabilità rispetto ad una maggioranza che è comprensibilmente sempre più sgomenta.
Ecco perché lei non è in grado di fare il Presidente di questa Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elio

Effettivamente, da parte di chi è subentrato da poco come me, entrare su un tema difficile ed articolato come il bilancio 2013, con una complessità addirittura maggiore di quella che già aveva in passato, è tutt'altro che facile.
Quindi, da parte mia ho cercato di capire soltanto alcune cose sui temi che mi erano più facilmente accessibili. Devo dire che tra i temi più facilmente accessibili e che ho seguito con maggiore attenzione sicuramente ci sono quelli legati alla sanità, che sono anche quelli che sul territorio hanno l'impatto maggiore e, conseguentemente, anche un ritorno di comunicazione, da parte dei cittadini e delle associazioni, più forte, più marcata e più dolorosa, che denuncia una dura sofferenza da parte della nostra Regione sotto quest'aspetto.
Ho cercato di capire la ratio di alcuni ragionamenti e non sempre ci sono riuscito. Quello che non ho colto a fondo è come mai l'Assessore Cavallera non abbia ancora, in qualche modo, colto le occasioni che gli sono state offerte, al di là degli emendamenti proposti dalla minoranza per modificare in forma definitiva la posizione sui fondi immobiliari e sulla questione delle Federazioni, Sapendo che questa iniziativa non ha incontrato successo laddove è stata adottata - in particolare, parlo del primo caso quello legato ai fondi immobiliari, avendo anche sul territorio piemontese esempi di iniziative del genere praticate da altre amministrazioni che hanno dato risultati disastrosi.
Faccio un esempio che conosco: nella mia città, l'INPS ha ripagato all'Ente che aveva cartolarizzato il bene, il valore dell'immobile che era stato, a suo tempo, pagato e oggi si trova a pagare un affitto. Il Ministero delle Finanze ha venduto l'immobile del palazzo degli uffici finanziari, ma adesso si trova a pagare un pesante affitto e l'immobile è parzialmente inutilizzato.
Credo che in ogni città d'Italia di un certo rilievo ci sia qualche esempio del genere e poi, se si va specificatamente sulla sanità, credo che gli esempi delle Regioni, come la Regione Lazio, che hanno praticato questo tipo di impostazione finanziaria, siano a far sì che al Tavolo Massicci i tecnici vedano con sospetto ogni tentativo di continuare a seguire quel tipo di percorso.
Posso capire che ci sia una questione di continuità tra Assessori. per cui all'Assessore Cavallera risulta difficile accettare che le minoranze sottolineino queste cose e le facciano proprie. Anzi, ritengo sia impossibile, ma ha un'opportunità unica. C'è un "tavolo romano" dove stanno spiegando che queste cose non vanno bene. L'Assessore accolga, senza troppa resistenza, questo suggerimento avanzato dal Tavolo Massicci e cancelli la questione dei fondi immobiliari, che è assolutamente indigesta non solo per il fatto che colpisce sicuramente il futuro delle finanze delle nostre Aziende Sanitarie.
Il beneficio è immediato, ma è di breve durata: l'onere, invece prosegue nel tempo e potrebbe essere un domani terribilmente pesante da sopportarsi in una situazione di costi della sanità che, ahimè, sono sempre maggiori e, per qualunque amministrazione, di difficile sostegno.
Il fatto è che anche la popolazione non l'accetta, lo rifiuta.
Naturalmente, come sempre, si parla dei casi che si conoscono meglio. Nella mia città l'ospedale Santa Croce e Carle è nato 700 anni fa sulla base di donazione di cittadini. Per 700 anni i cuneesi hanno donato cascine palazzi e quant'altro all'ospedale Santa Croce e Carle perché credevano in questa istituzione destinata a rappresentare, nel tempo, prima un fatto di beneficenza e poi l'erogazione di un diritto.
Alla raccolta di firme contro la costituzione dei fondi immobiliari che abbiamo iniziato attraverso una petizione promossa dal Gruppo consiliare del mio partito, hanno aderito anche istituzioni che, in qualche caso poteva essere naturale che lo facessero. Un esempio è la NAO della Santa Croce e Carle a nome dei medici ospedalieri, ma, in altri casi era meno scontato, come con la Lega Italiana per la lotta contro i tumori, ma ancor di più con la Curia, che rappresenta l'ente morale che, ancora oggi, vive come Confraternita del Santa Croce.
Spiegare ai cittadini che, dopo 700 anni di impegno nella direzione della creazione di un patrimonio, di un capitolo destinato alla sanità oggi questo patrimonio può essere venduto per fare cassa, è praticamente impossibile e crea un'irritazione profondissima. Ho passato il sabato pomeriggio a raccogliere firme nella mia città: mi aspettavo che i cittadini si fermassero per commentare le vicende del PD, invece i cittadini si fermavano per firmare e per dire che vendere gli ospedale per fare cassa è una vergogna.
Relativamente alla questione delle Federazioni, anche in questo caso l'Assessore ha una buona opportunità per dire, adottando come scusante il Tavolo Massicci, che si possono "togliere dai piedi" e non se ne parli più.
Infatti si sono dimostrati solo un modo per creare tensione all'interno delle strutture apicali, un modo che in un'azienda sanitaria non l'aveva ancora inventato nessuno.
Il fatto di dover sottoporre attività sulle quali ha confermato, negli anni, una valida, forte e marcata esperienza o conferire queste attività ad altri, o sottoporre le proprie iniziative ad altri, dei quali molti volte non è riconosciuta a fondo la capacità gestionale, così come una struttura del genere dovrebbe comportare, ha creato tensione. Ha creato tensione tra i dipendenti, ha creato problemi di apparente risparmio legato prevalentemente, a ricontrattazioni, ha creato sicuramente nuove spese. Al di là dell'Amministratore unico delle Federazioni, ci sono stati conferimenti di incarichi e quant'altro che hanno creato profonda irritazione nei dipendenti amministrativi delle nostre aziende, perché si è visto conferire degli incarichi per cose che sono sempre state fatte dagli uffici, in un momento in cui si continua a sostenere che è imprescindibile procedere con ulteriori tagli alla sanità.
Ritengo che non solo per l'impopolarità, ma per la dimostrata inefficacia, la questione delle Federazioni debba essere chiusa. Penso che l'Assessore abbia l'opportunità di porre fine a qualche dubbio che legittimante, gli osservatori di queste tematiche si pongono come me. Ad esempio, andando sul portale della Federazione 5, quello della Provincia di Cuneo, si può vedere che è stato emesso un bando per una gara ristretta per 32 milioni di euro, al netto di oneri fiscali, quindi parliamo di circa 40 milioni di euro, per le attività di radiologia e radiodiagnostica all'interno dell'Azienda sanitaria.
Una cifra del genere, ad un amministratore unico, in una gara ristretta, per un periodo di 96 mesi - otto anni - mi sembra un atto che fatto così, come semplice atto amministrativo, non è concepibile. Inoltre mi chiedo: cosa significa questa gara? Mi si dice: si è trattato di fare una verifica per vedere se risparmieremo o meno. Una gara del genere è un principio di privatizzazione della sanità sul nostro territorio? Noi siamo per la sanità pubblica, siamo contrari alle privatizzazioni. Le privatizzazione, fatte attraverso gare ristrette, per cifre di questa entità, ci spaventano.
Pertanto, conoscendo il senso della gestione delle cose che ha l'Assessore, mi permetto di suggerire: raccolga il suggerimento del "tavolo romano", dica che non è stata sicuramente l'opposizione a portarla a fare questo e tolga di mezzo questi due macigni sul percorso della sanità piemontese.



