Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.336 del 19/03/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 14.34 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio al termine della Conferenza dei Capigruppo)



(La seduta ha inizio alle ore 15.13)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casoni, Costa, Cota e Gregorio.
Il numero legale è 29.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Si è svolta la Conferenza dei Capigruppo, nella quale si è fatta una verifica sulla programmazione che era stata decisa (peraltro, confermata) quindi, domani è confermata la seduta di Consiglio regionale alle ore 11 con fine dei lavori prevista per le ore 14.
Si discuterà un unico punto, quantomeno allo stato attuale, che sono le mozioni di cui abbiamo parlato questa mattina, con la presenza del Presidente della Regione Roberto Cota.
Oggi, continueremo i nostri lavori per ultimare la discussione e la votazione dell'ordine del giorno di cui è in corso la trattazione.
Poi, ci sarà la surroga dei colleghi Taricco e Lepri, che si sono dimessi. Nel frattempo, la Giunta delle Elezioni ha fatto il proprio lavoro.
Successivamente, affronteremo le Nomine e, in conclusione, la trattazione del disegno di legge cosiddetto sull'urbanistica, che prevede lo svolgimento delle dichiarazioni di voto, le norme di coordinamento e il voto finale.
La Conferenza dei Capigruppo di questa sera è annullata. È confermata la Conferenza dei Capigruppo settimanale per la programmazione alle ore 14 di domani o, qualora il Consiglio regionale dovesse ultimare i propri lavori in precedenza, subito dopo la fine dei lavori del Consiglio regionale.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alle ventilate dimissioni dell'Assessore Monferino


PRESIDENTE

Sul finire della seduta antimeridiana, era stato chiesto dal Consigliere Reschigna una comunicazione relativamente alla notizia che si aleggiava a Palazzo sulle dimissioni dell'Assessore alla sanità.
Pertanto, do in merito la parola all'Assessore Maccanti.



MACCANTI Elena, Assessore ai rapporti con il Consiglio regionale

Grazie, Presidente.
In riferimento alle indiscrezioni giornalistiche e anche alla richiesta dei chiarimenti avanzata da molti Consiglieri regionali prima della chiusura dei lavori, ho interpellato il Capo di Gabinetto e gli Uffici ovviamente, e ad adesso non risulta pervenuta alcuna lettera di dimissioni dell'Assessore Monferino, né al Gabinetto della Presidenza della Giunta e neppure presso la Segreteria della Presidenza della Giunta regionale.
Quindi l'Assessore Monferino è attualmente in carica.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Maccanti.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Prendo atto della comunicazione resa dall'Assessore Maccanti.
Mi permetto di fare una brevissima considerazione a riguardo. Non è mia abitudine correre dietro le voci, mi pare però singolare che la comunicazione resa dall'Assessore Maccanti riguardi il deposito o meno della lettera di dimissioni dell'Assessore Monferino al Capo di Gabinetto.
Mi pare singolare, cioè, che non ci sia una risposta dall'Assessore Monferino e che, invece, non sia stato chiesto all'Assessore stesso se lui abbia o non abbia rassegnato le dimissioni.
Quindi, a me sembra che avendo sottolineato più volte "a questo momento", questo significhi che siamo in presenza di un'ennesima sceneggiata - non da parte sua, Assessore Maccanti - o di un atto che si svilupperà nelle prossime ore.
chiaro che questo atto sarà adeguatamente valutato dall'Aula con le conseguenze che tutto ciò potrà determinare.
Prendo atto delle determinazioni della Conferenza dei Capigruppo, cui non ho voluto partecipare, che riportano il calendario dei lavori secondo le intese concordate in Aula.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Ci sono altri interventi sulla comunicazione dell'Assessore Maccanti? No.


Argomento: Università

Esame ordine del giorno n. 972 presentato dai Consiglieri Artesio, Motta Angela, Biolé, Boeti, Cerutti e Pentenero, inerente a "Agevolazioni per l'acquisto o prestito di testi universitari"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 972, avente ad oggetto "Agevolazioni per acquisto o prestito di testi universitari", presentato dai Consiglieri Artesio, Motta Angela, Biolé, Boeti, Cerutti e Pentenero di cui al punto 3 bis) all'o.d.g. e discusso stamani.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 972, il cui testo recita: "Considerato che L'Ente per il Diritto allo Studio Universitario del Piemonte (Edisu) è stato, fino a qualche anno fa, un esempio virtuoso nel panorama italiano in quanto in grado di garantire il 100% delle borse di studio a tutti gli studenti universitari idonei.
Negli ultimi tempi l'Edisu non è più stato in grado di garantire tali percentuale: in questo modo migliaia di studenti si sono trovati nella situazione di risultare "idonei" all'ottenimento della borsa di studio, ma senza vedersela erogata.
La questione è quanto mai grave in un momento nel quale il potere d'acquisto delle famiglie si è drasticamente ridotto.
Il mondo editoriale non è un mercato che si deve sostenere sul consumo da parte degli studenti.
Verificato che i testi universitari hanno un costo particolarmente gravoso per gli studenti e le biblioteche universitarie non hanno a disposizione fondi per aumentare la dotazione dei libri di testo che potrebbero essere messi a disposizione degli studenti In diversi Paesi europei i libri di testo vengono forniti gratuitamente o a bassissimo costo agli studenti universitari e che le biblioteche universitarie sono in grado di mettere a disposizione di tutti gli studenti un numero più consistente di libri Evidenziato che la Repubblica edizione Torino del 5 marzo racconta storie esemplificative delle difficoltà che gli studenti universitari devono affrontare per comprare e avere a disposizione i testi universitari Il Consiglio regionale impegna la Giunta Regionale a istituire uno stanziamento straordinario alle biblioteche universitarie previo esame dei manuali da acquistare in rapporto agli iscritti ai corsi stabilire un tavolo di composizione tra le parti (editori, autori Università, studenti) avente al centro il tema del costo equo e come si possa arrivare a praticarlo, oltre che provare ad incentivare forme - già sperimentate dagli editori - di testi on-line, e-book, pdf.".
Il Consiglio approva.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 265, inerente a "Presa d'atto delle dimissioni del Consigliere Stefano Lepri dalla carica di Consigliere regionale e relativa surrogazione con il signor Gianni Oliva (articolo 16 della legge 17 febbraio 1968, n. 108)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 265, test iscritta al punto 3 ter) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Muliere, che interviene in qualità di Presidente della Giunta per le Elezioni.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Se lei è d'accordo, farei un'unica relazione.



PRESIDENTE

Le chiederei formalmente di farne due separate.



MULIERE Rocco

Va bene.
Poco fa si è riunita la Giunta per le Elezioni e l'ineleggibilità l'incompatibilità e l'insindacabilità per gli adempimenti di cui all'articolo 16 della legge 17 febbraio 1968, n. 108 dell'articolo 36 dello Statuto, a seguito delle dimissioni dei Consiglieri regionali Stefano Lepri e Giacomino Taricco.
Proposta al Consiglio di surroga del Consigliere Stefano Lepri.
Il Consigliere Stefano Lepri ha presentato le proprie dimissioni a seguito dell'elezione al Senato della Repubblica. Occorre, pertanto procedere alla surrogazione del Consigliere Stefano Lepri.
L'articolo n. 36, secondo comma dello Statuto prevede che la Giunta delle Elezioni riferisca al Consiglio regionale sulle operazioni elettorali e sui titoli di ammissione.
Ai sensi dell'articolo 16, comma 1, della legge 108 del 1968, "Il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che nella stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto".
Il Consigliere Stefano Lepri era stato eletto nella quota proporzionale, nella lista "Partito Democratico-Bresso Presidente", nella circoscrizione elettorale di Torino. Dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Torino risulta che il primo dei non eletti, nella lista avente il contrassegno "Partito Democratico-Bresso Presidente", è il signor Gianni Oliva. Occorre quindi proporre, e proponiamo al Consiglio regionale, di procedere alla surroga.
All'unanimità la Giunta per le elezioni ha deliberato la proposta, al Consiglio regionale, di surroga del Consigliere Stefano Lepri con il signor Gianni Oliva.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Muliere.
Non essendoci richieste di intervento, procediamo alla votazione.
Pongo in votazione la proposta che il Consiglio regionale del Piemonte prenda atto delle dimissioni del Consigliere regionale Stefano Lepri.
Indìco la votazione palese sulla proposta di presa d'atto.
Il Consiglio all'unanimità, prende atto.
Pongo in votazione la proposta della Giunta di prendere atto che al Consigliere regionale Stefano Lepri subentra, ai sensi della normativa vigente, dettagliatamente richiamata dal Presidente Muliere, il signor Gianni Oliva, candidato della lista "Partito Democratico-Bresso" Presidente nella circoscrizione elettorale di Torino, che segue immediatamente l'ultimo eletto.
Indìco la votazione palese sulla proposta di presa d'atto.
Il Consiglio all'unanimità, prende atto.
In esito alla votazione effettuata proclamo eletto, Consigliere regionale del Piemonte, il signor Gianni Oliva, e lo invito a prendere posto in aula qualora si trovi nelle vicinanze.



