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Dettaglio seduta n.341 del 09/04/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


(Alle ore 10.00 il Consigliere Segretario Novero comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 10.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Invito i colleghi Consiglieri a prendere posto.


Argomento: Diritto di asilo - Profughi

Ordine del giorno n. 990 presentato dai Consiglieri Cerutti, Biolé e Pentenero, inerente a "Politiche di accoglienza e legge sul diritto di asilo" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Chiedo, visto il tema molto attuale, in merito al fatto che...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera Cerutti.
Per favore, colleghi, dobbiamo incominciare la seduta. La Consigliera Cerutti avanza delle proposte, se non ascoltate poi chiederete di ripetere.
Prego, Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Visto il tema molto attuale e - devo dire - anche l'assenza a livello nazionale, sulla questione, chiedo l'iscrizione all'ordine dei lavori di oggi di un ordine del giorno avente per oggetto "Politiche di accoglienza e legge sul diritto di asilo".


Argomento: Trasporti su ferro

Ordine del giorno n. 991 presentato dai Consiglieri Biolé, Cerutti Buquicchio e Negro, inerente a "Linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biolé; ne ha facoltà.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Vista la tematica molto attuale e poiché, sia a livello istituzionale sia a livello cittadino, sono molti coloro che si sono espressi in proposito, chiedo l'inserimento di un ordine del giorno che ho depositato pochi minuti fa, ad oggetto "Linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia" ovviamente per la sua salvaguardia. Grazie.


Argomento: Parchi e riserve

Mozione n. 992 presentata dai Consiglieri Pentenero, Cerutti, Boeti, Manica e Stara, inerente a "Posizione del Commissario straordinario dell'Ente di gestione delle aree protette dell'area metropolitana di Torino in merito alla realizzazione di impianto fotovoltaico" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Poiché si terrà la Conferenza dei Servizi in merito ad un impianto fotovoltaico nella Riserva della Vaude, chiedo l'iscrizione di una mozione riguardante l'autorizzazione che la Regione dovrà esprimere in merito alla realizzare di quell'impianto.



PRESIDENTE

Propongo, pertanto, all'Aula di iscrivere all'o.d.g., in coda ai lavori odierni, gli ordini del giorno presentati dai Consiglieri Cerutti, Biolé e Pentenero.
L'Aula acconsente? Grazie.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento, così come modificato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Formagnana, Gregorio, Motta Massimiliano, Sacchetto e Spagnuolo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 26 e 27/03/2013.


Argomento:

d) Promulgazione e pubblicazione deliberazione statutaria


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 102 dello Statuto, sono trascorsi i termini dei tre mesi per la presentazione della richiesta di referendum popolare alla deliberazione di revisione statutaria, istituzione Collegio dei Revisori dei Conti, in modifica alla legge regionale statutaria 4 marzo 2005 n. 1 Statuto della Regione Piemonte.
Pertanto, la stessa sarà promulgata e pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione.


Argomento:

e) Ricevimento delegazione Sindaci ASL TO5


PRESIDENTE

Informo che oggi, alle ore 13, presso la Sala Viglione sarà ricevuta una delegazione dei 40 Sindaci dell'ASL TO5.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 19 e 20 marzo 2013.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1515 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Rischio chiusura tubificio Marcegalia di Pozzolo Formigaro (AL)" (risposta scritta)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1516 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Esuberi alla KME di Serravalle Scrivia" (risposta scritta)

Argomento: Benessere animale

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1511 presentata dai Consiglieri Muliere e Reschigna, inerente a "Quale futuro per i centri di recupero per gli animali selvatici (CRAS)" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", comunico che alle interrogazioni a risposta indifferibile e urgente n. 1515 e n. 1516 presentate dalla Consigliera Artesio e n. 1511 presentata dai Consiglieri Muliere e Reschigna sarà data risposta scritta.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Esame proposta di deliberazione n. 268, inerente a "Elezione di tre delegati della Regione Piemonte per l'elezione del Presidente della Repubblica"


PRESIDENTE

Richiamo l'attenzione dell'Aula, poiché dobbiamo procedere all'esame di un punto importante dell'o.d.g.
Invito i colleghi a prendere posto.
Iniziamo i lavori odierni con l'esame della proposta di deliberazione n. 268, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Dobbiamo, infatti, procedere all'elezione dei tre delegati della Regione Piemonte per l'elezione del Presidente della Repubblica.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.38 riprende alle ore 10.39)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Stavo dicendo che dobbiamo procedere, ai sensi dell'articolo 28, comma 2 dello Statuto e dell'articolo 80 del Regolamento interno, all'elezione dei tre delegati della Regione Piemonte per l'elezione del Presidente della Repubblica.
Come sapete, le Regioni hanno dei propri rappresentanti che partecipano alla seduta comune del Parlamento nazionale (Senato e Camera) per procedere all'elezione del Capo dello Stato.
Nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari di ieri, 8 aprile, si è convenuto che sono previsti interventi in dichiarazione di voto della durata di tre minuti.
Ciascuno potrà prendere la parola, fino a dieci minuti, non nel dibattito generale, ma per la presentazione delle candidature.
Preliminarmente, ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Cota.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Intervengo soltanto per comunicare che, come avevo annunciato, ho presentato le mie dimissioni da Deputato.
Questo è quanto.



PRESIDENTE

La ringrazio per la comunicazione ufficiale.
Chiedo cortesemente ai colleghi di prendere posto.
Il Presidente della Regione ha comunicato ufficialmente all'Aula di essersi dimesso dalla carica di Deputato al Parlamento. Lo ha fatto preliminarmente a questa discussione.
Iniziamo, pertanto, la trattazione del punto.
Adesso che c'è maggiore attenzione, ripeto che dobbiamo procedere, come i signori Capigruppo sanno, con l'elezione dei rappresentanti della Regione Piemonte, che parteciperanno, in seduta congiunta, insieme ai Senatori della Repubblica e ai Deputati al Parlamento, all'elezione del nuovo Presidente della Repubblica.
Colleghi, se continuiamo in questo modo, aggiorno la seduta al pomeriggio, perché vuol dire che stamattina non ci sono le condizioni.
Scusate! Se dobbiamo eleggere chi rappresenta una comunità di quattro milioni e mezzo di abitanti per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, argomento importante come tutti gli argomenti che affrontiamo questo mi sembra il minimo! Ricordo che, a norma di Regolamento, ogni Consigliere che lo desidera potrà intervenire per dieci minuti.
Se l'Aula acconsente (la Conferenza dei Capigruppo ha acconsentito all'unanimità), prevedrei anche tre minuti di tempo per svolgere le dichiarazioni di voto.
Pertanto, ricordo che, ai sensi dell'articolo 83, secondo comma, della Costituzione, è previsto che all'elezione partecipino tre delegati della Regione, eletti dal Consiglio, in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze: due saranno in rappresentanza della maggioranza consiliare, uno in rappresentanza delle opposizioni.
Sarà distribuita una scheda con due righi, poiché sarà possibile esprimere due preferenze, quindi tecnicamente il voto è limitato a due preferenze.
L'articolo 80 del Regolamento prevede che il Consiglio elegga nel proprio seno tre delegati della Regione, di cui uno espressione delle minoranze, per l'elezione del Presidente della Repubblica. Per l'elezione dei delegati ciascun Consigliere vota per non più di due nominativi.
Ho citato il Regolamento, poiché devono essere Consiglieri regionali in quanto il nostro Regolamento e il nostro Statuto prevedono che siano individuati tra persone in seno al Consiglio regionale, ma lo ricorderemo ancora sicuramente prima di procedere alla votazione.
tutto chiaro? Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Sono rare le occasioni in cui quest'Assemblea può esprimersi con la massima dignità politica. Questa ritengo sia una di quelle ed è il motivo per cui mi dolgo dell'assenza di molti colleghi, che magari prevedevano che le interrogazioni occupassero più tempo.
Presidente, se mi consente, lei (ma non intendo eccepire assolutamente non mi permetterei mai), nella sua presentazione si sarebbe dovuto limitare a leggere sia l'articolo 83 della Costituzione sia il relativo articolo statutario; non a darne preventivamente un'interpretazione, che sarà l'Aula a dare, liberamente, dopo l'altrettanto libera discussione che mi auguro ci sia, perché sarebbe veramente mortificante per un'Assemblea di legislatori non intervenire puntualmente su quest'argomento.
Avevo sollecitato tempo addietro una riunione nella quale avevo buttato la pietra nello stagno...



PRESIDENTE

Scusi, collega Buquicchio.
Per favore: siccome non mi sembra che il collega Buquicchio stia facendo una proposta, ma un ragionamento, credo che l'Aula debba ascoltarlo con attenzione, trattandosi - appunto - di un intervento.
Prego, collega Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Dicevo che in quella riunione, che lei ricorda e che aveva cortesemente accordato ai colleghi delle minoranze tutte, avevo buttato la pietra nello stagno, ma avevo fatto una proposta che voleva essere soltanto una provocazione per aprire il dibattito su un argomento che personalmente - e spero non in solitaria - ritengo fondamentale per la democrazia: fondamentale! Avevo detto: visto che non ci sono altri tipi di accordi, si può anche sorteggiare. Ma era una provocazione e allora mettiamola da parte perch ripeto - voleva essere solo una proposta provocatoria.
Oggi facciamo un ragionamento politico di altro tipo e diciamo che molto esplicitamente l'articolo 83 della Costituzione recita: "Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All'elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale". Il seguito è inefficace e indifferente rispetto a quello che sto sostenendo, per cui ne evito la lettura.
vero, Presidente, quello che dice lei: lo Statuto piemontese parla di "seno proprio". Io - da buon chirurgo plastico - a quel "seno proprio" do un'interpretazione forse diversa, sostenendo significhi "nel proprio ambito".