PONSO TULLIO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Il ruolo del Consigliere regionale, al di là delle ultime vicende, mi sembra piuttosto sconfortante. Alla fine, dopo tre anni, ci ritroviamo sempre e solo a parlare di bilancio stiracchiato a seconda che sia di previsione o di assestamento. Che si stiracchiato nella discussione e nell'arco di tutto l'anno, lo dimostra il fatto che, anche quest'anno siamo a discutere il bilancio di previsione nel mese di maggio.
sconfortante perché, alla fine, questo Consiglio si è esautorato da solo. Ha esautorato la propria funzione legiferativa. Abbiamo discusso in maniera accesa sulla caccia solo perché, di fatto, siamo stati costretti da un provvedimento amministrativo del TAR. Per il resto, non abbiamo fatto praticamente nulla.
Ogni volta discutiamo di bilancio sempre in condizioni estreme, in cui si chiede la collaborazione dell'opposizione ma, di fatto, alla fine, ci si costringe ogni volta a inscenare questa pantomima.
Assessore, mi consenta, siamo di fronte ad una pantomima in cui voi, ad un certo punto, arriverete a chiedere il contingentamento dei tempi.
Emerge un dato ormai acquisito da tutte le forze politiche, che è quello legato alla consapevolezza a livello nazionale, frutto del Governo che, di fatto, c'è ormai la consapevolezza che bisogna intervenire raddrizzando la lotta alle politiche recessive.
Tutto il Paese va in un'unica direzione, mentre qua, in Regione sembriamo avulsi dal contesto nazionale e decidiamo di presentare un provvedimento assolutamente recessivo, anche con la constatazione di alcuni fallimenti storici che probabilmente si devono sottacere, nella maggioranza e in Giunta.
Magari si decide di mettere alcune realtà nel cassetto o in cantina come le Federazioni sanitarie, ma questo non lo si può esplicitare, non lo si può dire apertamente, altrimenti qualcuno dovrebbe assumersene la responsabilità politica.
Di fatto, dopo tre anni in cui parliamo esclusivamente di bilancio constatiamo il fallimento dei due Assessorati principali delle direttive complessive della Regione: l'Assessorato al bilancio e l'Assessorato alla sanità.
Monferino interviene addirittura sui giornali, preoccupato, dicendo: "Guardate che state smontando il mio sistema". Da questa parte ci sono forze politiche che hanno sempre affermato queste cose, sin dall'inizio, e le avete irrise. Le avete irrise, ma, alla fine, i conti si fanno e ci danno ragione.
Altro elemento, che sicuramente non farà piacere alla componente leghista (purtroppo questo è il dato di fatto), è che quei due Assessorati sono stati sostituiti con altre deleghe politiche e oggi l'intervento dell'Assessore Pichetto sembra un intervento che ha salvato la baracca perché ha trovato, in discontinuità con la politica dell'Assessore precedente, una quadra sul tema della sanità e del debito sanitario che la Regione ha nei confronti del Ministero.
Questo dimostra che governare non è solo avere la disponibilità delle risorse e decidere dove allocarle, ma a volte è anche la capacità di trovare modi nuovi di concordare le cose o di prospettare gli interventi che permetta di dire: "Ecco, lì c'è una vera guida che permette, anche in situazioni difficili, di superare gli elementi di difficoltà".
Dico questo perché, anche se l'Assessore Pichetto ha mostrato gli elementi essenziali delle sue politiche, permangono grosse perplessità: è vero che i soldi non si stampano, ma è anche vero che alcune scelte rimangono un grosso punto interrogativo.
Faccio un esempio: si decide di inserire un'aliquota maggiore sull'IRPEF anche per le fasce più deboli e poi si scopre che ci sono avanzi del 2012, che potevano essere portati sul 2013 per alleviare le esigenze di cassa, che vanno a finanziare, con 750 mila euro, i bandi per l'eccellenza sportiva nelle realtà e nei settori dell'ambito sportivo, oppure si scopre che nel 2012 vengono rinnovati dei bandi per l'impiantistica sportiva.
Non sono certamente contrario, anzi lo considero un investimento legato a politiche antirecessive, ma poiché i soldi per i bandi precedenti non sono ancora stati assegnati (neanche il 50%), noi abbiamo l'esigenza politica di dimostrare che esce un bando del 2012 con avanzi del 2012 per finanziare di nuovo dei bandi sull'impiantistica sportiva.
Un altro esempio è il tema, già dibattuto in Commissione, del canone sull'imbottigliamento delle acque.
Ci sono dei temi che purtroppo non si possono toccare. Quando, però, si aumenta l'IRPEF alle categorie sociali più deboli, c'è poco da fare: bisogna mettere in discussione tutto, compresi quegli ambiti che sono a noi più affini politicamente.
Tutto va messo nuovamente in discussione e il fatto di non farlo legittima noi dell'opposizione a dire: "Signori, non stupitevi se poi non collaboriamo!".
Riguardo al tema delle ATC (è stato detto in più occasioni), mi sembra che anche la maggioranza concordi sul fatto che occorre fare degli accorpamenti, ma ancora una volta manca il coraggio che poi si trova riguardo al fondo immobiliare della sanità, non perché produca un ritorno economico, ma perché lì c'è una netta distinzione di natura politica sui modi diversi di vedere le cose.
Sappiamo bene che quella non è una scelta di tipo economico, ma va a prefigurare un'alternativa della gestione del modello sanitario da pubblico a privato. Sappiamo che è una scelta storica di medio-lungo periodo e se qualcuno pensa che non sia così, vada a leggere i discorsi che facevamo sulle Federazioni, quando sostenevamo che erano inutili, che si trattava di una cifra esagerata e che, in una fase di riorganizzazione, portava nell'immediato un aumento dei costi.
Alla fine, è la dimostrazione che avevamo ragione.
Pertanto, ritengo che anche la scelta dell'utilizzo dei fondi FAS vada in controtendenza rispetto alla necessità di alimentare politiche di produzione del reddito e di alleviamento del disagio sociale.
I fondi FAS sono politiche di investimento che producono ricadute economiche. Vorrei sapere - Presidente Cota - se lei conosce le analisi effettuate in merito alla scelta di utilizzare i fondi FAS rispetto a quel mancato investimento. Vorrei sapere qual è la ricaduta negativa e se quella ricaduta negativa ha effetti - com'è immaginabile che sia - molto superiori rispetto allo spostamento di risorse per portare a pareggio un bilancio.
Sarebbe interessante che l'Assessore portasse, non a noi, ma anche solo a lei, il risultato delle analisi (così si fa, in teoria) sulle ricadute sociali ed economiche negative rispetto ad una scelta di quel tipo.
Posso anche comprendere che, se mancano le risorse, si faccia una scelta, ma occorre sapere se quella scelta produce effetti sociali ed economici disastrosi rispetto alle finalità della Regione.
Ritengo che ogni politica, se accompagnata da un'analisi di quel tipo sia anche più comprensibile. Se l'Assessore avesse detto: "Signori, non solo non mancano i soldi, ma ci attestiamo su quel livello di spesa, perch riteniamo che le ricadute siano ammortizzabili", magari l'opposizione avrebbe anche compreso.
Il dramma è che la scelta si fa con il bilancino (manca tot, facciamo così, facciamo "cosà"), ma non c'è un'analisi di sostegno economico sulle ricadute di efficacia e di efficienza che giustifichino manovre di quel tipo.
Noi facciamo la nostra parte, ma, alla fine, grazie al nuovo Regolamento, voi porterete a casa un'ulteriore manovra che vi permetterà di chiudere il bilancio.
