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Dettaglio seduta n.334 del 12/03/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 1533 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "IMU, contrastare il dissesto finanziario delle ATC"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1533, presentata dal Consigliere Buquicchio, che ha la parola per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Come lei sa, Assessore Cavallera, le ATC sono in una situazione veramente grave, perché rischiano il collasso a causa della faccenda IMU lievitata da 800 mila euro di ICI pagati l'anno precedente, a quasi otto milioni di euro.
Proprio a lei, oltre che al Presidente Cota, già nel gennaio 2012 i Presidenti delle ATC avevano espresso fortissime preoccupazioni in merito a questo problema; problema aggravato da una situazione generale più allargata che riguarda le ATC: diminuzione del fondo sociale per gli inquilini; la crisi di liquidità più generale e anche - ricordiamolo - il credito di ben 18 milioni che la sola Regione Piemonte dovrebbe alle ATC (il loro credito totale è di 21 milioni, di cui 18 sono dovuti dalla Regione Piemonte).
La situazione è estremamente grave. Occorre chiarire se quest'IMU deve essere confermato o debba essere ridato alle case delle ATC, pur rappresentando - me ne rendo conto - un problema per i Comuni. Ricordiamo che soltanto il Comune di Torino dovrebbe restituire 5,5 milioni di euro.
Se da una parte esiste questa situazione estremamente grave per le ATC in termini di incertezza, d'altra parte esiste una problematica relativa ai Comuni, in cui molti hanno preferito avvalersi dell'esercizio provvisorio per i primi mesi dall'anno, in modo da limitare eventuali danni prodotti dalla restituzione del gettito IMU.
Il mio question time mira a capire se lei ha approfondito il problema e che cosa mi può dire al riguardo. Credo che la Regione tutto possa fare tranne che essere spettatrice di fronte a questo gravissimo disagio che, mi auguro, si possa tempestivamente risolvere in un modo o nell'altro.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'edilizia residenziale

Con riferimento all'interrogazione del Consigliere Buquicchio e sentito il competente Settore di Edilizia Sociale, posso riferire quanto segue.
A fronte dell'introduzione dell'IMU, avvenuta con d.lgs n. 23 del 14 marzo 2011, e della sua applicazione anticipata a partire dall'anno 2012 a seguito delle disposizioni contenute nel decreto "Salva Italia" del 6 dicembre 2011, anche le Agenzie Territoriali per la Casa sono tenute al pagamento di tale imposta sulle abitazioni date in locazione agli assegnatari, a differenza di quanto era avvenuto in passato in costanza dell'Imposta Comunale sugli Immobili (ICI).
Nonostante diverse iniziative intraprese di volta in volta nel corso dell'anno 2012 a livello statale, con l'approssimarsi dell'emanazione di vari provvedimenti legislativi, tese ad introdurre modifiche alla normativa succitata con l'obiettivo di esonerare gli IACP comunque denominati dal pagamento dell'IMU, a tutt'oggi non si registrano novità in tal senso.
La mancanza di sensibilità e di attenzione da parte del governo statale a questo problema ha generato ciò che, fin a partire dal gennaio 2012, gli organi regionali avevano denunciato che sarebbe avvenuto, ossia una pericolosa mancanza di risorse finanziarie da parte delle ATC, con risvolti pesantemente negativi anche sul fronte delle manutenzioni degli immobili considerato che l'esiguità dei canoni di edilizia sociale non riesce a sopperire a tale penuria di liquidità.
Quindi, da parte della Regione e dietro impulso delle ATC, si è proceduto a predisporre un emendamento da inserire nella prossima legge finanziaria regionale, contenente alcune modifiche alla legge regionale n.
3/2010, che potrebbero consentire alle ATC di incidere sul pagamento dell'IMU. Tali modifiche agiscono sul versante delle attività effettivamente svolte dalle Agenzie, di tipo strettamente "non commerciale", al fine di far rientrare anche questi enti nel novero di quei soggetti giuridici potenzialmente non tenuti al pagamento dell'IMU. Si rimanda all'esame del succitato provvedimento che discuteremo, credo, nei prossimi giorni, quando prenderemo in mano la Finanziaria.
Diciamo che la questione potrebbe essere affrontata sotto due aspetti.
Per quanto riguarda l'IMU sugli immobili di proprietà degli enti territoriali, quindi quelli direttamente di proprietà dei Comuni e dati in gestione all'ATC (credo che nell'ATC di Torino siano più di diecimila, sui trentamila alloggi: ventimila e rotti sono di proprietà diretta dell'ATC e diecimila e rotti sono del Comune), essendo una proprietà comunale, sotto questo profilo non c'è il pagamento dell'IMU.
Qui allora si apre un primo discorso: possiamo noi intervenire, da un punto di vista puramente nominale, assegnando la proprietà di questi alloggi direttamente al Comune e dandoli in gestione alle ATC? L'altra soluzione è quella adottata da diverse ATC, direi la stragrande maggioranza del Piemonte: visto che la legge 3, che regola l'edilizia sociale, consente varie opzioni in ordine alla natura dell'ente ATC addirittura arrivando a prevedere anche la possibilità di avere un ente pubblico economico, cosa che non è, perché oggi come oggi sono tutti enti ausiliari della Regione a carattere non lucrativo al momento, quindi hanno rafforzato la loro connotazione di enti no profit, e ritengono di essere temporaneamente esentati a partire dall'anno prossimo, avendo fatto le modifiche statutarie a fine anno, quindi dopo che l'IMU era già stata pagata in conto 2012.
Tuttavia, al di là di questa questione, che dà il segno di un dibattito in corso nel mondo delle ATC e tra le ATC in generale e le Regioni in generale, posso assicurare che non è questione trascurata, ma è assolutamente fondamentale, altrimenti quel poco di gettito che danno i canoni, anziché andare alla manutenzione, va nelle casse dei Comuni come IMU.
Devo dire che rimane sempre aperta l'opzione comunale: mi auguro che i Comuni possano trattare questa categoria di contribuenti, cioè le ATC, con tutta la cautela del caso, viste le finalità che perseguono gli istituti stessi.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Interrogazione a risposta immediata n. 1529 presentata dal Consigliere Negro, inerente a "Riordino Circoscrizioni giudiziarie: mantenimento Tribunale di Alba"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1529 presentata dal Consigliere Negro, cui risponderà l'Assessore Maccanti.
La parola al Consigliere Negro per l'illustrazione.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Il riordino della Circoscrizione giudiziaria ha penalizzato profondamente il territorio piemontese e, in particolare (lasciatemelo dire!), la provincia di Cuneo.
Solo la città di Cuneo, su quattro sedi, mantiene intatta l'attuale posizione.
superfluo ricordare le caratteristiche del territorio della più vasta provincia del Piemonte, seconda, per popolazione, solamente a quella di Torino.
Valga, però, la convinzione profonda della popolazione di tutta la provincia Granda: senza una seconda sede (quella di Alba, che è la più virtuosa, quella che lavora di più), il disservizio che si creerà sarà di grande impatto per l'amministrazione della giustizia.
Rimaniamo in attesa del pronunciamento della Corte dei Conti, ma quello che chiediamo (lo chiedo personalmente) al nuovo Parlamento è di rivedere il decreto di riordino.
Questo sarà possibile se tutte le Istituzioni faranno la propria parte compresa la Regione Piemonte, per far sentire, forte, la propria voce a tutti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Negro.
La parola all'Assessore Maccanti per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Naturalmente, condividiamo l'appello del Consigliere Negro.
Da questo punto di vista, la Giunta regionale sente di aver fatto la propria parte ed è disponibile a schierarsi, ancora una volta, al fianco delle Istituzioni locali.
Occorre precisare, innanzitutto, come ha evidenziato il Consigliere Negro, che la riforma delle Circoscrizioni giudiziarie, con conseguente chiusura di molte sedi decentrate sull'intero territorio nazionale, è conseguenza di quanto disposto dall'articolo 1, comma 2, della legge delega n. 148/2011.
Già in data 21 febbraio 2012, in risposta ad una nota del Presidente dell'Associazione Commercianti Albesi, il Presidente della Regione, pur sottolineando l'incompetenza in materia del Governo regionale, manifestava la volontà di impegnarsi personalmente a rappresentare le istanze del territorio albese presso il Ministero della Giustizia.
In data 6 luglio 2012, con nota indirizzata al Ministro della Giustizia, il Presidente della Regione rappresentava con forza le ragioni tese al mantenimento del Tribunale di Alba, insistendo sulle negative ricadute che l'assenza di una giustizia di prossimità comporterebbe per il tessuto economico-sociale di un territorio economicamente trainante come quello albese, al fine di escludere il Tribunale locale dai progetti di accorpamento.
Da tale comunicazione, nei giorni immediatamente successivi, scaturiva una telefonata tra il Ministro e il Presidente, con l'impegno di quest'ultimo di trasmettere una relazione tecnica contenente i dati richiesti dal Ministero a sostegno del mantenimento del Tribunale di Alba in quanto a posizione geografica, difficoltà dei collegamenti nella provincia di Cuneo, densità abitativa circondariale, cosa che avveniva in data 18 luglio 2012.
A tali posizioni seguiva un comunicato stampa del 5 settembre 2012, dal titolo "No a chiusura Tribunale di Alba. Piemonte discriminato", nel quale il Presidente della Regione, al termine di un incontro con il Sindaco di Alba ed una delegazione di operatori del Tribunale e di rappresentanti sindacali, dichiarava che la soppressione del Tribunale di Alba sarebbe una decisione altamente discriminante, trattandosi di un circondario molto esteso, con un grande carico di lavoro e che, per di più, vede aziende di importanza nazionale ed internazionale insistere su quel territorio. Allo stato attuale, la Giunta regionale è consapevole di aver fatto tutto il possibile, attivandosi presso tutte le istituzioni del territorio coinvolte sulla sede di Alba, continua a giudicare profondamente sbagliata una chiusura di questo Tribunale e spera che il nuovo Governo a Roma ne prenda atto, rimediando a quanto fatto, in questa legislatura, con questo riordino, che ha penalizzato fortemente e in modo ingiustificato il Piemonte.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1530 presentata dal Consigliere Tiramani, inerente a "Uso personalistico di un sito istituzionale della ASL di Vercelli" (ritirata)


PRESIDENTE

L'interrogazione a risposta immediata n. 1530, presentata dal Consigliere Tiramani, è ritirata.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione a risposta immediata n. 1531 presentata dal Consigliere Lupi, inerente a "Polemiche su interventi regionali volti al contenimento della presenza dello sciurus carolinensis sul territorio della regione Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1531, presentata dal Consigliere Lupi, cui risponderà l'Assessore Casoni.
La parola al Consigliere Lupi per l'illustrazione.



LUPI Maurizio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione fa riferimento alle polemiche che sono scaturite, in merito agli interventi di contenimento della presenza dello sciurus carolinensis (lo scoiattolo grigio) sul territorio della nostra regione.
In particolare, è stato evidenziato da molti interventi al TG3 regionale e sui quotidiani, che, nonostante la presenza degli scoiattoli grigi sia importante, anche dal punto di vista didattico-educativo, per la popolazione piemontese, le intenzioni sarebbero quelle di provvedere ad una totale eradicazione della specie in questione.
Partendo dal fatto incontestabile che, se da un punto di vista degli equilibri ecosistemici, l'introduzione di questa specie è stata sicuramente un errore (non essendo una specie autoctona ha alterato gli equilibri ecosistemici della fauna piemontese), cercare di ovviare a quest'errore umano con un errore ancora peggiore, come lo sterminio degli scoiattoli grigi, mi sembra indice dell'incapacità di risolvere il problema del rapporto tra esseri viventi che condividono un'area comune.
Da questo punto di vista, la richiesta è che i fondi regionali ed europei possano essere impiegati più proficuamente, rispetto al loro utilizzo finalizzato all'eccidio degli scoiattoli grigi.
Destinare, soprattutto in questo periodo, dei fondi allo sterminio degli scoiattoli, che non hanno nessuna colpa (se esistono è dovuto ad un errore umano), significa cercare di ovviare ad un nostro errore con un errore maggiore, che iscrive i nostri comportamenti in una dimensione di crudeltà assoluta ed assolutamente immotivata.
Oggi, specialmente nella zona sud di Torino, la presenza dello scoiattolo grigio è un piccolo segnale della presenza della natura in città. Provvedere, con forme di crudeltà assoluta, alla loro eliminazione è quanto di peggio un ente come la Regione potrebbe effettuare.
Chiediamo, pertanto, che questi provvedimenti, che tendono all'eradicazione totale, allo sterminio degli scoiattoli grigi, vengano sospesi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni per la risposta.



CASONI William, Assessore ai parchi e aree protette

Grazie. Avevo già risposto ad un'interrogazione similare, tempo fa presentata dal Consigliere Biolé.
Rispondo anche a nome dell'Assessore Sacchetto, perch quest'interrogazione è rivolta più al fenomeno presente al di fuori dei parchi, che al loro interno. All'interno dei parchi, quest'attività è stata sospesa, poiché i Presidenti degli stessi si sono impegnati ad attivare diversi metodi di contenimento che non prevedessero strumenti particolari.
Anche in questo caso, però, occorre fare una premessa: alcune considerazioni svolte dal Consigliere Lupi sono esatte, però giova ricordare a tutti che una direttiva della Unione Europea ha sancito che la diffusione dello scoiattolo grigio comporterà l'estinzione totale dello scoiattolo rosso: per questo motivo, sono state assunte misure abbastanza determinanti in questo settore, per evitare tale rischio. Pare che in alcune aree della nostra Regione la popolazione degli scoiattoli grigi sia stimata in circa 25.000 esemplari. È un problema che comporta una scelta strategica: se vogliamo far scomparire lo scoiattolo rosso, lasciamo che proliferino gli scoiattoli grigi. Ma, allora, i nostri ragazzi non vedranno mai più lo scoiattolo rosso. È una scelta autoctona.
Lo scoiattolo grigio è molto diffuso nel mondo; è un esemplare tra virgolette non autoctono, per cui la sua presenza è dovuta all'importazione dall'estero. Pare che si riproducano molto velocemente e molto più numerosi rispetto allo scoiattolo tradizionale; da qui nasce un problema anche per quanto riguarda il settore dell'agricoltura, che ha indotto l'ISPRA ad intervenire, approvando tutti gli interventi previsti.
L'ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale) è l'Istituto nazionale che cura gli abbattimenti selettivi e che più pensa alla protezione del territorio: le pratiche vengono inviate all'ISPRA e lo stesso ente stabilisce i limiti di abbattimento per mantenere un perfetto equilibrio territoriale.
Peraltro, tutti gli interventi attuati dall'Assessorato all'agricoltura hanno ottenuto il parere positivo dall'ISPRA. Come ho detto, l'ISPRA è un Ente vetero-ambientalista superiore (stabilisce, ad esempio, che non si possono portare i cani da caccia a girare nei boschi, neanche senza il fucile) e ha confermato la necessità di attuare tali misure prima che si produca un danno superiore.
Tornando al tema degli scoiattoli grigi, nei parchi, trattandosi di territori limitati, è più facile gestirli coi guardaparco e sono stati attuati anche processi di dissuasione più morbidi; in quei casi la popolazione è diminuita. Ma questi interventi non si possono prevedere per l'intero territorio regionale.
Vorrei rassicurare il Consigliere Lupi in merito al fatto che tutte queste procedure sono richieste dall'Unione Europea e avallate dall'ISPRA che valuta le azioni che si fanno e le appoggia. A questo punto, siamo sicuri che stiamo facendo il bene del nostro ecosistema. Il nostro obiettivo non è quello di praticare uno sterminio assoluto, ma di contenere questi numeri. Gli scoiattoli grigi, invece, stanno proliferando a dismisura, altrimenti non si spiegherebbe come in quattro o cinque anni questa specie sia passata da qualche centinaia di esemplare a ben 25.000! Se aspettiamo ancora, corriamo il rischio di arrivare a 200.000 esemplari! Dopo saremo invasi da questa specie.
Sono d'accordo sulla non eradicazione, ma nello stesso tempo sono favorevolissimo al contenimento, che va praticato in maniera assoluta.
Badate che non lo diciamo noi, ma l'ISPRA e la Comunità Europea, che si battono per la tutela del sistema ambientale e la rigorosa salvaguardia di tutto l'ambiente, stabilendo regole molto severe nel rispetto dell'ecosistema. Dunque, non vedo perché dovremmo sospendere anche questo tipo di azioni. Se lo facessimo, faremmo scomparire lo scoiattolo rosso perché così accadrà. Se il loro numero aumenta ancora... Già si nota una significativa diminuzione dello scoiattolo rosso proprio in virtù di quello grigio: se vogliamo far sì che si estingua del tutto, basterà non fare nulla e in qualche anno scomparirà.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1532 presentata dal Consigliere De Magistris, inerente a "No alla politicizzazione dei vettori"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1532, presentata dal Consigliere De Magistris, che la illustra.



