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Dettaglio seduta n.312 del 19/12/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


LEARDI LORENZO



(Alle ore 10.02 il Consigliere Segretario Leardi comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 10.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle 10.32 riprende alle ore 10.33)



PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato approvato nella seduta del 18 dicembre 2012.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Marco, Cantore, Comba, Cota Giordano, Motta Massimiliano e Pedrale.
Il numero legale è 27.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Giunta, organizzazione e funzioni - Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di legge n. 315 "Norme di riorganizzazione della Regione Piemonte ai fini della trasparenza e della riduzione dei costi"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame della proposta di legge n. 315 "Norme di riorganizzazione della Regione Piemonte ai fini della trasparenza e della riduzione dei costi", di cui al punto 6) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana di ieri è iniziato l'esame del provvedimento in oggetto: hanno svolto le relazioni i Consiglieri Bono, Giovine e Pedrale. La relazione del Consigliere Vignale, invece, è stata data per letta, in quanto non presente in aula.
In fase di discussione generale sono intervenuti i Consiglieri regionali Reschigna, Burzi, Negro, Giovine, Spagnuolo, Buquicchio ed Angeleri.
Risultano ancora iscritti ad intervenire i colleghi Placido, Bresso Botta Marco, Giovine e Gariglio.
Riprendiamo la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa per il ritardo, ma avevamo una riunione sugli Enti locali nella sala affianco.
Presidente, anche in funzione dell'incarico che ho avuto l'onore di rivestire nella scorsa legislatura, vorrei esternare il mio apprezzamento per il lavoro che è stato svolto e che porterà all'approvazione di questa legge.
Penso che sia un atto di grande dignità e consapevolezza da parte di questo Consiglio regionale. È vero - tanti lo hanno detto - che non sono certo i tagli che facciamo con questa normativa, la riduzione di una certa percentuale di retribuzione, la soppressione di un privilegio, che cambieranno le sorti finanziarie del nostro Ente. Ma credo che sia un atto doveroso da parte nostra. Come accade in ogni famiglia, quando si vive un momento di ristrettezza finanziaria si deve tirare la cinghia, e qualsiasi padre, prima di chiedere un sacrificio al figlio, deve dare l'esempio e iniziare a tagliare su di sé, facendo vedere qual è la strada da percorrere.
Allo stesso modo, credo che la politica, che poi è fatta da uomini, che sono i politici, debba dare un segnale ai cittadini, che, in un momento in cui vengono chiamati a gravi e pesanti sacrifici, devono sapere che anche la politica e i politici si fanno carico di introiettare questi sacrifici e danno l'esempio per primi. Noi, con questo atto, lo facciamo.
Questo atto arriva, Presidente, purtroppo in un momento non felice per questo Consiglio regionale.
Le vicende che hanno toccato alcuni Gruppi consiliari nelle passate settimane non hanno giovato all'immagine di questo Consiglio e al credito che l'opinione pubblica dà all'istituzione Regione. In questo periodo abbiamo la necessità di dare messaggi in controtendenza ai cittadini abbiamo la necessità di far capire che questa sala non è fatta da un gruppo di persone che, una volta sedute su questi scranni, si arrocca nella difesa dei propri privilegi e, a volte, gestisce, in modo non perfettamente conforme, le risorse che ha a disposizione. Abbiamo bisogno di far sapere ai cittadini che qua dentro siedono delle persone che, per quanto possano compiere degli errori, sono persone consapevoli dell'onere che hanno e di rappresentare la comunità, e che lo devono fare con onore e con dignità.
Solo in questo modo noi rendiamo un servizio al Paese, un servizio alla nostra Regione, un servizio ai cittadini che siamo chiamati ad amministrare.
So che non è stato facile arrivare a questo. Io ho avuto l'opportunità di lavorare al tavolo di concertazione che ha istruito gli aspetti formali di questo passaggio; so che non è stato facile per il Presidente del Consiglio regionale arrivare alla produzione di questa norma (lo so perch ho sperimentato queste difficoltà sulla mia pelle negli anni passati).
Volevo ringraziarla, Presidente, per questo lavoro, perché penso che sia stato positivo.
Mi rendo conto che non è il momento, oggi, di suscitare l'attenzione dei colleghi a inizio dei nostri lavori in un'atmosfera così distratta e un po' sfatta, passatemi il termine, di questo Consiglio. Penso, però, che per una volta potremo dare un segnale che ci potrà portare a recuperare dei punti nei confronti dei nostri cittadini.
Ai tanti interventi critici, anche legittimi, che ci sono stati nel dibattito che ieri ha preceduto il mio intervento, mi permetto di rispondere con questa semplice considerazione: è vero che non dobbiamo correre dietro all'antipolitica, ma dobbiamo essere consapevoli che le cose che sono successe - non faccio tanto riferimento a quanto è successo qui ma a quello che è successo in tanti Consigli regionali - hanno notevolmente peggiorato il già non troppo esaltante giudizio che i cittadini piemontesi e non solo nutrivano dell'istituzione Regione.
Io credo che si debba ripartire da qui: da una situazione di grave difficoltà e dalla necessità che i nostri voti sui provvedimenti e i nostri comportamenti siano consoni a far recuperare il credito che noi purtroppo, in questi mesi, abbiamo perso. E anche se qualcuno di noi in quest'aula può dirsi assolutamente estraneo ad ogni addebito, perché sa di aver agito con coscienza e non ha nulla da nascondere, inviterei comunque a riflettere sul fatto che qualsiasi cosa tocchi ciascuno di noi in quest'Aula, nell'immaginario dell'opinione pubblica tocca tutti. Abbiamo bisogno tutti quanti di dare segnali in controtendenza, e di far capire che teniamo parecchio al nostro asset principale, che è la fiducia dei nostri cittadini, non solo verso di noi come cittadini singoli, ma verso di noi come istituzione.
Io credo che questo passaggio - il voto di oggi - servirà a recuperare, a valorizzare e a fidelizzare questo asset.
Presidente, la ringrazio per il lavoro svolto e ringrazio i colleghi che hanno collaborato al tavolo di concertazione per l'impegno che hanno profuso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gariglio.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere regionale.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente, intervengo con piacere.
Vediamo l'aspetto positivo della situazione, perché occorre trovarlo anche in una situazione così difficile e in un clima da 8 settembre, perch così è.
Sono palpabili lo sconcerto e la preoccupazione, anche in chi vi parla perché chi vive seriamente una situazione come questa, non può pensare che sia un giorno come gli altri, che sia un mese come gli altri. Noi stiamo attraversando un momento non come gli altri e qui si misura la capacità di una classe politica di essere dirigente e se ne misura anche il livello, la qualità. É facile essere Consiglieri regionali, Vicepresidenti, Assessori e Presidenti in condizioni normali; è un po' più complicato quando ci sono problemi seri. Questo l'aspetto positivo.
La situazione è quella che è. Dopodiché, proprio perché viviamo una situazione molto particolare, non condivido e non capisco alcuni interventi, che sono stati svolti ieri. Colgo l'occasione per esprimere riconoscenza al Presidente del Consiglio non con un ringraziamento formale perché bisogna farlo e perché siamo insieme nell'Ufficio di Presidenza, ma con un ringraziamento vero e sentito, perché lei, con senso delle istituzioni e senso di responsabilità del ruolo che ricopre e di chi e di cosa rappresenta, ha fatto un intervento assolutamente alto (come si sarebbe detto in altri tempi), un intervento adeguato alla situazione che stiamo vivendo. Di questo la voglio ringraziare, Presidente e penso di interpretare anche un convincimento del Gruppo, cui.
Poi però mi sorprendo di alcuni colleghi che non riescono a cogliere non riescono a capire e questo mi fa pensare che non percepiscono cosa sta succedendo nel Paese, cosa sta succedendo nella nostra regione, perché il provvedimento non nasce così d'incanto - quello nazionale e anche quello nostro regionale - non è un provvedimento routinario, ma è un provvedimento che nasce da una situazione che si è venuta a creare e non nasce per un intento di penalizzare il federalismo regionale, le autonomie delle Regioni; Regioni che avrebbero dovuto fare, dopo 40 anni, non solo la cerimonia (com'è giusto che sia stato fatto, come abbiamo fatto anche noi) ma il punto della situazione di cosa si è realizzato, di cosa sono diventate le Regioni.
Non si può non capire che il Governo attuale è stato costretto a intervenire sulle Regioni a causa di tutto quello che è successo. Non si può far finta che non sia successo niente, che il caso del Lazio rappresenti la "repubblica delle banane": sono cose avvenute in un Consiglio regionale, in una regione di questo Paese. Poi abbiamo scoperto che non c'era solo in Lazio, ma forse anche qualche altro caso, e non mi riferisco alle cose nostre, perché questo è compito della Magistratura mentre ai colleghi va l'augurio e la speranza per loro e per l'istituzione del Consiglio regionale che possano dimostrare la completa estraneità. Ma dicevo, i provvedimenti del Governo sono nati dopo quanto è successo. Far finta che non sia successo niente, io lo trovo incomprensibile.
Non si può non capire che l'opinione pubblica tutta ha colto con grande condivisione quanto il Governo ha fatto, e se avesse fatto di più sarebbe stata ancora più contenta. Non confondiamo i livelli: stiamo parlando del provvedimento che ci riguarda, non di altri provvedimenti.
Una frase di chi nella tradizione politica noi chiamavamo "il migliore" diceva che sbagliare l'analisi vuol dire poi sbagliare anche l'orientamento, e io ho la preoccupazione che alcuni colleghi stiano innanzitutto sbagliando l'analisi della situazione. E allora mi riferisco alla collega Spagnuolo: cara Carla, ho apprezzato la tua onestà intellettuale, il porre politicamente e seriamente la questione, perch l'aspetto positivo è che finalmente ogni tanto si riesca a fare anche un dibattito politicamente di livello, no? Anche perché questa è un'assemblea istituzionale, ma politica, al di là delle divisioni e delle figure che possono essere diverse.
Ho apprezzato alcune cose che sono condivisibili, ma non la sintesi perché noi dobbiamo ricordare com'era il decreto nella prima versione: quello sì conteneva delle misure inaccettabili, sulle quali - voglio ricordare - il Parlamento nazionale e il Presidente della Repubblica sono intervenuti affinché ci fosse un cambiamento rispetto ad alcune questioni che mettevano pesantemente in discussione il senso stesso dell'autonomia regionale. Infatti, c'erano alcune misure che sfioravano la legittimità costituzionale che sono state cambiate, e se noi vediamo la prima versione e poi l'ultima si possono notare le differenze, i cambiamenti che ci sono stati.
E allora un conto è difendere il regionalismo, di cui noi siamo convinti (chiamiamolo federalismo regionale, ognuno lo chiami come vuole) altro conto è pensare di difendere alcuni aspetti degenerativi del sistema: sono cose assolutamente diverse. Noi difendiamo il federalismo regionale anche se alcune cose non funzionavano.
Voglio rivendicare a questo Consiglio regionale, per la responsabilità che compete all'Ufficio di Presidenza, di aver posto dei correttivi e di aver assunto dei provvedimenti prima ancora che partissero le indagini della Magistratura a livello nazionale, e questo va a onore di questo Consiglio regionale, però dobbiamo anche ammettere che abbiamo delle responsabilità nei ritardi: una legge del 1972 che si è perpetuata legislatura per legislatura, mentre sono cambiate completamente le situazioni e anche le disponibilità finanziarie per il funzionamento della politica. I Padri costituenti, o chi iniziò il percorso del Consiglio regionale come i primi parlamentari, andavano a Roma in treno pagandoselo di tasca propria; lo stesso paragone si può fare con i primi Consiglieri regionali, pensando in che condizioni, con che compensi e con che disponibilità facevano politica e hanno realizzato la Regione. Una riflessione critica su come la facciamo noi, con quali disponibilità, con quali compensi penso che vada fatta.
Io non sono un bacchettone, non penso a una vita francescana come magari l'amico Giampiero Leo, ma una riflessione va fatta, perché nel mezzo non c'è solo la virtù, ma c'è anche il senso della misura e di come sta vivendo il Paese, compresa la nostra regione.
Mi auguro che i colleghi che avranno la responsabilità di essere in Parlamento siano disponibili a far sì che la prossima assemblea parlamentare intervenga non solo sulle Regioni e sulle Circoscrizioni, ma anche sulla riduzione dei parlamentari e sulla legge elettorale. Se si parla di riforma dello Stato, non si può partire dalle Circoscrizioni o con qualche intervento a metà strada fra Province e Regioni, ma bisogna incominciare a partire dall'alto. Le riforme devono riguardare tutti compreso il Parlamento.
Mi auguro che si trovi la forza e il coraggio non di realizzare misure straordinarie perché è successo qualcosa; le riforme si operano non quando esiste un problema. Al di là del fatto che non risolve il pregresso e non risolve il passato, una legge elettorale si cambia ad inizio legislatura.
Interventi di altro genere che modificano le situazioni non si fanno in un momento particolare, ma bisogna avere la calma e la serenità per intervenire, anche perché vi sono tre questioni.
La prima è che magari il Consiglio regionale può avere l'opportunità di organizzare un dibattito o un convegno di livello sul regionalismo e sul senso e sul ruolo delle Regioni.
L'altro è che abbiamo due preoccupazioni. Una, sempre citando la mia tradizione politica di provenienza, è che non possiamo permettere ai morti di tirare i piedi ai vivi.
