Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.308 del 11/12/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

Scarica PDF completo

Argomento:


PONSO TULLIO



(Alle ore 13.30 il Consigliere Segretario Ponso comunica che la seduta avrà inizio alle ore 14.00)



(Alle ore 14.00 il Consigliere Segretario Ponso comunica che la seduta avrà inizio alle ore 14.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 14.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 14.32 riprende alle ore 14.46)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casoni, Cota, Giordano e Montaruli.
Il numero legale è 29.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 4 dicembre 2012.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 27 novembre 2012.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Esame proposta di deliberazione n. 229, inerente a "Revoca dell'adesione del Consiglio regionale del Piemonte all'Istituto Alcide Cervi"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 229, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Tale proposta di deliberazione è stata presentata dal Presidente Placido e dall'Ufficio di Presidenza, per il quale è stato depositato preavviso scritto ai sensi dell'articolo 58 del regolamento.
La stessa proposta di deliberazione n. 229, che prevede quindi la revoca dell'adesione alla convenzione con l'Istituto "Alcide Cervi" è stata licenziata all'unanimità dalla Commissione competente il giorno 7 dicembre u.s.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 229, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame disegno di legge n. 291, inerente a "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2012 e disposizioni finanziarie"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 291, inerente a "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2012 e disposizioni finanziarie", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Pedrale, che rinuncia ad intervenire.
Relatore di minoranza è il Consigliere Lepri, che ha pertanto facoltà di intervenire.



LEPRI Stefano, relatore

Grazie, Presidente.
Oggi noi discutiamo dell'assestamento che, com'è noto, dovrebbe essere il modo attraverso cui questa maggioranza dovrebbe dare una regolata ai suoi conti, aggiustarli in riferimento all'andamento all'anno per fare in modo che il consuntivo possa essere coerente con ciò che era stato predisposto e previsto.
In realtà, stiamo facendo bene altro. Stiamo, o meglio state recitando l'ennesima commedia dell'assurdo, che vedrà come prossimo atto quello dell'approvazione del preventivo 2013. Attualmente il preventivo 2013 praticamente vede quasi tutte le poste azzerate e noi ormai ci rifiutiamo ben disposti all'inizio della legislatura, un po' meno e sempre di meno adesso - di stare a guardare questo spettacolo un po' indecente.
Lo dico io, che sono tra quelli che, all'interno della minoranza e del mio partito, per tanto tempo, per troppo tempo ha detto: cerchiamo di comprendere le ragioni della maggioranza, perché siamo di fronte ad un contesto molto complicato, qualche responsabilità ce l'abbiamo anche noi, e poi ci sono i tagli del Governo centrale, eccetera.
Il problema è che anche i più pazienti e anche i più comprensivi - e mi annovero fra questi, e naturalmente sto parlando per tutta la minoranza quindi devo astrarmi dal mio ruolo personale ma lo cito modestamente come modesta cronaca - che pazientemente hanno cercato comprendere le fatiche della maggioranza, sono ormai ampiamente stufi.
Il problema è che nel 2013, di questo passo, il palco di questa commedia dell'assurdo vi cadrà da sotto i piedi oppure cadrà il tendone del palco, seppellendo la farsa che continuate a recitare.
Spero che i piemontesi sappiano, almeno dalla discussione di quest'oggi, quanto state per accingervi ad approvare.
Intanto, e questo è inevitabile per voi, prendete atto e prendiamo atto ahinoi - del fatto che il presunto avanzo del 2011 pari a 400 milioni non vi sarà e le entrate derivanti dalla vendita del patrimonio immobiliare passano da 265 a 62 milioni di euro, quindi non una drastica riduzione.
Temiamo, essendo già dicembre, che questi 62 milioni si riveleranno purtroppo un'ennesima bufala, ma registriamo questa previsione.
Prendiamo atto che il disavanzo 2011 è solo di 18 milioni di euro nel 2012, perché la spalmatura del buco nel 2011 verrà effettuata quasi tutta negli anni successivi.
Mi verrebbe da ironizzare: perché 18 milioni? Potevamo fare 15 milioni 10 milioni o 0,1. Forse 18 è il voto che si meritano coloro i quali stanno facendo questo bilancio, 18/30, quindi il minimo sindacale per essere promossi e per fare approvare questa legge.
Così aumentano le competenze: 400 milioni circa, che stimiamo in difetto, che vengono trasportati come un camion che trasporta le macerie sugli esercizi successivi. Dai trasporti in modo particolare, la FT, agli ex ospedali psichiatrici, agli ammortizzatori sociali, alla spesa corrente sulla sanità tanto per citare le poste più significative. Noi abbiamo un trucco notorio che viene praticato anche quest'anno, cioè quello di imputare queste spese, che erano previste in competenza 2012, facendole slittare sugli esercizi successivi, dicendo che in realtà si tratta di competenze degli anni prossimi, ma in verità noi sappiamo che così non è.
E che dire dei mutui previsti che aumentano ancora, a 242 milioni? Vogliamo qui ricordare, in modo che non si possa dire che la minoranza non l'ha detto, che il limite dell'indebitamento previsto dal decreto legislativo 76/2000 è del 20%; oggi registriamo (non lo diciamo noi, ma lo dice la Corte dei Conti) che la Regione sfiora il 25% di questa percentuale indicata nel decreto legislativo citato.
Abbiamo delle previsioni di entrate da Stato e Unione Europea che aumentano rispetto all'anno scorso e arrivano a prevedere la cifra di 1,5 miliardi, che noi naturalmente ci auguriamo possa essere accertata, perch temiamo possa essere un po' ottimistica.
Non abbiamo ancora il preconsuntivo del 2012 sui residui attivi e passivi, e sappiamo - avendo visto l'esperienza degli anni passati - come si possa temere che i residui attivi non siano tutti così certificati tant'è che con l'occasione ricordo la nostra sorpresa, insoddisfazione e quant'altro per il fatto che il lavoro che è stato commissionato per l'accertamento effettivo del valore della consistenza dei residui attivi negli anni precedenti giace in sospeso, in quanto probabilmente il vero accertamento dei residui attivi determinerebbe ulteriori non simpatiche sorprese.
Poi c'è il Programma Operativo 2012, che naturalmente non incide sui valori di bilancio, ma dà il senso - essendo ancora molte poste ferme in autorizzazione al 40% - di un bilancio sempre meno in mano al Consiglio regionale.
Potremmo parlare di altre poste, ma saranno i miei colleghi a rappresentare queste questioni. Penso, per esempio, alla cultura, al fatto che il Consiglio abbia un'indicazione nella legge finanziaria molto ardita: 30% del riscosso dell'addizionale IRPEF, a cui poi non si fa e non si dà corrispondenza nella previsione di spesa.
Inoltre, rispetto a tutte le argomentazioni avanzate in questi anni soprattutto relativamente al fatto che nel 2010 erano stati cancellati impegni di spesa già assunti per oltre 700 milioni, in verità c'è da dire (lo dice la Corte dei Conti) che la Giunta Cota ha reimpegnato solo parzialmente quelle cifre per circa 200 milioni e che quindi i disavanzi del 2010 e del 2011, che ammontano a oltre un miliardo e che voi avete approvato, hanno a che fare solo in minima parte con una percentuale intorno al 20% rispetto a quanto più volte continuate a denunciare.
In conclusione noi, avendo evidenziato la scorrettezza o l'imprecisione (per usare degli eufemismi) di questo bilancio di assestamento, denunciamo due grandi mancanze che, in sintesi riassumono le argomentazioni che finora ho rappresentato. In primo luogo, lo svuotamento del bilancio: ormai non è più il luogo in cui si assumono le decisioni, cari colleghi. Noi stiamo recitando tutti (maggioranza e minoranza) una farsa, una commedia dell'assurdo esattamente per questa ragione: perché le cifre che ora andiamo a modificare sono, almeno in parte, fittizie, poiché in realtà le vere decisioni vengono assunte dall'organo di governo con provvedimenti e atti discrezionali riconducibili all'esercizio del programma operativo. In più, si tratta di decisioni che, utilizzando strumenti come quelli dello slittamento della competenza prima ricordato, finiscono per far perdere valore al bilancio, perché questo diventa spesso una mera rappresentazione che non certifica la condizione economico-finanziaria e patrimoniale dell'Ente.
Il secondo rischio altrettanto enorme (enorme nella sostanza e non nella forma, mentre il primo è formale, ma anche sostanziale) è il fatto che con questo bilancio contribuiremo ulteriormente ad appesantire oltre ogni possibilità gli esercizi futuri, a cominciare dal 2013; cito per tutti la politica di bilancio relativa ai trasporti, che dovrà registrare la copertura non solo del 2013, ma anche di quanto rinviato nel 2011 e nel 2012.
Vorrei dire amabilmente che, di fronte a queste situazioni, siamo rassicurati dal vertice che venerdì il centrodestra, la maggioranza ha svolto, dove importanti esponenti del principale partito di maggioranza hanno raccomandato al Presidente di non andare giù troppo pesante : "Mi raccomando, Presidente Cota, tuteliamo gli Assessori del nostro partito e facciamo in modo che i tagli, in modo particolare su sanità, vengano ulteriormente procrastinati. Ora ci sono le elezioni, poi si vedrà".
In compenso, l'Assessore Quaglia ci ha comunicato, smorzando le preoccupazioni, che il fondino è quasi tutto prenotato e che quindi c'è poca trippa per gatti.
Insomma, i piemontesi sono in trepida attesa di sapere come la vostra armata li difenderà anche il prossimo anno, ma certamente quest'anno sappiamo com'è andata a finire.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, scusandomi se non ho potuto farlo all'inizio della seduta, vorrei chiedere che tra la seduta odierna e quella di domani pomeriggio venga prevista una comunicazione da parte del Presidente della Giunta regionale in merito agli sviluppi della vicenda GEC.
Tale comunicazione, dal nostro punto di vista, è assolutamente indispensabile, anche perché durante il dibattito che si è svolto la settimana scorsa né il Presidente della Giunta regionale né l'Assessore Casoni hanno risposto alle questioni che noi abbiamo posto relativamente alla valutazione che la Giunta regionale (in modo particolare il Presidente) esprime sulle affermazioni vere o millantate avvenute in una cena e che riguardavano pressioni o interventi sull'Assessore al bilancio in relazione alla gara per l'affidamento della gestione del servizio di riscossione.
Su questo tema, ieri mattina ho letto l'intervista dell'Assessore Casoni su un quotidiano nazionale (la Repubblica), che sintetizzo in questo modo: "Se ciascuno di noi dovesse rispondere delle cose che dice durante i pranzi e le cene, chissà che cosa non succederebbe!". Non è un'intervista che fa onore a un Assessore regionale di questa Giunta.
Il tema è delicato e rilevante. Nella stessa intervista l'Assessore Casoni si rimetteva alla valutazione del Presidente Cota da farsi, a detta sua, nella giornata di ieri. Noi in quest'Aula chiediamo che il Presidente Cota non faccia come ha fatto la settimana scorsa, cioè non risponda alle questioni che abbiamo sollevato e dica qual è la valutazione su questo pezzo della vicenda che la Giunta regionale fa e quali sono le decisioni che il Presidente della Giunta regionale ha ritenuto e ritiene di dover assumere nel merito delle stesse. Questo perché - ripeto - non accettiamo il contenuto di quell'intervista e crediamo, come si direbbe dalle mie parti, che comunque "il rimedio sia peggiore del buco", nel senso che è veramente uno scadimento del significato e del ruolo della politica immaginare che ciascuno si difenda dicendo che a cena si possono pronunciare le parole che si vogliono, con chi si vuole, tanto poi ognuno fa quello che vuole. Non è così che noi concepiamo la politica e desidereremmo, anche in questa giornata, per molti aspetti, difficile per il Consiglio regionale del Piemonte, che non venga meno, nel rispetto dell'iniziativa della Magistratura e nel rispetto di ciascuna persona, fino a quando non vi sarà un giudizio di condanna, un atteggiamento di forte attenzione e di vigilanza su questo tema.
Pertanto, Presidente, prima che questa seduta abbia svolgimento aspettiamo di avere conferma che, nella seduta di domani, possa - dal nostro punto di vista, debba - aver luogo una doverosa comunicazione da parte del Presidente della Giunta regionale sulla materia.
Vengo alle questioni legate al disegno di legge sull'assegnamento di bilancio.
Credo che una frase utilizzata dal collega Lepri verso la conclusione della propria relazione sintetizzi, sostanzialmente, la vera preoccupazione politica che il Consiglio regionale del Piemonte dovrebbe esprimere nei confronti della politica di bilancio e del provvedimento che stiamo esaminando.
Il collega Lepri ha parlato, ormai, di svuotamento di qualunque significato nella politica di bilancio. È vero, la legge di bilancio e il disegno di legge di bilancio non corrispondono alla reale situazione patrimoniale della Regione e non sono lo strumento attraverso il quale si compiono le scelte politiche sull'allocazione delle risorse.
Quando non si affronta né l'una né l'altra questione, è evidente che viene svuotato di qualunque contenuto e di qualunque significato il provvedimento che stiamo esaminando.
Nel mio intervento vorrei sviluppare tre ulteriori ragionamenti.
Innanzitutto, sul disegno di legge di bilancio per il corrente anno 2012, noi abbiamo posto forti questioni circa la corrispondenza dei documenti votati dal Consiglio regionale con la reale situazione economica e patrimoniale della Regione. Lo voglio ricordare, ma, avendolo già fatto il collega Lepri, vado molto velocemente: veniva iscritto un avanzo di amministrazione di 400 milioni di euro quando tutti avevano la consapevolezza...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, colleghi, è impossibile percepire quanto il collega Reschigna sta presentando. Vi chiedo gentilmente di non interloquire.
