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Dettaglio seduta n.325 del 22/01/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1474 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Certificazione dei crediti, tempi di pagamento delle Aziende Sanitarie Regionali"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1474, presentata dal Consigliere Buquicchio, che ha la parola per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Assessore, come lei sa, da forse più di un anno questo argomento ha toccato la sensibilità di tutto il Consiglio a partire da una sollecitazione del Gruppo che rappresento. Infatti, nella legge finanziaria avevamo approvato un emendamento. Stiamo parlando della certificazione dei crediti e dei tempi di pagamento delle Aziende Sanitarie Regionali.
Sa bene che la situazione è piuttosto grave, perché la cifra è notevole: parliamo di oltre due miliardi e mezzo di euro e parliamo di interessi di mora molto salati che arrivano fino al 10%.
Lei sa e mi insegna che, purtroppo, il tutto è stato reso ancora più preoccupante per quel che riguarda il recepimento della direttiva europea n. 7/2011, che ha fissato in 60 giorni i termini di pagamento per le ASL Aziende Ospedaliere e Aziende Ospedaliere Universitarie.
Ovviamente, sorgono nell'ambito dei problemi altri problemi, perché lei sa che noi siamo stati eletti e, come eletti, recepiamo significative diciamo così, lamentele da parte ora di un territorio, ora di un altro. Per quanto riguarda il territorio di Cuneo, ci è stato segnalato - almeno il Sindaco si assume la responsabilità di quello che ha dichiarato - che la Regione eroga queste risorse con evidenti differenze. Se è così, mi piacerebbe capire, anzitutto il perché e poi, eventualmente, anche un diniego su questa affermazione.
Faccio riferimento ad un'intervista del TG3, che ho ascoltato per caso nella quale lei toccava questo argomento. Ovviamente, non è stato molto chiaro in quell'intervista. Lei diceva che la situazione è quella che è, la conosciamo e sappiamo anche che parlava di un 2% eventuale relativo all'ammontare dell'operazione.
Insomma, non dico che diamo tutti i numeri, perché non sarebbe serio nei confronti di nessuno, ma da una parte parliamo di cifre enormi, come i due miliardi e mezzo e oltre (2.643.000.000), dall'altra, parliamo di questo 2% cui lei fa riferimento, dall'altra ancora parliamo del 10% dovuto agli interessi di mora.
Mi sono permesso di chiederle, relativamente alle varie Aziende, qual è lo stato dell'arte. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Monferino, per la risposta.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Ho cercato di raccogliere le informazioni, Azienda per Azienda, dello stato dei pagamenti in corso oggi, che mediamente, come sapete, si aggira intorno ai 300 giorni medi. Ciò ci pone in compagnia della stragrande maggioranza delle Regioni che stanno pagando, purtroppo, in termini analoghi (280-320), qualcuno addirittura un po' peggio.
Non so se la domanda volgeva alla comprensione di eventuali specifiche difficoltà di alcune Aziende rispetto ad altre, perché è stato anche detto non certamente da lei, Consigliere - che alcune Aziende ricevono più facilmente i finanziamenti di altre. In realtà, non abbiamo "figli e figliastri": ci sono situazioni più critiche e altre meno critiche di liquidità.
Per darle un'indicazione, comunque, le riferisco le date degli ultimi pagamenti sostanziali, quindi legga il numero di 300 come la media numerica, ad oggi, dei giorni trascorsi per effettuare i pagamenti.
ASL TO1 è a febbraio 2012, quindi siamo un po' meno di un anno, circa 320/330 giorni.
ASL TO2 dicembre 2011.
ASL TO3 aprile 2012, quindi è messa un po' meglio di altre.
ASL TO4 dicembre 2011.
ASL TO5 marzo 2012.
ASL VC agosto 2012, quindi ha poco più di sei mesi di ritardo nei pagamenti, poco più di 180 giorni.
ASL BI febbraio 2012.
ASL NO maggio 2012.
ASL VCO febbraio 2012.
ASL CN1 che in assoluto è la situazione più critica, è ferma, come pagamenti, a settembre 2011, mediamente.
ASL CN2 febbraio 2012. Abbastanza bene, compatibilmente, perché essere a 300 giorni non è bene.
ASL AT maggio 2012.
ASL AL febbraio 2012.
AU S. Luigi gennaio 2012.
AU NO ottobre 2012.
AO CN ottobre 2011.
AO AL marzo 2012.
AO Mauriziano giugno 2012.
AO Città della Salute novembre 2011.
Tutto questo panorama dà mediamente quei 300 giorni medi di cui andiamo dicendo da tempo.
In realtà, al di là di capire perché 300 piuttosto che 310 o 390 giorni, mi sono più preoccupato di verificare per categorie di fornitori.
chiaro che il sistema è in sofferenza, questo è indubbio. Le ragioni se volete, ce le ripetiamo, ma non credo sia una novità per nessuno, perch da un po' di tempo, con molto dispiacere mio e di qualcuno forse poco avvezzo a guardare queste cose da questo punto di vista, sto facendo vedere i conti e vedo che non sono più una sorpresa per nessuno. Sono andato a vedere quali sono i tempi di pagamento per categorie di fornitori, perch mi preoccupavo soprattutto di quei fornitori che vendono al nostro sistema sanitario prestazioni di alto contenuto di lavoro. Ritardare pagamenti ad aziende che ci danno servizi ad altissimo contenuto di lavoro vuol dire compromettere gli stipendi di coloro che lavorano per quelle imprese.
Ho suddiviso in tre grandi categorie, certamente non esaustive, per cercare di capire i grandi fenomeni, pertanto quali sono i tempi di pagamento delle case di cura, delle strutture private accreditate e dei presidi, che sono sicuramente a contenuto di lavoro abbastanza importante delle farmacie convenzionate, perché abbiamo un problema che sta nascendo in alcune aree del Piemonte, dove le associazioni (i Federfarma provinciali) sollevano il problema dei ritardati pagamenti con loro infine, delle prestazioni di assistenza (in generale le cooperative) che sono quelle che hanno il più alto contenuto di valore, in assoluto.
Riprendo le stesse Aziende Sanitarie.
L' ASL TO1, che aveva mediamente tutti i fornitori al mese di febbraio 2012, ha le case di cura e le strutture private al mese di novembre 2012 le farmacie convenzionate a novembre 2012 e le prestazioni di assistenza a febbraio 2012.
Pertanto, nel distribuire le risorse o nel dare delle linee guida alle Aziende Sanitarie per i pagamenti, indicheremo di traguardare di più i pagamenti, anticipando pagamenti, per coloro che, come nel caso specifico dell'ASL TO1, hanno un arretrato più forte su una prestazione ad alto contenuto di lavoro.
L' ASL TO2, che aveva i fornitori al mese di dicembre 2011 (totale), ha le case di cura al mese di novembre 2012, le farmacie a novembre 2012, le prestazioni di assistenza a dicembre 2011.
Queste sono due Aziende Sanitarie che, nel passato, hanno pagato più puntualmente, seguendo per esempio il contratto nazionale dei farmaci, che prevede il pagamento a 30 giorni. Tali ASL non sono a 30 giorni, ma a novembre 2012, quindi sono a tre mesi, mentre hanno le prestazioni di assistenza ferme da un anno.
Questi sono gli scompensi che abbiamo nel sistema.
L' ASL T04, che è ferma a dicembre 2011 con i fornitori, ha le case di cura a luglio 2012, i farmaci a dicembre 2012 (quasi in linea col contratto) e le prestazioni di assistenza a marzo 2012: un po' meglio delle precedenti, ma sempre con una chiara vicinanza ai termini contrattuali per la farmaceutica, e così via.
Ho qui una tabella, che le posso lasciare e che le può fornire qualche indicazione. È una tabella che abbiamo predisposto nelle ultime settimane proprio per riuscire a tarare un pochino meglio i termini di pagamento e cercare di privilegiare i fornitori che hanno un alto contenuto di lavoro nella prestazione che forniscono al Sistema Sanitario. Questo, per non penalizzare troppo i dipendenti di queste Aziende.
Come vedrà, riguardo alle Aziende Ospedaliere non abbiamo la voce delle case di cura, perché le nostre Aziende Ospedaliere Universitarie hanno pochi contatti diretti, sia con i presidi, le case di cura e le strutture private, sia con i prestatori di assistenza, che sono fornitori più delle Aziende Sanitarie territoriali che delle Aziende Ospedaliere.
Se posso fare un commento complessivo, riprendendo alcune considerazioni che conoscete già, il livello di debiti con fornitori che vi ho fatto vedere in qualche circostanza (almeno in un paio d'occasioni nella Commissione sanità), negli ultimi cinque o sei anni è salito costantemente, fino ad arrivare a due miliardi e mezzo (due miliardi e 600 milioni circa), che sono, più o meno, le cifre che citava lei.
Se guardiamo il totale dei trasferimenti verso le Aziende Sanitarie abbiamo sempre trasferito integralmente (per fortuna) tutta la quota del Fondo sanitario proveniente dallo Stato.
Non siamo sempre stati, invece, così completamente appropriati nel trasferire le quote contributive e integrative regionali, che da anni la Regione aggiunge al Fondo Sanitario nazionale. Per riprendere gli ultimi anni, nel 2005 le risorse regionali aggiuntive valevano 323 milioni; nel 2006, 400 milioni e 20; nel 2007, 300 milioni e 20; nel 2008, 200 milioni e 70; nel 2009, 400 milioni; nel 2010, 400 milioni e 250 milioni nel 2011.
Dovrebbero essere 200 milioni nel 2012.
Il totale è di oltre due miliardi e mezzo. Abbiamo trasferito in cassa un quinto di queste cifre alle nostre Aziende Sanitarie, e questo dimostra la sofferenza di tutto il sistema regionale degli ultimi sette anni, perch da circa sette anni non abbiamo un'inversione di tendenza, da questo punto di vista, sul trasferimento di tutta la cassa alle nostre Aziende.
Abbiamo, almeno, trasferito la cassa che arriva dallo Stato, cioè le quote del Fondo Sanitario Nazionale sono sempre state integralmente trasferite alle nostre Aziende Sanitarie. Non siamo stati altrettanto virtuosi nel trasferire integralmente tutta la quota integrativa regionale e questo ha fatto salire il livello di debito della Regione nei confronti delle Aziende Sanitarie (ci sono sempre quei 900 milioni, che sono stati anche cancellati e non riscritti come debiti nel bilancio regionale).
Inoltre, ci sono ancora alcuni mancati trasferimenti dell'integrativa regionale alle Aziende Sanitarie, quindi il livello del debito della Regione verso le Aziende Sanitarie è salito a circa due miliardi e mezzo.
ovvio che le Aziende Sanitarie, a loro volta, hanno visto salire il proprio debito verso il commerciale e il proprio debito finanziario vero il sistema bancario.
Questa situazione è abbastanza nota, nel dettaglio, da qualche mese poiché ne abbiamo parlato a più riprese.
Il problema principale è il fatto di dover trovare una soluzione ponte per le nostre Aziende Sanitarie, affinché possano continuare a far funzionare correttamente le loro attività, senza mettere completamente in crisi il sistema di rifornimento. Le azioni che stiamo portando avanti sono sostanzialmente due e richiedono ancora qualche messa a punto temporale.
La prima è la certificazione delle fatture che arrivano direttamente dai fornitori alla Regione, e non più alle Aziende Sanitarie. La Regione cioè, certifica il credito, assicurandosi, con una procedura informatica (purtroppo le fatture sono decine e decine di migliaia), che il credito corrisponda effettivamente ad una prestazione data e che non ci siano contenziosi aperti.
Con queste certificazioni, daremo l'acceso al fornitore ad un sistema bancario che, utilizzando la certificazione che rappresenta la garanzia della Regione, potrà anticipare ai fornitori il corrispettivo della fattura.
La seconda azione riguarda l'utilizzazione di quel piccolo fondo di garanzia (sono una trentina di milioni, se ricordo bene), che può essere utile soprattutto per le piccole e medie imprese (ne abbiamo tante, nel sistema di fornitura delle Aziende Sanitarie).
Questo, sarebbe utilizzato come fondo di garanzia per le Aziende, per avere accesso al credito bancario. Tale fondo, gestito da Finpiemonte inizialmente escludeva i fornitori del sistema sanitario. Non so per quale motivo, ma è nato così. Stiamo cercando di aprire anche questo fondo ai fornitori del sistema sanitario, affinché abbiano questa garanzia per garantire i loro crediti.
Questa è la situazione complessiva della situazione pagamenti.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1475 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Nuovo Ospedale, avanzamento dei lavori"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1475, presentata dal Consigliere Ronzani, che ha la parola per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Assessore, non tornerò su tutti i problemi aperti riguardanti il completamento dei lavori e la gestione del nuovo ospedale di Biella, se non per ricordare tre aspetti sui quali siamo tutti d'accordo.
Il primo: si tratta di una delle pochissime strutture ospedaliere che entreranno in funzione nei prossimi mesi (credo da qui ai prossimi dieci dodici o quindici anni, stante le condizioni della finanza pubblica e i tagli che hanno riguardato e che riguarderanno - spero di no - in futuro la sanità, anche per quanto riguarda gli investimenti).
Il secondo: proprio per queste ragioni, nel panorama della sanità piemontese questa nuova struttura ospedaliera assume un ruolo positivo direi quasi centrale - e rappresenta o può rappresentare, come qualcuno ha dichiarato, un valore aggiunto.
Il terzo: per i presupposti che ho citato in premessa, vanno moltiplicati gli sforzi, da parte della Regione, per rispettarne i tempi di apertura e per assicurare il trasferimento delle risorse necessarie per pagare lo stato di avanzamento dei lavori, che sono quasi conclusi (a gennaio dovrebbe iniziare la fase di collaudo dell'opera), per corrispondere all'ASL le risorse che ha anticipato e per assicurare alla ASL di Biella - questione della quale abbiamo già discusso proprio in quest'Aula - le risorse aggiuntive necessarie per gestire il nuovo ospedale, valutate nell'ultima previsione compiuta dall'Assessorato, in accordo con l'ASL, attorno a 12 o 13 milioni di euro.
Tutti questi aspetti, che ho citato in maniera sintetica per brevità sono importanti. Anzi, sono pregiudiziali per il nuovo ospedale. Al tempo stesso - questo è l'oggetto della mia interrogazione - è necessario che entro il mese di marzo di quest'anno siano bandite (ed espletate entro il mese di settembre, mi dicono, ma mi pare un tempo ragionevole) tutte le gare necessarie per l'affidamento dei beni e dei servizi (si parla, se non ricordo male, complessivamente di 56 gare).
Ora, poiché questa competenza è stata trasferita principalmente in capo alla Federazione Piemonte orientale - perché è la Federazione che deve poi gestire, se ho inteso bene, la partita dei bandi e delle gare - Federazione che, mi sembra di capire rispetto alle altre del Piemonte, dimostra le maggiori difficoltà, la richiesta che io vorrei formulare e che è al centro di questa interrogazione è quali sono le iniziative che si pensa di assumere affinché quei tempi, per quanto riguarda l'organizzazione e l'espletamento delle gare, siano rispettati, ritenendo tali gare pregiudiziali all'apertura del nuovo ospedale. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Monferino; ne ha facoltà.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Abbiamo verificato ancora questa mattina con i responsabili della Federazione 4 la situazione dell'organizzazione della struttura "Acquisti" di tale Federazione e la situazione specifica delle gare per l'ospedale di Biella.
Tutte le Aziende Sanitarie che sono socie della Federazione 4 hanno completato il loro passaggio di personale, che è completamente operativo dal 1° gennaio 2013 presso la Federazione, per le funzioni "Acquisti" e "Sistemi informativi" (come per le altre Federazioni, tra l'altro). Dunque la struttura è operativa e completamente funzionante a far data dal 1 gennaio.
Peraltro, anche con struttura non ancora completamente operativa, negli ultimi tre mesi del 2012 la Federazione 4 ha portato un numero significativo di rinegoziazioni, bandi e gare, che ha comportato un significativo risparmio (ne daremo informazione nel corso della prossima sessione di IV Commissione, fornendo una intesi dell'attività dei primi mesi delle Federazioni e del risultato che ci hanno portato, almeno per quanto riguarda la funzione degli Acquisti).
Nel caso specifico della Federazione 4, che deve lavorare per il completamento di tutto l'attrezzamento dell'ospedale di Biella, sia per quanto riguarda gli arredi che per la strumentazione tecnica (macchinari beni, servizi, eccetera), le gare che dovrebbero essere espletate sono 62 e la Federazione prevede di poterle completare. Ha ricevuto dall'ASL di Biella il cronoprogramma per tutte le gare, con l'indicazione delle priorità (quali sono le cose che si trovano sul percorso più lungo, e quindi quelle che devono essere avviate prima) e sulla base di questo cronoprogramma la Federazione 4 sta pianificando la sua attività.
Per facilitare un impegno abbastanza rilevante - quello di provvedere agli acquisti per l'ospedale di Biella - la Federazione 4 ha lasciato su Biella la parte degli Acquisti relativa all'acquisizione di beni e servizi (cioè alla parte più vicina a ciò che deve essere fatto per l'ospedale di Biella), mentre su altre sedi, soprattutto su Novara, c'è la parte dei materiali più generici e diretti.
In sintesi, la parte relativa ad attrezzature, impianti, macchinari e quant'altro di tutta la Federazione è stata lasciata proprio a Biella, in considerazione della grande attività che si dovrà espletare per questo ospedale.
Mi ribadiscono, peraltro, che anche i tempi relativi allo stato di avanzamento dei lavori complessivi dell'ospedale sono confermati: i tempi previsti per il completamento dei lavori strutturali e impiantistici e l'inizio dei collaudo sono in linea con quelli contenuti nel cronoprogramma. Ad oggi, malgrado le sofferenze economico-finanziarie nel pagare i vari SAL, i lavori comunque stanno andando avanti e la previsione è quella di mantenere i tempi che il cronoprogramma prevedeva.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1472 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Chiusura dell'Ospedale di Caraglio (CN)"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1472, presentata dal Consigliere Ponso, che la illustra.



