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Dettaglio seduta n.34 del 21/09/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Ammortizzatori sociali

Interrogazione a risposta immediata n. 144 del Consigliere Biolé, inerente a "Lavoratori Aviapartner e CIGS in deroga" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento del Consiglio regionale, l'interrogazione a risposta immediata n. 144, presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Lavoratori Aviapartner e CIGS in deroga".
La parola al Consigliere Biolé per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'argomento in questione era stato già oggetto di una precedente interrogazione. Per riassumere, parliamo dei 24 lavoratori Aviapartner addetti ai servizi a terra che erano stati posti in cassa integrazione in deroga.
Ricordo la responsabilità delle stesse organizzazioni sindacali che hanno sostenuto l'ipotesi avanzata dall'azienda di riassumere i lavoratori tramite cooperativa, con evidente ribasso delle tutele contrattuali.
Rammento, altresì, che si era arrivati ad un incontro in Assessorato con gli ispettori dell'INPS.
A quanto ci risulta, era stato deciso di approfondire la vicenda tramite un'indagine istruttoria in forma diretta sospendendo l'erogazione della cassa integrazione in deroga. Per cui, i lavoratori in questioni hanno subito, contestualmente, la sospensione dello stipendio e la non erogazione dell'assegno di cassa.
Semplicemente, interroghiamo la Giunta - nella fattispecie l'Assessore Porchietto - per sapere se può confermare o no l'esito dell'ispezione effettuata dall'INPS che avrebbe considerato illegittima la richiesta di cassa integrazione, e la valutazione della conseguente richiesta mossa dallo stesso istituto di previdenza ad Aviapartner di restituire le somme elargite dalla Regione.
Voglio ricordare in calce, così come abbiamo segnalato all'interno della stessa interrogazione, l'unanimità con cui Regione e Comune di Torino avevano, a fine 2009, approvato la medesima mozione che impegnava le rispettive Giunte a favorire il reintegro dei lavoratori. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Porchietto, per la risposta.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Una puntualizzazione e poi la risposta sul tema.
Tenuto conto della delicatezza delle situazioni, a fronte del fatto che vi è stata una verifica ispettiva da parte dell'Ispettorato del Lavoro in primis e dall'INPS successivamente, ritengo che sia importante, per non creare equivoci, riportare testualmente la lettera protocollata dall'INPS che ha come oggetto "Aviapartner SpA - Autorizzazione CIG in deroga e suo utilizzo", anche perché nel momento in cui mi è stata formulata una richiesta - si chiedeva, appunto se era illegittima la cassa - andare a dichiarare all'interno della stessa l'illegittimità di un percorso su un ammortizzatore sociale fa sì che l'interpretazione esterna, sapendo quanto voi avete seguito questa vicenda, non sia quella che ritengo porti, forse a quello che voi stavate facendo, ovvero una forte attenzione nei confronti d'Aviapartner.
In realtà non c'è una valutazione d'illegittimità della cassa integrazione e lo desumiamo anche dal testo della lettera che mi appresto a leggere e che lascerò agli atti, che ci permette di capire come, in questo momento, i lavoratori dell'azienda stanno percependo la cassa in deroga per cui, a fronte di un ritardo parziale che è avvenuto tra il mese di luglio e l'inizio d'agosto (la verifica ispettiva si è conclusa il 13 agosto), subito dopo sono stati assolutamente remunerati con quella che è la cassa in deroga.
Come dicevo, c'è una lettera protocollata dall'INPS n. 8180 del 16 agosto 2010 che ha come oggetto "Autorizzazione alla cassa integrazione in deroga e suo utilizzo", indirizzata alla Regione Piemonte, Direzione Istruzione e Formazione Professionale e Lavoro.
Il testo recita: "In relazione alla richiesta di verifica della legittimità di richiesta ed utilizzo della CIG in deroga da parte della società Aviapartner SpA per le attività esercitate presso l'Aeroporto Sandro Pertini di Caselle Torinese, quest'istituto ha effettuato un accertamento ispettivo. Le risultanze del medesimo, come si evince dall'unita relazione di uno dei funzionari che hanno svolto la verifica evidenziano quanto segue.
1) La richiesta d'accesso alla cassa in deroga avanzata dalla società richiamata in oggetto è legittima, sussistendone le motivazioni.
2) Nel corso della fruizione della cassa in deroga, la società ha sospeso i lavoratori le cui attività sono state svolte da altro personale di una società terza, cui sono state appaltate. Pertanto, per le prestazioni di lavoro sostituite, che costituiscono parte di quelle complessivamente sospese, veniva meno la specifica causale d'ammissione all'integrazione salariale. Effettuata la puntuale analisi di detta attività, l'INPS ha provveduto a riaddebitare il valore delle integrazioni impropriamente fruite.
3) Per effetto di quanto indicato al punto precedente, con verbale in data 13 agosto 2010 l'INPS ha avviato a recupero: la somma di complessivi 41.030,75 euro a titolo di cassa integrazione indebita.
Tale somma, quando versata dall'azienda, sarà imputata - così come convenuto per le vie brevi con codesta Regione - alla quota di partecipazione al finanziamento degli ammortizzatore sociali in deroga per gli anni 2009-2010 a carico della Regione Piemonte, corrispondentemente diminuendone il debito verso l'INPS.
La contribuzione previdenziale per i lavoratori impropriamente sospesa in relazione alle ore non integrabili.
4) In esito a quanto indicato al precedente punto 2) - la sospensione dei lavoratori le cui attività sono state svolte da altro personale di terza società - si comunica, inoltre, che la cassa in deroga effettivamente spettante per il periodo 13 marzo 2010 - 12 luglio 2010 (non ancora scaduto ai fini della liquidazione delle relative prestazioni ai dipendenti interessati e della consuntivazione) era pari a n. 10.811 ore".
Aggiungerei un appunto: la procedura per cui la Regione interverrà in compensazione nel momento in cui la società verserà i 41.030 euro è dovuta al fatto di voler velocizzare il più possibile la procedura per agevolare i lavoratori nel recupero delle somme attraverso la cassa in deroga. In questo modo, abbiamo potuto non interrompere l'erogazione della cassa perché la Regione ha anticipato i 41.000 euro che servivano per la copertura della parte indebita per le ore in più che erano state imputate come cassa in deroga sulla società Aviapartner.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Porchietto.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 140 del Consigliere Buquicchio inerente a "Dismissione incarico Direttore della struttura Complessa Chirurgia Generale del Presidio Ospedaliero di Chieri" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Esaminiamo, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento del Consiglio regionale, l'interrogazione a risposta immediata n. 140, presentata dal Consigliere Buquicchio.
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Ringrazio il Presidente, nonché l'Assessore per essere qui a rispondere a quest'interrogazione, che non vuole essere - ci tengo a chiarirlo a lettere chiare e forti - una presa di posizione clientelare nei confronti di chicchessia.
Noi siamo Consiglieri regionali; in passato qualche interessamento su queste faccende è stato inopinatamente (e anche in modo offensivo) classificato come un voler interferire alla gestione monocratica dei Direttori Generali, ma così non è.
Laddove si riscontrano gravi indizi di malgoverno, noi abbiamo l'obbligo di intervenire, qualsiasi siano le origini e la natura di tale malgoverno. Ma, in questo caso, ci troviamo di fronte ad una potrei dire "persecuzione"? Non lo dico. Potrei dire una "scelta autocratica" di un Direttore Generale nei confronti di un professionista serio, che probabilmente, ha idee culturali e politiche diverse dalla sua? Non lo dico. Potrei affermare che quel Direttore Generale ha in testa un suo disegno preordinato di sostituzione di quel primario con altri a lui più affini? Non lo dico. Dico, invece, una cosa che è documentata.
Quel Direttore Generale, di fronte ad una scelta di rifiuto del rinnovo di un contratto, dopo un giudizio di primo grado negativo nei confronti di questo professionista, trasformatosi in giudizio positivo in secondo grado cosa ha fatto nelle more, udite, udite? Ha offerto a questo professionista 100.000 euro purché si togliesse dai piedi, diciamo così, per essere gentili.
Questo lo ritengo un atto di una gravità inaudita che va - come posso dire? - ad interferire con quello che dovrebbe essere il sano governo della cosa pubblica.
Allora, ecco che ho scomodato l'Assessore perché possa, nelle sue facoltà indubbie su una situazione di questo genere, congelare il tutto approfondendo l'argomento, perché la Regione (e in questo caso l'Assessorato) ha tutto il diritto, direi il dovere, di intervenire per fare chiarezza, non a difesa del professionista, perché è un argomento che nel merito non m'interessa. Tuttavia, m'interessa che la Regione dimostri e ho concluso, Presidente - che l'attività finanziaria ed economica sia retta sempre da criteri d'economicità e d'efficacia.
Delle due l'una: o il professionista andava mandato a casa a prescindere o se gli si offrivano dei soldi perché andasse a casa, quei soldi erano sicuramente spesi male e in modo illecito e illegittimo.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma la Presidenza ha bisogno di qualche secondo per fare una valutazione, poiché si parla di persone, ma siccome non si parlerà dell'operato, possiamo continuare in seduta pubblica.
La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Illustrerò quanto, a seguito di richiesta specifica fatta al Direttore generale dell'Azienda TO5, ci è pervenuto dal punto di vista dell'iter attraverso il quale il Direttore ha ritenuto di porre in essere le scelte che sono state compiute.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto individuata, si riferisce quanto segue in conseguenza d'informazioni assunte presso l'ASL TO5.
Il Consigliere si interroga sulle motivazioni per le quali "pure in assenza di una valutazione negativa di fine mandato dell'attività del dottor Rossi, il Direttore Generale abbia ritenuto di offrire una definizione economica così importante del rapporto lavorativo".
La valutazione negativa espressa in prima istanza, in data 5 novembre 2009, da parte del Direttore di Presidio dottor Bassotti, è stata contestata dal dottor Rossi e conseguentemente è stata avviata la valutazione di seconda istanza da parte di una Commissione, costituita dal Direttore sanitario dell'ASL TO5, dal Direttore del Dipartimento d'Area chirurgica dell'ASL TO5, dal Direttore della Struttura complessa di Chirurgia generale dell'Ospedale di Moncalieri dell'ASL TO5.
Essendo stata avviata la valutazione di seconda istanza, il processo valutativo non è concluso al momento della presentazione della proposta di recesso consensuale come fa intendere l'interrogante.
Al momento in cui veniva proposto il recesso consensuale il Direttore Generale disponeva di due elementi di criticità: il giudizio negativo di prima istanza e il giudizio d'imparzialità che il dottor Rossi ha mosso nei confronti della dottoressa Casazza, la quale, per evitare qualsivoglia elemento di pregiudizio, si dimetteva dalla funzione di Presidente di Commissione di seconda istanza ed è stata sostituita dal Direttore sanitario della Azienda Ospedaliera Santa Croce di Cuneo.
Sulla base dei due elementi anzidetti è stata avviata la procedura del recesso consensuale che, si ricorda, è una procedura prevista dal contratto ed è stata normata nell'ASL TO5 da un accordo interno con le organizzazioni sindacali della Dirigenza medica.
Già in altre occasioni è stato utilizzato questo strumento contrattuale che rappresenta non un "premio" al Dirigente, ma una modalità per superare in modo consensuale problemi e criticità che emergono o possono emergere nelle relazioni tra i dirigenti e le direzioni aziendali superando altresì eventuali presenti e futuri contenziosi.
Si fa presente che se il recesso consensuale fosse stato accettato dal dottor Rossi avrebbe interrotto la procedura valutativa non esistendone più il presupposto.
La cifra proposta di risoluzione consensuale pari a 100 mila euro è il frutto di un calcolo previsto dall'accordo interno con le organizzazioni sindacali che tiene conto di due parametri: l'anzianità di servizio e l'età anagrafica. Nel caso specifico il valore calcolato è stato di 105.698.000 euro.
La proposta di recesso consensuale prevedeva la risoluzione del contratto a far data dal 1° luglio 2010 e considerato lo stipendio del dottor Rossi l'Azienda avrebbe recuperato mensilmente più del 10% di quanto proposto.
In conclusione, non c'è contraddizione tra l'aver proposto una risoluzione contrattuale attraverso il recesso consensuale e la non conferma dell'incarico, poiché lo strumento contrattuale del recesso è previsto proprio per il superamento consensuale di criticità di rapporto che è stato proposto in data 18 maggio 2010 dal dottor Rossi prima della conclusione del processo valutativo avvenuto in data 16 luglio 2010.
Ovviamente, queste sono considerazioni e valutazioni che abbiamo espunto dalla comunicazione che ci è arrivata dal Direttore.
Successivamente alla presa d'atto della conclusione della Commissione di seconda istanza il Direttore Generale ha proceduto con provvedimento formale alla non conferma del dottor Rossi all'incarico di Direttore della Struttura complessa di Chirurgia generale.



PONSO TULLIO


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 141 del Consigliere Lepri, inerente a "Incontro su 'Linee guida sulla sanità' presentate il 15 settembre 2010 alle ore 11.30: quanto ci è costato?" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 141, presentata dal Consigliere Lepri.
La parola al Consigliere Lepri per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Noi siamo stati invitati la scorsa settimana alla presentazione delle come possiamo chiamarle? - prime idee di linee guida per il nuovo Piano Socio Sanitario. Al di là dei contenuti, su cui spero che l'Assessore ci inviterà a discutere perché cito, per esempio, il nostro Presidente, che più volte ha accusato le opposizioni di non avere idee, di non avanzare proposte sulle questioni sanitarie, ebbene, se non sappiamo neanche di che cosa si tratta e non vi sono i luoghi in cui poter discutere, in primo luogo il Consiglio e la Commissione, è evidente che noi non possiamo discuterne.
Ma al di là di questo e del modo con cui siamo stati invitati Assessore, vorremmo domandarle se questo invito è stato opportunamente ponderato, perché a questo importante incontro - peraltro ancora un po' fumoso, ce lo conceda - hanno partecipato 500/600 persone e conoscendo ormai, per disgrazia o per fortuna, buona parte del mondo sanitario piemontese, ho visto che erano presenti moltissimi primari, moltissimi direttori generali, moltissimi chirurghi, moltissimi specialisti e la loro presenza è avvenuta in orario verosimilmente di lavoro, cioè nella piena mattinata.
Dunque sorge spontanea la domanda, Assessore: non era meglio fare questo incontro, vista la presumibile grande partecipazione, in orario preservale, serale o festivo? E, seconda domanda: visto che vi hanno partecipato in così tanti ci piacerebbe capire se tutte queste persone hanno la libertà di poter lasciare il loro luogo di lavoro e in modo particolare interventi di diagnostica o chirurgica già prenotati verosimilmente spostandole e quindi determinando un danno, se non altro in termini di ritardo negli interventi, ai nostri concittadini. Questa domanda mi sembra più che legittima.
Ciò che ci attendiamo non è una semplice risposta politica o di circostanza, ma una risposta circostanziata, cioè persona per persona, in modo dettagliato. Non solo i primari, ma anche i dipendenti della Regione hanno ciascuno di loro avanzato una richiesta di permesso, oppure possono allontanarsi dal luogo di lavoro a fronte di superiori richiami politici? Ecco, vorremmo capire se c'è una discrezionalità in capo ai dipendenti della Regione e delle ASL, per cui di fronte ad una chiamata della politica si possono abbandonare i posti di lavoro e, se sono stati abbandonati, se sono stati concessi permessi perché questo possa avvenire.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela della salute e sanità

Con riferimento all'interrogazione in oggetto individuata si riferisce quanto segue.
Facendo seguito al quesito posto dal Consigliere Lepri in merito al numero degli interventi chirurgici, ambulatoriali, diagnostici, che siano stati rinviati a causa della presenza di operatori sanitari all'incontro in oggetto, abbiamo provveduto ad inviare tale richiesta a tutte le ASL e ASO competenti affinché venga avviata un'attenta verifica su eventuali disservizi, che ad oggi non ci risultano, legati a questa partecipazione.
Vista la palese complessità nel determinare eventuali "minori servizi" direttamente connessi alla presenza all'incontro, rispetto alle assenze correlate invece a malattie, permessi e quant'altro, è necessario attendere affinché gli Uffici competenti possano adempiere a tale richiesta, nella speranza che la stessa non aggravi ulteriormente il carico di lavoro, anche in termini di costi, delle Aziende Sanitarie.



PRESIDENTE

Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 142 del Consigliere Goffi, inerente a "Chiusura del day surgery all'ospedale di Lanzo" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento del Consiglio regionale proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 142, presentata dal Consigliere Goffi, che ha facoltà di illustrarla.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Assessore, lei conosce bene la realtà territoriale a cui mi riferisco.
La chiusura del day surgery dell'ex ospedale Mauriziano di Lanzo - è chiuso da oltre due mesi e non riapre più - rappresenta un grave disagio per tutta una valle che non ha altri presidi sanitari se non quello di Ciriè, che certamente non è così immediato. Sempre di più si sente nell'aria la decisione - di cui, ad oggi, non c'è certezza - che si voglia in qualche modo destrutturare l'ospedale di Lanzo, per arrivare, con una certa lentezza, ma questo è l'obiettivo, alla chiusura definitiva. Questo lo si ravvisa anche da un altro aspetto: non solo viene eliminato il day surgery nel senso che non riapre, ma nemmeno è stato eseguito il piano aziendale che prevedeva l'istituzione di un primariato di riabilitazione cardiovascolare e di lungodegenza.
Il pronto soccorso, ormai, è diventato a servizio di quello di Ciriè e tutto fa presagire che l'intenzione sia quella, appunto, della chiusura.
Quindi, al di là della richiesta specifica sul day surgery, vorrei che lei mi indicasse qual è la volontà politico-aziendale in relazione a questo tipo di presidio sanitario. Vorrei conoscere la vostra intenzione, se è quella di mantenerlo o di addivenire - come pare - rapidamente, o non rapidamente - questo è un dato che verificheremo - allo smantellamento del presidio ospedaliero.
A mio giudizio, si tratta di una valutazione che è importante, perch su quell'area gravitano 80 mila persone, che non hanno alcuna possibilità di poter accedere rapidamente ad altri presidi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela della salute e sanità

Con riferimento all'interrogazione in oggetto si è provveduto a richiedere indicazione al Commissario dell'ASL TO2, dottor Iodice, che ha riferito quanto segue.
Presso il Presidio Ospedaliero di Lanzo è presente attività di Day Surgery svolta da tutte le Unità operative di area chirurgica del Presidio di Ciriè (Chirurgia Generale, Ginecologia, Odontoiatria Otorinolaringoiatria, Ortopedia, Oculistica, Urologia).
Nel mese di luglio, in concomitanza con la riduzione estiva dell'attività chirurgica, si è proceduto, a sospendere temporaneamente le sole sedute della disciplina di chirurgia generale e a ridurre ad un solo giorno l'ambulatorio della stessa branca. Tutte le altre discipline hanno invece continuato la solita programmazione delle sedute, fatta salva la consueta riduzione di attività estiva.
La sospensione, limitata alla chirurgia generale, è stata procrastinata anche per il mese di settembre, mentre tutte le altre discipline hanno regolarmente ripreso la propria attività (nell'ultima settimana si sono svolti giornalmente da sei ad otto interventi al giorno).
Risultano quindi totalmente infondate le voci secondo cui le sale operatorie di Lanzo sarebbero chiuse.
Il prorogarsi della sospensione della chirurgia generale oltre il mese di agosto è conseguente alla carenza di chirurghi generali: tre cessazioni negli ultimi sei mesi.
Vista la necessità di dover garantire prioritariamente il servizio di guardia attiva presso il DEA di Ciriè, le sedute operatorie dell'attività ordinaria e l'assistenza al reparto di degenza si è proceduto alla suddetta sospensione temporanea per la sola attività di day surgery presso il presidio di Lanzo con il trasferimento di tale attività presso la sede di Ciriè.
Questa situazione deriva dalla mancata approvazione del Piano di rientro della precedente Direzione Generale: non appena il Commissario presenterà il nuovo Piano si potrà procedere anche alla definizione delle assunzioni che permetteranno di revocare tale sospensione temporanea.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 143 della Consigliera Artesio inerente a "Nomina Direttore Amministrativo ASL TO2" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento del Consiglio regionale proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 143, presentata dalla Consigliera Artesio, che ha facoltà di illustrarla.



