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Dettaglio seduta n.33 del 21/09/10 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 10.00 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(Alle ore 10.30 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 11.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Ordine del giorno n. 76 dei Consiglieri Bono e Biolé, inerente a "Adesione alla Giornata Mondiale della Pace delle Nazione Unite" (iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Ordine del giorno n. 75 dei Consiglieri Carossa e Marinello, inerente a "Strage di Torino del 1864" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione e chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Colleghi Consiglieri, la giornata d'oggi è stata dichiarata dall'ONU come Giornata Internazionale della Pace e purtroppo l'Italia, come Nazione facente parte, non vi ha aderito.
Come Gruppo consiliare abbiamo presentato un ordine del giorno che, se volete, illustro brevemente.
Ricordiamo che la pace o, meglio, l'operare per la pace è sancito dalla nostra Costituzione tra i principi fondamentali all'articolo 11: "l'Italia ripudia la guerra come strumento d'offesa alla libertà d'altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e, tra l'altro promuove e favorisce l'organizzazione internazionale rivolta a tale scopo." Questa giornata s'inserisce nell'Anno Internazionale dei Giovani (agosto 2010-agosto 2011) sempre deciso dalle Nazioni Unite, per promuovere i valori del rispetto dei diritti umani e della solidarietà tra le generazioni, le culture, le differenti religioni e le civiltà, tutti elementi sanciti dalla nostra Costituzione.
Si tratta d'elementi decisivi per costruire le fondamenta di una pace duratura a livello planetario.
Il 21 settembre, come ben sapete, è anche l'apertura del summit a New York delle varie Nazioni per stabilire un tavolo contro la povertà, per cercare di risolverla soprattutto nel cosiddetto Terzo Mondo. Sappiamo tutti benissimo che la povertà è un effetto collaterale delle guerre.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Bono.
Il Consigliere Bono sta ponendo all'attenzione dell'Aula una proposta d'inserimento d'ordine del giorno. Chiederei maggiore attenzione, in modo che i singoli Consiglieri possano valutare la propria posizione.
Prego, Consigliere, continui pure.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Stavo ricordando che molto spesso, non sempre ovviamente, la povertà è scatenata, oltre che da calamità naturali (come abbiamo visto recentemente), a volte anche da guerre scatenate per accaparrarsi risorse a buon mercato, soprattutto come minerali e combustibili fossili.
Al momento, purtroppo, l'Italia permane al quinto posto com'esportatrice di commesse militari, per ben 2,7 miliardi di dollari, di cui una buona parte verso paesi del sud del mondo, quindi indirettamente partecipando all'aumento di conflitti e spesso guerre civili ivi presenti come segnalato dal rapporto "Conventional Arms Transfers to Developing Nations 2002-2009".
L'Italia investe ancora oltre il 2% del proprio PIL, quindi oltre 30 miliardi d'euro (più di una manovra finanziaria), nell'industria bellica.
Posto che, come ho già detto prima, purtroppo non ci pare che l'Italia abbia aderito a questa giornata tematica, il cui l'obiettivo è soprattutto quello di coinvolgere i giovani, cioè le generazioni future, quelle che dovranno portare avanti l'impegno di una pace e della lotta alla povertà e alla fame nel mondo, e che la Regione Piemonte dal 2009 è Regione della pace, come segnalato da diversa cartellonistica, anche stradale, chiediamo che il Consiglio regionale aderisca formalmente alla Giornata Mondiale della Pace e che si chieda alla Giunta di farsi portavoce presso il Governo centrale delle esigenze di pace, rappresentate da una buona parte dei cittadini piemontesi e dalla Carta costituente, soprattutto per chiedere di dirottare una parte delle consistenti spese militari del Ministero della Difesa, a settori in crisi come l'istruzione, la sanità e la pubblica sicurezza.
Se c'è interesse dei colleghi Consiglieri a discuterne, siamo anche disponibili a modificare l'ordine del giorno e a farlo sottoscrivere da tutti.
Grazie.



PRESIDENTE

Il Consigliere Bono propone l'inserimento dell'ordine del giorno appena illustrato.
L'iscrizione di nuovi punti o la modifica dell'o.d.g. è regolato dall'articolo 58, comma 3, del Regolamento. In questo caso, o l'Aula acconsente, o si passa alla votazione e sono necessari 40 voti.
Può intervenire un solo Consigliere contro la proposta del Consigliere Bono; mentre non è possibile intervenire a favore.
Qualche Consigliere vuole intervenire contro la proposta del Consigliere Bono?



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Dichiaro iscritto l'ordine del giorno del Consigliere Bono al punto 11) dell'o.d.g. della seduta odierna pomeridiana.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente.
Chiedo, a nome del Gruppo Lega Nord, l'iscrizione di un altro ordine del giorno, avente come oggetto "Strage di Torino nel 1864", cha si riferisce a quando, nel 1864, in piazza San Carlo furono uccisi 50 cittadini torinesi e ne furono feriti oltre 130, proprio nel momento in cui si decise lo spostamento della capitale da Torino a Firenze.
Abbiamo presentato quest'ordine del giorno anche presso il Consiglio Comunale di Torino; vorremmo presentarlo anche qui in Consiglio regionale e chiediamo all'Aula di acconsentire a questa nostra richiesta.



PRESIDENTE

Colleghi, c'è un'ulteriore proposta di modificazione regolata dall'articolo 58, comma 3. Se l'Aula acconsente, iscriverei tale documento al punto 12) all'o.d.g. della seduta pomeridiana.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'ordine del giorno proposto dal Gruppo Lega Nord, illustrato dal Consiglieri Angeleri, è iscritto al punto n. 12) della seduta pomeridiana odierna.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Valle, Maccanti, Cota e De Magistris.
Il numero legale è 28.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili su richiesta i processi verbali delle sedute del 21,22,27,28,29 e 30 luglio 2010.


Argomento:

c) Nota programmazione lavori (articolo 13, comma 5, Regolamento consiliare)


PRESIDENTE

È stata data comunicazione della programmazione quadrimestrale dei lavori definiti dalla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari in data 15 settembre 2010.


Argomento:

d) Comunicazione relativa all'articolo 30, comma 9 del Regolamento inerente a "Modifica alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norma in materia di edilizia sanitaria sociale)"


PRESIDENTE

S'informa che in data 14 settembre 2010 è stata approvata la deliberazione legislativa "Modifica alla legge regionale 17 febbraio 2010 n. 3 (Norma in materia di edilizia sanitaria sociale)".


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

e) Costituzione Comitato per la qualità della normazione e valutazione delle politiche


PRESIDENTE

Comunico che con decreto n. 1 ho provveduto alla costituzione del Comitato per la qualità della normazione e la valutazione delle politiche che è così composto: Boeti, Burzi, Marinello, Pentenero, Taricco e Vignale.
Con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza abbiamo determinato, per il primo turno di Presidenza, a norma dell'articolo 46, il Consigliere regionale Angelo Burzi.


Argomento:

f) Variazione composizione Gruppi consiliari


PRESIDENTE

Comunico che nella seduta del 2 agosto 2010 l'Ufficio di Presidenza ha preso atto che il Consigliere Giampiero Leo ha aderito al Gruppo "Popolo della Libertà" a far data dal 28 luglio 2010.


Argomento:

g) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato sul processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

h) Deliberazioni di variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2010


PRESIDENTE

La Giunta regionale in data 11 agosto 2010 ha trasmesso, per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7, dell'articolo 24 della legge regionale n. 7/2001 ("Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte") n. 8 deliberazioni del 5 luglio 2010.


Argomento:

i) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis dello Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a n. 2 decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale, e di n. 4 deliberazioni di nomina della Giunta regionale.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.



PRESIDENTE

Prima di iniziare i nostri lavori con la trattazione del punto 3) all'o.d.g., relativo a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze" volevo procedere ad una commemorazione di un militare ucciso purtroppo in Afghanistan.



(I Consiglieri regionali Bono e Biol esibiscono in aula un cartello recante la scritta: "381 morti sul lavoro")



PRESIDENTE

Chiederei, per favore, di rimuovere il cartello.
Grazie.



(Commenti del Consigliere Bono)


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione del Tenente Alessandro Romani, militare italiano caduto in Afghanistan il 17 settembre 2010


PRESIDENTE

Nella giornata di venerdì 17 settembre le Forze Armate Italiane presenti in missione di pace in Afghanistan hanno subito la dolorosa perdita del Tenente Alessandro Romani, 36 anni, di Roma, Ufficiale del 9 Reggimento d'assalto paracadutisti Col Moschin, di stanza a Livorno.
Il Tenente Romani, ora promosso a Capitano, è stato colpito insieme ad un altro militare risultato ferito nel corso di un'azione antiterroristica nella parte orientale della provincia ad altissimo rischio di Farah intervenendo contro il tentativo di piazzare una mina sotto il tracciato stradale.
Durante l'incursione due dei militari italiani sono stati oggetto di colpi di arma da fuoco. Dopo il primo soccorso all'ospedale militare di Farah, il Capitano Romani è stato sottoposto ad un intervento chirurgico durante il quale è spirato.
Il nuovo gravissimo lutto cade nel momento in cui le truppe del contingente internazionale sono impegnate a garantire un passaggio fondamentale per la giovane democrazia afgana, ovvero le elezioni legislative.
In questi giorni si sono moltiplicati gli attentati terroristici da parte dei Talebani, tesi ad impedire il regolare svolgimento del voto episodi che hanno investito tutto il Paese, compresa la zona ovest affidata al Comando del Generale degli Alpini Claudio Berto, dove un razzo è stato tirato contro una base italiana, per fortuna senza conseguenze per le truppe italiane.
Con profondo dolore esprimiamo solidarietà nei confronti dei familiari del Capitano Romani e rinnoviamo la vicinanza agli Alpini della Brigata Taurinense, che contribuiscono al mantenimento della pace e alla stabilità delle istituzioni democratiche in Afghanistan.
Invito il Consiglio regionale ad osservare un minuto di silenzio.



(I presenti, in piedi osservano un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Signor Presidente, noi non ci associamo a quanto avvenuto durante il minuto di silenzio, ma non ci associamo neanche agli insulti che arrivano dal centrodestra.



(Commenti del Consigliere Motta Massimiliano)



RESCHIGNA Aldo

Non ci associamo neanche agli insulti che arrivano dal centrodestra perché siccome per il Consigliere Motta la parola "comunista" è un gravissimo insulto, se la tiene per sé! MOTTA Massimiliano (fuori microfono) Non l'ho detta io!



RESCHIGNA Aldo

Se la tiene per sé! Non confidiamo sulla sua sensibilità istituzionale, signor Presidente e come Gruppo regionale del Partito Democratico siamo a chiederle di voler raccogliere in un minuto di silenzio il Consiglio regionale a memoria del sindaco Angelo Vassallo, un Sindaco del Cilento ucciso nelle settimane scorse, che ancora una volta ripropone la difficile esperienza di essere amministratore locale in modo onesto, coraggioso e serio, in territori in cui la legalità è ancora un valore da conquistare.
Non ho altre parole da aggiungere. Credo sia giusto che il Consiglio regionale del Piemonte si raccolga in un momento di attenzione, di solidarietà e di sensibilità verso questo Sindaco ucciso e verso tutti i Sindaci che in quelle regioni si adoperano perché ci sia correttezza nella pubblica amministrazione e più rispetto per la comunità locale.



PRESIDENTE

Accolgo la proposta del Consigliere Reschigna, che ritengo importante e nobile. Se lei è d'accordo, la terrei all'apertura della seduta pomeridiana.
La parola al Consigliere Bono, per fatto personale.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo per fatto personale. Voglio ricordare ai colleghi che non abbiamo disturbato il minuto di silenzio in ricordo del militare italiano caduto, ma abbiamo solo mostrato un cartello in cui chiedevamo al Consiglio...



PRESIDENTE

Non è un fatto personale, ma spiega le motivazioni della vostra azione.
La inviterei a concludere.



BONO Davide

È preliminare al fatto personale, perché se si viene attaccati perch si chiede un minuto di silenzio per i 381 lavoratori morti dal 1° gennaio 2010, penso che chi ha problemi sulla democrazia sia qualcun altro, da quella parte. Grazie.



PRESIDENTE

Non voglio commentare il suo intervento, però le ricordo che il Consigliere Reschigna ha chiesto, in una maniera corretta, di commemorare una persona. Lei poteva e può fare la stessa cosa, ma non con un cartello.
La differenza, mi sia consentito, visto che presiedo l'Aula e vedo uno spettacolo che m'infastidisce ed infastidisce tutti coloro che ci seguono tramite Internet, è che lei ha tutto il diritto di farlo, ma non con un cartello. Lo può fare alla Conferenza dei Capigruppo o chiedendo la parola come ha fatto poco fa il Consigliere Reschigna, molto correttamente.


