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Dettaglio seduta n.315 del 20/12/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


NOVERO GIANFRANCO



(Alle ore 14.30 il Consigliere Segretario Novero comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(Alle ore 15.00 il Presidente Cattaneo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.15)



(La seduta ha inizio alle ore 15.25)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cota, Gregorio e Toselli.



PRESIDENTE

Il numero legale è 29.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 252 "Temporanea sostituzione del Consigliere Michele Giovine" (ai sensi dell'articolo 16 bis della legge 17 febbraio 1968, n. 108 "Norme per l'elezione dei Consigli regionali delle Regioni a Statuto normale")


PRESIDENTE

Prima di procedere alla trattazione della proposta di legge n. 312, do la parola al Presidente della Giunta per le elezioni, Rocchino Muliere, in merito alla proposta di deliberazione n. 252, avente come oggetto "Temporanea sostituzione del Consigliere regionale Michele Giovine".



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
In data 20 dicembre 2012, cioè oggi, il Presidente del Consiglio Valerio Cattaneo, ha trasmesso alla Giunta per le Elezioni il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 dicembre 2012, notificato al Consiglio regionale in data 20 dicembre 2012, che ha accertato la sospensione dalla carica del Consigliere Giovine, ai sensi dell'articolo 15, comma 4 bis, della legge 55 del 1990.
Il citato decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ha accertato la sospensione dalla carica del Consigliere Giovine, a decorrere dalla data del 22 maggio 2012, a seguito della sentenza emessa in tale data dalla Corte d'Appello di Torino, che ha confermato la condanna alla pena di anni due e otto mesi di reclusione, inflitta nel giudizio di primo grado dal Tribunale di Torino, per i reati di cui agli articoli 81 e 110 del Codice Penale e 90, comma 2, del DPR n. 570 del 1960.
Il menzionato articolo 15, comma 4 bis lettera b), dispone la sospensione di diritto dalla carica di Consigliere regionale qualora, con sentenza di primo grado confermato in appello per la stessa imputazione, il Consigliere abbia riportato una condanna ad una pena non inferiore ai due anni di reclusione, per un delitto non colposo, dopo le elezioni o la nomina.
L'articolo 16 bis della legge 17 febbraio 196 n. 108 prevede che, nel caso di sospensione di un Consigliere, intervenuto ai sensi dell'articolo 15, comma 4 bis, della legge 19 marzo 1990 n. 55, introdotto dall'articolo 1, comma 1, della legge 18 gennaio 1992 n. 16 e s.m., il Consiglio, nella prima adunanza successiva alla notificazione del provvedimento di sospensione da parte del Commissario del Governo, e comunque non oltre 30 giorni dalla predetta notificazione, proceda alla temporanea sostituzione affidando la supplenza, per l'esercizio delle funzioni di Consigliere, al candidato della stessa lista che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti.
L'articolo 36, secondo comma, dello Statuto, prevede che la Giunta per le Elezioni riferisca al Consiglio regionale sulle operazioni elettorali e sui titoli di ammissione.
Il Consigliere Michele Giovine era stato eletto nella quota proporzionale nella lista "Pensionati con Cota", nella circoscrizione elettorale di Torino. Dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Torino, nella lista avente il contrassegno "Pensionati con Cota", il candidato che ha riportato il maggior numero di voti, dopo l'ultimo degli eletti, è la signora Sara Franchino.
All'unanimità dei votanti, con un collega che non ha partecipato alla votazione, la Giunta per le Elezioni propone, al Consiglio regionale, di deliberare la temporanea sostituzione del Consigliere Michele Giovine affidando la supplenza, per l'esercizio delle funzioni di Consigliere regionale, alla signora Sara Franchino, ai sensi dell'articolo 16 bis della legge 17 febbraio 1968 n. 108.
Questo è quanto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Muliere.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.30 riprende alle ore 15.31)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Vista la relazione del Presidente della Giunta per le elezioni l'ineleggibilità, le compatibilità e l'insindacabilità, Rocchino Muliere all'Aula, che propone al Consiglio di deliberare la temporanea sostituzione del Consigliere Michele Giovine, affidando la supplenza, per l'esercizio delle funzioni di Consigliere regionale, alla signora Sara Franchino, ai sensi dell'articolo 16 bis della legge 17 febbraio 1968 n. 108, chiedo al Consiglio regionale di esprimersi con la votazione.
Pongo quindi in votazione la proposta del Presidente della Giunta per le elezioni.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 252, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Proclamo, quale sostituta del Consigliere regionale Michele Giovine Consigliere regionale la signora Sara Franchino, la quale, se è nelle immediate vicinanze, può prendere posto in aula.



(La neo Consigliera Sara Franchino prende posto in aula)



PRESIDENTE

A nome dell'Assemblea e mia personale, do il benvenuto alla collega Sara Franchino.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, volevo solo dire, in virtù del principio del garantismo soltanto una cosa all'ex Consigliere Giovine. Gli auguro di risolvere i suoi problemi perché, fintanto che un Consigliere, un qualunque cittadino non è condannato in terzo grado, non è colpevole.
Molti auguri.



PRESIDENTE

Sì. Preciso che il Consigliere regionale Giovine non è ex Consigliere ma Consigliere sospeso.



SPAGNUOLO Carla

A maggior ragione.



PRESIDENTE

Consigliere sospeso, come ho già detto, e come ha detto anche il Consigliere Muliere.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Giunta, organizzazione e funzioni - Gruppi consiliari

Esame proposta di legge n. 312, inerente a "Istituzione dell'anagrafe delle cariche pubbliche elettive e di governo della Regione e del sistema informativo sul finanziamento dell'attività dei Gruppi consiliari"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 312, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Dobbiamo proseguire con l'esame dell'articolo 3, su cui devo richiamare l'attenzione.
In rete, erroneamente, era stato inserito il testo dell'articolo 3, con il comma 3 che recitava "le informazioni richieste, a norma delle lettere b), c), d) ed e) di cui al comma 1, devono essere riferite anche ai coniugi e ai figli conviventi".
Si tratta di un refuso perché era il contenuto dell'emendamento del Consigliere Bono è stato respinto in Commissione. Nel testo che adesso abbiamo on line abbiamo solo il comma 2. Il comma 3 non esiste, si tratta di un refuso.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 1) presentato dal Consigliere Cursio: l'articolo 3 (Sezione Consiglieri) comma 1 lettera a) è così modificato: "i dati anagrafici, il titolo di studio, la professione esercitata l'esercizio di funzioni di amministratore o sindaco di società, comprese le attività in organi di direzione e sorveglianza nonché di organi di consulenza e simili di Enti, Istituti e Fondazioni italiane ed estere, di diritto pubblico o privato, le attività di consulenza e perizia per servizi nazionali e regionali, le attività di direzione o consulenza per gruppi di interesse italiani o esteri, la partecipazione ad altri organi della Repubblica italiana".
Ha chiesto la parola il Consigliere Cursio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento amplia un po' il principio di riportare oltre i dati anagrafici, il titolo di studio e la professione, anche tutto ciò che era attinente, ed è attinente, le attività, le partecipazioni del Consigliere sia in Italia che all'estero.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cursio.
Passiamo all'esame dell'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dal Consigliere Bono: 1. dopo il comma 1 dell'articolo s'inserisce il comma 1 bis: "1 bis. Sono pubblicate anche le informazioni di cui alle lettere b), c) d), e) riguardanti i coniugi ed i figli conviventi degli eletti" Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento riporta quello che ho citato prima e che, per errore era stato inserito nel testo di legge, quindi lo do per illustrato.



PRESIDENTE

Ci sono interventi sull'articolo e sugli emendamenti? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Telegraficamente sugli emendamenti. Il Partito Democratico si esprime a favore dell'emendamento rubricato n. 1) del Consigliere Cursio, che estende la conoscibilità, relativamente ai Consiglieri regionali, delle cariche anche da questi ricoperti in attività professionali in società private o enti di vario genere, anche oltre la dizione attuale della normativa.
Invece, riteniamo non ricevibile - penso che risponderemo con un voto d'astensione - l'emendamento n. 5) del Consigliere Bono perché, pur comprendendone la ratio, riteniamo una forzatura, anche impraticabile dal punto di vista giuridico, obbligare i coniugi e i figli ad essere soggetti alla stessa dizione.
Potrebbero esserci legittimamente dei casi di coniugi o di figli adulti con la propria attività, che potrebbero rifiutarsi di sottoporsi a questo vaglio, a prescindere dalle decisioni, dal fatto che il proprio congiunto sia Consigliere regionale.
Riteniamo non praticabile l'emendamento del Consigliere Bono.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento sugli emendamenti e sull'articolo 3? No.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Sull'articolo 4 c'è l'emendamento n. 2), dichiarato irricevibile, in quanto il comma 1 dello stesso articolo 4 è identico per contenuto.
Non essendoci richieste d'intervento indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
Non vedo presente in aula il Consigliere Burzi, il quale aveva chiesto una sospensione della seduta di dieci minuti, prima di passare all'esame dell'articolo 6.
Gli emendamenti n. 9) e 8) del Consigliere Burzi propongono di istituire l'articolo 5 bis.
Se l'Aula acconsente, ci fermiamo per dieci minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.44 riprende alle ore 15.54)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
ARTICOLO 5 bis Emendamento rubricato n. 3) presentato dal Consigliere Cursio: Dopo l'articolo 5 (Sezione dei titolari di cariche di nomina regionale) è inserito il seguente articolo 5 bis : Articolo 5 bis ('Test tossicologico per i Consiglieri regionali e i componenti della Giunta Regionale') 1. I Consiglieri regionali e i componenti della Giunta regionale dispongono della facoltà di sottoporsi al test tossicologico secondo le modalità di cui ai commi successivi.
2. Il test è svolto entro una settimana dall'avvenuta proclamazione dei risultati elettorali e, successivamente, annualmente senza nessun preavviso.
3. L'esame tossicologico, da effettuarsi mediante l'analisi delle urine e del bulbo pilifero, è finalizzato a verificare se nella persona esaminata siano evidenziabili tracce di sostanze stupefacenti e psicotrope, la cui assunzione comporta una distribuzione nei fluidi e tessuti corporei e quindi, la presenza. per un certo periodo di tempo, della sostanza assunta nelle urine e nei capelli.
4. L'intera procedura di prelievo, stoccaggio, esame e trasferimento dei campioni presso i laboratori di analisi viene svolta da personale sanitario specializzato appartenente ad una struttura pubblica regionale preventivamente identificata ed autorizzata.
5. Al soggetto trovato positivo agli esami tossicologici è data facoltà di ripetere il test entro novantasei ore presso lo stesso od altro centro autorizzato. In caso di discordanza nei risultati, ulteriore test deve essere svolto presso il laboratorio dell'Istituto Superiore di Sanità.
6. Nell'apposita sezione dell'anagrafe di cui all'articolo 2 è fatta menzione dell'eventuale rifiuto di sottoporsi al test tossicologico e dietro espressa autorizzazione da parte del soggetto esaminato, sono pubblicati gli esiti".
Ha chiesto la parola il Consigliere Cursio per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CURSIO Luigi

Se vogliamo, questo emendamento rispecchia un po' il principio di chiarezza nei confronti dei propri elettori e dei cittadini nel complesso.
In questo Paese chi conduce un pullman deve fare il test tossicologico perché all'interno di quel mezzo vi possono essere, loro malgrado - per quanto il loro numero possa essere contenuto - soggetti la cui vita potrebbe essere messa in serio pericolo, in caso di incidente, proprio a causa delle azioni tossiche di alcuni prodotti assunti volontariamente dal conducente.
Ora mi chiedo: noi siamo 60 Consiglieri che, a volte, decidono cose molto importanti. Credo che, proprio per quel principio di trasparenza e di chiarezza nei confronti dei cittadini, sia assolutamente opportuno - certo la Costituzione tutela i dati individuali e personali - che ciascun Consigliere si sottoponga al test tossicologico; aggiungo non solo attraverso le urine, ma anche attraverso il bulbo pilifero. Cosa voglio dire? Che in questo modo anche prodotti assunti oltre uno o due anni addietro vengono rilevati.
Ritengo quindi assolutamente opportuno - ripeto: opportuno - che volontariamente ciascun Consigliere - quando dico ciascun Consigliere intendo naturalmente anche ciascun componente della Giunta - si sottoponga al test tossicologico.
Sento frequentemente dire che questo sarebbe giusto e opportuno, oltre che sia arrivato il momento di provarci. Ciò costituirebbe anche un gran momento di chiarezza e magari potremmo anche passare dal proferire semplicemente parole al dimostrare le cose con i fatti.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Burzi, Boniperti Valle e Vignale: dopo l'articolo 5 della proposta di legge n. 312/2012 è inserito il seguente articolo 5 bis: Trasparenza 1. Regione Piemonte, gli enti, aziende, società, agenzie, istituzioni consorzi e organismi comunque denominati, controllati, vigilati e partecipati dalla Regione Piemonte, nonché i concessionari di servizi pubblici regionali, al fine di assicurare la trasparenza dei procedimenti amministrativi, sono tenuti ad assicurare la pubblicazione sul portale istituzionale nella "Prima pagina" in modo assolutamente evidente, ove è riservata in modo immediatamente percepibile una sezione dedicata alla "trasparenza", di tutti gli atti e i provvedimenti a rilevanza esterna adottati.
2. In attuazione della normativa vigente in materia di amministrazione digitale i portali di tutti i soggetti di cui al comma 1 devono rispettare i principi di accessibilità, di elevata fruibilità e reperibilità delle informazioni anche da parte delle persone disabili, completezza di informazioni, chiarezza di linguaggio, affidabilità e semplicità di consultazione. Inoltre tutti i documenti e le informazioni contenute nel portale sono fruibili gratuitamente e senza la necessità di autenticazione informatica.
3. Nella Sezione trasparenza di cui al comma 2 sono pubblicati: a) Bilancio annuale b) L'indicazione precisa e dettagliata del trattamento economico degli organi di indirizzo economico- amministrativo, dei dirigenti, dei consulenti, dei membri di commissioni e dei collegi comunque denominati oltre che curricula di ciascuno.
c) Elenco aggiornato degli incarichi esterni nel quale sono indicati l'oggetto dell'incarico, il soggetto incaricato, gli estremi del provvedimento di affidamento e i corrispettivi previsti e i liquidati.
L'elenco deve essere consultabile per materia, per nominativo e per ordine cronologico.
d) elenchi completi dei collaudi, delle consulenze e di ogni altro tipo di incarico esterno conferito ai dipendenti.
e) albo dei soggetti, siano essi persone fisiche o persone giuridiche, cui sono erogati, a qualunque titolo, contributi, sovvenzioni, crediti, sussidi e benefìci di natura economica e finanziaria con indicazione de: la denominazione del soggetto beneficiario, della struttura che ha proposto il beneficio, delle ragioni in base alle quali il contributo è stato assegnato, salvo i casi previsti dalla normativa a tutela della riservatezza e tipo e l'entità del contributo erogato.
f) Anagrafe degli eletti (componenti la Giunta e il Consiglio regionale) contenenti l'attività politica, le presenze alle Commissioni e ai Consigli le missioni istituzionali e l'indennità mensilmente percepita g) Anagrafe dei nominati in enti, aziende, società, agenzie, istituzioni consorzi e organismi comunque denominati, controllati, vigilati e partecipati dalla Regione Piemonte h) Elenco di tutti gli affidamenti assegnati mediante affidamento diretto o licitazione privata.
4. I soggetti di cui al comma 1 sono inoltre tenuti a pubblicare i bandi di concorso o gli avvisi di selezione, salvo quant'altro previsto dalla vigente normativa, oltre che sul Bollettino ufficiale della Regione Piemonte, anche sul proprio portale internet ufficiale per tutta la durata del periodo utile alla presentazione delle domande. Il link di apertura della sezione concorsi e avvisi di selezione deve essere inserito nella prima pagina dei siti internet e deve essere ben visibile e riconoscibile.
5. Sui siti internet di ogni soggetto di cui al comma 1 devono essere pubblicati i nominativi dei componenti le commissioni esaminatrici, i loro curricula, le date di sorteggio dei commissari, i diari delle prove e l'esito delle stesse, le generalità dei lavoratori avviati al lavoro dalle società o enti di lavoro interinale, oltre che i verbali delle singole prove.
6. Con successivo regolamento della giunta sono individuati e definiti tempi, modalità e struttura competente alla tenuta e aggiornamento dell'albo e di quanto disposto nel presente articolo, nonché i raccordi operativi con il Settore ragioneria".
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Burzi, Boniperti Valle e Vignale: dopo l'articolo 5 della proposta di legge n. 312/2012 è inserito il seguente articolo 5 bis: Nomine 1. Fatte salve le incompatibilità previste dalle legge statali e dalle altre leggi regionali, non possono essere nominati o designati negli enti agenzie regionali e società partecipate dalla Regione Piemonte, aziende sanitarie locali e aziende ospedaliere, quali amministratori o revisori dei conti o quali capi di dipartimento dell'Amministrazione regionale: a) parlamentari italiani ed europei, i presidenti e gli assessori e i consiglieri di Provincia, Regione o Comunità montane, i sindaci, gli assessori e i consiglieri di comuni con almeno 5000 abitanti b) i dipendenti dello Stato o delle regioni, addetti ad un ufficio che assolve a mansioni di controllo o vigilanza sugli enti in cui deve avvenire la nomina o che vi sono stati addetti nell'anno precedente la nomina c) i componenti gli organi consultivi ovvero altri soggetti tenuti ad esprimere pareri sui provvedimenti degli enti, istituti ed organismi nei quali debba avvenire la nomina o la designazione d) coloro che prestano attività a titolo oneroso di consulenza o di collaborazione presso la Regione o presso gli enti sottoposti a controllo regionale o interessati alle nomine o alla designazione e) coniugi o parenti in linea retta, ascendente o discendente, di consiglieri o assessori regionali o di sindaci di comuni al di sopra dei 15 mila abitanti f) coloro che ricoprono incarichi direttivi o esecutivi regionali o nazionali in partiti politici.
2. Le modifiche legislative introducono inoltre i principi in base ai quali: a) coloro che sono nominati in un ente o società non possono ricoprire incarichi in enti o società da questi controllati o partecipati b) nessun soggetto può svolgere la funzione di amministratore contestualmente in più di un ente o società; nessun soggetto può altresì svolgere la funzione di revisore dei conti o sindaco contestualmente in più di due enti o società. I medesimi non possono ricoprire più di due mandati nello stesso ente o società c) i soggetti già nominati trasmettono alla presidenza della Giunta regionale e alla presidenza del Consiglio regionale una dichiarazione circa la sussistenza di una delle cause di ineleggibilità o incompatibilità.
Sulla base delle dichiarazioni pervenute, il Presidente della Giunta regionale e il Presidente del Consiglio regionale, per quanto di propria competenza, accertano la sussistenza di una delle cause, dichiarano con proprio atto la decadenza del soggetto nominato e provvedono ad effettuare una nuova nomina d) i direttori generali delle agenzie di emanazione regionale ed i direttori generali delle aziende sanitarie locali ed ospedaliere all'atto della nomina consegnano lo stato del proprio patrimonio comprensivo delle eventuali partecipazioni societarie e) i dipendenti o i dirigenti della Regione Piemonte rinviati a giudizio per reati contro la pubblica amministrazione sono assegnati ad uffici regionali dove non sono previsti centri di spesa." Ha chiesto la parola per l'illustrazione il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Illustro entrambi gli emendamenti, trattandosi dell'istituzione di due articoli aggiuntivi. Come abbiamo detto questa mattina, se non sbaglio relativamente all'emendamento n. 2), queste proposte non sono altro che la declinazione di quanto previsto in questo momento dalla norma, rispetto alle finalità. Sono due punti - il punto 4) e il punto 5) - della delibera di spending review che è stata approvata a larga maggioranza in Commissione e quindi mandata all'Aula. I motivi per cui abbiamo ritenuto opportuno inserire queste modifiche all'interno della legge sono due.
Il primo è quello di evitare un successivo passaggio normativo: nel momento in cui, infatti, viene approvata la delibera di spending review con i punti 4) e 5) la stessa andrebbe poi trasformata in un provvedimento di legge. Il secondo è perché ci pare sensato che, nel momento in cui si invoca e si richiede giustamente grande trasparenza all'interno del Consiglio e della Giunta regionale, noi crediamo che debba avvenire altrettanto non solo per i nominati ma anche per le Società o gli Enti di partecipazione regionale.
Ci sembra quindi che tutto ciò abbia una coerenza con ciò che noi oggi stiamo votando.
L'articolo 5 bis, pertanto, interviene sulle nomine, individuando in certi casi alcune incompatibilità, parte delle quali già presenti nella normativa regionale e altre, invece, aggiuntive. Si tende a sancire alcuni principi, per esempio quello della non cumulabilità delle cariche di amministratore... Provo a parlare più forte per la stenografa...