Grazie.
Prego, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Noi abbiamo posto una questione legata al fatto che quel documento di bilancio non rappresentasse la reale situazione dei conti della Regione.
Sinteticamente, veniva iscritto un avanzo di amministrazione di 400 milioni di euro quando eravamo tutti nella piena consapevolezza che vi era un disavanzo di amministrazione per il 2011; veniva iscritta la contrazione di nuovi mutui, con cui veniva pareggiata la legge di bilancio, quando i dati di cui eravamo in possesso, sostanzialmente, ci dicevano - la relazione della Corte dei Conti non ha fatto altro che confermare questo elemento - che la Regione Piemonte si trovava nella condizione di non potere più iscrivere nuovi mutui, avendo di gran lunga superato la percentuale massima stabilita dai provvedimenti nazionali.
Allora, riprendo questi elementi per svolgere la seguente riflessione: il disegno di legge relativo all'assestamento di bilancio risolve questo tema oppure no? La mia risposta è molto semplice; qui di seguito cerco di rappresentarla e di motivarla: in parte li risolve, ma ne crea degli altri perpetuando la strada della non corrispondenza tra i documenti di bilancio e l'esatta situazione patrimoniale della Regione. Li risolve perché non fa altro che riconoscere che non è legittimo avere nella legge di bilancio un avanzo di amministrazione di 400 milioni di euro e, sostanzialmente iscrive il disavanzo del 2011 con un'operazione interamente di spostamento sul futuro. Lo ricordava il collega Lepri: non viene ripartito il disavanzo 2011 in tre parti uguali (2012, 2013, 2014), ma sul 2012 viene attribuita una quota pari a 18 milioni di euro, una quota più consistente nel 2013 e il grosso relativamente al 2014.
Però, vorrei evidenziare che il disegno di legge sulla legge di bilancio 2013, che è depositato in I Commissione, compie un ulteriore passo in avanti nell'immaginare che la copertura del disavanzo del 2012 non avvenga come in questo disegno di legge sull'assestamento del bilancio negli anni 2012, 2013 e 2014, ma negli anni 2013, 2014 e 2015.
Cioè, voi usate - non noi - i provvedimenti come un dato da gestire a vostro uso e consumo. Ma non c'è solo questo elemento, ce n'è un altro ancora più pericoloso: con il disegno di legge di assestamento di bilancio vengono rinviate a successivi esercizi spese che sono totalmente di competenza dell'esercizio 2012. Già il collega Lepri ha fatto alcuni esempi. Ricordo il TPL e la sanità, ma potremmo aggiungerne all'infinito: il CSI, il diritto allo studio e le spese relative alle politiche attive sul lavoro.
Il tempo ci ha sempre dimostrato che noi sui conti difficilmente sbagliamo: rinviate qualcosa come 400 milioni di euro di spese di competenza del 2012 sull'esercizio 2013! Non solo mantenete la posta relativa all'iscrizione di un mutuo sul 2013, ma incrementate ulteriormente l'autorizzazione alla contrazione di nuovi mutui, quando avete piena consapevolezza di un fatto: infatti, la Corte dei Conti scrive nella relazione sull'esercizio 2012 che la Regione Piemonte non può contrarre un euro di mutuo, stante la propria situazione.
Allora, con il disegno di legge sull'assestamento di bilancio non c'è solo uno svuotamento, bensì il perpetuare di una politica di bilancio tesa sostanzialmente, ad eliminare qualunque corrispondenza e qualunque reale rappresentazione dell'effettiva situazione patrimoniale ed economica dell'ente all'interno dei documenti di bilancio.
La politica dello spostamento delle risorse da un esercizio ad un altro è giustificabile nel momento in cui si abbia la certezza, o la ragionevole convinzione, che nell'esercizio successivo si avranno maggiori risorse a disposizione, ma non è giustificabile nella situazione che stiamo vivendo perché l'esercizio 2013 sarà ancora più complicato.
Quando, sostanzialmente, un anno fa, abbiamo denunciato che l'esercizio 2013 rischia di rappresentare il punto di rottura...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, colleghi, per cortesia! Non è possibile percepire con la dovuta attenzione quanto il collega sta cercando di esplicitare, per cortesia! Prego, Consigliere Reschigna.



RESCHIGNA Aldo

Quando, un anno fa, abbiamo denunciato che il 2013 rischia di rappresentare l'anno di rottura sulla capacità della Regione Piemonte di garantire - sia pure riformato - un sistema dei servizi all'interno della nostra Regione non eravamo lontani dalla realtà.
Assessore Quaglia, non ci piace passare per il Gruppo o per i soggetti che, oggi, dicono "ve l'avevamo detto", ma noi, veramente, ve l'avevamo detto.
Nel corso di quest'anno riscontriamo e rileviamo che sul bilancio non è stata compiuta alcuna politica strutturale e, probabilmente, nemmeno il prossimo anno questo avverrà.
Termino velocemente con due ulteriori considerazioni.
Per quanto riguarda la prima, con questo disegno di legge di assestamento di bilancio si comincia ad incidere sull'intervento regionale nei confronti della situazione sociale del Piemonte.
E come si incide? Con la norma che, sostanzialmente, elimina l'obbligo percentuale di intervento dell'Amministrazione regionale sulla morosità incolpevole. Quando, oggi, nella legge regionale è stato detto - e l'avete voluta modificare voi, riducendola - che l'intervento regionale sulla morosità incolpevole è pari al 40% dell'importo rilevato e oggi, su questo tema, non avete un euro sulla legge di bilancio? Oggi, nell'articolato del disegno di legge d'assestamento di bilancio prevedete una modifica in base alla quale non c'è più percentuale: s'interviene se ci sono i soldi nella legge di bilancio.
Eccome s'incide sulla situazione sociale della nostra regione! Pertanto, il nostro giudizio - e avremo modo di esprimerlo nei numerosi interventi (ho finito, Presidente, e le chiedo scusa) - è che con questo disegno di legge viene mantenuta una politica di non rappresentazione della reale situazione economica nei documenti di bilancio.
C'è una grande e grave sottovalutazione dei rischi che la Regione Piemonte sta correndo e c'è un'irresponsabilità di comportamento da parte dell'Amministrazione regionale, teso a spostare in là nel tempo il punto di rottura, che, a questo punto, rischia d'essere ancora più drammatico.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie Consigliere, Reschigna.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Poche considerazioni in aggiunta a quanto affermato dal relatore di minoranza - il collega Lepri - e dal Capogruppo Reschigna.
Guardi, per un attimo ho persino temuto che, anche quest'anno, la Giunta e l'Assessore non volessero presentare l'assestamento di bilancio.
Nelle settimane passate abbiamo posto la questione più volte. Lo dico perché - come i colleghi sanno - lo scorso anno quest'Assemblea non ha votato l'assestamento di bilancio e lo dico perché nella discussione del bilancio di previsione 2012 si è teorizzata la possibilità di non presentarlo.
Noi ci opponemmo a quella decisione, sostenendo che l'assestamento fosse un passaggio obbligato, non solo perché è previsto dallo Statuto e dalla legge di contabilità, ma anche perché è uno strumento essenziale per governare la politica finanziaria della nostra Regione.
Constato che quelle osservazioni, che mi sembravano dettate dal buonsenso e dalla ragione, sono state fatte proprie anche dalla Corte dei Conti, la quale, tra le tante cose che ha detto valutando i bilanci della Regione Piemonte, ha sottolineato come la presentazione o meno dell'assestamento di bilancio sia, per l'appunto, un atto necessario. Lo dico perché per settimane questo è stato negato.
Seconda considerazione: come ha ricordato il collega Lepri l'assestamento del bilancio che discutiamo oggi è figlio di quel bilancio di previsione che abbiamo discusso in quest'Aula, in mezzo a mille polemiche, quando il Gruppo del PD sostenne che, in verità, si stesse discutendo un bilancio di previsione non veritiero (usammo questo termine).
Questo scatenò una polemica infinita, al punto che il Presidente del Gruppo del PD decise di presentare una serie di rilievi alla Magistratura contabile.
Oggi, con quest'assestamento, non possiamo fare altro che prendere atto del fatto che, allora, aveva un senso fare quelle affermazioni, per i ragionamenti che hanno formulato il Capogruppo Reschigna e il collega Lepri: il famoso disavanzo, che nel bilancio di previsione 2012 improvvisamente, non c'era e che, invece, risultò evidente quando lo discutemmo e votammo.
chiaro che questo non poteva non avere un riflesso, non solo sulla politica di bilancio e sulle decisioni finanziarie della Regione, ma anche sull'assestamento di cui oggi discutiamo.
Naturalmente, non nego il contesto nel quale siamo chiamati ad assumere le decisioni: un contesto sicuramente complicato, difficile, reso più grave dalle decisioni che hanno assunto i Governi che si sono succeduti alla guida del Paese, riguardanti i minori trasferimenti al sistema degli Enti locali e alle Regioni. Ma, proprio per questo, proprio perché siamo chiamati a gestire una situazione economico-finanziaria ed una politica di bilancio complicate da quelle decisioni e da quei tagli, avrebbe dovuto esserci, da subito, la volontà e la decisione di presentare un bilancio di previsione, e quindi, successivamente, un assestamento, che non partissero da un dato che non era fondato e che era palesemente sbagliato.
Inoltre - e vengo alla terza considerazione - ci sono le questioni che gli altri colleghi hanno ricordato: ci troviamo con un bilancio in cui ovviamente, la nostra capacità d'indebitamento è ridotta a zero.
Durante la discussione sul bilancio e sulla legge finanziaria presentammo un emendamento che stabiliva un limite preciso riguardo alla capacità d'indebitamento, che non può superare il 20%. Noi siamo sopra questa percentuale.
Allora dicemmo - e i fatti, oggi, ci danno ragione - che fu un errore presentare, in quell'occasione, un vincolo di destinazione delle risorse derivanti dall'addizionale IRPEF di competenza regionale. Dicemmo, sempre in quell'occasione, che quella scelta avrebbe ridotto ulteriormente la nostra capacità d'indebitamento, riducendo la base di calcolo della possibilità d'indebitamento.
Sono questioni che la discussione di oggi, in qualche modo, conferma.
Innanzitutto, decidiamo di spalmare sulle gestioni future il disavanzo che abbiamo negato quando abbiamo discusso e approvato il bilancio di previsione; in secondo luogo, decidiamo di spostare nel tempo quelle spese che hanno ricordato i colleghi che mi hanno preceduto, che non sono facoltative, ma che sono un pezzo della politica pubblica di questa Regione.
Ci rendiamo conto di cosa può significare per il trasporto pubblico locale, ad esempio, far slittare alle prossime annualità le spese riguardanti questo settore, per le aziende pubbliche di trasporto, per i servizi, per il governo di queste aziende, per le ricadute che eventuali politiche di questa natura possono avere sulle politiche tariffarie, e via discorrendo? Pertanto, noi oggi paghiamo dazio per avere impostato, sin da subito una politica di bilancio che portava con sé quel vizio d'origine, cui si aggiungono, ovviamente, tutte le altre difficoltà finanziarie. Quella scelta, indubitabilmente, ha pesato e pesa sul modo con il quale affrontiamo la discussione sull'assestamento, ma anche la discussione sul bilancio 2013.
Qui, vengo all'ultima considerazione: è del tutto evidente - come hanno ricordato i colleghi Reschigna e Lepri - che la discussione sul bilancio di previsione del prossimo anno sarà terribilmente complicata, a causa del combinato disposto rappresentato dai minori trasferimenti, dalla sofferenza del bilancio regionale, dalle minori entrate derivanti dal gettito dell'addizionale IRPEF per effetto della crisi economica che investe la nostra regione. È evidente che questo è un circolo vizioso: ho minori entrate, perché c'è una depressione e una stagnazione riguardanti l'economia regionale.
Questa situazione richiederebbe politiche pubbliche capaci di essere un po' ripensate rispetto alla stagione 2010, invece voi non avete cambiato nulla di quelle politiche! Nulla, nonostante il Presidente Cota continui a ripetere, in tutte le manifestazioni cui partecipa, che voi siete la Giunta del Piano per la competitività e del Piano straordinario per l'occupazione! Smettetela! È un disco rotto, ormai! È un disco rotto: non lo dico polemicamente, ma è un disco rotto rispetto alla situazione economica della Regione e ai problemi che noi, invece, avremmo necessità di affrontare anche a parità di risorse, ma cambiando in parte il segno di quelle politiche.
Mi rendo perfettamente conto che vi è un limite invalicabile per quanto riguarda le politiche di spesa e le risorse disponibili, ma è del tutto evidente che la situazione imporrebbe una riflessione circa il modo selettivo con il quale fare alcune politiche pubbliche con le risorse che pure abbiamo previsto a bilancio. Invece, voi decidete di ricorrere anche quest'anno - è un record della Giunta Cota - all'esercizio provvisorio, per il secondo anno consecutivo. Non stava scritto da nessuna parte! L'anno scorso, intervenendo durante la discussione sul bilancio di previsione, ricordai che mentre noi votavamo quei documenti l'ultimo giorno utile, vi erano Regioni italiane (che pure hanno gli stessi problemi finanziari del Piemonte, perché la crisi è generalizzata e i tagli riguardano tutte le Regioni), avevano approvato i documenti di bilancio entro il 31/12, per una ragione semplicissima: perché, ancorché in difficoltà finanziaria, poter disporre di un quadro di politiche economiche e di documenti di bilancio è un fatto significativo per l'economia. Poi discutiamo le politiche, ma intanto è significativo che io spieghi alla Regione con quale politica di bilancio intenda affrontare i piccoli o i grandi problemi che abbiamo di fronte.