L'ultima, e concludo, che vale per tutti, compreso per chi vi parla, è che in situazioni di difficoltà, cari colleghi, ci si difende non dalla legge - se mai dovesse succedere - ma con la legge e nella legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Grazie, Presidente.
Sarò molto breve, perché credo che sia il momento di votare questa legge che, come Capigruppo, tutti abbiamo condiviso.
Volevo fare solo due osservazioni. La prima è che voterò a favore di questa legge. Ho, nei limiti del tempo disponibile, lavorato nel gruppo di concertazione per metterla a punto e l'ho firmata come gli altri Capigruppo.
Tuttavia credo che sia necessaria una considerazione: nessuna legge e nessuna normativa - che spero poi l'Ufficio di Presidenza vorrà dare per rendere chiare le modalità di uso del residuo, molto limitato finanziamento ai Gruppi - possono sostituire la responsabilità personale il senso rigoroso nell'uso del denaro pubblico.
Credo che questo ce lo dobbiamo dire e deve valere per tutti noi almeno per il futuro. Non esiste nessuna legge che riesca ad impedire alle persone di abusare del loro potere e della situazione in cui si trovano, in questo caso del denaro pubblico che ricevono per funzioni che sono chiaramente pubbliche, che non possono comprendere neanche piccole cose che potrebbero apparire marginali, ma che non rientrano nelle funzioni per cui quel denaro viene attribuito ai Gruppi.
La seconda considerazione nasce da alcune riflessioni che faceva ieri la collega Spagnuolo. È del tutto evidente che siamo di fronte ad un'aggressione violenta nei confronti delle Regioni.
Il nostro è un Paese penzolante, perché si passa da eccessi in un senso ad eccessi immediatamente nell'altro senso. Abbiamo una Costituzione che apparentemente per il momento non verrà cambiata, perché il testo di modifica costituzionale, di modifica delle competenze regionali è stato abbandonato - credo opportunamente perché conteneva alcune cose assurde ed offensive della dignità delle Regioni.
Penso al fatto che la rappresentanza nell'Unione Europea viene nuovamente assicurata totalmente allo Stato quando è del tutto evidente che le Regioni fanno parte dello Stato rispetto all'Unione Europea, tenuto conto delle importanti funzioni che svolgono all'interno delle normative comunitarie e nella traduzione in legge e nell'applicazione delle normative e nell'uso dei fondi e nella loro rendicontazione.
Quindi, è del tutto evidente che questo Consiglio regionale dovrebbe avere il coraggio, dopo l'ingorgo di fine anno, di affrontare la questione della riforma costituzionale.
L'appello è rivolto al Presidente, perché è il Presidente che rappresenta il Consiglio ed è quindi a lui che credo dovrebbe competere di affrontare, insieme ai suoi colleghi Presidenti dei Consigli regionali, il tema di non attendere delle proposte, ma di fare eventualmente noi una proposta che chiarisca alcune questioni rimaste palesemente aperte dalla riforma costituzionale di necessità di riordino delle competenze tra Stato e Regioni, ma che lo faccia nell'ottica di un federalismo sensato, non competitivo, ma cooperativo come abbiamo sempre detto.
Credo che lo dovremmo fare in modo coordinato con le altre Regioni, ma lo dovremmo affrontare, perché non è possibile accettare di nuovo lo smantellamento di un lungo percorso.
In questi giorni mi sono resa conto, guardando i dati dei Ministeri perché sono venuti fuori tutti i dati a causa della spending review - di quanto ad esempio lo Stato non abbia cancellato strutture che invece dovevano essere cancellate, perché le competenze erano state trasferite dalla Costituzione alle Regioni.
Quindi, c'è un problema grosso come una casa da affrontare, se vogliamo davvero andare a ridurre la spesa nei punti in cui non ha più senso che esista.
Guardate il Ministero dell'agricoltura, che non può essere più Ministero dell'agricoltura, ma dovrebbe fare solo coordinamento. Il coordinamento si fa con qualche decina di persone, non con centinaia o migliaia.
Credo che un'iniziativa in tal senso, di chiarimento e anche di riposizionamento di alcune competenze di coordinamento che ci devono essere penso al turismo - dovrebbe essere fatto. E penso che lo dovremmo fare noi, non lasciare al futuro Governo di nuovo l'iniziativa in questo campo ma farlo noi, proponendo un'ordinata rivisitazione della materia, in un'ottica di applicazione vera e concreta del federalismo, con particolare attenzione alla questione del rapporto con l'Unione Europea che non pu essere scritto com'è scritto nel testo che, per fortuna, decadrà con il decadere delle Camere.
Lo volevo dire in questo momento, perché penso che l'esperienza di autoriforma obbligata non dovrebbe essere ripetuta. Se autoriforma deve esserci, facciamola noi con nostra iniziativa ed affrontandola in una maniera intelligente da parte dello Stato quale siamo e credo dobbiamo dimostrare di essere.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "Colombatto" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe IIE dell'Istituto Alberghiero "Colombatto" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Giunta, organizzazione e funzioni - Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di legge n. 315 "Norme di riorganizzazione della Regione Piemonte ai fini della trasparenza e della riduzione dei costi" (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Volevo ringraziare i colleghi per i precedenti interventi e i colleghi che interverranno, a dimostrazione del fatto che c'è una presa di coscienza ed una sensibilità trasversale ed univoca, anzi multiunivoca sulla tematica.
Vorrei però, oltre ai ringraziamenti, virtualmente e anche non virtualmente - come ho fatto ieri - abbracciare la collega Carla Spagnuolo per le splendide parole usate ieri, anche con un punto di commozione che era chiaramente palpabile per chi la stava ascoltando.
Ho condiviso anche altri interventi e sottoscrivo l'intervento un po' più duro del collega Burzi, che ha anche molto centrato la questione peraltro citando questioni personali del collega Angeleri; sicuramente però, la collega Spagnuolo ha, più di tutti, centrato la questione e più di tutti con poche, sapienti e, come sempre fa, gettate a braccio, frasi vergate, che rimarranno nella storia di questa Regione, ha ricostruito la storia di quarantadue anni di Regione Piemonte, di cui credo anche noi di questo Consiglio regionale dovremmo averne orgoglio.
Probabilmente, la Consigliera Carla Spagnuolo è stata capace di riportare, in modo così alto e davvero ineccepibile, quanto ieri ci ha socializzato, perché evidentemente riprendeva anche la sua esperienza maturata dallo scranno più alto di questa Assemblea regionale, quando ella stessa era Presidente del Consiglio regionale e credo che il Consiglio regionale fosse già in quest'aula, perché inizialmente il Consiglio regionale si riuniva sempre a Palazzo Lascaris, ma non in questa aula, che poi venne ricavata sotto il cortile negli anni successivi.
A testimonianza del fatto che quell'esperienza sia stata utile soprattutto se paragonata ad altre esperienze che si sono succedute è evidente che - è vero collega Spagnuolo - ci sono dei momenti storici delle classi politiche e dei dirigenti politici, quando certi momenti arrivano, al di là della preparazione, al di là dei contenuti, al di là di quello che sono le capacità personali, certi momenti travolgono tutto e tutti. Tuttavia, anche nell'essere travolti, spesso c'è lo stile che fa la differenza. E lei, collega Spagnuolo, devo dire che, appartenendo legittimamente a questa storia, ma anche ad un'altra storia che ci ha preceduto, credo che a buon titolo, per quanto mi riguarda, rappresenti sia la precedente che l'attuale e mi sembra anche che, anche a sentire i colleghi degli altri Gruppi consiliari e in questo momento quelli che in questa fase storica oppongono, ad esempio, la mia posizione politica, mi pare che ci sia una condivisione trasversale sulle sue parole.
Non è facile, collega Spagnuolo, dire quello che lei ha detto ieri. Non è assolutamente facile in questo momento in cui mi pare che ci sia un generale complesso di colpa, come se a prescindere da qualunque cosa che sia stata fatta in buona fede o, magari in qualche caso, in mala fede, noi siamo colpevoli già per il fatto che ci occupiamo della cosa pubblica e maggiormente colpevoli perché siamo Consiglieri regionali.
Qualcuno ieri ha detto che questa legislatura, in sostanza, finisce qua. Non so quali saranno le vicende delle prossime settimane o dei prossimi giorni. Non so quali saranno le evoluzioni del quadro politico nazionale e locale, ma questa frase è sacrosanta. Purtroppo, questa legislatura finisce qua.
Noi, accettando supinamente questo decreto legge convertito. Abbiamo completamente abdicato la nostra autonomia regionale, la nostra potestà legislativa, abbiamo completamente rinunciato ad essere una Regione che vuole essere autorevole anche su questi temi che possono essere molto complicati e difficoltosi.
Rinunciando a questo, dove chiaramente la Costituzione ci dà piena e totale autonomia, mi chiedo, colleghi, come possiamo noi intervenire a difesa ed impugnare domani altre questioni di fronte alla Corte Costituzionale, dove magari invece lo Stato ha più diritto ad intervenire.
Su questo lo Stato doveva solo tacere, a meno che non cambiasse la Costituzione. Non ha voluto farlo, non l'ha fatto neanche con legge normale, l'ha fatto con decreto legge, che poi è diventata una legge convertita.
Nessun Presidente di Regione ha eccepito una virgola su questa questione. Colpevoli anche noi che non abbiamo saputo spiegare al nostro Presidente di Regione, perché è evidente che, da solo, diventava alquanto incauto politicamente porre una questione di legittimità costituzionale.
Nessun Presidente di Regione ha fatto quello che avrebbe dovuto fare. Noi come pecore al macello, abbiamo supinamente accettato e oggi faremo ulteriori danni, perché perfino su quello che ci è consentito di poter decidere e deliberare, perfino sugli aspetti su cui c'è una chiara e ampia discrezionalità da parte nostra, perfino su questi temi andiamo ad interpretare a volte in modo ancora più restrittivo pur non essendoci richiesto, e altre volte addirittura contro la legge che noi decidiamo di recepire.
Ci sono degli aspetti che andremo oggi a normare che evidentemente in qualche modo creeranno non solo dei disagi, non in questa sede, ma dei disagi di natura legislativa, perché chiaramente sono inapplicabili oppure scritti dal peggiore bizantino dell'ultimo momento di decadenza dell'Impero Bizantino d'Oriente, perché ci sono dei passaggi che sono veramente inenarrabili! Non li cito perché ce ne sono anche diversi, purtroppo di passaggi inenarrabili ce ne sono troppi! Alcuni passaggi sono buoni. Attenzione, alcuni aspetti della legge sono condivisibili e addirittura andavano recepiti inizialmente. Credo che tutti i presenti sanno che ho sollevato, sempre nei modi dovuti e mai in modo becero e urlato, la questione della disparità che si viene a creare, ad esempio, con la questione del rimborso chilometrico. Giustamente e oggettivamente molti Consiglieri ne usufruivano, perché avevano comunque delle spese vive e oggettive, ma questo creava una discrasia enorme nell'emolumento finale di alcuni Consiglieri.
La legge nazionale ha corretto questo aspetto, ma io anche in questo pur andando nella direzione che personalmente condividevo e auspicavo trovo che sia ingiustificata e illegittima la modalità in cui si è operato perché avremmo dovuto farlo per nostra volontà perché ritenevamo che fosse giusto farlo e non perché costretti con la famosa pistola puntata alla tempia.
Vi posso garantire che, per quanto mi riguarda credo di aver sempre vissuto, con tutto il beneficio del dubbio, magari a volte posso anche aver sbagliato, secondo il detto "male non fare, paura non avere".
Non si può dire di essere sereni in questo momento e penso che nessuno lo possa dire con tranquillità. Chi lo dice o è in malafede o ha informazioni che i comuni mortali non possono avere. È normale, in questo momento, non essere sereni; è normale in questo momento avere un'oggettiva attenzione, un'oggettiva preoccupazione per evidenti motivi che non sto qui a ripetere. Sarebbe stata auspicabile da parte nostra un maggiore coraggio nell'affrontare la questione su un punto tecnico, non sul punto normativo.
Sul punto tecnico avremmo dovuto dire al Governo che avevamo già iniziato un tipo di percorso che continuiamo a fare, decidendo nel merito per questa e anche per le prossime legislature, ma voi sul punto non diteci nulla! Non abbiamo deciso così, ma abbiamo deciso di accettare supinamente.
Addirittura, pare che - anzi, è così - i Presidenti di Regione per cercare di fermare l'onda che arrivava dal famoso caso del Lazio... A me non piace citare il cosiddetto "caso Fiorito", perché io purtroppo essendo un garantista, ritengo le persone veramente innocenti fino alla sentenza definitiva, ma un caso Lazio oggettivamente esiste. Il caso Lazio ha creato questo stato di cose, ha causato un provvedimento da parte dei Presidenti di Regione che pensavano di essere travolti, ha creato una richiesta quasi questa fosse motu proprio. Sappiamo che questa è chiaramente una finzione una chiara finzione! Il Governo ha fatto quello che i Presidenti di Regione gli chiedevano di fare per cercare in qualche modo di mettere una "pezza a colori".
Il risultato è che il provvedimento legislativo nazionale che è uscito è palesemente e chiaramente incostituzionale, nonostante noi oggi andremo di fatto a recepirlo e, attenzione anche qui, a recepirlo in modo bislacco.
E voler ricattare, perché il ricatto si fa a chi lo vuole subire. In questo caso, evidentemente, noi non solo lo vogliamo subire, ma lo abbiamo anche richiesto. Di questo, sinceramente, me ne dolgo, perché mi sembra il modo peggiore per continuare questa esperienza di parlamentarismo regionale.
Attenzione, colleghi, il problema è che non sono solo le Regioni sotto attacco; il problema non nasce solo per le Regioni - fosse solo questo direi che è quasi un problema minore - o per le Province.