PRESIDENTE

Guardi, purtroppo c'è veramente troppo brusìo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.58 riprende alle ore 15.59)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Mi scusi, Consigliere Vignale: dobbiamo scegliere, oggi, se lavorare o meno, perché non è possibile farlo così. Stiamo affrontando una legge sulla quale sono stati caricati una serie di argomenti che non rientrano, a mio parere, fra le finalità della legge, tra cui per esempio - legittimamente questi emendamenti. Credo che il Presidente, titolare assieme ad altri di questa proposta di legge e gli Uffici debbano almeno capire che cosa stiamo facendo. Chi legittimamente non è interessato può fare quello che ritiene.
Personalmente, sono interessato, sia per dovere d'ufficio che per serietà di Consigliere, come - credo - ciascuno di voi. Desidero che coloro i quali avanzano delle proposte possano essere ascoltati e che le proposte possano essere valutate. Io, comunque - e di questo chiedo scusa - ho questa esigenza.
Continui, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Dicevo che l'articolo 5 bis introduce una serie di principi, alcuni già presenti - non totalmente, ma in parte - nella legislazione regionale e altri che vengono invece inseriti: per esempio l'impossibilità di avere più cariche come Amministratore - quindi in più società - o l'impossibilità di essere nominato Amministratore di una Società da una Società che la controlla. Sarebbe il caso di Finpiemonte Partecipazioni, se un componente del C.d.A. di Finpiemonte Partecipazioni - per fare un esempio - venisse anche nominato come componente di un C.d.A. di una società da essa controllata. Questo riguarda ugualmente le Aziende ospedaliere, in quanto la proposta prevede che i dipendenti della Regione Piemonte rinviati a giudizio per reati contro la Pubblica Amministrazione siano non certo sospesi - perché non ancora colpevoli o non colpevoli del tutto - ma assegnati ad uffici regionali dove non sono previsti centri di spesa.
questo che prevede l'articolo 5 bis, relativamente alle nomine.
L'emendamento n. 9) sulla trasparenza - ripeto che questo, come quello precedentemente illustrato, è esattamente la copia di quanto abbiamo votato in I Commissione rispetto alla spending review - prevede invece che vi sia la trasparenza che non sempre oggi esiste per le Società partecipate.
Pertanto il comma 1 dell'articolo 5 bis prevede che sulla prima pagina del sito internet di ogni Società o Ente partecipato della Regione Piemonte vi sia un bottone "trasparenza", all'interno del quale siano visibili alcuni dati essenziali: il bilancio annuale, il trattamento economico degli organi di indirizzo dei dirigenti e dei consulenti, l'elenco aggiornato degli incarichi esterni.
Questo - lo ricordate - è un obbligo che la legge impone già agli Enti locali e alle Regioni. La Regione Piemonte, quando nomina un consulente, ha l'obbligo di pubblicarlo sul Bollettino Ufficiale e di avere un elenco di tutti i consulenti che sono stati nominati; obbligo che, seppur estensivamente dovrebbe essere applicato alle Società partecipate, agli Enti, ecc., oggi non esiste per quanto attiene agli incarichi esterni che vengono affidati sotto soglia o all'elenco degli affidamenti diretti o mediante licitazione privata.
Occorre garantire quindi che i siti internet degli Enti, delle agenzie e delle società a maggioranza o a totale partecipazione pubblica regionale abbiano tutti quegli aspetti che sono presenti sul sito della Regione Piemonte e che con l'approvazione di questa legge riguarderanno i Consiglieri e gli Assessori.
Questa è la finalità dei due emendamenti presentati, cioè quello di inserirli all'interno dell'anagrafe degli eletti che, seppure non sia un adempimento normativo legato a ciò che chiede il Parlamento nazionale crediamo che sia coerente intanto perché è presente già in un provvedimento all'attenzione dell'Aula (quello sulla spending review), ma anche perch per coerenza garantirebbe una trasparenza a tutto tondo di tutto ciò che è Regione Piemonte, Giunta, Consiglio, nominati, società e società da esse controllate.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Noi esprimeremo un giudizio di astensione sull'emendamento n. 3) mentre per quanto riguarda gli emendamenti 8) e 9) testé illustrati dal collega Vignale, riprendendo alla lettera i relativi capitoli della deliberazione sulla spending review approvata dal Tavolo di concertazione avendoli condivisi, esprimeremo un voto a favore degli emendamenti, di cui condividiamo - come la condividevamo quando se n'era discusso in Commissione - la ratio di garantire la massima trasparenza non solo per quanto attiene alla Regione, ma per quanto attiene a tutto il sistema delle partecipate che fanno capo alla Regione e alle persone nominate in tali incarichi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marinello; ne ha facoltà.



MARINELLO Michele

Grazie, Presidente.
Gli emendamenti 8) e 9), come ricordava il collega Gariglio, ricalcano i contenuti di una deliberazione sulla spending review licenziata da questa assise.
Il problema di presentare emendamenti su una proposta di legge che esce da un Tavolo di concertazione e che è frutto della sintesi e del confronto prolungato in quella sede genera difficoltà nell'analisi dell'opportunità di inserire in questo strumento i contenuti degli emendamenti n. 8) e 9).
In altre parole, condividiamo appieno la sostanza degli emendamenti proposti - non potremmo fare altrimenti - ma riteniamo che meritino, da una parte, alcuni approfondimenti di natura tecnica per alcuni passaggi all'interno dei due emendamenti che lasciano qualche perplessità non di sostanza, ma di forma. Dall'altra parte, riteniamo vi sia la necessità di avviare entro brevissimo tempo un ragionamento sulle tematiche contenute negli emendamenti n. 8) e 9) eventualmente con un ulteriore arricchimento di contenuti.
Alla luce di queste considerazioni molto brevi - e non possono che essere brevi nel momento in cui si decide di uscire dai binari di una concertazione che invece è andata avanti per molto tempo nella sede del Tavolo - chiediamo ai proponenti di ritirarli per metterli all'o.d.g. dei lavori del Consiglio e, volendo, del Tavolo in tempi brevissimi.
In mancanza del ritiro, ci vediamo costretti nostro malgrado ad astenerci sugli emendamenti n. 8) e 9), così come annunciamo l'astensione sull'emendamento n. 3).



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Ancora più brevemente ripeterò i concetti che ha espresso il collega Marinello, perché riteniamo che siano proposte che nella sostanza condividiamo, ma dato che vanno a toccare alcuni altri aspetti normativi come la legge delle nomine, inviterei i proponenti momentaneamente a ritirare gli emendamenti, a fare gli opportuni approfondimenti per poi eventualmente condividerli e votarli.
Se così non fosse, saremmo costretti ad esprimere l'astensione sui predetti emendamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo in particolare sull'emendamento n. 3) presentato dal Consigliere Cursio, che condivido in pieno e quindi vorrei spendere due minuti di tempo per spiegare le motivazioni. Intanto è un emendamento che avevo pensato di scrivere anche io, ma per fortuna a volte ci sono anche dei colleghi con cui si condividono delle singole puntuali battaglie.
Non mi sembra un emendamento scandaloso, anche perché dobbiamo anche deciderci, soprattutto le forze politiche rappresentate nell'Aula consiliare regionale e che sono rappresentate in Parlamento, perché se vogliamo sempre garantisti, allora bisogna essere garantisti sempre, non è che si può essere garantisti verso i Consiglieri regionali e non garantisti verso i cittadini che fanno utilizzo di droghe leggere.
Quindi, in questo caso mi sembra che l'emendamento presentato dal collega Cursio sia pienamente condivisibile. Tra l'altro, sottolineo che al sesto comma c'è scritto che c'è la facoltà, c'è la possibilità di sottoporsi a test, non c'è l'obbligo. Quindi, torniamo sempre al discorso della facoltà, della libertà di cui spesso parliamo; pertanto un Consigliere può dire "io non mi voglio sottoporre al test per il controllo della presenza di sostanze psicotrope o stupefacenti nell'analisi o del capello o delle urine" e nessuno gli potrà dire nulla, perché è una sua facoltà. Un Consigliere che invece lo volesse fare, ha la possibilità di farlo con tutti i crismi sanciti dal Consiglio regionale.
Quindi, ritengo che, in un caso di possibilità di libertà, votare contro mi sembrerebbe qualcosa di strano, non voglio dire scorretto, perch c'è la piena libertà dei Consiglieri di votare quello che ritengono e di cui si assumono la responsabilità.
In conclusione, chiedo, se è possibile, al primo firmatario se posso sottoscriverlo.
Ovviamente, il mio voto è favorevole e penso di votare favorevolmente agli emendamenti n. 8) e 9), perché anche su quelli non ci vedo nulla di particolarmente grave o preoccupante da doverci riflettere. È un qualcosa che porta più trasparenza sui siti internet della Regione Piemonte e degli Enti da essa dipendenti,quindi voterò a favore anche di questi due emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Qui siamo di fronte ad un problema politico non indifferente. Se non ci fosse stata la questione legata al paragrafo sul personale della Regione contenuta nella proposta di deliberazione sulla spending review, a questo punto l'Aula avrebbe approvato la proposta di deliberazione che è uscita a maggioranza dalla Commissione.
Dentro la proposta di deliberazione uscita a maggioranza dalla Commissione - ha ragione il collega Vignale - ci stanno tutti e due gli emendamenti che il collega Vignale propone di fare entrare in anticipo rispetto alla discussione sulla proposta di deliberazione sulla spending review.
Siccome la proposta di deliberazione sulla spending review ha una natura di indirizzo e ha bisogno, per poter essere attuata, di tutta una serie di provvedimenti legislativi, e siccome era stata così definita in un momento nel quale non vi era una cogenza di intervento legislativo sull'anagrafe degli eletti, cui invece oggi siamo in presenza, trovo incomprensibile, sotto il profilo politico, l'atteggiamento dei Gruppi della maggioranza. Lo trovo incomprensibile sotto il profilo politico perché in Commissione questi emendamenti sono stati votati dalla maggioranza.
Questi emendamenti, peraltro, li abbiamo votati anche noi come PD in Commissione, poi non abbiamo dato il parere favorevole sulla proposta di deliberazione complessiva. In Commissione votano questi emendamenti; in Aula, quando c'è da intervenire sull'impianto legislativo, dicono che hanno bisogno di pensarci su.
Il che vuole dire - lo traduco? - che quand'anche questa parte del testo entrasse nella proposta di deliberazione sulla spending review, non c'è poi la volontà politica di tradurre in norma di legge e quindi di dargli una dimensione di cogenza? Invito, veramente, su questa questione la maggioranza a dimostrare coerenza nei comportamenti in Aula. Coerenza di comportamento in Aula. Non si possono fare certe battaglie in Commissione e poi, quando vi è l'atto concreto, cioè l'intervento sulla norma legislativa, dire che c'è ancora bisogno di meditarci sopra.
Colleghi, la metto su questo piano! C'è qualche posizione da dover difendere? C'è qualche posizione da dover difendere? Su questa parte, Presidente, noi chiediamo - sia ben chiaro - un forte ripensamento da parte della maggioranza. Se così non fosse, è evidente che invito fortemente la maggioranza a radunare i propri Consiglieri e i propri voti, altrimenti l'atteggiamento del Gruppo del PD cambierà.



