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Dettaglio seduta n.323 del 15/01/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1456 presentata dalla Consigliera Pentenero, inerente a "Rischio di chiusura del Consorzio Informatico del Canavese" (CIC s.c.r.l.)


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con la parte dedicata al sindacato ispettivo esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1456, presentata dalla Consigliera Pentenero.
In accordo con la proponente, ne diamo per illustrato il testo.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Giordano.



GIORDANO Massimo, Assessore alla tecnologia delle telecomunicazioni

Grazie, Presidente.
Leggo la relazione che gli Uffici mi hanno predisposto: ho fatto avere alla collega pochi minuti fa la relativa nota, che è a disposizione anche degli altri colleghi non interroganti.
Comincio dal primo punto, relativo ai flussi finanziari. Direi che la situazione del CSI può definirsi nota, in quanto oggetto di discussione più volte, soprattutto in Commissione. Per fornire una sintesi, il ciclo finanziario del CSI ha storicamente avuto, dal punto di vista delle entrate, una certa regolarità su base annuale e non nei singoli trimestri.
Negli anni, diversi andamenti di pagamento da parte dei soci e dei clienti principali si sono in qualche modo reciprocamente compensati, grazie anche all'elevato ammontare dei flussi. Il pagamento dei fornitori seguiva pertanto questo ciclo e aveva storicamente dei momenti favorevoli (inizio e fine anno, quando il debito fornitori scadeva) e sfavorevoli (i trimestri centrali, quando il debito via a via cresceva, per venire poi ripianato nell'ultimo trimestre o nei primi mesi dell'anno successivo). Pur in quest'andamento ciclico, occorre però sottolineare un crescente andamento del debito, ovvero una lenta ma costante dilazione dei tempi di pagamento che, a fine agosto 2012, aveva raggiunto i 150 giorni di ritardo oltre la scadenza del debito.
La crisi finanziaria in cui versa attualmente il CSI dal punto di vista della cassa si è manifestata con una gravità solo a partire dal settembre 2012 e ha bloccato di fatto, a partire da quella data, ogni pagamento non strettamente necessario dei fornitori, portando il ritardo medio a 270 giorni.
Come si può vedere infatti dalla tabella nella pagina seguente, mentre nei primi tre trimestri del 2012 gli incassi, a parità circa di fatturato rispetto al 2011, hanno registrato complessivamente circa sei milioni di euro in meno (corrispondenti all'andamento del fatturato), solo nel quarto trimestre 2012 sono stati incassati circa 32 milioni di euro in meno e questo a fronte di un consistente aumento del fatturato.
Questo ha portato da un lato il debito verso i fornitori alla cifra record di 58 milioni di euro, dall'altro ad un incasso 2012 pari a circa 42 milioni di euro in meno rispetto al 2011.
Rispetto al punto relativo agli incontri e all'attività svolta con gli Enti, do conto anche di questo, come richiesto dalla collega interrogante.
Nella seduta del 7 novembre 2012 il Consiglio di Amministrazione del CSI ha deliberato di richiedere ai tre Enti principali un piano garantito di pagamenti mensili, suddiviso pro-quota in proporzione all'ammontare di quanto dagli stessi dovuto, in grado di coprire il fabbisogno finanziario minimo necessario al funzionamento del Consorzio stimato in circa 15 milioni di euro al mese, in modo da non allargare ulteriormente il debito fornitori.
Si è stabilito, inoltre, di fissare in tempi brevi un incontro dello stesso Consiglio con gli Assessori al bilancio e i Direttori di riferimento di ciascuno dei tre Enti.
Il 22 novembre si è svolto l'incontro richiesto tra il C.d.A. e i Responsabili finanziari della Regione e del Comune, l'Assessore D'Acri ed il Responsabile finanziario della Provincia di Torino. In quella sede è stata formulata da parte del Comune di Torino una disponibilità di pagamento fra novembre e dicembre pari a circa 6 milioni di euro e da parte della Provincia di Torino di circa 1,6 milioni di euro, mentre la Regione Piemonte ha confermato un pagamento già in corso di circa 3,1 milioni di euro, ma di non essere in grado di formulare ulteriori impegni precisi.
Al 31 dicembre si è registrato il rispetto dell'impegno da parte del Comune di Torino, la rimessa di soli 0,9 milioni di euro da parte della Provincia di Torino, mentre la Regione ha impegnato, in aggiunta al pagamento in corso, ulteriori 3,2 milioni di euro per il 2013.
Le disponibilità complessive di rimesse dalla Regione per il 2013 sono attualmente in via di definizione; il Comune di Torino garantisce il pagamento di 2,5 milioni di euro mensili; la Provincia di Torino garantisce il pagamento regolare delle proprie fatture.
Per quanto riguarda il punto relativo al contenimento dei costi l'Assemblea del CSI Piemonte, nella previsione di conto economico formulata il 22 novembre ha previsto la riduzione del costo del personale per 11,5 milioni di euro, la riduzione dell'utilizzo di risorse professionali esterne in ambito produttivo per circa 20,1 milioni di euro, la riduzione di servizi di manutenzione e altri servizi in ambito produttivo per circa 5,3 milioni di euro, la riduzione di prestazioni e servizi diversi in ambito generale e amministrativo per circa 4,7 milioni di euro.
Tra le misure per la riduzione del costo del personale, il CSI ha dato avvio alla prima fase di cassa integrazione ordinaria, che al momento riguarda 98 dipendenti per il periodo dal 7/1/2013 al 1/2/2013.
Segnalo un'iniziativa sulla quale stiamo lavorando, che - come ho già fatto presente alla collega, prima - potrebbe essere la madre delle soluzioni circa la crisi finanziaria e di liquidità. Sul fronte Regione Piemonte si segnala, infatti, la disponibilità della società SACE S.p.A.
controllata al 100% dalla Cassa depositi e prestiti, ad acquisire il credito che il CSI vanta verso la Regione Piemonte. L'ammontare di questa cessione di credito (che potrebbe anche essere in forma "revolving") sarà definita sulla base delle condizioni di rientro che la Regione sarà in grado di garantire. Attualmente è in corso da parte di SACE una fase pre istruttoria per la concessione del finanziamento al CSI.
In data 10 gennaio 2013, il CSI ha inoltrato alla Direzione Risorse Finanziarie della Regione Piemonte una formale istanza di certificazione del credito ai sensi del D.L .185/2008, sulla cui base l'Ente dovrà esprimersi entro 30 giorni. Appena possibile ovviamente dovrà essere attivato un tavolo a tre (Regione, SACE, CSI) per entrare nel merito della questione.
Sul punto tenderei a non espormi perché chi ha fatto amministrazione sa che fino a quando gli accordi non sono chiusi non si possono definire tali.
Ad oggi abbiamo però, da parte di SACE, una buona disponibilità ad andare nella direzione di una chiusura possibile di quest'accordo.
Sul punto relativo alle misure regionali a favore dei creditori del CSI, invece, la Regione Piemonte ha attivato con urgenza due misure peraltro fortemente sollecitate dalle Associazioni di categoria - a favore dei creditori del CSI. La prima è il Fondo di garanzia per le PMI per lo smobilizzo crediti e la seconda è il Fondo temporaneo di garanzia per le Grandi Imprese. Le due misure, entrambe approvate in Giunta il 28 dicembre (DGR 65-5187 e DGR 66-5188) - anche con delle correzioni perché fossero applicabili a questa fattispecie - sono in fase di revisione della convenzione con le banche e saranno operative entro una decina di giorni. È in fase di verifica tecnica la possibilità per CIC - Consorzio Informatico del Canavese di accedere a tali misure, con l'obiettivo di facilitare lo smobilizzo presso il sistema bancario dei crediti commerciali delle PMI piemontesi nei confronti di Enti locali del Piemonte, Aziende Sanitarie ed Enti gestori dei servizi socio-assistenziali piemontesi, Enti strumentali della Regione Piemonte per lo svolgimento di lavori e servizi che registrano il ritardato pagamento.
