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Dettaglio seduta n.301 del 20/11/12 - Legislatura n. IX - Sedute dal 28 marzo 2010 al 24 maggio 2014

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Argomento:


NOVERO GIANFRANCO



(Alle ore 10.00 il Consigliere Segretario comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



(I lavori hanno inizio alle ore 10.30 con la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze")



PRESIDENTE

Iniziamo i nostri lavori con la trattazione del sindacato ispettivo.


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione n. 1239 presentata dalla Consigliera Cerutti, inerente a "Impianto cogenerazione nell'area 'Ex-Vallesusa'"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", iniziamo con l'esame dell'interrogazione n. 1239, presentata dalla Consigliera Cerutti.
Risponde l'Assessore Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Massimo, Assessore all'energia

Grazie, Presidente.
Provvedo a leggere la nota predisposta dall'Assessorato.
In relazione al primo quesito dell'interrogazione - tipologia, natura e provenienza del combustibile - la documentazione progettuale giustifica la localizzazione dell'impianto nell'ex cotonificio Vallesusa, mettendo in evidenza la pre-esistenza di una filiera legno-energia.
Nel Canavese, infatti, la realizzazione della centrale termica a biomasse di Castellamonte ha favorito e stimolato nel tempo l'utilizzo della risorsa.
Si evidenzia che la fase istruttoria si è conclusa prima dell'approvazione del DGR del 5 maggio del 2008, denominata "Criteri per la valutazione dell'ammissibilità a finanziamento di progetti di derivazione di acque pubbliche a scopo idroelettrico e di progetti che prevedono l'utilizzo di biomasse come combustibili".
Per quanto riguarda le problematiche autorizzative, si specifica che l'impianto è stato autorizzato dalla Provincia di Torino nel 2006, con la determina che comunque allego alla nota che depositerò per la collega.
Si rileva che in questa determina il provvedimento di autorizzazione ribadisce che il proponente si dovrà inoltre impegnare a: utilizzare esclusivamente il combustibile approvvigionato dalla filiera locale, come da progetto presentato, salvo dimostrate esigenze contingenti inviare nuovamente alla Provincia di Torino una relazione sul combustibile impiegato nel corso dell'anno solare, con particolare riferimento a quantità, tipologia e luogo di origine.
A tal riguardo, non è possibile entrare più nel merito, se non mettere in evidenza questi aspetti.
In merito al secondo quesito - ricadute in termini ambientali - si fa presente che la finalità principale dell'impianto è quella di fornire calore ed energia elettrica partendo da una fonte rinnovabile. Tra le premesse del progetto descritte nella relazione tecnico-economica vengono specificati sia l'incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili, che la riduzione delle emissioni di gas clima alteranti.
La centrale, inoltre, in assetto cogenerativo, prevede di assicurare il calore necessario per alimentare la rete di teleriscaldamento di Rivarolo Canavese, consentendo una riduzione dei consumi di gasolio e di gas naturale pari a circa 3.000.000 di litri/anno e di 2.700.000 metri cubi/anno rispettivamente. Le mancate emissioni di CO2 associate assommano ad oltre 15.000 tonnellate/anno di CO2.
L'energia elettrica contemporaneamente prodotta da fonte rinnovabile evita oltre 14.000 tonnellate/anno di CO2 circa.
La localizzazione della centrale comporta, inoltre, il riuso di un ex sito industriale dimesso: il cotonificio Vallesusa.
In merito al terzo quesito - ufficializzazione della ripresa dei lavori la SIPEA S.r.l., in data 23 maggio 2012, ha comunicato che i lavori sono ripresi in data 31 agosto 2011, con una previsione di entrata in servizio entro l'avvio della stagione 2012-2013, indicativamente entro il 31/10/2012.
Provvedo a depositare la nota per la collega e, ovviamente, sono a disposizione per integrare al meglio le eventuali ulteriori richieste di chiarimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica

Grazie, Presidente, e grazie, Assessore, per la risposta.
chiaro che i dati che lei ha fornito sono prettamente di carattere tecnico.
La questione non è semplicemente legata a quella che possiamo definire la "sindrome NIMBY" per gli abitanti della zona - zona che, tra l'altro, è di alta concentrazione abitativa, trattandosi di Rivarolo Canavese - ma è una situazione nella quale, effettivamente, persistono dei dubbi su quello che può essere il bilancio ambientale con l'introduzione di questo nuovo impianto.
Una prima considerazione generale si riferisce proprio agli impianti di combustione di biomasse, tema che è stato trattato in Consiglio regionale ma anche ad altri livelli.
Nell'ultimo decennio abbiamo assistito ad un proliferare di questi impianti di combustione tale da rendere preoccupante il reperimento del necessario fabbisogno di materiale combustibile per far funzionare gli impianti con la destinazione prevista.
Avremo modo di leggere nel dettaglio le considerazioni tecniche fornite dall'Assessore ci fornisce; tuttavia, ci permettiamo di avanzare in questa sede alcune perplessità in merito. Innanzitutto perché l'azienda ha presentato domanda in sanatoria, considerando che non vi sia nessuna variazione della potenza termica.
A nostro avviso, dal punto di vista del bilancio ambientale, non dovrebbe esserci più una convenzione relativa al teleriscaldamento ma alla produzione solo di energia elettrica. Dunque, questo è già un elemento che non depone a favore del bilancio ambientale.
Un'altra questione che mi è sembrato di cogliere dalla lettura della nota tecnica dell'Assessore riguarda la filiera corta, che, in realtà sembrerebbe non essere effettivamente così applicata e realizzata con questo impianto, in quanto dovrebbe essere stato creato un impianto di stoccaggio del cippato di legno a Foglizzo e, probabilmente, dovrebbe essere stoccato del cippato che proviene addirittura da fuori Italia.
In questo senso, analizzando nel dettaglio la risposta tecnica fornita dall'Assessore, presenteremo un'ulteriore integrazione o richiesta di elementi proprio in considerazione del bilancio ambientale, sia in relazione al fatto che non vi sia più il teleriscaldamento, sia perch nutriamo alcuni dubbi sulla filiera corta, perché dalle informazioni di cui disponiamo non si tratterà di filiera corta ma di filiera molto, molto lunga.
Sotto questo aspetto, quindi, riteniamo che l' impianto abbia un impatto ambientale decisamente pesante sul territorio. L'autorizzazione invece, è stata rilasciata con criteri diversi.
Ci riserviamo, comunque, di approfondire le questioni che abbiamo posto in Aula.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1344 presentata dalla Consigliera Artesio, inerente a "Situazione Seat Pagine Gialle"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1344 presentata dalla Consigliera Artesio, che la illustra; ne ha facoltà.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Con questa interrogazione poniamo una questione che, nelle sue caratteristiche generali, non è lontana dalle preoccupazioni cui questo Consiglio regionale si è nel tempo dedicato, vale a dire il rischio di perdita di un'importante attività produttiva - importante per il numero di addetti, importante per la qualità del progetto - e che vorremmo vedere nell'attenzione della politica regionale, affrontata nella prospettiva di evitare questo rischio, anzi di lavorare per la promozione di un rilancio con caratteristiche che noi riteniamo debbano essere di unitarietà e di modernità.
Qual è la questione che noi poniamo? La questione riguarda la situazione di ristrutturazione del debito di Seat Pagine Gialle e la conseguente preoccupazione avanzata dalle rappresentanze dei lavoratori dell'assenza di un adeguato piano industriale e, quindi, del paventato timore che, come sempre accade in questo periodo nelle manovre industriali si pensi di ridurre il rischio dell'indebitamento semplicemente con un'operazione di riduzione delle attività e di tagli del personale.
Questo a noi sembra particolarmente grave, non soltanto per la tutela dell'occupazione, già così gravemente compromessa all'interno del sistema Piemonte, ma in particolare per la qualità di questa produzione, il cui valore, a nostro modo di vedere, si fonda esattamente sull'unità del percorso produttivo.
Non è certo più pensabile una Seat Pagine Gialle carta, che ha ancora una fidelizzazione con la clientela molto elevata, da una Seat Pagine Gialle Web. Non è esattamente pensabile la separazione dei due percorsi esattamente per le ragioni che abbiamo detto: la forza dell'una, sta nell'altra. La seconda nella prospettiva di crescita, la prima nella prospettiva di essere lo strumento di avviamento della seconda e di conservare quelle fasce di clientele che ancora si rivolgono alla promozione e all'informazione cartacea, come modalità di relazione.
Tutto questo, cioè una prospettiva industriale che punti sull'unità del prodotto, non appare dall'attuale quadro industriale, anzi, il rischio è esattamente quello che, anziché provare a valorizzare le competenze interne riportando ciò che potrebbe essere fatto all'interno, si proceda con operazioni di spacchettamento e con operazioni di esternalizzazione. Il che sarebbe grave per gli addetti, ma ancora più grave per la Regione Piemonte che perderebbe la possibilità di concorrere a costruire un vero e proprio distretto industriale del polo carta e web a Torino. Questo è l'impegno che noi chiediamo dalla risposta dell'Assessore regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Giordano per la risposta.