PONSO Tullio

Grazie, Presidente.
Egregio Assessore, ho deciso di presentare questa interrogazione dopo aver seguito con interesse le vicende dell'ospedale di Caraglio (CN) ed aver ascoltato il parere di alcune persone coinvolte nella vicenda. Ho così scoperto alcune circostanze poco chiare che vorrei porre alla vostra attenzione, in particolare a quella dell'Assessore.
Innanzitutto, si tratta di un ospedale in posizione strategica indispensabile per chi ha scelto di vivere in Valle Grana, una delle nostre stupende valli alpine.
L'attuale Presidente della Regione Piemonte, Onorevole Cota, a suo dire sempre a contatto col territorio, ha sempre difeso i piccoli Comuni e si è battuto contro lo spopolamento delle zone montane. Solo a parole evidentemente: adducendo alla crisi economica e al taglio di fondi continua a chiudere importanti presidi territoriali, come ad esempio gli ospedali.
Naturalmente conosco bene la situazione della sanità in Piemonte; un settore che non naviga sicuramente in buone acque, soprattutto in questo periodo. Proprio per questo, vengo ora al secondo punto poco chiaro evidenziato dalla mia interrogazione.
Si tratta di un punto che tocca da vicino proprio la cosiddetta "lotta agli sprechi" di cui questo Governo regionale dice di farsi promotore, una battaglia molto spesso sulla bocca di tutti e altrettanto spesso non tradotta nella realtà.
Non più di sei mesi fa, infatti, il nosocomio caragliese è stato oggetto di una ristrutturazione da ben 2,2 milioni di euro, per la sua messa in sicurezza. Oggi la Regione vuole buttare al vento tutti questi soldi e rendere vani i lavori effettuati chiudendolo e trasferendo a Cuneo e a Fossano i 50 pazienti ricoverati.
Una vera lotta agli sprechi valuterebbe fino in fondo situazioni come quella di Caraglio e chissà quante altre ce ne sono nella nostra regione Piemonte. Comincio a capire perché la sanità piemontese si trovi nello stato in cui è oggi.
Egregio Assessore, arrivo alla domanda: qual è il criterio seguito per decidere la chiusura dell'Ospedale di Caraglio, vista la sua caratteristica di bene fondamentale per il territorio e anche la recente ristrutturazione? La ringrazio.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Invito i colleghi che hanno presentato altre interrogazioni sull'Ospedale di Caraglio, che non rientrano tra quelle a risposta immediata, di ascoltare con maggiore attenzione - do per scontato che ci sia sempre attenzione - la risposta dell'Assessore, per comprendere se eventualmente, si ritengono soddisfatti o meno.
La parola all'Assessore Monferino per la risposta.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Vorrei svolgere un commento, che non ha nulla a che vedere con la risposta, ad una sua affermazione, Consigliere. Richiamo le parole test espresse da lei: "Capisco adesso perché la nostra sanità è in situazioni critiche: abbiamo appena speso dei soldi a Caraglio e adesso pensiamo di chiuderlo".
A parte il fatto che, finora, non abbiamo chiuso assolutamente niente zero! Ne parliamo da mesi, ma non è stato chiuso niente. La situazione della sanità è quella che è. Certamente, non è dovuta a chiusure, perché di chiusure non ne sono state fatte. Quindi, non capisco esattamente il commento.
L'Ospedale di Caraglio - occorrerebbe comprendere esattamente cosa vuole dire "ospedale", perché abbiamo 50 posti letto, di cui 10 letti per gli stati vegetativi, 10 letti per il recupero e la riabilitazione funzionale e 30 letti per la lungodegenza: non credo sia un ospedale rientra nelle strutture che nel Piano Socio Sanitario avevamo definito "da riconvertire", perché sono strutture che, difficilmente, hanno dimensioni e attività che possono considerarsi sostenibili.
Data la situazione complessiva della nostra sanità, proprio per tentare di dare meno criticità al sistema, è stato avviato questo Piano, che conoscete benissimo, che prevede, per un certo numero di strutture, tra virgolette, "ospedaliere" del nostro territorio, riconversioni e, in qualche caso, anche delle chiusure.
L'ospedale di Caraglio, data la sua vicinanza a Cuneo e anche a Fossano, tutto sommato, è in un'area con cui, con facilità, si possono integrare le attività odierne presenti nei muri della struttura di Caraglio in strutture vicine. È esattamente il disegno che si vuole portare avanti.
Quindi, non si chiudono le attività dell'Ospedale di Caraglio, non c'è alcuna attività che si perde, queste attività vengono semplicemente riportate in altre strutture che, comunque, per le loro dimensioni, devono continuare a sopravvivere. Pertanto, diamo una migliore dimensione economica alla struttura ricevente queste attività.
Sostanzialmente, questo è il percorso che noi abbiamo previsto nel ridisegno della rete ospedaliera.
La risposta, che lascio agli atti, è molto articolata e fa riferimento ad una serie di delibere, ma, per entrare nel cuore del problema, la sostanza è questa.
Quindi, la visione prevede che le attività vengano trasferite nell'Ospedale di Fossano e, relativamente ai muri della struttura di Caraglio, che sono relativamente moderni, abbiamo un progetto, che stiamo cercando di sviluppare, che non posso darvi ancora per compiuto, non avendo ancora l'accordo definitivo della controparte. La struttura Monteserrat di lungo degenza ha 70 posti letto e siccome, complessivamente, Caraglio ha la disponibilità proprio di 70 posti letto (oggi ne sono occupati solo 60) vorremmo spostare le attività di questa lungodegenza, che sono gestite a Monteserrat, nella struttura di Caraglio. Per inciso, dico che i 30 posti di lungodegenza che, oggi, gestiamo nella struttura di Caraglio hanno un costo giornaliero di 276 euro - mi spiace entrare su numeri di questo tipo quando parliamo di queste cose - mentre la struttura di Monteserrat, che è privata e svolge lo stesso tipo di attività di lungodegenza, è pagata oggi, dall'Azienda Sanitaria Cuneo 1 a 146 euro giornalieri. È una struttura - personalmente non la conosco, non l'ho vista - come mi hanno detto, abbastanza vecchia, con problemi importanti e interventi da compiere in termini di manutenzione, inoltre è situata in un posto non sempre facilissimo da raggiungere (mi hanno parlato di una strada difficile, in montagna).
Quindi, trasferire a Caraglio questa lungodegenza sembrerebbe essere per il territorio - questo è quanto il nostro direttore dell'Azienda Cuneo 1 ha rilevato - un grosso vantaggio per i 70 lungodegenti della struttura di Monteserrat.
Noi vorremmo convincere la controparte, che è un privato - chiaramente dobbiamo negoziare con questa impresa - a trasferire le sue attività all'interno della struttura di Caraglio, che, invece, è una struttura più moderna e più accogliente, con anche una mobilità sul territorio - ci hanno assicurato - molto più semplice rispetto a quella di Monteserrat. Tra l'altro, questo avverrebbe riducendo di circa 10 posti letto - da 70 a 60 per aiutare il piano complessivo di quel famoso 3,7 per mille.
Questo non sposta di molto la situazione, ma capite che con questo trasferimento, oltre a riutilizzare la struttura di Caraglio e raggiungere una dimensione economica a Fossano, trasferendo le attività odierne di Caraglio nell'ospedale di Fossano, avremmo anche il vantaggio di ridurre quello che per noi oggi è un costo, passando da 276 euro al giorno ai 146 euro che paghiamo alla struttura di Monteserrat. Questo è quanto ci riproponiamo di fare.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1476 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Riorganizzazione ai fini della continuità terapeutica del servizio di assistenza alle pazienti con tumore al seno finora seguite presso l'Ospedale Valdese di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1476, presentata dal Consigliere Boeti, che ha la parola per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Quella dell'Ospedale Valdese è una storia annosa, che si è trasferita anche, come sempre capita in queste occasioni, nelle piazze e sui giornali non tanto perché è stato chiuso un piccolo ospedale. Infatti, ci sono piccoli ospedali in molte parti d'Italia che sono stati chiusi senza lo stesso clamore che ha accompagnato la chiusura dell'Ospedale Valdese.
Il clamore è stato determinato dalla chiusura di un reparto - quello di senologia - che ha caratterizzato, in questi dieci anni di vita dell'Ospedale, in qualche modo, l'Ospedale stesso. L'Ospedale è stato caratterizzato dai percorsi diagnostico-terapeutici. Cioè, la paziente che in questo caso, aveva un tumore al seno, entrava in ospedale, faceva la prima visita e veniva avviata verso l'ecografia, dove nello stesso luogo trovava il medico che faceva la diagnosi, il chirurgo che l'operava e il chirurgo plastico.
Presidente, chiedo di invitare al silenzio, parliamo anche di cose serie.



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Colleghi, scusate, più che scampanellare! Mi scusi, collega Boeti. Ricordo a chi non è interessato che in questa fase non è neanche obbligatoria la presenza e il Palazzo è abbastanza grande e accogliente.
Prego, Consigliere Boeti.



BOETI Antonino

Dicevo che questo percorso diagnostico e terapeutico ha caratterizzato soprattutto rispetto alla senologia, il lavoro dell'Ospedale Valdese in questi dieci anni.
Sono state operate 4.500 donne, quindi sono 4.500 donne che hanno continuato, negli anni, ad essere seguite dalla stessa équipe di medici.
Quello che avevamo chiesto all'Assessore non era tanto di non ridimensionare l'Ospedale Valdese, perché la questione delle risorse riguarda l'Assessore Monferino e tutti noi. C'erano dei service, i pazienti dei quali potevano trovare ospitalità in altre strutture sanitarie della nostra città che certo non mancano. Quello che avevamo chiesto all'Assessore era, rispetto a questa struttura, di garantire la continuità delle cure. Di consentire a queste donne, che in questi dieci anni sono state seguite in quella struttura, un luogo contemporaneo, se si voleva che l'Ospedale Valdese non continuasse a svolgere, soprattutto in questo settore, la sua attività.
Ci saremmo aspettati che, nel momento in cui il Governo regionale decideva di chiudere il reparto di senologia dell'Ospedale Valdese, avesse detto a quelle stesse pazienti e ai nuovi pazienti che questo è il luogo nel quale i medici continueranno ad occuparsi di loro.
Se non per tutte - mi riferisco, per esempio, ai nuovi casi i quali possono essere operati da nuovi chirurghi - almeno per quanto riguarda il follow up delle donne già operate, era necessario, secondo noi, che ci fosse la possibilità di prenderle in carico. Invece è sorto un pasticcio, è stato realizzato una sorta di numero di ufficio cui le pazienti si potevano rivolgere per essere indirizzate ai vari ospedali della città. Un servizio di qualità, efficiente, non so se a basso costo (non credo che ci possa essere un grande risparmio in questo settore). Le donne di questa città, o di questa regione, colpite da un tumore al seno, dovranno comunque subire un intervento, quindi il costo del servizio relativo all'intervento dovrà comunque ricadere sul Servizio Sanitario Regionale.
Non sarebbe stato male, relativamente a questo servizio, un percorso diverso e forse anche un ascolto diverso da parte dell'Assessore che, ad oggi, non ha ancora convocato quel tavolo istituzionale di cui fa anche parte la Tavola Valdese. Nel momento in cui la Regione ha acquisito l'ospedale stesso, le regole che hanno definito i rapporti tra la Tavola Valdese e la Regione erano scritte a chiare lettere.
Peccato. Non si risparmierà, almeno in questo, granché e sarà stato chiuso un servizio di grande qualità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Monferino per la risposta.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Non voglio negare che, all'inizio dell'anno, quella che poteva essere un'attività soprattutto di comunicazione e informazione, sia stata fatta correttamente. Può anche darsi che le strutture non ne abbiano avuto la capacità e non abbiano saputo dare correttamente tutte le informazioni.
Sapevo, perché lo avevo esplicitamente chiesto, che era stato istituito un ufficio informazioni all'ingresso dell'Ospedale Valdese, che aveva l'obiettivo di dare risposta a tutte le istanze che fossero state portate dalle pazienti, o potenziali pazienti.
Il Consigliere Boeti aveva già sollevato questo problema tre o quattro settimane fa in IV Commissione; il sottoscritto aveva puntualmente annotato le sue osservazioni e il giorno dopo avevamo fatto un incontro ad hoc con il Direttore del Presidio Sanitario, il Direttore sanitario dell'Azienda Sanitaria TO1 e il Direttore generale e il Direttore sanitario della Città della Salute per organizzare più correttamente il servizio di comunicazioni e informazioni.
Mi risulta, da quanto mi è stato detto (non sono andato a verificarlo di persona, adesso lo farò) che sia stato aperto un ufficio che, come io avevo richiesto, prevedesse la presenza di quattro informatori, due del Valdese e due della Città della Salute, nel caso la Città della Salute dovesse accogliere nuovi pazienti.
In termini di comunicazioni e informazioni, almeno da un paio di settimane, dovrebbe essere funzionante questo tipo di servizio. Ho anche i nomi delle quattro persone - di cui due dottoresse - operanti in questo ufficio e che dovrebbero fornire alle pazienti questo tipo di servizio.
Per fare chiarezza completa sullo stato di fatto della senologia, il percorso è il seguente.
Per pazienti di nuova diagnosi, le pazienti che si trovano in questa fase del percorso sono state prese in carico dalla Breast Unit delle Molinette e del S. Anna, con le quali la Direzione Sanitaria del Valdese ha già operativamente preso gli accordi formali in tal senso fin dal mese di ottobre. Le pazienti vengono prenotate direttamente dalle operatrici dello Sportello Donna, che è stato inizialmente aperto presso il Valdese funzionando male, il 26 novembre e potenziato, come dicevo precedentemente all'inizio dell'anno. Allo sportello è sempre presente un'operatrice della Città della Salute.
Per le pazienti già operate che devono effettuare il follow up, la procedura in atto presso il Valdese è che le pazienti vengano prenotate dagli operatori del CAS per effettuare gli esami. Anche adesso il CAS sta continuando ad effettuare le chiamate alle pazienti per concordare l'appuntamento per le mammografie, le ecografie mammarie e le visite senologiche presso l'Ospedale Martini.
Addirittura gli esami di follow up previsti per il mese di gennaio sono già stati effettuati presso la radiologia senologica dell'Ospedale Martini.
I referti degli esami e della visita sono quindi esaminati dall'oncologo del Valdese secondo la normale procedura.
Per quanto riguarda le pazienti che devono intraprendere un percorso di chirurgia ricostruttiva o che sono in fase di controllo periodico, sono state prese in carico dalla Chirurgia plastica del dottor Malan, con le quali la Direzione ha preso accordi formali in tal senso. Le pazienti vengono prenotate direttamente dalle operatrici dello sportello donna del Valdese.
Le pazienti che stanno effettuando, invece, le cure chemioterapiche continuano ad essere seguite dagli oncologi del Valdese - in carico all'oncologia del Valdese - e non sono previste revisioni dell'attività svolta dal servizio. Gli oncologi del Valdese continueranno a restare nella struttura antistante, sita in via Silvio Pellico 28, dove continuerà l'attività oncologica di seguimento delle pazienti e dove sarà spostata la camera bianca per la preparazione dei chemioterapici.
Da questo punto di vista non ci sarà assolutamente nessuna variazione rispetto alla situazione ante, perché nella struttura di fronte al Valdese continueranno ad operare gli stessi oncologi, dipendenti della struttura pubblica, i quali non fanno parte del service (la parte di service è solo quella chirurgica).
Per quanto concerne la parte chirurgica, abbiamo il supporto di tre medici, guidati dal dottor Genta, che operano nelle sale operatorie della Cellini, da noi affittate per mettere a loro disposizione sale operatorie per interventi senologici. Il trattamento post operatorio è seguito dagli oncologi del Valdese, che sono dipendenti della struttura pubblica e che continueranno ad operare nella struttura antistante in via Silvio Pellico.
Anche in questo caso, l'attività viene salvaguardata: non perdiamo neanche una delle attività del Valdese, che vengono tutte ricollocate all'interno di altre strutture. Segnatamente, alla Città della Salute, dove portiamo anche quella delle Molinette, per arrivare alla costituzione della Breast Unit che dovrebbe essere in grado di garantire 1.700/1.800 interventi all'anno, costituendo un'unità molto simile a quella di Milano che credo sia conosciuta e apprezzata da molti pazienti come unità di eccellenza. Non vedo perché Torino non possa avere una pari unità di eccellenza, con volumi di attività più o meno uguali. L'obiettivo, quindi è quello di costituire questa Breast Unit.
Parlo però anche dell'oculistica, che si interromperà come servizio esterno: non compreremo più da un'impresa privata il servizio di oculistica, ma trasferiremo invece tutti gli infermieri che oggi seguono l'oculistica al Valdese all'Oftalmico, facendo quindi lavorare anche al pomeriggio l'Oftalmico che, come sapete, oggi non ha interventi in quella fascia oraria perché non ha sufficiente supporto infermieristico ai medici che quindi lavorano sostanzialmente nella sola mattinata.
Le attività, dunque, vengono ricollocate tutte: non perdiamo neanche una delle attività del Valdese in termini di servizio ai nostri cittadini.
Alla fine di tutto questo processo, restano dei muri non utilizzati. Di nuovo: non chiudiamo il Valdese e le sue attività, chiudiamo semplicemente i suoi muri, consolidando le attività in altre strutture.
Il Valdese - lo ricordo - è uno dei 26 (ventisei!) ospedali che abbiamo a Torino. Non credo francamente che, semplicemente aggregando attività in altre strutture, mantenendone lo stesso livello ma chiudendo qualcuno dei suoi presidi, Torino abbia delle grandi difficoltà in termini di servizio reso ai nostri cittadini.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Consigliera Artesio, l'Assessore Monferino prima ha risposto a un'interrogazione del collega Ponso sull'Ospedale di Caraglio: le chiedo se la risposta dell'Assessore fosse soddisfacente anche per lei.