Partecipiamo a questo teatrino per costringervi - diciamo così - ad esercitare ancora una volta il contingentamento dei tempi o, quanto meno l'utilizzo del nuovo Regolamento, semplicemente per rimarcare che la responsabilità di questi tre anni di governo, nonostante si dovesse cercare una maggiore collaborazione con le forze di opposizione...



PRESIDENTE

La prego di concludere, Consigliere Stara.



STARA Andrea

Concludo, Presidente.
Dicevo che questa è una responsabilità tutta vostra, poiché avete rifiutato, in una situazione di crisi, di portare al tavolo, in tempi corretti e nelle modalità corrette, ogni singolo Assessore per far sì che tutte le forze politiche presenti si rendessero disponibili a superare questo momento di difficoltà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Il Piemonte deve uscire da questo tunnel, molto buio.
Al fondo del tunnel, come avviene dopo il temporale, c'è il sole.
Adesso non è ancora così, ma mi auguro che arrivi abbastanza presto.
Siamo qui a discutere il bilancio: se ne parla da mesi, ma la Regione non l'ha ancora approvato.
Oggi stiamo parlando della finanziaria. Qui subentra tutto e di più. I famosi tagli, in primis sulla sanità, a cosa sono dovuti? A tagli nazionali e a debiti residuati in Regione. A volte, questi debiti sono negativi; ma a volte non è negativo contrarli, perché danno la possibilità di meditare e di pensare prima di fare determinate scelte.
Ecco, allora, che si è pensato di stravolgere il sistema della sanità della Regione Piemonte. In gran parte lo condivido, però alcuni aspetti tipo le Federazioni, non mi pare che siano stati accolti e applauditi dal Piemonte.
Lasciando da parte i fondi immobiliari, non condivido il tema di andare a vendere alcuni ospedali per fare questo fondo immobiliare. Mi vengono in mente - forse l'ho già detto altre volte - i nostri padri e i nostri nonni che, con poco o senza pane, hanno saputo costruire ciò che noi adesso a fatica riusciamo a mantenere. Manteniamole! Tuttavia, non è che condanno tutto. Relativamente al discorso della finanziaria, nella prima pagina leggo che è messa in liquidazione la Tenuta Cannona. Ebbene, signori all'inizio ero contrario, ma adesso dico che è bene venderla, perché queste strutture non sono più all'avanguardia dei tempi moderni. I grandi imprenditori, i leader nell'imprenditoria, che vogliono innovarsi, queste cose le fanno nella propria azienda.
Mi dispiace per il CReSo, fiore all'occhiello delle ricerche in Piemonte. Questa - lasciatemi dire - non è una spesa così elevata. A mio avviso, meditate e pensiamoci ancora, perché non è da vendere, anche se purtroppo siamo carenti nelle ricerche in tutti i campi, anche in quello agricolo.
Relativamente alla ricerca in campo sanitario, ne possiamo parlare fino a domani, ma mancano i fondi. Per questo motivo dico che la sanità ha bisogno di chiarezza, ma sono convinto che il nuovo Assessore alla sanità Cavallera, la otterrà. Con i suoi modi e con il suo lavoro si riuscirà a parlare, a discutere e ad ottenere qualche passo in avanti, non per noi, ma per la nostra gente, per i nostri piemontesi.
Posso citare anche altri Assessorati: l'Assessore Sacchetto ha tenuto alcuni capitoli, pur avendo poche cifre. Mi viene in mente la famosa legge sulle caccia: è quasi pronta, facciamola partorire e andiamo avanti. Diamo un segno tangibile: dobbiamo discuterne in Commissione e poi verrà portata in Aula. Abbiamo già perso troppo tempo, perché va portata avanti.
Come Gruppo UDC vogliamo essere costruttivi, non di peso e non fare ostruzionismo. A tutti gli Assessori voglio dire di collaborare e di preparare pacchetti chiari, credibili all'Aula e a tutto il popolo italiano.
Lasciatemi fare ancora un richiamo al Governatore Cota. Cari amici, il Presidente di una Giunta, un Governatore, è forte se ha una Giunta forte.
Adesso, caro Governatore, modificando la Giunta - io dico modernizzandola ha messo nuova linfa. Il mio richiamo è che tutti gli Assessori collaborino: se siete compatti ed uniti, si riuscirà ad andare avanti.
Dico questo per dire che al Presidente Cota di andare a Roma a battere i pugni con il Ministro Lupi - adesso, vedendo l'Assessore, mi viene in mente il settore dei trasporti - perché Roma non può lasciare da parte il Piemonte e non dargli il giusto dovuto. Noi non chiediamo di più, ma dobbiamo pretendere quello che ci aspetta, perché qui in Piemonte, qui nel Nord Italia, paghiamo il 50 % delle tasse nazionali. Quello che ci danno non è regalato: ci danno solo quello che ci aspetta. Noi dobbiamo battere i pugni e il Governatore deve essere forte - ma lo è - per ottenere quello che è giusto ottenere per il fabbisogno, per evitare i gravi disagi, sia sulla sanità sia sul trasporto, a cui oggi non riusciamo a far fronte.
fondamentale aiutare i più deboli; sostenere le famiglie, quelli con figli prescolari, scolari, con anziani o con problemi di handicap (e si torna al campo assistenziale e della sanità).
Politiche sulla famiglia e sulla natalità sono misure necessarie: si invecchia e ci sono poche nascite. Noi dobbiamo puntare sulla natalità altrimenti il Paese invecchia.
Aiutare le imprese: l'ex Assessore Giordano - che saluto - ha preparato una legge sul piano lavoro, che personalmente ho votato. Che fine ha fatto? Se non è più adeguata, modifichiamola per poterla utilizzare, proprio perché oggi le imprese piccole e medie hanno bisogno di linfa, di sostegno e di coraggio per andare avanti.
Non per ultimo, ricordiamoci del sostegno ai Comuni, all'Unione dei Comuni, all'Unione montana, all'Unione collinare. Questi Comuni sono stato un po' dimenticati: le tolgono tutto e non danno più niente. Questa è l'attività viva e istituzionale del nostro territorio. Più attenzione al turismo, al campo turistico. Un aspetto positivo: nonostante la crisi, il Piemonte è ancora in crescita, e qui dobbiamo fare un plauso al Governatore che ha messo le mani avanti, nella cui Commissione faccio parte anch'io per Expo 2015. Non dobbiamo lasciarlo decadere, ma potenziarlo e fare in modo di creare dei pacchetti turistici appetibili.
Devo fare un richiamo anche ai giornalisti: smettetela di buttare solo fango e benzina sul fuoco, ma scrivete anche delle belle cose che si fanno in quest'Aula, perché non è tutta zizzania, c'è anche del buon grano! E non è giusto che la zizzania vada a scapito del buon grano.
Per concludere, ciascuno dovrà fare la propria parte: vedrete che usciremo da questo tunnel. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Molto si è detto sui temi di questa legge finanziaria; peraltro, ne avevamo ampiamente discusso già in sede di Commissione. Mi limiter quindi, a sottolineare alcuni dei nodi che giudico critici e a motivare il mio disappunto sulle metodologie.
In questa legge finanziaria, composta da una trentina di articoli che ci apprestiamo ad analizzare a partire dalla seduta odierna, rientrano molti dei temi che quotidianamente vengono toccati della stampa e che riguardano la vita dei cittadini piemontesi, in particolare le loro risorse economiche, soprattutto nel settore sanitario e dei trasporti (ma anche negli altri settori).