PRESIDENTE

Consigliere Giovine, le chiedo se può concludere.



GIOVINE Michele

Concludo, Presidente.
Il problema nasce quando, da un e mezzo, abbiamo un Governo non votato dal popolo, che perfino sulla questione della raccolta firme - ha fatto bene la Lega a sollevarlo - non chiede nemmeno un parere ai partiti presenti in Parlamento; è evidente che c'è un problema a monte della classe politica, che va ben oltre il parlamentarismo regionale.
Noi, signori, ormai, siamo uno Stato commissariato da un anno e mezzo.
Non lo so, forse ce lo meritiamo, forse no, la storia ci darà la risposta nel merito.



PRESIDENTE

Grazie.
Comunico che, dopo l'intervento del collega Botta Marco, sospenderemo la trattazione di questo punto per procedere ad una nomina urgente, su cui mi riservo di comunicare.
La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Oltre ai ringraziamenti già effettuati dai colleghi che sono intervenuti in precedenza e agli interventi svolti sia nella giornata di ieri che questa mattina, rivolgo un ringraziamento particolare a lei, che non aveva l'obbligo di svolgere un intervento, che comunque è stato utile anche per fare alzare il tono del dibattito; così come ritengo doveroso un ringraziamento per l'intervento dei Consiglieri Spagnuolo, Burzi e Angeleri, ma anche di colleghi del centrosinistra.
chiaro che non possiamo iniziare una discussione su questo provvedimento se non calandolo in un contesto, e il contesto, stranamente stranamente fino ad un certo punto - ci vede tutti d'accordo. Il contesto è il tentativo di aggressione nei confronti dell'autonomia delle Regioni. Non è un fatto a se stante, non è un fatto episodico. A mio avviso, c'è un disegno ben preciso che proviene da molto lontano e che viene interpretato da questo Governo, cosiddetto tecnico, che si fa portatore di istanze e di postulati proprie di associazioni private e semisegrete, che, da anni hanno postulato il ritorno al centralismo, così come attestano i documenti delle stesse associazioni.
In questo quadro, il ritorno al centralismo non riguarda soltanto le Regioni: abbiamo visto la questione delle Province, vediamo lo strozzamento degli enti locali e, in particolare, dei Comuni.
Ebbene, se non partiamo da questa analisi, evidentemente, tutto si riduce a un piccolo incidente di percorso, che riguarda, sull'onda dell'indignazione popolare, un ente come quello regionale. Invece, noi dobbiamo partire dall'esame di un contesto ben più alto e ben più importante, che è quello proprio del Governo che, oggi, ancora, è al potere a livello nazionale.
Colleghi, ci siamo scandalizzati quando, qualche anno fa, alcuni politici dissero, per telefono: "Abbiamo una banca". Non scandalizziamoci oggi, quando molti finanzieri e molti banchieri potrebbero dire: "Abbiamo uno Stato", o "Abbiamo più Stati", o "Abbiamo un'unione di Stati". Questo è il vero fatto che dovremmo sottolineare.
Io - gli amici lo sanno - non sono mai stato un apostolo della democrazia rappresentativa, ma, oggi, ciò che è in discussione è proprio quello. C'è un tentativo chiarissimo, per chi vuole vederlo - poi se si è distratti da altre cose, per carità - di modificare il senso del nostro agire democratico, sostituendolo in maniera diversa, non so quale; facendo contare sempre più certe élite finanziarie e industriali, e sempre meno il popolo. Questa è la deriva su cui ci siamo incamminati.
Invece, dovrebbero illuminarci esempi di strade diverse, che addirittura premi Nobel per l'economia stanno indicando, che Paesi come il Brasile, l'Argentina e l'Equador stanno assumendo per non farsi distruggere da teorie che hanno creato più danni della seconda guerra mondiale. Questo è il problema vero. I nostri problemi, i problemi del Consiglio regionale i problemi delle questioni aperte sul Consiglio regionale fanno ridere di fronte all'enormità della posta in gioco! Però, certo, non possiamo non badare anche a queste piccolezze, di fronte al mondo che sta cambiando e, a mio avviso, in peggio.
Anch'io voglio dire - l'ho detto alla Commissione di concertazione l'ho detto in Commissione, ho voluto prendere la parola per dirlo anche in Aula - che questo provvedimento, al di là dei contenuti, su cui posso essere parzialmente d'accordo, nel suo insieme, nelle modalità, non mi piace, caro Presidente! Lei non può, essendo persona molto attenta, non avere colto, in quasi tutti gli interventi, alcune aggettivazioni, quali "provvedimento obbligato" e "provvedimento preso sotto minaccia".
Allora, mi chiedo, Presidente, se queste cose sono vere e non solo delle battute o delle trovate retoriche. Noi, oggi, siamo un'Assemblea legislativa libera di compiere una scelta; siamo o non siamo un'Assemblea libera di compiere una scelta? Questo è un voto che noi daremo libero o è un voto condizionato? Guardate che non sono questioni da poco, perché mai, per quanto mi riguarda in questi dodici anni di presenza in un'assemblea legislativa, mi sono trovato in una condizione del genere.
vero, il Governo è più volte intervenuto, nel passato, con provvedimenti che avevano ricadute sulle Regioni naturalmente, ma anche sulla vita dei Consigli regionali. Abbiamo votato dei provvedimenti durante la Giunta Bresso e anche all'inizio di questa legislatura, ad esempio sulle questioni economiche, ma mai provvedimenti obbligatori, mai provvedimenti che legavano il recepimento ad un danno, non ai Consiglieri regionali - se fosse per il danno al nostro stipendio, ci si potrebbe anche assumere la responsabilità di fare prevalere il principio - ma alla comunità dei piemontesi! Infatti, il mancato trasferimento delle risorse è un danno non ai Consiglieri regionali, ma alla comunità dei piemontesi! Questo non è un punto solo di principio, Presidente, perché la forma è sostanza.
Non voglio eccedere con le riflessioni, pertanto mi avvio a votare questo provvedimento con un moto d'animo molto disturbato e imbarazzato non sulle questioni contenutistiche del provvedimento - non c'è problema se dobbiamo fare i nostri sacrifici, li facciamo, li abbiamo sempre fatti in questa legislatura ne abbiamo fatti moltissimi, anche quando nessuno ce li chiedeva - ma sulle modalità con cui ci vengono richiesti qualche dubbio ce l'ho.
già stato ricordato il diverso trattamento, tra i Consiglieri regionali e i Parlamentari. Non vorrei, come già è stato ricordato, che si realizzi un attacco alla rappresentatività degli attuali Consiglieri regionali. Non vorrei che con le prossime elezioni politiche, che magari non permetteranno a tanti Parlamentari di ritornare in Parlamento, ci sia da parte di qualcuno l'aspirazione, neanche troppo nascosta, di far fallire l'esperienza di questo e di tanti altri Consigli regionali, per avere poi la possibilità di un ricambio immediato di ceto dirigente.
Bisogna ricordare, a questi amici che fanno questi propositi, che bisogna saper prendere i voti: piccolo particolare che tanti di loro hanno dimenticato nel corso di tanti anni di nomine imposte dall'alto. Se non ci fossimo più noi personalmente, magari ci sono altre persone che hanno più capacità di rapportarsi con le comunità e con le giuste aspettative rispetto a chi forse, negli ultimi sette/otto o dieci anni, bastava creare un rapporto privilegiato con qualche ras romano per avere la certezza della nomina a parlamentare.
Non è tutto così semplice.
Tutte queste riflessioni vanno anche mutuate rispetto ad un ultimo punto. Qualcuno sostiene che, laddove non ci siano prese di posizione e non ci siano provvedimenti su materie più disparate, ci sia il potere di supplenza da parte di altri organi dello Stato, organi costituzionali dello Stato. Quello che facciamo oggi, caro Presidente - e questo è il messaggio che deve essere lanciato forte e chiaro - è assumerci delle responsabilità.
Diciamo delle cose; facciamo un provvedimento che contiene molte molte - regolazioni diverse rispetto al passato, più puntuali, più efficaci e più approfondite, ma è chiaro che gli altri poteri dello Stato, che in questi mesi e in queste settimane hanno svolto poteri di supplenza, devono di fronte a questo atteggiamento responsabile di altri organi istituzionali (quale la Regione Piemonte e il Consiglio regionale), fare riflessioni diverse rispetto ad un passato anche molto prossimo.
Ritengo che questo sia il senso vero del provvedimento che, ripeto, non mi piace per le modalità con cui noi andiamo ad assumere, ma che andremo ad assumere per senso di responsabilità e per togliere qualsiasi tipo di alibi a chi vuole far assumere ruoli che non gli sono propri.