Argomento: Formazione professionale

Interpellanza n. 115 dei Consiglieri Pentenero, Taricco, Boeti, Artesio Reschigna, Ronzani, Muliere, Cerutti, Manica e Motta Angela, inerente a "Progetto sperimentale per il rilascio della certificazione triennale agli studenti che si iscrivono ai percorsi quadriennali del nuovo ordinamento dell'Istruzione Professionale"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", iniziamo con l'esame dell'interpellanza n. 115.
La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Con quest'interpellanza vogliamo conoscere la posizione della Giunta in merito al tema delle qualifiche professionali per quanto attiene gli istituti professionali.
La Giunta precedente aveva deliberato di portare avanti quanto previsto dalle norme nazionali, iniziando una sperimentazione con gli istituti professionali affinché, insieme alla Regione, si potesse procedere al rilascio delle qualifiche per gli istituti che oggi sono di competenza statale.
Nel quadro dell'approvazione dell'applicazione dei nuovi regolamenti che attengono agli istituti tecnici e professionali c'è una sorta di smarrimento, confusione e complicazione, con cui gli istituti devono fare i conti quest'anno. C'è una sorta di smarrimento anche da parte delle famiglie: durante le iscrizioni per l'anno scolastico 2010-2011 abbiamo assistito ad una nuova trasmigrazione verso i licei e ad una riduzione delle iscrizioni all'interno degli istituti professionali e degli istituti tecnici, che certamente non va nella direzione che tutti quanti abbiamo immaginato e per la quale in questi anni si è lavorato.
A fronte del fatto che la delibera prevedeva anche uno stanziamento di risorse per l'avvio della sperimentazione sul rilascio delle qualifiche triennali per gli istituti professionali, volevamo capire quali erano le intenzioni della Giunta, perché oggi diventa complicato immaginare che la sperimentazione parta, essendosi già avviato l'anno scolastico.
Presidente, è un po' difficile parlare in queste condizioni.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma è la terza volta che richiamo l'ordine in aula, quasi fossimo a scuola. Siamo in un'aula parlamentare, in cui tutti i Consiglieri hanno diritto ad essere ascoltati.
Continui pure, Consigliera Pentenero.



PENTENERO Gianna

Grazie, Presidente.
Volevamo capire qual è l'intenzione della Giunta in merito e quale tipo di destinazione avranno oggi le risorse, ormai ad anno scolastico iniziato: cinque milioni destinati per l'avvio delle sperimentazioni del rilascio delle qualifiche sugli istituti professionali. Vorremmo anche capire cosa succederà a quegli istituti professionali che oggi si trovano in un momento di transizione, durante il quale la norma nazionale prevede che il conferimento della qualifica sugli istituti professionali statali sia trasferita alle Regioni.
Credo sia importante trovare una soluzione in tempi rapidi e definire la strada da seguire, poiché la dispersione scolastica è determinata dal numero di iscrizioni che abbiamo sugli istituti professionali. Se il fenomeno della "licealizzazione" dovesse continuare - e ci sono tutti i presupposti perché continui - e venisse meno l'importanza che rivestono, da un punto di vista professionale, gli istituti stessi, capite che la percentuale, e quindi gli obiettivi della strategia di Lisbona, corre il rischio di aumentare in modo vertiginoso. In tal modo verrebbe meno tutto il lavoro svolto in questi anni, che aveva prodotto buoni risultati, in termini di una riduzione graduale, difficile ma importante, della dispersione scolastica.
Volevamo comprendere l'intendimento della Giunta nei confronti della delibera e della sperimentazione che si intendeva avviare e, quindi, quale sarà il futuro degli istituti professionali, che oggi sono in un momento di grossa difficoltà, essendo un momento di transizione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Porchietto.



PORCHIETTO Claudia, Assessore alla formazione professionale

Grazie, Presidente.
Prima di rispondere ai quesiti posti dalla Consigliera Pentenero, a nome dei Consiglieri che hanno firmato l'interpellanza, ritengo doveroso anche per tutto il Consiglio, fare alcune precisazioni in merito alla procedura fin qui avviata, sia dalla precedente Giunta sia dall'attuale.
La delibera di Giunta regionale 81-13264 dell'8 febbraio 2010 vedeva la Giunta regionale stanziare quattro milioni e mezzo di euro, quindi qualcosa in meno rispetto ai cinque milioni evidenziati dalla collega Pentenero, per il conseguimento delle qualifiche regionali presso gli istituti professionali piemontesi.
Questa previsione veniva inserita in quanto il riordino dell'istruzione di secondo grado, allora in fase ancora non conclusa, lasciava alle sole Regioni il rilascio delle qualifiche triennali.
Contestualmente è stato definito un protocollo con l'Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, in cui il contenuto veniva approvato con questa delibera, che serviva a disciplinare gli aspetti generali del passaggio delle competenze. Questo provvedimento si è inserito in un contesto di riforme che, in realtà, era in progress, non era ancora stato portato a compimento, e che presupponeva, in particolare, l'approvazione delle figure professionali in Conferenza unificata, sulle quali le qualifiche regionali poi sarebbero state rilasciate.
Il Regolamento di riordino è stato firmato a marzo 2010, è entrato in vigore il 16 giugno 2010 e sono state definite le 21 figure, sulle quali dovevano convergere le qualifiche regionali, il 29 aprile 2010. Quindi, la prima parte dell'iter è stata portata a termine.
In particolare, l'approvazione del Regolamento di riordino degli istituti professionali prevedeva all'articolo 8, comma 2, la necessità d'intese tra la singola Regione, il Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, il Ministero dell'Economia e delle Finanze, per realizzare un'offerta coordinata tra i percorsi di istruzione degli istituti professionali e quelli di istruzione e formazione professionale.
Questa previsione, pertanto, ha reso inattuale l'accordo con il solo Ufficio Scolastico Regionale, che, invece, la DGR dell'8 febbraio aveva previsto, perché prevedeva un accordo a livello superiore - qui stiamo già parlando di un momento che si riferisce a giugno.
Nei mesi di maggio e giugno, in una serie di incontri che si sono tenuti tra le Regioni e il Ministero dell'Istruzione è stato definito come scadenza ultima per stipulare gli accordi il 30 giugno 2010, ciò anche per i risvolti organizzativi e di assegnazione dei docenti che i percorsi di qualifica regionale richiedevano.
La Regione Piemonte, che nei mesi di maggio e giugno ha assistito al cambio di amministrazione, con l'insediamento della nuova Giunta a seguito delle elezioni ragionali, espresse l'orientamento - e lo comunicò - di mantenere, per l'anno scolastico 2010-2011, il regime surrogatorio degli istituti professionali, ai sensi dell'articolo 8, comma 5, del Regolamento di riordino; per cui gli stessi potranno continuare a rilasciare le vecchie qualifiche nazionali fino a nuove indicazioni e le comunicazioni sono state date a tempo debito agli istituti.
La scelta della Regione è dettata anche dalla criticità dei tempi e dall'assenza delle linee guida previste per il regime sussidiario, ai sensi dell'articolo 2 del Regolamento. Inoltre, non è stata adottata soltanto dalla Regione Piemonte, ma anche da altre Regioni italiane, fatta salva la Lombardia, che però aveva già firmato nell'anno 2009, e non nel 2010 quindi un anno prima - l'intesa con i Ministeri e avviato una sperimentazione di qualifiche negli istituti professionali.
Tuttavia, proprio valutando la specificità degli istituti professionali alberghieri, che sono quelli che venivano individuati nella vostra interpellanza, ed in particolare la stretta similitudine che già esisteva tra le qualifiche nazionali rilasciate da questi istituti e le qualifiche regionali piemontesi, con una nota del 22 giugno 2010, veniva chiesto al Ministero dell'Istruzione la possibilità di sperimentare, solo per questi istituti, già da quest'anno le qualifiche regionali.
Il quesito è stato posto anche per capire se, comunque, era necessaria la firma di un'intesa con il Ministero o se era possibile far convivere nella stessa Regione il regime sussidiario e il regime surrogatorio previsto dalla nuova normativa.
A tale quesito, nonostante i numerosi solleciti, ad oggi non è pervenuto riscontro, pertanto i percorsi immaginati di sperimentazione, per quanto riguardava gli istituti professionali alberghieri, non potranno aver luogo da quest'anno.
Fatta questa debita premessa, vorrei specificare alcuni punti rispetto alle richieste della Consigliera Pentenero. In primis, in funzione del fatto che i numerosi solleciti non hanno sortito una risposta né ufficiosa né ufficiale, nelle prossime settimane - abbiamo già richiesto un incontro saremo presenti al Ministero per verificare che tutto il processo procedurale vada a compimento per l'anno 2011, in modo da non doverci trovare in una situazione di stallo anche per il prossimo anno scolastico.
Il fatto che ci sia stato uno smarrimento, diciamo così, da parte delle famiglie, quindi che per il percorso formativo scolastico siano stati individuati, in termini di massima sicurezza e serenità, i licei, anzich gli istituti tecnici e professionali, in realtà - ho parlato anche con l'Assessore D'Ottavio della Provincia di Torino, con il quale abbiamo avuto un incontro informale proprio la scorsa settimana - è una situazione che da tempo viene monitorata dalla Regione Piemonte, come penso la Consigliera Pentenero ci potrà dire, in particolare dalla Provincia di Torino, ma anche dalle altre Province. Questo smarrimento legato al ritardo nel passaggio delle competenze dallo Stato alle Regioni non nasce oggi: è da alcuni anni che la nostra Regione osserva questo lento processo di riallontanamento dagli istituti tecnici superiori dei nostri studenti.
È chiaro che anche con l'Assessore D'Ottavio, con cui ho parlato la scorsa settimana, e con l'Assessore Chiama, con cui abbiamo voluto essere presenti all'apertura del percorso scolastico all'Istituto Grassi, per dare un segnale di forte attenzione, da parte della Provincia e della Regione al tema degli istituti tecnici professionali, nelle prossime settimane, in un apposito tavolo che abbiamo già calendarizzato verificheremo, in primis il fabbisogno formativo dei nostri ragazzi. Chiaramente, in secondo luogo esamineremo il processo che ci dovrà portare, invece, al compimento di questa riforma, quindi all'avvio per l'anno 2011 dei percorsi scolastici senza gli intoppi che quest'anno si sono verificati, non a causa di una mancanza di attenzione da parte della Regione Piemonte e della Giunta regionale, ma, in realtà, da un non chiarimento circa il percorso che avevamo richiesto al Ministero nei mesi precedenti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Porchietto.
La parola alla Consigliera Pentenero per la replica.



PENTENERO Giovanna

Intanto, ringrazio l'Assessore per la puntuale analisi e la cronistoria di quanto successo in merito alle qualifiche regionali per gli istituti professionali.
Rimane da capire cosa intenda fare la Giunta relativamente alle risorse destinate a questo tipo di sperimentazione, se posticiparle all'anno successivo o riprendere l'attività di progettazione per cercare di ridurre la dispersione scolastica, così come veniva fatto negli anni precedenti relativamente agli istituti professionali.
Questa potrebbe essere una strada che mi permetto di indicare, proprio perché l'approvazione dei nuovi regolamenti, sicuramente, ha posto le famiglie in una situazione di grossa difficoltà, in quanto, come ha ricordato l'Assessore, i regolamenti sono stati approvati e poi pubblicati soltanto nel mese di agosto, ma le iscrizioni erano già state fatte. Già dal mese di febbraio si sapeva che le iscrizioni dovevano essere fatte in base a regolamenti che ancora non avevano completato l'iter per poter essere inseriti all'interno del sistema scolastico delle scuole superiori quindi in una situazione di assoluta precarietà.
Certo, queste risorse possono essere utilizzate l'anno successivo per una sperimentazione. Dispiace constatare che il Ministero non abbia voluto cogliere l'intendimento della nostra Regione e, soprattutto, che erano state destinate risorse importanti, che derivano dal Fondo Sociale Europeo per un'attività che in questi anni aveva permesso di ridurre la dispersione scolastica. Qui - ahimè - un po' a causa della non chiarezza rispetto a quali sarebbero stati i nuovi indirizzi della scuola superiore e un po' perché in questo modo si è generata una non chiarezza da parte degli istituti nella presentazione delle proprie attività, c'è il forte rischio già confermato dal dato delle iscrizioni, che questo si ribalti su una maggiore dispersione scolastica. Quindi, chiedo davvero che su questo tema si presti particolare attenzione. Era importante che la nostra regione partisse già da quest'anno scolastico, un po' per le motivazioni di cui dicevo un attimo fa e un po' perché credo davvero che su questo settore il nostro sistema degli istituti professionali, insieme a quello delle agenzie formative, abbia da sempre avuto la grande capacità di anticipare i tempi rispetto ad altre regioni italiane, dimostrando di essere un po' la Regione capofila rispetto a nuove sperimentazioni e attività.
Dispiace constatare che il nostro sistema scolastico non abbia potuto beneficiare di questa opportunità e, soprattutto, di un'attività che la Costituzione ci attribuisce già da un po' di tempo, ma che non ha ancora avuto piena attuazione.
Mi auguro davvero che queste risorse vengano utilizzate nella direzione di un miglioramento e rafforzamento dell'attività, contrastando la dispersione scolastica, perché ricordo che la Strategia di Lisbona ci impone degli obiettivi. Soprattutto, credo nella necessità di alzare l'asticella rispetto alla qualificazione professionale dei nostri ragazzi quei ragazzi che non trovano allocazione all'interno del sistema dei licei e degli istituti tecnici, che rischiano di uscire dal sistema scolastico e di non avere una qualifica regionale.
Inoltre, corriamo il rischio di creare un sistema di scuola di serie A per quanto riguarda i licei e un sistema di scuole di serie B per quanto riguarda il settore della formazione professionale e degli istituti professionali. Credo sia un rischio, questo, che la nostra Regione e il nostro Paese non si possono permettere. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pentenero.