Voi, invece, scegliete anche quest'anno la via dell'esercizio provvisorio, che è figlia della decisione di prendere tempo e di rinviare.
Perché siccome il prossimo bilancio di previsione, ben che vada, lo approveremo l'ultimo giorno utile anche quest'anno (credo, per un complesso di ragioni), intanto non decido e sono autorizzato a dire al sistema delle imprese, al sistema delle associazioni e al sistema degli Enti locali che in assenza del bilancio, non posso assumere alcune decisioni. E questo è esattamente il contrario di ciò che la nostra Regione avrebbe bisogno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Colleghi, devo confessare di vivere un momento particolarmente difficile, perché quanto sta accadendo non possiamo far finta che sia una cosa normale: è una situazione gravissima, che tocca non quello cui normalmente siamo abituati (purtroppo, perché sarebbe più facile, anche nel vissuto generale). Chi gestisce - mi riferisco a chi governa - è facile che possa avere la situazione sotto controllo, ma ora viene toccata anche l'istituzione del Consiglio regionale.
Mi auguro, innanzitutto per i Consiglieri che sono stati indicati in quello che è uno strumento di garanzia (l'avviso di garanzia, che normalmente diventa "avviso di colpevolezza"), per l'istituzione e per tutti noi, che tali colleghi possano dimostrare la più completa estraneità e la correttezza assoluta dell'utilizzo delle risorse pubbliche.
Questa situazione, però, tocca il Consiglio Regionale e, quindi, tocca anche il Consigliere Cota, come massimo esponente di chi, eletto Consigliere, viene chiamato alla guida della Regione.
Dopo le vicende che hanno riguardato la Giunta regionale, lui e l'Assessore che è stato toccato dal provvedimento avrebbero dovuto sentire la necessità di venire in Aula, ma non perché glielo chiede l'opposizione cosa che è sempre avvenuta, perché non c'è stata mai situazione in cui un Assessore, toccato da un fatto così grave, e il Presidente di quella Giunta non si siano sentiti in dovere di farlo. Peraltro, ringrazio il Capogruppo Reschigna per aver sollevato il problema, lo ringrazio nel senso più completo del termine, non solo politico ma anzitutto personale, come Consigliere. Perché questo non è un fatto che riguarda il Gruppo del Partito Democratico: è una cosa che riguarda l'onorabilità e la dignità di questo Consiglio regionale, e quindi riguarda tutti.
La mia compagna, che è romana (e non è addentro la politica), ha visto il TG nazionale e mi ha detto: "Ho visto la sala del Consiglio che tu mi hai fatto vedere. Ma sono ladri?", con le fotografie dei colleghi.
chiaro? Quindi oggi è messa in discussione l'onorabilità di questa istituzione. E il principale responsabile del Governo regionale (perch siamo ancora nella fase più addentro che riguarda la Giunta regionale), non sente il dovere - e poi dirò alcune cose nel merito - di venire qui, in questa sede, e fare delle dichiarazioni? L'Assessore relativo competente, com'è sempre successo, anche in frangenti più gravi, non ha la dignità politica e personale di venire qui a fornire informazioni? Si sceglie un'altra sede.
Leggo testualmente un passo dell'intervista, perché questa sarà materia che riguarderà la Procura della Repubblica, gli organi di informazione purtroppo anche noi, i lettori e i cittadini: "Nelle intercettazioni qualcuno l'ha chiamata 'mister 10 per cento', come mai? Su questo prender provvedimenti: sono stato messo alla berlina e non so nemmeno perché, visto che nessuna delle persone che conosco mi chiama così. Poi ho appreso che potrebbe anche trattarsi di un altro Assessore". E qual è l'altro Assessore? Qual è l'altro Assessore? Lo chiederà la Procura questo! E noi non sentiamo il dovere, uno scatto di dignità politica e istituzionale, di chiederlo al Presidente della Giunta? E lui non sente la necessità di venire qua? Vergogna! Io mi sono indignato! Sono indignato, come persona e come Consigliere che un Presidente di una Regione importante come il Piemonte si comporti così con un Assessore che dichiara questo! E non ad una cena in un ristorante, dove, come ha detto il Capogruppo Reschigna, si possono pure dire delle cose, come se per uno che riveste una carica pubblica fosse la stessa roba. Noi - inteso tutti quanti - non siamo la stessa roba! Dichiara bellamente che non è lui "l'altro", è un altro! E chi è l'altro o l'altra (per la parità di genere, colleghi)? Allora, colleghi, vi invito ad uno scatto di dignità istituzionale oltre che politico. Esorto tutti quanti - e non solo l'opposizione, che fa la sua parte - a chiedere che il Presidente Cota venga qui, altrimenti vada a casa. Perché non ci sono vie di mezzo!



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, collega Placido, la invito ad entrare...



PLACIDO Roberto

No, no, entro nel merito, perché riguarda espressamente il bilancio: 450 milioni di euro del bollo auto e 20 milioni spesi bellamente per favorire le aziende di famiglia invece di utilizzare le storiche e mitiche Poste Italiane sono squisitamente materia di bilancio, tanto per chiarire il tema.
E vengo al bilancio, e mi rivolgo alla cara collega Quaglia (la simpatia che nutro per lei è nota a tutti, tanto da poterla dichiarare).
Chiedo informazioni, perché da quanto mi risulta, recentemente sono state fatte due gare per il bollo auto: una è già stata espletata e combinazione, l'ha vinta la GEC un mese fa, per la riscossione coattiva con un'offerta di circa 95% oltre, praticamente gratis. È un'offerta anomala, e per le regole e le leggi della nostra Regione, oltre che del nostro Paese, le offerte anomale vanno annullate e va rifatta la gara.
Avrei chiesto al Presidente della Giunta se l'offerta anomala è stata rigettata ed è stata fatta un'altra gara, ma non come conseguenza di quello che è successo.
Sono curioso di sapere se la gara che invece scade il 18/12 viene annullata o se è valida, visto che riguarderebbe la riscossione del bollo normale.
E ritorniamo ai temi squisitamente di bilancio.
Per quanti anni sono in Consiglio regionale, e sono tanti, una situazione così, che ritengo gravissima, non si è mai verificata.
Cosa deve ancora succedere affinché il Presidente della Giunta regionale senta la necessità, il dovere istituzionale di venire in Aula a giustificare, ad informare - vale anche per l'Assessore Casoni, distinguo sempre gli aspetti personali da quelli politici, e qui parliamo di politica su ciò che ha detto ai giornali? In qualche ristorante, o in altra sede? inaccettabile dover venire a sapere dai giornali. Occorre un sussulto di dignità che porti tutto il Consiglio regionale a chiedere che si venga informati nella sede deputata, cioè l'Aula del Consiglio regionale affinché non si passi tutti per ladri. Sono preoccupato per la facile semplificazione mediatica di cui vi ho fatto un esempio ricordando una persona a me vicina. L'augurio che rivolgo a tutti è quello di uscirne nel miglior modo possibile per la correttezza più assoluta.
Il Presidente della Giunta ha un dovere che va oltre quello che appare sui giornali o che esce in televisione. Dobbiamo essere noi, alzando più o meno la voce, modulando, a chiedere quella che sarebbe una cosa normale? A forza di infrangere le regole e le consuetudini, che sono come le regole qualcuno potrebbe essere indotto a credere che, se può fare una cosa, ne può fare un'altra. Le regole vanno infrante in casi particolari e straordinari, altrimenti otteniamo il risultato che abbiamo sotto gli occhi.
Le indagini della Magistratura non sono finite qui, purtroppo. A breve si scorreranno le lettere dell'alfabeto, non fosse altro perché un Assessore della Giunta ha sostenuto che "mister 10%" sarebbe un altro componente della Giunta regionale.
Affinché si chiuda questo calvario, in assenza di risorse, in assenza di politica saremo costretti - ha ragione il Consigliere Ronzani - a votare il bilancio per emergenza istituzionale-finanziaria ed economica (ci sarebbe molto da dire e molto da cambiare) e per senso di responsabilità. A breve arriverà il commissariamento della Regione sulla sanità, è chiaro.
Forse vale veramente la pena di risparmiare un po' di soldi e dare ai cittadini piemontesi la libertà di poter scegliere un nuovo governo di questa Regione. Sarebbe l'unico modo che il Presidente di questa Giunta regionale avrebbe, con un sussulto di dignità istituzionale oltre che politica, di rendere un servizio al Piemonte e ai piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buquicchio; ne ha facoltà.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Pensavo che si dovesse fare qualche considerazione sull'assestamento ma, inevitabilmente, le considerazioni e le riflessioni dei colleghi che mi hanno preceduto hanno portato su un altro versante.
Penso che non tanto per quanto, ad oggi, si è verificato - che, in sostanza, si è concretizzato in una serie di indagini che la Magistratura legittimamente, sta operando - ma per questioni politiche, come spiegher anche nell'ambito del ragionamento sull'assestamento, la Giunta dovrebbe fare una riflessione e il Presidente Cota dovrebbe prendere atto e valutare se proseguire questo calvario o interromperlo.
Per quanto attiene - apro e chiudo la parentesi - il discorso che fa riferimento alla Magistratura, penso che esistano delle responsabilità sicuramente individuali e personali, lo dico qui ma l'ho detto in altre occasioni, ma ricordiamoci che esistono anche delle responsabilità collettive. Quando alludo alle responsabilità collettive, alludo all'analisi di uno o più sistemi sanciti e creati da qualcuno. Sistemi sui quali si è basata la vita democratica di questo o di quell'altro consesso.
Allora, forse, prima di correre dal gommista quando, tutti i giorni, ci si trova con una gomma bucata dell'auto, c'è da chiedersi se, impiantato in profondità nel cemento del nostro box ristretto dove forzosamente quella ruota anteriore destra finisce tutte le sere quando si posteggia l'auto esista un chiodo. Se esiste un chiodo, il problema è rimuovere quel chiodo.
Contemporaneamente alla rimozione, c'è da chiedersi chi ha messo quel chiodo. Chiudo il riferimento al sistema: il sistema attiene a responsabilità collettive.
Per quanto riguarda l'assestamento, purtroppo, mi dispiace doverlo dire e ripetere, ma la Giunta non ha dimostrato, ad oggi, di essere in grado di superare le difficoltà - mi scusi, Assessore, lo dico con tutto rispetto e simpatia - che le sfide attuali impongono a tutti gli amministratori in questo o in altri consessi.
Lo dico per spezzare una lancia, lo faccio per cortesia: sicuramente questo Governo, o altri Governi, si sarebbero trovati più o meno nelle stesse situazioni, ma quello che è diverso è il modo di reagire: fuori dal palazzo non si percepisce un'apertura alla soluzione delle problematiche ma una chiusura quasi a riccio. Questo attiene, Assessore, anche al problema inerente alla trasparenza degli atti.
Più volte ho citato questo problema, perché più volte sono stati richiesti documenti e atti che, peraltro, attengono alla normale funzione di un Consigliere. Molto spesso, mi verrebbe da dire quasi puntualmente queste richieste sono state disattese.
Non voglio fare ostruzionismo sull'assestamento di bilancio perché non è mia abitudine. Sulle leggi finanziarie non ho mai fatto, da quando siedo immeritatamente in Consiglio regionale, ostruzionismo. Ho sempre cercato in modo propositivo, di proporre qualcosa e magari, come nel caso del credito alle imprese, cercare di farmelo approvare. Anche se poi, una volta approvate, quelle cose restano lettera morta.
Mi sono permesso di presentare due emendamenti che attengono al fronte della spesa sanitaria, lì dove continuo ad insistere, a distanza di mesi (non so quanti mesi sono passati dall'approvazione di quella famosa riforma sanitaria), che le Aziende Sanitarie andavano riformate in un modo diverso e che le Federazioni sono da abrogare.
Relativamente alla spesa sanitaria - non lo dico io, perché se lo dicessi io non avrebbe alcun valore, ma i risultati del Tavolo "Massicci" e la Corte dei Conti - purtroppo non esiste un trend migliorativo, e se risparmio - tra virgolette - si è ritenuto di dover fare, questo ha riguardato il taglio dei servizi e non minimamente la riduzione degli sprechi.
Su questo è necessario riflettere.
Oggi non si dovrebbe più dare tanto peso a trasmissioni televisive come Piazza Pulita, ma mi ha colpito l'ultima puntata, relativamente alla situazione dei servizi sanitari (Pronto soccorsi e via di seguito). Sono un operatore del settore, quindi dovrei essere avvezzo a queste cose, ma è difficile abituarsi.
Abbiamo sempre assistito a tagli orizzontali, ma quello che era stato pubblicizzato in campagna elettorale - l'introduzione dei posti standard come metodo per la ripartizione delle risorse - purtroppo è rimasto lettera morta.
La situazione relativa all'indebitamento non è meno grave: altri 485 milioni di euro di disavanzo nella gestione del 2011 e l'onere della copertura è spostato di anno in anno, negli anni avvenire, magari alla prossima legislatura, alla prossima maggioranza (anche se si avvicina sempre di più la data relativa a questo concetto).
Mi chiedo, in effetti, dove sia finito l'avanzo del 2011, quei 400 milioni di euro. Non lo so dov'è finito, ditemelo! Questo rappresenta un incremento vistoso degli interessi passivi su mutui, prestiti obbligazionari e via di seguito.
