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Dettaglio seduta n.320 del 08/01/13 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(I lavori iniziano alle ore 14.33 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1443 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Criteri di scelta dei dipendenti del CSI Piemonte in cassa integrazione"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1433, presentata dalla Consigliera Cerutti, che ha la parola per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato quest'interrogazione urgente in quanto stiamo seguendo la vicenda del CSI Piemonte e, seppur riconoscendo le prerogative di un'azienda nel decidere le proprie politiche aziendali, crediamo - in virtù del fatto che la Regione continua ad essere uno dei soggetti maggioritari del consorzio e quindi ha ancora voce in capitolo, fino a prova contraria - che una questione di cui abbiamo discusso anche in Commissione valga la pena di essere approfondita.
Il 29 dicembre 2012 sono arrivate ai dipendenti del CSI Piemonte le notifiche che sarebbero stati messi in cassa integrazione a partire dal 7 gennaio 2013 (ieri). Tralascio quello che è stato un fatto che ha visto rispetto ai rapporti umani, una non particolare attenzione, in quanto le persone hanno ricevuto questa notifica il giorno dopo rispetto a quello che poteva essere il giorno lavorativo (sabato), in modo molto asettico e credo che questo sia un aspetto di per sé da poter rivedere.
La scelta di mettere in cassa integrazione dei dipendenti dovrebbe discendere da un piano di riorganizzazione, al momento noi ci permettiamo di dire assolutamente non chiaro, collegato ad un piano industriale anch'esso - ripetiamo - non discusso e contestato dagli stessi tecnici nominati dal Consiglio di Amministrazione del Consorzio.
Sembrerebbero essere scelte in capo solo al Direttore generale, che non so se in questo momento sia il solo uomo al comando o abbia legittimazione quindi su questo è interessante sentire il parere dell'Assessore. Ribadiamo che, rispetto ai 200 lavoratori dichiarati inizialmente per la durata di tre mesi, al momento sarebbero soltanto un centinaio i dipendenti messi in cassa integrazione per un solo mese. In questo senso, non sappiamo se si procederà a cassa integrazione a rotazione.
Noi avevamo rilevato che inizialmente l'azienda aveva comunicato che venivano scelti coloro che lavorano ad attività ridimensionate per la contrazione del budget e invece risulterebbero essere stati colpiti dipendenti part time, appartenenti alle categorie protette, nonché in prevalenza donne, mi permetto di sottolinearlo, senza attenzione ai nuclei familiari monoreddito.
Queste considerazioni le porto in quanto credo che, se l'azienda continua a rimanere nell'ambito pubblico, questi criteri debbano essere comunque oggetto di discussione, ripeto nelle legittime scelte da parte dell'azienda.
In sostanza, abbiamo presentato questa interrogazione per comprendere meglio quali siano i criteri di selezione e soprattutto come si intenda procedere nei prossimi mesi sia dal punto di vista numerico che da quello delle persone che verranno eventualmente interessate dalla cassa integrazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Giordano per la risposta.



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico

Grazie, Presidente.
Provvedo a leggere la nota che gli uffici hanno predisposto e che ho già fatto pervenire alla collega con un minimo di anticipo.
Direi prima i fatti e poi i giudizi, anche alla luce di alcune considerazioni che la collega ha fatto "fuor da interrogazione".
I provvedimenti di sospensione dall'attività nell'ambito della Procedura di cassa integrazione ordinaria attivata dal 7 gennaio 2013 al 1 febbraio 2013, sono 98.
I criteri utilizzati per l'individuazione dei nominativi delle risorse impegnate in attività produttive (impiegate cioè nei progetti di sviluppo software e nell'erogazione di servizi) poste in cassa integrazione per il mese di gennaio sono stati tre: appartenenza a gruppi di lavoro impattati dalla riduzione del perimetro economico assegnato al CSI (a fronte del budget 2013 approvato nell'Assemblea dei soci del 21 dicembre 2012) ridotta polifunzionalità: disponibilità di competenze che le rendono impiegabili su uno spettro limitato di attività (a fronte della scheda gestionale della risorsa in uso dall'Ufficio Gestione e Sviluppo del Personale e dei dati presenti nei vari database contenenti i dati storici delle risorse) minore esperienza rispetto ai colleghi appartenenti all'Unità Organizzativa di appartenenza relativamente alle attività precedentemente assegnate (a fronte della scheda gestionale della risorsa in uso al personale e dello storico degli organigrammi, con particolare riguardo all'elevata rotazione tra funzioni diverse).
Per quanto riguarda le risorse appartenenti ad aree di staff o di supporto, il numero dei provvedimenti è stato quantificato attraverso la riduzione percentuale del volume di attività previsto per il 2013 rispetto al 2012.
Sono stati quindi applicati i criteri individuali precedentemente descritti: ridotta polifunzionalità e minore esperienza rispetto ai colleghi.
I provvedimenti prevedono la sospensione totale dell'attività per il periodo (cassa integrazione a zero ore), ma è stato deciso di renderli efficaci per periodi di quattro-cinque settimane per volta.
Entro la scadenza del primo periodo di quattro settimane verranno valutate opportunità di sostituzione dei nominativi, ove questa forma di rotazione non incida sulla produttività del Consorzio.
Verranno altresì valutate ulteriori possibilità di sostituzione di personale esterno con personale dipendente, anche attraverso piani specifici di formazione.
Per quanto riguarda i provvedimenti nei confronti di dipendenti in regime di part time o di appartenenti alle categorie protette, si sottolinea che la cassa integrazione ordinaria costituisce un sostegno al reddito per i dipendenti di aziende che si trovano a fronteggiare cali temporanei della produzione; le aziende, attraverso questo sostegno possono riconfigurare i propri costi per gestire situazioni contingenti e rilanciare la propria azione sul mercato.
In quest'ottica, tutti i dipendenti possono esserne coinvolti, anche se appartenenti a categorie specifiche.
Per quanto attiene ai nuclei familiari monoreddito o altre condizioni di disagio particolare indotte dalle minori entrate derivanti dai provvedimenti di cassa integrazione, l'Azienda intende aprire un tavolo di confronto con le RSU aziendali per definire criteri oggettivi e trasparenti con i quali determinare, compatibilmente con le esigenze organizzative dell'azienda, percorsi di riassorbimento in organico preferenziali ove esistano condizioni di particolare sofferenza.
Detto questo, che rimarrà agli atti per tutti i colleghi che lo vorranno avere, su tre punti ho annotato qualcosa da aggiungere, alla luce delle considerazioni che la collega ha fatto, poiché sul tema è sempre presente.
Una osservazione preliminare, ma che la collega legga con rispetto nei suoi confronti e del suo ruolo, perché non spetta sicuramente al sottoscritto poter dire a un Consigliere regionale, per di più collega cosa può fare e dove deve farlo, quindi depuriamo di questo, perché non mi permetto di dire cosa fare alla collega, ma queste informazioni si possono ricavare anche chiedendole direttamente al soggetto interessato (in questo caso il CSI).
Detto questo, ma lo solo per inciso, in primo luogo non è vero che la terna dei saggi ha contestato il piano di attività o il piano industriale.
La terna dei saggi ha fatto delle osservazioni, mettendo magari in maggior evidenza alcuni aspetti rispetto a quanto descritto e disegnato come scenario da parte del Consiglio di Amministrazione. Non ho ritrovato nessuna contraddizione. Peraltro, lo strumento dei tre saggi è stato scelto sulla base delle sollecitazioni che il Consiglio ha fatto al sottoscritto allo scopo, in momento così importante e delicato di fase straordinaria, di sostenere (tra l'altro, sono persone di grande esperienza e capacità) il Consiglio d'Amministrazione e il Direttore nel disegnare il piano industriale e il piano di attività in un momento così difficile.
Tutto questo aveva portato a dire che il Direttore era stato commissariato. Adesso sento dire che è l'uomo solo al comando. Sono disarmato nei confronti di queste osservazioni perché, se devo rispondere a critiche che vanno diametralmente opposto, la risposta è sempre la stessa: il Direttore fa il Direttore, risponde a un Consiglio di Amministrazione il Consiglio di Amministrazione, che dà le linee al Direttore, ascolta ed è tenuto ad ascoltare anche i suggerimenti degli advisor (la funzione dei saggi è quella di advisor). Noi modestamente portiamo in Assemblea il nostro piccolo contributo come rappresentanti dell'Ente più importante, i rappresentanti degli altri Enti portano il loro modesto contributo e tutti insieme si cerca di definire un percorso, come si è fatto.
Questo meccanismo che, ovviamente, ho semplificato e banalizzato, è alla luce delle regole che lo Statuto definisce, ma mi serviva per dare una risposta politica e non tecnica alla collega.
C'è un punto da lei indicato, Consigliera Cerutti, che ho annotato e sul quale darò un'occhiata. Si tratta del fatto che i lavoratori l'abbiano appreso da una fredda raccomandata un giorno dopo l'altro. Se è così certamente credo che non sia opportuno procedere in questa maniera, per cui verificherò e stimolerò il Consorzio, nel caso in cui debba comunicare che il lavoro non c'è più, a farlo attraverso altri percorsi. Il fatto di descrivere ciò su cui stiamo lavorando, con i relativi aggiornamenti potrebbe rendere meno triste la comunicazione: chi oggi attraversa un brutto momento, se sapesse che da domani quel brutto momento potrebbe finire, certamente lo vivrebbe in modo diverso. Ringrazio, comunque, la collega per la sua sollecitazione.