ARTESIO Eleonora

L'interrogazione pone il quesito di verificare il rispetto delle regole, non interferisce con la valutazione professionale di questo o quel professionista, ma si accontenta almeno che il rispetto delle norme sia garantito.
La questione viene posta in relazione alla nomina del direttore amministrativo dell'ASL TO2, rispetto al quale e agli elementi di presentazione di curricula a nostra disposizione non risulterebbero soddisfatti i requisiti di competenza né quelli di compatibilità.
Sono tre le questioni che poniamo all'Amministrazione per la verifica.
Per quanto riguarda la prima, il decreto legislativo n. 502/1992 prevede che i direttori amministrativi abbiano svolto per almeno cinque anni una qualificata attività di direzione tecnica o amministrativa in enti o strutture sanitarie pubbliche o private di media o grande dimensione: non risulta dal curriculum del nominato direttore amministrativo che abbia mai svolto attività di direzione tecnica o amministrativa in enti o strutture sanitarie.
La seconda questione riguarda l'incompatibilità: il decreto legislativo n.
502/1992 estende, oltre che ai direttori generali, sanitari e amministrativi, l'incompatibilità in ordine allo svolgimento di eletti all'interno delle assemblee comunali, provinciali, regionali e parlamentari. Risulta che il neo nominato direttore amministrativo sia amministratore comunale presso il Consiglio comunale di Volpiano.
Relativamente al terzo requisito, ai sensi della cosiddetta "riforma Brunetta", si vietano per i direttori generali incarichi di direzione di strutture deputate alla gestione del personale per quei soggetti che abbiano rivestito negli ultimi due anni incarichi in partiti politici o in organizzazioni sindacali. Risulta che il neo nominato direttore amministrativo della TO2, oltre che appartenere ad un partito politico, in quanto Consigliere comunale di Volpiano, sia dirigente provinciale del Partito della Libertà, componente dell'esecutivo provinciale torinese del suddetto partito e aver partecipato nel 2009 - quindi nell'ambito dei due anni richiamati dalla norma - come delegato della Federazione di Torino, al Congresso di scioglimento di Alleanza Nazionale e a quello costitutivo del Popolo della Libertà.
Si chiede pertanto se i requisiti previsti dalla legge siano stati rispettati.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela della salute e sanità

Come già anticipato verbalmente alla Consigliera Artesio, al ricevimento dell'interrogazione della Consigliera in data 20 settembre, è stata inviata nota con la quale si è richiesto al Commissario della ASL TO2, dottor Giacomo Manuguerra, di fornire elementi di giudizio in ordine ai criteri di valutazione dei requisiti in sede di conferimento degli incarichi con riferimento all'oggetto dell'interrogazione.
Con nota del 21 settembre, il Commissario riferisce di avere disposto l'acquisizione anche di un parere pro veritate sulla materia.
Non appena il Commissario fornirà gli elementi che abbiamo richiesto sarà cura di questo Assessorato renderli noti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interrogazione a risposta immediata n. 138 del Consigliere Ronzani inerente a "Nuovi indirizzi per avvisi di selezione per il conferimento degli incarichi di Direttore" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento del Consiglio regionale proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 138, presentata dal primo firmatario Consigliere Ronzani, che ha facoltà di illustrarla.



RONZANI Wilmer

Assessore Cavallera, credo che lei risponderà a quest'interrogazione la quale, me lo consenta, è emblematica - uso un termine pesante - della sciatteria e del pressapochismo con cui l'Amministrazione ha affrontato la questione del bando riguardante la nomina dei nuovi direttori. Prima avete deciso di presentare un bando, poi lo avete azzerato, costringendo le persone a ripresentare la domanda, ma soprattutto a ripresentarla in condizioni diverse, perché nel frattempo il bando aveva cambiato le condizioni sulla base delle quali gli interessati potevano partecipare.
Ho detto pressapochismo e sciatteria ma, aggiungo, non solo questo.
Perché vede, Assessore: l'Assessore Quaglia, competente per materia, è venuta in Commissione, ma non ci hanno convinto le ragioni con le quali ha motivato le vostre decisioni. E siccome lei appartiene ad un partito che negli anni passati ricordava, tramite un suo esponente, che a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina, ho ragionevoli motivi per pensare che voi non confessiate per intero le ragioni per le quali avete deciso di pubblicare un bando per poi azzerarlo e pubblicarne uno diverso. Noi verificheremo, naturalmente, le ragioni di questa vostra decisione che noi pensiamo abbia una motivazione precisa che poi dirò, facendo una cosa semplicissima: verificando il primo elenco con il secondo e con le nomine dei Direttori che voi effettuerete, credo, nei prossimi giorni.
Io però penso che voi abbiate assunto la decisione di modificare il bando, rivendendo i criteri e i requisiti di accesso e i requisiti sulla base dei quali è possibile parteciparvi per una ragione che non è quella che avete addotto, e cioè creare le condizioni per una par condicio di accesso al bando per diventare Direttori. Ma credo che l'abbiate fatto principalmente per una ragione: per dar modo a persone esterne all'amministrazione - mi sentirei di dire, forse, politicamente amiche - di presentare quella domanda che altrimenti, sulla base del vecchio requisito previsto dal vecchio bando, non avrebbero potuto presentare. Io non mi spiego altrimenti, Assessore Cavallera, la decisione di azzerare il bando di presentarne un altro e di presentarlo modificando le condizioni, in particolare abolendo i vincoli previsti per quanto riguarda i cinque e i due anni richiesti.
Infine - introduco l'ultima questione e aspetto la sua risposta - noi abbiamo il sospetto che la decisione che la Giunta ha assunto di non rinnovare tutti i Direttori, ma soltanto 14 su 18, ossia congelando quattro nomine - ancorché assolutamente legittima, naturalmente - sia motivata con l'esigenza di avere la possibilità di nominare avendo come riferimento, tra i 18 Direttori, un maggior numero di Direttori esterni. Spero di sbagliarmi, Assessore Cavallera; ma dubito di essere in errore e penso che questa sia la ragione per la quale la Giunta ha deciso di fare le scelte che poco fa ho ricordato. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Leggo la risposta che aveva preparato la collega. La revoca degli avvisi di selezione per il conferimento di 14 incarichi di Direttore disposta con delibera della Giunta regionale del 6 settembre 2010, è stata decisa in relazione al dovere che ogni pubblica amministrazione ha di riesaminare le proprie determinazione valutando scrupolosamente l'aderenza delle stesse ai principi di imparzialità, di buon andamento e al principio di legalità dell'azione amministrativa; principi che trovano fondamento sia nella Costituzione sia, ormai diffusamente, nella legislazione nazionale ordinaria.
Non solo: altro dovere della pubblica amministrazione è osservare il principio dell'uguaglianza, anch'esso di rango costituzionale (articolo 3 della Costituzione). Sottolineo che si tratta di un dovere che obbliga la pubblica amministrazione in qualunque momento della sua azione a rivalutazioni in linea con gli interessi pubblici attuali, proprio al fine di prevenire ed escludere comportamenti e decisioni lesivi degli anzidetti principi.
Orbene, le modificazioni apportate in ossequio a quanto sopra detto attengono alla sfera dei criteri per il conferimento degli incarichi direttoriali, approvati con deliberazione della Giunta regionale del 22 settembre 2008 e successive modifiche, per l'appunto, con specifico riferimento alle cause ostative contenute alle lettere g) ed h) correttamente riportate nell'interrogazione nella loro enunciazione originaria e in quella successiva modificativa. Parimenti corrette sono le deduzioni trascritte nella stessa interrogazione.
Riesaminando la fattispecie della lettera g), e modificandola nel tenore e nel significato correttamente inteso dal Consigliere Ronzani, si è voluto perseguire un principio giuridico che è quello di prevedere, quale causa di non ammissione alla procedura di avviso, la sola esclusione per coloro che sono stati licenziati o sono decaduti dall'impiego pubblico in quanto l'atto di dimissione volontaria del dipendente pubblico, com'era nella versione iniziale, appariva fortemente discriminatorio. Più in generale, in una procedura selettiva pubblica, l'obiettivo è garantire il principio della più ampia partecipazione alla stessa, eccezion fatta per i vincoli di legge che assolutamente devono essere osservati. Nel caso di specie, il vincolo di legge da osservare è quello di non ammettere coloro i quali siano cessati dall'impiego pubblico per licenziamento o per decadenza e, in tal senso, si è agito per combinare ad un tempo l'osservanza del principio di legalità e del principio di divieto di discriminazione, in ossequio al principio costituzionale d'uguaglianza.
In sostanza, escludere il dipendente pubblico dimissionario dalla partecipazione alle procedure d'avviso rappresentava o poteva rappresentare un vulnus al principio del divieto di discriminazione e si poneva in contrasto con i principi generali dell'ordinamento giuridico. Perch discriminare un ex dipendente pubblico, che volontariamente ha cessato il proprio rapporto di lavoro e d'impiego eventualmente per maturare, per esempio, altre esperienze professionali, e non per converso apprezzare positivamente l'arricchimento professionale derivante da altri incarichi unicamente per consentire a questo dipendente la tutela del principio di partecipazione scevra da ogni valutazione determinativa di merito e di scelta? La fattispecie, di cui alla lettera h), con la modificazione apportata, è venuta dalla logica di perseguire i principi costituzionali di cui ho detto all'inizio, ed in particolare quello d'uguaglianza.
Di fatto, nella formulazione originaria del criterio, sussisteva un'oggettiva disparità di trattamento tra dirigenti interni ed esterni che concorrevano alla stessa procedura. Ciò rappresentava un'anomalia conservarla avrebbe significato violare il predetto principio di uguaglianza con altamente probabili contenziosi da parte dei candidati pretermessi.
Non solo: la circostanza ostativa di che trattasi ha conosciuto una recente dimostrazione per effetto del decreto legislativo 150 del 2009 cosiddetto Decreto Brunetta, che all'articolo 53 del decreto legislativo 165 del 2001 ha aggiunto il comma 1 bis, circoscrivendo nell'ambito di applicazione alla sola ipotesi di affidamento di incarichi di direzione di strutture deputate alla gestione del personale. Si può ragionevolmente comprendere come conservare l'originaria versione di tale causa ostativa avrebbe generato un obiettivo contrasto di legge.
In conclusione, la modifica dei criteri nelle lettere g) ed h) di cui ho ampiamente discorso, la conseguente revoca degli avvisi e l'annullamento delle procedure - atto di autotutela in ossequio al principio di legalità non sono sintomatici del pressapochismo che ha caratterizzato l'operato della Giunta, ma piuttosto rappresentano alto senso di responsabilità e attenzione nei confronti di elementi limitativi o restrittivi stridenti con i principi di legalità, di imparzialità, di buon andamento dell'azione della Giunta che reputo aver compiutamente spiegato. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Cavallera.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Università

Interrogazione a risposta immediata n. 139 del Consigliere Boeti, inerente a "Mancata concessione della riserva a favore dei non vedenti per l'accesso al corso di fisioterapia presso l'Università di Torino" (articolo 100 Regolamento)


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ultima interrogazione a risposta immediata e urgente della giornata, la n. 139.
Ha la facoltà di intervenire per l'illustrazione il Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente: due volte grazie.
L'interrogazione è chiara. Chiedo all'Assessore, che immagino conosca questa situazione, se la Regione intende fare qualcosa rispetto alla questione che riguarda la mancata concessione della riserva a favore dei non vedenti per l'accesso al corso di fisioterapia presso l'Università di Torino.
I non vedenti svolgono questo lavoro, in quasi tutti gli ospedali.
Sembra quasi che Dio - per chi ci crede - o la natura abbiano dato nelle mani dei fisioterapisti non vedenti quello che hanno sottratto, in qualche modo, in altro posto, perché essi svolgono questo lavoro con gran competenza e con gran professionalità. Un'opportunità di lavoro riservata a questa categoria di persone che hanno una disabilità. Il fatto che non ci siano riserve per i non vedenti è estremamente grave.
Come nell'interrogazione è descritto, il Senato accademico l'Assessorato e il Ministero hanno espresso parere favorevole alla riserva di posti sopra indicati (questo è quello che dice l'associazione, se non è così l'Assessore ci dirà che le cose non stanno in questo modo).
Essendoci altre Università nelle quali questa riserva è stata concessa chiedo all'Assessore se sia possibile, ormai per il prossimo anno - perch mi pare che questo ragionamento per quest'anno si sia concluso - ovviare a quella che considero una grave mancanza di opportunità nei confronti di questa categoria di persone.
Penso che la Regione abbia svolto un ruolo non sempre adeguato rispetto alla questione degli specializzandi in generale. Ho già detto molte volte a quest'aula che in Lombardia gli specializzandi in ortopedia sono 40 e in Piemonte sono sette o otto; che negli anni futuri mancheranno gli specialisti se non facciamo specializzare qualche categoria in più.
Tuttavia, mi sembra di capire che il Ministero (non quello della Salute) o l'Università siano sordi alle richieste del Piemonte, oppure la capacità di intervento delle altre Regioni è probabilmente maggiore della nostra.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Caterina, Assessore alla tutela della salute e sanità

Gli accordi e le azioni intraprese dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Torino in merito alla questione hanno avuto il seguente iter.
A seguito delle reiterate richieste di riserva di posti da destinare a candidati ipovedenti nell'ambito del corso di laurea di fisioterapia avanzata dall'Associazione piemontese retinopatici e ipovedenti, acquisito il parere favorevole dell'Assessorato, la Facoltà di Torino poneva all'ordine del giorno del Consiglio di Facoltà questa richiesta: il Consiglio di Facoltà delibera all'unanimità la riserva di quattro posti in sovrannumero rispetto alla programmazione ministeriale, a favore di candidati disabili visivi nell'ambito del corso di laurea di fisioterapia.
Contestualmente, l'Ateneo provvede a richiedere al MIUR di fissare a 54 il numero degli scrivibili al corso di laurea per l'anno accademico 2010 2011 tale da poter soddisfare le richieste dell'associazione, senza dover intaccare il contingente degli scrivibili che il Ministero, ormai da anni fissa in 50 unità.
Il Ministero, con nota del 28/06/2010, nega la possibilità di prevedere posti in sovrannumero da destinare a studenti ipovedenti e successivamente, assegna al corso di laurea 50 posti. Per fugare ogni dubbio interpretativo che potesse sorgere in merito all'oggetto del diniego vista la delicatezza della questione, l'Ateneo, a fine luglio, interpella nuovamente il MIUR chiedendo se fosse, comunque, possibile riservare quattro posti nell'ambito dei 50 assegnati.
La nota precisa altresì che per riserva s'intende la possibilità di predisporre due graduatorie separate, una per studenti normodotati ed una per ipovedenti, quindi attingendo dalla prima graduatoria sarebbe consentita l'immatricolazione dei primi 46 classificati.
Attingendo dalla seconda graduatoria, riservata ai soli ipovedenti sarebbe consentita l'immatricolazione ai primi quattro classificati ancorché posizionati ad un posto in graduatoria inferiore a quello del 47 primo escluso.
Replicava il MIUR, confermando il diniego della possibilità degli Atenei di prevedere graduatorie separate a posti riservati, ma indicando la sola possibilità d'applicazione degli ausili previsti dalla legge n. 104.
Pertanto, a fronte di una precisa indicazione del Ministero, la Facoltà di Medicina, seppur con rammarico ed in controtendenza rispetto alle disponibilità manifestate dall'Associazione, si vede costretta a non poter soddisfare la richiesta di riserva.
Nella nota del MIUR recante "Norme in materia di accessi ai corsi universitari", nulla si stabilisce in merito ad una riserva di posti da destinare agli studenti con handicap che partecipano alle prove di ammissione ai corsi per i quali è prevista la programmazione nazionale. La tematica, già affrontata a livello nazionale, è stata oggetto di rinnovato esame in vista del prossimo anno accademico, sia in occasione della definizione delle prove, sia nel momento in cui è stata definita la programmazione dei relativi costi.
I componenti rappresentanti delle istituzioni interessate di entrambi i tavoli di lavoro hanno ritenuto corretta la posizione del MIUR circa l'obbligo degli studenti con handicap sostengano la prova nazionale.
stata sottolineata l'importanza che soprattutto coloro i quali aspirano ad esercitare professioni in ambito sanitario debbano possedere la cultura e la predisposizione necessaria alla disciplina oggetto del corso in osservanza della ratio per la quale è stato introdotto il numero chiuso.
Detta osservanza è tanto più doverosa in quanto si tratta della formazione di futuri professionisti sanitari. È comunque stato confermato che le prove debbano essere organizzate in tutti gli Atenei tenendo conto delle singole esigenze delle situazioni di handicap e che pertanto siano garantiti agli studenti tutti gli ausili previsti dalla legge.
Quest'Assessorato pertanto vigilerà al fine di assicurare che gli ausili previsti dalla normativa citata siano messi a disposizione dei candidati da parte degli Atenei coinvolti.



PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza dà atto che l'interrogazione a risposta immediata n. 111, a firma del Consigliere Vignale, è stata ritirata.
Dichiaro chiuso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.



(La seduta ha inizio alle ore 15.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Cota, Giordano, La Rocca e Maccanti.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione del Sindaco di Pollica, signor Angelo Vassallo, deceduto il 5 settembre 2010


PRESIDENTE

Questa mattina il Consigliere Reschigna ha proposto una commemorazione del Sindaco di Pollica. Ovviamente l'Ufficio di Presidenza e il Consiglio regionale aderiscono a tale proposta.
Colleghi, desidero farvi partecipi di un grave lutto che ci ha colpiti: nella sera del 5 settembre è stato assassinato Angelo Vassallo, Sindaco di Pollica, Comune in Provincia di Salerno.
Vassallo è stato ucciso alla guida della sua auto mentre tornava a casa percorrendo una stradina dietro la sua abitazione. È stato raggiunto da nove colpi di pistola sparati dall'esterno del finestrino.
Angelo Vassallo era stato eletto per la prima volta Sindaco il 3 aprile 2005, riconfermato alle elezioni di pochi mesi fa, ed era stato anche Consigliere della Provincia di Salerno. Le battaglie da lui avviate e condotte per la legalità e il rispetto dell'ambiente, sui cui aveva investito come amministratore pubblico, avevano fruttato alla località costiera del Cilento riconoscimenti come le Bandiere Blu e un grande rilancio turistico.
Le indagini sull'omicidio, affidate alla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, procedono secondo l'ipotesi più accreditata che il Sindaco sia stato ucciso per motivi legati all'attività amministrativa e che il delitto sia stato deciso negli ambienti della Camorra.
Alle esequie hanno partecipato migliaia di cittadini, uniti dal dolore e dallo sgomento per un crimine così efferato, oltre ai massimi rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali.
Esprimiamo il nostro sdegno per questo vile agguato, che è costato la vita ad un uomo impegnato sul piano civile e sociale per la buona amministrazione e lo sviluppo della propria terra.
Ai familiari giungano le più sincere condoglianze del Consiglio regionale e ai cittadini di Pollica la solidarietà e la vicinanze per il grave lutto che li ha colpiti.
Penso che sia opportuno ricordarlo con un minuto di silenzio.
(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio)


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 2) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 69 "Fondazione Teatro Regio di Torino" (d.lgs. n. 134/1998 e articolo 7 Statuto Fondazione) - Consiglio di Amministrazione - nomina di 1 componente (requisiti di onorabilità e professionalità previsti dalla legge e dagli articoli 5.2 e 5.3 dello Statuto)

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 21 "Agenzia regionale per i servizi sanitari ARESS" (articolo 8, l.r. 10/1998) - Collegio dei Revisori dei Conti nomina di tre membri effettivi


PRESIDENTE

Ricordo che uno dei tre membri effettivi deve essere espresso dalle minoranze che devono procedere all'assunzione del proprio candidato, ai sensi dell'articolo 79 del Regolamento.


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 32 "Commissione di Garanzia" - Elezione di 1 membro in sostituzione della dimissionaria Carla Spagnuolo (ex Consigliere regionale)


PRESIDENTE

L'elezione deve avvenire a maggioranza dei due terzi dei componenti il Consiglio regionale ai sensi dell'articolo 3 della legge regionale n. 25 2006.
Ad ogni Consigliere sarà consegnato un plico di schede.



PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Leardi e Novero.
Si proceda alla distribuzione delle schede.
Prego il Consigliere Segretario Ponso di procedere alla chiama.



(Il Consigliere Segretario Ponso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la votazione.
Invito i signori scrutatori a procedere allo spoglio delle schede l'esito verrà comunicato nel corso dei nostri lavori.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente. Io le chiedo invece, visto che a una votazione è risultata non presente la maggioranza dei Consiglieri regionali, di sospendere il Consiglio regionale ai sensi del Regolamento.
Vorrei anche fare una riflessione ulteriore. Il fatto che oggi, per la seconda volta, i Consiglieri regionali di maggioranza non abbiano risposto all'appello sulla nomina dei rappresentanti nel Collegio dei Revisori dei Conti dell'ARESS e dei componenti della Fondazione del Teatro Regio dimostra sostanzialmente una cosa (ma non avevamo bisogno di questa riprova). Dimostra che tutte le volte che questa maggioranza è chiamata a fare delle scelte sui nomi, sulle nomine - e i giornali di oggi ne danno qualche rappresentazione - è incapace di produrre un'intesa. La caratteristica vera e profonda di questa maggioranza è: non facciamo nulla non decidiamo nulla e non siamo in grado di raggiungere neanche gli accordi quando si tratta di spartirsi i posti negli enti e negli organismi.
l'ennesima volta che il Consiglio regionale si trova di fronte a questo tipo di situazione; situazione che noi denunciamo, anche perch siamo stanchi di ricevere le sue corrette sollecitazioni in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi circa il fatto che la Regione Piemonte è messa in mora sull'elezione del Collegio dei Revisori dei Conti dell'ARESS. Siamo stanchi anche perché è la seconda volta che il Consiglio regionale non è nelle condizioni di eleggere il Collegio dei Revisori dei Conti dell'ARESS per dissidi interni alla stessa maggioranza. Il collante di questa maggioranza è precario: tutte le volte che è chiamata ad assumere la responsabilità di dover raggiungere un'intesa o un accordo, soprattutto quando ci sono in ballo posti e nomi, il collante si dissolve.
Il componente dell'Ufficio di Presidenza che ha svolto l'appello nominale è in grado di poter dimostrare adeguatamente il fatto che all'appello non ha risposto la maggioranza dei componenti il Consiglio regionale. La votazione, quindi, dal mio punto di vista, è da considerarsi non valida ai sensi del Regolamento, perché non c'era la maggioranza dei componenti il Consiglio regionale. Ciò considerato, chiedo che il Consiglio regionale venga sospeso.



PRESIDENTE

La verifica va fatta in separata sede con un regolare spoglio delle schede e deve essere ovviamente un risultato ufficiale, anche se già dal foglio di chiama si può desumere che non c'era il numero per la votazione.
Tuttavia, è evidente che si tratta di una nomina ed è prassi - mi potranno dare conforto anche gli ex Presidenti del Consiglio regionale presenti che la verifica venga svolta successivamente.
Non si è mai sospesa la seduta per mezz'ora quando le nomine hanno avuto un esito infruttuoso, e basterebbe anche solo tener conto del fatto che alcune volte vengono distribuite 20 schede: seguendo la ratio del Consigliere Reschigna, se anche una sola scheda non ricevesse il numero di voti necessari per la sua validità, bisognerebbe sospendere il Consiglio.



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Allora aspettiamo l'esito dello spoglio e poi chiediamo la sospensione.



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Reschigna, ma non è una trattativa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
In parte, lei ha già esposto alcune considerazioni che volevo fare a proposito della prassi assembleare che abbiamo sempre seguito. Inoltre permettetemi la battuta: parliamo sempre di efficienza dei nostri lavori per cui mi pare che la scelta del Presidente di non sospendere i lavori per il conteggio delle schede sia saggia.
Detto ciò, mi permetto una riflessione politica. Il collega Reschigna poteva evitare la provocazione che ci ha lanciato, perché è un po' in contraddizione con quanto voi sostenete ufficialmente nei vostri interventi in quest'aula e quanto poi nei corridoi invece chiedete o auspicate o rivendicate che in queste nomine vi venga riconosciuto. E allora la battuta è che - magari - non sappiamo ancora quanti posti darvi ed è per questo che abbiamo bisogno di attendere ancora qualche giorno.



PRESIDENTE

Scusate: chiedo un po' di responsabilità e di collaborazione da parte del Consiglio. La partita delle nomine la esamineremo attentamente domani in Conferenza dei Capigruppo. Anticipo che è mia intenzione portarle tutte all'esame del prossimo Consiglio regionale; ne discuteremo comunque in Conferenza dei Capigruppo.
Oggi abbiamo iscritto queste importanti nomine, e poi valuterò - a norma del Regolamento - se procedere con dei decreti o se reinserirle all'o.d.g. del Consiglio regionale di martedì prossimo.
Addirittura, è prassi che, quando si procede alle nomine, gli esiti vengano dati a fine seduta. Si tratta di una votazione per una nomina: non è la votazione su un atto su cui si verifica il numero legale. A quanto mi dicono i funzionari, i lavori del Consiglio regionale non sono mai stati interrotti a causa della mancanza il numero legale sulle nomine, perché è evidente, come ho detto prima, che basterebbe una sola nomina, magari su 30 fogli, per interrompere i lavori del Consiglio regionale. Chiedo pertanto un atto di responsabilità, dal momento che abbiamo un importante ordine del giorno da evadere e un numero significativo di ordini del giorno presentati sia della maggioranza sia dell'opposizione. Poiché già questa mattina abbiamo iniziato con un'ora di ritardo, io proseguirei i nostri lavori.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente. Intervengo per fatto personale.
Il rozzo intervento del Presidente del Gruppo regionale del PdL non meriterebbe commenti. Tuttavia, non ho alcuna difficoltà a rendere pubblico come il sottoscritto, a nome del Gruppo regionale del Partito Democratico si stia muovendo in materia di nomine. Noi abbiamo votato il nostro rappresentante all'interno del Collegio dei revisori dei conti dell'ARESS.
I voti che mancano sono i due di maggioranza. Non abbiamo rivendicato null'altro.
Abbiamo precisato - e lo ripeto qui, seduta stante, in Consiglio regionale - che il membro della Commissione di Garanzia che deve eleggere il Consiglio regionale è di spettanza dei Gruppi di opposizione, perch l'illustre collega Carla Spagnuolo, quando è stata eletta componente della Commissione di Garanzia del Consiglio regionale, è stata scelta su indicazione dell'allora opposizione, ottenendo il consenso della stragrande maggioranza del Consiglio regionale. Noi vogliamo lo stesso identico trattamento: nulla di più, nulla di meno. Così come vogliamo lo stesso identico trattamento - non un posto in più, ma neanche un posto in meno rispetto a quanto è sempre stato concesso ai Gruppi di opposizione nel corso delle precedenti legislature regionali. Ce lo mettiamo in testa? Non è questo aspetto che sta impedendo al Consiglio regionale di andare avanti ma il fatto che tutte le volte che c'é un nome o un posto da eleggere i Gruppi della Lega Nord e del PdL entrano in fibrillazioni.
Questa è la realtà, illustre collega Pedrale. E questa realtà tu non sei in grado di mistificarla.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Intervengo proprio perché siamo assolutamente contrari a questa logica di spartizioni. Tra l'altro, vorrei rispondere precisando che se magari non abbiamo espresso un nome, è proprio perché cerchiamo, al contrario di voi non di fare spartizioni in logica di tessere, ma di mettere le persone giuste al posto giusto. Questa è la logica nostra, a differenza vostra.
Questo può anche far capitare una simile situazione: non siamo pronti perché dobbiamo ancora concertare proprio la persona giusta al posto giusto. Certo è giù facile votare le nomine solamente in un discorso di correnti, di tessere o di numeri. È chiaro, perché alla corrente di Reschigna spettano due nomi, alla corrente di Placido ne spettano tre (o viceversa, perché magari è più importante!).



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo, Consigliere, ma vi chiederei proprio uno sforzo in tal senso.



CAROSSA Mario

Io lo faccio lo sforzo per dire tutto quello che penso; lo faccio senz'altro; stia tranquillo, Presidente! E, proprio in questa logica, ritengo che i membri della Commissione di Garanzia debbano essere assolutamente al di sopra dei partiti e delle coalizioni, al di sopra di tutto. Perché se cominciamo col discorso per cui qualcuno deve essere in quota PD, qualcun'altro deve essere in quota PdL o Lega Nord, non ci siamo! Non sarebbe una Commissione di Garanzia.
Mi spieghi, allora, il Capogruppo Reschigna cosa si intende per "Commissione di Garanzia". Questo vorrei capire, perché la garanzia non è data dal fatto che tre siano di nomina della maggioranza e due dell'opposizione. La garanzia è data dal fatto che sono persone capaci di fare il proprio lavoro. Esclusivamente questo. Altrimenti si sminuirebbero gli stessi componenti della Commissione di Garanzia: se dovessimo legarli ad un miserevole partito, qualsiasi esso sia, mi sembrerebbe riduttivo per queste persone. Chiedo scusa!



(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Mi rivolgo all'illustre Presidente Reschigna: non è così chiaro ed acclarato - magari gli uffici, nelle apposite sedi, ci forniranno un definitivo chiarimento - che la Commissione di Garanzia debba per forza essere data all'opposizione. Probabilmente bisogna cercare una personalità questo sì - che raggiunga un'ampia maggioranza. E su questo, come ben sa allo stato attuale ci sono dei problemi per individuare una persona che raccolga voti sia da una parte sia dall'altra, con un'ampia maggioranza.
per questo che v'invito a non fare ulteriori provocazioni.



PRESIDENTE

Presidente Carossa, la richiesta di fare uno sforzo era ovviamente rivolta a tutti, non era indirizzata ad personam!


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 2) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, comunico quanto segue: Proposta di deliberazione n. 69 "Fondazione Teatro Regio di Torino" (d.lgs.
n. 134/1998 e articolo 7 Statuto Fondazione) - Consiglio di Amministrazione nomina di 1 componente (requisiti di onorabilità e professionalità previsti dalla legge e dagli articoli 5.2 e 5.3 dello Statuto) La votazione non è valida per mancanza del numero legale (votanti n. 18).
Proposta di deliberazione n. 21 "Agenzia regionale per i servizi sanitari ARESS" (articolo 8, l.r. 10/1998) - Collegio dei Revisori dei Conti nomina di tre membri effettivi.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale (votanti n. 18).
Proposta di deliberazione n. 32 "Commissione di Garanzia" - Elezione di 1 membro in sostituzione della dimissionaria Carla Spagnuolo (ex Consigliere regionale).
La votazione non è valida per mancanza del numero legale (votanti n. 18).
Il punto n. 2) all'o.d.g., relativo a "Nomine", non è andato a buon fine; ne riparleremo, pertanto, nella Conferenza dei Capigruppo convocata per domani, alle ore 13.30.


Argomento: Questioni internazionali - Calamità naturali

Esame proposta di deliberazione n. 56, inerente a "Approvazione finanziamento emergenza alluvione in Pakistan"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 56, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Com'è noto, si tratta di ratificare in Aula la deliberazione del Comitato regionale di solidarietà approvata nella riunione del 13 settembre 2010, in cui viene deliberato il riconoscimento dell'esistenza di una situazione di emergenza in Pakistan per l'alluvione che ha colpito il Paese tra la fine di luglio e l'inizio di agosto 2010 - il finanziamento è di euro 60.000, destinato in via prioritaria alla fornitura di kit di attrezzi da lavoro e di altro materiale indispensabile alla ricostruzione dell'area individuata nell'ambito del progetto presentato dalla ISCOS CISL Piemonte e di trasmettere la presente deliberazione alla Giunta affinché provveda agli adempimenti conseguenti.
Se non vi sono richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 56, su proposta del Comitato di solidarietà.
Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 56, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Previdenza

Esame ordine del giorno n. 37 del Consigliere Buquicchio, inerente a "Partecipazione della Regione Piemonte alla consultazione pubblica promossa dalla Commissione Europea in tema di previdenza sociale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 37, avente ad oggetto "Partecipazione della Regione Piemonte alla consultazione pubblica promossa dalla Commissione Europea in tema di previdenza sociale", di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Buquicchio, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

L'ordine del giorno invita a fare alcune riflessioni a favore dei giovani sul sistema previdenziale italiano.
In termini di premessa, si sottolinea che la crisi mondiale che caratterizza questi ultimi anni non solo ha un forte impatto negativo sull'occupazione, e quindi anche sulle attuali possibilità di spesa delle famiglie, ma di fatto influenzerà negativamente anche le possibilità di vita futura di milioni di lavoratori, sopratutto i giovani.
Ma se è vero che la necessità aguzza l'ingegno, sono proprio queste situazioni che ritengo possano essere da stimolo per rappresentare una straordinaria opportunità per cambiare tutte le istituzioni che manifestano delle inefficienze, rendendole adeguate ai tempi e possibilmente più eque.
Tra le Istituzioni che ritengo necessitino di un cambiamento vi sono sicuramente quelle legate alle tematiche del lavoro e in particolare al sistema previdenziale. A dimostrazione di quanto sto dicendo, è di questi giorni l'apertura di un dibattito pubblico da parte del Commissario della Unione Europea agli Affari sociali, per la presentazione di nuove idee riguardo l'adeguatezza e la sostenibilità dei sistemi previdenziali.
I cambiamenti del sistema pensionistico italiano a partire dai primi anni Novanta hanno reso l'impianto previdenziale sostenibile dal punto di vista finanziario, ma hanno creato dei pericolosi disequilibri sociali. Il nuovo modello di calcolo, infatti, rispecchia sempre più le carriere lavorative passate e in un mercato caratterizzato da forme di lavoro, che possiamo definire atipiche, la prestazione previdenziale che le nuove generazioni riceveranno non garantirà una condizione di vita soddisfacente ma molto probabilmente al di sotto della soglia di povertà.
Molti sostengono, ed è il presupposto di partenza dell'attuale Governo che essendo la spesa pubblica già al 52% del PIL e i bilanci degli enti previdenziali in deficit, è sostanzialmente impossibile ipotizzare ulteriori aggravi sul sistema per aumentare i contributi a favore delle pensioni future.
L'ordine del giorno (e quindi questa riflessione) è dedicato proprio a tutti coloro che supportano tale filosofia provando a indicare, grazie alle proposte di studiosi del settore, alcune modifiche al sistema previdenziale che se apportate potrebbero rendere lo stesso più equo socialmente mantenendolo sostanzialmente in equilibrio dal punto di vista finanziario.
Potremmo definirle modifiche che strizzano l'occhio alle giovani generazioni che meritano di guardare al futuro con una prospettiva di vita quantomeno decorosa.
Se quest'argomento è di interesse comune, auspico l'apertura di un dibattito e anche una votazione secondo coscienza.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Consigliere Buquicchio, ha diritto di replica. Ritiene di doverla effettuare? La parola al Consigliere Buquicchio, per la replica.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Comprendo che troppo spesso l'interesse dell'Aula sia focalizzato su questioni che possono vedere in modo plateale, chiaro e discutibile la faziosità dell'una o dell'altra parte; probabilmente, questo è un argomento che "vola" un po' più alto e che quindi non interessa nei limiti di quella premessa che facevo, non essendo un argomento fazioso probabilmente non interessa a nessuno in quest'aula.
Io, ovviamente, non potrò che votarlo in modo positivo. Vedremo quanti vorranno seguire questa indicazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Negro, per dichiarazione di voto.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Il nostro Gruppo voterà a favore di questo documento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 37, il cui testo recita: "Premesso che L'articolo 36 della Costituzione prevede che: 'il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa' l'articolo 38 della Costituzione prevede che: 'i lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria' il commissario UE agli affari sociali, Laszlo Andor, presentando il Libro verde sul futuro della previdenza in Europa, ha affermato: 'che la crisi economica e finanziaria ha peggiorato la sostenibilità dei sistemi pensionistici europei e il futuro rischia di diventare insostenibile' - ed ha proseguito spiegando che - 'garantire che la vecchiaia non sia sinonimo di povertà è uno dei grandi successi del modello sociale europeo, una promessa che dobbiamo continuare a mantenere' considerato che Le riforme del sistema previdenziale italiano, a partire dagli anni Novanta, con l'entrata in vigore dello schema contributivo (in sostituzione del modello retributivo); la revisione dei coefficienti di trasformazione nonché l'allungamento dell'età lavorativa hanno reso i bilanci degli enti previdenziali in attivo dal punto di vista finanziario che le stesse riforme del sistema previdenziale, evidenziate in precedenza rispecchiano sempre più le carriere lavorative passate ed in un mercato caratterizzato da forme di lavoro atipiche (oltre il 60% delle nuove assunzioni e circa il 20% dei lavoratori totali), la prestazione previdenziale che le nuove generazioni riceveranno non garantirà una condizione di vita soddisfacente ma molto probabilmente al di sotto della soglia di povertà considerato ancora che la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica con l'obiettivo di raccogliere nei prossimi mesi le opinioni di tutte le parti interessate e arrivare a predisporre interventi a sostegno delle politiche pensionistiche dei singoli stati membri il Piemonte è una delle regioni europee maggiormente sviluppate dal punto di vista industriale e dunque interessata all'implementazione sul proprio territorio di politiche del lavoro e della previdenza sociale in Piemonte è presente uno dei più importanti Istituti di ricerca europei in ambito di politiche sociali quali il 'Center for Research on Pensions and Welfare Policies' con sede presso il Collegio Carlo Alberto di Moncalieri (TO).
impegna Il Presidente della Giunta e gli Assessori competenti a pronunciarsi affinché: La Regione Piemonte promuova presso il governo della Repubblica un'azione di sensibilizzazione sul tema della previdenza sociale al fine di predisporre interventi a sostegno delle politiche pensionistiche La Regione Piemonte sostenga una ricerca, con il supporto di tutti gli enti di ricerca interessati presenti sul territorio, al fine di partecipare alla consultazione proposta dalla Commissione europea La Regione Piemonte adotti, sul proprio territorio, delle iniziative di informazione a favore delle giovani generazioni, maggiormente esposte al pericolo dell'inadeguatezza delle prestazioni previdenziali future".
Il Consiglio approva.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Varie

