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Dettaglio seduta n.305 del 27/11/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


PONSO TULLIO



(I lavori iniziano alle ore 14.33 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1395 presentata dal Consigliere Buquicchio, inerente a "Effetti e rischi dei vaccini, adeguata informativa ai genitori"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1395, presentata dal Consigliere Buquicchio, che ha la parola per l'illustrazione.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Signor Vicepresidente, le risparmio l'illustrazione, perché penso che sia più importante quello che lei mi dirà, nel senso che purtroppo non riusciamo mai ad avere in questo contesto le risposte dall'Assessore competente, però sicuramente le sue potranno essere - se lei vorrà soddisfacenti. Quindi, attendo la risposta verbale, poi eventualmente quella scritta.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Leggo quanto ha predisposto la Direzione competente.
Le vaccinazioni attualmente offerte in modo attivo e gratuito nel nostro Paese sono quelle previste dal Piano Nazionale di Prevenzione vaccinale 2012-2014, approvato con Intesa Stato-Regioni nella seduta del 22 febbraio 2012 e pubblicato nel supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale del 12 marzo 2012.
Tale recente previsione normativa ha reso anacronistica la distinzione tra vaccinazioni raccomandate e vaccinazioni obbligatorie e ha fatto venir mento il contenzioso circa presunti aggravi di spesa dovuti all'uso di vaccini polivalenti, in quanto i vaccini presenti nelle formulazioni in uso sono quelli indicati dal Piano Nazionale di Prevenzione vaccinale.
In Piemonte l'offerta vaccinale definita come prioritaria coincide con quella di questo piano.
L'opera dei servizi vaccinali piemontesi, unita all'adozione di un approccio promozionale volto a conseguire l'adesione convinta e consapevole, basata sulla completezza di informazione e sulla assoluta libertà di scelta (corroborata anche dalla sospensione delle sanzioni amministrative nei confronti dei soggetti che rifiutano la vaccinazione) hanno portato al raggiungimento di livelli di copertura vaccinale tra i più elevati nel nostro Paese.
Dal punto di vista informativo, le azioni oggi poste in essere sono così riassumibili: alla nascita i genitori ricevono con l'agenda di salute del bambino, le prime informazioni relative al calendario vaccinale previsto nei primi anni di vita; al terzo mese di vita del bambino i genitori ricevono, con l'invito a prenotare la prima vaccinazione, un opuscolo informativo redatto a cura del Gruppo Tecnico Vaccini periodicamente aggiornato, contenente dettagliate informazioni su ciascuna malattia prevenibile da vaccino, sulle caratteristiche dei vaccini utilizzati, sulle controindicazioni e sugli effetti collaterali noti.
Le informazioni, pur essendo presentate in modo semplice, sono esaustive delle conoscenze disponibili e forniscono, ove disponibili, anche indicazioni quantitative sulla frequenza delle malattie e degli effetti indesiderati.
Al momento della vaccinazione, nelle sedi dei servizi vaccinali, sono disponibili appositi opuscoli tradotti nelle principali lingue straniere ed è disponibile la versione integrale del Piano piemontese promozione vaccinale, che contiene dettagliate tabelle informative suddivise per singole malattie, contenenti tutte le informazioni attualmente disponibili.
Sempre al momento della vaccinazione, i genitori vengono accolti da personale appositamente preparato, attraverso una serie di corsi di formazione al Counselling vaccinale, articolati in tre livelli di approfondimento successivo e realizzati in collaborazione con l'istituto Superiore di Sanità (attualmente hanno concluso il ciclo completo di formazione ben 44 operatori).
La formazione al Counselling è volta ad orientare l'operatore verso la comprensione e la soddisfazione dei bisogni informativi dei genitori, in modo da consentire l'espressione di un consenso libero e consapevole alla vaccinazione dei propri figli.
Infine, per coloro che richiedono approfondimenti sono disponibili ulteriori informazioni sul sito della Regione e sui siti delle ASL. Presso il Servizio regionale di Epidemiologia delle Malattie Infettive di Alessandria ha sede una specifica articolazione di questa collaborazione vaccinale a livello anche internazionale, che si occupa della raccolta sistematica degli studi sulla efficacia e sulla sicurezza dei vaccini.
I risultati di tali raccolte sono liberamente disponibili, mentre il servizio fornisce, a richiesta, risposte a specifici quesiti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 1393 presentata dal Consigliere Goffi, inerente a "Equipollenza dei titoli di area sanitaria"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1393 presentata dal Consigliere Goffi, che rinuncia all'illustrazione.
Ha quindi la parola il Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
In riferimento all'interrogazione in oggetto indicata si precisa che in data 19 dicembre 2011 con DGR n. 30-3148 la Giunta regionale ha dato attuazione al DPCM 26 luglio 2011 di recepimento dell'accordo raggiunto il 10 febbraio 2011 in sede di Conferenza Stato-Regioni concernente "Criteri e modalità per il riconoscimento dell'equivalenza ai diplomi universitari dell'area sanitaria dei titoli del pregresso ordinamento in attuazione dell'articolo 4, comma 2, della Legge 26 febbraio 1999, n. 42", stabilendo di procedere, a decorrere dall'anno 2012, alla pubblicazione di tre distinti avvisi - uno per ogni gruppo di professioni (Professioni sanitarie tecniche, Professioni sanitarie riabilitative, Professioni sanitarie della prevenzione), individuando il periodo temporale entro il quale la Regione doveva dare avvio al procedimento di riconoscimento e demandando al Direttore della Direzione Sanità l'emanazione degli avvisi pubblici per la presentazione delle domande per il riconoscimento dei titoli in argomento.
Con Determina Dirigenziale n. 1016 del 21/12/2011 la Regione Piemonte ha emanato il primo avviso pubblico rivolto alle professioni tecnico sanitarie nonché la relativa modulistica per la presentazione delle domande da parte degli interessati al fine di ottenere il riconoscimento dell'equivalenza del titolo del pregresso ordinamento ai titoli universitari di area sanitaria.
Il competente ufficio regionale ha raccolto le domande e verificato la presenza di tutti gli elementi essenziali richiesti. Conclusa la fase istruttoria delle istanze, ha provveduto a trasmettere gli atti al Ministero della Salute per l'emanazione del decreto di riconoscimento.
Le difficoltà rilevate dalla Conferenza dei Servizi di carattere normativo ed interpretativo nell'applicazione di quanto disposto dal DPCM in argomento che, fra l'altro, hanno prodotto problematiche e criticità di natura organizzativa correlate al rispetto delle tempistiche concordate a livello nazionale, hanno determinato il rinvio della data di emanazione del prossimo avviso sino a che non siano concluse le operazioni di disamina delle istanze pervenute alla Conferenza dei Servizi riguardanti il primo avviso pubblico, quello delle professioni sanitarie tecniche, di cui non ne è prevista la conclusione prima della fine del mese di dicembre 2012.
In proposito, va ricordato che detta Conferenza dei Servizi è indetta dal Ministero della Salute e di essa fanno parte, ai sensi dell'articolo 7 dell'Accordo 10/02/2011 sopra citato, un rappresentante del Ministero della Salute, un rappresentante del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, un rappresentante delle Regioni nominato dalla Commissione Salute della Conferenza delle Regioni ed un rappresentante per ogni singola Regione.
Pertanto, anche in considerazione della circolare ministeriale 20 settembre 2011 che fornisce indicazioni al fine di uniformare a livello nazionale l'attività istruttoria di competenza regionale, nonché di calendarizzare il contemporaneo avvio del procedimento per l'emanazione dei bandi con riferimento ai diversi gruppi di professioni sanitarie, si è in attesa di conoscere le determinazioni che verranno assunte nell'ambito della prossima Conferenza dei Servizi, a seguito delle quali questa Regione proseguirà nell'attività di avvio dei bandi modificati ed integrati secondo le indicazioni della succitata Conferenza dei Servizi, per gli altri due gruppi di professioni.
Speriamo che la burocrazia non ostacoli più di tanto la situazione.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1396 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "CSC lascia l'Italia"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1396 presentata dalla Consigliera Cerutti.
Risponderà l'Assessore Porchietto.
La parola alla Consigliera Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Siamo qui a porre una questione, sapendo che l'Assessore ci ha già lavorato e ci sta lavorando. Riteniamo, però, necessario dare ufficialità ad un tema importante che riguarda parecchi lavoratori piemontesi.
CSC è una multinazionale con 96.000 dipendenti e un fatturato globale di 16 miliardi di dollari. Purtroppo ha deciso di abbandonare l'Italia cedendo un cospicuo ramo d'azienda (CSC Italia srl, circa 1.000 persone) a Dedagroup S.p.A., capofila di Dedagroup ICT Network, importante player informatico italiano.
In Piemonte l'azienda impiega ben 300 lavoratori a Torino e offre principalmente i propri servizi a Intesa Sanpaolo, Reale Mutua, Toro, FIAT e Alleanz. Purtroppo, nonostante le rassicurazioni di entrambe le società la cessione, di fatto, indica l'apertura formale di uno stato di crisi che prevedrebbe, sin da subito, la fuoriuscita di circa 500 persone.
Queste risulterebbero essere le notizie.
Il 25 ottobre scorso CSC non si è presentata all'incontro concordato con il Ministero dello Sviluppo Economico e i sindacati e ha proceduto alla vendita, senza tenere in conto la necessità di dichiarare formalmente lo stato di crisi e senza ricorrere alla mediazione ministeriale con i sindacati.
In questa situazione, che - comprendiamo - è di difficoltà per la Regione e addirittura nazionale, nel momento in cui l'azienda non si presenta al tavolo ministeriale, consideriamo giusto porre la questione quindi dar modo all'Assessore di spiegare pubblicamente e formalmente le azioni che sta mettendo in atto, sapendo che sono state presentate analoghe interrogazioni in Parlamento, su questo tema.
In questo senso, la nostra attenzione è molto viva, anche per il fatto (non ultimo) che si tratta di un settore (la ICT) nevralgico per la nostra regione.
Chiediamo, quindi, attenzione ai posti di lavoro e anche ad un settore importante.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Porchietto per la risposta.



PORCHIETTO Claudia, Assessore al lavoro

Si tratta di una situazione che monitoriamo da tempo.
Confermo quanto da lei già indicato e aggiungo che, a fronte di uno sgarbo istituzionale fatto al Ministero, che non ha ricevuto alcuna comunicazione dall'azienda in merito alla volontà di cedere il ramo d'azienda, il dottor Giampietro Castano, responsabile dell'unità di crisi presso il Ministero dello Sviluppo Economico, ha provveduto, già nel mese di luglio, confrontandosi anche con la Regione Piemonte, ad inviare al Presidente e CEO di CSC (Mike Lawrie), una lettera in cui chiedeva di avere l'incontro già chiesto precedentemente, anche a fronte delle sollecitazioni e delle attenzioni che i Consiglieri regionali avevano posto nei mesi precedenti, e che noi avevamo riposto al Ministero dello Sviluppo Economico.
Il dottor Castano, infatti (leggo anche alcuni passi della lettera che ha inviato), scrivendo alla società, aveva indicato che, con una lettera del 3 luglio scorso, aveva chiesto la disponibilità a discutere con il Ministero le conseguenze della scelta di vendere la parte italiana di CSC.
Successivamente, in un incontro tenutosi con i legali della società, il Ministero era stato informato di come non fosse stata assunta ancora alcuna decisione circa il possibile acquirente ed era stato programmato un incontro presso il Ministero con la società e con i sindacati. Era stata chiesta anche la presenza delle Regioni.
In quell'occasione, i legali avevano chiesto di posporre l'incontro per assicurare la partecipazione dell'azienda.
L'incontro era stato concordato per il giorno 25 ottobre, ma la società non si è presentata. In più, nello stesso giorno è stata comunicata ufficialmente la vendita della branch italiana a Dedagroup, come già indicato.
Questo avveniva il 25 ottobre. Nei giorni immediatamente successivi al 25 ottobre, sia la Regione Piemonte sia il Ministero hanno cercato di contattare l'azienda, senza successo.
In questo momento, insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, con il quale continuiamo questa proficua collaborazione, abbiamo tentato di convocare nuovamente un tavolo, ma, per essere più realisti del re, è chiaro che non ce la sentiamo di convocare un tavolo se non abbiamo la conferma, da parte dell'azienda, della volontà partecipativa, anche perch questo significherebbe nuovamente far muovere persone presso il Ministero dello Sviluppo Economico, in particolare le rappresentanze sindacali, per poi arrivare ad un nulla di fatto.
Speravo, prima di entrare in aula, di riuscire a comunicare col Ministero, perché ieri il dottor Castano mi ha detto di aver tentato un ultimo contatto telefonico, nel pomeriggio di ieri, e di attendere una risposta per questa mattina.
Farò avere, anche in via informale, alla Consigliera Cerutti la risposta rispetto a quello che auspico l'azienda abbia potuto comunicare come data e, pertanto, a breve, come sempre, forniremo comunicazioni in merito agli aggiornamenti, poiché parliamo di un numero estremamente importante di esuberi, ma soprattutto dell'insensibilità dell'azienda nel prospettare percorsi che possano essere definiti con una riqualificazione e ricollocazione, o comunque con un sostegno attraverso gli strumenti regionali, cosa che l'azienda non ha assolutamente fatto nel corso di questi mesi.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1390 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Chiusura del Centro informativo specializzato (CeIS) del Numero Verde Unico della Regione Piemonte"

Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1394 presentata dal Consigliere Ponso, inerente a "Chiusura numero verde 800 333 444 della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1390 presentata dal Consigliere Boeti.
Risponderà l'Assessore Quaglia.
La parola al Consigliere Boeti per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Se l'Assessore Quaglia risponde a quest'interrogazione come ha fatto stamattina, penso che l'interrogazione sia inutile, nel senso che forse rispetto alla risposta che ha dato stamattina ai rappresentanti del CeIS sarebbe necessario qualcosa in più.
L'Assessore deve dire se per la fine dell'anno questo personale resterà a casa o meno.
L'appalto era quinquennale, con la proroga per altri due anni, dopo il completamento dei primi tre, pertanto, naturalmente se ci sono le risorse disponibili, sarebbe opportuno che almeno l'appalto completasse, per i prossimi due anni, il suo percorso.
Quello che è necessario evidenziare è che il Numero Verde Unico della Regione Piemonte non è nato nella passata legislatura, ma è nato 10 anni fa. Questa mattina, in Sala Viglione, è intervenuto un dipendente che lavora lì da 11 anni, quindi la storia di questo servizio si è incrociata con Amministrazioni di centrodestra e con Amministrazioni di centrosinistra.
Evidentemente, tutti ritenevano che questo servizio dovesse essere espletato nella forma e nei modi con i quali il bando di gara è stato realizzato.
Devo dire che quella di oggi è stata una mattinata pesante, per i Consiglieri regionali e - presumo - anche per la Giunta. Nessuno parla di perdita dei posti di lavoro a cuor leggero.
Questo, naturalmente, vale per tutti, però tra le difficoltà rispetto al Governo regionale, la questione riguardante il CeIS, l'osservazione del Comune di Ceva e la questione che ha riguardato l'ARESS, possiamo dire che questa mattina ci siamo occupati di posti di lavoro in maniera importante.
Aspetto la risposta dell'Assessore, chiedendole, però, di non essere tanto formale e nemmeno tanto evasiva. Ci dica se pensa che queste persone entro la fine dell'anno, dovranno cercare un altro posto di lavoro, oppure no.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Assessore Quaglia, visto che con l'interrogazione n. 1394 le avrei posto la stessa domanda, sarei soddisfatto della risposta che dà al collega. Grazie.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Quaglia ad entrambe le interrogazioni.



QUAGLIA Giovanna, Assessore alle risorse umane e patrimonio

Grazie, Presidente.
In riferimento all'interrogazione, stamattina c'è già stato un tavolo su cui io ho già espresso la valutazione che stiamo facendo. Intanto, come ho già detto anche stamattina, si tratta di un servizio specializzato del Numero verde unico della Regione, che è gestito da questa Società Gepin Contact a cui è stato affidato con determina del 14 gennaio 2010 per un importo di 2.624.000 euro, a seguito di una gara pubblica indetta dal Direttore della Direzione Innovazione su una base gara di 4.800.000 per un servizio triennale. Il contratto scade a metà gennaio.
Rispetto a questa scadenza c'è una valutazione in corso, che coinvolge il Settore Patrimonio con la Direzione Innovazione, perché i 21 operatori che si occupano del call center rispondono trasversalmente su temi di determinate Direzioni. Ci sono sei unità che rispondono ai temi legati alla ragioneria e ai tributi, una ai temi dell'URP, quasi due unità sui temi di sanità, istruzione e lavoro, quattro persone che rispondono al centralino una persona per le politiche sociali e la famiglia, due per l'edilizia, tre per l'ARPEA e una per quanto riguarda l'innovazione e la ricerca. Mi sono anche fatta dare il numero di chiamate effettuate, divise per tipologia di informazione fornita.
Questo è uno degli esempi su cui si sta procedendo ad una verifica per capire se questo servizio di informazione e di rapporto con il cittadino può essere svolto con il personale interno alla Regione; e questa è la valutazione che la Giunta sta facendo, rispetto al fatto che chiaramente questo è personale qualificato che sta rispondendo da anni: l'abbiamo sentito anche questa mattina. Ciò non toglie che, per quanto riguarda le informazioni e le tematiche in oggetto, altrettanto qualificato c'è del personale all'interno della Regione che ovviamente può effettuare questo servizio.
Ci sono delle Direzioni che hanno posto l'attenzione su questo punto: una tra queste è quella afferente all'Assessore Porchietto, che su questo ha chiesto una relazione e la possibilità di discuterne in Giunta.
Chiaramente questo è uno di quei servizi per i quali la valutazione dell'Amministrazione riguarda la possibilità di poterlo riportare all'interno dell'Ente.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 1391 presentata dalla Consigliera Motta Angela, inerente a "Stato di avanzamento della realizzazione della Variante di Calliano e dei lavori di ammodernamento della ex SR 457"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1391, presentata dalla Consigliera Motta Angela, che ha tre minuti per l'illustrazione.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente, ma ci metterò molto meno, anche perché credo che l'interrogazione sia abbastanza chiara.
Chiediamo lo stato di avanzamento della realizzazione della Variante di Calliano e dei lavori di adeguamento dell'ex strada regionale 457 che per il nostro territorio, collegando Asti e Casale Monferrato e rappresentando una naturale connessione tra tutto il nodo autostradale con Asti Est e il nord della provincia di Asti, è fondamentale.
Ormai sono anni che ci sono questi lavori di adeguamento funzionale che sono stati inseriti nel Piano regionale degli investimenti, e ci sono i Comuni limitrofi, in primo luogo Calliano, Moncalvo e Penango, che soffrono di questa situazione e di questi ritardi nella realizzazione della strada la cosiddetta Variante di Calliano.
Crediamo quindi che sia importante avere informazioni da riferire ai Comuni interessati da questo percorso viario, proprio per sapere a che punto stanno i lavori e per conoscere le risposte da dare sia agli Enti locali sia ai cittadini. Grazie, Assessore, per la risposta che vorrà darci.