Vorrei dunque partire dalle criticità relative al trasporto pubblico locale.
Molti altri colleghi già hanno espresso le loro contrarietà: condivido il fatto che una discussione generale avrebbe potuto essere più viva, più importante, magari con un contributo più corposo da parte della maggioranza; ma nessuno può obbligare i colleghi ad intervenire, per cui rimane, come si diceva poc'anzi, quasi un dialogo a senso unico.
Probabilmente non è accettabile - lo dico sia da rappresentante istituzionale pro-tempore, sia da fruitore del servizio di trasporto pubblico locale - la prospettiva di tagliare verosimilmente le percentuali di cui si è parlato già a partire dal prossimo mese di giugno: il 50% del trasporto su gomme e il 30% del trasporto su ferro rischieranno di essere un colpo di grazia per tutto il sistema! Ciononostante, nessuno (perlomeno non io) intende addossare tutta la colta di questa scelta all'Assessore Bonino, se non nelle metodologie, che dal mio punto di vista in questa breve esperienza, non hanno raggiunto n indicato le vere priorità. Ma questo succede a livello regionale così come a livello nazionale.
Bisognerebbe invece cogliere l'occasione, rispetto alla formazione del nuovo Governo, che, di fatto, ha metà della propria colorazione molto vicina, se non la stessa, a quella di buona parte della Giunta regionale compreso l'Assessore ai trasporti, per ridefinire i sostegni dal punto di vista nazionale.
Per quanto riguarda l'aspetto sanitario legato al sociale, già si è disquisito negli interventi precedenti.
La riduzione di metà delle risorse induce tutta l'opposizione a lanciare un doveroso allarme, perché si rischia di smontare il sistema del sostegno sociale. Avevamo dedicato una seduta speciale del Consiglio proprio a questi temi: in quell'occasione mi ero prodigato di ricordare che gli attori che si occupano di sociale non possono fungere da istituti di credito per le Aziende Sanitarie. Ci tengo a ribadirlo anche oggi, perch le segnalazioni di mancati pagamenti e, quindi, di debiti a catena rispetto a questo settore, sono assolutamente all'ordine del giorno. Non è accettabile.
Rimanendo in tema di sanità, sul fondo immobiliare si è già discusso e sono intervenuti altri colleghi. Ribadisco quanto ha già detto all'Assessore Pichetto in sede di Commissione: non è questione di scegliere una linea piuttosto che un'altra. Il problema è la comunicazione verso l'esterno, che non c'è stata o non c'è voluta essere da parte della Giunta.
Questo si aspettano i cittadini, gli operatori, coloro che lavorano nel settore, ma anche gli stessi amministratori a tutti i livelli. Se nella passata legge finanziaria, pur vedendomi contrapposto, si è scelto di inserire questa possibilità, la si porti avanti senza timore perch convinti, oppure si pensi fortemente ad una cancellazione di questo tipo di norma, per poi, come già dichiarato dalla Giunta, eventualmente reinserirla all'interno della normativa regionale quando se ne rileverà la necessità dal punto di vista delle risorse che da questa deriveranno.
Lo stesso Assessore Pichetto ha sostenuto che attualmente non è così necessaria, in quanto non ci sarà incidenza dalla creazione del fondo immobiliare sanitario. Dunque, il mio suggerimento è di eliminarlo o espungerlo, per poi ritornarci sopra eventualmente in futuro.
L'addizionale IRPEF fa davvero temere un crollo o un colpo mortale per buona parte della popolazione, la parte più debole dal punto di vista del reddito. Anche perché le fasce, per quanto siano state diversificate, vanno a colpire tutti.
Sui vari punti cui ho fatto cenno ho sottoscritto alcuni degli emendamenti presentati dagli altri Gruppi di opposizione e si andranno ad analizzare nel prosieguo della discussione.
Sulla questione delle priorità, il suggerimento che rivolgo a tutti gli Assessori, per quanto di loro competenza, è quello di valutare, dopo un'analisi e un confronto molto serrato con quelle che sono le realtà cittadine al di fuori del palazzo regionale, quali dovrebbero essere le priorità che non riscontro in questi proposta di legge.
Mi auguro che, essendo la discussione così avanti nel tempo rispetto a quando doveva essere (siamo a maggio, quando in realtà avremmo dovuto discuterne nei primi giorni del 2013), non si abbia l'intenzione di utilizzare il contingentamento o la riduzione dei tempi, perché sarebbe inopportuno e molto poco rispettoso nei confronti di un'opposizione che non ha alcuna responsabilità rispetto a queste tempistiche così stringate.
La responsabilità è tutta da imputare alla maggioranza e alla Giunta in particolare.
Come ho detto prima, quelli che sono gli argomenti che mi sono permesso di accennare in questa fase verranno poi analizzati nel dettaglio e su alcuni di essi credo che la discussione sarà molto animata, ma sempre per una costruzione corretta delle priorità. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Biolé.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Nella relazione di minoranza ho già sviluppato tutta una serie di temi che sono stati in gran parte sviluppati e recuperati negli interventi che tutti i componenti del Gruppo regionale del PD hanno svolto. Vorrei quindi, cercare di riassumere alcune questioni.
La prima. Credo che sia opportuno ricordare a lei, Presidente, e a quest'Aula il contesto entro il quale stiamo facendo questa discussione sulla legge finanziaria e sulla legge di bilancio.
Questo contesto cerco di riassumerlo velocemente rispetto a quello che è avvenuto nelle ultime settimane in Piemonte. C'è stata la manifestazione da parte delle Province e degli Enti locali, con tutte le aziende del trasporto pubblico. Manifestazione ripetuta: tutti i lunedì le aziende del trasporto privato, concessionarie private del servizio pubblico sono a Torino con i loro pullman per dire che il taglio al TPL è inaccettabile.
C'è stato un incontro, al quale avevamo invitato i Consiglieri regionali e i parlamentari del Piemonte, organizzato dall'ANCI sul tema delle politiche sociali, richiamando con grande forza l'attenzione rispetto alla condizione sociale che sta vivendo la Regione Piemonte.
C'è stata la grande manifestazione organizzata da CGIL, CISL e UIL.
Grande per intensità di partecipazione e per il numero di partecipanti, che hanno posto all'attenzione del Governo regionale, della comunità piemontese e del Consiglio regionale i problemi fondamentali che oggi stanno attraversando il Piemonte, e hanno posto temi che sanciscono in modo molto netto la distanza tra quello che rappresenta il suo Governo regionale e quello che è il sentire della comunità piemontese.
una distanza che riguarda il diritto alla mobilità, è una distanza che riguarda il sistema della protezione sociale, è una distanza che riguarda il sistema sanitario della nostra regione, è una distanza che riguarda il tema emergenza abitativa. Voglio ricordare che in quei giorni in Commissione bilancio, nella rappresentazione delle poste di bilancio nulla era previsto, anche se poi c'è stata una parziale rettifica nell'emendamento presentato dall'Assessore Pichetto per quanto riguarda il grande tema della morosità incolpevole.
Questo è il contesto che per noi non può rimanere fuori da quest'Aula.
E le questioni che stiamo ponendo come Gruppo in questo dibattito generale si rifanno non solo ad una logica di opposizione, ma si rifanno a quello che è il sentire che la comunità piemontese sta esprimendo. Una distanza abissale tra quelli che sono i bisogni e le aspettative della comunità piemontese e quelle che sono le politiche che vengono portate avanti.