PRESIDENTE


Argomento: Spesa socio - assistenziale

Interrogazione a risposta immediata n. 1445 presentata dal Consigliere Negro, inerente a "Pagamenti a strutture socio-assistenziali"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1445, presentata dal Consigliere Negro, che la illustra.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
In questi ultimi mesi ho ricevuto numerose lamentele circa il ritardo dei fondi dovuti all'esercizio di strutture sanitarie e socio-sanitarie.
Questi mancati trasferimenti da parte della Regione provocano disagi molto gravi, quasi al limite della paralisi di numerose strutture.
Molte case di riposo convenzionate non ricevono più il giusto trasferimento a causa dei famosi tagli, con il rischio che si paralizzino anche le attività, visto che i dipendenti perché non si riesce più a pagare loro lo stipendio.
Attendo una risposta, per tranquillizzare tali strutture. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Monferino.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
In realtà, la situazione la conosciamo ed è abbastanza difficile. Mi accingo, dunque, a leggere la relazione e aggiungerò magari alcuni commenti.
Con riferimento all'interrogazione proposta, relativa ai ritardi di pagamento nei confronti delle strutture socio-assistenziali, si precisa che le criticità finanziarie del sistema sanitario piemontese sono note, non nascono negli ultimi mesi o nell'ultimo anno, ma perdurano oramai da molto tempo (da molti anni, infatti, rileviamo che l'ammontare complessivo dei debiti verso fornitori sta salendo), ed è ovvio che questo è dettato da una difficoltà di liquidità del sistema complessivo regionale e non soltanto di quello sanitario.
Non va dimenticato, inoltre, che lo Stato paga con molta lentezza ci che deve ancora erogare. Se prendiamo soltanto i saldi delle quote del fondo sanitario (cioè quelle trattenute, perché, come sapete, una volta veniva pagato il 95%, poi è salito al 97% e nell'ultimo anno è arrivato al 99%), le quote residue (5, 3 e 1) degli ultimi tre anni - 2010, 2011 e 2012 che devono ancora essere erogate dallo Stato valgono circa 450 milioni.
A fronte di questa criticità generale finanziaria, ciò che intendiamo porre in essere sono alcune misure di breve periodo, per tamponare una situazione grave, e poi di medio periodo, per cercare di risolvere in modo più strutturale questa tensione finanziaria.
Per quanto riguarda le azioni di breve periodo, abbiamo fornito alle Aziende indicazioni perché si costruiscano delle priorità nei pagamenti ai fornitori che hanno, fra i loro costi, un'alta percentuale di costo del lavoro. In sostanza, paghiamo prima chi ha, come componente dell'attività che fornisce, una percentuale importante di costo del lavoro, in modo che queste imprese abbiano, a loro volta, la possibilità di pagare i dipendenti. Quindi priorità a chi ha questo contenuto.
Priorità anche a chi fornisce servizi particolarmente critici (mi riferisco, per esempio, a quelli dati dall'ANPAS, e quindi alle varie Croci Verdi, Bianche, eccetera), che si troverebbero veramente in grandissima difficoltà a mantenere il servizio. Questo, tra l'altro, ci ha portato ad incrementare un pochino le tensioni con altri fornitori. Cito un esempio per tutti: la categoria dei farmacisti a livello di contratto nazionale prevede un pagamento a 30 giorni, mentre noi stiamo allungando questo pagamento (in alcune Province siamo arrivati vicino ai 70 giorni) per dare priorità a coloro che hanno un'alta componente di lavoro nei servizi che accedono al nostro sistema sanitario.
La posizione di cassa delle nostre Aziende Sanitarie è molto variegata: abbiamo Aziende Sanitarie che, tutto sommato, hanno una posizione finanziaria relativamente buona - sottolineo "relativamente" - e altre che sono in situazione molto più critiche. Dunque, nella ripartizione della cassa centrale verso le Aziende Sanitarie, cercheremo di correggere un pochino il tiro aumentando il livello di liquidità a coloro che hanno situazioni di posizioni finanziarie più tese (cito, per esempio, l'Azienda Sanitaria Cuneo 1, situazione che il Consigliere credo conosca molto bene che ha obiettivamente difficoltà finanziarie molto più alte rispetto ad altre).
Per quanto riguarda le azioni di medio periodo, voi sapete (forse ne abbiamo accennato qualche volta in sede di Commissione sanità) che è in corso di perfezionamento un progetto che garantisce ai fornitori del sistema sanitario una certificazione via telematica (quindi attraverso il sistema informativo) dei loro crediti. Quando questi crediti vengono certificata a livello regionale, e non più dall'Azienda Sanitaria, questi fornitori possono scontare la loro fattura sul sistema bancario. Questo sistema si sta mettendo in piedi utilizzando un software che ci arriva in riuso, quindi a titolo gratuito, dalla Regione Lazio, che ha utilizzato lo stesso sistema credo 18 o 24 mesi fa.
Tra le altre azioni di medio periodo allo studio, prevediamo, altresì di generare liquidità da innestare nel sistema sanitario attraverso la costituzione dei fondi immobiliari, che, portando liquidità all'interno della Regione, potrebbero consentirci di trasferire tale liquidità al sistema delle nostre Aziende Sanitarie.
Queste sono, in sostanza, le attività che si stanno attivando per cercare di ovviare a questa difficoltà.
Detto questo, la soluzione non sarà di brevissimo periodo, perché oggi il livello totale dei debiti verso i fornitori da parte di tutte le nostre Aziende Sanitarie consolidate (come se fossero un'unica Azienda Sanitaria) supera i due miliardi e mezzo. Soltanto qualche anno fa questa cifra era di gran lunga inferiore (nell'arco degli ultimi anni abbiamo assistito ad una crescita continua dei debiti verso fornitori da parte del sistema sanitario).
A questo contribuisce, ovviamente, anche l'eliminazione di impegni debitori che c'erano e che sono stati cancellati, che vale circa 900 milioni.
Inoltre, una quota parte dei contributi regionali (che è ciò che la Regione dovrebbe dare alle Aziende Sanitarie, in aggiunta alle quote del Fondo sanitario nazionale, per pagare il costo totale della sanità) negli ultimi anni non sono stati pagati in termini di cassa (ovviamente, sono stati tutti impegnati, ma in termini di liquidità non sono stati tutti trasferiti).
Dunque, la somma di queste due voci - quel famoso disavanzo di 900 milioni, più questo mancato pagamento di tutta la liquidità dovuta ai contributi regionali - ha fatto salire ovviamente il livello debitorio delle Aziende Sanitarie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1447 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Affidamento del servizio di realizzazione erogazione, monitoraggio e rendicontazione del Bonus Bebè per l'anno 2012"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1447, presentata dal Consigliere Buquicchio, che la illustra.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente, buonasera, Assessore.
Purtroppo torniamo a parlare di un argomento del quale avevamo già discusso ancora prima che lei assumesse la responsabilità di questo Assessorato, e che riguarda il servizio del Bonus Bebè.
Siamo nel 2013 e, tornando indietro al 2012, vediamo che, relativamente a questo argomento, qualcosa di veramente inspiegabile ancora una volta è avvenuto, caro Assessore. Sembra quasi che il bonus bebè sia coperto da una maledizione! Nel 2011 - quindi, ancora più indietro nel tempo - avevo presentato ben tre interrogazioni chiedendo ogni volta, in modo differente, che il servizio potesse essere affidato dietro regolare bando di gara.
Siccome - non dico che mi stupiva, perché non sono così ingenuo - mi ero accorto che si trattava sempre della stessa società - quella dei buoni pasto - in quell'occasione mi ero piuttosto adirato con la sua collega Assessore al bilancio, riuscendo ad ottenere una revisione del prezzo di appalto e assicurando così un risparmio per la Regione di 500 mila euro.
Questo è agli atti, purtroppo però non fa notizia. Fa notizia quando i Consiglieri spendono qualcosa che si ritiene improprio, ma non fa notizia quando un Consigliere riesce politicamente a far risparmiare delle somme come in questo caso, certamente considerevoli.
Però, ci interessa un fatto - saluto l'Assessore al bilancio, che ricorda cosa le ho detto e cosa le ho fatto fare, e che ringrazio per avere poi accettato di farlo - e cioè che tutte le volte che si parla di Edenred c'è qualcosa che si inceppa e vorrei capirne il motivo.
Per l'anno 2012 si è deciso, finalmente, di espletare una procedura di gara, a cui hanno partecipato la Edenred, la Day Ristoservice e la Welfare Company.
Fino a qui tutto a posto? No. L'Assessore - è una notizia proveniente dalla stampa - decide di bloccare l'assegnazione, anche in via provvisoria alla migliore offerta di questa società.
Quali sono i motivi? Non li conosco. Li voglio conoscere, ma lei non mi risponderà su questa parte della domanda, perché, probabilmente, la stampa ha già anticipato la sua risposta.
Su una questione non può non rispondermi: lei, in qualità di responsabile dell'Assessorato alla sanità, di fronte ad un problema così grave, vuole o non vuole attivare un'azione di autotutela della Regione? Mi risponda.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Buquicchio.
La parola all'Assessore Monferino per la risposta.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

L'argomento sollecita sempre un notevole interesse, non molto il mio.
Con deliberazione n. 44-5166 del 28 dicembre 2012, la Giunta regionale ha revocato parzialmente la DGR n. 10-3319 del 30 gennaio 2012, prevedendo per quanto riguarda l'erogazione del bonus bebè per l'anno 2012, la modalità della liquidazione per cassa direttamente agli aventi diritto anziché la distribuzione di "voucher", come originariamente previsto.
Il provvedimento di cui sopra è motivato dall'esigenza di preservare l'interesse pubblico all'effettiva fruizione del contributo per le finalità previste, garantendone l'erogazione in tempi adeguati a renderlo fruibile per l'acquisto di prodotti per la prima infanzia.
Questo obiettivo, avuto di mira dall'Amministrazione, non risultava più conseguibile con la modalità del "voucher", poiché la problematicità e il contenzioso che hanno caratterizzato la procedura negoziata ex art. 125 comma 1, lettera b) del d.lgs n. 163/2006 e s.m.i. per l'affidamento del servizio di realizzazione, erogazione, monitoraggio e rendicontazione dei bonus bebè per l'anno 2012, in precedenza avviata con la determinazione del 5 settembre 2012, hanno determinato una dilazione della tempistica tale da renderla non più compatibile con l'obiettivo originariamente programmato di liquidare il bonus bebè nell'anno 2012, o comunque non troppo oltre.
Con determinazione del 28 dicembre 2012, la direzione sanità ha proceduto alla revoca in autotutela, ai sensi dell'articolo 21 quinquies legge 7 agosto 1990 n. 241 e s.m.i., degli atti inerenti la procedura negoziata ex articolo 125, comma 1, lettera b) del d.lgs. n. 163/2006 e s.m.i.
Il provvedimento ha altresì disposto, in conformità al provvedimento deliberativo citato, che il contributo, pari a euro 250, per i nuovi nati dell'anno 2012 residenti in Piemonte, cui possono accedere tutte le famiglie con indicatore ISEE del nucleo familiare - determinato in base alle disposizioni di cui al d.lgs. n. 109/1998 e s.m.i. - non superiore a euro 38.000, verrà erogato tramite liquidazione per cassa direttamente agli aventi diritto e non attraverso un "voucher".
La nuova modalità di erogazione, prevista dalla deliberazione citata non comporta oneri a carico dell'Amministrazione regionale a titolo di corrispettivo per la gestione del servizio, poiché l'erogazione del contributo avverrà direttamente tramite la tesoreria regionale.
Questa, sostanzialmente, è la risposta.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Monferino.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1442 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Realizzazione nuovo poliambulatorio Città di Ivrea: disponibilità risorse regionali"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1442, presentata dal Consigliere Boeti.
La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione, al quale ricordo che ha tre minuti a disposizione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Ne impiegherò di meno, perché anche questo è un argomento del quale discutiamo da tanto tempo. Infatti, l'ipotesi di un nuovo poliambulatorio ad Ivrea affonda le sue radici nel passato, credo che si discuta di questo progetto da almeno dieci anni. C'era la questione che riguardava la localizzazione del poliambulatorio; c'era anche allora, in modo meno drammatico rispetto ad oggi, la questione delle risorse, che poi erano state reperite con un finanziamento di 12 milioni e 500 mila euro.
stato indetto un bando di gara - addirittura, più che un bando, è stato un appalto-concorso - e la ditta Mattioda Pierino si è aggiudicata l'appalto per una cifra pari a nove milioni e 177 mila euro.
Considerato che il decreto Balduzzi ha posticipato il termine di rendicontazione della quota di finanziamento ministeriale da fine 2012 a fine 2014, essendo ad inizio 2013, c'è la preoccupazione che, se i lavori non dovessero cominciare, si possa perdere un finanziamento regionale infatti la Regione interviene con circa cinque milioni di euro.
Volevo comprendere dall'Assessore lo stato della situazione, anche perché il territorio chiede notizie rispetto all'inizio dei lavori; avendo espletato un appalto-concorso, si dovrebbe essere nella condizione, se ci sono le risorse economiche, per cominciare i lavori.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola all'Assessore Monferino per la risposta.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Il Settore Pianificazione e Assetto Istituzionale della Direzione Sanità ha provveduto ad impegnare la somma di euro 5.142.880,85 con la determinazione n. 956 del 29 novembre 2010. Il contributo regionale all'opera è impegnato sul bilancio regionale ed è registrato - ho verificato ancora questa mattina - come impegno che esiste tuttora a disposizione ed è valido. Quindi, in termini economici di competenza l'impegno è stato fatto ed esiste.
Ancora questa mattina ho fatto una verifica con l'Azienda Sanitaria. Mi risulta che la gara sia stata completata, c'è stata un'aggiudicazione, che è avvenuta a metà dell'anno scorso, verso luglio-agosto. Formalmente, il contratto all'impresa identificata attraverso la gara non è ancora stato formalizzato a causa della mancata operatività della Conferenza dei servizi. Sarà nostra cura sollecitare gli Uffici regionali competenti perché accelerino la Conferenza dei servizi, terminata la quale si potrà formalmente eseguire il contratto verso l'impresa che si è aggiudicata l'appalto.
SCR aveva formalizzato la gara, chiudendola con l'aggiudicazione provvisoria - senza ancora il contratto - proprio in virtù del fatto che esisteva un supporto finanziario e c'era la copertura finanziaria sia per la quota statale che per il contributo regionale di euro 5.142.000.
Ho fatto un'ulteriore verifica, con il Direttore dell'Azienda, questa mattina per capire l'utilità e la validità, tutt'ora, di questo intervento che deve essere fatto. Il quale, non solo è stato confermato, ma caldeggiato dall'Azienda perché, nella nuova struttura che verrebbe predisposta, verrebbero raccolte una serie di attività che sono distribuite, in alcuni casi, in appartamenti privati affittati dall'Azienda sanitaria per collocare le attività che non era possibile collocarle all'interno dell'Ospedale di Ivrea.
La Direzione dell'Azienda Sanitaria riconferma la necessità dell'opera.
L'opera ha le coperture economiche in termine di impegno. Al momento di liquidare i lavori da parte delle imprese, si tratterà di trasferire in liquidità ciò che oggi è impegno economico nel bilancio.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Interrogazione a risposta immediata n. 1449 presentata dal Consigliere Gariglio, inerente a "Compenso del vicepresidente della società a partecipazione regionale 5T s.r.l."


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1449, presentata dal Consigliere Gariglio, che ha la parola per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
A seguito dell'interrogazione n. 1286 presentata e discussa in Aula il 25 settembre, l'Assessore Maccanti rispose citando, a proposito della nomina del Vicepresidente della Società 5T, la normativa nazionale, la cosiddetta spending review.
Secondo l'Assessore Maccanti, l'articolo 4, commi 4 e 5, dispone che il Consiglio di amministrazione delle società controllate, direttamente o indirettamente, dalla Pubblica Amministrazione debbano essere composte da non più di tre membri, di cui due dipendenti dell'amministrazione, titolare della partecipazione.
L'Assessore Maccanti, citando quell'articolo, citava altresì il fatto che i dipendenti dell'amministrazione, titolare della partecipazione ovvero i dipendenti della società controllante, hanno l'obbligo di riversare i relativi compensi assembleari all'amministrazione e alla società di appartenenza.
Poiché l'Assessore Maccanti citò questa norma dicendo che era il primo passo di una serie di atti, che la Giunta regionale avrebbe preso in anticipazione. degli obblighi derivanti dalla spending review, noi chiediamo di conoscere se questa norma, come diceva l'Assessore Maccanti, è stata applicata e se, in effetti, gli emolumenti vengano riversati all'amministrazione regionale di competenza in quanto il vicepresidente della società 5T è dipendente, a seconda dell'interpretazione della Giunta regionale, di detta amministrazione regionale.
Ovviamente, saremmo interessati a capire se questa prassi viene adottata anche per casi analoghi di dipendenti della Pubblica Amministrazione, nominati all'interno di società partecipate.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bonino per la risposta.



