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Dettaglio seduta n.343 del 23/04/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 10.00 il Presidente Cattaneo comunica che per mancanza del numero legale la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Diritti umani - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Benessere animale

Proposta di legge n. 188, inerente a "Abolizione del Garante per i diritti degli animali, del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza e del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale" (richiesta inversione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Botta Franco Maria; ne ha facoltà.



BOTTA Franco Maria

Grazie, Presidente.
Chiedo, anche a nome della maggioranza, di poter invertire il punto 3) all'o.d.g. "Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 228 'Piano regionale di razionalizzazione delle partecipazioni regionali'" con il punto 4), Proposta di legge n. 188 "Abolizione del Garante per i diritti degli animali, del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza e del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale"), come concordato alcune settimane per l'approfondimento.
Grazie.



PRESIDENTE

L'Aula acconsente? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Volevo intervenire in senso contrario.
Non so se c'è stato un accordo con i Capigruppo in Conferenza dei Capigruppo. Se quest'accordo non c'è stato, per quanto ci riguarda siamo contrari, perché non vedo la necessità di anticipare la discussione sulla legge per l'abrogazione dei Garanti, quando abbiamo iniziato la discussione sul disegno di legge delle partecipate. C'è già stato il dibattito generale sul provvedimento e quindi, per quanto ci riguarda, siamo contrari, anche perché semmai c'era l'urgenza di nominare il Garante, non di abrogarlo.
Per questo motivo, per quanto ci riguarda, siamo fortemente contrari.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elio

Presidente, al punto 29) dell'o.d.g. è in discussione l'ordine del giorno "Linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia" presentato dal Consigliere Biolé ed altri. Poiché è stato presentato anche da parte mia, come Gruppo del PD, un ordine del giorno sullo stesso tema, chiederei di fare la discussione congiunta.



PRESIDENTE

Viene attratto. Quando discuteremo quel punto, ci sarà anche il suo ordine del giorno.
Pongo in votazione la richiesta di inversione dell'o.d.g. presentata dal collega Franco Maria Botta, il quale chiede di procedere alla discussione della proposta di legge n. 188, rubricata al n. 4) della convoca odierna precedentemente al punto 3) all'o.d.g., relativo al proseguimento dell'esame della proposta di deliberazione n. 228.
Votando "sì" si inverte il punto all'o.d.g.; votando "no" si mantiene l'o.d.g. come da convoca.
Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sulla richiesta d'inversione di punti all'o.d.g.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
I nostri lavori sono aggiornati di 30 minuti.
Ricordo che alle ore 11 è prevista la commemorazione di un collega Consigliere regionale scomparso, quindi chiederei un'attenzione nel coinvolgere i colleghi non presenti. Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.34 riprende alle ore 11.01)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il Presidente del Gruppo Fratelli d'Italia, Franco Maria Botta, ha proposto all'Aula, in apertura dei lavori, che in luogo del punto 3) all'o.d.g. odierno, relativo al proseguimento della proposta di deliberazione n. 228, si trattasse per prima la proposta di legge n. 188.
È intervenuto contro il Consigliere Muliere.
Abbiamo proceduto una votazione su cui è mancato il numero legale pertanto dobbiamo ripetere la votazione. Ricordo che chi vota "sì" è d'accordo ad intervenire i punti all'o.d.g.; chi vota "no" vuole mantenere la convoca com'è a vostre mani.
Il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione di punti all'o.d.g.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Prima di sospendere la seduta, procedo comunque alla commemorazione pertanto invito i colleghi a prendere posto e a spegnere i telefoni cellulari.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliere regionale Bartolomeo Martinetti deceduto il 6 marzo 2013


PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri regionali, il 6 marzo scorso è scomparso, all'età di 89 anni, il collega Prof. Bartolomeo Martinetti, Consigliere regionale nella III e IV Legislatura.
Nato a Mondovì il 22 settembre del 1923, è stato insegnante e direttore didattico. Dal 1958 al 1977 è stato Sindaco della città di Mondovì e in quel lungo periodo di impegno amministrativo ha operato in misura determinante per lo sviluppo della città, sia in campo economico-sociale sia in quello formativo e culturale.
È stato Presidente del Consorzio per lo Sviluppo Economico del Monregalese, del Comprensorio di Mondovì e del CORECO e, infine, Presidente dell'Area industriale Attrezzata di Mondovì.
Eletto per la prima volta in Consiglio regionale del Piemonte nel 1980 per la circoscrizione di Cuneo, nella lista per la Democrazia Cristiana, è stato componente della Commissione Urbanistica e Trasporti e della Commissione Sanità ed Assistenza.
Rieletto nella successiva legislatura, è stato Vicepresidente della Commissione Bilancio e componente della Commissione Cultura e Turismo della Commissione Affari Istituzionali e della Commissione Sanità ed Assistenza.
Con il Consiglio regionale del Piemonte ha sempre mantenuto uno stretto rapporto, partecipando attivamente alle iniziative dell'Associazione dei Consiglieri cessati dal mandato, sostenendone il ruolo e le finalità.
Purtroppo non ho avuto modo di conoscerlo personalmente, ma le testimonianze che ho raccolto mi permettono di evidenziarne le doti umane e politiche: un esempio di etica e di impegno per il bene comune.
Il professor Martinetti è ricordato, dai suoi concittadini e dai colleghi amministratori e politici, come persona retta, preparata profondamente impegnata al servizio del territorio e dei cittadini, che lo ricordano con affetto e grande rispetto.
Nel giorno delle esequie è stato proclamato il lutto cittadino e la Città di Mondovì si è fermata per rendergli omaggio.
Ai funerali, che si sono svolti l'8 marzo scorso, hanno partecipato il Consigliere Segretario Tullio Ponso e il Consigliere, ora Senatore della Repubblica, Mino Taricco, in rappresentanza del Consiglio regionale del Piemonte e della Regione Piemonte.
A figli Piercarlo, Rosa e Luisa, e alla sorella Piera desidero rinnovare, a nome dell'Assemblea regionale, le più sentite condoglianze e i sensi della nostra solidarietà e vicinanza.
Invito i presenti ad osservare un minuto di silenzio, in memoria del professor Bartolomeo Martinetti, già Consigliere regionale del Piemonte.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.06 riprende alle ore 11.30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Diritti umani - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Benessere animale

Proposta di legge n. 188, inerente a "Abolizione del Garante per i diritti degli animali, del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza e del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale" (richiesta inversione all'o.d.g.) (seguito)


PRESIDENTE

Ricordo che siamo in fase di votazione in quanto, per ben due volte, è mancato il numero legale rispetto alla proposta di inversione dei punti all'o.d.g. presentata dal Consigliere Botta Franco Maria.
Il Consigliere Botta chiede che in luogo del punto 3) all'o.d.g. - la proposta di deliberazione di n. 228, "Piano regionale di razionalizzazione delle partecipazioni regionali" - venga trattato il punto 4) all'o.d.g.
relativamente alla proposta di legge n. 188, "Abolizione del garante per i diritti degli animali, dal garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza e del garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive alla libertà personale".
Ricordo che il Consigliere Muliere è intervenuto in modo contrario alla proposta di inversione.
Chi vota "sì", condivide l'anticipazione del punto 4) rispetto al punto 3) chi vota "no" vuole mantenere la convoca, così come a vostre mani e inviata a domicilio.
Indìco la votazione palese sulla proposta di inversione di punti all'o.d.g.
Il Consiglio approva.
L'ordine del giorno è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento così come modificato.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 26 e 27 marzo 2013.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cota, Mastrullo, Motta Massimiliano e Spagnuolo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 9 aprile 2013.


Argomento:

e) Comunicazione relativa all'articolo 30, comma 9, del Regolamento interno.


PRESIDENTE

In data 13 aprile 2013 la III Commissione consiliare, riunita in sede legislativa, ha approvato all'unanimità la deliberazione legislativa avente per oggetto "Modifica della legge regionale 14 gennaio 2009, n. 1 Testo unico in materia di artigianato della legge regionale 9 dicembre 1992 n. 54 'Norme di attuazione della legge regionale 4 gennaio 1990, n. 1 disciplina dell'attività di estetista'".


Argomento:

f) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2013


PRESIDENTE

La Giunta regionale, in data 4 aprile 2013 ha trasmesso per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma VII dell'articolo 24 della legge regionale 7 2001, "Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte", due deliberazioni del 23 gennaio 2013 e due deliberazione del 29 gennaio 2013, ed infine una deliberazione del 30 gennaio 2013.
Gli allegati sono a disposizione dei Consiglieri presso l'Ufficio Aula.
Ricordo che al termine dei lavori della mattina si svolgerà in Sala A la Conferenza dei Capigruppo.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

g) Comunicazione del Presidente del Consiglio regionale al Presidente della Repubblica


PRESIDENTE

Informo l'Aula che, a nome del Consiglio regionale del Piemonte ho inviato al Capo dello Stato la seguente comunicazione: "Desidero esprimere a nome mio personale e del Consiglio regionale del Piemonte le più calorose congratulazioni per la sua rielezione a Presidente della Repubblica.
La sua generosità e il suo senso delle istituzioni continueranno ad essere un riferimento per tutti coloro che hanno un ruolo pubblico e per tutto il popolo italiano.
Il Presidente del Consiglio regionale del Piemonte: Valerio Cattaneo".



PRESIDENTE

Auguri al rieletto Presidente della Repubblica.
Ricordo che alle 14.30 è prevista la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.


Argomento: Diritti umani - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Benessere animale

Proposta di legge n. 188, inerente a "Abolizione del garante per i diritti degli animali, del garante regionale all'infanzia e all'adolescenza e del garante regionale alle persone sottoposte a misure restrittive alla libertà personale" (rinvio)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 34, comma IV, del Regolamento del Consiglio regionale è stata richiesta il richiamo in Aula della proposta di legge n.
188 e quindi, per questo motivo, è stata inserita all'o.d.g. in occasione della Conferenza dei Capigruppo.
Sono stati depositati emendamenti che saranno messi in linea. Il Presidente della I Commissione o il primo firmatario della legge intende presentare la proposta di legge? Poiché è stata richiamata in Aula, se fosse possibile, sarebbe opportuno che qualcuno tra i firmatari si arrogasse la responsabilità di presentarla, visto che si tratta di un tema importante. Non voglio sollecitare, tuttavia mi sembrerebbe utile.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.36 riprende alle ore 11.40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Sulla proposta di legge n. 188 sono stati depositati una serie significativa di emendamenti. Non è presente il primo firmatario. Tuttavia apertis verbis, avanzerei una proposta, anche sentita la Giunta regionale.
Se l'Aula acconsente, procederei alla trattazione del disegno di legge n.
265, "Disposizioni regionali in materia agricola".
Anche l'Assessore Sacchetto ribadisce l'utilità di affrontare questo tema. Sulla proposta di legge n. 188 ci sono una serie di emendamenti che introducono cambiamenti importanti.
L'Aula acconsente?