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione n. 32 dei Consiglieri Motta Angela e Taricco, inerente a "Consumo del suolo agricolo a causa dell'installazione non regolamentata di impianti fotovoltaici a terra"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 32.
La parola all'Assessore Giordano, per la risposta.



GIORDANO Massimo, Assessore all'energia

Ringrazio i colleghi per aver portato all'attenzione del Consiglio un tema che ha coinvolto molti di noi, ma anche molti soggetti portatori di interessi, l'opinione pubblica, la stampa: il tema relativo agli impianti di fotovoltaico a terra. Diciamolo in premessa, a scanso di equivoci: personalmente sono a favore delle energie rinnovabili e nei prossimi anni lavorerò per incentivarle il più possibile. È anche vero, però, che la difesa e l'incentivo degli impianti, nello specifico fotovoltaici, ma in generale di energie rinnovabili, devono essere inseriti con ordine nel nostro ambiente e nel rispetto di valori che sono di pari rango.
Lo sviluppo e la proliferazione incontrollata degli impianti a terra ha innescato un dibattito su come difendere soprattutto le porzioni di territorio più pregiate e questo non è sempre stato facile; non è soprattutto stato facile trovare soluzioni che potessero in qualche modo difendere i nostri territori. Più volte, infatti, la Corte costituzionale si è pronunciata nella direzione che, in assenza di linee guida nazionali le Regioni non possono adottare criteri generali volti all'individuazione di siti ove sia vietata l'installazione di impianti fotovoltaici. Ci si è dibattuti, quindi, tra l'esigenza di regolamentare la materia e la difficoltà di farlo, in un contesto normativo di questo tipo.
Oggi vi è un fatto nuovo, anche se non sto, magari, a ricordare quanto è avvenuto e quanto si è messo in evidenza nei mesi scorsi. La nostra proposta di legge, approvata dal Consiglio regionale, era proprio finalizzata ad attendere le linee guida nazionali, che noi sapevamo essere approvate ma non ancora pubblicate. Proprio alla luce di quanto dicevamo prima, la Corte costituzionale più volte ha messo in evidenza che è necessario aspettare le linee guida nazionali. Infatti, nel rispetto dei principi della Corte, il nostro progetto di legge, poi approvato dal Consiglio, prevedeva solo una moratoria, non potendo noi, da un punto di vista giuridico, fare di più: una moratoria, dunque, in attesa delle linee guida nazionali per poter procedere, di conseguenza, alla programmazione regionale.
Finalmente - ed è notizia di qualche giorno fa - sono state pubblicate le linee guida nazionali e quindi noi oggi possiamo iniziare a lavorare anche se in realtà lo abbiamo già fatto, perché gli Uffici e le Direzioni si sono già coordinati e hanno già predisposto una prima bozza di lavoro che poi ovviamente sarà oggetto di confronto: sapendo che le linee guida erano approvate e in attesa di pubblicazione non siamo stati a guardare.
Da oggi possiamo dire che i tempi dipendono da noi: le linee guida nazionali ci sono e sta a noi in tempi brevi approvare una programmazione regionale che possa individuare i siti dove si va a vietare la possibilità di insediamento del fotovoltaico, cercando di costruire una politica equilibrata che permetta di incentivare il fotovoltaico, ma nel rispetto dell'ambiente e dei territori agricoli pregiati. Sarà quindi nostra cura portare la proposta in Consiglio, non appena saremo pronti ma ovviamente il più in fretta possibile, anche perché abbiamo quella moratoria che regge solo in tempi brevi.
L'impegno che prendo oggi è di iniziare il confronto con il Consiglio per vedere se l'impostazione che abbiamo ipotizzato necessiterà di qualche correzione di rotta.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Giordano.
La parola per cinque minuti all'interrogante, Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Grazie. Quest'interrogazione nasceva in un contesto nel quale non vi erano ancora stati gli sviluppi cui l'Assessore Giordano faceva riferimento. Siamo a conoscenza dei passaggi che ci sono stati, ma la cosa che mi permetto di sottolineare è la necessità, credo condivisa, di passare velocemente alla predisposizione di un quadro normativo regionale, a questo punto alla luce delle linee guida nazionali, anche perché in realtà quella norma che è stata approvata in Consiglio, probabilmente per colpa della fretta con cui è stata redatta, sta ingenerando non poche situazioni che non erano nelle intenzioni della norma stessa. Paradossalmente la norma va a bloccare impianti magari di non grossa dimensione di natura agricola, che insistono su terreni di questo tipo e che costituiscono un completamento del reddito agricolo, mentre di fatto non blocca i grandi impianti che avendo le procedure avviate su base provinciale, possono essere completati.
Paradossalmente, quindi, partendo da un'esigenza giusta, si arriva in molti casi ad attuare nei fatti il contrario di quanto si voleva fare.
Credo che se velocemente metteremo mano al quadro normativo regionale potremo ovviare a questi inconvenienti che stanno generando un po' di malumore sul territorio. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Taricco.


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 76 dei Consiglieri Carossa, Marinello e Angeleri inerente a "Ruolo dell'ex Assessore Gianni Oliva nell'Alto Comitato di Coordinamento della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 76.
La parola all'Assessore Coppola, per la risposta.



COPPOLA Michele, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
In questo caso la risposta è complicata. Se dobbiamo limitarci ad una risposta di carattere meramente tecnico ed amministrativo, sono costretto a leggere la risposta degli Uffici, vale a dire il pieno rispetto delle indicazioni dello Statuto della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura: Statuto che recita, all'articolo 14, che "l'Alto comitato di coordinamento della Fondazione ha diritto a nominare per la durata di tre anni tre rappresentanti del Consiglio di Amministrazione"; questo è avvenuto nella riunione del 27 giugno 2008, tenutasi alle ore 13.30 e chiusasi alle ore 14, presieduta dal dottor Antonio Saitta in qualità immagino, di Presidente pro tempore (perché credo si tratti di una presidenza a turno) e che ha nominato il dottor Picchioni, il professor Alfieri e il professor Oliva quali membri del Consiglio d'Amministrazione in aggiunta ai componenti del Consiglio stesso, nominati invece, a norma dell'articolo 10, dalle altre istituzioni presenti nella Fondazione.
Va da sé che nel rispetto pieno dello Statuto - lo ripeto per la terza volta - il professor Oliva ha pieno diritto e titolo a rimanere nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione e questo è un diritto che rimarrà tale per tre anni, vale a dire grosso modo fino al 27 giugno del 2011.
Se poi io fossi chiamato ad esprimere un giudizio sulle scelte di carattere personale, le sensibilità dei soggetti chiamati a sedere nelle istituzioni e nei Consigli di Amministrazione in funzione dell'incarico pubblico che ricoprono, devo dire che probabilmente mi sarei comportato e mi comporterei diversamente. Siamo però galantuomini e sui comportamenti personali degli altri, francamente, non intendiamo intervenire.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

La risposta dell'Assessore è talmente chiara, che diventa quasi difficile, da parte nostra.
BOETI Antonino (fuori microfono) È firmatario?



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Boeti, per cortesia. Se ho dato la parola al Consigliere Angeleri è perché aveva titolo a riceverla. Se poi chiede di intervenire, Consigliere Boeti, le darò la parola.



ANGELERI Antonello

Mi spiace aver disturbato il Consigliere Boeti.



PRESIDENTE

L'ho detto altre volte, il nuovo Regolamento ha bisogno da parte di tutti noi un minimo di rodaggio.



ANGELERI Antonello

Ripeto, mi pareva abbastanza chiara la risposta dell'Assessore. Emerge una questione di opportunità, una questione di sensibilità personale, umana ma, soprattutto politica. Vorrei sottolineare, Assessore, che stiamo parlando dell'Assessore che l'ha preceduta, quindi di colui che ha condotto la politica culturale in questi ultimi cinque anni in Regione Piemonte.
Non si tratta del professor Oliva punto e basta, ma del professor Oliva, ex Assessore regionale alla cultura della Regione Piemonte. Cogliere l'occasione, molto sommessamente, per fare arrivare questo messaggio di cortesia e di richiesta all'ex Assessore e di valutare quest'imbarazzante presenza. La Regione vive già una situazione difficile, molti aspettano il 19 ottobre, aspettano di fare un golpe, ma, di fatto, Oliva ci è già riuscito perché è già nella posizione che dovrebbe ricoprire in realtà giustamente e correttamente al di là delle battute e delle polemiche l'Assessore alla cultura della Regione Piemonte. È un invito, ovviamente che facciamo sommessamente, ma anche caldamente, all'Assessore a riflettere su questa posizione che mette in imbarazzo non solo la Giunta, ma lui stesso in prima persona.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 67 del Consigliere Goffi, inerente a "La Regione Piemonte parte civile contro il Consigliere Giovine"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interpellanza n. 67.
La parola al Consigliere Goffi per l'illustrazione.



GOFFI Alberto

Grazie, Presidente.
Sarebbe cosa gradita poter discutere l'interpellanza alla presenza del Consigliere Giovine. Mi pare un'operazione e un desiderio così alto, e così difficile, ma mi dicono che probabilmente sarà presente in serata. Mi far una ragione della sua assenza, anche perché ciò che interessa, in questo momento, è l'atteggiamento della Giunta sulla vicenda.
La vicenda giudiziaria del Consigliere Giovine coinvolge inevitabilmente anche la legittimità della proclamazione degli eletti di quest'Aula. Essendo materia che riguarda le elezioni, inevitabilmente ne siamo tutti coinvolti.
Emergono almeno due profili per cui chiedo alla Giunta di valutare la costituzione di parte civile. Un primo profilo è evidente a tutti: un danno all'immagine, all'autorevolezza, alla serietà del Consiglio regionale che il Consigliere Giovine ha messo in atto con il suo comportamento nella composizione delle liste. Questo è un dato che va al di là della semplice questione del danno erariale.
L'altra evidente ragione è proprio il danno erariale. Nel momento in cui si dovesse, per causa del suo comportamento, andare a nuove elezioni, è ovvio che ci troveremmo di fronte alla necessità di provvedere al pagamento delle nuove elezioni. In questo caso il danno sarebbe evidente.
Aggiungo una terza ragione, di carattere politico. I piemontesi, in questo momento, stanno pagando le parcelle dell'avvocato Procacci, che difende il Presidente Cota, mentre una buona parte dei cittadini, forse sarebbe più contenta di pagare la parcella all'avvocato Procacci per ripristinare il senso di legalità e mettere un freno ai truccatori di carte sulla materia elettorale.
Mi pare evidente, anche se potrà essere considerato prematuro, sapere con certezza qual è il vostro orientamento sulla costituzione di parte civile. In tal caso, si valuterà anche il senso di responsabilità del Presidente Cota.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore al legale e contenzioso

Prima di procedere alla risposta formale all'interpellanza, devo premettere che il Consigliere Goffi ha svolto una serie di considerazioni e una serie di argomentazioni che, a mio avviso, non possono trovare esaustiva risposta a quanto è emerso nel suo ampio intervento. Nella risposta all'interpellanza desideriamo solo attenerci alla questione della costituzione di parte civile, secondo quelle che sono le consuetudini di comportamento da parte della Regione nei confronti dei Consiglieri o amministratori in genere.
Nel merito all'interpellanza n. 67 del 12 luglio 2010, al quesito proposto, si osserva quanto segue. La Giunta regionale non ha ancora ricevuto alcuna comunicazione relativa al procedimento penale indicato nell'interpellanza e, pertanto, si trova nell'impossibilità di esprimere una decisione che sia conseguente ad un'attenta analisi degli atti di causa e del capo di imputazione.
Si ricorda, peraltro, come sia prassi che l'eventuale costituzione di parte civile dell'Ente nei confronti di un Consigliere regionale in carica sia deliberata previo preventivo parere dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.
Si osserva, in questa sede come, al momento, non vi sia stata ancora una pronuncia giurisprudenziale implicante la necessità di procedere a nuove elezioni e come, pertanto, il danno descritto dal Consigliere manchi dei requisiti di concretezza ed attualità.
Da ultimo, giova sottolineare che la costituzione di parte civile, nel nostro ordinamento, sia sempre una facoltà e non un obbligo per il danneggiato, potendo quest'ultimo perseguire il risarcimento del danno anche con altre modalità.
In ogni caso, stante la possibile giurisdizione contabile per il caso in esame, l'Amministrazione regionale si riserva di agire anche in tale sede nei confronti di tutti i soggetti imputabili del danno qualora emergente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Goffi per la replica.