Esame ordine del giorno n. 72 dei Consiglieri Reschigna, Lepri, Motta Angela, Taricco, Manica, Ronzani, Muliere e Spagnuolo, inerente a "Solidarietà a Raffaele Bonanni e alla CISL"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 66, avente ad oggetto "Condanna della violenza come metodo nell'azione politica", presentato dai Consiglieri Leo ed altri.
Su l'ordine del giorno avevo chiesto la cortesia al Consigliere Leo di essere presente, ma non lo vedo.
Se l'Aula acconsente lo farei slittare; il termine non è poco istituzionale, ma rende l'idea.
Procediamo allora con l'esame dell'ordine del giorno n. 72, avente ad oggetto "Solidarietà a Raffaele Bonanni e alla CISL", presentato dai Consiglieri Reschigna ed altri.
La parola al Consigliere Lepri, per l'illustrazione.



LEPRI Stefano

Grazie, Presidente.
Il nostro ordine del giorno è molto semplice. A fronte dell'aggressione subita dal Segretario generale Raffaele Bonanni vogliamo esprimere, credo con la condivisione di tutto il Consiglio, la solidarietà e la condanna netta verso questo episodio assolutamente deprecabile che non si deve ripetere, ma sopratutto la forte attestazione di solidarietà nei confronti del Segretario Bonanni e della sua sigla sindacale.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Intervengo anche per dichiarazione di voto. Siamo assolutamente d'accordo e voteremo a favore di quest'ordine del giorno.
chiaro che qualsiasi gesto di violenza è da condannare. Voglio per far presente alcune cose; lo dico senza alcuno spirito polemico, ma queste cose bisogna dirsele guardandosi negli occhi.
Dalle immagini e dalle notizie giornalistiche, e non solo, di questa vile aggressione risulta che le persone, i personaggi (io preferisco chiamarli così) che l'hanno compiuta sono "i soliti noti". Sono "i soliti noti" che da anni a Torino compiono aggressioni una volta contro una sede della Lega, un'altra volta contro una sede del PD, un'altra volta ancora contro un banchetto elettorale di qualsiasi partito; i vari "Buonadonna" (adesso mi sfuggono i nomi) tanto per fare dei nomi.
Bisogna guardarsi negli occhi, seppur - ripeto - condannando assolutamente la violenza, quindi voteremo a favore dell'ordine del giorno.
Ma per quanto riguarda i "soliti noti" continuano (e sottolineo "continuano") ad avere, io ritengo, non dico delle protezioni assolutamente no, ma a non essere combattuti adeguatamente soprattutto dalla Città di Torino. Dico questo a ragion veduta. Lo dico perché alcuni di questi personaggi fanno parte del circolo Askatasuna, casa occupata da anni - è un locale della Città di Torino - e circolo che, non più tardi di un anno fa, ha aperto, tra virgolette, una "scuola materna", con tanto di benedizione non solo di organi di stampa, ma anche di esponenti politici della sinistra che guidano la Città di Torino. Alcuni di questi componenti fanno parte di Radio Blackout, alla quale, non più tardi di due mesi fa, il Comune di Torino ha rinnovato il contratto di affitto su un locale comunale.
Queste sono le persone che hanno assalito il Segretario Bonanni, allora dico solo che condanniamo assolutamente questi gesti, ma occorre andare fino in fondo. Quindi mi appello, votando come Lega Nord a favore dell'ordine del giorno, a far sì che voi, che comunque siete componenti di quel partito che guida - permettetemi una nota un po' polemica - ormai da troppi anni la Città di Torino, possiate fare un attimino opera di persuasione verso i vostri colleghi, in primis nei confronti del Sindaco Sergio Chiamparino, affinché, da una parte, non si faccia un discorso di condanna e, dall'altra, invece, si rinnovi il contratto di affitto o si condannino i gesti di violenza e, poi, come nel caso dell'altra casa occupata, che è il Gabrio, addirittura si stipuli una convenzione tra il Comune di Torino e questi occupanti.
Allora, guardiamoci in faccia, sono tutte cose vere, potete controllare, fatte dal Comune di Torino, dalle maggioranze che hanno preceduto Chiamparino, che mai sono state revocate, quindi tutte cose vere tutte cose scritte.
Signori, vediamo di fare il possibile, nel nostro piccolo o nel nostro grande, non lo so, per fare in modo che questi personaggi siano veramente isolati. Il mio è un appello a fare in modo che sulla città di Torino questi personaggi scompaiano definitivamente; almeno cerchiamo di contribuire al fatto che questi signori vadano definitivamente via. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Noi votiamo l'ordine del giorno che abbiamo proposto ed è stato illustrato dal collega Lepri, così come in quest'aula, ma non solo, i Gruppi del Partito Democratico hanno votato sempre a favore di tutti i documenti che richiamavano al carattere libero che deve avere la vita politica di questo paese, che deve consentire anche l'espressione di opinioni diverse, ripudiando la violenza come strumento di intervento all'interno della lotta politica. Questo il Partito Democratico lo ha sempre fatto, in quest'Aula, al Comune di Torino, con il Sindaco di Torino con i propri rappresentanti all'interno di quella istituzione e il Partito Democratico ha subito prezzi di questo tipo.
Non compete ad una forza politica gestire l'ordine pubblico all'interno di una comunità locale. Non compete ad una forza politica affrontare e gestire le modalità attraverso le quali anche il duro contrasto politico può essere affrontato e gestito secondo le regole della democrazia. Questo compete alle forze dell'ordine, alle quali in questo documento confermiamo la nostra solidarietà e apprezzamento. Questo compete a chi ha responsabilità all'interno del Governo nazionale di questo Paese, per garantire che la libera espressione e la libera competizione politica possa avvenire secondo le regole della democrazia. Questo compete al Ministro dell'Interno, sotto questo aspetto, che è il personaggio politico incaricato di garantire sostanzialmente l'ordine e la legalità all'interno di questo paese.
Ecco perché questo documento lo votiamo con grande convinzione, così come, lo ripeto, con grande convinzione abbiamo votato documenti che riguardavano anche altre forze politiche. Tutte le volte che si usa violenza come strumento di regolazione dei contrasti e degli scontri politici il Partito Democratico è da un'altra parte e costituisce patrimonio non solo di questo Gruppo consiliare in Regione Piemonte, ma complessivamente di questo partito e delle sue istituzioni locali.
Non voglio entrare nel merito delle questioni locali che riguardano la Città di Torino. Voglio solo ricordare che, non più tardi di qualche settimana fa, il Sindaco di Torino ha chiesto un intervento da parte di chi deve assicurare l'ordine pubblico, proprio per garantire e ripristinare condizioni di legalità anche all'interno della Città di Torino; pertanto il Sindaco di Torino sul tema della legalità e difesa delle condizioni di sicurezza sociale all'interno di questa città non può e non deve accettare lezioni da nessuno.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
A nome del Gruppo UDC voteremo a favore dell'ordine del giorno.
Condanniamo queste gravi aggressioni avvenute nei confronti di Raffaele Bonanni della CISL, chiedendo l'allontanamento di tutti questi soggetti pericolosi e dannosi per la nostra democrazia. Innanzitutto, chiediamo che proprio qui, a Torino, nella capitale del Piemonte, queste aggressioni scompaiano del tutto, come già è stato detto.
giusto che emerga la democrazia e la libertà di proseguire tutti i colloqui in tutte le piazze, senza apparire così dannosa, come avvenuto in questo convegno. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Negro.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Fa piacere che in questa Assemblea su questo tema vi sia una larga condivisione perché, sicuramente, l'episodio ai danni del Segretario generale della CISL, Bonanni, è stato di una gravità estrema. Ricordo che soltanto per un puro caso Bonanni non ha riportato ferite gravi, perch quel fumogeno poteva davvero fare male. Questo la dice lunga sul clima di tensione e intimidazione che, purtroppo, in questa città, ma un po' ovunque in Italia, permane, soprattutto nei confronti degli esponenti di quelle forze riformiste che vogliono combattere certi vecchi conservatorismi, sia nel campo della politica che del sindacato e nella società.
Quindi, è bene che vi sia la massima vigilanza e attenzione da parte di tutte le forze democratiche, sia di centrodestra che di centrosinistra.
Prontamente si devono isolare questi focolai di violenza e intimidazione in maniera molto precisa, senza la pur minima concessione o giustificazione. Pertanto, noi esprimeremo il nostro convinto voto favorevole a l'ordine del giorno presentato dal Partito Democratico.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Pedrale.
La parola al Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno che abbiamo presentato si riferisce ad un episodio accaduto durante una festa straordinaria organizzata dal Partito Democratico, alla quale hanno partecipato circa un milione e cinquecentomila persone, che ha visto anche 250 dibattiti che hanno coinvolto personalità del mondo della politica e dell'economia, che, di nuovo, ha posto l'attenzione su una regione e su una città, Torino, che ha dimostrato non soltanto di sapere organizzare le Olimpiadi, ma anche le feste nazionali dei partiti.
Credo - lo dico qui, ormai tutto è passato - che abbiamo fatto anche bene a non invitare il Presidente Cota perché sinceramente, avendolo visto finora due volte e mezzo in Consiglio regionale, non capisco di cosa il Presidente avrebbe potuto parlarci, perché non abbiamo ancora capito quali sono le sue competenze.
Si è trattato di una festa macchiata da due episodi: quello più grave di cui stiamo parlando, riguarda il Segretario della CISL. Ricordo - e lo dico al collega Carossa, che voterà quest'ordine del giorno - le dichiarazioni del Ministro Calderoli che, nonostante noi fossimo con il Segretario della CISL tra gli aggrediti, ha trovato il modo - da Ministro della Repubblica, naturalmente - di dire che la responsabilità e la colpa erano del Partito Democratico. La Lega dimostra ogni volta la sua ineffabilità. Ricordo che nei diciotto mesi nei quali abbiamo governato questo Paese, ogni volta che succedeva che un immigrato si macchiasse di qualche reato la Lega organizzava immediatamente, nella città nella quale questo si verificava, una marcia di protesta. In questi due anni è successo purtroppo di tutto, dalla violenza alle donne a qualunque tipo di omicidio e la Lega adesso, naturalmente, non organizza più manifestazioni.
Nonostante il TG1 ci dica che questo è il Paese di San Valentino, dove ci si abbraccia e ci si bacia tutti i giorni, questo è un Paese che continua, come tutti i Paesi europei, ad avere problemi di ordine pubblico.
Siamo di fronte ad una Lega che dimentica che il Ministro dell'interno si chiama Bobo-Roberto Maroni, che appartiene a quel partito politico, ed è un Ministro che dichiara con un po' d'imprudenza che la mafia, la camorra e la 'ndrangheta quanto prima saranno debellati, in questo sostenuto naturalmente, dal Presidente del Consiglio.
Ricordiamo la promessa di sconfiggere il cancro in campagna elettorale nell'arco - mi pare - di tre anni: ne sono già passati due e questo non si è ancora verificato, ma stiamo aspettando che il Presidente del Consiglio mantenga la sua promessa. Ma l'impegno di battere il cancro - lo dice uno che ha vissuto in Calabria per 18 anni - non è meno importante di quello di battere la mafia, la camorra e la 'ndrangheta in questo Paese.
L'uccisione del Sindaco Vassallo che lei, Presidente, ha voluto con tutti noi ricordare prima è la testimonianza drammatica di questo fatto: c'è una parte del Paese che continua, nonostante i risultati ottenuti dalle forze dell'ordine, ad essere nelle mani di queste organizzazioni criminali.
Ricordo alla Lega, che ormai governa gran parte del Piemonte, altre Regioni e molte Province, e che occupa il vertice del Ministero dell'interno, che se la responsabilità dei centri sociali e della loro invadenza nella vita politica di questa città è del Sindaco Chiamparino, non lo è di meno del partito che esprime il Ministro dell'interno, che esprime il Presidente della Regione, che a livello nazionale ha la massima responsabilità dei fatti criminosi che accadono nel nostro Paese.
Ineffabile Lega: mentre il centrodestra chiude il reparto di chirurgia di Giaveno - io dico anche, giustamente - la Lega raccoglie le firme contro il suo stesso Presidente, quando basterebbe un colpo di telefono al Presidente Cota e gli chiedesse di tenerla aperta. Credo che prima o poi gli italiani capiranno che li state prendendo in giro.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Noi premettiamo che come altri colleghi non eravamo presenti durante la contestazione a Bonanni alla Festa del Partito Democratico e che abbiamo visto solo il materiale documentale video, quindi esprimere una valutazione è sicuramente difficile.
Certo condanniamo ovviamente ogni forma di violenza, in quanto siamo in buona parte pacifisti se non addirittura nonviolenti. Però non ci sentiamo di firmare l'ordine del giorno perché esprime non tanto una condanna alla violenza di quel giorno - condanna con la quale, ripeto, concordiamo - ma la piena solidarietà e vicinanza a Bonanni e alla CISL che sicuramente noi non ci sentiamo di sottoscrivere. Ricordo infatti che, oltre ai violenti pericolosi e facinorosi che descriveva il collega Carossa, vi erano anche altrettanto "violenti e facinorosi" lavoratori cassaintegrati e precari che, ovviamente, volevano manifestare il loro dissenso verso le scelte politiche ed economiche della FIAT e della politica italiana che non sa arginare la delocalizzazione che fa seguito alla globalizzazione.
Se la situazione, appunto, è questa, chi è in politica da prima di me si deve porre qualche domanda. L'accordo della FIAT di Pomigliano è sicuramente emblematico e quello che ne è già seguito, con le problematiche che sappiamo, è certamente indicatore di una situazione grave di crisi economica che non si può sotterrare e mettere sotto il tappeto con un semplice ordine del giorno.
Ricordo al collega Carossa, che bolla quali violenti e facinorosi gli esponenti di Radio Black Out e di altri centri sociali, che queste condanne della violenza, proprio da parte della Lega, che ha eletto per più anni al Parlamento europeo un violento - questo sì - e facinoroso Borghezio, che sappiamo fare delle lezioni ai neofascisti francesi, con tanto di video e saluto fascista, ci fanno un po' sorridere. Sicuramente darà pure fastidio che nella Città di Torino, che ancora non è della Lega, vi sono gruppi di antirazzisti che condannano le scelte di politica migratoria e di inclusione (o meno) sociale che noi non troviamo certo confacenti all'esercizio di una regolare democrazia.
Termino dicendo che condanniamo assolutamente la violenza - e questo lo faremo sempre - ma che non ci sentiamo di firmare l'ordine del giorno, così formulato: se il primo firmatario ritiene di modificare la conclusione finale, allora a quel punto potremo parlarne. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Per certi versi è opportuno intervenire dopo le dichiarazioni del collega Bono. Guardi, Consigliere: probabilmente, qui dentro, ero forse l'unico dei Consiglieri regionali presente durante l'incontro, rimanendo suo malgrado coinvolto nei tafferugli seguiti al tentativo di un gruppo di militanti dei centri sociali di salire sul palco e di scagliare il fumogeno direttamente addosso a Bonanni, come poi avvenuto, ma da distanza ancora più ravvicinata.
Qui non si tratta di aprire la discussione sulle politiche della FIAT di Marchionne, di Pomigliano, né di capire se queste politiche siano o meno sbagliate; e, soprattutto, della mancanza di politiche industriali del Governo e della politica industriale della Giunta regionale, di cui siamo in attesa, discuteremo in un altro momento. Non è questo l'argomento e non è nemmeno il momento di affrontare la discussione sulla critica legittima che spettatori di quel dibattito potevano avanzare nei confronti del Segretario della CISL durante la nostra Festa nazionale.
Si tratta di un altro tema: la critica è sempre legittima, ma c'è un problema che discuteremo in un ordine del giorno che seguirà su quanto il diritto di critica può sfociare nell'invadenza, nella prepotenza nell'intolleranza rispetto ad una manifestazione organizzata da altri, ma lo vedremo in seguito. Quello che qui va considerato è che c'è stato, da parte di gruppi di intolleranti e di violenti, il tentativo di impedire fisicamente un dibattito, di aggredire il Segretario di un importante sindacato di cui non si condividono le posizioni politiche e, vista la mala partita, di aggredire coloro che si occupavano del servizio di sicurezza che, in effetti, sono stati oggetto di un'aggressione durata fin tanto che le forze dell'ordine non sono intervenute in prima persona.
Questo è l'oggetto del discorso: non sono né la FIAT, né le politiche di Marchionne, né il dissenso sindacale. È il fatto che in questo Paese le forze politiche non possono dividersi sull'aggressione e sulla violenza.
Consigliere Bono, noi apparteniamo a schieramenti diversi, abbiamo idee diverse, competiamo, forse, anche in parte sui voti, ma stiamo attenti a fare i distinguo quando qualcuno di noi viene sottoposto ad aggressioni e quando una forza politica non può legittimamente dire la propria, anche se non piace agli altri, all'interno di iniziative autorizzate.
In questo Consiglio, perlomeno nei cinque anni passati, come ha ricordato il mio Capogruppo, abbiamo sempre condannato gli interventi provenienti da qualsiasi parte, contro qualsiasi forza politica. Detto ci mi permetto di osservare che trovo un po' pretestuose le frasi del Presidente del Gruppo della Lega Nord. Non vogliamo aprire una discussione sulla gestione dell'ordine pubblico nella nostra regione e nella nostra città, tuttavia faccio solo presente che finché la Costituzione è questa finché le competenze dei Ministeri sono queste, l'ordine pubblico è materia, a parere mio giustamente, demandata ad un'autorità, al Ministero dell'Interno ed esercitata da cinque corpi di polizia che appartengono e sono alle dipendenze gerarchiche o funzionali di altrettanti Ministeri. Non è certo responsabilità dei Sindaci, che non ne avrebbero le competenze e le risorse, garantire l'ordine pubblico.
Rilevo, visto che su questo si giocano le campagne elettorali e le polemiche politiche, che il Consiglio regionale nella passata legislatura ha sovvenzionato con i soldi dei piemontesi un patto stipulato tra il Ministero dell'Interno e la Città di Torino, in virtù del quale la Città di Torino ha messo soldi propri, dei torinesi, per comprare macchine alla Polizia di Stato e per pagare la benzina. Un collega che siede qui davanti l'altro giorno è stato fermato dalla Finanza e ha avuto la notizia, in presa diretta, dai finanzieri, che non trovano più i soldi per comprare la benzina. Se questo è il livello di difficoltà cui vanno incontro in questo Paese le forze di polizia, invito a ragionare dei problemi veri piuttosto che scaricare gli uni sugli altri delle responsabilità. Posto che, come immagino tutti quanti qui, operiamo affinché in questa città, in questa regione, in Italia, si possa vivere tranquilli a prescindere dall'appartenenza politica.
Pertanto invito a non fare strumentalizzazioni, perché se andiamo nei dettagli ce n'è per tutti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Molto rapidamente, in quanto il Consigliere Gariglio ha già espresso il nostro pensiero. Noi daremo un voto favorevole all'ordine del giorno in quanto crediamo che non si debba entrare in questioni di merito.
La nostra forza politica certamente non si ritrova nelle posizioni espresse dal Segretario Generale della CISL, Raffaele Bonanni, dopodich riteniamo corretto che ciascuno possa esprimere le proprie posizioni e che se si vuole manifestare un dissenso, lo si debba fare in altre forme.
Altra cosa sono le questioni che poneva il Consigliere Carossa, che credo non abbiano nulla a che fare con questo tipo di valutazione.
Le politiche del Comune di Torino non tendono a generalizzare delle situazioni che sono culturalmente interessanti. In questo senso credo che siano altro rispetto ad una contestazione che è comunque da censurare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Montaruli; ne ha facoltà.



