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Dettaglio seduta n.327 del 29/01/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(I lavori iniziano alle ore 14.39 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1486 presentata dalla Consigliera Montaruli, inerente a "Contratti in scadenza dei medici penitenziari"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1486, presentata dalla Consigliera Montaruli, che ha la parola per l'illustrazione.



MONTARULI Augusta

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione è volta ad avere dei chiarimenti rispetto a quei medici che operano nell'ambito del polo penitenziario, i cui contratti sono in scadenza il 31 gennaio del corrente anno.
Come i membri della Giunta sapranno, nella Casa Circondariale "Lorusso Cutugno" operano 22 medici chirurghi in qualità di medici penitenziari.
Parte di questi medici sono stati assunti dopo il 2008, quindi hanno un contratto che scade, come ho detto, alla fine del mese. Questi medici penitenziari, assunti dopo l'anno 2008, hanno maturato professionalità e competenze specifiche nell'assistenza carceraria e hanno sostenuto e superato un regolare concorso indetto nell'anno 2010 dall'ASL TO2.
Tuttavia, ci sono stati diversi provvedimenti (DGR 30 luglio 2012) con cui la Regione Piemonte ha regolato l'attività dei medici, recependo un Protocollo Integrativo d'Intesa sottoscritto dalle Organizzazioni sindacali; il primo principio sul quale si basa è la salvaguardia delle professionalità maturate all''interno degli incarichi in ambito penitenziario e questi medici hanno maturato competenze in tale ambito.
La DGR sottolinea che si è sottoscritto un protocollo d'intesa relativo all'applicazione per i medici operanti nell'ambito penitenziario regionale del vigente ACN, per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale. In seguito, con c'è stata una circolare del settembre 2012 con la quale la direzione ha chiarito che la conservazione delle funzioni si intende riferita ai soli incarichi del SIAS antecedenti al trasferimento del 2008.
Pertanto, in seguito a questa circolare, sembrerebbe che i medici che hanno stipulato contratti di lavoro in data posteriore al 2008 si troverebbero esclusi dalla tutela conferita dalla Giunta regionale. Il che andrebbe in contrasto con, invece, quanto è esposto in premessa nella stessa DGR del 30 luglio 2012.
Quindi, questa interrogazione è volta a capire quale sarà il futuro riservato da parte della Giunta e dell'Assessorato alla sanità rispetto a questi medici il cui contratto è in scadenza e che sono stati assunti dopo il 2008.



PRESIDENTE

Grazie, collega Montaruli.
La parola all'Assessore Quaglia, per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione di cui in oggetto, si riferisce quanto segue.
Si evidenziano le varie fasi promosse dall'Assessorato alla sanità riguardo al personale medico penitenziario, nello specifico, i medici addetti al SIAS (Servizio Integrativo Assistenza Sanitaria), trasferito dall'Amministrazione Penitenziaria al SSN, a seguito del DPCM del 1° aprile 2008.
Il succitato DPCM dispone che detti medici, assunti dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, con contratto a tempo determinato (durata 2 anni) sarebbero stati prorogati per ulteriori 12 mesi a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto (15 giugno 2009).
Il 5 giugno 2009, l'Assessorato alla sanità ha sottoscritto un Protocollo d'Intesa con le Organizzazioni sindacali più rappresentative dei medici di Medicina Generale (FIMMG, SNAMI, SMI) al fine di individuare le tipologie contrattuali da applicare ai medici operanti negli Istituti Penitenziari del Piemonte tra cui i medici addetti al SIAS.
Per tale categoria medica si era convenuto di applicare la forma contrattuale assimilabile a quella prevista per i medici operanti nei servizi aziendali di Continuità assistenziale (ex guardia medica) integrata con una specifica indennità di rischio e di disagio ambientale valutata in 2 euro/ora con valorizzazione complessiva di 30 euro/ora.
A scadenza del succitato Protocollo d'Intesa, è stato sottoscritto un nuovo accordo con le Organizzazioni sindacali recepito con DGR n. 56/4259 del 30 luglio 2012 che ha ribadito le disposizioni del precedente Protocollo.
Lo stesso Comitato Regionale per la Medicina Generale, nella seduta del 22 novembre 2012, ha confermato quanto indicato nel sopramenzionato Protocollo relativamente alla tipologia contrattuale da applicare ai medici operanti negli Istituti Penitenziari del Piemonte, nella maniera che segue: "Le Aziende Sanitarie Locali sedi di carceri non possono utilizzare strumenti contrattuali difformi da quelli previsti dall'ACN vigente, dal Protocollo d'Intesa del 5 giugno 2009 e dal Protocollo d'Intesa recepito con DGR n. 56/4259 del 30 luglio 2012, né tanto meno stipulare contratti individuali di natura libero professionale con il singolo medico".
Gli Accordi succitati hanno dichiarato in maniera chiara ed inequivocabile l'intento di salvaguardare le professionalità già maturate all'interno degli incarichi in ambito penitenziario attribuiti dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e pertanto antecedenti al 1° aprile 2008.
Rispetto a quanto rappresentato nell'interrogazione e cioè che l'ASL TO2 avrebbe recentemente richiesto al personale medico dipendente convenzionato alla Struttura Complessa Emergenza Territoriale 118 lo svolgimento di turni di guardia presso il servizio medico sanitario della Casa Circondariale Lorusso Cutugno e che l'attività richiesta all'Emergenza Territoriale 118 dovrebbe essere svolta con un riconoscimento della tariffa di 47 euro/ora, si comunica che il Settore competente ha inviato al Direttore generale dell'ASL TO2 una nota per la richiesta di chiarimenti in merito.
Ina data 28 gennaio 2008, l'ASL TO2 ha trasmesso nota di riscontro, che si allega in copia.
Rispetto a questa nota, l'allegherei alla risposta e la consegnerei all'interrogante.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Quaglia.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1487 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Tavolo di lavoro denominato GIS"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1487, presentata dalla Consigliera Artesio, che ha la parola per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione è tempestivamente collegata a quanto discusso venerdì scorso in sede di I Commissione nel corso dell'audizione dei rappresentanti degli imprenditori che agiscono su commesse del CSI Piemonte.
A seguito di quell'audizione, abbiamo ascoltato i rappresentanti di queste organizzazioni riferire che occorre - questa non è una novità - un quadro industriale sull'informatizzazione della Pubblica Amministrazione cioè un'agenda digitale piemontese il cui comparto più rilevante sarebbe esattamente lo sviluppo delle attività informatiche delle diverse aziende sanitarie anche alla luce degli indirizzi dati dal Ministero della sanità in ordine alla semplificazione.
Ora, risulterebbe quindi logico che l'Amministrazione regionale che ha voluto o ha dovuto accingersi alla ridefinizione della missione del Consorzio informativo pubblico consideri, con particolare attenzione, tutte le prospettive di sviluppo del comparto sanitario.
Così non sembra essere, o meglio sembra essere in corso una evidente diaspora del sistema sanitario dalla programmazione complessiva dei servizi informativi regionali, perché dopo il comportamento, perlomeno peregrino dei Direttori delle ASL nella riunione dell'ultimo Consiglio d'Amministrazione, o del penultimo, ora ci troviamo di fronte all'emergere attraverso atti fondativi di determine regionali di livelli di coordinamento, programmazione, gruppi di lavoro, incarichi e funzioni definiti dalla sanità in modo del tutto indipendente dalla programmazione del servizio informativo.
Faccio riferimento a una determina dell'Assessorato alla sanità che istituisce un gruppo di lavoro denominato "Governo dell'informatica sanitaria", costituito da un referente per ciascuna Federazione sovrazonale. Si conferma, anche in ambito informatico, a livello di governo intermedio tra l'Assessorato e le Aziende Sanitarie, che sono le Federazioni sovrazonali, che il gruppo di lavoro dovrebbe sovrintendere allo sviluppo e alla gestione delle reti informative e alla digitalizzazione del sistema. Tutto questo, con buona pace delle delibere regionali mai revocate, che definivano il programma SIRSE (Sistema Integrato Regionale di Sanità Elettronica) e confermavano nel CSI il soggetto attuatore.
Il minimo che possa fare l'opposizione è chiedere conto di queste situazioni un po' anarchiche e un po' schizofreniche.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Nella risposta predisposta dall'Assessorato c'è una parte di premessa che ricomprende quanto è già stato citato dall'interrogante, rispetto allo sviluppo del programma SIRSE ed alle risorse che la Regione ha investito in questi anni, in tale programma. Andrei subito al riferimento del GIS.
Il GIS (Governo Informatica Sanitaria) è un tavolo di lavoro interno al sistema che, analogamente agli altri tavoli di lavoro esistenti in Direzione Sanità (praticamente uno per ogni funzione di rilievo su cui si esercitano le attività istituzionali di programmazione e controllo) consente il confronto tra le Aziende Sanitarie regionali e i Settori della Direzione, in modo da consentire il miglior esercizio delle attività istituzionali.
In altre parole, questo specifico tavolo (GIS) cui partecipano i referenti delle Federazioni sanitarie, in quanto a queste ultime sono state conferite le funzioni aziendali di gestione e di sviluppo dei sistemi informativi delle Aziende Sanitarie regionali, ha la funzione di supportare, facilitandolo, il raccordo con il livello regionale e quello aziendale, non dal punto di vista della progettazione e dell'implementazione di soluzioni informatiche, bensì in chiave di governo (programmazione e controllo) del servizio sanitario regionale.
Rispetto al quesito posto si forniscono i seguenti elementi di risposta: tra il tavolo GIS e le previsioni della DGR 53-410 del 26/7/2010 che individua il CSI Piemonte quale soggetto deputato al SIRSE limitatamente alla sua informatizzazione, esiste una relazione di complementarietà.
Il tavolo GIS, infatti, non effettua in alcuna misura le attività di progettazione e di implementazione di soluzioni informatiche, che competono al CSI Piemonte, bensì rappresenta un supporto organizzativo interno alla Direzione Sanità, funzionale all'ottimale esercizio delle attività istituzionali di governo del sistema informatico sanitario, anche attraverso la condivisione delle scelte effettuate.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1488 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Centro Grandi Ustionati CTO di Torino, dopo l'inaugurazione a quando l'apertura?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1488, presentata dal Consigliere Buquicchio, che ha la parola per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Ci sono diverse interrogazioni riguardanti l'Assessore Monferino, il quale... Lascio a voi.
Inizio dalla fine dell'interrogazione: chiediamo quando sarà possibile procedere al trasferimento dei pazienti nel nuovo reparto "Centro Grandi Ustionati del CTO".
Nell'aprile scorso, la Consigliera Artesio aveva presentato un'analoga interrogazione e l'Assessore - o chi per lui - si era affrettato a comunicare che si sarebbe partiti a breve.
Come vedete, sono passati circa nove mesi: il tempo di una gravidanza ma il parto, ancorché distocico, non si verifica. Avete bisogno di un forcipe? Ve lo potrei fornire! Da fonti giornalistiche si evince che sono nate diverse problematiche di natura tecnica durante la fase di collaudo, e i lavori sono stati ultimati già nel 2010. Nel frattempo, la struttura è stata inaugurata con grande aplomb e grandi dichiarazioni pubbliche e televisive.
Poiché il Centro Grandi Ustionati del CTO è un perno, un fulcro, per quanto riguarda quel tipo di patologia, è ovvio che non solo gli operatori ma anche i cittadini, sono preoccupati.
Sono curioso di sapere cosa mi risponderà l'Assessore questa volta dopo nove mesi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Mi attengo alla nota che l'Assessorato ha fatto pervenire.
In relazione all'interrogazione in oggetto, si precisa che il nuovo Centro Grandi Ustionati del CTO è attivato dal 14 gennaio 2013.
La posticipazione del trasferimento dei pazienti è stata motivata, da un lato, dalla necessità di approfondire alcuni aspetti tecnici legati al funzionamento di impianti d'avanguardia e, dall'altro, dall'esigenza di effettuare il trasferimento di pazienti così complessi in presenza di tutto il personale di assistenza coinvolto, cosa non possibile durante il periodo delle festività di fine anno.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1490 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Interruzione dei servizi sostitutivi sulle linee Romagnano-Santhià e Vercelli-Casale"

Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1493 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Servizi ai pendolari della linea Santhià-Arona"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1490, del Consigliere Ronzani.
Risponderà l'Assessore Quaglia.
La parola al Consigliere Ronzani per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Poiché l'Assessore Bonino non si vede quasi mai in Aula, immaginavo che la risposta l'avrebbe data un altro Assessore! In ogni caso, Assessore Quaglia, riassumo i fatti che sono al centro della nostra interrogazione.
Dicembre 2011: dopo una discussione vivace in Commissione e sulla base di un monitoraggio secondo noi assai discutibile, venne salvata la tratta Novara-Varallo, sulla base di un criterio che molto giudicarono prevalentemente politico, mentre l'Assessore Bonino decise di sopprimere alcuni treni locali (le linee Arona-Santhià, Santhià-Chivasso e Vercelli Casale), sostituendoli con degli autobus.
In quell'occasione, durante la discussione durata - ahimé - un paio di sedute di Commissione, l'Assessore disse che quella decisione era da considerarsi come sperimentale e che era una conseguenza del fatto che quei treni erano poco utilizzati, pertanto l'alternativa degli autobus avrebbe anche consentito un abbattimento dei costi.
Seconda precisazione: sulla base di quella decisione politica, il 5 dicembre 2011 la Giunta regionale adottò una delibera con la quale si stabiliva che le Province territorialmente interessate ai servizi sostitutivi avrebbero dovuto gestirli ed organizzarli.
L'Amministrazione provinciale di Vercelli decise di affidare ad un'Associazione Temporanea di Imprese, costituita da ATAP (un'Azienda pubblica di Biella e Vercelli), Baranzelli e STAC, il compito di organizzare il servizio di autobus, anche se un paio di mesi dopo l'Assessore Bonino intervenne nuovamente per dire che la tratta sull'Arona Santhià fino a Romagnano era competenza e a carico della Provincia di Novara. Ma il quadro della situazione non cambiò.
Questo, per quanto riguarda il 2012 e segnatamente il periodo compreso fra l'11 dicembre 2011 e l'8 dicembre 2012 (termine indicato nella delibera, a cui, però, occorreva dare continuità).
In quell'anno, per quel termine, sono state date le risorse economiche e i budget chilometrici alle Province per finanziare i sevizi sostitutivi.
Fin lì, dunque, nessuna questione; fin lì, tutto a posto.
L'ATAP, la Baranzelli, ma soprattutto (e io mi fido) l'Amministrazione Provinciale di Vercelli, in quanto Ente preposto, con la competenza, per gestire il servizio, dicono che l'Assessore Bonino non abbia assunto alcun impegno per quanto riguarda il finanziamento del servizio nel 2013. Poich la Regione non ha precisato se intende finanziare il servizio anche nel 2013, le società che lo stanno gestendo hanno detto: "Non ci date i soldi? Sappiate, Regione Piemonte e Assessore Bonino, che dal 1° febbraio 2013 cioè fra qualche giorno - sospendiamo il servizio". Naturalmente, questo creerà problemi e disagi forti per i pendolari, soprattutto lavoratori e studenti.
La nostra interrogazione ha un preciso significato: sapere se la Regione, che si è infilata in questa discussione, che ha soppresso i treni che si è inventata i servizi sostitutivi, intende finanziarli oppure no anche per il 2013.
Mi sia consentita, però, una valutazione politica. Perché anche da questa vicenda emerge la totale inaffidabilità dell'Assessore ai trasporti Bonino: come si fa, da una parte, a sopprimere i treni, venire in Commissione e raccontare al mondo che li avreste sostituiti con gli autobus, e poi finanziare per un anno l'operazione e nel 2013 lasciare che ormai tale questione rimanga in sospeso? Col risultato che dal 1° febbraio potremmo trovarci senza il servizio.
Gradirei conoscere cosa ha in mente di fare l'Assessorato ai trasporti ammesso che abbia una qualche idea in proposito.