Relativamente al punto dei residui passivi, sempre oggetto di un dibattito molto acceso, ricordiamoci che gli stessi si attestano su cifre veramente insostenibili anche per il 2012, a conferma che quanto la Corte dei Conti dice non è sicuramente campato in aria.
Considerato il fatto che le cose non possono migliorare in breve tempo non è difficile ipotizzare che anche per il 2013 saremo nelle curve, e si è molto lontani dai dati del 2008 e del 2009. Questo è un dato di fatto.
Relativamente al Piano casa, riteniamo che non siano sufficienti i cinque milioni previsti in aggiunta.
Per quanto riguarda il diritto allo studio, ricordiamoci che si sarebbe potuta fare un'operazione un po' più coraggiosa che non andare a modificare le fasce di reddito, cercando di far pagare un "cicinin" di più a chi ne ha di più e alleggerire chi non ne ha proprio.
Mi piace rispettare il tempo concessomi: avrei altre cose da dire anche sul fronte del lavoro, ma rinuncio; magari approfitterò del tempo concesso sugli emendamenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Sarebbe interessante seguire le discussioni avvenute in quest'Aula, e anche nell'arco di poco tempo, da quando, nella scorsa settimana, abbiamo iniziato a discutere di spending review, a quando oggi interveniamo in discussione generale sull'assestamento di bilancio, perché bisognerebbe provare a mettere insieme i ragionamenti e non trattarli come se fossero compartimenti stagni.
Comprendo che l'opposizione utilizzi modalità e toni differenti rispetto ai singoli provvedimenti, però, se è in parte vera (facciamo finta che sia totalmente vera) l'analisi che fanno alcuni colleghi dell'opposizione rispetto al procrastinare alcune spese nell'esercizio di bilancio 2013, è altrettanto vero che questa Regione, questa Giunta e la maggioranza che lo sostiene, dovrebbero porsi il problema - ma mi permetto di dire, anche i rimanenti colleghi che siedono in Consiglio, non solo chi sostiene la maggioranza - di affrontare un'ipotesi di bilancio del 2013 che sia compatibile con le analisi fatte dal Consigliere Reschigna o dal Consigliere Ronzani.
Quando dicevano che è stato fatto uno slittamento di più di 250 milioni nel 2013, è vero, perché oggetto dell'assestamento. Quando si dice che una parte del buco è ereditato - la parte più consistente riguarda il 2013 perché solo 18 milioni nel 2012 e 200 riguarderanno il 2013 - è altrettanto vero.
Quando si dice, altresì, che non possiamo più fare nuovi mutui, è altra cosa vera.
sufficiente fare la somma per capire quali saranno le necessità economiche di cui avremmo bisogno, di cui questa Regione, non dico neanche questa maggioranza, avrà bisogno nel 2013: 272 più 200 più 282, cioè circa 800 milioni di euro che, se trovati, serviranno per scrivere un bilancio identico a quello del 2012, con le criticità che già il bilancio del 2012 ha avuto, perché ha tagliato alcune centinaia di milioni rispetto al bilancio dell'anno precedente, per poterne consentire la chiusura.
Se vogliamo trovare una positività nell'esercizio del 2012, rispetto agli ultimi sette anni, è vero che chiudiamo con 282 milioni di euro di indebitamento, ma è altrettanto vero che è la cifra più bassa dal 2002 ad oggi. Dopo dieci anni di incremento dell'indebitamento, un po' perché è impossibile indebitarsi di più, come unico dato - se vogliamo, positivo vi è questo risultato.
Se sono vere le considerazioni che ho esposto, che non sono altro che il frutto delle osservazioni fatte da alcuni colleghi dell'opposizione, è evidente che non prospettandosi un 2013 in cui aumentano i trasferimenti dello Stato ma, anzi, diminuiranno, o un 2013 in cui avremo una discesa delle spese per l'indebitamento, che rimangono sostanzialmente identiche quegli 800 milioni di euro andranno ad ogni modo reperiti.
Com'è noto, noi ci siamo permessi di indicare alcune misure - la vendita radicale delle società partecipate, la riduzione della spesa del personale e la costituzione dei fondi patrimoniali in sanità e non - per provare ad arrivare a quegli 800 milioni di euro sufficienti.
Personalmente, non credo neppure che quelle tre misure, così come prospettate, siano sufficienti ad arrivare a quella cifra, però sarebbero comunque una riduzione di spesa fissa, o un gettito derivante da maggiori entrate, già significativo.
Se non si può toccare la spesa del personale, perché è un motivo su cui, come hanno detto il collega Placido ed altri colleghi nella scorsa seduta di Consiglio ("Su questo presenteremo centinaia di emendamenti quindi lo dovrete stralciare"), nel 2013, la spesa del personale rimarrà identica a quella del 2012.
Se affrontiamo il tema delle società partecipate - ed è sufficiente leggere gli emendamenti presentati dal Partito Democratico in sede di I Commissione, relativamente al mantenimento e alla non cessione delle società partecipate - vorrei e vorremmo che sia dalla Giunta, ma anche dai colleghi dell'opposizione, ci indicaste qual è la soluzione, perché delle due l'una. O prospettate una soluzione che sia differente, che non tocchi il personale, che venda un numero limitato di partecipate, che proceda in modo differente e graduale rispetto ai fondi patrimoniali, e quindi una manovra differente che però vorremmo capire, perché oggi non esiste e non c'è una proposta alternativa. Oppure, molto più semplicemente, si gioca al tanto peggio, tanto meglio, cioè molto più semplicemente l'opposizione fa il suo mestiere, dicendo alla Giunta: intanto difendo posizioni consolidate e conservative, non si tocchino i dipendenti perché il sindacato è una cinghia di trasmissione per noi importante, non si vendano le società partecipate perché i colleghi alessandrini hanno presentato gli emendamenti affinché non si vendano le Terme di Acqui, la Tenuta Cannona, i colleghi cuneesi affinché non si tocchi l'aeroporto di Cuneo o altro, i colleghi di altre Province affinché non si vendano altre partecipate.
Quindi, sta alla Giunta e alla maggioranza - e noi non siamo né in una né nell'altra parte - capire se vogliono morire di inedia, così come vuole l'opposizione, e quindi non improntare alcuna misura strutturale che ci consenta per il Piemonte (non alla maggioranza), ma che consenta di attuare per il 2013 misure che siano di tenuta e riordino delle spese e riduzione delle spese fisse per motivi banali, che sarebbero ad esempio quelli di pagare i fornitori, le farmacie, il personale e tutti i soggetti che oggi vantano un credito nei confronti della Regione, e anche magari usare un po' delle risorse razionalizzate, risparmiate e tagliate per investirle anche in sviluppo.
Perché noi non possiamo continuare ad utilizzare una logica, che è stata quella utilizzata dal 2010 ad oggi, che consente di chiudere i bilanci con due leve, da una parte quella dell'indebitamento ancorch diminuito, dall'altra parte quella del taglio prevalentemente degli investimenti.
Sta nelle mani principalmente della Giunta e della maggioranza capire che cosa vogliono fare: se morire di morte certa nella contentezza dell'opposizione, che però si fa responsabile del fatto che non paghiamo i fornitori, perché se non facciamo una misura di razionalizzazione delle spese, di vendita delle partecipate e di capitalizzazione del patrimonio pubblico, è evidente che continueremo a non pagarli e che il debito che oggi abbiamo crescerà nell'anno 2013.
Però, se tutto ciò è comprensibile - anche se si è responsabili, visto che è un termine che oggi viene molto utilizzato nella scena nazionale anche con qualche senso di correttezza - credo che non si possa essere responsabili nei confronti della Regione.
Sta quindi a questa maggioranza e alla Giunta decidere che cosa vuole fare in tempi rapidi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Di riflessioni relativamente all'assestamento di bilancio del quale stiamo parlando ne sono già state fatte dai colleghi.
Mi permetto di soffermarmi su due considerazioni. la prima è che faccio notare che l'anno scorso non abbiamo approvato l'assestamento di bilancio e quest'anno ne stiamo parlando a fine dicembre in un quadro non consono a quello che dovrebbe essere lo strumento che nell'ordinario è l'assestamento di bilancio. E lo stiamo facendo, tra l'altro, in una situazione nella quale non abbiamo ancora neanche lontanamente iniziato a ragionare di bilancio preventivo 2013.
Credo che questo dica già di per sé tanto della modalità della quale stiamo affrontando una situazione che è oggettivamente complessa. Non sono qui a dire che i problemi non esistono e che basterebbe un migliore punto di vista o qualche opinione più corretta per affrontare i problemi. I problemi esistono e oggettivamente sono tanti.
Credo che sia non inutile in questa fase ricordare che molti dei problemi che stiamo attraversando sono legati ad una situazione gravissima conseguenza della drastica e drammatica riduzione dei trasferimenti e della ritardata erogazione degli stessi in termini di cassa che dallo Stato centrale arrivano alle Regioni. Voglio ricordare che larga parte di queste situazioni sono ancora conseguenza delle due manovre estive del 2011, delle quali ricordo che sono quelle manovre che furono definite, a suo tempo, dal Presidente Cota come un sostanziale positivo approccio di razionalizzazione delle spese inutili che esistevano all'interno del sistema degli Enti pubblici in questo Paese.
Credo che quei toni trionfalistici di necessaria assonanza tra i vertici nazionali e i vertici regionali ci stiano adesso presentando un conto di quello che era quella necessaria razionalizzazione che il Presidente Cota invocava come positiva in quel momento.
Così come credo che molti dei guai che stiamo vivendo in questo momento sulla sanità siano nient'altro che la conseguenza della firma di quel piano di rientro che fu firmato nell'autunno del 2010, in piena sintonia tra l'allora Governo Berlusconi e la Regione Piemonte, situazione drammatica che è calata sulla sanità e che sta causando tutti i disservizi e le conseguenze negative che oggi stanno colpendo la nostra regione.
Credo che sia non inutile ricordare questo, perché altrimenti facciamo sempre riflessioni a puntate che fingono di non sapere da dove arrivano i problemi che ci stanno pesantemente colpendo.
Tra l'altro, dico solo che una delle conseguenza del draconiano piano di rientro a suo tempo firmato, ma che poi ovviamente non siamo stati in grado di ottemperare pienamente, è una delle motivazioni per le quali ingenti risorse che spetterebbero alle Regioni continuano a tutt'oggi ad essere bloccate presso il Ministero delle Finanze e il Ministero della salute e che ci cagionano non soltanto questo ma problemi sulla liquidità e su tutto il nostro sistema.
Credo che questo tipo di contesto e questo tipo di quadro sia l'ambito nel quale siamo chiamati a muoverci e siamo chiamati a muoverci sicuramente con il bilancio di assestamento del quale stiamo discutendo, ma anche con le manovre a questo collegate a cui faceva riferimento il collega Vignale cioè da una parte con la spending review, dall'altra con il piano di razionalizzazione complessiva e riorganizzazione delle partecipate.
Su questo voglio spendere solo una parola che credo sia non inutile ricordare.
Ogni tanto ho la sensazione - e credo che sia più di una sensazione cioè che sia un'opinione abbastanza confermata e consolidata non soltanto nel sottoscritto, ma in molti cittadini che guardano quello che accade in questo momento - che questa Regione si stia muovendo senza avere un'idea minima di dove complessivamente sta andando a parare con il quadro complessivo dei provvedimenti che sta mettendo in atto. Nel senso che non si capisce e non si coglie qual è l'obiettivo strategico di razionalizzazione che la Regione vuole mettere in campo.
Guardando al quadro degli interventi che la Regione ha immaginato sulle partecipate, mi chiedo qual è il disegno.
Mi sono occupato in passato di agricoltura e cito due questioni molto semplici. Negli ultimi due anni la Regione ha acquisito dalle Province e da altri soggetti le partecipazioni che erano in capo al MIAC di Cuneo (il Mercato Agro-alimentare di Cuneo), al CRESO e ad altri soggetti e adesso annuncia, dopo avere acquisito le partecipazione degli altri enti pubblici che le metterà sul mercato.
Mi chiedo qual è il disegno, perché delle due l'una: o un anno e mezzo fa aveva un senso acquisire e concentrare sulla Regione queste partecipazioni, o adesso ha un senso mettere le partecipazioni sul mercato.
Le due cose insieme mi suonano come un qualcosa di indefinibile, dal punto di vista degli obiettivi messi in campo.
Inoltre, mi chiedo che senso ha mettere sul mercato soggetti che è del tutto evidente che sul mercato non ci vanno a fare nulla. Un soggetto come CRESO fa ricerca di sostegno allo sviluppo e all'innovazione tecnologica di un settore: voglio capire chi è che compra un soggetto del genere, perché è un soggetto di pura spesa, ma è anche un soggetto fondamentale per la prospettiva economica di un settore che vale 140 milioni di euro l'anno in questo nostro territorio.
Personalmente, fatico ad intravedere un disegno che abbia un senso.
Ritengo giusto che la Regione si ponga l'obiettivo di razionalizzare e di riflettere sulle attività strategiche, ma in un'ottica nella quale ciò che è strategico può essere ridotto al minimo indispensabile e non smantellato.
Voglio sperare che tutti in quest'Aula siamo convinti che non stiamo liquidando un patrimonio per poi chiudere baracca e burattini, ma stiamo immaginando di concentrare e ridurre le spese e i costi per superare un momento di difficoltà, che guarda al domani per tornare a crescere investire e far sviluppare tutti i comparti economici.