PRESIDENTE

ARTESIO Eleonora (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, Presidente. La risposta non è sufficiente.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1478 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Futuro del Presidio Riabilitativo Fossano-Caraglio"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, dunque, con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1478, presentata dalla Consigliera Artesio, che ha la parola per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Ho sottolineato che le interrogazioni precedenti non assorbono questa non certo per una particolare considerazione dell'interrogazione che ho presentato io, ma perché di fatto le risposte che vengono fornite in tempi diversi e su segmenti differenti su tutta questa vicenda della riabilitazione nell'ambito della situazione dell'ASL Cuneo 1 hanno già ingenerato, attraverso le dichiarazioni pubbliche, parecchie confusioni. La risposta precedente ha dissolto soltanto alcune questioni ed è invece importante, una volta per tutte, mettere a sistema il tema complessivo.
Anzi, la risposta precedente mi consente anche di entrare nel merito di alcune questioni poco esplicite che oggi riguardano la ASL Cuneo 1 e domani possono riguardare l'insieme dell'organizzazione delle post-acuzie.
In sostanza, allora, non chiedo cosa sarà delle strutture murarie o delle attività sanitarie del Presidio di Caraglio: chiedo quale sia l'intenzione complessiva dell'organizzazione della riabilitazione, nei diversi livelli di intensità assistenziale, nell'ambito dell'ASL Cuneo 1 sapendo che le funzioni, ad oggi, sono strutturate sul Presidio ospedaliero di Fossano e su quello di Caraglio. Ci sono, infatti, alcuni dati certi: un dato certo è che l'originaria vocazione di riabilitazione di alta complessità del Presidio ospedaliero di Fossano si fondava anche su un progetto di riqualificazione strutturale, costruito attraverso un Accordo di programma che questa Giunta ha revocato.
Oggi abbiamo appreso che non si intende diminuire l'attività, che non casualmente non è più stata definita di "riabilitazione", ma - di volta in volta - di "lungo-degenza" o di "cure intermedie extra-ospedaliere"; dico non casualmente perché è questa sovrapposizione di termini che ci obbliga a continuare a riproporre interrogazioni apparentemente simili.
quindi bene per noi conoscere che cosa si pensa di strutturare, in termini di riabilitazione - non parlo di cure intermedie, non parlo di lungo-degenza: parlo di riabilitazione, quindi di intensità clinica specialistica - all'interno dei Presidi esistenti, per rassicurare chi come me ha forse dei sospetti sul fatto che la riduzione dei posti letto di post acuzie non vada a comprimere la qualificata offerta sanitaria delle strutture pubbliche, eventualmente a vantaggio di alcune strutture di riabilitazione presenti in quel contesto e nelle Province limitrofe.
A me basterà quindi questa rassicurazione sulla riabilitazione. Vorrei non sentirmi spiegare, invece, ciò che accade su lungo-degenza e cure intermedie extra-ospedaliere. Soprattutto vorrei capire una cosa: se le retribuzioni che il sistema sanitario eroga, comprese quelle verso la struttura privata di Monteserrat, sono in base ai codici, non capisco perché il codice erogato a Monteserrat abbia un prezzo inferiore dello stesso codice di lungo-degenza erogato in un'altra struttura.
La domanda che non era contenuta nell'interrogazione, ma che è indotta dalla risposta precedente, è allora la seguente: forse che le cure intermedie di tipo extra-ospedaliero - ed evidentemente, parlando di quelle strutture, ne parliamo in termini extra-ospedalieri - vengono riconosciute ad un valore economico di un DRG? E quando l'Amministrazione ha normato il valore economico della cure intermedie, visto che noi abbiamo conosciuto solo due delibere, una che organizza le cure intermedie extra-ospedaliere e l'altra che organizza quelle territoriali? Come si vede, quindi, l'incertezza - a mio modo dovuta un po' anche al fatto che si costruiscono prospettive e non si può essere chiari su tutto ma qualche altra volta voluta perché in questo fumus si fa fatica a distinguere - e questo quadro di confusione non rendono più molto chiaro il livello di distinzione tra riabilitazione(che è attività specialistica) continuità assistenziale, cure intermedie e lungo-degenza.
Vorrei con queste domande che, almeno per il comparto dell'ASL Cuneo 1 questa differenza venga messa in chiara evidenza.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Monferino.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Può darsi che ci siano degli errori e non ci sia nulla di voluto. Con questo non voglio dire che magari non stiamo facendo qualche errore: ci mancherebbe altro. Stiamo facendo talmente tante cose, e anche qualche volta un po' troppo di corsa, che gli errori possono essere all'ordine del giorno.
Non so se ho capito esattamente bene la sua domanda e spero di riuscire a risponderle; nel caso, sono comunque ovviamente a disposizione.
Dunque, noi su Caraglio abbiamo oggi dieci letti di riabilitazione funzionale e ne abbiamo dieci dedicati agli stati vegetativi; poi, dei quaranta letti di lungo-degenza - parliamo quindi di una situazione tipo RSA - ne abbiamo trenta occupati. Quello che noi vorremmo fare è portare i dieci posti della riabilitazione - quindi esattamente quelli che abbiamo e i dieci degli stati vegetativi nella struttura di Fossano. Non perdiamo quindi, il livello di attività: semplicemente, la muoviamo su Fossano.
Vorremmo offrire la struttura di Caraglio alla Clinica Monteserrat. Non è che noi paghiamo 275 euro al giorno, perché Caraglio non la paghiamo. In realtà, è un costo che noi abbiamo e che rileviamo. Invece, per quanto riguarda la struttura di Monteserrat, paghiamo una tariffa di 145 euro. Il costo che mi ha dato Bonelli relativamente all'attività dei 30 posti letto della lungodegenza è di 275 euro.
Quindi l'idea di trasferire Monteserrat nella nostra struttura di Caraglio utilizzando anche i posti letto che lasciamo vuoti degli stati vegetativi e della riabilitazione, che vanno a Fossano, ci consente di assorbire in una struttura nostra (in realtà è di proprietà del Comune di Caraglio) l'attività che è nella struttura privata di Monteserrat e pagarla a 145 euro, che è la tariffa regionale che noi paghiamo per la struttura di lungodegenza. Ma le due attività di riabilitazione e di stati vegetativi si trasferiscono a Fossano. Ecco perché dicevo che non perdiamo nulla a livello di attività e offriamo ai gestori di Monteserrat i letti vuoti che restano a Caraglio in una struttura più moderna (ovviamente la tariffa che prima pagavamo a Monteserrat adesso la pagheremo a Caraglio, perch entreranno nella struttura di Caraglio).
Non so se ho spiegato tutto quello che lei voleva sapere. Comunque sono a sua disposizioni per eventuali chiarimenti.


Argomento: Formazione professionale

Interrogazione a risposta immediata n. 1477 presentata dalla Consigliera Pentenero, inerente a "Ritardi nei pagamenti alle Agenzie operanti nel settore della formazione professionale"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1477, presentata dalla Consigliera Pentenero, che ha la parola per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
L'interrogazione deriva dal fatto che alcune Agenzie formative del sistema piemontese in questi giorni hanno annunciato ai propri dipendenti che non pagheranno la mensilità del mese di gennaio.
In realtà, questa è una situazione che si protrae già da un po' di tempo e sicuramente i ritardi di pagamento attengono a una questione complessiva della nostra Regione e rappresentano un dato con il quale ci misuriamo da più punti di vista, non soltanto da quello derivante dalla politica della formazione professionale.
Ma c'è un aspetto di problematicità che si aggiunge ulteriormente alla questione. Pur avendo la Regione provveduto a trasferire fondi alle Province piemontesi, mi sembra inaccettabile il comportamento assunto da parte alcune di queste. Certamente non esistono destinazioni vincolate certamente le Province sono altrettanto in sofferenza dal punto di vista della cassa, ma di fronte a una situazione per la quale si sta profilando il fatto che alcune migliaia di persone non prendono lo stipendio a partire dal mese di gennaio e a fronte anche del fatto che non hanno ricevuto la tredicesima sull'anno che si è appena concluso, mi sembra davvero da irresponsabili l'atteggiamento che alcune Province della nostra Regione hanno manifestato non pagando.
La consapevolezza di una situazione difficile ci fa domandare quale sia il quadro attuale e quale soluzione si intenda mettere in atto, partendo appunto da questo presupposto: il ritardo dei pagamenti. Da quanto mi consta, anche la Comunità europea ha avuto momenti di sofferenza in quest'ultimo periodo di tempo, ma si aggiunge un fatto legato alle Province, che serenamente preferiscono destinare le risorse ad altre attività derivanti dalla spesa corrente (risorse che derivano dalla cassa regionale) e non pongono attenzione alla questione degli stipendi per alcuni rappresentanti del mondo della formazione.
Di conseguenza, vorremmo capire che cosa intende fare l'Assessorato e che cosa intende fare la Regione di fronte a un quadro della situazione non certamente roseo .



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Porchietto per la risposta.



PORCHIETTO Claudia, Assessore alla formazione professionale

Grazie, Presidente.
Il problema evidenziato dalla Consigliera Pentenero è conosciuto.
Mi permetto di dire che abbiamo un'unica Provincia con una situazione molto difficile: pur avendo trasferito già nel mese di ottobre una cifra significativa, solo nei giorni scorsi ha provveduto, su sollecitazione dell'Assessore, ad avviare i pagamenti dovuti. Pertanto, anche se con ritardo da parte della Provincia, la scorsa settimana, dopo un incontro che si è tenuto in Assessorato con le due Associazioni che rappresentano le principali Agenzie formative, la stessa ha sistemato la questione degli stipendi. In quell'occasione abbiamo affrontato anche altri temi, tra cui una serie di azioni di sistema per far sì che la situazione non facile in cui alcune Agenzie formative si trovano possa risolversi (ricordo che le stesse difficoltà hanno portato anni addietro le due più grandi Agenzie informative in una situazione di dissesto economico, un fallimento e un'amministrazione straordinaria che sono avvenuti in funzione di situazioni che si erano evidenziate anche ante 2010).
Come già la Consigliera Pentenero evidenziava, nei mesi scorsi e ancora oggi si è verificata una serie di situazioni straordinarie, tra cui per la prima volta la Commissione europea ha tardato, dopo una rendicontazione puntuale, nell'erogare le somme (somme ingenti, in questo momento stiamo attendendo circa 112 milioni di euro dalla Commissione europea), che ormai in queste ore dovrebbero finalmente essere sbloccate.
chiaro che si è sommata una situazione difficile di cassa regionale a una situazione di ritardo nell'erogazione da parte della Commissione europea, nonostante ci fosse stato garantito nel mese di dicembre direttamente dal Commissario Morin che avevamo incontrato in Toscana, che entro la fine del dicembre 2012 avrebbero provveduto ad erogare le rendicontazioni fatte dalle Regioni ante 1° novembre 2012. Ciò, come dicevo, non è avvenuto e ovviamente ha rallentato un sistema di pagamenti che già versava (e versa) in condizioni difficili, come sappiamo, ma che ha sempre visto la puntualità quantomeno nell'erogazione delle risorse che arrivavano dalla Commissione europea.
Come dicevo, la scorsa settimana si è tenuta una riunione in merito alle difficoltà che in questo momento stanno intercorrendo nelle principali Agenzie formative. Abbiamo puntualizzato un calendario di lavoro...
Chiedo scusa, signor Presidente, ma sono senza voce e faccio fatica a parlare con questo brusio di sottofondo.