(Il neo Consigliere regionale Gianni Oliva prende posto in aula)



PRESIDENTE

Diamo quindi il benvenuto al Consigliere regionale Gianni Oliva, che peraltro è già stato precedentemente amministratore della Regione.
Per quanto attiene alla convalida del neo eletto, Consigliere Gianni Oliva, l'articolo 17 della legge 108 del 1968 prevede che al Consiglio regionale sia riservata la convalida dell'elezione dei propri componenti secondo le norme stabilite dal suo Regolamento interno. A tal fine l'articolo 18 del Regolamento interno stabilisce che l'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti sia effettuato dalla Giunta la quale proporrà successivamente al Consiglio regionale l'adozione dei provvedimenti conseguenti.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 266, inerente a "Presa d'atto delle dimissioni del Consigliere Giacomino Taricco dalla carica di Consigliere regionale e relativa surrogazione con il signor Elio Rostagno (articolo 16 della legge 17 febbraio 1968, n. 108)"


PRESIDENTE

Passiamo, pertanto, all'esame della proposta di deliberazione n. 266 testé iscritta al punto 3 quater) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Muliere in qualità di Presidente della Giunta per le Elezioni.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Come lei ha ricordato, il Consigliere Giacomino Taricco ha comunicato le proprie dimissioni, a seguito dell'elezione alla Camera dei Deputati.
Occorre, pertanto, procedere alla surrogazione del Consigliere Taricco.
L'articolo 16, già richiamato nella precedente comunicazione, ricorda che "Il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che nella stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto".
Il Consigliere Giacomino Taricco era stato eletto nella quota proporzionale della lista "Partito Democratico", nella circoscrizione verbale elettorale di Cuneo. Dal verbale dell'ufficio centrale di circoscrizionale presso il Tribunale di Cuneo risulta che il primo dei non eletti aventi il contrassegno "Partito Democratico", è il signor Elio Rostagno. Occorre quindi proporre al Consiglio regionale di procedere alla surroga, come noi stiamo proponendo.
All'unanimità, la Giunta per le elezioni ha deliberato la proposta al Consiglio regionale di surroga del Consigliere Giacomino Taricco con il signor Elio Rostagno.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Muliere.
Non essendoci richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Pongo in votazione, in modo palese, la proposta che il Consiglio regionale prenda atto delle dimissioni del Consigliere regionale Giacomino Taricco.
Indìco la votazione palese sulla proposta di presa d'atto.
Il Consiglio all'unanimità, prende atto.
Pongo in votazione la proposta della Giunta per le Elezioni di prendere atto che al Consigliere Giacomino Taricco subentra, ai sensi della normativa vigente, dettagliatamente richiamata dal Presidente Muliere, il signor Elio Rostagno, candidato nella lista "Partito Democratico", nella circoscrizione elettorale di Cuneo, che segue immediatamente l'ultimo eletto.
Indìco la votazione palese sulla proposta di presa d'atto.
Il Consiglio all'unanimità, prende atto.
In esito alla votazione effettuata, proclamo quindi eletto, Consigliere regionale del Piemonte, il signor Elio Rostagno e lo invito a prendere posto in aula, qualora si trovi nelle vicinanze.



(Il neo Consigliere regionale Elio Rostagno prende posto in aula)



PRESIDENTE

Diamo benvenuto al collega Elio Rostagno. Anche lui ritorna, essendo stato Consigliere nella precedente legislatura.
Per quanto attiene alla convalida dell'elezione del neo eletto Consigliere regionale Elio Rostagno, l'articolo 17 della legge 108 del 1968 prevede che al Consiglio regionale è riservata la convalida dell'elezione dei propri componenti, secondo le norme stabilite dal suo Regolamento interno. A tal fine, l'articolo 18 del Regolamento interno stabilisce che l'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti sia effettuato dalla Giunta, la quale proporrà, successivamente al Consiglio regionale l'adozione dei provvedimenti conseguenti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Brevemente, senza far perdere tempo al Consiglio, volevo anzitutto dare il benvenuto a Gianni Oliva ed Elio Rostagno, che per noi rappresentano due amici e due persone con cui, nella precedente legislatura, abbiamo lavorato assieme con ruoli e con responsabilità diverse, ma volevo soprattutto ringraziare i colleghi Lepri e Taricco per il contributo che hanno dato in questa legislatura regionale, ed anche nelle precedenti. Un contributo importante.
Volevo ringraziarli per il lavoro che hanno svolto e volevo augurare, a Lepri e a Taricco, di poter, in questo momento molto difficile per la vita politica del nostro Paese, offrire il loro contributo come rappresentanti del Piemonte nel Parlamento nazionale, l'uno nel Senato della Repubblica e l'altro nella Camera dei Deputati, affinché la nostra Regione sia al centro delle politiche nazionali.
Ma li volevo anche ringraziare per il gesto che hanno compiuto, quello di dare, con molta tempestività, le dimissioni da Consiglieri regionali.
La seduta di insediamento alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica si è svolta venerdì scorso, e loro già ieri pomeriggio hanno rassegnato le dimissioni. È un gesto che fa loro onore e che testimonia come, in questo difficile momento anche della vita politica del nostro Paese, ci sono azioni che vengono prima delle procedure formali. E proprio perché vengono prima delle procedure formali, assumono un significato ancora più importante.
Noi ci auguriamo e chiediamo che tale analoga sensibilità la riponga anche il Presidente della Giunta regionale e che non rimetta il Piemonte nelle condizioni di tre anni fa, quando, per mesi, è rimasto Presidente della Regione Piemonte e componente del Parlamento nazionale.
Buon lavoro a Gianni Oliva e a Elio Rostagno.



PRESIDENTE

Ci associamo tutti agli auguri di buon lavoro.
Ringraziamo anche i colleghi che hanno lavorato in questi primi tre anni di legislatura e procediamo con i nostri lavori.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 4) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 256 "Fondazione C.R.T. - Cassa di Risparmio di Torino" - (articolo 12, comma 2, lettera a), Statuto Fondazione) Consiglio di Indirizzo: designazione di una terna nel cui ambito il Consiglio di Indirizzo della Fondazione provvederà a nominare un Consigliere


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 79 comma 3 del Regolamento interno del Consiglio regionale, le minoranze consiliari devono procedere all'assunzione del proprio candidato. Pertanto, darò loro la parola.



PRESIDENTE

Successivamente, si dovrà procedere alle seguenti nomine in seconda votazione (sono le votazioni che non sono state ritenute valide nella scorsa seduta del 12 marzo 2013).


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 209 "Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra Uomo e Donna" - (articolo 3, l.r. 46/1986 e s.m.i.) - nomina di 1 membro in sostituzione della signora Incerto Valentina (dimissionaria)

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 243 "Fondazione I.S.I. - Istituto per l'Interscambio Scientifico (articolo 16, Statuto della Fondazione Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 1 membro effettivo (2 votazione)"

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 244 "Fondazione 'Cesare Pavese' - (articolo 18, Statuto della Fondazione) - Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 1 membro effettivo (2^ votazione)"


PRESIDENTE

L'articolo 79 comma 4 del Regolamento interno del Consiglio regionale relativamente alla votazione per le nomine, recita: "Nel caso si debba procedere alla nomina di non più di due persone, saranno considerati eletti i candidati che hanno raggiunto la maggioranza assoluta dei votanti, salvo quanto previsto nel comma 3".
Ciò significa - così lo spieghiamo una volta per tutte - che se i votanti sono 40, non basta che qualcuno ottenga 19 voti, ma occorre un quorum della metà più uno dei votanti, quindi almeno 21 voti. Questo a titolo di esempio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Chiederei la cortesia di sospendere i lavori del Consiglio per dieci minuti.



PRESIDENTE

Invito gli addetti d'aula a ritirare le schede testé distribuite per le nomine.
I nostri lavori riprenderanno alle ore 15.47.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.35 riprende alle ore 15.44)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Invito i colleghi e i membri dell'Ufficio di Presidenza a riprendere posto.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola media "Leonardo da Vinci" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola media "Leonardo da Vinci" di Torino, classe III I, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento:

Nomine (seguito)


PRESIDENTE

Invito gli addetti d'aula a procedere alla nuova distribuzione delle schede, che sono di colore bianco.
Nomino scrutatori i Consiglieri Ponso e Novero.
Il Consigliere Segretario Leardi procederà all'appello nominale e il Vicepresidente Comba presiederà il seggio.
Prima di procedere, devo dare la parola a chi la chiederà dell'opposizione per fare l'apparentamento sul candidato della Fondazione CRT.
Le minoranze dovrebbero procedere, ai sensi dell'articolo 79, comma 3 del Regolamento interno del Consiglio regionale, all'assunzione del proprio candidato.
I colleghi della minoranza intendono avvalersi di tale facoltà? Richiamo l'attenzione delle minoranze, in particolare dei signori Capigruppo: chiedo, per l'ultima volta, se intendano procedere, ai sensi dell'articolo 79, comma 3 del Regolamento interno del Consiglio regionale all'assunzione del proprio candidato. No? Bene.
I colleghi Ponso e Novero voteranno per primi.
Prego il Consigliere Segretario Leardi di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Leardi effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Essendo stati effettuati due appelli nominali, la votazione è terminata e gli esiti della stessa saranno comunicati in corso di seduta.
Si proceda quindi allo spoglio delle schede.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)", di cui al punto 6) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 12 marzo è terminato l'esame dell'articolato.
Procederemo pertanto alle dichiarazioni di voto e successivamente il Presidente del Consiglio regionale darà lettura della nota di coordinamento finale, com'era stato annunciato: questo è uno dei motivi per cui avevamo rimandato la votazione finale alla seduta odierna. Sarà una nota corposa che però è stata fatta pervenire a tutti i Consiglieri, via e-mail.
Non ci sono né mozioni né altri atti di indirizzo collegati, quindi successivamente procederemo alla votazione.
Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente, sarebbe stato irrituale chiudere la discussione su un disegno di legge che ci ha visti impegnati, sia come Commissione che come Aula, per quasi due anni. Il provvedimento è stato licenziato dalla Commissione nel mese di giugno dell'anno scorso e da allora siamo impegnati in Aula, ma molti mesi prima era iniziato l'esame in Commissione.
Il disegno di legge è stato modificato molto sia rispetto al testo originale presentato dall'Assessore Cavallera nel 2011 e sia rispetto al testo licenziato dalla Commissione.
Le ultime modifiche - anche se dire "ultime" diventa difficile, visto che sono state spalmate nell'arco di sei mesi - sono in gran parte richieste avanzate dalle opposizioni. Ammetto candidamente che molte delle richieste provenivano dal Gruppo del Movimento 5 Stelle: sono state in parte accolte e hanno permesso, ovviamente, a nostro giudizio politico, di limitare alcuni dei punti più dannosi e pericolosi per quanto riguarda la successiva applicazione della legge approvata.
Inizio brevemente dall'analisi del testo, soffermandomi un attimo sull'articolo 2 del disegno di legge, che introduce l'articolo 1 bis, che reca come titolo: "Copianificazione, partecipazione e sostenibilità".
Per quanto riguarda la copianificazione, in effetti, occorre dire che l'oggetto del provvedimento era principalmente l'introduzione della copianificazione non solo per le varianti strutturali, ma anche per le varianti generali e in genere per i piani regolatori. Questo era l'obiettivo da cui si partiva, nonostante divagazioni molto ampie da parte della Giunta e della maggioranza, che hanno presentato emendamenti e tentato di ripristinare almeno l'originale impostazione o di evitare deviazioni pericolose da parte delle opposizioni. L'obiettivo credo sia stato centrato, cioè l'introduzione delle conferenze di copianificazione e valutazione per tutte le varianti strutturali generali e per il piano regolatore, quindi escluse quelle parziali.
Anche il Movimento 5 Stelle ritiene che, probabilmente, sia un passo in avanti, nel senso che mette sullo stesso piano i Comuni e la Regione quindi, la Regione non ha più quell'immagine di padre padrone, ma mantiene sempre una funzione di controllo.
Noi auspichiamo che venga mantenuto questo potere forte di controllo perché i piani regolatori vengono prodotti dalle maggioranze espresse nei Comuni, con l'interesse, a volte, di mettere a posto il bilancio. Lo abbiamo detto tante volte in Commissione e anche in Aula, non c'è nulla di cui vergognarsi, forse sì - da nascondere, si sa benissimo che, spesso l'urbanistica viene vista come un pronto cassa per la spesa corrente del Comune. Quindi, è importante mantenere questo ruolo di controllo da parte della Regione.
Per quanto riguarda la partecipazione e la sostenibilità, inserite nel titolo del secondo articolo, forse, non sono proprio state raggiunte e centrate. Lo abbiamo visto nella Commissione tecnica urbanistica all'articolo 74: si è riusciti a fare alcune modifiche per renderla ancora presente, anche se, ovviamente, quando viene interrogata dalla Giunta rende un parere obbligatorio non vincolante.
Anche relativamente alla Commissione regionale per i beni culturali e paesaggistici all'articolo 78 sono assenti, ad esempio, le associazioni ambientaliste, che possono essere solo consultate su richiesta dell'Assessore. La ritengo una scelta un po' monarchica: se l'Assessore ha intenzione di convocarle, può procedere in tal senso; altrimenti lo fanno solo i membri ufficiali della Commissione regionale.
Pertanto, sul tema della partecipazione sicuramente si poteva fare di più. Abbiamo chiesto la digitalizzazione di tutti i documenti e l'assegnazione di una postazione informatica nei comuni più piccoli affinché si possa avere libero accesso alla documentazione. Ricordiamo che sono tavole - l'Assessore lo sa benissimo, come chiunque abbia ricoperto la carica di Sindaco o abbia lavorato nei Comuni - molto grandi, che sono impossibili da stamparsi a casa, occorre consultarle per forza nei Comuni.
Quindi, è necessario che la digitalizzazione non sia di impedimento alla consultazione e alla partecipazione dei cittadini, qualora vogliano anche impugnare, essendo una loro legittima facoltà, un atto di urbanistica del Comune.
Sulla sostenibilità, magari...