PRESIDENTE

Prima di continuare, vorrei dare un mio contributo.
Il provvedimento sulla spending review che è stata licenziato in Commissione non contiene esattamente la questione così. Nel frattempo, l'ho letto.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

No, quella che è licenziata...
Sono atti ufficiali, non è stata fatta una copia solo per me. Per cerco di portare una soluzione e non una complicazione su questioni affrontate in modo diverso.
Perché, se vengono riscritte così, in modo che ci sia...
Devo chiedere, se c'è intenzione di approvarle, di sospendere la votazione dell'articolo, che potrebbe essere una soluzione, e vedere di coordinare un po' tutta la questione, oppure di sospendere la seduta e di non procedere fino a quando non c'è il coordinamento. Perché? Perch com'era stato rilevato in Commissione, in primo luogo l'estensione "con legge regionale di obblighi di trasparenza posta in capo a soggetti terzi quali enti controllati, vigilati e partecipate della stessa Regione" soprattutto laddove la Regione non ha né la qualifica di socio di maggioranza relativa, o addirittura di maggioranza assoluta, e soprattutto in capo ai concessionari del pubblico servizio regionale, come prevede questa stesura, "si può configurare sicuramente un profilo di illegittimità costituzionale, in relazione al fatto che la ragione dell'autonomia statutaria, regolamentare e organizzativa di questi enti".
Si fa poi presente che la lettera f) del comma 3 dell'emendamento n. 8) riproduce, di fatto, in contenuti delle informazioni già previste dagli articoli 3 e 4 di questa legge, già votata, in capo ai componenti del Consiglio regionale e della Giunta.
Ho fatto un ragionamento meramente tecnico, sia chiaro, non ho fatto nessuna valutazione politica, salvo, per la verità, per la parte riferita alle missioni. Tolte queste, potrebbero essere quindi inserite nella parte relativa all'anagrafe dei Consiglieri regionali.
Quindi, prima ancora che nel merito, se c'è l'intendimento di approvare questo merito, bisogna mettere a posto e coordinare, se no abbiamo dei rischi significativi.
Con riguardo alla lettera g), comma 3, si osserva che è già stata inserita nell'articolo 5, anche questo già votato.
Questo è un aspetto meramente tecnico, quindi se poi c'è la volontà di votare nel merito, bisogna vederlo prima del voto. Proporrò di sospendere la votazione di questo articolo per andare avanti e, prima del voto finale lo rivotiamo, in modo che lo mettiamo tutto a posto in chiaro e non abbiamo problemi tecnici.
Il mio intervento è solo questo e nient'altro.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Il lavoro che è stato svolto per arrivare a questa proposta di legge regionale è stato molto serio e le questioni che i colleghi hanno appena affrontato, in modo particolare, quelle riguardanti il personale, lo sono altrettanto e coinvolgono non solo le nostre opinioni, ma anche il futuro delle persone.
Quindi, chiedo scusa se mi limiterò, riconoscendo invece a tutti gli altri colleghi l'autorevolezza di intervenire su tutti gli altri temi, a un intervento sull'emendamento n. 3). Chiedo scusa soprattutto al collega Cursio, che sicuramente ha predisposto quest'emendamento con una fortissima convinzione, rispetto alla quale però mi permetto di dissentire.
Lo faccio in questo modo. Intanto, immagino che quando vogliamo rendere trasparenti gli elementi di conoscenza delle caratteristiche individuali professionali, economiche, culturali, politiche degli eletti nell'assemblee elettive, lo facciamo perché desideriamo che le persone possano orientare il proprio giudizio di conferma o meno nei confronti dei propri amministratori in base alla loro capacità di agire nell'Amministrazione e in base alla loro disponibilità di rispondere alla collettività.
Con l'emendamento del collega Cursio in quale modo rispondiamo alla collettività? Laddove ci dimostrassimo positivi a questi test, rispondiamo alla collettività come persone analogamente ai conduttori di veicoli pericolosamente incapaci nel momento della riunione dell'Assemblea legislativa di assumere decisioni in scienza e coscienza? La legge impone ai conduttori di veicoli di sottoporsi a questo tipo di test perch compromettono con un loro comportamento sregolato la salute personale e la salute di coloro che vi sono affidati.
Allora, diciamo che se il collega Cursio estende questa valutazione, dà un grandissimo rilievo, nobilissimo rilievo alla funzione del legislatore regionale. Dice che un legislatore che schiacciasse il pulsante sotto l'effetto di stupefacenti avrebbe per la collettività lo stesso esito di chi conduce un bus e, poiché non è pienamente nelle proprie facoltà comprometterebbe la salute di tutti. Bene, in un clima di delegittimazione della politica un collega ci dice che quando un Consigliere determina con il proprio voto l'esito di una deliberazione o di una legge ha per la salute pubblica lo stesso valore di chi conduce un veicolo in stato di sobrietà.
Benissimo. Non credo che fosse questo il contenuto e l'intenzione.
Credo che il contenuto e l'intenzione siano invece di ragionare sull'obbligatorietà dei Consiglieri regionali nel rendere trasparente il proprio stile di vita, che non ha a che fare con l'eventuale desiderio di arricchimento, l'arricchimento attraverso l'attività politica, o così via ma a che fare con i comportamenti personali: i consumi personali, le relazioni personali, gli stili di vita personali e subito dopo metteremo gli orientamenti sessuali! Perché se non se ne fa motivo d'orgoglio e motivo di rappresentanza, come legittimamente alcuni fanno, ai quali guardo con grande rispetto e una grande riconoscenza, allora poi si mettono anche le pubbliche dichiarazioni sugli orientamenti sessuali.
Quindi, come vede, Consigliere, la strada imboccata in buona fede è come quella che conduce all'inferno, lastricata di buone intenzioni.
Mi permetto, laddove venisse approvato quest'emendamento, di chiedere ai tanti colleghi medici che sono in questa sala, se risulti mai loro che in qualche esame tossicologico la presenza sconosciuta all'interessato di qualche enzima, proteina, o che so io, possa dare l'esito positivo ad un esame tossicologico anche a chi non assume sostanze, perché con la fortuna che ho riuscirei anche a finire in questa situazione!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente.
Voterò provocatoriamente a favore dell'emendamento Cursio, con una riflessione che mi accompagna.
Vedete, quando si imbocca la strada dell'intransigenza e dell'obbligatorietà di un comportamento, di fronte alla quale noi oggi ci troviamo applicando questa legge - in quanto questa legge non la applichiamo perché la vogliamo applicare, certo l'avremmo anche potuta fare, ma comunque è qualcosa che, nel contesto generale, ci viene imposto dall'alto - non si sa dove si arriverà. Ecco, mi sembra che siamo in quel contesto, quindi ringrazio gli estensori del provvedimento - ci mancherebbe! - ma vorrei che questo provvedimento, giocando al più uno fosse il più duro possibile.
Ho solo poco tempo e allora dico che voterò a favore dell'emendamento del Consigliere Cursio perché lo trovo "debolino". Inserirei prossimamente una disamina sulle malattie veneree perché sono in diffusione per le donne dopodiché penso che, quando si entra in quest'aula da fuori, ci debba essere l'attrezzatura per fare il test alcolico.



(Commenti in aula)



SPAGNUOLO Carla

Sto parlando molto seriamente, perché queste strade e questi percorsi portano lontano e non sappiamo dove.
Dicevo che ci vuole il test alcolico, che potrebbe non piacere al collega Negro, ma nemmeno a me, perché il Presidente Viglione mi insegnò a bere vino e da allora lo bevo con grande piacere, soprattutto quando sono un po' in crisi come in questo periodo (o magari anche un po' di più), ma sono ancora lucida.
Poi credo che dovremo procedere ad eliminare le stanze per il fumo.
Scusate, il fumo uccide, è un reato. Questo lo dico pensando a mio marito e lo dico pensando ad alcuni Consiglieri che ogni tanto (troppo sovente) si recano nella stanza fumatori: Presidente, tuteli la salute pubblica. Che i Consiglieri futuri non fumino, non bevano, non facciano delle cosacce e ci auguriamo che siano liberi dal punto di vista sessuale rispetto a ciò che la natura li avrà portati a fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cursio.



CURSIO Luigi

Grazie, Presidente.
Non immaginavo di suscitare così tanta attenzione nei riguardi di un test che, Consigliera Artesio, con tutto il rispetto, voleva essere non proposto con serietà, ma un po' come una specie di sperimentazione.
Dalle parole da lei proferite, collega Artesio, quelle che più mi hanno toccato sono relative alla sfortuna. Ebbene, al riguardo le assicuro che il test prevede la possibilità di ripeterlo sia per quanto concerne l'esame del bulbo che delle urine, ove mai ci fosse stata un'eventuale alterazione per varie ragioni. Tuttavia le assicuro che chi assume sostanze psicotrope e chi assume stupefacenti è ben altra cosa, chi non le assume non ha di che temere.
Voglio fare un esempio: quanti di noi gioirebbero a salire su un aereo sapendo che il pilota è un abituale consumatore di sostanze stupefacenti? Forse non tutti i colleghi sanno cosa avviene dopo l'assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti: la persona, per dirla in una sintesi estrema non è più quella che noi abitualmente conosciamo, a dir di più non è la persona che apparentemente noi riconosciamo e vediamo.
Alla fin fine, pur nell'ampia considerazione fatta dalla collega Spagnuolo, penso che una riflessione vada fatta soprattutto rispetto ad un'altra parte che mi ha toccato, cioè quella che i comportamenti, le abitudini, i consumi, gli atteggiamenti nella vita di tutti i giorni, come dissi stamattina, mi piacerebbe che per qualcuno corrispondessero e si sovrapponessero non in una complementarietà, ma in una sovrapposizione naturale, cosa che invece non accade. E questo è il punto nodale. Ecco che possiamo anche fare l'anagrafe degli eletti, possiamo spingerci nel dettaglio, ma probabilmente dovremmo spingerci ben oltre se volessimo veramente affrontare le questioni.
Questo vuol essere un modo, un elemento aggiuntivo, non so se provocatorio, ma un elemento che può aprire una voragine e comprendere un po' più la realtà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Intervengo molto velocemente per dare tre risposte.
La prima a lei, Presidente: credo che sia utile che ci sia (quando riterrà opportuno) questo coordinamento, al fine di controllare che il testo degli emendamenti non sia in contraddizione con quanto precedentemente deliberato.
La seconda risposta è rivolta ai colleghi della maggioranza. Dico con tranquillità, come loro sanno, che noi non eravamo (e non abbiamo cambiato idea) favorevoli all'inversione dell'ordine dei lavori. Noi eravamo e siamo convinti che sarebbe stato meglio occuparsi prima di cose che noi riteniamo più urgenti. Non sarà condivisa, ma la nostra analisi rimane la stessa e l'urgenza principale che noi avvertiamo è quella dello stato economico finanziario dell'Ente e di tutti gli aspetti ad esso collegati (manifestazioni all'esterno, tipo quella che c'è stata alla fine della mattina dei dipendenti dell'IPLA, non escluse, anzi prioritariamente comprese).
Terza risposta. Riteniamo che si debba fare adesso (sarebbe stato meglio farlo prima), per motivi opposti rispetto a quelli richiamati dal Consigliere Reschigna che abbiamo visto essere più convincente di quanto siamo stati noi, l'esame complessivo della spending review e non solo, ma anche del bilanci. Lo ridiremo domani, quando parleremo dell'assestamento o nella prima occasione in cui questo sarà consentito.
Noi voteremo a favore dell'emendamento presentato dal Consigliere Cursio, oltre che dei nostri, ovviamente. Per non ripetermi, assumo integralmente come mio quanto detto dalla collega Spagnuolo. Aggiungo per un passaggio, perché trovo una lieve contraddizione (magari l'approfondiremo in altra sede) con quanto la Consigliera Artesio ha sostenuto. Noi siamo qui oggi, almeno finché resiste la pervicace tendenza di quest'Aula ad autocastrarsi e diventare finalmente del tutto inutile (se fosse inutile però sarebbe meno dannoso, del tutto simile a un'aula della Circoscrizione).
Ci troviamo in un'Assemblea legislativa che dura cinque anni (finora le legislature sono sempre durate cinque anni, vediamo se questa simpatica abitudine continua); eravamo pagati bene (lo sapevamo all'inizio). Poi, è subentrata una forma di sindrome, che ancora non riesco bene a capire come abbia fatto a colpire di colpevolezza una buona parte dei colleghi, che evidentemente ritengono di essere pagati troppo (bastava che si dedicassero a una delle abitudini eccellenti dei piemontesi, fare beneficenza!) e si sono sentiti colpevoli non so bene di che cosa. Diversa è la sobrietà dal sentirsi colpevoli: infatti la sobrietà è la dote di sentirsi vigliaccamente colpevoli, che mi pare sia un'altra caratteristica - ma siamo anche coloro che decidono - questo si, è il tema - su una massa di denaro enorme. Questa è la colpa della politica, prima o poi qualcuno se ne occuperà! Allora, credo sia di diritto in chi crede che i cittadini debbano scegliersi i propri candidati, e io sono tra costoro.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



BURZI Angelo

Mi scuso, sto zitto per un po', lei mi perdonerà, così parlo anche all'interno di altri emendamenti; insomma, faccia un po' lei! Quando ci fu la prima volta della legge che, oggi, scioccamente, viene denominata con il termine "porcellum", il Gruppo che avevo l'onore di presiedere raccolse le firme - furono raccolte da tutti i componenti tranne uno, che oggi fa il senatore - perché eravamo contro quella forma di legge che impediva ai cittadini di scegliersi i propri parlamentari. Non abbiamo cambiato idea neanche adesso, e credo che su questo la cambieremo difficilmente. Quindi, credo che la trasparenza sia dare ai cittadini, che a mio avviso, sono molto spesso colpevolmente ignoranti - l'ignoranza talora è scusabile, ma non sempre - tutte le informazioni, in modo che scelgano. Poi, se non le leggono o non le usano - che è quanto già oggi sostengo molto spesso e troppo spesso è quanto avviene - più chiara sarà la responsabilità.
Questo è un altro termine che qui sfugge un po' a tutti, perché è più facile trovare i colpevoli che cercare le responsabilità, che è un percorso mentalmente complesso. Per cui, ha ragione la collega Spagnuolo: questa cosa deve essere rigorosa! Di sicuro noi ce ne occupiamo, perché qualcuno ha deciso che la spending review si veda dopo, perché io di cogenza non ne avvertivo ieri l'inutilità e tanto meno di cogenza l'avverto oggi.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Carossa.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Non sarei voluto intervenire perché, secondo me, era già intervenuto in maniera molto precisa e comprensibile il Consigliere Marinello, però, temo che, forse anche per il brusio che c'è sempre in quest'Aula, non sia stato ben compreso l'intervento del collega Marinello, quindi lo voglio ulteriormente sottolineare.
Se posso, distinguo l'intervento in due passaggi: prima sugli emendamenti rubricati n. 8 e 9, poi svolgerò un breve passaggio sull'emendamento rubricato n. 3.
Noi ci asteniamo su tutti e tre gli emendamenti per il seguente motivo.
Innanzitutto, riteniamo che quando un provvedimento proviene da un tavolo di concertazione dovrebbe arrivare in Aula e, dato che è stato concertato a lungo, non dovrebbe più subire, se non ci sono problemi tecnici, eventuali modifiche, altrimenti, Presidente, smettiamo di convocare i tavoli di concertazione! Infatti, vedo che gli emendamenti - poi dirò ancora altro - sono stati presentati da Progett'Azione, uno dal Consigliere Cursio, poi dal Consigliere Bono del Movimento 5 Stelle.
Invece, ritengo che questo - è giusto, si può fare tutto quanto - non sia così corretto: se usciamo con un provvedimento concertato deve essere il provvedimento concertato! È per questo che noi ci asteniamo.
Attenzione, qualcuno non ha ascoltato bene l'intervento del collega Marinello: abbiamo detto - e noi siamo abituati ad avere una sola parola! che condividiamo quanto previsto nella spending review e, a breve - ha detto - noi vogliamo che venga portato avanti, e non cambiamo idea, perch abbiamo votato una volta e non cambiamo idea.
Noi non abbiamo nessuno - sottolineo la parola "nessuno" - da proteggere o da difendere! Non ce ne frega assolutamente nulla di eventuali persone che, magari, possono essere mandate a casa perché hanno doppi incarichi! Assolutamente! Quindi, noi ci aspettiamo che, a gennaio, si riprenda, come chiedeva il collega Marinello, il provvedimento della spending review: vedrete che noi voteremo convintamente, come siamo convinti, queste cose.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



CAROSSA Mario

Termino, Presidente Cattaneo.
Qui, procedendo con modifiche in corsa si rischia di dar vita a provvedimenti legislativi che non vanno bene.
Termino sull'emendamento rubricato n. 3). Mi sono stufato di essere sempre su una posizione di difesa, cioè che passi sempre la linea che siamo noi a dover fare i "più uno".
Concordo con quanto espresso dalla Consigliera Spagnuolo; non concordo sul fatto che lei voti a favore - lo ha detto provocatoriamente! - ma concordo sul resto.
Presenti al suo Ordine un simile provvedimento, per cui tutti i chirurghi vadano a fare questo, poi vediamo! Termino lì! Non mi risulta siano previste queste cose in Magistratura, per i giornalisti e quant'altro! Senza accusare nessuno, dico "massima libertà"! Non sto accusando - voglio essere ben compreso - né la categoria dei medici, né quella dei magistrati, né quella dei giornalisti, però qui ci sono sempre i "più uno". E con questo non ci sto più, veramente! È per questo motivo che noi ci asteniamo sull'emendamento rubricato n. 3).
Termino perché il Presidente mi ha già richiamato e ho già abusato del tempo che mi è stato concesso. Grazie.