Se operiamo in questo modo, senza criteri, senza regole, con tagli indiscriminati, mi chiedo: quando partirà la ripresa, noi cosa faremo? Avremo distrutto interi settori e interi comparti. Allora credo che adesso l'occasione della discussione del bilancio di assestamento, collegata agli altri provvedimenti che viaggiano al suo fianco, debba essere inquadrata all'interno di un contesto che tenga conto della situazione che è intorno a noi, ma anche della prospettiva; prospettiva che deve essere tale da garantire a questo nostro territorio la possibilità di riscommettere sul futuro, perché altrimenti chiudiamo tutto, andiamo a casa e buonanotte. Ma in questo modo penso che non faremmo un gran bel servizio al Piemonte e ai piemontesi.
Credo che in quest'ottica anche tutti i ragionamenti che i colleghi hanno espresso sulla necessità di non mettere la polvere sotto il tappeto e far finta che i problemi non esistano rispondano a questa logica. Noi siamo nelle condizioni di affrontare i problemi che ci sono e di compiere le scelte che è necessario fare soltanto se abbiamo un quadro di riferimento certo; se continuiamo a fingere di non cogliere l'insieme del quadro, se continuiamo a muoverci in una indefinitezza di cifre e di regole (cosa che negli interventi che hanno svolto i colleghi appare in modo assolutamente evidente), non siamo neanche in condizione di fare le scelte, perché non sappiamo quali fare.
A mio parere, il primo passo che va nell'ottica di provare a costruire una prospettiva per la nostra regione complessivamente e per l'Ente Regione, che di questa regione è l'interprete istituzionale maggiore, credo sia questo: partire da cifre certe, dati certi, nel pieno rispetto delle regole, e poi fare delle scelte e spiegarle in modo chiaro e razionale. In questi mesi, c'è sempre stata e continua ad esserci la piena disponibilità anche delle opposizioni a contribuire a questa riflessione. Quello che non riusciamo a capire è l'indefinitezza del percorso, l'incertezza sui dati un rispetto teorico e virtuale delle regole che non aiuta ad affrontare in modo positivo la situazione di difficoltà che siamo chiamati ad affrontare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Vorrei subito sgombrare il campo da una questione, perché il collega Vignale faceva un cenno ad alcuni emendamenti presentati sul provvedimento dell'Assessore Maccanti che riguardano la partecipazione della nostra Regione in alcune società.
Non ho presentato nessun emendamento per quanto riguarda le Terme di Acqui; ho presentato alcuni emendamenti che riguardano la partecipazione della Regione in diverse società che si occupano di logistica, perché penso che la Regione Piemonte debba ancora avere un ruolo nella logistica, in particolar modo per quanto riguarda il territorio della provincia di Alessandria nel rapporto con la Liguria, specialmente con il porto di Genova.
Ho presentato solo questi emendamenti e non ho presentato emendamenti che riguardano le Terme di Acqui, che è un'altra questione. Non vuol dire che il Gruppo del PD vuole mantenere la situazione com'è adesso: vogliamo cambiarla, naturalmente siamo disponibili a discutere, ma ovviamente non possiamo concordare su tutte le proposte avanzate dalla Giunta.
Penso che la Regione Piemonte debba ancora avere un ruolo in alcune partecipate o in alcune società, in particolar modo - ripeto - per quanto riguarda le società che si occupano di logistica nella provincia di Alessandria. Abbandonare quel terreno significherebbe chiudere le porte ad un settore importante per lo sviluppo del territorio piemontese specialmente del sud Piemonte.
Potrei aggiungere che siamo d'accordo anche sulla questione di arrivare ad una fondazione che si occupa della ricerca e della sperimentazione in campo agricolo, ma vogliamo sapere il futuro della Cannona o della struttura del Cuneese, per esempio per quanto riguarda i dipendenti, per quanto riguarda la logistica, insomma per quanto riguarda le situazioni particolari (ribadendo che siamo d'accordo sulla possibilità di formare una o più fondazioni che si occupino del problema).
Questa è la questione: volevo chiarirla perché mi sembrava opportuno ma avremo ancora occasione di poterne discutere quando il provvedimento arriverà in Aula.
La seconda considerazione - insisto sempre su questo perché credo che non sia irrilevante - è la questione dei tempi. Siamo alla fine dell'anno e stiamo discutendo dell'assestamento di bilancio e non del bilancio di previsione. Non è un fatto secondario, è un fatto che pesa nell'attività programmatoria della nostra Regione; pesa per quanto riguarda la gestione del nostro bilancio. E il fatto che arriviamo alla vigilia di Natale, alla fine dell'anno a discutere dell'assestamento e non del bilancio di previsione, scusate, è un fatto non irrilevante.
Credo che questo aspetto sia molto importante: significa che abbiamo un ritardo nella gestione del bilancio della nostra Regione e ci portiamo sulle spalle questo ritardo e ogni anno spostiamo in avanti le date di approvazione dell'assestamento di bilancio e del bilancio di previsione.
Scusate se insisto su questo, ma lo considero un fatto importante dal mio punto di vista.
Poi, certo, ha ragione il collega Lepri, che ha svolto la relazione di minoranza, a dire che, in qualche modo, quest'Aula ha possibilità minime di incidere sulle politiche di bilancio. Quando parliamo di queste questioni mi verrebbe voglia di ripetere l'esperienza che aveva fatto la collega Cotto nella scorsa legislatura: prendere (tra virgolette) la parola e poi tacere per dieci minuti. Ciò perché, appunto, non so quanto possiamo incidere sulle politiche di bilancio e quindi non so quanto vale insistere su alcune questioni. Ma tant'è, è il nostro ruolo di opposizione.
Avanziamo anche delle proposte alternative rispetto a quelle avanzate dalla maggioranza e dalla Giunta, e credo che questo sia il nostro ruolo.
In una situazione di difficoltà economica come quella che stiamo vivendo e con le difficoltà relative alle scarse risorse che vengono stanziate dal Governo centrale nei confronti del sistema degli Enti locali quindi anche delle Regioni, è evidente che noi dobbiamo saper affrontare questa situazione e, nel momento in cui affrontiamo una situazione come questa, dobbiamo stabilire delle priorità.
Penso che ci siano alcune priorità estremamente importanti; poi, se andiamo a vedere le competenze della Regione, è chiaro che tutto è importante per quello di cui si deve occupare: è importante la questione della cultura, come è importante la questione del lavoro, e via dicendo.
Però bisogna stabilire alcune priorità ed evitare di giocare sulle questioni, come abbiamo fatto alcuni mesi fa, per esempio, stabilendo che una quota dell'IRPEF doveva essere destinata alla cultura. Adesso discuteremo se ciò è avvenuto, se ciò avverrà, però non si può giocare su queste questioni! Secondo me, tra le priorità annoveriamo l'emergenza sociale. Vorrà dire qualcosa - sono i dati che abbiamo letto ancora oggi e questa mattina sui giornali - che il 25% della popolazione italiana sta entrando - anzi, è entrata - nella soglia della povertà.
Anche qui, in Piemonte, la situazione è tale per cui credo che l'emergenza sociale sia l'emergenza di chi oggi non riesce a fare fronte alle spese e non riesce ad avere un reddito in grado di garantirgli una vita normale. Questo è un problema. Invece, quando si sceglie di diminuire il fondo sociale per la morosità incolpevole credo che la colpa sia della Giunta e della maggioranza, che scelgono di diminuire le risorse su questo capitolo.
Come abbiamo già detto più volte in Aula, è evidente che la prima questione che si pone all'interno di una famiglia è data dal non riuscire a pagare l'affitto di una casa popolare. Siccome quell'affitto è già calmierato, è evidente che quella famiglia è in grave difficoltà dal punto di vista sociale ed economico.
Scegliere di diminuire questo fondo è sbagliato e noi lo contestiamo lo abbiamo fatto in Commissione, lo facciamo in Aula.
Dobbiamo prestare attenzione all'individuazione delle priorità quale quella dell'emergenza sociale e del lavoro, oppure quelle relative ad altre questioni che riguardano la vita quotidiana delle famiglie piemontesi.
Ecco perché contestiamo, come abbiamo fatto, alcune scelte. Ecco perch abbiamo contestato l'impostazione del bilancio di previsione 2012. Ecco perché contestiamo che si continuino ad affrontare alcuni temi, scegliendo per esempio, di spostare, come denunciato dai miei colleghi, alcuni impegni sull'anno successivo. Proseguendo in tal senso si arriverà ad un punto di crollo, che dovremo prepararci ad affrontare, se questa è l'impostazione che la Giunta vuole dare alle politiche di bilancio della nostra Regione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Muliere.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Mi unisco alle considerazioni svolte dai colleghi in una giornata che possiamo definire non troppo normale per questo Consiglio regionale, per tenendo presente che questo Consiglio regionale, ultimamente, non sta vivendo giornate normali. Anche nel disinteresse generale, credo che plasticamente, il fatto che la Giunta sia qui rappresentata solo dalla povera Assessore Quaglia, senza alcun altro componente, dia l'idea dello stato attuale del Governo della Regione e di questa maggioranza.
Riprendendo le considerazioni svolte da alcuni colleghi in precedenza oggi, qui, avrebbe dovuto esserci il Presidente Cota, proprio per la complessità del momento che stiamo vivendo. Noi stiamo discutendo dell'assestamento di bilancio, quindi la responsabilità è dell'Assessore però anche le altre vicende meritano attenzione.
Adesso è arrivato un altro Assessore; però, per quanto siano rappresentativi due Assessori, nello specifico donne, avremmo gradito la presenza anche del Presidente Cota, in quanto ci sono alcune vicende che incidono sul bilancio. Infatti, ne abbiamo discusso e il Consigliere Reschigna ha chiesto comunicazioni in merito; c'è la questione del bollo auto che deve essere ulteriormente approfondita.
chiaro che, anche qui, non ci lanciamo in richieste di dimissioni specifiche, in quanto, prima, la giustizia deve fare il suo corso, per crediamo che vi sia l'esigenza di un chiarimento in una situazione assolutamente confusa. Infatti, stiamo discutendo di un atto importante quale l'assestamento di bilancio a fine anno - è una discussione che già di per sé risulta non temporalmente situata nel momento giusto - ma poi all'o.d.g. abbiamo almeno altri due provvedimenti che hanno ripercussioni sul bilancio, quali la spending review e la riorganizzazione delle partecipate.
Ne abbiamo discusso approfonditamente in Commissione, però credo valga la pena comprendere meglio come l'assestamento di bilancio si integri con gli altri atti, in quanto, per esempio, per quanto riguarda la spending review - che, forse, a questo punto, esamineremo il prossimo anno - avremo come definito dal Presidente Cota, l'elaborazione di un piano. Però, non sappiamo se sarà un nuova spending review o un piano che modificherà l'attuale proposta.
chiaro che stiamo vivendo un momento particolare e, comunque, la Regione Piemonte non è così distante dalle vicende nazionali. Al di là delle considerazioni del Presidente Monti sullo spread, personalmente mi preoccupano molto di più i dati ISTAT che, ancora oggi, per esempio, davano l'indicazione di una percentuale sempre più grande di famiglie italiane a rischio povertà. Questo elemento ci preoccupa più dello spread. Pertanto pensiamo che anche questa Regione debba porre delle priorità in relazione a questa situazione. Tra l'altro, il Piemonte è tra le regioni del Nord in maggiore difficoltà economica.
Qui affrontiamo sempre - anche con solerzia da parte della Giunta diverse crisi aziendali, però la questione è comprendere, a fronte di risorse più scarse, come affrontare queste priorità.
Francamente, nelle indicazioni provenienti dall'assestamento e anche rispetto agli altri due atti, cioè la spending review e il riordino delle partecipate, non vediamo un'indicazione. Già lo abbiamo detto in Commissione, ma lo riprendiamo anche in questa sede. Per esempio, il piano partecipate potrebbe essere l'occasione per comprendere quali priorità la Regione si dà nell'ottica di politiche industriali. Invece, tutto il piano è stato affrontato semplicemente facendo quasi una lista della spesa delle aziende che sono partecipate dalla Regione, provando ad ipotizzare degli accorpamenti o degli scioglimenti, ma senza indicare dei criteri da mettere in atto. L'unico criterio è provare effettivamente a monetizzare, quindi provare certamente a rispondere alle indicazioni date nazionalmente dalla spending review e provare a fare un po' di cassa, niente di più.
Le priorità e l'emergenza che stiamo vivendo richiederebbero altri tipi di provvedimenti. Così come abbiamo all'interno dell'assestamento una non individuazione delle priorità rispetto al sociale e anche alla sanità. Per esempio, vorremmo comprendere quali saranno le azioni successive in merito alla riorganizzazione del sistema sanitario, che i dipendenti dell'ASL TO1 hanno dichiarato di occupare la sede della Direzione regionale per protesta, anche in relazione alla chiusura dell'Ospedale Valdese.
Certo, questo non ha attinenza con l'assestamento di bilancio, ma dà l'idea di quanto questo Governo stia andando "a vista", senza avviare un'interlocuzione con i soggetti esterni e creando sicuramente un grosso malcontento. Credo sia capitato un po' a tutti di percepire che per l'opinione pubblica questi ultimi provvedimenti sono considerati molto negativamente.
A questo punto, non so con quale forza possiamo portare avanti la nostra istanza, ma chiediamo di fare un passo indietro, anche perché in questo atto non vengono definite delle priorità.
Noi abbiamo presentato una serie di emendamenti che sono in linea con quelli presentati nella discussione degli altri assestamenti di bilancio in modo da individuare alcune priorità, che sono poi quelle recepite dalla maggioranza nella discussione degli altri assestamenti.