MONTARULI Augusta

Grazie, Presidente.
A volte le parole, anche quelle espresse in modo educato, possono essere molto più violente dei pugni e dei calci. Credo che oggi il Consigliere Bono abbia dato una pessima lezione, soprattutto alle persone che ci ascoltano. Le manifestazioni di violenza devono essere condannate in modo incondizionato senza "se" e senza "ma". Soprattutto, bisognerebbe imparare, davanti a simili tipi di manifestazione, ad affermare con forza la solidarietà che si può dare nei confronti di un avversario politico per difendere un principio sacrosanto, cioè il principio della libertà di pensiero e di espressione. Se non si fanno queste premesse, Consigliere Bono, tante volte non sareste liberi di esprimere anche le sciocchezze che possono sfuggire in momenti di sovrappensiero. Farei bene attenzione, prima di parlare e di esprimere determinati concetti, alle parole che si usano.
La solidarietà, come ho detto, si dà in modo incondizionato e per questo noi, come Popolo della Libertà, diamo il nostro voto favorevole all'ordine del giorno; la solidarietà la si dà quando è sostanziale e volta a sottolineare dei principi. Il principio è quello che ho detto poc'anzi: la libertà di espressione.
Anche quando si manifesta il proprio legittimo dissenso, c'è un'etica della contestazione. Contestare non vuol dire poter fare tutto quello che si vuole. Contestando ad una festa di partito o sotto casa di un esponente politico con modi poco consoni come quelli utilizzati attraverso gli strumenti della violenza, non si rispettano quei principi che abbiamo poc'anzi ricordato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Intervengo per chiedere prima di tutto al Gruppo del PD di sottoscrivere il loro ordine del giorno, così come intenderei sottoscrivere l'ordine del giorno del mio Gruppo.
Sono state dette tante cose, ma è chiaro che se quest'Aula non arrivasse nemmeno a condannare simili livelli di violenza fisica e di aggressività all'espressione di un pensiero come è successo nel caso del Presidente Schifani, potremmo dire di aver fatto dei passi indietro molto gravi. Pertanto, approvando questi documenti, raggiungiamo il quoziente minimo della democrazia.
Tuttavia, avrei preferito vedere un solo documento. Mi sembra che il documento scritto dai colleghi del PdL, che certamente condivido, così come il documento scritto per solidarietà a Bonanni e alla CISL, avrebbero dovuto convergere in un'espressione unica del Consiglio. Questa Regione ha una tradizione forte rispetto alle libertà e alla difesa dei principi di libertà, perché questa Regione e la Città di Torino hanno combattuto contro il terrorismo, al di là del riferimento ad una persona sola, carissimo Consigliere Leo.
Ricordo, perché ne sono testimone, gli anni del terrorismo che hanno visto l'allora Presidente Viglione e il Sindaco Novelli (che la sottoscritta ha accompagnato in qualche circostanza perché era una giovanissima dirigente della Regione) muoversi per questa città andando a vedere che cosa era successo nei diversi punti della città rispetto ai vari Ciotta, ai vari Lo Russo, alle situazioni che da questa intolleranza nascono e che, a causa di questa intolleranza, portano a violenze indescrivibili.
Credo che ci siano due livelli, un livello che ci accomuna, che è il livello dell'espressione dei principi di solidarietà, e il livello della condanna della violenza, soprattutto sempre della violenza e, soprattutto quando essa attiene all'azione politica.
Poi ci possiamo dividere sulle analisi, ma credo che sia importante avere una voce sola rispetto a questi episodi che sono un campanello di allarme molto grave, perché al di là delle motivazioni specifiche ci possono essere delle motivazioni di fondo che, com'è già successo negli anni '75-'80, cioè negli anni del pieno terrorismo, inizialmente rischiano di essere sottovalutate e poi producono dei danni al tessuto morale sociale e culturale di una città e di un Paese che veramente restano incalcolabili.
Quindi, aggiungo la mia firma ad entrambi i documenti e, pur votandoli entrambi, avrei auspicato - collega Leo, mi rivolgo a lei che ha tanta esperienza - che si potesse arrivare ad un solo documento che sia la voce democratica forte e solidale di una Regione che ha una tradizione alle sue spalle e che se lo merita.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste di intervento, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 72, il cui testo recita: "Considerato il vile gesto di intolleranza e di violenza nei confronti del Segretario generale della CISL Raffaele Bonanni, in occasione della Festa nazionale del PD Riaffermati i valori della libertà di espressione, della tolleranza, del confronto come condizioni per il funzionamento della democrazia, sia nelle istituzioni sia nei sindacati dei lavoratori la riconoscenza per il lavoro delle Forze dell'Ordine Tutto ciò premesso il Consiglio regionale esprime piena solidarietà e vicinanza a Raffaele Bonanni e alla CISL".
Il Consiglio approva.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 66 dei Consiglieri Leo, Tentoni, Bussola, Botta Marco e Vignale, inerente a "Condanna della violenza come metodo nell'azione politica"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 66, di cui al punto 5) all'o.d.g., avente ad oggetto "Condanna della violenza come metodo nell'azione politica".
La parola al Consigliere Leo per l'illustrazione.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Lo illustrerò sinteticamente, ma in maniera precisa trovando, caro Presidente e cari colleghi, utile che segua l'ordine del giorno su Bonanni perché c'è un ragionamento e un collegamento logico.
Premetto, dopo avere ascoltato gli interventi dei colleghi, e in particolare quello della collega Spagnuolo, che già stamattina avevo interloquito con i colleghi del PD, che mi hanno suggerito una modifica che illustrerò e che accogliamo senz'altro. Devo dire non per piaggeria, ma per stima antica, che il fatto che la collega Spagnuolo, senza esserci parlati abbia proposto un unico ordine del giorno mi conforta, perché il Consigliere Reschigna ha ritenuto che fosse utile un voto incrociato.
Collega Spagnuolo, la ringrazio, così come la ringrazio - e lo dir nell'intervento - per quello che ha ricordato degli anni del terrorismo perché chi non li ha vissuti tende a sottovalutare certi atteggiamenti.
Come diceva la collega Spagnuolo, noi segneremmo dei passi indietro molto gravi se non avessimo su questo una posizione chiara, così come sul fatto che la nostra Città e la nostra Regione hanno una tradizione importante di cui essere onorati.
Vado rapidamente; il primo capoverso mi pare assolutamente chiaro.
Volevo soltanto segnalare che, secondo me, proprio e non solo per i singoli ed importanti episodi, noi democratici non accettiamo un metodo, che è quello della violenza; violenza che c'è stata e questa volta viene esecrata nel caso di Bonanni - e siamo d'accordissimo. Ma molte altre volte - ho sentito l'intervento della collega Montaruli - ho presentato in Consiglio regionale ordini del giorno di solidarietà proprio a lei, per quanto subito in università oppure relativamente ai gazebi della Lega Nord o in altre circostanze. Quindi, è un metodo che deve essere esecrato.
Sono felicissimo che alcuni episodi particolarmente gravi trovino un punto preciso di condanna, ma ha ragione la collega Spagnuolo: se tornassimo indietro su questi punti di concordia avremmo vissuto la stagione del terrorismo in maniera inutile. Invece non è stato inutile.
Sottolineiamo che la violenza è sempre una sconfitta della democrazia.
Alcuni colleghi facevano riferimento in maniera più o meno polemica ad altre forze politiche che hanno una tradizione più vigorosa. Io appartengo ad una tradizione, quella cattolica, e all'università si diceva: non trovando l'entusiastico consenso di tutti, prendiamo tutte le botte che sono necessarie, non reagiamo mai, perché il principio della non violenza deve essere assoluto.
Credo che la mia area, la mia componente, le nostre liste in università non abbiano mai reagito con la violenza. Che poi qualche volta l'Assessore del PCI venisse a salvarci, questo non ci dispiaceva. Però non abbiamo mai reagito alla violenza! Mai, da nessuna parte! Quindi, credo di poter dire ai colleghi Bono ed altri che con orgoglio vengo dalla tradizione di La Pira e Dossetti, che oggi si collega con il socialismo umanitario, con il liberalismo tollerante, che non ha mai ricorso alla violenza né ceduto ad una contrapposizione violenta. È vero caro collega Gariglio? Lei ricorderà bene queste vicende.
Poi abbiamo deciso di ritirare il punto che fa riferimento a Di Pietro su richiesta del PD, non perché non ci sembra giusto averlo scritto, ma siccome, come diceva la collega Spagnuolo, l'importante è che ci sia il massimo di consenso e di unità su questo punto, lo facciamo anche per rispetto a colleghi come Buquicchio ed altri, che di certo in Aula si sono sempre atteggiati con moderazione, perché il consenso sia il più ampio e possibile.
Quindi, apprezziamo la richiesta del PD per un voto unitario e speriamo di poterlo perseguire.
Parlavo della tradizione della Regione; ha perfettamente ragione la collega Spagnuolo quando parlava di grandi Presidenti come Viglione, di Sindaci come Novelli. Hanno combattuto e io ho segnalato, perché parlava in ambito del Consiglio regionale, quel lavoro che facemmo per difendere la democrazia all'università e durante le prime lezioni universitarie.
Concludo, Presidente.



PRESIDENTE

Mi scusi, collega, ma ha ragione lei. Il tempo a disposizione è di dieci minuti.



LEO Giampiero

L'ha sottolineato molto bene la collega Spagnuolo; noi abbiamo fatto una battaglia enorme contro il terrorismo e con il clima che lo generava.
Il terrorismo non è nato per caso; purtroppo - ha ragione il Consigliere Gariglio - ho molti anni più di lui, ho molti anni più di tanti altri colleghi e vi posso dire che è iniziato con insulti, è iniziato con il dire "voi non avete diritto di parlare", è iniziato con il dire "voi non siete moralmente idonei a rappresentare la democrazia", è iniziato con pretese di superiorità morale, di arroganza moralista, di condanna fanatica.
Cari colleghi, che siete fortunatamente così giovani, è iniziato con un clima crescente, con un clima in cui si iniziava a dire: "Questi non sono moralmente adatti a rappresentare la democrazia", "Questi dobbiamo contestarli violentemente", "Questi non hanno diritto di parlare".
Passo dopo passo, se si disumanizza l'avversario, se lo si priva della dignità, il passaggio per poi dire di colpirlo e di eliminarlo fisicamente non è così tremendamente difficile. E non lo abbiamo vissuto! È per questo motivo che teniamo la guardia alta e apprezziamo il lavoro del Comitato per la difesa dei valori costituzionali. È per questo che ho ricordato queste vicende.
Ritengo, quindi, che su tali vicende si debba essere assolutamente chiari, netti, moralmente intransigenti ed unitari.
Ringrazio i colleghi della Lega Nord per la loro sostanziale dimostrazione di adesione, anticipando che avrebbero aggiunto la loro firma. Penso che il Consiglio regionale non meriti che posizioni così chiare.
Ringrazio, altresì, i colleghi che hanno più esperienza di me per aver ricordato aspetti importanti.
Termino dicendo che quando i popoli non hanno memoria, gli errori si possono ripetere in maniera anche drammatica.
La memoria è importante. Quando si perde la memoria delle cose, i valori e i principi, tutto è possibile.
Anche se talvolta risulto essere un po' retorico e noioso, essendo uno (come tanti nostri colleghi) a cui le Brigate Rosse hanno fatto un attentato, uno che all'università, senza aver mai provocato nessuno, ha subito soventi aggressioni violente, e avendo visto la bravura di colleghi (allora Assessori) come Carla Spagnuolo difendere la nostra città e la nostra collettività, credo che non possiamo fare di meno che votare all'unanimità (almeno lo spero), o comunque a larghissima maggioranza.
Ringrazio in tal senso il PD, l'UDC, i Moderati - anche tra i membri del partito di Di Pietro credo che vi sia una disponibilità - per il voto che potranno esprimere a l'ordine del giorno. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, penso che il collega Leo abbia illustrato l'ordine del giorno andando ad di là di quella che è una manifestazione che ritengo doverosa nei confronti di chi, in quell'occasione, rappresentava una istituzione. Un richiamo al senso della democrazia che responsabilmente tutti i partiti e i movimenti presenti in questa aula dovrebbero fare.
Ho chiesto la parola, Presidente Placido, non solo per aderire, come ha già anticipato il collega Leo, e ovviamente sottoscrivere l'ordine del giorno. Ma per stigmatizzare il comportamento dei due colleghi che si sono astenuti sull'ordine del giorno precedente. Lo dico con rispetto - ci mancherebbe! - perché in quest'aula ciascuno è responsabile di ciò che fa e di ciò che vota. Tuttavia, rendere più debole una risposta da un punto di vista istituzionale in una Regione che ha sempre espresso garanzie in tal senso - la storia, lo richiamava prima il collega Leo, va in quella direzione - significa aprire un varco, anche se piccolo, alla possibilità di giustificare alcuni gesti che sono totalmente ingiustificabili, da qualsiasi parte provengano.
Invito i colleghi che si sono astenuti precedentemente a riflettere sul loro voto rispetto a quanto scritto nell'ordine del giorno precedente verificando la possibilità, su l'ordine del giorno, di fare un ragionamento diverso. Perché in momenti delicati come questo (parlo, ovviamente, dal punto di vista economico), molto spesso la rabbia, anche legittima in una situazione difficile, può scaturire nella violenza e avere o dare, da un punto di vista istituzionale, una sorta di legittimazione (non sto ovviamente a spiegare che in Aula l'astensione corrisponde ad un voto contrario, perché lo sappiamo tutti). È un fatto che ritengo molto pericoloso. Il mio intervento era solo in questa direzione.
Ovviamente, rispetto all'ordine del giorno in oggetto, noi lo sottoscriveremo e voteremo a favore.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola alla collega Spagnuolo, chiederei al Consigliere Leo la cortesia di prestare un attimo di attenzione: nel suo precedente intervento aveva precisato che intendeva modificare una parte del testo, eliminando, se ho ben compreso, un capoverso.
Lo preciso affinché chi interverrà successivamente abbia chiaro su cosa stiamo discutendo.
Chiederei gentilmente al collega Leo di volerlo esplicitare meglio perché se ne possa dare informazione affinché tutti gli interventi potranno essere più precisi nel merito.
La parola al Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Come ho precedentemente illustrato - peraltro ne avevo già discusso questa mattina con i colleghi del PD ed era stata un'offerta ai colleghi dell'area di Di Pietro - volevo eliminare il capoverso che inizia con "sottolinea come sia preoccupante e disdicevole".
Chiedo che venga soppresso tale capoverso