PRESIDENTE

Vi richiamo al rispetto dei tempi, perché tutti stanno utilizzando più del doppio del tempo previsto.
Questa Presidenza si è sempre contraddistinta per essere di manica larga sui tempi, però è impraticabile il percorso se tutti parlano dal doppio in su e tutti intervengono, pertanto vi prego di prestare attenzione. Ovviamente, tutti devono essere tutelati, le eccezioni che sono state fatte in precedenza saranno fatte anche adesso, è del tutto evidente teniamone conto. Grazie.
La parola al Consigliere Dell'Utri.



DELL'UTRI Michele

Grazie, Presidente.
Anch'io sono stato stimolato a prendere la parola dall'emendamento del Consigliere Cursio e annuncio che dividerò il mio intervento in due parti: una meno seria e la successiva più seria.
Voglio proseguire l'elenco della Consigliera Spagnuolo sui cibi veramente pericolosi o quanto meno sulle sostanze a cui, veramente, si deve prestare estrema attenzione: le bibite gasate. Infatti, quale "tortura" inflitta a un politico da poco incarcerato è stata negata la coca cola quindi attenzione alle bibite gasate! Ma anche alla carne rossa: la comunità degli Esseni di Qumran nell'anno zero a.C. vietava la carne rossa.
Quindi, in questo senso ci sono già precedenti antichi.
Qui passo alla parte seria. Mi ha colpito l'invocazione della Consigliera Spagnuolo rivolta al Presidente: "Tuteli la salute pubblica".
stata espressa in forma simpatica, però questa invocazione, nel 1791, ha permesso la nascita, a Parigi, del Comitato di salute pubblica, che, tra il 1791 e il 1793, ha dato 30 mila morti. Quindi facciamo attenzione a queste cose.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Cerutti.



CERUTTI Monica

Il mio intervento sarà sicuramente meno dotto rispetto a quello del Consigliere che mi ha preceduta.
Faccio un po' fatica a seguire questo dibattito e sono anche sinceramente dispiaciuta, perché ho creduto molto - insomma, i Consiglieri colleghi lo sanno - nel progetto di legge relativo all'istituzione dell'Anagrafe degli eletti, proprio perché ritengo vera un'esigenza di trasparenza naturale.
Esaminare tale provvedimento adesso, in questo clima, credo che snaturi e il dibattito di oggi lo conferma - l'obiettivo, anche di naturalezza che, invece, a questo punto, sembra essere una necessità per questo Consiglio, per dare trasparenza a quello che, in realtà, finora non è stato possibile, rispetto quasi ad un periodo oscuro, cioè quello che ci ha preceduti.
Comprendo le considerazioni positive da parte del Consigliere Cursio nella presentazione dell'emendamento rubricato n. 3), però diventano per molti un sostegno di carattere provocatorio, per dire che "dobbiamo essere più rigidi o fare 'il più uno'". Quindi, in questo senso, anche in questa logica, si rende meno importante, magari solo dal punto di vista simbolico un atto che era e spero contini ad esserlo.
Sull'emendamento Cursio, quindi, mi asterrò.
Sosterrò gli altri emendamenti, anche in una logica di trasparenza però rimane questo rammarico che, forse, è figlio del ritardo del periodo e del fatto che questo atto, a questo punto, perda molto del suo significato che invece avrebbe dovuto avere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Proprio partendo dalle parole della Consigliera Cerutti, che intendeva riportare la discussione in maniera seria su questo argomento, l'obiettivo di questo disegno di legge era di spiegare ai cittadini l'onestà dei Consiglieri regionali.
Nessuno ci obbliga a stare qui dentro: ognuno di noi potrebbe avere la sua vita privata, i suoi conti correnti (se ritiene di doverlo fare, anche conti correnti in Svizzera, ma credo che nessuno di noi li abbia). Ognuno di noi, nella vita privata può fare quello che vuole, ma quando si diventa uomini pubblici, l'onestà, la capacità di arricchimento e la dichiarazione dei redditi, prima e dopo l'attività politica, sono questioni serie.
Se questo provvedimento è un atto serio - ed io lo penso, tant'è che il nostro partito lo voterà - cosa c'entra il bulbo pilifero con questo provvedimento? Tre o quattro anni fa ci fu chiesto, non ricordo da chi, di fare l'esame del capello qui davanti, e lo abbiamo fatto.
Non fumo, non bevo, un po' di sesso quando ero più giovane, perch passando il tempo, Presidente, è comprensibile...
Non ho nessuna difficoltà a fare tutti i test del mondo, ma non c'entra niente con questo disegno di legge, che è una cosa seria ed è un elemento di chiarezza che si aggiunge ad altri elementi di chiarezza e di moralità che stiamo definendo in questi giorni.
Lasciamo da parte le cose che non c'entrano niente, altrimenti, prima o poi, qualcuno verrà in quest'Aula a proporre il PSA per gli uomini, e dato che l'età non è più tanto giovane, per la prostata può anche far bene.



PRESIDENTE

Ricordo l'imbarazzo, mio e del collega Buquicchio quando l'anno scorso ci chiesero di mettere a disposizione il bulbo pilifero! Ci sono altri interventi? Nessuno. Allora dichiaro chiusa la discussione generale.
Poiché c'è una serie di riserve significative, anche da parte degli uffici, sotto il profilo tecnico (ovviamente anche proposte di soluzione perché la scelta non può che essere politica e, quindi, con l'espressione del voto di ciascuno), accantonerei l'articolo 5 bis, andrei avanti con gli altri articoli, e magari un rappresentante della Giunta, il Consigliere Vignale e la dottoressa Bertini possono guardare gli aspetti tecnici.
Successivamente li illustriamo, procediamo con le dichiarazioni di voto e poi votazione prima del voto finale.
Potrebbe andare bene? Va bene, allora accantoniamo l'articolo 5 bis.
Ho l'esigenza di sospendere per alcuni minuti la seduta per una riunione dell'Ufficio di Presidenza.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.48 riprende alle ore 16.53)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
ARTICOLO 6 Non sono stati presentati emendamenti.
Non essendoci richieste di dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Sospendiamo anche la trattazione dell'articolo 7, in quanto, su tale articolo, l'emendamento rubricato n. 10), del Consigliere Vignale ed altri introduce sanzioni, per quanto disposto dall'articolo 5 bis che abbiamo sospeso.
ARTICOLO 8 Non sono stati presentati emendamenti.
Non essendoci richieste di dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 stato presentato un emendamento dal Consigliere Cursio: anche quest'articolo viene sospeso.
ARTICOLO 10 Non essendoci richieste di dichiarazioni di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
A questo punto, sospendiamo la trattazione di questa proposta di legge che riprenderemo più tardi, e affrontiamo la proposta di deliberazione 231 relativa alla modifica dello Statuto del CSI.
Ripeto: sospendiamo la trattazione della proposta di legge 312; intanto lavorano gli Uffici, il Consigliere Vignale e la Giunta, in modo che in seguito, sotto il profilo tecnico, sia tutto a posto e si possa liberamente prendere una decisione. Se vengono approvati gli emendamenti quadrerà tutto, altrimenti verranno approvati semplicemente gli articoli non emendati e possiamo terminare la legge.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame proposta di deliberazione n. 231, inerente a "Modifica dello Statuto del CSI" (atto di indirizzo collegato: ordine del giorno n. 941)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di deliberazione n. 231, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Vi è anche un atto di indirizzo collegato, l'ordine del giorno n. 941.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Chiedo solo di poter aspettare il nostro Capogruppo, che sta arrivando essendo stato lui a seguire tutta la vicenda sulla documentazione che avrebbe dovuto essere prodotta per accompagnare questo provvedimento, visto che aveva seguito lui la vicenda, chiedo di sospendere la trattazione per due minuti.



PRESIDENTE

Sospendo brevemente la seduta. Chiedo agli attori che devono confrontarsi sul provvedimento precedente, d'incontrarsi.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.59 riprende alle ore 17.01)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Procediamo, dunque, con la proposta di deliberazione n. 231, presentata dalla Giunta regionale in data 29 novembre 2012.
Si tratta della DGR n. 244953, del 28 novembre 2012, "Approvazione modifiche allo Statuto del CSI Piemonte", assegnata all'esame in sede referente della I Commissione permanente, in data 29 dicembre, e licenziata dalla stessa Commissione a maggioranza dei Consiglieri presenti, in data 18 dicembre 2012.
La parola alla Giunta regionale.
Prego, Assessore Giordano.



GIORDANO Massimo, Assessore all'innovazione

Grazie, Presidente.
La delibera che va in votazione prevede diverse modifiche dello Statuto del CSI. Mi permetto di richiamare le più importanti, poiché in Commissione è stata svolta un'abbondante ed approfondita relazione.
Ricordo a tutti i colleghi che domani mattina avrà luogo l'Assemblea del Consorzio, sia per deliberare le modifiche dello Statuto sia per deliberare il Piano industriale.
In premessa, voglio dire brevemente che i problemi del CSI sono noti a tutti e sono derivanti anche dal fatto che i soggetti consorziati faticano a pagare i propri crediti, per i problemi di finanza che tutti hanno. Vi è però, anche il problema di trovare un nuovo perimetro d'azione al Consorzio, che oggi ha un modello di business basato sugli affidamenti diretti, che, sempre a causa delle difficoltà finanziarie, sono in netto calo.
Riteniamo che il CSI abbia potenzialità forti, che le modifiche in corso (non solo quelle dello Statuto, ma anche le prospettive del Piano industriale) possono liberare, perché all'interno del CSI ci sono forti professionalità ed ottime capacità.
Riteniamo, pertanto, che un'apertura del perimetro d'azione un'apertura al mercato, non possa fare che bene a queste potenzialità.
Quando, in Commissione, relazionai con i Direttori, annotai quattro modifiche principali.
La prima riguarda l'articolo 2 e consente un'ammissione più ampia dei soggetti consorziabili, portando maggiori occasioni di lavoro per il CSI.
La seconda modifica riguarda l'articolo 4 e permette di ampliare e potenziare il mercato, acquisendo nuove collaborazioni anche a livello internazionale.
La terza modifica è relativa all'articolo 13 e prevede un meccanismo di designazione del quinto componente del Consiglio di Amministrazione correzione fatta allo scopo di rafforzare il tema del controllo analogo.
La quarta modifica è inerente all'articolo 11 e permette di descrivere un concetto già indicato, ossia che i contributi determinano, all'interno dell'Assemblea, il peso di ciascun ente, poiché ciascun ente dispone di una percentuale di voto proporzionale all'importo del contributo annuale del Consorzio.
Vi sono, poi, altre modifiche di portata minore, rispetto alle quali ritengo che il richiamo alla discussione avvenuta in Commissione possa bastare.
Mi riservo, ovviamente, Presidente, d'intervenire su altri punti qualora i colleghi lo dovessero richiedere.
Un fatto rilevante, che mi è tornato alla memoria, poiché so che la collega è attenta alle questioni tecniche e di bilancio: nell'ultima riunione di Giunta, grazie alla delibera predisposta dalla collega Quaglia abbiamo disposto la copertura di 26 milioni di euro a bilancio, come competenza, che vedrà il conseguente risvolto di cassa a gennaio, nonch l'apertura della cassa in data odierna, di due milioni e mezzo, in attesa dei 26 milioni.



PRESIDENTE

Grazie.
aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Si tratta di una questione importante: la modifica statutaria del CSI Piemonte, anche se, in realtà, la discussione dovrebbe essere più ampia perché, come ha appena detto l'Assessore Giordano, domani sarà discusso anche il piano industriale connesso all'obiettivo che gli enti consorziati si devono porre per un rilancio del CSI Piemonte, per risolvere la difficile situazione cui l'Assessore faceva riferimento.
Alcune delle modifiche statutarie sono condivisibili, in particolare quella che riguarda l'allargamento degli enti consorziati, perché sappiamo che alcuni soggetti pubblici importanti sono interessati ad entrare, come enti consorziati, all'interno del CSI Piemonte.
Devo dire che sarebbe necessario un ulteriore approfondimento, che visti i tempi ristretti, non è possibile portare avanti, rispetto, ad esempio all'apertura all'estero, che probabilmente sarebbe più interessante se fosse perseguita dagli enti consorziati piuttosto che direttamente dal



CSI Piemonte.

Rispetto al riequilibrio dei poteri fra Assemblea e Consiglio di Amministrazione, si tratta di un riequilibrio che è stato giustificato come esigenza di alleggerire la burocrazia all'interno del Consorzio, ma, in realtà, potrebbe dare origine ad uno squilibrio, anche se il piano di attività annuale deve essere approvato dall'Assemblea.
In questo senso, in parte, sarebbe in contraddizione con quelli che possono essere i nostri timori.
In questo momento, i nostri maggiori timori sono più legati a quello che attualmente è l'atto che sarà presentato, immagino in modo congiunto domani all'Assemblea: il piano strategico prodotto da KPMG.
Si tratta di un piano strategico (svolgo delle considerazioni cui spero l'Assessore possa portare delle indicazioni già in questo dibattito) che ridotto un po' ai minimi termini, prevede una privatizzazione tout court di tutto il CSI Piemonte, ad esclusione di una settantina di persone. Di per sé, questo tipo d'indicazione vede, da una parte, quello che è stato approvato in Consiglio comunale di Torino, per esempio la mozione approvata recentemente, che va esattamente in direzione opposta. Nel senso che si vuole una riorganizzazione del CSI Piemonte, ma mantenendo un CSI pubblico ancora forte, quindi questo tipo di indicazione che il Consiglio comunale di Torino ha dato è in contraddizione con il piano KPMG.
Un piano che noi riteniamo insostenibile anche perché si basa su tre presupposti...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliera Cerutti.
Consiglieri, se andiamo avanti con questo brusio sciolgo la seduta.
Qualsiasi argomento affrontiamo è di poco interesse, ma almeno rispetto per i colleghi che intervengono e per il lavoro che hanno svolto i Consiglieri in Commissione, ci deve essere.
Poiché il numero legale serve per le votazioni, mi impegno a suonare il campanello per tempo.
Chi non fosse interessato lasci almeno in condizione l'Aula e i Consiglieri interessati di seguire.



CERUTTI Monica

Noi riteniamo questo progetto insostenibile perché ha come presupposto il fatto che vengano risolti i debiti del CSI Piemonte, pari a 144 milioni di euro, nonché che debbano essere garantite le attività per cinque anni, a partire dal volume attuale, da parte degli Enti consorziati rispetto ai soggetti privati che dovrebbero acquisire parte delle attività del CSI Piemonte, e poi che vengano garantiti i flussi di cassa.
In tal caso, se queste premesse non fossero rispettate, a questo punto si procederebbe alla liquidazione del Consorzio.
Queste considerazioni che avanziamo hanno trovato avallo nel parere dei tre saggi. A questo punto, quindi, francamente non comprendiamo più nulla rispetto a quello che si andrà a fare. Nel parere dei tre saggi, nominati per costruire il piano industriale, sono i tre saggi che in realtà non si ritrovano in questo piano. Leggo, rapidamente, le conclusioni del parere dei tre saggi che riterrebbero importante mettere in sicurezza il CSI Piemonte, per poi procedere, magari, alla privatizzazione di alcune attività su cui si può convenire successivamente.
Ci ritroviamo in questo parere, al di là delle considerazioni sul personale, e ne leggiamo le conclusioni: "Solo a valle del completamento di queste attività" - quindi della messa in sicurezza che dovrebbe essere portata avanti, almeno in un arco di tempo pari a due anni - "avendo massimizzato le efficienze interne, le sinergie esterne, definito e realizzato i conferimenti di attività e garantito i flussi finanziari" quindi quello che potrebbe essere portato anche dalla modifica statutaria "si sarà garantito il funzionamento di CSI. Pertanto, si potrà essere nelle condizioni di definire un congruo valore di riferimento di CSI e poter eventualmente, procedere ad una privatizzazione che, a nostro avviso potrebbe riguardare la parte infrastrutturale ed operativa, mantenendo la componente organizzativa di governo project management in capo al consorzio pubblico. Ovviamente, si potrà procedere in tal senso a condizione che possano essere evidenziati quei vantaggi che gli enti consorziati si aspettano da un processo di privatizzazione, minori costi e migliori servizi e che oggi, sulla base dei documenti proposti dal C.d.A., noi non riusciamo a scorgere". Credo che la situazione sia inquietante proprio perché, in questa situazione, noi abbiamo la proposta di una modifica di Statuto che potrebbe dare le condizioni per la messa in sicurezza del CSI Piemonte, ma abbiamo un piano industriale che dice tutt'altro e che addirittura, è sconfessato dai tre saggi che dovevano aiutare a costruirlo.
Credo che, a questo punto, l'Assessore ci deve spiegare...