PRESIDENTE

Si vede che lei ha più esperienza...



BUQUICCHIO Andrea

Dicevo dunque "nel proprio ambito". Partiamo da questo per ricordarci in pochi minuti la storia, partendo dai Padri costituenti (so essere molto sintetico, non mi piace essere logorroico). Il 21 gennaio del 1947 la Commissione per la Costituzione, in seduta plenaria, parlava di eleggere come delegati il Presidente dell'Assemblea e un membro eletto a maggioranza assoluta. Poi, il Comitato di redazione, dopo alcuni mesi, il 20 dicembre del 1947 allargava ai tre elettori.
Potrebbe sembrare apparentemente ridondante andare ad aggiungere ai membri delle due Camere altri soggetti; e invece no: i padri costituenti avevano voluto così.
A questo proposito badate bene, colleghi, che in un momento in cui il regionalismo è sotto scacco la vostra funzione, il vostro ruolo - la funzione e il ruolo di ognuno di noi - diventano fondamentali: dobbiamo uscire dalle rotaie e operare la svolta. È la svolta che fa la storia, non le rotaie: delle rotaie si parla solo quando c'è un deragliamento e lì non dobbiamo arrivare.
Con l'articolo 83 della Costituzione, quindi, si sono voluti sancire in modo forte il ruolo e le funzioni delle autonomie regionali, considerando le Regioni come fondamento dell'unità nazionale. Seguitemi bene: fondamento dell'unità nazionale. Cosa significa, quindi, unità nazionale? Significa unità del popolo e unità fra i territori della nazione; e quindi si è voluto attribuire un mandato pieno all'insieme, il più possibile esteso delle varie sensibilità politiche. È chiaro? La parola finale di quel testo, però, parla di "minoranze" al plurale non di "minoranza". E quel termine "minoranze" va oltre le minoranze linguistiche o regionali; per linguistiche intendo quelle della Val d'Aosta, del Trentino, del Friuli Venezia Giulia e per regionali quelle di Sardegna e Sicilia, che addirittura aveva avuto da un regio decreto la configurazione di Regione a Statuto speciale. La tutela di queste minoranze, quindi, era ben chiara ai padri della Costituzione.
Noi dunque cosa dovremmo fare? Dovremmo avere la capacità di far sì che l'elezione di questi delegati possa non essere riferibile alla volontà dei partiti numericamente più forti, che farebbero quindi la parte da leoni, e che soprattutto il futuro Presidente della Repubblica, chiunque esso sia...



PRESIDENTE

Mi scusi se la interrompo ancora.
Per favore! Altrimenti aggiorno la seduta al pomeriggio, perché questa mattina è veramente difficile lavorare. Prego, Consigliere Buquicchio: continui.



BUQUICCHIO Andrea

Dicevo quindi che si dovrebbe evitare che si attribuisca la parte del leone su base numerica e che soprattutto il futuro Presidente della Repubblica, chiunque esso sia, venga fuori come risultato di una pura matematica partitocratrica. È questo che noi oggi dobbiamo avere la capacità di fare: ognuno di voi, ognuno di noi ha la possibilità, con il proprio voto a scrutinio segreto, di esprimersi.
Si potrebbe pensare: "Ma tu stai facendo tutto questo per sostenere che l'Italia dei Valori deve esprimere un candidato?" No! "Tu stai facendo tutto questo perché vuoi che il partito della Consigliera Artesio possa essere rappresentato?" No! "Tu vuoi che un partito di maggioranza non rappresentato in Parlamento - non faccio nomi - possa esprimere il proprio rappresentante?" No! Voglio qualcosa di diverso e ve lo spiego: io voglio che si riesca a esprimere una rappresentanza pluralista, oltre quella più semplice, più facile del vecchio solco e di quel binario di cui parlavo che appartiene alla visione bipolarista.
Se così noi non facessimo, si taglierebbe fuori un blocco consistente di anime politiche. Vi ricordo che nel 1992 il Presidente della Camera si rivolse alla Democrazia Cristiana, al Partito Democratico della Sinistra di allora e al Partito Socialista per rammentare che sarebbe stato bello e nobile, da parte loro, ricordarsi che esistevano altri partiti, come la Lega, come l'MSI, come Rifondazione Comunista e come i Verdi.
Pertanto, si potrebbe dire a Buquicchio: "Quindi, tu vuoi sostenere la tesi che dobbiamo eleggere qualche rappresentante dei partiti più piccoli?". No! Io voglio sostenere che non dobbiamo attenerci in modo letterale, dando interpretazioni di prassi - non voglio definirle di comodo, perché potrebbe essere offensivo di qualcuno. Sappiamo che la prassi, a volte, è foriera di guai e quindi dobbiamo uscire dalla prassi dobbiamo uscire da quei binari senza deragliare.
Perché a quel punto potrei chiedere, Presidente: si è ricordato del coinvolgimento consultivo del Consiglio delle Autonomie Locali nella scelta dei candidati, secondo l'articolo 123, comma 4, della Costituzione, e secondo l'articolo 114 della Costituzione, che richiamano la compartecipazione del livello substatale ai processi decisionali di governo superiore? No, non l'abbiamo fatto.
Quindi, così come non abbiamo fatto questo, noi siamo liberi di dare un'interpretazione diversa a quel comma dello Statuto.
E, guarda caso, lo Statuto del Piemonte sarebbe l'unico in tutta Italia a dare questo tipo di interpretazione restrittiva, tant'è vero che alla Regione Toscana qualcuno sta pensando di eleggere il Sindaco Renzi in rappresentanza.
Come vedete, è tutto opinabile, è tutto interpretabile e noi abbiamo la libertà oggi di poterlo fare. Nessuno ci costringe, nessuno ci potrà "tirare le orecchie" per una decisione coraggiosa come questa.
Pertanto, mi sembra giusto che coloro che numericamente hanno una maggiore forza escludano diverse sensibilità presenti nel Paese anche al di fuori e soprattutto al di fuori di quei partiti non rappresentati in Parlamento, che con quello sbarramento del 4 e dell'8% hanno incrementato alla grande la decapitazione di simili sensibilità politiche.
Quindi, nei tre minuti che lei ci ha concesso per la dichiarazione di voto mi riserverò di fare il nominativo. È il mio o quello della collega Artesio o quello di qualche altro collega? No. Proporrò una serie di nominativi al di fuori del Consiglio regionale, in rappresentanza di tutta la società, personalità di alto profilo. E ritengo che la discussione debba poter avvenire se lei lo riterrà, previa interruzione temporanea e breve di questo Consiglio, per trovare un accordo.
A chi mi rivolgo? Mi rivolgo all'Assemblea tutta, in primis alla maggioranza e, in subordine, qualora la maggioranza non volesse recepire tale invito, mi rivolgerò al partito di maggioranza relativa dell'opposizione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Buquicchio.
Riguardo a quello che lei ricordava, perché ho ascoltato con grande attenzione il suo intervento, anche se ho avuto un po' di difficoltà vorrei dare un'interpretazione autentica di quanto ho detto in apertura.
Noi abbiamo uno Statuto, che non è una prassi; lo Statuto è la nostra legge "cornice". Lo dico con un termine improprio, ma che rende perfettamente l'idea.
Poiché, in concorso con altri 59 colleghi, sono stato uno dei Consiglieri impegnati sulla revisione dello Statuto durante la VII Legislatura, di questo punto all'articolo 28 abbiamo ampiamente discusso e sostanzialmente abbiamo mantenuto la dicitura precedente.
Quello che intendevo dire e dico è che con la lettura dell'articolo 28 comma 2, dello Statuto della Regione Piemonte, si prevede che "il Consiglio elegge nel proprio seno tre delegati della Regione, di cui uno espressione delle minoranze per l'elezione del Presidente della Repubblica".
Quindi, non è una prassi, ma è una regola statutaria che è stata sempre applicata, in occasione delle precedenti elezioni, da quando si è insediata la Regione nel 1970, perché era previsto nel vecchio Statuto ed è prevista nel nuovo Statuto che vige da marzo 2005.
Riguardo al sigificato delle parole "nel proprio seno tre delegati" gli Uffici hanno già fatto un approfondimento, in quanto era stata ventilata un'ipotesi che fra i delegati potessero legittimamente essere designati dal Consiglio Assessori che non ricoprono il ruolo di Consigliere regionale, in quanto la nostra Assembla è composta da 60 Consiglieri ed abbiamo anche una serie di colleghi (circa una decina) che sono Assessori esterni.
Quindi, ancorché non siano mai state avanzate proposte ufficiali in questo senso, ci siamo portati avanti e abbiamo detto che se in Aula ci fosse stata una proposta di questo tipo, avremmo dovuto essere pronti a dare una risposta.
Gli Uffici - e mi sento di concordare appieno - hanno interpretato così come in precedenza era stato interpretato (anche se non abbiamo la loro competenza e la loro esperienza) che con "nel proprio seno" s'intende in maniera inequivocabile che debbano essere Consiglieri regionali.
Questo è quello che le dico in risposta. Naturalmente, siamo in Aula e se c'è da discutere, lo faremo.
Lei ha posto in modo intelligente e puntuale, come sempre, degli elementi di discussione e delle richieste. Mi auguro che l'Aula nel dibattito possa, anche sotto il profilo politico, dare attenzione alle sue proposte per arrivare nel corso della mattinata all'elezione dei nostri delegati.
Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Intervengo per fare delle considerazioni su come debba essere costruita questa rosa e su quali siano i criteri che si devono rifare all'articolo 83 della Costituzione e che, così come ricordato dal collega, i tre delegati devono essere scelti in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. E sull'accezione più normale rispetto a cosa siano e a quali siano le minoranze, è logico che si intendono le formazioni politiche.
Io invece mi riferisco a quella che, in realtà, non è una minoranza, ma rappresenta più della metà della popolazione, che è sicuramente sotto rappresentata, tanto che vorrei ricordarla. Forse i colleghi hanno già dimenticato rapidamente il fatto che addirittura abbiamo modificato la Costituzione nell'articolo 51, andando proprio a considerare il fatto che debbano essere promosse le pari opportunità fra donne e uomini con appositi provvedimenti.
Credo pertanto che un apposito provvedimento debba stabilire tra i criteri di questa rosa anche una rappresentanza femminile, proprio perch pensiamo - viste anche le sollecitazioni in questa direzione non soltanto di altri Gruppi politici, ma anche di associazioni e della stessa Commissione Pari Opportunità regionale - che il Consiglio regionale darebbe il buon esempio o, comunque, avrebbe modo di applicare l'articolo 51 stabilendo che fra i tre delegati, almeno uno sia una Consigliera.
Da questo punto di vista, vorrei ricordare che la questione cosiddetta femminile, che viene spesso sollevata comodamente nelle campagne elettorali, viene poi scordata tranquillamente. Non più tardi di qualche giorno fa, abbiamo visto - e su questo vi sono state le scuse dell'attuale Presidente della Repubblica - che la nomina della Commissione dei cosiddetti dieci saggi o esperti - come li si voglia chiamare - non ha visto la presenza di una donna al suo interno.
Rispetto a questa mancata rappresentanza vi è stata una sollevazione generale da parte di donne e di uomini e ritengo che, in effetti, le scuse del Presidente della Repubblica siano state dovute, ma comunque la scelta segnala una problematica che non abbiamo ancora affrontato appieno e che risulta essere addirittura per certi aspetti ancor più grave e si ripropone in una politica giocata sempre di più solo al maschile.
Da questo punto di vista, vorrei soltanto porre all'attenzione dei colleghi Consiglieri il fatto che dei 58 grandi elettori che verranno eletti dalle Regioni - e tra questi compresi anche i tre della Regione Piemonte - fino a ieri sono state designate soltanto due donne.
Infatti, ad ieri, le uniche donne designate dalle Regioni che già si sono espresse (ma sembra che la direzione sia abbastanza univoca nel designare triplette di Consiglieri) sono Katiuscia Marini (Governatrice dell'Umbria) e, anche se è ancora in forse, Palma Costi, Consigliera regionale dell'Emilia Romagna.
Se le cose non dovessero mutare, in base alle indicazioni date in questo momento - indicazioni anche per quanto riguarda l'individuazione di una scelta per carica e quindi la designazione di Presidente ed eventualmente Vicepresidente o altro rappresentante della maggioranza e un rappresentante dell'opposizione - abbiamo una situazione che vedrebbe una rappresentanza femminile ai minimi termini.
Pertanto, poniamo l'esigenza di considerare questo criterio nell'individuazione dei tre rappresentanti della Regione Piemonte.
Crediamo di non dover stabilire delle indicazioni nominative, ma chiediamo chiaramente ai partiti che hanno la maggiore rappresentanza di porre l'attenzione su un principio di questo tipo e che, pertanto all'interno di questa tripletta vi sia anche il nome di una Consigliera.
Altrimenti anche noi andremo ad alimentare questa "pattuglia" di soli Consiglieri uomini, andando a marcare sempre di più quella distanza che denunciamo in molte situazioni e che evidenziamo nella forma e nella sostanza, con una politica rappresentata solo da una parte della popolazione.
Quindi, in questo caso, non è un richiamo alla rappresentanza di minoranze, proprio perché la popolazione femminile è più di metà della popolazione totale, ma si tratta di avere una rappresentanza che faccia anche riferimento e rispetti l'articolo 51 della Costituzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Stara.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Intervengo semplicemente per ricordare che il termine "minoranze" citato nell'articolo della Costituzione è stato oggetto di studi e credo che non siamo noi a doverne svelare il significato. Questo in riferimento all'intervento del Consigliere Buquicchio.
Dall'iniziale volontà di far partecipare le Regioni a Statuto speciale la partecipazione si è poi estesa alle Regioni a Statuto ordinario, in cui il termine "minoranze" è legato alla rappresentanza delle singole Regioni per cui ci stiamo muovendo nel solco della prassi costituzionale. Chiunque esprima un concetto diverso o tenda a promuovere votazioni diverse si esprime fuori dal contesto della Costituzione e dovrebbe prima leggersela e anche andare a vedere quali sono le interpretazioni che storicamente...