PRESIDENTE

Grazie, collega Motta.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Gli interventi oggetto di quest'interrogazione sono inseriti nel piano degli investimenti di cui alla delibera del Consiglio regionale 27 novembre 202 n. 271, per un importo di circa 24 milioni di euro e la loro realizzazione è posta formalmente in capo ad SCR Piemonte in quanto sono interventi di interesse regionale.
Tali opere non sono ricomprese tra gli interventi SCR già coperti da mutui in essere e pertanto le successive fasi di progettazione e la realizzazione saranno autorizzate quando sarà rifinanziato il piano degli investimenti con risorse aggiuntive.
SCR Piemonte ha inserito queste opere in oggetto tra quelle che possono essere finanziate con il mutuo richiesto dalla società alla Cassa depositi e prestiti. Da informazioni assunte, la Cassa depositi e prestiti non ha dato ad oggi ufficiale risposta in merito all'accettazione o meno della richiesta. Non appena gli interventi saranno finanziati SCR potrà procedere all'adeguamento del progetto definitivo, redatto nel 2010, a quanto richiesto dal nuovo Regolamento sui lavori pubblici e quindi chiedere l'indizione della Conferenza dei servizi per l'acquisizione dei pareri e di tutte le autorizzazioni di legge.
Anche se in modo scarno, la risposta contiene comunque gli elementi essenziali. Credo di ricordarmi che, prima del trasferimento alla Regione delle competenze di cui alla delibera del Consiglio regionale del 2002, il tracciato Asti-Casale Monferrato fosse già coperto da un intervento che doveva andare in porto e che poi ha subito molte traversie: sia interessando i Palazzi di giustizia sia, anche, registrando tantissime opposizioni perché forse quel progetto non era idoneo e condiviso dai Comuni o comunque dagli osservatori competenti di questa materia.
Ho ricordato questo solo a titolo di cronaca perché da un lato aggrava i ritardi, ma dall'altro costituisce anche elemento per mettere quest'opera ai primi posti delle cose ancora da fare.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1389 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "ASL TO1 - Affidamento diretto servizi informatici"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1389, presentata dalla Consigliera Artesio, che ha la parola tre minuti per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

La questione che viene posta con quest'interrogazione è una questione di metodo: non si fa alcun riferimento all'esito del procedimento, ma alla natura del procedimento e alla fondatezza di questo percorso.
L' ASL TO1, che procedeva come altre Aziende Sanitarie in convenzione con il CSI, ha deciso con un atto deliberativo di affidare l'organizzazione dei servizi attraverso una modalità che non ha previsto la gara. Le modalità per le quali si è evitato il ricorso a gara riguarda il ricorso al comma 2, lettera b), dell'articolo 57 della legge n. 163, laddove si prevede una procedura negoziata senza previa pubblicazione in un bando di gara. Il ricorso a questa fattispecie sarebbe motivato dal fatto che il contratto può essere affidato unicamente a un operatore economico determinato, in quanto questo, in modo esclusivo, o è titolare della tecnica o della tecnicalità. Nella fattispecie, non risulta (a me che faccio l'interrogazione e ad altri) che ricorra, nel caso di Engineering (il soggetto a cui è stato affidato), questo particolare requisito, o perlomeno non vi ricorre in maniera generale. Se possiamo fare riferimento ad un'esclusiva sugli applicativi, allora questi non varrebbero l'intero importo di gara.
La nostra contestazione, quindi, è duplice: la prima riguarda la fondatezza della procedura seguita nell'affidamento; la seconda riguarda l'economicità di questo percorso, perché verrebbe detto che, oltre alla prestazione esclusiva, l'offerta del privato sarebbe più vantaggiosa dal punto di vista economico. Ma così non risulterebbe essere laddove, in base a quella che è la nostra valutazione, noi verifichiamo che le offerte tra quella del CSI e quella del privato non vengono comparate su piattaforme equivalenti, cioè sugli stessi perimetri di attività. E ancora di più l'acquisizione da parte delle ASL di una serie di strumentazioni sarebbe più costosa della locazione oggi pagata dall'ASL al CSI, e non stiamo parlando di internalizzazioni, cioè di funzioni svolte da personale interno dell'ASL, perché nello stesso atto di affidamento si prevede l'acquisto di 1.166 giornate/uomo di personale tecnico.
Quindi, al di là del tema generale sul CSI, ci chiediamo se la procedura seguita sia fondata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia per la risposta.



QUAGLIA Giovanna, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si riferisce che si è provveduto ad interpellare nel merito l'ASL TO1, la quale ha predisposto una relazione che adesso leggerò.
Premesso che: l'ASL TO1 utilizza fin dal 1999 diversi software della suite sanitaria e amministrativo-contabile di Engineering Informatica S.p.A., avendoli a suo tempo acquisiti, con concessione in licenza d'uso, mediante procedura di gara, tra cui i seguenti: OLIAMM per tutta la gestione amministrativo contabile e logistica, FIRST AID per il Pronto Soccorso, ADT per l'accettazione ospedaliera, SGP per il CUP/Radiologia, ecc. Da allora la manutenzione e l'assistenza sui suddetti applicativi è stata condotta, con affidamento esclusivo, da Engineering, in quanto proprietaria univoca dei codici sorgenti nel 2004 la direzione aziendale ha deciso di "esternalizzare al CSI Piemonte il sistema informativo ed informatico aziendale" (del 237/B.02/04 30/06/2004) giustificando la propria scelta con l'obsolescenza della sala server di Via San Secondo 29, che era causa di ripetute interruzioni di servizio. A seguito di tale provvedimento, il CSI Piemonte subentrò all'ASL nel contratto annuale di assistenza e manutenzione con Engineering lasciando la proprietà delle licenze d'uso dei prodotti all'ASL (articolo 11 della convenzione allegata alla delibera di esternalizzazione). La gestione in outsourcing del sistema non ha cambiato, in alcun modo, i prodotti software né la loro tipologia, né la manutenzione e l'assistenza che hanno continuato ad essere assicurate da Engineering l'ASL TO1, visto che le criticità che avevano motivato la suddetta scelta sono state attualmente superate (in quanto la dotazione hardware aziendale a disposizione presso le sale server dell'ASL TO1 è notevolmente migliorata, tecnologicamente adeguata e con buone capacità di calcolo) e considerata la congiuntura economica negativa e la grave scarsità di risorse finanziarie disponibili, dopo aver effettuato le valutazioni del caso, ha deciso nello specifico di percorrere la strada dell'internalizzazione (ossia l'installazione e la gestione degli applicativi su propri server), per recuperare il governo del sistema e per ridurne i costi in relazione alla gestione degli applicativi sopraccitati, l'ASL TO1 prevedeva l'internalizzazione dell'intero servizio aggiudicato comprendendo sia la manutenzione ed assistenza software che la gestione e la disponibilità delle necessarie componenti infrastrutturali aggiuntive.
In virtù di ciò, il fornitore metteva a disposizione dell'ASL TO1 nell'ambito del servizio appaltato, anche l'hardware necessario ad ospitare i software internalizzati presso la sala server aziendale anche al fine di garantire l'ottimale funzionamento del servizio assicurato la normativa vigente attribuisce alle Aziende sanitarie la piena autonomia gestionale, per cui sono tenute ad acquisire i beni ed i servizi che gli necessitano seguendo le procedure di legge in materia, nel rispetto del principio della buona amministrazione, ovvero dell'acquisizione della soluzione che, adeguata a soddisfare il bisogno espresso, risulti economicamente più vantaggiosa la spending review (legge di conversione n. 135-2012 del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95) ha disposto una riduzione del 5% sui canoni dei servizi acquistati dalle pubbliche amministrazioni e, conseguentemente, la Regione ha dato indicazioni alle ASR affinché queste provvedessero, caso per caso ad analizzare con gli attuali fornitori possibili revisioni delle modalità di erogazione dei servizi al fine del contenimento dei relativi costi.
Contestualmente, la Regione Piemonte ha dato indicazioni alle ASR affinch queste considerassero adeguatamente l'offerta del CSI Piemonte valutandone, caso per caso, l'economicità rispetto all'eventuale ricorso ad analoghe soluzioni del libero mercato.
Alla luce di quanto sopra esposto, si precisa che l'ASL TO1, con delibera n. 751/D.04 del 29 ottobre 2012, aveva previsto di affidare ad Engineering Ingegneria Informatica S.p.A. il servizio di manutenzione e di assistenza dei software applicativi, in virtù del fatto che ne fosse la legittima proprietaria, ai sensi dell'articolo 57, comma 2, lettera b), del decreto legislativo 163/2006, che prevede che tale procedura "qualora, per ragioni di natura tecnica, il contratto possa essere affidato unicamente ad un operatore economico determinato".
Successivamente, vista anche la nota del Direttore generale del CSI Piemonte, prot. n. 0024057 del 31/10/2012, che rappresentava potenziali profili di irregolarità sul provvedimento a margine adottato, ed attesa altresì la complessità della materia, si riteneva opportuno un ulteriore approfondimento su tutto l'iter procedurale seguito.
Pertanto, con delibera 776 A01 del 9 novembre 2012 si sospendeva l'efficacia della citata deliberazione 751 per un periodo massimo di 30 giorni; con successiva delibera 790/A01 del 15 novembre 2012, attesa la contingibilità e l'urgenza di dirimere la complessa situazione venutasi a creare, si decideva di acquisire un idoneo parere tecnico-legale in merito alle problematiche emerse.
Alle risultanze finali delle menzionate azioni di verifica, verrà quindi subordinata ogni decisione definitiva dell'Azienda TO1.
L'Assessore Monferino fornirà poi la relazione di verifica in Commissione o in Aula, se lo riterrà opportuno.


Argomento: Università - Edilizia scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 1392 presentata dalla Consigliera Pentenero, inerente a "Interventi di ristrutturazione palazzina occupata di Via Verdi 15, Torino, al fine della realizzazione di una nuova residenza universitaria"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1392 presentata dalla Consigliera Pentenero, che ha la parola per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Com'è noto, lo stabile sito in Via Verdi è destinato a residenza universitaria ed è stato occupato abusivamente e soltanto il 30 ottobre è stato sgomberato al fine di consentire l'avvio degli interventi di manutenzione straordinaria.
Certamente, lo sgombero rappresenta un momento di ripristino della legalità su un patrimonio che ha una finalità pubblica e che, ahimè, è stato danneggiato durante l'occupazione abusiva.
Purtroppo, abbiamo dovuto constatare che all'interno dello stabile erano ospitati anche circa 200 studenti fuori sede, che a causa della contrazione delle risorse di questi anni nei confronti dell'EDISU, non hanno potuto ottenere, differentemente dal precedente Anno accademico, un posto nelle residenze universitarie. La situazione di emergenza relativamente sia al mancato trasferimento di risorse correnti, sia alla realizzazione di nuove strutture adibite a tale scopo, sta assumendo un carattere di emergenza sociale che, come nel caso in specie, favorisce simili iniziative illegali da parte di movimenti e gruppi di studenti.
L'Ente per il Diritto allo Studio Universitario, con propria deliberazione del Consiglio d'Amministrazione n. 35 del 26 maggio 2011, ha approvato il progetto esecutivo dell'opera di manutenzione straordinaria dello stabile per un importo di circa tre milioni e 700 mila euro.
L'EDISU, in qualità di stazione appaltante, ha prolungato il periodo di sospensione preliminare all'apertura delle offerte pervenute con riferimento ad entrambe le procedure sopra richiamate sia per il completamento delle verifiche sulle disponibilità finanziarie connesse, sia per la programmazione pluriennale degli interventi sulla residenzialità universitaria.
Vogliamo sapere, quindi, se le risorse sono davvero disponibili in bilancio per quello che attiene agli interventi di manutenzione e ristrutturazione dell'immobile sito in Via Verdi, ma anche sapere a che punto è lo stato di attuazione in merito agli stanziamenti per l'anno 2012/2013, per cercare di comprendere se lo scorrimento di graduatoria così come promesso, così come più volte comunicato dall'Assessore, è una chimera o può essere un dato reale e quindi poter dare qualche elemento di garanzia agli studenti che stanno vivendo una situazione certamente non facile.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Pentenero.
La parola all'Assessore Maccanti, per la risposta.



MACCANTI Elena, Assessore ai rapporti con l'Università

Grazie, Presidente.
Rispondo innanzi tutto alla prima parte dell'interrogazione.
L'erogazione dei finanziamenti regionali alle Università e all'EDISU per gli interventi di ristrutturazione, come la collega Pentenero sa, sono regolati dalla legge n. 29 del 1999 e sulla base di quanto previsto da questa legge regionale, con la DGR 38 del 28 dicembre 2007, è stato approvato il Piano generale degli interventi, che prevedeva, per quanto riguarda EDISU, un finanziamento di complessivi 16.775.300 euro, di cui 3.347.000 finalizzati proprio alla manutenzione straordinaria e alla ristrutturazione della residenza universitaria di Via Verdi 15, che è stata occupata proprio il giorno prima dell'inizio dei lavori di ristrutturazione.
La Direzione Innovazione, Ricerca ed Università ha sottoscritto nel 2008 la convenzione che ha disciplinato i rapporti con l'EDISU e per il programma di attività 2008/2010, sulla base di quanto stabilito da questa convenzione, ad oggi sono stati erogati a EDISU Piemonte complessivi quattro milioni 777 mila euro quale anticipo in fase di sottoscrizione della convenzione e quota parte relativa all'impegno del 2008.
Sulla base delle rendicontazioni di EDISU, ad oggi risultano spesi a favore della ristrutturazione della residenza Verdi 15 complessivi 144.343 su una spesa di 3.347.000 a carico della Regione Piemonte. Ricordo che questo è un intervento cofinanziato dallo Stato.
Quindi è chiaro come la Regione si sia impegnata all'erogazione del finanziamento a condizione che vengano rendicontati i lavori previsti secondo lo stato di avanzamento degli stessi e con la modalità prevista nella citata convenzione. EDISU quindi è tenuto a tale specifico adempimento, che rappresenta il presupposto per l'erogazione stessa.
In tale situazione, rilevato come non sia pervenuta alcuna rendicontazione in merito a interventi relativi a Via Verdi 15 (fatto salvo quanto sopra detto), al momento attuale la Regione non può erogare alcun finanziamento. Ovviamente, qualora queste pervengano, si potrà procedere al finanziamento con le risorse finanziarie che verranno scritte nel capitolo 251361 del bilancio di previsione per l'anno 2013.
Nulla hanno a che vedere questi stanziamenti in conto capitale, come sa sicuramente meglio di me la collega Pentenero, invece, con la situazione delle borse di studio. EDISU sta predisponendo le graduatorie provvisorie e non appena avrò i dati definitivi, sarà mia cura, se la VI Commissione ritiene di venire a relazionare rispetto alle risultanze della graduatoria e rispetto anche ad un bando che, come ricorderete bene, è stato modificato nei criteri rispetto all'anno precedente.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione a risposta immediata n. 1397 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Variante 2006 al PRG di Riva Valdobbia: realizzazione di un ecomostro turistico-recettivo di 31.000 m3 in località Miniere"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1397, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come dice il titolo, l'interrogazione riconosce le azioni intraprese dalla Regione come ente sovraordinato, anche in tema di pianificazione urbanistica, in merito alla variante al PRG che il Comune di Riva Valdobbia (un piccolo Comune dell'Alta Valsesia, subito sotto Alagna Valsesia), ha inteso portare con la previsione di una struttura ricettivo-turistica e probabilmente, anche commerciale di 30 mila metri cubi in una località che non a caso, si chiama "Miniere".
Si tratta di una località in cui vi era una vecchia miniera in funzione che attualmente è sospesa, perché l'attività mineraria non è terminata completamente, quindi l'attività della miniera stessa non è esaurita.
Questo è quanto è stato sottolineato e sollevate da un comitato di cittadini chiamato "Noi walser, per un turismo sostenibile e responsabile".
Ricordiamo che i walser sono di origine tedesca e che questa popolazione è localizzata nell'area dell'alta Valsesia e in altre aree del Piemonte.
Inoltre, ha dato un connotato particolare sia alle strutture abitative sia alla cultura, che è un patrimonio riconosciuto e tutelato sia dalla Regione Piemonte, sia a livello nazionale. L'area è anche sottoposta ad un vincolo paesaggistico ed è considerata dal Ministero dell'Ambiente di notevole interesse pubblico.
Dicevo che i problemi sollevati dal Comitato "Noi walser" sono stati probabilmente ripresi da uno studio con alcune note da parte dell'ISPRA, in cui si evidenzia la incongrua riqualificazione di questa località chiamata Miniere, mediante queste edificazioni residenziali, soprattutto perch l'area è di carattere demaniale. Quindi, non è di proprietà di coloro i quali dovessero costruire questo che è stato definito un "ecomostro", ma come ho detto prima, la miniera potrebbe essere riattivata da un giorno all'altro.
Quindi, ci chiediamo anzitutto se, dal punto di vista procedurale, sia corretto prevedere una realizzazione per di più siffatta di una struttura del genere.
Sono stati sollevati una serie di rilievi e preoccupazioni. Pare che anche la Regione, nella persona dell'Assessore Cavallera, abbia valutato attentamente se la vicinanza con il Torrente Otro, un affluente del Sesia possa mettere a rischio l'area dal punto di vista idrogeologico. Inoltre ci sono problemi ecologici-sanitari e statico-strutturali, proprio perch la miniera, tecnicamente parlando, è stata scavata in profondità e quindi c'è anche un problema statico-strutturale. C'è anche un problema di depositi di metalli pesanti (cadmio, nichel, piombo e altri), che potrebbero richiedere una bonifica dell'area.
In effetti, tra le tante valutazioni e richieste che sono state fatte dal comitato c'è anche quella di valutare l'eventuale tossicità che potrebbe caratterizzare questa struttura turistico-ricettiva.
Proprio per questo, in data 31 ottobre 2012, la Giunta regionale, con la DGR 11-4386, ha approvato all'unanimità la variante 2006 al PRG del Comune di Riva Valdobbia, subordinatamente però all'introduzione "ex ufficio" negli elaborati progettuali di una serie di ulteriori modificazioni che hanno formato il cosiddetto "Allegato A", che è stato considerato parte integrante a norma di legge della variante stessa.
In questo allegato si rilevano tutta una serie di punti che ho sollevato prima, cioè gli idonei studi di dettaglio in grado di verificare la fattibilità dei movimenti terra in zone IIIa; di considerare le normative antisismiche, perché l'area è considerata in zona 4 di rischio sismico; nel Piano comunale di protezione civile bisogna prevedere di tenere conto delle condizioni di pericolosità potenziale e dare misure adeguate per gestire eventuali rischi; per l'ambito ricadente in classe IIIb4 bisogna vietare qualunque incremento del carico antropico e via, via tutta una serie di ulteriori problematiche, tra cui anche la prescrizione di sottoporre un'indagine finalizzata a definire quantitativi e sostanze inquinanti eventualmente presenti in territorio e anche misure di mitigazione e compensazione degli eventuali impatti prodotti nell'ambiente circostante, provvedendo altresì alla messa in sicurezza della miniera e assumendo azioni atte a conservarne la memoria storica.
Chiedo quindi al Vicepresidente della Giunta regionale, nonch Assessore all'urbanistica, se la Regione Piemonte ritiene superate le problematiche sollevate, anche in relazione alle prerogative e competenze dell'Ente, per limitare, se non annullare, tutti i possibili danni e rischi paesaggistici, ambientali e sanitari correlati all'approvazione di questa variante. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Questa è una vera interrogazione a risposta immediata, perché l'avete presentata ieri, per cui la risposta sarà, ovviamente, al netto di tutte le cose che si possono raccogliere nel giro di poche ore.
Innanzitutto ci riferiamo all'area dell'ex miniera per interventi polifunzionali, così come qualificata nel Piano Regolatore.
Va premesso che l'area in oggetto era già in essere nell'allora Strumento Urbanistico vigente.
In sede di primo esame per la stessa, era stato richiesto lo stralcio per motivi di ordine geologico. A tale riguardo, l'Amministrazione comunale, in sede controdeduttiva alle osservazioni regionali, supportò la conferma della previsione attraverso ulteriori analisi di carattere geologico, che determinarono una normativa che, pur vincolando gli interventi ad una serie di opere propedeutiche per la messa in sicurezza dell'ambito, acconsente di poter intervenire nell'area di cui si tratta ricompressa in Classe geologica IIIb2.
Va evidenziato che dette ulteriori analisi, verifiche e proposizioni prescrittive sono state sottoposte a valutazione del Settore Prevenzione Territoriale del Rischio Geologico, il quale, nel ritenere accettabile la normativa geologica prevista, ha palesato la necessità di integrare la norma con il seguente dispositivo: "Nel settore in Classe IIIa non saranno consentite nuove edificazioni e/o movimenti di terra e quant'altro possa produrre effetti negativi sull'assetto geomorfologico dei luoghi; eventuali movimenti di terra ritenuti indispensabili dovranno essere supportati da idonei studi di dettaglio in grado di verificare la reale fattibilità".
Anche in merito alla segnalazione pervenuta dal Comitato "Noi Walser per un turismo sostenibile e responsabile", riguardante in particolare lo studio dell'ISPRA, "Recupero e valorizzazione delle miniere dismesse" segnalazione che metteva in evidenza l'appartenenza della miniera al patrimonio indisponibile dello Stato in ragione delle difficoltà a stabilire se il giacimento è provvedimento è esaurito o meno, e che il sito minerario di Riva Valdobbia "Torrente Otro", ricompreso nell'elenco ISPRA Siti minerari abbandonati in Piemonte, presenta un rischio ecologico sanitario alto. L'ufficio regionale ha ritenuto indispensabile avvalersi del debito parere del Settore regionale Programmazione e Monitoraggio Attività Estrattive, dal quale è emerso quanto segue: "Con decreto del Ministero dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato, in data 10 luglio 1995 è stata accettata la rinuncia alla concessione mineraria per minerali di pirite/calcopirite/rame denominata 'Torrente Otro' sita nel comune di Riva Valdobbia, di cui la Società Veneta Mineraria SpA di cui questa società era concessionaria. L'istruttoria di rinuncia ha accertato la non coltivabilità del giacimento e l'inesistenza di pertinenze minerarie. Pertanto, attualmente, non esistono vincoli minerari sull'area dell'ex miniera, che è libera a tutti gli effetti, anche a scopo di civile edificazione".
Inoltre, detto parere riporta altresì: "Si evidenzia che il sito dove si trovano gli edifici utilizzati a suo tempo per la lavorazione del minerale e dove sono stoccati gli sterili - indicato nel PRGC di Riva Valdobbia con la 'F': 'aree ex miniera per interventi polifunzionali' - è stato inserito nel censimento dei siti minerari abbandonati, che hanno o che possono avere gravi ripercussioni negative sull'ambiente o rappresentare una minaccia per la salute umana o ambientale, effettuato ai sensi dell'articolo 20 del decreto legislativo n. 117/2008. Tale elenco è stato predisposto dall'ISPRA ed è disponibile sul sito internet istituzionale dell'Agenzia".
Il parere del Settore Minerario Regionale conclude: "Per quanto sopra esposto, si ritiene che il Piano Regolatore Generale Comunale debba prevedere che qualsiasi intervento in tale area sia subordinato ad una preliminare indagine finalizzata a definire i quantitativi di sostanze inquinanti e l'area interessata. Qualora risultassero valori superiori ai limiti imposti dalla legislazione vigente, l'area dovrà essere sottoposta a bonifica preventiva".
Giusta, quindi, l'integrazione normativa apportata "ex officio".
Inoltre, a tutela dell'ambiente e a memoria della miniera, è stato ritenuto altresì indispensabile integrare l'articolo normativo con la seguente dizione: "Lo strumento urbanistico esecutivo dovrà necessariamente garantire, attraverso specifiche prescrizioni normative, che gli interventi previsti, strutturali ed infrastrutturali, trovino armonico inserimento ambientale attraverso una idonea distribuzione plano-volumetrica, l'uso di tipologie, composizioni architettoniche, materiali costruttivi e così via tipici della cultura del luogo e dei caratteri di naturalità e di paesaggio presenti in loco. Particolare attenzione dovrà essere altresì riposta nel prevedere le necessarie misure di mitigazione e di compensazioni degli eventuali impatti prodotti nell'ambiente, provvedendo altresì alla messa in sicurezza della miniera ed assumendo azioni atte a conservarne la memoria storica".
Dalla documentazione raccolta per rispondere quest'oggi all'interrogazione mi sembra, comunque, che vi sia stato un iter che ha coinvolto tutti i Settori regionali. Si è preso atto dell'uscita dello Stato dal discorso minerario, per cui la questione è ricondotta ad un sito già compromesso che può essere utilizzato a determinate condizioni naturalmente garantendo il recupero ambientale e la compatibilità di ci che verrà ritenuto conciliabile in sede di presentazione degli strumenti esecutivi.
Credo che sia significativo il discorso dell'analisi finale dei terreni ai fini di valutare se occorrono delle modifiche preventive o meno. Questa ovviamente, è una situazione che andrà seguita con la massima attenzione.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Cavallera.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.33 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(La seduta ha inizio alle ore 15.33)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Cantore, Casoni, Cota Giordano, Marinello, Motta Massimiliano e Sacchetto.