PRESIDENTE

Preavviso che tra pochi minuti tolgo la seduta e convoco il Consiglio il 27 e il 28 come previsto.



CERUTTI Monica

A questo punto, credo che le premesse per l'assemblea di domani siano poco chiare.
chiaro che, rispetto alle modifiche statutarie, noi non ci sentiamo di sostenerle in un momento in cui non capiamo dove si sta andando. Più che mai, in questo momento, la bussola non porta in nessun luogo, se non a quella che potrebbe essere effettivamente una distruzione di una realtà che noi riteniamo debba essere salvaguardata, riorganizzata, ma non portata a distruzione.
Siamo molto preoccupati della situazione, ma ci spiace che quest'Aula consiliare stia prendendo con molta leggerezza un atto di questo tipo proprio perché ne va del futuro dell'informatizzazione pubblica regionale.
Il futuro anche di diversi lavoratori, che non sono pochi. Credo che la responsabilità cui siamo stati richiamati con il precedente atto, in questo momento, la stiamo dimostrando a toni molto, molto bassi.
Non comprendo come l'Assessore possa presentarsi domani in assemblea portando un piano industriale sconfessato dai tre saggi, quindi non comprendo che cosa, effettivamente, voglia fare. Questo mi sembra l'ultimo atto di un percorso che ha visto una discussione confusa in Commissione con disegni di legge continuamente modificati e credo che, se possono arrivare elementi di chiarezza sicuramente saranno graditi, ma siamo molto pessimisti.
Abbiamo accolto solo positivamente, quindi ringrazio l'Assessore l'aspetto di carattere finanziario che permette di avere ossigeno per poco tempo.
Non comprendiamo, però, dove si stia andando.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Motta Massimiliano; ne ha facoltà.



MOTTA Massimiliano

Apprezzo il lavoro svolto insieme all'Assessore. Il percorso è stato abbastanza tortuoso e non si sono create le condizioni in cui poter lavorare tutti insieme.
Adesso, invece, devo dire che si è trova un'armonia, che credo sia anche utile per salvaguardare un patrimonio come il CSI che, oltre che occupazionale, dovrebbe essere anche di contenuti.
In questa fase di discussione generale, tuttavia, devo fare alcune osservazioni. Oggi ci siamo permessi di presentare un ordine del giorno collegato al provvedimento, che mi auguro venga votato a maggioranza, anche perché firmato da tutti i partiti di maggioranza. Un ordine del giorno sul piano di rientro della situazione debitoria nei confronti del CSI Piemonte.
vero: qualsiasi momento, qualsiasi trasformazione, qualsiasi periodo che il Consorzio si troverà ad affrontare, la prima e indiscutibile azione da fare è quella verso i soci rispetto alla garanzia che comunque ci sia banalizzo - un flusso di cassa.
Mi fa piacere che l'Assessore abbia ricordato che è stato fatto un ulteriore sforzo imputando 26 milioni sul capitolo di bilancio).
Sicuramente questo aiuterà, però serve che, come per tutti gli Enti le Aziende Sanitarie, la Provincia, il Comune che ha 52 milioni euro di debito, si sottoscriva un serio piano di rientro come si fa in tutti i casi di debiti esigibili. La Regione ha già fatto la sua parte, a meno che non si venga a dire che qualcuno pensi di salvare il proprio default di bilancio non iscrivendo determinati debiti, come il Comune e come altri Enti che, comunque, sono indietro con la parte dei pagamenti.
Questa particolarità è già stata evidenziata in più sedi: l'abbiamo detto in Commissione, abbiamo suggerita nell'ambito della discussione che fosse oggetto dell'assemblea del 7 novembre, che era quella che comunque dava degli indirizzi chiari sulla parte del nuovo percorso (e quindi l'affiancamento dei tre saggi nominati dagli Enti per la stesura e l'analisi del Piano di attività, del Piano industriale e della sua attuazione).
Essendo questo, quindi, un elemento e un fattore comune, mi auguro che questa sia l'assemblea giusta perché questa cosa venga, se non altro sottoscritta, con la stessa serietà con cui l'ha affrontata questa Giunta regionale, anche da parte degli altri Enti consorziati.
Dico questo anche perché non so per certo se anche nell'ambito della discussione che c'è stata nelle altre assemblee rispetto alle modifiche di Statuto - e quindi anche al collegato del piano industriale e della sua attuazione - non ci siano stati effettivamente dei tentativi di strumentalizzare questa discussione, puntando il dito solo contro la Regione. La Regione dall'inizio - testimone ne è sicuramente l'Assessore Giordano - ha subito detto che si trattava di una situazione insostenibile che non avrebbe potuto continuare a perpetrarsi come in passato e che le risorse erano sensibilmente diminuite.
Allora, è vero che la Regione ha diminuite queste risorse del 20 adesso poi non abbiamo ricevuto definitivamente il documento del Consiglio di Amministrazione, ma l'attuale Presidente tecnico temporaneo (a scadenza) Moriondo ci ha evidenziato che le cifre, messe su quel documento della sua relazione nel Consiglio di Amministrazione rispetto alle prospettive di affidamenti, parlano sì di una diminuzione del 20%, ma che per quanto riguarda gli altri Enti - ricordo in particolare, perché non avendolo ricevuto non posso ricordarmi bene tutto, il Comune di Torino, il cui debito è già sufficiente per cercare di dare una mano al CSI - la Provincia parla di un 2% quando comunque poi, al telefono, dichiara che il taglio ammonterà al 40% degli affidamenti.
Allora, ognuno guardi un attimo se sta facendo la propria parte all'interno di questo processo difficile che vede sicuramente - come abbiamo già detto - posti di lavoro a rischio ed altre situazioni critiche.
Ugualmente non mi esimo, in questa sede - così almeno rimane anche registrato - di denunciare il fatto che qualcuno abbia il coraggio di proporre la cassa integrazione per poi fare ancora delle assunzioni il 6 dicembre, cosa abbastanza singolare. Per quanto ci possano essere posizioni diverse, è concettualmente difficile concepire - perlomeno per chi ha lavorato qualche giorno in qualche azienda - che si metta in cassa integrazione e si assuma nello stesso tempo; o che si assuma fino al 31 con la prospettiva già a dicembre di mettere in cassa integrazione. Allora, il fulcro è proprio quello di un Piano di rientro reale e serio.
Dopodiché credo che siano da prendere in considerazione le procedure proposte all'interno del documento della relazione del Consiglio di Amministrazione del CSI come progetto di valorizzazione degli asset consortili - che sarà documento da valutare, insieme a quello di KPMG - e mi auguro, Assessore, che anche le puntuali controdeduzioni fatte dai saggi contribuiscano a costituire un corpo unico. Ritengo infatti che queste siano utili, anche perché se abbiamo nominato queste figure l'abbiamo fatto proprio per questo tipo di lavoro Lo ripeto: le fasi delle procedure proposte sono sicuramente condivisibili, ma siamo in un momento straordinario - faccio a questo proposito solo un piccolo accenno a quella che poi sarà l'illustrazione dell'emendamento, indipendentemente dal possibile esito - in cui gli organi della governance del CSI debbono avere la possibilità di agire un po' meglio - oserei dire così - dell'attuale Direttore generale. Mi auguro quindi che anche in quest'ottica l'Assemblea abbia una sensibilità in questo senso.
Sicuramente, poi, nella bozza di deliberazione dell'assemblea di domani queste cose saranno aggiunte - se non sono già previste - e saranno discusse. Ripeto: l'importante è che, accompagnato a questa delibera di assemblea, ci sia anche un ordine del giorno di questo Consiglio che prenda seriamente in considerazione il primo atto: mettere nelle condizioni di pagare gli stipendi e parte dei fornitori. Se noi infatti facciamo un piano di rientro con tutti gli Enti, forse quei crediti saranno esigibili verso delle banche, o comunque ci sarà la possibilità che la banche diano respiro a quel contesto. Non posso sentirmi dire: "Abbiamo messo intorno al tavolo gli Enti, però nessuno ha aderito a questa soluzione". No: quello è il primo passo. Dopodiché - ripeto - andrà rivisto il piano industriale e noi in Commissione abbiamo detto che opereremo in tal senso, per quanto questo venga votato in ambito di assemblea.
Concludo dicendo infatti, nell'ultimo minuto a disposizione, che la vicenda è apparsa più come una vendita al ribasso del CSI, mentre secondo me c'è la possibilità di una valorizzazione diversa. Questo cui accennavo però, è sicuramente il primo atto che dev'essere condiviso da tutti gli Enti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola alla Consigliera Artesio.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Intervengo perché la materia è stata a lungo discussa in Commissione e in questo Consiglio - direi dalla primavera di quest'anno - e vale quindi la pena, almeno per quello che mi riguarda, di costruire un filo di coerenza rispetto alle posizioni precedentemente assunte e l'orientamento su questo atto.
Tutti coloro che sono intervenuti fino a questo momento hanno sottolineato come la modifica dello Statuto sia un atto preliminare e propedeutico ad una questione ben più sostanziosa e sostanziale che riguarda la definizione del futuro profilo del Consorzio, ma anche la definizione del mandato che gli Enti daranno al Consorzio stesso in ordine alla realizzazione e allo sviluppo dei programmi ICT. Vale a dire che si è detto che non ci occorre, per modificare l'attuale situazione di criticità una riforma dello Statuto, ma ci occorre ben altro: ci occorre un piano industriale, una condivisione rispetto all'analisi che gli advisor incaricati hanno fin qui realizzato e un accordo politico, almeno per i primi tre principali soci.
Ora, il fatto che si dia alla modifica dello statuto un valore relativo non ci deve consentire, però, di omettere il fatto che la modifica dello statuto è esattamente un grimaldello che apre il CSI ad una prospettiva altra rispetto alla sua natura giuridica di Consorzio tra Enti pubblici.
Anzi, mi accorgo e do atto del fatto che in questo modo l'Amministrazione ha spuntato una delle armi più potenti che, con la collega Cerutti e gli altri colleghi che condividevano la natura pubblicistica del Consorzio stesso, tiravamo in campo quando leggevamo successivi progetti di riordino di nuova natura giuridica, nella quale si configuravano modelli di partecipazione privata o di cessione di rami d'azienda da noi non condivisi, e ritenevamo che per modificare così profondamente il quadro futuro del Consorzio occorresse una modifica dello statuto a cui noi evidentemente, avremmo mosso le nostre obiezioni.
La modifica dello statuto è arrivata e quindi non è un atto così irrilevante: non è semplicemente un atto dovuto, ma è evidentemente la costruzione, attraverso il primo strumento - quello regolamentare generale di un'altra visione del ruolo del CSI non solo relativamente alla relazione pubblico-privato, come abbiamo sempre sottolineato, ma anche in relazione all'esercizio dei poteri interni.
Da questo punto di vista, limiterò il mio intervento su questa questione dello statuto a questo particolare aspetto che emerge con molta evidenza nel nuovo articolo 15, che sostituisce l'ex articolo 14, e nel nuovo articolo 20, che sostituisce l'ex articolo 19.
Perché ci sembra che la questione stia modificando la governance interna attraverso l'atto statutario, dislocando diversamente le possibilità decisionali. Vale a dire, costruendo in capo ad alcuni altri soggetti la possibilità di intervenire su questioni sensibili, lo spin-off di personale del CSI, la creazione e la soppressione di S.p.A. Cambiamenti questi che se non fossimo stati in molti attenti al clima nel quale si discute la riforma statutaria, avrebbero anche potuto non essere considerati rilevanti.
Faccio alcuni esempi. Il nuovo articolo 15, nel momento in cui parla delle competenze del Consiglio di Amministrazione, rafforza i poteri del C.d.A., affidando in modo generale l'amministrazione ordinaria e straordinaria del consorzio. Si ribalta cioè l'impostazione precedente.
L'impostazione precedente elencava singoli poteri del C.d.A., mentre ora si procede in una logica secondo la quale ciò che non è espressamente delegato ad altri, è assegnato di default tutto in capo al Consiglio di Amministrazione.
Così come l'articolo 15, laddove parla delle possibilità di intervento del Consiglio di Amministrazione sul personale del CSI, aggiunge questa funzione e questa autorità alla modifica più pericolosa, che è quella successiva nella quale molti poteri del C.d.A., in particolare la voce "compravendita o affitto d'azienda", vengono esplicitamente riconosciuti in capo al Consiglio anziché all'Assemblea dei soci, garantendo quindi al Consiglio di Amministrazione di poter svolgere con scioltezza quanto invece meriterebbe un approfondimento di dibattito istituzionale o comunque di dibattito societario in Assemblea dei soci.
Coerentemente a questa modifica - che non è certo subdola perché è esplicitata, ma incidente sugli assetti di potere interni - anche le singole funzioni personali, cioè delle singole strutture manageriali trovano delle modifiche in questo Statuto.
Ad esempio, l'elemento relativo al ruolo del Presidente rafforza le condizioni di azione in via di urgenza, tipiche di procedure del sistema privatistico più che dei sistemi pubblici, così come la soppressione di un comma relativo all'articolo 20 sulle funzioni del Direttore generale rafforza poteri del Direttore generale rispetto a vincoli del Consiglio d'Amministrazione su future riorganizzazioni del consorzio.
Dopodiché, se la maggioranza che attualmente governa la Regione pensa di modificare nella figura personale il Direttore generale, questa è questione di secondo livello. Si può obiettare, dare giudizi di diversa natura sull'attuale Direttore generale, ma contemporaneamente in uno statuto si rafforzano le funzioni, perché poi si riterrà di individuare un Direttore generale più corrispondente agli indirizzi che saranno assegnati.
In pratica, se questo Consiglio avesse avuto modo di affrontare gli elementi statutari - non è un'accusa all'Assessore che ha reso alla Commissione la possibilità di visionare i documenti, ma parlo del modo della discussione in un dibattito generale di chiarezza sugli indirizzi futuri del consorzio - avrebbe forse fatto maggiore attenzione a questo particolare articolato.
Non sono in grado qui di proporre un dibattito in queste condizioni con l'assemblea che si deve riunire, ma suggerisco agli altri Consiglieri di approfondire l'articolato.
Posso solo restringere le mie osservazioni in un discorso sintetico secondo il quale questa riforma statutaria, apparentemente di allineamento ai nuovi indirizzi, apparentemente di allineamento alle relazioni interistituzionali, in realtà introduce una vocazione differente del Consorzio più aperta alle prospettive che chiamerò genericamente - e l'Assessore mi dirà sicuramente volgarmente - di privatizzazione e che. per realizzare questo obiettivo, modifica i rapporti di potere interni al Consorzio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Noi intendiamo distinguere i due problemi.
Oggi all'o.d.g. del Consiglio regionale vi è l'approvazione della proposta di modifica statutaria, su cui è convocata domani l'assemblea.
Proposta di modifica statutaria che è già stata approvata dal Consiglio comunale di Torino e dalla Provincia di Torino. Proposta di modifica statutaria che non determina nessuna condizione sul futuro, nel senso che dovrà essere adeguatamente poi ripreso il tema alla luce delle sorti future e del piano che si intende dare per un rilancio del tema dell'ICT.
Noi voteremo la proposta di modifica statutaria, pur rilevando che le considerazioni che sono state espresse dalla collega Artesio in merito ai documenti che domani dovranno essere valutati dall'assemblea, il piano strategico e la relazione dei tre saggi, indubbiamente offrono qualche elemento di criticità rispetto ai contenuti del piano strategico. È un tema sul quale la stessa Regione, la Commissione consiliare e noi in modo specifico abbiamo chiesto si possa ritornare con una certa urgenza al confronto e alla discussione.
Votiamo perché in questo momento c'è bisogno sostanzialmente di ricominciare a mettere alcuni punti fermi sul futuro del CSI.
Noi abbiamo presente la situazione assolutamente problematica e di grande incertezza che riguarda il personale, ma nello stesso momento abbiamo ben presente la situazione che ormai sta diventando pesantissima per quanto riguarda il sistema dell'ICT, che è composto da piccolo e medie imprese che ruotano attorno al CSI-Piemonte.
Nei giorni scorsi 170 dipendenti di questo sistema sono stati messi in cassa integrazione. Nei giorni scorsi sul sito internet dell'Unione Industriale di Torino è comparsa una nota nella quale si dice che entro tre quattro mesi una sessantina delle aziende dell'ICT privato piemontese rischiano veramente di chiudere. È una condizione di grande incertezza sul futuro.
Rispetto a questo abbiamo rilevato nel corso di quest'anno molte contraddizioni nel dibattito all'interno del Consiglio regionale e soprattutto, all'interno della maggioranza.
Poi vorrei capire - ma il tempo mi aiuterà sicuramente - tutto ciò e che cosa è successo per un cambiamento di orientamento così forte da parte del Gruppo PdL, che in Commissione ha detto quasi peste e corna su questa situazione con il Consigliere Motta, e invece l'intervento di oggi del Consigliere Motta è un grandissimo "volemose bene" con la Giunta regionale.
Probabilmente qualche cosa è avvenuto nei giorni scorsi in merito a questo tipo di situazione.