PRESIDENTE

Mi scusi se la interrompo, Consigliere Stara.
Colleghi, vi devo chiedere una cortesia. Stiamo eleggendo i delegati per l'elezione del Presidente della Repubblica e mi sembra che ormai si stia instaurando un dibattito in cui il Consigliere Buquicchio ha posto delle considerazioni, la Consigliera Cerutti ha evidenziato la questione delle pari opportunità e il Consigliere Stara sta già dando delle risposte per cui credo che si stia "irrobustendo" la procedura. Se ci fossero le condizioni minime per far udire coloro - io sono tra questi - che hanno interesse ad ascoltare, vi ringrazio.
Prego, collega Stara, continui pure il suo intervento.



STARA Andrea

Grazie, Presidente.
Riprendo dalla correttezza su cui si è incanalato il voto di questa mattina e anche dalla tipologia della scelta, e cioè dalla conferma che nell'interpretazione ormai consolidata il termine "minoranze" sta a significare la rappresentanza delle minoranze all'interno della Regione delle forze politiche che sono presenti nella Regione; anche lo Statuto regionale si è mosso in quella direzione, per cui non inventiamoci nulla torniamo solo un po' a studiare.
Invece, per quanto riguarda il valore dell'intervento della collega Cerutti, certamente il tema esiste e probabilmente rimane a tutti palese che a farsene carico è più la forza di maggioranza, perché elegge due rappresentanti. In questo caso, avrebbe l'occasione, con ovvia possibilità di scelta, di nominare un uomo e una donna, e io auspico che ciò avvenga poiché di fatto condivido il tema che ha posto la collega.
Purtroppo la rappresentanza di genere è un'opzione che si ricorda sempre, ma alla fine, quando si va a votare, difficilmente viene attuata.
Quindi l'invito alla forza di maggioranza, che ha la possibilità di nominare due rappresentanti, è di tenere in considerazione l'intervento della collega Cerutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Goffi.



GOFFI Alberto

Grazie.
Presidente, il giusto richiamo che lei ha fatto al silenzio dimostra che questo Consiglio regionale probabilmente non ha ben chiara la solennità di quello che stiamo per affrontare. Dato che non capita tutti i giorni almeno a me capita per la prima volta, non so a quanti dei presenti sia già capitato altre volte - di eleggere i delegati per l'elezione del Presidente della Repubblica, credo che non dovrebbe neanche esserci il suo richiamo al silenzio e all'attenzione dell'Aula, perché dovrebbe essere frutto di una sensibilità istituzionale di ciascun Consigliere regionale di qualunque natura, anche di quelli alla prima esperienza come me.
Detto ciò, sono stato stimolato ad intervenire dall'intervento del Consigliere Buquicchio, il quale ha posto un tema che francamente non avevo mai affrontato, che però ritengo quanto mai suggestivo, ovvero il fatto che si possa anche affrontare un'interpretazione innovativa, certamente estensiva, della norma, valutando la possibilità di nominare dei delegati al di fuori e non in seno al Consiglio regionale.
una valutazione che va fatta e mi pare che gli Uffici l'abbiano respinta al mittente con un'interpretazione autentica. Mi chiedo solo se questa interpretazione autentica, qualora noi decidessimo di proseguire su una strada che ci porta ad individuare una personalità autorevole del mondo esterno, determinerebbe un'ineleggibilità, una nullità assoluta, e quale tipo di provvedimento conseguirebbe ad una scelta del genere, perch francamente, se c'è un'interpretazione autentica, vorremmo conoscere da parte degli Uffici cosa potrebbe derivare dal fatto che comunque una parte del Consiglio ritenga di attingere a dei delegati non all'interno del Consiglio regionale ma all'esterno, pur trattandosi ovviamente di personalità autorevoli.
Il tema della collega Cerutti è un tema diverso, pone un problema di pari opportunità. Io mi permetterei, giusto perché lei ha ricordato come stiamo dando un po' di struttura all'elezione dei delegati e anche perch si tratta di un tema prettamente politico, di dire che vale la pena affrontarlo.
Quando si parla di minoranze nella Costituzione, non so se ci si riferisce all'interpretazione estensiva del Consigliere Buquicchio, ma certamente "minoranze" vuol dire tutelare i minori, cioè tutelare le parti più piccole (per usare un semplicismo forse banale ed elementare), vuol dire tutelare coloro che hanno meno possibilità di essere tutelati.
Un'elezione oggi scontata all'interno della minoranza, che magari non preveda le caratteristiche della collega Cerutti oppure preveda semplicemente un'elezione "muscolare" di numeri fatti dal partito di maggioranza relativa seppur nella minoranza, credo che non sia una tutela della minoranza, ma sia l'esercizio di un potere numerico frutto tipico dei partiti maggiori. Ecco, penso che anche questa riflessione vada in qualche modo affrontata, pur sapendo tranquillamente che il partito a cui mi riferisco è il Partito Democratico.
Ad ogni modo, non c'è una questione di polemica politica, ma c'è un tema: quello di rispettare fino in fondo non solo il dettato tecnico e di dettaglio della norma quanto tutto quanto i padri costituenti hanno voluto significare nel termine "minoranze", che non è esattamente quello che molto spesso si interpreta in modo assolutamente di parte per poter portare all'elezione magari un collega di partito che non ha avuto una giusta e adeguata soddisfazione in altro versante.