PRESIDENTE

Il numero legale è 27.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Esame proposta di deliberazione n. 221, inerente a "Fondazione Luigi Firpo 'Centro di studi sul pensiero politico' DCR 34-14683 del 21 luglio 1987 e smi. Approvazione modifiche statutarie"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 221 inerente a "Fondazione Luigi Firpo 'Centro di studi sul pensiero politico' DCR 34 14683 del 21 luglio 1987 e smi. Approvazione modifiche statutarie", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Era stata prenotata con preavviso scritto ai sensi dell'articolo 58 comma 2 del Regolamento, ed è una proposta di deliberazione della Giunta regionale licenziata all'unanimità dei presenti dalla VI Commissione permanente in data 22 novembre 2012.
Com'è noto, si tratta di un atto urgente, in quanto ci sono delle scadenze con termini perentori. Essendo stata approvata all'unanimità, se l'Aula acconsente la diamo per illustrata (peraltro, è presente il Vicepresidente della Regione).
Vi sono richiesta di intervento? Ha chiesto la parola il Consigliere Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero

un adeguamento che con i Consiglieri Stara, Cerutti, Artesio e altri abbiamo visto in Commissione. È assolutamente congruente. È un'attenzione verso quelle fondazioni che, insieme ai colleghi citati e altri, stiamo cercando di tutelare difendendo il bilancio della cultura. La fondazione Luigi Filippo, infatti, può rientrare a buon titolo nell'elenco delle associazioni e fondazioni fondamentali per il nostro patrimonio culturale.
Ringrazio i colleghi che in Commissione hanno dato l'apporto e il voto positivo. Credo che possa essere confermato dall'Aula.
Mi permetto di dire che la Commissione tutta, a partire dal Presidente è stata tempestiva e ha dato una procedura immediata per dimostrare che la Commissione è attenta. Speriamo che sui temi della cultura il Consiglio sia altrettanto attento.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento? Dichiarazioni di voto? La Giunta intende intervenire? Ricordo che tale proposta di deliberazione è stata licenziata all'unanimità in data 22 novembre 2012.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 221, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.34 riprende alle ore16.10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Dobbiamo ripetere la votazione sulla proposta di deliberazione n. 221.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 221, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Giunta, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 218, inerente a "Interventi urgenti per la razionalizzazione delle spese regionali"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 218, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Chiedo al Consigliere Burzi di avvicinarsi al banco della Presidenza.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.11 riprende alle ore 16.12)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ci sono richieste di intervento in discussione generale? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

A me sembrerebbe un po' indelicato, nei confronti dell'Aula, se la Giunta non illustrasse la proposta di deliberazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Quaglia.