(Commenti del Consigliere Motta Massimiliano)



RESCHIGNA Aldo

Anche quando ve le suonate, siete in maggioranza! Ripeto che la condizione di incertezza che è durata da oltre un anno non ha aiutato la costruzione di un nuovo progetto che riguarda il CSI Piemonte.
Rispetto a questo tipo di situazione noi chiediamo questo. Noi votiamo la modifica statutaria in coerenza con quanto ha fatto il nostro Gruppo nella Città di Torino e nella Provincia di Torino.
Chiediamo che sul piano strategico, proprio alla luce delle considerazioni che sono state espresse dalla collega Cerutti, domani l'assemblea avvii la discussione, ma non chiuda la discussione, perch abbiamo bisogno di un confronto con la Giunta regionale in sede di I Commissione.
Chiediamo che venga data concretezza ad un auspicio e ad un impegno che pure abbiamo rilevato nello stesso ordine del giorno a cui ha fatto riferimento il collega Motta circa la definizione di un piano di rientro da parte dei soci consorzisti nei confronti del CSI, perché, complessivamente la condizione di grande ritardo nei pagamenti da parte di Regione e Comune di Torino, in modo particolare di questi due soggetti nei confronti del CSI, rischia di avvicinare il CSI ad uno stato di insolvenza.
Prendiamo atto positivamente che è stato mantenuto un impegno che era quello di un pagamento di 2,5 milioni di euro da parte della Regione a favore del CSI per far fronte agli impegni di fine anno, però nello stesso momento non possiamo considerare positivamente il fatto che nella legge di assestamento di bilancio non si dà copertura alle spese di competenza del CSI nel corso del 2012 e si rinviano impegni assunti nel 2012 anche su questo tema nel 2013. Questo inevitabilmente determinerà un ulteriore rallentamento e ritardo nei pagamenti.
Noi siamo convinti che c'è una condizione di necessità, che deve invitare tutti alla costruzione di un nuovo patto e una nuova stagione di rilancio del CSI. Però, non si creano questo tipo di condizioni nella misura in cui, con i forti ritardi di pagamento, si mette nelle condizioni di grande pericolosità e di grande instabilità il consorzio CSI Piemonte.
Per queste ragioni, votiamo la modifica di statuto, ma chiediamo che domani l'assemblea sul piano industriale non avvii il confronto tra i soci perché credo sia un elemento importante, ma non lo chiude e chiediamo una convocazione urgente della I Commissione allo scopo di approfondire questo tema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Grazie, Presidente.
Anticipo che noi sulla deliberazione voteremo, come avevamo anticipato in sede di Commissione, contro.
Nello specificare perché voteremo contro, mi rivolgo ad un'Aula - ha ragione la Consigliera Cerutti e non solo la Consigliera Cerutti - un po' troppo distratta per quanto almeno, secondo me, l'importanza del tema potrebbe richiedere, e cerco di fare velocemente una sintesi delle motivazioni.
Quando è iniziata questa legislatura, c'erano già tutte le caratteristiche che sarebbero state necessarie per avere un approccio diverso al problema. Ne cito due.
Anzitutto, la constatazione, che è risultata ancora più evidente nei anni successivi e lo è tuttora, che il mondo dell'ICT, pubblico o privato sia uno dei pochi settori che in questo momento, in questo Paese che vive la fase di criticità probabilmente più difficile, sperando che sia anche arrivata al punto di minima, anche se temo che così non sia, dalla fine della Seconda Guerra mondiale, uno dei pochissimi settori (nei documenti che come Progett'Azione abbiamo sin qui prodotto, citiamo anche altri settori che sono in controtendenza) che si sviluppa a tassi a due cifre decimali. Prima condizione, quindi lo sviluppo significa posti di lavoro che è probabilmente la merce che in questo momento di più è carente in questa Regione, che è la merce che ha costruito questa Regione, che è la merce che ha costruito questo capoluogo e che oggi è, non casualmente, non per sfortuna, in grave difficoltà.
Secondo. Nell'ambito dell'ICT, in questo caso, pubblico e siamo nel 2010, l'ICT pubblico italiano vedeva nell'area del Piemonte il suo capofila. L'ICT pubblico valeva, all'inizio di questa legislatura, circa 800 milioni di euro all'anno, milione più, milione meno. Nell'ambito di questi 800 milioni, circa il 20%, 160 milioni (milione più, milione meno) erano quelli gestiti dall'ente strumentale CSI per conto dei suoi soci pubblici, all'epoca attori, e li gestiva - ricordo, perché altrimenti difficilmente si riesce a comprendere quello che succede dopo - con tre caratteristiche. Li gestiva in utile, quindi produceva degli utili.
C'è stato un tempo in cui qui si discuteva se fosse così, come posso dire, utile che il CSI producesse utili. Tempi che paiono appartenere ad un'era geologica precedente. Li produceva in maniera inefficiente.
Ricordo uno degli studi commissionati dal mai sufficientemente, da parte mia, rimpianto ingegner Rovaris, e lo dice uno che rispetto a Rovaris, né in sede politica, né in sede di strategia ha mai condiviso nulla, ma ho sempre avuto e credo e spero sia reciproca, alta stima per il valore della sua professionalità (senza di lui il CSI non ci sarebbe stato non sarebbe partito, non si sarebbe sviluppato) e grande contenuto, oltre che professionale, morale della persona. Due caratteristiche che oggi sono completamente sparite non soltanto all'interno del CSI.
Ricordo che l'ingegner Rovaris è stato, diciamo così, accompagnato lui non tanto volentieri - all'uscita alla fine della non compianta legislatura della Presidente Bresso... Compianta legislatura, non certo la Presidente Bresso. Pensavo che quella legislatura fosse la peggiore sin qui vissuta, ma, come dire, i record sono fatti per essere battuti Dicevo che li produceva in maniera inefficiente. Molto inefficiente. In uno degli ultimi studi commissionati da Rovaris nell'ultimo anno della sua direzione generale nel maggio 2009 e affidato, se non ricordo male, alla Booz Allen, si diceva che all'interno del CSI c'erano margini di inefficienza che andavano dal 12 al 18%. Tradotto in lire, anzi in euro per i non capenti o i non vedenti, volevano dire su una base di 17-25 milioni di euro all'anno tutti gli anni.
Questi sono i punti di partenza. Poi, c'era chi riteneva - sono fra questi e non ho cambiato idea - che la riforma dell'ICT pubblico nel senso di utenti, perché posso dire che quando facevo l'Assessore il SIRE (Sistema Informativo Regionale) faceva pena, fa pene, ma non so adesso com'è. Lascio volentieri le valutazioni a chi lo esercita da Assessore, o da Direttore regionale, ma non credo che sia molto migliorato, sarei stupito se questo fosse successo.
Nell'ambito del SIRE, la parte del sistema informativo della sanità era già la delega principale, oggi lo è in maniera ancora più evidente, ma continuo a scegliere la definizione più generosa sin qui data a tale sistema informativo, quella del Direttore Moriondo, che l'ha definito deplorevole, e deplorevole mi pare che sia il punto di partenza minimale da cui partire.
Allora, che cosa sembra che fosse possibile? Tre cose. Una legislatura di centrodestra, presieduta dall'Onorevole Presidente Cota, non avendo nessun tipo di legame con la gestione precedente né nel mondo della ICT pubblica o nel CSI, poteva riformarla perché per riformare le cose bisogna non avere legami che ti impediscano che la riforma avvenga, perché gli elementi della conservazione si annidano dappertutto, anche quando ci fosse o ci fosse stato un forte istinto alla riforma, che nel caso di questa legislatura, francamente, non ho visto.
Secondo. Nell'area della sanità, chiunque si occupi seriamente di organizzazione - in questo caso parlo all'ingegner Monferino, che non c'è ma tanto non è grave, perché questo ragionamento ho tentato di farglielo più volte e non capisco se non mi spiego o è lui che non mi sta a sentire o se vi è una terza ipotesi, ma l'approfondiremo nel corso del futuro - sa che l'utilizzo delle riforme dei sistemi informativi è una delle poche cose in assoluto, probabilmente l'unica nel mondo dell'organizzazione pubblica che è ancora più intricata e ricca di elementi di conservazione di quanto già non siano le strutture private, per poterle riformare.
Quindi, riformando un sistema informativo nell'ambito della sanità oltre a fare un servizio doveroso, questo sì, dovuto ai cittadini piemontesi che ne sono i primi azionisti ed utenti, si sarebbe anche potuto probabilmente porre significativamente mano all'organizzazione della stessa sanità, che è fatta prevalentemente anche di risorse del personale non sempre giudicate così efficienti come alcuni desidererebbero.
Cioè, scoprendo l'acqua calda, sembra che anche all'interno della sanità ci sia un tasso di inefficienza non così scadente. Questo tasso di inefficienza all'epoca si pensava fosse l'area di riserva di risorse da andare a prendere per reinvestirla nella sanità stessa in termini di processi, strutture e servizi da erogare. In più, non solo mantenendo quelli esistenti, ma anche aggiungendoli a quelli dovuti.
Nessuna di queste cose è avvenuta. E adesso spingiamo anche velocemente. Perché? Perché, vedete, i soci fondatori, per lungo tempo hanno delegato a Rovaris il ruolo di stratega, regista, attore, primo attore e gestore della compagnia! Faceva tutto lui, ma almeno lo faceva (secondo me non bene, ma non è il momento di tenere seminari storici!).
Tolto Rovaris, toccherebbe agli attori pubblici: il Comune, la Regione la Provincia, e, nell'ambito di questi, in primis la Regione, che ha nel suo dettato istituzionale, nell'ambito di questa legislatura (che credo sarà l'ultima di questa natura, perché dalla prossima legislatura questa Regione sarà una semi-circoscrizione più o meno dotata di poche risorse e conseguentemente, anche di poca qualità), il compito di occuparsi della programmazione, non solo di se stessa, ma anche di tutte le attività socio economiche di questo territorio.
Questo non è solo un diritto, ma è un dovere, cui - ritengo - questa Regione, soprattutto in questa legislatura, avendone la possibilità, è mancata.
La definizione delle strategie è tema che gli attuali governanti (valga per il Presidente Cota e la sua Giunta, per l'Onorevole Fassino e la sua Giunta, diciamo per la Provincia, per l'Area metropolitana e la sua Giunta), nessuno dei quali neofiti, potrebbero risolvere in un quarto d'ora, mezz'ora, tre ore, se avessero le idee chiare e scrivessero le strategie su dei fogli.
Poi, se vogliono utilizzare dei consulenti, possono farli venire dall'America o dall'Europa, ma la definizione delle strategie è compito unico di coloro che gestiscono questi enti. Solo partendo dalle strategie si può capire se l'ente strumentale CSI è ancora, e in che misura, idoneo ad essere ente strumentale delle strategie future, perché (terza novità che finalmente anche questa Regione ha scoperto, a me sembrava già chiaro nel 2010, ma probabilmente bisogna sbatterci il muso contro, per comprenderlo) mancavano le risorse.
Per fare cose nuove, anche in sede di riforma, servono risorse, che a mio avviso non c'erano già allora. Solo dopo aver definito le strategie e dopo aver definito quali strategie i partner pubblici vogliono adottare in comune, e con quali risorse (sapendo già che non ci sono), eventualmente si può pensare, se servisse, all'area dei privati.
Perché si sottolinea questa fase? Perché c'è stato un momento (tempo addietro, più o meno quando è nato il CSI) in cui questa regione è stata innovativa in maniera elevata per tutto il Paese, che noi rappresentiamo un tempo come capitale d'Italia, oggi verrebbe da ridere pensando a questo ma lasciamo perdere! La creazione di Finpiemonte è stata un connubio perfetto tra la ricerca di risorse di natura privata, quindi giustamente e doverosamente orientate al profitto, per realizzare politiche pubbliche per le quali non c'erano risorse sufficienti. Il tema era lo stesso.
Adesso siamo molto più avanti. Ho firmato l'ordine del giorno per trovare un equilibrio finanziario in funzione di un piano di rientro dai crediti, perché i debiti bisogna pagarli! Sapete perché non li pagano? Beh perché sia il Comune sia la Regione - ha ragione l'Assessore Monferino sono tecnicamente fallite. Bisognerebbe soltanto occuparsene!



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendoci altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Giordano.