PRESIDENTE

Lungi da me il voler commentare gli interventi. Voglio solo dare anche qui scusate la presunzione - l'interpretazione autentica del mio intervento.
chiaro che gli Uffici hanno valutato che per "nel proprio seno" si intenda che debba essere un Consigliere regionale; io mi sento di ribadire per la seconda volta che concordo su questa interpretazione e che, per quanto mi riguarda, la norma statutaria è chiarissima.
Ciò premesso, il collega Goffi, ha ragione: se ci fosse una richiesta e una proposta di interpretazione autentica e l'Aula condividesse, potrebbe essere anche la volta che il Consiglio regionale è messo di fronte - visto che spetta solo all'Aula, che ha votato a suo tempo lo Statuto, anche se oggi i soggetti sono diversi, però questo è il Consiglio regionale del Piemonte - al fatto di dover dare un'interpretazione autentica.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo di Vinovo (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Comprensivo di Vinovo (TO) in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Oggi mi permetto di spiegare in un minuto ai ragazzi di spiegare che cosa stiamo facendo.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, fra qualche settimana concluderà il proprio settennato, pertanto il Parlamento nazionale (Camera dei Deputati e Senato) dovrà procedere all'elezione, nei prossimi giorni, del nuovo Capo dello Stato.
La nostra Costituzione, che è la legge "cornice" della Repubblica prevede che anche i Consigli regionali - quindi anche noi, Consiglio regionale del Piemonte - partecipino a questa elezione con tre delegati che rappresentano il nostro Consiglio e, quindi, anche voi, la nostra comunità.
Ne stiamo discutendo e procederemo, spero fra poco, all'elezione delle tre colleghe o colleghi che rappresenteranno il Piemonte a Roma in questa seduta importantissima che sceglierà il nuovo Presidente della Repubblica che per sette anni sarà la più alta Magistratura dello Stato.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Esame proposta di deliberazione n. 268, inerente a "Elezione di tre delegati della Regione Piemonte per l'elezione del Presidente della Repubblica" (seguito)


PRESIDENTE

Procediamo, pertanto, con il dibattito.
Ha chiesto la parola la Consigliera Franchino; ne ha facoltà.



FRANCHINO Sara

Grazie, Presidente.
Non mi ero predisposta per intervenire questa mattina e sono tuttora dubbiosa nel farlo, in un dibattito che mi sembra tutto interno alla minoranza, per cui non so neanche quanto sia opportuno. Era solo perché gli stimoli che sono arrivati dai colleghi attraverso i loro interventi mi paiono particolarmente significativi.
Volevo testimoniare il fatto che ho apprezzato e condivido, sotto l'aspetto dei contenuti, quanto espresso dal Presidente Buquicchio con il proprio intervento caloroso, sotteso a sottolineare quei principi profondi di democrazia che anche il dettato costituzionale va a tutelare.
Forse - ma è la mia considerazione personale - prima di accingerci a votare, sarebbe opportuno ricevere una risposta sui puntuali e acuti quesiti che poneva il Consigliere Goffi. La disposizione costituzionale mi pare molto aperta; più limitata, invece, mi pare la disposizione statutaria; talché, dalla lettura dell'articolo costituzionale non ravviserei limiti all'elezione di soggetti esterni a questo Consiglio o comunque, non ravviserei in quella disposizione particolari vincoli di elettorato passivo.
Mi chiedo anch'io, quantomeno dal punto di vista teorico, quali sono le conseguenze di un voto su soggetti esterni a questo Consiglio. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Franchino.
Nel frattempo, invito i colleghi a prendere posto, perché credo che tra poco ascolteremo le dichiarazioni di voto ed eventualmente le proposte.
Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Anche per me, naturalmente, è la prima volta. Farò l'indicazione dei nomi che si dovrebbero e si vorrebbero votare, ma, per la verità, non so se è previsto.
Lo chiedo a lei, Presidente.