GOFFI Alberto

Grazie, Assessore. Lei è certamente politico di lungo corso e ha dato una risposta che più democristiana di così non poteva essere. Però le voglio ricordare almeno due aspetti: il primo, che le sto chiedendo qual è la volontà politica della Giunta, che è diversa dall'esame della documentazione o degli atti di giudizio. Quindi, le ho chiesto qual era la vostra intenzione nel caso in cui. Questo era il primo aspetto.
Il secondo è questo: le voglio ricordare che non esiste solo il danno erariale e il quesito non era posto in questo modo. Quindi, mi dispiace che lei lo abbia interpretato solo in questo senso. Non era posto solo nei termini del danno erariale, ma in un danno che è inevitabile per il Consiglio regionale, che è quello dell'immagine, dell'autorevolezza e della serietà di tutto il Consiglio regionale, che è un danno diverso e - se mi permette - anche precedente a quello del danno erariale, su cui non ci deve essere ragione alcuna per tentennare. E mi pare che la Giunta in questo momento stia facendo "orecchie da mercante".
Il terzo punto. È vero che è una facoltà e non un obbligo, ma le dico già che, nel caso in cui si verificassero i fatti del Consigliere Giovine sarò io a presentare un esposto alla Corte dei Conti nei confronti del Presidente Cota se non attiva la costituzione di parte civile, perch sarebbe come dire che un Consigliere regionale si mette qui oggi, spacca lo scranno e il Presidente Cota non chiede il risarcimento del danno. Questo sarebbe esattamente un caso analogo: sarei responsabile io che rompo lo scranno, ma sarebbe responsabile ancora di più il Presidente Cota che va a coprire il mio comportamento che viola le norme.
Quindi annuncio, e lo faccio formalmente, che sarò io personalmente a presentare un esposto alla Corte dei Conti nel caso in cui ciò non si verificasse, di modo che la Giunta sappia regolarsi. Non è una minaccia, è un avvertimento, perché il rispetto della legalità dovrebbe essere un tema che riguarda tutti, indipendentemente dalle parti politiche. Quindi, sappia che questa sarà la mia volontà politica; la sua e la vostra non è stata espressa, almeno esprimo la mia.



PRESIDENTE

Solo per informazione, senza entrare assolutamente nel merito di quanto lei ha detto, se un collega dovesse rompere uno scranno, è il Presidente del Consiglio che deve chiedere i danni. Questo lo dico per non imputare al Presidente della Giunta facoltà che in questo caso non ha.
Difendo le prerogative dell'Assemblea legislativa anche in questo caso e rimane assolutamente legittimo l'intervento del collega.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Questione preliminare sollevata dal Consigliere Reschigna, ai sensi dell'articolo 71, comma 5 del Regolamento interno del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame.



(Il Consigliere Reschigna chiede la parola)



PRESIDENTE

Consigliere Reschigna, siamo in fase di sindacato ispettivo e quindi non sono previsti interventi, se non per chi ha presentato interrogazioni o interpellanze.
Può esplicare su cosa vuole intervenire?



RESCHIGNA Aldo

Sul comma 5 dell'articolo 71 del Regolamento Mi spiace che non c'è il Presidente del Consiglio Cattaneo, perché era rivolta a lui questa questione preliminare, ossia attinente alla conduzione del Consiglio.
Signor Presidente, il Presidente del Consiglio regionale all'inizio della seduta dà conto al Consiglio regionale dei fatti intervenuti che hanno attinenza e rapporto con il Consiglio regionale.
Il Presidente del Consiglio regionale questa mattina non ha comunicato al Consiglio regionale che è intervenuta una modifica nell'attribuzione delle deleghe in capo agli Assessori, perché il Presidente Cota ha nominato l'Assessore al territorio.
C'è un invito stampa della Giunta regionale per domani mercoledì 22 settembre: una visita del Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota dell'Assessore regionale alla sanità Caterina Ferrero accompagnati dall'Assessore del territorio, Alberto Cirio, ai cantieri dell'ospedale di Verduno.
Ogni commento lo lascio alla vostra intelligenza.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Reschigna. Lei sa che sono tra quelli che non prendono per oro colato quanto scrivono gli organi di informazione. Non posso dire altro, perché il ruolo che sto svolgendo non me lo permette.
Però verificheremo, perché in questo momento alla Presidenza del Consiglio non è arrivata informazione in tal senso. Verificheremo e ne daremo informazione a lei e agli altri Consiglieri.
La ringrazio della segnalazione.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 75 dei Consiglieri Boeti e Lepri, inerente a "Pagamento dei creditori dell'Ordine Mauriziano"


PRESIDENTE

Sempre in merito al punto 3) all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 75.
In base all'articolo 69, comma 3, e all'articolo 99, comma 7, del nuovo Regolamento, l'interrogante ha a disposizione due minuti per illustrare l'interrogazione; mentre la Giunta ha a disposizione tre minuti per rispondere.
La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Due minuti sono proprio pochi per una storia che dura ormai da dieci anni.
Non so chi risponderà a questa interrogazione perché non vedo l'Assessore alla sanità e non vedo il Presidente - ma questa è cosa alla quale ci siamo abituati e chissà quando lo vedremo.
Su questa vecchia storia del Mauriziano, la Corte dei Conti ha fatto chiarezza, attribuendo al secondo governo Ghigo la responsabilità del fallimento del Mauriziano per le questioni che tutti conoscono: la realizzazione di Candiolo, il centro di cardiochirurgia, la riabilitazione le 120 persone assunte e non 900, come diceva il Presidente Ghigo. Quindi tutte le questioni che hanno riguardato una vicenda che si trascina...
Faccio fatica a parlare con questo brusìo.



PRESIDENTE

Ha ragione; e quindi potete rendervi conto quando chi presiede cerca di ristabilire l'attenzione, perché chi poi deve intervenire oggettivamente ha qualche difficoltà.



BOETI Antonino

Mi rendo conto che "il diavolo fa le pentole e non i coperchi", come tutti sanno, per cui toccherà, se questo nuovo governo regionale resterà ancora in carica, provare a dare una risposta ai creditori del fallimento del quale sono responsabili - essendo stati responsabili del fallimento del Mauriziano.
Quello che vorrei sapere nei trenta secondi che restano, che cosa questo governo regionale intende fare.
Non abbiamo risolto il problema, ma abbiamo acquistato i terreni intorno a Stupinigi, finanziando l'operazione con 80 milioni di euro e abbiamo consentito ad una parte dei creditori di rientrare in possesso delle loro spettanze.
È stato curioso e non credo che sia successo in nessun posto del mondo che i fornitori di un ospedale pubblico abbiano corso il rischio di fallire (e molti sono falliti) perché la Regione non ha pagato quei creditori.
Concludo chiedendo all'Assessore che cosa vuole fare, sperando non in una risposta diplomatica. Ci sono ancora 300 milioni di euro da saldare: diteci che cosa intendete fare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore al legale e contenzioso

Cercherò di stringare la risposta, naturalmente cominciando con il non essere d'accordo sulle affermazioni dell'interpellanza, laddove si dice che "con ben due sentenze esecutive, definitive e passate in giudicato, la Corte dei Conti ha escluso ogni responsabilità da parte del Consiglio di amministrazione dell'Ordine Mauriziano rispetto alla situazione economica dell'ente stesso"; E ancora nel successivo passaggio dove si dice: "La Corte dei Conti, nella sentenza definitiva del 12 febbraio 2010, ha attribuito la responsabilità del dissesto al Governo regionale allora guidato dal Presidente onorevole Enzo Ghigo e con l'onorevole Roberto Cota Presidente del Consiglio regionale".
Tali assunti appaiono non rispondenti ai contenuti delle citate pronunce.
Di contro a quanto erroneamente asserito dai Consiglieri Lepri e Boeti la pronuncia definitiva della Magistratura contabile n. 75 del 12 febbraio ha avuto ad oggetto non atti dell'Amministrazione regionale ma la condotta del Presidente del c.d.a. e del direttore generale dell'allora Ordine Mauriziano che, contestualmente alla modifica da parte della Regione del sistema di retribuzione delle prestazioni sanitarie effettuate da tale ente in favore del SSR, avevano provveduto ad avviare spese di ampliamento del reparto di cardiochirurgia dell'Umberto I di Torino e dell'IRCC di Candiolo (TO) con assunzione di 900 nuovi addetti (poi in quella sede accertati nel minor numero di 173).
In tale giudizio, il danno contestato dalla procura contabile ai due funzionari dell'Ordine ammontava a circa dieci milioni di euro (cifra, di tutta evidenza, niente affatto comparabile con il disavanzo dell'Ente invece stimato dal Commissario governativo nel settembre 2002 in oltre 400 milioni di euro), e tali soggetti sono andati assolti dall'imputazione perché, si legge nella pronuncia citata, la loro condotta non era qualificabile in termini di colpa grave e la responsabilità non era da imputarsi soltanto a loro, bensì a tutti i membri del Consiglio di Amministrazione dell'Ordine nonché, invero con formulazione oscura e non suffragata da elementi esplicativi a sostegno, ai membri della Giunta regionale del tempo.
Si osserva che in quel giudizio non si è svolta alcuna indagine in ordine alle cause del dissesto dell'Ente commissariato, ma ci si è limitati ad indagare un particolare aspetto: l'assunzione di personale supplementare per far fronte all'esercizio di nuove attività sanitarie in allora impiantate presso i presidi ospedalieri Umberto I e IRCC e il relativo danno contestato in dieci milioni di euro, che di certo ha aggravato il dissesto dell'Ordine, ma che non può averlo di per sé prodotto.
Nulla è aggiunto o riferito in merito alla condotta regionale.
Il giudice contabile ha quindi assolto gli imputati perché si legge, al punto 7.2 (sub pag. 31) che "la condotta della Presidente e del Direttore generale - nell'ambito delle rispettive attribuzioni - non possa ritenersi improntata né a dolo né a colpa grave ossia ai fondamentali requisiti per addivenire a condanna ai sensi dell'articolo 1 della legge 14/01/1994, n.
20". In un successivo passaggio (sub pag. 33), a motivazione della scelta di compensare fra le parti le spese del giudizio che altrimenti sarebbero state poste a carico dell'Amministrazione pubblica ex comma 10 bis dell'articolo 10 del decreto legge 30/09/2005, n. 203 è scritto: "Ritiene il Collegio che, nella concreta fattispecie, sia pure in assenza di colpa grave, la presenza di tutti gli altri presupposti della responsabilità amministrativa (ndr. danno e antigiuridicità della condotta) integri quei 'giusti motivi' tali da condurre all'integrale compensazione delle spese giudiziali".
Ciò premesso, con riferimento ai primi due quesiti formulati nell'interrogazione, la risposta non potrà che risultare negativa, non sussistendo un obbligo giuridico in capo alla Regione Piemonte, stante i disposti del DL n. 277/2004 e dell'articolo 1, comma 1349, della legge n.
296/2006, che lo pongono in realtà in capo alla Fondazione Ordine Mauriziano per i periodi antecedenti la costituzione dell'ASO regionale.
Con riferimento al terzo quesito, trattasi di sviluppare prioritariamente i dovuti rapporti con la predetta Fondazione e con lo Stato centrale onde addivenire a soluzioni condivise nell'interesse anche dei creditori dell'Ordine, sottolineando l'inerzia in tal senso della precedente Amministrazione regionale, dalla quale peraltro abbiamo ereditato una sentenza sfavorevole di 65 milioni a favore dell'Unicredit.
Quindi, vi è una situazione molto complessa e articolata, nei confronti della quale, avendo anche noi a cuore le questioni legate ai creditori troveremo, respingendo le interpretazioni che davano gli interroganti delle strade per vedere se si possono trovare delle soluzioni.



(Accesi commenti del Consigliere Boeti)



PRESIDENTE

Collega Boeti, lei ha utilizzato quanto previsto dal Regolamento. Non è prevista la replica: la prossima volta, faccia un'interpellanza e avrà a disposizione cinque minuti prima e cinque minuti dopo. La ringrazio.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Richiesta d'intervento per fatto personale da parte del Consigliere Taricco


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco per fatto personale; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Il fatto personale è il seguente. Sul già citato invito a far visita all'Ospedale di Bra, il Presidente della Giunta, oltre a farsi accompagnare dall'Assessore del territorio, informa che sarà presente anche il Consigliere Gregorio. Vorrei capire perché il Consigliere Gregorio sì e gli altri Consiglieri del territorio no.



PRESIDENTE

Collega Taricco, la questione l'ha già sottoposta il Consigliere Reschigna, che è anche Presidente del Gruppo cui lei appartiene. Credo che quando parla il Presidente di un Gruppo, lo faccia a nome di tutto il Gruppo.



TARICCO Giacomino

Questo è un altro aspetto.