Sia ben chiaro: a noi è perfettamente nota la condizione difficile entro la quale si collocano i conti e le scelte di politica di bilancio.
proprio per questa ragione, Presidente, che negli interventi che abbiamo fatto in Commissione e negli interventi che porremo in Aula sulla legge di bilancio, noi non poniamo 25 mila questioni, poniamo però alcuni nodi fondamentali, che per noi sono il senso della discussione che stiamo facendo in quest'Aula. Non può passare una legge di bilancio che riduce l'intervento regionale sulle politiche sociali, non può passare una legge di bilancio che riduce il sistema della mobilità pubblica all'interno della nostra Regione.
Le voglio anche ricordare, Presidente, quando parlavo nella mia relazione (è un tema che molti colleghi del Gruppo hanno ripreso) il fatto che anche sulla legge finanziaria abbiamo lanciato una sfida al Governo regionale, quando riproponiamo il tema della riorganizzazione delle ATC.
Come può pensare, Presidente, visto che questo tema, questo Gruppo, singoli Consiglieri del mio Gruppo l'hanno proposto in proposte di legge e in emendamenti alla legge finanziaria del 2012 (non quella del 2013), non ottenendo nessun tipo di risultato se non un generico impegno a ragionarci sopra e a pensarci sopra, ed è passato un anno. Come possiamo accontentarci di una generica affermazione contenuta all'interno della legge finanziaria tesa sostanziale a dire che entro tre mesi, o entro il 30 giugno, la Giunta regionale presenterà una proposta? Voglio tornare sul tema delle ATC, perché è esemplificativo di quanta distanza vi sia in questo momento tra il nostro sentire e il vostro proporre. C'è stato un momento, visto che noi gli emendamenti sulle ATC li abbiamo presentati molto tempo fa, in cui in Commissione è comparso un timidissimo emendamento firmato dall'allora Assessore all'edilizia residenziale pubblica, Cavallera, che rispetto alla nostra proposta di riduzione delle ATC a quattro o a una, proponeva di ridurre le ATC da sette a cinque, accorpando, di fatto, l'ATC di Novara con quella del VCO (che già esiste), l'ATC di Biella con quella di Vercelli, e quella di Asti con quella di Alessandra. Era una timida risposta al problema che noi ponevamo.
Però, lo avevamo colto come almeno un segnale di dire che questo tema può essere affrontato all'interno della legge finanziaria. Poi, ci confrontiamo, ci combattiamo con le armi dei ragionamenti e con le armi delle motivazioni. Improvvisamente, l'emendamento dell'Assessore Cavallera è stato ritirato. È stato ritirato. E allora, quando la Giunta presenta un emendamento su un tema su cui noi richiamiamo l'attenzione da oltre un anno, e poi ritira l'emendamento e ci viene riproposta la solita "smelinata" che propone di presentare il piano entro il 30 giugno...



(Commenti in aula)



RESCHIGNA Aldo

Presidente e Assessore, vi voglio ricordare quanti "30 giugno" c'erano nella legge finanziaria del 2012! Quanti "30 giugno" sono rimasti lì? Entro il 30 giugno doveva essere definita la riorganizzazione della spesa regionale; entro il 30 giugno doveva essere definito il programma di razionalizzazione delle partecipazioni; entro il 30 giugno doveva essere definito quant'altro.
Allora, non ci accontentiamo di beni generici. Abbiamo due modi per andare avanti molto chiari nella discussione sulla legge finanziaria e sulla legge di bilancio.
Il primo è riprendere nel merito la discussione su alcuni nodi (Federazioni, fondi immobiliari, ATC, riorganizzazione del sistema delle aree a tutela ambientale e poi, per quanto riguarda la legge di bilancio TPL e politiche sociali), e allora possiamo dedicare tutto il tempo a una dura discussione di merito. Che però ha un merito e un obiettivo di fondo: quello di costruire le condizioni sul futuro del Piemonte.
Altrimenti, si può andare avanti a passare il nostro tempo in un'Aula sorda, dove noi parliamo, dove la maggioranza fa altre cose, dove la Giunta, per dovere d'ufficio, ogni tanto deve anche ascoltare quello che diciamo.
Scegliete voi: per noi non c'è differenza. Quello che dev'essere chiaro e certo è sicuramente un fatto: i due documenti non possono uscire come sono entrati in Aula. Perché lo chiede il Gruppo del PD? No. Nel mio intervento sono partito da quello che succede fuori dall'istituzione della Regione: perché lo chiede il Piemonte.
E credo che un Governo regionale che non è capace di dialogare con quello che il Piemonte sta esprimendo oggi sia un Governo regionale che non ha molta strada davanti a sé.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Spero che il Presidente Cota intervenga anche dopo il mio intervento e visto che la seduta è convocata fino alle 19, non ruberò troppo tempo.
Intervengo come replica al mio intervento in qualità di relatore di minoranza. Una delle questioni, infatti, era proprio questa: dopo un dibattito totalmente surreale - perché al di là della collega Franchino che ora non vedo più, non si è sentito un solo intervento della maggioranza, neanche la lettura della relazione di maggioranza, come persino nel più scadente dei provvedimenti si fa - penso che queste leggi avrebbero bisogno di tutt'altra attenzione da parte della maggioranza. Che almeno il Presidente Cota si accingesse a intervenire subito dopo il collega Reschigna è un fatto positivo e infatti ascolteremo sicuramente con attenzione le sue parole al termine del mio intervento. Avremmo ovviamente gradito avere un dibattito con la maggioranza, che non c'è stato né in Commissione né, tanto meno, in Aula. Ci avviamo quindi probabilmente a recitare un monologo - magari con diversi attori, con diversi colleghi dell'opposizione - ma senza un particolare scambio di idee e di proposte.
Vado dunque a risottolineare i temi su cui ancora non ci sono state risposte. In parte - qualcosina - siamo riusciti a strappare dalla viva voce dell'Assessore Pichetto, ma ovviamente vogliamo risposte concrete chiare, efficaci, qui in Aula, che dovrebbe essere la sede della massima dialettica.
Uno dei temi che è stato portato prepotentemente dal mio Gruppo (dal sottoscritto) nella discussione sulla finanziaria 2013 è quello del fondo immobiliare sanitario; non ho avuto il tempo di parlarne durante la relazione di minoranza iniziale: questo è un tema fondamentale, è un tema che è stato introdotto nella finanziaria del 2013 e penso sia fondamentale ridiscuterlo in quella di quest'anno.
Come ho avuto modo di dire in Commissione - e penso che anche il Presidente Cota sia ampiamente informato - innanzitutto, secondo me l'articolo è scritto male, nel senso che non è chiara la distinzione dei due fondi immobiliari per come ci è stata presentata dall'Assessorato alla sanità; dico così perché oramai accostare un nome all'Assessorato alla sanità forse porta quasi sfortuna - mi si permetta questa battuta - nel senso che ne cambia almeno uno all'anno, con molta rapidità.
Le proposte da parte dell'Assessorato alla sanità di due fondi immobiliari separati non sono chiaramente recepiti nella formulazione del testo della legge finanziaria 2012. Come ho avuto modo di dire, quindi, c'è una frattura tra quello che si scrive nel comma 1 dell'articolo - in cui si dice che l'iscrizione nel piano delle alienazioni e valorizzazioni degli immobili ne determina l'immediata disponibilità del patrimonio - e quello che prescrive il Codice civile, che all'articolo 826 definisce come il patrimonio indisponibile delle Regioni e degli Enti locali sia quello, per esempio, rappresentato dagli immobili in cui siano presenti gli uffici della Regione e degli Enti strumentali (parliamo quindi anche delle ASL delle ASO, ecc.).