PRESIDENTE

Richiamo un attimo l'attenzione dell'Aula.
Come sapete - l'ho anche trasmesso ai signori Capigruppo - di queste tematiche se ne occupano da due tornate (quella del 1999, che ha eletto il Presidente Ciampi, e quella del 2006 che ha eletto il Presidente Napolitano) le Conferenze dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, di cui anch'io faccio parte.
La lettera che vi è stata inviata nei giorni scorsi comunica, tra l'altro, che l'Assemblea plenaria del 25 marzo (peraltro, ero assente, ma presiedeva il Vicepresidente del Consiglio regionale, Fabrizio Comba) all'unanimità dei presenti ha individuato i grandi Elettori regionali nella seguente triade: il Presidente della Regione, il Presidente dell'Assemblea e il Vicepresidente di minoranza, o, in ogni caso, nel rispetto del dettato costituzionale, un rappresentante del Gruppo di minoranza, confermando così, come ho detto in apertura, la prassi concordata dal sistema regionale per le ultime due tornate di elezione del Presidente della Repubblica.
Confermo qui quanto ho già detto: come Presidente dell'Assemblea rinuncio alla mia candidatura, in quanto, come sapete, abbiamo all'attenzione delle Commissioni e dell'Aula la legge di bilancio. Ho pertanto ritenuto, come atto di prudenza, di anteporre il mio impegno qui alla guida del Consiglio, rispetto ad un momento che, per quanto importante e solenne, può essere rappresentato da chiunque altro. Ricordo, infatti che per l'elezione a Presidente della Repubblica di Oscar Luigi Scalfaro il Parlamento fu impegnato in 11 sedute e 14 giorni, quindi non sappiamo che cosa può succedere: potrà risolversi con un'elezione entro la quarta votazione, quindi abbastanza rapida, oppure un'elezione che potrà protrarsi per più sedute.
Ne approfitto per comunicare in maniera ufficiale che anche il Vicepresidente Placido rinuncia alla candidatura, anche per i suoi motivi di mobilità. Anzi, colgo l'occasione per ringraziarlo perché nonostante i suoi problemi di salute è sempre presente come vicario ai lavori del Consiglio e di andamento dell'Aula.
Il Presidente della Giunta regionale ha comunicato in apertura di seduta che si è dimesso dalla carica di Deputato, quindi è eleggibile.
Questo è il quadro.
Alla luce di queste posizioni soggettive, l'Aula può fare (anzi sarebbe opportuno che le facesse) le proprie proposte, che nascano possibilmente, da un accordo, dal momento che, come sosteneva il collega Goffi - concordo con lui - il momento è comunque solenne, perché ci si ritrova ogni sette anni per eleggere i rappresentanti non tanto del Consiglio regionale, ma della comunità regionale - questo è il senso costituzionale - che dovranno partecipare all'elezione del Capo dello Stato.
Collega Carossa, può continuare il suo intervento.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente, per le precisazioni.
A nome dei Gruppi della maggioranza, proponiamo il Presidente Roberto Cota e il Consigliere Luca Pedrale per la nomina di due delegati in seno alla maggioranza.
Colgo l'occasione per ringraziare il Presidente Cota per le sue dimissioni. Perché ad attaccare si fa sempre in fretta, soprattutto se si appartiene ad una parte politica ben precisa. Mi risulta che la stessa sensibilità non l'abbia avuta un altro Presidente di Regione, almeno fino a ieri (non mi pare, infatti, che Nichi Vendola si sia dimesso), così come non mi risulta, stando più vicino, che alte personalità del Partito Democratico elette in Parlamento, che pure rivestono grosse responsabilità si siano dimesse, fino ad oggi.
La ringrazio, quindi, per le dimissioni che ha presentato.
A nome della maggioranza, propongo Roberto Cota e Luca Pedrale. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Non intendo sottrarmi alla discussione che è stata stimolata questa mattina in Consiglio regionale, per cui desidero esprimere la mia opinione al riguardo.
Quando nelle settimane scorse il collega Buquicchio mi ha esposto la sua idea, assolutamente corretta e degna di ogni rispetto, a che il Consiglio regionale potesse indicare, quali rappresentanti all'elezione del Presidente della Repubblica, anche non Consiglieri regionali, ho confessato a lui la mia ignoranza. Gli ho chiesto: "Ma è possibile?", e lui mi ha risposto: "È possibile".
Allora ho voluto approfondire la questione: è vero, la norma nazionale non pone limiti nell'individuazione dei rappresentanti, fatte salve le definizioni stabilite a livello di Statuto di ogni Regione, che non sono interpretabili.
Lo Statuto - lo ha ribadito il Presidente del Consiglio regionale all'articolo 28, comma secondo, recita "elegge nel proprio seno tre delegati", e quando si dice "nel proprio seno" significa "al proprio interno". Se no, avrebbe detto semplicemente che non sono previsti limiti così com'è scritto, peraltro, negli Statuti di altre Regioni d'Italia.
Quegli Statuti dicono, sostanzialmente, che il Consiglio regionale elegge tre rappresentanti (Consiglieri, non Consiglieri, Presidenti, non Presidenti) con piena libertà.
Ed è per questo che qualche collega oggi sollevato la questione: "Cosa succede se venissero votati, come rappresentanti, dei non amministratori regionali?". Succede che chiunque può sollevare il problema, inficiando la votazione.
Non è nella libera facoltà di un'Aula legislativa interpretare, secondo le esigenze dei tempi, una norma statutaria, perché la forza di una norma statutaria è di travalicare la contingenza del presente; piuttosto, ad un'Aula legislativa compete definire regole e riferimenti ai quali la legislazione e i comportamenti dei singoli debbono attenersi, nel corso della legislatura regionale.
Ovviamente, la norma statutaria può sempre essere oggetto di modifica.
Sia ben chiaro che ho ascoltato con molto rispetto le considerazioni espresse questa mattina nel dibattito in Aula su questo tema, ma non è nella facoltà di un'Aula interpretare la norma statutaria. È facoltà di un'Aula applicare una norma statutaria.
Non è pensabile, quindi, che il Consiglio regionale possa, come invece può succedere in altre Regioni, arrivare ad assumere scelte e determinazioni differenti.
Vengo all'altro tema.
Ho rappresentato ai colleghi delle opposizioni, nella riunione da lei convocata, signor Presidente, quando ci siamo trovati a ragionare su questi elementi, che personalmente credo che i passaggi molto delicati della vita del nostro Paese (e considero un passaggio importante l'elezione del Presidente della Repubblica, che di norma avviene ogni sette anni) siano occasioni in cui ci si debba confrontare, riflettere e ascoltare le diverse opinioni.
Non penso, avendo spiegato ai colleghi e a tutti i Capigruppo delle opposizioni le ragioni per cui il Partito Democratico propone un proprio esponente come rappresentante delle minoranze, che si faccia una prevaricazione, perché il peso politico all'interno delle opposizioni non si fonda su un principio autoritario, ma sul principio democratico della rappresentanza, risultato dal voto espresso dai cittadini.
Questo non comporta, e credo di averlo dimostrato ripetutamente, un atteggiamento di prevaricazione da parte del più grande Gruppo dell'opposizione nei confronti degli altri Gruppi. Credo di averlo dimostrato ripetutamente. Se posso dire, in alcuni frangenti di questa legislatura questo Gruppo è stato prevaricato, non ha prevaricato.
Con tutto il rispetto nei confronti della diversità delle opinioni espresse, mi sento di dover ribadire, in questo momento, in questo frangente, in questo passaggio delicato, all'attenzione dell'Aula e dei Consiglieri dell'opposizione, il principio della rappresentanza espressione di un elettorato, quindi secondo un principio democratico senza - e lo ripeto - che vi sia alcuna prevaricazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
La solennità della responsabilità alla quale siamo chiamati ha consentito, al dibattito di questo Consiglio regionale, di porre delle questioni sul piano della pratica dei principi ispiratori della democrazia che altrimenti non avremmo avuto occasione di discutere. Ritengo questo un punto alto della nostra discussione.
Desidererei, almeno per quanto mi riguarda e mi atterrò a questo stile non trasferire il punto alto della nostra discussione ad aspetti meno alti egualmente importanti ma meno alti, legati alle relazioni tra le formazioni politiche o ad un gusto - tra virgolette - che in questo momento sta particolarmente percorrendo la dimensione politica e la dimensione politico istituzionale, relativo ad un esercizio di diminutio costante delle prerogative della politica.
Provo a spiegarmi. Se poniamo una questione strutturale di come possa essere data rappresentanza alle minoranze, perché la democrazia diversamente da quanto normalmente si accredita, non è il Governo delle maggioranze, ma è la possibilità di espressione delle minoranze, questo è un sussulto nobile ma tardivo. Siamo in un Paese che ha scelto il sistema maggioritario in nome della governabilità. Siamo in un Paese che conduce i propri cittadini e cittadine, i propri elettori ed elettrici, ad esprimere i propri rappresentanti senza poterli individuare.
Credo, quindi, che il sussulto sia necessario, ma che questo sussulto debba poi avere, come conseguenza, degli impegni, magari a cominciare dal dibattito che stiamo facendo sulla riforma della legge elettorale regionale.
Ottimo aver colto questo momento per porre principi di carattere generale; non direi altrettanto ottimo portare poi la questione alle relazioni interne alla maggioranza o interne alle opposizioni, perch questa è questione di pratiche quotidiane. Non stupisce la pratica quotidiana di quest'occasione, perché l'unica opportunità che le opposizioni hanno avuto di condividere le opzioni è stato quando il Presidente del Consiglio regionale Cattaneo le ha convocate. Non ce ne sono state altre.



(Commenti del Consigliere Reschigna)



ARTESIO Eleonora

Va bene, va bene, allora il problema è quante volte uno riesce a dividersi in tre parti per partecipare alle riunioni. Comunque non è questo il problema, perché altrimenti, se proseguiamo in questo dibattito, non facciamo che rimarcare come, dai toni alti della discussione, nel momento dell'applicazione poi scendiamo ad operazioni un po' più pratiche e un po' più materiali.
Non contesto, quindi, il quadro di quanto sta accadendo nella pratica: spero e auspico che i principi possano essere tenuti a mente anche quando bypasseremo questo compito. Sono invece più attenta, e francamente ferma sulle questioni che riguardano due dei temi posti, uno dalla collega Cerutti e uno dal collega Buquicchio.
Il tema del collega Buquicchio riguarda la possibilità di esercitare una delega, da parte di questo Consiglio (sembrerebbe da parte delle opposizioni) a favore del fatto che tra i grandi elettori non figurino i Consiglieri regionali, bensì delle designazioni esterne volute dal Consiglio.
Su questo sono assolutamente contraria, e non per un aspetto giuridico non per il timore che possano essere in quella sede invalidati i risultati elettorali (laddove partecipi un membro non previsto in modo regolamentare), ma lo sono per un principio politico. In un momento in cui la politica è profondamente screditata, e con essa la politica che si esercita nella democrazia rappresentativa delle Istituzioni, c'è un'unica funzione che altri non possono svolgere al posto nostro: la funzione di rappresentare la comunità; funzione che ci è stata assegnata attraverso la consultazione elettorale.
Ora, che sulla funzione di rappresentanza, che è quella squisitamente in capo agli eletti del Consiglio regionale, si eserciti una funzione di delega, mi sembra veramente un atto che, se letto benevolmente, è un sottrarsi ad una responsabilità; se letto malevolmente è accarezzare il pelo ad un'opinione di cui forse avremmo colpe, ma che io non mi accingo ad assecondare e non sopporto di assecondare, secondo la quale la politica pu essere tranquillamente sostituita.
Se il nostro Paese vuole avere, nei momenti della rappresentanza istituzionale, la presenza delle competenze più autorevoli del Paese, lo strumento per farlo è quello dei Senatori a vita, e mi pare che ultimamente questo strumento sia stato ampiamente percorso da parte del Presidente della Repubblica.
Credo, quindi, che non dobbiamo sottrarci all'unica responsabilità che ci è data dall'esercizio della democrazia rappresentativa e svolgere appieno questo ruolo in quanto Consiglieri. È una questione altrettanto sostanziale quella posta dalla collega Cerutti.
Non conosco - forse è stata colpa mia, magari è stato detto - la candidatura che le opposizioni esprimeranno, attraverso l'indicazione del Partito Democratico, ma, laddove non ci fosse una rappresentanza femminile in questa delegazione, credo che tutto il discorso svolto sulla democrazia la partecipazione e le rappresentanze venga a cadere, di nuovo, banalmente un'altra volta, sulla pratica.
Allora, visto che, questa mattina, si è dato segno di volere agire molto sui principi, non mi sembrerebbe un bel punto di caduta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Ritengo che tutti gli interventi siano legittimi, però per me è la prima e unica opportunità nel momento in cui ci si accinge ad eleggere un Presidente della Repubblica.
un argomento di estrema importanza. È vero, è necessario inviare gente con esperienza, adottando un criterio democratico giusto. Sono favorevole all'elezione da parte dei parlamentari e dei tre esponenti del Consiglio regionale.
Cari amici, è vero, il collega Reschigna ha convocato una riunione ad un certo orario, che poi è stata anticipata, quindi, pur presentandomi all'orario precisato, sono arrivato in ritardo, ma non è colpa di nessuno! La maggioranza ha già esposto i suoi due nomi - per carità, è giusto così - però, visto che deve essere eletto un delegato che sia espressione delle minoranze, è ragionevole che siano rappresentati anche i piccoli partiti.
Condivido quanto espresso dalle Consigliere Cerutti e Artesio: i piccoli non sono mai presi in considerazione! Con questo non voglio dire nulla al PD; però, se mi permettete, il PD è una minoranza, ma ampiamente rappresentata a Roma - hanno già tanti parlamentari - mentre noi partiti piccoli siamo una vera minoranza.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Negro.
Con questo Consiglio regionale stiamo dando una brutta immagine infatti siamo collegati con molte più persone di quante possiamo immaginare.
Scusate, forse è la prima volta che lo dico in tre anni: vi invito veramente, non per una cortesia nei miei confronti, ma per un senso di responsabilità verso la nostra Istituzione e la nostra comunità, a tenere un contegno che dia la possibilità a chi è interessato di ascoltare con serenità e attenzione.
Prego, Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie.
Per carità, non ho niente contro il PD, accetterò qualsiasi decisione però dico di tenere conto anche delle minoranze, cioè dei partiti piccoli.
Mi domando chi non abbia voglia di andare a Roma per eleggere il Presidente: a tutti quanti viene voglia, anche al sottoscritto! Non nego che avrei piacere di poter dire che sono andato a votare il Presidente della Repubblica. È un'opportunità unica che, pur non conoscendo la mia longevità, penso non mi si ripresenterà mai più.
Comunque, per queste cose non mi urto, ma adottiamo il buonsenso e verifichiamo; semmai, fermiamoci un attimo e parliamone ancora, poi vedremo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cursio.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
In risposta al collega Negro, dico che io non ci voglio andare, anche perché rischierei il divorzio. Infatti, se dovesse protrarsi per parecchi giorni, mia moglie farebbe un'enorme fatica a vedersela con la nostra prole.
Detto ciò, vorrei svolgere una considerazione su quanto espresso dalla collega Cerutti, per capire se in quel consesso deve poter andare chi esprime capacità e qualità - qui richiamo la logica delle Olimpiadi oppure, semplicemente, una rappresentante del sesso femminile senza altre argomentazioni.
Vede, ho ricoperto la carica di Segretario regionale dell'Italia dei Valori, nelle varie Amministrazioni, mi è stata chiesta una donna: obtorto collo ho dovuto indicare la donna che c'era. Mi sembra che la ragione che muove questo principio non abbia un senso concreto.
Nella vita ho grandissimo rispetto per le donne, ci mancherebbe altro! L'ho detto in altre occasioni, e sicuramente mi renderò antipatico per le mie parole: conosco le donne, ma evidentemente frequento solo quella parte di donne che non considererebbero mai se stesse sotto tutela, perché ne andrebbe lesa la dignità della stessa donna.
Qualche volta, parlando con alcune colleghe, ho fatto degli esempi per ciò che mi riguarda, dicendo che le mie figlie mai vorrebbero essere tutelate.
La collega Artesio, di cui ho apprezzato molto l'intervento, mi ha risposto parlandomi degli stipendi delle donne, che sono del 20% inferiori però, mi risulta che il Ministro più ricco sia una femmina! Quindi, non condivido questo discorso, perché è eccessivamente riduttivo. Poi, se si devono cambiare le regole per un maggiore rispetto sono il primo ad essere d'accordo.
In relazione a quanto esprimo, personalmente - non dirò il nome vorrei che le minoranze esprimessero un nome sì femminile, perché lo riterrei più rappresentativo, non per il fatto che sia una donna semplicemente perché ritengo possa meglio rappresentare le minoranze presenti all'interno di questo Consiglio regionale.
Caro Presidente, vorrei aggiungere e chiederle cortesemente se fosse possibile una sospensione di pochi minuti, che è necessaria, naturalmente per verificare meglio i fatti. Grazie.