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame disegno di legge n. 265, inerente a "Disposizioni regionali in materia agricola"


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto il disegno di legge n. 265, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Mastrullo, che dà per letta la seguente relazione, il cui testo recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, il presente provvedimento si pone l'obiettivo di mettere in atto una molteplicità di interventi finalizzati allo sviluppo e al rafforzamento del comparto agricolo piemontese. Si provvede altresì alla modifica di alcune parti di leggi regionali vigenti al fine di prevederne una disciplina aggiornata alla situazione attuale.
La Commissione III ha svolto un approfondito esame del disegno di legge, dedicandovi 4 sedute e prevedendo anche lo svolgimento delle consultazioni on line con i soggetti interessati.
Si procede, di seguito, all'illustrazione dei singoli articoli.
L'articolo 1 istituisce un aiuto, nell'ambito del regime degli aiuti de minimis previsti dal regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione finalizzato alla copertura degli interessi bancari sostenuti dai consorzi di difesa delle colture agrarie che hanno stipulato per conto dei propri soci delle polizze assicurative agevolate contro le avversità atmosferiche a garanzia dei contributi statali previsti dalla normativa vigente relativamente ai premi delle annualità dal 2008 al 2011.
I consorzi di difesa sono nati per associare i produttori al fine di favorire la stipulazione di polizze assicurative agevolate dal concorso dello Stato nel pagamento dei premi: con il decreto legislativo 102/21004 tale ruolo è diventato molto importante in quanto solo coloro che assicurano le colture agrarie contro le avversità atmosferiche sono certi di salvaguardare il proprio reddito.
I consorzi di difesa operanti nel territorio piemontese 'spuntano' sul mercato i prezzi migliori per le polizze offrendole ai propri associati.
Inoltre tali soggetti anticipano alle compagnie assicurative l'intero ammontare del costo delle polizze richiedendo ai propri associati solo la quota di propria spettanza; la restante parte è coperta dal contributo dello Stato. Ciò comporta l'accensione di mutui con le banche che consentono il pagamento dell'intero ammontare dei primi delle polizze stesse, in attesa dei versamenti statali che avvengono in due tranche: un anticipo e un saldo, che dovrebbero essere di pari entità ( circa il 50 ciascuno).
Il problema risiede nei ritardi dei pagamenti da parte dello Stato.
Negli ultimi 7 o 8 anni il meccanismo di ritorno dei fondi anticipati dagli organismi di difesa si è bloccato per le croniche carenze del fondo di solidarietà nazionale, la cui copertura finanziaria non è più stata garantita nella misura necessaria e nei tempi certi come, invece, avveniva in precedenza; ne consegue che il pagamento del dovuto da parte dello Stato arriva anche con notevole ritardo ed in più versamenti (anche 2 o 3 acconti a cui segue il saldo) che si protraggono nel tempo.
I consorzi di difesa del Piemonte, a causa di tale situazione, hanno accumulato esposizioni bancarie che rischiano di ricadere pesantemente sui propri associati e sull'attività futura dei consorzi stessi. Già nel 2007 in regime di 'de minimis', la Regione era intervenuta con un contributo a sollievo della pesante situazione del triennio 2004-2006, come previsto nella legge finanziaria regionale (articolo 16, della legge regionale n.
9/2007).
Con il presente articolo si intende pertanto ridurre l'esposizione bancaria dei consorzi di difesa e quindi indirettamente ridurre il carico di spesa per i soci, prevedendo nell'articolo finanziario uno stanziamento di un milione di euro per ciascun anno del biennio 2013-2014, con il quale sarà possibile ridurre l'esposizione bancaria dai consorzi di poco oltre il 45%, vale a dire quali la metà della somma degli interessi maturati a causa dei ritardi dei pagamenti statali, il che rappresenta un sostegno notevole per la riduzione dei costi a carico dei singoli soci.
Con l'articolo 2 si intende rafforzare il sistema di garanzia dedicato al settore della produzione primaria.
A fronte della perdurante difficoltà di accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese, si ritiene opportuno e necessario agire con la razionalizzazione e la stabilizzazione dei sistema delle garanzie a beneficio delle imprese agricole, attraverso l'intervento sulla struttura patrimoniale dei confidi mediante la concessione di prestiti quindicennali da rimborsare alla scadenza in un'unica soluzione per un importo pari al valore nominale, decurtato delle somme eventualmente utilizzate a copertura delle predite per interventi in garanzia a favore delle imprese socie, e incrementato degli interessi. Nel corso dell'esame in sede di Commissione si è ampliata la categoria dei soggetti beneficiari dell'intervento: in accoglimento delle osservazioni di alcuni soggetti consultati, si è specificato che le cooperative e i consorzi di garanzia collettiva fidi per accedere al contributo, devono essere composti solo in misura 'prevalente' da imprenditori agricoli di cui all'articolo 2135 del codice civile, mentre nel testo originario questi ultimo dovevano rappresentare la totalità dei soci. In questo modo, saranno interessati anche i confidi che comprendono anche soggetti che svolgono la loro attività in agricoltura ma che hanno una ragione sociale differente rispetto agli imprenditori agricoli.
La somma stanziata per il presente intervento, come previsto nella norma finanziaria, ammonta ad un milione di euro per ciascuno anno del biennio 2013-2014.
L'articolo 3 provvede ad eliminare un adempimento che ha perso nel tempo la funzione originaria, diventando anacronistico. Già altre Regioni (Puglia, Emilia-Romagna e Toscana) hanno provveduto con norme analoghe ad escludere la necessità di licenze regionali per lo svolgimento delle attività di trebbiatura e sgranatura meccanica dei cereali e delle leguminose, con l'evidente risparmio di tempo per le aziende agricole e per gli uffici competenti (province) Relativamente all'articolo 4, occorre ricordare che, con la decisione del 20 febbraio 2006, il Consiglio dell'Unione Europea ha approvato gli orientamenti strategici comunitari per lo sviluppo rurale, ponendo particolare attenzione alla tutela delle risorse naturale e di paesaggi agrari tradizionali delle zone rurali, mediante la conservazione della biodiversità, la regimazione delle acque, la lotta al cambiamento climatico, la preservazione e lo sviluppo dell'attività agricola ad elevata valenza naturale.
Fra le azioni chiave indicate quali strumenti strategici, riveste particolare importanza l'incoraggiamento delle iniziative ambientali/economiche che consentono di rafforzare l'identità delle zone rurali e di loro prodotti alimentari e costituire la base per la crescita dell'occupazione creata dal turismo e dalla recettività di dette zone.
In questo contesto di politica comunitaria, la zootecnica dei territori montani del Piemonte rappresenta una delle principali risorse in termini economici, di conservazione paesaggistica, di utilizzo del territorio e di produzione di qualità. La montagna è infatti un serbatoio di razze autoctone che garantiscono, per caratteristiche genetiche e tipologia d'allevamento, la massima efficienza nell'utilizzo delle praterie, specie se acclivi o di interesse marginale e che rappresentano in Piemonte uno 'strumento' in grado di fornire un reddito agli allevatori.
Inoltre, la presenza dell'uomo svolge in questi territori una funzione fondamentale per la collettività, in quanto permette, oltre alla conservazione del paesaggio ed alla produzione di alimenti, la prevenzione di calamità naturali quali valanghe, frane, incendi attraverso la pulizia di fossi e canali ed il consumo delle biomasse dei pascoli, nonché la tutela della biodiversità attraverso l'allevamento di razze locali spesso in pericolo di estinzione ed il mantenimento della variabilità botanica caratteristica delle cotiche dei pascoli alpini.
Si può quindi affermare con sicurezza che i pascoli alpini sono un bene della collettività il cui utilizzo necessita di strumenti adeguati a garantire la conservazione della biodiversità, dei paesaggi e l'assetto idrogeologico territoriale.
Considerato che la superficie dei pascoli alpini piemontesi ammonta a 305.405, di cui circa il 42% di proprietà pubblica, con particolare rilevanza della proprietà comunale, risulta di peculiare importanza l'applicazione di una metodologia comune per l'utilizzo di queste risorse.
Con il presente articolo, la Regione intende fornire, nell'interesse della collettività piemontese, un supporto tecnico-amministrativo alla proprietà, soprattutto quella pubblica, ed agli allevatori al fine di migliorare il rapporto contrattuale e gli aspetti gestionali per il conseguimento degli obiettivi ambientali e territoriali, sia richiamando il rispetto delle leggi nazionali in materia di contratti agrari e di affitto dei fondi rustici, sia con l'emanazione di apposite disposizioni da parte della Giunta regionale, sentito il parere della Commissione consiliare competente.
L'articolo 5 è finalizzato alla modifica dell'articolo 47 della legge regionale 12 ottobre 1978, n. 63 (Interventi regionali in materia di agricoltura e foreste), con l'intento di adeguare alla situazione attuale la tipologia di enti aventi finalità di ricerca (quali ad esempio le fondazioni) cui la Regione può aderire; a tale fine il termine 'istituzioni' è stato sostituito con la proposta "enti". Considerato inoltre che non tutti gli enti di ricerca presentano quote annuali di partecipazione, si è provveduto a disciplinare anche tale eventualità. Da ultimo, al comma 9, lettera a) dell'articolo 47, si è rettificato il termine 'bilancio consuntivo', sostituendolo con "bilancio preventivo".
L'articolo 6 apporta alcune modifiche all'articolo 1, comma 1 e all'articolo 2, comma 1 della legge regionale 13 maggio 1980, n. 39 ( repressione delle frodi: sistema di rilevazione e controllo della produzione e del commercio dei prodotti vinicoli), che scaturiscono dalla necessità di adeguare le norme al nuovo quadro legislativo venutosi a creare dopo l'abrogazione del decreto del Presidente della Repubblica 10 giugno 1955, n. 987, relativo al decentramento di servizi del Ministero dell'agricoltura e delle foreste, avvenuta con l'adozione del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 comunemente conosciuto come 'decreto taglia leggi'.
Il suddetto d.p.r. era stato richiamato nell'articolo 2 della legge regionale n. 39/1980, laddove attribuiva alle Province i compiti relativi all'attività di vigilanza sulla preparazione e sul commercio di prodotti agricoli.
Si è pertanto dovuto tener conto del nuovo quadro normativo di riferimento elaborando la modifica degli articoli 1 e 2 della legge regionale citata al fine di garantire l'azione di vigilanza e controllo sul comparto vitivinicolo regolamentata dalla stessa legge regionale scongiurando, in tal modo, la limitazione all'azione delle Province.