PRESIDENTE

Grazie, collega Botta.
Ho ascoltato con attenzione, e siccome lei mi ha posto una domanda intendo rispondere, come sempre.
Anzitutto, voglio ribadire che questa è una libera Assemblea, prima ancora di essere un'Assemblea parlamentare, però ho sempre detto - e qui intendo ribadire una cosa essenziale - che i Presidenti delle Regioni, con in testa il nostro Presidente, on. Cota, hanno concordato e chiesto al Governo nazionale, come lei sa, queste norme quadro.
Anzi, va ricordato che i Presidenti di Regione hanno poi fatto due passaggi successivi: il primo, chiesto un maggiore rigore rispetto alle prime proposte che lo stesso Governo aveva messo in campo; secondo decidendo all'unanimità che non avrebbero mai preso in considerazione comunque e logicamente, visto che erano loro a chiedere queste norme, un ricorso alla Corte costituzionale. D'altronde, anche il nostro Presidente di Regione lo ha detto in quest'Aula.
Voglio precisare che abbiamo semplicemente davanti - lo dico prima del voto proprio perché questa è un'Assemblea libera - un fatto: la data del 23 dicembre. Siamo chiamati, individualmente e come Consiglio regionale all'unica scelta che possiamo fare: adempiere o non adempiere, nella responsabilità e nella libertà di ciascuno e dell'intera Assemblea, sapendo che, se non si adempie al decreto entro il 23 dicembre, questo scaturisce lei lo ha ricordato ed è condivisibile - una serie di sanzioni per il Consiglio, per la Regione e per il Piemonte.
Intendevo precisare questo punto, non per commentare o criticare il suo intervento, ma a precisazione, ad onor del mondo, in quest'Aula.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Grazie, Presidente.
Su questi argomenti sono già intervenuto altre volte, per cui oggi mi permetto di fare solo alcune osservazioni, per un senso di responsabilità.
Come dicevo ad alcuni colleghi - la Consigliera Spagnuolo, il Consigliere Cantore ed altri, che ringrazio - è giusto che proprio in questi momenti ognuno si assuma la responsabilità delle proprie opinioni.
Non sto a ricordare come alcune riforme, oggi messe in discussione furono inserite da colleghi di Gruppi consiliari, Presidenze di Consiglio e Vicepresidenti (fra l'altro appartenenti allo stesso Gruppo e partito del Consigliere Placido), che oggi le mettono radicamente in discussione.
Avevano una logica: le Regioni aumentavano i compiti, quindi bisognava creare una maggiore funzionalità.
Ripeto questo soltanto per memoria: io allora ero in Giunta, non mi occupavano delle vicende del Consiglio, non avevo merito o demerito in quello, ma da Assessore, non da Consigliere, ho sempre ritenuto che l'Assemblea fosse molto importante. Non faccio come quelli che cambiano parere a seconda del posto a sedere che occupano: Giunta o Consiglio maggioranza od opposizione.
Condivido molti interventi, in particolare quello di ieri della collega Carla Spagnuolo, perché la collega non si è soffermata a guardare il dito potrei riprendere tutto il suo intervento - ma ha guardato la luna, cioè lo scenario ampio e le conseguenze reali che una serie di eventi, che poi traccerò, possono comportare. Così come la Consigliera Bresso ha denunciato quello che, più che un rischio, sembrerebbe un pericolo gravissimo dello smantellamento di un lungo percorso.
A questo punto mi chiedo se, come classe politica, abbiamo fornito il fianco a tante critiche. Certamente sì. Dobbiamo dare segnale di un forte buon esempio nei campi dei sacrifici? Ancora certamente sì. Abbiamo fatto un discreto lavoro.
Vorrei che qualcuno in quest'Aula, o della stampa, mi segnalasse una qualsiasi altra categoria dirigenziale che abbia tagliato i propri emolumenti, le proprie competenze e le proprie risorse, come ha fatto la classe politica regionale.
C'è qualcuno che ha qualche esempio, per favore? O conosce ricorsi fatti alla Corte Costituzionale? Perché neanche la tassa di solidarietà che certe categorie hanno pagato, fosse reintegrata dallo Stato.
Il collega Placido diceva che la gente avrebbe voluto misure molto più drastiche. È ovvio, perché purtroppo ci sono stati cattivi esempi, ma bisogna ricordare che i buoni esempi e la realtà del nostro lavoro non sono note praticamente a nessuno, neanche alle persone più informate. Chi mi conosce sa che parlo, converso e ascolto, forse più del necessario, ma non c'è riunione - dalla presentazione dell'analisi agli auguri di Natale - in cui, essendo questa vicenda all'ordine del giorno, l'opinione sul nostro lavoro, non solo è severa, ma è assolutamente sfalsata.
Quando dico: "Non posso venire a questa riunione perché abbiamo Consiglio regionale", mi rispondono: "Ma proprio questo giorno al mese abbiamo beccato?". Ma quale giorno al mese! Oppure dico: "Andiamo in Commissione", e mi rispondono: "Perché, cosa sono le Commissioni?", oppure: "Giriamo i territori" e mi dicono: "Ma chi te lo fa fare?".
Sono cose assolutamente non pubblicizzate e non comprese. Spero, come ho già detto in Commissione, che l'occasione dell'anagrafe degli eletti renda un po' di giustizia.
Dico ancora una cosa, forse un po' banale, ma se una qualsiasi categoria avesse appoggiato - così, citando - le sentenze lente, i magistrati coinvolti nella mafia, le correnti politiche al Consiglio superiore della Magistratura, i giornalisti, gli scienziati, ma anche i venditori di cavolfiori...: la stampa avrebbe potuto convincere che la crisi economica dell'Europa dipende dai venditori di cavolfiori, perch tale è oggi la nostra situazione. Ebbene, lo hanno fatto tanti colleghi in eccellenti interventi che io condivido in toto.
Certo, è tutto contro di noi. Ma cosa dobbiamo dire, allora? Che hanno ragione Grillo e la Santanchè? Forse il collega Placido non lo sa, ma sapete che la Santanché ha proposto di dare 1200 euro ai parlamentari "come agli operai"? Prendo atto che la Santanché intende vivere tutto il mese con quello che lei spende, normalmente, per una bottiglia di champagne: se poi lei pensa per tutto il mese di non aver bisogno di altro...Ma siamo a questo punto di demagogia?! Ebbene, lo ripeto: il ragionamento è più alto e complesso; l'hanno fatto tanti colleghi di vari schieramenti e io lo condivido in toto. Certo oggi è tutto contro di noi e molti dicono, perché ce lo siamo detto: come possiamo resistere? È impossibile resistere! Lo so, non è facile. Dobbiamo resistere, dare il massimo esempio positivo approvando in fretta - l'ho detto un mese o due fa - il bilancio di assestamento, approvando provvedimenti, facendo funzionare al meglio la macchina regionale, cercando di evitare che i pagamenti della Regione o dello Stato siano a due o tre anni e facciano fallire la gente. Ricordo quanto ha detto il Consigliere Laus: le cooperative stanno finanziando gli Enti locali, ed è vero: fanno da banche, e così le imprese. Questo è il vero scandalo! Come possiamo resistere? Non è facile, però dico - per chi conosce la storia - che tutte le volte che una classe dirigente politica si è piegata alla demagogia, al populismo e al giustizialismo, abbiamo visto com'è andata a finire... Alcuni esempi sono più noti perché più pubblicizzati: la fine della Repubblica di Weimar e l'Italia liberale, di fronte a forme di demagogia e di populismo; altre sono meno note, perché appartengono a campi che sono tutelati di più, ma penso alle polemiche degli intellettuali contro i governi subvietnamiti o cambogiani, che hanno portato a Pol Pot e alle dittature, alla vicenda del Laos che ricorderemo il 20 in questo Consiglio - il Presidente Cattaneo ha promesso di essere presente - oppure ultimamente, al fondamentalismo islamico.
Di fronte all'attacco profondo a qualsiasi tipo di dirigenza politica il politicante si piega - lo ripeto, il politicante si piega - mentre il politico cerca di avere una visione. Accettando una certa logica, oggi certo molti cittadini saranno contentissimi; ma la pagheranno domani quando le istituzioni non funzioneranno e quando la democrazia non sarà agita.
Apprezzo molto il ragionamento che ha fatto il collega e faccio un solo esempio, il lavoro dei Gruppi consiliari a cui è stato votato il sostegno in un altro periodo; io ero in Giunta e non ho partecipato alla discussione. Ma davvero ci può essere una democrazia senza che i Gruppi consiliari abbiano possibilità di funzionare? Certo, gli eccessi sono una cosa vergognosa. Ma diciamo, allora, che siccome in ospedale molti rubano le siringhe, non diamo più le siringhe e gli altri strumenti: via l'ospedale e tutto il resto. La ricerca: ci sono ricerche sbagliate? Aboliamo la ricerca! Certo, ci sono cose che vanno vigilate e corrette. Ricordo che io, come altri colleghi, ho lavorato sempre in questa direzione, per eliminare le cose sbagliate e dare tutta la disponibilità a correggerle.
Concludo. È un brutto periodo: sì, è un brutto periodo, anche difficile. Molti colleghi che hanno dato la vita patiscono per questo.
Allora voglio concludere questo brutto periodo con due ringraziamenti. Il primo ringraziamento - voi direte che è scontato che io lo faccia - va alla Chiesa, l'unica realtà grande che non si è piegata all'antipolitica e che oggi invita i giovani - e non solo loro - a partecipare di più alla vita politica e non a star fuori a dire "che schifo, aboliamola"; può essere paradossale, ma oggi la Chiesa cattolica è quella che invita di più. Certo i giornali non l'hanno scritto, ma un piccolo esempio è che questa volta al Politecnico hanno vinto i cattolici; perché bisognava scriverlo...? Beh, i cattolici hanno quasi raddoppiato i voti, nonostante la campagna di alcuni dell'estrema sinistra che è stata di una demagogia folle; ma gli studenti hanno visto chi non faceva le denunce sull'EDISU e sul resto ma lavorava tutti i giorni in Facoltà e chi compariva con denunce roboanti per sparire il giorno dopo. Certo, perché scrivere una cosa del genere? Infine - sono arrivato a dieci minuti e poco più - voglio ringraziare i colleghi, quei tanti colleghi che ci ricordano - quelli che ho citato e altri - cos'è, cosa dovrebbe essere, cosa può essere, cosa vogliamo che sia la politica e che si battono contro tutto perché la politica possa tornare ad essere, rimanga e sia il fondamento della democrazia. Tutte le altre possono essere scorciatoie affascinanti, ma sono scorciatoie devastanti.
Chi conosce la storia lo sa. Ringrazio - l'ho detto prima - chi ha sostenuto queste tesi, ma lo voglio rifare pubblicamente: la Chiesa e i miei colleghi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Leo. Non essendovi ulteriori richieste di intervento dichiaro chiusa la discussione generale. Sospendiamo la trattazione del punto per aprire la trattazione del punto sulle nomine.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta regionale mi ha scritto questa mattina anticipandomi attraverso gli Uffici l'esigenza della Regione Piemonte di nominare oggi stesso il proprio rappresentante all'interno del Consorzio Agenzia per la mobilità metropolitana (art. 8 l.r. 1/2001 e art. 10 dello Statuto dell'Ente che regolano le nomine per il Consiglio di Amministrazione e la designazione di un componente).
Il Comune di Torino, la Provincia di Torino e la Regione Piemonte infatti, hanno modificato, insieme agli altri soci, lo Statuto ed è in corso l'Assemblea.
Vi leggo la lettera del Presidente. "Gentile Presidente, le comunico che la Giunta, con delibera 1-5116, approvata oggi 19 dicembre 2012, al fine di dare attuazione ad innovazioni normative regionali e statali non soltanto in materia di riduzione dei costi degli Organi collegiali, ma anche finalizzata ad attuare la disposizione normativa regionale che nel 2011 ha modificato la connotazione dell'Agenzia per la mobilità metropolitana, attribuendole una più ampia sfera di competenze che si estende su tutto il territorio regionale, sulla scia della positiva esperienza in tema di gestione integrata dei trasporti pubblici acquisita e già maturata nell'ambito metropolitano (...). L'urgenza di rinnovare i componenti del C.d.A. deriva dalla scadenza, già avvenuta oltre la prescritta proroga, del mandato dei Consiglieri in carica (...)." Interrompo la lettera per ricordare che abbiamo provveduto alla nomina del Collegio dei revisori dei conti in quanto quell'organo societario non è prorogabile.
Riprendo la lettera. "...Pertanto risulta altresì urgente ricevere dal Consiglio regionale le designazioni dei nuovi membri, al fine di poter procedere alla loro nomina entro il 2012. In conformità ai principi di riduzione prescritti dal cosiddetto Decreto legge sulla Spending Review con particolare riferimento alla riduzione degli oneri finanziari da raggiungersi in maniera non inferiore al 20% relativamente ai costi degli Enti, Agenzie e Organismi che esercitano, anche in via strumentale funzione fondamentale (art. 9 del D.lgs. n. 95/2012), l'orientamento condiviso dalla maggioranza dei soci fondatori è quello di individuare all'interno del Consiglio di Amministrazione l'Assessore competente in materia (art. 10, comma 2, del nuovo Statuto), assicurando così che non vi siano nuovi o maggiori oneri a carico del sistema. Certo di un suo cortese riscontro, la saluto cordialmente".
Gli Uffici hanno fatto una valutazione, secondo la quale non è possibile procedere con decreto, in quanto la nomina è assegnata al Consiglio. Pertanto chiedo di dar corso alla richiesta del Presidente della Giunta regionale e quindi di procedere, se l'Aula acconsente, alla designazione del componente del C.d.A. del Consorzio Agenzia per la mobilità metropolitana. A questo punto, alla luce del nuovo Statuto approvato e degli accordi che ci riferisce il Presidente per lettera, il candidato è l'Assessore competente per materia Barbara Bonino.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Solo due questioni, perché mi sembra che il bando sia stato emesso e siano state presentate diverse candidature.
Noi chiediamo, Presidente, di ricevere il nuovo Statuto, in modo da poter valutare brevemente la situazione, in una riunione di Gruppo, anche per capire se vi era un passaggio, da parte del Consiglio regionale o di quale altro organo della Regione, in merito alla modifica statutaria cui lei ha fatto riferimento.
Chiediamo, pertanto, di poter acquisire brevemente questi documenti e di poterli valutare in una riunione di Gruppo, per poi esprimere le nostre considerazioni.



PRESIDENTE

Chiedo di consegnare, a chi la richiede, la delibera di Giunta di questa mattina, che recepisce il nuovo Statuto.