GIORDANO Massimo, Assessore allo sviluppo economico

Grazie, Presidente.
Non ho nessuna nota scritta da leggere per la Consigliera, ma questo non significa che l'interrogazione non sia stata presa sul serio, anzi.
La Consigliera evidenzia un problema delicato, di un settore dell'imprenditoria piemontese particolarmente in crisi perché è posizionato su un tipo di produzione che, ovviamente, deve virare verso una maggiore capacità di innovazione. Questi sono settori che, se non vengono reinterpretati, sono destinati a spegnersi o, comunque, a ridimensionarsi fortemente.
Poiché gli occupati nel settore sono tanti, la sollecitazione arrivata dalle organizzazioni sindacali, con cui abbiamo fatto diversi incontri abbiamo fatto anche incontri con gli operatori più importanti di questo settore - parlano di un distretto di prodotto.
Io non mi fossilizzerei sulla specifica, così come indicata, ma raccoglierei la sollecitazione sull'individuare uno strumento di politica industriale. Bisogna capire quale possa essere il migliore, per aggregare il maggior numero di imprese di questo settore (la Consigliera parte da un caso specifico di difficoltà, per fare un'analisi più ampia). Individuare quindi, uno strumento di politica industriale, sul quale c'è il nostro impegno anche a destinare delle risorse, per aggregare la filiera e cercare di accompagnarla verso una trasformazione innovativa che permetta di sopravvivere al mercato.
Raccogliamo la sollecitazione. Ci siamo già mossi, perché un po' tutto il nostro Piano sulla competitività va in questa direzione.
Non dimentichiamo che, quando abbiamo presentato il nostro Piano sulla competitività, avevamo messo in luce che cercavamo di sostenere una ristrutturazione di sistema. Il sistema delle piccole e medie imprese o comunque, il sistema produttivo piemontese deve andare verso una maggior capacità di innovazione, soprattutto in quei settori che, se non vanno in quella direzione, sono destinati a ridimensionarsi fortemente.
Non si tratta di fare altro che applicare la nostra impostazione. Qui è un po' specifica la dinamica. Si tratta di un settore particolarmente colpito dove ci sono delle accelerazioni forti, quindi va individuato uno strumento ad hoc. Questa è la mia risposta sintetica, sulla quale ci impegniamo a lavorare. Ricordo che, peraltro, siamo già impegnati da settimane, se non da mesi, per andare in quella direzione.
Raccogliamo la sollecitazione della Consigliera Artesio e delle organizzazioni sindacali.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1314 presentata dai Consiglieri Taricco e Toselli, inerente a "Lavori di ripristino sul fiume Po presso l'abitato di Cardé"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1314.
La parola al Consigliere Taricco per l'illustrazione.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Credo che l'interrogazione sia molto chiara ed esaustiva in quanto tale. Semplicemente poniamo la questione per capire dalla Giunta cosa stia succedendo ai lavori in corso sul ponte di Cardé. Un ponte che, ricordo aveva avuto un cedimento strutturale.
Nell'estate di quest'anno i lavori sono stati sospesi, a quanto pare in base alle dichiarazioni della Provincia, perché la Regione, non trasferendo più risorse, non aveva messo la Provincia in condizione di pagare gli stati di avanzamento alle imprese che lavoravano, motivo per cui le imprese hanno interrotto i lavori e se ne sono andate.
Questo territorio, che ha già avuto problemi di abilità significative negli anni, rischia di avere un investimento portato avanti fino a metà del guado, e poi lasciato lì perché sono bloccati i pagamenti del lavoro.
Noi chiediamo, da una parte, di capire cosa stia succedendo ma dall'altra, una pronta reazione da parte della Regione per mettere in condizione la Provincia, quindi le imprese, di completare i lavori e di mettere la viabilità in condizione di poter funzionare.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
In riferimento alla richiesta di informazione del Consigliere Taricco sull'argomento relativo ai lavori di ripristino del ponte sul fiume Po presso l'abitato di Cardé si comunica quanto segue.
Il ripristino del ponte sulla Strada Provinciale 29 nei pressi di Card è stato finanziato a favore della Provincia di Cuneo con determina dirigenziale del 21 marzo 2005 per un importo di euro 2.500.000,00 nel quadro delle ricostruzioni conseguenti all'alluvione dell'autunno 2000.
Il contributo predetto è stato suddiviso dall'Amministrazione provinciale in due interventi, singolarmente appaltati, allo scopo di indirizzare con precisione le risorse sui diversi lavori necessari al completo ripristino dell'infrastruttura. In sintesi, il contributo è stato suddiviso in circa 700 mila euro per lavori minori o propedeutici, quali l'approntamento di una viabilità alternativa, e circa 1.800 euro per i lavori principali.
Questi ultimi sono stati affidati con contratto in data 2 agosto 2011 (sei anni dopo la concessione del contributo) per l'importo di euro 1.048.206,68 oltre IVA.
La Provincia di Cuneo, che segue direttamente i lavori tramite i propri uffici tecnici, asserisce che l'avanzamento degli stessi è pari al 50 attualmente è stato eseguito i consolidamento di due campate del ponte.
Il transito dei vicoli tra le due sponde del fiume Po è consentito da un ponte bailey in senso unico alternato che necessita di manutenzione bimestrale con interruzione del traffico.
Dal punto di vista contabile, è stato emesso un primo stato di avanzamento a favore della ditta per un importo pari a euro 552.000,00 e se ne sta redigendo un secondo di importo di euro 850.000,00.
Il primo lotto di lavori di circa 700 mila euro è già stato pagato quasi del tutto dalla Regione. In riferimento al secondo lotto, invece allo stato attuale la Provincia di Cuneo ha presentato documentazione in due riprese, a marzo 2012 e ad agosto del 2012: il pagamento del suddetto avanzamento è soggetto alla reimpostazione dei fondi statali finalizzati alla "ricostruzione" dell'alluvione del 2000.
Quindi le carte ci sono.
Ho anche intrapreso un percorso particolare, dopo aver parlato, circa nove o dieci giorni fa, con il Sindaco (anche alla presenza della collega Assessore Quaglia) per vedere se, nell'ambito dei fondi di riserva, data la particolare situazione, ci fosse una capienza. Ci stiamo lavorando, per iscriverei questa problematica all'interno della problematica dei fondi statali vincolati, andati in perenzione, che devono essere reimpostati. Ne abbiamo già parlato diverse volte in Commissione, ma possiamo ancora parlarne.
Relativamente ai tempi, se va in porto il discorso dei fondi di riserva, potrebbero essere rapidissimi (però è un problema di capienza dei fondi di riserva che hanno una funzione su tutte le spese obbligatorie); se invece dobbiamo andare a stanziare con l'assestamento, con il bilancio 2013, i tempi - come sappiamo, da addetti ai lavori - sono quelli legati ai documenti contabili.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interpellanza n. 1270 presentata dai Consiglieri Angeleri e Carossa inerente a "Riqualificazione dell'area ex LAI e rischi idrogeologici sottovalutati"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interpellanza n. 1270.
Il primo firmatario, il Consigliere Angeleri, la dà per illustrata.
La parola al Vicepresidente Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Con riferimento all'interpellanza sopra citata, per quanto di competenza, sentiti i settori "Decentrato opere pubbliche e difesa del suolo di Alessandria", "Pianificazione e difesa del suolo", "Difesa dell'assetto idrogeologico e dighe", "Prevenzione territoriale del rischio geologico - area di Alessandria, Asti, Biella e Vercelli" (cioè tutti i settori preposti al governo del territorio), si riferisce quanto segue.
Il Comune di Ovada è dotato di un proprio strumento urbanistico adeguato al Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico (PAI) approvato dalla Giunta regionale con DGR n. 18-8893 del 4 agosto 2008; la variante di PRG ha assunto anche il valore di adeguamento al PAI, in quanto dotata di allegati geologici validati dal Gruppo Interdisciplinare di cui alla DGR n.
31.3749 del 6 agosto 2001 (idoneità del quadro dei dissesti definito in sede locale a recepire, modificare ed integrare il PAI).
Com'è noto, i piani comunali "adeguati" costituisco aggiornamento e dettaglio del Piano di Bacino nelle sue ulteriori versioni di aggiornamento (così recita l'articolo 18 delle norme di attuazione del PAI).
L'area interessata dal progetto è classificata, nel PRG, come area a pericolosità media-moderata (Em).
Successivamente all'adeguamento del PRG di Ovada al PAI, a seguito di una serie di indagini e studi geologici ed idraulici, con delibera del Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino del Fiume Po, n. 8 del 2009 è stata approvata la "Variante al Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico - Delimitazione delle Fasce Fluviali del reticolo minore della Provincia di Alessandria" che ha individuato, sulla sponda sinistra del Torrente Stura di Ovada, un'area di inondazione per piena catastrofica (la famosa Fascia C).
L'area dove si colloca l'ex stabilimento LAI rientra, come da PRG vigente, in area Em (area a pericolosità media moderata) e in fascia C come da variante al PAI approvata.
Le normative prevedono alcuni particolari, sia per l'area Em sia per le fasce C, che non sto a leggere, ma sono contenute nella risposta che poi consegnerò.
Inoltre, in questi contesti territoriali, le Regioni e le Province nell'ambito delle rispettive competenze, curano ogni opportuno raccordo con i Comuni interessati per territorio, per la stesura dei piani comunali di protezione civile.
Infine, compete agli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica regolamentare le attività consentite, i limiti ed i divieti per i territori ricadenti in fascia C.
Le normative associate, sia delle aree Em sia della fascia C, affidano quindi agli strumenti di pianificazione e quindi, in particolare, al Comune, il compito di regolamentare le attività consentite. Il PRG adeguato al PAI, che ha ottenuto l'approvazione da parte della Regione, rappresenta nella sua prescrizione normativa, il requisito richiesto dalle norme del PAI stesso, sia per la classe Em sia per la fascia C, per disciplinare l'attività edilizia all'interno delle due classi menzionate.
Il PRG di Ovada classifica, nella "Carta di sintesi della pericolosità geomorfologia e dell'idoneità all'utilizzazione urbanistica" la zona su cui insiste l'area in questione in classe III b-area n. 31. Le aree IIIb sono porzioni di territorio edificati, nelle quali gli elementi di pericolosità e di rischio sono tali da imporre, in ogni caso, interventi di riassetto territoriale o di manutenzione di interventi già eseguiti a tutela del patrimonio urbanistico esistente; per tale aree, il PRG prevede che le opere di difesa, l'ampliamento della sezione di deflusso e, in generale, la sistemazione idraulica dell'alveo, abbiano raggiunto gli obiettivi di minimizzazione della pericolosità. Permane, comunque, la necessità di un costante monitoraggio delle sezioni di deflusso e l'attivazione di ricorrenti opere di manutenzione. Pertanto, con il predetto vincolo di manutenzione e mantenimento delle attuali condizioni di deflusso - dal lato edilizio - potranno essere consentiti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, ristrutturazione, interventi di ampliamento e completamenti senza piani interrati. Inoltre, la quota di imposta dei piani dovrà essere definita a seguito di uno studio idraulico.
Per quanto concerne l'autorizzazione degli interventi idraulici individuati dalla pianificazione di bacino, la stessa è rimessa all'autorità competente che, per il tratto in questione, è il settore decentrato opere pubbliche e difesa assetto idrogeologico di Alessandria.
Il predetto settore è stato solo interessato con una richiesta di parere idraulico per le opere di manutenzione e di difesa spondale del Torrente Stura, da parte del tecnico incaricato dalla società Cantieri Caprioglio.
Il progetto allegato in istanza ("Lavori di manutenzione delle opere di difesa spondale Torrente Stura - concentrico") contemplava solo interventi volti a mantenere le difese longitudinali esistenti, con opere che si attestavano sulla sponda naturale esistente.
Tali interventi, per come progettati, non aumentano le quote di sponda ma conferiscono a questa una maggiore stabilità ed un miglior deflusso delle acque, senza pregiudicare l'andamento delle piene e, pertanto, senza modificare il quadro del dissesto cogente.
Quanto esposto corrisponde alle informazioni ad oggi disponibili. Mi riservo di comunicare agli interpellanti più approfondite valutazioni sulla base degli ulteriori accertamenti che ho fato avviare sia dalla Direzione Opere Pubbliche sia dalla Direzione Urbanistica.
In sostanza, visto che la norma demanda al Comune, nelle zone IIIb, di regolare quanto ammesso e non ammesso, e le opere idrauliche e idrogeologiche da fare di accompagnamento, l'attuazione in quella zona è attuata mediante un PEC. Abbiamo domandato al Comune di inviarci un PEC, ed è arrivato solo venerdì scorso.
Gli Uffici lo stanno guardando, quindi oggi rispondo sulla base delle informazioni esistenti, delineando il quadro, ma poi, nello specifico, mi riservo di far avere agli interpellanti le valutazioni finali, dopo che avremmo visto questa ulteriore documentazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri per la replica.