Le modifiche alle legge regionale 9 agosto 1999, n. 21 (Norme in materia di bonifica e d'irrigazione), contenute nell'articolo 7 del presente provvedimento, consentono di semplificare e di snellire le procedure di approvazione delle modifiche degli statuti dei consorzi gestori dei comprensori irrigui e di favorire il riordino e la predisposizione di progetti per opere irrigue considerate strategiche.
L'articolo 8, inserito nel corso dell'esame in sede di Commissione, si è reso necessario in quanto il settore è sottoposto a proposte di normative inerenti a vari ambiti (ambiente, pianificazione territoriale, sanità, ecc) che spesso non considerano la specificità di tale settore, caratterizzato da una pluralità di piccole e piccolissime aziende, per le quali va considerato che il territorio e l'ambiente risultano indispensabili fattori di produzione.
Con l'articolo 9, inserito in sede di Commissione, è prevista la notifica alla Commissione europea, ai sensi degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea, degli atti emanati in applicazione della presente legge che prevedano l'attivazione di azioni configurabili come aiuti di Stato, ad eccezione dei casi in cui tali aiuti siano erogati in conformità e quanto previsto nei regolamenti comunitari di esenzione.
Infine, nell'articolo 10 è contenuta la norma finanziaria.
Considerata l'importanza del provvedimento per il settore agricolo, se ne raccomanda una rapida approvazione da parte dell'Aula consiliare".
Non essendovi richieste in sede di discussione generale, passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.45 riprende alle ore 11.47)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Chiedo ai Consiglieri Negro, Motta Angela, Botta Marco, Burzi e Carossa di avvicinarsi ai banchi della Presidenza, perché avete presentato un emendamento relativo all'articolo 21 bis su una legge che è composta da 10 articoli. Quindi, volevo solo capire che cosa intendevate presentare.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.49 riprende alle ore 11.51)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico "L. Einaudi" di Alba (CN)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe prima I dell'Istituto Tecnico "L. Einaudi" di Alba in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame disegno di legge n. 265, inerente a "Disposizioni regionali in materia agricola" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 265, inerente a "Disposizioni regionali in materia agricola".
Era stato messo in linea un emendamento rubricato erroneamente 21) bis.
Si tratta invece dell'emendamento rubricato n. 1), che istituisce l'articolo aggiuntivo 8 bis dopo l'articolo 8 che abbiamo già votato.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Motta Angela, Negro Botta Marco, Burzi e Carossa: "Misure di emergenza per la prevenzione e l'eradicazione di fitopatie ed infestazioni parassitarie) 1. Al settore Fitosanitario regionale compete, ai sensi dell'articolo 50 del D. Lgs. N. 214/2005: istituire quarantene fitosanitarie tese ad impedire la diffusione delle malattie pericolose e diffusibili prescrivendo le misure fitosanitarie idonee a prevenire la diffusione di organismi nocivi ingiungere l'estirpazione di piante che possano favorire la diffusione di organismi nocivi di rilevante importanza fitosanitaria, definendo le specie e le aree soggette all'estirpazione vietare temporaneamente, in tutto il territorio della Regione o in parte di esso, la messa a dimora di piante appartenenti a specie che possano favorire la diffusione di organismi nocivi di rilevante importanza fitosanitaria prescrivere le misure fitosanitarie necessarie, ivi compresi i trattamenti obbligatori, la distruzione dei vegetali e dei prodotti vegetali ritenuti contaminati, o sospetti tali, o ospiti degli organismi nocivi o dei loro vettori, nonché dei materiali di imballaggio, dei recipienti e di quant'altro possa essere veicolo di diffusione di organismi nocivi ai vegetali o dei loro vettori, in applicazione delle normative comunitarie e nazionali in materia.
2. I soggetti che non rispettano l'obbligo di estirpazione entro i termini fissati al riguardo dal Settore Fitosanitario regionale sono puniti con sanzione amministrativa pari a 0,3 euro per metro quadrato di superficie. La sanzione pecuniaria non può in ogni caso essere inferiore a 1.500,00 euro. Chiunque violi gli obblighi relativi all'esecuzione di trattamenti titolatrici obbligatori entro i termini fissati dal Settore Fitosanitario regionale è punito con sanzione amministrativa da 200 a 1.200 euro.
Oltre ad accertare la violazione delle prescrizioni di cui ai commi 1 e 2 gli organi di vigilanza dispongono l'esecuzione coatta delle misure fitosanitarie previste al comma 1 ponendo a carico del trasgressore le relative spese. La violazione delle prescrizioni di cui ai commi 1 e 2 comporta a carico del trasgressore la sospensione di ogni forma di contributo economico in ambito agricolo.
La vigilanza sull'applicazione del presente articolo è affidata ai competenti uffici della Regione e agli altri organi cui compete la vigilanza in materia agroambientale. I proventi derivanti dall'irrogazione delle sanzioni amministrative di cui al comma 2 sono destinati alla realizzazione degli interventi necessari all'attuazione delle misure di emergenza di cui al comma 1.
L'accertamento e l'applicazione delle sanzioni amministrative sono disciplinati dal Capo I della legge 24 novembre 1981, n. 689 (Modifica al sistema penale).
Specifici compiti relativi all'attuazione delle misure di emergenza di cui al comma 1 possono essere gestiti dalle province, dai Comuni e dalle Comunità montane a seguito di accordi con la Regione.".
La parola al Consigliere Negro per l'illustrazione.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Questo è un disegno di legge a difesa di quella malattia che si chiama flavescenza dorata, che sta distruggendo tutti i vigneti del Piemonte.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Il collega Negro sta illustrando l'emendamento che introduce l'articolo aggiuntivo che riguarda un tema sul quale il Consiglio regionale sta dibattendo da lustri, che è quello della flavescenza dorata.
Credo che dobbiamo mettere in condizione, almeno i colleghi che sono interessati al tema e che hanno proposto l'emendamento, di seguire questa presentazione e mettere in condizioni il Consiglio di sapere che cosa stiamo facendo.
Prego, Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Stavo dicendo che stiamo trattando un argomento di estrema importanza.
Sono firmatario. insieme alla collega Motta ed altri. di questo emendamento con l'obiettivo di introdurre dei paletti più incisivi e delle misure fitosanitarie necessarie, ivi compresi i trattamenti obbligatori anche ai terreni in stato di degrado che nessuno accudisce e creano gravi danni alla viticoltura del Piemonte.
Stiamo parlando del Neodryinus, che è una piccola farfalla che vola solamente di notte e va ad intaccare le foglie della vite e trasmette questa malattia nella linfa.
Al giorno d'oggi ancora non si è trovata una cura efficace, ma si cerca di affrontare il problema in maniera preventivo, obbligando i Sindaci a fare delle ordinanze, affinché tutti i terreni vengano mantenuti puliti.
Così facendo si riesce ad evitare il proliferare di questo Neodryinus cioè questa piccola farfalla che vola di notte, creando danni.
Teniamo conto che in Piemonte questa infestazione è cominciata ad Alessandria, poi è passata ad Asti ed ora è arrivata nell'Albese e, in particolare, nel Roero. Se andiamo avanti di questo passo, in dieci anni in tante zone del Piemonte si estingueranno i vitigni. Questo sarebbe un danno molto grave.
La Regione ha già fatto e sta facendo molto su questo problema, anche se a volte ci accusano di non fare niente.
Mi risulta che la Regione in questi ultimi anni abbia votato un progetto di terapia con il professor Mannini, che sta funzionando ma che ancora non è sufficiente.
La terapia non ha ancora dato i risultati che ci aspettavamo.
Dobbiamo continuare con questo progetto e dare la possibilità ai Sindaci di avere più garanzie, facendo delle ordinanze nei propri territori, per andare incontro e tutelare l'agricoltura, e la viticoltura in particolare, che sta soffrendo enormemente.
Invito tutti i presenti a votare all'unanimità questa legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marco Botta; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per rafforzare la pozione già espressa dal collega Negro. La situazione è proprio quella descritta: il rischio che si corre è grave e serio.
Al di là delle misure che già sono state intraprese, che pure sono tante, si fa presto da dire che la Regione e gli Enti non hanno lavorato.
Invece si è lavorato molto in termini di lotta contro questo parassita veramente terribile.
Si è lavorato molto, ma bisogna fare di più. Soprattutto, bisogna dare ai Comuni la possibilità di intervenire in maniera efficace. E bene ha fatto l'Assessore Sacchetto, e l'Assessorato in generale, a predisporre un regolamento rurale tipico che possa essere utilizzato da tutti i Comuni, in maniera tale da andare a colpire, dopo aver consigliato, suggerito e cercato di far comprendere il rischio, soprattutto nei terreni non più coltivati, coloro che non procedono all'estirpo e alla eliminazione del possibile contagio.
Guardate che una delle eccellenze della nostra Regione è proprio il vino: se non si entra in maniera decisa su questo problema, viene messa in discussione una parte importante del nostro territorio.
Ritengo quindi fondamentale il voto a questo emendamento, ma, più in generale, l'insieme delle misure che la Regione sta mettendo in capo. Non va dimenticata la volontà che dovranno dimostrare anche agli Amministratori locali, perché è facile dire che l'ente superiore, la Provincia o la Regione, non fanno niente.
Oggi, noi con una serie di misure, diamo la possibilità anche agli Amministratori locali più attenti, quelli che hanno voglia di assumersi delle responsabilità, di attivarsi. Certo il trattamento obbligatorio non suscita tanta simpatia in coloro che hanno abbandonato quei campi, che magari non sono più presenti su quel territorio o che si sono trasferiti altrove. Ma penso che i nostri Amministratori locali, i nostri Sindaci anche dei piccolissimi Comuni, abbiano la voglia, la capacità e il senso di responsabilità, attraverso le norme che stiamo mettendo a punto e i Regolamenti che stanno per essere distribuiti, di assumersi questa responsabilità per il bene del proprio territorio, per il bene di un'eccellenza piemontese qual è la nostra viticoltura.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento rubricato n. 1), che introduce l'articolo 8 bis, così come corretto negli errori formali: "Dopo l'articolo 21" diventa "Dopo l'articolo 8", "articolo 21 bis" diventa "articolo 8 bis"; infine è prevista una correzione tecnica al punto 6: le parole "Comunità montane" vengono sostituite e attualizzate, in accordo coi proponenti, con le parole "Unione di Comuni montani".
Assessore Sacchetto, vuole esprimere il parere della Giunta regionale?