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



BONO Davide

Ah, sono cinque minuti.
Allora, termino, se mi dà ancora un attimo.
Presidente, mi ero preparato per dieci minuti, cercherò di chiudere in trenta secondi.
In effetti, anche la sostenibilità è un tema difficile, soprattutto quando si analizza e si parla non di "stop al consumo di suolo", ma di "contenimento dell'uso del suolo", sempre nell'articolo 2. Ovviamente questa è una definizione che fa un po' sorridere, se non vi sono soluzioni alternative, perché le soluzioni alternative al consumo del suolo ci sono sempre, è sufficiente riutilizzare quelle esistenti. Quindi, questo punto sicuramente, era da riscrivere meglio. Peccato, magari, la legge sull'urbanistica potrà essere oggetto di modifiche per una prossima Giunta di un altro colore. Comunque, riteniamo che alcune variazioni che noi abbiamo apportato siano importantissime, mi riferisco soprattutto alle varianti parziali.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



BONO Davide

Termino, Presidente.
Avremmo auspicato - lo rinviamo sempre al futuro - che le varianti parziali fossero veramente sottoposte ad un controllo di qualche ente sovraordinato. Relativamente alle varianti parziali, non è stato possibile limitare che oltrepassino quanto previsto dal piano regolatore generale, va bene così.
Riteniamo che il ruolo dell'opposizione, per una volta, sicuramente sia stato utile per evitare che si peggiorasse una legge precedente ben scritta, che ha più di quarant'anni. Grazie, Presidente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
iscritto a parlare il Consigliere Angeleri, al quale ricordo che ha cinque minuti a disposizione.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
Come Presidente della II Commissione, ovviamente, ho seguito in prima persona l'iter di questa riforma, che, probabilmente, non possiamo definire di carattere storico. Sicuramente, è stato compiuto un grande passo in avanti per l'urbanistica; di fatto, è una modifica sostanziale, dopo ben 36 anni dall'entrata in vigore della legge Astengo, perché le necessità sociali e le necessità urbanistiche, soprattutto di carattere economico delle nostre città e del nostro territorio sono radicalmente mutate.
Allora, è ovvio che lo strumento di gestione dei territori deve adeguarsi ai tempi. Questo avviene con un testo che è frutto di un lungo lavoro caratterizzato anche da profonde condivisioni da parte di tutti i soggetti interessati, oltre che dei soggetti del mondo delle attività produttive che, lo sottolineo, a più riprese ci hanno chiesto di approvare una nuova legge urbanistica che andasse in questa direzione.
A mio avviso, questo è un costrutto normativo moderno e agile, che fa della sburocratizzazione e della velocizzazione delle pratiche un pilastro fondamentale. Soprattutto, oggi, applichiamo in modo esemplare il concetto federalista della sussidiarietà o, meglio, della responsabilizzazione dei territori, che consente di accelerare in modo significativo le pratiche.
Infatti, i Comuni - è questa la grande novità - avranno titolarità, in collaborazione con la Regione e le Province, per l'approvazione dei piani urbanistici. Rispetto al passato, questo permetterà la nascita di un piano regolatore in un tempo sensibilmente inferiore rispetto alla legge precedente, passando da una media di sei-otto anni di attesa ad una media di poco più di due.
In un momento economico così difficile, è la risposta, da un punto di vista legislativo, più corretta e adatta che questo Consiglio regionale poteva esprimere.
Quindi, si garantiranno ai cittadini e ai professionisti strumenti per la gestione del territorio che rispondano realmente alle sollecitazioni e ai cambiamenti, che sono sempre più rapidi, e piani regolatori che non nascano già obsoleti in partenza.
Oggi dimostriamo come si possano fare consistenti passi avanti nella Pubblica Amministrazione e nell'efficienza applicando i principi del federalismo.
Siamo convinti che pratiche più veloci, che meno burocrazia, meno permessi da richiedere e risposte certe in tempi più brevi possano essere molto utili anche per un rilancio economico in tutto il territorio.
Inoltre, con la nuova legge, si impone anche una gestione più razionale del territorio. Tra le nicchie di una legge vecchia, infatti, si potevano annidare obbrobri edili che abbiamo visto costruire nel passato. Rendere più agevoli e snelle le pratiche, invece, significa anche consumare, per esempio, meno carta ed energia per realizzarle. Dare la possibilità di abbattere e ricostruire non vuole dire disboscare o distruggere il verde al contrario significa tutelare le aree che veramente contano, senza consumare altro territorio.
La legge che andiamo ad approvare potrà portare un vero rilancio facendo ripartire - noi ci auguriamo - le attività produttive di questo settore, che è l'aspetto maggiormente trainante dell'economia di una realtà, che significano lavoro e sicurezza per le persone e soprattutto per le loro famiglie.
Con la nuova legge urbanistica non si costruirà di più, ma si costruirà meglio e in modo più razionale. Un risultato che definirei - lo faccio ringraziando il Vicepresidente Cavallera, che ha seguito tutta la legge dall'inizio alla fine - eccellente, frutto del lavoro di tutti, anche dei colleghi della II Commissione, ma che ovviamente, qui parlo come componente del Gruppo della Lega, che porta il marchio della Regione guidata dal Presidente Cota. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Angeleri.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Noi dell'Italia dei Valori su questo argomento, sia in II Commissione sia in Aula e anche durante i lavori della Commissione d'inchiesta sull'urbanistica (che ho avuto l'onore di presiedere per quasi un anno) abbiamo sempre espresso in modo chiaro due concetti.
Il primo: stop al consumo del territorio.
Il secondo: governo partecipato del territorio.
Ritengo che, purtroppo, dopo l'entrata in vigore di questa nuova legge che è una rivisitazione della vecchia legge, chiamatela come volete, si continueranno a costruire nuovi capannoni industriali anche laddove le fabbriche chiudono, si continueranno a realizzare nuovi insediamenti abitativi anche laddove si registrano diminuzioni consistenti della popolazione. Questo è un problema.
Per quanto riguarda l'altro tema, relativamente al governo partecipato del territorio, riteniamo che non si possa tradurre un'operazione, che riguarda un argomento così delicato, in decisioni prese in camere chiuse come quelle delle Giunte, ma che i Consigli comunali non debbano poter essere espropriati di una loro legittima capacità di espressione di voto.
Riteniamo che su entrambi i temi che abbiamo sollevato (sia il consumo del territorio sia il governo partecipato del territorio) le risposte della maggioranza siano state timide e insufficienti. È vero, qualche passo avanti l'abbiamo fatto, non diciamo che non siano servite a nulla oltre 40 sedute che hanno riguardato la discussione in Aula di questo argomento.
Inoltre, devo riconoscere all'Assessore Cavallera uno sforzo, che per alcuni versi può anche essere ritenuto apprezzabile; tuttavia, l'impianto generale della legge non affronta e non risolve queste due grandi emergenze con quel coraggio necessario che si sarebbe dovuto dimostrare.
Per quanto riguarda il consumo del territorio, si invitano velatamente le Amministrazioni a preferire la riconversione dell'esistente piuttosto che consumare ulteriore territorio. È un invito. Noi avremmo preferito, ma penso si sarebbe dovuto valutare tutti unitariamente l'opportunità, oltre che la necessità di questo, che quell'invito si trasformasse in un ordine direi, perentorio. Finché costruire nuovi immobili sarà più conveniente che ristrutturare le abitazioni o riqualificare le aree industriali dismesse le Amministrazioni comunali sceglieranno sempre la strada che porta a nuove costruzioni e, di conseguenza, a ulteriori introiti attraverso il gettito dell'IMU, per dirla in poche parole.
Sulle varianti parziali, è stata ampiamente dimostrata la pericolosità dell'uso eccessivo delle stesse. Esiste a questo livello - l'abbiamo messo in evidenza con la Commissione d'inchiesta, tutti insieme perché ci abbiamo lavorato tutti insieme - un sistema delle varianti parziali che consiste nell'attuazione di più varianti che incidono profondamente sul Piano regolatore e il tutto magari in pochi anni, spesso, coincidenti con il mandato elettorale di questa o di quell'altra Amministrazione.
Per loro natura, le varianti parziali non dovrebbero produrre modifiche all'impianto strutturale del PRG, quindi si tratta in qualche caso, devo dire in più di qualche caso, la scelta di adottare provvedimenti ai limiti della legittimità e, in qualche caso, è emerso essere addirittura illegittimi! Poi, per quanto riguarda il discorso sugli Enti sovraordinati, la Provincia, com'è noto, nell'ambito delle competenze attribuite dalla legge vigente nella normativa che stiamo per votare, si esprime solo sulla compatibilità con il Piano territoriale provinciale e con i progetti sovracomunali approvati, ma non può esercitare diritti di veto o contestazioni sulle motivazioni che hanno indotto i Comuni a presentare tali progetti urbanistici.
Attraverso l'approvazione di alcuni emendamenti, sia del nostro Gruppo che di altri colleghi dell'opposizione, siamo riusciti solo in parte a correggere questa errata impostazione. La Provincia potrà sì monitorare i dati quantitativi della variante valutandone indirettamente la natura parziale o non parziale della stessa. Inoltre, devo dire, sono stati posti alcuni limiti dimensionali e limiti sulla collocazione delle previsioni insediative.
In conclusione, ricordo che dai decreti ministeriali di scioglimento di alcuni Comuni piemontesi, è emerso chiaramente che gli interessi della malavita organizzata su questa materia erano tanti.
Quindi, caro Assessore, la ringrazio per la disponibilità che ha dato a tutti noi Consiglieri sull'argomento e per avere ritenuto di recepire qualche emendamento che sicuramente riteniamo, con il lavoro di tutti abbia migliorato il testo, ma purtroppo non posso assolutamente darle il mio voto di assenso al provvedimento stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Se mi permette, prima di parlare del disegno di legge n. 153, vorrei dare il benvenuto ai due neo Consiglieri Rostagno e Oliva, entrati poc'anzi, augurando loro un lavoro di opposizione che sia costruttivo.
Allo stesso modo, voglio rivolgere un grazie a Mino Taricco e Stefano Lepri per il lavoro ottimale che hanno svolto, che ho avuto modo di osservare. Mi auguro che la loro presenza a Roma sia un campanello che serva a ricordare questo nostro Piemonte.
Oggi siamo qui, di fronte a un evento quasi storico, per votare il famoso disegno di legge 153, sul quale abbiamo parlato, riparlato, discusso sia in tutte le Commissioni, in tantissime puntate, sia in Aula, con numerosissimi emendamenti presentati dai colleghi, alcuni dei quali si sono veramente sbizzarriti - ma giustamente - e che condivido.
stato fatto un immenso lavoro da parte di tutti, però devo dire - lo dice uno della minoranza - grazie all'Assessore Cavallera per il grande impegno, più che altro per la pazienza che ha avuto nei nostri confronti.