PRESIDENTE

DE MAGISTRIS Roberto



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Non leggerò il testo dell'interrogazione perché è già nella disponibilità dei colleghi. Mi limiterò a fare una sorta di segnalazione e di richiamo.
Ci giunge notizia dai territori che, in particolare nella tratta Novara Vercelli, ma anche in altre tratte della Regione Piemonte, ci sia in atto una sorta di propaganda politica avversa alla Regione che, in parte possiamo capire, perché credo che i tagli, i minori trasferimenti che lo Stato ha posto nei confronti dell'Assessorato ai trasporti siano noti a tutti, per cui penso che qualche motivo di lagnanza ci sia dai territori.
Capisco anche le difficoltà degli operatori e dei dipendenti che comunque, tendono a difendere il proprio posto di lavoro, e credo che sia un'azione regolare, quindi non è un atto di accusa. Però vuole essere un modo per sollecitare la Giunta, e l'Assessore in particolare, perché nel momento in cui viene posto in atto un attacco così motivato, un'azione politica così forte, sarebbe auspicabile che la Regione, nella persona dell'Assessore, mettesse in pratica un'azione di informazione o, se si vuole, di controinformazione, giusto per poter chiarire la situazione e ripristinare i termini del problema, che, se da una parte è vero, non è ammissibile né corretto che i dipendenti siano addirittura arrivati al volantinaggio sugli autobus, con l'intento di fare politica; politica di basso livello.
Chiediamo all'Assessore di intervenire, se è possibile, ripristinando quel minimo di regolarità e di correttezza che è dovuta. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde all'interrogazione l'Assessore Bonino.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Senz'altro la situazione è seria: le economie imposte dall'ammontare complessivo del fondo vincolato impostato dal Governo costringono la Regione Piemonte ad immaginare che per il 2013 il Trasporto Pubblico Locale venga finanziato con una cifra che vale 485 milioni di euro, a fronte di un fabbisogno che è di circa 605. Dunque, l'impatto sarà senz'altro importante rispetto non solo alla programmazione integrata dei servizi ferro-gomma sul territorio, ma rispetto proprio alla quantità di servizi erogabili a fronte di un dato stanziamento. Questo va detto per chiarezza, nel senso che raccolgo con favore la sollecitazione del collega De Magistris, che va nella direzione di una richiesta di buonsenso, vale a dire "informazione puntuale": i disagi ci saranno, ma non aggiungiamo ai disagi anche la disinformazione che li moltiplica.
Dunque, farò senz'altro presente al Presidente e ai colleghi di Giunta la necessità di una misura di accompagnamento relativa alla comunicazione che la Giunta dovrà varare soprattutto per affrontare i primi mesi di riprogrammazione dell'anno in corso.
Cogliendo il suo opportuno richiamo a non sfruttare le situazioni di difficoltà per fare bassa propaganda politica, richiamo la risposta che mi è stata predisposta dagli Uffici, che trasmetto anche per chiarire quali sono i limiti di competenza che la Regione ha su questo tema.
"Ai sensi della legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1 'Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422' è contemplato all'articolo 5 il trasferimento alle Province di funzioni e compiti relativi alla programmazione ed amministrazione delle reti e dei servizi provinciali di trasporto pubblico nonché accertamenti previsti dalle norme in materia di polizia, sicurezza e regolarità dell'esercizio delle ferrovie e di altri servizi di trasporto per i servizi di propria competenza.
Pertanto, in merito alle suddette specifiche competenze, si è provveduto a trasmettere le segnalazioni pervenute, su eventuali e futuri disservizi alla Provincia di riferimento, invitandola a fornire all'utenza corrette informazioni al fine di evitare inutili allarmismi.
Analogamente, si sta provvedendo a dare le dovute informazioni alle numerose telefonate che giungono periodicamente agli uffici della Direzione Trasporti da parte di genitori preoccupati per una eventuale soppressione delle corse scolastiche utilizzate dai loro figli.
Per completezza, si segnala che sono in corso da alcune settimane incontri periodici tra la Presidenza regionale, unitamente agli Assessori regionali alle risorse finanziarie e ai trasporti, con i rappresentanti degli Enti locali soggetti di delega in materia di TPL, i cui resoconti sono dettagliatamente divulgati dai mezzi d'informazione.
In tali riunioni si sta cercando di raggiungere una concertazione tra tutti i soggetti istituzionali referenti sull'utilizzo delle risorse stanziate dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché sulla tempistica delle erogazioni dei compensativi per i servizi minimi espletati dai vettori di Trasporto Pubblico Locale".
Era opportuno segnalare questa competenza, che è in capo alle Province.
Infatti, ritengo che anche le Province, in questo momento, siano chiamate ad un'attenta e sensibile attività di comunicazione e di informazione rispetto alla nuova impostazione che dovremo dare alla programmazione del Trasporto Pubblico Locale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Bonino.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1535 presentata dal Consigliere Artesio, inerente a "Servizi di prenotazione visite mediche ed esami"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1535, presentata dalla Consigliera Artesio, che ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Sono spiacente dell'assenza dell'Assessore alla sanità, in quanto credo che questa questione abbia un contenuto puntuale - i due casi citati - ma anche un valore di carattere generale. Anticipo fin d'ora che il provvedimento con il quale l'Amministrazione regionale ha determinato che i servizi di SovraCup rientrino nelle competenze delle Federazioni sanitarie sovrazonali sarà oggetto di una mia richiesta di comunicazione da parte dell'Assessore in Commissione.
Il contesto che prendiamo in considerazione in questo momento è sensibile per il tipo di aspettative che si suscitano nei cittadini. Noi sappiamo che il tema delle prenotazioni, delle analisi, degli accertamenti diagnostici e delle visite mediche è molto delicato, concerne le liste di attesa, cioè il fronte dell'offerta in ambito sanitario, ma anche le modalità con le quali i nostri servizi sono messi nelle condizioni di fornire delle risposte puntuali e soddisfacenti per la popolazione.
Qui abbiamo già avuto occasione, per iniziativa mia e di altri colleghi, di chiedere conto relativamente alla possibilità che, in questo momento, il servizio di SovraCup dell'ASL Torino 1 ha di fare fronte alle richieste crescenti, e anche complesse, dei cittadini, in particolare della popolazione anziana, con l'attuale modello organizzativo.
In questa situazione di sensibilità si inseriscono, a mio modo di vedere, due iniziative di carattere prettamente commerciale, che credo dovrebbero trovare l'attenzione, se non la sanzione, della Pubblica Amministrazione.
Il primo caso riguarda GCALL GROUP. Sostanzialmente, si tratta di una pubblicità che non temo di definire ingannevole. È un raggruppamento di imprese che promuove la propria iniziativa di accesso alle agende sanitarie del sistema pubblico e privato convenzionato, che, nel fare l'offerta alla popolazione indifferenziata, perché si muove attraverso la promozione on line, indica come propria sede operativa sia una sede di Novara che una sede di Torino.
La questione non è giuridicamente infondata: le sedi operative non sono le sedi legali. È corretto che si dica che questo raggruppamento ha sede operativa a Torino e a Novara, peccato che le sedi operative siano i servizi sanitari locali. Quindi, abbiamo un soggetto affidatario di un servizio che promuove la pubblicità di se stesso dando come indicazione la sede dell'Azienda Sanitaria pubblica. È un po' come se un primario di ortopedia di un nostro ospedale dovesse, per promuovere il proprio curriculum e l'attività della propria struttura complessa, fare affidamento alla pubblicità dell'impresa che fornisce i ferri chirurgici. Quindi, la questione è per lo meno inconsueta.
Ancor più preoccupante è la seconda promozione, cioè quella realizzata da questa struttura privata definita CEP, la quale vanta, a seguito di un contatto telefonico a pagamento, la possibilità di prenotare visite e altri tipi di controlli medici, in quanto si accredita capace di accedere alle agende sanitarie del pubblico e del privato convenzionato. Delle due l'una: o abbiamo dato l'accesso, anche ai sistemi di prenotazione nel sistema pubblico, a soggetti non riconosciuti e non accreditati, quali questo CEP, oppure questo CEP si inserisce nella fase intermedia tra il contatto diretto del paziente con la struttura e ne fa oggetto di una propria nicchia di mercato.
Ciò che veramente suscita preoccupazione in chi si occupa di politiche sanitarie, intese come intervento sulle/e con le persone, è come conclude questa pubblicità. Infatti, offre la consulenza di un fantomatico tutor della salute, che consiglierebbe il paziente per la struttura ospedaliera più consona rispetto alla propria patologia, potendo vantare giudizi sull'efficacia di questo o quel reparto acquisiti direttamente dai primari ospedalieri e dal personale infermieristico.
Di nuovo, è un'inquietante commistione tra soggetti privati che fanno impresa - non commento la qualità di questa impresa - rispetto alla domanda di salute della popolazione e la possibilità di accedere a dati pubblici del Servizio Sanitario.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Con riferimento all'interrogazione testé illustrata dalla Consigliera Artesio, riferisco che le ditte GCALL GROUP e CEP, citate nell'interrogazione, sono imprese private che operano nel libero mercato in virtù di norme la cui applicazione non è di competenza dell'Assessorato alla tutela della salute e sanità.
La GCALL GROUP ha, in passato, assicurato componenti organizzative e tecniche a supporto dell'erogazione del servizio di Call Center per le prenotazioni, che le due citate Aziende Sanitarie hanno messo a disposizione rispettivamente per i cittadini di Torino e provincia (SovraCup) e per il proprio bacino di utenti.
L'ASL di Novara e l'AO "Maggiore della Carità" di Novara, a seguito di gara congiunta, hanno affidato, dal 14/10/2010, il contratto di fornitura del servizio di Call Center all'Associazione Temporanea di Impresa (ATI) costituita da TELECOM ITALIA S.p.A. (mandataria) e dalla Società consortile Diamante S.r.l. (mandante), per cui la ditta GCALL GROUP non risulta essere correntemente tra i fornitori delle succitate Aziende Sanitarie.
L' ASL TO1, a seguito di gara, ha affidato, dal 01/01/2012, il contratto di fornitura del servizio di Call Center alla Società consortile Diamante S.r.l., per cui anche in questo caso la ditta GCALL GROUP non risulta essere correntemente tra i fornitori dell'Azienda Sanitaria.
La CEP, che non è tra i fornitori di alcuna Azienda Sanitaria regionale piemontese, risulta operare come società di servizi che, rivolgendosi direttamente ai cittadini, si offre loro per perfezionare la prenotazione di prestazioni sanitarie in nome e per conto degli utilizzatori che decidendo liberamente di sostenerne gli oneri (solo per i costi di chiamata, come dichiarato nel sito web), li delegano in tal senso.
Considerato che il SSR rende disponibili strumenti adeguati, ancorch in continua evoluzione, per l'accesso alla prenotazione delle prestazioni specialistiche, sia a livello aziendale (CUP e Call Center) che a livello sovrazonale (SovraCup provincia di Torino, di cui è prevista l'estensione a livello regionale su scala di Federazione Sovrazonale, Call Center Prenotazioni web).
I servizi erogati dalle due ditte in oggetto, che sono di natura diversa, non comportano costi aggiuntivi per il SSR, in quanto, nel caso della ditta GCALL GROUP, le sue attività sono svolte nell'ambito del libero mercato ed attualmente non risulta che alcuna Azienda sanitaria piemontese sia tra i loro clienti.
Nel caso della ditta CEP, le sue attività sono totalmente al di fuori del perimetro dei servizi assicurati dal SSR, in quanto trattasi, in ultima analisi, di attività di disbrigo pratiche.
Il fatto che una ditta pubblicizzi le sue attività sul proprio sito web è cosa assolutamente lecita, ancorché sottoposta alle norme vigenti a tutela del consumatore, soprattutto per quanto concerne la correttezza e la completezza dell'informazione fornita.
In conclusione, l'iniziativa di comunicazione che la ditta GCALL GROUP ha avviato sul proprio sito web, ancorché non comporti costi aggiuntivi per il SSR, risulta sicuramente fuorviante, in quanto non conforme all'odierna realtà, poiché la ditta stessa non risulta più tra i fornitori delle citate Aziende Sanitarie Regionali. Per tale motivo, non avendo questa alcun titolo per annoverarle né tra i propri clienti né tra le sue sedi, le Aziende sanitarie regionali interessate, venute a conoscenza del fatto hanno sollecitatamene provveduto a richiedere alla ditta GCALL GROUP di aggiornare il proprio sito web, eliminando ogni erroneo riferimento alle Aziende sanitarie regionali stesse.
L'iniziativa di comunicazione che la ditta CEP ha avviato sul proprio sito web è compatibile sia in termini di economia generale, in quanto riguarda attività al di fuori del perimetro dei servizi assicurati da SSR sia in termini di tutela della popolazione, in quanto gli utenti scelgono liberamente di delegarla per effettuare prenotazione in nome e per conto proprio, accettando di sostenere i costi telefonici chiaramente indicati nel sito. Comunque, dalla valutazione dei contenuti del sito web di detta ditta, emerge che le informazioni riportate sul sito relativamente ai costi delle chiamate ("costo della chiamata da rete fissa 0.52 centesimi SENZA



SCATTO ALLA RISPOSTA da TIM; VODAFONE e H3G 0.77 centesimi; WIND 0.80

centesimi" - testo riportato dal sito in data 11/03/2013) non sono conformi a quelle che poi vengono esposte ed applicate una volta chiamato il numero per accedere al servizio (16 centesimi di scatto alla risposta e 0.94 euro al minuto fino ad un massimo di 15 euro). Ciò potrebbe configurarsi come una violazione delle norme a tutela del consumatore, per cui si sta valutando la possibilità di interessare del caso le Associazioni di tutela dei consumatori presenti sul territorio.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media "Leonardo da Vinci" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media "Leonardo da Vinci" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Veterinaria

Interrogazione a risposta immediata n. 1536 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Cesio 137 nella carne di cinghiale"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1536 presentata dal Consigliere Biolé, che ha la parola per l'illustrazione.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione ovviamente è su un fatto di stretta attualità. Come tutti sappiamo, a partire da giovedì della scorsa settimana, sono comparse delle notizie relative a un'analisi che sarebbe stata effettuata dal Servizio veterinario regionale su ben 27 capi di cinghiali che erano stati catturati tra il 2011 e il 2012 ed è stata rilevata una presenza dell'isotopo cesio 137 piuttosto alta, anche dieci volte superiore al livello consentito in caso di emergenza causata da incidente di tipo nucleare.
In seguito all'attivazione da parte del Ministero di uno stato di emergenza, una squadra si è occupata direttamente della comunicazione alla popolazione e agli Enti e abbiamo rilevato, anche sentendo esperti o leggendo interviste ad esperti del campo, che probabilmente questo tipo di contaminazione deriverebbe addirittura da un inquinamento di cesio a partire dall'incidente di Chernobyl del 1986 (parliamo quindi più di 25 anni fa).
Penso che nella mente e nell'animo di tutti, sia dei colleghi che dei cittadini che vanno a leggere questo tipo di fatti, venga sottolineato ancora una volta quanto possa essere incisivo e pericoloso tutto quello che concerne i continui incidenti nucleari di piccola portata, ma che si stanno sviluppando un po' in tutto il mondo (noi ricordiamo quelli più grandi l'ultimo esattamente due anni fa in Giappone).
Rispetto a ciò, mi preme sapere come la Regione si è mossa e intende muoversi per quanto riguarda le proprie responsabilità nei confronti della salute umana, e non solo, ma anche per quanto riguarda la rilevazione di eventuali pericoli a livello ambientale e di fauna. Chiedo quali sono le misure, le azioni e i programmi di coordinamento con il livello nazionale e con tutti i vari Enti, le varie persone, squadre e competenze coinvolte in merito a questa massiccia presenza che crea un po' di allarme.
Non per aumentare questo tipo di allarme, ma per fugare dei dubbi e avere delle certezze, credo che la Regione debba dare una risposta per quanto di sua competenza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Il monitoraggio ambientale dei radionuclidi in Piemonte è svolto regolarmene da ARPA Piemonte e i valori di concentrazione di radioattività si sono sempre mostrati, fino ad ora, ampiamente al di sotto dei limiti indicati a livello europeo. Pertanto il riscontro di valori di cesio 137 superiori alla norma nelle carni di cinghiali cacciati nella Valsesia va letto come un reperto straordinario e richiede adeguate valutazioni e approfondimenti quantitativi, geografici e di specie.
Per rispondere compiutamente all'interrogazione giusta e anche tempestiva dell'interrogante, l'ingegner Monferino ha chiesto una dettagliata relazione al Settore Prevenzione Veterinaria, che mi permetto data anche la tecnicità della relazione, di consegnare all'interrogante e di mettere a disposizione dell'intera Aula consiliare, che spero e auspico possa rispondere già oggi agli interrogativi posti dall'interrogante e soprattutto alle giuste apprensioni della popolazione, dichiarandomi a disposizione per eventuali ulteriori informazioni che l'interrogante o l'Aula ritenessero necessarie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1537 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Tavolo di trattativa per la Kerry Ingredients and Flavours S.p.A."


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1537, presentata dalla Consigliera Cerutti, che ha la parola per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato questo question time sulla situazione di un'azienda sulla quale non si sono ancora accesi pienamente i riflettori, ma che purtroppo sembra essere un'azienda la cui proprietà ha deciso di andare in una direzione non favorevole al nostro territorio.
Non più tardi di ieri, vi è stato un nuovo sciopero dei dipendenti.
Questa azienda ha una storia di oltre cinquant'anni nel mondo degli aromi prima dell'acquisizione da parte del gruppo irlandese Kerry Group. È sempre stata considerata un'azienda leader dell'economia italiana nel suo settore fregiandosi di importanti ricerche scientifiche che hanno portato a brevetti mondiali per prodotti strategici come gli aromi tartufo e nocciola; tra l'altro, la ricerca è sempre stata e continua ad essere uno dei fiori all'occhiello di quest'azienda.
Abbiamo appreso, in un precedente momento, che è appunto quello che ci ha poi portato alla stesura di un'interrogazione (che consideriamo discussa insieme al question time), che la multinazionale irlandese ha già deciso di rivedere la presenza del nucleo ricerca all'interno della sede di Torino.
In questo senso, solo un piccolo gruppo satellite rimarrà in Italia, a Mosso in provincia di Bergamo, in un altro sito della stessa casa madre dove viene da sospettare che siano trasferite anche le produzioni, portando così il sito torinese verso la chiusura.
Noi crediamo che questo sia un ulteriore caso di un'azienda che, in realtà, ha del lavoro, delle attività, che potrebbe però arrivare a chiudere la propria sede nel nostro territorio anche se non per cessata attività, ma perché purtroppo, in particolare, sono state fatte alcune scelte, in questo caso, dalla multinazionale proprietaria che potrebbero portare sicuramente ad un taglio drastico della presenza occupazionale oltre - oltretutto - a chiudere anche un importante sito sul quale si sviluppa della ricerca.
Sapendo che finora non c'è stata una trattativa, un tavolo che potesse portare avanti le relazioni aziendali tra il sindacato e l'azienda, ed è notizia proprio di queste ore il fatto che ci siano degli incontri previsti per fine marzo e poi in aprile, siamo però qui a chiedere un impegno della Regione e quali siano le sue intenzioni in merito.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.
La parola all'Assessore Porchietto, per la risposta.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Come già ricordava la Consigliera Cerutti, c'è già stata l'attivazione un contatto diretto con l'azienda: ci sarà un incontro il 18 marzo presso l'Unione Industriale tra azienda e rappresentanze sindacali. Tuttavia, noi abbiamo già chiesto di poter incontrare la proprietà per verificare quali sono le reali intenzioni a fronte del fatto che la cosa che ha stupito tutti è stata questa comunicazione diretta ai lavoratori delle intenzioni dell'azienda, senza comunque definire prima le linee con le rappresentanze sindacali né, tanto meno, comunque in qualche modo verificare le intenzioni anche delle rappresentanze sindacali e delle Istituzioni in merito ad una attività che, come già lei ricordava, è presente da moltissimi anni sul territorio, ma soprattutto che ha una forte connotazione anche nell'innovazione e nella ricerca.
Nei prossimi giorni crediamo di poter incontrare l'azienda; stiamo attendendo da loro, visto che il 18 saranno a Torino per incontrare le rappresentanze sindacali, di poter collegare a questo incontro anche un incontro con la Regione, per verificare se ci sono sia gli spazi per rivedere completamente la decisione dell'azienda ed eventualmente anche incentivare investimenti attraverso le linee che abbiamo già aperto con la Regione Piemonte per verificare il mantenimento del sito produttivo e della ricerca dell'innovazione, che comunque è la parte più importante e anche più innovativa di questa attività sul territorio torinese. Quindi saremo a disposizione.
Tra l'altro, colgo l'occasione per chiedere se eventualmente la Consigliera Cerutti condivide nel ritirare l'interrogazione ordinaria che è stata presentata, che penso possa essere sostituita da questa risposta.
Grazie.