PRESIDENTE

Visto che il Consigliere Bono ha presentato un'interrogazione avente lo stesso oggetto, chiederei allo stesso di illustrarla affinché l'Assessore Quaglia possa rispondere ad entrambe.
Prego, collega Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Viste le regole del question time, la prossima volta ci metteremo d'accordo e presenteremo le interrogazioni su tratte diverse o comunque su temi diversi.
Ovviamente, abbiamo tutti letto sulle cronache dei giornali locali e provinciali, soprattutto per quanto riguarda il Vercellese, il Novarese e il Biellese (e non solo), circa le difficoltà che si sono riscontrate dall'inizio dell'anno, alle quali, tra l'altro, la Regione avrebbe già parzialmente risposto con lo strumento della cosiddetta tessera "AmicoBus" oggetto già di un'interrogazione cui ha risposto l'Assessore Bonino nel corso della scorsa seduta di Consiglio regionale, sempre in fase di question time.
Tuttavia, segnaliamo che un conto è la risposta politica che viene fornita a noi Consiglieri, in questa sede, dagli uffici della Regione Piemonte, altro discorso è la ricaduta sul disservizio per gli utenti pendolari del Piemonte.
Innanzitutto non ci sono informazioni precise circa dove, come, quando e a quanto attivare questa carta "AmicoBus" promessa dalla Regione.
Del resto, una parte del nostro compito è anche quella di segnalare all'Esecutivo che molte delle ricette e delle proposte avanzate poi non vengono comunicate adeguatamente; manca, quindi, quel passaggio tra l'ideazione, la proposta e il trasferimento della stessa ai territori.
Mancando questo passo fondamentale, si rischia che anche quelle scelte che potrebbero essere, in qualche modo, transitoriamente risolutive (ovviamente, questa può essere tutto, tranne che una soluzione definitiva ai problemi dei pendolari!), non arrivino ai cittadini e, quindi, non sortiscano gli effetti sperati.
In merito alla tratta Arona-Santhià, il collega Ronzani ha già descritto qual è l'attuale situazione, che prevede l'uso di vettori sostitutivi di un servizio precedentemente effettuato da Trenitalia, quindi ATAP S.p.A. e Baranzelli, che proprio in data 22 gennaio 2013 hanno dichiarato che i servizi automobilistici sostitutivi della ferrovia Romagnano-Santhià e Vercelli-Casale (quindi estendendo un pochettino l'occhio verso l'area Vercellese, fino a Casale) saranno interrotti a partire dal 1° febbraio 2013 se entro il 31 gennaio 2013 gli enti competenti (quindi fondamentalmente la Regione, e poi le Province cui vengono ribaltati gli oneri) non provvederanno alla relativa regolarizzazione economica e contrattuale.
Manca, dunque, una fase di regolarizzazione economica e contrattuale per quanto riguarda questi servizi sostitutivi che però, in teoria diventano aggiuntivi per quanto riguarda la Provincia.
Il mio invito è quello di non far ricadere le difficoltà economiche della Regione Piemonte, con quel taglio di quelle 12 linee ferroviarie (che dovrebbe portare risparmi, sebbene rappresenti una piccola goccia nel mare del dedito della Regione Piemonte, perché parliamo di dieci milioni di euro l'anno, che non sono risolutivi) sulle tasche dei cittadini, che sono già costretti a pagare un aumento dell'abbonamento di oltre 60 euro per la tratta Arona-Santhià, e con i disservizi che abbiamo visto. Pare, infatti che i pullman che dovrebbero andare ad Arona non aspettino coloro che arrivano a Santhià, e questi pendolari si trovano veramente in mezzo alla pianura vercellese a non sapere che mezzi prendere! Non possiamo offrire questo servizio! A questo punto, sarebbe persino meglio non darlo, almeno i cittadini si aggiustano e, magari, torniamo a fare l'autostop, che potrebbe essere la soluzione per i prossimi anni della Regione Piemonte, vista la situazione economica in cui siamo messi. Grazie Presidente.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Quaglia; ne ha facoltà.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
In merito alle interrogazioni in oggetto, gli uffici dell'Assessorato ai trasporti avevano predisposto due risposte leggermente diverse. Sarà mia cura consegnare agli interroganti il testo scritto delle stesse.
Per quanto concerne le risposte, non ripercorrerò tutta la parte tecnica inerente la soluzione che è stata intrapresa sulle linee, perché è già stata anticipata dagli interroganti, ma andrei direttamente al nocciolo della questione che è stato sollevato, sia pure in modo diverso, dai due interroganti.
La Giunta regionale, con DGR 78-5200 del 28 dicembre 2012, si è impegnata a reperire sul bilancio dell'anno 2013 la somma di sette milioni di euro, che è destinata alla copertura degli oneri che sono riferiti alla parte evidenziata dagli interroganti. Nei giorni scorsi, l'Assessorato ai trasporti, insieme alla Direzione del bilancio, ha messo a punto la copertura per quanto riguarda questa delibera, e la determina che permette dal 1° febbraio di dare continuità al servizio credo sia in fase di ultimazione (se non è già stata pubblicata in questi giorni) a favore delle Province piemontesi rispetto alle compensazioni economiche per i servizi sostitutivi effettuati mediante bus. A favore della Provincia di Vercelli leggo la parte destinata nello specifico rispetto al caso - si prevede per il 2013 uno stanziamento di 580.703,02 euro per la linea Santhià-Romagnano (linea ferroviaria sospesa effettuata con bus) e di 199.156,46 euro per il servizio bus sostitutivo sulla linea ferroviaria Vercelli-Casale. Le risposte scritte delle interrogazioni verranno consegnate agli interroganti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1492 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Discriminazione nei confronti delle persone con handicap intellettivo"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1492, presentata dalla Consigliera Cerutti, che la illustra.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Abbiamo deciso di presentare questa interrogazione a risposta immediata proprio perché avevamo già da tempo richiamato l'attenzione su questa tematica, senza mai ricevere alcuna risposta.
A nostro avviso si tratta di una questione importante, che vale la pena prendere in considerazione, perché crediamo che da troppo tempo ci sia del disinteresse sull'argomento.
La legge n. 68/99, "Norme per il diritto al lavoro dei disabili" all'articolo 3 prevede che i datori di lavoro, pubblici e privati, siano tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori disabili nella misura del 7% dei lavoratori occupati, nel caso in cui questi ultimi siano più di 50.
La legge n. 68 prevede che il datore di lavoro stipuli con gli uffici competenti convenzioni di integrazione lavorativa.
La legge n. 67 del 1° marzo 2006, "Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazione" prevede, appunto la tutela giudiziaria delle persone con disabilità, vittime di discriminazioni.
Noi poniamo la questione alla Regione Piemonte che non ha ancora stipulato con le Province la convenzione di integrazione lavorativa, così come previsto dall'articolo 11 della legge n. 68/99 sul diritto al lavoro dei disabili, per permettere anche a chi ha più difficoltà, ma buone e residue capacità lavorative, di entrare nel mondo del lavoro.
Si può ravvisare una grande discriminazione nei confronti di una categoria di persone con handicap che così non vedranno mai riconosciuto il diritto ad avere un lavoro all'interno della Regione.
In questo senso, sappiamo che il momento è complesso, ma sappiamo anche che se il tema del lavoro è un tema sentito da tutte le persone, le persone con disabilità, in particolare con handicap intellettivo, possono sentirlo ancora più pesantemente.
Interroghiamo l'Assessore e la Giunta se non si ritenga opportuno stipulare, prima possibile - noi abbiamo posto questa interrogazione da tempo e la riteniamo urgente - la convenzione di integrazione lavorativa con le Province, così come previsto dalla legge n. 68/'99, "Norme per il diritto al lavoro dei disabili".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si precisa quanto segue.
La legge n. 68/99 prevede, tra l'altro, che i datori di lavoro pubblici che occupano più di 50 dipendenti sono tenuti ad avere alle loro dipendenze: lavoratori appartenenti alle categorie di cui all'articolo 1 della norma in questione nella misura del 7% dei lavoratori occupati lavoratori appartenenti alle categorie di cui all'articolo 18 della medesima norma nella misura dell'1% dei lavoratori occupati.
Agli effetti della determinazione del numero di soggetti disabili da assumere, non sono, tra l'altro, computabili tra i dipendenti i lavoratori occupati ai sensi della legge medesima ovvero con contratto a tempo determinato di durata non superiore a nove mesi, nonché i dirigenti.
L'articolo 5 della citata normativa prevede inoltre che, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, al momento non ancora emanato vengano individuate le mansioni che non consentono, o consentono in misura ridotta, l'occupazione di lavoratori disabili nelle Pubbliche Amministrazioni.
In questo contesto risulta quindi impossibile quantificare l'esatta percentuale e il numero dei posti da riservare ai lavoratori disabili anche alla luce di quanto dispone la legge n 148/11, di conversione del DL 138/11, "Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo", in ordine alla possibilità di richiedere la compensazione territoriale per gli uffici di una stessa Regione.
Le modalità di richiesta di tale compensazione, come precisato dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali con circolare n. 27 del 24/10/2011, dovranno essere definite con una direttiva del dipartimento per la Funzione Pubblica.
La Direzione Risorse Umane e Patrimonio ha comunque effettuato uno studio per la predisposizione di convenzioni pluriennali per l'assunzione di disabili con infermità psico-fisiche; gli uffici regionali hanno elaborato una bozza di convenzione e sono in corso i contatti con la Provincia di Torino. Mi è stato segnalato che proprio venerdì 1° febbraio prossimo si terrà un incontro tra i competenti uffici regionali e provinciali.
Nella bozza saranno previste, oltre alla chiamata nominativa, anche altre modalità di reclutamento di persone disabili e, precisamente: procedure selettive concorsuali; avviamento in seguito a richiesta numerica.
Dopo l'incontro tecnico, m'impegno ad un aggiornamento anche in Commissione rispetto al tema.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Quaglia.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Interrogazione a risposta immediata n. 1491 presentata dal Consigliere Laus, inerente a "Applicazione art. 36 legge finanziaria regionale per il 2012" (ritirata)


PRESIDENTE

Comunico che l'interrogazione a risposta immediata n. 1491, presentata dal Consigliere Laus, è ritirata.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1489 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Individuazione dei centri autorizzati alla gestione dei protocolli terapeutici per la cura dell'epatite C nei pazienti 'non responder'"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1489 presentata dal Consigliere Boeti, che ha la parola per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Questa è un'interrogazione particolare. L'epatite C è una malattia molto importante. I pazienti che ne sono affetti hanno, a lungo andare ripercussioni importanti sulle condizioni generali di salute, soprattutto su fegato, l'organo che viene colpito di più con cirrosi, varici esofagee e qualche volta dal cancro cirrosi. Malattie estremamente gravi che, in qualche caso, portano alla morte.
Non sempre le terapie tradizionali, quelle che vengono utilizzate abitualmente, sono in grado, in questi pazienti, di debellare la malattia.
Oggi la ricerca farmacologia ha messo a disposizione dei pazienti altri due farmaci diversi - di cui non dico il nome perché non è necessario - i quali possono essere e devono essere utilizzati in quei pazienti nei quali la terapia tradizionale non ha dato alcun risultato.
Trattandosi di farmaci particolarmente delicati e anche costosi, come tutti i farmaci di questo tipo, l'AIFA ha inviato alle singole Regioni l'individuazione dei centri autorizzati alla gestione dei protocolli terapeutici, alla prescrizione di farmaci, alla verifica sui risultati dei trattamenti, nonché l'individuazione delle modalità operative per la messa a disposizione e distribuzione dei farmaci.
In base alle segnalazioni dell'EPAC (Associazione dei pazienti affetti da epatite C), risulterebbe che altre Regioni italiane, come la Lombardia hanno già definito questi centri all'interno dei quali questi percorsi debbono essere iniziati e verificati, vogliamo sapere se anche la Regione Piemonte ha individuato un centro che si occupi di queste terapie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Premetto che farò avere a mani del Consigliere tutta la documentazione presentata dall'Assessore dove ci sono due note tecniche e l'elenco dei centri, così evito di leggerli nel particolare.
In riferimento all'interrogazione a risposta immediata del Consigliere Boeti, si rappresenta che la Regione Piemonte ha già provveduto ad individuare con nota del 19 dicembre 2012, integrata con nota dell'11 gennaio 2013, i centri specialistici autorizzati al trattamento delle infezioni da epatite C cronica di genotipo 1, in associazione con peginterferone alfa e ribavirina.
Ad ogni buon fine, si allegano le note della Direzione sanitaria sopra citata.
Si sottolinea, in ultimo, che la determinazione AIFA n. 713 e n. 714 del 26 novembre 2012 relative alla rimborsabilità, le condizioni e le modalità di impiego delle specialità e medicinali a base di telaprevir e boceprevir per il trattamento dell'epatite C, sono state pubblicate sulla Gazzetta ufficiale n. 287 del 10 dicembre 2012 ed entrata in vigore il 25 dicembre 2012.
Per l'interrogante e per i Consiglieri che ne vorranno copia, ci sono le note tecniche con l'elenco dei centri.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.22 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.22)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casoni, Cattaneo, Cota e De Magistris.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame disegno di legge n. 318, inerente a "Proroga dell'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno finanziario 2013"