ANGELERI Antonello

La ringrazio, Vicepresidente Cavallera, per la risposta dettagliata che ha voluto dare quest'oggi.
Mi pare che, in qualche modo, nella sua risposta abbia manifestato una preoccupazione anche lei, soprattutto nella parte finale, dove ha contemplato una possibilità di valutazione ulteriore in particolare rispetto a quanto accaduto nel novembre 2011, quando il Comune di Ovada, a seguito di un violento nubifragio, è intervenuto direttamente per allertare la popolazione del luogo e per chiedere ai cittadini di mettersi in sicurezza, addirittura salendo ai piani alti. Oltretutto, da quell'evento il Comune ha richiesto che fosse riconosciuto lo stato di calamità naturale.
Noi abbiamo chiesto delle specificazioni sull'iter e sulle procedure, e lei puntualmente ci ha risposto. Nell'interpellanza si chiedeva inoltre se non si fosse ritenuto opportuno, da parte del Vicepresidente, un approfondimento delle autorizzazioni concesse proprio al fine di evitare ulteriori pericoli o avanzamento di lavori illegittimi o pericolosi per l'esondabilità dell'area in oggetto.
Mi pare che da parte dell'Assessore ci sia questa disponibilità, quindi ne prendo atto. Chiedo solo all'Assessore, e conseguentemente ai tecnici dell'Assessorato, di seguire con attenzione questo approfondimento proprio per evitare che succedano altri eventi; ciò ovviamente a tutela principalmente della popolazione. Quindi, grazie ancora.
Il motto sostanzialmente è sempre lo stesso: "Meglio prevenire che curare".



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze".



(Alle ore 10.59 ha termine la trattazione del punto 3)



PRESIDENTE

inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.59)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali delle sedute del 6 e 7 novembre 2012.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Cota e Spagnuolo.
Il numero legale è 29.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali della sedute del 13 e del 14 novembre 2012.



PRESIDENTE

Adesso devo sospendere la seduta per tre minuti, perché dobbiamo fare una delibera dell'Ufficio di Presidenza e poi dare una comunicazione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.59 riprende alle ore 11.03)


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Ordine del giorno n. 921 presentato dal Consigliere Cattaneo, inerente a "Manifestazione del 14 novembre 2012 -solidarietà alle Forze di Polizia" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Ordine del giorno n. 923 presentato dai Consiglieri Leo, Pedrale e Botta Franco Maria, inerente a "Solidarietà alle forze dell'ordine e ai cittadini dopo le violenze avvenute in occasione dello sciopero generale della CGIL del 14 novembre 2012" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Propongo di iscrivere all'o.d.g. un ordine del giorno (a firma di tutti) relativo alla manifestazione del 14 novembre 2012, che esprime solidarietà alle forze di Polizia, che tratteremo nelle giornate di oggi o domani.


Argomento: Organizzazione scolastica

Ordine del giorno n. 922 presentato dai Consiglieri Pentenero e Reschigna inerente a "Sostegno al valore abilitante del diploma magistrale ai fini della partecipazione al concorso indetto dal MIUR" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna

Grazie, Presidente.
Richiedo l'inserimento di un ordine del giorno di cui in questo momento non ricordo più il numero, legato alla qualifica degli insegnanti delle scuole elementari, in vista del concorso che il Ministero della Pubblica Istruzione ha bandito e per il quale sarebbe necessario un intervento delle Regioni.



PRESIDENTE

Se l'Aula acconsente, iscriviamo entrambi gli ordini del giorno e vedremo, tra oggi e domani, di trovare le condizioni per affrontarli.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g., così modificato, è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

Adesione al Gruppo Misto da parte del Consigliere Biol


PRESIDENTE

Con lettera datata 19 novembre 2012, il Consigliere regionale Fabrizio Biolé ha comunicato che a far data da oggi, 20 novembre 2012, revoca la propria adesione al Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle e di voler aderire la Gruppo Misto.
L'Ufficio di Presidenza, nella riunione di oggi, 20 novembre 2012, ha deliberato quindi di prendere atto che, a decorrere dal 20 novembre 2012 il Consigliere Fabrizio Biolé appartiene al Gruppo Misto, che risulta pertanto composto dal Consigliere Fabrizio Biolé e dal Consigliere Michele Formagnana; di prendere atto che, a decorrere dalla stessa data, il Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle passa da due a un Consigliere. Colleghi ricordo che oggi pomeriggio, all'inizio della seduta, verrà svolta la commemorazione delle donne vittime di violenza, in occasione della giornata internazionale contro la violenza alle donne.


Argomento: Commercio al dettaglio

Esame proseguimento proposta di deliberazione n. 223, inerente a "Revisione degli 'Indirizzi generali e criteri di programmazione urbanistica per l'insediamento del commercio al dettaglio in sede fissa': Modifiche all'allegato A della deliberazione del Consiglio regionale 29 ottobre 1999 n. 563-13414 (Indirizzi generali e criteri di programmazione urbanistica per l'insediamento del commercio al dettaglio in sede fissa, in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114)"


PRESIDENTE

Procediamo proseguendo la trattazione della proposta di deliberazione n. 223, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 7 novembre è iniziato l'esame del testo, poi si è svolta la discussa generale e sono stati illustrati tutti gli emendamenti presentati.
stato posto in votazione l'emendamento rubricato n. 2), con parere negativo dell'Assessore Casoni.
La votazione è risultata non valida per mancanza del numero legale e pertanto dobbiamo riprendere da questo punto.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 3 Do atto che il numero legale è sempre 29.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 17) è irricevibile.
Emendamento rubricato n. 50) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Casoni: Al comma 1 dell'art. 6 dell'allegato A alla PDCR 223 che modifica il comma 2 dell'art. 14 dell'allegato A, le parole "due anni" sono sostituite da "trenta mesi".
Nel frattempo, la Giunta regionale ha presentato l'emendamento testé letto che - mi sembra di intenderlo in tal senso - ricomprende alcune proposte avanzate in fase di discussione. È stato depositato adesso, ma è già in rete.
Anche se siamo in fase di votazione, mi sembra che si tratti di un emendamento che recepisce delle istanze del Consiglio.
La parola all'Assessore Casoni per l'illustrazione.



CASONI William, Assessore al commercio

Intervengo brevemente solo per dire che questo è un emendamento che riprende la questione dei trenta mesi e specifica quanto già concordato.
Dico solo questo affinché ne siano informati tutti i Consiglieri.



PRESIDENTE

Riprendiamo con le votazioni degli emendamenti che insistono sull'articolo 6.
Ricordo che il numero legale è sempre 29.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 49) aveva ricevuto il parere favorevole della Giunta, ma ha chiesto di intervenire l'Assessore Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William, Assessore al commercio

Come dicevo, l'emendamento che ho presentato chiarisce meglio il senso dell'accordo trovato sui trenta mesi, recependo la proposta del Consigliere Ronzani che dunque viene sostituita.



PRESIDENTE

A fronte dell'emendamento della Giunta, il Consigliere Ronzani ha dichiarato di ritirare l'emendamento rubricato n. 49).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 50).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto la parola la Consigliera Motta Angela; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Mi scuso.
Chiedo di rettificare il voto, perché ho sbagliato dando il voto favorevole, anziché contrario.



PRESIDENTE

Diamo atto che la collega Angela Motta intendeva votare in senso contrario all'emendamento rubricato n. 20).



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Ho già comunicato l'esito; comunque, poniamo subito in votazione l'emendamento rubricato n. 21).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Il numero legale è 29.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Il numero legale è salito a 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 26), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 27), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Chiedo una cortesia: siccome, ad occhio, abbiamo ancora decine e decine di votazioni ed occorrono circa 30 secondi per ogni votazione, si dovrebbe rimanere al proprio posto per una mezz'oretta, così chiudiamo il provvedimento e siamo tutti contenti. Se fosse possibile, ve ne sarei grato, anche perché è più facile, per la Presidenza e per i Consiglieri segretari, verificare il voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Chiederei solo di dare voto negativo, perché questa volta mi sono confuso io.



PRESIDENTE

Diamo atto che il Consigliere Taricco del Gruppo Partito Democratico intendeva votare negativamente sull'emendamento rubricato n. 27).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 28), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 30), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 31) è dichiarato irricevibile.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Intervengo soltanto per segnalare il mio voto positivo, non ho avuto tempo di votare l'ultimo emendamento. Grazie.



PRESIDENTE

Non ha votato niente?



BONO Davide

Mi sembra di aver dato la presenza.



PRESIDENTE

Sull'emendamento rubricato n. 30), il Consigliere Bono, che ha dato la presenza, intendeva votare favorevole.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 32), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Procediamo con la votazione degli emendamenti che insistono sull'articolo 7.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 33), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 34), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Procediamo con la votazione degli emendamenti all'articolo 9.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 35), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Prima di procedere con le votazioni, do la parola all'Assessore Casoni perché anche su questo articolo è stato presentato l'emendamento rubricato n. 51).



CASONI William, Assessore al commercio

Chiedevo al Consigliere Bono che, avendo recepito...



PRESIDENTE

Guardi che si tratta dell'emendamento rubricato n. 48) del Consigliere Ronzani, su cui insiste l'emendamento rubricato n. 51).



CASONI William, Assessore al commercio e fiere

Qual è?



PRESIDENTE

Lo leggo.
Emendamento rubricato n. 51) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Casoni: al comma 3 dell'articolo 9 dell'allegato A alla PDCR 223 le parole "25 per cento" sono sostituite dalle parole "15 per cento".



CASONI William, Assessore al commercio

rappresentato sia da quello del Consigliere Ronzani che dall'altro.
Comunque, vanno bene tutti e due. Chiedo di ritirarli perché con il mio emendamento si recepisce che spostiamo dal 25 al 15 per cento i negozi di vicinato, come richiesto da ambedue i Gruppi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Nel caso precedente, la Giunta ha avanzato una proposta che non era quella dei Gruppi di opposizione, ma era una soluzione intermedia. Mi riferisco all'emendamento votato in precedenza. Tuttavia, di fronte al fatto che il Gruppo del PD presenta un emendamento che è esattamente quello della Giunta, per quale motivo la Giunta presenta un suo emendamento?



(Commenti dell'Assessore Casoni)



RONZANI Wilmer

Accolga l'emendamento dell'opposizione! Francamente non capisco per quale motivo dovremmo...