PRESIDENTE

Colleghi, vi invito a non disturbare. Grazie.



PORCHIETTO Claudia, Assessore alla formazione professionale

Come dicevo, c'è un tavolo di lavoro con le rappresentanze delle Agenzie formative perché, a prescindere dalla situazione ostica temporanea di dilatazione dei termini di pagamento, si sta facendo un lavoro che affronterà i temi che vanno oltre la problematica dei termini di pagamento ma è un supporto sistematico e strutturato per far sì che comunque le Agenzie formative che manifestano da tempo difficoltà di tipo strutturale possano avere delle risposte. Stiamo affrontando con loro anche l'individuazione di interventi di carattere straordinario, che devono per essere finalizzati ad una riorganizzazione e ristrutturazione del sistema formativo.
Tutto ciò sta avvenendo in queste ultime settimane e in queste ore; ci siamo lasciati con una specifica scaletta di lavoro e le Agenzie si sono impegnate a confrontarsi con i loro iscritti per portare sui tavoli ufficiali regionali queste iniziative che noi stiamo mettendo a punto.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1479 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Tavolo ministeriale per la OLS di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 1479 presentata dalla Consigliera Cerutti, che ha la parola per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Con questo question time evidenziamo, purtroppo, un'altra realtà in crisi del settore su cui noi continuiamo a richiamare l'attenzione, cioè quello informatico.
In questo caso si tratta della OLS di Torino, azienda che svolge attività di servizi informatici presso clienti come la RAI, il San Paolo e la pubblica amministrazione. I suoi dipendenti non vengono pagati da ottobre e non hanno percepito, oltre alle spettanze dovute alla reperibilità, la tredicesima del 2012.
La situazione è paradossale perché la succitata azienda non è in crisi.
Tra l'altro, dalle ultime notizie sembrerebbe che l'azienda non stia pagando i dipendenti e che il San Paolo non stia più confermando le commesse. In questo senso, proprio per legge non può più confermare le commesse che, in realtà, ci sono e che potrebbero invece essere confermate.
Considerato che la proprietà ha chiesto un concordato preventivo al Tribunale di Roma e la cassa in deroga per 150 dipendenti, di cui 50 nella sede di Torino, su 253 a livello nazionale, e che recentemente si è tenuta una manifestazione proprio davanti alla RAI, nella quale i dipendenti hanno rivendicato il diritto al lavoro e ad avere il proprio stipendio sottolineo che non incassare il proprio salario - sono considerazioni ovvie, ma è opportuno farle - significa non arrivare alla fine del mese, se non si hanno altri sostegni di carattere familiare.
Non è sostenibile che all'azienda vengano pagate le commesse (anche se sembra che attualmente la situazione stia ancora peggiorando, dato che le commesse non sarebbero più garantite) e i dipendenti restino senza stipendio.
Poiché il Piemonte e Torino non possono più permettersi nuove crisi lavorative nel sistema informatico, abbiamo pensato, sapendo anche qual è l'impegno dell'Assessora, di richiamare formalmente l'attenzione, con il question time, su questa ulteriore realtà, chiedendo se la Regione Piemonte si sia già fatta parte attiva nell'apertura, come al solito, di un tavolo ministeriale sulla vicenda, per tutelare i lavoratori piemontesi di OLS.
In questo senso chiediamo all'Assessora di comprendere meglio quali saranno i passi in questo momento, sapendo che la situazione sta effettivamente rischiando di precipitare proprio perché, come dicevo alcune realtà stanno sospendendo le commesse all'azienda.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Porchietto.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
In merito a quest'azienda mi permetto di fare due passaggi, uno di natura più tecnica e uno di natura più strategica.
In realtà, il tavolo c'è già stato il 19 novembre, ma presso il Ministero del Lavoro. Era un tavolo che verteva in particolare sul tema della cassa integrazione, anche perché questa è un'azienda multilocalizzata e pertanto, come tutte le aziende multilocalizzate, il tavolo è un tavolo di carattere nazionale.
Noi abbiamo monitorato il tavolo. È stata chiesta la cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale dall'8 novembre 2011 al 7 novembre 2012 e, successivamente, è stata chiesta la cassa integrazione in deroga a partire dall'8 novembre 2012.
Su questo tema, come avete potuto vedere nelle scorse settimane, c'è stato un problema di blocco delle autorizzazioni da parte dell'INPS, e pertanto soltanto in questi giorni si sta sbloccando la situazione.
Per quanto riguarda il tema di carattere strategico, abbiamo chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico di trasferire il tavolo dal Ministero del Lavoro al MISE, perché il tema della crisi va affrontato al Ministero dello Sviluppo Economico.
Pur sapendo che non è sempre facile trasferire un tavolo da un Ministero all'altro, abbiamo appuntamento per mercoledì prossimo presso il MISE, per definire una serie di tavoli di natura strategica sull'ICT, che chiediamo di spostare dal Ministero del Lavoro al Ministero dello Sviluppo Economico, tra cui chiaramente quello di questa azienda.
Mi farò parte attiva nel dare le informazioni.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Interrogazione a risposta immediata n. 1480 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Delibera della Giunta regionale 28 novembre 2011, n. 120 - 3022"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 1480 presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione vogliamo chiedere chiarimenti all'Assessore al bilancio Quaglia, in merito ad alcune segnalazioni pervenute da Associazioni che hanno portato avanti progetti di cui alla DGR 28 novembre 2011 n. 120-3022, che sostengono di non avere ricevuto i fondi stanziati con questa delibera di Giunta, iscritti in bilancio.
Spero che l'Assessore possa smentirmi e confrontarci nel fatto che invece, questi fondi previsti all'interno dell'obiettivo 2 del POR FESR del 2007/2013, che prevedevano, all'interno del più ampio capitolo dei fondi per lo sviluppo regionale, la competitività e l'occupazione, una misura a vantaggio dell'inclusione socio-lavorativa di persone particolarmente svantaggiate o a rischio di discriminazione, per l'inserimento qualificato o reinserimento al lavoro di donne giovani e/o adulte. Periodo 2011-2013: parliamo di un impegno complessivo di quattro milioni e mezzo, di cui due milioni e 850 nel bilancio del 2011 e poi, sul pluriennale 2012-2013, un milione e 650 all'anno.
stato approvato un bando regionale con determina dirigenziale a fine 2011, n. 803, proprio relativo ai progetti per la concessione di contributi per la realizzazione di questi interventi, di cui all'oggetto della delibera di Giunta già citata.
Sono anche state pubblicate le graduatorie, sempre con una determina dirigenziale del 26 giugno 2012, n. 351, del bando regionale predetto, e sono stati approvati, in totale, 17 progetti che avevano i requisiti base ma soli i primi nove erano ovviamente finanziabili, perché si arrivava al raggiungimento del tetto di spesa precedente autorizzato.
Si tratta di una procedura che spesso in questi ambiti si applica, nel senso che, ogni anno, nella redazione del bilancio previsionale cerchiamo di inserire risorse che su queste tematiche sono importanti, così come anche i centri antiviolenza e le case rifugio, quindi per le donne vittime di violenza in generale, però poi vediamo che le risorse non trovano stanziamento rispetto agli impegni.
un problema rilevante anche perché, se così fosse, non avrebbe neanche senso fare i giusti rilievi in fase di bilancio revisionale per cercare di inserire risorse su temi che riteniamo tutti, in questo caso trasversalmente, importanti, nonostante le difficoltà economiche del bilancio.
Interrogo quindi la Giunta per sapere se i progetti citati - Never Alone-Mai sole della compagnia di iniziative sociali, Futura e Do.Vita dell'ENAIP, Tina 4 del Comune di Asti, Il Portale 2 di Condividere Lavoriamo in rete per un futuro sostenibile I dell'ENAIP, Porta aperte II dell'Associazione Idea Donna Onlus, Camelia dell'Amministrazione provinciale di Torino, e SVOLTA dell'Associazione Scuole Tecniche San Carlo hanno ricevuto i soldi impegnati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia, per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Consegnerò la nota scritta anche all'interrogante, perché sulla parte del "premetto" dell'interrogazione abbiamo corretto anche il fatto che si tratta di un intervento finanziato POR FSE e non sul POR FESR per quanto riguarda gli obiettivi con anche, poi, la parte generale dell'obiettivo.
Il bando cui fa riferimento è stato relativo alla chiamata di progetti per interventi finalizzati all'inclusione socio-lavorativa delle donne vittime di violenza e di grande sfruttamento di tratta, secondo una modalità che prevede, per gli enti senza scopo di lucro, l'anticipo pari al 50% del progetto approvato che viene erogato al ricevimento della prevista documentazione che consiste in una richiesta dell'anticipo, garanzia fidejussoria, delega all'incasso e documentazione contabile (fatture e note debito). Tutti i progetti sono stati presentati da soggetti senza scopo di lucro.
La graduatoria dei progetti ammessi e finanziabili è stata pubblicata il 28 giugno 2012.
La realizzazione dei nove progetti di cui all'interrogazione ha avuto inizio tra ottobre e dicembre 2012; il tempo intercorso è stato necessario per la costituzione dell'Associazione Temporanea di Scopo. La durata massima dei progetti è prevista in 18 mesi. Il saldo viene erogato successivamente alla presentazione del rendiconto finale.
Ad oggi, in base alla documentazione presentata agli Uffici per i soggetti di seguito elencati, è già stato emesso un atto di liquidazione corrispondente all'anticipo del 50% (in quanto il soggetto attuatore capofila dell'ATS è un soggetto senza scopo di lucro).
Nel particolare, Do.Vita, atto di liquidazione, è del 27 novembre 2012 FUTURA, atto di liquidazione del 27 novembre 2012; Il Portale 2: una speranza per crescere, atto di liquidazione del 18 dicembre 2012.
A breve potranno ottenere la liquidazione dell'anticipo i progetti Tina4 del Comune di Asti, Porte Aperte II (Associazione Idea Donna Onlus) Lavoriamo per il futuro sostenibile, che - gli Uffici mi dicono - stanno completando la documentazione necessaria.
Per i progetti SVOLTA, Never Alone, Camelia (Provincia di Torino), si è in attesa dell'invio della documentazione successivamente alla quale è possibile predisporre l'atto di liquidazione.
Quindi, rispetto alle osservazioni del Consigliere Bono, l'iter rispetto a questi progetti, per alcuni di essi, è già concluso, tant'è vero che ci sono già gli atti di liquidazione che però sono di fine novembre qualcuno di metà dicembre, mentre per gli altri è in fase di presentazione la documentazione da parte dei capofila; quindi, è un iter consolidato rispetto all'attivazione di queste risorse, che non sono state né diminuite o altro, ma che prevedono questa tempistica legata alla presentazione del progetto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Quaglia.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1473 presentata dal Consigliere Biolé, inerente a "Tratta ferroviaria Savigliano-Saluzzo-Cuneo" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Questa era l'ultima interrogazione. In realtà, ce ne sarebbe ancora una, la n. 1473 del Consigliere Biolé. Non essendo presente, poiché non è arrivato in tempo, il collega Biolé, vale la risposta scritta.
Ringraziamo l'Assessore Bonino.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.54 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.54)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri Bresso, Cattaneo, Comba, Cota, Giordano Gregorio e Maccanti.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Procediamo con l'esame dell'emendamento, all'articolo 27, rubricato n.
460), presentato dalla collega Artesio.
Emendamento rubricato n. 460) presentato dalla Consigliera Artesio: Art. 15, dopo il punto b) del comma 2, aggiungere il punto c): "una lettura partecipata degli usi sociali del territorio che fornisca elementi per una valutazione dei servizi di pubblico interesse e individui i confini degli ambiti di uso di prossimità degli stessi".
Questo emendamento è dato per illustrato. Grazie, collega Artesio.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo di Pavone Canavese (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Comprensivo di Pavone Canavese in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame degli emendamenti all'articolo 27 del disegno di legge n. 153.
Emendamento rubricato n. 686) presentato dai Consiglieri Bono, Biolé: All'articolo 27, nel comma 3 dell'articolo 15, sono sostituite le parole "comma 2" con "comma 1 numeri 4) ter e 4) quater dell'articolo 14".
Questo emendamento è dato per illustrato. Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 836) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: 1. Il comma 4 dell'articolo 15 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 27 del disegno di legge n. 153, è sostituito dal seguente: "4. La proposta tecnica del progetto preliminare, completa di ogni suo elaborato, è pubblicata sul sito informatico del soggetto proponente per trenta giorni; della pubblicazione è data adeguata notizia e la proposta è esposta in pubblica visione. Chiunque può presentare osservazioni e proposte con le modalità e nei tempi, che non possono essere inferiori a quindici giorni, indicati nella proposta tecnica. Il documento preliminare per la specificazione dei contenuti del rapporto ambientale o, nel caso di varianti strutturali, il documento per la verifica di assoggettabilità alla VAS è trasmesso ai soggetti competenti in materia ambientale interessati agli effetti che l'attuazione del piano può avere sull'ambiente e all'autorità competente per la VAS.".
La parola all'Assessore Cavallera, per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
Introduciamo la possibilità di presentare osservazioni anche sulla proposta tecnica, naturalmente nelle forme e nei modi che si ritengono opportune per un passaggio preliminare di questo tipo.
Qui accogliamo anche sollecitazioni nella direzione della partecipazione, che viene assicurata dall'inizio alla fine dell'iter.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
Emendamento rubricato n. 687) presentato dai Consiglieri Bono, Biolé: all'articolo 27, nel comma 4 dell'articolo 15, le parole "per trenta giorni" sono sostituite da "per sessanta giorni".
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo emendamento insiste sul comma 4 dell'articolo 15, in particolar modo sulla tempistica della pubblicazione sul sito informatico, da parte del soggetto proponente, della proposta tecnica del progetto preliminare completa di ogni suo elaborato.
Riteniamo che la riduzione della tempistica, che sarà garantita dalla trasformazione dell'elaborazione del Piano regolatore generale, grazie alle Conferenze di copianificazione, potrebbe permettere di lasciare un po' più di spazio alla possibilità di lasciare documenti on line e quindi al tempo in cui si possono anche formulare delle osservazioni e delle deduzioni da parte dei soggetti interessati.
Quindi, chiediamo di passare da trenta giorni, attualmente previsti dalla proposta del disegno di legge, a sessanta giorni. Quindi, un tempo che, ribadisco, è importante soprattutto nella fase della formazione del progetto preliminare. Anche se - ribadisco - può essere modificato nelle fasi successive, è il momento un po' clou della pianificazione comunale e quindi, della formazione del Piano regolatore.
Ribadisco, da trenta a sessanta giorni, anche nelle tabelle che abbiamo calcolato con i tecnici, non andrebbe a pregiudicare la maggiore rapidità e celerità con cui dovrebbero essere approvati i nuovi piani regolatori, ma permetterebbero una maggiore partecipazione, che è sicuramente un tema che è nelle corde dell'Assessore Cavallera, come ha recentemente espresso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 688) presentato dai Consiglieri Bono, Biolé: all'art. 27, nel comma 4 dell'art. 15, dopo le parole "adeguata notizia" aggiungere "tramite pubblicazione sui giornali locali e manifesti affissi sul territorio comunale".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Può sembrare irrituale o strano che il Movimento 5 Stelle presenti un emendamento di questo genere, che riguarda una specifica alla pubblicazione della proposta tecnica del progetto preliminare: non solo on line, tramite gli strumenti informatici, ma anche tramite pubblicazione sui giornali locali e manifesti affissi sul territorio comunale.
Ovviamente, non parliamo della pubblicazione di tutto il progetto (sarebbe un po' difficile), ma di dare adeguata notizia, cercando di predisporre delle postazioni informatiche dove il cittadino, sprovvisto di connessione Internet o di computer, possa recarsi per visionare i documenti del progetto tecnico preliminare.
Se non c'è la notizia, l'informazione, diventa difficile, per il cittadino, conoscere il progetto. Spesso sentiamo (penso sia esperienza dell'Assessore Cavallera, ma è anche esperienza nostra) i cittadini di diversi Comuni dire: "Non sapevo che c'era la variante e non ho avuto il tempo di fare delle deduzioni né di proporre un ricorso al tribunale amministrativo".
Pertanto, ritengo che sia necessaria una corretta ed adeguata informazione.
L'Assessore potrebbe sostenere che è compito del Sindaco dare ampia comunicazione ai propri cittadini. Noi che ormai abbiamo una certa esperienza, sappiamo che è meglio scrivere nella legge che c'è il vincolo di una pubblicazione anche sui giornali locali e sui manifesti sparsi sul territorio comunale, per evitare che un Sindaco che magari si dimentica diciamo così - di comunicare ai cittadini un'importante variante riguardante il suo territorio, abbia la scusante di dire: "In legge non è previsto, siete voi a dovervi informare, a dover guardare il sito Internet del Comune".
nozione condivisa veramente da tutti che normalmente i cittadini non trascorrono le giornate collegati al sito Internet del proprio Comune.
Molti, probabilmente, non sanno neanche che esiste un sito Internet del proprio Comune, che spesso è male indicizzato nei motori di ricerca.
Ritengo, pertanto, che questa puntualizzazione possa essere utile, in questa fase di transizione dalla carta alla digitalizzazione dei documenti.
un quid in più che ci sentiamo di aggiungere, nella speranza che l'emendamento venga accolto, anche perché non comporta modifiche del significato legislativo del testo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 689) presentato dai Consiglieri Bono, Biolé: all'art. 27, nel comma 4 dell'art. 15, dopo le parole "esposto in pubblica visione." sono aggiunte "Entro tale termine chiunque può formulare osservazioni e proposte nel pubblico interesse, riferite separatamente agli aspetti urbanistici e agli aspetti ambientali".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
In questo caso, sempre nel comma 4, dopo il primo capoverso che stabilisce che la proposta può essere esposta in pubblica visione, noi aggiungiamo la specifica "Entro tale termine chiunque può formulare osservazioni e proposte nel pubblico interesse", che è implicito nella formulazione del comma, però "riferite separatamente agli aspetti urbanistici e agli aspetti ambientali".
Vengono contemplati, cioè, entrambi gli aspetti e possono essere contemplati in forma separata, nel senso che sono importanti sia gli aspetti di mera regolazione urbanistica, e quindi di edilizia, ma anche e soprattutto gli aspetti ambientali, paesaggistici, che sono stati trattati tra l'altro nei vari articoli anche in forma separata.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 449) presentato dalla Consigliera Artesio: art. 27 dopo punto 4) aggiungere punto 4 bis): "Il documento preliminare per la specificazione dei contenuti di tutela della salute è trasmesso ai soggetti competenti in materia di prevenzione primaria interessati agli effetti che l'attuazione del Piano può avere sui determinanti di salute dell'ambito interessato.
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Brevemente, Presidente.
Non ho illustrato i precedenti emendamenti, perché credo sia chiaro all'Assessore, sia per la discussione avuta in Aula sia per quella avuta nei tavoli tecnici, l'attenzione che attribuisco al tema della tutela della salute e l'importanza che le scelte di politica pubblica, in particolare quelle urbanistiche, si rivolgano al principio di tutelare la salute e di preservarla da ulteriori rischi ambientali. Pertanto, non volendo ripercorrere in modo noioso questo principio, non ho illustrato gli emendamenti. Utilizzo questo, per evidenziare tale aspetto: non più tardi di due ore fa, abbiamo incontrato una delegazione che si impegnava a tutelare i servizi e le prestazioni del Presidio Ospedaliero di Susa.
Devo evidenziare con rammarico che, mentre eravamo attenti alle richieste di quei cittadini, non lo siamo stati altrettanto quando gli stessi cittadini chiedevano all'Amministrazione regionale che le scelte trasportistiche ed urbanistiche riguardanti il proprio territorio fossero egualmente sottoposte ad una valutazione di impatto sulla salute e pertanto, che le scelte riguardanti la programmazione territoriale siano comprensive di questa sensibilità.
Qui si dice che occorre avere un coinvolgimento, nella programmazione urbanistica, dei soggetti competenti in materia di prevenzione primaria.
Ho voluto utilizzare quest'opportunità per tornare su un tema: so che molto spesso, nei momenti di programmazione urbanistica, si vivono le valutazioni di impatto come se fossero degli orpelli burocratici aggiuntivi. Voglio ricordare che la tutela della salute è una delle prerogative principali sia delle competenze dei Sindaci sia delle competenze dell'Amministrazione regionale.
Pertanto, almeno il ruolo del determinante di salute rivestito dalla programmazione urbanistica dovrebbe sempre essere presente nella nostra funzione legislativa.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 871) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: 1. All'alinea del comma 6 dell'articolo 15 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 27 del disegno di legge n. 153, dopo la parola "esprimono" sono aggiunte le seguenti parole "la propria valutazione tramite".
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento intendiamo precisare le modalità di espressione della Conferenza sulla proposta tecnica di progetto preliminare e tendiamo ad armonizzarla con quella relativa alla proposta tecnica di progetto definitivo, formulata nella seconda Conferenza.
Abbiamo una serie di emendamenti che, tutto sommato, sono stati rivisti al termine dei lavori di Commissione. Nei vari articoli - come vedete abbiamo anche delle migliori precisazioni, sia dal punto di vista della formulazione sia dal punto di vista lessicale e del coordinamento normativo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Emendamento rubricato n. 450) presentato dalla Consigliera Artesio: Art. 27 punto 6) comma b) Dopo le parole: "...Rapporto ambientale" aggiungere "ed epidemiologico sanitario".
L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 451) presentato dalla Consigliera Artesio: Art. 27 punto 6) comma b) Dopo le parole: "...Assoggettare a VAS" aggiungere "e a VIS".
L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 690) presentato dai Consiglieri Bono, Biolé: all'art. 27, nel comma 8 dell'art. 15, le parole "al comma 2" sono sostituite da "al comma 1 numeri 4 ter e 4 quater dell'art. 14".
L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 452) presentato dalla Consigliera Artesio: Art. 27 punto 8) Dopo le parole: "...il rapporto ambientale" aggiungere "e il rapporto epidemiologico-sanitario".
L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 837) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: il comma 9 dell'articolo 15 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 27 del disegno di legge n. 153, è sostituito dal seguente: "9. Il piano adottato, completo di ogni suo elaborato, è pubblicato per sessanta giorni sul sito informatico del soggetto proponente, assicurando ampia diffusione all'informazione e trasmesso ai soggetti competenti in materia ambientale; il piano è esposto in pubblica visione. Entro tale termine chiunque può formulare osservazioni e proposte nel pubblico interesse, riferite separatamente agli aspetti urbanistici e agli aspetti ambientali".
L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 691) presentato dai Consiglieri Bono, Biolé: all'art. 27, nel comma 9 dell'articolo 15, dopo le parole "assicurando ampia diffusione all'informazione", aggiungere "tramite pubblicazione sui giornali locali e manifesti affissi sul territorio comunali".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Solo per sottolineare che quest'emendamento è identico al precedente che riguardava il progetto preliminare, mentre questo riguarda la proposta tecnica del progetto definitivo.
In entrambi i casi, chiedo di specificare qual è l'ampia diffusione dell'informazione della proposta. Secondo me - ribadisco - deve essere necessariamente scritto che avvenga tramite pubblicazione sui giornali locali e affissione di manifesti sul territorio comunale Questo permette di superare l'ambiguità dietro la quale si potrebbero celare un Sindaco o una Giunta, per non dare la corretta informazione ai cittadini.
Abbiamo appena concluso una Commissione d'inchiesta urbanistica e abbiamo visto che, purtroppo, non tutte le Amministrazioni sono "ciambelle che nascono col buco"! Pertanto, questa specificazione potrebbe togliere un po' di ambiguità ed essere utile anche al legislatore, in questo caso, nella persona dell'Assessore Cavallera, ma in generale nell'ambito legislativo che spetta all'aula.
Chiedo di inserire, quindi, questa specifica, minuta ma importante.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 453) presentato dalla Consigliera Artesio: art. 27 punto 9) Dopo le parole: "...soggetti competenti in materia ambientale" aggiungere "e in materia di prevenzione primaria e tutela della salute"