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura e foreste

La Giunta regionale esprime parere favorevole.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), come modificato Il Consiglio approva.
Il voto è esteso all'articolo 8 bis.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 17 Consiglieri Il Consiglio approva.
Ricordo che alle ore 14.30 si terrà lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
I signori Capigruppo e la Giunta regionale sono convocati fra cinque minuti in Sala A, perché, come d'accordo, anticipiamo la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 12.04)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(I lavori proseguono alle ore 14.32 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1593 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Concorso per operatore socio-sanitario all'ASL TO5"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1593, presentata dalla Consigliera Artesio, che ha la parola per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
L'interrogazione posta all'Assessore alla tutela della salute riguarda il comportamento dell'ASL TO5, in particolare, riguarda le modalità con le quali questa Azienda ritiene, allo stato attuale delle mie conoscenze, di procedere al reclutamento di personale operatore socio-sanitario in ragione delle necessità di copertura dei servizi.
In passato, in base ad un indirizzo fornito dall'Amministrazione regionale, si era ritenuto prevalente, per l'interesse del sistema in termini di continuità delle prestazioni e per interesse di tutela dell'occupazione, che le Aziende, laddove intervenissero delle carenze di organico, procedessero alle assunzioni attraverso concorsi ad evidenza pubblica, anziché ricorrere ad affidamenti di servizi o ad agenzie interinali.
Risulterebbe infatti che anche l'azienda TO5, in passato, si fosse adeguata a questa raccomandazione fornita dall'Amministrazione regionale e avesse a suo tempo bandito un concorso. Concorso nel quale sono iscritti 54 aventi maturato requisiti tipo il superamento delle prove, tali da poter essere giudicati idonei.
Risulterebbe, se le informazioni non sono smentite, che anzich procedere man mano che si verificano e si manifestano possibilità di inserimento negli organici di personale dipendente con la graduatoria in essere di questo concorso, l'Azienda privilegi, invece, il ricorso alle agenzie interinali, con le ovvie conseguenze in termini di precarietà simmetrica, sia per quanto riguarda la continuità del lavoro degli interessati, sia per quanto riguarda la continuità assistenziale nei servizi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera, per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
In riferimento all'interrogazione, ovviamente, interpellato il Settore interessato della Direzione sanità, si sono assunte le informative per rispondere tempestivamente all'interpellanza.
Dalle osservazioni che emergono circa gli atti aziendali, è risultato che l'ASL aveva programmato un progressivo reclutamento di personale OSS da acquisirsi tramite graduatoria concorsuale nel triennio 2013-2015, con conseguente riduzione delle ore acquisite attraverso contratto di somministrazione, tant'è che l'azienda stessa ha già provveduto a rideterminare le ore acquisibili attraverso il contratto di somministrazione, riducendole dalle 79.632 del 2012 alle 50.377 del 2015.
Ferma restando la garanzia nell'erogazione dei servizi all'utenza ed il rispetto dei tetti di spesa a salvaguardia dell'equilibrio economico, va poi fatto rilevare che, essendo tuttora in corso un progetto per la realizzazione del nuovo assetto del Servizio Sanitario Regionale, solo dopo il riordino della rete ospedaliera e la conseguente rideterminazione della dotazione organica aziendale, sarà possibile una precisa individuazione del fabbisogno delle singole figure professionali. In una realtà di tal genere la scelta del ricorso a forme più flessibili di lavoro, senza penalizzare i cittadini utenti, rappresenta uno strumento più adatto alle esigenze del peculiare momento storico. La situazione è comunque da me osservata, perch è un'interessante sottolineatura di un passaggio nel quale meno ospedale più territorio dovrebbe solo spostare, in teoria, determinate figure che nel momento in cui fossero assunte definitivamente in un determinato posto diventa difficile spostare in altre parti.
In questo caso, la flessibilità sembrerebbe legata alla fase transitoria. Comunque, questo è il significato della risposta che mi è stata data dai responsabili della struttura. Grazie.


Argomento: Organizzazione scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 1592 presentata dalla Consigliera Montaruli, inerente a "Riorganizzazione rete scolastica sul territorio di San Mauro torinese" (risposta scritta)


PRESIDENTE

All'interrogazione a risposta immediata n. 1592, con il consenso dell'interrogante, Consigliera Montaruli, sarà fornita risposta scritta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1594 presentata dal Consigliere Muliere, inerente a "Tagli al personale alla TNT Express"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1594, presentata dal Consigliere Muliere, che ha la parola per l'illustrazione.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
La do per illustrata.