PRESIDENTE

Ho anche risposto che, non avendo notizie e informazioni rispetto a quanto il Presidente Reschigna ha esposto e di cui ci ha anche gentilmente fornito fotocopia, stiamo verificando, come Presidenza del Consiglio, con chi in Giunta si occupa di questo.
Se ciò corrisponde a verità, è una cosa irrituale, non prevista e non permessa. Ma di questo daremo comunicazione dopo aver accertato la veridicità di quanto ci è stato sottoposto. La ringrazio.
BUQUICCHIO Andrea (fuori microfono) Presidente, chiedo la parola sull'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Non le do la parola, abbia pazienza: queste sono le regole.
Lo spazio del sindacato ispettivo è interesse principalmente di chi presenta le interrogazioni e le interpellanze. Consigliere Buquicchio nella prossima riunione dei Capigruppo dedicheremo un momento specifico alla questione: non c'è più, a cominciare da questa legislatura, col nuovo Regolamento - vi invito a leggere almeno la parte degli articoli riguardanti il funzionamento dell'Aula, nonché lo svolgimento delle interrogazioni e interpellanze - la possibilità di intervenire sull'ordine dei lavori. Questa è stata la scelta, cui fra l'altro lei ha concorso poiché c'era anche nella scorsa legislatura.
Collega Negro, lo stesso discorso vale anche per lei. Sull'ordine dei lavori non esiste la possibilità di prendere la parola: o è un fatto personale, che non può essere quanto già illustrato dal Presidente Reschigna e dal collega Taricco, oppure, dopo il sindacato ispettivo, alla ripresa dei lavori, all'inizio della seduta pomeridiana, si può intervenire nel merito di alcuni problemi. So che lei è una persona gentile e di buonsenso, e la ringrazio di questo.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati - Veterinaria

Interrogazione n. 34 della Consigliera Motta, inerente a "Emergenza ungulati nell'Astigiano"


PRESIDENTE

Colleghi, una fase informativa non guasta. L'interrogazione ordinaria (articolo 69, comma 3, Regolamento) non prevede l'illustrazione da parte dell'interrogante: interviene la Giunta, se lo ritiene; c'è poi la replica dell'interrogante di cinque minuti.
Passiamo quindi all'esame dell'interrogazione n. 34, presentata dalla Consigliera Motta.
La parola all'Assessore Sacchetto per la risposta.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Ringrazio altresì la Consigliere Motta per l'interrogazione, perché il problema degli ungulati e dei danni che afferiscono alle coltivazioni agricole, oltre che a quelli indotti con gli incidenti stradali, è molto diffuso nella nostra Regione, in particolare in alcune zone (nello specifico, parliamo dell'Astigiano e delle Province limitrofe).
Secondo i dati forniti dagli Uffici, negli ultimi anni si evince un incremento sia dei sinistri derivanti da incidenti stradali causati dai caprioli, sia dei danni all'agricoltura. Nella Provincia di Asti, in particolare, il picco dei sinistri stradali e dei danni all'agricoltura si è registrano nell'anno 2008.
Per la verità, negli ultimi cinque anni, sempre secondo le nostre proiezioni, sono anche aumentati i capi abbattuti all'interno della Provincia di Asti. Questo risultato è sicuramente derivato da quella che è l'azione venatoria svolta dai cacciatori nei due comprensori della Provincia di Asti, ma anche dagli interventi di abbattimento selettivi esercitati con il coordinamento dell'Amministrazione provinciale, arrivando nel 2009 ad un prelievo selettivo a 176 capi per la specie capriolo.
Ciononostante, questa problematica, specialmente per quanto concerne il capriolo, continua a persistere, ed è legata soprattutto al calendario venatorio e, quindi, alla forbice di tempo che è consentita ai cacciatori per completare i piani di contenimento.
Infatti, come ben saprete, spesso e volentieri questi piani di contenimento non vengono completati per mancanza di tempo. A questo proposito, si sta ragionando insieme al Presidente della Commissione Competente, il collega Vignale, ai membri della III Commissione e al Consiglio stesso, una modifica alla legge n. 70, che ci permetterà di dilatare questo periodo consentendo di completare i piani di contenimento.
Da questo punto di vista, naturalmente, l'appello che lancio al Consiglio e ai membri della III Commissione, in particolare a quelli dell'opposizione, è quello di accogliere l'iniziativa di collaborazione da parte nostra per arrivare alla modifica della legge n. 70, affinché si possa garantire una migliore gestione dal punto di vista venatorio e il completamento dei piani di contenimento di queste specie, definiti peraltro, con termini scientifici all'interno del territorio, per riottenere il giusto equilibrio che purtroppo negli ultimi anni è venuto meno, anche per queste misure restrittive.
Ci tengo comunque a precisare che le Province hanno la facoltà di coordinare quella l'attività del controllo selettivo delle specie, per cui gli ambiti territoriali e i comprensori alpini sicuramente sono tenuti a svolgere queste iniziative.
Sarà nostra cura, con la modifica alla legge n. 70, responsabilizzare maggiormente questi attori, perché se è vero che da un lato è giusto che godano di una certa autonomia di gestione, dall'altro lato è giusto che ciascuno si assuma le proprie responsabilità. Di conseguenza, chi deve attuare i piani di contenimento, deve farlo fino in fondo; dal nostro punto di vista, quindi, dobbiamo metterli in condizioni di poterlo fare. Ad oggi non è possibile perché i tempi sono troppo ristretti, soprattutto per quanto concerne il capriolo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Motta.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Ringrazio, altresì, l'Assessore Sacchetto per la risposta.
Siamo abbastanza soddisfatti, anche se sappiamo quanto sia difficile per la Regione, cercare di responsabilizzare le Province ad attuare questi piani di contenimento. Penso che il problema maggiore sia questo e non è purtroppo, legato alla nuova Amministrazione - quindi non era certamente riferito al suo Assessorato - ma è una questione annosa che abbiamo già affrontato negli anni precedenti. Le sollecitazioni, in tal senso provengono sia delle associazioni agricole che dai Sindaci che vengono coinvolti dalla problematica.
Siamo soddisfatti della volontà che esprime l'Assessore in questa direzione e conveniamo con lui che la necessità di una maggiore responsabilizzazione delle Province nell'attuare questi piani - occorre peraltro, mettere le Province nelle condizioni di poterli attuare probabilmente riuscirà a garantire una soluzione (o, comunque, a migliorare il problema, da questo punto di vista), per aiutare soprattutto gli agricoltori a ridurre i danni dei raccolti, ma anche per consentire alle persone di viaggiare in sicurezza, soprattutto di notte, evitando incidenti che la stessa Regione è tenuta a dover rimborsare (tutti sappiamo quanti sono stati i danni che abbiamo dovuto rimborsare in questi anni proprio a causa di questi incidenti stradali!). Naturalmente, con la nostra collaborazione in Commissione, nonché in Consiglio regionale, per cercare di attuare insieme una politica diversa, di maggiore facilità ai piani di contenimento e di riduzione dei danni. Grazie, Assessore.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio alla delegazione di docenti e studenti provenienti da diverse Nazioni, della World Education Program di Bruxelles


PRESIDENTE

Saluto i componenti della delegazione World Education Program di Bruxelles in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Li informo che siamo in fase di Sindacato Ispettivo, all'interno della quale singoli o più Consiglieri pongono delle questioni agli Assessori competenti, che naturalmente rispondono.
La risposta testé fornita dall'Assessore Sacchetto, competente in materia di caccia e pesca, era inerente a "Emergenza ungulati nell'Astigiano", presentata dalla Consigliera Angela Motta.


Argomento: Veterinaria - Programmazione sportiva (impianti e attivita") - Parchi e riserve

Interpellanza n. 58 del Consigliere Buquicchio, inerente a "Abbattimento specie faunistiche selvatiche all'interno dei parchi"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interpellanza n. 58. Vi rammento che, in base al nuovo Regolamento, spettano cinque minuti all'interpellante per l'illustrazione e altri cinque minuti per la replica, a seguito della risposta dell'Assessore.
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Presidente, non c'è molto da dire su quest'argomento, che, per onestà intellettuale, devo dire che non ho ritrovato nell'elenco; pertanto, non ho avuto neanche il tempo di poter rielaborare il pensiero.
Siccome non mi piace parlare a vanvera e non mi piace non esprimere i concetti in modo compiuto, ammetto di non essere al momento preparato sull'argomento: non ho letto nell'elenco quest'interpellanza.
È sicuramente colpa mia, per cui non si deve assolutamente giustificare lei.
Pertanto, se è possibile rinviarne la discussione...



PRESIDENTE

Collega Buquicchio, la ringrazio per la sua correttezza. Potrebbe ugualmente ascoltare la risposta dell'Assessore Sacchetto - del resto, la materia la conosce - per poi replicare successivamente.
La parola all'Assessore Sacchetto.



SACCHETTO Claudio, Assessore alla caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Sebbene la delega sui parchi rientri nelle competenze dell'Assessore Casoni, mi preme tuttavia rispondere all'interpellanza in oggetto in quanto la materia venatoria è di mia pertinenza.
La sua interpellanza verteva su quanto era stato scritto poche settimane fa su un quotidiano piemontese in merito al massiccio ricorso di squadre di cacciatori in appoggio alle guardie venatorie all'interno delle aree parco.
Peraltro, i danni accettati nel quadriennio 2006-2009 all'interno delle aree parco hanno registrato un picco, anche in questo caso nel 2008, di oltre un milione di euro, e negli altri anni sono stati abbondantemente al di sopra dei 500.000 euro. Il pagamento dei danni per i sinistri stradali liquidati in questo caso dal Settore ambiente e non dal Settore di mia competenza, raggiunge negli ultimi anni dei picchi di oltre un milione di euro, anche e soprattutto all'interno delle aree parco.
Lo spunto da cui nacque quell'articolo era appunto la volontà espressa dall'Assessore ai parchi, collega Casoni, di modificare la legge 19 del 2009 per consentire che venisse incrementata e migliorata la gestione dei piani di contenimento delle specie di fauna selvatica all'interno delle aree parco e quindi all'interno di aree dove, appunto, è vietata l'attività venatoria normale. Da questo punto di vista l'Assessore Casoni e la Giunta tutta avevano fatto dei ragionamenti pensando che fosse opportuno coadiuvare le guardie dei parchi, creando la condizione di poter far lavorare anche i cacciatori delle ATC e dei CA: questo per garantire una migliore gestione dei piani di controllo all'interno delle aree parco tenuto conto del fatto che in alcuni parchi negli ultimi anni c'è stato un incremento significativo dei danni stessi, specialmente alle specie agricole, ma anche per quel che concerne i sinistri stradali, e che è necessario, di conseguenza, migliorare questa situazione.
Diciamo che nell'articolo, pur se con la veemenza giornalistica specialmente sul titolo, la questione veniva presentata come una rivoluzione della fauna selvatica all'interno delle aree parco. In realtà la questione si traduce semplicemente nella possibilità che ci siano dei coadiuvanti alle guardie parco per cercare di ridurre i danni all'interno delle aree stesse, specialmente in riferimento alle coltivazioni agricole.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Ha la parola il Consigliere Buquicchio per cinque minuti, per replicare alla risposta dell'Assessore.
Prima salutiamo i nostri ospiti: buona visita a Palazzo Lascaris e buona permanenza a Torino e in Piemonte.



BUQUICCHIO Andrea

Presidente, la ringrazio. Mi sono assunto, come sono abituato a fare tutta la responsabilità; però richiamo gli Uffici sulla metodica di comunicazione. Non più tardi di tre quarti d'ora fa mi sono recato dalle addette alla distribuzione dei documenti e ho ricevuto un elenco delle interrogazioni cui si sarebbe risposto oggi, nelle quali la presente non era sicuramente contenuta. Mi si dice che ieri è arrivata una e-mail di comunicazione. Però dobbiamo fare attenzione a queste comunicazioni dell'ultimo momento; perché è vero che dobbiamo entrare tutti nell'ordine delle idee della posta certificata, ma ci dobbiamo entrare gradatamente e dovete avere tutti la pazienza di lasciarci il tempo utile per adeguarci.
Detto questo, ringrazio l'Assessore Sacchetto per aver risposto in vece del collega Casoni; però le devo dire, caro Assessore, che su questo argomento - che spesso si confonde come una lotta tra lobby di cacciatori e lobby di animalisti, ma così non è - mi sarei aspettato una cortese quanto più puntuale risposta all'ultimo punto: e cioè, se vi è una proposta di modifica della legge regionale "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità" - come lei in modo un po' evasivo ha ritenuto di dover rispondere - quali sono, nel dettaglio, i contenuti? Non ho ricevuto una risposta di questo tipo, per cui non posso certo ritenermi soddisfatto e provvederò ad inoltrare ulteriori interrogazioni e interpellanze nei momenti e nelle sedi più opportuni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Buquicchio. Sto facendo verificare quanto lei mi ha informato essere successo, cioè se le fosse stato comunicato che sarebbe stata trattata l'interpellanza che lei aveva presentato. Sto verificando con gli Uffici, le farò avere copia degli atti.


Argomento: Zootecnia - Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 83 dei Consiglieri Tentoni, Spagnuolo, Cortopassi, Valle, Mastrullo, Montaruli, Botta Franco Maria, Toselli, Bussola, Vignale e Comba, inerente a "Danneggiamenti alle attività agricole e relativi rischi di degrado determinati dalle mandrie vaganti"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", ricordo che a norma dell'art. 69, comma 3, e dell'articolo 99, comma 7, del Regolamento l'interrogante ha a disposizione due minuti e la Giunta regionale tre minuti per intervenire non è prevista la replica da parte dell'interrogante.
Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n.
83.
La parola al Consigliere Tentoni per l'illustrazione.