Su questa misura particolare dello smobilizzo crediti sono ammissibili iniziative di smobilizzo presso il sistema bancario dei crediti commerciali scaduti per un importo minimo pari ad euro 10.000 e massimo pari ad euro 800.000.
Nella speranza di non aver deluso la collega - perché questo è un tema sul quale siamo fortemente impegnati, con le difficoltà che i colleghi conoscono e che si possono immaginare - dico che è evidente che una delle emergenze, oggi, è sicuramente il Consorzio CIC, che non abbiamo intenzione di lasciare andare verso un suo inevitabile destino negativo.
Credo quindi - fatta salva la verifica che ci potrà essere sul fondo smobilizzo crediti, e quindi la possibilità che il CIC acceda a quella via che la madre di tutte le vie, non solo per il CIC ma per i soggetti che hanno fornito prestazioni al CSI, sia l'accordo con SACE, che ci permetterebbe soprattutto di avere un tempo d'azione sulla riforma del CSI ci potrebbe garantire tranquillità e ovviamente la convinzione di non causare un danno agli imprenditori che hanno lavorato seriamente e onestamente nei confronti del CSI e che oggi, purtroppo, non si vedono pagare le rispettive prestazioni.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1453 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Alienazione del patrimonio immobiliare delle Aziende Sanitarie"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1453 presentata dalla Consigliera Artesio, che ha la parola per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Nel corso dei lavori della IV Commissione, la Giunta regionale ha avuto modo di anticipare, sia pure non trasferendola in un atto amministrativo formale, un'intenzione relativa alla gestione del patrimonio immobiliare disponibile ed indisponibile delle Aziende Sanitarie. In modo particolare per quello che riguarda il patrimonio immobiliare indisponibile, si è fatto riferimento alla costituzione di un fondo immobiliare sanitario, mentre per ciò che riguarda la costituzione del patrimonio disponibile ad un fondo immobiliare regionale.
In tale quadro e in quell'occasione, l'Assessore Monferino, che illustrava le prospettive sulle quali evidentemente è sospeso il giudizio politico, in particolare da parte di chi parla, ricordava che però esistono trattative in essere da parte delle singole Aziende preliminari al censimento delle unità immobiliari necessario per la costituzione dei fondi e che sarebbe stato dato mandato di procedere ugualmente ai Direttori generali laddove si concretizzassero condizioni di particolare favore ottenute attraverso relazioni che territorialmente, sulla base della conoscenza delle parti contraenti e delle condizioni generali, possano portare risultati più favorevoli che non una gestione centralizzata.
Questo è il contesto. In tale contesto, noi poniamo una questione puntuale per una Provincia che ebbe modo sia in passato sia ora, per bocca in particolare anche del Consigliere regionale Pedrale, di eccepire su qualunque ipotesi di alienazione del patrimonio immobiliare e sanitario in virtù del fatto che buona parte delle risorse patrimoniali di quell'Azienda furono ottenute grazie a una serie di erogazioni liberali, donazioni e devoluzioni che avevano come obiettivo quello di conservare un bene ed un valore alla stessa provincia per ridestinarlo alle attività sanitarie.
La questione di cui si tratta è un atto del Direttore generale assunto il 31 dicembre dell'anno appena trascorso, con il quale verrebbe approvata una compravendita tra l'Azienda Sanitaria per ciò che concerne i locali dell'ex farmacia e il Comune di Vercelli, compravendita che risulterebbe subordinata ad autorizzazioni aggiuntive da parte della Regione Piemonte ma che sembrerebbe persino anticipare un diritto di prelazione da parte del Ministero per i Beni e per le Attività culturali, essendo lo stabile in questione sottoposto a conservazione e quindi riservando alla stessa Sovrintendenza un diritto di prelazione.
Di questo passaggio sembrano - a chi legge, compresa la sottoscritta problematiche le seguenti questioni: la procedura d'urgenza, la mancanza di una valutazione regionale, l'interesse dell'Azienda Sanitaria nel procedere in questa alienazione. Su questo vorremmo conoscere l'opinione della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Si tratta di un'interrogazione urgente che riguarda la materia del patrimonio delle ASL. C'è una presentazione per quanto riguarda la delibera del Direttore generale n. 590 del 31/12/2012, che approva una bozza di compravendita immobiliare tra l'ASL di Vercelli e il Comune di Vercelli dell'immobile di cui si tratta. Questa delibera non è pervenuta all'Assessorato.
L'ASL di Vercelli ha presentato, in data 8/01/2013, al Settore regionale competente Pianificazione e Assetto Istituzionale del SSR richiesta di autorizzazione all'alienazione dell'immobile di cui in oggetto, con deliberazione del D.G. n. 588 del 31/12/2012.
A questo punto, ci sarà da vedere i numeri a cui fare riferimento e comunque la sostanza credo che possa non cambiare.
La deliberazione di richiesta di autorizzazione di cui trattasi ha per oggetto un bene immobile di proprietà dell'Azienda classificato "indisponibile" e riguarda la cancellazione dal patrimonio indisponibile l'immissione in quello disponibile e la successiva alienazione del bene con riferimento a quanto previsto dalla DGR n. 17-2093 del 24/05/2012.
L'autorizzazione regionale è necessaria ai sensi della normativa vigente D. Lgs. 502/1992 e s.m.i., che così recita: "Gli atti di trasferimento a terzi di diritti reali su immobili sono assoggettati a previa autorizzazione della Regione".
Trattandosi di bene immobile soggetto a vincolo ai sensi del D.Lsg.
42/2004 e s.m.i., necessita inoltre la preventiva autorizzazione all'alienazione da parte della competente Direzione regionale del Ministero per i beni e le attività culturali.
L'iter procedurale per il rilascio dell'autorizzazione regionale è in corso e tende ad accertare la correttezza formale e documentale della pratica e la compatibilità/conformità dell'operazione alla programmazione aziendale e regionale, facendo esclusivo riferimento alla necessità dell'Azienda di alienare tale immobile per reperire fondi da destinare a specifico utilizzo per fini istituzionali (singoli interventi con relativo importo precisando dove vengono eseguiti; singole attrezzature precisando reparto/ufficio/locale in cui necessitano, con relativo importo).
Si precisa, infine, che dalla Relazione di Stima allegata alla deliberazione del DG n. 588 del 31/12/2012 di richiesta di autorizzazione risulta determinato un valore di stima di 215.000 euro e non competendo al Settore regionale entrare nel merito delle contrattazioni con definizione del corrispettivo, delle modalità di alienazione ed individuazione del contraente pubblico o privato, da attuarsi da parte dell'Azienda nel rispetto della normativa vigente e nella specifica autonomia aziendale, il citato importo di 150.000 euro deve essere oggetto di valutazione e di apposito atto deliberativo dell'Azienda, da adottare successivamente all'avvenuta autorizzazione regionale.
Questa, ad oggi, è la risposta. Consegno la copia, dopodiché vedremo gli sviluppi.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1455 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Trasporto pubblico locale - Tratta Asti-Chivasso nessun disagio per gli utenti "