RESCHIGNA Aldo

Sì, chiederemmo non solo la delibera di Giunta di questa mattina che recepisce il nuovo Statuto, ma anche di capire brevemente - se ci fornite gli elementi - se l'approvazione del nuovo Statuto era un atto di competenza della Giunta o del Consiglio.
Vorremmo solo avere questi riferimenti per poter valutare la situazione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.43 riprende alle ore 11.46)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
In seguito agli approfondimenti richiesti, tratteremo il punto in corso di giornata.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Giunta, organizzazione e funzioni - Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di legge n. 315, inerente a "Norme di riorganizzazione della Regione Piemonte ai fini della trasparenza e della riduzione dei costi" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori con l'esame della proposta di legge n. 315, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Invito i colleghi a prendere posto, perché ci saranno altre votazioni.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Vignale, Burzi Giovine: All'articolo 1, comma 1, cassare da "anche in attuazione..." fino a "...dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Poiché non riesco a connettermi ad internet, vado a memoria.
Abbiamo presentato due emendamenti all'articolo 1. L'emendamento in oggetto chiede di cassare le parole "anche in attuazione di quanto previsto dagli articoli 1 e 2 del decreto legge 10 ottobre 2012, n. 174", perch riteniamo doveroso procedere aduna revisione e riduzione delle spese...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Vignale.
Colleghi, io ho l'esigenza di seguire il provvedimento. Vi chiedo scusa, ma se mi mettete nelle condizioni di poter ascoltare, ve ne sono grato.
Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Illustro entrambi gli emendamenti che abbiamo presentato all'articolo 1, perché sono uno conseguente all'altro.
Dicevo, il primo emendamento chiede di cassare le righe dell'articolo 1 che prevedono che la norma sia in attuazione del decreto legge n. 174.
Il nostro Gruppo consiliare ritiene che occorra provvedere alla riduzione delle spese riguardanti i Gruppi consiliari e le indennità dei Consiglieri, ma poiché questa è una potestà del Consiglio regionale e non del legislatore nazionale, riteniamo che lo debba fare, o lo dovrebbe fare il Consiglio regionale.
Pertanto, il primo emendamento cassa la parte relativa al recepimento del decreto legge n. 174.
L'emendamento successivo, che introduce l'articolo 1 bis, prevede la riduzione del 20% delle risorse trasferite ai Gruppi consiliari e delle indennità dei Consiglieri regionali, apportando una riduzione che non è certamente inferiore a quella in discussione nella legge odierna, ma facendo sì che sia il Consiglio regionale ad autodeterminare le riduzioni per i Gruppi consiliari e per le indennità, decidendo "in proprio" e non in seguito ad un obbligo derivante dalla normativa nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Inizialmente avevo intenzione di votare contro l'articolo 1, proprio per le motivazioni che hanno evocato i colleghi Burzi e Vignale con l'emendamento proposto.
Riguardo all'emendamento, siamo d'accordo sulla prima parte del comma 1, quando si dice che la Regione provvede alla riduzione delle spese di funzionamento ed a garantire la trasparenza dell'attività dei propri organi. Quello su cui non siamo assolutamente d'accordo è il resto, cioè quando si dice "anche in attuazione di quanto previsto dagli articoli 1 e 2 del decreto legge n. 174 del 2012", per i motivi che abbiamo già illustrato nella discussione generale.
evidente: un conto è se siamo noi a procedere in modo autonomo e volontario in questa direzione; un conto è se lo facciamo perché abbiamo la pistola puntata alla testa.
Scrivere quest'aspetto ci pone evidentemente in una condizione di soggezione rispetto allo Stato. Ci mette in una posizione in cui è evidente che lo facciamo per quei motivi e non perché eravamo già partiti in quella direzione.
Ribadisco: se questo emendamento fosse accettato (cosa che dubito, ma l'Aula teoricamente è sovrana, anche se ogni tanto non lo dimostra granché), non avrei problemi a votare l'articolo 1 e tutti gli altri articoli, perché sarebbe depotenziata, almeno nella forma, quella che poi è effettivamente una realtà nella sostanza, cioè l'obbligatorietà che abbiamo nel procedere con questa legge.
Voterò anche a favore dell'emendamento che istituisce l'articolo 1 bis che prevede la riduzione del 20% del budget dei Gruppi consiliari e di tutte le altre spese di funzionamento (non ho ben presente l'articolo perché non ho ancora firmato l'emendamento, ma lo firmerò).
In sostanza, si stabilisce di continuare il percorso iniziato con il Tavolo di concertazione, e non solo, all'inizio di questa legislatura.
Continuiamo, pertanto, il percorso del Tavolo di concertazione.
Temo che il secondo emendamento sarà respinto, poiché è evidente che è in contrasto con l'impianto della legge.
Spero, invece, che il primo emendamento (il n. 15), che va a cassare la seconda parte dell'articolo 1, riguardante le finalità, sia accolto dall'Aula.
Grazie, colleghi.



PRESIDENTE

Grazie.
aperta la discussione generale.
Riguardo a quest'emendamento, pongo all'attenzione dell'Aula che ancorché il principio dell'autonomia della Regione sia condivisibile (ne abbiamo parlato più volte sia al Tavolo di concertazione sia in Commissione sia nella discussione generale), la finalità come richiamo preciso al decreto è stata inserita poiché ci serve per affermare, e quindi certificare, che va data attuazione al decreto legge entro il termine fissato del 23 dicembre 2012.
Poi, in tutto l'articolato, come vedete nell'impianto della proposta di legge, c'è inevitabilmente il riferimento al decreto.
Detto questo, ovviamente ciascuno si prenda le proprie responsabilità ma credo di essere stato chiaro nel porre, in modo oggettivo e corretto all'attenzione dell'Aula cosa deriverebbe con l'approvazione di quest'emendamento.
Ci sono dichiarazioni di voto? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo

Senza il suo intervento ne avrei fatto meno, ma grazie al suo intervento mi compete precisare che la scelta di dare attuazione al decreto è evidentemente una scelta.
In questa Regione uno dei temi toccati dal decreto - quello dei costi della politica - era già oggetto di attenzione da parte dei Gruppi consiliari all'inizio di questa legislatura, bene prima che qualcuno a Roma si svegliasse male e tardivamente interpretando in maniera invasiva il tema che, molto più autorevolmente e più efficacemente, codesta Regione avrebbe potuto intraprendere.
Credo, quindi, che il tema avrebbe dovuto, o potrebbe essere, quello che la Regione faccia ciò che l'onore e l'onere di essere un'assemblea legislativa gli competerebbe, cioè legiferare nella materia della trasparenza. La legge sull'anagrafe degli eletti - prima firmataria la Consigliera Cerutti, o una delle prime firmatarie, o una cofirmataria, o una copresentatrice (scelga la Consigliera Cerutti come vuole essere definita) - era presente qui ben prima che il tema venisse sollevato da quello che è diventato prima un decreto legge e poi una legge convertita a fiducia da questo Parlamento.
Un modo per affrontare i problemi è affrontarli, l'attuazione pedissequa sotto la forma ricattatoria del decreto nazionale, è una scelta.
Questa scelta deve essere fatta, e in questo condivido totalmente con il suo intervento, con grande responsabilità dai colleghi.
Coloro che lo voteranno prima o poi lo rimpiangeranno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Mi associo alle considerazioni in dichiarazione di voto del Consigliere Burzi. Il voto sarà a favore dell'emendamento in oggetto, propri perch pur non volendo disconoscere il resto dell'impianto normativo della legge n. 315, è indubbio che noi stiamo scrivendo "Ci avete commissariato: grazie, va bene così, ancora di più, ottimo e abbondante".
Questo, se l'avessimo cancellato, se dovessimo cancellarlo adesso, non lederebbe l'impianto normativo. Mi rendo conto che se si vuole andare nella direzione della tranquillità, noi lo scriviamo nero su bianco: "Ci avete detto di fare così? Allora noi facciamo così", e poi magari, come vedremo più in là, in qualche punto, cerchiamo di essere un po' più stridenti o svicoliamo.
Noi invece potremmo adeguarci al dettato della legge nazionale, senza dirlo in modo chiaramente "avete ragione, ancora di più, ottimo e abbondante".
vero quello che si dice perché, spesso e volentieri, le norme vanno scritte a caratteri cubitali, ma è anche vero che, se venisse accettato questo emendamento, non cambierebbe tutto il valore normativo del resto della legge. Quello che siamo riusciti a fare è rispondente alle richieste a livello nazionale.
In questo caso lo scriviamo in modo chiaro e tondo. Ha una portata normativa irrilevante, o parzialmente irrilevante dal punto di vista del contenuto, ma ha una portanza di significato fondamentale, almeno su questo punto, rideterminare, riproporre e sottolineare l'autonomia delle Regioni la nostra indipendenza e la nostra autorevolezza su questi temi.
Ritengo che non rischiamo nulla nell'accettarlo, anzi, forse acquisiamo un po' di più ...non di autostima (ormai credo che sia irrecuperabile),almeno un po' di autorevolezza a livello legislativo romano.
Non mi sembra un emendamento devastante. Mi rendo conto che la lettura può sembrare strana, ma il resto della legge e la relazione dicono esattamente qual è la finalità, qual è la portata e dove si vuole arrivare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Sarò molto breve. Voteremo contro l'emendamento. Siamo fermamente convinti che la difesa dell'autonomismo regionale non passa attraverso l'eliminazione dei riferimenti legislativi nazionali, ma attraverso l'assunzione di una responsabilità.
L'autonomia è coniugabile, e deve essere coniugata, con la responsabilità. La responsabilità, in questo momento, del Consiglio regionale del Piemonte è quella di votare velocemente una legge. Di farlo come ho detto ieri e come hanno ripetuto oggi molti colleghi del mio Gruppo nel dibattito, considerando quello che c'è fuori dal palazzo e facendo sempre di più i conti con quello che c'è fuori dal palazzo.
L'autonomia della Regione la si esplicita non negando i riferimenti legislativi nazionali, ma cercando percorsi originali attraverso i quali affrontare i problemi di una comunità piemontesi e assumendosi le responsabilità di decisioni che, in questo momento, sono invocate perché la politica sia meno distante dai sentimenti della comunità locale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carossa; ne ha facoltà.



CAROSSA Mario

Grazie, Presidente.
Non ero ancora intervenuto in questo dibattito e penso che non interverrò più. Tuttavia, a scanso di equivoci, dico che noi voteremo contro questi emendamenti e dico anche che il tempo dei distinguo e dei sofismi è finito, per quanto riguarda il Gruppo de la Lega Nord.
Dico anche chiaramente come Capogruppo, che l'unica cosa di cui mi sento responsabile, e lo dirò a chiunque me lo chiederà, a qualsiasi livello, non è senz'atro quello di aver messo qualcosa, rimborsi o qualcos'altro.
Continuo a ripetere che ho fatto assolutamente in buona fede quello che ritenevo, e continuo a ritenere, che fosse giusto e corretto.
Quello che mi rimprovero, che è stato un mio errore, è quello di non aver attuato prima determinate cose. Questa legge doveva essere fatta prima, noi dovevamo intervenire prima.
questa la mia colpa.
Mia come Capogruppo perché avrei dovuto effettivamente provare a spingere in quella direzione. Distratto, forse, da altre questioni che ritenevo più urgenti, anche vista la situazione economica e non solo della nostra regione, mi sono lasciato distrarre.
Di questo mi rimprovero e mi rimproverò sempre. Tuttavia, adesso bisogna terminare, per quanto ci competete, con questi distinguo.
Chi non è d'accordo con questa legge ha tutto il diritto e il dovere verso la propria coscienza, di votare contro, ma io ritengo che faremmo anche buona cosa a votarla e votarla senza ulteriori ostruzionismi o perdite di tempo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Pochi secondi per dire che, come ho già affermato ieri, noi voteremo la legge. Siamo contrari a tutti gli emendamenti, tranne quello che ieri nell'ambito della Conferenza Capigruppo, abbiamo concordato e sottoscritto anche con il PD.
Il voto a tutti gli emendamenti, tranne quello, sarà contrario.
Viceversa sarà favorevole il voto finale sull'impianto generale della legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Volevo intervenire perché credo che nell'intervento che ho fatto precedentemente ho assolutamente già espresso tutte le mie convinzioni di carattere politico e istituzionale.
Credo che abbiamo anche messo in evidenza che noi siamo di fronte ad una legge che ha dei profili, mi ero permesso di dire tra virgolette, un po' ricattuali.
Nel senso che non approvare questo provvedimento significa fare incorrere la Giunta regionale e quant'altro in conseguenze che esistono e che conosciamo molto bene.
Faccio parte di una maggioranza, per cui ho espresso la mia posizione politica di carattere generale dal fatto che questa legge poteva essere fatta in un modo o in un altro: se dovessi scegliere, preferirei di votare a favore dell'emendamento presentato, per le ragioni illustrate prima. Ma poiché questo è un provvedimento che porterebbe pesanti conseguenze nei confronti dell'Amministrazione regionale presieduta dal Presidente Cota, la presa di posizione è quella che non corrisponde alle modalità di voto che nel mio caso, adotterò: provvederò ad esprimere un voto favorevole, o di non partecipazione al voto per quanto riguarda poi due altri articoli, per delle motivazioni di carattere specifico.
Una cosa, quindi, sono le prese di posizione politiche, altra cosa è il voto che verrà espresso, tenendo conto delle conseguenze che potrebbero ripercuotersi sulla Regione.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15.
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Poiché non sono riuscito a votare, le chiedo di poter mettere a verbale il mio voto favorevole.