PRESIDENTE

Nell'odierna seduta antimeridiana abbiamo iniziato l'esame del disegno di legge n. 318, inerente a "Proroga dell'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno finanziario 2013", di cui al punto 3) all'o.d.g.
La relazione del Consigliere Carossa è stata data per letta.
In sede di discussione generale, sono intervenuti i Consiglieri Reschigna, Laus, Buquicchio, Ronzani, Muliere, Manica, Boeti, Vignale e Gariglio.
Proseguiamo con gli altri interventi.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente, il clima era migliore quando discutevamo questa mattina, i Consiglieri erano più attenti. Con la digestione è più difficile prestare attenzione, anche se, spesso, i Consiglieri mangiano molto poco, perch hanno poco tempo.
Cercherei di riassumere quanto si è detto questa mattina.
Al di là dei contenuti politici, mi è piaciuto un po' il richiamo, tra virgolette, "all'ordine del dibattito" da parte del collega Vignale. È vero che le cose esplicitate dall'opposizione sono giuste - tali elementi derivano dai numeri che abbiamo analizzato in questi due anni di bilancio però, al di là del dibattito qui in Consiglio regionale, occorre addivenire alle soluzioni, e di soluzioni, finora, se ne sono sentite poche.
Anch'io non sono tra coloro che elencheranno decine di soluzioni facili e fattibili, anche perché, probabilmente, dobbiamo prendere coscienza che forse, non ci sono. Vero, Assessore Quaglia? Mi spiace che il Presidente della Regione Piemonte sia assente - avrei potuto capire non potesse esserci oggi pomeriggio, perché il Presidente della Regione, ovviamente, ha i suoi impegni e i suoi incarichi - ma, come sottolineato, questa mattina poteva esserci.
Allo stesso modo, non lo abbiamo visto all'incontro con i Sindaci dell'ASL TO3, né l'Assessore Monferino. Si dirà che questi sono dettagli ma sono dettagli non solo di forma, anche di sostanza. È vero che in capo all'Assessore Quaglia ci sono le competenze relative al bilancio - quindi può benissimo seguire la materia - ma per la complessità della questione che non può risolversi nella diatriba tra maggioranza e opposizione l'opposizione dice che la maggioranza è cattiva, nasconde il bilancio e fa i truschini con i conti - ovviamente senza caricarsi delle responsabilità legate alla precedente legislatura, servirebbe onorare un pochino questo Consiglio regionale e un po' più di impegno.
vero, qui non si riesce a dibattere - certo non è in sede di Consiglio regionale che è possibile discutere e individuare le soluzioni ma in Commissione bilancio - però, se non ci si prende sul serio neanche in questi momenti così importanti per la Regione Piemonte, veramente, viene da chiedersi perché siamo qui.
Dico quanto avevo già espresso in Commissione, l'Assessore Quaglia si ricorda: quando, a dicembre, ci è stato proposto di rinviare al 31 gennaio l'approvazione del bilancio di previsione, io sono stato tra i pochi a dire che non ce l'avremmo fatta, perché la situazione bilancio è critica e un mese non è sufficiente nemmeno per affrontare in Commissione la discussione sul bilancio. In più, eravamo a conoscenza di questa scadenza anticipata delle elezioni nazionali, che la politica - poi il Governo, o meglio il Presidente della Repubblica - ha deciso di anticipare a febbraio. In Italia non è mai accaduto di votare durante l'inverno; di solito, si vota, al massimo, a fine marzo, anche per agevolare le stesse votazioni.
Pertanto, sapendo della campagna elettorale, fare un bilancio in questo periodo - lo dico io, che sono sicuramente il meno esperto di tutti qui dentro - è pressoché impossibile. È ovvio che la maggioranza cercherà di rinviarlo, soprattutto in un momento di grande difficoltà. Quindi, non si scopre la luna, non deve vergognarsi la maggioranza, è la verità. È ovvio che l'opposizione farà di tutto per sottolineare tutti i nei e le magagne di questa maggioranza. Però, noi dobbiamo anche pensare che siamo tenuti a redigere un bilancio per la Regione Piemonte, per i cittadini, per l'istituzione e chiuderlo, in effetti, in pareggio di bilancio, comunque con il minor danno possibile.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Bono.
Dopo lo scampanellio, cosa succede bisognerebbe chiederlo al collega Leo, però in altre sedi. Qui si dovrebbe ascoltare chi interviene, per permettere all'Assessore e a chi è interessato di poter intervenire.
Colleghi, non è obbligatorio, vi prego di creare le condizioni minime per poter ascoltare chi interviene.
Prego, collega Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo la responsabilità di approvare un bilancio che, magari Assessore Quaglia, per una volta - non lo dico a lei come responsabile sia veritiero. Abbiamo dimostrato - non noi, il Consiglio e anche la politica, con le nuove normative per il bilancio provenienti da Roma - che i nostri bilanci sono falsi! Sono fasulli! Per la nostra esperienza - per la rara memoria non posso ricordare gli episodi della scorsa maggioranza ne ho sentiti raccontare anche di quel periodo e ancora del periodo antecedente, quando c'era la Giunta Ghigo - mi fermo a sottolineare gli esempi eclatanti di questa maggioranza. Quindi, l'avere iscritto un avanzo di bilancio nel rendiconto del 2011, quando, in realtà, sapevamo già durante la votazione del disavanzo di 484 milioni di euro, che, poi, lo abbiamo spalmato nel 2012, nel 2013 e nel 2014. Stiamo facendo una serie di spostamenti di poste nel 2013, nel 2014 e nel 2015. Non conosciamo esattamente l'entità dei residui attivi, non deteriorati, a cui possiamo realmente attingere per le vere spese di bilancio.
Per anni - permettetemi di dirlo in questo caso - avete costruito questa situazione. Il collega Vignale ha detto di capire chi non ha mai fatto parte di questa Assise, che potrebbe criticare e usare toni polemici ma io non li voglio usare.
In tutte le Pubbliche Amministrazioni, nei Comuni così come nelle Regioni, ci sono dei falsi in bilancio; c'è stata la possibilità di utilizzare anche strumenti finanziari, grazie alla legge Amato. Sono stati utilizzati nella scorsa legislatura e, oggi, anche in Regione Piemonte la Giunta sta analizzando, insieme agli Uffici, qual è la possibilità per rientrare relativamente a questi strumenti finanziari.
Quindi, chiedo all'Assessore Quaglia di dirci, insieme al Presidente Cota, quali sono le risposte e quali sono le proposte che questa maggioranza e questa Giunta vogliono avanzare. Il Consigliere Vignale ha detto che, come maggioranza, c'è la disponibilità ad interloquire con le opposizioni, però, innanzitutto, è necessario conoscere la reale situazione dei conti.
Oggi, mi sembra che nella casella di posta sia arrivato un file contenente i dati contabili al 31 dicembre 2012, con i veri stanziamenti e i veri impegni.
Oltre alla situazione reale e sacrosanta del bilancio ad oggi necessitiamo anche che voi facciate una serie di proposte, perché non è che si può dire che le solite ricette (quella della dismissione del patrimonio immobiliare e poi quella di fare pagare i buchi di bilancio ai lavoratori) sono fallimentari; perché queste sono le sole ricette che vengono proposte dall'Europa e dai Governi che si sono succeduti a Roma e che si succederanno, immagino, a Torino: sono, appunto, fallimentari. Il patrimonio immobiliare, infatti - l'abbiamo visto nelle analisi in Commissione e l'abbiamo analizzato negli scorsi anni - qualora siano stati messi in vendita degli immobili non si è mai riusciti a capitalizzare la cifra che si intendeva raggiungere. Parliamo quindi di 300 milioni da un fondo immobiliare e di 600 dal secondo, posto che il Movimento 5 Stelle è contrarissimo al Fondo immobiliare sanitario (FIS); ma se anche ci limitassimo al fondo del patrimonio immobiliare disponibile, credo sia assolutamente impensabile di poter raggiungere quella cifra di 300 milioni di euro. Si tratterebbe comunque di una cifra una tantum, che non andrebbe a risolvere i problemi strutturali - e di questo do atto alla Regione, che si trova di colpo ad avere una diminuzione delle entrate - della mancanza di un miliardo e mezzo di trasferimenti statali ed europei (le cifre poi variano a seconda dei giorni e anche degli umori di Roma). Noi ci dobbiamo trovare quindi a non far pagare il buco di bilancio che è stato fatto negli anni ai cittadini - né ai cittadini lavoratori né ai cittadini piemontesi fruitori di servizi quali la sanità pubblica, i trasporti, la formazione professionale e tutto quello che è competenza della Regione Piemonte -, ma neanche di spalmarlo sui fornitori. Ce l'ha esplicato in Commissione sanità il quasi-Assessore al bilancio (più che alla sanità) Monferino: se ad un certo punto il debito finanziario è bloccato dal tetto di indebitamento perché le nuove normative prevedono il 20% di indebitamento massimo in relazione alle spese non vincolate - e quindi noi saremmo al momento impossibilitati a contrarre nuovi mutui, il debito viene semplicemente spalmato sui fornitori, quindi aumenta il debito commerciale sui fornitori.
L'abbiamo visto: i fornitori scendono in piazza, sono allo stremo delle forze e non ce la possono più fare perché in banca - mi sembra l'abbia detto anche un'altra collega dell'opposizione - un credito della Regione Piemonte non viene visto come credibile.
Credo ovviamente che si debba veramente cercare di mettersi a lavorare è vero, sì - superando in qualche modo le divisioni che pur ci sono tra opposte forze politiche, ma non oggi - e chiudo davvero, Presidente perché abbiamo assistito e assisteremo solo a slogan di campagna elettorale. Chiudiamo qua questa discussione - le attività di Consiglio dovrebbero chiudere l'8 febbraio - e rinviamola al 26 febbraio.
Inoltre aspetto una risposta dal Presidente Cota da quando ci ha detto che le sue due proposte a Roma sono consistite in altri strumenti finanziari; Assessore Quaglia, si ricorda che io ho chiesto che il Presidente ci venisse a dire in Commissione quali fossero questi altri strumenti? E poi attendo notizie sulle rinegoziazioni con la Cassa depositi e prestiti. Aspetto dunque le risposte a queste due domande. Se vuole Assessore, me le può fornire già oggi, se no me le fornirà in Commissione quando ci sarà anche il Presidente Cota; altrimenti oggi discutere è inutile. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
interessante poter parlare dopo l'incontro che abbiamo avuto oggi nella pausa pranzo con i Sindaci del Pinerolese. Se infatti questa mattina ci siamo resi conto ancora una volta di come la presenza del Presidente all'interno di quest'Aula sia una presenza assolutamente non significativa quest'Aula va avanti quasi per inerzia, senza alcun intervento del Presidente -, ci siamo resi conto anche di come i territori siano giunti alla fine di un percorso per il quale il rapporto con la Regione non è soltanto più un rapporto di non confronto ma, come qualche Sindaco ha evidenziato questa mattina, un rapporto che rasenta addirittura livelli di maleducazione; e questa parola è stata usata in più occasioni...



PRESIDENTE

Mi scusi, collega Pentenero.
Colleghi, per cortesia! Non so: mi sembra di essere in quei circoli di fine '800, dove manca solo più la nuvola di fumo e poi l'atmosfera è la stessa. Questa però è un'Assemblea legislativa e stiamo trattando un argomento importante, non una cosa che riguarda solo una parte di noi...
Prego quindi, per cortesia, chi fosse interessato a cose più importanti di quelle di cui stiamo discutendo di andarle a discutere da un'altra parte. Così, invece, chi si accontenta del tema del bilancio pu occuparsene in Aula.
Prego, continui, collega Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Sarebbe interessante sapere cosa in questo momento lo Spiffero o qualche altro blog ci sta offrendo, in termini di comunicazione, di così divertente da indurre molti colleghi a seguire sul video quello che sta succedendo.
(Commenti del Consigliere Leardi)