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Porchietto.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1534 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Iter procedurale per la dismissione di tratti di strade provinciali"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1534, presentata dal Consigliere Ponso.
La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Assessore, chiedere alla Giunta regionale di annullare il decreto di declassificazione di alcune strade provinciali della "Granda", che è stato firmato lo scorso 19 febbraio, è un atto dovuto nei confronti dei Comuni che si sono trovati di fronte alla richiesta di dismissione avanzata dalla Provincia di Cuneo nel dicembre 2012.
Si tratta di una richiesta ragionevole, perché i Comuni interessati si sono trovati di fronte a una disparità di comportamento rispetto ad altre Amministrazioni del cuneese che, pur trovandosi in situazioni analoghe, non sono state interessate dalle decisioni della Provincia di Cuneo.
una richiesta ragionevole, perché le strade dismesse dalla Provincia mancano di manutenzione da anni e la presa in carico da parte dei Comuni costituirebbe un aggravio di spese che le Amministrazioni comunali, in questo momento, non sono in grado di sostenere.
una richiesta che dovrebbe essere accolta per i rilievi avanzati dal Difensore civico, che è stato interessato dalla questione tanto da segnalare al Presidente della Giunta regionale e alla Regione Piemonte Direzioni trasporti di aver chiesto alla Provincia di Cuneo le seguenti richieste: motivare il mancato annullamento in via di autotutela della deliberazione di dismissione alla luce delle affermate carenze procedurali rappresentate dai Comuni in sede di opposizione alle suddette deliberazioni; a dar conto dell'avvenuta valutazione in ordine alle "idoneità" delle strade provinciali oggetto di dismissioni sotto il profilo dello stato manutentivo delle stesse; a dare conto di possibili casi di sperequazioni tra Comuni che l'avrebbero condotta ad attivare le procedure di dismissioni soltanto relativamente a taluni tratti viari provinciali e non a tutti quei tratti che avevano i requisiti della dismissione.
Se a tutto ciò aggiungiamo che la Provincia di Cuneo adottava le singole deliberazioni di dismissione, cui seguiva opposizione formale da parte dei Comuni interessati, di cui veniva data informazione anche alla Regione Piemonte, Assessorato ai trasporti, e che nelle deliberazioni di dismissioni venivano ravvisati diversi vizi quali l'incompetenza della Giunta provinciale ad emanare l'atto, il difetto di motivazione, la procedura adottata, lo stato di dissesto e pericolosità delle tratte in dismissione, la disparità di trattamento nelle dismissioni, che nelle opposizioni formali alle deliberazioni provinciali di dismissione i Sindaci chiedevano l'annullamento in via di autotutela delle deliberazioni assunte e che fosse consentito l'accesso, ai sensi della legge n. 241/1990, alla documentazione tecnica di individuazione con riferimento a tutta la rete viaria della Provincia di Cuneo, compresi anche quei tratti che pur avendo i requisiti della dismissione non erano stati dismessi, chiedere che i decreti del Presidente della Giunta regionale datati 19 febbraio 2013 e pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte siano annullati in via di autotutela è un atto che ritengo di giustizia nei confronti dei Comuni interessati che chiedono alla Regione di intervenire in loro favore contro le decisioni arbitrariamente prese dalla Provincia di Cuneo.
Assessore, pertanto, confido che la sua sia una chiara presa di posizione e non una risposta interlocutoria. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ponso.
La parola all'Assessore Bonino, per la risposta.



BONINO Barbara, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
I decreti del Presidente della Giunta regionale di classificazione strade sono stati emessi il 19 febbraio 2013 e quindi in data antecedente rispetto ai rilievi, avanzati dal Difensore Civico, datati 22 febbraio 2013.
L'adozione di detti decreti di classificazione da parte della Regione ove vi siano i presupposti, è un atto dovuto cui la Regione deve ottemperare nel rispetto della tempistica rigidamente indicata dall'articolo 2 comma 4 della legge regionale 86/1996. In caso contrario si configurerebbe il reato di omissione di atti d'ufficio.
La Regione si è pertanto espressa essendo stata chiamata dalla Provincia di Cuneo ad intervenire, ai sensi della legge regionale 86 articolo 2, comma 4, a seguito di mancato accordo tra gli enti proprietari delle strade nel rispetto delle norme dettate dal Codice della Strada, D.
Lgs. 285/1992 del Regolamento di attuazione dello stesso anno.
In merito alla richiesta di annullamento, si rappresenta che l'eventuale atto di ritiro in via di autotutela da parte dell'Amministrazione regionale può essere emanato solo per gravi carenze istruttorie o per sopravvenute condizioni che inficino la validità del provvedimento. I rilievi avanzati dal Difensore Civico sono riferiti alla sola Provincia di Cuneo e potrebbero inoltre essere da quest'ultima contestati.
Per quanto riguarda l'iter procedurale seguito, la Regione non pu entrare dell'iter adottato dalla Provincia in quanto ente costituzionalmente equiordinato e pertanto le Regione non può che prendere atto delle valutazioni di quest'ultima.
I decreti regionali pertanto non possono essere ritirati, in via di autotutela: tale ritiro, infatti, porrebbe la Regione in una posizione di mancato adempimento delle proprie funzioni amministrative, ovvero del reato di cui sopra.
Invero, in tal caso, oltre all'omissione di atti d'ufficio, la Provincia di Cuneo stessa potrebbe ricorrere al TAR nei confronti della Regione.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione a risposta immediata n. 1539 presentata dalla Consigliera Pentenero, inerente a "Nuovo progetto di impianto fotovoltaico a terra all'interno del sito di interesse comunitario Riserva naturale orientata della Vauda"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1539, presentata dalla Consigliera Pentenero, che ha la parola per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

Così come recita il titolo della question time, noi sappiamo che è stato presentato un primo progetto, da parte di una società incaricata dal Ministero della Difesa, per la costruzione di un impianto fotovoltaico in una riserva - quindi dentro un sito inserito nel Progetto Natura 2000 - e precisamente dentro il Parco della Vauda. Questo Progetto presentato in prima istanza è stato respinto dalla Conferenza dei servizi e ad oggi risulterebbe essere stato ripresentato; e risulterebbe essere imminente l'attivazione della Conferenza dei servizi per l'espressione del parere in merito.
vero che forse il nuovo progetto ha una definizione che sta ai limiti del confine del SIC del Parco della Vauda, ma comunque si costituirebbe un impianto di tale portata che questo non può non essere tenuto in considerazione come un elemento che andrebbe a mettere in grossa difficoltà i terreni e una zona naturale di grande attenzione e di grande interesse.
Considerata anche l'attenzione popolare che si è verificata in questo periodo di tempo, vorremmo conoscere qual è l'atteggiamento della Regione e soprattutto avere qualche informazione molto precisa legata, appunto all'imminenza dell'attivazione della Conferenza dei servizi.



PRESIDENTE

Grazie.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai parchi e aree protette

In relazione all'interrogazione della Consigliera, chiariamo intanto una cosa importante. L'interrogazione dice che ad agosto 2012 viene presentato in Regione Piemonte un progetto di impianto fotovoltaico. Faccio presente che il progetto, della Cirié centrale PV s.a.s. della Belectric Italia s.r.l., è stato presentato dalla proponente alla Provincia di Torino, che è l'Ente capofila della Conferenza dei servizi: è quindi lei che gestisce tutta la situazione.
Infatti, in data 10 agosto 2012, è stato presentato alla Provincia di Torino il progetto di bonifica bellica e realizzazione di impianto per la produzione di energia elettrica da fonte fotovoltaica, insistente quindi interamente su proprietà del Demanio militare.
Il progetto, per le sue caratteristiche, è sottoposto a procedura di Autorizzazione unica, ai sensi dell'articolo 12 del D.Lgs. 387/03 e a procedura di Valutazione di impatto ambientale di competenza provinciale ai sensi della l.r. 40/1998, con contestuale Valutazione di incidenza ai sensi della l.r. 19/2009: ne deriva che il Responsabile del procedimento di Autorizzazione unica è la Difesa Servizi S.p.A. del Ministero della Difesa e che la responsabilità del procedimento di VIA è in capo alla Provincia di Torino.
L'intervento si colloca all'interno della Riserva naturale della Vauda che coincide con il Sito d'Importanza Comunitaria (SIC) "Vauda".
Nell'ambito delle citate procedure l'Ente delle Aree protette metropolitane è chiamato ad esprimere un parere in fase di VIA relativamente alla compatibilità ambientale dell'opera rispetto all'Area protetta e la Regione Piemonte esprime il giudizio d'incidenza relativamente agli obiettivi di conservazione del SIC "Vauda". Inoltre l'intervento proposto è soggetto al rilascio dell'autorizzazione paesaggistica, ai sensi dell'articolo 146 del D.Lgs. 42/2004, che risulta di competenza regionale ai sensi dell'articolo 3 della l.r. 32/2008. Il provvedimento, peraltro, è anche soggetto al parere vincolante della Soprintendenza.
Sono quindi vari i livelli che su quest'ipotesi di progetto si devono esprimere. In primis, il coordinamento del tutto è in mano alla Provincia di Torino e noi, come Assessorato ai Parchi, dobbiamo esprimere una Valutazione di incidenza relativamente all'impatto sull'area SIC (cioè sull'Area del Sito di interesse comunitario).
Proseguendo, quindi, la Provincia di Torino ha convocato una prima Conferenza dei servizi in data 20/09/2012, contestualmente alla Conferenza dei servizi indetta dalla Difesa Servizi S.p.A. Nel corso dell'istruttoria in sede di sopralluogo sono emerse alcune carenze e problematiche progettuali, sia di tipo ambientale che paesaggistico, evidenziate dai partecipanti alla Conferenza dei servizi. Il mancato approfondimento di tali problematiche non ha reso possibile una completa valutazione della tipologia e dell'entità degli impatti sulle diverse componenti interferite.
Per tale ragione, la Provincia di Torino, in data 31/10/2012, ha sospeso il procedimento per richiedere integrazioni alla documentazione, così come previsto dalla l.r. 40/2008.
In particolare, la Regione Piemonte e l'Ente Parco hanno evidenziato per quanto di competenza, una significativa sottrazione e riduzione della funzionalità dell'habitat comunitario di brughiera pedemontana, ritenendo le misure di mitigazione e compensazione, anche di natura paesaggistica presentate dal proponente inadeguate ed insufficienti, in riferimento all'entità dell'incidenza prodotta, per garantire la coerenza globale della Rete Natura 2000.
stato pertanto richiesto al proponente di valutare soluzioni alternative, con l'obiettivo di valutare porzioni di territorio, sempre all'interno del Demanio militare, che non avessero interferenza con gli habitat e le specie oggetto di tutela del SIC.
In data 8/02/2013 il proponente ha quindi consegnato la documentazione integrativa richiesta: la nuova proposta prevede la realizzazione di un parco fotovoltaico suddiviso in otto aree, situate sempre all'interno della Riserva Orientata della Vauda, poste in gran parte in prossimità della viabilità provinciale. Gli elaborati pervenuti prevedono una modifica del progetto iniziale, con il coinvolgimento in gran parte di aree diverse per la collocazione dei pannelli, senza significativa riduzione dell'estensione dell'intervento, ma con l'individuazione di porzioni di territorio dove non sono presenti habitat tutelati dalla Direttiva 92/43/CEE.
Nel merito dell'istruttoria, attualmente ancora in corso, ed in riferimento ai disposti della DGR n. 3-1183 del 14/12/2010, si ricorda che la classificazione delle Aree protette e dei Siti della Rete Natura 2000 come aree non idonee all'installazione degli impianti fotovoltaici non costituisce un divieto assoluto, bensì la necessità di espletare una valutazione puntuale di natura tecnico-scientifico-naturalistica propria nel caso di specie, della procedura di Valutazione d'incidenza.
Fatte salve tutte le valutazioni ancora da effettuare ai fini dell'espressione del giudizio d'incidenza - perché noi logicamente non abbiamo ancora effettuato queste valutazioni - ai fini dell'espressione del giudizio restano da definire compiutamente tutti gli aspetti concernenti il recupero naturalistico delle superfici interferite dall'eventuale realizzazione dell'intervento, nonché dalla cantieristica di progetto affinché le operazioni di sistemazione finale del sito al termine dell'esercizio dell'impianto sortiscano il massimo effetto in termini di rinaturalizzazione e di ricostituzione degli habitat di pregio, in modo tale da elevare la qualità di tali aree al livello di quelle già presenti in altre porzioni del territorio della Vauda.
Parimenti, poiché il SIC in oggetto è attualmente privo di Piano di Gestione, il progetto in oggetto dovrà essere valutato nella logica di una più complessiva riqualificazione naturalistica dell'intera area della Vauda sottoposta a vincolo militare, che in realtà viene attualmente sfruttata limitatamente, nel senso anche di una sua maggiore possibile fruizione.
Per tutte le altre problematiche di natura ambientale, queste sono riconducibili alla competenza della Provincia di Torino, responsabile del procedimento in materia di valutazione di impatto ambientale (quindi materiali utilizzati e bonifiche).
Concludendo, noi non abbiamo ancora effettuato la valutazione di incidenza rispetto alla direttiva SIC, cioè l'habitat degli uccelli e l'influenza, che è l'unica che compete al Parco. Dopo di che tutte le altre valutazioni competono alla Provincia di Torino, che è la competente e la responsabile del procedimento.
Peraltro la Regione dovrà intervenire con un altro suo organismo, che è la valutazione paesaggistica che è in capo all'Assessorato dell'ambiente oltre alla Sovrintendenza come ho detto prima.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Interrogazione a risposta immediata n. 1540 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Bando di gara Finpiemonte Partecipazioni"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1540 del Consigliere Ronzani, inerente a "Progetto bando di gara di Finpiemonte Partecipazioni".
La parola al Consigliere Ronzani per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Caro Assessore, con quest'interrogazione vorremmo conoscere come si è conclusa la prima fase del bando di gara per manifestazione di interesse per la ricerca di un partner per la costituzione di un'associazione temporanea di impresa finalizzata allo smaltimento dei rifiuti attraverso la realizzazione di un impianto nel quadrante nord del Piemonte, che comprende quattro Province (Biella, Vercelli, Novara e Verbania).
Non è la prima volta che discutiamo di tale questione in Aula, dopo averne discusso in Commissione alla presenza anche dell'Assessore Ravello ma non credo neppure che sarà l'ultima, perché restiamo dell'opinione che la vicenda, per il modo in cui è stata finora gestita e per il problema che si propone di affrontare, sollevi più di un interrogativo.
Siamo rimasti colpiti dalla rapidità con la quale Finpiemonte Partecipazioni, alle prese con un'esigenza non più rinviabile di riorganizzazione della società, abbia deciso di pubblicare il bando di gara del quale stiamo discutendo, ma siamo colpiti soprattutto dalle motivazioni con le quali viene giustificata una tale decisione.
Ricordo per primo che nel bando si fa riferimento ad un protocollo d'intesa approvato dalle quattro Province, ma mai sottoscritto formalmente.
Secondo. Lo stesso Assessore Ravello dichiarò in Commissione di non essere mai stato portato a conoscenza dell'iniziativa, anche se non mi è dato di sapere se l'incontro con i vertici di Finpiemonte, che l'Assessore si era impegnato a convocare, sia mai avvenuto e, qualora fosse avvenuto quale esito abbia avuto.
Terzo. L'Assessore Maccanti, rispondendo alla nostra interrogazione il 18/12/2012, riteneva la decisione di Finpiemonte coerente con il progetto di riorganizzazione della società, ma non è chiaro su quale base Finpiemonte abbia potuto - ripeto, con una tempestività degna di miglior causa - assumere una tale iniziativa in un momento nel quale la crisi economica, il suo protrarsi e il suo aggravamento hanno comportato e comporteranno in Piemonte una forte riduzione della quantità di rifiuti da smaltire, tendenza destinata a durare nel tempo e non ad essere soltanto considerata un fatto congiunturale.
La procedura, come lei sa, Assessore, prevedeva una prima fase, nella quale avrebbero dovuto essere individuati i soggetti interessati a costituire l'ATI e successivamente, in caso di aggiudicazione, a costituire la new-co.
A conclusione di questa prima fase avrebbero dovuto essere selezionati i soggetti o il soggetto da ammettere alle fasi successive, in particolare alla fase di negoziazione e infine a quella della presentazione della proposta vincolante.
A noi risulta, ma in questo vorremmo avere una conferma da lei, che siano pervenute alla società quattro domande e che una delle quattro non sia stata ammessa.
Ci risulta soprattutto che sarebbe stata completata la procedura prevista dalla prima fase del bando ed è per questo che le chiediamo di conoscere quale società sia stata individuata, augurandomi che la sua risposta sia precisa e si concluda con un nome e un cognome.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale

Grazie, Presidente.
La mia risposta sarà precisa rispetto alla domanda contenuta nel question time cui sto dando risposta.
Non è per mancanza di attenzione o per mancanza di interesse che non ripercorro alcune fasi di questa vicenda, perché, come ha ben ricordato il Consigliere Ronzani, l'emanazione di questo bando di gara da parte di Finpiemonte è stata oggetto di una approfondita seduta di V Commissione richiesta allora dal Presidente Bono e da un question time cui la sottoscritta ha già risposto con le dichiarazioni che lei, peraltro, ha ricordato a quest'Aula nel dicembre scorso.
La domanda posta dal question time è: quale società, nel caso in cui si sia conclusa la procedura, è stata individuata? Ad oggi, alla sottoscritta risulta che non sia stata individuata alcuna società.
Ripeto: che non sia stata individuata alcuna società.
La Commissione di gara per la valutazione delle manifestazioni d'interesse, a fronte del bando pubblicato, avvalendosi anche per la parte tecnica di specifiche competenze del settore, ha ad oggi attentamente analizzato le proposte pervenute, che sono risultate molto differenti riguardo la tecnologia di smaltimento che è stata sottoposta all'attenzione della Finanziaria regionale.
evidente che la Regione Piemonte, quale azionista con attività di direzione e di coordinamento, è oggi chiamata ad emanare un atto di direzione, di cui il Consiglio regionale, attraverso la Commissione competente o attraverso i canali che lei riterrà di suggerirci, sarà tempestivamente informato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1541 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Acciaieria Beltrame di San Didero (TO) a rischio chiusura"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1541, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda il Gruppo Beltrame FV che opera nel settore siderurgico da più di un secolo, producendo laminati destinati alle costruzioni edili, alla cantieristica navale e per le macchine a movimentazione terra.
un Gruppo che ha diversi impianti in Italia e anche all'estero e in questo caso, essendo in Regione Piemonte, siamo interessati alla situazione dell'impianto di San Didero, in Val di Susa in provincia di Torino.
Il Gruppo ha all'incirca 2.600 dipendenti, dei quali ben 370 sono in questo impianto, che è un impianto che sta vivendo le ricadute maggiori della crisi di sovrapproduzione dell'acciaio che coinvolge tutta l'Europa.
Infatti, l'impianto diffusione è chiuso da circa un anno, mentre i laminatoi sono aperti, negli ultimi mesi, a singhiozzo.
una situazione molto difficile per tutti i 370 dipendenti.
ovvio, anche per quanto riguarda la nostra linea politica, che le acciaierie sono industrie cosiddette insalubri, nel senso inquinanti, ma sottolineiamo il dato importante che negli ultimi due anni,l'impianto in questione ha fatto investimenti cospicui per ridurre almeno quello che é un inquinamento prodotto da detto impianto. Sono stati fatti circa una trentina di milioni di euro di investimenti, cosa che in altre sedi e in altri stabilimenti del gruppo non è stata fatta.
Ci sembra un po' paradossale, ma abbastanza indicativo dell'andamento italiano, in general modo politico, economico e sociale: da una parte abbiamo delle acciaierie - che non riguardano questo gruppo - tipo l'ILVA di Taranto, che va avanti nonostante una sentenza della Procura che la vorrebbe chiudere perché molto inquinante, dall'altra parte abbiamo in Val di Susa un impianto messo a norma, almeno a regola d'arte per quelle che sono le normative europee, che invece rischia la chiusura.
Sappiamo essere in corso da circa quindici giorni un presidio degli operai al freddo fuori dall'azienda, quindi stanno comunque presidiando come succede sempre più spesso in Italia nei casi di crisi aziendali, e si stanno cercando di prendere dei contatti, sia con la Regione Piemonte - che spero siano presi al più presto - sia e soprattutto con un tavolo a Roma in quanto il gruppo ha sedi anche a Vicenza (dove c'è la casa madre) e un impianto di laminatoi in provincia di Arezzo.
Non mi dilungo oltre e chiedo all'Assessore Porchietto se ci può dire quali interventi intende porre in essere per la salvaguardia dei lavoratori dell'azienda e per il suo notevole indotto o, comunque, per avviare almeno le pratiche per la cassa integrazione, per garantire la sussistenza ai lavoratori qualora la crisi dovesse rivelarsi strutturale e non risolvibile.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Porchietto per la risposta.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Parto da questo ultimo punto evidenziato dal Consigliere Bono, per dire che, in realtà, sono ormai due anni che l'azienda utilizza lo strumento della cassa integrazione straordinaria.
Il monitoraggio che la Regione stava già facendo, prima delle esternazioni dei vertici aziendali, nasceva anche dal fatto che il 3 aprile scadranno i 24 mesi di cassa integrazione straordinaria. Poiché è dal maggio 2012 che l'azienda non produce e sono fermi gli impianti e i macchinari nel sito produttivo della Val di Susa, la preoccupazione nasceva dal fatto che, come prevedono le regole della cassa integrazione straordinaria, qualora l'azienda non terminasse i 24 mesi con il completamento degli investimenti, rischieremmo di non poter richiedere ulteriormente ammortizzatori sociali per i lavoratori.
Detto questo, il contatto che c'è già stato, e che nelle prossime settimane vedrà un incontro tra Regione Piemonte e vertici dell'impresa vicentina, nasceva dal fatto di voler condividere alcuni percorsi, per permettere all'azienda di continuare gli investimenti fatti nella sede piemontese, per far sì che questo non sia uno degli stabilimenti che l'azienda potrà individuare come da chiudere.
In particolare, la preoccupazione nasceva dalle esternazioni fatte dal direttore del personale che evidenziava che il gruppo, per poter rimanere competitivo sul territorio europeo, doveva assumere delle decisioni drastiche in merito a quali stabilimenti mantenere o non mantenere come siti produttivi in Italia.
Non è ancora stato confermato il tavolo del 15 maggio presso il Ministero, ma penso che verrà fatto ormai a ore. Nel contempo, incontrer personalmente il direttore del personale che mi ha già dato la sua disponibilità, per capire quali sono le strategie del gruppo ma soprattutto, per cercare di condividere un percorso che veda lo stabilimento della Val di Susa ancora presente tra i siti produttivi del gruppo.
Terrò chiaramente informata l'Aula e farò sapere al Consigliere Bono quali saranno le risultanze di questo incontro.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1538, inerente a "Applicazione dell'articolo 36 della legge finanziaria regionale per il 2012" presentata dal Consigliere Laus (ritirata)


PRESIDENTE

L'interrogazione a risposta immediata n. 1538 è stata ritirata dall'interrogante, Consigliere Laus.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.53 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.53)



PRESIDENTE

La seduta è aperta


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Costa, Cota, Giordano e Toselli.
Il numero legale è 28.


Argomento:

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 4) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 124 "Designazione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale nell'ambito del territorio della Regione - (l.r. 28/2009)" La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Proposta di deliberazione n. 254 "Consorzio per il Sistema Informativo (CSI Piemonte) - (articolo 13 Statuto del Consorzio) - Consiglio di Amministrazione: nomina di 1 membro in rappresentanza degli enti di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c) dello Statuto (integrazione) Proclamo nominato, quale membro del Consiglio di Amministrazione del Consorzio per il sistema informativo (CSI Piemonte), in rappresentanza degli enti di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c) dello Statuto il signor Giovanni Bernardelli proposto, dall'ASL di Torino 1.
Proposta di deliberazione n. 256 "Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità tra Uomo e Donna - (articolo 3 l.r.
46/1986 e s.m.i.) - nomina di 1 membro in sostituzione della signora Incerto Valentina (dimissionaria)" La votazione non è valida per mancanza del quorum richiesto.
Proposta di deliberazione n. 243 "Fondazione I.S.I. - Istituto per l'Interscambio Scientifico - (articolo 16, Statuto della Fondazione) Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 1 membro effettivo.
La votazione non è valida per mancanza del quorum richiesto.
Proposta di deliberazione n. 244 "Fondazione 'Cesare Pavese' - (articolo 18 Statuto della Fondazione) - Collegio dei Revisori dei Conti - nomina di 1 membro effettivo" La votazione non è valida per mancanza del quorum richiesto.
Proposta di deliberazione n. 239 "Enoteca regionale di Canelli e dell'Astesana - (articolo 14 Statuto dell'ente) - Consiglio Direttivo designazione di 1 membro Proclamo designato, quale membro in seno al Consiglio Direttivo dell'Enoteca regionale di Canelli e dell'Astesana, il signor Andrea Faccio.
Proposta di deliberazione n. 240 "Ufficio del Difensore Civico - (articoli 1, 12, 13 e 14, legge regionale 9 dicembre 1981, n. 50 modificata dalle leggi regionali n. 17/2000 e 4/2008) - designazione del Difensore Civico La votazione non è valida per mancanza del quorum richiesto.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n, 255, inerente a "Convalida della Consigliera Sara Franchino proclamata in data 20 dicembre 2012 (Articolo 36, comma 2 dello Statuto e articolo 18 del Regolamento interno del Consiglio regionale)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 255, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Muliere, nella sua funzione di Presidente della Giunta per le elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità e le insindacabilità, che svolgerà la relazione sull'iter di esame e sulla condizione della Consigliera Sara Franchino, esame che ha condotto alla proposta al Consiglio regionale di convalida della stessa, non essendo state rilevate cause di illegittimità o di incompatibilità.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Il giorno 5 marzo si è riunita la Giunta delle elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità e l'insindacabilità, per gli adempimenti previsti dall'articolo 36 dello Statuto e dall'articolo 18 del Regolamento interno del Consiglio regionale, ai fini della convalida della Consigliera Sara Franchino.
La Consigliera è entrata in carica il 20/12/2012, per la temporanea sostituzione del Consigliere Michele Giovine.
In data 25 gennaio 2013, la Consigliera Franchino ha depositato, su richiesta della Giunta delle elezioni...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Muliere.
Colleghi, stiamo per convalidare la carica di un collega, per favore! Prego, Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

In data 25 gennaio - dicevo - la Consigliera Franchino ha depositato su richiesta della Giunta delle elezioni, la dichiarazione relativa alle cariche ricoperte.
Da tale dichiarazione risulta che ricopre attualmente la carica di Consigliere comunale del Comune di Vesime, nella provincia di Asti.
Tale carica non è incompatibile con quella di Consigliere regionale pertanto, ai sensi dell'articolo 17 della legge 17 febbraio 1968, n. 108, e dell'articolo 18 del Regolamento interno del Consiglio regionale, la Giunta delle elezioni ha deliberato all'unanimità la proposta al Consiglio regionale di convalida della Consigliera Sara Franchino, nei confronti della quale è accertato non sussistere cause di ineleggibilità o di incompatibilità.
La ringrazio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Muliere.
Non essendoci interventi, sentita la relazione del Consigliere Muliere propongo al Consiglio regionale di procedere, con votazione a scrutinio segreto, in merito alla proposta di convalida della Consigliera Sara Franchino.
Ricordo che chi vota "sì", vota per la convalida; chi vota "no", vota contro la convalida.
Nomino scrutatori i Consiglieri Ponso e Novero.
Prego il Consigliere Segretario Leardi di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Leardi effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Procediamo immediatamente allo spoglio delle schede.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 48 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 38 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere schede bianche 4 Il Consiglio approva.
L'elezione della collega Sara Franchino quale Consigliera regionale è pertanto convalidata.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 153, di cui al punto 7) all'o.d.g.
ARTICOLO 63 Emendamento rubricato n. 317), presentato dalla Consigliera Cerutti: All'articolo 63 del disegno di legge n. 153, al punto 3 lettera e) sono aggiunte le seguenti parole: "e la quantificazione dei costi per l'abbattimento dei manufatti obsoleti e la bonifica delle aree dimesse a totale carico delle imprese interessate al trasferimento".



PRESIDENTE

CERUTTI Monica (fuori microfono)



PRESIDENTE

Possiamo considerarlo illustrato.



PRESIDENTE

Assessore Cavallera, vuole esprimere il parere della Giunta regionale sull'emendamento rubricato n. 317) della collega Cerutti?



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Ricordo ai colleghi che il numero legale è 28.
Non essendovi richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 317) sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 63, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 64 Indìco la votazione palese sull'articolo 64.
Il Consiglio approva.
Comunico che l'emendamento rubricato n. 315) della Consigliera Cerutti è ritirato.
ARTICOLO 65 Emendamento rubricato n. 909) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: 1. Al comma 1 dell'articolo 58 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 65 del disegno di legge n. 153, dopo le parole "aree protette" sono aggiunte le seguenti parole ", nonché delle relative varianti".
Emendamento rubricato n. 910) presentato dalla Giunta regionale, presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: 1. Al comma 2 dell'articolo 58 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 65 del disegno di legge n. 153, le parole "per la pianificazione comunale previsti dalla legge" sono sostituite dalle parole" e delle relative varianti,".
Emendamento rubricato n. 911) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: Al comma 8 dell'articolo 58 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 65 del disegno di legge n. 153, dopo le parole "territoriali e urbanistici" e dopo le parole "generali ed esecutivi", inserire le seguenti: "e delle relative varianti,".
Ha chiesto la parola l'Assessore Cavallera per l'illustrazione congiunta degli emendamenti; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
In questo caso, andiamo ad esplicitare il principio per cui la salvaguardia si applica anche alle varianti e agli strumenti urbanistici di pianificazione territoriale. Finora si è sempre applicato di fatto per analogia: in questo modo, lo formalizziamo per iscritto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Emendamento rubricato n. 410) presentato dalla Consigliera Artesio: All'articolo 58, alinea del settimo comma, dopo le parole "di cui agli articoli", sono aggiunte le seguenti parole "9 comma 4,".
Poiché la collega risulta assente, lo consideriamo illustrato.
Assessore Cavallera, vuole esprimere il parere della Giunta regionale sull'emendamento rubricato n. 410) della collega Artesio?



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

La Giunta regionale esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Vi ricordo che il numero legale è sempre 28.
Non essendovi richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 909).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 910).
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Quello precedente noi avevamo assunto che fosse un emendamento della Giunta con parere favorevole. È così?



PRESIDENTE

Sugli emendamenti della Giunta il parere non viene espresso.



BURZI Angelo

Sì, questo lo sapevamo anche noi, ma siccome ci era sembrato che ci fosse un emendamento della collega Artesio...



PRESIDENTE

No, allora...



PRESIDENTE

Quello votato, di chi era?



PRESIDENTE

L'emendamento n. 909) della Giunta è stato approvato, poi il n. 910) è stato approvato con la stessa votazione. Adesso siamo in votazione (la dobbiamo ancora fare) dell'emendamento n. 410) della collega Artesio, sulla quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 410) sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 911).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 65, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 66 Indìco la votazione palese sull'articolo 66.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 67 Emendamento rubricato n. 13) presentato dal Consigliere Buquicchio: Al comma 1 dell'articolo 59 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 67 del disegno di legge 153, dopo le parole "esercita la vigilanza", sono aggiunte le parole "e il costante controllo".
Emendamento rubricato n. 14) presentato dal Consigliere Buquicchio: Al comma 2 dell'articolo 59 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 67 del disegno di legge 153, la parola "organizza" è sostituita dalla parola "dispone".
Emendamento rubricato n. 15) presentato dal Consigliere Buquicchio: Al comma 2 dell'articolo 59 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 67 del disegno di legge 153, dopo le parole "agenti comunali e organizza", è aggiunta la parola "periodicamente".
Emendamento rubricato n. 16) presentato dal Consigliere Buquicchio: Al comma 2 dell'articolo 59 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 67 del disegno di legge 153, dopo le parole "ritenute più efficienti", è aggiunta la parola "ed efficaci".
Emendamento rubricato n. 17) presentato dal Consigliere Buquicchio: Al comma 3 dell'articolo 59 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 67 del disegno di legge 153, dopo le parole "funzioni di vigilanza", è aggiunta la parola "controllo".
Emendamento rubricato n. 18) presentato dal Consigliere Buquicchio: Al comma 3 dell'articolo 59 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 67 del disegno di legge 153, la parola "possono", è sostituita dalle parole "devono poter".
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio per l'illustrazione congiunta degli emendamenti; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
L'Assessore avrà sicuramente preso visione di questi emendamenti ed avrà constatato che emerge il desiderio di vedere meglio puntualizzare quelle che devono essere le funzioni svolte. Tra queste, quella del controllo a noi sembra abbastanza importante da specificare, definire precisare.
Lascio all'Assessore la possibilità di scegliere quale di questi emendamenti accogliere per dare un segnale di riaffermazione di quel concetto da noi perorato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Buquicchio.
Emendamento rubricato n. 912) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: Dopo il comma 3 dell'articolo 59 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 67 del disegno di legge 153, è aggiunto il seguente: "3 bis. Salvo quanto stabilito dalle leggi statali e dalle leggi regionali di settore e senza pregiudizio delle sanzioni penali, la violazione per chi si sottrae all'obbligo di consentire l'accesso previsto al comma 3 comporta la sanzione pecuniaria pari a 516,00 euro.".
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
Questo articolo riguarda la tematica dell'accesso ai cantieri e devo subito dire che, come Giunta regionale, introduciamo il principio della sanzione verso coloro che oppongono il diniego alle autorità comunali di accedere ai cantieri. Questa è stata una segnalazione anche da parte delle polizie municipali, perché è chiaro che le altre forze di polizia hanno anche un'altra veste giuridica e un'altra dimestichezza con le azioni di polizia giudiziaria e quindi, in questo caso, noi favoriamo la verifica del rispetto dei Regolamenti edilizi e comunali.
Per quanto riguarda le tematiche del Consigliere Buquicchio, che a volte tende anche a rafforzare con aggettivi, precisazioni, ecc., devo dire che, letti tutti i suoi emendamenti - devo dare atto che in questo disegno di legge di emendamenti ne abbiamo letti veramente tanti! - darei parere favorevole all'emendamento n. 14) e all'emendamento n. 18). Negativo per gli altri, perché noi ovviamente leggiamo sempre gli articoli in una certa logica che speriamo, dal nostro punto di vista e nell'interesse generale di essere riusciti a mantenere in tutto il disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore, quindi confermo gli emendamenti n. 14) e n. 18) sui quali ha gentilmente espresso parere favorevole, e ritiro gli altri.



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 13), n. 15), n. 16) e n. 17) del Consigliere Buquicchio sono ritirati.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 912).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 67, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 68 Emendamento rubricato n. 318) presentato dalla Consigliera Cerutti: All'articolo 68 del disegno di legge n. 153, al comma secondo dell'articolo 60 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56, dopo le parole "un'organizzazione sociale", sono aggiunte le seguenti parole: "e qualunque soggetto portatore di interessi pubblici e privati, nonché i portatori di interessi diffusi e collettivi".
La Consigliera Cerutti lo dà per illustrato.
Il parere della Giunta?



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 318), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 68, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 69 Indìco la votazione palese sull'articolo 69.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 70 Emendamento rubricato n. 913) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: Dopo il comma 1 dell'articolo 70 del disegno di legge n. 153, è inserito il seguente: "1 bis. Le lettere c) e d) del terzo comma dell'articolo 76 della legge regionale 56/1977 sono sostituite dalle seguenti: 'c) quattro esperti designati rispettivamente dalla Sezione regionale dell'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia (A.N.C.I.), dalla Sezione regionale dell'Unione Province d'Italia (U.P.I.), dalla Delegazione regionale della Unione Nazionale dei Comuni ed Enti Montani (U.N.C.E.M.) dall'Associazione Nazionale Piccoli Comuni d'Italia (A.N.P.C.I.) d) otto esperti designati rispettivamente dall'Ordine degli Architetti dall'Ordine degli Ingegneri, dall'Ordine regionale dei geologi, dall'Ordine interregionale dei dottori agronomi e forestali, dall'Università degli Studi di Torino, dal Politecnico di Torino, dall'Istituto Nazionale di Urbanistica, dall'Associazione Nazionale Centri Storici Artistici.'.".
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Qui, introduciamo nella CTU la presenza dell'Associazione Nazionale dei Piccoli Comuni d'Italia, così com'è in tutti gli altri consessi regionali e anche la presenza dell'Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali.
un Ordine unico, quindi avranno la possibilità di segnalare un loro rappresentante come presenza consultiva.



PRESIDENTE

Grazie.
Il numero legale è 28.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 913).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 70, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 71 Emendamento rubricato n. 12) presentato dal Consigliere Buquicchio: il comma 1 dell'articolo 77 della legge regionale 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 71 del disegno di legge 153 è sostituito come segue: "1. La commissione tecnica urbanistica è organo consultivo della Giunta regionale; essa si esprime, con apposito parere, in ordine a tutte le questioni sia di carattere urbanistico in senso stretto, che di altro genere o materia comportanti implicazioni di scelte di assetto del territorio, preliminarmente alla adozione dell'atto deliberativo. In modo particolare sui seguenti atti: a) disegni di legge, regolamenti, programmi o piani della Regione e altri atti regionali, sui quali la Giunta regionale intenda acquisire il parere della commissione tecnica urbanistica b) strumenti di cui all'articolo 77 bis.".
Tale emendamento è dato per illustrato dal proponente.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

La modifica proposta all'articolo 71 del disegno di legge non mi convince, lo dico molto francamente.
A questo punto, avrei ritenuto decisamente più coraggioso un comportamento della Giunta regionale teso all'abolizione della CTU. In effetti, la CTU non ha più alcuna funzione per quanto riguarda l'approvazione degli strumenti urbanistici, in quanto l'approvazione degli strumenti urbanistici avviene per la massima parte attraverso le conferenze di pianificazione. Qui, sostanzialmente, si definisce, come fa l'articolo 71 del disegno di legge, che "la Commissione Tecnica Urbanistica è organo consultivo della Giunta regionale; essa esprime parere sui seguenti atti" e va bene - "disegni di legge, regolamenti, programmi o piani della Regione e altri atti regionali, sui quali la Giunta regionale intenda acquisire il parere della Commissione Tecnica Urbanistica". Cioè, ha una funzione di parere su alcuni atti, fatto salvo che la Giunta regionale pu autonomamente decidere se avvalersi del parere della Commissione Tecnica Urbanistica oppure non richiedere neanche tale parere.
Assessore Cavallera, è necessario uscire da questo equivoco.
Se la Giunta regionale ritiene che debba esserci ancora un ruolo della CTU, a questo punto il parere della CTU è obbligatorio, anche se poi non è vincolante. Non si può tenere in piedi la Commissione Tecnica Urbanistica con una funzione di parere nei confronti della Giunta su disegni di legge piani e programmi attinenti la legislazione urbanistica e, dopodiché, vi è una facoltà della Giunta regionale di avvalersi o meno di tale parere.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Reschigna.
Per favore! Prego, prosegua.