C'è dunque questa frattura che va chiarita e non a caso avete chiesto un parere alla Corte dei conti regionale. Però vi ho anticipato in Commissione - ma sicuramente già lo sapevate pienamente - che c'è già un parere della Corte dei conti, che pesa come un macigno su quest'operazione: il parere della Corte dei conti nazionale del 2009, in merito al caso della cartolarizzazione degli ospedali del Lazio, che ha bollato l'operazione del Lazio con il fondo SANIM come un'operazione che ha creato forti squilibri di bilancio, senza portare alcuna ricaduta positiva in relazione alla contestuale grave perdita patrimoniale. Ho recitato a memoria una riga della relazione della Corte dei Conti, che mi sembra sia inequivocabile.
Mi sembra quindi politicamente assurdo - e uso proprio il termine assurdo - andare a insistere su un progetto di speculazione immobiliare perché si tratta di questo - su degli immobili considerati dei beni da parte della popolazione, soprattutto per le attività che vi vengono svolte all'interno; quindi magari non per il valore intrinseco in sé, visto che molti ospedali sono vecchi e abbiamo detto non essere a norma con le ultime normative antincendio e di sicurezza, ma sono importanti e costituiscono beni fondamentali per i cittadini per le attività che vi vengono svolte dentro; e non è che le attività possano migrare: non stiamo parlando di un albergo, di un ristorante o di un bar, ma stiamo parlando di attività ospedaliere, Presidente Cota.
Su questo tema, quindi, solleciterò molto l'Aula, e spero anche la Giunta, per avere almeno una risposta, come ha detto l'Assessore Pichetto.
Assessore Pichetto, mi permetta: l'unica cosa che secondo me lei ad oggi ha un po' detto, fuori dalle righe, è "al massimo faremo un censimento". In un certo qual senso, la prenderei anche come una cosa positiva, nel senso che si tratterebbe di una retromarcia, però qua non possiamo ovviamente permetterci di dire e non dire, di parlare per mezze parole e soprattutto di non esporre la realtà dei fatti e delle cose: se la Giunta Cota sta retrocedendo dalla proposta del fondo immobiliare sanitario, qui siamo tutti contenti; non penso che ci potranno essere attacchi e saranno contenti anche i Piemontesi; la maggioranza avrà fatto una cosa giusta, nel senso che ha provato una strada, ha capito che non è percorribile o che non è giusto percorrerla e si torna indietro; l'opposizione ha fatto ovviamente la sua parte per segnalare le problematiche e siamo tutti felici e contenti! Dall'altra parte, di contro, se intendete invece andare avanti sulla proposta di fondo sanitario immobiliare, prendetevi le vostre responsabilità. Vi chiedo dunque di emendare l'articolo 7 della finanziaria 2012, renderlo più chiaro e scrivere nero su bianco che questa Giunta intende dare alla prossima - anzi, alle prossime Giunte, perché parliamo di 30 anni di fondo immobiliare: trent'anni! - un lascito di questo tipo, cioè quello di aver ceduto gli ospedali a un fondo immobiliare, cui dovremo pagare gli affitti, a cui lasceremo all'inizio tutta una serie di servizi non core, di property and facility management - pulizie, mensa riscaldamento, ecc. - e poi addirittura le prime attività diagnostiche, per poi magari passare alle attività core, proprie della sanità.
Questo, dunque, è quello che penso vi chiedano i piemontesi; ovviamente io posso parlare per una parte di loro, ma credo che questa sia una cosa condivisa, che va al di là delle divisioni tra Movimento 5 Stelle centrosinistra o centrodestra: penso sia una cosa veramente condivisa.
Questo, quindi, è un punto su cui gradirei che, anche in risposta ai nostri interventi, il Presidente Cota ci rispondesse.
Chiudo poi dicendo che sono convinto che - come già sollevato da altri colleghi dell'opposizione - sia necessario avere un minimo di chiarezza sui nuovi piani di rientro per quanto riguarda la sanità, da una parte, e la riorganizzazione del trasporto pubblico locale, dall'altra. Parlo di TPL e l'Assessore Bonino rientra, quindi si tratta di una cosa positiva.
Giunga quindi al Presidente Cota almeno l'invito di mandare gli Assessori competenti della sua Giunta qui in Aula a farci una relazione delle proposte puntuali prima dell'approvazione del bilancio: prima dell'approvazione del bilancio.
Ovviamente immagino che il nostro voto non sarà ugualmente favorevole però vi ripeto che non fare quanto richiesto sarebbe chiedere un atto di fiducia e di fede - che è dunque qualcosa in più della fiducia - cui obbligate sia l'opposizione sia i piemontesi. non si sa, cioè, di cosa si sta parlando; se non - e veramente chiudo - di qualche lettura di articoli di giornale.
Ritengo che questo non sia corretto in un momento così delicato per la Regione Piemonte, in un momento di così grande crisi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta regionale, Onorevole Roberto Cota.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Lascio subito la parola all'Assessore Pichetto per la replica.
Volevo però intanto cogliere l'occasione per ringraziare i colleghi di maggioranza e di opposizione per gli apporti che hanno recato durante questo dibattito, che è stato assolutamente un dibattito di merito.
Vorrei però, anche dopo aver sentito diversi interventi e, da ultimo anche quello del Consigliere Bono, dare la disponibilità della Giunta a riferire in Aula in ordine all'attuazione dei piani di rientro relativi alla sanità e al trasporto pubblico locale prima del voto definitivo sulla legge di bilancio.
Quindi, questa disponibilità c'è ed organizzeremo la comunicazione nelle prossime ore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Unendomi alle considerazioni del Presidente, ringrazio tutti per l'apporto che c'è stato durante i lavori di Commissione nei giorni scorsi e ancora questa mattina.
Nella mia replica, non potrò dare una risposta puntuale ad ogni intervento, ma credo che avremo occasione, nell'esame degli emendamenti, di trattare ancora, se non tutti, molti punti che sono stati evidenziati negli interventi di questa discussione generale.
doveroso innanzitutto ricordare alcune cose. Noi presentiamo un bilancio che è un bilancio che si può definire corretto, che ha un equilibrio strutturale. È un bilancio in equilibrio, con le entrate calcolate giuste; se mai un'accusa può esserci sulle entrate, è quella che in questo momento sono sottostimate, nel senso che non abbiamo aggiunto in più. Al limite, se qualcosa in più c'è, nel momento in cui andremo all'assestamento, avremo qualche "goccia di grasso", che non sarà grasso perché avremo delle esigenze che già ora sono state manifestate in diversi interventi e che, peraltro, sono le preoccupazioni non solo dei colleghi di opposizione e maggioranza che sono intervenuti, ma anche della Giunta regionale.
Vorrei ricordare che su questo bilancio abbiamo iscritto un recupero di 925 milioni di partite pregresse. Questo è l'importo, perché solo sul 2013 abbiamo iscritto 115 milioni di recupero della anticipazione della sanità quella del 2009 - l'operazione 2009 disimpegnata nel 2010 - ed un recupero di perenzioni del 2012 di 160 milioni, perché era un'altra criticità.
Inoltre, vi è un'integrazione sulla sanità 2013-2014 che è parte del piano che l'Assessore Cavallera per la sanità, così come la collega Bonino per i trasporti, comunicheranno come stato di avanzamento prima del voto finale di questo bilancio, come ha avuto modo di dire il Presidente.
un'integrazione, per quanto riguarda la sanità, superiore ai 50 milioni, che è a conoscenza di tutti. Un recupero dei debiti latenti delle Aziende Sanitarie Regionali che è di 865 milioni, 300 sul 2013 a copertura regionale, che sono quelli che ci porteranno alla canalizzazione delle entrate per il pagamento sugli anni futuri, ma che saranno oggetto del piano di rientro condiviso al Tavolo nazionale. Inoltre, vi è un recupero dello slittamento del TPL del 2012 e precedenti di 150 milioni, cioè 925 milioni.