PRESIDENTE

Diamo atto a verbale che il Consigliere Michele Giovine intendeva votare favorevolmente.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 1 bis) Emendamento rubricato n. 13) presentato dai Consiglieri Giovine, Burzi Vignale, Valle: Aggiungere l'art. 1 bis: "1. La Regione provvede alla riduzione dei costi di funzionamento e di personale dei Gruppi consiliari nella misura del 20%, nonché alla riduzione delle indennità dei componenti della Giunta e del Consiglio regionale nella misura del 20%.
2. I risparmi derivanti dal comma 1 finanziano il costituendo 'Fondo di solidarietà per gli imprenditori la cui azienda abbia cessato l'attività a partire dal 1° gennaio 2011".
Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

In realtà volevo rispondere... lascerei l'illustrazione al collega Vignale, se ne avrà voglia, anche se, in parte, forse l'aveva già fatta.
Trovo che il richiamo testé fatto da un Presidente di Gruppo di maggioranza sia assolutamente ingiustificato.
Io ritengo che su una legge importante come questa, visto che peraltro, ieri ci sono state anche diverse interruzioni nel merito, vista anche la tempistica con cui la stiamo affrontato e considerato il fatto che il testo personalmente l'ho visto, per la prima volta, solo venerdì mattina, anche perché quello che circolava giovedì era ancora in gestazione, abbiamo convocato una seduta di Commissione venerdì mattina...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma il Presidente Giovine ha il diritto di essere ascoltato almeno dal sottoscritto. Prego.



GIOVINE Michele

Un'altra seduta è stata convocata lunedì mattina (peraltro, lunedì abbiamo lavorato sei ore o giù di lì, continuamente).
Mi pare che ci siano anche pochi emendamenti da discutere: non mi sembra che vi sia alcuna volontà di presentarne altri, per cui credo che la maggior parte degli emendamenti sia quella già depositata. Permane ancora, forse, qualche nodo nel merito.
Altre questioni di principio sono già state enucleate molto bene dai colleghi Burzi, Vignale, Spagnuolo e, in parte, anche dal sottoscritto per cui dire che questa è un'azione dilatoria o addirittura ostruzionistica, è assolutamente falso e da respingere al mittente.
Per carità, conosco chi è intervenuto e so che il momento è complicato per tutti, quindi non è che ne faccia una questione personale assolutamente. Però vorrei chiarire che qua non vi è alcuna azione ostruzionistica, che peraltro sarebbe comunque legittima. Ma non si vuole fare proprio perché tutti quanti aderiscono al momento e al senso di responsabilità generale.
Però, almeno formalmente, siamo ancora una sorta di Parlamento e il compito dei Parlamentari è quello di parlarsi.
Questa è la sede deputata per farlo, per cui finché lo facciamo in questa sede e non altrove, credo che non ci sia niente di male. Anzi, forse è il modo più legittimo per affrontare le questione. Magari qualcuno preferisce affrontarle sui giornali...
La sostanza ormai è andata, è persa del tutto. Spero che almeno la forma venga preservata.
Per questo motivo, Presidente, voterò a favore dell'emendamento presentato, perché è coerente col precedente e, soprattutto, è coerente con quello che era stato iniziato nel tavolo di concertazione.
La ringrazio.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, lo vuole illustrare? Aveva alzato la mano.



VIGNALE Gian Luca

No, l'avevo già illustrato.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Bono: Modifica all'art. 2 della proposta di legge regionale "Norme di riorganizzazione della Regione Piemonte ai fini della trasparenza e della riduzione di costi " 2. Le parole " è fatto salvo quanto già disposto dall'articolo 4, comma 1 della legge regionale 28 dicembre 2011, n. 25 (Modifica alle leggi regionali 13 ottobre 1972, n. 10 (Determinazione delle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta regionali), 3 settembre 2001, n. 24 (Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali) e 31 dicembre 2010, n. 27 (Rideterminazione dell'indennità dei Consiglieri regionali), che prevede l'abrogazione dell'assegno vitalizio a decorrere dalla X legislatura" sono sostituite dalle seguenti "è modificato quanto già disposto dall'articolo 4. comma 1, della legge regionale 28 dicembre 2011. n. 25 (Modifica alle leggi regionali 13 ottobre 1972, n. 10 (Determinazione delle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta regionali), 3 settembre 2001. n. 24 (Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali) e 31 dicembre 2010. n.
27 (Rideterminazione dell'indennità dei Consiglieri regionali), prevedendo l'abrogazione dell'assegno vitalizio a decorrere dalla IX legislatura".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento era già stato oggetto di discussione in Commissione e nella mia relazione di ieri (peraltro era già stato bocciato l'altro ieri in Commissione e ne avevamo altresì discusso al tavolo di concertazione).
Io ritengo che l'istituto del vitalizio debba essere abrogato a partire dalla IX legislatura, e non dalla prossima, anche perché come ho già avuto modo di dire - e lo ripeto - ad oggi rappresenta un costo netto per le casse della Regione, nel senso che con la trattenuta del 20% sulla indennità di carica di Consigliere regionale si versano 1.200.000 euro l'anno e ne escono, per gli assegni dei vitalizi degli ex Consiglieri circa 7. Quindi si registra una passività di quasi 6 milioni di euro.
Il fatto di aggiungere anche i Consiglieri di questa legislatura, che ci si augura arrivino all'età per maturare il vitalizio, quindi a 60 o 65 anni, e che non siano probabilmente più Consiglieri (soprattutto, anche questo), non farà che gravare ulteriormente sull'esercizio di bilancio della Regione non solo dei prossimi due, tre, quattro o cinque anni, ma probabilmente dei prossimi vent'anni.
Io non credo che l'istituto del vitalizio verrà mantenuto in futuro come norma in generale; qualcuno sostiene, addirittura, che probabilmente tra 15 o 20 anni non ci saranno neanche più le Regioni, figuriamoci il vitalizio! Quindi, citando anche delle sentenze della Corte Costituzionale, ben lungi dal considerarlo un diritto acquisito, ma un privilegio.
Dunque, corroborato appunto da queste sentenze della Corte, chiedo che venga eliminato il vitalizio a partire dalla IX legislatura e non dalla X quindi per i Consiglieri oggi in carica, ricordando, peraltro, che all'esterno è molto difficile far passare, come gesto positivo della politica, il fatto che noi abbiamo abolito il vitalizio dalla prossima legislatura, cioè non a noi stessi, ma a coloro che siederanno su questi banchi, se ci sarà ancora la Regione come Ente, dalla prossima legislatura.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Ha chiesto la parola il Consigliere Giovine per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Ricordo che sull'articolo 5 c'era stata una discussione al tavolo di concertazione proprio per capire con quanti gradienti immaginare e costruire l'indennità di carica.
Il mio intervento va a testimonianza del fatto che ero favorevole alla proposta arrivata dal Presidente Cattaneo, che era quella di immaginare solamente tre gradienti, anziché cinque gradienti diversi.
A volte in questa sede si votano certi emendamenti e certe norme non pensando alla generalità, ma a seconda di chi ricopre in quel momento quella determinata funzione o quella determinata carica, a seconda di chi in quel momento è Assessore, Vicepresidente del Consiglio, membro dell'Ufficio di Presidenza e via dicendo. Io ritengo invece che dobbiamo immaginare una legislazione che sia generica e generale, che abbia un valore di universalità.
In questo momento abbiamo un po' rivisto quello che nella legge che stiamo andando ad abrogare è la differenziazione a gradini, cioè il 5% in più per il Vicepresidente di Commissione e per il Segretario di Commissione, il 10% per il Presidente di Commissione, il 15% per i Capigruppo, credo altrettanto per gli Assessori, il 20% per i Vicepresidenti del Consiglio, il 10% (mi sembra) per l'Ufficio di Presidenza e il 30 o 35% per i Presidenti del Consiglio e della Giunta. A me è sembrato un po' un bizantinismo.
A mio parere, sarebbe stato molto più pulito attenuare di più questo impatto, anche per venire incontro alle difficoltà oggettive e ai maggiori costi che in questo momento si avrebbero con i Consiglieri regionali non torinesi. Con questo cambio di regime da una parte all'altra, l'aver voluto graduare in modo evidentemente più dettagliato, ha allargato ancora di più la forbice dal punto uno al punto cinque.
Mi spiace, purtroppo nel tavolo di concertazione si è decisa la divisione in cinque gradienti. Ne prendo atto, ma volevo testimoniare qual era la mia posizione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5, nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 6



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 2) presentato dal Consigliere Bono: al comma 1 dell'articolo 1.3 della legge regionale n. 10/1972, come aggiunto dal comma 1 dell'articolo 6 della proposta di legge n. 315, le parole "A tutti i membri del Consiglio e della Giunta regionale è riconosciuto un rimborso spese complessivo mensile di esercizio del mandato pari a 4.500 euro", sono sostituite dalle seguenti: "A tutti i membri del Consiglio e della Giunta regionale è riconosciuto un rimborso spese complessivo mensile di esercizio del mandato pari a massimo 4.500 euro dietro presentazione di adeguate pezze giustificative".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Su quest'emendamento gradirei un po' di attenzione da parte dell'Aula del Presidente e anche degli autorevoli rappresentanti della Giunta oggi presenti.
Ho provato a spiegare il significato di questo emendamento in Commissione, al tavolo di concertazione e ci riproverò oggi in Aula almeno per capire il senso.
Noi introduciamo, all'articolo 1, comma 3, della legge regionale 10/1972, un rimborso spese complessivo mensile, signor Presidente, che andrebbe a inglobare al suo interno quelli che erano i rimborsi forfettari e non e i gettoni di presenza che c'erano nella precedente norma, quindi 3.000 chilometri mensili, che sono 1.500 euro, e 8 gettoni mensili forfettari, che sono 972 euro, e arriviamo quindi a 2.472 euro; avanzano 2.100 euro che sarebbero praticamente il monte di gettoni di presenza più i rimborsi auto per chi non è residente a Torino.
Vi sono due ordini di questione: il primo è sulla natura di quello che andiamo a scrivere in legge, ovvero "rimborso spese". Io voglio ricordare a tutti - mi si permetta - che, se in una legge scriviamo "rimborso spese", è ovvio che questa va a rimborsare delle spese che vengono fatte, e se queste spese sono fatte vuol dire che ci dovrebbero essere delle pezze giustificative. Non dico che ritorneremo nella fattispecie dei problemi cui sono incorsi alcuni Gruppi consiliari (probabilmente un domani ci saranno altri Gruppi consiliari), cioè nella mancanza di una corrispondenza con delle pezze giustificative alle spese di funzionamento, perché quello è funzionamento, questa è la partita indennitaria, cioè lo stipendio di un Consigliere regionale. Tuttavia, se vogliamo essere lineari, coerenti e anche corretti verso l'esterno, se scriviamo in legge "rimborso spese" allora questo deve essere un rimborso spese a fronte di documentate spese cioè pezze giustificative, scontrini e quello che ci vuole. Altrimenti io chiedo veramente al Presidente del Consiglio di cambiare la definizione perché scrivere "rimborso spese" e dare a tutti - a prescindere che abitino a Torino, che vengano in Commissione, che vengano in Aula - 4.500 euro come rimborso spese esentasse, secondo me è qualcosa di sbagliato. È sbagliato innanzitutto politicamente, e questa è la mia posizione, è sbagliato comunicativamente, ma è sbagliato anche dal punto di vista legislativo.
Su questo chiedo al Presidente del Consiglio se vuole valutare un attimo, magari sospendendo brevemente la seduta, per capire se vogliamo veramente andare ad approvare una norma di questo genere.
Chiudo l'intervento dicendo che, non essendoci delle differenze tra un Consigliere che abita a Torino e uno che abita fuori, andiamo a introdurre un differenziale che è pericoloso. Chiedo veramente attenzione su questo punto e invito il Presidente del Consiglio, la Giunta e tutto il Consiglio a valutare se non sia il caso di interrompere due minuti la seduta per discuterne.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 3 del Consigliere Bono: Al comma 2 dell'art. 1.3 della l.r. 10/1972, come aggiunto dal comma 1 dell'articolo 6 della proposta di legge n. 315, dopo le parole "presenza alle sedute del Consiglio regionale" si aggiungono le seguenti "e della rispettiva Commissione permanente principale".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente si assume la responsabilità politica di non interrompere la seduta e poi del voto che ne seguirà, così come tutta l'Aula.
In questo caso emendamento intendo i rimborsi - che non saranno rimborsi spese, ma che saranno forfettari - erogati a tutti. Chiederei di introdurre oltre alla sanzione in caso di assenza dalla seduta del Consiglio, anche la sanzione in caso di assenza dalla Commissione permanente principale.
Per i Consiglieri è stata introdotta, oltre all'obbligo della firma sul tablet digitale sia in entrata sia in uscita, soprattutto per la Commissione permanente principale, quindi di pari passo con quella che è la normativa parlamentare.
Noi siamo, infatti, una piccola Assemblea parlamentare, in cui i parlamentari hanno diritto di andare ad una sola Commissione principale del Parlamento e ci stiamo indirizzando verso questo, anche perché un Consigliere regionale tendenzialmente non ha tempo di seguire tutte le Commissioni.
Poi è ovvio che gioco forza il Capigruppo sia dei Gruppi grandi e, a maggior ragione, dei Gruppi piccoli segua quasi tutte le Commissioni importanti, perché o è da solo e quindi deve per forza informarsi, o è il Capogruppo di un Gruppo importante e grande, e quindi deve coordinare quelle che sono le posizioni dei vari Consiglieri.
Però bisogna riconoscere, visto che l'ha fatto il Presidente Cattaneo e l'abbiamo votato noi, che vi è una Commissione permanente principale, e a quella in caso di assenza - come adesso se uno non fa una delle due firme perdeva il gettone di presenza - chiederei di mettere questa sanzione, che è corretta perché il Consigliere regionale è giusto che se prende questo rimborso spese senza giustificazioni, abbia una sanzione se non viene in Consiglio e se non viene alla sua Commissione permanente principale che ha scelto lui.
Su questo chiederei di prendere una decisione, perché è importante anche per la comunicazione che diamo all'esterno.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.29 riprende alle 12.31)