GIORDANO Massimo, Assessore all'innovazione

Grazie, Presidente.
Brevemente, ma ritengo che su alcuni interventi la replica sia dovuta.
Apprezzo che anche i rappresentanti dell'opposizione abbiano riconosciuto il nostro sforzo di portare, sia come cassa sia come competenza, quanto potevamo, viste le difficoltà complessive.
Mi permetto di utilizzare uno o due minuti per rispondere all'osservazione più insidiosa (lo dico con rispetto) della collega Cerutti, poiché è evidente che, se non chiarisco marcando anche alcune questioni, la mia può apparire una contraddizione.
Ricordo ai colleghi che la Consigliera Cerutti ha affermato: "Ma come? Tu, Assessore, arrivi a dire che la volontà della Giunta è aprire al mercato! Attento, perché con le modifiche dello Statuto, in realtà sembra che vuoi ampliare la partecipazione all'interno del Consorzio, però poi dici che vuoi privatizzare. Attento, perché ci sono i saggi che esprimono addirittura un parere negativo sul progetto 'valorizzazione uguale privatizzazione'".
Devo riconoscere che, se non replico, significa che un'insidia sul tema c'è.
Provo a spiegarmi. Noi riteniamo (l'abbiamo detto più volte) che questo modello di business non possa permettere al CSI di avere un futuro e i fatti, secondo noi, ci stanno dando ragione.
Ecco perché, come dice il collega Reschigna, va cercato un patto nuovo sul rilancio, tra gli enti più importanti. Secondo noi c'è gia: si tratta di declinarlo.
Noi consideriamo importante aprire al mercato. I saggi non dicono che sbagliamo; i saggi dicono che l'apertura al mercato è ineludibile, ma a condizione che venga fatta valorizzando il più possibile il CSI con commesse, per non andare a schiantarsi contro un muro e perché l'apertura al mercato abbia un senso, per non mettere sul mercato un corpo morto ovviamente tenendo fede ai propri impegni, anche pagando i debiti (per dirla in modo ancor più netto e chiaro).
Diversamente, si rischia di mettere sul mercato un corpo sfibrato dal fatto che non si pagano i debiti, quindi con grossi problemi di cassa, e sfibrato dal fatto di non avere commesse che possano garantire una minima prospettiva d'inizio a chi lo compra.
Su questo, secondo noi, non c'è contraddizione, se non il fatto che i saggi marcano (sono liberi di farlo) con ancora più forza le condizioni che ci possono permettere e ci potranno permettere (lo speriamo) di dire, un domani, che la privatizzazione ha avuto successo.
Se si vuole privatizzare, perché si amplia il raggio d'azione del CSI? Perché, secondo noi, ampliare oggi ad alcuni soggetti permette di andare nella direzione che indicano i saggi, cioè mettere sul mercato un qualcosa che ha ancora più forza.
Pertanto, se ci saranno soggetti che vorranno aderire e dare del lavoro, con i meccanismi che ci sono oggi, che regolano questo tipo d'impostazione, se il CSI potrà andare senza più problemi all'estero a trovare lavoro, si andrà nella direzione che indica il nostro Piano, magari un po' più timidamente, mentre i saggi lo sostengono con più forza e vigore.
Ecco il motivo che ci permette di affermare che la contraddizione è solo apparente e che certamente va spiegata bene, perché secondo noi non c'è incoerenza e contraddizione.
Va, poi, detto - e non ho problemi a dirlo - che se in questi mesi qualcuno ha pensato che noi ondeggiavamo, ma in realtà non è stato così.
evidente che abbiamo avuto delle difficoltà a lavorare su un tema così complesso, che ha visto, durante il nostro lavoro, cambiare le regole del gioco attraverso una nuova legge nazionale. Infatti, pochi giorni dopo aver trovato un accordo di maggioranza, ci siamo trovati una legge nazionale che ha cambiato completamente le regole d'impostazione. Abbiamo dovuto studiarla, capire quali erano i margini d'azione, superare l'equivocità della legge, trovare un nuovo patto di maggioranza, superare le difficoltà che la nuova impostazione ci dava.
Non è che noi la mattina ci svegliamo e c'inventiamo i problemi! Purtroppo, abbiamo trovato qualche ostacolo, senza colpa di nessuno.
Oggi, però, ci siamo.
Ringrazio tutti i colleghi per aver preso atto dell'emergenza del momento e aver dato, su alcune questioni, la disponibilità a rimandare gli approfondimenti ad una sede successiva.
Per rispondere al collega Motta, c'è già l'impegno del Presidente del CSI ad inserire domani, tra gli atti da approvare, la relazione dei saggi.
Pertanto, domani, quell'indicazione ci sarà.
Grazie ancora ai colleghi.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Assessore Giordano.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Pedrale, Motta Massimiliano, Valle, Burzi: all'articolo 14 "competenze del Consiglio di Amministrazione", dopo la lettera o) aggiungere: p) delegare al Presidente il potere di compiere atti di ordinaria amministrazione (con facoltà, a sua volta, di nominare procuratori, ivi includendo il Direttore Generale per il compimento di categorie di atti ed operazioni anche di rilevanza meramente interna, per determinati atti) specificando contenuti.
La parola al Consigliere Motta Massimiliano per l'illustrazione.



MOTTA Massimiliano

Grazie, Presidente.
Per dire in due minuti, anche per rispondere al collega Reschigna, che fortunatamente questa è una maggioranza che a volte dialoga anche con toni accesi (in questo caso c'è anche una personalità molto spiccata dell'Assessore Giordano, quindi una componente caratteriale sicuramente non semplice), ma alla fine trova la sintesi e ritengo che questo sia il compito della maggioranza.
In questo caso, l'Assessore si è fatto carico della straordinarietà del momento, pertanto ciò che chiede l'emendamento è un qualcosa che verrà ripreso nel momento in cui verrà nominato il nuovo Consiglio d'Amministrazione, e quindi verrà ripreso dalla Giunta nell'ambito della definizione dei poteri.
Ricordo, indipendentemente da quanto c'è scritto sullo Statuto o altro deriva anche dall'esperienza in ambito SCR - che c'è comunque la delibera di Giunta, che attribuisce poteri al Consiglio d'Amministrazione. Infatti deve essere un Consiglio d'Amministrazione operativo, che realizzi quanto i consorziati più grandi hanno intenzione di portare avanti per uscire dalla situazione di emergenza.
Tutto questo per dire che, visto e considerato che creerebbe anche un problema tecnico - se, oggi, modificassimo lo Statuto in questo senso rispetto alle altre due assise, cioè la Provincia e il Comune, che hanno già votato lo Statuto come ci è stato proposto - rischieremmo di non compiere questo primo passo, quale la modifica dello Statuto.
Quindi, da parte nostra c'è il ritiro dell'emendamento rubricato n. 1).



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 1) è ritirato dai proponenti.
Non essendoci richieste di intervento, dichiaro chiusa la fase delle dichiarazioni di voto.
Prima di procedere alla votazione della deliberazione, dobbiamo procedere all'esame e alla votazione dell'ordine del giorno n. 941 presentato dai Consiglieri Motta Massimiliano, Pedrale, Carossa, Formagnana, Marinello Burzi, De Magistris, Valle, Gregorio, Costa, Tiramani, Tentoni, Montaruli Vignale, Mastrullo, Cortopassi, Cantore, Leo, Botta Franco Maria e Botta Marco, inerente a "Piano di rientro situazione debitoria nei confronti del



CSI Piemonte", che è stato dichiarato collegato dalla Presidenza.

La parola al Consigliere Motta Massimiliano per l'illustrazione.



MOTTA Massimiliano

Solo due minuti per dire che mi sono permesso di sottoporre l'ordine del giorno ai Capigruppo dell'opposizione, affinché potessero condividerlo nel suo impegno alla Giunta, perché anche questo potrebbe essere tranquillamente un documento da inserire insieme ai documenti allegati all'Assemblea di domani.
Sostanzialmente, è l'impegno a concordare un piano di rientro della situazione debitoria nei confronti del CSI Piemonte, tenendo conto che comunque, questo era già stato riaffermato nell'Assemblea del 7 novembre.
Credo che i 144 milioni di euro debbano essere declinati, è scritto nero su bianco, quando comunque rientreranno, proprio - non ripeto tutto quanto ho detto prima - per una fase transitoria più tranquilla sotto il profilo dell'erogazione degli stipendi e della sofferenza dei fornitori.
Condivido l'analisi svolta dal Consigliere Reschigna, che mi ero dimenticato di accennare, relativamente al settore dell'ICT privato, che comunque, rappresenta un problema non di poco conto.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendoci altre richieste di intervento, la parola all'Assessore Giordano, per esprimere il parere della Giunta regionale.



GIORDANO Massimo, Assessore all'innovazione

Esprimo parere favorevole.



PRESIDENTE

Il numero legale è 30.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 941, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale Premesso che Il Consorzio per il Sistema Informativo piemontese fornisce servizi alle pubbliche amministrazioni che ne sono socie Premesso inoltre che ancora in discussione il piano industriale del Consorzio per il Sistema Informativo piemontese, basato attualmente su un documento redatto dall'advisor KPMG da integrarsi con le osservazioni dei 'saggi' nominati dagli enti soci, tenendo conto della Relazione del CdA del CSI stesso rispetto al progetto di valorizzazione degli asset consortili Considerato che I soci del Consorzio sono debitori nei confronti del Consorzio per circa 144 milioni di euro Considerato altresì che La situazione debitoria dei soci e la mancanza di programmazione strategica hanno prodotto una situazione critica per il Consorzio, che non riesce a pagare ì propri fornitori e che nel 2013 farà ricorso alla cassa integrazione per circa 200 dipendenti Preso atto che Nella giornata di domani, 21 dicembre 2012, è convocata l'Assemblea dei soci.
Impegna la Giunta A concordare un piano di rientro dal debito contratto da tutti i soci, da sottoscriversi in sede di Assemblea, alfine di permettere al Consorzio il superamento del periodo di trasformazione garantendo i livelli occupazionali e parte dei pagamenti dei fornitori del Consorzio stesso così come previsto anche nell'Atto di Indirizzo dell'Assemblea dei soci del 7 novembre 2012".
Il Consiglio approva.
Il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 231, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Inviterei i signori Capigruppo ad avvicinarsi al banco della Presidenza.
Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.07 riprende alle ore 18.10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame proposta di deliberazione n. 251, inerente a "Bilancio annuale di previsione del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2013 e bilancio pluriennale per gli esercizi finanziari 2013-2015"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 251, di cui al punto 11) all'o.d.g. È già stata illustrata in Commissione, quindi diamo tutto per letto e illustrato.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Cattaneo, Comba Placido, Leardi, Novero e Ponso: "Si propone di modificare, in conseguenza alle modifiche apportate dalla legge regionale n. 16 del 2012: 'Norme di riorganizzazione della Regione Piemonte ai fini della trasparenza e della riduzione dei costi' i prospetti allegati alle lettere 'A' e 'B' alla deliberazione in oggetto secondo quanto sotto indicato:



PARTE SPESA

Upb 3 Capitolo 11030 E 18.895.964 (anziché E 21.811.000)



PARTE ENTRATA

Upb 3 Capitolo 10 E 17.472.497 (anziché E 20.086.000) Capitolo 65 E 1.498.467 (anziché E 1.800.000) Sono di conseguenza apportate le modificazioni conseguenti nella premessa e nel dispositivo del testo della deliberazione.
Il bilancio 2013 ed il bilancio pluriennale 2013-2014-2015 pareggiano in E 58.666.415,46, escluse le partite di giro ammontanti ad E 9.291.052.
I trasferimenti dalla Giunta regionale ammontano ad E 56.556.280 e le entrate proprie ammontano ad E 2.110.135,46.
Il bilancio comprensivo delle partite di giro quadra a E 67.957.467,46".
Con l'emendamento rubricato n. 1) dell'Ufficio di Presidenza si propone di modificare i prospetti allegati alle lettere "A" e "B" alla deliberazione in oggetto, nella parte di spesa (euro 18.8954.964, anzich euro 21.811.000) e nella parte di entrata (euro 17.472.497, anziché euro 20.086.000; euro 1.498.467, anziché euro 1.800.000). Infatti, ieri, abbiamo approvato la proposta di legge n. 315, conseguentemente diminuisce ancora di oltre quattro milioni il bilancio del Consiglio. Quindi, lo adeguiamo ai minori costi per le indennità ai Gruppi e quant'altro nell'anno 2013.
l'emendamento che avevamo già annunciato in Commissione relativamente al quale avevamo detto di approvarlo in Aula, se, prima l'Aula approvava la proposta di legge n. 315.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Vignale, Burzi Boniperti, Valle: all'allegato A (uscite) p. 32 riduzione di 160.000 E dell'Upb 4 capitolo 16040 "Incarichi per studi ricerche e consulenze, attività dei comitati e delle consulte trasferimenti per manifestazioni ed iniziative"; pari importo corrisponde ad una minore entrata dell'Upb 3 "Trasferimenti dalla Giunta".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento prevede una riduzione di 160 mila euro relativamente alla spesa per le consulte. Noi crediamo questo abbia in sé una sua coerenza con le riduzioni che sono state fatte in bilancio. Rispetto al dato numerico del 2012 è stata apportata, già nel bilancio che ci viene proposto, una riduzione del 20%, che, però, come ci confermava il Presidente in sede di I Commissione, è sullo stanziato e non sullo speso.
Sostanzialmente, quest'anno le Consulte hanno speso una cifra che è pari a quella che noi reimpostiamo a bilancio.
Crediamo che, così come sono state ridotti, in modo anche più drastico altri capitoli di spesa a bilancio, una riduzione del 20% della cifra complessiva possa essere coerente con le altre riduzioni che il bilancio del Consiglio ha apportato.



PRESIDENTE

Bene, l'Ufficio di Presidenza su quest'emendamento esprime parere favorevole.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Presidente, come le avevo anticipato all'interno della Commissione, non ho sottoscritto alcun emendamento pensando e richiedendo a lei un intervento proprio nella stessa direzione che ho sentito dalle parole del Consigliere Vignale.
A questo punto, avendo anche ascoltato, prima di avere la parola, che da parte sua c'è la disponibilità, vorrei apporre anche la mia firma all'emendamento del collega Vignale.



PRESIDENTE

Questa non era la questione del programma, ma la questione delle consulenze. Comunque, ho capito. Se il collega Vignale acconsente...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusate, il collega Vignale ha presentato molto bene l'emendamento, ma visto che non si è capito bene, mi permetto, se lei acconsente, di precisare che l'emendamento rubricato n. 2) riguarda: "Incarichi per studi ricerche e consulenze, attività dei comitati e delle consulte trasferimenti per manifestazioni e iniziative". Quindi, è una partita più complessa.
Se vuole aggiungere la firma, lei è d'accordo?



(Il Consigliere Vignale acconsente)



PRESIDENTE

Quindi, può aggiungere la firma.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Visto che le UPB le ho chieste agli Uffici, è relativa alle Consulte?



PRESIDENTE

Però il capitolo è più complesso.



VIGNALE Gian Luca

Ah sì, certo, certo.



PRESIDENTE

Quello è il senso, il titolo. Il bilancio poi pareggia, nel senso che va in diminuzione l'importo di trasferimento da parte della Giunta regionale.
Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n.
1) dell'Ufficio di Presidenza.
un emendamento dell'Ufficio di Presidenza, con il quale il bilancio del Consiglio regionale viene diminuito di ulteriori quattro milioni, in conseguenza del fatto che ieri abbiamo approvato la riduzione delle nostre indennità e la riduzione dei costi dei Gruppi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Adesso pongo in votazione l'emendamento 2), presentato dal Consigliere Vignale, che riduce l'UPB 4 di 160 mila euro, al capitolo 16040 "Incarichi per studi, ricerche e consulenze, attività dei Comitati e delle Consulte trasferimenti per manifestazioni ed iniziative", pareggiando il bilancio con una minore entrata dell'UPB 3 "Trasferimenti dalla Giunta regionale" al Consiglio.
Il parere della Giunta è favorevole.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
La votazione è annullata.
Ripetiamo la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 251, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame proposta di deliberazione n. 253, inerente a "Votazione della relazione sull'attività svolta dalla Commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'articolo 31, lettera b) dello Statuto, 'Commissione speciale con compiti d'inchiesta sulla gestione urbanistica'"


PRESIDENTE

Procediamo con la relazione conclusiva dei lavori della Commissione speciale d'inchiesta sulla gestione urbanistica, di cui al punto 9) dell'o.d.g., divenuta proposta di deliberazione n. 253, inerente a "Votazione della relazione sull'attività svolta dalla Commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'articolo 31, lettera b) dello Statuto 'Commissione speciale con compiti d'inchiesta sulla gestione urbanistica'".
La parola al Presidente della Commissione speciale d'inchiesta sulla gestione urbanistica, Consigliere Buquicchio, che ha facoltà di illustrare al Consiglio la relazione.