L'Assessore ha dimostrato molta pazienza e cortesia - di questo gliene rendo atto - nell'aver recepito i tanti e tanti emendamenti per correggere questa legge, poiché tutti ci teniamo che sia seria e ben fatta.
La tutela e l'uso del suolo sono due parole molto importanti, che noi vogliamo preservare e salvaguardare, in particolare laddove sta nascendo o già c'è il patrimonio dell'UNESCO. Le aree agricole erano un po' dimenticate, mentre ora è prevista una certa tutela, ma vi è anche una riorganizzazione più positiva a favore dell'edilizia piemontese. Non siamo contro l'edilizia, anzi mi auguro che si continui a lavorare, altrimenti i posti di lavoro vanno a finire sotto le scarpe, però vogliamo tutelarla in questo senso: ad esempio, vogliamo meno capannoni, sfruttando di più l'utilizzo degli edifici esistenti.
Vedo l'Assessore che si interessa della commercializzazione. Per quanto riguarda il discorso di avere meno esercenti pubblici nel senso della grande distribuzione, abbiamo votato questo perché ce ne sono troppi e vogliamo tutelare i negozietti nei vari paesi, non fare in modo che sparisca tutto quanto vi è attualmente.
stato fatto davvero un grande lavoro. Come ha detto (se non sbaglio) il collega Angeleri, da oltre 36 anni non si metteva mano a questo argomento. Oggi, dopo due anni circa di lavoro, lo si sta portando a termine.
Noi avremmo voluto ottenere di più, ma dico che nell'insieme è stato un fatto un passo in avanti abbastanza positivo. Anche se non potremo votare sì, siamo stati al vostro fianco e abbiamo collaborato affinché certe brutture non andassero in porto e le abbiamo eliminate. Ci sono degli aspetti che ritengo positivi e dico che il Piemonte è sulla strada giusta: continuiamo su questa via affinché non si ripetano più quelle brutture che io chiamo i cimiteri degli elefanti, che sono i nostri capannoni sfitti e fermi. Questo non deve più capitare, ma bisogna andare avanti ben mirati progettati verso un interesse vero e proprio per il Piemonte e non per le singole aziende.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Ci sembra importante fare delle considerazioni su un disegno di legge importante che ha impegnato Commissione e Aula per molto tempo.
Noi crediamo che, per alcuni aspetti, la modalità scelta - di questo ne avevamo discusso all'inizio della trattazione in Aula - poteva, anziché la prevedere la modifica di una legge già esistente, proporre un nuovo disegno di legge, se si voleva effettivamente dare nuove indicazioni urbanistiche alla regione. Si è invece scelto di andare a modificare la legge regionale 56/77 (legge Astengo), che per alcuni, in realtà, era una legge che non aveva neanche l'esigenza di essere messa da parte, forse erano necessari solo degli adeguamenti alla legislazione nazionale, in attesa dell'emanazione di una legge nazionale per il governo del territorio che desse delle indicazioni generali a cui attenersi.
Si è deciso, appunto, di procedere ad una modifica della legge 56, con una difficile lettura da parte degli stessi Consiglieri. A mio parere nell'applicazione forse ci saranno delle difficoltà, anche se invece l'obiettivo perseguito dal Vicepresidente e dalla Giunta è proprio quello di razionalizzare e snellire i procedimenti di approvazione degli strumenti urbanistici. Obiettivo, per carità, che si può in parte condividere e che inizialmente aveva proposto delle forzature, ma con il lavoro emendativo che è stato portato avanti è stato in parte migliorato.
Per esempio, all'inizio i Consigli comunali risultavano essere espropriati della loro capacità di azione, e questo in parte è stato corretto, anche se noi abbiamo qualche perplessità - e andremo poi a verificare l'applicazione della legge - rispetto alla possibilità di un ricorso eccessivo alle Conferenze di copianificazione, così come abbiamo sempre nutrito dei dubbi sugli Accordi di Programma, proprio perché nella loro attuazione in pratica viene negato il principio di una partecipazione che possa mettere in gioco quegli elementi che nell'Accordo di Programma risultano essere già definiti e non più modificabili.
Le perplessità maggiori le abbiamo - e su questo vi sono state delle considerazioni che ci dicono che andremo poi a verificare quale sarà l'attuazione effettiva - sull'introduzione del concetto di perequazione urbanistica, proprio perché si viene ad introdurre il concetto di diritti edificatori quando, fino ad ora, si era parlato di capacità edificative attribuite ai Piani regolatori. In sostanza, noi temiamo che, considerata anche la situazione attuale che vede i Comuni certamente non in buone acque, più che attenersi ad una programmazione, l'introduzione di questo principio possa portare a rincorrere le occasioni dettate dal mercato e che effettivamente non sono sicuramente occasioni che possono essere in contrasto con una programmazione più attenta alle esigenze del territorio dell'ambiente e anche paesaggistiche.
Così come - è già stato detto - certamente si è un po' mitigato quello che era previsto inizialmente sulle varianti parziali, anche se ci sembra che con la proposta portata avanti all'interno del disegno di legge, in realtà, si dia ancora la possibilità di aumentare eccessivamente le capacità insediative in un momento nel quale si sta discutendo tanto di consumo del territorio. Addirittura, il tema del consumo del territorio si trova negli articoli iniziali, che sono i principi su cui la legge viene ad essere costruita.
Di fronte a queste considerazioni e ad altre che potrebbero essere fatte, più di carattere tecnico, non possiamo esprimere un giudizio positivo su questo disegno di legge, anche se apprezziamo la disponibilità della Giunta regionale a recepire parte delle nostre indicazioni e ad aver affrontato un lavoro lungo e, in parte, costruttivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Dico subito che il voto che il mio Gruppo consiliare esprimerà sul disegno di legge sarà un voto di astensione. Cerco di motivare le ragioni di questa nostra astensione.
Durante la discussione in Commissione e poi in Aula sono state apportate significative modificazioni al testo originario del disegno di legge, su questioni non irrilevanti. Anche solo come affermazione di principio, il tema del contenimento del consumo del suolo - che tanta parte ha avuto nei nostri interventi, del Gruppo ma anche di altri Gruppi di opposizione - come il problema fondamentale che oggi una legge urbanistica doveva assumere all'interno della nostra regione. L'introduzione di meccanismi come quello della perequazione urbanistica e la perequazione territoriale. Il forte ridimensionamento del testo originale per quanto riguarda lo strumento delle varianti parziali.
Sono elementi importanti, assieme ad una condivisione che noi abbiamo espresso, che era quella dell'allargamento della legge n. 1, quella che introduceva la conferenza di copianificazione nell'iter di formazione e di approvazione delle varianti strutturali, al complesso degli strumenti urbanistici, e quindi anche dei Piani regolatori.
Conferenza di copianificazione che non significa solamente un'accelerazione delle procedure dei tempi di approvazione, ma significa riposizionare il ruolo dei soggetti che intervengono nel processo di pianificazione, su una dimensione di soggetti non gerarchicamente subordinati o sovraordinati, ma di soggetti che devono cooperare in un regime di coordinamento tra la diversa scala degli strumenti urbanistici affinché la pianificazione territoriale piemontese assuma un nuovo corso.
In questo, corrispondendo anche un'esigenza che noi stessi avevamo molto avvertita tra gli amministratori locali, anche molti amministratori locali e sindaci del centrosinistra, e tra gli operatori economici. Un'esigenza che è quella di fare in modo che ci potesse essere una risposta capace di ridurre i tempi di approvazione delle varianti e degli strumenti urbanistici, a fronte delle inevitabili trasformazioni che coinvolgeranno l'economia piemontese e di cui la pianificazione territoriale non è cosa diversa, ma è un pezzo che deve intervenire all'interno della pianificazione territoriale della nostra regione.
Forti rimangono le contrarietà e il nostro modo di vedere diverso. Per esprimere questa contrarietà mi pongo una domanda. In tutte le Regioni d'Italia - governate dal centrodestra o dal centrosinistra - il superamento della concezione della legge urbanistica come gestione del suolo avviene dandosi legislazioni regionali di seconda e, in alcuni casi, di terza generazione che non affrontino il tema dell'urbanistica, ma del governo del territorio. Perché quello che è normale in tutte le Regioni d'Italia, in Piemonte è così rivoluzionario da renderlo impraticabile, anche in questa legislatura regionale? Non ho trovato una risposta convincente perché a questa domanda, che ripetutamente ho posto durante questi due anni di dibattiti in Commissione e in Aula su questo testo, mi è sempre stata data la risposta che, in questo momento di difficoltà delle casse degli Enti locali, impegnare, in un processo così fortemente modificante, la realtà attuale, avrebbe innestato delle reazioni opposte. Ma questo diventa un alibi.
Perché la necessità di passare da una legge urbanistica ad una legge di governo del territorio? Perché non sono affrontabili le trasformazioni che stanno attraversando e che interesseranno sempre di più la comunità piemontese con una logica che è quella ancora della legge n. 56, una logica puntuale di destinazione e di classificazione dei suoli mappale per mappale.
Abbiamo bisogno che nella pianificazione territoriale piemontese finalmente, si riesca a separare, anche in termini capaci di durare nel tempo, ciò che è destinato a rappresentare un valore capace di durare nel tempo e ciò che, invece, può essere oggetto di trasformazione. Abbiamo bisogno di riflettere su quali possono essere gli strumenti e anche l'opportunità, perché l'urbanistica da sola non è capace di affrontare tutti questi temi che la crisi apre all'interno della comunità piemontese.
Grandi aree industriali dismesse e collocate nei centri urbani che oggi sono abbandonate, processi inevitabili di riqualificazione urbanistica che investono tutta la costruzione che è avvenuta dopo il secondo dopoguerra che non hanno valore di paesaggio, storico, culturale e che rappresentano in molti casi, delle vere e proprie cesure all'interno del nostro territorio e anche dell'armonia delle nostre costruzioni.
Questa legge, sostanzialmente, lancia un messaggio, ossia che è possibile affrontare le trasformazioni, affrontando un progetto delle città per parti, isolando un piccola porzione di territorio di una città dal contesto. La progettazione per parti è una progettazione che non è capace di rappresentare una scommessa sul futuro. Rimane questo interrogativo perché una progettazione per parti è una progettazione capace di creare condizioni di disequilibrio.
Ci auguriamo che amministratori e legislature regionali sappiano affrontare sfide importanti per il futuro e di riconoscere che, anche all'interno della nostra regione, non è così rivoluzionario iniziare a darsi una legge che affronti il tema del governo del territorio e non si limiti unicamente ad una manutenzione della legge urbanistica del 1977.
Queste sono le ragioni che portano il nostro Gruppo ad un voto di astensione sul testo finale della legge. Grazie.