PENTENERO Giovanna

Evidentemente è assolutamente più interessante rispetto a un dibattito che io ritengo, invece, preoccupante e che forse i colleghi della maggioranza dovrebbero seguire.
Dicevo che nell'incontro con i Sindaci abbiamo sentito più volte usare il termine maleducazione. Io non credo si tratti di maleducazione: credo si tratti di un'arroganza non più sopportabile né accettabile, che il nostro Presidente e alcuni componenti della Giunta stanno esercitando nei confronti di livelli istituzionali che più volte abbiamo sentito dire all'interno di quest'aula, oppure abbiamo letto nei vari documenti, essere il livello istituzionale di riferimento più importante: cioè i Comuni e i Sindaci che questa mattina - di qualsiasi appartenenza politica fossero ancora una volta ci hanno ricordato con quale arroganza l'Assessore Monferino, e quindi il Presidente Cota, non si siano mai degnati di dare loro un appuntamento per poter cercare un confronto e una condivisione su un percorso certamente difficile con il quale, dovendo considerare nel livello della programmazione la crisi e la difficoltà economica, ci si trova a doversi misurare, ma che ha come primo elemento di valutazione al quale non si può rinunciare il processo di condivisione e di partecipazione.
Ora, credo che affermazioni come quelle che sono state usate dai Sindaci questa mattina non possano non lasciare un segno all'interno di quest'Aula e non possano non lasciare un segno all'interno della Giunta; e questo è certamente uno dei tanti piccoli tasselli che andiamo ad aggiungere ad un comportamento inaccettabile. Evidentemente questo atteggiamento può essere venduto come quello di un partito che non può fare a meno del Presidente Cota in una campagna elettorale e che quindi lo candida al primo posto nella lista. Certamente, se si fosse trattato di un messaggio non ci sarebbe stato bisogno di indicarlo come capolista, ma il Presidente avrebbe potuto essere messo all'ultimo posto: questo sì che sarebbe stato un segnale.
In questo modo, invece, credo ci sia l'assoluta percezione - e sono convinta che anche gli elettori che hanno sostenuto in questi anni il partito della Lega ne siano consapevoli - del fatto che quello non sia un messaggio di sostegno ad un partito, ma sia un messaggio con il quale si indica la voglia di fuggire da una realtà difficile e complessa, dove comunque la responsabilità non può più essere cercata in altri soggetti, ma dev'essere prima di tutto cercata nella persona di un Presidente che tiene un atteggiamento davvero non più responsabile nei confronti del Piemonte e non più giustificabile all'interno dei vari sistemi economici e di fronte ad una situazione sociale veramente non più sostenibile.
Ci sono elementi che abbiamo evidenziato - che hanno rimarcato il Capogruppo e altri colleghi - che ci fanno pensare ad una situazione drammatica del bilancio. Noi ci troveremo a discutere un bilancio 2013 che soltanto il più cieco amministratore potrebbe pensare di discutere in questi giorni di fronte ad una campagna elettorale. È quindi evidente che la richiesta di questa maggioranza è quella di approvare ancora una volta uno spostamento in avanti del momento in cui andremo a confrontarci su un bilancio che non è lacrime e sangue, ma è un bilancio che rappresenta semplicemente la distruzione e la negazione di qualsiasi politica all'interno della nostra Regione.
Questa mattina apprendiamo dai giornali che, per fortuna, in alcune programmazioni delle politiche comunitarie la nostra Regione, quindi un pezzo dei tre fondi importanti con i quali la nostra Regione può ancora pensare di fare alcune politiche, scopriamo che non dovremmo restituire i fondi all'Unione Europea, perché almeno per il FESR abbiamo raggiunto il livello di spesa per cui l'Unione Europea chiede, un anno prima della scadenza, una programmazione attualmente in corso.
Non sappiamo cosa succederà sugli altri livelli di programmazione. Le voci alle quali forse occorre dare attenzione, le cosiddette "voci di corridoio", ci dicono che il rischio di un disimpegno automatico, da parte dell'Unione Europea, è un rischio fondato, un rischio grosso, un rischio importante.
C'è un altro rischio con cui dovremo fare i conti, che sta all'interno delle pieghe del nostro bilancio: ci sono fondi da reimpostare, per permettere di completare la programmazione dei fondi comunitari (FESR, FSR e fondi rurali), ovvero la reimpostazione dei fondi regionali che contribuiscono alla spesa complessiva dei tre programmi operativi.
Bene, non vi è traccia all'interno del bilancio; gli importi da reimpostare sono cifre importanti che hanno sicuramente due zeri davanti e che superano certamente i cento milioni di euro. Se li sommiamo ai tre fondi disponibili, arriviamo sicuramente a molte centinaia di milioni di euro in più.
Di questo non c'è traccia e il prossimo anno si chiude la programmazione dei fondi comunitari.
Ci sono altri aspetti, ricordati dai colleghi. Non ultimo, così come la norma finanziaria permette, l'impegno sul bilancio 2013 di cifre che si aggirano intorno ai 500 milioni di euro e che questo anno inevitabilmente riportiamo, altrimenti il dissesto sarebbe ancora più pesante, facendo sì che tutta una serie di politiche non possano più trovare la propria articolazione.
In tutto questo massacro - senza ricordare le difficoltà e il debito con i quali i sistemi piemontesi oggi devono fare i conti - ci sono sicuramente settori che hanno le ore contate (non possiamo neanche più non parlare di mesi, ma di ore); settori all'interno dei quali il credito che si vanta nei confronti della Regione è ormai insopportabile. Citiamo un settore a caso: il settore della cooperazione sociale, che in questo momento corre il rischio di continuare a non pagare gli stipendi, come sta succedendo da due mesi, ma corre anche il rischio di non pagare nemmeno più i contributi dovuti agli enti previdenziali, iniziando quindi quel processo di dissesto e di fallimento che manderà in strada ulteriori lavoratori. Non solo avremo lavoratori per strada, ma avremo servizi che chiuderemo. Di questo, però, sembra non interessarsi nessuno: sembra più interessante cercare un posizionamento nelle liste del Parlamento italiano; cercare un posizionamento per sfuggire da una situazione ormai insopportabile. Sta veramente diventando insopportabile il fatto che nessuno si assuma le responsabilità e che nessuno di questa maggioranza faccia proposte sostenibili o praticabili.
Di fronte a questo disastro totale del bilancio e della situazione complessiva della nostra Regione, credo che davvero non ci sia altra risposta se non quella di constatare il fallimento della politica della Giunta di centrodestra; di chiedere e di prendere atto di una situazione drammatica.
Il Presidente Cota getti davvero la spugna - getti la spugna - e ci auguriamo che non abbia la possibilità di andare a fare danni da altre parti all'interno del nostro Paese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Grazie.
Vorrei cercare di parlare del tema di oggi, ma sono obbligata, una volta di più, a ricordare al collega Vignale che non si può giocare con i birilli pensando di ingannare chiunque.
Lui continua a rifilarci la panzana dei famosi 500 milioni dell'anticipazione. Io gli ricordo che quell'anticipazione era un'anticipazione di cassa e, come tale, fu tolta dal pagamento perché non era stato pagato, in termini di cassa, dal Governo, com'era stato allora promesso (naturalmente Governo Berlusconi). Fu quindi rinviata all'anno dopo, tanto è vero che la stessa Giunta Cota non la rimise a bilancio e quindi, il deficit di quell'anno 2010 non poteva essere attribuito ad un'anticipazione di cassa che non era stata reinserita a bilancio, ma che era stata spostata a quando si sarebbe ricevuta la liquidità, tanto è vero che poi 300 di quei 500 milioni sono stati ricevuti dalla Giunta e sono stati - credo e spero - restituiti alla banca.
Relativamente agli altri, abbiamo letto recentemente che è in corso una trattativa per riceverli.
Gli altri 200 non furono mai reinseriti a bilancio perché erano operazioni che, di fatto, andavano a perdersi, perché erano impegni mai assunti veramente dagli Enti locali cui erano stati promessi e quindi, in realtà, nulla di quello che è avvenuto dopo può essere ascritto a quei 700 milioni tagliati.
Quello di cui stiamo parlando oggi è un'altra cosa. A noi risulta che quest'anno, dal bilancio di parte corrente, mancano 900 milioni, cioè che sono stati assunti impegni per 900 milioni in più rispetto alle entrate accertate. A mio avviso, i 900 milioni mancanti dipendono da due cose: uno le vendite non fatte; due, il mutuo non assunto, perché con una delle prime manovre del Governo Monti è stata tagliata la possibilità di indebitamento.
Quindi il passato non c'entra assolutamente nulla; c'entra il presente c'entra il fatto che il Presidente Cota, fino a quando non è cambiato il Governo, ha pensato di poter risolvere in via breve le situazioni facendosi dare più soldi (ha voluto fare il primo della classe dicendo: noi taglieremo gli sprechi e quindi accettiamo i tagli che ci vengono comminati). Il problema è che non c'è riuscito, i tagli comminati non sono stati fatti e quindi alla fine, anno dopo anno, ogni anno, invece di risanare il bilancio dell'anno precedente, si è aumentato il dissesto della Regione.
Questa volta è molto grosso. Questa è la ragione per cui chiediamo che si approvi il bilancio del 2013 e non si rinvii l'adozione del bilancio del 2013, perché c'è un'operazione delicatissima da fare, cioè quella di dire come si affronta questa situazione, che è una situazione di sostanziale dissesto della Regione. Siamo tutti coscienti che ciò che sta avvenendo è che il Presidente Cota sta cercando di scappare o, quanto meno, di rinviare a dopo le elezioni un rendiconto su una sua fallimentare gestione, che vi coinvolge, Assessori seduti lì.
Dopo le elezioni, sia se il centrodestra vincerà - ma non credo sia se perderà - come penso - nel disastro generale, un disastro di più o in meno non cambierà quasi per niente la situazione.
Questa credo sia la realtà, e credo sia molto grave che non la si dica ai piemontesi.
Ancora due parole, come ha fatto la collega Pentenero, sull'incredibile riunione a cui abbiamo assistito oggi.
Assessore Cavallera, credo che lei sia ancora Vicepresidente della Regione. Vi è stata una riunione in cui decine di Sindaci e parecchi che hanno parlato (ci hanno fatto grazia di non parlare anche tutti gli altri) ci dicono di non essere stati in nessun modo ascoltati. Sappiamo tutti che ci sono delle operazioni delicate da fare, ma non è immaginabile che Sindaci, che hanno la responsabilità legale della salute dei loro cittadini, non possano neanche essere ricevuti dall'Assessore. A fronte di una situazione del genere, quando si sa che noi non possiamo parlare perché le procedure non consentono ai Consiglieri di parlare, che almeno risponda il Vicepresidente della Giunta. In questi casi gli Assessori, cui è sempre stato consentito parlare, dovrebbero quanto meno dichiarare: "Vi sentiremo, vi convocheremo, vi consentiremo di esprimere almeno le vostre opinioni e le vostre posizioni".
Oggi è stato un momento bassissimo di questa maggioranza, ma anche del Consiglio nel suo insieme, e chiedo all'Ufficio di Presidenza, se d'ora in poi è così, cioè che la Giunta risposte non ne dà, almeno che si consenta un minimo di risposta e di dibattito con queste persone, che vengono a chiedere delle cose e vanno via ancora più frustrate ed irritate nei confronti della Regione, pensando che sia per colpa nostra che non viene data una risposta.
Modifichiamo le modalità o, piuttosto, non riceviamo le persone. Se nessuno dice e chiede niente, nessuno può rispondere, ma al di là della cortesia di rito, il punto è che è inverosimile che una Giunta e un Assessore si rifiutino di ricevere i Sindaci. È inverosimile che si rifiuti anche di discutere con loro, di ascoltare le ragioni e di sentire anche che cosa succede ai loro cittadini, in alternativa alle numerose bozze che arrivano da tutte le parti in materia di sanità.
Peraltro, a me risulta che il disegno generale complessivo, e quindi come risulterà il sistema piemontese, non lo conosce nessuno, non lo conoscono i Sindaci e non lo conosciamo nemmeno noi. E questa è anche la ragione per cui c'è giustamente angoscia e preoccupazione da parte di chi deve rispondere della salute dei propri cittadini.
Credo anch'io che sarebbe meglio se, invece di fare la campagna elettorale, il Presidente Cota - che naturalmente può essere candidato, ed è legittimo - valutasse due opportunità. La prima è lasciare di fatto perché, com'è noto, un Presidente eletto direttamente non può lasciare il potere al proprio Vicepresidente, ma può lasciargli di fatto la gestione degli affari della Giunta e quindi darci un interlocutore almeno in questa fase.
Diciamo che dovrebbe autosospendersi com'è stato chiesto, perché appare inverosimile che, per più di un mese, il Consiglio regionale debba attendere che il Presidente Cota faccia la sua campagna elettorale.
Gli facciamo molti auguri; noi ci auguriamo che scappi e provveda a dimettersi e a liberare il Piemonte da questa inverosimile situazione, che sta degenerando oltre ogni limite. Non avevamo mai conosciuto una situazione di questo genere.
Tecnicamente il Piemonte non era mai stato in dissesto, in nessun momento della propria storia. Oggi di fatto lo è, se avesse il coraggio di approvare i rendiconti e i bilanci e, sia detto en passant, se desse le disposizioni anche per approvare i bilanci delle ASL, perché è molto facile parlare di situazioni e di risultati, quando i bilanci non ci sono e nessuno è in grado di vederli. E quindi nessuno è in grado di sapere com'è la situazione reale delle ASL.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Oggi non stiamo discutendo degli indirizzi del bilancio di previsione 2013 né delle magnifiche prospettive che questa Amministrazione regionale vuole prefigurare per il futuro, né delle mancanze invece di previsioni ottimistiche, che a mio parere sono la più credibile lettura della situazione attuale.
Molti colleghi si sono esercitati in un'anticipazione di giudizio del bilancio di previsione, ma oggi non stiamo discutendo di questo. Stiamo discutendo della proroga dell'esercizio provvisorio.
E allora su questo oggetto mi vorrei soffermare per spiegare quali sono le ragioni di un voto contrario, già espresso in sede di I Commissione, e ora ribadito con ancora maggiore convinzione.
In sede di I Commissione mi ero pronunciata con le altre opposizioni in modo contrario alla proroga, soprattutto perché mi sembrava di dover in qualche modo sanzionare un eccesso di baldanza dell'Assessore al bilancio che, in sede di discussione della prima assegnazione provvisoria, aveva accolto la sfida di un collega dell'opposizione di concludere l'esercizio provvisorio entro il 31 gennaio. Sfida evidentemente molto forte.
Bisogna riconoscere, per onestà intellettuale, che anche in altre situazioni altre maggioranze hanno dovuto fare ricorso all'esercizio provvisorio, vuoi per la durezza dei regolamenti d'Aula che favorivano l'ostruzionismo, vuoi per difficoltà oggettive. Quindi, non stupirebbe che anche l'Amministrazione regionale debba farvi ricorso con questa maggioranza, ma stupiva la baldanza con la quale si riteneva di finire entro il 31 gennaio.
Si qui la punizione con il voto contrario da parte delle opposizioni ad una richiesta di proroga successiva.
Ma oggi quello che mi rende ancora più convinta a negare l'autorizzazione alla proroga dell'esercizio provvisorio è che da allora ad oggi non sono intervenuti alcuni degli elementi che il Presidente Cota ha rivendicato di dovere acquisire in Commissione per giustificare la proroga dell'esercizio provvisorio.
Il Presidente Cota in Commissione ha sottolineato che sarebbe stato ragionevole, oltre che oggettivo, consentire al Consiglio regionale di valutare la bontà o, viceversa, il vizio dei futuri bilanci di previsione in rapporto ad alcune certezze che lo Stato centrale avrebbe dovuto garantire nei confronti delle funzioni trasferite alle Amministrazioni regionali in tempi ragionevolmente sicuri.
Da allora ad oggi, quello che abbiamo saputo è di un incontro con il Ministro Grilli, che avrebbe consentito alla Regione Piemonte di ricevere un'anticipazione di 200 milioni ma su fondi già attesi, e contemporaneamente abbiamo assistito ad una serie di dichiarazioni snocciolate ora dal Presidente della Regione ora dagli Assessori di questa Giunta regionale per stigmatizzare gli ultimi strascichi dei provvedimenti finanziari del Governo Monti, segnalando quanto questi fossero volti a penalizzare le Amministrazioni regionali, quando non a procedere nel famoso "sacco del Nord", che qualche intellettuale allora particolarmente affascinato dalla prospettiva leghista in Regione Piemonte aveva illustrato nei suoi elaborati.
Non abbiamo quindi novità dal fronte del Governo, ma di questo non dovremmo lamentarcene con l'Amministrazione regionale; semplicemente non capiamo perché abbiamo proceduto in una proroga, se in questa fase siamo esattamente nelle stesse condizioni del mese di gennaio.
Ciò che invece è colpevole da parte dell'Amministrazione regionale e non dipende da altri, ma soltanto dalla volontà e dalla capacità della Regione Piemonte, è non aver chiarito, e quindi ricorrere ancora alla proroga dell'esercizio provvisorio, ciò che avrebbe potuto chiarire nei confronti del Consiglio regionale in merito alla collocazione di alcuni gettiti o di alcuni impegni di spesa, perché si ostina a non esplicitare al Consiglio regionale alcune variabili che restano gelosamente custodite in seno alla Giunta o nella mente di alcuni Assessori.
Provo ad indicare alcune delle variabili sconosciute oggi, che resteranno probabilmente sconosciute anche alla fine della proroga dell'esercizio provvisorio e che da questo punto di vista, a mio parere compromettono l'attendibilità del bilancio di previsione 2013.
La prima. È vero o non è vero che l'ultima verifica realizzata al Tavolo del Piano di rientro con i Ministeri dell'Economia e con i Ministeri della Sanità non hanno sortito nei confronti del giudizio sulla sanità piemontese un risultato tale da farci prevedere che possano essere concesse all'Amministrazione regionale quota parte di quei fondi del 2004 che furono congelati a causa del disavanzo nel sistema sanitario di quell'anno? vero o non è vero che il piano di rientro ha assegnato alla Regione Piemonte un appuntamento successivo nel marzo 2013, in seno al quale potrebbe anche essere possibile che la Regione Piemonte ricorra ad una procedura consentita dal patto per la salute con la quale chiede la proroga del Piano di rientro, non essendo riuscita a raggiungere nei tempi previsti gli obiettivi? Se questa seconda affermazione fosse vera, e a me risulta che la possibilità sia nell'aria, noi scopriremmo contemporaneamente alcune cose.
La prima. Come già ci è capitato nel concluso anno 2012, abbiamo scoperto che, dopo le magnifiche progressive sorti delle gare centralizzate e dell'utilità delle Federazioni sanitarie, il sistema sanitario era in sofferenza di 40 milioni, che si sono dovuti iscrivere nell'anno successivo, altrimenti non avrebbe superato la verifica trimestrale del Piano di rientro.
molto probabile, stando alla lettura dei verbali del Piano di rientro, che anche quest'anno si debba coprire un mancato raggiungimento degli obiettivi economici da parte delle Aziende Sanitarie, ma noi non siamo in grado di intuirlo o di prevederlo, perché la Giunta regionale omette di consegnare ai Consiglieri regionali l'andamento trimestrale delle spese delle Aziende Sanitarie, ovvero quella scadenza che appassionava molto i colleghi che, ad ogni trimestre, organizzavano una conferenza stampa per dire che il sistema sanitario era in disavanzo. Noi siamo impediti anche ad organizzare conferenze stampa perché non veniamo informati dei conti trimestrali.
Seconda conseguenza. Se fosse vera la previsione di una proroga del Piano di rientro, risultano inattendibili le previsioni fino al 2014 programmate da questa Amministrazione regionale, che programma di ridurre di 50 milioni l'anno la compartecipazione della Regione all'andamento della spesa sanitaria, fino ad azzerarla al livello del mero trasferimento del Fondo Sanitario Nazionale. Non sarà vera, perché noi non sapremo cosa ci chiederà ulteriormente sul Piano di rientro il Ministero della Sanità congiuntamente a quello dello Sviluppo Economico. Secondo dato sul quale l'inattendibilità di una proroga dell'esercizio provvisorio si misura è il fatto che nulla si è aggiunto da allora, quando fu presentato il bilancio ad oggi in merito all'indicazione sulle cosiddette valorizzazioni patrimoniali, che chiamerò svendite immobiliari, programmate attraverso la costituzione dei due fondi immobiliari (quello regionale e quello sanitario).
L'unica cosa che noi sappiamo oggi è che la presunta incompatibilità per conflitto d'interessi dei consulenti individuata dall'Amministrazione regionale Cota per mettere a sistema i fondi immobiliari, da lui stesso dichiarata in seno di I Commissione, è evidentemente stata rimossa, visto che proprio oggi la Giunta regionale ha deliberato una proroga dell'incarico alla stessa figura di consulenza esterna, la quale da allora ad ora non ha prodotto alcun elemento utile per convincere i più riottosi tra i quali mi iscrivo, che le previsioni iscritte come fonte di entrata nel bilancio di previsione 2013 derivante dalla "valorizzazione" (termine eufemistico, io la chiamerò svendita) del patrimonio immobiliare produrrà sul bilancio di previsione.
Nulla di nuovo, se non il peggio. Quindi noi ci troviamo ad autorizzare una proroga dell'esercizio provvisorio in mancanza di qualunque ragione argomentata di nuovi elementi di valutazione che la legittimino. Di qui, a maggior ragione e più convintamente, il voto contrario già espresso in Commissione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Nel mio intervento non aggiungerò molto rispetto ai colleghi, ma credo sia comunque utile manifestare, con una posizione formale, quello che sarà anche il nostro voto negativo a questa proroga di altri due mesi, proprio perché crediamo che quella che era una navigazione che abbiamo detto "a vista" stia diventando più a vista che così non si può.
In questo senso, pensiamo che quello che sta capitando oggi sul fronte sanitario sia un po' la cartina di tornasole di un'Amministrazione che, in realtà, non ha più una bussola e non sa bene quali pesci pigliare.
Oggi - è già stato detto - per noi c'è l'imbarazzo dovuto al fatto che coloro che hanno manifestato davanti al Palazzo della Regione non hanno avuto un'interlocuzione con la Giunta regionale. È chiaro che non era presente l'Assessore imputato, che è colui che sta portando avanti...



PRESIDENTE

Mi scusi, collega.
Signori Consiglieri, vi chiedo cortesemente di consentire l'ascolto dell'intervento a chi è interessato. Grazie.