PRESIDENTE

Al termine delle proposte, che, ormai, possono essere ricomprese all'interno del dibattito generale, valuterò questa richiesta di sospensione, nel caso vi fosse condivisione e utilità, come credo potrebbe sicuramente esserci.
Chiedo se ci sono altri interventi di proposta.
Lei, collega Goffi, è già intervenuto.



(Commenti del Consigliere Goffi)



PRESIDENTE

Prego.
Dopo ci sarà la dichiarazione di voto.



GOFFI Alberto

Assolutamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Goffi.



GOFFI Alberto

Chiedo scusa.
Poiché lei, giustamente, ha posto la questione di un'interpretazione autentica, chiedo che gli Uffici preparino su questo punto un'interpretazione autentica. Poi, eventualmente, si voti anche su questa possibilità di estenderla a personalità esterne, perché non vorrei mai assumermi la responsabilità - in questi giorni ne abbiamo già tante come Consiglieri regionali - di espormi a ricorsi di persone esterne, che magari, legittimamente, avrebbero avanzato un'aspettativa per fare il delegato alle elezioni del Presidente della Repubblica.
Quindi, credo sia legittimo; se l'Aula è sovrana, l'Aula lo sia fino in fondo.



PRESIDENTE

Richiamo l'attenzione dell'Aula per svolgere una considerazione.
Ho ascoltato l'intervento del Consigliere Reschigna, così come tutti gli altri - quanto sto per dire è abbastanza importante, richiamo veramente l'attenzione - sulla questione dell'interpretazione autentica. È del tutto evidente che, sotto il profilo tecnico, il Consiglio regionale può dare l'interpretazione autentica su qualsiasi proprio atto, su qualsiasi legge o parte di essa, compreso lo Statuto. Questo, dal punto di vista tecnico, non fa una grinza.
Tuttavia, richiamo l'attenzione, anche se non voglio condizionare nulla, sull'opportunità di essere all'altezza per dare una risposta in un momento molto delicato per il Paese. Non voglio richiamare l'attenzione su fatti che conoscete meglio di me, ma credo che oggi il Consiglio debba procedere all'elezione dei propri delegati, al pari di altre Regioni che lo hanno già fatto o lo stanno facendo in contemporaneità, per eleggere il Presidente della Repubblica.
Credo che i temi posti all'attenzione siano importanti, come peraltro molti degli interventi lo hanno riconosciuto. È chiaro che la questione relativa all'interpretazione delle parole "nel proprio seno", a mio parere mi scusi, Consigliere Goffi - non si potrà affrontare oggi, ma si potrà approfondire se fare una scelta diversa come altre Regioni hanno fatto. Ci sono delle scelte che, secondo lo Statuto, l'Assemblea non effettua "nel proprio seno", quindi sono libere. C'è un caso, se non ricordo male, forse quello cui si riferiva in apertura il Consigliere Buquicchio, dove vi è nello Statuto il coinvolgimento delle Consiglio delle Autonomie Locali, che sotto il profilo costituzionale è un po' più debole.
Poi c'è il grande tema che sta impegnando il Consiglio regionale, e lo dico con orgoglio, sperando che sia anche il vostro orgoglio, con condivisione, che è quello della rappresentanza di genere. Se si vuole, si può effettuare una revisione all'articolo 28 dello Statuto in merito.
Non voglio essere presuntuoso, ma l'interpretazione delle parole "nel proprio seno", ossia dell'attuale testo, è abbastanza chiara. Tuttavia, mi sono impegnato - ma è il nostro impegno comune, perché l'abbiamo fatto insieme in tante occasioni che non sto a ricordare - ad avviare celermente un confronto per modificare l'articolo 28 dello Statuto se ci fosse una condivisione sulla rimozione a tutti i costi dell'interna corporis piuttosto che una precisazione che almeno uno dei tre rappresentanti debba essere di genere.
Questo credo che sia assolutamente condivisibile.
L'Aula è sovrana, ma non voglio assolutamente condizionare il Consiglio per risolvere, con una sospensione di un quarto d'ora, problemi che probabilmente non sono stati - lo dico in termini sbagliati, me ne scuso e non voglio assolutamente essere frainteso - risolti prima. Così come vedo difficoltosa un'interpretazione autentica delle parole "nel proprio seno" di segno diverso rispetto a quella che mi sembra essere la più logica. Se gli Uffici la devono istruire, non possono che istruirla, ma in questo caso non sarebbe l'interpretazione autentica, perché quella autentica, secondo la quale l'elezione dei tre delegati deve svolgersi interna corporis spetta al Consiglio come Aula.
A questo punto mi sembra che, soprattutto alla luce di dichiarazioni di voto che sono già state effettuate dalla maggioranza in un quadro di realismo, sospendendo momentaneamente i lavori faremmo un passaggio del tutto inutile. Sarebbe più opportuno prendere un impegno a 360 gradi per un confronto per un'eventuale revisione dell'articolo 28, in vista di una maggiore attualizzazione dello stesso rispetto alle formulazioni del 1972 o del 2005, ossia alla luce dei tempi in cui viviamo.
Scusate se mi sono permesso di esprimermi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Sia ben chiaro: non intendo assolutamente sottovalutare, e in questo non mi ritrovo nell'intervento che ho sentito poco fa, l'importanza di una rappresentanza di genere all'interno del corpo elettorale dei rappresentanti della Regione che procederà all'elezione del Presidente della Repubblica.
Tuttavia, non intendo accettare che questo rilievo venga mosso in capo ad un partito che, nelle ultime elezioni politiche, ha dimostrato di riuscire a portare il 40% dei propri parlamentari come rappresentante del genere femminile. Questo significa consapevolezza fino in fondo dell'importanza che ha e che diamo ad una piena applicazione della parità di genere all'interno dell'esperienza della politica.
La discussione che si è svolta all'interno del mio Gruppo ha portato ad evidenziare la proposta della candidatura del Consigliere Ronzani che il mio Gruppo consiliare offre alla valutazione del Consiglio regionale come rappresentante della Regione all'interno del corpo elettorale che procederà all'elezione del Presidente della Repubblica.
una valutazione che ha fatto il Gruppo regionale, che credo vada rispettata da parte degli altri Gruppi delle opposizioni e da parte di tutta l'Assemblea regionale, e che tiene conto del fatto che in questo momento considero importante il passaggio che vedrà, a partire dal 18 aprile, procedere all'elezione del nuovo Presidente della Repubblica.
In questo momento, affrontiamo passaggi importanti che rischiano di mettere in discussione l'esperienza del regionalismo e il ruolo della Regione nei confronti della comunità piemontese. Credo che anche questo debba essere al centro della nostra attenzione ed è la ragione in base alla quale il sottoscritto non ha ritenuto di proporre la propria candidatura come rappresentante del Gruppo a partecipare all'elezione del Presidente della Repubblica. Ritengo che abbiamo altre urgenze e la proposta che avanza il Gruppo regionale è una proposta autorevole e capace di rispondere ad un dovere di dignitosa e di forte rappresentanza dell'istituzione regionale.