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1455 presentata dal Consigliere Buquicchio, che ha la parola per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Sicuramente questo può sembrare un piccolo problema o comunque un problema che non riguarda chi viaggia in auto blu, grigia o rossa che sia.
Invece riguarda i pendolari della tratta Asti-Chivasso, perché da quando è stata soppressa la linea ferroviaria il servizio è in carico ad un Consorzio composto da diverse aziende (Giachino, Vigo, Gelosobus) e pare che abbiano fatto lievitare i costi dell'abbonamento per le varie tratte a carico dei pendolari di circa il 50%.
Ora c'è una grossa rivoluzione, Presidente, sul territorio, che riguarda anche un altro aspetto. Al di là di quello relativo all'ipotesi paventata di aumento delle tariffe, c'è anche qualcuno - e qui c'è la scarsa informazione da parte della Regione, che dovrebbe in qualche modo intervenire o farsene carico - che rischia di non vedersi riconosciuto l'abbonamento già pagato, di cui avrà da Trenitalia il rimborso, e di dover anticipare l'acquisto dei nuovi abbonamenti con il Consorzio.
Diciamo che sono aspetti che una Regione seria dovrebbe in qualche modo risolvere a tutela dei propri cittadini e degli utenti, già penalizzati dalla soppressione della tratta.
Mi sembra veramente eccessivo e assurdo caricarli anche di questo notevole handicap economico.
Spero che la sua risposta possa tranquillizzarmi e quindi, di riflesso possa tranquillizzare anche coloro che hanno sollecitato questa interrogazione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie.
In relazione ai quesiti posti con la suddetta interrogazione, si comunica quanto segue.
La DGR n. 78-5200 del 28 dicembre 2012, proseguendo un programma di razionalizzazione dei servizi di trasporto pubblico locale, ha stabilito di attribuire alle Province piemontesi i servizi effettuati mediante autobus sostitutivi dei servizi ferroviari, riguardanti dieci linee caratterizzate da basse frequentazioni, inserendoli nell'ambito dei servizi minimi provinciali.
Tra le dieci linee ferroviarie oggetto di riordino è compresa la linea Asti-Chivasso sulla quale, per problematiche legate all'agibilità dell'infrastruttura ferroviaria, i servizi erano già da tempo eserciti con autobus sostitutivi.
La Giunta regionale, con DGR n. 79-5201 del 28 dicembre 2012, ha approvato misure di mitigazione tariffaria rivolte a ridurre il maggior costo di viaggio derivante a buona parte degli utenti delle linee oggetto di riordino.
Dal 1° gennaio 2012, sui servizi automobilistici in oggetto sono ammessi esclusivamente utenti in possesso di titoli di viaggio (per i comuni cittadini i biglietti o gli abbonamenti) a tariffa regionale rilasciati dall'azienda esercente il servizio, validi per le direttrici o parte di esse, oppure titoli di viaggio valevoli nel sistema tariffario integrato in cui i servizi sono eventualmente inseriti. Agli utenti abituali, che si ritiene rappresentati dai titolari di abbonamenti annuali e mensili, che fruiscano dei servizi automobilistici di linea trasferiti all'ambito dei servizi minimi provinciali per completare relazioni di viaggio con origine o destinazione esterna alle tratte in oggetto, è riconosciuto uno sconto complessivo annuo pari alla tariffa di "accesso alla rete" quantificata per abbonamenti annuali in 200 euro. Strumento di attuazione delle misure tariffarie in oggetto sarà una carta distintiva, la carta "AmicoBus".
Con riferimento al caso particolare, i servizi effettuati mediante autobus sostituivi dei servizi ferroviari della linea Asti-Chivasso sono stati attribuiti alla Provincia di Asti che li ha affidati al COAS Consorzio artigiano, costituito dalle aziende - come si diceva prima Giachino, ATAV Vigo e Gelosobus.
La linea fino al limite territoriale, rappresentato dal Comune di Cocconato, ricade nell'ambito del sistema integrato Formula. Come giustamente osservato, gli utenti della stessa, fino al comune di Brozzolo potevano usufruire, muniti di abbonamento formula, indistintamente dei servizi ferroviari di Trenitalia (in tempi più recenti dei servizi sostitutivi effettuati mediante autobus) e dei servizi automobilistici offerti da GTT, su una linea parallela che prosegue oltre Brozzolo fino a raggiungere Casale Monferrato.
In data 20 dicembre 2012, il Consorzio astigiano diramava un avviso alla clientela per cui, a far data dal 2 gennaio 2013, a seguito del passaggio a servizio di trasporto pubblico locale ordinario delle corse sulla autolinea ex suppletiva Trenitalia Asti-Chivasso, affidata dalla Provincia di Asti al COAS, non sarebbero stati accettati a bordo i titolari di viaggio Trenitalia. Il COAS informava inoltre che, non avendo ottenuto risposta alcuna dal comitato Formula circa le spettanze riconosciute a fronte dell'integrazione tariffaria, dalla stessa data non avrebbe più ritenuto validi i titoli di viaggio Formula sulla sola tratta Cocconato Chivasso e ritorno.
In data 10 gennaio 2012, presso gli uffici dell'Assessorato ai Trasporti si è riunito un tavolo operativo, al quale hanno partecipato oltre a rappresentanti dello stesso Assessorato, rappresentanti di Trenitalia, del COAS, dell'ANAV e dei pendolari, oltre ad alcuni Sindaci dei Comuni attraversati dalle linee di trasporto in oggetto.
Nell'occasione, l'Assessorato ha esplicitato l'impossibilità di continuare a riconoscere al COAS, anche solo temporaneamente, il trasferimento aggiuntivo di risorse un tempo riconosciuto a compensazione dei mancati introiti derivanti dall'obbligo di servizio di accettare a bordo l'utenza dotata di abbonamento emesso da Trenitalia, semplicemente per il venir meno del presupposto; ha rivolto alla rappresentanza del COAS l'invito a sospendere ogni iniziativa pregiudizievole del diritto dell'utenza dotata di abbonamento Formula di accedere ai servizi oggetto di riordino; e ha invitato il comitato Formula, data la presenza di rappresentanti di ANAV e Trenitalia, a che lo stesso comitato ricerchi soluzioni per garantire la permanenza in Formula dei servizi in questione eventualmente rivedendo gli accordi sul riparto degli introiti, in modo da riconoscerne al COAS, a fronte dell'integrazione tariffaria sulla linea in questione.
Qualora il comitato Formula o il consorzio COAS non formulassero proposte di soluzione che consentano la permanenza dei servizi in oggetto nell'ambito del sistema integrato Formula e siano accettabili nell'attuale contesto di riorganizzazione dei servizi di trasporto pubblico locale, la Regione avvierà un confronto con gli Enti soggetto di delega territorialmente competenti, per addivenire alla divisione della linea Asti Chivasso in due tronconi, la Asti-Cocconato e la Cocconato-Brozzolo Chivasso, rispettivamente assegnabili alla competenza delle Province di Asti e Torino.
Questa soluzione faciliterebbe il mantenimento della tratta Cocconato Brozzolo-Chivasso in ambito al sistema integrato Formula, senza nessun impatto sull'utenza in termini di offerta di servizio e di costo di viaggio, in quanto la Provincia di Torino ha un contratto di servizio in essere con il consorzio ExtraTO che gestisce, insieme a Trenitalia, la quali totalità dei servizi in area Formula.
Gli utenti del servizio sulla tratta Asti-Cocconato potranno agevolarsi dell'opportunità di uno sconto nell'acquisto dell'abbonamento, per usufruire dei servizi automobilistici di linea, in analogia a quanto previsto dalla DGR n. 79-5201 del 28 dicembre 2012.
Speriamo che tutto quanto detto avvenga.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1458 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Nuovi orari ferroviari tratta Biella-Novara"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 1458 presentata dal Consigliere Ronzani, che ha la parola per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Assessore Maccanti, i nuovi orari ferroviari, entrati in vigore l'8 dicembre, stanno creando una serie di problemi e di disagi un po' ovunque come dimostrano, in particolare, le proteste dei pendolari e delle Amministrazioni comunali, per quanto riguarda, per esempio, la tratta Biella-Novara.
È di questi giorni la notizia - che ha avuto un certo eco sui giornali che, contro la decisione di sopprimere alcune fermate intermedie, si stanno mobilitando gli Amministratori della Provincia di Biella, di Vercelli e di Novara, e gli stessi pendolari, o una parte di essi, stanno raccogliendo, in calce ad una petizione, firme per chiedere a Trenitalia e alla Giunta regionale di riconsiderare il regime di orari.
Qui vorrei, tra le tante, sollevare una questione specifica che si iscrive però in quel contesto, e che riguarda la soppressione della fermata di Vigliano Biellese, sulla tratta Biella-Novara, per intenderci. La soppressione della fermata costringe i pendolari, gli studenti, i lavoratori di quel Comune a recarsi a Biella o a Cossato per prendere il treno, nonostante il Comune di Vigliano abbia una stazione ferroviaria sul suo territorio.
Tuttavia, su questo punto vorrei non aver dato l'impressione che la mia è un'ostilità preconcetta. Credo che l'idea e la proposta di procedere alla soppressione di alcune fermate non sia contestabile in via di principio, ma che tale decisione diventi inspiegabile e addirittura inaccettabile nel momento in cui, come nel caso in specie - parlo appunto della soppressione della fermata di Vigliano - una verifica compiuta in maniera rigorosa e puntuale, treno per treno, dei nuovi orari, naturalmente, ha dimostrato che la riduzione della percorrenza media sull'intera tratta varia tra i quattro e i cinque minuti. Francamente, è un nonsenso se noi confrontiamo disagi determinati e vantaggi ottenuti.
Sia chiaro, Assessore Maccanti, la necessità di ridurre i tempi di percorrenza su quella tratta e su altre è questione annosa, per la verità aperta da tempo, della quale abbiamo discusso più volte in questo Consiglio regionale, ma il punto qual è? Il punto è che il problema si affronta secondo me, non solo e non tanto modificando gli orari, decisione che pu produrre inevitabilmente risultati modesti e parziali, ma realizzando sulla tratta una serie di interventi strutturali per velocizzare, diciamo così la percorrenza media dei treni che operano su quella tratta.
Di interventi strutturali ne abbiamo discusso più volte: vanno dalla modifica delle tendenze delle curve, alla soppressione dei passaggi a livello...