PRESIDENTE

ARTESIO Eleonora (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lo considero illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 461) presentato dalla Consigliera Artesio: Art. 27, disegno di legge n. 153 Art. 15 comma 9 l.r. 56/77 Dopo le parole "...in materia ambientale" aggiungere le parole "ai fini di predisporre strumenti partecipativi per raccogliere gli elementi utili per arrivare ad una forma condivisa della lettura dei bisogni sociali, per ricostruire le pratiche di uso del territorio e dei servizi di pubblico interesse quindi alla definizione del progetto definitivo in materia di servizi di pubblico interesse".
La parola alla Consigliera Artesio, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Intervengo su quest'emendamento, che è in linea con uno analogo illustrato prima dal collega Bono.
Qui si fa riferimento ad un elemento che a me pare non ridondante anzi, mi sembrerebbe una questione da rilanciare - e che riguarda, da un lato, una modalità di partecipazione consapevole, dall'altro la costruzione di scelte di carattere urbanistico consapevoli anch'esse della condizione socio-economica nella quale insistono le scelte.
Dicevo prima che molto spesso alcuni strumenti di corredo autorizzativi dalle valutazioni di impatto agli studi preliminari - vengono letti più come un'incombenza di carattere formale che non come il fondamento su cui insistono le determinazioni riguardanti il territorio.
Parallelamente, quando non si parla di urbanistica, si moltiplicano luoghi e soggetti deputati, invece, a condividere l'analisi del loro ambiente, sia dal punto di vista ecologico, sia dal punto di vista antropologico. In modo particolare, laddove si fa riferimento alla valutazione di carattere socio-economico di un territorio occorrerebbe non semplicemente riprodurre studi statistici più o meno aggiornati, quanto piuttosto, ripercorrere esiti di percorsi partecipativi che, sull'analisi socio-economica di un territorio, non hanno fatto soltanto ricerca, ma hanno fatto ricerca e azione. Mi riferisco, in modo particolare all'esperienza dei Piani di zona, che sono stati in campo sociale le basi della programmazione socio-sanitaria e che, se adeguatamente trasferite in campo urbanistico, potrebbero essere la base di una analisi socio-economica più puntuale e più realistica di quelle che non derivino dagli studi statistici di carattere generale.
Quindi volevo in particolare valorizzare questo emendamento per evidenziare agli occhi del legislatore regionale quanto detto prima sulla compatibilità ambientale, quanto ho detto ora sulla opportunità sociale ciascuna da raggiungere attraverso il coinvolgimento delle parti interessate.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 627) presentato dai Consiglieri Reschigna, Lepri Taricco, Muliere, Ronzani, Boeti, Motta Angela, Pentenero, Placido: l comma 9 dell'articolo 15 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 27 del disegno di legge n. 153 le parole: "può essere esposto" sono sostituite dalle parole: "è esposto".



PRESIDENTE

RESCHIGNA Aldo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lo consideriamo illustrato.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 628) presentato dai Consiglieri Reschigna, Lepri Taricco, Muliere, Ronzani, Boeti, Motta Angela, Pentenero, Placido: al comma 10 dell'articolo 15 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'articolo 27 del disegno di legge n. 153 le parole: "della giunta" sono sostituite dalle parole: "del consiglio".
RESCHIGNA Aldo (fuori microfono) Lo consideriamo illustrato.



PRESIDENTE

Bene.
Emendamento rubricato n. 692) presentato dai Consiglieri Bono, Biolé: all'art. 27, nel comma 10 dell'art. 15, le parole "della Giunta, salva diversa disposizione del proprio statuto" sono sostituite da "dal Consiglio".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo nella stessa fattispecie dell'emendamento che abbiamo discusso prima (e che deve essere votato), in merito al quale mi sembrava che l'Assessore avesse detto che veniva recepito nel suo emendamento, il n.
837) se non erro.
In pratica, la proposta tecnica e il progetto definitivo viene accolto non dalla Giunta, ma dal Consiglio. Mi corregga se sbaglio.
Si tratta, quindi, della stessa richiesta che abbiamo formulato prima e che aveva raccolto il parere favorevole della Giunta, per far sì che la proposta del progetto preliminare - e in questo caso del progetto definitivo - non sia predisposta dalla Giunta, ma dal Consiglio comunale quindi resti in capo al Consiglio comunale la proposta di questo importante strumento urbanistico.
Il testo del comma 10 recita: "Il soggetto proponente, valutate le osservazioni e le proposte pervenute, definisce la proposta tecnica e il progetto definitivo del piano, che è adottata con deliberazione della Giunta, salvo diversa disposizione dello Statuto".



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale (fuori microfono)

la proposta tecnica iniziale.



BONO Davide

Sì, prima era riferita alla proposta tecnica iniziale, e ne abbiamo discusso.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale (fuori microfono)

questa.



BONO Davide

Poi mi risponderà, così farà chiarezza sulla questione.
Prima, come ho detto, avevamo parlato della proposta iniziale. Questa invece, è la proposta tecnica del progetto definitivo del Piano.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale (fuori microfono)

No, era...



BONO Davide

Sì, è il comma 10.
Noi chiediamo che, anche in questo caso, venga adottata con delibera del Consiglio, com'era precedentemente, e che non ci sia neanche questa definizione un po' bislacca de "salvo diverse disposizioni dello Statuto" perché non penso che lo Statuto possa andare a normare, almeno per le competenze e conoscenze legislative di cui dispongo, qual è l'organo che adotta una proposta di pianificazione urbanistica. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 838) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: 1. Al comma 10 dell'articolo 15 della l.r. 56/1977, come sostituito dall'art. 27 del disegno di legge n. 153, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: "Non sono soggette a pubblicazione o a nuove osservazioni le modifiche introdotte a seguito di accoglimento di osservazioni. Le osservazioni devono essere riferite agli ambiti e alle previsioni del piano o della variante; l'inserimento di eventuali nuove aree in sede di proposta tecnica del progetto definitivo, a seguito delle osservazioni pervenute deve essere accompagnato dall'integrazione degli elaborati tecnici di cui al primo comma, numero 2) dell'articolo 14 e, ove necessario, degli elaborati tecnici di cui al primo comma, numero 4 bis) dell'articolo 14.".
Ha chiesto la parola l'Assessore Cavallera, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, all'urbanistica e programmazione territoriale

In quest'emendamento si specifica che le modifiche al Piano regolatore che sono conseguenti all'accoglimento delle osservazioni non richiedono nuova pubblicazione.
In caso, però, di inserimento di nuove aree, si specifica che occorre comunque la documentazione integrativa riguardante le aree stesse.
La sostanza è dunque salvaguardata: in pratica, si evita che il cane si morda la coda, perché se l'Amministrazione decidesse di accogliere una qualche osservazione dopo la pubblicazione del Piano, questo andrebbe di nuovo ripubblicato e così via, e potrebbe durare all'infinito.
Ci si è dunque accorti che ci poteva essere un'eventuale falla nella rete, per cui si specifica che qualunque acquisizione in sede di osservazione non esclude, anzi prevede, tutta la documentazione tecnica di supporto, così come se fosse stata proposta fin dall'inizio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Emendamento rubricato n. 693) presentato dai Consiglieri Bono, Biolé: All'art. 27, nel comma 12 dell'art. 15, le parole "trenta giorni" e "sessanta giorni" sono sostituite rispettivamente da "sessanta giorni" e "novanta giorni".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Assessore Cavallera, rimane invariata la questione della proposta tecnica del progetto definitivo?



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale (fuori microfono)

Le risponderò dopo.