PRESIDENTE

Grazie. Credo che il suo intervento può valere come dichiarazione di voto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Presidente, in tre minuti cercherò di dire quello che vorrei ancora esprimere.
Anzitutto mi dispiace - e non penso che sia partito dal sottoscritto che da parte di qualcuno si sia voluto dare un'interpretazione di dibattito interno alla minoranza. No! Io mi sono rivolto all'Aula nel suo complesso e ho detto: in primis mi rivolgo alle forze di maggioranza; in subordine qualora loro fossero sorde, mi rivolgerò e inviterò i partiti di maggioranza relativa a prendere in considerazione quanto da me espresso.
Ringrazio il Consigliere Reschigna per la sensibilità espressa e per il rispetto espresso alle considerazioni. Su questo non ho altro da aggiungere. Così come non vorrei aggiungere altro sulle rivendicazioni di qualcuno rispetto alle pari opportunità, perché si aprirebbe un dibattito lunghissimo sull'argomento e non abbiamo tempo necessario per affrontarlo.
Chiedo a lei, Presidente, perché non ho capito, a volte succede: lei sta negando la possibilità all'Aula di esprimersi sulla possibilità di interpretazione estensiva? Non so se questo appartenga o meno alle sue prerogative. Lei sa che la stimo e la rispetto, quindi non è una polemica tra di noi.
Forse, qualora lei mi adduca questo tipo di interpretazione regolamentare, potrei dibattere: non so se lei questo lo può fare, dovrebbe indire una votazione. Lei dovrebbe, comunque, chiedere all'Aula, che è sempre sovrana: "Volete votare per l'estensione o meno?". Una votazione noi dobbiamo farla, perché quella ci appartiene.
Infine, volevo dire alla collega Artesio, di cui rispetto, come sempre il suo pensiero, che non penso che il Consigliere più votato di quest'Aula che può aver raccolto in campagna elettorale anche 25 mila voti, possa pensare, anche lontanamente, di prendere a schiaffi il proprio elettorato nel momento in cui invece non abdica ma si eleva a votare una persona di larghissimo respiro in termini di sensibilità. Ritengo che quella sia stata un'interpretazione un po' severa, ma è legittima e la rispetto.
E allora - Presidente, mi perdonerà - prima di esprimere, in termini di dichiarazione di voto, la volontà del sottoscritto sugli eventuali candidati da votare, le chiedo ciò che le ho già chiesto, e cioè se intende o meno mettere ai voti una richiesta o l'altra.
Poi, mi riservo, cortesemente di fare i nomi, anche solo in cinque secondi, delle personalità che intendo candidare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Buquicchio.
Richiamo l'attenzione di tutti i colleghi; vorrei essere ascoltato con un po' di attenzione.
Innanzitutto, collega Buquicchio, ho detto esattamente il contrario: dopo l'intervento del Consigliere Reschigna sulla questione dell'interpretazione autentica, ho detto che tecnicamente (ricordo esattamente le parole, può andare a vedere) spetta al Consiglio regionale e solo al Consiglio regionale, svolgere l'interpretazione autentica.
Infatti, l'interpretazione autentica può essere svolta su qualsiasi atto o legge, o parte di essi, da parte del Consiglio regionale.
Certo, se si vuole avere un'interpretazione autentica, occorre fare almeno uno sforzo per scrivere qual è l'interpretazione. E io, lì, ho detto di condividere il parere degli Uffici, anche perché insieme ad altri colleghi (molti siedono qui con me; il Presidente Cota in allora era Presidente del Consiglio regionale), durante la VII Legislatura, abbiamo parlato dell'articolo 28 dello Statuto convenendo, ovviamente, che, con "nel proprio seno", sia logico intendere che sia un Consigliere regionale.
Questo è il mio umile parere, di uno su sessanta.
Pertanto, se si vuole procedere con l'interpretazione autentica, dico chiaro che qui, in Aula, è possibile procedere.
Qual è la modalità? Rispettare il Regolamento, come sempre.
Rivolgo, dunque, una domanda precisa al collega Goffi, che ha parlato di interpretazione autentica, e al collega Buquicchio: volete avvalervi della prerogativa che il Regolamento vi riserva, ex articolo 71, di porre una questione pregiudiziale o sospensiva su tale questione? Questo vuol dire che un certo evento non può andare avanti se non accade qualcosa. Pertanto, volete voi inserire, prima di analizzare il merito, l'interpretazione autentica dell'articolo 28 dello Statuto della Regione Piemonte, prima di procedere alla votazione, attraverso il voto consiliare, dei delegati della Regione che dovranno recarsi a Roma a votare il nuovo Presidente della Repubblica? Bene.
Pertanto, il collega Goffi e il collega Buquicchio, se ho bene inteso correggetemi se sbaglio - pongono una questione sospensiva, ex articolo 71 del Regolamento: si chiede che, prima di procedere, il Consiglio affronti un'interpretazione autentica - gli Uffici sono a disposizione - che presenteremo fra qualche minuto, con un voto.
Interviene qualcuno in modo contrario a tale questione pregiudiziale o sospensiva? La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Pur non volendo limitare nessuno, riteniamo che il parere degli Uffici sia già esaustivo. Riteniamo che quanto è accaduto nelle precedenti elezioni, almeno nelle ultime due precedenti, sia altrettanto esaustivo e chiaro, pertanto riteniamo opportuno procedere con la votazione.
Grazie.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.01 riprende alle ore 12.03)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi, prima di procedere con la votazione, ho esplicitato per ben tre volte ed affermato che la Presidenza considera chiarissimo il contenuto dell'articolo 28, comma 2.
Ci sono componenti dell'Assemblea (nella fattispecie i Consiglieri Buquicchio e Goffi) che considerano il contenuto dell'articolo 28, comma 2 non chiaro e chiedono che l'Assemblea si esprima in merito.
Non sottolineando l'irritualità della questione, ricordo che è già intervenuto un Consigliere contrario (il Consigliere Carossa).
Indìco la votazione palese sulla questione sospensiva proposta dai Consiglieri Buquicchio e Goffi.
Il Consiglio non approva.
Consigliere Cursio, la sua richiesta di sospensione è ritirata? Mi sembra che possa essere superata.
Prego, Consigliere Cursio.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
No, invece persiste. Desidero cinque minuti, dieci al massimo.
Grazie.



PRESIDENTE

Bene, i nostri lavori riprenderanno fra qualche minuto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.05 riprende alle ore 12.17)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola alla Consigliera Cerutti, per dichiarazione di voto.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Poiché le considerazioni svolte nel mio primo intervento sono state diverse, ritengo valga la pena ribadire la seguente questione: ritenere che all'interno della rosa dei nomi proposta dal Consiglio regionale debbano essere considerate come principio costituente le pari opportunità, non è da confondersi con la tutela.
Mi sembra importante ribadirlo: non è una questione di tutela, ma è una questione legata...



PRESIDENTE

Colleghi, chiedo scusa: la Consigliera Cerutti sta esplicitando la propria dichiarazione di voto.



CERUTTI Monica

Non a caso nel mio primo intervento ho fatto riferimento all'articolo 51 della Costituzione e adesso, in questo secondo intervento, faccio riferimento all'articolo 13 dello Statuto regionale.
Lo voglio leggere, affinché tutti i Consiglieri ne siano consapevoli: "La Regione garantisce le pari opportunità tra donne e uomini e opera per rimuovere, con apposite leggi e provvedimenti, ogni ostacolo che impedisce la piena parità nella vita sociale, politica, culturale ed economica. La legge assicura uguali condizioni di acceso tra donne e uomini alle cariche elettive, nonché negli enti, negli organi e in tutti gli incarichi di nomina del Consiglio e della Giunta regionale".
Evidenzio l'utilizzo di un verbo molto impegnativo ("assicura").
Pertanto ritengo che, da questo punto di vista, la nomina di tre uomini come rappresentanti violi l'articolo.
Se le considerazioni svolte nel mio primo intervento volevano rifarsi a delle norme generali, è chiaro che, a questo punto, vista anche la sordità dei Gruppi, intendo chiudere su questo aspetto.
Come nel mio primo intervento, la richiesta non è rivolta soltanto alla minoranza, ma anche ai Gruppi maggiori di questo Consiglio regionale, che possono avere autorevolmente la disponibilità di proporre delle candidature.
Tutte le proposte sono autorevoli, non ce ne sono di più o di meno autorevoli. Pertanto, ritengo che il tema delle pari opportunità non possa essere derubricato semplicemente a condizione secondaria, ma addirittura il nostro Stato prevede che venga assicurato questo principio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Goffi.