CERUTTI Monica

Stavo dicendo che oggi mancava l'Assessore alla sanità, che manca spesso e volentieri. Tra l'altro, anche in occasioni pubbliche, mi sembra che il giudizio non positivo sul suo operato non venga solo dai banchi dell'opposizione. In questo senso, credo che bisognerebbe prendere atto della situazione attuale, che vede una riforma assolutamente non condivisa.
Sappiamo che alcune scelte come quelle di oggi certamente possono essere difficili, ma il peggio è che avvengono senza una discussione con gli stessi operatori sanitari e con gli amministratori pubblici. Tra l'altro, comportano anche degli sprechi, perché oggi è stato ricordato (è stato ricordato anche in altre sedi) che, per esempio, la chiusura di alcuni ospedali segue invece a delle importanti azioni di ristrutturazione quindi in questo senso le risorse utilizzate per questi tipi di interventi verrebbero ad essere delle risorse assolutamente sprecate.
Per contro, l'Assessore in Commissione ci viene a spiegare il risparmio dato dalle Federazioni. La scorsa settimana, il risparmio da lui attribuito alle Federazioni sanitarie, è stato quantificato, da parte sua, in 14 milioni di euro, quando sappiamo che le Federazioni in sé non hanno ancora bandito alcuna nuova gara e quindi il risparmio deriva semplicemente da una rinegoziazione di quelle che sono state delle gare parametrandosi rispetto ad indicazioni nazionali. In questo senso, un accentramento degli acquisti può essere sicuramente utile, ma è indipendente dal costo aggiuntivo dato dalle Federazioni sanitarie.
In questo momento, le parole risultano essere particolarmente pesanti.
Siamo in un momento di campagna elettorale. Per esempio, abbiamo visto il Presidente Cota (adesso non presente) esercitarsi in annunci sulla nuova Città della Salute di Novara, con un esercizio, possiamo dire, legato alla campagna elettorale, quindi annunci; annunci che di per sé assumono un sapore amaro nel momento in cui vediamo una riforma sanitaria che, in realtà, sta chiudendo e limitando i servizi offerti ai cittadini.
Nonostante questo, abbiamo avuto l'annuncio di un suo impegno sulla futura Città della Salute di Novara e una richiesta al Ministro (anch'esso candidato) di adoperarsi in questa direzione.
Noi non crediamo che la Città della Salute di Novara sia un progetto da mettere da parte o, comunque, semplicemente il nuovo Ospedale di Novara però non comprendiamo come queste promesse possano essere portate avanti in un momento come questo, quindi pensiamo che si tratti degli ennesimi annunci. Annunci che il Presidente Cota fa in campagna elettorale, annunci che ha fatto in tutto il suo mandato dal momento in cui ha iniziato a governare la Regione fino ad oggi.
In questo senso, crediamo che, in un'assoluta non visibilità su quello che capiterà, sulla riforma sanitaria andremo a ridiscutere in Commissione la chiusura dell'emodinamica del San Luigi di Orbassano, però poi non comprendiamo le altre azioni. Tra l'altro, non si comprende effettivamente quando queste diverranno operative e concrete.
Abbiamo poi altre situazioni che dipendono direttamente della Regione e che non riguardano soltanto la sanità, situazioni già citate dai colleghi e per le quali, francamente, non sappiamo quale possa essere il futuro abbiamo il CSI Piemonte, più volte menzionato; abbiamo l'IPLA; abbiamo la stessa spending review regionale, che era stata presentata e aveva dei capitoli importanti discussi in Commissione, è stata ritirata e in questo momento non sappiamo quale sarà la nuova proposta che verrà ridiscussa con il Consiglio regionale. Quindi, tutta una serie di azioni, di annunci che vengono portati avanti e che però non hanno un risultato concreto, se non nella politica dei tagli.
chiaro che non vogliamo nasconderci dietro un dito, perché i problemi finanziari della Regione esistono, ma forse varrebbe, una volta per tutte il fatto che la costruzione di un bilancio, un bilancio serio, con la definizione delle priorità possa essere invece la soluzione, seppure con non poche difficoltà, che riconosciamo, in questo momento, invece, vediamo da parte della Giunta semplicemente un rimandare, non si sa bene in attesa di cosa. Probabilmente, della fine di febbraio, delle elezioni e di quale potrà essere il risultato.
Noi pensiamo che in questo periodo effettivamente male hanno fatto coloro che hanno pensato di portare il proprio valore nella campagna elettorale, con una candidatura che purtroppo per loro diventa, invece l'emblema di una proposta di non governo.
In questo senso, pensiamo che a chi ha una proposta alternativa il compito sia addirittura più semplice, però siamo comunque preoccupati per questa riforma sanitaria che speriamo non distrugga totalmente la sanità piemontese, così come siamo preoccupati per le realtà che questa Giunta questa maggioranza non stanno salvaguardando dal punto di vista lavorativo con il paradosso che verranno probabilmente creati dei nuovi disoccupati di cui la Regione dovrà occuparsi rispetto ad altre deleghe sempre in capo alla Giunta, soltanto cambiando Assessorato di riferimento.
Crediamo che questo sia un modo miope di proseguire. In questo senso avere semplicemente una proroga di due mesi non risolve nulla. Sarebbe stato ora che finalmente ci fosse una discussione franca sulle priorità che questa Giunta si pone e su come intenda attuarle.
Non vediamo nulla di tutto questo. Sicuramente, però, il problema è che in questo momento i piemontesi e le aziende piemontesi ne soffrono e al momento non vedono certamente quella che in altri momenti veniva chiamata la fine del tunnel.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cerutti.
Non ci sono altre richieste sulla discussione generale.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'articolo 1.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Il numero legale è 29 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Reschigna, per dichiarazione di voto sull'intero testo.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Abbiamo apprezzato in questi quasi tre anni dall'inizio della legislatura i tratti di disponibilità personale dell'Assessore al bilancio della Regione Piemonte.
Con la stessa franchezza, però, oggi le devo dire, Assessore, che non ho assolutamente apprezzato il fatto che lei non abbia ritenuto suo dovere intervenire in questo dibattito, anche soltanto per dire che le opposizioni stavano, come al solito, dal vostro punto di vista, raccontando una marea di stupidaggini. Eppure a me è sembrato che gli interventi che abbiamo svolto come Gruppo consiliare nel dibattito odierno siano entrati nel cuore del problema.
Il cuore del problema è l'illogicità e la non motivazione di una decisione, che creerà un clima di grande incertezza, prorogata di altri due mesi, all'interno di tutta la comunità piemontese, su quali effettivamente, non solo sono le risorse effettivamente a disposizione sulla legge di bilancio di quest'anno della Regione Piemonte, ma su quali scelte prioritarie è indirizzata la Giunta regionale nel definire e nell'allocare le risorse all'interno della legge di bilancio.
Devo dire che quest'Aula si sta trasformando in un luogo di non confronto sul merito delle questioni. Non rinunciamo ad esplicitare il nostro ruolo di opposizione in termini molto forti e molto decisi anche entrando fortemente nel merito delle questioni. Ci sembra che la Giunta regionale sia più preoccupata di discutere con altri soggetti le politiche di bilancio, cosa che non riteniamo negativa - sia ben chiaro - ma non con il Consiglio regionale.
Allora, il messaggio che le voglio esprimere con questa dichiarazione di voto, Assessore Quaglia, è semplicemente questo: con il nostro voto contrario noi esprimiamo una scelta molto netta, che è un messaggio molto chiaro su come, fra qualche settimana, purtroppo, la Commissione e l'Aula dovranno affrontare la discussione sulla legge di bilancio. Basta trucchi.
Basta bilanci che contengano dentro di loro la non rappresentazione della situazione economica e patrimoniale reale della Regione Piemonte. Basta trucchi. Basta tecnicismi che hanno solo come obiettivo quello di spostare in là il problema.
Un anno fa, in un'intervista su un quotidiano, ho dichiarato che il 2013 sarebbe stato un anno di grande criticità sulla politica di bilancio della Regione Piemonte.
I dati che abbiamo fornito questa mattina, durante il dibattito, lo stanno totalmente a dimostrare e voi non potete più affrontare la politica di bilancio guardando al passato né immaginando, come è avvenuto in questi due anni, che il problema si risolva da solo, con un sistema che, riducendo l'apertura del rubinetto dal quale si erogano le risorse, sia capace di assestarsi e ritrovare da solo un nuovo equilibrio.
Non lo potete fare, perché in questi tre anni avete portato avanti una non politica di bilancio. Non lo potete fare, perché, in questo momento ed è un messaggio molto chiaro che sta venendo fuori in questi giorni e settimane - sembra che la politica del bilancio della Regione Piemonte sia stata affidata ad un altro soggetto all'interno della Giunta e all'ennesimo consulente, cui avete rinnovato l'incarico questa mattina con deliberazione della Giunta regionale, rispetto al quale non abbiamo ancora trovato una traccia significativa del lavoro svolto e dei risultati conseguiti.
Non abbiamo trovato una traccia significativa e i riferimenti che ho fatto questa mattina rispetto alla forte retromarcia sugli obiettivi, sui possibili risultati e sui tempi di questi risultati del fondo comune immobiliare, che vi state accingendo a mettere insieme, dicono anche come le rappresentazioni fatte dal dottor Lupi qualche mese fa, in I Commissione, non siano corrispondenti alla realtà.
Questo è un messaggio molto forte, che le lancio. Con questa discussione di oggi e con la non replica, il non intervento da parte della Giunta regionale, voi scegliete il silenzio, forse come sistema attraverso il quale bypassare il problema.
Quest'anno, noi non vi consentiremo di riproporre una legge di bilancio con i patti e le caratteristiche dell'anno precedente. Noi non vi consentiremo di far permanere una condizione d'insicurezza ed incertezza nei rapporti tra la Regione Piemonte e la comunità piemontese. Una volta di più, in base all'esito di questo dibattito in Consiglio regionale ed alle vicende che stanno attraversando la Giunta regionale, troveremo nuova forza, nuova convinzione, nuova motivazione che in quest'Aula e nella comunità piemontese si alzi una forte richiesta di cambiamento, che passi attraverso nuove elezioni all'interno della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Il numero legale è 29.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 60 Consiglieri votanti 59 Consiglieri hanno votato SÌ 31 Consiglieri hanno votato NO 18 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Proposta di deliberazione n. 216, inerente a "DCR 634 - CR 13126 del 23 ottobre 1987. Modifiche allo Statuto della Fondazione ISI Istituto per l'interscambio Scientifico"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 216, di cui al punto 3 bis) all'o.d.g.
Si tratta di una delibera con un'unica votazione. Se c'è condivisione, la possiamo votare subito e poi passare alla mozione n. 954.
Ringrazio l'Aula per la condivisione: si tratta di un adempimento che avremmo dovuto fare da tempo, perché tale proposta di deliberazione era stata presentata dalla Giunta regionale il 3 agosto 2012.
Il numero legale è 29.
Non essendoci richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 216, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita'