Su un bilancio di 11 miliardi e 883 milioni, salvo le variazioni che vorrà e potrà fare il Consiglio in questa sede, abbiamo un fondo sanitario di sette miliardi e 660 milioni, un fondo trasporti di 485 milioni trasferimenti vincolati per un miliardo e 255 milioni, nonché risorse libere di due miliardi e 482 milioni, e in questa parola "libere" ci sono tutte le spese obbligatorie e vincolate della Regione. Gli stipendi non sono risorse libere, sono libere rispetto ai vincoli nazionali, ma sono un vincolo nostro.
Praticamente, abbiamo il 37% delle entrate non vincolate a livello statale che va a ripiano di disavanzi, slittamenti e riconciliazioni precedenti.
Sul triennale recuperiamo due miliardi e 700 milioni di queste partite perché vorrei ricordare che per un miliardo e 435 milioni sono iscritte sul 2014, ma perché sul 2014 avrà l'effetto il DL 35 (tuttora all'esame delle Camere, ma essendo un decreto legge, è tuttora in vigore), e per 271 milioni iscritti sul 2015.
Quindi, ecco perché mi permetto di dire che presentiamo un bilancio che ha dei dati che danno certezza, certezza di copertura sulla competenza e certezza di copertura sulla cassa, con una modulazione che chiaramente prevede, su una serie di partite, una modulazione sul triennale.
Il timore di tutti e da alcuni espresso anche in sede di dibattito generale, ma anche in Commissione, è quello di dover anticipare per ragioni di flusso di cassa, non di competenza, per obbligo di flusso di cassa e non di competenza. Usiamo questo termine, perché l'iscrizione in questo dell'IRPEF per 161 milioni, che ha competenza 2014, ma a cassa 2015, va un po' per le lunghe rispetto ai desiderata di recupero che sono espressi e che dovremmo avere con un'applicazione rigida del disegno di legge 174.
Questa era la parte dei dati, però ritengo, colleghi, che il dovere di una Giunta regionale, ma anche il dovere del Consiglio regionale, è il dovere di chi gestisce la più grande impresa di questa regione. È una regione con quattro milioni e mezzo di abitanti e che ha nell'istituzione Regione la più grande impresa, perché ragionando in termini di holding e aggiungendoci il sistema sanitario, abbiamo un numero di dipendenti che è ben oltre ciò che la storicamente più grande impresa di questa regione ha in questo momento. Noi siamo ad oltre 65 mila, questo è il dato della nostra realtà.
Sul nostro indebitamento, che in questo momento è di sei miliardi e 500 milioni di debito finanziario, e di oltre cinque miliardi di debito commerciale, abbiamo il 10% del prodotto interno lordo come indebitamento della nostra Regione. Il fatto di non pagare tempestivamente crea una sofferenza per tutta l'economia regionale. Non è solo la lamentela o il rincorre del creditore che, al limite, lo si fa sulla struttura, sui Consiglieri regionali e, a maggior ragione, sull'Assessore e sul Presidente della Regione.
Abbiamo la responsabilità di una parte della sofferenza del sistema dell'economia regionale in un momento dove la crisi mondiale, la crisi nazionale e il disagio del momento storico è già pesante. Questa pesantezza la vediamo in una serie di elementi.
Vorrei ricordare che in questa regione il tasso di occupazione è sceso dal 65,3% al 63,1% (è sceso del 2%). Abbiamo il 9,7% di disoccupazione.
Abbiamo avuto 143 milioni di ore di cassa integrazione nel 2012, in diminuzione rispetto al 2011, perché qualcosa sull'esportazione si è fatto fortunatamente. Ben lontano da quelli che potrebbero essere, e dovrebbero essere, gli obiettivi di livello economico e di tenuta sociale che potrebbe avere il Piemonte.
A fianco di un'azione, e lo dico come Assessore al bilancio, che ha un riferimento numerico consistente, dobbiamo dare delle certezza. Se noi riusciamo - e dico noi come Consiglio regionale, non la Giunta nell'obiettivo, che è raggiungibile con questi dati (è vero, un po' lacrime e sangue) a portare il sistema sanitario, che rappresenta otto miliardi e mezzo degli 11 miliardi e 800 del bilancio regionale per quanto riguarda la gestione diretta da parte della Regione, a luglio 2014, a pagare a 60 giorni, questa non sarebbe solo una vittoria della maggioranza, ma comporterebbe per tutto il Consiglio regionale la possibilità di dire: "Non sono d'accordo sulla scelta che ha fatto la Giunta Cota sul trasporto sulla sanità, sull'assistenza, sulla cultura e sul turismo, ma sono parte di un Ente che funziona. Ha sbagliato tutto la Giunta sulle sue scelte, ma sono parte della più grande azienda di questo territorio" - scusate il termine aziende, ma è un'azienda di erogazione - "che funziona, che risponde e che ha efficienza". Questo è un servizio che possiamo dare al Piemonte e abbiamo il dovere di darlo come piemontesi.
chiaro che, a fianco del dato numerico, vi è una serie di azioni che possiamo portare avanti: alcune, ancora inerenti al bilancio consisterebbero nel liberare da alcuni vincoli che irrigidiscono tantissimo il nostro sistema di bilancio. Piccoli passaggi li abbiamo fatti anche con alcuni emendamenti in Commissione, di cui ringrazio per l'apprezzamento, se non per il voto. Conosco il gioco delle parti, anche se sono della terza Repubblica (della prima siamo rimasti solo io e l'Assessore Cavallera), non il voto dell'opposizione.
Dobbiamo impegnarci, in un momento di cambiamento dell'economia regionale e della società regionale, a liberarci da una serie di vincoli che sono tarature storiche non ascrivibili a Tizio o a Caio, ma a quel tempo. Due mesi fa avete approvato una nuova legge urbanistica. È un passo avanti rispetto ad una legge urbanistiche. Apprezzavo la legge Astengo, che ha dato dei risultati, perché ci ha permesso di avere i piani regolatori in tutta la regione, prima di ogni altra regione, ma scontava le rigidità degli anni '70, quindi una mentalità dei primi anni '70 e ancora prima.
Il Consiglio ha approvato una nuova legge urbanistica: dovrà essere corretta, bisognerà collaudarla, ma questi sono i passaggi da fare.
All'interno della nostra azione legislativa, anche amministrativa per quanto riguarda la Giunta regionale e le parti deliberative, dobbiamo fare in modo di adeguare il nostro sistema ai tempi, di essere un po' più rapidi e veloci.
Noi non dobbiamo sentirci dire che non si risponde al telefono se si telefona in Regione, ma perché non dobbiamo creare le condizioni perch debbano telefonare in Regione. Questo è il passaggio fondamentale. Per fare questo è necessario che tutti facciamo anche uno sforzo ad uscire da quello che ogni tanto ci prende un po' tutti: il provincialismo, il "marchettismo", la passione per l'argomento che più ci appassiona (ognuno di noi ha un argomento che più lo appassiona).
Dare delle risposte sotto questo aspetto. Forse, sotto l'aspetto puramente economico del grasso che cola, i margini non ci sono più. Ritengo che i margini normativi e amministrativi siano ancora enormi nell'ambito regionale, per quel poco che ho ripreso a conoscere il sistema. Su questo accompagnare quello che è un cambiamento di pelle, di una regione che deve principalmente continuare a rimanere manifatturiera - questa è la nostra tradizione e la nostra storia - ma che può lanciarsi e coltivare anche le economie diverse.