BONO Davide

Va bene, grazie.
Così come prima avevamo proposto un allungamento dei tempi, da 30 o 60 giorni, per le osservazioni alla proposta tecnica del progetto preliminare in questo caso chiediamo un aumento da 60 o 90 giorni per fare deduzioni al progetto definitivo.
In questo frangente ci riferiamo al comma 12, quindi alla possibilità di prorogare la conferenza di copianificazione e valutazione. Correggo quindi, quanto detto prima: questo emendamento serve, appunto, a dare l'opportunità di prorogare la prima conferenza di copianificazione per non più di 30 giorni, e la seconda per non più di 90 giorni (non di 60).
Concedetemi il paragone politico della nostra Regione con l'esercizio di bilancio provvisorio: lo avevamo prorogato di 30 giorni, con scadenza a fine gennaio, ma le difficoltà dell'ente, le difficoltà politiche di confronto tra maggioranza e opposizione e, magari, anche un pochettino di campagna elettorali di mezzo, hanno fatto sì che ci allungassimo a 90 giorni.
Magari gli uffici, che sono più esperti di noi, o l'Assessore Cavallera, potranno confermare se 30 giorni sono sufficienti, soprattutto in presenza di difficoltà o nodi irrisolti. Perché se la conferenza di pianificazione va liscia, 30 giorni sono più che sufficienti. Se invece persistono dei nodi irrisolti, penso che 60 giorni o, addirittura, 90 giorni, siano il minimo per risolvere la questione.
Ricordiamo che siamo in una Conferenza paritaria, in cui Comune Provincia e Regione siedono con uguale potere, quindi dobbiamo prestare attenzione, permettendo comunque un margine più ampio. Magari, la Conferenza di copianificazione potrà dire di prorogare solo di 27, 35 o 42 giorni, però, se c'è un limite massimo di 90, siamo un po' più larghi. Poi è interesse del Comune, della Provincia e della Regione librarsi di un po' di lavoro - si potrà dire che occorrono solo 30 giorni. Però, se c'è un caso veramente difficile, come verificatosi nella recente Commissione d'inchiesta, che ha valutato tutta una serie di Piani regolatori, che sono stati attenzionati sia dai giornali che dalla Magistratura, magari occorre più tempo per riflettere e discutere tutti insieme. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 694) presentato dai Consiglieri Bono, Biolé: all'articolo 27, nel comma 14 dell'articolo 15, le parole "trenta giorni" sono sostituite ovunque ricorrano da "sessanta giorni".
Tale emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 454) presentato dalla Consigliera Artesio: all'articolo 27 punto 15) comma b), dopo le parole: "...in caso di V.A.S." aggiungere: "e di V.I.S.".
Tale emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 455) presentato dalla Consigliera Artesio: all'articolo 27 punto 15), dopo le parole: "...considerazioni ambientali" aggiungere: "e di tutela della salute".
Tale emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 57) presentato dal Consigliere Buquicchio: alla lettera b) del comma 15 dell'articolo 15 della legge regionale n.
56/197 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 27 del disegno di legge n. 153, dopo le parole: "ragioni delle scelte", è aggiunta la parola: "strategiche".
Tale emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 58) presentato dal Consigliere Buquicchio: al comma 17 dell'articolo 15 della legge regionale n. 56/1977 (Tutela ed uso del suolo) come sostituito dall'articolo 27 del disegno di legge n.
153, dopo le parole: "senza ritardo", sono aggiunte le parole: "entro trenta giorni".
Tale emendamento è dato per illustrato.
Dopo l'illustrazione di tutti gli emendamenti, dichiaro aperto il dibattito generale.
Non essendoci richieste di interventi, né dichiarazioni di voto, do la parola all'Assessore Cavallera sull'intero articolo.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie.
Svolgo qualche considerazione.
Per quanto riguarda il collega Bono, le tempistiche sono state calibrate nel loro complesso, quindi riteniamo che 30 giorni siano sufficienti. Sottolineo che abbiamo la possibilità di presentare osservazioni fin dall'elaborazione della proposta tecnica (è una possibilità che non era presente nel provvedimento).
Poi, le previsioni di pubblicazione hanno anche un risvolto legale, in quanto sono i passi che devono essere compiuti per rendere legittimo il provvedimento.
Per esperienza personale, e per esperienza anche di coloro che sono stati amministratori, laddove negli enti è in corso un dibattito, o nella discussione di eventuali scelte, non è che la società non si mobiliti nella forme proprie, in un Paese democratico come il nostro, con comitati o altre forme, al di là di quanto può prevedere una norma di garanzia, che comunque consente la partecipazione. Inoltre, la divulgazione on line accelera il percorso e non rende necessario dilatare i tempi, perché si ha la conoscenza immediata dei provvedimenti.
Per quanto riguarda la questione della pubblicazione - è la modalità di comunicazione che, tramite la tecnologica, cambia - oggi è sufficiente accedere, tramite mille postazioni, alla rete, poi si può andare in mille direzioni.
Relativamente alla proposta tecnica (che viene approvata dalla Giunta) in sostanza, il percorso è il seguente: la Giunta ha un ruolo di predisposizione degli atti, premesso che c'è stato il periodo preliminare segue la Conferenza, in cui si raggiungono, o meno, delle conclusioni successivamente, si arriva al Consiglio comunale. In caso di mancata approvazione da parte del Consiglio comunale, c'è comunque una terza via cioè la terza Conferenza. Già adesso, di fatto, questa opportunità, c'è già, ma noi la renderemo operativa nella modalità attuativa.
Abbiamo cercato di assicurare, intanto, la pubblicazione - anche in forma cartacea - nelle forme tradizionali cui sono abituati soprattutto nelle piccole realtà locali, e la partecipazione, fin dall'avvio del progetto tecnico. Comunque, svolge un ruolo la Giunta, che predispone; la Conferenza, che esamina; il Consiglio comunale, che approva; poi, è possibile - non vorrei fare adesso la battuta, che mi darebbe la zappa sui piedi, del gioco dell'oca - al limite, ritornare alla casella del definitivo e rifare una terza Conferenza.
Comunque, volevo assicurare circa la presenza di tutte le opportunità di partecipazione e di ponderazione.
Per quanto riguarda la collega Artesio, tutto sommato, siamo sensibili alle tematiche legate alla valutazione di impatto sulla salute e nel nostro ordinamento sono tutelate, sostanzialmente, attraverso la prevenzione primaria di tipo ambientale. Nel momento in cui parlo di spazio da occupare e di trasformazioni urbanistiche, ovviamente, devo valutare le conseguenze qualora opero in un ambiente sano e utilizzo le risorse ambientali in modo non scriteriato, alla fine agisco positivamente anche sulla salute.
Nella legge quadro nazionale - è molto datata, risale al 1942 l'aspetto sociale non trova riscontro e prevederne l'introduzione in questa sede, in modo formale, non so dove ci porterebbe. Però, la partecipazione già prevista nella legge regionale n. 56/1977 - è rafforzata con le opportunità che abbiamo dato: di fatto, alla società locale non è precluso nulla per interloquire con l'Amministrazione.
Credo che l'aspetto socio-economico sia molto legato anche alle dinamiche dell'economia locale, a cui possono essere legate anche le scelte urbanistiche. Comunque, nel nostro ordinamento, ferme restando le scelte di pianificazione generale compiute - vedi i piani territoriali, che occupano meno suolo; vedi altri indirizzi di compatibilità per l'industria a rischio; vedi altre scelte, che sono sempre più pregnanti e incisive l'ordinamento già prevede in modo adeguato le tutele a cui la collega faceva riferimento.



PRESIDENTE

Il numero legale è 27.
Non essendoci ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 874).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 683), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 459), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Gli emendamenti rubricati n. 626) e n. 684) sono decaduti perché l'Aula si è espressa sull'emendamento della Giunta rubricato n. 874), che ha assorbito i due emendamenti. L'emendamento n. 835) è ritirato per lo stesso motivo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 685), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 460), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 686), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 836).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 687), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 688), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Do atto che il numero legale è sempre 27.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 689), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 449), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 871).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 450), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 451), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 690), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 452), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 837).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 691), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 453), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 461), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 627), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 628), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 692), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 838).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 693), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 694), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 454), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 455), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 57), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 58), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 27, così come emendato.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Colleghi, c'era un accordo per trattare, alle ore 17, il punto 9) all'o.d.g., la proposta di legge n. 187, inerente a "Istituzione del Comune di Mappano", ma il Consigliere Carossa chiede di illustrare prima gli emendamenti relativi all'articolo 28 del disegno di legge n. 153.
Nel frattempo, sulla proposta di legge n. 187 sono stati presentati due emendamenti, uno sull'articolo 1 bis e uno sull'articolo 2 bis. Trattandosi di emendamenti di spesa, richiamo l'articolo 84, comma 10, del Regolamento: "Gli emendamenti che comportano aumento di spesa o che comunque incidono sul bilancio della Regione, sono trasmessi dal Presidente, subito dopo la loro presentazione, alla Commissione competente perché esprima il proprio parere che può essere dato, anche verbalmente, nel corso della seduta".
Si tratterebbe di convocare una I Commissione volante, naturalmente, se c'è condivisione, che mi sembra che non sia propria.
Questo è lo stato dell'arte.
Ricapitolo, in sintesi: accordo, condivisione per trattare il punto 9) all'o.d.g., la proposta di legge sul Comune di Mappano, dopo l'articolo 27 del disegno di legge n. 153.
Nel frattempo, il Consigliere Carossa ha proposto che, prima di passare al punto 9), siano illustrati anche gli emendamenti dell'articolo 28.
Tuttavia, al di là dell'articolo 27 o 28 del disegno di legge n. 153 sulla proposta di legge n. 187 ci sono due emendamenti di spesa, che introducono rispettivamente l'articolo 1 bis e l'articolo 2 bis.
Ciò impone, in base all'articolo 84, comma 10 del Regolamento - quindi non è che si può fare o non si può fare, si deve fare - che la I Commissione esprima il proprio parere sui due emendamenti.



PRESIDENTE

BUQUICCHIO Andrea (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, possiamo fare una sospensione di cinque minuti?



PRESIDENTE

Il collega Buquicchio chiede cinque minuti di sospensione.
Prima della sospensione, il Consigliere Burzi ha chiesto la parola; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Solo per dire che gli emendamenti di spesa, che non so da chi siano stati presentati, sono già stati esaminati in ipotesi nell'ambito della I Commissione, che ha deliberato il testo di legge per l'Aula. Il che non significa affatto che non possono essere ripresentati, ma personalmente non vedo nessun motivo per riconvocare la I Commissione su un tema che è stato già trattato dalla Commissione stessa.



PRESIDENTE

Grazie, collega Burzi.
Leggo, perché non fa male.
Ripeto, comma 10, articolo 84 del Regolamento: "Gli emendamenti che comportano aumento di spesa o che comunque incidono sul bilancio della Regione sono trasmessi dal Presidente, subito dopo la loro presentazione alla Commissione competente perché esprima il proprio parere che può essere dato, anche verbalmente, nel corso della seduta", il che è, come normalmente si dice, "convocazione volante" della Commissione.
un obbligo per il Presidente. Attendo solo indicazioni sulla proposta del Consigliere Carossa, sull'illustrazione degli emendamenti dell'articolo 28 della legge urbanistica, prima di trattare, come concordato, il punto 9) dell'o.d.g.
La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Allo stato attuale, ritiro la richiesta di sospensione.
Vorrei chiarire, perché mi piace essere molto chiaro: il Consigliere Carossa aveva espresso il desiderio di poter continuare per dieci minuti o un quarto d'ora sul disegno di legge n. 153. Per quel che mi riguarda avevo detto che non c'era assolutamente alcun elemento ostativo.
Tuttavia, prima di risolvere insieme questo problema, dovremmo capire meglio qual è la reale interpretazione di quello che lei, Presidente, ha letto. È lei il Vicepresidente e non intendo sostituirla, ma ritengo che si possa tranquillamente evitare la cosiddetta "convoca veloce" della I Commissione da parte di chi dovrebbe farla, e non può che farla il Presidente della I Commissione, con un parere espresso da parte della Giunta o dell'Assessore competente in merito all'emendamento stesso.
Potremmo ovviare a quello chiedendo alla Giunta di esprimersi su quell'emendamento presentato dai colleghi del PD.
Penso che questa possa essere una soluzione che risolva brillantemente il tutto.
Resta in piedi la richiesta del Consigliere Carossa. Considerato per che sono le 17.15 e considerato che, probabilmente, c'è ancora questo problema da risolvere, gli chiedo se può eventualmente ritirare quella richiesta.
Avevo detto sì e sarei ancora disponibile ad assecondarla purché si vada avanti con la legge su Mappano, però valuti lei l'opportunità Consigliere Carossa.



PRESIDENTE

Grazie, collega Buquicchio.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Solo perché non si creino interpretazioni regolamentari innovative che producono dei pericolosi precedenti.
In questa legislatura, quindi a Regolamento variato, noi abbiamo affrontato decine e decine di situazioni: penso agli emendamenti sul bilancio e a molti altri emendamenti, che comportano una variazione di spesa relativamente alla legge, ma non c'è mai stata necessità di convocazione della I Commissione.
Con un po' di pazienza, potremmo dire che questa che è prassi. Il Presidente potrebbe lecitamente dire che la prassi, qualora violi il Regolamento, non vale niente, come abbiamo in alcuni casi provato a dire.
Per esempio, votiamo la redigente con 31 voti quando non servono ed è una prassi che viola il nostro Regolamento, quindi non la metto sotto questo punto di vista, ma sulla lettura puntuale del Regolamento.
I commi 8, 9 e 10 dell'articolo 84 definiscono che ci si trova in sede d'Aula. Il comma 8 dice: "L'Assemblea" - quindi il Consiglio regionale "può decidere che la trattazione degli emendamenti richieda il rinvio in Commissione o per l'esame dei soli emendamenti o per la riapertura della fase referente sull'intero testo, con le modalità definite all'articolo 88". Questo non riguarda gli emendamenti di spesa, ma riguarda interamente il corpo degli emendamenti. Possono essere di spesa o non di spesa e uno può richiedere, come il Regolamento consente, che si vada in Commissione.
Il comma 10 recita: "Gli emendamenti che comportano aumento di spesa o che comunque incidono sul bilancio della Regione sono trasmessi dal Presidente, subito dopo la loro presentazione, alla Commissione competente perché esprima il proprio parere che può essere dato, anche verbalmente nel corso della seduta".
"Nel corso della seduta", secondo la nostra interpretazione - che è quella che per decine di volte ha dato la Presidenza del Consiglio significa la seduta del Consiglio regionale, perché se no non si direbbe che il parere può essere dato anche verbalmente nel corso della seduta: è evidente che se si convoca la I Commissione e la Giunta esprime il proprio parere, il parere che viene espresso è un parere verbale sul quale si esprime la Commissione.
Se il Regolamento afferma, e in decine di occasioni l'abbiamo utilizzato, che il parere può essere espresso in I Commissione o anche verbalmente nel corso della seduta, noi abbiamo due opportunità: o si decide di convocare la I Commissione, oppure, in questo caso, la Giunta dice che sull'emendamento n. X dà parere negativo.
Non casualmente dico negativo, perché se la Giunta dà parere negativo si mette in votazione l'emendamento che, qualora respinto, non comporta una convocazione della Commissione.
evidente che se introduciamo il principio che è sufficiente presentare un emendamento di spesa e che si deve tornare in I Commissione che in questo caso, ma potrebbe anche non averlo fatto, si è già pronunciata nel merito - tra l'altro, potremmo anche trovarci di fronte alla situazione che in Commissione non viene presentato nessun emendamento e si presentano emendamenti solo in Aula - da ex Consigliere d'opposizione dico che sarebbe uno strumento meraviglioso: in Commissione lascio passare il provvedimento, in Aula presento 200 emendamenti che variano di un solo euro la spesa e si riunisce la I Commissione! Devo dire, rispetto a un Regolamento che doveva essere decidente, che decidente non è. Ogni giorno cerchiamo di mettere una pezza, altrimenti il Regolamento attuale è peggiore di quello che utilizzavamo nelle precedenti legislature. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Sul merito, non mi posso esprimere in quest'occasione, ma lo farò alla prima occasione utile.
Pensavo di essere stato abbastanza chiaro. Proverò alla fine degli interventi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Ho assistito a tutta la discussione che si è svolta. Considero ineccepibile la sua interpretazione regolamentare.
Vorrei anche precisare all'Aula che questo tipo di interpretazione non allunga i tempi: la I Commissione può essere riunita e la valutazione da parte della I Commissione può comportare un arco temporale assolutamente ridotto.
Quella norma regolamentare significa che il Presidente della I Commissione non ha bisogno che venga redatto il verbale della I Commissione: viene in Aula e si fa carico di riportare il pronunciamento della I Commissione in merito agli emendamenti.
Pertanto, se evitassimo di fare discussioni inutili su interpretazioni originali del Regolamento, la questione si chiuderebbe in dieci minuti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
Ha chiesto la parola il Consigliere Burzi. Se è utile per la discussione, la ringrazio. Prego.