BONINO Barbara, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Se il Consigliere Gariglio è d'accordo, trasferirei la risposta che abbiamo ottenuto dagli uffici, in particolare dal Settore Rapporti con le Società a Partecipazione Regionale, che chiarisce il quadro normativo e la tempistica dell'entrata in vigore delle nuove norme.
Il Dirigente risponde dicendo: "Ho ricevuto dall'Assessorato Trasporti il testo dell'interrogazione a risposta immediata recante 'Compenso del Vicepresidente della società a partecipazione regionale 5T' in cui si interrogano il Presidente della Giunta e l'Assessore per sapere se il compenso percepito dal vicepresidente della società 5T venga da questi riversato, come previsto dall'articolo 4 della legge n. 135/2012, alle casse dall'amministrazione Regionale".
Ci si riferisce, evidentemente, agli ultimi periodi del comma 4 dell'articolo citato (che vengono richiamati anche dal comma 5), che così recitano: "I dipendenti dell'amministrazione, titolare della partecipazione, hanno l'obbligo di riversare i relativi compensi assembleari all'amministrazione, ove riassegnabili" - questo è il passaggio fondamentale - "in base alle vigenti disposizioni, al fondo per il finanziamento del trattamento economico accessorio. La disposizione del presente comma si applica con decorrenza dal primo rinnovo del Consiglio di amministrazione successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto".
Questa frase che ho appena letto è determinante ai fini della risposta.
Infatti il CdA, attualmente in carica in 5T, non è soggetto all'obbligo di cui sopra, essendosi costituito anteriormente alla data di entrata in vigore del provvedimento; l'obbligo scatterà, pertanto, all'insediamento del nuovo CdA, sempre che i compensi siano riassegnabili nei termini di cui sopra.
Questa è la risposta trasmessa dal Settore.
Aggiungo di aver fatto una valutazione anche rispetto all'entità dei compensi che, certamente, in alcun modo, autorizza rispetto a deroghe alla norma, ma che può tranquillizzare rispetto ad una considerazione generale.
Stiamo parlando di un gettone di presenza, quindi non di un compenso all'incirca di 90 euro per quattro riunioni all'anno, come testimonia la frequenza di convocazione media degli ultimi anni. Una cifra che normalmente, serve agli amministratori responsabili per coprire una piccola parte dell'assicurazione che i più avveduti stipulano nel momento in cui hanno incarichi di rappresentanza all'interno dei consigli di amministrazione.
Questo per dare a tutti noi la dimensione del ritorno economico di questo incarico che, come ho avuto occasione di dire e colgo l'occasione per sottolinearlo, è stato dato con la filosofia di creare un collegamento molto utile secondo le competenze attuali di 5T, con la Direzione trasporti e il lavoro importante che l'Assessorato sta facendo su alcun temi, come il VIP, il TOC e altre attività sulle quali 5T è fortemente impegnata. La scelta della Giunta è stata fortemente orientata ad un impegno della Regione per lo sviluppo di queste strategie.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1441 presentata dal Consigliere Motta Massimiliano, inerente a "Richiesta urgente parere legale del Ministero del Tesoro sull'attribuzione alle Federazioni del ruolo di Centrali di committenza, tenendo conto della legge 7 agosto 2012 n. 135"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1441, presentata dal Consigliere Motta Massimiliano, che ha la parola per l'illustrazione.
La parola al Consigliere Motta per l'illustrazione.



MOTTA Massimiliano

Grazie, Presidente.
La domanda è abbastanza semplice e immagino che possa esserlo altrettanto la risposta.
Questa interrogazione tiene in considerazione quelle che sono state, da parte dell'Assessorato, le varie richieste e quesiti al Ministero della Salute il quale, basandosi sulla legge delle costituzioni delle società di committenza - la legge finanziaria del 2006 - alla fine, esprime una sorta di giudizio che le Federazioni, così costituite nel proprio Statuto, non riportano la specificità di società di committenza. La società di committenza, in questa Regione, è stata costituta con una legge del 2007 la società SCR.
Conclude dicendo che sono assimilabili alle centrali di committenza.
Ora, dal mio punto di vista e per quello che è stato il mio operato prima di arrivare a questo question time, avendo anche interrogato direttamente il Ministero del Tesoro - però giustamente, per quanto un Consigliere abbia autorevolezza, dovrebbe essere l'Ente, l'Assessorato ad interrogarlo - il Ministero ha tutto pronto per dare una risposta più compiuta e quindi faccio questo suggerimento di rivolgersi al Tesoro, nel cui ambito sta la relativa competenza, per avere un quadro d'insieme e per non incorrere successivamente nei vari ricorsi - ormai c'è già abbastanza giurisprudenza in questo campo, visto e considerato che qualche ricorso è già stato fatto - rispetto alle gare che in ogni caso le Federazioni espletano e in base alle quali poi, in un secondo tempo, procedono alle assegnazioni.
Dico questo a meno che dietro a tutto ciò non ci sia solo una temporanea sospensione di funzioni, in attesa di quello che poi sarà il soggetto che lei, Assessore, ha già presentato in Commissione - vale a dire il soggetto SCR, quello per la gestione degli immobili - nella cui declinazione c'è tutta la parte del facility management, che di fatto gli assegna tutte le attività e le funzioni di questi servizi.
Allora, visto e considerato che al Ministero - e ho le e-mail di conferma - è pronta una risposta, ripeto che è più logico che sia l'Ente a richiederla, in maniera da uscire da questa empasse. In questo modo non si otterrebbe solo il giudizio di una parte, che tra l'altro non ha competenza specifica sulle centrali di committenza, come il Ministero della Salute (che poi si limita a parlare di "assimilabilità" e non dichiara neanche che sono società di committenza), ma si avrebbe un parere concreto dal Ministero di competenza.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Monferino.



MONFERINO Paolo, Assessore alla tutela della salute e sanità

Grazie, Presidente.
Potrei leggere rapidamente la risposta tecnica che gli Uffici mi hanno preparato, ma sostanzialmente gli Uffici dicono che il nostro interlocutore è il Ministero della Salute; e proprio a questo Ministero noi abbiamo rivolto l'interpellanza per avere una precisazione sulla possibilità di considerare le Federazioni, essendo consorzi di Aziende Sanitarie, in grado di poter esercitare un'attività tipica delle Aziende sanitarie, che è quella di fare gli acquisti.
L'Ufficio legislativo - non il Ministero in sé, ma l'Ufficio legislativo - del Ministero, che dovremmo assumere abbia fatto le verifiche del caso in termini legislativi anche con eventuali altri Ministeri risponde positivamente che le Federazioni, così come sono state costituite dalla nostra legge regionale hanno tutta la veste possibile di svolgere attività di acquisto.
La motivazione - al di là della risposta tecnica, che comunque lascio agli atti - è anche che noi stiamo rifacendo, con le Federazioni esattamente ciò che fanno le ESTAV toscane, perché si tratta dello stesso tipo di attività, delegata da Aziende sanitarie ad un'organizzazione che le raggruppa fra loro proprio per lo svolgimento di quell'attività. Noi quindi stiamo ripetendo ciò che da anni ormai è in atto e in uso in un'altra Regione, la Toscana, che, attraverso delle organizzazioni che sono molto simili alle nostre Federazioni (hanno solo un nome diverso), sta operando in analogo modo.
Noi non abbiamo fatto domanda direttamente al Ministero dell'Economia perché - ripeto - il nostro interlocutore naturale è il Ministero della Sanità presso il quale approfondirò questo argomento, visto che mercoledì sarò a Roma. Ci è stato detto dal nostro Ufficio legislativo che sono state fatte le verifiche con l'Ufficio legislativo del Ministero della Sanità sulla bontà della risposta che ci stavano dando. Per questo noi ci siamo ritenuti tranquilli e soddisfatti: esistono casi già in attivo - le ESTAV toscane, appunto - e noi stiamo facendo un'attività tipica delle Aziende sanitarie che, consorziandosi, hanno delegato le Federazioni a svolgere una funzione tipicamente di loro proprietà, anche quando non delegavano ad SCR i loro compiti di acquisto.
Stiamo quindi facendo esattamente ciò che prima veniva gestito dalle Aziende Sanitarie.


Argomento: Edilizia scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 1448 presentata dal Consigliere Ronzani, inerente a "Sicurezza degli edifici scolastici piemontesi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1448, presentata dal Consigliere Ronzani, che ha la parola per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

La questione è stata oggetto di svariate discussioni in questo Consiglio regionale. Tuttavia, riteniamo di dover riproporre il problema fino alla nausea, perché questa questione non solo non viene risolta, ma viene affrontata nel modo sbagliato, esattamente come alcuni di noi - e lei stesso, Assessore - avevamo in passato previsto e paventato.
Ora, la questione riguarda, come lei ben sa, l'uso che il Governo o il Ministro competente intendono fare degli 11.620.000 euro destinati al Piemonte per finanziare una serie di interventi in materia di sicurezza degli edifici scolastici.
Infatti - ma dico cose che lei conosce - a proposito di queste risorse per il cui utilizzo è stato adottato recentemente, ci risulterebbe, un decreto interministeriale che è alla firma degli Organi di controllo, si evincerebbe che vengono finanziati non già quegli interventi che la Regione Piemonte aveva individuato come prioritari, in quanto su edifici particolarmente critici dal punto di vista della sicurezza, ma altri interventi, che sono quelli che le Commissioni parlamentari di Camera e Senato avevano selezionato sulla base di criteri clientelari o, in ogni caso, sulla base di criteri che nulla c'entravano con la mappatura fatta dai suoi Uffici, in accordo con gli Enti locali.
Contro quest'eventualità si sono pronunciati l'Assessore competente e il Consiglio regionale; in ultimo, qualche settimana fa proprio lei rispondendo ad un'interrogazione della collega Pentenero - ma forse anche del sottoscritto, se non ricordo male - ci ricordò di aver inviato nuovamente gli elenchi della Regione Piemonte al Ministro Profumo ricordando al Ministro che per quanto riguarda questa Regione le priorità con le quali impiegare quelle risorse non sono quelle indicate dalle due Commissioni parlamentari riunite, ma quelle indicate dalla Regione Piemonte.
Ora, cosa risulta? Risulta che, nonostante un pronunciamento del Consiglio regionale, nonostante i suoi interventi, nonostante le discussioni fatte in Commissione ancora qualche settimana fa, il Ministero competente stia compiendo, in accordo con gli Enti locali, una ricognizione degli interventi, che sono quelli individuati non da lei, non dalla Regione, ma dalle Commissioni parlamentari riunite, cioè quelli rivolti a siti che secondo la Regione, in forza di sopralluoghi che sono stati compiuti, non vengono considerati meritevoli di interventi particolari.
Faccio una considerazione e ho finito, Presidente. Che tale decisione venga assunta da un Ministro che ha annunciato ancora qualche giorno fa una rivoluzione della scuola italiana - e che ha dichiarato che intende in futuro destinare le risorse del fondo di finanziamento delle scuole al merito anziché ad una logica di finanziamenti "a pioggia", ma che poi ignora gli elenchi che la Regione ha fatto per quanto riguarda la sicurezza, sulla base di un criterio assolutamente selettivo e volto a individuare le criticità che giustificano l'intervento delle risorse pubbliche - mi sembra questione che si commenta da sola.
Però le chiedo - ho finito, Presidente - se anche a lei risulta che il Ministero competente abbia bellamente ignorato le nostre richieste (stavo per dire "se ne sia infischiato": il senso è questo!), cioè abbia preso gli elenchi della Regione, li abbia messi in un cassetto e abbia tirato fuori gli elenchi individuati dalle Commissioni parlamentari, sulla base di criteri che io considero vergognosi ed inaccettabili.
Se è così, voglio avere una conferma e vorrei capire come lei ha in mente di affrontare la questione, perché ritengo che dovremmo considerare anche qualche altra iniziativa, insieme a quella della denuncia politica.
Poiché questa non ha sortito risultati e poiché è evidente che abbiamo due elenchi (uno delle scuole considerate poco sicure e che andrebbero finanziate per metterle in sicurezza e un altro delle scuole meritevoli di interventi, ma meno delle prime) e, come lei ha più volte dichiarato, è in ballo la sicurezza delle scuole, la invito a considerare anche qualche iniziativa estrema. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cirio, se ritiene.