PONSO TULLIO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Ovviamente mi associo al garbo e al ringraziamento per il garbo con il quale il Vicepresidente della Giunta ha seguito i rapporti con il Consiglio durante l'illustrazione e il dibattito della legge. Devo dire che non mi posso associare ai ringraziamenti per l'accoglienza ricevuta rispetto alle proposte di emendamento avanzate dal mio Gruppo, in quanto le proposte che noi abbiamo avanzato sono state sempre garbatamente giudicate di interesse ma sempre altrettanto garbatamente rinviate ad un'altra futura occasione.
Così abbiamo perso l'opportunità, non certo per merito mio ma perché le cose avrebbero potuto consentirlo, di costruire una relazione più armoniosa tra le diverse prospettive legislative di programmazione urbanistica, ad iniziare dalla possibilità di attivare delle relazioni significative sul futuro piano paesaggistico e di ragionare, quindi, in linea e in sintonia con la più moderna elaborazione del mondo accademico, ma anche con le più elevate aspettative delle sensibilità sociali.
Certamente la preoccupazione che accomuna questo Gruppo ai colleghi dell'opposizione, è quella che i provvedimenti che andiamo ad approvare si muovano secondo una bussola, che per noi è inderogabile, cioè lo stop al consumo del suolo in Italia e anche allo stop al consumo di suolo all'interno del Piemonte.
Di qui, la particolare preoccupazione che ha guidato alcuni di noi nella stesura degli emendamenti e la particolare attenzione che abbiamo voluto porre, e che non ci è stata riconosciuta, rispetto agli strumenti di ampliamento del processo decisionale attraverso forme partecipative dei portatori di interesse, ma delle comunità locali, che consentissero, nelle modalità più moderne della telematica e in quelle meno moderne dell'acceso agli atti e della discussione pubblica, di costruire un'effettiva consapevolezza delle comunità interessate, rispetto ai progetti di trasformazione che direttamente le riguardano e le riguardano nelle due direzioni: quella del consumo del suolo, ma anche quella degli standard.
Purtroppo, negli anni da poco trascorsi, e forse ancora per strascichi tuttora un vigore, negli anni a venire, abbiamo assistito ad operazioni di carattere urbanistico che hanno preteso di modificare la natura l'identità, la percorribilità di un luogo e, in questo tipo di modifica non hanno soddisfatto nemmeno i requisiti minimi di vivibilità che calcolati secondo standard non collegati in modo diretto o intimamente comprensibile dai titolari dei luoghi rispetto alla soddisfazione dei bisogni indicativi, vedono i cittadini che lì si sono insediati richiedere a viva voce la possibilità di una soddisfazione ai propri bisogni fondamentali.
Pertanto - dicevo - lo strumento della legge urbanistica ci sembra essere stato coordinato nella direzione, da un lato, di cercare di colmare le lacune più evidenti, relative alle relazioni tra le istituzioni, e dall'altro, di cercare in ogni caso di consentire margini di autonomia alle Amministrazioni locali. Certamente non è da questa formazione politica che vengono suggerimenti di pratiche iugulatorie nei confronti degli Enti locali, ma la visione del territorio o una visione sovrascala è necessariamente una visione di relazioni, quindi, una visione di ampio respiro.
Di qui, l'importanza del ruolo anche della Regione negli atti legislativi.
La Giunta ha privilegiato la preoccupazione di colmare le disfunzioni più evidenti, ma non si è preoccupata d'intervenire su questa idea di identità complessiva del territorio.
Da questo punto di vista non ci sentiamo tutelati, almeno rispetto al fatto di evitare il consumo di suolo e quelle operazioni che altri colleghi hanno già chiamato in causa, relativamente ai progetti partecipati da soggetti privati sulla riqualificazione territoriale, progetti nei quali gli Enti locali vedono, sì, alcune agevolazioni relativamente ad opere fatte a compensazione, ma certo, poi, si trovano a dover gestire le conseguenze di soluzioni poco armoniche e poco articolate.
L'insieme di queste considerazioni porta a confermare il nostro voto negativo sul testo di legge.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Condivido molte considerazioni svolte dai colleghi d'opposizione rispetto alla metodologia con cui si è affrontata la discussione, quindi il fatto che ci sia stata un'apertura alla discussione e una disponibilità da parte dell'Assessore ad ascoltare le istanze proposte all'interno delle discussioni generali e poi anche, nello specifico, gli emendamenti proposti dall'opposizione.
Condivido, altresì, il fatto che non sia stata trovata una soluzione che riuscisse, non tanto ad accogliere in toto le indicazioni, perch sarebbe stato impossibile, ma forse a provare a cambiare e ad assumere, da parte della maggioranza e della Giunta, un punto di vista diverso, rispetto all'elaborazione originaria della modifica del testo del '77.
Di conseguenza, la chiusura del testo che ci stiamo apprestando a votare, così come uscito dalle lunghe discussioni in Commissione ed in Aula, non mi soddisfa.
Sono state apportate molte modifiche. I punti principali sui quali c'è stata la discussione sono già stati elencati: primo tra tutti, la necessità di correre in quest'emergenza del consumo di territorio e di suolo, che noi modestamente portiamo come istanza all'interno di quest'Aula, ma che nasce da considerazioni espresse da statistiche, studi, singoli Comitati o Associazioni che valutano e propongono sul territorio la loro critica rispetto a quest'aspetto.
Pertanto, il tentativo di introdurre, all'interno di una modifica così importante, dopo più di trent'anni, questo testo, che è uno dei capisaldi dell'urbanistica della nostra regione, ma non solo, della partecipazione dei territori, dei cittadini, di tutti gli attori interessati ad una corretta ed equilibrata pianificazione, che si sposa non solo da un punto di vista urbanistico, ma anche con la visione d'insieme del territorio e dell'ambiente urbanizzato.
In ultimo, più sullo specifico, sul tecnico, c'è stato il tentativo, da parte di alcuni Gruppi di opposizione, di limitare l'incisività delle varianti parziali, che hanno dato i risultati che abbiamo potuto verificare, sia dal punto di vista della coerenza con i vari tessuti urbanistici (direi più dell'incoerenza con i vari tessuti urbanistici) sia da un punto di vista un pochino più pericoloso (ce ne siamo accorti quando siamo andati ad analizzare, all'interno della Commissione specifica d'inchiesta urbanistica, tutto quello che è successo, soprattutto nel nostro capoluogo regionale, ma non solo).
Certamente andiamo verso l'approvazione finale, da parte della maggioranza, di questo disegno di legge, ma credo sia importante sottolineare ancora due dati specifici che sono fruibili da tutti, in rete sulle pubblicazioni specializzate.
Occorre ricordare che, in base ai dati ISPRA, il consumo di suolo all'interno della nostra nazione è di otto metri quadri al secondo. Sono dati che, se letti, probabilmente non vengono assolutamente compresi, ma se analizzati e valutati, tenendo conto del loro incremento, a partire dagli anni '50 per arrivare agli anni 2000 e andare oltre il 2010, indicano veramente l'emergenzialità di questa situazione.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