BUQUICCHIO Andrea

La ringrazio, Presidente, e ringrazio i colleghi che vorranno, se ritengono, di dedicarmi qualche minuto di attenzione per questo intervento conclusivo di un lavoro svolto durante l'ultimo anno.
Con questa Commissione d'inchiesta sull'urbanistica abbiamo affrontato un'analisi, la più puntuale possibile, degli strumenti urbanistici dei Comuni che si è deciso di porre all'oggetto della Commissione stessa.
ovvio che all'inizio, come ricorderete - e che dobbiamo dire per onestà intellettuale - erano tante le perplessità e le critiche in senso negativo che si ponevano. È grazie al lavoro e all'impegno di tutti i Commissari se oggi potremmo, con il voto finale, fugare quei dubbi, e dimostrare che un anno di impegno è servito a qualcosa.
Voglio sottolineare - e lo faccio all'inizio della relazione - in risposta a quanti, soprattutto dall'esterno ed anche mediaticamente - hanno accostato questa Commissione di inchiesta ad altre che si sono svolte in questi anni nel corso delle varie legislature, parlando di spreco di denaro pubblico, ebbene voglio rassicurare costoro che il lavoro svolto dall'ufficio di Presidenza della Commissione, dal sottoscritto e, quindi dal gruppo dei riferimento, che ha lavorato in modo sodo e serio, non è costato praticamente nulla, tranne - e lo dico con estrema trasparenza 1.740 euro di consulenze, che è stato necessario richiedere, con due parcelle distinte: una di 300 euro e una di 1.440 euro, con un pagamento di ritenuta d'acconto di 75 euro rispetto alla prima, e di 360 euro rispetto alla seconda.
Avendo proposto, per primo, questa Commissione d'inchiesta, che tutti i colleghi hanno ritenuto poi di appoggiare, contribuendo, in termini di impegno e di lavoro, a dare manforte, sentivo l'obbligo di precisare in apertura questo aspetto.
Ritengo che l'esperienza sia stata utile. Si è tramutata in un forum rivelatosi adatto ad esaminare molto da vicino e puntualmente le pratiche urbanistiche. È estremamente importante che questo si sia svolto in un momento nel quale, in parallelo, si svolgeva la discussione sulla rivisitazione della legge urbanistica regionale.
stato un compito non facile. Voglio ringraziare, oltre a tutti i Commissari, anche gli uffici della Regione e della Commissione in particolare, che hanno dato un sostegno al lavoro molto rilevante e prezioso, anche professionalmente.
Nonostante tutte le comprensibili e legittime diversità di vedute e le diverse impostazioni, nei dodici mesi di lavoro abbiamo tenuto 47 sedute 12 audizioni (abbiamo audito responsabili regionali, Sindaci e tecnici comunali) ed analizzato ben 25 Comuni con i relativi strumenti urbanistici nonché prodotto una relazione finale di circa 50 pagine, approvata - non so se ci sono altri esempi nella storia delle Commissioni di inchiesta - per la prima volta all'unanimità della Commissione.
Ci tenevo e ringrazio veramente tutti i Commissari di questo, perché si è trovata una sintesi unitaria. Normalmente si giunge con due relazioni una di maggioranza e una di minoranza. Qui ci si è sforzati tutti, e ripeto, non mi stancherò di ringraziare l'atteggiamento costruttivo e positivo di tutti per ottenere questo tipo di risultato.
I primi dieci Comuni sono stati scelti a campione. Dopo sei mesi si è pensato di allargare un po' l'indagine sui capoluoghi e su altri due o tre Comuni che si è deciso, di comune accordo, di dover inserire per esigenze diverse.
Non c'era, e questo ci tengo a ribadirlo, nessun elemento di pregiudizio nei confronti di nessuno. Si è fatto, in modo serio e pacato un inserimento a campione che prescindeva da atteggiamenti che non dovevano riguardare i commissari e la Commissione, ma che dovevano riguardare altri ambiti come quelli della Magistratura o di altri organi.
Questa era una premessa doverosa perché ci sono stati, nel corso dei lavori, dei risentimenti un po' di qua e un po' di là che abbiamo sempre cercato di fugare. Non ho mai ritenuto di dover lasciare e di poter lasciare interviste in qualità di Presidente della Commissione durante i lavori della stessa. Non l'ho mai fatto. Oggi, a conclusione della stessa mi sono limitato a produrre la sintesi finale ai giornalisti.
In questi giorni siamo oberati di lavori d'Aula che si susseguono tuttavia rivolgo un invito, qualora lo riteniate, ai Vicepresidenti e a tutti i commissari, ma l'allargherei a tutti i Consiglieri d'Aula, se ritenete, e quando riterrete opportuno, ad indire una conferenza stampa unitaria per illustrare la conclusione dei lavori.
Lasciamo stare le premesse e arriviamo al succo di quel che si è fatto.
Abbiamo analizzato il sistema delle varianti parziali. Tale sistema si è ritenuto, in buona parte, fortemente rivisitato, direi quasi limitato.
Nella nostra indagine abbiamo, infatti, rilevato in generale l'affermazione di una cultura del progetto urbano per parti che colloca, in un secondo piano, valenze storiche, sociali, del contesto, nella convinzione, da parte degli amministratori locali, dell'efficacia degli interventi imprenditoriali ritagliati sul breve periodo, dotati di concretezze ed operatività, ma in alcuni casi indifferenti alla ricerca di quello che noi dovremmo avere sempre come obiettivo, che è la qualità urbana.
In questo, spesso si è dimostrata una visione più localistica che sovraterritoriale. Per ciò su questo, come peraltro stiamo facendo nei lavori di rivisitazione della LUR con la legge n. 153 e tutti quegli aggiustamenti che sono già stati concordati con l'Assessore, abbiamo messo in evidenza anche il mancato controllo che riguarda in generale, e più in particolare, le varianti parziali. Abbiamo affrontato il tema relativo alle forme di controllo che le varianti parziali, non avendo una natura di atti amministrativi complessi, consentono, in un certo senso, di non poter utilizzare il vaglio degli enti sovraordinati, se non limitatamente alla compatibilità con il Piano territoriale provinciale e con i progetti sovracomunali approvati.
Il passo è stato fatto. Ovviamente, all'interno della relazione finale la Commissione ha ritenuto opportuno introdurre alcune proposte che auspico possano essere recepite nella stesura finale della nuova legge urbanistica.
Le proposte riguardano quattro macro argomenti.
Il primo. Il rapporto tra politica e amministrazione.
Il secondo. Le problematiche amministrative nell'adozione di varianti e nella stipula di accordi con riconoscimento di premialità edificatorie.
Il terzo. I Piani regolatori generali sovradimensionati e l'eccessivo ricorso alle varianti.
Il quattro. I controlli.
Al momento, non posso che ritenere apprezzabili i risultati raggiunti tutti insieme, con la sintesi della relazione finale. Soprattutto perch più passa il tempo, più si fa strada in me la certezza che il governo del territorio - ci tengo a soffermarmi su questo - rappresenti un'emergenza nazionale.
lo specchio di un Paese che sta, di fatto, perdendo da tempo pezzi che si deve svegliare di fronte alla distruzione dei tesori più preziosi che spesso ha dimostrato di saper sacrificare proprie bellezze, pur di ottenere in cambio un ritorno, magari di ordine economico, ancorché minimo rispetto al valore di quello che si baratta.
Un Paese dove le regole, in una materia fondamentale come l'urbanistica, sono interpretabili a seconda dei casi e, dove è necessario aggiustarle, si tende ad aggiustarle. Dove gli interessi magari localistici, personali, aziendali in alcuni casi, purtroppo, si è visto non da parte nostra, ma da parte di chi ha indagato - sono riconducibili alle organizzazioni malavitose.
In conclusione, ritengo che attraverso il lavoro della Commissione si sia fatto un piccolo passo avanti nella direzione della legalità e della tutela del nostro splendido territorio.
Ancora un grazie a tutti e un auspicio che questa relazione possa essere votata a larga maggioranza, se non all'unanimità, dopo la Commissione anche dall'Aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cantore; ne ha facoltà.



CANTORE Daniele

Voglio ringraziare il Presidente della Commissione e gli Uffici se siamo giunti ad una conclusione unanime. Eravamo partiti con qualche ostacolo nel cammino. Con grande franchezza, qualcuno di noi si era chiesto se era opportuna questa Commissione, ma non perché andava a verificare quanto avveniva nei Comuni, ma perché aveva creato qualche tensione all'interno di alcune amministrazioni comunali.
Mi fa piacere che lei, oggi, abbia ribadito che tutti i Comuni che sono stati scelti a campione, a partire dai primi dieci; non è specificato nella relazione, ma è poi specificato nella seconda parte. Penso sia stato un lavoro utile, che grazie, ma non voglio fare un gratuito complimento, alla sua intelligenza e al nostro apporto, ha fatto sì che questa Commissione producesse un documento, Assessore Cavallera, che può essere utile per la nuova legge urbanistica.
Non voglio ripetere quanto detto dal Presidente della Commissione, ma penso che, per quanto riguarda le varianti parziali, per quanto riguarda il consumo del territorio e la perequazione urbanistica, sia stato un lavoro utile che, in parte, come ha già detto il Consigliere Buquicchio, è stato recepito nel corso dei lavori riguardanti la nuova legge urbanistica.
Mi permetto di aggiungere che da un'iniziale situazione che poteva portare ad un conflitto all'interno delle amministrazioni comunali, quindi a opposizioni contro chi governava o, viceversa, che poteva incentivare una tensione politico-amministrativa, e non era nostro compito andare in quella direzione, penso che questa relazione possa servire per la nuova legge regionale urbanistica, ma possa essere anche utilizzata, verificata e consultata da tutte le amministrazioni comunali del Piemonte come una traccia per modificare alcuni comportamenti leciti, ma che in alcuni casi hanno portato ad un eccessivo - l'ha detto prima il Consigliere Reschigna consumo del suolo, piuttosto che - non voglio ripetermi - ad interpretare le modifiche parziali come strutturali e a non fare i passaggi dovuti nella piena legittimità.
Penso quindi che questo testo possa costituire - e termino - anche un piccolo vademecum di comportamento in attesa della nuova legge urbanistica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cantore.
La parola alla Consigliera Pentenero.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Desidero solo aggiungere alcune riflessioni in merito al lavoro svolto e alla relazione che il Presidente Buquicchio ha fatto e unirmi anche a quanto il Vicepresidente Cantore ha espresso un attimo fa, cioè un apprezzamento nei confronti del Presidente e del lavoro che ha svolto.
Devo dire che il lavoro di analisi, a volte anche con momenti di confronto un po' acceso, ci ha permesso di far crescere in progress un processo di analisi e di rivisitazione delle varie fasi che hanno caratterizzato la costruzione dei Piani regolatori su Comuni scelti davvero in modo via a via molto più casuale e forse più significativo per avere una rappresentazione più rispondente di quanto accade nella nostra Regione.
stato quindi utilissimo anche per noi - prima si evidenziava il fatto che potrebbe costituire un vademecum per le Amministrazioni locali - per comprendere i processi, perché credo che, una volta di più, la legge n. 56 ci abbia testimoniato quanto non sia più adatta ai tempi attuali e quanto ancora maggiormente necessiti di una rivisitazione. Questo ci serve quindi per il processo di discussione che abbiamo in Aula in merito alla legge di modifica della legge n. 56, cioè il disegno di legge n. 153. Si tratta dunque davvero di un processo che innanzitutto è servito a noi.
Oserei dire - e su questo dissentirei rispetto a quanto ha detto un attimo fa il Vicepresidente Cantore - che forse non ancora tutti i Comuni hanno compreso esattamente quale fosse la funzione della Commissione, ma l'hanno intesa come una Commissione con funzioni di indagine dei Piani regolatori. Riprenderei dunque il concetto espresso prima dal Presidente Buquicchio quando ha parlato di un forum da avviare sull'urbanistica attraverso l'analisi dei Piani regolatori dei Comuni.
Credo che, nella fase di comunicazione rispetto al lavoro che la Commissione ha svolto, noi dovremmo sottolineare molto questo aspetto. Mi piace il termine utilizzato di "forum urbanistico" in merito ai Piani regolatori delle città della nostra Regione e quindi cerchiamo di sottolineare davvero questo aspetto per non generare ulteriori tensioni e anche ulteriori elementi di non chiarezza rispetto al percorso e ai lavori che sono stati svolti in questi mesi.
Oggi possiamo dirlo: sono stati mesi di lavoro proficui ed intensi che ci portano, appunto, ad un documento che non deve avere carattere inquisitorio, ma deve costituire un elemento di consultazione e di analisi rispetto ad una legge fondamentale per la nostra Regione.



PRESIDENTE

Grazie.
Il Consigliere Negro mi ha manifestato la disponibilità a rinunciare all'intervento: poi dicono che non rinunciano mai...
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, dichiaro chiuso il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire la Giunta regionale.
La parola al Vicepresidente Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e pianificazione territoriale

Grazie, Presidente.
Intanto intervengo ringraziando il Presidente, il Vicepresidente e tutti i componenti della Commissione per il lavoro aggiuntivo che loro hanno svolto, rispetto alla normale attività di Commissione.
Devo dire che all'inizio non mi era ben chiaro l'obiettivo che si intendeva perseguire, ma poi certamente l'impulso del Presidente e la collegialità hanno fatto sì che si arrivasse davvero a dare una serie di indicazioni. Non ho partecipato ai lavori della Commissione e quindi non conosco tutte le dinamiche interne, le discussioni e gli approfondimenti però mi sono già cimentato, grazie a questi nuovi strumenti, ad annotare un po' di osservazioni a fianco dei vari articoli della legge n. 56 e delle ipotizzate modifiche.
Anch'io condivido quello che è stato detto e non entro nel giudizio perché il Consiglio e la Commissione sono sovrani; posso però trarre degli stimoli e uno di questi è in ordine alla necessità di superare un'urbanistica che in passato - quando forse si era all'inizio di un tentativo di regolamentazione dell'uso del suolo - era più ragionieristica mentre oggi serve assolutamente assicurare delle risposte di qualità per il tipo di obiettivi che ci diamo, molto più orientati alla riconversione, al recupero e alla riqualificazione piuttosto che all'estensione della città costruita.
Naturalmente ho tratto anche uno stimolo sulla necessità di avere la massima trasparenza, anche attraverso all'utilizzo delle nuove tecnologie per esempio, emerge la necessità di una standardizzazione: avendo 1.200 Comuni, abbiamo 1.200 legende, quindi capite che è importante se anche per gli operatori, per gli addetti al settore e pure per i nostri tecnici la nuova normativa sulle modalità tecniche di attuazione dei nuovi Piani o delle varianti e la lettura delle cartografie diventano intelligibili o meno.
C'è dunque un grande lavoro da fare e naturalmente usiamo il termine trasparenza per fare sintesi; dietro, però, c'è tutta un'articolazione di normative, regolamentazioni, indirizzi e "paletti" che devono essere posti per arrivare a questi risultati.
Traggo poi una forte conferma del metodo della co-pianificazione: rileggendo le ultime pagine, mi sembra venga sottolineato come, dall'esame dei documenti, quando siamo di fronte a varianti trattate con il metodo della co-pianificazione i risultati, a impressione dei Commissari, sono stati senz'altro migliori o comunque molto più chiari.
importante poi anche il richiamo ad un ruolo rafforzato della Regione. Vengono ricordati anche il Piano territoriale e il Piano paesaggistico regionale e i Piani territoriali provinciali, ma aggiungo anche il PAI, la normativa sismica e la pianificazione del commercio: tutta una serie di strumentazioni che devono essere meglio raccordate, come abbiamo già fatto con la redazione dei primi articoli.
Da ultimo, richiamo la questione dell'uso del suolo e delle varianti parziali. Naturalmente qui si intrecciano questioni che attengono alla pianificazione del suolo e del governo del territorio con quelle che possono anche essere le spinte che vengono dalla società civile o dalla società produttiva, che dobbiamo avere la capacità di rendere compatibili in un disegno di sviluppo sostenibile.
Naturalmente credo che non si sia trattato di un lavoro fatto per nulla: anzi, è stato un lavoro molto utile. Consentitemi - nel momento in cui ringrazio ancora tutti i membri della Commissione - di fare un appello perché l'anno nuovo ci porti veramente quell'adeguamento della legge n. 56 per evitare che questa modifica diventi una sorta di araba fenice, della quale si dice che c'è ma che poi non si capisce mai dove trovare.
Dato che credo che non sia così e che coloro che hanno lavorato l'hanno fatto con sincera attenzione, coniugando l'impegno civile con quello di Consiglieri che si dedicano al servizio della società, mi auguro che si possa - non lo dico perché siamo alla vigilia di Natale, ma perché ne sono convinto - trovare i percorsi affinché nel primo mese del 2013 o nei primi due mesi del 2013 si possa raggiungere l'obiettivo del varo della nuova legge n. 56.
Quindi, ancora una volta ringrazio, perché ho visto che il parere è unanime, quindi non posso che convergere sulle proposte avanzate.



PRESIDENTE

Come ho avuto modo di rilevare anche durante la VII Legislatura, ho sempre dei dubbi nel porre in votazione le relazioni della Commissione d'inchiesta.
Tuttavia, siccome questa è la prassi, ci adeguiamo e quindi chiederei un voto di presa d'atto della relazione.
Ripeto che già quando ero un giovane Consigliere avevo sempre avuto dei dubbi sulla procedura delle votazioni delle relazioni delle Commissioni d'inchiesta, tant'è che spesso rimanevano in giacenza per mesi e mesi.
Però, siccome per prassi sono sempre state votate come presa d'atto chiedo al Consiglio di valutare, se l'Aula acconsente, di procedere con la prassi, cioè approvando la presa d'atto, da parte del Consiglio regionale del Piemonte, della relazione conclusiva dei lavori della Commissione speciale di inchiesta sulla gestione urbanistica.
Indico la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 253, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Ricordo che domani il Consiglio è convocato dalle ore 9.30 alle ore 12.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.46)



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