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ronzani.
L'emendamento n. 51) della Giunta regionale è ritirato.
L'emendamento n. 39), del Consigliere Bono, è simile, ma non incide sulla percentuale, decide in altro ambito.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 36), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 37), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 38), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 39), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 48), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Procediamo con la votazione degli emendamenti relativi all'articolo 11.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 40), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 41), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 42), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Procediamo con la votazione degli emendamenti relativi all'articolo 12.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 43), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Procediamo con gli emendamenti relativi all'articolo 15.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 44), sul quale l'Assessore Casoni, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Gli emendamenti n. 45), 46) e 47), presentati dai Consiglieri Bono e Biol sono irricevibili.
Ci sono dichiarazioni di voto sull'intero testo? La parola al Consigliere Ronzani, per dichiarazione di voto.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Confidavo sul fatto che parlasse anche qualche collega della maggioranza.
Molto brevemente, esprimeremo un voto favorevole nei confronti del provvedimento, per tre ragioni.
La prima, perché la deliberazione si muove in una sostanziale continuità con la programmazione precedente e perché, per molti versi contiene indicazioni che condividiamo.
Condividiamo, per esempio, l''obiettivo che ci si pone, che è quello non già di aumentare l'offerta di centri commerciali, ma di riorganizzare l'offerta esistente. Condividiamo, inoltre, il principio, che viene introdotto in deliberazione, secondo il quale i nuovi insediamenti commerciali non potranno essere realizzati in aree con destinazione agricola. Questa è la prima ragione.
La seconda ragione è che la deliberazione è stata modificata su alcuni punti significativi e su alcuni importanti sono stati accolti gli emendamenti presentati dal nostro Gruppo o da altri Gruppi di opposizione.
stato introdotto il vincolo dei 30 mesi per quanto riguarda le aree industriali dismesse e si è trovato un ragionevole punto di equilibrio tra l'esigenza di favorire l'utilizzo di queste aree per tutelare porzioni di territorio e prevenire nella misura massima possibile operazioni speculative.
Su proposta del nostro Gruppo è stata accolta la richiesta di recepire per quanto riguarda i nuovi insediamenti commerciali, il protocollo ITACA e, sempre su proposta nostra, è stata accolta l'indicazione che la superficie massima da destinare ai negozi di vicinato non superi il 15%.
Questo - lo ricordo - risponde ad un'esigenza importante: quella di evitare un impoverimento del tessuto commerciale nei centri urbani.
La terza ragione è che non si tratta soltanto di un provvedimento sul quale c'è stato un confronto con le associazioni di categoria, ma anche il fatto che l'operazione che oggi compiamo con l'approvazione della delibera ci mette al riparo dal rischio che la moratoria cessi i propri effetti e soprattutto che, in assenza di una nuova normativa regionale, dal 1 gennaio entrino in vigore le disposizioni nazionali fortemente liberalizzatrici.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Ronzani.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Per esprimere il voto favorevole del Gruppo di Progett'Azione.
Ritengo che questa deliberazione vada inquadrata in un percorso più ampio, rispetto alla discussione generale, seppure proficua (ho già avuto modo di dirlo), dell'atto stesso.
Questo va ricordato, perché rappresenta un po' il termine di un percorso iniziato con la legge n. 13 del 2011, quando, per la prima volta in sede legislativa, abbiamo posto una moratoria sulla grande distribuzione che ci ha consentito, non tanto di limitare la libertà di impresa, quanto di fotografare una realtà (quella piemontese) profondamente cambiata, dal giorno in cui è stata approvata la legge 28 in questo Consiglio regionale.
Pertanto, occorre apportare nella delibera di programmazione commerciale ma anche nella norma, delle opportune modifiche.
Ricordo che non è stata introdotta solo la moratoria, per cui chiunque vorrà presentare, dai prossimi giorni, una domanda, lo farà con le stesse regole, ma c'è stato anche un aumento degli oneri, l'impossibilità sostanziale di fare speculazione finanziaria o edilizia sulle autorizzazioni commerciali, avendo cassato la revoca della revoca, cioè la possibilità di avere un'autorizzazione commerciale che poteva dilatarsi fino a 13 anni (come abbiamo visto accadere nella nostra provincia), dando la possibilità - seppure legittima - di speculare su un'autorizzazione concessa, per provare a rivenderla.
Queste basi di partenza positive sono unite alle significative novità introdotte nella delibera: la volontà, molto ferma, di evitare il consumo di suolo, che - badate - non è solo per un aspetto di tutela del mondo agricolo, che pure ne ha grande bisogno (è sufficiente verificare l'annuario dell'agricoltura per capire quanti chilometri di metri quadrati l'edilizia di qualunque tipo, spesso peraltro quella residenziale, ha sacrificato al mondo agricolo), ma è anche per un principio di riqualificazione.
evidente che, incentivando lo sviluppo di nuove aree commerciali in aree urbane dismesse o di eventuale futura dismissione (ovviamente non è un auspicio), si va a riqualificare le piccole o medie aree delle città o dei grandi Comuni, dove molto spesso un'area dismessa, non più utilizzata, è fonte di degrado e non certo di riqualificazione.
Ritengo, poi, che l'aver inserito il 15% come soglia massima nell'utilizzo degli esercizi di vicinato all'interno della grande distribuzione consenta finalmente una concorrenza leale. Era evidente che a fronte delle migliaia di metri quadrati trasformati quasi unicamente in esercizi di vicinato, l'impatto sul commercio al dettaglio, non soltanto e non solo di vicinanza, ma per tutta l'area che insisteva per molti chilometri su un eventuale nuovo centro commerciale, con una grande presenza di esercizi di vicinato, penalizzava tutta l'area.
sufficiente pensare ad alcuni grandi centri commerciali oggi presenti: il centro commerciale di Grugliasco non penalizza solo Grugliasco e Collegno, ma tutto il Torinese, che utilizza quella struttura.
Potremmo fare molti altri esempi: questo era solo per portare un esempio significativo.
Pertanto, il percorso iniziato da questa maggioranza, poco dopo il suo insediamento, con la presentazione del disegno di legge n. 55, poi modificato in sede di Commissione e in sede d'Aula, che oggi si conclude con la proposta di deliberazione di programmazione commerciale, è un patto che la maggioranza ha rispettato. Il centrodestra, cioè, nel presentarsi alle elezioni, aveva detto che avrebbe posto molta attenzione al commercio di vicinato e questo l'ha dimostrato, prima con una legge, e oggi con una delibera di programmazione commerciale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ho presentato diversi emendamenti a questa proposta di deliberazione e naturalmente, partendo - come ho detto più volte all'Assessore Casoni e agli Uffici - da una posizione che dovrebbe essere condivisa da una larga maggioranza del Consiglio regionale. Pertanto sarebbe bene non stare sempre sulle barricate a difendere una posizione più di calcolo politico che di contenuto.
Devo dire di non essere soddisfatto dei risultati della delibera, anche se questi li dovremo ancora vedere. In pratica, a parte due aperture (il 15% della presenza degli esercizi di vicinato, quindi un tetto massimo nelle grandi localizzazioni commerciali, e i 30 mesi, per quanto riguarda la possibilità di trasformare le aree dismesse industriali in centri commerciali), nessun'altra questione sollevata dal Movimento 5 Stelle è stata accolta. Questo è lecito, però noi abbiamo forti preoccupazioni soprattutto riguardo ai dati tabellari dimensionali massimi, che, in un caso, sono spariti (se non sbaglio negli L1), mentre in un altro (negli L2) sono raddoppiati.
Pertanto, con giustificazioni che ovviamente sono ancora tutte da discutersi, perché analizzando la seppure esigua giurisprudenza (le norme sono ovviamente molto recenti) c'è la possibilità di vedere impugnata la legge, secondo me si poteva osare qualcosa in più.
Magari questo lo si potrà fare più in là, ma oggi abbiamo utilizzato un po' quel concetto sbagliato dello Stato centralista, con le norme di Monti fortemente liberalizzatici, quindi sembra quasi che, osando un po' di più si sarebbe finiti nella liberalizzazione più totale.
La paura della nascita di centri commerciali ovunque non sta in piedi: anche in Commissione abbiamo discusso della questione economica, cioè del fatto che oggi, con la crisi economica esistente, probabilmente non ci saranno molte richieste di apertura di centri commerciali, perché il territorio è già saturo della presenza di quelli esistenti. Inoltre, anche gli operatori al momento non vanno ad investire su territori depauperati.
Infatti, ci sono grandi centri commerciali, anche fuori Torino, che aprono vivacchiano sei mesi, un anno, e poi chiudono, perché non c'è la domanda.
Probabilmente, dunque, si poteva osare un po' di più: mantenere almeno le limitazioni dimensionali presenti nella precedente deliberazione, sia per gli L1 sia per gli L2.
Secondo me si poteva osare di più anche sulla questione dei lotti interclusi, nel senso di definire chiaramente che erano interclusi su tre lati, ma che il quarto lato doveva essere necessariamente una strada proprio per evitare ulteriore cementificazione e antropizzazione del territorio piemontese. Questo non è stato fatto; sicuramente si potrà dire ai media e ai giornali che è meglio (o meno peggio) di quella che ovviamente, è la visione del Governo Monti. Ma, in relazione anche a quanto è stato proclamato e ostentato da questa Giunta, che, lo ripeto, condivido nei contenuti ma non nell'espressione finale, si poteva fare un qualcosa di più. Il mio non sarà ovviamente un voto negativo, nell'ottica del Governo Monti e delle sue norme liberalizzatici, alle quali non si può certo votare contro, ma di mera presenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Negro; ne ha facoltà.



NEGRO Giovanni

Grazie, Presidente.
In questi tempi si è lavorato molto in Commissione. Ancora una volta il Consiglio - la Commissione e l'Assessore in primis - ha dimostrato il buonsenso.
A nome del mio Gruppo, esprimo dunque il voto favorevole sulla proposta di deliberazione n. 223. Innanzitutto perché recepisco il principi di voler porre un freno a questi centri commerciali, che spopolano dovunque, recando danni ai piccoli commercianti.
Un altro aspetto che condivido, sul quale è già intervenuto anche il collega Ronzani, riguarda il recepimento del limite del 15% dei piccoli negozi nei centri commerciali, nel tentativo di mantenere i piccoli negozi tradizionali nei piccoli paesi.
Si è cercato, inoltre, di mettere un freno alla cementificazione tutelando innanzitutto le aree agricole. Gli aspetti trattati sono molti in ogni caso ci tengo a ringraziare l'Assessore Casoni per il suo operato: ha lavorato egregiamente e con buonsenso.
Annuncio il voto favorevole a questo provvedimento. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta Marco; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente.
Intervengo per dichiarare il voto favorevole del Popolo della Libertà a questa proposta di deliberazione.
Non solo nelle dichiarazione di voto, ma in tutto l'iter di questo provvedimento, abbiamo visto come, cercando la condivisione, la si pu anche ottenere, merito sicuramente dei lavori svolti in Commissione, dei lavori svolti in Aula, ma sicuramente, e in maniera particolare, del lavoro svolto dall'Assessore Casoni.
Non capita tutti i giorni di trovare un'Aula sostanzialmente d'accordo nella sua interezza: il Movimento 5 Stelle non partecipa il voto, ma non esprime nemmeno un voto negativo; ciò significa che apprezza lo sforzo. Poi è chiaro che possono esserci degli elementi di differenziazione in una tematica così difficile.
Diceva bene il collega Vignale quando ricordava che su questa tematica l'Assessore Casoni - la Giunta e la maggioranza - aveva riposto l'attenzione fin dal suo insediamento, perché rispetto alla necessità di bloccare la proliferazione dei grandi centri commerciali, di dare una maggiore attenzione alle realtà commerciali piccole e medie, questa Giunta e questa maggioranza si sono impegnate in questi primi due anni e mezzo con grande forza e con grande volontà.
Ma il provvedimento è ricco di spunti. Molti sono già stati ricordati ma permettetemi di rimarcarne ancora qualcuno.
Innanzitutto, non va dimenticato che diamo una regolazione che non tutte le Regioni danno alla norma nazionale e quindi interveniamo con puntualità su questo aspetto. Se non fossimo intervenuti, il nostro Piemonte dal punto di vista commerciale si sarebbe trovato esposto a conseguenze che avrebbero potuto essere anche gravi.
Nel merito, bisogna dire che questa proposta di deliberazione che verrà votata tra poco rende più agevole il cammino dei Comuni. Infatti non dovranno assumere provvedimenti che invece avrebbero dovuto fare se non ci fosse stata questa norma regionale.
Un altro obiettivo qualificante è sicuramente quello dell'ampliamento non tanto quantitativo della rete esistente, ma del suo miglioramento e della sua qualificazione dal punto di vista qualitativo.
Un altro elemento importante è quello che riguarda la differenziazione e l'incrementazione dell'offerta commerciale all'interno dei poli urbani: noi abbiamo bisogno di mantenere un tessuto commerciale vivo, vivace e presente, evitando la desertificazione che colpisce soprattutto i nostri centri storici (basta farsi un giro anche per le città di media dimensione per rendersene conto).
già stato ricordato il divieto dell'utilizzo di suolo agricolo per nuovi centri commerciali: è una visione che in questi anni si sta affermando sempre di più, soprattutto di fronte alla presenza di tanti edifici dimessi, in particolare, purtroppo, di quelli industriali all'interno dei nostri centri urbani.
Cercare di risparmiare territorio agricolo e cercare, invece, di far rivivere questi luoghi dimessi, che rappresentano talvolta anche delle problematicità dal punto di vista urbanistico ma anche della sicurezza, è sicuramente un aspetto positivo.
Infine - ultimo aspetto - l'aver rimesso in rete la governance dalla Regione, alla Provincia, ai Comuni. Oggi, con questo provvedimento, nessuno potrà più dire che tutto dipende dalla Regione, insomma fare una sorta di "scaricabarile", come si faceva in passato.
Oggi, con questo provvedimento, tutte le istituzioni sono coinvolte, e ciascuna, attraverso gli accordi di programma, potrà, almeno sugli interventi di maggior importanza, dire la sua.
Ecco perché, convintamente, il PdL esprimerà il suo voto favorevole.
Noi riteniamo che questo provvedimento, preso a così larga maggioranza rappresenti un momento importante dell'attività legislativa di questo Consiglio.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento per dichiarazione di voto, ha chiesto la parola l'Assessore Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William, Assessore al commercio