PRESIDENTE

La prego di concludere, collega Ronzani.



RONZANI Wilmer

Sono tutte cose che allo stato degli atti non risultano nei piani della Regione, di RFI e di Trenitalia.
Stando così le cose, allora dico che il nuovo orario provoca disagi e produce vantaggi limitati.
Ho posto questa domanda all'Assessore Bonino, ahimè non molto presente nelle risposte al question time di questo Consiglio regionale, il che quantomeno comporterebbe un minimo di censura per un Assessore così disattento ai problemi del suo Assessorato. Le chiedo se non sia il caso di ripristinare almeno parzialmente alcuni di questi orari e di ripristinare alcune di queste fermate. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ronzani.
La parola all'Assessore Maccanti, per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
L'Assessore Bonino, ancorché assente, ovviamente, mi ha trasmesso tutti elementi utili, mi auguro, per dare giusta soddisfazione alla sua interrogazione.
Intanto, partirei da una questione sulla quale si è proprio soffermato il Consigliere Ronzani nelle sue premesse, e cioè che la volontà e la richiesta di velocizzare i collegamenti ferroviari tra Biella e Santhià e tra Biella e Novara è proprio una richiesta che è arrivata dal territorio.
In particolare, una richiesta che è arrivata in diversi incontri e tavoli di concertazione che si sono svolti lo scorso anno. Cito come esempio il tavolo che si è svolto nel febbraio 2012 presso la sede dell'Assessorato e che riguardava proprio il quadrante di Novara, nel quale è stata espressa appunto questa richiesta e questa volontà, e poi ancora un tavolo locale che è un tavolo permanente sui trasporti biellesi ai quali partecipano rappresentanti della Provincia di Biella, del Comune di Biella, della Camera di Commercio e dell'Associazione Pendolari e Trasporti Biellesi.
A seguito di questi incontri e dell'apertura di questi tavoli, sono arrivati in Assessorato, per il tramite della Prefettura di Biella, la richiesta della ridefinizione dei servizi sulla tratta Biella-Novara con l'eliminazione delle fermate intermedie di Biella Chiavazza e Vigliano Biellese, nonché la velocizzazione di due coppie di treni sulla tratta Santhià-Biella mediante l'eliminazione di altre fermate intermedie.
A seguito di queste richieste, come credo le sia noto, l'Assessorato regionale ai Trasporti ha formalizzato tali modifiche alla società Trenitalia per l'orario adottato a partire dal 9 dicembre 2012.
Inoltre, vengono anche forniti degli esempi. Ne cito qualcuno, ma nel cartaceo, che poi le consegnerò, ce ne sono molti, rispetto alle frequentazioni rilevate nel mese di marzo 2011, quindi un mese tipo oggettivamente, per quel che riguarda la ridottissima movimentazione di passeggeri presso le stazioni di Biella Chiavazza e di Vigliano che lei citava.
Per esempio, il treno 4869 con partenza da Biella alle ore 6.35 arrivato a Novara alle ore 7.29 ha visto zero passeggeri saliti e zero passeggeri discesi sia nella stazione di Biella Chiavazza che in quella di Vigliano. Così come il treno con partenza da Biella alle ore 8.04 e arrivato a Novara alle ore 8.55, così come sul treno in partenza da Biella alle ore 12 con arrivo a Novara alle ore 12.50, zero passeggeri saliti e zero passeggeri discesi. Ovviamente, le consegnerò il cartaceo.
Per quanto riguarda il treno con partenza da Novara alle ore 6.15 e arrivo a Biella alle ore 7.27, a Vigliano è salito un passeggero e ne è disceso uno; a Biella Chiavazza nessuno è salito ed è soltanto disceso un passeggero. Ancora, sul treno n. 4812 in partenza da Novara alle ore 9.25 con arrivo a Biella alle ore 10.27, a Vigliano è salito un passeggero e non ne sono discesi e a Biella Chiavazza non è salito nessuno ed è disceso un passeggero.
Inoltre, si fa presente che i collegamenti trasportistici tra il Comune di Vigliano e Biella, nonché tra Vigliano e Cossato sono garantiti mediante l'effettuazione della linea automobilistica n. 18, Biella-Cossato-Trivero amministrata dalla Provincia di Biella, rispetto alla quale la Provincia stessa sta studiando opportune modifiche d'orario per il miglioramento delle attuali coincidenze treno/bus nei nodi di interscambio di Biella e Cossato.
Altresì, Biella e Chiavazza dispongono di numerosi collegamenti automobilistici previsti dall'effettuazione della linea interurbana n. 8 Biella-Ternengo e della linea urbana n. 1.
Infine, si precisa che i rapporti per gli interventi sull'infrastruttura ferroviaria dipendono da un apposito contratto Stato RFI. L'importo necessario per la velocizzazione degli attuali 90 chilometri orari, che comunque comporterebbe un risparmio di circa tre minuti sui tempi di percorrenza, ammonterebbe a circa 35 milioni di euro, al momento non previsti nel presente contratto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Maccanti.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1459 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Continuità assistenziale per i pazienti dell'Ospedale Valdese di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1459, presentata dalla Consigliera Cerutti, che ha la parola per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Si è molto parlato della chiusura dell'Ospedale Valdese di Torino e degli altri ospedali, e credo se ne continuerà ancora a parlare.
Abbiamo voluto presentare questa interrogazione a risposta immediata in quanto riteniamo che ciò che è venuto a nostra conoscenza sia particolarmente grave.
Nel giugno 2012 una paziente è stata sottoposta a mastectomia totale di un seno con contestuale ricostruzione mediante applicazione di protesi presso l'Ospedale Valdese di Torino.
La succitata paziente, sottopostasi a chemioterapia da agosto a dicembre, avrebbe dovuto continuare un altro tipo di terapia mediante flebo nello stesso Ospedale fino a fine 2013.
Recentemente, questa paziente, a causa di un problema al seno operato che le causa violenti e ininterrotti dolori, è stata visitata dal chirurgo plastico che l'ha operata ed è stata informata sulla necessità di effettuare urgentemente un secondo intervento di assestamento e correzione.
Il chirurgo plastico, però, non ha più a disposizione né sala operatoria né struttura, in quanto la Chirurgia Plastica del Valdese è stata chiusa il 31 dicembre 2012 e non ricollocata.
Stante la situazione, alla paziente si sono prospettate due alternative: cercare un altro chirurgo che operi in una struttura pubblica rifacendo tutta la trafila medica affidandosi a un medico che non conosce.
Chiaramente, questo può essere un problema, ma credo che il problema principale sia quello di mettersi in lista d'attesa per il futuro intervento presso un'altra struttura pubblica, oppure effettuare l'intervento presso una struttura privata.
Queste sono delle considerazioni che ci sono state fatte da una paziente, della quale, per discrezione non riportiamo il nome.
In particolare, crediamo che questo caso possa essere uno di cui siamo venuti a conoscenza, ma ce ne potrebbero essere altri, frutto della riorganizzazione messa in atto dalla Regione Piemonte, per un risparmio così ci è stato giustificato dall'Assessore Monferino - di otto milioni di euro.