Pertanto, i nostri emendamenti non sono in un'ottica ostruzionistica ma provano a ridefinire alcune poste.
Pensiamo, però, che la discussione dovrebbe essere più ampia. Ci troviamo - questo è un po' il nostro cruccio - a riprendere alcune questioni un po' come un disco rotto, e quando le si ripete continuamente forse assumono meno valore. Purtroppo, vengono ripetute anche dai componenti della maggioranza, singolarmente o nell'insieme. Noi non vediamo né il governo della regione né quella coesione che ieri è stata individuata dal Presidente del Consiglio regionale né quella lucidità nel prospettare le azioni.
Pertanto, andremo avanti nella discussione, un po' stanca, di questo provvedimento, non sapendo quali saranno le azioni successive.
Francamente crediamo che questo sia anche un modo per delegittimare ulteriormente la nostra Istituzione, che sembra non avere neanche un obiettivo preciso.
Vorremmo uno scatto di reni, anche uno scatto d'orgoglio, da parte della Giunta, nel definire, non come semplici annunci, ma concretamente quali sono le priorità e quali azioni intende mettere in campo, perché non ravvisiamo una linea condivisa.
In questo senso, crediamo che sia arrivato il momento di mettere la parola fine a quella che è, ormai, un'avventura logora.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cerutti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
I miei colleghi, a partire dal relatore Lepri, hanno già dato i numeri nel senso che hanno già illustrato i numeri - con le critiche che si portano dietro - relativi al provvedimento di assestamento che esaminiamo oggi.
inutile ripeterli: penso che il dato più significativo sia la consapevolezza, oggi, che tutti noi - senz'altro noi di opposizione, ma penso anche tutta la maggioranza - quando discutevamo del bilancio di previsione, parlavamo di un bilancio fittizio, perché sapevamo che questo bilancio conteneva degli avanzi riferiti all'esercizio 2011 che non c'erano, e che qui, nell'assestamento, si manifestano come disavanzi.
Prevedevamo, inoltre, dei ricavi da alienazione di patrimoni che non ci sono stati e già qui, in assestamento, i ricavi si riducono da 265 a 62 milioni. Prevedevamo dei residui attivi, su cui la verifica, nonostante un incarico ad una prestigiosa società di consulenza, non c'è stata, per cui l'accertamento di questi residui attivi rischiamo di averlo alla fine della legislatura. Non sapevamo - ma l'Assessore Quaglia e i suoi colleghi ce l'hanno riservata come sorpresa in questa fase di assestamento - che alcune spese di competenza 2012 sarebbero slittate agli anni successivi.
Allora, che dire? I colleghi hanno già dato conto di questi numeri.
Sostengo che ci troviamo in una situazione in cui abbiamo omesso la realtà: l'abbiamo, in modo malaccorto, nascosta.
La verità sta venendo a galla prepotentemente e noi stiamo facendo di tutto per evitare di operare il malato, spostando il problema agli esercizi successivi.
Siamo tutti consapevoli che il 2013 sarà l'anno del redde rationem l'anno in cui alla fine i nodi arriveranno al pettine e dovremo trovare finalmente, una soluzione.
Ad esempio, riguardo ai trasporti, se volessimo sanare tutte le somme non pagate, le spese di competenza degli anni precedenti non ancora saldati dalla Regione, più quelle di competenza dell'anno prossimo, dovremmo capitalizzare sull'UPB 12041 circa 900 milioni, che ovviamente non ci saranno.
Oggi, cioè, stiamo fingendo di non vedere un problema che abbiamo denunciato a inizio anno, che adesso denunciamo con maggiore vigore, ma che l'anno prossimo sarà drammatico.
Ritengo che questa Giunta abbia la responsabilità di tutto questo.
In un'Aula ormai disattenta, con un Presidente - come sempre - non presente, un Presidente latitante (forse mai come ora questo termine suona opportuno), mi permetto di leggere, anche per cercare di attirare la curiosità dei colleghi, alcune dichiarazioni che il Presidente Cota fece in una delle sue rare apparizioni in quest'Aula, un'apparizione che non poteva non fare: quella del 3 maggio del 2010, quando fece il suo discorso inaugurale.
Quel discorso aveva delle parole d'ordine. Le riprendo due anni e mezzo dopo - a metà legislatura - perché ritengo che indichino quello che è stato fatto e che non è stato fatto in questi anni.
Prima parola d'ordine: "Penso che il Consiglio regionale" - dice il Presidente Cota - "sia una sede alta di dibattito politico, quindi, nella mia azione di Presidente della Regione, cercherò in ogni modo di valorizzare il ruolo e la funzione del Consiglio regionale. Per questo sono sicuro che il rapporto sarà di franca e leale collaborazione". Lo dice un Presidente che, nel corso della storia di quest'Assemblea legislativa, è stato - ritengo - da guinness dei primati, per il numero di presenze, al ribasso, in quest'Assemblea legislativa.
Seconda parola d'ordine: "Parlo di Squadra Piemonte". Dice il Presidente: "Squadra Piemonte: grande aspettativa in Piemonte che viene dalla gente verso di noi. Non vogliono sentirsi dire o raccontare frasi di circostanza: vogliono risposte e sono lì che le aspettano. Che cosa c'è bisogno di fare? C'è bisogno di far ripartire il Piemonte. Per farlo bisogna fare squadra. Questa squadra deve essere composta un po' da tutti: deve essere composta dalle Istituzioni, dalle categorie economiche sociali, e avanti di questo passo".
Un altro grande fallimento. Questa squadra oggi non c'è! Questa Giunta e questo Presidente sono delle monadi che vagano nel "pianeta Piemonte" sempre più sganciate dalla realtà e da un rapporto positivo con i soggetti che operano in questa regione.
Terza parola d'ordine: ruolo politico. Dice il Presidente Cota: "Il rilancio del Piemonte deve ripartire dal far recuperare a questa nostra straordinaria regione un ruolo politico. Noi ci sentiamo un po' dimenticati: questo è vero. Io voglio mettere a disposizione anche la mia esperienza politica e parlamentare per questo lavoro. Ho partecipato alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e alla Conferenza Stato-Regioni. Si dice che il Piemonte ha ottenuto poco finora. Certo, ma noi che cosa abbiamo fatto? Abbiamo fatto tutto il possibile? Cercherò di fare tutto il possibile per ottenere di più".
Devo dire che se la Giunta precedente non aveva fatto tutto il possibile, il contributo del Presidente Cota ci è parso addirittura negativo, nel senso che invece di ottenere di più, siamo regrediti dal punto di vista dei trasferimenti e della contribuzione.
Ulteriore parola d'ordine: articolo 116 della Costituzione. "Ne abbiamo discusso in campagna elettorale. Certo, mi affascina l'idea che il Piemonte possa avere ancora nuove competenze e percorrerò questa strada, che ovviamente farò conoscere al Consiglio regionale".
desaparecido! Questa strada non solo non è stata percorsa, ma ad oggi, come dimostra il bilancio di assestamento, non abbiamo nemmeno le risorse per esercitare le competenze storiche.
Dulcis in fundo, "poi c'è la riforma della macchina regionale - quinta parola d'ordine - la sburocratizzazione della macchina regionale".
Ancora, "Sarà anche una semplificazione dell'apparato burocratico della Regione Piemonte. Quando un cittadino si rivolge ad un ufficio della Regione, un operatore economico o un agricoltore deve trovare un sistema snello ed efficiente che aiuti e che non si ponga come un nemico". Questa sarà un'altra grande sfida, quella di semplificare e di burocratizzare".
Dice Cota: "Come è possibile che, quando vado a prenotare un esame specialistico, mi fanno una carta e poi devo recarmi di persona? Perché non posso prenotare direttamente, magari andando dal mio medico di base?".
Tutto questo dov'è, Presidente Cota? Veniamo al lavoro. Dice il Presidente Cota: "Bisogna costruire delle opportunità di lavoro" - su questo siamo d'accordo " - Sarò un buon Presidente della Regione se in questi cinque anni sarò riuscito ad aumentare il numero degli occupati e a ridurre il numero dei disoccupati".
Vorremmo capire qual è il bilancio di metà mandato del Presidente Cota che prosegue nel suo intervento dicendo del suo incontro con l'Amministratore Delegato della FIAT: "Ci sarà un rapporto molto franco però quello che mi interessa è che la FIAT aumenti in questi cinque anni i posti di lavoro in Piemonte, non che li diminuisca per andare via altrimenti ci sarà un atteggiamento ostile".
Dov'è andato, Presidente Cota.
A proposito dell'incontro con Marchionne, dice anche: "Devo dire che se il buon giorno si vede dal mattino, saranno cinque anni di lavoro proficui, perché ho percepito un idem sentire".
Dovrei dire che il Presidente "non ci azzecca".
Passiamo alla sanità. Dice Cota: "Penso alle cure odontoiatriche, che sono state un impegno preso in campagna elettorale", cioè quelle di passarle attraverso il servizio sanitario: ne avete più sentito parlare cari colleghi? Veniamo ai trasporti. Dice Cota: "Oggi abbiamo un sistema di trasporto locale che è alla deriva. Allora, bisogna fare in modo che i nostri pendolari non vengano dimenticati e lasciati con un servizio che ha, oggi le caratteristiche dell'inefficienza".
Vorrei capire cosa pensano i nostri pendolari dopo un'efficace cura di due anni e mezzo dell'Assessore Bonino. Di questo non abbiamo più parlato o, meglio, il Presidente Cota non ne ha più parlato.
Infine, chiude con i valori: "Vorrei dire" - sostiene Cota - "che dovrà essere ripristinata la legge sul buono scuola, che invece è stata svuotata nei cinque anni precedenti, perché sono state fatte determinate scelte politiche". Andate a vedere quanti soldi ha dato la laicissima Giunta Bresso alla scuola paritaria, e quanto ha dato questo paladino dei valori: da 13 milioni e mezzo (che erano già molto inferiori ai contributi storici della Giunta Bresso), oggi in assestamento passiamo a nove milioni.
Tutto questo per dire che parliamo di un assestamento che è, come tutto quanto abbiamo fatto finora in materia di bilancio, un atto fittizio. Ma questo atto nasconde un profondo fallimento politico della Giunta regionale e del suo Presidente.
Vorrei potere dire: "Presidente, si dimetta e vada a casa, per il bene suo, della sua famiglia e della nostra Regione". Non glielo dico perché non c'è. Però la cosa significativa è che credo che questo sia oramai "l'idem sentire", per usare le parole del Presidente Cota, di tanti e tanti nostri concittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Non mi addentrerò a lungo nelle cifre, perché correttamente lo ha già fatto il collega Lepri nella relazione introduttiva, ma ritengo, comunque che sia necessario porre l'attenzione ancora su qualche tema.
Come ha ricordato un attimo fa il collega Gariglio, siamo stati accusati di non aver finanziato a sufficienza il sistema dell'istruzione in modo particolare le scuole paritarie. Oggi ci troviamo di fronte ad una situazione tale per cui, ad esempio, le scuole materne dell'infanzia corrono il rischio, all'interno della nostra Regione, di subire una riduzione drammatica della propria attività a fronte del fatto che le risorse, da parte della Regione, non solo non saranno garantite nell'anno 2012, ma non sono state neppure saldate rispetto al 2011. Ma sui saldi potremmo fare un elenco indefinito. Perché oltre ad una situazione che indubbiamente deve preoccupare la Giunta (di sicuro preoccupa questa minoranza), non credo sia stato opportuno esternalizzarlo in un modo così pesante e drammatico, così com'è stato fatto dall'Assessore alla sanità mettendo in fuga e in difficoltà molti pezzi del sistema piemontese, che oggi non hanno più la possibilità di scontare le proprie fatture nelle banche. Perché nel momento in cui sentono parlare di Regione Piemonte, le porte sono assolutamente chiuse.
Bisognerebbe usare quantomeno prudenza e quella dovuta delicatezza quella delicatezza necessaria perché, oltre a non riuscire a governare i vari pezzi del sistema Piemonte, non si riesce neanche a garantire quegli elementi di serenità, fra virgolette, che possono permettere di continuare ad operare o, quantomeno, far sì che non soccombano molti pezzi importanti che caratterizzano i servizi della nostra Regione.
Ma tutto questo non sta nelle corde del Presidente. Nelle corde del Presidente e della Giunta stanno altri problemi.
Altri sono i problemi che caratterizzano questa Giunta e questa maggioranza.
Lo sport preferito, fino a poco tempo fa, era cercare in qualcun altro il responsabile di una situazione finanziaria complicata e difficile. Oggi questo sport, in qualche modo, sembra non andare più tanto di moda (ce lo auguriamo, nell'interesse collettivo), e lo si pratica ogni tanto, solo in forma di spot o in maniera occasionale.
In ogni caso, i problemi del bilancio della nostra Regione aumentano di giorno in giorno, in modo prepotente e significativo.
Problemi di cassa? Sì, ci sono problemi di cassa e non arrivano risorse dallo Stato centrale, ma non vediamo nessuna azione da parte del nostro Presidente per porvi rimedio, né si denuncia una situazione di emergenza a Roma. Si vada a Roma e si provi a chiederne il motivo: bisogna, forse arrivare al non pagamento degli stipendi? Bisogna arrivare ad una situazione tale per cui davvero quello che è stato detto imprudentemente possa rappresentare una realtà? Non vedo alcun interesse, nessuna agitazione, nessuna voglia di cercare di capire se può esistere una strada o una soluzione. Però sono trascorsi molti mesi.