CIRIO Alberto, Assessore all'istruzione

Ritengo doveroso e ringrazio; tra l'altro, mi fa piacere che a darmi la parola sia lei, Presidente Placido, perché, se non ricordo male, lei fu il primo a sollevare in quest'Aula il problema.
Voglio ringraziare il collega, perché ci aiuta a monitorare l'evolversi di questa triste vicenda, che non fa onore alle istituzioni romane.
Non torno a raccontare il percorso che ci ha condotto qua. Concordo con tutti i passaggi ricordati dal Consigliere Ronzani: sono veritieri, nel senso che sono oggettivi e raccontano come è andata la questione.
Noi abbiamo utilizzato lo strumento della denuncia politica, che non è stata solo una lettera o una telefonata, ma un atto del Consiglio regionale, che ha denunciato anche l'immoralità politica (diciamolo pure) delle scelte e delle azioni che la Commissione parlamentare ha adottato.
Non dimentichiamo che sono stati approvati degli elenchi per effettuare degli interventi nelle scuole piemontesi, non in base a valutazioni di carattere tecnico-oggettivo - peraltro agli atti del Ministero - fatte dalla Regione Piemonte quando era Assessore la mia collega Pentenero, e proseguite con il mio mandato, ma sulla base delle sensibilità politiche (usiamo questo termine) di qualche parlamentare, o meglio, di parlamentari membri della Commissione.
A volte le sensibilità politiche corrispondono al vero, perché anche noi facciamo politica ed abbiamo rapporti con il territorio; altre volte magari rispondono ad altri criteri, tant'è che l'elenco approvato dalla Commissione contiene delle scuole chiuse. Questo significa che un parlamentare ha inserito scuole della propria provincia, senza preoccuparsi del fatto che era chiusa o che sarebbe stata chiusa, perché il Piano di dimensionamento scolastico della Regione Piemonte c'era già e indicava su quali scuole investire e su quali no.
La denuncia politica, però, non ha sortito alcun effetto: zero.
Grazie anche alla sensibilizzazione del Consigliere Ronzani, abbiamo monitorato la situazione con grande attenzione.
Domani sarà pubblicato il decreto, poiché c'è stata la risoluzione parlamentare ed hanno predisposto un elenco che dovrà essere attuato dal Governo. L'importo è di oltre 100 milioni di euro, stanziati nel bilancio statale del 2012.
Domani - ripeto - sarà pubblicato il decreto interministeriale n. 343 sulla Gazzetta Ufficiale. Noi l'abbiamo richiesto, ma non c'è stato dato.
Ho spiegato che avrei avuto questo momento di raffronto con il Consiglio regionale e chiesto se potevano anticiparmene i contenuti, ma non è stato possibile vederlo anticipatamente, pertanto lo vedremo domani.
Il decreto dovrebbe dare attuazione a quell'elenco. L'aspetto positivo è che introduce un meccanismo di controllo, cioè dice: "Caro Comune X, la Commissione ha deciso che prendi un euro per quella scuola, dimostrami che ne hai bisogno, che la scuola è aperta, che serve, attraverso un controllo ed una scheda tecnica predisposta dal Ministero delle Infrastrutture".
Si tratta di un elemento positivo, che però non risolve il problema perché non garantisce che i soldi vadano alla scuola che ne ha più bisogno ma garantisce che andranno alla scuola che è stata inserita nell'elenco da qualcuno.
Ritengo che questo passaggio non sia accettabile e l'ho detto personalmente al Ministro Profumo.
Non ha sortito effetti neanche il dialogo diretto avuto con il Ministro, pertanto vorrei capire se il Consigliere Ronzani sarà disponibile (lo chiedo anche ai colleghi Pentenero e Marinello e a tutti coloro che vorranno occuparsene) a studiare i contenuti da dare ad un'azione forte ed eclatante.
Quale azione individuare? Francamente non lo so, poiché con il Governo dei tecnici abbiamo tutti le armi un po' spuntate.
Qui, però, siamo già agli ultimi passaggi e soprattutto ritengo che abbiamo ragione da vendere! Non è che andiamo a parlare di interpretazione di norme! Noi andiamo là a dire: "Questo è l'elenco che ti ho notificato rinotificato e ricordato, e tu, bellamente, stai spendendo soldi sulla base di un altro elenco".
Se i Consiglieri sono disponibili, chiedo di studiare insieme quale possa essere l'azione più concreta per bloccare, e non solo denunciare l'assegnazione di queste risorse.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cirio.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 1444 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Comune di Stresa, sostegno alla locazione"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 1444, presentata dalla Consigliera Artesio, che ha la parola per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Ho presentato questo question time per partire da un problema particolare e sollevare una questione ed una preoccupazione più generali.
Il caso citato fa riferimento alle problematiche riguardanti l'assegnazione del contributo previsto dal fondo "Sostegno all'acceso alle abitazioni in locazione", di cui all'articolo 11 della legge n. 431 del 1998.
Non è certo la prima volta (è accaduto anche recentemente, durante la discussione del bilancio d'assestamento) che quest'Assemblea viene sollecitata a prendere coscienza del fatto che la tematica del mantenimento dell'alloggio in locazione sta diventando, congiuntamente ai problemi dell'occupazione e dell'impoverimento, una delle situazioni più critiche nelle quali versano le popolazioni.
Pertanto, occorrerebbe incrementare le misure di sostegno alla locazione, per evitare di portare le famiglie nella condizione dell'emergenza abitativa, cioè nella condizione di tipo assistenzialistico cui vengono chiamate a rispondere anche le Amministrazioni comunali.
La questione, nella fattispecie, riguarda la possibilità di ottenere il contributo da parte di quelle famiglie che, in graduatoria, ne hanno i requisiti, cioè hanno titolo per accedere alle pur ristrette regole dell'accesso al contributo.
Concretamente, però, l'erogazione del contributo non è avvenuta, stando alle informazioni che vengono date localmente, perché non trasferite dall'Amministrazione regionale. Si chiede, pertanto, quale sia lo stato dell'arte della situazione e se tale fondo possa essere sbloccato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, sono state richieste informazioni agli uffici competenti, che hanno ovviamente dato comunicazione, per quanto riguarda il particolare oggetto dell'interrogazione. Nulla osta da parte della sottoscritta a far avere alla Consigliera, anche tramite la segreteria di Commissione, il quadro generale, per quanto riguarda non soltanto il Comune di Verbania.
L'URP di Verbania ha trasmesso al settore Ragioneria la richiesta dell'11 dicembre 2012 di un utente beneficiario del contributo relativo al fondo "Sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione".
In data 17 dicembre 2012, il settore rispondeva all'URP di Verbania facendo presente la difficoltà finanziaria che avrebbe reso problematica l'erogazione del suddetto contributo nell'anno 2012, per i problemi di cassa, riferiti anche al monitoraggio che c'è stato in I Commissione.
Successivamente, a seguito di entrate finanziarie incassate in data 27 dicembre 2012, si è proceduto all'erogazione del contributo suddetto e precisamente, il mandato di pagamento del Fondo sostegno alla locazione esercizio 2011, relativo all'atto di liquidazione n. 1033 del 2012 della Direzione DB08 al Comune di Stresa, firmato in data 27/12/2012, è stato pagato il 31/12/2012.
Questo per quanto riguarda il caso particolare sollevato dalla Consigliera. Il tema è già stato sollevato nella discussione di assestamento. Sono comunque disponibile ad un monitoraggio, per quanto riguarda la Regione.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione a risposta immediata n. 1446 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Pista da sci in frazione Piane di Alagna Valsesia"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 1446 presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Innanzitutto sottolineo che, per un mero errore di stampa, ho depositato due pagine invece che tre, ma penso che l'Assessore se ne sia accorto. Purtroppo avevo inserito la fascicolatura, quindi la terza pagina non è stata stampata.
Nonostante manchi una pagina, il tema è comunque molto chiaro. Riguarda una pista da sci in frazione Piane di Alagna Valsesia, pista da sci venuta alla ribalta nazionale perché apparsa su tutti i telegiornali ed anche sui principali giornali nazionali, perché oggetto di un'occupazione da parte di alcuni cittadini residenti in questa frazione (ormai vengono occupate le strade e anche le piste da sci).
stata occupata questa pista perché da anni viene lamentato un problema molto importante, ovvero l'eccessiva vicinanza della realizzazione della stessa alle case dei residenti in frazione Piane, creando un duplice problema: un problema di sicurezza, perché vi transitano sciatori e snowboardisti a grande velocità, ponendo in potenziale rischio l'incolumità dei residenti che escono dalle loro case e sono sulla pista e gli sciatori stessi, ma anche un problema paesaggistico e di tutela architettonica, in quanto queste case hanno tradizioni locali molto forti, quindi anche tutelate dal punto di vista architettonico.
Questa problematica è stata più volte sollevata dai residenti, che hanno provato a far cambiare il percorso (basta cambiare semplicemente la direzione della pista spostandola di 50/100 metri), anche perché, oltre alle già citate problematiche sollevate, si crea anche un problema di rumore, quindi un inquinamento acustico. Durante la notte, infatti, se le purtroppo le condizioni meteorologiche comportano una siccità nevosa quindi una mancanza di neve, sono accesi i cannoni sparaneve, e a fine notte passano i mezzi battipista, che ovviamente con i cingolati fanno parecchio rumore, rendendo praticamente impossibile il sonno alle persone residenti in questa frazione.
Al di là del fatto che sono pochi i residenti di questa frazione dobbiamo comunque garantire una condizione di relativo benessere e, quindi occuparci anche delle problematiche in relazione a quello che potrebbe essere visto come un intralcio ad un'attività importante e turistica come quella dello sci alpino.
Termino dicendo che la soluzione si può trovare salvando "capra e cavoli", quindi permettendo ai residenti di vivere in pace, spostando semplicemente la pista di 100/150 metri.
L'interrogazione viene posta alla Regione Piemonte perché la pista è di proprietà della società Monterosa 2000 S.p.A. che è, com'è notorio, una società a capitale pubblico, partecipata dalla Comunità montana Valsesia dalla Regione Piemonte, dal Comune di Alagna, dal Comune di Valdobbia e da altri Enti pubblici.
Chiediamo quindi alla Regione Piemonte se ha, nell'arco di questi anni riscontrato il problema ed ha individuato proposte che possono essere fatte in maniera concreta per tutelare, da una parte, le giuste esigenze dei residenti e, dall'altra, le giuste esigenze di chi vuole continuare a fare turismo e attività sportiva nel comune di Alagna Valsesia.
Grazie, Presidente.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Elementare "Abbadia di Stura" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Elementare "Abbadia di Stura" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione a risposta immediata n. 1446 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Pista da sci in frazione Piane di Alagna Valsesia" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo con la risposta dell'Assessore Cirio all'interrogazione n.
1446, presentata dal Consigliere Bono.



CIRIO Alberto, Assessore allo sport e turismo

Grazie, Presidente.
Rispondo anche su delega e a nome dell'Assessore Maccanti, in quanto questa materia tocca sia la competenza della montagna, quindi sport e turismo, sia quella delle partecipate.
Mi scuserà il collega se leggo la risposta, però, visto che ci sono anche aspetti di carattere tecnico, mi sono fatto preparare dai nostri uffici una risposta, in modo che fosse la più esauriente possibile.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, sono state richieste per il tramite di Finpiemonte Partecipazioni, informazioni alla società Monterosa 2000 S.p.A., che ci ha rappresentato questa situazione.
Contrariamente a quanto viene citato nelle premesse dell'interpellanza la pista da sci è stata realizzata nell'anno 1965. La società Monterosa 2000 S.p.A. nel 2005 ha realizzato solo l'impianto di innevamento programmato sulla pista che invece era preesistente l'anno prima.
La pista lambisce l'abitazione condotta in affitto dalla famiglia citata nell'interrogazione e per la realizzazione dei lavori la società ha ottenuto regolare autorizzazione preventiva da parte dei legittimi proprietari dell'immobile e di tutti i terreni limitrofi.
L'opera è stata regolarmente autorizzata con Permesso di Costruire n.
12 del 31.05.2005, rilasciato dal Comune di Alagna, previa sottoposizione a Verifica di VIA e a tutti i procedimenti istruttori previsti dalla normativa vigente.
Al termine dei lavori sono stati anche pubblicati gli avvisi ad opponendum e per essi non è stato presentato alcun reclamo.
In seguito alla segnalazione della famiglia proprietaria di questa casa, la Sopraintendenza per i beni Architettonici e per il Paesaggio ha condotto uno specifico sopralluogo valutando inesistente il problema e ritenendo di non dover procedere.
L'opera non è stata realizzata in difformità rispetto al progetto esecutivo approvato, il tracciato non è stato modificato, i due innovatori limitrofi alla frazione sono stati spostati di qualche metro allontanandoli dalle case. Tutte le attrezzature installate e i mezzi battipista utilizzati sono di recentissima e moderna tecnologia e concezione. Sono tutti omologati a normativa europea, quindi sulla base della certificazione non dovrebbe creare nocumento né all'ambiente e neanche alle persone.
Monterosa 2000 S.p.A. precisa che non vi è alcuna situazione di illiceità, la pista rientra all'interno dell'area sciabile di cui all'articolo 4 legge regionale n. 2 del 26 gennaio 2009, che ben conosce il collega Vignale, che è stata individuata ai sensi del successivo articolo 5 da parte del Comune di Alagna con deliberazione n. 24 del 17 2009 ed approvata successivamente dalla Giunta regionale della Regione Piemonte.
Monterosa 2000 S.p.A. è il gestore della pista da sci ai sensi dell'articolo 16 della citata legge e come tale è titolata e legittimata all'esercizio della stessa.
All'interno dell'area sciabile non sono consentite le installazioni di recinzioni fisse né di coltivazioni non a raso; ogni eventuale recinzione deve peritato essere rimossa durante la stagione invernale così come devono essere rimosse anche le citate coltivazioni a bordo pista.
Monterosa 2000 S.p.A. riferisce inoltre che la pista viene esercita in condizioni di sicurezza come previsto dalla normativa vigente; non sono noti i casi di incidente a sciatori riferiti nell'interpellanza.
L'incidente in motoslitta, invece, è consistito nel danneggiamento di un paletto della recinzione di pertinenza della famiglia causato dall'urto di un materasso a traino durante la fase di allestimento della pista chiusa al pubblico ad inizio stagione. La società ha peraltro provveduto a risarcire il danno.
Monterosa 2000 S.p.A. ha informato inoltre che il transito dei mezzi battipista nelle vicinanze dell'abitazione segnalata avviene per pochissimi minuti al giorno e, salvo casi eccezionali, solitamente in orari serali tali da non creare disturbo alle normali attività umane. L'esercizio della pista da sci non ha causato alcun danno ai residenti della frazione Piane e questo è attestato anche dalle lettere che i frazionisti hanno indirizzato alla Società sia nel 2006 che recentemente.
Monterosa 2000 S.p.A. precisa inoltre che il ricorso al TAR, cui fa riferimento l'interrogazione riguarda la classificazione acustica della Frazione, che tuttavia nulla ha a che vedere con l'esercizio della pista da sci.
Per quanto riguarda il rumore prodotto dall'esercizio della pista da sci, si applicano i disposti dell'articolo 9 della legge regionale 2/2009.
Lo spostamento della pista da sci comporta alcune problematiche tecniche e ambientali di non semplice soluzione, nonché ingenti costi, cui peraltro la famiglia richiamata nell'interrogazione ha inteso non compartecipare durante i diversi tentativi di composizione bonaria della vicenda condotti da Monterosa 2000 S.p.A.
Questo è il testo della risposta, che naturalmente consegno al Consigliere. Abbiamo interrogato la società partecipata della Regione questo ci è stato scritto, ma pregherei, poiché immagino le problematiche di chi ci debba vivere quotidianamente situazioni di disagio, che se qualcosa di quanto è scritto non corrispondesse propriamente ai fatti, di comunicarlo a me personalmente. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.47 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.47)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Siamo convocati in seduta consiliare in seduta straordinaria, ai sensi dell'articolo 50 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Comba e Giordano.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