Il dibattito in Commissione è stato un confronto di considerazioni un'analisi su turismo e cultura, sulle azioni venute anche dal passato, che hanno permesso a Torino e a questa regione di avere una parte della propria economia, pari al 6,5%, del PIL, che viene dalla cultura e dal turismo. Pi di dieci miliardi del prodotto interno lordo piemontese provengono da questo nuovo filone, ma aggiungiamoci ciò che negli ultimi vent'anni ha dato l'agricoltura, l'enogastronomia, quello che è stata l'innovazione e la modernizzazione di un sistema che erano visti, fino a qualche anno fa, con una certa riserva da chi aveva solo una mentalità manifatturiera.
questa l'azione che riteniamo debba andare avanti, senza dimenticare le criticità che abbiamo.
Collega Reschigna, noi non abdichiamo al nostro ruolo. Questa era una speranza che ha espresso nel suo primo intervento. Lei non abdica al proprio ruolo di opposizione, noi non abdichiamo al nostro ruolo di governo.
Noi sentiamo tutta le responsabilità del nostro ruolo di governo e quella che è la sfida del progetto del cambiamento. Questa sfida la giochiamo fino in fondo.
La questione non è dire "giochiamo, perché potrebbero richiamarci", ma accogliamo fino in fondo la sfida. Ci rendiamo conto di cosa succede fuori ma proprio su cosa succede fuori tentiamo, nella nostra modestia, di dare una lettura e di arrivare a delle conclusioni e delle proposte.
Le criticità. Le criticità sono tante e sono state elencante. Noi ci sentiamo impegnati nel tentare di risolvere queste criticità, ma non abbiamo la presunzione di dare una soluzione a tutto.
Si è citato il TPL e la sanità, ma su questo, nel mio intervento di replica, non vorrei più tornare, proprio perché gli Assessori Cavallera e Bonino, con la loro disponibilità ed il dovere che il Presidente ha rappresentato prima, faranno una comunicazione sullo stato d'avanzamento del lavoro svolto. Essendo stato impegnato con voi, devo dire di non aver più seguito, almeno nelle ultime ore, tali questioni.
Riguardo agli altri elementi di discussione che citava il collega Bono nella discussione avvenuta in Commissione abbiamo detto che si va avanti sul FIR e si va avanti sul FIS. Questo non significa vendere il patrimonio della sanità, ma significa, ad esempio, valorizzare tutto ciò che non è strettamente sanitario.
Poi, la valutazione su ciò che è strettamente sanitario sarà fatta dalla Giunta, ma questo avverrà in base al momento.
un po' come dire che, a fianco del costruendo grattacielo, abbiamo i volumi da vendere: è opportuno venderli adesso? Direi che adesso i prezzi mi sembrano un po' bassi e che non è il caso. Cerchiamo di valorizzare il nostro patrimonio! Avete visto che, a livello di bilancio, questo tipo di valutazione ci ha portati da 600 a 200 milioni, riducendo di 400 milioni la previsione di entrata su questo fronte. Pertanto, il tentativo, ma anche la sollecitazione a dare una lettura realistica, è stato colto e lo cogliamo così come cogliamo quella che è stata, da parte di molti colleghi, la richiesta d'attenzione a problemi che forse, in alcuni casi, vengono letti come microproblemi, ma tali non sono.
Quando la collega Manica ha sollevato la questione delle pari opportunità, forse qualcuno ha sorriso, invece si tratta di un tema serio perché nella sfida di crescita di questa realtà - una realtà altamente produttiva, in Piemonte - come tasso di occupazione siamo scesi mediamente dal 65,3 al 63%, anche se siamo ancora sette-otto punti al di sopra della media nazionale.
La nostra crescita, nel futuro, si gioca nel saper creare le condizioni di occupabilità femminile, ma tali condizioni passano attraverso alcuni punti denunciati come criticità, dalla maggioranza e dall'opposizione.
Ricordo l'intervento del Consigliere Carossa, stamattina, che era del tutto simile a quello di molti colleghi dell'opposizione, i quali sostenevano che la questione dei servizi sociali è strettamente legata a quella degli asili nido, ma anche al fatto di non dover imporre (ahimè, capita) principalmente al "mondo donna" di assistere gli anziani, impedendo un suo coinvolgimento nell'attività produttiva esterna.
Su questo c'è attenzione, da parte della Giunta e del Governo regionale.
Sul bilancio, dopo la verifica come mi sono impegnato a fare in seguito agli interventi avvenuti in Commissione da parte di maggioranza ed opposizione, presenterò un emendamento che prevede un incremento di 17 milioni del fondo riguardante l'assistenza sociale, le politiche sociali.
Questo, legato ai 22 milioni - se ricordo bene, collega Cavallera - di quota libera dei fondi nazionali, non porta sicuramente ad una sufficienza o ad un avanzo, ma ci fa fare un passo avanti.
uno sforzo che riusciamo a fare con grande fatica, credetemi: si tratta di andare a rastrellare in ogni angolo del bilancio regionale poiché il carico dei 925 milioni di pregressi su un anno ha il suo peso.
Credo che tutti si rendano conto di questo: immaginate, se non avessimo avuto questo carico pregresso, quale sarebbe stato lo spazio di 925 milioni di fondi liberi.
Questa, dunque, è una prima risposta.
Illustrerò in seguito altri emendamenti: sono piccole correzioni riferimenti o risposte che mi ero riservato di comunicare all'Aula, in Aula, durante i lavori di Commissione.
Andando avanti su questa strada, possiamo prestarci ad affrontare l'esercizio 2013 nell'ottica di dare qualche certezza, anche in un'ottica più ampia, che deve vedere una riforma del modello organizzativo della Regione, e quindi dell'utilizzo del personale nell'ambito regionale, ma non solo, utilizzando gli strumenti messi, in parte, nella manovra finanziaria in parte, strada facendo, che cercheremo di porre nella riforma istituzionale.
Non ignoriamo che ieri si è insediato un nuovo Governo, che ha dichiarato in modo esplicito che ci sarà il superamento delle Province.
Occorre, pertanto, ridisegnare l'assetto istituzionale, perché noi abbiamo trasferito e delegato funzioni alle Province, abbiamo trasferito personale, e qui si va ben oltre i 12 milioni e mezzo, che è il conteggio analitico del costo del personale trasferito, delle funzioni trasferite o delegate alle Province, o della partita dei 20 milioni rispetto ai 40 del complessivo, o dei dieci milioni che, a loro volta, le Province devono restituirci per i servizi sociali.
Abbiamo il dovere di darci un disegno e questo disegno non lo fa la Giunta da sola: la Giunta può proporre, e su questo dovremo esercitarci davvero in qualche riforma sostanziale, per avere un assetto che funzioni.
Tra l'altro, questo s'innesca in cambiamenti di Comunità montane Unioni dei Comuni, in una normativa nazionale che non è delle più lineari e certe.
Ecco perché voglio chiudere ribadendo il concetto iniziale, richiamando cioè quello che la Giunta sente come il dovere di dare certezze. Dare certezze significa ridare un po' di speranza ai piemontesi.
Ritengo che un passo avanti l'abbiamo fatto raccogliendo e conoscendo tutte le criticità che questo bilancio ha e l'iniziativa politica che questa Giunta può avere.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Pichetto.
Colleghi, considerando che siamo andati oltre le ore 19, penso che possiamo essere d'accordo nell'iniziare la seduta serale alle ore 20.30, anzich alle ore 20.
Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.20)



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