Citerei ancora una situazione che è diventata emblematica, quasi l'oggetto o la clava con la quale si è brandita per un po' di tempo l'iniziativa del 3 per mille in favore del mondo della cultura. Ma poi, con una serie di giochi e di artifizi, abbiamo scritto una cosa nella norma finanziaria e ne abbiamo scritta un'altra nelle tabelle, in modo tale da confondere le carte.
Siamo arrivati al 10 di dicembre e ancora oggi il sistema non sa nemmeno quali siano le risorse sulle quali potrà contare per il 2012, oltre a non sapere, ovviamente, ma questo è un ritornello che si potrebbe ripetere per tutti i settori, quando arriverà il saldo del 2011.
Oggi il nostro sistema culturale corre il rischio di cadere in ginocchio, di essere completamente spazzato via. Non stiamo parlando di situazioni che spesso sono state confuse con il volontariato. La confusione è una confusione che, mi sembra, venga generata in modo consapevole e cosciente, per creare una situazione indefinita, non chiara, per la quale se noi confondiamo il settore della cultura, il settore che rappresentava ahimè, mi tocca usare un tempo al passato - per il sistema piemontese, tre punti del PIL della Regione Piemonte, oggi lo confondiamo con il settore del volontariato, voilà, così possiamo eliminare tutte le risorse perché il volontariato è una cosa certamente importante, ma possiamo anche farne a meno.
A nulla sono valsi gli appelli, a nulla sono valsi i tanti impegni dei tanti Consiglieri, anche di maggioranza, per dare una soluzione. Oggi, alla data del 10 dicembre, con le procedure amministrative che si stanno chiudendo, non c'è un pezzo del sistema che abbia idea di quante risorse avrà per l'anno 2012. Stipendi? Non importa. Situazioni finanziarie difficili? Non importa. Però approviamo, o meglio, viene proposto all'Aula un assestamento di bilancio, ma, a detta di alcuni componenti di questa maggioranza o, quanto meno, di alcuni componenti di quest'Aula (non si sa bene quale sia la loro collocazione), non si sa bene quale altra soluzione si sarebbe potuta ipotizzare, se non spostare gli impegni sull'annualità successiva, mettendo così in difficoltà il prossimo bilancio in modo assolutamente, oserei dire, pericoloso, ma compromettendo pesantemente la situazione economico finanziaria della Regione Piemonte.
Spenderei ancora una parola per ricordare la situazione del settore sociale all'interno della nostra regione. Non entro nel merito della sanità, perché in quest'Aula abbiamo dedicato molto tempo e sicuramente sarà necessario dedicarne ancora molto altro, ma il tema dei servizi sociali oggi merita ancora una parola di attenzione. Il saldo 2011 stenta trovare copertura, malgrado gli ordini del giorno approvati dall'Aula figuriamoci quando arriverà un anticipo del 2012. Questo vuol dire stipendi che non saranno erogati.
Il numero di persone che non riceveranno la tredicesima, che stanno all'interno del sistema della cooperazione sociale, e che non riceveranno lo stipendio, ha raggiunto cifre assolutamente consistenti. Stiamo parlando di migliaia di lavoratori che non riceveranno lo stipendio. Ma tutto questo sembra non interessare il Presidente, sembra non destare le preoccupazioni di nessuno. Se tutto ciò non è sufficiente per determinare una condizione di precarietà nella gestione della nostra regione - usando il termine precarietà credo di essere molto generosa - allora mi chiedo quale siano gli elementi per i quali occorre dichiarare uno stato di grossa difficoltà politica, di situazione economica di un contesto come la Regione Piemonte.
Quando il nostro Presidente si interrogherà su quali strumenti occorre mettere in atto, abbiamo più volte invocato le sue dimissioni, abbiamo più volte invocato qualche messaggio, qualche espressione di giudizio, qualche espressione intorno a qualche argomento che ci permettesse di avere una linea, di avere un'indicazione, di avere una strada da percorrere per capire dove andare. Tutto ciò non è mai arrivato, e credo che, ahimè, non arriverà mai. La consapevolezza di una situazione difficile, pesantemente compromessa per tutti i servizi, quindi per molte famiglie dei cittadini piemontesi, è un dato che ci deve preoccupare ed allarmare.
Ancora una volta rivolgiamo questo appello, ma è come rivolgerlo al muro, perché non abbiamo granché occasioni di vedere il Presidente soprattutto di ricevere risposte (sarà questo il motivo per il quale non viene in Aula?).
Ancora una volta chiediamo un gesto di buon senso e rispetto, mi permetto di usare questo termine, nei confronti dei cittadini piemontesi: per favore, andate a casa!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Quando, secondo me non tanto in là, questa legislatura finirà l'Assessore Maccanti e l'Assessore Quaglia porteranno con sé, io credo, un rafforzamento della loro amicizia. Sono le uniche rappresentanti della Giunta, in questi tre anni, presenti in Aula ad ascoltare, non sempre, ma frequentemente, quello che viene detto dai Consiglieri che prendono la parola.
vero che la mente di tutti oggi è occupata da altri pensieri e a quello che sta succedendo nella nostra regione; ognuno si chiede se ha sbagliato, dove ha sbagliato, se ha fatto qualcosa che, in qualche modo può interessarlo. Mi rendo conto, quindi, del fatto che non ci sia, oggi nessun interesse per l'argomento che stiamo trattando.
Credo che questa indifferenza, rispetto alle questioni che si discutono in quest'Aula, sia anche una delle ragioni per le quali il governo regionale non va bene.
Sono un ortopedico e un sindaco di provincia, quindi non avrei mai potuto fare il Presidente della Regione per livello culturale non adeguato per la mancanza di competenza, ma se fossi stato il Presidente della Regione oggi sarei venuto in Aula a mostrare che il capo, non solo della Giunta ma anche della Regione, è presente in un momento che oggi - ma potrà esserlo ancora di più domani - è di grande difficoltà per tutti. Il Presidente Cota, come l'Assessore Monferino, ritengono che le discussioni che avvengono in Aula siano inutili e passano poco tempo all'interno dell'emiciclo.
Ritornando all'argomento per il quale ho preso la parola e che stiamo discutendo, credo che quello che caratterizza questi tre anni di Consiglio regionale è quella parola che apre la relazione al disegno di legge regionale, cioè la parola "azzeramento". Il fatto è che la Giunta regionale esordisce dicendo: "Avevamo previsto un avanzo di amministrazione" - di questi tempi ci vuole un bel coraggio a prevedere un avanzo di amministrazione - "per 400 milioni di euro, ma ci eravamo sbagliati, quindi azzeriamo quella previsione".
Il termine "azzeramento" è in tono con quello che è successo in questi tre anni. Le promesse roboanti del Presidente ("più servizi e meno sprechi") è una frase che sentiamo sempre meno, perché oggi, purtroppo, si stanno tagliando i servizi. Il Presidente era arrivato, addirittura, a promettere cure odontoiatriche gratuite per tutti i piemontesi in Europa.
Solo la Danimarca garantisce questo tipo di servizio, ma evidentemente è un Paese che fa dei servizi sociali e dell'interesse nei confronti dei cittadini una delle ragioni della sua Costituzione.
vero che anche la crisi economica non ha consentito di far fronte alle promesse, ma non credo che dipenda solo da questo. Credo che ci sia anche un'incapacità e che non ci sia stata, e non c'è stata corrispondenza, in questi tre anni, tra quello che è stato detto e quello che è stato fatto. È stato detto, Assessore Maccanti, tutto e il contrario di tutto.
Ieri sera ho partecipato ad un'assemblea a Chivasso organizzata dalle ACLI e dal direttore de La Voce (era presente anche il Consigliere Tentoni.
Un esponente della maggioranza, del PdL, ha raccontato che un dirigente del sistema sanitario durante una festa, credo della Lega Nord, rivolgendosi ad un centinaio di persone - Consigliere Tentoni, mi corregga se sbaglio disse: "Non vi preoccupate, apriremo l'emodinamica a Chivasso". Non era autorizzato a dirlo. Racconto questo episodio perché sono state dette molte cose e poi invece, non solo non si apre quella di Chivasso, ma si chiude quella di Cirié, per trasferirla ad Ivrea.
Un'altra grande promessa è stata la valorizzazione del patrimonio immobiliare; promessa oggi identificata con un fondo immobiliare, sul quale abbiamo molte perplessità. Anche in questo caso, si traduce in un taglio di circa 200 milioni di euro, di minore incasso rispetto a quello preventivato.
Le Federazioni. Anche in questo caso, l'Assessore Monferino aveva detto (ho già detto in quest'Aula che, invecchiando, non ricordo i nomi di chi incontro, ma ricordo le cose che vengono dette): "Entro due mesi dall'approvazione del Piano Socio Sanitario, le Federazioni incominceranno a lavorare e svolgeranno la loro azione".
Sono passati otto mesi, e non abbiamo notizia di un solo bando di gara messo in piedi dalle Federazioni, che abbia portato ad un risparmio rispetto alle casse regionali.
Ma torniamo al bilancio.
18 milioni di euro nel 2012; 190 nel 2013 e 277 nel 2014 da ripianare.
Poiché tutti sappiamo, anche alla luce di quello che è successo oggi, che è difficile che questa legislatura arrivi fino al 2015, escludiamo anche che possa arrivare fino al 2014, quindi è probabile che una nuova classe politica, con regole diverse, dovrà occuparsi di trovare le risorse necessarie, che questo Governo regionale non ha preventivato per se stesso: un po' perché pensa di non averle, un po' perché pensa che toccherà ad altri occuparsi di questa questione.
Certamente lo Stato ha fatto la sua parte. Il collega Vignale dice che mancano 800 milioni di euro, ma ricordiamo che il primo taglio di Tremonti al Governo regionale è stato di 900 milioni di euro (lei se lo ricorda Assessore). Anche in questo caso, ricordo le parole del Presidente: "Eliminando gli sprechi riusciremo a recuperare le risorse necessarie per continuare ad offrire servizi ai piemontesi".
Tra l'altro, in questi giorni abbiamo visto che l'ex Presidente del Consiglio sta provando a ricucire un'alleanza con la Lega Nord. Si sta presentando di nuovo agli italiani e agli elettori, seminando il panico in Europa.
Personalmente, credo che un esponente europeo non dovrebbe pronunciarsi sulle questioni italiane, così come ha fatto qualcuno, ma resta il fatto che l'idea che Berlusconi possa in qualche modo rivestire di nuovo un ruolo in questo Paese terrorizza l'Europa, il Mondo e, naturalmente, una parte importante del popolo italiano. Dico questo perché la responsabilità dei tagli di questo Governo risiede negli anni in cui il PdL e la Lega Nord hanno governato questo Paese (magari Maroni vincerà le elezioni in Lombardia e pagheremo anche questo: se il prezzo della vittoria delle elezioni di Maroni in Lombardia è il ritorno di Berlusconi in Italia questo ci preoccupa).
Ricordo un Governo durante il quale sono stati completamente tagliati i fondi per i servizi sociali, ai quali il Governo regionale aggiunge, di suo, le minori risorse per la morosità incolpevole, caricando sulle Amministrazioni comunali la responsabilità di queste questioni.
Questo è un Paese nel quale l'edilizia residenziale pubblica occupa una parte risibile del patrimonio immobiliare, rispetto ad altri paesi europei se oggi, una famiglia riceve lo sfratto, il Comune non ha un altro alloggio da assegnargli e, soprattutto, avendo anche esaurito da tempo i fondi relativi al sostegno al reddito, è probabile che di quella famiglia non se ne occuperà nessuno.
La Regione Piemonte aggiunge di suo il fatto che in qualche modo se ne lava le mani, abbandonando i Comuni al loro destino, e i cittadini si troveranno senza le risorse necessarie per pagare l'affitto.
Insomma, un sistema quasi alla bancarotta.
Il tempo che ho a disposizione non mi permette di sviluppare una riflessione sul sistema sanitario, ma faccio solo una considerazione.
Considerato quello che sta succedendo, e nonostante le 700 persone licenziate solo lo scorso anno, con un contratto a tempo determinato, tutto questo non sta producendo il risparmio che Monferino avrebbe voluto. Forse dovremmo trovare il coraggio di dire che, probabilmente, le risorse destinate al sistema sanitario piemontese, cioè quei 400 milioni di euro in più, erano indispensabili per garantire un servizio di qualità.
su questo piano che maggioranza ed opposizione potrebbero trovare una linea comune; se invece continuiamo a dire che nel sistema sanitario erano tutti sprechi, senza essere riusciti ad eliminarli, al punto da poter fare a meno di quelle risorse economiche che oggi, peraltro, non ci sono, allora non ci sono le condizioni, come non c'erano all'inizio della legislatura.
Un ragionamento sereno su quanto sta succedendo e su quali potrebbero essere gli strumenti per porvi rimedio, si può fare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Immagino che l'Assessore rappresenti tutta la Giunta. Anche se in questa dimensione apparentemente solitaria, in realtà è una presenza solida, perché lei ha le spalle larghe, Assessore.
Visto l'andamento della vicenda dell'assestamento di bilancio dello scorso anno, erano in molti a dubitare che quest'anno saremmo arrivati a vedere un testo di assestamento che uscisse dalle Commissioni e arrivasse in Aula. Devo dire che questo dubbio si è mantenuto nel corso del tempo perché non abbiamo mai visto una forte pressione e attenzione della Giunta a fare in modo che, non solo gli strumenti di bilancio uscissero rapidamente dalle Commissioni e venissero fornite in tempo tutte le documentazioni, ma che i provvedimenti fossero approvati dall'Aula.