"Comunicazione del Presidente della Giunta Cota in merito agli sviluppi della vicenda GEC S.p.A. e alle dichiarazioni dell'Assessore Casoni" presentata dai Consiglieri Reschigna, Pentenero, Bresso, Buquicchio, Motta Bono, Muliere, Boeti, Placido, Manica, Biolé, Ronzani, Lepri, Taricco Gariglio e Ponso (atti d'indirizzo collegati: ordine del giorno n. 942 mozione n. 932) (interrogazione n. 1409 "Affidamento di beni, servizi e forniture, disponibilità elenchi" del Consigliere Buquicchio assorbita dal dibattito)


PRESIDENTE

pervenuta una richiesta di convocazione urgente in sessione straordinaria del Consiglio regionale del Piemonte, ai sensi dell'articolo n. 40 dello Statuto e n. 50 del Regolamento consigliare in data 12 dicembre 2012.
La richiesta, a firma dei colleghi Reschigna, Pentenero, Bresso Buquicchio, Motta, Bono, Muliere, Boeti, Placido, Manica, Biolé, Ronzani Lepri, Taricco, Gariglio e Ponso, è relativamente ad una convocazione in sessione straordinaria relativamente ad una comunicazione del Presidente della Giunta regionale in merito agli sviluppi della vicenda GEC S.p.A. e alle dichiarazioni dell'Assessore Casoni.
Poi, abbiamo convenuto, in occasione delle Conferenze dei Capigruppo che si sono succedute, di convocarci per oggi per trattare questo argomento.
Dichiaro collegati: mozione n. 932 presentata dai Consiglieri Reschigna, Lepri, Boeti Muliere, Motta Angela e Pentenero, inerente a "La Regione gestisca direttamente il servizio di riscossione del bollo auto" ordine del giorno n. 942 presentato dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Beni, servizi e forniture: affidamenti diretti confronto e standardizzazione delle richieste".
Inoltre, quando il collega Placido interverrà, ci dichiarerà se ritiene assorbita dal dibattito l'interrogazione n. 873, inerente a "Progetto integrato della tassa automobilistica e delle funzioni correlate elaborate dal CSI-Piemonte ai sensi della DGR n. 36-1688 del 7 marzo 2011" presentata dallo stesso.
Consigliere Reschigna, vuole motivare le richieste della seduta straordinaria? La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Faccio due premesse al mio intervento.
La prima è che noi non siamo dei magistrati, non rappresentiamo e non vogliamo rappresentare l'autorità giudiziaria, non è nostro compito emettere delle sentenze, però è nostro dovere approfondire i termini delle questioni che attraversano le iniziate e le attività della Giunta regionale e della Regione Piemonte.
La seconda premessa al mio intervento la espongo in questo modo: avremmo fatto volentieri a meno di questa sessione straordinaria del Consiglio regionale. Non avremmo raccolto le firme, non avremmo richiesto una sessione straordinaria del Consiglio regionale, se lei, signor Presidente, il giorno in cui abbiamo chiesto di svolgere le comunicazioni in Aula avesse risposto alle due questioni fondamentali, che negli interventi mio e del collega Placido le abbiamo posto, per capire qual era il suo orientamento e il suo atteggiamento.
Anche se apprezzo il fatto che l'Assessore Casoni abbia usato la cortesia di scrivermi una lettera nella quale spiega dal suo punto di vista la questione, rimane la necessità, dal nostro punto di vista, che tre questioni siano fondamentalmente chiarite e rispetto alle quali chiediamo a lei di non comportarsi come si è comportato nello svolgimento delle comunicazioni in Aula.
La prima. Le chiediamo di dirci che cosa pensa rispetto a un fatto, che non è stato smentito, che sarebbe avvenuto durante una colazione di lavoro con amministratori della GEC, cosa che noi non contestiamo, perché credo appartenga alla normalità delle attività e dei comportamenti di amministratori regionali avere momenti di incontro anche con rappresentanti di aziende private. Tuttavia, durante questo incontro l'Assessore Casoni si sarebbe vantato di avere convinto l'Assessore Quaglia a un comportamento meno deciso - uso questo tono - rispetto alle scelte che la Giunta regionale aveva in animo per quanto riguarda l'affidamento della gestione del servizio.
E quando dico che questa parte non è stata smentita, lo dico facendo riferimento sostanzialmente a un passaggio dell'intervista che l'Assessore Casoni ha rilasciato al quotidiano la Repubblica qualche settimana fa nella quale ha giustificato questo suo comportamento dicendo che quando si è a cena si dicono delle cose che non sempre, o quasi mai, poi si mantengono, si dà concretezza, si dà coerenza agli impegni o alle disponibilità che vengono assunte durante gli incontri.
Questo noi non lo consideriamo una difesa e nemmeno lo consideriamo e lo possiamo considerare una giustificazione, innanzitutto perché investe i rapporti tra due componenti della Giunta regionale e investe i rapporti tra un componente della Giunta regionale, che aveva la delega e la responsabilità a seguire quella vicenda, e un altro componente della Giunta regionale, che era stato interessato da parte della GEC.
In secondo luogo, perché non credo che quella giustificazione corrisponda ad una buona politica. Credo che un buon politico, un buon amministratore regionale sia una persona che non risolve il problema dicendo che a cena si dicono delle cose e poi tanto se ne fanno delle altre.
Il buon amministratore regionale è quello che sa distinguere in qualunque momento del suo comportamento, sia quando è in ufficio sia quando, per ragioni attinenti comunque al suo mandato e alla sua funzione incontra delle persone che chiedono un suo interessamento relativamente ad un rapporto con l'Amministrazione regionale.
Questo è il primo problema che noi non abbiamo dimenticato in queste settimane.
Il secondo problema che sempre l'intervista dell'Assessore Casoni mette in evidenza, e che era stato sollevato nel suo intervento di qualche settimana fa dal collega Placido, è relativo al fatto che, rispetto ad una supposizione, un'identificazione rappresentata dagli organi di informazione su "mister 10%", l'Assessore Casoni dice in quell'intervista: "Non sono io.
Persone dicono e sostengono che possa essere un altro componente della Giunta regionale".
Poi l'Assessore Casoni, nella sua lettera che mi ha mandato, allegando un articolo di giornale, fa riferimento a questo articolo di giornale per dire che quella non era una sua affermazione, ma era un'affermazione cui lui si è ispirato, leggendo dichiarazioni che sono parte dell'indagine e che sono riportate dagli organi di informazione.
Ma indipendentemente dal fatto se questa affermazione su chi è "mister 10%" la abbia detto nell'intervista l'Assessore Casoni o l'Assessore Casoni abbia fatto riferimento ad un articolo già apparso sugli organi di comunicazione, le domando, Presidente Cota: come sta lei, sapendo che in giro un componente della sua Giunta regionale, chiunque esso sia, è definito, a ragione o a torto, "mister 10%"? E che cosa ha fatto? Questa è la domanda che le rivolgo in termini molto netti. Che cosa ha fatto per capire se questa cosa è una delle cose sbagliate, cose scorrette cose non giuste, cose false che qualche imprenditore definisce, esprime o fa circolare, o se dietro questo c'è dell'altro? Se fossi al suo posto, non accetterei neanche per un minuto di immaginare che un rappresentante della Giunta regionale del Piemonte in giro sia rappresentato e definito come "mister 10%".
Io non lo accetterei e mi porrei il problema di capire da dove nasce questa che definisco, qualora fosse vero, una condizione infamante.
Chiudo il discorso nel spiegare le ragioni per cui abbiamo chiesto questo Consiglio regionale straordinario. Perché quando - e chiudo da dove sono partito - abbiamo chiesto le sue comunicazioni in Aula sulla vicenda GEC, Presidente Cota, un pezzo delle sue comunicazioni hanno ricostruito la vicenda relativamente alle procedure e alle modalità con cui la Giunta regionale ha definito di mettere a gara questo servizio.
Sono state convincenti, tranne su un punto, cioè che nessuno ancora oggi ci ha sufficientemente spiegato qual era la ragione in base alla quale la Giunta regionale aveva deciso di affidare al CSI-Piemonte lo svolgimento di una gara per l'affidamento di un servizio che doveva rimanere nel campo dei servizi regionali, e rispetto al quale il CSI-Piemonte non aveva nessuna competenza aggiuntiva rispetto a quelle rinvenibili all'interno dell'organizzazione della Regione per poter affrontare il problema. A meno che, come si racconta e si legge sui giornali, all'interno dell'organizzazione della Regione Piemonte c'era, di fatto, un dualismo rispetto ai riferimenti.
Ma sulle altre questioni che le ho posto, che ho ricordato oggi e che avevamo sollevato come esigenza di conoscenza e per capire quali sono le sue valutazioni in merito a queste questioni, lei ha eluso totalmente nella precedente seduta del Consiglio regionale.
Spero che oggi non usi lo stesso atteggiamento, perché dopo avere ascoltato le sue dichiarazioni, Presidente Cota, noi faremo le nostre valutazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Intervengo intanto per dire - l'ha già detto il collega Reschigna - che ho scritto una lettera che pensavo avesse chiarito, ma visto che i contenuti erano privati - nel senso che l'ho scritta riservata a lei e non l'ho mandata per conoscenza agli altri colleghi - volevo leggerla agli altri Consiglieri, in modo che tutti sappiano quello che ho scritto e che riprende spunto da un articolo del signor Meo Ponte del quotidiano la Repubblica, che ho dato mandato al mio avvocato di querelare in sede penale per diffamazione, ma mi riserverò di farlo nei confronti di chiunque altro l'abbia fatto. Adesso ho raccolto tutta la materia di discussione.
Sullo stesso giornale, quindi sempre la Repubblica, si scrive: "Lo stesso GIP però nelle pagine successive sottolinea: 'Le conversazioni riportate sono indicative dell'attivismo di GEC per aggiudicarsi la gara piemontese, ma allo stato, non essendovi altri elementi rilevatori del reale intervento descritto da Casoni sulla collega Quaglia" - poi passer al punto di quello che ho detto durante quella cena - "tanto da potersi ritenere che Casoni abbia ecceduto nelle vanterie, né univocità nell'assegnazione della tutt'altro che rassicurante etichetta del signor 10%' (tanto che Magnetto" - che è uno dei soggetti interrogati "attribuisce l'appellativo ad altro assessore)". Non dice "della Giunta Cota", ma dice "ad altro assessore". Questo è quello che è agli atti.
Siccome risulta che questi atti siano stati fatti precedentemente nella precedente Amministrazione, al limite sarà il giudice che dovrà chiarire magari con il dottor Magnetto, chi è costui.
Non sono io e sono sicuro che non è neanche un membro dell'attuale Giunta regionale. Su questo sono assolutamente certo, perché mai nessuno in quelle occasioni è intervenuto.
Riguardo alla cena, sono Consigliere da 18 anni e di cene credo di averne fatte con ognuno di voi, con imprenditori e in svariate situazioni.
Qual è quel personaggio che, invitato a una cena da una società, non vi partecipa? Una società, la GEC, che - lo ricordo - fino al giorno prima della partenza di questa inchiesta era l'azienda di riscossione della Regione Piemonte, della Regione Veneto, della Regione Campania, quindi una sorta di Equitalia regionale, chiamiamola così. Ho già fatto il paragone: sarebbe come se Befera invitasse a cena il Ministro e il Ministro, appunto non avesse voglia di sentire cos'ha da dire Befera. La situazione era la stessa.
Peraltro, conoscevo la GEC come costituzione. La GEC è costituita da Cassa di Risparmio di Cuneo, Cassa di Risparmio di Fossano, Cassa di Risparmio di Saluzzo, Cassa di Risparmio di Savigliano e Cassa di Risparmio di Bra. Ora, se uno ritiene che queste sei banche potessero determinare un qualsivoglia interesse privato, sfido chiunque a dire che una società formata solo da queste banche sia una società con la quale si possano fare...
Sono stato interpellato e mi hanno presentato delle situazioni rispetto alle quali qual è l'Assessore che non dice: "Ne parlerò all'Assessore competente"? Nel senso che questa cosa non è stata motivata con richieste assurde, perché non è stato detto: "Ti può interessare? Perché ci risulta e vorremmo sapere se...", e io non ne sapevo nulla.
Peraltro, è stato dimostrato che quello è stato il mio unico contatto sia prima che dopo. Questo mi fa piacere che il Magistrato lo sappia perché dopo quella cena non ho mai più visto né sentito quei signori, e mi vanto di non avere neanche i loro numeri di telefono. Non li ho mai sentiti né prima né dopo.
In quel contesto, ho detto solo: "Ne parlerò all'Assessore competente".
Poi ho ritenuto di non parlarne all'Assessore competente, perché non la ritenevo una pressione da fare e quindi non l'ho fatta. Di questo ringrazio anche la collega Quaglia, che ha avuto modo di ribadirlo quando c'era questa cosa, perché di fatto è andata così, tant'è vero che lo dice lo stesso GIP quando sostiene che "non risultano elementi per i quali si ritenga sufficiente andare avanti".
Questo è dunque lo stato dell'arte; se poi qua vogliamo ricamare sopra le cose, ripeto che da questa situazione sono già stato gravemente diffamato e intendo rivalermi su tutti quelli che mi hanno diffamato.
Intendo farlo in sede penale, quindi coloro che hanno fatto questi atti sappiano che su questa cosa andrò avanti fino in fondo, perché non si dà un appellativo a una persona e la si mette sui giornali, salvo poi dire: "Ci siamo sbagliati".