TENTONI Alfredo Roberto

Grazie, Presidente.
Ci ha mosso a presentare questa interrogazione una serie di episodi che si sono verificati nel corso dei mesi precedenti, soprattutto nella primavera e nella prima estate scorsa, con la presenza di mandrie vaganti che, senza autorizzazione, pascolavano su terreni coltivati creando pesanti danneggiamenti alle coltivazioni. È un problema, quello delle mandrie vaganti in pianura, piuttosto pesante e anche in aumento; questo ci ha indotto alla presente interrogazione, nella certezza che l'Assessorato all'agricoltura possa adottare provvedimenti tesi ad evitare il protrarsi di questo fenomeno.
Intanto c'è un problema di tipo giuridico, perché queste mandrie sono di proprietà di soggetti che sono definiti e che in qualche modo non possono, anche da un punto di vista giuridico, farle pascolare su proprietà private. Credo quindi sia arrivato il momento, anche per la tutela dell'attività dell'agricoltura di pianura - che già ha diversi problemi di provvedere in tal senso regolamentando la materia e in qualche modo arrivando anche a sanzionare in maniera più diretta ed immediata questi comportamenti che, ripeto, sono pesantemente lesivi dei risultati economici dell'agricoltura di pianura.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Tentoni.
La parola per la risposta all'Assessore Sacchetto.



SACCHETTO Claudio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Innanzitutto il pascolo vagante è disciplinato, sotto il profilo sanitario e veterinario, dal Decreto del Presidente della Repubblica dell'8 febbraio 1954, "Regolamento di Polizia veterinaria", all'articolo 43 e dal Codice Penale all'articolo 636. Una delibera regionale di alcuni anni fa stabilisce poi delle semplificazioni per i casi di pascolo vagante esclusivamente all'interno del Comune di registrazione anagrafica dell'allevamento, abolendo qualsiasi obbligo di comunicazione di spostamento, nonché l'obbligo di detenzione del libretto di pascolo vagante. La deliberazione prevede però anche misure cautelative da questo punto di vista, come per esempio la sospensione del nulla osta alla pratica di pascolo vagante nel momento in cui si verifichino delle gravi condizioni dal punto di vista epidemiologico e il mancato rispetto degli impegni sottoscritti dal detentore.
Le situazioni che nel tempo sono venute a crearsi all'interno del Piemonte, che peraltro sono sempre le medesime - alcune unità aziendali che non rispettano le norme di legge - non sono un fenomeno in crescita e sono seguite dai servizi veterinari e dai presidi di Polizia veterinaria, di concerto con le forze dell'ordine, quindi le Guardie forestali, i Carabinieri e la Polizia municipale. Gli interventi dei servizi veterinari assicurano in questi casi la priorità alla risoluzione degli aspetti sanitari stessi. Nella relazione che mi hanno esteso gli Uffici ci sono anche i nomi di queste aziende - che logicamente non mi sembra opportuno fare in pubblico per motivazioni squisitamente di privacy - che interessano soprattutto le zone del Canavese e del Chivassese. In ogni caso, da questo punto di vista, c'è una situazione particolarmente delicata da questo punto di vista, perché, comunque sia, esistono anche dei problemi di carattere sanitario. Invece, gli Uffici mi hanno comunicato che una di queste problematiche è stata sanata, essendo stato individuato un nuovo ricovero per queste mandrie. Ancora permangono due situazioni maggiormente difficili da risolvere per il semplice motivo che, da un lato, non esiste un luogo dove ricoverare gli stessi animali e, dall'altro, i proprietari di queste greggi non collaborano con le forze deputate - che logicamente sono i Comuni - per ridurre queste problematiche.
Comunque sia, la situazione è monitorata dai servizi di polizia veterinaria e, logicamente, se vorranno, avrò modo di consegnare ai Consiglieri interpellanti la relazione scritta da parte degli Uffici regionali. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 124 della Consigliera Cerutti, inerente a "Apertura anticipata della stagione venatoria"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 124.
Ricordo che il nuovo Regolamento prevede che tali interrogazioni possono essere illustrate dal proponente per due minuti di tempo e che la Giunta ha tre minuti per fornire la relativa risposta.
La parola alla Consigliera Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione riprende una questione che è stata posta anche mediaticamente, che ha visto le associazioni ambientaliste protestare contro la decisione di anticipare la stagione venatoria per alcune razze di uccelli.
Chiaramente - ci sembra opportuno ribadirlo - nell'interrogazione richiamiamo l'articolo 6, comma 2, del nostro Statuto, che recita: "La Regione riconosce il rispetto dei diritti degli animali, promuovendone la cura e la presenza nel proprio territorio al fine di garantire una corretta convivenza con l'uomo".
L'ISPRA, che è un ente molto importante, che svolge funzioni di ricerca e consulenza relativamente alle politiche di prevenzione e protezione dell'ambiente, in un recente rapporto dettagliato ha dichiarato quelle che sono le specie a rischio e i periodi di sospensione dell'attività venatoria. In particolare, per alcune specie a rischio ha indicato non prima del 1° ottobre e tra la fine di dicembre e l'inizio di gennaio.
Invece, la Regione ha determinato l'apertura anticipata della stagione venatoria in alcune zone del Piemonte, modificando la data stabilita dal 19 settembre al 1° settembre, con la giustificazione di ridurre praticamente i danni che alcune specie possono causare alle produzioni agricole. Le associazioni ambientaliste hanno fatto ricorso. Il TAR ha respinto questo ricorso e, molto probabilmente, le Associazioni ambientaliste presenteranno ricorso al Consiglio di Stato.
Allora, chiediamo alla Giunta perché ha portato avanti questo tipo di decisione, se non considera che vi siano delle conseguenze negative sulla fauna per questo anticipo di apertura e se non ritiene di rivedere questa posizione - ormai, per quest'anno non se ne parla più - per il prossimo anno. Tra l'altro, è di oggi la notizia della diminuzione del numero dei cacciatori, quindi, per assurdo, sempre più l'opinione pubblica si muove nella direzione opposta alla scelta compiuta dalla Regione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.
La parola all'Assessore Sacchetto.



SACCHETTO Claudio, Assessore alla caccia e pesca

Innanzitutto, ringrazio la Consigliera Cerutti per l'interrogazione perché ci dà modo di esplicare questa questione.
Occorre precisare che questa Giunta non è pro o contro i cacciatori caccia e quant'altro, semplicemente vuole raggiungere, così come ho ricordato nel mio precedente intervento, un certo equilibrio tra l'ecosistema e l'attività agricola o venatoria o, comunque sia, antropica e la presenza della fauna selvatica.
Quindi, rispondo affermativamente all'ultima domanda in cui chiedeva se era intenzione di questa Giunta per gli anni a venire proseguire con la politica instaurata da questo calendario venatorio, per il semplice motivo che questa posizione contiene una ratio dal punto di vista di ciò che ho detto poc'anzi relativamente all'equilibrio interno dell'ecosistema della fauna. Cioè, le disposizioni contenute nella legge comunitaria del 2009 che lei citava poc'anzi, disciplinano un principio in ordine alla tutela delle specie migratorie, che non si traducono in precisi limiti temporali del loro prelievo venatorio.
Logicamente, adesso non leggerò tutto l'iter svolto in Conferenza Stato Regioni in cui si è discusso, dal punto di vista tecnico, di questa questione. Lei saprà benissimo che il ricorso promosso al TAR da parte delle associazioni animaliste contro la Regione Piemonte è stato avviato anche in altre 12 o 13 Regioni, se non erro, quindi da parte delle Regioni si è formata una posizione non unanime, ma quasi. La ratio dell'anticipazione al 1° settembre della stagione venatoria per queste specie è dettata dal fatto che in questa stagione queste specie danneggiano le coltivazioni agricole, in particolare la cornacchia. Conseguentemente per queste specie è meglio un'anticipazione della caccia a settembre, per poi chiuderla prima, a gennaio, quando non esistono coltivazioni agricole all'interno dei nostri areali, appunto per tentare di garantire minori danni.
Logicamente siamo soddisfatti che, al momento, il TAR - eventualmente attenderemo il responso del Consiglio di Stato - abbia recepito la ratio con cui abbiamo anticipato la stagione venatoria per queste specie, che continuerà ad essere quella con cui si muoverà questa Giunta. Riteniamo che anticiparne il prelievo al 1° settembre possa ridurre i danni alle coltivazioni agricole e non incida più di tanto sulle migrazioni delle popolazioni di queste specie. Adesso non voglio tediarvi con numeri e dati scientifici - se vuole, le consegnerò il testo scritto - che, innanzitutto confermano che queste specie non sono assolutamente a rischio estinzione e nemmeno in diminuzione dal punto di vista numerico; comunque sia, riteniamo che questa politica non vada ad incidere negativamente sulla popolazione di queste specie migratorie.
Grazie, Presidente.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Sacchetto.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione n. 4 del Consigliere Reschigna, inerente a "Gravi disservizi della tratta ferroviaria Domodossola-Milano"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 4.
Risponde l'Assessore Bonino.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Riprendo brevemente i due punti fondamentali dell'interrogazione del Consigliere Reschigna, che chiede un impegno per ovviare ai disagi dei pendolari piemontesi della tratta ferroviaria Domodossola-Milano, agendo anche nei confronti della Regione Lombardia e dei soggetti coinvolti, e di conoscere quali iniziative si intendano promuovere per il ripristino della carta "Tuttotreno Piemonte". Queste sono le due principali richieste contenute nel documento.
Inizio dalle questioni relative alla tratta Domodossola-Milano con una puntualizzazione. Esiste un servizio che viene erogato in due modi differenti. I primi sono treni che possiamo considerare gestiti dalla Divisione commerciale: Trenitalia Passeggeri. Sono treni di collegamento internazionale che, per capirci, non rientrano nell'ambito dei servizi coperti da corrispettivo da parte della Regione Piemonte e neppure della Regione Lombardia, quindi attengono ad una programmazione commerciale che si basa su valutazioni effettuate dal gestore del servizio. Certamente possono essere oggetto di un'interlocuzione da parte della Regione Piemonte e della Regione Lombardia, come infatti è avvenuto in merito al ripristino delle fermate soppresse, ma che non ci consentono di garantire un risultato diretto dal punto di vista della programmazione.
Relativamente a questi treni, in effetti, sono soppresse le fermate per Verbania e Arona e le risposte che ci sono arrivate, sia a noi che alla Regione Lombardia, non sono positive. Trenitalia Divisione Passeggeri insieme alle Ferrovie federali svizzere, ritiene che i treni internazionali non possano più fare fermate regionali, quindi la risposta è stata, ad oggi, una sostanziale indisponibilità.
Ricordo anche che queste soppressioni risalgono al dicembre 2009 quindi sto dando risultati di un'interlocuzione che è avvenuta fra la precedente Amministrazione, Trenitalia e le Ferrovie svizzere. Pertanto questa vicenda era già un capitolo chiuso all'insediamento della nuova Giunta.
Rispetto alle richieste che sono state fatte, il dialogo con la Regione Lombardia si è articolato con risposte che ci sono state fornite dall'Assessore Cattaneo, che ci dicono che i treni regionali di competenza dell'Ente fermano già a Verbania, Arona e Stresa; la competenza lombarda della linea Ginevra-Domodossola-Milano si ferma ad Arona; la tariffa regionale non subisce variazioni dal 1° agosto 2008; la Regione Lombardia non ha mai sottoscritto accordi con Trenitalia per la Carta Tuttotreno, ha invece firmato accordi per consentire ai viaggiatori di utilizzare in maniera integrata i servizi di trasporto su ferro a lunga percorrenza con quelli di carattere regionale e urbano e su gomma sotto la denominazione complessiva di "Carta regionale dei trasporti". Queste sono le risposte di competenza della Regione Lombardia e si riferiscono al servizio regionale che è gestito da Trenitalia, divisione Lombardia con un sistema di corrispettivi misto che vede intervenire sia la Regione Piemonte che la Regione Lombardia.
Questi treni, come dicevo (mi confermano anche dalla Direzione Trasporti della Regione Piemonte) effettuano le fermate a Verbania e ad Arona. Certamente, si comprende benissimo qual è il disagio di un utenza che prima poteva contare su un collegamento più veloce che avveniva sui treni ex Cisalpino e consentiva la fermata anche nei due comuni oggetto della soppressione.
Ad oggi, restano comunque garantite le fermate effettuate dai treni regionali che, quindi, sono di competenza di questo Assessorato per quanto riguarda la programmazione, ancorché, come tutti sappiamo, in assenza di un contratto di servizio tutto è affidato alla convinzione che ad oggi possiamo registrare da parte sia della Regione che dell'erogatore del servizio di dover addivenire al più presto alla sottoscrizione di un contratto-ponte che prevedrà anche la formulazione di un'offerta dedicata ai pendolari che ci consenta di vedere un'offerta integrata fra i diversi tipi di servizio di cui possono avvalersi i pendolari e che comporti anche l'individuazione di tariffe agevolate per soggetti che fruiscono con costanza del servizio di trasporto ferroviario e non.
Per quanto riguarda gli orari che ad oggi sono in funzione, ho chiesto agli Uffici di fornirmi una tabella che lascio agli atti e se gli interroganti vogliono prenderne visione è evidentemente disponibile.
Per quanto riguarda, invece, le condizioni di erogazione del servizio sulla base di numerose sollecitazioni che sono già in archivio, stiamo riprogrammando anche il servizio di ispezione che la Regione Piemonte ha riattivato da pochi giorni per consentirci di fotografare anche le situazioni denunciate, di cui certamente prendiamo atto per le numerose sollecitazioni, condividendo la preoccupazione degli interroganti e sottolineando che sia la sostituzione che gli interventi di manutenzione sul materiale rotabile sono oggetto di trattativa con l'erogatore del servizio fra le parti più delicate di prioritario interesse della Regione Piemonte in considerazione del fatto che immediatamente dopo la questione degli orari della frequenza e delle fermate viene il punto dolente della qualità del servizio erogato sotto l'aspetto della qualità del materiale rotabile e delle condizioni di viaggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna per la replica.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Grazie, Assessore, per al risposta, anche se dal mio punto di vista non è stata soddisfacente.
Assessore, la inviterei ad entrare magari un po' più nel merito di una particolarità che esiste all'interno del trasporto pubblico ferroviario piemontese, che riguarda il collegamento tra quella zona del Piemonte e la Lombardia che è stato affidato alla gestione e alla competenza della Regione Lombardia.
È una particolarità che richiede molta attenzione da parte dell'Amministrazione regionale: sono cittadini piemontesi anche i pendolari del Verbano Cusio Ossola o della provincia di Novara che quotidianamente vanno in Lombardia. È una particolarità che si aggrava ancora di più perch quella linea, rispetto alla mobilità ferroviaria pendolare della Lombardia è totalmente indifferente. La Lombardia ha possibilità su altre linee di convogliare e gestire tutta la mobilità dei pendolari quotidiana attraverso altre linee ferroviarie.
Io le dico solo come indicazione e come suggerimento (anche se non era un tema contenuto all'interno dell'interrogazione), le chiederei anche poiché l'Assessorato continua l'attività del comitato del forum con i pendolari del trasporto ferroviario piemontese, di costituire, viste anche le distanze che ci sono tra il Verbano Cusio Ossola e Torino e la particolarità di quella linea, di trovare il modo di costituire anche un momento di confronto tra l'Amministrazione regionale e i pendolari del Verbano Cusio Ossola nel Verbano Cusio Ossola, perché, come le ripeto, le condizioni di disagio sono altissime sotto questo aspetto.
Seconda considerazione. Quando richiedevo lo stato dell'arte per il ripristino della Carta Tuttotreno Piemonte, è perché questa la considero la più (tra virgolette, non so se si può dire, ma io lo dico lo stesso) grossa "vigliaccata" che le Ferrovie abbiano fatto nei confronti dei pendolari piemontesi! Hanno usato la soppressione della Carta Tuttotreno Piemonte come arma di ricatto nei confronti dell'Amministrazione regionale circa il rinnovo del contratto di servizio.
Da quando è stata soppressa la Carta Tuttotreno Piemonte, per moltissimi pendolari piemontesi è peggiorata la possibilità di utilizzo flessibile del mezzo e sono peggiorate le condizioni economiche che devono sopportare nel pagamento degli abbonamenti. Questo è un obiettivo che mi auguro lei si ponga nel rapporto e nella trattativa con Trenitalia, perch non riguarda solamente il Verbano Cusio Ossola, ma riguarda la complessità dei pendolari piemontesi.
Ci sono situazioni in cui Regione e Trenitalia possono anche litigare ma è veramente non corretto e unilaterale il fatto che è venuto da Trenitalia e che a pagarlo siano i pendolari piemontesi.
Ho assistito ad un incontro organizzato dal Comune di Borgomanero di alcuni mesi fa durante il quale il viceresponsabile del trasporto ferroviario locale giustificava la soppressione della Carta Tuttotreno Piemonte con il fatto che la Regione Piemonte, avendo deciso di mandare a gara per lotti il trasporto pubblico locale ferroviario, aveva creato una condizione per cui non era possibile gestire il sistema di Carta Tuttotreno Piemonte. Era una colossale frottola! Perché, quand'anche fossero andate avanti le gare per l'affidamento del servizio, noi sappiamo che i nuovi soggetti avrebbero potuto entrare nella gestione del servizio a distanza di qualche anno dal 2010. Il fatto che loro l'abbiano soppressa già a partire dal 2010 - ripeto - non trova nessuna giustificazione e nessuna motivazione organizzativa, ma come giustificazione ha solamente un pesante atteggiamento di ricatto.
Su questo chiedo all'Amministrazione regionale di riprendere intensamente le trattative con Trenitalia perché è un diritto dei pendolari, perché non costa nulla a Trenitalia, così come le chiedo magari, di trovare il modo di costituire un momento di confronto sul territorio (e noi Consiglieri regionali siamo disponibilissimi a partecipare a questi momenti di confronto) con la realtà dei pendolari del Verbano Cusio Ossola perché, ripeto, il fatto che quella linea è nella gestione e nella programmazione della Regione Lombardia pone qualche difficoltà.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Richiesta di chiarimenti da parte del Consigliere Bono relativamente all'articolo 99, comma 10, del Regolamento consiliare