Questo risparmio, però, inizia a ricadere sui pazienti, con un costo umano ed economico che noi consideriamo non sostenibile. Pertanto abbiamo deciso, anche con un po' di pudore, di portare il caso di una singola persona, poiché consideriamo importante - su questo - interrogare l'Assessore.
Chiediamo all'Assessore se non consideri necessario rivedere le decisioni prese, per garantire alle pazienti la continuità dell'assistenza medica, bruscamente interrotta con la chiusura dell'Ospedale Valdese.
Ci era stato detto che la continuità sarebbe stata garantita, ma così non sembrerebbe.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccanti per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La Consigliera Cerutti pone una questione sicuramente seria, ma, ad avviso dell'Assessore Monferino e dell'Assessorato alla sanità, la pone in termini non esatti.
Non si tratta - sostiene l'Assessorato - d'interrompere le cure alle pazienti seguite all'Ospedale Valdese. Nessuno ha mai avuto quest'obiettivo.
Si tratta, piuttosto, di fornire il miglior servizio possibile all'interno di una struttura ospedaliera (la Città della Salute e della Scienza di Torino) in grado di offrire elevati livelli assistenziali e ottima qualità delle cure.
La realtà è che ciò che verrà chiuso non sono le attività, ma le strutture edilizie. Parliamo, cioè, di prestazioni e non di muri.
I muri del Valdese non ospiteranno più attività sanitarie, perch queste saranno semplicemente trasferite in un altro ospedale, garantendo ai cittadini tutti i servizi necessari (la famosa breast unit) e recuperando le risorse finanziarie non più destinate a pagare services e affitti di sale operatorie presso case di cura private.
Fin qui il ragionamento generale, che sento profondamente di condividere, in quanto linea portante del Piano Socio Sanitario.
Non c'interessano i muri all'interno dei quali le prestazioni vengano effettuate: c'interessa che le prestazioni vengano effettuate senza aumenti delle liste d'attesa, garantendo (e questa è la parte in cui mi riservo di non leggere, evidentemente) quella continuità assistenziale che, perlomeno nel caso che lei ha citato, in realtà non è stata garantita.
Ritengo che, sul caso specifico e sui casi specifici che saranno segnalati, la Giunta regionale avrà il dovere d'intervenire e soprattutto d'immaginare dei percorsi chiari per i cittadini e i pazienti dell'Ospedale Valdese.
Devo ricordare, però, che all'interno dell'Ospedale Valdese operavano strutture private, services che venivano retribuiti, e che molto spesso ci si appoggiava (non è un mistero) a case di cura private.
Occorre, in ogni caso, che le cure e la continuità assistenziale vengano garantite, pertanto la invito a segnalare il caso specifico (garantendo naturalmente la privacy di chi si è rivolto a lei) agli Uffici dell'Assessorato e all'Assessore Monferino in persona, affinché vengano definiti percorsi chiari, i pazienti dell'Ospedale Valdese sappiano a chi rivolgersi e non debbano trovarsi nella paradossale situazione di doversi reinserire nelle liste d'attesa.
Questa non è l'intenzione della Giunta regionale.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 1460 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Realizzazione della bretella autostradale Stroppiana Broni"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1460, del Consigliere Bono, cui risponderà il Vicepresidente Cavallera.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Tolta l'ultima interrogazione, oggi c'era un fil rouge tra le interrogazioni presentate dai colleghi Buquicchio e Ronzani e la mia! Queste riguardano - purtroppo - la logica che sta seguendo il Governo regionale, ma anche gran parte della politica nazionale italiana (di un colore o dell'altro): si tagliano i servizi pubblici locali, in particolar modo i treni. Si creano, così, disagi a coloro che vorrebbero utilizzare strumenti alternativi ai mezzi su gomma e si continua nell'opera di cementificazione e costruzione di autostrade.
Tra l'altro, strade a pagamento, con pedaggio, quando sappiamo tutti che, oggi, in una situazione di crisi economica, le persone cercano di sfuggire alle bretelle delle autostrade, delle tangenziali a pagamento uscendo prima dai caselli, pur di non pagare il pedaggio.
Sollevo, pertanto, una problematica che è stata trattata sia dalla scorsa Giunta regionale sia da questa: la realizzazione della bretella autostradale Stroppiana-Broni, definita l'autostrada del riso, un ponte verso il rilancio economico del Vercellese e del Pavese.
Io la chiamerei più volentieri "l'autostrada sul riso"! Infatti, com'è emerso con le proteste organizzate negli ultimi mesi (è recente l'ultima Conferenza dei Servizi in Lombardia, spostata da Mortara a Milano per non far arrivare gli agricoltori), la CIA, la Coldiretti e le varie Associazioni di categoria si sono dichiarate contrarie a quest'opera poiché, sia per la strada in sé sia per gli svincoli sia per eventuali altre urbanizzazioni collaterali ad un'autostrada, porterà via centinaia e centinaia di ettari di terreno.
Inoltre, l'autostrada che secondo le dichiarazioni della Provincia di Vercelli e della Regione Piemonte dovrebbe congiungere il Monte Bianco (quindi la Valle d'Aosta e la Svizzera) con l'autostrada del sole (l'A1) come se non ci fosse l'A26, che collega Vercelli a Genova e l'A21, nel tratto tra Alessandria e Piacenza - permettendo di risparmiare forse cinque minuti di tempo, sarà lunga circa 52 chilometri e costerà 932 milioni di euro.
La Regione Piemonte ha dichiarato, con legge, che tutto l'onere organizzativo sarà in capo a "Infrastrutture Lombarde". Si è deciso di fare una convenzione con l'ente promotore dell'autostrada (la SABROM) pertanto il costo non dovrebbe impattare sulle casse della Regione Piemonte né su quelle della Regione Lombardia.
Noi, ovviamente, valutiamo quello che interessa la nostra regione. Io preferisco ragionare in un'ottica di area vasta, considerando tutte le risorse degli italiani, pertanto mi chiedo a cosa possa servire quest'autostrada.
Poiché manca un'analisi costi-benefici, chiedo se la Regione intende presentarla, anche a latere di questa risposta all'interrogazione che come sappiamo - non avrà possibilità di dibattito.
Spero che l'Assessore non rilegga quanto è stato scritto dalla Provincia di Vercelli: la volontà di potenziare le aree produttive del vercellese (l'area di Caresana, l'area di Vercelli sud, l'area ex Montefibre e quant'altro), il polo fieristico di Caresanablot e l'area produttiva COSER a Stroppiana e Pezzana.
A me sembra che senza una seria analisi costi-benefici si vada solo a togliere terreni produttivi - e chiudo, Presidente - ad un'eccellenza della produzione piemontese e lombarda, cioè il riso, per avere dei ritorni da insediamenti produttivi che non sappiamo se ci saranno.
Questo è veramente un azzardo, andando a perdere definitivamente un territorio agricolo.
Chiedo, pertanto, se la Regione ha valutato attentamente l'opportunità di ascoltare il parere dei territori vercellesi e pavesi direttamente interessati ad interrompere la convenzione, alla luce di quanto appena esposto.
Grazie, Presidente.