PRESIDENTE

Grazie, collega Muliere.
La parola all'Assessore Porchietto, per la risposta.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
In merito all'interrogazione posta dal Consigliere Muliere, volevo informare che TNT ha segnalato in una nota che potevano esserci delle incertezze di scenario economico sulla parte Deliver del gruppo.
Questo ha chiaramente evidenziato una certa preoccupazione ed allarmismo, tant'è che il 4 aprile la società ha incontrato le rappresentanze sindacali (a livello nazionale e non a livello territoriale), per valutare, qualora fosse stato necessario, anche un tavolo a carattere regionale, tant'è che la Regione è stata sistematicamente informata e ha preso contatto con le rappresentanze sindacali.
In quel frangente, le organizzazioni sindacali ci hanno evidenziato che la TNT non ha posto un tema legato ai livelli occupazionali nell'immediato ma non ha nascosto che in futuro potrebbero esserci delle valutazioni da prendere a livello occupazionale per in qualche modo contrastare delle criticità, ma che sono moderatamente ottimisti circa il fatto che l'azienda ha assicurato di non voler comunque procedere a nessuna azione unilaterale.
Pertanto, c'è un rapporto collaborativo tra rappresentanze sindacali e la società per valutare, non nell'immediato, ma con prospettive di più a medio termine, eventualmente, un ragionamento che potrebbe toccare i livelli occupazionali.
La Regione chiaramente si è resa disponibile sia nei confronti delle rappresentanze sindacali, sia nei confronti dell'azienda, ma a partire dalle Organizzazioni sindacali, in questo momento, non hanno ritenuto di dover chiedere la convocazione a un tavolo a livello regionale, ma ci hanno chiesto un monitoraggio della situazione.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1590 presentata dal Consigliere Negro, inerente a "Chiusura dell'ospedale S. Antonio RSA di Caraglio CN"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1590, presentata dal Consigliere Negro, che ha la parola per l'illustrazione.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Come descritto nel testo dell'interrogazione, l'Ospedale RSA di Caraglio è già stato oggetto di discussione più volte in quest'Aula. Ad oggi, tuttavia, una decisione definitiva non risulta essere stata assunta.
Con questa interrogazione si intende rimarcare il servizio svolto dalla struttura ai servizi del territorio, sia di quella parte dell'ASL CN1 che a supporto dell'ASL di Cuneo, Santa Croce.
È ben noto che l'immobile è stato debitamente ristrutturato per adeguarlo nella sua completezza, per una spesa che supera i due milioni di euro e si presenta quindi in perfetto stato, potendo assolvere i servizi in esso svolti.
Il parametro della vetustà degli immobili ospedalieri rappresenta una discriminante per le voci di spesa sanitarie. Anche la mozione presentata dal collega Rostagno e da me sottoposta offre una proposta degna di approfondimento, perché oggettivamente è rivolta a dare una riposta al territorio contemporaneamente alla razionalizzazione della spesa.
Quanto risulta, invece, da notizie giornalistiche, pare più un semplice spostamento di servizio di funzione da un luogo all'altro, senza un disegno chiaro che contemperi i contenimenti di spesa unitamente alle esigenze del territorio. A questo punto, io dico: è meglio un ulteriore approfondimento piuttosto che affrettare a non idonea soluzione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione di cui in oggetto, si riferisce quanto segue.
Le previsioni programmatiche regionali relative all'utilizzazione dell'ospedale di Caraglio derivano in particolare dalla delibera del Consiglio regionale 167-14087 del 3 aprile 2012 (approvazione del Piano Socio Sanitario) in cui tale presidio non è più inserito nella rete ospedaliera, come da relativa tabella del cap. 5.3.6. La delibera di Giunta regionale 6-5519 del 14 marzo 2013 prevede esplicitamente il trasferimento delle attività di ricovero dall'ospedale di Caraglio a quello di Fossano (in particolare si veda l'Allegato A alle pagg. 12 e 19) che riguarderanno le attività di Riabilitazione. I posti letto da prevedersi nell'area sovrazonale sud-ovest sono coerenti con il fabbisogno e con lo standard nazionale, pari a 0,7 per 1.000 abitanti. Come descritto nella citata delibera di Giunta regionale, i posti letto di lungodegenza sono stati calcolati sulla base del reale fabbisogno prevedibile in relazione alla complessiva attività ospedaliera e ad una degenza media nei reparti di 21 giorni. Le esigenze di cure post acuzie dovranno essere programmate con il corretto uso delle strutture socio-sanitarie presenti sul territorio e con l'utilizzazione delle nuove disponibilità di posti letto di continuità assistenziale a valenza sanitaria che deriveranno dalla trasformazione di posti letto delle RSA nelle tipologie previste dalla delibera di Giunta regionale 30 luglio 2012 n. 45-4248, di quelli convenzionati ai sensi dell'articolo 26 della 833/78 e delle Case di cura accreditate.
Questo è il punto di partenza, ben noto. Vi sono alcuni atti rispetto ai quali è stato chiesto di verificare meglio nell'ambito territoriale e ci sono rinvii in Commissione o comunque rinvii ad ulteriori approfondimenti della problematica, di cui abbiamo parlato anche recentemente nella IV Commissione. Di conseguenza, in questa sede non sono in grado di fornire adeguate anticipazioni, poiché non ho ancora compiuto tutti quegli approfondimenti che ho programmato anche utilizzando i prossimi ponti del 25 aprile e 1° maggio con i responsabili dell'ASO e dell'ASL di Cuneo, in modo da giungere definitivamente ad un'opinione, sulla base anche degli apporti che i Consiglieri del territorio hanno portato, per poi arrivare ad una discussione finale in Commissione e quindi, se del caso, in Aula.
Se non ricordo male, eravamo di fronte ad un ordine del giorno, e il Consigliere Negro ha aggiunto autorevolmente la sua voce a questa problematica; adesso l'ho richiamata nello stato dell'arte.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1597 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "La disattivazione dell'Ospedale Valdese"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1597 presentata dalla Consigliera Cerutti, che ha la parola per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Noi avevamo già presentato un question time simile rispetto al tema dell'Ospedale Valdese di Torino, anche perché vorremmo comprendere meglio dall'Assessore quali sono le sue indicazioni. Sapevamo che aveva preso una pausa per comprendere meglio lo stato dell'arte e sappiamo che nella programmazione sanitaria regionale approvata il 14 marzo 2013 è prevista entro il 30 giugno 2013, la disattivazione dell'Ospedale Valdese di Torino.
Attualmente la situazione è abbastanza confusa. Vorrei ricordare, per esempio, che la gastroenterologia (riguarda tre medici e qualche infermiere) è stata spostata al Martini dal 20 aprile, e lì l'attività continuerà in locali che non sono assolutamente al livello di quelli del Valdese, che tra l'altro erano stati appena rifatti, con ancora qualche lavoro in corso. La chirurgia (cinque medici) è stata spostata al Martini dal 18 aprile, in questo caso, tra l'altro, con una scarsa disponibilità di sale operatorie, con conseguente aumento dei tempi di attesa.
Al momento, l'oncologia (riguarda otto medici e vari infermieri) non si sposta, così come la cardiologia riabilitativa, che riguarda quattro medici e cinque infermieri. Il laboratorio è chiuso, ma forse è aperto un punto prelievi, mentre è ancora da definire che fine possano fare le apparecchiature di grande qualità. La radiologia è funzionante sino a quando non si sposteranno le apparecchiature all'Oftalmico (chiaramente considero tutto un po' rapidamente, visto il tempo a disposizione). Per quanto riguarda la senologia, nessuna press unit è stata aperta e attualmente le pazienti si rivolgono al Cottolengo, oppure si recano in altre cliniche private convenzionate ai confini tra la Lombardia e il Piemonte, con tempi di attesa ovviamente allungati, e tra l'altro con lo screening che faceva il Valdese completamente saltato. L'oculistica: anche qui abbiamo dei tempi di attesa che si sono allungati notevolmente.
L'ortopedia: 900 gli interventi complessivamente eseguiti dal service Valdese attualmente; di questi, però, circa il 25% è eseguito da una stessa quipe a Casale Monferrato, anche qui in una clinica privata convenzionata.
Tutto questo per dire che vorremmo capire meglio qual è la progettualità, che ci sembra un po' a spizzichi e bocconi e chiaramente poco compresa sia dal personale sanitario che dai malati e dalle malate.
Quindi la nostra interrogazione è volta a comprendere - sappiamo che c'è una discussione in Commissione, ma sappiamo anche che i tempi sono stretti e che, se man mano viene tutto smobilitato, è chiaro che la disattivazione anche se non riaffermata, è tale poi nei fatti - dal nuovo Assessore quali siano le indicazioni in merito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Per prima cosa, vorrei soffermarmi sulla più volte richiama necessità di incontrare il moderatore della Tavola Valdese. Sotto questo profilo abbiamo concordato un incontro - per la verità, avevo proposto addirittura questo venerdì ma, essendo un ponte, oggettivamente non vi era disponibilità, per cui l'appuntamento è stato fissato per il 6 maggio - con il moderatore della Tavola Valdese, il quale parteciperà con il responsabile della diaconia sinodale e con un esperto in campo medico.
Credo che questo possa essere un incontro importante perché, oltre all'apporto che ha dato finora l'Ospedale Valdese nel sistema degli ospedali torinesi e piemontesi, comunque c'è una storia, c'è una cultura ci sono delle situazioni che devono essere complessivamente valutate.
Nel momento in cui tutti gli ospedali sono diventati pubblici (anche il Valdese lo è diventato, inserendolo nella rete degli altri ospedali pubblici), credo che da un punto di vista di principio sia anche comprensibile che si possa fare un'ipotesi di riorganizzazione, com'è stata fatta, perché qui si tratta di erogare dei servizi, dato che si parla di bilanci pubblici, anche con un occhio ai budget.
Sta di fatto che alcune sollecitazioni, che sono contenute nell'interpellanza, alla quale rispondo intendendola come question time quindi on come un'interrogazione ordinaria dove c'è la possibilità di approfondire di più. Comunque la Consigliera ha richiamato anche la Commissione, insomma, abbiamo anche altre prenotazioni di risposte più articolate.
In questa sede posso dire che comunque il richiamo alla continuità del servizio a non creare disagi nei confronti dell'utenza, o pazienti che dir si voglia, è un richiamo che viene accolto e, naturalmente, anche se è solo un mese che sono lì, essendo di fronte a un programma operativo, collegato a un piano di rientro, dico che studino i competenti e i responsabili delle varie strutture tutte le riconversioni che sono necessarie, anche quelle innovative, eccetera, ma abbiamo sempre come principio l'accessibilità ai servizi e, diciamo, la continuità di questi servizi, che naturalmente deve entrare nel DNA degli operatori, al di là delle disposizioni che vengono dall'alto, perché, per chi ha già dei problemi di salute, se ancora non ha chiaro dove andare per le sedute successive e per gli accertamenti successivi, non credo che si crei un clima favorevole per il suo recupero.
Questo è quello che in questa sede potevo dire e naturalmente, anche qui, ci sarà una quadratura finale. Naturalmente, vediamo questo incontro con la Tavola Valdese, perché attribuisco una certa importanza a questo passaggio.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1596 presentata dal Consigliere Gariglio, inerente a "Ristrutturazione e riapertura della piscina presso il CTO-Città della Salute e della Scienza di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1596, presentata dal Consigliere Gariglio, che ha la parola per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Chiedo lumi alla Giunta regionale perché presso il CTO della Città della Salute di Torino è presente un sistema delle poche piscine pubbliche in tutto il Piemonte, con elevati standard di rieducazione motoria e funzionale, che ha avuto negli anni passati altissimi livelli di fruizione e che aveva un fatturato annuo di 517.500 euro, ampiamente aumentabili se ci fosse stato un uso ancor più assiduo della struttura compatibilmente con le caratteristiche che lo consentono.
Da tempo questa struttura, per problemi di infiltrazioni nelle vasche è chiusa in attesa di lavori di ristrutturazione. È stata chiusa nel dicembre 2012 e non è stata avanzata alcuna ipotesi riguardo i tempi di riattivazione.
I lavori di ristrutturazione hanno un costo stimato di 350.000 euro una somma considerevole, ma a fronte di quest'investimento - abbiamo già visto i dati forniti prima - come sarebbe possibile ricavare un fatturato ben maggiore? Allora, chiediamo alla Giunta regionale quali tempistiche siano previste per effettuare i lavori di ristrutturazione per rimettere in funzionamento la piscina.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera, per la riposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Dall'esame della documentazione disponibile, per quanto di competenza del Settore interessato, si comunica quanto segue.
Con la DGR del 29 marzo 2010 la Giunta regionale ha integrato e modificato le procedure amministrative e informatiche per la programmazione, la gestione e il monitoraggio degli investimenti in edilizia ed attrezzature sanitarie che era stata impostata con una precedente deliberazione del 2008. Do per scontate le premesse, che ovviamente corrispondono allo stato dell'arte.
Al punto 1) dell'allegato della sopraccitata deliberazione, denominata "Programma degli interventi", si evidenzia che le aziende regionali entro il 28 febbraio di ogni anni inseriscono e aggiornano le proposte di investimento relative agli interventi in edilizia ed attrezzature sanitarie nella procedura cosiddetta Edisan integrata (procedura informatizzata). Con deliberazione n. 207 il Commissario dell'Azienda Ospedaliera del CTO/Maria Adelaide ha trasmesso l'elenco degli interventi inseriti in Edisan di edilizia/attrezzature sanitarie per il triennio 2013-2015 dove, tra gli altri, risulta con il numero di priorità 7 per l'anno 2013 l'intervento denominato "CTO - opere di consolidamento della piscina FST: opere strutturali di consolidamento"; importo complessivo chiesto alla Regione ammonta a 400.000 euro. L'eventuale approvazione e il conseguente finanziamento di tale progetto verrà valutato nell'ambito della programmazione per il triennio 2013-2015, alla luce delle risorse finanziarie che saranno assegnate per gli investimenti in conto capitale in sede di bilancio.
Quindi, al momento il programma 2013-2014-2015 non è stato definito. La sollecitazione del Consigliere Gariglio viene ovviamente considerata da parte mia almeno per verificarla alla luce di quello che poi proporranno la Direzione e il Settore interessato.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1595 presentata dal Consigliere Rostagno, inerente a "Che cosa s'intende fare per la disastrosa situazione dei trasporti ferroviari in Provincia di Cuneo?"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1595, presentata dal Consigliere Rostagno, che ha la parola per l'illustrazione.