Esame mozione n. 954, inerente a "I Presidenti di Giunta e Consiglio nonché gli Assessori regionali candidati alle Elezioni Politiche 2013 si autosospendano dalle proprie funzioni"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della mozione n. 954, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Il primo firmatario è il Consigliere Reschigna, che ha facoltà d'intervenire per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Quanto abbiamo posto il tema, due sedute di Consiglio regionale fa, la reazione è stata una reazione del tipo: il solito PD che, siccome è all'opposizione, pensa di usare questi argomenti per creare difficoltà e problemi all'esperienza di questo governo regionale.
La settimana scorsa c'è stata, da parte nostra, la richiesta d'iscrizione di questa mozione, respinta dal Consiglio regionale.
Apprezziamo il fatto che la Conferenza dei Capigruppo abbia deciso di iscrivere la mozione all'o.d.g. della seduta odierna, ed anche in un punto dell'o.d.g. che consente la discussione e l'assunzione di una decisione da parte del Consiglio regionale, così come abbiamo apprezzato - e non ho alcuna difficoltà ad esprimerlo - il fatto che, pur non procedendo ad un'autosospensione, il Presidente, il Vicepresidente o un componente dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, la settimana scorsa durante la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, abbiano comunicato una sorta di codice di autoregolamentazione che, di fatto, inibisce qualunque funzione esterna di rappresentanza, durante tutto il periodo dello svolgimento della campagna elettorale, da parte dei candidati alle elezioni politiche, quindi da parte dei componenti dell'Ufficio di Presidenza.
Poiché siamo abituati a porre le questioni sul piano della forma, ma a dare altrettanta importanza sul piano della sostanza, riteniamo che la decisione del codice di autoregolamentazione comunicato dal Presidente Cattaneo durante la Conferenza dei Capigruppo della settimana scorsa sia il riconoscimento che le questioni poste da questo Gruppo e da altri Gruppi dell'opposizione, con la mozione, non erano questioni campate in aria.
Rimangono alcune questioni, per cui rimane l'attualità di questa mozione e rimane l'attualità di una decisione e di un orientamento politico da parte del Consiglio regionale. La questione che intendo porre è su questo piano: se l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale riconosce sostanzialmente, che occorre garantire una non confusione di ruoli tra chi svolge in questo momento una funzione istituzionale di alto profilo all'interno dell'esperienza di questa Regione Piemonte, con il fatto che alcune di queste persone siano candidate alle elezioni politiche, perch questo non deve valere per la Giunta? Soprattutto per alcuni ragioni, che dal nostro punto di vista, rafforzano la richiesta che ci sia un provvedimento o un orientamento che riguardi i componenti della Giunta regionale. La prima ragione è molto semplice: i componenti della Giunta regionale, in primis il Presidente, per loro natura e per loro ruolo, hanno una funzione di rapporto con l'esterno, con la comunità piemontese organizzata, singola o rappresentata da associazioni, ma comunque con la comunità piemontese. La seconda ragione molto semplicemente sta nella prassi che si è sviluppata all'interno dell'esperienza regionale nel corso degli ultimi anni. È stato ricordato che, comunque, con soluzioni diverse l'attuale Vicepresidente della Giunta regionale, Ugo Cavallera, quando era candidato a Presidente della Provincia di Alessandria, ha rimesso le deleghe che aveva in capo durante lo svolgimento della campagna elettorale il Consigliere regionale Mino Taricco, allora Assessore regionale, quando era candidato a Presidente della Provincia di Cuneo, ha fatto un'operazione con cui consegnava le deleghe in capo al Presidente della Giunta regionale l'allora Assessore regionale Bruna Sibille, quando si è candidata a Sindaco per la città di Bra, ha compiuto lo stesso identico gesto, riconoscendo sostanzialmente, che c'è un ruolo diverso che deve essere salvaguardato, e che non ci può essere mistione o confusione tra il ricoprire oggi una figura istituzionale di importante livello all'interno della Regione Piemonte e l'essere candidato alle competizioni politiche.
Noi crediamo che tale principio debba valere anche oggi per i tre Assessori che si sono candidati e per il Presidente della Giunta regionale.
Non capiremmo una scelta diversa, soprattutto alla luce di un fatto: che il Presidente della Regione Piemonte, forse non rendendosi esattamente conto di cosa stava esprimendo ai giornali nell'intervista apparsa la scorsa settimana su La Stampa, ha dichiarato che si è candidato per testare sostanzialmente, l'indice di gradimento o di consenso che la comunità piemontese esprime nei confronti delle politiche della Regione Piemonte.
A parte il fatto che, di per sé, questo è un chiaro ed evidente riconoscimento di una persona non capace di distinguere i ruoli. Ma vorrei ricordare al Presidente Cota - glielo ricorderemo sicuramente anche il giorno dopo le elezioni politiche - che se questa è la motivazione per cui si è candidato alle elezioni politiche, di fronte ad un non consenso espresso dalla comunità piemontese durante le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio (dal nostro punto di vista auspicabile), il Presidente Cota non avrà che da trarre una conseguenza immediata. Di fronte al fatto che il Piemonte boccerà la politica regionale, lui dovrà trarne le conseguenze del caso.
C'è un terzo elemento che rende urgente l'assunzione di un orientamento politico da parte del Consiglio regionale su un tema così delicato. Sia ben chiaro che noi non contestiamo la scelta individuale di chi, amministratore regionale, decide di candidarsi alle elezioni politiche. Ma come non accorgersi che, per la prima volta nella storia della Regione Piemonte (e credo anche nella storia dell'esperienza regionale all'interno del nostro Paese), non si è mai visto un numero così elevato di componenti della Giunta regionale, di componenti dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e di singoli Consiglieri, candidarsi alle elezioni politiche.
Questo è un segnale molto chiaro, molto evidente, che noi e il nostro Segretario regionale abbiamo rappresentato, dal mio punto di vista in modo efficace, come una grande fuga dalla Regione Piemonte.
Di fronte ad una grande fuga nei confronti della Regione Piemonte, con un numero così consistente di candidature alle elezioni politiche racchiuse all'interno della Giunta, dell'Ufficio di Presidenza e della maggioranza, questo gesto non può non essere colto come un grande messaggio: quello, sostanzialmente, di sfiducia rispetto alla capacità del Governo regionale di essere all'altezza delle funzioni e dei problemi che sta attraversando la comunità piemontese.
Se sono veri, forti e reali i problemi e le tensioni che sta attraversando la comunità piemontese, il Presidente della Regione e i componenti della Giunta regionale non avrebbero tempo da perdere nello svolgimento di una campagna elettorale, perché il loro tempo dovrebbe essere totalmente ed esclusivamente dedicato alla gestione delle problematiche della Regione Piemonte.
Ma questo non lo cogliamo come un elemento di novità: il Presidente Cota, durante questi tre anni, ci ha dato molta dimostrazione di essere molto poco interessato alle vicende del Piemonte e molto più interessato ad altre vicende riguardanti la politica nazionale, la sorte e le fortune elettorali del suo partito.
Sono scelte. Scelte che noi denunciamo con molta forza sotto il profilo politico. Scelte che saranno riprese con molta forza dopo le elezioni politiche all'interno di quest'Aula.
Ma almeno una cosa, oggi, la pretendiamo: il rispetto nei confronti delle istituzioni. E questo rispetto nei confronti delle istituzioni passa attraverso il fatto che non si può esercitare concretamente e materialmente l'essere Presidente della Regione, l'essere Assessori regionali ed essere candidati alle elezioni politiche.
Questo rispetto nei confronti dell'istituzione Piemonte noi oggi lo pretendiamo dalla Giunta regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Ruberò a quest'Assemblea pochi minuti, perché non vorrei che questo adempimento e questo documento passasse, sotto traccia, come un mero atto formale.
In realtà, qui siamo di fronte ad un problema di sostanza, vero, che, a parti invertite - Presidente, lei se lo ricorderà, perché sedeva sugli stessi banchi - nella scorsa legislatura è stato posto dai Consiglieri che oggi sono in maggioranza.
Perché quando due colleghi della Giunta regionale - Bruna Sibille e Mino Taricco - hanno ritenuto di candidarsi, è stato chiesto perentoriamente, minacciando il blocco totale dei lavori dell'Aula, che non approfittassero in alcuni modo del loro essere Assessori di un Esecutivo regionale per farsi campagna elettorale.
Ma, ancora prima che questa cosa si traducesse in un atto di indirizzo presentato a questo Consiglio, con molta responsabilità i due Assessori in questione cedettero le deleghe e si astenettero totalmente e per tutto il periodo della campagna elettorale dall'usare la loro carica o dal farsi coprire dalla loro carica istituzionale per incrementare la loro dotazione politica.
Cara Assessora Quaglia, cara Assessora Maccanti, caro Vicepresidente, è nota la simpatia che lega me ad alcuni Assessori/Assessore della vostra Giunta regionale, quindi non farò esempi, ma, giusto per non fare esempi cito soltanto che nella scorsa settimana, una vostra collega si è recata in un importante organismo di Governo partecipato dal Comune di Torino, dalla Provincia di Torino e da tutti gli altri Sindaci della cintura, cumulando la doppia funzione di candidato e di Assessore, usando il suo ruolo di Assessore per intervenire sull'orientamento degli Enti locali e per chiedere che venisse votato un Sindaco piuttosto che un altro: cosa c'è di più che far campagna elettorale commistionando il proprio ruolo politico con questa vicenda? Noi non vogliamo essere quelli che ogni volta, di fronte a problemi enormi e strategici di questa regione, sollevano una polemica spicciola. Ma non vuol dire nemmeno che non abbiamo gli occhi per vedere e l'intelligenza per capire quello che succede. Quando posso usare il potere che ho come Assessore per intervenire in un'assemblea e dire "non votate questo, ma quest'altro", anzi, uso la golden share, il 37,5% che ho come Giunta regionale per spostare il bilancino e per fare eleggere Tizio e Caio e a quegli stessi Sindaci del mio collegio vado a chiedere i voti il giorno dopo, capite che c'è qualcosa che non ci piace.
Ancora di più, non voletecene, non ci piace la superficialità con cui oggi viene trattato questo ordine del giorno. Il totale disinteresse che manifesta il Presidente, il totale disinteresse che manifesta la Giunta regionale e il sostanziale disinteresse dei colleghi della maggioranza che ancora presidiano questa assemblea. Non ci piace, lo riteniamo un atto scorretto.
Speriamo che, in modo tardivo, i colleghi candidati recepiscano l'orientamento che qui noi stiamo ponendo, sapendo, anche se non tocca me dirlo, che in caso di non approvazione di questo ordine del giorno, non è che le cose possano considerarsi passate come se niente fosse. Ritorneremo sul problema, anche perché ci sono altri adempimenti cui sono chiamati gli Assessori regionali candidati, alcuni adempimenti di questa settimana altri della prossima. Noi non tollereremo che i diritti di voto della Regione in alcune entità vengano strumentalizzati per fare campagna elettorale a Fratelli d'Italia, PdL o agli altri partiti, con tutto rispetto.
Chiediamo che ci sia altrettanta sensibilità come quella dimostrata dai colleghi che si sono candidati nella scorsa legislatura, per troncare alla radice il problema e per fare quello che voi avete chiesto nella scorsa legislatura: una spoliazione temporanea - non degli Assessori, non pretendiamo quello - ma delle deleghe assessorili per il periodo in cui si esercita la campagna elettorale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Mi riallaccio a quello che ha detto il Consigliere Gariglio e andr oltre a quanto detto e scritto dal Partito Democratico.
Sicuramente c'è poco interesse per questo argomento. Un argomento, dal nostro punto di vista, rilevante e importante. Il Presidente del Consiglio regionale in carica ha preferito non essere presente al momento della discussione per non rischiare di influenzare il voto. In realtà la sua presenza, almeno come Consigliere, se non altro degli Assessori Consiglieri (vedo presente l'Assessore Ravello, ma non vedo l'Assessore Casoni l'Assessore Bonino o il Presidente della Giunta) sarebbe stata rispettosa del dibattito in Aula.
Dibattito che non mi sembra abbia riscosso grande interesse da parte dei Consiglieri (dai banchi della maggioranza mi si dice che pu succedere). È un tema importante, che dovrebbe far riflettere molto la politica.
Dicevo che andrò oltre, perché ritengo che non sia solo una mera questione di coloro i quali si trovano in una posizione di potere esecutivo, quindi Assessori o Presidenti della Giunta, quindi che si trovino in possibilità di influenzare il voto tramite il proprio mandato tramite le proprie deleghe assessorili o la propria funzione.
Ritengo che sia un po' un andazzo moralmente discutibile, criticabile anche censurabile da parte della politica, il fatto di avere degli eletti eletti con voto o nominati, quindi parliamo sia di eletti con le preferenze in Regione Piemonte oppure degli eletti nominati nel listino o Assessori esterni, quindi nominati a loro volta - che vengono meno al loro dovere di mandato assunto per cinque anni. Distinguiamo tra Assessori che hanno le deleghe revocabili in qualunque momento da parte del Presidente della Giunta, da Consiglieri regionali che, per costituzione, non hanno vincoli di mandato, quindi hanno assunto un impegno con il proprio elettorato che è scritto nel grigio della matita nella cabina elettorale una volta ogni cinque anni, nel numero di voti che hanno espresso quel nome che ha portato all'elezione di quel Consigliere regionale.
Vorrei allargare la critica, ed è il motivo per cui non ho firmato l'ordine del giorno del Partito Democratico, perché trovo scorretto nei confronti degli elettori e dell'elettorato che dei Consiglieri regionali non mi ricordo neanche quanti colleghi di maggioranza o opposizione si siano candidati, immagino tanti, qualche nome lo so, ma non voglio fare nomi per non fare discriminazioni in senso positivo - si candidino a Roma che dei Parlamentari si candidino a Bruxelles e che Sindaci di Comuni si candidino in Regione. Un andazzo su cui deve fortemente riflettere la politica.
Su questo permettetemi un spot elettorale che non è elettorale, nel senso che qui dentro non c'è possibilità di convincerete nessuno a votare per il Movimento 5 Stelle. Il Movimento 5 Stelle impone ai suoi eletti, in qualunque istituzione, di non fare questo fastidioso salto della quaglia, e scusatemi la battuta, perché non si può pensare che un eletto non porti a termine il suo mandato, anzi, peggio, dica: "Sto nell'istituzione in cui sono stato eletto, mi candido per un'altra, magari di rango superiore e, sa va bene, va bene e passo in un'istituzione superiore, vado a fare il Sindaco, il parlamentare, oppure il Presidente della Regione".
Se va male, ho scherzato, come dice il Presidente Cota, ho valutato il consenso sulle politiche della Regione Piemonte nella regione stessa e rimango a fare quello che stavo facendo.
Non va bene, non può andare bene. Non venite poi a lamentarvi che i cittadini si allontanano dalla politica. Se si vota una persona e gli si dà fiducia per cinque anni per un mandato, questo deve essere portato a termine, salvo cause naturali, o cause di fine della legislature. Se la legislatura si interrompesse nel 2013, a quel punto tutto liberi di potersi ricandidare in un altro Ente. Questo è un andazzo che immagino tipico solo della Repubblica italiana. Non mi risulta che negli altri Paesi ci siano queste scene da saltimbanco, nel senso che saltano da una poltrona all'altra. Negli altri Paesi europei si prende, con coscienza e responsabilità, in carico il proprio mandato. Non c'è questa tendenza del nome di richiamo perché Sindaco, perché Assessore, perché Presidente di una Regione: lo usiamo per fare campagna elettorale.
Il mio modesto discorso non è accompagnato da un ordine del giorno o da una mozione, quindi immagino che lascerà il tempo che trova. Magari, in futuro, ci sarà una riflessione dei vari partiti che, invece, hanno utilizzato questa tecnica elettorale, in base ai risultati elettorali stessi che potremmo analizzare solo dopo il voto.
In ogni caso, anche se non l'ho firmato, ritengo condivisibile l'ordine del giorno e, almeno per gli Assessori, sarebbe opportuno sospendere le deleghe fino al 25 febbraio. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
La tematica è importante: naturalmente, la osserviamo all'interno del Consiglio regionale, ma è una questione di carattere generale. Infatti, ha imperversato per settimane la vicenda di un magistrato che ha smesso la toga del pubblico ministero per immediatamente candidarsi; comunque, potrei richiamare tante altre casistiche.
Probabilmente, occorre una revisione complessiva della materia, perch ci sono situazioni contingenti, quali quelle di chi in quel momento riveste una carica, ma anche ricadute di lungo periodo, qualora si volessero evitare conseguenze per atti, fatti, attività e quant'altro.
Certamente, adesso, possiamo fare due riflessioni. Per quanto riguarda la prima, di fronte al comportamento dell'attuale Capo di Governo e dei suoi Ministri (quelli che sono candidati), credo che i nostri Assessori Consiglieri e il Presidente del Consiglio - coloro che sono candidati tutto sommato, non tengano un atteggiamento diverso. Cioè, svolgono i compiti d'ufficio e, relativamente agli incontri, credo sappiano distinguere nettamente le attività istituzionali, che costituiscono attività istituzionale di competenza, dalle iniziative di partito e propagandistiche, che vengono svolte in luoghi e in sedi separate.
Occorre poi considerare che, comunque, una normativa esiste.
Dall'introduzione della par condicio, naturalmente, deriva tutta una serie di disposizioni - a cui credo gli Uffici si attengano, lo fanno anche gli Uffici della Giunta - in ordine ai comunicati e alle conferenze stampa, che non si devono svolgere se non per la presenza di istituzioni terze, le quali, se hanno deciso di venire in Regione, possono anche comunicare - più loro che noi - il loro punto di vista.
Il problema si può porre, ma, come avviene per tutte le regole, quando la partita non è in corso. Oggi, a fronte di elezioni anticipate, non vedo differenza tra il comportamento degli uomini di Governo del livello nazionale e il comportamento dei nostri colleghi, di coloro che hanno responsabilità elettive, o di nomina, di Governo a livello regionale.
Altro sono i giudizi sull'opportunità o meno di candidarsi o non candidarsi: su questo, ovviamente, ai posteri l'ardua sentenza, nel senso che lascio agli elettori il giudizio, come succede in tutte le competizioni, in tutti i consessi democratici.
Per il resto, posso assicurare che, senz'altro, per quanto riguarda la Giunta regionale, le norme di legge vigenti vengono senz'altro rispettate.
Preciso altresì che per quanto mi riguarda, essendo stato citato, in un'occasione, peraltro preesistente all'epoca della par condicio - era una situazione normativa complessiva diversa, più che altro perché, allora, ci fu una lunga campagna elettorale - per non essere inadempiente nei compiti di Assessore delegato, chiesi all'allora Presidente di sollevarmi dalle deleghe. Però, in un'occasione successiva, mi sembra nel 2004, procedetti senz'altro a rarefare le attività allo stretto necessario; quindi io stesso sono portatore di due esperienze sotto questo profilo.
In ogni caso, qualunque sia la norma, dipende dal comportamento del singolo. È chiaro che il discorso del Consigliere Gariglio richiamava echi diversi, che credo di non rinvenire nella mentalità e nel modo di agire dei nostri colleghi Assessori.
Ritengo che questo documento - la cui approvazione, e anche il giudizio politico, è competenza dei Gruppi - non sia necessario; infatti, posso assicurare la correttezza di comportamento da parte dei componenti della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Cavallera.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Dico subito che, al termine del mio intervento, presenterò una modifica al testo dell'ordine del giorno che, sostanzialmente, tenga conto di quanto è intervenuto, dal nostro punto di vista positivamente, tra il momento in cui abbiamo depositato la mozione e la discussione.
Posso iniziare con una battuta? Vicepresidente Cavallera, oggi non poteva darsi per malato?



PRESIDENTE

Grazie a Dio, gode di ottima salute. Preserviamo il Vicepresidente Cavallera.



RESCHIGNA Aldo

Il darsi per malato non è un augurio a che si ammali, è per evitare la brutta figura, mi scusi, Vicepresidente.
Oggi è toccato a lei venire qui in Aula a spiegare le ragioni per cui in un'occasione lei ha avuto una sensibilità istituzionale nel rassegnare le deleghe, durante lo svolgimento di una campagna elettorale, e a giustificare il fatto che Assessori regionali - glielo ha detto il Consigliere Gariglio, se vuole glielo aggiungo - non solo intervengono con le modalità e con la grazia di un elefante all'interno di un negozio d cristalleria, tipica dell'Assessore Bonino, all'interno di assemblee...