Questo è quello che volevo dire e ci tenevo a dirlo in questa sede.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Cota.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Reschigna per la sua esposizione. Grazie anche a lei, Assessore Casoni, per la sua replica.
Intervengo subito sui tre punti, per non stare a ripetere cose già dette nel precedente Consiglio regionale e che non intendo riprendere perché sono agli atti e quindi note.
Primo punto. Non ritengo corretto dover andare a fare un processo seppur politico, a un Assessore sulla base di una parola contenuta in un'intercettazione divulgata sui giornali, estrapolata completamente dal contesto. Non ritengo che questo sia un modo giusto, corretto e civile di operare. Questa come prima considerazione, come primo pensiero.
Penso anche un'altra cosa, e invece questa, oltre a pensarla, la metto a conoscenza dell'Aula. Ho agito in questo senso e ho fatto due cose: in primo luogo, ho appurato che, dal punto di vista amministrativo, ogni azione da parte del Governo regionale fosse ispirata alla più assoluta correttezza e trasparenza. Questo l'ho appurato e ho verificato che peraltro, tutte le azioni del Governo regionale erano tese alla volontà di migliorare il disservizio; ho verificato, come vi ho riportato nella scorsa seduta, che è stato proprio questo governo regionale a non aver confermato l'incarico al funzionario colpito dai procedimenti giudiziari. In secondo luogo, ho verificato anche che non ci fosse stata alcun tipo di influenza sul lavoro e sulle determinazioni dell'Assessore Quaglia, e questa è la cosa che conta effettivamente. L'ho verificato perché naturalmente era mio dovere farlo e, dopo aver compiuto questi passi, mi sento di dire che confermo la fiducia all'Assessore Casoni. Non ho alcun motivo per togliere all'Assessore Casoni la mia fiducia.
Vengo alla valutazione della risposta data dall'Assessore Casoni ad una domanda fatta da un giornalista in un'intervista. Personalmente non leggo i giornali o li leggo il meno possibile, ma non ritengo che in un'azione diciamo istituzionale si debbano prendere come riferimento gli articoli dei giornali. In ogni caso, l'Assessore Casoni ha motivato molto bene con il suo intervento il senso della sua risposta. Il senso era semplicemente quello di riprendere un'affermazione, mi sembra contenuta peraltro in un atto giudiziario, e nel riportare questa affermazione per dire: "Guardate che nessuno si riferiva a me".
Oggi in Aula e nella lettera inviata a lei, Consigliere Reschigna, è anche spiegato come il senso di quell'affermazione contenuta nell'atto giudiziario era probabilmente quello di non essere assolutamente in grado di definire la persona alla quale si riferiva il soggetto, che peraltro è un soggetto che oggi si trova colpito da questo tipo di provvedimenti giudiziari. Di conseguenza, starei molto attento anche a dare patenti di attendibilità; però, indipendentemente da questo, era un'affermazione assolutamente generica, che poteva riguardare un Assessore di un Ente piuttosto che un altro, oppure poteva riferirsi anche ad una precedente Giunta. Comunque, ripeto, l'Assessore Casoni ha motivato molto bene nella sua risposta.
Circa la terza questione che è stata posta, ho spiegato nel corso dell'ultima seduta tutta la vicenda dal punto di vista amministrativo e, se mi consentite un minuto, vi darei anche un aggiornamento, seppur breve.
La determinazione di utilizzare il CSI come scelta generale (poi ovviamente ci sono le vicende che riguardano le singole modalità di costruzione degli atti amministrativi) penso di poterla motivare in questo modo. Prima di tutto, la piattaforma informatica relativa alla riscossione dei bolli è in capo al CSI; secondo, il CSI, essendo - com'è noto - un Ente che la Regione ha perché è socia e quindi è un consorzio tra gli Enti locali, è chiaro che, quando si può, c'è la tendenza a far sì che il CSI possa espletare (è evidente, viene posto sempre questo tema).
Questi sono i motivi che hanno indotto, in allora, a fare quella scelta dal punto di vista generale.
Quanto all'aggiornamento dal punto di vista amministrativo, le due gare per i servizi di riscossione, nate per affrontare il periodo transitorio per la definizione e realizzazione del progetto di fiscalità regionale e internazionalizzazione del servizio, hanno subito un'accelerazione sia dagli eventi che hanno condotto al commissariamento di GEC, che dall'adozione della spending review in Regione Piemonte. Infatti, pur procedendo alle fasi di verifica amministrativa degli atti di gara, la Regione Piemonte, attraverso un incarico conferito alla gestione commissariale statuita dal Giudice delle Indagini Preliminari allo scopo di garantire un servizio pubblico anche per la Regione Veneto, e il ripristino di corrette condizioni economiche di esercizio di GEC, prevede la copertura delle attività per un semestre prolungabile. Nel contempo, sta adottando tutte le misure tecniche ed organizzative per procedere rapidamente alla internazionalizzazione delle attività.
Come avevo precisato nella scorsa seduta, la nostra volontà è quella di internalizzare le attività di riscossione del bollo auto, anche per impiegare il personale regionale, ovviamente attraverso una debita attività di formazione e di riqualificazione professionale che è oggettivamente necessaria.
Nei prossimi giorni, la Giunta regionale adotterà una delibera di indirizzo sulla base delle individuazioni del progetto. In parallelo, due gruppi di lavoro, il primo giuridico-legale, il secondo economico amministrativo, stanno procedendo alla definizione e verifica del titolo giuridico dei rapporti preesistenti e dei danni eventualmente subiti. Vi ringrazio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Ha già detto bene il nostro Capogruppo Reschigna sulle motivazioni che ci hanno indotto a richiedere una seduta straordinaria.
Presidente Cota, siamo all'abc che dovrebbe conoscere e rispettare un Presidente di Regione.
Quando succede un fatto serio e grave, un Presidente di Regione (non la Regione Piemonte), deve sentire il dovere e la necessità di venire in Aula e lo hanno fatto altri prima di lei, in momenti magari anche più difficili, su questioni ancora più complesse (sebbene questa sia già particolarmente complicata) - e dire "Tolgo le deleghe e lascio nudo l'Assessore", oppure "Riconfermo la fiducia all'Assessore in questione".
Lei lo ha detto adesso - ha precisato che riconferma la fiducia nei confronti dell'Assessore Casoni - ma avrebbe dovuto farlo...
Sul fatto, poi, che un Presidente di Regione dichiari bellamente di non leggere i giornali, mi verrebbe da rispondere: "Mandi a casa i suoi addetti stampa", perché se non legge i giornali, può farne anche a meno! Perché ha dell'incredibile, ma questo fa parte del colore, veniamo alla sostanza. Per chi fa politica e ha delle responsabilità, dichiarare...
Ma andiamo oltre. Lei avrebbe dovuto farlo immediatamente.
Quello che ha dichiarato l'Assessore Casoni - l'avevo già detto l'altra volta, ma lo ripeto, così sente anche lei - mi fa piacere e comunque auguro al collega e Assessore Casoni di poter dimostrare l'assoluta estraneità a questa vicenda.
Noi siamo di fronte non ad una dichiarazione di giornale, ma ad un virgolettato, che è una cosa diversa anche per chi non legge i giornali.
Io, però, vorrei ripercorrere un pezzo di storia: lei, adesso, non ha detto niente in merito alle due gare che sono state indette per affidare la riscossione del bollo (una per la riscossione forzata, l'altra per la riscossione normale), né sul fatto che la gara per la riscossione forzata (c'erano diverse proposte, ma ve la risparmio per problemi di tempo) l'avrebbe vinta (le buste sono già state aperte) combinazione la GEC S.p.A.
Gestione Convenzionata, con una offerta del 90,3%.
In condizioni normali, un'offerta del genere è anomala e l'azienda viene esclusa. Invece, così non è stato fatto: avete sospeso la questione.
Allora, avrebbe dovuto spiegarci come mai, invece di escludere in questo casino, si sospende.
Presidente Cota, invece di escludere, si sospende! Il 15 o il 13 (potrei sbagliarmi) ci sarà anche l'altra, e insisteremo per capire cosa succederà: perché se si vuole internalizzare il servizio va benissimo, ma non si sarebbe mai dovuto mandare fuori. Ma questa è una vergogna che ha radici lontane, che superano la Giunta precedente e ritornano a quella ancora...
Dichiaro la mia sconfitta - l'ho detto l'altra volta e lo voglio ripetere - per non essere riuscito, con l'allora amico e collega Gilberto Picchetto, a far sì che scomparisse la firma impropria di un funzionario che se ne approfittava, non rispettando ciò che era previsto (perché la firma esterna, Presidente Cota, ce l'ha lei, un Assessore e un Direttore non un dirigente).
Allora varrebbe la pena, visto che abbiamo istituito Commissioni di inchiesta sulle cose più incredibili, di capire seriamente che cosa è successo in questa Regione in tutti questi anni affinché una persona potesse decidere, influenzare e influire su una cosa così importante, su una partita di centinaia di milioni di euro l'anno, e sui costi e i danni che la collettività piemontese ha subito in questi anni.
La Regione è stata costretta ad indire la gara, non è stata mica una questione di spending review o di chissà cos'altro! Una legge dello Stato di qualche anno fa impone che per la riscossione si debba fare un bando: guardate un po' che Paese, per una cosa normale bisogna fare un provvedimento di legge per obbligare a fare un bando! Così anche noi finalmente, siamo stati costretti a fare un bando.
E arriviamo ai bandi, affidati al CSI. Peraltro, no non so neanche se il CSI - avevo chiesto lo Statuto - era nelle condizioni di potersi occupare di un bando, questo grande Ente utilizzato un po' come... Non posso usare il termine, non è il posto adatto, per tirarlo di qua e di là.
Poi sappiamo le vicende che ne sono seguite: purtroppo manca il tempo per entrare nel merito, ma il TAR annulla il bando del CSI e bisognerebbe approfondirne le ragioni.
Vi è un'altra stranezza che vorrei segnalare ai colleghi, oltre cha a lei, Presidente Cota, e all'Assessore Casoni: la nostra è una Regione dove non controlla un fico secco nessuno! D'altronde, se lei affida il controllo di gestione a chi gestisce il bilancio, sarebbe come chiedere al macellaio se la carne è buona: si annulla il controllo, si annulla la verifica! Perché se si controllassero le cose, emergerebbe che la GEC è nata dalla scissione della vecchia GEC con Cuneo Riscossioni, che viene acquisita nel 2006 da Equitalia, alla quale partecipano importanti istituti di credito piccoli e medi, se non erro tutti della Provincia di Cuneo, e si scoprirebbe che, in base ai loro Statuti, questi istituti non potevano partecipare ad una società di riscossione. Ma nessuno controlla un fico secco! chiaro ciò che ho detto? In base agli Statuti, non a delle robette così! Ma noi siamo in un Paese e in una Regione dove gli Statuti sono carta straccia! Andate a leggere gli Statuti delle banche di credito cooperativo e delle banche che fanno parte di quella società (la GEC): verificate se nei loro statuti (e non nella mia dichiarazione) dispongono dei requisiti per poter far parte di una società che si occupa di riscossione dei bolli.
Io, poi, sono curioso di capire l'esito della prossima gara, il 15 o il 13: non so gli sconti, ma senz'altro non saranno al 90%, perché chi ha la certezza di vincere una gara, in base agli elementi che conosciamo, si pu anche permettere, per fare cappotto, il 90,3%, per poi effettuare la gara vera.
Come sono state fatte queste gare lo abbiamo letto sui giornali, se ne sta occupando la Magistratura. Se c'è un altro Assessore, di una piccola Giunta o di questa Regione, lo scopriremo quanto prima, non spetta a me, la curiosità ce la toglieremo quanto prima, mi auguro che non accada.
Sono curioso di vedere se accadrà o meno rispetto a quanto ha dichiarato l'Assessore Casoni.
Lei non ha sentito il dovere di venire subito qui a confermare o meno la fiducia all'Assessore Casoni e a capire se c'era qualche altro Assessore della sua Giunta interessato da questa vicenda torbida ed oscura, che negli anni ha causato un danno ingente a questa Regione, che assume una dimensione ancora più grande visto il momento che stiamo attraversando.
Comunque, Presidente Cota, lei sarà costretto a tornare in quest'Aula e a dirci cose un po' più complete e più chiare di quelle che, come al solito in maniera molto evasiva e veloce ci ha comunicato questo pomeriggio. Nel frattempo, assisteremo all'apertura della nuova gara: vogliamo capire cosa farete e chiedo se poi vorrà rispondere per spiegare come mai non è stata esclusa la GEC con un'offerta del 90,3%.
Avete proceduto alla sospensione, ma sarei curioso di conoscere la motivazione, magari la posso anche condividere. Comunque, in un Consiglio straordinario dedicato, per imporre una cosa naturale, mi sarei aspettato attraverso l'Assessore Casoni, l'Assessore Quaglia o lei, una radiografia della situazione. Mi sarei aspettato non parole per tranquillizzare l'opposizione, ma di informazione ai piemontesi su tutta la situazione.
Questo non è avvenuto. Allora lo richiederemo, perché è un dovere informare e comunicare, non è mica una cortesia! Chiedere è lecito e noi facciamo il nostro dovere. Rispondere non è solo cortesia nel caso di chi ha delle responsabilità, ma è un dovere. Lei ha questo dovere: non lo ha fatto oggi, glielo ripeto, lo dovrà fare, non solo perché lo chiede l'opposizione.