Così come ho ringraziato la Commissione, mi corre l'obbligo di ringraziare anche l'Aula.
Sono già stati toccati tutti i punti focali della norma, per cui è inutile ripeterli.
Mi limito semplicemente a sottolineare alcuni: il non consumo del suolo agricolo: la riorganizzazione del sistema; l'inserimento dell'Accordo di Programma, in modo che Regione, Provincia e Comune concertino; la riorganizzazione e il superamento di quelle che sono le leggi nazionali.
Anche in questo caso, potremo rappresentare un esempio anche per altre Regioni, così come abbiamo già fatto, per esempio, nel settore degli ambulanti.
Ci tengo a ringraziare i miei Uffici, l'architetto Vernoni e tutti coloro che hanno lavorato duramente in una materia che vi posso garantire essere molto complicata e complessa.
Fare una riforma di questo genere è complicato e far sì che possa essere licenziata dall'Aula senza un voto contrario è una grande soddisfazione e ripaga per il lavoro svolto. È un punto che ci tengo a rimarcare, perché un provvedimento condiviso lascia intendere che sia un ottimo provvedimento. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Casoni.
Indìco la votazione nominale sulla proposta di deliberazione n. 223, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 48 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 41 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame disegno di legge n. 153, inerente a "Nuove modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo)"


PRESIDENTE

Proseguiamo riprendendo l'esame del disegno di legge n. 153, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Abbiamo concluso con la votazione dell'articolo 20.
ARTICOLO 2 bis Emendamento rubricato n. 279) presentato dalla Consigliera Cerutti: dopo l'articolo 19 del disegno di legge n. 153, è aggiunto il seguente: "Articolo 19 bis (inserimento dell'articolo 10 ter nella legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56) Articolo 10 ter (Valutazione delle Sostenibilità Ambientali e Territoriale) La Regione, le Province e i Comuni al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, nell'elaborazione ed approvazione dei propri piani prendono in considerazione gli effetti significativi sull'ambiente e sul territorio che possono derivare dall'attuazione dei medesimi piani, provvedendo alla Valutazione preventiva della Sostenibilità Ambientale e Territoriale (Valsat) degli stessi, in conformità alla Direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 (Valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente) e alla normativa nazionale e regionale di recepimento della stessa.
A tal fine, nel documento preliminare e in un apposito documento di Valsat costituente parte integrante del piano adottato ed approvato, sono individuati, descritti e valutati i potenziali impatti delle scelte operate e le misure idonee per impedirli, mitigarli o compensarli, alla luce delle possibili alternative e tenendo conto delle caratteristiche del territorio e degli scenari di riferimento descritti dal quadro conoscitivo e degli obiettivi di sviluppo sostenibile perseguiti con il medesimo piano.
Sono esclusi dalla procedura di valutazione prevista dal presente articolo le varianti che non riguardano le tutele e le previsioni sugli usi e le trasformazioni dei suoli e del patrimonio edilizio esistente stabiliti dal piano vigente, e che si limitano a introdurre: rettifiche degli errori materiali: modifiche della perimetrazione degli ambiti di intervento, che non incidono in modo significativo sul dimensionamento e la localizzazione degli insediamenti, delle infrastrutture e delle opere ivi previsti modifiche delle caratteristiche edilizie o dei dettagli costruttivi degli interventi: modifiche necessarie per l'adeguamento del piano alle previsioni localizzative immediatamente cogenti contenute negli strumenti nazionali regionali o provinciali di pianificazione territoriale, di cui è già stata svolta la valutazione ambientale varianti localizzative, ai fini dell'apposizione del vincolo espropriativo per opere già cartograficamente definite e valutate in piani sovraordinati o per la reiterazione del vincolo stesso".
La Consigliera Cerutti lo dà per illustrato.
Emendamento rubricato n. 350) presentato dalla Consigliera Artesio: Dopo l'articolo 10 bis, come modificato dalla presente legge, è inserito il seguente: "Art. 10 ter (Partecipazione e comunicazione) I Comuni, le Province e le Regioni garantiscono la partecipazione dei cittadini in ogni fase del procedimento di cui al capo II del presente titolo.
Ai fini di cui al comma 1, i Comuni, le Province e la Regione istituiscono il garante della comunicazione, che può essere scelto all'interno della struttura dell'ente ad esclusione del responsabile del procedimento o all'esterno, nel procedimento di formazione e approvazione degli strumenti della pianificazione territoriale e degli atti di governo del territorio disciplinandone, con apposito regolamento, l'esercizio delle relative funzioni.
il garante della comunicazione assicura la conoscenza effettiva e tempestiva delle scelte e dei supporti conoscitivi relativi alle fasi procedurali di formazione e adozione degli strumenti della pianificazione territoriale e degli atti di governo del territorio e promuove, nelle forme e con le modalità più idonee, l'informazione ai cittadini stessi, singoli o associati, del procedimento medesimo.
In sede di assunzione delle determinazioni provvedimentali per l'adozione ed approvazione degli strumenti e degli atti di governo del territorio, il garante provvede alla stesura di un rapporto sull'attività svolta.
I Comuni, le Province e la Regione assicurano al garante della comunicazione la disponibilità di adeguate risorse, ai fini dell'esercizio effettivo ed efficace della relativa funzione".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è quello che, più degli altri, sviluppa quello che a nostro parere, era un requisito significativo di ogni legislazione riguardante la programmazione urbanistica, vale a dire il ruolo della partecipazione.
Dal nostro punto di vista, il procedimento di coinvolgimento dei portatori di interesse, intendendo per portatori di interessi in primo luogo i soggetti residenti negli ambiti interessati dal processo di trasformazione, è una condizione fondamentale non soltanto per quello che riguarda l'esercizio democratico, quindi tutto ciò che concerne la democrazia partecipativa, ma anche per ciò che riguarda lo stato di trasparenza delle decisioni che si assumono e la possibilità del controllo sociale sulle decisioni stesse.
In modo particolare, ci sembrava che l'elemento della partecipazione non potesse essere disgiunto da un'organizzazione della stessa se effettivamente, ci affidiamo agli aspetti della partecipazione con quei valori che ho voluto richiamare.
Devo dire che lo sforzo che l'Assessore ha compiuto di ascolto delle ragioni dell'opposizione, se è stato interessante e anche proficuo su tutta la tematica delle varianti, non lo è stato, altrettanto, sugli aspetti della partecipazione.
Questo emendamento, che tratta del garante della comunicazione, è un emendamento che, a mio modo di vedere, potrebbe servire a recuperare la disattenzione fin qui mostrata.
Perché sono particolarmente convinta che l'attenzione sarà nuova e produttiva? Anche coloro che sono distanti dai nostri lavori, ma ragionano della necessità di rendere trasparenti le azioni delle politiche pubbliche mi riferisco in modo particolare alla Commissione per lo studio e elaborazione di misure per la prevenzione della corruzione, istituto dal Governo italiano - nel capitolo dedicato all'urbanistica parla esattamente a pagina 155, di "Varianti: accordi con riconoscimento di premialità edificatorie, opacità amministrative". La necessità di una procedura di dibattito pubblico.
L'analisi che viene fatta è che, in una situazione sempre più negoziale delle relazioni tra i proponenti e i pubblici poteri, la partecipazione della cittadinanza potrebbe essere un utile deterrente a comportamenti opportunistici, quando non dolosi. Ecco, quindi, che la Commissione nazionale propone una procedura speciale di dibattito pubblico, in aggiunta alla legge n. 241 del 1990 e che, nel dettaglio, prevede la convocazione prima dell'adozione dell'atto, di un apposito dibattito pubblico aperto alla partecipazione non solo degli interessati, ma dei cittadini singoli o associati retto da un responsabile del procedimento e destinato a concludersi in tempi certi.
Procedimento da applicare esattamente ai progetti di trasformazione urbanistica di premialità edificatorie.
Credo che la nostra proposta del garante della comunicazione sia pienamente in linea con la raccomandazione della Commissione nazionale e che questo emendamento meriti la sua approvazione.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di intervento in discussione generale, la parola all'Assessore Cavallera per il parere della Giunta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
Per esprimere il parere, ma per esprimere anche una brevissima considerazione.
La Consigliera Artesio propone l'istituzione del garante della comunicazione. Non entro nel merito di questo che, ovviamente, si iscrive nella tematica più ampia dei garanti nei vari settori (questione all'attenzione del Consiglio). Tuttavia sarebbe bene, tutto quello che attiene alla partecipazione, risolverlo in modo complessivo e non in maniera specifica. Ricordo che la tematica non è stata dimenticata nel disegno di legge.
Tutta l'apertura che segue anche quella dello Stato verso l'Albo pretorio informatizzato e telematico, ossia l'urbanistica senza carta, come la possibilità di accedere attraverso i percorsi informatizzati alla conoscenza dei progetti di variante, qualunque essi siano, e dei documenti alla fine approvati, dovrebbe essere già un grosso passo in avanti. Molte volte la tecnologia aiuta anche all'avanzamento della democrazia.
Concludo ricordando che, per quanto ci compete e ci è stato consentito anche da recenti provvedimenti dello Stato a livello nazionale provvedimenti derogatori o di accelerazioni nelle procedure, laddove vi era la possibilità di dare indicazioni tra Giunta comunale o Consiglio comunale, noi, per esempio, per il cambiamento delle destinazioni d'uso abbiamo sempre dato indicazione che il dibattito avvenisse in Consiglio comunale.
Riteniamo che le forme di partecipazione e di confronto democratico già consentano un buon controllo democratico da parte della cittadinanza. Se poi sopravverrà globalmente questo nuovo sistema informatizzato dell'urbanistica, senz'altro avremo raggiunto risultati migliori.
Esprimo parere contrario a questo emendamento e all'emendamento n.
279).