QUAGLIA Giovanna, Assessore alle risorse umane e patrimonio

Grazie, Presidente.
Rispetto alla delibera, si tratta di un percorso iniziato con l'approvazione della legge finanziaria di quest'anno dove, rispetto ad un articolo che rivedeva la costituzione della spesa storica relativamente la spesa regionale, si è cercato di richiamare nei lavori della I Commissione una declinazione rispetto alle verifiche e alle possibilità di intervento che potevano nascere dall'applicazione della legge finanziaria.
Rispetto a questo, la Giunta regionale, nella prima parte della discussione della I Commissione, ha predisposto una bozza di delibera del Consiglio - così si è convenuto nella discussione di I Commissione con i commissari - che fosse un atto di indirizzo rispetto ad atti applicativi che prevedono norme regionali, quindi cambiamenti della normativa regionale, o atti amministrativi che riguardano la Presidenza del Consiglio e la Giunta regionale per quanto riguarda diversi aspetti.
Una parte su cui ci siamo concentrati per quanto riguarda la discussione sulla deliberazione di razionalizzazione delle spese regionali riguardava gli incentivi ai contributi, e la gestione di questi, attraverso il confronto con la Commissione consiliare competente, per stabilire dei criteri certi, obiettivi e trasparenti per la concessione di contributi e incentivi alle imprese e le ricadute che questi possono avere rispetto al sistema economico piemontese.
C'è poi una parte che, rispetto al testo originale presentato dalla Giunta, ha subito anche delle variazioni rispetto ad emendamenti che sono stati presentati nella discussione della Commissione consiliare, che riguarda il personale, che riguarda la possibilità di lavorare con degli strumenti, previa una ricognizione degli effettivi fabbisogni del personale della Giunta e del Consiglio regionale, e la possibilità di prevedere strumenti che vanno nella direzione di una gestione diversa del personale dell'amministrazione.
Questo, ovviamente, nel percorso e nel testo iniziale della delibera, è stato oggetto di diversi emendamenti - qualcuno accolto dai Gruppi di maggioranza e qualcuno respinto anche dai Gruppi di opposizione - su cui c'è stata una parziale discussione per quanto riguarda la Commissione.
Questa mattina, insieme ad altri Consiglieri regionali, abbiamo anche assistito ad un'assemblea chiesta dai dipendenti della Regione Piemonte per quanto riguarda questo capitolo, che è una parte della delibera.
Vi è una parte che riguarda la digitalizzazione, quindi gli strumenti di politica che la Giunta regionale e l'Amministrazione può portare avanti per quanto riguarda l'incentivo a promuovere l'utilizzo delle forme di digitalizzazione.
Una parte importante della deliberazione costituisce un atto di indirizzo, se così viene approvato, per quanto riguarda il Consiglio regionale, che riguarda le nomine e tutta una serie di incompatibilità che non sono previste dalla normativa regionale e dalla normativa statale e che possono diventare un atto preciso di indirizzo se approvato dal Consiglio regionale, per quanto riguarda le nomine soprattutto nelle Aziende Sanitarie Locali, nelle Aziende Ospedaliere e nelle partecipate.
Vi è una sezione dedicata alla trasparenza che riguarda la Regione, gli enti, le aziende, le società, le agenzie, le istituzioni e i consorzi, che si riferisce alla possibilità di mettere in evidenza e di pubblicare tutto ciò che riguarda il bilancio annuale, l'indicazione del trattamento economico degli organi di indirizzo economico-amministrativo, le consulenze, gli incarichi esterni, l'elenco completo dei collaudi, l'albo dei soggetti a cui vengono erogati, a qualunque titolo, contributi sovvenzioni e crediti, l'anagrafe degli eletti, anche se quest'ultima, come già sottolineato in Commissione, è coordinata da un progetto di legge regionale che deve essere discusso dall'Aula. Tutto questo è anche in ottemperanza ad articoli che sono stati richiesti ed accolti come emendamento nella trattazione della legge finanziaria della Regione Piemonte.
Vi è poi un articolo importante di indirizzo, che prevede la razionalizzazione e la riduzione delle spese di gestione degli enti gestori del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, in applicazione a quanto contenuto nella spending review nazionale e in accordo con quanto verrà stabilito dalla Conferenza unificata per quanto riguarda l'applicazione di criteri di economicità, efficacia, omogeneità del sistema, ridefinizione dell'articolazione territoriale, omogeneizzazione del sistema di gestione del patrimonio, definizione di costi standard, eccetera.
Vi è inoltre una parte che riguarda le società a partecipazione regionale, che è di cesura con il piano di dismissione delle società partecipate, che è allegato ad una deliberazione in fase di discussione e di approvazione della I Commissione. Sulla partita delle società a partecipazione regionale, in Commissione sono stati presentati degli emendamenti ed è uscito un testo che propone revisioni, anche per quanto riguarda la spesa del personale assunto presso le partecipate e per quanto riguarda la spesa di consulenza ed incarichi professionali.
Vi è anche la parte che riguarda il patrimonio regionale, le sedi periferiche e la razionalizzazione delle locazioni che il Settore Patrimonio e la Regione Piemonte ha come locazioni.
diventato altresì corpo della deliberazione un capitolo "Piemonte zero", che riguarda la gestione e il riordino della gestione del parco auto e la sua riorganizzazione con la revisione del piano dei costi e dei servizi sia per quanto riguarda gli amministratori sia per quanto riguarda tutta la gestione del parco auto.
Questo è un po' quello che, rispetto agli emendamenti e rispetto alla discussione della I Commissione, costituisce il testo di questa deliberazione di Consiglio regionale, che diventa un atto di indirizzo rispetto alla discussione che parte oggi in Consiglio regionale rispetto ad interventi che sono stati definiti urgenti per la razionalizzazione delle spese regionali.
Nell'intendimento della legge finanziaria, quando l'abbiamo approvata e del percorso della deliberazione, questo era un momento di confronto e di discussione che presupponeva il fatto che il livello di spesa storica e di funzionamento della macchina regionale doveva essere snellito, e quali erano gli strumenti di indirizzo che nascevano da questa deliberazione, che poi dovranno essere attuati attraverso modifiche legislative e attraverso degli atti amministrativi che saranno a capo della Giunta regionale e del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
Le difficoltà della Regione Piemonte sono note e devono, dal nostro punto di vista, diventare ragione di un atteggiamento di responsabilità ampio, che riguarda chi ha una funzione di governo e chi svolge all'interno di quest'Aula una funzione e un ruolo di opposizione.
Ecco perché, di fronte a queste difficoltà, voglio che sia chiara una cosa fin dall'inizio. Noi non ci muoviamo in un atteggiamento di conservazione dell'esistente. Vorremmo però - è una questione di principio in cui consiste il vero punto di divergenza tra la maggioranza e la Giunta e il mio Gruppo consiliare e, credo, anche gli altri Gruppi di opposizione che fosse chiaro un elemento: i problemi si governano, non si affrontano con gesti autoritari.
All'interno della deliberazione, Assessore Quaglia, leggo tre questioni fondamentali.
La prima: c'è una parte dentro la quale vengono individuati alcuni criteri rispetto ai quali ci sarà necessità di un intervento legislativo successivo. È la parte sul riordino delle Agenzie territoriali della casa è la parte che riguarda altri temi che avremmo voluto fossero affrontati in modo più serio e risoluto all'interno di questa proposta di deliberazione.
la parte che riguarda la ridefinizione dei criteri di erogazione dei contributi da parte dell'Amministrazione regionale. Su questo la deliberazione offre alcuni criteri di lavoro, che dovranno essere ripresi con atti legislativi o con successivi provvedimenti.
C'è una parte che non produce nessun effetto sotto il profilo del risparmio economico, ma che noi condividiamo: è quella legata ai capitoli sulle nomine e sulla trasparenza degli atti. Non produce un effetto economico sul bilancio della Regione e sulla riduzione dei costi, ma nello stesso tempo crediamo che siano scelte opportune, che vanno nella direzione di definire regole più chiare a proposito delle nomine e della trasparenza.
C'è invece una parte del terzo capitolo di questa proposta di deliberazione, laddove l'atto deliberativo diventa cogente.
La prima riflessione che voglio mettere in evidenza alla Giunta e all'Aula è questo squilibrio sostanziale nella costruzione di tale proposta di deliberazione.
La invito, Assessore Quaglia, a non dire più in giro che tutti i provvedimenti che riguardano il personale sono provvedimenti che riguardano indicazioni che non determinano nessuna operazione immediata, perch proprio i provvedimenti che riguardano il personale sono provvedimenti che hanno invece una natura cogente: individuano i percorsi, individuano le modalità, individuano anche gli obiettivi che devono essere raggiunti! Affrontiamo almeno la discussione di oggi con un atteggiamento di onestà intellettuale. L'onestà significa sostanzialmente saper distinguere all'interno della proposta di deliberazione, ciò che ha la natura di offrire un criterio di comportamento su cui ritornare e ciò che, invece, ha una natura cogente.
E sia ben chiaro che, anche per quanto riguarda il personale, noi abbiamo piena consapevolezza del fatto che i prossimi mesi determineranno problemi immensi, che devono e possono essere governati, anche ottenendo un risparmio economico, ma si tratta di problemi che non possono essere oggetto di atteggiamenti autoritari.
I prossimi mesi saranno quelli che riguarderanno il personale della Regione, saranno i mesi dedicati anche al personale delle agenzie e delle società. Inoltre, abbiamo di fronte lo scenario delle Comunità montane, la cui incertezza rispetto al personale è nota a ciascuno di noi. E poi ci saranno i problemi legati alla riorganizzazione delle circoscrizioni provinciali.
In un periodo storico come quello che stiamo vivendo, quello che appariva, agli occhi dell'opinione pubblica, come l'ambito della tutela, si trova ad avere e a provare le stesse condizioni di incertezza che riguardano grandi parti del settore privato del mondo del lavoro.
Rispetto a questo tipo di situazione, non con un atteggiamento di conservazione, chiediamo lo stralcio di questo capitolo all'interno della delibera, per una semplice ragione, Assessore Quaglia, e glielo ripeto per l'ennesima volta: queste materie devono vedere innanzitutto un ambito di confronto e, in alcuni casi, di obbligatorietà di concertazione e contrattazione con le organizzazioni sindacali.
Se si affronta questo tema partendo da questo presupposto, sono convinto che l'Ente Regione e l'Amministrazione regionale possono ottenere dei risultati significativi ed importanti. Se, invece, affrontate questo tema con la tempistica e le modalità contenute all'interno di questa proposta di deliberazione, immaginando che entro 15 giorni si debba fare la ricognizione dei fabbisogni organici del personale, le garantisco che questa delibera avrà un percorso tortuoso, difficile, capace di bloccare le attività del Consiglio regionale per sedute e sedute.
Alcuni Direttori della Giunta molto zelanti, soprattutto quei Direttori che hanno un contratto di diritto privato, poiché provenienti da realtà esterne, lo stanno già facendo: stanno già compilando gli elenchi delle persone in esubero! Altro che ricognizione basata su fabbisogni determinati e su fabbisogni certi, che devono essere oggetto di una puntuale verifica da parte delle Direzioni, della Giunta regionale, nel confronto con le organizzazioni sindacali! Non è pensabile che entro 15 giorni si facciano le ricognizioni; non è pensabile che si crei una struttura complessa per la mobilità, dentro la quale ci deve stare il personale in esubero della Regione, il personale in esubero del comparto della sanità, il personale in esubero delle società che hanno un contratto del terziario, neanche del comparto degli Enti locali o della Regione o del comparto della sanità! Vi rendete conto di cosa state mettendo in piedi? Una grande insalata dentro la quale ognuno mette la propria componente.
Come potete pensare di gestire siffatta operazione attraverso una struttura regionale? Seconda considerazione: lei, Assessore, questa mattina, durante le audizioni con le RSU della Regione ha affermato: "Ci sono sette passaggi all'interno di questo capitolo e tutti prevedono la concertazione con le organizzazioni sindacali".
Si vada a rileggere la delibera, Assessore! Non c'è neanche la concertazione: c'è solamente l'intesa con le organizzazioni sindacali, per quanto riguarda la riduzione del salario accessorio. L'unico punto! La fase della ricognizione non è oggetto di contrattazione; la fase della determinazione dei provvedimenti per la gestione del personale in mobilità non è oggetto di contrattazione; la fase del recupero delle funzioni affidate all'esterno non è oggetto di contrattazione! C'è solo un punto, e mi domando cosa su questo punto andrete a contrattare con le organizzazioni sindacali, quando avete stabilito, non che il tema è la riduzione del salario accessorio delle posizioni organizzative, ma che il tema è la percentuale (che avete già stabilito all'interno della proposta di deliberazione) che deve essere raggiunta.
Assessore Quaglia, lei ha ricordato che questa proposta di deliberazione nasce da un emendamento del Gruppo del PD, contenuto nella legge finanziaria di quest'anno. Noi non ci rimangiamo - siamo persone coerenti - il fatto di aver provocato una discussione come quella che si è avviata dopo l'approvazione della legge finanziaria e il fatto di dover assumere, in quest'Aula, posizioni di grande responsabilità rispetto alle difficoltà che sta vivendo la nostra regione, la comunità piemontese: l'esigenza di liberare risorse per sostenere politiche economiche e il sistema dei servizi.
Non assumiamo, però, alcuna paternità rispetto allo sbocco finale di questa proposta di deliberazione, poiché non la condividiamo.
Ribadiamo, sostanzialmente, un punto fondamentale: crediamo che sia possibile effettuare un'operazione seria che riguardi la riorganizzazione degli uffici della Regione e il recupero di funzioni affidate all'esterno se questa diventa un punto di partenza sul quale aprire un confronto reale sul quale chiedere anche la responsabilità in capo alle posizioni delle organizzazioni sindacali per un confronto reale su come costruire una Regione più adeguata ai tempi che stiamo vivendo.
In questo contesto, c'è ancora il nostro invito a ripensare fortemente rispetto a un capitolo che non è indicativo, ma che è prescrittivo Assessore Quaglia. È prescrittivo! Non voglio abusare della sua intelligenza nel ricordarle, Assessore Quaglia, che tutta la materia dell'organizzazione è stata oggetto di un intervento di delegificazione, nel corso della precedente legislatura quindi, nella misura in cui il Consiglio regionale, approvando questa delibera, individua quegli obiettivi, quei percorsi, quei contenimenti che sono individuati all'interno della proposta che è stata licenziata a maggioranza della Commissione, non fa un atto d'indirizzo, ma dice quali sono gli obiettivi, quali sono gli strumenti e quali sono i risultati che si devono ottenere, affrontando il tema della riorganizzazione.
Noi ribadiamo il senso delle nostre proposte: consideriamo importante ridurre il numero delle Direzioni regionali e, in un momento di difficoltà per il bilancio della Regione, utilizzare fino in fondo le risorse umane interne alla Regione, quindi non ricorrere a professionalità esterne.
importante riportare in capo alla gestione degli Assessorati le funzioni che sono state esternalizzate.
Quando facciamo queste affermazioni, sappiamo benissimo che stiamo parlando di qualcosa che è capace di produrre delle conseguenze, anche in termini occupazionali, come l'audizione delle ore 13 con il personale dell'ARESS ci dimostra e ci ha dimostrato.
Abbiamo la consapevolezza che questi sono i tempi delle scelte complicate e difficili, però vogliamo che tutti questi processi siano governati. Sotto questo aspetto noi siamo portatori - lo espliciteremo nel corso del dibattito e della discussione sugli emendamenti - di un progetto diverso, alternativo, su cui richiamiamo la grande attenzione della Giunta.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PLACIDO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buquicchio.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Le affermazioni del Consigliere Reschigna sono tutte condivisibili e ritengo che l'Assessore ne debba fare tesoro.
Vede, Assessore Quaglia, per onestà intellettuale bisogna riconoscere che la situazione che oggi deve affrontare chi governa, sia a livello nazionale sia a livello locale, a maggior ragione, non è delle più facili per usare un termine soft: è estremamente difficile.
Chi governa, però, ha un insieme di responsabilità nell'individuare, a monte, dei criteri imprescindibili di priorità, nel momento in cui si decide di tagliare.
Lo sappiamo tutti che voi, in questo momento, avete la chiave della cassaforte; lo sapete più degli altri e meglio degli altri e - direi - in modo anche un po' più definito, cosa che a volte sfugge a noi, poveri Consiglieri d'Aula, perché i dati spesso tardano ad arrivare e, quando arrivano, sono estremamente incompleti.
Mi rendo conto della difficoltà, ma so anche che è possibile pensare ad un riordino in termini economici rispettando alcuni elementi. Un elemento da rispettare è quello di dimostrare di aver compiuto delle scelte in termini di priorità.
Come si fa a dimenticare, in questo momento, che uno degli elementi prioritari è il livello occupazionale? A questo punto si aprirebbe un grande e lungo capitolo, perché il livello occupazionale di oggi è figlio di un malgoverno degli scorsi decenni.
Quando lo Stato, la Regione e gli Enti locali potevano operare scelte diverse, in termini di incentivi, per favorire e creare maggiore produzione senza produzione non c'è occupazione - si è preferito, per logiche clientelari, aprire le porte ai vari palazzi. Questo è un dato di fatto che, da una parte, è bene tener presente; dall'altra, in un momento di gravissima crisi, non è pensabile risolvere, oggi, tout court, un malcostume radicatosi negli anni e nei decenni.
Il collega che mi ha preceduto ha detto che andava bene parlare del personale e del riordino della macchina organizzativa che riguarda questo capitolo, ma non attraverso atti di imperio. Procediamo con la dovuta concertazione e il dovuto confronto - innanzitutto, ma non solo - con le organizzazioni sindacali. "Innanzitutto, ma non solo", dico io, perch spesso le organizzazioni sindacali non sono sufficienti a garantire i diritti dei lavoratori. Spesso, sì; qualche volta, no.
A questo proposito, ricordo il caso De Tomaso, che è ancora vivo e deve rimanere vivo nella memoria di tutti quanti: ricordiamoci che da questo microfono e da quest'Aula ho puntato il dito sia nei confronti della proprietà, sia nei confronti dei politici, sia nei confronti delle organizzazioni sindacali.
Quindi, va bene ogni tavolo di concertazione, ma non è sufficiente. In questo senso, occorre una responsabilità enorme, perché "taglio" e "risparmio" come si coniugano con il mantenimento di un livello occupazionale oggi insostenibile? questa la sfida di chi governa e mi rendo conto che siete in grande difficoltà. Probabilmente, ci saranno soluzioni diverse; probabilmente, se altri governassero al vostro posto le potrebbero o le saprebbero individuare. Questo, sicuramente, rimane un punto interrogativo finch questa maggioranza e questa Giunta intenderanno proseguire su un percorso certamente, minato, ma che, sinceramente, non so dove porterà.
La campagna elettorale del Governatore Cota era improntata, appunto sul risparmio, sul taglio agli sprechi, sulla razionalizzazione delle spese, ma oggi, con questa proposta di deliberazione, probabilmente, voi state perdendo una grandissima occasione. Cioè, da una parte, mantenere fede a quanto promesso e annunciato - in forza di quelle promesse e di quegli annunci oggi governate - e, dall'altra, poter dimostrare la capacità di individuare soluzioni non standard, non tipiche, non ortodosse, ma magari, un tantino geniali, per potere salvare, da un lato, il necessario obiettivo di taglio al risparmio e, dall'altro, il necessario e imprescindibile livello occupazionale.
Mi rendo conto della difficoltà della sfida, però è quanto accade quando si sbaglia a monte l'impostazione. Vedete cosa avete fatto con la riforma sanitaria: quando, da questi microfoni, chiedevamo un taglio notevole e sostanzioso alle Aziende Sanitarie, siete stati capaci di produrre una proliferazione, con le Federazioni, degli enti strumentali che sono, di fatto, aumentati.
Poi, cosa dire dei contributi a pioggia? Sono questi gli elementi su cui occorre porre un taglio enorme, in quanto episodi come quello della De Tomaso non devono più verificarsi né in Piemonte né in altre Regioni. Lì sono state commesse delle leggerezze nella discussione in Aula di quell'argomento. Io non ho assolutamente avuto peli sulla lingua, eppure nella scorsa legislatura, appartenendo ad una maggioranza, ho detto che si è sbagliato e si è sbagliato veramente in modo grave.
Noi abbiamo presentato una serie di emendamenti, che devo dire non sono ostruzionistici. Sono tredici emendamenti di merito, che intervengono su tutti i punti, ma, essenzialmente, sul capitolo delle nomine.
A questo riguardo, cari colleghi della maggioranza, voglio ricordavi che avete bocciato un emendamento dell'Italia dei Valori a prima firma del sottoscritto, che riguardo alle nomine dei Direttori generali proponeva un criterio che è stato già sperimentato in qualche altra parte d'Italia, che ha dato, sicuramente, qualche risultato. Quando, invece, è il Ministro Balduzzi ad avanzare la stessa identica proposta - così come oggi si sta piegando la testa alla proposta di deliberazione che recepisce soltanto perché deve recepire, il diktat dall'alto - ci si adegua alle indicazioni del Governo.
Questo è un semplice e piccolo errore che caratterizza la superficialità dell'approccio, a volte un po' arrogante e supponente, per voler evitare confronti costruttivi che nascono in casa propria, senza dover attendere il diktat dall'alto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Vorrei sgomberare il campo da una caricatura, che posso immaginarmi domani, nella discussione o pubblicata su qualche giornale.
La caricatura è la seguente: da una parte, abbiamo un'Amministrazione regionale, un Assessore al personale e i Gruppi di maggioranza segnatamente, Progett'Azione - che, in nome dell'esigenza di rivedere la spesa pubblica, si pongono un problema di riorganizzazione della macchina regionale. Dall'altra, abbiamo i Gruppi dell'opposizione abbarbicati in difesa dell'esistente, che sono contrari e insensibili al tema della modernizzazione della macchina regionale.
Ora, vorrei sgomberare il campo da questa caricatura. Nessuno nega l'esigenza di mettere mano ad una riorganizzazione dell'Ente Regione, non è questo l'oggetto del contendere. Naturalmente, voi mi insegnate che esistono progetti e modi diversi per riorganizzare la macchina della Regione; ed è questo, invece, l'oggetto del contende tra noi e voi.
Assessore Quaglia, considero il suo decisionismo sulla partita del personale un po' sospetto e considero l'emendamento di Progett'Azione quello redatto proprio dalla maggioranza, quello contenuto nella delibera non l'ultima versione, che ho letto pochi secondi fa e su cui spenderò un paio di parole durante la discussione - un manifesto ideologico.
Quell'impostazione - perché si tratta di un'impostazione, che naturalmente, ha una sua dignità, che non condivido, anzi, contrasto - pone due problemi: uno di metodo e uno di merito.
Pone un problema di metodo che lei, Assessore Quaglia, dovrebbe considerare per prima, perché non credo che sia possibile riorganizzare niente in questo Paese - meno che meno la macchina regionale - senza, o contro, un rapporto con il sindacato e i lavoratori. È l'ABC delle relazioni sindacali! Capisco che la cultura di Monferino in questa Regione abbia diritto di cittadinanza da tanto tempo... Ma, insomma, la logica vorrebbe che, se si vuole mettere mano ad una riforma, lo si deve fare cum grano salis, immaginando un rapporto con le organizzazioni sindacali di cui si deve ricercare il consenso e verificando se è possibile trovare un punto di convergenza e di condivisione.
L'incontro di stamattina ha dimostrato esattamente questo: che non si ha a che fare con un sindacato - le RSU - ostile per principio ad un progetto di riorganizzazione. Ma questo presuppone che l'altra parte, cioè voi, si predisponga ad un incontro e ad un confronto. Questo non è avvenuto, Assessore Quaglia! I lavoratori dicono che questo non è finora avvenuto. Avete balbettato tutte le volte che abbiamo discusso e avete discusso di personale! Seconda considerazione: la norma al nostro esame pone, invece, problemi di merito: grossi problemi di merito. Io penso che sia - lo dico così, con molta franchezza - inopportuna, inaccettabile e impraticabile.
inopportuna, perché non si capisce per quale ragione voi dobbiate fare i primi della classe, quando si parla di personale, e non quando si affrontano altre questioni, perché per esempio la delibera, su tutta una serie di materie, rinvia ad ulteriori approfondimenti. Qui, al contrario ha ragione il collega Reschigna - il decisionismo, invece, è imperante.
Perché noi dovremmo decidere adesso, se siamo in attesa che il Governo stabilisca i criteri e i parametri sulla base dei quali determinare quali Regioni sono virtuose e quali no? E se a gennaio scoprissimo che siamo una Regione virtuosa, perché dovremmo mettere mano ad un processo di riorganizzazione? Ripeto: perché dovremmo mettere mano, per primi, ad un progetto di riorganizzazione? Altra osservazione: la norma è, secondo me, inaccettabile, perché prima noi dovremmo affrontare altre questioni: sono quelle che ha descritto prima il collega Reschigna e che fanno parte della proposta del PD, ma anche di altri Gruppi di opposizione. Domando: chi decide la ricognizione che dovreste fare? Chi la decide? Luppi? Qualche Direttore esterno? Ah, ecco! Qualcuno, forse per eccesso di zelo, si è portato avanti con il lavoro: spiegategli che non è il suo compito, tanto per cominciare. Qualcuno infatti, per eccesso di zelo si è spinto avanti con il lavoro.
E, in ogni caso, chi decide? Sulla base di quali criteri funzionali e organizzativi dovremmo, alla fine di un percorso che non capisco sulla base di quale processo complessivo di organizzazione è stato definito, arrivare alla riduzione del 20% del personale dirigenziale, del 15% di quello non dirigenziale e del 30% del personale che ha posizioni organizzative o di alta professionalità? Chi l'ha stabilito? Sulla base di quali logiche organizzative aziendali avete stabilito questo? Questo è il punto terminale di un processo, non è il suo punto di partenza! Se si rovescia il ragionamento, infatti, non c'è sindacato che sia disposto a dar credito, se si affronta così la questione, partendo dalla coda e non dalla testa! E questa è la principale critica che io vi faccio, che dimostra che il vostro è un manifesto ideologico! E poi - e ho finito - è impraticabile, perché voi immaginate un percorso che non esiste nei fatti: la struttura per la mobilità. La chiamate così, ma potrei chiamarla in un altro modo: licenziamento garantito. La mobilità che voi immaginate, infatti, nelle condizioni della finanza pubblica di adesso, non è percorribile; perché non credo che esistano Comuni disposti ad assorbire personale in mobilità; o mi sbaglio? E non credo neppure che esistano Province disposte a fare altrettanto perché per le Province deve avvenire il percorso contrario! La legge infatti, ha stabilito che le competenze che non sono più della Province vadano ai Comuni o alle Regioni.
Assessore Quaglia, ti sei posto questo problema? Te lo sei posto? La questione è esattamente l'altra e noi non possiamo immaginare un tale processo, perché questo processo è impraticabile. Allora, chiamate le cose con il loro nome e il loro cognome: immaginiamo una lista di mobilità che fra un paio d'anni, comporterà il licenziamento di un certo numero di persone, ma non prendiamoci in giro! Se infatti si prefigura quel tipo di mobilità, nelle condizioni date quella mobilità oggi non è praticabile.
Ho finito, Presidente, ma qui c'è un problema politico: politico! Tutta questa vicenda, infatti, è stata posta in questo modo perché secondo me dietro c'è un problema politico. Ho detto che questo Gruppo non nega il tema che bisogna riorganizzare la macchina regionale, però non è con le forzature che si affronta la questione. E vedo invece una forzatura che è anche un fatto politico: il modo con il quale, in maniera legittima, un partito - o un Gruppo - pone un'ipoteca sulla maggioranza, dicendo: "Prendere o lasciare, perché queste sono le nostre condizioni". Abbiamo quindi tanti colleghi della maggioranza che magari storcono il naso di fronte a questa norma, ma poi abbassano la testa perché, pur ritenendola ingiusta, hanno un vincolo di maggioranza a cui devono sottostare.
Noi non siamo d'accordo: questa norma deve essere stralciata. E lo diciamo non perché vogliamo fare la parte di quelli che difendono a priori ma perché questa norma, se rimane così com'è, non rende possibile alcun progetto di riorganizzazione: alimenta il conflitto in Regione e non risolve nessuno dei problemi reali che invece dobbiamo affrontare.