(Commenti del Presidente Cota)



PONSO TULLIO



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Presidente Cota, se vuole intervenire, ne ha la facoltà.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

No.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Grazie, Presidente.
Credo che gli interventi dell'Assessore Casoni e del Presidente Cota abbiano già inquadrato più che sufficientemente la vicenda.
Noi non dobbiamo sostituirci ad altre autorità, quindi emettere giudizi e sentenze in una fase ancora del tutto iniziale di un'indagine, dalla quale, comunque, emerge una correttezza da parte dell'Assessore Casoni, che mi pare sia riuscito a dimostrare la sua estraneità alla vicenda. Non c'è stato alcun suo intervento né alcuna pressione sull'Assessore Quaglia, come l'Assessore Quaglia ha confermato. Piuttosto, ha ragione l'Assessore Casoni nel definirsi "diffamato" in queste settimane perché, sicuramente, c'è stato un accanimento giornalistico esagerato nei suoi riguardi. Tra l'altro, notizie giornalistiche odierne evidenziano che l'inchiesta sta procedendo su binari un po' diversi da quelli iniziali.
A mio avviso, occorre sottolineare un aspetto importante: questa Giunta regionale, presieduta dal Presidente Cota e composta dagli Assessori Quaglia e Casoni, ha scelto, diversamente da quella precedente, di procedere all'indizione di una gara ad evidenza pubblica per l'affidamento di questo servizio; invece, in passato, questo servizio veniva affidato direttamente.
Secondo me, questo è l'aspetto politico-amministrativo che, invece occorrerebbe evidenziare nella giusta misura, nel senso che è stata individuata la strada più corretta per affidare l'incarico di questo servizio. Per cui credo che la scelta del Presidente Cota di rinnovare la fiducia all'Assessore Casoni sia più che giustificata e legittima, così come il rinnovo del sostegno da parte di tutta la maggioranza nei confronti dell'Assessore e amico Casoni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Pedrale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Chiedo che i commessi, cortesemente, mi consegnino i documenti che ho dato loro per delle fotocopie, come richiesto. Grazie.
Questa faccenda, che non possiamo definire "oscura", perché gli inquirenti stanno facendo luce - hanno acceso dei riflettori importanti ha inizio, come tutti sappiamo, nel 2004, però, nel 2011, questa Giunta non quella precedente o quella ancora prima - ha deciso di regolare l'affidamento, che era avvenuto senza gara ad evidenza pubblica, alla GEC per la riscossione delle tasse automobilistiche. Questa gara, da subito risulta abbastanza anomala ed esistono delle denunce, come sapete, da parte di altri concorrenti, per esempio della Sermetra.
Il Presidente di questa società, Andreoli, e i suoi avvocati all'epoca, hanno fatto notare che il bando della Regione, a loro avviso...



(Brusìo in aula)



BUQUICCHIO Andrea

Se siete interessati, ascoltate! Presidente, le chiedo di far cessare il brusìo.



PRESIDENTE

Ha ragione, Consigliere Buquicchio, le chiedo scusa.
Prego l'Aula di osservare un po' di silenzio, affinché il collega Buquicchio possa esprimersi.



BUQUICCHIO Andrea

Presidente, rinnovo ai commessi la cortesia di consegnarmi i documenti di cui stanno facendo la fotocopia, mi servono per illustrare la relazione!



PRESIDENTE

Mi risulta che glieli abbiano consegnati.



BUQUICCHIO Andrea

Non sono capaci nemmeno a fare una fotocopia!



PRESIDENTE

Consigliere Buquicchio, mi risulta che glieli abbiano consegnati.
Stanno arrivando. Grazie.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie.
Scusi, Presidente.
Il Presidente di questa società concorrente, Andreoli, con i suoi avvocati, fece notare all'epoca che il bando della Regione era stato redatto in base alle caratteristiche della GEC. Dalle indagini, cioè dai riflettori accesi sul signor Tarizzo, funzionario di questa Regione, sono emersi tutti i vari pagamenti effettuati e le sponsorizzazioni, che all'epoca, la Sermetra aveva rifiutato di fare.
Ci si può domandare perché sto raccontando tutto questo, ma potrei raccontare tanti altri fatti che, ormai, sono di pubblica opinione; per volendo essere onesto intellettualmente, mi chiedo se c'è o meno - lasciamo da parte le questioni che riguardano le intercettazioni di questo o di quell'altro Assessore, mi interessano abbastanza poco - una responsabilità politica - parliamo di responsabilità politica, perché, purtroppo, di questo noi ci dobbiamo occupare, delle altre responsabilità ci sono altri che se ne occupano - sullo svolgimento di questa vicenda.
C'è da chiedersi il motivo per cui, di fronte a una situazione, diciamo anche di insolvibilità o di ritardo enorme ed eccessivo da parte della Regione Piemonte nei confronti dei creditori, si sia deciso di investire sulla GEC che, ad oggi, sembra abbia procurato un danno di oltre 20 milioni di euro al nostro Ente, e si è deciso per un'iniezione ricostituente di 15 milioni di euro di fondi regionali.
Sono questi i problemi. Di fronte a questo e a tutto quanto detto precedentemente dai Consiglieri Reschigna, Placido e quant'altri - lo ripeto, sulle intercettazioni ho poco da dire e poco da voler saper, mi interessano sino ad un certo punto - mi interessa capire, invece, chi ha una responsabilità politica, di gestione di questa Regione, e come mi si risponde sul punto. Nel merito.
Vi domando se sia il caso, nel momento in cui non si pagano società fornitrici ed enti erogatori di servizi, come peraltro si era impegnato il Consiglio regionale approvando un emendamento da noi presentato e votato all'unanimità nella scorsa finanziaria, fare iniezioni di fondi ad aziende che risultano, secondo le indagini della Magistratura, aver procurato danni per 20 milioni di euro? Le altre questioni non dico che non mi interessano, perché dimostrerei qualunquismo e superficialità, ma per eleganza e buon gusto non mi impegnano più di tanto nella ricerca di risposte sapendo, peraltro, che sono altri coloro che se ne devono occupare. A me interessa capire perch non si intende rispondere a quell'interrogazione che io, sull'argomento sin da subito, ho firmato e presentato.
Oggi ho approfittato delle comunicazioni del Presidente e delle richieste del Partito Democratico, per far attrarre un ordine del giorno sull'argomento. Nel poco tempo che ho ancora a disposizione, riassumo cosa chiedo.
Chiedo alla Giunta, quindi all'Assessore competente, di individuare, a partire dai prossimi provvedimenti, specifiche misure volte a standardizzare le richieste di affidamenti diretti per la produzione di beni, forniture e servizi strumentali alla propria attività, al fine di poter effettuare un confronto ed una valutazione dei propri affidamenti con quelle di altre amministrazioni regionali.
Come secondo punto, chiedo di garantire una maggiore trasparenza e un più capillare ed efficace controllo sulle procedure di acquisizione di beni e servizi adottati in deroga al fondamentale principio dell'evidenza pubblica e chiedo di far partecipare, obbligatoriamente, entro e non oltre trenta giorni dall'approvazione dell'ordine del giorno, tutti gli Enti regionali al progetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Pubblica Amministrazione e la semplificazione: la "Bussola della trasparenza dei siti web".



PRESIDENTE

Consigliere, le dico, ad onore del vero, che i commessi hanno consegnato tutta la documentazione al suo segretario.
Consigliere Reschigna, lei è già intervenuto in dibattito generale, le chiedo se vuole illustrare la mozione.



RESCHIGNA Aldo

Le voglio ricordare, Presidente, che sono intervenuto non in dibattito generale, ma per illustrare la richiesta di convocazione del Consiglio straordinario. È mio diritto intervenire in dibattito generale.



PRESIDENTE

Va bene, Consigliere.



RESCHIGNA Aldo

Sarò breve, farò alcune considerazioni.
La prima. Sul fatto che la Giunta regionale abbia deciso di riportare alla gestione interna il servizio di riscossione, questo Gruppo è totalmente d'accordo. Era il senso dell'ordine del giorno che avevamo depositato quando è scoppiata la vicenda GEC ed è il senso degli atteggiamenti complessivi che stanno ispirando questo Gruppo regionale rispetto ad una condizione difficile della Regione.
Voglio ricordare che in Aula è ancora giacente la proposta di deliberazione e applicazione della spending review regionale, con qualche elemento di preoccupazione sul personale, ma la scelte di riportare alla gestione diretta interna alcuni servizi, secondo noi, è condivisibile. Non ho nessuna difficoltà a ribadire questo concetto che è nell'ordine del giorno e che, fra l'altro, è stato dichiarato collegato.
Tuttavia vorrei avanzare alcune questioni, Presidente. La prima. Lei tende, sul merito della vicenda, non sulle dichiarazioni, sia oggi che nella precedente seduta di Consiglio regionale, a rivendicare un'azione costante e continua, da parte della Giunta regionale e degli uffici della Regione Piemonte, tesa sostanzialmente a riportare su un piano di correttezza una situazione che, nel corso degli anni, si era trascinata in termini di rinnovi dell'affidamento della gestione.
Presidente, non è così. Non è così almeno su una questione di fondo. Se non ci fosse stato il ricorso al TAR, lo diciamo francamente, da parte di una ditta concorrente e se tale ricorso non fosse anche atto inoltrato all'Autorità giudiziaria, e se non ci fosse stato un pronunciamento del TAR che ha annullato le procedure di gara svolte dal CSI, in questo momento rispetto alla ricostruzione a posteriori della vicenda, che è emersa sugli organi di comunicazione, ci saremmo trovati di fronte, probabilmente, ad una gara "addomesticata".
Questa è la realtà.
Se non ci fosse stato quel blocco che non è della Giunta regionale, che non è degli uffici, che non è del sistema del controllo all'interno della Regione Piemonte, oggi ci saremmo trovati di fronte a questo tipo di situazione. Probabilmente, chi ha optato non per dare lavoro al CSI in un momento in cui il CSI ha qualche difficoltà, ma perché riteneva sostanzialmente che attraverso quella scelta si potesse gestire, in termini più discrezionali, una procedura di gara, avrebbe tranquillamente raggiunto il proprio obiettivo.
Sotto questo aspetto, Presidente, non condivido e non continuo a condividere la rivendicazione che lei fa rispetto alla serie di comportamenti che sono stati messi in atto sulla vicenda da parte della Regione Piemonte.
risaputo che quella scelta non corrispondeva ad una competenza specifica che ha il CSI. Un conto è la piattaforma, un altro è chi decide una procedura di gara per affidare ad un terzo, a nome e per conto della Regione Piemonte, un servizio che, pur utilizzando una piattaforma, è un servizio di riscossione del bollo auto e di quanto altro ad esso connesso.
In questo non vi era nessuna motivazione che portasse ad operare una scelta di questo tipo.
Su questo e sugli sviluppi, anche sotto il profilo delle procedure amministrative, noi continueremo a mantenere grande attenzione. Così come le ho detto che condividiamo la scelta che avete fatto, su questo punto le ripeto che lei, Presidente, non ci ha convinto; anzi, le dirò di più: noi contestiamo la ricostruzione che lei ha fatto di questa vicenda.
Vengo alla seconda questione. Lei è liberissimo di non leggere i giornali: non è un obbligo che attiene alla carica che lei svolge, ma spero che almeno lei legga La Settimana enigmistica, che serve anche per rilassare le persone...
Attenzione, però: il problema non è leggere o non leggere i giornali.
Lei, che non è nuovo della politica - come non lo sono neanche io - sa benissimo che c'è una differenza sostanziale tra un articolo che riporta una serie di fatti e un'intervista: punto! Noi non abbiamo fatto le nostre domande e le nostre considerazioni sulla base di un articolo: le abbiamo fatte contestando due passaggi di un'intervista, che non è mai stata smentita. E in quei due passaggi di quell'intervista ci stavano le due questioni di fondo che noi abbiamo posto.
Non sono un giudice, non lo sono e non lo voglio essere: in me prevale la presunzione di innocenza, fino a prova contraria; e pertanto non è mio compito condannare nessuno. È mio dovere politico, però, dire che almeno in quell'intervista - in quei due passaggi - l'Assessore Casoni non ci ha convinto; anzi, sarò più esplicito: la pensiamo esattamente al contrario di quello che è il modello di comportamento che ha voluto esprimere con quell'intervista.
Faccio l'ultima considerazione. Glielo dico spassionatamente, Assessore Casoni: almeno di una questione dovrebbe renderci grazie, perché è solo grazie a questo Consiglio regionale che abbiamo ascoltato il Presidente del suo Gruppo - o del suo ex Gruppo - esprimerle solidarietà e fiducia.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta regionale; ne ha facoltà.