LEARDI LORENZO



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

La Regione Piemonte, con la Legge finanziaria per l'anno 2007 (LR n. 9 del 23 aprile 2007, articolo 51), ha riconosciuto "al collegamento autostradale interregionale Broni-Stroppiana (A26) importanza strategica per il miglioramento dei collegamenti con la Regione Lombardia e con il sistema autostradale nazionale".
Con la stessa disposizione legislativa la Regione Piemonte ha delegato "alla Regione Lombardia le funzioni di ente concedente per la progettazione, realizzazione e gestione dell'intera opera autostradale Broni-Stroppiana (A26), compreso il tratto autostradale ricadente in territorio piemontese, subordinandone i rapporti alla stipula di apposita convenzione".
La Regione piemonte, sempre ai sensi del citato articolo 51 della Legge finanziaria 2007, ha stabilito di mantenere a sé le competenze territoriali ed ambientali attraverso l'approvazione delle fasi progettuali e la verifica in fase di realizzazione del tratto ricadente in territorio piemontese, stabilendo inoltre che l'approvazione del progetto preliminare costituisce variante ai piani regolatori comuni, nonché vincolo preordinato all'esproprio.
La Regione Piemonte ha successivamente sottoscritto con la Regione Lombardia, in data 23/03/2012, apposita Convenzione per la realizzazione del Raccordo autostradale Interregionale "Mortara-Stroppiana", nella quale vengono definite le rispettive competenze e le modalità di approvazione ed attuazione dell'intervento.
Per quanto concerne l'approvazione del progetto, tale Convenzione prevede che la Regione Lombardia, in qualità di ente concedente, indica le Conferenze dei Servizi per l'approvazione del progetto preliminare e definitivo del collegamento autostradale Mortara-Stroppiana, convocando tutte le Amministrazioni interessate e gli Enti interferiti e curandone la verbalizzazione.
La Direzione Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia ha convocato nel mese di luglio scorso la Conferenza dei Servizi sul Progetto Preliminare, le cui sedute si sono svolte in data 25 settembre e in data 18 dicembre 2012.
La Regione Piemonte, al fine di poter pervenire ad un parere unico regionale sull'intervento, ha attivato un proprio endoprocedimento coinvolgendo non soltanto gli uffici regionali, ma anche l'ARPA, la Provincia di Novara ed i Comuni territorialmente interessati al tracciato nella sua tratta piemontese. Le riunioni di tale Conferenza dei servizi interna si sono svolti in data 10 settembre e 11 dicembre 2012.
Sia nel corso delle citate sedute di conferenza, come endoprocedimento piemontese e nelle sedute di conferenza presiedute dalla Regione Lombardia sia mediante i pareri trasmessi, gli enti piemontesi territorialmente competenti si sono espressi favorevolmente al tracciato autostradale evidenziando altresì come l'autostrada in oggetto possa costituire un volano per la ripresa dell'economia del territorio.
Non solo come Amministratore regionale, ma come abitante del Piemonte orientale, credo che questo sia un'affermazione fatta dai tecnici, ma da condividere anche in sede politica, perché vi è proprio un'esigenza tra la Torino-Milano e la Torino-Piacenza o la Genova-Milano, dove c'è un vuoto che rischia di penalizzare aree come il Vercellese, il Casalese e il Novarese.
Quindi, è giusto che vengano realizzati anche dei collegamenti diretti che evitino ai trasporti merci o persone di andare a fare dei percorsi più tortuosi, allungando anche i percorsi stessi.
Inoltre, conoscendo la normativa regionale e nazionale in materia di tutela dell'ambiente e tutela della salute, e conoscendo anche la serietà degli uffici regionali e degli organi tecnici preposti, credo che senz'altro le compatibilità verranno tutte perseguite.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1454 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Chiusura dell'Ospedale di Caraglio" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione a risposta immediata n. 1454 presentata dal Consigliere Ponso.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Volevo chiedere alla cortesia del collega Ponso di differire la risposta alla prossima settimana, perché ancorché noi qui facciamo da portavoce anche di altri colleghi, però di solito il sottoscritto o la collega Maccanti o chi altro ci si confronta con il collega di riferimento per avere una piena contezza della risposta che si va a dare.
In questo caso non ci siamo riusciti, per cui chiederei gentilmente di differire la risposta, ma ci impegniamo - l'Assessore interessato o il sottoscritto o l'Assessore Maccanti - a rispondere nella prossima seduta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ricordo al collega Ponso che, qualora addivenisse alla richiesta del Vicepresidente Cavallera, comunque vada dovrebbe ripresentare l'interrogazione.
La parola al Consigliere Segretario Ponso, che interviene in qualità di Consigliere.