PRESIDENTE



PRESIDENTE

Consigliere Bono, a che titolo?



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Scusi un secondo, perché è un Regolamento nuovo anche per me.
Sì, attiene alla gestione complessiva delle interrogazioni e del sindacato ispettivo, però non è una questione da porre in seduta, ma eventualmente alla Conferenza dei Capigruppo che si terrà domani.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Scusi, Presidente, solo per l'interpretazione del Regolamento, poi magari sbaglio, perché anche per me è nuovo.
Da quanto ho capito si può chiedere, visto che sono passati trenta giorni dalla presentazione dell'interrogazione, la discussione dell'interrogazione n. 42 in Consiglio ed, eventualmente, la risposta degli Assessori visto che sono presenti sia l'Assessore Bonino sia l'Assessore Ravello.
Ditemi se ho interpretato male il Regolamento.



PRESIDENTE

Come dicevo, la questione deve essere posta domani alla Conferenza dei Capigruppo, vedremo di metterla all'o.d.g. del prossimo Consiglio.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 48 del Consigliere Negro, inerente a "Istanza da parte della Provincia di Cuneo - Area Funzionale del Territorio - Settore Risorse Naturali, inerente a 'Verifica dello stato di consistenza' dei pozzi irrigui a captazione nelle falde profonde" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Il Consigliere Negro, come interrogante, non è presente. A norma del Regolamento, all'interrogazione va data risposta scritta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Difesa idrogeologica

Interrogazione n. 86 dei Consiglieri Tentoni, Valle, Botta Franco Maria Giovine, Vignale, Cortopassi, Costa Rosa Anna, Botta Marco, Montaruli Burzi, Mastrullo, Spagnuolo, Pedrale, Bussola, Motta Massimiliano, La Rocca, Comba, Cantore e Porchietto, inerente a "Affidamento servizio di guardiania in Alta Valle Orco sul bacino artificiale Eugio: impegni di Iride sul territorio"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 86.
La parola all'Assessore al Consigliere Tentoni per l'illustrazione.



TENTONI Alfredo Roberto

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione nasce dalla considerazione che Iride - la società che ha sostituito in associazione con altre città italiane, l'azienda elettrica municipale - ha intenzione di bandire il servizio di guardiania di alcune dighe dell'Alta Valle Orco.
Ricordo che in Alta Valle Orco insistono bacini e dighe che hanno come scopo la produzione, per caduta dell'acqua, di energia elettrica che serviva storicamente e soprattutto la città di Torino.
La modifica delle tipologie di servizio di guardiania crea, a giudizio degli interroganti, alcune possibili conseguenze che noi riteniamo essere fortemente negative e rispetto alle quali abbiamo inteso proporre quest'interrogazione con la speranza che la Regione possa, contattando l'ente interessato, verificare la possibilità di modalità diverse nella gestione della guardiania.
Siamo del parere che questa guardiania, che riguarda la sicurezza delle dighe e dei bacini, sia estremamente delicata e, se affidata a cooperative e soggetti terzi probabilmente, intanto come conseguenza ci potrebbe essere una minore sicurezza rispetto alla possibilità che questi bacini possano creare danni, anche gravi, a valle. Inoltre, l'affidamento a cooperative non è una garanzia da un punto di vista economico perché, evidentemente, i capitali di garanzia di questi soggetti, le cooperative, sono così ridotti da non far pensare a risarcimenti che magari verrebbero ad essere necessari in seguito al verificarsi di certi avvenimenti.
Terzo e non ultimo aspetto è la questione occupazionale. Fino ad ora i servizi di guardiania erano affidati a personale residente nelle valli, il rischio di affidare a terzi il servizio può avere conseguenze, anche piuttosto pesanti, sull'occupazione complessiva degli abitanti della valle con conseguenze economiche, anche sociali, abbastanza pesanti. Confidiamo in un positivo intervento dell'Assessorato e della Regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ravello per la risposta.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Ringrazio particolarmente il Consigliere Tentoni per avere sollevato una questione sulla quale riteniamo, nell'ambito piuttosto ristretto delle competenze di questa amministrazione, comunque sia giusto intervenire.
Intendo precisare che il bacino artificiale Eugio in Alta Valle Orco risulta essere una diga di competenza nazionale, nello specifico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La Direzione regionale Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Economia Montana e Foreste svolgendo le proprie attività su sbarramenti ed invasi di competenza regionale di dimensioni più ridotte, non ha una competenza diretta su questo specifico sito.
Ferma restando la condivisione della totalità degli spunti sollevati dal Consigliere Tentoni rispetto alla necessità che in processi di affidamento di certi tipi di incarichi in territori che hanno particolarmente vissuto gli effetti derivanti dalla posa, dalla costruzione di determinate opere di interesse collettivo, di interesse regionale e sovraregionale, riteniamo sia assolutamente giusto aspettarsi che gli operatori che traggono anche benefici di natura economica da queste operazioni, riconoscano al territorio qualcosa.
Tuttavia è chiaro che, Consigliere Tentoni, l'Amministrazione non pu in alcun modo, intervenire su un bando che, ovviamente, deve rispondere a normative comunitarie e nazionali rispetto alla parità di accesso e che, in alcun modo, il bando potrà determinare delle clausole che favoriscano un cittadino piuttosto che un altro all'accesso.
Confidiamo, comunque, nella sensibilità dell'operatore, nello specifico la neonata Iren, e riteniamo che possa essere utile, per andare incontro alle istanze che la Giunta condivide e sollevate dai Consiglieri interroganti, fare un passaggio nei confronti dell'operatore per un confronto al fine di rappresentare le necessità della Giunta e della maggioranza del Consiglio regionale.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 92 dei Consiglieri Ronzani, Taricco, Reschigna, Stara, Motta Angela, Gariglio, Laus, Artesio Buquicchio, Ponso, Dell'Utri, Pentenero, Muliere e Cerutti, inerente a "Diga sul torrente Sessera"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 92.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Intendo, semmai replicare all'Assessore.