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di intervento di dichiarazioni di voto procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 279) sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 350) sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 20 ter Emendamento rubricato n. 280) presentato dalla Consigliera Cerutti: Dopo l'articolo 19 bis del disegno di legge n. 153, è aggiunto il seguente: "Art. 19 ter (Inserimento dell'art. 10 quater nella legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56) Art. 10 quater (Osservatorio regionale per la qualità del paesaggio) La Regione istituisce l'Osservatorio regionale per la qualità del paesaggio nell'ambito delle proprie strutture, con il compito di monitorare l'attuazione della pianificazione paesaggistica e l'evoluzione delle trasformazioni del paesaggio regionale, a supporto dell'esercizio da parte della Regione dei compiti di vigilanza sulle funzioni amministrative delegate ai Comuni e di valutazione delle trasformazioni incidenti sui beni paesaggistici. A tale scopo. l'Osservatorio realizza studi, raccoglie dati conoscitivi e formula proposte; inoltre, cura lo svolgimento dei processi di partecipazione dei cittadini e loro associazioni.
L'Osservatorio regionale per la qualità del paesaggio, nell'esercizio dei propri compiti, collabora con l'Osservatorio nazionale per la qualità del paesaggio e con le Province, i Comuni, le Comunità montane, gli Enti di gestione dei parchi e la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Ministero per i beni e le attività culturali, nonch previo specifico accordo, con le associazioni costituite per la tutela degli interessi diffusi, con gli altri soggetti istituzionali cui sono attribuite funzioni di vigilanza sul territorio.
La Giunta regionale presenta ogni tre anni il rapporto sullo stato del paesaggio regionale. A tale scopo può attivare forme di collaborazione con i soggetti di cui al comma.
Per favorire la diffusione della conoscenza sullo stato del paesaggio e sulle politiche e attività di tutela e valorizzazione realizzate dalla Regione e dalle Autonomie locali. l'Osservatorio regionale per la qualità del paesaggio realizza attività di informazione ai cittadini, anche tramite l'utilizzo di sistemi telematici." L'emendamento è dato per illustrato.
Non essendoci richieste di intervento in discussione generale, la parola all'Assessore Cavallera per il parere della Giunta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Il parere è contrario.
Secondo noi, la tematica dell'Osservatorio del paesaggio potrebbe essere meglio inserita nella legge regionale n. 14, relativa alla tutela del paesaggio. Abbiamo istituito il Settore dei beni paesaggistici che, di fatto, svolge già queste funzioni. Personalmente ho sempre qualche perplessità a pensare a nuove sovrastrutture, soprattutto in un momento come questo in cui, invece, si pensa di eliminarle e di concentrare l'attività.
Assicuro, comunque, un forte impegno da parte della direzione in materia di paesaggio. Lo testimoniamo vari atteggiamenti, non ultimo il lavoro che si sta facendo sulle Langhe-Roero e Monferrato per avere il riconoscimento dell'UNESCO.
Mi auguro che entro l'anno ci siano novità positive.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
La parola alla Consigliera Cerutti per dichiarazione di voto.



CERUTTI Monica

A fronte di queste dichiarazioni, che l'Assessore mi aveva già anticipato, ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 280) è ritirato.
Emendamento rubricato n. 832) presentato dall'Assessore Cavallera: dopo l'articolo 20 del disegno di legge n. 153 è inserito il seguente: "Articolo 20 bis (Modifica alla rubrica del titolo III della l.r. 56/1977) 1. La rubrica del titolo III della l.r. 56/1977 è sostituita dalla seguente: "Pianificazione urbanistica".
Ha chiesto la parola l'Assessore Cavallera per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

una semplice modifica della definizione della sezione del titolo III.
un adeguamento tecnico per rendere il titolo conforme allo svolgimento nei singoli articoli.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di intervento né in discussione generale né per dichiarazione di voto, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 832).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 Emendamento rubricato n. 652) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: 1. Alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 11 della l.r. 56/1977, come modificata dall'articolo 21 del disegno di legge n. 153, prima delle parole "la difesa attiva del patrimonio agricolo" sono inserite le parole "la difesa e la tutela dell'assetto idrogeologico,".
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie, Presidente.
Questa modifica si rende necessaria proprio per esplicitare che anche la difesa del suolo è una delle finalità del Piano Regolatore Generale.
Accogliendo questo, siamo stati attenti anche alle consultazioni e soprattutto, alle osservazioni dell'ordine dei geologici.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BONIPERTI



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
Emendamento rubricato n. 637) presentato dai Consiglieri Reschigna Muliere, Placido, Pentenero, Taricco, Lepri, Ronzani, Boeti, Motta Angela: alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 11 della l.r. 56/1977, come sostituita dal comma 1 dall'articolo 21 del disegno di legge n. 153, le parole "la difesa attiva" sono sostituite dalle seguenti "la salvaguardia".
Ha chiesto la parola il Consigliere Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo

Con questo emendamento proponiamo di sostituire, alla lettera c) del primo comma, le parole "difesa attiva", con "salvaguardia".
Non si tratta di un fatto nominalistico. Ormai, nel linguaggio urbanistico, "difesa attiva" significa l'uso di quel suolo, sia pure con alcuni accorgimenti e con alcune necessità di tutela. Tuttavia, occorre capire se il patrimonio agricolo e le risorse naturali ambientali del patrimonio storico, artistico e paesaggistico (con l'aggiunta operata dall'Assessore Cavallera con il precedente emendamento, per quanto riguarda l'aspetto idrogeologico), debbano essere oggetto di difesa attiva, quindi di un utilizzo, o di salvaguardia.
Questa è la ragione dell'emendamento.
Abbiamo ragionato molto - purtroppo - durante questi mesi di discussione sul disegno di legge di modifica della legge 56, attorno a quello che noi consideriamo una delle questioni fondamentali: come attraverso la legislazione urbanistica, questa Amministrazione regionale intenda affrontare quella che ormai è considerata una vera e propria emergenza: un freno al consumo del suolo.
Il freno al consumo del suolo avviene anche attraverso l'individuazione di valori, o problemi, destinati ad essere conservati nel tempo - e sono tutti quelli elencati alla lettera c) - del primo comma, rispetto ai quali ci sembra che l'affermazione e il concetto di difesa attiva sia un concetto un po' debole rispetto alla salvaguardia.
Noi consideriamo che oggi il patrimonio agricolo debba essere, non difeso in modo attivo, ma salvaguardato e rispettato, anche perché, se leggiamo all'interno delle dinamiche economiche che stanno attraversando la nostra regione, uno dei settori che riesce ancora a reggere è quello dell'agroalimentare, che trova, all'interno della nostra regione, non solo un'attività di tipo industriale, ma - elemento fondamentale - una produzione agricola.
Immaginare che su questi temi non ci sia un messaggio rigido da parte della legislazione urbanistica, lo consideriamo, da parte nostra, un errore.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Reschigna.
Emendamento rubricato n. 66) presentato dal Consigliere Buquicchio: al comma 2 dell'articolo 21 (Modifiche all'articolo 11 della l.r. 56/1977) del disegno di legge n. 153 dopo le parole: "paesaggistiche compromesse" sono aggiunte le parole: "privilegiando la riconversione dell'esistente".
Emendamento rubricato n. 65) presentato dal Consigliere Buquicchio: al comma 3 dell'articolo 21 (Modifiche all'articolo 11 della l.r. 56/1977) del ddl 153 le parole: "Il contenimento del consumo del suolo" sono sostituite con le parole: "la conservazione del suolo, evitandone ogni ulteriore ed immotivato consumo".
Emendamento rubricato n. 248) presentato dal Consigliere Buquicchio: dopo il comma 4 dell'articolo 21 del disegno di legge n. 153 è aggiunto il seguente comma: 5. La lettera f) del primo comma dell'articolo 11 della l.r. 56/77 è modificato come segue: dopo le parole "sevizi sociali" sono aggiunte le parole: "di edilizia sociale".
La parola al Consigliere Buquicchio per l'illustrazione congiunta degli emendamenti.