BURZI Angelo

C'è un'interpretazione del Consigliere Reschigna, cui noi siamo contrari.
Vediamo di votare e di andare avanti, perché quello che dice il Consigliere Reschigna è incredibile!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi.
Colleghi, per cortesia! È vietato parlare con il pubblico. Per cortesia! Grazie.
Provo a rileggere il Regolamento, sperando di essere capito.
Per il collega Vignale: lei ha citato l'esempio del bilancio, dove s'interviene continuamente nella costruzione del bilancio stesso.
evidente che non c'è la necessità, non essendoci modifica di spesa sull'argomento medesimo.
Sulla questione in oggetto, provo ad essere il più chiaro possibile: il comma 10 dell'articolo 84 del Regolamento è molto chiaro e non è interpretabile, ma è categorico nell'imporre la Commissione bilancio.
Non ho mai detto...
Scusate, colleghi, è una mia interpretazione. Perfetto.



PRESIDENTE

BURZI Angelo (fuori microfono)



PRESIDENTE

una sua interpretazione! E allora votiamo, visto che è una sua interpretazione!



PRESIDENTE

No, mi scusi. Questo non vuol dire che si convoca la Commissione nel giorno deputato: si fa una seduta volante. Ci si impiega cinque minuti! Il parere della Giunta...
BURZI Angelo (fuori microfono) Ma è una sua interpretazione! È l'Aula che è sovrana, non lei...



PRESIDENTE

Collega Burzi, l'ho fatta intervenire due volte, per cortesia mi lasci finire. Se, poi, vuole chiedere la parola...



PRESIDENTE

BURZI Angelo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Se vuole mi espella! Lei non è sovrano, è l'Aula sovrana!



PRESIDENTE

Ma no, guardi, non c'è pericolo, non la espelle nessuno! Può stare tranquillo.



PRESIDENTE

BURZI Angelo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sono tranquillo!



PRESIDENTE

E io sono placido! Dicevo: bastano cinque minuti. Il parere della Giunta, che qualche collega prima ha indicato, non è, non tanto sostitutivo della prerogativa del Consiglio, ma non è vincolante per il Consiglio, che può votare - come sappiamo - anche contro il parere della Giunta.
Se mi concedete ancora 15 secondi, vi leggo, per l'ultima volta, il comma 10 dell'articolo 84 del Regolamento: "Gli emendamenti che comportano aumento di spesa o che comunque incidono sul bilancio della Regione sono trasmessi dal Presidente, subito dopo la loro presentazione, alla Commissione competente perché esprima il proprio parere che può essere dato, anche verbalmente, nel corso della seduta".
Questo significa, in questa sede, dopo qualche minuto. Non c'è da parte mia alcuna intenzione dilatoria, di allungare i tempi o altro. Intendo esclusivamente rispettare un Regolamento rispetto al quale sapete benissimo come la penso, ma in questa funzione è mio dovere farlo rispettare.
Pertanto, è convocata la I Commissione, in Sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.20 riprende alle ore 17.41)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Invito il Consigliere Burzi a comunicare quanto è avvenuto nella I Commissione, in Sala A. Grazie.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Nella I Commissione, in Sala A, è stato esaminato l'emendamento proposto dalla collega Pentenero, su un tema - come ho detto precedentemente - già esaminato dalla Commissione.
stato votato con parere, a maggioranza, contrario da parte della Commissione.
Ribadisco la necessità urgente che gli uffici ci forniscano i precedenti di quanto è accaduto poco fa, negli anni precedenti, perch come è stato detto in sede di Commissione, e ve lo ripeto - a mio sommesso avviso quello che abbiamo fatto è stato di creare un precedente molto negativo nella gestione del Regolamento.
Poi, eventualmente, si convocherà la Giunta per il Regolamento ammettendo che l'Aula non sia sovrana, come a me sembrerebbe essere in questo caso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi. Concordo e condivido.
L'ho già detto in Commissione ed ho informato i colleghi circa la richiesta agli uffici di verificare quante altre volte si è verificata una situazione di una Commissione volante in presenza di un emendamento che generi un capitolo di spesa. La Giunta per il Regolamento, inoltre, dovrà verificare l'interpretazione precisa del comma 10 dell'articolo 84.
Grazie a tutti della collaborazione e della disponibilità.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Esame proposta di legge n. 187, inerente a "Istituzione del Comune di Mappano"


PRESIDENTE

Possiamo passare, ritenendo, collega Carossa, che la sua proposta possa essere superata - la ringrazio, non me ne ero dimenticato - all'esame del punto 9) all'o.d.g., inerente a "Proposta di legge n. 187: 'Istituzione del Comune di Mappano'".
relatore il Consigliere Pedrale, che ha facoltà di intervenire.



PEDRALE Luca, relatore

Grazie, Presidente.
La presente proposta di legge propone l'istituzione del Comune di Mappano mediante il distacco dai Comuni di Caselle torinese, Borgaro torinese, Settimo torinese e Leinì dei rispettivi territori ricadenti nel territorio di Mappano.
Come è noto, Mappano rappresenta un'anomalia amministrativa unica in tutta Italia. Infatti, nonostante un'evidente unità socio-economica e territoriale, è ancora suddiviso in quattro frazioni, amministrate dai Comuni di Caselle, Borgaro, Leinì e Settimo.
La frammentazione amministrativa della frazione dei Mappano ha causato svantaggi e confusione nell'ambito di servizi e dell'omogeneità del paese.
Esempi ne sono: i servizi anagrafici separati, la gestione frammentata degli edifici scolastici, la confusione nello smistamento della posta (nell'ultimo anno è stato modificato il CAP), la carenza di medici pediatri sul territorio, l'assenza di un centro di conferimento dei rifiuti (ecocentro), la distanza dei cimiteri di riferimento, i servizi di consultorio ridotti, la presenza frammentata delle Forze dell'Ordine, le tasse e le imposte comunali differenti (ICI e la tassa rifiuti) l'applicazione differenziata delle misure contro l'inquinamento (le cosiddette "targhe alterne" o i divieti di transito, per cui la stessa via può essere transitabile o no, a seconda del Comune di appartenenza), la teleselezione telefonica differente tra i territori di Borgaro e Settimo con quella di Caselle e Leinì.
Cosa più importante e paradossale è la gestione complessiva del territorio con Piani regolatori scoordinati tra loro, che non tengono conto dei servizi in modo unitario.
Si tratta solo di alcune motivazioni della situazione amministrativa della frazione di Mappano, essendo questa ben conosciuta dalla Regione, che nel 2003 diede incarico all'IRES di effettuare uno studio del territorio dal quale il disagio è emerso in tutte le sue forme.
Nel 1992, a seguito dell'entrata in vigore della legge n. 142/1990 venne bloccata la realizzazione dell'autonomia amministrativa di Mappano e la Regione Piemonte, investita dal problema, tentò di dare soluzione al problema indicendo un referendum consultivo per l'accorpamento di Mappano ad un solo Comune. Ma prevalse la volontà dei mappanesi di attendere la realizzazione di un Comune autonomo.
Nel 1994, per far fronte ai molteplici problemi dovuti alla diversità dei servizi offerti dalle singole Amministrazioni comunali e per dare omogeneità agli interventi a fornire un punto di riferimento ai cittadini fu costituito il Consorzio Intercomunale di Mappano (CIM), del quale facevano parte i Comuni di Caselle torinese (67%), Borgaro torinese (30%) e Leinì (3%).
Recentemente, il Comune di Leinì si è ritirato dal Consorzio, per cui le percentuali sono ripartite tra Caselle torinese per il 70% e Borgaro torinese per il 30%.
Inoltre, negli ultimi anni è stato progressivamente privato dei suoi ruoli gestionali e quindi resta un organo non elettivo, che non rappresenta democraticamente i cittadini di Mappano.
Si ricorda inoltre che con la legge regionale n. 10 del 26 marzo 2009 è stato rimosso ogni ostacolo normativo all'istituzione del Comune di Mappano, avendo ridotto da 10.000 mila a 5.000 il limite di abitanti necessari per istituire un nuovo Comune della regione.
Il progetto di legge n. 187 è stato preceduto da un lungo iter procedurale, in ottemperanza alle previsioni della legge regionale 2 dicembre 1992, n. 51, "Disposizioni in materia di circoscrizioni comunali unione e fusione di Comuni, circoscrizioni provinciali", ed ha avuto il suo momento più importante nello svolgimento del referendum consultivo, in data 11 novembre 2012, e che ha interessato tutti gli abitanti dei Comuni di Borgaro, Caselle, Settimo torinese e Leinì, per un totale di 77 mila 492 abitanti.
Il referendum si è regolarmente svolto, a differenza dei referendum consultivi che avrebbero dovuto svolgersi una prima volta nel novembre del 2009 e una seconda volta nell'aprile 2010, e il cui svolgimento fu impedito, in entrambi i casi, da ordinanze di sospensione del Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte, a seguito dei ricorsi presentati, in un caso dal Comune di Leinì e nell'altro, dal Comune di Settimo Torinese.
Il referendum si è concluso con una prevalenza di voti favorevoli (n.
4.560) rispetto a quelli sfavorevoli (n. 2.781) al quesito riguardante l'istituzione del nuovo Comune di Mappano.
La proposta di istituire un nuovo Comune può apparire a taluni in controtendenza con le attuali scelte normative statali e regionali (da ultimo la legge 28 settembre 2012, n. 11, "Disposizioni organiche in materia di enti locali") di promuovere sempre più l'esercizio in forma associata di funzioni tra Comuni. Tuttavia, come sopra evidenziato, la frazione di Mappano costituisce un'anomalia amministrativa unica in Italia.
Inoltre, la normativa suddetta mira a favorire l'esercizio in forma associata di funzioni tra i Comuni fino a 5.000 abitanti.
Il testo della proposta di legge n. 187, licenziato a maggioranza dalla I Commissione, ha recepito anche alcuni emendamenti presentati in Commissione ancora prima dello svolgimento del referendum consultivo, che sopprimono la previsione di contributi finanziari, inizialmente previsti, a favore dei Comuni interessati, stante la fase di grave difficoltà economiche che attraversa la Regione attualmente.
La proposta di legge n. 187 consta, pertanto, di tre articoli.
L'articolo 1, come anticipato, prevede l'istituzione del Comune di Mappano, nell'ambito della provincia di Torino, mediante distacco di territorio dai Comuni di Caselle Torinese, Borgaro Torinese, Settimo Torinese e Leinì.
L'articolo 2 contiene una serie di disposizioni che disciplinano la fase di transizione verso l'istituzione del Comune di Mappano. In particolare, stabilisce che i rapporti conseguenti alla istituzione del nuovo Comune saranno definiti entro sei mesi dall'istituzione del nuovo Comune dalla Provincia di Torino con deliberazione del Consiglio provinciale, nell'ambito dei criteri generali di cui all'articolo 5 della LR 51/1992. Prevede, inoltre, che fino all'insediamento dei nuovi organi del Comune di Mappano, a seguito delle elezioni amministrative, le funzioni degli organi di governo del Comune siano esercitate dal Commissario nominato ai sensi della vigente legislazione statale.
L'articolo 3 prevede, infine, la dichiarazione d'urgenza della presente legge ai sensi dell'articolo 45 dello Statuto e l'entrata in vigore nel giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.
In conformità a quanto stabilito dall'articolo 3 della LR 51/1992 è altresì allegata una serie di documentazione che, ovviamente, è a disposizione dei colleghi dell'Assemblea.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pedrale.
aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Tranquillizzo l'Aula, perché impiegherò trenta secondi e non di più anche se questa vicenda, a conclusione di un lungo iter, richiederebbe magari, dei discorsi che potessero dare innanzitutto soddisfazione al lavoro di chi ha operato in tal senso, ma anche soddisfazione alla popolazione di Mappano.
Nella relazione introduttiva, il Consigliere Pedrale ha detto tutto quello che nel merito si sarebbe potuto dire. Vorrei solo aggiungere che come in tutte le cose, si può vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
Oggi, dopo il voto di questa legge, siccome per i cittadini di Mappano sicuramente sarà un giorno di festa, vediamolo in modo ottimistico consideriamo cioè il bicchiere mezzo pieno.
A vederlo mezzo pieno, mi piace altresì vedere la volontà trasversale di quest'Aula, che ha consentito di ottenere due risultati: innanzitutto il trionfo della democrazia, che ha permesso di far svolgere liberamente un referendum che era stato bloccato da cavilli giudiziari per lunghi anni.
Con il voto dell'Aula, oggi, l'Assemblea stessa, in modo trasversale, darà l'avvio conclusivo e quindi sancirà il raggiungimento di quel traguardo in termini burocratici più importanti, perché i mappanesi possano avere la loro municipalità.
Con questo, nel ringraziare tutti i colleghi che hanno aderito alla legge da noi proposta, coloro che hanno dato manforte nelle varie Commissioni, e coloro che oggi voteranno il provvedimento, rivolgo un augurio ai cittadini di Mappano, affinché possano godere la soddisfazione di un caso forse unico (non so se al mondo, ma sicuramente nel nostro Paese, in Italia, e forse anche in Europa).
Con la loro caparbietà, la loro serietà e la loro pazienza sono riusciti a portare a casa un risultato degno di nota.
Un augurio a tutti e che Mappano possa essere un polo di eccellenza sotto il profilo amministrativo. Arrivederci a tutti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Franchino; ne ha facoltà.