PONSO Tullio

Vicepresidente, prendo atto dell'ennesima assenza dell'Assessore Monferino - questo mi dispiace molto - e dell'incapacità della Giunta di supplirlo, e quindi di darmi una risposta.
Sicuramente ripresenterò l'interrogazione nel prossimo question time.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione a risposta immediata n. 1457 presentata dal Consigliere Reschigna, inerente a "Ente Sacri Monti"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1457 presentata dal Consigliere Ponso.
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Assessore Casoni, ricapitolo molto velocemente i termini del problema.
Il 22 marzo 2011 la Direzione Ambiente e Parchi della Regione Piemonte nella persona dell'ingegner De Giorgio, al termine di una verifica amministrativa disposta nei confronti dell'Ente di gestione del Parco Naturale delle Lame del Sesia per i lavori di realizzazione del Museo scientifico ed Ecomuseo delle Terre d'Acqua, stende una relazione nella quale vengono messi pesantemente - e sottolineo pesantemente - in evidenza una serie di gravi fatti che vedono anche protagonista l'allora responsabile unico del procedimento per la realizzazione dei suddetti lavori.
Gravi fatti al punto che la Direzione Ambiente svolge puntualmente e mette in evidenza almeno cinque questioni di non poco conto, che riassumo velocemente.
La prima: impropria normativa, applicazione della normativa di affidamento dei servizi tecnici sia prima che dopo l'appalto dei lavori con particolare riferimento all'affidamento fiduciario e frazionato di incarichi professionali in assenza di procedure di evidenza pubblica e in assenza di verifiche di compatibilità individuale.
La seconda: affidamento di lavori pubblici senza l'accertamento della prescritta copertura finanziaria risultata notevolmente inferiore a quella necessaria.
La terza: impropria ed inadeguata, se non insufficiente, attività di verifica e validazione progettuale riscontrabile nella carenza del documento dei preliminari di progettazione e dei prescritti elaborati idrogeologici.
La quarta: disposizioni all'appaltatore apparentemente non ricompresse negli obblighi contrattuali del medesimo e, a consuntivo, potenzialmente onerose per la stazione appaltante.
La quinta: sospensione totale dei lavori le cui motivazioni sembrano prescindere da un approfondimento delle relative cause; sospensione dei lavori ancora in essere il 16 marzo 2011 al momento della redazione della relazione predisposta a seguito della verifica.
Questi sono i cinque punti che la Direzione Ambiente mette in evidenza a seguito di questa ispezione. E li ritiene talmente gravi che trasmette tutta la relazione alla Corte dei Conti regionale.
Per rispetto nei confronti di questa situazione non citerò il nome del responsabile del procedimento amministrativo dell'allora Parco Naturale delle Lame del Sesia, ma certamente questi sei punti sono rilievi pesanti e sino a quando non saranno risolti, dovrebbero meritare molta attenzione da parte della Pubblica Amministrazione e dell'Amministrazione regionale.
Perché presentiamo oggi un'interrogazione su tale questione? Perché voi penserete - cari colleghi ed egregio Assessore Casoni - che questo responsabile unico del procedimento nel frattempo svolga la propria funzione, in attesa che vengano espletate le valutazioni rispetto a tutto ciò. No.
Viene inserito dalla Giunta regionale nell'elenco degli idonei alla carica di Direttore dei Parchi Naturali - quindi una promozione - e diventa Direttore dei Sacri Monti, ovvero dell'organismo più importante, per essere chiari, di tutti i Sacri Monti, che è patrimonio mondiale dell'UNESCO.
Assessore Casoni, cosa c'è sotto? Inoltre - ma sarà oggetto di altra valutazione - la persona che svolgeva quella funzione, in possesso di tutti i requisiti e i titoli di studio, viene messa fuori organico.
Noi vogliamo sapere non solo perché la Giunta regionale ha inserito nell'elenco degli idonei questa persona, ma, a questo punto, vogliamo sapere che cosa intende fare la Giunta regionale per ripristinare una condizione di legittimità e di legalità all'interno non dell'organismo qualunque, ma dei Sacri Monti piemontesi, patrimonio dell'umanità.
Assessore Casoni - chiedo scusa se l'ho interrotta - le assicuro che su quanto sta avvenendo all'interno dei Sacri Monti, dove ci sembra che una serie di delibere siano, dagli stessi uffici regionali, gentilmente contestate e oggetto di richiesta di autotutela con la revoca da parte dell'organo, questo Gruppo continuerà a svolgere la propria funzione con la massima attenzione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William, Assessore ai parchi e aree protette

Grazie, Presidente.
In relazione all'interrogazione a firma del Consigliere Aldo Reschigna indicata in oggetto, tengo a precisare qual è la normativa di riferimento e le indicazioni previste dalle leggi n. 19 e 20 in riferimento alle procedure. In ogni caso, noi non siamo gli organi deputati a decidere chi abbia o meno i titoli a partecipare ad un incarico.
La Regione Piemonte, in virtù dei propri poteri di indirizzo previsti dall'articolo 29 della legge regionale n. 19/2009 (approvata dalla Giunta Bresso), al fine di assicurare uniformità di scelte all'interno del sistema delle aree protette piemontesi e consentire, così, agli Enti di gestione un rapido avvio del nuovo assetto amministrativo previsto dalla legge citata ha peraltro proceduto a coordinare la riorganizzazione del sistema adottando, con la DGR n. 14-3615 del 28 marzo 2012, un atto di indirizzo rivolto agli Enti medesimi, allo scopo di definire procedure, modalità e criteri per il conferimento degli incarichi direttoriali.
Sempre allo scopo di supportare e coordinare gli Enti di gestione, la Regione ha ritenuto utile espletare, a livello regionale, una procedura pubblica finalizzata a mettere a disposizione un elenco di soggetti aventi titolo all'incarico.
Con determina dirigenziale del 9 maggio 2012 n. 475 è stato quindi approvato l'elenco regionale dei soggetti idonei a disporre e a ricoprire l'incarico di Direttore presso gli Enti di gestione delle Aree protette.
L'istruttoria sulle domande pervenute, condotta dal Settore competente come espressamente indicato dalla delibera che ho citato prima, ha inteso verificare la rispondenza delle domande ai soli requisiti di legge e dell'avviso ai fini della successiva formazione dell'elenco (come quando si precede, per esempio, all'elenco dei potenziali Direttori delle ASL: si forma un elenco e poi c'è una ammissione o una non ammissione, in base ai criteri presentati).
L'elenco dei soggetti idonei e disponibili, tra cui figurava anche la persona in oggetto, è stato quindi comunicato ai Presidenti degli Enti in data 30 maggio 2012, in sede di Conferenza dei Presidenti, e successivamente trasmesso agli Enti, che, in piena autonomia, hanno proceduto a conferire gli incarichi ai sensi dell'articolo 15, comma 10 lettera l) della legge regionale 19/2009.
Dalle argomentazioni addotte finora, pare evidente che l'Amministrazione regionale si è limitata, peraltro ai sensi di quanto disposto dall'articolo 29 della legge regionale 19/2009, a coadiuvare gli Enti fornendo loro un elenco di soggetti idonei e disponibili all'incarico oltre che dei criteri volti a supportarli nella scelta.
Al contrario di quanto affermato, infatti, l'Amministrazione regionale a seguito delle modifiche apportate dalla predetta legge regionale 19/2009 al previgente quadro normativo, non ha più alcun "potere di controllo" sugli atti degli Enti in argomento, bensì un potere di verifica "strategica", in quanto riferita agli atti tassativamente indicati all'articolo 29 del Testo Unico.
Essa pertanto - cioè la Regione, gli uffici regionali - non avrebbe potuto interferire né sostituirsi inopportunamente (anche illegalmente) ad essi nel conferimento degli incarichi, posto che gli unici soggetti titolati a procedere alle nomine in questione, come già evidenziato, sono i Consigli degli Enti, a cui infatti sono stati trasmessi l'elenco ed i curricula dei candidati per le valutazioni di merito di loro competenza.
Questo è il quadro nel quale si è agito. Siccome se intervengo in una nomina che non è di mia spettanza sono accusato di abuso d'ufficio trasmetto gli elenchi (anche quello dei Sacri Monti era un elenco di più soggetti). Saranno poi i Sindaci e gli Amministratori degli Enti delegati dalla legge regionale a dover scegliere il Presidente, nel ratificare semplicemente quelle che erano le scelte degli Amministratori.
Questo per rispondere, come credo, alla questione finale che esulava dall'interrogazione, quindi dalle procedure, che ritengo siano state corrette e trasparenti, per cui sono disponibile a qualunque verifica (anche con gli atti e i verbali redatti nel corso delle conferenze e quant'altro).
Invece, sul merito di atti che si siano dimostrati non conformi alla legge, svolgeremo ulteriori approfondimenti. In più di un'occasione, la Regione ha già espresso pareri, anche all'Ente dei Sacri Monti, quando riteneva che non fossero stati adottati provvedimenti conformi all'adeguamento di principi. Questo rimane nel nostro potere - come denominato - di controllo. Noi continueremo a fare questo, anzi, se ci sono segnalazioni in questa direzione, i miei Uffici non si esimeranno da ulteriori atti di controllo.
Noi dobbiamo comunque attenerci alla legge n. 19 sulla nomina dei direttori. Casomai, dagli Uffici regionali non avrebbe dovuto essere ammesso qualcuno nell'elenco dei possibili candidati, ma quella è una procedura che non ci compete. Questa è stata adottata dal settore che doveva verificare i requisiti di legge richiesti per quel tipo di titolo in assenza, probabilmente, di altre situazioni. Poi, da parte nostra prendiamo l'elenco e lo trasmettiamo all'ente di gestione, che, sentiti gli enti locali, procede, senza alcuna nostra interferenza, a scegliere il direttore.
RESCHIGNA Aldo (fuori microfono) Assessore, non l'ho fatto io l'esposto alla Corte dei Conti!