BUQUICCHIO Andrea

Grazie, Presidente.
Su quest'articolo insistono, da parte nostra, tre emendamenti che possiamo definire, senza timore alcuno, emendamenti di merito.
Riteniamo che il principio da cui deve partire una legge urbanistica sia quello della conservazione del suolo, pertanto non siamo affatto contenti quando si parla di contenimento del consumo del suolo, perché, se vogliamo perseguire quell'obiettivo in modo chiaro ed inequivocabile dobbiamo parlare di conservazione del suolo.
Contenimento e conservazione del suolo sono due concetti diversi: occorre evitare ogni ulteriore ed immotivato consumo.
Noi dobbiamo fare riferimento - come lei e i suoi Uffici m'insegnano alla legge 56, che, al punto 4) dell'articolo 1, fa riferimento alla "piena e razionale utilizzazione delle risorse, con particolare riferimento alle aree agricole ed al patrimonio insediativo ed infrastrutturale esistente evitando ogni immotivato consumo del suolo".
Pertanto, con l'emendamento n. 65), riteniamo che la lettera e) vada modificata ed inserita "la conservazione del suolo, evitandone ogni ulteriore e immotivato consumo".
Con l'emendamento n. 66), al comma 2, paragrafo d), dopo "le condizioni ambientali e paesaggistiche compromesse", intendiamo aggiungere "privilegiando la riconversione dell'esistente".
Sono richieste che considero plausibili. Non voglio fare il professore al riguardo, ma mi piace ricordare una realizzazione del WWF, in collaborazione con il Fondo Ambiente Italiano, all'inizio del 2012: "Terra rubata. Viaggio nell'Italia che scompare". In un passo si scrive testualmente: "I Comuni, in una logica di 'autonomia fiscale', manifestano uno spiccato interesse alla conversione urbanistica ed edilizia del proprio territorio da parte dei privati allo scopo di incrementare le imposte sugli immobili".
Quindi, più costruzioni - Presidente, se vado oltre i tre minuti è perché passo all'emendamento successivo, con il suo permesso - significano più IMU e più IMU significa maggiori introiti per le casse comunali.
questa l'equazione che porta sovente le Amministrazioni locali a cementificare - io sostengo - senza ritegno.
Assessore, occorre invertire questa tendenza: questo è il nostro pensiero, questa è la nostra filosofia, questo è quello che emerge nella maggioranza dei cittadini. E i cittadini, che rappresentano l'interesse comune, devono avere una considerazione privilegiata rispetto agli interessi di lobby.
Anche l'emendamento n. 248) è un emendamento di merito, poiché riguarda i problemi abitativi.
Sappiamo benissimo che esistono grosse problematiche in merito alla necessità di integrare maggiormente i problemi abitativi con gli obiettivi di riqualificazione urbana, con le politiche del welfare, con le politiche di sostenibilità energetica ed ambientale e, infine, anche con le stesse politiche economiche ed occupazionali. Questo cosa significa? Secondo noi significa ripensare ad un rapporto più stretto con le scelte urbanistiche con i servizi sociali del territorio e con l'insieme generale dei servizi pubblici locali.
Negli ultimi decenni, in Piemonte, come in molte altre zone del Paese non abbiamo potuto fare altro che assistere ad una crescita del disagio abitativo, caratterizzato, in prima battuta, dalla domanda di alloggi sociali in affitto proveniente dalle fasce più deboli della popolazione.
A tale domanda si affianca, in modo progressivo, quella proveniente dai ceti sociali a reddito medio-basso che non hanno i requisiti per accedere all'offerta pubblica e, al tempo stesso, non riescono a trovare risposte sul libero mercato dell'affitto, oppure ci riescono con grande difficoltà impegnando gran parte del proprio reddito, a volte già abbastanza risicato.
Si tratta di una condizione che caratterizza moltissime famiglie in tutta Italia, ma qui in Piemonte - non dico "soprattutto", ma dico "anche" le famiglie monoreddito, nuclei familiari con anziani, giovani coppie o genitori soli con figli a carico rappresentano ormai una diffusissima realtà.
A tale realtà, si aggiungono gli effetti di una mobilità sociale che interessa sempre più il nostro territorio, per la presenza di importanti poli universitari - basta citare il Politecnico - che attirano un numero crescente di studenti fuori sede e anche fuori regione.
Per concludere, l'emendamento in questione chiede che tra le finalità del Piano regolatore generale comunale e intercomunale, oltre al soddisfacimento del fabbisogno pregresso e previsto di servizi sociali e di attrezzature pubbliche, venga preso in considerazione anche il fabbisogno di edilizia sociale.
Ho illustrato tre emendamenti che considero fortemente di merito.
Ritengo che la Giunta e la maggioranza non abbiano alcuna difficoltà ad accoglierli.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Buquicchio.
Emendamento rubricato n. 467) presentato dalla Consigliera Artesio: ART. 21 Art. 11 comma e) L. 56 dopo le parole "il contenimento del consumo di suolo" aggiungere ", del carico urbanistico e dei consumi energetici".
La parola alla Consigliera Artesio per l'illustrazione.



ARTESIO Eleonora

Lo diamo per illustrato, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Artesio.
Emendamento rubricato n. 636) presentato dai Consiglieri Reschigna Muliere, Placido, Pentenero, Taricco, Lepri, Ronzani, Boeti, Motta Angela: alla lettera e) del comma 1 dell'articolo 11 della l.r. 56/1977, come sostituita dal comma 3 dell'articolo 21 del disegno di legge n. 153, dopo le parole: "del consumo dei suoli" sono inserite le seguenti: ", che si attua attraverso la previsione che il consumo di nuovo territorio avvenga solo quando sia dimostrata l'assenza di soluzioni alternative".
La parola al Consigliere Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo

Grazie, Presidente.
L'emendamento è aggiuntivo rispetto al contenuto del terzo comma dell'articolo 21, del disegno di legge.
Voglio ricordare che tale comma prevede la sostituzione della lettera e) dell'articolo 11, della legge regionale n. 56, con l'affermazione "e il contenimento del consumo del suolo".
Di per sé, è un obiettivo condivisibile. Su questo tema, però, abbiamo già avuto modo di ragionare nella discussione degli articoli iniziali del disegno di legge, laddove sono esplicitati i principi generali che portano alla modifica dell'attuale legge 56.
Riprendendo la discussione fatta all'inizio, nei principi generali e nelle finalità della legge, prevediamo - con il nostro emendamento - che dopo le parole "del consumo del suolo" siano inserite le parole "che si attua attraverso la previsione che il consumo di nuovo territorio avvenga solo quando sia dimostrata l'assenza di soluzioni alternative".
Così facendo, passiamo da un principio generale e generico ad un principio che trova un suo elemento di concretezza nel momento in cui le singole Amministrazioni comunali, in forma singola o associata l'Amministrazione provinciale e l'Amministrazione regionale, affrontano il tema della pianificazione territoriale, e cioè oggi, ogni volta che andiamo a valutare le trasformazioni che devono avvenire all'interno del territorio piemontese, credo che dobbiamo porci il tema fondamentale dell'alternativa.
Esistono, all'interno del suolo consumato, edificato, oggetto magari di abbandono (il solito esempio delle aree industriali dismesse che la crisi economica ha consegnato), la possibilità che, attraverso operazioni di ristrutturazione urbanistica, quelle corrette previsioni, quelle corrette volontà dei singoli Comuni possano essere soddisfatte? Se sì, non si consuma nuovo suolo. Se invece non ci sono le condizioni, le possibilità perché quelle aree siano interessate dai progetti di trasformazione territoriale, allora si può prendere in considerazione legittimamente la possibilità di consumare nuovo suolo. Ma ponendosi inizialmente questo tipo di interrogativo, quali sono le condizioni del mio territorio e qual è la capacita che io ho di poter attuare quegli obiettivi attraverso operazioni di riqualificazione urbanistica? Questa norma non ha nulla di imperativo e non crea un divieto in capo ai Comuni; pone però un tema fondamentale, che dovrebbe essere l'interrogativo di fronte al quale ciascun amministratore pubblico che ha oggi una responsabilità nelle politiche di governo del territorio deve porsi: è proprio inevitabile, non ho altre alternative, non ho soluzioni diverse? E allora, affrontato questo interrogativo, che è quello che chiede il nostro emendamento, tutto il processo di pianificazione può correre liscio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Grazie, Presidente.
Intervengo per rafforzare il ragionamento del Consigliere Reschigna perché vede, Assessore Cavallera, qualche settimana fa o qualche mese fa lei ha fatto una conferenza stampa nel corso della quale ha illustrato i risultati di uno studio che ha svolto il suo Assessorato (credo), avente per oggetto il consumo del suolo in Piemonte. Leggendo quello studio pregevole, credo sia risultato che noi siamo, nel panorama delle Regioni italiane, una Regione che sta consumando molto suolo.
Allora, la prima domanda che mi verrebbe da porle è la seguente: esiste una relazione tra le cose che dicono i vostri uffici circa l'esigenza di contenere il consumo di suolo e le polite e le leggi che voi approvate? A naso, mi viene da dire no, perché in realtà, se quello fosse un rapporto di coerenza che voi intendete stabilire, la prima conseguenza logica che dovreste trarre da quei risultati, da quelle analisi è che dovreste ispirare la riforma della legge 56 a un obiettivo come questo, peraltro sollecitato da molti mondi.
In discussione generale ho citato alcuni interessanti documenti, prese di posizione, pronunciamenti di vari ordini del giorno. Oggi è depositato in Parlamento, credo per iniziativa del Ministro, un disegno di legge che si pone esattamente il problema di mettere un alt al consumo di suolo spostando l'accento sull'utilizzo del patrimonio edilizio esistente.
Ora, voi avete la presunzione di fare una riforma delle legge 56 ancorché questa riforma rappresenti un intervento di ordinaria manutenzione, ma è evidente che nel momento in cui decidete di approvare questo provvedimento non potete non porvi il problema di una scelta che deve ispirare questa legge. E noi pensiamo che questa legge, se vuole essere per davvero innovativa e affrontare il cuore delle questioni che sono aperte per quanto riguarda le politiche di pianificazione, questa è una scelta di fondo pregiudiziale che deve essere compiuta; scelta che voi invece bypassate o non decidete con la forza e il rigore normativo che sarebbe necessario, perché voi fate, come dire, un appello.
La norma a cui ha fatto riferimento Reschigna è quella roba lì. Voi dite: "Ma noi sì, vorremmo...". E invece no: deve essere più evidente il fatto che noi, da questo momento in poi, se questo provvedimento diventa legge, non possiamo prescindere da quella valutazione a cui fatto riferimento Reschigna, ovvero che possono essere utilizzate porzioni di territorio nuovo solo a certe condizioni.
Del resto, scusate, colleghi della maggioranza e della minoranza: è sufficiente girare per il Piemonte, per rendersi conto che esistono capannoni vuoti, patrimoni che vanno recuperati. Ma bombardateli! Pu essere un'alternativa! Un'alternativa assurda, ma lo dico in modo provocatorio. Noi non possiamo tenerli in piedi e poi non porci il problema di come noi utilizziamo questi capannoni! Non possiamo non porci il problema di come noi, con le leggi, orientiamo la politica in quella direzione.
Quindi, secondo me, questa è una scelta di fondo che dovrebbe ispirare ovviamente il provvedimento di cui stiamo discutendo, che chiamare riforma è un azzardo che non mi permetto di compiere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Anch'io volevo esprimere alcune brevi considerazioni sul tema in oggetto.
Credo che la necessità di dare concretezza agli orientamenti che esprimiamo sia una necessità che c'è sempre; in questo campo, relativamente a questo tema, credo sia una necessità più urgente che in altre situazioni.
stato detto bene prima dal collega Ronzani e io ho partecipato alla presentazione che l'Assessorato ha fatto dei dati sul consumo del suolo. Mi ha colpito molto il quadro che emerge e le preoccupazioni che un quadro siffatto ci consegna. A fronte di questa situazione, credo che noi non possiamo semplicemente fare degli enunciati, ma dobbiamo fare delle scelte molto concrete.
Prima l'Assessore Cavallera ci rammentava l'impegno dell'Assessorato sui temi del perseguimento dell'obiettivo del riconoscimento da parte dell'UNESCO del nostro territorio delle Langhe, Monferrato e Roero come territorio di eccellenza che deve essere tutelato. L'Assessore ben sa che uno dei problemi che è stato posto dalla Commissione internazionale che è venuta a visitare i nostri territori è proprio questo, e cioè che è sì un territorio, per tanti motivi, con diverse finalità e utilizzi, ma purtroppo molto compromesso da cementificazione in larghe parti delle aree interessate dal riconoscimento.
Penso che accogliere le indicazioni che ci siamo permessi di fare vada esattamente nella direzione indicata negli enunciati della maggioranza e della Giunta regionale, facendo uno sforzo in più, cioè calando nella concretezza delle scelte e delle indicazioni puntuali questo orientamento generale.
Voglio veramente sperare che l'orientamento espresso sia quello che sta a cuore alla Giunta e alla maggioranza e che quindi l'emendamento da noi proposto possa trovare accoglimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Boeti; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
L'obiettivo di questo emendamento, che i miei compagni di partito hanno ripreso, è quello che ormai è per tutto il territorio nazionale non solo un'esigenza, ma io direi un'emergenza.
Anche nei giorni scorsi abbiamo assistito ai disastri provocati certamente dall'aumento della temperatura globale, che porta anche nel nostro Paese fenomeni climatici che sono invece caratteristici di altre parti del mondo. Essendo il nostro Paese non preparato, non pronto e avendo utilizzato una parte del terreno agricolo per la residenzialità, succedono poi i disastri di cui tutti abbiamo visto le drammatiche immagini nei report dei giornalisti in televisione.
L'altra sera ho visto - e lo sottolineo - un report su Vernazza, una delle perle delle Cinque Terre. Il giornalista faceva vedere che nella parte di Vernazza dove gli alberi erano stati mantenuti, cioè dove non era stato costruito niente, il terreno non era franato, il terreno aveva resistito e quindi aveva consentito, almeno in quella parte del paese, che il paese potesse essere risparmiato.
Nel Piano regolatore del Comune di Rivoli, del quale mi ero occupato noi avevamo tolto il residenziale della collina morenica, facendo ovviamente arrabbiare i proprietari di quei terreni. Anche lì, infatti, si costruiva dove il terreno aveva pendenze insopportabili e quel Comune aveva dovuto spendere un sacco di soldi per fare i muri di contenimento e rinforzare le strade che scivolavano, insieme alle ville, verso il basso.
Credo che non ci sia più spazio per residenzialità realizzata in questo modo e che non ci sia più spazio per la distruzione del territorio. C'è spazio per l'edilizia all'interno delle aree urbane, cioè recuperando le case magari non utilizzate e anche costruendo nello spazio urbano più di quanto non fosse consentito prima; ma il terreno agricolo non può più utilizzato per niente e da nessuno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Boeti.
A proposito, vorrei invitare i colleghi Consiglieri a controllare sul censimento dell'agricoltura appena pubblicato dalla Regione Piemonte, dove si può verificare quali sono le Province che hanno abusato del territorio così si può verificare veramente chi ne ha abusato e chi invece ha utilizzato nel senso giusto il territorio agricolo.