ROSTAGNO Elio

Grazie, Presidente.
M'inserisco su un tema che aveva già trattato il mio predecessore, il Consigliere Mino Taricco. Infatti, la questione è data. È datata ma non risolta, perché con l'introduzione dell'orario ferroviario del dicembre 2012 si sono verificate alcune inspiegabili modifiche che hanno danneggiato lavoratori e pendolari.
In particolare, su diverse linee della Provincia di Cuneo si segnalano dei disservizi che in qualche caso, con forse piccole modifiche di orario potrebbero essere risolti. Ne ho citati tre in interpellanza, perché sono stati oggetto di segnalazione molto marcata da parte di gruppi di pendolari effettivamente rappresentanti un problema veramente sentito.
Intanto, una riguarda il treno n. 4105, che da Carmagnola a Fossano è costantemente in ritardo, almeno due volte alla settimana, di oltre 20 minuti. Oltretutto questo treno è risultato pieno oltre ogni sopportabilità per il grande flusso di lavoratori e studenti che si viene a riscontrare dopo Cavallermaggiore a seguito della soppressione (con questo nuovo orario) del treno Bra-Cuneo, che raccoglieva una parte di questi utenti.
Poi, la seconda, che forse è quella più marcatamente sentita dai lavoratori della Alstom Ferroviaria di Savigliano, riguarda due casi che sono abbastanza gravi, che ritengo difficilmente sostenibile da delle persone che hanno già alle spalle turni di lavoro di otto ore. Chi termina il secondo turno in fabbrica alla Alstom Ferroviaria e proviene da Torino e da Cuneo e termina il lavoro alle 22 deve attendere il treno per il rientro, se a Torino, fino alle 22.56, quindi aggiungendo circa un'ora alla già lunga giornata. Inoltre, consideriamo che qualora quel convoglio venga soppresso, fino all'indomani mattina alle ore 5.12 non c'è un altro treno.
Quindi, devono bivaccare in stazione quelle volte che capita.
Succede che i lavoratori della stessa fabbrica diretti verso Cuneo sono obbligati ad utilizzare la macchina perché il treno, viceversa, che va verso Cuneo parte alle 22.03 e cessando il turno di lavoro alle ore 22, è chiaramente impossibile da prendersi. Quello successivo è alle ore 00.24 quindi potrebbe diventare una giornata di lavoro di una lunghezza non accettabile.
Questi disservizi, più che servizi, tra l'altro, nell'ultimo biennio sono stati registrati contestualmente ad un aumento di circa il 30% del costo del biglietto, quindi la cosa è particolarmente sofferta.
Inoltre, pur avendo soppresso per i treni regionali veloci sulla Torino Savona alcune fermate per guadagnare tempo (almeno così si prevedeva). Si riscontra che si è dato un disservizio a chi scendeva a quelle fermate, ma i tempi di percorrenza più o meno sono uguali.
Non essendo disponibile una risposta compiuta, mi accontento di quello che ci sarà adesso - e vorrei averne copia - però chiederei che mi venissero forniti in forma scritta dagli Uffici, appena disponibili, i dati richiesti.
Grazie, Assessore.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Il Consigliere già anticipa uno dei temi della risposta, nel senso che rispetto alle segnalazioni contenute nell'interrogazione, il Settore Servizi di Trasporto Pubblico della Regione Piemonte ha richiesto alla Direzione regionale di Trenitalia Piemonte i dati necessari per acquisire le motivazioni dei disagi lamentati. Appena questi dati saranno acquisiti verranno sicuramente trasmessi alla Commissione e al Consigliere.
La Direzione Trasporti, in preparazione degli incontri dell'Osservatorio per il Trasporto Pubblico Locale, che si terranno prima della prossima estate, affronterà le problematiche lamentate per trovare soluzioni idonee per migliorare i programmi di esercizio dei servizi ferroviari in questione.
Va da sé che eventuali maggiorazioni di corse dovranno essere valutate compatibilmente con le risorse disponibili.
Diverse, invece, sono le questioni legate alle flessibilità degli orari, su cui c'è l'impegno della Direzione ad una comunicazione in Commissione, rispetto agli aspetti più tecnici delle singole tratte dei singoli convogli.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 1598 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Completamento del SFM: quale priorità alle stazioni Dora e Zappata rispetto al tunnel di Corso Grosseto?"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1598, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Non me ne voglia l'Assessore Quaglia, ma ovviamente avrei preferito dal punto di vista tecnico e politico, la risposta dalla viva voce dell'Assessore Bonino, ma così è.
In questo caso ho inteso interrogare la Giunta in merito agli investimenti riguardanti gli ex fondi FAS - adesso si chiamano FSC Coesione e Sviluppo - riguardanti il Sistema Ferroviario Metropolitano della città di Torino.
Sappiamo che il sistema è partito il 9 dicembre 2012, dopo quasi trent'anni di lavoro per il passante ferroviario: nove chilometri che attraversano in galleria la città di Torino, permettendo di sanare quella ferita aperta, diciamo dal punto di vista urbanistico, che separava in due la città di Torino, permettendo la costruzione di cinque linee: la SFM1 da Pont Rivarolo a Chieri; la 2 da Pinerolo a Chivasso; la 3 da Torino a Susa e/o Bardonecchia; la 4 che collega Bra con Torino e poi ci sarebbe anche la 5, che dovrebbe collegare Torino all'aeroporto di Caselle e a Ceres, che però al momento è interrotta, perché nel progetto si è pensato di non riutilizzare il tunnel ferroviario esistente sotto via Stradella a Torino finito di costruire nel 1990 per i Mondiali di calcio, ma di costruire un nuovo tunnel ferroviario sotto corso Grosseto, quindi spostato di circa un chilometro, che dovrebbe costare oltre 160 milioni di euro, di cui 140 milioni di euro dai fondi FAS.
Nel frattempo, il sistema di stazioni di SFM di Torino è anch'esso monco, nel senso che mancano sia la Stazione Dora, dove al momento c'è l'interscambio con la linea esistente Torino-Ceres e quindi anche aeroporto di Caselle, sia la fermata Zappata. Queste fermate dovevano essere consegnate al grezzo da parte di RFI, e poi il Comune di Torino doveva investirsi di circa 40 milioni di euro per terminarle e mettere la fermata dei passeggeri anche lì.
È ovvio che è importantissimo avere queste fermate, perch permetterebbero a tanti utenti in più di utilizzare SFM come una metropolitana, riducendo l'acceso con i mezzi privati in città. Questo ovviamente avrebbe un costo molto minore rispetto alla costruzione del tunnel di Corso Grosseto, che da diversi studi fatti, anche da alcuni Comitati ma anche tecnici, al momento si potrebbe comunque soprassedere e mantenere il legamento tra la nuova stazione Dora - che si spera di realizzare - e SFM con la vecchia stazione Dora GTT, con un sistema di ascensori e tapis roulant, che permetta di collegare le due stazioni (essendo a due livelli altimetrici diversi in profondità nel sottosuolo).
Entrambi dovrebbero avere fondi FAS. In data 30 gennaio 2013, infatti abbiamo letto che sarebbero stati sbloccati 20 mila dai fondi CIPE e che la Regione avrebbe investito dieci milioni di euro per la realizzazione di queste stazioni e per l'acquisto di treni. Dalla Regione si sa solo che l'Assessore all'Ambiente Ravello è andato ad inaugurare l'acquisto di tre nuovi treni Coradia Meridian, acquistati con 16,5 milioni di euro da parte della Regione Piemonte (oggi l'Assessore Ravello è qui presente).
Quindi si sono acquistati i treni - benissimo - ma non si sono fatti gli investimenti e non c'è traccia, neanche nelle proposte di investimento del bilancio revisionale, anche pluriennale, autorizzatorio, degli investimenti per le stazioni ferroviarie di Zappata e Dora.
Termino chiedendo di sapere dall'Assessore Bonino - in questo caso dall'Assessore Quaglia - quali sono le priorità della Regione Piemonte, per l'utilizzo di questi fondi FSC per potenziare il Sistema Ferroviario Metropolitano, in un'ottica però immediata, Assessore: immagino che le stazioni si potrebbero fare in un anno, mentre per il tunnel di corso Grosseto ci vorrebbero anni e anni, in cui si creerebbero anche forti ed evidenti disagi agli automobilisti e ai commercianti.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Sull'interrogazione ho un testo che mi è stato fornito dagli Uffici, di cui darò copia all'interrogante. Rispetto a questo c'è una parte che ripercorre tutto il progetto che riguarda il progetto di interconnessione tra la ferroviaria Torino-Ceres e il passante RFI, perché in data 11/4/2003 la Presidenza dei Ministri e la Regione Piemonte hanno sottoscritto un'Intesa Generale Quadro, in cui sono individuate le infrastrutture di primario interesse nazionale, riconosciute strategiche per la Regione Piemonte. Tra tali interventi, al capitolo 3 "Sistemi Urbani e metropolitani", alla voce "Nodo ferroviario e stazioni", è compreso il collegamento della ferrovia Torino-Ceres alla rete RFI.
Mi concentro, rispetto alla richiesta dell'interrogazione, alle due fermate di cui all'oggetto dell'interrogazione.
Relativamente all'attivazione della fermata Dora sul Passante RFI, nel gennaio 2009 è stato sottoscritto il primo Atto aggiuntivo all'Intesa Generale Quadro tra Stato e Regione Piemonte, in cui è stato inserito l'intervento in argomento.
Attualmente, l'intervento è stato oggetto di un'analisi di fattibilità di RFI S.p.A., che ha previsto un costo pari a 23 milioni di euro. La relativa copertura finanziaria è prevista rispettivamente a carico dello Stato per 16 milioni di euro (a valere su risorse che non risultano ancora stanziate, ma che lo Stato si è impegnato a reperire con la sottoscrizione del succitato Atto) e della Regione Piemonte per sette milioni di euro, a valere su risorse finanziarie non ancora individuate.
Successivamente all'avvenuto stanziamento delle succitate risorse finanziarie, sarà possibile affidare a RFI la progettazione preliminare dell'intervento e avviare le successive fasi approvative.
Relativamente all'attivazione della fermata Zappata sul Passante RFI nel gennaio 2009 è stato sottoscritto il primo Atto aggiuntivo all'Intesa Generale Quadro tra Stato e Regione Piemonte, in cui è stato inserito l'intervento in argomento.
Attualmente, l'intervento è stato oggetto di un'analisi di fattibilità di RFI S.p.A., che ha previsto un costo pari a 15,75 milioni di euro. La relativa copertura finanziaria è prevista totalmente a carico dello Stato a valere su risorse che non risultano ancora stanziate, ma che lo Stato si è impegnato a reperire con la sottoscrizione del succitato Atto.
Successivamente all'avvenuto stanziamento delle succitate risorse finanziarie, sarà possibile affidare a RFI la progettazione preliminare dell'intervento e avviare le successive fasi approvative.


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione a risposta immediata n. 1591 presentata dal Consigliere Lupi, inerente a "No lift days: risparmio energetico"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1591, presentata dal Consigliere Lupi, che ha la parola per l'illustrazione.