RESCHIGNA Aldo

Traduco in volgare: se la CTU "rompe" troppo il manovratore, la Giunta regionale non gli chiederà mai il parere.
Se la CTU diventa un fatto di acquiescenza nei confronti delle scelte della Giunta regionale, la Giunta regionale chiede il parere della CTU. Ma è così che funziona il mondo? È così che vogliamo fare funzionare la Regione Piemonte? Mi aspetto un emendamento dall'Assessore Cavallera, altrimenti su questo punto...



(Commenti del Consigliere Ronzani)



RESCHIGNA Aldo

No, "su cui la Giunta regionale intende chiederle il parere" leggitelo.



(Commenti del Consigliere Ronzani)



RESCHIGNA Aldo

obbligatorio se la Giunta regionale, cioè, così non può andare il mondo! A questo punto, chiedo alla Giunta regionale - confesso di essermene accorto solamente adesso - di ritirare le parole "sui quali la Giunta regionale intenda acquisire il parere della Commissione Tecnica Urbanistica", in modo tale che gli diamo un senso e un significato altrimenti è veramente un modo arzigogolato di avere un soggetto all'occorrenza utilizzabile.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Ronzani.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale (fuori microfono)

Posso intervenire?



RONZANI Wilmer

Prego, Assessore, anche perché credo che lei annunci la disponibilità a ritirare...



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, avevo dato la parola al collega Ronzani...
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie.
Qui non c'è alcun emendamento della Giunta regionale, perché alla Giunta regionale andava bene il testo della legge regionale n. 56/1977 vigente. Però, l'aver messo sotto i riflettori questo testo, mi invita a concludere dicendo che - adesso non vorrei banalizzare - in materia di interpretazione delle norme, a volte, anche le virgole hanno la loro importanza.
Come deve essere letta questa norma? E, comunque, come viene letta da noi? È chiaro che sono soggetti a esame - già noi, finora, ci siamo comportati così - "i disegni di legge, i regolamenti, i programmi o piani della Regione e - quindi, oltre - altri atti regionali - togliamo la virgola, perché lasciando la virgola è chiaro che si trarrebbe in inganno in quanto sembrerebbe riferito a tutto l'insieme - sui quali la Giunta intenda acquisire il parere". Naturalmente, il Consigliere Reschigna lo ha riletto adesso, se dovevamo fare una controprova, la controprova è stata fatta.
Quindi, se è consentito un emendamento per una virgola, in questo caso diventa fondamentale. È chiaro che i disegni di legge, i regolamenti, i programmi o i piani della Regione vanno alla CTU, ma non più, come succedeva adesso, i singoli piani regolatori dei Comuni superiori ai 10.000 abitanti, perché, in qualche modo, con la copianificazione abbiamo modificato il sistema.
Naturalmente, quella virgola trae in inganno. Quindi, lasciamo inalterato il testo della legge regionale n. 56/1977 vigente, che è durato decenni, però togliamo questa virgola, che trae, o poteva trarre, anche in precedenza, in inganno.
Comunque, visto che il parere, se viene richiesto, è preventivo, credo che l'emendamento del Consigliere Buquicchio non possa essere accolto quindi il parere è negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Il chiarimento dell'Assessore ha risolto il problema posto dal Consigliere Reschigna. Però, mi permetto di suggerire un modo ancora più preciso per evitare l'insorgere di equivoci, cioè, a dire "ovvero altri atti regionali sui quali la Giunta intende".
Questo mi sembra un modo per affrontare la questione. Quindi, se ho inteso bene, diventerebbe "disegni di legge, regolamenti, programmi o piani della Regione ovvero altri atti regionali sui quali la Giunta regionale intenda acquisire il parere della Commissione Tecnica Urbanistica". Mi sembra che questa formulazione sia ancora più chiara, rispetto alla proposta di sopprimere la virgola che ha fatto l'Assessore Cavallera.



PRESIDENTE

Grazie. Invito il Consigliere Ronzani a venire al banco della Presidenza a sottoscrivere l'emendamento, qualora ne condividesse la stesura che gli Uffici hanno predisposto.
stato dunque depositato l'emendamento rubricato n. 12 bis), presentato dal Consigliere Ronzani, che sarà posto in votazione successivamente all'emendamento rubricato n. 12), presentato dal collega Buquicchio.
Emendamento rubricato n. 12 bis) presentato dal Consigliere Ronzani: All'art. 77, al comma 1, lettera a), le parole "Regione ed atti" sono sostituite dalle parole "Regione ovvero altri atti".
Ricordo che il numero legale è 28.
Non essendovi richieste d'intervento né dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12 bis), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 71, così come modificato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 72 Emendamento rubricato n. 914) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: Alla lettera c) del primo comma dell'articolo 77 bis della l.r. 56/1977 come sostituito dal comma 2 dell'articolo 72 del disegno di legge n. 153 sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: "e i piani e gli strumenti di approfondimento della pianificazione territoriale e paesaggistica".
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Questa modifica corregge un refuso del disegno di legge, aggiungendo tra gli strumenti di pianificazione su cui si esprime la CTU anche i Piani di approfondimento della pianificazione territoriale e paesaggistica: non solo quelli generali, ma anche quelli di approfondimento.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non essendoci richieste d'intervento né dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 914).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 72, così come modificato.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 73.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 73 bis Emendamento rubricato n. 915) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: Dopo l'articolo 73 del disegno di legge n. 153 è inserito il seguente: "Art. 73bis (Sostituzione dell'articolo 81 della l.r.. 56/1977) L'articolo 81 della l.r. 56/1977 è sostituito dal seguente: 'Art. 81 (Procedura per la perimetrazione degli abitati) 1. Le perimetrazioni dei centri abitati di cui all'articolo 12, secondo comma, numero 5bis), possono far parte dei contenuti di varianti almeno strutturali ai sensi dell'articolo 17, comma 4, o sono adottate dal comune o dalla forma associativa che svolge la funzione in materia di pianificazione urbanistica. In quest'ultimo caso, a seguito dell'adozione sono inviate alla Regione che può nel termine di sessanta giorni presentare osservazioni alle perimetrazioni adottate, per l'osservanza dell'articolo 12, secondo comma, numero 5bis) e per la tutela delle preesistenze storico artistiche, ambientali e paesaggistiche. Trascorso tale termine senza che siano intervenute osservazioni, il comune o la forma associativa che svolge la funzione in materia di pianificazione urbanistica approva la perimetrazione'.".
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Questa modifica reintroduce la procedura di perimetrazione del centro abitato, come disciplinato dal già approvato articolo 12.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Confesso che i tempi prolungati della discussione di questo disegno di legge mi fanno avere anche qualche vuoto di memoria, però sinceramente non capisco quest'emendamento. Che cosa dice, sostanzialmente? Allora, noi sappiamo che la perimetrazione degli abitati è un pezzo delle tavole di un Piano regolatore: è rappresentata sulle tavole del Piano regolatore. Come tutti i contenuti di un Piano regolatore e di uno strumento urbanistico, può essere modificato attraverso un nuovo Piano regolatore o attraverso una variante generale.
Qui, l'emendamento del Vicepresidente Cavallera introduce un'ulteriore procedura per arrivare all'individuazione o alla modificazione della perimetrazione dei centri abitati. E che cosa dice l'emendamento? Che la perimetrazione dei centri abitati può far parte dei contenuti di varianti almeno strutturali.
Ho qualche perplessità al riguardo, ma noi sappiamo, quand'anche fosse che una variante strutturale è approvata dalla Conferenza di copianificazione. Qui, invece, si introduce un altro ruolo da parte della Regione, nel senso che la modifica alla perimetrazione deve avvenire almeno all'interno di una variante strutturale, che dev'essere esaminata dalla Conferenza di co-pianificazione; ma qualora quella variante strutturale riguardasse una perimetrazione di un centro abitato, o la sua modifica quella delibera dovrebbe essere mandata alla Regione, la quale avrebbe 60 giorni di tempo per eccepire rispetto ai relativi contenuti.
Faccio questo tipo di ragionamento: se si prende una strada, quella strada va mantenuta con coerenza. Non vedo la necessità, Assessore Cavallera, di individuare un terzo percorso per l'approvazione di varianti strutturali che prevedano la perimetrazione del centro abitato o la sua modifica: non vedo questa necessità.
Se un Comune intende modificare la perimetrazione del proprio centro abitato, lo fa con gli strumenti che la legge regionale gli consente e con le procedure di approvazione che la legge regionale prevede per quel tipo di operazione. Ma l'intervento surrettizio che crea un'ulteriore diversa procedura di approvazione della perimetrazione del centro abitato non lo comprendo. Sinceramente non lo comprendo.
Su questo mi sembra che la relazione e le motivazioni cha portato l'Assessore Cavallera mi sembrano poco probanti rispetto all'emendamento che è stato presentato testé. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Non essendoci richieste d'intervento né in sede di discussione generale n per dichiarazione di voto, do la parola all'Assessore Cavallera, per la replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
C'è del vero sempre in tutte le cose, tanto più in una materia articolata come quella urbanistica. Tuttavia, la spinta a colmare realtà che non hanno all'interno dei loro strumenti urbanistici una perimetrazione formale deriva anche dal fatto che molte norme nazionali acceleratrici, e norme che sono state introdotte come le rogatorie, eccetera, dicono: dentro il centro abitato, fuori dal centro abitato.
A questo punto, è stata prevista una possibilità. Ovviamente, nella scala delle modalità probabili e convenienti, prima c'è il Piano regolatore, poi c'è la variante strutturale poi, laddove i Comuni ritengano di dotarsi per ragioni di utilità comunale e di interesse pubblico per consentire dentro o fuori il centro abitato determinate cose e poterle valutare di conseguenza da parte dell'Amministrazione, molte volte per opporre determinate proposte che si vanno a collocare al di fuori...
Ecco questa era la ragione per cui è stato recuperato un contenuto che storicamente la legge n. 56 aveva sempre avuto, cioè, ristabilendo l'importanza di avere comunque tutti i Comuni dotati della perimetrazione del centro abitato. E qui - pari pari - non si è inventato nulla, si è recuperata la conoscenza e le modalità di definizione di questa perimetrazione che storicamente hanno accompagnato l'evolversi dell'urbanistica nella nostra Regione. Quindi non c'è nessuna volontà particolare.
chiaro che l'indirizzo che diamo ai nostri istruttori, coloro che partecipano alle conferenze, quando i Comuni mettono mano al Piano regolatore, alle varianti o a qualunque tipo di variante strutturale.
chiaro che la perimetrazione è un contenuto veramente importante che deve essere sempre assicurato. Qui è per avere una procedura. Diciamo che, dato che sostanzialmente è non dico una fotografia, ma una definizione con dei criteri abbastanza oggettivi, era anche per far sì che non ci fosse la tentazione o la volontà del Comune di procedere in via autonoma, ma abbiamo previsto comunque che ci sia un coinvolgimento della Regione in questo passaggio, quando il Comune opta per la soluzione che qui è prevista.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, passiamo alla votazione dell'emendamento presentato dalla Giunta.
Il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 915).
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso all'articolo.
ARTICOLO 74 Emendamento rubricato n. 259) presentato dalla Consigliera Cerutti: All'articolo 74 del disegno di legge n. 153, il comma settimo dell'articolo 91 bis, della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 è sostituito dal seguente: "7. Ai componenti della Commissione regionale per i beni culturali e paesaggistici non spetta alcun compenso, fatto salvo il rimborso delle spese debitamente documentate".
L'emendamento è dato per illustrato dalla Consigliera Cerutti.
Emendamento rubricato n. 411) presentato dalla Consigliera Artesio: All'art. 91 bis, dopo il comma 8, L. 56, è aggiunto il seguente: "9. Chiunque può prendere visione e richiedere copia della documentazione relativa ai pareri espressi di cui al comma 1, nel rispetto della normativa vigente in materia di accesso agli atti.".
Emendamento rubricato n. 412) presentato dalla Consigliera Artesio: All'art. 91 bis, dopo il comma 8, L. 56, è aggiunto il seguente: "9. I pareri espressi di cui al comma 1 sono pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione.".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Questi due emendamenti riprendono i principi di partecipazione che avevo cercato di commentare e di cui avevo cercato di convincere l'Assessore in altre parti dell'articolato. Qui si fa riferimento esclusivamente alla possibilità di accedere alla documentazione e quindi di consentire un'ampia interpretazione della definizione di accesso agli atti in modo tale che chiunque possa prendere visione della documentazione relativa e dei pareri espressi.
Con ciò ho illustrato gli emendamenti n. 411) e n. 412).



PRESIDENTE

Grazie, collega Artesio.
Ci sono interventi nell'ambito della discussione generale? La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
Premesso che in questo disegno di legge abbiamo rafforzato la partecipazione e la pubblicità degli atti rispetto a quanto avveniva in precedenza, confermando, peraltro, sempre il ruolo - salvo negli strumenti attuativi - del Consiglio comunale, devo precisare che è uscito l'ultimo testo di legge cosiddetto "anticorruzione", che prevede delle forme di pubblicità di carattere generale per tutti gli atti pubblici, eccetera, e anche per quanto riguarda l'istruttoria. Quindi, credo non sia il caso di prevedere settorialmente delle forme particolari perché, se verrà applicato...
Lo stiamo studiando. Ieri me ne parlava proprio la responsabile dell'Avvocatura che stanno approfondendo la questione, perché ci sarà una svolta dal punto di vista sostanziale con un allargamento della pubblicazione di atti anche riferiti all'istruttoria.
Non so se dopo o prima, ma comunque questa è un'assicurazione che volevo dare alla collega. Viviamo in un contesto dove la legislazione nazionale darà delle indicazioni precise molto più ampie di quanto è avvenuto finora.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 259), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 411), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 412), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 74, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 75 Emendamento rubricato n. 916) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: Il comma 1 dell'articolo 75 del disegno di legge n. 153 è sostituito dal seguente: "Al secondo comma dell'articolo 91 quater della legge regionale 56/1977, le parole "delle concessioni e autorizzazioni" sono sostituite dalle seguenti: "o l'efficacia dei titoli abilitativi".
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie,Presidente.
Con quest'emendamento allarghiamo la gamma di riferimento ai titoli edilizi, introducendo anche il riferimento a quelli che non sono soggetti ad un espresso provvedimento preventivo. Si fa espresso riferimento alla SCIA.



PRESIDENTE

Ci sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto? No.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 916).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 75, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 76 Emendamento rubricato n. 917) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: 1. Prima del comma 1 dell'articolo 76 del disegno di legge. n. 153 è inserito il seguente comma: "01. Al secondo comma dell'articolo 91 octies della l.r. 56/1977 le parole "sottoposti ad approvazione regionale ai sensi degli articoli precedenti," sono soppresse.".
Emendamento rubricato n. 918) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: Il comma 1 dell'articolo 76 del disegno di legge. n. 153, è sostituito dal seguente: "1. Il terzo comma dell'articolo 91 octies della l.r. 56/1977 è sostituito dal seguente: "3. I comuni, nella realizzazione di opere e infrastrutture pubbliche, oltre che ne) rilascio dei titoli edilizi o nell'istruttoria dei titoli edilizi non sottoposti a rilascio, accertano che sia garantito il rispetto e l'osservanza della normativa vigente sull'eliminazione delle barriere architettoniche e percettive.".
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione degli emendamenti.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie,Presidente.
Con l'emendamento n. 916) introduciamo una modifica che elimina una vecchia procedura non più prevista. Con questa modifica teniamo conto dei titoli abilitativi non soggetti a rilascio preventivo (come la SCIA) e delle barriere percettive. Locuzione che prima non era prevista.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
Emendamento rubricato n. 420) presentato dalla Consigliera Artesio: Dopo le parole "barriere architettoniche" aggiungere "in particolare le Pubbliche Amministrazioni, e nello specifico i Comuni, sono tenute alla predisposizione di appositi Piani di Abbattimento delle Barriere Architettoniche (P.E.B.A.) sulla base di indicazioni fornite dalla Regione Piemonte che, ai sensi della L. 41/1986 art. 32 comma 21, ha il compito di indicare agli Enti Locali i criteri e le modalità per l'approvazione del Piano.
La legge 104/1992 stabilisce inoltre l'obbligo da parte dei Comuni di integrare il P.E.B.A. con il Piano di Accessibilità Urbana (P.A.U.), cioè lo studio degli spazi urbani finalizzato alla realizzazione di percorsi pedonali sicuri e accessibili a tutti: i P.A.U. devono riportare indicazioni rispetto all'accessibilità degli spazi urbani, con particolare riferimento all'individuazione di percorsi accessibili, all'installazione di semafori acustici per non vedenti, alla rimozione della segnaletica installata in modo da ostacolare la circolazione delle persone con disabilita".
Emendamento rubricato n. 421) presentato dalla Consigliera Artesio: All'articolo 76 aggiungere il comma: "I comuni devono riservare alla realizzazione di interventi per la promozione dell'accessibilità e l'eliminazione delle barriere architettoniche e percettive almeno il 10% dei proventi annuali derivanti dagli oneri di urbanizzazione e dalle sanzioni in materia urbanistica ed edilizia, ivi comprese le somme introitate ai sensi dell'articolo 37 della legge 28 febbraio 1985, n. 47 e s.m.i.".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione congiunta dei due emendamenti.