PRESIDENTE

Quindi rimane "ricorda" e "invita", mentre viene soppresso il capoverso "sottolinea".
Ha chiesto la parola il Consigliere Goffi; ne ha facoltà.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Ho chiesto di poter precedere la collega Spagnuolo dopo aver ascoltato l'intervento del collega Leo, con cui illustrava una modifica a l'ordine del giorno relativamente ad una precisazione che riguardava l'onorevole Antonio Di Pietro. E vi spiego perché.
Non intendo ripetere quello che è l'esercizio del diritto di critica che è stato riportato da tutti, né qual è il limite di tale diritto, che ormai pare chiaro (del resto, è stato ribadito da più parti). Il limite vede, ovviamente, la violenza come confine massimo: violenza verbale, come ha ricordato la collega Montaruli, ma ancor più quella fisica.
Non è, quindi, un problema di individuazione del confine o del limite del diritto di critica.
Ciò che però intendo sottolineare è che la grave intolleranza che si è manifestata nei confronti del Segretario Bonanni e del Presidente Schifani è una intolleranza nei confronti dell'istituzione. L'istituzione rimane fissa. Gli uomini politici non hanno l'esercizio del diritto di proprietà delle istituzioni.
Le istituzioni rimangono fisse e gli uomini politici passano, cambiano il colore o le casacche. Qui si tratta di difendere un'istituzione.
Il fatto che ci sia un voto difforme di questa Assemblea è un grave atto di irresponsabilità e anche, a mio giudizio, di legittimazione di coloro che fuori la pensano diversamente e che, forse, sono pronti a fare delle azioni di violenza che neanche noi immaginiamo qui dentro.
E tra questi mi permetto di sottolineare che non c'è il collega Bono che fa parte di una categoria extraparlamentare (nel senso che non è rappresentato in Parlamento). Ma c'è un Deputato, l'onorevole Antonio Di Pietro, che è stato Pubblico Ministero in questa Repubblica e che dovrebbe essere tutore delle forze dell'ordine che, invece, è andato dicendo che era un atto giusto e legittimo quello di esprimere un atto di violenza nei confronti dell'istituzione e del Presidente Schifani.
una valutazione di grande irresponsabilità il fatto che un leader politico che siede in Parlamento e che rappresenta l'8% degli italiani votanti - quindi milioni di persone - vada a giustificare un atto di violenza.
Questa modifica dell'ordine del giorno è una modifica che invito a ripensare, perché correttamente i colleghi dell'IdV possono anche esprimere voto favorevole e mandare un messaggio al loro leader nazionale, che mi pare che di responsabilità in questa occasione non ne abbia dimostrata alcuna.
Auspico, e lo dico anche ai colleghi del Gruppo del PD, che si ripensi a questo passaggio, perché quanto è scritto in questo documento riferito all'onorevole Antonio Di Pietro è purtroppo - dico purtroppo - una verità: il fatto che un ex Pubblico Ministero, oggi Deputato, che è stato anche Ministro, esprima con le sue parole un atteggiamento di violenza che è tutto fuorché da giustificare.



PRESIDENTE

Dopo due variazioni, la parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Il collega me ne ha fatto richiesta e ben volentieri si ascoltano le varie opinioni.
Non pensavo di fare questa premessa, ma per quello che riguarda l'onorevole Di Pietro, ci sarebbero da fare, considerando la storia che lo ha portato a diventare parlamentare, talmente tante considerazioni che le archivio. Mi attengo a quanto riguarda l'ordine del giorno e alla proposta del collega Leo, se questo passaggio consente una maggiore unanimità.
Non sarà ciò che è contenuto qua che modifica, cambia, migliora peggiora le opinioni che ognuno di noi può avere nei confronti dell'onorevole Di Pietro. Per quello che mi riguarda non potrebbero che essere peggiori, però, detto questo, procediamo; credo che alcuni di noi in quest'Aula abbiano dei doveri particolari.
Prima il collega Leo ha ricordato il dovere della memoria. Quando ero Presidente del Consiglio, ricordo di avere ricevuto uno straordinario volume che riporta le testimonianze degli ex deportati nei campi di concentramento nazisti e che riporta i nomi e i fatti di coloro che hanno avuto quella esperienza terrificante.
Credo che il dovere della memoria ci sia. Allora voglio ricordare ai più giovani Consiglieri a proposito del tema di l'ordine del giorno, cioè la condanna della violenza come metodo nell'azione politica, un pezzo di storia della Regione Piemonte che risale agli anni Settanta. A seguito dei primi attentati di carattere terroristico che videro la morte di esponenti forze dell'ordine, magistrati, giornalisti, questa Regione, poiché alcune delle loro famiglie erano completamente in ginocchio, non solo dal punto di vista morale, ma anche dal punto di vista economico, assunse - lo dico ai giovani del Movimento dei "Grillini" - alcuni familiari presso la Presidenza della Giunta regionale del Piemonte. Questo rappresentò un momento di forte coesione tra le forze politiche.
Oggi ci troviamo in un'altra situazione, anche perché il sistema elettorale tende sempre a dividerci, ma di fronte a ad argomenti che attengono ai principi fondanti della democrazia torno a dire che ciò che auspicherei è la ricerca del massimo dell'unità possibile. Dietro a un dirigente politico esiste comunque un popolo e credo che anche quel popolo a cui fa riferimento l'onorevole Di Pietro, possa avere dei sentimenti di condanna di queste azioni, al di là di certe uscite che sono, per quello che mi riguarda, assolutamente condannabili e non condivisibili, ma non dovrebbero avere la forza di dividerci in questa circostanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Intanto un breve flash alla Consigliera Spagnuolo: devo dire fuori dalle righe che se dovessimo ricostruire la carriera politica del - ahim Presidente del Consiglio e di tutto quello che ha percorso per arrivare dove è arrivato con grave responsabilità anche del centrosinistra - e lo sottolineo - ne avremmo da parlare fino a domani, ma non è questo il luogo e non voglio fare polemiche.
Purtroppo mi sento un po' solo in quest'Aula e voglio esprimere comunque la mia opinione, perché so che è un consesso democratico e la parola mi è sicuramente consentita.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno del Consigliere Leo, prendo atto del fatto che il voler togliere il punto che fa riferimento all'onorevole Di Pietro è forse più legato all'invito di un altro Gruppo politico che non ad una sua convinzione personale.
Stimo il Consigliere Leo e la sua provenienza politica (che conosco bene perché ce l'ha raccontata, ma ne ho anche letto sui giornali, su internet e quant'altro), mi pare che questa sia la sua quinta legislatura quindi rivolgo un encomio alla sua professionalità e alle sue idee, perch essendo un liberale cattolico condivido in parte le sue posizioni.
Pur apprezzando il suo discorso e la volontà mi sembra che sia un po' politica questa sua accettazione dell'invito del PD a togliere questo punto, tanto è vero che il Consigliere Leo ha detto - verbalizzato - che la soppressione di quella frase è finalizzata alla buona volontà di unire tutto il Consiglio regionale su dei principi che tutti quanti condividiamo (sono i principi della non violenza non solo in politica, ma anche in qualunque campo). Tuttavia, queste buone intenzioni cadono di fronte alla frase "non perché non ci sembra giusto sostenerlo". Allora, abbiate pazienza, ma torno sulle mie posizioni dopo questa infelice osservazione.
Penso che il nostro leader politico non giustifica e neanche sostiene la violenza, come è sottolineato in l'ordine del giorno, che per motivi politici si è voluto stralciare. Nella sua intervista esprime un giudizio obiettivo, come è nel suo stile, sulla contestazione politica, quando ovviamente sono assenti atti violenti (lo sottolineo) e sui principi democratici che lo sostengono. Soltanto nei regimi è vietato contestare.
Un ultimo esempio ci viene dalla visita del "dittatore" (lo chiamo dittatore) Gheddafi a Roma, che ha preteso incontri blindati. Soltanto un dittatore dice che non si può contestare. È stato ricevuto con tutti gli onori e questa è stata una infamia per la nostra tradizione democratica: ha messo in imbarazzo politici, anche del vostro campo, ha messo in imbarazzo cittadini. Corpi militari di alta onorabilità istituzionale e professionale (carabinieri e quant'altro) hanno dovuto rendere gli onori. Il nostro leader ha voluto evidenziare quale stato di tensione politica si vive nel nostro Paese; una tensione politica che non c'è certamente negli altri Paesi europei.
Antonio Di Pietro con il suo intervento in merito punta il dito su chi acuisce tali tensioni, su chi ha la responsabilità istituzionale, favorisce e porta avanti leggi liberticide ad personam, difende morbosamente con spirito di squadra coloro che, responsabili nelle istituzioni, sono stati colpiti da indagini da parte della Magistratura per corruzione o per collusione mafiosa.
Il nostro dell'IdV è un grido d'allarme affinché le tensioni si riassorbano e i toni si abbassino, perché non è questo comportamento che i concittadini si aspettano da noi, ma fatti concreti in questa difficile congiuntura economica e politica.
A noi non preoccupano tanto i fischi, quanto i fiaschi! I fiaschi che questo Governo va ogni giorno raccogliendo dopo aver imbonito gli italiani con un programma che non sta rispettando.
Concludo dicendo che non potrei che votare un ordine del giorno di questo genere, perché fa parte della mia tradizione democratica e liberal cattolica, quindi la violenza la ripudio non solo nella politica, ma in qualunque campo. Purtroppo, per come è stata impostata la questione, non posso che non votare e abbandonare l'aula all'atto della votazione di l'ordine del giorno.
Grazie, signor Presidente e colleghi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ponso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, intendevo rispondere alla collega Spagnuolo - che non vedo più -ricordando che il nostro Gruppo consiliare è denominato Movimento 5 Stelle. Altresì, relativamente al discorso dell'assunzione dei parenti delle vittime, faccio presente che non condividiamo questo metodo compassionevole di assegnazione di posti, bensì sosteniamo la meritocrazia.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno presentato dal collega Leo vorrei fare un minimo di chiarezza, in quanto tutti siamo un po' confusi anche relativamente agli epiteti - un po' ci è stato dato dei "fascisti" e un po' dei "comunisti" - per evitare che il nostro elettorato faccia confusioni.
Occorre assolutamente separare le due giornate, il momento della contestazione al Presidente Schifani è una cosa e il momento della contestazione al Segretario Bonanni è un'altra.
Innanzitutto, vogliamo ricordare, come è già stato detto, che la manifestazione con la presenza di Schifani è stata indetta da diversi Gruppi e associazioni, come, ad esempio, il Popolo Viola, la Resistenza Viola e le Agende Rosse, a cui, ovviamente, abbiamo aderito come Movimento ancorché come Gruppo consiliare.
Assolutamente vogliamo chiarire che non c'erano intenzioni politiche nel senso di contrastare un rappresentante del centrodestra o la festa del Partito Democratico, ma era nostra intenzione poter interloquire con la seconda carica dello Stato, con il Presidente del Senato, essendo responsabile della mancata calendarizzazione del progetto di legge di iniziativa popolare, che 350.000 cittadini firmarono nel 2007, avente ad oggetto la richiesta di non avere condannati in Parlamento, tra le altre cose. Nondimeno, si volevano notizie in più riguardo alla posizione del Presidente del Senato, Schifani, per le sue "presunte" vicinanze a condannati per mafia, nel momento in cui lavorava a Villa Abbate, visto che in quei giorni aveva annunciato che si sarebbe recato alla Dda della Procura della Repubblica di Roma per rilasciare delle dichiarazioni.
Ovviamente, era libero di non rispondere, ma sarebbe stato reale e corretto esercizio della democrazia e rispetto del dettato costituzionale (articolo 21) permettere a dei cittadini di porre delle domande dal palco. Se questa è una festa che si ritiene democratica deve essere permesso ai cittadini rivolgere delle domande al Presidente del Senato, non capita tutti i giorni di poter parlare con l'onorevole Schifani. Questo, sicuramente, non è avvenuto essendo anche stati lasciati fuori dei cittadini dal parterre che, ovviamente, si sono esercitati nei fischi.
Illustri colleghi, avete qualche anno più di me e avete vissuto gli anni Settanta e tutte le problematiche di quegli anni tragici, non penso vi siate mai spaventati per dei fischi, visto che avete vissuto molto di più in quegli anni, assolutamente. Addirittura, fischiare - l'ho detto più volte - è il modo più antico di contestare: si fischia al teatro, mentre quando lo spettacolo piace si applaude - non sono stati neanche lanciati dei pomodori! Nella Bibbia, addirittura, il fischio è considerato come una punizione di Dio - per stare vicino ai cattolici qui presenti - che minacciò di seppellire gli ebrei sotto un uragano di fischi se avessero adorato un altro dio. Nessun politico italiano è stato risparmiato dai fischi, tra cui i padri fondatori della Repubblica: Togliatti, De Gasperi, Nenni Berlinguer, addirittura Pertini. Non a caso è stata citata una frase di Sandro Pertini sommerso dai fischi: "Liberi fischi in libero Stato", ma, si sa, questi erano altri politici.
Termino dicendo che non ci sentiamo di poter condividere l'ordine del giorno del Consigliere Leo, perché, caro collega, se è condivisibilissima la condanna della violenza, assolutamente, non recepiamo nella manifestazione in oggetto i contorni e neanche la lontana parvenza della violenza.
Non avendo avuto prima occasione, rispondo anche alla collega Montaruli, riportando quanto espresso da Il Foglio, che è un giornale sicuramente più vicino a voi, che la citava come a guida del Fuan animatrice degli scontri con la sinistra e i centri sociali. Insomma, prima di scagliare la prima pietra, occorrerebbe guardare un attimino in casa propria, per evitare sterili polemiche.
Siamo anche stupiti, ma non troppo, dell'atteggiamento dell'UDC espresso dal collega Goffi. Si sono recentemente liberati dei condannati per mafia in Parlamento, che sono passati, ovviamente, alla sponda del PdL che sta cercando di avere i voti sufficienti per continuare una legislatura, che si sta trasformando in una tragedia per gli italiani. Di sicuro notiamo ancora lo scarso interesse dell'UDC per le questioni della legalità e dell'antimafia.
Poi sappiamo che la querelle tra UDC e IdV è di natura politica, in quanto, come sappiamo, l'IdV non vuole l'UDC e l'UDC non vuole l'IdV quindi non ci interessiamo molto di queste logiche politiche.
Termino dicendo che riteniamo l'ordine del giorno non votabile - lo ripeto, collega Leo - non nell'oggetto in sé, ma nei limiti cui è stato ascritto l'oggetto della violenza. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; poi seguiranno i colleghi Negro, Cerutti, Motta Massimiliano e Lepri.
La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Anche questa volta ho avuto occasione di assistere agli eventi e di esserne, mio malgrado, coinvolto. Quindi, avendo vissuto quest'esperienza tengo ad esprimere due parole in quest'aula.
Non ho alcuna simpatia politica e non esprimo condivisione per il Presidente del Senato, Schifani, ma sta di fatto che a Torino si teneva, in ossequio, anche qui, ad un principio espresso nella Costituzione, che è il diritto di riunione, un'assemblea di cittadini del Partito Democratico autorizzata dal Comune e dalla Prefettura, che aveva deciso di invitare ad un dibattito politico il Presidente del Senato. Ora, non pretendo che le dotte osservazioni del brillante collega Goffi siano, in qualche modo condivise e fatte proprie da tutti i cittadini. Penso occorra riflettere sulla sua osservazione e sulla dissociazione tra il ruolo di Presidente di un'assemblea, o comunque di rappresentante di un'istituzione, e la singola persona che di volta in volta ricopre quella carica, ma non è su questi artifizi che voglio organizzare il mio intervento.
Quello che colpisce, ed è grave, di quanto verificatosi qualche sabato fa a Torino, è che ad una iniziativa di discussione politica organizzata all'interno della festa abbiano deciso di intervenire - l'iniziativa era aperta al pubblico - persone che facevano capo ad alcuni movimenti ed associazioni politiche, forse anche qualcuno - non lo so - ricollegabile al Movimento 5 Stelle - è certo che c'erano i due colleghi Consiglieri regionali, con cui abbiamo interloquito nel corso proprio di quei fatti - e che un gruppo di cittadini abbia deliberatamente iniziato a fischiare insultare improperi al Presidente del Senato, srotolare manifesti con la scritta "mafioso", impedendo così il dibattito. Il fatto è che questo comportamento non è stato tenuto solo per uno o due o cinque minuti, cioè il tempo di una contestazione, che potremmo anche considerare non condivisibile ma ragionevole, ma l'abbiano fatto per un'ora intera mettendo in difficoltà gli organizzatori che ospitavano il Presidente del Senato e impedendo che il dibattito potesse svolgersi.
Allora, è suggestivo fare i manifesti riprendendo la frase del Presidente Pertini ("Liberi fischi in libero Stato"), ma un libero Stato prevede, cari colleghi, anche il fatto che chi dissente possa fischiare e dirlo liberamente, ma che si rispetti il principio di tolleranza e che si consenta a tutti di esprimersi. Oltretutto quella era un'assemblea che si svolgeva in un contesto che era la festa del Partito Democratico; è stato chiesto anche in modo molto gentile e molto pacato agli organizzatori di questa iniziativa di cessare in termini ragionevoli questa manifestazione di dissenso e di consentire al dibattito di svolgersi; l'evento sarebbe stato comunque spiacevole ma si sarebbe contenuto nei limiti dell'accettabile per chi fa politica, ma non si è ritenuto di volerlo fare.
Allora, quello che vogliamo sottolineare - ed è per questo che voteremo l'ordine del giorno del collega Leo, depurato da quel capoverso - è che non si può portare il dibattito politico fino all'intolleranza dell'opinione altrui.
Io non so se le osservazioni che alcuni membri dei movimenti intervenuti mi facevano a latere della contestazione, sulle presunte contiguità tra il Presidente del Senato e alcuni poteri criminali, hanno fondamento oppure no; ma in questo Paese c'è una giustizia che deve avere il suo corso. Allora possiamo indignarci quando si fanno leggi ad personam possiamo indignarci quando si fanno leggi che fanno decadere migliaia di processi per salvare singoli imputati; ma non possiamo mai arrivare al principio per cui, per affermare le nostre idee, impediamo agli altri di esprimere le loro. Questo sarebbe il venir meno di uno Stato liberale e della democrazia. Se questo Paese ha subito le sofferenze che ha subito negli anni Settanta ed è riuscito a venirne fuori senza leggi speciali senza pena di morte, senza il sovvertimento dello Stato di diritto e con la garanzia delle istituzioni democratiche, è grazie al fatto che in quei momenti, dentro le assemblee elettive, tutti quanti, anche partiti che avevano forze, idee e prospettive diverse erano d'accordo sul fatto che la battaglia politica si svolgesse in Aula e non nelle piazze con la violenza e l'intolleranza.
questo ciò che in quell'occasione ho cercato di spiegare, senza alzare le mani ma venendo anche in qualche modo spintonato, a color che facevano questa contestazione. Mi dispiace - non è la prima volta, ma mi dispiace anche umanamente - che sia stato divulgato un comunicato stampa del Movimento 5 Stelle in cui, a parte la considerazione di essere "cresciuto a pane e DC" - non solo, vi assicuro che ho fatto anche altre esperienze - venivo dichiarato leninista e stalinista: mi veniva detto di tutto...