(Commenti in aula)



RESCHIGNA Aldo

Non è un'offesa.
Vorrei solo ricordarle, tanto per dirvi che noi monitoreremo quotidianamente la situazione, che la settimana scorsa l'Assessore Bonino è intervenuta con un comunicato stampa. Lo stesso giorno in cui l'Assessore Quaglia ha lanciato il grido di dolore relativamente al disinteresse del Governo nazionale nei confronti della Regione Piemonte relativamente al fondo sulla non autosufficienza, l'Assessore Bonino, nella stessa pagina di giornale, è intervenuta sulle tematiche relative al rapporto con il Governo nazionale per quanto riguarda il trasporto pubblico locale. Così, di fatto è stata violata una norma, la quale, sostanzialmente, impedisce, durante la campagna elettorale, che un amministratore locale usi una comunicazione che non sia impersonale e agisca da protagonista nella sua attività istituzionale, anche attraverso l'intervento sugli organi di comunicazione.
Quindi, oggi, Assessore Cavallera, lei è venuto qui - poteva veramente inventarsi una malattia diplomatica o un altro impegno da qualche altra parte - a dover, senza alcuna convinzione, difendere l'indifendibile.
Perché difendere l'indifendibile? Sia ben chiaro, sono il primo a criticare l'interventismo populista e demagogico di alcuni componenti dell'attuale Governo nazionale durante questa campagna elettorale.
A volte mi stupisco che chi pretende sempre di dare lezione a coloro che giudica avere male applicato l'esperienza della politica dimostra, in troppe circostanze, di avere troppo presto imparato il mestiere dimenticando in campagna elettorale tutto quello che si è fatto o detto e avventurandosi sul piano delle promesse elettorali.
Qual è il fondamento sostanziale per cui nessuno ha mai chiesto al Presidente della Regione Piemonte, che cessa per scadenza di mandato la propria funzione, di dare le dimissioni e di non rimanere in carica durante lo svolgimento di una campagna elettorale che lo riguarda come nuovo candidato a Presidente della Regione? E perché, invece, è diverso l'atteggiamento di chi svolge oggi una funzione istituzionale ed è candidato ad un altro tipo di elezione? Perché durante lo svolgimento di una campagna elettorale chi è componente del Governo nazionale, chi del governo regionale, chi è Sindaco svolge un'attività di ordinaria amministrazione.
Questa è la ragione fondamentale: non può esercitare il proprio compito in termini di condizionamento o di rappresentazione della propria persona del proprio ruolo ai fini legittimi del conseguimento di un consenso elettorale; cosa che invece non avviene per quanto riguarda chi oggi non è candidato per quella carica che ha portato avanti e che ricopre fino al giorno di una nuova elezione. Il senso di non di una dimissione, ma di un codice di autoregolamentazione e sta tutto qua: evitare sostanzialmente che un candidato usi il suo ruolo e la sua carica istituzionale per un'operazione tesa all'ottenimento di un consenso personale.
Peraltro - apro e chiudo la parentesi - io per primo sono a dire che noi stiamo facendo una battaglia di principio. Se infatti pensate, dopo quello che avete combinato in questi tre anni, di procurarvi un consenso e di portarlo ai vostri partiti candidandovi alle elezioni politiche, siete dei grandissimi illusi, sotto questo aspetto; e chiudo la parentesi. A volte, però, le battaglie si fanno anche solo sugli elementi di principio.
Noi monitoreremo attentamente giorno per giorno la situazione. Guardate che qui non si tratta solo di un problema di opportunità politica: qui c'è un problema di rispetto delle leggi e del rispetto di una norma che impedisce al sottoscritto, qualora indica una conferenza stampa come Gruppo consiliare del Partito Democratico, di farvi partecipare i Consiglieri Mino Taricco e Stefano Lepri. Ma se il sottoscritto non può far partecipare alla conferenza stampa Mino Taricco e Stefano Lepri, perché sono candidati alle elezioni politiche, non vedo perché qualcun altro lo possa fare. È chiaro questo? E se qualcun altro immagina, in queste settimane, di ricorrere a questi strumenti, la nostra diventerà una durissima presa di posizione.
Questo è quanto.
Presidente, approfitto per procedere all'illustrazione delle seguenti modifiche alla mozione che ho depositato.
Al termine del paragrafo che inizia con "considerato che" e prima del paragrafo come comincia con "impegna", aggiungo questa frase: "preso atto che il Presidente del Consiglio regionale, nel corso della Conferenza dei Capigruppo del 23 gennaio 2013, ha illustrato il Codice di autoregolamentazione valido per tutti i candidati componenti dell'Ufficio di Presidenza, che di fatto sancisce la cessazione di qualunque funzione esterna durante lo svolgimento della campagna elettorale, mentre analogo atteggiamento non è stato messo in atto dal Presidente della Giunta regionale e dagli Assessori regionali"; a questo punto il testo riprende con "impegna il Presidente della Giunta regionale e gli Assessori regionali" - togliamo l'espressione "eventualmente" - "candidati alle prossime elezioni politiche ad autosospendersi dall'incarico".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna. Le chiedo di portarci la modifica che ha sul foglio perché abbiamo necessità di poterla scrivere compiutamente.
Non essendo previste, oltre la replica, interventi o dichiarazioni di voto sugli ordini del giorno e le mozioni...



(Commenti del Consigliere Laus)



PRESIDENTE

Colleghi, scusate: sugli ordini del giorno o sulle mozioni non si apre il dibattito dopo l'intervento della Giunta, ma c'è solo la replica. Si è svolto il dibattito, ha parlato la Giunta, c'è stata la replica del primo firmatario, che ha anche proposto una modifica al testo; ora si passa al voto.



PRESIDENTE

LAUS Mauro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ha ragione, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Laus.
Passiamo dunque alla votazione della mozione, così come modificata nel corso del suo intervento dal Consigliere Reschigna in qualità di primo firmatario, che ha anche illustrato, esplicitandola, la modifica.
Do atto che il numero legale è sempre 29.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 954, come modificata, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che si è appreso della candidatura alle prossime Elezioni Politiche del Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, del Presidente del Consiglio regionale Valerio Cattaneo costatato come sia la prima volta che un Presidente della Regione Piemonte si candidi in Parlamento e analogo discorso va fatto con riguardo al Presidente del Consiglio regionale considerato che nelle prossime settimane i suddetti soggetti saranno sempre più coinvolti nei numerosi impegni della campagna elettorale, non potendo, quindi dedicare le dovute attenzioni ed energie ai rispettivi mandati appare inoltre necessario fugare il sospetto di possibili commistioni tra il ruolo di candidato di una parte politica e l'esercizio delle relative funzioni istituzionali preso atto che il Presidente del Consiglio regionale nel corso della conferenza dei Presidente dei Gruppi consiliari del 23 gennaio 2013 ha illustrato il codice di autoregolamentazione valido per tutti i candidati membri dell'Ufficio di Presidenza che di fatto sancisce la cessione di qualunque funzione esterna durante lo svolgimento della campagna elettorale, mentre analogo atteggiamento non è stato messo in atto dal Presidente della Giunta regionale e dagli Assessori regionali impegna il Presidente della Giunta regionale e gli Assessore regionali candidati alle prossime elezioni politiche di autosospendersi dall'incarico fino alla conclusione delle stesse".
Il Consiglio non approva.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana di martedì 22 gennaio è stato votato l'articolo 27.
ARTICOLO 28 Emendamento rubricato n. 875) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: l'alinea del comma 2 dell'articolo 15bis della l.r. 56/1977, come inserito dall'articolo 28 del disegno di legge n. 153, è sostituito dal seguente: "2. Alla conferenza di copianificazione e valutazione partecipano con diritto di voto: il Comune o la forma associativa che svolge la funzione in materia di pianificazione urbanistica, la Provincia, la Città metropolitana, ove istituita, e la Regione; per le varianti di cui all'articolo 8bis, comma 6, lettera b), in caso di presenza di beni paesaggistici di cui all'articolo 134 del D. lgs. 42/2004, partecipa altresì il Ministero competente, con diritto di voto limitatamente agli aspetti riguardanti tali beni secondo quanto previsto dal PPR. Partecipano senza diritto di voto:" Dovrei dare la parola al Vicepresidente Cavallera, che però si è assentato un attimo dai lavori.
Sospendiamo la seduta per qualche minuto.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 17.10 riprende alle ore 17.11)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Siamo alla trattazione del primo emendamento che insiste sull'articolo 28, rubricato n. 875), a firma della Giunta regionale; tale emendamento sostituisce il n. 872), che quindi s'intende ritirato.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e pianificazione territoriale

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento coordina meglio le forme associative comunali, per come sono state disciplinate - come sanno i Consiglieri - dalla recente LR n. 11/2012 e quindi chiarisce la partecipazione delle autorità preposte alla tutela dei beni paesaggistici - dunque il Ministero dei Beni culturali, tramite le Soprintendenze - naturalmente anche relativamente alla variante di adeguamento dei PRG al PPR.
Si tratta quindi di un emendamento sostanzialmente di origine tecnica ma che legittima, limitatamente a quei contesti territoriali specificatamente vincolati, la partecipazione del rappresentante del Ministero dei Beni artistici e culturali che, su quella sola specifica parte, avrà un diritto di voto.



NOVERO GIANFRANCO



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
Emendamento rubricato n. 695) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: All'art. 28, nel comma 2 dell'art. 15 bis, dopo le parole "e la Regione" aggiungere le parole", oltreché a seconda dei casi, per competenza tematica vengono interpellati i soggetti preposti alla tutela dei vincoli storici, artistici, archeologici, paesaggistici, ambientali e idrogeologici, quali Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, Corpo Forestale dello Stato, Autorità di Bacino per il Fiume Po, ecc.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Gli emendamenti insistono sull'articolo 28, con delle aggiunte all'articolo 15 bis nella legge 56. Nel caso specifico, parliamo della conferenza di copianificazione e valutazione, quello che era uno strumento sperimentale, per quanto riguarda le varianti strutturali, che oggi si cerca di estendere, con il disegno di legge, a tutta quella che è la pianificazione urbanistica.
In particolar modo, al comma 2, quando si parla dei soggetti che partecipano con diritto di voto a detta conferenza, la Giunta, nella persona dell'Assessore e Vicepresidente Cavallera, ha inserito il Comune (o l'Unione di Comuni), la Comunità montana o l'Associazione dei Comuni (la Comunità montana sarà poi superata dalla correzione tecnica relativa alla loro soppressione), la Provincia, la Città metropolitana ove istituita, e la Regione.
Ai commi a), b) e c) si elencano i partecipanti senza il diritto di voto: al comma a), parliamo di altri soggetti o amministrazioni pubbliche la cui partecipazione è ritenuta necessaria, ma che non hanno comunque diritto di voto (per me è già un qualcosa di contraddittorio, perché se la loro partecipazione è considerata fondamentale, non capisco perché non debbano avere diritto di voto); comma b), amministrazioni ed enti pubblici o erogatori di servizi pubblici competenti, a qualunque titolo, ad intervenire sul territorio per realizzare infrastrutture o tutelare vincoli relativi alle proprie funzioni (sono quindi soggetti pubblici o erogatori di servizi pubblici che verrebbero toccati dalle modifiche previste dallo strumento urbanistico che va in conferenza di copianificazione) ed infine i soggetti competenti in materia ambientale.
Noi riteniamo - e abbiamo presentato una batteria di emendamenti in tal senso - che tutti i soggetti debbano avere diritto di voto. Non capiamo che significato avrebbe far partecipare alle conferenze di copianificazione dei soggetti pubblici interessati dalle variazioni urbanistiche introdotte dai vari strumenti utilizzati, senza dargli la possibilità di esprimere un voto e difendere il loro interesse (nel senso positivo del termine).
Crediamo che soggetti che hanno degli interessi debbano poter partecipare con il diritto di voto e, in più, che le conferenze di copianificazione e valutazione debbano essere aperte a soggetti di altro tipo interessati, quindi privati cittadini. Noi riteniamo che la trasparenza e la partecipazione debbano essere fondamentali.
I soggetti pubblici riconosciuti, o erogatori di servizi pubblici devono partecipare con diritto di voto, mentre altri soggetti, a qualunque titolo interessati, possono partecipare come semplici uditori.
Abbiamo voluto sottolineare che, oltreché a seconda dei casi, per competenza tematica devono essere interpellati - quindi partecipare - i soggetti preposti a tutela di vincoli storici, artistici, archeologici paesaggistici, ambientale ed idrogeologici, quali il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Sovraintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, il Corpo Forestale dello Stato e l'Autorità di Bacino per il fiume Po.
Grazie, Presidente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 696) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: all'articolo 28, nel comma 2 lettera c) dell'articolo 15 bis dopo le parole "soggetti competenti" sono inserite "ed interessati".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiedo di inserire alla lettera c), oltre "soggetti competenti", anche "ed interessati".
Mi sembra una definizione, non dico fondamentale, ma ovvia.
consigliabile inserirla in legge, in quanto sono soggetti competenti in materia ambientale. Mi potrebbe anche andare bene: qualunque soggetto competente in materia ambientale in qualunque parte d'Italia potrebbe essere chiamato a partecipare, senza diritto di voto, nella previsione del testo di legge.
Riteniamo che andrebbe specificato "interessato", nell'ambito toccato dalla variante urbanistica con diritto di voto, quindi riducendo al soggetto competente ma interessato, ampliando la loro partecipazione con il diritto di voto.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 456) presentato dalla Consigliera Artesio: articolo 28 del disegno di legge 153 articolo 15 bis lettera c) aggiungere "e in materia di prevenzione primaria e tutela della salute".
L'emendamento è dato per illustrato dalla proponente.
Emendamento rubricato n. 456.1) presentato dalla Consigliera Artesio: articolo 28 del disegno di legge 153 articolo 15 bis lettera c) aggiungere comma d) "soggetti competenti in materia di prevenzione primaria e di tutela della salute".
L'emendamento è dato per illustrato dalla proponente.
Emendamento rubricato n. 697) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: all'articolo 28, nel comma 3 dell'articolo 15 bis, sostituire le parole "può altresì deliberare di consultare" con le parole "si impegna a consultare preventivamente in particolare".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Proseguendo nell'ottica di migliorare quello che è l'istituto della Conferenza di copianificazione e valutazione (il Vicepresidente sorride, ma è già un buon strumento, anche se si può sempre fare di più e sempre meglio), riteniamo si sia un po' timidi, come al solito, nella definizione dei soggetti da coinvolgere.
Spesso, nel disegno di legge si legge: "Si può altresì decidere di consultare", "Si può pensare di intervenire", ecc. Pensiamo che questa possibilità, iscritta in un testo di legge, sia un po' debole. Se si lascia la possibilità e la facoltà, il percorso di pianificazione urbanistica potrebbe essere impugnabile, perché sono tanti e tali i motivi per cui si può impugnare uno strumento urbanistico approvato. Non occorre pensare altre modalità di partecipazione degli enti convocati nella Conferenza di copianificazione e valutazione perché, nel momento in cui dette Conferenze sono indette dai Comuni, diventano lo strumento principe per cercare di coinvolgere la cittadinanza.
Oltretutto, il fatto che si possa, altresì, decidere di consultare i soggetti portatori di interessi diffusi e di associazioni di categoria maggiormente rappresentative, secondo me è un vulnus.
Mi riferisco al comma 3, Assessore.
Noi chiediamo di modificare questa definizione con: "S'impegna a consultare, in particolare, le associazioni di categoria maggiormente rappresentative e i soggetti portatori di interessi diffusi", dando quindi una possibilità, secondo me remota. Se un Comune, nel momento in cui vuole accelerare la pianificazione urbanistica, si chiede se deve proprio consultare le associazioni di categoria maggiormente rappresentative o i soggetti portatori di interessi diffusi, piuttosto che lasciar perdere, gli si dà la facoltà di scegliere. Immagino che questo, pur non essendo mai stato Sindaco (chi lo è stato potrà confermare quanto sto dicendo) venga fatto per cercare di accelerare e snellire le pratiche, anche se poi magari si aprono i contenziosi, Assessore, perché soggetti non coinvolti sono poi soggetti che non sanno e non conoscono le motivazioni alla base delle scelte assunte, e quindi magari impugnano le varianti, perdendo tempo e risorse preziose, sia dei cittadini sia delle amministrazioni.
Prevenire è meglio che curare: quindi apriamo, non dico l'obbligo, ma la necessità di consultare preventivamente questi soggetti, così da evitare contenziosi successivi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 283) presentato dalla Consigliera Cerutti: all'articolo 28 del disegno di legge 153, alla lettera b) del comma terzo dell'articolo 15 bis, così come inserito nella legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56, sono aggiunte le seguenti parole: "nonché le organizzazioni sindacali rappresentative sul territorio e le associazioni poste a tutela dell'ambiente e dei consumatori".
L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 358) presentato dalla Consigliera Artesio: articolo 28: all'art. 15 bis, dopo il comma 3, della l.r. 56, è inserito il seguente: "5 bis. Le sedute della conferenze di pianificazione sono pubbliche; oltre ai soggetti indicati ai commi 2 e 3, chiunque pu assistere allo svolgimento delle conferenze, senza avere la possibilità di intervenire o di essere consultato durante i lavori della seduta.
L'emendamento è dato per illustrato dalla proponente.
Emendamento rubricato n. 839) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: al comma 4 dell'articolo 15 bis della l.r. 56/1977, come inserito dall'articolo 28 del disegno di legge. n. 153, le parole "ricondurli ad unità nell'ambito della" sono sostituite dalle parole "considerandoli e armonizzandoli al fine di formulare il parere unico per la".
Ha chiesto la parola l'Assessore Cavallera per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e pianificazione territoriale