PRESIDENTE

La seduta riprende.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 18 presentato dal Consigliere Placido: la lettera a) del comma 1 dell'articolo 6 è sostituita dalla seguente "a) ai membri dell'Ufficio di Presidenza e della Giunta regionale"



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 19 presentato dal Consigliere Placido: la lettera a) del comma 1 dell'articolo 6 è sostituita dalla seguente "a) ai membri dell'Ufficio di Presidenza" La parola al Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Chiedo solo un attimo di attenzione su un problema che ritengo meriti attenzione, perché il lavoro in Commissione ha portato ad una cosa che ritengo sbagliata, nel momento in cui ha interrotto un equilibrio da sempre paritario, che esisteva - ed esiste ancora a meno che non venga votato dal Consiglio - fra il Consiglio regionale e la Giunta. E la cosa più incredibile è che a proporre questa soppressione sia stato il Consiglio.
Ho presentato questi due emendamenti per riportare l'attenzione dei colleghi sulla questione, ma a scanso di equivoci, affinché non ci siano fraintendimenti di qualcuno che possa pensare che uno voglia difendere i privilegi personali - cosa che non ho mai fatto e non intendo iniziare a fare ma ho presentato gli emendamenti per avere la possibilità di intervenire in Aula - li ritiro, perché non possano essere utilizzati da qualcuno che possa dire: "Placido, che è sempre pronto ad intervenire rigidamente, quando lo riguarda personalmente, cerca di difendere le situazioni".
Vi pongo invece il problema, perché quello che è stato deciso e proposto legittimamente sull'entusiasmo e su obiettivi, porterà ad una questione che non riguarda il sottoscritto e qualcun altro, che tanto saremo nell'Ufficio di Presidenza pro tempore ancora per poco tempo, ma riguarda l'istituzione e, in quanto tale, dovrebbe attirare l'attenzione e la riflessione di tutti quanti.
Con quella decisione, se viene confermata in Aula, si interrompe un equilibrio che viene riconosciuto nello Statuto e nel regolamento dal 1972 e ripreso ancora nel 2008 e ancora nel 1995; un equilibro tra l'Assemblea legislativa rappresentata dal Presidente e dall'Ufficio di Presidenza e la Regione rappresentata dal Presidente e dalla Giunta. Incredibile ma vero! Il Consiglio regionale interrompe questo equilibrio da sempre paritario, eliminando l'Ufficio di Presidenza, non in quanto tale ma mettendo i gravami ai membri dell'Ufficio di Presidenza. Il che vuol dire che i membri dell'Ufficio di Presidenza devono essere mandati in missione.
Proprio perché non ci siano equivoci, ritiro i due emendamenti, non li metto neanche in voto, ma ognuno rifletta su quello che ho detto, perch l'altro emendamento era di soppressione di quello della Giunta.
Anzi, ritiro il primo e lascio il secondo, perché interrompere un equilibrio quarantennale e che lo si faccia non su proposta della Giunta ma dello stesso Consiglio, lo ritengo incredibile. Lo voglio interpretare come un non approfondito ragionamento sulla questione.
Quindi, se vogliamo riportare all'equilibrio esistente, mantengo l'emendamento successivo che illustro già adesso, prendendomi qualche minuto in più per intervenire.
Mantengo quindi l'altro emendamento soppressivo, così seppure tagliando che non è quello che penso e ho in mente - si ristabilisce un equilibrio fra il Consiglio regionale e la Giunta.
Invito i colleghi, pur nella difficoltà e nella concitazione, a ragionare non tanto su chi sta occupando pro-tempore una carica, ma sul fatto che l'istituzione Consiglio c'era prima che arrivassimo noi, e la stessa cosa vale per l'Ufficio di Presidenza, che ci sarà anche dopo che non saremo più in quest'Aula, ma ce ne saranno altri. Vi invito a ragionare su questo.
Presidente, ritiro il primo emendamento, quello che ristabilisce la situazione di parità e di non gravame sull'Ufficio di Presidenza e mantengo il secondo, per cui se in missione ci devono andare - io questo non lo condivido - ma se ci devono andare, ci vadano i membri dell'Ufficio di Presidenza e i membri della Giunta.
In questo modo si ristabilisce un equilibrio verso il basso o verso l'alto, ognuno lo può interpretare come vuole, con la Regione e il Consiglio rappresentata dal Presidente della Giunta e dal Presidente del Consiglio regionale.
Altrimenti saremo nostro malgrado e sarete responsabili di avere interrotto un equilibrio paritario da sempre esistente in Piemonte.
Quindi, ritiro il primo emendamento e mantengo il secondo, che è da intendersi soppressivo della Giunta.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Abbiamo concluso la fase dell'illustrazione.
Comunico che l'emendamento n. 18 presentato dal Consigliere Placido è ritirato, e che l'emendamento n. 19 presentato dal Consigliere Placido è stato sottoscritto anche dal Consigliere Giovine.
Procediamo con la discussione generale.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo per chiedere, ai sensi dell'articolo n. 74, comma 1 del Regolamento, la votazione per appello nominale per entrambi i miei emendamenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Gli emendamenti 2) e 3), presentati dal Consigliere Bono, saranno votati per appello nominale.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "Carlo Casalegno" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto "Carlo Casalegno" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Giunta, organizzazione e funzioni - Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di legge n. 315 "Norme di riorganizzazione della Regione Piemonte ai fini della trasparenza e della riduzione dei costi" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame della proposta di legge 315.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Saluto anch'io i ragazzi che ci fanno visita puntualmente: fortunatamente, è una delle cose più belle istituite in questo Consiglio regionale.
Si spera che le prossime generazioni possano avere una classe politica con più nerbo e, magari, più correttezza nel rapportarsi con la finanza pubblica, nonché più autorevolezza nel difendere chi li vota.
Presidente, ho firmato il secondo emendamento presentato dal Consigliere Placido e volevo intervenire in discussione generale sulle questioni sollevate dal collega Bono.
Quanto dice il collega Bono ha indubbiamente un senso logico.
Se c'è un rimborso spese - di fatto si tratta di rimborso spese, per quanto mensile, collegato all'esercizio del mandato - logica vorrebbe che ci siano pezze giustificative. In effetti, se io fossi stato il Governo che ha proposto questa legge, non l'avrei scritto in questo modo.
Perché è indubbio che il ragionamento del Consigliere Bono va in una direzione che ha la sua condivisione, ma è anche altrettanto indubbio Consigliere Bono, che questo va a cozzare con quello che è un altro principio, che è più generale, ed è il seguente.
Chi rappresenta i cittadini, chi rappresenta il popolo e ha la rappresentanza parlamentare ha o non ha diritto ad un emolumento complessivo, a un trattamento retributivo complessivo che ne garantisca in primis l'indipendenza e la libertà? su questo che dobbiamo darci una risposta. Se è sì o se è no.
Se è no, dico di più, collega Bono, sarebbero pure da stralciare i 4.500 euro al mese forfetarie che lei chiama "esentasse", perché è vero, ma perché così funziona la nostra situazione rimborso spese.
da eliminare, perché sono ultronei, c'è già l'indennità che va tassata Se invece è sì, è giusto dare un contributo che garantisca a tutti noi e a tutti quelli che verranno nelle generazioni future, l'indipendenza di giudizio, la libertà di voto e la libertà di poter fare politica e rappresentare qua le istanze di chi li ha votati, in modo libero, veramente libero, la prima garanzia, colleghi, è evidentemente il livello economico al quale poter chiedere le leggi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Giovine.
Sarebbero due minuti; le ho dato un minuto in più! Scusi, lei è al telefono.
La chiamo e torna indietro.
Con tutto il bene che le voglio...
Concluda, prego.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Quindi, non so se votare a favore all'emendamento del Consigliere Bono perché, pur avendo una logica, cozza però con quella che è la logica generale che ci detta la Costituzione.
Invece, per quanto riguarda l'emendamento del Consigliere Placido, ho votato soltanto quello in cui si obbliga anche la Giunta regionale a essere più presente in Consiglio. Non lo dico perché c'è un senso punitivo, perch non faccio parte della Giunta o altro, le vie del Signore sono infinite, ma ribadisco e l'ho sempre detto che più i membri della Giunta frequentano il Consiglio regionale durante le sedute, più è facile risolvere i problemi e fare le leggi e provvedimenti più giusti.
per questo motivo che, se perfino un provvedimento di questa natura che sembra esagerato, avesse un senso logico e può andare in quella direzione io lo voterò. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Giovine.
La parola al Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Sarò molto veloce e farò anche la dichiarazione di voto sui singoli emendamenti.
Noi ci atteniamo - questo è il comportamento che il Gruppo assumerà su tutti gli articoli e su tutti gli emendamenti - a quelli che sono i punti di intesa stabiliti dal tavolo nazionale della Conferenza dei Presidenti delle Giunte e dei Consigli. E credo che nella discussione sul testo questo debba essere il nostro riferimento.
Dopodiché, per chi che come me ogni giorno fa 317 chilometri per venire a Torino, trovo comprensibile l'emendamento del Consigliere Bono, ma attenzione, accogliere quell'emendamento significherebbe ripristinare un qualcosa che la legge nazionale ha vietato, che è il rimborso a piè di lista delle trasferte e delle presenze all'interno del Consiglio regionale.
Quindi, rischieremmo, cogliendo un elemento positivo, di andare contro lo spirito proprio della legge nazionale.
Il nostro sarà un voto di presenza sull'emendamento che ha mantenuto il Consigliere Placido. Apprezziamo e ringraziamo per la difesa che ha fatto giusta e legittima, il Consigliere Placido del ruolo dell'Ufficio di Presidenza, che è stata da lui stesso rappresentata non nei termini di difesa di un privilegio, ma di difesa di un ruolo. Tuttavia, daremo voto di presenza, perché noi riconosciamo comunque che c'è un'attività forte, da chiunque sia rappresentata, della Giunta verso l'esterno, quindi sotto questo aspetto è giusto mantenere una differenza tra la Giunta e il Consiglio regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Reschigna.
La parola al Consigliere Giovine, per dichiarazione di voto.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Il mio voto sarà favorevole sull'emendamento n. 2) del collega Bono sarà invece contrario sul secondo emendamento, il n. 3); contrario sull'emendamento n. 18) del Consigliere Placido e a favore sull'emendamento n. 19) del Consigliere Placido, come credo prima di aver in qualche modo spiegato. Grazie.