(Commenti in aula)



GARIGLIO Davide

No, il comunicato esiste e non mi pare che sia questo il modo per interloquire tra colleghi. Mi sembra estremamente grave e mi dispiace che i colleghi che rappresentano una forza politica giovane, che riesce a intercettare anche delle istanze di ambienti sociali che io rispetto, pur se lontani da me, e che ha la possibilità di portare dentro quest'aula delle fasce di società, delle sensibilità, delle istanze che probabilmente i partiti organizzati in maniera tradizionale non riescono adeguatamente a portare avanti, si pieghino a questo modo di fare politica. Non è attraverso un clima di intolleranza, infatti, che si arriva a qualche risultato.
Guardate che passare dall'intolleranza contro il Presidente Schifani al tentativo di aggressione bloccato in maniera fortunosa contro il Segretario nazionale della CISL, che si è ricevuto comunque un fumogeno addosso - a me è passato sulla testa, ma se avesse colpito sul viso il Segretario Bonanni lo avrebbe ferito, in modo anche grave - all'andare a sparare per strada i passi sono poi una pietra che rotola lungo un piano inclinato.
Allora, non voglio, e me ne guardo bene dal farlo, dire che i colleghi alimentano la violenza; perché la violenza non c'è stata e anzi, per certi versi, la loro presenza ha bloccato forse i più esagitati. Ma stiamo attenti, perché dal predicare l'intolleranza verbalmente, al passare a praticarla fisicamente come nel caso di Bonanni, al passare alla violenza vera e propria la strada è breve.
E allora, siccome in questo Paese e in questa Regione in particolare abbiamo un 2011 che si annuncia caldissimo - abbiamo gli ammortizzatori sociali che stanno per terminare, abbiamo delle crisi aziendali che non riusciremo a governare - e non è una questione di destra o di sinistra, ma è un problema di tutti - stiamo attenti, perché a seminar vento si raccoglie tempesta. E su questo penso che noi, che siamo rappresentanti di un'istituzione espressa direttamente dai cittadini, dobbiamo porre tutte le attenzioni perché alla fine la responsabilità cadrebbe su tutti noi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Sentendo tutti questi interventi che in buona parte mi trovano perfettamente d'accordo, prendo la parola innanzitutto per condannare la violenza. Mi viene in mente, cari amici e colleghi, che in tutta Italia le persone più anziane di noi hanno lavorato oltre cinquant'anni per ottenere la libertà di idee, di pensiero, di azione e qui ci troviamo, in occasione di un'assemblea dentro la Festa del Partito Democratico, di fronte a questi fatti.
Innanzitutto dico subito che a mio parere si è già sbagliato a non invitare il Governatore del Piemonte Cota: per me era importante che ci fosse. Ma questo non è di competenza di noi dell'UDC. Io ho partecipato e ho assistito di persona e vedere questi costumi di questi leader di partiti che sostengono queste forme di violenza, come ha detto prima il collega Gariglio, mi sconcerta veramente. Noi siamo qui per affermare la libertà di parola e di costruzione del consenso e dobbiamo essere aperti a tutti senza mettere dei veti e senza gettare benzina sul fuoco per alimentarlo.
In un momento così critico, così delicato, in cui dobbiamo darci una mano destra, sinistra e centro - per risolvere i problemi, noi andiamo dietro a queste baggianate organizzate da alcuni partiti per emergere sui giornali.
Caro collega Leo, condivido perfettamente quanto da lei espresso e dichiaro, in qualità di Presidente del Gruppo dell'UDC, di voler firmare l'ordine del giorno così com'è, senza togliere nulla. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Differentemente dal giudizio positivo che abbiamo dato, sostenendolo sull'ordine del giorno precedente che condannava la contestazione violenta al Segretario Bonanni, pur non entrando nel merito - perché certamente la nostra forza politica non condivide le posizioni del Segretario della CISL non possiamo esprimere la stessa valutazione su l'ordine del giorno.
Apprezziamo il tentativo del collega Leo di arrivare ad un testo che sia più condiviso da quest'Aula però, nello stesso tempo, proprio perch vogliamo anche in questo caso lasciare da parte il merito - cioè la vicinanza o meno della nostra forza politica al Senatore Schifani piuttosto che all'onorevole Fassino - pensiamo sia pericoloso generalizzare tutti gli episodi di contestazione.
Se condividiamo l'oggetto dell'ordine del giorno che condanna la violenza come metodo dell'azione politica, pensiamo però che non si possano demonizzare tutte le forme di contestazione, vi sono forme di contestazione che possono essere più fastidiose e altre meno.
In questo senso, quindi, crediamo che l'ordine del giorno, in alcune sue parti, ci dia l'indicazione che le manifestazioni di contestazione siano comunque condannabili. Non eravamo presenti ai momenti di contestazione che vengono ricordati, però non ci sentiamo di condannarli non tralasciando una considerazione di merito, di vicinanza, o lontananze rispetto alle persone contestate.
In questo senso non possiamo sostenere l'ordine del giorno, ragion per cui non parteciperemo alla votazione.



PRESIDENTE

Mi permetto di fare il punto della situazione.
Dagli interventi, tutti interessanti, mi sembra emergano considerazioni che vengono riaffermate e che non guastano. Ci sono ancora cinque iscritti a parlare su l'ordine del giorno, che mi sembra sia già stato sufficientemente approfondito, e sono state sollevate alcune questioni relativamente al con o senza capoverso, ma quello sta al presentatore o chi lo ritiene.
Ci sono ancora sei ordini del giorno che, se vogliamo dare un senso alla seduta di oggi, si potrebbero approvare. Naturalmente questo comporta un intervento per Gruppo, se non ci sono questioni fondamentali. Concedendo dieci minuti di intervento sull'ordine del giorno, mi sembra che si sia ecceduto quando si è lavorato sul Regolamento (questa è un'opinione personale e mi scuso per averla espressa).
Questo il punto della situazione prima di proseguire con i lavori del Consiglio e arrivare, possibilmente prima del tempo a disposizione, e votare tutti e sei gli ordini del giorno.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Motta Massimiliano; ne ha facoltà.



MOTTA Massimiliano

Cercherò di occupare poco tempo, ma non ho voluto rinunciare all'intervento. Oggi volevo dare una lettura dei fatti di chi ha vissuto pur non essendo così anziano da poter portare ricordi tanto lontani, una coerenza, oggi esplicitata dall'ordine del giorno del Consigliere Leo.
Credo che la sua coerenza si sia evidenziata negli ultimi anni '80 quando ero ancora esponente del Fronte della Gioventù. Insieme ad altri personaggi che democraticamente rappresentavano le istituzioni, Giampiero Leo dava, in un momento sicuramente difficile, a quelle forze politiche che allora erano anche tacciate di estremismo, la possibilità di esprimersi.
Come Assessore alla cultura del Comune di Torino, era decisamente aperto e capace di interpretare il vero significato della democrazia e della libertà di parola e di espressione.
Purtroppo oggi devo annotare lo stupore di chi forse alla politica si è avvicinato per caso, perché ha avuto un risultato elettorale che non si aspettava e quindi siede legittimamente in questo consesso, ed è per questo che mostra certi atteggiamenti.
Fa un po' specie quando un Consigliere regionale dice: "Non hanno tirato neanche i pomodori". Cosa vuol dire? Che un domani, se diciamo che non hanno tirato le pietre di porfido giustifichiamo, comunque, un atto di violenza che è stato assolutamente condannato da tutte le forze politiche compresi coloro che organizzavano la festa? Credo che quella sia la cultura che ha portato certi personaggi, che non cito neanche perché non sono degni di essere citati, ad inneggiare, di fronte alle disgrazie umane e soprattutto della nazione: "Uno, dieci, centomila Nassiryia".
Chiedo scusa all'Aula, e non ai due Consiglieri, se questa mattina ho avuto una reazione un po' accesa quando hanno fatto il loro teatrino perché di quello si trattava, che insultava persino le 381 morti bianche da loro ricordate. Ricordo che questo Consiglio, attraverso gli strumenti legittimi e democratici a disposizione come gli ordini del giorno, i disegni di legge e le ricorrenze, cerca di arginare tale problema.
Se nella diversificazione delle votazioni - parlo dell'astensione della Consigliera Cerutti e della non partecipazione al voto del Consigliere Ponso - c'è una giustificazione politica e non assolutamente di carattere strumentale, c'è una caratterizzazione politica che non insulta la democrazia e non insulta il diritto di parola di tutti quanti, non è così nel caso dei due Consiglieri in questione. Il leader di quel movimento, che non nomino perché non mi sento di perdere ulteriore tempo prezioso, va in televisione, Sky gli dedica degli spazi e alla fine conclude il suo intervento - scusate il termine, lo metto tra virgolette, anche se va censurato - con un "vaffanculo"...



PRESIDENTE

Consigliere Motta, apprezzo le virgolette ma poteva dirlo usando altri termini.



MOTTA Massimiliano

Ci sono le registrazioni, è una notizia che non conosceva nessuno. È la mentalità che porta a non riconoscere quali sono gli strumenti e gli spazi democratici.
Oltre a condividere lo spirito di questa discussione che ha unito tutto quanto il Consiglio, che non è una questione di partitocrazia, abbiamo sentito dalla Consigliera Spagnuolo che in tempi passati si era condivisa la sofferenza di parenti di vittime del terrorismo, ma questo è stato paragonato ad aver dato dei posti alle consulte...
Siamo a dei livelli che credo non siano degni di qualche giustificazione! Ripeto, la posizione è sicuramente di piena condivisione e soprattutto, premia la coerenza di una politica che nasce da lontano.
Quelli che ricordavo erano gli anni '80, quando Leo ricopriva la carica di Assessore alla cultura del Comune di Torino. Nel corso del tempo, grazie a persone e a ordini del giorno come quelli condivisi oggi, è stata data la possibilità di esprimere le proprie idee e i propri contesti, anche a coloro che mai avrebbero pensato di riuscirci non dico in assemblee, ma anche all'università, nelle scuole, in quei luoghi dove, comunque, la cultura e la storia devono insegnare qualcosa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lupi; ne ha facoltà.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
Mi attengo alla sua indicazione volta a limitare i tempi degli interventi, però mi sembrava importante dichiarare il fatto che, in rappresentanza del Gruppo Verdi Verdi, voterò a favore dell'ordine del giorno in discussione, innanzitutto per una questione di fiducia nei confronti del Consigliere Leo, in quanto il Consigliere Leo in questi anni ha sempre dimostrato una coerenza nel suo impegno politico, una coerenza di impegno nella difesa di alcuni valori, non semplicemente enunciati in maniera generica, ma testimoniati con una serie di comportamenti e di impegni. Gliene va dato atto e proprio per questo voterò decisamente a favore dell'ordine del giorno, che prende posizione in maniera netta contro ogni forma di violenza.
Nello stesso tempo - e su questo, cioè sulla condanna di ogni forma di violenza, credo ci sia la generale condivisione - ritengo che almeno una parte delle considerazioni sviluppate dal Consigliere Bono, rispetto alla non demonizzazione di determinati comportamenti di protesta, debba essere tenuta in considerazione.
Credo che in una democrazia matura dobbiamo avere la capacità di garantire gli spazi di espressione in maniera assolutamente democratica; lo dobbiamo fare soprattutto laddove si sviluppano iniziative che sono dichiaratamente di parte, che quindi hanno tutto il diritto di poter esplicitare le idee che quella parte politica intende presentare.
Nello stesso tempo, dobbiamo evitare che comportamenti di protesta vengano demonizzati in maniera eccessiva, naturalmente laddove non pongano a repentaglio i fondamentali diritti di libertà.
Complessivamente proprio per i valori che nell'ordine del giorno sono sottolineati e si respirano nella lettura dello stesso, voter favorevolmente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Mi ero assentato non per sottrarmi ad una discussione che ritengo faziosa. Io le mie responsabilità sono abituato ad assumermele e sono uno di quelli che se decide di lanciare la pietra, non nasconde la mano.
Pertanto, anche se brevemente, per il motivo che c'è un altro ordine del giorno sul quale credo che dobbiamo discutere e dire le stesse cose...



PRESIDENTE

Collega, visto che siamo in tema di violenza, naturalmente il "lanciare la pietra e nascondere la mano" è in senso figurato?



BUQUICCHIO Andrea

Sicuramente sì.
Voglio comunque approfittare per fare alcune riflessioni e sottolineare una preoccupazione. Le riflessioni devono essere precedute da una considerazione, forse è la parola giusta, su quanto il Consigliere Leo ha ritenuto fare con un atto di cortesia nei confronti di noi Consiglieri dell'Italia dei Valori.
Però purtroppo, pur apprezzando e ringraziando per questo atto di cortesia, devo dire con estrema onestà che rimane un atto di cortesia perché il significato politico di quel capoverso rimane stampato su quell'ordine del giorno, e oltre tutto ci sono altri colleghi che intenderanno associarsi al suo pensiero e che vorranno votare quell'ordine del giorno, come i colleghi dell'UDC, che hanno espresso una difficoltà ad accettare la cancellazione di quel capoverso.
Non penso di dover assumere una difesa d'ufficio nei confronti del mio Presidente e leader dell'Italia dei Valori. Mi limito su quel versante a dire che sicuramente in uno scontro politico si tende ad enfatizzare, a seconda delle situazioni e delle circostanze, ogni parola ed ogni pensiero espresso.
Non penso che sia stato giusto attribuire al Presidente Di Pietro la volontà di avallo di qualsiasi atto di violenza, nel modo più assoluto. Il Presidente Di Pietro ha ritenuto sottolineare la gravità del particolare momento politico, la delicatezza di questo momento, e se ha ritenuto di giustificare qualcosa o qualcuno, non ha inteso giustificare atti di violenza, ma ha inteso giustificare la libertà di potere manifestare in una democrazia, che penso tutti abbiamo il diritto di difendere fino in fondo.
Ho grande rispetto per tutti - e di questo penso che me possiate dare atto - così come ho rispetto nei confronti dei colleghi e degli amici della Lega. Ed è a loro che mi rivolgo e sono sicuro di non toccare la loro suscettibilità, perché la loro onestà intellettuale li lascerà comprendere che quello che sto dicendo non è nulla di offensivo e neanche elemento di strumentalizzazione in difesa di una tesi.
Dico che oggi ci sono partiti di maggioranza che intendono e hanno inteso e probabilmente intenderanno cavalcare in modo demagogico e forse come dicono alcuni, populista, le sensazioni e le paure di una certa parte della società. Noi ci troviamo in un momento di conflitto sociale. Vogliamo criminalizzare la Lega perché sui problemi della sicurezza ha avviato un processo che alcuni analisti politologi oggi definiscono xenofobia? Loro seguono una linea politica riferita alla difesa di quei sentimenti e da quelli poi scaturiscono le considerazioni che ognuno intende potere fare scaturire.
Se siamo in democrazia, se tutti quanti non possiamo che esprimere giudizi negativi nei confronti di qualsiasi sistema di regime, se la democrazia si basa sulla libertà di informazione, se la democrazia si basa sulla libertà di espressione, noi non possiamo tarpare le ali ad aneliti non di ribellione violenta, ma di manifestazione pacifica sui temi più vari che il cittadino ritiene, in modo organizzato o singolo, di dovere portare avanti.
Ed è questo il concetto; temo che un voto trasversale su l'ordine del giorno possa autorizzare qualcuno ad interpretare la sintesi di tutta questa discussione come un voler mortificare la possibilità democratica di esprimersi.
Cosa diversa è - ma è inutile dirlo e non c'è nessuno tra di noi qui che può affermare il contrario - la violenza, cosa diversa sono i fumogeni cosa diversa sono le bombe carta, cosa diversa sono i manganelli, cosa diversa sono le aggressioni fisiche, ma penso che la manifestazione pacifica non si possa e non si debba condannare, se vogliamo bene alla nostra democrazia.
ovvio che, poi, si possa parlare di galateo, di galateo istituzionale, di galateo tra uomini e tra associazioni. Ed è ovvio che gli amici del PD possano essersi sentiti in qualche modo offesi per il fatto che sia stato comunque contestato un loro ospite. Del resto, se invito qualcuno a cena e me lo vedo contestato, la contestazione la potrei vivere non solo attribuita all'invitato, ma anche a me stesso. Questo aspetto dunque, è comprensibile. Ma nulla ci può autorizzare a voler invocare strumentalmente vecchi periodi, per fortuna lontani, che questa città in particolare, come tante altre, ha dovuto patire, che sono quelli del terrorismo. Non esageriamo! Per dirla, da terrone, in piemontese, alla Chiamparino, "esageruma nen"! Cerchiamo di non cavalcare tutti sempre e comunque, per raggiungere un obiettivo politico di parte, delle situazioni che, qualora interpretate in modo eccessivo, possono portare al concretarsi di quel vulnus che io non posso accettare, che è quello della violazione della libertà che in un Paese libero come l'Italia si deve sempre poter manifestare.
Anelito alla democrazia e rispetto per le manifestazioni. E nessuno tema i fischi, perché ci dovremmo preoccupare veramente più dei fiaschi che dei fischi. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Sarò rapidissimo, anche perché mi riconosco totalmente, per quanto riguarda la valutazione generale, nell'intervento che mi ha preceduto svolto dal collega Davide Gariglio.
Volevo fare una brevissima sottolineatura: trovo singolare - mi si passi il termine - l'idea di democrazia, di libertà e di partecipazione che in quest'aula è stata espressa in più interventi; quell'idea per cui un partito - il Partito Democratico - abbia organizzato degli incontri all'interno della propria festa, che per scelta sono stati lasciati aperti alla partecipazione di chiunque, e che questa apertura venga intesa come la possibilità di andare ad impedire in casa d'altri lo svolgersi di interventi di alcune persone; persone che peraltro possono anche non piacere, perché io non credo di poter personalmente esprimere simpatia per tutti coloro che sono intervenuti, ma detto questo, il fatto che si venga in quest'Aula a sottolineare, come ha fatto anche il Consigliere Bono, che era fra virgolette "necessario tutelare il diritto di qualcuno - di chicchessia - di impedire ad altri di potersi pronunciare", permettetemi di dire che lo trovo molto singolare.
Visto che i convegni e gli incontri erano aperti, chiunque aveva la possibilità di venire a sentire gli interventi che si facevano. Non credo però, che possa esistere un diritto ad impedire ad altri di esprimere le proprie opinioni. Anche perché se fosse sancito tale diritto, credo che ciascuno di noi sarebbe legittimato ad andare a casa d'altri a contestare gli ospiti che altri hanno invitato a partecipare ad incontri a casa propria.
Trovo veramente singolare questo tipo di approccio, così come trovo singolare l'intervento del Consigliere Negro, secondo il quale il PD avrebbe dovuto invitare il Presidente Cota. Io credo che il PD, vivaddio possa invitare chi vuole a partecipare agli incontri a casa propria. Sotto questo profilo, vorrei che non ci dimenticassimo che se è legittimo esprimere opinioni, è altrettanto legittimo che ciascuno, negli propri interventi, inviti chi vuole, e coloro che eventualmente vogliono partecipare a questi incontri, dovrebbero avere almeno la buona creanza di rispettarli e avere consapevolezza di essere in casa d'altri. Grazie.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno così come modificato, con la cancellazione del capoverso "sottolinea". Ricordo che il numero legale è 29.