BIOLE' Fabrizio

Chiudo, Presidente.
Questo dato non è direttamente correlabile con un eventuale aumento di popolazione, in quanto nel 1956 si trattava di 170 metri quadrati ad abitante, mentre nel 2010 siamo arrivati a più del doppio: 350 metri quadrati ad abitante.
Questa legge - come dicevo - se dà alcune risposte a quelle che potevano essere le istanze, se cerca di venire incontro alle istanze poste dalla minoranza, dalle opposizioni, non è, comunque, abbastanza coraggiosa.
Avremmo dovuto esserlo di più e questo è il mio rammarico che rivolgo direttamente alla Giunta, che avrebbe dovuto essere un pochino più coraggiosa.
Il mio voto, pertanto, sarà negativo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Botta Franco Maria; ne ha facoltà.



BOTTA Franco Maria

Grazie, Presidente.
Cari colleghi, finalmente oggi possiamo dire habemus legem, nel senso che, finalmente, con la giornata di oggi, 19 marzo, si compie un percorso importante: la sostituzione della storica legge 56 del 1977, che per oltre 35 anni è stato il riferimento normativo per i Comuni, per il mondo della progettazione pubblica e privata e per il mondo in generale delle categorie economiche.
Come sappiamo, il Piemonte è interessato, urbanisticamente, da grandissimi numeri, come ci ricorda sempre l'Assessore e Vicepresidente Ugo Cavallera, al quale va il nostro grazie per la paziente azione di cucitura del loro svolto già in Commissione, con i Gruppi consiliari di maggioranza e di opposizione, per poter arrivare al traguardo di oggi pomeriggio.
Come sapete, citando l'Assessore Cavallera, in Piemonte ci sono 1.206 Comuni (1.207 se consideriamo il neonato Comune di Mappano). Se lo raffrontiamo con i Comuni d'Italia e con le venti Regioni italiane (per esempio con una Regione vicina del Centro Italia, l'Emilia Romagna, che ha solo 348 Comuni, o ad una Regione del Sud, come la Calabria, che ne ha 408), ci rendiamo immediatamente conto della portata di questa legge e che incidenza avrà sul nostro territorio, proprio per le dimensioni dei Comuni Comuni che attivano moltissime varianti per l'aggiornamento del Piano regolatore, così come per l'attuazione del Piano regolatore attraverso le varie forme dei piani attuativi.
una giornata sicuramente da ricordare, dal punto di vista della positività del legislatore regionale perché, con la riforma urbanistica che andiamo ad approvare, abbiamo un quadro di riferimento normativo aggiornato, per quanto riguarda la pianificazione territoriale e paesaggistica. Vi è una modifica del sistema di formazione ed approvazione degli strumenti e della pianificazione provinciale, con il riconoscimento del Consiglio provinciale quale organo competente dell'approvazione del piano, e l'affermazione dell'istituto della co-pianificazione, quale strumento che diventa, nella legge, ordinario e non più sperimentale, come previsto nella legge regionale n. 1 del 2007, estendendosi all'intero sistema della pianificazione urbanistica in Piemonte.
Nella riforma viene confermato il ruolo centrale del Piano regolatore come strumento unitario di governo del territorio, alla scala locale. Vi sono poi delle importanti aperture, per quanto riguarda la pianificazione locale, come l'utilizzo di modelli strutturali all'interno del Piano regolatore generale.
Tuttavia, le innovazioni non sono del tutto imposte, proprio per la convinzione federalista, ormai entrata a far parte del modus agendi dei legislatori regionali, ma nascono dal basso, quindi tramite le proposte dei Comuni e dei tecnici incaricati dai Comuni stessi ai tavoli che ci saranno gli stessi tavoli dove si svolgeranno le conferenze di pianificazione con le Province e con la Regione.
C'è un riconoscimento dei processi di variazione semplificata strumenti urbanistici derivanti da norme e discipline statali, o regionali o speciali, quale gli accordi di programma, i fondi europei e gli sportelli unici, gli interventi di recupero urbano, l'introduzione di nuovi strumenti definiti come accordi territoriali e accordi di pianificazione per la condivisione e concertazione delle scelte delle politiche territoriali.
Vi è poi l'introduzione dei principi di perequazione territoriale urbanistica, quali strumenti operativi della pianificazione stessa e il riconoscimento e la conseguente regolamentazione di istituiti, da tempo operativi, presso i Comuni stessi, quali la monetizzazione delle dismissioni di aree, presentazione di proposte urbanistiche da parte di soggetti privati, nel rispetto dell'esclusivo interesse pubblico, nella transizione finale degli atti interessanti il territorio.
Vi è ancora la coordinazione della valutazione strategica ambientale nelle procedure di pianificazione, assicurando, con l'unitarietà, la semplicità dell'iter complessivo e, quindi, il coordinamento con le procedure di tutela idrogeologica e sismica del territorio. Infine, ultima ma non meno importante, l'eliminazione dei riferimenti relativi al regime attuativo delle trasformazioni edilizie, in contrasto con la legge regionale.
Personalmente, credo che si debba salutare con soddisfazione questo provvedimento e ringraziare ancora una volta la Giunta regionale, nella persona dell'Assessore Cavallera e di tutte le forze politiche che si sono confrontate.
una riforma urbanistica possibile grazie alle condizioni regolamentari, alle condizioni dei rapporti di forza all'interno del Consiglio regionale e anche da visioni che a volte si sono contrapposte, ma che alla fine hanno trovato, nell'approvazione di questa legge, anche con un atteggiamento non ostruzionistico, il viatico per arrivare all'approvazione finale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
L'intervento tecnico è già stato fatto dal collega Angeleri, in quanto Presidente della II Commissione. Potrei dire, com'è mia abitudine, di non esagerare mai troppo, ma con l'approvazione di questa legge sicuramente è stato fatto un passo avanti nella semplificazione, nel paesaggio dell'urbanistica piemontese; una semplificazione e una pianificazione che non potrà che fare bene alla Regione Piemonte.
Ricordo solamente che questo provvedimento, che viene a distanza di 36 anni dall'approvazione, nel 1977, della legge Astengo, è stato un grande passo avanti. Ha avuto un iter molto lungo: se n'è iniziato a discutere nel 2011; è stata deliberata dalla Commissione nel giugno 2012, se non vado errato, dopodiché ci sono state tutte le sedute in Aula, che ricordiamo tutti.
Voglio solo ricordare i 999 emendamenti presentati, alcuni anche di coordinamento e di modifica da parte della Giunta regionale (quasi arrivavamo al record di mille emendamenti, Assessore). Ricordo anche con piacere le decine di emendamenti presentati dall'opposizione, che l'Assessore ha accettato e fatto approvare. Sicuramente alcuni di questi emendamenti non erano rilevanti, però anche solo il principio e la volontà di approvare determinati emendamenti denota uno spirito che personalmente trovo valido di discussione, di riuscire a confrontarsi materialmente e realmente sulle cose e sui problemi, come in questo caso, di questa legge.
Voglio ringraziare l'Aula. Non chiedo benevolenza a nessuno, per ritengo che l'Aula abbia svolto un buon compito, sia da parte delle forze di maggioranza sia da parte delle forze di opposizione, perché, come dicevo prima, quando si dibatte concretamente sui problemi reali, è sempre un dibattere utile, un dibattere che non può che portare avanti alla comprensione e al miglioramento di queste leggi.
Ringrazio l'Assessore per avermi dimostrato, una volta di più, che un certo modo di dialogare, in determinati momenti non può che essere positivo. La ringrazio, Assessore, anche perché ritengo che il suo modo di fare e di lavorare potrà ancora essere molto utile a questa Assemblea regionale nei due anni che ci separeranno dalle prossime elezioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, dichiaro conclusa la fase dedicata alle dichiarazione di voto.
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo di legge, lo stesso Vicepresidente della Giunta regionale, Ugo Cavallera, come preannunciato dopo la lettura da parte mia della nota di coordinamento che è a vostre mani (è un atto formale, di cui bisogna informare tutta l'Aula), prenderà la parola.
Procedo, quindi, alla lettura della nota di coordinamento relativa al disegno di legge n. 153 e propongo le seguenti modifiche di coordinamento.
Quando troverò questioni nuove o dell'ultimo momento, che non sono state a voi inviate, ve lo evidenzierò.
All'articolo 2, comma 1, lettera c) della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 3 del ddl n. 153 le parole ", le unioni di comuni e, ove delegate, le comunità montane e le associazioni di comuni." sono sostituite dalle parole "o le forme associative che svolgono la funzione in materia di pianificazione urbanistica".
La modifica è dettata per esigenze di coordinamento con l'articolo 15 comma 1 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 30 del ddl n.
153.
All'articolo 3, comma 3 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 4 del ddl n. 153 le parole ", le unioni di comuni e, ove delegate, le comunità montane e le associazioni di comuni," sono sostituite dalle parole "o le forme associative che svolgono la funzione in materia di pianificazione urbanistica,".
La modifica è dettata per esigenze di coordinamento con l'articolo 15 comma 1 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 30 del ddl n.
153.
All'articolo 3, comma 3, primo periodo della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 4 del ddl n. 153, dopo la parola "Giunta" è aggiunta la parola "regionale".
La modifica è dettata per esigenze di tecnica legislativa.
All'articolo 3, comma 4 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 4 del ddl n. 153, dopo le parole "la conoscenza degli strumenti" sono aggiunte le parole "di pianificazione" e - richiamo particolarmente la vostra attenzione - all'articolo 8 quinquies, comma 7 della l.r. 56/1977 come modificato dall'articolo 16 del ddl n. 153, dopo le parole "con gli strumenti" sono aggiunte le parole "di pianificazione".
Le modifiche sono dettate per esigenze di coordinamento con l'articolo 3 comma 1 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 4 del ddl n. 153.
All'articolo 3 bis, comma 7 della l.r. 56/1977, come inserito dall'articolo 5 del ddl n. 153, dopo le parole "si avvalgono della Regione o della provincia" sono aggiunte le parole "o della città metropolitana".
La modifica è dettata per esigenze di coordinamento con l'art. 6 della l.r.
56/1977, come sostituito dall'articolo 9 del ddl n. 153.
All'articolo 3 bis, comma 8, lettera b) della l.r. 56/1977, come inserito dall'articolo 5 del ddl n. 153, le parole "gli accordi" sono sostituite dalle parole "le convenzioni".
La modifica è dettata per esigenze di coordinamento con l'articolo 19 quater della l.r. 56/1977, come inserito dall'articolo 37 del ddl n. 153.