PRESIDENTE

Collega, per cortesia!



(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

Collega, per cortesia! Non posso nemmeno sospendere perché siamo alla fine, per carità!



(Commenti del Consigliere Reschigna)



PRESIDENTE

Collega Reschigna, ha tutte le possibilità per sollevare nel modo e nei termini che riterrà.
Vi ringrazio della collaborazione.
RESCHIGNA Aldo (fuori microfono) Lì c'è il ricatto dei Sacri Monti!



PRESIDENTE

Le cose sacre non ricattano, lasciamo perdere.
RESCHIGNA Aldo (fuori microfono) Non sono le cose sacre, sono i profani!



PRESIDENTE

Collega, per cortesia! Con questa risposta, che mi sembra insoddisfacente per l'interrogante dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.43 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.43)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cattaneo, Cota, Giordano, Motta Massimiliano e Pedrale.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 182 "Consorzio per il sistema informativo (CSI Piemonte) - Consiglio di Amministrazione - nomina di 2 membri di cui uno anche in rappresentanza degli enti di cui all'art. 2, comma 1, lettera c) dello Statuto".
Proclamo nominato, quale membro del Consiglio di Amministrazione del Consorzio per il Sistema Informativo (CSI-PIEMONTE) il signor Davide Eugenio Zappalà.
La votazione per la nomina di un membro in rappresentanza degli enti consorziati di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c) dello Statuto del CSI ha avuto esito non valido.
Proposta di deliberazione n. 207 "Fondazione L. Firpo - Centro Studi sul Pensiero Politico - Consiglio di Amministrazione - designazione di 1 membro".
Proclamo designato il signor Davide Gonella.
Proposta di deliberazione n. 206 "Fondazione L. Firpo - Centro Studi sul Pensiero Politico - Collegio dei revisori dei conti - designazione di 1 membro".
Proclamo designata la signora Liliana Scialappa.
Proposta di deliberazione n. 205 "Fondazione Torino Wireless - Consiglio di Amministrazione - nomina di 1 membro".
Proclamo nominato il signor Maurizio Nepote.
Proposta di deliberazione n. 209 "Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra Uomo e Donna - (articolo 3, legge regionale 46/1986 e s.m.i.) - nomina di 1 membro in sostituzione della signora Incerto Valentina (dimissionaria)".
La votazione per la nomina di un componente in sostituzione alla Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra uomo e donna ha avuto esito non valido.
Proposta di deliberazione n. 208 "Consiglio regionale di sanità e assistenza - Coresa - nomina di 2 esperti in sostituzione dei signori Pier Bartolo Piovano e Cesare Pierbattisti (dimissionari)".
Proclamo nominati il signor Diego Moniaci e il signor Gaetano Ragonesi.
Proposta di deliberazione n. 234 "Ente per il diritto allo studio universitario - Consiglio di Amministrazione - designazione di 1 rappresentante in sostituzione del signor Silvio Magliano".
Proclamo designato il signor Aldo Olivero.
Proposta di deliberazione n. 236 "Museo regionale dell'emigrazione dei piemontesi nel mondo - Comitato di gestione - designazione di 1 rappresentante in sostituzione del signor Gianpaolo Cleri (dimissionario)".
Proclamo designato il signor Paolo Caccamo.
Proposta di deliberazione n. 242 "ASFI-Azienda speciale della Camera di Commercio di Alessandria per la formazione alle imprese - Collegio dei revisori dei conti - nomina di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente".
Proclamo nominati la signora Anna Montiglio, quale membro effettivo, e il signor Giampiero Collidà, quale membro supplente.
Proposta di deliberazione n. 247 "Unioncamere Piemonte - Collegio dei revisori dei conti - designazione di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente".
Proclamo designati il signor Andrea Girardi, quale membro effettivo, e il signor Davide Nicco, quale membro supplente.
Proposta di deliberazione n. 248 "Asperia - Azienda speciale della Camera di Commercio di Alessandria per la promozione economica - Collegio dei revisori dei conti - nomina di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente".
Proclamo nominati il signor Paolo Corano, quale membro supplente, e il signor Paolo Davio, quale membro effettivo.
Proposta di deliberazione n. 247 "Centro studi e ricerche storiche sull'architettura militare del Piemonte con sede nel Forte di Exilles nomina del Presidente - esperto riconosciuto della disciplina".
Proclamo nominato il signor Gianni Bergadano.
Proposta di deliberazione n. 238 "Centro studi ricerche storiche sull'architettura militare del Piemonte con sede nel Forte di Exilles Consiglio di Amministrazione - designazione di 4 membri di cui 1 di minoranza".
Proclamo designati il signor Corrado Goldin, la signora Michela Leageard e il signor Pino Fabrizio, quali membri di maggioranza, e la signora Rosella Seren Rosso, quale membro di minoranza.
Proposta di deliberazione n. 246 "Agenzia Regionale Piemontese per le Erogazioni in Agricoltura - ARPEA-Collegio dei revisori dei conti - nomina di 3 membri effettivi, di cui 1 con funzioni di Presidente e 1 membro supplente".
Proclamo designati il signor Domenico Carello e il signor Andrea Girardi quali membri effettivi; la signora Marina Fornero, con funzioni di Presidente; il signor Bruno Maurizio, quale membro supplente.
Proposta di deliberazione n. 245 "Consiglio regionale di sanità e assistenza - Coresa - nomina di 1 esperto in sostituzione del signor Luca Lisco".
Proclamo nominato il signor Antonello Grolla.
Proposta di deliberazione n. 235 "Fondazione del Teatro Stabile di Torino Collegio dei revisori dei conti - designazione di 1 membro effettivo in sostituzione del signor Guido Girardi".
Proclamo designato il signor Roberto Dosio.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame del disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana del 15 gennaio 2013 è stato votato l'articolo 24.
Sono stati illustrati tutti gli emendamenti dell'articolo 25, dal n.
630) al n. 298).
È stato approvato, come da elenco, l'emendamento rubricato n. 630).
È stato posto in votazione l'emendamento rubricato n. 446). Poiché la votazione è risultata non valida per mancanza del numero legale riprendiamo con la votazione di tale emendamento, di cui dispongo la ripetizione.
Il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 446).
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.52 riprende alle ore 16.23)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 446).
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.25 riprende alle ore 16.56)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ricordo che il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 446).
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
Prima di chiudere i lavori del Consiglio, ricordo che domani mattina la I Commissione, convocata per le ore 9.30, è stata sconvocata.
Alle 13.30 è convocata la Conferenza dei Capigruppo e alle 15.30 è convocata la I Commissione, alla quale dovrebbe partecipare il Presidente della Giunta regionale, Roberto Cota.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16.59)



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