ARTESIO Eleonora

Gli emendamenti n. 420) e n. 421) - vedo che l'argomento è ripreso anche nell'emendamento n. 616) del Gruppo del Partito Democratico - non dovrebbero nemmeno essere presentati come emendamenti, perché si tratterebbe di applicazioni obbligatorie e ordinarie, di previsioni legislative e di procedure già in essere.
Spero che su questo la sensibilità del Consiglio possa convenire, visto che siamo ancora nella condizione di sottolineare ciò che le leggi avrebbero già prescritto da tempo, sulla necessità di prevedere, in questa nuova programmazione urbanistica, gli obblighi in capo alle Pubbliche Amministrazioni e, nello specifico, ai Comuni per la predisposizione dei piani di abbattimento delle barriere architettoniche sulla base di indicazioni fornite dalla Regione Piemonte.
Ricordo che se la Regione Piemonte, e questa potrebbe essere l'occasione nella programmazione urbanistica, ha la responsabilità di fornire indirizzi, i Comuni avrebbero l'obbligo di predisporre il Piano di attuazione che, nella fattispecie della rimozione delle barrire, si chiama Piano di accessibilità urbana. Vale a dire: percorsi ciclabili e pedonali accessibili e sicuri a tutti, la possibilità di instaurare semafori acustici per non vedenti, la rimozione della segnaletica che, ancora oggi è installata in modo da impedire la circolazione delle persone con disabilità, e così via. Questi i principi contenuti nell'emendamento n.
420).
Nell'emendamento n. 421) ci permettiamo di inserire una norma di indirizzo delle risorse. È possibile che l'Assessore mi dica che sia eccessivo in una legge di programmazione urbanistica, era una sorta di contributo per garantire la fattibilità sia degli indirizzi regionali che del piano attuativo della accessibilità urbana dei Comuni.
La proposta è di riservare il 10% dei proventi degli oneri di urbanizzazione delle sanzioni, proprio in modo da destinarlo alla realizzazione di questi piani di accessibilità.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 616) presentato dai Consiglieri Reschigna, Motta A, Muliere, Gariglio, Ronzani, Lepri, Taricco, Pentenero: All'articolo 76 (modifiche all'articolo 91 octies della l.r. 56/1977) del disegno di legge n. 153, dopo il comma 1 è inserito il seguente: "2. Dopo il comma 3 dell'articolo 91 octies della l.r. 56/1977 è inserito il seguente: "4. I Comuni, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge sono tenuti alla predisposizione di appositi piani di eliminazione delle barriere architettoniche e sensoriali (P.E.B.A) sulla base dei criteri e delle modalità stabilite dalla Giunta regionale con apposito provvedimento sentite le associazioni di promozione sociale e tutela cui è riconosciuta la rappresentanza dei disabili".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Varrebbero i ragionamenti che ha fatto la Consigliera Artesio. Vi è un principio che però vorremo inserire all'interno della legge, che è quello che si inizi non solo a immaginare che da adesso in avanti ogni intervento possa rispettare le norme sull'eliminazione delle barriere architettoniche sia di tipo fisico che di tipo percettivo, ma che si inizi anche a ragionare rispetto a piani che, necessariamente, avranno tempo per poter essere attuati. Piani che consentano sostanzialmente di reintrodurre questo elemento di civiltà all'interno della vita delle nostre comunità locali.
Sotto quest'aspetto è evidente che, nella formulazione presentata o in quella della Consigliera Artesio, non c'è nessun atteggiamento imperativo emerge sostanzialmente il riconoscimento che questo tema, come tema di civiltà, ha diritto ad entrare all'interno della legislazione piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Motta; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Vorrei riallacciarmi quanto già detto dal Capogruppo e dalla Consigliera Artesio. Questi emendamenti sono stati predisposti per sottolineare un'attenzione che quest'Aula vuole dare. Credo che l'Assessore concordi su quanto sia utile per un criterio sociale di attenzione per i disabili e, soprattutto, perché le Associazioni di promozione sociale e tutela, che sono anche rappresentanti dei disabili, hanno chiesto alla Giunta regionale e al Consiglio, soprattutto per sensibilizzare i Comuni che devono essere aiutati nella predisposizione di appositi piani di eliminazione delle barriere architettoniche e sensoriali. Non che i Comuni non siano attenti, sappiamo che stanno già lavorando in tal senso, ma crediamo che debba essere predisposto un piano di sistema e che la Regione Piemonte debba aiutare i Comuni in questa direzione.
Chiediamo attenzione, perché crediamo sia un segnale di grande civiltà e democrazia.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale sull'emendamento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

L'emendamento presentato dai colleghi Reschigna e Motta è importante perché credo che le città nelle quali viviamo abbiano nel tempo aumentato la loro sensibilità rispetto alle questioni ambientali. Hanno aumentato la loro sensibilità rispetto alle questioni che riguardano i rifiuti, così come al bisogno di trasporti diversi da quelli che sono stati garantiti fino a questo momento soprattutto alla periferia delle grandi città.
Una sensibilità che ancora non è diffusa - e che probabilmente dipende dalla carenza di risorse - riguarda l'eliminazione delle barriere architettoniche.
una questione di grande importanza per chi vive questa sofferenza. La disabilità è un problema che non riguarda solo i disabili, dato che si pu diventare disabile grazie anche ad un incidente automobilistico, in qualunque momento. Ed è certamente un problema che riguarda tutta la comunità e tutta la collettività.
Voglio approfittare di questa questione per proporne un'altra, di cui discuteremo quando esamineremo il bilancio della Regione (mi auguro entro la fine del mese di marzo) che riguarda l'eliminazione delle barriere architettoniche per i cittadini che chiedono un contributo alla Regione, ad esempio per poter accedere con una scala meccanizzata alla propria abitazione.
Questo progetto è finanziato con 900 mila euro; ci sono in questo momento 900 domande di disabili che chiedono il contributo alla Regione per l'eliminazione delle barriere architettoniche e la Regione finanzia soltanto le prime 200 richieste, a seconda della gravità del cittadino disabile.
Quindi, quando discuteremo del bilancio, mentre discutiamo di eliminazione delle barriere architettoniche, bisognerà discutere anche di questo argomento.
Credo che non sia civile il fatto che 700 persone che hanno diritto perché sono in graduatoria, che sono disabili e che avrebbe il diritto di avere un contributo per la legge regionale sulla eliminazione delle barriere architettoniche per l'accesso alla propria abitazione, debbano restare in lista d'attesa e non si sa per quanti anni.
un argomento del quale ci occuperemo e che riprenderemo durante la discussione, cui ho voluto fare un riferimento, visto che, anche se su posizioni diverse, il problema che riguarda i Comuni e il problema che riguarda i cittadini per accedere alle proprie abitazioni, sono certamente problemi simili.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Semplicemente per aggiungermi al sostegno che è stato espresso nei confronti dell'emendamento dai colleghi che mi hanno preceduto.
Molti sono i punti deboli che abbiamo evidenziato in questa legge, che vorremmo qualificare con emendamenti e con interventi che siano degni di un Paese civile.
Certamente non possiamo solo affrontare la questione da un punto di vista economico. Dobbiamo affrontare la questione anche da un punto di vista di programmazione. Quindi, inserire quest'emendamento e queste righe all'interno dell'articolo permette di rafforzare l'idea che tra gli elementi di programmazione non si può non tenere in considerazione quegli aspetti che permetterebbero una vita qualitativamente più degna e qualitativamente migliore a quelle persone che vivono una condizione di disabilità fisica.
Sicuramente in questi momenti bisogna fare attenzione a non abbassare la guardia ed immaginare che ci siano soltanto delle cose prioritarie e che interessano la collettività nella loro complessità.
Credo che ci siano elementi di civiltà ai quali non possiamo fare a meno anche in momenti di crisi e complessi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
Volevo sottolineare il fatto che si tocca una tematica molto sensibile dal punto di vista sociale.
Nella legislazione nazionale e regionale ci sono tanti articoli in tante leggi che prevedono di superare e anche cofinanziare in qualche caso come nel caso che faceva presente il Consigliere Boeti, il superamento delle barriere architettoniche.
A questo proposito, devo dire che la lista d'attesa viene comunque conservata agli atti con diligenza e, nel caso in cui dovesse venire una grandinata finanziaria, si potrebbe assorbire. Questa però è una volontà congiunta legata alle condizioni finanziarie dell'Ente.
Detto questo, credo che al di là di fare un nuovo articolo che richiami i PEBA e quant'altro, visto che questi sono già obbligatori dal 1986, sono contrario ad acquisire dentro la norma ulteriori richiami.
La collega Artesio citava il rovescio della medaglia, cioè i piani di accessibilità urbana (i PAU); tutte sigle e strumenti che ci sono già nella cassetta degli attrezzi.
Vedrei bene, a fronte di questa problematica, di trasformare l'emendamento in un ordine del giorno, che credo potrebbe trovare ampio riscontro. Sarebbe un ordine del giorno dell'autorevolezza del Consiglio che richiama la Giunta, ma anche tutti i soggetti pubblici che, pur con le difficoltà finanziarie, è giusto che vengano richiamati in un'occasione importante come quella che ci vede consegnare alla comunità piemontese una normativa urbanistica aggiornata.
Quindi, sono contrario a tutti gli emendamenti per le motivazioni che vi ho spiegato.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 917).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 420), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 421), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 918).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 616), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 76, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 76 bis Emendamento rubricato n. 422) presentato dalla Consigliera Artesio: dopo art. 76 aggiungere articolo 76 bis "(Progettazione accessibile)".
Si istituiscono il centro regionale di documentazione sull'accessibilità presso cui opera un comitato tecnico scientifico nel quale siano coinvolti l'Università e gli istituti di ricerca, che si occupino in modo sistematico di progettazione accessibile, di linee guida e di specifiche tecniche in merito agli ausili ed alle tipologie d'intervento da realizzare anche secondo il principio dell'"Universal Design" e della "progettazione per Tutti".
Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

un tentativo che mi pare da farsi, ma probabilmente senza successo.
la prosecuzione della precedente impostazione degli emendamenti 420) e 421). Introduce anche un criterio di acquisizione del capitale culturale scientifico prodotto in campo di accessibilità, per evitare che ogni qualvolta che singoli soggetti di progettazione, o singoli soggetti di iniziativa (come i Comuni), o diverse associazioni di rappresentanza si ritrovino, per perseguire il proprio dovere di accessibilità o per rendere sensibili gli Enti locali al tema dell'accessibilità, a procacciarsi le suggestioni dell'ultimo minuto, in tema di progettazioni senza confini, o in tema di valutazione delle misure che favoriscono l'autonomia.
Le stesse situazioni si propongono - credo sia capitato agli attuali amministratori come capitava ai precedenti - quando associazioni di rappresentanza delle disabilità, vuoi sensoriali o vuoi fisico-motorie, ci illustrano le possibilità che nel mercato, o nel mercato dello studio della progettazione o in quello dei prototipi, vengono avanzate per praticare questi principi.
Qui si propone di costituire una banca dati, una banca di progetti (che per comodità chiamiamo osservatorio, ma se il termine non è gradito pu essere modificato), alla quale sovrintendono i soggetti delle rappresentanza, ma soprattutto le comunità scientifiche di riferimento.
Sappiamo che molto spesso il Politecnico, come Architettura, si cimentano e chiedono ai propri studenti di cimentarsi su questa valutazione degli effetti di riduzione delle barriere architettoniche e delle possibilità plastiche di procedervi.
Era un prosieguo del discorso che però, col voto del Consiglio, è stato troncato nelle premesse.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 619) presentato dai Consiglieri Reschigna, Motta A, Muliere, Gariglio, Ronzani, Lepri, Taricco, Pentenero: Dopo l'articolo 76 (Modifica all'articolo 91 octies della l.r. 56/1977) del disegno di legge n. 153, è inserito il seguente: Art. 76 bis (Inserimento dell'articolo 91 nonies della l.r. 56/1977) 1.
Dopo l'articolo 91 octies della l.r. 56/1977 è inserito il seguente: Art. 91 nonies (Centro regionale di documentazione e ricerca sull'accessibilità e l'eliminazione delle barriere architettoniche): 1. È istituito, presso l'Assessorato regionale all'Urbanistica e programmazione territoriale, Beni ambientali e Edilizia, il Centro regionale di documentazione e ricerca sull'accessibilità e l'eliminazione delle barriere architettoniche, di seguito denominato "Centro".
2. Il Centro coadiuva la Giunta regionale nell'accertamento di cui al comma 2 dell'articolo 91 octies, nonché nell'elaborazione di proposte progettuali che tengano conto delle esigenze di accessibilità particolari dei cittadini con disabilità.
3. Al funzionamento del Centro collaborano il Politecnico e rappresentanti delle Associazioni di promozione sociale e tutela cui è riconosciuta la rappresentanza dei disabili sul territorio regionale, secondo le modalità stabilite dalla Giunta regionale con apposito provvedimento, sentita la Commissione consiliare competente.
Ha chiesto la parola la Consigliera Motta Angela per l'illustrazione ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Siamo sempre sull'onda degli emendamenti precedenti, e quindi sempre sull'accessibilità e sull'eliminazione delle barriere architettoniche.
Con l'emendamento chiediamo l'istituzione, presso l'Assessorato regionale all'Urbanistica e alla Programmazione territoriale, di un centro regionale di documentazione e di ricerca sull'accessibilità e sull'eliminazione delle barriere architettoniche. Crediamo possa essere utile per tenere in considerazione le esigenze di accessibilità particolari dei cittadini con disabilità.
Questo centro, che prevediamo collabori con il Politecnico e con i rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e di tutela della disabilità (che già sappiamo collaborano con la Giunta regionale), crediamo possa essere utile proprio per stabilire modalità, competenze, idee e proposte (naturalmente sentita la Commissione consiliare competente), per cercare di migliorare la qualità della vita dei soggetti diversamente abili.
Naturalmente il funzionamento di questo centro non comporta oneri a carico del bilancio regionale, quindi ci sembra che possa essere accolto dalla Giunta regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Motta.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
Vorrei richiamare quello già detto in precedenza, aggiungendo che, per quanto riguarda gli osservatori, i centri di documentazione e quant'altro addirittura nella scorsa legislatura ci fu un'iniziativa della precedente amministrazione proprio nell'ottica di investire le strutture direttamente nel fare, ma eliminando questi nuclei speciali di attività che non sempre raggiungono il risultato e che rischiano di essere un irrigidimento operativo, se non burocratico.
Se c'è quell'ordine del giorno che tende a richiamare l'attenzione sulla tematica va bene, ma, nello specifico, credo che organismi - dalla CTU a quant'altro - ne abbiamo già tanti, quindi non sia il caso di inserirne altri.
Questo non vuole dire disattenzione al tema, ma deve essere affrontato nella sostanza e non solo con azioni formali.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
Procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 422), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 619), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 77 Emendamento rubricato n. 919) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: All'articolo 77 del disegno di legge n. 153, dopo il comma 1 è aggiunto il seguente: "1 bis. Dopo il comma 2 bis dell'articolo 92 della l.r. 56/1977, è aggiunto il seguente: '2 ter. Ai fini dell'applicazione della presente legge, nei comuni o loro forme associative che svolgono la funzione in materia di pianificazione urbanistica in cui, ai sensi di legge, non è prevista e costituita la Giunta, gli atti a questa attribuiti nei procedimenti di pianificazione urbanistica sono assunti dal Consiglio.'".
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

In questo caso, ci adeguiamo all'evoluzione della normativa degli Enti locali.
Nei Comuni sotto i mille abitanti vi è solamente il Consiglio comunale ed il Sindaco; non vi è più la Giunta. Naturalmente, il Sindaco opererà con dei Consiglieri delegati. In questo caso, l'approvazione degli strumenti urbanistici esecutivi compete al Consiglio comunale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 919).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 77, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 78 Emendamento rubricato n. 920) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: 1. Al comma 3 bis dell'articolo 8 della l.r. 18/1996, come aggiunto dal comma 3 dell'articolo 78 del disegno di legge n. 153, le parole "comma 8" sono sostituite dalle seguenti "comma 9".
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
Questa modifica coordina meglio i commi rispetto all'articolo 40, che è già stato votato.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 920).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 78, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 79 Indìco la votazione palese sull'articolo 79.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 80 Indìco la votazione palese sull'articolo 80.
Il Consiglio approva.
Comunico che l'emendamento rubricato n. 921), che introduceva l'articolo 80 bis), è ritirato.
ARTICOLO 81 Indìco la votazione palese sull'articolo 81.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 82 Emendamento rubricato n. 413) presentato dalla Consigliera Artesio: All'articolo 82, il primo comma è soppresso.
L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 939) presentato dal Consigliere Bono: All'articolo 82, il comma 1 (inerente alla modifica del comma 2 dell'articolo 1 della L.R. 20/2009), è eliminato.
L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 861) presentato dal Consigliere Bono: Dopo il comma 1 dell'articolo 82 (Modifiche alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 20) è inserito il comma 1 bis con il seguente testo: "1 bis. Dopo il comma 2 art. 1 della L.R. 14 luglio 2009, n. 20 è inserito il comma 2 bis: 2 bis. I soggetti che hanno utilizzato o utilizzeranno le disposizioni del presente capo I, non possono applicare i disposti di cui all'art. 5 commi 9, 10, 11 e 14 del D.L. 13 maggio 2011 n. 70, convertito in L. 12 luglio 2011 n. 106".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Il primo emendamento è illustrato, perché è già stato recepito in finanziaria, quindi la proroga al 31 dicembre 2013 è già effettiva.
Immagino che il comma decadrà in quanto la proroga al Piano casa è già inserita in una legge regionale, che noi non condividiamo (lo ribadisco anche in questa sede), poiché riguarda l'estensione del Piano casa di un ulteriore anno, quando non abbiamo ancora un'analisi dei dati prodotti dal Piano stesso.
L'emendamento n. 861), invece, chiede che i privati che intendono usufruire della legge del Piano casa non vengano messi nella condizione di poter effettuare ampliamenti eccessivi.
Ricordiamo che è stata approvata la legge n. 106/2011, riguardante le prime norme in materia di sviluppo economico, in conversione del decreto legge 13 maggio 2011, n. 70, che prevede già un ampliamento del 20% in deroga a quello previsto nei Piani regolatori.
Pertanto, sommando il 20% previsto dal Piano casa al 20% previsto dalla legge n. 106, al 20% già previsto in tutti i Piani regolatori per necessità igienico-sanitarie, arriviamo ad un ampliamento in deroga del 60% dei Piani regolatori, che è un qualcosa di assurdo.
Avevamo già contestato a lungo gli ampliamenti del Piano casa, se non realizzati contestualmente ad un efficientamento energetico di tutto l'involucro edilizio, quindi non solo della parte ampliata, e non eravamo riusciti ad ottenere una risposta positiva, in questo senso.
Oggi chiediamo che le due deroghe vengano scisse: o si prevede il 20 del Piano casa regionale o quello (sempre il 20%) della legge nazionale.
Ricordo che la legge nazionale di conversione del decreto legge stabilisce, al comma 9, che le Regioni, al fine di incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, nonché promuovere ed agevolare la riqualificazione di aree urbane, sono tenute a recepire la legge entro sei mesi dalla pubblicazione della stessa.
Ovviamente, questo non è avvenuto per la Regione Piemonte, ma c'è la norma di attuazione automatica che stabilisce, all'articolo 11, che decorso il termine dei sei mesi, sino all'entrata in vigore della normativa regionale, gli interventi si attuano ugualmente in deroga.
Pertanto, pur non avendo approvato la legge regionale - e chiudo - la legge nazionale è vigente in tutte le Regioni a Statuto ordinario.
Chiediamo di recepire quest'emendamento, che chiede di applicare il Piano casa con la deroga del 20%, oppure la legge nazionale.
Sull'applicazione di entrambi, non siamo d'accordo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 862) presentato dal Consigliere Bono: Dopo il comma 1 dell'art. 82 (Modifiche alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 20) è inserito il comma 1 bis con il seguente testo: "1 bis. Al comma 1 art. 3 della L.R. 14 luglio 2009 n. 20, dopo le parole 'alla data di entrata in vigore della presente legge' sono aggiunte ' ovvero entro la data di presentazione dell'intervento'".
L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 863) presentato dal Consigliere Bono: Dopo il comma 1 dell'art. 82 (Modifiche alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 20) è inserito l comma 1 quater con il seguente testo: "1 bis. Al comma 2 art. 4 della L.R. 14 luglio 2009 n. 20, dopo le parole 'alla data di entrata in vigore della presente legge' sono aggiunte ' ovvero entro la data di presentazione dell'intervento'".
L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 864) presentato dal Consigliere Bono: Dopo il comma 1 dell'art. 82 (Modifiche alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 20) è inserito il comma 1 bis con il seguente testo: "1 bis. Al comma 1 art. 7 della L.R. 14 luglio 2009 n. 20, dopo le parole 'alla data di entrata in vigore della presente legge' sono aggiunte ' ovvero entro la data di presentazione dell'intervento'".
L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 414) presentato dalla Consigliera Artesio: All'art. 82, il terzo comma è soppresso.
L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 865) presentato dal Consigliere Bono: Si riscrive il comma 3 dell'art. 82 (Modifiche alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 20) Il comma 4 dell'articolo 5 della l.r. 20/2009 è sostituito dal seguente: "4. Gli interventi di cui agli articoli 3, 4 e 7 sono realizzabili nelle aree individuate dal piani regolatori ricadenti in classe di pericolosità I, II ai sensi della circolare del Presidente della Giunta regionale n.
7/LAP dell'8 maggio 1996, fatto salvo quanto previsto dalle norme di attuazione degli strumenti urbanistici; sono comunque ammessi gli interventi di ampliamento in deroga di cui all'articolo 3. Gli interventi di ristrutturazione edilizia in tali aree possono comprendere anche la integrale demolizione e ricostruzione degli edifici esistenti".
Emendamento rubricato n. 938) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 82 comma 3, nel comma 4 dell'art. 5 della L.R. 14 luglio 2009 n.
20 sono eliminate le parole "IIIb2 e IIIb3 o in classe di pericolosità IIIb) se non diversamente suddivisa".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione congiunta degli emendamenti.