PRESIDENTE

Invito i colleghi a prendere posto per una serie di votazioni ripetute.
La prima votazione è relativa all'emendamento n. 2) del Consigliere Bono.
Tale emendamento verrà posto in votazione per appello nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 2).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 48 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 3 Consiglieri ha votato NO 34 Consigliere si sono astenuti 5 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 3).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SÌ 4 Consiglieri ha votato NO 27 Consigliere si sono astenuti 4 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 16 Consiglieri Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 18) è stato ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Emendamento rubricato n. 5) presentato dal Consigliere Bono: l'art. 1 è così riscritto: "1. Sull'indennità di carica di cui all'articolo 1.1. è disposta una trattenuta facoltativa nella misura pari al 5 per cento ai fini della corresponsione dell'indennità di fine mandato. Nel caso di non corresponsione di tale trattenuta, non viene corrisposta alcuna indennità di fine mandato".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come abbia già espresso in Commissione, ritengo si debba provvedere almeno in questa fase transitoria, a rendere facoltativo l'istituto dell'indennità di fine mandato, per, eventualmente, eliminarlo al più presto, con un ennesimo provvedimento. Infatti, come avviene per il vitalizio, ma in maniera più piccola, si versa una quota, che viene trattenuta dal nostro stipendio, del 5%, che copre circa i due terzi dell'ammontare complessivo della spesa di fine mandato, che, ovviamente insiste sulla fine della legislatura (quindi, il quinto anno); circa un terzo di questa spesa complessiva è a carico della Regione Piemonte.
In questo caso, chiederei non già - l'ho già fatto con altri provvedimenti di legge, che, però, non sono andati a buon fine - di eliminare questo istituto, ma almeno di renderlo facoltativo, quindi a discrezione del Consigliere regionale se farne uso oppure no. Grazie Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
La parola al Consigliere Giovine.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Come ho già detto, in sede di Commissione, al proponente e ai Commissari presenti, in realtà, l'emendamento proposto dal collega Bono ha una natura un po' pleonastica, per un semplice motivo. Capisco, dal punto di vista comunicativo, il fatto che rinunciamo alla possibilità dell'indennità di fine mandato; poi non so se il Consigliere Bono, in questo o in un altro articolo, presentava altre proposte, forse è nell'articolo successivo.
Come già detto, capisco, e ritengo legittime, le proposte emendative del Consigliere Bono, che sono anche molto coerenti con l'azione della sua forza politica, però, nella fattispecie, ho avvisato di fare attenzione.
Infatti, l'indennità di fine mandato è qualcosa che si percepisce prima con lo stipendio; poi, se uno la vuole restituire alla Regione può fare un atto liberatorio al termine dei cinque anni. Mi rendo conto che sembra quasi parlare del libro dei sogni.
Collega Bono, lo stesso è dire che la trattenuta, da obbligatoria diventa facoltativa, non capisco quale sia il guadagno per le casse regionali, perché, anziché essere trattenuta, andrebbe versata direttamene sul conto corrente del Consigliere regionale o dell'Assessore. Quindi, è solo una questione di natura formale o, forse, più etica; tra l'altro anche un po' strana. Infatti, ci sarebbero dei colleghi che avrebbero comunque, l'indennità di fine mandato al termine dei cinque anni e altri invece, che non ce l'avrebbero perché vi rinunciano, ma, in realtà guadagnano di più nel momento in cui decidono di non ottemperare a questa opzione facoltativa. Peraltro, la Regione non ne ha un guadagno effettivo anzi, è vero il contrario e, se ben ricordo, non ci sono neanche gli interessi di legge su questa trattenuta che funge da indennità di fine mandato.
Per questo motivo, su questo emendamento darò la presenza. Per assurdo potremmo anche accoglierlo, perché non sposta assolutamente il problema anzi, per certi versi, dà maggiore libertà all'eletto di scegliere se avere di più prima, nella fase in cui svolge il mandato, invece di avere un assegno, quello che in Puglia chiamerebbero la "spina di reinserimento al lavoro". Potrebbe essere anche accolto, ma, certamente, non motivandolo con il risparmio, ma per aumentare la libertà del Consigliere. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendoci richieste di intervento per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 7, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 6) presentato da Consigliere Bono: l'art. 9 {Modifiche all'articolo 11 della legge regionale 3 settembre 2001 n. 24 in materia di rideterminazione dell'indennità di fine mandato) è così riscritto: L'articolo 11 della legge regionale 3 settembre 2001, n. 24 {Disposizioni in materia di rideterminazione dell'indennità di fine mandato) è così riscritto: "1. L'articolo 11 della legge regionale 3 settembre 2001, n. 24 (Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali) è sostituito dal seguente: "Art. 11 (Ammontare dell'indennità di fine mandato) L'ammontare dell'indennità di fine mandato spettante ai membri del Consiglio e della Giunta regionali è fissato nella misura dell'ultima mensilità dell'indennità di carica lorda percepita dal consigliere cessato dal mandato, moltiplicata per ogni anno di effettivo esercizio del mandato per un periodo complessivo non superiore a cinque anni, anche non consecutivi, in caso di versamento della trattenuta del 5% per almeno cinque anni.
Per gli effetti di cui al comma 1, la frazione di anno di effettivo esercizio in carica, non inferiore a sei mesi e un giorno, viene computata come anno intero, quella minore non è considerata.
A decorrere dalla prima mensilità successiva al compimento dei cinque anni di mandato, la trattenuta sull'indennità di carica ai fini della corresponsione dell'indennità di fine mandato non è più disposta.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ringrazio chi ha svolto almeno un intervento nel merito dell'emendamento presentato.
Prendo atto che non è stata data nemmeno la facoltà ad un Consigliere regionale di poter rinunciare ad un istituto previsto, anche se è vero che a fine legislatura, in caso di nuova elezione, viene consegnato l'ammontare, che può essere restituito al fondo di solidarietà della Regione Piemonte. Ovviamente, era stato già oggetto di richiesta in una seduta della Commissione bilancio nel 2010; addirittura, dove si era chiesto alla Giunta di poter aprire un capitolo di spesa, quindi anche un conto corrente, su cui poter versare i soldi. Ad oggi non è così, quindi non lo possono fare né i privati cittadini, né i Consiglieri regionali.
Prendo atto, un po' sarcasticamente, del fatto che non c'è stata un'apertura neanche libertaria, per attribuire ad un Consigliere regionale la facoltà di decidere se prendere o meno un'indennità di fine mandato.
Quindi, illustro brevemente questo emendamento - prevedendo che nemmeno questo verrà approvato, anche se, forse, è una previsione un po' azzardata che chiede di ridurre l'indennità di fine mandato. Adesso, c'è il monte massimo di dieci anni, che è già una riduzione rispetto a prima, quando era illimitata: cioè, se un Consigliere faceva vent'anni, erano vent'anni; se faceva quindici anni, erano quindici anni, però chiederei di limitare il periodo almeno a cinque anni e non a dieci. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Anticipo che interverrò anche per dichiarazione di voto sull'articolo.
Ringrazio il collega Bono per l'attività emendativa che so essere assolutamente disinteressata, almeno sotto il profilo politico, ma già trovo negativo l'articolo 9, figuriamoci se posso immaginare di renderlo ancora più restrittivo, approvando l'emendamento 6). Sostanzialmente questo emendamento pone il limite della possibilità di corrispondere, di avere un'indennità di fine mandato non oltre le cinque mensilità.
anche vero, collega Bono, che se immaginiamo, non dico una professionalità di chi fa politica, ma chi ha un lavoro, a meno che non sia un dipendente pubblico che ad oggi (tra una settimana, fra un mese o fra un anno non sarà più così), ha la garanzia del posto di lavoro (anche se nel futuro purtroppo - dico purtroppo perché si passerà da un eccesso all'altro - ho paura che non sarà più così) nel settore privato, si blocca per dieci anni della propria attività, cioè smette di lavorare per dieci anni, come si può immaginare di non dargli almeno un lasso di tempo di una certa natura...



PRESIDENTE

Grazie.
Ci sono altri interventi in discussione generale? Allora procediamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Immaginare di dargli, invece, la possibilità di reinserirsi con una corresponsione che sia adeguata. Mi spiace, su questo non posso pensare che se uno sta qui quindici o vent'anni possa avere, alla fine, un'indennità di fine mandato legata solamente a cinque anni. Questo è oggettivamente strano.
Peraltro - Presidente, la mia dichiarazione di voto vale anche per l'articolo - voto contro anche l'articolo, perché secondo me anche il limite dei dieci anni, Presidente Cattaneo, è sbagliato. È fortemente sbagliato. Il limite dei dieci anni, tanto per essere chiari, qua dentro sarebbe penalizzante per quattro persone, e le cito: il collega Ronzani, il collega Leo, il collega Placido e il collega Cavallera che, a ben diritto sono stati rieletti - qualcuno tre, qualcuno quattro o qualcuno addirittura cinque volte - in questo Consiglio regionale, e devono essere penalizzati perché la gente ha continuato a riconfermarli con il voto? Mi sembra oggettivamente sbagliato e, anziché immaginare una società che sia premiante per chi fa meglio, per chi viene rivotato e riconfermato dalla gente, si immagina una società che duri dieci anni.
Per me è oggettivamente sbagliato.
Non so se questa è un recepimento della normativa nazionale o se è stata una nostra magnifica iniziativa.
Personalmente voterò contro. Sicuramente qualcuno dirà che quando il Vicepresidente Cavallera se ne andrà dalla Regione, bisognerà prendere un tir e portargli carrettate di soldi fino a Bosco Marengo. Il Vicepresidente Cavallera ha speso una vita qui, in Regione Piemonte, e quindi l'indennità di fine mandato che riscuoterà sarà assolutamente guadagnata e dovuta.
Cito il Vicepresidente Cavallera perché so che non se ne avrà a male siamo molto amici, ma è un esempio che vale per chiunque, da qualunque parte si venga eletti.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Ha chiesto di intervenire la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Mi dispiace ricordare, Presidente, che sull'articolo 10 avevo chiesto sia in sede di Tavolo di concertazione sia in sede di I Commissione, di avere un parere di costituzionalità. Questo parere non è pervenuto.
Ritengo spiacevole che le richieste che pervengono da singoli Consiglieri, o da Gruppi piccoli, vengano prese in considerazione così poco, soprattutto su una questione così importante.
Per questo motivo, mi asterrò su questo articolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

Grazie, Presidente.
Ringrazio la Consigliera Spagnuolo perché intervenire su questo articolo è ulteriormente caratterizzante della sua qualità e della sua libertà politica, perché immagino che magari, pur pensando anche altri colleghi quello che la collega Spagnuolo pensa, soprattutto in questa fase storica e, se mi consentite, anche in questo momento di cronaca, ben pochi avrebbero il coraggio di intervenire.
Non solo do ragione alla collega Spagnuolo sulla modalità con cui abbiamo recepito e andiamo oggi a votare questo articolo, ma la cosa incredibile è che coloro che ce l'hanno proposto, i parlamentari nazionali per loro stessi non se lo sono previsto.
Per loro stessi, la tagliola della condanna penale non l'hanno prevista. Tra l'altro non ho capito bene perché solamente accanirsi contro i diritti della pubblica amministrazione, quasi come se i ladri e gli assassini vadano bene, gli stupratori altrettanto, come anche i violentatori, gli stalker e i mafiosi vanno bene: solo i reati contro la pubblica amministrazione.
Ne prendiamo atto.
un articolo chiaramente incostituzionale, che quando verrà la prova dei fatti, ci sarà un ricorso e verrà sicuramente cancellato. Purtroppo avrà i suoi effetti, di volta in volta, e Regione per Regione. La norma deve essere universale e valere sempre.
Qui qualcuno ha detto che il vitalizio erano paragonabile ad un assegno, ad una forma di assicurazione privata; poi qualcuno dice parla di pensione e via discorrendo. In entrambi i casi, su entrambe le posizioni queste norme non esistono e non sono immaginabili: vanno chiaramente a ledere...



(Scampanellìo del Presidente)



GIOVINE Michele

Termino, Presidente.
Poiché il vitalizio, come è stato scritto dall'inizio, è una sorta di estensione dell'indennità, mi chiedo veramente come sia possibile immaginare di approvare una cosa del genere.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi in dibattito generale? Procediamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giovine; ne ha facoltà.



GIOVINE Michele

La ringrazio.
Stavo per dire che alla fine, comunque, un'azione emendativa positiva è stata fatta in sede di I Commissione, perché è stata inserita la possibilità...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere, ha ancora tre minuti, perché non essendoci emendamenti era già dichiarazione di voto, con il Regolamento nuovo, quindi ha ancora tre minuti per completare il suo intervento.



GIOVINE Michele

Me ne basta uno, Presidente, la ringrazio.
Voterò contro, ma ringrazio i colleghi di Commissione che hanno migliorato, per quello che era possibile, un articolo non migliorabile.
di un'ipocrisia "bestiale", soprattutto perché ci arriva da chi, invece per se stesso questa tagliola non l'ha posta.
Ritengo che, per assurdo, questo principio, che magari tutti i cittadini vorrebbero, non è così immotivato o lunare: l'idea che tutti i provvedimenti, per quanto siano giusti e sacrosanti, debbano essere inseriti in un quadro costituzionale certo, che garantisca, prima di tutto la libertà degli individui e la libertà di chi deve rappresentare e cercare di difendere questi individui, nelle varie aule.
evidente che quest'articolo è talmente invasivo di tutto quello che abbiamo detto finora, che credo si commenti da solo.
Ringrazio, invece, per l'ennesima volta, la collega, soprattutto per aver avuto il coraggio di intervenire sul punto.
Grazie, colleghi.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi in dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
Ricordo che la Conferenza dei Capigruppo è convocata alle ore 14.25 non in Sala Morando, ma in Sala A.
Anticipo che tratteremo due punti: la questione riguardante la nomina dell'Agenzia Metropolitana, sulla quale daremo tutte le risposte che sono state richieste quest'oggi, e il punto all'o.d.g. riguardante il CSI.
Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.07)



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