Forse c'è stato un alto senso di responsabilità da parte delle opposizioni, soprattutto nei lavori di Commissione, perché siamo puntualmente intervenuti e abbiamo cercato di dare tutti i contributi possibili, con un'attività emendativa che si riproporrà anche all'interno di quest'Aula, per il miglioramento di uno strumento che sappiamo essere stante le condizioni finanziarie in cui ci troviamo, indispensabile per il Piemonte.
A voi che siete Assessori, e che quindi avete una responsabilità gestionale diretta nei confronti della realtà piemontese, sarà capitato molto più frequentemente che a noi Consiglieri di porvi la domanda su che fine faranno i finanziamenti e i trasferimenti regionali nei confronti di importanti realtà del Piemonte (parlo delle Amministrazioni comunali, delle Province piemontesi, dei consorzi socio-assistenziali e di tante altre realtà che operano all'interno del nostro territorio regionale). Ultima e più recente è la vicenda piuttosto drammatica dei consorzi socio assistenziali, che ho avuto modo anche di sollecitare all'Assessore Quaglia, che ancora ad oggi non sanno quanti, quali e con che tempi saranno l'ordine dei trasferimenti.
Pertanto, a noi come opposizione era molto chiaro che c'era, in questi tempi di spending review e di difficoltà del bilancio regionale, una situazione molto complessa e molto urgente che vedeva voi molto più disinteressati e non pressanti nella definizione dei termini dell'assestamento.
Non parliamo poi del bilancio preventivo per quanto riguarda l'anno 2013! Perché di quello - diciamo così - non v'è notizia! Non manca molto allo scadere dell'anno e non so se farete finta, quantomeno, di presentare qualche documento o se chiederete d'emblée l'esercizio provvisorio per portarlo fino oltre ad aprile, come avete fatto l'anno scorso.
Non so se un atteggiamento come questo ce lo si possa consentire in momenti come questi, che sono appunto momenti di spending review più complessiva che riguarda il sistema delle Istituzioni di questo Paese e non solo del Governo nazionale, se sia il modo con cui si possa procedere da questo punto di vista.
Ricordavano i colleghi come, dal punto di vista della dimensione numerica delle proposte che voi ci avete presentato, ci avevate parlato di avanzi del 2011 che poi non abbiamo ritrovato; di accertamenti dei residui che sono ancora tutti da fare. Inoltre, come ricordava poc'anzi il collega Gariglio, difficilmente si avranno ancora notizie sull'operazione che volevate fare relativamente al patrimonio immobiliare.
Continuate a prendere parti di spese consistenti e a farle slittare di anno in anno sugli anni successivi, come se questo fosse garanzia del fatto che a quelle spese in qualche modo si faccia fronte senza nascondere semplicemente la testa sotto la sabbia, come fa lo struzzo, rinviando gravi problemi in avanti e non affrontandoli, invece, in advance, come si direbbe, data la dimensione consistente che hanno.
Accanto a questo abbiamo un Presidente completamente assente dall'Aula ma questa è cosa che, dalle prima battute, ci è nota e diventa persino stucchevole ricordarlo, perché non è neanche necessario. È cosa chiara a tutto il Piemonte: lo sano veramente tutti, anzi non lo diciamo neanche più perché, oltre ad annoiare complessivamente la comunità piemontese, annoiamo anche complessivamente l'Aula e noi stessi con una cosa che è di un'evidenza lapalissiana.
Detto questo, il problema è che se fosse soltanto un'assenza fisica già sarebbe grave, perché denoterebbe una disattenzione forte nei confronti del Consiglio, ma il problema è che l'assenza del Presidente è un'assenza politico-amministrativa, insieme all'assenza della Giunta. Al di là dei guai e delle difficoltà dentro cui vi ritrovate, come il collega Reschigna ha ben richiamato in inizio, avanzando, anche da questo punto di vista proposte concrete di chiarimenti che l'opposizione chiede in un momento e in una contingenza così difficile, ma questa latitanza, quest'assenza politica che si evidenzia compiutamente da strumenti di bilancio, quali quelli che voi ci presentate, è una situazione completamente ingestibile che diventa sempre meno gestibile, sempre più preoccupante agli occhi del Piemonte nel suo complesso.
Guardate che non solo avrete in mano delle richieste precise che riguardano una spending review che investe l'intero corpo delle Regioni italiane e la struttura degli Enti locali all'interno della nostra Nazione sulla base di decisioni nazionali. Poi, è vero che avete fatto praticamente cadere un governo con i risultati internazionali e la gravissima situazione davanti alla quale ci troviamo, però la legge finanziaria è quello strumento per non andare in esercizio provvisorio. Mi sembra del tutto evidente che debba essere votato e sono già stati votati precedentemente una serie di provvedimenti che, comunque, richiedono alla Regione una serie di scelte precise.
Siete in un momento di difficoltà molto grave, perché la prima questione riguarda il fatto che voi, sulla parte che riguarda le spese più grandi di una Regione, che sono le spese sulla sanità, più dell'80% del bilancio per quanto riguarda la spesa corrente, è ben oltre l'80% per quanto riguarda il complesso della spesa se ci infiliamo anche gli investimenti.
Siete in una situazione molto complessa, perché avevate accettato un piano di rientro da un Governo nei confronti del quale non avevate alcuna rivendicazione da fare, anzi quando Tremonti vi chiedeva di tagliare voi tagliavate ancora più di quello che lui non richiedesse! Eravate più zelanti.
Lo dico a voi, perché non lo posso dire a quel Presidente che è assente, quindi lo dico alle gentili colleghe che sono qua presenti, e mi dispiace anche che sulle donne debba ricadere sempre il carico di tutto, ma quando gli uomini latitano, come voi capite, qualcuno il conto lo deve saldare. Mi spiace che dobbiate essere proprio voi, però questi sono i fatti che evidenziano una latitanza, plasticamente in quest'Aula, anche da un punto di vista di genere. Capita spesso che quando ci sono delle difficoltà gli uomini latitano e in questo momento la rappresentazione è visiva, fisica e percepibile da chiunque.
Detto questo, avevate accettato quindi un piano di rientro talmente "capestro" che le vicende successive non possono che avervi messo in una difficoltà pazzesca. Avevate annunciato una riforma sanitaria così rivoluzionaria che doveva dare chissà che frutti. In alcuni settori non è partito niente e dove è partito qualcosa, vi prego, fermatevi. Fermatevi! Perché la situazione sta diventando sempre più complicata.
La vostra situazione è inoltre complicata, oltre che da una latitanza politico-amministrativa di governo, da una situazione della maggioranza che è in una situazione oltremodo critica. Abbiamo avuto modo di discuterne in un Consiglio regionale appositamente chiesto dalle opposizioni per parlare di questo; che cosa ci abbia spiegato il Presidente Cota lo dobbiamo capire ancora adesso; siccome ha parlato d'altro rispetto alle situazioni di difficoltà della maggioranza, questo ci ha confermato il fatto che sono notevoli. Che sono notevoli! Che sono oggettive e ci sono. Gli strumenti di bilancio che ci avete presentato ce lo confermano e quelli che non avete presentato ce lo dicono con ancora maggiore chiarezza.
Bene. Noi faremo questo dibattito con grande fermezza, non facendo sconti, presentando concrete proposte emendative nell'interesse del Piemonte, anche se è del tutto evidente che la vicenda qui travalichi la semplice questione che riguarda l'assestamento o il preventivo che non c'è ma riguarda ormai compiutamente un assetto politico-amministrativo della maggioranza, nei contenuti e nei numeri più complessivi, che questa ha o direi meglio - non ha più all'interno dell'Aula.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Grazie, collega Manica.
La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
Inizierei dal fatto avvenuto questa mattina, che è stato riportato dai giornali, riferito ai Consiglieri di quest'Aula.
Ritengo che per certi versi sia assolutamente assurdo, perché alcuni che non hanno fatto nulla, ricevono l'avviso di garanzia. Fa ridere, ma sta di fatto che chi l'ha fatta grossa rimane fuori, mentre chi è stato più che onesto (sapete a chi mi riferisco) riceve l'avviso.
Noi, insieme ed uniti, dobbiamo dimostrare una certa dignità. Non si può fare di ogni erba un fascio. Noi, che siamo uomini e donne eletti dal popolo, siamo espressione del popolo e abbiamo una certa dignità.
Ma vado oltre. Mi auguro che questo fenomeno si fermi. Questo capita perché la politica non conta più! Questo è grave! Se contano solo più i magistrati, ce l'abbiamo...
Scusate il termine.
Oggi stiamo parlando del disegno di legge n. 291 sull'assestamento di bilancio previsionale per il 2012. Come tutti hanno già detto, questo provvedimento è urgente ed è un dovere affrontare questo problema entro la fine dell'anno, altrimenti la macchina piemontese si blocca, si ferma e non si può andare avanti.
Tuttavia, siamo chiamati a gestire la Regione Piemonte che si trova, in extremis, in una profonda difficoltà finanziaria. Ma manca anche il bilancio di previsione 2013 e questo è un altro fattore molto grave.
Perché siamo in difficoltà? Perché mancano quei "benedetti" 900 milioni di euro che lo Stato non trasferisce più alle Regioni.
Però dobbiamo stabilire, con coraggio, delle priorità.
Alcuni di voi le hanno citate, ma le priorità in primis sono il lavoro che dobbiamo dare ad ogni singolo cittadino, il discorso del socio assistenziale, le persone che sono in difficoltà, che non arrivano alla fine del mese e non riescono a soddisfare le esigenze della propria famiglia.
Credo che non ci sia altra soluzione se non quella paventata tempo fa da qualche Assessore, cioè che dobbiamo creare un fondo immobiliare con i beni che la Regione attualmente ha a disposizione.
Infatti sono d'accordo sul fatto che non bisogna vendere i beni che la Regione ha, perché questo significherebbe svenderli, ma è necessario invece creare questo fondo. A cosa servirebbe questo fondo? Siccome da Roma il Governo centrale non ci sta aiutando, così come le banche vogliono delle garanzie, se non creiamo questo fondo immobiliare, le garanzie non sappiamo come dimostrarle.
Ho già detto prima che i nostri parlamentari non solo non ci aiutano ma stanno scaricando i problemi sui Consiglieri regionali.
Personalmente, mi sarei aspettato di più, ma non voglio rimarcare quello che ho già detto in altre sedi. Ora sono già tutti impegnati in vista della campagna elettorale e non guardano più i problemi della Regione Piemonte e tanto meno quelli dei Gruppi consiliari.
Il prossimo 2013 lo vedo grigio, per non dire nero, però tutti insieme dobbiamo rimboccarci le maniche, dandoci una mano l'uno con l'altro per non fare affondare questa nave. Non dobbiamo fare lo "Schettino" di turno dobbiamo tenere la nave a galla in modo che non affondi.
Il Piemonte non può affondare così malamente, ma con orgoglio dobbiamo riportare il Piemonte ad essere dei piemontesi.
Visto che la presenza in Aula del Governo della Regione è sempre un po' scarsa, permettetemi a questo punto di ringraziare gli unici due Assessori Quaglia e Maccanti, che sono sempre presenti. Questo lo sosterrò sempre.
La Regione Piemonte è ricca di uomini e di donne di buona volontà. A mio avviso, dobbiamo gestire la Regione come se fosse un'azienda, perch purtroppo in passato non si è agito così.
Siamo in difficoltà anche perché la nostra Regione purtroppo non pu più indebitarsi, non può più contrarre dei debiti, perché ne ha già fatti troppi prima.
Chi è stato eletto per la prima volta in questa legislatura, come il sottoscritto, lo può dire. Dicendo questo non voglio rivangare il passato ma solo avere ben chiaro che dobbiamo rimboccarci le maniche, sapendo che non possiamo più fare debiti e che dobbiamo "fare fuoco" con la nostra legna.
Come imprenditore ritengo che dobbiamo potare i rami secchi, fare dei diradamenti, come si fa nelle vigne, per fare del buon vino. Anche nella sanità dobbiamo fare questo, perché chi è meritevole va premiato e mantenuto, mentre chi ruba lo stipendio va mandato a casa. Per diradamenti intendo questo: curare i settori che stanno soffrendo come la sanità affinché i cittadini che hanno problemi di salute e coloro che non sono autosufficienti siano sostenuti, senza dimenticare però il lavoro, la scuola, la cultura, la ricerca, il sostegno alle imprese, così come i trasporti pubblici.
A questo proposito, ieri abbiamo presentato a Bra i nuovi rami della metropolitana e delle ferrovie che si allargano. Ben vengano questi progetti europei che creano posti di lavoro e avvicinano sempre di più il Piemonte all'Europa.
Dobbiamo obbligatoriamente aggrapparci ai fondi europei, perché da Roma non arrivano altri trasferimenti, sia per la scuola sia per le nuove linee ferroviarie e metropolitane sia per i progetti turistici. Que sti ultimi potrebbero costituire una svolta per dare respiro alla nostra regione, perché nonostante tutto il Piemonte registra ancora un flusso turistico sempre crescente. Questo potrebbe essere il settore che ci darà un po' di respiro.
Concludo ribadendo che con più impegno, più responsabilità e meno litigi si può affrontare una rinascita del nostro Piemonte. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Ricordo che domani ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto è convocato alle ore 10 il Consiglio straordinario sulla questione della SLA. Alle ore 13 è prevista la riunione dei Capigruppo, mentre alle ore 15 riprenderanno i lavori della seduta con la prosecuzione di questo provvedimento.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.20)



< torna indietro