(Applausi provenienti dall'emiciclo riservato al pubblico)



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Non si può applaudire! Per favore.
Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Noi siamo qui a discutere di una delibera che nasce da una consapevolezza, quella della necessità, stante il contesto nel quale stiamo operando in questo momento, di dover mettere mano ad un lavoro di razionalizzazione complessiva dell'Ente: da una parte per far fronte alla necessità di dare risposte adeguate, qualitativamente efficaci ed efficienti, alle aspettative e alle attese dei cittadini piemontesi dall'altra parte per fare i conti con una situazione complessiva - come già dicevano i miei colleghi prima - di difficoltà nella quale nell'Ente Regione, come nella stragrande maggioranza degli altri Enti, da un lato calano i trasferimenti dai livelli superiori, dall'altro cala necessariamente - stante il contesto economico nel quale stiamo vivendo il gettito delle fonti proprie.
evidente, quindi, che c'è la necessità di affrontare il tema, di ragionare e poi decidere insieme quali interventi mettere in atto per ricondurre dentro un equilibrio che rischia di avere grosse difficoltà una situazione che, oggettivamente, è mutata e che continua a mutare di mese in mese.
Dal nostro punto di vista, riteniamo che il tema, che quindi riteniamo comprensibile e necessario, di questa rivisitazione, sia affrontato, nella proposta che la Giunta e la maggioranza ci hanno presentato, in una modalità non equilibrata.
Com'è già stato detto prima da alcuni colleghi, noi abbiamo trovato peraltro, con gli emendamenti puntuali e di merito che abbiamo presentato interveniamo su molte situazioni - una serie di parti eccessivamente "leggere", diciamo così, poco puntuali e poco incisive. E crediamo, invece che proprio queste parti poco puntuali e poco incisive siano quelle che dovrebbero trovare, in un momento del genere, una puntuale definizione, e non un rimando a tempi migliori, nei quali poi assumere le decisioni.
Faccio riferimento, ad esempio, alla individuazione dei Consigli di Amministrazione di una serie di Enti, come gli Enti Parco, che riteniamo in questo momento, nelle modalità e nelle entità nelle quali sono definiti non avere più alcun senso. Poi sarà anche vero, come alcuni colleghi stanno sostenendo, che non è lì che si risolve la partita. Ma credo che non tutte le cose che andremo a definire abbiano soltanto la necessità di risolvere la partita. La partita deve essere risolta complessivamente, ma all'interno di un quadro di coerenza, in cui tutti i segmenti trovano la loro composizione.
Crediamo, altresì, che sia da ripensare l'organizzazione territoriale di alcuni Enti, come le ATC, che nei nostri emendamenti andiamo a definire puntualmente, perché non è più sostenibile una situazione che probabilmente, aveva motivazioni e ragioni in altri contesti storici, ma che in questo momento non hanno più sostenibilità e possibilità di continuare ad essere articolate così come lo sono state nel passato.
Da queste iniziative noi crediamo che possano arrivare da una parte alcuni risparmi, che sono comunque importanti, ma dall'altra parte il segno di voler affrontare compiutamente il quadro di una nuova riorganizzazione dell'Ente.
Rispetto ai temi che già i colleghi hanno evidenziato essere eccessivamente perentori e poco rispettosi di quello che dovrebbe essere un percorso normale, nel quale dovrebbero articolarsi le scelte, noi rileviamo che le valutazioni sul personale, così come sono poste, siano orientate ad una logica che lascia intendere che, in realtà, tutta una serie di questioni sono già state decise.
Dal nostro punto di vista, qualunque ragionamento da mettere in campo dovrebbe partire dalla definizione di un percorso che preveda un'analisi della situazione - situazione peraltro condivisa con le rappresentanze sindacali, che dovrebbero trovare occasioni di confronto e di concorso alla definizione dei percorsi - e, alla luce di quelli che sono gli obiettivi che l'ente si prefigge, dalla definizione delle risorse che servono per raggiungere tali obiettivi.
Continuo ad essere convinto che la prima missione che l'Ente ha, sia quella di dare risposte alla domanda di servizi, risposte alle necessità di gestire ed erogare prestazioni, di garantire determinati presidi. Questa è la missione centrale dell'Ente.
Alla luce di questi obiettivi e alla luce di una corretta analisi delle risorse che servono per raggiungerli, si può, poi, andare a definire un assetto complessivo del fabbisogno operativo dell'Ente. Di tutto questo non troviamo traccia, se non fugaci riferimenti, e notiamo che dentro questo percorso tratteggiato sono scarse (o scarsissime) le occasioni di confronto con le rappresentanze sindacali.
Continuo ad essere convinto che percorsi di questa natura abbiano una possibilità di raggiungere gli obiettivi che si prefiggono se sono largamente condivisi, se sono oggetto di un percorso che trova una condivisione e una compressione da parte di coloro che saranno poi chiamati ad operare all'interno di questo progetto.
Per questo ci siamo permessi, così come prevede la normativa, di mettere a punto una serie di emendamenti che vanno ad incidere esattamente su questo tipo di questioni.
La Giunta regionale e la maggioranza farebbero bene a non sottovalutare due suggerimenti che i colleghi hanno tratteggiato nei loro interventi: da una parte, dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di darsi il tempo di aprire un serio confronto con le rappresentanze dei lavoratori per condividere i tratti fondamentali di questo percorso; dall'altra parte dovrebbero raccogliere i suggerimenti che, attraverso i nostri emendamenti abbiamo voluto indicare a questo percorso.
Crediamo che questa partita, se gestita soltanto in chiave muscolare così come si è fatto già altre volte, dicendo "noi abbiamo i numeri, quindi in qualche misura facciamo quello che ci pare", sia una modalità che magari vedremo, alla prova dei fatti, se avrà le risorse e le forze necessarie per essere portata a termine - quand'anche accadesse, non costruirebbe qualcosa di utile e non contribuirebbe a far funzionare meglio l'Ente. E soprattutto, ritornando al tema iniziale, lascerebbe trasparire in modo chiaro ed evidente la modalità parziale con cui ci si sta accingendo ad affrontare queste questioni; una modalità che, in qualche misura, renderebbe manifesta una volontà che in questa stagione storica abbiamo già visto in tante altre occasioni: essere fortissimi con chi è più debole e debolissimi laddove, invece, bisognerebbe incidere con più forza.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente. Volevo fare una premessa.
Premetto che la situazione che il nostro Paese sta attraversando comporta la necessità che qualsiasi ragionamento noi si faccia si basi sull'esigenza complessiva, che vale per lo Stato ma anche per ogni Pubblica Amministrazione, di mantenere nelle proprie scelte un equilibrio tra risorse che entrano e risorse che escono ogni anno da un'Amministrazione che è un principio di buona amministrazione che varrebbe per ogni famiglia ma che noi, negli anni che abbiamo alle spalle, abbiamo ampiamente omesso di rispettare, con responsabilità qua dentro che non sono imputabili ad una sola parte politica, ma sono di tutti. Questa era la prima premessa.
Veniamo alla seconda.
Parlando di questa delibera, vorrei distinguere il grano dal loglio: noi abbiamo parlato principalmente del loglio - c'è una parte di questa delibera molto negativa su cui mi intratterrò - ma, per onestà intellettuale, vorrei precisare che ci sono anche degli aspetti di questa delibera che giudico migliorabili, ma fortemente positivi: penso al punto 1) sugli incentivi, al punto 3) sulla digitalizzazione, al punto 4) sulle nomine e sulle incompatibilità, al punto 5) sulla trasparenza e al punto 6) sull'ATC.
Proprio qualche giorno fa sull'ATC ho avuto modo di socializzare i risultati di un lavoro fatto grazie alla lungimiranza del collega Vignale anche recepiti in un emendamento della Giunta regionale; un lavoro sull'ATC che dimostra come noi interveniamo sugli emolumenti degli Amministratori dell'ATC imponendo un limite al Presidente di 60.000 euro e al Vicepresidente di 30.000 euro di retribuzione, e poi, quatti quatti, gli Amministratori dell'ATC di Torino, quelli della passata gestione e quelli di questa gestione, nominandosi in partecipate di partecipate delle partecipate, si raddoppiano gli emolumenti, e fanno schizzare il costo complessivo che noi avevamo immaginato in un massimo di 100.000 euro l'anno, fino a 350.000 euro l'anno. Questi sono i costi su cui dovremmo intervenire! Assessore Quaglia - in questo momento non mi può ascoltare, ma so che è persona sensibile - la prego di intervenire in tal senso, perché non serve una delibera di Giunta regionale per porre fine a questa prassi, che è legale ma non opportuna, ed eticamente discutibile. Basterebbe una telefonata del Presidente della Giunta regionale che dica: "Cari Amministratori, o recedete o vi caccio". E qua recuperiamo 250.000 euro senza delibera di Giunta regionale, senza taglio delle posizioni e senza nulla. Basta una telefonata.
presente in Aula il Vicepresidente della Giunta, che so essere persona accorta: la prego, faccia questa telefonata, perché se non la fa lei, noi gli amministratori dell'ATC su questo punto li incalzeremo.
Questa delibera - scusate se qui ragiono come giurista - è...



GARIGLIO Davide

CAROSSA Mario (fuori microfono)



GARIGLIO Davide

In ritardo!



GARIGLIO Davide

Può darsi che sia in ritardo, Consigliere Carossa, ma sono in ritardo in buona fede. Quando facciamo le denuncie, le facciamo senza guardare in faccia nessuno.



(Commenti del Consigliere Carossa)



PRESIDENTE

Per favore, Consigliere Carossa.
Lei, Consigliere Gariglio, che è stato un mio autorevole predecessore si rivolga alla Presidenza.



GARIGLIO Davide

Il Consigliere Carossa pensa che coloro che parlano abbiano la stessa faziosità che ogni tanto lo contraddistingue. Non è vero. Parlando, e anche comunicando di questa vicenda sui giornali, lo abbiamo sempre fatto senza guardare in faccia nessuno e senza discriminare colori politici.
Veniamo alla delibera di Giunta. Credo che la forma, quella della DGR sia una forma in gran parte inidonea a produrre effetti. Nel senso che gran parte delle cose che ho detto di condividere, per essere attuate, dovranno poi avere un intervento legislativo. Parliamo di una cosa in gran parte condivisibile, ma che poi non ha efficacia e che dovremmo realizzare con atti successivi. Vorrei sapere se, in queste condizioni, avrete la determinazione e la voglia di porre in essere questi atti attuativi.
L'unica parte che, invece, mi pare immediatamente efficace ed esecutiva, mi verrebbe da dire, è la parte che attiene al personale. È la parte su cui si concentrano le maggiori critiche e perplessità avanzate dai colleghi, e che avanzerò.
Consentitemi, intervenendo su questo punto, di parlare non tanto come membro dell'opposizione, ma come persona che ha avuto l'onere e l'alto onore di ricoprire la carica di Presidente di Consiglio regionale nella scorsa legislatura e di occuparmi, essendomi trattenuto la delega direttamente di tutti gli aspetti relativi alla disciplina del personale.
La prima considerazione che si può avanzare è che questa Giunta è stata piuttosto pasticciona nella modalità con cui è arrivata a scrivere il punto due della delibera.
Pasticciona perché ha assolutamente pretermesso tutti i necessari passaggi previsti non da una sinistra massimalista, ma da una legge delle Stato; passaggi e confronti con le organizzazioni sindacali per disciplinare materie in gran parte oggetto di riserva contrattuale.
Seconda questione. Credo che un confronto debba essere intrapreso quanto prima. Un confronto il cui obiettivo è ridurre i costi della macchina - su questo condividiamo - ma i costi della macchina possono essere ridotti con il meccanismo dei tagli lineari, con tagli apodittici (meno 30% delle posizioni organizzative), oppure, ma facendo più fatica e lavorando un po' di più, verificando cosa fa la macchina, quante procedure sono utili, quanto del lavoro che facciamo è inutile, quanto, con l'informatizzazione di cui parlate, può essere semplificato e quanto già solo una buona organizzazione, potrebbe permetterci di risparmiare.
Qui, invece, affrontate la questione dei tagli senza avere minimamente speso una parola per quanto riguarda la copiosa presenza di Direttori esterni, il copioso ricorso, che non è mai cessato, a professionalità esterne alla Pubblica Amministrazione, il ricorso a consulenze esterne.
Memorabile è la consulenza per esplorare i residui attivi e passivi del bilancio, che da tre anni non produce frutti, oppure la consulenza per esaminare le modalità con cui attuare i fondi immobiliari di un consulente che, al punto terminale della procedura, si sottrarrà al suo ruolo perch interverrà di nuovo in causa agendo come dirigente della società interessata alla costituzione dei fondi immobiliari. Ma su questo non dite alcunché. Indicate però 15 giorni per fare le ricognizioni del personale che poi va avviato in mobilità.
Credo che il vostro atteggiamento, oltre che da pasticcioni, sia un atteggiamento anche eticamente inaccettabile, visto che proviene da parte di quelle stesse forze politiche che, sul finire di due legislature fa bandirono un concorso, coperto da legge perché non fosse oggetto di ricorso amministrativo, per garantire l'assunzione ad un gruppo di persone che avevano militato in questa amministrazione, sotto molteplici forme.
Avete fatto una cosa che ha comportato l'ingresso nell'organico regionale, prevalentemente nel Consiglio regionale, di 100 persone, in gran parte anche di ottimo livello, ma senza nessuna riflessione per quanto riguarda la capienza in organico e l'utilità dentro la macchina amministrativa di queste persone. E oggi, voi stessi, a due legislature di distanza, venite a dire "taglio radicale del 10% di qui, taglio radicale del 30% delle posizioni di là".
Credo abbiate sottovalutato gli effetti di queste norme. Se fossi un dirigente del Consiglio o della Giunta regionale, mi chiederei con quale spirito e con quale difficoltà mi dovrei accingere a convocare le mie posizioni organizzative e dire "a te la tengo, a te la tolgo" sulla base dell'attuazione di una norma che, di fatto, sarà stringente nei miei confronti. Proprio in un'organizzazione che ha una valanga di posizioni che sono coperte da persone che però non sono toccabili da queste norme, perch sono fuori o in distacco, per i più svariati motivi.
Credo che sia un pasticcio, un pasticcio originato da un'esigenza giusta, cioè quella di risparmiare, ma attuata nel peggiore dei modi.
Mi chiedo, e chiedo a voi, che avete lungo corso dentro queste stanze se vi rendete conto del clima che si respira dentro questa Amministrazione tra i dipendenti di questa Amministrazione e del giudizio che le persone che lavorano qui hanno non dico di voi - sarei ingeneroso - ma di tutti noi che siamo qui dentro.
Noi siamo chiamati ad una difficile battaglia, la sfida che attende questa Amministrazione regionale e le future Amministrazioni regionali è una battaglia difficilissima. Sarebbe difficile per chiunque, tuttavia mi chiedo: siete consapevoli che nemmeno il più valente generale può vincere una battaglia se gli ufficiali, i sottoufficiali e le truppe sono demotivate e irose nei confronti di coloro che li guidano? Ritengo che nessuno sia intoccabile, che i sacrifici debbano essere fatti da tutti, ma chi li propone deve avere due caratteristiche. Primo: farli innanzitutto sulla propria pelle, dando l'esempio, cosa che noi fino ad ora non abbiamo fatto completamente. Secondo: farlo nei modi, nei tempi e nelle forme giuste. Modalità che fino ad ora sono mancate.
Spero, per il bene di questa Amministrazione, che ci possa essere un ripensamento perché se gli obiettivi che avete individuato in gran parte sono condivisibili, le strade che state percorrendo per attuarli attraverso questa delibera sono, purtroppo, percorsi non assolutamente condivisi e produrranno più danni dei benefici che voi vi aspettate.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Artesio; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Non sono tempi buoni quelli nei quali coloro che hanno la responsabilità delle politiche pubbliche, non solo le esercitano senza dedicarsi all'arte dell'ascolto e della mediazione cercando di arrivare a soluzioni condivisibili, ma provano ad esercitare le loro scelte coprendole con un linguaggio che non corrisponde ai dati di realtà.
Questo accade a livello nazionale. Il nostro decreto - quello del Governo Monti, il n. 95 di luglio 2012, meglio noto come spending review viene presentato sotto il roboante titolo: "Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con l'invarianza dei servizi ai cittadini".
Vorrei che provassimo a chiedere a qualcuno dei lavoratori che si trovano nella spiacevole condizione del neologismo "esodati" o a qualcuno di quei malati che si trovano nella condizione di stato di malattia degenerativa della SLA senza avere la possibilità di accedere alle cure sanitarie, se pensano che la spending review stia producendo un'invarianza dei servizi ai cittadini! Tuttavia, anche la delibera della Giunta regionale ricorre allo stesso espediente letterario del Governo Monti e chiama questa delibera su cui discutiamo: "Interventi per la razionalizzazione delle spese regionali".
In realtà, noi non troviamo né la razionalizzazione né la razionalità.
Non troviamo la razionalità nei tempi e nei modi. Razionale sarebbe stato dedicarsi all'arte dell'ascolto e della mediazione. Magari ascoltando, per quello che riguarda il capitolo due, esattamente le osservazioni, le valutazioni, le conoscenze e le esperienze di coloro che rappresentano i lavoratori degli enti e delle organizzazioni collegate, forse si sarebbe compiuto, da parte della Giunta, un atto efficace anche sul piano della razionalità. Magari non si sarebbe trovata, come si trova ora, 292 emendamenti per la cui illustrazione, se anche un solo Consigliere vi si dedica puntualmente per ciascuno, impegneremo circa undici ore di discussione. Per quel che mi riguarda, ho intenzione di illustrare per i miei tre minuti i 292 emendamenti.
Così come, se ci si fosse dedicati all'esercizio della razionalità magari ci si sarebbe accorti di poter convenire su alcune questioni che anche le rappresentanze dei lavoratori hanno evidenziato nell'audizione di stamattina come, ad esempio, per quanto riguarda tutte le possibilità di valutare chi si trovasse in condizioni di anticipazione del pensionamento.
Vedo che l'emendamento misterioso del Gruppo Progett'Azione, non ancora ufficializzato in Aula perché non ha ancora raggiunto il numero di firme necessario, cerca di blandire una parte di questi dipendenti, proprio intervenendo sulla questione della possibilità di derogare la legislazione sulle pensioni, ma chi più della sottoscritta e della propria parte politica amerebbe la deroga alla legge di riforma Fornero, visto che stiamo raccogliendo le firme per abrogare quella riforma pensionistica.
Se razionalità ci fosse stata, si sarebbero potuti trovare alcuni punti di incontro, ma soprattutto si sarebbe potuto fare qualcosa di più aderente alla realtà di quanto non si sia fatto in questa sequenza di proposte.
E comincio a dire quali sono gli elementi di non aderenza alla realtà non solo di non condivisione, ma assolutamente di non aderenza alla realtà.
Un primo esempio. Non è aderente alla realtà immaginare di costruire ricognizioni e strumenti di gestione degli esuberi senza avere prima ragionato sui principi organizzativi sui quali si deve fondare un Ente che, come già detto da altri colleghi, non solo deve continuare ad esercitare le proprie funzioni, ma molto probabilmente dovrà assumere delle funzioni aggiuntive, sia in ragione di tutto il riordino istituzionale delle Autonomie introdotto dalle recenti normative nazionali sia per lo stesso disegno di legge della Giunta regionale del riordino delle Autonomie locali.
Ma soprattutto non è razionale pensare di poter sollecitare i Direttori delle diverse unità organizzative del nostro Ente a cominciare a produrre delle liste di eventuali esuberi, quando quegli stessi Direttori, non più tardi di qualche mese fa, mentre il Consiglio regionale discuteva della praticabilità di stabilizzare i rapporti di lavoro derivanti dai concorsi praticati, dichiaravano tutti (e io credo in buona fede) di avere la necessità di quei tempi determinati (oltre 100), che agivano all'interno delle proprie Direzioni.
Invece di avere la lista della struttura per la mobilità, vorrei avere la lista di quei Direttori che qualche mese fa dicevano di avere una necessità di incremento di personale per realizzare adeguatamente le proprie funzioni, ma che oggi si apprestano a scrivere una lista del personale in esubero, perché un qualche problema di coerenza individuale forse se lo dovrebbero porre.
Così come credo che non sia ragionevole immaginare di fare delle riflessioni sugli eventuali esuberi delle Direzioni organizzate all'interno della Regione Piemonte quando, come è stato detto da altri colleghi, si fa così frequentemente ricorso a ricerche di guru esterni, ai quali affidare la competenza di analizzare in profondità vuoi le legislazioni regionali vuoi gli andamenti economici della Regione.
Così facendo, si corre anche il rischio di qualche piccolo incidente perché dopo avere scritto la parte così rigorosa sul personale, ci si ammanta della nobiltà di ragionare sulle incompatibilità e capita di scrivere, giustamente, che coloro che hanno svolto funzioni per le Amministrazioni, poi non si devono candidare a gestire magari attività produttive che da quella Amministrazione riceveranno contributi. E noi abbiamo uno degli advisor più eccellenti individuati da questa Amministrazione che scrive gli atti relativi alla costituzione dei fondi immobiliari, essendo lui proveniente dal principale fondo di gestione immobiliare ed essendosi occupato in passato del patrimonio immobiliare della sanità privata.
Devo dire che comportamenti come questi non depongono a favore di una volontà così ferrea applicata al capitolo della trasparenza o delle incompatibilità come quella dimostrata sul capitolo del personale.
Così come mi risulta difficile ragionare sulle deroghe che alcuni colleghi, molto rigorosi nella necessità e nella volontà di ridurre le spese per il personale di questa Regione, nei loro emendamenti - quelli espliciti o quelli non ancora esplicitati - invece parlano di deroghe rispetto al contenimento della spesa e rispetto al blocco delle assunzioni in alcuni comparti, per alcune tipologie professionali, una delle quali è quella dei "tecnologi".
Ohibò! Non avevo mai sentito in una Pubblica Amministrazione un inquadramento in pianta organica della figura del tecnologo. Riesco soltanto a fare una epistemologia del termine: colui che studia la tecnica la tecnologia. Chi saranno i tecnologi? Immagino che nella situazione faticosa, ciascuno per sé - mi auguro non accada così - da parte di ciascun dipendente ci sarà una rincorsa per cercare di capire se si è svolta una funzione professionale da tecnologo che metta quindi al riparo nella deroga di tutte queste misure di contenimento della spesa.
O ancora, se esaminassimo l'andamento storico della spesa per il personale e delle modalità con le quali questa crescita è avvenuta in questo Ente, quanti potrebbero alzarsi di lì e di qui dal proprio banco dicendo di essersi opposti in passato affinché si evitassero delle assunzioni che non avvenivano secondo le procedure normali dell'evidenza pubblica su una generale platea di concorrenti, ma erano concorsi riservati? Credo che di lì e di qui pochi possano alzarsi. Io vanto, da questo punto di vista, un Consigliere che ha fatto una battaglia intransigente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COMBA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Lepri; ne ha facoltà.