Articolo 6, comma 2, lettera b) della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 9 del ddl. n. 153, le parole ", ove necessario" sono soppresse.
La modifica è dettata per esigenze di chiarezza, stante la definizione di "scala più appropriata" contenuta nella medesima lettera b).
Richiamo la vostra attenzione sul seguente passaggio.
All'articolo 6, comma 6 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 9 del ddl n. 153, dopo le parole "delle loro varianti, nonché" sono aggiunte le seguenti "le disposizioni"; all'articolo 14, comma 3 quinquies della l.r. 56/1977, come modificato dal comma 12 dell'articolo 28 del ddl n. 153 dopo le parole "agli articoli 17 e 17 bis, nonché" sono aggiunte le seguenti "le disposizioni"; all'articolo 17 bis, comma 15 della l.r.
56/1977, come inserito dall'articolo 35 del ddl n. 153, dopo le parole "comma 14, nonché" sono aggiunte le parole "disposizioni".
Le modifiche sono dettate per esigenze di maggiore chiarezza del testo.
All'articolo 7, comma 1 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 10 del ddl. n. 153, dopo le parole "competente commissione consiliare" sono aggiunte le parole "permanente regionale".
La modifica è dettata per esigenze di tecnica legislativa.
All'articolo 7 bis, comma 2 della l.r. 56/1977, come inserito dall'articolo 11 del ddl n. 153, le parole "alle comunità montane e ai comuni" sono sostituite dalle parole "ai comuni o alle forme associative che svolgono la funzione in materia di pianificazione urbanistica".
La modifica è dettata per esigenze di coordinamento con l'articolo 15 comma 1 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 30 del ddl n.
153.
All'articolo 7 bis, comma 2 della l.r. 56/1977, come inserito dall'articolo 11 del ddl n. 153, le parole "che, entro sessanta giorni" sono sostituite dalle parole "che, entro novanta giorni".
La modifica è dettata per esigenze di uniformità con il termine indicato nello stesso comma 2.
All'articolo 8 quinquies, comma 2 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 16 del ddl n. 153, le parole "e dalle comunità montane" sono sostituite dalle parole "o dalle forme associative che svolgono la funzione in materia di pianificazione urbanistica".
Modifica dettata per esigenze di coordinamento con l'articolo 15, comma 1 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 30 del ddl n. 153.
All'articolo 8 quinquies, comma 3 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 16 del ddl n. 153, le parole ", delle comunità montane" sono sostituite dalle parole "o delle forme associative che svolgono la funzione in materia di pianificazione urbanistica".
La modifica è dettata per esigenze di coordinamento con l'articolo 15 comma 1 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 30 del ddl n.
153.
Richiamo la vostra attenzione sulla seguente particolare modifica.
All'articolo 8 quinquies, commi 2 e 3 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 16 del ddl n. 153, le parole "sessanta giorni" sono rispettivamente sostituite con le parole "novanta giorni".
Le modifiche sono dettate per esigenze di coordinamento con i termini per la procedura di specificazione del rapporto ambientale previsto dal d.lgs 152/2006 (Codice dell'ambiente).
All'articolo 9 ter, comma 1 della l.r. 56/1977, come modificato dal comma 1 dell'articolo 20 del ddl n. 153, le parole ", dell'unione di comuni, o, ove delegata, della comunità montane o dell'associazione di comuni" sono sostituite dalle parole "o delle forme associative che svolgono la funzione in materia di pianificazione urbanistica".
La modifica è dettata per esigenze di coordinamento con l'articolo 15 comma 1 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 30 del ddl n.
153.
All'articolo 9 ter, comma 2, lettera a) della l.r. 56/1977 le parole "dei presidenti delle comunità montane" sono sostituite dalle parole "dei rappresentanti delle forme associative che svolgono la funzione in materia di pianificazione urbanistica". All'articolo 9 ter, comma 2, lettera c) della l.r. 56/1977 le parole "delle comunità montane" sono sostituite dalle parole "delle unioni montane di comuni".
La modifiche sono dettate per esigenze di coordinamento con l'articolo 15 comma 1 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 30 del ddl n.
153. È necessario, quindi, inserire, dopo il comma 1 dell'articolo 20 del ddl n. 153, i seguenti commi.
1 bis. Alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 9 ter della l.r. 56/1977 le parole "dei presidenti delle comunità montane" sono sostituite dalle parole "dei rappresentanti delle forme associative che svolgono la funzione in materia di pianificazione urbanistica".
1 ter. Alla lettera c) del comma 2 dell'articolo 9 ter della l.r. 56/1977 le parole "delle comunità montane" sono sostituite dalle parole "delle unioni montane di comuni".
All'articolo 9 ter, comma 5 della l.r. 56/1977, come modificato dal comma 3 dell'articolo 20 del ddl n. 153, le parole ", dell'unione di comuni, o, ove delegata, della comunità montana o dell'associazione di comuni" sono sostituite dalle parole "o delle forme associative che svolgono la funzione in materia di pianificazione urbanistica".
La modifica è dettata per esigenze di coordinamento con l'articolo 15 comma 1 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 30 del ddl n.
153.
Alla rubrica dell'articolo 9 ter della l.r. 56/1977 le parole "delle comunità montane" sono sostituite dalle parole "delle forme associative che svolgono la funzione in materia di pianificazione urbanistica".
La modifica è dettata per esigenze di coordinamento con l'articolo 15 comma 1 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 30 del ddl n.
153. È necessario, quindi, inserire, dopo il comma 3 dell'articolo 20 del ddl n. 153, il seguente comma: 3 bis. Nella rubrica dell'articolo 9 ter della l.r. 56/1977 le parole "delle comunità montane" sono sostituite dalle parole "delle forme associative che svolgono la funzione in materia di pianificazione urbanistica".
All'articolo 12 bis, comma 4 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 26 del ddl n. 153, le parole ", le unioni di comuni, e, ove delegate, le comunità montane e le associazioni di comuni" sono sostituite dalle parole "o le forme associative che svolgono la funzione in materia di pianificazione urbanistica". La modifica è dettata per esigenze di coordinamento con l'articolo 15, comma 1 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 30 del ddl n. 153 All'articolo 13, comma 2 della l.r. 56/1977, dopo il terzo trattino è aggiunto il seguente: "- sostituzione edilizia". La modifica è dettata per esigenze di coordinamento con l'articolo 13, comma 3, lettera d bis) della l.r. 56/1977, come inserita dall'articolo 27, comma 2 del ddl n. 153.
necessario, quindi, inserire, prima del comma 1 dell'articolo 27 del ddl n.
153, il seguente comma.
0.1. Dopo il terzo trattino del comma 2 dell'articolo 13 della l.r.
56/1977, è aggiunto il seguente "- sostituzione edilizia".
Al comma 1 dell'articolo 41 del ddl n. 153 le parole "e del quarto comma lettera c)" sono soppresse. La modifica è dettata per esigenze di coordinamento con l'articolo 24, comma 4 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 41, comma 2 del ddl. n. 153 All'alinea del comma 1 e al comma 12 dell'articolo 24 della l.r. 56/1977 dopo la parola "culturali" è aggiunta la parola "e".
Le modifiche sono dettate per esigenze di coordinamento con la rubrica dell'articolo 24 della l.r. 56/1977, come sostituita dall'articolo 41 comma 6 del ddl n. 153.
necessario, quindi, inserire nell'articolo 41 del ddl n. 153 i seguenti commi: prima del comma 1, comma 0.1. All'alinea del comma 1 dell'articolo 24 della l.r. 56/1977 dopo la parola "culturali" è aggiunta la parola "e" dopo il comma 5, comma 5 bis. Al comma 12 dell'articolo 24 della l.r.
56/1977 dopo la parola "culturali" è aggiunta la parola "e".
Richiamo, anche in questo caso, la vostra attenzione. Rispetto al testo a vostre mani è stata tolta la seguente modifica di coordinamento: "All'articolo 81, comma 1 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 77 del ddl n. 153, la parola 'almeno' è soppressa".
La modifica era dettata per esigenze di maggiore chiarezza ma, come ho detto, è stata tolta e non c'è più.
Infine, l'ultima modifica di coordinamento che viene proposta è la seguente.
Al comma 1 dell'articolo 90 del ddl. n. 153, dopo le parole "72, comma 4," sono aggiunte le parole "83, comma 2". La modifica è dettata per esigenze di coordinamento con l'articolo 83, comma 2 del ddl n. 153.
Ho quindi formalmente dato lettura di una seria significativa di modifiche di coordinamento. Se emergono esigenze di chiarimento, si possono porre delle domande.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Ho letto il testo che è stato mandato e ho due osservazioni che vorrei evidenziare.
La prima riguarda le note di coordinamento all'articolo 3 bis, comma 8 lettera b), come inserito dall'articolo 5 del disegno di legge n. 153 e cioè la sostituzione della parola "accordi" tra Comuni con la parola "convenzioni". Abbiamo già fatto questa discussione su uno degli articoli finali del provvedimento. Qui parliamo proprio di accordi tra i Comuni, che non sono né convenzioni (per come le intendiamo, cioè come una degli strumenti per la forma associativa) né altro.
La seconda questione riguarda invece l'articolo 7 bis, comma 2, della l.r. 56, come inserito dall'articolo 11. Come nota di coordinamento, cioè viene proposto che le parole "entro 60 giorni" siano sostituite dalle parole "che entro 90 giorni". Mi permetto di dire - e chiederei all'Assessore, anche su questo, un minimo di attenzione - che l'articolo prevede due termini: uno è quello dei 60 giorni entro i quali i Comuni possono presentare delle osservazioni; l'altro è quello dei 90 giorni termine entro il quale l'autorità che fa la valutazione deve chiudere il procedimento. E quindi è giusto, secondo me, che i due termini rimangano separati: il termine dei 60 giorni è quello per le osservazioni che i Comuni o le Comunità montane debbono presentare e io invece intendo il termine dei 90 giorni come chiusura del procedimento di valutazione Se volete, vi leggo il comma 2 perché è molto breve: "La proposta comprensiva delle informazioni necessarie per il processo di VAS, è trasmessa alle Comunità montane e ai Comuni che, entro sessanta giorni dalla ricezione, esprimono il loro parere e lo trasmettono alla Provincia o alla Città metropolitana;" - quindi i 60 giorni sono per i pareri e le osservazioni) - "Tale proposta è trasmessa, altresì, all'autorità competente alla VAS e ai soggetti competenti in materia ambientale ai fini dell'espletamento della fase di specificazione dei contenuti del rapporto ambientale, da concludere entro novanta giorni dalla trasmissione".
Secondo me, dunque, è giusto che rimangano due termini diversi: 60 giorni per le osservazioni e 90 per l'autorità valutativa. Questa non è una nota di coordinamento: secondo me è una modifica.