(Commenti del Consigliere Goffi)



PRESIDENTE

Collega Goffi, siamo in fase di votazione!



(Commenti del Consigliere Goffi)



PRESIDENTE

Non si può votare per parti separate: l'ordine del giorno è un tutt'uno, quindi si può votare a favore, ci si può astenere o si può votare contro, ma non ci sono le condizioni per...
Anche perché il capoverso è stato cancellato, per cui non sarebbe comunque possibile. Invito pertanto i colleghi a votare.
Dichiaro aperta la votazione.



PRESIDENTE

ANGELERI Antonello (fuori microfono)



PRESIDENTE

la prima volta che capita che non si possa votare per parti separate! Si è sempre fatto.



PRESIDENTE

Collega, al termine della votazione le risponderò.



PRESIDENTE

ANGELERI Antonello (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì, ma non ci consente di poter votare! Noi vorremmo votarlo, ma in questo modo diventa difficile per noi!



PRESIDENTE

Proprio perché non ci siano equivoci, ripetiamo la votazione.
Collega Angeleri, il problema è che il capoverso in questione...



(Commenti del Consigliere Angeleri)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Vorrei chiarire quella che è la nostra posizione: l'ordine del giorno presentato dal collega Leo e riportato su tutti i banchi del consiglio diceva alcune cose. La condanna sottolineata nei confronti dei colleghi del Movimento 5 stelle relativamente alla votazione precedente è ovviamente estendibile - lo dico, per carità, con tutto rispetto - a chi è parlamentare e ha rilasciato alcune dichiarazioni, come l'ex Ministro nonché Deputato onorevole Di Pietro.
Noi abbiamo fatto le nostre valutazioni su quell'ordine del giorno, che peraltro, come ho detto chiaramente, avremmo anche sottoscritto. Nel frattempo il passaggio che è arrivato a lei è stato cancellato, ma non è stato illustrato dal primo firmatario. Ha detto: "C'è una piccola modifica concordata", però noi non ne eravamo a conoscenza.
Dato che vorremmo portare il nostro contributo, ma vorremmo altresì essere coerenti rispetto a quanto abbiamo detto, vorremmo votare l'ordine del giorno così come ci è stato consegnato. Dopodiché, se c'è un emendamento che elimina quel capoverso, chi vorrà lo voterà. Ma, mi consenta, Presidente, di poter votare personalmente e come Gruppo l'ordine del giorno originale, così come ci è stato consegnato.



PRESIDENTE

La ringrazio, collega Angeleri.
Non so se quando c'é stata l'illustrazione da parte del collega Leo lei era presente. Ad ogni modo, il collega Leo - lo dico anche per gli altri colleghi - durante l'intervento di illustrazione dell'ordine del giorno ha anticipato l'intenzione di eliminare il capoverso in questione. Per maggior precisione, dopo un intervento che ha seguito l'illustrazione del Consigliere Leo, il Presidente ha chiesto che venisse esplicitata la cancellazione di quel capoverso.
Non essendoci più quel capoverso, diventa praticamente impossibile votare una parte che non c'è più. La cancellazione di una parte dell'ordine del giorno la può chiedere esclusivamente il proponente, il primo firmatario.
Questo è. Diventa difficile votare per parti separate una cosa che non esiste più. In tal senso non è possibile votare per parti separate.
Il Regolamento non prevede la dichiarazione di voto sull'ordine del giorno. Colleghi, con una battuta ho ricordato che molti di noi, non lei hanno partecipato alla modifica di un Regolamento che ha aspetti di illiberalità.
Colleghi, per cortesia, sono stato assolutamente gentile e disponibile in maniera irrituale ho fatto ripetere una votazione che era legittima a tutti gli effetti. Ho dato la possibilità al collega Angeleri di dire quello che pensava, ho anche dato la spiegazione di come si sono svolti i fatti. In questo momento è possibile soltanto la votazione dell'ordine del giorno. Abbiate pazienza. C'è materia per modificare il Regolamento. Sulla durata degli interventi ritengo che dieci minuti abbiano senso per l'illustratore, ma per quanto riguarda gli altri, oggi pomeriggio abbiamo avuto la dimostrazione che sono eccessivi.
Il numero legale è 29.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 66, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale in seguito all'indegna gazzarra scatenata da professionisti della provocazione durante il dibattito fra il Presidente del Senato, On. Renato Schifani, e l'ex-segretario del Partito dei Democratici di Sinistra, On.
Piero Fassino, e in considerazione di altri numerosi episodi di intolleranza politica manifestatasi in università o in altre sedi ai danni di esponenti di altre idee politiche, per lo più afferenti al centrodestra esprime una netta ed inequivocabile condanna della violenza, dell'intolleranza e dell'intimidazione come metodo e sistema di azione e lotta politica considera questi atteggiamenti un attacco non soltanto alla libertà di espressione dei vari soggetti politici ma anche un vulnus alla stessa democrazia che presuppone, fra le altre cose, il libero confronto delle idee e il rispetto delle posizioni altrui ricorda come il Consiglio regionale del Piemonte sia sempre stato un luogo di presidio e difesa della democrazia, come durante i tragici anni del terrorismo e della violenza extra parlamentare sotto la guida dell'allora Presidente del Consiglio Dino Sanlorenzo, anche tramite importanti Consulte come quella per l'affermazione dei valori della Resistenza e della Costituzione invita tutte le forze realmente democratiche e costituzionali ad impegnarsi, pur nell'assoluto e se necessario duro confronto di idee, ad un ripristino ed una difesa delle regole di convivenza democratica degne di un paese civile".
Il Consiglio approva.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 67 dei Consiglieri Bono e Biolé, inerente a "Solidarietà ai cittadini che esprimono dissenso"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 67, avente ad oggetto "Solidarietà ai cittadini che esprimono dissenso", presentato dai Consiglieri Bono e Biolé, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ormai stiamo parlando da circa tre ore su questa tema e sicuramente sono già state espresse e rese evidenti le prese di posizione da parte di tutti i Gruppi consiliari e delle singole persone.
Noi abbiamo presentato l'ordine del giorno in seguito alla presentazione dell'ordine del giorno del Consigliere Leo, altrimenti non l'avremmo presentato in quanto non avremmo voluto consumare il tempo prezioso dell'Aula.
Noi vogliamo riportare in questo caso, semplicemente, i fatti, visto che in questo caso eravamo spettatori, che si sono svolti in occasione della festa del PD, alla presenza dell'onorevole Schifani e di Fassino.
Vogliamo ricordare che in seguito, come ho detto prima, che le contestazioni e i fischi sono iniziati poiché ad alcune persone è stato impedito l'ingresso.
In questo caso, i manifestanti sono stati respinti all'urlo di "fascisti! fascisti!" sia da parte del Vicepresidente del TG3, Giubilei sia da parte di alcuni esponenti del PD. Fassino ci ha pure definito "squadristi" e invece Gariglio ci ha definiti "fascisti".
Quindi, se dobbiamo parlare di atteggiamenti sconsiderati da parte di Consiglieri regionali, io più che altro prenderei questi fatti come riferimento e da qui anche il comunicato stampa nei confronti del Consigliere Gariglio.
Io e il collega Biolé siamo intervenuti per calmare gli animi ovviamente. Infatti, ci sono numerose immagini che confermano che io mi sono frapposto fra le forze dell'ordine, la Digos e i manifestanti, per evitare che, nel più classico del metodo di questa Repubblica italiana magari degli infiltrati un po' più esagitati potessero provocare la reazione della polizia. Reazione che a dire tutto in parte c'è anche stata infatti, sono state prese di mira purtroppo due donne, che sono state un po' strattonate e tirate per i capelli, quindi mi dispiace ancora a maggior ragione in quanto "sesso debole" (tra virgolette). Questo mi dispiace, ma a volte succede nei momenti di tensione.
Mi rincresce di più che alcuni addetti alla security del PD abbiano invece compiuto atti di violenza privata nei confronti dei cittadini che con degli striscioni chiedevano conto delle fatidiche 350 mila firme che i cittadini hanno raccolto per una legge di iniziativa popolare, una proposta di legge per impedire che possano candidarsi in Parlamento coloro che hanno subito condanne, per sancire che ogni parlamentare possa essere eletto per non più di due legislature, e per reintrodurre nella legge elettorale la preferenza.
Inoltre, c'è stata una colluttazione tra un esponente della security e uno dei cittadini ivi presenti, che è caduto rovinosamente al suolo dopo essere stato pesantemente strattonato per la cintura, oltre ad aver preso una gomitata, che non si sa se sia stata volontaria o involontaria.
Comunque, la situazione non è stata gestita bene neanche dai rappresentanti del PD né dalle televisioni, ma per noi la questione era anche conclusa con i comunicati stampa ed è tornata alla ribalta soltanto a seguito del rifiorire delle contestazioni per l'ordine del giorno del Consigliere Leo.
Oltre a dire che, secondo me, ci deve essere - lo dice anche la Costituzione - la piena libertà di espressione per tutti e soprattutto per quei cittadini che non hanno gli spazi televisivi e le agorà politiche dei loro rappresentanti, sottolineo questa frattura che oramai si è creata fra le Istituzioni e i cittadini. Le Istituzioni (non in sé, ma gli uomini che siedono nelle istituzioni) non sono più capaci di rappresentare i cittadini, perché nelle piazze fuggono, sono circondati da cordoni di polizia e non rispondono alle domande dei cittadini. Lo vediamo tutti i giorni negli ormai pochi format televisivi che sono liberi e indipendenti: sfuggono alle domande dei giornalisti e dei cronisti, quei pochi che fanno domande veramente scomode, e a quelle dei cittadini.
Quindi questa è sicuramente una questione preoccupante. D'altra parte ci viene l'esempio proprio dal maggiore partito italiano con il suo Presidente del Consiglio, che riesce a presentarsi in pubblico soltanto con una claque comprata e con la polizia che impedisce non solo i fischi, ma anche la possibilità ai cittadini di avvicinarsi, perché di fatto sono state privatizzate le piazze, ovverosia le agorà democratiche di tutti i cittadini.
Mi spiace segnalare che questo atteggiamento sia stato fatto proprio anche dal PD, che ha fatto in modo che Piazza Castello diventasse di sua proprietà; a noi non risulta ancora.
Nondimeno, ricordo a chi che se n'è dimenticato che sembra - sembra ed è stato riportato dai giornali - che il Ministro Brambilla avesse organizzato quei pullman, quei pullman famosi delle claque comprate, di cui dicevo prima, per a contestare nientepopodimeno che Fini, prima della presunta scissione, a Misano Adriatico. Quindi rinnovo l'invito a non essere ipocriti come purtroppo succede spesso in politica.
Al Consigliere Motta dico che il suo è un atteggiamento che sinceramente non ho ben capito. Lei, secondo me, ha avuto un atteggiamento violento nei nostri confronti quando ha detto di non considerarci, di non voler pronunciare il nostro nome, come se fossimo un qualcosa di strano non esistiamo forse per lei, ma le assicuro che esisteremo sempre di più per i cittadini che non si sentono rappresentati da persone come lei e dal suo partito.
Concludo, tornando all'oggetto dell'ordine del giorno, dicendo che noi semplicemente vogliamo manifestare la nostra solidarietà a tutti i manifestanti, come quelli che in Val di Susa si oppongono ad un'opera devastante e inutile dal punto di vista economico e ambientale, su cui lo Stato pensa di poter passare sopra, anche in violazione di quelle norme europee che chiedono che ci sia l'accordo delle popolazioni coinvolte dall'opera, e pensa di elargire, come vassalli e valvassori medievali delle piccole compensazioni per garantire che il territorio stia zitto amministratori e cittadini compresi. Purtroppo per voi, la situazione non è più così: i cittadini si stanno svegliando, sono sempre più coscienti.
Internet è uno strumento di informazione libero, non come le televisioni del vostro Presidente del Consiglio, quindi si riesce a fare filtrare le informazioni, che sono il pane della democrazia, perché senza una libera informazione non ci può essere democrazia, libertà e giustizia.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Intervengo molto brevemente anche perché dopo queste tre ore, oserei dire - mi scusino gli stenografi - di masturbazioni mentali davanti...



PRESIDENTE

Collega Carossa!



CAROSSA Mario

Veramente, sarebbe ora di smetterla! Almeno dico chiaramente quello che penso. Forse tanti pensano anche questo, al di fuori sicuramente di quest'aula, ma anche al suo interno magari do voce anche a chi, dato che è più educato, non dice queste parole.
Detto ciò...



PRESIDENTE

Scusi, collega...



CAROSSA Mario

Va tutto bene... No, perché è la verità, Presidente.



PRESIDENTE

Mi scusi solo un attimo.



CAROSSA Mario

Prego.



PRESIDENTE

Colleghi, è vero che siamo verso la fine di un pomeriggio non certo dei più entusiasmanti, anche perché un altro collega, prima, ha utilizzato un aggettivo che...



CAROSSA Mario

Questo non mi sembra una cosa...



PRESIDENTE

Ci sono anche delle persone che, tramite internet, ascoltano i nostri interventi; quindi, per rispetto dell'Aula, innanzitutto, e di ci ascolta vi prego di non utilizzare certi termini, avendo tutta la possibilità di far capire. La ringrazio e mi scusi.



CAROSSA Mario

Va bene. Grazie, Presidente.
Detto questo, posso capire perfettamente la necessità di visibilità del Movimento 5 Stelle, lo dico tranquillamente, nel senso che, per esempio sette-otto di loro sono venuti al Lido di Venezia, a Riva degli Schiavoni cercando di provocare migliaia di militanti della Lega Nord e questo per avere...



(Commenti del Consigliere Bono)



CAROSSA Mario

E questo per avere...



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Collega Bono, per cortesia!



(Commenti del Consigliere Bono)



CAROSSA Mario

Per avere visibilità. È chiaro che avete bisogno di visibilità, va benissimo...



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Collega Bono, vale per lei quello che chiede valga per gli altri, abbia la cortesia!



(Commenti del Consigliere Bono)



CAROSSA Mario

Nessun problema, ma è la verità, dico bene? È la verità, quindi...



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Non c'è problema, è legittimo aver bisogno di visibilità e quando uno ha bisogno di visibilità cerca di farsi vedere nei posti dove ci sono i media e quant'altro. Quindi, è tutto legittimo.
Dopo di ciò, però dico una cosa: forse a loro non è mai capitato, ma diventa molto difficile, discutere, parlare o svolgere un comizio quando davanti si ha una platea, o una parte, che ti insulta o ti fischia.
Non ero presente sul luogo, quindi parlo riferendomi a quanto ho letto sugli organi di stampa e a quanto ho visto nei filmati. Non mi permetto di intervenire relativamente al discorso del servizio d'ordine che lei ha citato prima, che non conosco. Però, so che parte dei militanti, o di come vi chiamate, del vostro movimento è intervenuta fischiando, cercando di impedire, da quello che capisco, d'intervenire al Presidente Schifani e agli altri partecipanti al dibattito.
Ritengo che questo non sia corretto. Non è corretto, anche per un altro motivo: comunque, in ogni caso, anche se provvisoriamente, quella era casa d'altri, perché qualcuno ha richiesto i permessi. Qui posso anche aprire una parentesi: non ero d'accordo - e ho cercato di impedirlo sull'opportunità che il PD svolgesse la sua festa nazionale in Piazza Castello, ma, questo è un altro discorso. Una volta ottenuti i permessi regolarmente richiesti, in quel momento era casa d'altri e in casa d'altri mi permetto di dirlo, si entra educatamente sempre e comunque! Questo ritengo sia democrazia, questo ritengo sia educazione! Detto ciò, anche per svolgere una dichiarazione di voto, come Gruppo Lega Nord, voteremo contro l'ordine del giorno. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'ordine del giorno illustrato dal collega Biolé.
Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 67, il cui testo recita: "Considerato la manifestazione non violenta verificatasi sabato 4 Settembre 2010 alla festa del Partito Democratico, riportata nei giorni scorsi su tutti i quotidiani le dichiarazioni infamanti rilasciate da vari politici sui fenomeni di dissenso promossi da parte di cittadini a cui, trovatisi ad un dibattito pubblico e presso una piazza pubblica, è stato impedito di assistervi e di chiedere delle informazioni specifiche al presidente del Senato, riguardo le 350.000 firme raccolte dai cittadini di tutta Italia per la petizione popolare 'Parlamento Pulito' il grave comportamento degli steward della sicurezza del PD che si sono resi protagonisti di azioni violente a danno dei manifestanti come da numerose prove video il Consiglio regionale esprime solidarietà a tutti i cittadini che, dato l'articolo 21 della vigente Costituzione, hanno manifestato dissenso in forma non violenta riconosce nel diritto alla libertà di espressione la caratteristica fondante di uno Stato Democratico e ne deplora ogni limitazione".
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Pertanto, ai sensi dell'articolo 59, comma 5, del Regolamento del Consiglio regionale, rinvio la prosecuzione del dibattito sull'oggetto in esame ad una successiva seduta.
L'ordine del giorno, come tutti gli altri, sarà motivo di trattazione - per verificare se partire da l'ordine del giorno o riscriverli tutti insieme nel prossimo o.d.g. - nella riunione dei Capigruppo, che - lo ricordo ai Capigruppo presenti - è fissata per domani alle ore 13.30 in Sala dei Morando.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.08)



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