LUPI Maurizio

Grazie,Presidente.
Parto da un breve presupposto. È chiaro che uno dei nostri compiti istituzionali principali è anche quello di valorizzare ed essere molto recettivi nei riguardi di tutte quelle iniziative, tutte quelle best practice, sviluppate in altri territori che possano essere caricate di una valenza positiva e che possono essere opportunamente trasferite anche sul territorio regionale.
L'iniziativa "No lift days" è un'iniziativa sviluppata dall'ENEA; è un'iniziativa finalizzata al risparmio energetico, che tende ad ottenere un risparmio energetico riducendo drasticamente l'utilizzo dell'ascensore.
Voi sapete che ci sono studi che hanno valutato come ogni singola corsa media in ascensore comporti un consumo energetico che è pari al consumo di due lampadine per un'ora. In un'epoca di necessità di risparmi e soprattutto, di risparmio energetico, questa è sicuramente un'iniziativa che ha un suo valore, perché parte da un'idea molto semplice: il semplice cambiamento di abitudini e di stili comportamentali che porta ad un risparmio economico ed energetico.
Per di più, nello specifico dell'esperienza sviluppata da ENEA, ci sarà una particolare attenzione che carica quest'esperienza anche di una valenza e di un'opportunità di carattere sanitario. Durante questo periodo verranno fatti dei rilevamenti relativi ai parametri cardio-vascolari e della forza muscolare degli arti inferiori di coloro che aderiranno a tale iniziativa.
Assommiamo ad una valenza di risparmio energetico, anche una valenza di opportunità e di efficienza del sistema sanitario.
Partendo da questo presupposto la domanda è se, visto che abbiamo i corsi della Regione e siamo in costante sforzo per cercare in qualche modo di ottenere una situazione economica di equilibrio, a livello di programmazione, una volta che verranno verificati eventualmente gli esiti positivi di questa sperimentazione, si abbia l'intenzione, anche a livello di struttura regionale, di seguire l'idea che ci propone l'ENEA.



PRESIDENTE

La risposta all'Assessore Vignale per la risposta.



VIGNALE Gian Luca, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Prima di dare la lettura della risposta che ho già trasmesso al Consigliere Lupi, è doveroso fare alcune considerazioni che distinguono i due aspetti che sono presenti nella sperimentazione di ENEA.
Da una parte, quello sul risparmio energetico, utilizzando buone pratiche all'interno degli uffici e sui quali è opportuno fare delle riflessioni, dall'altra il carattere sperimentale di carattere sanitario di prevenzione sanitaria che attiene al progetto.
Sulla prima partita, cioè quella della possibilità di utilizzazione di buone pratiche nel risparmio energetico, ve ne possono essere molte, non soltanto quelle come si dice all'interno del testo, del mantenimento dei 20 gradi come previsto da norma e non di gradi superiori. Per esempio, se guardiamo alcune esperienze fatte in Italia da alcune aziende private, vi è un'azienda lombarda che ha individuato una serie di buone pratiche energetiche da utilizzare all'interno delle proprie strutture, ribaltando il 50% del risparmio - assolutamente rilevante, considerando che si tratta di un'azienda di 50/60 dipendenti - sugli stipendi dei lavoratori. Quindi ha legato la buona pratica a un concetto di responsabilità interna che porta un beneficio per l'Ente e che viene distribuito un po' per le casse in quel caso dell'azienda e un po' per le casse dei lavoratori.
La campagna "Giornate senza ascensore" promossa dall'Unità Efficienze energetica" dell'Enea ha un'azione che si pone come finalità la sensibilizzazione su un uso intelligente e consapevole delle risorse energetiche ma, contemporaneamente, anche una maggiore informazione sui vantaggi per la salute derivanti dal fare le scale a piedi.
Oggi abbiamo, così come nel futuro palazzo unico, piani da raggiungere sui quali credo che anche l'incentivazione al non utilizzo dell'ascensore sarebbe particolarmente gravoso per molti dipendenti. Nel progetto, che è stato attivato solo nella sede di Roma e non esteso a tutti gli uffici territoriali dell'agenzia, sono coinvolti i dipendenti dell'ENEA, che rinunceranno all'uso dell'ascensore aziendale durante l'orario di lavoro rendendosi disponibili ad essere oggetto di osservazione da parte dei ricercato della Fondazione Santa Lucia per verificare gli effetti positivi dell'uso delle scale sui parametri cardiovascolari e sulla forza muscolare degli arti inferiori, e per conteggiare il risparmio energetico ottenuto.
Non vi sono motivi che neghino la possibilità di ripetere questo esperimento, in particolare modo relativamente alle buone pratiche di risparmio energetico, ma compatibilmente con le differenti situazioni.
La realizzazione di simili campagne, anche in ambito pubblico istituzionale, prevede infatti il superamento di alcune barriere, quali la difficoltà nella standardizzazione degli interventi, la promozione e la comunicazione delle campagna, oltre che la necessità di essere supportati da un équipe di ricerca per l'analisi degli effettivi risultati energetici e saltuari. Inoltre, l'attività richiede due tipi di intervento: la creazione della consapevolezza sul tema promuovendo azioni di sensibilizzazione finalizzate a creare adesione alle iniziative.
Vi è la necessità di comunicare i risultati delle sperimentazioni al fine di motivare i dipendenti e facilitare l'adesione a nuove iniziative ed essere proposti come buone pratiche da estendere ad altre amministrazioni pubbliche.
Cogliamo la richiesta che viene dal question time presentato dal Consigliere Lupi, in particolar modo cercando di individuare buone pratiche di risparmio energetico che già vengono effettuate all'interno dell'Ente ma che certamente possono essere migliorate.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico "L. Einaudi" di Alba (CN)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Tecnico "L. Einaudi" di Alba in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Ricordo che l'assenza della grande maggioranza dei Consiglieri e di Assessori è dovuta al momento particolare. Noi stiamo trattando in una fase che è sganciata dai lavori del Consiglio che si sono svolti questa mattina e non ci saranno nel pomeriggio, come prassi normale del martedì che vede una seduta al mattino e una al pomeriggio.
In base all'articolo 100 del Regolamento del Consiglio regionale stiamo trattando le interrogazioni e risposta immediata, dove gli Assessori rispondono alle interrogazioni dei Consiglieri. Questa fase riguarda solo gli interroganti e gli Assessori che devono rispondere. Tant'è che con questa ultima interrogazione che andremmo a trattare, si chiuderanno i lavori di questa parte dedicate alle interrogazioni.
Alle 15.30 è convocata la I Commissione, nella quale esamineremo il bilancio della Regione Piemonte, prima che arrivi in Aula.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 1599 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Fuoriuscita liquido radioattivo a Saluggia"