FRANCHINO Sara

Grazie, Presidente.
Da quello che ho capito, unica e anche inutilmente, se non per la memoria storica, mi accingo ad esprimere le ragioni che mi vedono contraria a questa legge di istituzione del Comune di Mappano. Come ho già sinteticamente spiegato in Commissione, non certo per una mancanza di sensibilità verso le aspettative legittime dei cittadini di Mappano, che insistono su problematiche concrete ed effettive, ma perché ritengo che il periodo storico non ci consenta, oggi, di andare ad istituire un nuovo Ente; un nuovo Ente che, anche se non oggi e anche se non con questa legge comunque sia implica nuove risorse.
Perché un Comune non vive d'aria, ma necessita di risorse umane e di risorse economiche. E laddove un Comune è sprovvisto di risorse, che senso ha, allora, istituirlo? Ho capito e ascoltato le problematiche concrete che tutti i giorni vivono i cittadini di Mappano nell'organizzazione dei servizi, e ritengo che tali problematiche potrebbero essere risolte con strumenti e con strade di altra natura, che vanno verso l'armonizzazione degli atti amministrativi e delle Amministrazioni comunali su cui la fazione di Mappano insiste.
Credo che mentre si chiudono le Province, mentre si parla e si ragiona in termini di accorpamento di Enti attualmente presenti, con una storicità anche più lunga di quella della frazione di Mappano, che andrà a diventare Comune, non si possa oggi andare ad istituire un nuovo Comune.
Allo stesso modo, trovo assolutamente incoerente e non utile pensare di andare ad istituire un ente vuoto, un ente sprovvisto di risorse. Se un ente non ha risorse, come può migliorare e intervenire concretamente e fattivamente per agevolare i cittadini di Mappano? Per tutte queste ragioni, continuo ad essere convinta della posizione che ho già assunto in Commissione e ribadisco che voterò contrariamente all'istituzione del Comune.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Franchino.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Credo che oggi sia una giornata importante: siamo al punto terminale di un procedimento lungo, che ha attraversato ben due legislature e che ha radici ben più antiche.
Si arriva a questo momento grazie alla determinazione del Comitato promotore per il Comune di Mappano e grazie alla determinazione di una comunità che ha saputo organizzarsi, strutturarsi e affrontare le prove referendarie, e che ha chiesto a questa Assemblea di avere la possibilità di essere riconosciuta come "comunità", di avere una propria identità e di avere la possibilità di autonormarsi e di autoregolarsi.
In questa sede, più volte abbiamo esaminato provvedimenti che andavano nella logica di riduzione dei costi della macchina amministrativa e dei costi delle Pubbliche Amministrazioni, e potrebbe facilmente sembrare che oggi facciamo una scelta in contraddizione con quelle che abbiamo fatto in passato. Perché, a fronte della richiesta che i cittadini spesso avanzano nei nostri confronti, di ridurre i costi della macchina amministrativa oggi poniamo in essere una nuova realtà, con l'avvio di un nuovo ente di governo.
In realtà, i due aspetti sono in contraddizione tra loro solo dal punto di vista formale; nella sostanza, si può comprendere che l'odierno tentativo di risposta al desiderio di identità che pone la comunità di Mappano è compatibile anche con un assetto di economie, di austerity e di contenimento dei costi della macchina amministrativa. I cittadini di Mappano lo sanno perché non sono mai state sottaciute le difficoltà della finanza pubblica, quindi le difficoltà che anche la nuova Amministrazione dovrà affrontare; lo sanno i cittadini dei Comuni cedenti il territorio di Mappano, che altresì avranno una difficoltà economica da affrontare.
Comunque, crediamo che queste difficoltà si possano superare in una logica di integrazione dei servizi.
Ai piccoli Comuni di tutto il Piemonte abbiamo chiesto di mantenere la loro identità, ma di contenere le spese amministrative con la gestione dei servizi in comune (c'è un importante provvedimento che questa Assemblea ha licenziato alla fine dello scorso anno). Così penso dovranno orientarsi i Comuni, che piccoli non sono, che, oggi, danno origine a Mappano, insieme al Comune di Mappano. Cioè, devono lavorare insieme, mettere insieme i servizi, affinché, da un lato, si possa riconoscere l'identità di questo territorio e la possibilità di autogovernarsi e, dall'altro, ciò avvenga con un'organizzazione dei servizi che non determini un incremento dei costi, ma un'organizzazione congiunta sul territorio della polizia municipale, degli Uffici tecnici e degli altri Uffici.
Penso si possa creare una situazione di compatibilità tra l'istanza di autonomia e la necessità, innegabile, di funzionare con le poche risorse con cui le Pubbliche Amministrazioni di tutto il territorio nazionale sono oggi costrette ad operare.
Ecco perché il Gruppo del Partito Democratico - lo diranno anche altri colleghi - si esprime convintamente in senso favorevole a questo provvedimento di legge. Ovviamente, ci piacerebbe dare risposte anche più concrete in termini economici. Speriamo ci sia la disponibilità della Giunta regionale e la possibilità, anche pratica, di reperirle nel corso dei prossimi mesi. Non è facile; comunque vada, questo è un passaggio importante.
Alla fine, penso potremo dire che il Consiglio regionale ha dato vita ad un provvedimento che riesce a rispondere alla comunità, senza venire meno alle necessità impellenti, cioè rendere maggiormente efficiente ed efficace l'azione del complesso delle Pubbliche Amministrazioni. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie.
Sarò velocissimo, perché oggi abbiamo già perso troppo tempo. Da molto stiamo discutendo del Comune di Mappano; dopo tante riunioni di Commissione e dibattiti, oggi, si è rischiato di fare saltare tutto. Alla fine, la ragione emerge. Ecco che, finalmente, gli abitanti del Comune di Mappano riescono a realizzare il loro sogno. Oggi è una giornata importante: il loro sogno si è avverato. Grazie al successo del Comitato promotore, che ha lavorato bene e in democrazia, si è ottenuto questo referendum, si è data voce ai cittadini per poter scegliere. Sono convinto che siano consapevoli così come lo siamo tutti noi, che questo non è il momento di creare nuovi Comuni, ma quest'area di 5.000 abitanti ha tutti i diritti di realizzare il proprio Comune.
Come Gruppo dell'UDC, da sempre, abbiamo sostenuto questa tesi. Da sempre, essendo stato Sindaco di un piccolo Comune, sostengo i piccoli Comuni.
Auguro a questi cittadini che il loro Comune cresca e riescano a dare il meglio di loro stessi, nella consapevolezza che c'è sempre meno denaro.
Come ha detto bene il collega Gariglio, si devono unire tutte le risorse e i servizi; ormai, più nessuno può camminare con le proprie gambe, occorre offrire insieme tutti i servizi, dai rifiuti all'acqua, dal gas al servizio di polizia municipale. Sono convinto che tutto questo si concretizzerà con spese molto modeste.
Oggi, anche noi, qui in aula, possiamo brindare e complimentarci con questo Comitato, con il quale si è raggiunto il vertice auspicato. Termino dicendo che, come Gruppo dell'UDC, voteremo a favore. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Negro.
Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Svolgo un breve intervento, perché, considerato che sono le ore 18 potremmo anche cominciare a votare e, chissà, avviarci alla definizione di questo importante progetto per i cittadini di Mappano.
La ragione per la quale, come Partito Democratico, abbiamo condiviso questo percorso - peraltro, non con la condivisione di tutti - e coltivato anche noi questa speranza deriva dalle esperienze che ognuno di noi ha vissuto prima di arrivare in quest'Aula.
Nella mia esperienza da Sindaco, in qualche modo, ho coltivato il senso della comunità all'interno della città della quale sono stato amministratore. È vero, siamo cittadini del mondo, apparteniamo all'Europa e, in generale, all'umanità, ma la comunità che riusciamo a realizzare all'interno del luogo nel quale viviamo è quella che ci permette di vivere meglio, di stabilire rapporti, di avere amicizie e di coltivare insieme anche un progetto amministrativo di scelta rispetto a quello che pensiamo debba essere realizzato per il luogo nel quale viviamo.
Questa è la ragione per la quale, in un momento economico difficile abbiamo deciso di sostenere questa speranza. Finalmente, quegli abitanti possono diventare una vera comunità. Non che non lo fossero, da un punto di vista dei rapporti personali, ma, chiaramente, è difficile perseguire un concetto di collettività quando l'ingresso nel territorio, da un lato, è rappresentato dall'abitato di Caselle e, dall'altro, dall'abitato di Borgaro.
L'augurio che rivolgo agli abitanti di Mappano non è tanto legato alla nuova struttura municipale, quale quella che verrà realizzata, quanto alla comunità che dovranno essere in grado di costruire con disponibilità umanità e umiltà, affinché ci sia spazio e opportunità per tutti.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Finalmente, il Consiglio regionale porta a compimento un atto che, per la verità, quale Consigliera di questo mandato, ho ereditato dal passato mandato legislativo.
Questo provvedimento sembrerebbe in controtendenza rispetto agli accorpamenti e alle unioni dei comuni; in realtà, anch'io, come Consigliera che non ha vissuto le vicende del passato mandato, ho potuto scoprire le peculiarità che determinano l'istituzione di questo nuovo Comune.
In questo senso, anche da parte mia, rivolgo un plauso al Comitato promotore che ci ha creduto e ha continuato a sostenere la causa con grande determinazione e tenacia.
In questo senso, non aggiungo altro. Questo atto, così come concordato con la Giunta, non introduce oneri aggiuntivi - è l'elemento che ha sbloccato la situazione - quindi noi lo sosteniamo e daremo il nostro voto favorevole. Crediamo che, finalmente, si chiuda un capitolo da troppo tempo aperto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Novero, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



NOVERO Gianfranco

Fossi intervenuto mezz'ora fa, ero talmente fuori di me che avrei detto delle cose orribili. Sperando di essere arrivati alla conclusione del provvedimento, voglio solo evidenziare gli aspetti positivi.
Le cose positive sono quelle che ho già detto in Commissione, ma le ribadisco alla collega Franchino. Non si tratta di una frazione di un grande Comune che chiede di staccarsi. La mia zona è piena di questi casi.
Io sono di Devesi e Devesi ha sempre voluto staccarsi da Ciriè, come Monasterolo da Cafasse. Oggi non ci pensa nessuno, ma anni fa forse sì.
In questo caso, si tratta di una realtà dove, per la sua situazione geografica - i Comuni avevano delle tracce che arrivavano dal Medioevo dove quel terreno veniva diviso in quattro parti, dove per certi motivi il territorio era adatto a farlo, si è costruita una città. Quella non è una borgata o una frazione, ma una città nata per motivi geografici. È chiaro che in questo momento siamo in una certa fase, ma dobbiamo rendere giustizia ad abitanti che da anni subiscono ingiustizie.
Teoricamente sarebbe possibile che i quattro Comuni facessero regolamenti uguali, ma non possono fare un regolamento solo per l'area di Mappano e un regolamento diverso per Caselle o Leinì. L'istituzione del Comune è l'unica soluzione.
Finalmente è stato indetto il referendum. Prima del referendum era stato detto che non c'erano le risorse per dare delle compensazioni: si sapeva prima.
Si potrebbe eccepire che solo una piccola parte dei cittadini nei Comuni ha detto sì. Attenzione, mi immedesimo negli abitanti di Caselle. So che i cittadini di Mappano hanno diritto a costituire questo Comune, posso benissimo pensare di non esprimermi, perché decidano loro.
La gente non è così stupida, non possiamo sempre dire che il popolo è sovrano e poi, quando i risultati non ci piacciono, non li rispettiamo.
L'astensionismo che c'è stato nel voto, così forte, è spiegato dal fatto che la stragrande maggioranza di chi non è andato a votare per questo referendum, è stata una cittadinanza pienamente consapevole delle conseguenze del suo non voto e che ha lasciato decidere ai Mappanesi.
I Mappanesi hanno deciso. Per favore, adesso andiamo avanti e costituiamo finalmente questo Comune.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Volevo intervenire in discussione generale per ribadire la posizione del Movimento 5 Stelle.
Com'è noto, abbiamo sempre espresso una posizione favorevole alla costituzione del Comune di Mappano e intendevo anche rispondere al Consigliere Novero, che ha sollevato una serie di punti sia sulla costituzione del Comune, sia sui risultati del referendum.
Come è già stato detto anche dai relatori, il Comune di Mappano che si andrà a costituire è una realtà specifica, a se stante rispetto ad altri Comuni piccoli o molto più piccoli che vogliono un'autonomia per una questione di mera logica di campanile. Mentre qui stiamo parlando di una realtà che va a sfiorare i diecimila abitanti, quindi una realtà molto più grande; tra l'altro, penalizzata nella gestione suddivisa e frazionata su quattro Comuni, che spesso utilizzavano questo territorio di confine anche per propri scopi e finalità, magari per insediamenti che propriamente non portavano benefici alla comunità locale, ma a quella dei rispettivi singoli Comuni.
Oltretutto, vi è una frammentazione di servizi veramente caratteristica: nella frazione di Mappano non c'è una logica nella distribuzione delle linee dei bus, nella distribuzione dei servizi, nella raccolta differenziata, con tutta una serie di problematiche su cui non mi voglio dilungare e di cui si è già parlato moltissimo.
Sull'esito del referendum, mi permetto di dissentire anzitutto da quanto detto dal Consigliere Novero, perché è vero che, tendenzialmente nei referendum vota circa il 50% degli aventi diritto e non di più. Lo abbiamo visto per tematiche molto sentite come l'acqua e il nucleare quando ha votato il 52-53% dei cittadini. Quindi il risultato è già stato buono; ovviamente, noi dobbiamo vedere la percentuale nei residenti del nascente Comune di Mappano. Lì la percentuale è stata altissima. È ovvio che Settimo, in cui la gente non è molto interessata al fatto che si staccasse un pezzo di comune, ma che ha più di 50 mila abitanti, pesava molto sull'esito numerico del referendum.
Sono contento che finalmente un referendum abbia un esito positivo.
Aspetto il voto, ma credo che possiamo sbilanciarci e dire che ha un esito positivo, visto che ad oggi i referendum nazionali sull'acqua pubblica non hanno avuto ancora una piena esecutività.
Il referendum regionale sulla caccia della Regione Piemonte è stato soppresso, nel senso che abbiamo eliminato la legge, quindi non è stato possibile indire referendum regionale sulla caccia. Spero che si possa ritornare al voto su questo referendum, costi o non costi, magari accorpandolo con un'elezione nazionale o europea, così da ridurre i costi che oggi sono un discrimine.
Ad esempio, nella Regione Valle d'Aosta da poco il Consiglio dei Ministri ha impugnato un referendum propositivo della Regione Valle d'Aosta stessa contro un pirogassificatore. Per fortuna, c'è un caso positivo, che potremmo portare ad esempio un po' in tutta Italia, in cui quello che dicono i cittadini viene rispettato, così mi auguro Chiudo facendo riferimento ad un altro referendum consultivo molto importante della Regione Piemonte, riguardante la trivellazione dei pozzi ENI a Carpignano Sesia. Lì la comunità si è espressa quasi totalmente in senso contrario.
Speriamo che la Regione Piemonte possa accogliere anche questo.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 1 bis) Gli emendamenti rubricati n. 1) e n. 2) sono ritirati dai proponenti.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora alla votazione dell'intero provvedimento.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto la Consigliera Franchino; ne ha facoltà.



FRANCHINO Sara

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente per ribadire quanto già detto nel mio precedente intervento e anche per replicare alle posizioni dei colleghi che si sono espressi dopo di me.
Continuo ad essere contraria all'istituzione di un nuovo Comune in questo momento storico. Continuo a ritenere assolutamente incoerente la posizione di chi si dice favorevole alla chiusura delle Province - che sono Enti con una loro storicità e che hanno una presenza territoriale di più lunga data, almeno da un punto di vista amministrativo - e invece viceversa, è favorevole all'istituzione di un nuovo Comune.
Peraltro, sono anche poco convinta che l'elettorato che non ha partecipato al voto l'abbia fatto intenzionalmente per esprimere una propria posizione politica. Sono assolutamente certa del contrario, ossia del fatto che siano molto pochi i cittadini interessati all'istituzione del Comune di Mappano e che chi non ha partecipato al referendum l'abbia fatto per disinteresse.
Per questi motivi ribadisco la mia posizione di contrarietà e il mio voto negativo. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ricordo che il numero legale è sempre 28.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 41 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.



(Applausi provenienti dall'emiciclo riservato al pubblico)



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Silenzio, per cortesia: non sono ammessi applausi.
Capisco la soddisfazione perché è un voto per certi versi storico: per la prima volta nella nostra Regione, infatti, non se ne accorpano di esistenti - cosa che è comunque avvenuta raramente - ma si istituisce un nuovo Comune. Posso quindi immaginare la vostra reazione.
Nonostante l'invito del Vicepresidente Cavallera e gli striscioni esposti, non mi sembra ci siano le condizioni per continuare e penso che si possano chiudere con questo voto i lavori pomeridiani del Consiglio.
Grazie a tutti i colleghi.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.23)



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