BONO Davide

L'emendamento n. 865) ha sicuramente bisogno di un'illustrazione.
Abbiamo già discusso ampiamente di questi emendamenti con l'Assessore Cavallera anche in Commissione e nell'ultima seduta d'Aula, ovviamente su un altro articolo riguardante il rischio di pericolosità idrogeologica.
Qui, siamo in una fattispecie simile. Infatti, il comma 4 dell'articolo 5 della legge regionale n. 20/2009, il famoso Piano casa, verrebbe modificato dalla legge regionale rendendo possibile interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione sia sul residenziale che sul produttivo fino al 35% anche nelle classi di pericolosità IIIa e IIIb, che sono classi di pericolosità elevata.
Pensiamo, ad esempio, ad una casa costruita sul fianco di una collina che è soggetta a rischio di frana in caso di eventi meteorici intensi. Mi sembra quantomeno bizzarro - concedetemi questo termine - non solo pensare al fatto che oramai la casa è stata costruita, quindi può restare lì (o l'attività produttiva, ancora peggio!), ma addirittura poterne prevedere un ampliamento, la demolizione e ricostruzione con un premio volumetrico.
Questo aspetto mi sembra veramente assurdo.
Noi chiediamo che vengano stralciate le classi IIIa, IIIb o comunque le classi III in generale, perché non comprendiamo quali siano le motivazioni razionali alla base di quest'emendamento.
L'Assessore Cavallera avrà sicuramente delle risposte anche su questa proposta, ma preannuncio già che probabilmente non ci convinceranno. Non so se è stato presentato un emendamento al siffatto emendamento per lasciare lo status quo, ovvero per dire: "Sono stati realizzati dei manufatti, delle case, dei capannoni o quant'altro in aree ad elevato rischio geologico, le teniamo". Va bene - cioè va bene tra virgolette - però non capisco perch insistere, addirittura, nella possibilità di ampliare.
Se l'Assessore Cavallera vuole mantenere lo status quo e lasciare le cose così come stanno se ne assumerà la responsabilità. Attenzione, per ai Consiglieri che voteranno questa norma che permetterà di ampliare del 20% o demolire e ricostruire con un bonus volumetrico.
Sinceramente non prenderò neanche parte al voto di questa norma perché mi sembra anche pericolosa dal punto di vista delle conseguenze che ci potrebbero essere un domani per i Consiglieri che voteranno: uomo avvisato... Bisognerebbe dire anche "donna" per le pari opportunità! Confido che l'Assessore mi abbia ascoltato nonostante la telefonata.
multitasking, per cui riuscirà a fare tutto. Grazie, Presidente.
Se preferisce, illustro anche gli altri.



PRESIDENTE

Ha parlato per tre minuti e mezzo, ne ha ancora otto e mezzo.
Lei ha testé illustrato l'emendamento 865); segue l'emendamento n. 938).



BONO Davide

Lo considero illustrato.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 866) presentato dal Consigliere Bono: Al comma 6 dell'art. 82 (Modifiche alla legge regionale 14 luglio 2009, n.
20), nel comma 2 dell'art. 8 della l.r 14 luglio 2009, n. 20 sono eliminate le parole "o i prospetti".



BONO Davide

Lo considero illustrato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dal Consigliere Buquicchio: Al comma 9 dell'articolo 82 (Modifiche alla legge regionale 14 luglio 2009 n. 20) del disegno di legge 153 dopo le parole: "riqualificazione di aree urbane degradate" sono aggiunte le parole: "con particolare riferimento alla salvaguardia e valorizzazione dei centri storici".
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Relativamente a questo articolo, invito l'Assessore a considerare, tra i vari emendamenti che abbiamo presentato, quelli relativi alla problematica della sicurezza, incolumità e quant'altro.
Sicuramente ci sarà qualche aspetto che vorrà prendere in considerazione e sul quale esprimere parere favorevole.
Considerate illustrati tutti gli emendamenti, con quest'invito all'Assessore. Grazie.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 415) presentato dalla Consigliera Artesio: All'art. 82, comma 9: al comma 1 dell'art. 14 della l.r. 20/2009, le parole "e di concerto con gli operatori privati", sono soppresse.
Non essendo presente la collega Artesio, lo consideriamo illustrato.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dal Consigliere Buquicchio: Al comma 9 dell'articolo 82 (Modifiche alla legge regionale 14 luglio 2009 n. 20) del disegno di legge 153 dopo le parole: "di concerto con gli operatori privati" sono aggiunte le parole: "senza ulteriore e immotivato uso del suolo".
Tale emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 416) presentato dalla Consigliera Artesio: All'art. 82, comma 9: al termine del secondo periodo del comma 1 dell'articolo 14 della l.r. 20/2009, dopo le parole: "totale o parziale, e di ricostruzione.", sono inserite le seguenti parole: " I programmi di cui al presente comma sono sottoposti al procedimento di veridica preventiva della sussistenza dell'interesse pubblico di cui al comma 3 bis e alla procedura di VAS di cui all'art. 3 bis della l.r. 56/77, come modificata dalla presente legge.".
Emendamento rubricato n. 417) presentato dalla Consigliera Artesio: All'art. 82, comma 9: modifica all'art. 14 della l.r. 20/2009, al comma 1 le parole: "Gli ambiti di territorio di cui al presente comma possono essere proposti anche da soggetti privati mediante la presentazione di progetti da inserire nei programmi di rigenerazione urbana.", sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 418) presentato dalla Consigliera Artesio: All'art. 82, il comma 12 è sostituito dal seguente: "12 Dopo il comma 4 dell'articolo 14 della l.r. 20/2009 è inserito il seguente: '6 bis. Gli interventi di cui al presente articolo, ove comportino variazione dello strumento urbanistico generale, sono approvati con la procedura di cui all'articolo 17, della l.r. 56/1977.'".
Non essendo presente la collega Artesio, li consideriamo illustrati.
Emendamento rubricato n. 867) presentato dal Consigliere Bono: Si riscrive il comma 13 dell'art. 82 (Modifiche alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 20) 13. Dopo l'articolo 14 della l.r. 20/2009 è inserito il seguente: "Art. 14 bis (Recupero patrimonio edilizio esistente in comuni montani o collinari con popolazione inferiore a tremila abitanti) 1. Al fine di procedere al recupero del patrimonio edilizio in condizioni di abbandono, localizzato nelle frazioni o borgate minori, i comuni montani o collinari secondo la classificazione ISTAT, con popolazione inferiore a tremila abitanti, individuano, con il PRG o con le modalità di cui all' articolo 17, comma 12, della l.r. 56/1977, gli immobili in condizioni di abbandono o di pericolo, certificate da almeno 5 anni, al fine di formare uno o più ambiti d'intervento, assoggettati a piano di recupero ai sensi dell' articolo 43 della l.r. 56/1977, stabilendo inoltre i termini perentori entro cui procedere alla presentazione in comune del progetto di piano, che devono essere comunicati ai proprietari degli immobili e delle aree interessate dal piano all'atto dell'approvazione dello strumento che individua gli ambiti interessati.
2. Il piano di cui al comma 1 è finalizzato all'eliminazione delle condizioni di abbandono e di pericolo attraverso la demolizione anche con ricostruzione, fatto salvo l'utilizzo di tecniche e materiali tradizionali con il contesto, o il recupero degli immobili individuati, prevedendo la riqualificazione degli ambiti interessati mediante la conferma delle destinazioni d'uso esistenti o l'attivazione di progetti di ricettività diffusa, finalizzati alla rivitalizzazione di tali contesti.
3. Decorso inutilmente il termine di cui al comma 1, il comune invita i proprietari di immobili alla formazione del piano entro il termine di sessanta giorni.
4. Nel caso in cui i proprietari degli immobili non aderiscano all'invito il comune provvede alla compilazione d'ufficio del piano.
5. Il progetto di piano di recupero e lo schema di convenzione sono notificati, secondo le norme del codice di procedura civile, ai proprietari degli immobili con invito di dichiarare la propria accettazione entro trenta giorni dalla data della notifica. In difetto di accettazione o su richiesta dei proprietari, il comune ha facoltà di variare il progetto e lo schema di convenzione.
6. Esperite le procedure di cui ai commi 3, 4 e 5, il comune procede all'approvazione del piano di recupero.
7. Ad approvazione avvenuta, il comune procede alla espropriazione degli immobili dei proprietari che non abbiano accettato il progetto di piano di recupero.
8. Nel caso di cui al comma 7 il comune cede in proprietà o in diritto di superfìcie gli immobili a soggetti privati, con diritto di prelazione agli originari proprietari previa approvazione degli interventi da realizzare e previa stipula della convenzione di cui all' articolo 45 della l.r.
56/1977".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente. Se è possibile, illustrerei anche quelli successivi. Lei sa quali sono i numeri successivi?



PRESIDENTE

Intende gli emendamenti n. 935), 937), 931), 930) e 932)?



BONO Davide

Se insistono tutti sull'articolo 14, sì.



PRESIDENTE

D'accordo, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 935) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 82, nel comma 1 dell'articolo 14 bis della l.r. 20/2009, dopo le parole "in condizioni di abbandono" sono aggiunte "da almeno dieci anni".
Emendamento rubricato n. 937) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 82, nel comma 1 dell'articolo 14 bis della l.r. 20/2009, dopo le parole "in condizioni di abbandono" sono aggiunte "da almeno tre anni".
Emendamento rubricato n. 931) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 82, nel comma 3 dell'articolo 14 bis della l.r. 20/2009, dopo le parole "trenta giorni" sono sostituite da "centoventi giorni".
Emendamento rubricato n. 930) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 82, nel comma 3 dell'articolo 14 bis della l.r. 20/2009, le parole "trenta giorni" sono sostituite da "novanta giorni".
Emendamento rubricato n. 932) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 82, nel comma 3 dell'articolo 14 bis della l.r. 20/2009, le parole "trenta giorni" sono sostituite da "sessanta giorni".
Emendamento rubricato n. 933) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 82, dopo il comma 2 dell'art. 14 bis della l.r. 20/2009, è inserito il comma 2 bis con il seguente testo: "2 bis. Per edifici tradizionali e tipici, ai fini del presente articolo si devono intendere gli immobili/strutture che sono stati edificati con tecniche e materiali tradizionali, che connotano e caratterizzano i paesaggi collinari e montani, ancorché non siano oggetto del vincolo ministeriale di cui alla parte II del D. Lgs, 42/2004 o della dichiarazione di interesse del PRGC di cui all'art. 24 l.r. 56/1977".
Emendamento rubricato n. 934) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 82, nel comma 2 dell'art. 14 bis della l.r. 20/2009, dopo le parole "alla rivitalizzazione di tali contesti." Sono inserite "Per gli edifici tradizionali e tipici, sono ammessi invece gli interventi di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia di tipo A" nonché l'ampliamento "una tantum" per adeguamento igienico funzionale o per autorimesse, nel limite massimo del 20% della SUL esistente (25 mq sono comunque sempre consentiti), oltre agli interventi inerenti il miglioramento dell'efficienza energetica." Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

L'emendamento n. 867) è quello riassuntivo, con tutte le modifiche interne; gli altri emendamenti prevedono le singole modifiche, separate.
Questi emendamenti riguardano una proposta presentata, se non erro, dal Partito Democratico in Commissione, inerente al recupero del patrimonio edilizio esistente nei Comuni montani o collinari con popolazione inferiore a 3.000 abitanti.
un emendamento che si trova del contenuto pienamente in linea soprattutto laddove si pensa di poter rilanciare un'offerta turistica ricettiva sostenibile - ad esempio, con la tipicità delle ricettività diffusa dei cosiddetti "alberghi diffusi" - per rivitalizzare il territorio soprattutto montano e collinare che soffre più della pianura la crisi economica e sociale odierna.
Ci sono alcuni punti che volevo sottolineare e che mi accingo ad illustrare.
Al comma 1, quando si parla di "immobili in condizioni di abbandono e di pericolo", noi chiedevamo se fosse possibile certificare in qualche modo questo abbandono, oltre che il pericolo, perché, come al solito, tendo a paventare un po' il rischio della soggettiva interpretazione da parte del Comune di questo abbandono o pericolo. Ci sarà una certificazione che potrà prevedere l'interruzione dei servizi, dell'erogazione dell'acqua, della luce o del gas da più di cinque anni? O comunque una certificazione di pericolo, di rischio di caduta del tetto o delle mura. Insomma, una certificazione che chiarisca, così come abbiamo previsto quando abbiamo affrontato la delibera sul commercio, che l'edificio sia in stato di abbandono da un tot di anni.
Per quanto riguarda il comma 2, vorrei specificare che si tengano in disparte dal resto dell'emendamento gli edifici tradizionali tipici. In pratica, quando si parla di "edifici tradizionali tipici" non si dia la possibilità della demolizione e ricostruzione, ma solamente del restauro del risanamento conservativo o della ristrutturazione edilizia senza demolizione. Questo è importante perché, soprattutto in montagna, ci sono edifici tipici (baite, casali o quant'altro) su cui è importante fare interventi di risanamento conservativo. Quindi da una parte vi sono quelli che non sono considerati immobili tipici, che possono essere anche demoliti e ricostruiti senza arrecare alcun danno; dall'altra parte, invece, credo sia importante preservare quelle che sono le strutture tipiche. Andiamo quindi a specificare meglio quest'emendamento con l'emendamento n. 933) e col n. 934).
Nell'emendamento rubricato n. 934) sottolineo questa specifica per gli edifici tradizionali tipici. Con l'emendamento n. 933) si introduce il comma 2 bis, in cui si specifica cosa sarebbero gli edifici tradizionali tipici, ovvero gli immobili che sono stati edificati con tecniche e materiali tradizionali che connotano e caratterizzano i paesaggi collinari e montani.
Introducendo questi due emendamenti riteniamo a sufficienza tutelati quelli che sono gli immobili tipici.
Al comma 3 chiediamo che venga prolungato almeno a sessanta giorni il termine di cui al comma 1. Mi spiego meglio.
Per chi non ha seguito i nostri lavori (del resto, sono trascorsi molti mesi dall'inizio della discussione sulla legge), il comma 1 si riferisce al termine per cui se il privato proprietario dell'immobile in condizioni di pericolo e di abbandono non presenta un suo piano di ristrutturazione, il Comune può intervenire, espropriare l'immobile e fare lui un piano per quanto riguarda la ristrutturazione, la demolizione, ricostruzione e quant'altro.
In un caso delicato di esproprio, ritengo che il termine di trenta giorni sia troppo ristretto, perché - peraltro ne avevamo parlato spesso in Commissione - qualcuno potrebbe non essere reperibile perché all'estero o potrebbe non ricevere la comunicazione del Comune o quant'altro. A nostro avviso, quindi, un termine di sessanta giorni potrebbe essere una misura di buonsenso e di cautela, giusto per evitare incidenti "diplomatici" col Comune.
Con questo credo di aver illustrato tutti gli emendamenti.
Gli altri emendamenti sono solo numericamente differenti a livello di cifre: "tre anni", "cinque anni", "dieci anni".



PRESIDENTE

Li vuole ritirare?



BONO Davide

Sì. Lascio solo l'emendamento in riferimento ai "cinque anni". Grazie.