COTA Roberto, Presidente della Giunta regionale

Vorrei esprimere parere favorevole ai dispositivi di entrambi gli ordini del giorno.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Il Presidente Cota mi ha rubato la frase, nel senso che noi condividiamo assolutamente quanto previsto nella mozione, ma lo condividiamo anche perché - l'ha detto prima il Presidente Cota nel suo primo intervento - è quanto la Giunta regionale sta facendo.
Come ho sempre detto, al sottoscritto che una cosa venga dal centro, da destra o da sinistra non interessa: quando una cosa va bene bisogna farla e bisogna appoggiarla. Noi quindi siamo assolutamente d'accordo nel votare questa mozione, anche perché - lo ripeto - è la strada che ha intrapreso la Giunta regionale.
Faccio due piccolissime osservazioni, a prescindere dal fatto che mi auguro che questa vicenda - ne sono contento soprattutto da piemontese - si stia, quanto meno in parte, sgonfiando; mi riferisco per esempio anche agli ultimi articoli dei quotidiani cittadini, dai quali si evincerebbe che anche il presunto danno che ci sarebbe stato forse - dico forse - non ci sarebbe o sarebbe notevolmente ridotto. Ho premesso, dunque, che da cittadino piemontese non posso che essere contento se questa vicenda si sgonfierà ulteriormente.
Detto ciò, preciso due cose. La prima è che mi pare che, a riguardo della famosa intervista, l'Assessore Casoni abbia risposto più che chiaramente, anche oggi in Consiglio regionale: ha risposto molto chiaramente. Poi, se qualcuno non è convinto questo è legittimo: si può non essere convinti e va benissimo. Dopodiché, però, non è che l'Assessore non abbia risposto: l'ha fatto molto chiaramente su ogni cosa.
Come Capogruppo della Lega Nord, tra l'altro, non vado nemmeno a fare una dichiarazione di sostegno all'Assessore Casoni: la dichiarazione di sostegno c'è tutti i giorni da ambo le parti, quando si lavora in questa Regione come maggioranza e come Giunta per cercare di risolvere per tutti i problemi che noi abbiamo ereditato.
Infatti, cari signori, anche sulla questione della GEC - e questo è il secondo punto che volevo trattare - noi sbaglieremo sempre, noi faremo male le cose, ma intanto cerchiamo di fare qualcosa. Effettivamente prima - e non l'ho detto io - si è sempre proceduto con rinnovi, per anni dell'affidamento: rinnovi dell'affidamento... Sono arrivate questa maggioranza e questa Giunta per provare a fare qualcosa, sia riferito al bando sia riferito al famoso dirigente.
A me colpisce che una persona come lei - se mi permette, caro collega Placido -, alla quale riconosco sicuramente un'influenza, una capacità e un modo di fare politica veramente ad alto livello, non riesca per anni, in maggioranza, ad intervenire su un dirigente. Oggi mi cade veramente un mito: il mito Placido. Di fronte al fatto che lei, in maggioranza, non sia riuscito a intervenire in cinque anni su un dirigente rimango basito! Questa benedetta Giunta, che non ne imbrocca mai una, cosa fa? Interviene: sui bandi, sul dirigente, ecc. E poi cosa succede? Che c'è sempre qualcosa di sbagliato, perché noi siamo un pochino dilettanteschi questo è vero: loro sono molto, molto più bravi, perché quando sanno che c'è una cosa un po' delicata non vanno a toccarla - fanno finta di niente e non la toccano - e invece quando sono sicuri - perché piace loro sempre vincere facile - allora intervengono. Devo dire che hanno buona stampa e sono capaci a rapportarsi bene - cosa di cui noi non siamo capaci - con i giornalisti; forse perché leggono di più i giornali e quindi riescono a risaltare bene.
Dico un'ultima cosa, se mi permettete, perché ogni tanto un po' di sorriso ci vuole, soprattutto in questi giorni così difficili di inizio anno. Credo che la Giunta regionale si stia muovendo bene su questa vicenda. Io non sono uno di quelli convinti di avere la verità in tasca e quindi sono contento che il Presidente Cota non sia venuto - come invece richiesto da una parte dell'opposizione - a dire subito di voler togliere la fiducia all'Assessore Casoni. Ci sono altre persone che invece hanno la verità in tasca e che, nel giro di trenta secondi, tolgono la fiducia a compagni di partito, a compagni di strada e magari a compagni di battaglie.
Noi non siamo capaci a far quello, ma ritengo che questo, da parte nostra sia un pregio.



PRESIDENTE

Non avendo altre richieste di intervento, procediamo con la votazione degli atti di indirizzo collegati al dibattito testé avvenuto, ossia la mozione n. 932, a firma del Consigliere Reschigna ed altri, e l'ordine del giorno n. 942 a firma del Consigliere Buquicchio.
Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Placido in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Non ritenendomi soddisfatto di quanto dichiarato dal Presidente Cota nel suo intervento, non ritengo assorbita la mia interrogazione nel dibattito di questo Consiglio straordinario.



PRESIDENTE

Va bene, Vicepresidente Placido.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

La Giunta regionale ha espresso parere favorevole su entrambi gli atti di indirizzo presentati.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 932, il cui testo recita: "II Consiglio regionale del Piemonte premesso che la gestione del servizio di riscossione della tassa automobilistica è stata affidata, a partire dall'anno 2005, alla società Gec spa di Cuneo sulla base della convenzione approvata con D.G.R. n. 79 14080 del 22 novembre 2004, successivamente prorogata nel 2007 e ancora nel 2011, fino all'espletamento dell'attuale procedura di gara ad evidenza pubblica per l'affidamento del servizio. Tale gara, oggetto d'impugnativa di fronte al T.A.R. Piemonte da parte di alcune società concorrenti della citata GEC Spa, è stata annullata in data 5 dicembre 2011 dalla sezione prima del TA0. stesso. A seguito di tale pronuncia l'Amministrazione regionale, con determine del 6 luglio e del 25 luglio 2012, ha messo a gara i servizi di riscossione (per un costo stimato pari a 12 milioni di euro annui) e il 18 dicembre prossimo dovrebbe essere aggiudicata; le indagini svolte dalla Magistratura avrebbero evidenziato un sistema di corruzione che, sulla base dell'affidamento diretto del servizio a GEC Spa e della continua proroga del medesimo, avrebbe comportato vantaggi in capo alla società e a più soggetti, tra i quali un ex dirigente del settore regionale Tributi considerato che è attualmente in fase di discussione in Consiglio regionale la Proposta di deliberazione n. 218 'Interventi urgenti per la razionalizzazione delle spese regionali' (nota come "Spending review regionale'), nel cui ambito emerge chiaramente l'indicazione di procedere alla definizione di criteri di razionalizzazione, finalizzati alla ricognizione di funzioni da internalizzare; tra tali funzioni possono essere ricomprese anche quelle di riscossione, accertamento, recupero, rimborso, applicazione delle sanzioni relative a tributi propri, quale è la tassa automobilistica, la cui piena titolarità in capo alla Regione è riconosciuta dalla legge 27 dicembre 1997, n. 449 ritenuto che l'internalizzazione da parte dell'Ente Regione del servizio di riscossione della tassa automobilistica possa rispondere in modo efficace oltre che ad una logica di razionalizzazione della spesa e dell'impiego di personale, anche ad inequivocabili esigenze di maggiore controllo dell'intera procedura da parte dell'Amministrazione stessa impegna il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente a sospendere la suddetta procedura di gara ad evidenza pubblica; a procedere affinché, a partire dal prossimo 1° gennaio 2013, o comunque quanto prima, il servizio di riscossione della tassa automobilistica sia gestito direttamente dagli uffici della Regione Piemonte".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 942, il cui testo recita: "Premesso che la Gestione Esazioni Convenzionate Spa, in breve GEC Spa, è una società per azioni iscritta all'albo dei soggetti abilitati per l'esercizio dell'attività di riscossione, di liquidazione, di accertamento e di ogni altra attività di incasso, definizione e gestione, ivi compreso il contenzioso, delle entrate tributarie, extratributarie incluse le sanzioni a qualsiasi titolo emesse, di spettanza degli Enti Locali e Territoriali sino al 2011 la Regione Piemonte ha affidato alla società GEC Spa, con affidamento diretto, il servizio di riscossione della Tassa automobilistica premesso ancora che la Regione Piemonte ha sviluppato negli anni, avvalendosi tecnicamente del suo ente strumentale per l'informatica, ossia del CSI Piemonte, un proprio modello organizzativo - gestionale della tassa automobilistica nonché il software di gestione della tassa automobilistica, come da deliberazione di Giunta regionale del 7 marzo 2011, n. 36-1688; la Giunta regionale, con DGR di cui sopra, deliberava di dare mandato al CSI Piemonte affinché esperisse una procedura ad evidenza pubblica avente ad oggetto l'affidamento del servizio di riscossione (volontaria e coattiva) della tassa automobilistica, per conto della stessa Regione, in collaborazione con II CSI Piemonte ed individuava, altresì, i requisiti di massima per la partecipazione alla procedura di gara in attuazione dei principi di massima delineati dalla DGR n. 36-1688 del 7 marzo 2011, il CSI Piemonte provvedeva a redigere la documentazione di gara ed ad indire e a pubblicare, nelle forme di legge, una gara d'appalto europea da aggiudicarsi con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa avente ad oggetto l'affidamento del servizio di riscossione della tassa automobilistica dovuta dai proprietari di veicoli alla Regione Piemonte nonché delle entrate degli altri enti locali piemontesi due operatori economici potenziali partecipanti alla procedura di gara (ATI Società consortile per azioni Sermetra e s.n.c. Euro PA nonché ATI Areariscossioni S.p.A. e altri) hanno impugnato il bando di gara della procedura In questione lamentando la violazione della lex specialis di gara sotto vari e diversi profili (cfr. DGR 5 giugno 2012, n. 22-3977) considerato che nei due giudizi instauratisi avanti il TAR Piemonte tanto il CSI Piemonte quale stazione appaltante individuata dalla DGR n. 36-1688 del 7 marzo 2011, quanto l'Amministrazione regionale si sono regolarmente costituite in giudizio avverso le sentenze (nn. 01335/2011 e 01336/2011), pronunciate nel merito della causa dal Giudice amministrativo in data 21 dicembre 2011, tanto l'Amministrazione Regionale quanto il CSI-Piemonte non hanno proposto appello avanti al Consiglio di Stato e pertanto le medesime sono passate in giudicato il 21 marzo 2012 in data 15 aprile 2012, la Società consortile per azioni Sermetra nonché la s.n.c. Euro PA hanno proposto ricorso per ottenere l'ottemperanza della sentenza n. 01336/2011, con richiesta al Tribunale di 'ordinare all'Amministrazione regionale - ove occorra, anche mediante la nomina di un commissario ad acta di conformarsi al giudizio, prescrivendo le relative modalità alla luce dei principi e delle indicazioni desumibili dalle statuizioni della sentenza TAR n.r. 1336/2011, dichiarare la nullità degli atti tramite i quali l'Amministrazione regionale ha di fatto tacitamente rinnovato la convenzione con GEC S.p.A., scaduta in data 31 dicembre 2010 avente ad oggetto l'affidamento del servizio di riscossione del bollo auto e attività connesse, determinare sin d'ora la somma di denaro dovuta dagli enti resistenti per ogni ulteriore ritardo nell'esecuzione del giudicato' (cfr. DGR 5 giugno 2012, n. 22-3977) con DGR 5 giugno 2012, n. 22-3977, la Giunta regionale dava mandato alla Direzione Risorse Umane e Patrimonio di espletare la procedura ad evidenza pubblica per l'affidamento dei soli servizi di supporto alla procedura riscossiva delle tasse automobilistiche della Regione Piemonte sempre con DGR di cui sopra, la Giunta regionale deliberava di procedere per la riscossione coattiva a mezzo dell'ingiunzione fiscale delle partite a credito per tasse automobilistiche accertate dalla Regione Piemonte avvalendosi, stante la necessità di un supporto operativo esterno qualificato che ne permetta l'efficace ed efficiente sviluppo con adeguate professionalità, di un soggetto scelto mediante l'espletamento di una procedura ad evidenza pubblica considerato ancora che il mese scorso, l'operazione 'Car Tax', partita nella primavera del 2009 ha portato all'arresto di quindici persone per corruzione, concussione turbativa d'asta e associazione a delinquere, tra cui l'ex responsabile della Direzione Risorse Finanziarie della Regione Piemonte, i vertici della GEC Spa e del CSI Piemonte, ed altri funzionari rispettivamente delle Regioni Campania e Veneto secondo l'accusa, la GEC Spa avrebbe adeguato ad hoc il bando di gara ottenendo vantaggi economici complessivi per 50 milioni di euro ed arrecando alla Regione Piemonte un danno ammontante a circa 20 milioni di euro ritenuto che la questione dei cosiddetti affidamenti diretti, in assenza di una disciplina normativa certa e definitiva, ha dato luogo, nel corso degli anni, a significative incertezze applicative, solo, in parte, colmate dall'articolo 13 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223 convertito con modificazioni dalla legge 4 agosto 2006, n. 248 al fine di assicurare una piena ed effettiva apertura del mercato e realizzare una maggiore concorrenza, con inevitabili effetti positivi anche sulla spesa, è necessario limitare i casi in cui l'amministrazione regionale possa affidare in modo diretto (senza gara) gli appalti per la produzione di servizi strumentali alla propria attività tutto ciò premesso si impegnano la giunta e l'assessore competente ad individuare, già a partire dai prossimi provvedimenti, specifiche misure volte a standardizzare le richieste di affidamenti diretti (senza gara) per la produzione di beni, forniture e servizi strumentali alla propria attività al fine di poter effettuare un confronto e valutazione dei propri affidamenti con quelli di altre amministrazioni regionali garantire una maggiore trasparenza e un più capillare ed efficace controllo sulle procedure di acquisizione di beni e servizi adottate in deroga al fondamentale principio dell'evidenza pubblica a far partecipare obbligatoriamente, entro e non oltre 30 giorni dall'approvazione dell'ordine del giorno, tutti gli enti regionali al progetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Pubblica Amministrazione e la Semplificazione 'La bussola della trasparenza dei siti web'".
Il Consiglio approva.
Il Consigliere Placido ha dichiarato che l'interrogazione n. 873 "Progetto integrato della tassa automobilistica e delle funzioni correlate elaborato dal CSI-Piemonte ai sensi della DGR n. 36-1688 del 7 marzo 2011" viene mantenuta; mentre chiedo al Consigliere Buquicchio se può ritenere assorbita, e quindi superata, l'interrogazione, n. 1409 "Affidamento di beni, servizi e forniture, disponibilità elenchi" anche alla luce dell'approvazione dell'ordine del giorno di pari argomento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Sì, grazie, Presidente, l'interrogazione può essere tranquillamente ritirata.
Grazie.



PRESIDENTE

L'interrogazione presentata dal Consigliere Buquicchio è superata quindi viene mantenuta solo l'interrogazione n. 873 del Consigliere Placido.
Dichiaro chiusa la seduta straordinaria.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16.57)



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