LEPRI Stefano

Non abbiamo il piacere di avere l'Assessore, ma c'è la collega Maccanti che riferirà.
A noi pare che l'Assessore Quaglia stia facendo l'Assessore pendolare non nel senso che viaggia molto, ma in un altro senso, cioè nel senso che pendola come il pendolo di un orologio a cucù, che oscilla da una parte e dall'altra senza avere una linea di equilibrio; oscilla tra inerzia e dirigismo, tra mollezza e durezza.
A dire la verità, l'abbiamo conosciuta, Assessore, più nella veste di inerte, di ferma, di timorosa.
Mi riferisco evidentemente alle questioni relative al personale, perch su altre questioni ci pare più coraggiosa, perché onestamente la deliberazione - come ha già detto il collega Gariglio - contiene anche molte indicazioni condivisibili.
Quello che a noi non convince in particolare è questa determinazione molto decisa nei confronti del personale.
Ma prima voglio ricordare cosa ha fatto finora l'Assessore, o meglio su che cosa ha dimostrato una certa inerzia il pendolo, che batteva solo da una parte. Ad esempio, la finanziaria - l'Assessore lo ricorderà - aveva disposto da diversi mesi la ricognizione del personale per la valutazione degli eventuali esuberi. Ora, Assessore, ce lo ripropone, proposta da altri, dopo cinque mesi.
Mi domando: le deliberazioni e le leggi del Consiglio regionale l'Assessore le considera, o pensa che il tempo sia una variabile occasionale? Vi è una legge dello Stato, ma credo che l'Assessore la conosca: la legge di stabilità del 2012, che impone un percorso molto chiaro nella valutazione degli eventuali esuberi - eccedenze di personale - che possono essere riscontrati a seguito della ricognizione, che deve essere prevista.
Nella delibera non si cita la legge; non è necessario citarla, ma a noi non risulta che sia stato avviato alcun percorso in applicazione di una legge dello Stato.
Oggi noi sappiamo (non avevamo avuto informazioni diverse, quindi eravamo propensi a credere ai sindacati, che ce l'hanno confermato oggi) che non è stata avviata, in questi mesi, alcuna esplorazione - non dico trattativa con il sindacato - sulle questioni di cui oggi stiamo discutendo.
Cosa dire, poi, di una legge che abbiamo votato nella scorsa legislatura, che è molto importante e che avrebbe dovuto essere applicata a prescindere dalle condizioni difficili o facili, come quelle che abbiamo vissuto, e che ora stiamo vivendo? Mi riferisco, ad esempio, alla pesatura delle posizioni dirigenziali che non mi risulta sia stata attuata, o meglio, che si continua a rinviare da due anni e mezzo, anche se lo prevede una legge regionale. Mi riferisco all'indennità di risultato, che viene attribuita, non so se a seguito di contrattazione sindacale, in modo omogeneo ed uguale per tutti, quasi che tutti raggiungano sempre, inevitabilmente, il massimo dei risultati. Mi riferisco ai criteri con cui sono state attribuite le posizioni organizzative, talvolta non tenendo conto delle maggiori responsabilità di vigilanza, di rilevanza contabile che devono essere attribuite all'una o all'altra posizione, e con ciò dovrebbe essere agganciata, in parte, anche la posizione retributiva.
Su tutto questo, Assessore, lei ha dimostrato una grande inerzia, e vorrei essere smentito, ma temo che non potrà succedere.
Ora, invece, probabilmente sollecitata, veste i panni della dirigista.
D'un colpo, il pendolo batte dall'altra parte, e dimostra tuttavia una determinazione che, se il Consiglio vorrà, dovrà esercitare, senza peraltro completezza nella determinazione - vorrei dire nel decisionismo - che le viene richiesta, perché ad esempio le proposte che lei non ha fatto e che la sua maggioranza le sta suggerendo, che sta proponendo al Consiglio, non tengono conto di questioni su cui il Sindacato potrebbe trovare un punto d'incontro, se solo avesse voluto e se vorrà aprire una vera trattativa sindacale.
Penso, per esempio, al tema del part time, che non è citato all'interno della proposta della maggioranza e che pensiamo, anche alla luce della legge dello Stato che prima ho citato (la legge 183, la legge di stabilità), possa o potrebbe essere considerato con attenzione. Abbiamo motivo di ritenere che una parte del personale, non solo alle dipendenze della Regione, ma anche alle dipendenze delle Aziende Sanitarie Locali accetterebbe volentieri questa proposta che noi non siamo in grado di proporre, poiché non vi è l'indicazione in questo senso.
Noi abbiamo presentato un emendamento per sollecitare una riflessione su questo tema che, se venisse affrontato attraverso una vera contrattazione sindacale, potrebbe trovare soddisfazione sia da parte del datore di lavoro, attraverso la riduzione del costo, sia in capo ai lavoratori, perché siamo convinti che una buona parte dei lavoratori accetterebbe di buon grado questa possibilità, se solo venisse valutata.
Inoltre, è verosimile pensare - ma anche qui, quando mai abbiamo una vera contrattazione al riguardo? - alla possibilità di accettare, da parte dei lavoratori, un collocamento a riposo anticipato, in applicazione delle leggi e avendo, questi lavoratori, i requisiti previsti dalle leggi precedenti la riforma Fornero.
Ho indicato due esempi di una possibile proposta di valutazione delle dotazioni organiche e degli eventuali esuberi che potrebbe andare sicuramente nella giusta direzione: quella del contenimento inevitabile dei costi del personale, senza fare delle forzature indebite, che non condividiamo.
In conclusione, Assessore: trovi una via di mezzo! Abbiamo autorevoli ed antiche suggestioni che ci indicano come operare. I latini dicevano: "In medias res", i medievali dicevano: "In medias formas", quando suggerivano di cercare una moglie né troppo bella né troppo brutta! Era un modo simpatico per indicare che questo era il metodo per essere sicuri della fedeltà della moglie stessa! Adesso è solo una piccola digressione per citarle alcuni suggerimenti che nella letteratura da sempre gli uomini ci suggeriscono: trovare la via di mezzo, trovare l'equilibrio.
Poiché lei, Assessore, è una donna di equilibrio, lo dimostri, evitando quegli strappi che, invece, ha voluto condividere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Lepri.
Ha chiesto la parola il Consigliere Laus; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
sotto gli occhi di tutti l'enorme spazio politico per le opposizioni se volessero strumentalizzare quello che sta accadendo oggi in Aula e quello che è successo questa mattina.
Potremmo anche dire che il Presidente Cota può servire il Paese, che può servire la nostra regione - si può fare anche questo - dimettendosi andando a casa, facendo un passo indietro, perché anche la nobiltà del passo indietro è un atto costruttivo. Noi questo non lo diciamo; noi diciamo un'altra cosa, perché siamo un Gruppo, una forza politica candidata costantemente a governare i processi e non a subirli.
Nel caso specifico, però, abbiamo il dovere e la responsabilità di dire a questa Giunta che, ancora una volta, siamo osservatori di un tentato allarme sociale. Non è la prima volta che succede: un giorno leggiamo sui giornali che la Regione è tecnicamente fallita, un altro giorno leggiamo che un ospedale, piuttosto che un altro, si chiude, un altro giorno ancora scopriamo che si chiude l'ARESS senza avere la responsabilità politica di andare a spiegare, prima dell'annuncio, quali sono le motivazioni politiche che inducono quest'Amministrazione, al di là della posizione politica delle opposizioni, a chiudere l'ARESS, un ente al quale - oggi ce l'hanno spiegato, c'è stato detto oggi - viene affidata completamente l'organizzazione e la riorganizzazione del sistema sanitario piemontese e in aggiunta, il Piano Socio Sanitario.



(Commenti del Consigliere Carossa)



LAUS Mauro

Noi, forza politica che si candida a governare i processi, siamo anche abbastanza forti - almeno per quello che mi riguarda - a subire gli insulti successivi del Consigliere Carossa, ma volevo continuare...



(Commenti del Consigliere Carossa)



LAUS Mauro

Se il collega Carossa vuole insultare il collega Laus, ne ha la facoltà; non è un problema, è un amico, quindi vado avanti con il ragionamento.
Dicevo che la nostra forza politica è una forza che - l'hanno detto i colleghi - ha la consapevolezza della necessità della riorganizzazione e della ristrutturazione a partire dall'intero impianto dell'istituzione Regione fino alle società partecipate.
Il tutto, però, va fatto con gli strumenti giusti e le giuste modalità.
Il collega Gariglio, prima, vi spiegava del "grasso che cola" - così lo definisco - nell'ATC. All'inizio della legislatura - e c'è ancora una legge che giace in Commissione - vi ho spiegato in modo semplice ed elementare che non è il caso di avere a Torino, Novara, Vercelli, Asti, Alessandria Cuneo e Biella Consigli di Amministrazione e Revisori dei conti, ma che si può riorganizzare completamente il tutto realizzando efficienza. Secondo me ci siete arrivati anche voi. Vi ho spiegato - vi abbiamo spiegato - la necessità di riorganizzazione di Finpiemonte, ma nell'ultima finanziaria questo emendamento è stato bocciato. Poi apro il giornale e scopro che il Presidente Cota effettivamente ha capito che vi è la necessità di riorganizzare Finpiemonte; e noi su questo siamo fiduciosi stata bocciata una legge, in quest'Aula, sulle nomine dei Direttori generali delle ASL, nomine che devono avvenire per concorso. Quello è il cancro del sistema Paese Italia; quello è il motivo principale delle sue difficoltà, perché a quegli incarichi si deve arrivare per concorso, tra l'altro anche internazionale. E questo non significa cedere le prerogative della politica, ma significa che la politica esprime al meglio le sue funzioni perché indica degli obiettivi: qualcuno vince il concorso e nel momento in cui, durante il suo percorso, non riesce a perseguire gli obiettivi, c'è uno strumento che si chiama revoca per cui quel Direttore generale potrebbe tranquillamente andare a casa. Con superficialità e sciatteria nell'ultima finanziaria avete votato, secondo me inconsapevolmente - non ve ne siete nemmeno accorti - la cessione pro soluto dei crediti dei fornitori della Regione e delle Aziende sanitarie: pro soluto! Secondo me voi non avete ancora capito che cosa avete votato e questo è di una gravità assoluta. Dicendo che non ci sono i soldi - ma non si approva una norma simile in finanziaria - l'Assessore Monferino ha trattato una norma di legge al pari di un ordine del giorno. È l'ordine del giorno, infatti, che "non si nega a nessuno", ma non l'approvazione di un emendamento devastante. Domanda: come si può approvare una norma che prevede la cessione del credito pro soluto? Secondo me, è necessaria anche una copertura finanziaria, ma questo è ancora un altro aspetto, ancora più drammatico.
Colleghi, sono tante le cose che noi possiamo dire. L'unica cosa che vorrei evidenziare e marcare con chiarezza è che questo dibattito che si sta sviluppando in quest'Aula non deve trasformarsi in mero esercizio di sfogo: assolutamente no.
Noi vi chiediamo con responsabilità di stralciare - come hanno già detto i miei colleghi - l'articolo 2 della proposta; non perché a priori vi mettiamo dei paletti, ma perché noi invochiamo il buon senso. E un amministratore di un'azienda - il più scarso amministratore d'Italia quello che vi sta parlando in questo momento - prima di prendere una decisione di riorganizzazione fa una fotografia, che si chiama pianta organica; e quella pianta organica ha un'anima, ha un cuore che batte e pu essere misurata anche in termini di produttività; dopo che è stata misurata e dopo che c'è la coscienza di cosa fa ogni singola unità, l'amministratore apre un tavolo di concertazione e di confronto - anche lo scontro - con le forze sindacali e spiega loro dove hanno ragione e dove hanno torto; ma lo deve spiegare loro con dignità politica. E le organizzazioni sindacali, con altrettanta dignità derivante dall'essere forze sociali, avranno i numeri per confrontarsi pacificamente e democraticamente.
Questo, per la forza politica della quale faccio parte, per questo Gruppo del Partito Democratico, significa governare con moderazione e con democrazia i processi che attendono, fuori da questa nostra Regione, tutti i cittadini, al di là della loro funzione e del loro lavoro: siano artigiani, siano commercianti, siano imprenditori, siano industriali, siano sindacalisti, siano precari o siano lavoratori.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Laus.
La parola al Consigliere Negro.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
In tanti si sono espressi e anche io - non penso di parlare dieci minuti - devo dire alcune cosette.
Credo che quest'opera che cammin facendo sta portando avanti il nostro Governo, la famosa spending review, ci impone di ridurre le spese e di fare dei tagli, a causa dei grossi debiti che si sono creati a livello nazionale e anche in questa Regione. Questo però non deve andare a scapito di questi lavoratori che oggi abbiamo qui dietro le nostre spalle e di tutti i dipendenti della Regione Piemonte.
La Giunta regionale ha presentato questa mattina la delibera n. 218 che parla degli incentivi alle aziende (nel secondo, terzo e quarto punto che non sto qui ad elencare) e - cosa che qualcuno ha già citato - delle famose società partecipate (nel quinto punto), per esempio l'ATC. A questo proposito devo dire - e confermo quel che ha detto il collega Gariglio poc'anzi - che, nonostante queste difficoltà e il fatto che noi tutti abbiamo deciso di ridurre i compensi, lì hanno raddoppiato i loro: questa è una cosa assurda. Noi stiamo lavorando per ridurre i Consigli di Amministrazione e per ridurre anche i compensi di tutte queste partecipate.
La delibera prevede la riorganizzazione del personale e io - come ha detto il collega Reschigna - dico che come Gruppo non mi tiro indietro.
Siamo consapevoli che dobbiamo operare un certo tipo di riorganizzazione realizzata con la sensibilità e con la cura adeguate. Così si è fatto anche nel campo della sanità.
Si parla poi degli incarichi esterni, delle consulenze e poi del fatto che si sono dotate di personale le società partecipate: anche questi aspetti sono da verificare. Tutti insieme, però, dobbiamo affrontare serenamente questa riorganizzazione del personale. L'incertezza per i posti di lavoro ormai emerge tutti i giorni, sia in questa Regione sia nelle varie comunità; e così pure - lasciatemelo dire - nelle Comunità montane e nelle Province, il cui personale verrà assorbito da altri.
Oggi, però, cari amici, arrivando qui questa mattina, abbiamo assistito alla manifestazione di una rappresentanza del personale; devo dire la verità mi ha davvero toccato dentro, in un momento così difficile e delicato, vedere tanti dipendenti in difficoltà; dietro di loro ci sono famiglie e figli, di fronte ad un lavoro che vacilla e di cui non si sa bene il futuro. Devo dire che oggi è scesa loro addosso una gelata, una piccola grandine.
Caro Assessore Quaglia, lei ha un compito molto difficile: mi auguro ma ne sono certo - che insieme si possa trovare una quadra. Ritirate la proposta di delibera n. 218 della Giunta regionale e affrontate le difficoltà e i problemi insieme alle organizzazioni sindacali; aprite un confronto vero, chiaro e semplice.
Credo che si possa raggiungere questo obiettivo con meno dolore possibile. È doveroso utilizzare più personale interno e meno quello esterno (sul "personale esterno" metterei un punto interrogativo).
Dobbiamo valorizzare sempre di più il nostro personale, coloro che lavorano con impegno, serietà e dedizione; ne abbiamo tanti, e questo ci onora.
Sono finiti i tempi del famoso "posto di lavoro": se siamo arrivati anche a questo punto... Lasciatemi dire che un tempo si cercava il "posto di lavoro", il "lavoro" era un'altra cosa.
Questo tempo è finito e lo stipendio bisogna guadagnarselo. Chi se lo guadagna ed è bravo, è giusto che faccia strada.
Come ho detto, occorre valorizzare sempre di più il nostro personale ma quello che intendo io, quello valido e serio, che lavora con grande serietà e dedizioni.
Come Gruppo dell'UDC ci impegniamo fino in fondo a tutelare i dipendenti regionali, cercando la via più condivisibile possibile. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Quando nella legge finanziaria del 2012 abbiamo affrontato il tema del risanamento dell'Ente, cioè della possibilità che questa Regione potesse continuare a gestire la normale amministrazione (e non solo), vi sono stati in particolare due emendamenti, inseriti poi nella legge finanziaria: uno è diventato l'articolo 41, quello sull'alienazione delle partecipate, e l'altro, se non erro (ma posso sbagliare), è diventato l'articolo 44, cioè quello sulla spending review. Il primo è stato una sintesi di una serie di emendamenti presentati dai colleghi che oggi compongono il Gruppo di Progett'Azione, l'altro era stato presentato dal Partito Democratico.
Quindi, se noi oggi stiamo discutendo di spending review, è perché la Commissione ha recepito un emendamento del Partito Democratico.
Vorrei che si provasse a fare una fotografia di quella che è la situazione di questa Regione, perché almeno capiamo se stiamo ragionando delle stesse cose - certamente le conosciamo - e se lo stiamo facendo con senso di responsabilità o schizofrenia.
Questa Regione, nella sua interezza, cioè Giunta, Consiglio, Aziende Sanitarie regionali, Enti, Agenzie e Partecipate, ha una difficoltà impressionante di liquidità. Noi ragioniamo sulla possibilità e diamo garanzie rispetto al pagamento degli stipendi non rendendoci conto che quella è solo la priorità. Cioè quando iniziamo ad interrogarci, tanto in Giunta quanto nelle Aziende Sanitarie Locali, se possiamo o meno pagare gli stipendi, significa che con certezza non paghiamo, per esempio, i fornitori, salvo quelli obbligati (per esempio in sanità paghiamo i fornitori della farmaceutica, perché se no non distribuiscono i farmaci, ma non paghiamo gli altri).
Se stiamo parlando di questa situazione, allora ha senso fare le riflessioni che oggi stiamo facendo. Se stiamo parlando di un'altra situazione hanno senso molte valutazioni che sono state fatte dai colleghi dell'opposizione. I quali colleghi, però, o hanno la memoria corta o sono poco responsabili rispetto a ciò che dicono, oppure cambiano spesso opinione. Perché il Capogruppo del Partito Democratico in sede di I Commissione, con tanto di dati alla mano, con estrema dovizia e svolgendo in modo molto competente il suo ruolo, ci ha fatto presente le difficoltà del nostro bilancio: "272 milioni di slittamenti, 200 milioni di euro di copertura. Come? Scrivete 400 milioni di avanzo che non esistono! Il bilancio 2013 non lo farete mai!".
Discussioni di questo tipo centrano, però, un aspetto. Lo centrano: che è patrimonio non della maggioranza o di un Gruppo come il nostro, che oggi non è né di maggioranza né di opposizione (certamente non è oggi in maggioranza), ma che attengono alle responsabilità che singolarmente ci prendiamo nei confronti dei piemontesi.
vero che abbiamo difficoltà e che non siamo in grado di garantire 20 euro se da qui al 2013 pagheremo gli stipendi ai dipendenti regionali? Sì.
vero se diciamo che da qui a marzo avremo difficoltà a garantire che pagheremo gli stipendi ai dipendenti della ASL? Sì.
Allora, se questa è la verità, significa che noi siamo disponibili a discutere di qualunque proposta, basta che faccia 400 milioni di euro. Se fa di meno, non siamo disponibili.
Perché i trucchi del "cancelliamo quattro ATC", dimenticandosi poi che per esempio, il collega Laus votò anche contro l'accorpamento delle ATC, ma questo non importa, nel senso che il passato...