PRESIDENTE

D'accordo.
Emendamento rubricato n. 922) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: al comma 2 dell'articolo 14 bis della l.r. 20/2009, come inserito dal comma 13 dell'articolo 82 del disegno di legge n. 153, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole "Gli interventi devono avvenire nel rispetto delle caratteristiche tipologiche ed architettoniche delle frazioni o borgate minori interessate.".
Ha chiesto la parola l'Assessore Cavallera per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione regionale

Grazie.
Si ribadisce che gli interventi devono avvenire nel rispetto delle caratteristiche tipologiche e architettoniche delle frazioni o borgate minori interessate. È la tematica che era stata posta relativamente al recupero delle borgate montane, come ricorderà il Consigliere Reschigna.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 929) presentato dal Consigliere Bono: all'articolo 82, nel comma 8 dell'articolo 14 bis della L.R. 20/2009, sono eliminate le parole "previa approvazione degli interventi da realizzare".
Tale emendamento è dato per illustrato dal proponente.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dal Consigliere Buquicchio: al comma 14 dell'articolo 82 (Modifiche alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 20) del disegno di legge 153, dopo le parole: "1. Al fine di garantire la sicurezza", sono aggiunte le parole: "e l'incolumità".
Emendamento rubricato n. 6) presentato dal Consigliere Buquicchio: al comma 14 dell'articolo 82 (Modifiche alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 20) del disegno di legge 153, dopo le parole: "1. Al fine di garantire la sicurezza di chi accede alla copertura in fase di manutenzione ordinaria e straordinaria del manufatto in tempi successivi alla ultimazione dello stesso, compresa l'attività di ispezione, in particolare con riferimento alla prevenzione delle cadute dall'alto, è fatto obbligo di prevedere specifiche", sono aggiunte le parole: "ed efficienti".
Emendamento rubricato n. 7) presentato dal Consigliere Buquicchio: al comma 14 dell'articolo 82 (Modifiche alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 20) del disegno di legge 153, dopo le parole: "2. Per specifiche" sono aggiunte le parole: "ed efficienti".
Emendamento rubricato n. 8) presentato dal Consigliere Buquicchio: al comma 14 dell'articolo 82 (Modifiche alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 20) del disegno di legge 153, dopo le parole: "2. Per specifiche misure di sicurezza", le parole: "si intendono la predisposizione di" sono sostituite con le parole: "si intende l'obbligo di predisporre".
Emendamento rubricato n. 9) presentato dal Consigliere Buquicchio: al comma 14 dell'articolo 82 (Modifiche alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 20) del disegno di legge 153, dopo le parole: "5. La previsione delle misure di sicurezza di cui al comma 2 per le opere pubbliche è dimostrata dal progetto approvato e l'installazione e il rispetto dei requisiti", sono inserite le parole: "e delle misure".
Emendamento rubricato n. 10) presentato dal Consigliere Buquicchio: al comma 14 dell'articolo 82 (Modifiche alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 20) del disegno di legge 153, dopo le parole: "6. La previsione delle misure di sicurezza di cui al comma 2 per le opere private è dimostrata dal progetto allegato al titolo abilitativo e l'installazione e il rispetto dei requisiti" sono inserite le parole: "e dei sistemi".
Emendamento rubricato n. 11) presentato dal Consigliere Buquicchio: al comma 14 dell'articolo 82 (Modifiche alla legge regionale 14 luglio 2009, n. 20) del disegno di legge 153, dopo le parole: "7. La Giunta regionale disciplina con proprio regolamento ... per garantire la sicurezza", sono inserite con le parole: "e l'incolumità".
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Presidente, come ho già detto, in attesa di un riscontro favorevole relativamente a quell'argomento sollecitato all'Assessore sulla sicurezza incolumità, li consideri illustrati. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
Non essendoci richieste d'intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione regionale

Grazie, Presidente.
Qui c'è una sfilza di emendamenti, sui quali, ovviamente, occorre posizionarsi.
Chiedo anche l'attenzione della Presidenza: il primo emendamento pu benissimo essere accolto, in quanto la proroga di un anno di validità della legge n. 20 è già stata fatta con un'altra legge, quindi non sarebbe neanche pertinente. Infatti, l'emendamento dice che si va dal 2012 al 2013 e noi siamo già andati al 31/12/2013.
L'emendamento rubricato n. 861) del Consigliere Bono - tra l'altro abbiamo anche redatto una circolare, dove, praticamente, si dice che non si possono cumulare i doppi benefici - senz'altro può essere accolto, perché è in linea con gli orientamenti dell'Assessorato.
Successivamente, ci sono ulteriori emendamenti. Andando in ordine richiamo quello dei "60 giorni": è un termine compatibile, quindi si pu tranquillamente accogliere.
Per quanto riguarda il Consigliere Buquicchio, gli emendamenti rubricati n. 5) e n. 11), secondo me, si possono accogliere, in quanto servono come rafforzativo della definizione normativa.
Ovviamente, essendo stato posta con questi emendamenti una tematica abbastanza complessa, dialogando con il Consigliere Carossa, ho inteso l'intenzione del collega di voler approfondire un punto; per cui mi riservo di esprimere un giudizio in ordine agli emendamenti rubricati n. 933) e n.
934).
Per tutti gli altri il parere è favorevole o contrario, per quelli che non ho citato.
Per quanto concerne questi due emendamenti, è chiaro che, essendo la presentazione di una serie di emendamenti complessi e intrecciati tra loro sono disponibile ad ascoltare il parere della maggioranza o, comunque, del Consigliere Carossa.



PRESIDENTE

Chiedo se ci sono interventi per dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie.
Cortesemente, volevo chiedere una sospensione per non più di quattro cinque minuti, in quanto volevo comprendere alcuni elementi con l'Assessore, magari anche con il Consigliere Bono, in riferimento agli emendamenti rubricati n. 933) e n. 934).
Nello specifico, vorrei capire meglio cosa si intende per "edifici tradizionali e tipici" e, soprattutto, cosa si intende in un'altra frase.



PRESIDENTE

Va bene.
Le dichiarazioni di voto le svolgiamo dopo, quando avremo le risultanze della sospensione.
I nostri lavori riprenderanno alle ore 18.01.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.51 riprende alle ore 18.05)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il numero legale è 28.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste d'intervento per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 413), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 939), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 861), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 862), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 863), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 864), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 414), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 865), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 938), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 866), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 415), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 416), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 417), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 418), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 867), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 935), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 936), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 937), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 922).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 934), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 933), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 931) e 930) sono ritirati.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 932), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 929), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 6), 7), 8), 9) e 10) sono ritirati.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 82, così come emendato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 83



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 868) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 83 al comma 1 le parole "Entro centottanta giorni dall'entrata" sono sostituite da 'Prima dell'entrata'".



PRESIDENTE

In accordo con il proponente, diamo l'emendamento per illustrato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 868), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 83, nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 83 bis



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 928) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: 1. Dopo l'articolo 83 del disegno di legge. n. 153 è inserito il seguente: "Art. 83 bis (Disposizioni inerenti gli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica conseguenti al riordino delle Province all'istituzione della Città Metropolitana e all'esercizio associato delle funzioni comunali) 1. A seguito dell'attuazione del processo di riordino degli enti locali di cui alla legge 7 agosto 2012, n. 135 (Conversione, con modificazioni, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95: Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario), e della l.r. 11/2012, i nuovi enti o le loro forme associative che svolgono la funzione in materia di pianificazione urbanistica si dotano di strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica riferiti al territorio di competenza, anche tramite il coordinamento dei singoli piani previgenti.
2. Fino all'approvazione degli strumenti di cui al comma 1, mantengono efficacia gli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica previgenti che possono essere singolarmente variati, anche successivamente all'istituzione dei nuovi enti o alla costituzione delle loro forme associative, con le modalità di cui alla l.r. 56/1977."



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Questo è un emendamento che serve soprattutto nella fase transitoria per consentire, all'interno delle aggregazioni che sono prevedibili tra vari Comuni, la gestione dei Piani regolatori temporaneamente separati e naturalmente soprattutto per completare gli iter delle varianti che magari sono in corso.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non essendovi richieste d'intervento per dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 928).
Il Consiglio approva.
Con l'approvazione di tale emendamento è introdotto l'articolo 83 bis.
ARTICOLO 84 Emendamento rubricato n. 923) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: Al comma 1 dell'articolo 84 del disegno di legge n. 153, le parole ", ai sensi dell'articolo 8 quinquies della l.r. 56/1977, nel testo vigente" sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 924) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: Il comma 4 dell'articolo 84 del disegno di legge n. 153 è abrogato.
Emendamento rubricato n. 925) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: Dopo il comma 6 dell'articolo 84 del disegno di legge n. 153 è aggiunto il seguente: "6 bis. Fino all'espletamento delle procedure di cui all'articolo 16 della l.r. 11/2012, restano operanti, se non revocate, le eventuali funzioni di pianificazione urbanistica delegate dai Comuni alle Comunità montane, così come esistenti prima dell'entrata in vigore della l.r. 11/2012".
La parola, per l'illustrazione congiunta degli emendamenti all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
Quella dell'emendamento n. 923) è una modifica che si rende necessaria per fare salve le fasi procedimentali già espletate dal PPR, sia per quanto riguarda gli aspetti di pianificazione sia per quanto riguarda gli aspetti di VAS. Con la modifica di legge che facciamo, infatti, regoliamo tutte le fasi di redazione del PPR.
Per quanto riguarda l'emendamento n. 924), avendo reso prevalente la definizione degli interventi edilizi di cui all'articolo 13, non è più necessario fare salve quelle previdenti.
La modifica proposta dall'emendamento n. 925) fa salve, in materia urbanistica, le competenze delegate dai Comuni alle Comunità montane prima della legge regionale 11; questo ovviamente nella fase transitoria, visto che le Comunità montane saranno temporaneamente gestite da Commissari. In ogni caso noi non vogliamo assolutamente che ci siano soluzioni di continuità nel procedimento urbanistico.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Emendamento rubricato n. 869) presentato dal Consigliere Bono: All'art. 84, al comma 3, alla fine del primo capoverso sono inserite le seguenti parole: "; non viene considerato "procedimento avviato" la sola adozione della deliberazione programmatica, l'approvazione del documento programmatico, o di qualsivoglia documento preparatorio.".
In accordo con il proponente, diamo per illustrato l'emendamento.
Non essendovi richieste d'intervento né dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 923).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 869), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 924).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 925).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 84, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 85 Emendamento rubricato n. 926) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: 1. La lettera n) del comma 1 dell'articolo 85 del disegno di legge n. 153 è soppressa.
Emendamento rubricato n. 927) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: 1. Dopo la lettera i) del comma 2 dell'articolo 85 del disegno di legge n.
153 è aggiunta la seguente: "i bis) articolo 9 della legge regionale 8 luglio 1999, n. 19 (Norme in materia di edilizia e modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 'Tutela ed uso dei suolo')".
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 926) propone di eliminare l'abrogazione dell'articolo 81 che è stato reintrodotto, proprio quello per disciplinare la perimetrazione del centro abitato.
L'emendamento n. 927) invece modifica l'abrogazione dell'articolo 9 della legge regionale 19 che modificava l'articolo 50 della legge 56, di nuovo sostituito all'interno del disegno di legge 153. Siamo nella fase del raccordo di tutte le normative.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cavallera.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, procediamo con la votazione degli emendamenti presentati dalla Giunta regionale.
Il numero legale è 28.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 926).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 927).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 85, così come emendato.
Il Consiglio approva.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Chiederei a lei, in primis, e poi alla Giunta e a tutti i colleghi della maggioranza di prendere in considerazione il fatto che siamo riusciti a terminare la discussione di tutti gli emendamenti e degli articoli quindi se siete d'accordo, interromperei i lavori sul punto oggi, per poter poi, la prossima volta, fare le dichiarazioni di voto con calma e nei tempi consentiti e il voto finale.
Penso sia una proposta accettabile.



PRESIDENTE

D'accordo, collega Buquicchio.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Un momento! Non abbiamo finito! Come Presidente, sottopongo all'attenzione dell'Aula la necessità di una norma di coordinamento corposa, oltre che per motivi politici che sono stati rappresentati, anche per ragioni tecniche: gli Uffici mi dicono che non sarebbe male aspettare qualche giorno per poter scrivere la norma di coordinamento.
C'è una serie di ordini del giorno giacenti, magari qualcuno di questi può essere votato senza discussione. Quello sulla solidarietà al Sindaco di Lima mi pare sia stato firmato da tutti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 974 presentato dai Consiglieri Pentenero Ronzani, Reschigna, Laus e Cerutti, inerente a "Attivazione di un tavolo di crisi per gli esuberi annunciati da Vodafone Italia"


PRESIDENTE

Procediamo pertanto con l'esame dell'ordine del giorno n. 974, avente ad oggetto "Attivazione di un tavolo di crisi per gli esuberi annunciati da Vodafone Italia", di cui al punto 32) all'o.d.g.
Se non vi sono richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 974, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che il settore delle telecomunicazioni sta attraversando dal 2008 ad oggi una congiuntura particolarmente difficile, conseguente agli effetti negativi della crisi macroeconomica, nonché alla forte pressione competitiva ed al drastico calo dei prezzi, oltre che per effetto degli interventi regolatori del mercato non diversamente dagli altri operatori del settore anche Vodafone Italia ha risentito pesantemente di tale congiuntura registrando nell'ultimo biennio un rilevante calo del fatturato e dei margini: il fatturato nell'ultimo biennio è sceso di 1,3 miliardi di euro analizzando i dati più recenti a disposizione emerge come nell'ultimo trimestre del 2012 i ricavi da servizi siano diminuiti del 9,3%, senza contare gli effetti del taglio della tariffazione mobile da parte dell'Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) che portano tale riduzione a ben il 13,8%. Ciò pur a fronte di un andamento nettamente positivo nel settore dell'internet mobile (+24%) e nel numero di clienti abbonati (+6,4%) considerato che lo scorso 6 marzo Vodafone Italia ha presentato ai sindacati un Piano industriale da cui emergono ben 700 esuberi su tutto il territorio nazionale nell'ambito delle figure professionali di staff e supporto. La riduzione dell'organico si realizzerebbe attraverso una cessione di ramo aziendale (facility management), mentre, per le restanti unità, l'il marzo sarà avviata una procedura di mobilità nella sola sede Vodafone di Ivrea il personale considerato in esubero ammonta a ben 78 unità, pari al 15% della forza lavoro totale, inoltre altri esuberi riguardano anche la sede di San Mauro Torinese le organizzazioni sindacali hanno immediatamente dichiarato lo stato di agitazione per tutto il personale e hanno definito inaccettabile tale Piano industriale sottolineando come l'azienda intenderebbe realizzare un risparmio di 80 milioni di euro sul costo del lavoro Provincia di Torino e Comune di Ivrea hanno richiesto con urgenza un incontro con i vertici di Vodafone Italia per approfondire un Piano industriale che rischia di avere pesanti ricadute occupazionali su un territorio già duramente provato dal difficile contesto economico ritenuto che un Piano industriale credibile debba necessariamente puntare, anziché sui risparmi ottenuti dalla contrazione del costo del lavoro, sugli interventi necessari a far recuperare qualità all'azienda impegna la Giunta regionale ad avviare con urgenza un tavolo di crisi relativo alle sedi piemontesi di Vodafone Italia, con la finalità di garantire la massima tutela dei livelli occupazionali".
Il Consiglio approva.


Argomento: Diritti umani

Esame ordine del giorno n. 971 presentato dalla Consigliera Cerutti inerente a "Per Susana Villaran, sindaca della città di Lima (Perù)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 971, avente ad oggetto "Per Susana Villaran, sindaca della città di Lima (Perù)", di cui al punto 33) all'o.d.g.
Se non vi sono richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 971, il cui testo recita: "Premesso che: Susana Villaran, impegnata da molti anni nelle lotte del popolo peruviano, attivista dei diritti umani e civili, vince le elezioni e diventa sindaca della città di Lima nel 2011.
Il suo programma elettorale propone due campagne contro la criminalità organizzata e i suoi feudi: la riforma del sistema di trasporto e la chiusura del mercato all'ingrosso, il più grande del Perù.
Dopo due anni di governo della città, Susana ha dimostrato con forza e coerenza la sua intenzione di cambiare la città, con l'appoggio di vasti settori popolari, organizzazioni sociali, associazioni di donne e di una parte della cittadinanza interessata a vivere in una città più organizzata e soprattutto più legale.
Considerato che: Forze legate alla corruzione politica, in complicità con le organizzazioni criminali che dirigono vari settori pubblici, stanno cercando di eliminarla dalla scena pubblica.
Per batterla si avvalgono di una legge approvata nel 1994 dal Parlamento peruviano che aveva come obiettivo la lotta alla corruzione e che prevedeva, mediante un referendum popolare, la revoca dei sindaci corrotti.
Sono le stesse organizzazioni criminali ad utilizzare lo strumento del referendum per espellere Susana Villaran della sua carica di sindaco.
Sottolineato che: Il 17 di marzo si terrà il referendum a Lima e secondo gli ultimi sondaggi Susana conta sull'appoggio attivo del 31% della popolazione di Lima.
Il Consiglio Regionale impegna il Presidente e la Giunta a chiedere al Governo un'azione diplomatica internazionale nei confronti del Perù e di tutti gli stati disponibili a contrastare l'attacco ad una donna, eletta democraticamente, impegnata nella lotta contro la corruzione." Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Biolé.



BIOLE' Fabrizio

Grazie, Presidente.
Intervengo per dire che per un errore, credo mio, il voto risulta astenuto. In realtà volevo votare a favore.



PRESIDENTE

Mettiamo a verbale che, relativamente all'ordine del giorno per Susana Villaran, erroneamente il collega Biolé ha votato "astensione", mentre intendeva votare favorevolmente.


Argomento: Diritti umani

Esame ordine del giorno n. 975 presentato dai Consiglieri Leo, Pentenero Bono, Negro, Tentoni, Tiramani, Spagnuolo, Artesio, Cerutti, Dell'Utri Pedrale, Carossa, Gregorio, Buquicchio, Franchino, Lupi, De Magistris e Valle, inerente a "Diritti umani in Iran"


PRESIDENTE

Procediamo infine con l'esame dell'ordine del giorno n. 975, avente ad oggetto "Diritti umani in Iran", di cui al punto 34) all'o.d.g.
Se non vi sono richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 975 il cui testo recita: "Il Consiglio regionale Tenuto conto delle 64 risoluzioni dell'ONU che condannano le violazioni dei diritti umani, dei diritti delle donne e dei diritti delle minoranze etniche e religiose in Iran Vista l'esecuzione di oltre 120.000 prigionieri politici, la maggioranza dei quali membri dei Mojahedin del Popolo Iraniano (OMPI) considerata la durissima repressione della rivolta popolare iraniana contro il governo nel 2009, a seguito della quale le esecuzioni pubbliche e altre pene crudeli continuano senza sosta visti i tre massacri degli oppositori iraniani a Camp Ashraf e Camp Liberty per mano del Governo dell'Iraq agli ordini del regime iraniano, che hanno portato all'uccisione di 56 residenti e al ferimento di altri 1.200 tenuto conto della situazione esplosiva in cui si trova la società iraniana e del vasto malcontento economico, politico e sociale verso il regime nonché del dilagare delle proteste sociali considerato il fatto che il regime iraniano è il principale stato sponsor del terrorismo fondamentalista in tutto il Medio Oriente; che è ormai vicinissimo alla produzione illegale di armi nucleari; che viola costantemente le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU dell'inclusione di oltre 100 funzionari iraniani nelle black list dell'Unione Europea, degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite tenuto conto dell'ampia base sociale dell'OMPI e del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI), della vasta coalizione di opposizione e del raduno di 110.000 sostenitori della Resistenza Iraniana a Parigi nel giugno 2012 a sostegno di questo movimento visti i programmi del CNRI e della sua presidente Maryam Rajavi, in particolare del piano per un governo provvisorio durante il periodo di transizione che garantisca le libertà politiche e sociali, la totale uguaglianza tra uomini e donne, la separazione tra stato e confessioni religiose, l'indipendenza del sistema giudiziario, l'abolizione di tutte le pene crudeli compresa la pena di morte, il rispetto della Carta delle Nazioni Unite, della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e dei patti e convenzioni internazionali, lo stabilirsi di relazioni pacifiche con tutti i paesi da parte di un Iran senza armamenti nucleari invita il Governo italiano a condannare fermamente la sistematica violazione dei diritti umani e le esecuzioni di massa in Iran e a sostenere il rinvio della causa al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per giungere al processo dei responsabili di tali crimini a sostenere i diritti dei residenti di campo Ashraf e Liberty e la designazione di Campo Liberty come campo per rifugiati da parte delle Nazioni Unite ad appoggiare e sostenere la piattaforma in 10 punti della Presidente Maryam Rajavi che difende fondamentali valori universali.
Impegna Il Presidente della Giunta regionale a trasmettere il presente ordine del giorno al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Presidenti delle Camere italiani, al Presidente della Repubblica Islamica dell'IRAN e al Parlamento iraniano, al Presidente del Parlamento Europeo, al Segretario Generale delle Nazioni Unite".
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.29)



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