GOFFI Alberto

Guardi, Presidente, lei sa che normalmente non tormento l'Ufficio di Presidenza: non è mia abitudine...



PRESIDENTE

La ringrazio.



GOFFI Alberto

Però credo fermamente nell'interpretazione che è stata data stamattina in ordine alle personalità esterne.
Insisto, proponendo una personalità che certamente ha fatto - e sta tuttora facendo - la storia di Torino e che è conosciuto a livello internazionale: Ernesto Olivero, che al Sermig ha realizzato una grande opera a favore dei più poveri e degli ultimi.
Credo che Ernesto Olivero rappresenti perfettamente il Consiglio regionale nella delega all'elezione del Presidente della Repubblica.



PRESIDENTE

Ricordo che, qualora vi fosse una scheda con il nome di una personalità esterna al Consiglio, il voto sarà dichiarato nullo, in quanto l'interpretazione è quella che i nomi devono essere scelti in seno al Consiglio regionale.
Lo dico prima; non con riferimento alla persona che lei, Consigliere Goffi, ha proposto, ma in senso tecnico: qualora vi fosse un nome esterno la Presidenza non leggerà neppure il nome, ma comunicherà semplicemente che si tratta di una scheda nulla.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Presidente, quando ho pensato a personalità esterne, ovviamente ho pensato a diverse personalità: in altri tempi avevo pensato a qualche nome di spicco della magistratura torinese, ma non è il caso; avevo pensato a Gustavo Zagrebelsky; avevo pensato anche a don Luigi Ciotti.
Visto però che altri colleghi hanno aderito allo stimolo di interpretare in modo estensivo quel comma, e quindi hanno già espresso l'indicazione di un voto non di partito e non nell'ambito dei Consiglieri regionali, ringrazio di questa apertura e di questa condivisione e accetto anch'io con grande entusiasmo la candidatura di Ernesto Olivero.
Considerata la solennità del momento, la inviterei anche - ma è un invito, che si può sempre fare e che si può sempre rifiutare - a non voler essere restrittivo anche nell'interpretazione regolamentare. Nel momento in cui leggerà i voti, Presidente, non legga "nulla", perché è troppo sminuente: legga i nomi di chi è stato votato. Grazie.



PRESIDENTE

Questo non lo posso accogliere, perché sono anche custode del Regolamento; ma gli atti sono pubblici e, com'è già avvenuto anche in passato, se dei Consiglieri poi vogliono chiedere di vedere le schede e farsi carico di dare comunicazione di quanto esaminato, potranno farlo. Il Presidente, però, non può fare quanto da lei richiesto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Stara; ne ha facoltà.



STARA Andrea

Voterò convintamente il collega Wilmer Ronzani proprio perché ritengo che questo tipo di votazione, per quanto riguarda le minoranze, sia rispettoso del dettame costituzionale che la Carta riserva alle forze politiche. Purtroppo, proprio quando la politica è messa sotto accusa, ci sono Consiglieri regionali che fanno a gara nell'affossarne il ruolo e credo che questi interventi e queste proposte vadano in quel solco, anche con una sorta di - lo posso dire - captatio benevolentiae che non ha da esistere.
Credo che la politica dovrebbe confermare il proprio ruolo ed esercitarlo soprattutto quando ci sono momenti difficili e complicati dimostrando che le scelte che fa le fa proprio perché ne è convinta; se no altrimenti, abdichiamo al nostro ruolo. Allora per quale motivo noi veniamo eletti in Regione o ci sono elezioni parlamentari? Al prossimo mandato magari, proponiamo direttamente personalità esterne che ricoprano questo ruolo! Forse il risultato dei grillini è la dimostrazione che c'è bisogno anche di persone che mastichino di politica, perché i problemi sono complessi.
Mi rendo conto che durante la crisi economica, in una situazione in cui la povertà è diffusa e in cui la gente è incazzata, la cosa più semplice è la semplificazione, perché il messaggio diretto ai cittadini è semplificare e delegare la soluzione a qualcuno che in pochi attimi la possa trovare.
Invece il nostro compito è assumerci le nostre responsabilità - le nostre responsabilità! - e farle pesare; e non delegarle, assecondando - diciamo così - i mal di pancia della gente.
per questo motivo che ritengo profondamente sbagliata la proposta di personalità esterne; non perché non le stimiamo: sul mio profilo Facebook mi auguro che il Presidente della Repubblica possa essere, per esempio, un nome importante come Zagrebelsky o Rodotà; ma non è questo il tema.
Ognuno, almeno quando la Costituzione colloca questa funzione nelle piene mani della responsabilità della politica, eserciti il ruolo fino in fondo, evitando di accarezzare il pelo a personalità esterne o a cittadini che eventualmente, attraverso queste proposte, possono ulteriormente delegittimare la politica. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Consigliere Goffi, lei è già intervenuto quattro o cinque volte.



PRESIDENTE

GOFFI Alberto (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, interverrei sull'ordine dei lavori...



PRESIDENTE

Nel nuovo Regolamento non esiste l'accezione "sull'ordine dei lavori".
Senta, le do dieci secondi, Consigliere Goffi: prego.



GOFFI Alberto

Ne impiegherò meno, Presidente.
Nel caso di duplice indicazione di nominativo - uno esterno e uno interno - non credo possa essere nulla l'intera scheda.



PRESIDENTE

Io invece credo di sì, perché non solo è presente un nominativo esterno, ma si tratta anche di segno distintivo, perché lei ha fatto una dichiarazione di voto in tal senso.
In ogni caso, valuterò la questione con gli scrutatori. Adesso votiamo vediamo cosa accade e poi si valuterà in quel momento: non voglio espormi a interpretazioni preventive, che addirittura potrebbero condizionare la libertà di voto dei Consiglieri.
Invito inoltre al rispetto e ad un linguaggio consono all'Aula consiliare in cui sediamo.
Chiuse le dichiarazioni di voto, procediamo alla votazione a scrutinio segreto.
Ricordo che sono stati proposti i nominativi da parte della maggioranza e da parte delle minoranze: la maggioranza ha espresso, attraverso il Consigliere Carossa, le candidature del Presidente della Regione Roberto Cota e del Presidente del Gruppo del Popolo della Libertà Luca Pedrale; le opposizioni, attraverso il Consigliere Reschigna, si sono espresse per il collega Wilmer Ronzani; il collega Goffi, con l'adesione del collega Buquicchio, ha proposto una personalità esterna al Consiglio regionale (se non ricordo male, il signor Ernesto Olivero).
Ricordo allora come procederemo: con l'assistenza del Vicepresidente del Consiglio regionale Comba e del Consigliere Segretario Novero, nominati scrutatori, diamo corso alla votazione a scrutinio segreto mediante schede e con voto limitato a due nomi; la scheda è di colore giallo e contiene due righe per un massimo, appunto, di due nominativi. La votazione avviene per appello nominale in doppia chiamata, effettuata dal Consigliere Segretario Leardi.
Procederemo così: alla mia destra (vostra sinistra) troverete un funzionario che vi consegnerà la scheda; alle mie spalle, come facciamo solitamente, ci sarà il tavolino per la votazione; ogni Consigliere facendosi vedere, introdurrà la scheda nell'urna.
Se è tutto chiaro, passiamo alla votazione per appello nominale in doppia chiamata, effettuata dal Consigliere Leardi. Voterà per primo, anche per un segno di disponibilità rispetto alla sua condizione fisica, il Vicepresidente Placido.
Prego il Consigliere Segretario Leardi di procedere all'appello nominale.
(Il Consigliere Segretario Leardi effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Prima di procedere allo scrutinio, abbiamo fatto un approfondimento rispetto alla comunicazione fatta in precedenza all'Aula.
Sulla scheda, se c'è un nome esterno al Consiglio regionale, questa è nulla (cioè non si annulla la preferenza e la facciamo diventare bianca per intenderci); se invece c'è un nome esterno al Consiglio regionale o un nome di Consigliere, è nullo il voto per la persona esterna, ma viene mantenuta la preferenza per il Consigliere.
Mi scuso per la comunicazione frettolosa di prima. Abbiamo fatto un approfondimento ed è così.
Procediamo allo spoglio delle schede.
Chiedo scusa, ma abbiamo fatto un controllo incrociato perché avevamo un problema su un voto che non tornava.



(Il Presidente del Consiglio, con l'assistenza dell'Ufficio di Presidenza effettua lo spoglio delle schede)



PRESIDENTE

Lo scrutinio delle schede è terminato.
In base allo scrutinio effettuato, comunico l'esito della votazione: Presenti 55 Consiglieri.
Votanti 55 Consiglieri Hanno ottenuto voti: Cota Roberto 30 Pedrale Luca 30 Ronzani Wilmer 14 Artesio Eleonora 10 Costa Rosa Anna 2 Manica Giuliana 1 Bono Davide 1 Biolé Fabrizio 1 Schede bianche 1 schede nulle 1 voti nulli 3 Proclamo eletti dal Consiglio regionale delegati per l'elezione del Presidente della Repubblica Cota, Roberto, Pedrale Luca e Ronzani Wilmer.
Ne darò comunicazione oggi stesso al Presidente della Camera dei Deputati.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Alle ore 13 riceveremo una delegazione di Sindaci dell'ASL TO5 in Sala Viglione.
I nostri lavori riprenderanno alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.01)



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