(Commenti del Consigliere Laus)



VIGNALE Gian Luca

No, ho sbagliato a citarla. Lei, comunque, ha votato contro e glielo ricorderò: presentai un emendamento sull'accorpamento di quattro ATC e lei come tutta la maggioranza di centrosinistra, votò "no"!



VIGNALE Gian Luca

LAUS Mauro (fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Ne volevo una!



VIGNALE Gian Luca

Eh, parliamo di anni precedenti. Dicevo che il passato non interessa.
Se volessimo metterci a discutere di ciò che è avvenuto, ciascuno avrebbe gli strumenti o la capacità per farlo, ma non è interessante o perlomeno, non ci interessa.
Ci interessa il fatto che noi abbiamo vinto le elezioni nel 2010 - dico "abbiamo", perché anche io (oltre ai colleghi del mio Gruppo) sono stato uno di coloro che ha sostenuto questa maggioranza per fare sì che vincesse le elezioni - e che abbiamo detto ai piemontesi che avremmo fatto il risanamento dell'Ente: una parte è stata fatta, ma non è sufficiente.
Abbiamo tagliato quasi due miliardi di euro di spesa, ma non è possibile pensare che questa Regione continui a stare a galla tagliando esclusivamente la spesa. In questa Regione il simulato è una cultura (va bene per il collega Coppola, che è molto sostenuto ed attenzionato): 140 milioni, 30.
Ma non è che l'agricoltura stia meglio, non è che le attività produttive stiano meglio, non è che il turismo stia meglio. Questa Regione in tre anni ha tagliato due miliardi di euro, 200 milioni dei quali in sanità, e un miliardo e 800 milioni dei quali sulle altre attività. E allora, non paghiamo i fornitori? Certo che non paghiamo i fornitori. Non li paghiamo. Abbiamo un debito di alcuni miliardi nei loro confronti, se sommiamo le ASL alla Regione.
Allora, qual è la priorità che ci diamo nei confronti di questo Ente (perché una priorità ce la diamo)? Il risanamento di questo Ente. E il risanamento passa e attraversa alcune cose che devono avere tutte una loro coerenza.
Nell'ottobre del 2011 questi Consiglieri, più il collega Comba e la collega Costa - perché è la verità - fecero una conferenza stampa in cui dissero: "La situazione della Regione non è più sostenibile. Bisogna procedere con alcune misure: vendita delle partecipate, costituzione del Fondo immobiliare e riduzione della spesa del personale". Si era parlato di "riduzione della spesa del personale" per un motivo semplice: questa è un'azienda che ha 2.600 dipendenti (coi precari) e ha più di 1.000 soggetti con una posizione di incremento salariale. Non credo che il Consigliere Laus, nella sua azienda, su 100 dipendenti, ne abbia 50 con un incremento salariale. Non credo. Perché li paga lei quei dipendenti, non i piemontesi.
Credo ne abbia molti di meno.
Se si dice che la Regione Lombardia ha meno dipendenti della Regione Piemonte e ha dieci milioni di abitanti, che la Regione Veneto e la Regione Emilia, simili alla nostra regione per chilometri quadrati e abitanti hanno 400-500 dipendenti in meno della Regione Piemonte, è anche possibile dire che - poi spiegheremo le modalità, le stesse modalità che il Partito Democratico ha votato rispetto alla legge n. 95 del 2012 - si può ridurre il personale. Come? Con una modalità semplice: riduzione del 20% delle piante organiche, per la parte dirigenziale e 15% per la parte non dirigenziale. Aggiungiamo noi: con almeno il 15% del risparmio di spesa. Se si prende la pianta organica della Regione Piemonte e si fa un taglio del 20%, si vede che siamo ancora sovradimensionati rispetto al numero dei dipendenti.
Rilevo che ogni anno fra Giunta, Consiglio, Enti strumentali, Agenzie e Aziende Sanitarie, escluso il personale sanitario, spendiamo più di un miliardo e mezzo di euro. È possibile risparmiare il 10% - noi diciamo il 15% - con una modalità che ci indica la legge nazionale, cioè vengono introdotti nella riduzione del personale coloro i quali hanno già maturato i requisiti pensionistici, oppure, come dice la legge, possono andare in pensione coloro che hanno i requisiti pensionistici ante Fornero.
Sapete quanti sono nella nostra Regione? Sono 219 dipendenti.
Se applicassimo l'emendamento formalmente non ancora presentato correttamente manca ancora una firma, sappiamo che non è un emendamento semplice - dal 1° marzo 219 dipendenti possono andare in pensione. Non è macelleria sociale.
Sapete quanti ne hanno le ASL? Stiamo chiedendo i dati ad alcuni Direttori: sono alcune migliaia. È possibile, nel 2013, solo con la modalità dell'accompagnamento alla pensione, post o ante Fornero, riuscire a risparmiare molte decine di migliaia di euro. Superiamo i 100 milioni di euro di risparmio.
La legge nazionale dice anche un'altra cosa di cui non possiamo non prendere atto, che è possibile utilizzare il part time: chi lavora 36 ore al mese, invece di metterlo in mobilità, ne lavorerà 30, in modo tale che si riduce complessivamente la spesa che la Regione può sostenere, non che vuole, ma che può sostenere, in modo tale che la Regione Piemonte non diventi solo più la cassa della sanità, pur in ritardo, e la cassa delle spese obbligatorie, ma torni a fare sviluppo e torni a fare sostegno alle famiglie. La Regione non lo sta facendo perché mancano due miliardi.
Qualcuno se lo deve mettere in testa! Senza due miliardi non si fa sostegno al welfare e sostegno allo sviluppo.
Relativamente a questa delibera ricordo che, grazie agli emendamenti presentati dal nostro Gruppo, è prevista anche una riduzione sul costo delle partecipate, ma anche una lunga parte - invito i colleghi a leggerla sulla trasparenza. Non sarà più possibile, quindi, essere eletti in un Ente, eletti in una nominata, far parte di un direttivo di un partito politico e stare in una nominata.
C'è tutto questo in questa delibera. Chi vuole respingerla o chi fa ostruzionismo, disegna perfettamente l'incipit del Consigliere Ronzani.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Nel corso del pomeriggio abbiamo sentito parecchie valutazioni parecchie osservazioni e parecchi numeri.
Credo che il dato principale che emerge sia un dato di un quadro molto complicato e complesso.
Credo sia ingeneroso, da parte del Consigliere Vignale, affermare che non vi sia la consapevolezza di un dato di bilancio drammatico, difficile e complicato. Credo che questa sia un'affermazione ingenerosa.
Più volte in Commissione e in Aula abbiamo ribadito l'assoluta consapevolezza della conoscenza e credo anche che si debba rendere atto del fatto che sono state avanzate delle proposte.
Sarebbe stato molto più facile - questo è quello che avremmo potuto fare - scegliere la strada del cavalcare una situazione difficile all'opposizione è un progetto che può venire bene. Non abbiamo fatto questa scelta, abbiamo fatto una scelta diversa: abbiamo scelto di cercare di discutere le questioni, ma certamente è una discussione che si sofferma su punti che riteniamo fondamentali.
Un ente pubblico, lo voglio ricordare, quale la Regione, ha l'obbligo di fornire servizi ai cittadini. In questo caso noi abbiamo l'obbligo di programmare e far sì che gli Enti locali della nostra regione possono erogare servizi ai cittadini piemontesi. E abbiamo l'obbligo di programmare tutta una serie di politiche per garantire lo sviluppo sociale, economico e produttivo della Regione Piemonte.
Lo strumento principale con il quale noi facciamo questo tipo di attività, la risorsa fondamentale, è il personale. Non abbiamo altri strumenti, oltre a quelli delle risorse, per portare avanti programmi e progetti e per erogare servizi.
Le risorse umane sono lo strumento fondamentale con il quale noi quotidianamente, portiamo avanti la nostra attività. Ognuno di noi ha un'esperienza diversa: c'è chi ha avuto la possibilità di conoscere dall'interno, facendo parte della Giunta; c'è chi ha fatto parte della maggioranza e ora si trova all'opposizione, e viceversa.
Ognuno di noi ha esperienza e conoscenza della macchina regionale, ma abbiamo la consapevolezza, ed è da questo che siamo voluti partire, del fatto che dobbiamo erogare servizi, dobbiamo programmare le attività e dobbiamo riuscire a farlo anche in un momento complesso e complicato quale quello che stiamo attraversando.
Nel momento in cui si affronta un tema complesso che tocca lo strumento principale che noi abbiamo a nostra disposizione per poter operare, cioè le risorse umane, cioè il personale, non lo si può fare partendo dalla coda ma bisogna partire dalla testa.
Nel momento in cui si parte dalla testa, non si può pensare ad un progetto così articolato, così complicato e così difficile attraverso le proposte che sono state avanzate nella proposta di deliberazione n. 218.
Bisogna anzitutto tenere in considerazione che le competenze e l'assetto istituzionale della Regione, quindi del nostro Paese, stanno cambiando. Abbiamo le Province e tutta una serie di competenze provinciali che, ad oggi, non abbiamo ancora idea come la Regione intenda continuare a programmare.
Ne posso citare alcune che vanno dai trasporti, alla formazione professionale, alle politiche attive del lavoro. Non abbiamo ancora idea di come la Regione Piemonte intenda muoversi, se intenda riassumere a sé le funzioni, se intenda continuare ad attribuirle, là dove è possibile, alla Città metropolitana, oppure alle Province.
Non si può pensare che, nel momento in cui si affronta un tema come questo, la mano destra non sappia cosa vuol fare la mano sinistra. Bisogna affrontare il tema dalla testa e non dalla coda.
Nel momento in cui ci sarà un quadro che, certamente, non possiamo permetterci - forse con un'abitudine che appartiene al nostro Paese - di derogare continuamente, di rimandare continuamente, siamo tutti consapevoli che oggi il quadro è cambiato. Siamo tutti consapevoli che dobbiamo avere a che fare con un nuovo assetto istituzionale, con un nuovo modo di gestire i servizi.
Tuttavia, non dobbiamo perdere la consapevolezza dell'importanza di ragionare in modo completo e compiuto. Noi dobbiamo avere chiaro qual è l'assetto e il nuovo quadro che questa Regione e questa Giunta, fino a quando siederete sui quei banchi, immagina per il Piemonte.
Allora bisogna tenere in considerazione quali saranno le nuove competenze, che cosa immaginate debbano fare, per quelle che sono le competenze attribuite alla Regione, le Province e che cosa farà la Città metropolitana.
A quel punto potrete ridisegnare il tema del personale e lo farete con una consapevolezza diversa, mettendoci certamente tutto il quadro delle partecipate, mettendoci dentro tutta l'organizzazione di una macchina complessa ed articolata. E quindi non si comprende tutta questa fretta tutta questa urgenza nell'andare a ridefinire l'assetto del personale. Non si comprende l'urgenza quando non ancora abbiamo il quadro nazionale completo e definito.
Ci sono passaggi che sicuramente l'Amministrazione deve assumersi fino in fondo, ma poiché si tratta di passaggi complicati, dobbiamo avere la consapevolezza di come devono essere organizzati.
Voglio citare un esempio che il nostro Paese ha recentemente visto. Il Governo Monti, al quale possiamo attribuire tutta una serie di critiche, ma forse qualche merito in una prima parte glielo possiamo anche attribuire ha di recente immaginato che una somma ulteriore potesse essere risparmiata dal Ministero della Pubblica Istruzione e ha tentato di passare attraverso quello che è lo strumento principale, cioè le risorse umane.
E anche in quel caso è partito dalla coda, non è partito dalla testa non è partito con una concertazione, non è partito con un processo di ascolto, non è partito con un processo di negoziazione, ma ha immaginato che dall'alto potesse essere inflitta una mannaia, modificando quello che è la procedura contrattuale di tutti gli insegnanti appartenenti alla scuola del secondo ciclo. Credo che questo sia un esempio.
Non possiamo dire: "Sì, stiamo parlando del settore istruzione dove c'è molta rigidità". No, è settore pubblico, è servizio pubblico e sono funzioni che il nostro Paese eroga nei confronti dei cittadini.
Allora credo che questo debba costituire un esempio. Noi non possiamo immaginare che disegni e progetti così difficili e così complicati siano calati dall'alto e non ci sia una concertazione partecipata e condivisa.
In molte occasioni ho avuto modo di ascoltare i sindacati e i rappresentanti dei dipendenti della nostra Regione, ma non ho mai trovato in loro la non consapevolezza di una situazione difficile e complicata.
Ho sempre solo sentito affermare da loro l'esigenza di essere coinvolti e nell'esigenza di essere coinvolti ho sentito, all'interno delle loro affermazioni, esempi con i quali forse il tema delle somme e delle differenze, con le quali prima il collega Vignale ci ha intrattenuti, pu essere affrontati trovando altre soluzioni o trovando delle soluzioni intermedie, che non siano soluzioni che vedrebbero distruggere il patrimonio principale che questa Regione ha.
L'Assessore si è domandato con quale tipo di passione e con quale tipo di atteggiamento i dipendenti continueranno a lavorare? Evidentemente l'interesse dimostrato, oltre dai fatti, anche dall'atteggiamento nei confronti di un tema importante - così lo riteniamo noi - evidentemente dalla maggioranza non è ritenuto così importante, perché l'atteggiamento che si assume in questo momento è un atteggiamento di sufficienza. Ma va bene così: ne prenderemo atto e con questo faremo i conti.
Dicevo: con quale spirito lavoreranno le persone che operano all'interno dei nostri Assessorati o all'interno del nostro Consiglio? Qualcuno ha provato a domandarselo? Qualcuno ha provato a domandarsi con quale atteggiamento affronteranno i tanti temi con i quali bisognerà fare i conti, a partire dalla sanità, dalle politiche comunitarie, dalla riorganizzazione dell'assetto istituzionale delle Province, dei Comuni e delle Città metropolitane? Qualcuno si è posto questa domanda? Qualcuno si è preoccupato di capire come affrontare un tema così complesso? Non mi pare, perché diversamente oggi non staremmo a discutere di una deliberazione e di un percorso che non è assolutamente condivisibile, ma su questo vorrei ancora ritornare per riaffermare la nostra posizione di principio al collega Vignale.
Noi non abbiamo in nessun momento fatto orecchie da mercante nei confronti dei conti del bilancio della nostra Regione.
Abbiamo cercato, quando era possibile, di fornire elementi di approfondimento; abbiamo cercato di fornire anche suggerimenti, ma non è accettabile che un processo come questo venga affrontato senza nessun strumento di condivisione e di partecipazione e che, soprattutto, ulteriori altre possibilità non vengano minimamente tenute in considerazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola alla Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente.
Noi interveniamo sicuramente in una giornata complicata, che ha visto nella mattinata tre audizioni dei rappresentanti dei lavoratori con sicuramente anche il problema di porci a dire che certamente bisogna trovare quella che possiamo definire una quadratura del cerchio.
Abbiamo avuto le organizzazioni sindacali dei lavoratori regionali quelli del call center e quelli di ARESS.
Noi però crediamo che dal punto di vista politico sarebbe francamente non condivisibile mettere i lavoratori gli uni contro gli altri, ma necessariamente assumersi una responsabilità, una responsabilità nell'individuare dei percorsi che abbiano anche come obiettivo una razionalizzazione dei costi.
Sarebbe assolutamente fuorviante che la rappresentazione del dibattito di oggi fosse la contrapposizione tra una maggioranza e anche una non maggioranza - perché sappiamo che il Gruppo di Progett'Azione si definisce non maggioranza e non è opposizione, quindi non sappiamo bene quale sia effettivamente il suo ruolo - dalle quali ci viene posto il tema della priorità della razionalizzazione e del risanamento delle spese regionali e dall'altra, l'opposizione che cavalcasse un consenso in modo irresponsabile, senza avere presenti quelle che sono le criticità.
Si è parlato di coerenza, che possiamo anche rivendicare. Però il collega Vignale ha parlato di schizofrenia rispetto a delle posizioni, ma è un elemento che invece attribuiamo a questa Giunta e a questa maggioranza in quanto non comprendiamo bene quale possa essere il loro ruolo nei confronti del Governo nazionale.
Il Presidente Cota non può, quando i provvedimenti non sono in linea con le considerazioni della Regione, intervenire più volte contro le disposizioni del Governo nazionale, e magari noi condividiamo, ma su questo fronte essere assolutamente più realista del re, proprio perché non capiamo bene quale sia la coerenza che, tra l'altro, ci fa criticare le ultime considerazioni del Governo Monti sulla non sostenibilità delle spese sanitarie, quando poi noi diciamo che c'è la sostenibilità delle spese militari.
A questo punto, è chiaro che noi poniamo anche dei problemi di carattere politico, ma in modo coerente. Coerente rispetto al metodo.
Veniamo alla delibera. La delibera aveva un'impostazione iniziale molto scarna: dava semplicemente degli indirizzi e, a seguito di un'attività emendativa pesante, è stata, almeno per alcuni aspetti, stravolta.
Può essere positivo il fatto che sono state accolte alcune indicazioni della Commissione; noi ne rivendichiamo una rispetto al paragrafo 1, che riguarda la questione degli incentivi e contributi alle imprese. Noi abbiamo chiesto che le imprese che risultino beneficiarie di contributi ed incentivi superiori ai 50 mila euro debbano redigere un piano che non preveda delocalizzazioni produttive nell'arco di dieci anni. Questo è un emendamento che abbiamo proposto.
Dopodiché, francamente non comprendiamo la deriva di una deliberazione che si pone, oltre che dal punto di vista del metodo, in modo distaccato da quello che dovrebbe essere un normale percorso. Infatti la definizione dei criteri operativi sulla mobilità interna ed esterna del personale, così come il taglio delle risorse per il rinnovo dei contratti a tempo determinato, deve avvenire prima con una specifica fase di contrattazione con la delegazione trattante di parte sindacale.
Noi riteniamo che, dal punto di vista generale, la concertazione non sia un retaggio del passato, ma debba essere un elemento che preveda di poter condividere prima dove si vuole andare. Dopodiché ci può anche essere la discussione successiva di una proposta, di una delibera, che - ripeto è stata snaturata rispetto alle indicazioni iniziali, che erano molto generali.
Su alcuni aspetti ci sentiamo anche di condividere questa delibera, ad esempio sulla questione del non cumulo delle nomine in aziende partecipate così come sul tema della trasparenza.
Vorremmo rivendicare il fatto che la nostra prima proposta di legge forse chi mi ha sentita ormai la considera una ripetizione - riguarda l'anagrafe degli eletti: chiedevamo la possibilità di vedere in rete i compensi e tutto ciò che riguarda l'aspetto economico, non soltanto dei Consiglieri, ma anche di tutti coloro che sono nominati dal Consiglio regionale.
Possiamo dirvi "meglio tardi che mai!", ma poiché il tema della trasparenza è diventato un obiettivo di tutti, forse sarebbe stato bene considerarlo prima.
Rispetto alla parte della delibera più discussa (il capitolo 2, sul personale), anche noi ne chiediamo lo stralcio, perché riteniamo che prima occorra avviare un tavolo con le organizzazioni sindacali. Inoltre, non ne condividiamo i contenuti.
Alcuni aspetti sono già stati ripresi dai colleghi: consideriamo l'introduzione di una struttura per la mobilità assolutamente non condivisibile, perché prefigura una lista degli esuberi, ma non sappiamo neanche con quali criteri sia predisposta. In ogni caso, non ne condividiamo l'istituzione.
In merito alle proposte che le organizzazioni sindacali hanno avanzato e che noi abbiamo ripreso in molti emendamenti (alcuni di merito, altri no ma sono tesi a far tornare la maggioranza e la Giunta sui propri passi) riprendiamo e facciamo nostra la proposta dell'abolizione dell'affidamento ad esterni di incarichi di consulenze e studio, senza più deroghe. In passato abbiamo anche presentato delle interrogazioni su alcune consulenze di cui non vedevamo l'utilità e ne abbiamo discusso anche l'onerosità, dal punto di vista economico.
Chiediamo, pertanto, l'abolizione degli incarichi dirigenziali assegnati a dirigenti esterni, così come la graduale riduzione delle Direzioni regionali.
Inoltre (forse avevamo compreso male questa mattina), riguardo al ricambio generazionale nell'ente Regione applicando i requisiti pensionistici vigenti prima della riforma Fornero, che il collega Vignale quantifica in 219 persone, ci chiediamo perché questo non sia stato proposto dalla stessa Giunta all'interno della delibera, se si tratta di un elemento condiviso. L'emendamento, che non è stato ancora formalmente presentato dal Gruppo di Progett'Azione, è invece inserito in tutto un contesto che non ci trova certamente favorevoli. Se questo tema è condiviso, riteniamo che - riprendendo l'aspetto iniziale - occorra discuterne prima con le organizzazioni sindacali. Per chiudere, anche noi riteniamo che occorra ragionare sulla razionalizzazione, ma la razionalizzazione deve essere portata avanti rispetto a quello che sarà il nuovo quadro istituzionale, rispetto ai carichi all'interno della Regione.
Non si può razionalizzare pensando semplicemente di tagliare, mutuando questo sì - un concetto portato avanti dal Governo nazionale, cioè il fatto che il costo del lavoro è la variabile su cui lavorare per comprimere i costi. Questa non è sicuramente la nostra direzione. Pensiamo che occorra cambiare direzione e siamo pronti a discutere, emendamento per emendamento per far tornare questa maggioranza e questa Giunta sui propri passi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Cerutti.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Innanzitutto, chiedo come s'intende procedere con i lavori.