PRESIDENTE

Passiamo all'ultima interrogazione a risposta immediata, la n. 1599 presentata dal Consigliere Biolé.
La parola all'interrogante per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione si pone lo scopo di interrogare la Giunta e, in particolare, l'Assessore competente rispetto ad un evento che è stato segnalato alcuni giorni fa e che riguarda una delle vasche presenti presso l'impianto Eurex di Saluggia, che contiene liquido altamente radioattivo.
In particolare, durante i lavori per una copertura della vasca stessa, che opera ormai da decenni, in qualche modo è stata riscontrata una fessurazione e anche una fuoriuscita, seppure minima, del liquido in essa contenuto.
Da quanto ci risulta, entro il marzo 2013, quindi il mese scorso avrebbe dovuto essere fatto uno svuotamento della vasca, che non è stato fatto. Dai primi dati pare che questa fuoriuscita non sia quantitativamente una quantità estrema, però è chiaro che dal punto di vista della pericolosità pone un ulteriore campanello di allarme rispetto a quella che è la situazione del deposito, temporaneo ma molto problematico sul territorio piemontese, relativamente a tutto quello che è materiale di scarto e di risulta sia liquido che solido derivante dalla filiera nucleare, ormai conclusa in Italia da diversi decenni. Sono a chiedere all'Assessore una prima valutazione che, in parte, è già uscita sugli organi di stampa. Tali organi di stampa però riportavano un'ulteriore analisi che sarebbe stata svolta e che è in fase di svolgimento da parte dell'ARPA, perché sia la vicinanza del fiume Dora sia la vicinanza rispetto a queste vasche dei pozzi che alimentano l'acquedotto del Monferrato fanno presagire eventuali pericolosità ulteriori rispetto a quelle che già si sono riscontrate. Ritorno ad analizzare dal punto di vista più globale questo tipo di problematica, perché il 90% delle scorie è sempre presente sul nostro territorio, nonostante siano stati sottoscritti degli impegni a livello nazionale, regionale e anche internazionale, quindi questo è un problema che ritorna e che si ripresenta. Chiedo quindi a che punto sono i monitoraggi e quali sono ovviamente i risultati rispetto a questa nuova ulteriore problematica che si va a sommare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ravello per la risposta.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Prima di leggere la nota predisposta dagli Uffici, al collega interrogante vorrei ricordare in premessa che buona parte delle risposte alle richieste formulate in questa e peraltro in altre interrogazioni sono contenute negli atti di tutti i Tavoli della trasparenza nucleare che si sono svolti negli ultimi tre anni, l'ultimo dei quali del 13 febbraio ha visto, in particolare, una buona parte di approfondimento sulla problematica dei waste pond. Segnalo che una buona prassi che abbiamo ritenuto doveroso adottare come Assessorato all'ambiente è stata quella di invitare i membri della III, della IV e della V Commissione consiliare a partecipare ai lavori del Tavolo della trasparenza, proprio per favorire tutte le attività di conoscenza e di diffusione di informazioni sensibili oggetto di un tema decisamente delicato, ma soprattutto per prevenire dubbi e preoccupazioni e, quando peggio, allarmi. Invito alla presenza che almeno nell'ultima occasione, non è stato seguito dagli iscritti alle già citate Commissioni.
Nel corso dei lavori di questo Tavolo la Sogin ha evidenziato che cosa sono i waste pond, cioè vasche da 1000 mc a cielo aperto, in esercizio dal 1970 e la loro configurazione riflette i criteri progettuali dell'epoca.
In occasione di ogni svuotamento viene controllato lo stato di conservazione (rivestimento interno ed aspetti strutturali) e gli stessi vengono sottoposti a periodici interventi di manutenzione.
Gli effluenti liquidi dell'impianto vengono monitorati radiologicamente in modo sistematico e raccolti nei waste pond da dove vengono periodicamente scaricati nella Dora Baltea nel rispetto della formula di scarico autorizzate. Prima di ogni rilascio nel fiume vengono effettuate congiuntamente ad ARPA Piemonte analisi chimiche e radiochimiche sui liquidi da scaricare ed il rispetto della formula di scarico è verificata dall'Autorità di Controllo (ISPRA) nell'ambito della sua attività di vigilanza.
Nel corso delle attività di svuotamento e bonifica della piscina di stoccaggio del combustibile irraggiato, concluse nel 2008, nel waste pond 719 furono accumulati liquidi provenienti dalle attività di impianto e il contenuto non venne rilasciato e fu programmata, tra le ordinarie attività di gestione dell'impianto, un'azione di purificazione preventiva allo scarico, da effettuarsi non appena opportuno, non sussistendo alcun motivo di preoccupazione.
L'acqua contenuta nel WP 719 sarà pertanto purificata e scaricata nella Dora Baltea attraverso l'adiacente WP 718 e per i sedimenti presenti sul fondo si sta studiando un sistema di raccolta e successivo condizionamento analogamente a quanto previsto per i sedimenti provenienti dal trattamento dell'acqua della piscina.
Inoltre, una verifica puntuale di integrità delle linee a valle dei waste pond verso la Dora Baltea ne ha dimostrato l'integrità e le analisi effettuate nei piezometri più vicini non hanno evidenziato contaminazioni.
È inoltre in corso la realizzazione di due ulteriori piezometri, che verranno ubicati immediatamente a valle dei waste pond stessi, nel verso di scorrimento della falda superficiale.
Nel corso della riunione del 13 febbraio del "Tavolo della trasparenza nucleare" anche l'ISPRA e l'ARPA hanno fornito, per gli aspetti di loro competenza, un aggiornamento inerente la problematica dei waste pond.
Tutti gli atti del Tavolo di trasparenza sono stati dalla Regione Piemonte pubblicato sul sito internet istituzionale. Credendo di fare cosa utile, ne ho fatto una stampa che consegnerò al Consigliere Biolé insieme al testo della risposta all'interrogazione.
In particolare, l'Istituto e l'Agenzia hanno comunicato che il liquido contenuto nel waste pond 719 presenta delle concentrazioni che sono coerenti con le vigenti prescrizioni di impianto, ma che non permetterebbero, ove venisse scaricato, il rispetto della non rilevanza radiologica stabilito dalle norme comunitarie (valore di dose alla popolazione pari a dieci microSievert/anno).
Si evidenzia al proposito che l'adozione di tale criterio di non rilevanza radiologica nella normativa nazionale pone in Italia requisiti di radioprotezione più stringenti che in alcuni altri Paesi in ambito europeo dove sono utilizzati livelli superiori.
Nello specifico, per quanto riguarda i liquidi i risultati delle analisi forniti dalla Sogin e confermati dall'ARPA indicano valori di concentrazione di Cesio 137, Americio 241 e Stronzio 90 che sono di poco superiori ai limiti fissati nel 2008 per lo scarico dell'acqua della piscina. I risultati dell'analisi radiometriche del corpo di fondo forniti dalla Sogin indicano concentrazioni massime di alcune decine di migliaia di Becquerel/l per il Cesio 137 e circa 2000 Bq/l per l'Americio 241.
I risultati dell'analisi confermano la necessità di provvedere ad un trattamento dell'acqua prima del suo scarico, nonché ad una separazione dei sedimenti ed al trattamento degli stessi come rifiuto radioattivo. A tal fine è previsto che la Sogin trasmetta all'ISPRA un piano operativo per pervenire alla conclusione delle operazioni entro l'estate.
Inoltre l'ARPA ha effettuato prelievi di acqua superficiale dai pozzi di controllo ritenuti come più significativi tra quelli disponibili al momento del prelievo e non è stata rilevata traccia di isotopi radioattivi di origine superficiale.
È doveroso sottolineare che l'ISPRA ha evidenziato che non sono state ravvisate situazioni di emergenza in atto o incombenti e che un rilascio incontrollato del contenuto della vasca è molto improbabile per la configurazione dell'impianto.
Per quanto attiene la recentissima scoperta, nel corso dei lavori preparatori per la copertura dei waste pond, di umidità affioranti dal rivestimento impermeabilizzante collocato all'esterno del waste pond 719 si comunica che la Regione ha immediatamente chiesto all'esercente di terminare al più presto la realizzazione di due nuovi piezometri previsti e di essere tenuta prontamente informata sugli esiti degli approfondimenti in corso sulle azioni pianificate.
L'ARPA, in accordo con ISPRA, si è immediatamente attivata prelevando un campione di effluenti liquidi dal waste pond 718, necessario per consentire lo scarico in Dora Baltea, e il successivo travaso nello stesso del liquido contenuto nel waste pond 719, e due campioni di terreno di scavo nella zona interessata dalla perdita. Le analisi in corso sui campioni di terreno forniranno indicazioni sulla distribuzione della contaminazione del suolo nella zona immediatamente circostante il waste pond 719, ma si conferma che secondo i dati e i rilevamenti finora effettuati vengono escluse conseguenze radiologiche per l'ambiente e la popolazione.
Nei prossimi giorni, tra l'altro, saranno disponibili ulteriori dati relativi ad approfondimenti che l'ARPA ha effettuato, ma le verifiche effettuate finora nell'area del Campo Pozzi dell'Acquedotto del Monferrato che lei naturalmente cita nell'interrogazione, hanno escluso qualunque tipo di contaminazione.
Occorre poi evidenziare che il comprensorio nucleare di Saluggia, che oltre all'Eurex comprende anche gli impianti della Società Deposito Avogadro e della Sorin, è oggetto ormai da anni delle attività del "Tavolo tecnico nucleare", a cui partecipano tutti i soggetti, locali e centrali interessati alla problematica della messa in sicurezza e della disattivazione delle installazioni nucleari del sito.
Le attività - indagini documentali, sopralluoghi in impianto, campagne di monitoraggio radiologico, approfondimenti idrogeologici - condotte nel corso degli anni dagli esercenti, dall'ARPA e dall'ISPRA, hanno permesso di individuare le situazioni che necessitano di interventi finalizzati a incrementare la sicurezza del comprensorio e di stabilire le conseguenti azioni di rimedio. In particolare, nel corso dell'ultima riunione del Tavolo, è stato stabilito un nuovo programma di monitoraggio radiologico della falda acquifera che prevede il campionamento e l'analisi in ben 24 punti di prelievo.
È innegabile, infine, che quanto occorso in relazione ai waste pond conferma ancora una volta l'assoluta correttezza della politica regionale che vede con favore la realizzazione di tutte le azioni e delle infrastrutture intermedie finalizzate a incrementare le condizioni di sicurezza dei siti, in attesa del loro definitivo rilascio privi di vincoli radiologici.
Tale posizione, unitamente alla necessità di procedere senza indugio alla costruzione del deposito unico nazionale, è stata ripetutamente manifestata anche alle Amministrazioni centrali (Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero dell'Ambiente).
In conclusione, il fatto di essere venuti a conoscenza del problema oggetto di questa discussione, rappresenta, per certi versi, una nota positiva, cioè dimostra come le attività e tutte le azioni continue di monitoraggio abbiano consentito a tutti i soggetti preposti al controllo e alla vigilanza di venire immediatamente a conoscenza di una situazione di criticità, fortunatamente, almeno sulla base dei dati finora in nostro possesso, assolutamente contenuta.
Mi permetto di concludere rivolgendo un nuovo appello affinché il più che legittimo lavoro di ciascuno di noi si svolga nel rispetto di un principio, quello secondo cui è scorretto e pericoloso soffiare sul fuoco dei sospetti e degli allarmi; sospetti che pare vogliano continuamente mettere in dubbio il buon operato di tutte le Amministrazioni coinvolte nella più grande opera di bonifica attualmente in atto nel nostro Paese, e soprattutto la loro correttezza prima di tutto sul piano istituzionale.
Tutte le informazioni vengono trasferite attraverso procedure standardizzate e nulla è omesso. Anzi, l'Assessorato all'ambiente, in particolare, favorisce in ogni modo la massima partecipazione delle Amministrazioni e del Consiglio regionale e di tutti i vari portatori di interesse per una pronta conoscenza delle dinamiche di smantellamento di tutti i siti e, soprattutto, di condivisione dei problemi che si presentano.
Lei, Consigliere Biolé, ha ricordato degli impegni sottoscritti, tra i quali vi sono impegni che vedono coinvolta l'Italia in accordi internazionali. Ricordo, tra questi, il trasporto verso l'estero delle scorie che progressivamente vengono liberate: lei sa bene quanto questo tema sia oggetto di ampi e accesi dibattiti ogniqualvolta si organizza e si pianifica un'attività di trasporto. Il sottoscritto, ad ogni occasione in cui è stato effettuato un trasporto, si è presentato in Aula per rispondere sempre alle stesse domande, che pare, anche in questo caso, vogliano mettere in discussione l'utilità stessa dell'operazione.
Prima di tutto, vorrei - di questo sarei particolarmente felice - che si arrivasse ad una consapevolezza e si maturasse la condivisione prima di tutto sull'obiettivo e sul principio: il Piemonte vuole essere libero da tutte le presenze, su cui attualmente si sta intervenendo, di materiali radioattivi. Ma perché ciò sia possibile è necessaria la col laborazione di tutti; è necessaria la partecipazione di tutti; è necessario il coinvolgimento di tutti. Coinvolgimento che mi auguro sia libero da dinamiche elettorali, da polemiche politiche, molto spesso pretestuose basate su ingiusti, scorretti e assolutamente infondati sospetti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Con questa risposta termina la parte dedicata alle interrogazioni a risposta immediata.
Informo il collega rimasto che dalle ore 15.30 dovrebbe essere in corso in Sala dei Morando la I Commissione. Naturalmente l'informazione, oltre che essere rivolta al Consigliere, è indirizzata a quanti possano esserne interessati o hanno titolo a partecipare (ricordo che le nostre sedute di Commissione non sono pubbliche).
Grazie ancora a tutti.
Auguro buon pomeriggio e buon lavoro.



(Alle ore 15.39 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



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