PRESIDENTE

TENTONI Roberto (fuori microfono)



PRESIDENTE

In questo momento lei sta presiedendo...
PRESIDENTE



PRESIDENTE

Sì, mi scusi: ho fatto una battuta.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 281) presentato dalla Consigliera Cerutti: all'art. 21 del disegno di legge n. 153, dopo il comma 3 aggiungere il comma 3 bis "Dopo la lettera e) del primo comma dell'art. 11 della legge regionale 5 dicembre 1977 n. 56 è aggiunta la seguente lettera e bis): 'L'equilibrata espansione dei centri abitati sulla base di previsioni democratiche ed occupazionali rapportate alle indicazioni del Piano territoriale'".



PRESIDENTE

In accordo con la firmataria, diamo l'emendamento per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 351) presentato dalla Consigliera Artesio: art. 21 punto 4 all'art. 11 della l.r. 56/77, al comma 1 il testo della lettera g) è sostituito con il seguente: "g) la programmata attuazione degli interventi pubblici e privati".



PRESIDENTE

In accordo con la firmataria, diamo l'emendamento per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 665) presentato dai Consiglieri Bono e Biolé: all'art. 21, nel comma 4 lettera g) dell'art. 11, sono eliminate le parole "anche ai fini dell'equa suddivisione tra soggetti pubblici e privati degli oneri e dei vantaggi derivanti dalla pianificazione".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento chiediamo di eliminare il comma 4 dell'articolo 21 (che, appunto, modifica l'articolo 11 della LR n. 56), e in particolar modo le parole che chiedono di inserire che la programmata attuazione degli interventi pubblici e privati sia eseguita ai fini dell'equa suddivisione tra gli stessi - cioè tra pubblici e privati - degli oneri e dei vantaggi derivanti dalla pianificazione.
Ho presentato questo emendamento perché non ritengo che si debba mettere in una legge la spartizione tra i pubblici e i privati degli oneri e dei vantaggi derivanti dalla pianificazione. Se si tratta di un concetto che purtroppo - o per fortuna, a seconda dei punti di vista - è implicito nella pianificazione stessa, lo stesso non deve essere iscritto in legge.
La pianificazione comunale, infatti, viene fatta con la finalità di pianificare la gestione del territorio, non quella di suddividersi equamente, allegramente e con gaiezza gli oneri e i vantaggi di detta pianificazione. Non è che si pianifica - e, ancora a livello più alto, si programma - uno dei vari strumenti regolatori per far sì che i privati abbiano un vantaggio, e che il pubblico l'abbia allo stesso modo. Lo sappiamo ed è stato detto prima: il pubblico ha il vantaggio degli oneri di urbanizzazione. Si tratta di un grande problema di questo Paese per il quale questa fantomatica "legge Bucalossi" prima o poi dovrà essere ripristinata.
Collega Ronzani, noi possiamo parlare per anni e per decenni dello stop al consumo di suolo, del territorio, dei capannoni, ecc., ma se non andiamo ad oggi potrei ancora dire se non andate - a proporre una modifica di questa legge, che fa sì che gli oneri di urbanizzazione vengono intascati dai Comuni che li possono utilizzare per la spesa corrente, non cambierà mai nulla. Non è, infatti, che noi possiamo andare a prendere i Sindaci dei Comuni e dir loro: "Guarda, non ti diamo i soldi perché il Patto di stabilità ti impedisce di utilizzare i soldi, che pure hai in cassa; non sappiamo quando ti arriva l'erogazione dei fondi perché - boh? - le manovre che adesso vengono fatte dal Governo Monti tagliano anche sulla spesa prevista per l'anno in corso; in più, le erogazioni magari arrivano tutte insieme in un unico momento e in quel momento tu devi avere la possibilità di spendere quei soldi, e di spenderli bene e non male".
Possiamo parlarne per quanto vogliamo, ma noi dobbiamo andare a modificare il sistema delle regole che oggi consentono che il pubblico abbia l'incasso degli oneri di urbanizzazione e il privato abbia l'incasso degli oneri e dei vantaggi.
Chiedo veramente, Assessore, di stralciare questo piccolo comma perch si va a consolidare in legge una prassi che, secondo me, non dovrebbe essere iscritta nella pianificazione urbanistica.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
L'emendamento rubricato n. 248), di cui è primo firmatario il Consigliere Buquicchio, era già stato precedentemente illustrato. Abbiamo quindi terminato l'illustrazione degli emendamenti che insistono sull'articolo 21.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'urbanistica e programmazione territoriale

Grazie.
Desidero far presente che qui parliamo di suolo e non solo di suolo agricolo.
Sotto questo profilo, sappiamo che il suolo, per sua natura, è in continuo movimento; ancora un'ora fa c'è stato un piccolo terremoto in provincia di Asti con epicentro a Castell'Alfero del 3.1-3.2 della scala Richter. E come il terremoto, ci sono tutti gli altri eventi naturali che incidono sulla crosta terrestre.
Proprio per valutare il suolo nel suo complesso e considerarlo il primo condizionamento per compiere le scelte da parte della Regione - e richiamo azioni che sono consolidate nel tempo - è prevista la verifica, sotto il profilo idrogeologico, della sicurezza e della stabilità del suolo, che è preliminare all'approvazione degli strumenti urbanistici; anzi, è stato poi introdotto un forte raccordo - storicamente consolidato nella nostra legislazione - tra le previsioni dei documenti dell'Autorità di bacino e i ruoli affidati alla Regione (o alle Province, con il Piano territoriale provinciale che dev'essere anche orientato alla ricognizione dei dissesti idrogeologici) e ai Comuni, per quel che attiene ad ogni singolo Piano regolatore e ad ogni singola variante che abbia a riferimento territori che devono essere in qualche misura considerati.
In merito a tutte le nuove procedure che sono state introdotte per disposizioni europee o nazionali e anche, per raccordo, nella legislazione regionale - per esempio la Valutazione di Impatto Ambientale o la Valutazione Ambientale Strategica - se noi andiamo a vederle nella loro essenza, la prima opzione che dev'essere esaminata è proprio quella della cosiddetta opzione zero, che consiste cioè nella valutazione se fare o non fare l'intervento.
Credo quindi che, da un punto di vista normativo e dei principi, ci siano già tante disposizioni e affermazioni di principio e che, prima di modificarle, dovremmo pensarci bene. In campo religioso, potremmo dire semmai, che a fronte della fede, mancano le opere. Sotto questo profilo non vorrei richiamare il passaggio "vengano avanti coloro che sono senza peccato, scagliando la prima pietra".
Quella che dobbiamo fare è indubbiamente una svolta culturale; e ben vengano i dibattiti in questa sede perché significa che si cerca una condivisione per andare in questa direzione.
Recentemente le Regioni hanno concordato con il Ministro Catania - lo sa bene il collega Sacchetto - un disegno di legge che il Governo ha approvato nell'ultimo Consiglio dei Ministri, proprio orientato verso il contenimento o il blocco dell'utilizzo di suolo: insomma, si tende a zero ma lo zero assoluto è difficile da raggiungere, dal punto di vista fisico l'orientamento, però, è quello.
Sotto questo profilo, mi sento quindi in sintonia. Consentitemi però di mantenere una visione d'insieme del provvedimento, che organizzi bene i vari articoli. Poi, nel prosieguo, avremo modo di declinarli e di verificare la modalità di attuazione dei principi, fermo restando che mi auguro che, oltre alle norme vincolanti, ci sia anche una svolta da un punto di vista politico-culturale, perché la sua assenza pregiudicherebbe il raggiungimento dei risultati.
Secondo una visione d'insieme, ritengo accoglibile l'emendamento rubricato n. 637), perché, senza un'articolazione eccessiva dei termini introduce la definizione "la salvaguardia", che, indubbiamente, è migliore della "difesa attiva" del collega Reschigna, che, addirittura, poteva essere fraintesa.
Per quanto riguarda le tematiche poste dal Consigliere Buquicchio credo che il suo richiamo all'edilizia sociale abbia colto una lacuna nel testo; quindi, l'emendamento rubricato n. 248), secondo me, è accoglibile.
Per il resto, non sottovaluto la pertinenza delle proposte avanzate, ma ritengo che questi due emendamenti migliorino il testo, senza deviarlo dal filo logico che, da parte nostra, stiamo seguendo nell'avanzamento del provvedimento. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CATTANEO



PRESIDENTE

Grazie.
Se non ci sono richieste d'intervento in discussione generale, dichiaro chiusa tale fase.
Non essendoci dichiarazioni di voto, procediamo alla votazione degli emendamenti che insistono sull'articolo 21.
Il numero legale è 30.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 652).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 637), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 66), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 65), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 467), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il voto sull'emendamento rubricato n. 467) sarà esteso sull'emendamento rubricato n. 636), poiché i testi sono molto simili.
Il Consiglio non approva.
Relativamente all'estensione del voto all'emendamento rubricato n. 636), il Consigliere Reschigna non accetta il voto espresso sull'emendamento rubricato n. 467).
Indìco dunque la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 636), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 281), così come modificato, sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 351), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 665), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 248), sul quale l'Assessore Cavallera, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 21, così come emendato.
Il Consiglio approva.
Ricordo che, in apertura della seduta pomeridiana, avrà luogo la commemorazione in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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