PRESIDENTE

Se concordato, se condiviso, ci sarebbe l'indicazione di svolgere ulteriori tre interventi. Sarebbero iscritti a parlare, oltre a lei collega Manica, i Consiglieri Muliere e Placido.
Se non ci sono indicazioni diverse, procediamo in questo senso.
Prego, Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

La discussione di oggi dovrebbe avere una premessa alle considerazioni che ognuno di noi vuole porre: una deliberazione come questa, che non casualmente si chiama spending review, arriva in un momento in cui la situazione nazionale, più complessiva, di un certo tipo, chiede alla struttura delle Regioni e degli Enti locali di intervenire sul merito della propria spesa, sul merito della propria organizzazione interna, in un contesto in cui i trasferimenti di carattere nazionale si riducono e si restringono in modo sempre più consistente e, nello stesso tempo, le entrate proprie conoscono anch'esse elementi di consistente restrizione.
Questo è un quadro chiaro a noi tutti. Ci è anche chiaro che non è un quadro che si esaurirà in pochi giorni o pochi mesi, ma che accompagnerà la vita degli Enti locali nel percorso successivo.
Pertanto, è chiaro a ognuno di noi che, nel momento in cui le risorse diminuiscono, sia quelle proprie sia quelle trasferite, s'impone, per ogni struttura - dallo Stato alle Regioni, fino alle Amministrazioni comunali la necessità di un processo di riorganizzazione della macchina interna perché una macchina che continua a rimanere con le stesse condizioni in un contesto di risorse inferiori, dovendo erogare lo stesso numero di servizi oggettivamente in queste condizioni non lo può fare.
Pertanto, questo a noi è chiaro: non abbiamo bisogno che ci vengano fornite ulteriori illustrazioni da parte di qualsiasi Consigliere di maggioranza effettiva o di maggioranza presunta.
Ci è assolutamente chiaro e da questo presupposto siamo partiti nel momento in cui, con alcuni emendamenti, abbiamo avanzato delle proposte alla deliberazione che voi avete portato.
La deliberazione, nella parte riguardante la riorganizzazione complessiva della macchina, e in termini di indirizzo, è molto povera e demandata molto in là nel tempo, mentre, in modo schizofrenico, sui provvedimenti e sul personale, che invece sono cogenti, semplicemente si articola, si organizza e avanza delle proposte che sono non rinviabili ed ineludibili, per le caratteristiche stesse che il provvedimento ha.
Nella parte emendativa, incominciamo ad esercitare una serie di ipotesi che vanno in questa direzione (le citavano i colleghi precedentemente): dai Consigli di Amministrazione dei Parchi fino alla riduzione drastica delle ATC in Piemonte, con la prospettiva di poter discutere di un piano di riorganizzazione serio e complessivo.
Non si può fare questo, però, con un atto che si occupa esclusivamente della questione riguardante il personale, avulsa da un contesto generale che riorganizzi e tagli anche aspetti più complessivi che riguardano la Regione. E non si può, tra l'altro, fare quest'operazione sul personale estrapolata quale unica parte cogente, mentre le altre parti sono general generiche, calandola assolutamente dall'alto. Questo infatti è un provvedimento che riguarda non solo il personale della Regione, ma riguarda tutta la parte relativa alle Agenzie e c'è poi tutta la partita delle Comunità montane e di tutto ciò che avverrà delle Province che rimangono invece questa operazione è condotta in questo contesto avulso e schizofrenico e, nello stesso tempo, con un metodo autoritario e dall'alto che prescinde da qualsiasi forma di concertazione con le organizzazioni sindacali e con il personale.
Voi pensate proprio che in un contesto come questo si possa fare un'operazione tale non delineando il complesso del progetto di riorganizzazione, intervenendo esclusivamente sul personale e facendolo peraltro, dall'alto senza concertare con i lavoratori né il progetto di riorganizzazione stesso né le misure specifiche? Francamente, un'operazione come questa non riesce mai e qualora si cercasse di portarla avanti si alimenterebbero semplicemente delle conflittualità e un non funzionamento complessivo della macchina che renderà i percorsi più tortuosi, più lenti e - se mi permettete - anche più costosi.
Detto questo, noi sappiamo che il fatto che alcuni Direttori stiano compilando elenchi di personale in esubero è un elemento che esaspera ulteriormente questa situazione. A nostro avviso, sulla riorganizzazione della Regione va da subito aperto un confronto reale perché solo così l'operazione potrà essere fatta.
Noi abbiamo avanzato delle ipotesi e delle proposte: quella di ridurre le Direzioni regionali, quella di usare risorse umane interne riducendo tutto il ricorso a realtà esterne, quella di riportare negli Assessorati funzioni che sono esternalizzate. Occorre tener presente, quando voi parlate di mobilità, che in questo momento la mobilità può essere solo quella di altri Enti verso la Regione, stante il processo di riorganizzazione delle Province, e non quella in senso inverso.
Vi chiediamo quindi di rivedere completamente questo provvedimento.
questa la ragione per cui vi avevamo proposto, all'inizio di questa seduta di non precedere alla discussione su questa deliberazione, ma di affrontare la discussione per quanto riguarda l'assestamento di bilancio. Se avessimo fatto questo, non ci troveremmo a discutere di una delibera schizofrenica che crea solo tensioni all'interno del personale - tensioni enormi, in un contesto già grave come questo - per la condizione degli stessi dipendenti e delle loro famiglie.
Questa proposta si è dimostrata compiutamente e assolutamente impraticabile, perché in momenti come questi una proposta che non ha il quadro chiaro, che prescinde da qualsiasi forma di concertazione e che si cala dall'alto crea tensioni e reca con sé difficili possibilità di essere pienamente realizzata.



PRESIDENTE

Grazie, collega Manica.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Visti l'ora e il livello di attenzione, voglio solo soffermarmi su alcune questioni e non girare intorno al problema.
Ha fatto bene il collega Vignale a richiamare una discussione che abbiamo fatto durante l'esame del bilancio di previsione e il fatto che, se affrontiamo oggi il tema della razionalizzazione della spesa, è anche grazie al Gruppo del Partito Democratico che ha posto la questione, perch noi non potevamo pensare di affrontare il bilancio di previsione senza affrontare il tema della razionalizzazione della spesa.
Non vogliamo quindi sottrarci al confronto, non vogliamo sottrarci alla discussione su un tema difficile come questo. Da questo punto di vista, non possiamo essere tirati dalla giacca perché abbiamo posto la questione per primi: siamo consapevoli che affrontare il tema della realizzazione della spesa è difficile - molto difficile e delicato - e bisogna essere coscienti di quello che si decide di fare, di quello che si propone nell'avanzare l'argomento.
Però guardate, colleghi: questa mattina c'è stato un incontro con i lavoratori dipendenti e le forze sindacali. È stato un incontro estremamente chiaro, nel quale i lavoratori hanno posto una questione. Noi oggi qui siamo chiamati a discutere, appunto, di un provvedimento che affronta la razionalizzazione della spesa; non siamo chiamati a riscrivere le regole delle relazioni sindacali: quella è un'altra questione. Se volete affrontare il tema del personale sorvolando il confronto con le forze sindacali, state sbagliando. State sbagliando! Le forze sindacali e i dipendenti di questa Regione hanno posto una questione cui noi, qui, oggi dobbiamo dare una risposta. Per quanto ci riguarda, la risposta è questa: si può affrontare il tema del personale aprendo o riaprendo il tavolo di confronto con le forze sindacali e con i lavoratori di questa Regione. Se voi volete fare una discussione e prendere dei provvedimenti sul personale senza affrontare questo tema, noi non siamo d'accordo e ci troverete contrari a quest'impostazione.
Dopodiché, quando e se avrete risposto a questo tema, riapriamo la discussione sul provvedimento, perché ci sono molte questioni sulle quali concordiamo e sulle quali abbiamo avanzato delle proposte. Non vogliamo neanche sottrarci - lo dico al collega Vignale, come potrei dirlo agli altri - alle nostre responsabilità, perché siamo ben consapevoli che il tema della Pubblica Amministrazione e della sua riforma è un tema sul quale anche noi abbiamo, appunto, le nostre responsabilità. Vogliamo iniziare a discuterne seriamente? Benissimo, noi siamo disponibili; però a condizione che si dia una risposta a questo tema, che è un tema politico. E se non si scioglie questo tema politico è difficile avviare una discussione sul merito del provvedimento e della delibera. Sulla questione delle ATC, su quella della trasparenza e sugli altri argomenti possiamo appunto aprire un dibattito.
vero quel che ha detto il collega Vignale: sulle questioni ci si pu tornare. E adesso siamo di fronte al problema dell'ATC e ad una proposta di razionalizzazione. Bene, addirittura possiamo anche scrivere in questo provvedimento come dare un indirizzo sul tipo di riorganizzazione delle ATC che vogliamo ridisegnare sul territorio regionale.
Ecco, su queste questioni siamo disponibili; però bisogna sciogliere un nodo politico, che è quello che abbiamo posto in questa discussione tutto il pomeriggio e che ci hanno posto le forze sindacali questa mattina. E lo hanno fatto in modo responsabile, perché hanno detto: noi siamo ben consapevoli della situazione, che è difficile e per alcuni aspetti drammatica; siamo consapevoli di questa situazione e noi, forze sindacali non vogliamo sottrarci al confronto e avanziamo delle proposte.
Bene, riapriamo questo tavolo di confronto, questo tavolo di discussione; sentiamo le proposte delle forze sindacali e diamone un giudizio, ma non sorvoliamo su quelle proposte, non sorvoliamo sul tavolo di confronto! Ecco perché se non si scioglie questo nodo politico è difficile andare avanti. Mi auguro, visto che adesso si sospenderà il dibattito e considerato che lo riprenderemo con altri interventi prima di chiudere la discussione generale, che nella prossima seduta del Consiglio regionale la Giunta concluda questo dibattito dichiarando la disponibilità a riaprire il tavolo di confronto con le forze sindacali. So benissimo che ci sono colleghi della maggioranza e della stessa Giunta sensibili a questa questione. Bene, date una risposta positiva a questa domanda, perch altrimenti è difficile continuare il dibattito e il confronto sul merito del provvedimento.
Sono queste le ragioni per cui bisogna stralciare il punto relativo al personale: bisogna stralciarlo, come ci è stato chiesto. Per quanto ci riguarda, questo è un nodo politico estremamente importante e chiediamo anche noi alla Giunta di stralciare questo punto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Muliere.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Placido, che interviene in qualità di Consigliere regionale; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente.
Colleghi, impiegherò meno di dieci minuti, anche perché mi sembra che vi siano ampi spalti vuoti, ma mi interessa che le considerazioni rimangano agli atti.
Sono rimasto veramente molto sorpreso e stupito del provvedimento che è stato presentato. Sorpreso e stupito dalla superficialità con la quale si intende affrontare un tema così importante. Perché se è vera una parte delle considerazioni che ha fatto il collega Vignale, senza tornare indietro sulla genesi delle responsabilità - potremmo, ma non è questa l'occasione - non è possibile che un tema del genere venga affrontato con un misto di superficialità ed arroganza, e in termini ideologici (lo diceva prima il collega Ronzani), con un fare liberista e dirigista di cui non si sente la necessità e il bisogno.
Il tema è reale e va affrontato rispettando quelle che sono le regole e le leggi di questa Regione e di questo Paese. Nessuno nega che esista un problema - ci mancherebbe! - ma non si può pensare di affrontarlo in questo modo.
Sembra quasi - l'ho già citato in qualche altra occasione - di rivivere la stessa situazione di un famoso fumetto che mi piace molto. In questo caso, il Presidente Cota - attribuisco a lui la responsabilità, perché è lui il Presidente e, alla fine, ha la responsabilità principale - farebbe come "Superciuk", che rubava ai poveri per dare ai ricchi.



PLACIDO Roberto

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Robin Hood?



PLACIDO Roberto

Quello è internazionale, fermiamoci alle cose un pochettino più locali esageruma nen! Questo è un provvedimento che penalizza maggiormente i livelli più bassi: ma non si è mai visto! Bisogna intervenire? E allora si intervenga seriamente responsabilizzando le organizzazioni sindacali. E i primi che lo chiedono ne sono convinto - sono proprio i lavoratori, che vorrebbero responsabilizzare seriamente le organizzazioni sindacali su un tema come questo.
Il problema non si risolve con un provvedimento così, presentato alla "prendere o lasciare". Ci sono delle regole. Capisco che... ma ci sono delle regole.
Si può fare tutto, anche far saltare i contratti esistenti, ma all'interno di un percorso. Tutto si può fare, salvaguardando, almeno per quanto mi riguarda e ci riguarda, i posti di lavoro, perché - lo vorrei ricordare - sono tutti lavoratori! Ne sono rimasto molto sorpreso questa mattina. Sono lavoratori i dipendenti della Regione, del Consiglio regionale, delle molte strutture per le quali tutti abbiamo la responsabilità di aver messo in piedi.
La responsabilità non è dei lavoratori che sono stati assunti, ma di chi ha creato condizioni che magari non dovevano esserci.
Allora, la vogliamo fare un'analisi seria? Anche qualche autocritica!



(Commenti del Consigliere Vignale)



PLACIDO Roberto

Vogliamo mettere in discussione il fatto che non possano essere "todos caballeros"? Chi mi conosce sa che sono pronto da mo', non da domani! Ma seriamente, non con un provvedimento del genere, che non è accettabile perché è ideologico.
E allora, al provvedimento ideologico, come Consigliere - perché prima di essere Vicepresidente sono Consigliere regionale - rispondo con l'ostruzionismo, è chiaro? Perché non avrei altro modo. Non avendo più altri sistemi, quando un Consigliere è costretto, quello è l'unico modo possibile.
Perché se si rispettasse quanto previsto, ci potrebbe pure essere lo scontro politico, ma all'interno di regole, che sono quelle che sappiamo.
Se, invece, l'intervento è in un certo modo...
Mio nonno - gli anni passano, quindi tendo sempre più a citare i modi di dire dei nonni - diceva sempre "se tu balli con un piede, io suono con una corda": se fai un provvedimento ideologico, io ti rispondo con l'ostruzionismo.
Si stralci, perché non c'è altra possibilità, non ci sono riconoscimenti o percorsi diversi per dare un contentino. Non c'è nessun contentino da dare all'opposizione su un tema del genere! C'è una sola cosa da fare: stralciare il provvedimento e iniziare il percorso che va fatto quello che avrebbero dovuto essere già fatto.
Altrimenti, se si volesse dare l'esempio, le due care colleghe Assessori Maccanti e Quaglia (al di là della differenza di partito, ci uniscono, comunque, rapporti di simpatia e comuni percorsi), per non dire dell'Assessore Bonino, diano le dimissioni, visto che sono dipendenti regionali! Se si vuol dare l'esempio... Cosa che non esiste, perché ci sono anche le provocazioni.



(Commenti dell'Assessore Quaglia)



PLACIDO Roberto

Certo, ma io lo dichiaro, mica mi nascondo! L'invito serio e responsabile che rivolgo è quello di non fare "pi uno". Si percorra il seguito della spending review, che non è una passeggiata di salute! Si stralci il provvedimento sul personale e si inizi un percorso serio.
Personalmente, non ho niente e nessuno da difendere, è chiaro? Niente e nessuno da difendere, se non l'interesse dei lavoratori, ma all'interno delle regole, delle leggi e di quello che si riesce a fare. Non è con un provvedimento come quello, modificando ancora in corso d'opera l'immodificabile, che si risolvono i problemi.
Mi auguro - e termino, così mantengo la promessa che avevo fatto di impiegare meno di dieci minuti - che la notte porti consiglio, e che i colleghi che si sono prenotati per intervenire martedì prossimo vogliano intervenire su altro, che non manca, e stralciare questa parte.
Sappiamo anche che molti colleghi della maggioranza non nascondono un imbarazzo evidente e palpabile. Perché mantenere insieme ciò che non riesce a stare insieme... tanto se la maionese deve impazzire - per me è già impazzita! - impazzisce lo stesso.
Cari colleghi, ritirate questo provvedimento, che delle persone di buonsenso non avrebbero neanche dovuto presentare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Placido.



(Applausi provenienti dall'emiciclo riservato al pubblico)



PRESIDENTE

Per cortesia! Chiedo scusa, ma non è consentito applaudire.
Chiudiamo qui, come concordato, i nostri lavori.
Domani alle ore 14 è convocata la Conferenza dei Presidenti di Gruppo e certamente in quella sede si deciderà la calendarizzazione e il prosieguo della discussione generale.
Grazie a tutti e buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.46)



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