Grazie, Presidente.
Si tratta di emendamenti che cercano di perfezionare meglio le definizioni.
In questo caso, si definisce meglio l'attività che compete al rappresentante unico della Regione che partecipa alle conferenze. Diciamo che considera e armonizza i vari pareri, al fine di formulare il parere unico per la Conferenza.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
Emendamento rubricato n. 301) presentato dalla Consigliera Cerutti: All'articolo 28 del disegno di legge n. 153, al comma quarto dell'articolo 15 bis, così come inserito nella legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56, le parole "a maggioranza" sono sostituite con le seguenti parole: "all'unanimità".
Quest'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 302) presentato dalla Consigliera Cerutti: l'articolo 28 del disegno di legge n. 153, al comma quinto dell'articolo 15 bis, così come inserito nella legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56, è abrogato.
Quest'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 840) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: 1. Il comma 5 dell'articolo 15 bis della l.r. 56/1977, come inserito dall'articolo 28 del disegno di legge. n. 153, è sostituito dal seguente: "5. Sono vincolanti, ancorché minoritari all'interno della conferenza di copianificazione e valutazione, i pareri espressi dalla Regione con deliberazione della Giunta regionale relativi all'adeguamento e alla conformità agli strumenti di pianificazione regionale o riferiti ad atti dotati di formale efficacia a tutela di rilevanti interessi pubblici in materia di paesaggio, ambiente, beni culturali, pericolosità e rischio geologico, aree di elevata fertilità, infrastrutture o in merito agli aspetti connessi alla VAS o, comunque, per assicurare il coordinamento di politiche territoriali o garantire la fattibilità di politiche comunitarie nazionali e regionali, purché anch'esse dotate di formale efficacia, nonch per violazione della presente legge. La predetta deliberazione è resa a cura del rappresentante della Regione in conferenza; il rappresentante, se del caso, richiede una proroga massima di trenta giorni del termine della conferenza, per consentire alla Giunta regionale di esprimersi.".
La parola all'Assessore Cavallera, per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
Sostanzialmente, è una riscrittura del comma.
Lo scopo è quello di comprendere, tra le casistiche, la possibilità di esprimere il parere vincolante da parte della Giunta regionale per assicurare il rispetto delle previsioni dei piani di livello regionale.
Questa è una legge che apre, che delega, che coinvolge operativamente la sede locale, ma ovviamente compete alla Provincia e soprattutto alla Regione di assicurare il coordinamento e quindi il rispetto delle norme vincolanti che derivano dai piani di livello superiore. Ovviamente, piani vigenti, piani approvati. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
Emendamento rubricato n. 252) presentato dal Consigliere Buquicchio: il comma 5 dell'articolo 28 (Inserimento dell'articolo 15 bis nella l.r.
56/77) del disegno di legge 153 è modificato come segue: dopo la parola "con deliberazione della Giunta regionale" sono aggiunte le parole: "e della Provincia con deliberazione della Giunta provinciale".
La parola al Consigliere Buquicchio, per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Fatte salve le considerazioni che ho illustrato prima durante l'esposizione degli emendamenti presentati dal collega Bono (comunque direi che sono da prendersi in considerazione), quantomeno e comunque in subordine, ritengo che al comma 5 si debba poter inserire, dopo le parole "con deliberazione della Giunta regionale", "e della Provincia con deliberazione della Giunta provinciale", perché comunque, come dice l'articolo stesso, "Sono vincolanti, ancorché minoritari all'interno della Conferenza di copianificazione e valutazioni i pareri espressi dalla Regione". E perché non anche quelli della Giunta provinciale? Penso che questo sia un elemento da non sottovalutare. In questa fase del dibattito interveniamo tutte le volte che si presenti l'occasione ritengo che si debba poter conferire a una serie di organismi non soltanto il maggior controllo, ma anche la possibilità di esprimere dei pareri. Cosa che, come sappiamo, la vecchia LUR non aveva previsto e aveva lasciato aperto un mare di interpretazioni spesso troppo soggettive.
Quindi, la necessità di un'attenta e puntuale regolamentazione, che è bene, a questo punto, che possa essere distribuita e sventagliata sugli organismi che sono ad oggi operanti nell'ambito dell'interesse su questo argomento, e che quindi nell'ambito della Conferenza di copianificazione e valutazione si possa attribuire ad ognuno il giusto peso e la giusta dimensione, nonché azione di vincolo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Buquicchio.
Emendamento rubricato n. 457) presentato dalla Consigliera Artesio: Art. 28 punto 5), dopo le parole "...Interessi pubblici in materia di" aggiungere "tutela della salute".
Quest'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 363) presentato dalla Consigliera Artesio: All'articolo 15 bis, dopo il comma 5 della l.r. n. 56, è inserito il seguente: "5 bis. I pareri di competenza espressi nella Conferenza di pianificazione quali determinazioni conclusive del procedimento sono assunti dalla Regione e dagli Enti con diritto di voto mediante provvedimenti deliberativi approvati dal competente organo politico.".
Quest'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 841) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: 1. Il comma 6 dell'articolo 15 bis della l.r. 56/1977, come inserito dall'articolo 28 del disegno di legge n. 153, è sostituito dal seguente: "6. Il funzionamento della conferenza di copianificazione e valutazione anche in riferimento al ruolo e alle funzioni del rappresentante regionale con particolare riguardo alla valutazione della conformità con gli strumenti di pianificazione regionale e al rispetto delle disposizioni di cui alla presente legge, è disciplinato da apposito regolamento approvato dalla Giunta regionale, acquisito il parere della competente Commissione consiliare.".
La parola all'Assessore Cavallera, per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento si è specificato che il regolamento di attuazione delle Conferenze di copianificazione dovrà disciplinare operativamente il ruolo del rappresentante regionale.
In sostanza, mentre c'è una normativa urbanistica che copre tutto quello che sono i soggetti della pianificazione, dal Comune alla Regione e agli alti Enti che ne hanno titolo, in questo caso facciamo entrare definitivamente nella legislazione urbanistica il metodo della copianificazione, di conseguenza la funzione del rappresentante della Regione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
Emendamento rubricato n. 303) presentato dalla Consigliera Cerutti: all'articolo 28 del disegno di legge n. 153, al comma sesto dell'articolo 15 bis, così come inserito nella legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 sono aggiunte le seguenti parole: "Detto regolamento disciplina altresì le procedure relative al dissenso motivato espresso in sede di conferenza di copianificazione da parte di uno o più partecipanti con diritto di voto, in ossequio ai principi contenuti nella legge 241/90 e smi e nella legge regionale 7/2005".
Quest'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 876) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: 1. Il comma 7 dell'articolo 15 bis della l.r. 56/1977, come inserito dall'articolo 28 del disegno di legge 153, è sostituito da seguente: "7. Il Comune può chiedere alla Provincia competente o alla Città metropolitana o alla Regione l'assistenza tecnica e logistica all'organizzazione e allo svolgimento della conferenza di copianificazione e valutazione; può altresì stipulare convenzioni per la pianificazione, ai sensi dell'articolo 19 quater".
Emendamento rubricato n. 842) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: al comma 7 dell'articolo 15 bis della l.r. 56/1977, come inserito dall'articolo 28 del disegno di legge n. 153, le parole "accordi di pianificazione" sono sostituite dalle parole "convenzioni per la pianificazione".
La parola all'Assessore Cavallera, per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
Questo è "della serie" collegata alle nuove forme associative che fanno riferimento alla legge regionale n. 11, quindi eliminiamo la dicitura storica di "Comunità montana" e introduciamo delle modifiche per quanto riguarda gli accordi di pianificazione e, ovviamente, troverà all'articolo 19 quater (numerazione della legge) prevedendo le convenzioni per la pianificazione. L'emendamento n. 842) è ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 842) è dunque ritirato.
Emendamento rubricato n. 698) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: all'articolo 28, dopo il comma 7 dell'art. 15 bis, sono aggiunti i commi 8 e 9: "8. La Giunta regionale rende conto al Consiglio regionale dell'attuazione della legge e dei risultati ottenuti in termini di funzionalità della copianificazione; a tal fine la Giunta regionale presenta annualmente alla Commissione consiliare competente apposita documentata relazione".
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Dopo il comma 7 dell'articolo 15 bis, intenderei aggiungere il comma 8 dopo la fine dell'articolo 28. Detto comma chiede alla Giunta regionale di rendicontare al Consiglio regionale l'attuazione della legge, in particolar modo i risultati ottenuti in termini di funzionalità dalla Conferenza di copianificazione.
A tal fine la Giunta regionale presenterebbe annualmente alla Commissione competente (Commissione urbanistica) l'apposita documentata relazione.
vero che questo significa un lavoro in più per la Giunta regionale ma anche prendere semplicemente i verbali della Conferenza di copianificazione e valutazione, renderli ai Consiglieri regionali, metterli insieme in una documentazione annuale e fare una rappresentazione, magari a inizio anno, considerando tutte le Conferenze di copianificazione e valutazione intercorse nell'anno solare nei Comuni della Regione Piemonte con i risultati in termini di efficacia, nel senso di durata, della pianificazione urbanistica, magari permettendo un confronto sui tempi delle cosiddette lungaggini delle pianificazioni con le precedenti normative.
Questo sarebbe utile per capire cosa stiamo andando a migliorare in termini di rapidità e cosa stiamo andando a peggiorare in termini di rilascio - cosa che spero non avvenga - di nuove localizzazioni pianificazioni e conseguenti cementificazioni di un territorio, come quello piemontese, che andrebbe preservato e tutelato e non ulteriormente vituperato. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 698.1) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: all'articolo 28, dopo il comma 7 dell'art. 15 bis, sono aggiunti i commi 8 e 9: 9. La documentazione inerente gli esiti delle conferenze, i pareri dei soggetti competenti ed interessati, nonché le relative osservazioni dovranno essere accessibili per il tramite di idonei pubblicazione sul sito istituzionale del soggetto proponente".
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Originariamente era un unico comma, poi giustamente gli Uffici lo hanno diviso.
Il comma 9 riguarda la suddetta documentazione, quella inerente agli esiti delle Conferenze (i famosi verbali di cui parlavo prima), i pareri dei soggetti competenti ed interessati, nonché le relative osservazioni.
Questi dovrebbero essere accessibili non solo ai Consiglieri regionali con la rendicontazione annuale di cui dicevo, ma anche a tutti i cittadini tramite idonea pubblicazione sul sito istituzionale del soggetto proponente: fondamentalmente, parlo del Comune o dell'Unione dei Comuni.
Questo è molto importante, nel momento in cui tutti parlano di open data, soprattutto nei programmi elettorali nazionali (visto che siamo in tema, faccio una piccola divagazione), ma poi nella realtà gli open data sono ben lungi dal divenire una realtà. Quindi, vi è la possibilità che i dati siano veramente accessibili a tutti in maniera facile. È un po' come l'accessibilità che deve essere garantita a tutti, ai soggetti nel pieno delle loro funzioni, o a soggetti non nel pieno delle loro funzioni. Per esempio, parlo dell'accessibilità ad un Ufficio pubblico, a un treno, a una scuola, a una sede di qualunque tipo di un Comune: altresì, deve essere garantita l'accessibilità e la fruibilità dei documenti.
Quindi, a maggior ragione, se i presidi sul territorio si riducono purtroppo, sempre di più sul territorio, come abbiamo visto anche con la questione del cosiddetto superamento delle Comunità montane, dicendo che si cerca di ridurre la burocrazia e si cerca di semplificare, sarà sempre più importante l'utilizzo della connessione internet, però dovrà esserci una pubblicazione ampia, diffusa e fruibile dei documenti.
Risolviamo in questo modo il problema di stipare carta e cartaccia e cartoni in uffici enormi che hanno un costo di affitto, di manutenzione ed altro, per mantenere le carte. Quindi, con questa pubblicazione on line possiamo permettere di fornire un servizio alla cittadinanza che resterà continuamente informata e magari meno diffidente rispetto alle scelte delle Amministrazioni locali.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione degli emendamenti.
aperta la discussione generale.
Non essendoci richieste di intervento in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola l'Assessore Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e pianificazione territoriale

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente sugli emendamenti presentati.
Il Consigliere Bono diceva che vuole aiutarci a migliorare il testo non ci aiuti a migliorarlo troppo, perché riteniamo che così vada bene sulla base delle esperienze. È una battuta, che spero mi sia consentita per alleggerire il clima.
Ritengo che l'individuazione dei soggetti che hanno titolo a partecipare alla Conferenza sia anche il risultato dell'esperienza della legge n. 1/2007.
Quindi, ci siamo cimentati a pensare se si poteva fare l'elenco o meno però sappiamo che i rappresentanti degli interessi diffusi rappresentano la società, che quindi come tale è in movimento.
La legge è una norma astratta di carattere generale, per cui quando c'è la dizione "e la possibilità" sta poi alle Conferenze individuare quelli che devono partecipare. Mentre è stato giusto precisare il ruolo del Ministero dei Beni Culturali, perché ha un compito per legge sulla base del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, e quindi abbiamo precisato l'obbligatorietà della presenza e i limiti e la funzione della sua presenza.
Per quanto riguarda il collega Buquicchio, volevo precisare che sulla proposta di avere in una partita a tre due arbitri, perché c'è il Comune la Provincia e Regione, noi riteniamo che per il ruolo di carattere generale e di visione complessiva, e anche per l'obbligo che ha la Regione nei confronti dei soggetti sovraordinati (Autorità di bacino, disposizioni ministeriali e quant'altro) sia giusto dare alla Regione questo cartellino rosso per fermare nel momento in cui c'è una scelta che contrasta a norme sovraordinate.
Se cominciamo a suddividere queste funzioni ai vari livelli, rischiamo di avere dei conflitti che non sapremmo come risolvere.
Quindi, ritengo che, sotto questo profilo, la norma che abbiamo presentato sia equilibrata.
Per quanto riguarda le ultime considerazioni del Consigliere Bono, gli emendamenti sono due. Uno riguarda la cosiddetta clausola valutativa delle legge. Di solito, questa la si fa per le leggi nuove e qui abbiamo molta esperienza e sulla base dell'esperienza - giusta o sbagliata che sia l'interpretazione della realtà - abbiamo apportato delle modifiche.
Se poi in fondo alla legge occorre mettere una clausola valutativa abbiamo tempo, tanto non credo che non terminiamo oggi la discussione. Per quanto riguarda l'accesso agli atti, distinguiamo tra quelli che sono gli atti fondamentali che trattiamo noi, che sono gli atti urbanistici di Comune, Provincia e Regione, da tutta quella che la massa dell'acquisizione endoprocedimentale di pareri, sottopareri, verifiche e quant'altro, che sono comunque depositate nella sede comunale che sarà la sede ordinaria di presenza dell'originale di tutti i documenti. Quindi, lì scatta l'accesso agli atti che è consentito a qualsiasi cittadino che ne abbia titolo.
Tra l'altro, abbiamo prescritto anche la pubblicazione per via telematica e per via informatica, oltre ad aver garantito il deposito degli atti in forma cartacea.
Ritengo che anche sotto questo profilo, così com'è uscita dalla Commissione, la norma sia equilibrata e sufficiente.



PRESIDENTE

Il numero legale è 29.
Indico la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 875).
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
A questo punto, considerata l'ora, potremmo considerare conclusi i nostri lavori.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e pianificazione territoriale (fuori microfono)

Che sia verbalizzato che è contro il parere della Giunta.



PRESIDENTE

Contro il parere della Giunta.
Ricordo che domani mercoledì 30 alle ore 13.30 è convocata la Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 17.40)



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