PRESIDENTE

Sì, in effetti, in particolare sull'ultima osservazione, rileggendo l'articolo la sua osservazione ha un senso al di là dell'aspetto di tecnica legislativa. Ci è stata avanzata in questa direzione, però, una richiesta esplicita dalla Giunta.
Invito pertanto il Vicepresidente Cavallera ad una valutazione.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del Centro territoriale permanente presso la Scuola Media "Umberto Saba" di Torino


PRESIDENTE

Nel frattempo che abbiamo questa piccola pausa tecnica, desidero a nome dell'Assemblea e mio personale, salutare i ragazzi del Centro territoriale permanente presso la Scuola Media "Umberto Saba". Si tratta di una classe di cittadini stranieri di una scuola importante del Comune di Torino. Vi ringraziamo della visita, ragazzi, e con voi ringraziamo ovviamente anche gli insegnanti che vi accompagnano. Grazie.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)" (seguito)


PRESIDENTE

Ci chiariamo subito.
Assessore Cavallera, può avvicinarsi un attimo?



(Il Presidente Cattaneo si consulta con l'Assessore Cavallera)



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, relativamente alla prima osservazione, quella che riguarda l'articolo 3 bis, comma 8, lettera b), della legge regionale n. 56/1977, come inserito all'articolo 5 del disegno di legge n. 153, la parola "accordi" è sostituita dalla parola "convenzioni". In effetti guardando - è nostro parere e degli Uffici, ovviamente - reca la modifica in termini di coordinamento, quindi quella chiederei di mantenerla.
Sull'altra, al di là del merito, do atto che, così come peraltro lei ha letto puntualmente, la lettera f) del secondo comma regge, quindi questa non è tanto una modifica di coordinamento; al di là del merito, è un po' un emendamento con destrezza, quindi diventerebbe difficile.
Pertanto, se regge per gli Uffici, poi, eventualmente, ci sarà la possibilità successivamente, magari anche in sede di legge finanziaria perché obiettivamente mi corre anche l'obbligo, come Presidente del Consiglio regionale, di porre all'attenzione che la nota di coordinamento è molto corposa.
Visto che l'articolo regge, chiederei di togliere la modifica di coordinamento, se il Vicepresidente Cavallera concorda, all'articolo 7 bis comma 2, della legge regionale n. 56/1977, come inserito all'articolo 11 del disegno di legge n. 153: le parole "che, entro sessanta giorni" sono sostituite dalle parole "che, entro novanta giorni". Quindi, questa modifica non verrà inserita.
Pertanto, vive tutta la modifica, se l'Aula acconsente, di coordinamento, tranne quest'ultima che abbiamo indicato. Eventualmente, c'è un impegno per l'Aula ad esaminarla presto, anche in un altro provvedimento, come la legge finanziaria se permanessero le ragioni che la Giunta regionale ha addotto quando ha chiesto di inserire le modifiche di coordinamento.
Non essendoci altri interventi sulle modifiche di coordinamento, prima del voto finale, ha chiesto di intervenire il Vicepresidente della Regione.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
Il mio è un intervento di ringraziamento, perché abbiamo svolto un lavoro corposo, caratterizzato da più di novecento emendamenti e da più di mille votazioni - è stato giusto il conteggio del Consigliere Carossa - di ringraziamento per i Consiglieri di maggioranza, che, ovviamente, sono coloro che votano il provvedimento, ma anche per tutti i Consiglieri, anche quelli di opposizione, che, forse, avrebbero potuto economizzare un po' di più sugli emendamenti - questo è un mio giudizio personale - ma che comunque, hanno concorso a migliorare il testo.
Rivolgo un ringraziamento alla II Commissione, al Presidente Angeleri e a tutti i componenti.
Naturalmente, devo dare atto anche alla Commissione di inchiesta sulla gestione urbanistica, di cui è Presidente il Consigliere Buquicchio e Vicepresidente il Consigliere Cantore, che, comunque, si è intersecata con l'iter dei lavori senza provocare dei ritardi, che, ovviamente, da un punto di vista di approccio non operativo, potevano anche essere immaginati.
Ringrazio i relatori: il Consigliere Franco Maria Botta, che è intervenuto in fase di dichiarazione di voto, e il collega Reschigna, come relatore di opposizione; mi sembra che fossero anche relatori i Consiglieri Stara e Bono.
Un ringraziamento è doveroso alle strutture dell'Assessorato all'ingegner Dezzani, all'architetto Paludi e all'architetto Zunino.
Per quanto riguarda il Consiglio, ringrazio la dottoressa Bertini, il dottor Poppi e la dottoressa Ballari, come segretaria della Commissione anche se adesso è momentaneamente non presente.
Un ringraziamento mi sia consentito anche all'avvocato Golinelli, che ha revisionato il testo più con spirito di collaborazione che non nell'ambito di prestazioni professionali, anche grazie alla sua antica attenzione e collaborazione con la Regione Piemonte.
Concludo - ovviamente, non voglio intervenire nel merito sottolineando che questo è un punto di partenza. La vera riforma comincia adesso, soprattutto nell'organizzazione del lavoro e nella svolta, anche tecnologica, che deve essere compiuta. Quando tra i punti sostanziali si parla di "urbanistica senza carta" vuol dire ricorrere all'informatizzazione e digitalizzazione dei dati, che è l'unico modo per assicurare una diffusione di tutti i dati e l'accesso da parte dei Comuni degli Enti locali e dei cittadini, anche per quelle ragioni di trasparenza e di partecipazione di cui si è detto prima.
Altresì, ci sono anche le questioni che derivano dalle elaborazioni delle varie scuole di pensiero e l'evoluzione, anche accademica, in ordine alle modalità di approcciare la materia. Però, sotto questo profilo, noi dobbiamo fortemente ammodernarci: la digitalizzazione e l'informatizzazione, che dovrebbero essere estese a tutte le strutture pubbliche, in base anche a leggi vigenti da qualche anno, in questo caso faranno senz'altro bene a tutto il sistema. Grazie ancora.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per favore!



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Ringrazio anche il Presidente Cattaneo e l'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

Ringrazi anche le Consigliere e la Vicepresidente, altrimenti...
Il numero legale è 29.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 53 Consiglieri votanti 52 Consiglieri hanno votato SÌ 31 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Il disegno di legge n. 153 è approvato con le note di coordinamento che ho letto prima, così come modificate in corso di seduta.


Argomento:

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 4) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 256 "Fondazione C.R.T. - Cassa di Risparmio di Torino" - (articolo 12, comma 2, lettera a), Statuto Fondazione) Consiglio di Indirizzo: designazione di una terna nel cui ambito il Consiglio di Indirizzo della Fondazione provvederà a nominare un Consigliere Proclamo designati, quali componenti della terna di cui all'articolo 12 comma 2, lettera a) dello Statuto della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, i signori Maurizio Delfino, Massimo Cavino e Luca Angelantoni ai sensi dell'articolo 79 del Regolamento interno del Consiglio Regionale.
Proposta di deliberazione n. 209 "Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra Uomo e Donna" - (articolo 3, l.r.
46/1986 e s.m.i.) - nomina di 1 membro in sostituzione della signora Incerto Valentina (dimissionaria) Proclamo nominato, quale membro in sostituzione della signora Valentina Incerto in seno alla Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunita' fra Uomo e Donna, la signora Sonia Martino, ai sensi dell'articolo 79, comma 4, del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Proposta di deliberazione n. 243 "Fondazione I.S.I. - Istituto per l'Interscambio Scientifico (articolo 16, Statuto della Fondazione) Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 1 membro effettivo (2 votazione)" Proclamo nominato, quale membro effettivo in seno al Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione I.S.I. - Istituto per l'Interscambio Scientifico, il signor Davide Nicco, ai sensi dell'articolo 79, comma 4 del regolamento interno del Consiglio regionale.
Proposta di deliberazione n. 244 "Fondazione 'Cesare Pavese' - (articolo 18, Statuto della Fondazione) - Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 1 membro effettivo (2^ votazione)".
Proclamo nominato, quale membro effettivo in seno al Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione "Cesare Pavese" il signor Dario Careglio, ai sensi dell'articolo 79, comma 4, del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Ricordo che l'Aula è convocata per domani alle ore 11.
Sono confermate entrambe le sedute della I Commissione, sia quella delle ore 9.30, per le audizioni, e quella delle ore 10.15, per la trattazione della seduta ordinaria.
Grazie, buonasera a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.28)



< torna indietro