PRESIDENTE

Chiedo scusa se la interrompo, ma avevamo distribuito un promemoria del nuovo Regolamento che può essere un valido strumento per ognuno di noi.
Non volevo assolutamente richiamarla, Consigliere, lo dico perché ci sono modalità differenti tra un atto di sindacato ispettivo e l'altro.
Prego, Consigliere.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Tralascio una serie di considerazioni e sono soprattutto curioso di ascoltare la risposta che darà l'Assessore Ravello sull'interrogazione.
Questa è una questione che l'Assessore conosce benissimo, è aperta da anni, sono note le ragioni per le quali noi ci opponiamo, insieme a un movimento trasversale, non solo di partito, alla realizzazione dell'invaso.
Il progetto è rimasto nei cassetti del Consorzio di bonifica della Baraggia vercellese per anni, per una ragione semplicissima. La precedente Amministrazione aveva deciso di scorporare dal piano di tutela l'allegato A, nel quale si faceva riferimento a questo e ad altri progetti, e poi perché in sede locale il sistema delle autonomie locali, con le sue popolazioni molto agguerrite e combattive, si era opposto e si oppone alla realizzazione di questo progetto per tantissime ragioni, a cominciare dal fatto che lo si vorrebbe realizzare in un invaso preesistente, in un'area considerata un sito di interesse comunitario. Il Consorzio di bonifica è contrario. Io e i colleghi in questi giorni abbiamo ricevuto una copiosa documentazione nella quale il Consorzio afferma che è contrario, ma giudico questo Consorzio inaffidabile da un punto di vista politico, prova ne è che tutte le volte che il Consorzio si propone di realizzare un progetto nella nostra provincia si scontra con una fortissima opposizione, che non è soltanto la conseguenza di una contrarietà ai progetti, ma anche un'opposizione al modo con il quale si pone di fronte al territorio tentando di colonizzarlo.
Inoltre, la contrarietà deriva dall'esigenza di impedire che un territorio che ha dato in passato sia ulteriormente penalizzato, perché in questi anni sono stati realizzati cinque invasi, Assessore, e il Consorzio di bonifica ne ha realizzati due negli ultimi anni. Ogni volta che ha realizzato un invaso, il Consorzio raccontava che sarebbe stato l'ultimo: anche questo è simpatico, perché ogni volta dicono: "Questo è l'ultimo invaso e risolve i problemi del fabbisogno idrico e irriguo". Ma tutte le volte questo non succede perché tutte le volte il Consorzio di bonifica, a distanza di qualche anno, ripropone naturalmente l'esigenza di realizzare un nuovo progetto, come sta avvenendo in questo caso.
Da qui, allora, l'esigenza che l'Amministrazione assuma una posizione.
Personalmente, sono curioso di conoscere l'orientamento dell'Amministrazione su questa questione: mi auguro che sia attenta, non solo in teoria, ma anche nei fatti, alle ragioni dei territori e diventi un attore di una battaglia per impedire che l'invaso venga realizzato.
Temo - e ho finito, Presidente - che, tra le ragioni per le quali vi è una caparbietà nel realizzare questo progetto, vi sia anche il fatto che questo Ente, attraverso questi progetti, benefici di una provvigione del 14% attraverso, appunto, la progettazione e la realizzazione dell'invaso.
Vorrei infine conoscere - penso che dall'Assessore una risposta in questo senso mi verrà data - qual è la ragione sociale di una società che progetta gli invasi per il Consorzio di bonifica. Non vorrei che il Consorzio di bonifica se la cantasse e se la suonasse da solo, e cioè che progettasse gli invasi e poi li realizzasse. Ma su questo punto sono curioso di conoscere la risposta dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, signor Presidente. Saluto il Consigliere Ronzani.
Ci sono diversi aspetti relativi all'oggetto dell'interrogazione che non possono non essere toccati; aspetti di natura tecnica, formale e amministrativa, e aspetti di natura politica, che considero comunque seguenti e conseguenti.
Comincerei dagli aspetti di natura tecnica, in modo che tutti i Consiglieri presenti siano messi a conoscenza del percorso che ha portato alla presentazione, qualche settimana fa, del progetto da parte del Consorzio di bonifica della Baraggia (il sottoscritto ha ricevuto un invito a parteciparvi).
Innanzitutto, mi corre l'obbligo di rilevare come, in ordine alla possibile creazione di capacità di invaso, esista il Piano di tutela delle acque adottato nel settembre 2006 e approvato dal Consiglio regionale del Piemonte nel 2007, che prevede - all'articolo 40, ma il collega Ronzani che cita l'articolo nello specifico, lo sa molto bene - tra una serie di azioni prioritarie, anche la realizzazione di nuove capacità di invaso.
In attuazione a questi disposti, la Presidente della Giunta regionale nell'ultima legislatura, promuove un'azione tesa a costituire un Comitato tecnico, successivamente coordinato dalla Direzione ambiente, al quale partecipano i Presidenti delle Province di Biella e di Vercelli, il Presidente dell'ATO n. 2 e, ovviamente, la Direzione ambiente. A questo Comitato viene affidato il compito di valutare le condizioni del bilancio idrico e di caratterizzare i deficit idrici relativi ai territori delle province di Biella e di Vercelli contemplati tra le potenziali localizzazioni di nuovi invasi dalle norme d'area del Piano di tutela delle acque.
In coerenza con queste disposizioni, il gruppo di lavoro conclude, nel mese di giugno 2009, la propria attività pubblicando sul sito istituzionale della Regione Piemonte i risultati. Questo lavoro ha consentito effettivamente di determinare nel dettaglio le condizioni del bilancio idrico e di caratterizzare, rispondendo a quello che era l'obiettivo del Comitato, i deficit idrici che si riscontrano nel territorio della pianura ad ovest del fiume Sesia, che comprende, oltre al fiume Sesia, anche altri corsi d'acqua minori.
Dalle conclusioni di questa analisi, è emersa in modo inequivocabile una situazione di significativa criticità idrica con particolare riferimento all'ultimo decennio. L'entità del deficit ha quindi richiesto la necessità di intervenire con provvedimenti di riequilibrio del bilancio idrico, la cui adozione diviene indispensabile in considerazione degli obblighi di rilascio in alveo del deflusso minimo vitale.
Il Comitato tecnico ha anche compiuto una prima valutazione sull'applicazione delle singole misure previste dall'articolo 40, giungendo alla conclusione che, a meno della realizzazione di nuove capacità di invaso, la loro reale efficacia nell'area indagata appare limitata e comunque di entità tale da non consentire un effettivo riequilibrio del deficit di bilancio idrico osservato.
Per quanto riguarda la realizzazione di nuove capacità di invaso, il Comitato tecnico ha ritenuto necessario procedere con la realizzazione di nuovi invasi o con l'ampliamento di alcuni invasi già esistenti. Tuttavia come previsto dalle norme di attuazione del Piano di tutela delle acque, le valutazioni in ordine alle verifiche di sostenibilità ambientale e di fattibilità tecnica, economica e sociale delle eventuali realizzazioni di nuove capacità di invaso saranno comunque da sviluppare in una successiva fase di lavoro con un esteso coinvolgimento di tutte le comunità locali interessate e dei differenti comparti di utilizzatori della risorsa idrica che potrà essere attuata anche mediante la predisposizione di un apposito Accordo di programma.
In tale contesto, si rileva che (nota del 9 agosto 2010), da parte del Consorzio di bonifica della Baraggia, è pervenuto per conoscenza all'Assessorato all'ambiente un progetto definitivo corredato dei relativi elaborati. Il progetto in questione è redatto e finanziato nell'ambito della programmazione prevista dal Piano irriguo nazionale adottato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali; progetto che ovviamente, Consigliere Ronzani, sarà sottoposto alla procedura di VIA nazionale ai sensi di tutte le normative vigenti in materia, la cui Commissione effettuerà le necessarie analisi e valutazioni e metterà l'Amministrazione regionale in condizione di produrre un parere che sarà ovviamente formalizzato con la Giunta.
Collega Ronzani, per rispondere al suo primo quesito le dico che, se la domanda è: "La Giunta è contraria all'ampliamento dell'invaso del Sessera?", la risposta, alla luce di quanto tecnicamente esposto, non pu che essere: "No".
Uscendo un attimo, per poi successivamente ritornarci, dal campo squisitamente tecnico, non posso che dirle, riconoscendo anche le ragioni e ovviamente la legittimità di chi, trasversalmente, anima un movimento di contrari a questo progetto, che io, immediatamente dopo aver presenziato nella città di Biella alla presentazione del progetto di questo invaso - se non ricordo male, ci siamo anche incontrati, poiché lei era a capo di un gruppo non tanto forte nei numeri, quanto sicuramente nella convinzione delle idee che sosteneva e che manifestava, appunto, la propria contrarietà all'opera; rammento qualche immagine, ma ci siamo anche salutati - ovvero il giorno successivo, ho invitato il Sindaco del Comune di Pray e un Assessore della sua Giunta, che mi risultano essere tra i capofila del movimento cosiddetto del no, per un confronto con loro, un confronto che si è tenuto, ma del quale lei è stato dal sottoscritto messo a conoscenza, il 29 giugno 2010, quindi quasi un mese prima della presentazione di questa interrogazione.
Questo per rispondere anche ad un passaggio che lei ha toccato nella sua illustrazione, cioè l'attenzione di questa Giunta alle ragioni del territorio.
Credo di averle risposto e l'attenzione di questa Giunta alle ragioni del territorio è assolutamente viva. Non possiamo escludere e non possiamo non considerare e, ovviamente, non possiamo non ascoltare quanto il territorio ha da dire prima di arrivare ad una valutazione conclusiva.
E le devo dire che - e nell'ultima parte di questa prima risposta, cioè di questa risposta al primo dei suoi tre quesiti credo di averle risposto non possiamo non considerare fondamentali (e su questo dovr necessariamente chiedere il sostegno di tutte le forze politiche rappresentate in quest'aula) le opere di compensazione.
Una volta rilevata l'entità dell'impatto ambientale dell'opera, è chiaro che al territorio dovrà essere riconosciuto quanto il territorio metterà a disposizione di tutto il Piemonte, ma non solo, perché le ricadute ovviamente sono su un larga scala.
Procedo brevemente nel rispondere agli altri due punti. Il quesito relativo alla veridicità della notizia secondo la quale per effetto delle norme vigenti, nel caso di realizzazione del nuovo invaso, da parte del consorzio verrà riconosciuta una somma forfetaria pari al 14% del costo complessivo dell'opera.
Abbiamo sentito l'Assessorato all'agricoltura e ci è stato riferito che le grandi opere infrastrutturali sono finanziate dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali mediante il piano irriguo nazionale, nel quale sono inseriti i progetti individuati dalle Regioni che hanno raggiunto lo stato di progettazione esecutiva.
I finanziamenti sono a totale carico dello Stato e vengono disposti mediante provvedimenti ministeriali nei quali sono fissate le modalità di pagamento degli oneri di realizzazione di tali infrastrutture irrigue.
Con tali provvedimenti è stata peraltro riconosciuta al soggetto proponente una quota di risorsa utile a coprire le spese generali e tecniche (progettazione, direzione lavori e collaudi), quota che pu variare indicativamente fra il 13 e il 15% a seconda dell'entità dei lavori.
La definizione di tale percentuale, come peraltro di tutte le procedure inerenti al finanziamento dei lavori - e queste sono modalità di erogazione di acconti, di anticipi e di tempi di esecuzione applicate a tutte le Regioni italiane - sono definite direttamente ed unicamente dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
All'ultimo quesito, rispetto alla ragione sociale della società e relativamente alla richiesta di conoscere da quale società sia stato predisposto il progetto definitivo della nuova diga, nonché l'oggetto sociale e la composizione dell'azionariato, si evidenzia che, come riferito espressamente dal consorzio nella citata nota del 9 agosto, il progetto definitivo, datato aprile 2010, è stato redatto dalla società Steci s.r.l.
società di ingegneria del consorzio, a firma dell'ingegner Domenico Castelli.
Ulteriori informazioni a carico di questa società di ingegneria non sono a noi note, ma credo che chiunque possa ottenerle, tramite una visura camerale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
È rientrato il Consigliere Negro, quindi prego l'Assessore, se è nelle condizioni di poterlo fare di far pervenire la risposta scritta al Consigliere Negro relativamente all'interrogazione con risposta indifferibile e urgente n. 48.
Dichiaro chiuso il punto 3) all'odg


Argomento: Ordinamento regionale

Esame progetto di legge n. 23, inerente a "Terza legge di abrogazione" riassunto ai sensi dell'ex art. 92 del Regolamento Interno del Consiglio


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 23, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Si tratta di un provvedimento di legge di cosiddetta delegificazione quindi di abrogazione come dice il titolo, ed è stato licenziato all'unanimità dalla I Commissione il 10 settembre 2010.
Sono relatori i Consiglieri Carossa e Reschigna, che danno per letta la seguente relazione: "In linea di continuità e di condivisione con quanto già disposto dalla leggi regionali 13 del 2005 (Legge regionale di semplificazione e disciplina dell'analisi d'impatto della regolamentazione) e 15 del 2008 (Seconda legge regionale di abrogazione e semplificazione delle procedure) con il presente intervento normativo si intende aggiornare l'ordinamento giuridico piemontese procedendo alla abrogazione espressa delle leggi regionali che nel frattempo sono state superate da sopravvenuta normativa (statale o regionale) o che hanno in qualche modo cessato i loro effetti diventando inoperanti (si veda in tal senso, l'articolo 1 della proposta di legge 23).
La presente proposta di legge è stata assegnata all'esame in sede referente della I Commissione in attuazione dell'art. 92 del regolamento consiliare e riproduce le disposizioni contenute nel disegno di legge n.
660, presentato dalla Giunta regionale nella precedente legislatura.
Rispetto ai precedenti interventi normativi, il presente intervento ha una portata più circoscritta. La proposta di legge 23 prevedeva nel testo iniziale l'abrogazione di tre leggi regionali relative alle materie Bilancio e tributi, diventate poi cinque a seguito dell'approvazione di un emendamento presentato durante l'esame in sede referente dell'articolato (per le quali si rinvia all'Allegato A della proposta di legge 23).
Come già previsto nelle precedenti leggi di abrogazione, le disposizioni abrogate continuano ad applicarsi ai rapporti sorti nel periodo della loro vigenza e per l'esecuzione degli accertamenti dell'entrata e degli impegni di spesa assunti (articolo 2 della pdl 23).
Occorre, inoltre, precisare che oltre agli interventi sistematici di pulizia dell'impianto legislativo regionale verificatesi nell'ultimo quinquennio sopra citati, è stato ampiamente recepito il concetto stesso di razionalizzazione e semplificazione legislativa: infatti, nell'ultimo periodo preso in considerazione, le normative che hanno provveduto al riordino di specifiche discipline hanno contestualmente operato interventi abrogativi espressi consistenti e tali da eliminare le norme inutili o superate, definendo, al tempo stesso in modo netto, il diritto realmente vigente (si veda a titolo esemplificativo la l.r. 19/2009, che nel ridisciplinare la materia delle aree protette ha soppresso parallelamente ben 152 leggi pregresse)".
È aperta la discussione generale.
Non essendoci richieste d'intervento in discussione generale, passiamo all'esame del relativo articolato.
ARTICOLO 1 Non essendoci richieste d'intervento né di dichiarazioni di voto, passiamo alla votazione.
Ricordo che il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.
Non essendoci richieste di intervento per dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'intero testo di legge.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 38 Consiglieri La legge è approvata.
Ricordo ai colleghi che siamo convocati alle ore 14.30 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (articolo 100 del Regolamento), il cosiddetto "Question time".
Per la trattazione non c'è bisogno del numero legale, quindi i lavori inizieranno puntualmente alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.27)



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